Elementi introduttivi
di Finanza Aziendale
• Testimonianze esterne
Esame:
• Scritto/orale (da comunicare)
Contatti:
analisi.finanziaria@libero.it
www.dis.uniroma1.it/~analisifin
Testi di riferimento:
• A. Damodaran, Finanza Aziendale, Apogeo Education
• R. Brealey, S. Myers, S. Sandri, Principi di Finanza Aziendale, McGraw Hill Libri Italia
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Indice'degli'argomenti
1. Introduzione al corso
3. Decisioni di finanziamento
3
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Indice'degli'argomenti
4. Decisioni di investimento
4.1 Scelte d investimento: selezione dei progetti, valutazione del rischio e del
rendimento atteso, interazione tra progetti alternativi
4.2 Il processo logico di selezione degli investimenti
4.3 Elementi base di classificazione degli investimenti
4
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Obiettivo del corso
Il corso intende fornire allo studente gli strumenti per comprendere e interpretare le
principali tematiche relative alla finanza aziendale e alle decisioni di investimento e di
finanziamento delle imprese.
Al termine del corso, lo studente dovrà essere in grado di sviluppare un giudizio critico
con riguardo al processo di gestione finanziaria di un impresa e saper rispondere ad
alcune domande fondamentali, quali:
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
La misurazione del valore Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale
Parte&4.&Decisioni&di&
investimento
Tema cardine della Finanza Aziendale è la misurazione del valore (strumento per
perseguire l obiettivo di creazione del valore).
Criterio base è quello del Valore Attuale Netto (VAN) dei flussi di cassa generati.
Relazione rischio-rendimento
Il rendimento atteso di un investimento non è una variabile certa, bensì sopporta un certo
grado di incertezza, o rischio. Tanto più elevato il rischio percepito dagli investitori, tanto
maggiore il rendimento richiesto dagli stessi per l impiego delle proprie risorse.
Rischio e rendimento sono, quindi, due facce della stessa medaglia. Osserveremo alcune
tecniche per incorporare il concetto di rischio nelle valutazioni.
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
I'concetti'di' valore e' prezzo :'generalità' Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale
FENOMENI&ESTERNI FENOMENI&INTERNI
(incontrollabili) (controllabili)
Generali Di/settore Flussi/ Valori/
Rischi
attesi stock
Altri&fenomeni&esterni
VALORE 7 efficienza/(! contendibilità)/dei/mercati/
della/proprietà/e/del/controllo
La/finalità/più/generale/ 7 domanda/offerta/di/aziende/di/un/dato/
tipo
del/processo/di/ 7 dimensione/del/pacchetto/azionario/da/
valutazione/è/stabilire/un/ valutare
prezzo,/tramutando/così/ 7 processi/di/concentrazione/in/atto/nel/
settore
il/valore/(dato/soggettivo)/
in/dato/oggettivo
PREZZO 7 c.d./ fattori/di/negoziazione (≈/potere/
contrattuale/delle/parti)
7 fattori/soggettivi/di/negoziazione
(sinergie)
Valore " interpretazione di una realtà complessa, non è un dato oggettivo poiché scaturisce da
un processo di stima
Prezzo " risultante di una negoziazione fra acquirenti e venditori portatori di interessi
specifici. Il prezzo è dunque un tipo di valore certo (in quanto osservato) definito in
un determinato contesto spazio-temporale
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La scelta del giusto obiettivo Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale
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L’Obiettivo Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale
Obiettivo&
globale A/livello/Corporate/viene/definito/l’obiettivo/globale
per/l’impresa,/che/può/essere/a/esempio/relativo/alla/
creazione/del/valore,/all’aumento/della/quota/di/
mercato/o/al/volume/dei/ricavi.
Per/le/singole/aree,/avendo/come/punto/di/
… … riferimento/tale/obiettivo,/viene/fissato/un/obiettivo/
locale per/fare/in/modo/che/ogni/singola/area/riesca/
a/contribuire/alla/creazione/del/valore.
L’organizzazione/e/la/struttura/definita/dovranno/
operare/affinchè/l’obiettivo/globale/sia/pienamente/
Obiettivo& condiviso/e/si/crei/un’adeguata/cooperazione/tra/le/
locale funzioni.
Il/raccordo/tra/obiettivi/singoli/locali/e/quello/globale/è/il/tema/centrale/dell Organizzazione/aziendale./Ma/di/
primaria/importanza/è/individuare/un/obiettivo/globale/che/soddisfi/i/portatori/di/interessi/dell impresa.
Es.
Il management decide che l’obiettivo globale è l’aumento degli utili. La funzione HR per raggiungere tale obiettivo riduce i costi
di formazione del personale. Tale riduzione implica una diminuzione del grado di specializzazione dei dipendenti dell’azienda
che porta a una bassa qualità delle lavorazioni e quindi del prodotto finale. In questi termini, la HR raggiunge l’obiettivo locale
ma arreca un danno indiretto al risultato complessivo dell’impresa.
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Elementi di finanza aziendale 1/4
Creare
VALORE Obiettivo condiviso dai principali stakeholders
perchè
Obiettivo misurabile
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Elementi di finanza aziendale 2/4 Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale©
Al/livello/più/generale/corrisponde/la/
Capitale/netto creazione/di/valore/per/l’impresa./
Modificando/la/funzione/obiettivo
possiamo/prendere/in/considerazione/
Impresa solamente/il/capitale/netto/e/scendendo/
Titolo/azionario ancora/più/nel/dettaglio/arrivare/a/
considerare/solamente/il/titolo/azionario/
(qualora/l’impresa/sia/quotata)
L’impresa che sceglie come obiettivo la massimizzazione del valore dell’impresa può generare una
serie di costi tali da richiedere la modifica dell’intera funzione obiettivo. Il conflitto più evidente che si
può venire a creare è quello tra azionisti e management. In particolare il management può essere
indotto a compiere azioni nel proprio interesse e a danno degli investitori.
Un ulteriore conflitto di interessi, qualora la funzione obiettivo sia ristretta al capitale netto, può
sorgere tra azionisti e obbligazionisti.
Scegliendo come funzione obiettivo la massimizzazione del titolo azionario il management si può
trovare di fronte ai conflitti generati dalle inefficienze dei mercati azionari.
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Elementi di finanza aziendale 4/4 Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale©
Creazione&Valore
IMPRESA
Conflitti/tra/management e/azionisti&+
Conflitti/tra/management e/obbligazionisti&+
CAPITALE NETTO
N.B.
Aumento/del/valore/del/titolo/azionario/! Aumento/del/valore/dell’impresa
Aumento/del/valore/dell’impresa/! Aumento/del/valore/del/titolo/azionario
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Conflitti Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale©
L’obiettivo basato sulla massimizzazione del prezzo azionario pone una serie di problemi per via dei
potenziali conflitti fra i diversi gruppi (manager, azionisti, obbligazionisti, società, mercati finanziari).
Questo tipo di conflitti può portare a delle divergenze di interesse. Tali conflitti, in uno scenario ideale,
possono essere controllati come segue.
Azionisti
Hanno/il/potere/di/scegliere/e/ Massimizza/il/valore/del/
rimuovere/il/management capitale/netto I costi/causati/dalla/
società/possono/essere/
Prestano/fondi imputti/all’azienda
Management
Obbligazionisti • Seleziona i progetti Società
• Finanzia i progetti
• Paga i dividenti
Protegge/gli/interessi/ Non/crea/costi/sociali
degli/obligazionisti I mercati/sono/efficienti/e/i/
prezzi/riflettono/l’effetto/di/
Fornisce/informazioni/ nuove/informazioni/sul/
veritiere/e/tempestive valore
Scenario
Mercati finanziari
IDEALE
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Parte&3.&Decisioni&di&
Valore e prezzo azionario 1/2 finanziamento
Nonostante quanto visto finora la gran parte dei modelli teorici alla base della finanza
aziendale sono costruiti sul presupposto che l obiettivo unico nel processo decisionale
è la massimizzazione del prezzo azionario. Ci sono tre motivi per cui questa
scelta risulta essere la migliore:
• Disponibilità di un riscontro immediato – Il prezzo azionario è un parametro
immediatamente e costantemente osservabile. Fornisce dunque un benchmark di
rapida disponibilità per le decisioni intraprese dal management.
• I prezzi riflettono anche gli effetti di M/L termine – Diversamente da parametri
quali il fatturato o la quota di mercato, il valore di un azione, per definizione, riflette
anche gli effetti di lungo termine e le prospettive future dell azienda. In un mercato
razionale, i prezzi azionari rappresentano il tentativo da parte degli investitori di
misurare questo valore.
• Criterio chiaro di scelta – la massimizzazione del prezzo azionario costituisce un
criterio chiaro e facilmente confrontabile delle decisioni di investimento e
finanziamento dei manager.
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Parte&3.&Decisioni&di&
Valore e prezzo azionario 2/2 finanziamento
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Problemi di agenzia nelle decisioni aziendali Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale
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Parte&1.&Introduzione&
Azionisti vs. Management alla&Finanza&Aziendale
Numerose ricerche evidenziano che i Consigli di Amministrazione non sono in grado di garantire un pieno
controllo del management, fattore, questo che può tradursi in conseguenze negative per la vita
dell azienda. Di contro, è stato dimostrato che l imposizione di migliori sistemi di Governance, in grado di
imporre più strin genti meccanismi di controllo del management, conduce a migliori rendimenti e riduce
sensibilmente la probabilità di grandi scandali (si pensi ai casi Enron, WordCom..)
Il conflitto di obiettivi tra azionisti e manager e il limitato potere dei primi nei confronti dei secondi può
raggiungere un apice in alcuni momenti cruciali della vita di un azienda (Takeover ostile). In tali
circostanze, le delibere assembleari possono configurarsi come delle rivalse del mercato sull operato del
management.
Il management, a sua volta, può predisporre alcuni meccanismi di difesa, quali:
• Golden Parachute: clausole inserite in un contratto di lavoro in base ai quali un dipendente (tipicamente un manager) riceve
significativi benefits in caso di cessazione del rapporto di lavoro a seguito dell acquisizione.
• Poison Pills: insieme di strategie poste in essere dal management al fine di scoraggiare un OPA ostile. Alcune delle più comuni
Poison Pill strategies sono i Preferred Stock plans, i Flip-over Plans; Back-end rights plans (*).
• Greenmail: Processo che consiste nell acquisto da parte del management delle partecipazioni azionarie target, in genere a un
prezzo molto superiore rispetto a quello pagato di solito. In tal modo, il prezzo azionario dell’azienda obiettivo tende ad
aumentare, rendendo meno conveniente l acquisizione. Come è evidente, questa tecnica avviene a scapito degli azionisti della
società target, in quanto l'acquisto avviene utilizzando fondi della società stessa, e a vantaggio del management, che evita così
il pericolo di un cambio ai vertici dopo l'acquisizione
(*) Preferred Stock Plans - This preferred stock is convertible to common stock only after the takeover is completed. This
strategy both dilutes the ownership of the acquiring company (which is highly unde sirable for the acquirer) as well as increases
the cost of the merger.
Flip Over Plans - this type of poison pill allows shareholders to purchase share s of common stock in the new company at a
substantial discount after the merger. While this approach is simpler to implement than a preferred stock plan, it does not
prevent a company from purchasing a controlling share of the target.
Back End Plans - this approach provides shareholde rs of the target company with the right to cash or debt securities at a price
established by the company's Board of Directors. By doing so, the target company has esse ntially established an above-market
selling price for the company.
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Parte&1.&Introduzione&
Azionisti vs. Obbligazionisti alla&Finanza&Aziendale
Un altra potenziale fonte di conflitto tra diverse categorie di portatori di interesse verso
l azienda è la divergenza di interessi tra azionisti e obbligazionisti.
La radice del conflitto di interessi tra questi due gruppi sta nella diversa natura dei flussi
di cassa a loro spettanti. Gli obbligazionisti godono in genere di priorità di
pagamento, ma ricevono somme fisse, a prescindere dal grado di rischio (e di
rendimento) generato dagli investimenti aziendali (cap delle remunerazioni).
Di contro gli azionisti, pur godendo di diritti di remunerazione residuali, godono
della possibilità di dichiarare fallimento nel caso in cui l azienda non disponga di
mezzi necessari per far fronte ai propri obblighi finanziari (floor delle perdite).
Di conseguenza, nella scelta dei progetti di investimento, gli azionisti possono
intraprendere un azzardo morale e selezionare investimenti comparativamente
più rischiosi.
In tale prospettiva, essi vedono incrementate le prospettive di elevati rendimenti, cui non
fa da contraltare un’adeguata prospettiva di perdita di valore del proprio
investimento (la prospettiva peggiore rimane il fallimento).
Al contrario gli obbligazionisti, a fronte di investimenti più rischiosi, non vedono
incrementato il loro rendimento atteso, tuttavia sopportano un grado superiore di
rischio dal momento che l aumentata variabilità dei risultati economici derivante
dall’intrapresa di investimenti comparativamente più rischiosi aumenta il rendimento
richiesto per i titoli in loro possesso e generare delle perdite in conto capitale.
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Parte&1.&Introduzione&
Azionisti vs. Obbligazionisti alla&Finanza&Aziendale
Una impresa cui è assegnato un rating Aa e con leverage (D/E) pari a 1 ha in circolazione delle
obbligazioni che offrono una cedola del 5% fisso. Nel tasso è compreso un premio per il rischio
controparte quantificato in dipendenza dal rating in 50 b.p..
Gli azionisti alla ricerca di rendimenti sempre maggiori contraggono nuovo debito con delle
banche (il leverage passa a 3) e in virtù dei nuovi investimenti più rischiosi il rating diviene
BBB (che implica uno spread per il rischio controparte di 150b.p.). Quali sono le conseguenze
per gli obbligazionisti?
Rendimento cedolare (all emissione = rendimento richiesto): 5%
Rendimento richiesto (dal nuovo rating): 6%
Durata residua 5Y (5 cedole annuali)
5 5 5 5 105
VARatingAa = + + + + = 100
(1,05)1 (1,05)2 (1,05)3 (1,05)4 (1,05)5
5 5 5 5 105
VARatingBBB = 1
+ 2
+ 3
+ 4
+ 5
= 95,8
(1,06) (1,06) (1,06) (1,06) (1,06)
Il valore di 95,8 corrisponde al valore che l obbligazione deve avere per fornire un rendimento
del 6%. La differenza tra il valore iniziale di 100 e il nuovo valore stimato corrisponde alla
perdita in conto capitale sopportata dagli obbligazionisti e provocata dall incremento del
livello di rischiosità del portafoglio di investimenti dell azienda.
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Conflitti Parte&1.&Introduzione&
alla&Finanza&Aziendale©
L’obiettivo/basato/sulla/massimizzazione/del/prezzo/azionario/pone/una/serie/di/problemi/per/via/dei/
potenziali/conflitti/fra/i/diversi/gruppi/(manager,/azionisti,/obbligazionisti,/società,/mercati/finanziari)./
Questo/tipo/di/conflitti/può/portare/a/delle/divergenze/che/devono/essere/trattate/e/ove/possibile//risolte/
sempre/tenendo/in/considerazione/una/serie/di/vincoli.
Azionisti
Hanno/limitato/potere/di/ Protegge/i/propri/interessi/a/
controllo/effettivo spese/degli/azionisti I costi/causati/dalla/società/
non/possono/essere/
Prestano/fondi imputati/all’azienda
Gli/obbligazionisti/ Genera/elevati/costi/sociali
sono/danneggiati/ I mercati/sono/volatili,/
dagli/azionisti orientati/al/breve/periodo/
Fornisce/informazioni/ e/compiono/valutazioni/
fuorvianti/e/poco/ errate
tempestive
Scenario
Mercati finanziari
REALISTICO
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Alternative alla massimizzazione del prezzo Parte&1.&Introduzione&
azionario alla&Finanza&Aziendale©
Esistono delle alternative alla massimizzazione del valore del titolo azionario e
principalmente le alternative possono essere di due tipi:
1. Assumere un sistema di corporate governance diverso
2. Assumere una funzione obiettivo alternativa
A. Massimizzare la quota di mercato (market share)
B. Massimizzare i profitti
C. Massimizzare la dimensione dell’impresa (fatturato, etc.)
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Parte&4.&Decisioni&di& Parte&3.&Decisioni&di&
La funzione finanziaria dell azienda investimento finanziamento
Shall&we&
build&this
plant?
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Parte&1.&Obiettivi&
Il ruolo del manager finanziario aziendali&e&il&ruolo& della&
finanza
(2) (1)
(3) (4b)
(1) Fondi raccolti presso gli investitori
(2) Fondi investiti nelle attività reali
(3) Fondi generati dalla gestione
(4a) Fondi reinvestiti
(4b) Fondi restituiti agli investitori
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
DRIVER PER LA MASSIMIZZAZIONE DEL VALORE DI
UN IMPRESA
Massimizzare il valore
dell’impresa
Nella maggior parte dei casi c è una differenza tra gli investimenti di un impresa e i
fondi generati internamente. Tale differenza costituisce il fabbisogno finanziario,
che l’impresa copre facendo ricorso alle fonti esterne.
Compito del manager finanziario è decidere la struttura finanziaria ottimale per
l impresa, ovvero il migliore mix di fonti proprie e capitale di debito per finanziare i
progetti di investimento in modo tale da garantire l’equilibrio finanziario
dell’impresa nel breve e nel lungo termine.
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
I mercati finanziari Parte&3.&Decisioni&di&
finanziamento
Così come il mercato del debito, anche quello dei capitali equity è inserito all interno di un
proprio framework regolamentare che ne descrive le regole e i limiti di funzionamento ed è
soggetto alla vigilanza di istituzioni dedicate a tale funzione.
A seconda dei titoli scambiati, si distinguono i mercati fra:
• Mercati primari: i mercati finanziari consentono alle aziende di collocare le proprie azioni (o
più in generale i propri titoli) sul mercato. Visto che un emissione di titoli è detta emissione
primaria, anche il mercato in cui sono venduti è detto mercato primario
• Mercati secondari: i titoli emessi e acquistati dagli investitori, possono poi essere rivenduti
dagli stessi. Tali transazioni di titoli diverse da un emissione primaria avvengono sui c.d.
mercati secondari
A seconda delle regole vigenti, si distinguono i mercati fra:
• Mercati Regolamentati: Mercato mobiliare basato su una specifica regolamentazione
relativa all organizzazione e al funzionamento del mercato stesso;
• Multilateral Trading Facilities: Sistema multilaterale, gestito da un impresa di
investimento o da un gestore del mercato, che consente e facilita l’incontro – al suo interno e
in base a regole non discrezionali – di interessi multipli di acquisto e di vendita di terzi relativi a
strumenti finanziari;
• Mercati OTC (Over the Counter): Mercati non soggetti alla medesima regolazione dei primi
due, in cui si svolgono scambi non organizzati.
L Autorità preposta alla Vigilanza dei mercati finanziari in Italia è la CONSOB. Essa è dotata di
poteri in tema di organizzazione e funzionamento delle borse valori, nonché di ammissione dei
titoli a quotazione. Più in generale, qualsiasi sollecitazione del pubblico risparmio è ricondotta al
controllo CONSOB
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il mercato del capitale di debito Parte&3.&Decisioni&di&
finanziamento
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Parte&3.&Decisioni&di&
Il mercato del capitale di debito finanziamento
Il rischio di credito
La valutazione del rischio di credito concerne la valutazione da parte del
soggetto finanziatore della capacità del soggetto beneficiario del
finanziamento di ripagare il debito contratto. Tanto più il rischio stimato dal
finanziatore è alto, tanto più elevata sarà la remunerazione richiesta.
Rischio e rendimento sono dunque due facce della stessa medaglia.
All aumentare del rischio sopportato, aumenta il rendimento richiesto dai
finanziatori.
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Indicatori per il giudizio di bancabilità del
Parte&3.&Decisioni&di&
finanziamento del progetto finanziamento
Il merito di credito (e quindi il rischio) deve essere analizzato lungo tre dimensioni:
# capacità di far rientrare il creditore del proprio finanziamento (adeguata capacità
patrimoniale);
# capacità di remunerare adeguatamente l investimento (adeguato rendimento);
# capacità di assolvere puntualmente al servizio del debito (adeguata liquidità).
Accanto a degli indici di redditività e tempo di rientro dell investimento occorre verificare,
nell’intera vita del progetto, o meglio ancora, di periodo in periodo, la capacità di
rimborso del debitore.
Si fa di solito ricorso a 2 tipologie di indici:
• Indicatori di natura contabile
• Indicatori di natura finanziaria
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il ruolo degli intermediari finanziari Parte&3.&Decisioni&di&
finanziamento
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il rapporto banca-impresa nel framework
Parte&3.&Decisioni&di&
regolamentare esistente finanziamento
Il ruolo delle banche quali fornitori di risorse per lo sviluppo e l intrapresa di progetti di
investimento si colloca all interno di un preciso framework regolamentare che definisce lo
scopo, le regole e i limiti dell attività di erogazione del credito da parte delle banche.
All interno di questo framework, uno degli apparati regolamentari di maggior rilievo è
costituito dalla normativa di vigilanza sulla stabilità del sistema bancario e finanziario
(Basilea III)
Tale normativa definisce 3 pilastri sul quale basa la stabilità sistemica:
1)Coefficienti patrimoniali: regola i criteri per l calcolo del patrimonio minimo delle banche
2)Controlli prudenziali: regola i poteri delle autorità di vigilanza;
3)Disciplina di mercato: regola i meccanismi di trasparenza e informativa necessari al
mercato per selezionare i soggetti nei quali investire (il mercato stesso decreta il successo o
l’espulsone della banca).
In sintesi, si tratta di un insieme di vincoli quantitativi e qualitativi alla composizione dei
bilanci delle banche il cui obiettivo finale è quello di preservare la stabilità degli istituti
finanziari e tutelare il sistema economico nel suo complesso.
Le principali istituzioni coinvolte in tale meccanismo sono:
•Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS) Tema di attualità
Forte trade-off tra esigenze di
•Banca Centrale Europea (BCE) sostegno dell’economia/crescita
•Banca d Italia (breve) e stabilità finanziaria
sistemica (lungo)
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il mercato del capitale proprio (Equity) Parte&3.&Decisioni&di&
finanziamento
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il mercato del capitale proprio (Equity) Parte&3.&Decisioni&di&
finanziamento
B. Per finalità
• Start-up Capital
• Incubator/Venture Capital
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Decisioni di investimento Parte&4.&Decisioni&di&
investimento
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Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Elementi'base'per'la'classificazione'degli'investimenti Parte&4.&Decisioni&di&
investimento
A. Grado di dipendenza
i. Indipendenti
ii. Sinergici
iii. Cannibalizzanti
B. Benefici attesi
i. Aumento ricavi
– Investimenti di espansione
ii. Diminuzione costi
– Investimenti di sostituzione
– Investimenti di razionalizzazione
iii. Qualità effettiva e percepita
– Investimenti destinati a migliorare
l immagine aziendale, la qualità dei
prodotti, in generale la percezione
C. Rischio dell azienda all esterno.
i. Condizioni di certezza
ii. Condizioni di incertezza
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Parte&4.&Decisioni&di&
Metodi di scelta per le decisioni di investimento investimento
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Parte&5.&Valutazione&
Come'si'valuta? d azienda
I)metodi
A/valutazione/diretta A/valutazione/indiretta
(metodi/empirici) (metodi/analitici)
Società/comparabili
futuro determinati livelli di redditività Analitico
Misti (Patr7Redd.) attribuiscono valore
all azienda sulla base di una combinazione degli
Metodi/basati/sulle/ elementi dei metodi precedenti
regole/del/pollice
(indice) Finanziari attribuiscono valore all azienda Levered
sulla base dei flussi finanziari disponibili in futuro
per l investitore Unlevered
Nascono/tutti/dalla/teoria/finanziaria/classica
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L impresa internazionalizzata: peculiarità della Parte&6.&Temi&di&Finanza&
finanza aziendale internazionale aziendale&internazionale
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BUON LAVORO!
40
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
““COME SI LEGGE UN
BILANCIO””
2
IL FINANZIAMENTO: i due modi di essere
FINANZIAMENTO
Interno Esterno
(titolare o soci) (banche o altri finanziatori)
CAPITALE DI
FINANZIAMENTO
3
IL FINANZIAMENTO: la rappresentazione
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 800 Soci € 500
Banche € 300
-------- --------
€ 800 € 800
===== =====
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 800 Capitale di rischio € 500
Capitale di credito € 300
-------- --------
€ 800 € 800
===== =====
Un tale prospetto è denominato situazione dei conti o, anche,
TAVOLA DEI VALORI
4
IN PARTICOLARE: IL CAPITALE DI CREDITO
CAPITALE DI CREDITO
5
Esempio n. 1: IL FINANZIAMENTO
6
Soluzione esempio n.1
IMPIEGHI FONTI
7
L’IMPIEGO
SPESE ( o COSTI)
- ad eventuali investimenti
finanziari
(es. Partecipazioni, titoli, ecc.) 8
L’IMPIEGO: la rappresentazione
La tavola precedente:
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 800 Capitale di rischio € 500
Capitale di credito € 300
-------- --------
€ 800 € 800
===== =====
Si modifica così:
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 50 Capitale di rischio € 500
Spese di investimento € 350 Capitale di credito € 300
Spese correnti € 400
-------- --------
€ 800 € 800
===== =====
9
L’IMPIEGO: la rappresentazione
La tavola precedente:
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 800 Capitale di rischio € 500
Capitale di credito € 300
-------- --------
€ 800 € 800
===== =====
Si modifica così:
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 200 Capitale di rischio € 500
Spese di investimento € 350 Capitale di credito € 300
Spese correnti € 400 Debiti di dilazione € 150
-------- --------
€ 950 € 950
===== =====
10
IN PARTICOLARE:
LE SPESE DI INVESTIMENTO
SPESE DI INVESTIMENTO
11
IN PARTICOLARE:
GLI INVESTIMENTI FINANZIARI
SPESE DI INVESTIMENTO
Altri titoli
Azioni proprie
12
IN PARTICOLARE: LE SPESE CORRENTI
SPESE CORRENTI
Interessi passivi
Minusvalenze su titoli e partecipazioni
Altri oneri finanziari
Sopravvenienze e insussistenze
Minusvalenze
13
IN PARTICOLARE: I DEBITI DI DILAZIONE
DEBITI DI DILAZIONE
14
Esempio n. 2: DAL FINANZIAMENTO
ALL’IMPIEGO
15
Soluzione esempio n. 2
IMPIEGHI FONTI
LIQUIDITA' CAPITALE,DI,RISCHIO
Banca 1.430 Capitale0sociale 2.000
SPESE,DI,INVESTIMENTO CAPITALE,DI,CREDITO
Immobilizzazioni,immateriali Debiti0verso0banche 495
Spese0di0impianto 150
DEBITI,DI,DILAZIONE
Immobilizzazioni,materiali Debiti0verso0fornitori 700
Terreni0e0fabbricati 500
Impianti0e0macchinario 300
Mobili0e0arredi 500 1.450
=====
SPESE,CORRENTI
Spese0di0acquisto0materie 150
Spese0per0servizi 100
Canoni0di0leasing 50
Oneri0finanziari 15 315
=====
16
Esempio n. 3: DAL FINANZIAMENTO
ALL’IMPIEGO
17
Soluzione esempio n. 3
IMPIEGHI 'FONTI
LIQUIDITA' )CAPITALE)DI)RISCHIO
Depositi(bancari 1.200 (Capitale(sociale 10.000
Depositi(postali 30
Cassa 100 1.330
===== )CAPITALE)DI)CREDITO
SPESE)DI)INVESTIMENTO (Debiti(verso(banche 8.100
Immobilizzazioni)immateriali (Debiti(verso(altri(finanziatori 1.850 9.950
Costi(di(impianto 120 =====
Brevetti(industriali 400 520 )DEBITI)DI)DILAZIONE
==== (Debiti(verso(fornitori 650
Immobilizzazioni)materiali (Debiti(verso(ist.(di(previd. 320
Fabbricati 2.500 (Debiti(verso(dipendenti 140 1.110
Impianti(e(macchinario 8.400 =====
Attrezzature(ind.li(e(comm.li 420
Automezzi 360
Immob.(Mat.(In(corso 100 11.780
====
Investimenti)finanziari
Partecipazioni(in(imp.(Coll. 320
Titoli(di(Stato 150 470 12.770
==== =====
SPESE)CORR.)DI)ESERCIZIO
Costi(per(materie(prima 1.800
Acconti(a(fornitori(di(materie 60
Costi(per(servizi(industriali 1.300
Costi(per(servizi(comm.li 200
Costi(per(serv.(Amm.vi 700
Salari(e(stipendi 1.800
Oneri(sociali 800
Int.(Passivi(su(finanziamenti 300 6.960
===== LLLLLLLLL LLLLLLLLL
21.060 21.060
===== =====
18
LA VENDITA
RICAVI
19
LA VENDITA: la rappresentazione
La tavola precedente:
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 200 Capitale di rischio € 500
Spese di investimento € 350 Capitale di credito € 300
Spese correnti € 400 Debiti di dilazione € 150
-------- --------
€ 950 € 950
===== =====
Si modifica così:
IMPIEGHI FONTI
Liquidità € 300 Capitale di rischio € 500
Crediti € 320 Capitale di credito € 300
Spese di investimento € 350 Debiti di dilazione € 150
Spese correnti € 400 Ricavi di vendita €420
-------- --------
€ 1.370 € 1.370
===== =====
20
IN PARTICOLARE: I RICAVI
RICAVI
Interessi attivi
Dividendi
Plusvalenze su titoli e partecipazioni
Altri proventi finanziari
Sopravvenienze e insussistenze
Plusvalenze
21
Le AREE della tavola dei valori
Impieghi Fonti
4. ... 9. ...
22
Esempio n. 4: dal finanziamento alla vendita
23
Soluzione esempio n. 4
IMPIEGHI FONTI
LIQUIDITA' CAPITALE,DI,RISCHIO
Banca 400 Capitale-sociale 2.000
CREDITI CAPITALE,DI,CREDITO
Crediti-verso-clienti 1.700 Debiti-verso-banche 3.000
SPESE,DI,INVESTIMENTO DEBITI,DI,DILAZIONE
Impianti-e-ed-altri-fatt.-pl. 4.100 Debiti-verso-fornitori 1.500
Titoli-di-Stato 100 4.200
=====
SPESE,CORRENTI RICAVI
Sp.-di-acquisto-materie 1.200 Vendita-prodotti 4.500
Retribuzione-ed-oneri 2.500 Ricavi-complementari 100 4.600
Servizi-operativi 1.100 4.800 =====
Oneri-finanziari =====
JJJJJJJJJJ JJJJJJJJJJ
TOTALE 11.100 TOTALE 11.100
====== ======
24
Esempio n. 5: operazioni di gestioni ed aree dei
valori
25
Soluzione esempio n. 5
1) 3 6
2) 1 2
3) 1 8
4) 6 7
5) 1 3 5
6) 1 3 10
7) 2 5
8) 1 2 5
9) 1 5 7
10) 1 10
11) 1 10
12) 1 3
13) 1 3 7
14) 1 6
15) 1 3
26
Esempio n. 6: leggiamo la seguente tavola dei valori
IMPIEGHI FONTI
1.#LIQUIDITA' 6.#CAPITALE#DI#RISCHIO
Banca 800 Capitale-sociale 10.000
Cassa 50 850
=====
2.#CREDITI 7.#CAPITALE#DI#CREDITO
Crediti-v/clienti 4.200 Debiti-verso-banche 4.450
Altri-crediti 300 4.500 Altri-finanziamenti 1.500 5.950
===== =====
3.#SPESE#DI#INVESTIMENTO 8.#DEBITI#DI#DILAZIONE
Immobilizzazioni#immateriali Debiti-verso-fornitori 1.100
Spese-di-impianto 300 Debiti-verso-dipendenti 300
Brevetti-industriali 600 900 Debiti-verso-enti 900
==== Debiti-tributari 280
Immobilizzazioni#materiali Altri-debiti 420 3.000
Immobili 2.200 =====
Impianti-e-macchinario 8.600
Altre-immobilizzazioni 2.400
Anticipi-a-fornitori 600 13.800
====
Investimenti#finanziari
Partecipazioni 700
Titoli-di-Stato 100
Prestiti-ad-imprese-contr. 200 1.000 15.700
==== =====
5.#SPESE#CORR.#DI#ESERCIZIO 10.#RICAVI
Spese-di-acquisto-materie 3.500 Ricavi-di-vendita-del-prodotto 16.680
Retribuzioni-e-contributi 7.400 Ricavi-per-servizi 2.100
Spese-generali-industriali 2.900 Proventi-finanziari 40
Spese-generali-di-amm.ne 1.200 Altri-proventi 380 19.200
Spese-commerciali 1.600 =====
Altre-spese-e-perdite 300
Oneri-finanziari 200 17.100
===== NNNNNNNNN NNNNNNNNN
38.150 38.150
===== =====
27
IL REDDITO DI ESERCIZIO
è necessario
29
A) L’INTEGRAZIONE
DELLE SPESE CORRENTI
1) L’ ammortamento
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Immobilizzazioni immateriali
…
Brevetti industriali
…
Avviamento
…
Immobilizzazioni materiali
…
Impianti e macchinario
…
Attrezzature
…
Ammortamento delle
immobilizzazioni materiali
...
30
IN PARTICOLARE: L’AMMORTAMENTO,
LA QUOTA ED IL FONDO
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO I esercizio
Impianti 1.000
- F.A. 250
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Quota di Amm.to 250
...
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO II esercizio
Impianti 1.000
- F.A. 500
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Quota di Amm.to 250
...
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO III esercizio
Impianti 1.000
- F.A. 750
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Quota di Amm.to 250
...
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO IV esercizio
Impianti 1.000
- F.A. 1.000
…
5. SPESE CORRENTI D’ESERCIZIO
…
Quota di Amm.to 250
... 31
A) L’INTEGRAZIONE
DELLE SPESE CORRENTI
…..
8. DEBITI DI DILAZIONE
…
Debiti per fatture da
ricevere
Debiti tributari
…..
...
5. SPESE CORRENTI
Fondo TFR
D’ESERCIZIO
…
Spese di acquisto delle Fondo imposte in
materie contenzioso
...
Imposte sul reddito Ratei passivi
dell’esercizio …
…
Accantonamento per TFR
Accantonamento per
imposte in contenzioso
…
Spese per servizi (es.)
32
A) L’INTEGRAZIONE
DELLE SPESE CORRENTI
…..
2. CREDITI
…
Crediti verso clienti
…..
3. SPESE DI INVESTIMENTO
...
INVESTIMENTI FINANZIARI
…
Partecipazioni
…..
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
…
Svalutazione dei crediti
…
Svalutazione delle
partecipazioni
33
In particolare: i FONDI
I FONDI
Possono esprimere
Es.
•Fondo ammortamenti Per oneri futuri
•Fondo svalutazione Es.
crediti •Fondo TFR
•Fondo svalutazione •Fondo spese di
partecipazioni manutenzione
ecc. ecc.
Per rischi
Es.
•Fondo per imposte
34
B) LE RETTIFICHE ALLE SPESE CORRENTI
…
4. SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
Materie (in magazzino)
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
…
- Rimanenze finali di materie
2) Le rimanenze di servizi
…
4. SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
Risconti attivi
5. SPESE CORRENTI
D’ESERCIZIO
…
Spese per servizi
Spese per godimento di beni di terzi
Oneri finanziari
...
35
B) LE RETTIFICHE ALLE SPESE CORRENTI
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Costi di ricerca e sviluppo
…
Fabbricati
…
è necessario
37
A) L’INTEGRAZIONE DEI RICAVI CORRENTI
…..
2. CREDITI
…
Crediti per fatture da
emettere
…
Ratei attivi
…..
10. RICAVI CORRENTI
…
Ricavi di vendita prodotti
…
Proventi finanziari
…
38
B) LE RETTIFICHE AI RICAVI CORRENTI
…
9. RICAVI ANTICIPATI D’ESERCIZIO
Risconti passivi
39
LA TAVOLA DEI VALORI DOPO GLI
ASSESTAMENTI
40
Le rettifiche alle spese correnti per i “prodotti in rimanenza”
e per le “produzioni in economia”:i 2 modi possibili
…
3. SPESE DI INVESTIMENTO
Costi di ricerca e sviluppo
…
4. SPESE ANTICIPATE D’ESERCIZIO
Prodotti (in magazzino)
41
Le rettifiche alle spese correnti per i “prodotti in rimanenza”
e per le “produzioni in economia”:i 2 modi possibili
…..
3. SPESE DI
INVESTIMENTO
Costi di ricerca e sviluppo
…
4. SPESE ANTICIPATE
D’ESERCIZIO
Prodotti (in magazzino)
…..
