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Due sono le tipologie di opere che prevedono movimenti di masse

terrose e che, pertanto, richiedono operazioni topografiche


finalizzate a determinarne i volumi:

Sistemazioni superficiali del terreno (sbancamenti, spianamenti,..)


Costruzione di opere a sviluppo longitudinale (strade, canali,…)

Nel primo caso sono interessate piccole estensioni di territorio,


perlopiù a contorno regolare (es. spianamenti connessi alla realizza-
zione di parcheggi, impianti sportivi, o sistemazioni agrarie). In questo
caso il rilievo topografico alla base dello studio della sistemazione, in
generale, si traduce in una rappresentazione a piano quotato.

Nel secondo caso sono spesso interessate grandi estensioni di


territorio, che, tuttavia, si sviluppano prevalentemente in una direzione
(asse stradale). In questo caso il rilievo topografico alla base dello
studio dell’opera, in generale, produce una rappresentazione a curve
di livello.

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Sistemazioni superficiali
(omnidirezionali)
In questo caso i volumi vengono
determinati facendo riferimento a un
modello geometrico costituito da una
sequenza continua di prismi generici
(perlopiù a sezione triangolare), cioè di un
solidi aventi gli spigoli della superficie
laterale tra loro paralleli (e verticali), e le
basi costituite da piani disposti in modo
qualunque (dunque non paralleli). Il
prisma generico differisce dal prisma
regolare per il mancato parallelismo delle
basi.
La superficie fisica del terreno è
rappresentabile con un piano quotato i cui
punti definiscono una superficie poliedrica
formata da una serie continua di falde
triangolari, che costituiscono la base
superiore del prisma generico, mentre la
base inferiore è perlopiù contenuta in un
piano orizzontale o inclinato. 3
Costruzione di opere a sviluppo longitudinale (strade, canali,…)
In questo caso i volumi degli scavi, o dei rilevati, viene ottenuta considerando il
solido geometrico detto prismoide, le cui basi, che delimitano la superficie
laterale, possono avere forma e dimensioni diverse, ma devono essere parallele.
Questo modello viene detto “per sezioni” in quanto il volume viene ottenuto dalle
aree delle basi del solido (le sezioni) e dalla loro distanza.

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Quando il terreno viene
rappresentato con un piano
quotato si assume che la sua
superficie sia rappresentate da
un sequenza continua di piccoli
piani (falde) triangolari.
In questo caso si genera un
insieme continuo di prismi a
sezione triangolare i cui
spigoli non solo sono paralleli,
ma sono anche verticali.
Nella nostra trattazione questi
spigoli coincideranno con le
quote relative (quote rosse)
dei punti del terreno.

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Il volume di un solido prismatico Nel caso semplificato di prisma a
(spigoli paralleli) è fornito dal base triangolare la distanza hG tra
prodotto tra l’area della sezione i baricentri delle basi coincide con
normale S0 (ortogonale agli spigoli) la media delle altezze dei spigoli:
e la distanza hG tra i baricentri
delle basi del prisma:
abc
V  S0 
V  S0  hG 3

G2 G2

hG hG

G1 G1

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Nel nostro contesto i prismi hanno gli Nel caso di più prismi adiacenti, il
spigoli verticali, dunque la sezione volume complessivo è fornito dalla
normale è contenuta in un piano somma dei volumi dei singoli prismi:
orizzontale (quindi S0 è l’area
q1  q2  q3 q1  q3  q4
topografica: S=S0) e le loro altezze V1  S1  V2  S2 
rappresentano le quote rosse qi dei 3 3
q  q  q5
punti del terreno: V3  S3  1 4 VTOT  V1  V2  V3
q1  q2  q3 3
V S
3

q3 q1 q5
q2
q3 q4
q2
S3
q1
S1 S3
S

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Quando il terreno non viene
rappresentato con un piano quotato,
esso è rilevato in modo che possa
essere rappresentato con prismoidi.

I prismoidi sono solidi contenuti tra A2 D


due basi piane e parallele (di area
A1 e A2), e delimitati lateralmente da 2
un superficie rigata generata dal
movimento rototraslatorio di una
retta che non si distacca dai Am
perimetri delle due basi. D
2
Il volume del prismoide è fornito
dalla seguente formula di Torricelli
in cui Am è l’area della sezione A1
mediana:

  A1  4 Am  A2 
D
V
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La formula di Torricelli pone il
problema della conoscenza dell’area
della sezione mediana (equidista-
nte da A1 e A2 e ad esse parallela); si
accetta pertanto la seguente sem- A2
plificazione: D
2
A1  A2
Am 
2
Am
Pertanto dalla formula di Torricelli D
si ottiene una formula approssimata 2
detta delle sezioni ragguagliate:

A  A2 A1
V 1 D
2

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Lo scavo a sezione obbligata
consente di ottenere spazi sotto il
livello del terreno destinati alla
realizzazione di opere quali le
fondazioni di nuovi edifici, canali,
fognature o, comunque, di condotte.
Vengono ottenuti mediante
asportazione del terreno secondo
una sezione trasversale, perlopiù a
forma rettangolare o trapezoidale.
Le dimensioni delle sezioni, dunque
anche le loro aree, sono
direttamente dipendenti dalla
profondità dello scavo definito dal
livello superiore del terreno e dal
fondo dello scavo, il quale può
essere orizzontale (fondazioni) o in
pendenza come per fognature e
canali .
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Il calcolo dei volumi di questi scavi viene realizzato

A1  A2
rilevando una serie di sezioni trasversali, eseguite sullo
stesso scavo, opportunamente ravvicinate, in relazione V D
all’andamento del terreno, in modo da poter considerare il 2
solido compreso tra due sezioni consecutive come un
prismoide il cui volume può essere calcolato con la
formula delle sezioni ragguagliate.

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La formula semplificata delle sezioni ragguagliate viene utilizzata
anche nel contesto del calcolo dei volumi relativi agli sbandamenti
connessi alla realizzazione di opere civili (fabbricati, parcheggi), dopo
aver rilevato un congruo numero di sezioni opportunamente
ravvicinate in relazione all’andamento del terreno.

S A  SB
V1   D1
2
S B  SC
V2   D2
2
S  SD
V3  C  D3
2

VTOT  V1  V2  V3
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