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NORMA ITALIANA

Regole di sicurezza per la costruzione e linstallazione


degli ascensori e dei montacarichi

UNI EN 81-2

Ascensori idraulici
Seconda edizione
MAGGIO 1999

Safety rules for the construction and installation of lifts

DESCRITTORI

Ascensore, ascensore per cose, apparecchiatura idraulica, regolamento


edilizio, requisito di sicurezza, cabina, porta di piano, pistone, estensione
meccanica del filo, ammortizzatore, locale del macchinario, installazione
elettrica, dispositivo di arresto, dispositivo di blocco, targa, prova di conformit, certificazione

CLASSIFICAZIONE ICS

91.140.90

SOMMARIO

La norma fornisce le regole di sicurezza per la costruzione e linstallazione


degli ascensori idraulici nuovi, in installazione permanente, che servono
piani definiti, la cui cabina destinata al trasporto di persone o di persone
e cose, sospesa a mezzo di gruppi cilindro-pistone, funi o catene, che si
muove tra guide inclinate non pi di 15 rispetto alla verticale.

RELAZIONI NAZIONALI

La presente norma la revisione della UNI EN 81-2:1989.


Rispetto alledizione precedente stata completamente rivista tecnicamente.

RELAZIONI INTERNAZIONALI

= EN 81-2:1998
La presente norma la versione ufficiale in lingua italiana della norma
europea EN 81-2 (edizione agosto 1998).

ORGANO COMPETENTE

Commissione "Apparecchi di sollevamento e relativi accessori"

RATIFICA

Presidente dellUNI, delibera del 22 aprile 1999

NORMA EUROPEA

Hydraulic lifts

RICONFERMA

UNI
Ente Nazionale Italiano
di Unificazione
Via Battistotti Sassi, 11B
20133 Milano, Italia
Gr. 22

UNI - Milano 1999


Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
pu essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
il consenso scritto dellUNI.

N di riferimento UNI EN 81-2:1999

Pagina I di VIII

PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, della norma europea EN 81-2 (edizione agosto 1998), che assume cos lo status di norma nazionale italiana.
La traduzione stata curata dallUNI.
La Commissione "Apparecchi di sollevamento e relativi accessori"
dellUNI, che segue i lavori europei sullargomento, per delega della
Commissione Centrale Tecnica, ha approvato il progetto europeo il
23 dicembre 1997 e la versione in lingua italiana della norma il
30 aprile 1999.
Per agevolare gli utenti, viene di seguito indicata la corrispondenza
tra le norme citate al punto "Riferimenti normativi" e le norme italiane vigenti:
EN 294:1992
= UNI EN 294:1993
EN 1050
= UNI EN 1050
EN 10025
= UNI EN 10025

Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove


edizioni o di aggiornamenti.
importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in possesso
dellultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dellarte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dellapplicazione di questa norma, di poter fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dellarte
in evoluzione pregato di inviare i propri contributi allUNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terr in considerazione, per leventuale revisione della norma stessa.

UNI EN 81-2:1999

Pagina II di VIII

INDICE
PREMESSA

0
0.1
0.2
0.3

INTRODUZIONE
3
Disposizioni generali ............................................................................................................................... 3
Principi ............................................................................................................................................................ 3
Ipotesi .............................................................................................................................................................. 4

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

RIFERIMENTI NORMATIVI

DEFINIZIONI

4
4.1
4.2

UNIT DI MISURA E SIMBOLI


11
Unit di misura ........................................................................................................................................ 11
Simboli ......................................................................................................................................................... 11

5
5.1
5.2

5.6
5.7
5.8
5.9
5.10

VANO DI CORSA
11
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 11
Chiusura del vano di corsa ............................................................................................................... 11
Vano di corsa parzialmente chiuso...................................................................................................... 13
Vano di corsa parzialmente chiuso - Distanze ................................................................................ 14
Pareti, pavimento e soffitto del vano di corsa ........................................................................ 15
Esecuzione delle pareti del vano di corsa e delle porte dei piani di fronte
allaccesso della cabina...................................................................................................................... 16
Protezione degli spazi situati eventualmente sotto la traiettoria della
cabina o della massa di bilanciamento ...................................................................................... 17
Protezioni nel vano di corsa ............................................................................................................. 17
Testata e fossa........................................................................................................................................ 18
Destinazione esclusiva del vano di corsa ................................................................................. 19
Illuminazione del vano di corsa ...................................................................................................... 19
Soccorso di emergenza...................................................................................................................... 20

6
6.1
6.2
6.3
6.4

LOCALI DEL MACCHINARIO E DELLE PULEGGE DI RINVIO


20
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 20
Accessi ........................................................................................................................................................ 20
Costruzione e caratteristiche dei locali del macchinario................................................... 21
Costruzione e caratteristiche dei locali delle pulegge di rinvio ..................................... 22

7
7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
7.7
7.8

PORTE DI PIANO
24
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 24
Resistenza delle porte e dei loro telai......................................................................................... 24
Altezza e larghezza degli accessi ................................................................................................. 25
Soglie, guide e sospensione delle porte ................................................................................... 25
Protezioni relative al funzionamento delle porte ................................................................... 26
Illuminazione degli accessi e segnalazione di "presente" ............................................... 27
Controllo del blocco e della chiusura delle porte di piano ............................................... 27
Esempi di elementi di blocco ................................................................................................................. 28
Chiusura delle porte automatiche ................................................................................................. 30

8
8.1
8.2

CABINA E MASSA DI BILANCIAMENTO


30
Altezza della cabina.............................................................................................................................. 30
Superficie utile della cabina, portata, capienza (numero delle persone) ................ 30

figura

figura

5.3
5.4
5.5

figura

UNI EN 81-2:1999

Pagina III di VIII

1.1

Corrispondenza tra portata e superficie utile massima della cabina ................................................. 31

prospetto 1.1.A

31
Corrispondenza tra numero delle persone e superficie utile minima della cabina ................. 32
Pareti, pavimento e tetto della cabina ........................................................................................ 32
Grembiule .................................................................................................................................................. 33
Accessi della cabina ............................................................................................................................ 33
Porte di cabina ........................................................................................................................................ 33
Protezione durante il funzionamento delle porte .................................................................. 34
Inversione del movimento di chiusura ........................................................................................ 36
Dispositivi elettrici di controllo della chiusura delle porte di cabina............................ 36
Porte scorrevoli a pi ante tra loro collegate meccanicamente ................................... 36
Apertura della porta di cabina......................................................................................................... 36
Botole e porte di soccorso ................................................................................................................ 37
Tetto della cabina .................................................................................................................................. 37
Protezione frontale sullaccesso della cabina ........................................................................ 38
Apparecchiature sopra la cabina .................................................................................................. 38
Ventilazione .............................................................................................................................................. 38
Illuminazione ............................................................................................................................................ 39
Massa di bilanciamento ..................................................................................................................... 39

prospetto

prospetto

1.2

8.3
8.4
8.5
8.6
8.7
8.8
8.9
8.10
8.11
8.12
8.13
8.14
8.15
8.16
8.17
8.18
9

9.1
9.2
9.3
9.4
prospetto

prospetto

9.5

Superficie utile massima della cabina per ascensori idraulici per merci

........................................

SOSPENSIONE, PRECAUZIONI CONTRO LA CADUTA LIBERA,


LA DISCESA A VELOCIT ECCESSIVA E LABBASSAMENTO LENTO
DELLA CABINA
39
Sospensione ............................................................................................................................................ 39
Rapporti tra il diametro delle pulegge e il diametro delle funi Attacchi delle funi/catene ................................................................................................................... 40
Ripartizione del carico tra le funi o le catene ......................................................................... 40
Protezione delle pulegge e dei pignoni ..................................................................................... 41
Pulegge, pulegge di frizione e pignoni ............................................................................................... 41
Precauzioni contro la caduta della cabina, la discesa a velocit eccessiva,
labbassamento lento della cabina ............................................................................................... 41
Combinazioni di precauzioni contro la caduta libera, la discesa a velocit eccessiva,
labbassamento lento della cabina ...................................................................................................... 42

42
42
42
44
45
48
49

9.6
9.7
9.8
9.9
9.10
9.11
9.12

Precauzioni contro la caduta libera della massa di bilanciamento .............................


Resta disponibile ...................................................................................................................................
Paracadute ................................................................................................................................................
Dispositivo a morsa ..............................................................................................................................
Sistemi di comando dei paracadute e dei dispositivi a morsa ......................................
Dispositivo a tacchetti .........................................................................................................................
Sistema elettrico antideriva ..............................................................................................................

10
10.1

GUIDE, AMMORTIZZATORI E INTERRUTTORE DI EXTRACORSA


49
Disposizioni generali concernenti le guide .............................................................................. 49
Coefficienti di sicurezza delle guide .................................................................................................... 50
Sollecitazioni ammissibili amm ............................................................................................................ 50
Sistema di guida della cabina e della massa di bilanciamento .................................... 51
Ammortizzatori della cabina ............................................................................................................ 51
Corsa degli ammortizzatori della cabina ................................................................................... 52
Interruttore di extracorsa ................................................................................................................... 53

10.2
10.3
10.4
10.5
11
11.1
11.2

prospetto

prospetto

DISTANZA TRA CABINA E PARETE DEL VANO DI FRONTE ALLACCESSO


DI CABINA NONCH TRA CABINA E MASSA DI BILANCIAMENTO
54
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 54
Distanza tra cabina e parete di fronte allaccesso ............................................................... 54
UNI EN 81-2:1999

Pagina IV di VIII

figura

Distanza tra cabina e parete di fronte allaccesso di cabina ....................................................... 54

figura

Porta di piano a battente e porta di cabina a soffietto - Spazi liberi interni ............................ 55

11.3

Distanza tra cabina e massa di bilanciamento ...................................................................... 55

12
12.1
12.2
12.3
12.4
12.5
12.6
12.7
12.8
12.9
12.10

MACCHINARIO
55
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 55
Gruppo cilindro-pistone ...................................................................................................................... 55
Tubazioni .................................................................................................................................................... 58
Arresto e controllo di arresto della macchina ......................................................................... 59
Dispositivi idraulici di comando e dispositivi di sicurezza ................................................ 59
Controllo della pressione ................................................................................................................... 62
Serbatoio .................................................................................................................................................... 62
Velocit ........................................................................................................................................................ 62
Manovra di emergenza ....................................................................................................................... 62
Protezione della(e) puleggia(e) o del(dei) pignone(i) fissati sul gruppo
cilindro-pistone ........................................................................................................................................ 63
Protezione del macchinario .............................................................................................................. 63
Limitatore della durata dellalimentazione del motore........................................................ 63
Dispositivo di sicurezza per allentamento delle funi (catene) per gli
ascensori ad azione indiretta........................................................................................................... 64
Protezione contro il surriscaldamento del fluido idraulico................................................ 64

12.11
12.12
12.13
12.14
13
13.1
prospetto

13.2
13.3
13.4
13.5
13.6
14

INSTALLAZIONI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE


64
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 64
Resistenza di isolamento ........................................................................................................................ 64
Contattori, contattori ausiliari, componenti dei circuiti di sicurezza ............................ 65
Protezioni dei motori e delle altre apparecchiature elettriche ........................................ 65
Interruttori generali ................................................................................................................................ 66
Condutture elettriche............................................................................................................................ 67
Illuminazione e prese di corrente .................................................................................................. 68

14.2

PROTEZIONE CONTRO I GUASTI ELETTRICI, COMANDI E


PRECEDENZE
69
Analisi dei guasti e dispositivi elettrici di sicurezza ............................................................. 69
Diagramma per lesame di un circuito di sicurezza........................................................................ 72
Comandi...................................................................................................................................................... 73

15
15.1
15.2
15.3
15.4
15.5
15.6
15.7
15.8
15.9
15.10
15.11
15.12
15.13
15.14
15.15
15.16

AVVISI, MARCATURE E ISTRUZIONI PER LA MANOVRA


77
Disposizioni generali ............................................................................................................................ 77
Cabina .......................................................................................................................................................... 77
Tetto della cabina .................................................................................................................................. 78
Locali del macchinario e delle pulegge di rinvio.................................................................... 78
Vano di corsa ........................................................................................................................................... 78
Limitatore di velocit ............................................................................................................................ 78
Fossa ............................................................................................................................................................ 79
Ammortizzatori ........................................................................................................................................ 79
Identificazione del piano .................................................................................................................... 79
Identificazione delle apparecchiature elettriche .................................................................... 79
Chiave per lo sbloccaggio delle porte di piano ...................................................................... 79
Dispositivo di allarme ........................................................................................................................... 79
Dispositivi di blocco .............................................................................................................................. 79
Paracadute ................................................................................................................................................ 79
Valvola per discesa di emergenza ............................................................................................... 79
Pompa a mano ........................................................................................................................................ 79

14.1
figura

UNI EN 81-2:1999

Pagina V di VIII

15.17
15.18
15.19

Gruppi di ascensori .............................................................................................................................. 80


Serbatoio .................................................................................................................................................... 80
Valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione...................................... 80

16
16.1
16.2
16.3

CONTROLLI, PROVE, LIBRETTO E MANUTENZIONE


Controlli e prove .....................................................................................................................................
Libretto ........................................................................................................................................................
Informazioni dellinstallatore ............................................................................................................

80
80
80
81

APPENDICE
(normativa)

ELENCO DEI DISPOSITIVI ELETTRICI DI SICUREZZA

82

APPENDICE
(normativa)

CHIAVE TRIANGOLARE DI SBLOCCO

83

figura

B.1

Chiave triangolare di sblocco ................................................................................................................ 83

APPENDICE
(informativa)
C.1
C.2
C.3
C.4
C.5

APPENDICE
(normativa)
D.1
D.2

APPENDICE
(informativa)
E.1
E.2

CONTROLLI E PROVE PERIODICI, CONTROLLI E PROVE DOPO UNA


TRASFORMAZIONE IMPORTANTE O DOPO UN INCIDENTE
90
Controlli e prove periodici ................................................................................................................. 90
Controlli e prove dopo una trasformazione importante o dopo un incidente ........ 90

APPENDICE
(normativa)
F.0
F.1
F.2
F.3
F.4
F.5

COMPONENTI DI SICUREZZA - PROCEDURE DI PROVA PER LA


VERIFICA DELLA CONFORMIT
91
Introduzione ............................................................................................................................................................................... 91
Dispositivi di blocco delle porte di piano ................................................................................... 93
Resta disponibile ................................................................................................................................... 96
Paracadute ................................................................................................................................................ 96
Limitatore di velocit .......................................................................................................................... 102
Ammortizzatori ...................................................................................................................................... 103
Grafico della decelerazione ................................................................................................................. 107
Circuiti di sicurezza contenenti componenti elettronici ................................................... 108
Valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione.................................... 109
Portata del fluido idraulico, pressione prima e dopo la valvola di blocco ............................. 112

figura

F.1

figura

F.2

prospetto G.1

G.4
prospetto G.2

G.5

84

Introduzione ..............................................................................................................................................
Dati generali .............................................................................................................................................
Dati tecnici e disegni ............................................................................................................................
Schemi elettrici e idraulici .................................................................................................................
Verifica di conformit ...........................................................................................................................

84
84
84
85
85

CONTROLLI E PROVE PRIMA DELLA MESSA IN SERVIZIO

86

Controlli ....................................................................................................................................................... 86
Prove e verifiche .................................................................................................................................... 86

F.6
F.7

APPENDICE
(informativa)
G.1
G.2
G.3

DOCUMENTAZIONE TECNICA

VERIFICA DELLE GUIDE

113

Disposizioni generali ................................................................................................................................................... 113


Carichi e forze ....................................................................................................................................... 113
Condizioni di carico ............................................................................................................................ 114
Carichi e forze da considerare nelle diverse condizioni di carico ........................................... 114
Coefficienti dinamici ........................................................................................................................... 114
Coefficienti dinamici................................................................................................................................ 115
Calcoli ........................................................................................................................................................ 115

UNI EN 81-2:1999

Pagina VI di VIII

G.1

Assi della guida ....................................................................................................................................... 118

prospetto G.3

Valori di relativi a per acciaio con carico unitario di rottura di 370 N/mm2................. 118

prospetto G.4

Valori di relativi a per acciaio con carico unitario di rottura di 520 N/mm2................. 119

figura

Frecce ammissibili .............................................................................................................................. 120


Esempi di metodo di calcolo ......................................................................................................... 120

G.6
G.7
APPENDICE
(normativa)

prospetto H.1

APPENDICE
(normativa)
J.1
J.2
J.3
J.4
J.5
J.6
J.7

prospetto

J.1

prospetto

J.2

figura

J.1

figura

J.2

figura

J.3

APPENDICE
(normativa)
K.1

figura

K.1

figura

K.2

figura

K.3

figura

K.4

figura

K.5

figura

K.6

figura

K.7

K.2

APPENDICE
(informativa)

ZA

COMPONENTI ELETTRONICI - ESCLUSIONE DEI GUASTI

137

Esclusione dei guasti ............................................................................................................................. 138

PROVE DURTO CON IL PENDOLO

142

Disposizioni generali ......................................................................................................................... 142


Attrezzatura di prova ......................................................................................................................... 142
Pannelli ..................................................................................................................................................... 142
Procedura di prova ............................................................................................................................. 142
Interpretazione dei risultati............................................................................................................. 143
Resoconto di prova ............................................................................................................................ 143
Deroga dalle prove ............................................................................................................................. 143
Lastre di vetro piane per le pareti della cabina ............................................................................. 143
Lastre di vetro piane per porte scorrevoli orizzontalmente....................................................... 144
Dispositivo durto a pendolo rigido .................................................................................................... 144
Dispositivo durto a pendolo morbido ............................................................................................... 145
Altezza di caduta nellattrezzatura di prova ................................................................................... 146
CALCOLO DEI PISTONI, DEI CILINDRI, DELLE TUBAZIONI RIGIDE
E ACCESSORI
147
Calcolo di resistenza alla pressione ......................................................................................... 147
...................................................................................................................................................................... 147
...................................................................................................................................................................... 147
...................................................................................................................................................................... 148
...................................................................................................................................................................... 148
Calcolo dei pistoni a carico di punta ......................................................................................... 148
...................................................................................................................................................................... 149
...................................................................................................................................................................... 150
...................................................................................................................................................................... 151
PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA RIGUARDANTI I
REQUISITI ESSENZIALI O ALTRE DISPOSIZIONI DELLE DIRETTIVE UE 153

UNI EN 81-2:1999

Pagina VII di VIII

UNI EN 81-2:1999

Pagina VIII di VIII

NORMA EUROPEA

Regole di sicurezza per la costruzione e linstallazione


degli ascensori e dei montacarichi

EN 81-2

Ascensori idraulici
AGOSTO 1998

EUROPEAN STANDARD

Safety rules for the construction and installation of lifts

Sostituisce
EN 81-2:1987

Hydraulic lifts
NORME EUROPENNE

Rgles de scurit pour la construction et linstallation des


ascenseurs
Ascenseurs hydrauliques

EUROPISCHE NORM

Sicherheitsregeln fr die Konstruktion und den Einbau von Aufzgen


Hydraulisch betriebene Personen- und Lastenaufzge

DESCRITTORI

Ascensore, ascensore per cose, apparecchiatura idraulica, regolamento edilizio,


requisito di sicurezza, cabina, porta di piano, pistone, estensione meccanica del
filo, ammortizzatore, locale del macchinario, installazione elettrica, dispositivo di
arresto, dispositivo di blocco, targa, prova di conformit, certificazione

ICS

91.140.90

La presente norma europea stata approvata dal CEN il 21 febbraio 1998.


I membri del CEN devono attenersi alle Regole Comuni del CEN/CENELEC
che definiscono le modalit secondo le quali deve essere attribuito lo status di
norma nazionale alla norma europea, senza apportarvi modifiche. Gli elenchi
aggiornati ed i riferimenti bibliografici relativi alle norme nazionali corrispondenti possono essere ottenuti tramite richiesta alla Segreteria Centrale oppure ai
membri del CEN.
La presente norma europea esiste in tre versioni ufficiali (inglese, francese e
tedesca). Una traduzione nella lingua nazionale, fatta sotto la propria responsabilit da un membro del CEN e notificata alla Segreteria Centrale, ha il medesimo status delle versioni ufficiali.
I membri del CEN sono gli Organismi nazionali di normazione di Austria,
Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda,
Italia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito,
Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.

CEN
COMITATO EUROPEO DI NORMAZIONE
European Committee for Standardization
Comit Europen de Normalisation
Europisches Komitee fr Normung
Segreteria Centrale: rue de Stassart, 36 - B-1050 Bruxelles

1998 CEN
Tutti i diritti di riproduzione, in ogni forma, con ogni mezzo e in tutti i Paesi, sono
riservati ai Membri nazionali del CEN.
UNI EN 81-2:1999

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PREMESSA
La presente norma europea stata elaborata dal Comitato Tecnico CEN/TC 10 "Ascensori per persone, merci e servizi", la cui segreteria affidata allAFNOR.
La presente norma europea sostituisce la EN 81-2:1987.
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o mediante la pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro luglio
1999, e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro luglio 1999.
La presente norma europea stata elaborata nellambito di un mandato conferito al CEN
dalla Commissione Europea e dallAssociazione Europea del Libero Scambio, ed di
supporto ai requisiti essenziali della(e) Direttiva(e) UE.
Per i riferimenti con la(e) Direttiva(e) UE, vedere lappendice informativa ZA, che parte
integrante della presente norma.
In conformit alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei seguenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lussemburgo, Norvegia,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia e Svizzera.
Questa la seconda edizione della norma. Essa una revisione delledizione del 1987 e
ad essa deve essere dato lo status di norma armonizzata. La revisione riguarda soprattutto i punti seguenti:
- eliminazione delle deviazioni nazionali;
- inclusione dei requisiti essenziali di sicurezza e di salute contenuti nelle relative Direttive UE applicabili;
- eliminazione degli errori evidenti;
- inclusione delle proposte derivanti da richieste di interpretazione riguardanti il miglioramento della norma relativo al progresso tecnologico;
- miglioramento dei riferimenti ad altre norme in relazione al loro aggiornamento.
La Direttiva UE sugli ascensori (95/16/CE) stata adottata dopo linchiesta pubblica sul
prEN 81-2:1994. I requisiti relativi ai requisiti essenziali di sicurezza e di salute di questa
Direttiva, di cui non si era tenuto conto, sono stati inclusi nellAddendum prA1:1996 al
prEN 81-2:1994 e sottoposti ad inchiesta pubblica per lapprovazione. Dopo lapprovazione, questo Addendum stato incorporato nella presente norma tenendo conto dei commenti ricevuti dai membri del Comitato Tecnico.
La presente norma non risponde in tutti i punti alle attuali regole interne del CEN riguardanti la struttura delle norme di sicurezza. Tuttavia, la struttura della presente norma
stata accettata dalle parti interessate ed pertanto considerata come un mezzo di applicazione dei requisiti essenziali di sicurezza e di salute migliore di una riscrittura formale.
Ci soprattutto a causa dellentrata in vigore della Direttiva UE 95/16/CE il 97-07-01.
Nella prossima revisione della norma, gi prevista, saranno eliminate queste imperfezioni.

UNI EN 81-2:1999

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INTRODUZIONE

0.1

Disposizioni generali

0.1.1

Scopo della presente norma di definire le regole di sicurezza relative agli ascensori per
persone e per persone e cose al fine di proteggere le persone e le cose contro i rischi di
infortuni che possono avvenire durante luso, la manutenzione e le manovre di emergenza
degli ascensori.1)

0.1.2

stato fatto uno studio dei vari casi di incidenti possibili negli ascensori, esaminando:

0.1.2.1

Rischi possibili dovuti a:


a) cesoiamento;
b) schiacciamento;
c) caduta;
d) urto;
e) imprigionamento;
f) incendio;
g) elettrocuzione;
h) danneggiamento del materiale dovuto a:
1) danneggiamento meccanico;
2) usura;
3) corrosione.

0.1.2.2

Le persone da proteggere:
a) gli utenti;
b) il personale di manutenzione e ispezione;
c) le persone che si trovano fuori del vano di corsa, dal locale del macchinario e
dalleventuale locale delle pulegge di rinvio.

0.1.2.3

Le cose da proteggere:
a) i carichi in cabina;
b) i componenti dellimpianto dellascensore;
c) ledificio in cui si trova lascensore.

0.2

Principi
Per redigere la presente norma stato adottato il metodo seguente:

0.2.1

La presente norma non riporta tutte le regole tecniche generali applicabili a ogni costruzione elettrica, meccanica ed edile, compresa la protezione degli elementi delledificio
contro lincendio.
stato, tuttavia, ritenuto necessario fissare alcuni requisiti di buona tecnica, o perch essi
sono propri della fabbricazione di ascensori, o perch nellutilizzazione degli ascensori i
requisiti possono essere pi rigidi che per altri impianti.

0.2.2

La presente norma non solo si riferisce ai requisiti essenziali della Direttiva Ascensori, ma
stabilisce anche regole minime per linstallazione degli ascensori negli edifici o nelle costruzioni. In alcuni Paesi possono esistere regolamenti per la costruzione degli edifici ecc.
che non possono essere ignorate.
Paragrafi tipici che possono essere influenzati da questi regolamenti sono quelli che definiscono i valori minimi per laltezza del locale del macchinario e del locale delle pulegge di
rinvio e per le dimensioni delle loro porte di accesso.
1)

Nel CEN/TC 10 stato costituito un Comitato di interpretazione per rispondere ai quesiti relativi allo spirito con cui gli
esperti hanno redatto i diversi punti della presente norma. Le interpretazioni emesse sono disponibili presso gli Organismi Nazionali di Normazione.

UNI EN 81-2:1999

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0.2.3

Quando il peso, le dimensioni e/o la forma dei componenti impediscono il loro spostamento a mano, essi devono essere:
a) muniti di attacchi per un argano di sollevamento, o
b) costruiti in modo che tali attacchi vi possano essere fissati (per esempio a mezzo di
fori filettati), o
c) avere forma tale che possa esservi applicato facilmente un argano di sollevamento.

0.2.4

Per quanto possibile la norma fissa solo i requisiti che il materiale e le apparecchiature
devono avere per un sicuro funzionamento degli ascensori.

0.2.5

Devono essere stabiliti accordi tra fornitore e committente circa:


a) luso previsto dellascensore;
b) le condizioni ambientali;
c) problemi di ingegneria civile;
d) altri aspetti relativi al luogo di installazione.

0.3

Ipotesi
Sono stati considerati i rischi possibili di ogni componente che pu essere incorporato in
uninstallazione completa di ascensore.
Sono state quindi stabilite regole.

0.3.1

I componenti sono:
a) progettati in conformit alle norme di buona tecnica, tenendo conto di tutti i tipi di guasto;
b) ben costruiti dal punto di vista meccanico ed elettrico;
c) fabbricati con materiali che presentino resistenza sufficiente e qualit idonea;
d) esenti da difetti.
Non sono usati materiali pericolosi quali lamianto.

0.3.2

I componenti sono mantenuti in buone condizioni di funzionamento e in buono stato, in


modo che, nonostante lusura, i requisiti dimensionali richiesti restino rispettati.

0.3.3

I componenti sono scelti ed installati in modo che il funzionamento sicuro dellascensore


non sia influenzato dalle condizioni ambientali prevedibili e dalle condizioni particolari di
lavoro.

0.3.4

La progettazione degli elementi portanti assicura un funzionamento sicuro dellascensore


per carichi compresi tra 0% e 100% della portata.

0.3.5

I requisiti della presente norma riguardanti i dispositivi elettrici di sicurezza sono tali che
non necessario prendere in considerazione la possibilit di guasto di un dispositivo elettrico di sicurezza se esso risponde a tutti i requisiti della presente norma.

0.3.6

Gli utenti devono essere protetti contro le loro distrazioni e le loro inconsapevoli imprudenze, quando usano lascensore nella maniera prevista.

0.3.7

Un utente pu, in taluni casi, commettere unimprudenza. esclusa lipotesi di due imprudenze simultanee e/o della violazione delle istruzioni per luso.

0.3.8

Se, durante la manutenzione, si esclude deliberatamente il funzionamento di un dispositivo di sicurezza, non accessibile normalmente agli utenti, non pi garantito il funzionamento sicuro dellascensore e devono essere adottate misure sostitutive per assicurare la
sicurezza degli utenti in conformit alle istruzioni per la manutenzione.
Si assunto che il personale di manutenzione sia stato istruito e lavori in conformit alle
istruzioni.

UNI EN 81-2:1999

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0.3.9

Per quanto riguarda le forze orizzontali, sono state adottate le seguenti forze, che rappresentano quelle che possono essere esercitate da una persona:
a) forza statica: 300 N;
b) forza derivante da urto: 1 000 N.

0.3.10

Con leccezione dei punti sottoelencati, un dispositivo meccanico, costruito secondo le


norme di buona tecnica e secondo i requisiti della presente norma, non subir deterioramenti tali da creare un pericolo che non possa essere rilevato.
Sono considerati i seguenti guasti meccanici:
a) rottura della sospensione;
b) rottura e allentamento di ogni collegamento a mezzo di funi ausiliarie, catene e cinghie;
c) rottura nellimpianto idraulico (fatta eccezione per il gruppo cilindro-pistone);
d) perdita lenta nellimpianto idraulico (compreso il gruppo cilindro-pistone).

0.3.11

In caso di caduta libera della cabina dal piano pi basso, si considera accettabile il mancato intervento dei dispositivi contro la caduta libera o contro la discesa a velocit eccessiva prima che la cabina dellascensore urti sugli ammortizzatori.

0.3.12

Non verificandosi alcuno dei guasti citati in 0.3.10, si assume che la velocit della cabina
in discesa con qualsiasi carico (fino alla portata) non superi la velocit nominale in discesa
di pi dell8%.

0.3.13

Lorganizzazione delledificio ove installato lascensore tale che si possa rispondere


efficacemente alle chiamate di emergenza senza eccessivo ritardo (vedere 0.2.5).

0.3.14

Esistono mezzi di accesso per lo spostamento di apparecchiature pesanti (vedere 0.2.5).

0.3.15

Per assicurare il corretto funzionamento delle apparecchiature poste nel locale del macchinario, e cio tenendo conto del calore dissipato dalle apparecchiature, si assume che
la temperatura ambiente del locale del macchinario sia compresa tra + 5 C e + 40 C.

0.3.16

In caso ascensori provvisti di valvola limitatrice di flusso o valvola limitatrice di flusso in


una direzione, come precauzione contro la velocit eccessiva, si deve considerare una
velocit di impatto della cabina sull(sugli) ammortizzatore(i) o sul dispositivo a tacchetti
uguale alla velocit nominale in discesa vd + 0,3 m/s.

0.3.17

Nel caso di ascensori per merci, la cui cabina abbia una superficie utile che rapportata alla
portata sia pi grande di quella definita nel prospetto 1.1, il completo riempimento della
cabina con persone non deve creare una situazione di pericolo.

SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE

1.1

La presente norma fornisce le regole di sicurezza per la costruzione e linstallazione degli


ascensori idraulici nuovi, in installazione permanente, che servono livelli definiti, la cui cabina destinata al trasporto di persone o di persone e cose, sospesa a mezzo di gruppi
cilindro-pistone, funi o catene, che si muove tra guide inclinate non pi di 15 rispetto alla
verticale.

1.2

In casi speciali (ambiente con pericolo di esplosione, condizioni climatiche particolari, zone sismiche, trasporto di materiali pericolosi, ecc.), oltre ai requisiti della presente norma,
devono essere considerati requisiti addizionali.

1.3

La presente norma non riguarda:


a) ascensori con sistema di azionamento diverso da quello di cui in 1.1;

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b) ascensori idraulici da installarsi in edifici esistenti2), per quanto non consentito dalla
configurazione dei luoghi;
c) modifiche importanti (vedere appendice E) su ascensori installati prima della data di
applicazione della presente norma;
d) apparecchi di sollevamento quali paternosters, ascensori da miniera, apparecchiature
di scenotecnica, apparecchiature a caricamento automatico, skips, ascensori da cantiere edile e per lavori pubblici, ascensori per navi, piattaforme per la prospezione e
sfruttamento in mare, apparecchiature per montaggio e manutenzione;
e) impianti con inclinazione delle guide sulla verticale maggiore di 15;
f) sicurezza durante il trasporto, linstallazione, le riparazioni e lo smontaggio degli
ascensori;
g) ascensori idraulici con velocit nominale superiore a 1 m/s.
Tuttavia, la presente norma pu costituire un utile riferimento.
Non si considerano nella presente norma il rumore e le vibrazioni in quanto essi non riguardano la sicurezza di esercizio dellascensore.

1.4

La presente norma non contiene i requisiti addizionali necessari per luso degli ascensori
in caso di incendio.

RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati
del testo e vengono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive
modifiche o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte
nella presente norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale lultima edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento.
Norme CEN/CENELEC
EN 294:1992
Safety of machinery - Safety distances to prevent danger zones
being reached by the upper limbs [Sicurezza del macchinario - Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori]
EN 1050
Safety of machinery - Principles for risk assessment [Sicurezza
del macchinario - Principi per la valutazione del rischio]
EN 10025
Hot rolled products of non alloy structural steels - Technical delivery
conditions [Prodotti laminati a caldo di acciai non legati per impieghi strutturali - Condizioni tecniche di fornitura]
EN 50214
Flexible cables for lifts [Cavi flessibili per ascensori]
EN 60068-2-6
Environmental testing - Tests - Test Fc: Vibration (sinusoidal) [Prove ambientali - Prove - Prova Fc: Vibrazioni (sinusoidali)]
EN 60068-2-27
Basic environmental testing procedures - Tests - Test Ea and
guidance: Shock [Prove climatiche e meccaniche fondamentali Prove - Prova Ea e guida: Urti]
EN 60068-2-29
Basic environmental testing procedures - Tests - Test Eb and
guidance: Bump [Prove climatiche e meccaniche fondamentali Prove - Prova Eb e guida: Scosse]
EN 60249-2-2
Base materials for printed circuits - Specifications - Specification
N 2: Phenolic cellulose paper copper-clad laminated sheet,
economic quality [Materiali di base per circuiti stampati - Specifiche - Specifica N 2: Lastra di cellulosa fenolica ricoperta di rame,
di qualit economica]

2)

Un edificio esistente un edificio che occupato o era gi occupato prima dellordinazione dellascensore. Un edificio, la
cui struttura interna viene completamente rinnovata considerato edificio nuovo.

UNI EN 81-2:1999

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EN 60249-2-3

EN 60742
EN 60947-4-1

EN 60947-5-1

EN 60950

EN 62326-1
EN 12015:1998

EN 12016:1998

prEN 81-8:1997

Norme IEC
IEC 60664-1

IEC 60747-5

Base materials for printed circuits - Specifications - Specification


N 3: Epoxyde cellulose paper copper-clad laminated sheet of
defined flammability (vertical burning test) [Materiali di base per
circuiti stampati - Specifiche - Specifica N 3: Lastra di cellulosa
epossidica ricoperta di rame, di infiammabilit definita (prova di
combustione verticale)]
Isolating transformers and safety isolating transformers - Requirements
[Trasformatori di isolamento e trasformatori di sicurezza - Prescrizioni]
Low-voltage switchgear and controlgear - Contactors and motorstarters - Section 1: Electromechanical contactors and motor-starters
[Apparecchiatura a bassa tensione - Contattori e avviatori - Sezione 1:
Contattori e avviatori elettromeccanici]
Low-voltage switchgear and controlgear - Control circuit devices
and switching elements - Section 1: Electromechanical control
circuit devices [Apparecchiatura a bassa tensione - Dispositivi per
circuiti di comando ed elementi di manovra - Sezione 1: Dispositivi
elettromeccanici per circuiti di comando]
Safety of information technology equipment, including electrical
business equipment [Apparecchiature per la tecnologia dellinformazione comprese le apparecchiature elettriche per ufficio - Sicurezza]
Printed boards - Generic specification [Schede stampate - Specifiche generali]
Electromagnetic compatibility - Product family standard for lifts,
escalators and passenger conveyors - Emission [Compatibilit
elettromagnetica - Norma per famiglia di prodotto per ascensori,
scale mobili e tappeti mobili - Emissione]
Electromagnetic compatibility - Product family standard for lifts,
escalators and passenger conveyors - Immunity [Compatibilit
elettromagnetica - Norma per famiglia di prodotto per ascensori,
scale mobili e tappeti mobili - Immunit]
Fire resistance tests of lift landing doors - Method of test and evaluation
[Prova di resistenza al fuoco delle porte di piano - Metodo di prova e
valutazione]
Insulation coordination for equipment within low-voltage systems Principles, requirements and tests [Condizioni di isolamento per
apparecchiature allinterno di sistemi a bassa tensione - Principi,
requisiti e prove]
Semiconductor devices - Discrete devices and integrated circuits Optoelectronic devices [Semiconduttori - Sistemi discreti e circuiti
integrati - Sistemi optoelettronici]

Documenti armonizzati CENELEC


HD 21.1 S3
Polyvinyl chloride insulated cables of rated voltages up to and
including 450/750 V - General requirements [Cavi isolati con polivinilcloruro per tensioni nominali non superiori a 450/750 V - Requisiti generali]
HD 21.3 S3
Polyvinyl chloride insulated cables of rated voltages up to and
including 450/750 V - Non-sheathed cables for fixed wiring [Cavi
isolati con polivinilcloruro per tensioni nominali non superiori a
450/750 V - Cavi non rivestiti per cablaggio fisso]
HD 21.4 S2
Polyvinyl chloride insulated cables of rated voltages up to and
including 450/750 V - Sheathed cables for fixed wiring [Cavi isolati
con polivinilcloruro per tensioni nominali non superiori a 450/750 V Cavi rivestiti per cablaggio fisso]

UNI EN 81-2:1999

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HD 21.5 S3

HD 22.4 S3

HD 214 S2

HD 323.2.14 S2

HD 360 S2
HD 384.4.41 S2

HD 384.5.54 S1

HD 384.6.61 S1

Norme ISO
ISO 1219-1:1991

ISO 6403

ISO 7465:1997

Polyvinyl chloride insulated cables of rated voltages up to and


including 450/750 V - Flexible cables (cords) [Cavi isolati con polivinilcloruro per tensioni nominali non superiori a 450/750 V - Cavi
flessibili]
Rubber insulated cables of rated voltages up to and including
450/750 V - Cords and flexible cables [Cavi isolati con gomma per
tensioni nominali non superiori a 450/750 V - Cavi flessibili]
Method for determining the comparative and the proof tracking
indices of solid insulating materials under moist conditions [Metodo raccomandato per determinare lindice di resistenza alle correnti striscianti superficiali dei materiali isolanti solidi in condizioni
umide]
Basic environmental testing procedures - Tests - Test N: Change
of temperature [Procedure di prova - Prove - Prova N: Variazione
di temperatura]
Circular rubber insulated lift cables for normal use [Cavi isolati con
gomma per ascensori per uso generale]
Electrical installations of buildings - Protection for safety - Chapter 41:
Protection against electric shock [Installazioni elettriche degli edifici - Protezione per la sicurezza - Capitolo 41: Protezione contro
gli shock elettrici]
Electrical installations of buildings - Selection and erection of
electrical equipment - Chapter 54: Earthing arrangements and
protective conductors [Installazioni elettriche degli edifici - Selezione e montaggio delle apparecchiature elettriche - Capitolo 54:
Sistemazioni di terra e conduttori di protezione]
Electrical installations of buildings - Verification - Chapter 61: Initial
verification [Installazioni elettriche degli edifici - Capitolo 61: Verifiche iniziali]
Fluid power systems and components - Graphic symbols and
circuit diagrams - Graphic symbols [Oleoidraulica e pneumatica Simboli grafici e schemi di circuito - Simboli grafici]
Hydraulic fluid power - Valves controlling flow and pressure - Test
methods [Oleoidraulica - Valvole di controllo della portata e della
pressione - Metodi di prova]
Passenger lifts and service lifts - Guide rails for lifts and
counterweights - T type [Ascensori e montacarichi - Guide per
cabine e contrappesi - Profili a T]

DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma, sono adottate le definizioni che seguono:

ammortizzatore: Arresto deformabile alla fine della corsa con un sistema di frenatura a
fluido o a molla (o altro mezzo analogo).
ascensore ad azione diretta: Ascensore idraulico in cui il pistone o il cilindro fissato direttamente alla cabina o alla sua intelaiatura.

ascensore ad azione indiretta: Ascensore idraulico in cui il pistone o il cilindro collegato


alla cabina o alla sua intelaiatura mediante mezzi di sospensione (funi, catene).
ascensore idraulico: Ascensore in cui lenergia necessaria al sollevamento fornita da
una pompa azionata elettricamente che invia il fluido idraulico al gruppo cilindro-pistone,
che agisce direttamente o indirettamente sulla cabina (possono essere usati pi motori,
pompe e/o gruppi cilindro-pistone).
UNI EN 81-2:1999

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ascensore per merci3): Ascensore destinato principalmente al trasporto di merci, che sono generalmente accompagnate da persone.

cabina: Elemento dellascensore destinato a contenere le persone e/o altri carichi da trasportare.
carico di rottura minimo di una fune: Prodotto del quadrato del diametro nominale della
fune (in millimetri quadrati) per la resistenza nominale a trazione dei fili (in newton al millimetro quadrato) e per un coefficiente proprio corrispondente al tipo di fune.
catena elettrica delle sicurezze: Linsieme dei dispositivi elettrici di sicurezza collegati in serie.
cavo flessibile: Cavo flessibile tra la cabina e un punto fisso.
dispositivo a morsa: Dispositivo meccanico che, una volta azionato, arresta la cabina
che si muove in discesa e la mantiene ferma, in qualsiasi punto della corsa, per limitare
labbassamento lento.

dispositivo a tacchetti: Dispositivo meccanico atto ad arrestare il movimento non comandato della cabina in discesa e a mantenerla ferma su supporti fissi.
fossa: Parte del vano di corsa situata sotto il livello del piano pi basso servito dalla cabina.
fune di sicurezza: Fune ausiliaria collegata alla cabina e alla massa di bilanciamento destinata ad azionare il paracadute in caso di rottura degli organi di sospensione.

grembiule: Paramento verticale liscio che si estende verso il basso dalla soglia dellaccesso di piano o di cabina.
gruppo cilindro-pistone: Insieme di un cilindro e di un pistone che formano un complesso idraulico motore.

gruppo cilindro-pistone a semplice effetto: Gruppo cilindro-pistone in cui lo spostamento effettuato in una direzione per mezzo dellazione del fluido e nellaltra per mezzo della
gravit.
guide: Organi rigidi che assicurano la guida della cabina o della massa di bilanciamento,
se ne esiste una.

intelaiatura: Incastellatura metallica, che sostiene la cabina o la massa di bilanciamento,


alla quale sono fissati gli organi di sospensione. Questa incastellatura pu fare parte integrante della cabina stessa.
limitatore di velocit: Dispositivo che provoca larresto del macchinario e se necessario
provoca lintervento del paracadute, quando lascensore raggiunge una velocit predeterminata.

livellamento: Operazione che migliora la precisione di fermata della cabina al livello dei
piani.

locale del macchinario: Locale dove si trova il macchinario o i macchinari e/o le relative
apparecchiature.

locale delle pulegge di rinvio: Locale, non contenente il macchinario, ove si trovano le
pulegge ed ove possono trovarsi il limitatore di velocit e le apparecchiature elettriche.

3)

Lespressione francese "ascenseur de charge" stata introdotta nella versione francese per armonizzare i testi nelle tre
lingue del CEN e per semplificare lespressione. In nessun modo essa indica una particolare ed ulteriore categoria di
ascensore.

UNI EN 81-2:1999

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macchinario: Complesso degli organi motori che assicurano il movimento e larresto


dellascensore, comprendente la pompa, il motore della pompa e le valvole di comando.

massa di bilanciamento: Massa che permette di risparmiare energia bilanciando tutta la


massa della cabina o parte di essa.

paracadute: Dispositivo meccanico destinato a fermare e mantenere ferma la cabina o la


massa di bilanciamento sulle guide in caso di eccesso di velocit verso il basso o di rottura
degli organi di sospensione.

paracadute a presa istantanea: Paracadute la cui intera azione di presa sulle guide si
effettua con bloccaggio pressoch immediato.
paracadute a presa istantanea con effetto ammortizzato: Paracadute la cui intera azione di presa sulle guide si effettua con bloccaggio pressoch immediato, ma la reazione
sulla cabina o sulla massa di bilanciamento risulta limitata per la presenza di un sistema
ammortizzante intermedio.

paracadute a presa progressiva: Paracadute in cui la decelerazione ottenuta per frenatura sulle guide e per il quale sono state prese precauzioni per limitare ad un valore ammissibile lazione sulla cabina o sulla massa di bilanciamento.
passeggero: Ogni persona trasportata nella cabina di un ascensore.
portata: Carico per il quale limpianto stato costruito.
pressione statica massima: Pressione statica che si esercita sulla tubazione connessa
direttamente al gruppo cilindro-pistone quando la cabina, con carico nominale, ferma al
piano pi alto.
rilivellamento: Operazione che permette, dopo la fermata, di riportare la cabina a livello
del piano durante le operazioni di carico e scarico, se necessario con correzioni successive (automatiche o a pulsante).

saracinesca: Valvola a due posizioni azionata a mano che permette o impedisce il passaggio del fluido in ciascuna direzione.
sistema elettrico antideriva: Combinazione di precauzioni contro il rischio di abbassamento lento.

superficie utile della cabina: Superficie della cabina, misurata a 1 m dal pavimento, senza tenere conto di eventuali corrimano, che pu essere occupata da passeggeri e cose
durante il funzionamento dellascensore.
testata: Parte del vano di corsa tra il piano pi alto servito dalla cabina e il soffitto del vano.
utente: Persona che utilizza i servizi di un impianto di ascensore.
valvola di blocco: Valvola che si chiude automaticamente quando la caduta di pressione
nella valvola stessa, determinata da un aumento di flusso in una direzione prestabilita, supera un valore prefissato.

valvola di discesa: Valvola comandata elettricamente in un circuito idraulico per comandare la discesa della cabina.
valvola di non ritorno: Valvola che permette il passaggio del fluido in una sola direzione.
valvola di sovrappressione: Valvola che impedisce che la pressione superi un valore
prefissato mediante scarico del fluido.

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valvola limitatrice di flusso: Valvola in cui i condotti di entrata e uscita comunicano tra
loro attraverso una strozzatura.

valvola limitatrice di flusso in una direzione: Valvola che permette il libero passaggio di
fluido in una direzione e un passaggio ridotto di fluido nellaltra direzione.
vano di corsa: Volume entro il quale si spostano la cabina e la massa di bilanciamento.
Questo volume di norma materialmente delimitato dal fondo della fossa, dalle pareti e
dal soffitto del vano.
velocit nominale: Velocit, v, della cabina, in metri al secondo, per la quale limpianto
stato costruito:
vm = velocit nominale in salita, in metri al secondo;
vd = velocit nominale in discesa, in metri al secondo;
vs = il valore pi alto delle velocit nominali vd e vm, in metri al secondo.

vetro laminato: Insieme di due o pi lastre di vetro tenute insieme da una pellicola di materiale plastico.

zona di sbloccaggio: Zona, sopra e sotto il livello di fermata, entro la quale deve trovarsi
il pavimento della cabina affinch la porta di piano corrispondente possa essere sbloccata.

UNIT DI MISURA E SIMBOLI

4.1

Unit di misura
Le unit adottate sono scelte nel Sistema Internazionale (SI).

4.2

Simboli
Il significato dei simboli spiegato accanto alle formule.

VANO DI CORSA

5.1

Disposizioni generali

5.1.1

Le prescrizioni di questo punto sono applicabili ai vani di corsa che contengono una o pi
cabine dascensori.

5.1.2

La massa di bilanciamento di un ascensore deve trovarsi nello stesso vano di corsa della
cabina.

5.1.3

I gruppi cilindro-pistone di un ascensore devono essere nello stesso vano di corsa della
cabina. Essi possono estendersi nel terreno o in altri spazi.

5.2

Chiusura del vano di corsa

5.2.1

Lascensore deve essere separato dagli spazi adiacenti a mezzo di:


a) pareti, pavimento e soffitto, o
b) da sufficiente spazio.

UNI EN 81-2:1999

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5.2.1.1

Vano completamente chiuso


Nelle parti di edificio ove il vano di corsa deve contribuire contro il propagarsi degli incendi, il vano di corsa deve essere completamente chiuso da pareti, pavimento e soffitto ciechi.
Sono ammesse solo le seguenti aperture:
a) accessi delle porte di piano;
b) accessi delle porte di ispezione o di soccorso del vano e degli sportelli di ispezione;
c) aperture di uscita di gas e fumi in caso di incendio;
d) aperture di ventilazione;
e) aperture necessarie per il funzionamento tra il vano di corsa ed il locale del macchinario o delle pulegge di rinvio;
f) aperture nella difesa di separazione tra ascensori in conformit a 5.6.

