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DEGLI AVVICENDAMENTI
COLTURALI
A cura di
CIVIELLE
Cantine della Valtnesi e della Lugana
Presentazione
Civielle - Cantine della Valtnesi e della Lugana, societ agricola cooperativa fondata nel 1979,
ubicata a Moniga del Garda, sulla sponda occidentale del Lago di Garda, in una storica
Cantina, al centro di una zona di antiche tradizioni vitivinicole.
Finalit della Cooperativa, che non ha scopi di lucro, lo sviluppo della viticoltura territoriale a
difesa dellintegrit dellambiente tramandato nei millenni, del reddito delle imprese agricole
nel cotesto di uneconomia particolarmente orientata al turismo.
Lattivit si esplica nei vari segmenti della produzione, della trasformazione e nel
confezionamento dei prodotti vitivinicoli, sia presso la sede aziendale che presso le oltre 150
aziende vitivinicole che ne utilizzano le tecnologie nel territorio regionale e nelle regioni
limitrofe.
I viticoltori soci della cooperativa - 80 le aziende rappresentate - condividono rigorosi
protocolli volontari di coltivazione e di raccolta delle uve, e la cooperativa opera in
ottemperanza alle norme per la certificazione di qualit UNI EN ISO 9001:2008. La
cooperativa applica inoltre i metodi di produzione dellagricoltura biologica secondo gli
standard dellUnione Europea e I.F.O.A.M. e N.O.P. del Nord America. I terreni coltivati,
certificati per lagricoltura biologica, ad oggi sono oggi l80% del totale con lobiettivo di
giungere al pi presto al 100%.
Fin dal 1987 la cooperativa accreditata dallAmministrazione Provinciale di Brescia e dalla
Regione Lombardia per lattuazione di progetti di assistenza tecnica e organizza
periodicamente importanti convegni, seminari, visite guidate, incontri tecnici, produce
materiale come dispense, opuscoli e bollettini periodici per informare gli operatori del mondo
vitivinicolo sulle tematiche tecniche, normative ed economiche riguardanti il settore.
In trentanni di esperienza Civielle ha accumulato un considerevole bagaglio di conoscenze che
si estendono anche ad una problematica di rilevante interesse collettivo come quella della
sicurezza sul lavoro.
Per questo, grazie anche al contributo dellUnione Europea e della Direzione Generale
Agricoltura della Regione Lombardia, ha ritenuto utile riassumere in questa pubblicazione, il
complesso delle informazioni necessarie alle imprese vitivinicole per porre nel giusto rilievo il
tema della sicurezza alimentare nel settore vitivinicolo.
INDICE
PREMESSA
STORIA
NORMATIVA
PRINCIPI DI BASE
10
SISTEMI DI AVVICENDAMENTO
11
SCHEDE COLTURALI
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PREMESSA
La rotazione delle colture o avvicendamento colturale una tecnica adottata in agricoltura
che prevede la variazione, da un ciclo produttivo all'altro, della specie agraria coltivata nello
stesso appezzamento, al fine di migliorare o mantenere la fertilit del terreno agrario e
garantire, a parit di condizioni, una maggiore resa. Si contrappone alla tecnica della
monosuccessione, che consiste nella ripetizione sullo stesso appezzamento della coltura
effettuata nel ciclo precedente.
La rotazione delle colture una tecnica colturale le cui origini si perdono nella notte dei
tempi; trattasi sostanzialmente di una tecnica basata sullalternare, nella medesima posizione
del campo o dellorto, trascorso un determinato periodo temporale, la coltivazione di una
determinata pianta con unaltra. La durata di detto periodo pu essere varia; la rotazione delle
colture infatti pu essere biennale, triennale o quadriennale; la pi utilizzata molto
probabilmente questultima.
Con la rotazione delle colture ci si prefiggono scopi ben precisi, ovvero il mantenimento e/o il
miglioramento della fertilit del suolo destinato alla coltivazione; ci garantisce una miglior
produttivit del terreno in questione.
Quando si effettuano la sostituzione delle piante, le scelte non sono casuali, una certa pianta
infatti deve essere sostituita da unaltra pianta appartenente a una famiglia botanica
totalmente diversa affinch si possano ottenere i maggiori benefici e si possa mantenere
costante la continuit del ciclo produttivo.
Lalternanza delle colture detta avvicendamento ha sempre consentito allagricoltore di
salvaguardare e conservare nel tempo il livello di fertilit dei suoi terreni.
