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Dal turismo aristocratico al

turismo di massa
a. Il primo turismo, un fatto da ricchi
Nonostante il caso di James Cook e gli inizi popolari inglesi il
primo turismo un fatto di elite:
sia per quanto riguarda i flussi
internazionali (solo i molto ricchi potevano
andare allestero)
sia per quanto riguarda la strutturazione
dellofferta (le strutture appositamente dedicate
alle attivit di svago erano prevalentemente per
ricchi)
sia, infine, perch le innovazioni logistiche
e di genere partono sempre dalla fascia pi
alta della societ

Il Grand Tour e le sue propaggini, dunque, sono appannaggio


dapprima dellaristocrazia quindi di alte borghesie molto ben
dotate di danari; stessa cosa vale per il termalismo e la
balneazione, con laggiunta via via di fasce di borghesia medio-
alta (militari, funzionari dello stato che erano pochi e ben pagati)
che possono fruire di unofferta che si espande e si diversifica
comprendendo fasce qualitativamente pi basse (al mare cerano il
Grand Hotel della Costa Azzurra o di Brighton ma anche la villetta
in affitto di Pesaro o addirittura gli appartamentini al Quadrato
della Fiera di Schiavonea). Da tutto questo sono rigorosamente
escluse le famiglie contadine, le famiglie operaie e le famiglie
della gran parte degli impiegati che
non hanno reddito sufficiente a pagarsi dei
periodi di villeggiatura o di viaggio fuori casa
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perch i loro guadagni bastano appena alle
spese fondamentali per la vita quotidiana
non hanno tempo da dedicare a queste
attivit. o meglio: i contadini ce lavrebbero ma
sono quelli che in genere hanno meno soldi e
minor propensione a viaggiare (in quanto sono
mentalmente pi conservatori e lontani dai
flussi di offerta e di propaganda), mentre operai
e impiegati fino a tutto lOttocento hanno a
malapena la domenica, giorno che peraltro serve
in genere per andare a messa, per riposarsi dalle
lunghe giornate lavorative della settimana
oppure per smaltire la sbornia del sabato e
magari prendersene unaltra. daltronde nessuna
di queste categorie dispone di ferie e tantomeno
di ferie obbligatorie e pagate, unistituzione
introdotta molto lentamente e affermatasi
soltanto nel Novecento. ma di questo parleremo
tra un poco.

