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Le basi dell’
dell immunoematologia
ed il laboratorio
OGGI
•TECNICHE DI AGGLUTINAZIONE
DOMANI
Gal Tipo
p 1: fluidi e secrezioni
GlcNac
ß1→3
Gal
ß1→3
Tipo 2: eritrociti, fluidi,
Gal secrezioni
Gal GlcNac
Gal
G l
Gal Gl
GlcNac
ß1→3
ß1→4
α1→2
Fuc Antigene H
Antigeni
g AeB
G l
Gal
Gal GlcNac
GalNac Antigene A
Fuc
Gal
Gal GlcNac
G l
Gal Antigene B
α1→3
Fuc
Polimorfismo ABO
240 374 375 1062
5’ 6° esone 7° esone 3’
A1 Consensus 1062
C467T C1060-
A2 1129
Sottogruppi di A
Fenotipo A1
A 2 x 106 antigeni / globulo rosso
A A
Positività con anti-A
A A A Positività con anti-A1
anti A1
Fenotipo A2
A A
0,5 x 106 antigeni / globulo rosso
A A Positività con anti-A
N ti ità con anti-A1
Negatività ti A1
Altro
l sottogruppi:
i A3, Ax, Am, Ael….
l
Antigene
g D: caratteristiche biologiche
g
• Più iimportante
t t proteina
t i dei
d i gruppii sanguigni
i i
• Fortemente
F t t alloimmunizzante
ll i i t
– Trasfusioni
– Gravidanze
RhD+
• Variabilità nelle popolazioni 85% Caucasici
94% Africani
98% Asiatici
A
GACA-1 Fenotipo Fy (a-b-)
T 46 C
Anti-A,B
Anti-A,B
Anti-A
Anti-A,B
Anti-A Emazie A1
Anti-A
Anti A1 Emazie B
Anti-B
Tipizzazione
Ti i i d
dell’
ll’ Rh
Fenotipizzazione del sistema Rh
Definizione tipo Rh: - Positivo
- Negativo
Fenotipo completo del sistema Rh
Anti-C
Anti-c
Anti-D
Anti-E
Anti e
Anti-e
R I
RAI
IAI
L alloimmunizzazione
L’alloimmunizzazione
Eventi alloimmunizzanti
I gruppi sanguigni
sono poco immunogeni
D+ Kell+
D- Kell-
1. Peso molecolare
2. Numero dei residui
aminoacidici aromatici
3. Carica elettrica Influenzano la risposta
4. Struttura immunitaria del ricevente
5 Numero
5. N di antigeni
i i espressii
sulla superficie cellulare
L’evoluzione del laboratorio di immunoematologia
ha influenzato la ricerca degli
g anticorpi
p irregolari
g
e la loro incidenza
• Enzimi
• Polibrene
• PEG
• Gel test
L compatibilità
La tibilità
La compatibilità
• Nasce al letto del paziente:
– identificazione paziente
– identificazione provette (DM marzo
2005)
– Firma del prelevatore
La richiesta trasfusionale
• Predeposito • Gruppo
• Globuli
Gl b li rossii • N.
N esame
concentrati ( • Alloanticorpi
irradiati e/o eritrocitari
it it i
filtrati) • Specificità
• C.