Avvicendare le colture sul medesimo appezzamento, in termini agronomici, significa anche
alternare gli interventi preparatori sia in termini temporali che di intensit a seconda della
coltivazione da eseguire. Significa poi interrare, con la pratica del sovescio parziale,
differenti tipologie di residui colturali (diverse quantit di fitomassa), di differente
composizione qualitativa.
Basti pensare alla diversit tra una paglia di grano e un residuo paglioso di soia che attivano
processi di decomposizione e mineralizzazione a partire da substrati sostanzialmente diversi.
Diversa ancora sar poi la stratificazione lungo il profilo del terreno di detta fitomassa, in
relazione alla tipologia e profondit di lavorazione eseguita.
Tra le possibili specie erbacee coltivabili, le leguminose sono una essenziale componente di
tutti i sistemi agricoli. Limportanza agronomica delle leguminose da attribuire alla loro
ricchezza in proteina di qualit idonea ad alimentare sia luomo che gli animali domestici, oltre
al contributo nel garantire la fertilit del suolo.
Il ruolo della rotazione colturale trova esaltazione nella pratica di unagricoltura sostenibile,
per diminuire i consumi di energia fossile, aumentare luso di risorse rinnovabili, diminuire
limpiego di diserbanti, concimi chimici e fitofarmaci, introdurre maggiore diversificazione
colturale, diminuire il numero dei trasporti, assicurare la conservazione della fertilit del
terreno e lottenimento di prodotti di migliore qualit.
La rotazione, caposaldo dellagricoltura tradizionale, rappresenta una scelta obbligata
nellagricoltura sostenibile.
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STORIA
La rotazione delle colture venne praticata per secoli nel quadro di sistemi agricoli che
includevano l'allevamento, mentre a partire dall'Ottocento con gli studi di Justus von Liebig
sui fertilizzanti viene introdotta la monocoltura e successivamente l'agricoltura intensiva. Si
pu affermare che le rotazioni moderne in Italia nascono come conseguenza delle grandi
opere irrigue di comuni e principati, che imposero lesigenza di inserire le foraggere tra i
raccolti di cereali. La conseguenza fu un nuovo allevamento che non si fondava pi sui pascoli
naturali, ma sulla coltivazione dei foraggi. I primi scrittori che descrissero il sistema italiano
sono, nel Cinquecento, Camillo Tarello e, soprattutto, Agostino Gallo. La rotazione divenne
vera scienza in Inghilterra tra la fine del Seicento e il Settecento, quando decine di agronomi
sperimentano nuove combinazioni di colture in successione. Tra quegli agronomi il pi famoso
Arthur Young, che prov cento rotazioni ma che non riusc a creare una teoria organica che
venne poi creata da un suo discepolo, il tedesco Albrecht Thaer. Il piano pi famoso per la
sperimentazione di tutte le condizioni ed i benefici della rotazione venne realizzato, dal 1843,
nell'azienda sperimentale di un magnate dei fertilizzanti, John Bannet Lawes, dall'agronomo
inglese Henry Gilbert, che dopo cinquant'anni di sperimentazioni, illustr in una serie di
conferenze negli Stati Uniti dAmerica, i risultati del pi straordinario progetto sperimentale
della storia dell'agronomia.
L'agricoltura sostenibile tenta di reintrodurre la rotazione delle colture nellintento di ridurre
o addirittura evitare limpiego dei fertilizzanti chimici.
NORMATIVA
Una normativa precisa regola lavvicendamento in agricoltura biologica e nei disciplinari di
lotta integrata delle misure agroambientali del Programma di Sviluppo Rurale.
Agricoltura biologica
Il DM del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali n.18356 del 27 novembre
2009 Disposizioni per lattuazione dei regolamenti (CE) n. 834/2007, n. 889/2008 e n.
1235/2008 e successive modifiche riguardanti la produzione biologica e letichettatura dei
prodotti biologici allarticolo 3 tratta la tematica degli avvicendamenti colturali precisando
che la fertilit del suolo e la prevenzione delle malattie mantenuta mediante il succedersi
nel tempo della coltivazione di specie vegetali differenti sullo stesso appezzamento.
In caso di colture seminative, orticole non specializzate e specializzate, sia in pieno campo che
in ambiente protetto, la medesima specie coltivata sulla stessa superficie solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a
leguminosa o a coltura da sovescio.
