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Urbino, aprile 2014

il Ducato
dossier
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Periodico dellIstituto per la formazione al giornalismo di Urbino

Il maiale vegetale
di Teodora Stefanelli
Come nel suino della canapa non si butta via nulla: tutte le componenti della pianta sono sfruttate per fare carta, stoffe, olio, farina e cosmetici. Dopo un periodo di proibizionismo, durato pi di 20 anni, oggi questa coltivazione sta tornando nei campi e gli agricoltori dellentroterra marchigiano stanno scommettendo molto sul suo rilancio.

il Ducato

Torna la canapa nellentroterra marchigiano: rende bene e non inquina

La pianta salva economia


I giovani under 35 tornano a lavorare in campagna e scommettono sul recupero delle colture dimenticate

a alcuni anni il sistema produttivo marchigiano sta perdendo colpi, schiacciato dalla pressione di una crisi economica che non accenna ad arrestarsi: Secondo i dati del Centro studi di Confindustria Marche nel 2013 si sono persi 22mila disoccupati, con un calo del 3,4% (contro lo 0,4% dellItalia) che ha portato il tasso di disoccupazione dal 10,7%del 2012 al 12,2% di dicembre 2013. La contrazione ha interessato tutti i settori produttivi, lagricoltura, in particolare, ha perso 2700 unit, con un decremento del 16,4% rispetto al 2012. In questo panorama desolato c, per, una nota positiva: sempre pi giovani tornano a lavorare in campagna, affittano i terreni (comprarli costa troppo) e aprono piccole aziende agricole. Nellultimo rapporto presentato da Coldiretti Marche, si stima che, tra il 2011 e i primi sei mesi del 2013, sono nate circa 200 imprese condotte da giovani sotto i 35 anni che non provengono dal lavoro agricolo. Si legge nel documento: Se il trend del primo semestre 2013 dovesse essere mantenuto, le nuove iscrizioni dei giovani imprenditori nel registro delle Camere di Commercio dovrebbero aumentare di una cifra tra il 20 e il 30 per cento rispetto allo scorso anno. Sono sempre di pi i ragazzi che scelgono di frequentare gli istituti professionali di agraria e, rispetto al 2013, le matricole iscritte alla facolt di Agraria sono il 20 per cento in pi. Studio, ricerca e sviluppo del settore primario, secondo alcuni esperti, sono fattori che rafforzano leconomia del territorio marchigiano, ma puntando sul recupero delle colture dimenticate, come quella della canapa, che si pu creare unoccasione unica di riscatto, anche perch la regione Marche offre ottime potenzialit grazie alla combinazione favorevole di terreno e clima. Bisogna creare una filiera spiega Corrado Gradoni, responsabile marchigiano di Assocanapa - in grado di valorizzare la fibra (per costruire pannelli e mattoni), il canapulo (che serve a produrre pellet e altri materiali isolanti) e lolio che si ricava dai semi e che ha un tenore di grassi Omega 3 molto superiore agli altri oli vegetali. Attraverso il rilancio di uneconomia sostenibile, fondata sulle risorse del territorio, si possono sviluppare opportunit per i giovani e di conseguenza creare prospettive occupazionali. In Germania molti problemi sono stati superati dando credito alla green economy ha spiegato Patrizia David, docente di Sociologia allUniversit di Camerino, durante il convegno La canapa, nuova opportunit per lagricoltura italiana, organizzato a Fiuminata il 15 marzo grazie a tecnologie davanguardia applicate alle produzioni agricole e forestali. Un risposta alle mutazioni climatiche, ma anche unoccasione di riequilibrio delle risorse e dello sviluppo in tutte le aree del paese. La regione Marche, da alcuni anni ha cominciato a investire nella sativa: dal 2011 al 2014 gli ettari coltivati a canapa nellanconeta-

