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Il Nuovo Rinascimento n.

376 15 giugno 2007


Editoriale:
Quel che facciamo è ciò che conta di più
di Tamotsu Nakajima
Nel suo editoriale di maggio, il presidente Ikeda afferma: «Dal momento che siamo nati come esseri
umani, dovremmo fare del nostro meglio per rendere il mondo anche solo un poco migliore di come
l'abbiamo trovato. Questa è la chiave per una vera realizzazione, concluse Toynbee, l'eminente
studioso che aveva esplorato l'immenso panorama della storia dell'umanità. Ecco perché era così
colpito dal nostro movimento popolare che si dedica alla trasformazione positiva della società
basandosi sui purissimi insegnamenti del Buddismo mahayana, considerandola una conquista
spirituale di portata storica» (NR, 375, 3).
Ogni persona desidera migliorare la propria vita e creare delle condizioni in cui tutti possano vivere
meglio, per questo sentiamo una profonda soddisfazione quando ci impegniamo per rendere
migliore la società in cui viviamo. A volte si pensa che le cose possano cambiare dall'esterno,
oppure ricerchiamo la "buona fortuna" al di fuori di noi, ma la realtà è diversa, bisogna scavare
"sotto i nostri piedi", nella situazione che stiamo vivendo ora, qui dove siamo, senza aspettare un
altro momento, senza aspettare che le circostanze cambino, valorizzando ciò che abbiamo: i nostri
amici, i nostri familiari, i nostri vicini, il nostro lavoro ecc... Tutto parte da dove ci troviamo ora, nel
cuore di ciascuno di noi. Anche per cambiare la società e per trasformare positivamente l'ambiente
in cui viviamo bisogna partire da noi stessi e dalle condizioni attuali. L'umanità ha sperimentato
molti cambiamenti rivoluzionari nel corso della sua storia, ma non c'è stata alcuna trasformazione
stabile nella direzione della pace e del benessere per tutti.
Ogni giorno abbiamo sotto gli occhi la crisi ambientale, che diventa sempre più grave e più urgente
per il futuro. Per risolvere alla radice questo problema è fondamentale cambiare il modo di pensare
e di vedere le cose di tante persone, che ancora non si accorgono che siamo proprio noi a
distruggere giorno dopo giorno l'ambiente in cui viviamo. C'è sempre qualcun altro a cui possiamo
dare la responsabilità di quel che accade, ma in realtà la nostra vita ci appartiene, e solo noi
possiamo trasformarla, cambiando la nostra visione delle cose e partendo dalla nostra rivoluzione
umana. Come esseri umani, ciò che conta è quanto riusciamo a migliorare noi stessi e quanto
riusciamo a costruire la pace, per questo è indispensabile il cambiamento all'interno di ogni singolo,
come leggiamo nella Rivoluzione umana: «Una grande rivoluzione nel carattere di una sola persona
permetterà di realizzare un cambiamento nel destino di una nazione, e condurrà infine a un
cambiamento nel destino di tutta l'umanità».
Per noi, discepoli di Nichiren Daishonin, seppur così diversi gli uni dagli altri, è importante agire in
accordo con l'intento di Nichiren, in ogni momento. Ciò che conta di più è quel che facciamo,
proprio come scrive il presidente Ikeda: «C'è un criterio importante per valutare un gruppo
religioso, condiviso dalle persone di buon senso di tutto il mondo: valutarlo non per quello che
professa, ma in base a ciò che fa. Il professor Christopher Queen ha commentato: "Il Budda
rispondeva alla crisi sociale e spirituale del suo tempo con parole chiare, azioni decise, creando
valore nella società. Senza una prospettiva di cambiamento sociale [...] la religione si allontana dalla
vita della gente, andando incontro alla morte spirituale» (NR, 375, 4).
Spesso lasciamo spazio alle lamentele, al pessimismo, alla sfiducia in noi stessi e negli altri, come
se nelle nostre esistenze non brillasse mai il sole. In realtà possiamo far brillare la nostra vita e
quella degli altri, diventando persone traboccanti di gioia e di speranza. Il Buddismo ci insegna che
la vita è una bellissima occasione, e utilizzando "la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra"
possiamo realizzare tutti i nostri sogni, e far sì che anche le altre persone possano vivere pienamente
felici e soddisfatte.
Il Nuovo Rinascimento n.436 1 febbraio 2010
Editoriale:
TRATTO DA DAIBYAKURENGE, GENNAIO 2010
La rivoluzione umana, il sentiero della vita
di Daisaku Ikeda
Quanto è piacevole
e degna di onore
una vita di insuperabile vittoria,
vibrante e luminosa
come il sole del mattino.

