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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA

Realizzazione delle attività di Ateneo presso il Campus Universitario di Matera

PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE

RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE 2

1. PREMESSA 2
2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO 3
3. NORME DI RIFERIMENTO 4
4. VERIFICA CON D.M. 14.01.2008 6
5. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI 8
5.1. EDIFICIO ESISTENTE 8
5.2. EDIFICIO NUOVO (Corpo N) 10
6. CARATTERISTICHE DEI TERRENI DI FONDAZIONE 11
7. CONDIZIONI DI CARICO 13
7.1. CARICHI PERMANENTI E VARIABILI 13
7.2. AZIONE SISMICA 14
8. COMBINAZIONI DI CARICO 16
9. ANALISI STATO DI FATTO 17
9.1. VERIFICHE LINEARI 20
9.1.1. Verifica strutture in elevazione 21
9.1.2. Verifica solai 25
9.1.3. Verifica sopraelevazione acciaio 30
10. ADEGUAMENTO STATICO E SISMICO 36
10.1. INTERVENTI IN FONDAZIONE 37
10.2. INTERVENTI SUI SETTI MURARI 42
10.3. INTERVENTI SUI SOLAI 44
11. ANALISI STATO DI PROGETTO 48
11.1. VERIFICHE LINEARI (Corpo N) 52
11.2. VERIFICHE NON LINEARI (Corpi A e B) 54
11.2.1. Pushover Corpo A 55
11.2.2. Pushover Corpo B 60
11.3. PENSILINA D’INGRESSO IN ACCIAIO 65
11.4. LABORATORIO ESTERNO 71

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1. PREMESSA

La presente relazione descrive la verifica della vulnerabilità sismica e i relativi


interventi di adeguamento dell’ex Ospedale Civile di Matera destinato ad ospitare la
nuova sede Universitaria di Matera.
Sulla struttura oggetto di verifica è stata eseguita una campagna di indagini
finalizzata alla determinazione delle caratteristiche fisiche e meccaniche degli elementi
che la costituiscono. Sono state eseguiti due scavi per l’individuazione delle dimensioni e
della quota di imposta delle fondazioni, operazioni di spicconatura di alcune pareti e solai,
al fine di individuarne dimensione, tipologia e grado di ammorsamento, e prove sui
materiali. In particolare sono state effettuate prove penetrometriche sulle malte, prove
con doppi martinetti piatti, finalizzati all’individuazione dello stato tensionale esistente e
delle caratteristiche di deformabilità, prove distruttive (carotaggi sui setti murari e sugli
elementi in c.a., prelievo di barre di armatura), prove non distruttive (sclerometriche e
ultrasoniche su elementi in c.a., e di durezza “Brinell sulle barre di acciaio).
Dalle analisi elastiche lineari condotte, risulta che la struttura presenta una
elevata vulnerabilità sia per carichi statici che sismici, pertanto è necessario prevedere la
sostituzione di alcuni solai e il consolidamento di alcuni setti murari e delle corrispondenti
fondazioni. Tali interventi sono descritti nei capitoli successivi e riportati negli elaborati
grafici relativi ai particolari costruttivi.
Si osserva infine che per esigenze architettoniche è prevista la demolizione della
parte centrale dell’edificio e la realizzazione di una nuova struttura in c.a., da adibire ad
aula magna e biblioteca, opportunamente giuntata all’edificio esistente. Pertanto la
struttura nello stato di progetto viene sostanzialmente divisa in tre corpi distinti (A, B e
N). Separata dai corpi descritti, è prevista la realizzazione di una nuova struttura in c.a.,
parzialmente interrata e ad un solo livello, da adibire a locale server.
Su tutti gli edifici sono state condotte analisi dinamiche lineari e statiche non
lineari che hanno permesso di validare gli interventi previsti.

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2. DESCRIZIONE DELLO STATO DI FATTO

L’edificio oggetto di verifica è stato completato agli inizi degli anni ’60, la struttura
portante è costituita da setti in muratura di tufo “giallo” di spessore variabile da 65 a 90
cm realizzati con blocchi di dimensioni 25x50. I solai sono del tipo latero-cementizio e
presentano un’altezza variabile da 30 a 45 cm. La configurazione risulta irregolare in
pianta e simmetrica rispetto all’asse verticale, con dimensioni massime di circa 140 x 60
m. L’edificio non risulta regolare in altezza in quanto il corpo centrale è costituito da sei
livelli, mentre le parti laterali da tre.
Da un’analisi storica, condotta al fine di ottenere il maggior numero possibile di
informazioni e notizie sul progetto, risulta che l’edificio ha subito negli anni alcune
trasformazioni che hanno modificato la struttura rispetto alla configurazione originaria.
Infatti i due corpi laterali e posteriori sono stati costruiti in una fase successiva. Tale
situazione si riflette sulle strutture di fondazione, realizzate con un graticcio di travi in
pietrame, che presentano due diverse dimensioni: le fondazioni del corpo originario
hanno dimensioni 2.00 x 2.30 m, quelle del corpo d’ampliamento 1.30x1.90.
In corrispondenza dei suddetti corpi laterali negli anni ’80 sono state eseguite
due sopraelevazioni, entrambe ad un solo livello, con struttura portante in acciaio
costituite da travi e colonne HEB300 e copertura in lamiera grecata. I dettagli di tali
elementi in acciaio sono descritti nella “Relazione indagini eseguite”, le relative verifiche
risultano soddisfatte e sono riportate nel “Tabulato di calcolo-Stato di fatto”.
È previsto inoltre il riutilizzo di un locale ad un solo livello (ex falegnameria) da
adibire a nuovo laboratorio esterno . Le verifiche condotte su tale edificio risultano
soddisfatte e sono riportate nel “Tabulato di calcolo-Stato di Progetto”.

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Figura 1 : Ospedale di Matera

3. NORME DI RIFERIMENTO

• Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici 20 novembre 1987.


“Norme tecniche per la progettazione, esecuzione e il collaudo degli edifici in
muratura e per il loro consolidamento”
• CIRCOLARE Ministero dei Lavori Pubblici 4 gennaio 1989, n.30787. “Istruzioni in
merito alle norme tecniche per la progettazione, esecuzione e il collaudo degli
edifici in muratura e per il loro consolidamento”
• LEGGE 2 febbraio 1974, n.64 “Provvedimenti per le costruzioni con particolari
prescrizioni per le zone sismiche”
• Legge 5 novembre 1971, n°1086 “Norme per la disciplina delle opere di
conglomerato cementizio armato normale e precompresso ed a struttura metallica”
• D.M. LL.PP. 11 marzo 1988 “Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e
sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le
prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno
delle terre e delle opere di fondazione”
• Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 24 settembre 1988, n.30483. Legge 2
febbraio 1974 n.64, art.1 – D.M. 11 marzo 1988 “Norme tecniche riguardanti le

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indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i
criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle
opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione. Istruzioni per
l’applicazione”
• D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il
collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso, e per le
strutture metalliche”
• Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 15 ottobre 1996 n.252 AA.GG/STC
“Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il
collaudo delle opere in cemento normale e precompresso e per le strutture
metalliche” di cui al decreto ministeriale 9 gennaio 1996”
• Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 9 Gennaio 1996 “ “Norme tecniche
relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e
sovraccarichi”
• Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici 4 luglio 1996 n.156 AA.GG/STC.
“Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche relative ai criteri generali per la
verifica di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi” di cui al decreto
ministeriale 16 gennaio 1996 (Supp. Ord. Alla G.U. n.217 del 16.09.1996 n.151)”
• Ord. P.C.M. n°3274 del 20/03/2003 “Primi elementi in materia di criteri generali
per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica” e s.m.i.
• Ord. P.C.M. n°3431 del 03/05/2005 “Ulteriori modifiche ed integrazioni
all’Ordinanza del Presidente del Consiglio n°3274 del 20/03/2003”
• DPCM del 21/10/2003 Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della
protezione civile “Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza
del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, recante "Primi
elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio
nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica"
• Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 14 Settembre 2005 “Norme tecniche
per le costruzioni” e s.m.i.