no sono quadruplicati e i produttori si sono cimentati sempre di pi nella produzione di oggetti e articoli per usi e scopi pi vari: dalla cosmetica, allagroalimentare, fino alla carta e ai capi di abbigliamento. Ma nellentroterra marchigiano, a Jesi, una cittadina in provincia di Ancona, che questa pianta assume un valore pi significativo rispetto a qualsiasi altro luogo dItalia. La canapa qui era utilizzata gi nel 1600 per tessere corde e funi, che poi venivano esportate nel resto dItalia e dEuropa. Fino allavvento delle materie plastiche la fibra della pianta era usata per fare lenzuola, coperte e corredi nuziali. Allora la materia prima si importava dallEmilia Romagna, ma la lavorazione era fatta in citt. Gli anziani ricordano ancora quelle enormi ruote che giravano nel rione Grammercato, il passo del gambero tipico del cordaio che tirava le fila di canapa intrecciando corde di ogni grossezza e la vita durissima di artigiani e operai che tessevano senza sosta dallalba al tramonto. Oggi il rione ha cambiato completamente aspetto e, a ricordare i macchinari di tessitura, al centro della piazzetta, stata messa una scultura che rappresenta una ruota da lavoro. A Jesi la tradizione si fusa con linnovazione e, anche se le corde non si esportano pi e le ruote hanno smesso di girare, rimasta comunque la passione per la tradizione, tant che molte idee innovative stanno prendendo corpo: come il progetto di Mattia Guarnera che, nella Vallesina, con la canapa che coltiva lui stesso produce birra agricola. O come due giovani imprenditrici fabrianesi che nella citt della filigrana, hanno realizzato artigianalemente fogli prodotti con la polpa che si ricava da questa pianta dai mille usi.

UN TOCCASANA PER LA SALUTE

I semi di canapa contengono sostanze ad azione antiossidante e acidigrassi della serie omega-3. Ad attestarlo il Ministero della Salute, con una circolare del 22 maggio 2009, in cui si specica che: sono solo le foglie e i pollini, non i semi, a produrre cannabinoidi. Una certicazione del fatto che i semi di canapa che non contengono Thc (la sostanza stupefacente contenuta in alcune specie di canapa), sono salutari e prevengono linvecchiamento cellulare. Ma dice Silvano Ramadori, referente per le Marche di Assocanapa bisogna stare attenti a chi parla di effetti miracolosi. Certo la canapa fa bene, naturale e la lecitina di soia, contenuta nei semi di canapa, un toccasana per il colesterolo se assunta con regolarit; ma non signica che sia una sostituta delle medicine. In una brochure redatta da Assocanapa si legge: Recenti studi hanno evidenziato che gli essential fatty acids (Efa) altrimenti detti acidi grassi polinsaturi, sono contenuti nellolio di canapa e intervengono positivamente nei processi inammatori, nella febbre o nel dolore conseguente a traumi o malattie. Inoltre lolio di semi di canapa, come lolio di pesce, contiene naturalmente omega 6 ed omega 3 nel rapporto ottimale di 3:1. Questultimo il rapporto ottimale che lOrganizzazione mondiale della sanit raccomanda di assumere nella dieta quotidiana.

In alto: Corde, mattoni e materiale isolante realizzato con la canapa. A sinistra: un barattolo di semi della specialit Carmagnola

IL MAIALE VEGETALE

Le produzioni jesine sono allavanguardia

Lolio di canapa: un oro verde riservato a pochi


Sono quadruplicati in pochi anni gli ettari di terreno nelle Marche coltivati a canapa

l maiale vegetale: era cos che i nostri nonni e bisnonni chiamavano la pianta della canapa. Con una storia millenaria e un passato glorioso alle spalle, la coltura della canapa oggi sta rinascendo dopo pi di 40 anni di assenza fra le colline marchigiane, nelle campagne di Jesi, in provincia di Ancona. Allinizio del Novecento la citt di Federico II era famosa per i suoi cordai e canapini che intrecciavano corde di ogni dimensione destinate per lo pi alla marina militare e al porto di Ancona. Oggi le funi non si fanno quasi pi ci racconta Mattia Guarnera, presidente dellAssociazione produttori di canapa marchigiana se non per dimostrazione. Gli ultimi cordai hanno pi di 80 anni e dal 1950, quando i materiali di plastica hanno sostituito la canapa, abbiamo perso tutte le conoscenze e il know how. Ora dobbiamo recuperare il tempo perso, cercando di trovare uno sbocco originale e idee contemporanee per sfruttare questa pianta. In effetti, di esperimenti con la canapa sativa (che a differenza di quella indica contiene livel-

