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studio
LO STUDIO MENSILE LEZIONI DI DAISAKU IKEDA
SUGLI SCRITTI DI NICHIREN DAISHONIN
per crescere insieme nella fede

«Vorrei che tutti i credenti sinceri si riunissero e si incoraggiassero leggendo insieme questa lettera»
(Lettera da Sado, RSND, 1, 272)

›› APRILE

IL REALE ASPETTO DEL GOHONZON


(brani scelti, testo integrale RSND, 1, 737)

Tanto per cominciare, questo Gohonzon fu rivelato negli ultimi otto dei cinquant’anni in cui il Budda
predicò in questo mondo e, in questi otto anni, negli otto capitoli [del Sutra del Loto] che vanno dal ca-
pitolo Emergere dalla Terra al capitolo Affidamento. Ora, durante i tre periodi successivi alla morte del
Budda, nei duemila anni del Primo e del Medio giorno della Legge, non esisteva nemmeno il termine
“oggetto di culto dell’insegnamento originale”. Come avrebbe potuto dunque essere rivelato l’oggetto
di culto? Inoltre non vi era nessuno che fosse in grado di esprimerlo.
[...] Com’è straordinario che, oltre duecento anni dopo l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, Nichiren
sia stato il primo a iscrivere questo grande mandala come il vessillo della propagazione del Sutra del
Loto, mentre anche grandi maestri come Nagarjuna, Vasubandhu, T’ien-t’ai e Miao-lo non furono in
grado di farlo! Questo mandala non è in alcun modo una mia invenzione. È l’oggetto di culto che raffi-
gura il Budda Shakyamuni, l’Onorato dal mondo, seduto nella Torre preziosa del Budda Molti Tesori, e
gli altri Budda che erano emanazioni di Shakyamuni, fedelmente come la stampa riproduce la matrice.
[...] Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi perso-
ne comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo. Il corpo è il palazzo
della nona coscienza, l’immutabile realtà che regna su tutte le funzioni della vita. Essere “dotato dei
dieci mondi” significa che tutti i dieci mondi senza eccezione esistono in un singolo mondo. È per
questo motivo che il Gohonzon è chiamato mandala. Mandala è una parola sanscrita che significa
“perfettamente dotato” o “cumulo di benefici”. Il Gohonzon inoltre si trova solo nei due caratteri che
significano fede. Questo intende il sutra quando afferma che si può «accedervi solo grazie alla fede».
I discepoli di Nichiren, sia preti sia laici, credono unicamente nel Sutra del Loto, mettendo da parte
onestamente gli espedienti e non accettando un solo verso degli altri sutra; è per questo che possono
entrare nella Torre preziosa del Gohonzon. Com’è rassicurante! Com’è rassicurante! Fai ogni possibile
sforzo in previsione della tua prossima vita. La cosa più importante è che, recitando soltanto Nam-
myoho-renge-kyo, puoi conseguire la Buddità. Tutto dipenderà indubbiamente dalla forza della tua
fede. Avere fede è la base del Buddismo. [...]
Un testo non buddista narra la storia dell’imperatore di Han. Egli credette in modo così assoluto in
quello che gli riferì il suo aiutante, che il fiume gelò all’istante. Un altro documento descrive come Li

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Kuang, bramoso di vendicare suo padre, conficcò fino alle piume la sua freccia in una pietra nascosta
nell’erba. I commentari di T’ien-t’ai e di Miao-lo rendono assolutamente chiaro che la fede è il punto cru-
ciale. Poiché l’imperatore di Han credette senza alcun dubbio nelle parole del suo servitore, il fiume gelò.
Li Kuang fu in grado di trafiggere la pietra perché pienamente convinto che fosse la tigre che aveva ucciso
suo padre. Questo è ancor più vero nel mondo del Buddismo!

La lezione integrale di Daisaku Ikeda su questi brani del Gosho Il reale aspetto del Gohonzon, pubblicata
su Buddismo e società n. 154 di settembre-ottobre 2012 (tradotta dal mensile Daibyakurenge di dicembre
2011), si trova anche sul sito al seguente link: https://buddismoesocieta.org/article/il-reale-aspetto-del-
gohonzon-2/. I punti in cui sono stati omessi i brani della lezione originale sono indicati, come di consueto,
con il simbolo [...].

A LC U N I P U N T I I M P O R TA N T I
D I Q U E S TA L E Z I O N E

1 La fede è fonte di vittoria


in ogni situazione. (pp. 32-33)
4 Il Gohonzon esiste nella nostra
stessa vita. (p. 37)

2 Il Gohonzon è il vessillo
della propagazione 5 La fede è la chiave
per il conseguimento
del Sutra del Loto. (p. 34) della Buddità. (p. 38-39)

3 Il Gohonzon incarna il principio


del mutuo possesso dei dieci mondi.
6 Nessuna preghiera basata sulla fede
rimane senza risposta.
(p. 35) (p. 40)

C E N N I S TO R I C I
Questa lettera, scritta nell’agosto 1277, è indirizzata a una seguace di nome Nichinyo, della quale però non
si hanno molte informazioni. Sembra che fosse una donna di grande fede e cultura a cui il Daishonin aveva
conferito un Gohonzon. A lei il Daishonin si rivolge esprimendo il proprio apprezzamento per le varie offerte
fatte al Gohonzon e illustra con estrema chiarezza e dovizia di particolari il significato profondo dell’oggetto
di culto e i benefici che derivano dal credere in esso, incoraggiandola dunque a coltivare una forte fede e a
guardarsi dai “cattivi amici”, ovvero da coloro che cercano di minare e distruggere la fede delle persone.