5.2.1.2

Vano di corsa chiuso parzialmente


Quando il vano di corsa non deve partecipare alla protezione delledificio contro il propagarsi di un incendio, per esempio ascensori panoramici connessi con gallerie o atri, grattacieli ecc., non necessario che il vano di corsa sia completamente chiuso purch:
a) laltezza delle protezioni nei posti normalmente accessibili alle persone sia sufficiente
ad impedire che dette persone:
- siano messe in pericolo dalle parti in movimento dellascensore;
- possano raggiungere, direttamente o con oggetti tenuti in mano, le apparecchiature dellascensore poste allinterno del vano, compromettendone la sicurezza di
funzionamento.
Tale altezza ritenuta sufficiente se conforme alle figure 1 e 2 e purch:
1) laltezza sia almeno 3,50 m sul lato delle porte di piano;
2) laltezza sia almeno 2,50 m sugli altri lati con una distanza minima orizzontale dalle parti mobili dellimpianto di 0,50 m.
Se la distanza dalle parti mobili supera 0,50 m, il valore di 2,50 m pu essere ridotto
progressivamente fino ad unaltezza minima di 1,10 m quando detta distanza di 2,0 m;
b) le protezioni siano cieche;
c) le protezioni siano poste ad una distanza massima di 0,15 m dal perimetro dei piani,
delle scale o dei pianerottoli (vedere figura 1);
d) siano adottate misure per impedire linterferenza di altre macchine con il funzionamento dellascensore [vedere 5.8 b) e 16.1.3 f)];
e) siano adottate speciali precauzioni per gli ascensori esposti allacqua (vedere 0.3.3),
per esempio per ascensori installati su pareti esterne di edifici.
Nota

Linstallazione di ascensori in vani parzialmente difesi dovrebbe effettuarsi solo dopo un esame completo delle condizioni locali ed ambientali.

UNI EN 81-2:1999

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figura

Vano di corsa parzialmente chiuso


Legenda
C Cabina
H Altezza delle protezioni
D Distanza dalle pareti mobili dell'ascensore (vedere figura 2)
Dimensioni in m

UNI EN 81-2:1999

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figura

Vano di corsa parzialmente chiuso - Distanze


Legenda
X D in m
Y H in m

5.2.2

Porte di ispezione e di soccorso - Sportelli di ispezione

5.2.2.1

Le porte di ispezione e di soccorso e gli sportelli di ispezione del vano di corsa sono ammessi solo quando la sicurezza degli utenti o le necessit di manutenzione lo impongano.

5.2.2.1.1

Le porte di ispezione devono avere altezza minima di 1,40 m e larghezza minima di 0,60 m.
Le porte di soccorso devono avere altezza minima di 1,80 m e larghezza minima di 0,35 m.
Gli sportelli di ispezione devono avere altezza massima di 0,50 m e larghezza massima di
0,50 m.

5.2.2.1.2

Quando la distanza tra due porte di piano consecutive supera 11 m devono essere previste porte intermedie di soccorso in modo che la distanza tra le soglie sia non maggiore di 11 m.
Questa prescrizione non sussiste nel caso di cabine adiacenti aventi ciascuna una porta
di soccorso che risponda alle prescrizioni di cui in 8.12.3.

5.2.2.2

Le porte di ispezione e di soccorso e gli sportelli di ispezione non devono aprirsi verso linterno del vano di corsa.

5.2.2.2.1

Le porte e gli sportelli devono essere muniti di un dispositivo di blocco a chiave che permetta la richiusura ed il ribloccaggio senza chiave.
Le porte di ispezione e di soccorso devono potersi aprire senza chiave dallinterno del vano di corsa anche quando sono bloccate.

5.2.2.2.2

Il funzionamento dellascensore deve essere automaticamente subordinato al mantenimento in posizione chiusa di queste porte e sportelli. A questo scopo devono essere utilizzati dispositivi elettrici di sicurezza conformi a 14.1.2.

UNI EN 81-2:1999

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Quando la(e) porta(e) di accesso alla fossa (5.7.2.2) non d(danno) accesso ad una zona
pericolosa, non richiesto un dispositivo elettrico di sicurezza. Si ritiene questo il caso
quando la distanza libera verticale tra le parti pi basse della cabina o della massa di bilanciamento, compresi i pattini, il grembiule ecc., siano, durante lesercizio normale, ad almeno 2 m dal pavimento della fossa.
Non si ritiene pericolosa la presenza dei cavi flessibili delle pulegge tenditrici dei dispositivi contro leccesso di velocit e di apparecchiature simili.

5.2.2.3

Le porte di ispezione e di soccorso e gli sportelli di ispezione devono essere ciechi (privi
di fori), rispondere alle stesse caratteristiche di resistenza meccanica delle porte di piano
ed essere conformi ai regolamenti antincendio per gli edifici in cui sono installati.

5.2.3

Ventilazione del vano di corsa


Il vano di corsa deve essere convenientemente ventilato. Esso non deve essere utilizzato
per assicurare lareazione di locali estranei al servizio degli ascensori.
Nota

5.3

In mancanza di relative norme o regolamenti, si raccomandano aperture di ventilazione alla sommit del vano
con area non minore dell1% della sezione orizzontale del vano di corsa.

Pareti, pavimento e soffitto del vano di corsa


La struttura del vano di corsa deve essere conforme ai Regolamenti Nazionali per gli Edifici e deve potere sopportare almeno le forze che possono derivare dal macchinario, dalle
guide durante la presa del paracadute, in caso di carico decentrato in cabina, dallintervento degli ammortizzatori, dalle operazioni di carico e scarico della cabina, ecc.

5.3.1

Resistenza delle pareti

5.3.1.1

Per il funzionamento sicuro dellascensore, le pareti devono avere una sufficiente resistenza meccanica tale che applicando ad esse, in ogni punto, sia dallinterno sia
dallesterno, perpendicolarmente, una forza di 300 N, uniformemente distribuita su una
superficie rotonda o quadrata di 5 cm2, esse:
a) resistano senza deformazione permanente;
b) resistano senza deformazione elastica superiore a 15 mm.

5.3.1.2

Le lastre di vetro, piane o sagomate, installate in punti normalmente accessibili alle persone, devono essere costituite di vetro laminato fino allaltezza richiesta in 5.2.1.2.

5.3.2

Resistenza del pavimento della fossa

5.3.2.1

Il pavimento della fossa del vano di corsa deve essere capace di sopportare sotto ciascuna guida, eccetto le guide sospese in alto:
la forza, in newton, dovuta alla massa, in kilogrammi, delle guide maggiorata delle reazioni, in newton, allatto dellintervento del paracadute (vedere G.2.3 e G.2.4).

5.3.2.2

Il pavimento della fossa del vano di corsa deve essere capace di sopportare sotto i supporti degli ammortizzatori della cabina 4 volte il carico statico loro imposto dalla cabina caricata con la portata:
4 gn (P + Q)
dove:
P
= somma delle masse della cabina vuota e dei componenti sostenuti da essa, e
cio parte dei cavi flessibili, funi/catene di compensazione (se esistono), ecc., in
kilogrammi;
Q
= portata (massa) in kilogrammi;
gn
= accelerazione di gravit [9,81 (m/s2)].

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5.3.2.3

Il pavimento della fossa del vano di corsa deve essere capace di sopportare sotto la massa di bilanciamento 4 volte il carico statico imposto dalla massa di bilanciamento stessa:
4 gn q P
dove:
P
= somma delle masse della cabina vuota e dei componenti sostenuti da essa, quali
parte dei cavi flessibili, funi/catene di compensazione (se esistono), ecc., in kilogrammi;
gn
= accelerazione di gravit [9,81 (m/s2)];
q
= coefficiente di bilanciamento (vedere G.2.4).

5.3.2.4

Il pavimento della fossa del vano di corsa deve essere capace di sopportare sotto ogni
gruppo cilindro-pistone, i carichi e le forze (in newton) applicate ad esso.

5.3.3

Resistenza del soffitto


Oltre ai requisiti di 6.3.1 e/o 6.4.1, in caso di guide sospese i punti di sospensione devono
essere capaci di resistere almeno ai carichi ed alle forze di cui in G.5.1.

5.3.4

Valutazione delle forze verticali durante lintervento dei dispositivi a tacchetti


La forza verticale totale imposta sui riscontri fissi durante lintervento del dispositivo a tacchetti, pu essere valutata approssimativamente con le formule seguenti:
a) dispositivi a tacchetti muniti di ammortizzatori a molla ad accumulo di energia con o
senza ritorno ammortizzato:
3 gn (P + Q)
F = ---------------------------------------n
b) dispositivi a tacchetti muniti di ammortizzatori a dissipazione di energia:
2 gn (P + Q)
F = ---------------------------------------n
dove:
F
= forza totale verticale in newton imposta sui riscontri fissi durante lintervento dei
dispositivi a tacchetti;
P
= somma delle masse della cabina vuota e dei componenti sostenuti da essa,
quali parte dei cavi flessibili, funi/catene di compensazione (se esistono), ecc.,
in kilogrammi;
Q
= portata (massa) in kilogrammi;
n
= numero dei dispositivi a tacchetti.

5.4

Esecuzione delle pareti del vano di corsa e delle porte dei piani di fronte allaccesso
della cabina

5.4.1

Le prescrizioni seguenti, relative alle porte dei piani e alle pareti o parti di parete affacciate
ad unentrata di cabina, devono essere applicate su tutta laltezza del vano di corsa.
Per le distanze tra la cabina e la parete frontale, vedere 11.

5.4.2

Linsieme, formato dalle porte di piano e da tutta la parete o parte di parete di fronte ad
una entrata di cabina, deve formare una superficie cieca su tutta la larghezza dellaccesso
di cabina, esclusi i giochi di funzionamento delle porte.

5.4.3

Al disotto di ogni soglia di piano del vano di corsa, la parete del vano deve soddisfare i
seguenti requisiti:
a) essa deve formare una superficie verticale, connessa direttamente alla soglia della
porta di piano, con altezza almeno uguale alla met della zona di sbloccaggio aumentata di 50 mm e con larghezza almeno uguale alla larghezza libera dellaccesso della
cabina aumentata di 25 mm su ogni lato;

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b) detta superficie deve essere continua e composta di elementi duri e lisci, quali fogli di
lamiera, e deve avere resistenza meccanica tale che applicando ad essa, in ogni punto, perpendicolarmente, una forza di 300 N, uniformemente distribuita su una superficie rotonda o quadrata di 5 cm2, essa resista:
1) senza deformazione permanente;
2) senza deformazione elastica maggiore di 10 mm;
c) ogni sporgenza non deve superare 5 mm. Le sporgenze maggiori di 2 mm devono essere munite di smussi con almeno 75 rispetto allorizzontale;
d) inoltre essa deve essere:
1) raccordata allarchitrave della porta seguente, oppure
2) prolungata verso il basso con uno smusso duro e liscio con angolo di inclinazione
non minore di 60, rispetto al piano orizzontale. La proiezione di questo smusso
sul piano orizzontale deve essere non minore di 20 mm.

5.5

Protezione degli spazi situati eventualmente sotto la traiettoria della cabina o della
massa di bilanciamento
Nel caso in cui esistano degli spazi accessibili situati sotto la traiettoria della cabina o della massa di bilanciamento, il fondo della fossa deve essere calcolato per un carico non minore di 5 000 N/m2 e si deve:
a) o disporre, sotto la proiezione della massa di bilanciamento, un robusto pilastro appoggiato direttamente sul terreno;
b) oppure munire la massa di bilanciamento di un paracadute.
Nota

I vani di corsa preferibilmente non dovrebbero essere situati al di sopra di spazi accessibili alle persone.

5.6

Protezioni nel vano di corsa

5.6.1

Larea percorsa dalla massa di bilanciamento deve essere protetta con una difesa rigida
che si deve estendere da non pi di 0,30 m sopra il pavimento della fossa dellascensore
fino ad almeno 2,50 m.
La larghezza deve essere almeno uguale a quella della massa di bilanciamento maggiorata di 0,10 m su ciascun lato.
Se detta difesa non cieca, deve essere rispettato il punto 4.5.1 della EN 294.

5.6.2

Quando il vano di corsa contiene pi ascensori, deve esistere una difesa di separazione
tra le parti mobili dei diversi ascensori.
Se detta difesa non cieca, deve essere rispettato il punto 4.5.1 della EN 294.

5.6.2.1

Questa difesa di separazione deve estendersi almeno dal punto pi basso della corsa della cabina o della massa di bilanciamento fino ad unaltezza di 2,50 m sopra il livello del
piano pi basso. La larghezza deve essere tale da impedire il passaggio da una fossa
allaltra, tranne quando siano soddisfatte le condizioni di 5.2.2.2.2.

5.6.2.2

Se la distanza orizzontale tra il bordo del tetto della cabina di un ascensore e una parte
mobile (cabina o massa di bilanciamento) appartenente ad un ascensore adiacente minore di 0,50 m, la difesa di separazione deve estendersi per tutta laltezza del vano.
La larghezza della difesa di separazione deve essere non minore di quella della parte mobile, o parte di questa, da cui ci si deve proteggere, aumentata di 0,10 m da una parte e
dallaltra.

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5.7

Testata e fossa

5.7.1

Spazi liberi allestremit superiore del vano di corsa

5.7.1.1

Quando il pistone nella posizione di completa estensione, raggiunta con i dispositivi che
ne limitano la corsa di cui in 12.2.3, devono essere contemporaneamente soddisfatte le
sei condizioni seguenti:
a) la lunghezza delle guide di cabina deve permettere unulteriore corsa guidata, espres2
sa in metri, non minore di 0,1 + 0,035 v m 4);
b) la distanza libera verticale, espressa in metri, tra il livello della superficie pi alta sul
tetto della cabina le cui dimensioni rispondono a 8.13.2 [con esclusione delle superfici
sulle parti di cui in 5.7.1.1 c)] ed il livello della parte pi bassa del soffitto del vano (inclusi le travi e i componenti installati sotto il soffitto), situati nella proiezione della ca2
bina, deve essere non minore di 1,0 + 0,035 v m;
c) la distanza libera verticale, espressa in metri, tra le parti pi basse del soffitto del vano e:
1) le parti pi alte degli organi fissati sul tetto della cabina, eccettuati quelli presi in
2
considerazione al 2) seguente deve essere non minore di 0,3 + 0,035 v m ;
2) la parte pi alta dei pattini o dei rulli di guida, degli attacchi delle funi e della traversa frontale o delle parti delle porte scorrevoli verticalmente, se esistono, deve
2
essere non minore di 0,1 + 0,035 v m;
d) deve esistere sopra la cabina uno spazio sufficiente ad accogliere un parallelepipedo
rettangolo di almeno 0,50 m 0,60 m 0,80 m, poggiante su una delle sue facce. Per
gli ascensori con tiro diretto, le funi di sospensione e i loro attacchi possono essere
contenuti in questo volume purch il centro della sezione di nessuna fune sia ad una
distanza maggiore di 0,15 m da almeno una delle facce verticali del parallelepipedo;
e) la distanza libera verticale tra le parti pi basse del soffitto del vano e le parti pi alte
disposte alla sommit di un pistone che si estende verso lalto, deve essere non minore di 0,10 m;
2
f) nel caso di ascensori ad azione diretta, non si deve tenere conto del valore 0,035 v m
citato in a), b) e c).

5.7.1.2

Quando la cabina appoggia sugli ammortizzatori completamente compressi, la lunghezza


delle guide della massa di bilanciamento deve essere tale da permettere unulteriore cor2
sa guidata della massa di bilanciamento, espressa in metri, non minore di 0,1 + 0,035 v d .

5.7.2

Fossa

5.7.2.1

La parte inferiore del vano deve essere costituita da una fossa il cui fondo deve essere
liscio e approssimativamente in piano ad eccezione dei basamenti per gli ammortizzatori,
per il gruppo cilindro-pistone e per le guide e ad eccezione dei dispositivi di evacuazione
delle acque.
Dopo lesecuzione del fissaggio delle guide, degli ammortizzatori, delle eventuali protezioni, ecc., la fossa deve risultare protetta contro infiltrazioni dacqua.

5.7.2.2

Se esiste una porta daccesso alla fossa, diversa dalla porta di piano, essa deve soddisfare i requisiti di 5.2.2.
Tale porta deve esistere se la profondit della fossa maggiore di 2,50 m e se la disposizione dei luoghi lo permette.
In mancanza di altro accesso, si deve prevedere un dispositivo installato in modo stabile
nel vano di corsa, facilmente accessibile dalla porta di piano, per permettere al personale
competente una discesa sicura in fondo alla fossa. Questo dispositivo non deve interessare lo spazio impegnato dalle parti di ascensore in movimento.

4)

0,035 v m rappresenta la met della distanza di arresto per gravit corrispondente al 115% della velocit nominale:
2

( 1,15 v m )
2
2
1 2 ------------------------------ = 0,0337 v m arrotondato a 0,035 v m .
2 gn

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5.7.2.3

Quando la cabina appoggia sui suoi ammortizzatori totalmente compressi, devono essere
soddisfatte simultaneamente le seguenti cinque condizioni:
a) deve esistere nella fossa uno spazio sufficiente ad accogliere un parallelepipedo rettangolo di almeno 0,50 m 0,60 m 1,0 m appoggiato su una delle sue facce;
b) la distanza libera verticale tra il fondo della fossa e le parti pi basse della cabina deve
essere non minore di 0,50 m. Questa distanza pu essere ridotta ad un minimo di
0,10 m, entro una distanza orizzontale di 0,15 m tra:
1) i blocchi del dispositivo a morsa, i dispositivi a tacchetti, il grembiule o le parti della(e) porta(e) scorrevoli verticali e la(e) parete(i) adiacente(i);
2) le parti pi basse della cabina e le guide;
c) la distanza libera verticale tra le parti pi alte installate nella fossa, per esempio il sostegno del gruppo cilindro-pistone, le tubazioni ed altri accessori, e le parti pi basse
della cabina, fatta eccezione di quelle dettagliate nei punti b) 1) e b) 2) di cui sopra,
deve essere non minore di 0,30 m;
d) la distanza libera verticale tra il fondo della fossa o la parte pi alta delle apparecchiature in essa installate e le parti pi basse disposte sulla testa del pistone viaggianti verso
il basso di un gruppo cilindro-pistone rovesciato, deve essere non minore di 0,50 m.
Tuttavia, se impossibile accedere involontariamente sotto le parti disposte sulla testa del pistone (per esempio a mezzo di difese conformi a 5.6.1) detta distanza verticale pu essere ridotta da 0,50 m ad un minimo di 0,10 m;
e) la distanza libera verticale tra il fondo della fossa ed il braccio di guida di un pistone telescopico sotto la cabina di un ascensore ad azione diretta deve essere non minore di 0,50 m.

5.7.2.4

Con la cabina nella sua posizione pi alta, determinata dalla completa compressione degli
ammortizzatori del gruppo cilindro-pistone, la lunghezza delle guide della massa di bilanciamento, se esiste, deve permettere unulteriore corsa guidata, espressa in metri, non mi2
nore di 0,1 + 0,035 v m .

5.7.2.5

Devono essere installati nella fossa:


a) dispositivo(i) di arresto accessibile(i), sia una volta aperta ogni porta di accesso alla
fossa, sia dal pavimento della fossa, in conformit a 14.2.2 e 15.7;
b) una presa di corrente (13.6.2);
c) dispositivi di comando per lilluminazione del vano di corsa (5.9) azionabili una volta
aperta ogni porta di accesso alla fossa.

5.8

Destinazione esclusiva del vano di corsa


Il vano di corsa deve essere esclusivamente adibito al servizio dellascensore. Esso non
deve contenere cavi o dispositivi, ecc., estranei al servizio dellascensore. Il vano di corsa
pu, tuttavia, contenere apparecchiature che servono per il suo riscaldamento, con esclusione del riscaldamento a vapore e del riscaldamento ad acqua ad alta pressione. Tuttavia, tutti gli organi di comando e i dispositivi di regolazione dellimpianto di riscaldamento
devono trovarsi allesterno del vano di corsa.
Nel caso di ascensori conformi a 5.2.1.2, si considera vano di corsa:
a) larea circoscritta dalle difese, quando esistono le difese;
b) larea interna ai punti che distano 1,50 m dalle parti mobili dellascensore, quando non
esistono difese (vedere 5.2.1.2).

5.9

Illuminazione del vano di corsa


Il vano di corsa deve essere munito di illuminazione elettrica installata stabilmente che assicuri unintensit di illuminazione di almeno 50 lux allaltezza di 1 m sopra il tetto della cabina e sopra il pavimento della fossa del vano, anche quando tutte le porte sono chiuse.
Questa illuminazione deve comprendere una lampada ad una distanza non maggiore di
0,50 m dal punto pi alto e pi basso del vano con lampade intermedie.
Se si adotta leccezione prevista in 5.2.1.2, questa illuminazione pu non essere necessaria se lilluminazione elettrica esistente allesterno del vano sufficiente.

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5.10

Soccorso di emergenza
Se, per le persone che lavorano nel vano di corsa, esiste il rischio di rimanervi intrappolate e non esistono mezzi per uscire dal vano, o attraverso la cabina o attraverso il vano di
corsa, nei posti ove esiste detto rischio devono essere installati dispositivi di allarme.
Detti dispositivi di allarme devono rispondere ai requisiti di 14.2.3.2 e 14.2.3.3.

LOCALI DEL MACCHINARIO E DELLE PULEGGE DI RINVIO

6.1

Disposizioni generali

6.1.1

Il macchinario, la sua apparecchiatura e le pulegge devono essere installati in locale apposito comprendente pareti, soffitto, porta e/o botola ciechi e devono essere accessibili
solo alle persone autorizzate (manutenzione, ispezione, soccorso).
I locali del macchinario o delle pulegge di rinvio non devono essere adibiti ad altri usi che
non siano quelli degli ascensori. Essi non devono contenere cavi o dispositivi, estranei al
servizio degli ascensori.
ammesso, tuttavia, che detti locali contengano:
a) macchinari di montacarichi o scale mobili;
b) apparecchiature per il condizionamento o per il riscaldamento dei locali stessi, con
lesclusione del riscaldamento a vapore o ad acqua ad alta pressione;
c) rivelatori dincendio o apparecchi fissi per lestinzione, a temperatura nominale elevata di funzionamento, idonei per il materiale elettrico, stabili per un periodo di tempo e
convenientemente protetti contro urti accidentali.

6.1.2

Le pulegge di rinvio possono essere installate nella testata del vano di corsa a condizione
che siano fuori della proiezione del tetto della cabina e che le verifiche, le prove e le operazioni di manutenzione possano farsi in tutta sicurezza dal tetto della cabina o dallesterno del vano di corsa.

6.1.3

Se il locale del macchinario non adiacente al vano di corsa, le tubazioni idrauliche e i


cavi elettrici tra locale del macchinario e vano devono essere disposti in condotti o canali,
riservati appositamente a questo scopo (vedere 12.3.1.2).

6.2

Accessi

6.2.1

Gli accessi ai locali del macchinario e delle pulegge di rinvio devono:


a) poter essere correttamente illuminati da uno o pi dispositivi elettrici installati stabilmente;
b) poter essere facilmente utilizzabili con tutta sicurezza, in ogni circostanza, e senza richiedere il passaggio attraverso luoghi privati.

6.2.2

Deve essere assicurato un accesso sicuro delle persone al locale del macchinario e delle
pulegge di rinvio. Esso deve, di preferenza, effettuarsi interamente a mezzo di scale normali. Nel caso in cui linstallazione di scale normali non sia possibile, possono essere utilizzate scale rispondenti alle condizioni seguenti:
a) laccesso al locale del macchinario o delle pulegge di rinvio deve trovarsi a non pi di
4 m dal livello raggiungibile a mezzo scale normali;
b) le scale devono essere fissate agli accessi in modo da non poter essere rimosse;
c) le scale di altezza maggiore di 1,50 m devono, in posizione di uso per laccesso, formare un angolo compreso tra 65 e 75 rispetto allorizzontale e non devono potere
rovesciarsi o scivolare;
d) la larghezza libera della scala deve essere di almeno 0,35 m, la profondit dei gradini
deve essere non minore di 25 mm e, in caso di scale verticali, la distanza tra i gradini
e la parete dietro la scala deve essere non minore di 0,15 m; i gradini devono essere
idonei a sostenere un carico di 1 500 N;

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e) adiacenti allestremit superiore della scala deve essere disposto almeno un appiglio
a portata di mano;
f) intorno alla scala, per una distanza orizzontale di almeno 1,50 m da essa, deve essere impedita la caduta da unaltezza maggiore dellaltezza della scala stessa.

6.3

Costruzione e caratteristiche dei locali del macchinario

6.3.1

Resistenza meccanica, superficie del pavimento

6.3.1.1

I locali devono essere costruiti in modo tale da potere sopportare i carichi e le forze alle
quali si prevede che siano sottoposti.
Essi devono essere costruiti con materiali durevoli che non favoriscano la formazione di
polvere.

6.3.1.2

Il pavimento dei locali deve essere di materiale non sdrucciolevole, per esempio calcestruzzo lisciato, lamiera striata.

6.3.2

Dimensioni

6.3.2.1

Le dimensioni del locale del macchinario devono essere sufficienti per consentire di lavorare in sicurezza e facilmente su tutte le apparecchiature ed in particolare sulle apparecchiature elettriche.
In particolare, deve essere realizzata unaltezza libera di almeno 2 m sulle superfici di lavoro, e:
a) una superficie libera orizzontale davanti a quadri elettrici ed armadi. Questa superficie
definita come segue:
1) profondit misurata a partire dalla superficie esterna dei rivestimenti di almeno
0,70 m;
2) larghezza, la maggiore delle due dimensioni seguenti: 0,50 m oppure la larghezza
totale dellarmadio o del quadro elettrico;
b) una superficie libera orizzontale minima di 0,50 m 0,60 m per la manutenzione e
lispezione delle parti in movimento nei punti dove necessario e, quando occorre,
per la manovra manuale di emergenza (12.9).

6.3.2.2

Laltezza libera dei passaggi deve essere non minore di 1,80 m.


I passaggi per accedere agli spazi liberi di cui in 6.3.2.1 devono avere larghezza minima
di 0,50 m. Questo valore pu essere ridotto a 0,40 m se non esistono parti in movimento.
Per altezza libera di passaggio si deve intendere laltezza sotto il bordo inferiore delle travi
del soffitto, misurata:
a) sia dal piano di calpestio dellaccesso;
b) sia dal piano di calpestio del posto dove bisogna sostare per effettuare il lavoro.

6.3.2.3

Al disopra delle parti rotanti della macchina deve esistere una distanza libera verticale non
minore di 0,30 m.

6.3.2.4

Quando il locale del macchinario si sviluppa su pi livelli con dislivelli maggiori di 0,50 m,
bisogna prevedere dei gradini o scale e dei parapetti.

6.3.2.5

Quando nel pavimento del locale del macchinario esistono incavi la cui profondit supera
0,50 m e la cui larghezza minore di 0,50 m, oppure canaletti, si deve provvedere a ricoprirli.

6.3.3

Porte e botole

6.3.3.1

Le porte di accesso devono avere larghezza non minore di 0,60 m ed altezza non minore
di 1,80 m. Esse non devono aprirsi verso linterno del locale.

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6.3.3.2

Il passaggio libero delle botole di accesso per le persone deve essere non minore di
0,80 m 0,80 m e le botole devono essere contrappesate.
Quando sono chiuse, tutte le botole devono essere in grado di sopportare due persone,
considerate ciascuna come 1 000 N su una superficie di 0,20 m 0,20 m in ogni punto,
senza deformazione permanente.
Le botole non devono aprirsi verso il basso, tranne quando siano associate a scale retrattili. I cardini delle botole, se esistono, non devono essere sfilabili.
Quando una botola aperta, si devono prendere precauzioni per evitare la caduta di persone (per esempio un parapetto).

6.3.3.3

Le porte e le botole devono essere munite di dispositivi di blocco a chiave, che consentano lapertura senza chiave dallinterno del locale.
ammesso che le botole che servono solo per il passaggio del materiale siano bloccate
solo dallinterno.

6.3.4

Altre aperture
Le dimensioni delle aperture nei basamenti e nel pavimento del locale devono essere ridotte al minimo necessario per la loro funzione.
Per evitare il pericolo della caduta di oggetti, si devono applicare, per le aperture situate
al disopra del vano di corsa, comprese quelle per i cavi elettrici, dei manicotti di protezione
sporgenti dai basamenti o dal pavimento per non meno di 50 mm.

6.3.5

Ventilazione
I locali del macchinario devono essere convenientemente ventilati. Quando il vano ventilato attraverso il locale del macchinario, se ne deve tenere conto. Laria viziata proveniente da locali estranei agli ascensori non deve essere convogliata direttamente nei locali del macchinario. Essi devono essere realizzati in modo che i motori, le apparecchiature, i cavi elettrici, ecc., siano il pi ragionevolmente possibile riparati da polvere, esalazioni nocive e umidit.

6.3.6

Illuminazione e prese di corrente


Lilluminazione elettrica dei locali del macchinario deve essere con installazione fissa assicurata sulla base minima di 200 lux al livello del pavimento. Lalimentazione di tale illuminazione deve essere conforme a 13.6.1.
Un interruttore situato allinterno, in prossimit del o degli accessi e ad una altezza appropriata, deve permettere lilluminazione del locale.
Deve essere prevista almeno una presa di corrente (13.6.2).

6.3.7

Spostamento del materiale


Per permettere il sollevamento del materiale pesante (vedere 0.2.5 e 0.3.14), sul soffitto
del locale del macchinario o su travi devono essere convenientemente installati uno o pi
supporti o ganci con lindicazione della portata massima ammessa (15.4.5).

6.4

Costruzione e caratteristiche dei locali delle pulegge di rinvio

6.4.1

Resistenza meccanica e caratteristiche del pavimento

6.4.1.1

I locali delle pulegge di rinvio devono essere costruiti in modo tale da sopportare i carichi
e le forze alle quali si prevede che essi saranno normalmente sottoposti.
Essi devono essere costruiti con materiali durevoli che non favoriscano la formazione di
polvere.

6.4.1.2

Il pavimento dei locali delle pulegge di rinvio deve essere di materiale non sdrucciolevole,
per esempio calcestruzzo lisciato, lamiera striata.

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6.4.2

Dimensioni

6.4.2.1

Le dimensioni dei locali delle pulegge di rinvio devono essere sufficienti per consentire al personale di manutenzione di accedere, con sicurezza e facilmente, a tutte le apparecchiature.
Sono applicabili i requisiti di cui in 6.3.2.1 b) e 6.3.2.2, secondo e terzo paragrafo.

6.4.2.2

Laltezza libera deve essere non minore di 1,50 m.

6.4.2.2.1

Deve esistere uno spazio libero non minore di 0,30 m al disopra delle pulegge.

6.4.2.2.2

Se nel locale delle pulegge di rinvio esistono quadri o armadi elettrici, il locale deve soddisfare i requisiti di cui in 6.3.2.1 e 6.3.2.2.

6.4.3

Porte e botole

6.4.3.1

Le porte di accesso devono avere larghezza minima di 0,60 m ed altezza minima di


1,40 m. Esse non devono aprirsi verso linterno del locale.

6.4.3.2

Le botole di accesso per le persone devono avere una superficie libera di passaggio non
minore di 0,80 m 0,80 m e devono essere contrappesate.
Quando sono chiuse, tutte le botole devono essere in grado di sopportare due persone,
considerate ciascuna come 1 000 N su una superficie di 0,20 m 0,20 m in ogni punto,
senza deformazione permanente.
Le botole non devono aprirsi verso il basso, tranne quando siano associate a scale retrattili. I cardini delle botole, se esistono, non devono essere sfilabili.
Quando una botola aperta si devono prendere precauzioni per evitare la caduta di persone (per esempio un parapetto).

6.4.3.3

Le porte e le botole devono essere munite di dispositivi di blocco a chiave che consentano
lapertura senza chiave dallinterno del locale.

6.4.4

Altre aperture
Le dimensioni delle aperture nei basamenti e nel pavimento del locale delle pulegge devono essere ridotte al minimo necessario per la loro funzione.
Per evitare il pericolo della caduta di oggetti, si devono applicare, per le aperture situate
al disopra del vano di corsa, comprese quelle per i cavi elettrici, dei manicotti di protezione
sporgenti dai basamenti o dal pavimento per non meno di 50 mm.

6.4.5

Dispositivo di arresto
Deve essere installato nel locale delle pulegge di rinvio in prossimit dellingresso o degli
ingressi un dispositivo di arresto conforme a 14.2.2 e 15.4.4.

6.4.6

Temperatura
Se c rischio di gelo o di condensa nei locali delle pulegge di rinvio, bisogna usare delle
precauzioni per proteggere le apparecchiature.
Se i locali delle pulegge contengono anche apparecchiature elettriche, la temperatura
ambiente deve essere simile a quella del locale del macchinario.

6.4.7

Illuminazione e prese di corrente


Il locale delle pulegge di rinvio deve essere munito di un impianto fisso di illuminazione
elettrica, che dia unintensit di illuminazione di almeno 100 lux sulla(e) puleggia(e). Lalimentazione di questa illuminazione deve essere conforme a 13.6.1.
Un interruttore, situato allinterno, in prossimit dellingresso, ad altezza appropriata, deve
permettere lilluminazione del locale.
Deve essere prevista almeno una presa di corrente in conformit a 13.6.2. Vedere anche
6.4.2.2.2.
Se nel locale delle pulegge di rinvio esistono quadri elettrici o armadi, si devono soddisfare i requisiti di 6.3.6.
UNI EN 81-2:1999

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PORTE DI PIANO

7.1

Disposizioni generali
Le aperture del vano che consentono laccesso alla cabina devono essere munite di porte
di piano cieche.
In posizione di porta chiusa, i giochi tra le ante o tra ante e montanti, architrave o soglia
devono essere i pi piccoli possibili.
Questa condizione considerata soddisfatta quando i giochi di funzionamento non superano 6 mm. Questo valore, a causa dellusura, pu raggiungere 10 mm. Questi giochi devono essere misurati dallinterno delle rientranze, se esistono.

7.2

Resistenza delle porte e dei loro telai

7.2.1

Le porte ed i loro telai devono essere costruiti in modo che la loro indeformabilit sia assicurata nel tempo. Per questo si consiglia di usare porte metalliche.

7.2.2

Comportamento al fuoco
Le porte di piano devono essere conformi ai relativi applicabili regolamenti antincendio per
gli edifici. Il progetto di norma prEN 81-8 descrive un metodo di prova di resistenza al fuoco.

7.2.3

Resistenza meccanica

7.2.3.1

Le porte con i loro dispositivi di blocco devono possedere una resistenza meccanica tale
che, quando sono bloccate, sotto lapplicazione di una forza di 300 N, perpendicolare
allanta, applicata in un qualunque punto delluna o dellaltra faccia, uniformemente distribuita su una superficie di 5 cm2 di forma rotonda o quadrata, esse:
a) resistano senza deformazione permanente;
b) resistano senza deformazione elastica maggiore di 15 mm;
c) durante e dopo la prova, mantengano inalterata la loro funzione di sicurezza.

7.2.3.2

Sotto lapplicazione, nel punto pi sfavorevole, di una forza manuale (senza attrezzi) di
150 N nel senso di apertura della(e) anta(e) delle porte scorrevoli orizzontalmente e delle
porte a soffietto, i giochi definiti in 7.1 possono essere maggiori di 6 mm, ma non devono
superare:
a) 30 mm per le porte ad apertura laterale;
b) 45 mm in totale per le porte ad apertura centrale.

7.2.3.3

Le ante delle porte costituite da vetro devono essere fissate in modo che le forze che vi
possono essere applicate, previste dalla presente norma, possano essere sopportate
senza danneggiare il fissaggio del vetro.
Nelle porte con vetri di dimensioni superiori a quelle stabilite in 7.6.2 deve essere impiegato vetro laminato ed esse, inoltre, devono resistere alle prove di urto con il pendolo, descritte nellappendice J.
Dopo le prove la funzione di sicurezza delle porte deve rimanere inalterata.

7.2.3.4

Il fissaggio del vetro nelle porte deve essere tale che non sia possibile lo scivolamento del
vetro dai fissaggi, anche in caso di abbassamento.

7.2.3.5

Le lastre di vetro devono avere marchi che diano le seguenti informazioni:


a) nome del fornitore e marchio di fabbrica;
b) tipo del vetro;
c) spessore (per esempio 8/0,76/8 mm).

UNI EN 81-2:1999

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7.2.3.6

Per evitare il trascinamento delle mani dei bambini, le porte scorrevoli orizzontalmente automatiche costituite da vetro di dimensioni maggiori di quelle di cui in 7.6.2 devono essere
munite di mezzi che riducano il rischio al minimo, quali:
a) riduzione del coefficiente di attrito tra mani e vetro;
b) vetro opaco fino allaltezza di 1,10 m;
c) sensori della presenza delle dita, oppure
d) altri sistemi equivalenti.

7.3

Altezza e larghezza degli accessi

7.3.1

Altezza
Le porte di piano devono avere altezza libera di accesso non minore di 2 m.

7.3.2

Larghezza
La larghezza libera di accesso delle porte di piano non deve superare per pi di 50 mm,
su ciascun lato, la larghezza libera dellaccesso della cabina.

7.4

Soglie, guide e sospensione delle porte

7.4.1

Soglie
Ogni accesso di piano deve avere una soglia con resistenza sufficiente a sopportare il
passaggio dei carichi che possono essere introdotti nella cabina.
Nota

Si raccomanda di realizzare una leggera contropendenza davanti a ciascuna soglia di piano per evitare allacqua di infiltrarsi nel vano (acqua per lavare, per innaffiare, ecc.).

7.4.2

Guide

7.4.2.1

Le porte di piano devono essere costruite in modo da evitare, durante il loro funzionamento normale, inceppamenti meccanici e la fuoruscita dagli organi di guida, sia lateralmente
sia alle estremit della corsa.
Deve essere installato un sistema di guida di emergenza che mantenga le porte di piano
nella loro posizione quando le guide possono non svolgere pi la loro funzione a causa
dellusura, della corrosione o di un incendio.

7.4.2.2

Le porte di piano scorrevoli orizzontalmente devono essere guidate nelle loro parti superiore ed inferiore.

7.4.2.3

Le porte di piano scorrevoli verticalmente devono essere guidate ai due lati.

7.4.3

Sospensione delle porte scorrevoli verticalmente

7.4.3.1

I pannelli delle porte di piano scorrevoli verticalmente devono essere collegati a due organi di sospensione indipendenti.

7.4.3.2

Le funi, le catene e le cinghie di sospensione devono essere calcolati con un coefficiente


di sicurezza non minore di 8.

7.4.3.3

Il diametro primitivo delle pulegge delle funi di sospensione deve essere non minore di 25
volte il diametro delle funi.

7.4.3.4

Le funi e le catene di sospensione devono essere protette contro lo scarrucolamento dalle


pulegge o dai pignoni.

UNI EN 81-2:1999

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7.5

Protezioni relative al funzionamento delle porte

7.5.1

Disposizioni generali
Le porte e le parti ad esse adiacenti devono essere costruite in modo tale da rendere minimi i rischi di danneggiamento o di infortuni a causa dellafferramento di una parte della
persona, di vestiti o di altri oggetti.
Per evitare il rischio di cesoiamento durante il funzionamento, la superficie esterna, delle
porte scorrevoli automatiche, non deve avere sporgenze o rientranze maggiori di 3 mm.
Gli spigoli di queste devono essere smussati nel senso del movimento di apertura.
Fa eccezione a questi requisiti il foro per la chiave triangolare di sblocco di cui allappendice B.

7.5.2

Porte motorizzate
Le porte motorizzate devono essere progettate per ridurre al minimo le conseguenze dannose dellurto di unanta contro una persona.
Per questo devono essere soddisfatti i seguenti requisiti:

7.5.2.1

Porte scorrevoli orizzontalmente

7.5.2.1.1

Porte automatiche

7.5.2.1.1.1

La spinta necessaria per impedire la chiusura della porta non deve superare 150 N. Il valore della spinta non deve essere rilevato nel primo terzo della corsa della porta.

7.5.2.1.1.2

Lenergia cinetica della porta di piano e degli elementi meccanici che le sono rigidamente
connessi, calcolata o misurata5) alla velocit media di chiusura, non deve essere maggiore di 10 J.
La velocit media di chiusura di una porta scorrevole calcolata in funzione della corsa
totale diminuita di:
a) 25 mm ad ogni estremit della corsa nel caso di porte a due ante a chiusura centrale;
b) 50 mm ad ogni estremit della corsa nel caso di porte a chiusura laterale.

7.5.2.1.1.3

Un dispositivo di protezione deve comandare automaticamente la riapertura della porta


nel caso in cui una persona sia urtata, o sia sul punto di essere urtata, dalla porta mentre
attraversa laccesso durante il movimento di chiusura.
Questo dispositivo di protezione pu essere lo stesso della porta della cabina (vedere
8.7.2.1.1.3).
Leffetto del dispositivo pu essere neutralizzato negli ultimi 50 mm di corsa di ciascuna
anta trascinante della porta.
Nel caso esista un sistema che esclude il dispositivo sensibile di protezione dopo un periodo di tempo stabilito, per impedire le ostruzioni prolungate durante la chiusura della
porta, lenergia cinetica definita in 7.5.2.1.1.2 deve essere non maggiore di 4 J durante il
movimento della porta con il dispositivo di protezione escluso.

7.5.2.1.1.4

In caso di azionamento simultaneo della porta di cabina e delle porte di piano ad essa accoppiate, i requisiti di 7.5.2.1.1.1 e 7.5.2.1.1.2 devono risultare soddisfatti per linsieme dei
meccanismi accoppiati.

7.5.2.1.1.5

La forza necessaria per impedire lapertura di una porta a soffietto deve essere non maggiore di 150 N. La misurazione di questa forza deve essere effettuata con la porta semichiusa in modo tale che i bordi esterni dei pannelli pieghevoli o parti equivalenti, per esempio il telaio della porta, siano ad una distanza di 100 mm.

5)

Misurata, per esempio, con laiuto di un dispositivo costituito da un pistone graduato che agisce su una molla con
costante di carico di 25 N/mm e munito di un anello facilmente scorrevole che consenta di misurare il punto estremo di
spostamento massimo al momento dellurto. Un agevole calcolo consente di determinare la graduazione corrispondente
ai limiti fissati.

UNI EN 81-2:1999

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7.5.2.1.2

Porte motorizzate non automatiche


Quando la chiusura delle porte effettuata sotto il comando ed il controllo continuo degli
utenti a mezzo di una pressione continua su un pulsante o dispositivo simile (comando a
uomo presente), se lenergia cinetica, misurata o calcolata come in 7.5.2.1.1.2, supera
10 J, la velocit media di chiusura dellanta pi veloce deve essere limitata a 0,3 m/s.

7.5.2.2

Porte scorrevoli verticalmente


Questo tipo di porte ammesso soltanto per gli ascensori per merci.
La chiusura motorizzata di queste porte ammessa solo se tutte le quattro condizioni seguenti sono rispettate:
a) la chiusura si effettua sotto il comando ed il controllo permanente degli utenti;
b) la velocit media di chiusura dellanta pi veloce limitata a 0,3 m/s;
c) la porta della cabina costruita in conformit a 8.6.1;
d) la porta della cabina chiusa almeno per 2/3 prima che la porta di piano cominci a
chiudersi.

7.5.2.3

Altri tipi di porte


Per lutilizzazione di altri tipi di porte motorizzate diversi da quelli descritti (per esempio a
battente), che possono durante lapertura o chiusura urtare le persone, si devono adottare precauzioni analoghe a quelle descritte per le porte scorrevoli motorizzate.

7.6

Illuminazione degli accessi e segnalazione di "presente"

7.6.1

Illuminazione degli accessi


Lilluminamento naturale o artificiale dei piani, a livello del pavimento in prossimit delle
porte di piano, deve essere non minore di 50 lux, in modo che un utente possa vedere che
cosa gli si presenta quando apre la porta di piano per entrare nella cabina, anche in caso
di mancanza di illuminazione della stessa (vedere 0.2.5).

7.6.2

Indicazione della presenza della cabina


Nel caso di porte di piano ad apertura manuale, lutente deve potere sapere, prima di aprire la porta, se la cabina si trova o no davanti allaccesso.
A questo fine deve essere installato:
a) una o pi spie (pannelli) trasparenti rispondenti a tutte le quattro condizioni seguenti:
1) resistenza meccanica come fissata in 7.2.3.1, fatta eccezione per le prove di urto
con il pendolo;
2) spessore minimo di 6 mm;
3) superficie minima trasparente per ogni porta di piano di 0,015 m2, con un minimo
di 0,01 m2 per ciascuna spia;
4) larghezza della spia: minimo 60 mm, massimo 150 mm. La parte inferiore della
spia la cui larghezza supera 80 mm deve essere almeno a 1 m dal pavimento, oppure
b) un segnale luminoso di "presente" che si accenda solo quando la cabina sta per fermarsi o ferma al piano considerato. Questo segnale deve rimanere acceso per tutto
il tempo di stazionamento della cabina.

7.7

Controllo del blocco e della chiusura delle porte di piano

7.7.1

Protezione contro i rischi di caduta


Non deve essere possibile, durante il normale funzionamento, aprire una porta di piano (o
una delle ante quando la porta costituita da pi ante) tranne quando la cabina sia ferma
o stia fermandosi entro la zona di sbloccaggio della porta stessa.
La zona di sbloccaggio della porta deve essere non maggiore di 0,20 m sotto e sopra il livello del piano.
Tuttavia, nel caso di porta di piano e di porta della cabina motorizzate ed accoppiate, la zona
di sbloccaggio pu estendersi fino ad un massimo 0,35 m sotto e sopra il livello del piano.

UNI EN 81-2:1999

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7.7.2

Protezione contro il cesoiamento

7.7.2.1

Con le eccezioni di 7.7.2.2, non deve essere possibile in servizio normale fare partire
lascensore o mantenerlo in movimento se una porta di piano (oppure una qualsiasi delle
sue ante, in caso di porta a pi ante), aperta. Tuttavia, sono ammesse le operazioni preliminari al movimento della cabina, quale lavvio del motore della pompa.

7.7.2.2

Il movimento della cabina con la porta di piano aperta permesso nelle zone seguenti:
a) nella zona di sbloccaggio per permettere il livellamento, il rilivellamento o lintervento
antideriva al livello di piano corrispondente, purch siano soddisfatti i requisiti di cui in
14.2.1.2;
b) in una zona che si pu estendere fino ad un massimo di 1,65 m al disopra del livello
del piano servito per permettere il carico e lo scarico della cabina, a condizione che
siano soddisfatti i requisiti di cui in 8.4.3, 8.14 e 14.2.1.4, inoltre:
1) laltezza libera tra la traversa superiore dellaccesso della porta di piano ed il pavimento della cabina deve essere, per ogni posizione, non minore di 2 m;
2) qualunque sia la posizione della cabina allinterno della zona considerata, deve
essere possibile, senza manovre speciali, assicurare la chiusura completa della
porta di piano.

7.7.3

Bloccaggio e sbloccaggio di emergenza


Ogni porta di piano deve essere munita di un dispositivo di blocco che permetta di soddisfare le condizioni indicate in 7.7.1. Questo dispositivo deve essere protetto contro le manomissioni volontarie.

7.7.3.1

Bloccaggio
Il bloccaggio effettivo della porta di piano, nella sua posizione di chiusura, deve precedere
il movimento della cabina. Tuttavia si possono effettuare operazioni preliminari al movimento della cabina. Il bloccaggio deve essere controllato da un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2.

7.7.3.1.1

La partenza della cabina deve essere possibile solo quando gli elementi che determinano
il bloccaggio sono impegnati tra di loro per almeno 7 mm; vedere figura 3.
figura

Esempi di elementi di blocco


Dimensioni in mm

7.7.3.1.2

Lelemento del dispositivo elettrico di sicurezza che controlla la condizione di bloccaggio


dellanta o delle ante della porta deve essere azionato in modo positivo, senza alcun meccanismo intermedio, dallelemento che assicura il bloccaggio. Esso deve essere non starabile ma regolabile se necessario.
Caso particolare: Nel caso di dispositivi di blocco usati in installazioni per le quali richiesta una protezione speciale contro i rischi di umidit o di esplosione, il collegamento
tra lelemento del dispositivo elettrico di sicurezza che controlla la condizione di bloccaggio della porta e lelemento che assicura il bloccaggio, pu essere solo positivo purch
esso possa essere interrotto solo con la distruzione intenzionale del dispositivo di blocco.

UNI EN 81-2:1999

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7.7.3.1.3

Il bloccaggio delle porte a battente deve avvenire il pi vicino possibile al o ai bordi di chiusura verticali delle porte ed essere mantenuto in modo sicuro, anche in caso di cedimento
dei battenti.

7.7.3.1.4

Gli organi di blocco ed il loro fissaggio devono essere resistenti agli urti ed essere metallici
o rinforzati con metallo.

7.7.3.1.5

Limpegno degli organi di blocco deve essere realizzato in modo tale che una forza di
300 N applicata nel senso di apertura della porta non diminuisca lefficacia del bloccaggio.

7.7.3.1.6

Il dispositivo di blocco deve resistere, senza deformazioni permanenti, durante la prova


prevista in F.1, a una forza minima applicata in corrispondenza di tale dispositivo e nel
senso di apertura della porta di:
a) 1 000 N nel caso di porte scorrevoli;
b) 3 000 N sullelemento di blocco, nel caso di porte a battente.

7.7.3.1.7

Il bloccaggio deve essere determinato e mantenuto per azione di gravit, di magneti permanenti o di molle. Le molle devono agire per compressione, essere guidate ed essere di
dimensioni tali che al momento dello sbloccaggio le spire non siano a contatto.
Nel caso in cui un magnete permanente (o una molla) non risponda pi alla sua funzione,
non ci deve essere sbloccaggio sotto lazione di gravit.
Se lelemento che determina il bloccaggio mantenuto in posizione dallazione di un magnete permanente, non deve essere possibile neutralizzarne lazione con mezzi semplici
(per esempio urti o calore).

