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N O R M A

I T A L I A N A

C E I

Norma Italiana

Data Pubblicazione

Edizione

2004-12

Seconda

Classificazione

Fascicolo

11-35

7491

Titolo

Guida per l'esecuzione di cabine elettriche MT/BT


del cliente/utente finale

Title

Guideline for execution of the electric substations MV/LV of the final


customer/user

IMPIANTI E SICUREZZA DI ESERCIZIO

CEI COMITATO ELETTROTECNICO ITALIANO


AEIT FEDERAZIONE ITALIANA DI ELETTROTECNICA, ELETTRONICA, AUTOMAZIONE, INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI
CNR CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

GUIDA

CEI 11-35

SOMMARIO
La presente Guida si riferisce alla costruzione delle stazioni elettriche del cliente/utente
con trasformazione MT/BT.
La Guida fornisce indicazioni di carattere edile ed elettrico.
Nella parte elettrica, in particolare, si trovano indicazioni relative alla selettivit delle
protezioni del cliente/utente rispetto alla rete del distributore pubblico ed alcune
indicazioni circa la problematica della mitigazione dei campi magnetici ed elettrici.
DESCRITTORI / DESCRIPTORS
Stazioni elettriche - Electric substation; Guida alla costruzione - Guideline to the
construction; Prescrizioni edili - Building requirements; Prescrizioni elettriche - Electric
requirements
COLLEGAMENTI/RELAZIONI TRA DOCUMENTI
Nazionali
Europei
Internazionali
Legislativi
Legenda

INFORMAZIONI EDITORIALI
Norma Italiana
Stato Edizione

CEI 11-35

Pubblicazioni

Guida

In vigore

Data Validit

2005-1-1

Carattere Doc.
Ambito Validit

Nazionale

In data
In data
Varianti
Ed. Prec. Fasc.
Comitato Tecnico
Approvata da

Nessuna
2906:1996-10
CT 99-Impianti elettrici di potenza con tensioni nominali superiori a 1 kV in corrente alternata (ex SC 11A)
In data

Presidente del CEI

Sottoposta a

inchiesta pubblica come Progetto C. 882

Gruppo Abb.

Sezioni Abb.

Chiusura in data

2004-12-16
2004-5-15

ICS
CDU

CEI - Milano 2004. Riproduzione vietata


Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente Documento pu essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza
il consenso scritto del CEI. Le Norme CEI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione sia di nuove edizioni sia di
varianti. importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso dellultima edizione o variante.

Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

INDICE
1

Prefazione..................................................................................................................... 1

Oggetto e scopo ............................................................................................................ 1


2.1

Definizioni ..................................................................................................................... 2
3.1
3.2
3.3

Targhe, avvisi e schemi ...................................................................................... 13


Materiale per lesercizio e la manutenzione ......................................................... 14
Mezzi di estinzione ............................................................................................. 14
Caratteristiche nominali ......................................................................................
Schema elettrico.................................................................................................
Separazione dei circuiti.......................................................................................
Alimentazione dei servizi ausiliari........................................................................

14
16
21
21

Protezioni di sicurezza................................................................................................. 22
8.1
8.2
8.3
8.4
8.5

11
11
11
11

Dimensionamento e scelta delle apparecchiature e dei componenti .............................. 14


7.1
7.2
7.3
7.4

Distanze di isolamento e di sicurezza per cabine a giorno ...................................


Prese di servizio .................................................................................................
Illuminazione ......................................................................................................
Impianti di terra ..................................................................................................

Materiali in dotazione .................................................................................................. 13


6.1
6.2
6.3

Generalit ............................................................................................................ 3
Ubicazione del locale cabina e criteri costruttivi di carattere edile .......................... 4
Requisiti del locale cabina .................................................................................... 4
Locale batterie e UPS ........................................................................................... 9
Locale arrivo linee e misure .................................................................................. 9
Sede per i cavi ................................................................................................... 10
Entrate cavi interrati ........................................................................................... 10
Aree di servizio................................................................................................... 10
Criteri complementari per i locali di cabine sotterranee ........................................ 10

Criteri costruttivi della cabina riguardo alla parte elettrica ............................................. 11


5.1
5.2
5.3
5.4

Cabina a giorno .................................................................................................... 2


Cabina con apparecchiature prefabbricate ............................................................ 2
Cabina prefabbricata (esclusa dalla presente Guida - Vedere 2.1) ......................... 3

Criteri di progettazione del locale cabina ........................................................................ 3


4.1
4.2
4.3
4.4
4.5
4.6
4.7
4.8
4.9

Esclusioni............................................................................................................. 1

Protezione contro i contatti diretti ed indiretti .......................................................


Protezione contro la propagazione dellincendio ..................................................
Protezioni elettriche ............................................................................................
Interblocchi elettrici e meccanici .........................................................................
Protezione contro i rischi dovuti alla presenza di gas o di prodotti della
combustione .......................................................................................................

22
23
23
24
24

Ispezioni e prove in sito prima della messa in servizio .................................................. 24

10 Documentazione.......................................................................................................... 25
ALLEGATO A .................................................................................................................... 26
ALLEGATO B .................................................................................................................... 31
ALLEGATO C .................................................................................................................... 34
ALLEGATO D .....................................................................................................................37

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ALLEGATO E .................................................................................................................... 41
ALLEGATO F..................................................................................................................... 44
ALLEGATO G .................................................................................................................... 83
ALLEGATO H .................................................................................................................... 85
ALLEGATO I...................................................................................................................... 89
ALLEGATO J ..................................................................................................................... 95
ALLEGATO K .................................................................................................................... 98

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Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

Prefazione

La presente Guida costituisce la seconda edizione della CEI 11-35:1996-10, prima edizione che si
resa necessaria per adeguarla alla Norma CEI 11-1 cui si riferisce.
La presente seconda edizione comprende alcune informazioni relative alle caratteristiche edili del
locale cabina che nella precedente edizione non erano state considerate, oltre ad alcune informazioni
sulla ventilazione dei locali cabina, suggerimenti sulla mitigazione dei campi elettromagnetici, esempi
sulla taratura delle protezioni lato MT delle cabine ed altri dettagli utili soprattutto per la progettazione
e realizzazione di impianti di media e piccola taglia.
Si fa presente che le prescrizioni contenute nella presente Guida sono correlate a quelle riportate nelle
diverse Norme di riferimento.
Si premette agli utilizzatori della presente Guida, che:

l'ingresso in cabina consentito solo tramite l'uso di attrezzi o chiavi (vedere CEI 11-1);

l'accesso ad una cabina elettrica permesso solo alle persone autorizzate ed addestrate sulle
operazioni da compiere e in grado, inoltre, di prestare i primi soccorsi ad un eventuale infortunato;

secondo la norma, nella cabina si deve sempre realizzare la protezione contro i contatti diretti
sulla parte di impianto di MT. Anche se per l'impianto di BT la protezione mediante isolamento
delle parti attive o la protezione mediante involucri e barriere non obbligatoria ( CEI 64-8), viene
in genere adottata.

Oggetto e scopo

Oggetto di questa Guida sono le cabine elettriche cos come sono definite nella Norma CEI 11-1, con
almeno una sezione di II categoria e facenti parte di un impianto utilizzatore comprendente non oltre
due trasformatori MT/BT con potenza massima di 2500 kVA cadauno e, comunque, non collegati in
parallelo sulle sbarre di BT.
Il distributore consente la realizzazione di cabine con trasformatori da 2500 kVA in numero superiore a
quello sopra indicato, purch vengano osservate le regole di inserzione e di distacco preventivamente
comunicate dal distributore stesso, e consente anche il funzionamento in parallelo di pi trasformatori,
purch non venga superato il valore di corrente di cortocircuito previsto sul lato BT per il trasformatore
di taglia massima.
Scopo della presente Guida quello di dare indicazioni per il progetto e la costruzione delle cabine in
conformit alle Norme CEI, fornire opportune indicazioni di chiarimento e indirizzare nelle scelte
secondo la prassi della buona tecnica.
NOTA

Nel caso di cabine alimentate direttamente dalla rete di II categoria del distributore pubblico, si segnala che
lallacciamento altres subordinato anche alle sue prescrizioni.

La presente Guida non tratta la progettazione e lesecuzione degli impianti di terra: per questo aspetto,
infatti, si potr far riferimento, oltre che alla Norma CEI 11-1, anche alla Guida CEI 11-37 che soddisfa
le esigenze relative ad impianti di qualsiasi dimensione. Non tratta, inoltre, le verifiche obbligatorie e le
problematiche correlate alla manutenzione degli impianti. Per il primo aspetto si dovr far riferimento
alla Norma CEI 11-1. Per il secondo aspetto si dovr far riferimento alle Norme CEI EN 50110, CEI
11-27 e potrebbe essere utile ricorrere anche alla Guida CEI 0-10.
2.1 Esclusioni
Si premette che le esclusioni non riguardano gli aspetti legati alla selettivit delle protezioni elettriche
delle cabine MT/BT di clienti/utenti alimentate da distributori pubblici e riportati nell'Allegato F della
presente Guida.
Per gli altri aspetti non riguardanti quanto premesso, sono escluse dalla presente Guida:

le cabine dei distributori pubblici;

le cabine delle Ferrovie dello Stato;

le cabine per miniere;

le cabine per impianti a bordo di navi;

le cabine prefabbricate.

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Definizioni

Ai fini della presente Guida valgono, in generale, le definizioni delle Norme CEI 11-1 e CEI 64-8.
Per sistemi MT, si intendono quelli con tensione maggiore di 1000 V fino a 30 kV compresi.
Nel seguito si riportano alcune descrizioni aggiuntive atte alla migliore definizione delle tipologie di
cabine utilizzate nella pratica.
3.1 Cabina a giorno
Impianto in cui non previsto l'utilizzo di componenti di MT dotati di involucro in grado di assicurare la
protezione contro i contatti diretti e che pertanto necessita di essere completato in opera con le
misure di sicurezza atte a proteggere le persone contro tali rischi (vedere CEI 11-1).
L'impianto viene eseguito direttamente sul posto collegando opportunamente i componenti per
realizzare lo schema elettrico di progetto, ma non essendo praticamente possibile sottoporlo a prove
per verificare il livello di isolamento conseguito e la capacit di sostenere gli effetti delle correnti di
cortocircuito, si deve controllare che siano stati adottati i criteri prescritti per le distanze di isolamento e
di sicurezza (vedere CEI 11-1).
La soluzione costruttiva tipica, di una cabina a giorno per interno, risulta costituita in generale da:

locale chiuso e adatto per proteggere i componenti dagli agenti atmosferici;

una o pi celle, dotate di pareti o pannelli divisori, per la sistemazione dei componenti di MT;

una o pi celle, dotate di pareti o pannelli divisori e quanto necessario per la sistemazione dei
trasformatori;

telai e reti metalliche di protezione;

componenti di BT sistemati su strutture aperte o dentro armadi chiusi.

Nelle cabine a giorno, a volte, sono previsti i blocchi contro le errate manovre degli apparecchi, ma
non sono in genere previsti i blocchi per consentire la rimozione dei grigliati di protezione al termine di
una sequenza di operazioni stabilita.
3.2 Cabina con apparecchiature prefabbricate
Impianto che prevede l'utilizzo di componenti dotati di involucro in grado di assicurare la protezione
contro i contatti diretti, come ad esempio i quadri di MT e di BT.
I quadri MT devono essere rispondenti alla Norma di prodotto CEI EN 62271-200 relativa alle
"Apparecchiature prefabbricate con involucro metallico per tensioni da 1 kV a 52 kV" ed avendo
superato le prove di tipo prescritte, tra cui le prove dielettriche e di tenuta alle sollecitazioni delle
correnti di guasto, sono gi conformi per quanto riguarda le distanze di isolamento e di sicurezza.
Nella Norma sopra citata sono inoltre descritti tutti gli interblocchi che si devono prevedere.
I quadri BT devono essere conformi alla Norma di prodotto CEI EN 60439-1 relativa alle
"Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione". La Norma di prodotto
specifica sia il tipo di protezione da realizzare per assicurare la protezione contro gli shock elettrici che
gli interblocchi da prevedere per garantire il corretto utilizzo e funzionamento.
La soluzione costruttiva tipica, di una cabina per interno con apparecchiature prefabbricate, risulta
costituita in generale da:

locale chiuso e adatto per proteggere i componenti dagli agenti atmosferici;

quadro di MT conforme alla Norma CEI EN 62271-200 e costituito da un insieme di unit


funzionali adatte a realizzare lo schema elettrico di progetto;

una o pi celle, dotate di pareti o pannelli divisori e quanto necessario per la sistemazione dei
trasformatori, complete eventualmente di telai e reti metalliche di protezione.
I trasformatori possono pi semplicemente venire alloggiati in box metallici di tipo prefabbricato in
grado di assicurare la protezione contro i contatti diretti.

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La protezione contro i contatti diretti nei trasformatori in olio, poich sono dotati di cassa metallica,
si pu realizzare sul lato MT con l'impiego di opportune terminazioni del tipo ad innesto o con
opportuni cassonetti di protezione dei terminali e, sul lato BT, con cassonetto di protezione;

quadro di BT conforme alla Norma CEI EN 60439-1 e costituito da un insieme di unit funzionali
adatte a realizzare lo schema elettrico di progetto.

L'impianto viene eseguito collegando opportunamente tra di loro le apparecchiature prefabbricate.


3.3 Cabina prefabbricata (esclusa dalla presente Guida - Vedere 2.1)
L'impianto viene realizzato impiegando il prodotto "Sottostazione prefabbricata ad alta/bassa tensione"
secondo la Norma CEI EN 61330 (cabina prefabbricata).
La sottostazione prefabbricata viene considerata come un apparecchio conforme alla Norma di
prodotto e che ha superato le prove di tipo previste.
La Norma di prodotto, oltre alle caratteristiche nominali e alle procedure di prova, dedica una
particolare attenzione alla protezione delle persone, che viene garantita dall'impiego di componenti
sottoposti alle prove di tipo e da una adeguata progettazione e costruzione dell'involucro.
I componenti principali di una sottostazione prefabbricata sono:

il trasformatore;

l'apparecchiatura di manovra e di comando di MT;

l'apparecchiatura di manovra e di comando di BT;

i collegamenti di potenza (cavi, sbarre), i collegamenti ausiliari e gli accessori.

I componenti devono poi essere contenuti dentro un involucro comune o in gruppi di involucri.
Tutti i componenti devono essere conformi alle rispettive Norme di prodotto:

serie CEI 14 per i trasformatori;

CEI EN 62271-200 per l'apparecchiatura di MT;

CEI EN 60439-1 per l'apparecchiatura di BT;

CEI EN 61330 per la classe dell'involucro.

Criteri di progettazione del locale cabina

4.1 Generalit
Quando viene ipotizzata la realizzazione di una cabina opportuno che vengano acquisite le seguenti
informazioni:

condizioni di servizio (es. altitudine, temperatura ambiente, anormale temperatura, umidit,


condizioni particolari di vibrazioni, polveri, ecc);

caratteristiche elettriche della fornitura, ad esempio:

tensione;

potenza dei carichi da alimentare;

corrente di cortocircuito e sua durata;

corrente di guasto monofase a terra e sua durata;

disponibilit di spazi atti ad essere utilizzati per la cabina.

NOTA

Il manufatto dovr essere realizzato, se del caso, nel rispetto della Legge 5 Novembre 1971 n. 1086 Per la disciplina
delle opere in conglomerato cementizio armato e successive Norme tecniche DM 14/2/1992. Inoltre, per le cabine
installate in zone sismiche, dovr essere verificata lidoneit della struttura alla Legge 2 Febbraio 1974 n.64
Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche, e relativo D.M. 3 Marzo 1975.

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4.2 Ubicazione del locale cabina e criteri costruttivi di carattere edile


4.2.1

Generalit

Si raccomanda che la progettazione, il dimensionamento e la caratterizzazione del locale cabina sia


svolta dal progettista elettrico in stretto coordinamento con il tecnico edile.
NOTA

importante che il progettista elettrico, quando sia possibile e ricorra il caso, faccia predisporre o realizzare limpianto
di terra di cabina gi in fase di costruzione del pertinente locale, anche in relazione alla possibilit di utilizzare i
dispersori di fatto ed in particolare i ferri darmatura delledificio. A questo proposito si vedano, in particolare, le Guide
CEI 11-37 e CEI 64-12.

A seconda della disponibilit degli spazi, vengono identificate le seguenti configurazioni di cui si danno
alcune indicazioni di massima.
4.2.2

Locale cabina isolato (separato dalledificio servito)

Costruzione in muratura tradizionale o in prefabbricato fuori terra o interrato. Tale tipo di cabina viene
realizzata allesterno delledificio servito, usualmente sul confine della propriet.
4.2.3

Locale cabina compreso nella volumetria delledificio servito

Locale al piano interrato o al piano terra. Per tale tipologia di cabina viene utilizzato un locale gi
disponibile o predisposto appositamente allinterno delledificio servito, con accesso direttamente da
spazi comuni dell'edificio o da intercapedine.
4.2.4

Locale cabina in copertura delledificio servito

Costruzione in muratura tradizionale o in prefabbricato, al piano superiore di un edificio. La


realizzazione di una nuova cabina in copertura presuppone un attento studio dei carichi statici e
dinamici cui la soletta verr sottoposta, pertanto preferibile sia studiata da un tecnico edile
strutturista.
4.3 Requisiti del locale cabina
NellAllegato A, ai fini di illustrare tutte le possibili necessit di allestimento di un locale cabina, viene
fornito un esempio ipotetico le cui diverse viste mettono in evidenza tubazioni sotto pavimento per i
diversi circuiti MT e BT e per le misure, gli accessi ai diversi locali dedicati e le aperture necessarie
alla ventilazione.
4.3.1

Generalit

opportuno che il locale cabina abbia i seguenti requisiti:

non sorgere in vicinanza di luoghi a maggior rischio in caso di incendio o con pericolo di
esplosione;

non essere sorgente di campi magnetici a bassa frequenza che potrebbero risultare incompatibili
per le persone che abitano, o frequentano assiduamente, locali attigui alla cabina (vedi Allegato I);

per quanto possibile, disponga di un accesso da spazi pubblici o di uso comune, diretto e
indipendente sia per il personale sia per autocarri con gru;

avere le pareti, pavimenti e solai secondo la Norma CEI 11-1, comprese le eventuali fosse e/o
serbatoi di raccolta liquidi;

essere dotato di adeguata ventilazione a circolazione daria naturale o eventualmente meccanica;

non essere soggetto a infiltrazioni dacqua o allagamenti, previa adozione di sistemi che ne
assicurino limpermeabilit;

non contenere n inglobare alcuna tubazione per fluidi che siano estranei al servizio della cabina,
a meno che siano saldati;

avere unadeguata illuminazione per facilitare le operazioni di controllo e di manutenzione, nonch


quelle di evacuazione in caso di necessit.

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4.3.2

Struttura portante e sue particolarit

Le pareti portanti e divisorie possono essere realizzate con:

mattoni pieni;

blocchi di calcestruzzo semiportante;

calcestruzzo armato realizzato in opera;

cemento armato vibrato prefabbricato;

ecc.

NOTA

Se si vuole mitigare il campo magnetico prodotto dalla cabina elettrica ricorrendo a schermatura delle sue pareti, si
raccomanda, prima di eseguire il progetto della sua struttura portante e del solaio, di riferirsi alle possibili soluzioni
riportate nellAllegato I della presente Guida.

Gli spessori utilizzati di norma per assicurare alle strutture una resistenza REI prestabilita sono i
seguenti (circolare N 91 del Ministero degli interni, parziale):
Tab. 4.3.2
Spessore minimo in cm
escluso lintonaco
per classe REI 60

Spessore minimo in cm
escluso lintonaco
per classe REI 90

Laterizi pieni con intonaco


normale

13

26

Laterizi pieni con intonaco


isolante

13

13

Laterizi forati con intonaco


normale

20

30

Laterizi forati con intonaco


isolante

10

10

Calcestruzzo normale

10

10

Calcestruzzo leggero

Tipo di parete

Per caratteristiche di resistenza al fuoco diverse si potr fare riferimento alla tabelle di prevenzione
incendi.
Per materiali diversi si potr fare riferimento alle prove del costruttore.
4.3.2.1 Particolarit relative alla propagazione degli incendi e perdita di liquido isolante
Normalmente, per trasformatori fino a 1000 kVA in olio si fa riferimento a strutture REI 60, per
trasformatori oltre 1000 kVA in olio di tipo O1 si fa riferimento a strutture REI 90, per trasformatori in
resina in classe F0 ad una resistenza REI 60, per trasformatori in resina in classe F1 non richiesta
alcuna particolarit, ma la struttura comunque dimensionata in funzione dei carichi ammissibili.
Per la protezione contro gli incendi e la perdita di liquido isolante dei trasformatori e delle
apparecchiature, come gi detto al punto 4.3.1, si deve far riferimento alla Norma CEI 11-1. Per edifici
di particolare pregio, vedere anche la Norma CEI 64-15.
4.3.2.2 lluminazione naturale
Se prevista, lilluminazione naturale viene realizzata mediante finestre installate come specificato dalla
Norma CEI 11-1.
4.3.2.3 Particolarit per la ventilazione e il condizionamento
4.3.2.3.1 Generalit
Il locale viene progettato in modo da mantenere la temperatura interna entro i limiti stabiliti per le
apparecchiature elettriche in esso contenute, tenendo conto della quantit di calore prodotto dalle perdite.

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Se necessario occorre prevedere la ventilazione naturale o forzata. Il numero, la dislocazione e la


sezione delle aperture di ventilazione devono essere scelti in funzione della ubicazione
dellapparecchiatura e della quantit di calore da smaltire.
Qualora le condizioni ambientali lo richiedano, devono essere adottati opportuni accorgimenti quali
riscaldamento, essiccatori di aria, ventilazione forzata in grado di evitare leventuale formazione di
condensa; ci indipendentemente dai mezzi previsti per il raffreddamento dellapparecchiatura.
NOTA

Per ambienti con grado di inquinamento 3, potrebbe essere necessario pressurizzare il locale cabina per evitare
l'ingresso di polveri conduttrici o potenzialmente conduttrici.

4.3.2.3.2 Ventilazione naturale


Nel locale necessario prevedere:

nella parte inferiore, una o pi prese daria con bordo inferiore opportunamente sopraelevato
rispetto al pavimento del locale (indicativamente 20 cm);

nella parte superiore, camini oppure finestre preferibilmente aperte verso laria libera.

La ventilazione si realizza in modo da mantenere i componenti elettrici della cabina, in tutte le


condizioni di temperatura dellambiente esterno e di carico, entro il campo di temperatura ammissibile.
Le prese daria non possono attingere da locali che si trovino a temperature elevate o da luoghi che
siano classificati con pericolo di esplosione secondo la Norma CEI 31-30.
I dispositivi di aerazione sono tali, pur senza nuocere ad una buona ventilazione, da assicurare un
grado di protezione che impedisca la penetrazione di acqua o neve, lingresso di animali e oggetti in
grado di provocare incidenti e la possibilit di affissione di manifesti.
Esempio di calcolo per ventilazione naturale dei locali con trasformatori
Per la ventilazione naturale, come gi detto, si pu prevedere, ad esempio, unapertura inferiore S
(entrata di aria fresca) ed una superiore S (uscita di aria calda), questultima con sezione di circa il
10% maggiore rispetto a quella inferiore, posizionata al di sopra del trasformatore MT/BT e
preferibilmente sul lato opposto del locale (vedere la figura seguente).
Senza voler escludere che ve ne siano altre parimenti adatte allo scopo, il calcolo pu essere eseguito
con la formula sperimentale (Gotter) seguente:
S = 4,25 P

z
H T 3

Dove:
S = superficie netta dellapertura di entrata (m2);
P = perdite totali da dissipare (kW);
z = perdite di carico = Pc + Cd x N
dove Pc un valore numerico opportuno che tiene conto delle perdite di carico, Cd un valore
numerico sperimentale (11,5) che tiene conto dellaumento delle perdite di carico per ogni variazione
di direzione del flusso daria e N il numero di cambi di direzione del flusso daria;
H = interasse tra le due aperture (m);
T = differenza di temperatura dellaria tra ingresso ed uscita (K).
In questo esempio si ipotizza che:
la temperatura cui si vuole mantenere linterno della cabina sia di 40 C;
la temperatura esterna al locale cabina sia mediamente di 10 C inferiore alla precedente e quindi T
= 10 K;
Pc = 4 (valore che viene spesso riportato nei manuali);
Cd = 1
N = 2 cambi di direzione del flusso daria tra ingresso ed uscita.

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Si ha quindi che z = 4 + 2 x 1 = 6; e quindi


S = 4,25 P

6
H 10

da cui S = 0,33

P
H

Per evitare turbolenze indesiderate della circolazione dellaria si dovrebbe mantenere una distanza
minima (circa 200 mm) tra il trasformatore e le pareti presso cui si affaccia.
NOTA 1 Si tenga presente che la superficie S sopra determinata quella che presenta la griglia montata
sullapertura di ingresso dellaria (superficie netta).
NOTA 2 Va da s che se la temperatura media esterna al locale cabina sempre maggiore di quella prefissata per
il suo interno, non possibile ventilare naturalmente e quindi si pu ricorrere al declassamento delle
apparecchiature di cabina oppure si pu ricorrere al condizionamento del locale cabina.

Ventilazione naturale in locali con trasformatori


4.3.2.3.3

Ventilazione forzata

Quando la disposizione dei locali o la potenza termica da smaltire non permette di utilizzare la
ventilazione naturale, si pu prevedere la ventilazione forzata.
La quantit dellaria di ventilazione pu essere calcolata sulla base dei dati seguenti:

quantit di calore da disperdere;

scarto ammissibile tra la temperatura nel locale e quella dellaria esterna.

Esempio di calcolo per ventilazione forzata dei locali con trasformatori


Senza voler escludere il ricorso ad altre espressioni, per il calcolo della portata necessaria ad
assicurare il raffreddamento di un trasformatore si pu utilizzare la seguente:

Q=

P 860
c p d T

Dove:
P = perdite totali da dissipare (kW)
d = densit dellaria (1,13 kg/m3 a 40 C)
cp = calore specifico dellaria a pressione costante (0,242 kcal/kg C)
T = differenza di temperatura tra ingresso ed uscita dellaria
860, espresso in kcal/h/kW
Q = portata daria (m3/h)
In questo esempio si ipotizza T = 10 K

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Volendo esprimere la portata daria in m3/s per ogni kW da dissipare, si ottiene:


Q=

4.3.2.3.4

P 860
= 0,088 P m 3 /s
3600 0,242 1,13 10

Condizionamento daria

Per condizioni desercizio particolari (vedere anche la NOTA 2 di 4.3.2.3.2) o per certi materiali pu
essere necessario un condizionamento dellaria per mantenere la temperatura e il grado di umidit
della cabina entro limiti prefissati.
In caso si debba realizzare limpianto di condizionamento, i locali cabina saranno previsti con altezza
adeguata per permettere il posizionamento degli eventuali condotti per la circolazione dellaria da
collocare, preferibilmente, in corrispondenza dei passaggi tra i quadri elettrici.
4.3.3

Solaio di copertura

Il solaio di copertura pu essere:

in laterizio armato;

in cemento armato;

in cemento armato vibrato.