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4. VERIFICA CON D.M. 14.01.2008

L’analisi e le verifiche della struttura in oggetto sono state condotte in fase


definitiva ed esecutiva in accordo con le “Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M.
14.09.2005).
Con il D.M. 14.01.2008 sono state emanate le “Nuove Norme Tecniche per le
Costruzioni” che consentono l’impiego delle norme emanate con il D.M. 14.09.2005 fino
al 30.06.2009. Il D.L. 28.02.2008 (Decreto “Milleproroghe”) indica comunque che: “per le
costruzioni e le opere infrastrutturali iniziate, nonché per quelle per le quali le
amministrazioni aggiudicatrici abbiano affidato lavori o avviato progetti definitivi o
esecutivi prima dell’entrata in vigore del D.M. 14.01.2008, continua ad applicarsi la
normativa tecnica utilizzata per la redazione dei progetti, fino all’ultimazione dei
lavori e all’eventuale collaudo.”.
Pertanto per la verifica in fase esecutiva della struttura in oggetto, si è continuato
ad utilizzare la norma adottata nella fase progettuale definitiva. Si è comunque eseguito
un opportuno confronto e verifica delle azioni agenti previste con il D.M. 14.01.2008, di
seguito illustrata.

- D.M. 14.01.2008

Con l’entrata in vigore della nuova norma tecnica, l’azione sismica è valutata in
relazione ad un periodo di riferimento VR, funzione della vita nominale della costruzione
(VN), della classe d’uso e del coefficiente d’uso CU:
VR = VN — CU = 50 — 1.5 = 75 anni
dove
VN = 50 anni (per la costruzione in esame)
CU = 1.5 (per edifici di Classe III, costruzioni con affollamenti significativi)
In funzione del periodo di riferimento VR, per ciascun stato limite si fissa il periodo di
ritorno e la probabilità di eccedenza dell’azione sismica.
Si riporta nel seguito i parametri sismici previsti per la struttura in oggetto:
Tr = periodo di ritorno
ag = accelerazione massima al sito
F0 = valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro delle acceleraz. orizz.

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T*c = periodo d’inizio del tratto a velocità costante

STATO LIMITE Tr ag Fo T*c


Operativitá (SLO) 45 0.047 2.507 0.297
Danno (SLD) 75 0.061 2.541 0.32
Salvag. Vita (SLV) 712 0.160 2.521 0.346
Collasso (SLC) 1462 0.202 2.558 0.35

- D.M. 14.09.2005

L’edificio ricade in Zona III, la categoria di suolo assunta è di tipo C, il coefficiente


di amplificazione topografico ST è assunto pari a 1.0. In considerazione della destinazione
d’uso, è necessario adottare un fattore di importanza γ I = 1,2.
In definitiva il calcolo delle azioni sismiche è condotto adottando i seguenti parametri:

Zona Sismica III ag = 0,15g

Categoria di Suolo C S = 1,25

Fattore di importanza γ I = 1.2

- CONCLUSIONI

Dal confronto delle due norme risulta che l’azione sismica attesa al suolo secondo il D.M.
14.01.2008 (0.16g) è inferiore a quella prevista dal D.M. 14.09.2005 (0.18g comprensiva
del coefficiente d’importanza 1.2). Pertanto dal confronto delle azioni di base, risulta che
le verifiche condotte con il D.M. 14.09.2005, e di seguito riportate, sono a favore di
sicurezza e soddisfano anche le prescrizioni riportate nel D.M. 14.01.2008.

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5. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI

5.1. EDIFICIO ESISTENTE

Ai fini della caratterizzazione meccanica dei materiali sono state eseguite prove
penetrometriche sulle malte, prove con doppi martinetti piatti, finalizzati all’individuazione
dello stato tensionale esistente e delle caratteristiche di deformabilità, prove distruttive
(carotaggi sui setti murari e sugli elementi in c.a., prelievo di barre di armatura), prove
non distruttive (sclerometriche e ultrasoniche su elementi in c.a., e di durezza “Brinell
sulle barre di acciaio).
Dalle prove a compressione su carote di calcestruzzo, prelevati in corrispondenza
di pilastri da demolire, è risultata una resistenza media a rottura piuttosto bassa e pari a
pari a RPOT = 16.7 MPa. Tali valori sono molto simili a quelli calcolati con il metodo
Sonreb.
Dalle prove di trazione a rottura eseguite sugli “spezzoni” di barre di armatura
prelevate, risulta una tensione media di snervamento pari a fy = 333.9 MPa. Tali valori
sono assimilabili alle caratteristiche proprie dell’acciaio FeB 32K a barre liscie.
Le prove sugli elementi in muratura sono state invece già eseguite nel corso della
redazione del progetto Definitivo, e la loro descrizione è riportata nella relativa relazione
strutturale a cui si rimanda per gli approfondimenti. In particolare, le prove a
compressione sulle carote sono state eseguite dal Laboratorio di Strutture dell’Università
della Basilicata, mentre le prove con i martinetti piatti sono state eseguite dalla società
C.N.D.. I risultati delle prove eseguite dalla società “C.N.D.” sono nuovamente riportati
per maggiore comprensione negli allegati A della “Relazione Indagini Eseguite”.
Dalle prove effettuate risulta una resistenza media a rottura dei blocchi in tufo pari a fbm
= 2.9 N/mm², da cui si ottiene una resistenza caratteristica a compressione pari a fbk =
0.75 fbm = 2.17 N/mm². Dalla tabella 11.9.VII riportata nelle “Norme Tecniche per le
costruzioni “ (D.M. 14/09/12005), considerando una malta tipo M10 come risulta dalle
prove penetrometriche, e interpolando linearmente, si ottiene una resistenza
caratteristica a compressione del pannello murario pari a fk = 1.2 N/mm². Inoltre poiché i
setti murari della struttura in oggetto sono costituiti da un unico paramento si considera
un incremento del 50% della resistenza a rottura secondo quanto previsto dall’O.P.C.M.

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n°3274/2003 e s.m.i in presenza di connessioni trasversali. Pertanto la resistenza


caratteristica a compressione del pannello murario è pari a:

fk = 1.2 x 1.5 = 1.8 N/mm²

Tale valore di resistenza a rottura è congruente con quello ottenuto dalle prove con
martinetti piatti doppi eseguiti dal Laboratorio di Strutture dell’Università della Basilicata.
Dal valore della resistenza a rottura si ottiene il valore della resistenza di calcolo:

fd = fk/γ = 1.8/3 = 0.6 N/mm²

dove γ è il coefficiente di sicurezza adottato. Tale coefficiente, secondo quanto previsto


dal D.M. 14/09/2005 (e anche dal D.M. 20/11/1987) è pari a:
γ = γm — γRd = 3
γm= 2.5 per murature in elementi naturali
γR,d = 1.2 per verifiche agli S.L.U.
La norma n° 3431/2005 prescrive i parametri di resistenza da adottare per le diverse
tipologie di muratura in funzione del livello di conoscenza raggiunto dalle indagini sui
materiali. Per la struttura in esame si ritiene raggiunto un livello di conoscenza pari a LC2
a cui corrisponde un Fattore di Confidenza (FC) pari a 1.2. Considerando il minimo valore
delle resistenze riportate nelle tabelle dell’O.P.C.M. invece del valore medio previsto dalle
stesse norme per il livello di conoscenza LC2, si ottiene un valore della resistenza a
compressione congruente con quanto assunto (fk = 1.8 MPa).
In definitiva, per la verifica della struttura esistente si sono considerati i seguenti valori
delle resistenze dei materiali:

Setti in Muratura
Resistenza caratteristica a compressione fkm = 1.8 N/mm2
Resistenza di calcolo fdm = 0.6 N/mm2

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Calcestruzzo armato
Resistenza media Rck = 16 N/mm2
Resistenza di calcolo fcd = 8.3 N/mm2

Acciaio
FeB 32K fyk > 315 N/mm2

fd= 273.9 N/mm2


Acciaio per carpenteria metallica
tipo Fe 360
tensione di rottura a trazione ft > 360 N/mm2
tensione di snervamento fy >235 N/mm2

5.2. EDIFICIO NUOVO (CORPO N)

Calcestruzzo per fondazioni e elevazioni


Resistenza caratteristica Rck = 30 N/mm2

Acciaio di armatura (FeB 44K)


tensione caratteristica di rottura ftk = 540 N/mm2
tensione caratteristica di snervamento fyk = 430 N/mm2

Acciaio per carpenteria metallica


tipo Fe 430
tensione di rottura a trazione ft > 430 N/mm2
tensione di snervamento fy > 275 N/mm2

Connessioni carpenteria metallica


saldature 1° classe
bulloni classe 8.8

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6. CARATTERISTICHE DEI TERRENI DI FONDAZIONE

Dalle indagini e rilevamenti geologici condotti, risulta che la successione


stratigrafica dell’area in oggetto è costituita essenzialmente da formazioni sabbiose di
colore rossastro.
I terreni di fondazione risultano assimilabili alla categoria di suolo tipo C così come
descritta al punto 3.1 dell’All.2 dell’Ord. 3431/05. Il coefficiente di amplificazione
stratigrafica S è pari a 1.25, mentre quello di amplificazione topografica ST è pari a 1,0.
Dal punto di vista sismico, il comune di Matera ricade in zona sismica di III categoria,
pertanto la massima accelerazione al suolo (PGA), tenendo conto del coefficiente di
importanza (γI), è pari a ag = 0.18g.
Le caratteristiche meccaniche e le proprietà geotecniche dei terreni sono:

Sabbie medio fine di colore rossastro-marroncino (fino a 6.0 m dal p.c.)


