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Lab2Work – rete giovani Seriate e Grumello del Monte

Territorio, Partecipazione e Lavoro


il vocabolario dello startup (1/10)

“Il nostro pitch si focalizza su un revenue model


targettizzato sul mainstream attraverso canali web che
enfatizzano la nostra value proposition e offrono così agli
investors un ROI promettente”

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il vocabolario dello startup (2/10)

Nell’ecosistema startup si utilizza un gergo specifico, che risulta essere un misto tra concetti di economia e
finanza aziendale e modi di dire e/o concetti di origine anglosassone.

Questo gergo è entrato nella prassi quotidiana di startupper, mentors e investitori.

Padroneggiare correttamente il gergo dello startup è condizione utile – e in alcuni casi fondamentale – non
solo per comprendere determinate metodologie e logiche sottese all’ecosistema, ma anche e soprattutto per
rapportarsi correttamente con interlocutori terzi.

Nelle prossime slides forniremo i principali concetti dello startup chiarendone il significato in maniera precisa.

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il vocabolario dello startup (3/10)

VALUE PROPOSITION

Value proposition è un termine che definisce in modo univoco la promessa di valore offerta come argomento di
vendita. Lo scopo della proposta di valore è includere il valore distintivo della vostra offerta rispetto ai concorrenti,
basato sul beneficio derivante dall’acquisto.

Definire la value proposition è molto importante, al fine di far percepire al cliente i motivi per cui dovrebbe scegliere il
nostro prodotto/servizio/azienda.

C’è uno strumento utile nella concezione e definizione della value propostion ed è il Value Proposition Canvas, un
plug in del Business Model Canvas, che aiuta a progettare, testare e costruire la Value Proposition aziendale nei
confronti dei clienti in maniera più strutturata e riflessiva.

• Il Canvas con i suoi nove blocchi si concentra sulla big picture (visione d'insieme).

• Il Value Proposition Canvas fa uno zoom su due di questi blocchi, la Value Proposition e il Customer Segment, in
modo da descriverli con maggiori dettagli ed analizzare l'adattamento tra loro.

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il vocabolario dello startup (4/10)

VISION & MISSION

La Vision deve indicare la proiezione di uno scenario che un imprenditore vuole vedere nel futuro e che rispecchia i
valori, gli ideali e le aspirazioni dell’azienda. Es. “Un personal computer su ogni scrivania e ogni computer con un
software Microsoft installato“ Bill Gates, Microsoft.

La Mission è la strada che si vuole percorrere per realizzare la Vision e serve per definire le risorse che devono
essere utilizzate per arrivare allo scenario descritto dalla Vision.

La Mission aziendale deve essere allineata alla Vision e deve mostrare, in modo molto più dettagliato, come si
intendono raggiungere gli obiettivi dell’azienda descritti dalla Vision.

Se, quindi, la Vision è il sogno che definisce lo scopo per cui l’azienda esiste,
la Mission definisce il ruolo dell’azienda per attuare la Vision.

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il vocabolario dello startup (5/10)
ELEVATOR PITCH o semplicemente PITCH

L’elevator pitch è lo strumento di presentazione degli aspetti salienti di un progetto d’impresa in un discorso conciso,
chiaro ed efficace, in grado di catturare l’attenzione di un interlocutore nel tempo tipico di una corsa in ascensore.

BOOTSTRAPPING

È il processo di auto-finanziamento che vede l’imprenditore sostenere il processo di startup esclusivamente con i
suoi mezzi, senza l’apporto di capitale esterno.

PIVOTING

Un pivot è un termine che indica il cambio di strategia di una startup in relazione per esempio al posizionamento del
suo prodotto o servizio sul mercato o alle modifiche al prodotto stesso per renderlo più interessante agli acquirenti.
Il pivoting avviene dopo che la startup ha testato il suo modello originale
scoprendo che modificandolo si ottengono migliori risultati.

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il vocabolario dello startup (6/10)

DEAL FLOW

È il flusso procedurale con cui l’investitore individua e analizza le opportunità di investimento.

I canali da cui si ricevono deals solitamente sono:

- “Cold emails”
- Network di conoscenze
- Eventi (Demo Days, Pitches, etc.)
- AngelList
- Canali strutturati (es. call for ideas etc.)

