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Fabio Giovannini

Dracula il vampiro
Il capolavoro gotico della Hammer 60 anni dopo
Indice
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Introduzione
UN VAMPIRO TRASGRESSIVO
11

Capitolo uno
LA GESTAZIONE
17

Capitolo due
DRACULA IN SALA
37

Capitolo tre
IL FUTURO DI DRACULA
59

Capitolo quattro
DRACULA - IL FILM
75

Capitolo cinque
COMMENTO AL FILM
197

Capitolo sei
DENTRO IL FILM
239

Capitolo sette
LA SQUADRA DI DRACULA
271
Capitolo otto
L’ICONA
295

Appendice
DRACULA IN ITALIA
341

LE DATE DI DRACULA
353

BIBLIOGRAFIA
359

NOTA DELL’AUTORE
363
Introduzione

Un vampiro
trasgressivo
_________________

Inizia un viaggio tra tutti gli aspetti di un film immortale,


per scoprire dettagli, segreti e misteri di Dracula.

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Sono passati ormai sessanta anni da quando, nel 1958, arrivava nelle sale cine-
matografiche Dracula di Terence Fisher, spesso citato con il titolo americano
Horror of Dracula (mentre in Italia venne distribuito come Dracula il vampiro).
Era il primo vampiro cinematografico “moderno”, che rielaborava il romanzo
di Bram Stoker evidenziandone i lati trasgressivi ed erotici. Un film destinato
a diventare un classico, ma che (proprio come il romanzo di Stoker) ha subìto
un lungo oblio e una lunga sottovalutazione, anche nella sua terra d’origine,
l’Inghilterra.
Dracula era prodotto dalla Hammer, azienda britannica con gli studi a
Bray, destinata a diventare un marchio di garanzia per l’horror e il fantastico
cinematografici. La dirigevano e ne curavano lo stile quattro produttori astuti e
illuminati, James Carreras con il figlio Michael, Anthony Hinds e Anthony
Nelson Keys.
Per l’avventura di Dracula, la Hammer collocò al timone di comando Te- Pubblicità per Dracula
rence Fisher, un regista che aveva nel gotico il suo riferimento d’elezione e che
ha lasciato un’eredità immortale di pellicole horror e fantastiche. Il ventino-
venne Jimmy Sangster scrisse una sceneggiatura che molti anni dopo sarà defi-
nita un capolavoro (nell’incredulità di Sangster per primo). E si reclutò un cast
straordinario di volti presto notissimi per tutti gli appassionati, perfetti per i
loro ruoli: da Christopher Lee come Dracula a Peter Cushing nella parte del
vampirologo Van Helsing. Eccellenti anche gli attori nelle parti di contorno,
da John Van Eyssen (lo sfortunato Jonathan Harker che muore dopo poche
decine di minuti) a Michael Gough (il frigido Arthur Holmwood), da Carol
Marsh (la virginea Lucy che si trasforma in vampira assetata di sangue) a Me-
lissa Stribling (Mina, moglie insoddisfatta che trova in Dracula la sua libera-
zione), fino a Valerie Gaunt (la prima vampira con i canini appuntiti ad
apparire sugli schermi cinematografici).
A realizzare il film contribuì uno staff di grandi professionisti: una foto-
grafia affascinante, scenografie suggestive che non svelavano le ristrettezze
economiche della produzione, una musica che è rimasta nella storia del cinema
del brivido, make-up ed effetti speciali realizzati al risparmio, ma avveniristici
per l’epoca. Dracula è un film che conquista grazie ai dettagli, alla cura per
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tutti i particolari, dai costumi, agli oggetti di scena, fino alle carrozze, e che
contiene persino sibilline frasi in latino e greco istoriate su emblemi o pavi-
menti.
Un ultimo scoglio attendeva Dracula prima di poter arrivare nelle sale, la
censura. Dopo diversi tagli, il film poté finalmente uscire quasi contempora-
neamente in America e in Gran Bretagna. Lo attendevano il favore del pubbli-
co, oltre ogni previsione, ma anche gli strali della critica, incapace di
comprendere la carica innovativa del film: solo molti anni dopo Dracula ha
ottenuto i riconoscimenti che meritava.
Dracula era figlio del suo tempo. Mentre il film è in lavorazione, il mondo
è diviso in blocchi, attorno agli Usa da una parte e l’Urss dall’altra. È ancora
scottante l’invasione dell’Ungheria del 1956. La Francia è coinvolta nei
conflitti algerini: il medio oriente, infatti, è in sommovimento a causa, tra
l’altro, delle contese sul Canale di Suez. L’America, dove la società è in
fermento a causa del persistente razzismo, teme il sorpasso da parte dei sovie-
tici nella corsa alla conquista dello spazio. E a ragione, perché nell’ottobre del
1957 Mosca lancerà in orbita lo Sputnik 1 e poco dopo lo Sputnik 2 che ospi-
tava a bordo la cagnetta Laika. Su tutto serpeggia la paura per la bomba ato-
mica, in possesso dei due contendenti. Nei paesi dell’occidente non mancano
le contraddizioni, i nuovi problemi creati dalla ripresa delle economie del do-
poguerra, oltre ai primi sconvolgimenti culturali e di costume di fronte alle
crescenti istanze di emancipazione delle donne.
In questo scenario Dracula era il film perfetto per incarnare paure, timori,
Flano tedesco
preoccupazioni inconsce. Era un film sovversivo, capace di rivoluzionare il ge-
nere horror, ma soprattutto di dare sostanza simbolica alle tensioni di un’epo-
ca.
Eppure Dracula era anche una formidabile evasione rispetto a quanto
succedeva nella realtà. A Hammerlandia, il territorio immaginario dove si
svolgevano i film prodotti dalla Hammer, si vive in un mondo parallelo, un
luogo fantastico dove agiscono esseri soprannaturali derivati dalla tradizione
gotica.
Diventato un prototipo di successo, Dracula ha originato una serie di film,
sempre prodotti dalla Hammer, dove ripetutamente compaiono sia Christopher
Lee che Peter Cushing. L’influenza di Dracula è stata enorme, condizionando
tutto il cinema di genere successivo e suscitando imitazioni e rielaborazioni.
Nei decenni successivi al suo esordio, Dracula si è trasformato in icona e
oggetto di culto, invadendo le case con videocassette e poi DVD e Blu-ray, di-
latandosi sulle copertine di libri e riviste, fino a dare origine a oggetti di ogni
tipo.
Il libro che state per leggere nasce anche per celebrare il mio legame
personale con Dracula il vampiro.
Christopher Lee ricordava con soddisfazione di essere nato lo stesso anno
in cui usciva nelle sale Nosferatu di F. W. Murnau, il 1922. Io posso dire di es-
sere nato lo stesso anno di Dracula. Anzi, la mia nascita, nel maggio 1958,
coincide con le primissime proiezioni del film. Potrei persino sostenere che la
mia gestazione, dall’estate 1957 al maggio 1958, è durata quanto la gestazione
Pubblicità americana
di Dracula, il cui progetto iniziò a concretizzarsi e poi a concludersi proprio
nello stesso periodo.
Si tratta di un film a cui devo molto. Il Dracula di Fisher, infatti, ha

