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Apprendimento nella musica

Secondo Sloboda1 il processo di apprendimento musicale nei bambini occidentali, dalla nascita sino
alla media infanzia, si divide in due fasi: la fase dell’acculturazione e la fase dell’educazione.

La fase dell’acculturazione è generalmente il processo dominante fino all’età di dieci anni, ed è


determinata dai normali incontri intellettuali del bambino con la musica della sua cultura.

«I bambini molto piccoli appaiono particolarmente sensibili a suoni tipicamente musicali, ma anche
a cambiamenti in sequenze di altezze e ritmi. Durante il secondo e terzo anno di vita, vediamo
l’emergere di canzoni improvvisate, che non costituiscono un’imitazione diretta dei canti presenti
nella cultura (proprio come i primi suoni linguistici, che non sono puramente imitativi). All’età di
cinque anni i bambini sono capaci di utilizzare le strutture tonali e metriche sottostanti per guidare
le produzioni canore, anche se, a quanto pare, non hanno nessuna reale consapevolezza di tali
strutture, essendo, per esempio, quasi totalmente incapaci di identificare delle grossolane
dissonanze tra note che suonano simultaneamente. Vediamo anche la possibile influenza di “onde”
più ampie dello sviluppo intellettivo che esercitano i loro effetti nella sfera della musica. Per
esempio, l’aumentata preoccupazione per la precisione e l’imitazione intorno ai cinque anni
rispecchiano altri sviluppi nella sfera dei processi cognitivi, come nel disegno. Ciò corrisponde
anche a un cambiamento da una “fase romantica” a una “fase della precisione”. I cambiamenti nella
consapevolezza musicale tra i cinque e i dieci anni sembrano riflettere dei cambiamenti intellettivi
più generali da un livello di competenza basato sull’azione, a una consapevolezza e a una riflessione
sulle strutture e sui principi che sono alla base di tale competenza.» (Sloboda, 1988)

La fase dell’educazione musicale può sovrapporsi a quella dell’acculturazione ed estendersi fino


all’età adulta: in questa fase sono sviluppate una grande varietà di abilità specifiche quali
esecuzione vocale e strumentale, composizione, analisi uditiva, ecc. Sloboda prende come
riferimento per la spiegazione del processo di apprendimento la teoria del “sistema di produzione”
(Anderson, 1980).

L’acquisizione di abilità implica: l’acquisizione di abitudini, la cui caratteristica fondamentale è


l’automatismo; il passaggio da una conoscenza fattuale (sapere cosa) a una procedurale (sapere
come); la ripetizione, ovvero la pura quantità di tempo che una persona ha impiegato nel condurre

Anderson, E. (1980). Cognitive psychology and its implications. San Francisco: Freeman.

Sloboda, J. A. (1988). La mente musicale. Psicologia cognitivista della musica. Bologna: Il mulino.
un’attività; il feedback, attraverso il quale vengono appresi solo i procedimenti che portano al
successo.

Secondo Fitts (Fitts, 1964) il processo di acquisizione di abilità può essere suddiviso in 3 fasi,
riassunte così (Anderson, 1980): «la fase cognitiva implica una codificazione iniziale dell’abilità in
forma sufficiente da consentire a chi apprende di generare il comportamento desiderato in forma
almeno approssimativa. In questa fase è comune osservare delle mediazioni verbali nelle quali chi
apprende si ripete le informazioni richieste per l’esecuzione. La fase associativa implica un
appianamento dell’esecuzione. Gli errori nella comprensione iniziale vengono gradualmente rilevati
ed eliminati. In concomitan

za vi è una caduta delle mediazioni verbali. La fase autonoma è quella del miglioramento graduale
continuo nell’esecuzione dell’abilità. I miglioramenti di questa fase spesso continuano
indefinitamente». Nel passaggio dalla fase cognitiva a quella associativa si ha l’acquisizione di una
conoscenza procedurale: le regole di produzione si trovano sotto la forma del “SE condizione,
ALLORA azione”. Le regole di produzione determinano una serie di scopi e sotto scopi che
vengono organizzati in strutture dette “pile di scopi”.

Esempio di sistema di
produzione: 2

Ripetizione e feedback sono fondamentali per ogni apprendimento procedurale: la tendenza alla
ripetizione fa probabilmente parte delle normali propensioni sopravvissute nel corso

2
(Sloboda, 1988)
dell’evoluzione, mentre il feedback è essenziale per impedire che vengano acquisiti dei processi di
produzione destinati all’insuccesso.

Sloboda ritiene che “[…] le ricerche utili siano per lo più quelle che offrono ai musicisti delle
risorse che possano utilizzare in base ai propri scopi, piuttosto che dei metodi dettagliati. Un’area in
cui questa condizione è soddisfatta è quella aperta dallo sviluppo di nuove tecnologie che offrono al
musicista l’opportunità di aumentare il feedback che può avere a disposizione.”

DEFINIZIONE DI RITMO (BOZZA)

Il succedersi ordinato nel tempo di forme di movimento, e la frequenza con cui le varie fasi del
movimento si succedono.

Il succedersi di varie fasi secondo un certo ordine e certi intervalli di tempo nello svolgimento di un
fenomeno o nello sviluppo di un organismo.

(Treccani)


 Attività, percezione, ripetizione, isocronismo
 I Ritmi biologici
 Ritmi motori spontanei
 Sincronizzazione senso motoria
 Struttura temporale del ritmo
 Esperienza ritmica nel tempo e nello spazio (periodicità)

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