LA LINGUISTICA TEDESCA
Un'introduzione con esercizi e bibliografia ragionata
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BULZONI EDITORE
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della Legge n. 633 del 22/04/1941
ISBN 88-8319-883-2
Prefazione ........................................................................................................................................ . p. 9
2. Morfologia ................................................................................................................................ » 55
2.1. La parola e la classificazione delle parole ............................................ .. » 55
2.2. Elementi costitutivi della parola: i morferni ...................................... . » 58
2.3 . Flessione e formazione delle parole ......................................................... . » 61
2.4. Aspetti della flessione in tedesco ................................................... . » 62
2.5. Formazione delle parole: composizione ................................................. . » 68
2.6. Formazione delle parole: derivazione ...................................................... . » 76
2.7. Formazione delle parole: conversione ..................................................... . » 81
2.8. Altri tipi di formazione delle parole .......................................................... » 82
2.9. Prestiti ................................................................................................................................ » 83
Esercizi e bibliografia per approfondimenti ................................................... . » 84
5
-i Sintassi ........................................................................................................................................ . p. 87
3.1. La frase nelle sue principali tipologie ........................................................ » 87
3.2. Il costituente come unità della frase .......................................................... . » 89
3.3. Classi di parole e tipi di sintagma ......................................................... » 94
3.4. Diagrammi ad albero e regole per la formazione della frase ...... » 95
3.5. Ordine delle parole a livello di sintagma ............................................... . » 99
3.6. Ordine delle parole a livello di frase ........................................................ . » 101
3.7. Funzioni semantiche e sintattiche nella frase emplice .............. . » 107
3.8. Frase principale e frase secondaria ............................................................. . » 115
3.9. Tipologia delle frasi secondarie .................................................................... . » 117
Esercizi e bibliografia per approfondimenti ................................................... . » 122
6
6.5. La struttura referenziale del testo: tempi, luoghi,
persone/oggetti ........................................................................................................... . p. 202
6.6. La tipologia testuale . .. ......................................................... ........... . » 206
Esercizi e bibliografia per approfondimenti ................................................... . )) 208
7
PREFAZIONE
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logia, la trattazione della sintassi richiede nozioni di morfologia ecc.), ma an-
che squisitamente pratico-didattica: è infatti opportuno iniziare con un capi-
tolo su fonetica/fonologia in quanto, proprio per i principianti, l'apprendi-
mento di una corretta pronuncia risulta essere di importanza fondamentale.
L'impostazione del manuale è moderatamente contrastiva: ove ritenuto
opportuno didatticamente, verrà fatto riferimento alla lingua italiana. Verran-
no trattati sia casi in cui le due lingue presentano strutture comparabili, sia ca-
si in cui esse divergono notevolmente. n confronto tedesco-italiano dovrebbe
portare lo studente a riflettere non solo sulla lingua straniera che sta imparan-
do ma anche sulla propria lingua madre. Alla fine di ogni capitolo una serie
di esercizi si propongono non tanto di "ripassare" il contenuto del rispettivo
capitolo quanto di stimolare lo studente a sviluppare maggiormente la sua co-
scienza metalinguistica.
Come sussidi didattici verranno inoltre forniti: una bibliografia per ulte-
riori approfondimenti alla fine di ogni capitolo; una bibliografia ragionata,
strutturata secondo la tipologia generale delle relative opere (grammatiche,
dizionari, manuali, studi contrastivi ecc.); un glossario italiano-tedesco dei
principali termini linguistici usati nel manuale; una breve guida all'uso di in-
ternet per l'apprendimento della lingua e per la ricerca linguistica (curata da
Emmanuela Meiwes).
Vorrei ringraziare gli amici e colleghi, primi fra tutti Hardarik Bliihdorn
e Heinz Vater, con cui bo potuto discutere vari aspetti del mio libro. Sono gra-
to a Livio Gaeta e Marianne Hepp per aver rivisto singoli capitoli. Un grazie
particolare va a Emmanuela Meiwes e Franca Ortu, che banno letto un'intera
precedente versione di questo manuale e mi hanno dato numerosi spunti e
suggerimenti, sempre puntuali e preziosi.
lO
O. INTRODUZIONE:
LINGUA, PARLANTE E LINGUISTICA
11
(ad es. chiacchierata a tavola), oppure formale (ad es. interrogatorio in tri-
bunale). Ovviamente teniamo anche conto dell ' argomento di cui si parla
(un fatto della vita quotidiana, un tema tecnico-scientifico ecc.) e del fine
della comunicazione (raccontare una storia, dare informazioni, chiedere un
favore, fare una promessa, impartire un ordine, suscitare commozione, of-
fendere ecc.).
Va rilevato che il parlante, in generale, usa la lingua non solo per comu-
nicare contenuti, ma anche per perseguire obiettivi "personali" come ad es.
fare bella figura, mettersi in mostra o distinguersi dagli altri. Ecco perché an-
che il parlante comune, nella vita di tutti i giorni, si sforza di essere "creati-
vo": è alla costante ricerca di nuove espressioni linguistiche (parole coniate
sul momento, metafore originali e divertenti, giochi di parole ecc.).
Tutti i parlanti, inoltre, si occupano in modo cosciente della lingua da
essi usata. Il parlante comune riflette sulla lingua, ne parla con gli altri ed
esprime precisi giudizi in merito. Questa esplicita riflessione sul linguaggio
stesso è detta "attività metalinguistica". In numerose occasioni, nella vita
quotidiana, il parlante si sofferma infatti su determinati aspetti della lingua:
quando ad es. chiede all'interlocutore il significato di una parola («Bisogna
agire in modo deciso » - «Che cosa intendi per 'deciso '?» ), quando com-
menta una parola usata dall'interlocutore («Bisogna agire in modo deciso » -
«Questo 'deciso ' non mi piace»), quando discute sull'opportunità di usare
una parola in un determinato contesto («Non sarebbe meglio usare 'energi-
co' al posto di · 'deciso '?» ), oppure quando, scrivendo o parlando, si soffer-
ma un attimo per cercare mentalmente un sinonimo della parola che origina-
riamente aveva in mente.
Il parlante comune esprime continuamente dei giudizi di merito riguardo
ai fenomeni linguistici che incontra. Di frequente il parlante si pronuncia su
ciò che ritiene "corretto" o "sbagliato" nella sua lingua: così ad es. un italia-
no può criticare costruzioni "sbagliate" come a me mi piace o spero che vie-
ne domani ed esplicitamente preferire le "corrette" alternative a me piace o
spero che venga domani (salvo poi, senza accorgersene, usare magari lui stes-
so quelle "sbagliate").
Tra i parlanti sono diffuse alcune opinioni generali sulla lingua. Spesso si
lamenta un decadimento dei costumi linguistici. Cambiamenti linguistici -
come ad es. il regredire del congiuntivo a favore dell'indicativo o il diffon-
dersi di prestiti inglesi - vengono considerati come un segno del "declino"
della lingua stessa, minacciata nella sua "purezza" originaria. Vi è inoltre la
tendenza a esprimere giudizi estetici sulle varie lingue (in genere, sono repu-
tate "bella" la propria lingua e "brutte" le lingue degli altri). Infine, alcune va-
rietà linguistiche come i dialetti vengono considerate inferiori alle lingue
standard (nazionali), negando loro lo status di "lingua". Vedremo ora che si
tratta di pregiudizi senza alcun fondamento scientifico.
12
0.2. La linguistica come studio scientifico della lingua
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altro, come mostra il seguente controesempio: Der Teller steht [estensione
orizzontale] auf dem Tisch 'il piatto sta sul tavolo'. Più importante dell'esten-
sione risulta infatti la presenza/assenza, per l'oggetto in questione, di una ba-
se che funge da superficie privilegiata di appoggio.
Perché studiare la linguistica (tedesca)? Lo studio scientifico della lingua
tedesca non corrisponde solo a un interesse teorico intorno al tedesco, diffu-
so soprattutto tra gli studenti universitari. Ha anche risvolti prettamente pra-
tici. Proprio per i discenti universitari del tedesco -che in genere già cono-
scono una o più lingue straniere- una sistematica conoscenza metalinguisti-
ca può facilitare l'apprendimento della lingua stessa. A tal proposito, va sot-
tolineato che l'oggetto di studio della linguistica va ben oltre ciò che tradi-
zionalmente si intende con la nozione (scolastica) di grammatica: sia come
profondità d'analisi sia come ampiezza delle problematiche trattate. Vediamo
ora brevemente quali sono i campi principali di cui si occupa la linguistica.
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morfologia di una lingua la flessione di verbi e sostantivi (modificazione di
una stessa parola: per es. singolare Freund, plurale Freunde) nonché la for-
mazione delle parole (creazione di nuove parole come nel caso di Flughafen
a partire da Hafen e di Freundschaft a partire da Freund).
La sintassi si occupa della combinazione di parole in costruzioni più am-
pie quali i sintagmi (un bel cane l ein schaner Hund) e le frasi (io ho un bel
cane l ich habe einen schonen Hund). Particolare attenzione è dedicata all'or-
dine delle parole nei sintagmi e nella frase. La sintassi tratta anche la combi-
nazione di frasi in periodi complessi (frasi coordinate e subordinate).
La semantica studia il significato di singole parole e di intere frasi. Il si-
gnificato è un'entità concettuale, un'astrazione da non confondere con il re-
ferente (l'oggetto esterno a cui una parola si riferisce): così, ad es., il signifi-
cato di tavolo è un concetto generale e più astratto di un singolo concreto ta-
volo a cui mi posso riferire di volta in volta. Il significato di una parola si sta-
bilisce nel rapporto con altre parole dal significato simile (ad es. bello in rap-
porto a carino, estetico, ameno ecc.) oppure opposto (pace-guerra, amico-ne-
mico ecc.).
La pragmatica analizza il rapporto tra le espressioni della lingua e le lo-
ro situazioni d'uso. Vengono considerati a tal proposito: le intenzioni del par-
lante, le aspettative dell'ascoltatore, ciò che il parlante sa dell'ascoltatore, ciò
che l'ascoltatore sa del parlante ecc. Fondamentale risulta l'analisi dei cosid-
detti atti linguistici (le azioni che si compiono usando un'espressione lingui-
stica). Ad esempio una frase come Mi può dire che ore sono?, presa alla let-
tera, è una domanda riguardo all'abilità dell'ascoltatore di comunicare sue
conoscenze - ma come atto linguistico è una richiesta. Un'espressione come
Qui fa proprio freddo in aula, presa alla lettera, è una semplice constatazione
- in realtà può essere usata come richiesta cortese di chiudere la finestra.
La linguistica testuale studia le relazioni formali e semantiche che van-
no al di là della singola frase. Centrale risulta la nozione di testo. Il testo è
un'unità comunicativa che tratta un determinato tema ed è legato a una deter-
minata situazione. Il testo è un insieme coerente di frasi tra cui si stabilisco-
no precise relazioni logico-semantiche. Tali relazioni possono essere esplici-
tate (per es. tramite congiunzioni di tipo causale, temporale ecc.) oppure pos-
sono rimanere implicite (come ad es. nelle due sequenze Ha litigato con il ca-
poufficio; è stato licenziato e È stato licenZiato; ha litigato con il capouffico,
che hanno un significato del tutto diverso).
Un discorso a parte va infine fatto per la linguistica diacronica, che -
più che una disciplina a sé stante- risulta essere una prospettiva che si può
applicare a discipline diverse. La linguistica diacronica, infatti, traccia la sto-
ria di una lingua e descrive i cambiamenti che essa subisce sui piani fonolo-
gico, morfologico, sintattico, semantico ecc. Importante è inoltre la questione
circa le possibili cause del mutamento linguistico (cause interne alla lingua o
esterne).
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l. FONETICA, FONOLOGIA E GRAFIA
??? Come si può rendere visibile il flusso d'aria che emettiamo parlando?
Labbra
Denti
Alveoli
Palato
Velo
Faringe
Epiglottide
Corde vocali
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La maggior parte degli organi fonatori sono mobili e ciò permette ali' uo-
mo di formare una vasta gamma di suoni linguistici diversi (detti foni). Fan-
no eccezione solamente tre organi che sono fissi e costituiscono la parte an-
teriore-superiore della cavità orale: i denti; l'alveolo (la zona del palato, in ri-
lievo, immediatamente dietro ai denti superiori); il palato duro. Vediamo ora,
più in dettaglio, il ruolo delle varie parti mobili seguendo il flusso dell'aria
espiratoria:
la laringe: è situata nella zona del cosiddetto pomo d'Adamo e contiene
le corde vocali. Le corde vocali sono membrane elastiche unite tra loro a
una sola estremità. Lo spazio aperto tra di esse è chiamato glottide. Le
corde vocali possono assumere varie posizioni, ma due sono particolar-
mente rilevanti per la produzione dei suoni linguistici: a) corde aperte
(posizione simile a una «V»): l'aria passa tra le due membrane provo-
cando solo un leggerissimo fruscio (i cosiddetti suoni "sordi"); b) corde
accostate (posizione simile a una «l»): l'aria le mette in vibrazione (i co-
siddetti suoni "sonori").
??? Come si può verificare fisicamente la vibrazione delle proprie corde voca-
li? Provate ad articolare le parole tono e dono, ciglio e giglio,fango e vango e
descrivete le differenze! Oppure provate ad articolare la seguente sequenza
[fffvvvfffvvv] e descrivete ciò che notate!
l'ugola: è la parte più posteriore della volta palatina. Essa serve ad arti-
colare vari tipi di r (per es. in francese, in tedesco o in italiano la cosid-
detta "erre moscia").
il velo: è la parte molle del palato. Normalmente si trova in ~osizione al-
zata, in modo da non far entrare l'aria nella cavità nasale. E invece ab-
bassato quando si articolano i suoni nasali.
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la lingua: è l'organo più importante per l'articolazione dei suoni ed è co-
stituita da tre parti: punta, dorso e radice. La lingua si può spostare sia
orizzontalmente (arretrando e avanzando) sia verticalmente (abbassando-
si o alzandosi).
le labbra: vengono accostate per articolare per esempio il suono iniziale
[p] di panca o [b] di banca.
I suoni della lingua, i foni, non vanno confusi con le lettere dell ' alfabeto
usate per trascriverli, i grafemi. Grafema è il termine tecnico per indicare
un'unità a livello di scrittura. Si tratta pertanto di due piani di analisi datene-
re nettamente distinti. Già in una lingua come l'italiano, in cui l'alfabeto sem-
bra riprodurre fedelmente e coerentemente i suoni prodotti, vi sono chiare di-
screpanze:
l) Una stessa lettera può segnare suoni distinti, ma considerati molto si-
mili. Per es. la lettera s, la quale indica sia la variante sonora (come in casa)
sia quella sorda (come in sale). Si pensi anche alla z in zio o zucchero che può
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essere pronunciata sia sonora che sorda. Oppure alla lettera a che serve a se-
gnare sia una breve (come in malore) sia una lunga (come in male).
2) Una stessa lettera può segnare suoni molto diversi tra loro: così ad es.
la c in casa e la c in cena oppure la g in gallo e la g in gelo.
3) Uno stesso suono può essere rappresentato da lettere diverse (per es.
ç_ena e cielo, dove lo stesso suono è segnato rispettivamente con una lettera
sola o con una combinazione di due lettere).
In altre lingue, la discrepanza tra scrittura e pronuncia è molto più mar-
cata. Si pensi ad es. all'inglese, dove una [i] lunga può essere scritta ee (meet
'incontrare'), ea (meat 'carne') o addirittura ie (mien 'espressione'). Parago-
nando poi lingue diverse, si nota che le corrispondenze tra lettere e suoni so-
no tutt'altro che costanti (per es. la e dell'italiano vento e la ii del tedesco Ap-
fel segnano lo stesso suono).
Viste le incongruenze tra lettere e suoni, la linguistica ha sviluppato un
modo di segnare i suoni linguistici in maniera sistematica e scientifica: il co-
siddetto "alfabeto fonetico internazionale" (codificato dall'IPA, International
Phonetic Association). Tale alfabeto è contraddistinto da una corrispondenza
biunivoca tra suono e segno: a ogni suono corrisponde un solo segno, a ogni
segno corrisponde un solo suono - e ciò indipendentemente dalla specifica lin-
gua in questione (italiano, tedesco, inglese ecc.) e dall'alfabeto usato per tra-
scriverla (latino, greco, cirillico ecc.). I segni dell'alfabeto fonetico corrispon-
dono in parte al nostro alfabeto di origine latina, come ad es. [p] o [b], in par-
te sono segni diversi (per es. [e] per trascrivere la e aperta difesta). Per con-
venzione, i singoli segni vanno sempre messi tra parentesi quadre- cioè [... ]-
per non creare possibilità di confusione con eventuali grafemi simili (segnati,
ove necessario per disambiguare, con un altro tipo di parentesi: <p>, <h> ecc.).
??? Vi siete mai chiesti perché il medico, quando vuole vedere la gola, ci dice
di articolare una [a] (e non ad es. una [u] o una [i])?
La qualità delle vocali dipende in primo luogo dalla forma assunta dalla
cavità orale in seguito al posizionamento della lingua, in secondo luogo dalla
forma data alle labbra. La zona di articolazione va dal palato al velo. Duran-
te l'articolazione la lingua mantiene sempre una certa distanza dalla volta pa-
latina in modo tale da non ostacolare il flusso d'aria. La punta della lingua è
sempre abbassata (vicino ai denti inferiori), la zona della lingua che determi-
na l'articolazione è il dorso.
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Si può rendere visibile l'esatta zona di articolazione ricorrendo a foto-
grafie o fùm a raggi X. Per localizzare il punto in cui il dorso della lingua si
avvicina maggiormente alla volta palatina, si colloca sul dorso stesso una pal-
lina di piombo che risulterà ai raggi.
La lingua si sposta verticalmente e orizzontalmente. Consideriamo pri-
ma lo spostamento verticale: se la lingua si abbassa rispetto alla posizione
"normale" di riposo, verrà articolata una [a] come in mare, se si alza verrà
pronunciata una [i] come infine oppure una [u] come in muro. La [a] è per-
tanto una vocale "bassa", [i] e [u] sono vocali "alte". Per quanto riguarda lo
spostamento in senso orizzontale: se la lingua avanza, il risultato è una vo-
cale anteriore come la [i], se arretra abbiamo una vocale posteriore come la
[u]. Il seguente schema esemplifica il luogo di articolazione delle vocali ita-
liane:
alte
medie
a basse
Si nota che le vocali "estreme" -la [i], la [a] e la [u]- in italiano forma-
no un triangolo. In linguistica però si preferisce parlare di un trapezio perché,
in altre lingue, vi sono vari tipi di vocale bassa oltre la [a], per cui il perime-
tro costituito dalle posizioni vocaliche assume una forma quadrangolare.
Ma vediamo anche le altre vocali dell'italiano. Consideriamo dapprima
l'asse verticale (parametro dell'altezza): [i] e [u] sono, come abbiamo detto,
vocali alte; la [e] di mela e la [o] di dove sono medio-alte, la [c] di festa e la
[::>]di posta sono vocali medio-basse, la [a] è bassa. Per quanto riguarda l'as-
se orizzontale (parametro dell'avanzamento/arretramento): vocali anteriori ri-
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spetto alla posizione di riposo della lingua sono [i], [e], [e]; [a] è l'unica vo-
cale centrale; ['J], [o] e [u] sono vocali posteriori.
Prendiamo ora in considerazione la posizione delle labbra. Due sono le
posizioni fondamentali: quella normale (o distesa), tipica delle vocali ante-
riori [i], [e], [e] e della centrale [a]; quella arrotondata, tipica delle vocali [u],
[o], ['J]. Il primo gruppo di vocali viene pertanto detto non arrotondato, il se-
condo arrotondato.
Le due posizioni possono essere combinate con diversi gradi di apertura
delle mascelle: si distingue infatti una e chiusa [e] da una e aperta [e] nonché
una o chiusa [o) da una o aperta ['J]. Il grado di apertura coincide con l' altez-
za delle vocali: le vocali relativamente più alte sono chiuse, le vocali più bas-
se sono aperte.
Va detto inoltre che, in italiano, tutte le vocali sono orali. Vocali nasali,
invece, esistono ad esempio in lingue come il francese (la <o> di monde, la
<a> di ambition ecc.).
L'italiano, infine, possiede anche numerosi dittonghi: ascendenti come in
piano, ieri, piove, chiudi, guado, guerra, uomo, guida; discendenti come in
sai, sei, poi, lauro, neutro. Esistono anche i cosiddetti trittonghi in cui due se-
mi vocali fanno da cornice a una vocale (suoi, guai ecc.).
alte
y
E medie
re
basse
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l) Le vocali brevi e -lunghe non si differenziano solamente per la lun-
ghezza, ma (quasi sempre) anche per il luogo di articolazione. È convenzio-
ne segnare la lunga con due punti ([i:] ecc.). Le vocali brevi sono in genere
più aperte (basse) delle rispettive vocali lunghe (e, inoltre, più centrali). Per i
e u, la differenza di pronuncia è leggera:
Anche per queste due vocali arrotondate la breve risulta più aperta (e leg-
germente più centrale) rispetto alla lunga. La prima vocale è sempre segnata
graficamente mediante una ii, la seconda mediante una o.
3) In tedesco esistono poi due vocali centrali, entrambe brevi, che non
hanno riscontro in italiano:
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La prima vocale [g], detta anche schwa o vocale indistinta, è - riferita
al parametro dell'altezza- una vocale media e viene segnata graficamente
come una e. Compare in sillaba non accentata: in sillaba iniziale di parola
(Bg_ratung, Gg_biiude), centrale (Liebg_lei, Geschiedg_ne) o finale (Taschg_,
Bittg_). La sua pronuncia assomiglia alla e finale in napoletano (cane, notte
ecc.).
La seconda vocale centrale [B] è una vocale più bassa, con una pronun-
cia molto vicina a una [a] prodotta con poco sforzo articolatorio. La vocale
viene segnata graficamente con -r in quanto deriva dalla vocalizzazione di
una {R] consonantica (come dimostrano coppie del tipo Tore [to:Rg] l Tor
[to:B]). La vocale compare in fine sillaba dopo vocale. Quando la vocale pre-
cedente è schwa quest'ultimo cade, e [B] si trova a essere segnato dalla se-
quenza grafica -er.
??? Per quale motivo [c:] viene segnato graficamente come ii, [y:] come il. e, in-
fme, [0:] come o?
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2) il luogo di articolazione (il punto in cui si crea l'ostruzione); 3) la pre-
senza o meno di sonorità (l'eventuale apporto delle corde vocali). Secondo
il modo di articolazione, si lasciano individuare le seguenti categorie di
suoni:
i suoni occlusivi: gli organi fonatori costituiscono un'ostruzione totale
del canale fonatorio. n flusso d'aria viene bloccato completamente, per
poi essere liberato dopo brevissimo tempo. n suono è causato da questa
piccola "esplosione". Le occlusive in italiano sono (arretrando di volta in
volta il punto di articolazione): le labiali sorda [p] in panca e sonora [b]
in banca; le dentali sorda [t] in tare e sonora [d] in dare; le velari sorda
[k] in cara e sonora [g] in gara.
i suoni fricativi: gli organi fonatori si avvicinano, lasciando all'aria un
passaggio strettissimo. Il suono è causato da tale frizione. Le fricative in
italiano sono (arretrando di volta in volta il punto di articolazione): le la-
bio-dentali sorda [f] infino e sonora [v] in vino; le dentali sorda [s] in
cassa e sonora [z] in casa; le alveopalatali sorda [J] in scena e sonora [3]
m garage.
i suoni affricati: gli organi fonatori costituiscono un'occlusione totale; il
rilascio però non è istantaneo bensì graduale. Le affricate hanno pertan-
to due momenti articolatori: un momento occlusivo e un momento frica-
tivo. n punto di articolazione rimane lo stesso, la presenza/assenza di so-
norità rimane invariata. Le affricate in italiano sono: le dentali sorda [ts]
in strazio e sonora [dz] in zero; le alveopalatali sorda [tn in Cina e so-
nora [d3] in Gina.
i suoni nasali: il velo è abbassato in modo da permettere all'aria di pas-
sare per la cavità nasale, mentre quella orale risulta totalmente bloccata.
Le nasali in italiano sono: la labiale [m] in mare, la labiodentale [IIJ] in
invidia, la alveolare [n] in insidia, la palatale [Jl] in stagno, la velare [IJ]
in anche.
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luogo di articolazione
modo di articolazione l ab iali dentali alveopalatali palatali ve! ari
occlusi ve pb td kg
fricative fv sz f3
affricate ts dz tf d3
nasali mllJ n J1 lJ
laterali 1..
vibranti r
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alcune varietà regionali del tedesco esiste però anche la vibrante alveola-
re [r].
Il seguente schema riassuntivo classifica le consonanti tedesche secondo
luogo e modo di articolazione:
luogo di articolazione
modo di la bi ali dentali alveopalatali palatali ve lari uvulari glottidali
articolazione
occlusi ve pb td kg ?
fricative fv sz f3 ç x H h
affricate pf ts tf (d3)
nasali m n IJ
laterali l
vibranti (r) R
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1.4.2. La definizione di "fonema"
Non solo due ma anche più parole possono essere distinte tramite la va-
riazione di un singolo suono:
-santo l santi l santa l sante: si differenziano per l'ultimo suono: lo/, fil, /al, /e/
Gli allofoni sono varianti dello stesso fonema. Si possono distinguere va-
ri tipi di allofoni:
gli allofoni liberi: risultano sostituibili senza restrizioni in una determi-
nata posizione. Così ad es., in tedesco, le occlusive sorde in finale di pa-
rola possono essere pronunciate aspirate o non aspirate; pertanto, la /p/ in
Stopp può essere realizzata come [ph] o come [p].
gli allofoni regionali: sono realizzazioni alternative di uno stesso fone-
ma che hanno una precisa distribuzione geografica. Il fonema tedesco /r/,
ad es., viene realizzato generalmente come vibrante uvulare [R], in alcu-
ne zone però (Baviera e Meclemburgo) come vibrante alveolare [r].
gli allofoni condizionati: dipendono dalla posizione del fonema nella
parola. I fonemi tendono infatti ad avere realizzazipni diverse a seconda
del condizionamento subito ad opera dei suoni "vicini" nella catena par-
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lata. Così ad es. /n/ può essere realizzato come labiodentale [IIJ] in fon!
poiché precede la labiodentale [f], come alveolare [n] in finden poiché
precede la dentale [d], come velare [IJ] in Ungar poiché precede la vela-
re [g]. n parlante ha soggettivamente la "certezza" di pronunciare in tut-
ti questi casi lo stesso suono, ma obiettivamente non è così.
gli allofoni complementari: sono un caso particolare di allofoni condi-
zionati. All'interno di un morfema (unità costitutiva della parola dotata
di significato) o all'interno di una sillaba, le varianti presentano una di-
stribuzione mutualmente esclusiva. Tale distribuzione è detta comple-
mentare. Prendiamo come esempio le occlusive sorde del tedesco: esse
sono sempre aspirate all'inizio di morfema (per es. lkJ in kahl è [kh]),
sempre non aspirate dopo consonante (/k/ in Skala è [k]).
Un altro esempio di distribuzione complementare è costituito dalle oc-
clusive sonore in tedesco: esse sono ad es. sonore all'inizio della sillaba, sor-
de invece in fine sillaba. Vediamo il seguente prospetto:
I fonemi sono le unità minime nella catena parlata. Essi risultano però, a
un livello astratto, ulteriormente scomponibili in quanto ogni fonema è carat-
terizzato da un insieme di proprietà dette tratti (fonologici). Così ad es., in
base al trapezio vocalico, possiamo dire che /il è una vocale alta anteriore, /al
una vocale bassa centrale ecc.
I tratti sono caratteristiche distintive in quanto permettono di differen-
ziare un fonema dall'altro. Per individuare i tratti distintivi bisogna pertanto
cercare coppie (minime) di fonemi: contrapponendo due fonemi dello stesso
gruppo di suoni (''classe naturale") ci si interroga sulla caratteristica che li di-
stingue uno dall'altro. Prendiamo ad es. le vocali anteriori /il ed /e/: la prima
è più alta della seconda. Possiamo quindi definire la prima come [+alta], la
seconda come [-alta]. I tratti sono per definizione binari, vale a dire ammet-
tono solamente due valori (''più" e "meno").
