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LA GESTIONE

DEGLI AVVICENDAMENTI
COLTURALI

A cura di

Edizione del Febbraio 2014

LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

CIVIELLE
Cantine della Valtnesi e della Lugana
Presentazione
Civielle - Cantine della Valtnesi e della Lugana, societ agricola cooperativa fondata nel 1979,
ubicata a Moniga del Garda, sulla sponda occidentale del Lago di Garda, in una storica
Cantina, al centro di una zona di antiche tradizioni vitivinicole.
Finalit della Cooperativa, che non ha scopi di lucro, lo sviluppo della viticoltura territoriale a
difesa dellintegrit dellambiente tramandato nei millenni, del reddito delle imprese agricole
nel cotesto di uneconomia particolarmente orientata al turismo.
Lattivit si esplica nei vari segmenti della produzione, della trasformazione e nel
confezionamento dei prodotti vitivinicoli, sia presso la sede aziendale che presso le oltre 150
aziende vitivinicole che ne utilizzano le tecnologie nel territorio regionale e nelle regioni
limitrofe.
I viticoltori soci della cooperativa - 80 le aziende rappresentate - condividono rigorosi
protocolli volontari di coltivazione e di raccolta delle uve, e la cooperativa opera in
ottemperanza alle norme per la certificazione di qualit UNI EN ISO 9001:2008. La
cooperativa applica inoltre i metodi di produzione dellagricoltura biologica secondo gli
standard dellUnione Europea e I.F.O.A.M. e N.O.P. del Nord America. I terreni coltivati,
certificati per lagricoltura biologica, ad oggi sono oggi l80% del totale con lobiettivo di
giungere al pi presto al 100%.
Fin dal 1987 la cooperativa accreditata dallAmministrazione Provinciale di Brescia e dalla
Regione Lombardia per lattuazione di progetti di assistenza tecnica e organizza
periodicamente importanti convegni, seminari, visite guidate, incontri tecnici, produce
materiale come dispense, opuscoli e bollettini periodici per informare gli operatori del mondo
vitivinicolo sulle tematiche tecniche, normative ed economiche riguardanti il settore.
In trentanni di esperienza Civielle ha accumulato un considerevole bagaglio di conoscenze che
si estendono anche ad una problematica di rilevante interesse collettivo come quella della
sicurezza sul lavoro.
Per questo, grazie anche al contributo dellUnione Europea e della Direzione Generale
Agricoltura della Regione Lombardia, ha ritenuto utile riassumere in questa pubblicazione, il
complesso delle informazioni necessarie alle imprese vitivinicole per porre nel giusto rilievo il
tema della sicurezza alimentare nel settore vitivinicolo.

LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

INDICE

PREMESSA

STORIA

NORMATIVA

PRINCIPI DI BASE

VANTAGGI DELLAVVICENDAMENTO COLTURALE

SVANTAGGI DELLAVVICENDAMENTO COLTURALE

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SISTEMI DI AVVICENDAMENTO

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SCHEDE COLTURALI

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

PREMESSA
La rotazione delle colture o avvicendamento colturale una tecnica adottata in agricoltura
che prevede la variazione, da un ciclo produttivo all'altro, della specie agraria coltivata nello
stesso appezzamento, al fine di migliorare o mantenere la fertilit del terreno agrario e
garantire, a parit di condizioni, una maggiore resa. Si contrappone alla tecnica della
monosuccessione, che consiste nella ripetizione sullo stesso appezzamento della coltura
effettuata nel ciclo precedente.
La rotazione delle colture una tecnica colturale le cui origini si perdono nella notte dei
tempi; trattasi sostanzialmente di una tecnica basata sullalternare, nella medesima posizione
del campo o dellorto, trascorso un determinato periodo temporale, la coltivazione di una
determinata pianta con unaltra. La durata di detto periodo pu essere varia; la rotazione delle
colture infatti pu essere biennale, triennale o quadriennale; la pi utilizzata molto
probabilmente questultima.
Con la rotazione delle colture ci si prefiggono scopi ben precisi, ovvero il mantenimento e/o il
miglioramento della fertilit del suolo destinato alla coltivazione; ci garantisce una miglior
produttivit del terreno in questione.
Quando si effettuano la sostituzione delle piante, le scelte non sono casuali, una certa pianta
infatti deve essere sostituita da unaltra pianta appartenente a una famiglia botanica
totalmente diversa affinch si possano ottenere i maggiori benefici e si possa mantenere
costante la continuit del ciclo produttivo.
Lalternanza delle colture detta avvicendamento ha sempre consentito allagricoltore di
salvaguardare e conservare nel tempo il livello di fertilit dei suoi terreni.
Avvicendare le colture sul medesimo appezzamento, in termini agronomici, significa anche
alternare gli interventi preparatori sia in termini temporali che di intensit a seconda della
coltivazione da eseguire. Significa poi interrare, con la pratica del sovescio parziale,
differenti tipologie di residui colturali (diverse quantit di fitomassa), di differente
composizione qualitativa.
Basti pensare alla diversit tra una paglia di grano e un residuo paglioso di soia che attivano
processi di decomposizione e mineralizzazione a partire da substrati sostanzialmente diversi.
Diversa ancora sar poi la stratificazione lungo il profilo del terreno di detta fitomassa, in
relazione alla tipologia e profondit di lavorazione eseguita.
Tra le possibili specie erbacee coltivabili, le leguminose sono una essenziale componente di
tutti i sistemi agricoli. Limportanza agronomica delle leguminose da attribuire alla loro
ricchezza in proteina di qualit idonea ad alimentare sia luomo che gli animali domestici, oltre
al contributo nel garantire la fertilit del suolo.
Il ruolo della rotazione colturale trova esaltazione nella pratica di unagricoltura sostenibile,
per diminuire i consumi di energia fossile, aumentare luso di risorse rinnovabili, diminuire
limpiego di diserbanti, concimi chimici e fitofarmaci, introdurre maggiore diversificazione
colturale, diminuire il numero dei trasporti, assicurare la conservazione della fertilit del
terreno e lottenimento di prodotti di migliore qualit.
La rotazione, caposaldo dellagricoltura tradizionale, rappresenta una scelta obbligata
nellagricoltura sostenibile.
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

STORIA
La rotazione delle colture venne praticata per secoli nel quadro di sistemi agricoli che
includevano l'allevamento, mentre a partire dall'Ottocento con gli studi di Justus von Liebig
sui fertilizzanti viene introdotta la monocoltura e successivamente l'agricoltura intensiva. Si
pu affermare che le rotazioni moderne in Italia nascono come conseguenza delle grandi
opere irrigue di comuni e principati, che imposero lesigenza di inserire le foraggere tra i
raccolti di cereali. La conseguenza fu un nuovo allevamento che non si fondava pi sui pascoli
naturali, ma sulla coltivazione dei foraggi. I primi scrittori che descrissero il sistema italiano
sono, nel Cinquecento, Camillo Tarello e, soprattutto, Agostino Gallo. La rotazione divenne
vera scienza in Inghilterra tra la fine del Seicento e il Settecento, quando decine di agronomi
sperimentano nuove combinazioni di colture in successione. Tra quegli agronomi il pi famoso
Arthur Young, che prov cento rotazioni ma che non riusc a creare una teoria organica che
venne poi creata da un suo discepolo, il tedesco Albrecht Thaer. Il piano pi famoso per la
sperimentazione di tutte le condizioni ed i benefici della rotazione venne realizzato, dal 1843,
nell'azienda sperimentale di un magnate dei fertilizzanti, John Bannet Lawes, dall'agronomo
inglese Henry Gilbert, che dopo cinquant'anni di sperimentazioni, illustr in una serie di
conferenze negli Stati Uniti dAmerica, i risultati del pi straordinario progetto sperimentale
della storia dell'agronomia.
L'agricoltura sostenibile tenta di reintrodurre la rotazione delle colture nellintento di ridurre
o addirittura evitare limpiego dei fertilizzanti chimici.