- Peso di volume naturale 2.03 t/m³
- Angolo di resistenza a taglio 32°
- Coesione 0.0 kg/cm²
- Modulo elastico 356.89 kg/cm²
- Modulo edometrico 78.82 kg/cm²
- coefficiente di Poisson 0.31

Sabbie debolmente limose di colore nocciola (fino a 12.0 m dal p.c.)


- Peso di volume naturale 2.10 t/m³
- Angolo di resistenza a taglio 32°
- Coesione 0.0 kg/cm²
- Modulo elastico 524.53 kg/cm²
- Modulo edometrico 138.38 kg/cm²
- coefficiente di Poisson 0.25

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Limi argillosi di colore grigio azzurro (fino a 30.0 m dal p.c.)


- Peso di volume naturale 2.20 t/m³
- Angolo di resistenza a taglio 32°
- Coesione 0.18 kg/cm²
- Coesione non drenata 2.16 kg7cm²
- Modulo elastico 400 kg/cm²
- Modulo edometrico 183.52 kg/cm²
- coefficiente di Poisson 0.10

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7. CONDIZIONI DI CARICO

Sono state considerate le seguenti condizioni di carico:


 Carichi permanenti, G, che comprendono i pesi propri ed i sovraccarichi
permanenti non rimovibili durante il normale esercizio della costruzione, come
pavimenti, tramezzi divisori, controsoffittature, ecc…;
 Sovraccarichi variabili, Q, che comprendono le azioni variabili legate alla
destinazione d’uso del locale ed i sovraccarichi da neve calcolati secondo le
norme vigenti;
 Azione sismica, E, definita in base alle norme tecniche allegate all’Ordinanza
3431/2005.

7.1. CARICHI PERMANENTI E VARIABILI

Si sono assunti i seguenti valori dei carichi permanenti e accidentali in accordo a


quanto previsto dalle norme vigenti.

- EDIFICIO ESISTENTE
Solai correnti Copertura
2
G = 5.00 kN/m G = 4.00 kN/m2
Q = 3.00 kN/m2 Qc = 2.00 kN/m2

Sbalzi Scale
2
G = 4.00 kN/m G = 4.50 kN/m2
Q = 4.00 kN/m2 Qsc= 4.00 kN/m2

- EDIFICIO NUOVO (Corpo N)

Aula Magna Biblioteca Copertura


2 2
G = 10.0 kN/m G = 10.0 kN/m G = 10.0 kN/m2
Q = 4.0 kN/m2 Q = 6.0 kN/m2 Q = 2.0 kN/m2

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7.2. AZIONE SISMICA

Le azioni sismiche considerate ai fini delle verifiche sono descritte dagli spettri di
risposta elastici rappresentativi di eventi sismici caratterizzati da un periodo di ritorno pari
a 475 anni così come descritti nelle norme tecniche allegate all’Ordinanza 3431/05.
Lo spettro di risposta elastico della componente orizzontale è descritto dalle
seguenti espressioni:

L’edificio ricade in Zona III. la categoria di suolo assunta è di tipo C, il coefficiente


di amplificazione topografico ST è assunto pari a 1.0. In considerazione della destinazione
d’uso, è necessario adottare un fattore di importanza γ I = 1,2.
In definitiva il calcolo delle azioni sismiche è condotto adottando i seguenti
parametri:

ag
Zona Sismica III
0,15g
S
Categoria di Suolo C
1,25
Fattore di Importanza 1,2

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Le masse considerate per calcolare le azioni sismiche sono quelle associate ai


carichi gravitazionali secondo la relazione: W = G + ∑ψ ei ⋅ Q
i

dove W rappresenta il peso sismico proporzionale all’azione sismica globale, G i carichi


permanenti, Q quelli accidentali. ψ ei è il coefficiente di combinazione delle azioni variabili,
ottenuto come il prodotto del coefficiente ψ 2i, che varia in funzione della destinazione
d’uso e del coefficiente f, che tiene conto della correlazione tra i sovraccarichi variabili

che interessano la struttura. Ai fini delle analisi il coefficiente ψ 2i è stato assunto pari a
0,6 ed il coefficiente f pari a 1 per la copertura, e 0,5 per gli altri livelli.

La verifica dello Stato Limite Ultimo è condotta mediante l’uso dello spettro di
progetto ottenuto da quello elastico scalandolo del coefficiente di struttura q. Tale
coefficiente è pari a qesis. = 3 per la verifica della struttura in muratura esistente, e pari a
qnuovo = 4.10 per la nuova struttura in c.a. da realizzare (corpo N).
Per quanto attiene invece la verifica dello Stato Limite di Danno si fa riferimento ad
eventi frequenti il cui spettro è ottenuto scalando lo spetto elastico del fattore 2,5.

Figura 2 : Spettro di Progetto per SLU e SLD

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8. COMBINAZIONI DI CARICO

Per il calcolo degli effetti indotti dai carichi statici e sismici si sono considerate le
seguenti espressioni:

Carichi verticali: Fd = γ G ⋅ G + γ Q (ψ ⋅ Q )

Carichi verticali + sisma: Fd = γ I ⋅ E + G + ∑ψ 2i ⋅ Qi


i

Il numero delle combinazioni e i coefficienti adottati per ciascuna di esse sono riportati
nella tabella che segue:

1 2 3 4 5 6 7 6 7

G 1.4 1 1 1 1 1 1 1 1

Q 1.5 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6 0.6

Qc e Qsc 1.5 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2 0.2

Ex 0 1.20 1.20 -1.20 -1.20 0.36 -0.36 0.36 -0.36

Ey 0 0.36 -0.36 0.36 -0.36 1.20 1.20 -1.20 -1.20

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9. ANALISI STATO DI FATTO

Allo scopo di valutare gli effetti indotti dai carichi agenti si è considerato un
modello tridimensionale rappresentativo del comportamento strutturale dell’edificio
oggetto di verifica. La struttura è stata discretizzata in elementi finiti tipo “frame”, per la
valutazione delle sollecitazioni sulle travi di fondazione, e in elementi “shell” per la
valutazione del comportamento dei setti murari. Per i solai si è considerato un vincolo
tipo “diaframma” per tener conto del comportamento infinitamente rigido dell’impalcato
nel proprio piano. Per la modellazione del terreno di fondazione si sono assunte le ipotesi
alla base della teoria di Winkler, schematizzando il suolo con un letto di molle di rigidezza
rappresentativa dei terreni in sito. È stata eseguita un’analisi elastica lineare dell’intero
edificio finalizzata alla valutazione dello stato tensionale in ciascun elemento strutturale,
facendo riferimento alla struttura nella sua globalità, e schematizzandola con un modello
rappresentativo del suo reale comportamento.

Figura 3 : Modello numerico – Stato di Fatto

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Per il calcolo degli effetti indotti dalle azioni sismiche è stata eseguita un’analisi
dinamica lineare con spettro di risposta assegnato (secondo quanto previsto dall’O.P.C.M.
n° 3274/2003 e s.m.i.), sono stati valutati i periodi di vibrazione e calcolati i contributi
alla risposta delle singole forme modali eseguendo una somma in quadratura degli effetti
(SRSS).

