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italiane.
A cura di Vito Minoia
Qual è l’attualità di una forma di teatro che
alcuni considerano residuo museale?
È una problematica che riguarda tutto il teatro,
non solo quello d’animazione. Come osservato
da Mimma Gallina «le caratteristiche dello
spettacolo dal vivo rendono sempre più difficile
la copertura dei costi, in particolare in epoca di Si potrebbe fare un paragone: con la nascita della
rapida evoluzione tecnologica, nel confronto e fotografia i pittori sono entrati in crisi; ma alcuni di
nella concorrenza con lo spettacolo essi interrogandosi sul senso della loro arte, hanno
tecnicamente riproducibile».
continuato a svolgere il loro lavoro modernizzandolo
Non è però solo una questione economica, con nuove tecnologie, così oggi guardiamo con occhi
bisogna chiedersi se è necessaria con diversi la pittura dei secoli passati ammirando il
l’apparizione di nuovi «linguaggi» la lavoro dei maestri che hanno sempre voluto
conseguente scomparsa di quelli tradizionali. «conservare» le emozioni dell’espressione plastica.
Questo per dire che alla comparsa di nuovi linguaggi,
i vecchi devono sapersi «evolvere» senza perdere
però l’essenza di quella che è la loro tradizione.
▪ Il teatro dei burattini è una vera e propria forma d’arte;
impossibile però competere con gli effetti dei cartoni
animati o effetti speciali; è invece necessario ricercare
all’interno di questa forma di teatro le funzioni specifiche
che gli altri linguaggi non hanno per poterle valorizzare.
▪ La convivenza con altri linguaggi potrebbe essere
precaria ma sarebbe comunque possibile prospettare un
avvenire al teatro di animazione a patto che mantenga la
sua reale natura. In assenza di queste riflessioni sulle sue
potenzialità questo teatro sarebbe destinato a diventare
un residuo museale improponibile perfino ai bambini di
oggi. Sarebbe opportuno ridefinire l’identità di quest’arte
e stabilire nuovi equilibri, attualizzandoli senza però
stravolgerli.
▪ I generi tradizionali infatti non sono mai stati fissi come si
crede, ma hanno sempre vissuto trasformazioni; tuttavia si
intravede un ritorno ed un interesse per la semplicità, per
l’incontro ed il contatto umano con lo spettatore: per il
teatro.
Bisogna evidenziare che «semplicità» non significa povertà
di idee.
- Mariano Dolci.
Qual è l’origine del teatro di animazione? Vari autori confermano l’anteriorità del
Nella nostra tradizione non esiste nessun mito di teatro di animazione rispetto a quello di
fondazione per il teatro di animazione. Ma persona, poiché la presenza di statue
quando i burattini vengono menzionati, si ha articolate nelle cerimonie precede la
l’impressione che si tratti di spettacoli già da separazione del teatro dalla cerimonia
tempo familiari alla società dell’epoca. religiosa ed è avvenuta in un tempo in cui
Di certo le marionette sono apparse tanto tempo non abbiamo nessuna testimonianza.
prima rispetto al «teatro di marionette». A quanto pare i primi attori umani,
avrebbero fatto di tutto per sembrare
Le marionette marionette, servendosi di maschere
sono bambole (contrariamente all’opinione corrente che
articolate che si vede i burattini e le marionette come
sono ritrovate un copie degli attori umani).
po’ dappertutto Nessuna cultura però ci ha lasciato
nel mondo, ma è testimonianze relative ad un processo
spesso difficile d’origine.
quale sia, o sia
stata la loro
funzione
▪ Si suppone che in alcune culture le
maschere delle cerimonie religiose
siano diventate sempre più complesse,
munite di articolazioni che permettevano
di muovere alcune sue parti; per
eseguire i movimenti, chi le indossava,
doveva muovere le mani al loro interno;
tuttavia, le mani frapponendosi tra la La questione dell’origine
machera e gli occhi limitavano la vista. potrebbe essere esaminata da
Sono state costruite allora maschere più un’ottica sincronica, dove in
alte sulla testa, diventando come dei ogni tempo, in ogni luogo, c’è
copricapi.
stato qualcuno che ha sentito
▪ In altre società le maschere furono l’impulso di dare vita ad un
munite di manico, poi gli fu appeso un oggetto comune o costruire un
corpo, in seguito gli furono appesi dei fili
diventando così delle marionette, in pupazzo da animare.
questo caso intendiamo le marionette
intese come oggetti sacri.
▪ Un’altra ipotesi è quella di ricercare la
prima animazione di fantocci nei giochi
per bambini.
Marionette e burattini hanno accompagnato
l’umanità da sempre e i loro spettacoli si sono
rivolti sia ad un pubblico colto che a quello
popolare.
A quanto pare occuparsene con serietà poteva Durante i primi secoli
apparire ridicolo, quasi provocatorio.
del Cristianesimo le
Per l’antichità classica abbiamo molte notizie ma marionette sono
riguardano più le statue animate nei templi; questi presenti nelle
ultimi disponevano di un locale riservato ai
sacerdoti dove confluivano trucchi facendo cerimonie religiose. Il
compiere gesti alle statue degli dei. Era chiamato nome stesso di
adytum «dare adito», «lasciar credere». marionetta deriva da
Non si trattava di mistificare, ma Maria ed i «pezzi forti»
di suscitare un’intensa adesione erano la Natività,
al rito da parte dei presenti. l’assunzione in cielo
Una particolarità delle marionette della Vergine con tutto
è quella di porre l’uomo in il suo corpo.
contatto con il suo immaginario , Alcune di queste pratiche si svolgevano
la sola presenza di una marionetta perfino sull’altare nel corso della messa.
tocca in noi una corda profonda,
«metafisica» collegata con la
nostra ricerca del senso della
vita.
▪ La più antica menzione di marionette profane la troviamo in Senofonte nel Simposio: sembra che in
quell’epoca si usava mostrare nei banchetti delle «marionette conviviali». Descrivendo il banchetto al quale si
era presentato anche Socrate, Senofonte ci presenta un marionettista siracusano; a parte qualche effetto
presentato con destrezza lo spettacolo di un tale personaggio non doveva essere particolarmente eccelso ed
infatti Socrate infastidito fa cenno con la mano di mettere da parte i fantocci.
▪ Roberto Leydi afferma che «il teatro con le marionette e il teatro di burattini è una forma di spettacolo
«semplice», destinato per sua natura ad un pubblico «ingenuo» di ragazzi[…]. Burattinai e marionettisti hanno
dovuto cercare per sopravvivere, i loro spettatori nel mondo dell’infanzia.»