Per le cabine non incorporate in edifici, il solaio viene dimensionato per sovraccarico neve richiesto
all'ente di competenza ed impermeabilizzato.
Per le caratteristiche in relazione alla resistenza al fuoco si fa riferimento alla seguente tabella
(circolare N 91 del Ministero degli interni, parziale).
Tab. 4.3.3

Tipo di solaio

Spessore minimo in cm
comprensivo della cappa del
pavimento non combustibile
e del soffitto
per classe REI 60

Spessore minimo in cm
comprensivo della cappa
del pavimento non
combustibile e del soffitto
per classe REI 90

Soletta in c.a. con intonaco


normale (1,5 cm)

14

16

Soletta in c.a. con intonaco


isolante (1,5 cm)

14

14

Solaio in laterizio armato con


intonaco normale (1,5 cm)

24

24

Solaio in laterizio armato con


intonaco isolante (1,5 cm)

18

20

Elementi in c.a. precompresso


con intonaco normale (1,5 cm) *

24

24

Elementi in c.a. precompresso


con intonaco isolante (1,5 cm) *

20

24

lo spessore del ricoprimento dellarmatura in acciaio pre-teso non inferiore n al minimo prescritto dal
regolamento delle opere in c.a. (3 cm) n allo spessore specificato per le singole classi di resistenza al fuoco
per lintonaco di cemento

Per le cabine incorporate in edifici, il solaio dimensionato mediante calcolo strutturale per
sovraccarico connesso allimpiego al piano superiore, (ad esempio per minimo carico di 300 daN/m2,
spessore 20 cm se in cemento armato e 30 cm se in laterizio armato).
NOTA

Nel caso il solaio della cabina costituisca anche pavimentazione per locali adibiti ad appartamenti civili, uffici,
ecc., necessario accertarsi dellesistenza di tubazioni di servizi sotto detti pavimenti. Nel caso ne esistano,
opportuno che si prendano provvedimenti atti ad evitare che perdite quali ad esempio acqua, gas, ecc. possano
interessare il solaio ed il locale della cabina.

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4.3.4

Pavimento ed accesso

Il pavimento viene dimensionato per un carico uniformemente distribuito di 300 daN/m2 pi un carico mobile (ad
esempio il peso di un trasformatore da 1250 kVA) di (3000 4000) daN o 2500 kVA (6000-7000) daN, distribuito
su 4 appoggi ai vertici di un quadrato di circa 1 m di lato, posizionato ovunque.
4.3.5

Finiture interne

opportuno effettuare trattamenti antipolvere o tinteggiature.


4.3.6

Esempio di caratteristiche del locale in cemento armato prefabbricato

A titolo informativo, si riporta un esempio il cui studio progettuale porta alla realizzazione del
prefabbricato da adibire a cabina elettrica di trasformazione e/o sezionamento, ed impostato per
ottenere una struttura con caratteristiche specifiche alla sua tipologia duso.
La tipologia a pannelli permette di ottenere la massima flessibilit dimensionale pur componendo la
struttura nel minor numero possibile di parti per ridurre al minimo gli spostamenti sia in stabilimento
che durante la messa in opera.
In ogni caso, il peso di ogni singolo elemento componente o lintero monoblocco dovrebbe consentire
la movimentazione con la gru montata sullautotreno che trasporta la cabina, senza lintervento di altri
mezzi di sollevamento.
La parte non prefabbricata e quindi gettata in opera sar costituita dalla fondazione che viene
progettata e realizzata in funzione delle caratteristiche geotecniche del terreno di posa.
Nella progettazione della fondazione opportuno tener conto delle predisposizioni dei cunicoli, dei
collegamenti per la messa a terra e quanto riportato nella nota di 4.2.1 della presente Guida.
La struttura in elevazione vera e propria pu essere composta in monoblocco o da pannelli che
formano le pareti dello spessore di 8 cm ed armati con doppia rete elettrosaldata 5 mm minimo in
acciaio trafilato.
La soletta di copertura solitamente realizzata o in un solo pezzo o in pi pezzi che vengono uniti fra
loro nel momento della posa in opera.
Sui quattro lati viene inserito uno sporto di gronda opportunamente sagomato al fine di impedire il
dilavamento delle pareti in caso di pioggia.
Particolare cura viene posta per impedire qualunque infiltrazione di acqua; in particolare, viene
impermeabilizzata e sigillata la parte superiore esterna del tetto ed inoltre vengono sigillate tutte le
eventuali giunzioni delle pareti, sia tra di loro che con il tetto e la platea.
4.4 Locale batterie e UPS

Il locale per le batterie stazionarie e per gli UPS, in linea di principio, preferibile sia il pi vicino
possibile al carico, per ovviare, ad esempio, ai disservizi dovuti a guasti sulle linee derivate.
Il locale contenente le batterie deve essere costruito in conformit alle prescrizioni della Norma CEI
EN 50272-2 con le precisazioni contenute nella Norma CEI EN 60079-10 (CEI 31-30).
A seguito dellapplicazione delle suddette Norme, il progettista dovr verificare la congruit
dellaerazione del locale e della posizione delle aperture, da calcolare in funzione dellemissione di gas
idrogeno dalle batterie.
NellAllegato B della presente Guida riportata una sintesi delle prescrizioni della Norma CEI EN 50272-2 utili
allo scopo oltre ad un esempio pratico di calcolo.
4.5 Locale arrivo linee e misure

I locali arrivo linea e misure devono rispondere alle prescrizioni del distributore pubblico di energia
elettrica.
importante ricordare che il locale misure dovrebbe consentire accesso separato sia al personale del
distributore pubblico che a quello del suo cliente.
uso del distributore pubblico richiedere laccesso da spazio non privato.

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4.6 Sede per i cavi

Dal punto di vista della sede per i cavi, le cabine possono suddividersi nei seguenti tipi:
a) cabine con vano sottoquadro praticabile, che hanno uno scantinato pedonabile, sotto il piano di
appoggio dei quadri elettrici, per il quale si raccomanda unaltezza netta non minore di 1,7 m,
intesa come luce libera sotto le eventuali travi, tubazioni, passerelle per cavi, ecc.;
NOTA

Questa soluzione adatta al caso in cui i cavi entranti e uscenti dalla cabina sono interrati e in numero elevato.

b) cabine con pavimento flottante, che hanno le piastrelle asportabili ed intercapedine


ispezionabile per i cavi per la quale si consiglia unaltezza non inferiore a 0,6 m;
NOTA

Questa soluzione adatta al caso in cui il numero dei cavi entranti ed uscenti sia limitato mentre il numero dei cavi di
interconnessioni tra i quadri della stessa cabina sia elevato.

c) cabine con cunicoli, cio quelle che hanno pavimento fisso e cavi contenuti in cunicoli
prefabbricati o realizzati in opera;
d) cabine con passerelle o sistemi equivalenti (vedere CEI 11-17), cio quelle in cui i
collegamenti tra i vari componenti sono realizzati prevalentemente impiegando sistemi di
sospensione dei cavi a soffitto e a parete realizzati in materiale isolante o metallico.
4.7 Entrate cavi interrati

I condotti di connessione, tra la parte del locale cabina del distributore pubblico e quella di ricezione
del cliente, sono realizzati secondo le indicazioni o prescrizioni del distributore pubblico.
I condotti di connessione vengono opportunamente tamponati per evitare lingresso di animali.
opportuno adottare accorgimenti atti ad evitare lingresso di acqua in cabina.
Per facilitare lingresso dei cavi, in alcuni casi, pu essere opportuno luso di pozzetti posizionati al di
fuori della cabina, nelle sue immediate vicinanze.
Le dimensioni e il posizionamento dei cunicoli e tubi protettivi annegati nella muratura devono
permettere di rispettare i raggi di curvatura dei cavi che non possono essere inferiori a quelli specificati
dalla Norma CEI 11-17 e dalla relativa Norma di prodotto e di consentire la libera dilatazione.
4.8 Aree di servizio

Nel caso la cabina comprenda aree di servizio, per queste si deve far riferimento alla Norma CEI 11-1.
4.9 Criteri complementari per i locali di cabine sotterranee
4.9.1

Generalit

Una cabina sotterranea una cabina situata interamente al di sotto del livello del suolo e il cui
accesso possibile solo attraverso pozzi o scale.
La cabina comprende:

il locale contenente lapparecchiatura elettrica;

gli accessi per la manutenzione e la circolazione delle persone;

le aperture necessarie alla ventilazione e allentrata dei cavi dei sistemi di I e II categoria.

4.9.2

Accessi alla cabina

La calata del materiale e laccesso delle persone vengono fatti da un pozzo o da una botola o da una
scala posti ad una estremit della cabina, in un locale separato dalla apparecchiatura elettrica a
mezzo di porta metallica o in materiale ritardante la fiamma, sulla quale possono essere praticate
aperture per la ventilazione del locale (vedere 4.3.2.3.2).

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4.9.3

Ventilazione

La ventilazione del locale viene realizzata nei seguenti modi:

laria fresca viene introdotta nel pozzo attraverso una griglia posta in corrispondenza dellaccesso
alla cabina (o nelle sue vicinanze) e penetra nel locale della cabina attraverso una griglia posta
sulla parte inferiore della parete o della porta del locale;

laria calda viene evacuata dal locale attraverso un camino che sbocca a livello del suolo e, per
quanto possibile, contrapposto alla finestra di ingresso dellaria fresca. Questo camino viene
realizzato in modo da impedire la penetrazione nel locale di acqua piovana o di scorrimento e di
animali ed oggetti che possano provocare incidenti.

4.9.4

Entrate cavi di I e II categoria

I cavi entrano nella cabina, sia attraverso i pozzi sia attraverso fori praticati nelle pareti del locale
contenente lapparecchiatura.

Criteri costruttivi della cabina riguardo alla parte elettrica

5.1 Distanze di isolamento e di sicurezza per cabine a giorno

Valgono le prescrizioni della Norma CEI 11-1.


5.2 Prese di servizio

opportuno che siano predisposti due gruppi di prese per lalimentazione di servizio, di cui una
utilizzabile per la ricarica della lampada di emergenza di tipo portatile (vedere 5.3.1).
NOTA

La lampada di emergenza portatile utile per illuminare quelle parti di cabina che rimangono in ombra, pertanto
opportuno che la sua accensione sia effettuata dalloperatore nel momento dellintervento in cabina.

5.3 Illuminazione
5.3.1

Illuminazione artificiale

Lilluminazione artificiale della cabina viene prevista in modo tale da permettere un facile e sicuro
esercizio. Lalimentazione dellimpianto di illuminazione deve essere realizzato in I categoria in
conformit alla Norma CEI 64-8. L'illuminazione artificiale dovrebbe garantire un livello di
illuminamento di 200 lux nella zona del campo visivo e immediatamente circostante riferiti, salvo
diversa indicazione, ad un fattore di uniformit di almeno 0,7 (UNI EN 12464-1).
Le eventuali vie di fuga e le uscite dovrebbero essere dotate di illuminazione di sicurezza (vedi norma
UNI EN 1838: 2000) in grado di garantire un livello dilluminamento pari a 1 lux, mediante lutilizzo di
apparecchiature illuminanti autonome, per esempio con batteria incorporata di autonomia pari a 1 ora.
Quando sia necessaria un'illuminazione sussidiaria e indipendente, opportuno che la stessa sia
realizzata preferibilmente mediante un apparecchio fisso o un apparecchio portatile (questo ultimo
potrebbe essere quello in dotazione al manutentore).
NOTA

Quando esistano batterie, si raccomanda di realizzare lilluminazione, specie in corrispondenza di quadri elettrici, per il
70% con lampade tubolari fluorescenti alimentate in c.a. e per il 30% con lampade a incandescenza alimentate in
corrente continua (ad es. con batterie in tampone di capacit adatta), in modo che al mancare della tensione alternata
rimangano accese queste ultime senza ricorrere a dispositivi di commutazione.

5.4 Impianti di terra

Per gli impianti di terra si applicano la Norma CEI 11-1 per i sistemi di II categoria e la Norma CEI 64-8
limitatamente ai sistemi di I categoria.
Si ricorda che la legge 46/90 e il D.P.R. 447/91 prescrivono il progetto dell'impianto elettrico e quindi
anche per limpianto di terra di cabina.
Si precisa che negli impianti alimentati in media tensione la forma del dispersore dellimpianto di terra
pu assumere una notevole importanza ai fini del contenimento delle tensioni di contatto in caso di
guasto lato MT e che un guasto in cabina pu trasferirsi su tutto limpianto di terra.

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Alcune particolarit dellimpianto di terra sono illustrate nellAllegato A, Figura A.3, che non possono,
tuttavia, essere assunte come esempio progettuale ma hanno lo scopo di richiamare lattenzione sugli elementi
componenti limpianto di terra e quindi fornire un promemoria al progettista/impiantista, se del caso.
5.4.1

Dispersori

5.4.1.1 Cabina isolata (separata dall'edificio)

Anche se limpianto di terra di cabina collegato al dispersore generale del complesso, opportuno
che il dispersore sia integrato da un dispersore apposito presso la cabina per limitare i gradienti di
tensione che possono intervenire in caso di guasti a terra.
Nello scavo di fondazione, se necessario, possibile inserire un dispersore ad anello perimetrale,
realizzato in conduttore direttamente interrato in terreno vergine, sotto la fondazione.
Tutti i ferri di armatura degli elementi della fondazione, siano essi prefabbricati che realizzati in opera,
possono essere utilizzati come dispersore.
Normalmente gli elementi strutturali laterali del fabbricato (prefabbricato o calcestruzzo armato), per
questioni di staticit, risultano legati tra loro ed opportuno vengano collegati alla rete elettrosaldata
sottopavimento per ottenere una migliore equipotenzialit, se del caso.
Tutti gli elementi che concorrono alla formazione del dispersore (elementi di fatto ed elementi
intenzionali) dovranno essere collegati (singolarmente o a gruppi) al collettore della cabina.
5.4.1.2 Cabina compresa nella volumetria dell'edificio

Per tale tipologia di cabina non sar realizzato un dispersore separato sotto la cabina, ma il dispersore
far parte del dispersore generale delledificio, (considerato magliato o ad anello o equivalente) e sar
costituito da elementi di fatto, utilizzando i ferri delle fondazioni, eventualmente integrati da dispersore
intenzionale.
Tutti gli elementi che concorrono alla formazione del dispersore (elementi di fatto, ed elementi
intenzionali) sono collegati al collettore, che non necessariamente collocato nel locale cabina.
Il collettore di cabina comunque collegato al collettore generale di terra delledificio.
Dovranno essere presi provvedimenti per realizzare legualizzazione del potenziale, in particolare in
cabina e nelle sue immediate vicinanze.
Dovranno essere valutati i provvedimenti per limitare i potenziali dovuti a guasto a terra.
5.4.1.3 Cabina non compresa nella volumetria dell'edificio
Costruzione in muratura tradizionale o in prefabbricato, al piano superiore di un edificio

Per tale tipologia di cabina il dispersore far parte del dispersore generale delledificio, e dovr essere
costituito da elementi di fatto, in particolare per legualizzazione del potenziali si consiglia siano
collegati, i ferri di armatura dei pilastri e la soletta della copertura.
Il collettore di cabina verr collegato alla struttura delledificio direttamente al piano ove sar posizionata la
cabina.
5.4.2

Elementi del dispersore

Per realizzare un dispersore ad elementi intenzionali, salvo diverse valutazioni del progettista, potr
essere realizzato ad anello con corda di rame o tondo di acciaio secondo l'Allegato A della Norma
CEI 11-1. Se necessario, lanello potr essere integrato con degli sbracci o con un secondo anello pi
esterno a profondit maggiore, eventualmente integrato, ad esempio, con picchetti in acciaio ramato di
lunghezza 1,50 m completi di collare per il fissaggio della corda di rame.
Tali elementi sono normalmente idonei per correnti di guasto a terra in MT per la tipologia delle cabine
oggetto della guida.
Per la tipologia ed utilizzo degli elementi di fatto si rimanda alla Guida CEI 64-12 o CEI 11-37.
opportuno siano presi tutti i provvedimenti per limitare gli effetti della corrosione con particolare
attenzione agli accoppiamenti di metalli diversi (vedi norme UNI oppure le Guide CEI 11-37 e CEI 64-12).

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Il terreno di riempimento intorno al dispersore dovr essere del tipo vegetale e non contenere
materiale di risulta.
5.4.3

Collettore di terra

Il collettore di terra (a barra forata non necessariamente unica, o ad anello,) dovr costituire il punto di
connessione tra gli elementi del dispersore di cabina (elementi naturali o intenzionali), il dispersore del
complesso in cui la cabina inserita (se richiesto), i conduttori di protezione MT, i conduttori di
protezione BT, i conduttori equipotenziali, il collegamento con il dispersore del distributore pubblico.
I condotti orizzontali, per effettuare tali collegamenti, vengono preferibilmente predisposti nel
pavimento della cabina.
Si lasciano altres liberi dalla gettata del pavimento le riprese dei ferri di armatura previsti quali punti di
collegamento.
Per facilitare le operazioni di manutenzione e verifica opportuno che i singoli conduttori che arrivano
al collettore siano segnalati.
I conduttori di protezione, equipotenziali e di terra, se non nudi, devono essere con guaina di colore
giallo/verde.
Il dimensionamento relativo alle sezioni del collettore e di tutti i conduttori di protezione viene
effettuato dal progettista, in funzione della corrente di guasto a terra in MT e BT.
I conduttori equipotenziali, se di rame, non necessario siano di sezione superiore a 16 mm2, quando
riguardano solo limpianto MT (CEI 11- 1) e tra 6 mm2 e 25 mm2 per limpianto BT (CEI 64-8)
NOTA

Per una pratica trattazione di come eseguire limpianto di terra, si vedano anche le Guide CEI 11-37 e 64-12. In
particolare, nellAllegato B della prima Guida si trovano utili riferimenti per quanto attiene allesecuzione di dispersori
semplici. Detti dispersori, in particolare, possono essere presi in considerazione nel caso che la cabina si trovi in
unarea che il distributore pubblico dichiara di essere caratterizzata dallesistenza di un impianto di terra globale
(vedere Norma CEI 11-1).

Materiali in dotazione

6.1 Targhe, avvisi e schemi

Nella cabina MT/BT si dovranno installare i cartelli (di divieto, avvertimento e avviso) sotto elencati,
realizzati (pittogrammi ed eventuali scritte) secondo le disposizioni di legge.
I segnali, le targhe, i cartelli posti allesterno devono essere scritti con caratteri indelebili su un
supporto che garantisca una buona resistenza alle intemperie.
I colori dei segnali e dei relativi contrasti devono essere conformi a quanto richiesto dal Decreto
legislativo 493/96 e alle Norme UNI (vedi esempi di cartelli nellAllegato C).
Un esempio di corretta collocazione dei cartelli, delle targhe e dei segnali il seguente:

allesterno della cabina, su ciascuna porta daccesso e su ogni lato di eventuali recinzioni:

divieto d'accesso alle persone non autorizzate;

tensione elettrica pericolosa;

eventuale identificazione della cabina elettrica;

sulla porta d'ingresso al locale, oltre ai tre precedenti:

divieto di usare acqua per spegnere incendi;

tensione kV;

all'interno della cabina:

istruzioni relative ai soccorsi d'urgenza da prestare agli infortunati per cause elettriche
compilato nelle parti relative ai numeri telefonici da contattare in caso di necessit (medici,
ospedali, ambulanze, ecc. pi vicini);

schema elettrico, che riporti, se del caso, anche la codifica dei colori utilizzati per le diverse
tensioni;

in prossimit delle apparecchiature di MT, tensione kV.

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a disposizione del personale addetto alla manutenzione, non effettuare manovre;

sulle eventuali uscite di emergenza: lapposito segnale.

Nel caso sia prevista una sorgente autonoma di energia, questa viene segnalata mediante apposita
targa posta in corrispondenza del dispositivo di sezionamento del circuito che la collega alla cabina.
Quando la cabina prevede batterie di condensatori e/o batterie di accumulatori, le porte delle celle
corrispondenti sono munite di una targa che segnala la presenza dei condensatori e delle batterie di
accumulatori.
Per cabine elettriche complesse opportuno che sia esposto una schema unifilare per permettere
anche in caso di urgenza una rapida comprensione delle manovre da eseguire (vedere Allegato D).
Si consiglia inoltre la predisposizione di una tasca porta documenti fissata alla parete.
I dati relativi alla regolazione delle protezioni, le sezioni dei cavi ecc. possono essere riportati su
schemi diversi e tenuti a disposizione per gli interventi di manutenzione o modifica.
6.2 Materiale per lesercizio e la manutenzione

In ciascun locale dove possono essere effettuate manovre sullimpianto di II categoria, a meno che gli
addetti non ne siano dotati, devono essere disponibili le appropriate dotazioni di sicurezza (pedane o
tappeti isolanti, fioretto di manovra, ecc.).
I riferimenti devono essere fatti al D.P.R. 547/55 e sono:

Art. 273 Tappeti e pedane isolanti

Art. 344 Lavori su parti in tensione

Art. 348 Esecuzione delle manovre o particolari operazioni

Art. 349 Fioretti

Norma CEI 50110-1 al punto "Attrezzi, equipaggiamenti e dispositivi.

6.3 Mezzi di estinzione

Gli eventuali mezzi di estinzione (vedere CEI 11-1) devono essere collocati in luoghi facilmente
accessibili anche in caso di incendio.
Fatto salvo quanto disposto dallart. 35 del D.P.R 547/55 e cio
L'acqua non deve essere usata per lo spegnimento di incendi, quando le materie con le quali
verrebbe a contatto possono reagire in modo da aumentare notevolmente di temperatura o da
svolgere gas infiammabili o nocivi.
Parimenti l'acqua, a meno che non si tratti di acqua nebulizzata, e le altre sostanze conduttrici non
devono essere usate in prossimit di conduttori, macchine e apparecchi elettrici sotto tensione.,
si consiglia vivamente di non ricorrere a getti dacqua per lo spegnimento di fiamme o incendio che si
siano prodotti allinterno del locale cabina.

Dimensionamento e scelta delle apparecchiature e dei componenti

7.1 Caratteristiche nominali


7.1.1

Tensioni e livelli di isolamento

La tensione di alimentazione ed i rispettivi livelli di isolamento devono essere scelti secondo la Norma CEI 11.1.
7.1.2

Correnti nominali in servizio continuativo

Le correnti nominali dei componenti elettrici devono essere scelte in funzione delle:

caratteristiche del carico;

temperature ambiente.

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7.1.2.1 Dimensionamento in funzione del carico

Le correnti di impiego dei circuiti devono essere definite tenendo conto di:

potenza massima assorbibile dai carichi in servizio continuativo;

fattore di contemporaneit per gruppi di carichi;

fattore di utilizzazione per singoli carichi;

eventuale regime di funzionamento variabile.

NellAllegato E sono indicati alcuni criteri per la scelta dei fattori di contemporaneit e per la loro
utilizzazione.
7.1.3

Temperatura ambiente

Sulla base delle correnti dimpiego dei circuiti, le correnti nominali dei componenti elettrici e le portate
delle condutture devono essere scelte tenendo conto della temperatura ambiente nelle reali condizioni
di installazione e di esercizio. Occorre quindi definire la temperatura ambiente di progetto, sia per
installazioni allinterno che per esterno (vedere Allegato J).
7.1.4

Correnti di sovraccarico

I componenti elettrici devono essere scelti in modo tale da sopportare le correnti di sovraccarico fino
allinterruzione della corrente per intervento delle protezioni previste allo scopo.
In particolare per le condutture di I categoria si applica la Norma CEI 64-8, per le condutture in cavo di
II categoria si applica la Norma CEI 11-17.
7.1.5

Correnti di cortocircuito

I componenti elettrici devono essere scelti in funzione della massima corrente di cortocircuito calcolata
nel punto di installazione (sia come valore efficace per la durata dei tempi specificati sia come valore
di cresta).
Detti valori devono essere minori o uguali ai valori della corrente di cresta e di breve durata per i quali i
componenti elettrici sono stati provati e certificati. I valori dei tempi di breve durata comunemente
adottati sono:

0,5 s 1 s 3 s per i sistemi di II categoria;

0,05 s 0,1 s 0,25 s 0,5 s 1 s per i sistemi di I categoria.

Nei sistemi di I categoria i componenti protetti da dispositivi di tipo limitatore, di cui sia nota lenergia
passante e il valore di picco limitato, possono essere dimensionati in relazione allenergia specifica (I2t) e al
valore di picco lasciati passare dal dispositivo stesso (Norma CEI 64-8 e Norma CEI EN 60439-1).
Lo stesso criterio si applica ai componenti di II categoria protetti da fusibili.
La determinazione della corrente di cortocircuito nel punto di installazione pu essere eseguita in
accordo alla CEI EN 60909-0 (CEI 11-25).
NOTA

7.1.6

Per cabine alimentate direttamente dalla rete di II categoria del distributore pubblico, il valore della massima corrente di
cortocircuito viene fornito da questultimo su richiesta scritta.

Corrente di guasto a terra ai fini del dimensionamento dellimpianto di terra

Nel caso di collegamento diretto alla rete di II categoria del distributore pubblico, il valore e la durata
della corrente di guasto a terra, da considerarsi ai fini del dimensionamento dell'impianto di terra,
vengono forniti da questultimo, su richiesta scritta.
In tutti gli altri casi la corrente di guasto a terra, per il dimensionamento dellimpianto di terra, pu
essere calcolata secondo la Norma CEI EN 60909-0 (CEI 11-25), per le reti di I e II categoria. Per le
reti di I categoria riferirsi anche alla Norma CEI 64-8 e alla Guida CEI 11-28.

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7.2 Schema elettrico

La scelta dello schema elettrico della cabina dipende da diversi elementi quali:

il numero delle linee di alimentazione;

il numero dei trasformatori;

le esigenze del servizio, ecc.

7.2.1

Scelta delle apparecchiature e dei componenti

7.2.1.1 Generalit

Devono essere adottati gli accorgimenti necessari a prevenire che le temperature delle
apparecchiature e dei componenti superino i valori massimi ammissibili dalle relative Norme sia in
funzionamento normale che in condizioni di guasto, per non pregiudicarne la durata e non creare
pericoli.
Nella scelta degli apparecchi e dei componenti occorre tener conto del rumore trasmesso
nellambiente interno ed esterno alla cabina. Lo stesso dicasi per i dispositivi di ventilazione e per i
dispositivi ausiliari di servizio.
Si raccomanda che il livello di rumore sia compatibile con le caratteristiche dellambiente di
installazione e con i regolamenti vigenti.
NOTA

La maggiore fonte di rumore nelle cabine di trasformazione sono in genere i trasformatori stessi. La determinazione del
loro livello di rumore oggetto della Norma CEI 14-9, i limiti del livello di potenza sonora (dB) emessa sono fissati dalle
Norme CEI 14-12, CEI 14-13 e CEI 14-14.

Si raccomanda, in ogni caso, di evitare che le condizioni di installazione diano luogo ad amplificazione
del livello di rumore proprio delle apparecchiature installate.
7.2.1.2 Apparecchiature e componenti

Le apparecchiature e i componenti delle cabine devono essere scelti in base alle caratteristiche
nominali ed alle condizioni ambientali del luogo di installazione. Le apparecchiature ed i componenti
devono rispondere alle relative Norme vigenti.
7.2.1.3 Cavi

I cavi dei sistemi di II categoria devono essere dotati di uno schermo o di una guaina metallica
connessa a terra almeno ad una estremit del cavo (Norma CEI 11-17).
La tensione nominale del cavo si sceglie in base a:

tensione massima del sistema;

tipo di cavo;

tempo massimo di permanenza dei guasti fase-terra;

eventuale esposizione a sovratensioni di origine atmosferica.

La sezione dei cavi si sceglie in base a:

tipo di cavo;

tensione nominale di isolamento;

corrente di servizio del carico;

correnti di sovraccarico e di cortocircuito;

tempi di eliminazione delle sovracorrenti;

condizioni di posa;

temperatura ambiente (dellaria o del terreno);

mutuo riscaldamento in presenza di altri cavi.