NORMATIVA
Una normativa precisa regola lavvicendamento in agricoltura biologica e nei disciplinari di
lotta integrata delle misure agroambientali del Programma di Sviluppo Rurale.
Agricoltura biologica
Il DM del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali n.18356 del 27 novembre
2009 Disposizioni per lattuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n.
1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e letichettatura dei
prodotti biologici allarticolo 3 tratta la tematica degli avvicendamenti colturali precisando
che la fertilit del suolo e la prevenzione delle malattie mantenuta mediante il succedersi
nel tempo della coltivazione di specie vegetali differenti sullo stesso appezzamento.
In caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate, sia in pieno campo che
in ambiente protetto, la medesima specie coltivata sulla stessa superficie solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a
leguminosa o a coltura da sovescio.
In deroga a quanto sopra riportato:
- i cereali autunno-vernini (ad esempio: frumento tenero e duro, orzo, avena, segale, triticale,
farro, ecc.) e il pomodoro in ambiente protetto possono succedere a loro stessi per un
massimo di due cicli colturali, che devono essere seguiti da almeno due cicli di colture di
specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio;
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- il riso pu succedere a se stesso per un massimo di tre cicli, seguiti da almeno due cicli di
colture di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o altra coltura da sovescio;
- gli ortaggi a foglia a ciclo breve possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli
consecutivi, successivamente ai tre cicli segue almeno una coltura da radice/tubero oppure
una coltura da sovescio.
- le colture da taglio non succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata massima di
6 mesi, la coltura da taglio interrata e seguita da almeno una coltura da radice/tubero
oppure da un sovescio.
In tutti i casi previsti, il ciclo di coltivazione della coltura da sovescio ha una durata minima di
70 giorni.
Lart.3 del DM 18356 non si applica alle coltivazioni legnose da frutto ed erbacee poliennali.
Una successiva nota del MiPAAF, la Nota n. 12096 del 03/08/2010 chiarisce alcuni punti
controversi del DM 18356 precisando che il DM identifica nella successione di almeno tre cicli
colturali di colture non poliennali appartenenti a specie botaniche differenti (di cui almeno una
appartenente alla famiglia delle leguminose o, se appartenente a famiglia differente,
comunque destinata al sovescio) la condizione del rispetto di un minimo avvicendamento
colturale. Tale riferimento alla specie botanica deve intendersi applicato anche per quanto
indicato dalla deroga relativa ai cereali autunno vernini (terzo capoverso, primo trattino).
Pertanto fermo restando che le sequenze colturali devono comunque prevedere un intervallo
minimo di due cicli di colture diverse prima che la stessa specie possa essere nuovamente
coltivata (fatte salve le deroghe di cui sotto) e che delle tre specie in sequenza almeno una sia
una coltura leguminosa (da reddito o da sovescio) o altra coltura da sovescio, tutte le
sequenze colturali caratterizzate da un numero maggiore di tre cicli colturali devono essere
considerate conformi alle indicazioni del DM.
Per effetto delle indicazioni relative alle colture erbacee poliennali nel DM sono considerate
conformi alle indicazioni del DM stesso tutte le sequenze colturali caratterizzate dalla
presenza di una coltura erbacea poliennale (es. prato, ortiva a ciclo poliennale quale carciofo o
asparago, ortiva destinata alla produzione di seme se a ciclo biennale).
Comunque in tutti i casi anche in relazione a quanto sopra esplicato opportuno precisare che
le valutazioni sulla conformit delle successioni colturali nei riguardi delle indicazioni del DM
devono essere realizzate tenendo conto dellintero avvicendamento e/o rotazione dichiarata e
contenuto nella relazione tecnica complementare alla notifica bio.
E quindi opportuno che gli organismi pubblici e privati di controllo possano accertare in
occasione delle visite ispettive di sorveglianza presso le aziende lesistenza di uneffettiva
suddivisione della superficie destinata alla coltivazione in aree rotazionali in numero e in
superficie adeguata tali da accogliere la dichiarata successione colturale. La valutazione del
numero delle aree rotazionali necessarie eseguita sulla base della lunghezza dei cicli
colturali delle differenti colture, in conformit agli ordinari criteri di pratica agronomica.
In altri termini, leventuale scelta di condurre la successione colturale investendo tutta la
superficie aziendale con la stessa coltura nello stesso momento deve essere considerata una
pratica non ordinaria e comunque da considerare come elemento di rischio e da sottoporre alla
preventiva valutazione dellorganismo di controllo.
Esclusivamente ai fini dellapplicazione delle indicazioni proposte dal DM, le colture consociate
con leguminose e gli erbai misti con leguminose sono considerati al pari di una coltura pura di
leguminose da reddito o da sovescio o di altra coltura da sovescio.
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Si ritiene altres opportuno precisare che qualora una delle colture previste dalla sequenza
colturale non possa essere portata a termine per condizioni climatiche o agronomiche avverse,
e che pertanto la raccolta o il sovescio non abbia avuto luogo o non possa avere luogo, essa
potr essere riseminata o ritrapiantata senza che tale coltivazione sia considerata come un
nuovo ciclo colturale. Tale circostanza dovr essere opportunamente registrata a livello
aziendale e segnalata allorganismo di controllo in occasione della visita ispettiva.
Relativamente agli ortaggi a foglia opportuno precisare che la deroga prevista al terzo
capoverso (deroghe), terzo trattino si pu applicare solo per le specie ortive che possono
essere coltivate sia per la raccolta a foglia/cespo che per la raccolta a taglio solo se la loro
raccolta (che pu avvenire simultaneamente o scalarmente) determina comunque la fine del
ciclo colturale.
Invece, la deroga prevista al terzo capoverso, quarto trattino, si deve applicare
esclusivamente alle colture il cui prodotto costituito principalmente dalle foglie (con
eventuale minore presenza di altri organi della pianta quali steli e/o fiori) la cui raccolta viene
eseguita mediante taglio o sfalcio e che, in relazione alla capacit di ricrescita della coltura,
pu essere ripetuta pi volte, prima della conclusione del ciclo colturale. Ci esclude che
allinterno del periodo di sei mesi possano succedersi pi cicli di colture da taglio se
appartenenti a specie diverse.
Si precisa che la coltura destinata a sovescio (leguminosa e non) deve avere una durata minima
di almeno 70 giorni, calcolati a decorrere dalla data di semina della coltura da sovesciare e la
semina / trapianto della coltura successiva. Le informazioni relative alle date di semina della
coltura da sovescio e della coltura successiva dovranno essere opportunamente registrate a
livello aziendale e riportate allorganismo di controllo in occasione della visita ispettiva.
Disciplinari di lotta integrata delle misure agroambientali del P.S.R..
Le regole per lavvicendamento delle varie colture nellambito dei disciplinari di lotta integrata
nellambito delle misure agro ambientali del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 vengono
riportate in seguito elle schede colturali.