Si assume che esista un ristretto inventario di tratti universali adatto a
classificare i fonemi di tutte le lingue del mondo. Quali sono questi tratti e co-
me si fa a individuarli? Si parte, come già detto, da coppie minime per allar-
gare via via il numero dei fonemi da prendere in considerazione.
Vediamo ancora come esempio le vocali anteriori. Andando oltre la cop-
pia minima /il-/e/, rivolgiamo la nostra attenzione all'italiano e includiamo
anche il terzo grado di altezza: /il, /e/, /e/. Come possiamo classificare queste
29
tre vocali a seconda della loro altezza con l'ausilio di tratti binari che per-
mettono solo due valori? Dobbiamo assumere due tratti fonologici, [±alto] e
[±basso]:
[+alto]: la lingua si alza rispetto alla posizione di riposo; [-alto]: la lingua non si
alza rispetto alla posizione di riposo.
[+basso] : la lingua si abbassa rispetto alla posizione di riposo; [-basso]: la lin-
gua non si abbassa rispetto alla posizione di riposo.
Vediamo quindi che ogni fonema può essere descritto come un fascio di
tratti che sarà sempre più ampio in relazione al numero crescente dei fonemi
considerati nella contrapposizione. Volendo includere nel prospetto anche le
vocali centrali e posteriori, va tenuto conto di un ulteriore tratto:
[+teso]: particolare ten ione muscolare durante l'articolazione del suono; [-te-
so]: assenza di particolare tensione muscolare durante l'articolazione del suono.
30
Allargando l'analisi all'intero sistema fonologico di una lingua, avremo
l'elenco massimale dei tratti fonologici. Per il tedesco, oltre a quelli già con-
siderati per le vocali, risultano rilevanti i tratti relativi alle consonanti. Ac-
canto al tratto generale [±consonantico] -che serve a contraddistinguere ap-
punto l'intera classe- abbiamo i seguenti tratti:
tratto pbfvmtdsznl f ç k g x D R
consonantico + + + + + + + + + + + + + + + + + + +
sonorante - - - - + - -
- - + + + - - - - - + +
continuo + + - + + - + + + + - - + - +
coronale + + + + + + + + - - - - - -
alto - - - - - - - - + + + + + + -
posteriore - - - - - - - - + + + + +
qasale + - - - - + - - - - - + -
laterale - - - - - - - - - - + -
sonoro - + - + + - + - + + + + - + - + +
31
Da questa tabella emerge come i tradizionali luoghi di articolazione sia-
no stati "tradotti" in combinazioni di tratti binari: labiale come [-coronale,
-posteriore]; dentale come [+coronale, -alto]; alveopalatale come [+corona-
le, +alto], palatale come [-coronale, +alto, -posteriore], velare come [+alto,
+posteriore], uvulare come [-alto, +posteriore].
La tabella ci mostra inoltre come tutte le consonanti con il tratto [+po-
steriore] abbiano nel contempo la caratteristica [-coronale]. Coincidenze di
tal genere vengono chiamate "ridondanze", uno dei due tratti è detto "ridon-
dante" (cioè superfluo per una univoca caratterizzazione). Va annotato, poi,
che le affricate non compaiono in questa tabella in quanto possono essere de-
scritte come sequenze di una occlusiva più una fricativa. Mancano, infine,
anche le due glottidali che in genere vengono considerate una classe a parte.
32
trovare nei radiogiornali o telegiornali) e la pronuncia "trascurata" tipica del-
le normali conversazioni quotidiane:
Come mostra la serie degli infiniti verbali citati, l'elisione dello schwa
avviene indipendentemente dalla qualità della consonante precedente (una la-
biale in leben, una dentale in beten, una velare in lachen). Va considerato,
inoltre, che l'elisione dello schwa comporta spesso altri mutamenti (ad es. va-
rie forme di assimilazione), in parte dovuti alla riduzione del numero delle
sillabe all'interno della parola in questione.
Altri processi di elisione facoltativa riguardano segmenti consonantici.
Nella lingua colloquiale della Germania centro-settentrionale è diffusa la ca-
duta di /ti finale in parole come nicht o vielleicht nonché la caduta dell'oc-
clusiva all'interno di una affricata: /pf/ diventa [t] (Pferd si pronuncia come
fiihrt), /ts/ diventa [s] (ganz si pronuncia come Gans).
L'epentesi, l'inserimento di un segmento, risulta in tedesco meno diffu-
so rispetto all'elisione. Un esempio è dato dall'aggiunta, nel parlato collo-
quiale, di un'occlusiva sorda tra nasale e dentale:
33
fica nel tedesco colloquiale, dove per precedente caduta dello schwa viene a
crearsi un contatto diretto tra due segmenti consonantici:
heben [he:bm]
hupen [hu:pm]
reden [Re:dn]
bete n [be:tn]
legen [le:gl)]
Laken [lo:kl)]
La nasale alveolare /n/ diventa labiale dopo le labiali /b/ e /p/, resta ovvia-
mente alveolare dopo le dentali /d/ e /t/, diventa velare dopo le velari /g/ e /k/.
Nel caso dell'assimilazione regressiva, /n! diventa velare in adeguamen-
to a una successiva occlusiva velare:
Bank [bal)k]
Tank [tal)k]
bleibst [blaipst]
bliebest [bli:b::>st] [bli:pst]
Waldes [vald::>s] [valts]
??? La parola haben [ho:b::>n] viene spesso pronunciata come [ho:m]. Sono ri-
levanti, nell'ordine, un processo di elisione, uno di assimilazione, uno di elisio-
ne. Quali sono nello specifico tali processi?
34
processi che governano le realizzazioni fonetiche dei vari fonemi a seconda
del contesto all'interno della catena parlata. La notazione di una regola fono-
logica ha la seguente forma generale:
A~BIX_ Y
[+consonantico] [+consonantico]
[-sonorante] ~[-sonoro] l_ [-sonorante]
[+sonoro] [-sonoro]
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lautverhiirtung, processo in cui un'ostruente sonora diventa sorda in fine sil-
laba. Confrontiamo ad esempio le seguenti forme di sostantivo plurale con i
rispettivi singolari:
[+consonantico] [+consonantico]
[-sonorante] ~[-sonoro] l_ [-sonorante]
[+sonoro] [-sonoro]
#
36
[-sonorante]
[+continuo] [-consonantico]
[-coronale] ~ [+posteriore] l [-anteriore]
[-posteriore]
[-sonoro]
v A-tem
cv ma-chen
ve P o-~
cvc tot
vcc End-zeit
cvcc Baum
cccv Stra-Be
37
-
Ogni lingua ha regole, in parte anche molto complesse, riguardo alle pos-
sibili combinazioni tra i concreti suoni di queste varie classi. In tedesco, ad
esempio, l'incipit è costituito da massimo tre consonanti. Nel caso di tre con-
sonanti, la prima deve essere una fricativa coronale sorda ([J] come in Sprung
o [s] come in Skrupel), la seconda un'occlusiva sorda ([pfcome in Sprache,
[t] come in Strand, [k] come in Skla-ve), la terza una liquida ([R] come in
Sprung, [l] come in Spli-tter).
Particolarmente ricche sono le possibilità combinatorie nel caso di due
consonanti. Facciamo solamente alcuni esempi (non considerando prestiti da
lingue straniere): le dentali [t] e [d] nonché la labiale [v] possono essere com-
binate unicamente con [R] (Traum, Dra-ma; Wrack); le labiali [p], [b], [f] so-
lo con [R] e [l] (Pro-be, plump; Brief, blei-ben;frisch,flie-gen); le velari [k]
e [g] con [R], [1], [n] (krank, klein, Knall; Grab, Glut, Gna-de) e [k] anche con
[v] (Qual pronunciato [kva:l]); l'alveopalatale [J] con [R], [l], [n], [m], [v] e
[t] (Schrank, Schlaf, Schna-bel, Schmutz, Schwes-ter, Stadt). Due tendenze ri-
sultano evidenti: in primo luogo, suoni simili (appartenenti a una stessa clas-
se) mostrano possibilità combinatorie simili o addirittura uguali; in secondo
luogo, la prima posizione è sempre data da un'ostruente, la seconda da una
sonorante (con l'unica eccezione di [v], possibile in entrambe le posizioni).
Se la sillaba presenta un dittongo dobbiamo distinguere i dittonghi
ascendenti da quelli discendenti. Nei dittonghi ascendenti, la sernivocale fa
parte dell'incipit in quanto precede la vocale che costituisce il nucleo sillabi-
co (Re-gian). Nei dittonghi discendenti, invece, la sernivocale fa parte della
coda (Baum).
Anche la coda della sillaba è caratterizzata da molteplici regole combi-
natorie. Innanzitutto, è interessante notare che numerose combinazioni possi-
bili nell'incipit si ripresentano, in ordine inverso, anche nella coda. Così ab-
biamo ad es. le combinazioni Um]- [mJ] (schmal- Ramsch), [kl]- [lk] (klar
- Kalk), [fl] - [lf] (Floh - Wolf). Due sono però le principali differenze ri-
spetto all'incipit: a) è possibile la combinazione di più sonoranti, con decre-
scente sonorità (liquida+ nasale: Farn, Arm; han-deln, Helm; liquida [R] + li-
quida [1]: Kerl); b) non vi sono ostruenti sonore (a causa della Auslaut-
verhiirtung).
38
Va precisato, infine, che non tutte le sequenze fonologicamente possibili
risultano poi in parole realmente esistenti. Così ad es. sono formate corretta-
mente le sillabe [kalp], [kalt], [kalk], [kalf], [kalm], [kaln], [kals], [kalf],
[kalç]- ma solo le prime tre corrispondono a parole reali (Kalb, kalt, Kalk).
Nel caso "ideale", a ogni suono della lingua corrisponde un solo grafema
(in italiano ad es. l'occlusi va labiale sonora [b] viene sempre segnata <b>) e
a ogni grafema corrisponde un solo suono (in italiano la lettera <b> segna
unicamente [b]). Tale rapporto di corrispondenza 1:1 tra suono e grafema è
detto biunivoco.
Rispetto a questo principio di assoluta fedeltà fonetica si riscontrano va-
rie incongruenze nell'ortografia tedesca che possono costituire una difficoltà
per discenti stranieri. Vi sono casi in cui a più suoni corrisponde un unico gra-
fema (ad es. [b] e [p] segnati entrambi con <b> come in Lobes e Lob) e casi
in cui a più grafemi corrisponde un unico suono (ad es. <s>, <ss> e <B> se-
gnano [s] in las, lassen e lie./3).
Vediamo più in dettaglio un esempio in cui uno stesso grafema - <g> -
rappresenta suoni diversi:
39
La fricativa può essere segnata con una combinazione di Lre Lt:uere <sch>
oppure da una <s> semplice (prima di occlusiva sorda dentale o labiale). In
aggiunta, in parole di origine straniera, può essere rappresentata da <eh> (pa-
role dal francese), <sh> (dall'inglese), <sk> (dal norvegese) e <sci> dall'ita-
liano.
Un altro esempio di rappresentazione grafemica multipla è dato dall'oc-
clusiva velare sorda [k]:
k Kind, Dank
ck backen, lecker
g Tag, sagt
c Café, Computer
eh Charakter, Chor
q Qualitiit, Àquator
x Taxi, Sex
- vocale semplice: Benzin [i:], mgde [y:], ~del [e:], M)!dchen [e:], hQren [0:],
Sl!fi\en [a:], Myt [u:], tQt [o:];
-vocale+ h: ihm [i:], frtih [y:], Ehre [e:], zah [e:], stOhnen [0:], Sahne
[a:], Kuh [u:], Bohne [o:];
- vocale doppia: Schnee [e:], Saal [a:], Boot [o:];
-vocale+ e: M~te [i:].
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Anche la notazione delle vocali brevi si presenta poco sistematica. La
breve può essere segnata da una vocale semplice per cui, graficamente, risul-
ta impossibile distinguere la breve (Rast [a] da rasten) e la lunga (rast [a:] da
rasen). Spesso la breve viene invece segnata tramite doppia consonante se-
guente:
41
2) Il principio fonologico porta a rispettare l'unitarietà di un fonema an-
che quando esso presenta allofoni diversi: così si scrive <d> per [d] in Liin-
der e per [t] in Land (in quanto si tratta in entrambi i casi di realizzazioni del
fonema /d/), <eh> per [ç] in dich e per [x] in Dach, <r> per l'allofono uvula-
re [R] e alveolare [r].
3) Il principio morfologico comporta il rispetto dell'identità di una paro-
la pur nelle sue varianti di pronuncia. Il mantenimento di una stessa grafia (o
di una grafia simile) facilita il riconoscimento di una determinata forma come
appartenente alla rosa delle varianti di una stessa parola. Facciamo qualche
esempio: il plurale Liinder è pronunciato con una e aperta [c], che però viene
trascritta <a> (e non <e>!) proprio per evidenziare il collegamento con la for-
ma singolare Land (con [a] trascritta <a>); il plurale Biiume è pronunciato
con il dittongo [:n], che viene trascritto <au> (e non <eu>!) per via del colle-
gamento con la forma singolare Baum (con [au] trascritto <au>). Anche
quando una determinata parola deriva morfologicamente da un'altra parola,
la grafia può sottolineare tale parentela: ad es. la [c] di liindlich trascritta con
<a> a causa di Land, il dittongo [::li] di Hiiuschen segnato con <au> a causa
di Haus ecc. A volte, vi è coincidenza con il principio fonologico: quando
scriviamo Tag [k] e Tage [g] con <g> o Leib [p] e Leiber [b] con <b>. Vari-
cordato che in medio alto tedesco, il principio fonetico si rivelava più forte ri-
spetto a quello morfologico: così ad es. le forme singolari tac e lfp erano scrit-
te riflettendo l'esito della desonorizzazione in fme sillaba (Auslautverhiir-
tung).
4) Il principio storico-etimologico tiene in considerazione la storia di
una parola. Non dimentichiamo che solo all'inizio del Novecento la Germa-
nia ha avuto una riforma ortografica che ha tentato di unificare le varie grafie
sino ad allora in uso. Se il suono [o:] viene scritto <a> in Tal, <ah> in Zahl e
<aa> in Saal, ciò riflette semplicemente il fatto che originariamente le parole
venivano scritte così e oggi si mantiene la grafia per un mero fatto di tradi-
zione. Un caso interessante è costituito dagli omofoni non omografi, dove la
diversità di grafia rispecchia la diversità di etimologia (per es. Leere 'vuoto'
e Lehre 'insegnamento', malen 'dipingere' e mahlen 'macinare' ecc.).
5) n principio grammaticale evidenzia la struttura sintattico-grammati-
cale di un testo. In tedesco, ad es., si usano le maiuscole per indicare i so-
stantivi (Leben 'vita' rispetto a leben 'vivere').
6) Il principio estetico suggerisce di rispettare il "senso estetico", evitan-
do grafie "brutte" o "confuse". Facciamo un esempio. Il raddoppiamento con-
sonantico, usato per indicare la brevità della vocale precedente (Robbe [::l] op-
posto a Robe [o:]) non si applica se la consonante viene indicata da un grup-
po di lettere: abbiamo quindi lachen [a] e mai *lachchen, mischen [1] e mai
*mischschen ecc. Si tratta di un principio altamente soggettivo poiché il sen-
so estetico cambia con notevole facilità. Prima vigeva ad es. la consuetudine
di evitare sequenze di tre consonanti uguali (il composto di Bett e Tuch era
42
scritto Bettuch 'lenzuolo', il composto di See e Elefant era scritto Seelefant),
ora non più (si scrive infatti Betttuch e Seeelefant).
??? Ogni ortografia rappresenta un diverso compromesso tra vari princìpi. Se-
condo voi, confrontando l'italiano, il tedesco e l'inglese, quali princìpi sono ri-
spettivamente dominanti?
Il tedesco è una lingua che si scrive da circa 1200 anni. Durante tutto il
Medioevo e anche gran parte dell'epoca moderna esistevano consuetudini a
livello locale ben radicate: la scrittura variava da convento a convento, suc-
cessivamente da cancelleria a cancelleria. L'estrema frammentazione del ter-
ritorio tedesco, diviso in numerose entità statali autonome, ha continuato a
costituire forti barriere anche quando l'avvento della stampa ha portato a pri-
me forme di unificazione dell'ortografia. Non è esagerato affermare che qua-
si ogni casa editrice seguiva regole proprie.
Con l'unificazione tedesca (1871) il quadro politico cambia radicalmen-
te. Su iniziativa del ministro prussiano della pubblica istruzione, nel 1876 si
ha una prima grande conferenza per regolare l'ortografia. Pochi anni dopo
(1880) esce il dizionario ortografico di Konrad Duden, che trova subito una
larga accettazione. Nel 1901 ha luogo la seconda conferenza ortografica. I ri-
sultati, che si basano sull'opera di Duden, vengono pubblicati nell902 e ac-
cettati ufficialmente da Germania, Austria e Svizzera.
Da allora in poi, il dizionario ortografico ufficiale (il Duden) è apparso in
numerose edizioni, che via via hanno apportato modifiche all'ortografia. N el
corso degli anni, gli esperti hanno ripetutamente discusso su come semplifi-
care l'ortografia (al centro del dibattito è stata soprattutto la questione se abo-
lire o meno le maiuscole). Ma ogni tentativo di riforma radicale è fallito.
A partire dagli anni ottanta, su mandato dei ministri della pubblica istru-
zione delle Regioni della Germania Federale, si sono riuniti vari gruppi di la-
voro. Le loro proposte sono state accettate nel 1996 dai Paesi di lingua tede-
sca. Nel 1998 la nuova ortografia è entrata nelle scuole, nel 1999 numerosi
organi di stampa si sono adeguati alle nuove convenzioni.
Si tratta di una riforma che oggettivamente apporta solo piccoli cambia-
menti all'ortografia tedesca, ma che ha suscitato accesi dibattiti tra il pub-
blico. Numerosi scrittori e pubblicisti tedeschi hanno protestato vivacemen-
te, considerando l'ortografia come parte integrante della cultura nazionale
tedesca. I linguisti, invece, tendono a ridimensionare l'importanza dell'orto-
grafia in genere, distinguendo nettamente tra la lingua in sé e le convenzio-
ni grafiche usate per fissarla. La lingua, infatti, cambia e si evolve sulla ba-
se di fattori interni e influssi esterni, ma non per via di regole ortografiche
modificate.
43
Vediamo ora brevemente quali sonu t pnncipali cambtamenu entrati in
vigore con la recente riforma ortografica. Per quanto riguarda l'aspetto cen-
trale di ogni ortografia, il rapporto tra suono e grafema, si nota innanzitutto
una più rigida applicazione del principio morfologico (principalmente a di-
scapito del principio storico-etimologico):
l) L'uso del grafema <B> (il cosiddetto Eszett). Nella "vecchia" ortogra-
fia, vigevano due regole in parziale sovrapposizione: <B> era obbligatorio
dopo vocale lunga o dittongo (Straj3e, drauj3en) ed era obbligatorio dopo l'ul-
tima vocale del morfema, a prescindere dalla sua lunghezza (lunga come in
Fuj3, breve come in Fluj3). Dopo vocale breve, poi, se questa non è l'ultima
del morfema si scriveva <ss> (lassen, kiissen ecc.).
Ora, invece, si ha una regola sola che si basa esclusivamente sulla lun-
ghezza della vocale precedente: dopo vocale lunga o dittongo si scrive <B>,
dopo vocale breve <ss>. Tale regola, che è conforme alla consuetudine più
generale di segnare le brevi tramite raddoppiamento della consonante succes-
siva, ha come conseguenza il mantenimento di una stessa grafia per una stes-
sa radice:
44
Altri aspetti della riforma ortografica - che non approfondiremo in que-
sta sede- riguardano un più ampio utilizzo della grafia separata (ad es. spa-
zieren gehen al posto di spazierengehen, Rad fahren al posto di radfahren o
zu vie/ al posto di zuviel), un più ampio uso delle maiuscole per indicare i so-
stantivi (Angst machen invece di angst machen, heute Morgen invece di heu-
te morgen, der Niichste invece di der niichste ecc.) nonché un maggior ade-
guamento della divisione sillabica scritta a quella orale (Fens-ter in luogo di
Fen-ster, Zu-cker in luogo di Zuk-ker ecc.).
45
backen cuocere (al forno)
Bank banca, panchina
biiten l./3. pers. pl. cong. II di bitten 'pregare'
Baum; Biiume albero; (pl.)
Beet aiuola
behande agile, svelto
Bei n gamba
Beratung consulenza
Berg montagna
bete n pregare
Bett letto
bette n mettere a letto
Biene ape
Bitte preghiera
bleiben; bleibst; bliebest restare; 2. pers. sing. pres. ind.; 2. pers. sing. preterito
in d.
Bohne fagiolo
Boot barca
Briiune abbronzatura
Brief lettera
Bucht baia
Charme grazia, leggiadria
Chernie chimica
Chor coro
Dach tetto
Dackel bassotto
Dame signora, dama
Dank gratitudine, ringraziamento
Decke coperta, soffitto
de in tuo
der il
deutsch tedesco
di eh te (ace.)
dick grosso, spesso
Dieb ladro
Dock bacino di carenaggio
dort lì, là
Drama dramma
drauBen fuori
ducken abbassare
dure h attraverso
echt vero, genuino
ed el nobile, pregiato
Ehre onore
einmal una volta
Eisen ferro
Endzeit fine dei tempi
46
flihrt 3. pers. sing. pres. ind. difahren 'andare, guidare'
Farn felce
fasse l. pers. sing. pres. ind. difassen 'afferrare'
fege l. pers. sing. pres. ind. difegen 'spazzare'
fein sottile, delicato
Fenster finestra
Feuer fuoco
finden trovare
Finger dito
Flagge bandiera
fliegen volare
Floh pulce
Fluss fiume
Fliisschen fiumiciattolo
Freund amico
frisch fresco
friih presto
fiinf cinque
FuB piede
Gabel forchetta
Gans oca
ganz tutto, intero
Gebliude edificio
geben dare
gehen camminare, andare
Geschiedene divorziato
Glut brace
Gnade grazia
gor 1.13. pers. sing. preterito ind. di giiren 'fermentare'
Grab tomba
haben avere
Han d mano
handeln agire
hliufig spesso
Haus casa
Hliuschen casetta
he ben sollevare
Helm elmetto
heute oggi
hoc h alto
hochst massimo, altamente
Hochzeit matrimonio
Hohle caverna
Holle inferno
ho re n sentire
hupen suonare (il clacson)
ich io
47
i hm a lui (dat.)
ihr voi
kahl calvo
Kaiser imperatore
Kalb vitello
Kalk calce
kalt freddo
Kaufer acquirente
kein nessuno
Kerl tipo, tipaccio
Kessel caldaia, bacino
Kind; Kinder bambino; (pl.)
Kindheit infanzia
Klang suono, timbro
klar chiaro
klein piccolo
knabbem rosicchiare
Knall botto
Koma coma
Komma virgola
kommt 3. pers. sing. l 2. pers. pl. pres. ind. di kommen 'venire'
Konig re
krank malato
Kreis cerchio
Kreuz croce
Kuh mucca
kurve l. pers. sing. pres. ind. di kurven ' curvare, virare'
ktissen baciare
Qual tormento
lachen ridere
!ade l. pers. sing. pres. ind. di /aden ' caricare'
Laie laico
Laken lenzuolo, telo
Land; Lander Paese; (pl.)
landlich rurale, campestre
las; lasen 1./3. pers. sing. preterito ind. di lesen 'leggere'; 1./3.
pers. pl. preterito ind.
lassen lasciare
leben; lebe vivere; l. pers. sing. pres. ind.
Lebens gen. di Leben 'vita'
lecker gustoso, appetitoso
legen posare, mettere
Lehrer insegnante
Leib; Leiber corpo; (pl.)
Liebe amore
Liebelei flirt
Liebling beniamino
48
lieB 1./3. pers. sing. preterito ind. di lassen 'lasciare'
Lob; Lobes lode; (gen.)
lockend allettante
machen fare
Madchen ragazza
Mai maggio
manch qualche
Meer mare
me in mio
Miete affitto
mir a me (dat.)
mischen mischiare
Mitte metà, centro
Morgen mattina
m ii de stanco
M ii hle mulino
Miiller mugnaio
Mut coraggio
Mutter madre
Nachste prossimo
niihme; nehrne 1./3. pers. sing. cong. II di nehmen 'prendere'; l. pers.
sing. ind. pres.
ne in no
neu nuovo
nicht non
Nulllosung soluzione zero
Ofen stufa, forno
offen aperto
Pe in pena, tormento
Pfahl palo
Pferd cavallo
Platz posto, luogo
platzieren collocare
plump massiccio, impacciato
Pro be prova
Rad bicicletta, ruota
Ramsch scarto
rasen; rast sfrecciare; 3. pers. sing. l 2. pers. p!. pres. ind.
Rast pausa, sosta
rasten sostare, riposare
reden parlare
rei n puro
Rei se viaggio
reillen strappare
reisen; reise viaggiare; l. pers. sing. ind. pres.
rennen correre, affrettarsi
Robbe foca
49
Robe toga, abito talare
Ruhm gloria
Saal sala
Saat semina, semenza
Sache cosa
sagt 3. per . sing. l 2. pers. pl. pres. ind. di sagen 'dire'
Sahne panna
Samen seme
Sau scrofa
scheinen splendere, sembrare
Schiene rotaia
Schifffahrt navigazione
Schlaf sonno
schmal stretto, sottile
Schmutz sporco
Schnabel becco
Schnee neve
Schrank armadio
Schule scuola
Schwester sorella
See mare, lago
sei n suo
singt 3. pers. sing. l 2. pers. pl. ind. pres. di singen 'cantare'
sinkt 3. pers. sing. l 2. pers. pl. ind. pres. di sinken 'affondare'
Sklave schiavo
soleh tale, siffatto
Spannung tensione
spazieren passeggiare
Splitter scheggia
Sprache lingua, linguaggio
Sprung salto
Stange stanga, barra
Stlingel gambo
steigen salire
Steigflug volo in salita
Stimme voce
stohnen gemere, sospirare
Stop p stop, fermata
Strand spiaggia
StraBe strada
Tag; Tage giorno; (pl.)
Tal valle
Tank serbatoio
Tasche borsa, tasca
Teer catrame
Tier animale
Tor; Tore porta, cancello; (pl.)
50
tot morto
Traum sogno
traumen sognare
Tu c h te! o
Uhr orologio
Ungar ungherese
Vieh bestiame
vielleicht forse
Wal d es gen. di Wald 'bosco'
Weg via, sentiero
We in vino
wenig poco
Weste gilè
Widder ariete
wider contro
Wolf lupo
Wrack rottame
zah duro, tenace
Zahl numero
zu vie! troppo
Zucker zucchero
Esercizi
E 1-4: Trascrizione
Trascrivete le seguenti parole mediante l'alfabeto fonetico internazionale (se-
gnando l'eventuale lunghezza vocalica)!
Korper, Haut, Kopf, Haare, Augen, Ohren, Nase, Mund, Zahne, Zunge, Hals,
Bauch, Riicken, Herz, Arm, Hand, Bein, FuB
51
E 1-5: Trascrizione
Trascrivete le seguenti coppie di parole mediante l'alfabeto fonetico interna-
zionale (segnando l'eventuale lunghezza vocalica)!
bleiben-bleib!; lachen-Hicheln; b!Od-b!Oder; Vater-Vater; Stadt-Staat;
Htite-Htitte; dehnen-denn
E 1-6: Trascrizione
Trascrivete in grafia "normale" le seguenti parole!
[bu:x], [R~k], [ho:z~]. [klait], [fu:], [ta:k], [ze:], [tel-e], [tsa:l], [man], [bit~]
E 1-7: Trascrizione
Trascrivete mediante l'alfabeto fonetico internazionale le seguenti parole
omografe in italiano e tedesco!
italiano tedesco
latte die Latte 'tavola, traversa'
renne ich renne 'corro'
stufe die Stufe 'scalino'
stabile die stabile Briicke 'stabile' (nom./acc. f.)
52
Bibliografia per approfondimenti
53
2. MORFOLOGIA
2.1.1. "Parola" nella lingua comune e "parola " come termine tecnico
avere una parola sulla punta della lingua; chiedere la parola; il dono della paro-
la; mantenere la parola
Solo nel primo caso parola si riferisce a un'unità della lingua; chi chiede
la parola, in genere, non si limita a una sola parola ma pronuncia un discor-
so più o meno lungo; il dono della parola indica poi il linguaggio umano in
generale; la parola mantenuta, infine, non è altro che una promessa mantenu-
ta, vale a dire un ' azione che si compie mediante l'uso di parole.