(a c u r a d e l C o m i t a t o n a z i o n a l e d i s t u d i o)

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ATTINGERE AI BENEFICI
INFINITI DEL GOHONZON
ATTRAVERSO LA FEDE
di Daisaku Ikeda

«Noi della Soka Gakkai abbiamo la fede!». Questa appassionata dichiara-


zione del mio maestro Josei Toda elettrizzò e risvegliò tutte le persone che
lo stavano ascoltando durante la riunione generale di Centro del novembre
1957. In quel periodo in Giappone il potere costituito criticava e attaccava
la Soka Gakkai, che continuava a crescere a un ritmo inarrestabile man
mano che sempre più giovani si univano con entusiasmo alle sue fila. I
media speculavano all’infinito sulle ragioni di quella crescita fenomenale,
formulando una serie di illazioni negative e imprecise.
Liquidando con una risata le loro valutazioni superficiali, il presidente Toda
dichiarò: «Noi della Soka Gakkai abbiamo la fede; noi abbiamo il Gohonzon.
Tutto ciò che abbiamo realizzato è il risultato del beneficio della nostra fede
nel Gohonzon. La fede è il cuore di tutto. Ciò che conta è rimanere saldi nella
nostra pratica buddista. Finché avremo questa ferma convinzione, niente di
ciò che gli altri potranno scrivere o dire su di noi riuscirà a sorprenderci».1

In ogni cosa la fede è la fonte della vittoria


Ovviamente le ragioni della notevole crescita della Soka Gakkai dal 1950 in
poi potrebbero essere spiegate anche con condizioni “oggettive” relative alla
situazione sociale e ai tempi, e anche Toda lo sapeva. Ma erano solo questi
fattori esterni ad aver alimentato lo sviluppo della nostra organizzazione? No
di certo. Senza la fede di Toda, che si alzò da solo per realizzare kosen-rufu
con coraggio animato dalla dedizione altruista di diffondere la Legge, e sen-
za la fede dei tre presidenti fondatori della Soka Gakkai uniti dai legami di
maestro e discepolo, la Soka Gakkai che conosciamo oggi non esisterebbe.
In questo senso profondo, il meraviglioso sviluppo del nostro movimento è il
risultato del fatto che abbiamo sempre fatto della fede il nostro fondamento.
1 La fede è la fonte della vittoria in ogni cosa. È la base della pratica buddi-
sta per la nostra felicità e per quella degli altri. È la chiave per realizzare la
nostra rivoluzione umana e trasformare il nostro karma. È la spada affilata
per spezzare gli ostacoli e la negatività. È la forza trainante di kosen-rufu e
della realizzazione di pace e prosperità durature basate sui princìpi uma-
nistici del Buddismo di Nichiren Daishonin. Questo non cambierà mai in

1)Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo, 1989,
vol. 4, pp. 582-583.

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1 nessuna epoca, anzi dobbiamo assicurarci che non cambi mai. È lo spirito
«Tanto per cominciare, questo
fondamentale della Sgi, che non dobbiamo mai perdere. In tal senso, i no-
Gohonzon fu rivelato negli ulti-
stri attuali sforzi di far crescere una Sgi ancora più giovane anche nello mi otto dei cinquant’anni in cui il
spirito cominciano con una fede forte e ardente. Budda predicò in questo mondo
Affrontiamo ora lo scritto del Daishonin Il reale aspetto del Gohonzon per e, in questi otto anni, negli otto
studiare insieme l’essenza della “fede basata sul Gohonzon”. capitoli [del Sutra del Loto] che
vanno dal capitolo Emergere
Leggiamo un brano dagli scritti di Nichiren Daishonin dalla Terra al capitolo Affida-
mento. Ora, durante i tre periodi
successivi alla morte del Budda,
Il Gohonzon esiste per l’Illuminazione di tutte le persone
nei duemila anni del Primo e del
nell’Ultimo giorno della Legge
Medio giorno della Legge, non
Il Gohonzon esiste per l’Illuminazione e la felicità autentica di tutte le per- esisteva nemmeno il termine
sone fino all’illimitato futuro dell’Ultimo giorno della Legge. “oggetto di culto dell’insegna-
Far sì che tutti gli esseri viventi possano ottenere la stessa Illuminazione dei mento originale”. Come avrebbe
Budda:2 è questo il voto di Shakyamuni e il desiderio di tutti i Budda delle potuto dunque essere rivelato
tre esistenze di passato, presente e futuro. Nichiren Daishonin fu la prima l’oggetto di culto? Inoltre non vi
persona a rivelare l’oggetto di culto, o Gohonzon, per realizzare concreta- era nessuno che fosse in grado
di esprimerlo.
mente questo desiderio, manifestandolo sotto forma di un «grande mandala».
[...] Com’è straordinario che, ol-
In Il reale aspetto del Gohonzon il Daishonin discute degli incommensurabili
tre duecento anni dopo l’inizio
benefici che derivano dal fare offerte al Gohonzon, «il grande mandala mai dell’Ultimo giorno della Leg-
conosciuto prima». ge, Nichiren sia stato il primo a
[…] Il Buddismo di Nichiren è un insegnamento per realizzare concreta- iscrivere questo grande man-
mente nell’Ultimo giorno, attraverso il potere della Legge mistica, un mon- dala come il vessillo della pro-
do in cui tutti gli esseri viventi possano coesistere in armonia e prosperare pagazione del Sutra del Loto,
eternamente. Il Gohonzon è la base della filosofia, della fede e della pratica mentre anche grandi maestri
per realizzare questo. come Nagarjuna, Vasubandhu,
T’ien-t’ai e Miao-lo non furono
Toda descrisse la vera essenza della nostra vita dedicata alla Legge mistica
in grado di farlo! Questo man-
dal tempo senza inizio dicendo: «Se osservassimo la nostra esistenza originale
dala non è in alcun modo una
[nell’infinito passato] scopriremmo che vivevamo totalmente liberi in un lumi- mia invenzione. È l’oggetto di
noso regno di purezza e di gioia. Eravamo tutti belli nello spirito e avevamo la culto che raffigura il Budda
stessa mente».3 Ciò significa che tutti e tutte noi siamo Bodhisattva della Terra Shakyamuni, l’Onorato dal mon-
presenti all’assemblea in cui fu predicato il Sutra del Loto e che adesso siamo do, seduto nella Torre preziosa
apparsi nell’Ultimo giorno della Legge per adempiere il nostro voto di costru- del Budda Molti Tesori, e gli altri
ire questo regno luminoso e splendente nel mondo reale.4 Budda che erano emanazioni di
Noi siamo Bodhisattva della Terra che hanno deciso di apparire volonta- Shakyamuni, fedelmente come
la stampa riproduce la matrice».
riamente in questo mondo di saha, caratterizzato da incessanti sofferenze
e conflitti, per tenere alto il vessillo di kosen-rufu e i nobili ideali del cor-