PRINCIPI DI BASE
La scelta delle colture avviene in funzione degli obiettivi e dei bisogni dell'agricoltore e del
terreno e del clima e delle piante.
Nella scelta della successione colturale l'agricoltore dipendente soprattutto dal rischio
allelopatico, dalla stanchezza del terreno, dai rischi di insediamento di malattie, insetti e
malerbe di difficile eradicazione.
L'allelopatia o antagonismo radicale
E un fenomeno che interviene molto frequentemente nella competizione interspecifica e
intraspecifica tra le piante nell'agroecosistema, per cui una pianta rilascia nel terreno, a
seguito del metabolismo della stessa, sostanze (i cosiddetti metaboliti secondari) che
inibiscono la crescita e lo sviluppo di piante concorrenti. Tali sostanze si comportano perci
come fitotossine radicali (amigdalina dal pesco e florizina dal melo).
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L'allelopatia riduce pertanto la competizione interspecifica, perch diminuisce o elimina altre


piante potenzialmente competitrici nella disponibilit delle risorse (nutrienti, acqua, luce).
D'altro canto, negli ultimi anni l'allelopatia considerata come quel fenomeno che inibisce o
incrementa la crescita delle piante.
Sotto l'aspetto tecnico considerato un fenomeno negativo, in quanto fa parte del complesso
di fenomeni alla base della stanchezza del terreno: a causa della presenza di tossine radicali,
diverse specie manifestano sintomi di sofferenza quando viene reimpiantato una specie in
successione ad uno della stessa specie.
La stanchezza del terreno o sindrome da reimpianto
E un fenomeno che si verifica generalmente nei terreni ove vengono realizzati impianti
consecutivi utilizzando sempre la stessa specie o specie affini. Di conseguenza le piante
manifestano un minor accrescimento, ritardata entrata in produzione, addirittura possono
arrivare alla morte.
Generalmente le cause di questo fenomeno possono dipendere da fattori biotici, come batteri,
virus, funghi, che si specializzano per quella coltura; pu essere dovuta anche alla presenza di
sostanze tossiche come l'amigdalina e la florizina, che sono glucosidi prodotti dagli apparati
radicali delle piante stesse (allelopatia) oppure da sostanze tossiche formatesi con anomale
decomposizioni della sostanza organica o in condizioni di eccesso idrico, oppure ancora da
squilibri nutrizionali con eccessi o carenze di elementi nutritivi. Generalmente per risolvere
questo problema si richiede di non effettuare una monocoltura, ma una rotazione colturale. La
situazione pu per essere mitigata con l'utilizzo di nuovo terreno da immettere nelle buche,
lavorazioni per arieggiare il terreno, aggiunta di sostanza organica per arginare il danno.
Il fenomeno del calo progressivo delle produzioni, in colture ripetute nello stesso
appezzamento, noto da secoli e viene chiamato dagli agronomi stanchezza del terreno.
Alcuni motivi per cui si verifica la diminuzione delle produzioni non sono ancora del tutto noti,
ma le cause fondamentali di queste diminuzioni sono, in sintesi, le seguenti:
o il continuo assorbimento da parte delle piante degli stessi elementi nutritivi;
o lesplorazione dei medesimi strati di terreno, essendo simili la forma e lestensione
delle radici;
o laumento dei danni provocati da parassiti animali e vegetali, da batteri e funghi
specializzati, che si moltiplicano pi attivamente ripetendo la coltura;
o la difficolt crescente di controllare le piante infestanti che diventano sempre pi
specifiche per la coltivazione e resistenti agli interventi anche quando si impiegano
diserbanti chimici;
o laumento e laccumulo nel suolo di sostanze che le piante secernono o che derivano dalla
loro decomposizione e che possono risultare tossiche.
Linsediamento di malattie, insetti e malerbe di difficile eradicazione
Molte patologie che attaccano i vegetali sono provocate da agenti patogeni, fitofagi,
parassitari ecc.; tali agenti, in determinate condizioni, possono attaccare una particolare
famiglia di piante (un esempio la cosiddetta peronospora, patologia che attacca le
Cucurbitacee, come zucchine, zucche, angurie, e le Crucifere, come cavoli, cavolfiori e
broccoli) e sfamandosene possono sopravvivere e riprodursi creando notevoli problemi a livello
produttivo. Dal momento che i vari agenti non attaccano tutte le piante indistintamente, la
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soluzione per la loro eliminazione consiste nel variare il tipo di coltura. Cos agendo si viene a
limitare la sopravvivenza e il proliferarsi di determinati patogeni; di fatto, la rotazione delle
colture una specie di strategia preventiva che talvolta ha anche finalit terapeutiche.
Grazie alla rotazione delle colture possibile limitare lutilizzo di prodotti chimici ad azione
fitosanitaria quali, per esempio, gli antiparassitari, i pesticidi, i diserbanti ecc.; tale
limitazione consente sia un risparmio di tipo economico sia di limitare gli eventuali problemi
che il loro uso potrebbe causare (molti fitosanitari sono sostanze pericolose che vanno
maneggiate con molta precauzione).
Grazie alla rotazione il terreno assorbe determinati tipi di nutrienti che erano stati assorbiti
dalle piante presenti precedentemente; ci particolarmente utile per la massimizzazione
della variet colturale, senza contare che il ciclo delle erbe infestanti viene interrotto.

VANTAGGI DELLAVVICENDAMENTO COLTURALE


Riassumendo lavvicendamento presenta i seguenti vantaggi:

Vantaggi per la gestione delle erbe infestanti


perch contribuisce ad interrompere il ciclo vitale degli organismi nocivi legati ad
una certa coltura; in particolare, la successione di piante di famiglie differenti (per
esempio, alternanza tra graminacee e piante oleaginose, tipo grano e colza)
permette di interrompere il ciclo di alcune malerbe;
o risulta ridotto il rischio di selezionare la flora infestante;
o la gestione della flora infestante risulta pi semplice, in particolare delle
graminacee, con un moderato impiego di erbicidi: la soia, ad esmepio, pu consentire
la riduzione dei graminicidi sulla coltura di mais.
o

Vantaggi per la struttura del terreno


o grazie alla diversit dei sistemi radicali, il profilo del terreno esplorato meglio, il
che si traduce in un miglioramento delle caratteristiche fisiche del suolo e in
particolare della sua struttura (limitandone il compattamento e la degradazione), e
quindi della nutrizione delle piante;
o l'impiego delle leguminose consente l'aggiunta di azoto simbiotico al suolo; pi in
generale, la composizione dei diversi residui colturali contribuisce alla qualit
dell'humus;
o si evita il fenomeno dell'antagonismo radicale;
o risulta migliore la ripartizione del carico di lavoro del terreno, con l'introduzione
nel ciclo della rotazione di colture a prato o a maggese;
o il terreno viene protetto dallerosione;
o permette di alternare differenti metodologie di lavorazione del terreno;
o permette di ottenere buoni risultati produttivi con tecniche di coltivazione di tipo
conservativo e fortemente risparmiatrici di mezzi tecnici (minime lavorazioni del
terreno o semina diretta, diserbi di solo post-emergenza con dosi molto ridotte,
etc.).
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Vantaggi per la gestione della fertilit


o consente programmare la fertilizzazione in funzione delle colture presenti
nellavvicendamento;
o consente un minore input di concimi minerali;
o d possibilit di controllare meglio, limitandola, la lisciviazione dei nitrati;
o consente un migliore sfruttamento della fertilit del terreno in funzione della
profondit esplorata dalle specie;
o vantaggi specifici derivanti dallinserimento di una leguminosa, come la soia,
nellavvicendamento sono la riduzione complessiva degli apporti di fertilizzanti
azotati in quanto le leguminose fissano direttamente lazoto atmosferico;
o lincremento dei microrganismi presenti nel terreno pu tradursi in un
miglioramento della fertilit biologica.