Figura 4 : 1° Forma modale – T = 0.67 s

Figura 5 : 2° Forma modale – T = 0.62 s

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Figura 6 : 3° Forma modale – T = 0.42 s

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9.1. VERIFICHE LINEARI

L’edificio è stato verificato sia per le situazioni di carico ordinario, ovvero in assenza
di sisma, secondo le indicazioni del D.M. LL.PP. del 20/11/1987, che in presenza
dell’azione sismica combinata con le azioni ordinarie così come richiesto dall’O.P.C.M.
3431/2005.
In particolare, rispetto alle situazioni di carico ordinario, in accordo al D.M. LL.PP.
del 20/11/1987, sono state condotte verifiche allo SLU (Stato Limite Ultimo) nelle diverse
combinazioni di carico. Le verifiche sismiche sono, invece, state condotte in accordo alle
norme tecniche allegate all’Ordinanza 3431/05 rispetto ai seguenti due stati limite:

 Stato limite di danno severo, SL-DS: la struttura presenta danni


importanti, con significative riduzioni di resistenza e rigidezza laterali. Gli
elementi non strutturali sono danneggiati ma senza espulsione di
tramezzi e tamponature. Data la presenza di deformazioni residue la
riparazione dell’edificio risulta in genere economicamente non
conveniente;
 Stato limite di danno limitato, SL-DL: i danni alla struttura sono di
modesta entità senza significative escursioni in campo plastico.
Resistenza e rigidezza degli elementi portanti non sono compromesse e
non sono necessarie riparazioni. Gli elementi non strutturali presentano
fessurazioni diffuse suscettibili di riparazioni di modesto impegno
economico. Le deformazioni residue sono trascurabili.

In particolare, i paramenti murari sono stati verificati sia rispetto alle azioni
sismiche fuori dal proprio piano, che rispetto a quelle contenute nel piano, che inducono
sollecitazioni flettenti e taglianti.

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9.1.1. Verifica strutture in elevazione

Dalle analisi condotte, e descritte nei tabulati di calcolo relativi allo stato di fatto, si
evince che la struttura non risulta verificata né per i carichi gravitazionali né per quelli
sismici. Dalle verifiche risulta quindi una elevata vulnerabilità della struttura che comporta
il superamento dei limite di resistenza di molti setti murari, che pertanto non risultano
idonei a sostenere le sollecitazioni di progetto. L’elevata vulnerabilità sismica è legata da
un lato, all’eccessiva distanza tra alcuni maschi murari, che comporta una limitata
rigidezza in direzione trasversale, dall’altro all’elevata presenza di fori all’interno del
singolo paramento murario che comporta una riduzione della effettiva sezione resistente
del maschio stesso. Infatti per azioni complanari alla parete il rapporto tra il momento
flettente e lo sforzo normale agente è tale che il centro di pressione è fuori dalla sezione
resistente compresa tra due fori successivi. Pertanto la verifica dei singoli pannelli non
risulta soddisfatta neanche per azioni agenti nella direzione di massima rigidezza della
parete. Nella figure seguenti si riportano l’indicazione delle massime tensioni al piede dei
setti indotte dai carichi gravitazionali e le snellezze dei paramenti, sono evidenziati inoltre
con il colore verde i setti murari la cui verifica non risulta soddisfatta, e con il colore rosa i
pannelli risultati idonei.

Figura 7 : Massime tensioni al piede dei setti per carichi gravitazionali

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Figura 8 : Snellezza setti murari

Come descritto in precedenza la verifica della struttura per i carichi gravitazionali e sismici
non risultano soddisfatte. I coefficienti di sicurezza della maggior parte dei setti per azioni
orizzontali sono pari a circa 0.6.

Figura 9 : Verifiche combinazione carichi gravitazionali - Stato di fatto

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Figura 10 : Verifiche combinazione sismica - Stato di fatto

Figura 11 : Coefficienti di sicurezza sismica - Stato di fatto

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Come si evidenzia chiaramente dalla figura seguente il collasso della maggior parte dei
pannelli murari è dovuto ad azioni flettenti nel piano della parete.

Le verifiche fuori dal piano del singolo pannello risultano invece soddisfatte.

Figura 12 : Verifiche fuori dal piano dei pannelli murari - Stato di fatto

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9.1.2. Verifica solai

Dai risultati delle indagini condotte, si evince che i solai presentano una varietà
sia in termini di tipologia costruttiva che di quantitativo di armatura. In molti campi di
solai le barre risultano ossidate, prive di aderenza al calcestruzzo, ed il loro numero e
diametro sono del tutto insufficienti rispetto ai carichi previsti per la struttura in oggetto.
Si osserva che le indagini sono state condotte all’intradosso dei solai del piano primo,
secondo, terzo e quarto (in corrispondenza delle sopraelevazioni in acciaio). Pertanto
considerando la simmetria della struttura rispetto all’asse verticale, e supponendo un
uguaglianza dei solai ai diversi livelli, è possibile avere un quadro abbastanza attendibile
delle caratteristiche complessive dei solai. Pertanto in considerazione della vita utile da
garantire a tale edificio, della nuova destinazione d’uso della struttura, dello stato di
conservazione delle barre di armatura, si prevede il rinforzo di un numero consistente di
solai, e in pochi casi la demolizione e successiva ricostruzione di alcuni campi si solai, Si
osserva, tuttavia, che alcuni solai si presentano in discrete condizioni sia per il
calcestruzzo che per le armature, e pertanto non saranno oggetto di alcun intervento.
Si riporta, nel seguito, la verifica di tutti i solai oggetto di indagine, anche di quelli che,
indipendentemente dal risultato della verifica, verranno demoliti per motivi architettonici.
Sono state inoltre verificate le rampe delle scale, le relative travi in cui queste sono
ancorate, e gli sbalzi.
Si precisa che la verifica è stata condotta con il metodo semplificato “tabellare”,
adottando la formula AS = Md/ζhfsd.

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VERIFICA INTRADOSSO SOLAIO PIANO PRIMO

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.S.2 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
corpo "origin."
5,00 3,00 273,9 720 30 50 2,51 24,84 0,88 3,44 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.S.2 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
corpo "d'ampl."
5,00 3,00 274 720 30 40 1,57 19,87 0,88 2,75 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.S.4 fsd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 800 30 70 2,14 42,93 0,88 5,94 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SOLAIO S.1 in G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
campata
5,00 3,00 274 640 30 30 1,01 11,78 0,88 1,63 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.2 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 740 30 65 5,09 34,11 0,88 4,72 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.3 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 1035 30 65 6,28 66,73 0,88 9,23 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.4 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 730 30 70 5,09 35,75 0,88 4,94 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.6 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 680 30 40 1,92 17,73 0,88 2,45 no

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KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.7 fsd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 525 30 35 1,01 9,24 0,88 1,28 no

SPICCON. S.23 KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


rampa scale G Q fsd Lrampa h Larg. Ramp As,eff. Md Mu Verif.
longitudinale 5,00 4,00 274 460 18 150 9,05 34,39 34,50 ok
.

SPICCON. S.23 KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


rampa scale G Q fsd Lrampa h Larg. Ramp As,eff. Md Mu Verif.
trasversale 5,00 4,00 274 385 18 150 6,28 24,09 24,60 ok

SPICCON. S.23 KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


trave porta scale G Q fsd Lrampa h L trave As,eff. Md Mu Verif.
130x30 5,00 4,00 274 475 30 680 26,14 156,54 175,40 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.24 fsd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 685 30 65 5,09 29,23 0,88 4,04 ok

SPICCON. S.25 KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


rampa scale G Q fsd Lrampa h Larg. Ramp As,eff. Md Mu Verif.
longitudinale 5,00 4,00 274 440 18 150 9,05 31,46 34,00 ok

SPICCON. S.25 KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


trave porta scale G Q fsd Lrampa h L trave As,eff. Md Mu Verif.
100x30 5,00 4,00 274 440 30 510 13,85 83,12 93,80 ok

SPICCON. S.26 KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


rampa scale G Q fsd Lrampa h Larg. Ramp As,eff. Md Mu Verif.
longitudinale 5,00 4,00 274 470 18 150 10,21 35,90 37,90 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.27 fsd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 420 30 20 0,57 3,38 0,88 0,47 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.28 fsd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 550 30 20 0,57 5,80 0,88 0,80 no

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VERIFICA INTRADOSSO SOLAIO PIANO SECONDO

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.8 f sd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 273,9 725 30 40 1,57 20,15 0,88 2,79 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.9 G Q f sd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 720 30 65 6,28 32,29 0,88 4,47 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.10 f sd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 660 30 20 1,01 8,35 0,88 1,15 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.11 G Q f sd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 410 40 25 1,01 4,03 0,88 0,42 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.12 f sd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 790 40 70 5,09 41,87 0,88 4,34 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.13 G Q f sd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 900 45 70 8,04 54,34 0,88 5,01 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.14 f sd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 590 30 20 0,57 6,67 0,88 0,92 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.15 G Q f sd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 525 30 20 0,57 5,28 0,88 0,73 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.16 f sd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 525 30 20 0,57 5,28 0,88 0,73 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.17 G Q f sd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 845 35 50 6,03 34,21 0,88 4,06 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.18 f sd ζ
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 880 30 40 2,67 29,69 0,88 4,11 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.19 G Q f sd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 315 30 25 0,50 2,38 0,88 0,33 ok