Le fasi di un deal flow tipico sono:

Selezione - Due diligence - Trattativa/investimento - Monitoraggio - Disinvestimento

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il vocabolario dello startup (7/10)

CASH FLOW

Il cash flow è la capacità di generare cassa e quindi di ripagare il debito e remunerare gli azionisti.

– il cash flow esprime la differenza tra entrate ed uscite di cassa

– se l’impresa ha un cash flow positivo (entrate>uscite) dispone di risorse liquide per finanziare le gestione corrente,
coprire i debiti a breve, ma anche finanziare nuovi progetti

– un cash flow negativo (entrate<uscite) è indicatore di rischio aziendale, ed è tipico della fase di startup.
In questo caso è fondamentale l’analisi di break-even del cash flow, che indica la dimensione minima dell’attività
aziendale che determina una generazione di cassa positiva.

– la presenza di cash flow negativi ha effetti sul costo del debito dell’azienda. Questa variabile è fortemente
influenzata anche dalla struttura, dalla stabilità e dalla prevedibilità dei flussi futuri.

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il vocabolario dello startup (8/10)

MINIMUM VIABLE PRODUCT (MVP)

Per "Minimum Viable Product" (MVP) si intende la prima versione del prodotto che serve sia per testarne le
funzionalità e raccogliere i primi commenti dagli utenti iniziali, sia per mostrare ai potenziali investitori o partner
finanziari la capacità di realizzazione di ciò che ci si propone di fare aumentando così la credibilità del progetto.

CONSISTENCY

La consistency (coerenza) è un innanzitutto indicatore di condotta del team della Startup.

Una Startup è coerente se attraversa i livelli di maturazione in successione, senza saltare le tappe.

Molti vengono illusi dalla convinzione di poter completare il primo stadio (Discovery) in poco tempo ma il rischio è
quello di crescita prematura.

Il concetto di coerenza della Startup è uno dei principali indicatori di successo nella valutazione pre-money.

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il vocabolario dello startup (9/10)
SCALE UP

Nel mondo dello startup, il termine scalabilità è utilizzato per classificare il business model dell’attività o della start-up
stessa: avere un business model scalabile significa che la propria attività è facilmente replicabile in modo modulare
ed è pertanto possibile aumentare le dimensioni e il giro di affari in maniera anche esponenziale.

Per comprendere a pieno il concetto di “scalabilità di un business” è utile porre un esempio.

Si pensi ad un artigiano tradizionale e ad un maker che producono entrambi un determinato oggetto per la casa.
Nel primo caso l’artigiano impiegherà un certo numero di ore per produrre quell’oggetto e se deve realizzarne uno
simile o uguale impiegherà più o meno lo stesso tempo che è stato necessario per realizzare il primo.
Nel secondo caso, le cose cambiano completamente. Il maker, grazie alla sua stampante 3D, impiegherà il suo
tempo quasi esclusivamente per la progettazione dell’oggetto dopodiché potrà realizzare con la sua stampante una
quantità illimitata dell’oggetto in questione.

PREMATURE SCALING

è una delle cause principale di morte per le startup: l’espressione indica lo spendere soldi oltre il necessario per far
crescere il business (es: assumere personale extra, marketing troppo costoso, perfezionare troppo il prodotto
inizialmente, etc.) prima di aver trovato il giusto taglio del prodotto o mercato.

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il vocabolario dello startup (10/10)

GO-TO-MARKET

Per “go-to-market” si intende il piano di una startup per acquisire clienti/users nel mercato prescelto.
La strategia di solito parte dalla risposta di queste 5 domande:

CHI è il target che andiamo ad aggredire nel mercato?


COSA offriamo al nostro cliente target?
QUANTO facciamo pagare il nostro prodotto/servizio per clienti differenziati?
COME promuoviamo i nostri prodotti ai clienti target?
DOVE promuoviamo e vendiamo i nostri prodotti ai clienti?

B2a, b2b, b2c, b2b2c

Sono le sigle che indicano come il modello di business intende rivolgersi al mercato: b2a significa che si rivolge alla
pubblica amministrazione, b2b che i clienti sono altre imprese, b2c indica che il cliente è l’utente finale, mentre
b2b2c indica che il prodotto è pensato per l’utente finale ma venduto tramite altre aziende
che a loro volta lo portano sul mercato al dettaglio.

