Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
BUDDISTA ITALIANO
SOKA GAKKAI
MATERIALE
DI STUDIO
ISTITUTO
BUDDISTA ITALIANO
SOKA GAKKAI
MATERIALE
DI STUDIO
MATERIALE DI STUDIO
ESAME DI BUDDISMO SECONDO LIVELLO
PRIMAVERA 2020
IV Prefazione
Il sole di un autentico umanesimo
1 La filosofia buddista della vita
Tremila regni in un singolo istante di vita
1 Il significato di “un singolo istante di vita” e di “tremila regni”
2 La struttura dei tremila regni in un singolo istante di vita
9 Il Gohonzon
Abbracciare il Gohonzon è di per sé osservare la propria mente
9 Il significato del Gohonzon
17 La fede e la pratica
Fede per superare gli ostacoli
18 I tre ostacoli e i quattro demoni
23 Trasformare il proprio karma
26 Alleggerire la retribuzione karmica
27 Assumere volontariamente il karma appropriato
31 La storia della Soka Gakkai
Kosen-rufu mondiale e la Soka Gakkai
32 L’epoca del primo presidente Tsunesaburo Makiguchi
39 L’epoca del secondo presidente Josei Toda
48 L’epoca di Daisaku Ikeda, terzo presidente della Soka Gakkai
e presidente della SGI
55 Lo spirito dell’offerta
55 Le offerte per lo sviluppo di kosen-rufu
58 La storia di Sudatta
60 Coltivare una determinazione sincera
62 Piantare semi nel terreno della fortuna
65 Gosho
Il conseguimento della Buddità in questa esistenza
65 testo del Gosho Il conseguimento della Buddità in questa esistenza
70 Illuminazione nella vita presente
82 Daimoku, il richiamo che risveglia
93 “Con coraggio e diligenza”
IV p r e fa z i o n e
IL SOLE
DI UN AUTENTICO
UMANESIMO
di Alberto Aprea
Presidente dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
La filosofia buddista
della vita
TREMILA REGNI
I N U N S I N G O L O I S TA N T E D I V I TA
1) Nel libro I misteri di nascita e morte Daisaku Ikeda scrive: «Il principio dei
dieci fattori fornisce una struttura per l’analisi di quegli aspetti della vita che
rimangono costanti per tutti i fenomeni mutevoli» (Esperia, pag. 142).
l a f i l o s o f i a b u d d i sta d e l l a v i ta 5
2) Nel libro I misteri di nascita e morte Daisaku Ikeda scrive: «In relazione all’e-
sistenza umana, la “natura” corrisponde alle qualità invisibili e a quelle latenti,
come la mente e la coscienza» (Esperia, pag. 144).
6 m at e r i a l e d i st u d i o
3) Nel libro I misteri di nascita e morte Daisaku Ikeda scrive: «Questo concetto
analizza la vita da tre differenti punti di vista e definisce l’esistenza della vita
individuale nel mondo reale, chiarendo le tre dimensioni in cui i dieci mondi si
manifestano: il regno dei cinque aggregati, il regno degli esseri viventi e il regno
dell’ambiente» (Esperia, pag. 147).
l a f i l o s o f i a b u d d i sta d e l l a v i ta 7
Alla luce del principio dei tre regni dell’esistenza, possiamo vede-
re che quando lo stato delle cinque componenti cambia, cambia
anche quello degli esseri viventi e dei loro ambienti. Un cambia-
mento nello stato del nostro cuore, o mente, produrrà un cam-
biamento in ogni aspetto della nostra vita e del nostro ambiente.