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KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.20 ζ
G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 270 30 25 1,57 1,75 0,88 0,24 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.21 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 460 30 20 0,57 4,06 0,88 0,56 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.22 G Q fsd L h Inter. Arm As,eff. Md ζ As,min. Verif.
in campata
5,00 3,00 274 680 30 40 1,92 17,73 0,88 2,45 no

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.sb.1 fsd
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md Mu Verif.
sbalzo
5,00 4,00 274 200 20 40 3,30 10,40 13,80 ok

KN/m² KN/m² Nmm² cm cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.sb.2 fsd
G Q L h Inter. Arm As,eff. Md Mu Verif.
sbalzo
5,00 4,00 274 200 20 25 1,54 6,50 6,60 ok

KN/m² KN/m² Nmm² m² cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.sb.3 fsd
G Q Area b dG As,eff. Md Mu Verif.
sbalzo angolo
5,00 4,00 274 6 85 160 32,33 124,80 126,50 ok

KN/m² KN/m² Nmm² m² cm cm cm² KNm cm²


SPICCON. S.sb.4 fsd
G Q Area h dG As,eff. Md Mu Verif.
sbalzo angolo
5,00 4,00 274 4 20 140 20,01 72,80 78,10 ok

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9.1.3. Verifica sopraelevazione acciaio

Negli anni ’80, in corrispondenza delle zone laterali sono state realizzate due
sopraelevazioni con elementi in carpenteria metallica con colonne e travi costituiti da
profili HEB 300. L’orditura secondaria è costituita da arcarecci costituiti da profili IPE 220
collegati alle travi principali mediante squadrette d’anima bullonate (nodo cerniera).
Come si evince dal rilievo fotografico riportato nella “relazione indagini eseguite”, tutte le
travi principali trasversali e quelle di bordo longitudinali sono collegate alle colonne
mediante piastre saldate al di sopra di queste (nodo incastro). Le travi principali interne
longitudinali sono invece collegate alle travi trasversali mediante squadrette saldate agli
irrigidenti trasversali delle suddette travi. Le travi interne longitudinali sono poi collegate
a tali squadrette attraverso 6 bulloni suddivisi in due file (nodo cerniera).

Figura 13 : Sopraelevazione in acciaio – Modello solido

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Ai fini dell’analisi si è considerato un modello agli elementi finiti discretizzando la


struttura in elementi tipo “frame” per la valutazione del comportamento delle colonne e
delle travi. Tale modello è stato direttamente applicato alla struttura portante in muratura
in modo da poter valutare le accelerazioni di piano effettivamente presenti in
corrispondenza del 3° livello. Per il calcolo degli effetti indotti dalle azioni sismiche è stata
eseguita un’analisi dinamica lineare con spettro di risposta assegnato, sono stati valutati i
periodi di vibrazione e calcolati i contributi alla risposta delle singole forme modali
eseguendo una somma in quadratura degli effetti (SRSS). Le verifiche delle strutture
metalliche sono riportate in dettaglio nel Tabulato di calcolo di verifica dello Stato di
Fatto.
Si riporta nel seguito la discretizzazione della struttura con l’indicazione del numero dei
nodi, degli elementi.

Figura 14 : Sopraelevazione in acciaio – Discretizzazione con numerazione dei nodi

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PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE

Figura 15 : Sopraelevazione in acciaio – Discretizzazione con numerazione delle travi

Si riportano nel seguito i diagrammi dei momenti flettenti per la combinazione statica e
sismica.

Figura 16 : Sopraelevazione in acciaio – Combinazione statica

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PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE

Figura 17 : Sopraelevazione in acciaio – Combinazione sisma x

Figura 18 : Sopraelevazione in acciaio – Combinazione sisma y

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PROGETTO ESECUTIVO
RELAZIONE TECNICA STRUTTURALE

Figura 19 : Sopraelevazione in acciaio – Colormap verifica a pressoflessione

Figura 20 : Sopraelevazione in acciaio – Colormap verifica a pressoflessione con instabilità

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PROGETTO ESECUTIVO
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Figura 21 : Sopraelevazione in acciaio – Colormap verifica ad instabilità flessotorsionale

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10. ADEGUAMENTO STATICO E SISMICO

Come descritto nei capitoli precedenti, la struttura presenta una elevata


vulnerabilità sia per carichi statici che sismici, pertanto è necessario prevedere un
intervento di consolidamento di alcuni setti murari e di conseguenza di alcune parti delle
fondazioni.
Si osserva che per motivi architettonici è prevista la demolizione dei setti e solai della
fascia centrale dell’edificio e la sostituzione con una struttura intelaiata in c.a.,
opportunamente collegata ai setti murari esistenti. Inoltre sempre per motivi
architettonici, è prevista la demolizione di una parte della struttura, attualmente adibita a
locali tecnici, e della passerella di collegamento, e la realizzazione di una nuova struttura
in c.a. da adibire ad aula magna e biblioteca, opportunamente giuntata all’edificio
esistente. Pertanto la struttura viene complessivamente divisa in tre corpi distinti: corpo A
e B, che rappresentano l’edificio esistente e sono oggetto di intervento di
consolidamento, e il corpo N che è l’edificio di nuova costruzione.

B N B

Figura 22 : Schema planimetrico stato di progetto

Si osserva infine che è prevista la realizzazione di una struttura in c.a. , separata dai corpi
precedentemente descritti, da adibire a locale server. Tale struttura è parzialmente
interrata ed è ad un solo livello, è costituita da una struttura intelaiata in c.a. con pilastri
di dimensioni 30x50 e travi di dimensione 60x22. I calcoli e le verifiche di tale corpo
sono riportate alla fine dell’allegato al tabulato di calcolo del corpo N.

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PROGETTO ESECUTIVO
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In merito all’adeguamento statico dei corpi A e B, è prevista la demolizione e successiva


ricostruzione di alcuni campi di solai. Inoltre per ridurre la vulnerabilità sismica del corpo
A, è prevista la realizzazione di nuovi setti in c.a. dello spessore di 20 cm, al fine di
conferire sufficiente rigidezza nella direzione trasversale. Tali setti non interferiscono con
il progetto architettonico in quanto sono collocati o in corrispondenza delle tramezzature
o dei vani scala e ascensore. È previsto inoltre il consolidamento di alcuni setti murari sia
della zona centrale che laterale mediante paretine in c.a. di spessore variabile da 5-7.5
cm, in adiacenza ai setti esistenti e opportunamente collegati agli stessi mediante barre
inghisate.
Gli interventi di consolidamento sono più chiaramente spiegati nei capitoli successivi,
descritti negli elaborati grafici dei particolari costruttivi, e verificati nei tabulati di calcolo
allegati.

10.1. INTERVENTI IN FONDAZIONE

Dalle indagini effettuate si osserva che l’area non presenta segni di dissesti
superficiali e si presenta nel complesso, per quanto rilevabile, stabile, che le fondazioni
appaiono generalmente in buone condizioni e non si riscontrano segni di cedimenti.
Tuttavia, la demolizione di alcuni maschi murari e la sostituzione con pilastri in c.a.
comporta un trasferimento di carichi concentrati, e non più distribuiti, sul piano fondale.
Pertanto è necessario prevedere, in corrispondenza dei setti da demolire o rinforzare,
opportuni interventi di consolidamento delle fondazioni del corpo A, che sono
generalmente di due tipi e sono dettagliatamente descritti nel seguito.
Si osserva che in questa fase progettuale, avendo a disposizione le caratteristiche fisiche
e meccaniche dei terreni derivanti dalle indagini geognostiche, è stata possibile eseguire
una analisi più precisa dei carichi agenti in fondazioni, che ha consentito di realizzare
fondazioni di tipo diretto in luogo di quelle profonde previste nel progetto Definitivo.
Infine per quanto riguarda le fondazioni del corpo N, di nuova costruzione, anche queste
saranno di tipo diretto e di dimensioni 1.60x1.80.