42
Esempio n. 7: la determinazione del reddito
43
Soluzione esempio n. 7
IMPIEGHI FONTI
1.#LIQUIDITA' 6.#CAPITALE#DI#RISCHIO
Banca 822 Capitale-sociale 10.000
Cassa 50 872
=====
2.#CREDITI 7.#CAPITALE#DI#CREDITO
Crediti-v/clienti 4.100 Debiti-verso-banche 4.750
Altri-crediti 300 Altri-finanziamenti 1.600 6.350
Ratei-attivi 3 4.403 =====
=====
3.#SPESE#DI#INVESTIMENTO 8.#DEBITI#DI#DILAZIONE
Immobilizzazioni#immateriali Debiti-verso-fornitori 1.100
Spese-di-impianto 240 Debiti-verso-dipendenti 300
Brevetti-industriali 560 800 Debiti-verso-enti 900
==== Debiti-tributari 1.380
Immobilizzazioni#materiali Altri-debiti 420
Immobili 2.134 Fondo-TFR 550
Impianti-e-macchinario 7.310 Ratei-passivi 20
Altre-immobilizzazioni 2.160 Fondo-spese-di-man.ne 100 4.770
Anticipi-a-fornitori 600 12.204 =====
====
Investimenti#finanziari
Partecipazioni 693
Titoli-di-Stato 95
Prestiti-ad-imprese-contr. 200 988 13.992
==== =====
4.#SPESE#ANT.#DI#ESERCIZIO 9.#RICAVI##ANT.#DI#ESERCIZIO
Materie-in-rimanenza 200 Risconti-passivi 30
Prodotti-in-rimanenza 3.000
Risconti-attivi 100 3.300
=====
5.#SPESE#CORR.#DI#ESERCIZIO 10.#RICAVI
Spese-di-acquisto-materie 3.500 Ricavi-di-vendita-del-prodotto 16.680
N-Rimanenze-di-materie N200 Ricavi-per-servizi 2.100
Retribuzioni-e-contributi 7.400 Proventi-finanziari 65
Spese-generali-industriali 2.800 Altri-proventi 350
Spese-generali-di-amm.ne 1.200 Rimanenze-di-prodotti 3.000 22.195
Spese-commerciali 1.620 =====
Altre-spese-e-perdite 300
Oneri-finanziari 600
Quote-ammortamento 1.696
Svalutazione-partecipazioni 7
Svalutazione-titoli-di-Stato 5
Accantonamento-TFR 550
Svalutazione-crediti 100
Accantonamento-imposte 1.100
Acc.-spese-di-manutenzione 100 20.778
===== NNNNNNNNN NNNNNNNNN
43.345 43.345
===== =====
44
DALLA TAVOLA DEI VALORI AL BILANCIO
STATO PATRIMONIALE
Attività Passività e netto
LIQUIDITA’ CAPITALE DI RISCHIO
Utile dell’esercizio
CONTO ECONOMICO
Costi Ricavi
SPESE CORRENTI RICAVI CORRENTI
Utile dell’esercizio
45
IN PARTICOLARE: IL CAPITALE DI RISCHIO
CAPITALE DI RISCHIO
Capitale sociale
Riserva legale
Riserve statutarie
Riserve straordinarie
Utili degli esercizi precedenti
(Perdite degli esercizi precedenti)
Riserva da sopraprezzo delle azioni
Contributi in conto capitale
Riserve di rivalutazione
…
Utile (perdita) dell’esercizio
46
Esempio n. 8: COMPONIAMO QUESTA TAVOLA
DEI VALORI
CAPITALE SOCIALE 5.000
RATEI PASSIVI 30
BREVETTI INDUSTRIALI 450
ACCANTONAMENTO IMPOSTE 120
BANCHE C/CAMBIALI FINANZIARIE 1.000
ACCANTONAMENTO T.F.R. 650
RATEI ATTIVI 10
DEPOSITI BANCARI 2.120
QUOTE DI AMMORTAMENTO 1.000
RICAVI PER LAVORAZIONI C/TERZI 600
RIMANENZE FINALI DI MATERIE 180
RIMANENZE FINALI DI PRODOTTI 1.200
CREDITI V/CLIENTI 6.680
IMMOBILI CIVILI E INDUSTRIALI 1.700
OBBLIGAZIONI IN CIRCOLAZIONE 4.000
PROVENTI COMPLEMENTARI 230
SVALUTAZIONE DEI CREDITI 200
ESISTENZE INIZIALI DI PRODOTTI 800
DEBITI TRIBUTARI 120
DEBITI DIVERSI 600
RISCONTI ATTIVI 20
IMPIANTI E MACCHINARI 6.800
SPESE DI RICERCA DA AMMORTIZZARE 550
VENDITA PRODOTTI 16.140
ONERI FINANZIARI 750
PROVENTI FINANZIARI 20
IMPOSTE PAGATE IN ACCONTO 150
MOBILI E ATTREZZATURE 700
AUTOMEZZI 300
RISERVA LEGALE 940
SPESE OPERATIVE 4.200
FONDI DI AMMORTAMENTO 2.800
FONDO RISCHI SU CREDITI 200
FONDO RISCHI DI MAGAZZINO 100
ESISTENZE INIZIALI DI MATERIE 150
PRODOTTI IN MAGAZZINO (a fine esercizio) 1.200
MATERIE IN MAGAZZINO (a fine esercizio) 180
BANCHE C/C PASSIVI 620
RETRIBUZIONI E ONERI PREVIDENZIALI 6.300
SPESE DI ACQUISTO MATERIE 3.900
DEBITI V/FORNITORI 2.400
FONDO T.F.R. 2.200
FONDO SPESE DI MANUTENZIONE 700
PARTECIPAZIONI 200
RISCONTI PASSIVI 50
47
Soluzione esempio n. 8
IMPIEGHI FONTI
1.#LIQUIDITA' 6.#CAPITALE#DI#RISCHIO
Depositi(bancari 2.120 Capitale(sociale 5.000
Riserva(legale 940 5.940
2.#CREDITI =====
Crediti(v/clienti 6.480 7.#CAPITALE#DI#CREDITO
Ratei(attivi 10 6.490 Banche(c/cambiali(finanz. 1.000
===== Obbligaz.(in(circolazione 4.000
3.#SPESE#DI#INVESTIMENTO Banche(c/c(passivi 620 5.620
Immobilizzazioni#immateriali =====
Brevetti(industriali 450 8.#DEBITI#DI#DILAZIONE
OBBLIGAZIONI 5.000
RISERVA LEGALE 1.000
CREDITI VERSO L’ERARIO 110
RATEI PASSIVI 50
MATERIE PRIME E SUSSIDIARIE 1.800
AUTOMEZZI 400
IMPIANTI E MACCHINARI 10.800
FONDO IMPOSTE 300
RATEI ATTIVI 40
DEBITI VERSO COLLABORATORI AUTONOMI 140
RISCONTI PASSIVI 40
ACCANTONAMENTO T.F.R. 420
ONERI FINANZIARI 2.500
RIMANENZE FINALI DI PRODOTTI FINITI 3.200
ACCONTI DA CLIENTI 800
DEBITI (commerciali) VERSO IMPRESE CONTROLLATE 300
ONERI SOCIALI 1.100
CAPITALE SOCIALE 10.000
DEBITI TRIBUTARI 600
CREDITI (di finanziamento) VERSO IMPRESE CONTROLLATE 1.100
PRODOTTI FINITI 3.200
RISCONTI ATTIVI 60
FITTI PASSIVI E CANONI DI LEASING 800
SVALUTAZIONE DI TITOLI DI STATO 30
DEBITI VERSO BANCHE (mutui ipotecari) 8.000
FONDO T.F.R. 3.400
CAPANNONI INDUSTRIALI 4.200
COSTI DI AMPLIAMENTO 150
TITOLI DI STATO 170
DEBITI VERSO BANCHE (c/c passivi) 4.800
PROVENTI FINANZIARI 260
IMPOSTE PAGATE IN ACCONTO 1.200
RISERVA STATUTARIA 2.000
DEBITI VERSO ALTRI FINANZIATORI 1.900
DEPOSITI BANCARI 1.400
SPESE DI ACQUISTO DELLE MATERIE 10.500
RICAVI DELLE VENDITE 23.090
AMMORTAMENTO DELLE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 2.000
MARCHI DI FABBRICA 250
ACCONTI A FORNITORI DI IMPIANTI 200
DEBITI VERSO ISTITUTI DI PREVIDENZA 350
51
Esempio n. 9 (segue)
52
Soluzione esempio n. 9
IM PIEGHI FONTI
1.#LIQUIDITA' 6.#CAPITALE#DI#RISCHIO
Depositi(bancari 1.400 Capitale(sociale 10.000
Altri(valori(in(cassa 10 Riserva(legale 1.000
Denaro(contante 90 1.500 Riserva(statutaria 2.000 13.000
===== =====
2.#CREDITI
Crediti(v/clienti 8.900 7.#CAPITALE#DI#CREDITO
Crediti(v/erario 110
Ratei(attivi 40 9.050 Obbligazioni 5.000
===== Debiti(v/banche((mutui(ipotecari) 8.000
3.#SPESE#DI#INVESTIMENTO Debiti(v/banche((c/c(passivi) 4.800
Debiti(v/altri(finanziatori 1.900 19.700
Im m obilizzazioni#im m ateriali =====
Costi(di(ampliamento 150 8.#DEBITI#DI#DILAZIONE
Diritti(di(brevetto(ind.le 800 Debiti(v/fornitori 3.600
Marchi(di(fabbrica 250 Debiti(v/imprese(controllate 300
Avviamento 750 1.950 Debiti(tributari 600
===== Debiti(v/istituti(di(previdenza 350
Im m obilizzazioni#m ateriali Debiti(v/dipendenti 310
Immobili(civili( 1.800 Debiti(v/collaboratori(autonomi 140
Capannoni(industriali 4.200 Fondo(imposte 300
Impianti(e(macchinari 10.800 Fondo(spese(di(man.ne 400
Attrezzature(ind.li(e(comm.li 1.200 Fondo(T.F.R. 3.400
Mobili(di(ufficio 350 Ratei(passivi 50 9.450
Automezzi 400 =====
NNNNNNNNN
18.750
Capannoni(in(corso(di(costruzione 720
Acconti(a(fornitori(di(impianti 200 19.670
=====
Investim enti#finanziari
Partecipazioni(in(imprese(controllate 750
Crediti(v/imprese(controllate 1.100
Titoli(di(Stato 170 2.020 23.640
===== =====
4.#SPESE#ANT.#DI#ESERCIZIO 9.#RICAVI##ANT.#DI#ESERCIZIO
Materie(prime(e(sussidarie 1.800 Acconti(da(clienti 800
Prodotti(in(corso(di(lavorazione 5.400 Risconti(passivi 40 840
Prodotti(finiti 3.200 =====
Risconti(attivi 60 10.460
=====
5.#SPESE#CORR.#DI#ESERCIZIO 10.#RICAVI#DI#ESERCIZIO
Esistenze(iniziali(di(materie 1.900 Ricavi(delle(vendite 23.090
Spese(di(acquisto(delle(materie 10.500 Altri(ricavi(e(proventi 1.050
(NRimanenze(finali(di(materie 1.800 Proventi(finanziari 260
NNNNNNNNN NNNNNNNNN
10.600 24.400
Spese(di(acquisto(dei(serv.(gen.(amm.vi 400 Incr.(per(lavori(int.(ai(capannoni 3.160
Spese(di(acquisto(dei(serv.(gen.(ind.li 800 R.F(di(prodotti(finiti 3.200
Fitti(passivi(e(canoni(di(leasing 800 (N(E.I(di(prodotti(finiti 2.700 500
Salari(e(stipendi 5.600 =====
Oneri(sociali 1.100 R.F.(di(prodotti(in(corso(di(lav.ne 5.400
Accantonamento(T.F.R. 420 (N(E.I.(di(prodotti(in(corso(di(lav.ne 5.000 400 28.460
Ammortamento(immob.ni(immateriali 450 ===== =====
Ammortamento(immob.ni(materiali 2.000
Svalutazione(crediti 50
Oneri(diversi(di(gestione 150
Oneri(finanziari 2.500
Svalutazione(partecipazioni 100
Svalutazione(di(titoli(di(Stato 30
Imposte(pagate(in(acconto 1.200
Accantonamento(al(fondo(imposte 200
Accontonamento(per(imposte(dell'esercizio 400 26.800
===== NNNNNNNNN NNNNNNNNN
71.450 71.450
===== =====
53
Soluzione esempio n. 9 (segue)
Attività Passività)e)netto
Crediti(verso(soci(per(
A versam enti(ancora(dovuti 0 A Patrim onio(netto
I Capitale 10.000
B Im m obilizzazioni II Riserva)da)sop.)delle)azioni 0
I Immobilizzazioni*immateriali III Riserva)di)rivalutazione 0
Costi)di)impanto)e)di)ampliamento 150 IV Riserva)legale 1.000
Diritti)di)brev.)industriale)e)diritti)di) Riserva)per)azioni)proprie)in)
ut.)delle)opere)dell'ingegno 800 V portafoglio 0
Conc.,)lic.,)marchi)e)diritti)simili 250 VI Riserve)statutarie 2.000
Avviamento 750 1.950 VII Altre)riserve 0
===== VIII Utili)(perdite))portati)a)nuovo 0
II Immobilizzazioni*materiali IX Utile)dell'esercizio 1.660 14.660
Terreni)e)fabbricati 6.000 =====
Impianti)e)macchinario 10.800
Attrezzature)industriali)e)comm.li 1.200
Altri)beni 750 B Fondi(per(rischi(e(oneri
Immob.)in)corso)e)acconti 920 19.670 Per)imposte 300
===== Altri 400 700
III Immobilizzazioni*finanziarie =====
Partecipazioni:
in)imprese)controllate 750
Trattam ento(di(fine(rapporto(
Crediti: C di(lavoro(subordinato 3.400
verso)imprese)controllate 1.100 1.850
=====
Totale)immobilizzazioni 23.470
D Debiti <*12*m >*12*m
C Attivo(circolante Obbligazioni 500 4.500 5.000
I Rimanenze Debiti)verso)banche 5.100 7.700 12.800
Materie)prime,)suss.)e)di)cons. 1.800 Debiti)verso)altri)finanziatori 1.900 1.900
Prodotti)in)corso)di)lav.)e)sem. 5.400 Acconti 800 800
Prodotti)finiti)e)merci 3.200 10.400 Debiti)verso)fornitori 3.600 3.600
===== Debiti)verso)imprese)controllate 300 300
II Crediti Debiti)tributari 600 600
verso)clienti)(entro)12)mesi) 8.900 Debiti)verso)ist.)di)previd.)e)sic. 350 350
verso)altri)(entro)12)mesi) 110 9.010 Altri)debiti 450 450
===== ===== ===== TTTTTTTT
Attività*finanziarie*che*non*
III costituiscono*immobilizzazioni Totale)debiti 25.800
altri)titoli 170 170
IV Disponibilità*liquide E Ratei(e(risconti 90
Depositi)bancari)e)postali 1.400
Denaro)e)valori)in)cassa 100 1.500
=====
Totale)attivo)circolante 21.080
D Ratei(e(risconti 100
54
Soluzione esempio n. 9 (segue)
A)#Valore#della#produzione
Ricavi&delle&vendite&e&delle&prestazioni 23.090
Variazioni&delle&rimanenze& 900
Incrementi&alle&imm.ni&per&lavori&interni 3.160
Altri&ricavi&e&proventi 1.050
==============
Totale 28.200
B)#Costi#della#produzione
Per&materie&prime 10.500
Per&servizi 1.200
Per&godimento&di&beni&di&terzi 800
Per&il&personale:
salari.e.stipendi 5.600
oneri.sociali 1.100
trattamento.di.fine.rapporto 420
Ammortamenti&e&svalutazioni:
amm.to.imm.ni.immateriali 450
amm.to.imm.ni.materiali 2.000
svalutazioni.dei.crediti 50
Variazioni&delle&rimanenze 100
Oneri&di&versi&di&gestione 150 22.370
======= ==============
Differenza.tra.valore.e.costi.della.produzione 5.830
C)#Proventi#e#oneri#finanziari
Proventi&da&partecipazioni&in&imprese&controllate 100
Altri&proventi&finanziari:
da.crediti.iscritti.nelle.immobilizzazioni 90
da.titoli.iscritti.nell'attivo.circolante 20
proventi.diversi.dai.precedenti 50
D)#Rettifiche#di#valore#di#attività#finanziarie
Svalutazioni&di&partecipazioni 100
Svalutazioni&di&titoli&iscritti&nell'attivo&circolante 30 =130
=======
E)#Proventi#e#oneri#straordinari
Accantonamento&al&fondo&imposte 200 =200
==============
Risultato.prima.delle.imposte 3.260
Imposte&sul&reddito&dell'esercizio 1.600
==============
Utile#dell'esercizio 1.660
=======
55
Come si analizza il bilancio:
“
“L’ANALISI DELLA GESTIONE
TRAMITE INDICI” ”
Viene ampiamente utilizzata nella prassi da tutti coloro che, per diversi motivi,
hanno la necessità di effettuare un check-up sullo stato di salute di un’azienda.
SOGGETTI INTERESSATI
ESTERNI:
- investitori (per valutare la convenienza
INTERNI:
dell’investimento)
- management (per valutare eventuali
correttivi alla gestione) - finanziatori (per valutare la convenienza del
finanziamento)
- concorrenti ( per valutare la forza
concorrenziale)
• le attività e le passività, i costi e i ricavi vengono attribuiti alle singole aree per
conoscere il capitale investito e confrontarlo con il corrispondente “reddito di
area”
SCORTA LIQUIDA
I debiti commerciali non sono riclassificati tra le fonti ma vengono sottratti agli
investimenti operativi in quanto rappresentano una riduzione degli investimenti
(principalmente in capitale circolante).
Per poter comprendere la provenienza della redditività (positiva o negativa) dell’impresa, è necessario
suddividere la gestione in aree, ossia in gruppi di operazioni omogenee:
1) AREA OPERATIVA
(o tipica o caratteristica)
4) AREA STRAORDINARIA
- Sulla base della distinzione di diverse aree di gestione, i ricavi ed i costi vengono raggruppati in
categorie omogenee per ottenere la conoscenza dei redditi di area.
- I ricavi e i costi vengono scritti in forma “scalare” per ottenere la conoscenza di margini parziali.
In questo modo è possibile comprendere il processo formativo del reddito, che, partendo dai risultati
parziali delle diverse aree gestionali, permette di arrivare a conoscere il reddito netto generato
dall’attività aziendale.
INTERNI: ESTERNI:
- sono relativi a fattori produttivi - sono relativi a fattori
preesistenti, acquisiti prima della produttivi “contestuali”,
produzione acquisiti durante la
produzione
a) Personale
a) Materie
b) Quote di ammortamento
b) Servizi
comparazione
Dipende da
•Primario Af Mp
MP > 1
AF Ac
Pcons
Pcorr
•Secondario Mp
Af
MP+Pcons > 1 Pcons
AF
Ac Pcorr
Analisi finanziaria per l’impresa
QUOZIENTI DI STRUTTURA
Un quoziente di struttura elevato è un fattore positivo , ma oltre un certo limite determina un’eccessiva
solidità, con effetti negativi sulla redditività.
Ciò comporta, infatti, le seguenti criticità:
2) esistenza di circolante in eccesso che risulta improduttivo e non riducibile a causa della
rigidità delle fonti
Grado di indebitamento
Complessivo Finanziario
Pcons Pcorr _
Mezzi Propri Mezzi Propri
Af - CI dello SP finanziario
CI - indice espresso in termini %
- non esiste uno standard ma dipende dal settore
- confronto con la media di settore
Grado di ammortamento
F.do amm.to imm.ni - indice di vetustà delle immobilizzazioni
Costo storico imm.ni - indica quanto è vicino il momento di nuovi
investimenti
- quanto più è alto tanto più è necessario che gli indici
di solidità siano positivi
Pcons Pcorr
MP MP
Liquidità: - Capacità di far fronte agli impegni di pagamento nel breve periodo.
E’ l’analisi dell’equilibrio finanziario nel breve periodo ed anche la meno significativa
che si può condurre attraverso gli indici perché:
Quozienti di
primo livello Quozienti di secondo livello
• Tale quoziente deve essere almeno pari a 2; è comunque bene che sia
superiore ad 1. Permette di confrontare :
1) Uscite previste nel breve periodo
➾ Pcorr
2) Entrate previste nel breve periodo + la liquidità disponibile
➾ Ac
• Quoziente di tesoreria:
(quick ratio o acid test) Ac - M
Pcorr
Il ciclo del circolante è il tempo che intercorre dal momento del pagamento dei fattori
produttivi al momento dell’incasso dei ricavi ottenuti con i prodotti venduti.
• Un ciclo del circolante positivo comporta un fabbisogno da finanziare in quanto l’incasso
dei crediti è successivo al pagamento dei debiti.
• Un ciclo del circolante negativo comporta un’eccedenza da investire in quanto l’incasso
dei crediti è precedente al pagamento dei debiti.
• La formula del ciclo del circolante è la seguente:
gg. medi giacenza scorte
+ gg. medi incasso crediti
- gg. medi pagamento debiti
Ciclo del circolante
Si sviluppa attraverso una “tecnica ad albero”, che parte dall’analisi della redditività dei soci, ed
individuare successivamente le causali di tale rendimento.
Problemi di calcolo:
a) Si confronta un dato di flusso con un dato di stock.
- I Mezzi Propri dovrebbero dunque essere una media almeno aritmetica tra il valore all’1/1
e quello al 31/12
b) L’investimento dei soci non comprende l’utile dell’esercizio.
- I Mezzi Propri devono dunque essere espressi al netto dell’utile.
ROE
dipende da
Misura il rendimento del capitale investito nell’attività operativa (al netto dei debiti commerciali).
Problemi di calcolo:
a) Si confronta un dato di flusso con un dato di stock.
- Gli Investimenti operativi dovrebbero essere una media aritmetica tra il valore all’1/1 e
quello al 31/12
• Un aumento (diminuzione) dei costi operativi determina una riduzione (aumento) del
ROS
Se diminuisce ROS = CT
Circolante
(netto) Se aumenta ROS = CT
Questi due fattori, insieme alla redditività della gestione operativa e di quella extra - operativa,
determinano le variazioni del ROE.
L’effetto che l’aumento dell’indebitamento “trasferisce” sul ROE si chiama effetto di leverage
(effetto di leva finanziaria)
Schematizzando la formula:
⇒ ROE lordo = ROA + (ROA - i)Q
Q = DF (quoziente di indebitamento finanziario)
MP
• In caso di leva finanziaria negativa (ROA - i < 0), il rendimento degli investimenti è
inferiore al costo dell’indebitamento. ⇒ non conviene indebitarsi per finanziare lo
sviluppo
• In caso di leva finanziaria positiva (ROA - i > 0), il rendimento degli investimenti è
maggiore del costo dell’indebitamento. ⇒ conviene indebitarsi per finanziare lo
sviluppo, considerando però i rischi che l’indebitamento comporta per la solidità
aziendale.
Analisi finanziaria per l’impresa
STRUTTURA FINANZIARIA
LEVA FINANZIARIA
• L’effetto di leva finanziaria incide sia sulla redditività che sulla solidità.
•La leva finanziaria positiva, (ROA - i) > 0, produce un effetto positivo sulla
redditività ma può creare problemi di solidità se si ricorre in modo eccessivo ai debiti
finanziari.
OF
V
• Misura il peso % degli oneri finanziari sul fatturato.
• Da analisi empiriche risulta che:
• fino a 5% ⇒ basso rischio di insolvenza
• 5% - 10% ⇒ medio rischio di insolvenza
• 10% - 15% ⇒ elevato rischio di insolvenza
• oltre 15% ⇒ pericolo di insolvenza
( a causa della struttura finanziaria)
- Calcolare il ROE lordo effettivo sulla base dei dati risultanti dal bilancio
- Calcolare il ROE lordo teorico nell’ipotesi che la gestione straordinaria sia pari a
zero, sulla base della precedente formula
⇒ ROE lordo teorico = ROA + (ROA - i)Q
- Confrontare i due differenti valori del ROE ottenuti e per differenza si determina
l’effetto dell’area straordinaria.
Dal punto di vista matematico, una legge finanziaria di capitalizzazione è una funzione del
tempo che consente di determinare, dato un capitale iniziale C0, il corrispondente
valore del montante M(t) ad un generico istante futuro t.
Una legge di capitalizzazione si associa usualmente a un regime finanziario, intendendo
appunto con questo termine una legge finanziaria che applica un determinato fattore di
capitalizzazione.
Ciascun regime finanziario contempla anche l operazione simmetrica alla capitalizzazione:
l attualizzazione. Il requisito della simmetria determina che i fattori di
capitalizzazione (c) e di sconto (d) siano coniugati : il loro prodotto assume valore
unitario.
1 1
c*d =1 ; c = ; d =
d c
M t = C0 (1 + it )
Due tassi si dicono equivalenti se, applicati allo stesso capitale per lo stesso
periodo di tempo t, danno origine allo stesso montante (o allo stesso valore
attuale).
Ogni tasso e la corrispondente durata devono essere espressi con riferimento
allo stesso periodo unitario di tempo.
Sia:
• i il tasso relativo al periodo tipico considerato (l anno – periodo unitario)
• im il tasso d interesse periodale (o frazionato), riferito a 1/m di anno, m>0.
•i[K] il tasso relativo ad un periodo multiplo, di k volte, dell anno (Tasso poliennale)
Quindi, alla durata t espressa in anni cui viene applicato il tasso i, equivarrà la
durata mt, cui viene applicato il tasso im
f c (t ) = (1 + im ) mt
Da cui:
1
1 + i = (1 + im )m ⇒ i = (1 + im )m − 1; im = (1 + i) − 1 m
4 4
i ' = (1 + i4 ) − 1 = 1, 01 − 1 = 4,1%
Il tasso annuo equivalente offerto dalla banca Omega è del 4,1%, più alto
rispetto al tasso annuo proposto dalla banca Sigma.
Di conseguenza, l offerta della banca Omega risulta più conveniente.
m 1
# j $ ! "
Da i = (1 + im ) m − 1, si ha : i = (1 + m ) − 1 e jm = m &(1 + i ) − 1'
m
* m+ , -
jm 0, 06
i4 = = = 0, 015
4 4
Il tasso annuo equivalente è invece dato da: Tasso annuo
equivalente al tasso
trimestrale i4=1,5%
m 4
! jm " ! 0, 06 " 4
i = $1 + % − 1 = $1 + % − 1 = 1, 015 − 1 = 6,136%
& m' & 4 '
i nt
M t = C0 (1 + )
n
Passando al limite per t che tende all infinito:
i
M t = lim C0 (1 + ) nt = C0eit
n →∞ n
Il regime di capitalizzazione composta in tempo continuo consiste dunque in una
estensione concettuale del regime di capitalizzazione composta tradizionale e trova
applicazioni di stampo principalmente teorico.
Con la logica della capitalizzazione si cerca di conoscere quale sarà il valore attuale di
un valore futuro conosciuto. Con formula derivata dalla precedente:
Il VA dei flussi che si verificano in momenti futuri e per cui sono previsti tassi
di attualizzazione differenti è calcolato impostando un operazione che
prevede la somma dei singoli movimenti attualizzati ciascuno al proprio tasso.
n
FC t
VA = ∑ t
t =0 ( 1 + i t )
&1 - (1 + r)-n #
Valore attuale d'una rendita costante VA = F * $ !
temporanea posticipata % r "
F
Valore attuale di rendita perpetua VA =
costante posticipata r
& (1 + g) n #
$1 - (1 + r)n !
Valore attuale di rendita crescente VA = F * $ !
temporanea posticipata $ r -g !
$ !
% "
Valore attuale di rendita crescente
F
VA =
perpetua posticipata r -g
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 13
Rendita costante temporanea posticipata
F F …………… F
0 1 2 n
' 1 $
% 1 1 −
F F F ' 1 1 1 $ (1 + r)n "
VA = + 2
+ ... + n
= F⋅ % + 2
+ ... + n"
= F⋅ % "
(1 + r) (1 + r) (1 + r) & (1 + r) (1 + r) (1 + r) # % (1 + r) 1 − 1 "
%& (1 + r) "#
1 Somma,di,n,termini,con,
1− primo,termine,1/(1+r),e,
(1 + r)n
=F ragione,1/(1+r),
r
F F F F ……….. F
0 1 2 3 n91 n
F F F ' 1 1 1 $
VA = F + + 2
+ ... + n -1
= F ⋅ %1 + + 2
+ ... + n -1 "
=
(1 + r) (1 + r) (1 + r) & (1 + r) (1 + r) (1 + r) #
' 1 $
% 1 − "
(1 + r)n (1 + r )(1 − (1 + r)-n ) Somma,di,n,termini,con,
F ⋅ %1 "=F
% 1− 1 " r primo,termine,1,e,ragione,
%& (1 + r) "# 1/(1+r),
F F(1+g) F(1+g)n91
0 1 2 …………... n
Il prezzo corretto di vendita è dato dal Valore Attuale di una rendita perpetua
costante posticipata caratterizzata dal flusso di cassa annuo F=4.000 € e dal
tasso di attualizzazione r=10%
F 4.000
p = VA = = = 40.000
r 0,1
Il prezzo corretto di vendita è dato dalla somma dei seguenti due addendi:
•Il Valore Attuale di una rendita temporanea costante posticipata
caratterizzata dal flusso di cassa annuo F=4.000 €, dal tasso di attualizzazione
r=10% e dalla durata T=4 anni
………..
0 1 2 3 4 5 6
Rendita,posticipata, Rendita,posticipata,perpetua,
temporanea,costante, crescente,che,attualizzo,in,t=3,
che,attualizzo,in,t=0 (e,che,poi,devo,″portare″,in,t=0)
Esercizio tratto dal testo «R. Brealey, S. Myers, S. Sandri, Principi di Finanza Aziendale, McGraw Hill Libri Italia»
a)Il valore attuale dei pagamenti è dato dal valore attuale di una rendita
crescente temporanea posticipata caratterizzata dal flusso F=40000 nell’anno
1, dal tasso di crescita g= 5%, dal tasso di attualizzazione r= 8% e da un
orizzonte temporale di 30 anni.
b)
………
0 1 2 30
Il,risparmio,di,Guido,è,pari,al,valore,futuro,(all’anno,30),dell’ammontare,
di,denaro,investito,ogni,anno.
La,spesa,annua,SA,che,Guido,può,sostenere,deve,essere,tale,che,la,
somma,degli,esborsi,annui,attualizzati,al,sessantesimo,anno,di,vita,di,
Guido,(,i.e.,l’anno,30,dei,punti,a),e,b),dell’esercizio),sia,pari,al,risparmio,
del,quale,Guido,dispone,in,quell’anno.
1 − (1 + 0,08 )
−20
Risparmio = SA ⋅ ⇔
0,08
Risparmio 382.714
SA = = = 38.980
1 − (1 + 0,08 ) 1 − (1 + 0,08 )
− 20 − 20
0,08 0,08
La durata (scadenza) di un attività finanziaria è uno dei fattori che influenza il ren dimento (tasso di
interesse) richiesto dagli investitori.
La struttura a termine dei tassi di interesse (o curva dei rendimenti o yeld curve) è la relazione che
lega i rendimenti di attività finanziarie con scadenze diverse alle rispettive maturità.
La yield curve riveste un ruolo molto importante nella valutazione del prezzo dei titoli obbligazionari e
costituisce la base per il tasso benchmark (costo opportunità) nel Capital Budgeting.
In tabella è riportata la struttura a termine dei tassi zero-cupon stimata a dicembre 2009 (Fonte: Reuters).
La relazione tra i tassi riferiti a diverse scadenze è tipicamente crescente. Può tuttavia
assumere anche andamento costante o decrescente.
Esistono diverse teorie per spiegare la forma funzionale della curva dei rendimenti.
Alcune tra le più note sono:
• Teoria dei mercati segmentati - Secondo tale teoria gli operatori svolgono la
propria attività di finanziamento e di investimento in comparti temporali ben distinti
nei quali si incontrano domanda e offerta specifiche il cui prezzo (tasso d'interesse) è
espressione del loro stato di equilibrio. Dunque, i diversi periodi temporali
rappresentano diversi mercati, ciascuno con un proprio prezzo (tasso) di equilibrio.
• Teoria della preferenza per la liquidità – In base a questa teoria, gli investitori
richiedono maggiori rendimenti per titoli a scadenza più lunga. Lo spread maggiore
rappresenta un premio per la maggiore variabilità sopportata dagli investitori dei
prezzi futuri relativi a titoli a scadenza più lunga.
• Teoria delle aspettative pure - le diverse forme riflettono le attese del mercato
sull andamento futuro dei tassi di interesse:
– Curva crescente: attesa di incremento dei tassi di interesse
– Curva decrescente: attesa di decremento dei tassi di interesse
– Curva piatta: attesa di invarianza dei tassi di interesse
In base alla teoria delle aspettative pure, un investitore è libero di muoversi e investire
contemporaneamente in titoli con scadenze differenti.
Tralasciamo dunque la teoria della segmentazione dei mercati e ipotizziamo che un investitore
voglia investire 100€ per due anni:
A. Può acquistare uno ZC a due anni e ottenere un rendimento pari a r(0,2) = 1,77% annuo.
B. Può acquistare uno ZC a un anno, ottenere un rendimento r(0,1) per il primo anno. Al
termine del primo anno può reinvestire il montante acquistando un nuovo ZC a un anno e
ottenere un rendimento f(0,1,2) per il secondo anno.
M (0, T ) = (1 + r(0,T ) )T = M (0, T −1)(1 + f(T −1,T ) ) , M (0, T −1) = (1 + r(0,T −1) )T −1
Sostituendo M(0, T-1) e isolando il tasso forward:
1
T
" (1 + r(0,T ) ) # T − (T −1) (1 + r(0,T ) )T
f (T −1,T ) =$ T −1 %
−1 = T −1
−1
$& (1 + r(0,T −1) ) %' (1 + r(0,T −1) )
Sulla base di ciò, è possibile estrapolare l intera struttura dei tassi impliciti
alla struttura a termine stimata da Reuters.
Struttura&per&scadenza&Tassi&Z.C
Media,geometrica,dei,tassi,
forward,da,1y,a,10y
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 31
Struttura a termine e tassi impliciti (iv)
4,0%
3,5%
3,0%
2,5% r(0,1)
2,0% r(0,2)
1,5%
1,0% f(0,1,2)
0,5%
0,0%
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Importo#fisso#
N.#rata Saldo#iniziale Saldo#residuo N.#rata Saldo#iniziale Importo#rata Saldo#residuo
rata
6 €'22.893,01 €'5.434,72 €'18.831,87 6 €'22.893,00 €'5.142,39 €'18.666,33
7 €'18.831,87 €'5.434,72 €'14.527,07 7 €'18.666,33 €'5.142,39 €'14.270,60
8 €'14.527,07 €'5.434,72 €'9.963,97 8 €'14.270,60 €'5.142,39 €'9.699,03
9 €'9.963,97 €'5.434,72 €'5.127,09 9 €'9.699,03 €'5.142,39 €'4.944,60
10 €'5.127,09 €'5.434,72 €'0,00 10 €'4.944,60 €'5.142,39 €'0,00
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 35
Esempio: piano di ammortamento a rata
costante (francese) (iii)
Il debitore deve corrispondere una rata pari a 5.142,39€, inferiore rispetto alla rata iniziale, pari a
5.434,72€.
Il vantaggio economico per il debitore corrisponde al VA del flusso della differenza, pari a 292,33€ tra le
due rate, attualizzata al tasso di mercato del 4%:
5
292,33
VAt5 = ∑ i
= 1.301
i =1 (1, 04)
Nell attuare la rinegoziazione, la banca rinuncia ai flussi di cassa costituiti dalle 5 rimanenti rate, il cui
valore attuale, attualizzato a un tasso del 4%, è dato da:
5
5.434, 72
VAt5 = ∑ i
= 24.194
i =1 (1, 04)
Tale valore è superiore all ammontare che la banca riceve in seguito alla rinegoziazione e che è pari al
debito residuo, 22.893€.
La banca quindi sopporta una perdita data dalla differenza tra il VA delle quote a cui rinuncia e
l ammontare del debito residuo: 24.194-22.893=1.301€, e coincide con il vantaggio economico
sperimentato dal debitore.
In definitiva, l operazione di rinegoziazione genera un trasferimento di valore dalla banca al debitore
rispetto alle condizioni contrattuali inizialmente pattuite.
Importo'prestito €'40.000,00
Tasso'd'interesse'annuale 4%
Numero'di'rate' 10,00
Importo'fisso'Quota'Capitale €'4.000,00
Data'inizio'prestito 01/01/2010
Esercizio 2
Esercizio 3
Siano V (0; x1) = 98.35 €, V (0; x2) = 192.50 € e V (0; x3) = 282.50 € i prezzi
di mercato al tempo t = 0 di tre zero coupon bond con valori di rimborso
(nominali) x1 = 100 €, x2 = 200 € e x3 = 300 €, esigibili ai tempi t1 = 0.5 anni,
t2 = 1 anno e t3 = 1.5 anni.
Calcolare la struttura per scadenza dei tassi di interesse a pronti e a termine
uniperiodali corrispondente alla struttura dei prezzi assegnata, esprimendo i
tassi su base annua.
Esercizio 4
Esercizio 6
Siano V (0; x1) = 98.84 d, V (0; x2) = 192.50 d e V (0; x3) = 277.50 d i prezzi
di mercato al tempo t = 0 di tre zero coupon bond con valori di rimborso
(nominali) x1 = 100 €, x2 = 200 € e x3 = 300 €, esigibili ai tempi t1 = 65 giorni,
t2 = 187 giorni e t3 = 365 giorni.