I princìpi del mutuo possesso dei dieci mondi, dei dieci fattori
della vita e dei tre regni dell’esistenza, quando vengono fusi in-
sieme, costituiscono il principio dei tremila regni in un singolo
istante di vita. Questa dottrina ci offre una visione generale della
legge di causalità che permea la vita e il mondo circostante, e
spiega che tutte le persone sono ugualmente capaci di conseguire
la Buddità.
il gohonzon 9
Il Gohonzon
ABBRACCIARE IL GOHONZON
È D I P E R S É O S S E R VA R E
LA PROPRIA MENTE
• La Cerimonia nell’aria
che gli uomini e le donne che abbracciano il Sutra del Loto» (La
torre preziosa, RSND, 1, 264), chiarisce che la torre preziosa rap-
presenta la vita di coloro che credono nella Legge mistica.
Il Daishonin insegna che Shakyamuni e Molti Tesori, così come
appaiono nella Cerimonia nell’aria, rappresentano il mondo di
Buddità inerente a tutti gli esseri viventi, e che i Bodhisattva della
Terra, guidati dal Bodhisattva Pratiche Superiori e dagli altri, indi-
cano il mondo di bodhisattva, anch’esso innato in tutte le perso-
ne. Alla Cerimonia nell’aria partecipano gli ascoltatori della voce,
gli dèi celesti, le divinità benevolenti e altri esseri. Nel Gohonzon
sono inclusi rappresentanti dei dieci mondi.
Il Daishonin diede forma alla sua Illuminazione nel Gohonzon,
che definisce un “mandala”. Questa parola sanscrita si riferisce
all’immagine di un Budda circondato da coloro che lo ascoltano
predicare e assume quindi anche il significato di “perfettamente
dotato” e “cumulo di benefici”. Il Gohonzon di Nam-myoho-
renge-kyo è perfettamente dotato perché comprende tutti i dieci
mondi, ed è un cumulo di benefici perché possiede tutti i mera-
vigliosi attributi dei dieci mondi.
Il Gohonzon rappresenta lo stato vitale del Budda, che è Nam-
myoho-renge-kyo stesso, eternamente dotato di tutti i dieci mon-
di e degli attributi superiori propri di ciascun mondo. Quando
le persone credono in questo Gohonzon e basano la loro vita su
di esso, consapevoli di essere Nam-myoho-renge-kyo, possono
liberamente e pienamente manifestare i nobili attributi propri di
ciascuno dei dieci mondi inerenti alla loro vita.
La fede e la pratica
FEDE PER SUPERARE
G L I O S TA C O L I
1) Nelle Lezioni sull’Apertura degli occhi Daisaku Ikeda scrive: «Per chi vive
nell’Ultimo giorno della Legge, un’epoca caratterizzata da conflitti incessanti
e dalla sfiducia tra gli esseri umani, è difficile accettare il Sutra del Loto, che
insegna l’Illuminazione universale e trasmette il messaggio che tutti gli esseri
viventi sono eguali e degni di rispetto. Le persone dell’Ultimo giorno rifiuta-
no il Sutra del Loto per il semplice fatto che non riescono a comprenderlo, e
arrivano addirittura a nutrire animosità verso i praticanti del Sutra del Loto
che coraggiosamente diffondono questo profondo insegnamento e si impe-
gnano sinceramente per l’autentica Illuminazione delle persone» (Esperia,
pag. 171).
l a f e d e e l a p r at i c a 19
• I tre ostacoli
• I quattro demoni
4) Ne Il mondo del Gosho Daisaku Ikeda scrive: «In sostanza offendere la Legge
significa non credere, dubitare dell'esistenza della natura di Budda in noi e negli
altri. Questo dubbio è la causa fondamentale che impedisce al mondo di Buddi-
tà di emergere e che genera vari tipi di karma negativo. Sradicare questo dubbio
e far emergere il mondo di Buddità è la legge causale più importante che rende
possibile cambiare il karma» (Esperia, pag. 455).
26 m at e r i a l e d i st u d i o
ASSUMERE VOLONTARIAMENTE
IL KARMA APPROPRIATO
La storia
della Soka Gakkai
KOSEN-RUFU MONDIALE
E LA SOKA GAKKAI
1) La guerra che ebbe inizio con l’invasione giapponese della Cina e terminò
con la sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale, nel 1945.
