Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Introduzione
Con l’introduzione della classificazione sismica degli edifici italiani si è aperto un tema di importante
interesse per il settore dell’ingegneria civile nella valutazione della vulnerabilità sismica delle
strutture esistenti.
La determinazione della classe di appartenenza di un edificio può essere condotta secondo due
metodi: l’uno convenzionale e l’altro semplificato. Il metodo convenzionale è concettualmente
applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione, mentre il metodo semplificato è indicato per una
valutazione speditiva della Classe di Rischio dei soli edifici in muratura.
In questo articolo viene mostrato un esempio per la determinazione della classe di rischio di una
costruzione in cemento armato sita sul territorio italiano, utilizzando il metodo convenzionale come
indicato nelle “Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni” pubblicate con
il D.M. 65 del 07.03.2017.
Le analisi di vulnerabilità sismica sono state svolte impiegando il software SeismoBuild (distribuito
da Mosayk srl, www.mosayk.it) il quale ha permesso di valutare la capacità della struttura al
raggiungimento degli stati limiti in termini di PGA, parametro fondamentale per il calcolo della classe
di rischio sismico.
Infine, seguendo la procedura indicata nelle Linee Guida sono stati riportati i passi fondamentali per
l’attribuzione della classe di rischio dell’edificio in oggetto.
La valutazione del comportamento strutturale è stata svolta con un’analisi statica non-lineare tipo
pushover per la quale sono stati definiti i parametri di resistenza del materiale (livello di conoscenza
LC2) ed il modello geometrico attraverso una modellazione basata su elementi inelastici con
formulazione a fibre.
2
L'analisi è stata condotta per tutte le combinazioni di calcolo (Figura 3) in modo tale da individuare
la condizione più critica per la struttura in esame. In totale sono state eseguite 16 analisi
considerando:
− due direzioni traslazionali X e Y;
− eccentricità accidentale;
− distribuzioni di forze uniformi e proporzionali alle masse modali;
− inversioni dei segni, vista la forte asimmetria dell’edificio.
Per ciascuna delle 16 analisi pushover eseguite si sono condotte verifiche per gli stati limite SLV e
SLD. Per l’SLV si sono condotte verifiche a taglio e di rotazione rispetto alla corda secondo il capitolo
8 delle NTC 2008, dove la combinazione più gravosa risulta essere in direzione +X con eccentricità
+Y e distribuzione uniforme delle forze per la quale si è raggiunto una rottura di tipo fragile per i
pilastri, come da Figura 4. Viene quindi determinato il valore dell’accelerazione al suolo di capacità
pari a PGAC(SLV) = 0,072 g, come da Figura 5.
Figura 4: Rottura di tipo fragile per i pilastri al raggiungimento dello stato limite SLV
PGA di capacità
allo SLV
Figura 5: PGA in capacità allo Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV)
3
Per l’SLD sono state eseguite verifiche degli spostamenti interpiano (§ 7.3.7.2 NTC2008), e per la
tipologia di struttura analizzata gli spostamenti di interpiano non devono superare 0.005h, dove h è
l’altezza di piano pari a 3.00 m. Gli spostamenti di interpiano limite si assumono pertanto pari a 1,5
cm. Tale spostamento risulta garantito con un sisma caratterizzato da un’accelerazione al suolo di
capacità pari a PGAC(SLD) = 0.283 g come da Figura 6.
PGA di capacità
allo SLD
4
I valori delle accelerazioni al suolo, PGAC (di capacità), ottenuti dalle analisi di vulnerabilità sismica
che determinano il raggiungimento dei due stati limite sopra indicati sono di seguito riportati.
