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EBOOK PER L'EDUCAZIONE CONTINUA IN MEDICINA
Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
INDICE
Presentazione
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Silvana Quadrino
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Silvana Quadrino
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Giorgio Bert
50
Giorgio Bert
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Paolo Vineis
79
88
Antonio Bonaldi
103
Antonio Bonaldi
130
Paola Arcadi
150
164
174
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Paola Zimmermann
Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
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Marco Bobbio
AZIONI E TRASFORMAZIONI
IN UNA PROSPETTIVA DI RETE
CAPITOLO 18. Bombe, ingranaggi, sassolini e reti:
Slow Medicine e gli aspetti sistemici di un progetto
di cambiamento
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Silvana Quadrino
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PRESENTAZIONE
FarePensareFare
Lo sviluppo di Slow Medicine fra fare e pensare
a 4 anni dalla fondazione
Atti del Terzo Congresso di Slow Medicine
Torino, 7 marzo 2015
Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
CAPITOLO 1.
Slow Medicine:
una scommessa, una realt
Antonio Bonaldi, Silvana Quadrino, Sandra Vernero
Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
informazioni
pilotate
dallindustria
(comunque
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Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
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Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
action tip si legge: Partecipa attivamente alla visita. Mostra con esattezza in
che punto hai dolore. Spiega cosa fa migliorare o peggiorare il dolore. Chiedi al
dottore cosa sta cercando. Se le conclusioni del medico non ti convincono fagli
altre domande. E concludono con un invito al coraggio
comunicativo, quello che abitualmente definiamo assertivit: Puoi
dire con tranquillit al tuo medico voglio solo essere certo di capire cosa sta
succedendo al mio corpo.
Ma davvero possibile un atteggiamento di questo tipo? I medici
saranno disposti ad accettarlo? I pazienti sapranno accettare le
risposte dei medici anche quando non coincidono con le loro attese,
troppo spesso artificiosamente indotte dal mercato?
Molte delle obiezioni che abbiamo raccolto in questi primi tre anni
di vita di Slow Medicine partono da una visione pessimistica del
futuro della medicina, basata essenzialmente sulla individuazione dei
responsabili di una situazione che professionisti sanitari e cittadini
percepiscono come irrimediabilmente compromessa. La colpa , a
scelta, dei medici che hanno perso umanit; dei pazienti che sono
diventati aggressivi e minacciosi; del mercato del farmaco; della
spinta alluso di tecnologie sofisticate; delle scelte organizzative;
delle scelte politiche; della corruzione; della perdita dei valori
Allora? Da cosa cominciamo? Se usciamo dalla vertigine delle colpe
e proviamo a capire che cosa alimenta la situazione di scontro e di
incomprensione fra chi cura e chi curato che ha fatto invocare una
rivoluzione dei pazienti, ci rendiamo conto che una delle componenti
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CAPITOLO 2.
Cos Slow Medicine:
riflessioni in progress
Dal sito www.slowmedicine.it
Slow medicine
- un percorso verso una cura sobria, rispettosa e giusta condiviso da
professionisti della salute, pazienti e cittadini;
- sostanzialmente un cambiamento di paradigma continuo, una
strada che si traccia nellaffrontarla, uno spazio aperto dove si
confrontano, su di un piano paritario, diversi percorsi di cura.
