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STEFANOTORNINCASA
disegno tecnico
industriale
2
"
EDIZIONI
il capitello
. -- -- ---·· - ···-·-····--·--
CAPITOLOUNDICESIMO
I
' gli errori
e le tolleranze
I
".
(ad es. l'usura degli utensili, la presen- limite ammissibili, la cui differenza, in
za di vibrazioni, la disomogeneità del valore assoluto, costituisce la tolleran-
materiale in lavorazione, ecc;) i pezzi za. In altre parole la tolleranza corri-
ottenuti presentano dimensioni e for- sponde all'erroreconsentitonellacostm-
GLIERRORINEI me reali che si discostano da quelle zio11edi mzpezzo.
PEZZICOSTRUITI Per questi motivi occorre precisare nel
ideali. · Bisogna quindi definire l'attitudine
all'impiegodegliorganimeccanici,preci-
Le -quò.te o dimè11§To11rnominali àsse- · -disegno i li,niti entro i quali sono ac- -sandd nel disegno, oltre la dimensio=
gnate dal progettista ad un pezzo cettabili le inesattezze dimensionali, e ne, anche l'errore ammissibile; l'erro-
meccanico sono riferite a superfici questo dipende dalla funzione che de- re può verificarsi, come si vedrà, non
geometriche ideali, la cui esatta realiz- ve assolvere il pezzo. Fissare la varia- solo sulle dimensioni, mà anche sulla
zazione non risulta possibile neppure zione ammessa tra la dimensione no- geometria e-sulie posizioni relative
ricorrendo a lavorazioni di grande ac- minale e quella reale, significa accetta- delle superfici degli organi meccanici;
1
,?,Jcurate?:za ~ prec!§ione. I~fat~, a èausa re_c~e ogni di1:J1ensioneprefissata non
i degli errori dimensionali e di forma sia realizzata rigorosamente ma, per
per questo motivo è opportuno classi-
ficare gli errori in: - ·
originati dalle condizioni di lavoro rispondere al suo scopo, è sufficiente
- errori dimensionali, cioè deviazioni
1 delle usuali lavorazioni meccaniche che sia contenuta entro due dimensioni
delle dimensioni reali da quelle nomi-
nali
- errori geometrici, cioè deviazioni
delle superfici reali da quelle nominali
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0.1
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0.5
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Tolleranze in mm -------
- - I
'I
Fig. 2. Utilizzandole "tolleranze,
si conferisceal pezzo la caratteristicadi Fig.3. Variazionedelcostodi produzioneinfunzione ddl'am11ir::.a
essereintercambiabile,cioèsi rendepossibilela sua sostituzionecon 1111 dellatolleran:a.l,r 1111pezw i11 cui sianopresentidit•ersetoller1111:e
pazo di ricambiosenza alcunaopera:.iouedi aggi11~taggio sulle parti da il costoè legatoallapirin-s/rittim.
accol'piare.
costi di lavorazione, anche della ope- pezzo, e viene stabilita dal progettista merico costituente la quota, permette
razione di montaggio (fig. 2), che vie- in base a crfteri di economicità e fun- di ritenere idonei per l'uso cui sono
ne condizionata anche dagli errori pri-
ma definiti. · - -
L'accoppiamento di due o più parti
·-
zionalità, tenendo presente che il costo
di produzione cresèe in"inimièià espo.:·
nenziale con l'aumentare della preci-
.~e~tinati~tutti gli alb~_ricon. un dia~e-.
tro effettivo non inferiore a 29,9, e non
superiore a 30,l mm. Queste due quo-
I
può essere ottenuto seguendo due sione richiesta (fig. 3). Pertanto le di- te rappresentano il limite inferiore e
metodi fondamentali. mensioni limite sono stabilite in base superiore del campo di tolleranza in
alla considerazione che ciascun pezzo cui si ammette possa variare il diame-
a) Aggiustaggio:i pezzi da accoppiare soddisfi pienamente alle condizioni tro degli alberi.
sono adattati uno per uno al momento poste da un corretto montaggio e da L'operatQre addettQ.al collaudo a val-
del montaggio. Questo sistema è uti- un regolare funzionamento e che si le della macchina non deve necessa-
lizzato ormai solo nella produzione di cercherà di produrre al minor costo riamente misurare il diametro degli
pochi pezzi, in casi particolari, perché possibile. alberi, ma gli basterà accertare che la
richiede manodopera specializzata,
tempi lunghi e quindi costi elevati.
b) Intercambiabilità:per i pezzi che do-
quota da collaudare cada all'interno
del campo di tolleranza ad essa asse-
gnata, utilizzando.uno strumento di
I
vranno essere accoppiati si scelgono collaudo molto semplice. Un collaudo
tolleranze tali che uno qualsiasi dei
pezzi prodotti possa essere accoppia-
to con un altro qualsiasi fra i pezzi
di questo tipo è chiamato anche collau-
do a due livelli, e da un punto di vista
intuitivo, può essere assimilato al con-
I
che costituiscono il lotto; le dimensio- LETOLtERANZE trollo del livello dell'olio di un auto-
ni limite scelte sono cioè tali che an-
che nei casi più sfavorevoli il montag-
gio non richieda operazioni supple-
DIMENSIONALI
E
IL CONTROLLO
mobile (fig. S)~infatti, ancbe in questo
caso, l'operazione di verifica del livel-
lo dell'olio non si propone di misurar-
I
mentari di aggiustaggio manuale, pur TRADUELIMITI ne la quantitàeffettivamentecontenu-
rimanendo funzionale il meccanismo
risultante.
ta nel motore, ma solo di accertareche
Eseguendo durante la produzione il il livello effettivo non sia superiore al I
controllo dimensionale dei pezzi, si massimo oppure inferiore al minimo
L'attribuzione delle tolleranze rappre-
senta quindi la tecnica sulla quale si
basa la produzione in massa o in serie,
verifica che il pezzo abbia la caratteri- consentito.
. stica di essere intercambiabile; questo I due livelli incisi sull'astina rappre-
controllo è detto collaudo tra due limi- sentano i limiti superiore ed inferiore
I
e permette: ti fissi. · · del campo di tolleranza in cui può va-
1) la produzione dei singoli particola-
ri in luoghi e in tempi diversi;
2) la sostituzione senza difficoltà di un
Consideriamo il caso di una produzio- riare il livello dell'olio senza arrecare
ne di serie di alberi eseguita su mac- danni al motore, mentre l'astina è lo
chine utensili (fig. 4); l'impossibilità di strumento in grado di eseguire un
I
ottenere per tutti gli alberi prodotti il controllo tra due limiti.
pezzo, rotto o deteriorato dall'uso;
3) l'accoppiamento dei pezzi finiti
senza aggiustaggi.
diametro di 30 mm, ha indotto il pro- La definizione del campo di tolleranza
· gettista a prefissare un errore, sotto . e quindi quella del controllo tra due li-
1.·
forma di un campo di tolleranza di miti rende più semplici e meno costosi
La scelta della tolleranza è strettamen- "più o meno un decimo di mm"; que- i controlli durante la lavorazione in se-
te legata agli impieghi specifici del sta indicazione, aggiunta al valore nu- rie, consentendo l'uso di strumenti di
334
PEZZI ACCElTATI
-. '~~~-:
.."',,~:!~.d-t;~:1_;\>;
~. -
TI.
ZZI RECUPERA
··f~
d :>30,1
PEZZISCARTA11
i
tre gli alberi co11diametrosuperiorea 30,l
osso110t$5ererecuperati.
~
"' ."(~\ . .,,__:.. ~-./'> ....
I
.
d>D d<D
I
I
Fig. 9. Per il correttof1111zio11ame11to
dellacarriolala ruota viene montatacon interferenzae ~
l'alberocongi11oco 11ell'apposita
sede. ~
I
v_!,__ fu.
~ --
-,~*~ ...
· .
1
...·_r._;'._'.;t_~·-· ,:lassimo
1'
materiale
I
ACCOPPIAMENTO CON INTERFERENZA
I
I ~
Interferenza massima = dmax - Dmin = 203-19.7 = 0.6·--
·1 ~[LI"1
& & --. -- -' - . ~
"~1
~
., •. lS,) ~
. .
I Fig. 11. Realizzazione
dell'accoppiame11to
con interferenzatra /'alberoe la ruota.L'accoppia111e11to
elementisoddisfanodue condi;;ioniesse11zinli:
a) le zone !ti tolleran:aalbero-foro11011risultanoparzial111e11te
sot1rnpposte
risultasemprebloccatose le tolleranzedei due
I 337
I
I
ACCOPPIAMENTO INCERTO
·I
Parziale sovrapposizione
delle tolleranze dell'.ilbero
e ùel foro ~
Interferenza max = dmax - Dmin = 20.3 - 20. l = 0.3
<':lEJ
~
~I
·---~!~ T T
~
~
· ,iI
Fig.12.111qm•stocasol'accoppiamentoè i11i:er/o perchéa secondadelledimensionieffettiPeassunte dai due elementi nel montaggio,può i•erificar-
si sia gi11ocoche interferenzatra l'alberoe la ruota. Le zone di tol/erm1zasono parzialmentesovrapposte.
I
mo valore della differenza tra i due
diametri, e quindi la condizione cii
mozzo sull'albero. Riassumendo, l'ac-
coppiamento risulta sempre bloccato
Configurazione di massima interfe-
renza.
I
massima interferenza: con interferenza se la dimensione
20,3 - 19,7 = 0,6 mm
In queste condizione, sia l'albero che
il foro sono in una condizione di mas-
massima del foro è minore di quella
minima dell'albero, per cui:
Si ottiene accoppiando l'albero di 20,3
mm ed il mozzo di 20 mm, ottenendo
l'interferenza:
I
a) le zone di to1leranza albero-foro 11011 20,3 - 20 = 0,3 mm
simo materiale consentito.
C.:o.nfigurazione di minima interfe-
risultano sovrapposte neppure parzial- Queste sono le condizioni di massimo
mente materiale I
renza. b) la zona di tolleranza dell'albero è Configurazione di massimo giuoco.
Assegnando invece all'albero un dia-
metro di 20 mm ed al foro un diame-
tro di I 9,9 mm corrispondente al mas-
sempresuperiorea quelladelforo. Accoppiando l'albero di 19,9 mm ed il
foro di 20,4 mm, si otterrà la condizio-
ne di massimo giuoco:
I
simo valore ammesso dal campo di Accoppiamento incerto 20,4-19,9 = 0,5 mm
tolleranza, si ottiene un accoppiamen-
to caratterizzato dalla condizione di
minima interferenza:
Esiste una· terza possibilità di accop-
piamento, oltre a quelli già indicati,
Queste rappresentano le condizione . '
di minimo materiale per l'albero ed il
foro. La condizione di accoppiamento
I
20-19,9 = 0,1 mm che può essere definito incerto,in cui incerto si verifica quando si ha una
Questa condizione rappresenta l'albe-
ro ed il foro in una condizione di mi-
può verificarsi nel montaggio sia il
giuoco che l'interferenza.
parziale sovrapposizione dei campi
di tolleranza dell'albero e del foro.
I
nimo materiale. Se consideriamo infatti il caso di un al- Nella realtà produttiva si tende a pro-
Se il valore dell'interferenza non è
molto elevato, si può ricorrere ad un
forzamento mediante una pressa, che
bero con un campo di tolleranza tale
da comportare un diametro minimo di
19,9 ed un diametro massimo di 20,3,
durre sempre nelle condizioni di mas-
simo materiale, òoè si cerca di asporta-
re dal pezzo lo stretto necessario di ma-
I
produce una deformazione elastica ed un mozzo con un foro di diametro teriale eccedentefino ad entrarenel campo
del foro; se invece i valori dell'interfe- minimo 20 e diametro massimo 20,4, di tolleranza(ad asportare di più si fa ..
renza sono elevati, si deve operare con si ottengono anche in questo caso due sempre in tempo!). Per questo motivo
un riscaldamento che dilata il foro e il possibili configurazioni estreme deri- è possibile affermare che un accoppia-
conseguente raffreddamento determi- vanti dalle dimensioni limiti ammesse mento incerto è quasisempreun accop-
na un ritiro e quindi il serraggio del (fig. 12). piamentocon interferenza(ved.riquadro)
I
.338
nitedimensioni realiin quantodipendono dallecondizioni e daglistrumenti
numero di misura,tuttaviaaglieffettipraticisi potràugualmente parlaredi quote
pezzi• realiconfrontabiliconquellenominali.
I Supponendo di costruire
certadimensione nominale
zionepergruppidi dimensioni
ungrannumerodi pezzipercuiè prescritta
e procedendo poiallaloromisurae classifica-
realisi potràconstatare
una
in generecheil
maggior numero di pezzi. hadimensioni iotomoal valoremediodellatolle-
I ranzaprescritta, secondo unadistnòuzione
tabileconla notacurvaa campana
eccessivamente in questocamposi possono
statistica
tuttavia
normale (rappresen-
o di Gauss,fig.A).Senzaaddentrarsi
farealcuneconside-
razioniche,a livelloqualitativo, possonoaiutarea comprendere alcuni
I dimensioni aspettilegalialletolleranze.
zionedi tolleranze
ciòcostituisce unaumento
Inprimoluogosi puòosservare
ristrette(±a) aumenta il numero
di costichesi ricollega
chela prescri-
di pezzidascartaree
allamaggior accuratez-
I .
Fig. B. La r1duz1pne
v,ceversa).
. . ,.
d~ll11~teroallo
.
dz accett«:-
. .
10ne_zn_torno_al
c~ntral~provocauna "d'.,z'.onedel numerodi pezzi r,tenutzvalidi (e - tabilimentrepuòpeggiorare
zadilavorazione (fig.B).Analogamente si osserva
v~l~re. leranzaoltrecertilimiti(±b) noninfluiscemoltosulnumero
funzionamento.
notevolmente
·'
chel'aumento
le condizioni
· ··
dellatol-
di pezziaccet-
di montaggio.o
·.. ·'
il pernodovrebbe
fraunpernoedunforo,
nominalirispettivamente
facilmente scorrere
20,1 e 20,2:
nelforo,ma
·1
·,
- ·.. ....{
~
n ..Eezzi
. , . ~ .j
-.-.-.-.-.fl1.-....---.- ~1~1
- . ~,-_
n. pezzi
~ !
· considerando
Si supponga
scostamenti
i possibili
massimi
scostamenti
chele dimensioni
di± 0,2 rispetto
za0,4)e quindiè possibile stabilire
dataliquotelecosecambiano.:
realisianodistribuite
al valorenominale
laprobabilità
in modonormalecon
: -:
(cioècontolleran-
diaveregioco,cioèunfo-
rodi diametro maggiore delperno,prendendo a casounperno·edunforo:
,.
·:1··'~ ... Perno
, si vedecherestringendo opportunamente il campodi tolleranza (contutte
. q.
:~-1?- cÒQS~guenze_gi~ V.i~te)_si abbiain_pr~li_c~.1~-c~rtezza delgioco.Sela
.. stessacertezza(o in alternativa la stessaproliaoilifa) srvoglionoavere·:
ì.,·;;~
Foro
;;,contolleranzepiùampieè necessario intervenire sulla_quota nominale:
• (spostando quindile curve).·:.,~i;::-:.;18:fi:.:ci'-J#ài-i~e,;':.;'h:.~-i.:\i1:r-.
·.. Spesso vatenutoin considerazione un•altrofattore;_dal momentQ,che, CO->,;
.. :.:·..:;: ~. -----.--. -.-. -..-..-.-.-.-.-.-. -- ..-. ----.--. -. -.-~/'.-me"s'è"detto,la tendenza in fabl:Ìricaìiòne è versòle"élimensroni di massi~'
.Fig. _c. Il numer_o
ze, s1presentad1strtb111to
d! al~e:zOfo.n, per I q~ialtsianopresC;ztte, tol_lera~-l- ~ mo·materiale
normalmentem talecampodi vanazwne..·f.1.:-,.•.• • · - . . • . • ••
(ctieconsentono e
il reci.iperò-dègli "aiberr iròppo''granélf dei .
• · • ..... , ..... · .., ~-., ,•. "' , -a.··. · ..·,
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··" · .. · - , .· s; • • --~-·-',,,._ ~-~c.-_. ,·,,. - .·· ,, .· ··.·::;.:. •.tt1·fon troppop1ccoh), 11numerodeipe~t costruititendep1uttostQ,v~rso que'.,,
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-:~~sp~~~·~~~:3;{;·i:;;i~~À?:
numero .:::Saràquindipiùprobabile
in unasceltacasuale·
trovàré·
pernidi_d1ametrQ.
-
pezzi forati andamento ':-~maggiore delforochèviceversà: l'incértèzza òeÌl'accoppiameritò risuita'-
teorico
fl~uii!~!~~o-~!r.. ~~in( eii~it?!!J~t~tg~-~-iFii~~ièii
d,~h~Jri~ggio/.f
>.,~~~!·L~~e ~!.p~-~~ya1po\1~~~e IJ!_~a~!l..~&Y~I~~ ~egh,_~~o~ta~~n.t~~~~~;,
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tgna~q:iù~n)~_d~tto è !arga~en_hf appf9~_~1~ato; P.9lt_hé ·n~'!\~~!,d)!iii
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. ·:~~e_mçert1 s_ono_Lt~ttpnc~~ m!luenzanp,_1~ 1d1n,~ns1om delP~P:.0.:-,8:_~~-~1:.,m.:·
\ ·{p1ò.u_l!a (avoraz1orie parttcola,rm!!_,:ite pr_eç1sa P?~~-~9 .~9a_ !!'.agg19~e
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diametri 1-----:-::-~i,c,=n',:~~~,...:fQj=.:ro;:.._..., ~:.~~n~~I~, ~i pe~iJ~lorri~~tY~~9r2 è~}l!~~J,~;:m~~tr~J~~i}~~9~t~~~!·f
20.4perno ·1.~·!)ore_prec1s10ne; purrestandonel1,m1te.della tol!~ran~a_preseritano_una :~
~ (!làggi~re dispersione'deivalorid_ène: ~irfie.,:isiò!:)J~_quind\'lin1fèt1rvi(pJù)ift
andamento •'1)iattita(fig E)..-.fe.,;r.;;.,,:,, ~è<--r!..~h,1-
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.._:,y~_nt;_:c.:IJfP'f~t'::"~J.~:\t
-~·1_. . -~~~;_;
numero
perni
I 339
SISTEMAISO
DI TOLLERANZE
E ACCOPPIAMENTI
La tolleranza è dunque parte integran-
!
-11 -
--·--------- . - e,:; - . -------------
~ fÈ
é5i"
I
--
te della definizione di un oggetto: la ALBERO
l
FORO
sua importanza e i suoi valori si sono
evoluti nel tempo, in stretto collega-
mento con il progresso tecnologico,
I
che da una parte consente, e dall'altra
richiede, più stretti confini alla varia-
bilità delle quote.
Con l'evoluzione dell'industria e lo Fig. 14. Lnquo/a nominaleè ugualeper w1 alberoed 1111foro.
I
sviluppo degli scambi a livello inter-
nazionali, è stato necessario sviluppa-
re un sistema di tolleranze oggettivo e _ de gioco, oppure bloccato con interfe- Definizioni
di validità generale, in grado di rea- renza più o meno forte) da raggiun-
I
lizzare ogni tipo di accoppiamento tra gersi con tale aggiustaggio, così che in Si precisa il significato di alcuni termi-
due pezzi, e tale da essere pienamente pratica anche la precisione ottenibile ni adottati nella normativa.
rispondente a tutte le svariate esigen- era per lo più lasciata alla capacità de-
- Dimensione è il numero che esprime,
I
ze applicative. gli operatori.
Per trovare delle definizioni precise Nel 1926 compaiono le tabelle UNI nell'unità scelta, il valore di una lun-
non possiamo retrocedere oltre gli an- che introducono i gradi di lavorazio- gl1ezza;quando è scritta su un disegno
.. ni '20. Anche in precedenza l'esigenza ne extrapreciso, preciso, medio e gros_. è-chiamata quota.La·dimefisi6ne·effél-
tiva è quella realizzata nell'esecuzio-
I
di stabilire limiti minimi e massimi al- solano con vari tipi di accoppiamento
le quote ammissibili di un pezzo era pieno-vuoto: nel 1941 si hanno infine ne di un pezzo e viene determinata
sentita, ma non si trovano indicazioni le codifiche delle tolleranze ISA, con il mediante misurazione.
a disegno ed erano previsti per lo più concetto a.i albero base e foro base tut-
- Dimensionenominaleo quota nomina-
I
sovrametalli di lavorazione, che ri- tora validi, pur con diverse modifiche,
chiedevano successivamente aggiu- nelle definizioni ISO attuali.
le, è il valore di riferimento per una
staggio a mano, e condizioni di accop- Il sistema di tolleranze· stabilito a li- data dimensione e rappresenta la quo-·
piamento (mobile con minimo o gran- vello internazionale dalla ISO e ac- ta ideale che il progettista vorrebbe
I
cettato in Italia dalla UNI con le ta- realizzare. Dalla dimensione nomina-
belle UNI ISO 286/1-2 (che hanno so- le derivano le dimensioni limite appli-
stituito le UNI 6386 e 6387), è un in- cando le tolleranze secondo esigenze
sieme di tolleranze e di scostamenti di economicità e funzionalità (fig. 14).
I
Foro
Albero
unificati, e di accoppiamenti tra fori - Dimensioni limite, massimae minima,
ed alberi. sono le due dimensioni estreme am-
I due termini/oro ed alberovanno in- missibili di un pezzo entro le quali (di-
I
tesi in modo generico, e possono in- mensioni estreme comprese) deve tro-
dicare due pezzi che devono essere .varsi la dimensione effettiva (fig. 15).
collegati rappresentanti un vuoto ed
un pieno; in altre parole, con i termi- - Dimensione nella condizionedi massi-
I
ni generici di albero e foro si designa- mo materiale:appellativo assegnato ad
no anche la dimensione esterna o una delle due dimensioni limite che
quella interna dello spazio, contenu- corrisponde alla condizione di massi-
to o contenente, compreso tra due mo materiale dell'elemento, cioè la di-
I
facce (o piani tangenti) parallele di un mensione massima di un elemento
pezzo qualunque, come ad esempio esterno quale un albero e la dimensio-
nel caso di una linguetta (prisma a se- ne minima di un elemento interno
I
zione rettangolare) e delle corrispon- quale un foro.
Albero
Foro
denti cave nell'albero e nel mozzo
(fig. 13). - Dimensionenellacondizionedi minimo
Per semplificare si può dire che le di- materiale: appellativo assegnato ad
I
mensioni misurabili esternamente so- una delle due dimensioni limite che
no di tipo albero, quelle misurabili in- corrisponde alla condizione di mini-
ternamente di tipo foro. mo materiale dell'elemento, cioè la di-
Tutte le dimensioni definite in questo mensione minima di un elemento
I
Fig. 13. I termini alberoeforo possonoessere sistema; come anche ogni misura in-
esterno quale un albero e la dimensio-
ancheriferitialle dimensioniesterneo interne dustriale, sono riferite alla temperatu-
dei pezzi, anchenon cilindrici. ra di 20° C.
ne massima di un elemento interno
quale un foro. I
340
I·
I -- -· -- --------- -----------------------=----
I - Scostn111e11to
è la differenza algebrica
tra una dimensione (effettiva, massi-
-
condizioni di massimo materiale ma, ecc.) e la dimensione nominale
corrispondènte.
I I t ~ .;'-.\···0-_""
i
!
"-"...:. I •
/'~/////;
I
T
l
.I
- Scost11me11to superioreè la differenza
algebrica tra la dimensione massima e
.. -= ~1 ------------- la dimensione nominale corrispon-
., r X
"
I !:J j~1-=
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r
- - - ----------
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i E -· . . E dente. Lo scostamento è indicato (dal
·; i .:! È francese ècart) con Es per i fori e con es
'-=
·"'j ] ALBERO FORO ~ i5 !5 per gli alberi.
' '
I
IL---------'
Fig. 15. Le dimensionilimiti massimee minimi!si otte11go110
applica11do
-
le tollera11ze
pnvisll'.
- Scostn111e11to inferiore,è la differenza
algebrica tra la dimensione minima e
la dim_ensione nominale corrispon-
dente. E indicato con Ei per i fori e con
ei per gli alberi.
- Li11endellozero:nella rappresentazio-
<
vi sono al disopra e gli scostamenti ne-
gati,-~ial disotto. · · - ·- ·····
Gli scostamenti limite possono essere
"2< indicati dopo la .quota nominale e con
I ~ un altezza di carattere minore, scri-
vendo in nito lo scostamentosuperioreed
in bassoquelloinferiore.
.
I ~-Tolleranza è la differenza tra la di-
mensione limite massima e quella li-
mite minima; in altri termini è la dif-
ferenza algebrica tra lo scostamento
I ALBERO A superiore e quello inferiore; la tolle-
ranza è quindi un valore assoluto,
senza segno. Una tolleranza del siste-
341
I
.·-_~----1
coppiamenti con gioco o interferenza.
La tolleranza per l'albero A può esse~
I
re calcolata con:
IT =es- ei =- 0,045 - (- 0,070) =0,025
FORO
~I I
per l'albero B:
IT =es - ei =+ 0,050 -
e per il foro:
0,025 =0,025
UNEA DELLO ZERO I
1T= Es- Ei = 0,020 - (- 0,039) = 0,059
I + I
Dal punto di vista grafico, è utile rap- ~i
presentare la zona di tolleranza con
un rettangolo la cui altezza rappre-
senta il valore della tolleranza espres-
~l
----------~-- :;;:, .. ---
~i I
so in micron; le distanze dalla linea ;1
dello zero dei due lati orizzontali del
rettangolo rappresentano gli scosta-
menti, positivi al di sopra e negativi
ALBERO A
I +00:?<l
D= 60 -o.o;• I
al di sotto. ALBEROB
Lo schema semplificato di figura 18 è
sufficiente per uno studio dell'accop-
piamento. Ovviamente la larghezza
-O.OH
d = 60-0070
+0.P~
d = 60 •0.015
I
dei rettangoli non ha alcun significato
per la rappresentazione
ranze.
Nel sistema ISO di tolleranze,
delle tolle-
per
po-
I
ter soddisfare tutte le necessità sia per Fig.17. Esempiodi accoppiamento.
i pezzi isolati sia per gli accoppiamen-
ti, è previsto per ogni dimensione no- pezzo con un dato grado di precisione
I
minale un totale di 20 gradi di tolle- si ottengono variazioni maggiori sulle +
ranze normalizzate che definiscono dimensioni maggiori, ed err~ri quan-
l'ampiezza della. z~na di tol_leranzae titativamente più piccoli sulle dimen-
qufndi la qualità o la precisione della sioni minori. Ad esempio con una la- ~
E
::1. I
lavorazione. Di questi 20 gradi, 18 (de- vorazione meccanica, con asportazio- :i
E o
signati con le le sigle da ITl fino ad ne di truciolo, di media precisione si
IT18) sono di uso generale, e due gra- hanno errori di 0,4 mm su una dimen-
di (ITOed IT0l)"vengono utilizzati in sione di 10 mm, ma errori di 2 mm sul-
.s
...
tX ~~~'\....~ I
casi particolari. la dimensione di 1 metro.
Inoltre è prevista una gamma disco- I valori arrotondati dei gradi di tolle-
stamenti (chiamati scostamenti fon- ranza normalizzati da IT1 a IT18 sono Fig. 18. Rappresentazionesemplificatadelle
damentali) che definiscono la posizio- riportati in tabella I. I gradi di tolle- zonedi tolleranza.
I
ne della zona di tolleranza rispetto al-
la linea dello zero. La posizione della
zona di tolleranza viene designata con Scostamento inferiore (Ei, ei)
I
una o più lettere maiuscole per i fori (corrispondente allo scostamento fondamentale)
(da A fino a ZC) e da una o più lettere
minuscole per gli alberi (da a a zc).
Tolleranze e scostamenti sono stati
Zona di tolleranza I
unificati per le dimensioni fino a 3150
mm. +
Tolleranza
dimensionale
I
Grado di tolleranza
normalizzato
Il grado di tolleranza normalizzato .,
(indicato in precedenza col termine e
o ..
qualità) varia con la dimensione nomi-
nale in quanto esprime l'ampiezza
dell'errore tollerato che certamente è
·rr.r:
e e
e, ·-
EE
B g
I
più elevato su dimensioni maggiori e
minore su dimensioni minori.
È evidente che quando si lavora un Fig. 19. Glielementidellarappresentazione
semplificata.
I
342
I
... ·-.~- _,
I Dimensione
nominale
mm
GRADIDI TOLLERANZANORMALIZZATI
IT1 IT2 IT3 IT4 IT5 IT6 IT7 IT8 IT9 IT10 IT11 IT12 IT13 IT14 IT15 IT16 IT17 IT18
Dimensione
nominale
Gradidi tolleranze
normalizzate
Tolleranze
I oltre finoa
-
3
3
6
0,8 1,2 2
1 1,5 2,5 4
3 4
5
µm
6
B
10
12
14
18
25
30
40
48
mm
60 0,1 0,14 0,25 0,4 0,60 1
75 0,12 0,18 0,3 0,48 0.75 1,2
-
1,4
1,8 oltre
mm
lino a
IT01
I
tolleranzaµm
ITO
I 10
18
6 10 1
18 1,2 2
30 1,5 2,5 4
1,5 2,5 4
3 5
6
6
8
9
11
13
9 15
18
21
22
27
33
36
43
52
58 90 0,15 0,22 0,36 0,58 0,9 1,5 2,2
70 110 0,18 0,27 0,43 0,7 1,1
84 130 0,21 0,33 0,52 0,84 1,3 2,1
1,8 2,7
3,3
-
3
6
3
6
10
0,3
0,4
0,4
0,5
0,6
0,6
30 50 1,5 2,5 4 7 11 16 25 39 62 100 160 0,25 0,39 0,62 1 1,6 2,5 3,9
I 50 80 2
80 120 2,5 4
3 5
6
8
10
13
15
19
22
30
35
46
54
74 120 190 0,3 0,46 0,74 1,2 1,9 3
87 140 220 0,35 0,54 0,87 1,4 2.2 3,5
4,6
5,4
10
18
30
18
30
50
0,5
0,6
0,6
0,8
1
1
120 180 3,5 5 B 12 18 25 40 63 100 160 250 0.4 0,63 1 1,6 2,5 4 6,3 50 80 0,8 1,2
I
10 15 20 27 40 63 97 155 250 400 0,63 0,97 1,55 2,5 4 6,3 9,7 250 315 2,5 4
500 630 9 11 16 22 32 44 70 110. 175 280 440 0,7 1,1 1,75 2,8 4,4 7 11 315 400 3 5
'
630 800 10 13 18 25 36 50 BO 125 200 320 500 0,8 1,25 2 3,2 5 B 12,5 400 500 4 6
800 1.olJ 11 15 21 28 40 56 90 140 230 360 560 0,9 1,4 2,3 3,6 5,6 9 14
1,0lJ 12'0 13 24
• Tnb. ll. Valori ,r,rmericidelle to/lcmn::efo11-
18 33 47 66 105 165 260 420 660 1,05 1,65 2,6 4,2 6,6 10,5 16,5
12'0 lflll 15
dn111e11tnli
dei gmdi di tolleranzaIT01 e ITO.
21 29 39 55 78 125 195 310 500 780 1,25 1,95 3,1 5 7.8 12,5 19,5
1flll 2DlJ 18 25 35 . 46 65 92 150 230 370 600 920 1.5 2,3 3,7 6 9,2 15 23
I 2DlJ
2Sl)
2Sl)
l1SJ 26
22 30
36 . .?0
41 55
68 - 96
78 110 175 280 440 700 1100 1,75 2,8 4,4
135 21(1_330 540 860 13501-2.
1 3,3- 5,4
Tab. I. Valorinumerici del grado di tolleranznnormalizzatoIT per dimensioniminori di 3150
7 11 17,5 28
8;6 13,5 21 · 33 -
111111.
Gradi
di tolleranza IT1 IT2 IT3 IT4 IT5 IT6 IT7 IT8 IT9 ITtO IT11 IT12 IT13 IT14 IT15 IT16 IT17 IT18
normalizzati
,-
Moltiplicare
; per 2· 2,7" 3,7" 5• 7 10 16 25 40 64 100 160 250 400 640 1000 1600 2500
I • Soloperdimensioni
9a 500a 3150mm.
IT6
extrapreciso
preciso extrapreciso
rettifica
rettifica
I speciale
rettifica
deslinatiadessereaccoppiati
Lavorazioni
di pezzi
IT20 = IT15 X 10 = 640i X 10 = 6400i destinati
adessereaccoppiali
ranza per le dimensioni del gruppo 1TB medio medio alesatura Lavorazioni
di pezzi
tornitura
tra SOe 120 mm; nella rappresentazio-
ne grafica delle tolleranze la qualità ·è
quindi raffigurata dall'altezza del ret-
IT9
medio-
grossolano
medio-
grossolano
tornitura
trafilatura
I tornitura
alesatura
tornitura
trapanatura
destinati
adessereaccoppiati
Lavorazioni
destinati
di pezzi
adessereaccoppiati
tangolo che rappresenta la zona di tol-
leranza.
La tabella IV mette in corrispondenza
IT10
medio-
grossolano
medio·
grossolano
lomilura
trafilatura
Lavorazioni
I alesatura
tornitura
trapanatura
_grossolane
Lavorazioni
di pezzi
destinaliadessereaccoppiali
Pezzinondestinati
i gradi di tolleranza con alcune appli- IT11 grossolano grossolano di stampaggio
o fusione adaccoppiamenti
conaltripezzi
cazioni e le lavorazioni meccaniche
corrispondenti.