Vantaggi per la gestione dei nitrati


Nelle condizioni pedoclimatiche che caratterizzano la pianura padana il fenomeno della
lisciviazione dei nitrati si verifica prevalentemente nel periodo autunno-invernale
quando le precipitazioni sono pi abbondanti, levapotraspirazione pi ridotta e il
terreno nudo, non coperto da colture in grado di assimilare nutrienti. I sistemi
colturali che prevedono la stessa coltura sullo stesso appezzamento per pi anni e che
fanno largo uso di fertilizzanti e effluenti di allevamento risultano notevolmente pi a
rischio di lisciviazione.
La scelta del sistema colturale un elemento importante per lagricoltura che deve far
fronte alla problematica dei nitrati. Infatti una gestione attenta e razionale
dellavvicendamento delle colture pu essere utile per contenere il rilascio di nitrati
nellambiente. Il fenomeno della lisciviazione dei nitrati pu essere mitigato apportando
modifiche alle rotazioni colturali quali: l'utilizzo di colture di copertura, l'inserimento
di leguminose nella rotazione e la conversione delle superfici in prati permanenti e
avvicendati. Tutte le colture di copertura a prescindere da una raccolta per fini
produttivi, sono anche considerate colture trappola, vale a dire capaci di assorbire
nitrati che altrimenti liscivierebbero in falda.
Tali colture di copertura sono in grado di assorbire almeno in parte lazoto minerale
che rimane nel terreno dopo la raccolta della coltura principale e che altrimenti
potrebbe essere allontanato dal sistema suolo-pianta. Le asportazioni dellazoto
minerale residuo successivamente alla coltura primaverile-estiva variano da un minimo
del 50% (loiessa) fino ad un massimo del 75% (brassicacee), a seconda dellefficacia
della coltura. Per questa ragione sistemi colturali che prevedano la presenza
sistematica di colture nel periodo autunno-invernale possono avere un ruolo decisivo nel
limitare le perdite di azoto.

Vantaggi legati allinserimento in avvicendamento di leguminose


Le leguminose foraggiere o da granella fissano notevoli quantit di azoto atmosferico
attraverso la simbiosi con i batteri azoto-fissatori. Questo azoto viene in gran parte
rilasciato nel terreno sia durante la crescita colturale, sia successivamente con i
residui colturali. Tale disponibilit d'azoto nel terreno promuove i processi di
trasformazione della sostanza organica e potrebbe favorire lo sviluppo delle successive
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colture, soprattutto se queste sono caratterizzate da unalta domanda nutrizionale.


Questo aspetto pu essere determinante, come noto, per limitare lutilizzo di concimi
minerali.

Vantaggi legati allinserimento di prati permanenti e/o avvicendati


Unimportante funzione dei prati quella di occupare la superficie del suolo per lunghi
periodi di tempo, limitando cos anche i fenomeni di tipo erosivo. La densit
dell'apparto radicale che li contraddistingue, agendo da filtro biologico, permette il
sequestro dei nutrienti per tutta la durata della fase vegetativa, assicurando tassi di
assimilazione dellazoto molto elevati.
Recenti studi riportano infatti che i prati, attraverso il loro sistema radicale, sono in
grado di rimuovere fino al 97% dei nitrati presenti nella soluzione circolante del
terreno. Per queste ragioni i prati permanenti ed avvicendati si prestano
convenientemente ad essere fertilizzati con effluenti di allevamento.
Rispetto allomosuccesione di mais una rotazione che prevede 3 di prato di medica + 1
anno di mais + 1 anno di frumento pu portare a riduzioni anche del 50% della
lisciviazione.

Vantaggi per lecosistema


o consente pi elevata sostenibilit complessiva
biodiversit, qualit del paesaggio agrario, ecc.)
o favorisce la diversit biologica delle colture.

dellagro-ecosistema (maggiore

Vantaggi per la gestione delle fitopatie


o riduce la pressione selettiva nei confronti dei patogeni e degli insetti;
o permette un contenimento dei danni causati da fitopatie che possono essere
trasmesse dalla stessa coltura in monosuccessione o da specie diverse attaccate
da patogeni.

Vantaggi per la protezione dagli eventi climatici


o d la possibilit di ottenere prodotti diversi in vari periodi dellanno e quindi una
certa assicurazione nei confronti di eventi climatici sfavorevoli.

Vantaggi per il lavoro dellagricoltore


o consente unequilibrata ripartizione del lavoro durante lanno.

Vantaggi per il mercato


o permette una riduzione del rischio di mercato, sia in termini di collocazione del
prodotto che di prezzo.

SVANTAGGI DELLAVVICENDAMENTO COLTURALE

Determina una maggiore complessit nella gestione delle coltivazioni.


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SISTEMI DI AVVICENDAMENTO
Avvicendamento a ciclo chiuso o rotazione colturale
Segue uno schema rigido predefinito che si ripete periodicamente a cicli poliennali di durata
compresa fra due e nove anni. Si basa su schemi stabiliti secondo tradizioni storiche e locali
che dipendono da fattori socio-economici, climatici e geografici. Nell'agricoltura moderna
stato soppiantato dall'avvicendamento libero.
Avvicendamento libero
Segue uno schema non rigidamente predefinito che adotta comunque i principi di base
dell'avvicendamento. Si basa su schemi liberi in funzione di fattori prevalentemente
economici.
Esistono diverse modalit per eseguire la rotazione delle colture che si basano su diverse
modalit di classificazione e diversificazione delle colture.
Classificazione delle colture sulla base degli effetti sulla struttura del terreno
All'interno di questa tecnica le colture si dividono in 3 gruppi che vengono avvicendati:
colture da rinnovo (a fine ciclo lasciano il terreno con una migliore struttura dovuta alle
lavorazioni, es. mais, colza);
colture miglioratrici (principalmente le leguminose, azoto-indipendenti, es. erba
medica, trifoglio..);
colture depauperanti (generalmente le graminacee).
Vi sono poi colture considerate miglioratrici da rinnovo, come la soia (leguminosa).
Il difetto di questo sistema di essere abbastanza rigido in quanto una volta stabilito pu
essere difficilmente modificato prima del suo completamento.
Per definizione ogni ciclo inizia con una coltura da rinnovo e termina con una depauperante

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Classificazione delle colture sulla base delle esigenze nutritive


All'interno di questa tecnica le colture si dividono in tre gruppi principali.