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avviato e nutrito il mio interesse per il gotico e il fantastico che mi ha portato
a pubblicare decine di libri sull’argomento, in parallelo con i miei studi su temi
politici e sociali.
Il mio legame con Dracula il vampiro comincia mezzo secolo fa, quando ho
visto per la prima volta alcune immagini del film nei libri di Ornella Volta: mi
sono imbattuto inizialmente, da bambino, con le sfocate foto di Dracula conte-
nute nei suoi Frankenstein & Company e Il vampiro, scattate dal disegnatore
Philippe Druillet direttamente davanti allo schermo. Ne sono rimasto subito
affascinato e ho cercato di vedere il film, riuscendoci solo molto tempo dopo.
Prima di assistere a una proiezione in sala ho conosciuto Dracula il vampiro
attraverso il cinefotoromanzo, che troverete ripubblicato in questo libro, nel
1970: non potevo entrare nei cinema per la riedizione italiana del film arrivata
nelle sale proprio quell’anno, dato che era vietata ai minori di 16 anni (e io ne
avevo 12). Solo molto dopo sono riuscito a vedere più volte Dracula il vampiro
sul grande schermo, grazie alle rassegne dei cineclub romani e genovesi. No-
nostante il pessimo stato delle pellicole, il mio ricordo è di una tonalità del co-
lore più bruna rispetto al blu quasi freddo dei restauri oggi reperibili in DVD
e Blu-ray. Ho poi organizzato nel 1983, in occasione di una visita a Roma di
Christopher Lee, la prima rassegna italiana interamente dedicata a Terence Fi-
sher, con l’associazione AUT che avevo fondato all’università. Tra i film della Edizione francese
rassegna, ovviamente, primeggiava Dracula il vampiro. In quell’occasione del cinefotoromanzo
tratto da Dracula
pubblicai un fascicolo in collaborazione con il Fantafestival, Terence Fisher.
L’artigiano dell’orrore, che portava in copertina un’immagine di Christopher Lee
in Dracula. E ho poi scelto una foto da Dracula anche per la copertina di un
mio libricino, I vampiri sono tra noi!, edito da Stampa Alternativa nel 1993. Il
film di Fisher, insomma, continuava a seguirmi col passare del tempo.
Nel corso degli anni sono riuscito a incontrare e intervistare Christopher
Lee, la prima volta nel 1983 al Fantafestival di Roma, poi al Festival di Sitges
del 1986, dove ho intervistato anche il produttore Michael Carreras, e al
Fantafestival di Roma nel 1987. Ho potuto fare infine una lunga conversazione
telefonica con Lee nel 1995. Non sono mai riuscito, invece, a conoscere Peter
Cushing. Nonostante vari tentativi, e la determinazione del mio amico Marco
Zatterin, desideroso a sua volta di parlare con un nostro mito comune, ci
scontrammo con l’impossibilità di incontrarlo: da tempo in cattive condizioni
di salute, era protetto con uno scudo impenetrabile dal suo agente e dalla sua
segretaria.
Questo libro analizza tutti gli aspetti di Dracula, ma molti ancora po-
trebbero essere approfonditi. Non so quanti film della storia del cinema posso-
no suscitare altrettante pagine di ricostruzione e commento. Mi auguro che su
altri classici si riescano a realizzare libri come questo, che voglio considerare
un esperimento personale di innovativa storia del cinema.
Chi non conosce a fondo il film può iniziare la lettura dal capitolo quattro,
dove troverà il découpage completo di Dracula, accompagnato dalle pagine del
cineromanzo che visualizzano fedelmente (con ingenue e bizzarre didascalie)
l’intera pellicola. Locandina italiana
Anche se ho cercato di dare conto di tutto quanto è noto sulla realizzazio- per la riedizione
ne e sul destino di Dracula, ci sono alcuni misteri che circondano il film, interrogati- del 1970
vi senza risposta, zone d’ombra non ancora illuminate e che forse non saranno
mai illuminate, più gli anni passano e gli ultimi testimoni scompaiono.