Le qualità da 1 fino a 4 sono normal-
IT12
molto
grossolano
mollo
grossolano
Lavorazioni
di stampaggio
I
grossolane
o fusione
Pezzinondestinati
adaccoppiamenti
conaltripezzi
mente usate per calibri o pezzi di al-
tissima precisione (fig. 21); quelle da 5
a 11 corrispondono alla precisione ot-
-tenibile con le normali lavorazioni;-
ITl3
·1T14• IT18
molto
grossolano
mollo
motto
grossolano
mono·
..__
Lavorazioni
I
grossolane
di stampaggio
o fusione
·1avorazioni9rossolarie
Pezzinondestinati
adaccoppiamenti
conaltripezzi
--Pezzinondestinali
grossolano grossolano distampaggio
o fusione adaccoppiamenti
conaltripezzi
quelle dalla 12 in poi corrispondono a
tolleranze di pezzi ottenuti con lavo-
razioni sempre più grossolane e quin-
di su pezzi non destinati ad accoppia-
Tnb. IV. Corrispondenzadel gradodi to/ler1111za
ni tipiche. I
normalizzatocon le lavorazionie le applicazio-
1:i:~~---~~~-:_-~!"!"'~_-'.-r,i-j
=1 ......:···-~,~•r•;;•;~;·,;:•,._.if-
I .
=
1...4 5...10
I 11...18
I
Fig. 20 Altezza in micron dei gradi di tolle-
I
rmzzndel gruppodimensionale80-120mm.
Strumenti
di precisione e misura
Lavorazioni
alle macchine utensili
I Lavorazioni grossolane:
fucinatura, stampaggio, fusione
Lappatura
4 5 --
6 7 I
Gradoditolleranza
normalizzato
8 9 -- . 10 11
344
-1 ----- ------
I
le posizioni da A ad H, mentre per le
posizioni da K a Zc gli scostamenti
fondamentali sono quelli superiori
uA
I
]l
lo scostamento fondamentale inferio-
re è nullo. Per quanto riguarda gli al- Il
beri, vengono definiti come scosta-
menti fondamentali quelli superiori es El Buuu
I per le posizioni da a a h, e quelli infe-
riori ei per gli alberi da k a zc (fig. 24).
!::: LJLJIlLi LJ 11K M i',; p
~oDLJE
~o~:++--+'+---------=-'-'-.;-;..n~,.,...-',--'-~-=~=~=='-+rt--
Linea dello zero
L'albero h ha lo scostamento superio- EF FFGG H I rllnnRsT
re nullo. ~ J Il nnnUvz
Yz ES
ffliGli scostamenti fondamentali js e JS. ~ JS nnnnnAZB
,
~ prescrivono una ripartizione simme-
trica del grado di tolleranza normaliz- ] nf
1 zato rispetto alla linea dello zero (fig.
25); di conseguenza per js:
~ - IT
a) Fori (clementi interni)
es= ei = -
I e perJS: 1T
ES= El= -
2
2
ei
I
-
gli alberi e la tabella VI per i fori.
Dall'esame delle tabelle, si possono
fare le seguenti osservazioni.
B
E
"'
8
C/l
i
js
.a
I
gli alberi j8 sono previsti solo per le
dimensioni fino a 3 mm;
2) le posizioni k hanno lo scostamento
n
fondamentale superiore e positivo per
le dimensioni da 3 a 500 mm e per i
I gradi da 4 a 7; per tutti gli altri gradi e
dimensioni lo scostamento inferiore è Fig. 22. Rappresentazioneschematicadegli scostamentifondamentali;per convenzione,losco-
stamentofondamentaleè quellochedefinisceil limite più vicinoallalineadellozero.
uguale a zero;
1~-------,
Scostamenti da A a H Scostamenti da K a ZC Scostamenti da a a h Scostamenti da k a ZC
~
I',
-~
Er0~5
•.n
i'J"è; à ;-
0 mm
..
GRADIDITOLLERANZA:
tutti eIT5 I
IT6 IT7 ITS a e sopra
IT7 aIT7
GRADIDITOLLERANZA:
tutti . ~--. . r
::;._;;=à ~ r
, a ~ :::!.
oltre fino a a1) . b1) e cd d 'e ef f lg g h Js2) I k l m n p r s t • u V y z za zb zc
""=:: .... X
ij; I:: ~ i= - 31) -270 -140 -60 -34 -20 -14 -10 -6 -4 -2 o -2 -4 -6 o o +2 +4 +6 + 10 +14 + 18 + 20 +26 +32 +40 +60
lit!:~~
"'=t~~ a
3 6 -270 -140 -70 -46 -30 -20 -14 -10 -6 -4 o -2 -4 +1 o ' + 4 +B +12 + 15 +19 +23 + 28 +35 +42 +50 +80
.,, - .... -25 -18 -13 -8 o o
::,.._, 0-c.,, 6 10 -280 -150 -80 -56 -40 -5 -2 -5 +1 +6 + 10 + 15 +19 +23 +28 + 34 +42 + 52 +67 + 97
~F=!§~ 10 14 + ,:o +50 +64 +90 + 130
~ ~ ~~ 14 18 -290 -150 -95 -so -32 -16 -6 o -3 -6 +1 o +7 + 12 + 18 +23 +28 + 33
+39 + 45 +60 + 77 + 108 + 150
:Q -· èS ....
01
~ -"'
i=~- 18
24
24
30
-300 -160 -110 -65 -40 -20 -7 o -4 -8 +2 o +8 + 15 + 22 +28 + 35
+41 +47 +54 + 63 + 73 + 98 + 136 + 188
+41 + 48 + 55 + 64 + 75 + 88 + 118 + 160 + 218
~~~:i.
-i!:3~; 30 40 -310 -170 -120
-so o o + 48 + 60 +68 + BO + 94 + 112 + 148 + 200 +274
a e::~ 40 50 -320 -180 -130
-80 -25 -9 -5 -10 +2
'
+9 +17 +26 +34 + 43
+ 54 + 70 +81 + 97 + 114 + 136 + 180 +242 + 325
~::::: ~~~
l:j-.,,
50 65 -340 -190 -140
-100 -60 -30 -10 o -7 -12 +2 o
+41 t 53
+ 11 +20 +32 +43 + 59
+ 66 +87 + 102 + 122 + 144 + 172 + 226 + 300 + 405
65 80 -360 -200 -150 + 75 + 102 + 120 + 146 + 174 + 210 + 274 + 360 + 480
§ ~~-~ 80 100 -380 -220 -170
!::
+ 51 + 71 + 91 + 124 + 146 + 178 + 214 + 258 + 335 + 445 +585
::i:::~ -
-120 -72 -36 -12 o is -9 -15 +3 o +13 +23 +37
~ ~~f
:::s"""·
r,:, 0
100 120 -410 -240 -180 e:
I!! + 54 + 79 + 104 + 144 + 172 + 210 +254 +310 + 400 + 525 + 690
~-~~;: 120 140 -460 -260 -200
o
i'6 o
+ 63 + 92 + 122 + 170 + 202 + 248 +300 + 365 + 470 + 620 + 800
~ ~ §'-== 140 160 -520 -280 -210 -145 -85 -43 -14 -11 -18 +3 + 15 +27 +43 + 65 + 100 + 134 + 190 + 228 +280 + 340 + 415 + 535 + 700 + 900
a -. --.!.
...
.._-::i·· 160 180 -580 -310 -230 .g + 68 + 108 +146 + 210 + 252 +310 + 380 +465 +600 + 780 + 1000
;;· ~--g I!!
180 200 -660 -340 -240 C)
+ 77 + 122 + 166 + 236 + 284 + 350 + 425 + 520 + 670 + 880 +1150
~-i§·
ag~ 200 225 -740 -380 -260 -170 -100 -50 -15 o a;"'!!! -13 -21 +4 o +17 +31 +50 + BO + 130 + 180 + 258 +310 + 385 +470 +575 + 740 +960 + 1250
:! §" IA 225 250 -820 -420 -280 ..,
..Q + 84 + 140 + 196 + 284 +340 + 425 + 520 + 640 + 820 + 1050+ 1350
~::
,... ~
~
:il 250 280 -920 -480 -300 > + 94 + 158 + 218 +315 +385 +475 + 580 + 710 + 920 + 1200+ 1150
§- ?=! 280 315 -1050 -540 -330
-190 -110 -56 -17 o ....
= -16 -26 +4 o + 20 +34 + 56
+ 98 + 170 +240 +350 +425 + 525 + 650 + 790 + 1000 + 1300+ 1700
~- 315 355 -1200 -600 -360
e:
§? + 108 + 190 +268 + 390 + 475 +590 + 730 +900 + 1150 + 1500+ 1900
~ -210 -125 -62 -18 o -18 -29 +4 o + 21 +37 + 62
~,N
~ 355 400 -1350 -680 -400 .g + 114 + 208 +294 +435 + 530 + 660 + 820 + 1000+ 1300 + 1650+2100
.
i§ 400 450 -1500 -760 -440 + 126 + 232 +330 + 490 + 595 + 740 + 920 + 1100+ 1450 + 1850+ 2400
=- 450 500 -1650 -840 -480
-230 -135 -68 -20 Q -20 -32 +5 o + 23 + 40 +68
+ 132 + 252 +360 + 540 + 660 + 820 + 1000+ 1250+ 1600 +2100 + 2600
= 500 560 + 150 +280 +400 +600
I 560 630 -260 -145 -76 -22 o
~
ti
Il
o o , + 26 + 44 + 78
+ 155 + 310 +450 + 660
l. 630 710
710 800
-290 -160 -80 -24 o E..,Cl>
o o + 30 +SO + 88
+ 175 + 340 +500 + 740
+ 185 + 380 +560 t 840
[
.;·
800 900
900 1000
-320 -170 -86 -26
'in
o rn8 o o +34 + 56 + 100
+ 210 +430 +620 + 940
+ 220 +470 +680 + 1050
.;- I
1000 1120 I + 250 + 520 + 780 + 1150
§ 1120 1250 ' -350 -195 -98 -28 o o o •+40 +66 + 120
+260 + 580 +840 + 1300
~
1250 1400 +300 + 640 +960 + 1450
~ -390 -220 -110 -30 o ,O o +48 + 78 + 140
~- 1400 1600 +330 + 720 + 1050+ 1600
;;i 1600 1800 + 370 + 820 + 1200+ 1850
=· 1800 2000
-430 -240 -120 -32 o o o i +58 + 92 +170
+400 +920 + 1350+ 2000
l.., 2000 2240
2240 2500
-480 -260 -130 -34 o o o +6B + 110 + 195
+440 + 1000+ 1500+ 2300
+460 + 1100+ 1650+ 2500
~
2500 2800 + 550 + 1250+ 1900+ 2900
6"
2800 3150
-520 -290 -145 -38 o o o + 76 + 135 +240
+ 5B0 + 1400+2100 + 3200
~ flJfl
~~~t:!~
~~ .;=~ ....
r,, ~- s·
~~vie:.
&.I
DIMENS,
--- ' SCOSTAMENTI
ml
El ' '
INFERIORI
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SUPERIORIA IT7
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3 +270 + 140 +60 +34 +20
6 +270 + 140 + 70 +46 +30
+ 14 + 10 +6 +4 +2
+20 + 14 + 10 +6 +4 o +5 +6 + 10 .-1+A -<l+A
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-4 -S+t\ o
+6
+ 12
-10
-15
-14
-19
-18
-23 -28
-26
-35
-32
-42 -50 -80
ro ;;;ass ~ 6 10 + 280 + 150 +80 +56 o o -28 -34 -42 -67 -97
~ln~ ~~ + 40 +25 + 18 + 13 +8 +5 +5 +8 + 12 -1+A 4!+A 43 10+t\ + 15 -19 -23
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10 14 -40 -so -64 -90 -130
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-45 -60 -77 -108 -150
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-47 -63 -73 -98 -136 -188
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-75
-70 -81
-87 -102
-102 -120
-97
-122
-146
- 114 -136
-144 -172
-174 -210
-180
-226
-274
- 242 -325
-300 -405
-360 -480
80
.. -51 -71 -91 -124 -146 -178 -214 -258 -335 -445 -585
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-54 -79 - 104 - 144 -172 -210 -254 -310 -400 -525 -690
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~ -63 -92 -122 -170 -202 -248 -300 -365 -470 -620 -800
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160
180
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180 +580 +310 +230
200 + 660 +340 +240
225 + 740 +380 +260 + 170 + 100
- + 50 +15 o
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-114
-126
-170 -240
-190 -268
-208 -294
-232 -330
-350 -425
-390 -475
-435 -530
-490 -595
-525
-590
-660
-740
-650 - 790
-730 -900
-820 -1000
-920 -1100
-1000
-1150
-1300
-1450
-1300 -1700
-1500 -1900
-1650 -2100
-1850 -2400
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500 + 1650 + 840 +480
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-5+4 -23+!,, -23 --40+t\ o '6
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-150
-252 -360
-280 -400
-540 -660
-600
-820 -1000 -1250 -1600 -2100 -2600
- -
Il
+260 + 145 + 76 o o -26 -44
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i.. --'-- 78 -155 -310 -450 -660
;1 ~ 630 710 lii E -175 -340 -500 - 740
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800
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I -- o -30 -50 8
§
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-88
- 185
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-380 -560
-430 -620
-840
-940
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900
1000
1120
1000
1120
1250
+ 320 + 170
+350 + 195 -
I-
+ 86
+ 98
+26
+28
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o
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o
o
-34
-40
-56
-66
-100
--120
--
-220
-250
-260
-470 -680
-520 - 780
-580 -840
-1050
-1150
-1300
=-: 1250 1400 -300 -640 -960 -1450
I>
i
J
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1400
1600
1800
2000
1600
1800
2000
2240
+390 +220
+ 430 +240
+ 110
-+ 120
-+ 130
-+30
+32
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-58
-78
-92
-140
--
-170
-330
-370
-400
-440
-720 -1050
-820 -1200
-920 -1350
-1000 -1500
-1600
-1850
-2000
-2300 ..
:::-. +480 + 260 +34 o -68 -110 -195
"'
~
gì 2240 2500
- i-
-460 -1100 -1650 -2500
::,
2500 2800 -550 -1250 -1900 -2900
I ~
VI 2800 3150
+520 +290 + 145 +38 o o -76 i -135 -240
-580 - 1400-2100 -3200
~
':I
,:.·.·
---------· -----
-------- -- I
'
Linea dello ·
IT8;
4) le posizioni da P a ZC per i gradi
minori o eguali a IT7 hanno gli stessi
I
zero
ei
scostamenti fondamentali dei fori con
gradi maggiori di IT7 a cui va aggiun-
to però il valore J.;
I
Albero Foro 5) la posizione T è prevista solo dalle
1T
2
dimensioni di 24 mm;
6) le posizioni V ed Y sono previste ri-
I
spettivamente da 14 a 500 mm e da 18
h js
Scostamenti
k
viste fino alle di!l'ensioni di )O mm;
9) l~ posizioni A, B e C sono previste
I
fino a 500 mm, mentre gli scostamenti
fondamentali A, B non devono essere
utiÌizzati per dimensioni nom~ali mi-
nori o eguali a 1 mm.
es Gli scostamenti dei fori, fatta eccezio-
1 ne per gli scostamenti fondamentali
GradiK4K7 particolari già menzionati, sono sim-
ei 3mm < dimensione metrici, cioè uguali ma di segno op-
nominale !i 500mm posto, a quelli di ugual lettera degli
Tutti gli alberi.
altri gradi Il valore Il che compare nella tabella
VI, rappresenta la differenza
Fig. 26. Scostamentifondamentaliparticolarideglialberi. ITn - IT(n-1)
H JS K M N
348
I tra la tolleranza fondamentale del
gruppo delle dimensioni nominali nel
me già visto durante la fase di laYora-
zione del pezzo, sarà impossibile assi-
2) una posizione nella quale il pezzo
può assumere un diametro effettivo
grado stabilito e la tolleranza corri- curare l'esatto valore della quota di 30 maggiore o minore di quello nomina-
I spondente nel grado più preciso im-
mediatamente superiore.
Ad esempio per il calcolo di ~ per P7
mm per tutti i pezzi del medesimo lot-
to, e quindi il progettista prescrive
una tolleranza fissando una posizione
le, in quanto il suo campo di tolle-
ranza si estende sia al di sopra che al
di sotto della quota nominale (po-
nel gruppo di dimensioni nominali da e un grado di tolleranza. sizione js).. ·
I 18a30mm:
il = 117 - IT6 = 21 - 13 = 8µ.m
La designazione di una tollernnza è
quindi fatta con:
3) una posizione del campo tale da dar
luogo ad una dimensione effettiva
- la dimensione nominale (ad esem-
I di conseguenza:
ES= - 22 + 8 = 14 µ.111
pio 0 30);
- una o due lettere che indicano la po-
sempre maggiore o uguale a quella
nominale (posizioni da k fino a zc).
sizione della zona di toller,mza rispet- L'ampiezza del campo di tolleranza è in-
I Gli scostamenti fondamentali riporta- to alla linea dello zero (ad esempio h);
ti nelle tabelle V e VI per gli alberi e · - una o due cifre che indicano il grado
per i fori sono calcolati con formule di tolleranza normalizzato (nd esem-
dicata dal numero e corrisponde al gra-
do di tolleranza normalizzato (tab. I).
Le tolleranze delle quote lineari pos-
particolari, riportate nella norma UNI pio 7). sono essere indicate o mediante il sim-
1286/1. bolo ISO, oppure mediante l'uso degli
scostamenti limite.
A parità di ampiezza del campo di tol- La figura 29 mostra il caso di un'indi-
Indicazione delle quote leranza si possono scegliere tre distinte cazione di una quota con la simbolo-
I con tolleranza posizioni rispetto alla quota nominale:
Nell'esempio di figura 28 la quota no- 1) una posizione del campo tale da dar
gia ISO. Nel caso di indicazione me-
diante gli scostamenti limite, gli ele-
menti della quota devono essere scrit-
minale dell'albero ha un valore di 30 luogo ad un.a dimensione effettiva ti, come si vede dalla figura 30, nel-
ti mm e rappresenta la quota ideale che sempre minore o uguale di quella no- 1'ordine seguente:
Il il progettista vorr~bbe r~ali~z~~~; co- _!IlinaJ~(posizioni da a fino a h). a} dimérisione nominale; -·
b) valori degli scostamenti limiti, scri-
vendoli uno sopra l'altro, con losco-
I - -I· .. - .-- stamento superiore sopra lo scosta-
mento inferiore, in modo da ottenere
sempre una differenza positiva. Gli
I L._--~----~Diametro 30@
scostamenti vanno indicati nella stes-
sa unità di misura della dimensione
nominale, cioè in genere in mm.
Se la tolleranza è disposta simmetri-
I camente rispetto alla dimensione no-
minale, il valore assoluto di ciascuno
"
dei due scostamenti deve essere scrit-
l - -
~
I· 40F7
-~
"-U.02
30! -0.05
~
30 :O.I
349
I
·--------------
-··-----·---------1•
I
:~
~
:I
w I
•I
I
a)
~ ~
~
+O.I
~--· ___ 5_3_~
2___ ,
b)
26
Fig. 35. La dimensione effettiva è limitata in Fig. 38. a) indicazionedelletolleranzecon quotaturasecondoil criterioA; b) indicazionedelle
un solosenso. tolleranzecon quotaturasecondoil criterioB. ·
350
I ·-·---------. -----------
I nom. 030
I µm
TOLLERANZE
GENERALI
I : c.., ______________ I _m_in-+_,__P_6__,__
Le dimensioni di un pezzo sono molte
e se dovessero essere indicate tolle-
ranze su ogni quota occorrerebbe mol-
21 to tempo e la quotatura risulterebbe
I H7
i
7 1---------G_m_in-+---.---,
Gmax appesantita.
L'indicazione delle tolleranze sul di-
segno dovrebbe però essere completa
al fine di assicurare che le caratteristi-
_._ _g6__._,_
I 20'-:__________
che dimensionali e geometriche di tut-
ti gli elementi siano definite senza
informazioni sottintese o lasciate al
giudizio personale. D'altra parte per
I un gran numero di dimensioni risul-
tano accettabili gli errori ottenuti nor-
malmente dall'abituale grado di pre-
I cisione di officina.
Si stabilisce allora con quale grado di
precisione si intende eseguire la lavo-
I Fig. 40. È illustratoinfigura l'accoppiamento di un foro di tolleranzaHl conalberidi tolleran- razione e si fa riferimento ad una ta-
za g6 e p6 rispettivamente.La qt1otanominaleprescrittaè 30 mm. Gli scostamentifondamenta- bella che indichi quali sono le corri-
li e le ampiezzedelletollera11ze sonoricavatedalletabelle(ovviamenteperglialberile ampiezze spondenti tolleranze.
delletolleranzesono ugualimentrecambianole posizioni). La tabella UNI ISO 2768 stabilisce le
I 351
I
CLASSE
DITOLLERANZA SCOSTAMENTI
LIMITEPERCAMPIDIDIMENSIONI
NOMINALI
I
DesignazioneDenominazione
da0,5'1
fino a 3
oltre3
fino a 6
oltre6
fino a 30
oltre30
fino a 120
oltre120
fino a400
oltre400
fino a 1.000
oltre1.000
fino a 2.000
oltre2.000
fino a4.000
I
I fine ±0,05 ±0,05 ±0,1 ±0,15 ±0,2 ±0,3 ±0,5 - I
m media ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,5 ±0,8 ± 1,2 ±2 I
e grossolana ±0,2 ±0,3 ±0,5 ±0,8 ± 1,2 ±2 ±3 ±4
I
molto
V
grossolana
1)perle dimensioni
nominali
-
-
±0,5
dopola dimensione
nominale
±2,5 ±4 ±6 ±8
I
Tab. VII. Scostamentilimiti (in mm) ammes-
si per dimensionilineari.
CLASSE
DITOLLERANZA SCOSTAMENTI
LIMITEPERCAMPIDIDIMENSIONI
NOMINALI
I
tolleranze generali per le dimensioni
line~_i:i_eda~g9lar_i,prive di jndicazio7. Designazione
- Denominazione -- da 0,5'1 flno·a3 - -- -oltre 3 fino à 6 -01tres -
I_
ni di tolleranza specifiche, ed indica
quattro classi di tolleranza o gradi di
precisione.
Anche in questo caso si sono suddivi-
I fine I
se le dimensioni in gruppi. Gli scosta- ±0,2 ±0,5 ±1
menti per quote senza indicazione di
tolleranza variano quindi secondo i
gruppi di dimensioni e in funzione
-
m
-
media
·-- - -·- - .. I
.
mensioni minori di 0,5 mm gli scosta- Tab. VIII. Scostamentilimiti ammessi(in mm) per dimensionilinearidi smussi e raccordi.
nominale
I
menti vanno sempre indicati.
Le tolleranze generali non si applicano
alle dimensioni ausiliarie, indicate tra CLASSE DITOLLERANZA ...
SCOSTAMENTI
INMILLIMETRI,
LIMITEINFUNZIONE
DELLATOPIUCORTODELL'ANGOLO
DEICAMPIDILUNGHEZZA,
CONSIDERATO
Il
parentesi. Le tabelle VII, VIII e IX ri- .. ' ··-;:-·,--
portano i dati rispettivamente per le
dimensioni lineari, per smussi e rac-
cordi e per dimensioni angolari.
DesignazioneDenominazione 6noa10
·-
oltre10- ·
finoa SO
oHre50-'·
.....: .
' ··- oltre120 ·-oltre4DO
finoa 120 -.finoa 400
I
Se si usano le tolleranze secondo que-
ste tabelle, si devono riportare all'in-
terno o nei pressi del riquadro delle
iscrizioni l'indicazione UNI ISO 2768
I fine
± 1· ±0°30' ±0°20' ±0°10' ±0°5'
___
I
e la classe di tolleranza.
m media
AdeseÌnpio:
UNI ISO 2768 - m ± 1· ±0°10'
e grossolana ± 1°30' ±0°30' ±0°15'
L'applicazione delle tolleranze gene-
rali comporta i seguenti vantaggi: molto
V ±3" ±2· ± 1• ±0°30' ±0°20'
1) i disegni sono di più facile lettura grossolana
ed interpretazione;
2) il progettista risparmia tempo evi- Tab. IX. Scostamentilimiti ammessiper dimensioniangolari(si noti chegli scostamentiovvia-
tando calcoli dettagliati di tolleranze; mente diminuisconoall'aumentaredellalunghezzadi riferimento).
352
-I
I 3) il disegno evidenzia quali elementi
possono essere prodotti con il consue-
- verificare, mediante campionamen-
to, che il proprio livello di precisione
abituale non degradi.
Dr
.
.
.
to grado di precisione del processo;
I ' ~
~ ~
I ~ ~
281H7
~
I h6
28 h6 ( !.013)
I
I +0.JO
Foro 4O•0.
io ©=40~~
I. 353
---~ ..: ~- -
----
I
costosi di quelli per esterni, che richie-
dono una rettifica interna, sempre più
difficoltosa di quella esterna. Inoltre
in commercio si trovano barre trafila-
- . - - - - - - - - - - - . - . - - - - - - - - - e=:::,-. - - - - - - -
L
- - - - - - - - -
~l
Per contro ciò comporta la lavorazio-
1 ne di una più estesa gamma di fori,
la\·orazione più costosa di quella de-
gli alberi.
-~- - - -I I
Il sistema albero base è spesso adotta-
I to nella costruzione di trasmissioni, di
apparecchi di sollevamento, di mac-
chine agricole dove ci si trova facil-
i mente di fronte a un unico albero sul
quale vengono montati, cioè accoppia-
ti in vario modo, più elementi.
Fig. 48. Sulla barratrafilatadi diametro25, viene montato/'anellointemo del cuscinettoA con
interfcren:a,la ruota De le bro11zi11e
B, B' co11gi11oco.
I 355
---------------------------------
binamento porta agli accoppiamenti HlO, Hll, JS6, JS7, JS8, K6, K7, K8,
mensioni più vicine alla massima che
raccomandati, con lo scopo di limitare M6, M7, MS, N6, N7, N8, P6, P7, P8,
alla minima; il contrario avviene per i
il numero degli utensili e dei calibri R6, R7, R8, S6, S7, T6, T7.
fori. Si scelgono poi i valori di gioco
necessari. (o interferenza) massimo e minimo
Le zone di tolleranza considerate so- La scelta delle tolleranze per gli ac- basandosi molto sull'esperienza. Si
no le seguenti, dove le zone di tolle- coppiamenti non è un problema faci- può dire come principio orientativo
ranza in neretto vengono considerate le; si possono tuttavia dare alcune in- generico,_ che per parti scorrevoli tra
preferenziali rispetto alle altre: dicazioni orientative: loro il gioco minimo deve essere tale
Per alberi: 1) in base alla funzione che devono as-
che, anche con una variazione di tem-
solvere i pezzi nell'accoppiamento si peratura il funzionamento sia garanti-
all, bll, cll, d8, d9, d10, e7, e8, e9, f6,
f7, f8, g5, g6, hS, h6, h7, h8, h9, hll, determina se si deve avere gioco o in- to; il gioco massimo deve assicurare
anche dopo una certa usura una suffi-
jsS, js6, js7, kS, k6, k7, mS, m6, m7, nS, terferenza. Si tenga presente che, co- ciente guida. Per un accoppiamento
n6, n7, pS, p6, p7, rS, r6, r7, sS, s6, s7, me si è già accennato, un accoppia- forzato l'interferenza minima, deve
tS, t6, t7, u7. mento incerto nella sua realizzazione
pratica diviene quasi sempre un ac- garantire che le due parti non si di-
Per fori: coppiamento con leggera interferen- sgiungano sotto un eventuale sforzo;
All, Bll, C11, D9, DlO, E8, E9, E10, za. Nella lavorazione infatti gli alberi l'interferenza massima non deve im-
F6, F7, FB,F9, G6, G7, H6, H7, H8, H9, tendono ad essere prodotti con di- porre sforzi eccessivi di deformazione
che potrebbero portare a rottura. La
scelta degli accoppiamenti incerti e
stabili è più difficoltosa, in quanto si
Differenza
ditemperaturaIn 'C Ira i duepezziperaccoppiamento
Gruppi deve tener conto, oltre che delle carat-
Tipo
Materiale didimensioni H6 H6 H7 H7 H7 teristiche funzionali, anche dei criteri
di montaggio
.. - mm
-
n5 -
-
p5
-
m6
-n6 -
r6 di montaggio e delle proprietà mecca-
niche delle partiaccoppiate . .La tabel-
finoa 18 160 220 • 160 300 320 la X indica le differenze di temperatu-
Amano sopra18a 50 130 180 130 240 280 re più comunemente impiegate per
·- . - ... .. - - - . - ·- -- - - montaggi di accoppiamenti cori inter-
sopra50 90 125 90 140 160
Acciaio ferenza.
finoa 18 100 150 100 190 200
Conmazzuolo
sopra18a 50 80 110 80 150 180
2) Tra i vari accoppiamenti che ottem-
o torchietto perano alle condizioni richieste si de-
sopra SO 50 80 60 90 100
ve dare la preferenza a quelli racco-
finoa 18 80 - - - - mandati e solitamente meglio corri-
Amano sopra18a 50 60 - 70 ..
- - - - spondenti alle esigenze tecniche e fun-
zionali dei prodotti in costruzione,
Leghe sopra50 40 - 60 - - scartando quelli che determinerebbe-
leggere
Conmazzuolo
finoa 18 50 - 60 - - ro un costo più elevato. Le tabelle XI e
o torchietto sopra18a 50 40 - 40 - - XII riportano alcuni accoppiamenti fo-
sopra50 30 - 40 - - ro base di uso comune, con le caratteri-
stiche di applicazione e di montaggio.
Tab.X. Determinazionedelletemperatureper alcuni accoppiamenti
co11interferenza.
.s .s o .s
.,
e ., e ea, .,
e
E
.!!!
a.
ca
"'
"'
:!! .s ea, ~ ~
E
., -! o o
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~
Réllificatura,
attaprecisione Rettificatura.
mediaprecisione Lavorazioni
allemacchineutensili Qualsiasi
tipo
Montaggiocuscinetti,
tenuteidrauHche Rellilicatura
alberi,alesatura Tomitura,fresatura,
alesatura di macchina
Bloccato
di spinta:montaggio
a manoforzandoleggermente Bloccatoa caldo:condifferenza di temperatura
trai duepezzi
Bloccato
leggero:montaggioa pressione
contorchietto Conscorrimento: partirotantio scorrevoli
conbuonalubrificazione
Bloccato
nonnate: montaggio
a pressionecontorchietto Liberostretto:accoppiamentimobilia bassavelocità
Bloccato
serrato:montaggio
apressioneeventualmentecondifferenza
di temperatura Liberonormale: peui rotantiadaltaveloc~à
Bloccato
allapressa:montaggioa pressione
eventualmente
condifferenza di temperatura Liberolargoe ampio:pezzicherichiedono moltogioco
356
-I -------...;:;;,;;..~-
lccoppiamenli mobili
tl8/e8
I
O>
e: H8/d8 Montaggio congiuocoabbondante:perniperlevee arti-
o
~O> H11/c11 colazioni
in_macchineagricole,senzaesigenzedi preci- Guidautensili
~ sione.
Liberotargo
H7/f6
I
a,
e H7/f7 Accoppiamentirotantimoltoveloci,concentratura
anche Accoppiamento
o ~/ 050 H7 /f7
·i;;
imperfetta
e bassicarichi;accoppiamenti
pistonecilindro
~
o H8/f7 albero-bronzina,
l!! H8/f8 neicomandi oleodinamici. pistone-<:ilindro
Q.
Liberonormale
H6/g5
I
O>
e H7/g6 Accoppiamenti rotantia bassa-velocità,
conbuonacen-
~
Accoppiamenti
rotanti
·o traturae precisione
di guida:accoppiamentoalbero-bron·
conbuonacentratura
l!! zina.
Q.
Liberostretto
H6/h5
I
a, Montaggi e centraturead altaprecisione,scorrevoli
as·
e H6/h6 _ Accoppi[3mento_
-o- sialmentee dotati-dimotorotatoriolentoo a carattere
~ H7/h6
oscillante
conbuonalubrificazione; accoppiamentobiel-
albero-bronzina
e! H11/h11 conbuonalubrificazione
Q.
la-manovella,
anelliinternidi cuscinetti
a sfere.
Discorrimento
coppiamenti
stabili
H6fJs5
I
H6{js6 Accoppiamenti
di precisione di partireciprocamente
fis·
Spinacilindrica
H7/m6 se; accoppiamenti
strettiscorrevoli
assialmente;montag- ,::
~ I di riferimento
gioa manoconmazzuolo.
Bloccato
• di spinta
H6/n5 Accoppiamentibloccati,nonsmontabili
a mano;partiche
I
H7/n6 nonnecessitanodi esserebloccateassialmente,
masolo
Montaggio di bronzine
H8/n8 assicurate
controla reciprocarotazione;bronzinenella
nellalorosede esterna
lorosedeesterna,boccoledi guida,ingranaggi
collegati
Bloccato conlinguetta.
serrato
H6/p5
I
.,e: H7/p7
Accoppiamenti bloccali,nonscomponibili, adattia tra·
Accoppiamento
.,
_Q
H7/r6
smettereforticarichiassialie momentitorcenti;trasmis·
-spinotto-pistone
·o sionisenzalinguetteo scanalati,
bronzinenellalorosede
e! biella-cuscinetto
'"
Q.
danonsmontarsi mai.
Bloccalo
allapressa
0H7/u7
H7/s6 ~
Organifissia bloccaggio fortissimo,nonscomponibili
sen-
~
H7/u7
.I
za danneggiare irreparabilmente i pezzi:accoppiamenti Bussoladi guida
pertrasmettere forticarichi,senzachiavette;girantiper perutensili
pompenellalorosede.