Calcolare la struttura per scadenza dei tassi di interesse a pronti e a termine
uniperiodali corrispondente alla struttura dei prezzi assegnata, esprimendo i
tassi su base annua ed assumendo la durata civile dell’anno (365 giorni).
Soluzioni
Esercizio 1
Esercizio 2
Esercizio 3
Dai prezzi assegnati si calcolano i prezzi degli zero coupon bond unitari
relativi allo scadenzario
t = {t1, t2, t3}:
v(0, t1) = 98.35/100
v(0, t2) = 192.50/200
v(0, t3) = 282.50/300
Esercizio 4
tk R Ik Ck Dk
1/6 149.28 149.28 0.00 12000.00
7/6 3598.89 924.00 2674.89 9325.11
13/6 3598.89 718.03 2880.86 6444.25
19/6 3598.89 496.21 3102.68 3341.59
25/6 3598.89 257.30 3341.59 0.00
Esercizio 5
Esercizio 6
Materiale didattico a
cura del Prof. Nobili
Basics:
Panoramica sulla
fiscalità in Italia
IRPEF
Personale: in#quanto#tassa#i#singoli#contribuenti#(persone#
fisiche)#tenendo#conto#delle#loro#condizioni#e#situazioni#
particolari
Caratteristiche/ Generale: perchè#si#applica#a#tutte#le#persone#fisiche#che#
hanno#capacità#contributiva#con#riguardo#a#tutti#i#tipi#di#reddito#
posseduti
Progressiva: la#previsione#di#aliquote#crescenti#con#il#reddito#
fa#sì#che#l’imposta#da#pagare#cresca#più#che#
proporzionalmente#al#crescere#dell’imponibile
Possesso#di#redditi,#in#denaro#o#in#natura,#da#parte#di#una#
Presupposto persona#fisica
@ Persone/fisiche/residenti/in/Italia,#che#dispongono#di#un#
redditoA
@ Persone/fisiche/non/residenti,#solo#per#i#redditi/prodotti#nel////
Soggetti/passivi territorio/dello/Stato<
@ Società/di/persone,#solo#ai#fini#dell’accertamento,#i#soci#come#
soggetti#passivi#dell’impostaA
@ L’impresa/familiare
IRPEF
Il#reddito#complessivo#assoggettato#all’imposta#è#dato#dal#valore#
monetario#di#tutti#i#redditi#netti#del#contribuente.#Sul#reddito#
Base/imponibile complessivo#al#netto#degli#oneri#deducibili#si#applica,#se#ve#ne#
sono#i#presupposti,#una#deduzione#per#assicurare#la#
progressività#dell’imposta
Le#aliquote#dell’IRPEF#sono#fissate#con#il#sistema#della#
progressività#per#scaglioni#di#reddito.#Mediante#l’applicazione#
dell’aliquote#viene#determinata#l’imposta#lorda.#Dall’imposta#
Aliquota lorda#vengono#sottratte#delle##detrazioni#per#familiari#a#carico,#
per#la#natura#del#reddito,#per#oneri#(spettano#nella#misura#del#
19%#della#spesa#sostenuta#entro#i#limiti#in#cui#questa#è#
ammessa#dalla#legge).
IRES
Possesso#di#redditi#in#denaro#o#natura#da#parte#dei#seguenti#
Presupposto soggetti#passivi
@ S.p.A.#e#in#accomandita#per#azioni#
Soggetti/passivi @ S.r.l.,#società#cooperative#residenti#nel#territorio#dello#Stato
@ enti#pubblici#e#privati#diversi#dalle#società.#
l#reddito#d'impresa#è#determinato#applicando#all'utile#o#alla#
perdita#risultante#dal#conto#economico#delle#variazioni#in#
aumento#o#in#diminuzione#conseguenti#all'applicazione#della#
normativa#fiscale.
Esempio:#Principi#contabili#internazionali#(IAS)
Base/imponibile L’applicazione#degli#IAS#comporta#che#taluni#componenti#
positivi#e#negativi#vengano#imputati#direttamente#a#Patrimonio#
Netto#(PN)#pertanto#non#transitano#in#CE.#Qualora#tali#
componenti#fossero#soggetti#a#tassazione#dovranno#essere#
sommati#algebricamente#all’utile/perdita#risultante#in#CE.
Aliquota 24%#(banche#27,5%)
Analisi finanziaria per l’impresa
Panoramica)sulla)fiscalità)))0 IRAP)1/2)0
IRAP
Locale
Locale:#gettito#attribuito#alla#Regione#nel#cui#territorio#sono#esercitate#le#
attività#produttive#gravate#dall’imposta#
Caratteristiche/
Reale/: non#prende#in#considerazione#la#situazione#reddituale#del#
soggetto#passivo#della#stessa
Esercizio#abituale#di#un’attività#autonomamente#organizzata#diretta#allo#
Presupposto scambio#di#beni#ovvero#alla#prestazione#di#servizi.
N.B.#prescinde#dai#risultati#positivi#o#negativi#derivanti#dall’attività#
produttiva.
3,90%
Aliquota +#Addizionali#settoriali#(es#banche#+0,75%#e#
Assicurazioni#+2%)
+#Eventuale#addizionale#regionale##(mediamente#0,80%)
IRAP
Dal#periodo#d’imposta#2008#per#quanto#riguarda#le imprese/industriali/e/
commerciali è#stata#modificata#la#base#imponibile#confermando#tuttavia:
@ da#un#lato,#il#metodo#analitico#di#determinazione#del#valore#della#
produzione#consistente#nell'operare#la#differenza#tra#componenti#positivi#del#
valore#della#produzione#e#i#costi#della#produzione#
Base/imponibile @dall'altro#l'indeducibilità#degli#interessi#passivi,#delle#svalutazioni#e#degli#
accantonamenti.
Dal#periodo#d'imposta#2008,#la#base#imponibile#per#le#banche è#
determinata#come#somma#algebrica#tra#le#seguenti#voci:
@ Margine#di#intermediazione#ridotto#del#50%#dei#dividendi#
@ Ammortamenti#dei#beni#materiali#e#immateriali#ad#uso#funzionale#per#un#
importo#pari#al#90%#
@ Altre#spese#amministrative#per#un#importo#pari#al#90%#
L’IRES#e#l’IRAP#colpiscono,#come#abbiamo#visto,#una#diversa#base#imponibile.#Per#
N.B. evidenziare#correttamente#la#pressione#fiscale#IRAP#occorre#trasformare#la#sua#aliquota#in#
una#IRES@EQUIVALENTE#moltiplicandola#per#il#rapporto
B.Imponibile#IRAP
B.Imponibile#IRES
Es.#B.Imp#IRAP/B.Imp.#IRES#=#3
Aliquota#IRAP#4,74%#(comprensiva#della#maggiorazione#regionale#media)
Aliquota/IRES/equivalente =#3*4,74%#=#14,22%
Analisi finanziaria per l’impresa
Panoramica)sulla)fiscalità)))0 IRAP)0
L’IRAP colpisce un aggregato reddituale diverso dall’utile lordo, una prima proxy del valore della produzione
può essere espressa come:
k del Lavoro
B.I. IRAP = B.I. IRES + Costo (*) con#k=#int.#passivi,#svalutazioni#e#accantonamenti
Dividendo le quantità ad entrambi i membri per la Base Imponibile (B.I. IRES) si ha:
Andamento#del#tax#rate#al#variare#
della#base#imponibile#IRES
28,70%
IRES#
Aliquote#
+
nominali
IRAP Base# imponibile#IRES
(*) La relazione proposta rappresenta solo un’approssimazione della base imponibile Irap.
(**) Tale importo comprende l’aliquota IRES, IRAP dove l’aliquota IRAP è ottenuta dalla s omma di 3,90% e di 0,80% che rappresentano le
maggiorazioni regionali medie del 2016
Analisi finanziaria per l’impresa
L’imposizione)nominale)sul)reddito)delle)imprese)198502008
90%
50%
80%
45%
70%
60%
40%
50%
35%
40%
30% 30%
Aliquota nominale complessiva
Aliquota complessiva BANCHE
Quota imponibile IRAP
sottoposto a magg. Reg.
L’andamento delle aliquote nominali nel periodo di osservazione 1985@2008 e nella generalità dei casi
decrescente. L’Italia pur con una riduzione di 15 p.p mostra una dinamica inferiore a quella degli altri
paesi UE che in media hanno ridotto le aliquote nominali di 20 p.p.
L’applicazione#del#cosiddetto#<<world&wide&principle>> comporta#a#carico#dei#soggetti#residenti#in#Italia,#
l’obbligo#di#presentare#la#dichiarazione#per#tutti#i#redditi,#ancorchè#prodotti#in#altri#Paesi,#conseguiti#nel#
corso#del#periodo#d’imposta.
RISCHIO#DOPPIA#IMPOSIZIONE
MECCANISMO/DEL/CREDITO/D’IMPOSTA ESENZIONE
Per#un#approfondimento#far#riferimento#ai#principi#di#Finanza/Internazionale
La#quasi#totalità#dei#redditi#delle#attività#finanziarie#(interessi,#plusvalenze#e#dividendi)#percepiti#da#persone#
fisiche,#al#di#fuori#dell’esercizio#di#un’attività#d’impresa,#sfugge#all’imposizione#progressiva#per#essere#
assoggettata#a#regimi/sostitutivi
I#redditi#finanziari#percepiti#da#imprese#sono#invece#qualificati#come#redditi#di#impresa#e#come#tali#ricondotti#
a#tassazione#ordinaria.
Di#seguito#i#quadri#riassuntivi#delle#aliquote#applicate#ai#redditi#finanziari#percepiti#da#persone#fisiche#diverse#
da#imprese:
Redditi&finanziari&tassati&al&27%
Redditi&di&capitale
Depositi(e(conti(correnti(bancari(e(postali
Certificati(di(deposito(e(buoni(fruttiferi(delle(banche
Obbligazioni(e(titoli(similari(privati(con(scadenza(inferiore(ai(18(mesi
Titoli(e(certificati(atipici
Redditi&finanziari&tassati&al&12,5%
Redditi&di&capitale
Titoli&pubblici&ed&equiparati&
Obbligazioni&e&titoli&similari&privati&con&scadenza&non&inferiore&ai&18&mesi
Cambiali&finanziarie
Dividendi&relativi&a&partecipazioni&non&qualificate Dal#1.1.2012#
Fondi&comuni&(N.B.&in&Italia&la&tassazione&sui&fondi&comuni&è&sul&maturato*) tax#al#
Redditi&diversi realizzato
Tutti&i&redditi&diversi&ad&eccezione&delle&plusvalenze&derivanti&da&cessioni&qualificate
*#La#normativa#prevede#un'imposta#sostitutiva#del#12,5%#sul#risultato#di#gestione#del#fondo#maturato#in#ciascun#anno,#ovvero#sulla#differenza#tra#il#
valore#del#patrimonio#netto#del#fondo#alla#fine#dell'anno#aumentato#dei#rimborsi#e#dei#proventi#eventualmente#distribuiti#durante#l'anno#e#il#valore#del#
patrimonio#netto#all'inizio#dell'anno.#Tale#forma#di#tassazione#si#distingue#da#quella#sul#“realizzato”#che#prevede#che#la#tassazione#avvenga#secondo#il#
principio#di#cassa#in#capo#al#possessore#delle#quote#al#momento#del#riscatto#delle#quote#sul#provento#realizzato.
Il DL del 13 agosto 2011, n. 138 ha attuato una complessa manovra correttiva dei conti pubblici agendo sia
sulla spesa pubblica che sulle entrate. Tra le misure di carattere fiscale ve ne è una che modifica il regime
di tassazione delle rendite finanziarie aumentando, a partire dal 1 gennaio 2012 l’aliquota impositiva per i
redditi di natura finanziaria, siano essi redditi di capitale o redditi diversi dal 12,50% al 20%.
Alcune tipologie di proventi sono però sottratti a questo aumento al fine di tutelare alcuni interessi generali
di natura pubblica nonché specifici interessi meritevoli di tutela da parte dell’Ordinamento.
Le aliquote applicabili ai principali strumenti sono pertanto le seguenti:
Strumento Aliquota in vigore Aliquota in vigore dal Aliquota in vigore dal
fino al 31/12/2011 1/1/2012 1/7/2014
Conti corrente, depositi 27% 20% 26%
a risparmio, certificati di
deposito, libretti di
risparmio ordinari e
vincolati
Buoni postali fruttiferi, 12,50% 12,50% 12,50%
Bot, Btp, Cct, Ctz
Obbligazioni di banche 12,50% o 27% 20% 26%
Obbligazioni di imprese 12,50% 20% 26%
private
Altri redditi di capitale 12,50% 20% 26%
Azioni (ordinarie, 12,50% 20% 26%
risparmio, privilegiate)
L’art. 96 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) prevede che gli interessi
passivi e gli oneri assimilati siano deducibili in ciascun periodo di imposta fino a
concorrenza degli interessi attivi e proventi assimilati.
L’eccedenza è deducibile nel limite del 30% del risultato operativo lordo della gestione
caratteristica (ROL).
La quota del risultato operativo lordo non utilizzata per la deduzione degli interessi
passivi e degli oneri di competenza, può essere portata ad incremento del ROL dei
successivi periodi d’imposta (carry back).
100 120
Posso#dedurre#
39#anziché#36
50
30 39
3 3
Int.
30% Pass
ROL 30%
del ROL
Int.
27
ROL del ROL 36
Pass
ANNO#T ANNO#T+1
Analisi finanziaria per l’impresa
Disciplina fiscale degli interessi passivi
Gli interessi passivi e gli oneri finanziari assimilati indeducibili in un determinato periodo
d’imposta sono dedotti dal reddito dei successivi periodi d’imposta, se e nei limiti in cui in tali
periodi l’importo degli interessi passivi e degli oneri assimilati di competenza eccedenti gli
interessi attivi e i proventi assimilati sia inferiore al 30% del ROL di competenza (carry
forward della deducibilità degli interessi passivi)
100 120
Posso#dedurre#
25#anziché#15
40
30 10 36
25
Int.
ROL
30%
del ROL
Pass 30 ROL
30%
del ROL Int.
10
Pass 15
ANNO#T ANNO#T+1
Le disposizioni indicate non si applicano alle banche e agli altri soggetti finanziari. Per tali
soggetti è posto un limite forfettario di indeducibilità (4%)
Questo tipo di istituto fiscale è applicato nei principali paesi europei ed è denominato
Allowance for Corporate Equity (ACE)
In Italia è stato in vigore un meccanismo analogo (Dual Income Tax – DIT) tra il 1998 e il 2002
ma venne poi abrogato.
Finalità:
•rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese e del sistema produttivo italiano
•ridurre lo squilibrio tra finanziamento con debito e finanziamento con capitale proprio
•rilanciare lo sviluppo economico del Paese mediante una riduzione dell’imposizione sui
redditi derivanti dal finanziamento con capitale di rischio
L’ACE, infatti, incentiva le imprese a incrementare il capitale proprio via ritenzione di utili e/o
nuovi apporti.
Tax#
rate
Imposta/Base#Imponibile
Andamento
27,5%
tendenziale
all’aumentare
del PN
Δ PN
Analisi finanziaria per l’impresa
ESERCIZIO 1
Calcolo&tassazione&media&e&tassazione&marginale&dei&vari&redditi&sapendo&che&la&
legge& prevede& che& le& tasse& personali& siano& calcolate& seguendo& la& seguente&
funzione&a&scaglioni:&&
0&–&10.000&23%&&
10&–&25.000&34%&
&25&–&50.000&43%&&
>&50.000&52%&&
I&redditi&sono: 8.000&€,&12.000&€,&33.000&€&e&50.000&€&&
SOLUZIONE)
La&tassazione&media&è&data&dal&rapporto&tra&l’imposta&totale&pagata&e&il&reddito.&
A&titolo&di&esempio&si&riporta&il&calcolo&dell’imposta&per&il&reddito&di&33000&€,&che&
ricade&nel&terzo&scaglione:&
I&=&(10000K0)&*&0,23&+&(25000K10000)&*&0,34&+&(33000K25000)&*&0,43=&10840&€&
Tmedia&=&I&/&R&=&10840&/&33000&=&32,85%&
La& tassazione& marginale& è& pari& all’aliquota& alla& quale& verrebbe& tassato& un&
eventuale&ulteriore&euro&di&reddito.&
Per&R&=&33000&€,&&&Tmarginale&=&43%&
Per&R&=&50000&€,&&&Tmarginale&=&52%&
RISULTATI(
1
Analisi Finanziaria dell’Impresa – Prof. A. Nobili
Indice'degli'argomenti
1. Introduzione
1.1 Richiamo della nozione di valore e tema della misurazione del valore
1.2 Concetto di Valore Attuale
1.2.1 Significato
1.2.2 Metodo di calcolo
3. Rischio e Rendimento
3.1 Nozioni di rischio e rendimento
3.1.1 Classi di rischio, investimenti alternativi e costo opportunità del capitale
3.1.2 Attività rischiose e premio per il rischio
3.2 Rendimento di un attività, rendimento di portafoglio, rendimento del mercato
3.3 Misura del rischio
3.3.1 Rischio come varianza dei rendimenti attesi
3.3.2 Portafogli di attività: rischio di portafoglio
3.4 Rischio sistematico, rischio specifico
3.4.1 Rischio specifico, ruolo della diversificazione e calcolo del rischio di portafoglio
3.4.2 Rischio sistematico e concetto di beta
2
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
L obiettivo di creazione del valore
Creare
VALORE Obiettivo condiviso dai principali stakeholders
perchè
Obiettivo misurabile
3
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
L obiettivo di creazione del valore
VALORE
STAND'ALONE
VALORE'SOGGETTIVO
5
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Generalità:'i'concetti'di' valore e' prezzo
FENOMENI'ESTERNI FENOMENI'INTERNI
(incontrollabili) (controllabili)
Generali Di+settore Flussi+ Valori+
Rischi
attesi stock
Altri'fenomeni'esterni
VALORE B efficienza+(! contendibilità)+dei+mercati+
della+proprietà+e+del+controllo
La+finalità+più+generale+ B domanda/offerta+di+aziende+di+un+dato+
tipo
del+processo+di+ B dimensione+del+pacchetto+azionario+da+
valutazione+è+stabilire+un+ valutare
prezzo,+tramutando+così+ B processi+di+concentrazione+in+atto+nel+
settore
il+valore+(dato+soggettivo)+
in+dato+oggettivo
PREZZO B c.d.+ fattori+di+negoziazione (≈+potere+
contrattuale+delle+parti)
B fattori+soggettivi+di+negoziazione
(sinergie)
Valore " interpretazione di una realtà complessa, non è un dato oggettivo poiché scaturisce da
un processo di stima
Prezzo " risultante di una negoziazione fra acquirenti e venditori portatori di interessi
specifici. Il prezzo è dunque un tipo di valore certo definito in un determinato contesto
spazio-temporale
6
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il Valore Attuale di un attività
9
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Esempio 2: rendimento atteso e costo opportunità del
capitale (i)
104
VAO = = 100,97
1 + 0, 03
Il rendimento dell investimento obbligazionario è superiore al rendimento
ottenibile dall opportunità alternativa (conto corrente), quindi l investitore
deciderà di acquistare le obbligazioni.
10
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Esempio 2: rendimento atteso e costo opportunità del
capitale (ii)
La banca Sigma decide di offrire, in promozione per il primo anno di deposito, un tasso di
interesse del 5%
Qual è stavolta la scelta dell investitore?
104
VAO = = 99, 05
1 + 0, 05
11
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Azioni come attività che generano flussi di cassa
Gli operatori dei mercati azionari utilizzano alcuni indicatori di riferimento del valore delle
azioni. I principali indici sono:
a) Il rapporto Prezzo/Utile per azione (P/U) o Price/Earnings
b) Dividend Yeld, espresso come il rapporto tra il dividendo distribuito e il prezzo
corrente (D/P).
c) Utile per azione (Earning per Share, EPS), espresso come rapporto tra l utile e
il numero di azioni in circolazione (U/N az.)
d) Tasso di distribuzione degli utili (Payout Ratio), espresso come rapporto tra
dividendo distribuito e utile per azione (D/U).
Sulla base di questi indicatori, gli operatori sono in grado di desumere informazioni
rilevanti sull andamento atteso dell attività d azienda e di conseguenza sul valore
presente e futuro del titolo azionario.
13
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Bookmark – Value stock vs. Income stock
*
*'Tasso' di'crescita' annuo'composto'
stimato'su'base' triennale
price/earnings+ratio.+The+most+common+measure of+how+expensive a+stock is.+
The+P/E'ratio is+equal+to+a+stock's+market'capitalization divided+by+its+afterHtax
earnings over+a+12Bmonth+period,+usually+the+trailing period+but+occasionally+the+
current or+forward period.+
*
*+Tasso+di+crescita+annuo+composto+stimato+su+
base+triennale
D1 + P1
P0 = (1)
1+ r
Allo stesso modo, il prezzo atteso il prossimo anno P1 è determinato dal dividendo atteso
tra due anni D2 e dal prezzo atteso al termine del secondo anno P2:
D2 + P2
P1 = (2)
1+ r
E così via.
15
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il VA di un azione (ii)
D1 D2 + P2
P0 = + (3)
1 + r (1 + r )2
Estendendo il ragionamento su un orizzonte temporale di T periodi, il prezzo
corrente di un azione è espresso come segue:
Questo valore, al
netto del costo
T
Dt PT d acquisto del
Flusso atteso P0 = ∑ t
+ T
(4) titolo, costituisce
il Capital Gain
di dividendi
t =1 (1 + r ) (1 + r )
La (4) mette in evidenza le due tipologie di flussi di cassa generati da
un azione, ovvero:
1. Il flusso atteso di dividendi
2. Il prezzo di rivendita del titolo
16
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Esempio 3
Secondo le attuali previsioni, nei prossimi tre anni la società Alfa Inc. pagherà
dividendi per, rispettivamente, $3; $3,24; $3,50. Al termine dei tre anni,
potete preventivare di vendere le vostre azioni a un prezzo di mercato di
94,48 dollari. Considerato un rendimento minimo richiesto del 12%, a quanto
ammonta il prezzo delle azioni?
3 3, 24 3,50 94, 48
P0 = 1
+ 2
+ 3
+ 3
= 75,00
(1 + 0,12) (1 + 0,12) (1 + 0,12) (1 + 0,12)
17
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il VA di azioni di aziende in crescita
D
P0 = (5)
r
b) Un azienda punta a espandere la propria attività, e i propri risultati, nel tempo. Di
conseguenza, l ipotesi di dividendi costanti nel tempo non è verosimile. Il Modello di
Gordon prende in considerazione le prospettive di crescita di un azienda e le
conseguenti ripercussioni sul valore delle azioni.
18
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il Modello di Gordon (i)
D (7)
r'= r+ g = + g
P0
Da cui:
D
P0 = (8)
r '− g
19
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il Modello di Gordon (ii)
La (8) rappresenta la formulazione del Modello di Gordon di stima del valore di un azione
lungo un orizzonte temporale infinito e nell ipotesi di un tasso di crescita costante dei
dividendi.
Il Modello si basa su alcune ipotesi forti:
1. Il flusso di dividendi è perpetuo
2. I dividendi crescono sempre a un tasso costante g
3. Il tasso di sconto è maggiore del tasso di crescita (r>g)
I passaggi dalla (6) alla (8) mostrano uno sviluppo su base intuitiva del modello di Gordon. Da un punto di vista
formale si tratta di una serie geometrica che per r>g è convergente.
E’ definita come: ∞ t
D(1 + g )
P0 = ∑ t
(9)
t =1 (1 + r )
La ragione della serie è data da q=(1+g)/(1+r) che, sulla base dell ipotesi 3. è minore di uno:
la serie è quindi convergente e il primo termine è
D(1 + g )
a0 = (10)
1+ r 1 − qn
La sommatoria di una serie di termini in progressione geometrica è dato da: S = a0 (11)
1− q
Sostituendo e semplificando opportunamente D
si ha: P0 = (12)
(r − g )
20
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Esempio 4
P0 = 100 3
100 =
D=3 0,12 − g
r = 12%
3
g = 0,12 − = 0, 09
100
Il mercato prevede una crescita dei dividendi del 9% annuo,
indefinitamente.
21
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il Modello di Gordon: criticità
2. r>g
Quest ipotesi sottende due ordini di ragioni, uno di carattere matematico, uno di
carattere economico.
22
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Il modello del Ciclo di Vita di un impresa
Decline
MAturity
Start-up
Growth
Fase 1. Start-up
L azienda è nella fase embrionale della sua
B
vita. Inizia la penetrazione nel mercato. Il
FLOWS
CASH
tasso di crescita è crescente a tassi
crescenti.
Fase 2. Crescita
A
L azienda espande la propria attività. La
domanda si cresce, le vendite anche. Il
tasso di crescita è ancora crescente a
tassi crescenti/decrescenti (punto di
flesso in A) e sperimenta una forte
accelerazione.
Fase 3. Maturità TIME
Il mercato e l impresa raggiungono una Ciclo di vita e Modello di Gordon
fase di equilibrio di stato stazionario . Il Nell ipotizzare un tasso di crescita costante
mercato è maturo e la domanda cresce a in un orizzonte temporale relativamente
tassi relativamente bassi, fisiologici . lungo, il Modello di Gordon fa implicito
Il tasso di crescita aumenta a tassi riferimento a una fase di vita dell impresa
decrescenti e tende a zero (punto B). caratterizzata da stabilità dei flussi di cassa
Rappresenta generalmente il periodo più
lungo. e prospettive di crescita limitate, ovvero a
Fase 4. Declino una fase di maturità dell azienda.
L impresa ha esaurito la sua attività o vede Tale interpretazione è coerente anche con
prevalere altre forze competitive. La l ipotesi 3. del modello (r>g). Nella fase di
domanda decresce, i flussi di cassa maturità (periodo più lungo, eventualmente
diminuiscono. Il tasso di crescita è illimitato ) il tasso di crescita è basso,
negativo. verosimilmente inferiore al tasso di
rendimento del mercato.
23
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Relazione tra tasso di crescita e tasso di
rendimento (i)
Come detto, l ipotesi del Modello di Gordon in base alla quale r>g sottende due
motivazioni:
1. Motivazione matematica
Il Modello è una serie geometrica di ragione q=(1+g)/(1+r). Se g>r, allora q>1,
ovvero la serie sarebbe divergente e il prezzo dell azione tenderebbe all infinito.
Quando r>g, P0 tende a un valore finito. Va rimarcato inoltre che all aumentare del
tasso di rendimento r, il valore del titolo tende a zero. Ciò accade perché gli azionisti,
richiedendo un elevato rendimento, attribuiscono implicitamente minor valore ai flussi
di cassa lontani nel tempo. Dunque il valore di un attività valutata su un orizzonte
infinito, che per definizione tende a differire nel tempo i flussi di cassa, tende a zero.
Graficamente:
Campo di Esistenza Lim P0= +∞
P0
D r>g r->g
P0 =
(
r−g ) g costante e >0
Lim P0=0
r->∞
Area'di'attenzione:'scarsa' r
g attendibilità' del'valore'stimato
24
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Relazione tra tasso di crescita e tasso di
rendimento (ii)
2. Motivazione economica
Se il tasso di crescita fosse sistematicamente superiore del tasso di rendimento richiesto
dagli azionisti, l’azienda genererebbe in un orizzonte infinito flussi di cassa
indefinitamente elevati e crescenti nel tempo.
Sarebbe in altre parole ciò che nella teoria economico-aziendale è definita come Cash-
cow .
In altri termini se il tasso r<g vuol dire che l’investitore accetta un rendimento inferiore
al tasso di crescita prospettico con ciò assumendo certezza nel tasso g non applicando
alcuno spread per il rischio (bene rifugio per il quale si è disposti anche a guadagnare
meno pur di non investire in altre attività a forte rischio).
Se tale prospettiva fosse realistica, allora gli investitori indirizzerebbero in massa i propri
capitali verso le azioni di una tale azienda, che evidentemente rappresenterebbe un
investimento sicuro.
In tale prospettiva, si verificherebbero due scenari alternativi:
Un analista finanziario, nel valutare un titolo azionario, deve affrontare il problema della
stima dei parametri rilevanti, in particolare del tasso di crescita g.
Molteplici sono i parametri rilevanti, in particolare:
• Performance pregresse
• Fattori ambientali (macroeconomici, microeconomici)
• Fattori interni all azienda (situazione patrimoniale, disponibilità di risorse)
In concreto, tuttavia, si ricorre spesso a delle scorciatoie , per mezzo delle quali è
possibile giungere a una stima di g attraverso l’utilizzo di alcuni indicatori.
Un approccio alternativo
Un approccio alternativo per stimare g inizia con il tasso di ritenzione degli utili
(TRU), determinato dal complemento a 1 del rapporto tra dividendo e Earnings Per Share
(payout ratio).
TRU = 1 – D/EPS
Tale indicatore rappresenta una proxy della capacità di investimento futura dell azienda.
Il passo successivo consiste nel calcolare il ROE (Return on Equity).
Ipotizzando un ROE simile a quello passato e sulla base del tasso di ritenzione degli utili,
il tasso di crescita può essere stimato moltiplicando questi due indici:
g = ROE x TRU
L’ipotesi implicita è che i nuovi investimenti generino la stessa redditività degli
investimenti in essere.
26
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
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Esempio 5 (i) Considerazioni più ampie
in merito alla politica dei
dividendi saranno svolte
nel proseguo del corso
Politica A (nessuna crescita)
La società Alfa Inc. adotta una politica di dividendi in base alla quale il payout ratio è del
100%. Sulla base delle attuali stime, l’utile annuo per azione ottenibile in un orizzonte
temporale indefinito è costante e pari a 5 dollari (D=U=5). Il rendimento atteso minimo
richiesto dagli investitori è del 15%.
Politica B (crescita via ritenzione di utili)
Gli amministratori decidono di reinvestire il 40% degli utili (e quindi il dividendo distribuito
è pari al 60% degli utili) all’attuale rendimento del 25% del capitale netto dell’azienda
(ROE). A quanto ammonta il valore atteso delle azioni della stessa società in conseguenza
della diversa politica dei dividendi?
3
P0 = = 60
(0,15 − 0,10)
27
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Esempio 5 (ii)
Incremento-%-degli-utili-(g) G=(Ct+1-/Ct)H1 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10% 10%
E se il costo opportunità (tasso di sconto fosse stato superiore al ROE atteso degli utile
reinvestiti? L azionista preferirebbe ricevere il 100% degli utili e reinvestirli
al costo opportunità
28
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Un modello realistico di stima del valore di un azione
Ricapitolando, una stima realistica del valore di un azione deve tener conto di diversi
elementi, in particolare:
a) Un orizzonte temporale tendenzialmente infinito
b) Un evoluzione prospettica dei flussi di cassa generati dall impresa
c) Un tasso di crescita stimato.
d) Variabilità del tasso di crescita stimato, in funzione di diversi elementi, tra cui le
fasi del ciclo di vita dell impresa stessa.
e) Difficoltà di stima realistica di flussi di cassa molto lontani nel tempo
Sulla base di ciò, e alla luce dei modelli esposti in precedenza, una formula (più)
realistica di stima del valore di un azione può essere definita come segue:
Valore residuale
T
Dt 1 DT +1 al termine del
VA dei flussi di cassa
P0 = ∑ + ⋅ periodo T,
stimati lungo un
orizzonte di valutazione t =1 (1 + r )t (1 + r ) T r1 − g stimato su un
orizzonte
T definito e limitato
infinito e
attualizzato a
Dove: t=0
•Dt = dividendo atteso al periodo t ≤ T.
•r = Tasso medio di rendimento atteso nel periodo T
•r1 = Tasso di rendimento atteso nel periodo successivo a T
•DT+1 = dividendo costante, atteso al termine del periodo T
•g = Tasso di crescita di lungo periodo, stimato al termine del periodo T
29
Analisi Finanziaria dell’ Impresa – Prof. A. Nobili
Esempio 6
Anno
1 2 3 4 5 6 7
Attività 10 12 14,4 17,3 20,7 23,4 25,8
Utili 2 2,4 2,44 3,46 2,69 3,04 4,2
Investimento 1,2 1,44 1,73 2,07 2,49 2,81 3,1
Dividendi 0,8 0,96 0,71 1,39 0,2 0,23 1,1
VA dei flussi di
0,8 0,96 0,71 1,39 0, 2 0, 23 cassa stimati lungo
TVA0 = + 2
+ 3
+ 4
+ 5
+ 6
= 3,1 un orizzonte di
(1,12) (1,12) (1,12) (1,12) (1,12) (1,12) valutazione T
definito e limitato
Valore residuale al termine del
1 1,1 periodo T, stimato su un
T +1VA0 = 6
⋅ = 12,44 orizzonte infinito e attualizzato
(1,12) 0,10 − 0,06 a t=0
Massimizzare il valore
dell impresa
La#struttura#finanziaria#è"l insieme"dei"diversi"titoli"emessi"da"
un impresa."La"composizione"scelta"sarà"quella"che"massimizza#il#
valore#di#mercato.
LA#STRUTTURA#FINANZIARIA#INFLUENZA#IL#VALORE?
QUAL#E LA#STRUTTURA#FINANZIARIA#OTTIMALE?
COME#FINANZIARSI#?
PASSIVITÁ&M/L&
26,3% di#cui:#' Debiti&
Finanziari&a&M/L20,7%
CIRCOLANTE&+&ALTRE& PASSIVITÁ&A&
ATTIVITÁ&CORRENTI
34,6% BREVE
37,5% di#cui:#'Debiti&
Finanziari&a&breve12,3%
LIQUIDITÁ&(5,4%)
D/E&=&175%
D/(D+E)&=&64%
Analisi
FONTE: Rapporto Finanziaria
Mediobanca (2013) sui dell’Impresa
4 cumulativi di–2035
dati A. società
Nobiliitaliane
FABBISOGNO&FINANZIARIO&
Il"fabbisogno#finanziario esprime"la"quantità"di"mezzi"monetari"ulteriori"alla"
generazione"interna"di"liquidità"di"cui"l'azienda"necessita"per"l'acquisto"dei"fattori"
produttivi"che"consentono"lo"svolgimento"dell'attività."I"fondi"interni"(utili"
trattenuti"più"ammortamenti)"possono"coprire"o"meno"gli"impieghi"effettuati"se"
così"non"fosse"si"determina"un"fabbisogno"finanziario"che"andrà"colmato"col
ricorso"a"fonti"esterne"(debito).
120%
100%
80%
Impieghi
60%
Fodi4generati4internamente
40%
Fabbisogno4finanziario4(*)
20%
0%
!20%
Anno
2002 1 Anno
2003 2 Anno
20043
80
rapporto di indebitamento, %
68 67 65
70 64 63
62 61 59
60 57 57
53
48
50
40
30
20
10
0
Finlandia
Giappone
USA
Olanda
Spagna
Austria
Germania
Danimarca
Svezia
Francia
Portogallo
Belgio
2008
Decline
Maturity
Start-up
Growth
A seconda dello stadio del ciclo di vita di
un impresa, le esigenze finanziarie
mutano. Al crescere dell impresa, B
cresceranno anche i flussi di cassa e il
FLOWS
CASH
rischio tenderà ad uniformarsi a quello
medio del settore. Analizziamo le scelte di A
finanziamento nelle cinque fasi in cui si
può dividere il ciclo di vita di un impresa:
4. FASE DI MATURITA
In questa fase i flussi di cassa generati internamente cominciano a crescere
rapidamente e le esigenze di investimento diminuiranno. Di conseguenza aumenterà
il ricorso al finanziamento interno e per il residuo le imprese ricorreranno
principalmente al debito bancario
5. FASE DI DECLINO
E l ultima fase del ciclo di vita di un impresa in cui i flussi di cassa degli investimenti
esistenti crescono ma a una velocità decrescente e l impresa ha poche necessità di
nuovi investimenti. Pertanto è probabile che le imprese ritirino il debito o
riacquistino azioni proprie
& D # & E #
ra = $ * rd ! + $ * re ! Weighted Average Cost of Capital (WACC)
%D+E " %D+E "
r d =$7%
r e$ =$14%
Impresa0indebitata
Dati
Numero+di+azioni 500
Prezzo+per+azione,+€ 10
Valore+di+mercato+delle+azioni 5.000 La tabella mostra
Valore+di+mercato+del+debito 5.000
Interessi+al+10% 500 l andamento dei
rendimenti degli azionisti
Risultati
Reddito+operativo 500 1.000 1.500 2.000 di un impresa indebitata
Interessi 500 500 500 500 in ipotesi differenti di
Utile+netto 0 500 1.000 1.500
Utili+per+azione 0 1 2 3
reddito operativo.
Rendimento+delle+azioni 0,0% 10,0% 20,0% 30,0%
Risultato0
atteso
Reddito operativo
500 1.000 1.500 2.000
L utile per azione della società indebitata, a partire da un certo livello di reddito atteso,
sarà superiore a quello di un impresa non indebitata. Il differenziale fra i due rendimenti
dipenderà dal livello di debito presente a condizione però che il rendimento atteso delle
attività sia maggiore del costo del debito (ra > rd).
Assumendo che non ci sia percezione di rischio, il costo del capitale e il costo del debito
saranno costanti per ogni livello del rapporto D/V.
Il costo complessivo del capitale per un livello di indebitamento nullo coinciderà con il costo
dell equity, all aumentare del livello di indebitamento a seguito di una ricomposizione del
portafoglio, il costo medio ponderato varierà e tenderà al costo del debito.
