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10/12/2003
NORMA DI
PROGETTO
SIMBOLOGIA DELLE TOLLERANZE
GEOMETRICHE SUI DISEGNI TECNICI
E DEI RIFERIMENTI E SISTEMI DI
RIFERIMENTO UTILIZZATI
1/45
REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
IN CASO DI STAMPA LA COPIA E DA RITENERSI NON CONTROLLATA, PERTANTO, E NECESSARIO VERIFICARE LAGGIORNAMENTO NELLAPPOSITO SITO WEB
1
SUPERVISORE : GIOVANNINI Livio P.P.E. Metodologie Tel. 37715
GESTORE : BABBONE Carmine M.S.P. Elasis S.C.p.A. Tel. +39 081 9695096
FINALIT DELLA NORMA
Definire la simbologia e le indicazioni relative allindicazione sui disegni tecnici delle tolleranze di forma,
orientamento, posizione e oscillazione. Dare inoltre le definizioni di tali tolleranze geometriche.
= Gen. 87 Edizione 3 -- Completamente ristrutturata (era Ed. 2) (AF)
= 10/12/03 Edizione 4 -- Accorpato nella presente norma la 01376/05 . (FD)
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SOMMARIO
1. CONDIZIONI GENERALI pag. 2
2. PROPORZIONAMENTO 2
3. SEGNI GRAFICI 3
4. RIQUADRO DELLE TOLLERANZE 4
5. ELEMENTI CON INDICAZIONE DI TOLLERANZA 6
6. ZONE DI TOLLERANZA 7
7. INDICAZIONE DEI RIFERIMENTI E DEI SISTEMI DI RIFERIMENTI 8
8. PRESCRIZIONI RESTRITTIVE 11
9. DETERMINAZIONE DEI RIFERIMENTI 12
10. APPLICAZIONE DEI RIFERIMENTI 14
11. RIFERIMENTI PARZIALI 16
12. SISTEMA DI RIFERIMENTI IN TRE PIANI 20
13. GRUPPI DI ELEMENTI FORMANTI DEI RIFERIMENTI 21
14. DIMENSIONI TEORICAMENTE ESATTE 22
15. ZONA DI TOLLERANZA PROIETTATA 22
16. CONDIZIONE DI MASSIMO MATERIALE 23
17. DEFINIZIONI DELLE TOLLERANZE 23
18. DEFINIZIONI DETTAGLIATE DELLE TOLLERANZE 24
Appendice nazionale 41
1
CONDIZIONI GENERALI
1.1
Le scritture associate ai segni grafici devono essere conformi alle regole della Norma 07264 .
1.2
Si raccomanda che, su uno stesso disegno, laltezza, la grossezza dei tratti e il tipo di scrittura associato
ai segni grafici siano uguali a quelli utilizzati per la quotatura e le altre indicazioni sul disegno
2
PROPORZIONAMENTO
Esempi di segni e riquadri da utilizzare sono illustrati nei Prospetti I e II .
Le configurazioni sono tracciate su una griglia avente una luce uguale alla grossezza di linea.
La forma dei caratteri inscritti non sempre indicata; in ogni caso essa deve seguire le indicazioni della
Norma 07264 .
E inteso che :
-- i riquadri devono sempre avere forma quadrata o rettangolare ;
-- i segni grafici per lindicazione delle tolleranze ed i segni grafici aggiuntivi devono essere tracciati sempre
conformemente ai Prospetti di pag. 3 .
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
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3
SEGNI GRAFICI
Prospetto I --- Segni grafici per caratteristiche oggetto di tolleranze
Elementi e tolleranze Caratteristica oggetto di tolleranza Segno grafico Riferimento
Rettilineit 19.1
Elementi
Planarit 19.2
Elementi
singoli
Tolleranze
Circolarit 19.3
Tolleranze
di forma
Cilindricit 19.4
Elementi
singoli od
Forma di una linea qualunque 19.5
singoli od
associati
Forma di una superficie qualunque 19.6
Parallelismo 19.7
Tolleranze di
orientamento
Perpendicolarit 19.8
Inclinazione 19.9
Elementi
Localizzazione 19.10
Elementi
associati Tolleranze di
posizione
Concentricit e coassialit 19.11
p
Simmetria 19.12
Tolleranze di
Oscillazione circolare 19.13
Tolleranze di
oscillazione
Oscillazione totale 19.14
Prospetto II --- Segni grafici complementari
Descrizione Segno grafico Riferimento
Indicazione di elemento
diretta 5
Indicazione di elemento
con tolleranza
mediante lettera
A
6.4
Indicazione dellelemento
diretta
7
Indicazione dell elemento
di riferimento
mediante lettera
A A
7
Riferimento parziale
!2
A1
UNI ISO
5459
Dimensione teoricamente esatta
50
15
Zona di tolleranza proiettata P 16
Condizione di massimo materiale M 17
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RIQUADRO DELLE TOLLERANZE
4.1
Le indicazioni necessarie sulle tolleranze devono essere inscritte in un riquadro rettangolare diviso in due
o pi caselle (fig. 1, 2 e 3). Queste caselle contengono, da sinistra a destra, nellordine seguente:
--- il segno grafico della caratteristica oggetto di tolleranza;
--- il valore della tolleranza nellunit di misura usata per le dimensioni lineari. Questo valore preceduto
dal segno ! se la zona di tolleranza circolare o cilindrica;
--- se necessario, la o le lettere che individuano lelemento o gli elementi di riferimento (vedere 2 e 3).
Fig. 1
!
0,1 0,1 A B C 0,1 A
Fig. 2 Fig. 3
4.2
Le eventuali annotazioni relative alla tolleranza, per esempio 6 fori, 4 superficie o 6 x devono essere
scritte sopra il riquadro (vedere fig. 4 e 5).
6 fori 6 x
! ! 0,1 0,1
Fig. 4 Fig. 5
4.3
Le indicazioni che caratterizzano la forma dellelemento allinterno della tolleranza devono essere riporta-
te vicino al riquadro e possono essere unite allo stesso mediante una linea di richiamo (vedere fig. 6 e
7).
non convesso
0,3 0,1 A
non convesso
Fig. 6 Fig. 7
4.4
Se necessarioprescrivere pidi una tolleranza geometrica su unostesso elemento, le indicazioni rela-
tive devono essere riportate in riquadri sovrapposti come indicato in fig. 8 .
0,01
0,06 B
Fig. 8
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PROSPETTO III --- Caratteri tipo A
(ved. Norma 01301)
CARATTERISTICA DIMENSIONI RACCOMANDATE
Altezza del riquadro H* (mm) 7 10 14 20 28 40
Altezza dei caratteri h* (mm) 3,5 5 7 10 14 20
Diametro D** (mm) 14 20 28 40 56 80
Grossezza di linea d (mm) 0,25 0,35 0,5 0,7 1 1,4
PROSPETTO IV --- Caratteri tipo B
(ved. Norma 01301)
CARATTERISTICA DIMENSIONI RACCOMANDATE
Altezza del riquadro H* (mm) 5 7 10 14 20 28 40
Altezza dei caratteri h* (mm) 2,5 3,5 5 7 10 14 20
Diametro D** (mm) 10 14 20 28 40 56 80
Grossezza di linea d (mm) 0,25 0,35 0,5 0,7 1 1,4 2
* Se occorre inscrivere una tolleranza aggiuntiva in un riquadro inferiore (ved. norma 01376), aumentare
questa altezza in funzione delle altezze delle iscrizioni.