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- Intervento in fondazione - tipo 1

L’intervento in fondazione tipo 1 è eseguito in corrispondenza dei setti che vengono


interamente demoliti e sostituiti con telai in c.a.. L’intervento prevede la demolizione
parziale delle fondazioni esistenti in corrispondenza dei pilastri, e la realizzazione di una
nuova fondazione in c.a. di larghezza pari a 2.00 m e altezza pari a 2.20. Tali fondazioni
sono poste alla stessa quota delle fondazioni esistenti e opportunamente collegati ad esse
mediante barre inghisate.
Conseguentemente alla demolizione totale dei setti e dei sovrastanti solai, alla fondazione
così realizzata è affidato l’intero valore del carico permanente ed accidentale.
Gli elaborati grafici dell’intervento sono riportati nella tavola relativa all’armatura delle
fondazioni.

Figura 23 : Intervento fondazione tipo 1 - carpenteria

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Figura 24 : Intervento fondazione tipo 1 - sezione

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- Intervento in fondazione - tipo 2

L’intervento in fondazione tipo 2 è eseguito in corrispondenza dei setti che vengono


rinforzati mediante paretine in c.a. dello spessore variabile da 5 a 7.5 cm. Il
consolidamento è realizzato mediante sottofondazioni costituite da cordoli in c.a.,
aderenti alla fondazione esistente in muratura, di dimensioni pari a circa 60x250 per la
tipologia di fondazione esistente tipo 1 (edificio esistente), e 60x210 per la tipologia di
fondazione esistente tipo 2 (corpo esistente “d’ampliamento”). Tali travi sono collegate
alla fondazione esistente mediante barre in acciaio ad aderenza migliorata φ12 disposte

ad un interasse longitudinale di circa 80-100 cm, e solidarizzate alla fondazione mediante


iniezioni di malta espansiva all’interno dei fori. I dettagli dei consolidamenti in fondazione
sono riportati nella tavola dei rinforzo delle fondazioni.
La riduzione del carico sulla superficie di terreno sotto le vecchie strutture fondali si
ha soltanto quando “entrerà in forza” l’opera di allargamento, ovvero quando tutto il
complesso strutturale subirà un aumento dei carichi. Tale intervento di rinforzo è dunque
di tipo “passivo”, la fondazione esistente, infatti, agisce su un terreno già costipato
mentre le opere di allargamento poggiano su superfici dello stesso terreno non ancora
influenzate dal carico. Pertanto, in corrispondenza dei solai non demoliti e non oggetto di
alcun intervento, alla sezione di fondazione rinforzata verrà affidato l’intero valore dei
carichi accidentali, il peso proprio delle paretine di rinforzo, e i sovraccarichi permanenti
(massetto, pavimentazione, etc…) che verranno rimossi e successivamente realizzati.
Mentre in corrispondenza dei solai demoliti e ricostruiti, alla fondazione esistente verrà
affidato il solo peso proprio dei setti murari, in quanto anche il peso proprio del solaio
graverà sulla sezione di fondazione rinforzata.

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Figura 25 : Consolidamento fondazione tipologia 1 e 2

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10.2. INTERVENTI SUI SETTI MURARI

L’intervento previsto per il rinforzo dei setti murari consiste nell’inserimento di alcune
paretine in c.a. in adiacenza ai setti murari. In particolare, per il consolidamento per
carichi verticali è previsto l’inserimento di alcune paretine dello spessore di 5 e 7.5 cm in
corrispondenza di alcuni setti dei primi due livelli, mentre per il consolidamento per
carichi sismici sono previste per tutti i livelli del corpo centrale alcune paretine in c.a.
dello spessore di 7.5 cm. Tutte le paretine saranno armate con una doppia rete
φ12/20x20 opportunamente collegata ai maschi esistenti con barre di armatura φ12
inghisate disposte ad un interasse di 40 cm. L’applicazione del calcestruzzo delle paretine
è previsto mediante la tecnica dello “spritz beton”.
Così come previsto dal O.P.C.M. n° 3431/2005, la sezione muraria così rinforzata
presenta una resistenza pari al doppio di quella non rinforzata. Pertanto ai fini della
verifica si considera per la sezione rinforzata una tensione massima di progetto pari a fd
= 1.2 MPa.
In corrispondenza delle paretine in c.a., come precedentemente descritto, è previsto un
rinforzo delle fondazioni esistenti. I dettagli dei consolidamenti dei setti in elevazione
sono riportati nella corrispondente tavola dei rinforzi dei setti murari.
Si osserva che in corrispondenza dei solai da demolire e ricostruire, l’inserimento
delle pareti in c.a. comporta un notevole beneficio dei setti in muratura in quanto è
possibile assegnare alla sezione composta maschio murario+paretine in c.a. l’intero
valore dei carichi permanenti e accidentali. Invece in corrispondenza dei solai rinforza e
non demoliti, alla sezione composta maschio murario+paretine è possibile assegnare
l’intero valore dei carichi accidentali e dei sovraccarichi permanenti (massetto,
pavimentazioni, etc, che verranno rimossi e successivamente posti in opera) ed anche
una piccola aliquota del peso proprio del solaio esistente. Tale aliquota è ottenuta
“scaricando” opportunamente i setti murari ad esempio mediante ponteggi diffusi, in
modo da “mettere in forza” le paretine in c.a. realizzate.

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Figura 26 : Rinforzo con paretine in c.a.

Per ridurre la vulnerabilità sismica, è prevista la realizzazione di nuovi setti in c.a.


dello spessore di 20 cm, al fine di conferire sufficiente rigidezza nella direzione
trasversale.

Figura 27 : Inserimento setti in c.a.

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10.3. INTERVENTI SUI SOLAI

Considerando i risultati delle operazioni di spicconatura condotte sui solai


(esiguità del diametro, mancanza di aderenza dell’armatura con il calcestruzzo,
ossidazione delle barre), e le relative verifiche, si è deciso di prevedere un intervento
diffuso di molti campi di solai. L’intervento consiste nella realizzazione di alcune travi
principali a spessore parallele all’orditura del solaio e di larghezza variabile da 40 a 65
cm. Tali travi sono inserite al’interno del solaio esistente in sostituzione di una fascia dei
laterizi presenti, dopo aver eseguito una opportuna demolizione degli stessi.
Ortogonalmente alle travi principali è prevista la realizzazione di uno o due allineamenti di
travi “rompitratta” a spessore e di larghezza pari a 25 cm.
Per la realizzazione dei rinforzi suddetti, è prevista una preliminare puntellatura
degli orizzontamenti, pertanto ai solai rinforzati verrà affidato l’intero valore dei carichi
accidentali e dei sovraccarichi permanenti (massetto, pavimentazione) che verranno
demoliti e successivamente ricostruiti. Pertanto all’armatura dei solai esistenti verrà
affidato solo il carico legato al peso proprio dei solai stessi.
In alcuni campi di solai in cui l’armatura è completamente ossidata o non
aderente al calcestruzzo, è prevista la completa demolizione e ricostruzione con un solaio
del tipo latero-cementizio gettato in opera e di altezza pari a H = 20+5. Tale tipologia di
solai è adottata anche nella zona centrale dell’edificio che viene demolita e ricostruita per
motivi architettonici. Si precisa che i campi di solai la cui verifica risulta soddisfatta, e lo
stato di conservazione del calcestruzzo e delle barre di armatura risulta idoneo, non sono
oggetto di alcun intervento di rinforzo.
Considerando il basso valore della tensione di rottura del materiale costituente la
muratura, l’’intervento di sostituzione dei solai consente una riduzione delle tensioni
agenti sui setti murari, in quanto il carico dovuto ai nuovi solai (permanente e
accidentale) graverà interamente sulla sezione rinforzata costituita dal setto murario e
dalle due pareti di rinforzo in c.a..
Nelle tabelle seguenti si riporta la verifica degli interventi di rinforzo e la specifica
degli interventi previsti su ciascun solaio spicconato e verificato, maggiori informazioni
possono essere dedotte dagli elaborati grafici relativi allo Stato di Progetto. Si osserva
che alcuni solai della zona centrale dell’edificio verranno demoliti per motivi architettonici,
indipendentemente dal risultato della verifica.

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Figura 28 : Esempio di rinforzo dei solai.