Fo F
Data la formula che esprime il valore di una impresa Va = = o
dove Fo= flusso operativo WACC ra
WACC = rendimento atteso/costo medio ponderato del capitale
Esiste una correlazione perfetta e inversa fra il valore dell impresa e il costo medio
del capitale per cui l andamento sarà il seguente :
Va
r
rE
Fo/ra
rEA =WACC
Va
rD
D
D/E
V
Analisi Finanziaria dell’Impresa – A. Nobili 12
TESI dei TRADIZIONALISTI
Fin ora abbiamo assunto che il tasso di rendimento atteso dagli azionisti re non aumenti
all’aumentare dell’indebitamento. Di idea diversa erano i tradizionalisti i quali
sostengono che un moderato grado di leva finanziaria possa far aumentare il rendimento
atteso dagli azionisti. In un primo momento l aumento è lineare all’aumento del tasso di
rendimento atteso sul debito, per livelli eccessivi di indebitamento re aumenta di colpo. Di
conseguenza il WACC in un primo momento diminuisce per poi aumentare. Il rapporto di
indebitamento ottimale è quello che minimizza il costo medio del capitale e quindi
massimizza il valore dell’impresa se, come ipotizzato dai tradizionalisti, il reddito operativo
non viene influenzato dall’indebitamento.
r rE Va
Max
rA Va
WACC
Min
rD
D D
(D/E)* V (D/E)* V
(punto di minimo)
Hp:
1. Assenza di tassazione (societaria e personale)
2. Le imprese possono raccogliere finanziamento esterno tramite debito o capitale
netto senza costi di transazione
3. Assenza costi diretti e indiretti connessi al fallimento
4. Assenza costi di agenzia
5. Assenza asimmetrie informative
Analisi Finanziaria dell’Impresa – A. Nobili 14
PROPOSIZIONE I DI MODIGLIANI - MILLER
Costo Rendimento
Investimento I 0,01*V u 0,01*Profitti
In un mercato efficiente due investimenti che portano allo stesso risultato hanno anche lo
stesso costo/valore per cui
Costo Rendimento
Investimento I 0,01*EL = 0,01*(VL- DL) 0,01*(Profitti – Interessi)
In un mercato efficiente due investimenti che portano allo stesso risultato hanno anche lo
stesso costo per cui
D
Debito privo di Debito rischioso
rischio E
- riduzione del WACC
+ maggiore rischio percepito dai possessori di equity
Analisi Finanziaria dell’Impresa – A. Nobili 18
CONFRONTO TESI TRADIZIONALISTI E MODIGLIANI
MILLER
re"(M&M)
r
re"(tradizionalisti)
ra(tradizionalisti)
ra"(M&M)
rD
D
E
I tradizionalisti ipotizzano un iniziale aumento del tasso di rendimento atteso dell equity
minore di quanto ipotizzato da M&M (percezione imperfetta del rischio). Per livelli eccessivi
di indebitamento, secondo i tradizionalisti re aumenta molto più rapidamente di quanto
prevedono M&M (Effetto lag temporale nella percezione del rischio).
IMPOSTE
CRITICHE COSTI FALLIMENTO E DISSESTO
CONFLITTI DI INTERESSE FRA I POSSESSORI DEI TITOLI DELL IMPRESA
IMPOSTE
Gli interessi sono fiscalmente deducibili mentre i dividendi e gli utili non lo sono ! il reddito
totale che un’impresa indebitata può distribuire ai suoi fornitori di capitale (azionisti e
obbligazionisti) aumenta per l ammontare degli interessi moltiplicati per l aliquota di
tassazione (beneficio fiscale del debito)
Esempio
L impresa U non ha debito, l im presa L è indebitata per 1.000 ad un tasso del 7%. L aliquota fiscale è del
27,4%*. Quale ha un valore maggiore?
CE#dell'impresa#U CE#dell'impresa#L
Utile&al&lordo°li&interessi&e&delle&imposte 1.000 1.000
Interessi&pagati 0 70
Utile&lordo 1.000 930
Aliquota 27,4% 27,4%
Imposte 274 255
Reddito°li&azionisti 726 675
Reddito°li&azionisti&e°li&obbligazionisti 726 745 =675+70
Beneficio&fiscale°li&interessi 0 19 =27,4%*interessi
Il beneficio fiscale del debito sarà
V Valore&impresa&in&assenza&
di&tassazione
Il valore dell impresa è costante
pur in presenza di un rapporto D/E
elevato
Valore impresa
D/E
V
Valore&impresa&in&
presenza&di&tassazione
Il valore dell impresa indebitata in
presenza di tassazione aumenta del
valore attuale del beneficio fiscale
Livello
del debito.
imposte
societarie per Ma attenzione all effetto del
livello debiti
maggior rischio percepito
Valore impresa dall azionista e obbligazionista
non indebitata
D/E
Assumendo una rendita perpetua, il VALORE ATTUALE DEL BENEFICIO FISCALE DEL DEBITO
sarà pari a: E prassi attualizzare i flussi
(
Tc rd D )
= Tc D
al tasso di indebitamento:
se il debito è stato quotato
e non sono cambiate le
rd condizioni di mercato
l’ipotesi è più che plausibile
Pertanto nell esempio precedente sarà:
Secondo MM il valore delle imprese al netto delle imposte aumenta del VA del
beneficio fiscale
Valore dell impresa = Valore se finanziata solo con Equity + VA del beneficio fiscale
del debito
Il valore del beneficio fiscale del debito è influenzato, quindi, dal grado di deducibilità
degli interessi passivi del debito.
Unlevered Levered#!
Reddito#al#lordo#degli#interessi#e#delle#imposte 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000 1000
Interessi#passivi#per#gli#obbligazionisti 0 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80
Reddito#al#lordo#delle#imposte 1000 920 920 920 920 920 920 920 920 920 920 920
Percentuale#di#deduibiltà#degli#interessi 1 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0
Imponibile 1000 920 928 936 944 952 960 968 976 984 992 1000
Imposte 350 322 324.8 327.6 330.4 333.2 336 338.8 341.6 344.4 347.2 350
Reddito#degli#azionisti 650 598 595.2 592.4 589.6 586.8 584 581.2 578.4 575.6 572.8 570
Reddito#degli#azionisti#e#degli#obbligazionisti 650 678 675.2 672.4 669.6 666.8 664 661.2 658.4 655.6 652.8 650
Beneficio# Fiscale#degli#Interessi 0 28 25.2 22.4 19.6 16.8 14 11.2 8.4 5.6 2.8 0
VaRedditoAz&Ob# (caso#Unlevered) 8125 8125 8125 8125 8125 8125 8125 8125 8125 8125 8125
VaRedditoAz&Ob# (caso#Levered) 8475 8440 8405 8370 8335 8300 8265 8230 8195 8160 8125
Un possibile andamento del VA del Beneficio Fiscale del Debito è mostrato in figura.
Andamento#del#Beneficio#Fiscale#del#Debito#al#variare#della#percentuale#di#deducibilità#
8600" 400"
degli#interessi#passivi#
350"
8500"
Reddito#degli#Azionis6#e#degli#Obbligazionis6#
300"
8400"
VA#del#Beneficio#Fiscale#del#Debito#
VA"Reddito"
Azionis8&Obbligazionis8""
250" Impresa"Unlevered"
8300" VA"Reddito"
Azionis8&Obbligazionis8"
200" Impresa"Levered"
8200" VABFD"
150"
8100"
100"
8000"
50"
7900" 0"
1" 0.9" 0.8" 0.7" 0.6" 0.5" 0.4" 0.3" 0.2" 0.1" 0"
Percentuale#di#Deducibilità#degli#Interessi#Passivi#
Unlevered Levered
Reddito,al,lordo,degli,interessi,e,delle,imposte 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000 1.000
Tasso,Interesse 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40% 45% 50% 55%
Interessi,passivi,agli,obbligazionisti 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 550
Reddito,al,lordo,delle,imposte 1.000 950 900 850 800 750 700 650 600 550 500 450
Variazioni,in,aumento,(10%,x,interessi) 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55
Imponibile 1.000 955 910 865 820 775 730 685 640 595 550 505
Imposte 350 334 319 303 287 271 256 240 224 208 193 177
Reddito,degli,azionisti 650 616 582 547 513 479 445 410 376 342 308 273
Reddito,degli,azionisti,e,degli,obbligazionisti 650 666 682 697 713 729 745 760 776 792 808 823
VaRedditoAz&Ob,(caso,Unlevered) 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125 8.125
VA,Beneficio,Fiscale,del,Debito 315 315 315 315 315 315 315 315 315 315 315
VaRedditoAz&Ob,(caso,Levered) 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440 8.440
Immaginiamo uno Stato Patrimoniale (in milioni di €) a valori di mercato dell impresa X
indebitata:
Il totale delle attività aumenta per il valore attuale del beneficio fiscale. Ipotizziamo ora di
contrarre nuovo debito per 1.000 e di sostituirlo al capitale netto. Il valore di mercato
dell impresa X si modifica come segue:
Capitale(circolante(netto 15.000 Debito(a(lungo(termine 9.000
VA(beneficio(fiscale(debito 2.466 Altre(passività(a(lungo(termine 20.000
Attività(a(lungo(termine 180.808 Equity 169.274
Secondo la tesi di Modigliani e Miller il valore di mercato dell impresa deve aumentare di 274
(1.000*27,4%) per le minori imposte che verranno versate a seguito della contrazione del
nuovo debito (1.000). Come si può notare, inoltre, il valore di mercato dell equity è sceso di
soli 726 pur avendo riacquistato azioni per 1.000
La conseguenza estrema di questa affermazione è che le imprese
dovrebbero essere finanziate al 100% da debito ! attenzione alla
sostenibilità!!
Analisi Finanziaria dell’Impresa – A. Nobili 26
Quanto& indebitarsi? CRITICHE AI TEOREMI DI MODIGLIANI
MILLER
Allargando il campo di analisi e considerando, oltre alle imposte sul reddito della società, le
imposte personali, l obiettivo dell impresa è massimizzare il reddito al netto di tutte le
imposte
Esempio 1
Levered Unlevered
Interessi Dividendo
Reddito al lordo delle imposte 1 1
Meno imposte societarie al 33% 0 0,33
Reddito al netto delle imposte societarie 1,00 0,67
Il vantaggio fiscale relativo del debito nei confronti dell equity diventa quindi
> 1 il reddito distribuito agli
obbligazionisti è maggiore di
dove Tp = aliquota d imposta personale sugli quello distribuito agli
interessi (1 − Tp ) azionisti
TpE = aliquota personale sul reddito da = 1 è indifferente
azioni (1 − T )(1 − T )
pE c
finanziarsi tramite debito o
equity
Tc = aliquota d imposta societaria
< 1 il reddito distribuito agli
obbligazionisti è minore di
quello distribuito agli
azionisti
rd
VL = VU + [1 − (1 − Tc )(1 − TpE ) /(1 − TP )]D ∗
rd
Le differenza fra le aliquote d imposta dei singoli investitori potrebbero essere tali da
più che compensare la doppia imposizione sui flussi di cassa del capitale netto.
Ogni norma che (come l art.96 TUIR) limita la deducibilità degli interessi passivi rende
l indebitamento meno conveniente sotto il profilo fiscale, influendo sulle decisioni
concernenti la determinazione della struttura finanziaria ottimale dell impresa.
D
E
c (costi di dissesto)
Analisi
Analisi Finanziaria dell’Impresa – A.Finanziaria
Nobili dell’Impresa – A. Nobili 32
TEORIA DEL TRADE - OFF
V
impresa Zona 1 Zona 2
a+b+c= Valore impresa
D
E
c (Costi di dissesto)
Il valore dell impresa è determinato dall effetto congiunto di tre addendi. Il primo (a) è il
valore che avrebbe l impresa se non fosse indebitata pertanto è rappresentato da una retta
invariante rispetto ai livelli di indebitamento. Il secondo addendo (b) è il valore attuale del
beneficio fiscale del debito che è nullo quando è tale D/E e cresce linearmente al crescere del
rapporto di indebitamento. Il terzo addendo (c) agisce col segno contrario in quanto è il valore
attuale dei costi di dissesto che si manifestano oltre un certo grado di leverage e che
deprimono il valore dell azienda.
Il valore complessivo dell azienda dunque aumenterà fin quando i costi di dissesto sono nulli
(Zona 1) fino a raggiungere un punto di massimo oltre il quale comincia a ridursi perché il
valore attuale dei costi di dissesto prevale su quello del beneficio fiscale (Zona 2).
L ottimo viene raggiunto quando il valore attuale dei risparmi fiscali marginali dovuti a un
maggiore indebitamento viene compensato dall incremento del valore attuale dei costi legati
al dissesto.
Analisi Finanziaria dell’Impresa – A. Nobili 33
Quanto& indebitarsi? CRITICHE AI TEOREMI DI MODIGLIANI
MILLER
Esempi di questa tipologia di costi sono essenzialmente tre: Negli anni 80 ad esempio, per il
timore che la Chrysler fosse sul punto
di fallire, molti scelsero di acquistare
- I clienti possono cessare di acquistare il prodotto o automobili Ford e GM temendo che la
società potesse non essere più in affari
il servizio per paura che l’impresa cessi l attività il giorno in cui avessero avuto bisogno
di servizi di manutenzione o
- Termini più onerosi richiesti dai fornitori per proteggersi assistenza.
In caso di fallimento le perdite sono maggiori per le attività immateriali che sono legate alla
prosperità dell’impresa in quanto funzionante ad esempio la tecnologia, il capitale umano,
l immagine e il marchio. Questa evidenza potrebbe spiegare perché le società in crescita
altamente redditizie come Microsoft si finanziano per la maggior parte tramite equity.
CONFLITTI DI INTERESSE
Gli azionisti che hanno un diritto residuale sui flussi di cassa, tendono a favorire iniziative che
aumentano il valore delle loro partecipazione anche se questo significa aumentare il rischio
degli obbligazionisti. Gli obbligazionisti, hanno interesse a conservare e aumentare la
certezza dei pagamenti a loro favore. Indebitandosi l impresa si accolla questo conflitto di
interesse che si tradurrà in tassi di interesse maggiore e minore libertà di prendere
decisioni. Tali costi prendono il nome di costi di agenzia.
CONFLITTI DI INTERESSE
Una impresa cui è assegnato un rating Aa e con leverage (D/E) pari a 1 ha in circolazione delle
obbligazioni che offrono una cedola del 5% fisso. Nel tasso è compreso un premio per il rischio
controparte quantificato in dipendenza dal rating in 50 b.p..
Gli azionisti alla ricerca di rendimenti sempre maggiori contraggono nuovo debito con delle
banche (il leverage passa a 3) e in virtù dei nuovi investimenti più rischiosi il rating diviene
BBB (che implica uno spread per il rischio controparte di 150b.p.). Quali sono le conseguenze
per gli obbligazionisti?
Rendimento cedolare (all emissione = rendimento richiesto): 5%
Rendimento richiesto (dal nuovo rating): 6%
Durata residua 5Y (5 cedole annuali)
5 5 5 5 105
VARatingAa = + + + + = 100
(1,05)1 (1,05)2 (1,05)3 (1,05)4 (1,05)5
5 5 5 5 105
VARatingBBB = 1
+ 2
+ 3
+ 4
+ 5
= 95,8
(1,06) (1,06) (1,06) (1,06) (1,06)
Il valore di 95,8 corrisponde al valore che l obbligazione deve avere per fornire un rendimento
del 6%. La differenza tra il valore iniziale di 100 e il nuovo valore stimato corrisponde alla
perdita in conto capitale sopportata dagli obbligazionisti e provocata dall incremento del
livello di rischiosità del portafoglio di investimenti dell azienda.
La teoria del trade off non spiegava perché le imprese finanziariamente più solide e redditizie,
per le quali i costi di fallimento sono estremamente bassi, sono anche quelle meno indebitate
al contrario di quanto sosteneva la teoria. Una tesi alternativa prevede che un'impresa ricorre
a diverse fonti di finanziamento – liquidità generata internamente, debito, ed equity –
seguendo un ordine preciso (detto appunto pecking order), legato al grado di
asimmetria informativa tra l'impresa e il mercato, nonché all'oggetto dell'asimmetria
informativa stessa.
In termini più concreti, il modello di Myers e Majluf (1984) predice che un'impresa finanzierà i
propri investimenti in primo luogo tramite risorse finanziarie interne, quindi ricorrendo al
debito, e solo una volta che ogni altra fonte di finanziamento è esaurita l'impresa emetterà
nuove azioni.
Si è notato infatti che l annuncio di un emissione di azioni riduce il prezzo delle stesse, in
quanto gli investitori credono che i manager siano più inclini a emettere azioni quando queste
sono sovraprezzate. Pertanto, le aziende preferiscono ricorrere al finanziamento interno che
permette di reperire fondi senza inviare segnali negativi. Qualora si rendesse necessario un
finanziamento esterno, l impresa comincia con l emettere debito utilizzando le azioni come
ultima risorsa.
La scelta del finanziamento tramite debito comporta per l impresa l obbligo di effettuare
pagamenti di flussi di cassa e conferisce all investitore un diritto di priorità sui beni
aziendali in caso di dissesto.
DEBITO BANCARIO
Rappresenta la principale fonte di finanziamento per le imprese non quotate e per molte
quotate. Può essere utilizzato per prendere a prestito quantità relativamente
piccole di denaro (le emissioni obbligazionarie ad esempio comportano costi maggiori
per cui sono utilizzate per prendere a prestito ingenti somme per sfruttare le economie di
scala). Una distinzione fondamentale è fra debiti di funzionamento e di finanziamento.
Debiti di funzionamento sono dilazioni di pagamento che l azienda riceve dai propri
fornitori, l azienda non riceve del denaro ma evita un esborso immediato di mezzi
monetari. Qualche esempio:
1. Apertura di credito in c/c ! consiste nella possibilità per il correntista di utilizzare in una
o più volte la somma messagli a disposizione e può con successivi versamenti ripristinare
tale disponibilità. L apertura di credito ordinaria (che si distingue ad esempio dal credito
per elasticità di cassa e dall apertura di credito garantita) consente al beneficiario di
effettuare pagamenti variamente ripartiti nel tempo a condizione però che la sua
posizione debitoria globale non superi il limite massimo stabilito dalla banca. Tale
strumento dovrebbe essere utilizzato per sopperire transitorie esigenze di cassa, nella
pratica è spesso utilizzato come fonte fissa di finanziamento. I tassi di interesse richiesti
sono genericamente superiori alle altre forme di credito bancario (maggiori vantaggi per
l impresa e maggiori rischi per la banca)
2. Sconto ! è il contratto con il quale la banca, previa deduzione dell interesse, anticipa al
cliente affidato l importo di un credito verso terzi non ancora scaduto, mediante la
cessione, salvo buon fine del credito stesso. L operazione di sconto può ricollegarsi a un
castelletto (quando l azienda affidata vuole sistematicamente anticipare l incasso dei
propri crediti cambiari) o ad uno sconto occasionale.
Il costo complessivo dell operazione comprende il tasso di sconto e altre componenti
come il rimborso delle spese d incasso della cambiale e delle eventuali spese fiscali
inerenti l operazione
3. Anticipo su fatture ! presupposto dell operazione è la cessione del credito alla banca la
quale accetta le fatture (entro la capienza del castelletto anticipi su fatture) e anticipa un
valore pari all importo delle fatture dedotto uno scarto.
Debiti di finanziamento sono i prestiti che l azienda riesce ad ottenere dai terzi che
devono essere restituiti alle scadenze convenute insieme al pagamento periodico di
interessi.
OBBLIGAZIONI (BOND)
Un alternativa al debito bancario è rappresentata dall emissione di obbligazioni.
VANTAGGI:
• Rischio ripartito su un gran numero di investitori
• Si possono emettere titoli con caratteristiche particolari (es. obbligazioni convertibili)
TIPOLOGIA:
LEASING
Leasing operativo ! la durata è più breve della vita utile del bene e il valore attuale dei
pagamenti è di solito molto inferiore al prezzo effettivo del bene. Il principale obiettivo
di chi ricorre al leasing operativo è di ottenere la disponibilità temporanea di un
bene senza sopportare i rischi connessi alla proprietà del bene stesso (ad esempio
obsolescenza), il bene infatti rimane proprietà del locatore. Solitamente non è prevista la
possibilità di acquisire la proprietà del bene
1. Servizi : in taluni casi il locatore di un bene include nel contratto di leasing anche
l offerta di determinati servizi al locatario nel corso della vita del leasing. Se il servizio
offerto è unico o se il costo per ottenerlo separatamente è elevato, l impresa può
propendere per la soluzione del leasing piuttosto che per l acquisto.
Solitamente quando si parla di equity si fa riferimento alle azioni ordinarie . In realtà esso può
assumere diverse forme a seconda ad esempio se l impresa è quotata o no o a seconda
della caratteristiche di crescita e rischio.
CAPITALE PROPRIO
E il capitale iniziale fornito dai titolari dell impresa aumentato degli utili generati
dall attività stessa. E uno strumento a medio/lungo termine e non prevede scadenze di
rimborso. La remunerazione del capitale dipende dalla crescita di valore dell impresa e dal
suo successo.
AZIONI ORDINARIE
Sono i titoli tipicamente emessi dalle S.p.A. e dalle S.a.p.A., rappresentano la quota di
partecipazione al capitale della società emittente, sono caratterizzate da un
determinato valore nominale e attribuiscono ai possessori medesimi diritti.
Conferiscono al detentore la qualifica di socio al capitale d impresa e dà diritto a una quota
di utili realizzati e distribuibili nella forma di dividendi.
Non possono essere emesse a un prezzo inferiore al valore nominale. In occasione di un
aumento di capitale, ai vecchi azionisti viene attribuito un <<diritto di opzione>> per la
sottoscrizione di nuove azioni che consente di mantenere inalterata la percentuale di
capitale sociale detenuta anche dopo l operazione.
Possono essere quotate in un mercato regolamentato previa pubblicazione di un
prospetto di quotazione redatto secondo quanto previsto dalla CONSOB.
Il rendimento è variabile.
AZIONI DI RISPARMIO
Categoria introdotta nel nostro ordinamento con la legge n. 216/74. Possono essere emesse
solo da società quotate e si differenziano dall'azione ordinaria principalmente per due
caratteristiche: la prima è che il titolare di azioni risparmio non ha diritto di voto sia
in assemblea ordinaria che straordinaria, la seconda è che ha diritto ad un dividendo
maggiorato rispetto all'azionista ordinario.
La determinazione dei privilegi delle azioni di risparmio è rimessa all autonomia statutaria
delle imprese. Sono senior rispetto alle azioni ordinarie, ovvero in caso di fallimento
dell impresa hanno prelazione nel rimborso del capitale. Sono al portatore sebbene si
possa richiedere la loro trasformazione in titoli nominativi.
In concorso con le azioni privilegiate le azioni di risparmio non devono inoltre superare il
50% del capitale sociale.
Esistono dei titoli che non rientrano esattamente in nessuna categoria esaminata fin ora ma
presentano caratteristiche proprie del debito e dell equity. Si tratta dei cosiddetti titoli ibridi.
OBBLIGAZIONI PERPETUE
Sono titoli obbligazionari (cosiddetti irredimibili) senza scadenza che attribuiscono al
sottoscrittore solo il pagamento degli interessi e non anche la restituzione del capitale. Le
obbligazioni irredimibili trovano una loro collocazione nell'ambito del Testo unico bancario di
cui al dlgs 1º settembre 1993, n. 385
OBBLIGAZIONI SUBORDINATE
Titoli che, per alcune caratteristiche, sono assimilabili ai titoli di capitale. Essi, infatti,
prevedono delle clausole di subordinazione dunque sono rimborsati in maniera postergata
rispetto a tutti gli altri creditori non ugualmente subordinati come, per esempio, i portatori
di obbligazioni senior
AZIONI PRIVILEGIATE
Come il debito, le azioni privilegiate pagano un ammontare fisso, però in caso di insufficienza di
liquidità per il pagamento dei dividendi, l ammontare dovuto viene accumulato e pagato
non appena ci sono utili sufficienti. Come per il debito, i possessori di azioni privilegiate non
hanno il controllo sulla gestione dell impresa infatti il diritto di voto nell assemblea degli
azionisti privilegiati è limitato alle decisioni che possono avere implicazioni sui propri diritti.
Come avviene per il capitale netto, le azioni privilegiate non hanno una scadenza e come
priorità sono postergate ai titoli di debito.
331
A fine 2009 in
Germania le imprese
quotate erano 704, in
Francia 684 e nel
Regno Unito 2.179
Capitale di debito
• Raccogliere capitale per lo sviluppo
Capitale di rischio
Per la società
Necessità di realizzare
cambiamenti organizzativi,
Condivisione scelte gestionali, manageriali
strategiche (adeguamento ad esempio dei
sistemi informativi, adozione
principi di corporate governance)
Diffusione
tempestiva al
pubblico, Borsa
Trasparenza informativa Italiana e Consob
(per conoscere in ogni di notizie su fatti
momento il valore della idonei a influenzare
Suscettibilità del l andamento delle
società e agevolare quotazioni
successive offerte sul titolo alle condizioni
di mercato (il valore
mercato) del titolo può riflettere
le fasi congiunturali del
mercato
indipendentemente
dalle politiche
gestionali)
Rafforzare le capacità di
leadership (la quotazione genera
Ampliare e diversificare attenzione da parte dei media, a
le fonti finanziarie beneficio dell immagine della
società e dei suoi prodotti e servizi)
Fornire liquidità
alle azioni
Rendere trasparenti
gli obiettivi e visibili i
Ottenere una valutazione risultati del
di mercato (per conoscere management
in ogni momento il valore
della società e agevolare
successive offerte sul Incentivare e motivare
mercato) management e dipendenti
(correlazione diretta tra il successo
dell azienda ed il loro investimento)
(es stock option)
La#società#XY#ha#un#reddito#operativo#atteso#di#3.000#mln#di#euro#ed#il#valore#di#
mercato#del#suo#capitale#netto#è#14.000#mln#di#euro;#l’azienda#non#è#indebitata.##
Qual#è#il#tasso#di#rendimento#atteso#delle#attività#della#società?##
Supponendo#che#essa#operi#in#un#mercato#dei#capitali#perfetto#e#senza#imposte,#
cosa#accade#al#tasso#di#rendimento#del#capitale#netto#se#viene#decisa#l’emissione#
di#5.000#mln#di#euro#di#debito#contro#il#ritiro#di#azioni#per#un#valore#equivalente?#Il#
tasso#di#rendimento#atteso#del#debito#è#9%.##
SOLUZIONE
Il#rendimento)atteso)delle#attività#di#un’impresa#(ra)#è#pari#a##
Reddito'operativo'atteso'
#
Valore'di'mercato'di'tutti'i'titoli'
Pertanto,#nel#nostro#caso:#
3000
23 = = 21,4%#
14000
#
Nel#caso#in#cui#l’impresa#decida#l’emissione#di#debito#per#5.000#mln#e#il#contestuale#
ritiro# di# azioni# per# lo# stesso# valore,# il# rendimento# delle# attività# non# si#
modificherebbe#(Proposizione#I#M&M).#Quello#che#verrebbe#a#modificarsi#sarebbe#
il#rendimento#dell’equity: (
= ?
2< = ' ∗ 2A + ∗ 2 →(
=+? =+? B
(
= 5000
→ 2B = 2< + ∗ 2< − 2A = 21,4% + ∗ 12,4% = 28,29%
? 9000
ESERCIZIO 2
Quello#che#segue#è#il#bilancio#a#valori#contabili#e#valori#di#mercato#della#CCT.##
Supponete#che#valga#la#teoria#di#M&M#per#tener#conto#delle#imposte.#L’impresa#
non# è# in# crescita# e# ci# si# attende# che# i# 40# di# debito# siano# un# valore# destinato# a#
permanere.# Il# tasso# di# rendimento# atteso# del# debito# è# dell’8%.# Ipotizzate#
un’aliquota#fiscale#fissa#sul#reddito#sociale#pari#al#27,5%. #
a)#Quale#parte#del#valore#della#CCT#è#spiegata#dal#beneficio#fiscale#assicurato#dal#
debito?##
b)#Di#quanto#aumenta#la#ricchezza#degli#azionisti#della#CCT#se#l’impresa#s’indebita#
ulteriormente#per#altri#20,#utilizzando#il#ricavato#per#riacquistare#azioni?##
SOLUZIONE))
a)! Il#beneficio#fiscale#del#debito#si#ritrova#nella#differenza#tra#il#valore#di#mercato#
delle#attività#a#lunga#scadenza#e#il#loro#valore#contabile.##
#
N.B.:#Non#è#detto#che#tutta#la#differenza#tra#i#due#valori#sia#dovuta#al#beneficio#
fiscale#del#debito#(HIJKL ).#
Infatti#in#questo#caso#si#ha:#
#
HIJKL = M ∗ = = 0,275 ∗ 40 = 11#
#
Mentre#la#differenza#tra#valori#di#mercato#e#valori#contabili#delle#attività#a#lunga#
scadenza#è#pari#a#60#e#può#essere#dovuta#a#rivalutazioni#degli#asset#dell’impresa.#
#
b)!Il# ricorso# a# nuovo# debito# porta# ad# un# ulteriore# beneficio# fiscale,# il# cui# valore#
attuale#è#pari#a#:#
#
HIJKLO = M ∗ =OPQRQ = 0,275 ∗ 20 = 5,5#
#
Il#valore#di#mercato#delle#attività#della#CCT#diventa#quindi:#
#
IS = 140 + 5,5 = 145,5#
#
TUT = VVW + IS = 20 + 145,5 = 165,5#
#
Il#valore#di#mercato#dell’equity#si#ottiene#sottraendo#al#valore#di#mercato#delle#
passività,#che#è#uguale#al#valore#di#mercato#delle#attività,#il#valore#di#mercato#del#
debito,#che#è#ora#aumentato#di#20#rispetto#al#caso#precedente#ed#è#quindi#pari#
a#60:#
#
# ? = TUT − = = 165,5 − 60 = 105,5#
#
N.B.:# il# valore# di# mercato# del# nuovo# debito# può# essere# ragionevolmente#
considerato#pari#al#suo#valore#contabile#(20)#in#quanto#è#stato#appena#contratto.#
#
Il#valore#di#mercato#dell’equity#non#si#è#quindi#ridotto#di#20,#come#quello#contabile,#
ma#“solo”#di#14.5#,#grazie#al#beneficio#fiscale#legato#al#nuovo#debito#contratto.#
Il#nuovo#bilancio#a#valori#contabili#e#a#valori#di#mercato#della#CCT#è#il#seguente:#
#
Valori#di#mercato#
ATTIVO# PASSIVO#
CCN######################################################20# DEBITI#(D)###########################################60#
Attività#a#lunga#(AL)########################145,5# NETTO#(E)#######################################105,5#
#TOT#################################################165,5# TOT##################################################165,5#
#
Valori#contabili#
ATTIVO# PASSIVO#
CCN######################################################20# DEBITI#(D)##########################################60#
Attività#a#lunga#(AL)############################80# NETTO#(E)##########################################40#
#TOT###################################################100# TOT####################################################100#
)
La#ricchezza#degli#azionisti#nella#nuova#situazione#è#data#dalla#somma#del#valore#di#
mercato#del#capitale#netto#(105,5)#e#il#valore#delle#azioni#riacquistate#dalla#società#
(20)#che#rappresentano#ricchezza#sotto#forma#di#liquidità#per#gli#azionisti#stessi.#
#
Aumento#ricchezza#azionisti#=#105,5#+#20#–#120#=#5,5#=#VAbfdn#
#
Quindi#l’aumento#)della#ricchezza#degli#azionisti#è#pari#proprio#al#beneficio#fiscale#
del#nuovo#debito#contratto.) )
ESERCIZIO)3)#
Qual#è#il#tasso#di#rendimento#atteso#delle#attività#totali#di#un’impresa#finanziata#per#
il#70%#da#debito,#su#cui#paga#un#tasso#d’interesse#del#8%#e#che#ha#un#tasso#atteso#
di#rendimento#del#capitale#pari#a#20%?##
Supponiamo#che#l’impresa#operi#in#mercati#dei#capitali#perfetti#e#che#vi#sia#assenza#
d’imposte#(Hp#M&M).#Supponiamo,#in#seguito,#che#il#rapporto#di#indebitamento#
vari.# Che# cosa# accade# al# rendimento# delle# attività?# E# al# rendimento# di# debito# e#
capitale#netto?##
SOLUZIONE))
= ?
2< = ' ∗ 2A + ∗ 2 = 0,7 ∗ 8% + 0,3 ∗ 20% = 11,6%)
=+? =+? B
)
Per# M&M,# il# rendimento# delle# attività# non# varia# al# variare# dell’indice# di#
indebitamento.#Supponendo#che#anche#il#rendimento#del#debito#rimanga#costante,#
si#ha#che#il#rendimento#del#capitale#netto#cresce#all’aumentare#di#D/E:#
)
ESERCIZIO 4
Considerate#un’unità#di#investimento#che#da#un#investimento#iniziale#di#1.000#€,#
genera#un#ritorno#pari#a#1.100#€.##
CASO# A: Assumiamo# che# il# tasso# di# imposta# nominale# sia# pari# al# 20%.# Se# un#
investitore#paga#1.000#€#di#capitale,#che#guadagno#ha?##
CASO#B: Consideriamo#ora#l’ipotesi#in#cui#un#investitore#ha#l’opzione#di#prendere#
a# prestito# 4.000# €# ad# un# tasso# di# interesse# dell’8%. Quale# sarà# il# guadagno# in#
questo#secondo#caso#per#l’investitore?##
Qual#è#il#livello#del#beneficio#fiscale#del#debito?##
Qual#è#li#valore#dell’azienda,#ipotizzando#che#questa#struttura#sia#perpetua?#
CASO#C:#stessa#situazione#del#caso#B#ma#con#possibilità#di#dedurre#solo#il#40%#degli#
interessi#passivi.#Cosa#cambia?#
SOLUZIONE#
CASO#A:#L’investitore#ha#un#guadagno#lordo#pari#a#1100#–#1000#=#100#€,#che#deve#
essere#tassato#ad#una#aliquota#del#20#%:#
Guadagno#netto#=#100#*#(1l0,20)#=#80#€#
Rendimento#netto#dell’investimento#=#80#/#1000#=#8%#
CASO# B:# In# questo# caso,# poiché# l’investitore# può# prendere# a# prestito# al# 8%# (che#
risulta# conveniente# in# quanto# il# tasso# di# interesse# è# pari# al# tasso# di# ritorno#
dell’investimento#finanziato#solo#da#equity),#avrà#a#disposizione#un#capitale#di#5000#
€#e#potrà#quindi#comprare#5#unità#dell’investimento#proposto;#quindi:#
RICAVI:###1100#*#5#=#5500#€#
COSTO#DELL’INVESTIMENTO:##1000#*#5#=#5000#€#
INTERESSI#SUL#DEBITO:####0,08#*#4000#=#320#€#
Guadagno#lordo#=#5500#–#5000#–#320#=#180#€#
Guadagno#netto#=#180#*#(1#l0,2)#=#144#€#
Rendimento#netto#dell’investimento#=#144#/#1000#=#14,4%#
Il#guadagno#netto#per#l’investitore#è#aumentato#e#di#conseguenza#è#aumentato#il#
rendimento#netto#dell’investimento.#L’aumento#del#guadagno#è#pari#al#beneficio#
fiscale#del#debito:#
Beneficio#fiscale#del#debito#=#t#*#D#*#rd#=#0,2#*#4000#*#0,08#=#64##=#144#–#80#
Nell’ipotesi#che#questa#struttura#permanga#nel#tempo#si#ha:#
VAazienda#=#VAunlevered#+#VAb.f.debito#=#80#/#0,08#+#64#/#0,08#=#1800##
CASO# C:# In# questo# caso# ci# aspettiamo# un# valore# minore# del# beneficio# fiscale# del#
debito.# Infatti# l’aliquota# fiscale# non# andrà# applicata# solo# sui# 180# €# di# guadagno#
lordo,#in#quanto#andrà#aggiunta#alla#base#imponibile#la#parte#degli#interessi#che#non#
è#fiscalmente#deducibile:#
Interessi#non#deducibili:#(1#–#0,4)#*#320#=#192#€#
Base#imponibile:#Guadagno#lordo#+#interessi#non#deducibili#=#180#+#192#=#372#€#
Imposta#=#0,2#*#372#=#74,4#€#
Guadagno#netto#=#Guadagno#lordo#l#imposta#=#180#–#74,4#=#105,6#€#
C’è#comunque#un#aumento#del#guadagno#netto#per#l’investitore#rispetto#al#CASO#
A,#pari#al#beneficio#fiscale#del#debito:#
Beneficio#fiscale#debito#=#t#*#D#*#rd#*#α#=#0,2#*#4000#*#0,08#*#0,4#=#25,6##=#105,6#–#80#
# #
ESERCIZIO 5
Ti#è#stato#chiesto#di#stimare#l’indice#di#indebitamento#di#un’impresa#con#le#seguenti#
caratteristiche#finanziarie:##
•! L’impresa#ha#in#circolazione#due#classi#ti#titoli#azionari:#50.000#azioni#di#classe#
A,#con#2#diritti#di#voto#per#azione,#trattate#100#€#l’una#e#100.000#azioni#di#
classe#B,#con#1⁄2#diritto#di#voto#per#azione,#quotate#a#90#€#l’una;# #
•! L’impresa#ha#5#milioni#di#€#di#debito#bancario,#contratto#recentemente.#Stima#
l’indice#di#indebitamento#a#valori#di#mercato.#(Perché#è#importante#sapere#
quando#l’impresa#ha#contratto#il#debito?)# #
Soluzione##
Valore#dell’Equity#=#50.000*#100#+#100.000#*#90#=#14.000.000#€#Valore#del#Debito#
=#5.000.000#€##
Indice#di#Indebitamento#=#D/E#=#5/14#=#35,7%##
Il# fatto# che# l’impresa# abbia# contratto# da# poco# il# debito# è# importante# perché# ci#
permette# di# assumere# che# il# valore# contabile# del# debito# coincida# con# quello# di#
mercato.## #
ESERCIZIO 6#
La# signora# Kraft# possiede# 50.000# quote# azionarie# della# Copperhead# Corporation#
con#un#valore#di#mercato#di#2#€#per#azione,#ossia#un#valore#totale#di#100.000#€.#La#
società# è# attualmente# finanziata# nel# seguente# modo:#
#
La# Copperhead# ora# annuncia# che# sta# sostituendo# €# 1# milione# di# debito# a# breve#
termine# con# un’emissione# di# azioni.# Quale# mossa# può# intraprendere# la# signora#
Kraft# per# assicurarsi# di# avere# diritto# esattamente# alla# stessa# porzione# di# profitti#
precedente?##
Soluzione: Si#calcola#dapprima#il#valore#di#mercato#della#società#(N.B.#il#valore#di#
mercato#del#debito#può#essere#assunto#pari#al#suo#valore#contabile#in#quanto#di#
breve#termine):#
#
La#signora#Kraft#allora#attualmente#possiede#lo#0.625%#della#società. La#strategia#
dell’impresa#è#di#portare#il#valore#delle#azioni#a#17#milioni#e#di#tagliare#il#debito#a#1#
milione.# La# signora# Kraft# allora,# per# mantenere# la# stessa# porzione# di# profitti#
dovrebbe# acquistare# azioni# per# un# valore# di# 0,625%*# 1# milione=# 6.250# € Che#
all’attuale#prezzo#delle#azioni#corrisponde#a#6250/2=#3125#azioni#in#più.##
)
#
Valutazione delle attività
finanziarie, rischio e
rendimento
Utilità attesa - Misura della soddisfazione, della felicità personale che un Bookmark
individuo si aspetta di ottenere da un determinato bene. Un bene è quindi
tanto più utile quanto più efficacemente soddisfa i bisogni di un individuo. • Assiomi di
N.B. l’utilità attesa da un determinato bene non è univoca, ma completezza,
dipende dalle preferenze personali dei singoli individui. transitività e
riflessività delle
Misura de ll’utilità – Alcuni beni sono “più utili” di altri. La funzione di
preferenze
utilità costituisce la rappresentazione funzionale dell’ordinamento delle
• Concetto di utilità
preferenze di un agente economico. È una relazione che lega il godimento di cardinale vs.
una certa quantità di un bene al livello di utilità generato. ordinale.