** Si riferisce al diametro del riferimento parziale (UNI ISO 5459) nel Prospetto II
Le larghezze raccomandate dei riquadri sono le seguenti:
--- prima casella, uguale allaltezza del riquadro H;
--- seconda casella, secondo la lunghezza delle iscrizioni;
--- terza e susseguenti caselle, se richieste, secondo la larghezza della lettera (o delle lettere) di riferi-
mento.
Linterspaziotra i tratti verticali delle caselle e le iscrizioni non deve essere minore di due volte la grossez-
za di linea e, in ogni caso, non minore di 0,7 mm.
N.B. : i valori raccomandati nei Prospetti III eIVsonodautilizzaresoloincasodi inserimentotolleranze
su disegni cartacei o per lutilizzo di cad non codificati .
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ELEMENTI CON INDICAZIONE DI TOLLERANZA
Il riquadro viene unito allelemento oggetto di tolleranza con una linea di richiamo terminante con unafrec-
cia:
--- sul contorno dellelemento o su una linea di prolungamento del contorno (ma chiaramente staccata
dalla linea di misura) quando la tolleranza si applica ad una linea o ad una superficie (ved. fig. 9 e 10)
:
Fig. 9
Fig. 10
--- sul prolungamento della linea di misura, quando la tolleranza si applica allasse o al piano mediano
della parte quotata (ved. fig. da 11 a 13):
Fig. 11 Fig. 12
Fig. 13
--- sullasse quando la tolleranza si applica allasse o al piano mediano di tutti gli elementi che hanno in
comune quellasse o piano mediano (ved. fig. da 14 a 16):
Fig. 14 Fig. 15 Fig. 16
NOTA: Lapplicazione di una tolleranza al contorno di un cilindro o al suo asse oppure allelemento sim-
metrico o al suo piano di simmetria, dipende dalle esigenze funzionali.
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
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ZONE DI TOLLERANZA
6.1
Lampiezza della zona di tolleranza nella direzione indicata dalla freccia della linea di richiamo che uni-
sce il riquadro allelemento affetto da tolleranza, salvo il caso in cui il valore della tolleranza preceduto
dal segno ! (vedere fig. 17 e 18).
0,1
A
A
A
0,1 A
Fig. 17 Fig. 18
6.2
In generale, la direzione della zona di tolleranza perpendicolare alla geometria specifica dellelemento
affetto da tolleranza (vedere fig. 19 e 20).
0,1 A
A
Fig. 19
Fig. 20
6.3
Quando si desidera prescrivere una direzione diversa da quella perpendicolare alla geometria speci ---
fica dellelemento, tale direzione deve essere indicata (vedere fig. 21 e 22).
0,1 A
A
"
"
Fig. 21 Fig. 22
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6.4
Zone di tolleranze singole, aventi lo stesso valore, applicate a pi elementi separati, possono essere
indicate come illustrate dalle fig. 23 e 24 .
3 x A
A
A
A
0,1
0,1
Fig. 23
Fig. 24
6.5
Quandoin una stessa zona di tolleranza devono rientrare pi elementi separati, lindicazione a disegnodeve
essere completata con le parole zona comune riportata sopra il riquadro (vedere fig. 25 e 26).
zona comune
A A A
0,1
0,1
3 x A
zona comune
Fig. 25 Fig. 26
7
INDICAZIONE DEI RIFERIMENTI E DEI SISTEMI DI RIFERIMENTI
7.1
Simboli dei riferimenti
7.1.1
Triangolo del riferimento
I riferimenti sono indicati da una linea continua che termina con un triangolo pieno o vuoto (vedere fig. 27).
7.1.2
Lettera di riferimento
Per lidentificazione di un riferimento, una lettera maiuscola inscritta in un riquadro unito al triangolo
del riferimento (vedere fig. 28).
Se il riquadro di tolleranza pu essere unito, in maniera semplice e chiara, al riferimento da una linea
continua, la lettera per il riferimento pu essere omessa (vedere ISO 1101).
A A
Fig. 27
Fig. 28
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7.2
Riferimento e sistemi di riferimenti, indicati nel riquadro di tolleranza
Un riferimento pu essere stabilito da uno o pi elementi. I metodi seguenti devono utilizzarsi secondo
lapplicazione.
7.2.1
Riferimento costituito da un unico elemento
Allorch il riferimento costituito da un unico elemento, esso indicato da una sola lettera nella terza
casella del riquadro di tolleranza (vedere fig. 29).
! 0,1 A
Fig. 29
7.2.2
Riferimento comune costituito da due elementi
Allorch il riferimento comune costituito da due elementi, esso indicato da due lettere separate da
un tratto dunione nella terza casella del riquadro di tolleranza (vedere fig. 30 e 31).
!0,01 A --- B
! 0,025 A --- B ! 0,05 A --- B B
! 0,01 A --- B
A
Fig. 30
Fig. 31
Sistema di riferimento costituito da due o pi elementi
Allorch un sistema di riferimenti costituito da due o pi elementi, cio da riferimenti multipli, le loro
lettere di riferimento sono indicate nella terza e nelle successive caselle del riquadro di tolleranza rispet-
tando lordine dei riferimenti (vedere fig. da 32 a 36).
A B C
Riferimento terziario
Riferimento secondario
Riferimento primario
Fig. 32
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! 0,1 A B
B
A A
B
! 0,1 B A
Indicazione sul disegno
Fig. 33 Fig. 34
Lordine dei riferimenti ha unimportanza considerevole sul risultato ottenuto.
Risultati
B
A A
B
90# 90#
A = Riferimento primario
B = Riferimento secondario
A = Riferimento primario
B = Riferimento secondario
Fig. 35
Esempio
C
A
B
90#
60#
0,075
0,025
! 0,125
M C
A
B M
M M
M M M B A C
2 fori
Fig. 36
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
11
8
PRESCRIZIONI RESTRITTIVE
8.1
Se la tolleranza si applica ad una determinata lunghezza limitata, non definita come posizione, il valore
di questa lunghezza deve essere aggiunto al valore della tolleranza separato da un tratto obliquo.
Nel caso di una superficie deve essere utilizzata la stessa indicazione. Ci significa che la tolleranza si
applica, per la lunghezza specificata, in qualsiasi posizione ed in qualsiasi direzione (vedere fig. 37) .
B 0,01/100
Fig. 37
8.2
Se oltre alla tolleranza su tutto lelemento si desidera prescrivere una tolleranza dello stesso tipo, ma
pi restrittiva su una lunghezza limitata, questultima deve essere indicata sotto la prima come illustrato
in fig. 38 .
0,1
0,05/200
A
Fig. 38
8.3
Se la tolleranza deve essere applicata solo su una parte definita del pezzo, questa deve essere quotata
come precisato in fig. 39 .
0,1
Fig. 39
8.4
Se si desidera come riferimento solo una parte dellelemento di riferimento, deve essere indicato come
illustrato dalla fig. 40 .
0,1
Fig. 40
8.5
Le limitazioni sulla forma dellelemento allinterno della tolleranza sono descritte in 4.3 .