b. I caratteri del turismo aristocratico


LOttocento e i primi quindici anni del Novecento sono dunque
lepoca del turismo aristocratico.
Le scelte di viaggio e di villeggiatura delle case reali, delle loro
corti e della vasta aristocrazia europea determinano (allinterno di
un sistema socialmente molto coeso) le sorti delle zone di
villeggiatura e levoluzione dei generi turistici.
Un meccanismo fondamentale quello gi visto
dellesclusivit.
LOttocento un secolo ancora povero rispetto al Novecento
ma in Occidente anche un secolo di rapida crescita della
produzione, di diffusione dellindustria, di espansione dei
commerci internazionali e di allargamento del potere di acquisto
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di crescenti fasce di popolazione europea. La quantit di persone
che pu accedere al turismo resta minoritaria ma cresce molto
rapidamente.
Questo fa in modo, come sempre avvenuto e come avviene
ancor oggi, che le mode lanciate dai gruppi che sono
allavanguardia trovino subito degli imitatori che cercano di
affermare il proprio prestigio accedendo a consumi e
comportamenti di lusso. Larrivo di questi estranei, meno ricchi
e prestigiosi dei pionieri porta lentamente alla diminuzione del
prestigio di una localit o di una attivit di punta. Nel caso del
turismo come nel caso di tutti i consumi la ricerca dellesclusivit,
cio dei modi per distinguersi da chi meno ricco, un
formidabile motore di cambiamento, sia delle mete che dei generi
che delle pratiche. Molti dei mutamenti che abbiamo avuto modo
di osservare nel campo dei viaggi e della villeggiatura dal
Settecento in poi sono dovuti proprio alla continua ricerca
dellesclusivit.
Il sistema del turismo aristocratico ottocentesco dunque un
sistema coeso, in cui un ceto di punta piuttosto ristretto si
orienta sulla base di una fitta comunicazione e di strategie comuni
di scelte ed esclusioni. Scelte ed esclusioni tanto pi importanti in
quanto, come sappiamo, a questi livelli il turismo non solo svago
ma anche socializzazione, come landare a teatro, cio un modo
per incontrare i propri pari, scambiare opinioni, confermare o
modificare le gerarchie sociali.
principalmente grazie ad esso che alla
balneazione estiva del Mare del Nord si affianca
e poi in gran parte si sostituisce la balneazione
dapprima invernale e poi estiva del
Mediterraneo, che Venezia e Cannes
sostituiscono cio lentamente Brighton e
Ostenda;
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ancora grazie ad esso che si affermano il
turismo climatico in montagna e
successivamente gli sport invernali, come
succedaneo della stagione invernale della
balneazione mediterranea che si andava gi
imbastardendo a fine Ottocento;
infine grazie ad esso che si stabilisce
una gerarchia tra le localit europee pi
importanti al cui vertice stanno localit come
Baden Baden, Saint Moritz, Venezia, Taormina,
Cannes; gli investimenti e gli esperimenti fatti
nel campo della ricezione e delle attrazioni in
queste localit, a loro volta, costituiscono un
esempio che le altre localit turistiche cercano
di imitare per aumentare il proprio prestigio e la
propria attrattivit.

Ho parlato ad esempio pi volte, tra le tante strutture innovative


del turismo ottocentesco, del Grand Hotel: lalbergo di lusso di
grandi dimensioni, famoso a livello internazionale, diviene col
tempo il simbolo stesso del turismo aristocratico e tutte le localit
che si rispettino, che hanno ambizioni internazionali, cercano
prima o poi di dotarsene per affermare il raggiunto status di
stazione di lusso. Anche se magari, come nel caso di Rimini, si
tratta di localit da sempre dedite alla ricezione di ceto medio.
Con la prima guerra mondiale (catastrofica in tutti i campi) il
turismo aristocratico, coi suoi circuiti cosmopoliti, si interrompe,
ma alla fine della guerra invece di riprendersi esso appare entrato
in una crisi irreversibile. Dopo la guerra infatti la persistente crisi
economica e politica europea, la fine della societ cosmopolita e il
lento emergere delluso estivo del mare portarono alla fine della
bella epoque della balneazione invernale (che sopravvive
marginalmene), cui contribu anche il crescente successo degli
sport invernali e delle localit di montagna.
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Proprio gli anni in cui il turismo aristocratico europeo entra in
una crisi irreversibile sono quelli in cui giungono lentamente a
maturazione le condizioni per un turismo molto pi ampio, in
grado di coinvolgere anche strati medio bassi e bassi della
popolazione. Vediamo come si arriva alle soglie del turismo di
massa, anche se poi riprenderemo la questione guardando al caso
davangardia in questo senso, che quello degli Stati Uniti,
anticipato di qualche anno rispetto al continente europeo.

c. La promozione del turismo:


lassociazionismo e lintervento dello
stato
c.1. Il mutamento tecnologico di fine ottocento: nascita
della mobilit individuale
Un primo aspetto della transizione, anche in questo caso, parte
da origini tecnologiche.
Abbiamo visto come gi la nascita della ferrovia permette,
almeno nei primi paesi che si industrializzano, lo sviluppo di
forme embrionali di turismo popolare: le gite domenicali al mare
degli operai delle grandi citt industriali inglesi, la visita di un
giorno alle esposizioni universali, eccetera.
Con la fine dellOttocento si hanno alcune altre innovazioni
tecnologiche nel campo dei trasporti destinate a modificare in
profondit la mobilit e quindi il turismo. Nel giro di una
trentina danni, tra il 1875 e il 1905 nascono la bicicletta,
lautomobile e laeroplano. Se il terzo mezzo comincer molto
tardi ad avere influenza sul turismo (soltanto dopo il 1945), gli
altri due sconvolgono il campo del trasporto delle persone in
quanto danno vita allepoca della mobilit individuale di massa.
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c.2. Alcune tappe della motorizzazione privata in italia
In Italia dopo la met dellOttocento il fervore ferroviario faceva
trascurare le strade, in effetti abbastanza disastrate (in crescita da
90.000 a 137.000 km tra 1860 e 1902, ma di esse solo un
ventesimo erano statali).
Lavvento dellautomobile capovolge la situazione portando
lattenzione pubblica sul miglioramento della rete stradale.
Alcune date mostrano la rapidit e la complessit dello sviluppo
automobilistico e quindi della mobilit individuale italiana:
nel 1895 prima fabbrica di automobili
italiana
1898 fondazione dellAutomobile Club
Italiano
1899 fondazione della Fiat
1926 prima autostrada (milano-laghi) e poi
1927 milano-bergamo - 1928 roma-ostia - 1928
napoli-pompei - 1931 bergamo-brescia - 1932
milano-torino - 1932 firenze-mare - 1933
padova-venezia - 1936 genova-serravalle

per un complesso di 500 km, primato mondiale alla met degli


anni 30. Successivamente lo sviluppo autostradale italiano sub
blocco fino ai primi anni 50 cui segu fino al 1966 un eccezionale
boom della motorizzazione privata:
la propensione a farsi la vettura stata quasi quattro volte
pi forte dellaumento del reddito nazionale e quindi dei
redditi individuali.

Lautomobile, al pari del treno, ha mutato in profondit il volto


del turismo, rendendolo pi mobile: non solo andare in un posto e
soggiornarci a lungo, ma ora anche girare pi o meno in
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continuazione, magari solo con brevi soste. Ha contribuito
insomma al passaggio da un turismo pi statico a un turismo pi
dinamico.
Ne sono conseguite importanti trasformazioni nella ricezione:
dallalbergo, dalla locanda e dalla pensione come forme standard e
uniche a una maggiore variet che comprende ad esempio il motel,
lautostello e le varie forme di ricezione extralberghiera (camping,
villaggi turistici, ostelli).
inoltre proprio attorno alla bicicletta e allautomobile che in
tutta Europa si sviluppa il primo vero associazionismo turistico.
Ma prima di arrivarci facciamo una breve digressione sul ruolo
dello stato e dellassociazionismo nello sviluppo del turismo nei
paesi industriali.
c.3. I tre protagonisti del turismo: imprenditoria,
associazionismo e istituzioni pubbliche
Le dotazioni di beni pubblici
Un elemento di grande importanza costituito infatti
dallintervento finanziario pubblico. Per la quasi totalit delle
localit lo sviluppo turistico diviene possibile solo una volta che
esse sono state dotate di una serie di infrastrutture fondamentali
che spesso solo le amministrazioni pubbliche possono realizzare:
strade, ferrovie, aeroporti, opere di urbanizzazione primaria,
attrazioni (passeggiate, parchi, etc). In questo caso il mercato si
rivela inadeguato a creare tutte le precondizioni dello sviluppo
dellattivit turistica e il ruolo delle istituzioni diviene decisivo.
Tutto ci vale per soltanto a partire dalla seconda met
dellOttocento, quando il turismo inizia ad apparire unattivit di
una certa importanza economica e i comuni un po ovunque
decidono di stanziare qualche somma per favorire il lancio di una
localit o per consolidarne la clientela. Lintervento degli stati
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inizier solo molto pi tardi.
Crescita dellintervento
Tale intervento si manifesta infatti a partire dai primi anni del
Novecento ma si istituzionalizza realmente solo dopo la Prima
Guerra Mondiale, cio dopo il 1920 circa. in questi anni che
da un lato ci si rende conto che il turismo pu essere unattivit di
notevole interesse per lo sviluppo locale e per la bilancia dei
pagamenti e dallaltro lato ci si accorge che le varie localit
iniziano a farsi acutamente concorrenza tra loro. Questa
convinzione induce i governi a intervenire in modo diretto nel
settore:
legiferando
mettendo in piedi delle rilevazioni
statistiche
favorendo la formazione
facendo propaganda allestero