7.7.3.1.8

Il dispositivo che determina il bloccaggio deve essere protetto contro il rischio di un accumulo di polvere che potrebbe nuocere al suo corretto funzionamento.

7.7.3.1.9

Lispezione alle parti degli organi che determinano il bloccaggio deve essere facile, per
esempio con lausilio di un coperchio trasparente.

7.7.3.1.10

Nel caso in cui i contatti di bloccaggio siano montati in scatole, le viti dei coperchi devono
essere del tipo imperdibile, in modo che restino nei fori della scatola o del coperchio dopo
lapertura del coperchio stesso.

7.7.3.2

Sbloccaggio di emergenza
Tutte le porte di piano devono poter essere aperte dallesterno mediante una chiave che
si adatti al triangolo di sblocco definito nellappendice B.
Le chiavi di questo tipo devono essere date ad un responsabile unitamente ad unistruzione scritta che precisi le necessarie precauzioni da adottare per evitare incidenti che potrebbero derivare dallo sbloccaggio non seguito da un ribloccaggio efficace.
Dopo lo sbloccaggio di emergenza, il dispositivo di blocco non deve poter restare in posizione sbloccata quando la porta di piano chiusa.
Nel caso di porte di piano mosse dalla porta di cabina, un dispositivo (molla o peso) deve
assicurare la chiusura automatica della porta di piano se, per una qualsiasi ragione, la
porta si trova aperta quando la cabina fuori della zona di sbloccaggio.

7.7.3.3

Il dispositivo di blocco considerato un componente di sicurezza e deve essere verificato


in conformit ai requisiti dellappendice F.1.

7.7.4

Dispositivi elettrici di controllo della chiusura delle porte di piano

7.7.4.1

Tutte le porte di piano devono essere munite di un dispositivo elettrico di sicurezza, conforme a 14.1.2, per il controllo della loro posizione di chiusura, in modo che siano soddisfatti i requisiti di cui in 7.7.2.

UNI EN 81-2:1999

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7.7.4.2

Nel caso di porte di piano scorrevoli orizzontalmente ed accoppiate a quella della cabina,
il dispositivo pu essere comune al dispositivo di controllo del bloccaggio, a condizione
che la sua azione dipenda dalleffettiva chiusura della porta.

7.7.4.3

Nel caso di porte di piano a battente, questo dispositivo deve essere sistemato sul lato
della chiusura o sul dispositivo meccanico che controlla la chiusura della porta.

7.7.5

Requisiti comuni ai dispositivi di controllo del bloccaggio e della chiusura della porta

7.7.5.1

Non deve essere possibile, dai luoghi normalmente accessibili alle persone, fare funzionare lascensore con la porta di piano aperta o non bloccata, a seguito di una manovra
unica non facente parte del funzionamento normale.

7.7.5.2

I mezzi usati per controllare la posizione dellelemento di blocco devono essere a funzionamento positivo.

7.7.6

Porte scorrevoli a pi ante tra di loro collegate meccanicamente

7.7.6.1

Quando una porta scorrevole costituita da pi ante collegate tra di loro direttamente da
un organo meccanico ammesso:
a) sistemare il dispositivo di cui in 7.7.4.1 o in 7.7.4.2 su una sola anta;
b) bloccare una sola anta a condizione che questo unico bloccaggio impedisca lapertura delle altre ante, con aggancio delle ante in posizione di chiusura nel caso di porte
telescopiche.

7.7.6.2

Quando una porta scorrevole costituita da pi ante collegate tra di loro da un organo
meccanico indiretto (per esempio: funi, catene o cinghie), ammesso bloccare una sola
anta a condizione che questo unico bloccaggio impedisca lapertura delle altre ante e che
queste ultime non siano munite di maniglie.
La posizione di chiusura dell(delle) anta(e) non bloccata(e) dal dispositivo di blocco deve
essere controllata da un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2.

7.8

Chiusura delle porte automatiche


In servizio normale, le porte di piano automatiche, in assenza di comandi per il movimento
della cabina, devono essere chiuse dopo un necessario periodo di tempo, che pu essere
definito in funzione del traffico dellascensore.

CABINA E MASSA DI BILANCIAMENTO

8.1

Altezza della cabina

8.1.1

Laltezza libera interna della cabina deve essere non minore di 2 m.

8.1.2

Laltezza libera dell(degli) accesso(i) della cabina per lingresso normale degli utenti deve
essere non minore di 2 m.

8.2

Superficie utile della cabina, portata, capienza (numero delle persone)

8.2.1

Caso generale
Per evitare un sovraccarico della cabina da parte di persone, la superficie utile della cabina deve essere limitata. A questo scopo la corrispondenza tra portata e superficie utile
massima della cabina determinata dal prospetto 1.1.
Le rientranze e le estensioni, anche se di altezza minore di 1 m, siano esse chiuse o no
da porte di separazione, sono permesse solo quando la loro superficie stata considerata nel calcolo della superficie utile massima.
Si deve tenere conto anche di ogni superficie utile nellaccesso, quando le porte sono chiuse.
Inoltre si deve rilevare il sovraccarico della cabina a mezzo di un dispositivo conforme a
14.2.5.

UNI EN 81-2:1999

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prospetto

1.1

Corrispondenza tra portata e superficie utile massima della cabina


Portata
(massa)
kg

Superficie utile
massima della cabina
m2

Portata
(massa)
kg

Superficie utile
massima della cabina
m2

1001)
1802)
225
300
375
400
450
525
600
630
675
750
800
825

0,37
0,58
0,70
0,90
1,10
1,17
1,30
1,45
1,60
1,66
1,75
1,90
2,00
2,05

900
975
1 000
1 050
1 125
1 200
1 250
1 275
1 350
1 425
1 500
1 600
2 000
2 5003)

2,20
2,35
2,40
2,50
2,65
2,80
2,90
2,95
3,10
3,25
3,40
3,56
4,20
5,00

1) Minimo per ascensori per 1 persona.


2) Minimo per ascensori per 2 persone.
3) Oltre 2 500 kg, ogni 100 kg in pi, aggiungere 0,16 m2.
Per carichi intermedi, la superficie determinata per interpolazione lineare.

8.2.2

Ascensori per merci

8.2.2.1

Per gli ascensori idraulici per merci, la superficie utile della cabina pu essere pi grande
di quella determinata con il prospetto 1.1, ma non deve superare il valore indicato nel prospetto 1.1.A per la portata corrispondente.
prospetto 1.1.A

Superficie utile massima della cabina per ascensori idraulici per merci
Portata
(massa)

Portata
(massa)

kg

Superficie utile
massima della cabina
(vedere 8.2.1)
m2

kg

Superficie utile
massima della cabina
(vedere 8.2.1)
m2

400
450
525
600
630
675
750
800
825
900

1,68
1,84
2,08
2,32
2,42
2,56
2,80
2,96
3,04
3,28

975
1 000
1 050
1 125
1 200
1 250
1 275
1 350
1 425
1 500
1 600

3,52
3,60
3,72
3,90
4,08
4,20
4,26
4,44
4,62
4,80
5,04

Oltre 1 600 kg, ogni 100 kg in pi, aggiungere 0,40 m2.


Per carichi intermedi, la superficie determinata per interpolazione lineare.

8.2.2.2

Tuttavia, la superficie utile della cabina di un ascensore con massa di bilanciamento deve
essere tale che un carico in cabina determinato con il prospetto 1.1 (8.2.1) non causi una
pressione che superi 1,4 volte la pressione per la quale il gruppo cilindro-pistone e le tubazioni sono progettati.

8.2.2.3

La cabina, lintelaiatura di cabina, il collegamento tra cabina e pistone (cilindro), i mezzi di


sospensione (di ascensori ad azione indiretta), il paracadute della cabina, la valvola di
blocco, la valvola limitatrice di flusso/valvola limitatrice di flusso in una direzione, il dispositivo a morsa, il dispositivo a tacchetti, le guide e gli ammortizzatori devono essere costruiti per un carico determinato con il prospetto 1.1 (8.2.1).

UNI EN 81-2:1999

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8.2.2.4

Si devono soddisfare i requisiti di 8.2.1 ed inoltre i calcoli di progetto devono essere eseguiti tenendo conto non solo del carico trasportato ma anche della massa dei mezzi di trasporto che possono entrare nella cabina.

8.2.3

Capienza (numero delle persone)


Il numero delle persone il pi piccolo dei valori ottenuti:
portata
a) dalla formula, ------------------ , arrotondando il risultato al numero intero inferiore, oppure
75
b) dal prospetto 1.2.
prospetto

1.2

Corrispondenza tra numero delle persone e superficie utile minima della cabina
Capienza
(numero delle persone)

Superficie utile
minima della cabina
m2

Capienza
(numero delle persone)

Superficie utile
minima della cabina
m2

1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

0,28
0,49
0,60
0,79
0,98
1,17
1,31
1,45
1,59
1,73

11
12
13
14
15
16
17
18
19
20

1,87
2,01
2,15
2,29
2,43
2,57
2,71
2,85
2,99
3,13

Oltre 20 persone aggiungere 0,115 m2 per ogni persona in pi.

8.3

Pareti, pavimento e tetto della cabina

8.3.1

La cabina deve essere completamente chiusa da pareti, pavimento e tetto, le sole aperture ammesse sono le seguenti:
a) accessi per il normale ingresso degli utenti;
b) botole e porte di soccorso;
c) aperture per la ventilazione.

8.3.2

Le pareti, il pavimento ed il tetto devono avere una resistenza meccanica sufficiente.


Linsieme costituito dallintelaiatura, dai pattini, dalle pareti, dal pavimento e dal tetto della
cabina deve avere una resistenza meccanica sufficiente per resistere alle forze che possono essergli applicati durante il funzionamento normale dellascensore, durante lintervento del paracadute, della valvola di blocco, del dispositivo a morsa o del dispositivo a
tacchetti o nellimpatto della cabina sui suoi ammortizzatori.

8.3.2.1

Ogni parete della cabina deve possedere una resistenza meccanica tale che, durante
lapplicazione di una forza di 300 N perpendicolare alla parete, applicata in qualunque
punto dallinterno della cabina verso lesterno, ripartita uniformemente su una superficie
di 5 cm2 di forma rotonda o quadrata, la parete resista:
a) senza deformazione permanente;
b) senza deformazione elastica maggiore di 15 mm.

8.3.2.2

Nelle pareti con vetro deve essere impiegato vetro laminato ed inoltre esse devono resistere alle prove durto con il pendolo, descritte nellappendice J.
Dopo le prove, la funzione di sicurezza delle pareti deve rimanere inalterata.
Le pareti della cabina con vetro posto ad altezza minore di 1,10 m dal pavimento devono
avere un corrimano ad unaltezza compresa tra 0,90 m e 1,10 m. Questo corrimano non
deve essere fissato al vetro.

UNI EN 81-2:1999

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8.3.2.3

Gli organi di fissaggio superiore del vetro alla parete devono essere tali che il vetro non
possa abbandonare il fissaggio anche in caso di abbassamento.

8.3.2.4

Le lastre di vetro devono avere marchi che diano le seguenti informazioni:


a) nome del fornitore e marchio di fabbrica;
b) tipo del vetro;
c) spessore (per esempio 8/0,76/8 mm).

8.3.2.5

Il tetto della cabina deve soddisfare i requisiti di cui in 8.13.

8.3.3

Le pareti, il pavimento ed il tetto non devono essere costituiti da materiali che possono
diventare pericolosi per lalta infiammabilit o per la natura e la quantit di gas o fumi che
potrebbero emanare.

8.4

Grembiule

8.4.1

Ogni soglia della cabina deve essere munita di un grembiule che si estenda per tutta la
larghezza dellaccesso libero delle porte di piano servite. La parte verticale deve essere
prolungata verso il basso e terminare con uno smusso il cui angolo con il piano orizzontale
deve essere maggiore di 60. La proiezione di questo smusso sul piano orizzontale deve
essere non minore di 20 mm.

8.4.2

Laltezza della parte verticale deve essere non minore di 0,75 m.

8.4.3

Nel caso di ascensore con fermata ausiliaria sopra il livello del piano (14.2.1.4), laltezza
della parte verticale del grembiule deve essere tale che, con la cabina nella pi alta posizione di carico o scarico, il bordo inferiore si trovi a non meno di 0,10 m sotto la soglia del
piano.

8.5

Accessi della cabina


Gli accessi della cabina devono essere muniti di porte.

8.6

Porte di cabina

8.6.1

Le porte di cabina devono essere cieche, fatta eccezione per gli ascensori per merci nei
quali possono essere impiegate porte di cabina scorrevoli verticalmente, con apertura verso lalto, costituite da pannelli di rete o lamiera traforata. Le dimensioni delle maglie della
rete o dei fori devono essere non maggiori di 10 mm nel senso orizzontale e di 60 mm nel
senso verticale.

8.6.2

Quando le porte della cabina sono chiuse devono, tranne gli eventuali giochi di funzionamento, chiudere completamente gli accessi della cabina.

8.6.3

In posizione di porta chiusa, i giochi tra i pannelli o tra i pannelli e i montanti, larchitrave
o la soglia devono essere i pi piccoli possibile.
Questa condizione considerata rispettata quando i giochi di funzionamento sono non
maggiori di 6 mm. Questo valore, a causa dellusura, pu raggiungere 10 mm. I giochi devono essere misurati dal fondo delle cavit se esistono. Fanno eccezione le porte di cabina scorrevoli verticalmente di cui in 8.6.1.

8.6.4

Nel caso di porte a battente, si devono prevedere degli arresti per evitare che i battenti si
aprano verso lesterno della cabina.

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8.6.5

Nella porta della cabina obbligatoria linstallazione di una spia(e) quando ne esista(esistano) una o pi sulle porte di piano [7.6.2 a)]. Tuttavia questa(e) spia(e) non (sono) necessaria(e) sulla porta della cabina quando questa automatica e resta aperta quando la
cabina ferma al livello del piano.
Quando esiste una o pi spie nella porta della cabina, essa(e) deve(devono) soddisfare i
requisiti di 7.6.2 a) e la posizione deve coincidere con quella della(e) spia(e) delle porte di
piano quando la cabina al livello del piano.

8.6.6

Soglie, guide, sospensione delle porte


I requisiti di cui in 7.4, applicabili alle porte di cabina, devono essere soddisfatti.

8.6.7

Resistenza meccanica

8.6.7.1

Le porte di cabina in posizione di chiusura devono possedere una resistenza meccanica


tale che, quando applicata una forza di 300 N, perpendicolare alla porta, in qualunque
punto dallinterno della cabina verso lesterno, distribuita uniformemente su una superficie
di 5 cm2 di forma rotonda o quadrata, esse:
a) resistano senza deformazione permanente;
b) resistano senza deformazione elastica maggiore di 15 mm;
c) la loro funzione di sicurezza non sia alterata durante e dopo la prova.

8.6.7.2

Le ante delle porte costituite da vetro devono essere fissate in modo tale che le forze previste dalla presente norma, quando applicate siano trasferite senza danneggiare il fissaggio del vetro.
Per porte con vetri di dimensioni superiori a quelle stabilite in 7.6.2 deve essere impiegato
vetro laminato ed inoltre le porte devono resistere alle prove di urto con il pendolo, descritte nellappendice J.
Dopo le prove la funzione di sicurezza delle porte non deve essere modificata.

8.6.7.3

Gli organi di fissaggio superiori devono essere tali che il vetro non possa abbandonare il
fissaggio, anche in caso di abbassamento.

8.6.7.4

Le lastre di vetro devono avere marchi che diano le seguenti informazioni:


a) nome del fornitore e marchio di fabbrica;
b) tipo del vetro;
c) spessore (per esempio 8/0,76/8 mm).

8.6.7.5

Per evitare il trascinamento delle mani dei bambini, le porte scorrevoli orizzontalmente automatiche contenenti lastre di vetro di dimensioni maggiori di quelle di cui in 7.6.2 devono
essere munite di mezzi che riducano il rischio al minimo, quali:
a) riduzione del coefficiente di attrito tra mani e vetro;
b) vetro opaco fino allaltezza di 1,10 m;
c) sensori della presenza delle dita, oppure
d) altri sistemi equivalenti.

8.7

Protezione durante il funzionamento delle porte

8.7.1

Disposizioni generali
Le porte e le parti adiacenti devono essere progettate per ridurre al minimo le conseguenze dannose dovute alla presa di una parte del corpo, di un vestito o di un oggetto.
Per evitare il rischio di cesoiamento durante il funzionamento delle porte scorrevoli automatiche, la superficie delle porte lato cabina, non deve avere sporgenze o rientranze
maggiori di 3 mm. Gli spigoli devono essere smussati nel senso del movimento di apertura. Si fa eccezione per le porte scorrevoli verticali non cieche di cui in 8.6.1.

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8.7.2

Porte motorizzate
Le porte motorizzate devono essere progettate per ridurre al minimo le conseguenze dannose dellurto di unanta contro una persona.
A tal fine si devono rispettare le disposizioni seguenti.
In caso di azionamento simultaneo delle porte di piano e di cabina, i requisiti di cui appresso devono risultare soddisfatti per linsieme dei meccanismi accoppiati delle porte.

8.7.2.1

Porte scorrevoli orizzontalmente

8.7.2.1.1

Porte automatiche

8.7.2.1.1.1

La spinta necessaria per impedire la chiusura delle porte non deve superare 150 N. Il valore della spinta non deve essere rilevato nel primo terzo della corsa della porta.

8.7.2.1.1.2

Lenergia cinetica della porta di cabina e degli elementi meccanici che le sono rigidamente
connessi, calcolata o misurata6) alla velocit media di chiusura, non deve superare 10 J.
La velocit media di chiusura di una porta scorrevole calcolata in funzione della corsa
totale diminuita di:
a) 25 mm a ciascuna estremit della corsa nel caso di porte a due ante a chiusura centrale;
b) 50 mm ad ogni estremit della corsa nel caso di porte a chiusura laterale.

8.7.2.1.1.3

Un dispositivo di protezione deve comandare automaticamente la riapertura della porta


nel caso in cui una persona sia urtata, o sia sul punto di essere urtata, dalla porta mentre
attraversa laccesso durante il movimento di chiusura.
Leffetto del dispositivo pu essere neutralizzato negli ultimi 50 mm di corsa di ciascuna
anta della porta.
Nel caso esista un sistema che esclude il dispositivo di protezione dopo un periodo di
tempo stabilito, per impedire le ostruzioni prolungate durante la chiusura della porta,
lenergia cinetica definita in 8.7.2.1.1.2 non deve superare 4 J durante il movimento della
porta con il dispositivo di protezione escluso.

8.7.2.1.1.4

La forza necessaria per impedire lapertura di una porta a soffietto non deve superare
150 N. La misurazione di questa forza deve essere fatta con la porta semiaperta in modo
tale che la distanza tra bordi esterni adiacenti delle ante o parti equivalenti, per esempio
telaio della porta, sia di 100 mm.

8.7.2.1.1.5

Se la porta a soffietto entra in una cavit, la distanza tra ogni bordo esterno della piegatura
di una porta e la cavit deve essere almeno 15 mm.

8.7.2.1.2

Porte motorizzate non automatiche


Quando la chiusura delle porte effettuata mediante lazione ed il controllo continui da parte degli utenti, a mezzo di pressione continua su un pulsante o dispositivo simile (comando
a uomo presente), se lenergia cinetica calcolata o misurata come in 7.5.2.1.1.2, supera
10 J, la velocit media di chiusura dellanta pi veloce deve essere limitata a 0,3 m/s.

8.7.2.2

Porte scorrevoli verticalmente


Questo tipo di porte scorrevoli ammesso solo negli ascensori per merci.
La loro chiusura motorizzata ammessa solo se sono rispettate simultaneamente le seguenti quattro condizioni:
a) la chiusura si effettua mediante lazione ed il controllo continui degli utenti;
b) la velocit media di chiusura delle ante limitata a 0,3 m/s;
c) la porta della cabina costruita come specificato in 8.6.1;
d) la porta della cabina chiusa almeno per due terzi prima che inizi la chiusura della
porta di piano.
6)

Misurata, per esempio, con laiuto di un dispositivo costituito da un pistone graduato che agisce su una molla con costante di
carico di 25 N/mm e munito di un anello facilmente scorrevole che consenta di misurare il punto estremo di spostamento massimo al momento dellurto. Un agevole calcolo consente di determinare la graduazione corrispondente ai limiti fissati.

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8.8

Inversione del movimento di chiusura


Se le porte sono automatiche, in cabina, presso gli altri comandi, deve essere installato
un dispositivo che permetta di invertire il movimento di chiusura delle porte.
Dispositivi bistabili per linversione del movimento delle porte non devono essere usati negli ascensori con sistema elettrico antideriva.

8.9

Dispositivi elettrici di controllo della chiusura delle porte di cabina

8.9.1

Con leccezione di cui in 7.7.2.2, non deve essere possibile in servizio normale fare partire
lascensore o mantenerlo in funzione se una porta di cabina (o una delle ante, se la porta
ne ha diverse) aperta.
Tuttavia si possono effettuare le operazioni preliminari alla partenza della cabina.

8.9.2

Ogni porta di cabina deve essere munita di un dispositivo elettrico di sicurezza per il controllo della chiusura, secondo quanto indicato in 14.1.2, in modo che siano osservate le
condizioni di cui in 8.9.1.

8.9.3

Se si deve bloccare la porta di cabina [vedere 11.2.1 c)], la costruzione ed il funzionamento del dispositivo di blocco devono essere analoghi a quelle dei dispositivi di blocco delle
porte di piano (vedere 7.7.3.1 e 7.7.3.3).

8.10

Porte scorrevoli a pi ante tra loro collegate meccanicamente

8.10.1

Quando una porta scorrevole costituita da pi ante collegate tra di loro direttamente da
un organo meccanico ammesso:
a) installare il dispositivo (8.9.2) o:
1) su una sola anta (anta veloce nel caso di porte telescopiche), o
2) sullorgano di azionamento delle porte quando il collegamento meccanico tra questo organo e le ante diretto, e
b) nel caso e nelle condizioni descritte in 11.2.1 c), bloccare una sola anta a condizione
che questo unico blocco impedisca lapertura delle altre ante, con aggancio delle ante
in posizione di chiusura nel caso di porte telescopiche.

8.10.2

Quando la porta scorrevole costituita da pi ante collegate tra di loro da un organo meccanico indiretto (per esempio: funi, cinghie o catene), ammesso installare il dispositivo
(8.9.2) su una sola anta a condizione che:
a) questo dispositivo venga installato su unanta non comandata, e
b) lanta comandata sia collegata allelemento motore della porta mediante un organo
meccanico diretto.

8.11

Apertura della porta di cabina

8.11.1

Allo scopo di consentire, in caso di arresto intempestivo della cabina in prossimit di un


piano, luscita dei passeggeri, con lascensore fermo ed il motore delloperatore della porta
(se ne esiste uno) non alimentato, deve essere possibile:
a) aprire a mano dal pianerottolo la porta della cabina totalmente o parzialmente;
b) aprire a mano dallinterno della cabina totalmente o parzialmente la porta di cabina e
quella di piano ad essa collegata nel caso di porte accoppiate.

8.11.2

Lapertura della porta di cabina prevista in 8.11.1 deve potersi effettuare almeno nella zona di sbloccaggio.
La forza necessaria per questa apertura deve essere non maggiore di 300 N.
Nel caso degli ascensori di cui in 11.2.1 c), lapertura della porta di cabina dallinterno della cabina deve essere possibile solo quando la cabina nella zona di sbloccaggio.

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8.11.3

Se la velocit nominale dellascensore maggiore di 1 m/s, lapertura della porta della cabina con lascensore in funzione deve richiedere uno sforzo maggiore di 50 N.
Questo requisito pu non essere soddisfatto nella zona di sbloccaggio.

8.12

Botole e porte di soccorso

8.12.1

Laiuto ai passeggeri che si trovano in cabina deve sempre venire dallesterno, in particolare a mezzo delle manovre di emergenza di cui in 12.9.

8.12.2

Se esiste una botola di soccorso nel tetto della cabina per permettere il soccorso e la liberazione dei passeggeri, questa deve avere dimensioni non minori di 0,35 m 0,50 m.

8.12.3

Si possono usare porte di soccorso nel caso di cabine adiacenti a condizione che, comunque, la distanza orizzontale tra le cabine sia non maggiore di 0,75 m (vedere 5.2.2.1.2).
Quando esistono porte di soccorso, esse devono essere di almeno 1,80 m di altezza e
0,35 m di larghezza.

8.12.4

Quando sono installate botole o porte di soccorso, esse devono rispondere, oltre che a
8.3.2 e a 8.3.3, anche alle condizioni seguenti:

8.12.4.1

Le botole e le porte di soccorso devono essere munite di mezzi per il loro bloccaggio manuale.

8.12.4.1.1

Le botole di soccorso devono aprirsi senza lausilio di una chiave dallesterno della cabina,
mentre dallinterno della cabina deve essere necessaria la chiave che si adatti al triangolo
definito nellappendice B.
Le botole di soccorso non devono aprirsi verso linterno della cabina.
Le botole di soccorso in posizione di apertura non devono uscire dallingombro in pianta
della cabina.

8.12.4.1.2

Le porte di soccorso devono aprirsi senza lausilio di una chiave dallesterno della cabina,
mentre dallinterno della cabina deve essere necessaria la chiave che si adatti al triangolo
definito nellappendice B.
Le porte di soccorso non devono aprirsi verso lesterno della cabina.
Le porte di soccorso non devono trovarsi davanti al passaggio di una massa di bilanciamento o davanti ad un ostacolo fisso (ad eccezione delle travi di separazione tra le cabine) che impedisca il passaggio da una cabina allaltra.

8.12.4.2

Il bloccaggio di cui in 8.12.4.1 deve essere controllato da un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2.
Questo dispositivo deve comandare larresto dellascensore dal momento in cui il bloccaggio cessa di essere effettivo.
La rimessa in servizio dellascensore non deve avvenire che dopo un nuovo bloccaggio
volontario.

8.13

Tetto della cabina


Oltre ai requisiti indicati in 8.3, il tetto della cabina deve soddisfare i requisiti seguenti:

8.13.1

Il tetto della cabina deve poter sostenere in qualsiasi punto due persone, ciascuna considerata come 1 000 N su una superficie di 0,20 m 0,20 m, senza deformazione permanente.

8.13.2

Il tetto della cabina deve avere in un punto una superficie libera minima di 0,12 m2 sulla
quale si possa stazionare; la pi piccola dimensione non deve essere minore di 0,25 m.

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8.13.3

Il tetto della cabina deve essere provvisto di un parapetto laddove la distanza libera orizzontale oltre e perpendicolarmente al bordo esterno supera 0,30 m.
Le distanze libere devono essere misurate rispetto alle pareti del vano, ammettendo distanze maggiori rispetto alle rientranze che abbiano altezza o larghezza minore di 0,30 m.
Il parapetto deve avere i seguenti requisiti:

8.13.3.1

Esso deve essere costituito almeno da un corrimano, da una fascia fermapiede alta non
meno di 0,10 m e da un corrente intermedio a met dellaltezza del parapetto.

8.13.3.2

In relazione alla distanza libera orizzontale oltre il bordo esterno del corrimano del parapetto, laltezza del parapetto stesso deve essere almeno:
a) 0,70 m se la distanza libera non maggiore di 0,85 m;
b) 1,10 m se la distanza libera maggiore di 0,85 m.

8.13.3.3

La distanza orizzontale tra il bordo esterno del corrimano e qualsiasi parte nel vano (masse di bilanciamento, interruttori, camme di azionamento di interruttori, ancoraggi, ecc.) deve essere non minore di 0,10 m.

8.13.3.4

Sul(i) lato(i), il parapetto deve permettere laccesso agevole e sicuro al tetto della cabina.

8.13.3.5

Il parapetto deve essere installato ad una distanza non maggiore di 0,15 m dal bordo del
tetto della cabina.

8.13.4

Quando installato un parapetto, deve essere fissato ad esso, in posizione appropriata,


un segnale o un avviso che avverta del pericolo di sporgersi oltre il parapetto.

8.13.5

Il vetro usato per il tetto della cabina deve essere laminato.

8.13.6

Le pulegge e/o i pignoni fissate(i) alla cabina devono essere provvisti di protezione in conformit a 9.4.

8.14

Protezione frontale sullaccesso della cabina


Quando pu esistere uno spazio libero tra il tetto della cabina e larchitrave di una porta di
piano, quando questultima aperta, la parte sopra allaccesso della cabina deve essere
prolungata verso lalto, per tutta la larghezza della porta di piano, con una parete verticale
rigida che chiuda lo spazio vuoto considerato. Questa ipotesi si verifica in particolare nel
caso di ascensori con fermata ausiliaria sopra il livello del piano (14.2.1.4).

8.15

Apparecchiature sopra la cabina


Sopra la cabina si deve installare:
a) un dispositivo di comando conforme a 14.2.1.3 (manovra di ispezione);
b) un dispositivo di arresto conforme a 14.2.2 e 15.3;
c) una presa di corrente conforme a 13.6.2.

8.16

Ventilazione

8.16.1

Le cabine aventi porte cieche devono essere munite di aperture di ventilazione nelle parti
pi alte e pi basse delle cabine stesse.

8.16.2

La superficie effettiva delle aperture di ventilazione, ubicate nella parte alta della cabina,
deve essere almeno uguale all1% della superficie utile della cabina. Uguale superficie deve essere prevista per le aperture situate in basso.
Le fessure intorno alle porte della cabina possono essere prese in considerazione per il
calcolo della superficie delle aperture di ventilazione con un massimo del 50% della superficie effettiva richiesta.

UNI EN 81-2:1999

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8.16.3

Le aperture di ventilazione devono essere costruite e posizionate in modo tale che non
sia possibile fare passare attraverso le pareti della cabina, dallinterno verso lesterno, una
barra rigida e diritta del diametro di 10 mm.

8.17

Illuminazione

8.17.1

La cabina deve avere un impianto elettrico permanente di illuminazione che assicuri al pavimento e sui comandi unintensit di illuminazione di almeno 50 lux.

8.17.2

Se lilluminazione del tipo ad incandescenza, le lampade devono essere almeno due


collegate in parallelo.

8.17.3

La cabina deve essere illuminata permanentemente quando lascensore in funzione.


In caso di porte di piano automatiche, lilluminazione pu cessare quando la cabina parcheggiata ad un piano con le porte chiuse in conformit a 7.8.

8.17.4

Deve essere disponibile unalimentatore di emergenza a ricarica automatica capace, in


caso di interruzione dellalimentazione dellilluminazione normale, di alimentare almeno
una lampada della potenza di 1 W per 1 h. Questa illuminazione deve intervenire automaticamente in caso di mancanza della sorgente dellilluminazione normale.

8.17.5

Se lalimentazione di cui in 8.17.4 comune a quella del dispositivo di allarme previsto in


14.2.3, la sua potenza deve essere adeguata.

8.18

Massa di bilanciamento

8.18.1

Se la massa di bilanciamento costituita da blocchi, devono essere prese le misure necessarie per evitare il loro spostamento. A tale scopo bisogna utilizzare:
a) un telaio entro il quale siano contenuti i blocchi, oppure
b) se i blocchi sono metallici e la velocit nominale dellascensore non supera 1 m/s, almeno due tiranti ai quali sono assicurati i blocchi.

8.18.2

Le pulegge e/o i pignoni sulle masse di bilanciamento devono essere munite(i) dei dispositivi di protezione di cui in 9.4.

SOSPENSIONE, PRECAUZIONI CONTRO LA CADUTA LIBERA, LA DISCESA A


VELOCIT ECCESSIVA E LABBASSAMENTO LENTO DELLA CABINA
I mezzi di sospensione per gli ascensori ad azione indiretta e/o per il collegamento tra cabina e massa di bilanciamento devono rispondere ai requisiti di cui ai punti da 9.1 a 9.4.

9.1

Sospensione

9.1.1

Le cabine e le masse di bilanciamento devono essere sostenuti con funi di acciaio o con
catene di acciaio a maglie parallele (tipo Galle) o a rulli.

9.1.2

Le funi devono rispondere alle condizioni seguenti:


a) il diametro nominale delle funi deve essere non minore di 8 mm;
b) la classe di resistenza dei fili deve essere:
1) 1 570 N/mm2 o 1 770 N/mm2 per le funi ad una classe di resistenza;
2) 1 370 N/mm2 per i fili esterni e 1 770 N/mm2 per i fili interni nelle funi a doppia classe di resistenza;
c) le altre caratteristiche (composizione, allungamento, ovalit, elasticit, prove ...) devono almeno corrispondere a quelle definite nelle norme europee che le riguardano.

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9.1.3

Il numero minimo delle funi (o catene) deve essere:


a) due per ciascun gruppo cilindro-pistone di ascensori ad azione indiretta;
b) due per il collegamento tra cabina e massa di bilanciamento.
Le funi o le catene devono essere indipendenti.

9.1.4

Nel caso di sospensione a taglia, il numero da prendere in considerazione quello delle


funi o catene e non dei tratti portanti.

9.2

Rapporti tra il diametro delle pulegge e il diametro delle funi - Attacchi delle funi/catene

9.2.1

Il rapporto tra il diametro primitivo delle pulegge ed il diametro nominale delle funi di sospensione deve essere non minore di 40, qualunque sia il numero dei trefoli.

9.2.2

Il coefficiente di sicurezza delle funi di sospensione deve essere non inferiore a 12.
Il coefficiente di sicurezza il rapporto tra il carico di rottura minimo, in newton, di una fune e la tensione massima, in newton, nella stessa fune quando la cabina con carico uguale alla portata si trova alla fermata pi bassa.
Il carico massimo ammesso in una fune/catena di una massa di bilanciamento deve essere calcolato in analogia.

9.2.3

Il collegamento tra fune e attacco, secondo 9.2.4, deve avere resistenza non minore
dell80% del carico di rottura minimo della fune.

9.2.4

Le estremit delle funi devono essere fissate alla cabina, alla massa di bilanciamento ed
ai punti fissi mediante testa fusa, autoserraggio, capicorda a cavallotto (con almeno tre
morsetti appropriati), capicorda a cuneo, manicotto pressato o altro sistema che presenti
sicurezza equivalente.

9.2.5

Il coefficiente di sicurezza delle catene di sospensione deve essere non minore di 10.
Il coefficiente di sicurezza definito in modo analogo a quello indicato in 9.2.2 per le funi.

9.2.6

Le estremit di ogni catena devono essere fissate alla cabina, alla massa di bilanciamento
ed ai punti di attacco dei punti fissi delle catene in taglia mediante idonei attacchi. La resistenza del collegamento tra catene e attacco deve essere non minore dell80% del carico di rottura minimo della catena.

9.3

Ripartizione del carico tra le funi o le catene

9.3.1

Un dispositivo automatico che renda uguale le tensioni delle funi o delle catene di sospensione deve essere previsto almeno ad una delle loro estremit.
Per le catene, nel caso di pi pignoni di rinvio montati sullo stesso albero, i pignoni devono poter ruotare indipendentemente.

9.3.2

Se per uguagliare la tensione sono usate delle molle, queste devono lavorare a compressione.

9.3.3

Nel caso di sospensione della cabina con due funi o catene, un dispositivo elettrico di sicurezza, conforme a 14.1.2, deve provocare larresto del macchinario in caso di allungamento relativo anormale di una fune o catena.
Per gli ascensori con due o pi gruppi cilindro-pistone questo requisito deve essere soddisfatto per ciascun gruppo di sospensione.

9.3.4

I dispositivi di regolazione della lunghezza delle funi o delle catene devono essere realizzati in modo che non possano allentarsi da soli dopo la regolazione.

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9.4

Protezione delle pulegge e dei pignoni

9.4.1

Per le pulegge e per i pignoni, si devono adottare, in conformit al prospetto 2, le precauzioni necessarie per evitare:
a) gli infortuni;
b) lo scarrucolamento delle funi o catene dalle pulegge o dai pignoni, in caso di allentamento;
c) lintroduzione di corpi estranei tra le funi/catene e le(i) pulegge/pignoni.
prospetto

Pulegge, pulegge di frizione e pignoni


Posizione delle pulegge di frizione, delle pulegge e dei pignoni

Rischi di cui in 9.4.1


a

Sulla massa di bilanciamento

Nel locale delle pulegge di rinvio

Cabina

sul tetto
sotto il pavimento

Testata
Nel vano
di corsa

sopra cabina

di lato alla cabina

tra fossa e testata


fossa

Limitatore di velocit e puleggia tenditrice


che si estende verso lalto
Gruppo
cilindro pistone

x2)

che si estende verso il basso


sincronizzazione meccanica

x1)

x1)

x
x

x1)

x Rischio da considerare.
1) Richiesto solo per funi/catene che impegnano la puleggia di frizione o la puleggia/pignone orizzontalmente o con un
angolo di massimo 90 rispetto allorizzontale.
2) La protezione deve essere costituita almeno da protezioni agli imbocchi.

9.4.2

I dispositivi impiegati devono essere realizzati in modo che le parti rotanti siano visibili e
che i dispositivi stessi non impediscano il controllo e la manutenzione. Se essi non sono
ciechi, le aperture devono rispondere alla EN 294, prospetto 4.
La rimozione delle protezioni deve essere necessaria solo nei casi seguenti:
a) sostituzione di una fune/catena;
b) sostituzione di una(un) puleggia/pignone;
c) ritornitura delle gole.

9.5

Precauzioni contro la caduta della cabina, la discesa a velocit eccessiva, labbassamento lento della cabina

9.5.1

Devono essere installati dispositivi o combinazioni di dispositivi e loro modi di azionamento, in conformit al prospetto 3, per evitare, nei riguardi della cabina:
a) la caduta libera, oppure
b) la discesa a velocit eccessiva;
c) un abbassamento lento maggiore di 0,12 m dal livello di piano e parimenti un abbassamento lento dal livello del piano oltre lestremit inferiore della zona di sbloccaggio.
Possono essere impiegati altri dispositivi o combinazioni di dispositivi e loro modi di azionamento, purch sia assicurato almeno lo stesso livello di sicurezza di quello assicurato
da quelli del prospetto 3.

UNI EN 81-2:1999

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prospetto

Combinazioni di precauzioni contro la caduta libera, la discesa a velocit eccessiva, labbassamento


lento della cabina (9.5)
Precauzioni contro labbassamento lento
Intervento addizionale Dispositivo a morsa (9.9) Dispositivo Sistema elettrico
del paracadute (9.8) per azionato dal movimento a tacchetti
antideriva
movimento in discesa in discesa della cabina
(9.11)
(14.2.1.5)
della cabina (9.10.5)
(9.10.5)
Paracadute (9.8) azionato
da limitatore di velocit
(9.10.2)

Ascensori ad
azione diretta Valvola di blocco (12.5.5)

Valvola limitatrice di flusso


(12.5.6)
Precauzioni
contro la caduta
libera o la discesa
a velocit eccessiva

Paracadute (9.8) azionato


da limitatore di velocit
(9.10.2)

Valvola di blocco (12.5.5)


e paracadute (9.8) azionato da rottura della soAscensori ad
spensione (9.10.3) o da
azione indiretta
fune di sicurezza (9.10.4)

Valvola limitatrice di flusso


(12.5.6) e paracadute (9.8)
azionato da rottura della
sospensione (9.10.3) o da
fune di sicurezza (9.10.4)

= possibili combinazioni da scegliere.

9.6

Precauzioni contro la caduta libera della massa di bilanciamento

9.6.1

Nel caso di cui in 5.5 b), anche la massa di bilanciamento, se esiste, deve essere munita
di paracadute.

9.6.2

Il paracadute della massa di bilanciamento deve essere azionato in alternativa:


a) da un limitatore di velocit (9.10.2), oppure
b) dalla rottura dei mezzi di sospensione (9.10.3), oppure
c) da una fune di sicurezza (9.10.4).

9.7

Resta disponibile

9.8

Paracadute
Se richiesto da 9.5 e/o da 9.6, si deve installare un paracadute che soddisfi alle seguenti
condizioni.

9.8.1

Disposizioni generali

9.8.1.1

Il paracadute della cabina di un ascensore ad azione diretta deve intervenire soltanto nel
movimento di discesa della cabina ed essere in grado di fermarla e mantenerla ferma, con
il carico conforme al prospetto 1.1 (8.2.1) per gli ascensori di cui in 8.2.1 e 8.2.2, alla velocit di intervento del limitatore di velocit.
Nota

I dispositivi di presa del paracadute devono essere preferibilmente posti nella parte inferiore della cabina.

UNI EN 81-2:1999

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9.8.1.2

Il paracadute della cabina di un ascensore ad azione indiretta deve intervenire solo nel
movimento di discesa della cabina ed essere in grado, anche in caso di rottura della sospensione, di fermarla e di mantenerla ferma, con carico conforme al prospetto 1.1 (8.2.1)
per gli ascensori conformi a 8.2.1 e 8.2.2:
a) se azionato da limitatore di velocit, alla velocit di intervento del limitatore, oppure
b) se azionato dalla rottura della sospensione o dalla fune di sicurezza, alla velocit definita in 9.8.1.4.

9.8.1.3

Il paracadute di una massa di bilanciamento deve intervenire solo nel movimento di discesa della massa di bilanciamento ed essere in grado di fermare e mantenere ferma la massa di bilanciamento stessa, anche in caso di rottura della sospensione:
a) se azionato da limitatore di velocit, alla velocit di intervento del limitatore, oppure
b) se azionato dalla rottura della sospensione o da fune di sicurezza, alla velocit definita in 9.8.1.4.

9.8.1.4

Se un paracadute azionato dalla rottura della sospensione o da fune di sicurezza, si deve presupporre che il paracadute venga azionato ad una velocit corrispondente alla velocit di intervento di un idoneo limitatore di velocit.

9.8.2

Condizioni di impiego dei diversi tipi di paracadute

9.8.2.1

I paracadute possono essere dei seguenti tipi:


a) a presa progressiva;
b) a presa istantanea con effetto ammortizzato;
c) per la cabina, a presa istantanea, se la velocit nominale in discesa vd non maggiore di 0,63 m/s;
d) per la massa di bilanciamento, a presa istantanea se la velocit nominale di salita vm
non maggiore di 0,63 m/s.
I paracadute a presa istantanea diversi da quelli a rulli che non sono azionati da un limitatore di velocit sono permessi soltanto se la velocit di intervento della valvola di blocco
o la massima velocit permessa dalla valvola limitatrice di flusso (o dalla valvola limitatrice di flusso in una direzione) non maggiore di 0,80 m/s.

9.8.2.2

Se la cabina provvista di pi paracadute, questi devono essere tutti a presa progressiva.

9.8.3

Sistemi di azionamento

9.8.3.1

I paracadute devono essere azionati in conformit a 9.10.

9.8.3.2

Lintervento dei paracadute mediante dispositivi elettrici, idraulici o pneumatici, vietato.

9.8.4

Decelerazione
Per i paracadute a presa progressiva, in caso di caduta libera della cabina, con il carico
conforme al prospetto 1.1 (8.2.1) per gli ascensori di cui in 8.2.1 e 8.2.2, la decelerazione
media deve essere compresa tra 0,2 gn e 1 gn.

9.8.5

Sblocco

9.8.5.1

Dopo che il paracadute intervenuto, il suo sblocco deve richiedere lintervento di una
persona competente.

9.8.5.2

Lo sblocco ed il ritorno automatico in posizione normale del paracadute della cabina o della massa di bilanciamento deve potersi effettuare soltanto spostando la cabina o la massa
di bilanciamento verso lalto.

UNI EN 81-2:1999

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9.8.6

Condizioni di realizzazione

9.8.6.1

vietato usare le ganasce o gli elementi di presa del paracadute come pattini di guida.

9.8.6.2

Il sistema ammortizzante utilizzato per i paracadute a presa istantanea con effetto ammortizzato deve essere ad accumulazione di energia con movimento di ritorno ammortizzato
o a dissipazione di energia e deve soddisfare i requisiti di cui in 10.4.2 e 10.4.3.

9.8.6.3

Se il paracadute registrabile, la regolazione definitiva deve essere sigillata.

9.8.7

Inclinazione del pavimento della cabina


Quando il paracadute interviene, linclinazione del pavimento della cabina non deve variare pi del 5% rispetto alla sua posizione normale, senza carico o con il carico uniformemente distribuito su di esso.

9.8.8

Controllo elettrico
Quando il paracadute della cabina interviene, un dispositivo elettrico di sicurezza montato
sulla cabina e conforme a 14.1.2, deve provocare larresto del macchinario prima o al momento dellintervento.

9.8.9

Il paracadute considerato un componente di sicurezza e deve essere verificato in conformit a F.3.

9.9

Dispositivo a morsa
Quando richiesto da 9.5, si deve installare un dispositivo a morsa che soddisfi alle seguenti condizioni:

9.9.1

Disposizioni generali
Il dispositivo a morsa deve intervenire solo nel movimento di discesa della cabina ed essere in grado di fermarla e mantenerla ferma, con il carico di cui al prospetto 1.1 (8.2.1)
per gli ascensori di cui in 8.2.1 e 8.2.2:
a) se lascensore munito di valvola limitatrice di flusso (o valvola limitatrice di flusso in
una direzione), ad una velocit di vd + 0,3 m/s, oppure
b) se lascensore munito di valvola di blocco, ad una velocit uguale al 115% della velocit nominale in discesa vd.

9.9.2

Condizioni di impiego dei differenti tipi di dispositivi a morsa

9.9.2.1

I dispositivi a morsa possono essere:


a) a presa progressiva;
b) a presa istantanea con effetto ammortizzato;
c) a presa istantanea se la velocit nominale in discesa vd non maggiore di 0,63 m/s.
I dispositivi a morsa a presa istantanea diversi da quelli a rulli sono permessi a condizione
che la velocit di intervento delle valvole di blocco sia non maggiore di 0,8 m/s.

9.9.2.2

Se la cabina possiede pi dispositivi a morsa, essi devono essere del tipo a presa progressiva.

9.9.3

Modi di azionamento

9.9.3.1

Lintervento dei dispositivi a morsa deve essere effettuato attraverso i mezzi previsti in 9.10.

9.9.3.2

Lintervento dei dispositivi a morsa per mezzo di dispositivi elettrici, idraulici e pneumatici
vietato.

UNI EN 81-2:1999

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9.9.4

Decelerazione
Per i dispositivi a morsa a presa progressiva, nel caso di discesa della cabina alla velocit di
intervento definita in 9.9.1 e con il carico conforme al prospetto 1.1 (8.2.1) per gli ascensori
conformi a 8.2.1 e 8.2.2, la decelerazione media deve essere compresa tra 0,2 gn e 1 gn.

9.9.5

Sblocco

9.9.5.1

Quando un dispositivo a morsa intervenuto, il suo sblocco deve richiedere lintervento


di una persona competente.

9.9.5.2

Lo sbloccaggio del dispositivo a morsa ed il suo ritorno in posizione normale di funzionamento non deve potersi effettuare che per mezzo di un movimento della cabina verso lalto.

9.9.6

Condizioni di realizzazione
I requisiti di 9.8.6 devono essere soddisfatti per analogia.

9.9.7

Inclinazione del pavimento della cabina nel caso di funzionamento del dispositivo a morsa
Il requisito di 9.8.7 deve essere soddisfatto per analogia.

9.9.8

Controllo elettrico
Quando il dispositivo a morsa intervenuto, un dispositivo elettrico, azionato dal dispositivo stesso, conforme a 14.1.2.2 o 14.1.2.3, deve comandare immediatamente larresto
del macchinario, se la cabina viaggia in discesa, e impedire la partenza normale del macchinario nel senso della discesa. Lalimentazione deve essere interrotta secondo 12.4.2.

9.10

Sistemi di comando dei paracadute e dei dispositivi a morsa


I sistemi di comando dei paracadute e dei dispositivi a morsa devono essere previsti in
conformit a 9.5 e 9.6.

9.10.1

Disposizioni generali
La forza di trazione provocata dai sistemi di comando per lintervento del paracadute o del
dispositivo a morsa, allatto dellintervento, deve essere la maggiore dei due seguenti valori:
a) il doppio della forza necessaria per fare intervenire il paracadute o il dispositivo a morsa, oppure
b) 300 N.
I limitatori di velocit che generano la forza nella fune solo a mezzo delladerenza devono
avere gole che:
a) siano state sottoposte ad un processo addizionale di tempra, oppure
b) avere un intaglio.

9.10.2

Intervento tramite limitatore di velocit

9.10.2.1

Lintervento di un limitatore di velocit per azionare un paracadute di cabina deve effettuarsi non prima che la velocit raggiunga il 115% della velocit nominale in discesa vd e
prima che essa raggiunga:
a) 0,80 m/s per i paracadute a presa istantanea diversi da quelli a rulli, oppure
b) 1,0 m/s per i paracadute a presa istantanea a rulli, oppure
c) 1,5 m/s per i paracadute a presa istantanea con effetto ammortizzato o per i paracadute a presa progressiva.

9.10.2.2

Per gli ascensori con portata molto grande e con una piccola velocit nominale, i limitatori
di velocit devono essere progettati specialmente per questo scopo.
Nota

Si raccomanda di scegliere la velocit di intervento il pi vicino possibile al limite inferiore indicato in 9.10.2.1.

UNI EN 81-2:1999

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9.10.2.3

La velocit di intervento di un limitatore di velocit che aziona il paracadute della massa


di bilanciamento deve essere superiore alla velocit di intervento di un paracadute di cabina in conformit a 9.10.2.1, senza tuttavia superarla di pi del 10%.