8.6
Riferimento parziale
Punto, linea o zona limitata sul pezzo da fabbricare, che deve essere utilizzato in rapporto ai mezzi di
fabbricazione e di controllo, allo scopo di definire i riferimenti richiesti e per soddisfare le necessit
funzionali. Una descrizione dettagliata riportata al 12 di pag. 18 .
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
Orientamenti
limite
Elemento di riferimemto
Riferimento
A
Elemento di
riferimento simulato
"
"
Fig. 42
12
8.7
Elemento di riferimento simulato
Superficie reale, di forma adeguata e sufficientemente precisa (pianodi riscontro, blocchetto, mandrino,
ecc.), in contatto con lelemento (o gli elementi) di riferimento e utilizzata per stabilire il riferimento (o
i riferimenti)
NOTA: Gli elementi di riferimento simulati sono impiegati come la materializzazione pratica dei riferi-
menti, durante la fabbricazione ed il controllo.
9
DETERMINAZIONE DEI RIFERIMENTI
Gli elementi scelti come riferimenti possiedonodelle irregolarit intrinseche, risultanti dai processi di fab-
bricazione. Possono assumere la forma di deviazioni convesse, concave o coniche. I metodi seguenti
sono degli esempi per la determinazione dei riferimenti.
9.1
Riferimento costituito da una linea retta o da un piano
Lelemento di riferimento deve essere disposto in maniera tale che la distanza massima tra questo e
lelemento di riferimento simulato sia la minore possibile. Se lappoggio dellelemento di riferimento in
questione sulla superficie di contatto non stabile, occorre mettere tra di essi, alla distanza pi conve-
niente, degli appropriati sopporti. Per le linee, si utilizzerannodue sopporti (vedere fig. 41) e per le super-
fici piane, tre sopporti.
Sopporti
Elemento di riferimento
Riferimento Elemento di riferimento simulato =Superficie in contatto
A
Fig. 41
9.2
Riferimento costituito dallasse di un cilindro
Il riferimento lasse del cilindro pi grande inscritto in un foro, o del cilindro pi piccolo circoscritto ad
un albero, posizionato in modo che sia uguale, per qualunque movimento possibile del cilindro stesso
in qualsiasi direzione (vedere fig. 42).
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
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9.3
Riferimento costituito dallasse comune o dal piano mediano comune
Nellesempio dato nella fig. 3, il riferimento lasse comune dei due pi piccoli cilindri coassiali e circo---
scritti.
Elemento di riferimento
Riferimento
Elemento di riferimento simulato = Superficie in contatto
Fig. 43
A B
9.4
Riferimenti costituiti dallasse di un cilindro perpendicolare ad un piano
Il riferimento A il piano rappresentato dalla superficie piana in contatto.
Il riferimento B lasse del pi grande cilindro inscritto, perpendicolare al riferimento A (vedere fig. 44).
Elemento di riferimento A
Riferimento A Elementi di riferimento simulato = Superficie in contatto
A
B
!X A B
Riferimento B
Elemento di riferimento B
90
#
Fig. 44
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10
APPLICAZIONE DEI RIFERIMENTI
I riferimenti ed i sistemi di riferimento servono di base per la determinazione delle relazioni geometriche
che esistono tra gli elementi. La qualit degli elementi di riferimento e degli elementi di riferimento simu-
lato deve essere adeguata alle esigenze funzionali.
Nel prospetto seguente (fig. da 45 a 65) sono illustrati:
--- lindicazione dei riferimenti sui disegni tecnici;
--- gli elementi di riferimento;
--- come vengono stabiliti i riferimenti mediante elementi di riferimento simulato.
Esempi
Riferimenti Elementi di riferimento Determinazione dei riferimenti
A
Riferimento --- Punto
Centro di una sfera
Fig. 45
Superficie reale
Fig. 46
Riferi-
mento
=centro
della sfera
minima
circoscritta
Elemento di riferi-
mento simulato = 4
punti di contatto (che
rappresentano la sfera
minima circoscritta su
di un prisma)
Fig. 47
A
Centro di un cerchio
Fig. 48
Profilo reale
del cerchio
Fig. 49
Elemento di riferimento
simulato = cerchio
massimo inscritto
Riferimento =
centro del cerchio
massimo inscritto
Fig. 50
A
Centro di un cerchio
Fig. 51
Profilo
reale del
cerchio
Fig. 52
Elemento di riferi-
mento simulato =
cerchio minimo
circoscritto
Riferimento =
centro del cerchio
minimo circoscritto
Fig. 53
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Riferimenti Elementi di riferimento Determinazione dei riferimenti
A
Riferimento --- Linea
Asse di un foro
Fig. 54
Superficiereale
Fig. 55
Elemento di riferimento
simulato = cilindro mas-
simo inscritto
Riferimento = asse del cilindro
massimo inscritto
Fig. 56
B
Asse di un albero
Fig. 57
Superficie reale
Fig. 58
Elemento di riferimento simulato
= cilindro minimo circoscritto
Riferimento = asse del
cilindro minimo circoscritto
Fig. 59
A
Riferimento --- Piano
Superficie di un pezzo
Fig. 60
Superficie reale
Fig. 61
Riferimento = piano realizzato
mediante piano di riscontro
Elemento di riferimento
simulato = superficie del
piano di riscontro
Fig. 62
B
Piano mediano
Piano mediano delle due
superfici di un pezzo
Fig. 63
Superficie
reale
Fig. 64
Elemento di riferimento
simulato = superfici
piane in contatto
Riferimento = piano mediano delle
due superfici piane in contatto
Fig. 65
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11
RIFERIMENTI PARZIALI
Se trattasi di una superficie, lelemento di riferimento pudifferire inmaniera moltosignificativa dalla sua
forma ideale. Cos lassunzione di una superficie intera come elemento di riferimento, pu dare luogo
a delle variazioni o allimpossibilit di ripetere le misure prese a partire da questo (vedere fig. 66 e 67).
C
A B
! 0,01
C
A
B ! 0,02 A
Fig. 66
C
A B
Fig. 67
Pu dunque essere necessario introdurre dei riferimenti parziali.
Prima di specificare i riferimenti parziali, necessario esaminare se il funzionamento del pezzo non
influenzato dalla scelta di riferimenti consistenti in riferimenti parziali in luogo dellintera superficie.
A tale riguardo occorre tenere conto di possibili scostamenti a partire dalla forma geometrica e dalle
posizioni ideali.
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11.1
Segni grafici di riferimenti parziali
Per indicare i riferimenti parziali su un disegno, si utilizzano i seguenti segni grafici.
11.1.1
Quadrante dei riferimenti parziali
I riferimenti parziali sono indicati da un quadrante diviso in due caselle da una linea orizzontale (vedere
fig. 68).
La casella inferiore riservata aduna lettera e aduna cifra. La lettera rappresenta lelemento di riferimen-
to e la cifra il numero di riferimento parziale.
La casella superiore riservata alle informazioni complementari, quali le dimensioni della zona del riferi-
mento parziale.
Se non vi spazio sufficiente nella casella, linformazione pu essere messa al di fuori del quadrante
ed unita alla casella appropriata mediante una linea continua (vedere fig. 68).
20 x 20
A 1 B 2
! 5
Fig. 68
Il quadrante dei riferimenti parziali collegato al segno grafico del riferimento parziale mediante una
linea continua, terminante con una freccia.