Per il parlante comune, parola è ciò che nella lingua scritta è delimitato
da spazi bianchi. Questa "definizione" di parola incontra però alcune diffi-
coltà. Innanzitutto la parola grafica si riferisce solamente all'uso scritto. Ma
anche nello scritto stesso vi sono casi limite rappresentati dal cosiddetto trat-
tino: per es. l'inglese well-known è da considerarsi una sola parola o due pa-
role? Che dire poi di parole come la congiunzione cosicché che possono an-
che essere scritte mediante due unità grafiche separate (così che) oppure di
parole che, in tedesco, oggi vengono scritte unite da chi segue ancora la "vec-
chia" ortografia (per es. radfahren 'andare in bicicletta') e separate da chi si
adegua invece alla nuova ortografia (Radfahren)?
Spinoso è inoltre il problema di espressioni che, formalmente composte
da più parole grafiche, vengono nondimeno percepite come un'entità unitaria:
per es. punto di vista,ferro da stiro, macchina da scrivere (queste espressioni,
in altre lingue, corrispondono a una parola sola: vedi il tedesco Gesichtspunkt,
Biigeleisen, Schreibmaschine). Come si fa poi a distinguere un'insieme "uni-
tario" come taglio di capelli (ted. Haarschnitt) da costruzioni più estempora-
nee come taglio di alberi, taglio di rami, taglio di carne ecc.? Come classifi-
55
care infine i cosiddetti verbi separabili in tedesco, che in alcune costruzioni
vengono scritti uniti (per es. all'infinito: abschreiben 'copiare'), in altre sepa-
rati (er schreibt ab 'egli copia')?
In linguistica, la nozione di parola è ampiamente controversa e di conse-
guenza esistono numerosi tentativi di definizione. Da queste definizioni pos-
siamo trarre almeno quattro criteri che una "parola" deve soddisfare per esse-
re considerata tale in senso tecnico:
l) Identità acustica. La parola è contrassegnata da determinate caratteristi-
che di accento, che variano da lingua a lingua. In inglese, ad esempio, vi è dif-
ferenza tra la parola composta White House (accento sul primo elemento) e la
combinazione di parole white house (accento sul secondo elemento), oppure tra
la parola composta blackbird 'merlo' (accento sul primo elemento) e la combi-
nazione di parole black bird 'uccello nero' (accento sul secondo elemento).
2) Autonomia semantico-funzionale. La parola è un elemento a sé stan-
te, dotato di un significato e/o di una funzione grammaticale anche fuori da
ogni contesto, ben presenti al parlante comune.
3) Stabilità morfologica. La parola è un'unità che nelle sue varie forme
preserva la struttura fondamentale (vedi i plurali ted. Dieb/Diebe e it. pento-
la/pentole) e che non può essere interrotta da altri elementi (per es. pentola a
pressione, ma non *pentola a forte pressione).
4) Mobilità sintattica. La parola è l'elemento più piccolo che può essere
spostato (o sostituito) in una frase.
Va infine sottolineato che la parola può essere considerata a due diver-
si livelli di astrazione: a) la parola concreta come appare in un determinato
testo (per es. le parole tedesche singt, sang, gesungen); b) la parola astratta
quale compare nel dizionario; si tratta di un'unità che fa parte del lessico di
una lingua ed è pertanto chiamata lessema; un esempio è dato dal verbo te-
desco singen, a cui fanno capo le varie forme concrete del paradigma (singt,
sang ecc.). Per convenzione, citiamo un lessema verbale con la forma
dell'infinito (appunto singen), un lessema nominale o pronominale con la
forma del nominativo singolare (Tag, dieser ecc.) e un lessema aggettivale
con la forma usata nella costruzione predicativa (das Kleid ist schOn).
La differenza tra i due livelli di analisi appare evidente nel caso delle co-
siddette preposizioni articolate (unione di preposizione più articolo). A livel-
lo concreto, si tratta di parole uniche (le forme italiane dal, sul, del, nel ecc.;
le forme tedesche am, ins, zur ecc.). A livello astratto, siamo in presenza
dell'unione di due lessemi distinti (da+il, su+il, di+il, in+il per gli esempi ita-
liani; an+dem, in+das, zu+der per quelli tedeschi).
56
anche "classi grammaticali" o "parti del discorso"). Il loro numero può varia-
re a seconda dei criteri adottati e della lingua considerata. Per il tedesco, le
principali classi sono le seguenti:
Va innanzitutto sottolineato che una stessa parola può, a seconda della co-
struzione in cui compare, appartenere a più classi differenti. Gli aggettivi, ad
esempio, possono spesso fungere da avverbi (aggettivo: der Mann ist schnell
-avverbio: der Mann ltiuft schnel[); l'articolo può essere usato come pronome
relativo (der Mann, der schnell lduft); alcune preposizioni sono anche con-
giunzioni (preposizione: seit Ostern, bis Ostern - congiunzione: seit Ostern
vorbei ist, bis Ostern kommt); le particelle, infine, sono quasi sempre coinci-
denti con altre classi di parole: nell'esempio der Kuchen ist echt gut 'il dolce
è veramente buono', la particella rafforzativa echt coincide con un aggettivo,
nell'esempio der Kuchen ist aber gut 'il dolce è proprio buono', la particella
modale aber coincide con una congiunzione.
Per una classificazione delle parti del discorso, tre criteri risultano fon-
damentali:
l) Criterio morfologico. Le classi morfologicamente variabili sono tradi-
zionalmente così suddivise: coniugabile è la classe del verbo (variazione se-
condo persona, numero, tempo, modo); declinabili sono le classi del nome,
aggettivo, articolo e pronome (variazione secondo genere, numero e caso).
Alle classi variabili si contrappongono le classi invariabili (avverbio, prepo-
sizione, congiunzione, particella).
2) Criterio numerico. Le classi aperte (verbo, nome, aggettivo, avverbio)
sono grandi e facilmente espandibili; il numero di parole di ciascuna classe è
in veloce aumento grazie al costante apporto di neologisrni. Le classi chiuse
(articolo, pronome, preposizione, congiunzione, particella) sono invece pic-
cole e il numero di parole appartenenti a ciascuna classe rimane pressappoco
costante nel tempo.
3) Criterio semantico. All'opposizione numerica tra classi aperte e classi
chiuse corrisponde l'opposizione semantica tra classi lessicali e classi funzio-
nali. Le parole delle classi lessicali hanno un significato lessicale "pieno": i
verbi si riferiscono ad azioni ed eventi, i nomi a oggetti concreti o concetti
57
astratti, gli aggettivi a caratteristiche, gli avverbi a modalità. Le parole delle
classi funzionali, invece, hanno un significato primariamente grarnmaticale-
relazionale: gli articoli precisano caratteristiche grammaticali del nome (der
Mann), i pronomi segnalano una sostituzione (der Mann ist mude; er geht
nach Hause), le preposizioni mettono in relazione due nomi (das Auto vor
dem Haus), le congiunzioni mettono in relazione due frasi (sie ist schon, aber
sie ist arm), le particelle stabiliscono un collegamento tra il contenuto della
frase e l'atteggiamento del parlante (wie konnte das bloBpassieren 'come po-
teva capitare', dove blojJ ha la funzione di esprimere la sorpresa del parlante).
Numerose parole possono essere suddivise in unità più piccole della pa-
rola ma più grandi del singolo suono. Tali unità sono rilevanti a livello di
struttura di parola e vanno pertanto nettamente distinte dalle sillabe, elemen-
ti rilevanti a livello di struttura fonetico-fonologica. Facciamo qualche esem-
pio italiano: rifare va segmentato morfologicamente in ri-fare, apripista in
apri-pista, autogol in auto-gol ecc.
Gli elementi costitutivi della parola vengono detti morfemi. I morfemi
sono in genere costituiti da una sequenza ininterrotta di suoni (fonemi); han-
no quasi sempre un significato; non possono essere suddivisi in unità ancora
più piccole dotate di significato e costituiscono pertanto le unità minime di
una parola.
n criterio fondamentale per l'individuazione di un morfema è la sua pre-
senza in parole diverse. Per es. l'elemento ri-di rifare è presente, con signi-
ficato paragonabile, in ritornare, ridare, riscrivere ecc.; l'elemento apri- siri-
trova in parole come apriscatole e apribottiglie, auto- in autopilota e auto-
tassazione.
Facciamo ora qualche esempio tedesco. La parola Sommerkleidung 'ab-
bigliamento estivo' può essere suddivisa nei tre morfemi Sommer-kleid-ung:
Sommer 'estate' e Kleid 'vestito' possono anche fungere da parole autonome
o comparire in numerose parole complesse (Sommerferien 'vacanze estive',
Sommermonat 'mese estivo' , Sommerresidenz 'residenza estiva' ecc.; Win-
terkleid 'vestito invernale', Wollkleid 'vestito di lana', Minikleid 'vestito cor-
to' ecc.). L'elemento -ung compare come morfema finale in numerosi sostan-
tivi: Bildung 'formazione', Wohnung 'abitazione', Zeichnung 'disegno' ecc.
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2.2.2. Morfemi lessicali e grammaticali, morfemi liberi e legati
Una seconda distinzione è quella tra morfemi liberi e legati. Sono detti
liberi quei morfemi che possono fungere anche da parola autonoma, legati
quei morferni che possono solo occorrere come parte di una parola autonoma.
I morfemi legati compaiono quindi solamente in combinazione con un altro
morfema che sia libero.
La distinzione tra morfemi lessicali e grammaticali coincide di solito con
quella tra morfemi liberi e legati: i morferni lessicali sono liberi, i morferni
grammaticali sono legati. Solo in rari casi un morfema lessicale è un morfe-
ma legato. Facciamo un esempio: l'elemento Schwieger- in Schwiegersohn
'genero', Schwiegertochter 'nuora', Schwiegervater 'suocero' ecc. ha il si-
gnificato lessicale di 'parente acquisito tramite matrimonio', ma non compa-
re mai come parola autonoma.
Va infine ricordato che uno stesso morfema può avere diverse realizza-
zioni fonetiche. Tali realizzazioni sono dette allomorfi (si noti il parallelismo
nella terminologia con la coppia "fonema" -"allofono"). Prendiamo come
esempio il morfema Land 'Paese', che ha ben quattro allomorfi diversi:
59
mo e irriducibile che, tolti tutti gli elementi accessori, risulta portatore del si-
gnificato fondamentale della parola (per es. global in antiglobalizzazione). La
radice è costituita di norma da un morfema libero. Facciamo qualche esempio
tedesco:
Esistono ovviamente parole complesse che possono avere più di una ra-
dice. Per es. Sommerkleid 'vestito estivo' ne ha due: Sommer e Kleid.
La base è la forma di partenza per processi di formazione delle parole.
La base può coincidere con la radice (per es. quando da triste si forma tri-
stezza), ma può essere anche più ampia della semplice radice. Prendiamo la
parola italiana normalizzazione per la quale da norma sono state formate -
tramite successivi procedimenti - le parole normale, normalizzare e, infme,
normalizzazione. La parola norma funge quindi da base per normale, norma-
le funge da base per normalizzare, normalizzare da base per normalizzazione.
Vediamo un esempio tedesco: la parola Unsauberkeit 'sporcizia'. La ra-
dice è sauber, la base è unsauber. Ricostruiamo il processo di formazione di
questa parola: a partire dalla base (aggettivale) sauber 'pulito' è stato forma-
to l'aggettivo unsauber 'sporco', a partire dalla base unsauber è stato forma-
to il sostantivo Unsauberkeit.
??? È corretta l'affermazione secondo la quale tutte le radici sono anche basi,
ma non tutte le basi sono radici? Fate qualche esempio!
Gli affissi sono morferni grammaticali che servono alla costruzione del-
le parole. Considerando la loro posizione rispetto alla base, possiamo distin-
guere in tedesco:
l) prefissi: precedono la base (un-sicher, in-diskret, a-politisch, dis-har-
monisch, vor-industriell, anti-demokratisch, hetero-sexuell, pan-arabisch).
2) suffissi: seguono la base (Seufz-er 'sospiro', Volks-tum 'carattere na-
zionale', National-ismus, Finster-nis 'oscurità', Frech-heit 'sfacciataggine',
Mutter-schaft 'maternità').
3) circonfissi: si collocano contemporaneamente prima e dopo la base
(così ad esempio ge-... -t nei participi passati ge-kauf-t, ge-mach-t ecc. o be-
... -igen in infiniti come be-schein-igen 'certificare', be-rein-igen 'ripulire'
ecc.). Alcuni studiosi però negano che i circonfissi esistano come categoria in
tedesco e preferiscono analizzarli come una combinazione di prefisso più suf-
fisso.
60
Gli affissi, in quanto morferni grammaticali, banno un significato più
astratto che non le radici. Così ad es. i prefissi un- e in- banno un significato
di negazione, anti- di opposizione, vor- di anteriorità temporale ecc. È inte-
ressante notare come uno stesso suffisso possa assumere più significati gram-
maticali diversi: -er può indicare sia colui il quale compie un'azione (Fahrer
'guidatore' dafahren 'guidare') sia uno strumento (Liifter 'ventilatore' da liif-
ten 'ventilare').
La differenza consiste nel fatto che le forme del gruppo A sono variazio-
ni di una stessa parola (intesa come lessema), mentre le forme del gruppo B
costituiscono parole diverse- che possono anche appartenere a classi gram-
maticali diverse, come ad es. l'aggettivo gastlich rispetto al sostantivo Gast.
Il primo procedimento di costruzione della parola è detto "flessione", il
secondo "formazione delle parole". La flessione- che per sostantivi, aggetti-
vi e pronomi è detta "declinazione", per verbi "coniugazione"- è un proce-
dimento generalizzato e regolare. Il procedimento è generalizzato nel senso
che viene sempre attuato nella grammatica di una lingua (per es. tutti i verbi
tedeschi formano una prima persona singolare presente, tutti i sostantivi han-
no una forma al genitivo ecc.); esso è regolare nel senso che, conoscendo la
base di una parola, si possono automaticamente costruire tutte le forme del
suo paradigma (dall'infinito kaufen posso regolarmente ricavare le forme del
presente kaufe, kaufst, kauft, kaufen, kauft, kaufen, del preterito kaufte, kauf-
test, kaufte, kauften, kauftet, kauften ecc.).
La regolarità della flessione diventa particolarmente evidente nel caso
dei neologisrni (le parole nuove di una lingua). Prendiamo ad es. il verbo te-
desco mailen 'spedire per posta elettronica', preso dall'inglese to mail eden-
trato solo recentemente nell'uso. Anche se noi come parlanti non abbiamo
mai sentito l'espressione mailen, ci basta sapere che è un verbo tedesco per
formare tutte le forme del suo paradigma: il presente ich maile, du mailst, er
mailt ecc.; il preterito ich mailte, du mailtest, er mailte ecc. Non abbiamo bi-
sogno di imparare a memoria il paradigma, potendolo ricostruire ogni volta
senza problemi.
61
La formazione delle parole, invece, ha carattere facoltativo. Data una
base, non ci è possibile sapere a priori se esiste una forma costruita mediante
un determinato affisso. Prendiamo come esempio i verbi che, tramite il suf-
fisso -ung, diventano sostantivi:
62
-schaft (Freundschaft, Feindschaft, Herrschaft), -ung (Bildung, Leitung, Wer-
bung), -itiit (Banalitiit, Raritiit, Realitiit).
Sono neutre, infine, le parole derivate con i suffissi diminutivi -chen
(Wiildchen, Miidchen) e -lein (Tischlein, Friiulein), con suffissi come -tum
(Christentum, Heldentum, Eigentum) o -ing (Doping, Jogging) oppure parole
terminanti in -ment (Dokument, Experiment, Fundament).
b) Fonologia. Anche la struttura fonologica della parola ci fornisce pre-
ziose indicazioni sul genere del sostantivo. In alcuni casi si tratta effettiva-
mente di regolarità "forti". Sono maschili quasi tutti i monosillabi che inizia-
no con «UJ+cons.» (Schlaf, Schlauch; Schmerz, Schmuck; Schnee, Schnitt;
Speck, Spiej3; Schrank, Schreck; Stiel, Stuck; Schwanz, Schweij3); che inizia-
no con dr-, tr-, kn- (Draht, Dreck; Trieb, Tritt; Knall, Knick); che terminano
in «nasale+cons.» (Schrank, Dank, Trunk, Funk). Sono femminili quasi tutti i
monosillabi che finiscono in «fricativa ([f], [ç], [x]) più occlusiva dentale sor-
da -t» (Kraft, Luft; Sicht, Schicht; Fracht, Bucht) o in -ur (Schnur, Spur, Kur);
quasi tutte le parole che finiscono in -e (Wonne, Tanne, Kante). Sono neutri
quasi tutti i monosillabi che terminano in -ett (Bett, Fett, Mett).
In altri casi ·siamo invece in presenza di mere probabilità statistiche. Per
i monosillabi, ad esempio, vi è una correlazione tra il genere e il numero di
consonanti rispettivamente all'inizio e alla fine della parola: se il sostantivo
inizia in vocale (zero consonanti), la possibilità che sia maschile è pari al
46%; con una consonante aumenta al 59%, con due al 73%, con tre all'82%;
se il sostantivo termina in vocale (zero consonanti), la possibilità che sia ma-
schile è pari al 43%; con una consonante aumenta al 63%, con due al 74%,
con tre al 77%.
c) Semantica. Quando il sostantivo si riferisce a un essere umano o a un
animale, risulta determinante il genere naturale del referente (per es. der
Mann, die Frau; der Vater, die Mutter; der Sohn, die Tochter ecc.; der Hahn
'gallo', die Henne 'gallina'; der Stier 'toro', die Kuh 'mucca'; der Kater 'gat-
to', die Katze 'gatta').
Vi sono poi alcune probabilità statistiche: sono ad esempio maschili le
denominazioni di numerose bevande alcoliche (Schnaps, Wein, Sekt), di roc-
ce e minerali (Granit, Kalk, Ton) e di unità temporali (Abend, Tag, Monat,
Friihling); femminili i nomi di alberi (Palme, Pappe/, Eiche), fiori (Rose,
Nelke, Tulpe) e frutti (Birne, Pflaume, Melone, Ananas) nonché i numeri
(Vier, Zehn ecc.); neutri i nomi dei metalli (Gold, Silber, Eisen) e di numero-
si Paesi e luoghi geografici (das schOne Deutschland, das sonnige ltalien; das
moderne Berlin, das alte Rom) nonché verbi e aggettivi sostantivati (Essen,
Kochen; SchOne, Echte).
Questi tre fattori possono entrare in conflitto tra di loro: ad esempio nei
sostantivi (neutri) Miidchen 'ragazza' e Friiulein 'signorina' prevale il fatto-
re morfologico su quello semantico; nei sostantivi (maschili) Riide 'cane ma-
schio' e Bulle 'toro' prevale il fattore semantico su quello fonologico.
63
Alcuni sostantivi hanno, infine, un genere oscillante. Si tratta prevalente-
mente di prestiti: Barock (der/das), Liter (der/das), Pub (der/das). In altri ca-
si, il diverso genere distingue due varianti di significato della stessa parola
(der Verdienst 'guadagno', das Verdienst 'merito') o addirittura due parole di-
verse (der Kiefer 'mascella'; die Kiefer 'pino silvestre').
Rivolgiamo ora la nostra attenzione alla categoria del numero. In tede-
sco, esistono i seguenti morfemi di plurale:
-(e)n die Frau, die Frauen; der Bar, die Baren; die Tafel, die Tafeln;
-e der Tag, die Tage; der Greis, die Greise; der Riss, die Risse;
-s das Echo, die Echos; der Park, die Parks; der Opa, die Opas;
-er der Leib, die Leiber; der Geist, die Geister; das Feld, die Felder.
A ciò vanno aggiunti i sostantivi in cui non compare alcun )llOrfema vi-
sibile di plurale (ad es. der Lehrer, die Lehrer; der Wagen, die Wagen; das
Gebirge, die Gebirge).
La scelta del morfema risulta spesso determinata dalla struttura morfolo-
gica (e dal genere) della forma singolare. Vediamo alcune delle più impor-
tanti regolarità generalizzate (senza eccezioni):
tutti i sostantivi terminanti in -ei (Metzgerei), -in (Arztin) [con raddop-
piamento della consonante finale: Arztinnen], -heit (Krankheit), -keit (Ei-
telkeit), -schaft (Botschaft), -ung (Leitung) formano un plurale in -(e)n;
tutti i sostantivi terminanti in -ig (Kdnig), -ich (Teppich), -ling (Feigling),
-nis (Kenntnis) [con raddoppiamento della consonante finale: Kenntnisse],
-sal (Schicksal) formano un plurale in -e;
tutti i sostantivi terminanti in -tum (Kdnigtum) formano un plurale in -er;
tutti i sostantivi terminanti in -ler (Tischler), -en (Wagen), -chen (Miid-
chen) hanno un plurale senza suffisso.
Vi sono poi alcune forti tendenze (pochissime eccezioni):
i sostantivi neutri e maschili terminanti in -er (das Lager, der Splitter) ed
-el (das Mittel, der Wechsel) hanno un plurale senza suffisso; i femmini-
li terminanti in -er (die Feder) ed -el (die Schachtel) formano un plurale
m -n;
i sostantivi maschili e femminili terminanti in -e (der Bote, die Strafie)
formano un plurale in -n.
Vanno infine menzionate le seguenti semplici tendenze (eccezioni più o
meno numerose):
i monosillabi maschili (Bart, Briej) e neutri (Bein, Brot) tendono a for-
mare un plurale in -e (ciò vale rispettivamente per circa 1'89% dei ma-
schili e il 74% dei neutri);
i monosillabi femminili tendono a formare il plurale in -en (Frau, Schrift)
(ciò vale per circa il 73% dei femminili).
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Va specificato inoltre che le forme plurali possono essere caratterizzate da
una modificazione della vocale radicale: [ala:], [::>/o:] e [u/u:] diventano ri-
spettivamente [e/e:] (scritto <ii>), [re/e:] (scritto <6>) e [Y/y:] (scritto <ii>).
Ciò avviene per tutti i sostantivi con plurale in -er (Wald/Wiilder, Gott/Gotter,
Huhn/Hiihner), numerosi sostantivi con plurale in -e (tutti i femminili come
Gans/Giinse, molti maschili come Sohn/Sohne) e numerosi sostantivi con plu-
rale senza suffisso (come ad es. Hafen/Hiifen, Kloster/Kldster, Mutter/Miitter).
Per quanto riguarda la categoria del numero, va ricordato infine che vi
sono sostantivi di cui esiste solamente la forma singolare (per es. Obst 'frut-
ta', Gold 'oro', Kiilte 'freddo') e sostantivi di cui esiste solo la forma plurale
(per es. Eltem 'genitori' e Ferien 'ferie').
Rivolgiamo ora la nostra attenzione alla categoria del caso. n tedesco co-
nosce quattro casi: nominativo, accusativo, dativo e genitivo. Prendiamo co-
me esempio qualche paradigma flessivo con le forme dei quattro casi al sin-
golare e plurale:
Npl. die Jahre die Walder die Krafte die Menschen die Frauen die Staaten
G der Jahre der Walder der Krafte der Menschen der Frauen der Staaten
D den Jahren den Waldem den Kraften den Menschen den Frauen den Staaten
A die Jahre die Walder die Krafte die Menschen die Frauen die Staaten
65
,2.4.2. La flessione verbale
66
caduta nel corso dell'evoluzione linguistica. Per "vederla" bisogna risalire
all'epoca dell'antico alto tedesco (gast/gesti, kraft/krefti, lamb/lembir). In te-
desco moderno, l'Urnlaut si è poi diffuso, per analogia, anche presso nume-
rosi sostantivi che non hanno mai presentato una originaria -i nella loro desi-
nenza plurale (Garten-Giirten, Mutter-Miitter, Mann/Miinner ecc.). L'Um-
laut, da processo fonologico, è diventato una marca morfologica del plurale.
La seconda forma di modificazione interna della radice è il cosiddetto
Ablaut, la variazione sistematica di vocali all'interno di uno stesso paradig-
ma. Un esempio è dato dai paradigrni dei cosiddetti verbi "forti" in tedesco.
Confrontiamo la radice dell'infinito presente con quella del preterito e del
participio passato:
Anche altri scherni sono presenti in più verbi, come ad esempio ei-i-i
(complessivamente 23):
L'alternanza vocali ca nei verbi forti segue quindi scherni regolari, però
limitati rispettivamente a gruppi circoscritti di verbi. L' Ablaut è infatti un
procedimento flessivo che al giorno d'oggi non è più produttivo. "Improdut-
tivo" significa che non viene applicato a verbi che costituiscono dei neologi-
smi (per es. tutte le neoformazioni del tipo mailen, faxen o chatten seguono
lo schema flessivo "debole"). "Improduttivo" significa inoltre che verbi una
volta "forti" vengono ora coniugati "deboli" (per es. backen 'cuocere al for-
no' ha accanto al "vecchio" preterito forte buk un "nuovo" preterito debole
backte oppure giiren 'fermentare' ha accanto al "vecchio" preterito forte gor
un "nuovo" preterito debole giirte).
67
Confrontando i vari suffissi per formare il plurale dei sostantivi, abbiamo
notato che un gruppo consistente di sostantivi non presenta alcun suffisso di
plurale (per es. Lehrer/Lehrer, Mutter/Miitter ecc.). In questo caso si parla di
morfema zero. Tale unità astratta viene postulata quando, considerando l'in-
tero paradigma flessivo di una parola, si nota che "manca qualcosa": ciò ac-
cade quando una categoria grammaticale, che di solito viene espressa me-
diante un morfema, in un determinato caso non ha una realizzazione fonica.
Anche nella flessione verbale è possibile assumere l'esistenza di morfe-
rni zero. Prendiamo come esempio la flessione di un verbo "regolare", con-
frontando il preterito e il presente:
preterito presente
ich lieb-t-e ich lieb-0-e
du lieb-t-est du lieb-0-st
er lieb-t-e er lieb-0-t
wir lieb-t-en wir lieb-0-en
ihr lieb-t-et ihr lieb-0-t
sie lieb-t-e n sie lieb-0-en
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nuovi composti nella lingua tedesca. Così ad es. ci si potrebbe riferire a un
pompiere particolarmente coraggioso con il composto Feuerheld (da Feuer
'fuoco' e Held 'eroe'). L'ascoltatore, anche se non ha mai sentito tale parola,
è immediatamente in grado di comprendere questa neoformazione occasiona-
le: essa è infatti totalmente trasparente e il suo significato è direttamente de-
rivabile dal significato dei suoi componenti.
;rutti i composti hanno iniziato la loro vita come composti occasionati. La
grande maggioranza di questi occasionalismi viene coniata sulla necessità del
momento, per poi scomparire immediatamente. Alcuni composti però diventano
usuali: entrano stabilmente nell'uso e non vengono più percepiti come una giu-
stapposizione di parole autonome. n composto usuale trova, in generale, men-
zione nei dizionari. Un esempio è la parola Feuerschutz, composta da Feuer e
Schutz 'protezione'. Un altro composto usuale è Feuerwehr 'corpo dei vigili del
fuoco', da Feuer e Wehr 'difesa, protezione, resistenza'. Quest'ultima formazio-
ne non viene quasi più percepita come composto perché Wehr, come parola au-
tonoma, sta scomparendo dall'uso. La trasparenza della parola diminuisce ulte-
riormente nei casi in cui il composto è completamente fossilizzato: un elemento
del composto non esiste più come parola a sé stante (così ad es. Himbeere 'lam-
pone' e Brombeere 'mora', composti da Him-/Brom- e Beere 'bacca').
Vediamo di contrapporre alcuni composti usuali a ipotetici composti oc-
casionali (che risultano comprensibili spesso solamente in un determinato
contesto):
Muttersprache lett. 'lingua deUa madre', Vatersprache lett. 'lingua del padre'
cioè 'lingua madre'
Hochhaus lett. 'casa alta', cioè 'grattacielo' Niedrighaus lett. 'casa bassa'
Handtuch lett. 'panno per la mano' , coè Fufituch lett. 'panno per il piede'
'asciugamano'
69
esprime il significato fondamentale, il modificatore contiene informazioni sup-
plementari che specificano (e restringono) il significato espresso dalla testa.
