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La vita fra le mani

Fino dalle
origini, il juzu ha accompagnato la pratica buddista. Ricco di significati
simbolici, pu essere considerato soprattutto un valido supporto durante
la recitazione al Gohonzon.

Nella tradizione buddista abitualmente si prega tenendo tra le mani un


filo di perline, il cosiddetto juzu. A seconda della congregazione, si
trovano juzu di varie forme e dimensioni e diverso numero di grani. I
monaci buddisti del Tibet, della Mongolia, della Cina e del Giappone lo
hanno usato fin dai tempi antichi; le origini di questa tradizione sono da
rintracciare nel Sutra Mokugenshi, dove si narra che una volta il re Haruri

chiese aiuto al Budda Shakyamuni perch il suo paese era devastato


dalla carestia e dalle epidemie. Allora il Budda chiese che i suoi fedeli
portassero un rosario di 108 sfere ricavate dal legno dellalbero
mokugenshi con lo scopo di aiutare gli abitanti del paese a esprimere la
profonda devozione ai tre tesori (il tesoro del Budda, della Legge e del
Prete).
Nel Buddismo di Nichiren Daishonin se ne usa uno che contiene proprio
108 grani tutti eguali, pi altri quattro pi piccoli, infilati nellanello
principale. Secondo un antico insegnamento, 108 il numero dei desideri
terreni. Dunque, tenere tra le mani il juzu durante la preghiera ha, tra gli
altri, il significato di trasformare i desideri terreni in Illuminazione e
manifestare la propria saggezza. chiaramente un fatto simbolico che
pu servire a ricordare la ragione per cui si pratica. Tuttavia lelemento
pi importante durante la recitazione non il juzu ma il Gohonzon, il vero
oggetto di culto che materializza la natura illuminata della propria vita e
a cui si rivolge la preghiera.
I quattro grani pi piccoli rappresentano le quattro guide dei Bodhisattva

della Terra: Jogyo, Jyogyo, Muhengyo e Anryugyo. Di loro si parla nel


capitolo Yujutsu (quindicesimo) del Sutra del Loto e rappresentano le
manifestazioni concrete della natura di Budda, una volta attivata nella
vita dellindividuo; si tratta delle quattro virt di vero io, purezza, eternit
e felicit. Tutte assieme simboleggiano la vita di Nichiren Daishonin,
anche se in un senso pi ampio indicano le qualit che vengono
potenziate nella vita attraverso la pratica buddista.
Le due palline pi grosse, che nellanello sono diametralmente opposte,
sono dette grani genitori. Il grano madre, quello unito a tre nappine,
vuol dire mistica (myo oppure invisibile); il grano padre, quello legato
a due nappine, significa Legge (ho o anche visibile). Rappresentano i
regni oggettivo (kyo) e soggettivo (chi) della vita, o, in altri termini, la
realt oggettiva dell esistenza e la saggezza necessaria per percepirla.
Come si impugna il juzu? In genere, secondo la tradizione, lo si ritorce in
modo che si incroci nel mezzo, poi si infila il grano madre dietro il dito
medio della mano destra, quello padre dietro il dito medio della mano
sinistra e infine si uniscono le mani, palmo contro palmo, dito contro dito.

Questazione rappresenta gassho, cio comprendere che la Buddit


esiste nella propria vita. Farlo con atteggiamento consapevole aiuta ad
esprimere il proprio spirito di ricerca verso il Gohonzon.
Incrociare il juzu nel mezzo sta a significare soku (uguale o anche
unicit), quindi latto di congiungere le mani mentre si recita indica la
fusione della realt (kyo) con la saggezza intrinseca in ognuno (chi),
ovvero comprendere che la vita individuale un tuttuno con la Legge
mistica delluniverso.
Realt significa lentit di tutti i fenomeni delluniverso spiega
Nichiren e saggezza significa la perfetta manifestazione di questa
identit nella vita individuale. Poich come il letto di un fiume
infinitamente largo e profondo, lacqua della saggezza scorre
incessantemente. Illuminazione la fusione di realt e saggezza
(Ammonimenti contro la calunnia, Gli scritti di Nichiren Daishonin, vol.
4, pag. 97).
I due cordoncini che si staccano dal grano padre rappresentano il
Budda e la Legge, sono annodati perch secondo linsegnamento di