9.10.2.4

Sul limitatore di velocit deve essere indicato il senso di rotazione corrispondente alla presa del paracadute.

9.10.2.5

Movimento del limitatore di velocit

9.10.2.5.1

Il limitatore di velocit deve essere mosso da una fune in conformit a 9.10.6.

9.10.2.5.2

La fune deve essere tesa mediante una puleggia tenditrice. Questa puleggia (o la sua
massa tenditrice) deve essere guidata.

9.10.2.5.3

Durante la presa del paracadute, non si deve avere la rottura della fune del limitatore di
velocit ed i suoi attacchi, anche in caso di uno spazio di frenatura maggiore del normale.

9.10.2.5.4

La fune deve essere facilmente staccabile dal paracadute.

9.10.2.6

Tempo di risposta
Il tempo di risposta del limitatore di velocit prima dellintervento deve essere sufficientemente breve in modo che non si possa raggiungere una velocit pericolosa prima del momento della presa del paracadute (vedere F.3.2.4.1).

9.10.2.7

Accessibilit

9.10.2.7.1

Il limitatore di velocit deve essere accessibile e raggiungibile per le operazioni di ispezione e manutenzione.

9.10.2.7.2

Se esso installato nel vano di corsa, deve essere accessibile e raggiungibile dallesterno
del vano stesso.

9.10.2.7.3

Non necessario rispettare il requisito di 9.10.2.7.2 se sono rispettate le tre condizioni seguenti:
a) lintervento del limitatore di velocit in conformit a 9.10.2.8 avviene a mezzo di comandi a distanza, con lesclusione di quelli senza cavi, dallesterno del vano, purch
non sia possibile un azionamento involontario e purch il dispositivo di azionamento
sia non accessibile alle persone non autorizzate, e
b) il limitatore di velocit accessibile, per lispezione e la manutenzione, dal tetto della
cabina o dalla fossa del vano, e
c) il limitatore di velocit, dopo il suo intervento, ritorna automaticamente in posizione
normale quando la cabina o la massa di bilanciamento mossa nella direzione di salita.
Tuttavia, le parti elettriche possono tornare in posizione normale a mezzo di un comando
a distanza dallesterno del vano di corsa; tale comando non deve influenzare il funzionamento normale del limitatore di velocit.

9.10.2.8

Possibilit di intervento del limitatore di velocit


Durante lispezione o durante le prove deve essere possibile provocare la presa del paracadute ad una velocit minore di quella indicata in 9.10.2.1, provocando lintervento del limitatore in una maniera sicura.

9.10.2.9

Se il limitatore di velocit regolabile, la regolazione definitiva deve essere sigillata.

9.10.2.10

Controllo elettrico

9.10.2.10.1

Il limitatore di velocit o un altro organo deve comandare, mediante un dispositivo elettrico


di sicurezza conforme a 14.1.2, larresto del macchinario al pi tardi quando si raggiunge
la velocit di intervento del limitatore di velocit.

UNI EN 81-2:1999

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9.10.2.10.2

Se dopo lo sblocco del paracadute (9.8.5.2) il limitatore di velocit non ritorna automaticamente in posizione di funzionamento, un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a
14.1.2 deve impedire la partenza dellascensore finch il limitatore non ancora in posizione normale.

9.10.2.10.3

La rottura o lallungamento eccessivo della fune del limitatore di velocit deve provocare
larresto del macchinario mediante un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2.

9.10.2.11

Il limitatore di velocit considerato un componente di sicurezza e deve essere verificato


in conformit ai requisiti dellappendice F.4.

9.10.3

Azionamento provocato dalla rottura della sospensione

9.10.3.1

Se si usano molle per lazionamento del paracadute, esse devono essere di compressione e guidate.

9.10.3.2

Deve essere possibile effettuare una prova condotta dallesterno del vano di corsa, per
assicurarsi che la rottura della sospensione provochi lazionamento del paracadute.

9.10.3.3

In caso di ascensori ad azione indiretta con pi gruppi cilindro-pistone, la rottura della sospensione di ciascun gruppo deve azionare il paracadute.

9.10.4

Azionamento provocato da fune di sicurezza

9.10.4.1

La fune di sicurezza deve essere conforme a 9.10.6.

9.10.4.2

La fune deve essere tesa per azione della gravit o da almeno una molla di compressione
guidata.

9.10.4.3

Durante la presa del paracadute, non si deve avere la rottura della fune di sicurezza ed i
suoi attacchi, anche in caso di uno spazio di frenatura maggiore del normale.

9.10.4.4

La rottura o lallentamento della fune di sicurezza deve provocare la fermata del macchinario tramite un dispositivo elettrico di sicurezza (14.1.2).

9.10.4.5

Le pulegge usate per sostenere la fune di sicurezza devono essere indipendenti da ciascun albero o sistema di pulegge che sostiene le funi o catene di sospensione.
Devono essere installati dispositivi di protezione in conformit a 9.4.1.

9.10.5

Azionamento provocato dal movimento in discesa della cabina

9.10.5.1

Azionamento tramite fune


Lazionamento tramite fune del paracadute o del dispositivo a morsa deve avvenire alle
seguenti condizioni:
a) dopo una fermata normale, una fune (per esempio la fune del limitatore di velocit),
che soddisfi 9.10.6, fissata al paracadute o al dispositivo a morsa, deve essere bloccata con la forza definita in 9.10.1;
b) il meccanismo di blocco della fune deve essere in condizione di non azionamento durante il movimento normale della cabina;
c) il meccanismo di blocco della fune deve entrare in funzione per effetto di molla(e) di
compressione guidata(e) e/o per effetto della gravit;
d) la manovra di soccorso deve essere sempre possibile;
e) un dispositivo elettrico associato al meccanismo che blocca la fune deve provocare la
fermata del macchinario al pi tardi al momento del blocco della fune e deve impedire
ogni ulteriore movimento normale in discesa della cabina;
f) devono essere prese precauzioni per evitare lintervento accidentale, tramite fune, del
paracadute o del dispositivo a morsa, in caso di mancanza di alimentazione durante
la discesa della cabina;

UNI EN 81-2:1999

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g) la costruzione del sistema fune-meccanismo di blocco della fune deve essere tale che
non si abbiano danni, durante la presa del paracadute o del dispositivo a morsa;
h) la costruzione del sistema fune-meccanismo di blocco della fune deve essere tale che
non si abbiano danni causati da un movimento in salita della cabina.

9.10.5.2

Azionamento tramite leva


Lazionamento tramite leva del paracadute o del dispositivo a morsa deve avvenire alle
seguenti condizioni:
a) dopo una fermata normale della cabina, una leva fissata al paracadute o al dispositivo
a morsa deve estendersi nella posizione di intervento sui supporti fissi, che sono situati a ciascun piano;
b) la leva deve essere retratta durante il movimento normale della cabina;
c) lestensione della leva deve essere provocata da molla(e) di compressione guidata(e)
e/o dalla gravit;
d) la manovra di emergenza deve essere sempre possibile;
e) un dispositivo elettrico associato alla leva deve provocare la fermata del macchinario
al pi tardi al momento dellestensione della leva stessa e deve impedire ogni ulteriore
normale movimento in discesa della cabina;
f) devono essere prese precauzioni per evitare lintervento accidentale, tramite leva, del
paracadute o del dispositivo a morsa, in caso di mancanza di alimentazione durante
la discesa della cabina;
g) la progettazione dei sistemi leva-supporti fissi deve essere tale che non si verifichino
danni durante la presa del paracadute o del dispositivo a morsa anche in caso di distanze maggiori di frenatura;
h) la progettazione dei sistemi leva-supporti deve essere tale che non si verifichino danni
causati da un movimento in salita della cabina.

9.10.6

Fune del limitatore di velocit, fune di sicurezza

9.10.6.1

La fune deve essere una fune metallica adatta allo scopo.

9.10.6.2

Il carico di rottura minimo della fune deve avere un coefficiente di sicurezza almeno pari a 8:
a) alla forza di trazione che si genera, allatto dellintervento nella fune del limitatore di
velocit o nella fune di sicurezza, considerando un coefficiente di aderenza max pari
a 0,2 per i limitatori di velocit ad aderenza;
b) alla forza necessaria per azionare il paracadute o il dispositivo a morsa, per le funi di
sicurezza.

9.10.6.3

Il diametro nominale della fune deve essere non minore di 6 mm.

9.10.6.4

Il rapporto tra il diametro primitivo delle pulegge per la fune del limitatore di velocit ed il
diametro nominale della fune deve essere non minore di 30.

9.11

Dispositivo a tacchetti
Se richiesto in conformit a 9.5, si deve installare un dispositivo a tacchetti, che soddisfi
alle seguenti condizioni:

9.11.1

Il dispositivo a tacchetti deve intervenire solo nella direzione di discesa e deve essere idoneo a fermare e mantenere ferma la cabina sui supporti fissi, con il carico in conformit al
prospetto 1.1 (8.2.1) per gli ascensori conformi a 8.2.1 e 8.2.2:
a) per ascensori con valvola limitatrice di flusso o valvola limitatrice di flusso in una direzione, alla velocit di, vd + 0,3 m/s, oppure
b) per tutti gli altri ascensori, ad una velocit pari al 115% della velocit nominale in discesa vd.

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9.11.2

Deve essere installato almeno un "tacchetto" retrattile elettricamente, progettato per fermare, quando nella sua posizione estesa, la cabina che si muove in discesa, su supporti fissi.

9.11.3

A ciascun piano devono essere previsti supporti fissi a 2 livelli:


a) per impedire che la cabina scenda oltre 0,12 m sotto il livello del piano, e
b) per fermare la cabina allestremit inferiore della zona di sbloccaggio.

9.11.4

Lestensione del tacchetto o dei tacchetti deve essere provocata da molla(e) di compressione guidata(e) e/o dalla gravit.

9.11.5

Lalimentazione elettrica per il rientro del dispositivo deve essere interrotta quando la cabina si ferma.

9.11.6

La costruzione del(dei) tacchetto(i) e dei supporti deve essere tale che, indipendentemente dalla posizione del(dei) tacchetto(i), la cabina non possa essere fermata nel movimento
di salita e non si verifichino danni.

9.11.7

I tacchetti (o i supporti fissi) devono avere un sistema ammortizzante.

9.11.7.1

Gli ammortizzatori usati devono essere dei tipi seguenti:


a) ad accumulo di energia, oppure
b) ad accumulo di energia con movimento di ritorno ammortizzato, oppure
c) a dissipazione di energia.

9.11.7.2

I requisiti di cui in 10.4 devono essere soddisfatti per analogia.


In pi, gli ammortizzatori devono mantenere ferma la cabina con carico uguale alla portata ad una distanza non maggiore di 0,12 m al disotto del livello di ogni piano.

9.11.8

Se sono installati pi dispositivi a tacchetti devono essere prese precauzioni per assicurare che tutti i dispositivi intervengano sui loro rispettivi supporti anche in caso di mancanza di alimentazione mentre la cabina si muove in discesa.

9.11.9

Un dispositivo elettrico, conforme a 14.1.2.2 o 14.1.2.3, deve impedire ogni movimento


normale della cabina in discesa se il tacchetto non in posizione retratta.

9.11.10

Se si usano ammortizzatori a dissipazione di energia (9.11.7.1), un dispositivo elettrico,


conforme ai requisiti di 14.1.2.2 o di 14.1.2.3, deve immediatamente provocare il fermo
del macchinario, se la cabina viaggia in discesa, ed impedirne una partenza in discesa.
qualora lammortizzatore non sia nella sua posizione di normale estensione. Lalimentazione elettrica deve essere interrotta in conformit a 12.4.2.

9.11.11

Inclinazione del pavimento di cabina in caso di intervento del dispositivo a tacchetti


I requisiti di cui in 9.8.7 devono essere soddisfatti per analogia.

9.12

Sistema elettrico antideriva


Per il sistema elettrico antideriva, vedere 14.2.1.2 e 14.2.1.5.

10

GUIDE, AMMORTIZZATORI E INTERRUTTORE DI EXTRACORSA

10.1

Disposizioni generali concernenti le guide

10.1.1

Le guide, le loro giunzioni ed i loro ancoraggi devono essere tali da resistere ai carichi e
alle forze loro imposti, in modo da assicurare un sicuro esercizio dellascensore.
Le condizioni per un esercizio sicuro dellascensore riguardo alle guide sono:
a) deve essere assicurata la guida della cabina e della massa di bilanciamento;

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b) le frecce devono essere limitate a valori per i quali:


1) non possa verificarsi uno sblocco non voluto delle porte;
2) il funzionamento dei dispositivi di sicurezza non sia influenzato;
3) non sia possibile lurto di parti in movimento con altre parti.
Le sollecitazioni devono essere limitate, tenendo conto della distribuzione della portata
nella cabina come indicato in G.2, G.3 e G.4 oppure in conformit alluso dellascensore
come concordato (0.2.5).
Nota

Lappendice G descrive un metodo di scelta delle guide.

10.1.2

Sollecitazioni ammissibili e frecce

10.1.2.1

Le sollecitazioni ammissibili devono essere determinate con:

Rm
amm = ------St
dove:
amm = sollecitazione ammissibile, in newton al millimetro quadrato;
Rm
= carico di rottura, in newton al millimetro quadrato;
St
= coefficiente di sicurezza.
Il coefficiente di sicurezza deve essere preso dal prospetto 4.
prospetto

Coefficienti di sicurezza delle guide


Condizioni di carico
Carico in esercizio normale
Funzionamento del dispositivo meccanico
di arresto

Allungamento (A5)

Coefficiente di sicurezza

A5 12%

2,25

8% A5 12%

3,75

A5 12%

1,8

8% A5 12%

3,0

Materiali con allungamento minore dell8% sono considerati troppo fragili e non devono
essere usati.
Per guide conformi alla ISO 7465, possono essere usati i valori di amm dati nel prospetto 5.
prospetto

Sollecitazioni ammissibili amm


Valori in N/mm2

Rm

Condizioni di carico
370

440

520

Carico in esercizio normale

165

195

230

Funzionamento del dispositivo meccanico di arresto

205

244

290

10.1.2.2

Per le guide a T, le massime frecce ammissibili di calcolo sono:


a) 5 mm in ambedue le direzioni per le guide della cabina e della massa di bilanciamento
sulle quali agiscono dispositivi meccanici di arresto;
b) 10 mm in ambedue le direzioni per le guide della massa di bilanciamento sulle quali
non agiscono dispositivi meccanici di arresto.

10.1.3

Il fissaggio delle guide ai loro supporti ed alledificio deve permettere di compensare, sia
automaticamente, sia con semplice regolazione, gli effetti dovuti agli assestamenti normali delledificio ed al ritiro del cemento armato.
Deve essere impedita una rotazione degli ancoraggi a causa della quale la guida potrebbe uscire dagli ancoraggi stessi.

UNI EN 81-2:1999

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10.2

Sistema di guida della cabina e della massa di bilanciamento

10.2.1

La cabina e la massa di bilanciamento devono essere guidate ciascuna da almeno due


guide rigide di acciaio.

10.2.2

Le guide devono essere di acciaio trafilato oppure le superfici di scorrimento devono essere lavorate, se
a) la velocit nominale vs maggiore di 0,4 m/s;
b) sono usati paracadute a presa progressiva, indipendentemente dalla velocit.

10.2.3

Le guide delle masse di bilanciamento prive di paracadute possono essere costituite da


lamiere piegate. Esse devono essere protette contro la corrosione.

10.3

Ammortizzatori della cabina

10.3.1

Gli ascensori devono essere provvisti di ammortizzatori allestremit inferiore della corsa
della cabina.
I punti di battuta del(degli) ammortizzatore(i) sotto la proiezione della cabina devono essere resi evidenti da un ostacolo (pilastrino) di altezza tale che quanto richiesto in 5.7.2.3
sia soddisfatto. Per gli ammortizzatori con il centro della superficie di battuta a distanza
non maggiore di 0,15 m dalle guide o dispositivi simili fissi, fatta eccezione per le pareti,
questi dispositivi sono considerati ostacoli.

10.3.2

Quando, per limitare la corsa allestremit inferiore della cabina, viene utilizzato lammortizzatore (o gli ammortizzatori) del dispositivo a tacchetti, questo pilastrino ugualmente
richiesto, a meno che i supporti fissi del dispositivo a tacchetti siano montati sulle guide
della cabina e non possono essere superati con il(i) tacchetto(i) retratto(i).

10.3.3

Gli ammortizzatori devono mantenere ferma la cabina, con carico uguale alla portata, ad
una distanza non maggiore di 0,120 m sotto il livello del piano pi basso.

10.3.4

Quando gli ammortizzatori sono completamente compressi il pistone non deve urtare sul
fondo del cilindro.
Quanto sopra non si applica ai dispositivi che assicurano la risincronizzazione.

10.3.5

Gli ammortizzatori devono essere dei tipi seguenti:


a) ad accumulo di energia, oppure
b) ad accumulo di energia con movimento di ritorno ammortizzato, oppure
c) a dissipazione di energia.

10.3.6

Gli ammortizzatori ad accumulo di energia, con caratteristica lineare e non lineare, devono
essere usati se la velocit dellascensore non maggiore di 1 m/s.

10.3.7

Gli ammortizzatori a dissipazione di energia possono essere usati per qualsiasi velocit
nominale dellascensore.

10.3.8

Gli ammortizzatori ad accumulo di energia con caratteristica non lineare e/o con movimento di ritorno ammortizzato e gli ammortizzatori a dissipazione di energia sono considerati
componenti di sicurezza e devono essere verificati in conformit ai requisiti dati in F.5.

UNI EN 81-2:1999

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10.4

Corsa degli ammortizzatori della cabina

10.4.1

Ammortizzatori ad accumulo di energia

10.4.1.1

Ammortizzatori con caratteristica lineare

10.4.1.1.1

La corsa totale possibile degli ammortizzatori deve essere:


a) per ascensori con valvola limitatrice di flusso (o valvola limitatrice di flusso in una direzione):
almeno uguale a due volte la distanza di arresto per gravit corrispondente al valore
di velocit dato dallespressione (vd + 0,3) m/s, cio:
2

( v d + 0,3 )
2
2 ----------------------------- = 0,102 ( v d + 0,3 ) (corsa espressa in metri).
2 gn
b) per tutti gli altri ascensori:
almeno uguale a 2 volte la distanza di arresto per gravit corrispondente al 115% del2
la velocit nominale in discesa (0,135 v d )7), con la corsa espressa in metri.
Tuttavia la corsa deve essere non minore di 65 mm.

10.4.1.1.2

Gli ammortizzatori devono essere tali da essere compressi per la corsa definita in
10.4.1.1.1, sotto un carico statico compreso tra 2,5 e 4 volte la massa della cabina pi il
carico di cui al prospetto 1.1 (8.2.1) per gli ascensori conformi a 8.2.1 e 8.2.2.

10.4.1.2

Ammortizzatori con caratteristica non lineare

10.4.1.2.1

Gli ammortizzatori ad accumulo di energia con caratteristica non lineare devono essere
realizzati in modo da soddisfare i seguenti requisiti:
a) deve essere assicurata un decelerazione media non maggiore di 1 gn quando la cabina, caricata con la portata, urta lammortizzatore in caduta libera ad una velocit secondo 10.4.1.1.1;
b) non si deve avere una decelerazione maggiore di 2,5 gn per pi di 0,04 s;
c) la velocit di rimbalzo della cabina non deve superare 1 m/s;
d) non deve risultare una deformazione permanente dopo lintervento.

10.4.1.2.2

Per il termine "completamente compresso" di cui in 5.7.1.2, 5.7.2.3, 10.3.4 e 12.2.5.2 si


deve intendere una compressione del 90% dellaltezza dellammortizzatore installato.

10.4.2

Ammortizzatori ad accumulo di energia con movimento di ritorno ammortizzato


A questo tipo di ammortizzatori si applicano i requisiti di cui in 10.4.1.

10.4.3

Ammortizzatori a dissipazione di energia

10.4.3.1

La corsa totale possibile degli ammortizzatori deve essere:


a) per gli ascensori con valvola limitatrice di flusso (o valvola limitatrice di flusso in una
direzione):
almeno uguale alla distanza di arresto per gravit corrispondente al valore di velocit
dato dallespressione (vd + 0,3) m/s e cio:
2

( v d + 0,3 )
2
----------------------------- = 0,051 ( v d + 0,3 ) (corsa espressa in metri).
2 gn
b) per tutti gli altri ascensori:
almeno uguale alla distanza di arresto per gravit corrispondente al 115% della velo2
cit nominale (0,067 v d ), con la corsa espressa in metri.
2

7)

( 1,15 v d )
2
2
2 -------------------------- = 0,1348 v d arrotondato a 0,135 v d .
2 gn

UNI EN 81-2:1999

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10.4.3.2

Gli ammortizzatori a dissipazione di energia devono essere realizzati in modo da soddisfare i requisiti seguenti:
a) per gli ascensori conformi a 8.2.1 e 8.2.2, deve essere assicurata un decelerazione
media non maggiore di 1 gn quando la cabina, caricata con la portata di cui al prospetto 1.1 (8.2.1), urta lammortizzatore in caduta libera ad una velocit conforme a
10.4.3.1;
b) non si deve avere una decelerazione maggiore di 2,5 gn per pi di 0,04 s;
c) non deve risultare una deformazione permanente dopo lintervento.

10.4.3.3

Il funzionamento normale dellascensore deve essere subordinato al ritorno in posizione


normale estesa degli ammortizzatori. Il dispositivo di controllo di quanto sopra deve essere un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2.

10.4.3.4

Gli ammortizzatori idraulici devono consentire lagevole controllo del livello del fluido.

10.5

Interruttore di extracorsa

10.5.1

Disposizioni generali
Deve essere installato un interruttore di extracorsa per la posizione del pistone corrispondente allestremit superiore della corsa della cabina. Tale interruttore deve:
a) essere installato per funzionare il pi vicino possibile alla fermata pi alta, senza rischio di azionamento accidentale;
b) intervenire prima che il pistone venga in contatto con il suo arresto ammortizzato
(12.2.3).
Lazione dellinterruttore di extracorsa deve permanere finch il pistone nella zona di arresto ammortizzato.

10.5.2

Comando dellinterruttore di extracorsa

10.5.2.1

Si devono utilizzare organi di comando separati per larresto normale al piano pi alto e
per lazionamento dellinterruttore di extracorsa.

10.5.2.2

Nel caso di ascensori ad azione diretta, il comando dei dispositivi di extracorsa deve essere assicurato:
a) direttamente dalla cabina o dal pistone, oppure
b) indirettamente per mezzo di un organo collegato alla cabina, per esempio fune, cinghia o catena.
Nel caso b), la rottura o lallentamento del collegamento deve provocare larresto del macchinario mediante un dispositivo elettrico di sicurezza, conforme a 14.1.2.

10.5.2.3

In caso di ascensori ad azione indiretta, linterruttore di extracorsa deve essere azionato:


a) direttamente dal pistone, oppure
b) indirettamente da un dispositivo collegato al pistone, per esempio da una fune, cinghia o catena.
Nel caso b), la rottura o lallentamento del collegamento deve provocare la fermata del
macchinario tramite un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2.

10.5.3

Modo di azionamento dellinterruttore di extracorsa

10.5.3.1

Linterruttore di extracorsa deve essere un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a


14.1.2 e, quando azionato, deve fermare il macchinario e tenerlo fermo. Linterruttore di
extracorsa deve richiudersi automaticamente quando la cabina abbandona la zona di
azionamento.

10.5.3.2

Dopo lazionamento dellinterruttore di extracorsa non devono essere pi possibili movimenti della cabina solo a seguito di chiamate dalla cabina stessa o dai piani, anche nel
caso in cui la cabina abbia abbandonato la zona di azionamento a causa di perdite lente
di fluido. Il ritorno in servizio dellascensore non deve avvenire automaticamente.

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11

DISTANZA TRA CABINA E PARETE DEL VANO DI FRONTE ALLACCESSO DI CABINA


NONCH TRA CABINA E MASSA DI BILANCIAMENTO

11.1

Disposizioni generali
Le distanze funzionali stabilite nella norma devono essere rispettate non solo allatto degli
esami e prove prima della messa in servizio dellascensore, ma anche durante tutto il periodo di esercizio dellimpianto.

11.2

Distanza tra cabina e parete di fronte allaccesso


I requisiti di seguito riportati sono illustrati nelle figure 4 e 5.

11.2.1

La distanza orizzontale tra la superficie interna del vano di corsa e la soglia, il telaio
dellaccesso di cabina, o il bordo di chiusura delle porte scorrevoli, deve essere non maggiore di 0,15 m.
La distanza sopra indicata:
a) pu essere portata fino a 0,20 m per unaltezza non maggiore di 0,50 m;
b) pu essere portata fino a 0,20 m per tutta la corsa nel caso di ascensori per merci con
porte scorrevoli verticali;
c) non limitata se la cabina munita di una porta bloccata meccanicamente che pu
essere aperta solo nella zona di sbloccaggio di una porta di piano.
Il funzionamento dellascensore deve essere automaticamente subordinato al bloccaggio della porta di cabina corrispondente salvo nei casi previsti in 7.7.2.2. Questo
bloccaggio deve essere controllato da un dispositivo elettrico di sicurezza conforme a
14.1.2.

11.2.2

La distanza orizzontale tra la soglia di cabina e la soglia delle porte dei piani deve essere
non maggiore di 35 mm.

11.2.3

La distanza orizzontale tra porta di cabina e porte dei piani chiuse o la distanza che permette di accedere tra le porte durante tutta la loro manovra normale, deve essere non
maggiore di 0,12 m.

11.2.4

In caso di porte di piano a battente e porta di cabina a soffietto non deve essere possibile
disporre una sfera del diametro di 0,15 m in ogni spazio tra le porte chiuse.
figura

Distanza tra cabina e parete di fronte allaccesso di cabina


Dimensioni in m

UNI EN 81-2:1999

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figura

Porta di piano a battente e porta di cabina a soffietto - Spazi liberi interni


Dimensioni in m

11.3

Distanza tra cabina e massa di bilanciamento


La cabina e gli elementi che vi sono fissati devono distare almeno 50 mm dalla massa di
bilanciamento (qualora essa esista) e dagli elementi ad essa fissati.

12

MACCHINARIO

12.1

Disposizioni generali

12.1.1

Ogni ascensore deve avere almeno un macchinario che gli sia proprio.
Sono ammessi i seguenti due metodi di azionamento:
a) ad azione diretta;
b) ad azione indiretta.

12.1.2

Se, per sollevare la cabina, si usano pi gruppi cilindro-pistone, essi devono essere interconnessi idraulicamente per assicurare la parit delle pressioni.

12.1.3

La massa della massa di bilanciamento, se esiste, deve essere determinata in modo che,
in caso di rottura della sospensione (della cabina o della massa di bilanciamento), la pressione nel sistema idraulico non superi due volte la pressione statica massima.
In caso di pi masse di bilanciamento si deve ipotizzare per il calcolo la rottura di una sola
sospensione.

12.2

Gruppo cilindro-pistone

12.2.1

Calcoli di cilindro e pistone

12.2.1.1

Calcoli a pressione

12.2.1.1.1

Il cilindro ed il pistone devono essere progettati con un coefficiente di sicurezza di almeno


1,7 tra il limite convenzionale di elasticit Rp0,2 e le forze che si determinano con una pressione uguale a 2,3 volte la pressione statica massima.

12.2.1.1.2

Per i calcoli degli elementi dei gruppi cilindro-pistone telescopici con sistema idraulico di
sincronizzazione, invece che alla pressione statica massima, ci si deve riferire alla pressione pi alta che si pu avere in un elemento, a causa del sistema di sincronizzazione
idraulica.8)

12.2.1.1.3

Nei calcoli dello spessore si deve aggiungere 1,0 mm per le pareti e per il fondello del cilindro e 0,5 mm per le pareti dei pistoni cavi di gruppi cilindro-pistone semplici e telescopici.

12.2.1.1.4

I calcoli devono essere condotti in conformit allappendice K.

8)

Pu essere possibile che, a causa di una scorretta regolazione del sistema idraulico di sincronizzazione, sorgano anormali condizioni di pressione alte durante la fase di installazione. Si deve tenere conto di ci.

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12.2.1.2

Calcoli a carico di punta


I gruppi cilindro-pistone sollecitati a compressione devono rispondere ai requisiti seguenti.

12.2.1.2.1

Essi devono essere costruiti in modo che, nella loro posizione di massimo sfilamento, sottoposti alle forze che si determinano per una pressione uguale a 1,4 volte la pressione
statica massima, sia per essi assicurato un coefficiente di sicurezza a carico di punta non
minore di 2.

12.2.1.2.2

I calcoli devono essere condotti in conformit allappendice K.

12.2.1.2.3

In deroga a 12.2.1.2.2 possono essere usati metodi di calcolo pi sofisticati purch sia assicurato lo stesso coefficiente di sicurezza.

12.2.1.3

Calcoli a trazione
I gruppi cilindro-pistone sollecitati a trazione, devono essere costruiti in modo che risulti un
coefficiente di sicurezza non minore di 2 tra le forze che si determinano per una pressione
uguale a 1,4 volte la pressione statica massima e il limite convenzionale di elasticit Rp0,2.

12.2.2

Collegamento cabina-pistone (cilindro)

12.2.2.1

In caso di ascensore ad azione diretta il collegamento tra cabina e pistone (cilindro) deve
essere flessibile.

12.2.2.2

Il collegamento tra cabina e pistone (cilindro) deve essere tale da sopportare il peso del
pistone (cilindro) e le forze dinamiche aggiuntive. I sistemi di collegamento non devono
allentarsi da soli.

12.2.2.3

In caso di pistone costituito da pi parti, i collegamenti tra le parti devono essere tali da
sopportare il peso delle parti di pistone sospese e le forze dinamiche aggiuntive.

12.2.2.4

In caso di ascensori ad azione indiretta, la testa del pistone (cilindro) deve essere guidata.
Questo requisito non si applica a gruppi cilindro-pistone sollecitati a trazione purch il sistema di trazione sia tale da evitare forze di flessione sul pistone.

12.2.2.5

In caso di ascensori ad azione indiretta, nessuna parte del sistema di guida della testa del
pistone deve trovarsi nella proiezione verticale del tetto della cabina.

12.2.3

Limitazione della corsa del pistone

12.2.3.1

Devono essere previsti mezzi per arrestare il pistone, con effetto ammortizzato, in una posizione tale che siano soddisfatti i requisiti di cui in 5.7.1.1.

12.2.3.2

Questo limite deve essere realizzato:


a) con un arresto ammortizzato, oppure
b) con linterruzione del flusso di alimentazione del gruppo cilindro-pistone tramite un
collegamento meccanico tra il gruppo cilindro-pistone ed una valvola idraulica; la rottura o lallungamento di tale collegamento non deve provocare una decelerazione della cabina superiore al valore indicato in 12.2.3.3.2.

12.2.3.3

Arresto ammortizzato

12.2.3.3.1

Questo arresto deve:


a) essere parte integrante del gruppo cilindro-pistone, oppure
b) essere costituito da uno o pi dispositivi esterni al gruppo cilindro-pistone, sistemati
fuori della proiezione della cabina, la cui azione risultante si eserciti sullasse del gruppo cilindro-pistone.

UNI EN 81-2:1999

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12.2.3.3.2

Larresto ammortizzato deve essere progettato in modo che la decelerazione media della
cabina non superi 1 gn e che, nel caso di ascensore ad azione indiretta, la decelerazione
non provochi lallentamento delle funi o delle catene.

12.2.3.4

Nei casi di cui in 12.2.3.2 b) e 12.2.3.3.1 b), un arresto deve essere previsto allinterno del
gruppo cilindro-pistone per evitare la fuoriuscita del pistone dal cilindro.
Nel caso 12.2.3.2 b) questo arresto deve essere posizionato in modo che anche le prescrizioni di cui in 5.7.1.1 siano soddisfatte.

12.2.4

Mezzi di protezione

12.2.4.1

Quando un gruppo cilindro-pistone si prolunga nel suolo, esso deve essere installato dentro un tubo di protezione. Se esso si prolunga dentro altri spazi deve essere protetto in
modo adeguato.
Nella stessa maniera devono essere protette:
a) la(e) valvola(e) di blocco/la(e) valvola(e) limitatrice(i) di flusso;
b) le tubazioni rigide che collegano al cilindro la(e) valvola(e) di blocco/la(e) valvola(e)
limitatrice(i) di flusso;
c) le tubazioni rigide che collegano tra loro la(e) valvola(e) di blocco o la(e) valvola(e)
limitatrice(i) di flusso.

12.2.4.2

Il fluido derivante da perdite o accumulazione sulla testa del cilindro deve essere raccolto.

12.2.4.3

Il gruppo cilindro-pistone deve avere uno spurgo daria.

12.2.5

Gruppi cilindro-pistone telescopici


Devono essere soddisfatti i seguenti requisiti supplementari:

12.2.5.1

Devono essere previste delle battute fra gli elementi successivi per evitare che i pistoni
escano dai rispettivi cilindri.

12.2.5.2

Nel caso di gruppo cilindro-pistone situato sotto la cabina di un ascensore ad azione diretta, la distanza libera
a) tra le traverse successive di guida, e
b) tra le traverse superiori di guida e le parti pi basse della cabina (escluse le parti citate
in 5.7.2.3 b) 2);
deve essere almeno uguale a 0,30 m, quando la cabina appoggia sui suoi ammortizzatori
totalmente compressi.

12.2.5.3

Le lunghezze di ricoprimento di ogni elemento di un gruppo cilindro-pistone telescopico


senza guida esterna deve essere almeno uguale a 2 volte il diametro del pistone corrispondente.

12.2.5.4

Questi gruppi cilindro-pistone devono possedere dispositivi di sincronizzazione meccanica o idraulica.

12.2.5.5

Nel caso di gruppi cilindro-pistone che utilizzino dispositivi di sincronismo idraulici, deve
essere previsto un dispositivo elettrico che impedisca una partenza per una corsa normale quando la pressione supera la pressione statica massima di pi del 20%.

12.2.5.6

Se come mezzi di sincronizzazione vengono utilizzate funi o catene si applicano le prescrizioni seguenti:
a) si devono avere almeno due funi o catene indipendenti;
b) devono essere soddisfatti i requisiti di cui in 9.4.1;
c) il coefficiente di sicurezza deve essere almeno:
1) 12 per le funi;
2) 10 per le catene.
UNI EN 81-2:1999

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Il coefficiente di sicurezza il rapporto tra il carico di rottura minimo, in newton, di una fune (di una catena) e la forza massima, in newton, applicata a questa fune (catena).
Per il calcolo della forza massima occorre prendere in considerazione:
- le forze derivanti dalla pressione statica massima,
- il numero di funi (o catene);
d) deve essere previsto un dispositivo per impedire che la velocit della cabina in discesa superi la velocit nominale in discesa, vd, di pi di 0,3 m/s in caso di guasto del sistema di sincronizzazione.

12.3

Tubazioni

12.3.1

Generalit

12.3.1.1

Le tubazioni ed i loro accessori soggetti a pressione (raccordi, valvole, ecc.), come in generale tutti i componenti del sistema idraulico di un ascensore, devono:
a) essere adatti al fluido idraulico utilizzato;
b) essere progettati ed installati in modo da evitare ogni sollecitazione anormale di torsione o vibrazione, per effetto dei fissaggi;
c) essere protetti contro i danneggiamenti, in particolare di origine meccanica.

12.3.1.2

Le tubazioni ed i loro accessori devono essere fissati in modo appropriato e devono essere accessibili per la loro ispezione.
Se le tubazioni (rigide o flessibili) attraversano pareti o pavimenti, devono essere protette
da canalizzazioni, le cui dimensioni permettano lo smontaggio, se necessario, delle tubazioni per la loro ispezione.
Nessuna giunzione deve essere realizzata allinterno di queste canalizzazioni.

12.3.2

Tubazioni rigide

12.3.2.1

Le tubazioni rigide ed i loro accessori tra il cilindro e la valvola di non ritorno o la(e) valvola(e) di discesa devono essere progettati in modo che sotto le forze derivanti da una pressione pari a 2,3 volte la pressione statica massima, sia assicurato un coefficiente di sicurezza di almeno 1,7 rispetto al limite convenzionale di elasticit Rp0,2.
Nel calcolo dello spessore occorre aggiungere un valore 1,0 mm per il collegamento tra il
cilindro e la valvola di blocco, se esiste, e di 0,5 mm per le altre tubazioni rigide.
I calcoli devono essere effettuati in conformit a K.1.1.

12.3.2.2

Nel caso di gruppi cilindro-pistone telescopici che hanno pi di due comparti e che utilizzano dispositivi di sincronizzazione idraulica, si deve adottare un coefficiente di sicurezza
addizionale di 1,3 per il calcolo delle tubazioni e dei loro accessori posti tra la valvola di
blocco e la valvola di non ritorno o la(e) valvola(e) di discesa.
Le tubazioni ed i loro accessori, se esistono, tra il cilindro e la valvola di blocco devono essere calcolati basandosi su una pressione uguale a quella presa a base del calcolo del cilindro.

12.3.3

Tubazioni flessibili

12.3.3.1

La tubazione flessibile fra il cilindro e la valvola di non ritorno o la valvola di discesa deve
essere scelta con un coefficiente di sicurezza di almeno 8 tra la pressione statica massima
e la pressione di scoppio.

12.3.3.2

La tubazione flessibile ed i suoi raccordi, tra il cilindro e la valvola di non ritorno o la valvola
di discesa, devono resistere senza danni ad una pressione pari a 5 volte la pressione statica
massima; questa prova deve essere effettuata da parte del fabbricante dellinsieme tubazione-raccordi.

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12.3.3.3

La tubazione flessibile deve portare una marcatura indelebile che indichi:


a) il nome del fabbricante o il marchio di fabbrica;
b) la pressione di prova;
c) la data di prova.

12.3.3.4

La tubazione flessibile non deve essere installata con un raggio di curvatura inferiore a
quello indicato dal fabbricante della tubazione.

12.4

Arresto e controllo di arresto della macchina


Larresto della macchina, causato dallintervento di un dispositivo elettrico di sicurezza
conforme a 14.1.2, deve essere comandato come segue.

12.4.1

Marcia in salita
Per la salita:
a) lalimentazione del motore elettrico deve essere interrotta da almeno due contattori indipendenti i cui contatti principali sono in serie nel circuito di alimentazione del motore, oppure
b) lalimentazione del motore elettrico deve essere interrotta da un contattore e lalimentazione delle valvole di by-pass (in conformit a 12.5.4.2) deve essere interrotta da almeno due dispositivi elettrici indipendenti disposti in serie nel circuito di alimentazione
di queste valvole.

12.4.2

Marcia in discesa
Per la discesa, lalimentazione della(e) valvola(e) di discesa deve essere interrotta:
a) da almeno due dispositivi elettrici disposti in serie nel circuito di alimentazione, oppure
b) direttamente dal dispositivo elettrico di sicurezza a condizione che la sua capacit di
interruzione sia sufficiente.

12.4.3

Se, quando lascensore si fermato, i contatti principali di uno dei contattori non si sono
aperti oppure uno dei dispositivi elettrici non si aperto, una nuova partenza deve essere
impedita al pi tardi al prossimo cambiamento del senso di marcia.

12.5

Dispositivi idraulici di comando e dispositivi di sicurezza

12.5.1

Saracinesca

12.5.1.1

Deve essere prevista una saracinesca. Essa deve essere installata nel circuito che connette il(i) cilindro(i) e la valvola di non ritorno e la(e) valvola(e) di discesa.

12.5.1.2

La saracinesca deve essere situata nel locale del macchinario.

12.5.2

Valvola di non ritorno

12.5.2.1

Deve essere prevista una valvola di non ritorno. Essa deve essere installata nel circuito
tra la(e) pompa(e) e la saracinesca.

12.5.2.2

La valvola di non ritorno deve poter trattenere la cabina dellascensore con carico uguale
alla portata in qualsiasi posizione quando la pressione di alimentazione scende al di sotto
della pressione minima di funzionamento.

12.5.2.3

La chiusura delle valvole di non ritorno deve essere assicurata dalla pressione idraulica
del gruppo cilindro-pistone e da almeno una molla di compressione guidata e/o per gravit.

UNI EN 81-2:1999

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12.5.3

Valvola di sovrappressione

12.5.3.1

Deve essere prevista una valvola di sovrappressione. Essa deve essere posizionata nel
circuito tra la(e) pompa(e) e la valvola di non ritorno. Il fluido idraulico deve essere rimandato al serbatoio.

12.5.3.2

La valvola di sovrappressione deve essere regolata per limitare la pressione al 140% della
pressione statica massima.

12.5.3.3

Quando necessario, a causa delle elevate perdite interne (perdite di carico, attriti), la valvola di sovrappressione pu essere regolata ad un valore pi elevato, senza tuttavia superare il 170% della pressione statica massima. In questo caso, per il calcolo dellequipaggiamento idraulico (ivi compreso il gruppo cilindro-pistone), si deve considerare una
pressione statica massima fittizia uguale a:
pressione di regolazione scelta
---------------------------------------------------------------------------------- .
1,4
Nel calcolo a carico di punta, il coefficiente di sovrappressione 1,4 deve essere sostituito
da un coefficiente corrispondente alla regolazione maggiorata della valvola di sovrappressione.

12.5.4

Valvole di direzione

12.5.4.1

Valvole di discesa
Le valvole di discesa devono essere mantenute aperte elettricamente. La loro chiusura
deve essere effettuata dalla pressione idraulica del gruppo cilindro-pistone e da almeno
una molla di compressione guidata per valvola.

12.5.4.2

Valvole di salita
Se larresto della macchina effettuato secondo 12.4.1 b) si devono utilizzare a questo
scopo unicamente valvole a by-pass. Esse devono essere chiuse elettricamente. La loro
apertura deve essere effettuata dalla pressione idraulica del gruppo cilindro-pistone e da
almeno una molla di compressione guidata per valvola.

12.5.5

Valvola di blocco
Quando richiesta da 9.5, deve essere prevista una valvola di blocco, che soddisfi le condizioni seguenti:

12.5.5.1

La valvola di blocco deve essere capace di arrestare la cabina in discesa e di mantenerla


ferma. La valvola di blocco deve intervenire al pi tardi quando la velocit raggiunge un
valore uguale alla velocit nominale di discesa, vd, aumentata di 0,3 m/s.
La valvola di blocco deve essere tale da assicurare una decelerazione media, a, compresa tra 0,2 gn e 1 gn.
Una decelerazione maggiore di 2,5 gn non deve permanere per pi di 0,04 s.
La decelerazione media, a, pu essere ricavata con la formula seguente:

Q max r
a = ---------------------------6 A n td
dove:
Qmax
r
A
n

td

= portata massima, in litri al minuto;


= coefficiente di taglia;
= area, in centimetri quadrati, del gruppo cilindro-pistone ove si esercita la pressione;
= numero dei gruppi cilindro-pistone connessi in parallelo ad una sola valvola di
blocco;
= tempo di frenata, in secondi.

I valori di cui sopra devono essere presi dal fascicolo tecnico e dal certificato di esame del tipo.

UNI EN 81-2:1999

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12.5.5.2

La valvola di blocco deve essere accessibile per la sua regolazione e la sua ispezione.

12.5.5.3

La valvola di blocco deve:


a) fare parte integrante del cilindro, oppure
b) essere fissata direttamente e rigidamente con flange, oppure
c) essere posta vicino al cilindro e connessa ad esso per mezzo di tubazioni corte rigide
con raccordi saldati, flangiati o filettati, oppure
d) essere collegata direttamente al cilindro per mezzo di una filettatura.
La valvola di blocco deve essere munita di una filettatura che termini con un risalto. Il
risalto deve premere contro il cilindro.
Non sono ammessi tra il cilindro e la valvola di blocco altri tipi di collegamento, quali elementi a compressione o colletti mandrinati.

12.5.5.4

Sugli ascensori che hanno pi gruppi cilindro-pistone che funzionano in parallelo, pu essere utilizzata una valvola di blocco comune. Altrimenti le valvole di blocco devono essere
interconnesse in modo che la loro chiusura sia simultanea, al fine di evitare che il pavimento della cabina si inclini di pi del 5% dalla sua posizione normale.

12.5.5.5

La valvola di blocco deve essere calcolata come il cilindro.

12.5.5.6

Se la velocit di chiusura della valvola di blocco controllata da un dispositivo a limitazione di flusso, prima di detto dispositivo, il pi vicino possibile, deve essere installato un filtro.

12.5.5.7

Nel locale del macchinario deve essere installato un dispositivo azionabile a mano che
permetta di provocare il flusso necessario allintervento della valvola di blocco senza sovraccaricare la cabina. Il dispositivo deve essere protetto da azionamenti accidentali. Esso non deve disattivare i dispositivi di sicurezza adiacenti al gruppo cilindro-pistone.

12.5.5.8

La valvola di blocco considerata un componente di sicurezza e deve essere verificata in


conformit ai requisiti di F.7.

12.5.6

Valvola limitatrice di flusso e valvola limitatrice di flusso in una direzione


Quando richiesta da 9.5, deve essere prevista una valvola limitatrice di flusso o una valvola limitatrice di flusso in una direzione che soddisfi le seguenti condizioni:

12.5.6.1

Nel caso di una perdita importante nel sistema idraulico una valvola limitatrice di flusso
deve impedire che la velocit della cabina in discesa con carico uguale alla portata superi
la velocit nominale in discesa, vd, di pi di 0,3 m/s.

12.5.6.2

La valvola limitatrice di flusso deve essere accessibile per la sua ispezione.

12.5.6.3

La valvola limitatrice di flusso deve:


a) fare parte integrante del cilindro, oppure
b) essere fissata direttamente e rigidamente per mezzo di flange, oppure
c) essere posta vicino al cilindro e collegata ad esso per mezzo di tubazioni rigide corte
con raccordi saldati, flangiati o filettati, oppure
d) essere collegata direttamente al cilindro per mezzo di una filettatura.
La valvola limitatrice di flusso deve essere provvista di una filettatura che termina con
un risalto. Il risalto deve premere contro il cilindro.
Altri tipi di collegamento, quali sistemi a compressione o colletti mandrinati, non sono autorizzati tra il cilindro e la valvola limitatrice di flusso.

12.5.6.4

La valvola limitatrice di flusso deve essere calcolata come il cilindro.

UNI EN 81-2:1999

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12.5.6.5

Nel locale del macchinario deve essere installato un dispositivo, azionabile a mano, che
permetta di provocare il flusso necessario allintervento della valvola limitatrice di flusso
senza sovraccaricare la cabina. Il dispositivo deve essere protetto da azionamenti accidentali. In nessun caso esso deve disattivare i dispositivi di sicurezza adiacenti al gruppo
cilindro-pistone.

12.5.6.6

Solo la valvola limitatrice di flusso in una direzione in cui esistono parti meccaniche mobili
considerata un componente di sicurezza e deve essere verificata in conformit ai requisiti di F.7.

12.5.7

Filtri
Nel circuito tra il serbatoio e la(e) pompa(e) e nel circuito tra la saracinesca e la(e) valvola(e) di discesa, devono essere installati filtri o dispositivi analoghi. Il filtro o il dispositivo
analogo tra la saracinesca e la valvola di discesa deve essere accessibile per lispezione
e la manutenzione.

12.6

Controllo della pressione

12.6.1

Deve essere fornito un manometro. Esso deve essere collegato al circuito tra la valvola di
non ritorno o la(e) valvola(e) di discesa e la saracinesca.

12.6.2

Una saracinesca deve essere prevista tra il circuito principale ed il raccordo del manometro.

12.6.3

Il raccordo deve essere dotato di una filettatura interna di M 20 1,5 oppure G 1/2".

12.7

Serbatoio
Il serbatoio deve essere progettato e costruito in modo che sia facile:
a) la verifica del livello del fluido idraulico nel serbatoio;
b) il riempimento e lo svuotamento.

12.8

Velocit

12.8.1

La velocit nominale in salita, vm, e quella in discesa, vd, non deve essere maggiore di 1,0 m/s
(vedere 1).

12.8.2

La velocit della cabina vuota in salita non deve superare la velocit nominale in salita, vm,
di pi dell8% e la velocit della cabina in discesa con carico uguale alla portata non deve
superare la velocit nominale in discesa, vd, di pi dell8%, in ogni caso ci si riferisce alla
temperatura normale di funzionamento del fluido idraulico.
Per una corsa in salita si suppone che la frequenza di rete sia al suo valore nominale e la
tensione del motore sia uguale alla tensione nominale dellapparecchiatura.

12.9

Manovra di emergenza

12.9.1

Spostamento della cabina verso il basso

12.9.1.1

Lascensore deve essere munito di una valvola a comando manuale situata nel locale del
macchinario che permetta, anche in caso di mancanza di alimentazione, di fare scendere
la cabina fino ad un livello ove i passeggeri possano uscire dalla cabina.

12.9.1.2

La velocit della cabina non deve essere maggiore di 0,3 m/s.

12.9.1.3

Per lazionamento di questa valvola deve essere necessaria unazione manuale continua.

12.9.1.4

Questa valvola deve essere protetta contro ogni azionamento accidentale.

UNI EN 81-2:1999

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12.9.1.5

Nel caso di ascensori ad azione indiretta, nei quali pu verificarsi un allentamento della
fune o della catena, lazionamento manuale della valvola non deve causare un abbassamento del pistone tale da causare lallentamento della fune o della catena.

12.9.2

Spostamento della cabina verso lalto

12.9.2.1

Una pompa a mano che permetta di spostare la cabina verso lalto deve essere installata
in permanenza in tutti gli ascensori nei quali la cabina munita di un paracadute o di un
dispositivo a morsa.