42 m at e r i a l e d i st u d i o
2) In quei giorni per indicare il numero di membri della Soka Gakkai si parlava
di “famiglie aderenti”.
44 m at e r i a l e d i st u d i o
5) Daisaku Ikeda, La rivoluzione umana, Esperia, 2009, vol. 12, pag. 370.
la storia della soka gakkai 49
Lo spirito dell’offerta
Da La nuova rivoluzione umana,
vol. 4, cap. 2 “Trionfo”, pagg. 83-93
LA STORIA DI SUDATTA
e io ero così felice che ho dato loro tutto il riso per il quale hai
faticato tanto. Ma ero preoccupata per quello che avresti detto;
sono lieta di sentire che anche tu avresti fatto come me».
Anche Sudatta sorrise e disse: «Quello che hai fatto è meraviglio-
so. Di certo sradicherà il nostro karma e ci recherà fortuna».
Si dice che il gesto di generosità della moglie e la gioia con cui
Sudatta aveva approvato il suo operato fecero di lui una persona
ricca e influente. Queste due figure rappresentano il sincero spi-
rito dell’offerta che nasce da una fede pura.
La storia della donazione del monastero di Jetavana da parte
dell’ormai ricco Sudatta viene così riportata in una delle scritture
buddiste: Sudatta decise di donare un monastero a Shakyamuni
e si mise alla ricerca di un sito adeguato per costruirlo: né troppo
vicino né troppo lontano da Shravasti, la capitale del regno del Ko-
sala. Scelse infine un bosco che apparteneva al principe Jetri, dal
quale si recò per chiedergli di acquistarlo. Il principe però rifiutò.
«Quel bosco è il luogo che preferisco» disse. «Anche se tu potessi
offrirmi tanto oro da ricoprirlo interamente, non lo venderei».
Ma Sudatta non si arrese e dopo un’accanita discussione i due
decisero di rimettersi all’arbitrato di un giudice. Ascoltate le par-
ti, questi decretò che il principe avrebbe venduto al mercante
tutto il terreno che fosse riuscito a ricoprire d’oro.
Sudatta corse a casa, caricò un carro di monili d’oro e, tornato
nel bosco, cominciò a disporli sul terreno. Ma l’intero carico del
carro ricopriva soltanto un esiguo lembo di terra, così decise di
portare tutto l’oro che possedeva.
Colpito da questo comportamento, il principe Jetri si domandò:
«Come mai quest’uomo è pronto a rinunciare a ogni sua ricchez-
za? Shakyamuni è davvero così grande? E se fosse vero quello che
si dice di lui, che sia un Budda, un illuminato?». Così, rivolto a
Sudatta disse: «Va bene, fermati. Non occorre che tu ricopra tut-
to il terreno. Il bosco è tuo». La sincerità e la devozione di Sudat-
60 m at e r i a l e d i st u d i o
Gosho
Il conseguimento
della Buddità
in questa esistenza1
Buddismo, le loro idee non sono diverse da quelle dei non buddisti.
Sia che tu invochi il nome del Budda 12, che reciti il sutra o sempli-
cemente offra fiori e incenso, tutte le tue azioni virtuose metteranno
nella tua vita 13 buone radici e benefici. Pratica la fede con questa
convinzione. Il Sutra di Vimalakirti afferma che, quando si ricerca
l’emancipazione del Budda nelle menti degli esseri comuni, si scopre
che gli esseri comuni sono le entità dell’Illuminazione e che le sof-
ferenze di nascita e morte sono nirvana. Afferma inoltre che, se la
mente degli esseri viventi è impura, anche la loro terra è impura, ma
se la loro mente è pura, lo è anche la loro terra; non ci sono terre pure
e terre impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o
malvagità della nostra mente.