li minimi o pari a zero di thc, cio la sostanza attiva stupefacente) se ne fanno parecchi in questa zona, a cominciare dalla birra di canapa, scura e decisa nel gusto. Ho una forte passione per questa bevanda aggiunge Guarnera - e unendo al luppolo la sativa ho creato un prodotto agricolo a fermentazione naturale. Sono lunico in Italia a produrre birra agricola come questa. Luso della canapa, per, non si limita solo a corde per le navi e bevande artigianali. Con le moderne tecnologie si possono fare tantissimi prodotti. Dai semi di canapa si ricava lolio per fare creme e saponi naturali, ma si pu anche utilizzare in cucina o come carburante. Henry Ford, nel 1923, progett la Hemp Body Car, unautomobile alimentata a etanolo di canapa e costruita con plastica ricavata da questa pianta. Il fusto della canapa serve a produrre carta e fibre tessili ma, per la sua capacit isolante, pu essere impiegato anche per realizzare mattoni. E poi ancora: formaggio alla canapa, cioccolato, biscotti, grissini e pasta: Sono tutti prodotti senza glutine dice Antonio Trionfi

In alto: un campo di canapa in estate A destra: Mattia Guarnera e Antonio Trion Honorati (due produttori jesini). Qui sopra un particolare della pianta

Honorati, titolare dellomonima azienda agraria per celiaci e intolleranti. Nonostante linteresse per il recupero di questa coltura che ha una tradizione centenaria, nelle campagne della Vallesina sono ancora pochi coloro che decidono di piantare canapa: Fino al 2013 spiega Honorati - eravamo una decina di agricoltori a coltivare la sativa in tutto il territorio marchigiano, ma in futuro saremo sempre di pi. LAssociazione produttori di canapa marchigiana (a.pro.ca.ma) nasce proprio con lintenzione di creare una filiera, dalla coltivazione fino al prodotto finito e trasformato. Due anni fa nelle Marche abbiamo coltivato 18 ettari, lanno scorso siamo arrivati a pi di trenta e questanno probabilmente arriveremo a 60. Tutti i produttori della zona che desiderano trasformare la canapa senza dover dipendere da altre strutture fuori Regione possono associarsi. Per ora siamo in quattro, ma contiamo lanno prossimo di aumentare il numero degli iscritti. Tra gli obiettivi del Consorzio c anche la creazione di un seme tipico marchigiano che garantisce la qualit del prodotto locale: C un monopolio per lacquisto dei semi. La Francia, tutta lEuropa dellEst e la Russia ci ha detto il presidente Guarnera - non hanno mai mollato la produzione. Hanno una loro banca dati e un loro metodo di lavoro: non facile entrare a far parte del meccanismo e capire come lavorano questi paesi. Lunico canale per acquistare semi Assocanapa, che si trova a Carmagnola, in provincia di Torino. lei che possiede lesclusiva su alcuni semi come la canapa da fibra Carmagnola, una delle variet pi usate dai coltivatori di Jesi. Il problema - dice il produttore Honorati - che non c un macchinario di prima trasformazione in zona. Il pi vicino proprio a Carmagnola. Sarebbe utile avere quattro, cinque impianti di strigliatura distribuiti per lItalia, in modo da ridurre le distanze per lapprovvigionamento e la lavorazione del seme. La canapa per antonomasia la pianta pi ecologica del mondo, perch non necessita di acqua, n di fitofarmaci, n di concimi. Trasportando con i camion le bacchette fino a Torino si rischia di farla diventare indirettamente una pianta inquinante. Inoltre per lagricoltore il guadagno scarso. Il mercato ancora giovane, non saturo e offre interessanti opportunit per fare