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la quarta rivoluzione industriale (1/3)

Per una riflessione sulla propria vocazione professionale e/o imprenditoriale è utile documentarsi sui
trend macroeconomici dei prossimi anni:
il principale di essi si identifica nella cosiddetta «quarta rivoluzione industriale»

La quarta rivoluzione industriale causerà nei prossimi anni


grandi cambiamenti non solo nei modelli di business ma anche nel mercato del lavoro.

Si prevedono di conseguenza significativi mutamenti nelle skill necessarie per fronteggiare questo nuovo scenario.

Il Ministero per lo Sviluppo economico sta lavorando ad un testo intitolato:


«Industry 4.0, la via italiana per la competitività del manifatturiero»
ovvero: «Come fare della trasformazione digitale dell’industria una opportunità per la crescita e l’occupazione».

Il documento individua alcune aree dove intervenire per tenere l’Italia al passo con la trasformazione in atto:
• Rilanciare gli investimenti industriali in ricerca e sviluppo;
• Aiutare la crescita delle imprese, ovvero: piccolo non è per forza bello;
• Favorire le nuove imprese innovative (startup);
• Definire criteri di azione condivisi a livello europeo;
• Accrescere cyber security e tutela della privacy;
• Migliorare le infrastrutture di rete
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la quarta rivoluzione industriale (2/3)
Che cos’è la quarta rivoluzione industriale?

Finora le rivoluzioni industriali del mondo occidentale sono state 3:

- Dalla fine del Settecento, con la nascita della macchina a vapore e di conseguenza con lo sfruttamento della
potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione

- Dal 1870 con il via alla produzione di massa attraverso l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l'avvento del motore
a scoppio e l'aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica

- Negli anni Settanta del Novecento con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l'era digitale destinata ad
incrementare i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’IT (Information Technology).

La data d’inizio della quarta rivoluzione industriale non è ancora stabilita, ma l’unica certezza è che, come le
precedenti, questa rivoluzione è destinata a cambiare per sempre la società e l’economia mondiale con novità che
avranno ripercussioni fondamentali sulla vita dei cittadini del mondo.

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la quarta rivoluzione industriale (3/3)

Quando parliamo di industria 4.0 generalmente ci riferiamo ad una serie di cambiamenti nei modi di produzione
(come si producono beni e servizi) ma anche dei rapporti di produzione (tra datore di lavoro e lavoratore).

La quarta rivoluzione industriale si basa su 2 concetti chiave: smart manufacturing e digital economy

I cardini intorno ai quali ruota questa “rivoluzione” riguardano quindi:

 L’utilizzo dei dati come strumento per creare valore, perché intorno ai dati si muove la potenza di calcolo delle
macchine. Tutti i temi relativi ai big data, open data, IOT, cloud etc…
 Analytics. Ovvero, una volta raccolti i dati, come si possono effettivamente far fruttare.
 Interazione uomo-macchina. Come comunichiamo con le macchine, strumenti, interfacce, linguaggi.
 Ponte tra digitale e reale. Cioè una volta avuti i dati, analizzati, processati e resi strumento per “istruire” le
macchine, bisogna trovare i modi, gli strumenti per produrre i beni: stampa 3D, robot, interazioni tra macchine.

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i trend socio-economici dei prossimi anni
La realtà socio-economica dei prossimi anni vedrà questi fenomeni principali:

aumento della durata maggiore immersività maggiore integrazione


incremento dei flussi invecchiamento della
e della qualità della degli ambienti di della tecnologia con il intelligenza artificiale
migratori popolazione
vita socializzazione virtuali corpo umano

Tali fenomeni si prevede apriranno una serie di opportunità tra cui:


lo sviluppo del settore Social&Community e del settore Wellness, con una conseguente esigenza di competenze umane ed emotive, favorendo una
sorta di «femminilizzazione del lavoro»

l’intensificarsi delle possibilità di interazioni sociali farà in modo che le aziende si adattino ad un più a stretto contatto con la comunità puntando sulla
personalizzazione. Ciò comporterà una rivalutazione delle capacità umane e umanistiche, favorendo le capacità di relazione interpersonale

il mutare dei luoghi di lavoro in cui saranno sempre più frequenti le modalità di smart working e le politiche di conciliazione lavoro-vita privata,
sempre più interconnesse

la mobilità, grazie alle auto elettriche e intelligenti, vedrà progressivamente un cambiamento delle abitudini quotidiane, incidendo sull’urbanistica e
sulla sicurezza dei cittadini

dispositivi elettronici indossabili favoriranno l’identificazione, la sicurezza e la propria immagine digitale, oltre che monitorare e trasmettere una
grande quantità di dati
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i lavori del futuro (1/8)
La quarta rivoluzione industriale e la variazione globale degli scenari socio-economici
produrranno importanti cambiamenti all’interno del mondo del lavoro.