Bloccato
a caldo
I 357
~~<-.·.··
3) Fra i vari accoppiamenti adatti pre- Nel primo caso si assume che tutte le Queste tolleranze presentano tuttora
ferire quelli con tolleranze più ampie tolleranze siano sempre nelle condi- alcune difficoltà di applicazione, per
perché più economici. Limitare l'im- zioni limite nel momento in cui esami- la loro relativa novità e quindi per la
piego dei gradi normalizzati a quelli niamo le condizioni funzionali: è chia- mancanza di una casistica acquisita
che sono abitualmente adatti alle esi- ro che se il funzionamento è garantito all'esperienza, come invece è avvem1-
genze funzionali medie delle diverse in queste condizioni lo sarà anche to per le tolleranze dimensionali, e
parti dei prodotti in costruzione. quando da queste ci scostiamo spo- perciò s1,1di esse ci si soffermerà am-
Tutto questo si traduce in una dimi- standoci all'interno del campo di tolle- piamente nel capitolo 13.
nuzione del costo di produzione e in ranza assegnato. Sarà una condizione
una migliore organizzazione della di massima sicurezza ma di costo ele-
produzione, in quanto si ottiene una vato anche perchè spesso per ottenere
ridotta dotazione di strumenti di con- una tolleranza risultante nei limiti del-
trollo e soprattutto di utensili (alesa- la funzionalità potrà essere necessario
tori, brocce) e di attrezzature. imporre delle tolleranze componenti
molto ristrette: l'applicazione di que-
sto criterio è giustificata solo nei casi SERIE
ECATENE
DI
Prescrizione delle tolleranze in cui le esigenze di sicurezza siano
in campo aziendale elevate e quelle di costo trascurabili. QUOTETOLLERATE
Nella realtà produttiva, la probabilità
Un approccio più scientifico al proble- che in un lotto di pezzi, prescritta una
ma di prescrivere delle tolleranze che certa tolleranza, le quote siano tutte Serie di quote tollerate
da un lato assicurino qualità ed accop- nelle condizioni limite estreme, è mol- sullo stesso componente
piabili tà casuale dei pezzi e dall'altro to bassa. Lo scarto dei pezzi fuori tol-
non vincolino a scarti eccessivi in sede leranza (per quanto riguarda le varia- Esaminiamo il pezzo di figura 50; un
di collaudo, è stato sviluppato negli bili componenti) appare perciò spesso organo di macchina può avere un cer-
ultimi tempi, con l'aiuto di metodi ingiustifica"to, perché lo scarto stesso ta parte di quote tollerate e un'altra di
matematici. ~!:r~va ~-a co~c!-!zioni__c~~ -~n era!ica quote non tollerate che però cadono
· Definendo come quotefimzionali qùeF non si verificano: 11ricupero di questi sottò la tolléranza -gènerale· di lavora- ·
le la cui variazione oltre i limiti di tol- pezzi rappresenta un fattore economi- zione. In questo caso la quota totale ri-
leranza pregiudica il funzionamento co non indifferente. sulta dalla somma delle quote parziali
dell'organo meccanico considerato, il L'assegnazione delle tolleranze per con le loro tolleranze; questa quota
problema è quello di valutare le con- via probabilistica si propone perciò di avrà valore minimo quando le quote
dizioni per potere in realtà tali limiti allargare i campi di tolleranza delle parziali A e B avranno valore minimo:
superare. Una quota funzionale è in- variabili componenti: il problema i:ton_ Rmin = Amin + Bmin = 8,1 + 12 = 20,1
dividuabile dall'osservazione del è semplice perché occorre valutare con
complessivo di cui il particolare con- prudenza la distribuzione di frequen- il valore massimo di R si otterrà quan·
siderato fa parte ed analizzando com- za delle dimensioni dei pezzi lavorati, do A e B saranno entrambe alla di-
piti e posizioni di quest'ultimo: condi- influenzata da numerosi parametri le- mensione massima consentita dalla
zioni funzionali possono essere quelle gati al processo di lavorazione. tolleranza:
di resistenza e indeformabilità, di in- Un'ulteriore valutazione per la scelta Rmnx= Amax + Bmax= 8,4 + 12,2= 20,6
gombro e di peso e di funzionamento delle tolleranze è quella che porta a
e montaggio. scegliere fra le numerose opzioni che La tolleranza della quota R si potrà
In genere una quota funzionale (varia- soddisfano le esigenze funzionali, dunque indicare come:
bile dipendente o risultante) è espri- quelle che garantiscono anche il mini-
mibile mediante altre quote (variabili mo costo di produzione.
R = 20 :~:t
indipendenti o componenti) che in Come s'è visto, un concetto di imme-
campo meccanico sono soggette an- Si può adesso verificare la tolleranza
diata comprensione come quello di
ch'esse a tolleranze, dipendendo en- di A, ottenendola come differenza:
tolleranza, partendo dalle applicazio-
tro certi limiti dal processo di lavora- ni più semplici porta ad elaborazioni Amin = Rmin - Bmax= 20,1 - 12,2= 7,9
zione, variabile nel tempo. sofisticate, al fine di migliorare la qua- Amax = Rmax - Bmin= 20,6 - 12 = 8,6
L'assegnazione dei valori di tolleran- lità della produzione con il duplice
za alle singole quote può presentarsi obiettivo di ridurre i costi ed aumen- Si ottiene così una contraddizione sul-
come valutazione della tolleranza ri- tare l'affidabilità dei prodotti. la quota A, che risulta uguale a:
sultante, date le componenti, o come Si noti che finora parlando di tolleran-
ripartizione delle tolleranze sulle sin- A= 8 :gf invece di A= 8 :~~
ze si è sempre fatto riferimento alle
gole quote componenti quando sia ri- tolleranze sulle dimensioni dei pezzi. Da questo ragionamento si può de-
chiesta la tolleranza risultante. Non sempre tuttavia queste sono suf- durre che esiste un'incompatibilità
In entrambi i casi possiamo seguire ficienti a garantire la funzionalità dei delle quote risultanti dalla somma di
due diversi criteri: pezzi stessi. Si dovrà allora far ricorso quote parziali munite di tolleranza;
- assicurare in ogni caso l'intercam- alle cosiddette tolleranzegeometriche, queste quote sono dette sovrabbondanti
biabilità dei pezzi (criterio o condizio- di forma (che pongono limiti alla for- o ausiliarie e devono essere disposte
ne limite), ma delle superficie e delle linee deli- tra parentesi per indicare che si tratta
- assicurare l'intercambiabilità dei mitanti il pezzo) e di posizione (che di quote non essenziali, sottratte a
pezzi entro dati limiti probabili (crite- vincolano la posizione reciproca dei qualsiasi condizione di tollera:;za, an-
rio o metodo probabilistico). suddetti elementi). che generale. È facile constatare che
358
I
---·-·-- --------
I-
esempio, si avrebbe uguale tolleranza ni, tolleranze e funzione del prodotto. R
su tutte le quote, il che è impossibile. Si consideri l'articolazione in figura 51
Nel caso in cui la lunghezza totale di in cui un perno con relativa bronzina
un organo meccanico, per ragioni di viene bloccato nella sede con l'uso di
montaggio o di funzionamento, ri- una rondella e di un anello elastico. Ai Fig. 51. Catena di tolleranzedi 11n'articola-
hieda una tolleranza ben definita ed fini del funzionamento dell'articola- zio11e.
ndipendente da quella parziale, è op~ - zione, il gioco G dovrà essere compre-
' portuno lasciare la quota meno im- so entro determinati limiti, ed in ogni
dare la regola generale per cui la tolle-
portante senza tolleranza, affinché caso non dovrà mai assumere valori
l ser_va da compensa_zione,
scritta tra parentesi.
e quindi va negativi. Per lo studio della catene di
quote, è utile rappresentare le quote
con lettere maiuscole, dove:
ranzasu ogni condizionedi funzionamen-
to derivanteda sommao differenzedi quo-
te è uguale alla somma delle tolleranze
sulle quotestesse.
I Cate~a di qu?t«: tollerate su
pezzi accopp1ah
A = 22 mm, dimensione del supporto
B = 3 mm, dimensione della rondella
C = 1 mm, dimensione dell'anello ela
Passando ai valori numerici, e ponen-
do per semplicità uguali a zero gli sco-
L'insieme delle quote tollerate di ele-
stamenti inferiori per A e B e quello
l menti dei diversi pezzi assemblati in
un gruppo o complessivo costituisce
una catena (stack in inglese) che ha un
stico
G = Omm, gioco nominale
R = quota risultante, R =A+ B + G +
superiore di C, si può assumere per le
tolleranza il grado normalizzato IT9
C=26mm (tab. I) per le quote A, Be il grado ITl 1
impatto notevole sulla funzionalità e
l sui costi di produzione; la valutazione
della quota tollerata risultante da una
catena di tolleranze (espresse o sottin-
Si indiç.hino con tA, tB, tC le tolleran-
ze di A, B e C e con tR, la tolleranza
per l'anello C unificato, e quindi:
A= 22 •g-052
quindi:
G=R-A-B-C
-·--- -·
e= 1.g_()6
R =26 ;g:i
f inazione dei valori massimi e mini-
mi dei giuochi e delle interferenze.
ale necessità nasce dall'esigenza di
Gmax= Rmax- (A + B + C)min
Gmin= Rmin- (A + B + C)max
e ancora:
In questo modo la tolleranza sul giuo-
co diventa:
garantire che una variazione delle tG = tR+ tA + te+ te = 0,2 + 0,052 +
l quote della catena oltre i limiti delle
tolleranze generali di lavorazione,
non pregiudichi le condizioni di fun-
Gmax- Gmin= Rmax- Rmin+ (A + B +
cioè:
+ C)max- (A + B + C)min 0,025 + 0,06 = 0,337
Gmax= Rmax- (A + B + C)min= 26,4 -
tG=tr+tA+tB+tC
zionamento e di montaggio. Ad esem- 22 - 3-0,94 = 0,46
l pio un giuoco si forma con una catena
di quote soggette a tolleranze tra due
o più pezzi e molte volte si pone il
Si dimostra quindi che la sommadi tz1t-
te le tolleranzedellacatenadei,euguaglia-
re la tolleranzadel gioco;si può enun-
Gmin= Rmin- (A + B + C)max= 26,2 -
22,052- 3,025 -1 = 0,123
I 359
I
.
'
quindi:
Gmax=Amax- Bmin
Gmin=Amin- Bmax I
La catena di quote
Amax= Gmax+ Bmin= 1.4 + 3,9 + 75,7 +
3,9 = 84,9 mm
Amin= Gmin+ Bmax= 0,2 + 4.1 + 76.3 +
viene contrassegnata
da un"origine
ed un orientamento
I
4.1 = 84,7mm
quindi la quota A dell'albero sarà:
Fig. 53. La catenadi quotevienecontrassegnatada un'originee da un orientamento.
Una volta identificati gli elementi che valore per ciascuna dimensione in ca-
I
influiscono sul gioco o su una qualsia- tena. Se il verso di percorrenza è ne-
~
si quota critica, la catena di quote vie- gativo, viene indicato un segno - nelle
Si noti la differenza fra le dimensioni de- ne contrassegnata da un origine ed un colonne 2 e 4, il valore minimo della
terminanti le condizioni di funziona- orientamento (positivo ad esempio nel dimensione dell'elemento nella colon-
mento e le quote dei particolari da cui verso di percorrenza destro); in que- na 3 e il valore massimo nella colonna
derivano. Infatti vale la relazione G =
Ama,- Bmin'
te Amax
ma l'espressione conse~n-
= G.;..x+ B in'altrettanto valida
sto modo tutte le quote percorse verso
sinistra vanno sottratte nella catena,
mentre quelle percorse verso destra
5. Se invece il verso è positivo, viene
indicato un segno + nelle colonne 2 e
4, il valore massimo della dimensione
I
dati i presupposti ~ionali, non avreb- vanno sommate. dell'elemento nella colonna 3 e il valo-
be invece senso per una generica som- Per facilitare i calcoli e organizzare le re minimo nella colonna 5.
ma di quote A = G + B in cui logicamen- quote in forma completa e sistemati- 6 : differenza tra la colonna 3 e 5, che
te sarebbe A max = Gmax + Bmax . ca, è utile far riferimento al modulo il- costituisce la tolleranza, quindi sem-
lustrato in figura 54, in cui le colonne pre positiva.
In alternativa al procedimento descrit- hanno i seguenti significati:
to, per la risoluzione della catena può Nella tabella viene indicato il totale,
essere proposto un metodo non solo 1: colonna dove viene descritto o codi- cioè il gioco sommando le colonne 3
ficato l'elemento in catena; ed 5, e la tolleranza del giace., con la.
più semplice, ma che consente anche
di ottimizzare i risultati in funzione
degli obiettivi di progetto.
2, 3, 4 e 5: in queste quattro colonne
viene immesso il massimo e minimo
somma dei valori della colonna 6; poi-
ché la somma di tutte le tolleranzedella
I
360
I_
,.....
--------=-=-
I Fig. 54. Mod11/oche co11sr11te
il mlcolodelgiocoorga11izzn11-
catena deve 11g11nglinre ln tollera11zadel
do le q11otein modocompletoe
G) G) 00 ® ·1> gioco. Si applichi il procedimento per
Gioco previsto
di progetto variabile tra 1 e 0,5 mm,
quindi con una tolleranza di 0,5 mm;
la forma tabellare consente di interve-
- nelle colo1111c 2 e 4, il mlore nire sulle singole righe, verificare la
I 111i11imo
colo1111a
in colomm5.
della dimensione i11
3 e il valore massimo
Differenza coerenza delle singole tolleranze fino
a ricavare il gioco richiesto (fig. 56).
Le quote risultanti saranno:
C=4 ~O.I
I + +Max + +Min
Tolleranza
0=76 :i::
Elemento
- -Min - -Max
I C- Boccola
O-Supporto
-
.
.
3.9
75.7 -
.
.
4.1
76.3
0.2
0.6
.. -- ·-
C- Boccola 3.9 4.1 0.2
Somma di
questi valori
... -- . - FINITURE
·
., ~ SUPERFIC{ALI
E
+ .
Gioco totale + 1.4 0.2 1.2
RUGOSITA
Gioco previsto
Differenza
-----......
\/ Differenza di
questi valori
Nella definizione di tolleranza si è già
visto come vi sia differenza fra la defi-
r\ nizione teorica di forma e dimensioni
di un pezzo e la sua realizzazione pra-
tica. Le superfici che delimitano gli
F_ig.55. Utilizz~del moduloper la ricercadelgiocotra la puleggiae la boccoladifigura53; si ot- oggetti possono infatti essere pensate
1 1e11elo ~te_sso
rrs_u_Itato
, rollareI rrs11/tat1
dell~proce~uraprecede11te,_con la 1ifferenzache il progettistapuò con-
m modosistematicoglobalee capirequalisia110 le quotepili critiche.
come perfettamente lisce, ma in realtà
presenteranno delle irregolarità che le
rendono più o meno scabre: si può
quindi parlare di superfici ideali e di
I Elemento
+
Fig. 56. Ottimi::azione del
gioco; rispetto al gioco previ-
sto, sonoda recuperare0,3 mm
nella colonna 5 e 11ellostesso
superfici reali.
Gli errori che differenziano le superfi-
ci reali da quelle ideali sono di diver-
C • Boccola
O-Supporto
tempo eliminare0,4 mm nella so tipo: gli errori macrogeometrici, di
colonna3. forma e posizione, di cui si parlerà nel
C-Boccola 3.9 Aggiungendo0,1 111111 rispetti- cap. 13, e gli errori microgeometrici.
A-Albero + 84.9 + 84.7 0.2 vamente alle di111e11sio11iCe Questi ultimi possono essere aperio-
D, si ottiene: dici (fessure, cricche, ecc.) o ripetersi
-4.1 +0,1 =-4 con regolarità (striature e solchi pro-
- 76,3 + 0,1 = - 76,2. dotti dalla lavorazione): in questo se-
-41+01--4 condo caso si potrà riscontrare un
Rernpero= 0,3 orientamento ed anche un passo.
Gioco totale + 1.4 + 0.2 Sottraendoi1niece0,4 111111alla La valutazione di questi difetti può es-
dimensio11e
D del supporto: sere fatta a vista, per confronto con
Gioco previsto +1 +0.5 0.5
- 75,7 - 0.4 - - 76.1 campioni (come prevedeva la vecchia
Differenza . Recupero=- 0,-1 normativa) o mediante una misura-
-0.4 +0.3
La q11otadell'alberoA è rima- zione che ne permetta la definizione
sta invariata. in termini quantitativi.
I 361
______________________ ..
~
norme UNI ISO 468 e 4287 (che hanno
sostituito la UNI 3963, fig. 57).
Rugosità è l'insieme delle irregolarità
superficiali, che si ripetono con passo ~ Profilo geometrico
relativamente piccolo, lasciate dal a)
processo di lavorazione e/o da altri b)
362
J
I tore denominato rugosimetro su una
lunghezza in genere maggiore della ILRUGOSIMETRO
.·--.·
··.--.·.____......
, - -•. ,•,•. •-' •,.r'l-lo-•
·. ~-; ......
-.· .....
...... .,_ • •-·· •
lunghezza base L, chiamata lunghez- Questoapparecchio (chiamato ancheprofilografo e profilometro) è destinatò allamisurazione
l za di esplorazione. In questo caso, la
rugosità Ra è definita dal valore me-
dio delle misure su diverse lunghezze
dellarugosità dellesuperficilavorate.
mezzodi un'astina in metallo allacuiestremità
neredi tonnaconica,il cuiverticeè raccordato
L'esplorazione
è montato
dellasuperficie
unmicrotastatore
in esameawieneper
conraggiougualea 5 µm.Lapuntinaesplora-j
di diamante in ge- i
persona!
trasmessa
computer
adunregistratore
loredellarugositàmediaRadellasuperficie.
conla possibilità divisualizzare
graficoo adundisplaydigitalechefornisce
I modellipiùperfezionati
la ricostruzione
sonocollegatiadun i
assonoìne_trica della,
il va- ;
sùper-:]
trovano nella norma numerose altre. , licierilevata. Oltreal modello fissodabanco,esistono rugosimetri portatilidi estrema: compat-~
~Considerando una linea di picco, pa- : . tezzae maneggevolezza utilizzabili direttamente inofficina. Modalità dirilievò·ed intérpretazio- '1
mrallela alla linea media e passante per ·r nedeidatisonoindicatenellanormaISO4288. . . ~ ..·: ._::::~;--":.."::~-S~~z;:.~".;-1
l
il punto più alto del profilo, ed una li-
nea di valle, parallela alla linea media
Ile passante per il punto più basso del
li profilo, possono essere definiti come
parametri, da tenere in conto per defi-
nire la rugosità, l'altezza massima di
picco (Rp) e la pròfondità massima di ~~
~-pì~
..:;-:·)~ ~1lt-~g
_.,._... ·..·.:..···:--· .'.__...-:~-:~~-s~-:::--;·:-~~~~-~~ -~:;;.t'::-:-;1 ::-
valle (Rv}, come distanze dalla linea ·- · ::·.I:.-~
~,,.._;:.':.. ;_ .-:..:;~, ..
~~i.~~à6·iii •."1
l
media rispettivamente della linea di
picco e della linea di valle (fig. 59).
La distanza tra linea di picco e linea di 7 -~·
..:·~:.-.-:-.:.'·.,
.;... :-~~;;!,,~- -
-4-\'' ~Yf~-.:~--·- ..::0..,-~.~.;,(.;
~
..
. ·.?.~;
,1.rS,~-r
alla Ra, possono essere assunte Rz,
media dei valori assoluti dei 5 picchi
più alti e delle 5 valli più profonde
l (con riferimento ad una data lunghez-
za di base), oppure Re, media fra i va-- l;f,-
lori assoluti dei picchi e delle valli, od •·1'visibileil taslatòree lo strumentoregisfratorè~ r-.·,1,-
lanche
;-_gae~@r ...;z.;,~~~i;*.;Ste&r\ìrtv:i ,1:-l?:~iY\ ;'"..
/ Linea media o
di compenso
lcioè il valore quadratico medio delle
ordinate del profilo.
I 363
. ·-·- ---·-----·· ---·
rettificato
R.10,8~
+-,SI __ • .:e, Ry3- Fig. 65. L'i11dica:io11e
di statosuperficiale
può
I I accompagnare direttamentela quota,comenel
~~I.
casodeifori neldisegno.La superficiedelpe:::-
Fig. 61. Disposizionesul simbolograficodelle zo limitatamente al tratto indicatopret•ede
I I
prescizioni. una rugositàRa= 0,8 11m,misurataparallela-
mente al profilo,con 1111valoreRz = 1,6 11111
misuratosu una l1111ghezza di basedi 2,5 mm.
. - . . R,ajj] .. -Swtuttrr la lunghezza1'altezza massimaael
2x01o·H1 a 90" V profilonon devesuperare3,5 11111.
Ra 1.6 / Ra 1.6 / RaJ:6 /
1so1302 7 V V 050
M48x3
+O~
033+0.1
UNI4600
Rv
R:g:~/ ~:~/
'7'
pezzo, sulla linea
che rappresentala
superficieo sullali-
nea di prolunga-
1501302 UN14600 mentodellasuper-
ficie. La rugosità.
generale è Ra =
Fig. 63. SuperficieaventerugositàRa di valo- 6,3, ma esistono
re massimo3,2 11me minimo0,8 µm anchealtrefiniture.
a)
r bracciato e)
--~J_
d)
2~
I
-Direti~
cisazioni (come appare nelle figure 66 .I=
I
e 67), mentre la ISO 1302 prescrive che
il valore della rugosità sia preceduto
dall'indicazione Ra, oppure di altri
- Solchiparallelial pianodi proiezio·
nedellavistasullaqualeè applica-
to il segnografico
parametri scelti (Ry, Rz, ecc.) con il re~ dei solchi
lativo valore. Se tali parametri vengo-
no indicati in aggiunta ad Ra, posso-
dJ.
I no essere collocati nella posizione e di
figura 61: in tale posizione può anche
essere indicata la lunghezza di base o
1
Solchi perpendicolari
proiezione
applicato
al piano di
dellavistasullaqualeè
il segnografico
.
1111111111,t
i-1 ,,,•..I
~~
~7
D1rez1one
dei solchi
Solchiapprossimativamente circo-
6
sti (fig. 63). In certi casi, se sono richie-
11sti particolari tipi di lavorazione per
~ poter realizzare determinate condi- -
e lari rispettoal centrodellasuper/i-
cie alla qualeè applicatoil segno
grafico
~
zioni di superficie, occorre indicarli
sul tratto orizzontale del simbolo (fig.
161/J), così come eventuali trattamenti Solchiapprossimativamente radiali ~
R
•
o rivestimenti. rispettoal centrodellasuperficie
al-
La tabella XIII riporta le indicazioni la qualeè applicatoil segnografico
I ww Superficie
superfinita
Superficie
rettificata
I Superficie
mediante
lisciataottenuta
lavorazione d'utensile
. a macchina od a mano
Superficie
sgrossata,
ottenuta
V mediante
lavorazione
d'utensile
a macchina oda mano
Superficie
grezzaliscia
365
I.
·-·- - - --·· --
366
I
-·
I' -·-- --=-~--
LAVORAZIONE
DAESEGUIRE
--- -- --
'-------~
-- -- - ·
r-
'-
-
-s-----
-- - . . .. -. -
-~-
·---~- - -
DEFORMAZIONE
PU\STICA SGROSSATURA ALESATURA
SUPERFINITURA
GRADOMEDIODIRUGOSITÀ
Ra(µm) _.
• ENTE NAZIONALE
ITALIANO DI UNIFICAZIONE
- ':,;,.,!_:~.--1-...- -~ • • - ~ -
LAVORAZIONI
min. medio mai. UNI3976 Indicazione delletolleranze linearied
angolari.
Fusione in sabbia 4 8.;.25 50 UNI4600 Disegnitecnici- lncficazione dello
Fusione a guscio 2+4 8 statodeOe superfici.
Microfusione 0,4 1,5.;.3 6 UNI7218 Sistema ISOdi tolleranze e accoppia-
menti.Zonedi tolleranza peraccoppia-
Fusione in conchiglia 0,8 1,5.;.4 7
mentiraccomandati.
Fusione sottopressione 0,4 0,8 .;.1,5 4 UNIISO286/1 Sistema ISOdi tolleranze edaccoppia-
Fucinatura 8.;.25 menti.
Stampaggio a caldo 4 .;.12 UNIISO468 Rugosità dellesuperfici.Parametri,
Laminazione a caldo 6 10.;.25 50 lorovalorie regoleperla designazio-
Estrusione a caldo 0,5 0,8 .;.12 20 nedeUe caratteristiche.
.• Trafilatura a caldo 12 UNIISO2768/1Tolleranze generaliperdimensioni
rmearied angolari.
\ ,... Alesatura
·:_.
0,25 0,5-:-4 7
UNIISO4287/1Rugosità dellesuperfici:terminologia.
Brocciatura 0,2 0,4.;.1,5 3 UNI6325 Gettiinacciaio.Tolleranze generalie
Fresatura 0,5 0,8.;.6 12 sovrammetalli.
Lappatura 0,01 0,05.;.0,4 0,8 UNI6346 Gettiinbronzoed ottone.Tollere11ze
Rettifica
tura 0,025 0,1 + 1,5 generar. e sovrammetalli.
6
UNI7068 Gettiinghisagrigianonlegata.Tolle·
Segatura 5.;. 18 ranzegeneralie sovrammetalli.
Stozzatura 2 4+8 10 UNI7451 Gettiinghisamalleabile. Tolleranze
Tornitura 0,5 0,8+6 12 generali e sovrammetalli.
Trapanatura, foratura 0,8 1,5.;.6 12 UNI7601 Gettiin ghisasferoidale. Tolleranze
generali e sovrammetalli.
ottenibili coni diversiprocedimentidi lavorazione.
ab. XVI. Rugositàs11perficiali
367
I
A u T o e A D
CREAZIONE
DISIMBOLI
EBLOCCHI Autocad moltiplico dapprima tutte le dimensioni del bloc-
co per i fattori di scala X e Y _specificati, quindi ruota il bloc-
co secondo l'angolo di rotazione, usando il punto di inseri-
Un b!occo è un insieme di oggelti che possono essere as-
mento come centro.
sociali in modo do formare un unico oggetto, detto blocco.
Autocad trotta l'oggetto inserito come uno entità unica;
Ogni blocco viene generato partendo do uno serie di entità
per ottenere le singole entità costituenti il blocco è sufficiente
presenti nel disegno corrente, le quali vengono associate e ri-
utilizzare il comando EXPLODE.
chiamate tulle le volte che se ne ho bisogno. I blocchi snelli-
Utilizzando invece il comando DDINSERT,apparirò lo fi-
scono il processo di disegno e offrono diversi vantaggi; ad
nestra di dialogo di figura 3; è possibile specificare il nome
esempio, possono essere utilizzati per:
del blocco, il punto in cui si desidera inserirlo nel disegno
o) creare uno libreri_ostandard di simboli, blocchi o porti corrente, la scala, l'angolo di rotazione e l'eventuale esplo-
standard utilizzati di frequente; sione dopo l'inserimento.
b) inserire un blocco più volte anziché ricreare da zero L'opzione file consente di inserire un altro disegno prele-
ogni volta gli elementi del disegno. Questo aumento I'effi- vato dal disco e trattato come blocco; infatti quando si inseri-
cienza del lavoro del disegnatore; sce un intero disegno in un altro disegno, Autocod trotta il di-
t) semplificare il lavoro di revisione in quanto uno volto ri- segno inserito come qualsiasi altro riferimento di blocco. Gli
definito un blocco, vengono aggiornati automaticamente tutti ·inserimenti successivi fanno riferimento allo definizione di
i riferimenti a questo blocco; blocco con impostazioni di posizione, scolo e rotazione di-
verse. Ogni blocco può essere utilizzato solo nel disegno cor-
d) assegnare attributi ai blocchi, cioè informazioni testua- rente; per lo gestione dei blocchi anche su altri disegni, Auto-
li che possono variare od ogni inserimento del blocco stesso, cad consente lo memorizzazione di un blocco su un disco
rendendo molto più flessibile il disegno; col comando WBLOCK:
.. __ e) revisionqre. i_d[se.gni in modo efficiente, inserend0, r-i--
posizionondo e copiando i blocchi come componenti anzi- Command: WBLOCK
ché, come singoli oggetti geometrici. (Autocadrichiedeun nome di un file; utilizzarelo stesso
Per lo definizione di blocco, bisogna primo di tutto riferir-
nome rug)
Block nome: rug
si od elementi del disegno esistente; si suppongo od esempio
di voler costruire il simbolo di rugosità (fig. l ). Awiore il co-
mando BLOCCO utilizzando uno dei seguenti metodi.
of Digitondò°"il cc;;ma~d~BLOCK do tastiera:
Commond: BLOCK
Block nome (or ?): rug (digitareun nome qualsiasi del
blocco)
lnsertion base point: (selezionareil punto I)
Select object: (selezionare con uno finestral'interodise-
gno)
I f!lock ...
file ...
I
I
IRUG
gnato) -
Justify/Style/(storl point): (selezionare il punto d'inseri-
mento, od esempio il punto 1 di figuro41
·
I ;:;.I I ··...,,.,
I ;::=:==::::::::1y ~,=====:,
l'etichetto RUG apparirà sul simbolo di rugosità, come in-
dicato in figuro 4. lo stesso procedura può awenire in un
modo più semplice con lo finestra di dialogo DDATIDEF (fig.
~-~I. -~--
I I 5); i messaggi e le impostazioni sono esattamente identici.
I r f.xplode
Command: INSERT
Gliattributi
I Un attributo fornisce un'etichetta interattiva per assegnare
un testo o altre informazioni ad un blocco e costituisce un
mezzo per aumentare lo flessibilità e la produttività del dise-
gno. Infatti ogni volta che si inserisce un blocco che ho un at-
1 tributo, Autocad richiede di immettere i dati da archiviare in-
sieme al blocco.
Supponiamo ad esempio di voler assegnare al simbolo
1
.:
~ Attribute---·-
?Iag:
-----
------------.
___ .J _;ie.lue: _
lnsertion Poinl · ·----. - Text Oplions · · ..._ .. ·--·-· · ·--· --· -------·-· ---
1
Pre1et,non viene effettuata la richiesta del valore dell'at- i]
1 tributo e viene automaticamente assegnato il suo valore di
default.
PickPoinl <
~ 10.0000
· .J.uslificelion:
Iext Styla:
ILeft
-iST-A-NO_AR_O
____
•
i)_,•
:t 10.0000 <
H.11.ight j -==-
-==-
=_10:_.2:_oo:_o=_ -==-
-==--==--.:::I
Commond: ATTDEF
Z; 10.0000 Bot.,lion < I _i L.o
I
__
. ______ ___,
Attribute modes - lnvisible: N, Constont: N, Verify: N,
Prese!:N r ·.. . .. :-.·.
I fichi l'attributo)
Attribute prompt: Immettivalore rugosità (rigadel messag- Fig.5. Ilriquadrodi dio/ago per l'impostazionedi attributi.
369
I - :.
A u T o e A D
370
.. .. . . ' .
-I
I
~~ ~~;·
::":~-~~..:.:-
..·*..'-.:.:~:.
.. ,..-:"' - :-=--.,,.--,,........,,.
...:L--"-:- 'li!~o!il' ........
..._
.,.........,,--,__...,....~
Calcolare le condizioni di accoppiamento, con gioco e/o interferenza, nei casi proposti come da esempio.
I DATI SCHEMA
..
+
D nom=65 Gmax = 0.55
-
I D max=65,4
Es= 65,4-65 = 0,4
- 0.4 Gmin=0.25
G max=65,4- 64,85= 0,55
I I Foro
' G min= 65,25=0,25
Ei= 65,25- 65 = 0,25
T
0.25
I D min=65,25
d max=65,00
es= 65,00- 65= O
-0.15
o
I IAlbero
t
I
I Dnom=90
D max=90,03
Es=
I max= es- Ei= O- O,11= + O,11
·I D min= 89,89··
Ei=
es=
- - -· .. - - .. -
d max=90,00
I d min= 89,95
ei= MOBILE
ACCOPPIAMENTOINCERTO
STABILE
o
o
o
I Dnom=30
Dmax=
I Es=+ 0,01
Ei=-0,03
Dmin=
dmax=
I es=+ 0,06
dmin= MOBILE
ACCOPPIAMENTOINCERTO
o
o
ei = + 0,02
I Dnom=.·70
. - .
STABILE o
I Es+ 0,04
Dmax=
Dmin=
Ei = +0,01
I es=+ 0,05
dmax=
MOBILE o
dmin=
I ei =-0,020 ACCOPPIAMENTOINCERTO
STABILE
o
o
I 371
I
.
.
-
Omin= 20,028
I
50 IT7
50IT7= Omax=50,05
Dmin= I
. -
90IT10
. -- . .. -- -- -
90IT10=
- -. ..
Dmax=
D min·=89,90 -- - I
12IT8
12IT8=
. Dmax=12,5
Dmin=
I 1
- . ··- .. - -·. -
32 IT12 D max=
32 IT12=
D min=32,00
70IT7
70 IT7= Dmax=
D min=70,02
180IT9
180IT9= Omax=180,6
Dmin=
5IT6
5IT6= Dmax=4,98
Dmin=
30IT7
- 30 IT7= - ----- - Dmax= .. - -· - -
~~
O min=29,95
40IT8
40 IT8= Dmax=40,44
Dmin=
60 IT13 . D max=60,00
60 IT13=
Dmin=
372
~-1
L ln?i~are le tolleranze e gli scostamenti dei componenti accoppiati, calcolando i giochi e le interferenze massime e
ll\j alT!lmme.
