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Una tra le rimozioni più gravi condivisa purtroppo dalle giovani generazioni cinefile è quella del
britannico Terence Fisher, maestro del fantastico profondo, elegante, sottile come pochi. Associare il suo
nome alla Hammer, alla coppia Cushing & Lee o alle “nuove versioni” inglesi di classici come Dracula,
Frankenstein o La mummia è abbastanza automatico, ma oltre questo poco o niente. Il suo, invece, è uno
dei corpi d’opera più coerentemente vari e sorprendentemente innovativi dei decenni che vanno dalla
fine degli anni Quaranta ai primi anni Settanta, quando una nuova ondata di cinema troppo volgare
cominciò pian piano a seppellirne il ricordo sotto la polvere di un orrore fine a se stesso.
Al contrario, come indica Fabio Giovannini nel suo Terence Fisher – L’artista dell’orrore (Profondo
rosso editore, Roma, 2009): “L’orrore in Terence Fisher non è mai gratuito. Lo sforzo del regista
inglese è stato, per suo stesso riconoscimento, quello di dare una base morale al fantastico e al gotico,
un’ideologia. […] L’intrecciarsi di verità e fantasia è una delle caratteristiche primarie del
“materialismo fantastico” di Fisher: il suo realismo accuratamente crudele riesce a dare ai temi più
fantasiosi una cornice di verosimiglianza, spesso collegata a vere e proprie escursioni nelle mostruosità
(storiche) delle società”. L’unico volume italiano a lui dedicato ne ripercorre l’intera produzione, dagli
spesso sorprendenti noir degli esordi – Nebbie del passato o Esca per uomini – alla creazione di un vero
e proprio stile fisheriano che coincide col grande ciclo gotico realizzato per la gloriosa Hammer.
Invece di procedere per ordine cronologico, Giovannini fa seguire ad un’introduzione sull’artista e la sua
filosofia un insieme di capitoli tematici in cui accorpa più titoli che alla fine danno contezza di un lavoro
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Fisher & Cushing, l’horror morale made in Hammer : Cinemonitor Page 2 of 4
Volto prediletto di Fisher, anche più dell’amico Christopher Lee, è Peter Cushing, emblema di
raffinatezza e fascino che dal miglior Van Helsing mai portato sullo schermo all’inarrivabile barone
Frankenstein passando per Gli arcieri di Sherwood, Lo sguardo che uccide, La furia dei Baskerville e
molti altri titoli attraversa il suo cinema passando con disinvoltura e credibilità dal male al bene. A
parere di chi scrive è proprio Cushing – al quale sempre le edizioni Profondo rosso dedicano l’esaustiva
biografia Peter Cushing – Dalla Hammer a Guerre Stellari, Roma, 2003 – ad interpretare il capolavoro
del maestro, trattasi dello struggente Le spose di Dracula, in cui è più chiaro che in altre occasioni il suo
pensiero critico sulla classe aristocratica.
TAGS: Christopher Lee, Fabio Giovannini, frankenstein, Hammer Dracula, La mummia, Luigi Cozzi,
Peter Cushing, Peter Cushing - Dalla Hammer a Guerre Stellari, Terence Fisher, Terence Fisher –
L’artista dell’orrore
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Editoriali
31 ottobre 2018
Si sono appena spenti i riflettori sulla “Festa del Cinema di Roma” e la domanda che ricorre è
19 ottobre 2018
Azionando il telecomando mi sono imbattuto in una cosa che si chiama Grande Fratello, versione Vip.
16 ottobre 2018
Non è un nuovo ’68. Ma hanno ragione da vendere questi ragazzi a sfilare contro il governo giallo
29 agosto 2018
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31 luglio 2018
L’ultima volta che ho avuto l’onore di incontrare Indro Montanelli è stato a pranzo con Marcell
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