In capostazione, ad esempio, la testa è capo e il modificatore è stazione: il
composto indica una persona (capo), e stazione ne specifica l'ambito di com-
petenza (si confrontino i composti capotreno, capofila ecc.). La testa, inoltre, è
portatrice delle categorie grammaticali dell'intero composto: riguardo al gene-
~(capostazione è maschile come il capo, non femminile come la stazione) e il
numero (il plurale di capostazione è capistazione, non *capostazioni).
In italiano, l'ordine degli elementi nel com o sto è «testa+modificatore»
(tranne in alcuni casi come autostrada). In tedesco, invece, l'ordine è «modi-
ficatore+testa». Nel seguente esempio, i composti indicano rispettivamente
diversi tipi di bicchiere (Glas):
si.iB-sauer 'agrodolce'
Uhrenradio 'radiosveglia'
In questi casi, l'ordine dei due costituenti non è fisso (esistono anche
sauer-siij3 e Radiouhr). Il più delle volte, però, uno dei due ordini è diventato
convenzionale e risulta l'unico possibile:
70
capo, cassapanca è un tipo di cassa o di panca ecc.). Il composto esocentri-
co ha, invece, un punto di riferimento esterno che non coincide con quello dei
due componenti: un pellerossa non è né un tipo di colore né un tipo di pelle:
è, invece, una persona che ha la pelle rossa. Simile è l'italiano piedipiatti,
espressione gergale per 'poliziotto'. In tedesco abbiamo ad es. Rothaut 'pel-
lerossa' e Blaurock 'giubba blu' (cioè 'soldato della cavalleria statunitense').
I composti esocentrici sono anche detti "composti possessivi". Si tratta
infatti di costruzioni pars pro toto in cui, il più delle volte, una parte caratte-
ristica del corpo umano sta per la persona nella sua interezza. In tedesco, il
secondo componente del composto è sempre un sostantivo, il primo un ag-
gettivo (o anche un sostantivo). Vediamo qualche esempio con Kopf'testa' in
combinazione con aggettivi e sostantivi come primo elemento:
aggettivo + Kopf
Kahlkopf kahl 'calvo'
Graukopf grau 'grigio'
WeiBkopf weill 'bianco'
Dumrnkopf dumm 'stupido'
Schlaukopf schlau 'astuto'
Starrkopf starr 'rigido, duro'; quindi 'testa dura'
Dickkopf dick 'spesso, grosso'; quindi 'testone'
Querkopf quer 'trasversale, obliquo'; quindi 'bastian contrario'
sostantivo + Kopf
Lockenkopf Locke 'ricciolo'
Glatzkopf Glatze 'calvizie'
Holzkopf Holz 'legno'; quindi 'testa di legno'
l:Iitzkopf Hitze 'calore'; quindi 'testa calda'
Trotzkopf Trotz 'caparbietà, resistenza'; quindi 'persona cocciuta'
Schafskopf Schaf 'pecora'; quindi 'pecorone, imbecille'
71
zione e non di composizione); composti con Avv risultano relativamente po-
co rappresentati; altri tipi ancora sono decisamente rari. Vediamo rispettiva-
mente qualche esempio:
composti nominali:
NN: Abendbrot lett. 'pane della sera', cioè 'cena'
Kiichenfenster 'finestra della cucina'
BlumenstrauB 'mazzo di fiori'
Schlafzimmer 'camera da letto'
AN: Grol3vater lett. 'grande padre', cioè 'nonno'
Gro13angriff 'grande attacco' ·
VN: Bindfaden lett. 'filo per legare', cioè 'spago'
Denkmodell 'modello di pensiero'
PN: Vorstadt lett. 'pre-città', cioè 'sobborgo, periferia'
Gegenangriff 'contrattacco'
AvvN: Soforthilfe 'aiuto immediato'
Nichtraucher 'non fumatore'
altri: Ichform [pronome + N]: lett. 'forma-io', cioè 'prima persona'
Zweikampf [numerale+ N]: lett. 'lotta-due', cioè 'duello'
Aha-Erlebnis [interiezione + N]: lett. 'ecco-esperienza', cioè
'illuminazione'
Trimrn-dich-Pfad [gruppo di parole+ N]: lett. 'allena-te-percorso', cioè
'percorso ginnico'
Vediamo ora i composti che hanno V come testa. Il tipo più diffuso pre-
vede Avv o P come modificatore; in ordine di frequenza troviamo poi i com-
posti con A, N e V:_
composti verbali:
AvvV zuriickgehen lett. 'andare indietro', cioè 'ritornare'
entgegenkommen 'venire incontro'
hinaufsehen 'guardare in alto'
PV: durchdrehen lett. 'girare attraverso', cioè 'tritare'
urnfahren 'girare intorno'
iiberlaufen lett. 'correre al di là', cioè 'disertare'
AV: falschspielen lett. 'giocare falso', cioè 'barare'
freihalten 'tenere libero'
NV: teilnehmen 'prendere parte'
danksagen 'dire grazie'
VV: mlihdreschen lett. 'mietere e trebbiare'
72
composti aggettivali:
NA: brusthoch 'alto fino al petto'
hilfsbereit lett. 'pronto al soccorso', cioè 'disponibile'
AA: schwerkrank 'malato grave'
taubstumm 'sordomuto'
VA: rostfrisch 'tostato fresco'
treffsicher 'sicuro nel tiro'
PA: vorschnell lett. 'prima-veloce', cioè 'precipitoso'
iibernervos 'ipernervoso'
Altri: linksradikal [Avv +A]: 'radicale di sinistra'
ichbezogen [pronome+ A]: 'egocentrico'
viereckig [numerale+ A]: 'quadrangolare'
composti avverbiali:
AvvAvv iiberallhin lett. 'dappertutto-verso', cioè 'in tutte le direzioni'
AAvv weiterhin lett. 'più lungo-verso', cioè 'in seguito, in avvenire'
NAvv kieloben 'con la chiglia verso l'alto'
PAvv iibermorgen 'dopodomani'
73
A volte, i composti sono intrinsecamente ambigui. Un esempio è dato da
Kinderfest, 'festa fatta per bambini' e 'festa fatta da bambini', o Kinderlied
'canzone composta per bambini' o 'canzone cantata da bambini'.
Vi sono ancora numerosi altri tipi di rapporto semantico. Così ad es. il
modificatore può indicare, rispetto alla testa, il materiale (Wollrock 'gonna di
lana', Holzbrett 'tavola di legno'), il luogo o la provenienza (Randgruppe lett.
'gruppo al margine'; Sudfrucht lett. 'frutto del sud'), la causa (Freudentriinen
'lacrime di gioia'), lo strumento (Schusswunde ' ferita da sparo') ecc.
Un nutrito gruppo di composti N+N presenta come testa un sostantivo
derivato da un verbo transitivo (per es. Fahrer dafahren 'guidare', Lehrer da
lehren 'insegnare' ecc.) o da un verbo intransitivo (Fall da fallen 'cadere'
ecc.). In questi casi, il significato del composto è immediatamente ricavabile:
n rapporto semantico all'interno del composto tra testa (ad es. Fahrer) e
modificatore (per es. Auto) è lo stesso che vige, nella corrispondente frase
completa, tra il verbo (jahren) e il complemento retto dal verbo stesso (Auto).
Tali composti vengono pertanto chiamati "composti di reggenza" (Rektions-
komposita).
In altri casi, la relazione tra i due elementi è molto indiretta e non è pre-
costituita dalla semantica del verbo che sta alla base della testa. Prendiamo di
nuovo come esempio composti con la testa Fahrer:
74
composto di reggenza altri tipi di composti determinativi
Herz-untersuchung Krankenhaus-untersucbung ('esame eseguito in ospedale')
Literatur-kritiker ARD-Kritiker ('critico che lavora presso la rete televisiva
ARD')
Zigarren-raucher Ketten-raucher (lett. 'fumatore-catena', cioè 'fumatore
accanito')
??? Qual è rispettivamente la relazione semantica tra testa e modificatore nei tre
composti Krankenhausuntersuchung, ARD-Kritiker e Kettenraucher?
75
es. Liebesgott (die Liebe, genitivo: der Liebe). Similmente: Gesellschaft-s-
politik, Heirat-s-anzeige, Bedeutung-s-unterschied, Ansicht-s-karte ecc.
d) Uno stesso primo elemento può essere seguito da morfemi di raccor-
do diversi: Kind-0-taufe, Kind-s-kopf, Kind-es-raub, Kind-er-zimmer.
Esistono poche "regole" per l'uso del morfema di raccordo. Queste si ba-
sano essenzialmente sulle caratteristiche morfologiche del modificatore. Per
alcune categorie di sostantivi, il morfema di raccordo tende a coincidere con
la sua desinenza del plurale o del genitivo singolare; determinante può risul-
tare altresì la presenza di affissi derivativi. Facciamo rispettivamente qualche
esempio:
l) Se un sostantivo forma un plurale in -e/-er, probabilmente comparirà
-e-1-er- (der Hund, die Hunde- Hund-e-hiitte; das Kleid, die Kleider- Kleid-
er-schrank). Se un sostantivo femminile terminante in -e forma un plurale in
-n, probabilmente comparirà -n- (die Sonne, die Sonnen - der Sonne-n-auf-
gang).
2) Se un sostantivo maschile forma un genitivo in -(e)n, probabilmente
comparirà -n- (der Base, des Hasen - Hase-n-braten).
3) Se un sostantivo ha il suffisso -ling o -tum, comparirà sempre -s-
(Siiugling-s-pflege; Altertum-s-forschung); dopo i suffissi -heit, -keit, -schaft,
-ung, -ion, -itiit e dopo il prefisso Ge- comparirà spesso -s-.
Ora presenteremo una breve panoramica dei principali affissi che in te-
desco contribuiscono alla formazione di parole nuove: suffissi, prefissi e (ra-
ri) circonfissi. Riassumeremo anche le principali differenze tra prefissi e suf-
fissi e accenneremo ai casi limite tra composizione e derivazione.
Vediamo alcuni dei principali suffissi del tedesco che servono per deri-
vare rispettivamente nomi, aggettivi, avverbi e verbi:
76
-schaft: [da nomi] Freundschaft, Feindschaft, Landschaft, Wissenschaft,
Leidenschaft
-tum: [da nomi] Untemehrnertum, Biirokratentum, Altertum
-ung: [da verbi] Verbindung, Besprechung, Bildung
??? In questa panoramica non sono stati considerati i suffissi di origine stranie-
ra (come ad es. -ie, -ion, -ismus ecc.). Conoscete parole con questi suffissi?
Si noti che i suffissi che contengono una -i- possono produrre l'Urnlaut
nella base (così ad esempio Macht-miichtig, Stadt-stiidtisch, Tag-tiiglich).
Sofferrniamoci infine brevemente sul significato dei suffissi. Nella mag-
gioranza dei casi, il significato è puramente grammaticale, indicando la tra-
sformazione di una classe di parole in un'altra. La presenza di una compo-
nente di significato lessicale emerge solo dal confronto di coppie minime co-
me kindlich 'infantile' contrapposto a kindisch 'puerile' o bildhaft 'immagi-
nifico' contrapposto a bildlich 'figurato'.
Vi sono poi intere classi di suffissi che presentano un significato emoti-
vo-affettivo. Si tratta dei suffissi a carattere diminutivo (come in italiano le
formazioni in -etto/-ino/-uccio o in tedesco quelle in -lein/-chen). Così ad es.
una casetta indica non solo una casa di dimensioni piccole ma anche, a se-
conda del contesto, una 'casa graziosa' o 'casa a me cara'.
Vediamo ora alcuni dei principali prefissi che sono produttivi in tedesco.
Fra parentesi è indicato il significato di tali prefissi. A volte si tratta di un si-
gnificato spaziale concreto come 'allontanamento' o 'contatto', a volte di un
77
significato astratto come 'incoativo' (inizio di un'azione) o 'perfettivo'(com-
pletamento di un'azione):
sostantivi:
miss-: Missbrauch, Missverstandnis [negativo]
un-: Undank, Unmensch, Unfrieden [negativo]
ur-: Urmensch, Urwald, Urschrei [primo/primi ti vo]
aggettivi:
un-: unfrei, unklug, unschwer, unmenschlich [negativo]
ur-: uralt, urgemtitlich, urplotzlich [primo/primitivo/rafforzativo]
verbi:
a) prefissi inseparabili:
be-: bedienen, bedrohen, beliigen [transitivo l
ent-: entnehmen, entkommen, entladen [privativo]
er-: erfassen, erarbeiten, errechnen [perfettivo/risultativo]
ver-: verandern, vergraben, verspeisen [perfetti vo/risultati vo]
zer-: zerschlagen, zerstoren, zerteilen [modale/risultati vo]
b) prefissi separabili:
ab-: abfahren, abschneiden, abschalten, abbestellen [allontanamento/interruzione]
an-: ankommen, anklopfen, anbinden, anschalten [contatto]
auf-: aufheben, aufblasen, aufkleben, aufleuchten [verticalità/contatto/incoativo]
aus-: auswandern, ausschalten, auslachen, ausklingen [uscita/risultati vo]
ein-: einreisen, einschlieBen, einhangen, einschlafen [entrata!incoativo]
las-: losschneiden, losbinden, losfahren, losbrtillen [allontanamento/incoati vo]
nach-: nachfahren, nachdrucken, nachsehen, nachlesen [ripetizione]
vor-: vordringen, vorlesen, vorwerfen, vordenken [avanzamento/anteriorità]
zu-: zulacheln, zuschlagen, zuhoren, zukleben [direzionalità/chiusura]
Va notato che alcuni prefissi verbali (come iiber-, dure h- o um-) possono
essere sia separabili che inseparabili, con differenze di significato e di accen-
to (il prefisso separabile è accentato, quello inseparabile no). Facciamo qual-
che esempio:
??? Conoscete altri verbi con prefissi inseparabili? Il significato è sempre quel-
lo sopraindicato?
78
??? Esistono anche prefissi di origine straniera (per es. anti-, dis-, in-, inter-,
prii-, trans-, ultra- ecc.). Conoscete parole con questi prefissi?
2.6.3. Circonfissi
79
In primo luogo, analizziamo l'unione di un morfema libero con una pre-
posizione (come in aus-gehen 'uscire'). Tale formazione può essere classifi-
cata sia come caso di composizione (considerando la preposizione come pa-
rola autonoma) sia come derivazione (considerandola come particella legata).
Due criteri sembrano rilevanti: la produttività del modello di formazione e il
carico semantico dell'elemento preposizionale. Se la produttività è bassa e/o
il carico semantico è alto, allora si propenderà ad assumere un caso di com-
posizione (come ad esempio in beifiigen 'aggiungere' o entgegengehen 'an-
dare incontro'). Se viceversa la produttività è alta e/o il carico semantico è
basso, allora si 'ipotizzerà un caso di derivazione (come ad esempio in ausrei-
sen 'espatriare' o aufprallen 'urtare').
In secondo luogo, vi sono composti il cui primo elemento è una parola
lessicale (aggettivo o sostantivo) ormai ampiamente desemantizzata e per-
tanto interpretabile come prefissoide. Nel caso di hochaktuell 'altamente at-
tuale' o Bombenstimmung (lett. 'umore-bomba', cioè 'ottimo umore') l'ele-
mento ha ormai solo un generico significato accrescitivo. Ciò è particolar-
mente evidente quando si tratta di un modello di formazione produttivo:
arm (negativo):
blutarm 'anemico', gefi.ihlsarm 'insensibile', inhaltsarm 'insignificante'
arm (positivo):
knitterarm 'che si sgualcisce poco', bi.igelarm 'che va stirato poco', pflegearm
'che va curato poco', kalorienarm 'che contiene poche calorie', nikotinarm 'che
contiene poca nicotina'
80
2.7. Formazione delle parole: conversione
Anche qui, in rari casi, sopravviene una modificazione della base sotto
forma di caduta di schwa (come per Regen).
Data una coppia di parole come Fall/fallen non risulta possibile- a livello
strettamente sincronico - determinare la direzione della derivazione. Solo co-
noscendo la storia della lingua possiamo postulare la direzione V>N (ed esclu-
dere N> V). Quando invece ci troviamo di fronte a sostantivi che presentano un
prefisso tipicamente verbale (come be- nel caso di Beginn 'inizio' , ent- nel ca-
so di Entscheid 'decisione, sentenza', ver- nel caso di Vergleich 'confronto'
ecc.) siamo sicuri che la base di derivazione è verbale e non sostantivale.
Consideriamo ora la conversione A> V. Un aggettivo si trasforma in base
verbale:
Altri tipi di conversione, meno diffusi, sono infine Nurn>N (die Fiinf 'il
cinque'), P>N (das Aus 'il fuori campo') o sintagma>N (das Auswendigler-
nen 'l'imparare a memoria').
81
2.8. Altri tipi di formazione delle parole
2.8.1. Contaminazione
2.8.2. Abbreviazione
Alune abbreviazioni esistono solo come forma scritta che, nella lettura,
verrà sempre sciolta (così ad esempio usw. viene letto und so weiter, z.B.
viene letto zum Beispiel ecc.). Qui invece ci occuperemo unicamente di
quelle forme abbreviate che anche nel parlato vengono pronunciate come ta-
li. Esistono vari tipi di parole abbreviate. In un primo tipo, la parte iniziale
della parola sta per il tutto. Si tratta prevalentemente di parole di origine
straniera:
82
In altri casi, la parte finale rappresenta la parola intera. Vi sono esempi di
prestiti, ma anche di composti autoctoni:
In altri esempi ancora cade la parte finale del primo elemento di un com-
posto complesso:
2.9. Prestiti
83
Il prestito di necessità si ha quando, assieme a una parola, si prende an-
che l'oggetto o il concetto che essa designa (per es. Toast e Sport dall'ingle-
se). Il prestito di lusso avviene quando si prendono parole che hanno già un
corrispettivo nella propria lingua. Così ad es. le parole inglesi Babysitter,
Copyright, Comeback o Cop, per cui già esistono in tedesco Kindermiidchen,
Urheberrecht, Riickkehr e Polizist. Questi prestiti hanno un fine essenzial-
mente stilistico in quanto interessano proprio le connotazioni di estraneità: si
evocano una civiltà, una cultura o un modo di vita considerati prestigiosi. A
volte, diventa difficile distinguere tra i due tipi di prestito (monosillabi ingle-
si, come ad es. Boom o Show, sono effettivamente più brevi dei corrispettivi
tedeschi Aufschwung e Voifiihrung).
Un'altra distinzione è quella tra prestiti integrati e non integrati. Questi
ultimi, essendo presi nella loro forma originaria, sono immediatamente rico-
noscibili dal parlante comune (per es. le parole inglesi Connection e cool o
quelle francesi Connaisseur e Coupon). Il prestito integrato, invece, non è più
individuabile a prima vista in quanto è stato adattato alla fonologia e morfo-
logia della lingua ricevente (così Zwiebel dal latino cepula, Keks dall'inglese
cakes).
Un tipo particolare di prestito è costituito dal calco. Si distinguono due
tipi di calco:
a) il calco traduzione: con materiali autoctoni si costruisce un nuovo
composto traducendo gli elementi di un composto straniero. Tale traduzione
può essere letterale (dall'inglese cold war si ha il tedesco Kalter Krieg) op-
pure più libera (dall'inglese skyscraper 'gratta-cielo' si ha il tedesco
Wolkenkratzer 'gratta-nuvole').
b) il calco semantico: una parola autoctona esistente assume un nuovo si-
gnificato prendendolo da una corrispettiva parola straniera. Così ad esempio
schneiden ha assunto l'ulteriore significato di 'ignorare qualcuno' sul model-
lo dell'inglese to cut, oppure Papier ha assunto il significato di 'articolo, te-
sto' per influsso dell'inglese paper.
Vanno infine menzionati i cosiddetti internazionalisrni, parole di origine
greca e/o latina che si ritrovano nel lessico colto di tutte le lingue europee: ad
es. ted. Osmose, it. osmosi, fr. osmose, ingl. osmosis; ted. priiferenziell, it.
preferenziale, fr. préférentiel, ingl. preferential.
Esercizi
84
E 2-2: Tipi di morfemi
Scomponete le seguenti parole in morferni, indicando il rispettivo tipo di
morfema (radice, prefisso, suffisso)!
TiscWer, FuBballer; lemen . lemte. gelernt: Autos . Vorgesc hichte~ . Vatc r s
85
E 2-10: Suffissi e prefissi
Cercate di delineare i vari significati del prefisso aus- e del suffisso -era par-
tire dai seguenti esempi:
aussteigen, ausschtitten, ausgraben, ausreisen; ausstreichen, ausradieren, aus-
schalten; ausdiskutieren, auslesen, ausklingen, ausgltihen; ausschrnticken, aus-
malen;
Seufzer, Ausrutscher; Schwimrner, Sparer, Spieler, Begleiter, Helfer; Handwerker,
Mathematiker, Physiker; Offner, Ordner, Anlasser, Li.ifter;
86
3. SINTASSI
87
lanti nativi del tedesco saranno concordi nell'accettare le sequenze di parole
(la-b) come frasi grammaticali e rifiutare invece sequenze come (le-d):
88
Finora abbiamo considerato solamente frasi principali (autonome) che
nel contempo sono frasi semplici (formate da una sola frase). Come vedremo
più avanti, esistono però anche frasi secondarie (dipendenti da un'altra frase)
e frasi complesse (formate da più di una frase).
Esistono vari test sintattici per individuare i costituenti di una frase. Tra-
mite tali test, la frase viene modificata strutturalmente. Se il risultato è una
frase grammaticalmente accettabile e semanticamente equivalente, allora il
test in questione è considerato superato in maniera positiva. I tre tipi princi-
pali di test sono il test di permutazione, di sostituzione e di coordinazione.
Attraverso il test di permutazione una determinata sequenza di parole
viene spostata all'interno della frase. Se il risultato è una frase grammaticale,
allora la sequenza in questione molto probabilmente rappresenta un costi-
tuente. Prendiamo nuovamente la frase:
89
La frase (a) rappresenta una prova di permutazione rispettivamente di
viele Biicher e in den Sommerferien, la frase (b) di in den Sommerferien e die
fleij3ige Studentin, la frase (c) di liest e die fleij3ige Studentin. I costituenti
possono essere anche molto complessi, come si vede nel seguente esempio
dove uno dei costituenti è composto da una frase infinitiva da cui a sua volta
dipende una relativa:
(4) a Die Mutter versucht das Kind zu fiittern. das Hunger hat.
b Das Kind zu futtern. das Hunger hat. versucht die Mutter.
90
li terzo tipo di test è la prova di coordinazione. Se due elementi si la-
sciano coordinare, probabilmente siamo in presenza di costituenti:
91
Volgiamo ora la nostra attenzione al caso di indubbi costituenti che non
"passano" un determinato test. Ciò si verifica con la prova di cancellazione.
Alcuni costituenti, infatti, non possono essere mai cancellati (come ad es.
quelli che fungono da Soggetto):
Una peculiarità del tedesco è data dal fatto che alcuni tipi di costituenti,
in determinate costruzioni, possono essere interrotti da altri elementi e pre-
sentarsi quindi in forma discontinua. Prendiamo il costituente verbale:
92
Anche i cosiddetti verbi separabili possono formare costituenti discanti-
n m:
La frase relativa, inoltre, può essere staccata dal sostantivo a cui si rife-
risce (e con cui forma un costituente complesso):
(19) a Peter hat mit seinem jiingeren Bruder. den er immer besiegt. gespielt.
b Peter hat mit seinem jiingeren Bruder gespielt, den er immer besiegt.
Nella prima interpretazione, la sequenza die Frau mit dem Fernglas rap-
presenta un unico costituente che può essere, ad esempio, spostato nella fra-
se o sostituito da un pronome. n significato della frase si può glossare con
'l'uomo osserva la donna la quale ha con sé un binocolo'. Nella seconda in-
terpretazione, la stessa sequenza rappresenta due costituenti distinti. Ora il si-
gnificato della frase è 'l'uomo osserva la donna mediante un binocolo'. An-
che la seguente frase presenta un'ambiguità strutturale:
(22) Die Studenten feiern am Montag nach der Klausur das Ende des
Semesters.
[Die Studenten] [feiem] [am Montag nach der Klausur] [das Ende des
Semesters].
[Die Studenten] [feiem] [am Montag] [nach der Klausur] [das Ende
des Semesters].
93
Nel primo caso, gli studenti festeggiano il lunedì successivo al giorno
della prova scritta; nel secondo, la festa è il lunedì stesso, al termine della
prova scritta.
(23) [Der reiche Mann] [schenkt] [seiner jungen Frau] [fast immer] [rote
Rosen] [zu Weihnachten].
der= articolo, reiche =aggettivo, Mann = nome, schenkt = verbo, seiner =pro-
nome, }ungen = aggettivo, Frau = nome,fast = avverbio, immer = avverbio, ra-
te = aggettivo, Rosen = nome, zu = preposizione, Weihnachten = nome
94
posto dal solo elemento principale (così ad es. il sintagma nominale Paul e il
sintagma verbale schliift nella frase Paul schliift).
Finora abbiamo parlato, piuttosto genericamente, di "elemento principa-
le" del simagma. Tale elemento e òeno te!'ita e presenta le seguenll caratteri-
stiche:
a) è l'elemento necessario che non può essere tralasciato;
b) è l'elemento che può sostituire l'intero sintagma;
c) è l'elemento da cui dipendono eventuali altri elementi del sintagma.
Facciamo un esempio e consideriamo, all'interno della frase die Frau
des Direktors ist schOn, il sintagma nominale die Frau des Direktors: die
Frau è la testa del sintagma in quanto non può essere tralasciato (la frase *des
Direktors ist schon non è grammaticale); die Frau, inoltre, può sostituire l'in-
tero sintagma (come dimostra la frase die Frau ist schon); infine, da die Frau
dipende sintatticamente des Direktors.
Il resto del sintagma, detto complemento, è l'elemento che precisa la te-
sta. Esso dipende sintatticamente dalla testa e può essere di solito tralasciato.
Un caso particolare è dato però dal sintagma preposizionale in cui sia la testa
sia il complemento sono elementi indispensabili.
??? Per quale motivo si assume che la testa di un sintagma come auf dem Tisch
sia la preposizione auf e non de m Tisch (che pur porta il maggior carico seman-
tico del sintagma)?
??? Per quale motivo si assume che la testa di un sintagma come hat geschlafen
sia il verbo ausiliare hat e non geschlafen (che pur porta il maggior carico se-
mantico del sintagma)?
95
F
SN sv
sv SN SN SP
Art Agg N v
1\
Pron N Art
~N p
1\N
[Der reiche Mann] [schenkt] [seiner Frau] [einen Sportwagen] [zu Weihnachten]
Vediamo ora il diagramma ad albero della frase Peter trinkt sehr geme
frische Mi/eh:
SN
~SV
~
N
r /\
V Avv Avv
A
Agg N
96
·-
F
~
SN sv
~
sv SN SP
F
~
SN sv
sv
~SN
·~
SN SP
97
3.4.2. Regole per la formazione della frase
N Manner
Art N die Manner
AggN alte Manner
Art Agg N die alten Manner
NSN Manner dieses Alters
NSP Manner aus Italien
98
Soggetto che non fa parte del SV - alcun complemento (er schliift), lieben
uno solo (er liebt seine Frau), schenken due (er schenkt seiner Frau einen
Ring). La valenza di un verbo è di solito realizzata attraverso complementi;
dove ciò non avviene, tali complementi sono sottintesi. Così ad es. posso for-
mare la frase er schenkt einen Ring, omettendo seiner Frau, quando il desti-
natario del regalo è noto al parlante e all'ascoltatore. I complementi mancan-
ti sono pertanto sempre ricostruibili dal contesto situazionale.