Piante che risultano notevoli consumatori di sostanze nutritive:


o cavoli (tutte le tipologie fatta eccezione per il cavolo rapa)
o cetrioli
o insalate
o melanzane
o meloni
o patate
o peperoni
o pomodori
o sedano e sedano rapa
o spinaci
o zucche e zucchine
o graminacee

Piante ritenute quali consumatori medi di sostanze nutritive:


o aglio
o barbe rosse
o bietole
o cavoli rapa
o carote
o cicoria
o cipolle
o erbe aromatiche
o finocchi
o porri
o radicchio
o ravanelli
o rucola
o scorzonera

Piante considerate come deboli consumatori di sostanze nutritive:


o fagioli e fagiolini
o fave
o piselli
o prezzemolo
o soia

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Questo sistema di rotazione delle colture prevede la suddivisione della superficie in tre
settori (settori 1, 2 e 3). In ogni settore si avvicenderanno le colture del primo gruppo, del
secondo ed infine del terzo. Le colture del terzo gruppo, le meno esigenti (la maggior parte
delle quali appartiene alla famiglia delle Leguminose) permettono di fissare lazoto
atmosferico arricchendo quindi il terreno di utili sostanze organiche rendendolo adatto alla
successiva coltivazione delle piante del primo gruppo, quelle pi esigenti.
Classificazione delle colture sulla base della parte edule destinata al consumo
Questo sistema di rotazione delle colture prevede la suddivisione degli ortaggi in 4 gruppi:

Ortaggi da frutto:
o angurie
o cetrioli
o fagioli
o fagiolini
o fave
o melanzane
o meloni
o peperoni
o pomodori
o zucche
o zucchini

Ortaggi da foglia:
o cavoli
o cicoria
o finocchio
o insalate
o radicchio
o rucola
o sedani
o spinaci

Ortaggi da radice:
o aglio
o barbe rosse
o carote
o cipolle
o patate
o porri
o ravanelli
o rape
o scorzonera
o sedano rapa
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Ortaggi da fiori:
o cavolfiori
o piante aromatiche

Il primo anno si coltiveranno gli ortaggi da frutto, nel secondo anno quelli da fiore, nel terzo
anno si proceder con la coltivazione degli ortaggi da foglia e nellultimo con quelli da radice.
Per quanto riguarda la scelta delle colture da mettere in successione una volta scelto un
criterio tra quelli sopra elencati, al fine di valorizzare gli effetti benefici dellavvicendamento
colturale occorre:
ripartire nel tempo le operazioni colturali che richiedono tempestivit di intervento,
come le lavorazioni principali del terreno e la semina;
effettuare il controllo delle infestanti con un moderato impiego di erbicidi,
intervenendo sulla coltura pi facile con la soluzione a minor costo;
programmare la fertilizzazione, nellambito della rotazione, in funzione della risposta
quanti-qualitativa delle colture ai nutrienti;
perseguire la diversit biologica delle colture per contrastare la proliferazione di
agenti biologici nocivi (funghi, insetti, etc.) e sostenere quelli utili;

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

SCHEDE COLTURALI
Per attuare nel modo pi corretto possibile la rotazione delle colture necessario conoscere
le famiglie botaniche di appartenenza delle varie colture, per evitare di mettere a dimora in
successione piante poco compatibili tra loro.
Suddivisione in famiglie botaniche delle principali specie coltivate
Famiglia
Maggiore diffusione
Minore diffusione
Chenopodiacee
Composite

Crucifere

Cucurbitacee

Graminacee
Labiate

Bietola da costa e da taglio, Bietola


da orto, Spinacio, Barbabietola
Carciofo, Cardo, Indivia riccia, Indivia scarola, Lattughe da cespo e da
taglio, Cicoria da taglio, Radicchio
da cespo (da foglie), Girasole
Cavolfiore, Cavolo broccolo, Cavolo
cappuccio, Cavolo verza, Cime di
rapa, Ravanello, Rucola, Senape,
Colza
Cocomero
(anguria),
Cetriolo,
Cetriolino, Melone, Zucca, Zucchino

Roscano (salsola), Spinacio della


Nuova Zelanda
Estragone (dragoncello), Radicchio
da radici, Scorzobianca, Scorzonera,
Tarassaco, Topinambur

Frumento tenero, Frumento duro,


Orzo, Mais, Loglio, Riso
Basilico, Melissa, Menta (alcune
specie), Origano, Rosmarino, Salvia,
Santoreggia, Timo (alcune specie),

Farro, Segale, Triticale, Avena,


Sorgo
Issopo, Stachys (coltivata per i
piccoli tuberi)

Cavolo cinese, Cavolo di Bruxelles,


Cavolo nero, Cavolo rapa, Cren, Rapa,
Crescione di fontana, Crescione
inglese, Navone, Ramolaccio, Senape
Chayote (zucca centenaria), Luffa
(zucca spugnosa), Zucca lagenaria

Leguminose

Fagiolo (comune, di Spagna, di


Arachide, Cece, Fagiolo asparago,
Lima), Fagiolino, Fava, Pisello, Erba Fagiolo dallocchio, Lenticchia
medica, Soia

Liliacee

Aglio, Asparago, Cipolla, Porro

Ombrellifere

Carota,
Sedano

Rosacee

Fragola

Solanacee

Melanzana,
Patata,
Peperone, Alchechengio, Tamarillo
Peperoncino, Pomodoro, Tabacco
Valerianella, Valeriana

Valerianacee

Finocchio,

Cipolletta dinverno, Erba cipollina,


Muscari (cipollaccio o lampagione),
Scalogno
Prezzemolo, Aneto, Anice, Cerfoglio, Coriandolo,
Pastinaca, Prezzemolo da radice,
Sedano rapa

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Famiglia delle Chenopodiacee

Barbabietola
La precessione colturale consigliata quella che prevede cereali autunno-vernini.
Sono sconsigliate colture che possono ospitare il nematode
cisticolo come colza o Crucifere, mentre la senape (resistente
al nematode) o altre colture di copertura possono essere
utilmente inserite, quando possibile, nellavvicendamento.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti,
uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

Bietola da coste e bietola da orto


Non dovrebbero seguire s stesse e spinacio.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. ammesso il ritorno della
bietola sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 cicli con altre
colture. Se si effettuano due cicli nellarco dellanno la rotazione
deve essere triennale.
In agricoltura biologica le colture da taglio, cio le colture il cui
prodotto costituito principalmente dalle foglie (con eventuale
minore presenza di altri organi della pianta quali steli e/o fiori)
la cui raccolta viene eseguita mediante taglio o sfalcio e che, in
relazione alla capacit di ricrescita della coltura, pu essere ripetuta pi volte, prima della
conclusione del ciclo colturale, non succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata
massima di 6 mesi, la coltura da taglio interrata e seguita da almeno una coltura da
radice/tubero oppure da un sovescio.