PGAC,SLV 0,072g
PGAC,SLD 0,283g
Note le accelerazioni al suolo, PGAC, si determinano i periodi corrispondenti di ritorno, TrC, associati
ai terremoti che generano tali accelerazioni. Il passaggio dalle PGAC ai valori del periodo di ritorno
sono stati eseguiti utilizzando la seguente relazione:
𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝑐𝑐 𝜂𝜂
𝑇𝑇𝑟𝑟𝑟𝑟 = 𝑇𝑇𝑟𝑟𝑟𝑟 � �
𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐷𝐷
dove η viene calcolato come indicato nella nota (4) delle Linee Guida in funzione dell’accelerazione
massima su roccia (ag = 0,333 g). Risulta pertanto η(ag = 0,333) = 1/0,49. Le Linee Guida
sottolineano che, per il calcolo del tempo di ritorno TrC associato al raggiungimento degli stati limite
di esercizio (SLD e SLO) è necessario assumere il valore minore tra quello ottenuto per tali stati limite
e quello valutato per lo stato limite di salvaguardia della vita (SLV). Si assume, di fatto, che non si
possa raggiungere lo stato limite di salvaguardia della vita senza aver raggiunto gli stati limite di
operatività e danno. Per l'edificio in esame però non si ha il raggiungimento di tale condizione limite
per tempi di ritorno al più uguali a quelli individuati per lo SLV, in questo caso si impone TrC(SLD) =
TrC(SLV).
TrC(SLV) 35 anni
TrC(SLD) 396 anni 35 anni
Per ciascuno dei periodi sopra individuati, si determina il valore della frequenza media annua di
superamento attraverso la seguente relazione:
1
𝜆𝜆 =
𝑇𝑇𝑟𝑟𝑟𝑟
λSLV 2,90%
λSLD 2,90%
Per la frequenza media annua di superamento degli altri due stati limite, Stato Limite di Collasso
(SLC) e Stato Limite di Operatività (SLO), si assumono convenzionalmente i seguenti valori come
indicato nella nota (3) delle Linee Guida:
λSLC = 0,49 λSLV 1,42%
λSLO = 1,67 λSLD 4,84%
Si definisce Stato Limite di Inizio Danno (SLID), quello a cui è comunque associabile una perdita
economica nulla in corrispondenza di un evento sismico e il cui periodo di ritorno è assunto,
convenzionalmente, pari a 10 anni, ossia λ = 0,1.
Si definisce Stato Limite di Ricostruzione (SLR) quello a cui, stante la criticità generale che presenta
la costruzione al punto da rendere pressoché impossibile l’esecuzione di un intervento diverso dalla
demolizione e ricostruzione, è comunque associabile una perdita economica pari al 100%.
Convenzionalmente si assume che tale stato limite si manifesti in corrispondenza di un evento
sismico il cui periodo di ritorno è pari a quello dello Stato Limite dei Collasso (SLC).
Per ciascuno degli stati limite considerati si associa al corrispondente valore di λ il valore della
percentuale di costo di ricostruzione (CR), forniti dalle Linee Guida e riportati in Tabella 1:
5
Tabella 1: Tabella riassuntiva con i valori necessari per la costruzione della curva PAM per l’edificio in oggetto
caratterizzata da una Classe d’uso II e Vita nominale 50 anni
DOMANDA CAPACITA'
Stato Limite CR PVR PGAD [g] TrD [anni] λRiferimento PGAC [g] TrC [anni] λCostruzione PAM
SLR 100% 0,10% 1,42% 1,42%
SLC 80% 5% 975 0,10% 1,42% 0,00%
SLV 50% 10% 0,260 475 0,21% 0,072 35 2,90% 0,96%
SLD 15% 63% 0,103 50 1,99% 0,283 35 2,90% 0,00%
SLO 7% 81% 30 3,32% 4,84% 0,21%
SLID 0% 10,00% 10,00% 0,18%
2,77%
Si valuta il PAM, ovvero l’area sottesa alla spezzata individuata dalle coppie di punti (λ, CR) per
ciascuno dei stati limite sopra indicati, mediante la seguente espressione:
5
𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃𝑃 = � [λ(SLi ) − λ(SLi−1 )] ∗ [CR( SLi ) + CR(SLi−1 )]/2 + λ(SLC) ∗ CR(SLR)
1=2
dove l’indice i rappresenta il generico stato limite (i=5 per lo SLC e i=1 per lo SLID).
Inserendo i valori nel grafico in Figura 7 si ottiene la curva PAM della costruzione, a cui corrisponde
un valore di PAM pari a 2,77%. La curva rappresentata dalla linea tratteggiata è la curva di
riferimento per una costruzione di classe d’uso II con vita nominale 50 anni. È interessante osservare
dal grafico quanto la curva PAM si allontana o si avvicina dalla curva di riferimento. Maggiore sarà
l’area sottesa da tale curva, maggiore sarà la perdita media annua attesa, e viceversa, minore sarà
l’area sottesa da tale curva, minore sarà la perdita media annua attesa.