Lo stato che intervenuto in modo pi organico e ambizioso


stata comunque la Francia e in forme ancora diverse, conducendo
dopo la Seconda Guerra Mondiale unampia opera di
pianificazione territoriale dello sviluppo balneare.
Importanza dei governi locali
Il caso francese per abbastanza anomalo.
Tra le istituzioni quelle che sono intervenute per prime e che
hanno sempre mostrato la maggior continuit e organicit di
impostazione sono state le amministrazioni locali, e in
particolar modo i comuni. Nella Gran Bretagna sette e
ottocentesca i comuni hanno fatto molto per la nascita e la crescita
di molte importanti localit termali e balneari, prima fra tutte la
celebre Bath e nel 1911 le amministrazioni delle localit turistiche
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inglesi spendevano nella media il doppio delle altre
amministrazioni. Non diverso fu il caso italiano, dove le localit
pi celebri sorsero e prosperarono in presenza tanto di
investimenti privati sufficienti quanto di una sensibilit pubblica
piuttosto forte.
Importanza dellassociazionismo
Oltre allo stato e agli enti locali un altro soggetto non
imprenditoriale di grande importanza costituito
dallassociazionismo.
Esso influisce sullo sviluppo del turismo soprattutto in quattro
modi:
contribuendo a creare un mercato (la
propaganda, leducazione, la funzione di
unificazione nazionale)
migliorando lofferta dei privati (la
stampa specializzata, la formazione, la
supplenza rispetto allo stato)
favorendo la tutela del patrimonio
(contro un uso rapace e speculativo del
territorio, in quanto portatori di vari tipi di
interesse sovralocale. ma non sempre)
stimolando la nascita di imprese profit

In Italia, ad esempio, hanno svolto un ruolo straordinario in tal


senso il Touring Club Italiano e il Club Alpino Italiano.
c.4. Lassociazionismo turistico in Europa e in Italia
Brevemente:
la riconversione e il peso comunque
sempre limitato del Cai
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nascita del Touring Club Ciclistico
Italiano, sulla scia di modelli europei analoghi
le peculiarit del Touring Club Ciclistico
Italiano e poi del Touring Club Italiano
il suo ruolo centrale in Italia
le associazioni per la promozione del
turismo
lenit: unente misto pubblico-privato tra
Stato e Touring

Ma se con lassociazionismo siamo di fronte a un importante


salto di qualit
nella diffusione popolare della cultura
turistica e nello stimolo al viaggio e alla
villeggiatura
nel coinvolgimento dello stato e delle
strutture pubbliche nel sostegno al turismo
nello stimolo allimprenditoria a
migliorare la qualit dei servizi