In deroga a quanto sopra riportato:
- i cereali autunno-vernini (ad esempio: frumento tenero e duro, orzo, avena, segale, triticale,
farro, ecc.) e il pomodoro in ambiente protetto possono succedere a loro stessi per un
massimo di due cicli colturali, che devono essere seguiti da almeno due cicli di colture di
specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio;
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- il riso pu succedere a se stesso per un massimo di tre cicli, seguiti da almeno due cicli di
colture di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o altra coltura da sovescio;
- gli ortaggi a foglia a ciclo breve possono succedere a loro stessi al massimo per tre cicli
consecutivi, successivamente ai tre cicli segue almeno una coltura da radice/tubero oppure
una coltura da sovescio.
- le colture da taglio non succedono a se stesse. A fine ciclo colturale, della durata massima di
6 mesi, la coltura da taglio interrata e seguita da almeno una coltura da radice/tubero
oppure da un sovescio.
In tutti i casi previsti, il ciclo di coltivazione della coltura da sovescio ha una durata minima di
70 giorni.
Lart.3 del DM 18356 non si applica alle coltivazioni legnose da frutto ed erbacee poliennali.
Una successiva nota del MiPAAF, la Nota n. 12096 del 03/08/2010 chiarisce alcuni punti
controversi del DM 18356 precisando che il DM identifica nella successione di almeno tre cicli
colturali di colture non poliennali appartenenti a specie botaniche differenti (di cui almeno una
appartenente alla famiglia delle leguminose o, se appartenente a famiglia differente,
comunque destinata al sovescio) la condizione del rispetto di un minimo avvicendamento
colturale. Tale riferimento alla specie botanica deve intendersi applicato anche per quanto
indicato dalla deroga relativa ai cereali autunno vernini (terzo capoverso, primo trattino).
Pertanto fermo restando che le sequenze colturali devono comunque prevedere un intervallo
minimo di due cicli di colture diverse prima che la stessa specie possa essere nuovamente
coltivata (fatte salve le deroghe di cui sotto) e che delle tre specie in sequenza almeno una sia
una coltura leguminosa (da reddito o da sovescio) o altra coltura da sovescio, tutte le
sequenze colturali caratterizzate da un numero maggiore di tre cicli colturali devono essere
considerate conformi alle indicazioni del DM.
Per effetto delle indicazioni relative alle colture erbacee poliennali nel DM sono considerate
conformi alle indicazioni del DM stesso tutte le sequenze colturali caratterizzate dalla
presenza di una coltura erbacea poliennale (es. prato, ortiva a ciclo poliennale quale carciofo o
asparago, ortiva destinata alla produzione di seme se a ciclo biennale).
Comunque in tutti i casi anche in relazione a quanto sopra esplicato opportuno precisare che
le valutazioni sulla conformit delle successioni colturali nei riguardi delle indicazioni del DM
devono essere realizzate tenendo conto dellintero avvicendamento e/o rotazione dichiarata e
contenuto nella relazione tecnica complementare alla notifica bio.
E quindi opportuno che gli organismi pubblici e privati di controllo possano accertare in
occasione delle visite ispettive di sorveglianza presso le aziende lesistenza di uneffettiva
suddivisione della superficie destinata alla coltivazione in aree rotazionali in numero e in
superficie adeguata tali da accogliere la dichiarata successione colturale. La valutazione del
numero delle aree rotazionali necessarie eseguita sulla base della lunghezza dei cicli
colturali delle differenti colture, in conformit agli ordinari criteri di pratica agronomica.
In altri termini, leventuale scelta di condurre la successione colturale investendo tutta la
superficie aziendale con la stessa coltura nello stesso momento deve essere considerata una
pratica non ordinaria e comunque da considerare come elemento di rischio e da sottoporre alla
preventiva valutazione dellorganismo di controllo.
Esclusivamente ai fini dellapplicazione delle indicazioni proposte dal DM, le colture consociate
con leguminose e gli erbai misti con leguminose sono considerati al pari di una coltura pura di
leguminose da reddito o da sovescio o di altra coltura da sovescio.
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Si ritiene altres opportuno precisare che qualora una delle colture previste dalla sequenza
colturale non possa essere portata a termine per condizioni climatiche o agronomiche avverse,
e che pertanto la raccolta o il sovescio non abbia avuto luogo o non possa avere luogo, essa
potr essere riseminata o ritrapiantata senza che tale coltivazione sia considerata come un
nuovo ciclo colturale. Tale circostanza dovr essere opportunamente registrata a livello
aziendale e segnalata allorganismo di controllo in occasione della visita ispettiva.