«è il potere della Legge buddista quello che permette alle divinità del sole e della luna di ruotare
intorno ai quattro continenti» (Consacrazione di una statua del Budda Shakyamuni fatta da Shijo
Kingo, RSND, 1, 611), scrive Nichiren Daishonin. Anche in questo stesso momento l'universo
continua a funzionare con precisione e senza interruzione. Il potere fondamentale che muove
l'universo esiste anche all'interno della nostra stessa vita. La nostra pratica buddista è la chiave per
aprire e utilizzare pienamente questo immenso potere.
Continuiamo quindi a progredire giorno dopo giorno, anno dopo anno, lasciando sempre che il sole
immortale che è dentro i nostri cuori splenda all'esterno. Impegniamoci con gioia per fare di ogni
giornata un trionfo personale, scrivendo in tal modo nuovi capitoli vittoriosi nella nostra vita.
Il filosofo argentino José Ingenieros (1877-1925) scrisse: «L'irrequietezza di conoscere di più, fare
di più, essere di più, ci rinnova incessantemente».
Tutti possono raggiungere una crescita e uno sviluppo positivi, anno dopo anno, percorrendo il
sentiero della creazione di valore con uno spirito sempre fresco e vibrante a ritmo con la Legge
mistica. Pensatori e ricercatori della verità, nei secoli, hanno cercato questo sentiero fondamentale
della vita. Il nome che il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, diede a
questo sentiero è "rivoluzione umana".

La nostra unica aspirazione


in questa esistenza
è la trasformazione interiore
che dirige la vita verso la vittoria
per l'eternità.

Fare la rivoluzione umana non significa diventare una sorta di essere trascendente. Al contrario si
tratta di un processo in cui ci impegniamo a trasformare profondamente e dinamicamente la
dimensione intima della nostra esistenza, rimanendo persone comuni che devono cercare di
superare molte sfide e problemi dentro l'aspra realtà della vita quotidiana.
Ne L'entità della Legge mistica, che studiai da giovane all'"università Toda", il Daishonin ci
assicura: «Queste persone che [...], hanno fede unicamente nel Sutra del Loto e recitano Nam-
myoho-renge-kyo trasformeranno i tre sentieri delle illusioni e i desideri, del karma e della
sofferenza nelle tre virtù del corpo del Dharma, della saggezza e dell'emancipazione» (RSND, 1,
373).
Attraverso la sua vita e le sue azioni il Daishonin dà un perfetto esempio di come non farsi
sconfiggere da problemi, karma negativo o sofferenze - un esempio di come affrontare e sfidare le
avversità, e quindi manifestare la vita, la saggezza e lo stato vitale del Budda.
Se ci impegniamo per kosen-rufu con il cuore di un re leone - in unità con il nostro maestro e la
Legge mistica - possiamo sicuramente ottenere la Buddità. Possiamo trasformare persino l'Inferno
in un regno di Illuminazione o Terra della Luce Tranquilla. Anche le nostre famiglie e le nostre
comunità sperimenteranno un cambiamento positivo. Noi della SGI, uniti dal legame di maestro e
discepolo, stiamo realizzando la più straordinaria e fondamentale delle rivoluzioni e stiamo
costruendo una rete globale in costante crescita, costituita da persone dedite alla pace e alla felicità.