i protagonisti - come soci e come dirigenti -


dellassociazionismo turistico dei primi 20-30 anni del Novecento
restano ancora in larga prevalenza figure dei ceti medi e medio
alti, quindi una minoranza della popolazione italiana e, pi in
generale, di quella europea.
Proprio a partire dagli anni 20, tuttavia, alcuni cambiamenti
culturali, sociali ed economici danno una spinta ulteriore
allallargamento della pratica del turismo alla maggioranza della
popolazione dei paesi industrializzati europei, cos come sta
avvenendo negli Usa.
Tra questi cambiamenti ha un ruolo particolarmente importante
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lestensione del tempo libero, sul quale vale la pena ci
soffermeremo tra un poco, dopo aver accennato velocemente alla
nascita e allevoluzione dellintervento statale italiano nel campo
del turismo.
c.5. Lintervento statale in campo turistico: il caso
dellItalia
Dal club alla tassa di soggiorno
Fino ai primi anni del secolo nessun segno di interessamento da
parte dello Stato italiano al settore turistico, al contrario di quanto
stava accadendo da tempo in Francia e in Svizzera.
I primi tentativi di organizzazione del turismo in Italiano sono
quindi per lo pi a livello di privati:
i ritrovi e i club locali organizzati da
privati o al massimo dai Comuni
loperato delle agenzie turistiche straniere
e dal 1897 anche italiane
le associazioni sportive, turistiche e
ricreative (Club Alpino Italiano dal 1863,
Touring Club Italiano dal 1894, Automobile
Club dItalia dal 1898, e poi Lega Navale, Moto
Club, Aero Club, Federazione Motonautica, etc)
le associazioni di categoria (Societ
Italiana degli Albergatori dal 1899;
Associazione per il Movimento dei Forestieri
dal 1901)
infine, sullesempio della Francia, iniziano
a sorgere le prime societ Pro-loco

Nel 1911 - con il governo Luzzati - c un primo esplicito


intervento dello Stato, cio la legge che istituisce la tassa di
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soggiorno per i comuni di interesse turistico che intendano
valersene e usarla per creare infrastrutture turistiche.
La guerra blocca questo primo, timido tentativo.
LEnte Nazionale Industrie Turistiche - Enit
A causa la grande fame di danaro creatasi a causa della guerra a
partire dal 1919 ci si accorse anche a livello politico e istituzionale
che il turismo non soltanto esisteva ma poteva tornare anche molto
utile per il bilancio dello Stato.
Proprio nel 1919 una commissione elabor un decreto legge per
la promozione del turismo, presto approvato. I punti qualificanti di
questo provvedimento erano:
costituzione dellEnte Nazionale per le
Industrie Turistiche (Enit), finanziato con una
marca da bollo sui conti alberghieri
agevolazioni agli alberghi danneggiati
dalla guerra;
riordinamento delle norme giuridiche sulle
responsabilit civile degli albergatori

Il grande punto di svolta fu in effetti la costituzione dellEnit, i


cui scopi istituzionali erano:
monitoraggio del fenomeno turistico
propaganda nazionale e internazionale
costituzione di infrastrutture di servizio
coordinamento delle attivit degli enti
pubblici e privati gi esistenti

La costituzione dellEnit costituisce una tappa fondamentale del


turismo in Italia in quanto da allora ha inizio, sia pure tra lentezze
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e incomprensioni, un favorevole orientamento della stampa e della
pubblica opinione verso gli interessi della collettivit turistica
nazionale.
Le aziende autonome di soggiorno
Due anni dopo si verific un passo indietro, cio lemanazione
della legge del 19.11.1921 che snaturava la tassa di soggiorno
estendendola a tutti i comuni
destinandola alle spese ordinarie.

Per ovviare alle conseguenze negative di questo provvedimento


lEnit e i comuni a vocazione turistica iniziarono a pensare a enti
di gestione locali specializzati delle attivit turistiche che
affiancassero - ancora una volta sullesempio di Francia e Svizzera
- le municipalit: da questa riflessione nacquero nel 1926 le
Aziende autonome di soggiorno e turismo (Aasstt).
Esse erano ben distinte dal comune ed erano finanziate con
proventi particolari.
Il primo passo per listituzione di unAasstt era il
riconoscimento ufficiale che una localit - fosse comune, frazione
o borgata- aveva rilevanza come stazione di cura, soggiorno o
turismo.
Sulla base di questo riconoscimento
nel 1926 furono create le aasstt di
Bordighera, Castrocaro Terme, Cattolica,
Fiuggi, Gressoney St. Jean, Merano, Riccione,
Rimini, San Marcello Pistoiese, Sanremo-
Ospedaletti, Senigallia, Sorrento-SantAgnello,
Taormina.
nel 1927 Abano Terme, Acireale,
Agrigento, Albisola Marina, Assisi, Auronzo e
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Misurina, Canazei, Cernobbio, Cervia,
Cesenatico, Chianciano Terme, Cortina
dAmpezzo, Diano Marina, Francavilla al Mare,
Griante-Cadenabbia, Ponte di Legno, Rapallo,
Ravello, Ravenna, Iseo, Loano, Malcesine,
Menaggio, Nervi, Pegli, Pesaro, Pescara, Riolo
Terme, Riva del Garda, Santa Margherita
Ligure, Siena, Siracusa, Spotorno, Vallombrosa-
Saltino.
nellimmediato dopoguerra erano 187 e
nel 1966 erano circa 300.