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I criteri di base per la scelta, il dimensionamento e la posa delle linee in cavo sono dati nelle Norme
CEI 64-8 e CEI 11-17 nonch nelle Tabelle CEI-UNEL, Classe 3, pertinenti.
7.2.1.4 Connessioni elettriche

Le connessioni elettriche devono essere eseguite in modo tale da non rappresentare punti deboli e
devono essere studiate in modo da limitare la possibilit di effluvio, presentare una bassa resistenza
elettrica e unadeguata resistenza meccanica.
In particolare le connessioni dovranno avere caratteristiche elettriche e termiche non inferiori a quelle
dei cavi o dei conduttori ad essi collegati.
Le connessioni dei conduttori con i terminali degli apparecchi devono essere conformi alle prescrizioni
del costruttore degli apparecchi e comunque tali da non trasmettere ai terminali inammissibili
sollecitazioni termiche o meccaniche dovute a peso, dilatazione, vibrazioni, correnti di cortocircuito
(valore di cresta e di breve durata).
Si raccomanda particolare attenzione allancoraggio dei cavi unipolari in corrispondenza alle
connessioni terminali.
Le connessioni devono essere realizzate con metalli che non diano luogo a coppie elettrolitiche; ove
ci non sia possibile devono essere adottati provvedimenti atti ad evitare il contatto diretto tra gli stessi
(vedere Guida 11-37 e CEI 64-12).
Le superfici di contatto delle connessioni devono essere preparate e protette in modo da assicurare il
mantenimento nel tempo delle loro caratteristiche di conduttivit.
7.2.1.5 Materiali isolanti

I materiali isolanti devono essere scelti in base alla tensione, allambiente di installazione e alla temperatura
massima di servizio continuativo cui sono sottoposti e devono avere adeguate caratteristiche di non
propagazione la fiamma.
In caso di locali contigui tra i quali si voglia realizzare la separazione, la continuit dei circuiti che non
siano realizzati a mezzo di cavi viene assicurata a mezzo di appositi isolatori a passante. Se si
adottano altri sistemi, questi devono offrire la stessa garanzia di segregazione degli isolatori passanti.
7.2.2

Apparecchi di protezione, sezionamento e manovra

Per i sistemi di I categoria valgono le prescrizioni della Norma CEI 64-8.


7.2.2.1 Sezionatori

Nei sistemi di II categoria un dispositivo di sezionamento deve essere previsto in corrispondenza di


ogni interruttore, dei fusibili di protezione e di ogni interruttore di manovra che non soddisfi le Norme
dei sezionatori.
La possibilit di sezionamento del circuito deve essere prevista anche sulle linee di alimentazione o
con possibile alimentazione di ritorno ed il sezionatore pu essere posizionato anche lontano dalla
cabina stessa.
Gli apparecchi di manovra in esecuzione estraibile delle apparecchiature prefabbricate con involucro
metallico trattate nella Norma CEI EN 62271-200 svolgono anche la funzione di sezionatore.
I sezionatori sono in genere interbloccati con i relativi apparecchi di manovra in modo da impedire la
loro apertura o chiusura sotto carico.
Qualora ci non venga realizzato, sul pannello frontale della cella consigliabile che sia indicata la
corretta sequenza delle operazioni di manovra.
NOTA

ammessa lapertura e la chiusura dei sezionatori su circuiti percorsi da corrente di valore trascurabile (es. quelle
dovute ai trasformatori di tensione, capacit propria degli isolatori passanti, sbarre, ecc.).

I dispositivi di sezionamento devono essere equipaggiati in modo da permetterne il bloccaggio in


posizione di aperto e di chiuso.
Il comando del dispositivo di sezionamento deve consentire lapplicazione dei blocchi eventualmente
previsti in base alle esigenze della cabina.

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Ad ogni sezionatore o apparecchio di manovra in esecuzione estraibile opportuno associare un


sezionatore di terra interbloccato con la sua posizione di aperto o sezionato.
Nel caso di sezionatori di terra posti in corrispondenza di una linea per la quale esiste la possibilit di
alimentazione dallaltra estremit possono essere prese in considerazione, ad esempio, le seguenti
soluzioni:

uso di sezionatore di terra con blocco a chiave condizionato al sicuro sezionamento della linea
allaltra estremit;

uso di sezionatore di terra con potere di chiusura adeguato al valore della corrente di cortocircuito
nel punto di installazione.

NOTA

Nel caso di cabina alimentata direttamente dalla rete pubblica di II categoria, la scelta fra le alternative proposte viene
fatta tenendo conto delle eventuali prescrizioni dei distributori pubblici. Alcuni di questi ultimi non ammettono
l'installazione del sezionatore di terra a monte del dispositivo generale.

I sezionatori e i sezionatori di terra devono avere caratteristiche termiche e dinamiche adeguate


allintensit e alla durata della corrente di cortocircuito calcolata nel punto di installazione.
Il comando meccanico deve essere facilmente manovrabile dalloperatore: dal posto di comando deve
essere possibile riconoscere la posizione raggiunta dal dispositivo di sezionamento mediante una
delle seguenti condizioni:

sezionamento visibile;

segnalazione di un dispositivo indicatore sicuro (vedere DM 27 marzo 1998 e Norme del CT 17);

posizione della parte estraibile rispetto alla parte fissa chiaramente identificabile rispetto al
completo inserimento od al completo sezionamento.

7.2.2.2 Interruttori

Nei sistemi di II categoria gli interruttori devono avere un potere di interruzione e di chiusura adeguato
alla corrente di cortocircuito calcolata nel punto di installazione.
Gli interruttori devono avere un comando di apertura e di chiusura con manovra indipendente
dalloperatore (accumulo o sorgente esterna di energia).
Quando previsto un comando con sorgente esterna di energia, deve essere previsto anche un
comando a mano di emergenza.
La mancanza della sorgente di energia del comando non deve provocare una manovra intempestiva
dellinterruttore. Le posizioni di apertura e di chiusura devono essere chiaramente identificate.
7.2.2.3 Interruttori di manovra

Nei sistemi di II categoria per gli interruttori di manovra valgono, salvo che per il potere di interruzione,
le prescrizioni di cui al punto 7.2.2.2 della presente Guida; per gli interruttori di manovra-sezionatori,
valgono anche le prescrizioni di cui allart. 7.2.2.1 della presente Guida.
Nel caso di combinazione interruttore di manovra-fusibile conforme alla Norma IEC 62271-105,
l'intervento di un fusibile deve provocare lapertura automatica di tutti i poli dellinterruttore di manovra.
7.2.2.4 Rel di protezione

Ogni circuito equipaggiato con interruttore che svolge la funzione di protezione del circuito stesso
deve essere dotato di dispositivi di protezione contro le sovracorrenti che agiscono sul comando di
apertura dellinterruttore. I dispositivi di protezione possono essere:
a) rel diretti;
b) rel indiretti senza alimentazione ausiliaria;
c) rel indiretti con alimentazione ausiliaria.
I rel diretti possono essere inseriti sia a monte che a valle dellinterruttore purch sia assicurato il
funzionamento corretto dellinsieme, inoltre si deve prestare particolare attenzione alladeguatezza
delle loro caratteristiche termiche e dinamiche.
I rel di massima corrente possono essere con caratteristica di intervento a tempo dipendente,
indipendente, istantaneo o con una combinazione di queste.
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Essi devono essere scelti tenendo conto delle caratteristiche del circuito da proteggere e del
coordinamento selettivo delle protezioni (vedere Allegato F).
Nel caso di alimentazione diretta dalla rete pubblica di II categoria, qualora venga imposta sullinterruttore
generale di alimentazione una protezione con intervento istantaneo (vedere Allegato F), si devono tenere
presente le seguenti considerazioni:
1) non possibile realizzare un coordinamento selettivo delle protezioni nellambito della rete
interna di distribuzione di II categoria (qualora presente) perch qualsiasi guasto in essa
che produca una corrente di valore superiore alla regolazione delle protezioni provoca
lintervento dellinterruttore generale di alimentazione. possibile limitare lentit e il
tempo di disservizio conseguente a guasto nella rete interna rete solo adottando uno
schema di distribuzione adeguato (ad es. radiale doppio, anello aperto) e opportuni
dispositivi per individuare il tronco guasto;
2) possibile realizzare la selettivit con la rete di distribuzione di I categoria purch la
corrente dovuta a guasto su questa rete resti limitata al di sotto del valore della soglia di
intervento istantaneo dellinterruttore generale di alimentazione (vedere Allegato F).
Lalimentazione dei circuiti amperometrici dei rel indiretti dovrebbe essere fatta preferibilmente da
trasformatori di corrente di protezione o, nel caso di trasformatori con pi secondari, utilizzando i
secondari di protezione. Limpiego di trasformatori di corrente (o secondari) di misura per
lalimentazione di rel di protezione pu dare luogo a inconvenienti.
La protezione amperometrica deve essere almeno bifase quando non prevista linterruzione del
circuito per guasto fase-terra; ove si voglia anche la protezione contro i guasti a terra si deve utilizzare
anche la protezione omopolare. In alternativa si pu utilizzare la protezione di massima corrente su
tutte e tre le fasi se il valore della corrente per guasto fase-terra supera quella di intervento dei rel
sulle fasi.
Lalimentazione amperometrica del rel a corrente omopolare dovrebbe essere fatta mediante
trasformatore toroidale che abbraccia tutti i cavi delle tre fasi. Nei casi particolari in cui si utilizzi il
ritorno comune dei TA di fase per rilevare la corrente omopolare, la regolazione del rel non pu
essere inferiore al 10% della corrente nominale degli stessi TA.
NOTA

Si richiama lattenzione sulla necessit che, qualora sui cavi venga montato un trasformatore di corrente toroidale per
la rivelazione della corrente di guasto a terra, il conduttore collegato ad un estremo allo schermo (o alla guaina)
metallico del cavo, prima di venire collegato con laltro estremo allimpianto di terra, deve essere fatto passare
allinterno del trasformatore stesso.

Si raccomanda di porre particolare attenzione al coordinamento tra trasformatori di corrente e rel.


Nel caso di impiego di rel indiretti senza alimentazione ausiliaria, lenergia necessaria al funzionamento
del rel e dello sganciatore viene prelevata direttamente dalla corrente di guasto.
Il rel deve essere dotato di un dispositivo di prova che consenta di verificare agevolmente il suo
corretto funzionamento.
Nel caso di impiego di rel indiretti con alimentazione ausiliaria, necessario disporre di una sorgente
indipendente (solitamente una batteria di accumulatori) che assicuri lalimentazione anche in caso di
guasto.
La mancanza della sorgente ausiliaria deve essere segnalata.
NOTA

Nei casi in cui richiesta un'affidabilit particolarmente elevata, consigliabile la doppia bobina di apertura
sullinterruttore, ciascuna alimentata da una propria sorgente indipendente.

7.2.2.5 Trasformatori di misura e protezione

Quanto indicato nel seguito non si riferisce ai trasformatori di misura del distributore pubblico di
energia, i quali vengono installati in ambienti e secondo schemi definiti dal distributore pubblico
stesso.
I trasformatori di corrente devono avere caratteristiche termiche e dinamiche adeguate alla intensit e
alla durata delle correnti di cortocircuito nel punto di installazione (Norma CEI EN 60044-1).
I trasformatori di misura, di tensione e di corrente devono essere disposti in modo da consentire,
senza pericolo per chi le esegue, le seguenti operazioni:

la lettura della targa di almeno uno dei trasformatori di misura tra loro uguali;

la verifica delle loro connessioni secondarie;


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lesecuzione sul posto delle verifiche e prove tramite apposite morsettiere;

la loro sostituzione, previa messa fuori tensione e in sicurezza (vedere Norma CEI 11-27).

Si raccomanda che i trasformatori di corrente di protezione siano posti in prossimit dellapparecchio


di interruzione interessato.
I trasformatori di corrente di protezione devono avere un fattore limite di precisione tale da garantire il
corretto funzionamento della protezione associata (vedere Allegato H). Particolare cura nella scelta
delle caratteristiche dei trasformatori di corrente dovrebbe essere posta nel caso di impiego di
protezioni differenziali.
In linea generale i trasformatori di corrente destinati alle misure fiscali possono essere utilizzati anche
per alimentare altri circuiti di misura e/o di protezione purch siano provvisti di nuclei separati. Essi
devono avere i morsetti sigillabili ed essere dotati di certificato di taratura emesso dallU.T.F. o altro
ente autorizzato.
I trasformatori di tensione destinati alle misure fiscali possono a volte essere utilizzati anche per altri
scopi purch abbiano avvolgimenti e morsettiere secondarie separate da quelle sigillabili destinate alle
misure fiscali.
In qualsiasi caso il carico totale deve essere nei limiti delle prestazioni erogabili dai trasformatori di
tensione nella classe di funzionamento prevista (Norma CEI EN 60044-2).
I trasformatori di tensione devono essere preferibilmente protetti sul lato primario con fusibili ad alto
potere di interruzione adatti a separarli dalla rete in caso di guasto nei trasformatori stessi.
I circuiti secondari dei trasformatori di tensione devono essere protetti con fusibili o interruttori
automatici commisurati alle prestazioni massime degli avvolgimenti, alle sezioni dei conduttori ed alla
tenuta di cortocircuito del trasformatore.
Nel caso in cui i trasformatori di tensione siano sezionabili o estraibili, le posizioni di sezionamento e di
servizio devono essere chiaramente individuabili.
Nel caso di trasformatori di tensione inseriti tra fase e terra in sistemi con neutro isolato o messo a
terra tramite impedenza (compreso il neutro con messa a terra risonante), si devono adottare
accorgimenti atti a prevenire fenomeni di ferrorisonanza (trasformatori con caratteristiche
antiferrorisonanza; avvolgimento secondario a triangolo aperto con resistenza di smorzamento).
7.2.2.6 Trasformatori di alimentazione (o di potenza)

Nel caso di trasformatori in olio, in impianti all'interno, devono essere previsti dispositivi atti ad evitare
lo spandimento dellolio infiammato in caso di incendio (vedi Norma CEI 11-1).
Nel caso di trasformatori in olio di potenza superiore a 1000 kVA, la loro disposizione deve essere tale
da evitare che leventuale incendio di una unit si trasmetta ad altre unit o ad apparecchiature e cose
installate in prossimit (vedi Norma CEI 11-1).
I trasformatori a secco, in particolare i trasformatori con avvolgimenti isolati in resina, devono essere
scelti con classe di comportamento al fuoco (classe F - Norma CEI 14-8) adeguata al tipo di attivit
svolta nellambiente di installazione e alle caratteristiche del materiale presente nelle zone adiacenti.
7.2.2.7 Apparecchiature per rifasamento

Il rifasamento negli impianti con tensione superiore ad 1 kV si esegue con apparecchiature costruite in
accordo alla CEI EN 60871-1.
I dispositivi di protezione delle batterie di condensatori con tensione superiore ad 1 kV si realizzano in
accordo alla IEC 60871-3.
Il rifasamento negli impianti con tensione inferiore ad 1 kV si esegue con apparecchiature costruite in
accordo alla EN 61921.
I condensatori (bassa e media tensione) si installano in modo tale da non presentare pericolo di
innesco o propagazione di incendio per i materiali adiacenti.
I condensatori (BT e MT) si installano in modo tale da non amplificare le correnti armoniche presenti
nell'impianto e quindi senza peggiorare il livello di inquinamento elettromagnetico in bassa frequenza
(vedere IEC/TR 61000-3-6).

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Le apparecchiature di protezione per rifasamento in BT e MT devono essere installate in modo da garantire:

la protezione contro il cortocircuito;

la protezione contro il sovraccarico (CEI EN 60831-1 e CEI EN 61871-1);

la protezione contro i guasti a terra;

il sezionamento.

Le apparecchiature per rifasamento, nel loro complesso, devono essere installate in modo tale da
garantire la protezione contro i contatti diretti ed indiretti in accordo con le Norme CEI 11-1 e CEI 64-8.
I dispositivi di sezionamento ed interruzione installati in genere sulle apparecchiature per rifasamento
BT non sono obbligatori ed in ogni caso non possono sostituire il dispositivo di protezione che deve
essere installato a monte della relativa linea di alimentazione previsto dalla CEI 64-8.
7.3 Separazione dei circuiti

Larmatura o lo schermo metallico dei cavi possono essere considerati, a tutti gli effetti, segregazione
metallica. Pertanto i cavi dei sistemi di II categoria che vengono posati in sedi quali passerelle,
cunicoli, tubazioni, ecc., potrebbero coesistere con cavi di sistemi di I categoria. Si ricorda, tuttavia,
che ai fini di successive manutenzioni (ad esempio, nuova giunzione sui cavi) tale soluzione potrebbe
rivelarsi non ottimale.
7.4 Alimentazione dei servizi ausiliari

I servizi ausiliari della cabina possono richiedere unalimentazione indipendente atta ad assicurare per
esempio:

il funzionamento dei dispositivi di protezione;

la manovra di interruttori o di interruttori di manovra;

il funzionamento di automatismi o circuiti ausiliari.

Lalimentazione in corrente continua realizzata mediante batteria di accumulatori alimentata da un


gruppo raddrizzatore-carica batteria. Questa alimentazione pu essere utilizzata anche per altri usi
(es. luce sussidiaria e indipendente della cabina).
In caso di mancanza della sorgente in corrente alternata, la capacit della batteria deve essere tale da
assicurare il corretto funzionamento dei circuiti alimentati per un tempo definito (ad esempio: il tempo
necessario perch il personale possa intervenire).
La sorgente ausiliaria in corrente alternata pu essere costituita da:
a) avvolgimento secondario di un trasformatore di tensione derivato direttamente da due fasi
della linea di alimentazione della cabina a monte dellinterruttore generale;
b) avvolgimento secondario di un trasformatore di potenza. La tensione pu essere presa o
tra le fasi o tra le fasi ed il neutro; Si ricorda che qualora venga a mancare l'alimentazione
in BT il rel di protezione potrebbe non essere in grado di funzionare e sarebbe
opportuno prevedere un gruppo statico di continuit in grado di assicurare l'alimentazione
del rel per un tempo prefissato.
c) alimentazione indipendente (ad esempio costituita da gruppi batteria con o senza inverter
o da gruppi motore termico-generatore).
NOTA

Nel caso di allacciamento diretto alla rete pubblica di II categoria, la soluzione a) non in genere consentita dai
distributori pubblici.

Se lalimentazione dei servizi ausiliari indipendente dalla rete, i circuiti di apertura degli interruttori
possono essere a lancio di corrente o a mancanza di tensione a seconda del progetto dellimpianto.
Se lalimentazione ausiliaria non indipendente dalla rete, i circuiti di apertura degli interruttori
possono essere:
a) a lancio di corrente, se non richiesto il loro intervento per guasto, in quanto la protezione
affidata a rel diretti;
b) a mancanza di tensione, se devono provvedere a intervento su guasto e la linea o la
cabina non deve rimanere in servizio in mancanza di alimentazione dalla rete.
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7.4.1

Pulsante di sgancio

Con riferimento alla sua introduzione in corrispondenza dell'ingresso di cabine MT/BT, si vuole fornire
qualche precisazione sul pulsante di sgancio che la Norma CEI 64-8 definisce "Comando inteso ad
eliminare rapidamente i pericoli imprevisti relativi a componenti elettrici od impianti elettrici".
Il pulsante di sgancio, collocato in corrispondenza della porta di accesso di una cabina MT/BT, non
obbligatorio; esso solitamente comanda l'apertura del dispositivo generale della cabina stessa e lascia
in tensione la parte di impianto che si trova a monte di detto dispositivo.
evidente, dunque, che a meno di adottare altri accorgimenti, il pulsante di sgancio potrebbe indurre
ad erronee conseguenze, ad esempio in caso di incendio.
La necessit di installare i pulsanti di sgancio, la loro dislocazione e funzione argomento esclusivo
del progettista che studia il problema in ragione delle caratteristiche dell'impianto e dei processi
industriali cui esso dedicato.
Talvolta, peraltro, alcuni giustificano la presenza del pulsante di sgancio, specialmente in caso di
cabine singole, prevedendo che personale non autorizzato all'ingresso in cabina, che per qualsiasi
ragione riscontri anomalie all'esterno della stessa, sia costretto ad entrarvi, dopo aver azionato lo
sgancio, per accertare la natura delle anomalie stesse, oppure casi in cui lo stesso personale o
persone occasionali debbano soccorrere rapidamente un infortunato (nella cabina) senza dover
correre rischi a loro ignoti.
La presente Guida, nonostante le motivazioni pi o meno giustificabili addotte, prende esclusivamente
in considerazione il fatto che i pulsanti di sgancio vengano spesso installati e per tal motivo fornisce le
seguenti indicazioni circa la loro funzionalit.
Si raccomanda che la funzione del comando d'emergenza sia chiaramente segnalata installando
presso il medesimo un idoneo cartello, ad es. di colore rosso, recante la scritta (bianca) interruttore
generale, attivare in caso demergenza" o un'altra scritta similare.
Per il collegamento del pulsante di sgancio bene utilizzare una conduttura in cavo in tubo protettivo.
fondamentale che il comando sia efficiente, e per questo si utilizzano principalmente due sistemi:
1

Bobina a minima tensione.

Bobina a lancio di corrente con segnalazione ottica dellintegrit del circuito.

Per il comando a lancio di corrente opportuno che sia presente un gruppo di continuit statico UPS
(220 V 50 Hz o in corrente continua) per lalimentazione in emergenza dei circuiti di sgancio (tale
gruppo sar utilizzabile anche per la strumentazione della centralina dei trasformatori e per la
visualizzazione permanente in caso di black-out, ecc.).
NOTA

Se si fa uso di UPS a 220V per lalimentazione di emergenza dei circuiti di sgancio ed eventualmente dei circuiti
ausiliari di cabina si fa presente che questo circuito rimane in tensione anche quando si aziona lo sgancio di
emergenza. Si raccomanda, pertanto, di togliere tensione anche ai circuiti ausiliari o almeno di segnalare con cartelli
monitori e/o con segnalatore ottico la presenza della tensione degli UPS.

Per ulteriori approfondimenti sui sistemi statici di continuit UPS, vedere le Norme del CT 22 del CEI.

Protezioni di sicurezza

8.1 Protezione contro i contatti diretti ed indiretti


8.1.1

Generalit

Nelle cabine devono essere prese le misure previste dalle Norme per la protezione delle persone
contro i contatti diretti ed indiretti.
8.1.2

Sistemi di II categoria

8.1.2.1 Protezione contro i contatti diretti

a) Cabine a giorno:
per la protezione contro i contatti diretti si applica la Norma 11-1.
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b) Cabine equipaggiate con apparecchiatura prefabbricata:


per la protezione contro i contatti diretti delle apparecchiature prefabbricate si applicano le
relative Norme CEI. Per gli altri componenti (ad esempio i trasformatori di potenza) si
applicano le Norme CEI 11-1 e CEI 64-8.
8.1.2.2 Protezione contro i contatti indiretti

La cabina elettrica deve essere dotata di un impianto di terra conforme alla Norma CEI 11-1; le masse
o masse estranee facenti parte della cabina devono essere collegate allimpianto di terra secondo le
prescrizioni della Norma CEI 11-1. Al riguardo si veda anche la Guida CEI 11-37 sulla realizzazione
degli impianti di terra nei sistemi a tensione maggiore di 1 kV e CEI 64-12 per gli impianti per uso
residenziale e terziario.
8.1.3

Sistemi di I categoria

Sia per le protezioni contro i contatti diretti che per i contatti indiretti valgono le prescrizioni della
Norma CEI 64-8.
8.2 Protezione contro la propagazione dellincendio
8.2.1

Generalit

Nel seguito vengono indicate alcune misure atte a ridurre al minimo la propagazione dellincendio
nelle cabine, quando questultimo si sia gi formato.
Le cabine elettriche, salvo i casi previsti dalla Norma CEI 64-8, non sono da considerarsi ambienti con
particolari rischi in caso di incendio.
I componenti elettrici devono essere scelti ed installati in modo tale da non presentare pericolo di
innesco o di propagazione di incendio per i materiali adiacenti.
In particolare:

si applicano le prescrizioni delle Norme CEI 11-1 e CEI 64-8;

per quanto riguarda i cavi MT, si applicano le prescrizioni della Norma CEI 11-17; per i cavi BT si
applicano le prescrizioni della Norma CEI 64-8;

per i trasformatori vedere il punto 7.2.2.6 della presente Guida.

8.2.2

Cavi e condotti sbarre

Nei casi previsti per gli ambienti con particolari rischi in caso di incendio, per prevenire la
propagazione dellincendio dovuta ai cavi, devono essere considerate le precauzioni indicate nella
Norma CEI 11-17.
Per i condotti sbarre, in corrispondenza degli attraversamenti delle pareti divisorie delle cabine,
opportuno adottare accorgimenti atti ad impedire il propagarsi delle fiamme (ad es. barriere tagliafiamma).
8.3 Protezioni elettriche

I circuiti delle cabine devono essere protetti, mediante adatti dispositivi, contro le correnti di
sovraccarico e cortocircuito e contro i guasti a terra (vedere Norme: CEI 11-1; CEI 11-17; CEI 64-8).
Un adeguato studio del coordinamento delle protezioni raccomandato per limitare la messa fuori
servizio al solo circuito guasto (vedere Guida CEI 0-2).
Nel caso di cabina alimentata direttamente dalla rete di II categoria del distributore pubblico, le
protezioni contro le sovracorrenti e le correnti di guasto a terra che agiscono sullinterruttore generale
devono essere scelte e regolate in conformit alle indicazioni del distributore stesso.
NellAllegato F sono indicati i criteri base per realizzare il coordinamento delle protezioni e sono
riportati esempi di applicazione.
In caso di installazioni esposte a sovratensioni di origine atmosferica, si raccomanda che le
apparecchiature siano adeguatamente protette mediante scaricatori. Per la scelta degli eventuali
scaricatori lato MT si fa riferimento alla Norma CEI EN 60099-5 e, per le linee in cavo, anche alla
Norma CEI 11-17. Per lutilizzo di scaricatori di bassa tensione, si pu far riferimento alla Guida CEI 81-8.
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8.4 Interblocchi elettrici e meccanici

Elemento essenziale per la corretta esecuzione in sequenza delle manovre nellambito delle cabine
che il personale addetto sia addestrato allo scopo. Lutilizzo di idonei interblocchi atti ad impedire
operazioni indebite e pericolose viene considerato come elemento addizionale e non necessario
qualora non espressamente prescritto dalle Norme; ad esempio le apparecchiature prefabbricate sono
dotate degli interblocchi gi previsti dalla Norma CEI EN 60298 e dalla Norma CEI EN 60439-1.
Nel caso si adottino interblocchi preferibile limpiego di quelli meccanici, cio dispositivi che
impediscono (o permettono) manovre a mezzo chiavistelli; possono essere utilizzati interblocchi
elettrici ridondanti (ad esempio due contatti in serie) nei casi in cui non risulti possibile installare quelli
meccanici.
Per le cabine di tipo a giorno laccesso alle celle consentito solo rispettando le Norme CEI EN 50110-1 e
CEI 11-27.
Per cabine con due alimentazioni munite di interblocco che ne impedisce il funzionamento in parallelo
permanente, consentito che il dimensionamento al cortocircuito sia fatto tenendo conto del maggiore
dei contributi al cortocircuito delle due alimentazioni.
Un esempio di interblocchi riportato nellAllegato G.
8.5 Protezione contro i rischi dovuti alla presenza di gas o di prodotti della combustione
8.5.1

Materiali isolanti e cavi

La scelta tra materiali isolanti e cavi con caratteristiche di non propagazione dincendio o di limitata
emissione di fumo o gas nocivi deve essere fatta in base alla destinazione dellambiente di installazione.
Nel caso di ambiente frequentato solo da personale addestrato pu essere prioritario il criterio di
utilizzare materiale isolante e cavi con prevalente caratteristica di non propagazione dincendio per
limitare i danni allimpianto.
8.5.2

Apparecchiature isolate in SF6

Il gas SF6 conforme alla Norma CEI 10-7 non tossico.


necessario, tuttavia, prevenire che la sua concentrazione raggiunga, nei locali normalmente
accessibili, un livello tale da provocare insufficienza di ossigeno; ci avviene quando la percentuale di
ossigeno nell'aria scende al di sotto del 18%.
Nei locali che si trovano sopra il livello del suolo, contenenti apparecchiature in gas SF6, sufficiente
la ventilazione naturale.
Le aperture di ventilazione in questo caso, almeno per la met della loro superficie, devono essere
disposte vicino al pavimento.
NOTA

La ventilazione permanente pu essere omessa nei locali non accessibili.