business. Le spese per il mantenimento della pianta sono minime e, inoltre, questa fibra beneficia del contributo europeo Pac (Politica Agricola Comune) come tutti i seminativi. I coltivatori ricevono un sostegno che arriva fino a 400 euro a ettaro. Questo un mercato spiega Honorati che suscita interesse, anche dal punto di vista economico: ad esempio, se produco 6 quintali di fibra e 5 quintali di seme riesco a generare un reddito di 1600 euro lettaro, con un costo di produzione che supera apena i 700 euro lettaro. C quindi una redditivit di circa 900 euro, pi la Pac. Se poi il seme trasformato in olio, saponi e creme i margini di guadagno aumentano. Diversi sono i conti visti dalla parte dei consumatori. Ecco i prezzi: Lolio di canapa da mezzo litro prodotto dellazienda Trionfi Honorati costa 24 euro; la crema di bellezza viene 24 euro e per mezzo chilo di farina ci vogliono 5,50 euro. Sette volte in pi rispetto alla farina di tipo 0 che si trova in commercio anche a 50 centesimi al chilo. Le ragioni di un costo cos alto sono diverse dice Mattia Guarnera a cominciare dal fatto che i semi sono dimportazione. Inoltre lolio di canapa spremuto a freddo, una procedura lunga e macchinosa anche se alla fine il prodotto puro e genuino. A determinare il prezzo ci sono anche altri elementi come il confezionamento, la distribuzione e la domanda, che rimane ancora scarsa e confinata in una nicchia di consumatori. Massimo Guido Conte, portavoce del gruppo di ricerca ecologica delle Marche (unassociazione ambientalista che ha come obiettivo quello di promuovere e valorizzazione lentroterra delle Marche, proteggendo lambiente e lidentit del territorio) ipotizza che un prezzo cos alto non sia del tutto giustificabile sul mercato: I semi di canapa spiega Guido Conte - hanno un costo pi elevato della media degli altri suoi simili oleosi. La coltivazione e la raccolta, poi, si svolgono con risultati meno ottimali rispetto a quanto avviene con le altre sementi da olio, contribuendo alla lievitazione dei prezzi. Infine il gusto forte e marcato, unito al fatto che molti consumatori non conoscono lolio di canapa, rende questo prodotto un alimento prezioso e delite. I consumatori non acquistano lolio di canapa con la stessa spensieratezza con cui acquistano quello di oliva. Lo usano

con il contagocce nelle insalate. In pi i supermercati preferiscono guadagnare poco ma tutti i giorni, piuttosto che tanto in modo discontinuo: per questo non tengono lolio di canapa. Tutte queste condizioni fanno s che il valore commerciale sia sensibilmente pi alto rispetto agli altri oli. C chi ipotizza che i produttori abbiano un certo interesse a mantenere il prezzo alto, le vendite modeste nelle quantit e le rendite piuttosto redditizie: Non accettabile dice Guido Conte - che per una bottiglia di olio di canapa si paghi 50 volte di pi rispetto allolio di arachide. La volont di tenere il prodotto confinato nella nicchia, badando esclusivamente al rapporto quantit - prezzo non aiuta lo sviluppo del prodotto. Quindi, il costo cos alto perch la domanda scarsa: Non c commercio in questo caso continua il presidente del Gre - ma se il Gruppo di ricerca ecologica, come promotore della pianta, fosse supportato anche dai produttori si avrebbe un aumento della domanda e un abbassamento dei prezzi di cui tutti potrebbero godere. Pare, quindi, che attualmente siano pochi coloro che possono godere dei frutti di questo mercato: Il disinteresse - dice Conte pi tradursi nella voglia dei produttori di apparire deus ex machina? Probabile. Si pu parlare di miopia? Sicuramente.

il Ducato

Luciana Giannotti nella sua casa - laboratorio crea capi con materiali biologici

Cucito con un lo di luce


Il tessuto che si ricava dalla sativa morbido, ecologico, traspirante ed emana vibrazioni positive

a canapa ha unenergia diversa da tutti gli altri tessuti. Chi la prova difficilmente torna indietro. Luciana Giannotti, 49 anni, varesotta di nascita, ma marchigiana di adozione, da pi di trentanni crea e confeziona abiti utilizzando anche tessuti in canapa che possono assumere consistenze diverse, dal jeans al lino, a seconda del trattamento, sempre e rigorosamente green. Dal 2003 Luciana Giannotti gestisce il laboratorio Fili di luce, in uno splendido casolare fra le colline marchigiane, a Ripe di Senigallia, allinterno della comunit La citt della luce.

pria pelle, che possiamo cambiare o modificare a nostro piacimento. Per questo cos importante indossare prodotti con fibre naturali. Realizza anche creazioni su misura? Si, molti abiti vengono fatti su misura, ma il fascino del cucito attrae anche molte persone che desiderano imparare a fare abiti. Cos da qualche anno organizzo corsi di taglio e cucito. Vengono molte signore, ma anche ragazze. Non importa essere principianti o esperte. Limportante dare sfogo alla fantasia tagliando i tessuti, imparando a conoscerli e cucendoli nel modo corretto.