Nelle maggiori localit turistiche le Aasstt si sostituirono cos


alle Pro-loco.
Il commissariato per il turismo
Nel 1931 venne istituito un Commissariato per il turismo alle
dirette dipendenze della Presidenza del Consiglio che aveva tre
funzioni fondamentali:
coordinare e dirigere gli organi dello Stato
(centrali e locali) per quel che riguardava il
turismo
vigilare e controllare il funzionamento e lo
sviluppo del settore turistico
studiare e progettare i provvedimenti
legislativi atti a regolare e stimolare il settore

Le sue attribuzioni vennero trasferite nel 1934 al


Sottosegretariato per la stampa e propaganda (poi Ministero della
cultura popolare), Direzione generale del turismo.
Gli Enti provinciali per il turismo
Nel 1932 in seno ai Consigli provinciali delleconomia che
avevano sostituito le Camere di commercio vennero istituiti i
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Comitati provinciali del turismo trasformate nel 1935 negli Enti
provinciali per il turismo (Ept). Essi dovevano:
mettere in collegamento i comuni, gli enti
e le associazioni della provincia interessati allo
sviluppo turistico
coordinare le attivit delle Aasstt e le
organizzazioni analoghe
promuovere e regolamentare le
manifestazioni di interesse turistico
promuovere e regolamentare le attivit di
propaganda
studiare i fenomeni turistici ed elaborare
proposte e progetti
recepire le indicazioni operative del
governo in materia turistica

Tutti questi provvedimenti diedero vita alla fine ad una piramide


gerarchica cos composta:
alla base le Pro-loco e le Aasstt
a un gradino pi su gli Ept
a un ulteriore gradino lEnit
in cima la Direzione generale del turismo.

Oltre allorganizzazione logistica del settore turistico il governo


provvide a quella economica istituendo una corporazione
(organizzazione in parte padronale in parte sindacale) dei
lavoratori del settore turistico e una degli albergatori.
Dalla direzione generale al ministero
Linteresse del regime fascista per il turismo fu dunque notevole
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e abbastanza sistematico, anche non sufficiente per dare una reale
centralit e autonomia al settore: il turismo rest sempre e
comunque qualcosa da assoggettare a qualcosaltro (la stampa, la
propaganda, la cultura, leconomia corporativa, eccetera).
Qualche tentativo di riformare una macchina poco autonoma e
troppo farraginosa e inefficiente non riusc ad andare in porto
subito a causa del sopraggiungere della guerra.
Nellimmediato dopoguerra non funzionavano pi n gli organi
periferici (locali e provinciali) n quelli centrali cosicch nel 1947
il primo Congresso nazionale del turismo fiss gli obiettivi di
ridare autonomia allenit
ricostituire un organo governativo
efficiente
riformare lordinamento degli enti
periferici.