I
I
I +
I
I 01-------------
-1
I 015 F7/h8
I
I
I
I } 6
-
.-:-," "'(,·'-._"""
.....
t:0
"" '-, I, .. ,.....
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.....
-
Cl)
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1----~ -- -- -
-
i.n
N
(S)
- -
o
.M
(S)
:\ .
-
I ~'-," '\_" ""'
~
'\__"'
'-..'-.... V
I
I
373
I
4 Un accoppiamento albero-foro con diametro 15 mm
• prevede un gioco minimo di 6 micron e un gioco mas-
6 Indicare gli scostamenti, tenendo presente i valori
• massimo e minimo ammessi per le dimensioni.
simo di 35 micron, ed un foro Hl; rappresentare l'accop-
-+
piamento, determinando tuttigli scostamenti.
+
IJj _,_______1,.~
___
"·"
I
o
1-t--T-1 ----.
9,98 ... 10,04
+0.06
18 +0.02
+0.02
18 +0.06
-0.03
23 -0.08
-0.08
23 -0.03 12 ===
14,95 ... 15,05
374
1
.- '
. -·---=-------
'(
{J
.····
t~;.~_ts~.
·-·. ·,
.. ,,
_·,,·.··~\-
'.-1;~;0~---
·~_·
··\
. "'\/
I Rullo di gomma
"'''···:
~i~;:/
'•. ;_,-.
. ,_ - . I
:
Flangid Flangia
Mozzo 6 fori
I
I8 Il disegno rappresenta il complessivo di un rullo tendicinghia, in scala 1:5. Rappresentare con quote, tolleranze, rogo-
• sità superficiali i particolari 11, 16, 9, 8, 1. L'esigenza funzionale è quella di prevedere un gioco compreso tra 0,5 e 1,5
mm tra il distanziale 8 e la puleggia 9.
I
A-A
I 12
11
Ingrassatore
Nbero
Gas1/8UNI7662 1
1
10 Bronzina 1
I 9
8
7
Rullo
Distanziale
Rosetta25x 44UNI6952
1
1
1
6 DadoM 24 UNI5588- A - BG 1
5 Rosetta15x 28UNI6952 1
4 Rosetta10,5x 21UNI6952 4
3 VileM 14x 120UNI5739-65-B.B 1
I 2
1
N.
ViteM 10x 50UNI5739-65-B.B 4
Supporto
DESCRIZIONE
1
a.
•J
TA
RULLOTENDICINGHIA
I
SCALA:1:2
EJ-$-
375
I
9• pezzi
Nel disegno in assonometriasono rappresentatii vari
che costituisconoun rullo tendicinghia;schizzare
il complessivo,provando a compilare la distintadei mate- +
riali.Adottando la procedura mostrata col modulo di figura
54, ottimizzarele quote, prevedendo, come esigenza fun-
zionale, un gioco tra la puleggia 3 e il braccio 2 compreso
tra 0,5 e 2 mm.
~
@)DADO
M12 x 1.75
@
@ ROSETTA
ELASTICA
8
0
I
i
@PULEGGIA
M
i MBxl.25
L=22mm
@GRANO @COLLARE
(z)BRONZINA
G)BASE
i
M12x 1.75
L=70mm
8 VITE
@ MSxl.25
~ L=10mm
@GRANO
I
I
I
@ALBERO
@ALBERO (i)SUPPORTO
I
376
I
11o Rappresentare con viste e sezioni più opportune i particolari 1,S e 9 con l'indicazione di ~ote, tolleranze dimensio-
• nali e geometriche, rugosità.
,;__enendo presente una qualità IT?, calcolare il gioco risultante tra la boccola e l'anello 21. Prevedere tolleranze di Jocalizza-
.. ione per i fori delle viti 14. Jnfmeindicare su questo foglio le coppie cli tolleranze tra i pezzi 1-2, 2-3, 1-4,5-6,6-7,9-21.
I A-A
I
I
I
I I I
1-(:)- I
I I
I
' '
I 21
20
Anello
SpinaUNIISO2338B 3 x 12
1
1
Z(l:1)
I 19
18
17
LinguettaA 5 x 5 19UNI6604
DadoMBUNI5588-5S
Rosetta9 x 17UNI6593
1
1
1
16 ViteM 8 x 50 UNI5727-4,6 1
I 15
14
13
Anello15UNI7435
ViteM8 x 30 UNI5725-5,6
IngrassatoreA G1/4UNI7662
1
4
1
12 Linguetta5 x 9 UNI6606 1
I 3 scanalature
03 a 120'
11
10
9
DadoA M16UNI55936S
Copiglia
4 x 40 UNI1336
Puleggia
1
1
1
8 IngrassatoreA G1/BUNI7662 1
7 Supporto 1
1-2 H7/h6
6 Boccola 1
.., 5 Albero 1
2:. 3 4 Manovella 1
3 Biella 1
1-4 2 Boccola 1
1 Perno 1
5-6
N. DENOMINAZIONE Q.TA MATERIALE
E NOTE
6-7
DISPOSITIVO
DITRASMISSIONE Scala:1:2
9-21
I 377
I.
'
11• foratura
complessivo rappresenta un 'attrezzaturaper la
JJ
di unaghiera (riportataa parte). Eseguire i
particolari2, 3, 4, Se 6 riportandoquote, tolleranzee qua-
lità di lavorazionee tenendo presente che il complessivo è
disegnatoin scala 1:J. Nellosvolgimentodei particolari,oc-
correrà considerareche 11corpo n. S è a sezione quadrata
con lato ugualea 70mm .
.:\~\.i~
1.•110,
,, ' ,, , . -'?i,,-~
~ ,J,r5. ~ ~
,·
...
"°
....
)(
o<')
~
5 Corpo
6 Dado I
I
A_ i
Ghiera da forare
I
378
I
"" --·-----· , -,;"la:~ RIIIEI ' em mml!i~JraE l il 1111B
CAPITOLODODICESIMO
i collegamenti
I filettati
I
~iOLLEGAMENTI
SMONTABILI
_I _co!legamenti si dicono s~onta~ili
temporanei quando le parti unite si
~
E ossono, all'occorrenza separare l'u-
a dall'altra con semplici operazioni.
ei collegamenti smontabili, il vinco-
lo può essere dovuto all'attrito tra due
•
zione costante (filetto),_avvolto ad eli-
ca sulla superficie ester"i-tadi un ele-
mento, cili.ndrico o conicq_che p:rende
il nome.di vite, o .sulla superficie in-
terna di un elemento analogo, che
prende il nome di madrevite.
Vite emàdrevite costituiscono un ac-
coppiamento in quanto i due risalti so-
no fatti in modo che al pieno di.uno
corrisponda il vuoto dell'altro ..
379
I
I
---- ·!"
Gli elementi filettati assolvono in defi- giro completo intorno all'asse, ed es-
nitiva due funzioni importanti: sendo la velocità di traslazione costan-
1) comeorganidi collegamento;l'accop- te, anche il passo sarà costante.
piamento dei due elementi, vite e ma- Per ottenere un'elica cilindrica, si può
drevite, è utilizzato per ottenere il colle- avvolgere su un cilindro un triangolo
ga!l'ento di parti che debbano risultare rettangolo avente per base la circonfe-
facilmente smontabili, mediante com- renza del cilindro e per altezza il pas-
poi"lenti normalizzati che prendon<> il so; l'ipotenusa del triangolo si deporrà
sulla superficie cilindrica secondo
nome di viti, dadi o bulloni (fig. 3).
un'elica come in figura 6 (si veda la co-
2) come organi di trasmissione;il colle- struzione dell'elica, nel capitolo 4). Se
-1
.i
gamento è utilizzato per ottenere un anziché di un punto si considera il
accoppiamento elicoidale tale che la moto elicoidale di una figura piana
rotazione di uno dei due elementi (im- qualunque (triangolo, trapezio, qua-
pedito di traslare), provochi la tr.1sla- drato, semicirconferenza, ecc.) si ha u-
zione dell'altro (impedito di ruotare): 11asuperficieelicoidale(il filetto detto an-
Fig. 3. Vite di collegame11to. si hanno le cosiddette viti di manovra che pane o verme).La figura è detta ge-
(fig. 4). neratrice dell'elicoide così ottenuto.
Una filettatura è quindi caratterizzata
dai seguenti elementi principali.
Elementi principali di una fi-
lettatura 1)Forma del profilo.
La figura risultante dalla intersezione
Sia dal punto di vista geometrico che del filetto con un semipiano avente
costruttivo l'elemento fondamentale per origine l'asse della filettatura è
di una filettatura è l'elica, curva de-
scritta da ·un punto che si muove ani-
mato da due moti uniformi simulta-
nei, unocircolàre ed tino· rettilineo, su
una superficie cilindrica o conica, se-
condo un angolo costante (fig. 5). Pro-
lungando la curva sul cilindro consi-
derato esteso indefinitamente si ha un
susseguirsi di spire che intersecano
ciascuna generatrice _delcilindro _os}el
èono aaintervalli di uguale lunghez-
za; la distanza tra due spire consecuti-
ve (su una stessa generatrice) costitui-
sce il passo dell'elica; naturalmente il
passo corrisponde anche alla distanza
percorsa in direzione assiale per ogni
Fig. 4. Vite di manovra.
Fig. 6. Ottenimentodi un elicasu una super-
Fig. 5. Caratteristicadell'elicacilindrica. ficie cilindrica.
Angolo di
inclinazione
dell'elica
....
1
Angolo_)
dell'elica rcd
380
-I -~------------
I angolo
del fifetto p cresta I
I :e _'/ ----·-·-
, /. . . .E
'
I
I
1 Fig. 8. Elementicaratteristicidi una filettatura:/a vite._
I
I :i:
I .l3
"'
...
u"'
e
,::
r.
~
o
'O
.E
'i
Ifondo
cresta
I 381
passo del
profilo
Fig. 11. Filettatura stan- Fig. 12. Significatodd passi nellafilettatura a più principi:in
dard (ad 1 pri11cipio). quellaa 2 principi il passoeffetti..•,,è 2 volte il passoapparente,
i11quellaa 3 principi3 volte;J'i11cli11azio11e dell'elicaaumenta.
piano assiale tale che le sue intersezio- mento), si ruota in senso orario attor-
ni con i fianchi del filetto siano equidi- no all'asse del pezzo; sinistra(filettatu-
Fig. 10. Filettaturaa 2 filetti o principi. stanti, dicesi diametro medio d 2 o 0 2 ra sinistrorsa),se si ruota in senso an-
il diametro·misurato sulla linea me- tiorario (fig. 1-1).In pratica, questa ca-
in senso assiale, ognuno dei quali ge- dia. Nel caso di filettature coniche tut- ratteristica si può distingue~e se, di-
nera un filetto. N'ormalmente.le.lilets -ti -i diametri precedenti variano· da· sponendo la ·vìte·con-il suo asse verti-
tatui-e usate negÌi org~ni di collega- punto a punto della filettatura, e per cale e partendo dall'inizio della filet-
mento sono ad un solo principio. convenzione, si intendono misurati ad
Nel caso di viti a più principi il passo una distanza prefissata di riferimento.
effettivo della filettatura sarà eguale Nella figura 13 sono rappresentate sia
diametro d
al passo rilevato sul profilo del filetto, la vite che la madrevite con i vari ele- esterno
moltiplicato per il numero dei princi- menti geometrici. Il diametro di noc- diametro d2 I
pi; quindi occorre distinguere tra il ciolo influisce sull~rresistenza rùecca- mectio '
passo del profilo (passoapparente)e il nica della vite: infatti la sezione resi- diametro d j
passo della filettatura (passoeffettivo), stente SRè la sezione del gambo filet- I
che è la distanza tra due punti omolo- tato che risulta dalla media aritmetica I
ghi del fianco dello stesso filetto e cor- tra il diametro di nocciolo d3 ed il dia-
I
risponde all'avanzamento per un giro metro medio d2 :
attorno all'asse del pezzo (figg. 11, 12).
4) Diametro nominale. SR=-lt ( d, + dl ) 2
---- fondo
Utilizzato per la designazione conven- 4 2 fianco
zionale della filettatura, coincide (fat-
Il carico di rottura riferito a questa se- cresta
ta eccezione per la filettah,lra gas) con
il diametro esterno d della vite e con zione corrisponde a quello di una pro-
quello corrispondente D della madre- vetta non filettata di diametro equiva-
vite. lente.
Considerando il profilo di una filetta-
tura, possiamo distinguere i seguenti 5) Angolo e senso dell'elica.
elementi: L'angolo dell'elica in un filetto è l'an- cresta , //
Il diametro esterno è il diametro mi- ./ .
golo formato tra un piano perpendi-
fianco //,. ..
surato sulla cresta del filetto della vite colare all'asse della filettatura e la tan- I' './
d o sul fondo del filetto della madre- gente condotta per un punto dell'elica fondo ½·
vite D; ,liametro di nocciolo è il dia- risultante dall'intersezione di un fian-
metro misurato sul fondo del filetto co del filetto con un cilindro di diame- :I .
i ' diame'tro D1
della vite d 3 o sulla cresta dei filetti tro uguale al diametro medio di filet- i nocciolo I
della madrevite Dr Il diametro di ini- ta tura. Nelle filettature destinate ad diametro D2 j
medio '
zio del raccordo per la vite d 1 è misu- organi di collegamento il valore di diametro D3
rato in corrispondenza del punto del quest'angolo è minore dell'angolo di esterno
profilo ove il fianco rettilineo si unisce attrito (5° - 7°) per evitare il pericolo
al raccordo sul fondo. Inoltre, definita di svitamento spontaneo. La filettatu-
come linea media in un filetto a sezio- ra è destra(filettaturadestrorsa)quan- Fig. 13. Gli elemeniigeometri~idi un collega-
ne costante la linea contenuta in un do, avanzando lungo l'elica (avvita- mento vite-madm:ite.
382
l
latura, il filetto si dirige verso la de- Nelle viti di collegamento tale hm- L'angolo formato dai fianchi del filet-
stra o la sinistra dell'osservatore (fig. ghezza è dell'ordine di 1- 1.5 volte il to nelle viti triangolari, è di:
1.. ,;.
383
Nella tabella I è riportata la correlazio-
Profilo ideale Profilo base= nominale Profilo di esccu,:ione ne diametro-passo per le filettature
metriche con l'indicazione dei diame-
il fondo dei filetti de'"e essere arrotondato
e scaricato al di sopra del diametro D. tri nominali e della serie di passi uni-
P/8 , ficati corrispondente ai diametri.
Quando si scelgono le filettature da
impiegare si deve dare la preferenzaa
madrevite
quellt'dellacolornw a;_in caso di neces-
sità si possono usare quelle della co-
lonna b; se possibile evitare di sceglie-
re le filettature della colonna c.
La tabella 11illustra i profili nominali
V e l'elenco d ·Ile filettature unificate,
con i ,·alori delle dimensioni nominali
P/2 già calcolati conformemente alla nor-
' I
ma UNI 4535 per le filettature a passo
grosso. Per le filettature a passo fine
possono essere analogamente calcola-
te le diverse dimensioni applicando le
formule di proporzionamento prima
indicate.
Fig. 17. Profilidellafilettatura metricaISO a profilotriangolareper la madm.•ite.
Si può notareche e5isto110 quatiro possi/liliprofili:a) il profiloideale,carnllcrizzanlelafigura
cl,egenernil profilo;b) il profilobnse;c) il profilo1w111i11nle;d) il profilod'esi:rnzio11e.
-1 :;:
CO
......
l/}
. -Il :e
'I.
""'
......
:e
-o
CJ
i: -o
.. P/4 P/2 il fondo dei filetti de,·e es-
e: o sere arrotondato e scarica-
.E :-a to al di sotto del diametro
o,:: CJ
E ,:; -o :a r'I d 1• Per le viti sollecitate ad
o -o
ze e
:-::; o ... o urti o a fatica oppure a,·en-
] z-o"E CJ o ti una resistenza minima
~-o
E e: ~:~ § .§ g P.rescritta di 800 N /mm 2
.5
,:;
r::
:.;s ~-=
E ,:; e: 11raccordo deve avere un
raggio di cun·atura mini-
mo pari a 0,108 P.
Fig. 19. Sintesi de-
gli elementi geome-
profilo base profilo nominale profilo di esecuzione trici del profilo 110-
mi1111leper lefiletta-
ture metricheISO.
madrevite .
·.
.
.,E·
vite
6 cS o,
!
384
J
li Oiamelri Filettature Oiamelri Filettature calcolati come dalla tabella UNI 4535,
non figura tra quelle elencate in tabel-
-!ila Colonne
b e
Passo
grosso
Passofme
a
Colonne
b e
Passo
grosso Passofine
la. In questo caso la si designa indi-
ìlìl1,6 0.35 0,2 52 1,5 2
5 3 4 cando nell'ordine: il diametro nomi-
1,8 0,35 0,2 55 -
1,5 2 3 4 nale, il segno x di mo] tiplicazione, il
r 2,5
3
2,2
0.4
0,45
0,45
0,5
0.25
0,25
0,35
0,35
56
60
58
62
5,5 1,5 2
- 1,5 2
5,5 1,5 2
- 1,5 2
3
3
3
3
4
4
4
4
valore del passo e infine il simbolo M.
Esempio: un·a filettatura metrica che
abbia il diametro nominale di 10 mm
e il passo di 0,5 mm, non figurando in
3,5 0,6 0,35 64 6 1.5 2 3 4 tabella e perciò deve essere designata:
14 4,5
0,7
0,75
0,5
0,5 68
65 -
6
1,5 2
1,5 2
3
3
4
4
10x0,5M.
7
-
1
1
0,5
0,75
0,75
72
76
75
- 1,5 2
- 1,5 2
- 1,5 2
3
3
3
4
4
4
6
6
6
la filettatura:
- se la filettatura ha più principi si de-
1.25 0,75 1 80 - 2 3 4 6 ve aggiungere il numero dei principi
1,25 0,75 1 - 2 3 seguito dall'abbreviazione fil;
1: 9
11
1,5 0,75 1
1,5 0,75 1
1,25 90 -
85
95
2
- 2 3
- 3
4
4
4
6
6
6
esempio: M 18-3 fil nel caso di una fi-
lettatura a 3 principi
r 16
14
15
1,75 1
2
2
-
1
1
1
1,25
1,25
1,5
1,5
1,5
1,5
100
110
105
115
- 2 3
- 2 3
- 2 3
- 2 3
4
4
4
4
6
6
6
6
- se la filettatura ha elicasinistra anzi-
ché destra si deve aggiungere l'abbre-
viazione sin.
Esempio: M 12 x 1,25 sin
- 1 1,5 - ·2 3
I
-· 20
18
17
·-
2,5 1
2,5 1-
1,5
1,5
2
2
125
- -- -- --
120
130
- 2 3
- 2 -3
4
4
4--
6
6
6
È prevista la sostituzione di sin con la
sigla LH (Left Hand) accettata inter-
nazionalemenfe. ··- · · · · --· ··
22 2,5 1 1,5 2 135 - 2 3 4 6
14
3 1 1,5 2 140 - 2 3 Le filettature a passo grosso presenta-
4 6
27 3 1 1,5 2 145 - 2 3 no una maggiore resistenza del filetto
4 6
25 - 1 1,5
- 1 1,5
2 .. 150 - 2 3
15~- -
e sono perciò consigliabili per mate-
4 6
28 2 3 4 riali con bassa resistenza a trazione
6
lo . 32
3,5 1 1,5
- 1,5 . 2-
3 2160 -
165 -
3
3
4
4
(ottone, alluminio, ghisa, ecc.). Sono
6
ànche usate quando non vi siano par-
6
33 3
3,5 1,5 2 170 - 3 4 ticolari esigenze di precisione, per col-
6
- 1,5 175 -
ls 39
35
4
4
3
3
1,5 2
1,5 2
180
185 -
3
- 3 4
3
4
4
legamenti rapidi e quando vi siano ri-
6
schi di danni al filetto (corrosione ed
6
urti).
6
40 - 3 1,5 2 190 - 3 4 Nella serie di filettature a passo fine
6
4,5 1,5 2
3 4 195 - 3 4 previste per un determinato diametro
6
. 12
45 4,5 1,5 2
3 4 200 - 3 4 nominale, quella di maggior valore è
6
48 5 3 1,5 24 - 205 3 4 la più comunemente usata negli orga-'
6
50 - 3 1,5 2 210 - 3 4 ni di collegamento (bulloneria), men-
6
I sso gross,;,.In questo caso si vede dal- lo M seguito dal valore del diametro
Filettatura Whitworth
tabella che ad ogni diametro nomi- nominale, poi dal segno x di moltipli- È basata su un triangolo generatore
le corrisponde un unico passo: esse cazione e infine dal valore del passo. con angolo del profilo di 55°; fondo e
vengono perciò designate con il sim- Esempio: per una filettatura con dia- cresta del filetto sono arrotondati sia
l lo M seguito dal valore del diame- metro nominale 10 mm e passo di 1 nella vite che nella madrevite (fig. 20).
o nominale. Esempio: per una filet- mm, la designazione è MlO x 1. Se il Le dimensioni sono espresse in frazio-
tura con diametro nominale di 10 passo fosse di 0,75 mm, la designazio- ni della misura inglese, il pollice.
mm e passo di 1,5 mm la designazio- ne sarebbe M 10 x 0,75. _
d,
aD'inizio
d,.
della
delraccordo madrevite
D,
delavite
h, H,
fondofilettO
deDawe
r mm2 mm2
I I
1,6 0,35 1,373 1,171 1,221 1,221 0,215 0.189 0,051 1,27 1,08
1,8
2
2,2
0,35
0.4
0,45
1,573
1,740
1,908
1,371
1,509
1,648
1,421
1,557
1,713
1,421
1,567
1,713
0,215
0,245
0,276
0,189
0.217
0,244
0,051
0,058
0,065
1,70
2.07
2,48
1,48
1,79
2,13
I
2,5 0,45 2,208 1,948 2,013 2,013 0,2i5 0.244 0.065 3,39 2,98
3
3,5
4
0,5
0,6
0,7
2,675
3,110
3,548
2,387
2,764
3,141
2,459
2,850
3,242
2,459
2,850
3,242
0,307
0,368
0,429
0,271
0,325
0,379
0,072
0,087
0,101
5,03
6,78 .
8,78"
4,47
6
7,75
I
4,5 0,75 4,013 3,580 3,688 3,688 0,460 0,406-- - -o.1os 11,3 10,1
5
6
7
0,8
1
1
4,480
5,350
6,350
4,019
4,773
5,m
4,134
4,917
5,917
4,134
4,917
5,917
0,491
0,613
0,613
0,433
0,541
0,115
0.144
14,2
20,1
28,9
12,7
17,9
26,2
I
0,541 0,144
8
9
10
1,25
1,25
1,5
7,188
8,188
9,026
6,466
7,466
8,160
6,647
7,647
8,376
6,647
7,647
8,376
0,767
0,767
0,920
0,677
0,677
0,812
0,180
0,180
0,217
36,6
48,1
58
32,8
43,8
52,3
I
11 1,5 10,026 9,160 9,376 9,376 0,920 0,812 0,217 72,3 65,9
12
14
16
1,75
2
2
10,863
12,701
14,701
9,663
11,546
13,546
10,106
11,835
13,835
10,106
11,835
13,835
1,074
1,227
1,227
0,947
1,083
1,083
0,253
0,289
0,289
84,3
115
157
i6,2
105
144
I
18 2,5 16,376 14,933 15,294 15,294 1,534 1,353 0,361 192 1i5
20
22
24
2,5
2,5
3
18,376
20,376
22,051
16,933
18,933
20,319
17,294
19,294
20,752
17,294
19,294
20,752
1,534
1,534
1,840
1,353
1,353
1,624
0,361
0,361
0,433
245
303
353
255
282
324
I
27 3 25,051 23,319 23,752 23,752 1,840 1,624 0,433 459 427
30
33
36
3,5
3,5
4
27,727
30,727
33,402
25,706
28,706
31,093
26,211
29,211
31,670
26,211
29,211
31,670
2,147
2,147
2,454
1,894
1,894
2,165
0,505
0,505
0,577
561
694
817
519
647
759
I
- .
39
42
45
- ..
4
-·
4,5
4,5
36,402
39,077
42,077
34,093
36,479
39,479
-34,670
37,129
40,129
34,670
37,129
40,129
2,454
2,760
2,760
2,165
2,436
2,436
0,577_
0,650
0,650
976
1120
1310
.913
1050
1220
I
48 5 44,752 41,866 42,587 42,587 3,067 2,706 0,722 1470 1380_
52
56
60
5
5,5
5,5
48,752
52,428
56,428
45,866
49,252
53,252
46,587
50,046
54,046
46,587
50.046
54,046
3,067
3,374
3,374
2,706
2,977
2,977
0,722
0,794
0,794
1760
2030
2360
1650
1910
2230
I
64 . - 6 60,13!) - 5~.~~ 57..505._ .57,505 .. 'l,681 . 3,248- -0,866 2680 -2520
-
68 6 64,103 60,639
Tab. II. FilettaturemetricheISO a profilotriangolarea passogrosso.
61,505 61,505 3,681 3,248 0,866 3060 2890
I
tiene immediatamente il passo in mii-
limetri con la formula:
I
p
p = 25,4
z
I
N
i
Le altre formule utilizzate per il calco-
lo degli elementi geometrici sono: I
---
.<: h = 0,96049 p
.<:
N
l.t.
f = 0,64033 p
r = 0,13733 p I
--- ~ Forma del profilo, serie dei diametri e
.<:
386
Ad esempio la filettatura da 3/4 di
1
t
pollice, cui corrisponde il diametro di inmm
dimensioni
19,05 mm, si indica con: Diametro Diametro Diametro Sezione Passo- • Numero ProÌondità Raggio
lndiéazioneesternodivite mediodivite di nocciolo di nocciolo .. .. difiletti di filettatura di arrotonda·
I 3/4W
Se la filettatura in questione non figu-
per~
.. -
¼
e
deS1gnaz1011e
di
d=D ·.
6.350
e di madrevite divitee
madrevite
. d.=D.
5,537
di madrevite
d.=D.
4.724
mm'-.
17,5
. :
: ~-· <
. ...
• p , ....
1,270
perpollice
..
20
z ..
- -. ..
~
..-·.•
0,813
I
mento I
r
0,17
ra tra quelle indicate in tabella, cioè
I
Sfa 7,938 7,034 6,130 29,5 1,411 18 0,904 0,19
non è unificata, per designarla si deve
3/a 9.525 8,508 7,491 44,1 1,588 16 1,017 0,22
indicare nell'ordine: diametro nomi- 11,o 11,112 9,950 8,788 60,7 1,814 14 1,162 0,25
nale in pollici, segno x di moltiplica-
½ 12,700 11,344 9,988 78,4 2.117 12 1,356 0,29
zione, numero di filetti per pollice e
I infine il simbolo W.
Rispetto al sistema ISO, abbia?1o
quindi un_diverso angolo del profilo, -
5/a
¼
7/a
15,875
19.050
22,225
14,396
17,424
20,418
12,917
15,798
18,611
131
196
272 .
2,309
2,540
- 2,822
11
10
9 ··-··
1,479
1,626
1,807
., 0,32
'• 0,35
\0,39
1 25.400 23,367 21,334 357 3,175 8 2,033 0,44
e la presenza di un arrotondamento
I anche sulla cresta.
Inoltre, a parità di diametro, il passo
1 1/&
1¼
Pia
28,575
31,750
34,925
26,251
29,426
32,214
23,927
27,102
29,503
450
577
684
3,629
3,629
4,233
7
7
6
2,324
2,324
2,711
0,50
0,50
0,58
Whitworth è maggiore del passo gros-
-I so ISO.
Queste filettature hanno costituito la
base di molti sistemi di filettature ed
1½
Ph
1¼
P/a
38.100
41,275
44,450
47,625
35,389
38,022
41,197
44,011
32,678
34,769
37,944
40,397
839
949
1131
1282
4,233
5,080
5,080
5,644
6
5
5
4½
2,711
3,253
3,253
3,614
0,58
0,70
0.70
0,78
sono state le prime ad essere unificate
I nel 1841. 2
2¼
2½
50.800
57,150
63,500
47,186
53,084
59,434
43,572
49,018
55,368
1491
1887
2408
-
5,644
6,350
6,350
4½
.. 4
4
3,614
4,066
4,066
0,78
0,87
0,87
2 5/e 66,675 62,609 58,543 2692 6,350 4 4,066 0,87
Filettature gas
I Derivate dalle filettature Whitworth, si
differenziano da queste per i passi che
2¼
3
3 1/,
69,850
76,200
82,550
65.203
71,553
77,546
60,556
66,906
72,542
2880
3516
4133
7,257
7,257_
7,815
3½
3½
3 ,,,
4,647
4,647
5,004
1
1
1,07
3½ 88,900 83,896 78,892 4888 7,815 31/, 5,004 1,07
sono più fini (ad eccezione del passo
I relativo ad 1/ 4"). La denominazione
gas è dovuta all'impiego che ess~ eb-
3¼
4
41/,
95,250
101,600
107,950
89,828
96,178
102,293
84,406
90,756
96,636
5595
6469
7334
8,467
8,467
8,835
3
3 .
.
2 7/a
5,422
5,422
5,657
1,16
1,16
1,21
bero inizialmente in condutture d1 gas. 114,300 108,643 102,986 . ·8330 8,sas- 27/e' ·--5,657 - 1,21
4½
I'".
parecchiature adibite al convoglia- 51/, - 133,350 127,154 120,958 11491 9,676 21/a 6,196 1.33
mento dei fluidi. -
5½ 139,700 133,504 127,308 12729 9,676 2 1/a 6,196 1,33
La designazione della filettatura è 5 3/, 146.050 139,544 133,038 13901 10,160 2½ 6,506 1,40
convenzionale perché si riferisce al 152,400 145,894 139,388 15260 10,160 2½ 6,506
6 1.~o_
diametro interno del tu~o sul 9.uale e-. _ . .. .
i:a usata quelhtfilettatura. Cioè una fi- Tab. III. Filettat11reWhitworth.
Iettatura gas da 1" ha un diametro e-
sterno di vite di 33,249 e un tempo era
appunto eseguita su un tubo che e-
I sternamente aveva questo diametro e
che internamente aveYa il diametro di
1" per il passaggio del fluido (fig. 21).
33.249
I 387
1-
·1
filettatura interna Fig. 22. Profilo,zone di tolleranza,formule di
.......
::e:+-~------\
dimensionamentoe designazionedellafiletta-
tura gas non a tenuta stagnas11lfiletto. 1
I
filettatura esterna _
p
. ·.·.·
ci éi Q
I
SIMBOLIE LORODEFINIZIONE Prospetto
diconfronto
UNIISO228/1'
nelladesignazione
dellaUNI338edella I
Designazione
G:File11atura di tubazioni
nutasullile11o
peraccoppiamento nona le·
di nocciolo dellali·
Filettatura
interna
UNl338
G 1 1/,
UNIISO228/1
G 1 1/,
G1 ¼A
I
G 1 1/,
d2 = d · 0,640327P: Diametromediodellafilettatura esterna G 1 1/,B
ta sulfilel1o
B: Classepiùampiadi tolleranza
nadi tubazioni
filel1o
dellafilettatura
peraccoppiamento
ester-
nona tenutasul
· esterna
D2 =D · 0,640327P =d2:0iametromediodellafiletta-
turainterna didesignazione
Esempi 1 1/4
diunafilettatura
I
H:Altezzadeltriangologeneratore dellafilettatura T,,.: Tolleranzasul diametromediodellafilettatura
h: Allezzadelprofilodi filettatura
rolondati
r: Raggiodegliarrotondamenti
tracrestee fondiar-
dellecrestee deifondi
esterna
Tm:Tolleranza suldiametro
mediodellafilettatura
intema
Td:Tolleranzasul diametroesternodellafilettatura
Filettatura Unasolaclasse
interna
Classe
Filettatura
di tolleranza UNIISO228/1·G 1 1/,
Filettatura
I
delfiletto clitolleranza
A UNIISO228/1-G1 1/,A
esterna
I
Filettatura
P:Passo T.,: Tolleranzasuldiametrodi nocciolodellafilettalura esterna
Classe Filettatura
D= d:Diametro esternodellafilettalura interna di tolleranza
B UNIISO228/1-G11/,B
Diametri Tolleranie
suldiametro
medio TolleranzasulcfiametroTolleranza
di nocciolo
suldiametro
esterno
I
Sigla Numero Passo Profondità Filettatura
interna
Tm Filettatura
esterna
T., Filettatura
Ìlllerna
T01 Filettatura
esterna
T,
della difiletti p deffiletto esterno medio dinocciolo
filettaturain25,4mm h d=D d,=D1 d,=D, Scosta- Scosta- Scosta· Scosta- Scosta· Scosta- Scosta- Scosta- Scosta·
mento mento mento mento mento mento mento mento mento
interiore superiore inferiore interiore superiore interiore superiore interiore superiore
classeA classe B
mm mm mm mm . ml]l mm. mm mm.. mm mm mm mm. mm mm.