11.1.2
Riferimenti parziali
Se il riferimento parziale :
--- un punto, esso indicato da una croce: (vedere esempio di fig. 69)
--- una linea, esso indicato da due croci unite
da un tratto fine continuo: (vedere esempio di fig. 70)
--- una zona, esso indicato da una zona tratteggiata
delimitata da un tratto misto fine a due punti: (vedere esempio di fig. 71)
I segni grafici devono essere messi nella vista del disegno che evidenzia pi chiaramente la superficie
interessata (vedere fig. 42 e 43). Le posizioni dei riferimenti parziali possono essere quotate sulla vista
pi appropriata, preferibilmente in una vista intera.
Esempi
= Punto di riferimento parziale
A 1
= Zona di riferimentoparziale
! 4
A 1
Fig. 69 Fig. 70
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A 1
! 4
B
C 1
A 2
C
A
A 3
B 1
B 2
!0,05
! 0,1 A B C
A
! 4
Interpretazione
Riferimenti parziali A1, A2 e A3 che stabiliscono il riferimento A.
Riferimenti parziali B1 e B2 che stabiliscono il riferimento B.
Riferimento parziale C1 che stabilisce il riferimento C.
Fig. 72
18
= Linea di riferimento parziale
Linea di riferimento
parziale
A 1
Linea di riferimento
parziale
Fig. 71
11.2
Applicazione dei riferimenti parziali
Esempio 1
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Esempio 2
Interpretazione
Riferimenti parziali A1, A2 e A3 che stabiliscono il riferimento A.
Riferimenti parziali B1 e B2 che stabiliscono il riferimento B.
Riferimento parziale C1 che stabilisce il riferimento C.
A 1
B
C 1
A 2
C
A
A 3
B 1
B 2
!0,6 A B C M
! 5
! 5
! 5
Le linee di riferi-
mento devono
essere disegnate
Fig. 73
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
20
12
SISTEMA DI RIFERIMENTI IN TRE PIANI
In genere, si ha bisogno di uno o pi riferimenti per le tolleranze dorientamento; tuttavia, le relazioni di
posizione richiedono sovente un sistema di riferimenti in tre piani, perpendicolari tra di loro. Pu essere
necessario fissare lordine di priorit di tali piani. Questi piani possono essere considerati come indicato
nella fig. 74 .
primario
Piano di riferimento secondario
terziario
90#
Piano di
riferimento
terziario
Piano di riferimento secondario
Piano di
riferimento
primario
90#
90#
Fig. 74
Nel caso in cui sono necessari dei riferimenti parziali, nel sistema di riferimenti in tre piani, essi possono
essere applicati come di seguito indicato:
riferimento primario = 3 riferimenti parziali (punti o zone),
oppure
riferimento secondario = 2 riferimenti parziali (punti o zone),
oppure
riferimento terziario = 1 riferimento parziale (punto o zona).
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
21
13
GRUPPI DI ELEMENTI FORMANTI DEI RIFERIMENTI
Se si ha la necessit che la posizione effettiva di un gruppo di elementi (fori) sia il riferimento per un altro
elemento od un altro gruppo di elementi, si pu indicare questa condizione sul disegno come in fig. 75
con il triangolo di identificazione del riferimento, unito al riquadro di tolleranza.
A
B
Gruppo di 3 fori
Primo gruppo di fori
! 0,05
M D C M
B M A D
4 fori
D
0,2 A
C
Secondo gruppo di fori
! 0,15
M D ! 0,05
3 fori
Fig. 75
Il primo gruppo di 4 fori forma il riferimento C.
In questo esempio, il secondo gruppo di tre fori richiede una tolleranza di localizzazione tra i medesimi,
minore della tolleranza di localizzazione dellintero gruppo in rapporto al riferimento C.
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p
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A
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Pag.
Modif.
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
22
14
DIMENSIONI TEORICAMENTE ESATTE
Se sono prescritte tolleranze di localizzazione, di forma qualunque o di inclinazione per un elemento,
le dimensioni che determinano in modo teoricamente esatto la posizione, il profilo o linclinazione non
devono essere oggetto di tolleranza.
Queste quote devono essere indicate in un riquadro, per esempio 30 . Le dimensioni effettive
corrispondenti sono limitate solamente dalle tolleranze di localizzazione, di forma qualunque o di
inclinazione, prescritte nellapposito riquadro (vedere fig. 76 e 77).
8 x ! 15 H7
A
0,1 A
A
60#
!0,1
A B
B
15 30 30 30
3
0
1
5
Fig. 76
Fig. 77
15
ZONA DI TOLLERANZA PROIETTATA
In alcuni casi le tolleranze di orientamento e di posizione non sono prescritte sullelemento stesso, ma
sulla sua proiezione esterna. Tali zone di tolleranza proiettate devono essere indicate conil simbolo
P
(vedere fig. 478).
8 x ! 25 H7
!0,02 B A
4
0
B A
225
P
P
Fig. 78
Pag.
Modif.
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ --- NORMAZIONE
23
16
CONDIZIONE DI MASSIMO MATERIALE
La prescrizione che il valore della tolleranza riferito alla condizione di massimo materiale deve essere
indicata nel riquadro con il simbolo
M
posto dopo:
--- il valore della tolleranza (vedere fig. 79);
--- la lettera dellelemento di riferimento (vedere fig. 80);
--- luno e laltra (vedere fig. 81),
secondo che la condizione di massimo materiale si applichi rispettivamente allelemento affetto da tolleran-
za, allelemento di riferimento o ad entrambi.
! 0,04
! 0,04 A
A A
! 0,04
M
M M M
Fig. 79 Fig. 80 Fig. 81
17
DEFINIZIONI DELLE TOLLERANZE
17.1
Le diverse tolleranze geometriche sonodefinite conle lorozone di tolleranze nelle pagine seguenti. Tutte
le figure considerano solo quegli errori relativi alle tolleranze oggetto della definizione.
17.2
Se per esigenze funzionali occorre definire la precisione geometrica di un elemento, si prescriver su
una o pi caratteristiche di tale elemento la tolleranza relativa. Se la precisione geometrica di unelemen-
to definita mediante un certotipo di tolleranza, altri difetti di questo elementoin alcuni casi sonoconse-
guentemente limitati (per esempio: la rettilineit limitata dalla tolleranza di parallelismo). quindi rara-
mente necessario simboleggiare tutte queste caratteristiche, essendo i relativi errori inclusi nella zona
di tolleranza definita esplicitamente dal disegno.
Al contrario, certi altri tipi di tolleranze non limitano altri difetti (per esempio: la tolleranza di rettilineit
non limita gli errori di parallelismo).
17.3
Per alcune zone di tolleranza (per esempio, per la rettilineit di una linea od asse in una sola direzione)
esistono due possibili metodi di rappresentazione grafica:
--- mediante due piani paralleli tra di loro (fig. 82);
--- mediante due rette parallele tra di loro (fig. 83).
La fig. 82 mostra una rappresentazione tridimensionale, la fig. 83 la sua proiezione su di un piano.
tt
Fig. 82 Fig. 83
Nonesiste nessuna differenza di significatotra queste due rappresentazioni grafiche (una tale tolleranza
limita tutti gli errori ad eccezione di quelli in direzione perpendicolare alla direzione della freccia). In que-
sta norma di regola usato il metodo pi semplice cio quello della fig. 83 .