Non così i sintagmi facoltativi che rappresentano aggiunte non richieste
dalla struttura del verbo stessa. Esempi potrebbero essere il sintagma avver-
biale morgen o il sintagma preposizionale zum Geburtstag nella frase se-
guente:
99
In caso di funzione predicativa, invece, sono possibili entrambi gli ordi-
ni (CT eTC):
sie liest [sehr oft] Romane; sie liiuft [sehr schnell]; er steigt [den Berg hinauf]
des Geldes wegen; dem Haus gegeniiber; der Sonne entgegen; den Fluss entlang
SN SAgg SAvv SP sv
ordine TC (CT) CT (TC) CT TC (CT) TC/CT
100
È evidente che il tedesco contemporaneo non presenta un unico ordine
lineare. Ma è possibile individuare tra le due alternative un ordine principa-
le? Alcuni fatti diacronici ci indicano che l'ordine principale è costituito da
TC. Prendiamo il sintagma nominale che oggi presenta ancora entrambi gli
ordini. Nei secoli scorsi, strutture del tipo des Mannes Miitze (con il com-
plemento genitivale preposto) erano diffuse; oggi invece non sono più usua-
li (si dice: die Miitze des Mannes). Si nota quindi che l'ordine CT ha perso
terreno nei confronti di TC. Simile è lo sviluppo storico nel caso del sintag-
ma preposizionale. Un tempo, le postposizioni (ordine CT) erano diffuse in
tedesco; nella lingua odiema.,. invece,. tutta una ser-l.e cl\ p.ast:pe>s-i_z-l.e>n-1. ....,e-.-. 3 o -
nO sempre più usate come preposizioni (ordine TC) - così ad esempio we-
gen, gegeniiber, entsprechend, gemiifi ecc. Per quanto riguarda il sintagma
verbale, i due ordini sembrano paritetici: TC nella frase principale, CT nella
secondaria. Il fatto che alcune secondarie tendano, specialmente nella lingua
parlata, ad assumere l'ordine TC (v. 3.8.1.), è forse un ulteriore segno del
progressivo affermarsi di TC. In conclusione, solamente nei sintagmi agget-
tivale e avverbiale (peraltro strettamente imparentati) l'ordine CT mantiene
la sua posizione.
??? Si può stabilire un collegamento tra l'ordine lineare all'interno dei sintagmi
e l'ordine lineare all'interno delle parole (composte)?
Oggetto diretto e indiretto si trovano alla destra del verbo finito (come
del resto il verbo non finito che qui è gekauft e kaufen). L'ordine è pertanto
101
TC. Consideriamo ora la frase secondaria introdotta da congiunzione, dove
l'ordine è invece CT; Oggetto diretto e indiretto stanno alla sinistra del verbo
finito (come del resto anche il verbo non finito):
(...
(26) a ... weil er ein Auto kauft. \
b ... weil er seiner Frau ein Auto kauft.
c ... weil er ein Auto gekauft hat.
d ... weil er seiner Frau ein Auto kaufen will.
L'analisi in campi sin tattici parte dal presupposto che il sintagma verba-
le, ossatura della_!rase, è spesso un costituente discontinuo. Ciò può verifi-
carsi quando abbiamo un verbo ausiliare che affianca quello principale. Pren-
diamo come esempio la seguente frase principale:
102
Vorfeld l . . inke Mit:t:elf"eld Recht:.c 'N:rau:::hf'"cld
Satzklammer Satzklammer
V-2 l costituente verbo finito vari costituenti verbo non finito l costituente
N.B. Sono riportati in grassetto gli elementi obbligatori della costr}lzione. Va considerato che
è obbligatorio, inoltre, il Soggetto della frase e, a seconda d.e~v)'tio, possono esserlo anche al-
tri elementi (come Oggetto diretto, Oggetto indiretto e certi_>.;<Jmplementi avverbiali) .
../
/ --
um
de~
sich
er
anzumelden.
si e ht.
103
3.6.3. Regole posiziona/i per il Voifeld, Mittelfeld e Nachfeld
Vediamo ora, più in dettaglio, alcune regole che governano i vari campi
sintattici della frase tedesca. Volgiamo dapprima la nostra attenzione al Vor-
feld. Nel Vorfeld non può essere collocato più di un unico costituente:
104
Il Mittelfeld può consistere in un numero imprecisato di costituenti. 1 el
T
caso dei pronomi, la sequenza degli elementi è ben regolata: prima viene il
pronome del Soggetto (nominativo), poi quello dell'Oggetto diretto (accusa-
tivo), poi quello dell'Oggetto indiretto (dativo). Prendiamo come punto di
partenza la domanda Wird der Mann der Frau das Buch schenken?, a cui si
può rispondere con la costruzione che mette in evidenza schenken:
Viceversa, in risposta alla domanda Wem hat der Mann das Buch ge-
schenkt? (dove das Buch è un elemento dato),l'ordine lineare più diffuso è il
seguente:
105
(37) a Der Mann hat ihr das Buch geschenkt.
b Der Mann hat es der Frau geschenkt.
(38) a ... weil ein Mann einer Frau ein Buch geschenkt hat.
b ... weil der Mann der Frau das Buch geschenkt hat.
106
Va precisato, infine, che Soggetto e Oggetto (diretto/indiretto) di norma non
compaiono mai nel Nachfeld.
Finora abbiamo parlato dei vari tipi di sintagnù (nominali, verbali, ag-
gettivali ecc.), ma non delle loro funzioni nella frase. Possiamo distinguere le
funzioni semantiche da quelle sintattiche.
107
- Possessore è l'entità che ha la proprietà o il controllo di qualcosa, op-
pure l'entità a cui viene attribuita una determinata caratteristica:
108
congruenza con il verbo finito per numero e persona; compare al nominativo;
svolge normalmente il ruolo semantico dell'Agente; la corrispondente frase
interrogativa parziale è introdotta da wer/was. Vediamo di approfondire bre-
vemente alcune di queste caratteristiche.
La congruenza con il verbo finito ci permette di individuare il Soggetto
di una frase. Una prima prova di congruenza parte dal costituente di cui in-
tendiamo stabilire la funzione sintattica e consiste nel modificare il suo nu-
mero (da singolare a plurale o viceversa). Quando, modificandolo, si ha co-
me risultato una frase accettabile, allora il costituente in questione non può
essere Soggetto della frase. Nel seguente esempio ein Auto viene pluralizza-
to (Autos), il verbo rimane al singolare, la frase è corretta lo stesso:
109
(54) b Die Mutter schHigt den Sohn [ACC].
c Der Vater [NOM] schHigt die Tochter.
??? Come si può dimostrare, attraverso una prova di sostituzione, che si tratta
effettivamente del Soggetto della frase?
110
(58) a Die Frau totete den Mann.
b Der Mann wurde (von der Frau) getotet.
In rari casi, infme, l' oggetto indiretto compare al genitivo come nel-
l'esempio Sie schiimt sich ihres Mannes:
111
(60) a Er schenkt ihr eine Dose. [Oggetto indiretto]
b Er offnet ihr eine Dose. [dativo libero]
commodi Er offnet ihr die Tiir. Er offnet die Tiir fiir sie l zu ihrem Vorteil.
incommodi Die Vase fallt ihr zu Boden. Die Vase fallt zu Boden (zu ihrem Nachteil).
possessivus Er schneidet ihr die Haare. Er schneidet ihre Haare.
iudicantis Das ist mir zu teuer. Das ist meiner Ansicht nach zu teuer.
ethicus Fahr mir nicht zu schnell! Fahr mir zuliebe nicht zu schnell!
112
Solamente gli ultimi due tipi di dativo - iudicantis ed ethicus -possono
co-occorrere con un Oggetto indiretto al dativo. Un esempio è dato dalle se-
guenti frasi:
(66) a lch warte auf meine Mutter l *an meine Mutter l *vor meiner Mutter l ....
(66) b Ich warte auf der Treppe l an der Treppe l vor der Treppe l ... .
Vediamo alcuni dei più diffusi verbi che reggono un Oggetto preposizio-
nale:
113
5) Predicato. Il Predicato è considerato, assieme al Soggetto, un costi-
tuente indispensabile della frase e indica di solito un'azione, un avvenimento
o un processo riferiti al Soggetto. Sintatticamente, il Predicato è costituito da
tutte le forme verbali finite e non finite di una determinata frase. Il Predicato
può essere semplice (formato dal solo verbo principale) oppure complesso
(formato da verbi ausiliari oltre che dal verbo principale). Facciamo qualche
esempio di Predicato complesso:
Nel primo caso troviamo i cosiddetti verbi copulativi (sein, werden, blei-
ben ecc.) che collegano il Soggetto a un aggettivo o un nome, nel secondo ca-
so verbi estimativi (come finden) esprimenti un giudizio e verbi appellativi
(come nennen) indicanti un processo di denominazione.
7) Complemento avverbiale. Il Complemento avverbiale contiene indi-
cazioni di tempo, luogo, modalità, causa, finalità ecc. Il più delle volte, tali
complementi sono facoltativi:
(70) Sie kocht [heute] [in der Kiiche] [mit groBer Begeisterung] [trotz ihrer
Krankheit].
114
b Der Brief, der interessant war, war lang. [frase re lati va]
c Der Brief des Freundes war lang. [SN al genitivo]
d Der Brief aus KOln war lang. [SP]
e Der Brief dort war lang. [SAvv]
(73) a Ich habe eine Tasse [A] schwarzen Kaffee [A] getrunken.
b Ich habe rnit Peter [D], dem Mannschaftskapitan [D], gesprochen.
115
(77) a Er ist mtide, weil er hat viel gearbeitet.
b Ich bin sehr in Eile, obwohl etwas Zeit konnte ich doch fmden.
(78) Es ist dumm, dass er nach Hause geht, bevor er seine Arbeit beendet hat.
(80) a Brigitte fahrt nach Koln, obwohl sie mtide ist, weil sie viel Arbeit hat.
b Brigitte fahrt nach Koln, obwohl sie mtide ist, weil sie viel Arbeit hat.
c Brigitte fahrt nach Koln. obwohl sie mtide ist, weil sie viel Arbeit hat.
Nella prima lettura (80b), la frase introdotta da weil dipende dalla sola
secondaria introdotta da obwohl e indica una spiegazione per la stanchezza di
Brigitte. Nella seconda lettura (80c), invece, la frase dipende dal complesso
«frase principale + secondaria introdotta da obwohl» e contiene una spiega-
zione per il fatto che Brigitte si rechi a Colonia nonostante la sua stanchezza.
È infine interessante notare che, in racconti spontanei, le informazioni
più importanti - gli eventi che costituiscono l'ossatura del racconto - sono
quasi sempre convogliate da frasi principali, informazioni supplementari in-
vece espresse da frasi secondarie.
116
(81) a Er geht nach Hause un d er legt sieh ins Bett.
b Er geht nach Hause, weil er miide ist und weil er seine Arbeit beendet
hat.
(82) Er ging nach Hause, er machte den Kiihlschrank auf, er nahm Eis heraus.
In alcuni casi, l'ordine delle due frasi coordinate può essere liberamente
modificato:
In altri casi, però, l'ordine tra le due frasi è rilevante in quanto rispecchia
una sequenza temporale (84) o temporale-causale (85):
(84) a Sie ging ins Kino und sie ging indie Disco.
b Sie ging in die Disco und sie ging ins Kino.
(85) a Sie beleidigte ihren Vorgesetzten und sie wurde entlassen.
b Sie wurde entlassen und sie beleidigte ihren Vorgesetzten.
Va detto inoltre che vi può essere coordinazione non solo tra frasi ma an-
che tra costituenti:
(87) a Nachdem sie ins Kino gegangen ist, geht sie in die Disco.
b Sie geht in die Disco, nachdem sie ins Kino gegangen ist.
Una frase secondaria può svolgere vari ruoli sintattici nel periodo com-
plesso: Soggetto, Oggetto, Attributo e Complemento avverbiale. Vediamo ora
i principali tipi di frase secondaria.
117
3.9.1. Proposizioni soggettive e proposizioni oggettive
Abbiamo già visto che frasi relative fungono da attributo. Possiamo di-
stinguere due tipi di frasi relative: determinativa e appositiva. La relativa de-
118
terminati va contiene informazioni che servono a identificare l'antecedente
precisandone il senso:
119
(99) a Er hat ihr geholfen, indem er ihr Geld gegeben hat. [modalità
positiva]
b Er hat ihr geholfen, ohne dass er ihr Geld gegeben hat. [modalità
negativa]
(103) Karin hat langer gearbeitet, sodass sie den Zug verpasst hat.
(106) Selbst wenn Hans miide gewesen ware, ware er im Btiro geblieben.
120
Passando in rassegna le congiunzioni dei vari tipi di frasi avverbiali,
emergono alcuni aspetti interessanti:
l) Sinonirnia tra congiunzioni. Una determinata relazione logico-seman-
tica può essere espressa da una serie di differenti congiunzioni. In alcuni ca-
si, vi sono evidenti differenze semantiche connesse alle singole congiunzioni
(così, ad esempio, obwohl introduce concessive reali e selbst wenn introduce
di regola concessive ipotetiche). In altri casi, però, si può parlare di sinonirnia
vera e propria; un esempio è dato dalle congiunzioni obwohl e obschon che
presentano differenze che si possono considerare "stilistiche" in senso lato:
obschon è meno frequente di obwohl e compare preferenzialmente in frasi se-
condarie posposte alla principale e/o prive di un verbo finito.
2) Polifunzionalità delle congiunzioni. Alcune congiunzioni possono
esprimere più di una relazione logico-semantica. Vediamo qualche esempio
in cui congiunzioni temporali assumono ulteriori significati specifici. La con-
giunzione wdhrend può essere temporale e anche avversativa:
Indem può introdurre frasi temporali e modali (108a/b); wenn frasi tem-
porali e condizionali (109a/b):
Sia detto per inciso che anche in italiano congiunzioni temporali posso-
no codificare altre relazioni semantiche: così ad esempio mentre e quando
(contemporaneità) possono essere avversative, dal momento che (posterio-
rità) può essere causale.
3) Struttura morfologica delle congiunzioni. Una parte delle congiunzio-
ni subordinanti coincide morfologicamente con altre classi di parole (ad
esempio seit, bis e wdhrend sono anche preposizioni). La maggior parte però
consiste in formazioni complesse, la cui struttura morfologico-etimologica ri-
sulta in genere totalmente trasparente. Diffusi sono lo schema «preposizio-
ne+pronome» (indem, nachdem, seitdem, trotzdem) e l'ampliamento di una
congiunzione esistente. Un esempio di quest'ultimo procedimento è dato da
ohne dass, statt dass e sodass, formati sulla base della "congiunzione tuttofa-
re" dass.
121
Un caso interessante è costltmto poi dalle congiunzioni concessive:
wenngleich, auch wenn, selbst wenn si basano sulla congiunzione condizio-
nale wenn; obwohl, obschon, obgleich, obzwar sulla congiunzione condizio-
nale ob (un tempo largamente in uso, oggi obsoleta). Qui la struttura morto-
logico-etimologica delle congiunzioni ci indica la vicinanza delle rispettive
categorie logico-semantiche (condizionalità e concessività).
Esercizi
E 3-1: Costituenti
Individuate in base alle prove di permutazione e di sostituzione i costituenti
della frase Thomas kommt bald nach Hause e della frase Der Richter schickt
den Verbrecher ins Gefangnis!
E 3-2: Costituenti
Individuate in base alle prove di permutazione e di sostituzione i costituenti
della frase Die Mutter singt die Kinder jeden Abend in den Schlaf e della fra-
se Der Mann klopft seinem Freund voller Freude auf die Schulter!
122
(b) Er hat einen Brief aus Brasilien erhalten.
(c) Durch Schaden wird man klug.
(d) Er bekommt eine Uhr von seiner Freundin geschenkt.
E 3-8: Grammaticalità
Le seguenti frasi risultano grammaticalmente inaccettabili. Quali regole ven-
gono rispettivamente violate?
(a) *Sie hat schon sehr gesungen.
(b) *Alle Menschen haben auf eine bes sere Zukunft Hoffnung.
(c) *Dem Essen nach sind alle miste spazieren gegangen.
E 3-9: Grammaticalità
Le seguenti frasi risultano grammaticalmente inaccettabili. Quali regole ven-
gono rispettivamente violate?
(a) *Er hat erzahlt seiner Freundin alles.
(b) *Seiner Freundin alles hat er erzahlt.
(c) *Denn hat er seiner Freundin alles erzahlt.
E 3-10: Grammaticalità
Le seguenti frasi risultano grammaticalmente inaccettabili. Quali regole ven-
gono rispettivamente violate?
(a) *Schenkt seiner Frau einen Ring.
(b) *Stimmt nicht, dass er seiner Frau einen Ring schenkt.
(c) *Es stand zwei Manner vor der Ttir.
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124
4. SEMANTICA
significato
significante referente
125
n significato è un'entità che fa parte della lingua e va pertanto distinto dal
referente. n significato è un'entità mentale, un'idea, un'immagine astratta,
mentre il referente è un entità extralinguistica, l'oggetto (in senso lato) a cui
una parola fa riferimento. Cerchiamo di comprendere meglio questa differenza
prendendo come esempio la parola sedia: il significato è il concetto di "sedia",
il referente è una ben specifica sedia di cui si parla in un determinato contesto.
Osserviamo ora la seguente sequenza di immagini che raffigurano ogget-
ti su cui sedersi:
126
Cercando di denominare i vari oggetti, si vedrà come la parola sedia ha
un significato talmente generico e sottospecificato da permettere di applicare
la parola a tutta una serie di oggetti tra loro anche notevolmente diversi (si
pensi ad esempio alle raffigurazioni n. 2, 8, 14, 21 e 23).
La differenza tra significato e referente diventa evidente quando parole
distinte si rapportano a uno stesso referente o descrivono la stessa situazione
extralinguistica. Così, ad esempio, le espressioni il vincitore di Austerlitz e lo
sconfitto di Waterloo si riferiscono entrambe alla persona di Napoleone, ma
ciò non vuol dire assolutamente che le parole vincitore e sconfitto abbiano lo
stesso significato. Posso riferirmi a un cane pastore tedesco con le espressio-
ni - tutte dal significato diverso - Tier, Hund, Schiiferhund, deutscher Schii-
ferhund (con vari gradi di precisione), oppure spregiativamente con Biest
('bestiaccia' ) o KOter ('cagnaccio').
Le frasi Das Hochhaus steht am Rhein e Das Hochhaus liegt am Rhein
descrivono lo stesso dato di fatto ('il grattacielo si trova sul Reno'), ma i ver-
bi stehen (lett. 'essere in piedi' ) e liegen (lett. 'essere sdraiati') hanno signifi-
cato opposto. Lo stesso discorso si può fare per le frasi Er kam fiir drei l ah-
re ins Gefiingnis l Er ging fiir drei Jahre ins Gefiingnis ('è andato in prigione
per tre anni' ) e i rispettivi verbi kommen ('venire') e gehen ('andare').
È facile notare come il significato di una parola cambi a seconda della si-
tuazione e del contesto linguistico. Facciamo qualche esempio. La parola ita-
liana bravo ha significati diversi in espressioni come un bravo medico, una
brava persona, una notte brava, farsi una brava passeggiata ecc. Una stessa
127
espressione - come l'esclamazione bravo! - può significare approvazione o
(ironica) disapprovazione.
Ma sarebbe riduttivo limitare il significato di una parola alla somma del-
le sue condizioni d'uso. Vi è infatti quasi sempre una costante di significato,
e ciò garantisce il successo della comunicazione tra i vari parlanti. Inoltre
possiamo comprendere una parola anche fuori da ogni contesto.
128
-la dimensione valutativa: una connotazione positiva hanno ad esempio
le parole formate con i prefissoidi accrescitivi Mega- o Super- (Megakonzert,
Superkonzert), una connotazione negativa le parole formate con i prefissoidi
accrescitivi Marathon- o Mammut- (Marathonrede, Mammutkonzem).
La seconda distinzione è quella tra significato letterale da una parte e si-
gnificato situazionale (in senso lato) dall'altra. Il significato letterale è co-
stante e costituisce una componente presente in tutte le situazioni d' uso; il si-
gnificato situazionale varia invece. Prendiamo la frase Hier wird Deutsch ge-
spro_chen che può comparire in contesti situazionali diversi (S l , S2, S3):
129
ficato lessicale (si pensi ai morfemi diminutivi -chen e -lein, ricchi di valori
connotativi).
È interessante notare storicamente il passaggio dal significato lessicale a
quello grammaticale. Così ad es. in tutta una serie di formazioni la parola
Bombe ha perso il suo significato lessicale per assumere un significato gram-
maticale (cfr. 2.6.5): da parola autonoma è diventata prefissoide di tipo ac-
crescitivo (Bombengeschiift, Bombenwirkung ecc.).
4.2.1. Sinonimia
Il più delle volte, una parola tedesca viene usata accanto alla parola pre-
sa in prestito dali' inglese:
130
Mutterplatine Motherboard 'scheda madre'
Prozessor CPU 'processare'
Steckplatz Slot 'slot'
Diskette Floppy 'dischetto'
Eingabe-Taste Return-Taste '(tasto di) invio'
Magnetbandspeicher Streamer 'streamer'
Drucker Printer 'stampante'
Bildschirm Display 'schermo'
(Maus-)Zeiger Cursor 'cursore'
Tranne che nel primo esempio, abbiamo sempre una forma tedesca che si
oppone a una forma inglese (o adattata dall'inglese). Ancora qualche altro
esempio preso dallo sport:
??? Perché sono proprio i linguaggi settoriali ad avere un numero abbastanza ri-
levante di sinonimi totali?
131
GroBvater Opa l Opi 'nonno'
GroBmutter Orna/ Orni 'nonna'
In altri casi, a una parola neutra si oppone una serie di parole decisa-
mente colloquiali. Alle connotazioni di registro (neutro/colloquiale) spesso
sono connesse anche connotazioni sociali. Parole tipicamente colloquiali so-
no ad es. diffuse tra le denominazioni delle parti del corpo umano oppure tra
espressioni nell'ambito del denaro:
??? Che cosa significano letteralmente tali espressioni eufemistiche e quali im-
magini sono alla loro base?
132
Consideriamo infine i sinonimi che si differenziano per connotazioni
funzionali. Diffuso è il caso di coppie di parole in cui la prima appartiene al-
la lingua comune, la seconda al linguaggio tecnico-scientifico (come Brief-
marke e Postwertzeichen per 'francobollo'). Prendiamo qualche esempio dal
campo della medicina:
4.2.2. Opposizione
tot lebendig
mannlich weiblich
verheiratet unverheiratet
schweigen sprechen
133
lich tot sein 'essere abbastanza morto') e non risultano possibili forme di
comparaziOne:
??? Come si spiegano apparenti eccezioni quale la frase tedesca Wir haben eine
lebendigere Demokratie als noch vor zwanzig Jahren oppure espressioni italia-
ne quali mezzo morto o sposatissimo?
warm kalt
groB klein
gut schlecht
schon · hasslich
jung alt
rei ch arm
134
Consideriamo infine l'inversione. Due parole si trovano in un rapporto
di inversione quando descrivono lo stesso processo o lo stesso dato di fatto da
due punti di vista opposti (ad es. vendere e comprare):
verkaufen kaufen
lehren lernen
Vater Sohn
Ehemann Ehefrau
rechts links
ti ber unter
Pertanto, Peter verkauft Maria das Buch è equivalente a Maria kauft das
Buch von Peter, Hans ist der Vater von Karl è equivalente a Karl ist der Sohn
von Hans, die Kirche ist rechts von dem Rathaus a das Rathaus ist links von
der Kirche ecc. La differenza tra antonimia e inversione può essere eviden-
ziata tramite una semplice prova. Prendiamo la coppia di parole oppositive
lieben e hassen e formiamo le seguenti frasi:
135
- Hund 'cane', Katze 'gatto', Pferd 'cavallo' ecc. rispetto a Vierbeiner 'quadru-
pede';
- Vierbeiner 'quadrupede', Fisch 'pesce', Vogel 'uccello' ecc. rispetto a Tier
'animale'.
??? Provate a costruire, per l'italiano e per il tedesco, una tassonomia rispetti-
vamente per le piante e per gli animali. Considerate che queste classificazioni
non necessariamente coincidono con il sistema di denominazioni scientifiche e
possono anche variare da persona a persona. Discutete quali fattori influiscono
su questa variazione!
verbo incoativo
schlafen einschlafen
fahren losfahren
drehen andrehen
bliihen aufbliiben
verbo causativo
sterben toten
sehen zeigen
stehen stellen
liegen legen
136
Si noti che il verbo causativo (tOten ecc.) è sempre transitivo, mentre
l'altro verbo può anche essere intransitivo.
137
??? I voti scolastici tedeschi vanno da l (massimo) a 6 (minimo), quelli italiani
da O (minimo) a 10 (massimo). Volendo convertire un voto tedesco in un voto
italiano (o viceversa), quali difficoltà si incontrano?
(3) Das Honorar l *der Lohn l *der Sold eines guten Anwalts ist kaum zu
bezahlen.
(4) Das Gehalt l die Besoldung eines Universitatsprofessors ist in
Deutschland hoher als in Italien.
138
La seconda prova è quella di distribuzione. Vengono analizzati tutti i
contesti in cui compare una determinata parola (per es. tutti i possibili usi di
Honorar):
139
4.4.2. Individuazione dei tratti all'interno del campo semantico
Vater, Mutter, Bruder, Schwester, Sohn, Tochter, Onkel, Tante, Cousin, Cousine,
Neffe, Nichte, GroBvater, GroBmutter, GroBonkel, GroBtante
??? Prendendo in considerazione gli altri lesserni del campo, quali ulteriori trat-
ti semantici si rivelano distintivi?
140
Passiamo ora al campo semantico dei mezzi di locomozione che com-
prende numerosissirni lesserni. Qui una piccola selezione:
sich bewegen, sich nlihem, sich entfemen, steigen, fallen, weichen, kommen,
gehen, laufen, kriechen, stolzieren, marschieren, schreiten, stolpem, springen,
stampfen, stiefeln, eilen, watscheln, trippeln, tapsen, zuckeln, stelzen, schlei-
chen, schlendem, spazieren, flanieren, bummeln; waten, schwimmen, fliegen;
141
kommen gehen [±centripetale]
steigen fallen [±in alto]
stiefeln schleichen [±veloce]
gehen schwimmen [±terra ferma]
La metafora è una figura retorica basata sul trasferimento dal senso pro-
prio al senso figurato, stabilendo una relazione di somiglianza. Se per es. af-
fermo che quella donna è un blocco di ghiaccio uso la parola ghiaccio in sen-
so figurato, stabilendo una similitudine del tipo quella donna è fredda come
un blocco di ghiaccio. Linguisticamente, si può analizzare la metafora come
modificazione di un tratto semantico, per es. da [+concreto] a [-concreto].
Va però tenuto conto del fatto che numerose metafore sono oramai pie-
namente convenzionalizzate: non vengono, cioè, più avvertite dai parlanti co-
142
me tali e sono usate senza alcuna particolare intenzione retorica. Spesso, ad-
dirittura, manca un'alternativa non-metaforica per esprimere lo stesso con-
cetto. Vediamo qualche esempio di espressioni metaforiche altamente con-
venzionalizzate che si basano su parti del corpo umano:
143
raum, al verbo spaziale kommen 'venire' in bald kommt Weihnachten , alla
preposizione vor 'davanti' in vor Weihnachten ecc.).
Particolarmente numerose sono le espressioni metaforiche che hanno co-
me dominio di partenza la guerra e come dominio di arrivo il dibattito (AR-
GUMENT IS WAR nella formulazione di Lakoff/Johnson). Un confronto
meramente verbale viene metaforizzato in chiave di scontro fisico. Qui di se-
guito sono riportati alcuni titoli della stampa tedesca:
144
4.5.2. La metonimia
Nella linguistica cognitiva, non solo la metafora ma anche la metonimia è
considerata un fenomeno che va ben oltre la mera figura retorica. Come la me-
tafora, la metonimia è un procedimento di estensione semantica profondamente
ancorato nella nostra lingua quotidiana. La differenza fondamentale consiste
però nel fatto che la metafora comporta un passaggio da un dominio all'altro,
mentre nel caso della metonimia si rimane entro i confini di uno stesso ambito
di esperienza.
Esistono due tipi di metonirnia a seconda che essa si basi su un rapporto
di componenzialità o di contiguità. Siamo in presenza del primo tipo quando
un aspetto facile da percepire, da comprendere o da ricordare sta a rappresen-
tare una determinata entità nella sua interezza (pars pro toto 'la parte per il
tutto'). Un esempio è dato dalla frase Er daifmeine Schwelle nicht mehr be-
treten, dove Schwelle 'soglia' sta per l'intera casa.