Tali cambiamenti vengono costantemente analizzati da numerosi policy makers globali, che cercano di formulare
previsioni riguardo alle professioni e ai settori che saranno oggetto delle maggiori trasformazioni nei prossimi anni.

Uno degli appuntamenti annuali più rilevanti sul tema è il World Economic Forum, simposio che si tiene ogni anno a
Davos (CH) dove i leader della politica e dell’economia mondiale si incontrano con esponenti di alto livello di vari
settori per discutere di temi quali l’andamento dell’economia, ma anche di tecnologia, ambiente e salute.

Il WEF del 2016, titolato ‘Mastering the Fourth Industrial Revolution’ è sfociato nel rapporto:
«The Future of Jobs: Employment, Skills and Workforce Strategy for
the Fourth Industrial Revolution”.

The Future of the Jobs illustra l’evoluzione del lavoro fino al 2020 sulla base delle indicazioni raccolte tra i
responsabili delle Risorse Umane di 350 tra le maggiori aziende mondiali.

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i lavori del futuro (2/8)

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i lavori del futuro (3/8)

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i lavori del futuro (4/8)

Alla luce di tali trend socio-economici, si sono individuate alcune figure professionali destinate ad avere molto rilievo nei prossimi anni:

LIFESTYLE SPECIALIST: Mangiare bene, alta moda, bellezze artistiche e turismo. In uno scenario globale che vede ogni anno milioni di nuovi consumatori affacciarsi
al mercato, gli spazi che si aprono per tale figura sono enormi.

DIGITAL COACH: la rivoluzione digitale ha prodotto generazioni di nativi digitali che sono profondamente ed ontologicamente differenti da quelle precedenti.
La velocità di apprendimento ha reso la didattica tradizionale non adeguata ai tempi.

WEB LAWYER 2.0: le costanti giurisprudenziali non mutano con il mutare dei tempi, ma la sensazione che molto debba essere ripensato alla luce dell'avvento delle
nuove tecnologie si manifesta con forza, oggi più che mai. Il legislatore altresì sta iniziando a normare Internet, nei suoi profili civili, penali, amministrativi e fiscali molti
aspetti delle nuove tecnologie. Il giurista del web sarà, pertanto, una figura centrale nel panorama giuridico internazionale dei prossimi anni.

TIME BROKER - SHARING ECONOMIST: “Time is money” non è soltanto un modo di dire, ma una verità profonda, conosciuta da ogni imprenditore. La risorsa
“tempo” è il motore fondamentale della società moderna, ma la sua gestione intelligente costituisce un territorio in larga parte inesplorato, ed un’area professionale
ricca di enormi potenzialità di crescita.

PERSONAL BRANDER: le relazioni e la riconoscibilità di persone e aziende passano sempre di più attraverso la loro efficace gestione mediatica. Sempre maggiore è
dunque il bisogno di figure professionali capaci di curare in modo innovativo l’immagine e le relazioni pubbliche, per garantire visibilità e successo in uno scenario
globale.

IoT e OD MANAGER L’estensione di Internet al mondo degli oggetti apre scenari affascinanti, schiudendo la possibilità di raccogliere informazioni in quantità prima
inimmaginabili. La sfida dell’organizzazione intelligente di tali dati per consentirne un uso strategico deve essere raccolta da una nuova categoria di professionisti, che
sappiano trasformare l’informazione in valore aggiunto per aziende, comunità, amministrazioni.