12.9.2.2

La pompa a mano deve essere connessa al circuito tra la valvola di non ritorno o la(e) valvola(e) di discesa e la saracinesca.

12.9.2.3

La pompa a mano deve essere dotata di una valvola di sovrappressione che limiti la pressione a 2,3 volte la pressione statica massima.

12.9.3

Controllo della posizione della cabina


Se lascensore serve pi di due piani si deve poter controllare dal locale del macchinario,
con un dispositivo indipendente dallalimentazione di energia, se la cabina si trova in una
zona di sbloccaggio.
Questo requisito non richiesto per gli ascensori muniti di un dispositivo meccanico contro labbassamento lento.

12.10

Protezione della(e) puleggia(e) o del(dei) pignone(i) fissati sul gruppo cilindro-pistone


Devono essere installati dispositivi di protezione secondo 9.4.

12.11

Protezione del macchinario


Efficaci protezioni devono essere previste per le parti rotanti accessibili che possono essere pericolose e, in particolare:
a) chiavette e viti degli alberi;
b) nastri, catene, cinghie;
c) ingranaggi, pignoni;
d) alberi di motori sporgenti;
e) limitatori di velocit tipo Watt.

12.12

Limitatore della durata dellalimentazione del motore

12.12.1

Gli ascensori idraulici devono avere un dispositivo che limiti la durata dellalimentazione
del motore, che provochi linterruzione dellalimentazione del motore e che lo mantenga
disalimentato, se il motore non ruota ad un avviamento.

12.12.2

Il limitatore della durata dellalimentazione del motore deve intervenire in un tempo che
non pu essere maggiore del pi piccolo dei seguenti due valori:
a) 45 s;
b) tempo necessario per una corsa completa in salita, con la portata nominale, maggiorato di 10 s, con un minimo di 20 s se la corsa completa minore di 10 s.

12.12.3

Il ritorno in servizio normale deve essere possibile solo mediante un resettaggio manuale.
Dopo uninterruzione dellalimentazione, non necessario che il macchinario resti fermo
quando lalimentazione di ripristina.

12.12.4

Il dispositivo limitatore della durata dellalimentazione del motore, quando intervenuto,


non deve escludere la manovra di ispezione (14.2.1.3) ed il sistema elettrico antideriva
[14.2.1.5 a) e b)].

UNI EN 81-2:1999

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12.13

Dispositivo di sicurezza per allentamento delle funi (catene) per gli ascensori ad
azione indiretta
Se esiste il rischio di allentamento delle funi (catene), deve essere installato un dispositivo
elettrico di sicurezza conforme a 14.1.2. Questo dispositivo deve causare la fermata del
macchinario e deve mantenerlo fermo quando si verifica lallentamento.

12.14

Protezione contro il surriscaldamento del fluido idraulico


Un dispositivo di rilevazione della temperatura deve essere previsto. Questo dispositivo
deve arrestare il macchinario e mantenerlo fermo in conformit a 13.3.5.

13

INSTALLAZIONI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE

13.1

Disposizioni generali

13.1.1

Limiti di applicazione

13.1.1.1

I requisiti della presente norma, relativi allinstallazione ed agli elementi costitutivi dellapparecchiatura elettrica, si applicano:
a) allinterruttore generale del circuito forza motrice ed ai circuiti a valle di esso;
b) allinterruttore del circuito di illuminazione della cabina ed ai circuiti a valle di esso.
Lascensore deve essere considerato come un tutto unico, alla stesso modo di una macchina che ha lapparecchiatura elettrica incorporata.
Nota

I regolamenti nazionali concernenti i circuiti elettrici di alimentazione si applicano fino ai morsetti di entrata
degli interruttori generali. Essi si applicano a tutto il circuito di illuminazione ed alle prese di corrente dei locali
del macchinario e delle pulegge, del vano di corsa e della fossa.

13.1.1.2

I requisiti della presente norma, per i circuiti a valle degli interruttori indicati in 13.1.1.1,
sono basati su norme esistenti, per quanto possibile tenendo conto delle esigenze proprie
degli ascensori:
a) a livello internazionale: IEC;
b) a livello europeo: CENELEC.
Tutte le volte che si richiama una di queste norme, sono forniti i riferimenti precisi, assieme ai limiti entro i quali essa utilizzata.
Quando non vengono date precise informazioni, i materiali elettrici impiegati devono rispondere ai criteri della buona tecnica in materia di sicurezza.

13.1.1.3

La compatibilit elettromagnetica deve rispondere alle EN 12015 e EN 12016.

13.1.2

Nei locali del macchinario e delle pulegge necessaria una protezione dai contatti diretti
per mezzo di involucri che abbiano almeno grado di protezione IP 2X.

13.1.3

Resistenza di isolamento dellinstallazione elettrica (CENELEC HD 384.6.61 S1)


La resistenza di isolamento deve essere misurata tra ciascun conduttore attivo e la terra.
I valori minimi della resistenza di isolamento devono essere ricavati dal prospetto 6.
prospetto

Resistenza di isolamento
Tensione nominale
V

Tensione di prova (c.c.)


V

Resistenza di isolamento
M

SELV

250

0,25

500

500

0,5

> 500

1 000

1,0

Quando il circuito comprende dispositivi elettronici, i conduttori di fase e neutro devono


essere interconnessi durante la misura.
UNI EN 81-2:1999

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13.1.4

Il valore medio per corrente continua o il valore efficace per corrente alternata della differenza di potenziale tra conduttori oppure tra conduttori e terra, deve essere non maggiore
di 250 V per i circuiti di comando e per i circuiti di sicurezza.

13.1.5

Il conduttore di neutro e il conduttore di protezione devono essere sempre distinti.

13.2

Contattori, contattori ausiliari, componenti dei circuiti di sicurezza

13.2.1

Contattori e contattori ausiliari

13.2.1.1

I contattori principali, cio quelli necessari allarresto del macchinario secondo 12.4, devono appartenere alle seguenti categorie, come definite nella EN 60947-4-1:
a) AC-3, se si tratta di contattori per motori alimentati in corrente alternata;
b) DC-3, se si tratta di contattori di potenza per corrente continua.
Questi contattori inoltre devono permettere di effettuare il 10% di manovra ad impulsi.

13.2.1.2

Se, a causa della potenza da trasmettere, si devono impiegare contattori ausiliari per il
comando dei contattori principali, essi devono appartenere alle seguenti categorie, come
definite nella EN 60947-5-1:
a) AC-15, se si tratta di comandare bobine a corrente alternata;
b) DC-13, se si tratta di comandare bobine a corrente continua.

13.2.1.3

Sia per i contattori principali di cui in 13.2.1.1, sia per i contattori ausiliari di cui in 13.2.1.2,
si pu ritenere, nellapplicazione delle misure prese per soddisfare il 14.1.1.1, che:
a) se uno dei contatti di riposo (normalmente chiusi) chiuso, tutti i contatti di lavoro
siano aperti;
b) se uno dei contatti di lavoro (normalmente aperti) chiuso, tutti i contatti di riposo
siano aperti.

13.2.2

Componenti dei circuiti di sicurezza

13.2.2.1

Quando come rel in un circuito di sicurezza, si impiegano contattori ausiliari conformi a


13.2.1.2 si applicano ugualmente le ipotesi di cui in 13.2.1.3.

13.2.2.2

Se i rel impiegati sono tali che i contatti di riposo e di lavoro non sono mai chiusi contemporaneamente per nessuna posizione dellarmatura, si pu non considerare la possibilit
dellattrazione parziale dellarmatura mobile 14.1.1.1 f).

13.2.2.3

Se alcune apparecchiature sono inserite a valle dei dispositivi elettrici di sicurezza, esse
devono soddisfare i requisiti di cui in 14.1.2.2.3 per quanto riguarda le linee di fuga e le
distanze in aria (non le distanze di apertura).
Questo requisito non si applica alle apparecchiature considerate in 13.2.1.1, 13.2.1.2 e 13.2.2.1
e che rispondono completamente ai requisiti della EN 60947-4-1 e della EN 60947-5-1.
Per le schede con circuiti stampati si applicano i requisiti del prospetto H.1 (3.6).

13.3

Protezioni dei motori e delle altre apparecchiature elettriche

13.3.1

I motori collegati direttamente alla rete devono essere protetti contro i cortocircuiti.

13.3.2

I motori collegati direttamente alla rete devono essere protetti contro i sovraccarichi mediante dispositivi di interruzione automatica a riarmo manuale (ad eccezione dei dispositivi di cui
in 13.3.3) che devono interrompere su tutti i conduttori attivi lalimentazione del motore.

UNI EN 81-2:1999

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13.3.3

Se il rilevamento dei sovraccarichi del motore dellascensore viene effettuato in funzione


dellaumento della temperatura degli avvolgimenti del motore, linterruzione dellalimentazione del motore deve avvenire solo in conformit a 13.3.5.

13.3.4

Le disposizioni di cui in 13.3.2 e 13.3.3 si applicano ad ogni avvolgimento se il motore


comporta avvolgimenti alimentati da circuiti diversi.

13.3.5

Se la temperatura di un apparecchio elettrico, munito di dispositivo di monitoraggio della


temperatura, supera quella di progetto e lascensore non dovrebbe continuare a funzionare, la cabina stessa deve fermarsi ad un piano in modo che i passeggeri possano uscire
da essa. Il ritorno automatico in servizio normale in salita dellascensore pu avvenire solo
dopo un sufficiente raffreddamento.

13.4

Interruttori generali

13.4.1

I locali del macchinario devono avere, per ciascun ascensore, un interruttore generale atto
ad interrompere, su tutti i conduttori attivi, lalimentazione dellascensore. Questo interruttore deve essere in grado di interrompere la corrente pi alta prevista nel funzionamento
normale dellascensore.
Questo interruttore non deve interrompere i circuiti che alimentano:
a) lilluminazione della cabina e la sua eventuale ventilazione;
b) la presa di corrente sul tetto della cabina;
c) lilluminazione dei locali del macchinario e delle pulegge di rinvio;
d) la presa di corrente nel locale del macchinario, nel locale delle pulegge di rinvio e nella fossa;
e) lilluminazione del vano di corsa;
f) il dispositivo di allarme.

13.4.2

Gli interruttori generali di cui in 13.4.1 devono avere posizioni stabili di chiusura e apertura
e devono poter essere bloccati in posizione di apertura, a mezzo di un lucchetto o dispositivo equivalente, per impedire azionamenti non voluti.
Lorgano di comando dellinterruttore generale deve essere rapidamente e facilmente accessibile dal o dagli accessi al locale del macchinario. Esso deve permettere di identificare facilmente lascensore cui si riferisce, quando il locale del macchinario comune a pi
ascensori.
Se il locale del macchinario ha pi accessi, oppure se per uno stesso ascensore esistono
pi locali del macchinario ciascuno con proprio/i accesso/i, pu essere impiegato per linterruzione, un contattore la cui apertura deve essere comandata da un dispositivo elettrico di sicurezza, rispondente a 14.1.2, inserito nel circuito di alimentazione della bobina
del detto contattore.
La richiusura del detto contattore deve essere effettuata o poter essere effettuata solo per
mezzo del dispositivo che ne ha provocato lapertura. Questo contattore deve avere in serie un interruttore protetto a comando manuale.

13.4.3

Nel caso di una batteria di ascensori, se dopo lapertura dellinterruttore generale di un


ascensore una parte dei circuiti di manovra resta in tensione, questi circuiti devono poter
essere interrotti separatamente dal locale del macchinario, se necessario interrompendo
lalimentazione di tutti gli ascensori della batteria.

13.4.4

Gli eventuali condensatori, disposti per correggere il fattore di potenza, devono essere
collegati a monte dellinterruttore generale del circuito forza motrice.
Se sono da temere sovratensioni, per esempio quando i motori sono alimentati da linee
elettriche di grande lunghezza, linterruttore del circuito di forza motrice deve interrompere
anche il collegamento dei condensatori.

UNI EN 81-2:1999

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13.5

Condutture elettriche

13.5.1

Nei locali del macchinario, delle pulegge di rinvio e nei vani di corsa degli ascensori i conduttori ed i cavi (con leccezione dei cavi flessibili) devono essere scelti tra quelli normalizzati dal CENELEC e di qualit almeno equivalente a quella definita dai documenti
HD 21.3 S3 e HD 22.4 S3, tenendo conto delle indicazioni del 13.1.1.2.

13.5.1.1

I conduttori rispondenti al CENELEC HD 21.3 S3 parti 2 (H07V-U e H07V-R), 3 (H07V-K),


4 (H05V-U) e 5 (H05V-K), possono essere impiegati nei circuiti solo se essi sono installati
in tubi (o canalette) metallici oppure di materia plastica oppure se essi sono protetti con
sistemi equivalenti.
Nota

Questi requisiti sostituiscono quelli contenuti nella guida per limpiego di cui allappendice 1 del documento
CENELEC HD 21.1 S3.

13.5.1.2

I cavi rigidi quali quelli conformi al punto 2 del CENELEC HD 21.4 S2 possono essere impiegati solo in installazione fissa, in vista sulle pareti del vano di corsa (o del locale del
macchinario), o installati in tubi, canalette o dispositivi analoghi.

13.5.1.3

I cavi flessibili normali, quali quelli conformi al punto 3 (H05RR-F) del CENELEC HD 22.4 S3
e al punto 5 (H05VV-F) del CENELEC HD 21.5 S3, possono essere impiegati solo in tubi,
canalette o dispositivi che assicurino una protezione equivalente.
I cavi flessibili muniti di guaina spessa, quali quelli conformi al punto 5 (H07RN-F) del
CENELEC HD 22.4 S3 possono essere impiegati come cavi rigidi, nelle condizioni specificate in 13.5.1.2 e per il collegamento ad un apparecchio mobile (ad eccezione dei cavi
flessibili per il collegamento con la cabina) oppure se sono sottoposti a vibrazioni.
I cavi flessibili rispondenti ai documenti EN 50214 e CENELEC HD 360 S2 sono ammessi
come cavi di collegamento con la cabina, nei limiti stabiliti da detti documenti. In ogni caso
i cavi flessibili scelti devono presentare caratteristiche almeno equivalenti.

13.5.1.4

Le disposizioni di cui in 13.5.1.1, 13.5.1.2 e 13.5.1.3 possono non essere applicate:


a) a conduttori e cavi non collegati ai dispositivi elettrici di sicurezza delle porte dei piani,
a condizione che:
1) non siano soggetti ad una potenza nominale maggiore di 100 VA;
2) la tensione tra poli (o fasi) o tra un polo (o una delle fasi) e la terra, alla quale essi
sono normalmente sottoposti, sia minore o uguale a 50 V;
b) al collegamento dei dispositivi di manovra o di comando negli armadi o sui quadri:
1) tra i vari apparecchi elettrici, oppure
2) tra gli apparecchi e i morsetti di collegamento.

13.5.2

Sezione dei conduttori


Per assicurarne la necessaria resistenza meccanica, la sezione dei conduttori per i circuiti
elettrici di sicurezza delle porte deve essere non minore di 0,75 mm2.

13.5.3

Metodo di installazione

13.5.3.1

Linstallazione elettrica deve essere provvista delle indicazioni necessarie per permetterne la facile comprensione.

13.5.3.2

Le connessioni, i morsetti di collegamento, i connettori, ad eccezione di quelli definiti in


13.1.1.1, devono trovarsi in armadi, scatole oppure su quadri appositamente previsti.

13.5.3.3

Quando, dopo lapertura del o degli interruttori generali di un ascensore, alcuni morsetti di
collegamento restano sotto tensione, essi devono essere nettamente separati dai morsetti
che non sono pi in tensione e, se la tensione maggiore di 50 V, devono essere adeguatamente contrassegnati.

UNI EN 81-2:1999

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13.5.3.4

I morsetti di collegamento, la cui connessione fortuita pu dare luogo ad un funzionamento pericoloso dellascensore, devono essere nettamente separati, salvo il caso che la loro
conformazione impedisca questo rischio.

13.5.3.5

Allo scopo di assicurare la continuit della protezione meccanica, i rivestimenti di protezione dei conduttori e dei cavi devono penetrare completamente allinterno delle scatole
degli interruttori o apparecchi oppure avere un adeguato manicotto alle estremit.
Nota

Le intelaiature chiuse delle porte dei piani e della cabina sono considerate come scatole di apparecchi.
Tuttavia, se esistono rischi di deterioramento meccanico determinato da elementi in movimento o da bordi taglienti dellintelaiatura stessa, i conduttori collegati ai dispositivi elettrici di sicurezza devono essere protetti meccanicamente.

13.5.3.6

Se uno stesso tubo o cavo contiene conduttori collegati a circuiti con tensione diversa, tutti
i conduttori o cavi devono avere lisolamento corrispondente alla tensione pi elevata.

13.5.4

Connettori
I connettori e i dispositivi del tipo a presa e spina, posti nei circuiti di sicurezza, devono essere progettati e realizzati in modo che, se un loro collegamento sbagliato pu generare
una situazione pericolosa per lascensore o se il loro disinserimento non richiede un utensile, sia impossibile inserire la spina in posizione errata.

13.6

Illuminazione e prese di corrente

13.6.1

Lalimentazione dellilluminazione elettrica della cabina, del vano di corsa, del locale del
macchinario e del locale pulegge di rinvio deve essere indipendente dallalimentazione del
macchinario, sia mediante un altro circuito sia mediante connessione al circuito che alimenta il macchinario a monte dellinterruttore generale (o degli interruttori generali) previsto in 13.4.

13.6.2

Lalimentazione delle prese di corrente richieste sul tetto della cabina, nel locale del macchinario e delle pulegge di rinvio e nella fossa, deve essere assicurata dai circuiti indicati
in 13.6.1.
Queste prese di corrente devono essere:
a) prese tipo 2 P + PE, 250 V, alimentate direttamente, oppure
b) prese alimentate a bassa tensione di sicurezza (SELV) secondo CENELEC
HD 384.4.41 S2, punto 411.
Limpiego delle prese di corrente sopra indicate non presuppone che il cavo di alimentazione abbia una sezione corrispondente alla corrente nominale della presa di corrente. La
sezione dei conduttori pu essere minore, a condizione che i conduttori siano correttamente protetti contro le sovracorrenti.

13.6.3

Comando dellalimentazione per lilluminazione e per le prese di corrente

13.6.3.1

Un interruttore deve comandare lalimentazione del circuito per lalimentazione dellilluminazione e delle prese di corrente della cabina. Se nel locale del macchinario esistono pi
macchinari di ascensori necessario un interruttore per ciascuna cabina. Questo interruttore deve essere disposto in prossimit dellinterruttore generale di forza motrice corrispondente.

13.6.3.2

Nel locale del macchinario, presso laccesso o gli accessi, deve essere disposto un interruttore o dispositivo simile che comandi lalimentazione del circuito di illuminazione.
Gli interruttori (o dispositivi simili) per lilluminazione del vano di corsa devono essere disposti sia nel locale del macchinario sia nella fossa in modo che lilluminazione possa essere comandata sia da un posto sia dallaltro.

13.6.3.3

Ciascuno dei circuiti controllati dagli interruttori previsti in 13.6.3.1 e 13.6.3.2 deve avere
una propria protezione contro i corto circuiti.

UNI EN 81-2:1999

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14

PROTEZIONE CONTRO I GUASTI ELETTRICI, COMANDI E PRECEDENZE

14.1

Analisi dei guasti e dispositivi elettrici di sicurezza

14.1.1

Analisi dei guasti


Ogni singolo guasto nellimpianto elettrico di un ascensore tra quelli elencati in 14.1.1.1,
se non pu essere escluso alle condizioni descritte in 14.1.1.2 e/o nellappendice H, non
deve, da solo, essere la causa di un funzionamento pericoloso dellascensore.
Per i circuiti di sicurezza, vedere 14.1.2.3.

14.1.1.1

Guasti previsti:
a)
b)
c)
d)
e)

mancanza di tensione;
diminuzione di tensione;
interruzione nella continuit di un conduttore;
difetto di isolamento verso massa oppure terra;
corto circuito o interruzione, cambiamento di valore o di funzione di un componente
elettrico quale resistenza, condensatore, transistore, lampada, ecc.;
f) mancata attrazione o attrazione incompleta dellarmatura mobile di un contattore o di
un rel;
g) mancata caduta dellarmatura mobile di un contattore o di un rel;
h) mancata apertura di un contatto;
i) mancata chiusura di un contatto;
j) inversione di fase.

14.1.1.2

Lipotesi della mancata apertura di un contatto pu non essere considerata se si tratta di


contatti di sicurezza rispondenti ai requisiti di cui in 14.1.2.2.

14.1.1.3

Una massa oppure una messa a terra in un circuito in cui esiste un dispositivo elettrico di
sicurezza deve:
a) determinare immediatamente larresto del macchinario, oppure
b) impedire un nuovo avvio del macchinario dopo il primo arresto normale.
Il ritorno in servizio dellascensore deve essere possibile solo dopo un resettaggio manuale.

14.1.2

Dispositivi elettrici di sicurezza

14.1.2.1

Disposizioni generali

14.1.2.1.1

Allintervento di uno dei dispositivi elettrici di sicurezza richiesti nei diversi paragrafi, deve
essere impedito lavviamento del macchinario oppure deve essere determinato immediatamente il suo arresto, come detto in 14.1.2.4. Un elenco di detti dispositivi contenuto
nellappendice A.
I dispositivi elettrici di sicurezza devono essere costituiti:
a) da uno o pi contatti di sicurezza rispondenti a 14.1.2.2, che interrompono direttamente lalimentazione dei contattori previsti in 12.4 o dei loro contattori ausiliari, oppure
b) da circuiti di sicurezza rispondenti a 14.1.2.3 che consistono in uno dei punti seguenti
o in una combinazione di essi:
1) uno o pi contatti di sicurezza rispondenti a 14.1.2.2 che non interrompono direttamente lalimentazione dei contattori previsti in 12.4 o dei loro contattori ausiliari;
2) contatti che non rispondono alle prescrizioni di cui in 14.1.2.2;
3) componenti in conformit allappendice H.

UNI EN 81-2:1999

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14.1.2.1.2

Resta disponibile

14.1.2.1.3

Salvo le eccezioni previste nella presente norma (vedere 14.2.1.2, 14.2.1.4 e 14.2.1.5),
nessun apparecchio elettrico deve essere collegato in parallelo ad un dispositivo elettrico
di sicurezza.
Sono permessi collegamenti a punti diversi della catena delle sicurezze solo per raccogliere informazioni. I dispositivi usati a questo fine devono rispondere ai requisiti per i circuiti di sicurezza di cui in 14.1.2.3.

14.1.2.1.4

I disturbi per induzione o per capacit propri o esterni non devono dare luogo al mancato
intervento dei dispositivi elettrici di sicurezza.

14.1.2.1.5

Un segnale in uscita proveniente da un dispositivo elettrico di sicurezza non deve essere


modificato da un segnale parassita proveniente da un altro dispositivo elettrico collegato
a valle del circuito stesso, in modo che ne risulti una condizione di pericolo.

14.1.2.1.6

Nei circuiti di sicurezza aventi due o pi canali paralleli, tutte le informazioni, ad eccezione
di quelle necessarie per il controllo di parit, devono essere prelevate su uno stesso canale.

14.1.2.1.7

I circuiti provvisti di registrazione o di temporizzazione di segnali non devono, anche in caso di guasto, impedire o ritardare sensibilmente, cio con un tempo superiore a quello pi
breve compatibile con il sistema, larresto del macchinario quando interviene un dispositivo elettrico di sicurezza.

14.1.2.1.8

La costruzione e la sistemazione dei dispositivi interni di alimentazione di corrente devono


evitare la comparsa di segnali falsi alle uscite dei dispositivi elettrici di sicurezza dovuti agli
effetti delle commutazioni.

14.1.2.2

Contatti di sicurezza

14.1.2.2.1

Il funzionamento di un contatto di sicurezza deve avvenire mediante separazione positiva


degli organi di interruzione. Tale separazione deve verificarsi anche se i contatti si sono
saldati.
La progettazione di un contatto di sicurezza deve essere tale che i rischi di corto circuito
derivanti dal guasto di un componente, siano ridotti al minimo.
Nota

Lapertura positiva si ottiene quando tutti gli elementi dei contatti di apertura sono portati alla loro posizione di
apertura e quando per una parte essenziale della corsa non vi nessun collegamento deformabile (per esempio, molle) tra i contatti mobili e la parte dellorgano di comando alla quale si applica lo sforzo di comando.

14.1.2.2.2

I contatti di sicurezza devono essere previsti per una tensione nominale di isolamento di
250 V se gli involucri assicurano un grado di protezione di almeno IP 4X, oppure di 500 V
se il grado di protezione degli involucri minore di IP 4X.
I contatti di sicurezza devono appartenere alle seguenti categorie definite nella EN 60947-5-1:
a) AC-15 se si tratta di contatti di sicurezza inseriti in circuiti alimentati con corrente alternata;
b) DC-13 se si tratta di contatti di sicurezza inseriti in circuiti alimentati con corrente continua.

14.1.2.2.3

Se gli involucri di protezione sono di grado minore o uguale a IP 4X, le distanze in aria
devono essere di almeno 3 mm, le linee di fuga distare almeno 4 mm e le distanze di apertura dei contatti di almeno 4 mm dopo lapertura. Se gli involucri di protezione sono di grado superiore a IP 4X, le linee di fuga possono essere ridotte a 3 mm.

14.1.2.2.4

In caso di interruzione multipla, la distanza di apertura tra i contatti, dopo lapertura, deve
essere di almeno 2 mm.

14.1.2.2.5

Labrasione di un materiale conduttore non deve determinare il corto circuito dei contatti.

UNI EN 81-2:1999

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14.1.2.3

Circuiti di sicurezza

14.1.2.3.1

I circuiti di sicurezza devono rispondere alle prescrizioni di cui in 14.1.1 relative allapparizione di un guasto.

14.1.2.3.2

Inoltre, come illustrato nella figura 6, si applicano i seguenti requisiti:

14.1.2.3.2.1

Se un guasto, in combinazione con un secondo guasto, pu creare una situazione di pericolo, lascensore deve essere fermato, al pi tardi, alla prossima sequenza operativa alla
quale il primo elemento guasto dovrebbe partecipare.
Ogni ulteriore operazione dellascensore deve essere impossibile finch persiste il detto
guasto.
Non si considera la possibilit che, dopo il primo guasto, si verifichi il secondo prima che
lascensore sia fermato dalla suddetta sequenza.

14.1.2.3.2.2

Se due guasti, che da soli non creano una situazione di pericolo, in combinazione con un
terzo guasto, possono generare una condizione di pericolo, lascensore deve essere fermato, al pi tardi, alla prossima sequenza operativa alla quale uno degli elementi guasti
dovrebbe partecipare.
Non si considera leventualit che un terzo guasto possa condurre ad una situazione pericolosa prima che lascensore sia stato fermato dalla suddetta sequenza.

14.1.2.3.2.3

Se possibile una combinazione di pi di tre guasti, il circuito di sicurezza deve essere


costituito da pi canali con un circuito di controllo che sorveglia luguale "status" dei canali.
Quando sono rilevati "status" differenti, lascensore deve essere fermato.
In caso di due canali, il funzionamento del circuito di controllo deve essere provato al pi
tardi prima di una nuova partenza dellascensore e, in caso di guasto, la nuova partenza
deve essere impossibile.

UNI EN 81-2:1999

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figura

Diagramma per lesame di un circuito di sicurezza

Guasto 1

SI
Pericoloso?

NO

Limpianto
si ferma?
Guasto 2

SI

SI

NO

Pericoloso?

NO

Limpianto
si ferma?
Guasto 3

SI

SI

NO

Pericoloso?

NO

Limpianto
si ferma?
Pi di 3 guasti

NO

Non accettabile

UNI EN 81-2:1999

SI

NO

Costruzione conforme
a 14.1.2.3.2.3 ?

SI

Accettabile

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14.1.2.3.2.4

In caso di mancanza e successivo ritorno di alimentazione, non necessario che lascensore rimanga fermo purch, alla sequenza successiva, il fermo dellimpianto sia nuovamente assicurato nei casi previsti da 14.1.2.3.2.1 a 14.1.2.3.2.3.

14.1.2.3.2.5

Nel caso dei circuiti a ridondanza vanno prese le misure opportune per limitare, per quanto possibile, il rischio che in pi di un circuito si verifichino simultaneamente dei guasti dovuti ad ununica causa.

14.1.2.3.3

I circuiti di sicurezza che contengono componenti elettronici sono considerati componenti


di sicurezza e devono essere verificati in conformit ai requisiti di F.6.

14.1.2.4

Funzionamento dei dispositivi elettrici di sicurezza


Quando intervengono per garantire la sicurezza, i dispositivi elettrici di sicurezza devono
impedire lavviamento del macchinario o determinare immediatamente il suo arresto.
I dispositivi elettrici di sicurezza devono intervenire direttamente sulle apparecchiature
che controllano lalimentazione del macchinario, in conformit ai requisiti di cui in 12.4.
Se, a causa della potenza da trasmettere, sono impiegati per il comando del macchinario
contattori ausiliari, questi devono essere considerati come apparecchi che controllano direttamente lalimentazione del macchinario, per la partenza e per larresto.

14.1.2.5

Comando dei dispositivi elettrici di sicurezza


Gli organi che comandano i dispositivi elettrici di sicurezza devono essere realizzati in
modo da poter funzionare anche se sono sottoposti alle sollecitazioni meccaniche derivanti da un funzionamento normale continuo.
Se gli organi che comandano i dispositivi elettrici di sicurezza sono, per come sono installati, accessibili a persone, essi devono essere realizzati in modo che i dispositivi elettrici
di sicurezza non possano essere resi inefficaci per mezzo di interventi semplici.
Nota

Un magnete o un ponte elettrico non sono considerati interventi semplici.


In caso di circuiti di sicurezza del tipo a ridondanza, ci si deve assicurare, mediante la disposizione meccanica o geometrica degli elementi trasmettitori, che in caso di guasto
meccanico non si produca alcuna perdita di ridondanza.
Per gli elementi trasmettitori dei circuiti di sicurezza si applicano i requisiti di F.6.3.1.1.

14.2

Comandi

14.2.1

Comandi del movimento dellascensore


I comandi del movimento devono essere dati elettricamente.

14.2.1.1

Comandi di manovra normale


I comandi devono essere dati per mezzo di pulsanti o di dispositivi simili, quali comandi a
sfioramento, carte magnetiche, ecc. Essi devono essere disposti in involucri, in modo che
nessuna parte sotto tensione sia accessibile agli utenti.

14.2.1.2

Manovra di livellamento e di rilivellamento con porte aperte


Nel caso particolare previsto in 7.7.2.2 a), il movimento della cabina con porte di piano e
di cabina aperte ammesso per il livellamento ed il rilivellamento a condizione che:
a) questo spostamento sia limitato alla zona di sbloccaggio delle porte (7.7.1):
1) ogni movimento della cabina al di fuori della zona di sbloccaggio delle porte deve
essere impedito da almeno un dispositivo di interruzione disposto nel ponte o derivazione che escluda i dispositivi di sicurezza delle porte e degli elementi di bloccaggio;
2) questo dispositivo di interruzione deve essere:
- un contatto di sicurezza rispondente a 14.1.2.2, oppure
- collegato in modo da soddisfare i requisiti per i circuiti di sicurezza di cui in
14.1.2.3;

UNI EN 81-2:1999

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3) se il funzionamento del dispositivo di interruzione dipende da un organo collegato


meccanicamente e indirettamente alla cabina (per esempio a mezzo fune, cinghia
o catena), la rottura o lallentamento dellorgano di collegamento deve provocare
larresto del macchinario per mezzo di un dispositivo elettrico di sicurezza rispondente a 14.1.2;
4) durante il livellamento, il dispositivo che rende inefficaci i dispositivi elettrici di sicurezza delle porte deve intervenire soltanto quando stato comandato larresto
al piano considerato;
b) la velocit di rilivellamento e di antideriva elettrica sia non maggiore di 0,3 m/s.

14.2.1.3

Comandi per la manovra di ispezione


Allo scopo di rendere agevoli le operazioni di ispezione e di manutenzione, sul tetto della
cabina deve essere installato un dispositivo di comando facilmente accessibile. Linserzione di questo dispositivo deve avvenire mediante un commutatore (commutatore di
ispezione) che soddisfi i requisiti per i dispositivi elettrici di sicurezza (14.1.2).
Questo commutatore deve essere bistabile e deve essere protetto contro ogni azionamento accidentale.
Le seguenti prescrizioni devono essere osservate contemporaneamente:
a) linserzione della manovra di ispezione deve escludere:
1) leffetto dei comandi normali, compreso quello per il funzionamento delle eventuali
porte automatiche;
2) la manovra per la fermata ausiliaria sopra il livello del piano (14.2.1.4);
3) il sistema elettrico antideriva [14.2.1.5 a) e b)].
La rimessa in funzionamento normale dellascensore deve avvenire soltanto a seguito di
una nuova azione sul commutatore di ispezione.
Se i dispositivi di interruzione impiegati per questa esclusione non sono contatti di sicurezza solidali con la manovra del commutatore di ispezione, occorre prendere i provvedimenti necessari affinch sia impedito qualsiasi movimento involontario della cabina quando si manifesta nel circuito uno dei guasti indicati in 14.1.1.1;
b) il movimento della cabina deve essere determinato dalla pressione permanente su un
pulsante, protetto contro qualsiasi azionamento accidentale e con il senso del movimento chiaramente indicato;
c) il dispositivo di comando deve comprendere un dispositivo di arresto conforme a
14.2.2;
d) il movimento della cabina deve avvenire ad una velocit non maggiore di 0,63 m/s;
e) le posizioni estreme di funzionamento normale non devono poter essere superate;
f) il funzionamento dellascensore deve rimanere sotto il controllo dei dispositivi di sicurezza.
Il dispositivo di comando pu anche comprendere interruttori speciali, protetti contro qualsiasi azionamento accidentale, per il comando del meccanismo di azionamento delle porte dal tetto della cabina.

14.2.1.4

Manovra per la fermata ausiliaria sopra il livello del piano


Nel caso particolare di cui in 7.7.2.2 b), consentito il movimento della cabina con porte
di piano e di cabina aperte, allo scopo di permettere il carico e lo scarico degli ascensori
alle seguenti condizioni:
a) il movimento della cabina deve essere possibile soltanto per unaltezza massima di
1,65 m al disopra del livello del corrispondente piano;
b) il movimento della cabina deve essere limitato mediante un dispositivo elettrico di sicurezza direzionale rispondente a 14.1.2;
c) la velocit del movimento non deve essere maggiore di 0,3 m/s;
d) la porta di piano e la porta di cabina devono essere aperte solo dal lato della fermata
ausiliaria;
e) il movimento deve poter essere facilmente osservato dal luogo da cui viene comandata la manovra per la fermata ausiliaria;
UNI EN 81-2:1999

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f)

la manovra per la fermata ausiliaria sopra il livello del piano deve essere possibile soltanto dopo lazionamento di un contatto di sicurezza a chiave, la cui chiave deve poter
essere ritirata solo nella posizione che interrompe la manovra per la fermata ausiliaria.
Una chiave di questo tipo deve essere data solo ad una persona responsabile, unitamente ad istruzioni scritte che evidenzino il pericolo che pu generare luso della chiave;
g) lazionamento del contatto di sicurezza a chiave:
1) deve escludere leffetto dei comandi normali.
Se gli organi di interruzione impiegati a tale scopo non sono contatti di sicurezza
solidali con lazionamento del contatto a chiave, deve essere impedito qualsiasi
movimento involontario della cabina anche se si manifesta nel circuito uno dei
guasti indicati in 14.1.1.1;
2) deve permettere il movimento della cabina soltanto mediante lazione su un pulsante che richieda una pressione continua. Il senso del movimento deve essere
chiaramente indicato;
3) pu rendere inefficaci, direttamente o per mezzo di un altro dispositivo elettrico di
sicurezza conforme a 14.1.2:
- il dispositivo elettrico di sicurezza del bloccaggio della porta di piano considerata;
- il dispositivo elettrico di sicurezza di controllo della chiusura della porta di piano considerata;
- il dispositivo elettrico di sicurezza di controllo della chiusura della porta di cabina dal lato della fermata ausiliaria;
h) gli effetti della manovra per la fermata ausiliaria devono essere esclusi dallinserimento della manovra di ispezione;
i) in cabina deve esistere un dispositivo di arresto [14.2.2.1 e)].

14.2.1.5

Sistema elettrico antideriva


Se richiesto da 9.5, deve essere previsto un sistema elettrico antideriva che soddisfi le seguenti condizioni.
a) Il macchinario deve essere alimentato per la direzione di salita, indipendentemente
dalla posizione delle porte, se la cabina in una zona compresa tra un livello di 0,12 m
al massimo sotto il livello del piano e lestremit inferiore della zona di sbloccaggio
delle porte di piano;
b) la cabina deve essere riportata automaticamente al piano pi basso dopo un tempo
non maggiore di 15 min dallultima corsa normale;
c) gli ascensori che hanno un dispositivo di arresto in cabina [14.2.2.2 e 14.2.1.4 i)] devono essere muniti di un dispositivo di segnalazione acustica in cabina. Questo segnale deve funzionare quando il dispositivo di arresto in posizione di azionamento.
Lalimentazione di detto segnale deve essere quella dellilluminazione di emergenza
citata in 8.17.4 o altra equivalente;
d) devono essere apposte indicazioni in conformit a 15.2.5 e 15.4.6.

14.2.2

Dispositivi di arresto

14.2.2.1

Deve essere installato un dispositivo di arresto per fermare e mantenere fuori servizio
lascensore, comprese le porte motorizzate:
a) nella fossa del vano di corsa [5.7.3.5 a)];
b) nel locale delle pulegge di rinvio (6.4.5);
c) sul tetto della cabina (8.15), in posizione facilmente accessibile e a non pi di 1 m dal
punto di accesso per il personale di ispezione o di manutenzione. Questo dispositivo
pu essere quello disposto presso il dispositivo di comando per la manovra di ispezione, se esso a non pi di 1 m dal punto di accesso;
d) sul dispositivo di comando per la manovra in ispezione [14.2.1.3 c)];
e) nella cabina degli ascensori con manovra ausiliaria sopra il livello del piano [14.2.1.4 i)].
Il dispositivo di arresto deve essere disposto a non pi di 1 m dallentrata, provvista di manovra ausiliaria sopra il livello del piano, e deve essere chiaramente identificato (15.2.3.1).

UNI EN 81-2:1999

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14.2.2.2

I dispositivi di arresto devono essere costituiti da dispositivi elettrici di sicurezza conformi


a 14.1.2. Essi devono essere bistabili ed essere tali che la rimessa in servizio non possa
derivare da unazione accidentale.

14.2.2.3

Negli ascensori senza manovra per la fermata ausiliaria sopra il livello del piano vietato
disporre un dispositivo di arresto nella cabina.

14.2.3

Dispositivo di allarme

14.2.3.1

Allo scopo di poter ottenere soccorso dallesterno, i passeggeri devono avere a loro disposizione in cabina un dispositivo, facilmente identificabile e accessibile, idoneo allo scopo.

14.2.3.2

Questo dispositivo deve essere alimentato o dallalimentazione di emergenza prevista per


lilluminazione in 8.17.4, oppure da unalimentazione che presenti caratteristiche equivalenti.
Nota

In caso di collegamento alla linea telefonica pubblica, non si applica il 14.2.3.2.

14.2.3.3

Questo dispositivo deve permettere una comunicazione bidirezionale a voce, che permetta un contatto permanente con un servizio di soccorso. Dopo linizio della comunicazione,
non deve essere necessaria unulteriore azione della persona intrappolata.

14.2.3.4

Se non possibile una comunicazione diretta a voce tra la cabina ed il locale del macchinario, deve essere installato un citofono o dispositivo analogo, alimentato dallalimentazione di emergenza prevista in 8.17.4.

14.2.4

Precedenze e segnali

14.2.4.1

Per gli ascensori muniti di porte ad apertura manuale, un dispositivo deve impedire il movimento della cabina per un periodo non minore di 2 s dopo un arresto.

14.2.4.2

Un utente che entri in cabina deve disporre di almeno 2 s dopo la chiusura delle porte, per
dare il comando sul pulsante di sua scelta prima che abbia effetto una chiamata esterna.
Questa prescrizione non si applica agli ascensori con manovra collettiva.

14.2.4.3

Nel caso di manovra collettiva una segnalazione luminosa, perfettamente visibile dal piano, deve indicare agli utenti che attendono a quel piano la prossima direzione di movimento imposta alla cabina.
Nota

Per ascensori in batteria non consigliabile disporre indicatori di posizione ai singoli piani. Tuttavia, si raccomanda che larrivo di una cabina sia preceduto da un segnale acustico.

14.2.5

Controllo del carico

14.2.5.1

Lascensore deve essere munito di un dispositivo che impedisca la partenza normale, incluso il rilivellamento, in caso di sovraccarico in cabina.

14.2.5.2

Si considera sovraccarico la portata aumentata del 10%, con un minimo di 75 Kg.

14.2.5.3

In caso di sovraccarico:
a) gli utenti devono essere avvisati a mezzo di un dispositivo ottico e/o acustico disposto
nella cabina;
b) le porte automatiche devono essere portate in posizione di completa apertura;
c) le porte ad azionamento manuale devono rimanere non bloccate;
d) deve essere interrotta ogni operazione preliminare di cui in 7.7.2.1 e 7.7.3.1.

UNI EN 81-2:1999

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15

AVVISI, MARCATURE E ISTRUZIONI PER LA MANOVRA

15.1

Disposizioni generali
Tutte le targhe, avvisi, marcature e istruzioni per la manovra devono essere leggibili e facilmente comprensibili (se necessario con laiuto di segnali o segni grafici). Devono essere non lacerabili, di materiale durevole, disposti bene in vista, redatti nella lingua del Paese in cui si trova lascensore (o, se necessario, in pi lingue).

15.2

Cabina

15.2.1

Nella cabina deve essere apposta lindicazione della portata dellascensore espressa in
kilogrammi e del numero di persone.
Il numero di persone deve essere calcolato secondo 8.2.3.
La targa deve riportare quanto appresso:
"kg PERS."
Laltezza minima dei caratteri impiegati per la targa deve essere:
a) 10 mm per le lettere maiuscole e per le cifre;
b) 7 mm per le lettere minuscole.

15.2.2

Deve essere apposto il nome del venditore e il suo numero di identificazione dellascensore.

15.2.3

Altre indicazioni nella cabina

15.2.3.1

Lorgano di comando delleventuale interruttore di arresto deve essere di colore rosso ed


identificato dalliscrizione "STOP", disposta in modo tale che non vi sia pericolo di errore
sulla posizione corrispondente allarresto.
Leventuale pulsante del dispositivo di allarme deve essere di colore giallo ed identificato
dal segno grafico:

vietato impiegare i colori rosso e giallo per altri pulsanti. Tuttavia questi colori possono
essere utilizzati per i segnali luminosi che indicano la registrazione dei comandi.

15.2.3.2

I dispositivi di comando devono essere agevolmente identificati in riferimento alla loro funzione; a tale scopo si raccomanda di impiegare:
a) per i pulsanti di comando in cabina le indicazioni - 2, - 1, 0, 1, 2, 3, ecc.;
b) per il pulsante di riapertura della porta, se esiste, il segno grafico:

15.2.4

Istruzioni per luso sicuro dellascensore devono essere apposte nella cabina ogni volta
che se ne manifesti lutilit.
Esse devono almeno indicare:
a) nel caso di ascensori con fermata ausiliaria sopra il livello del piano, le istruzioni particolari per questa manovra;
b) nel caso di ascensori muniti di telefono o di citofono, le istruzioni per limpiego, se esso non risulta evidente;
c) che dopo luso dellascensore si devono chiudere le porte a manovra manuale e quelle motorizzate la cui chiusura si effettua sotto il controllo permanente degli utenti.

15.2.5

In caso di ascensore con sistema elettrico antideriva e porte azionate a mano o motorizzate a chiusura su comando continuo da parte degli utenti, deve essere apposto nella cabina lavviso seguente:
"CHIUDERE LE PORTE"
Laltezza dei caratteri non deve essere minore di 50 mm.
UNI EN 81-2:1999

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15.3

Tetto della cabina


Sul tetto della cabina devono figurare le indicazioni seguenti:
a) la parola "STOP" sopra o vicino al dispositivo di arresto, disposta in modo che non vi
sia pericolo di errore sulla posizione corrispondente allarresto;
b) le parole "NORMALE" e "ISPEZIONE" sopra o vicino al commutatore di ispezione;
c) lindicazione del senso di movimento sopra o vicino ai pulsanti di ispezione;
d) un segnale di avvertimento o un avviso sul parapetto.

15.4

Locali del macchinario e delle pulegge di rinvio

15.4.1

Sulla faccia esterna delle porte o botole di accesso al locale del macchinario e delle pulegge di rinvio deve essere apposto un cartello che porti (come minimo) liscrizione:
"Macchinario di ascensore - Pericolo Accesso vietato alle persone non autorizzate"
Nel caso vi siano botole, un cartello visibile in permanenza a chi utilizza la botola deve indicare:
"Pericolo di caduta - Richiudere la botola"

15.4.2

Le iscrizioni devono permettere di identificare agevolmente linterruttore generale (o gli interruttori generali) e linterruttore (o gli interruttori) del circuito di illuminazione.
Una o pi iscrizioni devono segnalare se, dopo lapertura di un interruttore generale, alcune parti rimangono in tensione (collegamento tra pi ascensori, illuminazione, ).

15.4.3

Nel locale del macchinario devono essere apposte istruzioni dettagliate da osservare nel
caso di arresto intempestivo e, in particolare, quelle per limpiego dei dispositivi per la manovra di emergenza manuale e della chiave per lo sbloccaggio delle porte dei piani.

15.4.4

Nel locale delle pulegge di rinvio, presso o sopra linterruttore di arresto, deve esistere lindicazione "STOP" disposta in modo tale che non vi sia pericolo di errore sulla posizione
corrispondente allarresto.

15.4.5

Sui sopporti o ganci deve essere indicata la portata massima ammessa (vedere 6.3.7).

15.4.6

In caso di ascensore con sistema elettrico antideriva deve esistere sullinterruttore principale o vicino ad esso lindicazione:
"Aprire solo se la cabina al piano pi basso".

15.5

Vano di corsa

15.5.1

Allesterno del vano di corsa, in prossimit delle porte di ispezione, deve essere apposto
un cartello con liscrizione:
"Vano di corsa di ascensore - Pericolo
Accesso vietato alle persone non autorizzate"

15.5.2

Le porte di piano ad apertura manuale, se possono essere confuse con le porte vicine,
devono portare lindicazione "Ascensore".

15.5.3

Negli ascensori per merci una targa, sempre visibile dalla superficie del piano ove avviene
il carico della cabina, deve portare lindicazione della portata.

15.6

Limitatore di velocit
Sul limitatore di velocit deve essere apposta una targa che riporti:
a) il nome del costruttore del limitatore;
b) il contrassegno di esame di tipo ed i relativi riferimenti;
c) leffettiva velocit di intervento per la quale regolato.

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15.7

Fossa
Sopra o vicino allinterruttore di arresto deve essere riportata lindicazione "STOP", disposta in modo che non vi sia pericolo di errore sulla posizione corrispondente allarresto.

15.8

Ammortizzatori
Sugli ammortizzatori, diversi da quelli ad accumulo di energia, deve essere apposta una
targa che riporti:
a) il nome del costruttore dellammortizzatore;
b) il contrassegno di esame di tipo e i relativi riferimenti.

15.9

Identificazione del piano


Scritte o segnali sufficientemente visibili devono permettere alle persone che si trovano
nella cabina di conoscere a quale piano la cabina si arrestata.

15.10

Identificazione delle apparecchiature elettriche


I contattori, i rel, i fusibili e i morsetti di collegamento dei circuiti che arrivano sui quadri
di manovra, devono essere contrassegnati secondo lo schema elettrico. Sui fusibili oppure vicino o sopra ai portafusibili devono essere marcate le necessarie caratteristiche quali
il valore ed il tipo.
Nel caso di impiego di connettori con pi conduttori, pu essere contrassegnato il solo
connettore (e non i conduttori).

15.11

Chiave per lo sbloccaggio delle porte di piano


Alla chiave di sbloccaggio delle porte di piano deve essere collegata una targhetta con
una scritta che attiri lattenzione sul pericolo conseguente allimpiego di questa chiave e
sulla necessit di assicurarsi del bloccaggio della porta dopo la sua chiusura.

15.12

Dispositivo di allarme
La suoneria o il dispositivo azionato dalla cabina per la richiesta di soccorso dalla cabina
deve essere chiaramente identificato come segue:
"Allarme dellascensore"
Nel caso di pi ascensori, si deve poter identificare la cabina da cui proviene la chiamata.

15.13

Dispositivi di blocco
Sui dispositivi di blocco deve essere installata una targa che indica:
a) il nome del costruttore del dispositivo di blocco;
b) il contrassegno di esame di tipo e i relativi riferimenti.

15.14

Paracadute
Sui paracadute deve essere applicata una targa che indica:
a) il nome del costruttore del paracadute;
b) il contrassegno di esame di tipo ed i relativi riferimenti.