Com cominciata lesperienza tra spille, bottoni e cartamodelli? Ho iniziato da giovanissima a lavorare nei laboratori di abbigliamento di Varese. Con la pratica ho affinato le tecniche di cucito e ho lavorato con le sartorie che confezionavano prototipi e campionari per grandi stilisti come Armani, Versace, Ferr e Dolce e Gabbana. Nel 2001 ho incontrato la filosofia del reiki, (una pratica spirituale che usata come forma terapeutica alternativa al trattamento dei malanni fisici, emozionali e mentali n.d.r) e nel 2002 ho intrapreso un nuovo stile di vita. Sono diventata maestro di reiki e ho deciso di aderire al progetto della citt della luce, nelle Marche, dove vivo e svolgo la mia attivit. Quali sono i materiali che predilige per le sue creazioni? Uso fibre naturali come il cotone biologico, il bamboo, la canapa. Ma riciclo anche vecchi vestiti o i tessuti che altri negozi non utilizzano pi. Ad esempio ho creato un abito blu, dalla forma ad A, ricavato da un paio di pantaloni da uomo. Cosa pensa del tessuto ricavato dalla canapa? E un materiale molto interessante perch una fibra naturale, fa respirare la pelle, emana buone vibrazioni e rispetto al cotone biologico pi conveniente ed ecologico perch per crescere non ha bisogno di acqua. Il tessuto di canapa che utilizzo, con vari tipi di spessore, arrivano per lo pi dalla Russia perch qui da noi la filiera ormai scomparsa e il tessuto non si produce quasi pi. Quanto costano questi abiti? Dove si vendono? Il prezzo variabile. 140 -150 euro per maglie e pantaloni. I nostri prodotti sono venduti sul sito di ecommerce di Fili di luce. 150 euro per una t-shirt non proprio un prezzo popolare, o sbaglio? Credo che in questi tempi di crisi le persone desiderino avere un solo capo bello e pulito, piuttosto che trenta vestiti sintetici. Il mio laboratorio ha anche lobiettivo di rieducare le persone allacquisto, promuovendo larmonia e il benessere psicofisico. Mi spiego: lepidermide rappresenta una zona di confine che delimita il mio spazio interno da quello esterno. I vestiti rappresentano una vera e pro-

Sopra: Luciana Giannotti nel laboratorio di Senigalla; a destra le sue creazioni. In basso nelle foto piccole: Le due produttrici fabrianesi di carta canapa. A destra le loro produzioni

Nella patria della ligrana due giovani producono carta di canapa

Galeotto fu il vecchio frullatore


n laboratorio artigianale dove la canapa diventa carta. Lidea di due ragazze, Melania Tozzi e Maria Elena Marani, nate e cresciute nella citt della filigrana: Fabriano. Melania unartista che dipinge con nia - i primi fogli di carta di canapa li ho realizzati con mezzi casalinghi. Usavo un frullatore. Poi pian piano mi sono specializzata, sono migliorata e ora spero che arrivino i finanziamenti per lacquisto i macchinari. Lobiettivo, allinizio del progetto, era quello di realizzare semplici fogli, poi, grazie alla collaborazione con Maria Elena, ho osato e ho deciso di puntare sullinnovazione: cos mi venuta lidea di creare etichette e cartellini per le case di moda. Hempoint (cos si chiama la loro azienda) non punta solo sulla sostanza, naturalmente biologica, ma anche sulla forma: Vorremmo creare un prodotto in cui l'arte incontra l'ambiente continua Melania e il nostro obiettivo quello di trasformare la tradizione in innovazione nel completo rispetto dell'ambiente. Noi ci speriamo. Forse proprio con le nuove idee e con lintraprendenza dei giovani, come Melania e Maria Elena, che la citt di Fabriano potr risollevarsi dalla crisi economica e

colori naturali ricavati dal caff o dal cavolo cappuccio; Maria Elena una designer con locchio rivolto al futuro. Entrambe amano le cose naturali e sono appassionate del biopackaging (Un modo di impacchettare e presentare al pubblico un prodotto con materiali biologici o da fonti rinnovabili). La loro una passione nata in casa, fra piatti e stoviglie: Allinizio dice Mela-