2) Nel Sutra del Loto Shakyamuni dice: «All’inizio ho fatto il voto di rendere tutte le persone uguali
a me, senza alcuna distinzione tra noi» (SDLPE, 80).
3) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo,
1985, vol. 1, p. 342.
4) Ibidem.

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retto insegnamento buddista. Abbracciando la fede nel Gohonzon rivelato


da Nichiren Daishonin stiamo lavorando per la realizzazione di un mon-
do pacifico e per la felicità di tutta l’umanità. Il Daishonin, pioniere di
questa grande altruistica battaglia per propagare la Legge, manifestò il
Gohonzon per il bene di kosen-rufu, come mezzo per risvegliarci alla nostra
nobile missione di realizzare questo scopo.
Il Daishonin dice a Nichinyo che il Gohonzon è «il grande mandala mai cono-
sciuto prima» che permette a tutte le persone di conseguire la Buddità. Nella
prima metà di questa lettera le spiega il significato profondo del Gohonzon,
sottolineando con ciò l’importanza di credere con un’unica mente.

Il Gohonzon è il vessillo della propagazione del Sutra del Loto


2 Vale la pena ribadire che il Daishonin afferma di aver rivelato il Gohonzon
come «il vessillo della propagazione del Sutra del Loto», intendendo con ciò
che il suo motivo ispiratore era l’ampia propagazione della Legge, ovvero
kosen-rufu. Egli iscrisse il Gohonzon sotto forma di mandala in modo che
tutte le persone dell’Ultimo giorno della Legge potessero ottenere l’Illu-
minazione. Il suo scopo era permettere a quante più persone possibile di
recitare davanti al Gohonzon e assaporarne i benefici, facendole avvicinare
alla Legge mistica. In questo senso il Gohonzon è veramente il vessillo di
kosen-rufu.
Con i nostri sforzi di far conoscere il Buddismo del Daishonin noi conse-
gniamo nelle mani di una persona dopo l’altra il vessillo della rivoluzione
umana e della trasformazione del karma. Tenere alto il vessillo della propa-
gazione della Legge mistica in ogni zona, in ogni regione, significa far pro-
gredire kosen-rufu. Questo vessillo fiero, pieno di speranza, e che abbraccia
ogni cosa e ogni persona, è il Gohonzon.
Quando Toda diventò secondo presidente della Soka Gakkai (nel maggio
1951) diede inizio a una grande campagna per accrescere il numero dei
membri dell’organizzazione con queste parole: «Adesso è il tempo di pro-
pagare il Gohonzon». Non c’è dubbio che la sua fede determinata aprì la
strada allo sviluppo globale di kosen-rufu che abbiamo raggiunto adesso.
Ciò sottolinea ulteriormente la nostra profonda missione di realizzare con-
cretamente il mandato del Budda.

Illuminare tutti gli esseri viventi dei dieci mondi


Il Daishonin prosegue affermando: «Questo mandala non è in alcun modo
una mia invenzione». Vuole assicurarci che il Gohonzon non è una sua
creazione arbitraria, ma è l’oggetto di culto che raffigura i cinque caratteri
di Myoho-renge-kyo, la Legge per manifestare la Buddità inerente alla
nostra vita rappresentata da Shakyamuni seduto nella Torre preziosa del
Budda Molti Tesori e da tutti i Budda sue emanazioni. In altre parole, il

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Gohonzon è la perfetta rappresentazione del “vero aspetto di tutti i feno-