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INTERVENTI PREVISTI PER I SOLAI INDAGATI AL PIANO 1°

SPICCON. S.S.2
Rinforzo con rompitratta
corpo "origin."
SPICCON. S.S.2
Rinforzo con rompitratta
corpo "d'ampl."
SPICCON. S.S.4
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SOLAIO S.1
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.2
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.3
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.4
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.6
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.7
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S. 23
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 24
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 25
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 26
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S. 27
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S. 28
Rinforzo con rompitratta
in campata

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INTERVENTI PREVISTI PER I SOLAI INDAGATI AL PIANO 2°

SPICCON. S.8
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.9
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.10
Demolizione e ricostruzione solaio in c.a.
in campata
SPICCON. S.11
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.12
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.13
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.14
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.15
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.16
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.17
Nessun intervento
in campata
SPICCON. S.18
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.19
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.20
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.21
Da demolire per motivi architettonici
in campata
SPICCON. S.22
Rinforzo con rompitratta
in campata
SPICCON. S.sb.1 Nessun intervento

SPICCON. S.sb.2 Nessun intervento

SPICCON. S.sb.3 Nessun intervento

SPICCON. S.sb.4 Nessun intervento

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11. ANALISI STATO DI PROGETTO

- CORPO A

Il corpo A comprende quasi tutto l’edificio esistente in muratura, a meno della


parte posteriore attualmente adibita a locali tecnici. Come descritto in precedenza in
sostituzione di alcuni setti murari, è prevista la realizzazione di una struttura intelaiata
con travi e pilastri in c.a.. Nella parte centrale, per esigenze architettoniche, è prevista la
demolizione dei setti murari e dei relativi solai. Questi saranno sostituiti per i livelli
intermedi, con un nuovo con solaio latero-cementizio completamente gettato in opera di
altezza h = (20+5) con travetti posti ad un interasse di 50 cm.
Allo scopo di valutare gli effetti indotti dai carichi agenti si è considerato un
modello tridimensionale rappresentativo del comportamento strutturale dell’edificio
oggetto di verifica. La struttura è stata discretizzata in elementi finiti tipo “frame”, per la
valutazione delle sollecitazioni sulle travi e pilastri in c.a., e in elementi “shell” per la
valutazione del comportamento dei maschi murari e dei nuovi setti di rinforzo in c.a..

Figura 29 : Modello numerico – Corpo A

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- CORPO B

Il corpo B è costituito dai due corpi dell’edificio esistente risultanti dal taglio del
corpo originario necessario per la realizzazione del nuovo edificio in c.a. da adibire ad
aula magna e biblioteca (corpo N). I due corpi B sono opportunamente separati in
elevazione dal corpo N mediante un giunto di 10 cm. La struttura portante dei due corpi
oggetto di verifica è costituita al piano terra da setti in calcestruzzo semplice non armato,
e al piano primo e secondo da paramenti in muratura di tufo. Per conferire una adeguata
rigidezza trasversale, che risulta molto ridotta dal taglio eseguito nella struttura
originaria, è prevista la realizzazione di un telaio costituito da travi e pilastri in c.a.. Nel
corpo di sinistra, rappresentato in figura, è prevista anche la realizzazione di un vano
ascensore realizzato con setti in c.a. dello spessore di 20 cm.
Ai fini dell’analisi si è considerato un modello agli elementi finiti, discretizzando la
struttura in elementi tipo “frame”, per la valutazione delle sollecitazioni sul telaio
trasversale in c.a., e in elementi “shell” per la valutazione del comportamento dei setti.
Per i solai si è considerato un vincolo tipo “diaframma” per tener conto del
comportamento infinitamente rigido dell’impalcato nel proprio piano. Per il calcolo degli
effetti indotti dalle azioni sismiche è stata eseguita un’analisi statica non lineare. La
descrizione delle forze orizzontali considerate ed i risultati ottenuti sono riportati
rispettivamente nei capitoli successivi e nei relativi tabulati di calcolo

Figura 30 : Modello numerico – Corpo B di sinistra

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- CORPO N

Il corpo N è costituito dall’ edificio di nuova costruzione da adibire ad aula magna


e biblioteca. La struttura portante è costituita da una struttura intelaiata con travi e
pilastri in c.a.. Gli orizzontamenti sono costituiti da una piastra in c.a. di altezza pari a 40
cm alleggerita con elementi in polistirolo. Tale piastra è inclinata al piano primo e
secondo, mentre è completamente piana in copertura. Le fondazioni sono costituite da un
reticolo di travi rovesce 160x180. L’edificio è opportunamente separato dai A mediante
un giunto di 15 cm, e dai corpi B mediante un giunto di 10 cm.
Ai fini dell’analisi si è considerato un modello agli elementi finiti discretizzando la
struttura in elementi tipo “frame” per la valutazione del comportamento dei pilastri e
delle travi, e in elementi tipo “shell” per la valutazione del comportamento dei solai. Per i
solai si è considerato un vincolo tipo “diaframma” per tener conto del comportamento
infinitamente rigido dell’impalcato nel proprio piano. Per il calcolo degli effetti indotti dalle
azioni sismiche è stata eseguita un’analisi dinamica lineare con spettro di risposta
assegnato, sono stati valutati i periodi di vibrazione e calcolati i contributi alla risposta
delle singole forme modali eseguendo una somma in quadratura degli effetti (SRSS).
Si riporta nel seguito la discretizzazione della struttura con l’indicazione del numero dei
nodi, degli elementi, ed il modello solido.

Figura 31 : Discretizzazione con numeraz. nodi – Corpo N

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Figura 32 : Discretizzazione con numeraz. elementi – Corpo N

Figura 33 : Modello solido – Corpo N

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11.1. VERIFICHE LINEARI (CORPO N)

Sono state condotte verifiche agli stati limite, confrontando le sollecitazioni di


calcolo con le resistenze di progetto. Il dettaglio dei risultati ottenuti è riportato nel
relativo tabulato di calcolo.
Si riportano nel seguito i diagrammi dei momenti flettenti per la combinazione statica e
sismica

Figura 34 : Momenti flettenti – combinazione statica

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Figura 35 : Momenti flettenti – combinazione sisma lungo x

Figura 36 : Momenti flettenti – combinazione sisma lungo y

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11.2. VERIFICHE NON LINEARI (CORPI A E B)

Per i corpi esistenti A e B, si è eseguita un’analisi statica non lineare che consiste
nell’applicare alla struttura i carichi gravitazionali ed un sistema di forze orizzontali
monotonamente crescenti fino al raggiungimento delle condizioni ultime. Per la struttura
in esame è stata applicata, sia in direzione x che y, una distribuzione di forze
proporzionali alle masse di piano, e una triangolare proporzionale al prodotto delle masse
per la deformata corrispondente al primo modo di vibrare. Con la procedura step by step
si segue la storia di formazione delle cerniere sulla struttura e si ottiene la curva di
capacità, che mette in relazione il taglio alla base con lo spostamento del baricentro
dell’ultimo impalcato, con la conseguente definizione dei due livelli di accelerazione al
suolo, corrispondenti ai due stati limite definiti dalla Norma, e dei loro rapporti con le
accelerazioni attese con probabilità 10% e 50 % in 50 anni. Nel caso di analisi statica non
lineare, per gli edifici in muratura, è previsto solo una verifica globale in spostamento, e
non le verifiche dei singoli elementi. I pannelli murari sono caratterizzati da un
comportamento bilineare elastico perfettamente plastico, con resistenza equivalente al
limite elastico e spostamenti al limite elastico e ultimo definiti per mezzo della risposta
flessionale o a taglio. In particolare lo spostamento ultimo per azioni nel piano di ciascun
pannello è assunto pari a 0.4% dell'altezza del pannello nel caso di rottura per taglio, e
pari a 0.6% nel caso di rottura per pressoflessione. La capacità di spostamento relativa
allo stato limite di danno limitato è individuata sulla curva di capacità espressa in termini
di forza-spostamento effettiva dell’edificio in corrispondenza dello spostamento minore
tra quello corrispondente al raggiungimento della massima forza e quello per il quale lo
spostamento relativo fra due punti sulla stessa verticale appartenenti a piani consecutivi
eccede il valore dello 0.3% dell’altezza di interpiano. La capacità di spostamento relativa
allo stato limite di danno severo verrà individuata sulla curva di capacità espressa in
termini di forza-spostamento in corrispondenza di una riduzione della forza resistente non
superiore al 20% del massimo valore.
La verifica di sicurezza consiste nel confronto tra la capacità di spostamento
ultimo dell’edificio e la domanda di spostamento. In generale si determina la capacità di
spostamento rispetto ad uno stato limite e da essa si ricava l’accelerazione al suolo
(domanda) che porta ad eguagliare tale capacità (PGADS , PGADL).