100%
PAM riferimento
90%
PAM costruzione
80%
Perdita economica diretta (% di CR)
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
0% 1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% 10%
Frequenza media annua di superamento λ=1/TR
Si individua la Classe PAM mediante la Tabella 2, che associa la classe all’intervallo di valori assunto
dal PAM, collocando la costruzione in classe DPAM.
6
Tabella 2: Classe di rischio PAM
Perdita Media Annua attesa (PAM) Classe PAM
PAM ≤ 0,5% A+PAM PAM = 2,77%
0,5% < PAM ≤ 1,0% APAM
1,0% < PAM ≤ 1,5% BPAM Classe PAM
1,5% < PAM ≤ 2,5% CPAM
2,5% < PAM ≤ 3,5% DPAM
D
3,5% < PAM ≤ 4,5% EPAM
4,5% < PAM ≤ 7,5% FPAM
7,5% < PAM GPAM
Si determina l’indice di sicurezza per la vita IS-V, ovvero il rapporto tra la PGAC (di capacità) che ha
fatto raggiungere al fabbricato lo stato limite di salvaguardia della vita umana e la PGAD (di
domanda) del sito in cui è posizionato la costruzione, con riferimento al medesimo stato limite. Si
avrà che IS-V vale:
𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐶𝐶(𝑆𝑆𝑆𝑆𝑆𝑆) 0,072
IS−V = = = 0,2769 = 27,69%
𝑃𝑃𝑃𝑃𝐴𝐴𝐷𝐷(𝑆𝑆𝑆𝑆𝑆𝑆) 0,260
Si individua la Classe IS-V, mediante la Tabella 3 che associa la classe all’intervallo di valori assunto
dall’Indice di sicurezza per la vita IS-V, collocando la costruzione in classe EIS-V.
Tabella 3: Classe di rischio IS-V
Indice di sicurezza IS-V Classe IS-V
100% < IS-V A+IS-V IS-V = 27,69%
80% ≤ IS-V ≤ 100% AIS-V
60% ≤ IS-V < 80% BIS-V Classe IS-V
45% ≤ IS-V < 60% CIS-V
30% ≤ IS-V < 45% DIS-V E
15% ≤ IS-V < 30% EIS-V
IS-V < 15% FIS-V
Si individua la Classe di Rischio della costruzione come la peggiore tra la Classe PAM (Classe D) e la
Classe IS-V (Classe E). Nel caso specifico la classe attribuita è quindi la Classe di Rischio E.
CLASSE
A+
A
B
RISCHIO SIMICO
C
E
D
E
F
G
Conclusioni
In questo breve contributo sono stati riassunti i passi fondamentali per la determinazione della
Classe di Rischio di un edificio di 4 piani in cemento armato utilizzando il metodo convenzionale
come indicato nelle “Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni”
pubblicate con il D.M. 65 del 07.03.2017.
La difficoltà di assegnare una classe di rischio sismico non risiede nelle operazioni per il calcolo dei
parametri di sicurezza, ma nella capacità di valutare la capacità resistente della struttura e, quindi,
7
nel determinare quali siano le accelerazioni al suolo che fanno raggiungere, all’edificio che si sta
considerando, i diversi stati limite.
Il comportamento strutturale è stato valutato in termini di PGA tramite analisi statiche non-lineari
tipo pushover per le quali sono state eseguite verifiche a taglio e rotazione alla corda allo stato limite
SLV, e verifiche di spostamento interpiano per lo stato limite SLD. Sono stati calcolati i parametri di
rischio che tengono conto sia della sicurezza (IS-V) che dell’aspetto economico (PAM) al fine di poter
attribuire una classe di rischio per l’edificio esaminato, che risulta essere Classe E.
Per maggiori approfondimenti si rimanda alla pagina web di MOSAYK ( www.mosayk.it ), dove è
possibile anche scaricare il modulo gratuito per l’assegnazione della Classe di Rischio Sismica.