1/t6
'/s
1/,
28
28
19
0,907
0,907
1,337
0,581
0,581
7,723 7,142
9,728 9,147
0,856 13,157 12,301 11,445
6,561
8,566
o +0,107 -0,107 -0,214
o + 0.15)7 -0,107 • 0,214
o + 0,125 -0,125 • 0,250 o
o
o
o + 0,282 • 0,214 o
o + 0,282 -0,214
o + 0,445 -0,250
o
o
I
3/e 19 1,337 0,856 16,662 15,806 14,950 o + 0,125 -0,125 • 0,250 o o + 0,445 -0,250 o
½
S/s
¾
14
14
14
1,814
1,814
1,814
1,162 20,955 19,793 18,631
1,162 22,911 21,749 20,587
1,162 26,441 25,279 24,117
o + 0,142 -0,142 -0,284
o + 0,142 • 0,142 -0,284
o + 0,142 -0,142 • 0,284 o
o
o
o +0,541 -0,284
o t 0,541 • 0,,84
o + 0,541 -0,284
o
o
o
I
'le
1 1/s
14
11
11
1,814
2,309
2,309
1,162 30,201 29,039 27,877
1,479 33,249 31,770 30,291
1,479 37,897 36,418 34,939
o + 0,142 • 0,142 • 0,284 o
o + 0,180 -0,180 -0,360
o +0,180 -0,180 -0,360
o
o
o + 0,541 • 0,284 o
o + 0,640 -0,360
o + 0,640 -0,360
o
o
I
1 ,,, 11 2,309 1,479 41,910 40,431 38,952 o + o,180 • 0,180 ·0,360 o o +0,640 • 0,360 o
1½
1¾
2
11
11
11
2,309
2,309
2,309
1,479 47,803 46,324 44,845
1,479 53,746 52,267 50,788
1,479 59,614 58,135 56,656
o + 0,180 -0,180 -o.~
o + 0,180 - 0,180 • 0,360 o
o + 0,180 -0,180 • 0,360 o
o o + 0,640 -0,360
o + 0,640 • 0,360 o
o + 0,640 • 0,360 o
o
I
2 ,,, 11 2,309 1,479 65,710 64,231 62,752 o + 0,217 -0,217 • 0,434 o o +0,640 • 0,434 o
2½
2¾
3
11
11
11
2,309
2,309
2,309
1,479 75,184 73,705 72,226
1,479 81,534 80,055 78,576
1,479 87,884 86,405 84,926
o + 0,217 • 0,217 -0,434
o + 0,217 -0,217 -0,434
o + 0,217 • 0,217 - 0,434 o
o
o
o +0,640 -0,434
o + 0,640 ·0,434
o + 0,640 • 0,434 o
o
o I
311, 11 2,309 1,479 100,330 98,851 97,372 o + 0,217 -0,217 ·0,434 o o + 0,640 • 0,434 o
4
4½
5
11
11
11
2,309
2,309
2,309
1,479 113,030 111,551 110,072
1,479 125?30 124,251 122,772
1,479 138,430 136,951 135.472
o + 0,217 • 0.217 -0,434
o + 0,217 -0,217 - 0,434 ·o
o + 0,217 ·0,217 -0,434
o
o
o + 0,640 ·0,434
o + 0,640 • 0,434 o
o + 0,640 -0,434
o
o
I
o + 0,640 • 0,434 o
5½
6
11
11
2,309
2,309
1,479 15(130 149,651 148,172
1,479 163.830 162,351 160,872
o + 0,217 ·0,217 -0,434
o + 0,217 -0,217 -0,434
o
o
• Perpezziaparete
o + 0,640 • 0,434 o
sottile
letolleranze
siapplicano
aldiamelro
melf10.
I
Tab. IV. Di111ensio11n111e11to
dellafilcttat11r11
gns 11011a te1111tn
stngnnsul filetto
388 I
t
.J_
la filettatura gas cilindrica per accop- le filettature interne coniche (es. Re to costituirebbero una coppia elicoida-
piamenti non a tenuta stagna sul filet- 1/2) le con un rendimento molto basso;
~ prevede due classi di tolleranza (A questo non costituisce assolutamente
giù ristretta e B più ampia) per le di- - la lettera R seguita dal valore del un difetto nelle viti di collegamento, in
mensioni limiti del diametro esterno, diametro nominale per le filettature e- quanto il basso rendimento della cop-
del diametro medio e del diametro di sterne coniche (es. R 1/2).
pia vite-madrevite garantisce l'impos-
l acciolo di vite, con una tolleranza
iù ampia per la classe 8- La designa-
zione è quindi indicata dalla lettera G
La tabella V mostra i parametri geo-
metrici della tabella ISO 7 /1 per le fi-
sibilità del moto retrogrado e quindi
l'allentamento spontaneo sotto carico.
Teoricamente, un accoppiamento eli-
q
' Nel caso delle filettature coniche a te- gioco tra fondo del filetto della vite e
Sono anche unificate (UNI 6125-74) fi-
uta stagna sul filetto, per la determi- la cresta del filetto della madrevite è
lettature gas interne ed esterne coni-
azione della geometria del profilo si relativamente grande.
c~e destinate ai tubi portacavi per gli
a riferimento ad un piano di misura Le tabelle a cui fare riferimento sono
I.
dicava con Gj la filettatura cilindrica Filettature trapezoidali guito dal diametro nominale, dal pas-
terna e con Gc la filettatura ester- so del profilo.
a conica, seguita dalla dimensione Sono utilizzaté per viti di manovra Se la vite ha più filetti, dopo il diame-
ominale espressa in pollici. La più cioè quando, ruotando la vite o la ma- tro_nomi!1ale si inqica il passo del!'._eli-_
f
- la lettera R seguita dalla lettera P e Infatti le filettature a profilo triangola- Ad esempio Tr 50 x 8 è una filettatura
ai valore del diametro nominale per re, aventi i fianchi del filetto molto in- trapezia di 50 mm di diametro nomi-
filettature interne cilindriche (es. Rp . _clinati risp~tto all'asse del profilo, mal nale e 8 è il valore del passo; Tr 50 x 24
/Z) - - · --- si prestano alla realizzazione di accop- (PS) LH è una filettatura sinistra tra-
-: la lettera R seguita dalla lettera e per piamenti filettati di manovra in quan- pezia a 3 principi (3 x 8 = 24).
Lunghezza
di misura Posizione piano Lunghezza
Profondità Diametri(dibase) dellafiletta- Tolleranza
di
delfiletto nelpianodi misura
(distanza
dalpassodi misura di misurasu accopppiamento
alrestremità
dettubo) filenaturaintema turautile
Passo deltubo
Numero
di passi di
in2.5,4mm estemo medio
nocciolo
p h d d, d, nominale Tl/2 T2/2 lunghezze
numero numerodi numerodi·
di misura
mm
di passi passi passi
mm mm mm mm mm mm mm + mm
28 0,907 0,581 7,723 7,142 6,561 4,0 0,9 1,1 1'/c 2,5 23/c
1/8 28 0,907 0,581 9,728 9,147 8,566 4,0 0,9 1,1 11/c 2,5 2,5 23/c
1/4 19 1,337 0,856 13,157 12,301 11,445 6,0 1,3 1,7 1¼ 3,7 23/c
3/8 19 1,337 0,856 16,662 15,806 14,950 6,4 1,3 1,7 IV. 3,7 3,7 23/c
1/2 14 1,814 1,162 20,955 19,793 18,631 8,2 1,8 2,3 1'/, 5,0 23/c
3/4 14 1,814 1,162 26,441 25,279 24,117 9,5 1,8 2,3 1V. 5 5,0 23/c
11 2,309 1,479 33,249 31,770 30,291 10,4 2,3 2,9 _ 11/, 6.4 2¼_ -
1Vc 11 2,309 1,479 41,910 40,431 38,952 12,7 2,3 2,9 11/c 6,4 6.4 23/c
1'/2 :11 2,309 1,479 47,803 46,324 44,845 12,7 2,3 2,9 1'/c 6,4 23/c
2 11 2,309 1,479 56,614 58,135 56,656 15,9 2,3 2,9 1'/c 7,5 7,5 3'/4
2½ 11 2,309 1,479 75,184 73,705 72,226, 17,5 3,5 1½ 3,5 1'/2 9,2 4
9.2
3 11 2,309 1,479 87,884 86,405 84,926 20,6 3,5 1½ 3,5 1''2 9,2 4
4 11 2,309 1,479 113,030 111,551 110,072 25,4 3,5 1½ 3,5 1½ 10,4 10,4 4 'h
5 11 2,309 1,479 138,430 136,951 135,472 28,6 3,5 1''2 3,5 1''2 11,5 5
6· 11 12,5 11,5
2,309 1,479 163,830 162,351 160,872 28,6 3,5 1''2 3,5 1'/z 5
disposizione
delpezzofilettalointemamente
deveessere!aiedaconsentire rawttamento eslemafinoadunalunghezza
dellafilettatura minimadi filettatura
utileugualeallalwighezza
di misura+Tl/2. Lefi.
re passanlipossonoavereooalunghezza
ridottadi filettatura deivaloriminimicalcolati.
utilenonminoreall"80%
I 389
FILEITATURACILINDRICA FILETTATURACOÌ\TICA
piano di misura
iI p I!
....,
~,
H = 0.960491P H =0.960237P
h = 0.640327P h = 0.640327P
r = 0.137329P r = 0.137278P !
+ i
I .;I::,
.a -o
piano di misura
filettatura interna
cilindrica
I filettatura interna
T1 = tolleranza relativa alla distanza
dal piano di misura all'estremità del tubo
r1
conica
T2 = tolleranza relativa alla porzione
i: del piano di misura di un mandrino
filettato con conicità 1:16
i( I fi!-::ttaturautile
filettatura rnmpleta
I
I piano di misura ~ ___ i_-._---------+- estremità della massima filet-
tatura interna ammissibile nel
caso di a\·vitamento manuale
cono.esterno
I tolleranza equh·alente
! y alla tolleranza posith·a
della filetta tura interna
a /i
lur.ghezza c!imisura
I --~---~------
~
tolleranza di serraggio
tolleranza di accoppiamento
390
I
1-·-- -· - .... --------------------------------------
-r
! I.
p I
I
I
I
cS cS ò
I
inmm
dimensioni
I
a,:giuocodi fondo
O,:diametro esternodi madrevite
o,:diametromediodi madrevtte;
O,:diametrointernodi madrevite
D,=d+2a,
d1: dia'lletromediodi vite d2 = D2 =d-2z = d-0,5 P
D,= d-2H, =d-P
p
1,5
2
a,
0,25
H,=h3
1,25
H,
0,15 ._o.~. 0,75
1
R,max R,max
0,08
0,13
0,15
0,25
I
3 0,25 1,75 · 1,5 0,13 0,25
d: diametro
esternodi vite(diametro
d3: diametro
internodi vite
H,:allezzadi avvitamento
nominale
(ricoprimento)
H,:altezzadelfilettodellamadrevite
di filettatura)
dl=d-2hl
H,=0,5 P
4
5
6
0,25
0,25
0,5
2,25
2,75
3,5
2
2,5
3
0,13
0,13
0,25
0.25
0,25
0,5
I
H, = H, +a,= 0,5 P + a,
h3: a~ezzadelfilettodellavite
P:passodelprofilo
R,max
_h3 =H, + a,=0.5 ~+a,
degliele111e1rti
geometricidi unafileltatura trapezoidale.La
I
serie normalizzatadei diametri è la seguente
'
I~ I
..(con preferenzadei mlori in nere/lo):8 - 9 -
10-11 -12-14 -16- 18 - 20-22 • 24- 26 -28
-~-n-~-~-~-~-il-«-~-a
I
I I
!
i
..:::!
u:
I
·+
...::
-r I
N
-=
I
.r;
I
"'j
-jl "'j
=
e
6 = v
"O h: 1,73205p
f:11 +b
e: 0,26384p
b:o,11mp I
f,: 0,75p r: D,12427p
Fig. 25. Filettaturaa dentedi segacon lefor11111le
di dime11sio11ame11l0. e:0,341p
391 I
- ···-- ---,·
I 3° soltanto, ed è questo fianco che me-
glio reagisce al carico. Tra vite e ma- VITE MADREVITE
I
760 6,942 33
metro nominale di 80 mm con due fi- 48 8 42,545 0,942 34,116 914 6,942 2,111 0,994 36 6
letti con elica sinistra si designa con: 50 8 44,545 0,942 36,116 1024 6,942 2,111 0,994 38 6
80 SgN 2 fil sin 55 9 48,863 1,060 39,380 1218 7,810 2,375 1,118 41,5 6.75
I
95,702,, 7193 12,149 3,694 1,740 99 10,5
per impieghi particolari: in genere so- 130 14 120,453 1,649 105,702 8775 12,149 3,694 1,740 109 10,5
no ricavate su componenti normaliz- 140 14 130,453 1,649 115,702 10514 12,149 3,694 1,740 119 10,5
zati e non eseguite su particolari mec- 150 16 139,089 1,884 122,232 11734 13,884 4,221 1,988 126 12
canici, come spesso avviene per le fi-
l
.
letta ture triangolari. I componenti fi-_.
lettda~isaranno ilfl_u
stratti nel ca.i:>.
14: Ri-
cor iamo tra 1e 11etta ure per 1mp1ego
160
170
180
16
- 16
18
149,089 1,884
159,089 -1,884
167,726 2,120
132,232 13733
·142,232 -15889
148,760 17381
158,760 19796
13,884
13,884
15,620
4,221
4,221
4,749
4,749
1,988
1,988
2,237
136
146
153
12
12
13,5
190 18 177,726 2,\20 15,620 2,237 163 13,5
particolare quelle per viti autofilettan- 200 18 187,726 2,120 168,760 22368 15,620 4,749 2,237 173 13,5
ti che trovano largo impiego nell'indu-
1, stria automobilistica, ferroviaria, aero- Tab. VII. Filettaturaa denti di sega nonna/e(conriferimentoallafig. 25).
nautica e negli elettrodomestici: sono
_c_apad~i creai:e esse stesse la loro sed.e ___ Diametro DIAMETRO _DIAM.EJRO - -- -· -
DINOCCIOLO PASSO. - .
I
NOMINALE ., . ,
I
20 20 19,16 15 14,30 7 7,70 6,30
b) Filettatura BA (BritisltAssocintion) ..
che differisce dalla Whitwort_h perché Tab. VIII. Dimensionidi filettature per viti da legno.
ha l'angolo di 47°30', invece che di 55°
e usata per diametri nominali da 0,25
I a6mm.
c) Filettatura UST (Unified Screw
del profilo di 60°) ma con diametro
definito in pollici e passo stabilito in
base al numero di filetti per pollice.
:arrotondamento al fondo del filetto
sia nella vite che nella madrevite
(fig. 27) e sulla cresta del filetto del-
Thread), simile alla metrica (angolo Il profilo d'esecuzione presenta un· la vite.
I 392
I
LAVORAZIONE I
FILETTATUREm
DELLE
La figura 28 riporta la classificazione I!
dei procedimenti che si possono im-
piegare per l'esecuzione delle filetta-
ture. Il tipo di procedimento da utiliz-
zare dipende dal numero di pezzi da
produrre e dalla precisione richiesta;
I
le filettature si possono realizzare so-
stanzialmente mediante due tecniche
differenti: I
a) lavorazione per deformazione pla-
stica a freddo, o rullatura, adottata
per grosse produzioni
b) lavorazione per asportazione di tru-
I
ciolo, a mano o su una macchina uten-
, /
-o·
.-:,/~./
., -.',.:
dette rnllntriciche permettono di ese-
guire delle filettature esterne con ele-
vata produttività. La rullatura trova
I
/ . / /,
dei ljmiti gi impiego quando si devo-
no lavorare filettature di materiali ad
elevata resistenza, oppure quando si
hanno esigenze di precisione.
I .
l
1
giuoco tra cresta è fondo filetto eYitan-
do cosi la via a spirale di fuga del flui-
do. Inoltre la vite conica si blocca in u-
I
na madreYite cilindrica. filettnture.
Fig. 28. Clnssificnzionedellelavornzio11i.del/e
t
393 I
i
L ·-----1
La figura 29 mostra il principio di fun-
zionamento di una rullatrice con cu-
scinetti piani le cui rigature corrispon- a)
dono, con le inclinazioni ed il profilo
pettine
rispettivamente all'inclinazione del-
l'elica media ed al profilo della filetta-
tura da creare. Uno dei due cuscinetti
è fisso, ed è montato con una leggera
inclinazione per provocare la penetra-
pezzo
filettato
f=J"Z"
'---;:~~~o('~
fisso
I
grezzo
zione del pezzo. Il secondo c1:.scinetto
è invece dotato di un movimento dita-
glio alternativo e con una posizione
tale che le rigature risultano spostate
di mezzo passo. La filettatura viene e-
seguita in una sola passata, e lo sboz-
zato, introdotto ad una estremità del
cuscinetto fisso, viene trascinato e la-
vorato fino all'altra estremità. Sotto la
pressione dei pettini, il profilo si im-
prime progressivamente nel pezzo,
creando i vani della filettatura e pro- Fig. 29. I.Arullaturaa pettini piani, (a) e a pettini cilindrici (b).
vocando un riflusso del materiale che
viene a formare le creste dei filetti. La
filettatura è così ottenuta senza alcuna
azione di taglio e senza la minima for-
mazione di truciolo (fig. 30). Inoltre, Diametro Diametro
grazie all'incrudimento del materiale, della barra i _______ J_della barra
il filetto diventa più resistente all'usu-
ra ed ai fenomeni di fatica, anche in
i n-.f1 ie,~~.Jll(!l'Y
La filettatura
~on a~p~rtax~one ~i truci<:>!~
La filettatura per asportazione di tru- -------
- --c:.-=~==-=...::;d:'c...o.._-""-=-=
ciolo può essere eseguita con di\·ersi
metodi:
1) impiego di maschi e filiere, a mano Fig. 30. A differenzadi q11a11to di truciolo.nellarullatura il diametro
accadecon l'asporta=io11e
e in modo automatico; esternodi filettatura risulta maggioredel diametrodellabarrada cui si ricam; lefibre del mate-
2) fresatura di filetti, impiegata prin- tagliate.
riale11011ris11ltn110
cipalmente su pezzi di elevata preci-
sione dimensionale.
3) filettatura al tornio.
Per filettature di notevole precisione, ---.....
come la produzione di maschi e di . . . ~"" ,
, r1• 1,r:1rr·n,,, ,r" r rrr,
strumenti di misura, si ricorre alla ret-
tificatura.
I maschi
I maschi sono costituiti da un corpo
cilindrico munito di scanalature retti-
linee od elicoidali separanti i pettini ....,..JMiliic.iillW!>
filetta tori; il numero delle-scanalature
varia secondo il diametro del filetto
(fig. ·31). L'operazione di taglio del fi-
letto viene effettuata progressivamen-
te, nel senso che ciascuno dei pettini
forma un conoide avente all'estremità Fig. 31. L'utensilemaschiofilettatorecolgiramaschi.
394
-11
I•
. I:
,,
,t · il diametro di base del filetto e termi-
I
nante col diametro del vertice del fi-
letto. La zona di imbocco è quella
maggiormente interessata all'asporta-
zione di truciolo, mentre la parte ri-
manente del maschio assolve una hm-
zione di guida.
Quanto più lunga sarà la parte conica
di imbocco, tanto più ridotta sarà la
sezione di truciolo asportata da ogni
singolo dente, con minori sollecitazio-
ni di taglio.
Il diametro del foro da maschiare de-
ve essere leggermente maggiore del
diametro del nocciolo della vite corri-
spondente, poiché la maschiatura ten-
I
de a formare della bava che intasa il
fondo del filetto.
Per fori ciechi di piccolo diametro e
per metalli di elevata durezza viene
Fig. 32. Maschiaturaa mano
I.
Le filiere
Le filiere eseguono una filettatura su- · ami
una barra cilindrica avente il diame- ••
tro corrispondente a quello nominale
del filetto che si vuole ottenere.
La figura 33 illustra una filiera, costi- Fig. 34. L'attrezzo «girafiliera».
tuita da un cilindretto forato di accia-
io munito internamente di un certo
numero di peùin(radiali e separa.ti dà
scanalature circolari destinate ad eva-
cuare i trucioli.
I primi filetti risultano smussati da un
angolo di invito; la filiera viene mon- il
tata sul girafiliera,(fig. 34). I
Vi sono molti inconvenienti nella la-
vorazione di filettatura con filiere in
quanto i taglienti all'imbocco della fi-
liera sostengono l'intenso sforzo di a-
I
vanzamento, per cui si possono avere
delle deformazioni nella filettatura
del pezzo.
I
La qualità della superficie è mediocre
e inoltre al termine della lavorazione
la filiera va svitata dé!l pezzo, con pro-
blemi di tempo e col rischio di dan-
I
neggiare i filetti ottenuti.
Per questo motivo sono nate le teste a
filettare, o filiere a scatto, con· le quali è
possibile lavorare filettature di diffe-
I
renti diametro a passo. Infatti i pettini
della filiera si allontanano radialmen-
te al termine della lavorazione, evitan-
do così l'operazione di svitamento.
Fig. 35. Fi/effnturnnl tornio eseguitacon inserto,che n;;sicumun'elevnln nccuralez:n del profilo
I
.'
C 111ngsiorcprodut/iPilà.
395
I
~»'
.
.
L_
.,· un passo per ogni giro del pezzo, la
punta dell'utensile traccia un'elica ci-
lindrica.
I La filettatura al tornio non viene mai
eseguita in una sola passata, e quindi
l'utensile deve ripetere lo stesso per-
I vamente ridotti.
Per disporre l'utensile esattamente
perpendicolare all'asse del pezzo, esi-
stono delle sagome profilate secondo il
I tipo di filettatura da ottenere (fig. 37).
A differenza delle filettature ottenute
mediante maschio o filiera, poiché si
vuole ottenere un filetto «completo» e
I dovendo eseguire la lavorazione in
più passate, a fine filettatura bisogna
prevedere una gola di scarico dell'u-
I Fig. 37. Sagomeper utensileperfilettare. eseguito uno smusso a 45° o una sva-
satura per facilitare l'imbocco della vi-
te nella madrevite (fig. 38).
I-· La figura 39 mostra le diverse fasi per
la lavorazione di filettature trapezoi-
//,,,,, I
...
.-_·.
dali: la filettatura viene prima sgros-
sata con un sovrametallo di 0,2 mm e
/~ I / . viene poi finita sui due fianchi.
I I
1
'.
I
I Gli utensili per filettare sono general-
mente di acciaio super rapido e di me-
I tallo duro sinterizza_to: l'impiego de-
I
I I gli utensili in acciaio rapido è talvolta
limitato dal basso volume di truciolo
D
I
.. asportato nel tempo. Per questo moti-
I vo gli utensili ad inserto sono oggi i
I I .. più impiegati per l'esecuzione di filet-
tature al tornio; viene inoltre elimina-
to il problema dell'affilatura e per-
percorso
utensile messa la realizzazione (fig. 40) di un
I profilo completo, nel senso che viene
prodotto tutto il profilo, compresa l'e-
Fig. 38. Smussi e gole di scal'icoperfilettature esterneed interne.Nellafilettatura con utensile stremità superiore del filetto stesso, e
al tomia vieneeseguita1111a golndi scnrico,m;enteprofo111titàe larghezzaadeguate,la cuifomin la finitura finale della cresta viene eli-
I è 1111ificatae cheassoh,emoltepliciscopi:
a) ei.ita laformazionedi 1111tratto terminah•afilettatura incompleta;
1
b) assicuraal1'11te11sile
minata. La figura 41 mostra l'esecu-
per evitare l'urto contro lo spallame11to zione di una filettatura destra o sini-
la possibilitàdi disi111peg11arsi
(11011 è possibile/'esecuzionedellafilettntura i11una solapassata,qui11di/'11te11sile detiepotersi stra facendo variare il senso di avan-
I staccaresemprenellostessopunto, prima di riprendae la passata;
e) permettedi ar1z1itare ,,itefin contro 11110spal111111ento
1111a ofino infondo a 1111
d) ei.,italaformazionedi barienel tratto afiletto i11co111pleto.
foro;
zamento dell'utensile.
Gli inserti a profilo multiplo (fig. 42)
posseggono due o tre denti, con un al-
I 396
I
02 • 07
+=- I
I
I
I
I
Fig. 40. Vari tipi di 11te11sile
a insertoper filettare.
I
I!
I
I
'.•
I
398
t ~
~
I
nella ·madrevite, la distanza misurabi- sentazione dei filetti incompleti in ge- punta elicoidale determina sul fondo
le con un calibro. nere è omessa (fig. 49). del foro una superficie conica rappre-
La rappresentazione del fondo e della La figura 50 indica la rappresentazio-
cresta· del filetto si fanno nelle sezioni ne degli elementi filettati secondo le
con gli stessi criteri delle filettature jn · norme americane ANSI (American
sentata convenzionalmente con un
angolo di apertura di 120°; come si
può notare, il filetto non si estende a
I
vista (fig. 47), osservapdo che il trat, National Standard); esiste una rap- tutta la lunghezza del foro per evitare
teggio della superficie sezionata deve presentazione convenzionale o sche- l'urto dell'utensile sul fondo.
raggiungere la linea grossa indicativa matica e una rappresentazione sem- La quota L è una quota tecnologica e
della cresta del filetto e che nel dise- plificata. indica la lunghezza di foratura; la
gno di vite e madrevite accoppiate le La figura 51 richiama il processo di fi- quota f è invece funzionale, poiché
filettature delle viti nascondono quel- lettatura di un foro cieco mediante fo-
le delle madreviti (fig. 48). La rappre- ratura e successiva maschiatura: la Imira ad assicurare l'eccedenza della
lunghezza del foro filettato rispè,tto a
I
~ --~-- I 1 I
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I
I
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I
I
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'',
i
..
j_
t•
Fig. 47. Rapprese11ta:ione
re in sezione.
difilettatu- Fig. 48. Accoppim11e11to
te i11s~zione.
vite-madrevi- Fig. 49. R,1ppresentaz.io11e
. rapprese11t11z.io11c
difilett,1t11re
con omissionedella
deifiletti incompleti.- -
-·--1
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! RAPPRESE'.\TT
AZIONE SEl\•IPLIFICAT
A
RAPPRESENTAZIONE
SCHEMATICA
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I ~--~- I
i
I
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t Fig. 50. R11ppre-
-i- se11ti1z.io11e
difilet-
tature secondo le
',,
)
I
I
I
I
I
I
I
I
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I I
normeAmericane I I
ANSI: mppreSL'II·
lozione sc/1emati-
C11e semplificata.
I
I
I
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I
I
I
I
i
1 399
I
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,.· .. -.'-~·l'>'--_--,__-4-'=-=-c:r;-{
,.>,. ~--··, ·;~ I
I '
~>·:··:.
.
I Fig. 51. Esecuzione di un foro filettato cieco:si noti la sequenza tecnologicae la conseguente
quotatura.
Fig. 52. LA lunghezza 1è uguale all'incircaa
tre volte il passo.
quella della vite per evitare il forza-
I 120°
lo mento (fig. 52). Si noti che la lunghez-
za di avvitamento è maggiore nel caso
di materiali più deformabili (si veda
I I X
sua volta dato dalla somma di un trat-
to x non filettato e del tratto z di filet-
tatura incompleta. In definitiva, quan-
do si esegue una filettatur~ non pas-
I ·.,
sante su un pezzo rimane un tratto
non utilizzabile y la cui lunghezza
corrisponde a quella dell'imbocco
dell'utensile ed è orientativamente da
I diametro foro
di preparazione Op
~-----,-,----,----==-,--,----,-,,--=--=-=-..,..-=-..,..,..,.,--=-=--.,.,....,.=--__.
trea cinquevolteil passo(più precise in-
dicazioni sono date dalla tabella).
. La figura_~5 mostra ancori¼la sequen-.
I - content'l'equei trucioli che an:ic/1éessereevarnati all't•stemosono stati spinti verso il fondo mostrata nella vista principale e late-
dt•lforo durante la mascl1iati1m.
li mlore y è legatoquindi al tipo di imbocco,allaprecisionedella11111cchi11a,
partefilettata e alla capacitàdelle sca11a/at11re,
rale sia in sezione che in vista. Il tratto
alla lunghezza della a filetto incompleto viene ottenuto a
elicoidaliad esempio,di estrarre il truciolo.Ap;. causa dell'estremità conica del ma-
I
I
I a) b) e)
I 400
,--
I
FORATURA
I
I
·j - - - -- - - -~
~1--- -_-----_~ I '
24
SVASATURA
r - - - - - -- - -(
I
_/__J__,_,:_ ____ -1 -
_________
\I\
I _,I
'
l,5x45°
MASCHIATURA
A....!' ''-':-,
I
h-------
,,,---1-------(
-
~
I
~/r'1,''t/r1•,,,,r·•,r,,1•;·•,•
, ,
1,
-·-·-j-
A
-· tt·- :- - -·-[ -
I
\ - - "!...-_-_-_-_-_-_~
I
·1·,.
Fig. 55. Relazionetra la lavorazionee la rappresentazione
deifori filettati. •'
min.
Diametro Op
max
Filettatura
Punla
Passo elico~
dale
Forodi preparazione
min.
Diametro OD
max
permadreviti di
I
Dia· permadreviti di
. m~ti che. ~evono_ avere i forJ_prima di_ . - ·-- - qualità ·-· - -- - ~
Dia- - · • quàlità
essere filettati. Si tenga presente che il
diametro del foro viene determinato
mediante tentativi perché è legato sia M1,6
p
0,35
metro
nomi-
nale
1,25 1,236
precisa media
(toll.SH) (to0.6H)
1,301 1.321 M 8x1 1
p
metro
nomi-
nate
7
precisa
6,978 7,107
media
(toll.5H) (toll.6H)
7,153
I
al sistema usato per eseguire la filetta- M 1,8 0,35 1,45 1,436 1,501 1,521 M 8 1,25 6,75 6,728 6,859 6,912
tura, sia al tipo di materiale da la,·ora-
re; materiali tenaci e fori profondi ri-
chiedono fori di diametro maggiore.
M2
M2,2
M2,5x0,35
0,4
0,45
0,35
1,6
1,75
2,15
1,586
1,736
2,136
1,657
1,813
2,201
1,679
1,838
2,221
M 9x0,75
M 9x1
M9
0,75
1
1,25
8,25
8
7,75
8,228 8,338
7,978 8,107
7,728 7,859
8,3i8
8,153
7,912
I
M2,5 0,45 2,05 2,036 2,113 2,138 M10x0,75 0,75 9,25 9,228 9,338 9,378
M3 x0,35
M3
M3,5x0,35
0,35
0,5
0,35
2,65
2,5
3,15
2,636
2,486
3,132
2,701
2,571
3,201
2,721
2,599
3,221
M10x1
M10x1,25
M10
1
1,25
1,5
9
8,8
8,5
8,978 9,107
8,778 8,859
8,478 8,612
9,153
8,912
8,676
I
M3,5
M4 x0,5
M4
0,6
0,5
0,7
2,9
3,5
3,3
2,886
3,482
3,282
2,975
3,571
3,382
3,010
3,599
3,422
M11x0,75
M'11x1
M11
0,75
1
1,5
10,25
10
9,5
10,223 10,338
9,978 10,107
9,478 9,612
10,378
10,153
9,676
I
M4,5x0,5 0,5 4 3,982 4,071 4,099 M12x1 1 11 10,973 11,107 11,153
M4,5
M5 x0,5
MS
0,75
0,5
0,8
3,75
4,5
4,2
3,732
4,482
4,182
3,838
4,571
4,294
3,878
4,599
4,334
M12x1,25
M12x1,5
M12
1,25
1,5
1,75
10,8
10,5
10,25
10,773 10,859
10,473 10,612
10,223 10,371
10,912
10,676
10,441
I
M5,Sx0,5 0,5 5 4,982 5,071 5,099 M14x1 1 13 12,973 13,107 13,153
·, M6 x0,75
M6
M 7 x0,75
0,75
1
0,75
5,25
5
6,25
5,232
4,982
6,228
5,338
5,107
6,338
5,378
5,153
6,378
M14x1,25
M 14x1,5
M14
1,25
1,5
2
12,8 .
12,5
12
12,773 12,859
12,473 12,612
11,973 12,135
12,912
12,676
12,210
I
diametr< M7 1 6 5,982 6,107 6,153 M15x1 1 14 13,973 14,107 14,153
foro di
p eparazio ,e M 8 x0,75 0,75 7,25 7,229 7,338 7,378
perfilettature metriche.
1,5 13,5 13,473 13,612 13,676
I
I
------
401
-
.,
-----------.-
I distanze di
Passo
Diametri esterni·
corrispondenti
· perla filettatura
·,c. p
spallamento a passogrosso
I I 0.2
0,25 1; 1,1;1,2
0,5
0,6
0,6
0,75
0,4
0,5
o.e
1
1,2
0.3 1,4 0,75 0,9 0,6
I 0,35
0.4
0,45
1,6;1,8
2
2,2;2,5
0,9
1
1,1
1.05
1,2
1,35
0,7
o.e
0,9
1.4
1,6
1,8
0.5 3 1,25 1,5 1 2
I 0,6
0,7
0,75
3,5
4
4,5
1,5
1,75
1,9
1,8
2,1
1,2
1,4
1,5 ·- _.
.. 2.~~-·=-· ___._____
....:, 2,4
2,8
I trattia filetto
1
1,25
1,5
6;7
8
10
2,5
3,2
3,8
3
4
4,5
2
2,5
3
4
5
6
incompleto
I 1,75
2
2,5
12
14;16
18;20; 22
5
4,3
6,3
5,3
6
7,5
3.5
4
5
7
B
10
3 24;27 7,5 9 6 12
I N-!-t
--1-'\'-----'-I 3.5
4
4.5
30;33
36;39
42;45
9
10
11
10,5
12
13,5
7
B
9
14
16
18
5 48;52 12,5 15 10 20
I 5,5
6
56;60
64;68
14
-15
16,5
18
11
12
22
24
0,5
y
3,6
g,
min.
2
g,
2,7
r
e
0,2
d,
mln.
d+0,25
Diametrodi tiettatured
a passogrosso
3
a passofine
4 a 5,5
gole di scarico di filettature esterne 0,75 4,7 3 4,1 0.4 d+0,35 3 6 a 11
-
I metriche ISO, che sostituisce parzial-
mente la UNI 5709, ancora ,·alida per
le distanze di spallamento in assenza
1
1,5
1.75
5.6
7,6
8,5
4
6
7
5,4
8,1
9,4
0.6
1
1
d+0,45
d+0,60
d+0,60
6a7
10 a 11
12
8a30
12 a 80
-
di gola (tab. XII). 2 9,7 B 10,7 1 d+0,70 14 a 6 18a 150
I 402
I
t gole di
.