Lo stesso vale per un Budda e una persona comune. Quando una
persona è illusa è chiamata essere comune, quando è illuminata è
chiamata Budda. È come uno specchio appannato che brillerà come
un gioiello se viene lucidato. Una mente annebbiata dalle illusioni
derivate dall’oscurità innata è come uno specchio appannato che, però,
una volta lucidato, sicuramente diverrà limpido e rifletterà la natura
essenziale dei fenomeni e il vero aspetto della realtà. Risveglia in te
una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno.
Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo.
Cosa significa myo (mistico)? È semplicemente la misteriosa natura 14
della nostra vita di istante in istante, che la mente non riesce a com-
prendere e le parole non possono esprimere. Guardando la nostra mente
in ogni singolo istante, non percepiamo né colore né forma per veri-
ficare che esiste. Eppure non possiamo nemmeno dire che non esiste,
poiché molti pensieri differenti sorgono di continuo. Non possiamo né
ritenere che la mente esista né che non esista. È una realtà inafferrabile
che trascende sia le parole sia i concetti di esistenza e di non esistenza.
Non è né esistenza né non esistenza, e tuttavia manifesta le proprietà
di entrambe. È la mistica entità della Via di mezzo che è l’unica vera
realtà. Myo è il nome dato alla misteriosa natura della vita 15 e ho
quello attribuito alle sue manifestazioni. Renge, che significa fiore di
loto, simboleggia la meraviglia e il mistero di questa Legge. Se com-
prendiamo che la nostra mente, o vita 16, in questo istante è myo, allora
comprenderemo che essa 17 è la Legge mistica anche negli altri istanti.18
Tale comprensione è il mistico kyo, o sutra. Il Sutra del Loto è il re dei
sutra, la diretta via all’Illuminazione, poiché spiega che l’entità della
nostra mente o vita 19 in ogni singolo istante, dalla quale sorgono sia il
bene che il male, è in realtà l’entità della Legge mistica.
Se reciti Myoho-renge-kyo con una profonda fede in questa verità, sicu-
ramente conseguirai la Buddità in questa esistenza. Questo è il motivo
per cui il sutra afferma: «Dopo la mia estinzione, dovrebbe abbracciare
e sostenere questo sutra. Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio,
conseguirà la via del Budda» 20. Non dubitare mai minimamente.
Rispettosamente.
21) Testo della spiegazione di Daisaku Ikeda tratto dal volume Il conseguimento
della Buddità in questa esistenza, Esperia, 2008, pag. 7
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 71
22) Toki Jonin era un seguace laico del Daishonin che viveva a Wakamiya, nel
distretto di Katsushika, provincia di Shimosa (nell’attuale prefettura di Chiba)
ed era al servizio del signore di Chiba. Ricevette dal Daishonin vari scritti che
custodì con cura, fra cui L’oggetto di culto per l’osservazione della mente.
72 m at e r i a l e d i st u d i o
zialmente nella battaglia che ha luogo nel nostro cuore per con-
trastare la nostra condizione interiore illusa, detta oscurità. È una
battaglia contro le forze negative e distruttive interiori per aprire
un varco nell’oscurità che avvolge la natura di Budda e far emer-
gere la condizione vitale della Buddità grazie al potere della fede.
Il Daimoku della pratica riguarda invece l’azione specifica di re-
citare Nam-myoho-renge-kyo e di insegnarlo agli altri, gli sforzi
che compiamo, con le parole e con le azioni, per la nostra felicità
e per quella degli altri, che sono la dimostrazione tangibile della
nostra battaglia interiore contro l’illusione e la negatività interne.
Quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo stiamo recitando il
nome della natura di Budda che esiste nella nostra vita e in quel-
la degli altri, e al tempo stesso la stiamo risvegliando. Quando
la fede vince sul dubbio e sulle illusioni interiori, il potere della
natura di Budda viene risvegliato dal suono del Daimoku e si
manifesta spontaneamente nella nostra vita23.