15.15

Valvola per discesa di emergenza


Vicino alla valvola azionabile a mano per la discesa di emergenza deve essere posta una
targhetta con lindicazione:
"Attenzione - Discesa di emergenza"

15.16

Pompa a mano
Vicino alla pompa a mano per la salita di emergenza deve essere posta una targhetta con
lindicazione:
"Attenzione - Salita di emergenza"

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15.17

Gruppi di ascensori
Se parti di differenti ascensori sono presenti nello stesso locale del macchinario e/o nello
stesso locale delle pulegge di rinvio, ciascun ascensore deve essere identificato a mezzo
di un numero o di una lettera usata in maniera congrua per ogni componente (macchinario, quadro di manovra, limitatore di velocit, interruttori, ecc.).
Per facilitare la manutenzione ecc., gli stessi simboli di identificazione devono apparire sul
tetto della cabina, nella fossa ed in altri posti ove sia necessario.

15.18

Serbatoio
Sul serbatoio devono essere indicate le caratteristiche del fluido.

15.19

Valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione


Sulla valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione (12.5.6.6) deve essere
fissata una targa con le indicazioni:
a) il nome del costruttore della valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione;
b) il contrassegno di esame di tipo ed i relativi riferimenti;
c) il flusso che determina lintervento per il quale stata fatta la regolazione.

16

CONTROLLI, PROVE, LIBRETTO E MANUTENZIONE

16.1

Controlli e prove

16.1.1

La documentazione tecnica che deve essere fornita quando occorre fare domanda per
lautorizzazione preventiva, deve contenere i dati necessari per assicurare che gli elementi costitutivi dellimpianto sono calcolati correttamente e che linstallazione proposta conforme alla presente norma.
Questo esame non pu riguardare che tutti o parte degli elementi che devono costituire
loggetto di un controllo o di prove prima della messa in servizio.
Nota

16.1.2

Lappendice C pu costituire unutile base di riferimento per gli utenti che desiderano procedere, o fare procedere, allo studio di uninstallazione prima della sua realizzazione.
Gli ascensori devono essere oggetto, prima della messa in servizio, di controlli e prove
per verificarne la conformit allappendice D della presente norma.

Nota

Pu essere richiesto, per gli ascensori che non sono stati oggetto di una domanda per lautorizzazione preventiva, di fornire tutti o parte dei dati tecnici e dei calcoli indicati nellappendice C.

16.1.3

Una copia del relativo certificato di esame di tipo deve essere fornita per:
a) i dispositivi di blocco;
b) le porte di piano (cio prove di resistenza al fuoco);
c) il paracadute;
d) il limitatore di velocit;
e) la valvola di blocco;
f) gli ammortizzatori a dissipazione di energia, gli ammortizzatori ad accumulo di energia con movimento di ritorno ammortizzato e gli ammortizzatori ad accumulo di energia con caratteristica non lineare;
g) circuiti di sicurezza contenenti componenti elettronici;
h) valvola limitatrice di flusso con parti meccaniche mobili.

16.2

Libretto
Le caratteristiche principali dellascensore devono essere riportate su un libretto o un fascicolo, redatto al pi tardi quando limpianto messo in servizio. Questo libretto o fascicolo deve comprendere:
a) una parte tecnica in cui figurano:
1) la data della messa in servizio dellascensore;

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2) le caratteristiche principali dellascensore;


3) le caratteristiche delle funi e/o catene;
4) le caratteristiche di quei componenti per le quali richiesta la verifica della conformit (16.1.3);
5) i disegni di installazione nelledificio;
6) gli schemi elettrici di principio (usando i simboli CENELEC);
7) gli schemi idraulici (usano i simboli della ISO 1219-1);
gli schemi elettrici ed idraulici possono essere limitati ai circuiti che consentano un
completo esame dal punto di vista della sicurezza. Abbreviazioni e simboli devono
essere spiegati a mezzo di una legenda;
8) la pressione statica massima;
9) le caratteristiche o il tipo del fluido idraulico;
b) una parte destinata a contenere copie datate dei verbali dei controlli e delle visite, con
le osservazioni.
Il libretto o fascicolo deve essere aggiornato in caso di:
1) modifiche importanti dellascensore (appendice E);
2) sostituzioni delle funi o di componenti importanti;
3) incidenti.
Nota

16.3

Il libretto o fascicolo dovrebbe essere a disposizione delle persone che hanno lincarico della manutenzione
e della persona o organizzazione responsabile per leffettuazione dei controlli e delle prove periodiche.

Informazioni dellinstallatore
Il costruttore/installatore deve fornire un manuale di istruzioni.

16.3.1

Uso normale
Il manuale di istruzioni deve dare le necessarie informazioni per luso normale dellascensore e per le operazioni di soccorso, in particolare riguardo:
a) alla necessit di tenere chiuso a chiave il locale del macchinario;
b) alla sicurezza nelle operazioni di carico e scarico della cabina;
c) alle precauzioni da prendere in caso di ascensori con vano di corsa chiuso parzialmente [5.2.1.2 d)];
d) agli eventi che richiedono lintervento di una persona competente;
e) alla conservazione della documentazione;
f) alluso della chiave per lo sbloccaggio di emergenza;
g) alle operazioni di soccorso.

16.3.2

Manutenzione
Il manuale di istruzioni deve dare informazioni circa:
a) la necessit della manutenzione dellascensore e dei suoi accessori al fine di mantenerlo in buono stato di funzionamento (vedere 0.3.2);
b) le istruzioni per una manutenzione in condizioni di sicurezza.

16.3.3

Controlli e prove
Il manuale di istruzioni deve dare informazioni su quanto segue:

16.3.3.1

Controlli periodici
Dopo la messa in servizio degli ascensori, su di essi dovrebbero essere effettuati controlli
e prove periodici per verificare che essi siano in buone condizioni. Questi controlli e prove
periodici dovrebbero essere effettuati in conformit allappendice E.

16.3.3.2

Controlli dopo modifiche importanti o dopo incidenti


Dopo modifiche importanti o dopo un incidente dovrebbero essere effettuati controlli e
prove per accertare che gli ascensori continuino ad essere conformi alla presente norma.
Questi controlli e prove dovrebbero essere effettuati in conformit allappendice E.

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APPENDICE
(normativa)

A ELENCO DEI DISPOSITIVI ELETTRICI DI SICUREZZA

Punto

Dispositivi controllati

5.2.2.2.2

Controllo della chiusura delle porte di ispezione e di soccorso e degli


sportelli di ispezione

5.7.2.5 a)

Dispositivo di arresto in fossa

6.4.5

Dispositivo di arresto nel locale delle pulegge di rinvio

7.7.3.1

Controllo del blocco delle porte di piano

7.7.4.1

Controllo della chiusura delle porte di piano

7.7.6.2

Controllo della chiusura delle ante non bloccate

8.9.2

Controllo della chiusura della porta di cabina

8.12.4.2

Controllo del blocco della botola e della porta di soccorso della cabina

8.15 b)

Dispositivo di arresto sul tetto di cabina

9.3.3

Controllo dellallungamento relativo anormale di una fune o di una


catena in caso di due funi/catene di sospensione

9.8.8

Controllo del funzionamento del paracadute

9.10.2.10.1

Rilevamento delleccesso di velocit

9.10.2.10.2

Controllo del ritorno in posizione normale del limitatore di velocit

9.10.2.10.3

Controllo della tensione della fune del limitatore di velocit

9.10.4.4

Controllo della tensione della fune di sicurezza

10.4.3.3

Controllo del ritorno in posizione normale estesa degli ammortizzatori

10.5.2.2 b)

Controllo della tensione dellorgano di trasmissione della posizione della


cabina (interruttore di extracorsa) in caso di ascensore ad azione diretta

10.5.2.3 b)

Controllo della tensione del dispositivo di trasmissione della posizione


della cabina in caso di ascensore ad azione indiretta (interruttore di extracorsa)

10.5.3.1

Interruttore di extracorsa

11.2.1 c)

Controllo del bloccaggio della porta di cabina

12.13

Controllo dellallentamento delle funi o delle catene

13.4.2

Comando dellinterruttore generale a mezzo di un contattore per lapertura del circuito

14.2.1.2 a) 2)

Controllo del livellamento, del rilivellamento e dellantideriva

14.2.1.2 a) 3)

Controllo della tensione dellorgano di trasmissione della posizione della


cabina (livellamento, rilivellamento e antideriva)

14.2.1.3 c)

Dispositivo di arresto in manovra di ispezione

14.2.1.4 b)

Limitazione del movimento della cabina nella manovra per la fermata


ausiliaria sopra il livello del piano

14.2.1.4 i)

Dispositivo di arresto nella manovra per la fermata ausiliaria sopra il


livello del piano

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APPENDICE
(normativa)
figura

B CHIAVE TRIANGOLARE DI SBLOCCO

B.1

Chiave triangolare di sblocco


Dimensioni in mm

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APPENDICE
(informativa)
C.1

C DOCUMENTAZIONE TECNICA

Introduzione
La documentazione tecnica da presentare con la domanda di autorizzazione preventiva
dovrebbe comprendere tutti o parte dei dati e documenti che figurano nella seguente lista.

C.2

Dati generali
-

C.3

Nome e indirizzo dellinstallatore, del proprietario e/o dellutente;


indirizzo del luogo di installazione;
tipo dellapparecchio - portata - velocit nominale - numero dei passeggeri;
corsa dellascensore - numero dei piani serviti;
massa della cabina e della massa di bilanciamento;
mezzi di accesso al locale del macchinario e alleventuale locale delle pulegge di rinvio (6.2).

Dati tecnici e disegni


Disegni e sezioni necessari per potersi rendere conto dellinstallazione dellascensore, ivi
compresi quelli dei locali del macchinario, delle pulegge di rinvio e dellapparecchiatura.
Questi disegni non devono presentare i dettagli costruttivi, ma dovrebbero fornire i dati
necessari per accertare la conformit alla presente norma e in particolare quanto segue:
- spazi liberi allestremit superiore del vano di corsa e nella fossa (5.7.1, 5.7.2);
- eventuali spazi accessibili sotto il vano di corsa (5.5);
- accesso alla fossa (5.7.2.2);
- protezione dei gruppi cilindro-pistone, quando richiesta (12.2.4.1);
- difesa di protezione tra gli ascensori, se ve ne pi di uno nello stesso vano di corsa (5.6);
- indicazione dei fori per gli ancoraggi;
- posizione e principali dimensioni del locale del macchinario, con la disposizione della
macchina e dei principali dispositivi. Aperture di ventilazione. Sollecitazioni sulledificio e sul fondo della fossa;
- accesso al locale del macchinario (6.3.3);
- posizione e principali dimensioni delleventuale locale delle pulegge. Posizione e dimensioni delle pulegge;
- posizione degli altri dispositivi nel locale delle pulegge;
- accesso al locale delle pulegge (6.4.3);
- disposizione e principali dimensioni delle porte dei piani (7.3). Non necessario rappresentare tutte le porte se esse sono identiche e se le distanze tra le soglie delle porte di piano sono indicate;
- disposizione e dimensioni delle porte e degli sportelli di ispezione e delle porte di soccorso (5.2.2);
- dimensioni della cabina e dei suoi accessi (8.1, 8.2);
- distanze tra la soglia e tra la porta di cabina e la superficie interna della parete frontale
(11.2.1);
- distanza orizzontale tra le porte della cabina e le porte di piano chiuse misurata come
indicato in 11.2.3;
- principali caratteristiche della sospensione: coefficiente di sicurezza, funi (numero,
diametro, composizione, carico di rottura), catene (tipo, composizione, passo, carico
di rottura);

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C.4

dichiarazione delle precauzioni adottate:


- contro la caduta libera e la discesa a velocit eccessiva;
- contro labbassamento lento;
disegno funzionale del dispositivo a tacchetti, se esiste (9.11);
valutazione delle forze determinate sui supporti fissi dal dispositivo a tacchetti, se esiste;
principali caratteristiche della fune del limitatore di velocit e/o della fune di sicurezza:
diametro, composizione, carico di rottura, coefficiente di sicurezza;
dimensioni e calcolo delle guide, qualit e dimensioni delle superficie di scorrimento
(trafilate, fresate, rettificate);
dimensioni e calcolo degli ammortizzatori ad accumulo di energia con caratteristica lineare;
calcolo della pressione statica massima;
calcolo del gruppo cilindro-pistone e delle tubazioni in conformit allappendice K;
caratteristiche o tipo di fluido idraulico.

Schemi elettrici e idraulici


Schemi elettrici di principio:
- dei circuiti di potenza, e
- dei circuiti connessi con i dispositivi elettrici di sicurezza.
Questi schemi devono essere chiari e devono per essi essere utilizzati i simboli CENELEC.
Schema idraulico.
Lo schema deve essere chiaro e devono per esso essere usati i simboli della ISO 1219-1.

C.5

Verifica di conformit
Copie dei certificati di esame di tipo per i componenti di sicurezza.
Copia dei certificati per altri elementi (funi, catene, tubazioni flessibili, apparecchiature antideflagranti, vetro, ecc.), se pertinenti.
Certificato della registrazione del paracadute secondo le istruzioni fornite dal fabbricante
del paracadute e calcolo della compressione delle molle nel caso di paracadute a presa
progressiva.
Certificato della registrazione della valvola di blocco in conformit alle istruzioni fornite dal
costruttore della valvola stessa. Devono essere forniti i diagrammi di regolazione forniti
dal costruttore.

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APPENDICE
(normativa)

D CONTROLLI E PROVE PRIMA DELLA MESSA IN SERVIZIO


Prima di mettere in servizio lascensore devono essere effettuati i controlli e le prove seguenti.

D.1

Controlli
I controlli devono riguardare in particolare i punti seguenti:
a) se stata rilasciata unautorizzazione preventiva, confronto dei documenti presentati
in quella occasione (appendice C) con leffettiva installazione;
b) in ogni caso, verifica che i requisiti richiesti dalla presente norma siano soddisfatti;
c) controllo visivo dellapplicazione delle norme di buona tecnica ai componenti per i
quali la presente norma non ha stabilito requisiti particolari;
d) confronto, con le caratteristiche dellascensore, dei dati riportati nelle verifiche di conformit dei componenti di sicurezza.

D.2

Prove e verifiche
Le prove e le verifiche devono riguardare i punti seguenti:
a) dispositivi di blocco (7.7);
b) dispositivi elettrici di sicurezza (appendice A);
c) elementi di sospensione e relativi attacchi:
si deve verificare che le loro caratteristiche siano quelle indicate nel libretto o fascicolo
[16.2 a)];
d) misurazione dellintensit di corrente o della potenza e misurazione della velocit (12.8);
e) impianto elettrico:
1) misurazione della resistenza di isolamento dei differenti circuiti (13.1.3). Per questa misurazione tutti i componenti devono essere disconnessi;
2) verifica della continuit elettrica del collegamento tra il morsetto di terra del locale
macchinario ed i differenti organi dellascensore suscettibili di essere messi accidentalmente in tensione;
f) interruttore di extracorsa (10.5);
g) limitatore di velocit:
1) la velocit di intervento del limitatore di velocit deve essere verificata nel senso
corrispondente al movimento di discesa della cabina (9.10.2.1, 9.10.2.2) o della
massa di bilanciamento (9.10.2.3);
2) il funzionamento del comando di arresto previsto in 9.10.2.10.1 e in 9.10.2.10.2
deve essere provato in ambedue le direzioni del movimento;
h) paracadute della cabina (9.8):
lenergia che il paracadute in grado di assorbire al momento della presa stata verificata in conformit ad F.3. Scopo della prova prima della messa in servizio di verificarne il buon montaggio, la buona regolazione e la solidit dellinsieme comprendente cabina, paracadute, guide e loro ancoraggi alledificio.
La prova deve essere eseguita con la cabina marciante in discesa, con il carico richiesto uniformemente distribuito sulla superficie della cabina, impedendo la chiusura delle valvole di discesa fino allallentamento delle funi e nelle condizioni seguenti:
1) paracadute a presa istantanea o a presa istantanea con effetto ammortizzato:
la cabina deve viaggiare in discesa alla velocit nominale e deve essere caricata:
a) se la portata corrisponde al prospetto 1.1 (8.2.1) con carico pari alla portata
stessa, oppure
b) se la portata inferiore al valore di cui al prospetto 1.1 (8.2.1), con carico pari
al 125% della portata, purch il carico non superi quello del prospetto 1.1;

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2) paracadute a presa progressiva:


a) se la portata corrisponde al prospetto 1.1 (8.2.1), la cabina deve essere caricata con la portata e deve viaggiare alla velocit nominale o ad una velocit
inferiore;
b) se la portata inferiore al valore dato nel prospetto 1.1 (8.2.1), la cabina deve
essere caricata con il 125% della portata, purch il carico non superi il valore
corrispondente del prospetto 1.1 e deve viaggiare alla velocit nominale o ad
una velocit inferiore.
Quando la prova effettuata ad una velocit inferiore a quella nominale, il costruttore deve fornire le curve che illustrino il comportamento del paracadute a
presa progressiva verificato quando esso provato dinamicamente con le sospensioni attaccate.
Dopo la prova si deve accertare che non si sia verificato alcun guasto che possa compromettere la normale utilizzazione dellascensore. Se necessario, si possono tuttavia sostituire gli organi di bloccaggio. Si considera sufficiente un controllo visivo.
Nota

Si raccomanda, per facilitare lo sbloccaggio del paracadute, di eseguire la prova di fronte ad una porta per
potere scaricare la cabina.
i)

paracadute della massa di bilanciamento (9.8):


lenergia che il paracadute in grado di assorbire al momento della presa stata verificata in conformit ad F.3. Scopo della prova prima della messa in servizio di verificarne il buon montaggio, la buona regolazione e la solidit dellinsieme comprendente massa di bilanciamento, paracadute, guide e loro ancoraggi alledificio.
La prova deve essere eseguita con la massa di bilanciamento marciante in discesa,
nelle condizioni seguenti:
1) paracadute a presa istantanea o a presa istantanea con effetto ammortizzato,
azionato da un limitatore di velocit o da una fune di sicurezza:
la prova deve essere fatta con la cabina vuota alla velocit nominale.
2) paracadute a presa progressiva:
la prova deve essere fatta con la cabina vuota alla velocit nominale o ad una velocit inferiore.
Quando la prova effettuata ad una velocit inferiore a quella nominale, il costruttore deve fornire le curve che illustrino il comportamento del paracadute a presa
progressiva verificato quando esso provato dinamicamente con le sospensioni
attaccate.
Dopo la prova non deve risultare nessun guasto che possa compromettere la normale utilizzazione dellascensore. Se necessario, si pu tuttavia sostituire gli organi di bloccaggio.
Si considera sufficiente un controllo visivo.
j) dispositivo a morsa (9.9):
la prova deve essere fatta mentre la cabina scende a velocit normale, con il carico
uniformemente distribuito, con i contatti sul dispositivo a morsa e sui dispositivi di
azionamento in cortocircuito, per impedire la chiusura delle valvole di discesa, ed alle
seguenti condizioni:
1) dispositivo a morsa a presa istantanea o a presa istantanea con effetto ammortizzato;
la cabina deve essere caricata con il 125% della portata. Se si usano paracadute
certificati come dispositivi a morsa, si pu fare la prova in conformit a D.2 h) 1);
2) dispositivo a morsa a presa progressiva:
a) se la portata corrisponde al prospetto 1.1 (8.2.1), la cabina deve essere caricata con il 125% della portata;
b) se la portata ha un valore inferiore a quello del prospetto 1.1 (8.2.1) la cabina
deve essere caricata con il 125% della portata.
Oltre alla prova, deve essere dimostrato dai calcoli che i requisiti di cui in
8.2.2.3 sono rispettati.
Dopo la prova deve essere accertato che non si siano verificati deterioramenti che potrebbero influenzare negativamente lesercizio normale. Si ritiene sufficiente un controllo visivo.

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k) azionamento del paracadute della cabina o della massa di bilanciamento per rottura
della sospensione (9.10.3) o per mezzo della fune di sicurezza (9.10.4):
controllo del corretto funzionamento;
l) azionamento tramite leva del paracadute (o del dispositivo a morsa) della cabina
(9.10.5.2):
controllo visivo dellazionamento della leva su tutti i riscontri fissi e della distanza libera misurata orizzontalmente tra la leva e tutti i riscontri fissi durante la corsa;
m) dispositivo a tacchetti (9.11):
1) prova dinamica:
la prova deve essere fatta mentre la cabina scende a velocit normale, con il carico distribuito uniformemente e con i contatti sul dispositivo a morsa e sullammortizzatore a dissipazione di energia (9.11.7), se esiste, corto circuitati per evitare la chiusura delle valvole di discesa.
La cabina deve essere caricata con il 125% della portata e deve essere fermata
dal dispositivo a tacchetti ad ogni piano.
Dopo la prova si deve accertare che non si sia verificato alcun danno che potrebbe compromettere lesercizio normale dellascensore. Si considera sufficiente un
controllo visivo;
2) controllo visivo dellintervento del(dei) tacchetto(i) su tutti i supporti e della distanza libera, misurata orizzontalmente tra il(i) tacchetto(i) e tutti i supporti durante la
corsa;
n)

o)
p)
q)
r)

3) verifica della corsa degli ammortizzatori;


ammortizzatori (10.3 e 10.4):
1) ammortizzatori ad accumulo di energia:
la prova deve essere eseguita nel modo seguente: la cabina con carico uguale alla portata viene appoggiata sullammortizzatore (o sugli ammortizzatori), si provoca lallentamento delle funi, e si verifica che la compressione corrisponda ai valori
contenuti nel fascicolo tecnico conforme a C.3 e ai dati di identificazione di cui in C.5;
2) ammortizzatori ad accumulo di energia con movimento di ritorno ammortizzato e
ammortizzatori a dissipazione di energia:
la prova deve essere eseguita nel modo seguente: la cabina con carico uguale alla portata viene portata a contatto degli ammortizzatori alla velocit nominale.
Dopo la prova si deve accertare che non si sia verificato alcun guasto che possa
compromettere la normale utilizzazione dellascensore. Si ritiene sufficiente un
controllo visivo;
limitazione della corsa del pistone (12.2.3):
verifica dellarresto del pistone con effetto ammortizzato;
pressione statica massima:
misurazione della pressione statica massima;
valvola di sovrappressione (12.5.3):
controllo della corretta taratura;
valvola di blocco (12.5.5):
si deve effettuare una prova, con cabina marciante in discesa caricata, con la portata
distribuita uniformemente, ad una velocit tale (12.5.5.7) da provocare lintervento
della valvola di blocco. Si pu controllare la corretta taratura della velocit di intervento, per esempio, con il confronto con il diagramma di regolazione del costruttore (C.5).
Per ascensori con pi valvole di blocco interconnesse, si effettua il controllo della
chiusura contemporanea tramite rilevazione dellinclinazione del pavimento di cabina
(12.5.5.4);

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s) valvola limitatrice di flusso, o valvola limitatrice di flusso in una direzione, (12.5.6):


controllo che la velocit massima vmax non superi vd + 0,3 m/s:
- misurandola, oppure
- ricavandola con la formula seguente:

v max = v t

p
-------------p pt

dove:

p
pt

t)

Nota

= pressione statica massima, in megapascal;


= pressione misurata in discesa con la cabina caricata con la portata, in megapascal.
Se necessario si deve tenere conto delle perdite di carico o per attrito.
vmax = velocit massima in discesa in caso di rottura nel sistema idraulico, in metri al secondo;
vt
= velocit misurata in discesa con la cabina caricata con la portata, in metri
al secondo;
prova di pressione:
si deve applicare una pressione pari al 200% della pressione statica massima al sistema idraulico compreso tra la valvola di non ritorno ed il cilindro (incluso). Si devono
determinare la caduta di pressione e le perdite durante un periodo di tempo di 5 min
(tenendo conto dei possibili effetti del cambiamento di temperatura nel fluido).
Dopo questa prova si deve accertare a vista che lintegrit del sistema idraulico non
sia venuta meno;

Questa prova deve essere effettuata dopo la prova dei dispositivi di protezione contro la caduta libera (9.5).
u) prova di abbassamento lento:
si deve accertare che la cabina, caricata con la portata, ferma al piano pi alto servito,
non scenda pi di 10 mm in 10 min (tenendo conto dei possibili effetti del cambiamento di temperatura nel fluido);
v) manovra di emergenza in discesa (12.9.1.5) (in caso di ascensori ad azione indiretta):
discesa a mano della cabina su un riscontro (o azionamento del paracadute o del dispositivo a morsa) e controllo che non si verifichi allentamento delle funi o delle catene;
w) limitatore del tempo di alimentazione del motore (12.12.1):
controllo della regolazione del tempo di intervento (simulando il funzionamento della
macchina);
x) dispositivo elettrico rilevatore di temperatura (12.14):
controllo della regolazione della temperatura;
y) sistema elettrico antideriva (14.2.1.5):
prova di funzionamento con la cabina caricata con la portata;
z) dispositivo di allarme (14.2.3):
prova di funzionamento.

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APPENDICE
(informativa)
E.1

E CONTROLLI E PROVE PERIODICI, CONTROLLI E PROVE DOPO UNA TRASFORMAZIONE IMPORTANTE O DOPO UN INCIDENTE
Controlli e prove periodici
I controlli e prove periodici non possono essere pi rigorosi di quelli richiesti prima che
lascensore fosse stato messo in servizio per la prima volta.
Queste prove periodiche non devono, a causa della loro ripetizione, provocare un logorio
eccessivo o imporre sforzi tali da diminuire la sicurezza dellascensore. Questo in particolare il caso della prova di componenti come il paracadute o gli ammortizzatori. Questi
componenti, se sono sottoposti a prova, lo devono essere con cabina vuota e a velocit
ridotta.
La persona incaricata della prova periodica deve assicurarsi che questi componenti (che
non funzionano durante il servizio normale) siano ancora in condizione di funzionare.
Una copia del verbale dovrebbe essere allegata al fascicolo o libretto di cui in 16.2.

E.2

Controlli e prove dopo una trasformazione importante o dopo un incidente


Le trasformazioni importanti e gli incidenti devono essere annotati nella parte tecnica del
libretto o fascicolo di cui in 16.2.
In particolare sono considerate trasformazioni importanti i seguenti:
a) cambiamenti:
- della velocit nominale;
- della portata;
- della massa della cabina;
- della corsa;
b) cambiamenti o sostituzioni:
- del tipo dei dispositivi di blocco (la sostituzione di un dispositivo di blocco con un
altro dello stesso tipo non considerata una trasformazione importante);
- della manovra;
- delle guide o del tipo di guida;
- del tipo delle porte (o aggiunta di una o pi porte di piano o di cabina);
- della macchina;
- del limitatore di velocit;
- degli ammortizzatori;
- del paracadute;
- del dispositivo a morsa;
- del dispositivo a tacchetti;
- del gruppo cilindro-pistone;
- della valvola di sovrappressione;
- della valvola di blocco;
- della valvola limitatrice di flusso o valvola limitatrice di flusso in una direzione.
Per le prove da eseguire dopo una modifica importante o dopo un incidente, i documenti
e le informazioni necessarie devono essere fatte pervenire alla persona o allorganismo
responsabile.
Questa persona o questo organismo giudicher dellopportunit di sottoporre a prova gli
elementi modificati o sostituiti.
Queste prove saranno, al massimo, quelle richieste per gli elementi originali prima della
messa in servizio dellascensore.

UNI EN 81-2:1999

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APPENDICE
(normativa)

F COMPONENTI DI SICUREZZA - PROCEDURE DI PROVA PER LA VERIFICA DELLA


CONFORMIT

F.0

Introduzione

F.0.1

Disposizioni generali

F.0.1.1

Ai fini della presente norma, si assume che il laboratorio effettui prove e certificazioni come organismo autorizzato. Lorganismo autorizzato pu essere quello del costruttore che
opera secondo un sistema di assicurazione della qualit approvato. In taluni casi il laboratorio di prova pu essere diverso dallorganismo autorizzato per il rilascio delle certificazioni di esame di tipo. In detti casi le procedure amministrative possono essere diverse da
quelle descritte nella presente appendice.

F.0.1.2

La domanda per lesame di tipo deve essere fatta dal costruttore del componente o dal
suo rappresentante autorizzato e deve essere indirizzata ad un laboratorio di prova autorizzato.
Nota

Su richiesta del laboratorio i documenti necessari possono essere richiesti in triplice copia. Il laboratorio pu
inoltre richiedere informazioni supplementari che possono essere necessari per i controlli e le prove.

F.0.1.3

Linvio dei campioni per lesame di tipo deve essere fatto in accordo tra il laboratorio e il
richiedente.

F.0.1.4

Il richiedente pu assistere alle prove.

F.0.1.5

Se il laboratorio incaricato dellesame completo di uno dei componenti per i quali richiesto il rilascio del certificato di esame di tipo non dispone di mezzi appropriati per alcune
prove o controlli, esso pu, sotto la sua responsabilit, farli eseguire da altri laboratori.

F.0.1.6

La precisione degli strumenti deve permettere, salvo diversa indicazione, di effettuare le


misure con le seguenti tolleranze:
a) 1% masse, forze, distanze, velocit;
b) 2% accelerazioni, decelerazioni;
c) 5% tensioni, intensit di corrente;
d) 5 C temperatura;
e) gli strumenti di registrazione devono potere rilevare segnali che varino in un tempo di
0,01 s;
f) 2,5%, flusso;
g) 1%, pressione p 200 kPa;
h) 5%, pressione p > 200 kPa.

UNI EN 81-2:1999

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F.0.2

Modello di certificato di esame di tipo


Il certificato di esame deve contenere le seguenti informazioni.
Modello di certificato di esame tipo

Nome dellorganismo autorizzato: ................................................................................................................


......................................................................................................................................................................
......................................................................................................................................................................
Certificato di esame di tipo: ..........................................................................................................................
......................................................................................................................................................................
......................................................................................................................................................................
......................................................................................................................................................................
Esame di tipo N:...........................................................................................................................................
1

Categoria, tipo e marchio di fabbrica o di commercio: ...........................................................................

Nome e indirizzo del fabbricante: ...........................................................................................................


................................................................................................................................................................
................................................................................................................................................................

Nome e indirizzo del detentore del certificato: .......................................................................................


................................................................................................................................................................
................................................................................................................................................................

Presentato per lesame di tipo il: ............................................................................................................

Certificato rilasciato sulla base dei seguenti requisiti: ............................................................................


................................................................................................................................................................

Laboratorio di prova: ..............................................................................................................................

Data e numero del verbale del laboratorio: ............................................................................................

Data dellesame di tipo: ..........................................................................................................................

Sono allegati al presente certificato i seguenti documenti che portano il numero dellesame di tipo
sopra indicato: ........................................................................................................................................
................................................................................................................................................................
................................................................................................................................................................

10 Eventuali altre informazioni: ...................................................................................................................


................................................................................................................................................................
................................................................................................................................................................
Redatto a...............................................................

...............................................................................
(Data)

...............................................................................
(Firma)

UNI EN 81-2:1999

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F.1

Dispositivi di blocco delle porte di piano

F.1.1

Disposizioni generali

F.1.1.1

Campo di applicazione
Queste procedure si applicano ai dispositivi di blocco delle porte di piano degli ascensori.
Si intende che qualsiasi parte che interviene nel bloccaggio delle porte di piano e nel controllo di questo bloccaggio fa parte del dispositivo di blocco.

F.1.1.2

Scopo ed estensione della prova


Il dispositivo di blocco viene sottoposto ad un procedimento di prova per verificare che,
per quanto riguarda la costruzione ed il funzionamento, sia conforme ai requisiti imposti
dalla presente norma.
Si deve verificare in particolare che le parti meccaniche ed elettriche del dispositivo siano
di dimensioni sufficienti e che il dispositivo non perda la sua efficacia nel tempo, soprattutto a causa dellusura.
Nella domanda deve essere specificato se il dispositivo di blocco deve rispondere a particolari esigenze (costruzione stagna, alla polvere o antideflagrante) e, in tal caso, devono
essere effettuati controlli e prove supplementari in base a criteri adeguati.

F.1.1.3

Documenti da presentare
Alla richiesta di prova di tipo devono essere allegati i seguenti documenti:

F.1.1.3.1

Disegno complessivo schematico con descrizione del funzionamento


Questo disegno deve mostrare chiaramente tutti i particolari connessi al funzionamento e
alla sicurezza del dispositivo di blocco, tra cui:
a) il funzionamento del dispositivo in servizio normale, con indicazione dellazione effettiva degli elementi di blocco e della posizione in cui interviene il dispositivo elettrico di
sicurezza;
b) il funzionamento del dispositivo di controllo meccanico della posizione del bloccaggio,
se il dispositivo esiste;
c) il comando ed il funzionamento del dispositivo per lo sbloccaggio di emergenza;
d) il tipo (c.a. e/o c.c.) e i valori della tensione e della corrente nominali.

F.1.1.3.2

Disegno dassieme e legenda


Questo disegno deve mostrare tutti i componenti che sono importanti per il funzionamento del dispositivo di blocco, ed in particolare tutti quelli previsti per soddisfare i requisiti
della presente norma. La legenda deve indicare lelenco dei componenti principali, la natura dei materiali usati e le caratteristiche degli elementi di fissaggio.

F.1.1.4

Campioni di prova
Al laboratorio deve essere consegnato un esemplare del dispositivo di blocco.
Se la prova eseguita su un prototipo, essa deve essere successivamente ripetuta su un
pezzo di serie.
Se la prova del dispositivo di blocco possibile soltanto con il montaggio sulla porta corrispondente (per esempio: porta scorrevole a pi ante o porta a battente a pi ante); esso
deve essere montato su una porta completa in condizioni di normale funzionamento. Tuttavia, le dimensioni della porta possono essere ridotte rispetto al prodotto di serie, purch
ci non alteri i risultati della prova.

F.1.2

Controlli e prove

F.1.2.1

Controllo di funzionamento
Scopo di questo controllo di accertare il corretto funzionamento del complesso degli elementi meccanici ed elettrici del dispositivo di blocco, dal punto di vista della sicurezza e
della conformit ai requisiti della presente norma nonch quello di accertare la concordanza tra il dispositivo e i dati presentati nella domanda.

UNI EN 81-2:1999

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Si deve verificare in particolare quanto segue:


a) che esista un impegno minimo di 7 mm degli elementi che assicurano il blocco prima
che intervenga il dispositivo elettrico di sicurezza. Sono indicati esempi in 7.7.3.1.1;
b) che non sia possibile, da luoghi normalmente accessibili alle persone, fare funzionare
lascensore con una porta aperta o non bloccata, con una manovra unica non facente
parte del funzionamento normale (7.7.5.1).

F.1.2.2

Prove meccaniche
Scopo di queste prove di verificare la resistenza degli elementi meccanici di blocco e
degli elementi elettrici.
Il campione del dispositivo di blocco, in posizione normale di funzionamento, viene comandato dagli organi normalmente utilizzati a tale scopo.
Il campione deve essere lubrificato secondo le indicazioni del costruttore del dispositivo di
blocco.
Se vi sono pi possibilit di comando e pi posizioni di funzionamento, la prova di durata
deve essere eseguita nelle condizioni pi sfavorevoli dal punto di vista delle sollecitazioni
sugli elementi.
Il numero di cicli completi del funzionamento e la corsa degli elementi di blocco devono
essere registrati da contatori meccanici o elettrici.

F.1.2.2.1

Prova di durata

F.1.2.2.1.1

Il dispositivo di blocco deve essere sottoposto a 1 000 000 di cicli completi ( 1%); per
ciclo completo si intende un movimento di andata e ritorno per tutta la corsa possibile nei
due sensi.
Il movimento del dispositivo deve essere morbido, senza strappi, ad un ritmo di 60 cicli per minuto ( 10%).
Per tutta la durata della prova di durata, il contatto elettrico del blocco deve chiudere un
circuito resistivo con la tensione nominale e una intensit di corrente doppia dellintensit
nominale.

F.1.2.2.1.2

Se il dispositivo di blocco munito di un dispositivo di controllo meccanico del catenaccio


o della posizione dellelemento di bloccaggio, questo dispositivo deve essere sottoposto
ad una prova di resistenza di 100 000 cicli ( 1%).
Il movimento del dispositivo deve essere morbido, senza strappi, ad un ritmo di 60 cicli per minuto ( 10%).

F.1.2.2.2

Prova statica
Se il dispositivo di blocco destinato a porte a battente, deve essere effettuata una prova
consistente nellapplicazione, per un tempo totale di 300 s, di una forza statica che aumenta progressivamente fino ad un valore di 3 000 N.
Questa forza deve essere applicata nel senso dellapertura della porta ed in una posizione il pi possibile corrispondente a quella ove la forza pu essere esercitata quando un
utente cerchi di aprire la porta. La forza applicata deve essere di 1 000 N, se si tratta di un
dispositivo di blocco destinato a porte scorrevoli.

F.1.2.2.3

Prova dinamica
Il dispositivo di blocco deve essere sottoposto, in posizione di bloccaggio, ad una prova
durto nel senso dellapertura della porta.
Lurto deve corrispondere allimpatto di una massa rigida di 4 kg, che cade in caduta libera
da unaltezza di 0,50 m.

F.1.2.3

Criteri per le prove meccaniche


Dopo la prova di durata (F.1.2.2.1), la prova statica (F.1.2.2.2) e la prova dinamica
(F.1.2.2.3) non devono verificarsi n usura, n deformazioni o rotture che potrebbero pregiudicare la sicurezza.

UNI EN 81-2:1999

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F.1.2.4

Prova elettrica

F.1.2.4.1

Prova di resistenza dei contatti


Questa prova compresa nella prova di resistenza stabilita in F.1.2.2.1.1.

F.1.2.4.2

Prova della capacit di interruzione


Questa prova deve effettuarsi dopo quella di durata. Essa deve dimostrare che la capacit di interruzione nominale sotto carico sufficiente. Questa prova deve essere effettuata
secondo la procedura delle EN 60947-4-1 ed EN 60947-5-1, i valori delle tensioni e correnti nominali presi a base delle prove devono essere quelli indicati dal fabbricante del dispositivo.
Se non vi sono indicazioni, i valori di prova devono essere i seguenti:
a) corrente alternata: 230 V, 2 A;
b) corrente continua: 200 V, 2 A.
In mancanza di indicazione contraria, la capacit di interruzione provata con corrente alternata e con corrente continua.
Le prove devono essere effettuate con il dispositivo di blocco in posizione di lavoro. Se
sono possibili pi posizioni, la prova deve essere effettuata nella posizione pi sfavorevole.
Il campione provato deve essere munito di coperchi e dei conduttori elettrici usati nel normale servizio.

F.1.2.4.2.1

I dispositivi di blocco per corrente alternata devono aprire e chiudere 50 volte, alla velocit
normale e ad intervalli da 5 s a 10 s, un circuito elettrico ad una tensione pari al 110% della
tensione nominale. Il contatto deve restare chiuso per almeno 0,5 s.
Il circuito deve comprendere uninduttanza ed una resistenza collegate in serie. Il suo fattore di potenza deve essere 0,7 0,05 e la corrente di prova deve essere 11 volte la corrente nominale indicata dal fabbricante del dispositivo.

F.1.2.4.2.2

I dispositivi di blocco per corrente continua devono aprire e chiudere 20 volte, alla velocit
normale e ad intervalli da 5 s a 10 s, un circuito elettrico ad una tensione pari al 110% della
tensione nominale. Il contatto deve restare chiuso per almeno 0,5 s.
Il circuito deve comprendere uninduttanza ed una resistenza collegate in serie di un valore tale che la corrente raggiunga il 95% del valore della corrente di prova in regime stabile in 300 ms.
Lintensit della corrente di prova deve essere pari al 110% dellintensit nominale indicata dal fabbricante del dispositivo.

F.1.2.4.2.3

Le prove sono considerate soddisfacenti se non si verificato alcun innesco o arco e se


non si verificato alcun deterioramento che potrebbe influire sulla sicurezza.

F.1.2.4.3

Prova di resistenza alle dispersioni di corrente


Questa prova deve essere effettuata secondo il procedimento di cui in CENELEC HD 21.4 S2
(IEC 112). Gli elettrodi devono essere collegati ad una fonte denergia che fornisca una
corrente alternata che sia sinusoidale a 175 V, 50 Hz.

F.1.2.4.4

Esame delle linee di fuga e delle distanze in aria


Le linee di fuga e le distanze in aria devono essere conformi a 14.1.2.2.3.

F.1.2.4.5

Esame dei requisiti per i contatti di sicurezza e per la loro accessibilit (14.1.2.2)
Questo esame deve essere effettuato tenendo conto della posizione di montaggio e, se
necessario, della disposizione del dispositivo di blocco.

UNI EN 81-2:1999

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F.1.3

Prove particolari per taluni tipi di dispositivi di blocco

F.1.3.1

Dispositivo di blocco per le porte scorrevoli orizzontalmente o verticalmente a pi ante


I dispositivi che servono da collegamento meccanico diretto fra le ante secondo 7.7.6.1 o
da collegamento meccanico indiretto secondo 7.7.6.2 sono considerati facenti parte del
dispositivo di blocco.
Questi dispositivi devono essere sottoposti in modo ragionevole alle prove indicate in
F.1.2. Il numero di cicli per minuto durante le prove di durata deve essere adeguato alle dimensioni della costruzione.

F.1.3.2

Dispositivo di blocco a tegolo per porta a battente

F.1.3.2.1

Se questo dispositivo munito di un dispositivo elettrico di sicurezza destinato a controllare leventuale deformazione del tegolo e, se dopo la prova statica stabilita in F.1.2.2.2,
vi sono dei dubbi sulla solidit del dispositivo, si deve aumentare progressivamente il carico finch il dispositivo di sicurezza cominci ad aprirsi. Tutti gli elementi del dispositivo di
blocco o della porta di piano non devono subire n danni n deformazioni a causa del carico applicato.

F.1.3.2.2

Se, dopo la prova statica, le dimensioni e la costruzione non lasciano alcun dubbio sulla
resistenza, non necessario procedere alla prova di resistenza del tegolo.

F.1.4

Certificato di esame di tipo

F.1.4.1

Il certificato deve essere redatto in tre esemplari, di cui due per il richiedente ed uno per
il laboratorio.

F.1.4.2

Nel certificato devono essere indicati:


a) le informazioni di cui in F.0.2;
b) il tipo e lapplicazione del dispositivo di blocco;
c) il tipo di corrente elettrica (c.a. e/o c.c.) ed i valori di tensione e dintensit di corrente
nominali;
d) in caso di dispositivi di blocco delle porte del tipo a tegolo: la forza necessaria per
lazionamento del dispositivo elettrico di sicurezza per il controllo della deformazione
elastica del tegolo.

F.2

Resta disponibile

F.3

Paracadute

F.3.1

Disposizioni generali
Il richiedente deve fissare il campo di utilizzazione previsto, e precisamente:
- masse totali minima e massima;
- massima velocit nominale e massima velocit di intervento.
Informazioni dettagliate devono essere fornite sui materiali usati, sul tipo delle guide e sulla finitura della loro superficie (trafilata, fresata, rettificata).
I seguenti documenti devono essere allegati alla domanda:
a) disegni dettagliati e dassieme con le indicazioni sulla costruzione, il funzionamento, i
materiali usati, le dimensioni e tolleranze dei componenti del dispositivo;
b) in caso di paracadute a presa progressiva, anche un diagramma di carico relativo alle
parti elastiche.

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F.3.2

Paracadute a presa istantanea

F.3.2.1

Campioni di prova
Devono essere messi a disposizione del laboratorio due complessi di presa con cunei o
rulli e due elementi di guida.
La modalit e i particolari del fissaggio dei campioni devono essere stabiliti dal laboratorio
in funzione dellattrezzatura di cui si serve.
Se gli stessi complessi di presa possono essere usati con tipi diversi di guida, non deve
essere richiesta una nuova prova a condizione che lo spessore delle guide, la finitura della superficie (trafilata, fresata, rettificata) e la larghezza di presa del paracadute siano le
stesse.

F.3.2.2

Prova

F.3.2.2.1

Metodo di prova
La prova deve essere effettuata per mezzo di una pressa o macchina simile che si muove
senza brusche variazioni di velocit. Si deve misurare:
a) la distanza percorsa in funzione della forza;
b) la deformazione del blocco paracadute in funzione o della forza o della distanza percorsa.

F.3.2.2.2

Procedimento di prova
La guida deve essere forzata attraverso il paracadute.
Si devono tracciare dei segni di riferimento sui blocchi per poterne misurare la deformazione.
Si deve rilevare la distanza percorsa in funzione della forza.
Dopo la prova:
a) si deve confrontare la durezza del blocco e degli organi di presa con i valori originali
comunicati dal richiedente. In casi speciali possono essere effettuate altre analisi;
b) se non c stata rottura, si devono esaminare le deformazioni e le altre variazioni (per
esempio: incrinature, deformazioni o usura degli organi di presa, aspetto delle superficie soggette a sfregamento);
c) si devono, se necessario, fotografare il blocco, gli organi di presa e la guida per mettere in evidenza le deformazioni o rotture.

F.3.2.3

Documenti

F.3.2.3.1

Devono essere compilati due diagrammi:


a) in uno deve essere rappresentata la distanza percorsa in funzione della forza;
b) nellaltro deve essere indicata la deformazione del blocco. Esso deve essere realizzato in modo che si possa metterlo in relazione con il precedente diagramma.

F.3.2.3.2

La capacit del paracadute deve essere stabilita integrando larea del diagramma
distanza-forza.
Larea del diagramma da prendere in considerazione deve essere:
a) larea totale, se non c stata deformazione permanente;
b) se c stata deformazione permanente o rottura:
1) larea limitata al valore in cui stato superato il limite di elasticit, oppure
2) larea limitata al valore corrispondente alla massima forza.

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F.3.2.4

Determinazione della massa totale ammissibile

F.3.2.4.1

Energia assorbita dal paracadute


Si deve adottare unaltezza di caduta libera calcolata in base alla velocit massima di intervento del limitatore di velocit stabilita in 9.10.2.1.
Si deve fissare come altezza di caduta libera:
2

v1
h = ------------- + 0,10 + 0,03
2 gn
dove:
v1
gn
0,10 m
0,03 m

= velocit di intervento del limitatore di velocit, in metri al secondo;


= accelerazione di gravit, in metri al secondo quadrato;
corrisponde al tratto percorso durante il tempo di risposta;
corrisponde al tratto percorso durante il superamento dei giochi di impegno tra gli
organi di presa e le guide.
Lenergia totale che pu essere assorbita dal paracadute :
2 K = (P + Q)1 gn h
da cui
2K
( P + Q ) 1 = -------------gn h
dove:
(P + Q)1
P

Q
K, K1, K2

F.3.2.4.2

= massa totale ammissibile, in kilogrammi;


= massa della cabina vuota e dei componenti sostenuti dalla cabina e cio
parte dei cavi flessibili, funi/catene di compensazione (se esistono), ecc., in
kilogrammi;
= portata, in kilogrammi;
= energia assorbita da un blocco del paracadute, in joule (calcolata in base al
diagramma).

Massa totale ammissibile


a) Se il limite di elasticit non stato superato:
K calcolato mediante integrazione dellarea indicata in F.3.2.3.2 a);
2 adottato come coefficiente di sicurezza. La massa totale ammissibile, in kilogrammi, :
K
( P + Q ) 1 = -------------gn h
b) se il limite di elasticit stato superato:
si devono effettuare due calcoli e si deve prendere quello pi favorevole al richiedente.
1) K1 calcolato mediante integrazione dellarea indicata in F.3.2.3.2 b) 1);
2 adottato come coefficiente di sicurezza e ne risulta che la massa totale ammissibile, in kilogrammi, :
K1
( P + Q ) 1 = ------------gn h
2) K2 calcolato mediante integrazione dellarea indicata in F.3.2.3.2 b) 2);
3,5 adottato come coefficiente di sicurezza e la massa totale ammissibile in kilogrammi, :
2 K2
( P + Q ) 1 = -------------------------3,5 g n h

F.3.2.5

Verifica della deformazione del blocco e della guida


Se una deformazione troppo grande dellorgano di presa, nel blocco o nella guida, pu rendere difficile lo sbloccaggio del paracadute, deve essere ridotta la massa totale ammissibile.

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F.3.3

Paracadute a presa progressiva

F.3.3.1

Dichiarazione e campione di prova

F.3.3.1.1

Il richiedente deve dichiarare per quale massa, in kilogrammi, e per quale velocit di intervento del limitatore di velocit, in metri al secondo, deve essere effettuata la prova. Se
il paracadute deve essere certificato per masse diverse, egli deve precisarle e deve inoltre
indicare se la regolazione viene fatta per valori predeterminati o in modo continuo.
Nota

Il richiedente dovrebbe scegliere la massa sospesa (in kilogrammi) dividendo la forza di frenatura prevista, in
newton, per 16, al fine di raggiungere una decelerazione media di 0,6 gn.

F.3.3.1.2

Deve essere messo a disposizione del laboratorio un complesso di paracadute completo


montato su una traversa delle dimensioni stabilite dal laboratorio, oltre ai ceppi di frenatura nella quantit necessaria per la totalit delle prove. Devono essere fornite inoltre le
guide del tipo prescelto nella lunghezza stabilita dal laboratorio.

F.3.3.2

Prova

F.3.3.2.1

Metodo di prova
La prova deve essere effettuata in caduta libera. Si devono misurare direttamente o indirettamente:
a) laltezza totale della caduta;
b) la distanza di frenatura sulla guida;
c) la distanza di slittamento del cavo del limitatore di velocit, o quella del dispositivo
usato in sostituzione di esso;
d) la corsa totale degli elementi che forniscono lelasticit.
Le misure a) e b) devono essere registrate in funzione del tempo.
Si devono rilevare:
1) la forza di frenatura media;
2) la massima forza di frenatura istantanea;
3) la minima forza di frenatura istantanea.