C piastrinici ( • Precedenti reazioni
irradiati e/o
filtrati) • Firma Medico
• C. Granulocitari
Sangue ed emocomponenti
Unità trasfuse dal 1975
P li li i S
Policlinico S.Orsola-Malpighi
O l M l i hi
27793
24200
15800
Compatibilità per la trasfusione dei
globuli rossi concentrati
DONATORE RICEVENTE
0 0, A, B, AB
A A, AB
B B, AB
AB AB
Rh positivo Rh positivo
Rh negativo Rh negativo
negativo, positivo
La prova di compatibilità
Donatore Ricevente
Negativa
Positiva
Laboratorio di Immunoematologia
eritrocitaria
NEGATIVA
COMPATIBILITA’
Le reazioni trasfusionali:
emolitiche e non emolitiche
La Reazione Trasfusionale Emolitica
Definizione
• Sii intende
i d per Reazione
R i T
Trasfusionale
f i l E
Emolitica
li i lla li
lisii o
l’accelerata eliminazione dei globuli rossi trasfusi in un
paziente
Legge 4 Maggio 1990 n° 107 Gazzetta Ufficiale n° 108 dell'11 Maggio 1990
B1 LA TRSFUSIONE DI SANGUE PUò ESSERE VISTO COME UN PROCESSO CHE LEGA IL DONATORE DI SANGUE AL PAZIENTE. CHE RICEVE L'
EMOCOMPONENTE. QUESTO PROCESSO, OGGI RIVISITATO E AGGIORNATO DAGLI STANDARD DI ACCREDITAMNETO E CERTIFICAZIONI, E'
SEMPRE STATO PRESENTE NELLA CULTURA DEL MEDICO SPECIALISTA IN MEDICINA TRASFUSIONALE.
LE LEGGI TRASFUIONALI FIN DAL 1967 HANNO INFATTI SEMPRE TENUTO INGRANDE CONSIDERAZIONE LA TRACCIABILITA'
DELL'EMOCOMPONENTE CONSIDERANDO FONDAMENTALE IL PERCORSO DONATORE-PAZIENTE-DONATORE.
Bontadini; 22/01/2007
B2
Emovigilanza
L sicurezza
La i trasfusionale
t f i l
Processo trasfusionale
f l
Anamnesi
m E m di
Esami Prelievo e Test
Clinica idoneità scomposizione infettivologici
del donatore
Prodotto
Diapositiva 53
B2 Bontadini; 22/01/2007
Emovigilanza
L sicurezza
La i trasfusionale
t f i l
Processo trasfusionale
f l
Emovigilanza
L sicurezza
La i trasfusionale
t f i l
Sistemi di emovigilanza
Differenti modelli in Europa
• Francia:
F i lal partecipazione
t i i all’emovigilanza
ll’ i il è richiesta
i hi t per llegge
• Olanda e Danimarca: p
partecipazione
p facoltativa
B3 DIVERSI MODELLI DI EMOVIGILANZA STANNO EMERGENDO NELLE REALTà TRASFUSIONALI RIFLETTENDO ANCHE QUELLI CHE SONO GLI
ASPETTI ORGANIZZATIVI E MEDICO LEGALI NEI VARI STATI.
PER ESEMPIO OLTRE ALLA DIVERSA PARTECIPAZIONE AL PROGRAMMA CHE PUò VARIARE DA STATAO A STATO, PER ESEMPIO VEDIAMO
COME IN GERMAINA FACCIA PARTE DELLA FARMACOVIGILANZA, IN FRANCIA VENGA RICHIESTO DI LEGGE E COME IN ALTRI STATI SIA
FACOLTATIVO O DISCREZIONALE, OCCORRE TENERE PRESENTE CHE ANCHE IL RANGE ALL'INTERNO DEL QUALE SI STABILIZZA LA
RACCCOLTA DATI E' VARIABILE. PERTANTO MENTRE IN ALCUNI SISTEMI UN RIALZO FEBBRILE DEVE ESSERE SEMPRE SEGNALATO, IN
ALTRI E' DISCREZIONALE E SOLO REAZIONI AVVERSE PIU' GRAVI NECESSITANO DI SEGNALAZIONE. QUESTO SIGNIFICA CHE ANCHE LA
RACCOLTA DATI NON E' OMOGENEA COMPORTANDO UNA LIMITAZIONE DI PARTENZA PER POTER ESEGUIRE UN CONFRONTO OMOGENEO
DELLE REAZIONI AVVERSE TRASFUSIONALI.