Il punto essenziale che differenzia il Buddismo del Daishonin
dalle altre scuole buddiste del suo tempo è l’aver stabilito questo
mezzo concreto per conseguire la Buddità. Dalla prima volta che
proclamò Nam-myoho-renge-kyo fino al momento della mor-
te, Nichiren Daishonin si impegnò ardentemente per insegnare
questo supremo sentiero per l’Illuminazione a tutte le persone
della sua terra.
23) Nel Gosho Come coloro che inizialmente aspirano alla via il Daishonin
scrive: «Quando veneriamo il Myoho-renge-kyo che è nella nostra vita come
oggetto di culto, la natura di Budda che è in noi viene richiamata dalla no-
stra recitazione di Nam-myoho-renge-kyo e si manifesta. Questo si intende
per “Budda”. Per fare un esempio, quando un uccello in gabbia canta, gli
uccelli che volano liberi nel cielo sono richiamati e si radunano intorno a
lui. E quando gli uccelli che volano nel cielo si radunano, l’uccello in gabbia
cerca di uscire fuori. Così, quando con la bocca recitiamo la mistica legge,
la nostra natura di Budda viene richiamata e immancabilmente emergerà»
(RSND, 1, 789).
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 73
24) Nel capitolo dodicesimo del Sutra del Loto, “Devadatta”, la figlia di otto
anni del re drago Sagara concepisce il desiderio dell’Illuminazione quando
ascolta il Bodhisattva Manjushri predicare il Sutra del Loto. Si reca allora da
Shakyamuni a cui offre un gioiello e istantaneamente completa la sua pratica
di bodhisattva. Appare quindi in una terra del sud chiamata Mondo Immaco-
lato nel quale consegue lo stato di Buddità senza mutare la sua forma di drago
e predica il Sutra del Loto a tutti gli esseri di quella terra (vedi Il Sutra del Loto,
pagg. 262-265).
74 m at e r i a l e d i st u d i o
25) Nello scritto La dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita il Dai-
shonin afferma: «Se i devoti del Sutra del Loto svolgono le proprie pratiche
religiose così come insegna il sutra, allora ciascuno di essi, senza eccezione,
conseguirà sicuramente la Buddità nella sua esistenza presente. Facendo un’a-
nalogia, se si seminano i campi in primavera e in estate, si è comunque certi
che, presto o tardi, entro l’anno si mieterà il raccolto. I devoti del Sutra del
Loto appartengono a tre categorie, superiore, media e inferiore, a seconda del-
le loro capacità, eppure tutti otterranno immancabilmente l’Illuminazione in
una singola esistenza» (RSND, 2, 85).
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 75
Un umanesimo autentico
Ora vorrei affrontare tre aspetti per i quali la dottrina del Daishonin
sul conseguimento della Buddità in questa esistenza è significativa.
Prima di tutto vorrei far notare che, aprendo la strada dell’ot-
tenimento dell’Illuminazione in questa vita a tutte le persone
attraverso la recitazione del Daimoku, il Daishonin istituì per la
prima volta una dottrina di autentico umanesimo. Permettere a
tutte le persone di conseguire l’Illuminazione è il primo requisito
di una religione veramente umanistica. È questo, a mio avviso,
il significato religioso e filosofico del principio di conseguire la
Buddità in questa esistenza.
Nichiren Daishonin aveva una profonda comprensione del po-
tenziale degli esseri umani: vedeva chiaramente che, grazie a un
profondo cambiamento interiore, essi avrebbero potuto liberarsi
dal ciclo negativo di trasmigrazioni e crearne uno positivo. Espo-
se così un modo pratico per farlo; perciò nessun altro insegna-
mento potrebbe maggiormente meritare l’aggettivo “umanisti-
co” del Buddismo del Daishonin.