meni” e dei princìpi fondamentali del “mutuo possesso dei dieci mondi” e
dei “tremila regni in un singolo istante di vita” descritti durante la Cerimo-
nia nell’Aria del Sutra del Loto.
Guardando il Gohonzon vediamo che Nam-myoho-renge-kyo, chiamato
in questa lettera «i cinque caratteri del titolo del sutra», è scritto al cen-
tro, affiancato dai rappresentanti di ciascuno dei dieci mondi. Ciò signi-
fica che tutti gli esseri viventi dei dieci mondi, a partire dai Budda e dai
bodhisattva, sono contenuti senza eccezione nel Gohonzon. Ciò è in ac-
cordo con il passo dell’undicesimo capitolo del Sutra del Loto, L’apparizio-
ne della Torre preziosa, citato dal Daishonin in questa lettera: «[Il Budda
Shakyamuni usò i suoi poteri sovrannaturali per] sollevare nell’aria tutti i
membri della grande assemblea» (SDLPE, 249). Perciò il Gohonzon con-
tiene «senza eccezione alcuna, [...] tutti i vari esseri» (RSND, 1, 738) dei
dieci mondi. È una rappresentazione del mutuo possesso dei dieci mondi,
il principio secondo il quale tutti gli esseri viventi, quando sono illuminati
dalla luce della Legge mistica, «rivelano i nobili attributi che possiedono
intrinsecamente» (Ibidem).
In sintesi, quando le funzioni dei dieci mondi all’interno della nostra vita sono
avvolte nella luce della saggezza e della compassione del mondo di Buddità, 3
possiamo esprimere il potere della suprema virtù e creare un valore duraturo.
Significa anche che ogni singolo individuo comincia a risplendere come entità
della Legge mistica e a manifestare la propria natura intrinsecamente nobile.
Il Gohonzon permette di costruire quello che Toda descriveva come «un regno
puro, gioioso e solare di amici che vivono insieme in armonia e pace».5
In questo regno tutte le persone, indipendentemente dalle circostanze indivi-
duali o dal fatto che stiano ancora trasformando il proprio karma, risplendo-
no dei «nobili attributi che possiedono intrinsecamente». Chi è nel mondo di
Inferno, per esempio, manifesta il mondo di Inferno contenuto nel mondo di
Buddità e, pur soffrendo, non proverà quel dolore senza speranza di chi vaga
senza meta nell’oscurità eterna. Potrà tirare fuori il coraggio per affrontare
a testa alta situazioni difficili, la saggezza per superare gli ostacoli che sor-
gono dall’interno e dall’esterno, e la potente forza vitale che permette di fare
nuovi passi avanti. Le sofferenze diventano occasioni che contribuiscono alla
crescita e alla trasformazione personale, trampolini per un grande sviluppo.
Illuminato dalla luce dei cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, il no-
bile stato vitale che è una sola cosa con la Legge mistica si manifesta vivo
e vibrante anche nel mondo di Inferno. Perciò il significato di tutte le sof-
ferenze dell’inferno è completamente ribaltato.

5) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo,
1992, vol. 1, p. 342.

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Il presidente fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, men-


tre era in carcere scrisse serenamente: «Il mio lavoro in questo preciso
momento è concentrarmi totalmente sulla mia fede. Se riesco a farlo, non
provo la minima ansia [...]. A seconda della propria condizione mentale,
anche l’inferno può essere piacevole».6 E Toda disse che se ci basiamo sul
Gohonzon possiamo acquisire una condizione interiore colma di gioia infi-
nita ovunque ci troviamo.
La vita di ogni persona è un’entità che incarna i princìpi del mutuo pos-
sesso dei dieci mondi e dei tremila regni in un singolo istante di vita. È
essenzialmente perfetta e completa, non vi è niente di estraneo da togliere e
niente che manchi da dover aggiungere. Nessuna esistenza è priva di gioie
e dolori, di alti e bassi. E per quanto possiamo provarci, non possiamo evi-
tare le sofferenze universali di nascita, invecchiamento, malattia e morte.
Il mutuo possesso dei dieci mondi è il vero aspetto della vita, e ciascuno
dei dieci mondi, ognuno dei quali li comprende tutti, è una manifestazione
della Legge mistica. Il Gohonzon e la fede nella Legge mistica ci permetto-
no di tirar fuori da dentro di noi il supremo stato vitale della Buddità e di
stabilirlo saldamente nel nostro essere.
La forma grafica del Gohonzon si basa sul vero aspetto di tutti i fenomeni
spiegato nel Sutra del Loto e chiarisce così che noi persone comuni possiamo
«Non cercare mai questo manifestare l’illimitato stato vitale della Buddità nella nostra forma presen-
Gohonzon al di fuori di te. Il te. Prima dell’iscrizione del Gohonzon, nel Buddismo non era mai esistito
Gohonzon esiste solo nella carne un oggetto di culto simile. C’erano magnifiche raffigurazioni di Budda e
di noi persone comuni che ab-
Bodhisattva in forma di dipinti o sculture, ma non c’era un mandala che
bracciamo il Sutra del Loto e re-
incarnasse il principio del mutuo possesso dei dieci mondi permettendo così
citiamo Nam-myoho-renge-kyo.
Il corpo è il palazzo della nona
alle persone comuni di ottenere l’Illuminazione. Nichiren Daishonin rivelò
coscienza,7 l’immutabile realtà per primo il Gohonzon che illumina “i nobili attributi che possediamo intrin-
che regna su tutte le funzio- secamente”, in altre parole, un oggetto di culto per l’Illuminazione di tutta
ni della vita. Essere “dotato dei l’umanità. Questo Gohonzon è veramente «il grande mandala mai conosciuto
dieci mondi” significa che tutti i prima» che rappresenta il regno di un Buddismo veramente umanistico. […]
dieci mondi senza eccezione esi-
stono in un singolo mondo. È per Leggiamo un brano dagli scritti di Nichiren Daishonin

questo motivo che il Gohonzon


è chiamato mandala. Mandala è
Il Gohonzon esiste dentro di noi
una parola sanscrita che signifi-
ca “perfettamente dotato” o “cu- Nichinyo deve essere stata molto toccata dall’apprendere che l’oggetto di culto
mulo di benefici”. Il Gohonzon ricevuto dal Daishonin era il Gohonzon rivelato per la prima volta nell’Ultimo
inoltre si trova solo nei due carat- giorno della Legge.
teri che significano fede. Questo Ma poi il Daishonin le rivela un fatto ancor più sorprendente: «Non cercare
intende il sutra quando afferma
che si può “accedervi solo grazie 6) Tsunesaburo Makiguchi, Tsunesaburo Makiguchi Zenshu (Opere complete di Tsunesaburo Maki-
alla fede” (SDLPE, 125)». guchi), Daisanbunmei-sha, Tokyo, 1987, vol. 10, p. 285.
7) Nona coscienza o coscienza amala: la natura di Budda, la forza purificatrice fondamentale libera
da ogni impedimento karmico. Qui il Daishonin la identifica con Nam-myoho-renge-kyo.