Nel secondo tipo di metonirnia, una determinata entità rimanda a una se-
conda entità con la quale si trova in un rapporto di "contiguità" materiale,
spaziale, temporale o logico-causale. Si possono distinguere principalmente
le seguenti forme di metonirnia:
il contenitore per il contenuto: bere un bicchiere - ein Glas trinken;
la materia prima per il prodotto finito: portare la lana - Wolle tragen;
l'autore per l'opera: leggere Goethe- Goethe lesen;
la causa per l'effetto: lavoro e Arbeit nel senso di 'opera compiuta';
il luogo per l'evento: Stalingrado è stata la svolta della guerra- Sta-
lingrad war die Wende des Krieges;
il luogo per l'istituzione: la Casa Bianca non reagisce- das Weij.Je Haus
reagiert nicht;
il responsabile per i sottoposti: Beckenbauer ha vinto i mondiali del1990
- Beckenbauer hat die Weltmeisterschaft 1990 gewonnen;
l'organizzazione per i membri: il partito ha preso la decisione - die
Partei hat den Beschluss gefasst;
l'oggetto per chi lo manovra: oggi scioperano gli autobus- heute streiken
die Busse;
una sensazione fisica per l'emozione: mi viene la pelle d'oca - ich
bekomme Giinsehaut (nel senso di 'avere paura');
la premessa per l'azione principale: andare al ristorante- ins Restaurant
gehen ('cenare in un ristorante').
145
raggruppare un certo numero di entità sulla base di criteri di appartenenza a
un determinato tipo (cioè a una determinata categoria). Così ad esempio tutti
i numeri aventi la caratteristica di essere divisibili per due formano la catego-
ria dei NUMERI PARI, i numeri che non lo sono la categoria dei NUMERI
DISPARI. Un altro esempio è dato dagli atleti che praticano il pugilato, la lot-
ta o il sollevamento pesi: essi sono suddivisi in categorie a seconda del loro
peso corporeo.
La categorizzazione negli esempi appena citati si basa su caratteristiche
necessarie e sufficienti: "necessarie" in quanto tutti gli appartenenti a una de-
terminata categoria devono obbligatoriamente possedere tali proprietà; "suf-
ficienti" in quanto le proprietà in questione ci consentono di stabilire univo-
camente se una determinata entità appartiene alla categoria o meno.
Non sempre, però, la categorizzazione è un'operazione così semplice e
"matematica". Dovendo, ad esempio, stabilire se un determinato animale ap-
partenga alla categoria degli UCCELLI, talvolta ci si può trovare in difficoltà.
Lo struzzo è un uccello anche se non sa volare? li pinguino anche se non ha
le piume? Il kiwi anche se non ha le ali? In questi casi si assume che la cate-
gorizzazione avvenga sulla base di prototipi. Il prototipo - secondo il filone
di studi iniziato dalla psicologa americana Eleonore Rosch - è definito come
il miglior rappresentante della categoria in quanto riassume in sé tutte le ca-
ratteristiche rilevanti per la categoria di appartenenza. Nel caso degli uccelli
tali caratteristiche possono essere:
[sa volare]
[ha piume]
[ha ali]
[ha un becco]
[depone uova]
146
Pudding o Pfannkuchen); per la categoria KLEIDUNG Hemd o Hose (e non
Slip o Krawatte).
Una categorizzazione basata su prototipi è valida anche per concetti astrat-
ti. Prendiamo l'esempio di LUGE. Una "tipica" bugia possiede le seguenti ca-
ratteristiche:
[falsità dell'affermazione]
[consapevolezza della falsità]
[intenzione di ingannare]
??? Indicate bugie tipiche e atipiche nella nostra vita quotidiana! Su quale mec-
canismo si basa la barzelletta "Was ist die erste Liige eines kleinen Kindes" -
"Papi!"?
(10) ein typischer Vogel l ein Vogel par excellence l ein wahrer Vogel
(11) eine Art Vogel l ein seltsamer Vogel l ein sonderbarer Vogel l ein Vogel
im weiteren Sinne
147
un becco] e [depone uova], come tratti prototipici [sa volare], [ha piume] e
[ha ali].
Un altro esempio potrebbe essere la categoria JUNGGESELLE. Tratti
categoriali sono [+umano], [+maschile], [+adulto], [-sposato]; tratti prototi-
pici forse [vive da solo], [sa cucinare] e [macho]. Consideriamo infine la ca-
tegoria MUTTER. Tratti categoriali sono [+femminile] e [aver partorito al-
meno un bambino]; tratti prototipici, forse, [nutre e cresce il bambino], [amo-
revole], [sposata al padre], [casalinga] ecc. Questi ultimi due esempi mostra-
no come i tratti prototipici facciano parte del significato connotativo e consi-
stano nelle associazioni di idee solitamente collegate allessema in questione.
Si tratta spesso di stereotipi, vale a dire di idee preconcette ampiamente dif-
fuse ma non necessariamente corrispondenti a dati statistici reali.
4.7. La polisemia
Le entità a cui si riferisce Tafel sono accomunate dal fatto di essere ret-
tangolari e piatte, ma differiscono per materiale, dimensioni e funzione: il
materiale può essere ad es. metallo, pietra o legno; può trattarsi di un oggetto
piccolo o grande; di un supporto riscrivibile o meno, e così via.
La polisernia è un fenomeno diffusissimo nella lingua quotidiana in
quanto rappresenta un meccanismo fondamentale per il suo buon funziona-
mento. Sarebbe infatti antieconomico se ogni significato venisse espresso
mediante un significante diverso: il nostro lessico consisterebbe allora in un
numero troppo alto di parole. La potenziale polisernia di ogni parola ci per-
mette, invece, di dare espressione linguistica a oggetti e concetti nuovi utiliz-
zando le parole esistenti, vale a dire parole che già possiedono un significato
in qualche modo simile a quello che ora si vuole esprimere.
Sia detto per inciso che la polisernia è di solito virtuale in quanto il si-
gnificato attualizzato in un determinato contesto esclude tutti gli altri possibi-
li. La polisernia, quindi, non comporta ambiguità. Così ad esempio nella pri-
148
ma frase presa in esame (12a), Tafel ha l'esclusivo significato di 'lavagna'
(gli altri significati essendo irrilevanti).
Nei linguaggi tecnico-scientifici, in opposizione alla lingua comune, le
terminologie e le nomenclature sono tendenzialmente costituite da parole mo-
nosemiche. L'assenza di polisemia e di sinonimia, in questo ambito d'uso,
porta a un rapporto biunivoco tra significato e significante: un determinato si-
gnificante corrisponde a un solo significato, un determinato significato a un
solo significante.
Dalla polisemia va distinta l' omonimia: significati totalmente diversi cor-
rispondono - casualmente - a uno stesso significante. Mutamenti fonetici av-
venuti nel corso dell'evoluzione di una lingua possono far sì che parole aven-
ti in origine forme fonetiche diverse si ritrovano con la stessa forma. Gli omo-
nimi vengono percepiti come parole diverse proprio perché hanno un'etimolo-
gia diversa (così ad es. Bar come 'unità di misura della pressione atmosferica'
e Bar come 'locale'). Vi sono inoltre alcuni aspetti morfologici a segnalarci
casi di omonimia: differenze di genere (der Kiefer 'mascella', die Kiefer 'pino
silvestre') e di plurale (Bank-Banken 'banche' e Bank-Banke 'panchine').
Ritorniamo alla polisemia. Aprendo un dizionario e leggendo le voci di
lessemi polisemici, può sembrare che le singole varianti di significato costi-
tuiscano un assembramento più o meno casuale. In realtà, si dà spesso il caso
che i vari significati risultino collegati tra loro in quanto aventi in comune
uno o più tratti semantici. Così ad esempio Tafel, in tutte le varianti conside-
rate, possiede le caratteristiche [rettangolare] e [piatto]. Consideriamo un al-
tro esempio in cui è possibile individuare un denominatore comune per tutte
le varianti. Allessema Schule sono riconducibili almeno quattro varianti prin-
cipali ('istituzione', 'edificio', 'insieme delle attività', 'istituzione come prin-
cipio') esemplificate rispettivamente dalle seguenti frasi:
149
è l'idea di [movimento], ma è un nucleo comune talmente generale da non
avere più alcuna significativa validità operativa per distinguere kommen da
altri verbi di movimento del suo campo semantico.
Anche i lessemi altamente polisemici sono però dotati, a ben vedere, di
una struttura organica in cui sussistono collegamenti sistematici tra i vari usi.
Tali collegamenti possono essere ben descritti mediante un modello prototi-
pico-reticolare che stabilisce una gerarchia tra le varianti del lessema: non è
vero che tutte le varianti sono potenzialmente sullo stesso piano, ma esistono
varianti prototipiche centrali e varianti periferiche.
In sintesi, il modello prototipico applicato alla polisemia prevede che dal
centro prototipico dipartano le varianti più periferiche lungo catene di estensio-
ni semantiche. I settori estremi di queste catene hanno poco o nulla in comune
con il centro, ma risultano nondimeno motivati in quanto progressivamente de-
rivati dal prototipo mediante procedimenti cognitivi di carattere generale. Le
analisi cognitiviste ci presentano quindi una "rete semantica" a forma radiale in
cui tutte le varianti dellessema sono sistematicamente interconnesse.
Ritorniamo ai nostri esempi con il verbo kommen. Nella variante prototi-
pica (14a), l'uomo esegue il movimento in piena libertà così come si convie-
ne a un essere dotato di capacità di autolocomozione e di intelligenza pianifi-
catrice dei propri atti. Nella variante (b), l'uomo deve fare i conti con una for-
za antagonista (il muro che ostacola il suo movimento), ma riesce ad avere la
meglio. Nella variante (c), invece, l'uomo soccombe alla forza antagonista in
quanto perde il controllo del movimento. Nella variante (d), infine, il movi-
mento non è neanche più effettuato fisicamente dall'uomo ma risulta in tutto
e per tutto delegato ad altri. Confrontando queste quattro varianti si vede,
quindi, come l'uomo perda progressivamente importanza n~ll'esecuzione e
nella pianificazione del movimento stesso.
Il modello prototipico permette, inoltre, di rendere sistematicamente
conto degli usi metaforici di un determinato lessema, considerati periferici
ma pur sempre collegati a quelli centrali. Prendiamo i seguenti esempi:
150
uber die Mauer kommen in 14b), le due frasi (16a/b) agli usi caratterizzati da
un movimento passivo (come ins Krankenhaus kommen in 14d).
La semantica della frase non si occupa più del significato di singole pa-
role (semantica lessicale), ma del significato di sintagmi e di frasi. Vengono
studiati i meccanismi con cui i significati di unità più piccole si combinano
determinando il significato complessivo di unità più grandi.
(17) a rotes Haar l rote Haut l rote Fahne l rote Schuhe ...
b braunes Haar l braune Haut l braune Fahne l braune Schuhe ...
(18) a biondes Haar l *bionde Haut l *bionde Fahne l *bionde Schuhe ...
b *biasses Haar l bi asse Haut l *blasse Fahne l * biasse Schuhe ...
Infatti, blond indica quasi esclusivamente il colore dei capelli, blass si ri-
ferisce quasi esclusivamente alla carnagione.
Si ha un'anomalia semantica non solo quando i tratti semantici di due pa-
role risultano incompatibili (ein schwarzer Schimmel, dove schwarz contrasta
con [weill] contenuto in Schimmel 'cavallo bianco'; eine kurze Ewigkeit, do-
ve kurz contrasta con [endlos] contenuto in Ewigkeit 'eternità'), ma anche
quando i tratti coincidono totalmente. Si ha allora una tautologia, un'affer-
mazione sempre vera che proprio per questo ha perso il suo valore informati-
vo (ein weifier Schimmel; eine endlose Ewigkeit).
Particolare rilievo, per la costruzione della frase, ha ovviamente la se-
mantica del verbo. Nel capitolo dedicato alla sintassi, abbiamo già parlato del-
la valenza, cioè della griglia di complementi richiesti obbligatoriamente dalla
struttura di un verbo (cfr.. 3.4.2). Prendiamo l'esempio del verbo schenken:
151
Il verbo richiede come Soggetto/Agente un'entità che abbia la caratteri-
stica [+umano], altrimenti la frase risulta semanticamente inaccettabile:
Altri verbi indicano invece la fase iniziale di un'attività o uno stato, fa-
cendo quindi riferimento implicito a un mutamento in precedenza avvenuto
(Aktionsart incoativa):
152
Da un punto di vista logico, si ha sinonirnia quando - data la prima frase
vera - anche la seconda è vera e, viceversa, data la seconda frase vera, anche
la prima è vera. Oppure: data la prima frase falsa, anche la seconda è falsa (e
viceversa). Va infatti tenuto conto che le relazioni semantiche tra due frasi
sussistono indipendentemente dal fatto che esse siano in sé vere o false. Per-
tanto, può esservi sinonimia anche tra due frasi palesemente false:
In altre parole, solo una delle due frasi può essere vera: o Karl ha smes-
so di cantare, oppure continua a cantare; o Peter è sposato, oppure non lo è.
Non esistono altre possibilità.
Un terzo tipo di relazione è costituito dall'inclusione (detta anche impli-
cazione). Data la prima frase vera, anche la seconda è vera- ma non necessa-
riamente il contrario (se la seconda è vera, la prima può essere vera o falsa) :
Partendo dal presupposto che la seconda frase sia vera, la prima può -
come è stato appena detto- anche essere falsa: se Katja possiede un bel ca-
ne, questo non è necessariamente un barboncino; se Sandra non è più sposa-
ta, ciò non vuol dire necessariamente che abbia divorziato (potrebbe anche
aver perso il marito).
Esercizi
153
E 4-2: Campo semantico
Trovate altri lesserrù tedeschi che fanno parte del campo semantico dei mez-
zi di locomozione, prestando particolare attenzione a coppie o gruppi di les-
serrù che possono essere considerati sinonimi!
E 4-5: Metafore
Cercate nella stampa tedesca e italiana espressioni metaforiche che abbiano
come dorrùnio di partenza la guerra. Quali sono i principali domìni di arrivo?
E 4-6: Metafore
Cercate nella stampa tedesca e italiana espressioni metaforiche che abbiano
come dorrùnio di arrivo lo sport. Quali sono i principali domìni di partenza?
E 4-7: Polisemia
Discutete se esistono collegamenti sistematici tra le varianti di significato dei
seguenti lesserrù poliserrùci!
Zeitung ('Druckschrift', ' Redaktion '), Pferd ('Haustier', 'Tumgerat', 'Schachfi-
gur'), Mutter ('Frau mit Kind ', ' Vorsteherin eines Klosters', 'Tier mit Junge',
'Muttergesellschaft')
E 4-8: Polisemia
Con l'ausilio di un dizionario, fate un elenco dei principali usi del verbo alta-
mente poliserrùco stehen, individuando possibili collegamenti tra le numero-
se varianti di significato!
154
(a) Elke ist nicht tot. Elke ist nicht lebendig.
(b) Hans besitzt einen Sportwagen. Hans besitzt ein Auto.
(c) Hans besitzt kein Auto. Hans besitzt keinen Sportwagen.
155
5. PRAGMATICA
157
Per l'importanza del tempo di enunciazione si possono portare numero-
si esempi. Così una stessa osservazione, pronunciata in un consesso ufficiale,
acquista una diversa lettura a seconda che sia fatta all'interno del proprio tur-
no di parola assegnato o si configuri come un'intromissione indebita. Un al-
tro esempio: una dichiarazione di appartenenza politica può avere un valore
diverso se pronunciata prima o dopo le elezioni.
Per quanto riguarda il luogo di enunciazione, è evidente che uno stesso
enunciato da parte di uno stesso parlante, rivolto allo stesso ascoltatore, può
avere a seconda del contesto funzioni notevolmente diverse (se ad esempio è
prodotto in una sede pubblica o in ambito privato).
Va ricordato brevemente che tempo e luogo di enunciazione corrispon-
dono al tempo e al luogo di ricezione solamente nella conversazione faccia a
faccia. In tutti gli altri casi vi può essere una sfasatura spazio-temporale (per
esempio se si spedisce una lettera).
Lo spazio di percezione dei partecipanti alla comunicazione diventa un
fattore rilevante quando le rispettive collocazioni di parlante e ascoltatore non
coincidono. Ciò avviene ad esempio se il parlante fa riferimento a un ogget-
to che egli può vedere ma l'ascoltatore no, oppure se parlante e ascoltatore
hanno prospettive opposte. Quest'ultimo caso si verifica quando essi si tro-
vano fisicamente uno di fronte all'altro: ciò che è "destra" per il parlante sarà
"sinistra" per l'ascoltatore e così via. Il parlante può quindi scegliere di man-
tenere la sua prospettiva (e usare destra) oppure assumere quella dell'ascol-
tatore (e usare sinistra).
Il bagaglio di conoscenze pregresse di parlante e ascoltatore è un ele-
mento fondamentale della situazione comunicativa. Infatti, il parlante può da-
re per scontato solo ciò che anche l'ascoltatore sa già. Così ad esempio nella
frase È incredibile che Marco abbia parlato alla sua amica solo oggi, l'ascol-
tatore deve sapere chi è il referente di Marco (esistono infatti numerose per-
sone con tale nome), chi è il referente di amica di Marco e deve essere a co-
noscenza del fatto che Marco dovesse parlarle. Se tali premesse non sono da-
te, l'ascoltatore sarà costretto a chiedere: Marco chi?, Quale sua amica? ecc.
Il rapporto tra parlante e ascoltatore si configura su un duplice piano:
a) un piano permanente, determinato dai rispettivi ruoli sociali ricoperti dai
partecipanti alla comunicazione; questi possono essere tendenzialmente pari-
tetici (due amici, due colleghi, due fidanzati ecc.), oppure asimmetrico-gerar-
chici (madre e bambino, capoufficio e impiegato, professore e studente ecc.);
b) un piano temporaneo, basato sulla conversazione o sulle conversazioni
avute in precedenza; un enunciato è, infatti, quasi sempre collegato a un con-
testo linguistico pregresso.
L'intenzione del parlante, infine, è un elemento fondamentale per la
corretta interpretazione di un enunciato. Così ad esempio la domanda Dove
sono i miei occhiali? può essere intesa dal parlante come una semplice ri-
chiesta di informazioni oppure come un'esortazione cortese a cercare gli oc-
158
chiali. Gli obiettivi del parlante, più in generale, possono essere molteplici:
convincere l'interlocutore, offenderlo, ingannarlo, aiutarlo, divertirlo ecc. È
da osservare che, ovviamente, all'intenzione non sempre corrisponde l'effet-
to desiderato: si può ad esempio raccontare una barzelletta al fine di divertire
i presenti, ma annoiarli di fatto; si può fare un complimento a una persona che
però si sentirà indispettita, e così via.
La teoria degli atti linguistici, che si basa sugli studi di John L. Austin e
John R. Searle, parte dal presupposto che il parlare sia un'azione dettata da
una precisa volontà da parte del parlante. In che senso si può dire che «parla-
re è agire»? Il parlare, in effetti, ha una serie di caratteristiche che lo acco-
munano a tutte le altre azioni "concrete" (come ad esempio aiutare un'anzia-
na ad attraversare la strada, o spingere una persona sotto un treno): è un atto
intenzionale, produce un cambiamento nel nostro mondo e la responsabilità
dell'accaduto ricade su chi ha compiuto l'azione.
Prendiamo l'esempio dell'offesa e della calunnia. Tali atti linguistici mo-
dificano i rapporti interpersonali tra il parlante e la persona offesa o calun-
niata, la quale si sentirà lesa non diversamente da colui che abbia subito
un'aggressione fisica (un pugno, uno schiaffo ecc.). Chi offende e chi calun-
nia deve inoltre rendere conto della sua azione. Ad esempio, chi offende il
suo capoufficio rischia il licenziamento, chi calunnia un vicino rischia di es-
sere condannato a pagare un indennizzo.
Esistono numerosi atti linguistici: l'esortazione, la promessa, la minac-
cia, il permesso, la scusa ecc. Come può l'ascoltatore riconoscere il tipo di at-
to linguistico compiuto dal parlante? I principali "indicatori" di un atto lin-
guistico sono: i cosiddetti verbi performativi, il tipo di frase (incluso il modo
verbale e l'intonazione), i verbi modali, determinati avverbi e verbi indicanti
un coinvolgimento del parlante, le particelle modali, nonché tutta una serie di
elementi paralinguistici (tono di voce, volume di voce, gesti ecc.) che però
qui non tratteremo.
I verbi performativi esplicitano l'atto linguistico che si sta compiendo e
sono usati nella prima persona singolare presente dell'indicativo:
159
frase imperativa: Geh nach Hause! [ESORTAZIONE]
frase ottativa: Ginge er nach Hause! [DESIDERIO]
??? Qual è la rispettiva funzione delle particelle modali nei seguenti enunciati?
Come potrebbero essere appropriatamente tradotte in italiano?
Das ist doch blanker Unsinn. Das Leben ist halt hart. Lass doch den Hund in
Ruhe. Reich mir mal das Salz. Wiirst du nur mitgekommen! Du bist vielleicht
eine Fiasche!
Ogni atto linguistico deve soddisfare alcune precondizioni per essere ac-
cettato dall'interlocutore. Prendiamo come esempi l'esortazione e la promes-
160
sa. Per l'esortazione, le premesse comunicative sono sostanzialmente due: (a)
il parlante deve essere autorizzato a impartire una data direttiva; (b) l'ascol-
tatore deve essere in grado di eseguirla. Se tali premesse non ci sono, l'ascol-
tatore può contestare l'atto linguistico del parlante. A una esortazione come
Fahr nach Hause! potrebbe ad esempio rispondere:
161
sono esempi gli atti del versprechen, geloben, sich verpflichten, einwilligen,
vereinbaren, anbieten, beteuern, garantieren, wetten, drohen, ecc.
Gli atti espressivi servono a manifestare un determinato stato psichico
del parlante stesso. Esistono vari tipi di atti espressivi, profondamente diver-
si: danken, entschuldigen, gratulieren, kondolieren, willkommen heifien, lo-
ben, trosten, protestieren, beschimpfen, verspotten, ecc.
Gli atti declarativi, infine, prescindono totalmente dallo stato psichico
del parlante (non esprimono né una convinzione, né un desiderio, né un'in-
tenzione, né altro stato d'animo) e vengono attuati nel quadro di una deter-
minata istituzione sociale quale ad esempio la chiesa, il parlamento, il gover-
no o l'amministrazione pubblica. Esempi possono essere: exkommunizieren,
taufen, ernennen, ermiichtigen, bekannt geben, bescheinigen, ratifizieren,
Krieg erkliiren, freisprechen, begnadigen, enterben, ecc.
??? Spiegate la seguente barzelletta che si basa sull'opposizione tra atto lingui-
stico apparente e atto effettivo!
Die kleine Monika will und will nicht schlafen gehen. "Soli ich dir ein Gute-
nachtliedchen vorsingen ", fragt der Vater, "oder gehst du freiwillig ins Bett?"
162
con un no. Se il parlante riceve come risposta un no, sarà deluso dal diniego
ma lo considererà una risposta adeguata alla sua richiesta. Se invece il par-
lante si vede rispondere di sì- e la risposta si esaurisce in questo- egli si sen-
tirà preso in giro. Infatti, la domanda era intesa come una (cortese) forma di
esortazione in luogo del più diretto Sag mir, wie spiit es ist!. La formulazione
indiretta di ·tale atto linguistico è altamente convenzionale, ragione appunto
per cui il parlante resta sorpreso da un semplice sì.
Un altro caso di atto linguistico indiretto è dato da un'asserzione che fun-
ge da esortazione:
163
La prospettiva più diretta è ovviamente quella del tu, che si rivolge espli-
citamente all'interlocutore che dovrebbe compiere l'azione richiesta. All'in-
temo di tale prospettiva, il modo più forte di formulare un'esortazione è dato
dall'imperativo (la forma morfologicamente deputata all'esortazione):
(12) a Du gehstjetzt!
b Du wirst jetzt gehen!
c Du musst l sollst l solltest l ... jetzt gehen!
Passiamo ora alla prospettiva del noi, che presenta un'esortazione all'in-
terlocutore come se fosse un richiamo a un'azione congiunta, da compiere da
entrambi i partecipanti alla comunicazione (parlante e ascoltatore). Possiamo
trovare una frase dichiarativa semplice, una frase dichiarativa con richiesta di
conferma, oppure una frase interrogativa:
La terza prospettiva, quella dell'io, non contiene più alcun esplicito rife-
rimento all'ascoltatore. Una prima formulazione prevede l'identificazione
164
con l'ascoltatore da parte del parlante. n parlante suggerisce all'ascoltatore
ciò che egli farebbe al suo posto:
Quale tipo di atto linguistico, diretto o indiretto, sia più appropriato alla
situazione dipenderà ovviamente da molteplici fattori, in particolar modo dal
rapporto sociale tra i due interlocutori, dalla formalità della situazione e dal-
la disponibilità dell'ascoltatore a collaborare.
Come è possibile che gli atti linguistici indiretti vengano quasi sempre
interpretati correttamente? Quali sono i meccanismi che ci portano a scartare
l' interpretazione letterale di un enunciato?
Secondo il filosofo inglese Paul Grice, premessa di ogni comunicazione
è il cosiddetto principio di cooperazione tra gli interlocutori: il parlante, per
165
comunicare con successo, è tenuto a formulare il suo contributo alla conver-
sazione come richiesto dallo stadio della conversazione stessa, nonché dallo
scopo e dall'orientamento del suo discorso. Più in dettaglio, Grice individua
quattro "massime" che regolano la nostra conversazione. Tali massime sono
formulate a mo' di istruzioni per l'uso:
l) massima di quantità: Dà un contributo che sia informativo nella mi-
sura richiesta dagli scopi della conversazione!
2) massima di qualità: Tenta di dare un contributo vero, cioè di non di-
re cose che ritieni false o per le quali non hai prove adeguate!
3) massima di rilevanza: Sii pertinente!
4) massima di modo: Sii perspicuo, cioè evita di essere oscuro, ambi-
guo, prolisso o confuso!
È importante specificare che le massime conversazionali non sono affat-
to intese come norme morali, bensì solamente come norme che regolano un
comportamento razionale dei parlanti. Si tratta, in altre parole, di norme im-
prontate a una comunicazione efficiente. Per quanto riguarda ad esempio la
massima di qualità, è più razionale ed economico assumere - in prima istan-
za - che tutte le affermazioni del proprio interlocutore siano vere piuttosto
che false.
I partecipanti alla conversazione hanno ben presenti tali massime. Esse
permettono ali' ascoltatore di interpretare un enunciato oltre il suo significato
letterale. Le conclusioni logiche che, a seconda del contesto, l'ascoltatore trae
dall'enunciato sono dette implicature conversazionali. Vediamo come
esempio un'implicatura che si fonda sulla massima conversazionale della ri-
levanza:
(19) A: Konnen Sie rnir helfen? Mir ist gerade das Superbenzin ausgegangen.
B: Gleich um die Ecke ist eine Tankstelle.
Implicatura: +> Die Tankstelle ist offen.
+> Die Tankstelle verkauft Superbenzin.
166
(20) A (Sportjournalist): Wie war die Leistung des Mittelsttirrners?
B (FuBballtrainer): Er hat sich sehr bemtiht.
Implicatura: +> Er hat schlecht gespielt.
??? Per quale motivo, in enunciati ironici, compaiono spesso espressioni iper-
boliche (Du bist ja super-piinktlich) o frasi esclamative (War das aufregend!)?
(22) A: Wann gibst du nùr das Geld zuriick, das ich dir geliehen habe?
B: Wohin fàhrst du in den Sommerferien?
lmplicatura: +> Ich mochte deine Frage nicht beantworten.
167
Riassumendo, possiamo attribuire alle implicature conversazionali le se-
guenti tre caratteristiche fondamentali:
- calcolabilità: Le implicature conversazionali sono ricostruibili basan-
dosi sul significato letterale dell'enunciato, sul principio di cooperazione, sul-
le massime conversazionali, nonché sullo specifico contesto in cui viene pro-
dotto l'enunciato.
-variabilità: La presenza o meno di un'irnplicatura conversazionale di-
pende dal contesto situazionale; uno stesso enunciato può, infatti, dar luogo a
un'implicatura conversazionale in un determinato contesto, ma non in un al-
tro (ciò è evidente per gli enunciati ironici che lo sono unicamente in partico-
lari circostanze).
- cancellabilità: Un'implicatura può essere negata esplicitamente nello
stesso contesto d'uso senza che ciò comporti una contraddizione logica (per
esempio nella frase (19) una risposta come Gleich um die Ecke ist eine Tank-
stelle, aber sie ist geschlossen).
Questi tre criteri ci permettono di distinguere il significato letterale di un
enunciato (ciò che non deve essere ricostruito, ciò che è costante nei diversi
contesti, ciò che non può essere negato senza cadere in contraddizione) dal si-
gnificato pragmatico, costituito appunto dalle implicature conversazionali.