I provvedimenti legislativi in favore del


turismo per stimolare la domanda (1935-55)
Tra fascismo e dopoguerra va infine segnalata una serie di
provvedimenti sia in favore di singoli turisti stranieri sia in favore
di varie organizzazioni private e pubbliche per favorire il viaggio
da diporto in Italia nel biennio 1935-36 (5 leggi solo in questi due
anni) e poi dal 1949 in poi.

d. Il progressivo allargamento della


domanda turistica: redditi e ferie
Un altro fattore di eccezionale rilevanza, superiore allintervento
dello Stato e forse pari solo allaumento del tenore di vita, dato
dalla struttura, dalla disponibilit e dalle forme di utilizzo del
tempo libero. Il tempo di non-lavoro ha infatti subito numerose
trasformazioni nel corso delle epoche storiche e tali trasformazioni
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hanno profondamente influenzato la pratica del turismo.
d.1. Tempo libero e tempo di lavoro dopo la rivoluzione
industriale
Il nostro concetto di tempo libero, inteso come parte
dellesistenza quotidiana distinta e contrapposta al tempo
lavorativo, soprattutto il frutto della rivoluzione industriale, cio
della nascita della moderna fabbrica e dellestendersi del lavoro
salariato al posto del lavoro autonomo che aveva predominato fino
ad allora. Nelle societ contadine, tradizionali, il confine tra lavoro
e non lavoro era piuttosto mobile e incerto, e il tempo individuale
era in gran parte scandito da ritmi comunitari, dai rituali, dalla
stagionalit. Col lavoro dufficio e di fabbrica si vengono a
costituire dei tempi molto pi rigidi e ben delineati, determinati
esclusivamente dalla volont dellimprenditore, oppure dagli
accordi contrattuali oppure dalle leggi dello stato. Il tempo di
lavoro un tempo standardizzato e astratto e il tempo libero
diventa essenzialmente il tempo in cui non si al lavoro e non ci si
dedica alle incombenze fondamentali per la produzione e la
riproduzione: mangiare, dormire, allevare i figli, eccetera.
d.2. Aumento del tempo libero
Per gran parte delle donne e degli uomini europei, o quantomeno
per quelli che traevano la propria sussistenza grazie al lavoro
salariato, lampliamento del tempo libero stata una dura e lenta
conquista.
Agli inizi della rivoluzione industriale nelle fabbriche si
lavorava in media 12 ore al giorno per 300 giorni lanno (esclusa
cio la domenica, ma molti lavoravano anche di domenica).
Questo significava 3.500 ore lavorative lanno, cui andavano
aggiunte circa 3.650 ore per i bisogni fondamentali (mangiare e
dormire, cio 10 ore per 365 giorni) per cui rimanevano appena
1.610 ore circa da dedicare - almeno potenzialmente - agli svaghi,
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ai momenti collettivi di varia natura. Insomma solo il 18% circa di
tutto il tempo disponibile poteva almeno in teoria essere utilizzato
per lo svago.
Oggi in media il tempo di lavoro medio si quasi dimezzato,
riducendosi a 1.800 ore annue, per cui il tempo libero disponibile
salito al 38% della propria esistenza lavorativa. A ci si aggiunga
il fatto che un tempo si viveva meno a lungo e che si entrava al
lavoro molto pi giovani e se ne usciva pi tardi, per cui nel corso
della propria esistenza un uomo o una donna di oggi dispongono
di una quantit di tempo libero notevolmente pi alta dei loro
antenati.
Questo vale, si badi, soprattutto per i paesi industrializzati.
Centinaia di milioni di persone nel mondo vivono sempre in
condizioni di lavoro che non sono molto diverse da quelle dei
primi decenni della rivoluzione industriale, e in molti casi
addirittura peggiori.
d.3. Alla base dellampliamento del tempo libero: i
sindacati e la crescita del reddito
Il tempo libero insomma aumentato considerevolmente
soprattutto nel corso degli ultimi cento anni.
Alla base di questa vera e propria conquista ci sono stati
soprattutto due fenomeni:
le lotte sindacali che hanno ottenuto da un
lato una progressiva diminuzione dellorario
lavorativo giornaliero e settimanale e dallaltro
le ferie retribuite, sui cui torneremo tra un
istante
laumento dei salari e degli stipendi, che
hanno considerevolmente ridotto il fenomeno
della pluriattivit, cio della necessit di
svolgere delle attivit lavorative aggiuntive
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rispetto a quella principale a causa
dellinsufficienza del salario a coprire le spese
di sopravvivenza