Nei locali che si trovano al di sotto del livello del suolo, contenenti apparecchiature in gas SF6, si deve prevedere
una ventilazione forzata se esiste la possibilit di concentrazione di quantit dannose di gas.
I vani (cunicoli, sottoquadri, ecc.), situati al di sotto del locale in cui installata lapparecchiatura in
SF6 e con esso comunicanti, devono essere idonei per essere ventilati.
La ventilazione forzata pu essere omessa in questi ultimi due casi quando il volume di gas SF6 del
compartimento di maggiori dimensioni dellapparecchiatura, rapportato alla pressione atmosferica, non
supera il 10% del volume del locale.
Non devono essere installati apparecchi, la cui temperatura a contatto con laria possa raggiungere
valori maggiori di 200 C.

Ispezioni e prove in sito prima della messa in servizio

Per comodit dellutilizzatore della presente Guida, si riportano quasi integralmente le disposizioni
della Norma CEI 11-1.
Si devono eseguire ispezioni e prove per verificare la conformit dellinstallazione dei componenti
elettrici alle specifiche tecniche applicabili.
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La consistenza, le specifiche applicabili e la documentazione nel suo complesso devono essere


oggetto di accordo tra fornitore ed utilizzatore.
NOTA

Le prove specifiche in sito per apparecchiature prefabbricate sottoposte a prove di tipo e per componenti elettrici
prefabbricati sono indicate e basate sulle Norme IEC o CENELEC armonizzate (HD).

La verifica si pu eseguire con le seguenti modalit:

ispezione a vista;

prove funzionali;

misure.

Le ispezioni e prove su parti degli impianti elettrici possono essere effettuate dopo la consegna e
anche dopo il completamento dellimpianto. Le procedure tipiche solitamente seguite sono per
esempio:
a) verifica delle caratteristiche dei componenti elettrici (compresi i valori nominali assegnati) per le
condizioni di funzionamento previste;
b) verifica delle distanze minime di isolamento tra parti attive e tra parti attive e terra;
c) prova di tensioni per cavi;
d) verifica delle altezze minime e delle distanze tra le barriere;
e) ispezioni a vista e/o prove funzionali di componenti elettrici e di parti dellimpianto;
f) prove funzionali e/o misure su dispositivi di protezione, di monitoraggio, di misura e di
comando;
g) ispezioni delle targhe, delle segnalazioni di sicurezza e dei dispositivi di sicurezza;
h) verifica impianto di terra come previsto dalla Norma CEI 11-1.

10

Documentazione

Per ogni impianto devono essere forniti gli schemi generali dei circuiti.
Schemi, grafici e tabelle devono essere preparati in accordo con le Norme specifiche quali: HD 246.2,
CEI EN 60617-13 e CEI EN 61082-1.
Per quanto applicabile, la documentazione fornita per ogni impianto riguarda i seguenti argomenti:

impianto di terra;

disegni dellimpianto (planimetrie, piante e sezioni);

opere civili;

strutture;

schemi elettrici;

schemi circuitali e tabelle;

schemi di cablaggio;

manuali di istruzione per il montaggio,per la messa in servizio, per lesercizio e la manutenzione;

liste dei pezzi di ricambio;

schemi funzionali;

certificazione;

attrezzi;

sistemi ausiliari, ad esempio dispositivi antincendio,ecc.;

rapporti di prove;

istruzioni per il riciclaggio e la rottamazione.

Nel caso di appalto della costruzione della cabina elettrica, la consistenza della documentazione pu
essere concordata tra appaltatore e committente.
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Uscita cavi
del cliente

GUIDA
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Cunicolo

Fig. A.1

NOTA: non sono state indicate le eventuali fosse di raccolta dei fluidi isolanti

Cunicoli e pozzetti con profondit di circa cm 50

Pozzetti con dimensioni secondo le esigenze

LEGENDA

Cabina del cliente

N 3 tubi
160 mm

Cunicolo

Cunicolo

Locale contatori

Cunicolo per il distributore

Cabina del distributore

N 1 tubo
160 mm

Cunicolo

Locale per batterie

N 2 Tubi per
misura
100 mm

Tubi per MT e BT
del distributore

Porta unificata
dal distributore

A.1

Locale per gruppo elettrogeno

N 2 tubi
160 mm

ALLEGATO A

Esempio di cabina elettrica (non esecutivo) con evidenza dei condotti a


pavimento, delle apparecchiature, dell'impianto di terra e viste

NOTA

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Trasformatore 2

Cabina del cliente

Quadro BT

INTERR.
GENER.

Trasformatore 1

TR2

Quadro
Elettrico

Locale contatori

Cabina del distributore

Locale per batterie

Fig. A.2

Si tenga presente che alcuni costruttori stabiliscono distanze minime tra quadri e pareti che devono essere rispettate

Quadro BT

Quadro
Gruppo Elettrogeno
ARRIVO
MT

Locale per gruppo elettrogeno

Scarico fumi

TR1

A.2
Esempio di soluzione con quadri addossati a parete

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Cabina del cliente

Rete elettrosaldata

Locale per gruppo elettrogeno

a
b
c
d
e
f

Locale contatori

Cabina del distributore

Locale per batterie

e - Collegamento tra collettore di terra e rete elettrosaldata sotto fondazione


f - Collegamento tra anello perimetrale di terra e collettore
X - Richiami dell'anello perimetrale di terra per collegamenti alle masse

Fig. A.3

a - Collegamento tra collettore di terra e impianto di terra dei locali diversi dalla cabina
b - Collegamento tra centro stella trasformatore 1 e collettore di terra
c - Collegamento tra centro stella trasformatore 2 e collettore di terra
d - Collegamento al distributore pubblico con modalit secondo richiesta

LEGENDA

Anello perimetrale di terra (Conduttore nudo Cu 25 mm2)

A.3
Esempio non esecutivo di impianto di terra e collettore di cabina

A.4

Esempio non esecutivo di viste frontale e posteriore di un locale cabina

VISTA FRONTALE
FRONTALE

VISTA POSTERIORE
POSTERIORE

Fig. A.4

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A.5

Esempio non esecutivo di viste laterali di un locale cabina

VISTA DA
DA DESTRA
DESTRA
VISTA

VISTA DA
DA SINISTRA
SINISTRA
VISTA

Fig. A.5

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ALLEGATO B
B.1

Ventilazione dei locali destinati alla carica delle batterie

B.1.1 Premessa

Nel presente Allegato viene riportata una sintesi delle prescrizioni della Norma CEI EN 50272-2
relative alla ventilazione dei locali batterie, oltre che un esempio indicativo dellutilizzo delle stesse.
B.1.2 Generazione di gas

Durante la carica le batterie sviluppano gas come risultato del processo di elettrolisi. I gas prodotti
sono idrogeno e ossigeno. La ventilazione dei locali batterie finalizzata a mantenere la
concentrazione di idrogeno nel volume di aria interessato al di sotto della soglia del 4%. La soglia
rappresenta il limite oltre al quale la concentrazione di idrogeno determina pericolo di esplosione.
B.1.3 Ventilazione

Come indicato nella Norma CEI EN 50272-2, i locali batterie si possono considerare sicuri contro
lesplosione quando con una ventilazione naturale (o artificiale) la concentrazione di idrogeno
mantenuta al di sotto del limite di sicurezza succitato. Sempre secondo la Norma, la minima portata
d'aria per la ventilazione di un locale batterie deve essere calcolata con la formula:
Q = v q s n Igas Crt 10 3

m3
h

dove:
Q

portata d'aria necessaria in m3/h

100% 4%
= 24
4%
diluizione necessaria di idrogeno nell'aria

0,42 10 3

5 (fattore di sicurezza)

numero di elementi della batteria

Igas

corrente che produce gas, espressa in mA/Ah (si vedano a tal proposito le precisazioni che
seguono)

Crt

capacit C10 (cio capacit riferita al regime di scarica di 10 ore) per le batterie al piombo
espressa in Ah (calcolata a 20 C ad una tensione d'elemento pari a 1,80 V) oppure
capacit C5 (cio capacit riferita al regime di scarica di 5 ore) per le batterie al nichelcadmio espressa in Ah (calcolata a 20 C ad una tensione d'elemento pari a 1 V).

m3
(idrogeno generato)
Ah

Con i valori sopra indicati risulta che:


(v q s) = 0,05

m3

Ah

e la formula per il calcolo della portata diventa:


Q = 0,05 n Igas C rt 10 3

m3

Il valore Igas dipende dal tipo di carica delle batterie che pu essere "rapida" o "in tampone" (indicata
nella formula successiva con I float/boost ). La carica rapida avviene a tensione superiore e in tempi
inferiori rispetto alla carica in tampone (di mantenimento).

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Come indicato nella Norma CEI EN 50272-2 il valore di Igas deve essere calcolato con la formula:
Igas = I float/boost fg fs

mA
Ah

dove:
Ifloat

corrente di carica in tampone per una carica completa a una tensione di carica definita a
20 C (il valore viene espresso in mA/Ah)

Iboost

corrente di carica rapida per carica completa a una tensione di carica definita a 20 C (il
valore viene espresso in mA/Ah)

fg

fattore di emissione di gas (definisce la porzione di corrente che produce idrogeno


durante la carica)

fs

fattore di sicurezza

Se non altrimenti definiti dai costruttori, i valori di Ifloat e Iboost sono dati nella Tabella 1 della Norma CEI
EN 50272-2 per le diverse tipologie di batterie e per le pi comuni metodologie di carica.
B.1.4 Ventilazione naturale

L'apporto di aria, nel locale di carica delle batterie, dovrebbe essere assicurato preferibilmente da una
ventilazione naturale, in alternativa da una ventilazione forzata (artificiale/forzata). I locali batterie o gli
involucri che le racchiudono richiedono unapertura di ingresso dell'aria e una apertura duscita con
una superficie libera minima definita dalla formula:
A = 28 Q

dove
Q=

portata d'aria necessaria in m


h

A=

superficie libera delle aperture di ingresso ed uscita dell'aria, espresse in cm2

Le aperture per l'ingresso e l'uscita dell'aria devono essere disposte nella migliore posizione possibile
per creare la migliore condizione di scambio di aria, quindi:
apertura su lati opposti del locale;
minima distanza di 2 m tra le aperture quando queste sono sulla stessa parete.
B.1.5 Ventilazione forzata

Nel caso di ventilazione forzata il sistema di carica delle batterie deve essere interbloccato con il
sistema di ventilazione oppure deve essere attivato un allarme quando non venga assicurato il flusso
di aria necessario per la corrispondente metodologia di carica.
B.1.6 Metodologie di carica

Quando le metodologie di carica differiscono da quelle indicate nella Tabella 1, la portata d'aria per la
ventilazione deve essere corretta in accordo al massimo valore della corrente di uscita dal
caricabatteria.
Nei casi in cui venissero usati carica batterie con una caratteristica di carica a gradini (alimentatori a
resistenza costante), la portata d'aria dovr essere corretta in accordo al valore di corrente di fine
carica. Si ricorda che un alimentatore a gradini un caricabatteria a resistenza costante che ha un
valore di corrente di carica decrescente all'aumentare della tensione di carica delle batterie.
B.1.7 Sovraccarichi e condizioni critiche

Nel caso di malfunzionamenti del caricabatteria, le batterie possono produrre pi gas di quanto la
ventilazione possa diluire. Devono quindi essere previste protezioni contro i malfunzionamenti del
caricabatteria (ad esempio il distacco automatico del caricabatteria). In alternativa, la ventilazione
dovrebbe essere calcolata riferendosi alla massima corrente erogabile dal caricabatteria.

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B.1.8 Immediate vicinanze delle batterie

Nellimmediata vicinanza della batteria la diluizione di gas esplosivi non sempre assicurata.
Pertanto, deve essere osservata una distanza di sicurezza in aria entro la quale sono vietati dispositivi
incandescenti (300 C di temperatura massima superficiale) o che emettono scintille. La dispersione
del gas esplosivo dipende dalla rapidit di rilascio del gas e dalla ventilazione nelle immediate
vicinanze della sorgente di rilascio. Per il calcolo della distanza di sicurezza dalla sorgente di rilascio
del gas si possono applicare le formule definite nella Norma CEI EN 50272-2.
Quando le batterie sono parte integrante di un unico dispositivo (vedi ad esempio negli UPS) la
distanza di sicurezza pu essere ridotta in accordo con i calcoli e le misure forniti dal costruttore.
B.1.9 Esempio indicativo di calcolo

Si considera il caso di una cabina elettrica telecontrollata con un sistema di alimentazione dei circuiti
ausiliari a 24 V costituito da un insieme di batterie con 96 Ah e 24 V. Si ipotizza che le batterie siano al
piombo regolate con valvole e che il sistema di carica sia conforme a quelli indicati sulla Tabella 1
della Norma CEI EN 50272-2.
La tabella seguente sintetizza i valori da assegnare ai coefficienti della formula per il calcolo della
portata d'aria per la ventilazione. Si suppone di calcolare il valore di Q in corrispondenza della
situazione pi gravosa di carica rapida.
Tensione di alimentazione

24

Capacit nominale

C10

96

Ah

Numero di elementi

24

Tipo di batteria

Al piombo regolata con valvole

Diluizione di idrogeno

24

Idrogeno generato

4,21-04

coefficiente di sicurezza

Corrente prodotta

Igas

mA/Ah

Portata d'aria

9,31-01

m3/h

Superficie di unapertura

26,1

cm2

m3/Ah

Si ottiene quindi

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ALLEGATO C
C.1

Esempi di cartelli di divieto, avvertimento e di identificazione

Cartello di divieto di ingresso alle persone non autorizzate o di oltrepassare il


limite di una zona di lavoro

Cartello di divieto con esplicito riferimento alle manovre

Cartello di divieto di effettuare manovre

Cartello di divieto di fumare e di usare fiamme libere

Cartello di divieto di uso dellacqua per lo spegnimento di incendi

Cartello di avvertimento di pericolo che pu essere integrato, ad esempio,


con scritte quali:

alta tensione - pericolo di morte

conduttori ad alta tensione ad altezza ridotta

parti a tensione pericolosa oltre x metri

Cartello di avvertimento di pericolo che pu essere integrato, ad esempio,


con la scritta: pericolo di esplosione per la presenza di batterie di
accumulatori

Cartello di avvertimento con riferimento esplicito alla disattivazione


dellimpianto elettrico prima di iniziare lavori su di esso

Cartello combinato con divieti ed avvertimento che pu essere integrato con


scritte esplicite sotto uno o pi elementi combinati

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Cartello combinato con divieto ed avvertimento con indicazione esplicita del


divieto

Cartello combinato con divieto ed avvertimento con indicazione esplicita dei


divieti

Cartello di identificazione dei per parametri di un trasformatore

Cartello di identificazione dei circuiti con diverse colorazioni per i diversi livelli
di tensione e per i conduttori di messa a terra

Cartello di identificazione della tensione di una cabina elettrica (quadro


elettrico)

Cartello di identificazione del livello di tensione di una particolare


circuitazione

Cartello di identificazione del locale batterie

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C.2

Cartello per i primi soccorsi durgenza

N.B. - Si raccomanda di compilare i dati richiesti nella parte inferiore del presente cartello.

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ALLEGATO D
D.1

Esempio non esecutivo di schema unifilare di una cabina MT/BT


Vedere
Particolare C
Vedere
Particolare A

Vedere
Particolare B

Vedere
Particolare D

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NOTA

Vedere
Particolare E

Date le dimensioni ridotte dello schema, per chiarezza si sono riportati i particolari ingranditi A, B, C, D ed E.

Fig. D.1

A - PARTICOLARE DI IMPIANTO
- INGRESSO LINEA MT -

15000 V

B - PARTICOLARE DI IMPIANTO

- MONTANTE TRASFORMATORE -

Verso particolare A

Interruttore di
manovra sezionatore
di linea

Y0

Lato distributore
Lato distriburore
Vedere NOTA 7.2.2.1
Vedere NOTA 7.2.2.1
della presente Guida
della presente Guida

FU
24 kV

TR 1
51
50

15000 V/400 V
400 kVA RESINA
ukr 6%
Dy n 11

RIFASAMENTO

Verso particolare B

Verso semisbarra BT

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C - PARTICOLARE DI IMPIANTO
- GRUPPO ELETTROGENO -

GRUPPO
ELETTROGENO
400 V/50 Hz

GE
3~

3
kWh

GUIDA
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D - PARTICOLARE DI IMPIANTO

E - PARTICOLARE DI IMPIANTO

- Comando per intervento GE -

- UPS -

Verso gruppo elettrogeno

Verso semisbarra BT

Verso semisbarra BT

Verso semisbarra BT

27

Verso semisbarra BT

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ALLEGATO E
E.1

Criteri di scelta e utilizzazione di coefficienti di contemporaneit

Si riportano qui di seguito le definizioni di corrente di impiego, fattore di utilizzazione e fattore di


contemporaneit dati dalla Norma CEI 64-8 (commento):
In regime permanente la corrente di impiego corrisponde alla pi grande potenza trasportata dal
circuito in servizio ordinario tenendo conto dei fattori di utilizzazione e di contemporaneit. In regime
variabile si considera la corrente termicamente equivalente che, in regime continuo, porterebbe gli
elementi del circuito alla stessa temperatura.
Per fattore di utilizzazione di un apparecchio utilizzatore si intende il rapporto tra la potenza che si
prevede lapparecchio utilizzatore debba assorbire nellesercizio ordinario e la massima potenza che
lo stesso apparecchio utilizzatore pu assorbire.
Per fattore di contemporaneit si intende il fattore che, applicato alla somma delle potenze prelevate
dai singoli apparecchi utilizzatori, d la potenza da prendere in considerazione per il dimensionamento
dei circuiti.
Nella Tabella E.1 sono riportati valori orientativi di coefficienti di contemporaneit che possono essere
utilizzati in sede di progetto in assenza di dati specifici.
Sullo Schema E.2 esemplificato limpiego dei coefficienti per determinare la potenza di
alimentazione necessaria di una piccola utenza industriale.
NOTA Per gli impianti di processo a ciclo continuo si pu in generale considerare un fattore di contemporaneit di
0,9 per pompe e compressori, per tener conto che non tutte le macchine funzionano contemporaneamente
al loro carico nominale. Per i motori dei ventilatori degli scambiatori ad aria, il fattore di contemporaneit
viene assunto uguale allunit (pi attenta considerazione dovrebbe esser posta alle diverse condizioni di
funzionamento invernale ed estivo).
Per stazioni di carico e scarico serbatoi (trasferimenti) o di caricamento prodotti si possono considerare
fattori di contemporaneit relativamente bassi, fino a 0,5 ed anche 0,2, ma in genere difficile disporre, in
sede di progetto, di informazioni circa i diagrammi di carico previsti.
Considerazione a parte richiedono le macchine di riserva e di soccorso. Per le prime in generale non
previsto che la macchina normale e la sua riserva funzionino contemporaneamente, mentre nel caso di
macchina normale e di soccorso si dovrebbe considerare che esse funzionino contemporaneamente a
pieno carico. Per le macchine di riserva si consiglia di considerare un fattore di utilizzazione 0,2 0,5; per
le macchine di soccorso un fattore 0,5 1, a seconda delle previste condizioni di servizio.

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Tabella E.1

Schema E.2

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NOTA - Per semplicit, i conteggi sono stati eseguiti ipotizzando un fattore di potenza pari a 1.

ALLEGATO F
F.1

Metodi per la realizzazione del coordinamento selettivo delle protezioni

Il coordinamento selettivo tra dispositivi di protezione di massima corrente posti in serie su di un


circuito, pu essere realizzato mediante uno o una combinazione dei seguenti modi:
differenza dei tempi di intervento (F.1.1);
differenza delle correnti di guasto (F.1.2);
limitazione dellenergia passante (F.1.3);
scambio di informazioni (F.1.4).
NOTA Il coordinamento selettivo delle protezioni si fa tenendo sempre presente che lo scopo primario di queste
di proteggere il circuito sotteso dalle sovracorrenti di breve e lunga durata.

F.1.1

Coordinamento delle protezioni mediante differenza dei tempi di intervento (Fig. F.1.1)

Viene realizzato utilizzando dispositivi di protezione con caratteristica dintervento a tempo dipendente
o indipendente o una combinazione dei due, opportunamente regolati con tempi di intervento
crescenti in direzione della sorgente di alimentazione.
Per assicurare il coordinamento selettivo tra due dispositivi di protezione contigui, posti in serie sul
circuito, occorre che le rispettive correnti e tempi dintervento siano differenziati con margini che
rispondano alle specificazioni seguenti:
correnti di intervento:

protezioni dirette (cio collegate direttamente al circuito protetto senza interposizione di TA): il
margine superiore alla somma degli errori di ciascuna delle due protezioni, indicativamente si
pu considerare un margine pari al 10%-25% della corrente regolata sulla protezione di valle;

protezioni indirette (cio collegate al circuito protetto con interposizione di TA): il margine
superiore alla somma degli errori dei TA e delle protezioni, indicativamente si pu considerare
un margine pari al 10%-20% della corrente regolata sulla protezione di valle; ove le protezioni
fossero inserite rispettivamente a valle e a monte di un trasformatore occorre tener conto della
variazione dei moduli delle correnti in funzione del gruppo di collegamento. In particolare per
trasformatori con collegamento triangolo-stella, le protezioni a monte hanno un margine di circa
il 30%-35% per tenere conto che un guasto bifase sul lato secondario del trasformatore d
luogo ad una corrente di linea sul lato primario uguale a 1,16 volte la corrente secondaria
riportata al primario;

tempi di intervento:
per le protezioni dirette, il costruttore fornisce il tempo minimo (o meglio, il tempo di sicuro non
intervento) e il tempo massimo (ovvero il tempo di sicuro intervento) per cui si interrompe il
circuito. Non occorre quindi alcun margine aggiuntivo;
per la selettivit tra fusibili e protezioni dirette o indirette, il margine di tempo da considerare
vale: T = 0,4 Tf + 0,15 s, con Tf = tempo di intervento del fusibile;
per le protezioni indirette con caratteristica di intervento a tempo indipendente, il margine in
tempo tra due protezioni in serie (T) si calcola come segue:

T = Te + Ta + Ti + To + Tm
con:
Te

= somma degli errori sul tempo dei rel di valle e di monte;

Ta

= tempo dei rel ausiliari (blocco) interposti sul circuito di apertura;

Ti

= tempo di apertura dellinterruttore di valle;

To

= tempo dinerzia overshoot della protezione di monte;

Tm

= margine di sicurezza.

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A titolo indicativo i margini in tempo da considerare con protezioni indirette a tempo


indipendente sono:
250 ms fino a tempi di taratura pari a 500 ms;
300 ms per tempi di taratura tra 500 e 1000 ms.
per le protezioni indirette con caratteristica di intervento a tempo dipendente si tiene conto non
della differenza dei tempi alla stessa corrente, bens della differenza dei tempi considerati tra la
corrente di monte con massima tolleranza positiva e corrente di valle con massima tolleranza
negativa.
A titolo indicativo i margini in tempo da considerare con protezioni indirette a tempo dipendente
sono:
300 ms fino a tempi di taratura pari a 500 ms;
400 ms per tempi di taratura tra 500 e 1000 ms.

Ulteriori criteri di carattere generale da seguire sono i seguenti:


non introdurre, salvo esigenze particolari, ritardi intenzionali tra rel appartenenti allo stesso
circuito (ad es. rel posti alle due estremit della stessa linea o sui due lati MT/BT di un
trasformatore);
verificare che i tempi di ritardo utilizzati siano compatibili con le sollecitazioni termiche ammissibili
delle apparecchiature, macchine e condutture dei circuiti interessati;
verificare che il coordinamento selettivo sia soddisfatto per tutte le configurazioni di schema e per
tutti i valori di sovracorrente previsti;
usare preferibilmente rel con caratteristiche di intervento dello stesso tipo (a tempo dipendente o
a tempo indipendente).

a) Dispositivi di protezione a tempo


indipendente

b) Dispositivi di protezione a tempo


dipendente

Figura F.1.1 - Coordinamento delle protezioni mediante differenza dei tempi di


intervento
F.1.2

Coordinamento delle protezioni mediante differenza delle correnti di guasto (Fig. F.1.2)

Nel caso di dispositivi di protezione installati alle due estremit di un circuito dimpedenza non
trascurabile, la selettivit tra i due dispositivi assicurata per tutti i valori di corrente:

I > I"K2
dove:
Ik2 = corrente di cortocircuito per guasto a valle dellimpedenza Z (vedere Fig. F.1.2);

= coefficiente che tiene conto della asimmetria della corrente.

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Per questi valori di corrente, il dispositivo di protezione posto a monte pu quindi essere senza ritardi
intenzionali.
Per valori di corrente inferiori, la selettivit pu essere ottenuta mediante temporizzazione.
Questo modo di coordinamento utilizzabile particolarmente nel caso di protezioni poste alle due
estremit di interconnessioni di impedenza significativa quali, ad esempio, trasformatori, reattanze
limitatrici, linee di bassa tensione.
NOTA: 1

Nel caso di trasformatori MT/BT, il coefficiente pu variare da 1,2 per trasformatori da 50 kVA a 1,6
per trasformatori da 2500 kVA.

NOTA: 2

Nel caso che il rel di massima corrente posto a monte sia insensibile alla componente continua della
corrente, il coefficiente pu essere trascurato.

NOTA: 3

La differenza di corrente di cortocircuito che interessa dispositivi di protezione posti in serie pu essere
dovuta anche alleffetto limitatore del dispositivo di protezione posto a valle. Questo effetto
caratteristico dei fusibili limitatori e degli interruttori di bassa tensione con sganciatore istantaneo e pu
essere opportunamente utilizzato per realizzare la selettivit con il dispositivo a monte per correnti
superiori al valore limitato. Le curve di limitazione della corrente da parte dei fusibili e degli interruttori
di bassa tensione vengono forniti dai costruttori.

"
IK1
=

c U
3 ZR

I"K2 =

c U
3 (Z R + Z)

I"K1

I"K2IK2
I>

Ir2

Ir1

I" K2

Ir1.1
Ir1.1

I"K1

I"K2

Figura F.1.2 - Coordinamento delle protezioni mediante differenza delle correnti di guasto

Legenda
U

tensione nominale del sistema

ZR

impedenza della rete di alimentazione

impedenza del circuito interposto tra i due dispositivi di protezione

Ik1

corrente di cortocircuito per guasto a monte dellimpedenza Z

Ik2

corrente di cortocircuito per guasto a valle dellimpedenza Z

coefficiente che tiene conto dellasimmetria della corrente

coefficiente della Guida CEI 11-25

Ir1

valore di regolazione in corrente della prima soglia del rel 1

Ir2

valore di regolazione in corrente della prima soglia del rel 2

t1 t2

valore del ritardo all'intervento tra le prime soglie dei rel 1 e 2

Ir1.1

valore di regolazione in corrente della seconda soglia del rel 1

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F.1.3

Coordinamento delle protezioni mediante limitazione dellenergia passante (Fig. F.1.3)

Viene realizzato nei sistemi di I categoria utilizzando dispositivi di protezione in serie, coordinati tra
loro in modo che lenergia limitata dal dispositivo posto a valle sia inferiore allenergia necessaria a
provocare lintervento del dispositivo posto a monte.
Dispositivi atti a realizzare questo tipo di coordinamento selettivo sono i fusibili limitatori e gli
interruttori con sganciatore istantaneo.
Le tabelle di accoppiamento e le regole di utilizzo vengono fornite dal costruttore.