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4 mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne di
noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-
myoho-renge-kyo». Sta dicendo che il Gohonzon non è fuori di noi, ma
nella nostra stessa vita. Questo spostamento del punto centrale della fede
e della pratica dall’esterno all’interno è un cambiamento impressionante.
Ai tempi del Daishonin, e in molti casi anche oggi, era profondamente radi-
cata l’idea che noi non siamo altro che piccoli esseri insignificanti e che la
realtà fondamentale e l’eternità risiedono al di fuori di noi, in qualche luogo
lontano. Questo modo di pensare è indissolubilmente legato alla credenza
nell’esistenza di qualche potere sovrannaturale ultraterreno. Ma il Buddi-
smo di Nichiren rifiuta completamente questa idea. Esso insegna la vera
realtà della vita, nella quale la Legge fondamentale ed eterna si manifesta
nel corpo fisico delle persone comuni che vivono qui e ora.
Il termine Budda significa “l’illuminato”. A cosa si è illuminato il Budda? A ciò
che dovrebbe costituire la vera base della nostra vita, cioè la Legge e la vera
essenza del nostro essere. Si è risvegliato alla Legge universale che permea
tutti i fenomeni, che era stata messa in ombra dall’oscurità fondamentale, e
alla grandezza della vita di ogni individuo che è inseparabile da quella Legge.
«Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni». Il vero signifi-
cato di questa frase è che il Gohonzon iscritto dal Daishonin è il mezzo con
il quale possiamo risvegliarci e far emergere il Gohonzon (cioè la Buddità)
dentro di noi. Quando recitiamo davanti al Gohonzon fisico, nel nostro
cuore c’è lo stesso Gohonzon; esso si manifesta chiaramente quando reci-
tiamo Nam-myoho-renge-kyo per la felicità nostra e degli altri.
In un’altra lettera che il Daishonin inviò a Nichinyo l’anno seguente (1278),
intitolata Cenni sul capitolo “Affidamento” e su altri capitoli, egli scrive: «Quando
rifletto sul luogo ove si trovi ora questo capitolo Torre preziosa [nel quale ap-
pare la Torre preziosa e ha inizio la Cerimonia nell’Aria], vedo che si trova
nel fiore di loto a otto petali del cuore8 dentro il petto della signora Nichinyo»
(RSND, 1, 814-815). Con ciò il Daishonin intende che il Gohonzon, che in-
carna la Torre preziosa che rappresenta lo stato di Buddità, si trova dentro
di noi. Senza dubbio, leggendo queste parole del Daishonin, Nichinyo si sarà
ricordata della precedente affermazione che «il Gohonzon esiste solo nella
carne di noi persone comuni». Le parole «nella carne» e «nel fiore di loto a
otto petali del cuore» significano “nelle profondità della nostra vita”.
Il Daishonin descrive anche in un altro modo il nostro essere interiore,
come «il palazzo della nona coscienza, l’immutabile realtà che regna su tut-
te le funzioni della vita». La nona coscienza, detta anche coscienza amala
o coscienza pura, spesso viene indicata nei testi buddisti come “il re della

8) Il loto a otto petali del cuore si riferisce alla disposizione di cuore, polmoni e altri organi nella
cassa toracica che si pensava assomigliasse a un fiore di loto con otto petali.

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mente”9 o il “sovrano della mente”, a significare l’entità fondamentale della


mente stessa. «L’immutabile realtà» indica la verità fondamentale libera da
tutte le illusioni. Poiché “il re della mente” dimora in questa realtà immuta-
bile, i nostri corpi mortali sono chiamati il suo “palazzo”. In Risposta a Kyo’o
il Daishonin scrive: «Io, Nichiren, ho iscritto la mia vita in inchiostro di sumi,
perciò credi profondamente nel Gohonzon» (RSND, 1, 365). Sta dicendo che
ha iscritto nel Gohonzon lo stato vitale della Buddità che ha conseguito come
devoto del Sutra del Loto, uno stato vitale identico alla realtà immutabile.
Il Gohonzon ha la forma di un mandala. La parola sanscrita mandala è stata
tradotta in cinese come “perfettamente dotato” o “cumulo di benefici”. Indica
l’infinita collezione di benefici che ne possiamo trarre e di cui possiamo go-
dere liberamente. Toda disse: «La vita di Nichiren Daishonin è Nam-myoho-
renge-kyo, e quindi anche le nostre, in quanto suoi discepoli, sono Nam-
myoho-renge-kyo».10 Un’altra volta disse: «Quando abbracciamo la fede nella
Legge mistica, il potere fondamentale di Nichiren Daishonin sgorga come
effetto dal nostro interno e anche noi riveliamo il nostro vero io, cioè la vera
natura illuminata che è una sola cosa con la realtà eterna e immutabile».11