lavorativa in cui sprofondata con la chiusura di diverse aziende storiche del comprensorio. Nel 2012 la disoccupazione in questa piccola citt marchigiana superava l8%, ma il dato non tiene conto delle migliaia di cassintegrati che formalmente non sono ancora disoccupati.Stavo seriamente valutando la possibilit di andarmene da qua prosegue limprenditrice marchigia-

na - poi ho pensato che fuggendo non avrei risolto nulla e che lunica cosa da fare era rimboccarsi le maniche pr migliorare la mia situazione lavorativa.Ho deciso di frequentare un master allUniversit di Fabriano per imparare tutte le tecniche di lavorazione della carta. Ora sento di poter dare qualcosa alla mia citt creando cose belle rispettando natura e ambiente.

IL MAIALE VEGETALE

Canapa protagonista nei millenni: dalla Bibbia di Gutenberg alle Caravelle di Colombo

Mille anni di corde e fatica


Allinizio del Novecento nel nostro paese si coltivavano ed esportavano quintali di sativa poi il probizionismo, ora il ritorno

ioie, fatiche, incontri e innamoramenti: lerba ridarola (come veniva chiamata un tempo la canapa nellanconetano) produceva un effetto magico sui giovani contadini che nelle torride settimane di agosto, inebriati dal polline e dal vino, raccoglievano i fusti di canapa alti due metri. Sono ricordi ancora vivi, che si tramandano di generazione in generazione dice Antonio Trionfi Honorati che possiede dieci ettari di terra coltivata a canapa e nonostante il periodo di proibizionismo le tradizioni sono sempre rimaste vive nella memoria popolare. Il dopoguerra, per, ha cancellato gran parte del lavoro fatto e la canapa stata abbandonata a vantaggio dei materiali di platica. Oggi con la crisi economica e unattenzione sempre maggiore allimpatto ambientale, si sta riscoprendo questa pianta ecosostenibile dal passato glorioso. Utilizzata in Cina 8500 anni fa per gli abiti degli imperatori e dai fenici per le corde e le vele delle navi, la canapa fu impiegata in moltissimi campi: sulla carta di canapa fu scritta la dichiarazione dindipendenza degli Stati Uniti e fu stampata la prima Bibbia di Gutenberg, mentre le caravelle di Cristoforo Colombo andavano a gonfie vele grazie alla stoffa prodotta con questa fibra. Fino al 1950 era la coltivazione pi diffusa in tutto il mondo. In Italia ce nerano centomila ettari e il nostro paese era il principale produttore mondiale dopo la Russia. Solo nelle Marche a questa coltivazione erano destinati pi di 500 ettari. Quello della Vallesina era uno dei distretti pi conosciuti per la tessitura della lana, della canapa e del lino, mentre la materia prima era acquistata e importata principalmente dallEmilia Romagna, soprattutto da Cesena e da Bologna. Sul finire del XIX secolo cordai e canapini costituivano una fetta importante della societ jesina. Secondo il censimento del 1871 in citt cerano 391 canapini e 208 cordai e, in una lettera del 1976, recuperata nella pubblicazione locale Cordai, si legge: la pettinatura della canapa e la fabbricazione delle funi rimangono le industrie pi importanti per la popolazione locale dopo quella della filatura della seta. Le corde fatte a Jesi figuravano tra i principali prodotti esportati in Italia e allestero: In particolare si legge nel libro i cordaggi grossi erano destinati alla campagna e alle varie arti, mentre gli spaghi e i cordaggi fini erano