Confronto non significa competizione: lobiettivo di SM non ,
infatti, quello di stabilire quali percorsi siano pi giusti o pi
corretti in termini astratti, rispetto a teorie onnicomprensive o a
prove di efficacia, ma quali siano i pi appropriati nelle specifiche
situazioni cliniche. Nessuna medicina concettualmente slow;
- un sistema complesso in cui si incontrano e interagiscono
numerosi e diversi elementi: alcuni di essi rappresentano la medicina
scientifica, altri propongono modelli che la medicina occidentale
definisce non scientifici. Non sintende inventare unintegrazione
tra elementi spaiati, n di selezionare il buono di ogni modello per
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Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
Slow Medicine
- propone unarea di confronto, di messa in discussione delle
proprie certezze, in cui sia possibile accogliere e rendere disponibili,
a vantaggio dei pazienti e dei cittadini e con la loro costante
collaborazione, ci che dalle diverse esperienze risulti utile o
vantaggioso in termini di salute, di benessere, di autonomia
decisionale, in una visione ottimistica di salute che consista
sostanzialmente in una vita pienamente e completamente
vissuta. Il paradigma dominante vede invece una competizione, una
guerra per il potere tra strutture piramidali o tra professionisti, da cui
il paziente di fatto schiacciato;
- ha visione sistemica, di rete; in nessun momento la visione
lineare, causa/effetto, dovrebbe essere prevalente o dominante.
Percorsi lineari sono tuttavia possibili e necessari, ma si tratta di
semplificazioni che non devono mai far dimenticare la complessit;
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Il professionista slow
- sa mettere in discussione i percorsi di cura tratti dallevidence based
medicine sulla base del rapporto tra benefici, rischi e incertezze, per
adattarli alle esigenze e ai valori del paziente e delle persone a lui
prossime;
- si pone una rigorosa linea etica: il paziente e le persone a lui
prossime sono al centro degli interventi, il cui scopo quello di
aumentarne
il
benessere
psico-fisico
lautonomia
anche
decisionale;
- fa molta attenzione ad evitare di manipolare i pazienti o utilizzarli
per il proprio vantaggio; evita di approfittare della loro fragilit per
creare dipendenza. Si assicura di non dare mai informazioni inesatte
o incomplete; evita di denigrare o sconsigliare le altre forme di
cura. Non crede e non fa credere ai pazienti di possedere la vera
completa conoscenza;
- ha una profonda consapevolezza di quali siano i limiti della
medicina e non propone al paziente trattamenti che siano troppo
onerosi da sopportare o con vantaggi troppo ipotetici e incerti;
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Lo sviluppo di slow medicine tra fare e pensare a 4 anni dalla fondazione - Atti del terzo congresso nazionale
Paola Arcadi: Docente Corso Laurea Infermieristica, Univ. degli Studi Milano
Fabrizio Benedetti: Docente di Neurofisiologia e Fisiologia Umana, Facolt di
Medicina, Universit di Torino
Giorgio Bert: Docente di Semeiotica Medica allUniversit di Torino,
cofondatore dellAssociazione Slow Medicine
Corrado Bibbolino: Direttore di Dipartimento IRCCS INMI Spallanzani, Roma
Marco Bobbio: Responsabile Cardiologia AO S. Croce e Carle Cuneo
Antonio Bonaldi: Direttore Sanitario Azienda Ospedaliera S. Gerardo, Monza
Gianfranco Domenighetti: Universit della Svizzera Italiana, Direttivo Slow
Medicine
Elisa Frisaldi: Dipartimento di Neuroscienze Universit di Torino, Istituto
Nazionale di Neuroscienze
Lucia Giudetti: Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, Milano
Alan Pampallona: Fondazione Giancarlo Quarta Onlus, Milano
Silvana Quadrino: Psicologa Psicoterapeuta e Couselor, cofondatrice dellIstituto
Change e dellAssociazione Slow Medicine
Pier Riccardo Rossi: Medico di Medicina Generale, Societ Italiana di Medicina
Generale e di Cure Primarie
Nadia Urli: Direttore attivit formative e di tirocinio, Dipartimento Scienze
Ostetriche e Neonatali, AOU Verona
Sandra Vernero: Dirigente Medico in Staff direzione dellAzienda USL di
Bologna e Responsabile progetto nazionale Fare di pi non significa Fare meglio
Paolo Vineis: Chair in Environmental Epidemiology, Imperial College London
Paola Zimmermann: Funzionario Federazione per il Sociale e la Sanit
Dachverband fr Soziales und Gesundheit
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