Ottenere benefici incommensurabili attraverso


l’«accedervi solo grazie alla fede»
In Il reale aspetto del Gohonzon il Daishonin spiega anche: «Il Gohonzon
inoltre si trova solo nei due caratteri che significano fede. Questo intende
il sutra quando afferma che si può “accedervi solo grazie alla fede”». In sin-
tesi, la fede è la chiave per conseguire la Buddità. Persino Shariputra, che
era il primo in saggezza fra i discepoli di Shakyamuni, poté accedere alla
verità fondamentale del Sutra del Loto solo attraverso la fede. Questo è il
significato del passo del sutra «accedervi solo grazie alla fede».
5 Quando noi persone comuni dell’Ultimo giorno siamo di fronte al Gohonzon,
l’incarnazione dello stato vitale illimitato della Buddità, e recitiamo Nam-
myoho-renge-kyo con fede forte e profonda, possiamo accedere al regno lumi-
noso del tempo senza inizio manifestato nel Gohonzon. Il Daishonin si riferi-
sce al Gohonzon come all’oggetto di culto per l’osservazione della mente (cfr.
RSND, 1, 313 e seguenti). Scopo del Gohonzon è permetterci di osservare la
nostra mente, cioè risvegliarci e vedere la Buddità dentro la nostra vita. Ma
essere capaci di vedere la vera natura della nostra mente, ovvero ottenere l’Il-
luminazione, non è qualcosa che si raggiunge attraverso il pensiero concettuale
o la pratica meditativa: la base è la fede.

9) Il “re della mente” indica il nucleo della mente che ne controlla le varie funzioni.
10) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo,
1985, vol. 5, p. 271.
11) Josei Toda, Toda Josei Zenshu (Opere complete di Josei Toda), Seikyo Shimbunsha, Tokyo,
1992, vol. 2, p. 11.

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5 Perciò il Daishonin scrive: «Il Gohonzon inoltre si trova solo nei due caratteri
che significano fede». L’oggetto di culto per l’osservazione della mente è “l’og-
getto di culto della fede”. Il Gohonzon (Buddità) si manifesta nella vita di co-
loro che hanno una forte fede. Una persona può possedere il Gohonzon ma, se
non ha fede, non riceverà benefici. La fede è ciò che fa manifestare nella nostra «I discepoli di Nichiren, sia pre-
vita il “cumulo di benefici” costituito dal Gohonzon. Di conseguenza, finché ti sia laici, credono unicamen-
manteniamo una fede viva, il nostro “cumulo di benefici” non scomparirà mai. te nel Sutra del Loto, metten-
Anche se dovessimo perdere il nostro Gohonzon materiale in un incidente o in do da parte onestamente gli
un disastro naturale, fintanto che manteniamo la fede il Gohonzon nella nostra espedienti12 e non accettando
vita rimarrà intatto e noi potremo attivarne il potere benefico. un solo verso degli altri sutra;13
è per questo che possono en-
Il potere benefico del Gohonzon si manifesta solo quando abbiamo fede. Il
trare nella Torre preziosa del
Gohonzon si trova davvero soltanto nella nostra fede. Nel brano successivo
Gohonzon. Com’è rassicurante!
il Daishonin ribadisce l’importanza della fede. Com’è rassicurante! Fai ogni
Leggiamo un brano dagli scritti di Nichiren Daishonin
possibile sforzo in previsio-
ne della tua prossima vita. La
cosa più importante è che, re-
L’importanza di credere con un’unica mente nella Legge mistica citando soltanto Nam-myoho-
Qui il Daishonin scrive: «I discepoli di Nichiren, sia preti sia laici, cre- renge-kyo, puoi conseguire la
dono unicamente nel Sutra del Loto, mettendo da parte onestamente gli Buddità. Tutto dipenderà in-
dubbiamente dalla forza della
espedienti e non accettando un solo verso degli altri sutra; è per questo che
tua fede. Avere fede è la base
possono entrare nella Torre preziosa del Gohonzon». del Buddismo. [...] Un testo non
Il Gohonzon è la rappresentazione del regno del tempo senza inizio illumi- buddista narra la storia dell’im-
nato dalla Legge mistica. Esso incarna la Legge suprema di Nam-myoho- peratore di Han.14 Egli credette
renge-kyo. La fede nel Gohonzon è l’unico modo per adornare il “palazzo in modo così assoluto in quello
della nona coscienza” della nostra vita. Per questo dobbiamo recitare al che gli riferì il suo aiutante, che
Gohonzon con “un’unica mente”, cioè credendo solo nella Legge mistica. il fiume gelò all’istante. Un al-
Se lo faremo, allora in questa esistenza il Gohonzon dimorerà nella nostra tro documento descrive come
Li Kuang, bramoso di vendi-
fede e le sue funzioni mistiche si manifesteranno nella nostra vita. E, così
care suo padre, conficcò fino
come il Daishonin ci garantisce che potremo accedere alla Torre preziosa
alle piume la sua freccia in una
del Gohonzon in questa esistenza, anche nella prossima saremo in grado pietra nascosta nell’erba. I com-
di accedere alla Torre preziosa della Cerimonia nell’Aria che simboleggia mentari di T’ien-t’ai e di Miao-lo
il mondo di Buddità di tutto l’universo. Inoltre, come dice il passo: «Fai rendono assolutamente chiaro
ogni possibile sforzo in previsione della tua prossima vita», grazie agli sfor- che la fede è il punto cruciale.
zi nella pratica buddista in questa esistenza, la nostra vita continuerà nel Poiché l’imperatore di Han cre-
mondo di Buddità anche dopo la morte. Questo passo attesta il beneficio dette senza alcun dubbio nelle
enorme che possiamo ottenere in questa esistenza e in quelle future. parole del suo servitore, il fiu-
me gelò. Li Kuang fu in grado
12) cfr. SDLPE, 90. di trafiggere la pietra perché
13) cfr. SDLPE, 131. pienamente convinto che fos-
14) Imperatore di Han: l’imperatore Kuang-wu (6 a.C.-57 d.C.), fondatore della tarda dinastia se la tigre che aveva ucciso suo
Han. Una volta, prima di diventare imperatore, fu sconfitto in battaglia e mentre si stava ritirando
padre. Questo è ancor più vero
rimase bloccato con il suo esercito davanti a un ampio fiume. Quando il suo fido aiutante Wang Pa
gli riferì la falsa notizia che il fiume era gelato e che avrebbero potuto attraversarlo, il futuro impe- nel mondo del Buddismo!».
ratore gli credette e trovò il fiume realmente gelato.