5.5. Le presupposizioni
168
(25) a Alle wissen, dass der Bundesminister korrupt ist.
b Nicht alle wissen, dass der Bundesminister korrupt ist.
Presupposizione: >>Der Bundesminister ist korrupt.
(28) a Ich kann nicht bereuen, was ich nicht getan habe.
b Sie unterstellen mir fàlschlicherweise, meine Frau umgebracht zu haben.
(29) a Hans kommt nach Hause. >> Es gibt eine Person namens Hans.
b Der Ideine Junge kommt nach Hause. >>Es gibt einen kleinen Jungen.
c Alle kleinen Jungen kommen nach Hause. >> Es gibt Ideine Jungen.
169
Le presupposizioni fattuali sono indicate da verbi del tipo wissen, be-
merken, erkennen, einsehen, vergessen e del tipo bedauem, bereuen, stolz
sein, sichfreuen che codificano rispettivamente un atteggiamento intellettivo
o emotivo da parte del parlante riguardo a un fatto pregresso:
(36) Wenn ich reich wlire, wiirde ich mir einen Ferrari kaufen.
Presupposizione: >> lch bin nicht reich.
(37) Wenn ich nicht reich wlire, wiirde ich mir einen Kleinwagen kaufen.
Presupposizione: >> Ich bin reich.
170
diamo il seguente esempio che rappresenta una domanda-tipo così come
compare sui manifesti della polizia:
Non è infatti detto che un furto si sia già verificato. Anzi, il cartello è
concepito proprio come deterrente nel senso di 'se si verificasse un furto, ver-
rebbe denunciato'. In entrambi questi ultimi casi la presupposizione risulta
pertanto molto simile:
[per frase 38] >> Es besteht die Moglichkeit, dass jemand den Wagen gesehen hat.
[per frase 39] >> Es besteht die Moglichkeit, dass jemand einen Diebstahl begeht.
In questo periodo non solo viene data per scontata la verità dell'afferma-
zione contenuta nella secondaria (Das Wetter ist schlecht), ma si presuppone
anche una norma generale del tipo Wenn das Wetter schlecht ist, geht man
nicht spazieren: una norma che viene sorprendentemente disattesa. Si sottin-
tende infine anche un motivo per cui tale norma non viene rispettata (ad
esempio weil er nicht zu Hause bleiben mochte, weil sein Sohn ihn Uberredet
hat, weil ihm der Arzt Bewegung verordnet hat ecc.).
171
5.6. La deissi
Sono definiti "deittici" quegli elementi di una lingua che servono a met-
tere in rapporto l'enunciato con il contesto situazionale. Essi stabiliscono le
coordinate spazio-temporali dell'enunciato (come ad esempio gli avverbi qui
e lì oppure oggi e domani) e contribuiscono a individuare i partecipanti alla
comunicazione (vedi i pronomi personali io, tu, noi ecc.).
Se l'ascoltatore ignora il contesto situazionale di riferimento, i deittici ri-
sultano impossibili da interpretare. Immaginiamo di trovare, dopo un'assenza
da casa di alcuni giorni, il seguente messaggio sulla segreteria telefonica da
parte di una voce sconosciuta:
(42) Hallo, ich bin's! Konnen wir uns hier iibermorgen treffen?
(43) Hallo, hier ist Rechtsanwalt Meier! Konnen wir uns am 27. Juli in
meiner Praxis treffen?
172
??? L'enunciato ich bin hier, a prima vista, sembra tautologico. Immaginate
però un contesto in cui risulta pragmaticamente appropriato!
Nel primo caso, hier codifica un'immediata vicinanza (nel senso di 'do-
ve sono seduto adesso'); nel secondo, si riferisce a una prossimità (nel senso
di 'fuori nel mio giardino'). Hier può anche segnare regioni molto più ampie:
P2
x
x
Pl
173
Se il parlante assume la collocazione prospettica Pl, potrà dire:
preposizioni avverbi
vor- hinter vome - hinten
iiber - unter oben- unten
P2
x
Auto
x
Pl
174
e una intrinseca (partendo dalle caratteristiche dimensionali inerenti ali' ogget-
to localizzante). Consideriamo la seguente situazione in cui un istruttore di
guida si rivolge al suo allievo con le parole:
Si noti che hin e her possono concorrere a formare avverbi più comples-
si, sia come primo elemento (herauf/hinauf, herunter/hinunter ecc.) sia come
secondo elemento (hierher, dorthin, dahin ecc.). Non sempre però hin e her
conservano la loro rispettiva specificità; in alcuni contesti risultano, infatti, li-
beramente intercambiabili:
175
Risulta interessante il fatto che in una serie di casi la origo non coincida
più con la collocazione attuale del parlante. Questi, infatti, attua uno sposta-
mento nello spazio mentale per identificarsi con un luogo diverso da quello di
enunciazione. Consideriamo i seguenti due esempi:
(54) a Kommst du mich morgen besuchen? - Ja, morgen komme ich dich
besuchen.
b Brigitte ist letzte Woche nach Rom gekommen, aber ich war leider in
Urlaub.
Nel primo caso (54a), il parlante si identifica con la posizione dell' ascol-
tatore; questa forma di trasposizione ha una sua evidente origine in strategie
di cortesia. Nel secondo caso (54b), il parlante si identifica con la sua dimo-
ra, un luogo tanto importante nella sua vita da costituire un punto di riferi-
mento anche quando non vi è presente.
Infine, in un racconto che non coinvolge direttamente alcuno dei parteci-
panti alla comunicazione, il parlante-narratore sceglie un punto di vista che in
genere corrisponde al luogo dove accade l'evento principale:
(55) Es war ein schones Fest. Viele wichtige Gaste kamen. Nach einer Stunde
gingen sie.
Vediamo ora qualche breve cenno sui restanti tipi di deittici. Esempi di
deittici temporali sono innanzitutto avverbi come heute, gestern e morgen, la
cui interpretazione dipende dalla conoscenza, da parte dell ' ascoltatore, del
preciso momento di enunciazione. Altri esempi sono espressioni come jetzt,
bald, vor kurzem, nachste Woche, ecc. È interessante notare che anche jetzt,
come già hier, può avere un'estensione variabile (piccola o grande):
176
I pronomi du/Sie (sing.) e ihr/Sie (pl.) sono a volte considerati deittici
"sociali" in quanto indicativi dei rapporti interpersonali fra i due interlocu-
tori.
I deittici testuali, infine, sono utilizzati per evidenziare la strutturazione
e l'organizzazione del testo, nella fattispecie per indicare elementi testuali
precedenti o seguenti il punto attuale del discorso. Si tratta di una forma di
deissi derivata in quanto si usano deittici spaziali (come oben e unten) e tem-
porali (come soeben e gleich). I primi vengono usati nei testi scritti, i secon-
di di preferenza nei testi orali.
177
L'unità fondamentale della conversazione è il turno dei rispettivi parte-
cipanti alla comunicazione: nel momento in cui finisce il contributo del par-
lante A, subentra il parlante B e così via, con un'alternanza regolare fino al
termine della conversazione stessa. Vi sono regole ben precise per il passag-
gio del turno da un parlante all'altro. Ogni enunciato è infatti composto da
unità più piccole (principalmente frasi o parti di frasi), alla fine delle quali vi
è rispettivamente un potenziale punto di transizione. In tedesco, ciò avviene
tipicamente con la rechte Satzklammer.
Arrivato a uno di questi punti, il parlante può cedere la parola (ad es. tra-
mite una domanda, una preghiera, un'allocuzione diretta) o, se ciò non av-
viene, l'interlocutore sarà autorizzato a prendere la parola di sua iniziativa.
Nel caso che l'interlocutore non faccia uso di questa sua prerogativa, il par-
lante potrà continuare il suo discorso fino al prossimo potenziale punto di
transizione. Vediamo un esempio di conversazione autentica (un dialogo tra
medico e paziente):
Chefarzt: Wiir das moglich, Frau Schatt, dass Sie . in der Woche (l)
einmal jetzt . am Anfang . einmal zu dem Urologen in (2)
Sodenhausen gehn? Wie weit is n das weg? (3)
Patientin: Jà, das is schon weit weg. (4)
Chefarzt: Weit weg? (5)
Patientin: Jaa, weit is er nich weg. Jà. (6)
Chefarzt: H'm. Wie weit/wie lang miissen Se laufen? (7)
Patientin: Naja, viertel Stunde. (8)
Chefarzt: Viertel Stunde? Nà, das tlit Ihnen gut. (9)
Patientin: Hmh'm. (lO)
N.B. Il punto fermo in mezzo alla frase indica una breve pausa, l'accento acuto
un'intonazione ascendente, l'accento grave un'intonazione discendente.
[adattato da: Redder, Angelika l Ehlich, Konrad (a c. di) (1994). Gesprochene
Sprache. Transkripte und Tondokumente. Tiibingen: Niemeyer, p. 315]
178
terlocutore non ci lascia mai prendere la parola, oppure che ci interrompe in
continuazione.
Questo dialogo ci mostra inoltre un altro aspetto rilevante delle conver-
sazioni: i cosiddetti fenomeni di riparazione. Il parlante modifica la sua pro-
duzione in corso d'opera, "correggendo" il tiro (wie weitlwie lang al rigo 7).
La riparazione è in genere spontanea, vale a dire non sollecitata dall'interlo-
cutore. Vediamo un altro esempio:
Anche le forme allocutive (Sie, Sieda, du, du ldiot, Peter ecc.) si collo-
cano prima del Vorfeld. La loro principale funzione è quella di suscitare l'at-
tenzione dell'interlocutore. Le allocuzioni possono inoltre aumentare o dimi-
nuire il livello di cortesia dell'enunciato:
179
(60) a Das durftest du nicht tun! [neutro]
b Peter, das durftest du nicht tu n! [più cortese]
c Du da, das durftest du nicht tun! [meno cortese]
180
(63) a [Ich] Bin sowieso zu miide.
b [Das] Bringt nichts.
c [Dalhier] Kann man nichts machen.
(66) Ja, dann wiirden Se da auch en bisschen mehr Geld kriegen. So sieben
achthundert Mark wiirden die zahlen, weil ja nur halbtags arbeiten, ne.
[da: Redder/Ehlich (1994), p. 103]
181
Esercizi
E 5-5: Implicatura
Immaginate di trovare un negozio chiuso, con il seguente cartello in vetrina:
Heute geschlossen. Per un mese intero, ogni giorno, ripassate e trovate esat-
tamente la stessa situazione. Per quale motivo vi sentite presi in giro?
E 5-6: Implicatura
Confrontate i seguenti due giudizi che un datore di lavoro ha formulato ri-
guardo a due suoi dipendenti. Spiegate, passo dopo passo, perché il secondo
giudizio, apparentemente benevolo, è in realtà altamente negativo!
182
(a) Herr Miiller erledigte die ihm iibertragenen Arbeiten stets zu unserer vollsten
Zufriedenheit. Er arbeitete rnit groBter Sorgfalt. Seine Arbeitsergebnisse erfiillten
stets bocbste Anspriicbe. Er zeigte eine berausragende Einsatzbereitscbaft. Er kam
rnit unseren Kunden stets gut zurecbt. Er verfiigt ii ber ein exzellentes Facbwissen.
(b) Herr Meier fiihrte die ibm iibertragenen Aufgaben mit groBem FleiB und In-
teresse durcb. Er war stets um eine sorgfhltige Arbeitsweise bemiibt. Er sucbte
nacb Losungen fiir die in seinen Arbeitsbereicb fallenden Probleme. Seine Posi-
tion erforderte ein bohes MaB an Einsatzbereitscbaft. Er strebte stets ein gutes
Verbhltnis zu unseren Kunden an. Er war stets daran interessiert, seine facbli-
cben Grundkenntnisse zu erweitem.
E 5-9: Deissi
Identificate nel seguente dialogo tutti gli elementi deittici e classificateli!
Ute: Hast du das geseben? [zeigt auf ibren neuen Wagen, der einen Krat-
zer an der Fahrerseite bat]
Micbael: Das bast du rnicb scbon gestem gefragt. Scbau mal, hier ist inzwiscben
noch ein Kratzer hinzugekommen. [zeigt auf die Beifahrerseite]
Ute: Das muss icb dir sagen: Taktgefiihl bast du iiberbaupt nicbt! Jedenfalls,
nacbste Wocbe muss icb wohl den Wagen in die Werkstatt bringen.
183
E 5-10: Deissi
Un uomo legge, nella vetrina di un negozio, il cartello Morgen alles zum hai-
ben Preis!. Ritorna l'indomani, ma trova i prezzi invariati rispetto al giorno
precedente. Alle sue proteste, il commerciante risponde indicando il cartello
che si trova in vetrina. -In questa storiella, qual è il rispettivo punto di vi sta
deittico del cliente e del commerciante?
Austin, John L. (1972). Zur Theorie der Sprechakte. Stuttgart: Reclam. [edizione
originale: 1962. How to Do Things With Words. Oxford: Oxford University
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Brinker, Klaus l Sager, Sven F. (2001 3). Linguistische Gesprachsanalyse. Eine
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Deixis im Deutschen. Tiibingen: Niemeyer.
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Berlin/New York: de Gruyter.
Weigand, Edda (2003 2). Sprache als Dialog. Sprechakttaxonomie und kommu-
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Berlin/New York: de Gruyter.
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184
6. LINGUISTICA TESTUALE
Ogni parlante possiede ciò che si può chiamare una "competenza testua-
le": ha la capacità di interpretare un testo sulla base di regole interiorizzate
concernenti la strutturazione testuale. Egli sa individuare, ad esempio, sin
dalle prime righe il tipo di testo in questione; sa riconoscere parti del testo ri-
spetto all'unità del testo complessivo; sa giudicare se il testo è completo o
meno; sa infine riassumere un testo, estrapolando le informazioni principali.
Facciamo un esempio e vediamo la seguente breve notizia apparsa su un gior-
nale tedesco:
185
Vorsicht, wenn Sie Ihren Hund streicheln: Nach neuen Erkenntnissen nisten sich
Spulwiirmer im Fell von Hunden ein, so britische Tierarzte. Sind die Eier reif
genug, ktinnen sie auch Menschen infizieren. Werden sie iiber den Blutkreislauf
in die Augen transportiert, droht sogar Erblindung.
186
derati i testi dialogici che si costituiscono nell'interazione tra due parteci-
panti alla comunicazione (per es. una telefonata o una conversazione faccia
a faccia).
e) Il testo è tipicamente un costrutto linguistico "puro". Atipici sono in-
vece i testi "misti" che presentano una contaminazione plurimediale con altre
forme di comunicazione (manifesti elettorali, cartelli stradali, fumetti, vignet-
te, inserzioni pubblicitarie ecc.).
f) Il testo è tipicamente caratterizzato da una precisa funzione comunica-
tiva. Vi è un'idea di fondo che caratterizza l'intero testo (così ad es. un'istru-
zione per l'uso di un elettrodomestico ha come finalità quella di insegnare al
cliente l'uso dell'oggetto in questione). Nei testi delle conversazioni quoti-
diane accade, invece, che si parla "del più e del meno" senza un'intenzione
ben individuabile.
g) Il testo rispetta tipicamente una sequenza logico-temporale. Si veda il
seguente esempio:
Das Gebliude 1899 Pennsylvania Avenue wurde im Mai 2003 fettig gestellt. Es
hat eine vermietete Flache von 17.000 Quadratmetern und 71 Tiefgaragenplatze.
Das Objekt fiir den in US-Dollar gefi.ihrten US-Grundinvest 1iegt in der Innen-
stadt von Washington D.C. Die Fondsgesellschaft KanAm hat das erste Gebliu-
de fiir die US-Version ihres offenen Imrnobilienfonds gekauft.
187
6.2.1 sette requisiti del testo (1): coesione e coerenza
(2) Vera hat mit ihrer Mutter gesprochen. Sie kommt morgen zu Besuch.
(3) Vera hat angerufen. Sie sagt, sie kommt morgen zu Besuch.
(4) a Hast du was von Vera gehort?- Vera hat angerufen. Sie sagt, sie kommt
morgen zu Besuch.
b Hast du was von Manuela gehOrt? - Vera hat angerufen. Sie sagt, sie
kommt morgen zu Besuch.
188
Nel primo caso, il pronome sie in questione si riferisce nuovamente a Ve-
ra, nel secondo invece a Manuela. In altri casi, poi, la corretta assegnazione
dell'antecedente di un pronome avviene senza una conoscenza supplementa-
re della specifica situazione:
(5) a Petra ist mit ihrem Hund zum Tierarzt gegangen. Er hat ihn gebissen.
b Petra ist mit ihrem Hund zum Tierarzt gegangen. Er hat ihm geholfen.
(6) Hans hat einen neuen Krimi geschrieben. Er ist sehr spannend.
Qui l'antecedente non può che essere Krimi per motivi di compatibilità
lessicale: un aggettivo come spannend può solo essere riferito a entità inani-
mate, mai a persone.
??? Il tedesco possiede tre generi grammaticali. Secondo voi ciò influisce sui
procedimenti di ripresa pronominale?
(8) a Ich kann es nicht glauben: Der Tierarzt hat den Hund gebissen.
b Lass das sein, dieses standige Schreien!
189
L'analisi dei pronomi ci porta a considerare un'aspetto più generale della
struttura testuale, quello della cosiddetta continuità referenziale. Se un determi-
nato referente appare più volte nello stesso tèsto, vi sono vari modi di indicare
le successive apparizioni. Tutti questi procedimenti servono a garantire la coe-
sione testuale. Un primo modo, come abbiamo visto, è dato dalla ripresa prono-
minale dell'antecedente; pronome e antecedente si riferiscono alla stessa entità
extralinguistica (si parla di co-referenza). Esistono anche altre forme di ripresa:
-ripresa tramite la stessa parola:
(10) Schrèider hat heute im Bundestag gesprochen. Der Kanzler hat betont,
dass die AuBenpolitik erfolgreich sei. Als Regierungschef sehe er keine
Schwierigkeiten.
(11) a Der Bundeskanzler hat gesprochen. Der Kanzler hat sich zuversichtlich
geauBert.
b Der Polizeibeamte hat den Bankrauber festgenommen. Der Beamte
wurde befèirdert.
(12) a Er bestellte drei Bier, und der Kellner brachte nur zwei [Bier].
b Renate spielt Handball und Helga [spielt] Tennis.
??? A volte, la ripetizione della stessa parola comporta una sequenza gramma-
ticalmente inaccettabile (*Schroder verteidigt Schroder, *Maria hat Maria eine
schone Bluse gekauft, *Peter hat an Peter gedacht, ecc.). Quali sono le corri-
spondenti frasi corrette? Quale caratteristica accomuna queste costruzioni?
(13) a Herr Miiller hat seine Firma betrogen. Daher ist er entlassen worden.
b Herr Miiller hat seine Firma betrogen. Danach ist er entlassen worden.
190
L'avverbio daher ci indica esplicitamente che la causa del licenziamento
è stata la disonestà dell'impiegato. Un connettore come danach si riferisce
solamente a una sequenza cronologica. È il ricevente del testo che sarà porta-
to ad assumere- attraverso un'inferenza- che l'ordine temporale degli even-
ti rispecchi un ordine causale (post hoc ergo propter hoc): la disonestà viene
interpretata come causa del successivo licenziamento.
Vediamo un'altra coppia di esempi in cui il primo connettore (concessi-
vo) è massimamente esplicito, il secondo (avversativo) mediamente esplicito:
(14) a Monika hat die Pilze gegessen, obwohl sie giftig waren.
b Monika hat die Pilze gegessen, aber sie waren giftig.
Erika Steinbach [grtindete] im Jahr 2000 die Stiftung "Zentrum gegen Vertrei-
bungen", um in der deutschen Hauptstadt eine Mahn- und Gedenkstatte fur die
Opfer der gewaltsamen Volkerverschiebungen des 20. Jahrhunderts zu errich-
191
ten. [... ] Die Gegner scharen sich um den SPD-Bundestagsabgeordneten Markus
Meckel. Mehr als hundert Intellektuelle unterschrieben inzwischen ein von
Meckel initiiertes Manifest, welches die Steinbach-PUine als "vorwiegend natio-
nales Projekt" kritisiert, das "Misstrauen der Nachbarn" hervorrufe. Mit der Ge-
genforderung, Konzeption und Standort mtissten "von Anfang an von verschie-
denen europaischen Partnern gemeinsarn erarbeitet" werden, lOsten Meckel und
Co. eine hitzige Debatte tiber nationale und europfusche Erinnerungskultur aus.
[Spiegel, 32/2003, p. 36]
192
(16) Er ist entlassen worden. Er hat seine Firma betrogen.
Abbiamo già visto che un ordine temporale viene spesso interpretato poi
in senso causale: nell'esempio (15), sarà probabile che la truffa sia stata la ra-
gione del licenziamento, nell'esempio (16) che il licenziamento sia stata la
causa scatenante della truffa. Non esplicitare la coerenza grava di ulteriore la-
voro il ricevente, ma può essere di grande utilità per l'emittente: egli sugge-
risce connessioni tra fatti senza impegnarsi circa la loro effettiva veridicità.
Quando un testo appare totalmente sconnesso, il ricevente tenterà di "ri-
costruire" un senso (basandosi sulla supposizione che l'emittente sia stato
ispirato, nonostante le apparenze, dal principio pragmatico di cooperazione).
Consideriamo il seguente racconto:
(17) Heute habe ich den Zug verpasst. Beim Sport habe ich mir den FuB ver-
staucht. Ich habe meinen Hausschliissel verloren.
(18) Ja, wenn man es genau nimmt, du weiBt doch, wie die Dinge so laufen ...
193
si fondi su rapporti di coerenza e abbia un'intenzione comunicativa chiara-
mente percepibile. Il ricevente si aspetta un messaggio che possieda i requi-
siti fondamentali di un testo e che gli sia di utilità.
Per essere accettato, un testo deve essere adatto al contesto sociale e cul-
turale, alla concreta situazione comunicativa e alla persona del ricevente. Un
testo deve quindi essere "stilisticamente" adeguato. Prendiamo come esempio
i seguenti quattro (brevi) testi che rappresentano modi diversi di formulare la
stessa richiesta, rispettivamente concepiti per contesti situazionali diversi:
(19) a Konnten Sie bitte so freundlich sein und rnir das Salz reichen?
b Konnen Sie mir bitte das Salz geben?
c Gibst du mir bitte das Salz?
d Gib endlich das Salz her!
Ad ogni buon conto, va detto che alcuni tipi di testo (soprattutto testi crea-
tivi, ad es. poesie o slogan pubblicitari) non risultano accettabili agli occhi di
tutti i riceventi. L'accettabilità, oltre a essere un criterio relativo, è quindi an-
che un criterio soggettivo. Si veda come esempio la seguente poesia:
194
La situazionalità, come abbiamo già accennato, è un criterio collegato
all'accettabilità di un testo. Infatti. un testo risulta chiaro c comprensibile so-
lo se inserito in una determinata situazione. Fattori determinanti sono princi-
palmente il tempo, il luogo e la persona dell'emittente. Prendiamo ad es. la
seguente affermazione:
(20) Der islamische Terrorismus stellt eine groBe Gefahr ftir die Weltsicherheit
dar.
Nur die wenigsten kèinnen ihr Vermèigen durch K.O. vermehren. Bessere Ge-
winnchancen bietet der Templeton Growth Fund. Auch wenn die Borse mal in
die Knie geht, behhlt der Templeton Growth Fund die Oberhand und das schon
seit 48 Jahren. Die weltweite Streuung der Aktienwerte macht ihn zu einem zu-
verlassigen Sparringspartner. Und rnit schlagkraftigen 11,5% p.a. seit 1954 sind
nicht nur viele herkèimrnlichen Anlageformen schnell ausgezahlt.
[Der Fonds, 8/2003, p. 11]
195
gresse: il lettore deve aver presenti gli articoli comparsi nei giorni (o addirit-
tura nelle settimane) precedenti- o comunque deve essere informato dei fat-
ti. Se ad esempio torniamo da un lungo viaggio all'estero, ci accorgiamo su-
bito che abbiamo difficoltà a leggere il giornale "di casa" in quanto ci man-
cano tutta una serie di informazioni.
Relazioni formali con altri testi sono particolarmente evidenti nei titoli
della stampa. Spesso si fa infatti riferimento a mini-testi ben conosciuti dal
grande pubblico. Si tratta di unità fisse che possono essere: un modo di dire,
un proverbio, uno slogan pubblicitario, un verso di una poesia famosa, il tito-
lo di un film, di una canzone o di un'opera letteraria molto nota. L'unità fis-
sa a cui ci si ricollega può essere ripetuta letteralmente (21a) oppure subire
modificazioni (21b/c/d):
I primi tre esempi fanno riferimento a modi di dire: in (21a) si ha una cita-
zione letterale (Wiedersehen macht Freude), in (b) e (c) una modificazione ri-
spettivamente di aus und vorbei ('definitivamente finito/passato') e der Preis
ist heifi ('il prezzo è altamente conveniente', titolo anche di una trasmissione te-
levisiva). L'esempio (d), infine, allude al film Kevin allein zu Haus (titolo ita-
liano: Mamma, ho perso l'aereo!), sostituendo il nome proprio Kevin con Rita
(nome del noto personaggio televisivo interpretato dall'attrice Gaby Koster).
Tali modificazioni servono principalmente ad attirare l'attenzione del let-
tore. Si ha infatti una deviazione dall'atteso e quindi un momento di novità e
sorpresa. Va però detto che la sorpresa risulta sempre limitata e il lettore te-
desco non avrà difficoltà a riconoscere l'unità di partenza. Risulta frequente,
infatti, che una stessa unità fissa dia luogo a numerose "variazioni sul tema".
Si vedano ad esempio i seguenti titoli che partono dal detto !eh kam, sah und
siegte ('veni, vidi, vici'):
196
Gli esempi (22a) e (b) si riferiscono a calciatori che hanno segnato una
rete decisiva; (c) e (d) a cantanti che hanno avuto successo con un loro con-
certo (Guildo Horn, detto "der Meister", e Robbie Williams); (e) alla presen-
za di Amold Schwarzenegger alla prima del suo film "Terminator 3"; (f) alla
carriera di una personalità politica svizzera.
6.4.1. La macrostruttura
M"
197
livello via via superiore. Gruppi di proposizioni (come P 1, P 2, P3) formano
quindi un'unità semantica a un livello superiore: una macrostruttura appunto
(qui ad es. contrassegnata con Mt2 ). Gruppi di macrostrutture (M 1" -2 , Mt2 ,
Mt2 ecc.) formano a loro volta una macrostruttura di livello più alto (Mt 1)
e così via. La macrostruttura di livello più elevato (M") è detta anche tema del
testo (l'idea principale del testo, il suo concetto fondamentale), le macra-
strutture di livello inferiore sono sub-temi. La macrostruttura è quindi l'astra-
zione e la concentrazione del contenuto del testo, vale a dire la base semanti-
co-tematica del testo visto nella sua globalità.
Il tema (o sub-tema) è spesso menzionato nel testo- mediante una frase
centrale o una parola chiave- oppure viene addirittura esplicitato tramite un
titolo attribuito al testo stesso. Ciò aiuta in maniera determinante il ricevente
a cogliere i contenuti centrali di un testo.
Come si fa concretamente a enucleare la macrostruttura di un testo? I due
procedimenti principali sono quelli che del resto ispirano ogni buon riassun-
to: selezione e generalizzazione. La selezione parte "dal basso" considerando
le singole proposizioni e valutando la relativa importanza delle informazioni
in esse contenute. Prendiamo ad es. la seguente proposizione:
(23) PlOtzlich stand ein groBer Mann in einer gri.inen Uniform vor der Ti.ir.
(a) Ein Mann stand vor der Ti.ir.
(b) Er war groB.
(c) Er trug eine Uniforrn.
(d) Die Uniform war gri.in.
L' informazione (a) è senz'altro indispensabile, mentre (b), (c) e (d) pos-
sono - a seconda del racconto in cui la proposizione è inserita - essere se-
condarie e quindi tralasciabili.
Verranno poi considerati gruppi di proposizioni, eliminando quelle che
risultano derivabili contenutisticamente da altre proposizioni. Nel seguente
esempio, le prime tre proposizioni sono premesse della quarta e possono per-
tanto essere tralasciate:
(24) Er ging zum Bahnhof. Er ging auf den Bahnsteig. Er stieg in den Zug
ein. Er fuhr rnit dem Zug nach Hamburg.