Spinacio
E da evitare che succeda a s stesso, a bietole da coste e da
orto.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B obbligatorio effettuare almeno 3 cicli di altre specie
tra un ciclo e laltro di spinacio. Se in un anno sono effettuati
due cicli di spinacio, vietato riportare la coltura sullo stesso
terreno per almeno 3 anni.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti,
uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Famiglia delle Composite


Carciofo
E una pianta poliennale ed opportuno che ritorni nello stesso
terreno dopo diversi anni (anche cinque e pi) di effettuazione di
altre colture. Non deve seguire il cardo.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento
del carciofo trattandosi di una pianta erbacea poliennale.
Cardo
E consigliabile che non succeda a s stesso e
al carciofo.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli
per lavvicendamento del cardo trattandosi di
una pianta erbacea poliennale.
Lattughe, indivia riccia e scarola
Essendo ortaggi assai diffusi e intensamente coltivati,
opportuno non farli seguire a s stessi e alle piante della
medesima famiglia.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. La coltura pu ritornare sullo
stesso appezzamento dopo almeno tre cicli colturali con altre
specie. Non consigliabile la successione a indivia e cicorie.
In agricoltura biologica gli ortaggi a foglia a ciclo breve, cio quelle colture che possono
essere coltivate sia per la raccolta a foglia/cespo che per la raccolta a taglio solo se la loro
raccolta (che pu avvenire simultaneamente o scalarmente) determina comunque la fine del
ciclo colturale, possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli consecutivi,
successivamente ai tre cicli deve seguire almeno una coltura da radice/tubero oppure una
coltura da sovescio.
Radicchi (cicorie)
Non dovrebbero succedere a s stessi e ad altre Composite.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B
non ammesso il ristoppio, e la coltura pu tornare sullo stesso terreno
dopo almeno 3 anni. E vietato coltivare la cicoria da radice dopo:
barbabietola, crucifere, leguminose, lattughe e cicorie da foglia. Meglio
cereali come precessione.
In agricoltura biologica le colture da taglio, cio le colture il cui prodotto
costituito principalmente dalle foglie (con eventuale minore presenza di altri organi della
pianta quali steli e/o fiori) la cui raccolta viene eseguita mediante taglio o sfalcio e che, in
relazione alla capacit di ricrescita della coltura, pu essere ripetuta pi volte, prima della
conclusione del ciclo colturale, non succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata
massima di 6 mesi, la coltura da taglio interrata e seguita da almeno una coltura da
radice/tubero oppure da un sovescio.
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Girasole
Non si segnalano problemi particolari, infatti questa coltura in
grado di precedere e seguire nellavvicendamento qualsiasi altra.
Solo nel caso in cui si siano verificati forti attacchi fungini si
consiglia un avvicendamento non con colture che possono
fungere da ospiti delle stesse malattie (ad es. Sclerotinia) come
ad esempio colza, o alcune leguminose da granella come soia e
fagiolo.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

Famiglia delle Crucifere


Cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza (anche cavolo di Bruxelles,
cavolo cinese, cavolo rapa)
Sono piante che in genere, specialmente quelle a ciclo vegetativo pi
lungo, sfruttano in modo abbastanza rilevante il terreno; quindi
opportuno che non seguano s stesse, altri ortaggi appartenenti alla
medesima famiglia e, qualora fosse possibile, Solanacee e
Ombrellifere.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B non ammesso il
ristoppio. La coltura di cavolfiore sullo stesso terreno non pu ritornare prima di 2 anni. La
coltura del cavolfiore, intercalare dopo cereali autunno-vernini, lattuga e piselli, richiede
limpiego di cultivar precoci. La coltura pu avere luogo solo su terreni dove per almeno 3 anni
non sono avvenute coltivazioni di una qualsiasi specie appartenente al genere Brassica.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Ravanello
Non dovrebbe venire dopo s stesso e dopo altre piante della famiglia
delle Crucifere.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione non
ammesso il ristoppio. La coltura pu tornare sullo stesso appezzamento
dopo 2 anni. In coltura protetta il ravanello pu tornare sullo stesso
appezzamento dopo 3 cicli di altre colture. E vietata la successione con
altre crucifere.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Rucola
Non dovrebbe venire dopo s stessa e dopo altre piante della famiglia delle Crucifere.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione non ammesso il
ristoppio. ammesso il ritorno della rucola sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 cicli con
altre colture. Se si effettuano due cicli nellarco dellanno la rotazione deve essere triennale
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

In agricoltura biologica le colture da taglio, cio le colture il cui prodotto costituito


principalmente dalle foglie (con eventuale minore presenza di altri organi della pianta quali
steli e/o fiori) la cui raccolta viene eseguita mediante taglio o sfalcio e
che, in relazione alla capacit di ricrescita della coltura, pu essere
ripetuta pi volte, prima della conclusione del ciclo colturale, non
succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata massima di 6
mesi, la coltura da taglio interrata e seguita da almeno una coltura da
radice/tubero oppure da un sovescio.
Colza
La colza ha un ciclo autunno-primaverile e pu essere preceduta e
seguita da tutte le colture in grado di lasciare libero il terreno
precocemente, le malattie fungine possono essere efficacemente
controllate lasciando un periodo sufficientemente lungo prima del
ritorno della coltura sullo stesso appezzamento.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a
leguminosa o a coltura da sovescio.

Famiglia delle Cucurbitacee


Cetriolo
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra di
loro. Alcuni manuali suggeriscono di non coltivare, se possibile, le
Solanacee dopo le Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B
non ammesso il ristoppio; la coltura sullo stesso terreno pu tornare
dopo un periodo minimo di 3 anni. Non comunque ammessa la successione con altre
cucurbitacee.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Cocomero
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste colture
nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra di loro
(esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non coltivare,
se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee. Secondo il disciplinare
della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B non ammesso il
ristoppio. La coltura pu ritornare sullo stesso appezzamento dopo un
periodo minimo di 4 anni. In precessione colturale non sono ammesse n altre cucurbitacee, n
solanacee. Su terreni che abbiano manifestato sintomi di fusariosi, si consiglia di utilizzare
piantine innestate su cultivar o altre specie resistenti a tale patogeno.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
19

LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Zucca
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra
di loro (esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non
coltivare, se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione
B non ammesso il ristoppio. Lintervallo minimo ammesso tra due cicli colturali di zucca di 3
anni. Non sono ammesse successioni a solanacee, altre cucurbitacee e fagiolo
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Melone
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra
di loro (esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non
coltivare, se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di melone di 1 anno utilizzando cv.
resistenti ad almeno tre specie diverse di Fusarium o piante
innestate; di 4 anni con cv. sensibili alla malattia.
Non sono consigliabili successioni a Solanacee o altre Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B non ammesso il
ristoppio. Lintervallo minimo ammesso tra due cicli di melone di 1 anno utilizzando cv
resistenti ad almeno tre specie diverse di Fusarium o piante innestate; di 4 anni con cv
sensibili alla malattia. Non sono ammesse sucessioni a solanacee o altre cucurbitacee.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Zucchino
In pieno campo ed in tunnel non deve essere attuata la coltivazione dello
zucchino sullo stesso appezzamento prima di due anni.
Non deve essere attuata la coltivazione in terreni dove anche su altre
specie si sono evidenziati sintomi di tracheofusariosi.
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste colture
nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra di loro
(esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non coltivare,
se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B in pieno campo ed in
tunnel non ammessa la coltivazione dello zucchino sullo stesso appezzamento prima di due
anni. Non ammessa la coltivazione in terreni dove anche su altre specie si sono evidenziati
sintomi di tracheofusariosi.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Famiglia delle Graminacee