F.3.3.2.2

Procedimento di prova

F.3.3.2.2.1

Paracadute approvato per una sola massa totale


Il laboratorio deve effettuare quattro prove con massa totale (P + Q)1. Tra una prova e laltra deve passare il tempo necessario affinch le parti sottoposte ad attrito ritornino alla
temperatura normale.
Possono essere usati nel corso delle prove pi ceppi di frenatura identici.
Tuttavia una serie di ceppi deve permettere di effettuare:
a) 3 prove, se la velocit nominale non maggiore di 4 m/s;
b) 2 prove, se la velocit nominale maggiore di 4 m/s.
Laltezza di caduta libera deve essere calcolata in modo da corrispondere alla velocit
massima di intervento del limitatore di velocit, per la quale pu essere usato il paracadute.
Lintervento del paracadute deve essere realizzato in modo da permettere una precisa
determinazione della velocit di intervento.
Nota

Per esempio, si pu usare una fune, di cui deve essere calcolato accuratamente lallungamento, fissata ad
un manicotto, che pu scorrere a frizione su un cavo liscio fisso. La forza di attrito deve essere uguale alla
forza esercitata sulla fune di comando dal limitatore collegato a questo paracadute.

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F.3.3.2.2.2

Paracadute certificato per diverse masse


Regolazione a valori predeterminati o regolazione continua.
Devono essere effettuate due serie di prove per:
a) il valore massimo, e
b) il valore minimo richiesto.
Il richiedente deve fornire una formula o un diagramma che indichi la variazione della forza di frenatura in funzione di un parametro determinato.
Il laboratorio deve accertare con un mezzo adeguato (in mancanza di meglio con una terza serie di prove per un punto intermedio) la validit della formula proposta.

F.3.3.2.3

Determinazione della forza di frenatura del paracadute

F.3.3.2.3.1

Paracadute certificato per una sola massa totale


La forza di frenatura di cui capace il paracadute per la regolazione stabilita e con il tipo di guida usato si assume uguale alla media delle forze di frenatura medie rilevate nel corso delle
prove. Ciascuna prova deve essere eseguita su una sezione di guida non ancora utilizzata.
Si deve controllare che i valori medi rilevati durante le prove siano compresi nel campo di
25% rispetto al valore della forza di frenatura sopra definita.
Nota

F.3.3.2.3.2

Da prove effettuate risultato che il coefficiente di attrito pu diminuire considerevolmente se si eseguono pi


prove successive nello stesso tratto di una guida. Ci attribuito ad una modifica dello stato di superficie durante successivi interventi del paracadute.
Si suppone che su un impianto vi siano notevoli probabilit che una presa di paracadute non provocata avvenga in una posizione nuova.
Se per caso non si verificasse questa condizione, necessario considerare che la forza di frenatura sarebbe
minore finch il paracadute non incontra una superficie di guida non utilizzata. Per questo motivo si avrebbe
uno slittamento maggiore del normale.
Questa una ragione in pi per non autorizzare una registrazione che porti ad una decelerazione troppo debole allinizio.

Paracadute certificato per diverse masse totali


Regolazione a valori predeterminati o regolazione continua.
La forza di frenatura che pu essere esercitata dal paracadute deve essere calcolata come indicato in F.3.3.2.3.1 per il valore massimo ed il valore minimo richiesti.

F.3.3.2.4

Controllo dopo le prove


a) Si deve confrontare la durezza del blocco e degli organi di presa con i valori di origine
comunicati dal richiedente. In casi speciali possono essere effettuate altre analisi;
b) si devono verificare le deformazioni e modifiche (per esempio: incrinature, deformazioni o usura degli organi di presa, aspetto delle superficie soggette a sfregamento);
c) si devono, se necessario, fotografare il complesso del paracadute, gli organi di presa
e le guide per mettere in evidenza le deformazioni o rotture.

F.3.3.3

Calcolo della massa totale ammissibile

F.3.3.3.1

Paracadute approvato per una sola massa totale


La massa totale ammissibile, in kilogrammi, :

forza di frenatura
( P + Q ) 1 = --------------------------------------------16
dove:
(P + Q)1
P

= massa totale ammissibile, in kilogrammi;


= massa della cabina vuota e dei componenti sostenuti dalla cabina e
cio parte dei cavi flessibili, funi/catene di compensazione (se esistono), ecc., in kilogrammi;
Q
= portata, in kilogrammi;
Forza di frenatura = la forza determinata in conformit a F.3.3.2.3, in newton.

UNI EN 81-2:1999

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F.3.3.3.2

Paracadute certificato per diverse masse

F.3.3.3.2.1

Regolazione a valori predeterminati


La massa totale ammissibile deve essere calcolata per ciascuna registrazione come indicato in F.3.3.3.1.

F.3.3.3.2.2

Regolazione continua
La massa totale ammissibile deve essere calcolata come indicato in F.3.3.3.1 per il valore massimo e il valore minimo richiesto e secondo la formula proposta per le regolazioni intermedie.

F.3.3.4

Eventuale modifica della regolazione


Se nel corso delle prove i valori accertati differiscono di oltre il 20% da quelli indicati dal richiedente, possono essere effettuate con laccordo di questultimo altre prove, se necessario dopo avere modificato le regolazioni.
Nota

F.3.4

Se la forza di frenatura nettamente maggiore di quella ammessa dal richiedente, la massa totale usata nel
corso della prova sarebbe nettamente minore di quella che si sarebbe indotti ad autorizzare in base al calcolo
F.3.3.3.1, e pertanto la prova non permetterebbe di concludere che il paracadute atto a dissipare lenergia
richiesta con la massa risultante dal calcolo.

Commenti
a)

b)
c)
d)
e)

1) Nellapplicazione ad un determinato ascensore, la massa totale dichiarata dallinstallatore non pu superare la massa totale ammissibile per il paracadute considerato (se si tratta di un paracadute a presa istantanea o a presa istantanea con
effetto ammortizzato) e la regolazione considerata;
2) nel caso di paracadute a presa progressiva la massa totale dichiarata pu differire
dalla massa totale ammissibile definita in F.3.3.3 di 7,5%. In queste condizioni si
suppone che sullimpianto le prescrizioni di cui in 9.8.4 siano rispettate nonostante
le tolleranze usuali sullo spessore delle guide, sulla finitura delle superficie, ecc.;
per valutare la resistenza dei pezzi saldati, si applicheranno le norme esistenti in materia;
si deve verificare che la corsa possibile degli organi di presa sia sufficiente nelle condizioni pi sfavorevoli (accumulo delle tolleranze di fabbricazione);
le parti che devono lavorare ad attrito devono essere convenientemente protette per
essere sicuri della loro efficienza al momento di una presa;
nel caso di paracadute a presa progressiva, si deve verificare che la corsa degli elementi che forniscono elasticit sia sufficiente.

F.3.5

Certificato di esame di tipo

F.3.5.1

Il certificato deve essere redatto in tre esemplari, di cui due per il richiedente ed uno per
il laboratorio.

F.3.5.2

Nel certificato deve essere indicato:


a) le informazioni di cui in F.0.2;
b) il tipo e lapplicazione del paracadute;
c) i limiti delle masse totali ammissibili [F.3.4 a)];
d) la velocit di intervento del limitatore di velocit;
e) il tipo di guida;
f) lo spessore ammissibile della testa della guida;
g) la larghezza minima delle superficie di presa;
e, per il paracadute a presa progressiva:
h) la finitura della superficie delle guide (trafilata, fresata, rettificata);
i) lo stato di lubrificazione delle guide. Se esse sono lubrificate, la categoria e le caratteristiche del lubrificante.

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F.4

Limitatore di velocit

F.4.1

Disposizioni generali
Il richiedente deve dichiarare al laboratorio quanto segue:
a) il(i) tipo(i) di paracadute che deve(devono) essere azionato(i) dal limitatore;
b) le velocit nominali massima e minima degli ascensori, per le quali pu essere usato
il limitatore di velocit;
c) il valore previsto della forza di trazione provocata nella fune dal limitatore di velocit
allatto del suo intervento.
Alla domanda devono essere allegati i seguenti documenti:
i disegni dettagliati e dassieme con le indicazioni sulla costruzione, il funzionamento, i
materiali usati, le dimensioni e le tolleranze dei componenti del dispositivo.

F.4.2

Controllo delle caratteristiche del limitatore

F.4.2.1

Campione di prova
Devono essere messi a disposizione del laboratorio:
a) un limitatore di velocit;
b) una fune del tipo usato per il limitatore di velocit e nello stato normale in cui viene installata. La lunghezza che deve essere fornita fissata dal laboratorio;
c) linsieme della puleggia tenditrice, del tipo usato per il limitatore di velocit.

F.4.2.2

Prova

F.4.2.2.1

Metodo di prova
Si devono controllare:
a) la velocit di intervento;
b) il funzionamento del dispositivo elettrico di sicurezza di cui in 9.10.2.10.1 che comanda larresto del macchinario, se esso montato sul limitatore di velocit;
c) il funzionamento del dispositivo elettrico di sicurezza di cui in 9.10.2.10.2 che impedisce qualsiasi movimento dellascensore, quando il limitatore intervenuto;
d) la forza di trazione provocata nella fune dal limitatore di velocit allatto del suo intervento.

F.4.2.2.2

Procedimento di prova
Si devono effettuare almeno 20 prove nellarco delle velocit di intervento corrispondenti
al campo delle velocit nominali dellascensore indicate in F.4.1 b).
Nota 1

Le prove possono essere effettuate dal laboratorio nellofficina del costruttore.

Nota 2

La maggior parte delle prove dovrebbe essere effettuata alle velocit estreme.

Nota 3

Laccelerazione per raggiungere la velocit di intervento del limitatore deve essere la pi bassa possibile per
eliminare gli effetti dellinerzia.

F.4.2.2.3

Valutazione dei risultati delle prove

F.4.2.2.3.1

Nel corso delle 20 prove, la velocit di intervento deve restare nei limiti stabiliti in 9.10.2.1.
Nota

F.4.2.2.3.2

Se i limiti stabiliti vengono superati, il costruttore pu eseguire una nuova regolazione del componente e fare
effettuare altre 20 prove.
Nel corso delle 20 prove il funzionamento dei dispositivi la cui prova fissata in F.4.2.2.1 b)
e c) deve mantenersi nei limiti di cui in 9.10.2.10.1 e 9.10.2.10.2.

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F.4.2.2.3.3

La forza di trazione provocata nella fune dal limitatore di velocit allatto del suo intervento
deve essere di almeno 300 N o di qualsiasi altro valore pi elevato indicato dal richiedente.
Nota 1

Salvo richiesta contraria del costruttore del dispositivo, la quale deve figurare nel resoconto di prova, langolo
di avvolgimento dovrebbe essere di 180.

Nota 2

Nel caso di dispositivo che agisce per serraggio della fune, si dovrebbe verificare che la fune non subisca una
deformazione permanente.

F.4.3

Certificato di esame di tipo

F.4.3.1

Il certificato deve essere redatto in tre esemplari, di cui due per il richiedente ed uno per
il laboratorio.

F.4.3.2

Nel certificato devono essere indicati:


a) le informazioni di cui in F.0.2;
b) il tipo e lapplicazione del limitatore di velocit;
c) le velocit nominali massima e minima dellascensore per le quali pu essere usato il
limitatore di velocit;
d) il diametro della fune da usare e la sua composizione;
e) in caso di limitatore di velocit con puleggia di frizione, la forza minima di trazione;
f) la forza di trazione che pu essere provocata nella fune dal limitatore di velocit allatto del suo intervento.

F.5

Ammortizzatori

F.5.1

Disposizioni generali
Il richiedente deve indicare il campo di utilizzazione previsto e cio velocit massima
allurto, masse minima e massima. Devono essere allegati alla domanda:
a) i disegni dettagliati e dassieme con le indicazioni sulla costruzione, il funzionamento,
i materiali usati, le dimensioni e le tolleranze degli elementi costruttivi.
Nel caso di ammortizzatori idraulici si deve indicare, in particolare, la graduazione
(aperture per il passaggio del liquido) in funzione della corsa dellammortizzatore;
b) le caratteristiche del liquido impiegato.

F.5.2

Campioni di prova da presentare


Deve essere presentato al laboratorio:
a) un ammortizzatore;
b) nel caso di ammortizzatori idraulici, il liquido necessario consegnato separatamente.

F.5.3

Prova

F.5.3.1

Ammortizzatori ad accumulo di energia con movimento di ritorno ammortizzato

F.5.3.1.1

Procedimento di prova

F.5.3.1.1.1

Si determina, per esempio con laiuto di pesi posti sullammortizzatore, la massa necessaria per comprimere totalmente la molla.
Lammortizzatore pu essere utilizzato esclusivamente
a) per velocit nominali di discesa:
1) per gli ascensori muniti di valvola limitatrice di flusso (o limitatrice di flusso in una
direzione):

FL
v d -------------- 0,3
0,102
dove:
FL la freccia totale della molla, in metri;
UNI EN 81-2:1999

[vedere 10.4.1.1.1 a)],

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2) per tutti gli altri ascensori:

FL
- 0,3
v d -------------0,135

[vedere 10.4.1.1.1 a)];

b) per masse totali comprese tra:

Cr
1) massima -------2,5
Cr
2) minima -----4
dove:
Cr la massa necessaria per comprimere totalmente la molla, in kilogrammi.

F.5.3.1.1.2

Lammortizzatore deve essere provato con laiuto di pesi corrispondenti alle masse totali
minima e massima lasciati cadere in caduta libera da unaltezza al disopra dellammortizzatore, uguale a 0,5 FL = 0,067 v2.
La velocit deve essere registrata a partire dal momento dellimpatto sullammortizzatore
e durante tutta la prova.
In nessun momento la velocit in salita dei pesi (quando risalgono) deve essere maggiore
di 1 m/s.

F.5.3.1.2

Apparecchiatura di prova
Lapparecchiatura deve essere conforme alle condizioni seguenti:

F.5.3.1.2.1

Pesi lasciati cadere in caduta libera


I pesi devono corrispondere alle masse totali massima e minima con le tolleranze di cui in
F.0.1.6. Essi devono essere guidati verticalmente con il minimo attrito possibile.

F.5.3.1.2.2

Apparecchio registratore
Lapparecchio registratore deve poter rilevare segnali con le tolleranze di cui in F.0.1.6.

F.5.3.1.2.3

Misurazione della velocit


La velocit deve essere registrata con le tolleranze di cui in F.0.1.6.

F.5.3.1.3

Temperatura ambiente
La temperatura ambiente deve essere compresa tra + 15 C e + 25 C.

F.5.3.1.4

Installazione dellammortizzatore
Lammortizzatore deve essere installato e fissato come per il servizio normale.

F.5.3.1.5

Controllo dello stato dellammortizzatore dopo la prova


Dopo due prove con massa massima, nessuna parte dellammortizzatore deve presentare deformazioni permanenti o altri danneggiamenti, in modo che le sue condizioni garantiscano un funzionamento normale.

F.5.3.2

Ammortizzatori a dissipazione di energia

F.5.3.2.1

Procedimento di prova
Lammortizzatore deve essere provato per mezzo di pesi, corrispondenti alle masse totali
massima e minima, lasciati cadere in caduta libera in modo che raggiungano al momento
dellurto la velocit massima fissata.
La velocit deve essere registrata almeno dallistante dellimpatto dei pesi. Laccelerazione e la decelerazione devono essere misurate in funzione del tempo durante tutto lo spostamento dei pesi.
Nota

Il procedimento si riferisce ad ammortizzatori idraulici; per altri tipi si procede per analogia.

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F.5.3.2.2

Apparecchiatura di prova
Lapparecchiatura deve essere conforme a quanto segue:

F.5.3.2.2.1

Pesi lasciati cadere in caduta libera


I pesi devono corrispondere alle masse minima e massima con le tolleranze di cui in
F.0.1.6. Essi devono essere guidati verticalmente con il minimo attrito possibile.

F.5.3.2.2.2

Apparecchio registratore
Lapparecchio registratore deve poter rilevare segnali con le tolleranze di cui in F.0.1.6. Il
complesso di misura, compreso lapparecchio registratore per la registrazione dei valori misurati in funzione del tempo, deve essere previsto per una frequenza di almeno 1 000 Hz.

F.5.3.2.2.3

Misurazione della velocit


La velocit deve essere registrata almeno dallistante dellimpatto dei pesi sullammortizzatore o su tutta laltezza percorsa dai pesi stessi con le tolleranze di cui in F.0.1.6.

F.5.3.2.2.4

Misurazione della decelerazione


Il dispositivo per misurare la decelerazione (vedere F.5.3.2.1), se esiste, deve essere sistemato il pi vicino possibile allasse dellammortizzatore e deve essere in grado di effettuare misurazioni con le tolleranze di cui in F.0.1.6.

F.5.3.2.2.5

Misurazione del tempo


Devono essere registrati intervalli di tempo della durata di 0,01 s e misurati con le tolleranze di cui in F.0.1.6.

F.5.3.2.3

Temperatura ambiente
La temperatura ambiente deve essere compresa fra + 15 C e + 25 C.
La temperatura del liquido deve essere misurata con le tolleranze di cui in F.0.1.6.

F.5.3.2.4

Installazione dellammortizzatore
Lammortizzatore deve essere installato e fissato come per il normale servizio.

F.5.3.2.5

Riempimento dellammortizzatore
Lammortizzatore deve essere riempito fino al punto indicato seguendo le istruzioni del
costruttore del componente.

F.5.3.2.6

Controlli

F.5.3.2.6.1

Controllo della decelerazione


Laltezza della caduta dei pesi deve essere scelta in modo tale che la velocit al momento
dellurto corrisponda alla velocit massima di urto indicata nella richiesta.
La decelerazione deve essere conforme ai requisiti di cui in 10.4.3.2 della presente norma.
Una prima prova deve essere effettuata con la massa massima e controllo della decelerazione.
Una seconda prova deve essere effettuata con la massa minima e controllo della decelerazione.

F.5.3.2.6.2

Controllo del ritorno dellammortizzatore alla posizione normale


Dopo ciascuna prova, lammortizzatore deve essere mantenuto per 5 min nella posizione
completamente compressa. Lammortizzatore deve essere in seguito liberato per permettere il ritorno nella posizione estesa normale.
Se si tratta di ammortizzatore con richiamo a molla o per gravit, la posizione di completo
ritorno deve essere raggiunta in un tempo massimo di 120 s.
Prima di procedere ad unaltra prova della decelerazione, si deve aspettare per 30 min, in
modo che il liquido ritorni nel serbatoio e le bolle daria fuoriescano.

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F.5.3.2.6.3

Controllo delle perdite di liquido


Il livello del liquido deve essere controllato dopo aver effettuato le due prove di decelerazione
stabilite in F.5.3.2.6.1 e, dopo un intervallo di 30 min, il livello del liquido deve essere ancora sufficiente per assicurare un normale funzionamento dellammortizzatore.

F.5.3.2.6.4

Controllo dello stato dellammortizzatore dopo le prove


Dopo le due prove di decelerazione di cui in F.5.3.2.6.1 nessuna parte dellammortizzatore deve essere danneggiata o deve presentare deformazioni permanenti, in modo tale
che le sue condizioni ne garantiscano il funzionamento normale.

F.5.3.2.7

Procedimento da seguire se i risultati delle prove non sono soddisfacenti


Se i risultati delle prove con le masse totali massima e minima indicate nella richiesta non
sono soddisfacenti, il laboratorio pu, daccordo con il richiedente, stabilire limiti accettabili.

F.5.3.3

Ammortizzatori con caratteristica non lineare

F.5.3.3.1

Procedimento di prova

F.5.3.3.1.1

Lammortizzatore deve essere provato per mezzo di pesi lasciati cadere in caduta libera
da unaltezza tale che essi raggiungano al momento dellurto la velocit massima fissata,
ma non minore di 0,8 m/s.
Laltezza di caduta, la velocit, laccelerazione e la decelerazione devono essere registrate dal momento in cui i pesi sono lasciati cadere fino al loro arresto completo.

F.5.3.3.1.2

I pesi devono corrispondere alle masse minima e massima richieste. Essi devono essere
guidati verticalmente, con il minimo attrito possibile, in modo che al momento dellimpatto
si raggiunga almeno 0,9 gn.

F.5.3.3.2

Apparecchiatura di prova
Lapparecchiatura deve essere conforme a F.5.3.2.2.2, F.5.3.2.2.3 e F.5.3.2.2.4.

F.5.3.3.3

Temperatura ambiente
La temperatura ambiente deve essere compresa fra + 15 C e + 25 C.

F.5.3.3.4

Installazione dellammortizzatore
Lammortizzatore deve essere installato e fissato come per il normale servizio.

F.5.3.3.5

Numero delle prove


Devono essere effettuate tre prove con:
a) la massa massima;
b) la massa minima richiesta.
Il tempo tra due prove successive deve essere compreso tra 5 min e 30 min.
Con le tre prove eseguite con la massa massima, il valore della forza nellammortizzatore,
corrispondente ad una corsa pari al 50% dellaltezza effettiva dello stesso data dal richiedente, non deve variare di pi del 5%. Lo stesso requisito deve essere soddisfatto, per
analogia, con le prove eseguite con la massa minima.

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F.5.3.3.6

Controlli

F.5.3.3.6.1

Controllo della decelerazione


La decelerazione "a" deve soddisfare i seguenti requisiti:
a) la decelerazione media, in caso di caduta libera, con un carico nella cabina conforme
al prospetto 1.1, da una velocit pari al 115% della velocit nominale, non deve superare 1 gn. La decelerazione media deve essere valutata tenendo conto del tempo tra
i primi due minimi assoluti della decelerazione (vedere figura F.1);
b) i picchi di decelerazione maggiori di 2,5 gn non devono durare pi di 0,04 s.

figura

F.1

Grafico della decelerazione


Legenda

t0 Momento dell'urto sull'ammortizzatore (primo minimo assoluto)


t1 Secondo minimo assoluto

F.5.3.3.6.2

Controllo dello stato dellammortizzatore dopo le prove


Dopo le prove con la massa massima, nessuna parte dellammortizzatore deve essere
danneggiata o deve presentare deformazioni permanenti, in modo tale che le sue condizioni ne garantiscano il funzionamento normale.

F.5.3.3.7

Procedimento da seguire se i risultati delle prove non sono soddisfacenti


Quando i risultati delle prove con le masse massima e minima indicate nella richiesta non
sono soddisfacenti, il laboratorio pu, daccordo con il richiedente, stabilire limiti accettabili.

F.5.4

Certificato di esame di tipo

F.5.4.1

Il certificato deve essere redatto in tre esemplari, di cui due per il richiedente ed uno per
il laboratorio.

F.5.4.2

Nel certificato devono essere indicati:


a) le informazioni di cui in F.0.2;
b) il tipo e lapplicazione dellammortizzatore;
c) la velocit massima durto;
d) la massa massima;
e) la massa minima;
f) le caratteristiche del liquido in caso di ammortizzatori idraulici;
g) le condizioni ambientali per limpiego (temperatura, umidit, inquinamento, ecc.) in
casi di ammortizzatori con caratteristica non lineare.

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F.6

Circuiti di sicurezza contenenti componenti elettronici


Per i circuiti di sicurezza contenenti componenti elettronici, le prove di laboratorio sono
necessarie perch le prove pratiche sul posto da parte del personale di ispezione sono
impossibili.
Di seguito citata la scheda con circuiti stampati. Se un circuito di sicurezza non assemblato in tale maniera, si deve ipotizzare un assemblaggio equivalente.

F.6.1

Disposizioni generali
Il richiedente deve indicare al laboratorio:
a) lidentificazione della scheda;
b) le condizioni di lavoro;
c) lelenco dei componenti usati;
d) il disegno della scheda con circuiti stampati;
e) la disposizione degli ibridi e dei riferimenti delle piste usate nei circuiti di sicurezza;
f) la descrizione funzionale;
g) i dati elettrici comprendenti lo schema dei circuiti, se applicabile, comprese le definizioni di input e output della scheda.

F.6.2

Campioni di prova
Devono essere consegnate al laboratorio:
a) una scheda con circuiti stampati;
b) una scheda con circuiti stampati nuda (senza componenti).

F.6.3

Prove

F.6.3.1

Prove meccaniche
Durante le prove, lelemento da provare (circuito stampato) deve essere tenuto in funzione.
Durante e dopo le prove, nel circuito di sicurezza non si deve riscontrare alcun funzionamento o condizione pericolosi.

F.6.3.1.1

Vibrazioni
Gli elementi trasmettitori dei circuiti di sicurezza devono resistere ai requisiti di:
a) EN 60068-2-6, Resistenza alle scansioni: prospetto C.2:
20 cicli di scansione su ciascun asse, di ampiezza 0,35 mm oppure 5 gn e nellintervallo di frequenza 10 Hz - 55 Hz;
ed anche a:
b) EN 60068-2-27, Accelerazione e durata dellimpulso: prospetto 1:
la combinazione di:
- accelerazione di cresta 294 m/s2 oppure 30 gn;
- durata corrispondente dellimpulso 11 ms, e
- variazione di velocit corrispondente 2,1 m/s, semisinusoidale.
Nota

Se sono previsti dispositivi ammortizzatori per elementi trasmettitori, essi devono essere considerati come facenti parte degli elementi trasmettitori.
Dopo le prove, le distanze di isolamento in aria e superficiale non devono diventare minori
dei valori minimi ammessi.

F.6.3.1.2

Urto (EN 60068-2-29)


Scopo delle prove durto quello di simulare la caduta del circuito stampato, con il conseguente rischio di rottura dei componenti e situazione di pericolo.
Le prove si dividono in:
a) prove durto parziale;
b) prove durto continuo.
Loggetto delle prove deve soddisfare i seguenti minimi requisiti:

UNI EN 81-2:1999

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F.6.3.1.2.1

Urto parziale
1) Forma dimpulso:
2) accelerazione di cresta:
3) durata dellimpulso:

F.6.3.1.2.2

semisinusoidale;
15 g;
11 ms.

Urto continuo
1) Accelerazione di cresta:
2) Durata dellimpulso:
3) a) numero degli impulsi:
b) frequenza degli impulsi:

F.6.3.2

10 g;
16 ms;
1 000 10;
2/s.

Prove di temperatura (HD 323.2.14.S2)


Limiti di impiego riferiti alla temperatura ambiente: 0 C, + 65 C (la temperatura ambiente
quella del dispositivo di sicurezza).
Condizioni di prova:
- la scheda con circuiti stampati deve essere in posizione operativa;
- la scheda con circuiti stampati deve essere alimentata a tensione nominale;
- il dispositivo di sicurezza deve essere operante durante e dopo la prova. Se la scheda
con circuiti stampati comprende componenti che non sono circuiti di sicurezza, anchessi devono funzionare durante la prova (non si tiene conto del loro guasto);
- le prove devono essere effettuate alla temperatura minima e massima (0 C, + 65 C);
esse devono durare non meno di 4 h;
- se la scheda con circuiti stampati concepita per funzionare entro limiti di temperatura pi ampi, essa deve essere provata per detti valori.

F.6.4

Certificato di esame di tipo

F.6.4.1

Il certificato deve essere redatto in tre esemplari, di cui due per il richiedente ed uno per
il laboratorio:

F.6.4.2

Il certificato deve indicare:


a) le informazioni di cui in F.0.2;
b) il tipo e lapplicazione nei circuiti;
c) la progettazione per il grado di inquinamento in conformit alla IEC 60664-1;
d) le tensioni di funzionamento;
e) le distanze tra i circuiti di sicurezza e gli altri circuiti di manovra sulla scheda.
Nota

F.7

Altre prove, quali prove di umidit, prove di sbalzo termico, ecc., non sono effettuate in considerazione della
normale situazione dellambiente ove sono installati gli ascensori.

Valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione


Ai fini di questo capitolo per "valvola di blocco" si intende "valvola di blocco/valvola limitatrice di flusso in una direzione con parti meccaniche in movimento".

F.7.1

Disposizioni generali
Per la valvola di blocco da sottoporre a prova, il richiedente deve dichiarare:
a) il campo di variazione della portata del liquido;
b) il campo di variazione della pressione;
c) il campo di variazione della viscosit;
d) il campo di variazione della temperatura ambiente;
e) il metodo di montaggio.
Alla richiesta deve essere allegato quanto segue:
- disegni di insieme e particolari che illustrino la costruzione, il funzionamento, la regolazione,
i materiali, le dimensioni e le tolleranze della valvola di blocco, o dei componenti costruttivi.

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F.7.2

Campioni da presentare
Deve essere consegnato al laboratorio:
a) una valvola di blocco;
b) una lista dei fluidi che possono essere usati per la valvola di blocco o una quantit sufficiente del fluido speciale da usare;
c) se necessario, dispositivi di adattamento alle attrezzature di prove di laboratorio.

F.7.3

Prova

F.7.3.1

Installazione di prova
La valvola di blocco, montata secondo il metodo previsto, deve essere provata in un sistema idraulico in cui:
a) la pressione di prova richiesta dipenda da una massa;
b) la portata del fluido controllata da valvole regolabili;
c) la pressione prima9) e dopo la valvola di blocco possa essere registrata;
d) siano installate apparecchiature per variare la temperatura ambiente della valvola di
blocco e la viscosit del fluido idraulico.
Il sistema utilizzato deve permettere di registrare la portata del fluido nel tempo. ammesso determinare i valori della portata del fluido misurando un altro valore, cio la velocit del pistone, da cui si pu ricavare la portata stessa.

F.7.3.2

Strumenti di misura
Gli strumenti di misura devono avere precisione conforme a F.0.1.6 (vedere la ISO 6403).

F.7.4

Procedimento di prova
La prova deve:
a) simulare una rottura totale della tubazione, che avvenga quando la velocit della cabina zero;
b) valutare la resistenza alla pressione della valvola di blocco.

F.7.4.1

Simulazione della rottura totale della tubazione


Nella simulazione della rottura totale della tubazione, la portata del fluido deve iniziare da
una situazione statica aprendo una valvola in modo tale che la pressione statica prima
della valvola di blocco si riduca ad un valore inferiore al 10%.
Si deve tenere conto di quanto segue:
a) tolleranza del valore di chiusura entro il campo di variazione stabilito per la portata del
fluido;
b) tolleranza del valore di chiusura entro il campo di variazione stabilito per la viscosit;
c) tolleranza del valore di chiusura entro il campo di variazione stabilito per la pressione;
d) tolleranza del valore di chiusura entro il campo di variazione stabilito per la temperatura ambiente.
Ci pu essere ottenuto con due serie di prove:
a) con la massima pressione, la massima temperatura ambiente, la minima regolazione
per la portata del fluido e la minima viscosit;
b) con la minima pressione, la minima temperatura ambiente, la massima regolazione
per la portata del fluido e la massima viscosit.
In ciascuna serie di prove, devono essere effettuate almeno 10 prove per valutare le tolleranze di funzionamento della valvola di blocco alle condizioni indicate.
Durante le prove, si deve registrare la variazione rispetto al tempo:
- della portata del fluido, e
- della pressione prima e dopo la valvola di blocco.
Landamento caratteristico delle curve mostrato nella figura F.2.
9)

Per "prima della valvola di blocco" si intende tra il cilindro e la valvola di blocco.

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F.7.4.2

Resistenza alla pressione


Per provare la resistenza alla pressione della valvola di blocco, essa deve essere sottoposta ad una pressione di prova pari a 5 volte la pressione massima per 2 min.

F.7.5

Interpretazione delle prove

F.7.5.1

Operazione di chiusura
La valvola di blocco soddisfa i requisiti della norma se le curve registrate in conformit a
F.7.4.1 dimostrano che:
a) il tempo t0 tra il momento in cui si ha la portata di fluido nominale (100% della portata)
ed il momento in cui si ha la portata di fluido massima Qmax non supera 0,16 s;
b) il tempo td per la diminuzione della portata di fluido :

Q max
Q max
--------------------------- t d --------------------------6 A 9,81
6 A 1,96
dove:
Qmax = portata massima del fluido idraulico, in litri al minuto;
td
= tempo per la fermata, in secondi;
A
= area del pistone sottoposta a pressione, in centimetri quadrati;
c) una pressione superiore a 3,5 Ps non si deve verificare per pi di 0,04 s;
d) la valvola di blocco deve intervenire prima che la velocit sia uguale alla velocit nominale maggiorata di + 0,3 m/s.

F.7.5.2

Resistenza alla pressione


La valvola di blocco soddisfa i requisiti della norma se, dopo la prova di pressione in conformit a F.7.4.2, essa non presenta danneggiamenti permanenti.

F.7.5.3

Nuova regolazione
Se i limiti di riduzione della portata o dei picchi di pressione sono superati, ammesso che
il costruttore modifichi la regolazione della valvola di blocco. Dopo di che pu essere effettuata unaltra serie di prove.

F.7.6

Certificato di esame di tipo

F.7.6.1

Il certificato deve essere redatto in tre esemplari di cui due per il richiedente ed uno per il
laboratorio.

F.7.6.2

Il certificato deve riportare:


a) le informazioni di cui in F.0.2;
b) il tipo e lapplicazione della valvola di blocco;
c) il campo di variazione della portata del fluido per la valvola di blocco;
d) il campo di variazione della pressione per la valvola di blocco;
e) il campo di variazione della viscosit del fluido idraulico da usarsi;
f) il campo di variazione della temperatura ambiente della valvola di blocco.
Al certificato deve essere allegato un grafico conforme alla figura F.2 che indichi la relazione tra la portata del fluido idraulico e la pressione, dal quale si possano ricavare Qmax e td.

UNI EN 81-2:1999

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figura

F.2

Portata del fluido idraulico, pressione prima e dopo la valvola di blocco


Legenda

pp
ps
t

Picco di pressione
Pressione statica
Tempo
Pressione dopo la valvola di blocco
Portata del fluido idraulico
Pressione prima della valvola di blocco
La valvola di blocco deve intervenire prima che la velocit sia uguale alla velocit
nominale + 0,3 m/s

UNI EN 81-2:1999

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APPENDICE
(informativa)

G VERIFICA DELLE GUIDE

G.1

Disposizioni generali10)

G.1.1

Per soddisfare i requisiti di cui in 10.1.1, si accetta il calcolo delle guide basato su quanto
di seguito riportato a condizione che non si preveda una distribuzione particolare del carico.

G.1.1.1

La portata Q considerata distribuita non uniformemente sulla superficie di cabina, vedere G.2.2.

G.1.1.2

Si assume che i dispositivi di sicurezza intervengano simultaneamente sulle guide e che


la forza di frenatura sia ripartita ugualmente.

G.2

Carichi e forze

G.2.1

Il punto di applicazione P delle masse della cabina vuota e dei componenti sostenuti da
essa quali il pistone, parte dei cavi flessibili e delle funi/catene di compensazione (se esistono) si considera il baricentro della massa della cabina.

G.2.2

Nelle condizioni di carico di "esercizio normale" e di "intervento dei dispositivi di sicurezza", la portata Q conforme a 8.2 deve essere distribuita uniformemente su 3/4 della superficie della cabina nella posizione pi sfavorevole, come indicato negli esempi in G.7.
Comunque, se sono stabilite differenti condizioni contrattuali di distribuzione del carico
(0.2.5), i calcoli devono essere effettuati sulla base di dette condizioni.

G.2.3

La forza di compressione, Fk, determinata dalla cabina deve essere valutata in base alla
formula seguente:

k 1 gn (P + Q)
F k = ------------------------------------------n
dove:
k1
= coefficiente dinamico in conformit al prospetto G.2;

gn
P

Q
n

G.2.4

= accelerazione di gravit (9,81 m/s2);


= massa della cabina vuota e dei componenti da essa sostenuti e cio parte dei
cavi flessibili e delle funi/catene di compensazione (se esistono), ecc., in kilogrammi;
= portata, in kilogrammi;
= numero delle guide.

La forza per carico di punta, Fc, determinata dal contrappeso o dalla massa di bilanciamento munito di paracadute deve essere valutata in base alla formula seguente:

k 1 gn (P + q Q)
k 1 gn q P
F c = --------------------------------------------------- oppure F c = --------------------------------n
n
dove:
k1
= coefficiente dinamico in conformit al prospetto G.2;
gn
= accelerazione di gravit (9,81 m/s2);
P
= massa, in kilogrammi, della cabina vuota e dei componenti da essa sostenuti, e
cio parte dei cavi flessibili e delle funi/catene di compensazione (se esistono),
ecc., in kilogrammi;
Q
= portata, in kilogrammi;
q
= coefficiente di bilanciamento che indica la percentuale della portata bilanciata
dal contrappeso o la percentuale della massa della cabina bilanciata dalla massa di bilanciamento;
n
= numero delle guide.
10)

Questa appendice valida per ambedue le norme EN 81-1 ed EN 81-2.

UNI EN 81-2:1999

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G.2.5

Mentre si carica e si scarica una cabina si deve assumere che una forza, Fs, agisca centralmente sulla soglia di accesso della cabina stessa. Questa forza sulla soglia deve essere valutata come segue:
Fs = 0,4 gn Q
per ascensori con portate minori di 2 500 kg installati in edifici privati, edifici per uffici, alberghi, ospedali ecc.;
Fs = 0,6 gn Q
per ascensori con portate maggiori o uguali a 2 500 kg;
11)
Fs = 0,85 gn Q
per ascensori con portate maggiori o uguali a 2 500 kg in caso di
carico a mezzo di carrelli a forche.
Si deve considerare la forza applicata sulla soglia della cabina con la cabina stessa vuota.
Nel caso di cabina con pi accessi, la forza si deve considerare solo sulla soglia che determina la condizione pi sfavorevole.

G.2.6

Le forze sulle guide del contrappeso o della massa di bilanciamento, G, devono essere
valutate tenendo conto:
- del punto di applicazione della massa;
- della sospensione, e
- delle forze dovute alle funi/catene di compensazione (se esistono), tenute in tensione
o no.
Per i contrappesi o le masse di bilanciamento, guidati e sospesi centralmente, si deve
considerare uneccentricit del punto di applicazione della massa dal baricentro della sezione orizzontale del contrappeso di almeno il 5% per la larghezza e di almeno il 10% per
la profondit.

G.2.7

Si devono considerare le forze, M, sulle guide determinate da equipaggiamenti fissati alle


guide stesse, con esclusione per i dispositivi contro leccesso di velocit e le apparecchiature ad essi associate, interruttori o dispositivi per il posizionamento.

G.2.8

Le forze del vento, WL, si devono considerare nel caso di ascensori allesterno degli edifici
con difese del vano parziali e devono essere determinate in base agli accordi con il progettista delledificio (0.2.5).

G.3

Condizioni di carico

G.3.1

I carichi, le forze e le condizioni di carico da considerare sono inclusi nel prospetto G.1.
prospetto G.1

Carichi e forze da considerare nelle diverse condizioni di carico


Condizioni di carico
Esercizio normale
Intervento dei
dispositivi di sicurezza

Carichi e forze

Fs

Fk o Fc

WL

in marcia

durante carico e scarico

dispositivi di sicurezza o simili

valvola di blocco

G.3.2

Nei documenti da presentare per i primi controlli e prove, sufficiente presentare soltanto
il calcolo condotto per la condizione di carico pi sfavorevole.

G.4

Coefficienti dinamici

G.4.1

Funzionamento dei dispositivi di sicurezza


Il coefficiente dinamico k1, dovuto al funzionamento dei dispositivi di sicurezza, dipende
dal tipo di dispositivo di sicurezza.

11)

Il valore di 0,85 rappresenta 0,6 Q in aggiunta alla met della massa del carrello elevatore, che, in base allesperienza
(ANSI classe C 2), non maggiore di met della portata, per cui (0,6 + 0,5 0,5) = 0,85.

UNI EN 81-2:1999

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G.4.2

Cabina
Nella condizione di carico di "uso normale, in marcia", le masse in movimento verticale
della cabina (P + Q) devono essere moltiplicate per un coefficiente dinamico k2, per tenere conto della frenata brusca dovuta allintervento del dispositivo elettrico di sicurezza o
allinterruzione accidentale dellalimentazione.

G.4.3

Contrappeso o massa di bilanciamento


Le forze applicate alle guide del contrappeso o della massa di bilanciamento, come indicate in G.2.6, devono essere moltiplicate per un coefficiente dinamico k3, per tenere conto
di un possibile sobbalzo del contrappeso o della massa di bilanciamento, quando la cabina
fermata con una decelerazione maggiore di 1 gn.

G.4.4

Valori dei coefficienti dinamici


I valori dei coefficienti dinamici sono quelli di cui nel prospetto G.2.
prospetto G.2

Coefficienti dinamici
Effetto dinamico dovuto a

Coefficiente dinamico

Intervento del paracadute a presa istantanea o del dispositivo a morsa, fatta


eccezione per il tipo a rulli
Intervento del paracadute a presa istantanea o del dispositivo a morsa del tipo a
rulli oppure dei dispositivi a tacchetti con ammortizzatori ad accumulo di energia
oppure degli ammortizzatori ad accumulo di energia

Valore
5

k1

Intervento del paracadute a presa progressiva, del dispositivo a morsa a presa


progressiva, dei dispositivi a tacchetti con ammortizzatori a dissipazione di energia oppure degli ammortizzatori a dissipazione di energia

Valvola di blocco

Marcia

k2

1,2

Parti ausiliarie

k3

()1)

1) Questo valore deve essere fissato dal costruttore in relazione allinstallazione specifica.

G.5

Calcoli

G.5.1

Campo di calcolo
Le guide devono essere calcolate considerando le sollecitazioni di flessione.
Nei casi in cui i dispositivi di sicurezza agiscono sulle guide, il dimensionamento delle guide deve tenere conto delle sollecitazioni sia di flessione sia a carico di punta.
Per le guide sospese (fissate alla sommit del vano di corsa), invece del carico di punta,
si deve tenere conto della sollecitazione di trazione.

G.5.2

Sollecitazioni di flessione

G.5.2.1

Le forze, Fb, sui pattini creano sollecitazioni di flessione nelle guide, che dipendono:
- dalla sospensione della cabina, del contrappeso o della massa di bilanciamento;
- dalla posizione delle guide della cabina, del contrappeso o della massa di bilanciamento;
- dal carico e dalla sua distribuzione nella cabina.

G.5.2.2

Nel calcolo delle sollecitazioni di flessione nei diversi assi delle guide (figura G.1), si deve
considerare che:
- la guida assimilata a una trave continua con appoggi elastici ad una distanza di valore l;
- la risultante delle forze che causano la sollecitazione di flessione agiscono nel centro
tra due punti di fissaggio consecutivi;
- i momenti flettenti agiscono sullasse neutro del profilo della guida.

UNI EN 81-2:1999

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Nella valutazione delle sollecitazioni di flessione, m, generate dalle forze agenti perpendicolarmente allasse del profilo, devono essere usate le formule seguenti:

Mm
m = -------W
con
3 Fb l
M m = -------------------16
dove:
m
= sollecitazione di flessione, in newton al millimetro quadrato;
Mm
= momento flettente, in newton per millimetro;
W
= modulo di resistenza della sezione orizzontale, in millimetri al cubo;
Fb
= forza esercitata dai pattini sulle guide nelle diverse condizioni di carico, in
newton;
l
= distanza massima tra due punti di fissaggio consecutivi delle guide, in millimetri.
Quanto sopra non si applica per la condizione di carico "uso normale, carico" purch si
tenga conto della posizione dei pattini rispetto ai fissaggi delle guide.

G.5.2.3

Le sollecitazioni di flessione nei differenti assi devono essere combinate tenendo conto
del profilo delle guide.
Se per Wx e Wy si usano i valori normali dei prospetti (rispettivamente Wxmin e Wymin) e
pertanto non sono superate le sollecitazioni ammissibili, non sono necessarie altre verifiche. Altrimenti si deve trovare a quale bordo esterno del profilo della guida la sollecitazione di trazione raggiunge il valore massimo.

G.5.2.4

Se sono usate pi di due guide, ammesso considerare unuguale distribuzione delle forze tra le guide, purch i loro profili siano identici.

G.5.2.5

Se si usa pi di un paracadute, in conformit a 9.8.2.2, si pu assumere che lintera forza


di frenatura sia ugualmente distribuita tra i paracadute.

G.5.2.5.1

In caso di pi paracadute verticali agenti sulla stessa guida, si deve assumere che la forza
totale di frenatura agisca su un solo punto della guida.

G.5.2.5.2

Se differenti gruppi di paracadute orizzontali agiscono su guide differenti, la forza di frenatura su una delle guide deve essere conforme a G.2.3 o G.2.4.

G.5.3

Carico di punta
Per determinare le sollecitazioni a carico di punta deve essere usato il metodo "omega",
applicando le formule seguenti:
(F k + k3 M )
(F c + k3 M )
k = ------------------------------------------- oppure k = ------------------------------------------A
A
dove:
k
= sollecitazione a carico di punta, in newton al millimetro quadrato;
Fk
= forza per carico di punta su una guida di cabina, in newton, vedere G.2.3;
Fc
= forza per carico di punta su una guida del contrappeso o massa di bilanciamento,
in newton, vedere G.2.4;
k3
= coefficiente dinamico, vedere prospetto G.2;
M
= forza in una guida dovuta ad apparecchiature ausiliarie, in newton;
A
= sezione orizzontale di una guida, in millimetri quadrati;

= valore di omega.
Per i valori di essi possono essere ricavati dai prospetti G.3 e G.4 oppure possono essere ricavati usando le formule seguenti:
l
= ---k- e lk = l
i

UNI EN 81-2:1999

Pagina 116 di 154

dove:
= coefficiente di snellezza;
lk = lunghezza libera, in millimetri;
i = minimo raggio dinerzia, in millimetri;
l = massima distanza tra due ancoraggi delle guide consecutivi, in millimetri.
Per acciaio con carico unitario di rottura Rm = 370 N/mm2:
20 60 :
= 0,00012920 1,89 + 1;
60 < 85 :
= 0,00004627 2,14 + 1;
85 < 115 :
= 0,00001711 2,35 + 1,04;
115 < 250 :
= 0,00016887 2,00.
Per acciaio con carico unitario di rottura Rm = 520 N/mm2:
20 50 :
= 0,00008240 2,06 + 1,021;
50 < 70 :
= 0,00001895 2,41 + 1,05;
70 < 89 :
= 0,00002447 2,36 + 1,03;
89 < 250 :
= 0,00025330 2,00.
La determinazione dei valori di per acciaio con carico unitario di rottura Rm tra 370 N/mm2
e 520 N/mm2 deve essere effettuata usando la formula seguente:
520 370
- ( R m 370 ) + 370
R = --------------------------520 370
I valori di di altri materiali metallici devono essere proposti dal costruttore.

G.5.4

Combinazione delle sollecitazioni di flessione e di carico di punta


La sollecitazione composta di flessione e di carico di punta deve essere ricavata usando
le formule seguenti:
sollecitazioni di flessione
m = x + y
amm
flessione e compressione

F k + k3 M
= m + ---------------------------A
oppure
F c + k3 M
= m + ---------------------------A
c = k + 0,9 m

amm

amm

flessione e carico di punta


amm
dove:
m
= sollecitazione di flessione, in newton al millimetro quadrato;
x
= sollecitazione di flessione sullasse X, in newton al millimetro quadrato;
y
= sollecitazione di flessione sullasse Y, in newton al millimetro quadrato;
amm = sollecitazione ammissibile, in newton al millimetro quadrato, vedere 10.1.2.1;
k
= sollecitazione a carico di punta, in newton al millimetro quadrato;
Fk
= forza per carico di punta su una guida di cabina, in newton, vedere G.2.3;
Fc
= forza per carico di punta su una guida del contrappeso o massa di bilanciamento,
in newton, vedere G.2.4;
k3
= coefficiente dinamico, vedere prospetto G.2;
M
= forza in una guida dovuta ad apparecchiature ausiliarie, in newton;
A
= sezione orizzontale di una guida, in millimetri quadrati.