??? Immaginate invece un particolare racconto in cui le tre informazioni qui eli-
minabili risultino fondamentali e facciano parte della macrostruttura del testo!
(25) Der Kilhlschrank war voli: Àpfel waren in einer Schale, Birnen auf
einem Teller, Pflaumen in einer Dose.
198
In questo caso, le informazioni possono essere condensate trovando un
iperonimo per Apjel, Birnen e Pjlaumen:
199
In questi tre casi, abbiamo la stessa sequenza lineare; il rema viene rispet-
tivamente segnalato dalla sola presenza dell'accento. Ovviamente, la struttura
tema-rema riguarda non solo risposte a domande, ma interessa qualsiasi frase
che sia preceduta da un ' altra frase:
(32) Ich fahre nach Hamburg, um Freunde zu besuchen. Ich nehme den Zug.
Nella seconda frase, l'elemento nuovo è den Zug. Pertanto, l'ordine in-
verso den Zug nehme ich risulta inadeguato in questo contesto.
Va detto, infine, che non tutte le frasi hanno una struttura tema-rema.
Esistono infatti frasi interamente rematiche (tipicamente la prima frase di un
racconto) e frasi interamente tematiche. Vediamo un esempio di quest'ulti-
mo tipo, in cui un'intera frase viene ripetuta (in questo caso per esprimere
stupore):
(34) Peter kauft ein Geschenk. Das Geschenk ist fur Peters Mutter. Sie hat
morgen Geburtstag.
2) progressione a tema costante (il tema della prima frase diventa il te-
ma della seconda, della terza, e così via):
(35) Irene hat Urlaub. Sie fahrt fi.ir zwei Wochen in die Karibik. Sie mochte
die Sonne genieBen.
200
(36) Koln ist eine interessante Stadt. Der gotische Dom ist eine groBe At-
traktion. Am Rhein kann man schon spazieren gehen. Viele Museen la-
den zu einem Besuch ein.
(37) In ihrer Freizeit treibt Sonja viel Sport. Tennis kann man in vielen
Clubs spielen. Bei Golf gibt es jedoch nur wenige Trainingsmoglich-
keiten.
(38) Ein alter Mann ging tiber die StraBe. Er wurde tiberfahren. Es regnete
sehr stark. Viele Unfill.le passieren bei schlechtem Wetter.
Va infine considerato che spesso i testi, pur essendo lacunosi dal punto di
vista informativo, risultano perfettamente comprensibili in quanto fanno rife-
rimento a situazioni-tipo (chiamate in inglese scripts o frames) che fanno sta-
bilmente parte della nostra conoscenza del mondo: viaggiare in treno, andare
allo stadio, mangiare al ristorante, ecc. Vediamo il seguente esempio:
(39) Er ging ins Restaurant. Er wartete lange auf das Essen. Er gab wenig
Trinkgeld.
201
(40) Er ging ins Restaurant. Er setzte sich an einen Tisch. Er bestellte das
Essen. Er wartete Jange auf das Essen. Er aB das Essen. Er bat um die
Rechnung. Der Kellner brachte die Rechnung. Er gab wenig Trinkgeld.
??? In tedesco, alcuni tipi di frase non contengono un verbo finito (Alle mal
herhOren!, Achtung!, Die Fahrkarten bitte!). Si può per questo dire che si tratta
di frasi senza ancoraggio temporale?
Per individuare le funzioni dei vari tempi verbali, sono rilevanti tre mo-
menti:
202
n rapporto tra questi tre momenti può essere di anteriorità, posteriorità o
contemporaneità. Tale sistema di rapporti si lascia ben esemplificare dal tem-
po verbale del piuccheperfetto in tedesco:
Questa frase dice che l'evento E (la traduzione) in un momento del pas-
sato R (ieri) è già concluso. Dato che R viene prima del momento di enun-
ciazione N (oggi), si può stabilire la seguente cronologia relativa: prima E,
poi R, poi N.
I tempi verbali, rispettivamente, codificano un diverso rapporto tra que-
sti tre punti. Consideriamo i sei tempi verbali tradizionalmente individuati
per il tedesco (presente, preterito, perfetto, piuccheperfetto, futuro, futuro an-
teriore):
??? Il tempo presente può essere usato anche per eventi futuri (Morgen gehe ieh
ins Kino) e passati (Gestern war ieh im Kino, plOtzlieh brieht ein Feuer aus).
Che cosa possiamo dedurre sulla natura del tempo presente?
203
6.5.2. Referenza spaziale
verbi di posizione: stehen, liegen, sitzen, hangen, sich befinden, sein, wohnen
verbi di moto: stellen, legen, setzen, hangen, kommen, gehen
Si può avere referenza locale anche quando una delle due entità è in mo-
vimento:
(45) Sie lauft auf dem Marktplatz. ('corre sulla piazza del mercato')
204
Nella prima frase la persona cambia la sua collocazione spaziale rispetto
alla scrivania. Anche nella seconda frase muta la configurazione spaziale in
quanto la persona, solo alla fine del suo movimento, viene a trovarsi sulla
piazza.
Va infine rilevato che, oltre alle nove preposizioni citate dalle grammati-
che (an, auf, hinter, in, neben, uber, unter, vor, zwischen), anche la preposi-
zione/postposizione entlang mostra una doppia reggenza che è ricollegabile
all'opposizione tra referenza locale e referenza direzionale:
(51) a In dem Tal steht ein schones Dorf. Das Dorf wurde vor 1000 Jahren ge-
griindet.
b In dem Tal steht ein schones Dorf. Die Kirche wurde vor 1000 Jahren
gebaut.
205
Il seguente esempio si basa sul presupposto che tutti sappiano che la Germa-
nia ha un solo ministro degli esteri:
Abbiamo già visto, quando abbiamo discusso la nozione di testo, che esi-
ste una molteplicità di tipi testuali. Procediamo ora a una classificazione più
sistematica. I due criteri più importanti sono: la situazione comunicativa ge-
nerale e l'intenzione comunicativa dell'emittente.
206
f) Pianificato-spontaneo. Un testo pianificato è stato preparato dal punto
di vista del contenuto e della forma (le cose che si vogliono dire e n modo in
cui si vogliono dire), un testo spontaneo no. Esempi sono rispettivamente una
lettera ufficiale al Presidente della Repubblica e una lettera scritta di getto a
una persona con cui si è in confidenza.
g) Orale-scritto. È pur vero che uno stesso testo può essere letto ad alta
voce o essere distribuito in forma scritta. Solitamente, però, il testo orale è
spontaneo, per cui il ricevente si trova in una situazione particolare perce-
pendo contemporaneamente il vivo processo di costituzione testuale e il suo
risultato. Egli vede una stretta connessione tra il produttore del testo (i suoi
gesti, la dizione, l'intonazione), la produzione del testo e il risultato di questa
produzione.
??? I tre criteri [±monologico], [±orale] e [±spontaneo] sono forse quelli gerar-
chicamente più importanti. Provate a sviluppare una classificazione generale
trovando esempi per ogni combinazione di tratti!
207
3) I testi informativi intendono fornire notizie utili allettare su uno o più
argomenti specifici (per es. un'enciclopedia, un dizionario, un manuale uni-
versitario o una guida turistica). Il lettore li consulterà ogni qualvolta ne ab-
bia bisogno.
4) I testi argomentativi hanno lo scopo di convincere il ricevente ad ac-
cettare una determinata tesi. Il ragionamento comprende l'esposizione degli
argomenti a favore e la confutazione di possibili obiezioni (ad es. l' articolo di
fondo di un giornale, l'arringa di un avvocato o il discorso di un politico in
Parlamento a sostegno di un determinato progetto di legge).
5) I testi regolativi contengono istruzioni per il ricevente che possono es-
sere vincolanti (una legge, una disposizione ministeriale, un regolamento di
condominio) o facoltative (un'istruzione per l' uso, una ricetta di cucina).
I cinque tipi testuali appena trattati sono da considerarsi tipi ideali. Infat-
ti, nella realtà linguistica, incontriamo spesso "testi misti" che presentano va-
rie forme di integrazione fra tipi diversi. Così ad esempio un articolo di cro-
naca che racconta il calvario di un personaggio famoso ammalatosi grave-
mente può contenere parti informative (una caratterizzazione della malattia in
questione) e parti regolative (considerazioni-consigli su come poter guarire).
Esercizi
208
iiberhaupt nicht. In seinen Augen gehOrten die Friichte in seinem Garten auch
ihm. Als sich der reit nicht beilegen lieB, traf man sich vor dem Amtsgericht
Leverkusen. Die Richter stellten sich in dem Verfahren eindeutig auf die Seite
der Mieter. Wer eine Wohnung rnit Hausgarten angernietet habe, konne auch
iiber das dort wachsende Obst verfiigen, urteilten sie.
[neuewoche, 31/2003, p. 48]
E 6-3: Pronomi
\ Individuate i pronomi nel seguente testo, indicando se si tratta rispettivamen-
te di rinvii anaforici o cataforici!
Fachchinesisch bleibt nicht hangen
Zum einen Ohr rein, zum anderen wieder raus : Bis zu 80 Prozent von dem, was
die Mediziner im Krankenhaus ihnen erkliiren, vergessen Patienten sofort wie-
der. Und das, was im Gedachtnis hangen bleibt, ist zur Hhlfte falsch. Zu diesem
Ergebnis kornrnt Dr. Roy Kessels von der niederlandischen Universitat Utrecht.
[Apotheken Umschau, 15.8.2003, p. 6]
E 6-4: Pronomi
Quali pronomi, nel seguente testo, si potrebbero riferire a più antecedenti?
Perché non sorgono malintesi?
Einst, nachdem er schon ein Jahr oder zwei unterwegs gewesen war, kam Gold-
mund auf den Hof eines wohlhabenden Ritters mi t zwei schonen jungen Toch-
tem. Es war irn Friihherbst, bald wiirden die Nachte kiihl werden, im vergange-
nen Herbst und Winter batte er das gekostet, nicht ohne Sorge dachte er an die
kornrnenden Monate, im Winter war die Wanderschaft schwer. Er fragte um Es-
sen und Nachtlager. Man nahm ihn artig auf, und als der Ritter horte, der Frem-
de habe studiert und konne Griechisch, lieB er ihn vom Tisch der Dienstboten an
den seinen heriiberkornrnen und behandelte ihn beinah wie seinesgleichen. Die
beiden Tochter hielten die Augen gesenkt, die Altere war achtzehn, die kleine
kaum sechzehn Jahre alt, Lydia und Julie.
[Hermann Hesse, Narzij3 und Goldmund. Frankfurt a.M.: Suhrkamp, pp. 93-4]
209
Hehres GHinzen, heil ' ges Schauem!
Wie so weit und stili die Welt!
E 6-6: Coerenza
I seguenti due testi difettano di meccanismi di coesione testuale. Su che cosa
si basa la coerenza di fondo del rispettivo testo (una poesia e un'inserzione
sul giornale)?
a)
Reklame (Ingeborg Bachrnann)
Wohin aber gehen wir
ohne sorge sei ohne sorge
wenn es dunkel und wenn es kalt wird
sei ohne sorge
a ber
mit musik
was sollen wir tun
heiter und mit musik
und denken
heiter
angesichts eines Endes
mit musik
und wohin tragen wir
am besten
unsere Fragen und den Schauer aller Jahre
in die Traumwiischerei ohne sorge sei ohne sorge
was aber geschieht
am besten
wenn Totenstille
eintritt
b)
Bellevue **** INSEL RÙGEN
exklusive Appartements am Strand, groBztigige Balkone mit traumhaftem
Meerblick, Sauna, Lift
Herbstangebote, Supersparsaison ab 20. Okt. 03 - Marz 04
18609 Ostseebad Binz, Strandpromenade 29
[Die Zeit, 28.8.2003, p. 65]
E 6-7: Intertestualità
Indicate rispettivamente le espressioni fisse a cui si riferiscono i seguenti ti-
toli di giornale!
Und sie bewegt sich doch. Die US-Regierung braucht Hilfe im Irak und tastet
sich vorsichtig an die UN heran [Stiddeutsche Zeitung, 29.8.2003, p. 4]
Firmen des Tages: Mtinchner Rtick, TUI- Mit wenn und aber (p. 23)
Unhappy Hour. Nach 22 Jahren schlieBt Charles Schumann seine Bar (p. 35)
Irak- Mission Clm)possible [Die Zeit, 28.8.2003, p. l]
210
Saddam und Gomorrha. Nach dem Anschlag auf das Hauptquartier der UN im
Irak fordern viele Staaten: mehr Macht fiir die UN (p. 3)
Im Zweifel fiir die Meinungsfreiheit (p. 18)
Der alte Mann und die Maut. Verkehrsminister Manfred Stolpe meidet Konflikte
(p. 26)
Manche mogen's kalt. Pro-Kopf-Verbrauch von Speiseeis in Litern 2002 (p. 29)
Leidende Angestellte. Wenn der Arbeitsdruck wachst, nehmen auch psychoso-
matische Erkrankungen zu (p. 31)
Unser taglich Gemiise. Zucchini wachsen so schnell, dass man ihnen dabei
zusehen kann (p. 59)
E 6-9: Coreferenza
Nel seguente testo, indicate espressioni che hanno lo stesso referente!
Chaos nach Stromausfall in Amerika
New York- Der groBte Stromausfall in der Geschichte der USA hat das offent-
liche Leben in Nordamerika und Teilen Kanadas weitgehend lahm gelegt. Rund
20 Stunden nach Beginn des groBflachigen Ausfalls herrschte am Freitag noch
Unklarheit dariiber, wodurch das Desaster ausgelOst wurde. US-Prasident Geor-
ge W. Bush nannte den Blackout eine "Lektion fiir unser Land". Einen terroris-
tischen Hintergrund gebe es nicht, fiigte Bush hinzu.
[Kolner Stadtanzeiger, 16.8.2003, p. l]
211
Bibliografza per approfondimenti
212
APPARATO BIBLIOGRAFICO GENERALE
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Deutsche Sprache (DS), dal 1973
Folia Linguistica, dal 1967
Germanistische Linguistik, dal 1969
Indogermanische Forschungen, dal 1892
Leuvense Bijdragen, dal1896
Lingua, dal 1947 [dal 1997 anche versione on-line]
Linguistik Online, dal1998 [solo versione on-line]
Linguistische Berichte (LB), dal 1969
Muttersprache (MS), dal 1886
Osnabri.icker Beitrage zur Sprachtheorie (OBST), dal 1977
Sprachwissenschaft, dal 1976
Wirkendes Wort, dal1950
Zeitschrift fi.ir Dialektologie und Linguistik. Neue Folge (ZDL), dal1969
Zeitschrift fi.ir germanistische Linguistik (ZGL), dal 1973 [dal 2001 anche ver-
sione on-line]
Zeitschrift fi.ir Sprachwissenschaft (ZS), dal 1982
- linguistica e letteratura:
Beitrage zur Geschichte der deutschen Sprache und Literatur (PBB), dal 1874
Poetica, dal 1967
Sprache und Literatur, dal 1970
Studi Germanici (nuova serie), dal1963
Zeitschrift fi.ir Literaturwissenschaft und Linguistik (LiLi), dal 1971
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-annuari:
Jahrbuch Deutsch als Fremdsprache, dal 1975
Convivium. Gerrnanistisches Jahrbuch Polen, dal 1993
Jahrbuch der ungarischen Gerrnanistik, dal 1992
Jahrbuch des Instituts fiir deutsche Sprache, dal 1965
223
LINGUA E LINGUISTICA TEDESCA IN INTERNET:
IL WEB COME LUOGO DI APPRENDIMENTO E DI
RICERCA (A CURA DI EMMANUELA MEIWES)
225
parte vogliamo dare invece alcune indicazioni pratiche su come si può utiliz-
zare la rete per integrare individualmente l'apprendimento della lingua e cul-
tura tedesca avvenuto in aula.
226
Il catalogo dell' ACNP, consultabile all'indirizzo http://acnp.cib.unibo.it,
riunisce invece le descrizioni bibliografiche delle riviste di qualsiasi campo
scientifico, presenti in circa 1900 biblioteche italiane. All'interno dell'Opac
dell' ACNP è possibile ricercare una rivista, identificarla, sapere in quali bi-
blioteche italiane è localizzata e, per ognuna di esse, qual è la reale consi-
stenza, cioè l'insieme delle annate possedute.
Inoltre, per alcuni periodici l'utente può accedere subito - attraverso un
apposito link- all'archivio degli spogli, contenente l'indice degli articoli di
ogni singolo numero, a partire da una certa annata in avanti.
Sarebbe però illusorio credere che tutto sia reperibile in rete. Infatti, nel-
la maggior parte degli Opac è al momento possibile recuperare i dati riguar-
do a materiale piuttosto recente, vale a dire quello acquisito negli ultimi die-
ci/vent'anni. Di contro, la quota di patrimonio entrata in biblioteca in prece-
denza risulta unicamente all'interno dello schedario cartaceo. Le biblioteche
italiane si trovano a tutt'oggi in piena fase transitoria per quanto riguarda il
trasferimento dei dati informativi bibliografici nel catalogo elettronico.
227
che dei Goethe-Institute in Italia. Informazioni sul servizio di fornitura docu-
menti via internet ('Subito') si trovano sul sito del Goethe-Institut:
http://w w w. goethe.de/i t/romlbiblioth/i tsuforn. htm
Ulteriori indicazioni su questo servizio di consegna di documenti delle
biblioteche tedesche si trovano all'indirizzo http://www.subito-doc.de.
228
1.5. Siti di linguistica (selezione)
229
Esercizi:
230
Va inoltre tenuta presente la possibilità di scaricare esercizi e unità di-
dattiche memorizzando il materiale su CD-ROM oppure su dischetto (ad es.
nei centri linguistici) per lavorare poi in modalità off-line.
Va infine considerato che qualsiasi persona - senza alcuna garanzia di
qualità- può mettere materiale didattico in rete. Riteniamo pertanto utile pre-
sentare gli editori/autori più importanti per lo studio della lingua tedesca on-
line: università, case editrici nonché organizzazioni pubbliche e private che si
occupano della diffusione della lingua tedesca.
I portali per la lingua tedesca sono pagine web indirizzate a qualsiasi per-
sona che si interessi alla lingua tedesca come lingua straniera (DaF Deutsch
als Fremdsprache). Nei portali si trovano ad es. riferimenti a banche dati per
la ricerca di materiale didattico on-line o stampabile su carta, descrizioni di
attività culturali in generale, indicazioni per borse di studio in Germania, spa-
zi per la ricerca di posti di lavoro in Germania (Jobborse), informazioni per
insegnanti di lingua tedesca e links a riviste scientifiche per l'insegnamento
del tedesco come lingua straniera e così via. Esistono portali di istituzioni
pubbliche come ad es. quello del Goethe-Institut, dell' Institut fiir internatio-
nale Kommunikation (IIK) di Di.isseldorf, dell' Institut fiir deutsche Sprache
nonché di strutture e persone private come il sito Deutsch-On-line di J.M.
Haunschmid oppure il DaF-Portal.
Per la gran quantità di informazioni, le pagine di questi portali spesso
non sono di facile e immediata comprensione per il discente straniero. Qui di
seguito alcuni dei siti più significativi:
http://www.deutsch-als-fremdsprache.de/lemen - IIK Di.isseldorf (in collabo-
razione con la Heinrich-Heine-Universitat Di.isseldort); banca esercizi:
http://www.deutsch-als-fremdsprache.de/daf-uebungen/; elenco link:
http://www.deutsch-als-fremdsprache.de/daf-links/linksammlung/index.php3
http://www.ids-mannheim.de/quellenlkurse.html- Institut fiir Deutsche Spra-
che; elenco link; grammatiche del tedesco per principianti:
http://hypermedia.ids-mannheim.de/grammis/; grammatiche per progrediti:
http://hypermedia.ids-mannheim.de/programrn/
http://www.goethe.de/r/daf/ddeu2.htm- raccolta materiale per l'insegnamen-
to e apprendimento del tedesco come lingua straniera (DaF)
http://www.daf-portal.de/materiaVindex.php (privato)- raccolta materiale per
l'insegnamento e apprendimento del tedesco come lingua straniera (DaF)
http://www.interdeutsche.de (Dr. Claudia Popov) - anche per principianti
http://www.deutsch-on-line.com (J.M. Haunschmid)
231
http://www.ualberta.ca/-german/resource.htm (University of Alberta, Cana-
da) - la pagina è fondamentalmente un elenco di links per la lingua tedesca
strutturato per ambiti di interesse.
Utili sono i test di verifica del livello di conoscenza della lingua straniera:
http://www.goethe.de/i/deitest.htm
http://www.deutsch-als-fremdsprache.de/ctest/ctestall g. txt.php3
vedi anche: http://www.daf-portal.de/uebungenlindex.php - esercizi e test da
stampare
http://www.sprachunterricht.ch/forms/placemenLe.html
232
http://www.goethe.de/gr/dub/schule/dearbb.htm - Dubliner Arbeilsbltiuer
On-line: per progrediti
http://www.goethe.de/z/50/alltag/deindex.htm - Kaleidoskop: testi sulla vita
quotidiana tedesca
http://www.deutschlem.net- testi di lettura con esercizi
Inoltre si possono trovare in rete la maggior parte delle riviste e dei quo-
tidiani tedeschi in versione on-line. Un elenco degli organi di stampa più im-
portanti si trova ad es. all' indirizzo:
http://www.zeitungen.de
2.4.4. Landeskunde
http://www.destatis.de/ - pubblicazioni del Statistisches Bundesamt Deutsch-
land (Istituto federale di statistica)
http://www.goethe.de/z/50/alltag/deindex.htm- Kaleidoskop: testi di lettura e
di ascolto con diverse tematiche
http://www.ids-mannheim.de/quellen/kurse.htrnl - Texthaus: testi di stampa
elaborati (20 lezioni con 112 esercizi), con chiavi di soluzione oppure con
correzione via e-mail (a pagamento)
http://www.uncg.edu/-lixlpurc/netzspiegel/netzspiegel.html - Netzspiegel: te-
sti ed esercizi sulla vita quotidiana e culturale della Germania
http://www.deutschlem.net- deutschlernreise: un progetto di apprendimento
on-line per progrediti
233
blico madrelingua. Questi esercizi (ovvero compiti) sono simulazioni di una
ricerca reale e si trovano ai seguenti indirizzi:
Themenorientierte Netzaufgaben per esercitare diverse competenze lin-
guistiche, con compiti da risolvere in rete:
http://www.deutsch-on-line.com -per progrediti
quiz/indagini on-line: http://www.deutsch-on-line.com
http://www.skolintemet.telia.se/tis/tyska/right.htm - Lernnetz
234
GLOSSARIO ITALIANO-TEDESCO
(TERMINI LINGUISTICI)
Italiano Tedesco
abbreviazione Abktirzung
allocuzione Anrede
apofonia Ablaut
articolazione, luogo di Artikulationsort
articolazione, modo di Artikulationsart
ascoltatore Horer
atto linguistico Sprechakt
calco Lehnpragung
calco semantico Lehnbedeutung
calco traduzione LehnUbersetzung
campo semantico/lessicale Bedeutungsfeld, Wortfeld, lexikalisches
Feld
campo sintattico (Satz-)Feld
cancellazione, prova di Tilgung, Weglassprobe
caso Kasus, Fall
comparazione Komparation, Steigerung, Graduierung
complemento (obbligatorio) Erganzung
composizione Komposition, Zusammensetzung
composto di reggenza Rektionskompositum
composto: modificatore Bestimmungswort
composto: testa Kopf, Grundwort
coniugazione/declinazione: debole schwache Konjugation/Deklination
coniugazione/declinazione: forte starke Konjugation/Deklination
conversazione: analisi conversazionale Konversationsanalyse, Gesprachsanalyse
235
conversazione: punto di transizione i.ibergaberelevante Stelle
conversazione: turno Redebeitrag
coppia minima Minimalpaar
coppia oppositiva Oppositionspaar, Gegensatzpaar
corde vocali Stimmbander
dativo libero freier Dativ
derivazione Derivation, Ableitung
desinenza Endung
desonorizzazione finale Auslautverhartung
diagramma ad albero Baumdiagramm
dislocazione a destra Rechtsversetzung
dislocazione a sinistra Linksversetzung
dittongo ascendente steigender Diphthong
dittongo discendente fallender Diphthong
emittente Sender
enunciato À.uBerung
enunciazione, luogo di Sprechort
enunciazione, tempo di Sprechzeit
fono Phon, Sprachlaut
frase Satz
frase dichiarativa Deklarativsatz, Aussagesatz
frase interrogativa Fragesatz
frase interrogativa parziale Erganzungsfrage, Wortfrage,
Konstituentenfrage
frase interrogativa totale Entscheidungsfrage, Satzfrage,
Ja-nein-Frage
frase principale Hauptsatz
frase relativa appositiva nicht-restriktiver/explikati veriappositi ver
Relativsatz
frase relativa determinativa restriktiver/einschrankender Relativsatz
frase secondaria Nebensatz
frase sovraordinata i.ibergeordneter Satz
frase subordinata untergeordneter Satz
frase, costruzione della Satzbau
genere/tipo testuale Textsorte
glottodidattica Sprachlehrforschung
interlocutore Gesprachspartner
lessico Wortschatz, Lexik
lettera (del!' alfabeto) Buchstabe
lingua colloquiale U mgangssprache
lingua standard Standardsprache, Hochsprache
lingua, apprendimento della Spracherwerb
lingua, mutamento della Sprachwandel
linguaggio settoriale Fachsprache
linguistica Linguistik, Sprachwissenschaft
linguistica tedesca deutsche Sprachwissenschaft,
germanistische Linguistik
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metafonia Umlaut
modo di dire Redensart
morfema di raccordo Fugenmorphem
morfema legato gebundenes Morphem
morfema libero freies Morphem
morfema zero Nullmorphem
nodo (sintattico) (syntak:tischer) Knoten
organi fonatori Sprechwerkzeuge
ortografia Orthographie, Rechtschreibung
parentesi frasale Satzklammer
parlante Sprecher
parola Wort
parola composta Zusammensetzung
parola: base Stamm
parola: classe di parole Wortart
parola: formazione delle parole Wortbildung
parola: gioco di parole Wortspiel
parola: ordine delle parole Wortstellung
parola: radice Wurzel
partecipante alla comunicazione Kommunikationsteilnehmer
periodo Satzgefiige
periodo ipotetico Konditionalgefiige, Bedingungsgefiige
permutazione, prova di Permutation, Verschiebeprobe
prestito integrato Lehnwort
prestito non integrato Fremdwort
pronuncia Aussprache
proposizione attributiva Attributsatz
proposizione avverbiale Ad verbialsatz
proposizione oggettiva Objektsatz
proposizione soggettiva Subjektsatz
reggenza Rektion
ricevente Empfanger
ruolo semantico/tematico semantische/thematische Rolle
significato Bedeutung
significato letterale wortliche Bedeutung
significato situazionale situative Bedeutung
sillaba aperta offene Silbe
sillaba chiusa geschlossene Silbe
sillaba: incipit Ansatz
sillaba: nucleo Nukleus, Silbenkern, Silbengipfel
sintagma (nominale, verbale ecc.) Nominalphrase, Verbalphrase usw.
sintagma facoltativo (freie) Angabe
sintagma: testa Kopf
sostituzione, prova di Substitution, Ersatzprobe
strategia di cortesia Hoflichkeitsstrategie
suono Laut
suono: continuo dauernd
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suono: occlusivo Plosivlaut, Verschlusslaut
suono: sonoro stimmhaft
suono: sordo stimmlos
suono: teso gespannt
tratto Merkmal
tratto distintivo distinktives Merkmal
tratto semantico semantisches Merkmal
tratto: fascio di tratti Merkmalbiindel
verbo ausiliare Hilfsverb
verbo debole schwaches Verb, regelmaBiges Verb
verbo forte starkes Verb, unregelrnaBiges Verb
verbo principale Vollverb
verbo separabile trennbares Verb
vocale alta hoher Vokal
vocale anteriore vorderer Vokal
vocale aperta offener Vokal
vocale arrotondata gerundeter Vokal
vocale bassa tiefer Vokal
vocale breve kurzer Vokal
vocale chiusa geschlossener Vokal
vocale indistinta Murmelvokal
vocale lunga langer Vokal
vocale posteriore hinterer Vokal
vocale: semivocale Sernivokal, Halbvokal
vocale: triangolo vocalico Vokaldreieck
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