Bontadini; 22/01/2007
B4
Emovigilanza
La sicurezza trasfusionale
Raccolta dati non omogenea nei vari
Sistemi di Emovigilanza
Parole chiave
B4 TUTTAVIA ANCHE SE LA RACCOLTA NON E' OMOGENEA E A DISPETTO DI DIFFERENZE DI RACCOLTA E LIMITAZIONI, CERTE PAROLE
CHIAVE PERMETTONO DI FARE EMERGERE DAI VARI SISTEMI DI EMOVIGILANZA ALCUNI MESSAGGI CHE POSSIAMO RIASSUMERE CON IL
FATTO CHE LA TRASFUSIONE DI SANGUE PUò ESSERE CAUSA DI MANIFESTAZIONI CLINICHE LEGATE A FENOMENI BIOLOGICI OPPURE AD
ERRORI.
CI RICONDUCIAMO QUINDI ALLE REAZIONI AVVERSE DELLA INCOMPATIBILITà abo, ALLA CONTAMINAZIONE BATTERICA DEGLI
EMOCOMPONENTI E ALLE COMPLICANZE IMMUNOLOGICHE QYALI LA fnhtr, ta-VHD E LA TRALI.
Bontadini; 22/01/2007
La Reazione Trasfusionale
L’emovigilanza
L emovigilanza
Distribuzione degli incidenti trasfusionali in 3 anni di emovigilanza
p
nell ’ospedale Svizzero di Losanna (1999-2001)
( )
Unità trasfuse
38815 GRC Incidenti riportati
4773 PLT n. 233
13033 PFC
RITARDATA
• Majo
j Clinic ((1964-1973)) 1: 11652 unità trasfuse
• Majo Clinic (1974-1977) 1: 4015 unità trasfuse
• Australian (1980-………) 1: 6875 unità trasfuse
• John Hopkins (1986
(1986-1987)
1987) 1: 9094 unità trasfuse
• Toronto (1974-1978) 1: 2339 unità trasfuse
Emolisi extravascolare
C3 C3b
(anticorpi irregolari)
C3b
La Reazione Trasfusionale Emolitica
Emolisi intravascolare
Attivazione del Complemento via classica
Attivatori IgM
g 1 molecola
Attivatori IgG 2 molecole
C4a
C1 C1 C4
C4b
C2
C2a+C4b
C2b C2a C2 C4b C3b
C2a+C4b+C3b
C3
C5
C3a C3b MAC
C5a C5b + C6-C9
La Reazione Trasfusionale Emolitica
E l extravascolare
Emolisi l
C3d ?? IgG1
IgG2
C3b
IgG3
C3b
Emolisi ritardata
M
Mancato
t iincremento
t emoglobinico
l bi i
Febbre
Astenia
TCD positivo
Presentazione clinica
della reazione ritardata
• interrompere la trasfusione
• somministrare soluzione fisiologica
• sostenere pressione arteriosa, polso e frequenza
• somministrare diuretici e/o liquidi
q
• prelevare campioni di sangue ed urine per le indagini di
laboratorio
• riverificare la congruenza tra ll’identità
identità del paziente,
paziente il suo
gruppo sanguigno e l’etichetta dell’unità
• segregazione
g g di tutte le unità assegnate
g al paziente
p ancora
da trasfondere
• immediata segnalazione al Servizio Trasfusionale
La Reazione Trasfusionale Emolitica
• Generalmente tollerata
• Trasfusione compatibile per la correzione
dell anemia
dell’anemia
• Somministrazione di IgG e.v. 400mg/Kg
se non disponibile
di ibil sangue compatibile
tibil (case report)
L reazioni
Le i i trasfusionali
f i li
non emolitiche
Le reazioni trasfusionali non emolitiche
• Reazioni allergiche
• TA
TA--GVHD (Transfusion Associated-
Associated-GVHD)
FNHTR
Reazioni febbrili non emolitiche
La più frequente reazione trasfusionale da
globuli
l b li rossii concentrati
t ti (GRC) e piastrine