Legenda
a
b

Energia lasciata passare dallinterruttore a valle


Energia necessaria per provocare lintervento dellinterruttore a monte
Figura F.1.3 - Coordinamento delle protezioni mediante limitazione dellenergia passante

F.1.4

Coordinamento delle protezioni mediante scambio di informazioni (Fig. F.1.4)

Viene realizzato utilizzando dispositivi di protezione in serie intercollegati mediante filo pilota.
I dispositivi che vedono transitare una corrente di valore superiore alla soglia di intervento inviano un
segnale di attesa e/o blocco al dispositivo installato immediatamente a monte.
Il dispositivo posto subito a monte del guasto, non ricevendo il segnale di attesa e/o di blocco,
interviene con il solo ritardo richiesto per lo scambio di informazioni.
Questo metodo consente di mantenere lo stesso tempo di intervento per tutti i dispositivi della catena
selettiva ed quindi particolarmente utile quando questi sono numerosi.
Questo tipo di coordinamento pu essere applicato anche ad elementi in serie appartenenti a livelli di
tensione differenti.

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Legenda
G = Punto di guasto
S = Segnale di attesa o di blocco
A = Interruttore che apre
Figura F.1.4 - Coordinamento delle protezioni mediante scambio di informazioni

F.2

Metodo di protezione dei trasformatori di distribuzione (MT/BT)

Le protezioni di massima corrente poste sul lato primario dei trasformatori svolgono le seguenti
funzioni:
a) proteggono il trasformatore contro il cortocircuito ed il sovraccarico. Questultima
protezione non indispensabile se viene gi realizzata sullinterruttore generale di bassa
tensione o tramite altri dispositivi quali centraline termometriche asservite a sonde di
temperatura interne alla macchina;
b) sono selettive con gli sganciatori degli interruttori delle partenze dalle sbarre di bassa
tensione (se viene richiesta la selettivit);
c) proteggono il trasformatore per guasti a monte dellinterruttore generale di bassa tensione,
in particolare per guasti fase-terra secondari, qualora non sia gi prevista una protezione
dedicata;
d) non intervengono allatto della messa in tensione del trasformatore (corrente dinserzione).
Per attuare le condizioni sopra indicate occorre procedere come segue:
la regolazione del rel di massima corrente per la protezione contro il sovraccarico del
trasformatore dipende dal tipo di macchina (trasformatore in olio o a secco) e dalle condizioni
dimpiego (temperatura ambiente, carico normale, sovraccarichi brevi). Per una corretta
valutazione occorre consultare la Guida CEI 14-15 o i dati forniti dal costruttore;
per la protezione di cortocircuito occorre che lintervento sia il pi rapido possibile per guasto sul
lato primario e che il tempo di interruzione totale per guasto ai morsetti sul lato secondario del
trasformatore sia inferiore a 2 secondi (valore corrispondente alla capacit di tenuta al cortocircuito
dei trasformatori secondo la Norma CEI 14-4);

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il coordinamento con gli sganciatori delle partenze di bassa tensione viene attuato mediante
temporizzazione per le correnti di valore inferiore a Ik2 (Vedi F.2b);
per le correnti superiori a questo valore si ha selettivit per differenza delle correnti di guasto e
quindi lintervento pu essere istantaneo;
per assicurare lintervento delle protezioni anche per guasto a monte dellinterruttore generale di
bassa tensione necessario che la regolazione della prima soglia di massima corrente del rel lato
MT (sovraccarico) sia sufficientemente minore di Ik2;
nel caso pi frequente di trasformatore con collegamento triangolo-stella con neutro a terra, un
guasto fase-terra sul lato secondario d luogo a una corrente di linea sul lato primario che uguale
a 1/ 3 = 0,577 volte il valore dovuto a guasto trifase (Ik2). opportuno quindi che la regolazione
della prima soglia di corrente del rel lato MT sia < 0,577 Ik2;
lintervento delle protezioni MT alla messa in tensione del trasformatore viene in genere evitata se si usa un
rel con caratteristica a tempo inverso e soglia istantanea regolate a un valore di corrente Ik2;
in generale per evitare lintervento di una protezione con caratteristica istantanea sufficiente
regolare la sua soglia al di sopra del 70 % del valore di picco della corrente dinserzione;
per evitare lintervento ritardato, nel caso di rel a tempo fisso, si pu determinare il tempo di
ritardo minimo necessario valutando il decremento della corrente dinserzione;
un ritardo di tempo di un secondo soddisfa in generale sia questa condizione sia la protezione del
trasformatore contro le correnti di breve durata;
indicazioni per una valutazione di massima del valore di picco della corrente dinserzione di
trasformatori in olio e del tempo di ritardo minimo necessario per evitare interventi intempestivi
della protezione sono dati in Fig. F.2a.

SrT [kVA]

Ki = i0i /ITn

Ti

50

15

0,10

100

14

0,15

160

12

0,20

250

12

0,22

400

12

0,25

630

11

0,30

1000

10

0,35

1600

0,40

2000

0,45

Campo in cui non si ha l'intervento


della protezione

I0i = valore max di picco della corrente di inserzione


ITn = corrente nominale del trasformatore
Ti = costante di tempo

Figura F.2a - Metodo approssimativo per definire il tempo di ritardo minimo necessario
per evitare interventi intempestivi alla messa in tensione del trasformatore

Nella Fig. F.2a vengono dati:


a) le correnti di inserzione dei trasformatori in funzione della loro potenza nominale. I valori
orientativi del rapporto
Ki =

valore max. di picco della corrente di inserzione (i0i )


corrente nominale del trasformat ore (ITn )

e della costante di tempo Ti della corrente di inserzione;


b) la regolazione del rel di massima corrente MT sul primario del trasformatore atta ad
evitare il suo intervento alla messa in tensione.
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Nel diagramma tracciata la curva che separa il campo di possibile intervento del rel (a sinistra
della curva) da quello di sicuro non intervento (a destra della curva).
tr = regolazione del tempo di ritardo;
Ir = regolazione soglia in corrente (valore primario):

Ad esempio, sia dato un trasformatore da 630 kVA; 10 kV; ITn = 36,4 A; dalla tabella risulta
Ki = 11; ioi = 11 36,4 = 400 A; Ti = 0,3 s.
Fissando Ir = 50 A si ha Ir / ioi = 0,125 cui corrisponde sulla curva il valore tr / Ti = 1,60 da cui si ricava
tr = 0,48 s, tempo di ritardo minimo per non avere interventi intempestivi.
Tutte le considerazioni sopra esposte sono sintetizzate in Fig. F.2b.
NOTA

Nella rappresentazione di Fig. F.2b non sono state tracciate le curve dintervento degli sganciatori delle
partenze di bassa tensione. Per realizzare il coordinamento selettivo delle protezioni occorre verificare
che le curve dintervento delle protezioni poste sul primario del trasformatore, oltre a rispettare le
condizioni indicate in figura, siano selettive con le curve di intervento a tempo lungo degli sganciatori degli
interruttori delle partenze di bassa tensione.

Legenda
SrT

Potenza nominale in kVA

uk

Tensione di cortocircuito in %

Ur

Tensione nominale in kV

In

Corrente nominale del trasformatore

(IrT + I)

Corrente di sovraccarico ammissibile

ioi

Valore di picco della corrente di inserzione

IkMT

Corrente di cortocircuito primaria per guasto al secondario =

Coefficiente di asimmetria = 1,2 1,6

Valore (I, t) corrispondente alla capacit di tenuta al cortocircuito del trasformatore (I = Ik2; t = 2 s)

Andamento della corrente di inserzione

Caratteristica di intervento con protezione a tempo indipendente + istantaneo

Caratteristica di intervento con protezione a tempo dipendente + istantaneo

ioi
2

100 SrT
3 Ur uK

e t/Ti

Figura F.2b

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F.3

Esemplificazioni pratiche su come realizzare la selettivit per forniture MT/BT

F.3.1 Introduzione

Nel presente Allegato, prima di descrivere le particolarit tecniche correlate alla selettivit delle
protezione degli impianti, si vogliono ricordare alcune particolarit relative ai dispositivi di comando e
manovra utilizzati nei sistemi a Media Tensione.
Si definiscono le diverse correnti che interessano un circuito integro e/o assoggettato a guasto.
1)

Sovracorrente: ogni corrente che supera quella di valore nominale.

2)

Corrente di sovraccarico: sovracorrente che si verifica in un circuito elettricamente integro.

3)

Corrente di cortocircuito: sovracorrente che si verifica tra due punti in seguito ad un guasto di
impedenza trascurabile e tra i quali esisteva tensione in condizione ordinarie di esercizio.

4)

Corrente di guasto a terra: corrente che fluisce dal circuito principale verso terra, o parti collegate
a terra, nel punto di guasto (punto di guasto a terra).

In un sistema elettrico si devono considerare quatto tipi di cortocircuito e precisamente:

trifase;

bifase;

fase terra;

doppia fase- terra.

Secondo la Norma CEI 11-1, i cortocircuiti tra le fasi e i guasti a terra devono essere interrotti con
dispositivi automatici. In alternativa, i guasti a terra possono essere segnalati a seconda del modo di
messa a terra dell'impianto.

F.4

Impiego dei fusibili (senza percussore) in impianti MT

I fusibili suddetti sono adatti ad interrompere le correnti di cortocircuito trifasi e bifasi, mentre non
possono essere impiegati per far fronte ai cortocircuiti monofasi ed ai sovraccarichi.
Nel caso in cui la corrente di guasto a terra sia di valore elevato, come nei sistemi del distributore a
neutro isolato con rete prevalente in cavo, si potrebbe avere una corrente di valore tale da far
intervenire i fusibili interessati.
Si ricorda che, a seguito dell'intervento dei fusibili, essendo gli stessi posizionati a valle di un sezionatore
(lato cliente/utente), per la loro sostituzione necessario interrompere prima la corrente nel circuito, ad
esempio sul lato BT, e successivamente aprire il sezionatore a monte e chiudere i sezionatori di terra a
monte e valle dei fusibili. Inoltre, a seguito di una sovracorrente si potrebbe verificare lintervento di uno o
due fusibili con conseguente danneggiamento delle apparecchiature e pericolo per le persone.
In conclusione, la soluzione dei fusibili senza percussori, ai fini della selettivit con il distributore in
occasione di guasti monofasi a terra in MT o cortocircuiti lato BT, non realizzabile.

F.5

Impiego di interruttori di manovra MT

Gli interruttori di manovra (IMS) non sono in grado di interrompere le correnti di cortocircuito polifasi,
infatti per definizione un "Apparecchio di manovra capace di stabilire, portare ed interrompere
correnti in condizioni normali del circuito che possono comprendere delle condizioni specificate di
carico e di portare anche delle correnti, per una durata specificata, in specificate condizioni anormali
del circuito, come quelle di un cortocircuito."
Gli interruttori di manovra d'uso generale devono essere adatti per le seguenti condizioni di servizio:
1)

portare ininterrottamente la loro corrente di servizio continuativa;

2)

stabilire e interrompere correnti di carico prevalentemente attivo;

3)

stabilire e interrompere correnti di circuiti ad anello costituiti da linee di distribuzione;

4)

stabilire e interrompere correnti di trasformatori a vuoto;

5)

stabilire e interrompere correnti di cavi e linee aeree a vuoto;

6)

portare correnti di cortocircuito per una durata specificata;

7)

stabilire correnti di cortocircuito.


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Gli interruttori di manovra d'uso generale, previsti per essere utilizzati in reti a neutro isolato o in reti
con neutro a terra attraverso un'impedenza elevata, hanno le seguenti caratteristiche/limitazioni:
a) sono in grado di interrompere le correnti di carico ma non quelle di cortocircuito, n trifasi n bifasi;
b) sono in grado di interrompere le correnti di guasto a terra a neutro isolato fino al valore dichiarato
dal costruttore, che, tuttavia, non possono coprire tutti gli assetti di rete previsti dal distributore;
c) sono in grado di interrompere le correnti di guasto a terra nei sistemi con bobina di estinzione
d'arco, nei limiti indicati dal costruttore.
Si deve inoltre tener presente che, per interrompere le correnti di guasto a terra, gli interruttori di
manovra dovrebbero essere dotati di rel di protezione di massima corrente omopolare per rilevare le
correnti e di bobine di sgancio. Allo stato attuale, questi ultimi dispositivi non sempre sono presenti e,
per di pi, potrebbe essere problematica la loro installazione.
Tale situazione deducibile dal fatto che le diverse edizioni della relativa norma di prodotto hanno
trattato l'argomento in modo diversificato, seguendo gli usi/necessit del tempo:
la Norma CEI 17-9 prima Ed. 1974 recitava, con riferimento agli interruttori di manovra: "Gli
apparecchi suddetti, usati su reti a neutro isolato, possono essere chiamati a manovrare in
presenza di guasto a terra. La norma non contiene prescrizioni relative a questo caso. Pertanto
potr essere necessario un accordo fra il costruttore e l'utilizzatore";
la Norma CEI 17-9 seconda Ed. 1998 recitava, con riferimento agli interruttori di manovra: "La
corrente di interruzione nominale di guasto a terra deve essere assegnata dal costruttore e scelta
dalla R10. La corrente di interruzione nominale di un cavo a vuoto in caso di guasto a terra deve
essere assegnata dal costruttore e scelta dalla serie R10";
la Norma CEI 17-9 terza Ed. 2000 (CEI EN 60265-1) recita, con riferimento agli interruttori di
manovra: "Non si danno indicazioni se non quello che i valori nominali dovrebbero essere scelti fra
quelli della serie R10".
NOTA Si ricorda che la serie R10, citata nelle Norme CEI 17-9, comprende i numeri 1 - 1,25 - 1,6 - 2 - 2,5 n
3,15 - 4 - 5 - 6,3 - 8 e i loro prodotti per 10 .

Come si pu quindi dedurre, nel corso degli anni sono stati installati sugli impianti dei componenti con
caratteristiche diverse. Tali apparecchiature hanno seguito l'evoluzione del sistema elettrico e
potrebbero non essere in grado di operare correttamente in occasione del guasto a terra sui sistemi
attuali caratterizzati da elevate correnti di guasto a terra.

F.6

Impiego di interruttori di manovra sezionatori con fusibili MT

Si possono presentare due casi.


a)

Nel primo caso, possono essere costituiti da una terna di fusibili e da un interruttore di manovra in
modo da unire le loro prestazioni, ma senza aver verificato le caratteristiche dellintero sistema.

b)

Nel secondo caso, possono essere costituiti dall'insieme di interruttori di manovra e fusibili in unici
apparecchi che sono stati sottoposti a prove aggiuntive in modo da assicurarne il buon
comportamento su tutta la gamma di correnti, dal sovraccarico al cortocircuito, e non presentare
correnti critiche per i guasti polifasi.

In entrambi i casi, per poter essere efficacemente utilizzati per i guasti a terra, dovrebbero essere
dotati ciascuno di un rel di protezione di massima corrente omopolare.
Per questi apparecchi, se sono gi esistenti in opera, la dotazione di tale rel praticamente
impossibile.
Per apparecchi nuovi, si potrebbe concordare tale dotazione con il costruttore in fase di ordinazione.

F.7

Impiego di interruttori

La Norma CEI 17-1 definisce l'interruttore come "Un apparecchio di manovra capace di stabilire,
portare e interrompere le correnti in condizioni normali del circuito ed inoltre stabilire, portare per un
tempo definito e interrompere correnti in condizioni anormali del circuito come quelle di cortocircuito".
Sono gli apparecchi adatti ad ogni caso. Essi sono in grado di interrompere tutte le sovracorrenti che
si possono manifestare in un circuito, dal valore minimo fino alla corrente di cortocircuito, senza
alcuna limitazione riguardo alle tipologie dei guasti su cui sono chiamati a intervenire.

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F.8

Esempio 1

Questo esempio relativo ad un impianto costituito da due trasformatori installati nella stessa cabina.
L'estensione della rete MT interna inferiore a 500 m.
L'esempio stato sviluppato per fasi successive: cio, in modo da pervenire al grafico completo delle
diverse regolazioni aggiungendo mano a mano le curve interessate.
Per effettuare uno studio delle regolazioni dellimpianto di seguito riportato si devono prendere in
considerazione i seguenti dati.

Protezioni
generali
DG

51
50
51N

51
50
51N

Protezione
diretta
TR 1

Protezione
indiretta
TR 2
51
50
51N

Figura F.8

Trasformatori 15 / 0,4 kV
potenza nominale: SrT = 1600 kVA
tensione di cortocircuito: ukr = 6%
corrente nominale primaria: IrT1 = 61,6 A
corrente nominale secondaria: IrT2 = 2309 A
corrente di inserzione: Ii = 10In = 616 A
costante di tempo inserzione: T = 0,4 s
andamento della corrente di inserzione I(t) = (Ii / ur2) * e (- t/T)
Corrente di cortocircuito lato sbarre di cabina BT:
tensione nominale: Ur = 0.4kV
corrente di corto circuito al secondario del TR, I"kLV = (100 * IrT2) / ukr % = 35,6 kA corrispondenti a I"kMT = 950 A
riferiti a 15 kV primari.

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F.8.1 Dati dell'impianto

Il grafico F.8.1, in scala logaritmica, riporta la curva di inserzione di un trasformatore da 1600 kVA
calcolata con la formula data in F.8 e le sue correnti nominale e di cortocircuito lato BT, tutte riferite al
primario.
LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
100 00

10 00

Tempo in S

100

10

1a
1

0,1

0 ,0 1
1

10

10 0

10 0 0

Corre nte in A
Grafico F.8.1

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100 0 0

10 0 00 0

F.8.2 Esempio di dati forniti dal distributore

Il distributore fornir, con la lettera di informazioni, i livelli massimi di cortocircuito trifase e di guasto a
terra che possono interessare limpianto. (vedi esempio sottoriportato).
Oggetto: Informazioni riguardanti la rete di alimentazione del Distributore
per il dimensionamento delle apparecchiature, la taratura dei
dispositivi di protezione, il progetto e la verifica dellimpianto di terra
relativi alla fornitura:
Ditta: Xxxxxxx Cabina xxxxxx - Via xxxxxxx xxxxx
Con riferimento alla vostra richiesta del xx.xx.xxxx rendiamo noto che:
1.

il vostro impianto di terra compensato

2.

la cabina in oggetto alimentata dalla linea MT xxxxx in partenza dalla


Cabina Primaria di xxxxx;

3.

presenta le seguenti caratteristiche


Tensione nominale: 15 kV 10%
Frequenza nominale: 50 Hz 1% (95% dellanno)
Corrente di cortocircuito trifase: 12,5 kA
Stato del neutro: compensato
Corrente di guasto monofase a terra: 50 A
Tempo di eliminazione del guasto monofase a terra: 10 s
Tempo di eliminazione del doppio guasto a terra: < 0.2 s
Caratteristiche dellalimentazione MT: Conformi alla Norma
CEI EN 50160

utile sottolineare che il valore della corrente di guasto monofase a terra ed il relativo
tempo di eliminazione del guasto sopra indicati, possono subire variazioni per effetto
dellevoluzione della rete di distribuzione; pertanto, nel controllare periodicamente il
Vostro impianto di terra, come previsto dalle vigenti disposizioni di legge, ci chiederete
nuovamente tali dati.

Vengono inoltre forniti valori ipotetici massimi regolabili sulla protezione di massima corrente di fase e
di terra nel punto di consegna.
Tempi di
eliminazione del
guasto

Valori di regolazione
della corrente

Protezioni

Soglie

51

Prima soglia

0,5

230 A

50

Seconda soglia

0,12

650 A

Massima corrente

Massima corrente omopolare


51N

Prima soglia

0,12

3A

Nel grafico F.8.2 si riportano le curve di F.8.1 ed i limiti ipotetici imposti dal distributore (curva 4).

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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
10000

1000

Tempo in S

100

10

1a
1

0,1

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.8.2
F.8.3 Arrivo 400V dal trasformatore

Le caratteristiche d'intervento del rel dell'interruttore generale di BT sono scelte in modo da


proteggere il trasformatore contro il sovraccarico (IrT2 = 2309 A) ed essere selettive con i rel degli
interruttori delle utenze di BT.
La corrente nominale del rel dell'interruttore generale di BT si suppone sia pari a 2500 A. La scelta
della soglia di sovraccarico dello stesso interruttore deve tenere conto dellincertezza di
funzionamento dellinterruttore che secondo la Norma CEI EN 60947-1 viene definito minore di 1,05
del valore regolato di sicuro non intervento e maggiore di 1,2 del valore regolato di sicuro intervento;
ci significa che, regolando la soglia di lungo ritardo dello sganciatore alla corrente nominale del
trasformatore, il sicuro intervento si avr oltre il 20 % del sovraccarico.

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Si calcolano i valori minimo e massimo della regolazione del rel dellinterruttore BT:
In: 2500 A
e scegliendo un valore di regolazione del rel, ad esempio, pari a 0,9, si ha
Ir = 0,9 x In = 2250 A
che moltiplicata per i coefficienti 1,05 e 1,2 dar
2250 * 1,05= 2362,5 A (minimo) e 2250 * 1,2 = 2700 A (massimo)
che, riferiti a 15 kV daranno un valore compreso tra 63 A e 72 A.
Nel grafico F.8.3 stato inserito il valore di 72 A (curva 5).
Per la protezione contro il cortocircuito, si ricorsi alla selettivit cronometrica con gli sganciatori a
valle fissando i seguenti valori di regolazione moltiplicando Ir per un fattore 3:
Im = 3 x Ir = 6750 A
E scegliendo i valori di regolazione del rel, ad esempio, pari a 0,9 e 1,1 (tolleranza) si ha
6750 * 0,9 = 6075 A (minimo) e 6750 * 1,1 = 7425 A (massimo)
che, riferiti a 15 kV; danno 162 A e 198 A (curva 5).
Il tempo di intervento nominale tm = 0,1 secondi: nel grafico, tenuto conto delle tolleranze insite nel
rel, si indicato un valore superiore.
Nel grafico F.8.3 si riporta la curva 5 oltre le curve di F.8.2.

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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR 1 riportate al primario
10000

1000

4
5

Tempo in S

100

10

1a
1

0,1

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.8.3
F.8.4 Partenza da 15kV al trasformatore da 1600 kVA

Le caratteristiche di intervento del rel di massima corrente asservito all'interruttore della partenza
sono tali da soddisfare le seguenti condizioni:
a)

proteggere il trasformatore contro il sovraccarico

b)

proteggere il trasformatore contro il cortocircuito

c)

essere selettive con gli sganciatori dell' interruttore generale e delle partenze di bassa tensione

d)

proteggere il trasformatore per guasti a monte dell'interruttore generale di bassa tensione

e)

non intervenire all'atto della messa in tensione del trasformatore (corrente di inserzione). L'andamento
della corrente di inserzione I(t) = Ii / Ur2 * e (- t/T)

f)

soddisfare le richiesta del distributore e cio quanto contenuto nella lettera di definizione della
corrente di guasto di fase e di terra ed i relativi valori di regolazione.

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La scelta della protezione pu avere influenza sui punti precedentemente citati, ad esempio, quando
la scelta cade su una protezione con due soglie a tempo indipendente, non si potr, cio, effettuare la
protezione di sovraccarico che comunque viene assicurata dallinterruttore di bassa tensione.
Se la scelta cade su una protezione con tre o pi soglie, con la possibilit di avere caratteristiche a
tempo dipendente o indipendente, si potranno soddisfare tutte le condizioni sopra riportate.
Nel primo caso (protezione a due soglie a tempo indipendente)
si avr che il valore della corrente di intervento della prima soglia (di sovraccarico lato MT) maggiore
della soglia di breve ritardo dello sganciatore di bassa tensione del trasformatore
Im = 7425 A (198 A a 15 kV)
e si fissa quindi una regolazione pari a:
I51 = 200 A (curva 6a)
Il tempo di intervento sulla curva deve essere scelto in modo da essere selettivo con gli sganciatori di
BT e essere minore di 2 secondi in corrispondenza di I"kMT = 950 A (valore corrispondente alla
massima tenuta al cortocircuito del trasformatore) e minore del tempo imposto dal distributore relativo
alla prima soglia di sovraccarico MT (0,5 s), si fissa quindi una regolazione pari a:
t51 = 0,3 s (curva 6a)
Il valore di intervento in corrente della seconda soglia MT sar maggiore o uguale di quello della
corrente di cortocircuito per guasto sul lato BT del trasformatore, aumentata del coefficiente (vedi
F.3.2), da 1,2 1,6
I"kMT = 950 x 1,4 = 1330 A
e minore della corrente imposta dal distributore per la seconda soglia (rel 50) pari a 650 A.
Si fissa quindi una regolazione:
I50 = 600 A (curva 6a)
equivalente ad una corrente di guasto in bassa tensione di 22500 A.
Il tempo di intervento sar istantaneo in accordo con la richiesta del distributore, viene assicurato
comunque il non intervento alla messa in tensione del trasformatore.
Impostando questo valore, non viene garantita la completa selettivit con gli sganciatori posti sulle
partenze del quadro di bassa tensione. Si tenga conto che:
a) La corrente di guasto che interessa dispositivi di protezione posti in serie pu essere dovuta anche
alleffetto limitatore del dispositivo di protezione posto a valle. Questo effetto caratteristico degli
interruttori di bassa tensione con sganciatore istantaneo e pu essere opportunamente utilizzato
per realizzare la selettivit con il dispositivo a monte per correnti superiori al valore limitato.
Le curve di limitazione della corrente degli interruttori di bassa tensione vengono forniti dai
costruttori.
b) La corrente di guasto che interessa dispositivi di protezione posti in serie pu essere dovuta anche
alleffetto limitatore dellimpedenza dei componenti di impianto posti tra la sorgente e il punto di
guasto (cavi,sbarre,trasformatori,ecc.). Questo effetto evidente in bassa tensione e pu essere
opportunamente utilizzato per realizzare la selettivit con il dispositivo a monte per correnti
superiori al valore limitato.
Nel grafico F.8.4a si riporta la curva 6a oltre le curve di F.8.3.

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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR 1 riportate al primario
Curva 6a - Regolazioni del rel sull'interruttore a 15 kV di TR 1
10000

6a

1000

4
5

Tempo in S

100

10

1a
1

0,1

6a
2

0,01
1

10

100

1000

Corrente in A
Grafico F.8.4a

GUIDA
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10000

100000

Nel secondo caso (protezione a tre soglie)


si avr che il valore della corrente di intervento della prima soglia di sovraccarico MT verr scelto in
funzione della regolazione e della caratteristica di intervento della soglia di lungo ritardo dello
sganciatore di bassa tensione.
La caratteristica di intervento della protezione pu essere scelta tra quelle descritte nella Norma CEI
EN 60255-3 o, come indicato nella stessa, definita e descritta dal costruttore delle protezioni.
Il valore della corrente di intervento della prima soglia deve essere maggiore della soglia di lungo
ritardo dello sganciatore di bassa tensione del trasformatore
IrT = 2700 A (72 A a 15 kV)
tenuto conto della tolleranza dichiarata (1,05 1,2) Ir.
Si fissa quindi una regolazione:
I51 = 72 x 1,2 = 86,4 A (curva 6b)
la cui curva di intervento del tipo a tempo dipendente.
Il valore della corrente di intervento della seconda soglia deve essere maggiore della soglia di breve
ritardo dello sganciatore di bassa tensione del trasformatore
Im = 7425 A (198 A a 15 kV).
Si fissa quindi una regolazione:
I50 = 200 A (curva 6a)
Il tempo di intervento si sceglie sulla curva in modo da essere selettiva con gli sganciatori di BT e
minore di 2 secondi in corrispondenza di I"kMT = 950 A (valore corrispondente alla massima tenuta al
cortocircuito del trasformatore) e minore del tempo imposto dal distributore relativo alla prima soglia di
0.5 s). Si fissa quindi una regolazione:
t51 = 0,3 s (curva 6a)
Il valore di intervento della terza soglia deve essere maggiore o uguale della corrente di cortocircuito
per guasto sul lato BT del trasformatore, aumentata del coefficiente (1,2 1,6)
I"kMT = 950 x 1,4 = 1330 A
e minore della corrente imposta dal distributore per la seconda soglia (rel 50) pari a 650 A
Si fissa quindi una regolazione:
I50 = 600 A (curva 6a)
equivalente ad una corrente di guasto in bassa tensione di 22500 A.
Il tempo di intervento dovr essere istantaneo in accordo con la richiesta del distributore; viene
assicurato comunque il non intervento alla messa in tensione del trasformatore.
Valgono tutte le considerazioni fatte in precedenza.
Nel grafico F.8.4b si riporta la curva 6b oltre le curve di F.8.4a (eccetto curva 6a).