E (U (ci , c j )) = u (ci )* pi + u (c j )* p j
dove c rappresenta gli stati possibili e p la relativa probabilità
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 2
Rischio, rendimento atteso e utilità attesa (i)
E (U C ) = u(50)*1 =
Dipende
dalle
preferenze
per il
E (U I ) = u(100)*0,5 + u(0)*0,5 = rischio!!
0 50 100
Euro
L’utilità del valore atteso dell’opzione I (punto A) è inferiore rispetto all’utilità di ricevere un
valore equivalente con certezza (punto B).
La funzione di utilità dei soggetti avversi al rischio è convessa e crescente: un euro in più
genera un incremento di utilità, ma a tassi decrescenti.
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 6
Risk-lover agents
Un agente amante del rischio tende a selezionare, tra quelle a disposizione, l’alternativa
più rischiosa: nel nostro esempio, preferisce 50 euro incerti (Opzione I) a 50 euro certi
(opzione A). Graficamente:
E(U)
La retta su cui giace il punto A rappresenta la
combinazione lineare dei valori attesi 0 e 100, in
funzione della probabilità associata a ciascun
valore. Nello scenario sub I, il VA è rappresentato
dal punto A, cui corrisponde l’utilità attesa u(A).
0 50 100
Euro
L’utilità del valore atteso dell’opzione I (punto A) è superiore rispetto all’utilità di ricevere un
valore equivalente con certezza (punto B).
La funzione di utilità dei soggetti amanti del rischio è concava e crescente: un euro
incrementale ne aumenta l’utilità. L’utilità marginale è crescente a tassi crescenti.
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 7
Risk-neutral agents
E(U)
La linea del valore atteso dell’opzione I coincide con la
funzione di utilità attesa Risk Neutral
u(A) A
0 50 100
Euro
Poiché la funzione di utilità attesa e la retta del valore atteso coincidono, l’utilità del valore
atteso dell’opzione I (punto A) è uguale all’utilità di ricevere un valore equivalente con
certezza.
La funzione di utilità dei soggetti neutrali al rischio è crescente, la funzione è lineare: un euro
in più genera un incremento di utilità, a tasso marginale costante.
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 8
Rendimento atteso, costo opportunità del capitale
e rischio
Il tasso di rendimento atteso richiesto di un’attività
Il tasso r di attualizzazione dei flussi di cassa rappresenta il rendimento, espresso in termini
percentuali, che un investitore si aspetta di ottenere dall’attività nell’orizzonte temporale
considerato. È’ definito come rendimento atteso minimo richiesto dagli investitori o costo
opportunità del capitale.
Concetto di costo opportunità del capitale
Viene preso a riferimento (per il processo di attualizzazione/sconto) perché per rendimenti
maggiori a questo tasso, l’investitore decide di investire nell’attività considerata realizzando più
di quanto si otterrebbe investendo in un’attività alternativa (detta appunto opportunità
alternativa di investimento).
Si parla di costo e non di rendimento opportunità perché costituisce il rendimento a cui si
rinuncia investendo nell’attività considerata anziché in quella alternativa.
Ricapitolando:
- Per un rendimento maggiore del costo opportunità, l’investitore investe nell’attività
considerata
- Per un rendimento minore del costo opportunità, l’investitore preferisce dirottare le
risorse finanziarie sull’opportunità alternativa di investimento.
Concetto di rischio
Il rendimento atteso di un investimento non è una variabile certa, bensì sopporta un certo
grado di incertezza, o rischio. Tanto più elevato il rischio percepito dagli azionisti, tanto
maggiore il rendimento richiesto dagli stessi per l’impiego delle proprie risorse.
Rischio e rendimento sono, quindi, due facce della stessa medaglia.
A parità di rischio, progetti alternativi di investimento sono valutati in modo da offrire lo stesso
rendimento atteso e quindi lo stesso prezzo.
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 9
Distribuzioni dei rendimenti e rischio
4
Giorni
0
-6 -5 -5 -4 -3 -2 -1 -1 0 1 2 2 3 4 5 5 6
Rendimento % giornaliero
Investimento*B
Investimento*A
20 20
18 18
16 16 % rendimento
% probabilità
% probabilità
14 % rendimento 14
12 12
10 10
8 8
6 6
4 4
2 2
0 0
-50 0 50 -50 0 50
20 Investimento*C 20 Investimento*D
18 18
16 16
% rendimento % rendimento
14 14
% probabilità
% probabilità
12 12
10 10
8 8
6 6
4 4
2 2
0
0
-50 0 50
-50 0 50
La misura del rendimento atteso di un portafoglio composto da più titoli è data dalla
media ponderata per il rispettivo peso del rendimento atteso di ciascun titolo:
2
∑ (r − r )
i
2
σ = i =1
n
• Scarto quadratico medio – Radice quadrata della varianza. Misura della variabilità.
n
(
∑ i
r − r )2
s.q.m. = σ 2 = σ = i =1
n
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 12
Esempio 1
σP≠M(σ1; σ2)
Definizione di Covarianza
1 n 1 n
cov(x, y ) = σ x , y = (xi − x )( yi − y ) σ x, y = ∑ xi yi − x y
∑
n i =1
o anche
n i =1
Con distribuzione congiunta
delle osservazioni Media dei Prodotto delle
prodotti medie
1 k h
σ x, y = ∑
n i =1
∑ (x − x )(y
j =1
i j − y ) nij
N.B.
1. Se le variabili x e y sono indipendenti σxy=0
ma non vale la relazione inversa!
σxy=0 le variabili x e y potrebbero essere dipendenti (es. in modo non lineare)
2. La covarianza dipende dall’unità di misura (dalla scala).
Siano date le trasformazioni lineari:
x
y
ax + b
cy + d
( )
cov ax + b, cy + d = a * c * x , y σ
3. Disuguaglianza di Cauchy Schwarz:
la covarianza è, in valore assoluto, al massimo uguale al prodotto degli scarti quadratici medi
σ x , y ≤ σ xσ y
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 14
Misura del rendimento e del rischio
σ xy
Corr (x, y ) = ρ xy =
σ xσ y
Proprietà:
a) -1 ≤ rxy ≤ 1
b) se rxy =1 perfetta correlazione lineare positiva
c) se x e y sono indipendenti rxy = 0 (perché σxy =0)
[ma attenzione non vale il contrario!]
d) se rxy =-1 perfetta correlazione lineare negativa
e) rxy = ryx
Azione 1 Azione 2
Azione 1 x 2σ 2
x x σ = x x ρ
1 2 12
σ σ
1 2
1 1 1 2 12
Azione 2 x x σ = x x ρ σ σ x 2σ 2
1 2 12 1 2 12 1 2 2 2
dove
σ12 indica la covarianza tra le due azioni, uguale a sua volta al prodotto degli
scarti quadratici medi delle azioni stesse moltiplicati per ρ12 (coefficiente di
correlazione dei rendimenti delle azioni 1 e 2)
1
2
3
4
AZIONE 5
6
N
1 2 3 4 5 6 N
AZIONE
in cui:
- le caselle sulla diagonale (blu) contengono i termini che indicano le varianze
- le altre caselle indicano le covarianze.
All’aumentare del numero dei titoli presenti nel portafoglio, aumenta il peso delle
covarianze.
Si può dire che la variabilità di un portafoglio ben diversificato riflette
principalmente le covarianze
Dimostrazione
Si consideri un portafoglio formato da investimenti di uguale ammontare in ognuna delle
N azioni
1 è la quota investita in ogni azione
N 2
1
In ogni casella della varianza abbiamo: (N) 2 x la varianza
Dall’ultimo esempio abbiamo visto che un’opportuna scelta dei titoli che
compongono un portafoglio può eliminare il rischio del portafoglio stesso.
a. Rischio Sistematico
b. Rischio Specifico
a. Rischio sistematico
È la componente di rischio che deriva dal mercato e come tale non è eliminabile.
Comprende l’insieme di fattori che possono provocare l’oscillazione dei rendimenti medi
dell’intero mercato.
b. Rischio specifico
È la componente di rischio che deriva dalla natura peculiare dell’investimento stesso.
È funzione di variabili di diverso tipo: economiche (andamento della domanda nel settore,
presenza di concorrenti e grado di protezione del mercato, stadio del ciclo di vita del
mercato, ecc.); finanziarie (livello e natura dell’indebitamento dell’impresa, risultati
economici complessivi, ecc.)
Per sua natura è eliminabile attraverso la diversificazione del portafoglio di attività
detenute e l’investimento in titoli le cui performance sono imperfettamente correlate tra loro.
Scarto/quadratico//medio
del/portafoglio
Rischio
specifico
Rischio/sistematico
0
Numero/di/titoli
Rendimento
Rischio/basso Rischio/elevato
Rendimento/ Rendimento/elevato/
elevato
Rischio/basso Rischio/
elevato
Rendimento/
Rendimento/
basso
basso
Rischio
Rendimento Utilità&crescente
Scarto/
quadratico/
medio
Procedendo da destra verso sinistra ogni curva rappresenta un livello di utilità
attesa più elevato di quello della curva precedente (a parità di rischio, una curva
più a sinistra garantisce un maggiore rendimento e, a parità di rendimento,
ingloba un minore rischio).
Nota: la forma delle curve d’indifferenza non è uguale per ogni investitore!
Dipende dal grado di propensione/avversione al rischio.
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 29
Teoria di portafoglio (Markowitz)
40% in IBM
Wal-Mart
Il concetto di portafoglio efficiente è determinato sulla base del principio della dominanza:
un portafoglio non è efficiente se ne esiste un altro con più elevato valore atteso del
rendimento e minore o uguale scarto quadratico medio o con lo stesso valore atteso ma più
basso scarto quadratico medio. Detto diversamente, un portafoglio non è efficiente se ne
esiste un altro la cui combinazione di titoli aumenta il rendimento a parità di rischio o
diminuisce il rischio a parità di rendimento (o aumenta il rendimento riducendo anche il
rischio) Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 32
Scelta del portafoglio in presenza di attività
prive di rischio
Sul mercato esistono titoli privi di rischio, titoli cioè che offrono un
rendimento (magari basso, ma) certo.
Si supponga di poter investire denaro al tasso di rendimento di un titolo privo
di rischio, ma anche di poter prender a prestito a quel tasso.
Geometricamente, investire al tasso privo di rischio significa individuare un
punto sull’asse delle ordinate (dove rischio=0), rf. Da questo punto passa un
fascio di rette. La retta che individua i portafogli efficienti ottenuti da
combinazioni di titoli rischiosi e somme prese/date a prestito al tasso di
interesse puro è quella tangente alla frontiera efficiente.
Rendimento
Rendimento-privo-
di-rischio-----= rf
Rischio
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 33
Scelta del portafoglio in presenza di attività
prive di rischio
Ogni punto sulla retta nel tratto compreso tra rf e S individua portafogli
ottenuti da combinazioni del portafoglio S e di investimenti al tasso di
mercato.
Tale retta descrive il trade-off tra rischio e rendimento per diverse combinazioni di
investimento in attività finanziarie senza rischio e nel portafoglio di mercato.
Gli elementi essenziali sono due:
• il “prezzo per il tempo”
• il “prezzo per il rischio”
Il primo trova espressione nell’intercetta della SML: il tasso di interesse puro è il prezzo
che si pretende per rinunciare alla disponibilità dei mezzi finanziari per la durata
dell’investimento.
L’inclinazione (coefficiente angolare) della retta rappresenta il prezzo di mercato del
rischio: essa indica l’incremento del rendimento atteso che il mercato pretende per un
dato incremento dello scarto quadratico medio (rischio).
La linea del mercato dei capitali esprime, dunque, la relazione ex-ante tra rischio e
rendimento
Rendimento
Rendimento-privo-
di-rischio-----= rf
Linea-caratteristica
: + Rendimento-eccedente-del-
portafoglio-di-mercato
:
I punti rappresentano i rendimenti eccedenti (nel nostro esempio sarebbero
60, uno per ogni mese). La retta interpolante tali punti descrive la relazione
tra rendimenti eccedenti dell’azione e rendimenti eccedenti del portafoglio di
mercato ed è nota come linea caratteristica.
Al crescere del rendimento eccedente atteso nel mercato cresce anche il
rendimento eccedente atteso dell’azione.
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 40
La linea caratteristica: il coefficiente alfa
Rendimento-eccedente-
dell’azione
+
Alfa
: + Rendimento-eccedente-del-
portafoglio-di-mercato
:
L’intercetta della linea caratteristica è nota come coefficiente alfa.
Se ci si attende che il rendimento eccedente del portafoglio di mercato sia nullo, il
coefficiente alfa è pari al rendimento eccedente atteso dell’azione. In teoria l’alfa di una
singola azione dovrebbe essere zero
(In mercati efficienti, gli investitori razionali colgono le deviazioni da zero nell’alfa di un
singolo titolo. Se l’alfa è positivo acquistano l’azione. L’eccesso di domanda fa salire il
prezzo e diminuisce il rendimento eccedente atteso lungo la linea caratteristica, fino a che
l’alfa è uguale a zero. L’alfa del portafoglio di mercato è semplicemente la media
ponderata degli alfa dei singoli titoli che lo compongono; se questi sono pari a zero anche
la loro media ponderata sarà zero.)
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 41
La linea caratteristica: il coefficiente Beta
Rendimento-eccedente-
dell’azione
+
Beta
: + Rendimento-eccedente-del-
portafoglio-di-mercato
:
Il coefficiente angolare della linea caratteristica è noto come coefficiente beta.
Esso è dato dal rapporto di elasticità dei rendimenti della singola azione e del portafoglio
di mercato.
Il rendimento eccedente dell’azione varia più che proporzionalmente rispetto
>1 al portafoglio di mercato. In altri termini, il suo rischio sistematico è maggiore
della media. Nel gergo finanziario tali attività vengono definite “aggressive”
Il rendimento eccedente dell’azione varia proporzionalmente al variare dei
Può essere: =1 rendimenti eccedenti del portafoglio di mercato. In altri termini, l’azione ha lo
stesso sistematico del mercato nel suo complesso.
Quando compongo un portafoglio di titoli non devo guardare al rischio del singolo titolo, ma al
suo contributo al rischio del portafoglio.
Ma se, come detto, il rischio del portafoglio ha una componente che non può essere eliminata,
il rischio di mercato, tale contributo dipende dalla sensibilità del titolo alle variazioni del
portafoglio di mercato
Il rischio di un portafoglio ben diversificato dipende dal rischio sistematico dei titoli
inclusi nel portafoglio stesso, ovvero dalla loro sensibilità ai movimenti del mercato.
Rendimento-eccedente- Rischio-non-
dell’azione
+ sistematico
Beta
: + Rendimento-eccedente-del-
portafoglio-di-mercato
Rischio-del-portafoglio-σp
Rischio-del-mercato-σm
0
Numero/di/titoli
Un titolo con un beta pari a 1,5 ha un rischio superiore a quello del mercato;
un portafoglio ben diversificato di questi titoli tende ad amplificare del 50%
ogni movimento del mercato.
Scarto/quadratico//medio
Rischio-del-portafoglio-σp
del/portafoglio
Rischio-del-mercato-σm
0
Numero/di/titoli
Un titolo con un beta pari a 0,5 ha un rischio inferiore a quello del mercato;
un portafoglio ben diversificato di questi titoli tende a subire variazioni che
sono la metà dei movimenti del mercato e ha uno scarto quadratico medio
che è la metà di quello del mercato
Scarto/quadratico//medio
Rischio-del-mercato-σm
del/portafoglio
Rischio-del-portafoglio-σp
0
Numero/di/titoli
Risposta: Risposta:
Rischio e rendimento sono due facce della stessa medaglia. All’aumentare del
rischio sopportato, aumenta il rendimento richiesto dagli azionisti.
Il parametro di base per la stima del rendimento atteso è il rendimento
privo di rischio (risk free), ovvero il rendimento ottenibile dall’investimento
in attività il cui rischio è prossimo allo zero.
Le attività di riferimento in questo senso sono i Titoli di Stato, il cui
rendimento è considerato privo di rischio (si assume che uno Stato possa
sempre onorare i suoi debiti).
Il rendimento degli investimenti rischiosi è composto di due parti:
– il rendimento risk free
– un premio al rischio (spread), proporzionale alla rischiosità
dell’investimento
L’investimento nel mercato azionario incorpora un certo grado di rischio, per il
quale gli investitori richiedono un premio.
Gli analisti accettano pressoché unanimemente questo modello per
determinare il rendimento atteso di investimenti rischiosi (rendimento minimo
da conseguire per compensare la perdita di valore finanziario del capitale e il
rischio sottostante l’investimento)
Y=βx+c
β (rm − rf )
Analisi finanziaria per l’impresa – A. Nobili 52
Determinazione$del$tasso$di$rendimento
ri = rf + β * (rm − rf )
Tasso di Tasso privo di Premio per il rischio
“Porzione” di premio sistematico
rendimento rischio misurato dal
richiesto coefficiente angolare
per della retta
investire interpolante la
nel titolo i distribuzione delle
misurazioni di periodo
in periodo delle
coppie (rm; rf)
IBM"Premium
AAPL"Premium
MSFT"Premium
20%
10% 10%
y"="0.1844x"+"0.0182
10%
R2"="0.0022 5%
0% 0%
0%
-15% -10% -5% 0% 5% 10% 15% 015% 010% 05% 0% 5% 10% 15%
-10% 010% /15% /10% /5% 0% 5% 10% 15%
/5%
-20% /10%
020%
-30% /15%
030%
-40% /20%
S&P500"Premium
S&P500"Premium S&P500"Premium
Grazie/al/CAPM/è possibile/stimare/il/premio/per/il/rischio/
nell’investimento/in/un/progetto/nell’ambito/di/un/settore/economico./Mutuando/
dati/e/informazioni/del/mercato/borsistico,/è possibile/stabilire/per/i/diversi/settori/
economici/la/remunerazione/aggiuntiva/che/un/investitore/deve/richiedere/per/
compensare/il/rischio/sopportato/con/l’investimento./
E ( R j ) = R f + ( Rm − R f ) β j
D
Ke = +g
P
L’alfa di Jensen può essere stimata come differenza fra rendimento esogeno e rendimento
endogeno.
α = Ke − E(R j )
Po (1 + E ( R j ) = P1 P1
Po =
(1 + E ( R j ))
P0 a
Gordon
Dati di input
anno Rmt Rjt
1 27% 54%
2 12% 10%
3 -3% 10%
4 12% 30%
5 -3% -20%
6 27% 60%
media 12% 24%
Rf 6%
cov( Rm ; R j )
β=
var( Rm )
per cui risulta
βj 2,07
E ( R j ) = R f + ( Rm − R f ) β j
E(Rj) 18,40% Rendimento endogeno calcolato con il CAPM
D
1−
EPS
b 86,90%
Calcolo la redditività dei mezzi propri
r = ROE = 39,25%
EPS
Mezzi propri per azione
Secondo Gordon il rendimento sui mezzi propri sarà il dividend yield più un tasso di crescita g
D
Ke = +g
P
g = r *b
g 34,11% tasso di crescita previsto del rendimento
Il rendimento esogeno è superiore a quello endogeno quindi l'alfa di Jensen risulta positiva
α = K e − E (R j ) 19,71% >0
Calcoliamo il prezzo che dovrebbe avere l'azione affinchè l'alfa sia nulla
Prezzo in t0 = 550
Prezzo in t1= 550+(1+Ke) = 760
Affinchè il prezzo sia 760 in t1 in t0 dovrà essere pari a (utilizzando come tasso di sconto E(Rj))
Rendimento' Scarto'quadratico'medio'
Buoni'del'Tesoro' 6% 0%
b1)&In&questo&caso&( = 1:&
σ&=& 0,5# ∗ 28%# + 0,5# ∗ 26%# + 2 ∗ 1 ∗ 0,5 ∗ 0,5 ∗ 28% ∗ 26% = 27%&
Si& può& notare& come& nel& caso& di& perfetta& correlazione& positiva& lo& scarto&
quadratico&medio&di&portafoglio&è&pari&alla&media&pesata°li&scarti&dei&
titoli&del&portafoglio.&
b2)&In&questo&caso&( = −1:&
σ&=& 0,5# ∗ 28%# + 0,5# ∗ 26%# − 2 ∗ 1 ∗ 0,5 ∗ 0,5 ∗ 28% ∗ 26% = 1%&
Rendimento*medio* 8% 20%
Correlazione* +0,4
Quali&sarebbero&rendimento&atteso&e&deviazione&standard&di&un&portafoglio&
composto&in&pari&proporzioni&da&oro&e&titoli&azionari?&
SOLUZIONE&
R&=&0,5&*&8%&+&0,5&*&20%&=&14%&
σ&=& 0,5# ∗ 25%# + 0,5# ∗ 22%# − 2 ∗ 0,4 ∗ 0,5 ∗ 0,5 ∗ 25% ∗ 22% = 12,93%&
Esercizio)6&
Supponi& di& voler& formare& un& portafoglio& costituito& soltanto& da& due& azioni,&
Coca&Cola&e&Texas&Utilities.&La&tabella&seguente&sintetizza&la&performance&
delle&due&azioni&nell’ultimo&decennio.&&
.& a)&&Ipotizzando&che&i¶metri&calcolati&sulla&base&di&questi&dati&storici&
non&cambino&in&futuro,&calcola&il&rendimento&atteso&e&lo&scarto&
quadratico&medio&di&un&portafoglio&formato&investendo&per&il&60%&in&
Coca&Cola&e&per&il&40%&in&Texas&Utilitiesf&
.& b)&&Calcola&il&portafoglio&con&la&minima&varianza&
SOLUZIONE&
a)& R 0,6&*&25%&+&0,4&*&12%&=&19,8%
&& & σ&=& 0,6# ∗ 36%# + 0,4# ∗ 22%# + 2 ∗ 0,28 ∗ 0,6 ∗ 0,4 ∗ 36% ∗ 22% =
77777777777777777777725,57%&
b)& Per&calcolare&il&portafoglio&a&minima&varianza&si&deve&risolvere&un&
problema&di&minimizzazione&non&vincolata.
Definiamo&x&come&la&percentuale&del&portafoglio&da&investire&in&cocakcoca&
cola.&Il&problema&sarà&così&definito:&
2
min&σ &=7! # ∗ 36%# + 1 − ! #
∗ 22%# + 2 ∗ 0,28 ∗ ! ∗ (1 − !) ∗ 36% ∗ 22%&&
Per&trovare&la&x&che&minimizza&la&varianza&poniamo&a&zero&la&derivata&prima:&
:;<
= 2 ∗ 36%# ∗ ! − 2 ∗ 1 − ! ∗ 22%# + 2 ∗ 0,28 ∗ 36% ∗ 22% ∗ 1 − 2! = 0 →
:=
7777777777777777777777777777777777→ ! = 19,62%&&
Si¬i&che,&come&ci&si&poteva&aspettare,&il&capitale&sarà&maggiormente&investito&
nelle&azioni&di&Texas&Utilities,&ovvero&il&titolo&con&deviazione&standard&più&bassa,&
essendo&la&minimizzazione&del&rischio&l’unico&obiettivo&dell’investitore.&&
Possiamo&verificare&che&il&portafoglio&così&ottenuto&abbia&uno&scarto&quadratico&
medio&inferiore&a&quello&del&caso&a):&
σ&=& 0,1962# ∗ 36%# + 0,8038# ∗ 22%# + 2 ∗ 0,28 ∗ 0,1962 ∗ 0,8038 ∗ 36% ∗ 22% = 20,797%&
Si&può&inoltre¬are&che&il&portafoglio&a&varianza&minima&ha&una&deviazione&
standard&inferiore&alle&singole&deviazioni&standard&dei&due&titoli,&evidenziando&i&
benefici&della&diversificazione.&
Esercizio)7&
Ti&è&stato&chiesto&di&analizzare&lo&scarto&quadratico&medio&di&un&portafoglio&
costituito&da&queste&tre&azioni:&&
Titolo& Rendimento&at
Scarto&quadratico&medio&
Tesoro&Petroleum& 9% 27%
Ti&sono&stati&inoltre&forniti&i&seguenti&dati&riguardanti&la&correlazione&tra&i&
rendimenti&di&queste&tre&azioni:&
Calcola&la&varianza&di&un&ipotetico&portafoglio&costituito&da&queste&tre&azioni&
in&proporzioni&uguali.&
SOLUZIONE&
&σ&=&
0,33# ∗ 23%# + 0,33# ∗ 27%# + 0,33# ∗ 50%# − 2 ∗ 0,15 ∗ 0,33 ∗ 0,33 ∗ 23% ∗ 27% + 2 ∗ 0,2 ∗ 0,33 ∗&
Esercizio)8)
Ti&è&stato&chiesto&di&calcolare&il&portafoglio&di&minima&varianza&per&un&
insieme&di&1250&attività.&
.& a)&&Quanti&rendimenti&attesi&e&varianze&dovresti&calcolare?&
.& b)&&Quante&covarianze&dovresti&calcolare&per&ottenere&il&portafoglio&di&
minima&varianza?
SOLUZIONE&
a)&Per&calcolare&il&portafoglio&a&minima&varianza&è&necessario&conoscere&
le&1250&varianze&del&rendimento&di&ciascuna&attività&f
b)&Si&dovrebbero&calcolare&(N2kN)/2&covarianze,&ovvero:
(12502k1250)&/&2&=&780625.& &
Esercizio)9)
Nel&capital&asset&pricing&model&ogni&investitore&possiede&una&combinazione&
del&portafoglio&di&mercato&e&dell’investimento&privo&di&rischio.&Supponi&che&il&
rendimento& atteso& sul& portafoglio& di& mercato& sia& del& 15%,& con& uno& scarto&
quadratico& medio& del& 30%,& mentre& il& rendimento& atteso& sull’investimento&
privo&di&rischio&è&del&5%.&Per&ciascuno&dei&seguenti&tipi&di&investitore,&che&
porzione&del&patrimonio&suggeriresti&di&investire&nel&portafoglio&di&mercato&e&
che&proporzione&nell’investimento&privo&di&rischio?&
.& a)&&Un&investitore&che&desidera&un&portafoglio&con&uno&scarto&quadratico&
medio&pari&a&zerof&
.& b)&&Un&investitore&che&desidera&un&portafoglio&con&uno&scarto&quadratico&
medio&pari&al&15%f&
.& c)&&Un&investitore&che&desidera&un&portafoglio&con&uno&scarto&quadratico&
medio&pari&al&30%f&
.& d)&&Un&investitore&che&desidera&un&portafoglio&con&uno&scarto&quadratico&
medio&pari&al&45%f&
.& e)& &Un& investitore& che& desidera& un& portafoglio& con& un& rendimento& atteso&
pari&al&12%.&
SOLUZIONE&
In&generale,&un&portafoglio&composto&da&un’attività&rischiosa&e&una&priva&di&
rischio& ha& una& varianza& che& dipende& dal& solo& scarto& quadratico& medio&
dell’attività&rischiosa&(σr),&proporzionalmente&al&peso&che&tale&attività&riveste&
nel&portafoglio&(xr):&σp&=&xr*&σr&
a)&L’investitore&dovrebbe&investire&il&100%&del&proprio&portafoglio&
nell’investimento&privo&di&rischio&per&ottenere&uno&scarto&quadratico&
medio&nullo:&xr=0.&
b)&xr=50%.&
c)&xr=100%.&
d)&In&questo&caso&l’investitore&desidera&una&volatilità&maggiore&di&quella&
offerta&dal&portafoglio&di&mercato&e&può&ottenerla&solo&indebitandosi&al&
tasso&privo&di&rischio:&
xr=150%,&xf=&k50%&
e)&R&=&xr&*&15%&+&(1kxr&)&*&5%&=12%&!&xr=&70%&&
Esercizio)10)
United& Airlines& ha& un& beta& pari& a& 1,5.& Lo& scarto& quadratico& medio& del&
portafoglio& di& mercato& è& del& 22%,& mentre& lo& scarto& quadratico& medio& dei&
rendimenti&delle&azioni&United&Airlines&è&del&66%.
Calcola&la&correlazione&fra&
i& rendimenti& delle& azioni& United& Airlines& e& i& rendimenti& del& portafoglio& di&
mercato.&&
SOLUZIONE&
@AB(CD, CE )
Ricordando&la&formula&del&Beta:&? = <
CD
Possiamo&quindi&calcolare&la&covarianza&tra&i&rendimenti&di&United&Airlines&e&
quelli&del&portafoglio&di&mercato:&
#
FGH )I, )J = 7? ∗ )I = 1,5 ∗ 0,22# = 7,26%&
Possiamo&ora&calcolare&il&coefficiente&di&correlazione:&
FGH()I, )J ) 7,26%
(= = = 0,5&
)I ∗ )J 22% ∗ 66%
Esercizio)11)
Supponete&di&essere&in&grado&di&trovare&un’azione&tedesca&con&beta&di&k0,3&
rispetto&all’indice&di&mercato&tedesco&(DAX).&
.& a)&&Come&vi&aspettereste&che&il&prezzo&di&questa&azione&cambiasse&se&il&
DAX&improvvisamente®istrasse&un&incremento&del&5%?&E&se&il&DAX&
registrasse&un&decremento&del&5%?&
.& b)&&Detenete&un&portafoglio&iamente&diversificato&del&valore&di&€&30.000&
formato&da&azioni&tedesche.&State&per&investire&ulteriori&€&30.000.&Quali&
dei&seguenti&investimenti&supplementari&vi&dà&il&rendimento&totale&più&
sicuro?&
& 1)&Investire&€&30.000&nell’indice&DAXf
& 2)&Investire&€&30.000&in&titoli&di&debito&privi&di&rischio&e&a&breve&termine&
emessi&dal&Governo&tedescof&
& 3) Investire&€&30.000&nelle&azioni&con&β&=&k0,3
SOLUZIONE&
a)&Un’azione& con& un& beta& negativo& va& in& controtendenza& rispetto& al&
mercato&di&riferimento.&Pertanto&se&il&DAX®istrasse&un&aumento&del&
5%& l’azione& scenderebbe,& meno& che& proporzionalmente& rispetto&
all’indice,&con&un&decremento&in&media&pari&a&0,3*5%&=&1,5%.
Se& il& DAX& scendesse& del& 5%,& viceversa,& l’azione& avrebbe& un&
incremento&atteso&del&1,5%.&
b)&Se& l’investitore& possiede& già& un& portafoglio& diversificato& di& titoli&
tedeschi,&per&ottenere&un&portafoglio&con&rendimento&più&sicuro,&ovvero&
con& volatilità& più& bassa,& deve& investire& nel& titolo& con& beta& negativo.&
Infatti,& essendo& direttamente& proporzionale& alla& covarianza& del& titolo&
rispetto&al&portafoglio&di&mercato&e,&pertanto,&alla&loro&correlazione,&un&
beta& negativo& implica& una& correlazione& negativa& tra& i& rendimenti& dei&
due&investimenti&e,&quindi,&una&varianza&inferiore&per&il&portafoglio&che&
li&contiene&entrambi.&
Di& fatto& l’investitore& in& questo& modo& si& protegge& in& parte& da& perdite&
dovute& a& eventuali& fasi& ribassiste& del& mercato,& riducendo& però& il& suo&
rendimento&nelle&fasi&rialziste.&
Esercizio)12)
Qui&di&seguito&sono&riportati&alcuni&dati&storici&sulle&caratteristiche&di&rischio&
di&Dell&e&Microsoft.&
Dell" Microsoft"
Supponete&che&lo&scarto&quadratico&medio&del&rendimento&del&mercato&sia&
del&15%.&
& a)& &Il& coefficiente& di& correlazione& del& rendimento& di& Dell& rispetto& a&
quello&di&Microsoft&è&di&0,72.&Qual&è&lo&scarto&quadratico&medio&di&
un&portafoglio&formato&per&metà&da&investimenti&in&Dell&e&per&l’altra&
metà&da&investimenti&in&Microsoft?&
& b)&&Qual&è&lo&scarto&quadratico&medio&di&un&portafoglio&formato&per&un&
terzo& da& investimenti& in& Dell,& per& un& terzo& da& investimenti& in&
Microsoft&e&per&un&terzo&in&titoli&di&Stato&a&breve&termine?&
& c)& &Qual& è& lo& scarto& quadratico& medio& se& il& portafoglio& viene&
equamente& suddiviso& tra& Dell& e& Microsoft& ed& è& acquistato& a&
margine&per&un&50%,&ossia&l’investitore&fornisce&soltanto&il&50%&
dell’ammontare&totale&e&prende&in&prestito&il&saldo&da&un&broker?
SOLUZIONE&
a)&σ&=& 0,5# ∗ 53%# + 0,5# ∗ 47,5%# + 2 ∗ 0,72 ∗ 0,5 ∗ 0,5 ∗ 53% ∗ 47,5% = 46,67%&
b)&Si& può& notare& come,& in& questo& caso,& esponiamo&solo& 2/3& del& nostro&
portafoglio&alla&volatilità&del&portafoglio&del&caso&a),&poiché&investiamo&
1/3&del&portafoglio&nell’attività&priva&di&rischiof&pertanto:&
σ&=46,6%*2/3&=&31,07%&
c)&L’acquisto&a&margine&delle&azioni&ci&permette&di&esporci&per&una&
quantità&di&denaro&superiore&a&quella&effettivamente&investita,&sia&in&
termini&di&rendimento&che&di&volatilità.&Pertanto,&acquistando&a&
margine&la&metà&dei&titoli&in&portafoglio,&otteniamo&una&varianza&
doppia&rispetto&a&quella&del&caso&a):&
σ&=46,6%*2&=&93,2%&
Esercizio)13)
Il&tasso&dei&Buoni&del&Tesoro&è&del&4%&e&il&rendimento&atteso&del&portafoglio&
di&mercato&è&del&12%,&Utilizzando&il&CAPM:&&
a)&Qual&è&il&premio&per&il&rischio&di&mercato?
b)&Qual&è&il&rendimento&richiesto&su&un&investimento&con&un&beta&di&1,5?&&&
c)&Se&da&un’azione&X&il&mercato&si&aspetta&un&rendimento&di&11.2%,&qual&è&il&
suo&beta?&
SOLUZIONE&
a)&Il premio per il rischio di mercato è pari alla differenza tra il rendimento atteso
del portafoglio di mercato e il tasso privo di rischio:
Rm - Rf = 12% - 4% = 8%.