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11.2.1. Pushover Corpo A

Si riporta il confronto tra le accelerazioni attese corrispondenti ad una probabilità


di eccedenza del 10% e 50% in 50 anni (considerando il coefficiente di importanza), e
quelle per le quali si ottiene il raggiungimento dei diversi stati limite. Si osserva che la
struttura in esame presenta dei coefficienti di sicurezza compresi nell’intervallo
PGADL /PGA50% = 4.44-5.83 rispetto alla verifica allo stato limite di danno limitato, e
PGADS /PGA10% = 1.06-1.38 rispetto alla verifica allo stato limite di danno severo.
Pertanto la struttura così adeguata risulta verificata.

Direz. PGA DL-DS /


Tipo S.L. PGA10%-50% PGA DL-DS
sisma PGA10%-50%

Danno limitato 0,072 g 0,32 g 4.44


Prop. 1°
X
MODO
Danno severo 0,18 g 0,19 1.06

Danno limitato 0,072 g 0,33 4.58


Prop. 1°
Y
MODO
Danno severo 0,18 g 0,19 1.06

Tabella: Verifica non lineare Pushover - 1° modo

Direz. PGA DL-DS /


S.L. PGA10%-50% PGA DL-DS
Tipo sisma PGA10%-50%

Danno limitato 0,072 g 0,42 g 5.83


Prop.
X
MASSE
Danno severo 0,18 g 0,25 g 1.38

Prop. Danno limitato 0,072 g 0,41 g 4.44


Y
MASSE
Danno severo 0,18 g 0,24 g 1.33

Tabella: Verifica non lineare Pushover -Masse

Nel seguito si riportano le curve di capacità, gli spettri ADSR con l’indicazione degli
spostamenti e delle corrispondenti accelerazioni per ciascun stato limite, e l’individuazione

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del pannello murario che per primo raggiunge lo stato limite considerato. Si osserva che
il massimo taglio alla base sopportabile è pari a T = 6570 t, a cui corrisponde uno
spostamento del baricentro della copertura pari a dc = 7.13 cm.
- PUSHOVER IN DIREZIONE X – PROP. 1° MODO

Figura 37 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. X – Prop. 1° Modo

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- PUSHOVER IN DIREZIONE X – PROP. MASSE

Figura 38 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. X – Prop. Masse

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- PUSHOVER IN DIREZIONE Y – PROP. 1° MODO

Figura 39 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. Y – Prop. 1° Modo

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- PUSHOVER IN DIREZIONE Y – PROP. MASSE

Figura 40 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. Y – Prop. Masse

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11.2.2. Pushover Corpo B

Si riporta il confronto tra le accelerazioni attese corrispondenti ad una probabilità di


eccedenza del 10% e 50% in 50 anni (considerando il coefficiente di importanza), e
quelle per le quali si ottiene il raggiungimento dei diversi stati limite. Si osserva che la
struttura in esame presenta dei coefficienti di sicurezza compresi nell’intervallo
PGADL /PGA50% = 3.33-4.72 rispetto alla verifica allo stato limite di danno limitato, e
PGADS /PGA10% = 1.005-1.33 rispetto allo stato limite di danno severo. Pertanto la
struttura risulta verificata.

Direz. PGA DL-DS /


Tipo S.L. PGA10%-50% PGA DL-DS
sisma PGA10%-50%

Danno limitato 0,072 g 0,26 g 3.61


Prop. 1°
X
MODO
Danno severo 0,18 g 0,22 1.22

Danno limitato 0,072 g 0,24 3.33


Prop. 1°
Y
MODO
Danno severo 0,18 g 0,181 1.005

Tabella: Verifica non lineare Pushover - 1° modo

Direz. PGA DL-DS /


S.L. PGA10%-50% PGA DL-DS
Tipo sisma PGA10%-50%

Danno limitato 0,072 g 0,34 g 4.72


Prop.
X
MASSE
Danno severo 0,18 g 0,24 g 1.33

Prop. Danno limitato 0,072 g 0,30 g 4.16


Y
MASSE
Danno severo 0,18 g 0,22 g 1.22

Tabella: Verifica non lineare Pushover -Masse

Nel seguito si riportano le curve di capacità, gli spettri ADSR con l’indicazione degli
spostamenti e delle corrispondenti accelerazioni per ciascun stato limite, e l’individuazione

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del pannello murario che per primo raggiunge lo stato limite considerato. Si osserva che
il massimo taglio alla base sopportabile è pari a T = 270 t, a cui corrisponde uno
spostamento del baricentro della copertura pari a dc = 4.1 cm.

- PUSHOVER IN DIREZIONE X – PROP. 1° MODO

- Figura 41 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. X – Prop. 1° Modo

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- PUSHOVER IN DIREZIONE X – PROP. MASSE

- Figura 42 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. X – Prop. Masse

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- PUSHOVER IN DIREZIONE Y – PROP. 1° MODO

- Figura 43 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. Y – Prop. 1° Modo

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- PUSHOVER IN DIREZIONE Y – PROP. MASSE

- Figura 44 : Curva di capacità e spettro ADSR – Pushover dir. Y – Prop. Masse

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11.3. PENSILINA D’INGRESSO IN ACCIAIO

All’ingresso dell’edificio è prevista la realizzazione di una pensilina in acciaio. Le


colonne di acciaio sono realizzate con profili tubolari cavi 400x80, le travi principali sono
costituite da profili HEB 300. L’orditura secondaria è costituita profili scatolari 250x100x80
posti ad un interasse di 40 cm. Gli sbalzi della pensilina sono costituiti da profili a “T”
inversa a sezione variabile posti ad un interasse di 80 cm. Le travi principali sono
collegate alla colonna mediante saldatura, mentre i profili scatolari e a “T” inverso” sono
collegati alle travi principali mediante bulloni e squadrette d’anima. Le colonne sono
collegate al plinto inferiore mediante piastra saldata e tirafondi.

Figura 45 : Pensilina in acciaio – Modello solido

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Ai fini dell’analisi si è considerato un modello agli elementi finiti discretizzando la


struttura in elementi tipo “frame” per la valutazione del comportamento delle colonne e
delle travi. Per il calcolo degli effetti indotti dalle azioni sismiche è stata eseguita
un’analisi dinamica lineare con spettro di risposta assegnato, sono stati valutati i periodi
di vibrazione e calcolati i contributi alla risposta delle singole forme modali eseguendo
una somma in quadratura degli effetti (SRSS). Le verifiche delle strutture metalliche sono
riportate in dettaglio nel Tabulato di calcolo di verifica dello Stato di Progetto.
Si riporta nel seguito la discretizzazione della struttura con l’indicazione del numero dei
nodi, degli elementi.

Figura 46 : Pensilina in acciaio – Discretizzazione con numerazione dei nodi

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Figura 47 : Pensilina in acciaio – Discretizzazione con numerazione delle travi

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Si riportano nel seguito i diagrammi dei momenti flettenti per la combinazione statica e
sismica.

Figura 48 : Pensilina in acciaio – Combinazione statica

Figura 49 : Pensilina in acciaio – Combinazione sisma x

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Figura 50 : Pensilina in acciaio – Combinazione sisma y

Figura 51 : Sopraelevazione in acciaio – Colormap verifica a pressoflessione

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Figura 52 : Sopraelevazione in acciaio – Colormap verifica a pressoflessione con instabilità

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11.4. LABORATORIO ESTERNO

Il corpo da adibire a nuovo Laboratorio esterno, è costituito da un solo livello e


presenta una struttura portante in tufo. I setti di bordo presentano uno spessore di 50
cm, mentre quelli interni sono da 30 cm. Nello stato di progetto è prevista la demolizione
di due setti interni trasversali
Ai fini dell’analisi si è considerato un modello agli elementi finiti, discretizzando la
struttura in elementi “shell” per la valutazione del comportamento dei setti murari.
Per i solai si è considerato un vincolo tipo “diaframma” per tener conto del
comportamento infinitamente rigido dell’impalcato nel proprio piano.
Per il calcolo degli effetti indotti dalle azioni sismiche è stata eseguita un’analisi dinamica
lineare.

Figura 53 : Modello numerico – Laboratorio esterno

Dalle analisi e verifiche condotte, e descritte nei relativi tabulati di calcolo, si evince
che la struttura risulta verificata.

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