0
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
18
DEFINIZIONI DETTAGLIATE DELLE TOLLERANZE
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza Indicazione ed interpretazione
18.1 Tolleranza di rettilineit
La zona di tolleranza limitata da due rette paral-
lele distanti t, se la tolleranza prescritta in un
solo piano.
t
Fig. 84
Ogni linea della superficie superiore
parallela al piano di proiezione nel
quale viene indicata la prescrizione,
deve essere compresa tra due rette
parallele distanti 0,1 mm.
0,1
Fig. 85
Ogni parte della generatrice del
cilindro, avente lunghezza di 200
mm, deve essere compresa tra due
rette parallele distanti 0,1 mm in un
piano contenente lasse.
0,1/200
Fig. 86
La zona di tolleranza limitata da un pa-
rallelepipedo di sezione t
1
x t
2
, se la tol-
leranza prescritta in due piani perpen-
dicolari tra di loro.
t
1
t
2
Fig. 87
Lasse della barra deve essere
compreso in un parallelepipedo
avente larghezza di 0,1 mm nel
piano verticale e di 0,2 mm nel
piano orizzontale.
0,1
0,2
Fig. 88
La zona di tolleranza limitata da un cilin-
dro di diametro t, se il valore della tolleran-
za preceduto dal segno !.
!
t
Fig. 89
Lasse del cilindro a cui il riquadro
della tolleranza collegato deve
essere compreso in una zona
cilindrica avente diametro di
0,08 mm.
0,08
Fig. 90
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Z
Z
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.2 Tolleranza di planarit
La zona di tolleranza limitata da due
piani paralleli distanti t.
t
Fig. 91
La superficie considerata deve
essere compresa tra due piani
paralleli distanti 0,08 mm.
0,08
Fig. 92
18.3 Tolleranza di circolarit
La zona di tolleranza, nel piano conside-
rato, limitata da due cerchi concentrici
distanti t.
t
Fig. 93
La circonferenza di ciascuna
sezione trasversale retta deve
essere compresa tra due cir-
conferenze complanari e con-
centriche distanti 0,03 mm.
0,03
Fig. 94
La circonferenza di ciascuna
sezione trasversale retta deve
essere compresa tra due cir-
conferenze complanari e con-
centriche distanti 0,1 mm.
0,1
Fig. 95
18.4 Tolleranza di cilindricit
La zona di tolleranza limitata da due
cilindri coassiali distanti t.
t
Fig. 96
La superficie considerata deve
essere compresa tra due cilin-
dri coassiali distanti 0,1 mm.
0,1
Fig. 97
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Z
Z
A
Z
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.5 Tolleranza di forma di una linea qualunque
La zona di tolleranza limitata da due linee
di inviluppo dei cerchi di diametro t, i cui
centri sono situati su una linea avente
la forma geometrica corretta.
t !
Fig. 98
In ogni sezione parallela al piano di
proiezione il profilo considerato deve
essere compreso entro due linee di
inviluppo dei cerchi con diametro di
0,04 mm i cui centri sono situati su
una linea avente il profilo geometrico
corretto.
0,04
Fig. 99
18.6 Tolleranza di forma di una superficie qualunque
La zona di tolleranza limitata da due
superfici di inviluppo delle sfere di dia-
metro t, i cui centri sono situati su una
superficie avente la forma geometrica
corretta.
Sfera ! t
Fig. 100
La superficie considerata deve
essere compresa tra due superfi-
ci di inviluppo delle sfere con dia-
metro di 0,02 mm i cui centri
sono situati su una superficie
avente la forma geometrica cor-
retta.
0,02
Fig. 101
R
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A
L
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Z
Z
A
Z
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.7 Tolleranza di parallelismo
18.7.1 Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad una retta di riferimento
t
La zona di tolleranza proiettata in
un piano limitata da due rette pa-
rallele distanti t e parallele alla retta
di riferimento, se la tolleranza
prescritta in un solo piano. Fig. 102
Lasse con tolleranza deve essere
compreso tra due rette distanti 0,1
mm, parallele allasse di riferimento
A e poste nel piano verticale (vedere
fig. 73 o 74).
0,1 A
A
Fig. 103
0,1 A
A
Fig. 104
t
Fig. 105
Lasse con tolleranza deve essere
compreso tra due rette distanti 0,1
mm, parallele allasse di riferimento A
e poste nel piano orizzontale.
0,1 A
A
Fig. 106
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A
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.7.1 Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad una retta di riferimento (fine)
t
1
t
2
La zona di tolleranza limitata da un
parallelepipedo di sezione t
1
x t
2
e
parallelo alla retta di riferimento, se la
tolleranza prescritta in due piani
perpendicolari tra di loro.
Fig. 107
Lasse con tolleranza deve es-
sere compreso in un parallelepi-
pedo avente larghezza di 0,2
mm nella direzione orizzontale e
di 0,1 mm nella direzione
verticale, parallelo allasse di
riferimento A (vedere fig. 78 o
79).
0,2 A
A
0,1 A
Fig. 108
0,2 A
A
0,1 A
Fig. 109
La zona di tolleranza limitata da un
cilindro di diametro t parallelo alla ret-
ta di riferimento, se il valore della tolle-
ranza preceduto dal segno !.
!
t
Fig. 110
Lasse con tolleranza deve es-
sere compreso in una zona ci-
lindrica avente diametro di 0,03
mm, parallela allasse di riferi-
mento A (retta di riferimento).
0,03 A
A
Fig. 111
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
R
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Indicazione ed interpretazione (seguito) Definizione della zona di tolleranza (seguito)
18.7.2 Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad una superficie di riferimento
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli
distanti t e paralleli alla
superficie di riferimento.
t
Fig. 112
Lasse del foro deve essere
compreso tra due piani distanti
0,01 mm e paralleli alla superfi-
cie B di riferimento.
0,01 B
B
Fig. 113
18.7.3 Tolleranza di parallelismo di una superficie rispetto ad una retta di riferimento
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli distanti t e pa-
ralleli alla retta di riferimento.
t
Fig. 114
La superficie con tolleranza
deve essere compresa tra due
piani distanti 0,1 mm e paralleli
allasse C del foro.
0,1 C C
Fig. 115
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CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.7.4 Tolleranza di parallelismo di una superficie rispetto ad una superficie di riferimento
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli distanti t e paralleli
alla superficie di riferimento.
t
Fig. 116
La superficie con tolleranza deve es-
sere compresa fra due piani paralleli
distanti 0,01 mm e paralleli alla superfi-
cie di riferimento D.
0,01 D
D
Fig. 117
Tutti i punti della superficie con toller-
anza presi in una posizione qualsiasi
su una lunghezza di 100 mm, devono
essere compresi fra due
piani distanti 0,01 mm e paralleli
alla superficie di riferimento A.
0,01/100 A
A
Fig. 118
18.8 Tolleranza di perpendicolarit
18.8.1 Tolleranza di perpendicolarit di una linea rispetto ad una retta di riferimento
La zona di tolleranza quando proietta-
ta su un piano limitata da due rette
parallele distanti t e perpendicolari alla
retta di riferimento.
t
Fig. 119
Lasse del foro obliquo deve
essere compreso tra due piani
paralleli distanti 0,06 mm e
perpendicolari allasse (retta di
riferimento) del foro orizzontale A.