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Grazie a una fede sincera nel Gohonzon possiamo raggiungere un dure-


vole stato di felicità assoluta, colmo di gioia sia nella vita sia nella mor-
te. Perciò il Daishonin scrive: «La cosa più importante è che, recitando
soltanto Nam-myoho-renge-kyo, puoi conseguire la Buddità». L’obiettivo
fondamentale della nostra pratica buddista è conseguire la Buddità così
come siamo, recitando Nam-myoho-renge-kyo davanti al Gohonzon. Il
Daishonin afferma che la chiave per il conseguimento della Buddità nella
nostra forma presente dipende indubbiamente dalla forza della nostra fede.
In un’altra lettera [Risposta alla monaca laica Nichigon] scrive: «Se la tua
preghiera avrà risposta oppure no, dipende dalla tua fede. Non è assoluta-
mente colpa di Nichiren [se non ottieni risposta]» (RSND, 1, 957).
6 Il potere della nostra fede e della nostra pratica attiva i poteri del Budda e
della Legge contenuti nel Gohonzon, facendo scaturire i benefici nella nostra
vita. La fede è la base. Una fede forte e vibrante è il potente motore dell’a-
zione e della pratica. Nichikan Shonin (1665-1726), il grande restauratore
del Buddismo di Nichiren, scrisse: «Se avete fede in questo Gohonzon e reci-
tate Nam-myoho-renge-kyo anche per un breve periodo, nessuna preghiera
rimarrà senza risposta, tutte le offese saranno espiate, tutta la fortuna sarà
concessa e tutta la giustizia sarà provata».15 Sin dai primi giorni della nostra
organizzazione questo passo ha aiutato molti membri a nutrire una forte fede
nel Gohonzon: essi si sono risvegliati al Gohonzon dentro di loro e hanno
attinto alla forza vitale necessaria per superare problemi e avversità.
Nessuna preghiera basata sulla fede nel Gohonzon rimane senza risposta. È un
fatto incontrovertibile che noi della Soka Gakkai abbiamo vinto grazie alla fede.

La fede ha il potere di sincronizzarci con il ritmo dell’universo


In un’altra lettera, nella quale cita gli stessi due passi del Sutra del Loto
contenuti in questa lettera a Nichinyo, cioè «mettendo da parte onestamente
gli espedienti» e «non accettando un solo verso degli altri sutra», il Daisho-
nin esprime l’importanza di una fede dal cuore puro con una similitudi-
ne: «Come [...] un figlio rifiuta di lasciare la madre» (Il significato della fede,
RSND, 1, 920). Un bambino dipende totalmente dalla madre e ha assoluta
fiducia nel suo amore. Con questo esempio il Daishonin vuole spiegarci l’im-
portanza primaria della fede. La nostra vita in un certo senso inizia con un
atto di fiducia, o fede, in questo mondo in cui veniamo alla luce.
Il giornalista americano Norman Cousins (1915-1990), con il quale rea-
lizzai un dialogo, era estremamente interessato al potere della fede. Par-
tendo dalla sua esperienza di superamento di una grave malattia, riportò

15) Nichikan, “Kanjin no Honzon Sho Mondan” (Commentario a “L’oggetto di culto per l’osser-
vazione della mente”) in Nichikan Shonin Mondanshu (Commentari di Nichikan Shonin), Seikyo
Shimbunsha, Tokyo, 1980, p. 443.

40 || buddismo e società | 219 || studio | il reale aspetto del gohonzon


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molti esempi che dimostrano il potere della fede nel processo di guarigio-
ne. Scrisse: «La cosa più meravigliosa dei quindici miliardi di neuroni del
cervello umano è la loro abilità di convertire pensieri, speranze, idee e at-
teggiamenti in sostanze chimiche. Perciò tutto comincia con il credere: la
scelta più forte che possiamo fare riguarda ciò in cui credere».16
Anche il grande scrittore russo Lev Tolstoj (1828-1910) sottolineava il mi-
rabile potere della fede. Un personaggio di un suo romanzo fa le seguenti
affermazioni: «La battaglia la vince chi ha deciso fermamente di vincer-
la»;17 e «Si deve credere nella possibilità della felicità per essere felici».18
La fede è il fondamento indispensabile dell’esistenza umana; il percorso
della nostra vita viene deciso da quanto è forte o debole la nostra fede.
In questa lettera il Daishonin cita due esempi tratti dalla storia cinese. Il pri-
mo è quello dell’Imperatore di Han (l’imperatore Kuang-wu della tarda di-
nastia Han) il quale, quando era ancora un generale, credette al rapporto del
suo assistente secondo il quale il fiume era gelato e l’esercito avrebbe potuto
attraversarlo. Il fiume in realtà non era gelato ma, come effetto della fede di
Kuang-wu, gelò davvero ed egli poté superarlo con le sue truppe. Il secondo
esempio è quello di Li Kuang, generale della prima dinastia Han, il quale
credette così fermamente che la roccia che vedeva di fronte fosse la tigre che
aveva ucciso suo padre da riuscire a perforarla con una freccia. Il Daishonin
dichiara che il potere della fede, nel Buddismo, è ancora più straordinario.
Una fede sincera e salda nel Gohonzon farà gelare il fiume turbolento delle
sofferenze di nascita e morte e perforerà la roccia dell’oscurità o ignoranza.
Makiguchi disse che la fede nel Gohonzon permette a ogni persona di con-
seguire la Buddità nella propria forma presente. Scrisse anche: «Quando sin-
tonizziamo la nostra vita con il vasto e potente ritmo dell’universo, anche la
nostra minuscola vita individuale può pulsare di forza vitale illimitata, di sag-
gezza profonda e vasta. Questa è la fusione di realtà e saggezza. Ma la mera
contemplazione della Legge che governa l’universo non porta da nessuna par-
te. Perciò Nichiren Daishonin stabilì un metodo di pratica che tutte le persone
potevano impiegare. Egli distillò e manifestò l’entità di tutti i fenomeni – che è
l’essenza della vita dell’universo – nella forma del Gohonzon di Nam-myoho-
renge-kyo. Quando pratichiamo il Buddismo di Nichiren basandoci sulla fede
nel Gohonzon, armonizziamo la nostra vita con il ritmo dell’universo».19
Costruendo una salda fede nel Gohonzon ci colleghiamo alla realtà e alla
saggezza della Buddità che è illuminata all’essenza della vita dell’universo.
Tramite la fede possiamo accedere al vasto e grandioso regno della saggez-