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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR 1 riportate al primario
Curva 6b - Regolazioni a tempo dipendente dell'interruttore di TR 1
10000

1000

6b

Tempo in S

100

10

1a
1

0,1

6b
2

0,01
1

10

100

1000

Corrente in A
Grafico F.8.4b

GUIDA
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10000

100000

F.8.5 Dispositivo Generale

Le caratteristiche di intervento del rel di massima corrente asservito all'interruttore del dispositivo
generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni:
a) soddisfare la richiesta dellente distributore, vedi lettera di definizione della corrente di guasto di
fase e di terra e relativi valori di regolazione;
b) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il cortocircuito;
c) essere selettive con le protezioni del trasformatore dove possibile;
d) non intervenire all'atto della messa in tensione dei trasformatori dovuta alla richiusura della linea di
alimentazione da parte dellente distributore.
Un rel di massima corrente con una soglia di intervento a tempo indipendente ritardato di max 0,43 s.
Detto ritardo stato scelto per diversificare la linea del DG (curva 7) dal limite del DP (curva 4); la
soglia istantanea (0,12 s sovrapposta) adatta a soddisfare le richieste del distributore.
Con questo valore impostato non viene garantita la completa selettivit con le protezioni poste sulle
partenze dei trasformatori. Si dovr tenere conto che:
a) per correnti di guasto inferiore alla seconda soglia della protezione del dispositivo generale DG si
ha la selettivit, per correnti di guasto superiori alla regolazione effettuata sulla seconda soglia
(esempio guasto lato MT) non assicurata la selettivit ( le protezioni hanno lo stesso tempo di
intervento);
b) a seguito della richiusura da parte del distributore si potr avere lapertura del dispositivo generale
in quanto la corrente di inserzione di entrambi i trasformatori e la sua durata superiore alla
regolazione adottata.
Il grafico F.8.5a, oltre le curve di F.8.4a, riporta la curva 7 del dispositivo generale DG.
Il grafico F.8.5b il grafico completo con tutte le curve, compresa la curva di inserzione del secondo
trasformatore da 1600 kVA (curva 1b) e fatta eccezione della curva 6b.

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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR 1 riportate al primario
Curva 6a - Regolazioni dell'interruttore di TR 1
Curva 7 - Regolazioni del dispositivo generale
10000

6a

1000

7
4
5

Tempo in S

100

10

1a
1

0,1

7
6a

0,01
1

10

100

1000

Corrente in A
Grafico F.8.5a

GUIDA
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10000

100000

LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 1600 kVA
Curva 1b - Corrente di inserzione del TR 2 da 1600 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 61,6 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 950 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR 1 riportate al primario
Curva 6a - Regolazioni a tempo indipendente dell'interruttore di TR 1
Curva 7 - Regolazioni del dispositivo generale
10000

6a

1000

4
5

Tempo in S

100

10

1a

1b

0,1

6a
2

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A

Grafico F.8.5b

GUIDA
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F.8.6 Guasto a terra - Arrivo 400V dal trasformatore

Nel caso non esista la protezione di guasto a terra sul centro stella del trasformatore la protezione di
massima corrente posto sul lato MT del trasformatore soddisfa anche la condizione di protezione
contro i guasti fase-terra sul secondario, a monte dell'interruttore generale di bassa tensione. La
corrente di guasto a terra in bassa tensione viene vista sulla media tensione come un guasto bifase
(vedi Fig. F.8.6).
La corrente di guasto a terra sul lato bassa tensione pari a
35600 x 0,577 = 20541 A
che riportata al primario del trasformatore diventa 548 A (curva 1), tale valore risulta maggiore del
valore impostato nella prima soglia di massima corrente pari a 200 A (curva 3).
La protezione interviene per un guasto a terra, lato BT, superiore alla seguente corrente:
200 x 15 / (0,4 x 0,577) = 12998 A.
Il grafico F.8.6 riporta la curva 1 della corrente di guasto a terra; la curva 2 di regolazione
dellinterruttore generale BT, Ir = 72 A; la curva 3 della corrente di regolazione dellinterruttore MT del
TR; la curva 4 dei limiti supposti fissati dal DP.

0,577xxI"IkLV
xr2V/ 2U/r1V1
0,577
xU
k1LV
R

T
II"k1LV
kLV

0,577
0,577 xx II"k1LVxxUV2/ /UV1
kLV

r2

r1

Figura F.8.6(a)

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10000

1000

Tempo in S

100

10

3
2
4

0,1

1
0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.8.6 (b)
F.8.7 Guasto a terra MT - Partenza da 15kV al trasformatore da 1600 kVA

Le caratteristiche di intervento del rel di massima corrente asservito all'interruttore della partenza
sono tali da soddisfare le seguenti condizioni:
a) proteggere il trasformatore contro il guasto a terra;
b) soddisfare le richiesta del distributore, lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di
terra e relativi valori di regolazione.
Vengono ipotizzati i seguenti valori di corrente di guasto a terra forniti dal DP:
per neutro compensato IF = 50 A (curva 1).
per neutro isolato IF = 300 A (curva 2);

Il valore di intervento della soglia omopolare deve essere minore del valore imposto dal DP relativo
alla soglia 51N:
corrente supposta del DP = 3 A (curva 4).

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Si fissa quindi una regolazione:


I51N = 3 A (curva 3)
Il tempo di intervento dellinterruttore MT del TR dovr essere istantaneo in accordo con la richiesta
del distributore. Nel grafico seguente stato fissato, per distinguere le curve 3 e 4,
t51N = 0,05 s.
Il grafico F.8.7 riporta la curva 1, la curva 2, la curva 3 e la curva 4.

10000

1000

Tempo in S

100

10

0,1

3
1

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.8.7
F.8.8 Dispositivo Generale

Le caratteristiche di intervento del rel di massima corrente asservito all'interruttore del dispositivo
generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni:
a) soddisfare la richiesta del DP, vedi lettera di definizione della corrente di guasto di fase e di terra e
relativi valori di regolazione;
b) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il guasto a terra;
c) essere selettive con le protezioni del trasformatore dove possibile.
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Vengono ipotizzati i seguenti valori di corrente di guasto a terra forniti dal DP:
per neutro compensato IF = 50 A (curva 1).
per neutro isolato IF = 300 A (curva 2);

Il valore di intervento della soglia omopolare deve essere minore del valore imposto dal DP relativo
alla soglia 51N:
corrente supposta del DP = 3 A (curva 4).
Si fissa quindi una regolazione del DG:
I51N = 3 A (curva 5)
La cura 5 viene riportata identica alla curva 4 compreso il tempo di intervento del DG che dovr essere
istantaneo in accordo con la richiesta del distributore. Nel grafico seguente stato fissato t51N = 0,12 s.
Il grafico F.8.8 riporta le curve di F.8.7 e la curva 5.
Con limpostazione di questo valore, non viene garantita la selettivit con le protezioni poste sulle
partenze trasformatore.

10000

1000

Tempo in S

100

10

0,1

5
3

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.8.8

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F.9

Esempio 2

Dispositivo
generale DG

INT - TR1
Protezioni
dell'int. del
TR 1

Protezioni
del DG

INT - TR2
Protezioni
dell'int. del
TR2

SrT = 2500 kVA

4000 A

SrT = 2500 kVA

4000 A

1250 A

1250 A

Si supponga di avere un impianto costituito da due trasformatori posizionati in due diverse cabine o di
avere una distribuzione interna con una estensione in cavo di MT superiore a 500 metri.
Qualora venga imposta dal distributore una protezione con intervento istantaneo sul dispositivo
generale DG dellutilizzatore, non possibile realizzare il coordinamento selettivo con altre protezioni
di massima corrente lato utilizzatore (20 kV). Il coordinamento nella rete di I categoria (400 V) con la
protezione del DG viene invece assicurato se sono soddisfatte le condizioni indicate in 7.2.2.4.
Si consideri, ad esempio, una cabina alimentata da rete pubblica con tensione nominale 20 kV e
corrente di cortocircuito 12,5 kA.
L'impianto sia costituito da due trasformatori di potenza pari a 2500 kVA ciascuno.
Si supponga che la protezione di massima corrente associata allinterruttore del DG sia di tipo indiretto
ed alimentata con trasformatori di corrente con rapporto 300/5 A.
I dati sono:
Trasformatore 20 / 0,4 kV
potenza nominale: SkrT = 2500 kVA
tensione di cortocircuito: uk = 6%
corrente nominale primaria: IrT1 = 72,2 A
corrente nominale secondaria: IrT2 = 3608 A
corrente di inserzione: Ii = IrT19,5 = 684 A
costante di tempo inserzione: T = 0,5 s
andamento della corrente di inserzione I(t)=(Ii / Ur2) * e (-t/T)

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Corrente di cortocircuito sbarre di cabina BT


tensione nominale: Ur2 = 0,4kV
Per calcolare la corrente di cortocircuito lato BT si utilizza la relazione
I"kLV = (100 * In) / uk %
quindi la corrente di cortocircuito risulta
I"kLV = 54,85 kA
che riferita a 20 kV corrisponde a I"kMT = 1097 A.
A titolo di esempio, vengono forniti i valori massimi regolabili sulla protezione di massima corrente di
fase e di terra nel punto di consegna.
Protezioni

Soglie

Tempi di
eliminazione del
guasto

Valori di regolazione

Massima corrente
51

Prima soglia

0,5

230 A

50

Seconda soglia

0,12

650 A

Massima corrente omopolare


Soglia neutro
compensato

0,3

2A

5V

61 - 257

67N

Soglia neutro isolato

0,15

2A

2V

60 - 120

51N

Soglia doppio guasto a


terra

0,12

150A

67NC

Si riporteranno tali valori su un grafico a scala logaritmica, tenendo conto che tutte le correnti sono
state riportate ad un livello di tensione di riferimento che, in questo caso, 20 kV.
Nel seguito verranno analizzati prima i guasti polifasi e poi i guasti a terra.
F.9.1 Guasti di fase

I criteri di scelta e di regolazione dei rel di massima corrente sono dati di seguito.
F.9.2 Partenze 400 V

Si presa in considerazione la partenza di portata 1250 A.


La caratteristica dintervento dello sganciatore stata scelta in modo da proteggere il cavo contro le
sovracorrenti e le persone contro i contatti indiretti (Norma CEI 64-8). Su questa base sono state
fissate le seguenti regolazioni:

ritardo lungo Ir1 = 0,8 x 1250 = 1000 A che corrispondono a circa 21 24 A riferiti a 20 kV;

istantaneo Ir2 = 3 x Ir1 = 3000 A che corrispondono a circa 63 84 A a 20 kV.

F.9.3 Arrivo 400 V dal trasformatore

Le caratteristiche dintervento dello sganciatore sono state scelte in modo da proteggere il


trasformatore contro il sovraccarico ed in modo da essere selettive con gli sganciatori delle partenze.
Per la protezione contro il cortocircuito, si esamina se esiste la possibilit di realizzare la selettivit con
gli sganciatori delle partenze mediante limitazione dellenergia passante (vedere le tabelle del
costruttore) o di ricorrere alla selettivit mediante temporizzazione.
Nell'ipotesi si debba ricorrere alla temporizzazione, si possono fissare i seguenti valori di regolazione:
ritardo lungo Ir1 = 0,8 x 4000 = 3200 A che corrispondono a 66 77 A riferiti a 20 kV;
ritardo breve Ir2 = 2 x Ir1 = 6400 A che corrispondono a 115 140 A riferiti a 20 kV;
tr = 0,1 s (vedi esempio precedente).

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F.9.4 Partenza 20 kV trasformatore

Si supponga che il rel dell'interruttore sul lato 20 kV sia alimentato con dei trasformatori di corrente di
rapporto 100/5 A.
Il rel deve svolgere le funzioni di protezione del trasformatore senza che le regolazioni superino le
condizioni limite imposte dal distributore per il dispositivo generale del cliente:
a) regolazione della prima soglia. Essa pu essere realizzata, ad esempio, con una curva a tempo
inverso regolata a 80 A e da una curva a tempo indipendente regolata a 230 A con temporizzazione
di 0,43 s;
b) regolazione della seconda soglia (istantanea). Essa 650 A (valore prefissato dal distributore).
Pu essere scelto, ad esempio, il valore di 600 A.
Questo valore soddisfa ancora la condizione di protezione contro i guasti fase-terra sul secondario, a
monte dell'interruttore generale di bassa tensione. Essendo, infatti, 1097 A la corrente di linea sul lato
20 kV per guasto trifase ai morsetti secondari del trasformatore, la corrente corrispondente per guasto
fase-terra
0,577 x 1097 = 632 A > 230 A
I valori impostati permettono di soddisfare le seguenti condizioni:
a) proteggere il trasformatore contro la corrente di breve durata (2 s) per guasto ai morsetti secondari;
b) non intervenire durante l'inserzione del trasformatore;
c) assicurare selettivit parziale con la BT (fino alla corrente di 600 A lato 20 kV equivalente a 30000 A
lato BT).
F.9.5 Verifica dei cavi di collegamento al trasformatore

La portata in regime permanente dei cavi (IZ) deve essere maggiore o uguale al valore di regolazione
della prima soglia dintervento del rel (IZ Ir1).
La sezione dei cavi deve soddisfare alla condizione:
I2 t S2 K2
dove:
I = massima corrente presunta di cortocircuito nel punto di installazione (in ampere);
t = durata della corrente di cortocircuito (in secondi);
S = sezione del cavo (in mm2);
K = 143 per cavi in EPR (Norma CEI 11-17).
Nel caso in esame il tempo tn corrispondente allintervento istantaneo del rel, dato dalla somma di:
tempo di intervento del rel (soglia istantanea) = 0,05 s
tempo di manovra dellinterruttore = 0,070 s

Si pu quindi considerare un tempo totale di eliminazione del guasto di 0,12 s cui si dovrebbe
aggiungere un opportuno margine. Supponendo ad esempio di aggiungere un margine di sicurezza di
tempo di tenuta al cortocircuito di qualche centinaio di millisecondi e che alla conduttura si voglia far
sopportare la corrente di guasto per un tempo di 0,3 s, si avrebbe:
S
NOTA

I
12500
t=
K
143

0,3 = 50 mm 2

Con un tempo di 0,5 s la sezione di 70 mm e con 1 s la sezione di 95 mm .

In questo caso, la sezione minima da adottare quindi di 50 mm2, sicuramente superiore a quella
necessaria per la portata effettiva del cavo.
F.9.6 Verifica del fattore limite di precisione dei TA

Si supponga che il TA con rapporto 100/5 A abbia una prestazione di 10 VA in classe 5P10 e quindi
un fattore limite di precisione F1 = 10 alla prestazione nominale (VA)n = 10 VA.

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La resistenza secondaria del TA, in mancanza di dati precisi, pu essere ricavata approssimativamente dalla
formula per trasformatori in resina di normale produzione:
RS = K (I1n / 1000) 0,925 (in ohm)
con K = 0,84 per TA con I2n = 5,0 A.
Nel caso in esame si ha
RS = 0,84 (100/1000 ) 0,925 = 0,10 .
Utilizzando la formula data in Allegato H si ricava che il fattore limite di precisione effettivo F1 :
F'1 = F1

(VA)T + (VA)n
= 39
(VA)T + (VA)c

avendo considerato un consumo totale del circuito secondario (rel + cavetti di collegamento) di 0,7
(VA)c.
La risposta del TA risulta quindi compresa entro i limiti di errore del 5% fino a
F1 x 100 A = 39 x 100 = 3900 A
ben al di sopra della seconda soglia di regolazione del rel (600 A) ed anche del valore della corrente
riportata al primario per cortocircuito sul secondario del trasformatore di circa 1100 A.
F.9.7 Dispositivo Generale

Si supponga che il rel dell'interruttore sul lato 20 kV sia alimentato con dei trasformatori di corrente di
rapporto 300/5 A.
Il rel deve svolgere le funzioni di protezione senza che le regolazioni superino le condizioni limite
imposte dal distributore:
a) regolazione della prima soglia. Essa realizzata da una curva a tempo indipendente regolata a
230 A con temporizzazione di 0,43 secondi. (presunta richiesta del distributore 0,5 s);
b) regolazione della seconda soglia (istantanea). Essa realizzata da una curva a tempo
indipendente regolata a 650 A con temporizzazione di 0,05 secondi (presunta richiesta del
distributore 0,12 s).
A seguito della richiusura da parte del distributore si potr avere lapertura del dispositivo generale in
quanto la corrente di inserzione di entambi i trasformatori e la sua durata superiore alla regolazione
adottata.
Nel Grafico F.9.7, in scala logaritmica, sono riportate tutte le curve di regolazione con la relativa Legenda.

GUIDA
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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 2500 kVA
Curva 1b - Corrente di inserzione del TR 2 da 2500 kVA
Curva 2 - Corrente nominale del TR 1, IrT1 pari a 72 A
Curva 3 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT pari a 1097 A
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR 1 riportate al primario
Curva 6b - Regolazioni a tempo dipendente dell'interruttore di TR 1
Curva 7 - Regolazioni del dispositivo generale
10000

6b

1000

4
5

Tempo in S

100

10

1b
1

1a
5

0,1

6b
2

0,01
1

10

100

1000

Corrente in A
Grafico F.9.7

GUIDA
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Pagina 74 di 106
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10000

100000

F.9.8 Guasti a terra

Nel grafico F.9.8 si riportano i limiti imposti dal distributore.


LEGENDA:
Curva 1 - Corrente di guasto a terra con neutro compensato (fornito dal distriburore)
Curva 2 - Corrente di guasto a terra con neutro isolato (fornito dal distriburore)
Curva 3 - Limiti max presunti di regolazione per neutro isolato (fornito dal distriburore)
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione per neutro compensato (fornito dal distriburore)
Curva 5 - Limiti max presunti di regolazione per doppio guasto a terra (fornito dal distriburore)
10000

1000

Tempo in S

100

10

4
3

0,1

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Fig. F.9.8
F.9.9 Partenza da 20kV al trasformatore da 2500 kVA

Le caratteristiche di intervento del rel di massima corrente asservito all'interruttore della partenza
sono tali da soddisfare le seguenti condizioni:
a) proteggere il trasformatore contro il guasto a terra;
b) soddisfare le richiesta del distributore, cio la lettera di definizione della corrente di guasto di fase
e di terra e i relativi valori di regolazione.

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Il valore di intervento della soglia di massima corrente omopolare deve essere minore o uguale del
valore imposto dal distributore relativo alla soglia 67N (2 A).
Si fissa quindi una regolazione:
I67N = 2 A.
Il tempo di intervento dovr essere istantaneo in accordo con la richiesta del distributore.
Si supposto che le correnti di guasto a terra siano:
con neutro compensato IF = 50 A;
con neutro isolato IF = 300 A;
con doppio guasto a terra IF = 150 A
F.9.10 Dispositivo Generale

Le caratteristiche di intervento del rel di massima corrente accoppiato all'interruttore del dispositivo
generale sono tali da soddisfare le seguenti condizioni:
a) soddisfare la richiesta del distributore, cio la lettera di definizione della corrente di guasto di fase e
di terra e relativi valori di regolazione;
b) proteggere il tratto di collegamento tra il punto di consegna e i trasformatori contro il guasto a terra.
Il valore di intervento della soglia di massima corrente omopolare deve essere uguale o minore del
valore imposto dal distributore relativo alle soglie 67N (2A) e 51N (150 A).
Il tempo di intervento dovr essere in accordo con la richiesta del distributore.
Con questi valori impostati non viene garantita la selettivit con le protezioni poste sulle partenze dei
trasformatori in condizioni di neutro isolato, mentre viene mantenuta nelle condizioni di neutro
compensato.
La selettivit non mai assicurata per il doppio guasto a terra che interessi una fase nellimpianto e
una fase esterna all'impianto dell'utente.
Nel Grafico F.9.10a sono state riportate (in scala logaritmica) le curve di regolazione e la relativa
Legenda per reti a neutro isolato; nel grafico F.9.10b le stesse curve per reti a neutro compensato.

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LEGENDA:
Curva 2 - Corrente di guasto a terra con neutro isolato (fornita dal distributore)
Curva 7 - Regolazione della protezione del DG con rete a neutro isolato
Curva 8 - Regolazione della protezione del TR con rete a neutro isolato
Curva 9 - Regolazione della protezione del DG e del TR dal doppio guasto a terra con rete
a neutro isolato.

10000

1000

Tempo in S

100

10

0,1

7
8

9
2

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.9.10a

GUIDA
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LEGENDA:
Curva 2 - Corrente di guasto a terra con neutro compensato (fornita dal distributore)
Curva 7 - Regolazione della protezione del DG con rete a neutro compensato
Curva 8 - Regolazione della protezione del TR con rete a neutro compensato
Curva 9 - Regolazione della protezione del DG e del TR dal doppio guasto a terra con rete
a neutro compensato.

10000

1000

Tempo in S

100

10

7
0,1

9
1

0,01
1

10

100

1000

Corrente in A
Grafico F.9.10b

GUIDA
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10000

100000

F.10 Esempio 3

Si consideri, ad esempio, una cabina alimentata da rete pubblica con tensione nominale 20 kV e
corrente di cortocircuito 12,5 kA.
La cabina sia costituita da un trasformatore di potenza pari a 400 kVA.
Si supponga che la protezione contro i guasti di fase venga eseguita da un fusibile.
I dati sono:
Trasformatore 20/0,4 kV
potenza nominale: SrT = 400 kVA
tensione di cortocircuito: uk = 6%
corrente nominale primaria: IrT1 = 11,5 A
corrente nominale secondaria: IrT2 = 577 A
corrente di inserzione: Ii = 10 IrT1 = 115 A
costante di tempo inserzione: T = 0,25 s
andamento della corrente di inserzione I(t) = (Ii / Ur2) * e (- t/T)
Corrente di cortocircuito sbarre di cabina BT
tensione nominale: Ur2 = 0,4 kV
corrente di corto circuito lato BT, I"kLV = (100 * IrT2) / uk %, ha il valore
I"kLV = 9,5 kA
corrispondenti a I"kMT = 190 A riferiti a 20 kV primari.
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La conduttura L1 sia costituita da un cavo tipo RG7H1R 12/20 kV del tipo RG7H1R 12/20 kV
3 x (1 x 25) mm2 e sia IB = 12 A e IZ = 113 A.
Vengono forniti i valori ipotetici massimi regolabili sulla protezione di massima corrente di fase e di
terra nel punto di consegna del distributore.
Protezioni

Tempo di
eliminazione del
guasto

Soglie

Valori di regolazione

Massima corrente
51

Prima soglia

0,5

230 A

50

Seconda soglia

0,12

650 A

Massima corrente omopolare


51N

0,12

Prima soglia

3A

Si supponga che per la protezione del trasformatore, realizzata tramite dei fusibili, sia stata scelta la
taglia di 31,5 A.
Il fusibile da 31,5 A in grado di sopportare gli eventuali sovraccarichi del trasformatore, di consentire
linserzione dello stesso e di essere selettivo con le protezioni poste sul lato bassa tensione.
F.10.1 Arrivo 400 V dal trasformatore

Le caratteristiche dintervento dello sganciatore sono scelte in modo da proteggere il trasformatore


contro il sovraccarico e da essere selettive con gli sganciatori delle partenze.
Per la protezione contro il cortocircuito si esamina se esiste la possibilit di realizzare la selettivit con
gli sganciatori delle partenze mediante limitazione dellenergia passante (vedere le tabelle del
costruttore) o di ricorrere alla selettivit mediante temporizzazione.
Nell'ipotesi si debba ricorrere alla temporizzazione, si possono fissare i seguenti valori di regolazione:

ritardo lungo: Ir1 = 0,8 x 630 = 504 A che corrispondono a 10,5 12 A riferiti a 20 kV;

ritardo breve: Ir2 = 2,5 x Ir1 = 1260 A che corrispondono a 23 28 A riferiti a 20 kV;

tempo di ritardo 0,1 s (vedi esempi precedenti)

F.10.2 Verifica dei cavi di collegamento al trasformatore:

La sezione dei cavi a 20 kV deve soddisfare la condizione:


I2 t S2 K2
dove:
I = massima corrente presunta di cortocircuito nel punto di installazione (in ampere);
t = durata della corrente di cortocircuito (in secondi);
S = sezione del cavo (in mm2);
K = 143 per cavi in EPR (Norma CEI 11-17).
Nel caso in esame, il tempo t corrisponde allintervento del fusibile.
Volendo impiegare la minima sezione commerciale disponibile di 25 mm2, si ha che il tempo di tenuta
del cortocircuito risulta:
T = S2 x K2 / I2 = 252 x 143 / 125002 = 0,080 s
ll tempo di 80 ms ben superiore al tempo di intervento del fusibile limitatore.
Il grafico F.10.2a riporta le curve di regolazione e la relativa Legenda. Il grafico F.10.2b riporta le curve
dei limiti ipotetici del distributore e la curva di intervento del fusibile con la relativa Legenda.

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LEGENDA:
Curva 1a - Corrente di inserzione del TR 1 da 400 kVA
Curva 1 - Corrente nominale del TR
Curva 2 - Corrente di cortocircuito lato BT riportata al primario I"kMT
Curva 4 - Limiti max presunti di regolazione e tempi di eliminazione guasto forniti dal DP
Curva 5 - Regolazioni dell'interruttore arrivo 400 V del TR riportate al primario
Curva 10 - Curva di intervento del fusibile
10000

1000

Tmpo in S

100

10

1a

0,1

10
1

0,01
1

10

100

1000

10000

100000

Corrente in A
Grafico F.10.2a

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LEGENDA:
Curva 1 - Corrente di guasto a terra con neutro compensato (fornito dal distriburore)
Curva 2 - Corrente di guasto a terra con neutro isolato (fornito dal distriburore)
Curva 4 - Limiti max di regolazione imposti dal distributore
Curva 10 - Curva di intervento del fusibile
10000

1000

Tempo in S

100

10

10
4

0,1

0,01
1

10

100

1000

Corrente in A
Grafico F.10.2b

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10000

100000

ALLEGATO G
G.1

Interblocchi di sicurezza

Per lesecuzione dei lavori fuori tensione le Norme CEI EN 50110-1 e CEI 11-27 stabiliscono che
"Dopo aver identificato gli impianti elettrici corrispondenti si devono osservare nell'ordine specificato le
seguenti cinque prescrizioni essenziali a meno che non vi siano ragioni essenziali per agire
diversamente":
1) sezionare completamente;
2) assicurarsi contro la richiusura;
3) verificare che l'impianto sia fuori tensione;
4) eseguire la messa a terra e in corto circuito;
5) provvedere alla protezione contro le parti attive adiacenti.
La norma CEI 17-6 stabilisce che "per ragioni di sicurezza e per agevolare l'esercizio si devono
prevedere interblocchi fra i differenti componenti l'apparecchiatura".
Nella Figura G.1 seguente viene illustrato uno schema, a titolo di esempio, di un sistema di
interblocchi a chiave realizzato per una cabina che utilizza apparecchiature prefabbricate di I e II
categoria (quadri conformi alla norma CEI 17-6 per la II categoria e quadri conformi alla norma CEI
17-13 per la I categoria) ed inoltre trasformatori MT/BT protetti da grigliati o racchiusi in involucri
metallici.
Per poter accedere in sicurezza all'interno di un Box Trasformatori, Box TR2 nell'esempio illustrato, si
devono sezionare tutte le possibili alimentazioni ed eseguire la messa a terra ed in cortocircuito della
linea di MT, come di seguito descritto:
si apre l'interruttore di MT ( la chiave I2 si libera e la manovra rimane bloccata);
con la chiave S2 anellata alla chiave I2 si sblocca la manovra del sezionatore di linea MT;

si apre il sezionatore di linea MT (la chiave S2 rimane bloccata );

con l'apertura del sezionatore di linea si libera l'interblocco meccanico del sezionatore di terra MT;

si apre l'interruttore di BT (la chiave B2 si libera e la manovra rimane bloccata);

con la chiave BT2 anellata alla chiave B2 si sblocca la manovra del sezionatore di terra MT (la
chiave BT2 rimane bloccata);

si chiude il sezionatore di terra MT e il pannello asportabile o la porta dell'unita funzionale di MT si


pu aprire (la chiave CT2 si libera e la manovra rimane bloccata);

con la chiave C2 anellata alla chiave CT2 si pu togliere la barriera o aprire la porta del Box TR2
(la chiave C2 rimane bloccata).