Passo
. . ....
di filettatura •,._- .· d ·, .. :~."
-~::_·:.:·J:i_·:
.. ( 'fpì
-.:<t~·
....~.-~
··...-~··: <t-:l{!\t.>-·
. ·.,. :.• I
l
: : ...~ t p
scarico ... '.. ._·:. h12ììh3)~_~·;· . .. ~
I 0:25 d·0,4 0,4 0,75 0,12
d
'I I'
:g I
0,3
0,35
d-0,5
d-0,6
0,5
0,6
0,9
1,05.
0,16
0,16
I
I 0,4 d-0,7 0,6 1,2 0,2
I
0,45
0,5
0,6
d- 0,7
d-0,8
d-1
0,7
0,8
0,9
1,35
1,5
1,8
0,2
0,2
0,4
I
0,7 d-1,1 1,1 2,1 0,4
0,75
0,8
1
d-1,2
d-1,3
d-1,6
1,2
1,3
1,6
2,25
2,4
3
. 0,4
'0,4 ';,
0,6 •.
I
1,25 --d---2···· 2 3,75 - 0,6 . ~ .
1,5
1,75
2
d-2,3
d·2,6
d·3
2,5
3
3,4
4,5
5,25
6
0,8
1
1
I
Tab. XII. Goledi scaricoperfilettatureester-
2,5 d-3,6 4,4 7,5 1,2
ne metriche(secondoUNI ISO 4755).
M10
I
T A-A
I
13/a W sin' _
!
1
r;,:;- I
l -~
ti
i [I
,
i. . -
1 cl>42,95
3
I I
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I
' 30
Il I
I
I I .1
I
I
I
I I I
I I
I I I
I I
I ! I
I
I
i! I I
Gl¼ M-l2x4- 2fil;
I
I
. ~
Fig. 56. Quolnture di elementi filettali .
' 403
I
I BE terminato errore di passo. Infatti
nell'accoppiamento filettato a) della
- Gruppi
ci diametri Passo
s
lunghezzadi avvitamento
N
I
nominali(d - D) l I
figura 59, nel quale la madrevite ha il p (nonnale) (lunga)
I PER
(corta)
TOLLERANZE profilo esatto e la vite presenta un er- sopra flOO
a fmoa sopra finoa sopra
rore totale di passo oP, l'avvitamento 0,35 0,8 0,8 2,6 2,6
può ancora effettuarsi se si diminui- 1,5 2,8 0,4 1 1 3
FILETTATURE sce il diametro medio della vite della
3
1,5
3,7
3
4,5
3,7
3
4,5
2,8 5,6 0,6 1,7 1,7 5 5
sono:
I - errori sul diametro medio;
- errori sul diametro esterno;
punto B; l'errore di passo oP è così
compensato dalla variazione od 2 del
diametro medio (accoppiamento b)
0,7
0,75
0,8
2
2,2
2,5
2
2,2
2,5
6
;6,7
7,5
6
6,7
7,5
- errori sul diametro di nocciolo; della figura 56. 0,75 2,4 2,4 7,1 7,1
I drevite
d) sul diametro medio della madrevite
- la qualità di lavorazione;
- la lunghezza di avvitamento;
4,5
1,5
2
21
7,5
9,5
21
7,5
9,5
63
22
28
63
22
28
- il giuoco minimo sul diametro me-
I Infatti poiçhé i valori di questi diame-
tri sono legati sia al passo che all'an-
golo del profilo, queste tolleranze ten-
dio. - - - - - - - -
45
--
90
3
4
5
5,5
15
19
24
28
15
19
24
28
45
56
71
85
45
56
71
85
gono conto in modo indiretto anche di A differenza del sistema tradizionale
I questi errori: gli errori di passo influi-
scono sul diametro medio nel senso
di tolleranze per pezzi non filettati, si
prevedono per le filettature esterne
6
2
32
12
32
12
95
36
95
36
i ---
che un'appropriata variazione del dia-
metro medio-può compensare un de-
solo le posizioni e, g ed h, e per le fi-
letta tu-re-inter11e le posizioni G éd H.
90
-
180
- -
3
4
6
18
24
36
18
-24 - ·
36
53
71 -
106
53
7-t--
106
3 20 20 60 60
180 300 4 26 26 BO BO
6 40 40 118 118
I vite;
- da 3 a 9 per il diametro medio della
vite;
I b)
- da 4 a 8 per il diametro di nocciolo ed
il diametro medio della madrevite.
I 404
I ---
c) grossolana, quando vi sono diffi-
Qualità
di lavorazione
I
coltà costruttive delle filettature, ad DIAMETRI
I
esempio nel caso di fori profondi.
4
media grossolanaprecisa
6 - 4
media psoala
6 8
precisa
4
media grossolana
6 8
I
I un dato importante ai fini della scelta Vrte
d, -
3
I
I 5 4 6 8 5 7 9
della tolleranza, ed è definita in base D, 4 5 - 5 6 7 6 7 8
ai diametri nominali e al passo. Nella Madrevite
D, 4 5 - 4 6 7 6 7 8
tabella XIII, dove si definisce una lun- s
;1 ghezza di avvitamento corta (designa-
N L
senza
PERFILETTATURE
I
-:·.- ..
campi di tolleranze, si usa per le viti:
vite 3h4h - --
- posizione h, con gioco radiale mini- precisa madrevite 4H -
mo e qualità precisa; s vile Sh6hoppure5g 6g 5g6g 5g6g
media 5H..
- posizione g, per facilitare l'avvita-
mento e si prevede un rivestimento
(corta)
grossolana
madrevite
vite
SH
-
-
--
5G
-- I
l
madrevite
galvanico;
precisa vile 4hoppure4g 4g 4e
- posizione e, da usare in casi eccezio-
nali per rivestimenti di grande spes-
sore;
N
(normale)
media
madrevite
vtte
madrevite
4HSH
6hoppure6g
6H
4HSH"
6g
6H..
4G5G
6e
6G
I
vtte Bg 8g Be
1
i
e per le madreviti:
- posizione H, per tutte le applicazio-
-- grossolana
precisa
madrevite
vite
madrevite
7H"
5h4h
6H
7H...
5h4h"
6H"
7G
-
-
I
ni; .
- posizione G, in casi eccezionali e per
rivestimenti di grande spessore.
L
Qunga)
media
grossolana
vite
madrevite
vite
madrevite
7h6hoppure7g6g
7H
9989
BH
7g6g
7H..
9gBg
BH"
7e6e
7G
SeBe
BG
I
..
Perridurre al minimo il complesscrdei --
ca l1"bn· e d eg 1·1u tens1·1·
dica le tolleranze da adottare per gli
. .
consigliatiperfilettat11remetricheISO.
.. .. ..
1,Ia tab e11a XV·m- Nellalavorazionemeccarucanons1deveutilizzarelalolleranzafinoalhmilemassimoperleV1!1,oallim~emm11noperlemad1evìlì. I
VITI + MADREVITI
I
G
I
-H
D Linea dello zero
I
I
e
I
I
Fig. 60. Posizio11i
delletolll'mn;;eperfilettature estrrne cd interne.
405 I
I
1,-
~:~;1~~!~1r!l!~1~-
Il Designazione
della filettatura
· . · · Campo di tolleranza
attribuito al diametro medio ·~~-attribuit_l al diainf~·ç'~iemo'.'·
~::~~;--·!i
:}?~-~~!~}( ~:!f
1;~-~-~
11
i
MB
11·
!
Grado di precisione
attribuito
Posizione
della tolleranza
i al diametro medio attribuita al
diametro esterno
I
I . . .....
"
•
8
··:·.-.:·rv, ENTE NAZIONALE . ., ' ,
ITALIANO DI UNIFICAi)ONE jt
I Grado Posizione
UNI127 Filettalure a dentedi sega.
di precisione della tolleranza UNI128 Filettature a dentedi sega.
I attribuito
al diametro medio
ed al diametro esterno
comune
al diametro medio
ed al diametro esterno
UNl699
UNl947
Vitiperlegno- filettature
estremttà.
Estremità delleviti.
ed
Designazione ;(r-r-
;;~:;=~~r;~r UNI4534 Filettature metriche a profilo
I .
..---
·.·.··-"'"
UNI5699
lriangolare - sistemadi tolleran-
ze peraccoppiamenti
Diametri
mobili.
degliutensiliperloridi
preparazione allamaschiatura.
I M _10 - 4 H 5H
UNI5709
UNI5710
Filettature incomplete
tureesternemetriche
so-slituita
perliletta
ISO(parz.
dallaUNIISO4755).
Goledi scarico,lunghezze utili
gasconicaperim-
piantielettricia sicurezza.
UNIno7 Filettature metriche a profilo
I triangolare peraccoppiamenti
cilindrici-conici
sulfiletto.
a tenutastagna
di tubazioni perac-
nona tenutasta-
L'indicazione comprende la designa- menti filettati si scrivono nell'ordine,
gnasulfiletto.
zione dimensionale seguita da quella la designazione della filettature, le tol- UNIISO2901-2904 Filettatura metricatrapezoidale
della tolleranza. La designazione del- leranze della madrevite, il carattere ISO.
la tolleranza è composta dal numero barra (/) e le indicazioni per la vite. Se UNIISO4755 Goledi scaricoperelementi di
indicante la qualità seguito dalla lette- le tolleranze del diametro medio ed e- fissaggio conlilettature esterne
I ra indicante la posizione.
La figura 61 riassume le regole di de-
sterno coincidono, si mette un'unica
indicazione .
metriche ISO.
•
;I
I
406
-1-·:--
i
._ ___ A_U __ T_O_C __ A_D ___
I
~I I
LARAPPRESENTAZIONE livelli, attributi). Ad esempio una volto disegnalo un foro filet-
AUTOMATICAtato
DEICOLLEGAMENTI
cieco, viene memorizzalo su una sfide che può esserevi·
FILETTATI suolizzoto in qualsiasi momento col comando VSUDE (fig.
l )_ Autocod non permette però di modificare un'immagine
-1
li software Autocod permette all'utente di sfruttare i con· così richiamato.
celti della parametrizzazione per disegnare degli elementi
meccanici o delle entità anche complesse che condividono
rel_C!_zi9nj_g~ometriche comuni, aumentando notevolmente lo
4) modifica del file ACAD.MNU I
con l'uso di un editor di
testi; questo file contiene una sezione dedicato ai meriù a di-
produttività e l'efficienza del disegno. Nella loro sémplicità, sceso, indicati in questo file col nome ***Popi-fino al nome
anche i due comandi BLOCKed INSERTsono parametrici,
anche se i simboli o le primitive richiamati possono essereso-
I
***Pop8in quanto esistono otto posizioni, con lo possibilità
di ottenere menu in cascata. Si può provare a trovare e modi·
ficare lo sezione del file dedicato alla gestione degli help:
lo scalati o ruotati. Attraverso il disegno parametrico, l'utente
può sfru~arele similitudini geometriche e analizzare i doti de-
gli elementi introdotti in una listo di caratteristiche, quali di-
mensioni unificate, forme e proprietà.
***Pop7
[File]
I
La progettazione di un sistemo parametrico per lo rappre- [Sove]"C"Csave;
·r..
'
sentazione di elementi filettali comprende lo sviluppo di ab,-
ni moduli fondamentali, tra cui:
[End]"C"Cend
[Quit]"C"C$S=X $s=quit qui!
I
o) file di doti esterni che contengono le informazioni, le [--]
proprietà e i dati delle tabelle unificate;
b) funzioni che calcolano e disegnano correttamente gli
elementi filettati;
[Plot]"C "Cplot
[Print]"C"Cprplot I
c) interfaccia utente per i menu di schermo in grado di
gestire le funzioni e i collegamenti con i doti
***Pop8
[Help]
[Help ]'help
I
delmenudi schermo
Progettazione
--
I-·
Come si può notare, in parentesi quadre c'è il nome del
comando che compare nel menu, seguilo da due CtrlC che
li menu che vediamo rappresentato ogni qualvolta si oc· servono per cancellare gli eventuali comandi attivi, mentre
cede al programmo Autocad è un file di testo che elenca,
sotto formo ai comandi e secondo un linguaggio speciale,
tutte le voci per i menu o video, per quelli o tendina e per le comando.
I
l'apostrofo indica che siamo in presenza di un comando tra·
sparente,cioè inseribile all'interno della chiamato di un altro '
· icone. li fite·stondord usato perdefault è ACA-0.MNU. In so- -· --lo seziene -** !Il'Pop8si può modificare in questo modo: .
stanza ogni voce di menu in questo file testo contiene una li-
sto di comandi sotto formo di macro o macro-comandiche
può automatizzare uno serie di comandi elementari. Autocod
. * **Pop8
[Librerie]
I
corico il file Acod.mnu per lo gestione dei menu all'inizio di [Filettature]"C"C$i=libbl 1 $i=*
ogni sessione di lavoro, mo è possibile in qualsiasi momento
accedere o un menu personalizzato col comando menu.
I
In questa esercitazione si costruirà un menu o tendina lo
pu/1-down) per l'inserimento di elementi filettali all'interno del
disegno. I menu o tendina sono di natura dinamico poiché
compaiono solo quando vengono chiomati; i passi da segui-
I
re per lo costruzione di un'interfaccia utente con menu pull-
down sono i seguenti:
I 407
o
rirò in alto sullo schermo,
mentre la parola filettature ap-
parirò oll'.interno del menu o- -- -
I [Uscire)ACAC ·
•. ..·.-1·,.,,----~ ~.c.---.,._;._~ ... -·
408
I
I
I
·._ ____
AUTOCAD
==-=-=-=---'~=~==~=== II
;
I
I
~r--HB-
VITI VISTALATERALE
-~-f;~
- -183- -
...-·
~
~
-,
0 VTE VTSPI I
I
·r-
..
"
-· ~ ;
.. I ,
.,,
.
m- --·
_y I
·-
..r5:~
..r::\~~-; ~ r -~··~··
I
i - :0',-r-
ç
.;:- ._ _:.--~- - ....
.-~-- ........-
t • · il
..
I: H" 1
-· .. ·- --~-
·.~'r!·!·fr~-:-:- :-=~--;·~~:t"·:• - ·
·1
Fig.4. li menu od icone per lo sceltodel tipo di collegomenrodo inserirenel disegno.
I
I
I
I
I
I
--.--------·.
409
---. I
l ~. Utilizzando le nonne unificate sugli elementi filettati, completare la tabella per le filettature indicate in figura.
....
"1:
X
o
CD N
:E
2 In figura sono illustrati dei fori filettati ciechi: indicare gli errori di rappresentazione .
••
410
3. • sonometna.
Disegnar~ dimensionarein proiezioni ortogonalicon viste e/o sezioninecessan·ei due particolan·rappresentatiin as-
e
I
I
048
I
I
I
I
I
4 Il disegnò rappresentail complessivodi un'attiezzaturadi rifeninento,ìn scala·1-~:r"appresentarifronquote,
• rugositàsuperficialituttii particolarinon unificati.
iolleiariie,
I'
I
tI
I
8
7
6
Tolleranze
-
generali
vite
per dado
dado
spina
UNI ISO 2768•m
3
3
1
-
I
I
II 5 ghiera 1
i
4
3
2
albero filettato
grano di riferimento
piastra
chiocciola*
1
2
2
I
1 di riferimento 1
.
i
i
i
N
-
·-
I
-·,_,
1-·-·
I
-,..- °"·"-·
I
,.....-,--10,,.•·'"
Q
I
I....,
....,
I I conptess;vo
- I
.,_,
Denominazione Q t trezza tura
i!
--
Idi rif@rirriento I o ..·~
. 1E3@
,_.111...._
..
!
Gruppo
I ....
I1
J
•;..tter.zione: ie 2 chiocciole non sono uguali
I
i
1 411 I
j
L._ __
-- '-·· -- ..
__ . --·----- _,
I S 11disegno rappresenta il complessivo di un supporto orientabile, in scala 1:2; rappresentare con quote, tolleranze, ru-
• gosità superficiali tutti i particolari non unificati.
I
I
14 ROSETTA 6,m I UNI6592
I
I
13 VITEUNI 5931 H6X12 I
12 POMOLO I
11 ASTA DI MANOVRA I
I O ALBERO CONECCENTRICO I
9 SFERA CON PERNO
I
I
8 P(Rt{] lJII ISO23408 IOX26 I
7 BUSSOLA I
6 DISCO PORTAPEZZI 1
5 GHIERA DI BLOCCAGGIO I
I 4 GHl[RA
3 ANELLO
2 CORPO
I BASE
DIREGISTRAZIONE
DI BLOCCAGGIO
I
I
I
I
N" Denominazione Q
I
M•tcrtak- Mole
Il I
·-
Dolo
I
I
1--
,..
....
f,otL I
Il
Il 0.10
.1...-
I
I
-
vu1e-Pno-5'titoJOilft....,
lo;,
..
I
Prof,lrolL N
Ci)
I C~e
Oenominozione
SUPPORTO
.EJ<t
ORIENTABlLE o.,..
..... 1:2
.....
....
I
I 6.
-
·- - . -- -
-11disegno rappresenta il complessivo di una ruota orientabile, in scala 1:2; rappresentare con quote, tolleranze, rogo-
• sità superficiali tutti i particolari non unificati. .
0
I 4 A-A
'_A
I
I 8
7
6
5
Resetto 6.4• 12.5 UNI 6592
Anello 14 UNI 7435
Dodo M6 UNI 5588-A
A1bero
I
1
1
I
I 4 Perno 1
3 Bronzino 1
2 Supporto 1
1 Ruoto 1
N" Denominazione N.P. ua,.,;o• e r,oft
I 3
,--
i
,...,,._,.i_..,...o- .. ,..
0
5
1=======11
1EJ ® =--"-
••. --
I412
I
CAPITOLOTREDICESIMO
I
I
le tolleranze I
geometriche I
I
~;_ Un altro esempio di errore di forma è no coinvolgere nella maniera più com-
IUIIIIIIEt- illustrato in figura 2: l'andamento si-
nuoso del pezzo non è rilevato dal ca-
libro di misura, che accerta tuttavia,
pleta, tutti i settori produttivi. I dise-
gni dei pezzi, come richiesto dal pro-
cesso, non devono essere ambigui; la
I
GENERALITÀ sezione per sezione, valori dei diame- funzione delleparti, il modoper ottenerli
Introducendo il problema delle tolle-
ranze dimensionali si è osservato co-
tri contenuti entro i limiti della tolle-
ranza dimensionale. Se il pezzo do-
e per controllarlidevonoesserecompleta-
mentecompresie comunicati.
I
me fra le indicazioni riportate sul di- vesse però inserirsi agevolmente in un Le tolleranze,sia geometricheche dimen-
segno e la loro pratica attuazione
nell'oggetto costruito vi sia differen-
za: ciò si verifica non solo per le di-
foro esteso assialmente, difficilmente
ciò si realizzerebbe, perché l'ingom-
bro spaziale del perno risulta maggio-
sionali,sono quindi parte essenzialedella
I
mensioni , ma anche per la forma. re di quanto previsto nella tolleranza.
Infatti le superfici reali si possono sco-
stare più o meno sensibilmente sia
dalla forma geometrica esatta prevista
Occorrerebbe perciò porre adeguati
vincoli anche alla rettilineità dell'asse
ed alla cilindricità della superficie. ><
I
a disegno sia da posizioni pre_stabilite Appare quindi evidente che, nel pre-
"'
E
I
Cl
'
rispetto ad altre superfici assunte co- scrivere gli errori accettabili nella co-
me riferimento. Ciò a causa di diversi struzione di un pezzo, devono essere
fattori, come ad esempio flessioni del valutati alla luce delle esigenze fun-
pezzo e dell'utensile durante la lavo- .zionali forma e dimensioni. - -- - -- .
razione, vibrazioni della macchina, Soprattutto con l'aumentare della
deformazioni di tempra, ecc. Il pezzo complessità degli oggetti progettati,
di figura 1 si presenta con gli errori di per i numerosi processi tecnologici
forma opportunamente ingranditi a
scopo esplicativo, ma il pezzo può ap-
parire esattamente così agli strumenti
utilizzati e per la necessità di garanti-
re la qualità attraverso attenti control-
li e verifiche, le informazioni che deri-
I
di misura di precisione (come le mo- vano dal progetto e quindi dal dise-
derne macchine a coordinate, CMM). gno del particolare da produrre, devo-
I
I
Fig. 1. Le superfici
re,1li di u11pezzo
costruito si posso-
no scostare più o
I
meno sensibilmen-
te sia dalla forma
geometricamente
esatta indicataa di- Fig. 2. Valutarele condizioni,fi accoppia111e11-
to con riferi111e11to
solo allequote lineari-porta
I
segno, sia dalla po-
si:.ioneprestabilita
rispetto a superfici
o punti assunti co-
me riferimento.
a trascuraregli effetti dellaforma: 1111'11ccop-
pia111entoscorrevolel,/H ,1/bero-foro
praticaforzato se non si 1ia11110
cili11dricità
,fivienein
condizionidi
e rettilineità11deg11ate.
I
413 I
··1
ç..~ -·--·---------------·-
0-----E&-
co: si tratta, soltanto, di sfruttarlo nel I I "-\
25
fabbricazione.
I La normativa attuale sull'uso delle
tolleranze geometriche è la UNI 7226,
che coincide con la norma ISO 1101. ' '
-$--------ED-
-.
I .":
I -fjl--------CD·
Negli Stati Uniti viene seguita la nor-
ma ANSI/ ASME Y14,5, ed è usato il
termine "Geometrie Dimensioning I I
I
and Tolerancing" (GD&T), che può
essere tradotto come dime11sio11ame11to
geometricoe tol!eranza.
- _;;.- - - --
' 4x02Q•OI :
I l
:·.
tra i fori 1 e 2
-- ·'--
Negl! ~ta_ti-~niti già ne! 194_0l_a_ Che-
I nel 1994).
In Italia, circa trent'anni fa in alcune
aziende si cominciavano ad introdur-
. ·- I '
Misura tra i fori 2 e 3
(parallelamente all'asse 3-4)
re indicazioni relative agli errori geo-
I 414
I --·
bile per tutti i settori produttivi inte- 6) il pezzo, infine, potrebbe essere ri-
ressati al particolare progettato, con il fiutato al controllo perché non confor-
quale trasmettere in maniera univoca me alle tolleranze prescritte a disegno,
e fedele le condizioni di forma, degli nonostante sia in pratica accoppiabile
oggetti da produrre, con l'intenzione e funzionante.
di avvantaggiare la funzionalità e la
riduzione dei costi. Inconvenienti di questo genere sono
Questo metodo, come detto, non è re- più comuni di quanto si pensi e com-
cente, ma è ancora poco sfruttato nei portano effetti negativi sul costo e sul
paesi europei, trascurando i benefici tempo necessario alla realizzazione
in termini pratici che potrebbe appor- del pezzo.
tare nei mercati attuali, altamente Si consideri ora la quotatura qel pez-
competitivi. zo secondo il metodo delle tolleranze
II metodo del dimensionamento --a geometriche (fig. 5), utilizzando sim-
coordinate, utilizzando le tolleranze boli e codici dei quali si parlerà in mo-
dimensionali (il sistemadelpiù o meno) do più approfondito in seguito.
non risulta più adatto alle esigenze Per applicare questo metodo ci si basa
della moderna realtà produttiva nella su alcuni semplici principi:
quale il disegno deve assicurare la a) le tolleranze dimensionali saranno
produzione più qualitativa ed econo- utilizzate solo per definire le dimen-
mica dei pezzi. sioni degli elementi e gli ingombri;
Si consideri, come esempio, in figura
3, il disegno della piastra con 4 fori b) viene stabilito un sistema di riferi-
di figura 1, di cui viene anche mo- mentoa tre pianiortogonali(indicati con
strato il montaggio effettuato, ad A, B e C) dai quali verranno localizza-
i. esempio, mediante viti mordenti; al- ti in maniera univoca gli assi dei fori;
' la piastra è applicato il metodo tradi- c) tutte le quote che localizzano i fori
i
zionale di quotatura, in cui i 4 fori so- rispetto ai piani di riferimento vengo-
no localizzati utilizzando le tolleran- no definite quote teoricamenteesatte
ze dimensionali. (cioè quote che non sono soggette a
L'osservazione del pezzo reale condu- tolleranze), indicate a disegno entro
ce alle seguenti considerazioni sul di- un riquadro ; _
mensionamento tradizionale:
N d) è possibile aumentare ancora la zo-
1) sono i bordi del pezzo ad essere lo- o na di tolleranza dei fori aggiungendo
I i calizzati rispetto ai fori, o i fori rispet- l'indicazione @ all'interno del riqua-
to a questi ultimi?
li;I 2) la posizione dell'asse del foro può
dro che indica la tolleranza di localiz-
zazione. Ciò significa che tale tolleran-
I, 0.2 za è stata prevista per assicurare il
J.i_ variare in una zona di tolleranza qua-
,I drata- (fig: 4); mentre la "forma èlel fo--· funzionamento quando il foro si trova
! '
ro è circolare; questo vuol dire che la in condizioni di massimo materiale
i; zona di tolleranza non rispecchia la (cioè con il minimo diametro) e si ac-
cetta che se il foro viene prodotto ad
forma del foro che deve proteggere; Fig. 4. Ln zona di tolleranza quadrata per la un diametro maggiore, l'accoppia-
inoltre l'asse si può spostare lungo la /ocalizz11zio11e deifori dellapiastra.
direzione della diagonale del quadra- mento risulti possibile anche con un
to, cioè con una tolleranza di 0,28
mm, maggiore di quella indicata sul
disegno;
25
3) le quote hanno origine ai bordi che B ),
415
I errore di localizzazione più grande.
(Questa condizione o principio del
sere prescritti solo nel caso di tolleran-
ze più restrittive di t.
massimo materiale, verrà illustrata in Ad un esame più approfondito dello
seguito in modo più dettagliato). spessore sorge qu_alchedubbio: la mi-
surazione fra gli opposti punti AA,
7; T -.' ..-~--~~·nr:--\-:-:'~1\-:7i BB, CC può dare valori inclusi nella
I vantaggi derivanti dall'applicazione L- ..._ -.. , ,.__,, J..1 .;,_....\. LJ
..-.L J.-.a. .a..
I quindi con un guadagno del 57% a pa- di definire, in modo univoco, la rela- In pratica si può constatare come si
rità di tolleranza rispetto alla zona zione intercorrente tra tolleranze di- possano avere valutazioni diverse se-
quadrata in figura 6 si nota infatti co- mensionali e geometriche e portando condo il metodo di misura, cioè se h è
me, a parità di ampiezza massima del- ad una norma ISO recepita dall'UNI misurato con un calibro, come spesso-
r- 1-- la tolleranza ammissibile, cioè 0,28 co- come norma nazionale, cioè la UNI re del pezzo, o con un comparatore,
me in figura 4, siano accettabili anche ISO 8015 del 1989. come altezza rispetto ad un piano di
i particolari con asse localizzato nei Si noti che la norma UNI 7226 nel te- riferimento.
l1
segmenti circolari, che secondo la pre- sto del 1973 definiva una relazione tra A causa di queste difficoltà e delle dif-
scrizione di figura 4 sarebbero stati le tolleranze geometriche e dimensio- ferenti modalità con cui tale relazione
fuori tolleranza; nali in questo modo: è stata codificata dagli organismi di
2) i fori vengono localizzati rispetto al "Quando sono previste unicamente tolle- unificazione dei diversi paesi, in sede
I sistema di riferimento a tre piani, que- ranze dimensionali,questelimitanoanche di revisione e di riemissione della nor-
sto vuol dire che per il controllo il pez- alcuni erroridi forma e posizione,ossiale ma ISO 1101 e conseguentemente del-
zo viene prima appoggiato sul piano · superfici realidegli oggetti possonosco- la UNI 7226/1 - 86, il paragrafo ri-
A, successivamente portato contro il starsi dallaforma geometricaprescritta guardante il principio di dipendenza
I piano B ed infine bloccato col piano C; purchérestinoall'internodellatolleranza è stato eliminato. In sostituzione è sta-
il controllo in questo modo è univoco dimensionale.Se gli erroridi forma devo- to introdotto il "principio di indipen-
e ripetibile, anche se effettuato in no trovarsiall'internodi tali limiti, deve denza" con la norma UNI ISO 8015
essereprescrittala tolleranzadi forma". del 1989 come principio fondamentale
I tempi e con operatori diversi;
per l'assegnazione delle tolleranze, se-
3) non esiste più il problema dell' ac- Questo concetto presenta difficoltà se condo il quale "ciascunaprescrizionedi-
cumulo di tolleranza, poiché tutte le applicato alle tolleranze associabili, mensionaleo geometricaspecificatasu un
quote fanno riferimento a dimensioni c9qie la perpend,icolarità o il_paralleli- _ disegnodeveessererispettatain se stessa
I teoricamente esatte; - ···- smo. Infatti, con riferimento alla figu- in modo indipendente,salvo non sia pre-
4) alcune tolleranze in certi casi posso- ra 7, il campo di tolleranza delimitato scritta, sul disegno,una relazioneparti-
I}O anche raddoppiare, applicando il
da t = hmn - hmin sembra includere nel- colare.Pertanto,in mancanzadi indica-
I principio del massimo materiale; la sua ampiezza ogni possibile scosta- zioni specifiche,le tolleranzegeometriche
mento del profilo superiore dal parai- si applicanosenza tenere conto delle di-
5) sono chiaramente specificate le fun- lelismo con l'opposto spigolo o dalla mensioni dell'elemento,e le sue prescri-
-1· ._zioni ~ l'importanza dei rif~ri!U~nti.. rettilineità, che dovrebbero ..perciò es- - zio.ni(dimensioualie geometriche)devo- ·
I X
"'
E
I
.<:
N
é
I t
I
57% di aumento
I della zona
di tolleranza.
·I 416
1 no esseretrattate come esigenzetra loro
indipendenti". Disegno
·.ir Secondo questo principio le deviazio-
1101o.osI
+--.--------
ni di forma non sono più limitate dal-
:1
I
le tolleranze dimensionali, queste ulti-
me controllano soltanto le dimensioni
locali reali di un elemento (misurate
tra due punti) ma non i suoi errori di
forma.
t
030h8
I
T
l
Le tolleranze geometriche limitano in- Tolleranze secondo UNI ISO 8015
vece lo scostamento di un elementoin
rapportoallasuaforma od al suo orienta- ,,·.
mento od alla sua posizione,considerati _Interpreta~i_one
teoricamenteesatti, senza tenere conto
La condizione risultante rappresenta il
delle dimensioni dell'elemento.Le tolle- limite dimensionale del pezzo dovuto
ranze geometriche si applicano quin- agli effetti combinati delle dimensioni,
di indipendentemente dalle dimensio- o
delle tolleranze dimensionali e di quelle C')
417
I triche sono indicati in tabella I e il loro
significato verrà spiegato ampiamen-
te più avanti. 1-1°-1 I
I Come si vede dal prospetto, esistono
quindi -tolleranze geometriçhe non as-
sociabili (ad esempio la planarità, la
I1110.1IA I
I circolarità, ecc.), tolleranze geometri-
che associabili ad un elemento preso
come riferimento (come il paralleli-
smo o la localizzazione di un foro) ed Fig. 9. Esempidi riquadriper l'indicazione Fig. 12. Indicazionedi più tolleranzegeome-
I infine tolleranze che possono o meno
essere associate ad un altro elemento,
come le tolleranze geometriche sui
delletolleranzegeometriche. triche.
profili.
I
6fori
l-$100.11
6x08
I ~,
.... Il"ìL'.
Fig. 10. Annotazionirelativeallatolleranza.
I INDICAZIONE
t ------I·
l
non convesso
DELLETOLLERANZE 1-Eltl
0.3 I
I GEOMETRICHE
SUIDISEGNI
ogni elemento
101/1IAI
I Secondo la già citata norma UNI
7226/1 (che coincide con la ISO 1101); Fig. 11. Indicazionirelativeallaforma.
le tolleranze geometriche devono es-
Fig.13. Tolleranzageometricaapplicataad
una lineao ad una superficie.
Formadi unasuperficie Q
(\
Pr::pendicolarità
//
_L
I Eventuali annotazioni possono essere
scritte o sopra il riquadro {ad esempio
"6 x", fig. 10), oppure vicine al riquadro
di orientamento
..
Inclinazione L__
o unite allo stesso mediante una linea Localizzazione -$-
I di richiamo (fig. 11).
Se si prescrive più di una tolleranza
geometrica su uno stesso elemento, le
Tolleranze
di posizione
Associabili
Concentricità
©
--
I indicazioni devono essere riportate in
riquadri sovrapposti, come in figura 12.
Simmetria
--
Il riquadro viene unito all'elemento
cui è riferita la tolleranza per mezzo Tolleranze
Oscillazione
circolare
/
I di una linea continua fine terminante
con una freccia:
di oscillazione
Oscillazione
totale Z!_/
a) sulla linea di contorno dell'elemento Tab. I. Classificazione
e segnigmfici 11/ilizznti
perle lollemnzegeometrie/re.
I 418
.I----
- .l I
o su una lineadi prolui1gamentodel con- ra, sulla linea di contorno o di riferi-
. torno (ma chiaramentestaccatoda una li- mento, se la tolleranza si applicaall'as- []
nea di misura) se la tolleranza si applica se o al piano medianodella parte quota-
I
ad una linea o ad una superficie(fig. 13);
eventualmente è possibile usare una
linea di richiamo che punta diretta-
ta (fig. 15).