G.5.5

Torsione
La torsione deve essere considerata.
Per guide a T, deve essere usata la formula seguente:
1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c
dove:
F
= sollecitazione locale di torsione, in newton al millimetro quadrato;
Fx
= forza esercitata da un pattino, in newton;
c
= spessore, in millimetri, del raccordo tra lanima e le ali, vedere figura G.1;
amm = sollecitazione ammissibile, in newton al millimetro quadrato.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 117 di 154

figura

G.1

prospetto G.3

Assi della guida

Valori di relativi a per acciaio con carico unitario di rottura di 370 N/mm2

20

1,04

1,04

1,04

1,05

1,05

1,06

1,06

1,07

1,07

1,08

20

30

1,08

1,09

1,09

1,10

1,10

1,11

1,11

1,12

1,13

1,13

30

40

1,14

1,14

1,15

1,16

1,16

1,17

1,18

1,19

1,19

1,20

40

50

1,21

1,22

1,23

1,23

1,24

1,25

1,26

1,27

1,28

1,29

50

60

1,30

1,31

1,32

1,33

1,34

1,35

1,36

1,37

1,39

1,40

60

70

1,41

1,42

1,44

1,45

1,46

1,48

1,49

1,50

1,52

1,53

70

80

1,55

1,56

1,58

1,59

1,61

1,62

1,64

1,66

1,68

1,69

80

90

1,71

1,73

1,74

1,76

1,78

1,80

1,82

1,84

1,86

1,88

90

100

1,90

1,92

1,94

1,96

1,98

2,00

2,02

2,05

2,07

2,09

100

110

2,11

2,14

2,16

2,18

2,21

2,23

2,27

2,31

2,35

2,39

110

120

2,43

2,47

2,51

2,55

2,60

2,64

2,68

2,72

2,77

2,81

120

130

2,85

2,90

2,94

2,99

3,03

3,08

3,12

3,17

3,22

3,26

130

140

3,31

3,36

3,41

3,45

3,50

3,55

3,60

3,65

3,70

3,75

140

150

3,80

3,85

3,90

3,95

4,00

4,06

4,11

4,16

4,22

4,27

150

160

4,32

4,38

4,43

4,49

4,54

4,60

4,65

4,71

4,77

4,82

160

170

4,88

4,94

5,00

5,05

5,11

5,17

5,23

5,29

5,35

5,41

170

180

5,47

5,53

5,59

5,66

5,72

5,78

5,84

5,91

5,97

6,03

180

190

6,10

6,16

6,23

6,29

6,36

6,42

6,49

6,55

6,62

6,69

190

200

6,75

6,82

6,89

6,96

7,03

7,10

7,17

7,24

7,31

7,38

200

210

7,45

7,52

7,59

7,66

7,73

7,81

7,88

7,95

8,03

8,10

210

220

8,17

8,25

8,32

8,40

8,47

8,55

8,63

8,70

8,78

8,86

220

230

8,93

9,01

9,09

9,17

9,25

9,33

9,41

9,49

9,57

9,65

230

240

9,73

9,81

9,89

9,97

10,05

10,14

10,22

10,30

10,39

10,47

240

250

10,55

UNI EN 81-2:1999

Pagina 118 di 154

prospetto G.4

Valori di relativi a per acciaio con carico unitario di rottura di 520 N/mm2

20

1,06

1,06

1,07

1,07

1,08

1,08

1,09

1,09

1,10

1,11

20

30

1,11

1,12

1,12

1,13

1,14

1,15

1,15

1,16

1,17

1,18

30

40

1,19

1,19

1,20

1,21

1,22

1,23

1,24

1,25

1,26

1,27

40

50

1,28

1,30

1,31

1,32

1,33

1,35

1,36

1,37

1,39

1,40

50

60

1,41

1,43

1,44

1,46

1,48

1,49

1,51

1,53

1,54

1,56

60

70

1,58

1,60

1,62

1,64

1,66

1,68

1,70

1,72

1,74

1,77

70

80

1,79

1,81

1,83

1,86

1,88

1,91

1,93

1,95

1,98

2,01

80

90

2,05

2,10

2,10

2,19

2,24

2,29

2,33

2,38

2,43

2,48

90

100

2,53

2,58

2,64

2,69

2,74

2,79

2,85

2,90

2,95

3,01

100

110

3,06

3,12

3,18

3,23

3,29

3,35

3,41

3,47

3,53

3,59

110

120

3,65

3,71

3,77

3,83

3,89

3,96

4,02

4,09

4,15

4,22

120

130

4,28

4,35

4,41

4,48

4,55

4,62

4,69

4,75

4,82

4,89

130

140

4,96

5,04

5,11

5,18

5,25

5,33

5,40

5,47

5,55

5,62

140

150

5,70

5,78

5,85

5,93

6,01

6,09

6,16

6,24

6,32

6,40

150

160

6,48

6,57

6,65

6,73

6,81

6,90

6,98

7,06

7,15

7,23

160

170

7,32

7,41

7,49

7,58

7,67

7,76

7,85

7,94

8,03

8,12

170

180

8,21

8,30

8,39

8,48

8,58

8,67

8,76

8,86

8,95

9,05

180

190

9,14

9,24

9,34

9,44

9,53

9,63

9,73

9,83

9,93

10,03

190

200

10,13

10,23

10,34

10,44

10,54

10,65

10,75

10,85

10,96

11,06

200

210

11,17

11,28

11,38

11,49

11,60

11,71

11,82

11,93

12,04

12,15

210

220

12,26

12,37

12,48

12,60

12,71

12,82

12,94

13,05

13,17

13,28

220

230

13,40

13,52

13,63

13,75

13,87

13,99

14,11

14,23

14,35

14,47

230

240

14,59

14,71

14,83

14,96

15,08

15,20

15,33

15,45

15,58

15,71

240

250

15,83

G.5.6

In G.7 sono dati esempi di guida, di condizioni di sospensione e di carico della cabina e
formule relative.

G.5.7

Frecce
Le frecce devono essere calcolate usando le formule seguenti:
3

Fy l
y = 0,7 -----------------------nel piano principale dinerzia delle guide Y-Y
48 E I x
3

Fx l
x = 0,7 -----------------------nel piano principale dinerzia delle guide X-X
48 E I y
dove:
x
y
Fx
Fy
l
E
Ix
Iy

= freccia secondo lasse X, in millimetri;


= freccia secondo lasse Y, in millimetri;
= forza esercitata secondo lasse X, in newton;
= forza esercitata secondo lasse Y, in newton;
= distanza massima tra punti di fissaggio della guide, in millimetri;
= modulo di elasticit, in newton al millimetro quadrato;
= momento dinerzia della sezione rispetto allasse X, in millimetri alla quarta;
= momento dinerzia della sezione rispetto allasse, in millimetri alla quarta.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 119 di 154

G.6

Frecce ammissibili
Le frecce ammissibili per le guide a T sono definite in 10.1.2.2.
Le frecce ammissibili per le guide diverse da quelle a T devono essere limitate in modo da
soddisfare quanto indicato in 10.1.1.
La combinazione delle frecce ammissibili per le guide e delle frecce degli ancoraggi, il gioco dei pattini e la rettilineit delle guide non devono influenzare il requisito di cui in 10.1.1.

G.7

Esempi di metodo di calcolo


Si usano i seguenti esempi per spiegare il calcolo delle guide.
I simboli seguenti sono utilizzati in un algoritmo computerizzato con un sistema di coordinate cartesiane per tutti i casi geometrici possibili.
Per le dimensioni nellascensore si usano i simboli seguenti:
Dx
= dimensione della cabina secondo lasse X, profondit della cabina;
Dy
= dimensione della cabina secondo lasse Y, larghezza della cabina;
xC, yC
= posizione del centro della cabina (C) rispetto alle coordinate trasversali della
guida;
xS, yS
= posizione del centro della sospensione (S) rispetto alle coordinate trasversali
della guida;
xP, yP
= posizione della massa della cabina (P) rispetto alle coordinate trasversali della
guida;
xCP , yCP = posizione del baricentro della cabina (P) rispetto al centro della cabina (C);
S
= punto di sospensione della cabina;
C
= centro della cabina;
P
= massa flettente della cabina - baricentro;
Q
= portata - baricentro;
= direzione di carico;
1, 2, 3, 4 = centro della porta di cabina 1, 2, 3 oppure 4;
xi, yi
= posizione della porta di cabina, i = 1, 2, 3 oppure 4;
n
= numero della guide;
h
= distanza tra i pattini della cabina;
xQ, yQ
= posizione della portata (Q) rispetto alle coordinate trasversali della guida;
xCQ, yCQ = distanza tra il centro della cabina (C) e la portata (Q) nella direzione di X,
nella direzione di Y.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 120 di 154

G.7.1

Configurazione generale

G.7.1.1

Intervento del paracadute

G.7.1.1.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q x Q + P x P)
3 Fx l
M
F x = ----------------------------------------------------------------- , M y = ------------------- , y = --------y
nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q y Q + P y P)
3 Fy l
M
- , x = --------x
F y = ----------------------------------------------------------------- , M x = ------------------16
n
Wx
--- h
2
Distribuzione del carico
Caso 1 relativo allasse X

x Q = x C + ------x8

yQ = yC

Caso 2 relativo allasse Y

xQ = xC
Dy
y Q = y C + ------8

UNI EN 81-2:1999

Pagina 121 di 154

G.7.1.1.2

Carico di punta
k 1 gn (P + Q)
(F k + k3 M )
F k = ------------------------------------------, k = ------------------------------------------n
A

Sollecitazione composta12)

G.7.1.1.3

m = x + y amm
F k + k3 M
- amm
= m + ---------------------------A
c = k + 0,9 m amm

Torsione13)

G.7.1.1.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

Frecce14)

G.7.1.1.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

G.7.1.2

Uso normale, in marcia

G.7.1.2.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( x Q x S) + P ( x P x S) ]
3 Fx l
M
F x = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M y = ------------------ y = --------y
-,
nh
Wy
16
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( y Q y S) + P ( y P y S) ]
3 Fy l
M
F y = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M x = -------------------,
x = --------x
n
Wx
16
--- h
2
Distribuzione del carico:

G.7.1.2.2

Caso 1 relativo allasse X (vedere G.7.1.1.1)


Caso 2 relativo allasse Y (vedere G.7.1.1.1)

Carico di punta
In uso normale, in marcia, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta15)

G.7.1.2.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

Torsione16)

G.7.1.2.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

12)
13)
14)
15)
16)

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico, casi 1 e 2, vedere G.7.1.1.1.
Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.1.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.1.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.1.1.1.
Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.1.1.1.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 122 di 154

Frecce17)

G.7.1.2.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

G.7.1.3

Uso normale, carico

G.7.1.3.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
g n P ( x P x S) + F S ( x i x S)
3 Fx l
M
F x = --------------------------------------------------------------------------------------M y = -------------------,
y = --------y
,
nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
g n P + ( y P y S) + F S ( y i y S)
3 Fy l
M
F y = -----------------------------------------------------------------------------------------,
M x = -------------------,
x = --------x
n
Wx
16
--- h
2

G.7.1.3.2

Carico di punta
In uso normale, durante il carico, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta18)

G.7.1.3.3

m = x + y amm

k3 M
- amm
= m + --------------A

G.7.1.3.4

Torsione
1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

G.7.1.3.5

Frecce
3

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm,
48 E I y
17)
18)

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.1.1.1.


Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
UNI EN 81-2:1999

Pagina 123 di 154

G.7.2

Cabina guidata e sospesa centralmente

G.7.2.1

Intervento del paracadute

G.7.2.1.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q x Q + P x P)
3 Fx l
M
F x = ----------------------------------------------------------------- , M y = ------------------- , y = --------y
nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q y Q + P y P)
3 Fy l
M
- , x = --------x
F y = ----------------------------------------------------------------- , M x = ------------------16
n
Wx
--- h
2
Distribuzione del carico
Caso 1 relativo allasse X

P e Q sullo stesso lato sono il


caso peggiore, cos Q nellasse X.

Dx
8

x Q = ------

yQ = 0

Caso 2 relativo allasse Y

xQ = 0
Dy
y Q = ------8

UNI EN 81-2:1999

Pagina 124 di 154

G.7.2.1.2

Carico di punta
k 1 gn (P + Q)
F k = ------------------------------------------,
2

(F k + k3 M )
k = ------------------------------------------A

Sollecitazione composta19)

G.7.2.1.3

m = x + y amm
F k + k3 M
- amm
= m + ---------------------------A
c = k + 0,9 m amm

Torsione20)

G.7.2.1.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

Frecce21)

G.7.2.1.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

G.7.2.2

Uso normale, in marcia

G.7.2.2.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n ( Q x Q + P x P)
3 Fx l
M
F x = ----------------------------------------------------------------- , M y = ------------------- , y = --------y
nh
Wy
16
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n ( Q y Q + P y P)
3 Fy l
M
F y = ----------------------------------------------------------------- , M x = ------------------- , x = --------x
n
Wx
16
--- h
2
Distribuzione del carico:

G.7.2.2.2

Caso 1 relativo allasse X (vedere G.7.2.1.1)


Caso 2 relativo allasse Y (vedere G.7.2.1.1)

Carico di punta
In uso normale, in marcia, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta22)

G.7.2.2.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

Torsione23)

G.7.2.2.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

19)
20)
21)
22)
23)

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.2.1.1.


Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.2.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.2.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.2.1.1.
Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.2.1.1.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 125 di 154

Frecce24)

G.7.2.2.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm,
48 E I y

G.7.2.3

Uso normale, carico

G.7.2.3.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
gn P x P + F s x 1
3 Fx l
M
F x = ------------------------------------------------M y = -------------------,
y = --------y
,
2h
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
gn P y P + F s y 1
3 Fy l
M
F y = ------------------------------------------------,
M x = -------------------,
x = --------x
h
16
Wx

G.7.2.3.2

Carico di punta
In uso normale, durante il carico, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta25)

G.7.2.3.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

G.7.2.3.4

Torsione
1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

G.7.2.3.5

Frecce
3

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm,
48 E I y

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

G.7.3

Cabina non centralmente sospesa e guidata

G.7.3.1

Intervento del paracadute

G.7.3.1.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q x Q + P x P)
3 Fx l
M
- , y = --------y
F x = ----------------------------------------------------------------- , M y = ------------------nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q y Q + P y P)
3 Fy l
M
F y = ----------------------------------------------------------------- , M x = ------------------- , x = --------x
n
16
Wx
--- h
2

24)
25)

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.2.1.1.


Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
UNI EN 81-2:1999

Pagina 126 di 154

Distribuzione del carico


Caso 1 relativo allasse X

Dx
8

x Q = x C + -----

yP = yC = yQ = yS = 0

Caso 2 relativo allasse Y

Dy
y Q = ------8

xC = xQ

G.7.3.1.2

Carico di punta
k 1 gn (P + Q)
F k = ------------------------------------------,
n

UNI EN 81-2:1999

(F k + k3 M )
k = ------------------------------------------A

Pagina 127 di 154

Sollecitazione composta26)

G.7.3.1.3

m = x + y amm
F k + k3 M
- amm
= m + ---------------------------A
c = k + 0,9 m amm

Torsione27)

G.7.3.1.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

Frecce28)

G.7.3.1.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm,
48 E I y

G.7.3.2

Uso normale, in marcia

G.7.3.2.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( x Q x S) + P ( x P x S) ]
3 Fx l
M
-,
F x = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M y = ------------------ y = --------y
16
nh
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( y Q y S) + P ( y P y S) ]
3 Fy l
M
F y = -------------------------------------------------------------------------------------------------------M x = -------------------,
x = --------x
-,
n
16
Wx
--- h
2
Distribuzione del carico: Caso 1 relativo allasse X (vedere G.7.2.1.1)
Caso 2 relativo allasse Y (vedere G.7.2.1.1)

G.7.3.2.2

Carico di punta
In uso normale, in marcia, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta29)

G.7.3.2.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

Torsione30)

G.7.3.2.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

Frecce31)

G.7.3.2.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y
26)
27)
28)
29)
30)
31)

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.3.1.1.


Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.3.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.3.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.3.1.1.
Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.3.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.3.1.1.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 128 di 154

G.7.3.3

Uso normale, carico

G.7.3.3.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
g n P ( x P x S) + F S ( x 1 x S)
3 Fx l
M
-,
-,
F x = ---------------------------------------------------------------------------------------M y = ------------------ y = --------y
nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
Fy = 0

G.7.3.3.2

Carico di punta
In uso normale, durante il carico, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta32)

G.7.3.3.3

m = y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

G.7.3.3.4

Torsione
1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

G.7.3.3.5

Frecce
3

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

32)

y = 0

Se amm < m, le formule per G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
UNI EN 81-2:1999

Pagina 129 di 154

G.7.4

Guida e sospensione a sbalzo

G.7.4.1

Intervento del paracadute

G.7.4.1.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q x Q + P x P)
3 Fx l
M
F x = ----------------------------------------------------------------- , M y = ------------------- , y = --------y
nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q y Q + P y P)
3 Fy l
M
- , x = --------x
F y = ----------------------------------------------------------------- , M x = ------------------16
n
Wx
--- h
2
Distribuzione del carico
Caso 1 relativo allasse X

xP > 0

yP = 0
5
8

x Q = c + -- D x

yQ = 0

xP > 0

yP = 0

Dx
x Q = c + ----2

y Q = -- D y

Caso 2 relativo allasse Y

UNI EN 81-2:1999

1
8

Pagina 130 di 154

G.7.4.1.2

Carico di punta
k 1 gn (P + Q)
F k = ------------------------------------------,
n

(F k + k3 M )
k = ------------------------------------------A

Sollecitazione composta33)

G.7.4.1.3

m = x + y amm
F k + k3 M
- amm
= m + ---------------------------A
c = k + 0,9 m amm

Torsione34)

G.7.4.1.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

Frecce35)

G.7.4.1.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm,
48 E I y

G.7.4.2

Uso normale in marcia

G.7.4.2.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( x Q x S) + P ( x P x S) ]
3 Fx l
M
F x = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M y = ------------------ y = --------y
-,
nh
Wy
16
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( y Q y S) + P ( y P y S) ]
3 Fy l
M
F y = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M x = -------------------,
x = --------x
n
Wx
16
--- h
2
Distribuzione del carico:

G.7.4.2.2

Caso 1 relativo allasse X (vedere G.7.4.1.1)


Caso 2 relativo allasse Y (vedere G.7.4.1.1)

Carico di punta
In uso normale, in marcia, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta36)

G.7.4.2.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

Torsione37)

G.7.4.2.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

33)
34)
35)
36)
37)

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.4.1.1.


Se amm < m, le formule G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.4.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.4.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.4.1.1.
Se amm < m, le formule G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.4.1.1.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 131 di 154

Frecce38)

G.7.4.2.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm,
48 E I y

G.7.4.3

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

Uso normale, carico


Distribuzione del carico

xP > 0

yP = 0

x1 > 0

Dy
y 1 = ------2

xP > 0
x2 > c + Dx

38)

yP = 0
y2 > 0

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.4.1.1.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 132 di 154

G.7.4.3.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
gn P x P + F S x i
3 Fx l
M
F x = ------------------------------------------------,
M y = -------------------,
y = --------y
nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
FS yi
3 Fy l
M
-,
F y = --------------M x = ------------------ x = --------x
-,
16
n
Wx
--- h
2

G.7.4.3.2

Carico di punta
In uso normale, durante il carico, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta39)

G.7.4.3.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

G.7.4.3.4

Torsione
1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

G.7.4.3.5

Frecce
3

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

G.7.5

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

Ascensore panoramico - Configurazione generale


Lesempio seguente si riferisce ad una cabina panoramica sospesa e guidata non centralmente.

G.7.5.1

Intervento del paracadute

G.7.5.1.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q x Q + P x P)
3 Fx l
M
F x = ----------------------------------------------------------------- , y = --------y
- , M y = ------------------nh
16
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 1 g n ( Q y Q + P y P)
3 Fy l
M
F y = ----------------------------------------------------------------- , M x = ------------------- , x = --------x
n
16
Wx
--- h
2

39)

Se amm < m, le formule G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
UNI EN 81-2:1999

Pagina 133 di 154

Distribuzione del carico


Caso 1 relativo allasse X

xQ = Il braccio xQ indica la distanza del baricentro dellarea oscurata, che uguale ai 3/4
dellarea totale della cabina.
yQ = 0

Caso 2 relativo allasse Y

xQ =
yQ =
I bracci xQ e yQ indicano le distanze del baricentro dellarea oscurata, che uguale ai 3/4 dellarea totale della cabina.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 134 di 154

G.7.5.1.2

Carico di punta
k 1 gn (P + Q)
F k = ------------------------------------------,
n

(F k + k3 M )
k = ------------------------------------------A

Sollecitazione composta40)

G.7.5.1.3

m = x + y amm
F k + k3 M
- amm
= m + ---------------------------A
c = k + 0,9 m amm

Torsione41)

G.7.5.1.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

Frecce42)

G.7.5.1.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

G.7.5.2

Uso normale, in marcia

G.7.5.2.1

Sollecitazione di flessione

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( x Q x S) + P ( x P x S) ]
3 Fx l
M
F x = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M y = ------------------ y = --------y
-,
nh
Wy
16
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
k 2 g n [ Q ( y Q y S) + P ( y P y S) ]
3 Fy l
M
F y = --------------------------------------------------------------------------------------------------------,
M x = -------------------,
x = --------x
n
Wx
16
--- h
2
Distribuzione del carico:

G.7.5.2.2

Caso 1 relativo allasse X (vedere G.7.5.1.1)


Caso 2 relativo allasse Y (vedere G.7.5.1.1)

Carico di punta
In uso normale, in marcia, non si ha carico di punta.

Sollecitazione composta 43)

G.7.5.2.3

m = x + y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

Torsione44)

G.7.5.2.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

40)
41)
42)
43)
44)

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.5.1.1.


Se amm < m, le formule G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.5.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.5.1.1.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.5.1.1.
Se amm < m, le formule G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.5.1.1.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 135 di 154

Frecce45)

G.7.5.2.5

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

G.7.5.3

Fy l
y = 0,7 ----------------------- amm
48 E I x

Uso normale, carico

yi = o

G.7.5.3.1

Sollecitazione di flessione
a) Sollecitazione di flessione relativa allasse Y della guida, dovuta alla forza sulla guida:
g n P ( x P x S) F S ( x i + x S)
3 Fx l
M
F x = --------------------------------------------------------------------------------------M y = -------------------,
y = --------y
,
16
nh
Wy
b) Sollecitazione di flessione relativa allasse X della guida, dovuta alla forza sulla guida:
Fy = 0

G.7.5.3.2

Carico di punta
In uso normale, durante il carico, non si ha carico di punta.

G.7.5.3.3

Sollecitazione composta
m = y amm
k3 M
- amm
= m + --------------A

Torsione46)

G.7.5.3.4

1,85 F x
F = --------------------- amm
2
c

G.7.5.3.5

Frecce
3

Fx l
x = 0,7 ----------------------- amm ,
48 E I y

45)
46)

y = 0

Queste formule si applicano ad ambedue i casi di distribuzione del carico G.7.5.1.1.


Se amm < m, le formule G.5.2.3 possono essere usate per ridurre al minimo le dimensioni delle guide.
UNI EN 81-2:1999

Pagina 136 di 154

APPENDICE
(normativa)

H COMPONENTI ELETTRONICI - ESCLUSIONE DEI GUASTI


I guasti da considerare nelle apparecchiature elettriche degli ascensori sono elencati in
14.1.1.1. In 14.1.1 precisato che alcuni guasti possono essere esclusi a determinate
condizioni.
Si deve considerare lesclusione del guasto solo se i componenti sono installati entro i loro limiti di impiego pi sfavorevoli per quanto riguarda le loro caratteristiche, il valore, la
temperatura, lumidit, la tensione e le vibrazioni.
Il prospetto H.1, di seguito riportato indica a quali condizioni i guasti di cui in 14.1.1.1 e)
possono essere esclusi.
Nel prospetto:
- "NO" nella cella indica che il guasto non escluso e perci deve essere considerato;
- nessuna indicazione nella cella indica che il tipo di guasto non pertinente.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 137 di 154

Componenti passivi

UNI EN 81-2:1999

NO

1.5 Componenti induttivi


- bobine
- reattanze

NO

NO

NO

NO

2.1 Diodo, LED

2.2 Diodo Zener

2.3 Tiristore, Triac, GTO

2.4 Optoaccoppiatore

Semiconduttori

NO

1.4 Condensatore

NO

NO

1.3 Resistore non lineare


NTC, PTC, VDR, IDR

NO

Interruzione
del circuito

1.2 Resistore variabile

1.1 Resistore fisso

Componente

(a)

NO

NO

NO

NO

NO

NO

NO

(a)

Corto
circuito

NO

NO

NO

NO

Aumento
di valore

NO

NO

NO

NO

NO

(a)

NO

NO

NO

NO

Diminuzione Cambio
di valore
di funzione

Possibilit di esclusione del guasto

Il cambiamento di funzione si riferisce allautosganciamento o al blocco dei componenti.

Il cambiamento di valore ad un valore pi basso si riferisce ad una modifica della tensione di Zener.
Il cambiamento di funzione si riferisce a una modifica del valore della corrente inversa.

Il cambiamento di funzione si riferisce a una modifica del valore della corrente inversa.

Osservazioni

50
100
150
300
600
1 000

800
1 500
2 500
4 000
6 000
8 000

Tensione tra fase e terra deri- Serie preferenziale delle sovata da tensioni nominali di vratensioni transitorie in volt
rete inferiori o uguali al valore per la categoria di impianto.
efficace c.a. (Vrms) o valore c.c.
Categoria III

segue nella pagina successiva

(a) Il rischio di corto circuito pu essere escluso a condizione Il "circuito aperto" indica linterruzione in uno dei due
che laccoppiatore ottico sia conforme alla IEC 60747-5 e componenti base (diodo LED e fototransistore).
che la tensione di isolamento sia conforme almeno al pro- "Corto circuito" indica il corto circuito tra essi.
spetto di cui sotto, preso dalla IEC 60664-1, prospetto 1.

(a) Solo per resistori a strato con pellicola resistiva verniciata, cementata o vetrificata e a connessione assiale in
conformit alle norme IEC applicabili e per resistori a filo
avvolto se essi sono costituiti da avvolgimenti a unico strato
protetti da smalto oppure da vetrificazione.

Condizioni per lesclusione del guasto


prospetto H.1

Esclusione dei guasti

Pagina 138 di 154

UNI EN 81-2:1999

Pagina 139 di 154

Interruzione
del circuito

(a)
(b)

NO

(a)

3.5 Rel

NO

3.3 Trasformatore

NO

(a)

NO

3.2 Lampade al neon

(a)

NO

NO

Corto
circuito

(b)

NO

NO

Aumento
di valore

(b)

NO

NO
NO

NO

Diminuzione Cambio
di valore
di funzione

Possibilit di esclusione del guasto

3.4 Fusibile

NO

3.1 Connettori
Terminali
Spine

Varie

NO

NO

2.6 Circuiti integrati

Semiconduttori (continua)

2.5 Circuiti ibridi

continua dalla pagina precedente

Componente

I corto circuiti comprendono i corto circuiti negli


avvolgimenti primari e secondari oppure quelli tra
gli avvolgimenti.
Il cambiamento di valore si riferisce ad un cambiamento del rapporto del trasformatore dovuto ad un
corto circuito parziale in un avvolgimento.

Il cambiamento di funzione riguarda la messa in


oscillazione intempestiva, le porte "AND" diventano porte "OR", ecc.

Osservazioni

(b) Non si pu escludere una saldatura tra i contatti.


Tuttavia, se il rel concepito in modo da avere contatti interbloccati meccanicamente ed costruito conformemente alla
EN 60947-5-1, si applicano le ipotesi di cui in 13.2.1.3.

(a) I corto circuiti tra i contatti e tra i contatti e la bobina possono essere esclusi se il rel conforme ai requisiti di cui in
13.2.2.3 (14.1.2.2.3).

segue nella pagina successiva

(a) Pu essere escluso se il fusibile correttamente dimen- Per corto circuito si intende il corto circuito del fusisionato e conforme alle norme IEC applicabili.
bile bruciato.

(a) (b)
Pu essere escluso a condizione che la resistenza di isolamento tra gli avvolgimenti ed il nucleo sia conforme alla
EN 60742, 17.2 e 17.3, e che la tensione di lavoro sia la
tensione pi alta possibile del prospetto 6 tra i componenti
sotto tensione e la terra.

(a) Il corto circuito dei connettori pu essere escluso se per


le distanze sono rispettati i valori minimi di cui ai prospetti
(presi dalla IEC 60664-1), a condizione che:
- il grado di inquinamento sia 3;
- il gruppo dei materiali sia III;
- campo non omogeneo.
La colonna "materiali dei circuiti stampati" del prospetto 4 non
si utilizza.
Questi sono i valori minimi assoluti che si possono trovare
sullunit interconnessa e non valori teorici o nominali.
Se il connettore ha un grado di protezione maggiore o
eguale a IP5X, le distanze di isolamento superficiale possono essere ridotte al valore delle distanze in aria, per
esempio 3 mm per 250 Vrms.

Condizioni per lesclusione del guasto

UNI EN 81-2:1999

Pagina 140 di 154

Interruzione
del circuito

(a)

NO

Assemblaggio dei
componenti sulla
scheda a circuiti
stampati (PCB)

(a)

NO

Varie (continua)

Corto
circuito

Aumento Diminuzione Cambio


di valore
di valore
di funzione

Possibilit di esclusione del guasto

3.6 Scheda a circuiti stampati


(PCB)

continua dalla pagina precedente

Componente

(a) Il corto circuito pu essere escluso alle condizioni per le


quali il corto circuito del componente stesso pu essere
escluso ed montato in tale modo che le distanze di isolamento superficiale e in aria non sono ridotte a valori inferiori a
quelli minimi ammessi secondo 3.1 e 3.6 di questo prospetto,
n dalla tecnica di montaggio, n dalla stessa scheda PCB.

(a) Il corto circuito pu essere escluso se:


- le specifiche generali delle schede a circuiti stampati
sono conformi alla EN 62326-1;
- il materiale di base conforme alle specifiche della
EN 60249-2-3 e/o EN 60249-2-2;
- la scheda a circuito stampato (PCB) costruita in conformit ai requisiti di cui sopra e per le distanze sono
rispettati i valori minimi di cui ai prospetti (presi dalla
IEC 60664-1), a condizione che:
- il grado di inquinamento sia 3;
- il gruppo dei materiali sia III;
- campo non omogeneo.
La colonna "materiale dei circuiti stampati" del prospetto 4
non utilizzata.
Ci significa che le distanze di isolamento superficiale sono
4 mm e le distanze di isolamento in aria sono 3 mm per
250 Vrms. Per altre tensioni ci si riferisca alla IEC 60664-1.
Se la scheda a circuiti stampati (PCB) ha un grado di protezione non inferiore a IP5X o se il materiale di qualit superiore, le distanze di isolamento superficiale possono essere
ridotte al valore delle distanze in aria, per esempio 3 mm per
250 Vrms. Il corto circuito pu essere escluso per schede a pi
strati comprendenti almeno 3 strati sottili preimpregnati o
costituiti di altro materiale isolate (vedere EN 60950).

Condizioni per lesclusione del guasto

Osservazioni

Nota

Linee guida di progettazione.


noto che alcune situazioni di pericolo derivano dalla possibilit che uno o pi contatti di sicurezza siano cavallottati a causa o di un ponte o di uninterruzione del comune di manovra (terra) combinata con uno o pi
altri guasti. Nel caso in cui si prelevino informazioni dalla catena delle sicurezze a fini di comando, comando
a distanza, comando dellallarme, ecc., buona norma seguire le raccomandazioni seguenti:
-

costruire schede e circuiti con le distanze conformi alle indicazioni di cui in 3.1 e 3.6 del prospetto H.1;
fare in modo che il conduttore comune sulla scheda con circuiti stampati cui fanno capo le derivazioni
dalla catena delle sicurezze sia tale che il conduttore comune, facente capo ai contattori o ai contattori
ausiliari in conformit a 14.1.2.4, sia interrotto quando si interrompe il conduttore comune sulla scheda
a circuiti stampati;
effettuare sempre unanalisi dei guasti dei circuiti di sicurezza, come indicato in 14.1.2.3 ed in conformit
alla EN 1050. Se sono intervenute modifiche o aggiunte dopo linstallazione dellascensore, si deve effettuare nuovamente unanalisi dei guasti per le nuove apparecchiature e quelle esistenti;
utilizzare sempre resistenze indipendenti (esterne allelemento) come dispositivi di protezione degli elementi di input; la resistenza interna dellelemento non deve essere considerata priva di rischio;
i componenti devono essere usati solo in conformit alle specifiche del costruttore;
tenere conto della tensione inversa proveniente dallapparecchiatura elettronica. In qualche caso i problemi possono essere risolti con circuiti separati galvanicamente;
le installazioni elettriche, nei riguardi della messa a terra, dovrebbero essere conformi ad HD 384.5.54 S1.
In tal caso si pu escludere anche uninterruzione del circuito di terra tra ledificio e lapparecchiatura di
manovra dellascensore.

UNI EN 81-2:1999

Pagina 141 di 154

APPENDICE
(normativa)
J.1

J PROVE DURTO CON IL PENDOLO

Disposizioni generali
Poich non esiste una norma europea per le prove con il pendolo su vetro (vedere
CEN/TC 129), le prove per soddisfare i requisiti di cui in 7.2.3.1, 8.3.2.1 e 8.6.7 devono
essere effettuate in conformit alle prescrizioni di seguito indicate.

J.2

Attrezzatura di prova

J.2.1

Dispositivo durto rigido a pendolo


Il dispositivo durto rigido a pendolo deve essere un corpo conforme alla figura J.1. Esso
deve consistere in un cerchio per lurto costituito da acciaio S 235 JR, in conformit alla
EN 10025 e di un contenitore di acciaio E 295, in conformit alla EN 10025. La massa totale di questo corpo deve essere portata a 10 kg 0,01 kg riempiendolo con pallini di
piombo di diametro 3,5 mm 0,25 mm.

J.2.2

Dispositivo durto morbido a pendolo


Il dispositivo durto morbido a pendolo deve essere un piccolo sacco in cuoio conforme alla figura J.2, riempito con pallini di piombo di diametro 3,5 mm 1 mm per una massa totale di 45 kg 0,5 kg.

J.2.3

Sospensione del dispositivo durto a pendolo


Il dispositivo durto a pendolo deve essere sospeso mediante una fune di acciaio di diametro pari a ~ 3 mm in modo che la distanza orizzontale tra lesterno del dispositivo durto
liberamente sospeso e il pannello da provare sia non maggiore di 15 mm.
La lunghezza del pendolo (tra lestremit inferiore del gancio al punto di riferimento del dispositivo durto) deve essere almeno 1,5 m.

J.2.4

Dispositivo di tiro e sgancio


Il dispositivo durto a pendolo sospeso deve essere allontanato orizzontalmente dal pannello a mezzo di dispositivi di tiro e sgancio e quindi sollevato allaltezza di caduta richiesta in J.4.2 e J.4.3. Al momento dello sgancio, il dispositivo di sgancio non deve aggiungere impulsi al dispositivo durto a pendolo.

J.3

Pannelli
I pannelli delle porte devono essere complete, compresi i loro elementi di guida; il pannello delle pareti deve avere le dimensioni che si intende usare e deve essere fissato mediante gli elementi di fissaggio che si intendono impiegare. I pannelli devono essere fissati
ad un telaio o ad altra idonea costruzione in modo che, durante le prove, non siano possibili deformazioni nei punti di fissaggio (fissaggio rigido).
I pannelli devono essere sottoposti a prova nelle condizioni previste di fornitura (bordi lavorati, fori, ecc.).

J.4

Procedura di prova

J.4.1

Le prove devono essere effettuate a temperatura di 23 C 2 C. I pannelli da sottoporre


a prova, immediatamente prima della prova, devono essere tenuti a detta temperatura almeno per 4 h.

J.4.2

La prova durto a pendolo rigido deve essere effettuata con il dispositivo di cui in J.2.1 da
unaltezza di caduta di 500 mm (vedere figura J.3).

J.4.3

La prova durto a pendolo morbido deve essere effettuata con il dispositivo di cui in J.2.2
da unaltezza di caduta di 700 mm (vedere figura J.3).

UNI EN 81-2:1999

Pagina 142 di 154

J.4.4

Il dispositivo durto a pendolo deve essere portato allaltezza di caduta richiesta e rilasciato.
Esso deve urtare il pannello nel centro della sua larghezza, ad unaltezza di 1,0 m 0,05 m
sopra il livello del pavimento previsto nel luogo di installazione.
Laltezza di caduta la distanza verticale tra i punti di riferimento (vedere figura J.3).

J.4.5

Per ciascuno dei dispositivi di cui in J.2.1 e J.2.2, richiesta una sola prova. Le due prove
devono essere effettuate sullo stesso pannello.

J.5

Interpretazione dei risultati


La prova si intende superata se, dopo la prova, non si verificano:
a) danneggiamento totale della lastra;
b) fessurazioni nella lastra;
c) fori nella lastra;
d) fuoriuscita della lastra dai suoi elementi di guida;
e) deformazione permanente degli elementi di guida;
f) danneggiamenti della superficie del vetro, eccetto un segno di diametro massimo di 2 mm
senza fratture con unulteriore prova positiva con il dispositivo durto morbido a pendolo.

J.6

Resoconto di prova
Il resoconto di prova deve contenere almeno le informazioni seguenti:
a) nome ed indirizzo del laboratorio che ha effettuato le prove;
b) data delle prove;
c) dimensioni e costruzione del pannello;
d) fissaggio del pannello;
e) altezza di caduta durante le prove;
f) numero delle prove effettuate;
g) firma del responsabile delle prove.

J.7

Deroga dalle prove


Non necessario effettuare le prove durto con il pendolo, se i pannelli usati sono conformi ai prospetti J.1 e J.2 in quanto noto che esse superano le prove.
opportuno rilevare che requisiti pi stringenti possono essere fissati dai Regolamenti
Nazionali per gli Edifici.
prospetto

J.1

Lastre di vetro piane per le pareti della cabina


Tipo del vetro

Diametro del cerchio inscritto


massimo 1 m

massimo 2 m

Spessore minimo
(mm)

Spessore minimo
(mm)

Temperato laminato

8
(4 + 4 + 0,76)

10
(5 + 5 + 0,76)

Laminato

10
(5 + 5 + 0,76)

12
(6 + 6 + 0,76)

UNI EN 81-2:1999

Pagina 143 di 154

prospetto

J.2

Lastre di vetro piane per porte scorrevoli orizzontalmente


Tipo di vetro

Temperato laminato

Laminato

Spessore minimo

Larghezza

(mm)

(mm)

Altezza libera
della porta
(m)

Fissaggio delle
lastre di vetro

16
(8 + 8 + 0,76)

da 360 a 720

2,1 max.

2 fissaggi, sopra
e sotto

16
(8 + 8 + 0,76)

da 300 a 720

2,1 max.

3 fissaggi, sopra/sotto
e su un lato

10
(6 + 4 + 0,76)
(5 + 5 + 0,76)

da 300 a 870

2,1 max.

su tutti i lati

I valori di questo prospetto sono validi a condizione che, nel caso di fissaggio su 3 o 4 lati, i profilati siano rigidamente connessi tra loro.

figura

J.1

Dispositivo durto a pendolo rigido


Legenda
1 Anello per urto
2 Punto di riferimento per la misurazione dell'altezza di caduta
3 Attacco per dispositivo di sgancio
Dimensioni in mm

UNI EN 81-2:1999

Pagina 144 di 154

figura

J.2

Dispositivo durto a pendolo morbido


Legenda
1
2
3
4
5

Barra filettata
Punto di riferimento per la misurazione dell'altezza di caduta nel piano di massimo diametro
Sacco di cuoio
Dischi di acciaio
Attacco per il dispositivo di sgancio

Dimensioni in mm

UNI EN 81-2:1999

Pagina 145 di 154

figura

J.3

Altezza di caduta nellattrezzatura di prova


Legenda
1
2
3
4
H

Telaio
Lastra di vetro da provare
Dispositivo per l'urto
Livello del pavimento rispetto alla lastra di vetro da provare
Altezza di caduta

Dimensioni in mm

UNI EN 81-2:1999

Pagina 146 di 154

APPENDICE
(normativa)

K CALCOLO DEI PISTONI, DEI CILINDRI, DELLE TUBAZIONI RIGIDE E ACCESSORI

K.1

Calcolo di resistenza alla pressione

K.1.1

Calcolo dello spessore delle pareti dei pistoni, dei cilindri, delle tubazioni rigide e accessori
figura

K.1

Dimensioni in mm
2,3 1,7 p D
ecyl ----------------------- ---- + e o
2
R p0,2

eo = 1,0 mm per le pareti e per il fondo del cilindro e per le tubazioni


rigide tra cilindro e valvola di blocco (se esistono);
= 0,5 mm per i pistoni e le altre tubazioni rigide;
2,3 = coefficiente per perdite per attrito (1,15) e per punte di pressione (2);
1,7 = coefficiente di sicurezza rispetto al carico unitario di scostamento
dalla proporzionalit.

K.1.2

Calcolo dello spessore del fondo dei cilindri (esempi)


Gli esempi indicati non escludono altre possibili modalit di costruzione.

K.1.2.1

Fondi piatti con gole di scarico


figura

K.2

Dimensioni in mm
Condizioni per lo scarico del giunto saldato:

r1 0,2 s1 e r1 5 mm
u1 1,5 s1
h1 u1 + r1

e 1 0,4 D i

2,3 1,7 p
----------------------------- + e o ;
R p0,2

UNI EN 81-2:1999

D
2,3 1,7 p
u 1 1,3 -----i r 1 ----------------------------- + e o
R p0,2
2

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K.1.2.2

Fondi bombati
figura

K.3

Dimensioni in mm
Condizioni:

h2 3,0 e2
r2 0,15 D
R2 = 0,8 D

2,3 1,7 p D
e 2 ----------------------------- ---- + e o
R p0,2
2

K.1.2.3

Fondi piatti con rialzo fissati mediante saldatura


figura

K.4

Dimensioni in mm
Condizioni:

u3 e3 + r3
e cyl
r3 ------- e r3 8 mm
3

e 3 0,4 D i

K.2

2,3 1,7 p
----------------------------- + e o
R p0,2

Calcolo dei pistoni a carico di punta


Gli esempi indicati non escludono altre configurazioni possibili.
Il calcolo a carico di punta deve essere fatto per la parte con la minore resistenza a carico
di punta.

UNI EN 81-2:1999

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K.2.1

Gruppi cilindro-pistone singoli


figura

K.5

Per n 100:
2

E Jn
F s -----------------------2
2l
47)

47)

Per n < 100:

A
n 2
F s -----n- R m ( R m 210 ) --------2
100

Fs = 1,4 gn [cm (P + Q) + 0,64 Pr + Prh]

Valida per pistoni che si estendono verso lalto.

UNI EN 81-2:1999

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K.2.2

Gruppi cilindro-pistone senza guida esterna, calcolo del pistone


figura

K.6

l = l1 + l2 + l3
l1 = l2 = l3

J
-----1- ; ( J 3 J 2 > J 1 )
J2

(ipotesi semplificativa di calcolo: J3 = J2)

Per e 100:

per 2 sezioni:

E J2
-
F s -----------------------2
2l

= 1,25 - 0,2

per 0,22 < < 0,65

Per e < 100:

= 1,5 - 0,2

per 0,22 < < 0,65

= 0,65 + 0,35

per 0,65 < < 1

48)

d mi
1 + ------dm

per 3 sezioni:

48)

d
l
e = ---- con i e = ------mie
4

A
n 2
F s -----n- R m ( R m 210 ) --------2
100

Fs = 1,4 gn [cm (P + Q) + 0,64 Pr + Prh + Prt]

Valida per pistoni che si estendono verso lalto.

UNI EN 81-2:1999

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K.2.3

Gruppi cilindro-pistone telescopici con guida esterna


figura

K.7

Per n 100:
2

E Jn
F s -----------------------2
2l
49)

49)

Per n < 100:

A
n 2
F s -----n- R m ( R m 210 ) --------2
100

Fs = 1,4 gn [cm (P + Q) + 0,64 Pr + Prh + Prt]

Valida per pistoni che si estendono verso lalto.

UNI EN 81-2:1999

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Simboli:
An
= sezione del pistone da calcolare, in millimetri quadrati, (n = 1, 2, 3);
cm
= coefficiente di taglia;
dm
= diametro esterno del pistone pi grande di un gruppo cilindro-pistone telescopico,
in millimetri;
dmi
= diametro interno del pistone pi grande di un gruppo cilindro-pistone telescopico, in
millimetri;
E
= modulo di elasticit, in newton al millimetro quadrato (per acciaio E = 2,1 105 N/mm2);
eo
= spessore di parete aggiuntivo, in millimetri;
Fs
= carico di punta effettivo applicato, in newton;
gn
= accelerazione di gravit, in metri al secondo quadrato;
ie
= raggio dinerzia equivalente di un gruppo cilindro-pistone telescopico, in millimetri;
in
= raggio dinerzia del pistone da calcolare, in millimetri (n = 1, 2, 3);
Jn
= momento dinerzia dellarea del pistone da calcolare, in millimetri alla quarta
(n = 1, 2, 3);
l
= massima lunghezza dei pistoni soggetti a carico di punta, in millimetri;
p
= pressione statica massima, in megapascal;
P
= somma della massa della cabina vuota e della massa della porzione di cavi flessibili ad essa sospesa, in kilogrammi;
Pr
= massa del pistone da calcolare, in kilogrammi;
Prh
= massa delle apparecchiature disposte sulla testa del pistone, se esistono, in kilogrammi;
Prt
= massa dei pistoni che gravano sul pistone in esame (in caso di pistoni telescopici), in kilogrammi;
Q
= portata (massa) indicata in cabina, in kilogrammi;
Rm
= resistenza a trazione del materiale, in newton al millimetro quadrato;
Rp0,2 = limite convenzionale di elasticit, in newton al millimetro quadrato;
l
e = ---- = coefficiente di snellezza equivalente di un gruppo cilindro-pistone telescopico;
ie
l
n = ---- = coefficiente di snellezza del pistone da calcolare;
in

,
1,4
2

= fattori usati per rappresentare i valori approssimati dati da diagrammi sperimentali;


= coefficiente di sovrappressione;
= coefficiente di sicurezza a carico di punta.

UNI EN 81-2:1999

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APPENDICE
(informativa)

ZA PUNTI DELLA PRESENTE NORMA EUROPEA RIGUARDANTI I REQUISITI


ESSENZIALI O ALTRE DISPOSIZIONI DELLE DIRETTIVE UE
La presente norma stata elaborata nellambito di un mandato conferito al CEN dalla
Commissione Europea e dallAssociazione Europea del Libero Scambio, ed di supporto
ai requisiti essenziali della Direttiva relativa agli ascensori (95/16/CE).
Sono in elaborazione norme che si riferiscono ad applicazioni specifiche (per esempio,
accessibilit per le persone disabili, antivandalo, uso intenso).
AVVERTENZA: Altri requisiti e altre Direttive UE possono essere applicabili al(ai) prodotto(i) che rientra(rientrano) nello scopo e campo di applicazione della presente norma.
I punti della presente norma supportano i requisiti della Direttiva sugli ascensori.
La conformit ai punti della presente norma costituisce un mezzo per soddisfare i requisiti
essenziali specifici della Direttiva in questione e dei regolamenti EFTA associati.
Nota 1

Per quanto riguarda i punti 6.2, 6.3 e 6.4, vedere il punto 0.2.2 della presente norma.

Nota 2

La nota a pi di pagina del punto 5.2.1.2 comporta che linstallazione di ascensori con difese parziali pu essere oggetto di autorizzazione da parte delle Autorit nazionali.

UNI EN 81-2:1999

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PUNTI DI INFORMAZIONE E DIFFUSIONE UNI

Milano (sede)

Via Battistotti Sassi, 11B - 20133 Milano - Tel. 0270024200 - Fax 0270105992
Internet: www.unicei.it - Email: diffusione@uni.unicei.it

Roma

Via delle Colonnelle, 18 - 00186 Roma - Tel. 0669923074 - Fax 066991604


Email: uni.roma@uni1.inet.it

Bari

c/o Tecnopolis CSATA Novus Ortus


Strada Provinciale Casamassima - 70010 Valenzano (BA) - Tel. 0804670301 - Fax 0804670553

Bologna

c/o CERMET
Via A. Moro, 22 - 40068 San Lazzaro di Savena (BO) - Tel. 0516250260 - Fax 0516257650

Brescia

c/o AQM
Via Lithos, 53 - 25086 Rezzato (BS) - Tel. 0302590656 - Fax 0302590659

Cagliari

c/o Centro Servizi Promozionali per le Imprese


Viale Diaz, 221 - 09126 Cagliari - Tel. 070349961 - Fax 07034996306

Catania

c/o C.F.T. SICILIA


Piazza Buonarroti, 22 - 95126 Catania - Tel. 095445977 - Fax 095446707

Firenze

c/o Associazione Industriali Provincia di Firenze


Via Valfonda, 9 - 50123 Firenze - Tel. 0552707268 - Fax 0552707204

Genova

c/o CLP Centro Ligure per la Produttivit


Via Garibaldi, 6 - 16124 Genova - Tel. 0102476389 - Fax 0102704436

La Spezia

c/o La Spezia Euroinformazione, Promozione e Sviluppo


Piazza Europa, 16 - 19124 La Spezia - Tel. 0187728225 - Fax 0187777961

Napoli

c/o Consorzio Napoli Ricerche


Corso Meridionale, 58 - 80143 Napoli - Tel. 0815537106 - Fax 0815537112

Pescara

c/o Azienda Speciale Innovazione Promozione ASIP


Via Conte di Ruvo, 2 - 65127 Pescara - Tel. 08561207 - Fax 08561487

Reggio Calabria

c/o IN.FORM.A. Azienda Speciale della Camera di Commercio


Via T. Campanella, 12 - 89125 Reggio Calabria - Tel. 096527769 - Fax 0965332373

Torino

c/o Centro Estero Camere Commercio Piemontesi


Via Ventimiglia, 165 - 10127 Torino - Tel. 0116700511 - Fax 0116965456

Treviso

c/o Treviso Tecnologia


Via Roma, 4/D - 31020 Lancenigo di Villorba (TV) - Tel. 0422608858 - Fax 0422608866

Udine

c/o CATAS
Via Antica, 14 - 33048 S. Giovanni al Natisone (UD) - Tel. 0432747211 - Fax 0432747250

Vicenza

c/o Associazione Industriali Provincia di Vicenza


Piazza Castello, 2/A - 36100 Vicenza - Tel. 0444232794 - Fax 0444545573

UNI
Ente Nazionale Italiano
di Unificazione
Via Battistotti Sassi, 11B
20133 Milano, Italia

La pubblicazione della presente norma avviene con la partecipazione volontaria dei Soci,
dellIndustria e dei Ministeri.
Riproduzione vietata - Legge 22 aprile 1941 N 633 e successivi aggiornamenti.

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