L’indice&di&indebitamento&D/E&dell’impresa&X&è&pari&a&1.75&e&il&management&
ha& intenzione& di& mantenerlo& inalterato& nel& futuro.& L’aliquota& media& di&
tassazione&del&settore&è&pari&al&30%.&
SOLUZIONE&
Si&vuole&di&fatto&calcolare&il&beta&bottom&–&up&dell’impresa&x,&ovvero&un&beta&
calcolato& in& base& ai& parametri& del& settore& in& cui& opera& e& al& suo& indice& di&
indebitamento,&piuttosto&che&utilizzare&lo&storico&dei&rendimenti.&
Poiché&i&beta&delle&società&concorrenti&sono&storici,&innanzitutto&possiamo&
“aggiustarli”&con&la&tecnica&di&Blume,&che&tende&a&dare&un&valore&prospettico&
meno&legato&ai&rendimenti&storici:&
&
βadj&=&0,67&*&βraw&+&0,33&*&1&
β1adj&=&0,67&*&1,2&+&0,33&*&1=1,134&
β2adj&=&0,67&*&1,5&+&0,33&*&1=1,335&
β3adj&=&0,67&*&1,7&+&0,33&*&1=1,47&
A& questo& punto,& si& trasformano& i& Beta& adjusted& in& Beta& unlevered& per&
neutralizzare& l’effetto& leva& della& specifica& struttura& finanziaria& di& ciascun&
concorrente.&
βunlevered&=&βadj&/&[1&+&(1kt)&*&D/E]&
β1unlevered&=&1,134&/&(1+&0,7&*&1)&=&0,66&
β2unlevered&=&1,335&/&(1+&0,7&*&1,5)&=&0,65&
β3unlevered&=&1,47&/&(1+&0,7&*&2)&=&0,61&
Supponendo& un’incidenza& simile& dei& tre& concorrenti& sul& campione,&
calcoliamo&il&valore&medio&del&Beta&unlevered.&
βmedio&=&(0,66&+&0,65&+&0,61)&/&3&=&0,64&
A& questo& punto,& possiamo& calcolare& il& Beta& della& società& X& aggiustando& il&
beta&medio&di&settore&per&la&struttura&finanziaria&obiettivo.&
βx&=&βmedio*&[1&+&(1kt)&*&D/E]&=&0,64&*&(1+&0,7&*&1,75)&=&1,424.
&
&
&
&
&
Capital
Budgeting
A. Grado di dipendenza
i. Indipendenti
ii. Sinergici
iii. Cannibalizzanti
B. Benefici attesi
i. Aumento ricavi
– Investimenti di espansione
ii. Diminuzione costi
– Investimenti di sostituzione
– Investimenti di razionalizzazione
iii. Qualità effettiva e percepita
– Investimenti destinati a migliorare l’immagine
aziendale, la qualità dei prodotti, in generale la
percezione dell’azienda all’esterno.
C. Rischio
i. Condizioni di certezza
ii. Condizioni di incertezza
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 4
Cos’è'il'grado'di'dipendenza'degli'investimenti?
L’ipotesi alla base del metodo dei flussi di cassa consiste nella
corrispondenza del valore di un investimento con la somma dei flussi di
cassa netti attualizzati che si ritiene saranno generati dall’investimento
nell’orizzonte temporale considerato.
a. Singolo progetto
b. Progetto complesso o più progetti combinati (ramo
d’azienda)
c. Corporate
L’investimento deve essere valutato lungo tutto la sua vita utile, intendendo
così il periodo durante il quale esso produce dei flussi di cassa differenziali
significativi.
L’orizzonte temporale può essere limitato o non prevedere un limite: è
questo l’esempio di progetti complessi quale l’azienda.
Dal punto di vista pratico, i metodi più diffusi di stima sono il ricorso a
tecniche statistiche di estrapolazione, che legano il flusso futuri a una o più
grandezze rilevanti. Come vedremo più oltre l’errore commesso con queste
ipotesi semplificative è limitato dalla ponderazione del valore per il tempo.
&1 - (1 + r)-n #
Valore attuale d'una rendita costante VA = F * $ !
temporanea posticipata % r "
F
Valore attuale di rendita perpetua VA =
costante posticipata r
& (1 + g) n #
$1 - (1 + r)n !
Valore attuale di rendita crescente VA = F * (1 + g) * $ !
temporanea posticipata $ r -g !
$ !
% "
Valore attuale di rendita crescente
F * (1 + g)
VA =
perpetua posticipata r -g
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 13
Indice'degli'argomenti
– Monetari;
– Differenziali (o incrementali);
– Al netto degli effetti fiscali;
– Al lordo degli oneri finanziari.
Per ciascun flusso occorre percorrere una check-list che assicuri sulla
rilevanza ai fini della valutazione.
Solo$gli$introiti$monetari$possono$essere$reinvestiti$
nell’impresa$o$pagati$agli$azionisti$sotto$forma$di$
dividendi.
Ne$discende$che$il$valore$dell’investimento$non$dipende$
dall’esistenza$o$meno$di$oneri$finanziari$gravanti$sul$capitale$
investito$per$cui$essi$non$devono$essere$tenuti$in$considerazione$
nella$determinazione$dei$Flussi$di$cassa$rilevanti
Anno+1++++++Anno+2+++++…+++++++++++++Anno+k++++Anno+N
(+)+++Ricavi+tipici
(=)++++Costi+operativi
(=)+++Margine+di+contribuzione
(+)++++Proventi+straordinari+netti
(=)+++Margine+lordo
(=)++++Ammortamenti+/Accantonamenti
(=)+++Risultato+operativo
(=)++++Imposte
(=)+++Risultato+dell’esercizio+(Nopat)
(+)+++Ammortamenti/Accantonamenti
(=)++++Variazione+cap.+circolante+netto
(=)++++Investimenti+netti
Free+cash+flow+del+progetto
1 + i n = (1 + ir ) * (1 + π ) = 1 + ir + π + πir
Dove:
in = tasso di interesse nominale
ir = tasso di interesse reale
π = tasso di inflazione
i n ≅ ir + π
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 29
Il'costo'medio'ponderato'del'capitale:'WACC
D E
WACC = i D * (1 − t ) * + iE *
D+E D+E
Costo3netto3del3debito Peso3del3 Costo3 Peso3del3
debito3sul3 cap.3 cap.3
totale3fonti proprio proprio3sul3
totale3fonti
Dove:
Alla luce di ciò, la formula per il calcolo del VAN si modifica come segue:
n
FC t
W = VA = ∑ t
t =0 ( 1 + WACC ) 0
Dove:
W = Valore Attuale dell’investimento
FCt = Flusso di cassa atteso al periodo t
n = Orizzonte temporale di riferimento
I$pesi$della$formula$(dei$debiti$e$dell’equity)$sono$definiti$sulla$base$
di$una$struttura$obiettivo$o$prendendo$la$media$del$settore$di$
competenza
a. Rischio Sistematico
b. Rischio Specifico
Nel$determinare$il$premio$per$il$rischio$ci$concentreremo$solo$sulla$
stima$del$rischio$sistematico$(dipendente$dal$mercato$entro$il$quale$è$
inserito$l’investimento)
Y=βx+c
β (rm − rf )
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 39
Determinazione'del'tasso'di'rendimento
ri = rf + β * (rm − rf )
Tasso di Tasso privo di Premio per il rischio
“Porzione” di premio sistematico
rendimento rischio misurato dal
richiesto coefficiente angolare
per della retta
investire interpolante la
nel titolo i distribuzione delle
misurazioni di periodo
in periodo delle
coppie (rm; rf)
A$parità$di$altri$fattori,$un$titolo$con$un$beta$alto$è$più$rischioso$di$
uno$avente$beta$basso.$Dunque,$un$beta$più$alto$sottende$un$
premio$a$rischio,$e$quindi$un$rendimento$atteso,$più$alto.
IBM"Premium
AAPL"Premium
MSFT"Premium
20%
10% 10%
y"="0.1844x"+"0.0182
10%
R2"="0.0022 5%
0% 0%
0%
-15% -10% -5% 0% 5% 10% 15% 015% 010% 05% 0% 5% 10% 15%
-10% 010% /15% /10% /5% 0% 5% 10% 15%
/5%
-20% /10%
020%
-30% /15%
030%
-40% /20%
S&P500"Premium
S&P500"Premium S&P500"Premium
Grazie$al$CAPM$è$possibile$stimare$il$premio$per$il$rischio$
nell’investimento$in$un$progetto$nell’ambito$di$un$settore$economico.$Mutuando$
dati$e$informazioni$del$mercato$borsistico,$è$possibile$stabilire$per$i$diversi$settori$
economici$la$remunerazione$aggiuntiva$che$un$investitore$deve$richiedere$per$
compensare$il$rischio$sopportato$con$l’investimento.$
Fase Descrizione
Risposta: Risposta:
Analisi5per5scenari5del5WACC
Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario
A B C D E F
Debiti1finanziari 200 300 0 200 200 200
Equity 200 100 400 200 200 200
Leverage1(D/E) 1,0 3,0 0 1,0 1,0 1,0
Aliquota1d'imposta 33% 33% 33% 33% 33% 33%
Beta1del1settore1(unlevered) 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,40
Beta1levered 1,67 3,01 1,00 1,67 1,67 2,34
Risk1free1N1rf 4,50% 4,50% 4,50% 4,50% 6% 6,00%
Market1risk1premium 6% 6,00% 6,00% 9% 6% 6,00%
Costo1del1capitale1di1terzi 7% 7,00% 7,00% 7,00% 8,50% 8,50%
Scenari5e5sensibiità5del5WACC5alle5variabili5in5input
Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario
A B C D E F
Debiti1finanziari 200 50% +100% 200 200 200
Equity 200 200 200 200
Leverage1(D/E) 1,0 3,0 0 1,0 1,0 1,0
Aliquota1d'imposta 33% 33% 33% 33%
Beta1del1settore1(unlevered) 1,00 1,00 1,00 40%
Beta1levered 1,67 3,01 1,00 1,67 1,67 2,34
Risk1free1N1rf 4,50% 4,50% 33% 33,33%
Market1risk1premium 6% 50% 6% 6,00%
Costo1del1capitale1di1terzi 7% 0,00% 8,50% 8,50%
FCFO Discounted+by
240 WACC
140 170 200 Debt
120
Value
Operating
Flussi'di'cassa
Cash+Flow+to+debtholders
Value
65 76 90
50 55
Una volta identificate e analizzate le diverse componenti necessarie alla stima del
valore attuale netto dei flussi di cassa generati da un investimento, è possibile
passare in rassegna i principali metodi di scelta degli investimenti secondo la teoria
del Capital Budgeting.
Essi si basano su 3 approcci diversi al metodo dei flussi di cassa scontati e un
quarto che ne fa solo parzialmente uso:
Flusso&di&cassa&anno&di&pareggio 15.260
Giorni&per&anno 365
Flusso&di&cassa&per&giorno& 42
Saldo&cumulato&alla&fine&
dell'annoprecedente&a&quello&di&pareggio ?14.016
Giorni&necessari&al&pareggio&nell'anno&7 335
Anni Mesi Giorni
PBP 4 11 5
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Pay$back$period$attualizzato
Flusso0di0cassa0netto 835.296 5.770 6.987 8.523 15.260 10.847 10.668 10.256 8.896 1.632
A VA0dei0flussi0di0cassa0(i=10%) 832.087 4.769 5.249 5.821 9.475 6.123 5.474 4.784 3.773 629
Cumulato$dei$cash$flow$
attualizzati 832.087 827.319 822.069 816.248 86.773 8650 4.825 9.609 13.382 14.011
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Pay$back$period$attualizzato
Flusso0di0cassa0netto
B VA0dei0flussi0di0cassa0(i=10%)
835.296
832.087
5.770
4.769
6.987
5.249
8.523 15.260 10.847 10.668 15.000
5.821 9.475 6.123 5.474 6.998
20.000 20.000
9.330 9.330
Cumulato$dei$cash$flow$
attualizzati 832.087 827.319 822.069 816.248 86.773 8650 4.825 11.822 21.152 30.482
Flusso&di&cassa&anno&di&pareggio 6.123
Giorni&per&anno 365
Flusso&di&cassa&per&giorno&
Saldo&cumulato&alla&fine&dell'anno&
17
Stesso PBP!
precedente&a&quello&di&pareggio >650
Giorni&necessari&al&pareggio&nell'anno&7 39
Anni Mesi Giorni Ma B preferibile ad A
PBP#Attualizzato 6 1 9
Nel caso di confronto tra più alternative di pari investimento, verrà scelto il
progetto con VAN più alto, ovvero quello che genera, a parità di altre
condizioni, il maggior valore.
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 56
L’approccio del VAN
n
FC t
VAN = 0 = ∑ t
− I0
t = 0 ( 1 + TIR )
3.000,00
2.000,00
1.000,00
TIR=7,5%
VAN
%
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
7%
8%
9%
10
11
12
13
14
15
!1.000,00
!2.000,00
!3.000,00
Tasso,di,attualizzazione
A+VAN+positivo/negativo+corrisponde+un+TIR+
superiore/inferiore+ al+costo+del+capitale.
La differenza sta nel fatto che, mentre il tasso di interesse utilizzato nel VAN è
un valore esogeno, il TIR è endogeno, dipende cioè direttamente dai
parametri intrinseci all’investimento stesso.
A differenza del VAN, che fornisce un’indicazione in termini assoluti del valore
di un progetto, il TIR fornisce informazioni in termini relativi.
In tal modo, viene superato il limite del VAN della non comparabilità
tra progetti aventi dimensioni diverse (entità degli investimenti).
Inoltre, viene offerto un valore direttamente comparabile con il tasso di
rendimento atteso dall’azionista e con il costo opportunità del
progetto che si valuta.
3.000,00
• Non permette di distinguere tra investimento
ed indebitamento. L’approccio del TIR fornisce il 2.000,00
medesimo risultato a prescindere dalla direzione 1.000,00
dei flussi di cassa. Ad esempio, un flusso che Finanziamento
VAN
!
prevede un esborso iniziale e successivi incassi, Investimento
%
0%
2%
4%
6%
8%
10
12
14
!1.000,00
ed un altro che presenta ammontari identici ma
segni diversi hanno lo stesso TIR, ma !2.000,00
VAN
!
•Il TIR ipotizza il reinvestimento dei flussi di
0%
10%
15%
20%
30%
40%
50%
11%
12%
13%
14%
15%
+50%
+40%
+30%
+20%
+10%
cassa generati a un tasso pari al TIR stesso. !500,00
In taluni casi, può verificarsi che un
!1.000,00
investimento evidenzi TIR
sproporzionatamente più elevati, che !1.500,00
riflettono ipotesi non realistiche sui tassi di TIR
reinvestimento. Per ovviare a questi
problemi, si utilizza il TIR modificato che
consente di includere un tasso di
reinvestimento differente dal TIR. (Cfr.
Tabella). IRR 26%
Tasso(di(reinvestimento 5%
MIRR 19%
1 2 3 4 5 6
Flussi(cassa(nominali :1000 120 300 580 600 600
Fattore(di(capitalizzazione(al(5% 1,00 1,22 1,16 1,10 1,05 1,00
Valore(capitalizzati :1000 146 347 639 630 600
Distribuzione(flussi(I0(e(somma(
:1000 0 0 0 0 2.363
dei(flussi(capitalizzati
Per ogni progetto, il VAN e l’IR offrono le stesse indicazioni circa la sua
accettabilità o meno.
Tuttavia, dovendo scegliere tra progetti reciprocamente esclusivi, è
preferibile la misura del VAN poiché esprime in termini assoluti il
contributo economico atteso del progetto.
Di contro, in condizioni di razionamento del capitale, l’approccio
dell’IR risulta più corretto poiché, trovandosi in condizioni di capital
constraint, l’impresa dovrà scegliere il progetto che, a parità di esborso, è in
grado di remunerare “meglio” il capitale investito.
L’IR per sua natura riesce a fornire una indicazione ordinale degli
investimenti.
Gli investimenti vengono effettuati all'inizio del primo anno. I flussi di cassa
vengono realizzati alla fine di ogni anno.
k
FORMULA UTILIZZABILE:
∑ flussi cassa = esborso iniziale
t=1
Progetto B Progetto C
Progetto A
investimento iniziale 10.000 investimento iniziale 18.000
investimento iniziale
28.000
flussi di cassa flussi di cassa
anno 1 1.000 anno 1 6.000
flussi di cassa anno 2 4.000 anno 2 6.000
anno 1 19.000
anno 3 10.000 anno 3 6.000
anno 2 10.000
anno 3 6.000
t =1 1.000 < 10.000 t =1 6.000 < 18.000
t =2 5.000 < 10.000 t =2 12.000 < 18.000
t =1 19.000 < 28.000 15.000 > 10.000
t =3 t =3 18.000 = 18.000
t =2 29.000 > 28.000
l’investimento è
l’investimento è recuperato l’investimento è recuperato in 3
recuperato in meno di 2 tra i 2 e i 3 anni. anni.
anni.
CONCLUSIONI:
IN+ORDINE+DECRESCENTE+DI+TEMPO+DI+RIENTRO+(RISCHIO):
PROGETTO+A 2+ANNI
PROGETTO+B 2/3+ANNI
PROGETTO+C 3+ANNI
VANTAGGI SVANTAGGI
CONCLUSIONI
VANTAGGI SVANTAGGI
Semplicità Non tiene conto di cosa accade
dopo il tempo di recupero
Si preoccupa della liquidità
dell’investimento
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 72
Esempio
Questo metodo si basa sul confronto tra il valore attuale dei flussi
di cassa ricevuti nei vari anni e l’investimento iniziale.
n
VAN = ∑ flussi di cassa - esborso iniziale
t=1 (1 + i)t
CONCLUSIONI
In ordine decrescente di convenienza economica (VAN)
1. PROGETTO A
2. PROGETTO B
3. PROGETTO C
il TIR e’ il tasso di rendimento che rende uguale il valore attuale dei flussi di
cassa futuri al costo dell’investimento
n
Flussi di cassa
TIR ∑ -I = 0
(1+i)t
t=1
in questo caso e’ “i” l’incognita cioè il tasso che permette il recupero
dell’investimento iniziale (e contemporaneamente un interesse sul capitale
ancora investito) per determinare il TIR si procede solitamente con dei metodi
iterativi.
i = 20%
(19.000 x 0,833) + (10.000 x 0,694) + (6.000 x 0,579) = 26.241 < 28.000
i = 10%
(19.000 x 0,909) + (10.000 x 0,826) + (6.000 x 0,751) = 30.037 > 28.000
i = 15%
(19.000 x 0,870) + (10.000 x 0,756) + (6.000 x 0,658) = 28.038 ≈ 28.000
TIR = 15%
i = 20%
(1.000 x 0,833) + (4.000 x 0,694) + (10.000 x 0,579) = 9.339 < 10.000
i = 15%
(1.000 x 0,870) + (4.000 x 0,756) + (10.000 x 0,658) = 10.474 > 10.000
i = 17%
(1.000 x 0,855) + (4.000 x 0,731) + (10.000 x 0,624) = 10.019 ≈ 10.000
TIR = 17%
LA GRADUATORIA E’ LA SEGUENTE:
1) B
2) A
3) C
Descrizione Importo
Prezzo&di&acquisto&&e&
installazione&macchina 320.000
Prezzo&di&vendita&vecchia&
macchina 2.000
Flusso1di1cassa1iniziale 418.000
Dati,di, Flussi,di,cassa,
Descrizione
bilancio differenziali
Reddito(lordo(incrementale( 4.000 0
Imposte((50%) 2.000 2.000
Reddito,netto,incrementale 2.000
Flusso,di,cassa,netto 5.600
Fattori*di* Flussi*di*cassa*
ANNI Flussi*di*cassa
sconto attualizzati
M1 M2 M1 M2
0 "30 "20 1,000 "30,00 "20,00
1 "5 "7 0,893 "4,46 "6,25
2 "5 "7 0,797 "3,99 "5,58
3 "5 "7 0,712 "3,56 "4,98
4 "5 0,636 "3,18
VAN "45,19 "36,81
&1 - (1 + r)-n #
Analiticamente, occorre determinare un F tale che: VAN = VA = F * $ !
% r "
Fattori*di* Flussi*di*cassa* Costo*annuo*
ANNI Flussi*di*cassa
sconto attualizzati equivalente
M1 M2 M1 M2 M1 M2
0 "30 "20 1,000 "30,00 "20,00
1 "5 "7 0,893 "4,46 "6,25 "14,88 "15,33
2 "5 "7 0,797 "3,99 "5,58 "14,88 "15,33
3 "5 "7 0,712 "3,56 "4,98 "14,88 "15,33
4 "5 0,636 "3,18 "14,88 "15,33
Tasso4di4
VAN "45,19 "36,81 359,5 361,3
attualizzazione 12%
Fattore4di4attualizzazione4(44anni4al412%) 3,037349
Fattore4di4attualizzazione4(34anni4al412%) 2,401831
Dalla tabella emerge che M1 ha un costo annuo equivalente inferiore a M2. in altre
parole, M1 può essere “locata” ad un canone annuo inferiore.
Alla luce di ciò, la scelta dovrà cadere su M1, risultato, questo, che ribalta
quello derivante dal semplice confronto del VAN, ad ulteriore testimonianza
dell’importanza del fattore tempo.
Spesso le imprese si trovano nella condizione di dover scegliere fra diverse alternative per
raggiungere lo stesso obiettivo.
Si consideri ad esempio il caso di una scelta tra una macchina utensile a controllo manuale
(U1) ed una a controllo automatico (U2). Le condizioni economiche sono sintetizzate nella
tabella seguente
ANNI Flussi(di(cassa
U1 U2
0 "68.000 "136.000
1 136.000 238.000
VAN()( Hp:$i$=$10%*$ 55.636 80.364
TIR 100,00% 75,00%
Il fatto che un progetto abbia un VAN positivo non significa che sia ora il
momento migliore per intraprenderlo. Potrebbe infatti generare ancora
maggior valore se intrapreso nel futuro. Analogamente, un progetto che oggi
presenta un VAN negativo potrebbe diventare una preziosa opportunità in
futuro.
Di conseguenza qualsiasi progetto presenta almeno due alternative:
investire ora o attendere e investire più avanti.
In condizioni di certezza, non è difficile risolvere il problema della collocazione
temporale dell’investimento.
In primo luogo, per ciascuna data alternativa andrà calcolato il valore futuro
netto dell’investimento (VFN).
In secondo luogo, il VFN dovrà essere riportato a valore attuale per consentire
il confronto tra le scelte alternative.
0 175
1 225 28,80%
2 271 20,34%
3 313 15,35%
4 350 11,86%
5 383 9,40%
ANNO$DI$INTRAPRESA Valore$attuale$Netto$
0 175
1 205
2 224
3 235
4 239
5 238
Supponiamo che il costo del capitale sia 10%, il limite di budget sia 200 milioni e si
presentino le seguenti opportunità di investimento:
ANNI Flussi)di)cassa)
P1 P2 P3
0 "200 "100 "100
1 600 100 100
2 100 400 300
VAN)al)10% 428 321 239
IR 3,14 4,21 3,39
L’impresa ha risorse sufficienti per investire nel progetto 1 oppure nei progetti
2 e 3.
Sebbene presi individualmente i progetti 2 e 3 abbiano VAN inferiore a quello
del progetto 1, considerati come progetto unico hanno VAN maggiore.
È chiaro quindi che non si può scegliere tra le diverse opportunità sulla base
di singoli VAN.
Quando3i3fondi3sono3limitati,3dobbiamo3cercare3di3
ottenere3il3massimo3dai3fondi3che3possiamo3
impiegare
In altre parole, dobbiamo scegliere i progetti con il più alto rapporto fra VA e
investimento iniziale, ovvero i progetti con IR più alto, fino a concorrenza del
budget disponibile.
Dei tre progetti a disposizione, P2 è quello con IR più alto, e P3 il secondo.
Quindi, se il nostro limite è 200 milioni, dovremmo accettare questi due
progetti.
Inflazione
Flussi&nominali Flussi&reali
(1+Tasso&nominale) (1+Tasso&reale)
Se questa regola viene
rispettata non vi sono
differenze nel calcolo del
VAN
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 92
6. Investimento in presenza di inflazione
Inflazione
Tasso di attualizzazione: 12%
Tasso di inflazione: 2%
I flussi non tengono
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
conto dell’inflazione
Flussi1Reali 6.800 7.400 7.150 6.000 5.700 5.200 4.500 4.000 4.000 4.000
Flussi1Reali1 6.193 6.138 5.401 4.127 3.571 2.967 2.338 1.893 1.724 1.570
I flussi sono attualizzati
Attualizzati ad un tasso reale
dell’10% (circa)
VAN 35.922
Flussi1Nominali1 6.193 6.138 5.401 4.127 3.571 2.967 2.338 1.893 1.724 1.570
Attualizzati I flussi sono attualizzati
ad un tasso nominale
VAN 35.922
del 12%
L’analisi di sensitività mira a valutare gli effetti sull’ouput di un modello generati da modifiche nei
valori delle variabili di input.
Nella sua forma più semplice verifica le variazioni dei risultati al modificarsi di una variabile fermo
restando i valori di tutti gli altri parametri (coeteris paribus); ad es. al ridursi del 10% del prezzo di
vendita del bene che sarà prodotto grazie all’investimento che si sta valutando il valore attuale netto
prodotto si contrae del 15%. Il rapporto tra la variazione percentuale del valore in output e la
variazione percentuale del valore in input è definito come concetto di elasticità.
Questo tipo di analisi è particolarmente utile per discriminare gli input selezionando quelli più
significativi. Tali fattori critici saranno oggetto di particolare osservazione e stima e andranno
mantenuti sotto costante controllo durante l’esecuzione del progetto.
Isolati i parametri critici si opera su di essi componendo opportuni scenari passando così alla c.d.
«scenario analisys» (vedi slide seguenti)
Accanto al calcolo del cash flow previsto in ipotesi ragionevoli sull’andamento della gestione operativa
(base case o expected case) si stimano anche i cash flow nello scenario più pessimistico (worst case o
downside case) e in quello più favorevole (best case o upside case).
In questo modo, combinando opportunamente i valori risultanti, è possibile individuare con buona
approssimazione il livello di rischio e i fattori critici da tenere maggiormente sotto controllo.
A completamento di questa analisi spesso si compone un vettore di valori che indica per ciascuna
variabile presa in considerazione il livello soglia oltre il quale l’investimento perde di convenienza. In
tal modo si comprende l’intervallo di sicurezza che, se troppo ristretto, può essere allargato con
tecniche di mitigazione del rischio (es. strumenti di copertura)
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 95
Scenario analisys
La scenario analysis è una tecnica, spesso associata all’analisi di sensitività, che prende in
considerazione un numero limitato di possibili stati di natura (eventi alternativi) ipotizzando per
ciascuno una probabilità soggettiva di realizzazione.
Ad ogni evento corrispondono diverse combinazioni alternative di input ed il relativo valore di
output. Il valore atteso più probabile dell’output nell’istante di valutazione sarà dato dalla
media dei risultati attesi in ciascuno stato di natura alternativo, ponderata per le relative
probabilità associate alla realizzazione di ciascun evento
Esempio.2Analisi2di2scenario
Volumi1vendita1 Prezzi1di1
Scenario Probabilità VAN
unitari vendita
E(VAN)1= 14.900
σvan1= 11.432
Scenari5e5sensibiità5del5WACC5alle5variabili5in5input
Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario Scenario
A B C D E F
Debiti1finanziari 200 50% +100% 200 200 200
Equity 200 200 200 200
Leverage1(D/E) 1,0 3,0 0 1,0 1,0 1,0
Aliquota1d'imposta 33% 33% 33% 33%
Beta1del1settore1(unlevered) 1,00 1,00 1,00 40%
Beta1levered 1,67 3,01 1,00 1,67 1,67 2,34
Risk1free1N1rf 4,50% 4,50% 33% 33,33%
Market1risk1premium 6% 50% 6% 6,00%
Costo1del1capitale1di1terzi 7% 0,00% 8,50% 8,50%
Esempio (i)
L’azienda Alfa, operante nel settore delle estrazioni petrolifere, ha l’opportunità di costruire una
piattaforma per lo sfruttamento di un giacimento marino. L’impianto costa 250 milioni di euro e il suo
sfruttamento genera, per il primo anno, un rendimento di 200 milioni con probabilità 60% e di 100
milioni con probabilità 40%, in funzione della dimensione del giacimento stesso.
Al termine del primo anno, qualora il giacimento si rivelasse di dimensioni elevate, Alfa può decidere se
raddoppiare la capacità degli impianti di estrazione. Il costo dell’ampliamento dell’impianto è di 150
milioni. Nel secondo anno, inoltre, sono previste fluttuazioni del prezzo del greggio: con probabilità
dell’80% il prezzo aumenta del 40%, con probabilità del 20% il prezzo diminuisce del 30%. Al termine del
secondo anno, la gestione dell’impianto verrà ceduta al governo del Paese ospitante.
ANNO 1: a) Rendimento = 200 (p= 60%); 100 (p= 40%). Se il rendimento è elevato, Alfa può raddoppiare
l’impianto di produzione.
b) Opzione 1: Raddoppio impianto con costo di 150 (p= 50%); Mantenimento dimensione attuale
(p= 50%).
ANNO 2: Scenario rialzista – Prezzo +40% (p= 80%); Scenario ribassista – Prezzo -30% (p= 20%)
Esempio (ii)
Ipotizzando un tasso di attualizzazione del 10%, qual è il VAN del progetto?
L’albero delle decisioni relativo a questo progetto sarebbe così definito:
Debt/Equity ratio
Il debt/equity ratio è il rapporto tra il capitale di debito e il capitale di rischio dell’investimento
L’ADSCR è il rapporto tra il flusso di cassa disponibile per il servizio del debito in ciascun periodo e il
servizio del debito (quota capitale e quota interessi).
CF = flusso di cassa al lordo delle uscite relative
CF t al servizio del debito
ADSCR = SD = servizio del debito comprensivo di capitale
SDt e interessi
> 1 " i flussi di cassa generati in ogni periodo garantiscono il rimborso del debito
< 1 " necessario valutare il ricorso ad un aumento del capitale di rischio
Piano0Ammortamento
Periodo 0 1 2 3 4 5 6 Anni Rata Qk Qi Dr
Cash+flow+disponibili+ante+servizio+ 0 5% 0300,0
(100 20 60 100 140 160 200
del+debito 1 069,3 054,3 015,0 0245,7
2 069,3 057,0 012,3 0188,7
Servizio+del+finanziamento+M/L+ 69 69 69 69 69
3 069,3 059,9 00009,4 0128,8
Debito+residuo ++300,0 ++245,7 ++188,7 ++128,8 ++++66,0 +++++++0,0
4 069,3 062,9 00006,4 000066,0
5 069,3 066,0 00003,3 0000000,0
Debt%service%Cover%Ratio 29% 87% 145% 203% 232%
Loan%Life%Cover%Ratio
55551,2 55551,2 55551,2 55550,8 *
(valore(attuale(cum.(dei(flussi/debito(residuo)
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 109
Indicatori$di$natura$finanziaria$(4/4)
Un PLCR sufficientemente elevato assicura che alla scadenza prevista del prestito, qualora una frazione
del capitale non sia ancora stata ammortizzata, sia possibile rinegoziare il piano di ammortamento. Si
può considerare il periodo compreso tra la durata del prestito e quella del progetto un “margine di
garanzia” per la rinegoziazione del piano
Periodo 0 1 2 3 4 5 6 7
Cash9flow9disponibili9ante9servizio9del9debito A 65 78 115 10 50 90 120
Fattori9di9attualizzazione B 1 0,99 0,96 0,94 0,9 0,87 0,83 0,83
Valore'att.'cash'flow C=AxB 64 75 108 9 44 75 100
D
Valore'cumulato'cash'flow'(fino'a'termine'progetto) 474 410 335 227 218 174 100
Servizio9del9finanziamento9M/L9termine9(rata) E 69 69 69 69 69
Quota9capitale9restituita F 54 57 60 63 66
Debito9residuo G=Dres 8F 9300 999246 999189 999129 9999966 999999990
Project(Life(Cover(Ratio
99991,9 9999–2,2Prof.
Analisi finanziaria per l’impresa 99992,6 99993,4
A. Nobili 8 110
(valore(attuale(cum.(dei(flussi/debito(residuo)
Indicatori economici, Indicatori di sostenibilità
finanziaria e criteri di accettazione
I criteri di accettazione consentono di valutare se un investimento è di per se conveniente o
meno, normalmente sulla base di stime molto prudenziali e su criteri rigidi
Indicatori'economici'e'criteri'di'accettazione
Indicatori*economici Criterio*di*accettazione
Numero'massimo'di'periodi'(anni)'per'il'
Payback'period
recupero
Tasso'minimo'determinato'
Tasso'interno'di'rendimento
(in'ogni'caso'superiore'al'tasso'di'sconto)
Valore'attuale'netto VAN'positivo
Valore'terminale'positivo'o'esistenza'di'un'
Valore'terminale
valore'terminale
Indice'di'profittabilità IP'positivo
Equivalente'annuo EA'positivo
Indicatori&di&sostenibilità&finanziaria&e&criteri&di&accettazione
Indicatori*di*sostenibilità*finanziaria Criterio*di*accettazione
Annual&Debt&Service&Cover&Ratio&(ADSCR) >&1,3&9&1,4
Loan&Life&Cover&Ratio&(LLCR) >&1,4&9&1,5
Project&Life&Cover&Ratio&(PLCR) >&2
Return&on&Equity&(ROE) >&8%&9&10%
La&struttura&finanziaria&si&mantiene&nella&
Debiti&finanziari&netti&/&Mezzi&propri
percentuale&massima&del&30%&mezzi&propri&e&
(D/E)
70%&debito
case study
Capital
Budgeting
! Il budget di Tesoreria
o Dalle causali di movimentazione cassa al budget di Tesoreria
o Le principali Gestioni: caratteristica corrente e non corrente, indebitamento, CCN,
Patrimoniale, Riserve.
3
La Finanza Operativa
4
Gestire la Tesoreria
Elaborazione consuntivo di
Gestire la consuntivazione Riconciliazione E/C banca
Tesoreria
5
Il Ciclo Passivo - 1/2
Cash Flow
Processi Fatturazione Pagamenti
preventivo
• Controllo fatture e
• Estrazione e liquidazione
caricamento dei pagamenti
flussi previsionali
• Emissione
da archivi contabili
• Ricezione fattura disposizioni di
ed extra-contabili
pagamento
• Carico sezionale
• Inserimento
fornitori • Chiusura del
manuale dei flussi
Attività sezionale fornitore
• Aggiornamento preventivi extra-
scadenzario sistema (es. op • Invio delle
non ricorrenti) disposizioni sul
sistema di Remote
• Manutenzione dei
Banking
flussi previsionali
• Contabilizzazione
Cash
Funding-Investing Riconciliazione Consuntivazione
Management
• Aggiornamento dei
saldi mediante • Monitoraggio e • Acquisizione dei • Acquisizione dei
acquisizione delle aggiornamento movimenti dati relativi alle
disposizioni delle operazioni in elettronici dal disposizioni
passive essere sistema di Remote passive dal
• Simulazione dei • Definizione della Banking sistema di Remote
saldi prospettici manovra di Banking
• Riconciliazione
• Gestione degli tesoreria automatica o • Certificazione dei
squilibri di liquidità • Operatività sul manuale dei movimenti di
mercato monetario movimenti Tesoreria
• Operatività sul
mercato monetario
Controllo di gestione
Tesoreria
7
Remote Banking Remote Banking
Il Ciclo Attivo - 1/2
Cash Flow
Processi Fatturazione Incassi
preventivo
• Emissione
disposizioni di
incasso
• Estrazione e
• Emissione fattura • Invio delle
caricamento dei
disposizioni sul
• Carico sezionale flussi previsionali
sistema di Remote
fornitori da archivi contabili
Banking
Attività ed extra-contabili
• Aggiornamento • Versamento
scadenzario • Manutenzione dei
assegni
flussi previsionali
• Contabilizzazione
ricevute bancarie
(Ri.Ba.)
Cash
Funding-Investing Riconciliazione Consuntivazione
Management
• Aggiornamento dei
• Acquisizione dei
saldi mediante
• Monitoraggio e • Acquisizione dei dati relativi alle
acquisizione delle
aggiornamento movimenti disposizioni attive
disposizioni attive,
delle operazioni in elettronici dal dal sistema di
preavvisi di incasso
essere sistema di Remote Remote Banking
e versamento
assegni • Definizione della Banking • Certificazione dei
manovra di • Riconciliazione movimenti di
• Simulazione dei
tesoreria automatica o Tesoreria
saldi prospettici
• Operatività sul manuale dei • Contabilizzazione
• Gestione del saldo movimenti
mercato monetario dei bonifici e degli
e operatività sul
assegni bancari
mercato
Controllo di gestione
Tesoreria
9
Remote Banking Remote Banking
La Tesoreria in una Piccola e Media Azienda - 1/2
Iniziale collocamento della Tesoreria
La teoria della Gestione Aziendale degli anni ‘80, così come la prassi aziendale
dell’epoca, conferisce alla figura del Tesoriere un ruolo marginale, di mero
controllo ex-post sulla gestione.