16) Norman Cousins, “Healing and Belief”, Human Options, W. W. Norton, New York, 1981, p. 205.
17) Lev Tolstoj, Guerra e pace, Einaudi, Torino, 1990, vol. 2, p. 908.
18) Ibidem, vol. 1, p. 545.
19) Tsunesaburo Makiguchi, Makiguchi Tsunesaburo Shingenshu (Raccolta di aforismi di Tsunesaburo
Makiguchi), Daisanbunmei-sha, Tokyo, 1979, p. 191.

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za del Budda. Praticare il Buddismo significa seguire non solo il cammino


con il quale il Budda si illuminò ma anche quello che egli percorse dopo
l’Illuminazione e, inoltre, continuare a tracciare quel percorso nella dire-
zione indicata dal Budda. Avanzando con fede, tutti e tutte noi possiamo
conseguire la Buddità e sostenere, assistere e guidare le altre persone con il
nostro comportamento e le nostre azioni. Il Gohonzon ci permette di com-
pletare la via del Budda e conseguire la Buddità. Che cosa meravigliosa.
Sia Makiguchi sia Toda insegnavano l’importanza della fede basata sul
Gohonzon. Oggi questo tipo di fede e di pratica si è affermata saldamente in
tutto il mondo grazie ai nostri sforzi come membri della Sgi. Grazie a ciò ab-
biamo potuto attingere all’incommensurabile potere benefico del Gohonzon.
Solo noi della Sgi pratichiamo la fede basata sul Gohonzon secondo gli inse-
gnamenti del Daishonin e per questo siamo riusciti a espandere il movimento
di kosen-rufu in tutto il globo. Continuiamo ad avanzare per sempre con una
“fede basata sul Gohonzon”, sforzandoci di portare avanti lo spirito del Dai-
shonin, sulla base del Gosho e della recitazione di Nam-myoho-renge-kyo.

Costruiamo insieme una Soka Gakkai giovane


Nel novembre 1950, nel difficile periodo in cui Toda aveva dato le dimissioni
da direttore generale della Soka Gakkai e la sopravvivenza stessa dell’orga-
nizzazione era in pericolo, io decisi fermamente di alzarmi nella fede con fiera
determinazione. Come discepolo diretto di Toda, e come giovane che credeva
nell’infinito potere del Gohonzon, diedi inizio a una battaglia per ribaltare la
situazione. Il 17 novembre, il giorno precedente all’anniversario della fondazio-
ne della Soka Gakkai, scrissi nel mio diario: «Mi sono reso conto della neces-
sità di una fede coraggiosa. [...] Alla fine sono i nostri poteri della fede e della
pratica a determinare ogni cosa. Il Gohonzon possiede i poteri del Budda e
della Legge. Solo con la nostra fede possiamo sperimentare, mettere alla prova
e acquisire il grande potere della Legge suprema contenuto nel Gohonzon».20
Avevo ventidue anni quando annotai queste parole. Da allora sono trascorsi
più di sessant’anni nei quali ho dimostrato agli occhi del mondo la validità di
una “fede basata sul Gohonzon”. Sotto la mia guida la Soka Gakkai ha vinto
grazie al potere della gioventù, grazie al potere dell’impegno condiviso di
maestro e discepolo e grazie al potere della fede. Toda diceva sempre: «Non
c’è potere più grande o più forte di quello della fede».
Avanziamo nuovamente a grandi passi, grazie a una fede possente e dina-
Lo studio del prossimo mese
(testo e audio) sarà pubblicato mica. Con energia giovanile e vibrante espandiamo il nostro stato vitale e la
online sul sito buddismoesocieta.org sfera della vittoria, della felicità e della giustizia. Unitevi a me nel levare in
e sulla app SGI Italia a partire alto ancora una volta con fierezza il vessillo di kosen-rufu e nel continuare a
dal 15 aprile.
costruire una Sgi giovane, verso una nuova epoca di umanesimo.

20) Daisaku Ikeda, Diario giovanile, Esperia, Milano, 2001, p. 80.

42 || BUDDISMO E SOCIETÀ | 219 || STUDIO | IL REALE ASPETTO DEL GOHONZON

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