0,06 A
A
Fig. 120
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.8.2 Tolleranza di perpendicolarit di una linea rispetto ad una superficie di riferimento
La zona di tolleranza quando pro-
iettata su un piano limitata da due
rette parallele distanti t e perpendico-
lari al piano di riferimento, se la toller-
anza
prescritta in un solo piano.
t
Fig. 121
Lasse del cilindro, a cui
il riquadro della tolleran-
za unito, deve essere
compreso fra due piani
paralleli distanti 0,1 mm
e perpendicolari alla su-
perficie di riferimento.
0,1
Fig. 122
La zona di tolleranza limitata da
un parallelepipedo di sezione t
1
x
t
2
perpendicolare al piano di riferi-
mento, se la
tolleranza prescritta in due
direzioni perpendicolari tra di loro.
t
2 t
1
Fig. 123
Lasse del cilindro deve
essere compreso in
una zona parallelepipe-
da avente sezione di
0,1 mm x 0,2 mm, per-
pendicolare alla superfi-
cie di riferimento.
0,1 0,2
Fig. 124
La zona di tolleranza limitata da un
cilindro di diametro t perpendicolare al
piano di riferimento, se il valore della
tolleranza preceduto dal segno !.
! t
Fig. 125
Lasse del cilindro, a
cui il riquadro della tol-
leranza unito, deve
essere compreso in
una zona cilindrica
avente diametro di
0,01 mm, perpendico-
lare alla superficie di
riferimento A.
A
A
0,01
Fig. 126
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.8.3 Tolleranza di perpendicolarit di una superficie rispetto ad una retta di riferimento
La zona di tolleranza limitata da due pia-
ni paralleli distanti t e perpendicolari alla
retta di riferimento.
t
Fig. 127
La superficie del pezzo con tolleranza
deve essere compresa tra due piani
paralleli distanti 0,08 mm e perpendi-
colari allasse A (retta di riferimento).
0,08 A
A
Fig. 128
18.8.4 Tolleranza di perpendicolarit di una superficie rispetto ad una superficie di riferimento
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli distanti t e perpen-
dicolari alla superficie di riferimento.
t
Fig. 129
La superficie con tolleranza deve es-
sere compresa tra due piani paralleli
distanti 0,08 mm e perpendicolari
alla superficie di riferimento A.
0,08 A
A
Fig. 130
18.9 Tolleranza di inclinazione
18.9.1 Tolleranza di inclinazione di una linea rispetto ad una retta di riferimento
a) Linea e retta di riferimento situate sul
medesimo piano.
La zona di tolleranza quando proiet-
tata su un piano limitata da due
rette parallele distanti t ed inclinate,
rispetto alla retta di riferimento, della-
ngolo prescritto.
t
Fig. 131
Lasse del foro deve
essere compreso fra
due piani paralleli
distanti 0,08 mm ed
inclinati di 60" rispetto
allasse orizzontale A---
B (retta di riferimento).
0,08
A B
A--B
60"
Fig. 132
b) Linea e retta di riferimento
situate in piani diversi.
Se la linea considerata e la retta
di riferimento non sono nello
stesso piano, la zona di tolleran-
za si applica alla proiezione della
linea considerata sul piano con-
tenente la linea di riferimento e
parallelo alla linea considerata.
Retta di
riferimento
Linea
considerata
Linea
proiettata
t
Fig. 133
Lasse del foro, proietta-
to su un piano conte---
nente lasse di riferimen-
to, deve essere compre-
so tra due rette parallele
distanti 0,08 mm ed in-
clinate di 60" rispetto
allasse orizzontale A---B
(retta di riferimento).
0,08
A B
A--B
60 "
Fig. 134
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CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.9.2 Tolleranza di inclinazione di una linea rispetto ad una superficie di riferimento
La zona di tolleranza quando proiettata
su un piano limitata da due rette paral-
lele distanti t ed inclinate, rispetto alla
superficie di riferimento, dellangolo pre-
scritto.
t
Fig. 135
Lasse del foro deve essere
compreso tra due piani paralleli
distanti 0,08 mm ed inclinati di
80" rispetto alla superficie A
(superficie di riferimento).
0,08 A
60
"
A
Fig. 136
18.9.3 Tolleranza di inclinazione di una superficie rispetto ad una retta di riferimento
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli distanti t ed incli-
nati, rispetto alla retta di riferimento,
dellangolo prescritto. t
Fig. 137
La superficie inclinata deve es-
sere compresa tra due piani pa-
ralleli distanti 0,1 mm ed inclina-
ti di 75" rispetto allasse A (retta
di riferimento).
A
75
A
"
0,1
Fig. 138
18.9.4 Tolleranza di inclinazione di una superficie rispetto ad una superficie di riferimento
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli distanti t ed incli-
nati, rispetto alla superficie di riferi-
mento, dellangolo prescritto.
t
Fig. 139
La superficie inclinata deve essere
compresa tra due piani paralleli di-
stanti 0,08 mm ed inclinati di 40" ri-
spetto alla superficie A (superficie di
riferimento).
A
A
40
0,08
"
Fig. 140
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.10 Tolleranza di localizzazione
18.10.1 Tolleranza di localizzazione di un punto
La zona di tolleranza limitata da un
cerchio di diametro t il cui centro nella
posizione teorica esatta del punto con-
siderato.
t
Fig. 141
Il punto reale di intersezione deve
trovarsi entro un cerchio con dia-
metro di 0,3 mm il cui centro coin-
cide con la posizione teorica esatta
del punto di intersezione conside-
rato.
0,3
100
6
8
Fig. 142
18.10.2. Tolleranza di localizzazione di una linea
La zona di tolleranza limitata da due rette pa-
rallele distanti t e disposte simmetricamente ri-
spetto alla posizione teorica esatta della linea
considerata, se la tolleranza prescritta in una
sola direzione.
t
Fig. 143
Ciascuna delle linee deve
essere compresa entro due
rette parallele distanti 0,05
mm e disposte simmetrica-
mente alla posizione teorica
esatta delle linee considera-
te rispetto alla superficie A
(piano di riferimento).
3 x
A
B 20
0,05
B
A
Fig. 144
La zona di tolleranza limitata da un
parallelepipedo di sezione t
1
x t
2
il cui
asse nella posizione teorica esatta
della linea considerata, se la tolleranza
prescritta in due direzioni perpendico-
lari fra di loro.
t
2
Fig. 145
Ciascuno degli assi degli
otto fori deve essere com-
preso entro una zona pa-
rallelepipeda avente lar-
ghezza di 0,05 mm nel pia-
no orizzontale e di 0,2 mm
nel piano verticale, ed il
cui asse si trova nella posi-
zione teorica esatta del fo-
ro considerato.
8 fori
0,2
30
0,05
30 30
3
0
3
0
15
8 fori
Fig. 146
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
La zona di tolleranza limitata da un
cilindro di diametro t il cui asse nella
posizione teorica esatta della linea
considerata, se il valore della tolleran-
za preceduto dal segno !.
t
Fig. 147
Lasse del foro deve esse-
re compreso entro un ci-
lindro avente diametro di
0,08 mm il cui asse si tro-
va nella posizione teorica
esatta del foro considera-
to, rispetto alle superfici A
e B (piani di riferimento).