Per rimettere in servizio il trasformatore si opera in modo inverso e precisamente:

si posiziona la barriera o si chiude la porta del Box TR2 (la chiave C2 si libera);

si posiziona il pannello asportabile o si chiude la porta dell'unit funzionale di MT;

con la chiave CT2 anellata alla chiave C2 si sblocca la manovra del sezionatore di terra MT (la
chiave CT2 rimane bloccata);

si apre il sezionatore di terra MT (la chiave BT2 si libera);

con l'apertura del sezionatore di terra MT si libera l'interblocco meccanico del sezionatore di linea MT;

si chiude il sezionatore di linea MT (la chiave S2 si libera);

con la chiave I2 anellata alla chiave S2 si sblocca la manovra dell'interruttore MT;

si chiude l'interruttore di MT (la chiave I2 rimane bloccata);

con la chiave B2 anellata alla chiave BT2 si sblocca la manovra dell'interruttore di BT;

si chiude l'interruttore di BT (la chiave B2 rimane bloccata).

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Figura G.1 Esempio di schema di cabina MT/BT dotata di interblocchi di sicurezza

ALLEGATO H
H.1

Fattore limite di precisione dei trasformatori di corrente per protezione

Il fattore limite di precisione F1 di un TA per protezione viene definito come rapporto tra il valore pi
elevato della corrente primaria per il quale il TA soddisfa alle prescrizioni relative allerrore composto e
la corrente nominale primaria.
Esso determina quindi il valore della corrente primaria (F1 Ipn) al di sopra della quale non si pu pi fare
affidamento sulla linearit del rapporto Ip/Is fra corrente primaria e secondaria. Questa affermazione vale solo se
il carico secondario uguale alla prestazione nominale del TA.
Nel caso in cui il carico sia inferiore alla prestazione nominale del TA si pu ritenere valida la
seguente relazione:
[(VA)T + (VA)n] F1 = [(VA)T + (VA)c] F1
dove:
(VA)T

potenza dissipata nel TA alla corrente nominale (praticamente = Rs I2sn);

(VA)n

prestazione nominale del TA;

(VA)c

carico effettivo alla corrente nominale (apparecchi e collegamenti);

il fattore limite di precisione passa quindi dal valore minimale F1 al valore effettivo F1:
F'1 = F1

(VA) T + (VA) n
(VA) T + (VA) c

Il fattore limite di precisione effettivo di un TA deve soddisfare le due condizioni seguenti:


avere un valore sufficientemente alto da assicurare un corretto intervento dei rel di protezione;
avere un valore tale che non vengano superati i limiti termici e dinamici dei rel di protezione.
NOTA

H.2

Il valore della resistenza R s dellavvolgimento secondario dei TA non rientra tra i dati forniti normalmente
dal costruttore salvo richiesta specifica.

Esempio di verifica del comportamento della catena di protezione composta dai


trasformatori di corrente collegati al rel di protezione

H.2.1 Trasformatore di corrente:


rapporto (A)

100/5;

classe di precisione

5P 30;

prestazione (VA)

2,5;

resistenza secondaria () a 75C

0,06;

altre caratteristiche come da curva di magnetizzazione riportata nel seguito;

Rel di protezione

(funzione 50/51);

corrente nominale In (A)

5;

consumo (VA)

0,025 (Rr = 0,001 );

tenuta termica

100 In per 1 secondo;

taratura (soglie a tempo indipendente)

da 0,1 In a 24 In.

H.2.2 Caratteristiche dei conduttori di collegamento fra trasformatore di corrente e rel di


protezione:

sezione (mm2)

2,5;

lunghezza (m)

6;

resistenza Rc a 20C ()

0,04788;

resistenza Rc a 75C ()

0,0579 0,06.

GUIDA
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H.3

Calcolo del fattore limite di precisione effettivo (F1)


F '1 = F1

(VA) T + (VA)n
(VA) T + (VA) c

dove:
F1

= Fattore limite di precisione effettivo

F1

= Fattore limite di precisione nominale (30*)

(VA)T

= Potenza dissipata nel TA alla corrente nominale


(Rs I2sn) = 0,06(*) 52 = 1,5 VA

(VA)n = Prestazione nominale del TA (2,5 VA(*) )


(VA)c

= Carico effettivo alla corrente nominale (rel + cavetti collegamento)


(Rr + Rc) I2 sn= (0,001 + 0,06) 52 = 1,5 VA

Nelle condizioni di carico indicate il nuovo fattore limite di precisione diventa


F ' 1 = 30

1,5 + 2,5
= 39,9 40
1,5 + 1,5

Con il fattore limite di precisione ricavato, F1, si pu calcolare il valore di corrente primaria fino alla
quale il trasformatore di corrente mantiene una risposta lineare al secondario e precisamente:
F' 1 Ip 40 100 A = 4000 A

dove:
Ip

= Corrente primaria del trasformatore di corrente.

Rimane ora da verificare che anche il valore dell'errore composto del TA, calcolato al valore effettivo
della corrente limite di precisione, F1, rimanga ancora dentro la classe di precisione dichiarata del TA
che nel caso in esame del 5%.

H.4

Calcolo dell'errore composto (Ec%) del TA al valore della corrente limite di precisione
effettiva (F1 = 40)
Vs = (R s + R c + R r ) Isn F'1 Vs = (0,06 + 0,06 + 0,001) 5 40 = 24,2 V 24 V

dove:
Vs

= Tensione secondaria effettiva (o di funzionamento);

Rs

= Resistenza interna del trasformatore di corrente;

Rc

= Resistenza cavetti di collegamento;

Rr

= Resistenza interna del rel;

Isn

= Corrente nominale secondaria del trasformatore di corrente;

F1

= Fattore limite di precisione effettivo.

Dalla curva di magnetizzazione riportata nel seguito, a fronte di 24 V di tensione secondaria effettiva,
la corrente di eccitazione (I0) uguale a 1,30 A.
Ec% =

I0 100
1,3 100
Ec% =
= 0,65
I sn F'1
5 40

Risulta verificato che il TA rimane nella sua classe di precisione ( inferiore a 5%)

(*) dati rilevati dalla curva di magnetizzazione riportata nel seguito.


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CURVA DI MAGNETIZZAZIONE
Trasformatore di Corrente tipo

Primario avvolto (ARM3-N1)

Rapporto

100/5

Corrente Primaria Permanente (A)

120

Classe di Precisione

5P 30

Prestazione

2,5

Norme

CEI EN 60044-1

Spire Primarie

Spire Secondarie

80

Resistenza Secondaria () a 75C

0,06

Nucleo Tipo

Toroidale
Fe-Si

0,65

13,5

Frequenza (c/s)

50

I valori letti sul grafico devono essere moltiplicati per 'Y'

Materiale

Ginocchio

I valori letti sul grafico devono essere moltiplicati per 'X'


Analizzando con lo stesso criterio i trasformatori di corrente con i rapporti di trasformazione di pi
comune impiego nei quadri compatti di tipo protetto utilizzati negli impianti collegati alla rete MT del
distributore pubblico, si possono fare le seguenti considerazioni.
Con il rapporto minimo 25-50/5 A in caso di guasto di fase sul lato BT del trasformatore da 1250 kVA
la risposta lineare e si pu realizzare la selettivit MT/BT.
Per guasti di fase sul lato MT oltre un certo valore di circa (1000-2000) A deve essere il costruttore a
garantire il corretto funzionamento dell'insieme trasformatore di corrente e rel di protezione con le
tarature imposte dal distributore pubblico.
Per rapporti intermedi (oltre 50 A e inferiore a 300 A) la risposta lineare per guasti di fase sul lato BT
del trasformatore da 1250-2500 kVA e quindi assicurata la selettivit MT/BT.
Per guasti di fase sul lato MT oltre un certo valore (circa 2000-9000 A) deve essere il costruttore a
garantire il corretto funzionamento dell'insieme trasformatore di corrente e rel di protezione con le
tarature imposte dal distributore.

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Con il rapporto massimo 300-600/5 A garantita la risposta lineare per guasti di fase sia sul lato MT
sia sul lato BT del trasformatore da 2500 kVA ed quindi assicurata la selettivit.
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE
CARATTERISTICHE DEI TRASFORMATORI DI CORRENTE
Rapporto

F 1

Ipn con risposta


lineare al
secondario

Ec%

25/5

42

1050

0.176

50/5

42

2100

0.176

100/5

40

4000

0.65

300/5

30

9000

600/5

30

18000

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ALLEGATO I
I.1

Possibili interventi di riduzione del campo elettromagnetico (CEM) associabile a cabine


MT/BT

I.1.1

Premessa

Per lesposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici a frequenza industriale, si deve far
riferimento alla Legge 22 febbraio 2001, n. 36 Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a
campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7 marzo
2001 ed al Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 Fissazione dei limiti di
esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualit per la protezione della popolazione dalle
esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti.
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 200 del 29 agosto 2003.
Nel presente Allegato non vengono considerati i campi elettrici generati dalle cabine elettriche in
quanto non sono significativi ai fini dellesposizione ad essi della popolazione.
Si evidenzia che le schermature ai campi magnetici dovrebbero essere prese in considerazione
soltanto dopo aver adottato tutti i provvedimenti descritti al punto a) dei metodi di mitigazione.
I.1.2

Metodi di mitigazione dei campi magnetici generati da cabine elettriche

Alla luce e sulla base di esperienze tecniche riportate nella relativa letteratura si pu dire, in sintesi,
che i principali metodi di mitigazione dei campi magnetici associabili a cabine MT/BT sono, in ordine di
efficacia, i seguenti.
a) Agire sulla configurazione e sulla componentistica della cabina attraverso:
l'allontanamento delle sorgenti di campo (quadri e relativi collegamenti al trasformatore) dai muri
della cabina confinanti con l'ambiente esterno ove si vuole ridurre il campo. In particolare, l'attenzione
maggiore dovrebbe essere rivolta ai collegamenti in bassa tensione tra trasformatore e quadri BT e tra
questi ultimi e le linee uscenti, essendo tali componenti quelli interessati dalle correnti pi elevate;
l'avvicinamento delle fasi dei collegamenti e, ove possibile, l'utilizzazione per tali collegamenti di
cavi cordati;
l'ottimizzazione della disposizione delle fasi nel caso di collegamenti realizzati con pi cavi
unipolari per fase collegati in parallelo tra loro;
l'utilizzazione di unit modulari compatte.

Al fine di ottimizzare la configurazione della cabina, si tenga presente il diverso contributo


alla produzione di campi magnetici dovuti ai singoli componenti della cabina stessa.
Ad esempio, negli impianti molto vecchi i collegamenti tra trasformatore e quadro di bassa
tensione sono generalmente realizzati in piattina di rame nudo e con geometria larga. Un
intervento che abbatte notevolmente il campo magnetico quello di sostituire tali
conduttori con cavi posati possibilmente in cunicoli o a pavimento, al centro della cabina.
Unulteriore considerevole riduzione si ottiene se si utilizzano cavi cordati.
NOTA Il campo magnetico nellintorno di cavi avvolti ad elica inferiore a quello dovuto agli stessi cavi non
avvolti ed tanto minore quanto pi piccolo il passo delica.

Anche i circuiti di media tensione non dovrebbero essere trascurati, in particolare quelli
che collegano le linee MT ai relativi scomparti di cabina. Infatti, questi circuiti (nel caso di
collegamento in entra-esci della cabina alla rete) sono percorsi da una corrente che pu
essere dello stesso ordine di grandezza di quelle dei circuiti di bassa tensione. Una
consistente riduzione del campo magnetico pu essere ottenuto impiegando per questi
collegamenti dei cavi tripolari cordati invece che cavi unipolari.
Meno importanti, dal punto di vista della produzione di CEM, sono invece i collegamenti tra
il trasformatore ed il relativo scomparto del quadro MT; in questo caso infatti la corrente
solamente di qualche decina di ampere e, generalmente, il percorso dei cavi interessa la
parte pi interna della cabina.

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Infine, per quanto riguarda i trasformatori in olio, quando vengano impiegati, la presenza della
cassa di ferro rende trascurabili i flussi dispersi nell'ambiente circostante; il campo magnetico
misurato sulla parete esterna adiacente al trasformatore sostanzialmente imputabile ai cavi MT o
BT che si collegano ai suoi terminali. Per questo motivo consigliabile allontanare comunque il
trasformatore dalla parete e posizionarlo in modo che i passanti di media tensione (correnti basse)
siano rivolti verso la parete della cabina ed i passanti di bassa tensione (correnti pi intense) siano
invece rivolti verso il centro della cabina stessa.
b) Utilizzare schermi
Come si visto, gli interventi sulla configurazione consentono di ottenere considerevoli
riduzioni del campo magnetico. Tuttavia tali accorgimenti, che sono facili da effettuare in
fase progettuale, sono talvolta difficili (o addirittura impossibili) da realizzare su cabine
esistenti e possono essere anche particolarmente costosi.
Nei casi in cui non sia possibile intervenire sulla configurazione di cabina, oppure quando
tale intervento non consente di raggiungere lobiettivo prefissato, si pu ricorrere
all'utilizzazione di schermi parziali o totali.
La schermatura pu essere parziale, limitata cio alle principali sorgenti di campo
magnetico (cavi, quadri, trasformatore) o al limite ad alcune pareti, oppure totale, ovvero
estesa allintera cabina.
La schermatura parziale consiste nellavvolgere le principali sorgenti di campo con schermi
ferromagnetici se si vuole ridurre il campo nelle immediate vicinanze dello schermo, oppure
conduttori se si vogliono ottenere migliori risultati anche a distanze maggiori. L'accoppiamento dei
due tipi di schermo rappresenta la soluzione tecnica per risolvere i casi pi difficili. Infatti, la
geometria complessa dei circuiti di cabina, e quindi la presenza contemporanea di campi con
componenti significative sia verticali che orizzontali, impone talvolta di dover ricorre a schermature
combinate (con materiali conduttori e ferromagnetici).
Nel caso di fasci di cavi, la schermatura pu essere effettuata con profilati sagomati ad U
di adeguato spessore. In questo caso lo schermo per essere efficace deve avere uno
spessore di qualche millimetro; ci conferisce per altro allo schermo buone propriet
meccaniche che lo rendono anche utilizzabile, se opportunamente sagomato, come
struttura portante dei cavi da schermare.
La schermatura totale di una parete pu essere effettuata mettendo in opera lastre di
materiale conduttore o ferromagnetico o di entrambi i tipi.
In alcuni casi pratici sono stati ottenuti dei buoni risultati impiegando lamiera di acciaio commerciale di
spessore 3 mm 5 mm. A questo riguardo si evidenzia che gli acciai normalmente in commercio non
sono caratterizzati da valori di permeabilit e conducibilit definiti, per cui la loro efficacia schermante
pu essere anche molto diversa da caso a caso. Per ovviare a questo inconveniente si possono
utilizzare materiali ferromagnetici a permeabilit controllata, oppure materiali conduttori che hanno un
comportamento ben definito ed una buona efficienza schermante.
In definitiva, la scelta del tipo di schermo (sagoma, dimensioni, materiale) dipende molto
dalle caratteristiche delle sorgenti e dal livello di mitigazione di campo magnetico che si
vuole raggiungere. Per agevolare tale scelta progettuale appare quindi fondamentale ed
indispensabile farla precedere da una fase propedeutica di caratterizzazione della cabina,
attraverso la quale individuare i livelli di campo magnetico pi significativi, descriverne la
distribuzione spaziale in termini sia di intensit che di orientamento ed associare ad essi i
componenti di cabina che verosimilmente ne rappresentano le sorgenti primarie.
I.1.3

Comportamento e caratteristiche degli schermi ferromagnetici

I materiali ferromagnetici, avendo una permeabilit pi elevata di quella dellaria, offrono una via
preferenziale al campo magnetico, in questo modo sottraggono linee di flusso dalla zona intorno alla
sorgente da schermare. La loro efficienza schermante pertanto elevata nelle immediate vicinanze
dello schermo mentre diminuisce all'aumentare dalla distanza dallo schermo stesso. Data la bassa
frequenza dei campi qui considerati, per ottenere uno schermo efficiente spesso necessaria una
notevole quantit di materiale ferromagnetico (nel caso di lamiere di acciaio comune) e ci determina
solitamente pesi molto elevati. Limpiego di materiali ferromagnetici quindi da preferire per aree di
dimensioni ridotte e nel caso in cui sia importante ottenere leffetto di mitigazione nelle zone pi vicine
alla sorgente.

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La loro efficienza schermante dipende poi da diversi parametri; in particolare:


essa migliora con laumentare della permeabilit magnetica relativa del materiale impiegato;
lo spessore poco influente nel caso si utilizzi acciaio comune. Infatti lefficienza non varia
significativamente se si usano lamiere di spessore compreso fra 5 mm e 10 mm. Per spessori
inferiori a 2 mm invece lefficienza si riduce in modo apprezzabile;
quanto pi elevata la conducibilit tanto migliore lefficienza schermante in quanto leffetto
aggiuntivo dovuto alle correnti indotte fornisce un contributo non trascurabile;
lefficienza di uno schermo magnetico inoltre tanto maggiore quanto maggiore la sua
estensione e quanto pi avvolge la sorgente di campo magnetico. Non va per trascurato leffetto
di concentrazione di campo lungo i bordi dello schermo dove il campo stesso pu essere anche
maggiore di quello iniziale;
lefficienza migliora col diminuire della distanza sorgente schermo.

Lorientamento del campo inducente importante: uno schermo ferromagnetico di forma piana
reagisce solo alla componente del campo magnetico ad esso parallela. Pertanto diventa
fondamentale, ai fini dell'efficienza dello schermo, studiarne accuratamente la posizione e la sagoma,
oltre che la dimensione.
I.1.4

Comportamento e caratteristiche degli schermi conduttori

Gli schermi conduttori agiscono invece attraverso un meccanismo totalmente diverso. In essi vengono
indotte delle correnti parassite che a loro volta danno origine ad un campo magnetico che si oppone a
quello inducente. Limpiego di materiali conduttori particolarmente indicato quando si desideri
ottenere significative riduzioni di campo non solo nelle immediate vicinanze della sorgente ma anche a
distanze maggiori.
La loro efficienza schermante dipende poi da diversi parametri; in particolare:
Spessore ed efficienza di uno schermo conduttore sono legati tra di loro da una legge che, fino a certi
valori di spessore, lineare. Va comunque tenuto conto che una volta raggiunto lo spessore
coincidente con la profondit di penetrazione delle correnti parassite (pari a circa 9 mm per il rame e
12 mm per l'alluminio), laumento dello spessore non comporta alcun miglioramento dellefficienza
schermante, ma solo un peso aggiuntivo dello schermo.
L'efficienza tanto migliore quanto pi elevata la conducibilit. In teoria si dovrebbe pertanto
preferire il rame all'alluminio; tuttavia, tenendo presente che la minore efficienza dello schermo di
alluminio pu essere compensata da un maggior spessore dello schermo stesso, va valutata, caso
per caso, la convenienza di impiegare luno o laltro materiale.
Lefficienza di uno schermo conduttore inoltre tanto maggiore quanto maggiore la sua estensione.
Determinante, comunque, la possibilit pratica di estendere lo schermo in modo da avvolgere le
linee di campo magnetico della principale sorgente.
Lefficienza aumenta col diminuire della distanza sorgente schermo e con il miglioramento della
continuit elettrica tra le varie parti elementari che lo costituiscono (per esempio saldatura piuttosto
che connessione elettrica in treccia di rame).
Lorientamento del campo inducente altrettanto importante. Uno schermo conduttore di forma piana
reagisce infatti solo alla componente del campo magnetico ad esso normale. Pertanto diventa
fondamentale, ai fini dell'efficienza dello schermo, studiarne accuratamente la posizione e la sagoma,
oltre che la dimensione.

Confronto tra schermi conduttori e schermi ferromagnetici


La scelta del tipo di schermo dipende soprattutto dallattenuazione del campo magnetico che si vuole
ottenere e da altri fattori che influenzano i criteri di progettazione, quali il peso, le dimensioni e la
facilit di posa in opera, il costo. Inoltre, la forma finale dello schermo pu essere limitata da difficolt
pratiche di costruzione e spesso possibile utilizzare solo una parte di quanto progettato. Questo
problema sorge di solito quando lapparecchiatura elettrica da schermare gi installata.

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Al fine di definire alcune caratteristiche generali riguardanti i parametri che influenzano lefficienza
schermante, vengono qui ripresi alcuni risultati di studi illustrati nella letteratura tecnica. stato
studiato il problema attraverso il modello illustrato in Fig. I1. Questo schema comprende un sistema
trifase con neutro e quattro elementi schermanti (indicati con S1, S2, S3 ed S4). Le configurazioni
degli schermi prese in esame sono state le seguenti:
a) configurazione piana (presenza del solo elemento S1),
b) configurazione a forma di U (utilizzando gli elementi S1, S2 e S3),
c) configurazione a scatola (considerando tutti e 4 gli elementi schermanti).
Gli elementi schermanti sono costituiti da materiale conduttore o da materiale ferromagnetico. Per
quanto riguarda lo schermo conduttore stata considerata una conducibilit di circa 36 MS/m che
simula le propriet elettriche dellalluminio puro. Per gli schermi ferromagnetici si assunto una
permeabilit relativa di alcune centinaia, facendo riferimento alla permeabilit iniziale della lega Fe-Si
a cristalli non orientati (N.O.).
Sono stati considerati i seguenti parametri geometrici: distanza d fra la sorgente e lo schermo nel
range di qualche centimetro; spessore s dello schermo nel range di qualche millimetro. Va
sottolineato che lo spessore considerato si riferisce a schermi posizionati direttamente nellintorno
della sorgente, dove il volume del materiale limitato. Ovviamente, nel caso di una schermatura su
scala pi ampia, lo spessore del foglio ferromagnetico necessariamente pi limitato.
Per ogni configurazione stata calcolata la densit di flusso magnetico lungo le linee 1 e 2 di Fig. I.1.
Tutti i risultati sono stati normalizzati per il valore massimo di induzione ottenuto, lungo la linea di
calcolo considerata, in assenza di schermo.

S4

S2

S3

Ss

Ss

Ss

Ss

cc

s
s

x
S1
Linea 2

p
Linea 1

Fig. I.1 Modello utilizzato nello studio (c = 30 mm; p = 15 cm ; L = 36 cm).

In Fig. I.2 riportato leffetto della distanza d fra i conduttori e lo schermo piano, avendo fissato lo
spessore dello schermo (s = 5 mm). Nel caso di materiale ferromagnetico il valore massimo della
densit di flusso magnetico si raggiunge in prossimit dei bordi dello schermo; al decrescere della
distanza d questi valori massimi si riducono (Fig. I2a); al contrario il parametro d non influenza, in
modo apprezzabile, il valore della densit di flusso nella zona dietro lo schermo conduttore.
Landamento dei flussi lungo la linea 2 (ortogonale allo schermo) illustrato nella Fig. I.2b: da essa si
nota che:
nelle immediate vicinanze dello schermo (circa 10 cm), lefficienza schermante dei materiali
ferromagnetici migliore di quella dei materiali conduttori;
con il progressivo allontanamento dallo schermo (oltre ai 20 cm) i materiali conduttori hanno una
efficienza migliore di quelli ferromagnetici.
lefficienza degli schermi (sia conduttori che ferromagnetici) decresce quando la distanza d
aumenta.

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Infine, in Fig. I3 viene mostrato leffetto della sagoma dello schermo avendo fissato lo spessore (s = 5 mm)
e la distanza fra conduttori e schermo (d = 10 cm). Da essa si pu notare che lo schermo ad U e quello
chiuso a scatola, sia in materiale ferromagnetico che conduttore, sono le configurazioni pi efficienti
dal punto di vista della mitigazione del campo magnetico.

Senza schermo
Schermo conduttore:
Schermo ferromagnetico:

Induzione magnetica [p.u]

Schermo piano

Posizione x [m]
Posizione

Induzione magnetica [p.u]

Schermo piano

1
Posizione

y [m]

a) Induzione magnetica lungo la linea 1 (posta ad una distanza P = 15 cm dal piano di


giacenza dei conduttori);
b) Induzione magnetica lungo la linea 2.
Fig. I.2 Effetto della distanza d sull'efficienza di uno schermo piano (s = 5 mm):

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Senza
shermo
W ithout
shield
schermo

Conducting
shield:
Schermo
conduttore:

piano
planar

formato a U
U-shaped

chiuso
closed

Ferromagnetic
shield:
Schermo
ferromagnetico:

piano
planar

U-shaped
formato a U

chiuso
closed

1.25

a)

Magnetic
flux
density[p.u]
[p.u.]
Induzione
magnetica

(d=10 cm, s=5 mm)


1.00
0.75
0.50

0.25
0.00
-0.2

-0.1

0.0
0.1
Position xx [m]
Posizione
[m]

0.2

M agnetic
fluxmagnetica
density [p.u.]
Induzione
[p.u]

b)
(d=10 cm, s=5 m m)

0.1

0.01

1E-3
0.0

0.2

0.4

0.6

0.8

1.0

Position yy [m]
Posizione
[m]

a) Induzione magnetica lungo la linea 1 (posta ad una distanza P = 15 cm dal piano di


giacenza dei conduttori),
b) Induzione magnetica lungo la linea 2.
Fig. I.3 Effetto della sagoma dello schermo sull'efficienza degli schermi (s = 5 mm, d = 10 cm)

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ALLEGATO J
J.1

Dimensionamento termico

J.1.1

Generalit

noto come ogni apparecchio elettrico, essendo percorso da corrente che produce perdite per effetto
joule, debba essere dimensionato termicamente. Questo Allegato ha lo scopo di chiarire alcuni
concetti che sono alla base della scelta delle apparecchiature principali che sono installate in una
cabina.
Si fa riferimento alla Figura J che segue dove le apparecchiature incluse nellarea tratteggiata si
intendono allinterno della cabina.
J.1.2

Temperatura di riferimento

Si ipotizza che la Cabina sia localizzata in unarea dove le temperature meteorologiche risultano
essere:
temperatura massima 45 C;
temperatura minima 0 C;
media delle massime 38 C.
Viene fissata la temperatura di riferimento di 40 C per il dimensionamento delle apparecchiature
allaperto.
Supponendo la Cabina in edificio in muratura provvisto di ventilazione naturale si ipotizza che la
temperatura interna sia di 5 C superiore a quella esterna.
Pertanto la temperatura di riferimento per il dimensionamento delle apparecchiature allinterno di 45 C.
J.1.3

Trasformatore T

a) Posizionamento allesterno
Il trasformatore in olio a raffreddamento naturale. Secondo la Norma CEI 14-4 le
sovratemperature massime ammesse per gli avvolgimenti e per lolio isolante sono
rispettivamente 65 C e 60 C.
La stessa Norma indica allart. 2.1 la temperatura di 40 C come quella di riferimento per
la potenza nominale.
Pertanto secondo la Norma CEI le temperature massime ammissibili sono:
105 C per gli avvolgimenti;
100 C per lolio isolante.
b) Posizionamento allinterno
In questo caso, essendo la temperatura di riferimento di 45 C, il costruttore dovr
progettare il trasformatore limitando le sovratemperature a:
60 C per gli avvolgimenti;
55 C per lolio isolante.
Le stesse condizioni si applicano agli accessori quali possono essere i passanti o eventuali
trasformatori di corrente.
Come indicato dalle stesse Norme CEI sopra citate, occorre inoltre verificare che, con il fattore di
carico utilizzato, la temperatura media annuale e giornaliera del locale di installazione non siano
superiori rispettivamente a 20 C e 30 C.