Relativamente agli ortaggi a foglia opportuno precisare che la deroga prevista al terzo
capoverso (deroghe), terzo trattino si pu applicare solo per le specie ortive che possono
essere coltivate sia per la raccolta a foglia/cespo che per la raccolta a taglio solo se la loro
raccolta (che pu avvenire simultaneamente o scalarmente) determina comunque la fine del
ciclo colturale.
Invece, la deroga prevista al terzo capoverso, quarto trattino, si deve applicare
esclusivamente alle colture il cui prodotto costituito principalmente dalle foglie (con
eventuale minore presenza di altri organi della pianta quali steli e/o fiori) la cui raccolta viene
eseguita mediante taglio o sfalcio e che, in relazione alla capacit di ricrescita della coltura,
pu essere ripetuta pi volte, prima della conclusione del ciclo colturale. Ci esclude che
allinterno del periodo di sei mesi possano succedersi pi cicli di colture da taglio se
appartenenti a specie diverse.
Si precisa che la coltura destinata a sovescio (leguminosa e non) deve avere una durata minima
di almeno 70 giorni, calcolati a decorrere dalla data di semina della coltura da sovesciare e la
semina / trapianto della coltura successiva. Le informazioni relative alle date di semina della
coltura da sovescio e della coltura successiva dovranno essere opportunamente registrate a
livello aziendale e riportate allorganismo di controllo in occasione della visita ispettiva.
Disciplinari di lotta integrata delle misure agroambientali del P.S.R..
Le regole per lavvicendamento delle varie colture nellambito dei disciplinari di lotta integrata
nellambito delle misure agro ambientali del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 vengono
riportate in seguito elle schede colturali.
PRINCIPI DI BASE
La scelta delle colture avviene in funzione degli obiettivi e dei bisogni dell'agricoltore e del
terreno e del clima e delle piante.
Nella scelta della successione colturale l'agricoltore dipendente soprattutto dal rischio
allelopatico, dalla stanchezza del terreno, dai rischi di insediamento di malattie, insetti e
malerbe di difficile eradicazione.
L'allelopatia o antagonismo radicale
E un fenomeno che interviene molto frequentemente nella competizione interspecifica e
intraspecifica tra le piante nell'agroecosistema, per cui una pianta rilascia nel terreno, a
seguito del metabolismo della stessa, sostanze (i cosiddetti metaboliti secondari) che
inibiscono la crescita e lo sviluppo di piante concorrenti. Tali sostanze si comportano perci
come fitotossine radicali (amigdalina dal pesco e florizina dal melo).
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soluzione per la loro eliminazione consiste nel variare il tipo di coltura. Cos agendo si viene a
limitare la sopravvivenza e il proliferarsi di determinati patogeni; di fatto, la rotazione delle
colture una specie di strategia preventiva che talvolta ha anche finalit terapeutiche.
Grazie alla rotazione delle colture possibile limitare lutilizzo di prodotti chimici ad azione
fitosanitaria quali, per esempio, gli antiparassitari, i pesticidi, i diserbanti ecc.; tale
limitazione consente sia un risparmio di tipo economico sia di limitare gli eventuali problemi
che il loro uso potrebbe causare (molti fitosanitari sono sostanze pericolose che vanno
maneggiate con molta precauzione).
Grazie alla rotazione il terreno assorbe determinati tipi di nutrienti che erano stati assorbiti
dalle piante presenti precedentemente; ci particolarmente utile per la massimizzazione
della variet colturale, senza contare che il ciclo delle erbe infestanti viene interrotto.
dellagro-ecosistema (maggiore
SISTEMI DI AVVICENDAMENTO
Avvicendamento a ciclo chiuso o rotazione colturale
Segue uno schema rigido predefinito che si ripete periodicamente a cicli poliennali di durata
compresa fra due e nove anni. Si basa su schemi stabiliti secondo tradizioni storiche e locali
che dipendono da fattori socio-economici, climatici e geografici. Nell'agricoltura moderna
stato soppiantato dall'avvicendamento libero.
Avvicendamento libero
Segue uno schema non rigidamente predefinito che adotta comunque i principi di base
dell'avvicendamento. Si basa su schemi liberi in funzione di fattori prevalentemente
economici.