Elementi di riferimento
I
Mentre l'errore di forma riguarda sol-
tanto un elemento "isolato", come
una superficie piana, l'errore di orien-
I
tamento o di posizione è associato ad
un altro elemento del pezzo, chiama·-
I
I
';
l
Fig. 14. Uso di una linea di richiamoper in-
dicare una tolleranzageometricasu una su-
perficie.
to elementodi riferimento.Quest'ultimo
viene identificato da una lettera maiu-
scola, inscritta in un riquadro, colle-
gata ad un triangolo, nero o bianco,
posto sull'elemento stesso (fig. 17).
Fig. 18. Linea o superficiepresa come riferi-
mento.
I
f
'l I
r-DJ
__
_
-: r
I
1
1
-1-- -- -- -- -- - 1-
fY-----
-+----+
--r--+------
Fig. 15. Indicazionedi una tolleranzageometricarelativaad 1111asseo pianomediano. I
Al pari dell'indicazione delle tolleran-
I.
ze, il triangolo con la lettera di identi-
ficazione può essere situato:
I
:.i: a) sulla linea di contorno dell'elemen-
'! - to o su una linea di prolungamento
I
l -]------------------~
t
·Ì del contorno (ma chiaramente separa-
.! to da una linea di misura) se l'eleme11to
di riferimento è la linea o la superficie
I
stessa (fig. 18); anche in questo caso è
possibile usare una linea di richiamo
I
I
I
Fig. 16. Il riquadroddla tolleranzageometricasi riferisceall'assede//'al!,ero,e indicail diame-
I
Fig. 19. Uso dellalinea di richiamoper i rife-
., tro del più piccolocili111fro
circoscrivibile,il cui asseè facil111e11te
determinabile. rimenti.
.;.
I
.__ :i
__
419
------·-r
I _chepunta direttamente sulla superfi-
cie di riferimento (fig. 19);
figura 22; mentre un elemento di ri-
ferimento singolo è identificato da
Altre specificazioni
una sola lettera maiuscola (fig. 22a), Se la tolleranza si applica ad una lun-
I b) in corrispondenza della linea di
misura, quando l'elemento di riferi-
mento è l'asse o il pia110mediano della
un riferimento composto formato da
due elementi deve essere identifica-
to da due lettere diverse separate da
ghezza limitata. nçm definita come po-
sizione, il valore di questa lunghezza
deve essere aggiunto al valore della
parte così quotata (fig. 20); in questo un trattino (fig. 22b). tolleranza e separato da un tratto obli-
I caso per esigenze di spazio è am-
messo sostituire una delle frecce
della linea di misura con il triangolo
quo (fig. 23).
Come si vedrà in seguito, i riferi- Se alla tolleranza sull'elemento si ag-
menti non solo sono utili a stabilire giunge un'altra tolleranza più restrit-
di riferimento.
I Va evitata l'unione diretta del riqua-
dro all'elemento di riferimento me-
le relazioni funzionali tra più ele- tiva su una lunghezza limitata, que-
menti, ma anche ad indicare la se- st'ultima deve essere post~ sotto la
quenza da seguire nel controllo del- prima come indicato in figura 24.
diante una linea di richiamo, con -la tolleranza geometrica del pezzo; Se la tolleranza (o il riferimento) deve
I omissione della lettera di riferimen-
to, prevista dalla normativa non ag-
giornata (fig. 21).
questo significa che, nel caso di più essere applicata solo su una parte de-
riferimenti, le relative lettere vanno finita del pezzo, questa deve essere in-
indicate in caselle consecutive del ri- dividuata (ed eventualmente quota-
La lettera indicante il riferimento quadro (fig. 22c) in ordine di priorità ta), come precisato in figura 25, usan-
I viene riportata nel riquadro come in da sinistra a destra. do una linea di tipo J mista grossa.
I A
I --f-----1------f- v
I
0
I Fig. 20. L'asseo il piano medianopresocomeelementodi riferimento.
I f' No·-i-
~-- ...
I
l
I Fig. 21. Da evitarel'indicazionediretladei riferimenti,co111e
in figum.
____
l_~
I I Il I0.011100j B I
a)
-~ .11
I Fig. 23. La tolleranzadi pam/lelismosi appli-
b) IA-Bi rn su una /1111ghezza
di 100 111111.
I
0.1
I e)
IAI~Cl Il o.osI 200 A
I 420
-I -- __.,.,.
_J~J:.
;...:~,.-~
.:r· ·:.:~·
II
l
.Jjtf_::.
H00.11
Disegno Interpretazione
I
I
I
I
INTERDIPENDENZA ,f--......L..........L.--<J
i FRADIMENSIONIE
l
FORMA
030Hs(•go11)
I
La norma UNI ISO 8015, come si è vi-
sto, ha stabilito il principio di indipen-
denza tra la tolleranze dimensionali e
geometriche; tuttavia esistono due ec-
I
cezioni c~e introducono l'interdipen-
denza tra la dimensione e la geome-
tria:
I
a) l'esigenza di inviluppo;
b) l'applicazione del principio di mas-
simo materiale.
Forma perfetta al
I
Infatti la tolleranza geometrica si con- massimo materiale
sidera applicata, in modo indipenden-
te dalle dimensioni del pezzo (nella
terminologia inglese, Regardless of
Fig. 26. L'esigen:11
ta in tollera11=a;
di inviluppo 1,ie11e
indicatatrnmiteil simbolo@, posto accanto alla quo-
ilforo è pe1fettame11te
rettilineoquando tutti i diametrilocalisono nellecon-
I
Feature Size, RFS ), ogni volta che non materiale,cioèdi 30 mm.
dizioni di 111t1ssi1110
è specificata un'eccezione, che può es-
sere l'esigenza di inviluppo, l'applica-
I
zione della condizione di massimo DISEGNO
materiale (in inglese, Maximum Ma-
te~ial Condition, MMC), oppure quel-
la di minimo materiale (Least Mate-
o
050-0.~I
·I
+0.3
,. 050+0.1 I
rial Condition, LMC). ~-~,'~ _:_·~
--~I I
I
::'~ 'I
'I
Esigenza di inviluppo
·--~~ 'I ----~~--
L'esigenza di inviluppo può essere
applicata ad un elemento isolato, sia
esso cilindrico (ad esempio un foro o ALBERO
I
FORO
I
un perno), sia esso definito attraverso
due ·superfici piane parallele, (come -
ad esempio una cava).
.. INìERPRETAZIONE ---
I
Questa esigenza implica che non deve
essere superato l'inviluppo della for-
-o-+--;-,---A 050 (MMC)
~
,----,,..,ttc-,-1
I
-,--+--+.--:,-.,.....,...,,,-,,:-La forma deve I
ma perfetta corrispondente alla con- >-,-> ',>._essere perfetta ><,.< :~~<,.
"·..
~'>~~
dizione di massimo materiale dell'ele- :::-~
,,~- '"-'-
mento. ·,···.',,_..
-:::-:~"-
\,::._~::-.
··,"-"0 0>'-.'·.
'
Ii ·."\'-'~,~ <:--:,~
.
i
!
l
L'esigenza di inviluppo va indicata o
mediante il simbolo ® posto dopo la
tolleranza lineare, o mediante una no-
i. ·"
I
· ',,
049,8
'·. ·,'
<"~'-' -~-:·.'
.
~I
I
ta che richiami l'esigenza dell'invilup- ----- A 050,1 (MMC)
1
i
po per tutti i pezzi rappresentati.
Per la definizione di massimo e mini-
mo materiale di un albero e di un fo- ~---.·
I::.
I La forma deve
essere perfetta I
¼
[
ro, si veda la figura 28. I I 050,3
i
421 I
.L_ __
si devono ottenere le seguenti condi-
zioni funzionali:
1) la superficie dell'elemento cilindri-
I co non deve superare l'inviluppo di
forma perfetta corrispondente alla
I· I f----D max ,
dmax condizione di condizione di massimo materiale del.
I tolleranza ,
1
massimo materiale foro, cioè 0 30 mm;
2) ciascun diametro locale del foro de-
ve restare nella tolleranza dimensio-
nale di 0,033, e quindi variare tra 0 30
I I
e 0 30,033;
,;.
3) nessuna dimensione locale reale de-
Dmin .I ve essere maggiore di 0 30,033 .
I condizione di
massimo materiale tolleranza , I I
d min Tale principio è presente, codificato
come "Rule #1", nella norma america-
na ANSI Y 14,SM 1994, tuttora in vi-
I Fig. 28. Il concettodi massimomateriale(MMC) di un foro (minimo diametro)e di un albero
gore e viene denominata anche princi-
pio di inviluppo o regola di Taylor; se-
condo questa regola la forma di ogni
(massimodiametro).
I o
(Sl
dell'elemento si allontana dalla condi-
lt)
zione MMC, è consentita una varia-
I
I -0------~--B I
zione di forma uguale all'entità di
questo scost<iplento.
1SO8015
-· I
{W ai,'
I -,ai '
I l'invilupppsi appli~
solodovee necessario Difficoltà
..
di prescrizione
I
0:'0.l 1~1~1Cl
I Semplicità
di prescrizione
e di misura
Restrittiva
nelcasodi pezzi
nonaccoppiabili
- ,..,_
~
-
051l.I <M~1C)
ln,·ilurro di fornu
0:'0.ll!'dMCI
I
'
~
pcrl,11•• MMC 0~q91L\1Cl
I
I
PRINCIPIO Verificaconcalibrifunzionali I V ~
- .....04991n10
DIINVILUPPO
f-
I - ~ "'7.i,9_91LMC>
Dise9.ryi
pi~chi_ari
e p1uUOIVOCI Nonapplicabile ANSIY14.5M
I422
I
I
mensionamento geometrico con tolle-
ranza ed è oggetto della UNI 7226/2
I
l
(versione italiana della ISO 2692).
Nei pezzi che devono essere assembla-
.r- 01,::.
ti le caratteristiche dell'accoppiamento
-r.--.- 3;~ - .
I
dipendono dall'effetto congiunto delle
dimensioni effettive e degli errori di I
forma e di posizione degli elementi da
accoppiare. Nel caso di un accoppia-
i
mento con giuoco, questo ha il valore
minimo
piare si
quando gli elementi da a,ccop-
trovano nelle condizioni del
I
l------+
l"'"'f==:i.':;:~~J:::;=='r"-';===r 0,01 r-,::::::::::LJ::::;:==::::;::;=.21====t=
0,02
massimo di materiale previsto dalle
·----+----- tolleranze dimensionali (cioè per un
I
14,99
I 14,99
i ' 14,99 14,99 14,99
perno la dimensione massima e per un
foro la dimensione minima)e si ha an-
che il massimo scostamento dalle con-
dizioni geometriche nominali.
I
Il giuoco nell'accoppiamento cresce se
a) Conforme al principio di dipendenza b) Non conforme ma accettato le dimensioni effettive degli elementi
dal calibro a forcella da accoppiare si scostano dai limiti di
massimo materiale e se gli errori di
forma e di posizione non raggiungo-
I
no i valori massimi consentiti. La con-
Fig. 31. Il calibronon è adattoa rilevarel' err~redi forma del pez~~eh~ v(enesempreconsidera- seguenza è che le tolleranzed_iform~ o
to accettabile,mentresolonel casoa) il pezzo e conformeal pr111cip10
di dipendenza.
di posizioneprescrittepossonom pratica
essereampliate,senza comprometterela
I
possibilitàdi accoppiamento,quando le
deviazioni di forma prevedibili all'in-
terno del campo di tolleranza.
Tale norma di controllo, appropriata
quisiti del principio di dipendenza,
uscendo dall'intervallo della tolleran-
za dimensionale.
dimensioni effettive degli elementi da
accoppiare non raggiungono i valori
corrispondenti alla condizione di mas-
I
nel caso degli accoppiamenti, può es- Molto importante è osservare come in
simo materiale (fig. 32).
I sere restrittiva per tutti gli altri ele-
menti geometrici ed obbligare, in que-·
entrambe i casi il calibro non rilevi
"l'errore di forma del pezzo che viene
Ciò costituisce il principio del massimo
I
I
materiale(Maximum Materiai Condi-
st'ultimo caso, a fornire un'indicazio- considerato accettabile, quando solo il tion, MMC), e viene indicato nei dise-
ne di eccezione, con la conseguenza di pezzo del caso a) è conforme al princi-
creare una fonte di ambiguità non po- pio di dipendenza.
gni col simbolo @.
I vantaggi che derivano sono rappre- I
I
tendo avere la certezza che l'assenza
sentati da un'economia nella produ-
di tale indicazione dipenda dalla vo- Principio del massimo zione per l'allargamento dei limiti del-
lontà del progettista e non pi~ttosto mate_riale __-
i
J
da·una svista all'interno -di·un elabo-
rato complesso. Oltre a questo proble- Questo principio (che dovre_bbeessere
- le·tolleranze e·la ri'duzione ·degli scar-
ti, potendosi accettare particolari che,
sebbene non abbiano le tolleranze
I
'.. ma, anche la verifica del principio di
inviluppo, richiedendo l'utilizzo di
più correttamente definito condizio-
ne, come nella terminologia in ingle-
geometriche entro i limiti presc~itt_i,in
calibri funzionali o l'effettuazione di
controlli con macchine di misura ef-
se) rappresenta una delle regole fon-
damentali sulle quali è basato il di-
pratica offrono le stesse carattenshche
funzionali degli elementi eseguiti en-
tro i limiti.
I
fettuati e valutati in modo adeguato,
L'aumento della tolleranza geometrica,
non è agevole (fig. 29).
La figura 30 mostra il confronto tra la
norma UNI ISO 8015 e la norma ANSI
secondo il principio del massimo mate-
riale, può essere applicato quando esi-
sta una delle seguenti condizioni:
I
Y14.5M.
!
i
L'esempio illustrato nella figura 31 of-
fre una dimostrazione delle conside-
razioni esposte sino a questo punto ri-
a) l'elemento al quale viene applicato
il ifrincipio MMC dev~ essere elem~n-
to singolo al quale puo essereassociata
I
!' tornando in pratica a quanto già detto
a proposito delle figure 2 e 7; infatti
l'errore geometrico ammesso equivale
nel caso a) a 0,01 mm, cioè alla diffe-
Fig. 32. Un accoppiamentodi 1111a
piastraA
con duefori passantie 1111elementoB con due
I
perni;le condizionepiù cr_it~cl1~
s1'.ll'il1te~as-
renza tra le dimensioni di massimo
materiale dell'albero (ad esempio 15
mm) e le dimensioni locali (14,99mm).
se si m;,rannonelle cond1z10111 d1 mass11110
materiale,cioè quando il foro è al dianwtro
minimo (10,8) e il pemo al diametro massi-
I
Nel caso b) le dimensioni locali sono mo (10,2). È chiaroche quandoil foro saràal
4
I
sempre di 14,99 mm ma lo scostamen-
to rispetto alla fqrma prescritta è
uguale a 0,02 mm, motivo in base al
diametrodi 11,2 ed il perno al diametro mi-
nimo di 9,8, la tolleranzasull'iuterasse po-
trebbeessere aumentata senza pregiudicare
I
.É
quale il pezzo non sarà conforme ai re- l'accoppiamento.
l-s
;;•
423 I
...___
1
--·-·--1-
I L
r
70"°·15
E Lettera Elemento Elemento
dimenslonabile
I _.......,.___ .,.M
\'.l
/ A I
-;, B I
e
I
:r.;
I
'°I
J. - D I
1/ E I
F I
I B I, 258"°2 ....-G I
G
H ·.1
\,
I
- - 300!11-t
-F ' I I
. -
I Fig. 33. Identificazionedeglielementie degli elementidimensionabilisoggettia tolleranza.
J I
..
·.,::,
H""'~ ,;
size); sul pezzo esistono sei superfici,
-+-
-.-.-.--l'i . Tolleranza
--
- Diametro
0,04
0,04
dividuati gli elementi dimensi-..,nabili,. . - 0,04 -- ·- -
I geometrica
Rettilineilà
Planarità
Solose"features
no
ofsize"
b)
Circolarità no
I Cilindricità
Formadi unprofilo
no
no
Diametro-
30,1
I Tolleranza
di rettllineità
0,04
Fonnadiunasuperficie no 30,05 0,09
I Parallelismo
Perpendicolarità
Inclinazione
Solose 'features
ofsize"
Solose 'features
of size"
ofsize"
Solose "features
30
29,95
0,14
0,19
29,9 0,24 I
I Localizzazione
Concentricità
Simmetria
sì
Solose.'features
sì
ofsize·
-1 Oscillazione
Oscillazione
circolare
totale
Tab. II. Applical1i/itil
no
no
del principioMMC.
1110
di un asse,co11o senza indicazio11e
Fig. 34. Iudicazionedi una tolleranzadi rettili11cità
materiale(c,1s0A e B). Passnndodal diametromnssimoal mi11i1110
di111e11sio11a/i,
si ottiene1111aumentodellazonadi tollern11za cili11dricn
del 111assi-
consentitodalle tol/er,111:e
da 0,04 fi110Il 0,24 111111.
I 424
-1--·-··
incrementatedi un valorepari alla diffe- nella condizione più critica al minimo senta uno degli strumenti più vanta 6 -
renza tra la dimensionedi massimomate- materiale,considerando per semplicità giosi per comunicare le relazioni fun-
rialee la dimensioneeffettiva.Questo in- un errore di localizzazionelungo la di- zionali e trasmettere nello stesso tem-
cremento viene comunemente chia-
mato bonus.
rezione orizzontale, lo spessore della
parete è calcolata dalla differenza:
po la modalità e la sequenza con cui
compiere il collaudo dell'elemento,
I
In figura 34 è rappresentato un albero (35 + 6 - 0,4)-(35 + 4 + 0,1) = 1,5 per rendere la misura univoca e ripe-
soggetto a tolleranza dimensionale sul
diametro e per il quale è indicata an-
che una tolleranza di rettilineità di
e al massimomateriale:
(35+ 6,4- 0,8)- (35+ 3,85+ 0,25)= 1,5.
tibile.
Il sistema dei riferimenti è costituito
da una terna di piani mutuamente or-
I
0,04 mm. In questo caso la tolleranza togonali (fig. 36, datum referenceframe,
fa riferimento alla rettilineità dell'asse
(poiché il simbolo è posto sulla quota
del diametro); la zona di tolleranza è
I simboli @ © posti nel riquadro ac- DRF) di forma perfetta denominati ri-
canto al valore della tolleranza vengo- spettivamente piano primario,seconda-
no anche chiamati modificatori. rio e terziario;questi piani, nella realtà
I
·rappresentata da un cilindro di dia- possono essere costituiti da un piano
metro o;o4.- Se non viene indicato il
principio del massimo materiale (caso
a), come si vede dalla tabella, per il
di riscontro, un dispositivo di serrag-
gio o una tavola di una macchina
utensile che viene posta a contatto con
I
principio di indipendenza, il valore l'elemento.
della tolleranza di rettilineità resta co- Lo svantaggio maggiore dell'utilizzo
stante al variare del valore del diame-
tro da massimo a minimo, cioè la tol-
RIFERIMENTI dei riferimenti è rappresentato dalla
necessità di una profonda conoscenza
leranza di rettilineità imporrebbe sem-
pre che l'asse fosse contenuto in una
zona di tolleranza cilindrica di 0,04
Il riferimento indicato sul disegno delle norme riguardanti le tolleranze
(datum, nella terminologia inglese) è geometriche. Infatti la mancanza di
un elemento geometrico, di forma per- una filosofia che interpreti il dimen-
I
mm. Applicando il principio del mas- fetta, in base al quale vengono fissate sionamento dal lato funzionale, ha da-
simo materiale come nel caso b, la
massima tolleranza di rettilineità vie-
ne ottenuta sommando la tolleranza
le caratteristiche dimensionali e geo- to origine ad alcune concezioni errate
metriche degli elementi associati; in sui riferimenti. Il primo di questi con-
pratica il progettista utilizza un sistema siste nella convinzione che i riferimen-
I
specificata più la differenza dalla di- a più elementidi riferimentoche rappre- ti si trovano sul pezzo, invece i piani e
mensione di massimo materiale. Un
calibro di diametro 30,14 può control-
lare contemporaneamente le due tol-
I
leranze, quella dimensionale e quella
geom_etricama il diametrodell'alberode-
ve essereverificatoseparatamenteper ac-
-~
I
certare che non siano superati i valori
della tolleranza dimensionale.
I
.
*"
Condizione
-di minimo materiale
Nel caso in cui sia previsto il riferi-
mento alla co·ndizione di minimo ma-
teriale (LMC, Least Materia} Condi-
tion) non è difficile comprendere co-
me si faccia riferimento a fori del mas-
I
simo diametro ammissibile secondo la
tolleranza dimensionale prescritta op-
pure ad alberi del minimo diametro.
Anche in questo caso il trovarsi in con-
Al minimo materiale (LMC) Al massimo materiale (MMC)
I
dizioni diverse dalla LMC consente
un incremento delle tolleranze di for-
ma e posizione pari alla differenza fra
[
Zona tolleranza perno 00.8
rZona tolleranza perno 01.6
I
la dimensione effettiva e quella di mi- . 1 Zona tolleranza foro 00.2 1 Zona tolleranza foro 00.5
nimo materiale. Per l'indicazione a di-
segno si usa il simbolo © ; che viene
utilizzato quando si vuole garantire
l:>
1.5 I
l'esistenza di una sezione resistente, o
garantire una distanza minima.
La figura 35 infatti mostra una tipica
applicazione della condizione LMC
I
nella quale si cerca di avere la costan-
za dello spessore della parete del foro
permettendo nello stesso tempo un in-
cremento della tolleranza <'i posizione: Fig. 35. Una applicazionedellacondizioneLMC.
I
425
I
I
gli assi, presi come riferimento, sono
sull'attrezzatura di verifica, e quindi
conviene adottare il concetto di ele-
I Origine dei
riferimenti
mento di riferimentosimulato.Infatti si
assume che le ~uperfici degli strumen-
ti di misura prese come riferimento
I 90·
Asse di
riferimento
siano di una precisione adeguata alle
esigenze funzionali, rendendo possi-
bile l'utilizzazione come elementi di
.z<_ riferimento e nello stesso tempo simu-
I lareil contatto funzionale con una su-
I
%;.;'11--
riferimento
Piani di
riferimento
perficie d'accoppiamento (n~pa UNI
ISO 5459, si afferma che gli elementi
di riferiinento simulato sono impiega-
ti per la materializzazione pratica dei
T
riferimenti, durante la fabbricazione
ed il controllo).
I Fig. 36. Sistemadi riferimentoa tre piani. Nel caso di una superficie di riferi-
mento costituita da un piano irregola-
re, il riferimento è fornito da un piano
I f.----
---Piano
Pezzo
di riscontro
la pratica industriale quando un ele-
mento preso come riferimento viene
posto in contatto con l'elemento simu-
lato, risulta stabilitol'elemento di rife-
I rimento simulato.
Tale distinzione può sembrare ecces-
~sistono parecchi er- _
siva n:ia,_in_r_ealtà,
rori e molta confusione nel definire i
riferimenti e nell'ispezionare i compo-
nenti con le macchine di misura.
·I 426
-
---~...
1----
Posizionamento di un pezzo indicazioni contenute nella norma
I
in un sistema di riferimenti. UNI ISO 5459 (Riferimenti e sistemi di
I e, ~
I
-·
- :.:.~:~. -~'~o
I
I
·-·',;"!, ~"
P,;,q
Definwon, del primop;aoo d.J 90" ~ -
. riferimento (minimo 3 punti
di riferimento con la I
superficie di contatto A)
•
I
Definizione del secondo piano di
riferimento (minimo due punti
di contatto con la superficie di ..
0
~
• -t-<':-
~"
{o- \_
Definizione del terzo piano
di riferimento (minimo un
punto di contatto con la
superficie di riferimento C)
I
.
r
r Fig. 39. Sistemadi riferimentoa tre pi,wi.
I
I
rn~
SECONDARIO
~ 3punti di
25
I
I -~-~t-
I . ~
contatto
..
~,_....,_--'-i----i-~--, LU
PRIMARIO ' I-
--9----~-
g
riferimento
secondario
i
! ·:.·-· . -0---·-0-
A
Piano di
riferimento
(almeno 2
punti di
contatto)
I
primario
427 I
I
I Fig. 41. L'ordine dei riferimenti nei riquadr'
delle tolleranze indicanola successionedel/.
Elemento di riferimento simulato
operazionidi controllo;comesi vede, il va/or.
I dix cambiaa secondadel pianodi riferimenfo
cui è appoggiatoil pezzo.
I
I
---1 a) Il piano A stabilisce
il riferimento
I / ~----~
Elemento di
riferimento A
I b) Il piano B stabilisce
~ riferimento
e) li piano C stabilisce
il riferimento
I
I
~
d)
I Elemento di
riferimento simulato
I
I Fig.42. Indicazioneed i11terpretazio11e
di 1111riferi111e11l0
senzadimensione.
I 428
-O·
I
I I I
-H·----r--------- --~
-0·
I
,:[E]
A
--·
®-f,I.1
'I'
-- -G--·-1M·-·-·----
--
I I
I
,:,
I
a) ,r-:--- -~
~,~;,~n~oomro;~
Piano di riferimento A:
I
~Distanza teorica numma -
· • L.-f~--~ ~ • tra gli elementi ai -· · ·
riferimento simulati
APPLICAZIONE
- . --· -
I
b) ~li riferimento C stabilisce c) li riferimento B stabilisce
I
~mediano ~sse di riferimento
I
L4-{tl]_J)
_J L Distanza teorica massima
tra gli elementi di
riferimento simulati
~ inscrivibile teorico I
d) L'elemento D stabilisce I
Autocentrante
I
APPLICAZIONE
I
Fig. 43. Indicazioneed i11terpretazio11e
di un riferimeutocon una dimensione,comeun asseo 1111piano111edia110.
429 I
I
·a.
Il.
dro; anche in questo caso è possibile fa-
DISEGNO PEZZOREALE re una distinzione tra l'assedi riferimen-
to dell'elemento,(costituito dal più pic-
I colo cilindro circoscritto di forma per-
fetta) e l'assedi riferimentosimulato,de-
finito dall'asse dell'elemento simulato.
I 4
Il piano centrale di riferimento di ele-
menti esterni è il piano di simmetria tra
due piani paralleli che, alla minima di-
stanza, sono in contatto con le corri-
I l Elemento cilindrico
di riferimento A
spondenti superfici del pezzo (fig. 45a);
viceversa, il piano centrale qi riferi-
mento per elementi interni è còstituito
dal piano di simmetria tra due piani
I Elemento simulante
il riferimento
Elemento di riferimento
simulato
Diametro del più piccolo
paralleli che, alla massima distanza, so-
no in contatto con le conispondenti su-
1·-
Distanza teorica minima tra gli elementi di
I Piano di riferimento Aj
(piano mediano della __ __.
superficie teorica di ..-..,r~~~.à-·:-~~
riferimento simulato
!
contatto)
L
I Indicazione del piano di riferimento centrale
Elemento diriferimento simulato corrispondente alle
superfici piane di contatto
I Elemento di
riferimento
simulato
I
I
I Fig. 45. Riferimentocostituitodalpiano media110
di due superficidel pezzo.
i
!
I
I ---
430
J
ma di riferimento per rendere univo- il pezzo nel montaggio, per stabilire il 47: il coperchio con i 3 fori deve essere
I
I ca la sequenza di controllo; riferimento primario; collegato al serbatoio mediante delle
i b) stabilire una relazione funzionale 2) identificare l'elemento che localiz-
viti mordenti; l'elemento che orientail
pezzo è costituito dalla superficie di I
L tra gli elementi di un pezzo, in modo
che il progettista possa comunicare
za il pezzo nel montaggio, in modo da
stabilire il riferimento secondario;
accoppiamento A (~he viene definito
come riferimento primario), mentre
! univocamente le relazioni funzionali.
3) identificare l'elemento che blocca il l'elemento che lo localizzaè rappresen-
I
i I riferimenti sono quindi degli ele-
menti che orientano e localizzano il
pezzo durante la misura e possono
rappresentare la sequenza logica del
montaggio. La sequenza logica che
pezzo nel montaggio, in modo da sta- tato dall'asse della parte cilindrica
bilire il riferimento terziario. (che viene definito come riferimento
secondario).
Una volta identificato il sistema di ri- Quando l'asse di un cilindro viene uti-
ferimento, è necessario qualificare gli lizzato come elemento di riferimento,
I
permette la scelta appropriata dei tre elementi di riferimento attraverso l'ap- bisogna immaginare di utilizzare due
riferimenti è questa:
1) identificare l'elemento che orienta
plicazione di opportune tolleranze di piani tra loro perpendicolari, la cui in-
forma, orientamento e posizione. tersezione determina l'asse di riferi-
Si prenda ad esempio il caso di figura mento e che possono ruotare libera-
I
Asse di riferimento A-B (asse comune dei
più piccoli cilndri coassiali e circoscritti)
I
rn 1 1 A-BI
Elemento di riferimento A I
I
I
DISEGNO
Coppia dei più piccoli.cilindri coassiali circoscritti
INTERPRETAZIONE
I
(~
Fig. 46. Riferimentocostituitodall'assecomunedi due cilindri.
~
,, .
Asse di riferimento
I
Primo piano
di riferimento
Secondo piano
di riferimento I
il '-..
c_-:5,, //
,,,,/
I
il I
I
l
I!
j
I
l
f 014e8
Fig. 48. L'assedi 1111cilindroche viene utiliz-
I
I 44 .l+l.!4- 1. 00,3· A
:wtocome elementodi riferimento,è associato
1
i
l.-lu a d11epiani immaginari,tra loroperpendicola-
ri, In cui intersezionedetermina l'assedi rife-
rimmto e e/tepO$SOno ruotareliberamenteal-
I
1 Fig. 47. Selezionedel riferimentoprimario(cheorienta)e del riferimentosecondario(chelocn/izza). tomo allo stessoasse.
·1
I
L __ - -
431
-- ,·
mente attorno allo stesso asse (fig. 48). I riferimenti parziali utilizzati per simulare un piano di ri-
Se il montaggio del coperchio avviene ferimento.
come in figura 49, cioè deve essere ac- Sono utilizzati nel caso di forme com- I riferimenti parziali devono essere
Icoppiata anche la linguetta nella rela-
tiva scanalatura, i riferimenti diventa-
no tre, cioè viene aggiunto il riferi-
plicate ed irregolari,come quelle dei utilizzati nei seguenti casi:
pezzi prodotti per stampaggio o fusio-
ne, o le superfici grezze. I riferimenti a) quando solo una porzione di super-
mento terziario che bloccail pezzo, co- ficie dell'elemento è funzionale;
parziali rappresentano un compromes-
Istituito dal piano mediano della sca-
nalatura. In questo caso i due piani
immaginari non possono più ruotare,
so tra la funzione dell'elemento e la ri- b) quando la forma irregolarenon per-
petibilità della misurazione e anche se mette l'utilizzo di superfici piane o re-
vengono indicati sul disegno del pez- golari da utilizzare come riferimento;
I = 0,1
la misurazione, ma possono far riferi-
mento al grado di precisione dell'offi-
cina.
I riferimenti parziali sono indicati da
/ __ /_··--
il riferimento primario viene simulato
da almeno tre punti di contatto (Al,
A2 ed A3), il riferimento secondario
da due punti (81 e 82) ed il terzo dal
I ·punto Cl; è visibile nella stessa figura
l'attrezzatura di controllo del pezzo, i
I /
Lettera
Numero
del riferimento
parziale
che identifica
il riferimento
I
Fig. 50. ll secondol'..ijerimento
è costifltitoda 1111
ni di riferimentoimmaginarisonovincolatiin 1111a
asse ed il terzoda 1111pianomediano;i due pia-
precisaposizione. Fig. 51. Riferimentoparziale.
I
432
I
j
f
li
I
I
!
e)
I
I
I
i
I
'
l
t
I
I
;
J
i•
Fig. 52. Riferimentiparzialicostituitida pu11Jie attr.ezZJ1tura
di controllorelativa.
I
t·
t; PEZZO
I
-I
I
PERNO DI RIFERIMENTO __
I
Fig. 53. Riferimentiparzialicostituitida lineecon relativaattrezzaturadi co11trollo.
I
a) b) e)
I
2Gfil,1
I
I
-
I
, I '
!. I
Fig.54. Riferime11ti
parzialicostituitidn aree;11elcasoa) l'areadi co11/atto
viene quotatadirettamentenel disegno,mentre nei casib) e c) viene in-
I
dicatanellaparte superioredel simbolo;naturalmente1'attrezznt11ra di controllosaràcostituitada un perno di diametro8 mm.
433 I
I
·I
030passante
I ~ --1E7!00.4('1JA-Bici
I I'...-----+--,---
,
B
Anello espandibile
" Assedi
riferimento
I
I 400
"C" Piano di riferimento
I
Fig. 55. Riferimentiparzialicilindrici.
I.
diametro variabile.
In figura 56 viene mostrato il disegno
.
X
I conico dell'attrezzaturq
terzo riferimento C.
definisce il
I 434
I
1. SUPERFICIE 2. SUPERFICICOMPLANARI
I
-~
I
D Cl
I
3. SUPERFICIDI OFFSET 4. SUPERFICI PARZIALI .. ·~·-.
I
I
B
I
5.DIAMETRO 6. DIAMETRI COASSIALI .
.; ~ ..-. . :.
. ~ ·,..,:'_·
I
I
-~--
~- --- .---
. -- .. - -
I
7. DIAMETRO PARZIALE 8. INSIEME DI FORI 'I
A
I
-1
0-------~-;·
~
'
I
-0-------0
'
I
I
9. PIANI Dr SIMMETRIA 10. RIFERIMENTIPARZIALI
I
.(ii)
0 I
I
I
cl,epossonoessereutilizaticomerifaime11li.