Vincete con determinazione


e fate brillare la vostra rivoluzione umana
attraverso le tre esistenze.

Gran parte delle rivoluzioni con il passare del tempo tendono a perdere il loro spirito originale.
Molte soccombono all'apatia e sono devastate proprio da quel tipo di corruzione che esse stesse si
erano inizialmente proposte di eliminare. La storia è testimone di questo. La rivoluzione umana che
noi della SGI propugniamo, invece, è rivolta a cambiare questa sfortunata tendenza direttamente
alla radice.
Il presidente fondatore della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi iniziò a praticare per la prima
volta il Buddismo di Nichiren Daishonin all'età di cinquantasette anni. Egli dichiarò all'epoca: «Con
indescrivibile gioia ho cambiato totalmente il modo in cui avevo vissuto per quasi sessant'anni».
Il Buddismo di Nichiren Daishonin è il Buddismo della vera causa [vedi causa originale, DB, 96,
n.d.r.]. Esso insegna a vivere avanzando sempre dal presente verso il futuro e creando nuove
possibilità, piuttosto che guardare indietro o rimuginare sul passato.
Se smettiamo di avanzare e ci permettiamo di diventare arroganti e di invecchiare nello spirito, le
nostre esistenze ristagneranno, e perderemo il potere di vincere. Anche questo è il motivo per cui è
così importante rimanere sempre coinvolti nello sviluppo dei giovani e impegnarsi insieme a loro
nelle due vie della pratica e dello studio.
Kosen-rufu - o "propagare diffusamente la Legge" - rappresenta il compito del Budda. Dedicandoci
con diligenza a questa sacra impresa del Budda, noi attiviamo l'eterna condizione vitale della
Buddità nelle nostre stesse esistenze. Toda una volta osservò: «Questo è il Buddismo dei tremila
regni in un singolo istante di vita. Iniziate determinando con fermezza ciò che intendete
intraprendere o realizzare. Tutte le battaglie per kosen-rufu rappresentano per voi opportunità di
cambiare il karma e compiere la vostra rivoluzione umana. Maggiore è la sfida, maggiore la vittoria
che otterrete. Sapendo questo, impegnatevi con tutte le forze, senza risparmiarvi minimamente!».
Io ho dedicato me stesso a kosen-rufu, seguendo fedelmente questa guida del mio maestro.
La prova della nostra rivoluzione umana si manifesta nel nostro comportamento. Come dichiara il
Daishonin: «Il vero significato dell'apparizione in questo mondo del Budda Shakyamuni, il signore
degli insegnamenti, sta nel suo comportamento da essere umano» (I tre tipi di tesori, RSND, 1,
756). Gli esempi di membri della SGI che hanno drasticamente trasformato la propria esistenza
attraverso la rivoluzione umana sono una costante fonte di ispirazione per gli altri e aiutano a
comprendere e ad apprezzare il Buddismo del Daishonin.
Viviamo in un'epoca avvolta dall'oscurità, che i sutra definiscono "l'epoca malvagia dell'Ultimo
giorno della Legge". Se desideriamo che lo sviluppo di kosen-rufu continui nel tempo, è di vitale
importanza concentrare le nostre preghiere e i nostri sforzi con intensità ancora maggiori per far
scaturire un flusso costante di successori capaci, che brillino di umanità.
Jim Garrison, ex presidente della John Dewey Society negli Stati Uniti, ha commentato a tal
proposito: «La SGI, con il suo ideale della rivoluzione umana, è un'organizzazione con un
potenziale di sviluppo infinito [...]. Prospererà per mille anni a patto che sappia custodire
correttamente l'elemento originario, l'eredità dei suoi maestri, e mantenere il suo spirito giovane,
continuando a crescere e a creare valore».
Rivoluzione umana significa compiere un progresso costante, avanzare anche di un solo passo
rispetto a ieri, anche di un solo passo rispetto allo scorso anno.
Fate sì che il cambiamento inizi da voi! Aprite la strada alla vittoria!