Esistono diverse modalit per eseguire la rotazione delle colture che si basano su diverse
modalit di classificazione e diversificazione delle colture.
Classificazione delle colture sulla base degli effetti sulla struttura del terreno
All'interno di questa tecnica le colture si dividono in 3 gruppi che vengono avvicendati:
colture da rinnovo (a fine ciclo lasciano il terreno con una migliore struttura dovuta alle
lavorazioni, es. mais, colza);
colture miglioratrici (principalmente le leguminose, azoto-indipendenti, es. erba
medica, trifoglio..);
colture depauperanti (generalmente le graminacee).
Vi sono poi colture considerate miglioratrici da rinnovo, come la soia (leguminosa).
Il difetto di questo sistema di essere abbastanza rigido in quanto una volta stabilito pu
essere difficilmente modificato prima del suo completamento.
Per definizione ogni ciclo inizia con una coltura da rinnovo e termina con una depauperante
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Questo sistema di rotazione delle colture prevede la suddivisione della superficie in tre
settori (settori 1, 2 e 3). In ogni settore si avvicenderanno le colture del primo gruppo, del
secondo ed infine del terzo. Le colture del terzo gruppo, le meno esigenti (la maggior parte
delle quali appartiene alla famiglia delle Leguminose) permettono di fissare lazoto
atmosferico arricchendo quindi il terreno di utili sostanze organiche rendendolo adatto alla
successiva coltivazione delle piante del primo gruppo, quelle pi esigenti.
Classificazione delle colture sulla base della parte edule destinata al consumo
Questo sistema di rotazione delle colture prevede la suddivisione degli ortaggi in 4 gruppi:
Ortaggi da frutto:
o angurie
o cetrioli
o fagioli
o fagiolini
o fave
o melanzane
o meloni
o peperoni
o pomodori
o zucche
o zucchini
Ortaggi da foglia:
o cavoli
o cicoria
o finocchio
o insalate
o radicchio
o rucola
o sedani
o spinaci
Ortaggi da radice:
o aglio
o barbe rosse
o carote
o cipolle
o patate
o porri
o ravanelli
o rape
o scorzonera
o sedano rapa
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Ortaggi da fiori:
o cavolfiori
o piante aromatiche
Il primo anno si coltiveranno gli ortaggi da frutto, nel secondo anno quelli da fiore, nel terzo
anno si proceder con la coltivazione degli ortaggi da foglia e nellultimo con quelli da radice.
Per quanto riguarda la scelta delle colture da mettere in successione una volta scelto un
criterio tra quelli sopra elencati, al fine di valorizzare gli effetti benefici dellavvicendamento
colturale occorre:
ripartire nel tempo le operazioni colturali che richiedono tempestivit di intervento,
come le lavorazioni principali del terreno e la semina;
effettuare il controllo delle infestanti con un moderato impiego di erbicidi,
intervenendo sulla coltura pi facile con la soluzione a minor costo;
programmare la fertilizzazione, nellambito della rotazione, in funzione della risposta
quanti-qualitativa delle colture ai nutrienti;
perseguire la diversit biologica delle colture per contrastare la proliferazione di
agenti biologici nocivi (funghi, insetti, etc.) e sostenere quelli utili;
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SCHEDE COLTURALI
Per attuare nel modo pi corretto possibile la rotazione delle colture necessario conoscere
le famiglie botaniche di appartenenza delle varie colture, per evitare di mettere a dimora in
successione piante poco compatibili tra loro.
Suddivisione in famiglie botaniche delle principali specie coltivate
Famiglia
Maggiore diffusione
Minore diffusione
Chenopodiacee
Composite
Crucifere
Cucurbitacee
Graminacee
Labiate
Leguminose
Liliacee
Ombrellifere
Carota,
Sedano
Rosacee
Fragola
Solanacee
Melanzana,
Patata,
Peperone, Alchechengio, Tamarillo
Peperoncino, Pomodoro, Tabacco
Valerianella, Valeriana
Valerianacee
Finocchio,
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Barbabietola
La precessione colturale consigliata quella che prevede cereali autunno-vernini.