0,08 A
6
8
100
B A
B
Fig. 148
Ciascuno degli assi degli
otto fori deve essere com-
preso entro un cilindro
avente diametro di 0,1 mm
il cui asse si trova nella po-
sizione teorica esatta del fo-
ro considerato.
8 x
30
0,1
30 30
3
0
3
0
15
Fig. 149
18.10.3 Tolleranza di localizzazione di una superficie piana o di un piano mediano
La zona di tolleranza limitata da due pia-
ni paralleli distanti t e disposti simmetrica-
mente rispetto alla posizione teorica esat-
ta della superficie considerata.
t
Fig. 150
La superficie inclinata deve
essere compresa entro
due piani paralleli distanti
0,05 mm e disposti simme-
tricamente alla posizione
teorica esatta del piano
considerato rispetto alla
superficie A (piano di riferi-
mento) e allasse del cilin-
dro di riferimento B (retta
di riferimento).
0,05
A
B
" B
105
A
35
Fig. 151
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.11 Tolleranza di concentricit e coassialit
18.11.1 Tolleranza di concentricit di un punto
La zona di tolleranza limitata da un cer-
chio di diametro t il cui centro coincide
con il punto di riferimento.
t
Fig. 152
Il centro del cerchio, la cui
quota unita al riquadro della
tolleranza, deve essere com-
preso entro un cerchio con
diametro di 0,01 mm concen-
trico al cerchio di riferimento
A.
0,01 A
A
Fig. 153
18.11.2 Tolleranza di coassialit di un asse
La zona di tolleranza limitata da un
cilindro di diametro t il cui asse coinci-
de con lasse di riferimento se il valore
della tolleranza preceduto dal segno
!.
t
Fig. 154
Lasse del cilindro, la cui quo-
ta unita al riquadro della tol-
leranza, deve essere compre-
so entro una zona cilindrica
con diametro di 0,08 mm,
coassiale allasse di riferimen-
to A---B.
0,08
A
A--B
B
Fig. 155
18.12 Tolleranza di simmetria
18.12.1 Tolleranza di simmetria di un piano mediano
La zona di tolleranza limitata da
due piani paralleli distanti t e di-
sposti simmetricamente rispetto
allasse od al piano mediano di ri-
ferimento.
t
Fig. 156
Il piano mediano della scana-
latura deve essere compreso
tra due piani paralleli distanti
0,08 mm e disposti simmetri-
camente al piano mediano
dellelemento di riferimento A.
0,08
A A
Fig. 157
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.12.2 Tolleranza di simmetria di una linea o di un asse
La zona di tolleranza, quando proiettata
su un piano, limitata da due rette paral-
lele o da due piani paralleli distanti t e di-
sposti simmetricamente rispetto allasse
(o al piano) di riferimento, se la tolleranza
prescritta solo in una direzione.
t
Fig. 158
Lasse del foro deve essere com-
preso tra due piani paralleli di-
stanti 0,08 mm e disposti simme-
tricamente rispetto al piano me-
diano comune alle due scanala-
ture di riferimento A e B.
0,08
A
A--B
B
Fig. 159
La zona di tolleranza limitata da un
parallelepipedo di sezione t
1
x t
2
il
cui asse coincide con lasse di riferi-
mento, se la tolleranza prescritta in
due direzioni perpendicolari tra di lo-
ro.
t
2
Fig. 160
Lasse del foro deve essere
compreso in una zona paralle-
lepipeda, avente larghezza di
0,1 mm nella direzione orizzon-
tale e di 0,05 mm nella direzio-
ne verticale, il cui asse coincide
con gli assi di riferimento A---B
e C---D formati dallintersezione
dei piani mediani comuni.
0,05
A
A--B
B
C
D
C--D 0,1
Fig. 161
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.13 Tolleranze di oscillazione circolare
18.13.1 Tolleranza di oscillazione circolare radiale
La zona di tolleranza limitata, in
ogni piano di misura perpendicola-
re allasse, da due cerchi concen-
trici e distanti t, il cui centro coinci-
de con lasse di riferimento.
Superficie oggetto
di tolleranza
Piano di misura
La tolleranza di oscillazione si applica normal-
mente a rotazioni complete attorno allasse,
ma pu essere limitata ad una sola parte della
rotazione.
t
Fig. 162
Loscillazione radiale del setto-
re con tolleranza, non deve es-
sere maggiore di 0,2 mm in
ogni piano di misura durante la
sua rotazione attorno allasse
del foro A (asse di riferimento).
A--B
B
0,1
A
A
0,2 A
A
A
0,2
Loscillazione radiale non de-
ve essere maggiore di 0,1
mm in ogni piano di misura
durante una rotazione com-
pleta attorno allasse di riferi-
mento A---B.
Fig. 163
Fig. 164
Fig. 165
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.13.2 Tolleranza di oscillazione circolare assiale
La zona di tolleranza limitata, per
ogni posizione radiale, da due circon-
ferenze distanti t giacenti sul cilindro
di misura avente per asse lasse di
riferimento.
Cilindro di misura
t
Fig. 166
Loscillazione assiale non de-
ve essere maggiore di 0,1
mm su ogni posizione di mi-
sura durante una rotazione
completa attorno allasse di
riferimento D.
D
D
0,1
Fig. 167
18.13.3 Tolleranza di oscillazione circolare in tutte le direzioni
Cono di misura
t
La zona di tolleranza limitata, su ogni co-
no di misura avente per asse lasse di rife-
rimento, da due cerchi distanti t.
La direzione di misura perpendicolare
alla superficie salvo prescrizione contraria.
Fig. 168
Loscillazione nella direzione
della freccia su ogni cono di
misura non deve essere mag-
giore di 0,1 mm durante una
rotazione completa attorno al-
lasse di riferimento C.
Loscillazione nella direzione
perpendicolare alla tangente di
una superficie curva non deve
essere maggiore di 0,1 mm su
ogni cono di misura durante
una rotazione completa attorno
allasse di riferimento C.
C
C
0,1
C
C 0,1
Fig. 169
Fig. 170
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IL PRESENTE DOCUMENTO NON PUO ESSERE RIPRODOTTO NE PORTATO A
CONOSCENZA DI TERZI SENZAAUTORIZZAZIONE SCRITTA DELLA FIAT AUTO S.p.A.
Segno
grafico
Definizione della zona di tolleranza (seguito) Indicazione ed interpretazione (seguito)
18.13.4Tolleranza di oscillazione circolare in una direzione specificata
La zona di tolleranza limitata,
su ogni cono di misura con angolo
specificato avente assi coincidenti
con lasse di riferimento, da due cerchi
distanti t.
Loscillazione nella direzione spe-
cificata non deve essere maggio-
re di 0,1 mm su ogni cono di mi-
sura durante una rotazione com-
pleta attorno allasse C.
C
C 0,1
Fig. 171
18.14 Tolleranze di oscillazione totale
18.14.1 Tolleranza di oscillazione totale radiale
La zona di tolleranza limitata da due
cilindri coassiali distanti t i cui assi
coincidono con lasse di riferimento.
Fig. 172
Loscillazione totale radiale non deve
essere maggiore di 0,1 mm in ogni
punto della superficie specificata du-
rante pi rotazioni attorno allasse di
riferimento A---B, con spostamento as-
siale relativo tra il pezzo e lo strumento
di misura. Lo spostamento deve essere
guidato lungo una linea avente forma
teorica perfetta del contorno e posizio-
nata correttamente rispetto allasse di
riferimento.