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J.1.4

Interruttore I 1

Linterruttore I1 dimensionato in corrente sulla base della potenza nominale del trasformatore;
supponiamo che tale corrente sia di valore In1. Dal catalogo del costruttore dellinterruttore si sceglie
una corrente nominale In2, dellinterruttore, in modo che risulti:
In2 > In1
Si deve per fare attenzione alla Norma CEI 17-5 dove indicato che la portata dellinterruttore In2
intesa con interruttore in aria libera; si devono pertanto applicare dei coefficienti, che si suggerisce
sempre di avere dal costruttore, che tengano conto che:

linterruttore installato in un determinato tipo di quadro; coefficiente K1;


il quadro in cui installato linterruttore a sua volta installato in un ambiente a temperatura di
riferimento (45 C) superiore a quella indicata dalla Norma CEI EN 60439-1, coefficiente K2.

Infine si dovr quindi verificare che:


In2 K1 K2 > In1
J.1.5

Sbarre S

Anche le sbarre S sono dimensionate in corrente sulla base della potenza nominale del trasformatore;
scelta una corrente nominale InS si deve verificare che:
InS K2 > In1
J.1.6

Interruttore I 2

Linterruttore I2 dimensionato in corrente sulla base della potenza (nominale) del carico; valgono le
stesse considerazioni fatte negli esempi di coordinamento delle protezioni di massima corrente su
cabina alimentata da pubblica (allegato F).
Se la corrente del carico Inc si sceglier un interruttore con corrente nominale In4 verificando che:
In4 K1 K2 > Inc
J.1.7

Cavo C

Dal catalogo del costruttore si ricava la portata del cavo riferita a determinate condizioni di posa (es.
cavo posato singolarmente a 20 C di temperatura ambiente).
necessario introdurre coefficienti che tengano conto di:
K1 differente temperatura;
K2 tipo di posa;
K3 vicinanza di altri cavi caldi.
Si dovr verificare che:
Inc / (K1 K2 K3) < Iz
Essendo Iz la portata del cavo singolo a 20% ed Inc la corrente assorbita dal carico.
NOTA

Si rammenta che il cavo (in bassa tensione) deve essere verificato anche in base alla caduta di tensione
(per i motori sia in servizio normale che allo spunto).

Il cavo deve essere dimensionato anche relativamente alle temperature massime raggiungibili in
cortocircuito. Si veda al proposito la Norma CEI 64-8, art. 434.3.2.
J.1.8

Utilizzatore U

Valgono le stesse considerazioni fatte per il trasformatore, con laccortezza di fare riferimento alle
normative proprie dellutilizzatore (es. motori).

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Figura J

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ALLEGATO K
K.1

Premessa

In Italia vigente la Norma CEI EN 60617-7 che definisce la simbologia e la relativa funzione dei rel
impiegati a vario titolo nelle apparecchiature, nelle stazioni di produzione, di trasformazione, di
rifasamento e di conversione elettriche.
Molti operatori del settore elettrico, nonostante quanto suddetto, utilizzano la codifica ANSI/IEEE della
Norma C37.2.
Per agevolare, perci, gli installatori ed i progettisti, specialmente se impegnati in attivit di modeste e
piccole dimensioni, nel presente Allegato si forniscono le tabelle relative alla simbologia ANSI/IEEE. Si
ricorda, tuttavia, che la Norma CEI EN 60617-7 ne vieta l'uso e consente che essa possa essere
utilizzata solo a commento di quella europea.
Un esempio dell'uso corretto della simbologia quello di utilizzare la simbologia riportata nella
colonna a destra della Tabella K.1 e commentata dal codice ANSI/IEEE:
Tabella K.1
Codice
ANSI/IEEE

Simbologia corrispondente alla Norma


CEI EN 60617-7

Definizione della funzione

51

Massima corrente di fase temporizzata

I>

50

Massima corrente di fase istantanea

I> =0

51 N

Massima corrente di terra temporizzata

I>

50N

Massima corrente di terra istantanea

I>

67

Massima corrente di fase direzionale

67N

K.2

I>

Massima corrente omopolare direzionale

I>

=0
=0
=0

Tabella K.2 informativa sulla codifica generale dei rel secondo ANSI/IEEE
Tabella K.2

Codice
ANSI/IEEE

2
3

Definizione

Apparecchio di comando per inizio delle


manovre

Descrizione
Pu essere un pulsante, un commutatore, un rel
voltmetrico, un interruttore a galleggiante, ecc. destinato a
mettere in servizio o fuori servizio un determinato
complesso, o direttamente, o sotto il controllo di altri
apparecchi, quali rel a tempo o protettivi.

Rel a tempo per messa in marcia di una


macchina o di un impianto o per chiusura di Serve a introdurre un certo intervallo di tempo nel
susseguirsi, di due operazioni in una sequenza
un interruttore.
automatica.
Riservato per applicazioni future

Contattore o rel di comando principale

Dispositivo in genere comandato dal n. 1 (o


equivalente), dai blocchi e da opportune protezioni;
serve a chiudere e aprire una serie di circuiti di
comando col risultato di mettere In servizio un
complesso in determinate condizioni e di fermarlo in
altre determinate condizioni oppure in caso di guasto.

Dispositivo di arresto

Ha come scopo principale di mettere e mantenere


fuori servizio un complesso

Interruttore o contattore d'avviamento

Ha come scopo principale di collegare una macchina


alla- sua sorgente di avviamento

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Codice
ANSI/IEEE

Definizione

Descrizione

Interruttore anodico

Inserito nei circuiti anodici di un raddrizzatore a


vapore di mercurio principalmente per interrompere
ali archi di ritorno

Interruttore dei circuiti di comando

Interruttore o separatore a comando manuale usato


col preciso scopo di attaccare o staccare le sbarre e
le apparecchiature di comando dalla loro sorgente di
alimentazione

Dispositivo invertitore

Serve a invertire le connessioni di un circuito

10

In un impianto composto di diversi gruppi serve a


Commutatore dell' ordine di precedenza dei
cambiare l'ordine con cui i gruppi stessi entrano in
gruppi
servizio o si arrestano

11

Trasformatore per alimentazione dei circuiti


di comando in corrente alternata

12

Dispositivo di massima velocit

13

Dispositivo di velocit sincrona

14

Dispositivo di minima velocit

Funziona intorno alla velocit di sincronismo normale


di una macchina, come ad esempio un interruttore
centrifugo, un rel di scorrimento o di tensione, un
rel di minima corrente, ecc
Mantiene la velocit o la frequenza di una macchina o
di un sistema su un certo valore oppure entro
determinati limiti. (Entrano in questa definizione i
dispositivi che servono a portare un gruppo sincrono
alla velocit corrispondente all'attuale frequenza di
rete durante una manovra di parallelo automatico)

15

Dispositivo regolatore di velocit

16

Dispositivo di comando per carica batteria

17

Interruttore o contattore per la messa in


corto circuito del campo serie di una
macchina o per la chiusura di altro circuito
in parallelo al campo stesso

18

Interruttore, contattore o rel di


accelerazione o decelerazione

19

Provoca nei circuiti principali di una macchina il


Contattore o rel per il passaggio dalla fase
passaggio dalle connessioni di avviamento a quelle di
di avviamento a quella di marcia normale
marcia

20

Organo idraulico di intercettazione


comandato elettricamente

21

Rel a impedenza

Funziona quando l'impedenza di un circuito sale o


scende a un valore determinato

22

Interruttore o contattore di stabilizzazione

Chiude ed apre le connessioni di stabilizzazione o


equiripartizione di corrente fra i circuiti di campo delle
macchine o fra i regolatori di tensione, in un impianto
composto di vari gruppi

23

Dispositivo regolatore di temperatura

24

Interruttore o contattore per collegamento


di sbarre

Chiude direttamente o provoca la chiusura di circuiti


destinati ad accelerare o decelerare una macchina

25

Dispositivo selettore di parallelo

Apparecchio che interviene solo nell'istante in cui due


circuiti a corrente alternata si trovano in condizioni
reciproche tali di tensione,frequenza e fase, da
consentire la messa in parallelo dei circuiti stessi

26

Dispositivo termico di protezione

Interviene quando la macchina o l'apparecchio sul


quale applicato raggiunge una determinata
temperatura massima o minima

27

Rel di minima tensione in corrente


alternata

28

Dispositivo termico a resistore

Funziona in base alla temperatura di un resistere


destinato a rivelare limitare o smistare un carico
eccessivo

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Codice
ANSI/IEEE

Definizione

Descrizione

Interruttore o contattore o sezionatore di


isolamento

Dispositivo usato per servizio di emergenza,


manutenzione o prove

Rel a cartellino

Dispositivo a ripristino manuale che fornisce


segnalazioni ottiche, ad esempio, in caso di
intervento dei dispositivi di protezione; pu anche
essere utilizzato con funzioni di blocco

31

Dispositivo di eccitazione separata

Serve per connettere il campo derivato di una


convertitrice a una sorgente di eccitazione separata
durante l'avviamento, oppure per inserire i circuiti di
eccitazione e di innesco di un raddrizzatore

32

Rel o dispositivo per inversione di potenza


in corrente, continua

33

Interruttore di posizione

Chiude o apre il suo contatto quando il dispositivo


principale a CUI e applicato (il quale non ha numero
in questa classificazione) raggiunge una posizione
determinata

34

Combinatore di sequenza a motore

Serve a determinare con i suoi contatti la sequenza di


funzionamento dei dispositivi principali nel corso delle
manovre di avviamento, arresto, ecc.

35

Dispositivo per il comando delle spazzole o


per la messa in cortocircuito degli anelli

36

Dispositivo di polarit

37

Rel di minima corrente o di minima


potenza

38

Dispositivo per eccessiva temperatura dei


supporti

39

Contattore per indebolimento della


eccitazione di una macchina

40

Rel di eccitazione

Interviene per un determinato valore, della corrente di


eccitazione di una macchina

41

Interruttore o contattore di eccitazione

Applica o toglie l'eccitazione all'avvolgimento di


campo di una macchina

42

Interruttore o contatto re di marcia

Ha in genere lo scopo di connettere una macchina


alla sua sorgente di alimentazione normale (piena
tensione)

43

Commutatore di predisposizione del


servizio

Apparecchio comandato a mano che agisce sui


circuiti di comando cos da modificare il sistema di
funzionamento dell'apparecchio (p. es. automaticomanuale)

44

Contattore o rel per avviamento


successivo di diverse unit

Si usa negli impianti comprendenti diversi gruppi:


mette in servizio il primo gruppo successivo
disponibile quando va fuori servizio o comunque non
disponibile il gruppo normalmente preferito

45

Rel di massima tensione, in corrente


continua

46

Rel amperometrico per inversione di fase,


squilibrio di corrente tra le fasi, o per
mancata accensione anodica in un
raddrizzatore

Interviene per inversione della sequenza delle fasi in


un sistema polifase, per squilibrio fra le correnti in un
sistema polifase, o per mancata accensione di uno o
pi anodi in un raddrizzatore

47

Rel volumetrico per mancanza o


inversione di fase

Funziona per un determinato valore di una tensione


polifase di determinata sequenza di fase

48

Rel di sequenza incompleta

Riporta un complesso in condizioni normali o di riposo


e lo blocca se la normale sequenza di avviamento, di
servizio, o di arresto non si completa regolarmente
entro un tempo determinato

29

30

Funziona, o permette il funzionamento di un altro


apparecchio, soltanto con una certa polarit di
alimentazione

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Codice
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Definizione

Descrizione

49

Rel o dispositivo termico in corrente


alternata

Interviene quando la temperatura della macchina o


dell'apparecchio in c.a. supera un determinato valore

50

Interviene istantaneamente per valori eccessivi di


corrente o per incrementi eccessivamente rapidi della
Rel o apparecchio selettivo di cortocircuito
corrente, che rivelano un guasto nell'apparecchio o
nel circuito protetto

51

Rel di massima corrente in corrente


alternata

52

Interruttore o contattore in corrente


alternata

53

Rel per eccitazione o di tensione per


generatore

54

Interruttore che comincia a ridurre la corrente del


circuito principale entro 0,01 secondi dall'istante in cui
Interruttore extrarapido in corrente continua
la corrente o la sua variazione hanno assunto valore
eccessivo

55

Rel per fattore di potenza

Agisce quando il fattore di potenza di un circuito in


c.a. assume un determinato valore

56

Rel o apparecchio per applicazione del


campo

Si usa per applicare automaticamente l'eccitazione al


campo di un motore sincrono nelle condizioni pi
favorevoli di fase

57

Rel o dispositivo limitatore di corrente

58

Modifica la taratura di un regolatore di tensione in


Rel o dispositivo ugualizzatore di tensione modo che la tensione di macchina diventi uguale a
quella di rete prima del parallelo

Provoca l'eccitazione di una macchina in corrente


continua durante l'avviamento o funziona quando la
tensione della macchina raggiunge un determinato
valore

59

Rel di massima tensione in corrente


alternata

60

Rel a squilibrio di tensione

sensibile al rapporto tra i valori efficaci di due


tensioni

61

Rel a squilibrio di corrente

sensibile al rapporto fra i valori efficaci di due


correnti

62

Rel a tempo per arresto di una macchina


o di un Impianto per apertura di interruttore

63

Rel a pressione di fluidi

64

Rel di protezione per contatto a terra di


una macchina

65

Regolatore del motore primo

Determina l'apertura di una turbina o di un altro


motore mediante distributore. valvole. ecc.

66

Rel a impulsi

Serve per far funzionare un apparecchio un


determinato numero di volte o per provocare una
serie di periodi di funzionamento opportunamente
intervallati. Si usa anche per dare a un circuito una
alimentazione intermittente

67

Rel direzionale di potenza oppure rel


direzionale di massima corrente, per
corrente alternata

Funziona per un determinato valore della potenza


transitante in una certa direzione, oppure per
massima corrente accompagnata da passaggio di
potenza in una direzione determinata

68

Rel o dispositivo termico In corrente


continua

Interviene quando la temperatura della macchina o


dell'apparecchio in c.c. supera un determinato valore

69

Dispositivo manuale di consenso o blocco

A seconda della sua posizione permette o vieta la


messa in servizio di un gruppo, la chiusura di un
interruttore, ecc.

70

Reostato a comando elettrico

Apre o chiude i suoi contatti per determinati valori


della pressione di un fluido

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Codice
ANSI/IEEE

Definizione

71

Interruttore o contattore di emergenza per


corrente continua

72

Interruttore o contattore di manovra per


corrente continua

73

Interruttore o contattore per resistore di


carico

Cortocircuita o inserisce un gradino di resistenza


destinato a limitare, smistare o rivelare il carico in un
circuito di potenza, oppure inserisce in circuito un
riscaldatore

74

Rel di allarme

Rel (non del tipo a cartellino n. 30) usato per


azionare un allarme ottico o acustico, oppure che
funziona in relazione con detto allarme

75

Meccanismo per cambio di posizione

Serve a spostare un interruttore mobile in modo da


connetterlo, sconnetterlo o portarlo in posizione di
prova

76

Rel di massima corrente in corrente


continua

77

Trasmettitore di impulsi

Si usa per generare e trasmettere in un circuito di


telemisura o lungo un filo pilota gli impulsi destinati
agli strumenti indicatori o ai ricevitori

78

Rel misuratore dell"angolo di fase

Funziona in dipendenza dello sfasamento tra due


tensioni, due correnti, oppure una tensione e una
corrente

79

Rel di richiusura in corrente alternata

Comanda la richiusura e il blocco di un interruttore in


corrente alternata

80

Rel o dispositivo di minima tensione in


corrente continua

81

Dispositivo di frequenza

Funziona per un determinato valore della frequenza,


superiore, o uguale o inferiore al normale

82

Rel di richiusura in corrente continua

Determina la chiusura e la richiusura di un interruttore


in corrente continua, generalmente in base alle
condizioni del circuito di carico

83

Contattore o rel selettivo di comando o di


smistamento

Sceglie automaticamente fra diverse sorgenti di


alimentazione o condizioni di funzionamento in
un'apparecchiatura, o compie una commutazione in
modo automatico

84

Meccanismo di azionamento

Complesso di dispositivi elettrici, compreso il motore,


gli interruttori di posizione, ecc., per azionamento di
un variatore di rapporto, di un regolatore a induzione
o simile apparecchio

85

Rel ricevitore per sistemi a onde


convogliate o a fili pilota

Rel azionato o bloccato da un segnale trasmesso a


distanza in un complesso di protezione direzionale a
onde convogliate o a fili pilota in c.c.

86

Rel o dispositivo di blocco

Rel (o dispositivo) a scatto automatico con ripristino


manuale comandato elettricamente, il cui scopo di
mettere fuori servizio un complesso e bloccarlo al
verificarsi di condizioni anormali

87

Rel di corrente differenziale

Rel di protezione che interviene quando una


corrente differenziale assume un determinato valore
assoluto o percentuale

88

Motore o gruppo motogeneratore ausiliario

Serve ad azionare dispositivi ausiliari come pompe,


compressori, eccitatrici, ecc.

Sezionatore di linea

Usato in un circuito di potenza in c.c. oppure c.a., e


azionate elettricamente oppure munito di accessori
elettrici, come contatti ausiliari, blocco magnetico,
ecc.

89

Descrizione

GUIDA
CEI 11-35:2004-12
Pagina 102 di 106
Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

Codice
ANSI/IEEE

Definizione

Descrizione

90

Regolatore

Regola una grandezza, come la tensione, la corrente,


le potenza, ecc. su un valore determinato oppure
entro determinati limiti

91

Rel direzionale volumetrico in corrente


continua

Interviene quando la tensione a monte di un


interruttore aperte supera un certo valore con una
certa polarit

92

Rel direzionale voltmetrico ed


amperometrico in corrente continua

Interviene in un senso quando la tensione a monte di


un interruttore aperto supera un certo valore con una
certa polarit e in senso opposto quando la corrente
nel circuito stabilitesi con la chiusura dell'interruttore
supera un certo valore in senso contrario al normale

93

Contattore o rel per modifica della


eccitazione

Serve a modificare la corrente nel circuito di


eccitazione di una macchina

94

Contattore o rel di scatto oppure di scatto


libero

Serve a impedire l'immediata richiusura di un


dispositivo di interruzione scattato per sovraccarico,
anche se il circuito di chiusura originale rimasto
invariato, oppure provoca lo scatto di un interruttore o
di un contattore o di un complesso di apparecchi

95

Dispositivo distributore del carico

Serve a ripartire, secondo una legge determinata fra


diversi gruppi, il carico totale a cui sottoposto un
impianto

96

Rel di circolazione

Apre o chiude i suoi contatti in dipendenza della


circolazione di un fluido in un condotto

99

Rel di livello

Apre o chiude i suoi contatti in dipendenza del livello


di un fluido

Si ricorda, sempre a titolo informativo, che i numeri di codice riportati possono variare secondo quanto
segue:
se vengono aumentati di una quantit pari a 100, si riferiscono a rel con funzioni analoghe ma
applicati a complessi di comando per interruttori di linee uscenti da stazioni sia di produzione che non
di produzione di energia elettrica;
se vengono aumentati di una quantit pari a 200, si riferiscono a rel con funzioni analoghe ma
applicati a sistemi di telecomando;
se vengono aumentati di una quantit pari a 300, si riferiscono a rel con funzioni analoghe in sistemi
di telecomando che aziona interruttori di linee uscenti da stazioni sia di produzione che non di
produzione di energia elettrica.

K.3

Tabella K.3 informativa di altre codifiche ANSI/IEEE

Codice
ANSI/IEEE

Definizione della funzione secondo la


Norma ANSI C37.2

Descrizione della funzione

12

Massima Velocit

Rilevazione della sovravelocit nelle macchine rotanti

14

Minima velocit

Rilevazione della minima velocit nelle macchine


rotanti

21

Protezione di Minima impedenza

Rilevazione della misura di minima impedenza

21B

Protezione di Minima impedenza

Protezione di rincalzo dei generatori contro il


cortocircuito

24

Sovraflusso (v/Hz)

Controllo dell'aumento del flusso magnetico

25

Controllo di sincronismo

Controllo e autorizzazione della messa in parallelo di


due reti

26

Dispositivo termico

Protezione contro il sovraccarico

27

Minima tensione

Protezione per il controllo di un abbassamento di


tensione

Minima tensione di sequenza diretta

Protezione per motori contro il funzionamento con


una tensione insufficiente

27D

GUIDA
CEI 11-35:2004-12
Pagina 103 di 106
Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

Codice
ANSI/IEEE

Definizione della funzione secondo la


Norma ANSI C37.2

Descrizione della funzione

27R

Minima tensione Rimanente

Controllo della scomparsa della tensione mantenuta


da macchine rotanti dopo la sconnessione della rete
di alimentazione

27TN

Minima tensione di terza armonica

Rilevamento della presenza di un guasto a terra dell'


avvolgimento statorico (neutro impedente)

32P

Massima potenza attiva direzionale

Protezione di controllo della massima potenza attiva


trasferita

32Q

Massima potenza reattiva direzionale

Protezione di controllo della massima potenza


reattiva trasferita

Minima corrente

Protezione trifase contro l'abbassamento di corrente

37P

Minima potenza attiva direzionale

Protezione di controllo della minima potenza attiva


trasferita

37Q

Minima potenza reattiva direzionale

Protezione di controllo della minima potenza reattiva


trasferita

38

Sorveglianza della temperatura sonde


termiche

Protezione contro il riscaldamento anomalo delle


macchine elettriche

40

Perdita di eccitazione

Protezione delle macchine sincrone contro il guasto o


la perdita di eccitazione

46

Massima corrente di sequenza inversa

Protezione contro lo squilibrio delle correnti di fase

47

Massima tensione di sequenza Inversa

Protezione contro lo squilibrio delle tensioni e


rilevazione del senso di rotazione delle fasi

Avviamento prolungato e blocco rotore

Protezione dei motori per avviamenti in sovraccarico


o a tensione ridotta e per blocco meccanico

49

Immagine termica

Protezione contro il sovraccarico

49T

Sonde di temperatura

Protezione contro il riscaldamento anomalo delle


macchine

50

Massima corrente di fase istantanea

Protezione contro il cortocircuito tra le fasi

Guasto interruttore

Protezione di controllo della non apertura


dell'interruttore dopo un ordine di apertura

Massima corrente di terra istantanea

Protezione contro il guasto a terra istantaneo:


50N : corrente residua misurata sul ritorno comune
TA
50G : corrente residua misurata direttamente su un
solo TA o TA toroidale

Massima corrente a ritenuta di tensione


istantaneo

Protezione contro il cortocircuito tra le fasi a soglia


dipendente dalla tensione

Messa sotto tensione accidentale generatore

Rilevazione della messa in tensione accidentale dei


generatori

Massima corrente di fase tempo rizzata

Protezione contro il sovraccarico o il cortocircuito tra


le fasi

Massima corrente di terra temporizzata

Protezione contro il guasto a terra ritardato:


51 N : corrente residua misurata sul ritorno comune TA
51 G : corrente residua misurata direttamente su un
solo TA o TA toroidale

Massima corrente a ritenuta di tensione


temporizzata

Protezione contro il cortocircuito tra le fasi a soglia


dipendente dalla tensione

Massima tensione

Protezione per il controllo di un innalzamento della


tensione o di presenza tensione

37

48 51LR

50BF

50N o
50G

50V

50/27
51

51 N
oppure
51G

51V

59

GUIDA
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Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

Codice
ANSI/IEEE

Definizione della funzione secondo la


Norma ANSI C37.2

Descrizione della funzione

Massima tensione omopolare

Protezione per il rilevamento di perdita d'isolamento

63

Pressione

Rilevamento di guasto interno al trasformatore (gas,


pressione)

64

Massima corrente omopolare

Protezione contro il guasto a terra ritardato: corrente


residua misurata direttamente su un solo TA toroidale

64REF

Differenziale di terra ristretta

Protezione contro il guasto a terra di un avvolgimento


trifase collegato a stella con neutro messo a terra

Terra stato re 100 %

Rilevazione della perdita d'isolamento


dell'avvolgimento statorico (neutro impedente)

66

Limitazione del numero di avviamenti

Protezione che controlla il numero di avviamenti di un


motore

67

Massima corrente di fase direzionale

Protezione contro il cortocircuito in una direzione


determinata

Massima corrente omopolare direzionale

Protezione contro il guasto a terra in una direzione


determinata
NC : Neutro Compensato

59N

64G

67N
67NC
78

Rel misuratore dell'angolo di fase


Perdita di sincronismo (perdita di passo)

Rilevazione della perdita di sincronismo delle


macchine sincrone collegate alla rete

Richiusore

Logica di richiusura dell'interruttore dopo apertura su


guasto

81H

Massima frequenza

Protezione contro una frequenza di rete elevata

81L

Minima frequenza

Protezione contro una frequenza di rete bassa

81R

Derivata di frequenza (df/dt)

Protezione di frequenza per un distacco rapido tra


due reti

87B

Differenziale di sbarra

Protezione contro i guasti interni ad un sistema di


sbarre

87G

Differenziale generatore

Protezione contro i guasti interni al generatore

87L

Differenziale di linea

Protezione contro i guasti interni ad una linea

87M

Differenziale motore

Protezione contro i guasti interni ad un motore

87T

Differenziale trasformatore

Protezione contro i guasti interni ad un trasformatore

78PS
79

___________________

GUIDA
CEI 11-35:2004-12
Pagina 105 di 106
Norma CEI a diffusione limitata, per NoiL

La presente Norma stata compilata dal Comitato Elettrotecnico Italiano e


beneficia del riconoscimento di cui alla legge 1 Marzo 1968, n. 186.
Editore CEI, Comitato Elettrotecnico Italiano, Milano Stampa in proprio
Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 4093 del 24 Luglio 1956

Responsabile: Ing. A. Alberici

Comitato Tecnico Elaboratore


CT 99-Impianti elettrici di potenza con tensioni nominali superiori a 1 kV in corrente alternata (ex SC 11A)
Altre Norme di possibile interesse sullargomento
CEI 11-1
Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente alternata
CEI 11-17
Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo
CEI EN 60909-0 (CEI 11-25)
Correnti di cortocircuito nei sistemi trifasi in corrente alternata - Parte 0: Calcolo delle correnti
CEI EN 60865-1 (CEI 11-26)
Correnti di cortocircuito Calcolo degli effetti - Parte 1: Definizioni e metodi di calcolo
CEI 11-28
Guida d'applicazione per il calcolo delle correnti di cortocircuito nelle reti radiali a bassa tensione
CEI 11-37
Guida per l'esecuzione degli impianti di terra nei sistemi utilizzatori di energia alimentati a tensione maggiore di 1 kV
CEI EN 61660-1 (CEI 11-51)
Correnti di cortocircuito negli impianti ausiliari in c.c. nelle centrali e nelle stazioni elettriche - Parte 1: Calcolo delle
correnti di cortocircuito
CEI EN 61660-2 (CEI 11-52)
Correnti di cortocircuito negli impianti ausiliari in c.c. nelle centrali e nelle stazioni elettriche - Parte 2: Calcolo degli
effetti

85,00
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Totale Pagine 110

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