Sono sconsigliate colture che possono ospitare il nematode
cisticolo come colza o Crucifere, mentre la senape (resistente
al nematode) o altre colture di copertura possono essere
utilmente inserite, quando possibile, nellavvicendamento.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti,
uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Spinacio
E da evitare che succeda a s stesso, a bietole da coste e da
orto.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B obbligatorio effettuare almeno 3 cicli di altre specie
tra un ciclo e laltro di spinacio. Se in un anno sono effettuati
due cicli di spinacio, vietato riportare la coltura sullo stesso
terreno per almeno 3 anni.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti,
uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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Girasole
Non si segnalano problemi particolari, infatti questa coltura in
grado di precedere e seguire nellavvicendamento qualsiasi altra.
Solo nel caso in cui si siano verificati forti attacchi fungini si
consiglia un avvicendamento non con colture che possono
fungere da ospiti delle stesse malattie (ad es. Sclerotinia) come
ad esempio colza, o alcune leguminose da granella come soia e
fagiolo.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Zucca
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra
di loro (esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non
coltivare, se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione
B non ammesso il ristoppio. Lintervallo minimo ammesso tra due cicli colturali di zucca di 3
anni. Non sono ammesse successioni a solanacee, altre cucurbitacee e fagiolo
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Melone
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste
colture nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra
di loro (esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non
coltivare, se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di melone di 1 anno utilizzando cv.
resistenti ad almeno tre specie diverse di Fusarium o piante
innestate; di 4 anni con cv. sensibili alla malattia.
Non sono consigliabili successioni a Solanacee o altre Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B non ammesso il
ristoppio. Lintervallo minimo ammesso tra due cicli di melone di 1 anno utilizzando cv
resistenti ad almeno tre specie diverse di Fusarium o piante innestate; di 4 anni con cv
sensibili alla malattia. Non sono ammesse sucessioni a solanacee o altre cucurbitacee.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Zucchino
In pieno campo ed in tunnel non deve essere attuata la coltivazione dello
zucchino sullo stesso appezzamento prima di due anni.
Non deve essere attuata la coltivazione in terreni dove anche su altre
specie si sono evidenziati sintomi di tracheofusariosi.
E importante non ripetere per almeno due anni di seguito queste colture
nello stesso terreno e neppure effettuare la successione tra di loro
(esempio melone-zucchino). Alcuni manuali suggeriscono di non coltivare,
se possibile, le Solanacee dopo le Cucurbitacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013 azione B in pieno campo ed in
tunnel non ammessa la coltivazione dello zucchino sullo stesso appezzamento prima di due
anni. Non ammessa la coltivazione in terreni dove anche su altre specie si sono evidenziati
sintomi di tracheofusariosi.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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Rosmarino
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R. 2007/2013
azione B non ammesso il ristoppio. ammesso il ritorno del
rosmarino sullo stesso appezzamento dopo almeno 3 anni con
altre colture.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per
lavvicendamento del rosmarino trattandosi di una coltura
poliennale.
azione B non ammesso il ristoppio. E ammesso il ritorno delle leguminose sullo stesso
terreno dopo almeno 2 anni di altre colture.
E consigliato non far precedere la coltivazione di fagiolo o fagiolino da altre leguminose
(pisello, soia).
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti.
Soia
La soia pu precedere o succedere a qualsiasi coltura (tranne
altre leguminose). Essa lascia notevoli quantit di residui
colturali che arricchiscono il terreno di sostanza organica, e
in particolare di azoto.
Lavvicendamento con bietola fa diminuire la presenza di
insetti terricoli e di malattie sulla soia. La semina della soia
avviene in genere con temperature pi alte rispetto ad altre
sarchiate (mais e bietola) e ci da tenere presente quando si stabiliscono le rotazioni.
La soia precede bene il frumento, i cereali affini ed il mais.
Meno consigliata invece la coltura della soia dopo prato (o dopo leguminosa).
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti.
Erba medica
La medica pu generalmente precedere o succedere a
qualsiasi coltura.
Particolarmente indicata la successione ai cereali autunni
vernini; viene sconsigliata invece quella a bietola quando su
questultima si sono notati attacchi di rizoctonia.
La medica lascia notevoli quantit di residui colturali che
arricchiscono il terreno di sostanza organica, e in
particolare di azoto fissato dallatmosfera.
Il prato avvicendato di medica, della durata media di 3 anni durante i quali vengono sospese le
lavorazioni del terreno, permette alla flora e alla fauna terricole di aumentare lattivit e di
stabilizzarla ottenendo come effetto una maggiore stabilit della struttura.