Se vi alzate con coraggio,


la gioia di vivere
sboccerà
meravigliosa
ovunque voi siate.
Il Nuovo Rinascimento n.409 1 dicembre 2008
Speciale corsi estivi:
Una marcia in più: consapevolezza e autenticità
di Erica Galligani e Monica Piccini
Dopo Fiuggi e Rimini, dal 24 al 26 ottobre il corso di Riva del Garda ha concluso la serie degli appuntamenti nazionali
per i membri dell'Istituto Buddista. Il bilancio conclusivo dei tre corsi è di settemila partecipanti, in altre parole,
settemila nuove occasioni per approfondire la Via del Budda.

Quante volte abbiamo sentito parlare di rivoluzione umana? A ricordare il concetto, durante questo
corso estivo che si è tenuto a fine ottobre, seppur con un clima mediterraneo, ci ha pensato anche la
cartolina di benvenuto sulle sedie dei 1500 partecipanti del Nord Italia. E a sottolinearlo sono stati
anche, in apertura, Aurora Capellano e Alberto Strada della Divisione giovani, citando una frase de
I protagonisti del XXI secolo in cui Daisaku Ikeda scrive: «Rivoluzione umana non significa
diventare qualcosa di speciale o di diverso da quello che siete, significa invece semplicemente
lottare per migliorare voi stessi, qualunque sia la sfida che avete davanti» (vol. 2, pag. 174).
«La vita non è una fiction, ma una serie di alti e bassi. Non solo, vincere con noi stessi a volte è più
difficile che vincere con gli altri», ha proseguito la responsabile nazionale della Divisione donne
Asa Nakajima. «La realizzazione di kosen-rufu non riguarda un futuro lontano, bensì risiede nel
modo in cui viviamo giorno per giorno, a cominciare da oggi. E per decidere di fare il primo passo
non è importante da quanto tempo si pratichi». Come dire che per fare la nostra rivoluzione umana,
in questo particolare momento storico, c'è bisogno di una marcia più. In che senso? Come hanno
detto nell'intervento di spiegazione al Gosho Sulla profezia del Budda (confronta NR, 406, 14)
Karin Sarnacchiaro, responsabile nazionale della Divisione studenti e Franco Malusardi, vice
direttore generale, la profezia di cui si parla non ha nulla a che fare con una forma di preveggenza
ma è la capacità di trasmettere questo insegnamento nel mondo, è la realizzazione di kosen-rufu.
«La profezia altro non è - ha detto Malusardi - che la capacità di credere nella Buddità propria e
altrui. Per arrivare a credere questo dobbiamo acquisire una nuova consapevolezza di cui Nichiren è
un valido esempio. Il Daishonin ha infatti deciso di propagare il Sutra del Loto sulla base di una
scelta individuale, che prescindeva da quello che accadeva intorno a lui nel Giappone del 1200.
Viste le molte persecuzioni subìte, di certo la decisione di Nichiren di far conoscere il Sutra del
Loto non scaturiva dai benefici conseguiti fino a quel momento, tutt'altro. Oggi si può dire che il
vero beneficio nella vita tormentata di Nichiren siamo noi. I devoti del Sutra del Loto sono la
realizzazione del suo desiderio più grande: rendere felici più persone possibili».
Nell'illustrare il primo dei quattro punti del discorso di Ikeda dedicato ai responsabili sul tema della
fede (confronta NR, 402, 5), Alessandro Di Giovanni, vice responsabile della Divisione giovani
uomini, ha esordito: «La rivoluzione umana non può né essere formale, né fermarsi a metà. Il
Daimoku dev'essere coerente con il modo di vivere. Recitiamo Daimoku ricercando la causa dentro
di noi, oppure durante la preghiera ci appigliamo a qualcosa di esterno? Recitare non dovrebbe
diventare un'abitudine: affinché ci sia coerenza fra la nostra preghiera e l'atteggiamento nella vita
dovremmo portare avanti la sfida lanciata durante la recitazione». E visto che questa guida del
presidente Ikeda è prima di tutto rivolta ai responsabili, non potevano mancare delle riflessioni sulla