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Quante versioni furono girate del film? Dove sono i fotogrammi perduti?
È stata mai ripresa la scena iniziale alternativa dove Jonathan Harker è messo
in guardia dai passeggeri della carrozza? I fotogrammi con il morso della
vampira sul collo di Jonathan sono ancora esistenti in qualche magazzino o in
copie estere del film? E le inquadrature del corpo avvizzito di Jonathan sono
state mai girate?
Nonostante la scoperta nel 2011 di alcune bobine della copia giapponese
di Dracula, con diversi fotogrammi assenti nelle edizioni occidentali del film, e
il rilascio in DVD e Blu-ray, una versione definitiva di Dracula forse non esiste
ancora. Nessuna copia distribuita finora, infatti, può essere definita integrale,
perché affiorano indizi di altri fotogrammi mancanti. Con non poca sorpresa,
ad esempio, nel recente Blu-ray di Dracula edito dalla Anolis si notano nel
trailer tedesco dell’epoca, contenuto tra gli extra del disco, alcuni secondi as-
solutamente inediti. Quando Dracula tenta la fuga da una botola, verso la
conclusione del film, nel trailer lo si vede correre a destra dell’inquadratura,
mentre in tutte le copie del film fino a oggi conosciute uno stacco porta imme-
diatamente da Dracula che lancia un portacandela contro Van Helsing alla
lotta tra Lee e Cushing. Da dove vengono quei fotogrammi? Chi ha allestito il
trailer tedesco aveva a disposizione una copia del film completa e diversa da
tutte quelle conosciute? I misteri di Dracula non sono ancora finiti.

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