Nichiren Daishonin la Persona (ossia il Budda originale) e la Legge sono la


stessa cosa, principio anche noto come ninpo ikka.
Le tre nappine che escono dal grano madre simboleggiano invece i tre
tesori, i due cordoncini uguali rappresentano il Budda e la Legge, quello
pi corto il Prete. Il Budda il grande maestro buddista risvegliatosi alla
verit delluniverso e alla Legge causale della vita, e possiede le tre virt
di sovrano, maestro e genitore. La Legge linsegnamento esposto dal
Budda per rivelare la sua Illuminazione. Il Prete il discepolo del Budda
che eredita e trasmette la Legge alle generazioni future. Tutti e tre sono
detti tesori, in quanto conducono le persone allIlluminazione e il mondo
alla pace e alla sicurezza.
Tutti i cordoncini sono bianchi perch questo il colore attribuito alla
purezza, qualit che non indica per una condizione statica priva di
impurit, piuttosto rivela il potere dinamico della vita e la saggezza di
trasformare tutti gli aspetti negativi in essa presenti in aspetti positivi.
Raccogli tutta la tua fede scrive il Daishonin e prega questo
Gohonzon. Allora, che cosa non pu essere realizzato? Credi nel Sutra del

Loto quando dice: Questo sutra esaudisce i desideri. lacqua fresca e


limpida del laghetto che placa la sete e Godranno di pace e sicurezza
in questa vita e di circostanze favorevoli nella prossima (Risposta a
Kyoo, Ibid. pag. 150).
Le quattro pallottoline di forma allungata rappresentano i vasi contenenti
i benefici che immancabilmente scaturiscono per mezzo della pratica al
Gohonzon.
Tra i quattro grani a forma di vaso e quelli genitori, ci sono altri trenta
grani che rappresentano i tremila mondi di ichinen sanzen, la filosofia
fondamentale del Buddismo, cio i tremila potenziali stati vitali contenuti
in un singolo istante di vita.
Se si solleva il juzu tenendolo per la nappina con cui termina il
cordoncino che rappresenta il prete, si pu vedere stilizzata la figura di
un essere umano: in definitiva, impugnare il juzu significa prendere in
mano la propria vita e decidere dal profondo del cuore di alzarsi da soli e
cambiare il proprio destino. E questo il principio della vera causa
(honnin myo). il principio di ichinen sanzen (Il capitolo Hoben,

Daisaku Ikeda, Esperia, Milano).


La missione condivisa da tutti i discepoli del Daishonin di portare
felicit a tutto il genere umano attraverso la diffusione del suo
insegnamento, le nappine che si trovano alla fine di ogni cordoncino
stanno appunto a significare che kosen-rufu si diffonder in tutto il
mondo e la piccola pallina accanto al grano padre indica la
realizzazione della vera entit della nostra vita, la piena attuazione della
nostra missione su questa terra, proprio come si afferma nel Sutra del
Loto: Dovete abbracciare questo sutra. Quelli che lo faranno
percorreranno la diretta via verso la Buddit.
Ad eccezione dei quattro a forma di vaso, ogni grano rotondo a
significare che linsegnamento di Nichiren Daishonin armonico,
completo e perfetto, e comprende tutti e tutto. Seguendolo con coraggio
e determinazione si raggiunger immancabilmente la Buddit in questa
esistenza.
Sfregare gentilmente il juzu tra le mani pu aiutare la concentrazione;
ma senza esagerare per non disturbare gli altri manifestando cos, oltre

che poca considerazione per chi sta pregando insieme a noi, anche la
scarsa dimestichezza col credere che la Buddit esiste nella vita di
ognuno.
Per quanto interessante tutto questo possa essere, importante non
lasciarsi distrarre dal simbolismo del juzu o forzarsi in atteggiamenti
innaturali durante la recitazione di Gongyo e Daimoku. meglio recitare
con gioia, vigore e un profondo senso di gratitudine.

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