Cereali autunno-vernini (Frumento tenero, Frumento duro, Orzo) e cereali minori (Avena,
Segale, Triticale, Farro)
I cereali vernini, come del resto tutte le colture, traggono forti
benefici dallavvicendamento, specialmente quando questo si attua con
numerose specie di diverso comportamento.
Le colture che possono vantaggiosamente precedere i cereali vernini
sono quelle da rinnovo (mais, patata, pomodoro, barbabietola da
zucchero, girasole) come pure le foraggere (prati monofiti o polifiti).
Avena, segale e triticale occupano nell'avvicendamento la stessa posizione del frumento e
dell'orzo, fanno parte cio del gruppo cereali vernini.
In agricoltura biologica consentito lavvicendamento per massimo due cicli di cereali autunno
vernini purch di specie differente, dopodich occorre far seguire un ciclo di una coltura
differente (non cereale autunno vernino) e un ciclo di leguminosa o sovescio di almeno 70
giorni prima di poter ripetere la coltivazione di cereali autunno vernini sul medesimo
appezzamento.
Mais
La coltura di mais viene ritenuta da rinnovo, in grado di iniziare
lavvicendamento e ben valorizzare le risorse ad essa riservate.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B questa coltura pu essere praticata o in primo o in
secondo raccolto al massimo tre volte ogni cinque anni, ad anni
alterni (non ne dunque consentito il ristoppio).
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Riso
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B questa coltura pu seguire e precedere tutti i tipi di
coltura. La coltura del riso pu succedere a se stessa per un
massimo di tre anni consecutivi sullo stesso appezzamento. In
ambiti vocazionali, tradizionalmente dediti alla monosuccessione
del cereale, consentita la presenza del riso per tutti e cinque gli
anni di impegno a condizione che, subito dopo la raccolta, venga
seminata una coltura di copertura. La coltura va sovesciata in primavera, appena prima della
lavorazione principale. Si ricorda che la monosuccessione in risaia pu essere problematica
per due aspetti: le infestazioni di riso crodo e i fenomeni di stanchezza del suolo legati
all'ambiente riducente e al ciclo della sostanza organica in anaerobiosi. Questi ultimi problemi
potrebbero essere ovviati con unattenta gestione delle paglie, luso di ammendanti organici, un
governo delle acque oculato e la pratica del sovescio.
In agricoltura biologica il riso pu succedere a s stesso per un massimo di tre cicli, seguiti da
almeno due cicli di colture di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o altra
coltura da sovescio.
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Prato avvicendato monofita di graminacee


Da un teorico ampio spettro di scelta di diverse specie, nella pratica solo due risultano
attualmente interessanti: la Festuca arundinacea (festuca) e la Dactylis glomerata (erba
mazzolina). La festuca pu costituire prati da vicenda in grado di durare anche 10 anni. Sia
festuca sia dactilis possono migliorare le condizioni strutturali del terreno.
Viene consigliato di far seguire una coltura cerealicola, mentre si sconsiglia una coltura da
radice, per i rischi connessi con l'intensa attivit della fauna terricola.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali.
Sorgo
La coltura del sorgo viene ritenuta da rinnovo, a semina
primaverile tardiva. Particolare attenzione va posto
nell'avvicendamento se la coltura in successione il frumento,
che potrebbe temporaneamente trovarsi in deficit di azoto.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti,
uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Loglio italico
Il loglio italico (detto anche loiessa), da non confondere con quello inglese
(Lolium perenne), ha origine mediterranea ed una graminacea utile per
costituire prati di breve durata (2 anni) o erbai autunno-primaverili.
Il loglio pu convenientemente costituire, in purezza o in miscuglio con
leguminose, un erbaio autunno-primaverile. Pu quindi essere inserito
nellavvicendamento con un cereale estivo (es. mais), con il duplice scopo di
produrre foraggio e di coprire il terreno nel corso dellinverno e ridurre cos
i fenomeni di lisciviazione e/o di erosione.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Erbai monofiti di graminacee
Costituiti da specie considerate depauperanti si consiglia di farle precedere con colture
miglioratrici o da rinnovo.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento degli erbai trattandosi di
colture erbacee poliennali.
Erbai polifiti di graminacee e leguminose
Costituiti da un miscuglio di specie considerate depauperanti e miglioratrici pu precedere o
succedere qualsiasi coltura. E ammessa la successione consecutiva di erbai polifiti fermo
restando che la percentuale di graminacee vari considerevolmente a favore di uno dei due
gruppi da un anno allaltro. In aggiunta a tale criterio necessario variare, nella successione,
la specie di appartenenza ai due diversi gruppi.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali
22

LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Famiglia delle Labiate


Basilico
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. ammesso il ritorno del
basilico sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 anni con altre
colture.
In agricoltura biologica gli ortaggi a foglia a ciclo breve, cio
quelle colture che possono essere coltivate sia per la raccolta a
foglia/cespo che per la raccolta a taglio solo se la loro raccolta
(che pu avvenire simultaneamente o scalarmente) determina comunque la fine del ciclo
colturale, possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli consecutivi,
successivamente ai tre cicli deve seguire almeno una coltura da radice/tubero oppure una
coltura da sovescio.
Salvia
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. ammesso il ritorno
della salvia sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 anni con
altre colture.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per
lavvicendamento del rosmarino trattandosi di una coltura
poliennale.

Rosmarino
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. ammesso il ritorno del
rosmarino sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 anni con
altre colture.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per
lavvicendamento del rosmarino trattandosi di una coltura
poliennale.

Famiglia delle Leguminose


Fagiolo, fagiolino, fava, pisello
Anche per gli ortaggi che appartengono a questa famiglia, ritenuta
capace di migliorare la fertilit del terreno, consigliabile
attenersi alla regola fondamentale di non ripetere per due anni di
seguito la stessa coltura e nemmeno di coltivare Leguminose dopo
Leguminose.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
23

LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

azione B non ammesso il ristoppio. E ammesso il ritorno delle leguminose sullo stesso
terreno dopo almeno 2 anni di altre colture.
E consigliato non far precedere la coltivazione di fagiolo o fagiolino da altre leguminose
(pisello, soia).
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti.
Soia
La soia pu precedere o succedere a qualsiasi coltura (tranne
altre leguminose). Essa lascia notevoli quantit di residui
colturali che arricchiscono il terreno di sostanza organica, e
in particolare di azoto.
Lavvicendamento con bietola fa diminuire la presenza di
insetti terricoli e di malattie sulla soia. La semina della soia
avviene in genere con temperature pi alte rispetto ad altre
sarchiate (mais e bietola) e ci da tenere presente quando si stabiliscono le rotazioni.
La soia precede bene il frumento, i cereali affini ed il mais.
Meno consigliata invece la coltura della soia dopo prato (o dopo leguminosa).
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti.
Erba medica
La medica pu generalmente precedere o succedere a
qualsiasi coltura.
Particolarmente indicata la successione ai cereali autunni
vernini; viene sconsigliata invece quella a bietola quando su
questultima si sono notati attacchi di rizoctonia.
La medica lascia notevoli quantit di residui colturali che
arricchiscono il terreno di sostanza organica, e in
particolare di azoto fissato dallatmosfera.
Il prato avvicendato di medica, della durata media di 3 anni durante i quali vengono sospese le
lavorazioni del terreno, permette alla flora e alla fauna terricole di aumentare lattivit e di
stabilizzarla ottenendo come effetto una maggiore stabilit della struttura.
Numerose erbe infestanti, presenti nelle colture che precedono il medicaio, vengono
disturbate dai tagli continui, che svolgono pertanto una azione rinettante.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali.
Erbai monofiti di leguminose
Gli erbai monofiti di leguminose possono precedere o succedere a qualsiasi coltura.
Particolarmente indicata la successione ai cereali autunni vernini.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali.