Ne Il vero aspetto di tutti i fenomeni il Daishonin scrive: «In tal
caso, sebbene si pensi che Shakyamuni sia dotato delle tre virtù di
sovrano, maestro e genitore per il bene di noi tutti, esseri viventi,
in realtà non è così. Al contrario sono le persone comuni che lo
dotano delle tre virtù»26. Questo passo mette in evidenza il pas-
saggio da una “religione autoritaria” a una “religione umanistica,
centrata sulle persone”27. E il Buddismo di Nichiren Daishonin,
che stabilisce il mezzo concreto per ottenere l’Illuminazione in
questa esistenza, rende possibile tale cambiamento di prospettiva.
29) Testo della spiegazione di Daisaku Ikeda tratto dal volume Il conseguimento
della Buddità in questa esistenza, pag. 19
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 83
31) Il Daishonin scrive: «Questo passo significa che il principio supremo [cioè la
Legge mistica] in origine non aveva nome. Mentre il santo osservava il principio e
assegnava i nomi a tutte le cose, percepì l’esistenza di quest’unica Legge meraviglio-
sa [myoho] dotata simultaneamente di causa ed effetto [renge] e la chiamò myoho
renge. Quest’unica legge di myoho renge comprende in sé tutti i fenomeni dei dieci
mondi e dei tremila regni, nessuno escluso. Chiunque pratichi questa Legge ot-
terrà simultaneamente sia la causa che l’effetto della Buddità» (Entità della Legge
mistica, RSND, 1, 374).
32) Il vero aspetto di tutti i fenomeni è la realtà fondamentale che permea tutti
i fenomeni e non è in alcun modo separata da essi. È un principio espresso nel
Sutra del Loto. Nel Vero aspetto di tutti i fenomeni Nichiren definisce “tutti i
fenomeni” come tutti gli esseri viventi e i loro ambienti nei dieci mondi, e il
“vero aspetto” come la Legge di Myoho-renge-kyo, la realtà fondamentale che
permea tutti gli esseri viventi e i loro ambienti in ciascuno dei dieci mondi.
Tutti i fenomeni sono manifestazioni di questa Legge universale. Il capitolo
“Espedienti” spiega che tutte le persone sono intrinsecamente dotate del po-
tenziale di diventare Budda e sono in grado di attingere a questo potenziale e
manifestarlo nella loro vita.
88 m at e r i a l e d i st u d i o
Il Sutra del Loto è il re dei sutra, autentico e corretto sia nella lettera
sia nella teoria. I suoi caratteri sono il vero aspetto di tutti i feno-
meni e questo vero aspetto è la Legge mistica (myoho). È chiamata
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 89
Nel corso della storia del Buddismo, anche se il Sutra del Loto
ha sempre insegnato che si dovrebbero aprire gli occhi su questa
mistica verità, con il passare del tempo le persone hanno perso di
vista il fatto che essa esiste nella vita stessa.
Fu in tale contesto che T’ien-t’ai istituì una pratica meditativa
basata sul principio dei “tremila regni in un singolo istante di
vita” e sulla “relazione di mutua inclusione tra un singolo istante
di vita e tutti i fenomeni”, cercando in tal modo di insegnare alle
persone a risvegliare il mondo di Buddità. Il metodo di medita-
zione di T’ien-t’ai, basato sulla “osservazione della mente”, può
essere considerato una pratica appropriata che ristabilì il corretto
sentiero del Sutra del Loto.
Inoltre, per far sì che le persone potessero percepire e concretiz-
zare la «mistica verità che è originariamente inerente a tutti gli
esseri viventi», Nichiren Daishonin le diede il nome di Myoho-
renge-kyo e istituì la pratica di invocare questo nome, cioè la
recitazione del Daimoku, permettendo così a tutte le persone
di basare la propria vita sulla Legge mistica e di dedicarsi a essa.