esportati in Grecia e a Trieste. Larte del cordaio era considerata a Jesi cosa di poco conto e la vita degli operai, che da mattina a sera giravano la ruota, era durissima e sofferta. Col passare degli anni e con il boom economico alle porte, la crisi della produzione di canapa cominci a farsi sentire in tutto il territorio e presto in tutto il paese. Nel 1958 le fibre sintetiche, arrivate dagli Usa, sostituirono le fibre naturali e la canapa fu rimpiazzata dal nylon, fino a scomparire. Anche gli oli vegetali furono sostituti con quelli sintetici e con gli anni della rivoluzione del 68 la parola canapa assunse ben presto la connotazione negativa di stupefacente. Il termine "marijuana" era usato in origine dai messicani per indicare la variet di canapa indiana. Gli americani, durante gli anni trenta, quando i magnati di petrolio e cellulosa decisero di diffondere le loro materie in tutto il mondo, scelsero di adottare questo vocabolo in modo dispregiativo. Il Messico allora era considerata una nazione ostile agli Stati Uniti e, creando un clima di avversione nei confronti di questa pianta, si sarebbe arrivati presto alla proibizione. Fu con il Marijuana Tax Act, una legge firmata dal presidente Roosevelt nel 1937, che la canapa si mise definitivamente fuori legge. Dopo lo stop, causato dalla concorrenza delle materie plastiche, nel 1977 in Italia arriv la messa al bando: la coltivazione fu proibita dalla legge Cossiga che parific due piante cugine: la canapa indica (che contiene il principio attivo psicotropo) e quella sativa (che invece utilizzata per scopi produttivi). Le conseguenze furono labbandono dei campi e lestinzione della coltura. Solo nel dicembre 1997 una circolare del ministero delle Politiche agricole autorizz una deroga per la coltivazione sperimentale su mille ettari, che fu poi ampliata. Dal 1998 in poi si riprese a coltivare canapa da fibra e, grazie ai contributi europei, si seminarono 255 ettari. Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Marche e Campania furono le regioni che per prime investirono nel progetto di rinascita della canapa: Con un futuro incerto davanti dice Mattia Guarnera, che a Jesi possiedere tre ettari di terra coltivata con canapa - lunica soluzione alla crisi potrebbe essere quella di possedere un pezzo di terra e capire quanto importante recuperare certe tradizioni millenarie che per troppo tempo sono state demonizzate.

In alto una foto del 1949 che mostra il lavoro di latura di Emilio Formiconi e del fratello Italo lungo uno dei sentieri del Prato di Jesi. Qui sopra, una foto degli anni 50, un cordaio tiene in mano la canapa grezza Sotto: una foto del 1950 che documenta la produzione di corde per le navi pronte per la spedizione

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IL MAIALE VEGETALE

Carla, Meri e Floriana: una collaborazione e unamicizia nata fra gli scaffali della biblioteca

Dalla piccola alla grande storia


Tre scrittrici jesine ripercorrono in un libro le tradizioni del quartiere Prato famoso per cordai e canapini

re donne e una passione, quella per la microstoria. Carla Cardinaletti, Meri Sbaffi e Floriana Urbani si sono incontrate dieci anni fa a Jesi e hanno scoperto di avere in comune la grande passione in comune per la storia locale e, in particolare, per quella del quartiere jesino Prato. La piccola storia dice la professoressa di lettere, Meri Sbaffi - pu fare la grande storia. Noi abbiamo provato a ricostruire il percorso del rione e, come in una specie di caccia al tesoro, ci siamo immerse nella ricostruzione della memoria di un quartiere che stato il cuore pulsate delleconomia della citt. Galeotta fu la biblioteca e i suoi libroni impolverati nei quali le studiose si immergevano per ore, spulciando i testi settecenteschi e i documenti delle riforme agricole. Conoscevo gi Floriana racconta Meri Sbaffi - mentre Carla lho incontrata quando stava scrivendo la tesi di laurea proprio sui cordai jesini. Il no-

stro intento era quello di recuperare la vecchia cultura del quartiere, che nato nel quattrocento come borgo Mercatale e nel XVII secolo si popolato di cittadini e artigiani, tra cui i canapini. Nonostante la pubblicazione delle tre studiose fosse pronta da tempo, il libro fu pubblicato nel 2009 da Vittorio Cappannar i, grande collezionista di cartoline e di ogni tipo di cimelio della citt regia. Ne l 2 0 0 9 abbiamo fatto anche una mostra dice Cappannari - con le fotografie che mostrano i cordai allopera, le grosse rode (le ruote) che i ragazzini di otto anni giravano da mattina a sera e molto altro. Larte di fabbricare corde si tramandava di padre in figlio ma non era un mestiere facile, tant che i genitori la usavano come minaccia di fronte ai capricci e alle resistenze dei figli: Va l, te manno a gir la roda gi lprado (attento che ti mando a girare la ruota al Prato).Da mattina a sera la piazza del Mercatale era animata da cor-