i t i (PLT)
• Clinica:
– Febbre (rialzo di almeno 1°C)
– Tremore
– Rigidità
g
– Agitazione
– Talora nausea, vomito, cefalea
• Incidenza:
– Da trasfusione di GRC: 0,5-1%
– Da trasfusione di PLT: 20-30%
20 30%
• M
Maggior
i rischio
i hi di reazionei correlato
l con:
– > Durata di conservazione dell’emocomponente
– Contenuto in leucociti
FNHTR
Patogenesi 1
Osservazione:
– FNHTR più frequente in donne con pregresse
gravidanze o soggetti politrasfusi
Patogenesi immune
70-100% dei pz.con FNHTR
70-
presentano anticorpi:
Anti--HLA
Anti
Anti--HNA
Anti
Anti--HPA
Anti
FNHTR
P t
Patogenesi
si 2
Osservazione:
– Maggior frequenza di FNHTRs con PLT
– FNH
FNHTRs da PLTL anche
n in
nmmaschi n
non
nppolitrasfusi
fu
– Maggior rischio di reazione con PLT conservate a 5 giorni
Reazione immunologica
T –linfociti
linfociti
del donatore
Ricevente
vitali immunocompromesso
p
Disparità
à HLA
Donatore/ricevente
TA-GVHD
Donatore Ricevente
HLA-omozigote Immunocompetente
llinfociti
nfoc t vvitali
tal un aplotipo
aplot po HLA
HL condiviso
cond v so
col donatore
TA--GVHD
TA
M
Mortalità:
l à - elevatissima
l > 90%
- entro 3-4 settimane dalla trasfusione
- causa di morte:
morte infezioni
• Pazienti Immunocompetenti
– Trasfusione da familiare
– Emocomponenti HLA-matched
– Popolazioni HLA omogenee
TA--GVHD
TA
Prevenzione
• Irraggiamento su indicazione
d clinica:
l
EFFICACIA LIMITATA
– Ri
Rischio
hi ddonatore
t omozigote
i t
– Mancata segnalazione dei pazienti a rischio
Reazioni da contaminazione batterica
• Incidenza:
– sepsi
p per
p trasfusione di GRC 1:250.000
– sepsi per trasfusione di PLT 1:25.000
• Mortalità
– Per trasfusione di GRC
GRC: 58%
– Per trasfusione di PLT: 26%
• Emocomponenti in causa:
– Plasma
– Crioprecipitati
– Emazie concentrate
– Piastrine da aferesi
– IVIG
– Granulociti
– Cellule staminali
• U
Uguale
l incidenza
i id maschi
hi / f
femmine
i
• Si può manifestare a tutte le età
TRALI
• Incidenza: ritenuta sottostimata
• Principale causa di morte da trasfusione (FDA 2001-2003)
•In p
più del 50% dei casi sono stati riscontrati anticorpi:
p
anti--HNA nel donatore (emocomponenti da multipare)
anti-HLA e/o anti
anti-
• 5% dei casi presenza di anticorpi nel ricevente
TRALI
Indagini di laboratorio
Nel donatore:
- Ricerca anti-HLA Classe I e II
- Ricerca anti-HNA
Se positivi, identificazione della specificità
à
Nel ricevente:
- Tipizzazione HLA
- Tipizzazione HNA
- Ricerca anti-HLA e anti-HNA
Cross-match:
Cross match: siero del donatore e leucociti del ricevente
Donatore “IMPLICATO” in caso di TRALI se possiede un anticorpo
verso un antigene presente nel ricevente o cross-
cross-match positivo
Considerazioni
• Migliorare
Mi li le
l conoscenze eziopatogenetiche
i t ti h e cliniche
li i h delle
d ll
reazioni
• Migliorarne
Mi li il trattamento
t tt t e la
l prevenzione
i