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i lavori del futuro (5/8)

Altre utili analisi sui trend previsti dal mercato del lavoro nei prossimi anni ci vengono dalle elaborazioni prodotte da organismi preposti alla formazione delle future
classi dirigenti: il Canadian Scholarship Trust Plan, che deve consigliare ai suoi clienti dove indirizzare gli investimenti in formazione, ha così prodotto il rapporto
Inspired Mind che illustra a quali professioni potremmo aspirare e quali attitudini ci conviene allenare.

Vediamone alcune.

Scenografo dei ricordi (Nostalgist)


La vita media si allungherà e chi se lo potrà potrà permettere vorrà vivere in compagnia dei migliori ricordi facendone però esperienza diretta nel proprio ambiente,
magari in cohousing con altri appassionati degli anni ’70 o ’80.
Le nuove tecnologie legate all’habitat permetteranno di costruire ambienti scenografici immersivi in cui le persone potranno rivivere sensazioni legate al passato e
non sentirsi spaesati rispetto all’identità del proprio percorso di vita. Gli stimoli visivi, sonori e tattili coerenti con il proprio vissuto creano il confort adatto a produrre
sensazioni positive, con ricadute anche sulla salute.
I nuovi professionisti dovranno integrare la capacità di disegnare gli ambienti con le competenze di storico dei costumi e con la capacità di ascolto mirato tipica dei
terapeuti per capire a quale decennio ispirarsi per rendere davvero più felice il cliente.

Ottimizzatore di comunità (Localizer)


La globalizzazione nel 2030 non sembra godere di grande appeal. Le comunità avranno le risorse per essere autonome sia dal punto di vista energetico che
produttivo. Energia solare, negozi di stampa 3D, giardini e serre urbane trasformeranno i quartieri o i piccoli centri in un mondo autosufficiente, purché esista
qualcuno in grado di coordinare in maniera efficace tutte queste risorse e gestire le relazioni su cui si basa il sistema.
Chi vuole intraprendere questa carriera dovrà prima di tutto sviluppare abilità di networking, ma anche di relazione d’aiuto (quelle tipiche degli assistenti sociali o più
semplicemente del buon vicino). A livello di hard skill saranno utili conoscenze di logistica e supply chain management, capacità matematiche e di contabilità.

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i lavori del futuro (6/8)

Ingegneri di strutture in stampa 3 D (Makeshift Structure Engineer)


In caso di alluvioni o terremoti servono strutture di accoglienza in tempi rapidi per ospitare gli sfollati e ricostruire il tessuto sociale che ha bisogno di un ambiente di
riferimento. La stampa 3D non serve solo a fare gadget, ma può essere utilizzata per strutture provvisorie realizzate in emergenza. Una squadra potrebbe realizzare
una comunità in una settimana. L’ingegnere /progettista che voglia specializzarsi in questo settore deve conoscere la tecnologia di stampa 3D ma deve anche saper
lavorare in situazioni di emergenza, cosa che richiede buone capacità di leadership.
Quello che emerge è che la competenza trasversale è legata alle scienze sociali e alle tecniche di comunicazione e relazione, conoscenze irrinunciabili al pari della
lingua inglese, tanto che sono materia di studio anche per algoritmi e robots di ogni tipo. Ricordarci che dietro al comportamento umano, per quanto ci sembri
scontato, esiste una scienza da imparare potrebbe essere il primo passo per giocare almeno alla pari con i nuovi cyber lavoratori.

Esperto di benessere aziendale (Company Culture Ambassador)


Le imprese saranno in competizione per assicurarsi i migliori talenti, sempre più nomadi e con profili sempre meno standardizzati. Assicurarsi un buon elemento vorrà
dire arricchire il proprio capitale intangibile fatto di reti di conoscenza ad alto valore (un buon candidato è portatore di know how rinfrescato da più collaborazioni e da
relazioni con organizzazioni e individui interessanti). Per conquistare i talenti e farli sentire nel posto giusto serviranno persone dedicate, che dovranno intrattenere i
collaboratori con attività divertenti e benefit diversi da quelli monetari, comunicare e rendere condivisi i valori aziendali e creare un ambiente e un clima di lavoro
piacevole. In realtà in alcuni uffici del personale (pochi in Italia) esistono già questi “obiettivi”, ma una figura che curi il gruppo di collaboratori in maniera così mirata
deve ancora nascere.
Il professionista avrà entusiasmo, creatività e capacità simili a quelle dell’organizzatore di eventi e a quelle dovrà integrare competenze in organizzazione del lavoro,
formazione, sociologia, psicologia