24

LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Erbai polifiti di graminacee e leguminose


Costituiti da un miscuglio di specie considerate depauperanti e miglioratrici pu precedere o
succedere qualsiasi coltura.
E possibile la successione consecutiva di erbai polifiti fermo restando che la percentuale di
graminacee vari considerevolmente a favore di uno dei due gruppi da un anno allaltro.
In aggiunta a tale criterio necessario variare, nella successione, la specie di appartenenza ai
due diversi gruppi.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali.
Colture consociate con leguminose
Esclusivamente ai fini dellapplicazione delle indicazioni proposte dal DM 18356 del
27/11/2009 relativo alle rotazioni colturali in agricoltura biologica, le colture consociate con
leguminose e gli erbai misti con leguminose sono considerati al pari di una coltura pura di
leguminose da reddito o da sovescio o di altra coltura da sovescio.

Famiglia delle Liliacee


Asparago
E una coltura poliennale. Prima di far ritornare lasparago
nello stesso terreno necessario che trascorrano numerosi
anni (5 o pi). opportuno non piantarlo dopo la patata.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B lasparago una coltura poliennale con una durata
economica di 10-15 anni. Non ammesso il ristoppio ed il
reimpianto sullo stesso terreno pu avvenire dopo almeno 6
anni. Non ammesso che lasparago segua colture di: patata,
erba medica, carota e barbabietola, perch potrebbero insorgere violenti attacchi di
Rhizoctonia violacea (mal vinato).
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento degli asparagi trattandosi di
colture erbacee poliennali.
Aglio
E necessario adottare gli stessi criteri indicati per le
Cucurbitacee e, possibilmente, non coltivarli dopo la patata e
le bietole.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio, e lintervallo minimo
ammesso tra due cicli di aglio di 5 anni. E vietato far
precedere laglio da: cipolla, porro, patata, barbabietola e
cavoli.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Cipolla
E necessario adottare gli stessi criteri indicati per le
Cucurbitacee e, possibilmente, non coltivarli dopo la patata e
le bietole.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di cipolla di 3 anni. In caso di
terreni infetti da Fusarium oxysporum f. sp. cepae vietato
il ritorno della coltura prima di 5 anni. vietato far
precedere la cipolla da patata, barbabietola e cavoli.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Porro
E necessario adottare gli stessi criteri indicati per le
Cucurbitacee e, possibilmente, non coltivarli dopo la patata
e le bietole.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di porro di 2 anni. E
sconsigliato far precedere il porro da cipolla, patata,
barbabietola e cavoli in generale.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

Famiglia delle Ombrellifere


Carota
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3
o pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Il ritorno
della carota sullo stesso appezzamento ammesso dopo
almeno 3 anni. Si consiglia di evitare la successione a barbabietola, cipolla ed ombrellifere (es.
finocchio).
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Finocchio
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3 o
pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio, e la coltura
pu tornare sullo stesso terreno dopo almeno 2 anni. E
vietata la successione ad altre ombrellifere.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Prezzemolo
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3 o
pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. ammesso
il ritorno del prezzemolo sullo stesso appezzamento dopo 2 anni. E vietata la successione con
altre ombrellifere.
n agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Sedano
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3 o
pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio, e la coltura
pu tornare sullo stesso terreno dopo 2 anni. Si consiglia di
evitare la successione con altre ombrellifere.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Famiglia delle Rosacee


Fragola
Non bisognerebbe far ritornare per alcuni anni la
coltura nel medesimo appezzamento. Dato che di
frequente negli orti familiari la fragola rimane due anni
di seguito nello stesso terreno, sarebbe opportuno far
trascorrere almeno quattro anni prima di coltivarla
nuovamente nello stesso appezzamento.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B si raccomandano ampi avvicendamenti (3-4 anni) evitando la precessione
di Solanacee (patata e pomodoro). Nei terreni particolarmente stanchi si consiglia una coltura
di sovescio nellanno precedente limpianto, con Brassica juncea, orzo e veccia o orzo e colza.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento delle fragole trattandosi di
colture erbacee poliennali.

Famiglia delle Solanacee


Melanzana
Non si devono ripetere almeno per due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la
successione tra di loro (ad esempio patata-pomodoro).
Bisognerebbe seguire tale norma con abbastanza rigore. Se
fosse possibile, sarebbe indicato non piantare Solanacee dopo
Chenopodiacee e anche dopo Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B sia in pieno campo sia in tunnel non ammessa la
coltivazione della melanzana sullo stesso appezzamento prima di 3 anni. Si deve evitare la
successione a pomodoro e peperone.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Peperone
Non si devono ripetere almeno per due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la
successione tra di loro (ad esempio patata-pomodoro).
Bisognerebbe seguire tale norma con abbastanza rigore. Se
fosse possibile, sarebbe indicato non piantare Solanacee dopo
Chenopodiacee e anche dopo Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammessa la coltivazione del peperone sullo stesso
appezzamento prima di 4 anni. In ogni caso da evitare la successione con altre solanacee.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Patata
Lintervallo minimo tra due cicli di patata deve essere di 2
anni.
Non possibile la successione ad altre solanacee; e
consigliato far precedere la patata
da cereali autunno-vernini.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di patata di 3 anni. Non
ammessa la successione ad altre solanacee; e consigliato far precedere la patata da cereali
autunno-vernini.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Pomodoro da industria
La coltivazione del pomodoro non deve essere preceduta
n seguita da altre solanacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B sullo stesso terreno non ammesso il
ristoppio e la coltura non deve superare due cicli nellarco
di un quinquennio. La coltivazione di pomodoro non deve
essere preceduta o seguita da altre solanacee.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo
dopo lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a
leguminosa o a coltura da sovescio.
Pomodoro da mensa
Utilizzando
cultivar
geneticamente
resistenti
a
Verticillium, Fusarium, e nematodi possibile attuare la
coltivazione del pomodoro sullo stesso appezzamento dopo
almeno 2 anni.
Non consigliabile la successione con altre solanacee o
cucurbitacee in quanto incrementano la popolazione di
nematodi galligeni.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio.
Utilizzando cultivar geneticamente resistenti a Verticillium, Fusarium e nematodi, ammessa
la coltivazione del pomodoro sullo stesso appezzamento dopo almeno 2 anni. E vietata la
successione con altre solanacee o cucurbitacee, in quanto incrementano la popolazione di
nematodi galligeni.
In agricoltura biologica possibile far succedere il pomodoro coltivato in ambiente protetto a
s stesso fino a due cicli purch, prima di ritornare alla coltivazione del pomodoro, venga
attuato un ciclo di una coltura differente dal pomodoro e un ciclo di leguminosa o coltura da
sovescio.
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LA GESTIONE DEGLI AVVICENDAMENTI COLTURALI

Tabacco
Normalmente nell'avvicendamento il tabacco riveste il ruolo di
pianta da rinnovo, anche se diverso il potere miglioratore in
funzione delle tecniche colturali adottate.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno
dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.

Famiglia delle Valerianacee


Valerianella
E bene che non segua se stessa, ma una coltura che non pone
particolari problemi.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. ammesso il ritorno della
valeriana sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 cicli con altre
colture. Se si effettuano due cicli nellarco dellanno la rotazione
deve essere triennale.
In agricoltura biologica gli ortaggi a foglia a ciclo breve, cio quelle colture che possono
essere coltivate sia per la raccolta a foglia/cespo che per la raccolta a taglio solo se la loro
raccolta (che pu avvenire simultaneamente o scalarmente) determina comunque la fine del
ciclo colturale, possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli consecutivi,
successivamente ai tre cicli deve seguire almeno una coltura da radice/tubero oppure una
coltura da sovescio.

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