A--B
B
0,1
A
Fig. 173
18.14.2 Tolleranza di oscillazione totale assiale
La zona di tolleranza limitata da due
piani paralleli distanti t e perpendicolari
allasse di riferimento.
t
Fig. 174
D
D
0,1
Loscillazione totale assiale non
deve essere maggiore di 0,1 mm in
qualsiasi punto della superficie spe-
cificata durante pi rotazioni attorno
allasse di riferimento D con sposta-
mento radiale relativo tra il pezzo e
lo strumento di misura. Lo sposta-
mento deve essere guidato lungo
una linea avente forma teorica per-
fetta del contorno e posizionata
correttamente rispetto allasse di
riferimento.
Fig. 175
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Pag.
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ S.p.A. --- NORMAZIONE
APPENDICE NAZIONALE
Relazione tra vecchia e nuova terminologia -- termini sostituiti, sinonimi ed
errori geometrici particolari
A 1 GENERALIT
Nella prescrizione delle tolleranze o di limitazioni di errori geometrici su determinati prodotti sono stati
precedentemente usati, anche in norme UNI, dei termini etimologicamente differenti da quelli indicati
in 18.
Questa appendice ha loscopodi indicare quali di tali precedenti termini sonoda ritenere superati e quin-
di sostituiti da quelli della presente norma (vedere A 2); quali da considerare come sinonimi (vedere A
3) e quali da utilizzare solo per prescrizioni limitative di particolari configurazioni di errori geometrici (ve-
dere A 4).
A 2 TERMINOLOGIA DI TOLLERANZE E/O ERRORI GEOMETRICI SOSTITUITI
N!
dordine
Termine sostituito
Termine
norma 01376
Note
A 2.1 Fuori squadro; tolleranza di squadratura
Scarto massimo della proiezione ortogonale di un bordo
trasversale su un bordo longitudinale.
!
!
!
!
Fuori squadro
Fuori squadro
F
u
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s
q
u
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d
r
o
Tolleranza di
perpendicolarit
(vedere 19.8.1)
A 2.2 Centinatura
Scarto massimo tra un bordo longitudinale (di una lamiera)
e un piano di riscontro appoggiato su di esso.
C
e
n
t
i
n
a
t
u
r
a
Piano di riscontro
Tolleranza di
rettilineit (vede-
re 18.1, fig. 85)
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Modif.
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ S.p.A. --- NORMAZIONE
N!
dordine
Termine sostituito
Termine
norma 01376
Note
A 2.3 Incurvamento, raddrizzatura, sciabolatura
Scarto massimo tra lasse reale e lasse teorico di un prodot-
to (o di una sezione del prodotto) misurato in un solo piano.
Incurvamento Incurvamento
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b
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Tolleranza di
rettilineit
(vedere 18.1)
A 2.4 Convessit e concavit
Variazione di spessore tra i punti di misura (L) situati in una
sezione del prodotto perpendicolarmente alla linea di riferi-
mento.
Convessit Convessit
Tolleranza di
parallelismo
(vedere 18.7.1)
A 2.5 Eccentricit
Semidifferenza tra il massimo e il minimo spessore di una
stessa sezione.
Eccentricit !
S
max
" S
min
2
Espressa in per cento, differenza tra il massimo e il minimo
spessore di una stessa sezione divisa lo spessore nominale
e moltiplicata per 100.
Eccentricit % ! 100
S
max
" S
min
S
Tolleranza di
concentricit
(vedere 18.11.1)
Leccentricit
cos definita
corrisponde
alla met del-
la tolleranza
di concentrici-
t definita in
14.11.1. Infat-
ti la tolleranza
di concentrici-
t uguale
alla differenza
tra il massimo
e il minimo
spessore di
una stessa
sezione.
Pag.
Modif.
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43
REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ S.p.A. --- NORMAZIONE
N!
dordine
Termine sostituito
Termine
norma 01376
Note
A 2.6 Triangolarit, trilobatura
T
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t

Tolleranza di
circolarit
(vedere 18.3)
La triangolari-
t un parti-
colare difetto
di circolarit.
Essa verifi-
cabile per
mezzo di stru-
menti a tre ta-
statori o me-
diante la mi-
sura della cir-
colarit.
Lerrore limite
di triangolarit
deve essere
prescritto me-
diante la tolle-
ranza di circo-
larit.
A 3 SINONIMI
A 3.1 Tolleranza di rotondit di rotazione
Questo termine da considerarsi sinonimo del termine Tolleranza di oscillazione circolare radiale di
cui al 18.13.1.
A 3.2 Ondeggiamento (errori o tolleranza di)
Questo termine sinonimo del termine Tolleranza di oscillazione circolare assiale di cui al 18.13.2.
A 4 TERMINOLOGIA DI PARTICOLARI CONFIGURAZIONI DI ERRORI GEOMETRICI
A 4.1 Bombatura (errori di)
Semidifferenza tra il massimo e il minimo diametro di una superficie cilindrica.
Bombatura !
D
max
" D
min
2
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B
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a
NOTA: La bombatura unparticolareerroredi cilindricit, comunqueinglobabilenellatolleranza di cilin-
dricit di cui al 18.4. Il termine bombatura non deve essere pi usato per prescrizioni limitative
di errori geometrici di sezioni quadrate o rettangolari.
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ S.p.A. --- NORMAZIONE
A 4.2 Ovalizzazione (errori di)
Differenza tra il massimo e il minimo diametro di una stessa sezione
Ovalizzazione = D
max
--- D
min
Espressa in per cento, differenza tra il massimo e il minimo diametro di una stessa sezione divisa per
il diametro nominale e moltiplicata per 100.
Ovalizzazione % ! 100
D
max
" D
min
D
D
max
D
m
i
n
D
NOTA: Lovalizzazione un particolare errore di circolarit, comunqueinglobabile nella tolleranza di cir-
colarit di cui al 18.3.
Lerrore di ovalizzazione come definito sopra uguale a due volte lerrore di circolarit, infatti
questo uguale alla semidifferenza tra il massimo e il minimo diametro di una stessa sezione.
A 4.3 Fuori esagono (errori di)
Differenza fra la pi grande e la pi piccola dimensione d, misurate sulla stessa sezione dellesagono.
A 4.4 Ondulazione (errore di)
Rapporto tra laltezza h dellondulazione e la sua lunghezza l espresso in per cento.
100
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REALIZZAZIONE EDITORIALE A CURA DI SATIZ S.p.A. --- NORMAZIONE
(Deformazione dei bordi o della parte centrale del prodotto disposto su un piano orizzontale, che si di-
spongono a forma donda in un piano perpendicolare a quello su cui poggia il prodotto).
l
h
NOTA: Londulazione un particolare errore di planarit, comunque inglobabile nella tolleranza di pla-
narit di cui al 18.2 .
A 4.5 Svergolatura o svergolamento (errore di)
Distorsione a spirale (od elicoidale) nel senso dellasse longitudinale (torsione intorno allasse) del pro-
dotto.
espressa in per cento della lunghezza oppure in gradi riferiti ad una lunghezza di misura.
NOTA: ll termine distorsione non deve essere pi usato per esprimere questo errore geometrico.
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