responsabilità: «La sfida è rivolta prima di tutto a se stessi, non agli altri. Un responsabile
egocentrico e alla continua ricerca d'approvazione inibisce la crescita della nostra organizzazione,
con il rischio che le persone non si sentano libere di esprimere il proprio pensiero. L'unico compito
dei responsabili dovrebbe essere avvicinare le persone al maestro, ricordando che fare la rivoluzione
umana significa sviluppare umiltà pensando a se stessi non come a persone speciali bensì come a
semplici esseri umani». «Termometro della nostra fede - ha aggiunto Sara Borgio, vice responsabile
nazionale delle byakuren - è l'azione che segue la preghiera. Senza l'azione di Nichiren di
proclamare Nam-myoho-renge-kyo questo insegnamento non si sarebbe mai propagato fino a noi».
Una sola cosa è in grado di cambiare il destino dell'umanità: la Legge mistica e persone di valore
che si dedicano a essa, in itai doshin con i nostri maestri. «Solo percependo gli altri come non
separati da noi stessi possiamo sconfiggere sentimenti come antagonismo, discriminazione ed
egoismo. È più importante fare kosen-rufu che voler avere ragione sugli altri», ha commentato
Mauro Anastasi, responsabile della Divisione uomini ligure, a proposito del terzo punto, l'unità.
Ricapitolando: dopo preghiera, azione, unità tra i credenti, cos'altro manca per la realizzazione di
kosen-rufu? «Senza il legame tra maestro e discepolo - ha concluso Marita Bombardieri - il
Buddismo perde l'energia della propagazione. Il cuore di ciascuno di noi deve condividere con il
nostro maestro il "grande voto" di rendere felici tutte le persone, noi per primi. Per far questo, come
ci ricorda sensei, c'è la necessità di diventare più profondi senza fermarsi a ciò che abbiamo
realizzato finora. È fondamentale sviluppare la piena determinazione di ricercare la Via, affrontando
ognuno la propria oscurità. Questo vuol dire essere autentici, oltre che coerenti e consapevoli».
Nell'intervento conclusivo il direttore generale Tamotsu Nakajima, ha ripreso e approfondito
ulteriormente il tema della rivoluzione umana. «Se finora il Buddismo del Daishonin è stato diffuso
in 192 paesi, dobbiamo chiederci quale può essere il nostro contributo personale al futuro sviluppo.
L'inizio di kosen-rufu è la rivoluzione umana di ciascuno, in ogni situazione. Se non c'è questa
decisione, realizzare kosen-rufu diventa un'impresa difficilissima. La fede non è determinata dal
livello di responsabilità, ma da come questa si porta avanti ogni giorno.
L'attività con gli altri diventa l'occasione per migliorare se stessi, per esempio nella capacità di
dialogare, ascoltando gli altri ed esprimendo tranquillamente le proprie opinioni. Le riunioni nei
gruppi sono l'occasione per comunicare guardandosi negli occhi, evitando lo scambio a senso unico,
anche se sapere ascoltare bene è difficile. Il filosofo Zenone diceva che una persona nasce con una
bocca e due orecchie, quindi bisogna ascoltare il doppio di quel che si dice. Anche l'ideogramma di
santo e saggio comprende l'iconografia delle orecchie perché ascoltare in profondità sono qualità
dei saggi. Ognuno ha una propria tendenza vitale, ma se cerca di migliorare da solo rimarrà
confinato in questa tendenza. Questo è uno dei motivi per cui è importante ascoltare opinioni
diverse. Anche se è facile stare bene con chi ci dà ragione mentre non lo è quando abbiamo a che
fare con opinioni diverse dalla nostra, è questa l'occasione per migliorare: nella difficoltà il margine
di miglioramento è più grande». E ha concluso con un invito: «Non litigate mai fra di voi, quando
c'è questo impegno a migliorarsi tutti ne beneficiano».

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