10
La Tesoreria in una Piccola e Media Azienda - 2/2
Direzione
Aziendale
Tesoriere
Dallo schema esemplificativo sopra riportato appare evidente come il Tesoriere, pur
rispondendo gerarchicamente al Direttore Finanziario, si ponga come punto di
coordinamento fra le varie funzioni aziendali per tutto ciò che concerne attività con
ricadute monetarie.
11
Il ruolo del Tesoriere come info-server
• Acquisti • Banche
• Vendite • Clienti
• … • …
12
Modelli di relazione banca – impresa - 1/3
Alto
Grandi aziende
evolute
Grado di
complessità
della
relazione Piccola
bancaria impresa
Grandi e medie
aziende
Basso
Basso Alto
13
Grado di integrazione con il partner bancario
LA STRUTTURA FINANZIARIA IN ITALIA
PASSIVITÁ&M/L&
26,3% di#cui:#' Debiti&
Finanziari&a&M/L20,7%
CIRCOLANTE&+&ALTRE& PASSIVITÁ&A&
ATTIVITÁ&CORRENTI
34,6% BREVE
37,5% di#cui:#'Debiti&
Finanziari&a&breve12,3%
LIQUIDITÁ&(5,4%)
D/E&=&175%
D/(D+E)&=&64%
14
FONTE: Rapporto Mediobanca (2013) sui dati cumulativi di 2035 società italiane
Modelli di relazione banca – impresa -2/3
Approccio AS-IS
Approccio TO-BE
15
Modelli di relazione banca – impresa - 3/3
16
• Produzione • Pagamento
fornitori
• Magazzino
18
Il sistema informativo di Tesoreria – 2/6
19
Il sistema informativo di Tesoreria – 3/6
21
Il sistema informativo di Tesoreria – 5/6
1.1
Contabilità clienti
2 2.1
Banche Remote Contabilità fornitori
Tesoreria
Banking
1.2
Contabilità generale
Flussi 3
dispositivi
Flussi
informativi
Azienda
1 – Invio delle disposizioni attive 2 – Invio informazioni di esito da parte del Sistema Bancario
1.1 – Invio flusso di sintesi verso Tesoreria 2.1 – Acquisizione informativa dalla Tesoreria
22
1.2 – Invio flusso di sintesi e apertura transitorio 3 – Acquisizione flusso del Sistema Bancario in Contabilità
Il sistema informativo di Tesoreria – 6/6
Contabilità clienti
1 2
Banche Remote Contabilità fornitori
Tesoreria
Banking
3.1
Contabilità generale
Flussi 4
dispositivi
Flussi
informativi
Azienda
1 – Invio informazioni di incasso dal Sistema Bancario 3.1 – Apertura transitorio
2 – Acquisizione informativa bancaria via Remote Banking 23
3 – Invio disposizioni contabili in forma cartacea 4 – Acquisizione flusso bancario in Contabilità
Area Unica dei Pagamenti in Euro
24
Strumenti di Incasso/Pagamento
Esistono diversi strumenti tecnici che consentono alle Aziende di gestire
efficacemente incassi e pagamenti. Fra i principali vi sono:
Funzionamento
• Il creditore compila la Ricevuta Bancaria contestualmente alla fattura cui la
ricevuta fa riferimento, consegnandola alla propria banca (banca assuntrice).
• La banca d’appoggio del creditore, a questo punto, provvede ad inviare la
Ri.Ba. alla banca d’appoggio del debitore tramite la Rete Nazionale
Interbancaria (RNI).
• La banca d’appoggio del debitore invia quindi a quest’ultimo un avviso di
pagamento.
• Il debitore, una volta ricevuto l’avviso, provvede al regolamento del pagamento
a fronte di una ricevuta bancaria che, essendo già firmata dal creditore, ha
validità come documento di quietanza.
• A valle dell’avvenuto pagamento, la banca che ha ricevuto l’importo comunica
alla banca d’appoggio del creditore l’avvenuto pagamento contestualmente
all’accredito della somma riscossa.
27
Ricevuta Bancaria Elettronica (Ri.Ba.) - 2/2
Principali caratteristiche
• Il termine ultimo per l’emissione di una Ri.Ba. alla banca assuntrice deve essere
di almeno 10 giorni prima della scadenza del credito sottostante, se lo stesso è
esigibile presso la medesima banca; altrimenti, almeno 15 giorni prima, se la
riscossione del credito avviene attraverso un’altra banca.
• Il soggetto debitore, una volta giunta la scadenza, ha a disposizione 2 giorni di
tempo per corrispondere l’importo della ricevuta.
Modalità di accredito
• Accredito S.B.F. (salvo buon fine) nel conto ordinario o nel conto anticipi ricevute
alla maturazione dei giorni valuta (sia per la componente relativa alla scadenza
che per quella relativa ai giorni banca).
• Accredito S.B.F. in un conto d’ordine di tipo “conto incassi a scadere” dal quale,
una volta maturate le valute degli importi, le presentazioni saranno volturate sul
conto corrente ordinario (c/c).
• Accredito nel conto corrente ordinario una volta incassate le partite.
28
Pagamento Mediante Avviso (MAV)
Principali caratteristiche
Modalità operative
29
SEPA Direct Debit (SDD)
Principali caratteristiche
• Il titolare di un credito, sulla base di un mandato conferitogli dal debitore, invia
delle disposizioni di incasso a valere sul conto corrente del debitore.
• Utilizzabile in tutti i paesi SEPA, è impiegato sia per la liquidazione di pagamenti
ricorrenti quali ad esempio le utenze, che per pagamenti non ricorrenti come ad
esempio le fatture commerciali.
• Esistono due tipologie di SDD:
" CORE - utilizzabile dal creditore sia nei confronti dei clienti classificati dalla propria banca
come CONSUMATORI sia nei confronti di debitori classificati dalla propria banca come
NON CONSUMATORI (categoria a cui appartengono le Micro Imprese e le Imprese e
Società commerciali). Prevede un rimborso per gli addebiti autorizzati da non più di 8
settimane.
" Business to business (B2B) - utilizzabile esclusivamente dei confronti di debitori che
figurano come NON CONSUMATORI. Non prevede possibilità di rimborso.
Modalità operative
Descrizione
Servizi aggiuntivi
31
Agenda
! Finanza operativa : la gestione della Tesoreria
o Ciclo attivo, Ciclo passivo, Strumenti di pagamento
o Il rapporto Banca-Impresa
! Il budget di Tesoreria
o Dalle causali di movimentazione cassa al budget di Tesoreria
o Le principali Gestioni: caratteristica corrente e non corrente, indebitamento, CCN,
Patrimoniale, Riserve.
Un attenta gestione dei flussi di cassa è fondamentale per le aziende di ogni settore
e dimensione che, pur in presenza di margini economici positivi, devono sempre
monitorare la continua disponibilità di liquidità per far fronte alle necessità
operative.
Le attività correnti esprimono impieghi di capitale da parte dell’azienda. Sono
pertanto una misura del fabbisogno finanziario “lordo”.
Le passività correnti, invece, rappresentando di fatto delle dilazioni nei
pagamenti, forniscono una misura di quanto il fabbisogno finanziario “lordo” si
riduce a fronte delle stesse.
33
Il Capitale Circolante Netto - 2/2
-
un’attenta lettura dei dati di bilancio.
Dagli schemi tradizionali di bilancio previsti
dalla normativa civilistica, però, non è
sempre possibile estrapolare
immediatamente informazioni utili a
Capitale Circolante Netto comprendere e interpretare i fatti
(C.C.N.) fondamentali di gestione aziendale. Risulta
allora necessario un processo preliminare
di riclassificazione del bilancio.
34
Riclassificazione finanziaria/patrimoniale dello
S.P.
35
Lo Stato Patrimoniale Finanziario - 1/3
Attivo fisso
Attivo circolante
Immobilizzazione tecniche:
Magazzino
• Materiali
Liquidità differite
• Immateriali
Liquidità immediate
Immobilizzazioni finanziarie
36
Lo Stato Patrimoniale Finanziario - 2/3
Mezzi propri
(capitale di rischio)
Passivo corrente
Passivo consolidato
(debiti a breve termine)
(debiti a medio/lungo
termine)
37
Lo Stato Patrimoniale Finanziario - 3/3
Impieghi Fonti
Attività immobilizzate
1) Intangibili Patrimonio netto
2) Attività immobilizzate (capitale di rischio)
nette
3) Investimenti a
medio/lungo termine
Passività consolidate
(debiti a medio/lungo
termine)
Attività correnti
1) Rimanenze
2) Crediti a breve
3) Liquidità Passività correnti
(debiti a breve termine)
38
Analisi della liquidità - 1/3
39
Analisi della liquidità - 2/3
Attività Patrimonio
netto
immobilizz
ate (Capitale di
rischio)
(Cassa + Banca + AF a breve + Crediti + Scorte) - Passività
correnti
QUALITA LIQUIDITA
Passività
consolidate
(Debiti a m/l
termine)
Attività
correnti Passività
• Margine di tesoreria:
correnti
(Debiti a
breve
termine)
(Cassa + Banca + AF a breve + Crediti + Scorte) - Passività
correnti
40
Analisi della liquidità - 3/3
• Quoziente di disponibilità: -
Impieghi Fonti
Attività Patrimonio
netto
immobilizz
ate (Capitale di
rischio)
(Cassa + Banca + AF a breve + Crediti + Scorte) / Passività
correnti
QUALITA LIQUIDITA
Passività
consolidate
(Debiti a m/l
termine)
Attività
correnti Passività
correnti • Quoziente di tesoreria:
(Debiti a
breve
termine)
Finanziamenti
Investimenti
42
L’analisi della dinamica finanziaria - 2/3
• Acquisti di
• Ricavi monetari • Accensione di • Aumenti di capitale
immobilizzazioni
• Costi monetari finanziamenti proprio con apporto
• Vendite di di denaro
immobilizzazioni • Rimborso di
finanziamenti • Diminuzione di
capitale con
• Utilizzo di fondi rimborso
rischi e oneri
43
L’analisi della dinamica gestionale - 1/2
∆ Dinamica gestionale
∆ Aggregati patrimoniali
44
L’analisi della dinamica gestionale - 2/2
Si otterrà in tal modo la somma algebrica dei soli costi e ricavi monetari così
denominati perché hanno come contropartita una posta monetaria (come cassa,
banca, crediti, debiti).
METODO DIRETTO METODO INDIRETTO
45
Esempio: calcolo flusso della gestione
reddituale
46
L’analisi della variazione degli aggregati
patrimoniali - 1/3
∆ Dinamica gestionale
∆ Aggregati patrimoniali
47
L’analisi della variazione degli aggregati
patrimoniali - 2/3
48
L’analisi della variazione degli aggregati
patrimoniali - 3/3
∆ Impieghi ∆ Fonti
Impieghi Fonti • Aumenti di immobilizzazioni: • Diminuzioni di immobilizzazioni:
acquisto di mobili e arredi vendita macchinari
Attività
immobilizz
ate
Patrimonio
netto
(Capitale di
acquisto brevetti 1 vendita automezzi
rischio)
1 3+4 • Diminuzioni di passività • Aumenti di passività consolidate:
Passività
consolidate
consolidate: emissione prestito obbligazionario
(Debiti a m/l
termine) 2 rimborso mutui
Attività
correnti Passività rimborso obbligazioni
2
correnti
(Debiti a storno debiti TFR
breve
termine)
• Diminuzioni di capitale proprio: • Aumenti di capitale proprio:
distribuzione dividendi 3 emissioni di azioni (con/senza
sovrapprezzo)
• Gestione reddituale:
Utile esercizio
+ costi non monetari
4
- ricavi non monetari
TOTALE IMPIEGHI TOTALE FONTI
Aumento di Ccn Diminuzione di Ccn
Tot. a pareggio Tot. a pareggio
Le variazioni indicate con il numero 1 mostrano la variazione dell’attivo fisso; quelle col
numero 2 determinano la variazione delle passività consolidate; le numero 3 determineranno
la variazione del PN, infine occorre considerare l’apporto della gestione reddituale nella
49sua
componente monetaria. L’interazione degli aumenti e diminuzioni determinerà il ∆ CCN.
Esempio: Determinazione variazioni
aggregati patrimoniali
La società AirPilot nel corso del 2009 ha acquistato nuove immobilizzazioni per 2.928
mila euro ed ha venduto immobili per 12 mila euro; ha inoltre rimborsato
finanziamenti a medio–lungo termine per 3.794 mila euro e ha acceso un
finanziamento agevolato per 516 mila euro.
Dati in migliaia di euro
∆ Attivo fisso = + 2.915
+ Aumenti immobilizzazioni + 2.928 Riduzione CCN per 2.915
- Diminuzione immobilizzazioni - 12
∆ Patrimonio netto = 0 -1
-2,9
-2
-3 -6,2
-4
∆ CCN = – 2.915 – 3.278 = – 6.193 -5
-3,3
-6
-7
50
L analisi della variazione del CCN
Una volta individuata la variazione del CCN è utile scomporla nelle sue determinanti al
fine di capire la variazione finale della liquidità pura (Cassa, Banca).
∆ scorte
∆ crediti
∆ Patrimonio netto
-∆ debiti
∆ liquidità
51
I crediti commerciali
Principali funzioni
52
I crediti commerciali
Data la loro natura di postposizione di pagamenti, è opportuno valutare
attentamente le implicazioni della concessione di crediti commerciali attraverso
tre direttrici:
Direttrice economica
Poiché con la concessione di crediti commerciali si rende possibile acquistare in quantitativi
maggiori rispetto al caso di pagamento istantaneo, ciò si traduce in maggiori volumi di vendita
per l’azienda che li concede.
Ciò, a sua volta, implica una maggiore saturazione della capacità produttiva con un ritorno
positivo in termini di economie di scala.
Tuttavia, conseguentemente ad un aumento dell’output produttivo e dei semilavorati, è
probabile che aumentino anche gli acquisti di materie prime con un relativo incremento dei
debiti verso i fornitori.
Direttrice finanziaria
Anche il capitale circolante risulta influenzato dalla politica di credito adottata. A maggiori ricavi
(derivanti da maggiori crediti) corrisponde una maggiore quota di capitale circolante
immobilizzato >credito # > Ricavi # > Crediti…..
Quindi, il fatto che a una vendita non corrisponda la ricezione di una somma in contanti genera
per l’azienda un fabbisogno finanziario.
L’ampliamento dell’esposizione creditizia, può compromettere la capacità di indebitamento
dell’azienda stessa.
53
I crediti commerciali
Direttrice di rischio
Esiste una correlazione positiva fra estensione delle dilazioni di pagamento e rischio della
controparte, che si esplica in:
" rischio di riscossione ritardata;
" rischio di riscossione parziale;
" rischio di sofferenza;
" rischio di insolvenza.
Ne consegue che un ampio ricorso alla concessione di crediti commerciali determina una
maggiore variabilità dei flussi di cassa prospettici con ripercussioni in termini di rischiosità
aziendale.
Per arginare la possibilità di subire perdite a conto economico per insolvenza è lecito
ipotizzare un contestuale aumento dei costi amministrativi di gestione e recupero
crediti.
54
Il credit manager
55
La Credit Policy - 1/2
57
Il Comitato Fidi
• gestione degli affidamenti di importo superiore ad una certa soglia prestabilita (la
gestione di quelli di importo inferiore viene demandata alle funzioni aziendali
direttamente coinvolte nella vendita;
58
Riepilogo Costi/Benefici
59
Fattori interni determinanti nella concessione di
crediti commerciali
Età e dimensione dell’azienda
Aziende giovani, di ridotte dimensioni godono generalmente di minore potere contrattuale
rispetto ad aziende più affermate (market leader o price leader). Ne consegue una maggiore
elasticità e propensione alla concessione di crediti commerciali.
Sarà opportuno anche valutare le reazioni dei concorrenti al variare delle condizioni di
regolamento applicate alla clientela.
Maggiori sono i margini di profitto aziendali sui prodotti/servizi offerti, maggiore sarà la
propensione a concedere crediti commerciali.
Fattori finanziari
Esiste inoltre una moltitudine di fattori finanziari determinanti nella scelta di una politica di
concessione di crediti commerciali.
Ad esempio, maggiore è il grado di liquidità di cui gode l’azienda, maggiore saranno le
possibilità di gestire una politica di credito estesa.
60
Fattori esterni determinanti nella concessione di
crediti commerciali
Un’azienda dall’elevato grado di integrazione verticale generalmente avrà notevoli scarti fra
l’ammontare dei crediti commerciali concessi e quelli ottenuti.
Viceversa, per un’azienda meno integrata verticalmente, sarà più probabile che a fronte di un
credito concesso corrisponda un credito ottenuto per l’acquisto di beni/servizi.
In contesti di credit crunch, ovvero di difficoltà nel reperimento di risorse, sarà più probabile
assistere a una maggiore richiesta di concessione di crediti commerciali.
Situazione competitiva
Le scelte inerenti la Credit Policy da adottare costituiscono una vera e propria leva del
marketing mix. Ne consegue che, in funzione del grado di competizione cui si assiste, le scelte
sui termini di pagamento da applicare rappresentano un’alternativa all’intervento diretto sui
prezzi di beni e servizi offerti.
Un’altra scelta rilevante riguarda se includere nel prezzo di vendita gli interessi impliciti per il
differimento del pagamento.
61
Determinazione degli standard di affidamento
Analisi di bilancio:
Determinazione • Analisi della redditività
dell’affidabilità Standard di secondo • Analisi dell’equilibrio finanziario di breve
della livello e m/l termine
controparte • Analisi della capacità di generare
liquidità
62
Esempio di Zeta scoring - 1/3
X4 = PN / TP X5 = RV /
(AM+AI+RF+AC+DL)
64
Esempio di Zeta scoring - 3/3
Una volta calcolati gli indici per l’azienda oggetto di analisi, è possibile valutarne
l’affidabilità creditizia per mezzo della funzione discriminate nel seguito indicata.
L’elaborazione operata per mezzo della funzione discriminante, anche detta funzione di
scoring, consente di giungere ad un valore sintetico in virtù del quale esprimere un
giudizio sul merito di credito.
Score>8,105 affidabilità
creditizia
Score<4,846 assenza di
affidabilità creditizia
66
(*)Si considerano i crediti medi in quanto si confronta un dato di flusso con un dato di stock.
Effetti dei crediti commerciali sulle disponibilità
liquide - 2/2
0 1 2 3 9 10 11 12
Liquidità immediata
Liquidità differita Incasso
(crediti)
Esempio: effetti sulla liquidità della variazione dei tempi medi di dilazione
Nell anno t la società X concede ai propri clienti una dilazione nei pagamenti di 90
giorni pertanto se fattura complessivamente 1.200, nel corso di un anno incasserà
900 e registrerà dei crediti verso la clientela per 300.
Excess of loss: Fido assicurativo (ottenuto): fido di natura assicurativo ottenuto grazie
intervento oltre al quale si trasferisce tutto o parte del rischio d’insolvenza. Ovviamente
una certa soglia di
perdita esso può costituire un cap per i fidi commerciali
Il fido necessario, anche detto fido operativo, è calcolato per stimare il livello medio di
esposizione relativamente ai volumi di vendite previsti e alle dilazioni di pagamento
concesse.
Dato l’impiego di un dato previsionale relativo al volume delle vendite, il fido necessario
rappresenta l’attività commerciale potenziale.
La sua oggettività è comunque garantita dalla formula di calcolo:
FIDO
• • FIDO == (Fatturato
(Fatturato * Dilazione
€ *€ Dilazione concessa
concessagg )gg/) Periodo
/ Periodo
di di generazione
generazione deldel fatt
fatturatogg
E’ opportuno rilevare che, proprio per le modalità con cui è determinato, il fido operativo non
tiene conto delle specificità della situazione finanziaria del cliente e, in presenza di
attività caratterizzate da stagionalità, non fornisce un valore uniformemente valido.
In presenza infatti di forniture di carattere stagionale, il fido necessario deve essere
calcolato prendendo a riferimento l’intensità commerciale delle differenti fasi, con
una perdita di unicità del valore.
Il superamento del fido necessario deve essere imputabile a soli fattori di natura
straordinaria come insoluti o ritardi e non ad una diversa manifestazione dei volumi di
vendite.
69
Gli affidamenti (fidi) - 3/4
Un esempio di calcolo del Fido necessario (o fido operativo)
Il Cliente Mangiante acquista più linee di prodotto presso la società Manicaretti Spa:
- Merendine: uniforme durante tutto l’arco dell’anno per un fatturato complessivo di €100.000 e
con una dilazione di 90gg;
- Panettoni: da ottobre a dicembre (uniforme) per un fatturato complessivo di €40.000 e con una
dilazione di 60gg;
L’IVA sugli acquisti è del 20%
62.000€
Andamento)dell'esposizione)in)ipotesi)di)acquisti)concentrati
70
Gli affidamenti (fidi) - 4/4
Fido commerciale
Fido assicurativo
Nei casi in cui l’azienda fornitrice sia dotata di una polizza contro il rischio di
insolvenza, è l’azienda assicurativa stessa ad assegnare un fido.
Il fido concesso dalla compagnia assicurativa rappresenta l’importo massimo che
quest’ultima è disposta ad assumersi in caso di insolvenza del cliente.
Generalmente anche le attività di affidamento e gestione dei fidi concessi vengono
affidate all’azienda assicurativa.
71
Le garanzie
Per tutelarsi dal rischio di insolvenza della controparte, chi concede affidamenti
commerciali è solito richiedere una garanzia a tutela del credito concesso, in modo
tale da mitigare eventuali situazioni di insolvenza.
Garanzie reali
• Pegno: è la consegna al creditore di un bene mobile.
• Ipoteca: è il diritto del creditore di promuovere le azioni giudiziarie a tutela del proprio
debito su un bene immobile di proprietà del debitore.
Garanzie personali
• Avallo: garanzia di pagamento di un titolo di credito (cambiale o assegno).
• Fideiussione: è una lettera di garanzia emessa da una persona fisica o giuridica.
• Lettera di patronage: dichiarazione di possesso di una quota azionaria di una società e
dell’interesse che questa abbia una linea di credito (non ha un valore giuridico in termini di
garanzia.
73
I debiti commerciali - 2/4
Si supponga che l’azienda fornitrice pratichi uno sconto del 2% sull’importo della
fattura per il regolamento in contanti entro 15 giorni, mentre non pratichi
nessuno sconto per il pagamento differito entro i 60 giorni.
Il tasso d’interesse annuo implicito offerto dallo sconto di cassa (fatto 100
l’importo della fattura) è dato da:
74
I debiti commerciali - 3/4
Se al tempo t+1 la società ottiene di allungare il tempo medio di dilazione a 120 giorni,
a parità di acquisti, pagherà circa 1.200 e registrerà debiti per 600.
75
I debiti commerciali - 4/4
76
Valutazione dei Flussi di cassa di un progetto:
l’apporto del CCN
Di seguito uno schema esemplificativo di costruzione dei flussi di cassa di
un progetto.
77
La gestione delle scorte - 1/6
79
La gestione delle scorte - 3/6
Quozienti di efficienza:
Dalla precedente, emerge che maggiore è la quantità ordinata Q, più alto è il costo di
mantenimento delle scorte ma minore è il costo totale dell ordine. Bisognerà dunque
calcolare la quantità che minimizza la funzione del costo totale. Tale quantità sarà dunque
1 2 3 4 5
T=
CQ SO
+ T' =
C SO
− T' = 0 2SO
2 Q 2 Q2 CQ 2 = 2SO Q* =
C
Quando, come accade usualmente, non è possibile determinare ex ante con certezza il
consumo di scorte molte società mantengono delle scorte di sicurezza per soddisfare la
domanda di mercato in ogni momento.
C
Costi totali
Costi di mantenimento
Costi di ordinazione
Q* Q
I costi di mantenimento variano direttamente con il volume dell ordine, i costi di ordinazione
variano inversamente al volume dell ordine. I costi totali riflettono l andamento
congiunto di questi costi, in particolare si riducono all aumento di Q in quanto i costi fissi
sono distribuiti su più unità e aumentano quando la riduzione nel costo medio dell ordinazione
è superata dall incremento nei costi di mantenimento di scorte addizionali.
83
Agenda
! Finanza operativa : la gestione della Tesoreria
o Ciclo attivo, Ciclo passivo, Strumenti di pagamento
o Il rapporto Banca-Impresa
! Il budget di Tesoreria
o Dalle causali di movimentazione cassa al budget di Tesoreria
o Le principali Gestioni: caratteristica corrente e non corrente, indebitamento, CCN,
Patrimoniale, Riserve.
Euro
Fabbisogno
finanziario
cumulato
Analizzando la liquidità nel tempo noteremo che vi sarà un alternanza di saldi positivi
e negativi con un andamento simile a quello mostrato nel grafico.
85
Il budget di tesoreria
Dal confronto fra questi due aggregati e il saldo di cassa a inizio periodo si
otterrà il fabbisogno finanziario complessivo a breve termine.
86
Dettaglio sulla Generazione dei Flussi
Monetari - 1/5
87
Dettaglio sulla Generazione dei Flussi
Monetari - 2/5
Gennaio Febbraio Marzo
a a a a
Aprile … Dicembre
1 #sett. 2 #sett. 3 #sett. 4 #sett. 1 #decade 2 #decade 3 #decade 1 #decade 2a#decade 3a#decade
a a a a
fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+)) fonti(+))
Cause8dei8movimenti8monetari /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0) /impieghi(0)
Gestione)caratteristica)non)corrente
Pagamenti#per#acquisti#di#immobilizzazioni#e#
* anticipi#su#acquisti:
! acquisti#e#anticipi#su#immobilizzazioni#tecniche
! pagamenti#canoni#di#locazione
! pagamenti#valori#di#riscatto#leasing
acquisti#e#anticipi#su#immobilizzazioni#
! economiche
Incassi#derivanti#da#smobilizzi#di#
* immobilizzazioni#e#anticipi#su#smobilizzi:
smobilizzi#e#anticipi#su#immobilizzazioni#
! tecniche
smobilizzi#e#anticipi#su#immobilizzazioni#
! economiche
Incassi#derivanti#da#proventi#su#
* immobilizzazioni#tecniche
* Incassi#derivanti#da#proventi#diversi
Gestione)del)capitale)netto
* Pagamenti#di#dividendi
* Acquisto/cessione#azioni#proprie
* Incassi#per#aumenti#di#capitale#netto
Gestione)patrimoniale
Pagamenti#e#anticipi#per#acquisti#di#
* immobilizzazioni#finanziarie
Incassi#e#anticipi#per#vendite#di#
* immobilizzazioni#finanziarie
Incassi#per#proventi#su#immobilizzazioni#
* finanziarie
Pagamenti#per#oneri#su#immobilizzazioni#
* finanziarie
Gestione)delle)riserve)di)liquidità
* Aumento#e#riduzione#delle#riserve#su:
! conti#bancari#disponibili
! titoli
Totali 88
Dettaglio sulla Generazione dei Flussi
Monetari - 3/5
Quello precedentemente illustrato è uno schema esemplificativo delle varie voci che
possono intervenire nella determinazione dei flussi di cassa.
Esso ha una duplice valenza:
" in ottica previsionale (ex-ante) come strumento per determinare quale sarà
l’andamento della liquidità aziendale ed evidenziare eventuali surplus o deficit
di cassa;
" in ottica consuntiva (ex-post) come strumento di consuntivazione per
effettuare l’analisi degli scostamenti fra movimenti effettivi e movimenti
preventivati.
Inoltre, appare evidente come, la scelta della granularità temporale con cui
costruire il budget sia dipendente dalla conoscenza preventiva circa le dinamiche con
cui le varie voci si manifesteranno.
89
Dettaglio sulla Generazione dei Flussi
Monetari - 4/5
Di seguito vengono illustrare le principali aree da prendere in considerazione nella
determinazione del budget di tesoreria:
Gestione caratteristica corrente
Attiene tutte quelle dinamiche riconducili all’attività ordinaria aziendale, ovvero quelle rientranti
nel ciclo produttivo caratteristico dell’impresa.
La stima dello sviluppo delle vendite e degli acquisti presuppone piena conoscenza dei giorni
medi di incasso e pagamento obiettivo, nonché della previsione dell’aliquota media IVA
applicabile; attenzione deve essere prestata al pro-rata IVA e alla frequenza di liquidazione
Attenzione deve essere prestata a eventi evolutivi dell’originario piano di ammortamento per
es. le recenti moratorie concesse (Min Tesoro - ABI)
90
Dettaglio sulla Generazione dei Flussi
Monetari - 5/5
Gestione caratteristica non corrente
Oltre alla determinazione degli incassi e pagamenti rientranti nel perimetro del ciclo
tecnico-produttivo aziendale, è opportuno quantificare anche i flussi monetari derivanti
da altri elementi del passivo (es. debiti verso dipendenti, debiti verso istituti
previdenziali,…) e da altri elementi dell’attivo (es. rimborsi di crediti fiscali,…).
Anche le variazioni che intervengono nella gestione del capitale netto hanno una ricaduta
monetaria.
Disporre dell’indicazione più precisa circa le tempistiche con cui si registreranno queste
dinamiche diventa tanto più importante quanto più elevato è l’importo dell’operazione
stessa.
91
Esempio di un possibile schema di determinazione
del Budget di cassa
92
Fonte: Panizza, Giovanelli, Ferrari
Esempio: Budget Andro S.p.A. – 2/4
(caso reale, nome di fantasia)
RICAVI genn febb marzo aprile maggio giugno0 luglio agosto settem ottob novem dicem TOTALE
Ospitalità0 e0
ristorazione 29.454 9.295 19.900 34.005 111.897 200.964 440.474 518.250 100.765 81.500 22.800 13.600 1.582.904
Altri0ricavi0tipici0
(gestione0 spiaggia) 16.295 35.403 12.936 19.326 38.468 1.335 123.763
Affitto0 sale 0
Proventi0 finanziari 0
Totale:ricavi 29.495 9.342 19.900 50.800 150.800 221.400 471.300 573.218 104.100 82.000 22.800 13.600 1.748.755
COSTI: genn febb marzo aprile maggio giugno0 luglio agosto settem ottob novem dicem TOTALE
Costi:di:produzione 32.707 15.327 13.835 23.718 44.450 137.760 214.853 127.417 43.001 35.028 17.402 11.902 717.399
Costi:del:personale 8.651 4.958 8.847 25.609 40.463 91.370 115.589 84.381 58.872 39.866 26.041 6.127 510.772
Gestione: società 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.170 5.175 62.045
Immobile: 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 24.750 297.000
Oneri:finanziari: e:
fiscali 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.430 8.428 101.160
Totale:costi 79.707 58.635 61.033 87.677 123.263 267.480 368.791 250.148 140.223 113.243 81.793 56.383 1.688.376
Risultato0 netto0 I I I
93
progressivo I50.212 I99.505 140.638 177.515 149.978 I196.058 I93.550 229.521 193.398 162.154 103.162 60.379
Esempio: Budget Andro S.p.A. - 2/4
ENTRATE gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno0 luglio agosto settem ottob novem dicem
Totale:entrate 9.765 25.799 13.724 45.019 105.903 174.958 334.007 570.652 435.973 105.034 70.279 22.044
Banca0 1
Banca0 2
Cassa
Totale0 disponibilità 34.765 25.799 13.724 146.490 162.351 174.958 334.007 570.652 435.973 105.034 70.279 22.044
Totale:entrate/disponibilità 237.459 25.799 13.724 146.490 162.351 174.958 334.007 570.652 435.973 105.034 70.279 22.044
94
Esempio: Budget Andro S.p.A. - 3/4
USCITE gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno0 luglio agosto settem ottob novem dicem
Altre0varie 1.670 12.660 28.373 17.194 19.863 46.733 70.845 111.693 174.370 158.302 82.325 44.217
Consulenze 380 380 2.300 3.380 380 2.300 3.380 380 2.300 3.380 380 2.300
Salari 1635 5.229 2.969 5.358 12.799 19.338 28.592 24.905 27.364 31.914 27.695 15.885
Irpef0dip. 6.992 1.305 742 1.336 3.200 4.835 7.148 6.226 6.841 6.759 4.768
Contribuzione0 sociale0INPS/0INAIL 1.298 3.172 1.075 1.931 5.906 6.986 10.329 10.286 9.885 9.766 8.185 5.738
Partite0 di0giro0interne0 alle0società 0 0 0 5.527 10.541 53.501 89.787 47.521 11.700 0
Assicurazioni/imposte0 e0tasse/Varie 526 180 6.194 180 313 11.375 634 180 20.321 180 180 5.339
Totale:uscite 68.600 67.939 86.629 40.820 93.350 129.408 92.747 208.094 336.658 257.904 194.266 112.196
Genn Febb0 Mar Apr Magg Giu Lugl Ago Sett Ott Nov Dic
saldo0 finanziario0di0periodo I33.835 I42.141 I72.904 105.670 69.001 45.551 241.260 362.558 99.316 I152.870 I123.987 I90.152
saldo0 finanziario0progressivo 168.859 126.718 53.814 159.484 228.485 274.036 515.296 877.854 977.170 824.300 700.313 610.161
≠
Risultato0 netto0 di0periodo I50.212 I49.293 I41.133 I36.877 27.537 I46.080 102.509 323.070 I36.123 I31.243 95
I58.993 I42.783
Risultato0 netto0 progressivo I50.212 I99.505 I140.638 I177.515 I149.978 I196.058 I93.550 229.521 193.398 162.154 103.162 60.379
Esempio: Budget Andro S.p.A. - 4/4
Andam ento)saldo)finanziario)di)periodo)e)progressivo
1.200.000
1.000.000
800.000
600.000
saldo.f inanziario.di
periodo
Saldi
200.000
0
Genn Febb. Mar Apr Magg Giu Lugl Ago Sett Ott Nov Dic
!200.000
!400.000
Mesi
96
Agenda
! Finanza operativa : la gestione della Tesoreria
o Ciclo attivo, Ciclo passivo, Strumenti di pagamento
o Il rapporto Banca-Impresa
! Il budget di Tesoreria
o Dalle causali di movimentazione cassa al budget di Tesoreria
o Le principali Gestioni: caratteristica corrente e non corrente, indebitamento, CCN,
Patrimoniale, Riserve.
Liquidità/fabbisogno
Area di possibile
impiego della PcT
liquidità
c/c
t in mesi
98
Andamento fabbisogno/surplus liquidità
Gli strumenti per gestire la liquidità sono funzione del tempo in cui si manifesta
l esigenza/surplus.
A esempio se l azienda ha un surplus di liquidità per alcuni giorni preferirà una forma di impiego a
brevissimo termine come può essere il conto corrente. Se il surplus si mantiene per più tempo sarà
conveniente investire in forme tecniche a più lungo termine e più redditizie (es. pronti contro
termine).
Nella parte bassa del grafico è evidenziato il fabbisogno di liquidità che dovrà essere coperto
attraverso una piano di finanziamento che può prevedere ad esempio l apertura di linee di credito,
il rinvio dei pagamenti (qualora possibile). In base al fabbisogno massimo di liquidità l azienda
otterrà dall’istituto di credito un fido o un castelletto di sconto entro i quali dovrà essere contenuto
l importo massimo messo a disposizione. Alcune forme tecniche utilizzate nella prassi per la
copertura del fabbisogno di cassa sono: l apertura di credito, lo smobilizzo dei crediti attraverso, a
esempio, l anticipo fatture o anticipo salvo buon fine (s.b.f.) su effetti come la ricevuta bancaria.
99
Modelli di pianificazione finanziaria a breve
termine
Oltre a questi software sono anche disponibili dei modelli di ottimizzazione che
individuano il piano migliore sulla base delle politiche fornite dal direttore
finanziario.
100
Valutazione del piano di finanziamento
La ricerca del piano finanziario ottimale richiede che il manager finanziario prenda in
considerazione le conseguenze di diverse ipotesi relative ai fabbisogni di cassa, ai tassi
di interesse, alle disponibilità di ciascuna fonte in modo tale da saper affrontare
cambiamenti inattesi delle condizioni.
101
Copertura del fabbisogno finanziario:
apertura di credito in c/c
L’art. 96 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi) prevede che gli interessi
passivi e gli oneri assimilati siano deducibili in ciascun periodo di imposta fino a
concorrenza degli interessi attivi e proventi assimilati.
L’eccedenza è deducibile nel limite del 30% del risultato operativo lordo della gestione
caratteristica (ROL).
La quota del risultato operativo lordo non utilizzata per la deduzione degli interessi
passivi e degli oneri di competenza, può essere portata ad incremento del ROL dei
successivi periodi d’imposta (carry back).
100 120
Posso1dedurre1
391anziché136
50
30 39
3 3
Int.
30% Pass
ROL 30%
del ROL
Int.
Pass 27
ROL del ROL 36
ANNO1T ANNO1T+1
Disciplina fiscale degli interessi passivi
Gli interessi passivi e gli oneri finanziari assimilati indeducibili in un determinato periodo
d’imposta sono dedotti dal reddito dei successivi periodi d’imposta, se e nei limiti in cui in
tali periodi l’importo degli interessi passivi e degli oneri assimilati di competenza eccedenti
gli interessi attivi e i proventi assimilati sia inferiore al 30% del ROL di competenza (carry
forward della deducibilità degli interessi passivi)
100 120
Posso1dedurre1
261anziché115
41
30 11 36
25
Int.