d.4. Le ferie retribuite


Il tempo libero dei salariati - e di conseguenza le possibilit di
praticare il turismo - stato notevolmente ampliato dalle ferie
retribuite, altra conquista ottenuta dopo decenni di battaglie tenaci
e difficili anche se oggi esse ci appaiono un diritto quasi naturale,
una cosa ovvia.
Le ferie retribuite sono state lentissimamente introdotte,
dapprima per alcune categorie particolari di lavoratori (impiegati,
soprattutto) e per periodi molto brevi e successivamente per strati
sempre pi vasti e per periodi sempre pi lunghi. Tra le due guerre
mondiali esse sono state regolamentate in molti paesi europei da
legislazioni speciali fino al riconoscimento della loro
obbligatoriet per tutti per la prima volta nella Francia della
seconda met degli anni Trenta. Dopo la seconda guerra mondiale
esse sono divenute un diritto universale, mai pi messo in
discussione.

e. Tra le due guerre: un embrione di


turismo di massa guidato
e.1. Organizzare il tempo libero di massa
La conquista da parte dei lavoratori europei del diritto al riposo
pagato ha posto per lungo tempo il problema di come utilizzare e
organizzare questa massa di tempo liberato.
Ai nostri occhi ci non costituisce pi un problema, visto che le
nostre abitudini, le nostre aspettative, le nostre competenze e
lorganizzazione del settore turiscono consentono a ciascuno e a
ciascuna di noi di immaginare e organizzare il tipo di vacanza che
meglio pu soddisfarci.
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Allalba del turismo di massa, invece, gran parte della
popolazione non aveva n idea n esperienza del turismo e
mancava unofferta specifica per questi ampi strati di popolazione
che cominciavano ad avere la possibilit di godere del tempo
libero.
Per alcuni decenni, dunque, e soprattutto in Europa,
lorganizzazione del tempo libero delle famiglie dei lavoratori ha
costituito un problema economico e politico di grande importanza
cui si sono applicate sia figure imprenditoriali private e
associazioni ricreative sia molti governi, interessati ad acquistare
consenso popolare attraverso la promozione del turismo.
Oggi in Italia siamo abituati a vedere la maggioranza delle
persone come capaci di organizzarsi da sole, sia per lutilizzo del
tempo libero a casa, sia per quello in vacanza, ma in passato non
stato sempre cos e ancor oggi le associazioni di volontariato e
ricreative, lo stato, gli enti locali e le stesse imprese sono
importanti soggetti di organizzazione del tempo libero collettivo.
E ci sia per motivi di cura degli interessi dei soci, dei cittadini,
dei dipendenti, sia per motivi pedagogici, cio di trasmissione di
valori morali o civili. Non dimentichiamo mai che il pi
importante imprenditore turistico che la storia ricordi, Thomas
Cook, era partito organizzando gite propagandistiche al mare per
unassociazione che predicava la temperanza.
In Europa i decenni tra la fine dellOttocento e gli anni 60 del
Novecento sono stati fortemente segnati dal cosiddetto turismo
organizzato, cio da forme di turismo collettivo a basso prezzo o
gratuito promosse da sindacati, parrocchie, governi, associazioni
culturali e politiche. Si trattava - ripetiamo - soprattutto di
operazioni volte alleducazione popolare o alla manipolazione del
consenso politico, ma anche a forme di assistenza pubblica come
nel caso delle colonie per bambini.
Il forte sviluppo del turismo organizzato, daltra parte, educa
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vaste fasce di popolazione alla pratica turistica e favorisce, per
questa via, laffermazione del turismo di massa del secondo
dopoguerra.

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