dai e canapini che, con il gelo o con il caldo torrido, giravano la corda e lavoravano i fasci di canapa. Al canto di Eccolo...eccolo, rivadoRigi (ecco, ecco spuntato il sole) si iniziava a produrre senza sosta la canapa, prima pettinandola e poi filandola. Le fasi successive erano la commettitura e la composizione, ossia la formazione della corda vera e propria.La produzione di cordame conobbe a Jesi fasi alterne dice Sbaffi e se gi nel Quattrocento lattivit dei cordai era presente in citt, occorre arrivare al Settecento per avere le prove di una produzione di cordaggi florida. La produzione era in continua crescita. Ben 57 famiglie vive-vano realizzando corde espor-tate anche allestero. Fu alla fi-ne del 1800 che cominci il ra-pido e incessante declino favo-rito dalluso massiccio della plastica. Nel 1932 si legge fra i documenti riportati nel libro i cordai superstiti erano appena otto [] Tra il 1960 e il 70, rimasero a esercitare la professione solo tre cordai. Oggi gli ultimi artigiani che lavoravano alle ruote hanno 90 anni e a ricordare la fabbricazione di corde rimasto un monumento al centro del quartiere Prato: il passato deve

essere ricordato: una missione per gli insegnanti. Cos - dice Sbaffi - l'amore per la storia
non potr mai estinguersi.

Una vecchia ruota per tessere la canapa che risale al 1700 e il monumento che oggi al centro della piazza nel quartiere Prato e che ricorda cordai e canapini

Voglia di eco-novit, ma servono le regole

oia, girasole, lino ma anche alghe e canapa: sono moltissimi i prodotti adoperati per creare l a c o s i d d e t t a

Partendo dallalto in senso orario: le tre autrici Carla Cardinaletti, Meri Sbaf e Floriana Urbani, in una foto del 1997durante la presentazione della mostra sul quartiere Prato di Jesi. A destra: Rodolfo Santilocchi, preside della Facolt di agraria dellUniversit Politecnica delle Marche
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energia verde o biodiesel. LUniversit Politecnica delle Marche da anni impegnata nello studio e nella valorizzazione delle piante che possono essere utilizzate in ambito energetico, tra cui la canapa. Questo tipo di pianta dichiara Rodolfo Santilocchi, preside della Facolt di agraria dellUniversit Politecnica delle Marche ha sempre rappresentato un punto fermo nei corsi universitari di Scienze e tecnologie agrarie. Inoltre lUniversit collabora con diverse associazioni e con i produttori della zona per rimettere a punto le tecniche di lavorazione della sativa autoctona. Negli ultimi anni sono aumentati gli studenti interessati al mondo dellagricoltura e lo dimostra anche lincremento del 15% degli iscritti alla Facolt di agraria. LUniversit collabora attivamente per la reintegrazione sul territorio della sativa, ma sono ancora molti i dubbi e le diffi-

colt che i produttori devono affrontare, soprattutto dal punto di vista normativo. LUnione Europea ha stabilito un limite di Thc (la sostanza psicoattiva contenuta in alcune specie di canapa) nelle coltivazioni di canapa pari allo 0,2%, ma non c ancora una legge in Italia che, nel rispetto della normativa europea, stabilisca le regole e le condizioni che si devono seguire, soprattutto per chi produce cibi e alimenti a base di sativa. Attualmente sono depositati alla Camera tre disegni di legge su questo tema. Lultimo stato proposto nel novembre 2013 dal deputato Adriano Zaccagnini: Chi produce e lavora il seme per fini alimentari si legge nel documento - non pu sentirsi al sicuro, in quanto in Italia non esiste ancora una normativa che stabilisca il limite di Thc ammesso nei cibi. Senza un quadro legislativo chiaro pressoch impossibile trovare imprenditori o finanziatori disposti a investire. Una legge quadro permetterebbe agli agricoltori e ai produttori di lavorare senza particolari rischi, ma anche il sistema giudiziario ne trarrebbe be-

nefici importanti. Bisogna agevolare le attivit di controllo delle Forze dell'ordine si sottolinea nella proposta - che al momento non dispongono di norme precise per la valutazione del contenuto di Thc nella coltivazione agricola di canapa. Cos si eviterebbero diversi processi nei confronti di semplici agricoltori. Come pure si eliminerebbero gli arresti delle persone che non hanno nulla a che fare con lo smercio e lo spaccio di sostanze stupefacenti.

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