ROL
30%
del ROL
Pass 30 ROL
30%
del ROL Int.
11
Pass 15
ANNO1T ANNO1T+1
Le disposizioni indicate non si applicano alle banche e agli altri soggetti finanziari. Per
tali soggetti è posto un limite forfettario di indeducibilità (4%)
Aiuto alla Crescita Economica (ACE)
Questo tipo di istituto fiscale è applicato nei principali paesi europei ed è denominato
Allowance for Corporate Equity (ACE)
In Italia è stato in vigore un meccanismo analogo (Dual Income Tax – DIT) tra il 1998 e il 2002
ma venne poi abrogato.
Finalità:
•rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese e del sistema produttivo italiano
•ridurre lo squilibrio tra finanziamento con debito e finanziamento con capitale proprio
•rilanciare lo sviluppo economico del Paese mediante una riduzione dell’imposizione sui
redditi derivanti dal finanziamento con capitale di rischio
L’ACE, infatti, incentiva le imprese a incrementare il capitale proprio via ritenzione di utili e/o
nuovi apporti.
Aiuto alla Crescita Economica (ACE)
Δ PN
Copertura del fabbisogno finanziario:
apertura di credito in c/c
ESEMPIO
Un impresa dispone di un apertura di credito in c/c di euro 50.000. Al termine del terzo trimestre
(durata 92 giorni) lo scalare per valuta (prospetto utilizzato per la determinazione delle
competenze economiche) presenta un totale numeri Dare (importo utilizzato x i giorni di utilizzo)
per 3.000.000 euro. Qual è il grado di utilizzo?
Il grado di utilizzo esprime la misura in cui l affidato si è avvalso del credito accordato, è dato dal
rapporto tra il totale numeri Dare risultanti dallo scalare e l ipotetico Dare che lo scalare avrebbe
indicato qualora il correntista avesse utilizzato l intera somma messa a disposizione per tutto il
trimestre. Quindi sarà pari a:
Area di completo
utilizzo
50.000 * 92
Utilizzo effettivo
= 65,22%
92 gg
107
Copertura del fabbisogno finanziario: smobilizzo crediti-1/2
Sconto cambiario
- Effetti commerciali
- Cambiali finanziarie
Smobilizzo di
crediti
Smobilizzo di rappresentati da Accredito di portafoglio s.b.f.
crediti effetti (es. ricevuta bancaria)
commerciali
Anticipo su fatture # sono aperture di credito caratterizzate dalla cessione di crediti di natura commerciale
documentati dalla copia di fatture. Il presu pposto dell’operazione è dunque la cessione del credito alla banca la
quale accetta le fatture (entro la capienza del castelletto anticipi su fatture) e anticipa un valore pari all importo
delle stesse dedotto uno scarto.
Sconto cambiario: effetti commerciali# attraverso questo contratto la banca anticipa a un cliente il valore
attuale di una o più cambiali non ancora scadute, girate in suo favore dal cliente stesso. L operazione di sconto può
ricollegarsi a un castelletto (quando l azienda affidata vuole sistematicamente anticipare l incasso dei propri crediti
cambiari) o ad uno sconto occasionale.
Le competenze applicate dalla banca sono:
- lo sconto commerciale considerando che il tasso dipende dalle condizioni di mercato;
- le commissioni d incasso, ossia un importo fisso per ogni cambiale
- diritti come il diritto d avviso incasso o la commissione di accettazione da pagare sulle tratte per le quali la banca
deve richiedere anche l accettazione
Sconto cambiario: cambiali finanziarie# si tratta di scontare presso banche o altri intermediari finanziari una
cambiale ad hoc emessa direttamente dall’im presa che desidera finanziarsi. Caratteristiche: durata tra 1 e 36 mesi;
emesse in serie con la stessa durata e un taglio minimo; «senza garanzia»: il girante non è responsabile del
pagamento. Possono essere emesse da: soc. quotate; altre società purché in utile da almeno 3 anni e assistite da
garanzie per almeno il 50% del valore da parte di banche e altri intermediari finanziari 108
Copertura del fabbisogno finanziario:
smobilizzo crediti - 2/2
ESEMPIO
Il signor Rossi il 22/4 presenta alla banca X per anticipo fatture le seguenti:
- Fattura n. 1280/2010 con scadenza 12/06 per 4.000 euro
- Fattura n. 1316/2010 con scadenza 17/07 per 5.600 euro
Le fatture sono state ammesse all anticipo il 26/04 alle seguenti condizioni:
- tasso 11,50%
- commissioni d'incasso euro 3,5 per ogni fattura
euro
euro euro
N"effetto Importo Scadenza Giorni Numeri Commissioni Riepilogo
Riepilogo
Totale'
Totale: Altri'
Altri: Accredito'
Accredit
4.000 12/6 47 188.000 3,5 fatture
fatture
Sconto Commissioni
Sconto Commissioni diritti o:netto
1 effetti diritti netto
2 5.600 17/7 82 459.200 3,5 9.600
9.600 2.039
203 77 00 7.554
9.390
9.600 647.200 7
109
Copertura del fabbisogno finanziario:
linee di credito ad hoc
Alcune forme tecniche sono negoziate ad hoc dall’impresa proprio per queste esigenze di
breve/brevissimo periodo
Operazioni di «denaro caldo».
" Assolve a esigenze di Tesoreria di breve anche brevissima durata;
" Di solito è previsto un rimboro «bullet»
" Ha generalmente un costo complessivo più ridotto per l’assenza di commissione tipiche
degli scoperti ci c/c oltre che per tassi particolarmente convenienti
" È soggetto al rischio revoca per cui l’azienda non può basarsi solo su questa forma
tecnica
" Costituiscono per gli istituti di credito una forma di impiego alternativo all’impiego
sull’interbancario ma proprio per l’entità del finanziamento è più spesso una operazione
attivata con imprese di grandi dimensioni
110
Copertura del fabbisogno finanziario: i MINIBOND
Platea potenziale.
Sulla base dell’analisi di Cerved, in Italia ci sono circa 52.000 società di capitali attive con
un fatturato superiore a 5 mln.
Tra queste circa 2 su 3 sono Investiment Grade cioè con una valutazione Cerved pari o
superiore B1.2
111
Copertura del fabbisogno finanziario: i MINIBOND
Limite 2x P.netto
112
Copertura del fabbisogno finanziario: i MINIBOND
Tecnicamente i minibond sono dei titoli di credito che un’azienda emette per
garantirsi denaro contante da parte di investitori qualificati. Questa particolare forma di
auto finanziamento consente alle società, soprattutto piccole e medie imprese, di
diversificare la fonte dei loro finanziamenti e ridurre la dipendenza dal sistema bancario.
Accanto al classico canale bancario, le società possono così aggiungere una certa quota di
investitori privati e puntare direttamente su sé stesse e sulla fiducia che riscuotono
presso i potenziali investitori.
Per poter emettere minibond è imprescindibile che l’azienda non sia quotata in
Borsa, che una società autorizzata esegua una revisione contabile e che uno ‘sponsor’
operi da intermediario, incaricandosi del collocamento degli stessi sul mercato.
I minibond sono stati introdotti nel 2012 dal Governo Monti nel Decreto riguardante lo
sviluppo economico (Decreto Legge 6/12/2011). La legge prevede espressamente che
questa speciale tipologia di finanziamento sia destinata alle piccole e medie imprese
con meno di 250 dipendenti e un fatturato inferiore ai 50 milioni di euro annui.
In alternativa, le aziende possono accedere presentando un totale di bilancio minore di 43
milioni di euro. In ogni caso, dalla normativa rimangono escluse le cosiddette ‘micro-
imprese’.
113
Copertura del fabbisogno finanziario: i MINIBOND
Per poter emettere i propri minibond, un’azienda deve svolgere alcune operazioni
preliminari, destinate a legalizzare la loro emissione. In primo luogo, l’azienda deve
trovare uno ‘sponsor’ che si incarichi di collocarne i titoli di credito sul mercato.
Gli sponsor possono essere: banche e istituti di credito, società di investimento, SGR,
società gestione armonizzate, SICAV, gli intermediari finanziari regolarmente autorizzati
ed iscritti nell’apposito registro, gli istituti bancari con sede al di fuori della UE ma che
siano legalmente autorizzati ad operare nella Repubblica Italiana.
Una volta trovato uno sponsor, le aziende devono presentare il loro bilancio più recente
ad una società di revisione o ad un revisore contabile che ne certifichi lo stato.
Completato questo passaggio, gli sponsor possono collocare sul mercato i minibond.
Da evidenziare come questa particolare asset class per legge sia riservata solo agli
investitori istituzionali, maggiormente capaci di valutare i rischi dell’esposizione a un
titolo di credito come quello dei minibond. Gli investitori retail non possono comprare
i minibond, quelli istituzionali possono acquistare minibond purché non siano soci del
progetto, né direttamente né indirettamente.
114
Copertura del fabbisogno finanziario: i MINIBOND
Il processo di strutturazione ed emissione di un minibond richiede in media tra i 2 e gli 8 mesi
115
Copertura del fabbisogno finanziario: i MINIBOND
Stato dell’arte:
116
La Liquidità in Azienda – 1/3
• Nel caso in cui invece l’azienda non utilizzi finanziamenti a breve termine, il costo della
liquidità è da intendersi come costo opportunità relativo alla differenza fra quanto
effettivamente corrisposto come remunerazione delle giacenze libere e quanto invece
ottenibile da investimenti alternativi dal medesimo profilo di rischio.
117
La Liquidità in Azienda – 2/3
La teoria finanziaria ha sviluppato due modelli teorici all’interno dei quali inquadrare
il problema:
Modello deterministico di Baumol e Tobin (1952; 1956)
E’ il primo modello ad assimilare la gestione dei saldi di cassa con la gestione delle
scorte.
Ipotizzando di disporre di una riserva di liquidità da cui attingere, quando questa si esaurisce la
si ricostituisce smobilizzando Buoni del Tesoro con contestuale pagamento delle
commissioni di negoziazione.
Il modello evidenzia il trade-off cui è posto il Tesoriere nella scelta fra il sostenere il costo
opportunità nel rinunciare a remunerare le giacenze liquide o il sostenere il costo di
transazione per smobilizzare gli investimenti a breve termine.
Entrambi i modelli evidenziano l’esistenza di economie di scala nel ricorso alla liquidità
aziendale.
118
La Liquidità in Azienda – 3/3
Disponibilità a breve: disponibilità immediata + liquidità investita a breve +- delta cash flow
previsionale
Maggiore sarà l’affidabilità delle varie componenti dello stock, minore sarà il quantitativo floor di
cash on hands da detenere.
Alternativamente, è possibile ricorrere all’apertura di linee di credito cautelative come:
Overdraft Facility (apercredito), Swing Line (prestito unitario sostitutivo di altri minori),
Umbrella Facility (linee di credito breve/medio utilizzabili da tutte le soc del gruppo sotto
l’»ombrello» della holding, …
119
La Liquidità ed il Valore d’Impresa - 1/3
121
Fonte: La Rocca et alii , Economia e Management, 2012
La Liquidità ed il Valore d’Impresa 2/3
122
Fonte: La Rocca et alii , Economia e Management, 2012
La Politica degli Impieghi – 1/3
Dopo aver determinato gli obiettivi in termini politica degli impieghi aziendali,
occorrerà analizzare le differenti alternative di investimento compatibili con le
suddette finalità. Elementi oggetto di analisi saranno:
Liquidità dello strumento
E’ uno degli aspetti cruciali da prendere in considerazione soprattutto in quanto legato ad altri
aspetti quali il livello sotteso di rischio, il grado di liquidità e la liquidabilità dello strumento
stresso.
Per la sua analisi vengono solitamente prese a riferimento le performance storiche.
Il liquidity management afferisce per sua natura il breve/brevissimo termine, proprio per
permettere di far fronte tanto ad uscite pianificate quanto ad uscite ’’last minute’’.
Quindi, la scelta dell’orizzonte temporale di riferimento è il parametro che maggiormente
vincola nella determinazione delle forme di impiego da considerare.
Si è soliti indicare la durata finanziaria di un titolo o la sua vita residua con il termine duration
(D); generalmente, essa rappresenta un primo indice della rischiosità dello strumento.
Per gli strumenti obbligazionari la duration esprime il tempo entro il quale l’investitore rientra
del capitale investito includendo nella sua determinazione anche l’eventuale stacco di cedole.
Al fine di evidenziare la sensitività del prezzo al movimento dei tassi di interesse, si fa
riferimento alla modified duration (DM), ottenuta come: DM = D/(1+r)
Posto r come il tasso di rendimento interno del titolo, la DM permette di comprendere quanto
varia percentualmente il prezzo del titolo corrispondentemente ad una variazione unitaria del
tasso di rendimento interno.
124
La Politica degli Impieghi – 3/3
Profilo di rischio
125
Alternative di Impiego a Breve Termine –
1/4
Esistono diverse alternative che consento alle imprese, soprattutto non finanziarie e
PMI, di impiegare nel breve termine le riserve di liquidità garantendo al
contempo la flessibilità necessaria per far fronte agli impegni di cassa.
Remunerazione delle giacenze libere in c/c
Si tratta del tasso di remunerazione che viene applicato alle giacenze periodiche che transitano
sul conto corrente operativo aziendale.
La remunerazione di queste giacenze riguarda in genere il più ampio discorso delle condizioni di
accordo con il proprio partner bancario.
Time deposit
Si tratta di investimenti di liquidità, remunerati ad un tasso fisso determinato ex-ante.
La liquidità investita viene depositata su un apposito conto detenuto presso la controparte
bancaria e per una durata che va dal brevissimo termine (investimenti overnight) ad un
massimo di 12 mesi.
È opportuno tenere in considerazione che il ricorso a questi strumenti di impiego comporta una
esposizione al rischio di mercato, ovvero alla possibilità che fra il momento della sottoscrizione
e quello della scadenza si registri un aumento dei tassi di interesse e al rischio di controparte.
Inoltre, nel caso di richiesta di estinzione anticipata, sarà da tenere in considerazione anche il
pagamento di eventuali penali (breakage-costs).
126
Alternative di Impiego a Breve Termine –
2/4
Operazioni pronti contro termine (PCT)
Le operazioni PCT consistono in una doppia compravendita di titoli che avviene attraverso due
distinti contratti stipulati a pronti e regolati uno a pronti e l’altro a termine.
Le controparti coinvolte in queste operazioni nel caso di impiego di liquidità sono una banca
ed un’azienda investitrice.
Con il primo contratto la banca cede titoli all’azienda in cambio della corresponsione dello
stesso valore (pagamento a pronti); nel secondo contratto, invece, l’azienda investitrice cede
i titoli acquistati alla banca ottenendone il prezzo pagato a pronti più rendimento prestabilito
al netto di eventuali prelievi fiscali e costi di transazione.
Per come sono strutturate, le operazioni PCT non risultano influenzate da variazioni relative
alle grandezze di interesse che si manifestano successivamente alla sottoscrizione dei
contratti.
La durata delle operazioni ha un range che varia tra i 15 giorni ed i 6 mesi, non arrivando mai
a superare l’anno.
I titoli oggetto di negoziazione tra le controparti afferiscono il mercato monetario e sono ad
ampia diffusione (es. Titoli di Stato, obbligazioni emesse dalla stessa banca, …).
Oltre ai già citati rischi di mercato e di controparte, il ricorso a contratti PCT espone l’azienda
anche al rischio emittente, ovvero la possibilità che l’emittente dei titoli oggetto di
negoziazione vada in default.
127
Alternative di Impiego a Breve Termine –
3/4
Certificati di deposito (CD)
128
Alternative di Impiego a Breve Termine –
4/4
Polizze di credito commerciale
Il ricorso a questo strumento consente di far incontrare l’offerta di imprese con eccessi di
liquidità con la domanda di imprese che viceversa registrano deficit di cassa.
L’impresa che necessita fondi rilascia all’impresa che necessita di impieghi un documento
attestante il proprio debito ottenendo dal partner bancario una fidejussione nei confronti del
titolare di quel credito che funge quindi da garanzia.
Il vantaggio per l’azienda investitrice è quello di una diversificazione delle forme di impiego con
l’ottenimento di un tasso di remunerazione competitivo; mentre il vantaggio per l’azienda
debitrice è quello di accedere ad una fonte di finanziamento alternativa al debito bancario e a
costi contenuti.
Si tratta di fondi di investimento che destinano l’intero portafoglio ai Titoli di Stato e alle
obbligazioni a breve scadenza.
Sono solitamente titoli molto liquidi e facilmente scambiabili sul mercato.
129
Sweep account - 1/2
Descrizione
130
Sweep account - 2/2
Processo di funzionamento
Apertura del conto con contestuale versamento di una somma di denaro.
Il registrarsi di surplus di liquidità sul conto primario fa sì che le somme eccedentarie vengano
girate sul conto titoli e investite in strumenti dal diverso grado di rischio/liquidabilità a seconda
delle disposizioni del cliente e del suo equilibrio economico/finanziario complessivo.
Il registrarsi di un deficit di liquidità sul conto primario fa sì che le somme mancanti vengano
reperite o tramite la liquidazione di alcuni strumenti finanziari presenti sul conto investimenti, o
qualora questo non fosse possibile o determinasse eccessive perdite, tramite afflusso
dall’esterno.
131
(*) A seconda dei servizi offerti dalla banca, è possibile anche definire un valore di riferimento dinamico.
Agenda
! Finanza operativa : la gestione della Tesoreria
o Ciclo attivo, Ciclo passivo, Strumenti di pagamento
o Il rapporto Banca-Impresa
! Il budget di Tesoreria
o Dalle causali di movimentazione cassa al budget di Tesoreria
o Le principali Gestioni: caratteristica corrente e non corrente, indebitamento, CCN,
Patrimoniale, Riserve.
Massimizzare il valore
dell’impresa
2
Materiale didattico a cura del
dott. Andrea Nobili
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili
Il ruolo del manager finanziario
(2) (1)
Manager Mercati
Attività
reali
finanziario (4.a) finanziari
(3) (4.b)
Flessibilità/Controllo
+ TEORIA DELL’ORDINE DI SCELTA
Gli utili di un’impresa possono essere utilizzati per due fini diversi:
– Finanziamento di nuovi progetti (Reinvestimento)
– Distribuzione di ricchezza agli azionisti
Management Investitori
Flussi di Reinvestimento
cassa
operativi
Qual è il rapporto di liquidità ottimale?
Liquidità a
Remunerazione
disposizione
equity
dell’impresa
Quali sono le preferenze
degli azionisti?
Liquidità disponibile
Buyback
Distribuzione
agli azionisti
Dividendi
Quali sono i criteri decisionali cui si attiene il management in materia di politica dei
dividendi?
Il modello di Lintner
Sulla base delle osservazioni empiriche descritte in precedenza, John Lintner elaborò
negli anni Cinquanta un modello decisionale, sintetizzabile in 4 punti, per le imprese
in materia di distribuzione dei dividendi:
2. I manager concentrano la propria attenzione sulle variazioni dei dividendi, più che
sui livelli assoluti;
4. I manager sono riluttanti a innalzare i dividendi per non rischiare di dover tornare
a livelli inferiori.
Se nel periodo t+1 si registrasse una variazione di utili, l’impresa che intende preservare
un certo payout dovrebbe modificare il dividendo come segue:
• Il dividendo distribuito dipende in parte dagli utili di periodo, in parte dal dividendo
distribuito nei periodi precedenti.
• I manager seguono una politica di crescita prudente dei dividendi, tendendo a
distribuire maggiori dividendi man mano che la crescita degli utili si va consolidando.
• Mentre l’obiettivo di lungo periodo è la stabilità del payout, quello di breve
periodo è la stabilità del dividendo.
Punto di contatto tra i diversi studi è che un incremento dei dividendi segnala
l’ottimismo dei manager sulle prospettive future dell’azienda.
Maturity
Decline
Growth
Start-up
B
FLOWS
CASH
Ma la politica dei dividendi crea valore o l’aumento del prezzo è solo un “effetto-
segnale”?
I primi a elaborare la tesi dell’irrilevanza della politica dei dividendi sul valore dell’impresa
furono Modigliani e Miller (M&M) nel 1961.
Tale posizione può essere letta come un’estensione del noto teorema sulla struttura
finanziaria dell’impresa. Punto di partenza è l’ipotesi di mercati efficienti e la
conseguente irrilevanza della struttura finanziaria dell’impresa (M&M Proposizione I).
A parità di valore dell’impresa, l’emissione di nuove azioni per finanziare il pagamento del
dividendo comporta una riduzione del valore delle azioni dei vecchi azionisti di un ammontare
pari al dividendo incassato:
• I vecchi azionisti scontano un trasferimento di valore dal prezzo dell’azione al
dividendo;
• I nuovi azionisti acquistano azioni per un valore corrispondente al dividendo distribuito;
• In ultima analisi si è effettuato uno scambio di valore tra vecchi e nuovi azionisti:
i primi cedono parte del valore delle proprie azioni ai secondi che lo “restituiscono” ai
primi sotto forma di contante per finanziare il dividendo. Nulla si è creato, nulla si è
distrutto.
Prima del Dopo il
dividendo dividendo Valore nuove
azioni = valore
dividendo
Valore totale dell’impresa
Nuovi
azionisti
Vecchi
azionisti
Valore
Valore vecchie vecchie azioni
azioni pre-
post-
dividendo dividendo
N. totale di azioni N. totale di azioni
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 18
Materiale didattico a cura del
dott. Andrea Nobili
La tesi di M&M (iii)
Denaro
Vecchi azionisti Vecchi azionisti
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 19
Materiale didattico a cura del
dott. Andrea Nobili
Critiche alle teorie di M&M
• Teoria dell’agenzia
In presenza di conflitti tra management e azionisti, i primi possono tendere a distribuire bassi
dividendi come “ritorsione” verso i secondi e investire la liquidità in maniera non ottimale
(con ripercussioni negative sul valore d’impresa).
Di contro, un aumento dei dividendi può attenuare i conflitti di agenzia.
• Costi di transazione
In presenza di costi di transazione (e.g. azione poco liquida, alto spread bid-ask), un
investitore che ha necessità di liquidità preferisce ricevere dividendi piuttosto che
vendere una parte delle sue azioni a mercato.
• Teoria dei segnali (Cfr. Modello di Lintner e successivi studi)
L’ipotesi di mercati efficienti implica la piena simmetria informativa tra impresa e investitori.
Nella realtà, tuttavia, ciò non è sempre vero e un elevato dividendo può costituire un
segnale positivo al mercato: l’impresa informa che è in grado di far fronte a elevati
dividendi con i flussi di cassa attesi in futuro.
• Dividendi e imposte (Cfr. tesi Radicali di sinistra)
La tesi di M&M si basa su ipotesi molto stringenti, tra cui l’assenza di tassazione. In realtà le
imposte, in particolare il differente trattamento fiscale dei redditi da dividendi e da capital
gain, possono influenzare le preferenze degli investitori.
In tal senso, l’Italia. Per evitare fenomeni distorsivi ha provveduto a una unificazione delle
aliquote a partire dal 1° gennaio 2012 (aliquota 20%, aumentata al 26% dal DL n.
66/2014).
Tesi che tiene conto della variabile fiscale: se i redditi da dividendi sono tassati più
pesantemente del capital gain, le imprese dovrebbero pagare dividendi più bassi
possibile.
Se i dividendi sono più tassati dei capital gain, e a parità di profilo di rischio e di
rendimento atteso, il prezzo di azioni a basso payout dovrebbe essere più alto di quello
di azioni a elevato payout:
Impresa(A Impresa(B
No#dividendi Alti#dividendi
Valore(atteso(al(lordo(delle(imposte a 112,5 112,5
Dividendo(atteso b 0 10
Prezzo(atteso( c=a9b 112,5 102,5
Prezzo(corrente d 100 97,78
Capital(Gain(atteso e=c<d 12,5 4,72
Rendimento(lordo(atteso((ante(imposte)((€) f=e+b 12,5 14,72
Rendimento(lordo(atteso((ante(imposte)((%) g=(e+b)/d 12,50% 15,05%
Imposte(sul(dividendo((aliquota(40%) h=b*0,40 0 4
Imposte(sul(capital(gain((aliquota(20%) i=e*0,20 2,5 0,94
Rendimento(atteso(al(netto(delle(imposte((€) j=b+e9h9i 10 9,78
Rendimento(atteso(al(netto(delle(imposte((%) k=j/d 10% 10%
A parità di rendimento netto atteso in termini percentuali, gli azionisti di B possiedono
un’azione di valore corrente inferiore rispetto agli azionisti di A e ricevono un ammontare
assoluto inferiore (9,78 vs. 10).
La differenza di valore (prezzo) corrisponde al valore attuale delle maggiori imposte
che gli investitori che acquistano azioni di B sopportano.
Analisi finanziaria per l’impresa – Prof. A. Nobili 21
Materiale didattico a cura del
dott. Andrea Nobili
La tesi dei conservatori di destra
1. C’è una clientela naturale per azioni con elevato payout – Alcune Teoria della
categorie di investitori (es. fondi di investimento, fondazioni) hanno
segmentazione
dei mercati e
una comprovata preferenza per azioni “income”, in quanto il preferenza per la
dividendo costituisce “reddito spendibile”. liquidità
L’impresa:
- Per un rendimento maggiore del costo opportunità (ovvero del
rendimento degli investimenti alternativi per gli azionisti), dovrebbe
ritenere e reinvestire gli utili.
- Per un rendimento minore del costo opportunità, dovrebbe distribuire
dividendi.
La normativa italiana
Il buyback è disciplinato in Italia dagli artt. 2357-2358 C.c. che prevede:
• Autorizzazione dell’assemblea al riacquisto. Disciplina durata e ammontare minimo e
massimo dell’operazione di riacquisto;
• Durata max dell’autorizzazione: 18 mesi;
• Il riacquisto è consentito nei limiti degli utili distribuibili e delle riserve risultanti
dall’ultimo bilancio;
• Le azioni riacquistate non possono superare il 10% del capitale sociale (salvo che
l’acquisto non sia finalizzato all’annullamento).
• I diritti agli utili e di opzione per le azioni proprie sono attribuiti proporzionalmente alle
altre azioni; il diritto di voto è sospeso ma le azioni proprie vengono comunque
conteggiate ai fini dei quorum richiesti per la costituzione e le deliberazioni di assemblea.
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
" Check-up interni per verificare l’opportunità di eliminare o cedere “aree d’affari”
che perdono valore
VALORE'SOGGETTIVO
FENOMENI'ESTERNI FENOMENI'INTERNI
(incontrollabili) (controllabili)
Generali Di+settore Flussi+ Valori+
Rischi
attesi stock
Altri'fenomeni'esterni
VALORE $ efficienza+(# contendibilità)+dei+mercati+
della+proprietà+e+del+controllo
La+finalità+più+generale+ $ domanda/offerta+di+aziende+di+un+dato+
del+processo+di+ tipo
valutazione+è+stabilire+un+ $ “dimensione+del+pacchetto+azionario+da+
valutare
prezzo,+tramutando+così+ $ processi+di+concentrazione+in+atto+nel+
il+valore+(dato+soggettivo)+ settore
in+dato+oggettivo
PREZZO $ c.d.+“fattori+di+negoziazione”+(=+potere+
contrattuale+delle+parti)
$ “fattori+soggettivi+di+negoziazione”+
(sinergie)
Valore $ interpretazione di una realtà complessa, non è un dato oggettivo poiché scaturisce da
un processo di stima
Prezzo $ risultante di una negoziazione fra acquirenti e venditori portatori di interessi
specifici. Il prezzo è dunque un tipo di valore “certo” definito in un determinato
contesto spazio-temporale
Metodi per la valutazione d’azienda - Prof. Andrea Nobili 6
Indice degli'argomenti
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
I"metodi
A+valutazione+diretta A+valutazione+indiretta
(metodi+empirici) (metodi+analitici)
Società+comparabili
futuro determinati livelli di redditività Analitico
Misti (Patr$Redd.) attribuiscono valore
all’azienda sulla base di una combinazione degli
Metodi+basati+sulle+ elementi dei metodi precedenti
“regole+del+pollice”+
(indice) Finanziari attribuiscono valore all’azienda Levered
sulla base dei flussi finanziari disponibili in futuro
per l’investitore Unlevered
Nascono+tutti+dalla+teoria+finanziaria+classica
Metodi per la valutazione d’azienda - Prof. Andrea Nobili 10
Generalità:'i'metodi'principali'e'i'metodi'
di'controllo
In generale, ai fini della valutazione del capitale economico di una data azienda, la prassi
professionale opta per l’adozione di una pluralità di metodi:
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
Patrimonio' Patrimonio'
Valore' = = +/,
Netto' Netto' Rettifiche
azienda
Rettificato Contabile
Punto:di:partenza:è:la: Il:capitale:netto:
situazione:patrimoniale: contabile:viene: Ipotesi:di:scindibilità:
dell’azienda,:espressa: rettificato,:adeguando:le: degli:elementi:che:
con:valori:di: singole:componenti:del: formano:il:patrimonio:
funzionamento patrimonio:ai:valori: aziendale
correnti:di:mercato
W"="PN"+"R"*"(1,t)
dove:
W =+Valore+azienda
PN =+Patrimonio+Netto
R =+Rettifiche
t =+Tasse Metodi per la valutazione d’azienda - Prof. Andrea Nobili 13
Il'metodo'patrimoniale'semplice
Poste"contabili Criteri"per"rettifica
Poste"contabili Criteri"per"rettifica
Attenzione al metodo:
Beni in leasing Patrimoniale # NO IAS # non iscritto Valore+di+riscatto+
Finanziario # IAS # iscritto attualizzato
Verifica congruità fondi rischi e oneri (vertenze, cause,
Passività potenziali
procedimenti, accertamenti finanziari etc…)
STATO%PATRIMONIALE
(redatto%in%base%ai%valori%contabili%secondo%criteri%di%funzionamento)
Attività Passività
Si:esprimono,:quindi,:le:voci:patrimoniali:a:valori:correnti:e:si:compiono:le:seguenti:rettifiche:
Procedere, ora, con la redazione dello Stato Patrimoniale a valori correnti così
da determinare il valore globale dell’azienda.
STATO%PATRIMONIALE
(redatto%secondo%valori%correnti)
Attività Passività
I"valori"sono"stati"rettificati"a"valori"correnti,"cui"è"stato"sommato"l’utile"della"
frazione"d’esercizio."Il"valore"globale"dell’azienda"è"pari"a"€ 1.074.700.
Patrimonio' Patrimonio'
= = +/, Rettifiche' + Rettifiche'
W Netto' Netto'
di'mercato intangibles
Rettificato Contabile
Metodi per la valutazione d’azienda - Prof. Andrea Nobili 20
I'metodi'patrimoniali'complessi:'criteri'
analitici'di'stima'degli'intangibles
• determinazione del valore residuo dei costi effettivamente sostenuti per il loro
ottenimento (costo storico aggiornato)
• attualizzazione dei ricavi derivanti dalla cessione in uso a terzi dei beni
immateriali (metodo dei tassi di royalty)
Vantaggi:
1. Bassa incidenza di ipotesi soggettive
2. Basso grado di incertezza
3. Buona attendibilità complessiva
4. Notevole diffusione
5. Facilità di applicazione
6. Garanzia di cautela e prudenza
Svantaggi:
1. Scindibilità degli elementi dell’azienda
2. Assenza di dati di valutazione reddituali
3. Metodo orientativo
4. Prescindono dall’efficienza produttiva della società da valutare
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
W = f (R)
dove:
W = valore dell’azienda
R = Reddito della gestione caratteristica
R ∑
n
Rt
+
R
* (1 + i )
−n
perpetuo
W= t =1 (1 + i )
t
i
i oppure
R
* (1 + i )
−n perpetuo
con crescita
In cui si calcola il valore
(i − g )
oppure
attuale di una rendita Ra p¬i ∗ (1 + i )
−n
limitato
perpetua, per cui:
Supponiamo di dover valutare un'azienda meccanica che, alla data della valutazione presenta la seguente
situazione di redditività
INFO PER LA
VALUTAZIONE
ONERI+FISCALI+DI+COMPETENZA 53,2%
TOTALE 96.260
Il risultato degli esercizi deve essere poi depurato dagli oneri figurativi (interessi di computo sul capitale proprio
investito, stipendi direzionali) ed espresso al netto.
VALORE AL
ONERI NETTO DEGLI
RISULTATO ECONOMICO NETTO VALORE
FIGURATIVI ONERI
FIGURATIVI
Utile d'esercizio 2004 278.030 43.500 234.530
Utile d'esercizio 2005 287.582 44.914 242.668
Utile d'esercizio 2006 283.038 45.982 237.056
Utile d'esercizio 2007 295.106 46.550 248.556
Utile d'esercizio 2008 299.572 47.132 252.440
Metodi per la valutazione d’azienda - Prof. Andrea Nobili 29
Esempio'pratico:'Metodo'Reddituale'F Soluzione
Se il tasso di attualizzazione è pari a 7,5% il valore dell’azienda secondo il metodo reddituale semplice sarà
pari a
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
VALORE'AZIENDA
VALORE' VALORE'
PATRIMONIALE REDDITUALI
Espresso:in:termini Espresso:come
correnti “sovraEreddito”
P R
W +W
W=
2
in cui:
W = valore dell’azienda
Wp = valore patrimoniale rettificato
WR = reddito medio prospettico
Considerando che la valutazione dell’avviamento viene effettuata con la formula “a durata limitata”:
R'='380.000
Metodo'della'stima'autonoma'dell’avviamento
Valore'dell’azienda'V'='K'+'A
1.400.000+++1.073.746+=+ 2.473.746
Metodo'del'valore'medio
Valore'dell’azienda'V'='½'(K'+'R/i) ½+(1.400.000+++380.000/0,07)+=+ 3.414.286
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
! orizzonte temporale
! tasso d’interesse
! flussi di cassa
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
I'flussi'di'cassa'sono'calcolati'al'
I'flussi'di'cassa'disponibili' netto degli'interessi'passivi'(che'
sono'calcolati'al'lordo degli' costituiscono'la'remunerazione'
interessi'passivi dei'creditori)
L’ipotesi alla base del metodo dei flussi di cassa consiste nella
corrispondenza del valore di un investimento con la somma dei flussi di
cassa netti attualizzati che si ritiene saranno generati dall’investimento
nell’orizzonte temporale considerato.
a. Singolo progetto
c. Corporate
Anno+1++++++Anno+2+++++…+++++++++++++Anno+k++++Anno+N
(+)+++Ricavi+tipici
($)++++Costi+operativi
(=)+++Margine:di:contribuzione
(+)++++Proventi+straordinari+netti
(=)+++Margine:lordo
($)++++Ammortamenti
(=)+++Risultato:operativo
($)++++Imposte
(=)+++Risultato:dell’esercizio:(Nopat)
(+)+++Ammortamenti
($)++++Variazione+cap.+circolante+netto
($)++++Investimenti+netti
Free'cash'flow'del'progetto
FCFO Discounted%by
240 WACC
140 170 200 Debt
120
Value
Operating
Flussi'di'cassa
Cash%Flow%to%debtholders
Value
65 76 90
50 55
NOPAT Discounted%by
240 WACC
140 170 200 Debt
120
Value
Operating
Oneri%finanziari%(al%netto%dello%scudo%fiscale)
Redditi'attesi
Value
45 54 66
30 36
Il valore di un’azienda può essere espresso come la sommatoria attualizzata dei dividendi futuri più un
valore finale
D1 D2 D3
W= + + + .... + Vn
Ipotizzando che:
(1 + r ) (1 + r )2 (1 + r )3
1. il flusso dei dividendi è perpetuo
2. i dividendi crescono sempre ad un tasso costante g
3. il tasso di sconto è maggiore del tasso di crescita (r > g)
La formula precedente può essere riscritta come
D0 (1 + g ) D0 (1 + g ) 2
W= + + ... + Vn
(1 + r ) (1 + r )2
(1+g)
Si+tratta+di+una+serie+geometrica,+la+cui+ragione++++++++++++++++++è+<+1+e+quindi+convergente+e+il+primo+termine+è+
D0+ (1+g) (1+r)
(1++r)+
Pertanto+la+sommatoria+di+questa+serie+sarà: D1
W=
(r − g )
2 - Il processo di valutazione
3 - Come si misura
4 - Il metodo patrimoniale
5 - Il metodo reddituale
6 - I metodo misto
7 - Il metodo finanziario
8 - I metodi diretti
9 - Appendice
VANTAGGI:
• Sono estremamente semplici da applicare
• E’ possibile utilizzarli con una certa frequenza ( anche nel breve periodo)
• I dati contabili ed economici che utilizzano sono spesso più attendibili e
oggettivi delle informazioni che sarebbero necessarie per l’applicazione di
metodologie di valutazione più complesse
• Esprimono prezzi “rappresentativi” in quanto derivanti direttamente dalle
negoziazioni di imprese effettuate sui mercati, sia pubblici sia privati.
Tecnica di calcolo
a) Si assume, per una società negoziata il cui prezzo è noto (P1), una variabile
strettamente legata al suo valore (X1)
b) Si costruisce il moltiplicatore P1 / X1
c) Per la società omogenea da valutare si suppone valida la medesima relazione: P1 /
X1= P2 / X2
d) Il valore ricercato diventa allora P2 = P1(X2/X1)