Numerose erbe infestanti, presenti nelle colture che precedono il medicaio, vengono
disturbate dai tagli continui, che svolgono pertanto una azione rinettante.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali.
Erbai monofiti di leguminose
Gli erbai monofiti di leguminose possono precedere o succedere a qualsiasi coltura.
Particolarmente indicata la successione ai cereali autunni vernini.
In agricoltura biologica non ci sono vincoli per lavvicendamento dei prati trattandosi di
colture erbacee poliennali.
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Cipolla
E necessario adottare gli stessi criteri indicati per le
Cucurbitacee e, possibilmente, non coltivarli dopo la patata e
le bietole.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di cipolla di 3 anni. In caso di
terreni infetti da Fusarium oxysporum f. sp. cepae vietato
il ritorno della coltura prima di 5 anni. vietato far
precedere la cipolla da patata, barbabietola e cavoli.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Porro
E necessario adottare gli stessi criteri indicati per le
Cucurbitacee e, possibilmente, non coltivarli dopo la patata
e le bietole.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di porro di 2 anni. E
sconsigliato far precedere il porro da cipolla, patata,
barbabietola e cavoli in generale.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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Finocchio
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3 o
pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio, e la coltura
pu tornare sullo stesso terreno dopo almeno 2 anni. E
vietata la successione ad altre ombrellifere.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Prezzemolo
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3 o
pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. ammesso
il ritorno del prezzemolo sullo stesso appezzamento dopo 2 anni. E vietata la successione con
altre ombrellifere.
n agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Sedano
Vale ancora quanto detto per le Cucurbitacee. In presenza
di parassiti animali o malattie (come ad esempio septoria
del sedano), indispensabile lasciar passare alcuni anni (3 o
pi, fino a 5) prima di far ritornare queste colture nello
stesso appezzamento. Se possibile non si dovrebbero
coltivare dopo le bietole, barbabietole, cipolla.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio, e la coltura
pu tornare sullo stesso terreno dopo 2 anni. Si consiglia di
evitare la successione con altre ombrellifere.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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Patata
Lintervallo minimo tra due cicli di patata deve essere di 2
anni.
Non possibile la successione ad altre solanacee; e
consigliato far precedere la patata
da cereali autunno-vernini.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio. Lintervallo
minimo ammesso tra due cicli di patata di 3 anni. Non
ammessa la successione ad altre solanacee; e consigliato far precedere la patata da cereali
autunno-vernini.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo lavvicendarsi di almeno due cicli
colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
Pomodoro da industria
La coltivazione del pomodoro non deve essere preceduta
n seguita da altre solanacee.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B sullo stesso terreno non ammesso il
ristoppio e la coltura non deve superare due cicli nellarco
di un quinquennio. La coltivazione di pomodoro non deve
essere preceduta o seguita da altre solanacee.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo
dopo lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno dei quali destinato a
leguminosa o a coltura da sovescio.
Pomodoro da mensa
Utilizzando
cultivar
geneticamente
resistenti
a
Verticillium, Fusarium, e nematodi possibile attuare la
coltivazione del pomodoro sullo stesso appezzamento dopo
almeno 2 anni.
Non consigliabile la successione con altre solanacee o
cucurbitacee in quanto incrementano la popolazione di
nematodi galligeni.
Secondo il disciplinare della misura 214 del P.S.R.
2007/2013 azione B non ammesso il ristoppio.
Utilizzando cultivar geneticamente resistenti a Verticillium, Fusarium e nematodi, ammessa
la coltivazione del pomodoro sullo stesso appezzamento dopo almeno 2 anni. E vietata la
successione con altre solanacee o cucurbitacee, in quanto incrementano la popolazione di
nematodi galligeni.
In agricoltura biologica possibile far succedere il pomodoro coltivato in ambiente protetto a
s stesso fino a due cicli purch, prima di ritornare alla coltivazione del pomodoro, venga
attuato un ciclo di una coltura differente dal pomodoro e un ciclo di leguminosa o coltura da
sovescio.
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Tabacco
Normalmente nell'avvicendamento il tabacco riveste il ruolo di
pianta da rinnovo, anche se diverso il potere miglioratore in
funzione delle tecniche colturali adottate.
In agricoltura biologica pu succedere a s stessa solo dopo
lavvicendarsi di almeno due cicli colturali di specie differenti, uno
dei quali destinato a leguminosa o a coltura da sovescio.
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