Dunque fu il Daishonin a stabilire il mezzo col quale tutte le
persone possono risvegliarsi al fatto che la verità della vita e
dell’universo esiste nella loro stessa vita e manifestare concreta-
mente tale verità. Inoltre questa verità è l’illuminata saggezza di
tutti i Budda ed è pienamente rivelata nel Sutra del Loto, che
è il supremo insegnamento del Buddismo. Basandoci su tale
verità possiamo condurre esistenze di supremo valore. Il Bud-
dismo del Daishonin ha reso questo regno della fede accessibile
a ogni persona indipendentemente dal luogo, dal tempo e dalla
sua storia personale. Non sarebbe eccessivo dire che la pratica
della recitazione del Daimoku nel Buddismo di Nichiren Dai-
shonin è ciò che ha dato origine al Buddismo della gente. È
questa la suprema pratica buddista che ci permette di trasfor-
mare radicalmente la nostra vita.
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 91
Chi ha un cuore che brilla per dedizione alla verità e alla giu-
stizia non perderà mai la speranza anche di fronte alle peggio-
ri avversità e, anzi, sarà come un faro in grado di illuminare
l’oscurità della sofferenza delle persone, fonte di ispirazione,
fiducia e coraggio.
Quando noi cambiamo, il mondo cambia. La chiave di qualsiasi
cambiamento è la nostra trasformazione interiore, un cambia-
mento del nostro cuore e della nostra mente. Questa è la rivo-
luzione umana. Tutti abbiamo il potere di cambiare, e quando
comprendiamo questa verità possiamo fare emergere tale potere
in qualsiasi luogo, momento o situazione. Il Buddismo di Ni-
chiren Daishonin, che si basa sui princìpi trasformativi del Sutra
36) Tradotto da: Pushkin Threefold: Narrative, Lyric, Polemic and Ribald Verse,
New York, E. P. Dutton and Co., Inc. 1972, pag. 20
37) Testo della spiegazione di Daisaku Ikeda tratto dal volume Il conseguimento
della Buddità in questa esistenza, pagg. 57-68
94 m at e r i a l e d i st u d i o
48) Il Sutra del Loto, pag. 141. Queste parole piene di gioia vengono pronun-
ciate dagli ascoltatori della voce, discepoli di Shakyamuni, quando apprendo-
no di poter concretamente conseguire la Buddità che prima era preclusa loro.
49) Felicità in questo mondo, RSND, 1, 607
102 m at e r i a l e d i st u d i o
50) Più lontana la sorgente, più lungo il corso del fiume, RSND, 1, 837
51) Le persecuzioni che colpiscono il santo, RSND, 1, 885
52) Le illusioni e i desideri sono Illuminazione, RSND, 1, 283
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 103
53) I tre corpi del Budda sono il corpo del Dharma, il corpo di ricompensa e il
corpo di manifestazione. Il corpo del Dharma è la verità fondamentale o Legge
alla quale il Budda si è illuminato. Il corpo di ricompensa è la saggezza per
percepire la Legge e il corpo di manifestazione sono le azioni compassionevoli
che il Budda compie per condurre le persone alla felicità.
54) The Record of the Orally Transmetted Teachings, Soka Gakkai 2004, pag. 214
55) Cfr. Il Sutra del Loto, pag. 296.
104 m at e r i a l e d i st u d i o
56) Quella che Nichiren Daishonin nel Gosho definisce “unica mente”.
i l c o n s e g u i m e nto d e l l a b u d d i t à i n qu e sta e s i st e n za 105
dei tre potenti nemici, dei tre ostacoli e dei quattro demoni».
Io la penso allo stesso modo e prego ardentemente che in tutto
il mondo appaiano giovani discepoli coraggiosi e pieni di vigore.
Ogni giorno prego per questo, con tutto il cuore.
Impegnarsi con coraggio e vigore è veramente il segno distintivo
dello spirito Soka di maestro e discepolo.
Il Daimoku è la forza trainante del progresso e della vittoria.
Ogni impresa dovrebbe iniziare con la preghiera. Nessuno può
competere con coloro che recitano Daimoku con tenacia.
Recitiamo assiduamente Nam-myoho-renge-kyo mattina e sera,
lucidiamo con cura la nostra interiorità e costruiamo una vita in
cui conseguire una vittoria dopo l’altra.