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i lavori del futuro (7/8)

Semplificatore (semplicity expert)


Di fonte alla progressiva complessità nata dal moltiplicarsi delle informazioni e delle interazioni non può che esserci una crescente domanda di semplicità. Sarà sempre
più gradita la capacità di individuare l’essenza di un processo, razionalizzare i metodi di lavoro in maniera creativa e ridurre i tempi di esecuzione lasciando il tempo
liberato ad attività a maggior valore aggiunto. Mentre anche in Italia si tengono scuole di complexity management, gli elementi da mettere nel proprio curriculum sono
legati sia alle conoscenze matematiche sia a quelle sociologiche e psicologiche e, naturalmente, gestionali.

Analista dei trasporti (Auto-transport Analyst)


Sempre meno autisti e sempre più trasporti automatizzati. La circolazione senza autista comporterebbe importanti vantaggi, riducendo drasticamente gli incidenti
mortali: dall’80 al 99%, dicono gli esperti. Anche qui, però, serve il tocco umano e una supervisione che prevenga i problemi, risponda agli imprevisti e risolva
tempestivamente i disagi degli utenti. Questa figura deve essere anche in grado di creare strategie per migliorare i servizi. Questo lavoro è consigliato a persone con la
passione per la logistica e con l’attitudine a capire come tante piccole parti costituiscano un sistema. Tra le doti utili anche la pazienza, necessaria a comprendere lo
stress di chi viaggia ogni giorno come pendolare. Come per tutti i lavori in una metropoli che sarà sempre più multiculturale è necessaria una buona conoscenza delle
lingue.

Guida sanitaria (Healthcare Navigator)


Il campo dell’healthcare è in piena evoluzione e la tecnologia introdurrà negli ospedali strumenti e percorsi nuovi, che seguiranno i pazienti fino a casa. Se già ora
seguire le vicende di un proprio un caro in ospedale e prendere decisioni è difficile e particolarmente stressante, l’accelerazione nella trasformazione degli ospedali in
sistemi innovativi può disorientare in maniera eccessiva. Sembra prevedibile la domanda di esperti dei processi interni agli ospedali che sappiano accompagnare i
pazienti e le loro famiglie nei reparti e nelle decisioni, agevolando il ricovero ospedaliero e domiciliare (che sarà sempre più incentivato e assistito da tecnologie). Il
Virgilio ospedaliero può essere considerato l’evoluzione dell’infermiere e dell’assistente sociale. Il suo ruolo, caratterizzato dalla perfetta conoscenza del sistema
sanitario, sarà inoltre di punto di contatto tra il paziente e le persone utili alla sua degenza: farmacista, medico, assistente sanitario, fisioterapista, etc.

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i lavori del futuro (8/8)

Selezionatore di Robots (Robot Counsellor)


Tra quindici o vent’anni nelle case non sarà strano incontrare un’assistente robotico. Recentemente è stato annunciato dall’IIT l’avvio di un progetto per rendere i robot
domestici economicamente accessibili (dagli attuali 250 mila euro l’obiettivo è 10 mila euro) e per collegarli alla tecnologia degli smartphone. Come già sottolineato da
Roberto Cingolani (direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia) i robot dovranno capire la semantica del nostro corpo e su questo si sta lavorando con buoni risultati. Se
a qualcuno fa paura la mancanza di calore di una macchina va però ricordato che per molti anziani la rinuncia alla propria privacy e alla sensazione di autosufficienza è
elemento di depressione che una macchina può attenuare essendo potenzialmente considerata un “giocattolo” poco invadente e sotto controllo, mentre la compagnia
umana potrebbe essere slegata da attività stressanti e concentrata in momenti ricreativi.
Serve però, anche nella scelta della compagnia robotica, una selezione precisa che tenga conto di bisogni e caratteristiche dell’assistito, del suo stile di vita e delle
dinamiche familiari che potrebbero essere sconvolte dall’arrivo del nuovo assistente. Le competenze, oltre alla conoscenza delle soluzioni esistenti sul mercato e
l’indipendenza nel proporle, vanno da quelle del counselor familiare a quelle dell’educatore, per consentire alla famiglia di comprendere e apprendere le nuove
tecnologie.

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