Fig.58. 110 elementiofea/11res
435 I
·1
I
- 0,03
I TOLLERANZE
I
DI FORMA
Quando la forma del pezzo stabilita
dalle tolleranze dimensionali e di po-
sizione non fornisce sufficiente con-
trollo per i requisiti funzionali allora,
--e--
---
-------------r]
I si applicano le tolleranze di forma: esi-
stono quattro tipi di tolleranze di for-
ma, rettilineità, planarità, circolarità e
Zona di tolleranza compresa
tra 2 linee distanti 0.03 - - - -
. --:::..;;:-~---'-:..::..:;_:.:__:.:__:.:__-'--'-----
1· cilindricità.
Tolleranza di rettilineità
I La rettilineità è fondamentalmente
una caratteristica di una linea, come
I
I
plicata all'intera superficie come se
fosse controllata da un elemento sin-
golo in quella direzione. È chiaro che
il simbolo di rettilineità va posto nella
vista dove l'elemento appare esplicita~
- mente·rettilineo. -· - °'
~
i..\o -q?~
.... --
o
"\.../'\.. ,
-
La figura 59 indica l'interpretazione di
"'
U")
'°
una tolleranza di rettilineità di 0,03
I
no visibili i tre tipi di errori possibili
sulla superficie cilindrica, rispettiva-
mente di concavità, convessità o di
piegatura.
Una tolleranza di rettilineità applicata
~..,___.____J I _ _____,I
D
ad una superficie piana controlla la
I rettilineità solo nella direzione paralle- Fig: 60. Tolleranzndi rettilineitàapplicataad ui1supe1ficiepiana:controllodell'errorein u11a
la al pianodi proiezione.Nel caso infatti soladirezione.
della figura 60, la tolleranza di 0,1 mm
si applica solo nella direzione indica-
I ta, mentre ad esempio nella direzione
1-100"(!
~
perpendicolare l'errore potrebbe esse-
1
re più grande, ma sempre contenuto
all'interno della tolleranza dimensio-
nale dell'elemento.
+--------½ Diametro
30,1
Tolleranza
direttiiineità
0,04
Si esamini ora il caso in cui la tolleran- ~
za di rettilineità è applicata ad un ele- o 30,05 0,09
+
1436
I
caso la tolleranza è stata indicata sulla
I
quota che esprime il diametro, e quin-
Applicazione
di si fa chiaramente riferimento all'as-
se del cilindro; la zona di tolleranza è
tl'idimensionale, limitata da un cilindro
I
di diametro uguale alla tolleranza stessa e
- - -~ - -- _--_--_--_--_--_--_--_--____
- ~§ Quando una tolleranza di rettilineità
totale è combinata con una su una spe-
I cificata lunghezza si ottiene un simbo-
0.01
0.04
lo ~ql doppio riCJ!l.adro_co~e in figura
64, indicante che la rettilineità è di 0,4
mm sull'intera lunghezza, ma non deve
-I
eccedere 0,1 mm in ogni 25 mm di lim-
ghezza.
I
Applicazione-del principio-MMC-
alla tolleranza di rettilineità. 1·
La tolleranza di rettilineità è l'unica
tolleranza che si può applicare sia ad
I
un elemento, sia ad un elemento di-
mensionabile.
Fig. 63. Interpretazionedellatolleranzasu una determinatalunghezzadi un albero. La figura 34 ha già mostrato il caso di
I
- =J
Fig. 64. Indicazione della
tolleranza di rettilineità 1· ·1
I
100. -"
"'
~
sul'asse, specificandol'er-
rore totale e quello per
unità di lunghezza; l'asse
deve stare in una zona di
DISEGNO
-0 I 25
tolleranza di 0,4 mm di
diametroper l'intera lun-
ghezzadi 100 mm ed entro
~ 100 I
g-1--~'Ef1:~4-i-,;::,-:~=::::~=
1111a zona di 0,1 mm per f-r_-~_----~15.89-16.00
1 ogni 25 mm di lunghezza. INTERPRETAZIONE +=-,
!
i
Ciascun elemento circola-
re dellasuperficiedeve es- ~---=t]. I
l sere nella prescritta tolle-
i ranzadi111ensio11ale.
I
I
L_
)'
437
----
- ---1
I una tolleranza di rettilineità applicata
all'asse di un albero, senza o con l'ap-
plicazione della MMC; nel primo ca- ~~,-J-lo.1@I 20.2MMC
calibro ...•
r ----_-
l
30.14 Condizione virtuale
I ranzegeometriche.
Si noti che la condizione virtuale è
sempre quella corrispondente alle O
3 .141 _j_
ASSE
, r30.14 Condizione virtuale
0 0.04
•
condizioni peggiori di accoppiamen-
I= ~
I to,-che nel caso-dell'albero sono otte-
nute sommando al diametro massimo
(cioè in condizione di massimo mate-
calibro-' t
L0 30.1 MMC con rettilineità nominale 0 0.04
-
I diametro coincide con la condizione
virtuale e rappresenta una di111e11sio11e
costante.
ca;ib·r~j-- • - t -
I 438
i
_j
1---
Diametro Tolleranza
- I
1-100,'.M)O.SMAX ~ di rettilineità
25,2
25,1
25
o
0,1
0,2
I
1-!00®12M~ ·
1//////////4 - ~N
24,9
24,8
-
0,2
0,2 I
1;~ Tolleranza
- -------------------- o Diametro
-·I·-·-·-·-·-·--·~!~ __ ""',
(SI
39,98
di rettilineltà
o I
---·-·. W///////4 40
40,04
0,04.
0,08.
I
-
40,08 0,1
Fig. 68. Specificazionedi rettilineità:ero a MMC con valoremax per un alberoe per 1111foro.
I
I
Od\tano~ del piano oon definl•
!
I
!
I
Fig. 69. Il simboloper la planarità. ~1 \e
I
Planarità
La planarità è la condizione di una su- I
(_.____
__ O
perficie i cui punti appartengo110 tutti
ad 1111piano; la tolleranza di planarità
t specifica una zona t1,:idimensionale
I
.,II determinata da due piani tra loro pa-
ralleli con una distanza uguale al va-
lore della tolleranza specificata. Il sim-
bolo da usare nel riquadro è un paral-
I
lelogramma con i lati inclinati di 60° Fig. 70. Indicazionedi una tolleranzadi planaritàe sua interpretazione.
:I (fig. 69).
tl
'
;2
La figura 70 mostra un esempio-di un -
pezzo al quale è stata applicata una a) Il comparatore si sposta
--1
I I
tolleranza di planarità di 0,1 (ad esem-
pio per motivi di accoppiamento o
in tutte le dircztoni
i
i,
I'
I
I
estetici); per essere accettato al con-
trollo, l'intera superficie deve essere
compresa tra due piani paralleli di-
I
stanti 0,1 mm. In questo caso la tolle-
ranza di planarità è compresa nella
tolleranza dimensionale di 0,2 mm.
Non è possibileapplicareil principio del
b) Il pezzo si sposta
in tutte le \
/ Superficie da controllare I
massimo materiale ad una tolleranza di direzioni .----'-"-----:---,
pla11arità,in quanto la tolleranza di
forma controlla tutti i punti di una
superficie, che non è un elemento di-
l==--1
&·. I I
111e11sio11abile.
L'esperienza progettuale stabilisce
che è opportuno prescrivere una tol- Fig. 71. 11)controllodc/l'errore,ii planaritàcon l'u:=:o
di 1111appoggioregolabileo b) mediante1111
I
i leranza di planarità non maggioredel-
la metà della tolleranzadimensionaleas-
sociata.
comparatorepostoal di sotto del piano di ri<co11tro.
vata (fig. 71a). L'orientamento della fluenza sulla misura, si può ricorrere I
L'errore di planarità può essere con-
trollato mediante lo spostamento di
un comparatore su tutta la superficie
piastra viene variato attraverso op-
portuni appoggi regolabili e la misura
ripetuta continuamente; la planarità
al metodo di figura 71b, col quale il
comparatore è posto al di sotto del
piano di riscontro, in una opportuna
I
e rilevando l'errore come differenza non controlla infatti l'errore geometri- sede e rileva quindi direttamente la
•
2
tra la massima e minima misura rile- co di orientamento. Per evitare l'in- superficie interessata.
l 439 I
---1
·I Circolarità
L'errore di circolarità si verifica quan-
I do· in un pezzo a simmetria circolare
le sezioni eseguite perpendicolarmen-
te all'asse (che nominalmente dovreb- I~
bero essere circonferenze), risultano
I ovali, ellittiche o comunque irregolari.
La tolleranza di circolarità specifica
una zona bidimensionale limitata da --G)---~----·-·-·-----·-·---~-
'§]
I due cerchi concentrici posti ad una di-
stanza che, radialmente, è uguale alla
tolleranza specificata. 30.1
L'esempio in figura 72 mostra un
pezzo viene fatto ruotare di 360°; !'er- ERROREDI CIRCOLARITA'= i ERROREDI CIRCOLARITA' = E
I440
I
misurato è sul raggio e rappresenta
I'
'
l'errore di circolarità.
Naturalmente i due metodi mostrati
non riescono a valutare l'errore di cir-
colarità con grande precisione, soprat-
I
,·
'
tutto quando la tolleranza richiesta è
molto ristretta; in questi casi si fa uso
di altri sistemi, come il rotondimetrodi
I
i figura 75, composto da due elementi
li principali, una unità di misurazione
che comprende una tavola girevole ad
l altissima precisione ed un tastatore ed
I
; una unità di elaborazione dati con un
, ----microprocessore a 16 bit.
f I
Cilindricità
Anche se diverse sezioni eseguite con
I
piani perpendicolari all'asse del pez-
zo sono circonferenze, queste possono
presentare tra di loro delle differenze
di diametro; la cilindricità infatti è la
I
condizione di una superficie di rivo-
t
j
!
luzione nella quale tutti i punti di una
superficiesono equidistantida un asseco-
mune. Una tolleranza di cilindricità
I
specifica una zona tridimensionale
compresa tra due cilindri concentrici
entro i quali deve essere compresa la Fig. 75. Misurazione effettuata me,iianlero-I
tondimetrocon tavolagirevolea soste11ta111e11-
superficie. Il simbolo da apporre nel to pneumatico.Il valoredellacircolaritàviene
riquadro per l'indicazione_9i- una tol-
leranza di cilindricità è mostrato nella
figura 76.
quidi mentre co11te111porn11eame11tela stam-
pante incorporatafornisce il diagrammadel
I
ottenuto direttamentesul displaya cristallili-
I TOLLERANZE
DI ORIENTAMENTO
I Le tolleranze di orientamento control-
lano l'orientamento di un elemento ri-
spetto ad W10o più riferimenti.
I Parallelismo
Retta di riferimento
I 442
I
.
I
Diametro Tolleranza
Il 00.03@ A
24,9
24,95
di parallefismo
0,03
0,08
I
25 0,13
25,05
25,1
0,18
0,23
'
I
I
Fig. 82. Principiodel massimomaterialeapplicatoad una tolleranzadi parallelismo.
L
/
ii
ì
-~
c) perpendicolaritàdi una superficie ri-
spetto ad una retta di riferimento; è il
caso della figura 86, in cui la superfi- Fig. 84. Perpendicolaritàdi 1111asse rispetto Fig. 86. Perpendicolarità di una superficieri-
I
ad 1111assedi riferimento. · spettoad 1111a
retta di riferimento.
-~ie del pezzo deve essere compresa tra
443 I
.--------
---I
I due piani distanti 0,08 mm e perpen-
dicolari all'asse di riferimento A.
I La dimensionevirtuale di un elemento
geometrico è correlata alla definizione
di condizione virtuale già fornita e
rappresenta la limitazione più sfavo-
I revole all'accoppiamento. Attraverso
l'indicazione implicita delle dimensio-
ni virtuali il progettista riesce ad assi-
Fig. 87. Perpendicolarità
di una superficierispettoad un piano di riferimento.
I al
- I_/
I Dimensione virtuale
040.1
I
I b)
I 'ti
'\Piano di riferimento
I zona di tolleranza
compresa tra 0.1 e 0.25 mm Fig. 88. Tolleranza
di perpendicolarità
I I.,·.
IJ_ I00.1 n-lA I,......,_
.o
applicataad 1111per-
110, sfruttnndola con-
I ~ 040-0,;@
_,__~ dizione MMC (a);
abbi11a111e11/o della
prescrizionedi i11vi-
l11ppo(b).
I 444
I a) b)
I•
I
'
---0-
Piano di
I
-----0---- I
3 Punti di contatto
DISEGNO I
e)
r 3 Punti di contatto
I
I
I
I
CONTROLLO APPLICAZIONE
I
I
I
Fig. 89. Disegno(a),controllo(be)e requisitif1111zionali
(d), di 1111pezzosoggettoad iina prescriziimè-di
perpendicolarità.·
~
a) b)
i,.
!
L
1
I -· • ,. ••
CO ~
------0--
I
D
DISEGNO APPLICAZIONE I
e)
I
I
I
CONTROLLO
I
Fig. 90. Disegno(a),requisitif1mzio11nli
(b),e co11tro/lo
(e) di 1111pezzosoggettoad 1111a
prescrizionedi perpendicolarità
condue pianidi riferi111e11to.
445 I
··1
I
I /
~
~
~
-~
.··\\~
~--,
@ ==:=:==
I // I
I /
1---1-----+-l\1
-
/
I
I 0.0B
I
I
I
I Fig. 91. Tolleranzadi inclinaziont·di una li-
nea rispettoad una retta (asse):lineae retta
Fig. 92. Tolleranzadi inclinazionedi una li-
nea rispettoad una superficiedi riferimento.
Fig. 93. Tolleranzadi inclinazionedi una su-
perficierispettoad una rettadi riferimento.
sonosituatesul medesimopiano.
I Inclinazione
l- Rappresenta la condizione di -una-su-
perficie o di un asse che si trova ad un
Parallelismo
Blocchetti
determinato angolo (diverso da 90° e
I complanari;
b) tolleranza di inclinazione di una li-
DISEGNO INTERPRETAZIONE
Riferimento simulato A
na di tolleranza è un cilindro del dia-
I metro indicato con asse inclinato ri-
spetto all'elemento di riferimento; II
e) Tolleranza di inclinazione di una su-
I perficierispetto ad una retta di riferi-
mento; la zona di tolleranza è limitata
da due piani paralleli a distanza ugua-
Fig. 94. Tolleranzadi inclinazionedi unasuperficierispettoad una superficiedi riferimento;in-
terpretazionedellatolleranzae controlloconattrezzochiamatobarrnseno.
I 446
-·1---· -
I
lf le alla tolleranza e inclinati, rispetto al-
la retta di riferimento, dell'angolo pre-
scritto. In figura 93 la superficie incli-
nata deve essere compresa tra due
Riferimento B
I
piani paralleli distanti 0,1 mm ed in-
clinati di 75° rispetto all'asse orizzon-
tale A preso come riferimento;
d) tolleranza di inclinazione di una su-
perficierispetto ad una superficie di ri-
ferimento; in questo caso l'elemento
deve stare nei limiti imposti dalle tol-
leranze dimensionali. Infatti in figura
I
'
Tolleranze di localizzazione
I
I-
I
I
447I
-·----
·1
.I a) tolleranza a coordinate, in cui le tol-
leranze sono applicate direttamente
nell'ipotesi di tolleranze diverse (fig.
98b). Nel caso della zona di tolleranza
tangolare, ind.icando con 11 ed 12 le tol-
leranze dimensionali, il massimo spo-
alle dimensioni sotto forma di scosta- quadrata la posizione reale dell'asse stamento ammesso è ovviamente
b) tolleranze di localizzazione, con la diagonale; essendo ad esempio 0,2 ed è quindi uguale a 0,45 mm nel caso
I b)
della posizione maggiore del!' errore
indicato; quindi nei disegni è necessa-
rio specificareuna tolleranza ristretta al
70% di quellachesarebbefunzionalmente
I ~
,.....
,.....
accettabile;
b) si può avere un accumulo dell'errore
quando si utilizza un dimensiona-
1-+-;;;;.;;~-"-l-_;;.,J
I Tolleranza
Diametro di localizzazione
I 9,9
9,25
0.28
0,33
10 0,38
I 10,05
10,1
0,43
0,48
448
I
I
I
.
_J0_"°...,.1---1
$ 0ÙS(M} A
I
I
I
Zona di Tolleranza
àlindrica (diametro 0,28) I
Fig. 101. Zona di tolleranzadi localizzazionecilindricadovuta al riferimentoA.
mente perpendicolareall'asse del foro.
I
a) Andrebbero anche indicati gli altri ri-
ferimenti come in figura 103, ma, co-
I
I Dimensione virtuale
me detto in figura 97, talora nella pra-
tica è omessa l'indicazione dei piani
di riferimento che appaiono univoca-
mente individuati dalla quotatura.
In figura 102 viene presentato il con- I
I
040.1 cetto di dimensione virtuale nel caso
delle tolleranze di localizzazione; co-
040:g_,s
me al solito, la dimensione virtuale di
40,1 mm del perno viene calcolata
sommando la quota al massimo mate-
I
t,' - riale (40 mm) alla tolleranza geometri-
i
i
ca di posizione (0,1 mm).
Nel caso del foro, la condizione più
I
~
• sfavorevole si otterrà sottraendo dalla
I
b)
00.1 zona di
' i"Il-' tolleranza
quota-di massimo materiale (40 mm)
la tolleranza di posizione (0,1 mm), ot-
tenendo la dimensione virtuale di 39,9
I
--mm. La dimensione·virtuale definisce
+O.lS
040..-0
il contorno teorico di accoppiamento,
la cui posizione viene controllata ap-
punto dalla tolleranza di localizzazio-
I
ne, ed è una quantità costante,nel sen-
so che quando il perno ed il foro sa-
ranno portati alle condizioni di mini-
mo materiale (rispettivamente di dia-
I
-metro 39,85 mm e 40,15 mm), la tolle-
ranza di posizione aumenterà fino al
valore di 0,25 mm, ritrovando i valori:
I
per il perno: 39,85 + 0,25 ==40,1 mm
per il foro: 40,15 - 0,25 ==39,9 mm
Fig. 102. II concettodi dimensionevirt11a/eapplicatoalle tol/eranzedi localizzazione:localizza- In questo modo si è espressa una rela-
zione di un perno(a) e di 1111foro (b). zione dinamica e funzionale tra la di-
I
mensione del foro soggetta a tolleran-
simo materiale (diametro 9,9 mm) di- 11011viene accumulatoin una quotatura za dimensionale e la tolleranza di po-
venta di 0,48 mm quando il foro è al di fori in serie, in quanto ciascuna toi- sizione, cioè fori più larghi ed alberi
minimo materiale (diametro 10,1 mm). leranza è relativaalla propriaposizione di diametro minore possono consenti-
I
Si ottiene così un "bonus" di tolleranza teoricaesatta. re errori di posizione maggiori.
(la porzione di coronacircolarecompre- Nel caso delle tolleranze di localizza-
sa tra i due cerchi di diamefro 0,28 e zione è semprerichiestoalmenoun riferi-
0,48 mm) che permette una ulteriore
Per applicare correttamente le tolle-
mento, per ottenere una zona di tolle- ranze di localizzazione, bisogna segui-
.I
riduzione del numero dei pezzi da ranza tridimensionale cilindrica di
scartare. . lunghezza uguale allo spessore del
re quattro semplici regole:
Un ulteriore vantaggio dell'uso delle pezzo (fig. 101). In questo casoil primo 1) la tolleranza di localizzazione si ap-
tolleranze geometriche è che l'errore riferimentoA indicala superficieteorica- plica ad un elemento dimensionabile
I
449
I
I
I con un asse di simmetria (albero, foro,
scanalatura, ece;);
I
__ .L__
rispettoai pianidi riferimento;
' e
4) è preferibile utilizzare i modificato- A
ri (M)ed (D. ___
l,., ~1=so~·-
1 ____
0-_ ·
.....,J·-
I Calibri funzionali.
Per il controllo delle tolleranze di lo-
calizzazione, può essere costruito un TOLLERANZEGENERALI SECONDO UNI ISO 2768 m
l,-...
Come di consueto le tolleranze per co-
struire un calibro· funzionale possònò
essere il 10% delle tolleranze del parti-
colare da controllare.
In figura 104 è mostrato un pezzo nel
quale due fori sono definiti come rife-
I rimenti secondario e terziario nel con-
trollo della posizione degli altri S fori.
Come si vede dalla figura 105, per il Fig. 104.lndi,:a:.ione secondarioe terziario.
di duefori comeriferim_çnto
I a) b)
I
I
~23.92
I D~t'
·. ~E Fig. 105. I due ca-
per
libri/1111:ionali
I delpez-
il co11trol/o
zo drllafigura pre-
cedente.
I 450
metrica vale 0,05, ed aumenterà a 0,15
I
70 mma 8,1 mm.
I
I
~
50 Quando il foro centrale aumenta il
proprio diametro da 0 14 a 0 14,1
mm, è possibile aumentare ulterior-
I
@)i -@ mente la tolleranza di localizzazione
Le---;---r1A I
I
dei fori da 8 mm (shift). Attenzione
50 però che questoulterioreaumentosi rife-
' I li.21 risceal gruppodei 4 fori e non ad un foro
-@)- ; -@ presosingolarmente.
..a.1
4x08 o
' ' '
_L
Per la progettazione del calipro di
controllo si usa la definizionè di di-
I
mensione virtuale; per la verifica del
A-A
foro centrale verrà usato un perno
con un diametro di 14- 0,1 =13,9 mm
(fig. 107a).
I
La precedenza nella scelta dei riferi-
menti dà la possibilità al progettista di
I
i riflettere esattamente l'orientamento
funzionale che il pezzo viene ad assu-
mere nel montaggio finale.
TOLLERANZEGENERALISECONDO UNI ISO 2768-m Per la verifica dei quattro fori, si use-
ranno quattro perni di diametro corri-
I
spondenti alle condizioni virtuali (fig.
Fig. 106. Indicazionedelletolleranzegeometrichesu una piastraforata.
I-~controllo del pezzo vengono usati due sono localizzati con una tolleranza di
107b), cioè 8 - 0,05 = 7,95 mm. Il cali-
bro questa volta avrà il riferimento A
costituito dalla superficie di appoggio,
I
calibri funzionali: il primo controlla i 0,05 mm al massimo materiale, il che il riferimento mobile B ed il riferimen-
I
I
' fori contrassegnati coi riferimenti D e vuol dire che quando i fori hanno il to D, costituito dal perno centrale di
E ponendo il pezzo in contatto con tre diametro di 8 mm, la tolleranza geo- dimensione virtuale di 13,9 mm.
piani di riferimento. L'ordine dei rife-
rimenti nei riquadri risolv~ il proble- ..
ma del controllo del pezzo; poiché vie-
ne lettodasinistraa destra,il pezzo dap-
prima viene controllato appoggiando
a) I
Rifer. aj
il pezzo sul riferimento A (almeno tre
i
I
punti di contatto), poi appoggiando il
pezzo sul riferimento B (almeno due
2f . 90·
.!Q-.
35
I
p~1:1tidi qmtatto) e i11finecontro il ri.: .
f-
f
ferimento C (un punto di contatto).
I due perni del calibro hanno il diame- e
RifC"r. I
' tro corrispondenti alla dimensione
virtuale, cioè 24 - 0,08 = 23,92 mm e
controllano la posizione dei due riferi-
menti Ded E. I
Successivamente, per il controllo de-
gli altri 5 fori, viene utilizzato il secon-
do calibro con i due perni fissi da
23,92, 4 perni mobili da 15,88 mm (di-
mensione virtuale 16 - 0,12) e 1 perno b)
i
I
mobile da 39,88 mm (dimensione vir- '
tuale 40- 0,12 = 39,88).
Poiché per i due riferimenti D ed E Para lelii_@}~~f~._ ~ __ @ __
I
viene applicata la condizione MMC e
nello stesso tempo, come si è detto, la
dimensione virtuale è una costante, i
perni controlleranno il pezzo anche
quando ci si discosterà dalle condizio-
-----•-------
--0----' - ~5
I
ni MMC.
Un altro esempio è quello delia figura
106 nella quale è rappresentato un
I
pezzo quotato e tollerato geometrica-
mente; i 4 fori sono correlati al foro
centrale preso come riferimento e Fig. 107. a) Calibrodi controllof1111zio11ale
identificato come riferimento D. I fori quattrofori di diametro8 111111.
per il foro centraledi di,1metro14; b) calibroper i
I
451 I
...... --------------
1
Nota 3 per il çontroJiodei fori da 0 8. Nota 1 per iJcontrolloforo da 014.
Per il controllo montare il pezzo in un cali-
Montare il pezzo in ùn calibro con il perno bro a tre piani perpendicolari; le tre super-
centrale 013.9 e con 4 perni di diametro fici di contatto dovranno essere nell'ordine
7.95 mm. Appoggiare il pezzo nell'ordine A, Be C; tutte le misure verranno effettuate
contro i riferimenti A, B; quando il riferi- perpendicolarmente a questi piani. Il dia-
mento D si discosta dalle condizioni di metro del perno è di 13.9 mm.
massimo materiale, aggiungere la dimen-
sione così recuperata alla tolleranza geome-
trica del pattern dei fori; tenere presente un
ulteriore recupero appresentato dalla quo- No!a.k.. .
ta effettiva del foro. Le quote contrassegnate con• s~'no quote
teoricamente esatte e quindi vanno riferite
alle quote dei calibri di controllo.
452
~-
I
I
.
Posizione
teorica
I 20
70.15
'. 29.8 I
I
I
/~
I/,.,.,.-
-v
T'
'
I
r--..1
1 "-
1 \
I ,--1----;-I ---, I I / / I "- -~'
I
\
l
I
o M~·-·
~
-
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-~.-~:--.-,.~:~
~ ~-~-~ ~ ·:.
~'70.22
.
30.1,51
~1~
N1L. . I
,1
-
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r /
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"\ i, ·~
V
}.
-....
"r
V J
/
11-
00.2(06.8)_ ::::00,5(07. 1)
<
'
/
I
I/
'
100 00.3(06.9)
Diminuzione costi
..
Minimadistanza
tolleranze
Richiede
riabili
l'usodi calibriva-
gramma dei cerchi, riprodotti in scala,
454
I
I
"l
i'
cioè al m1mmo materiale dei fori;
quando i fori vengono prodotti ad un
diametro maggiore, la condizione di
I
massimo materiale consente un bonus
di tolleranza che assicura sempre il
collegamento dei due elementi.
I
Il modificatore © viene comune-
mente utilizzato in tre applicazioni:
a) per controllare uno spessore mini-
mo di parete, come in figura 35,
Minima distanza X
b) per assicurare una distanza minima
di un elemento rispetto ad un altro, I
e) per controllare una posizione ango-
lare ben definita.
·'-centro teorico
I
50,8
x= 2 - (40 + 4,2
2
+ 1,2) = 2,7 mm Fig. 115.LAcondizioneLMC applicataad una seriedi scanalatureradiali. I
r
Nel caso della figura 115, la condizio-
ne LMC viene utilizzata per avere un
posizionamento angolare ben definito
40
20
I
di una serie di scanalature radiali in
un pezzo assialsimmetrico; viene così
mantenuta la distanza desiderata tra
il bordo della scanalatura e la posizio-
I
I
i
ne teorica del piano mediano della
stessa scanalatura.
Non conviene adottare il principio del
I
massimo materiale per il controllo
I
I
I della simmetria di un elemento; infatti
l'aumento di dimensione dell'elemen- 2x014
I·
I to da localizzare non deve consentire
'! l'ulteriore aumento del valore della
iI
I
tolleranza per non pregiudicare la
simmetria (fig. 116). Fig. 116. Co11tro/lo
dellasimmetria con la tolleranzadi posizione. I
i 455 I
i
L__-
I
I
-
Il Calcolo delle tolleranze geometriche
di localizzazione.
Foro
Nelle applicazioni delle tolleranzè 9
9.8
11
i
;
geometriche di localizzazione, il valo-
re delle tolleranze vienecalcolatodalle
condizionidi accoppiamento,cioè dalle
dimensioni massime e minime con-
:1
1•
sentite dagli elementi da accoppiare.
La figura 117 mostra il caso di un ac-
coppiamento di una piastra con due 0.4
I I
----
(B·'.0.4 (DI'
_.5 __ --
0.4 e: e!
_JIl__ ---=='== J1...,~~~~ r' --
I I
11 I.cx, I
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11
I
I
I
10
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I
I
I
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.
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I
i--
i
I
I
i
!
I
i
I·
I
.,
I
!1 ·0---©-0-·0è- :! -
I ·- I - . 11 I I
I Fig. 119. Quattro posizioni possibilidei fori rispetto ai perni, sfrutta11doil bo1111s
viene cosìa determinarsi,ma zona di tolleranzadi 0,8 mm.
di 0,4 111111;
~~·
za radiale di 0,4 mm. con un alberino centrale; si pone il
Si immagini di spostare l'asse dei fori problema di calcolare le tolleranze di
-\ft)· . - .Pi.-.
I della quantità ancora consentita (cioè
0,4 mm) nelle quattro posizioni possi-
bili (alto, basso, destra, sinistra): in • 11 • o.8
Foro al massimo
• 1.2
Foro al minimo
localizzazione dei fori delle piastre
che devono consentire il passaggio
delle viti (per descrivere questo caso,
queste condizioni l'accoppiamento è viene usato il termine inglese floating
di diametro 0,8 mm (fig. 119). Pertan- della tolleranzadi localiz- tura di 7 mm (fori passanti per viti,
I to al foro è applicabile una tolleranza
di localizzazione 0 0.8 @)
Fig. 120. A1111Ìmlo
l'accoppiamento11011,,iene UNI ISO 273) e assumendo per i fori
znzio11ecol bo1111s;
pregiudicato. gli scostamenti ± 0,2 mm (previsti dal-
456
I
La figura 124 indica invece il caso di
un collegamento delle stesse piastre,
I
.
'
T=
F
MMC
2
-V
= (6,8 - 6)/2 =0,4 mm
I
L'accoppiamento è ancora possibile
anche nelle condizioni limiti peggiori,
I
come è visibile dalla figura 125.
6,BMMC
Tolleranza
di localizzazione
0,4
I
Tolleranza 6,9 0,5
Diametro
6.8MMC
6,9
foro
di localizzazione
0,8
0,9
7
7,1
7,2 LMC
0,6
0,7
0,8
I
7
7,1
7,2LMC
1
1,1
1,2
Fig. 124. Accoppiamentodi due piastre con
,•ili mordenti:cnicolodelle fo/laanze di locn-
liz::m:.ione.
Fig. 125. Accoppiamento,te/le piastre nelle
co11dizio11i
più critiche.
I
457 I
I
I ±0.2
I
I
I
Fig. 126. Disegnodelledue piastre collegatecon viti mordenticon la tolleranZJl
di localizZllzione
calcolata.
I CASO A:
TOLLERANZEEQUIPARTITESU 2 PIASTRE
uniforme che non, tra i diversi ele-
menti.
I M6
I CASOB:
TOLLERANZEDIVERSESU 2 PIASTRE
Posizione teorica
I/ asse dei fori
I T .. J;..
...c - V
2
I
zona di
.......,_..,_.,.._+-<tolleranza
T1=00.9 CASOA
TOLLERANZEEQUIPARTITE
zona di
tolleran7.a1-+-.......,_..-¼++-· IT1 + T2= 2 FMMc-2Vi
T2=00.7 0.7+0.9= 2x6.8-2x6
r--
I 1.6= 13.6-12
I
I
I CASOB
TOLLERANZEDIVERSE
458
I
-I
·- ,_,
Zona di tolleranza proiettata. ..
Nel caso del collegamento con vite a) b)
mordente o mediante spina molte vol-
. te la tolleranza di posizione di un ele-
mento, se applicata esclusivamente
entro i limiti fisici dell'elemento stes-
I
so, non basta per garantire un funzio-
namento soddisfacente.
Si consideri ad esempio la vite mor-
dente in figura 129a; viene rispettata
I
la tolleranza di posizione indicata dal
disegno, ma quando viene effettuato
il montaggio, si ottiene un'interferen-
za col pezzo da accoppiare.
I
Per evitare questo problema, conviene
utilizzare il concetto di zonadi tolleran-
za proiettatain base alla quale la tolle-
e) d) . Asse teorico
Asse foro passante ~ ,
.,,T
1 Asse madrevite I
ranza di localizzazione non è prescrit- --......--,.$ 00.4 ®1s A
ta sull'elemento stesso, ma sulla sua
proiezioneesterna.In pratica si deve im-
maginare di proiettare la zona di tol-
I
leranza all'esterno del segmento e per
una certa lunghezza.
Tali zone proiettate devono essere
indicate col simbolo P cerchiato po-
I
sto all'interno del riquadro (fig.
129c), indicando di seguito la lun-
ghezza della zona (che può anche es- Fig. 129. Calcolodella zona di tolleranzaproiettata:il collegamentocon bullone non presenta I
I
sere indicata sul pezzo). problemidi interferenzain quanto la vite si adattaallaforma delforo; a) nel collegamentocon
L'estensione della zona di tolleranza vite mordentel'inclinazionedell'assedellavite viene invecegovernatada quelladelforo, e quin-
proiettata P rappresenta il massimo di c'è il pericolodi interferenza;b) il problemaviene eliminatoriducendolo spessoreP del pe=zo
da accoppiare;c-d) proiettandola zona di tolleranzaa/l'esternodel pezzo viene risolto questo I
I
spessore del pezzo da accoppiare(fig.
129b). problema.
Come si può desumere dalla figura
129d, la zona di tolleranza T si trova
all'esterno del foro filettato, la cui lo-
la prescrizione di localizzazione una
tolleranza di p~rpendicolarità.
spessore uguale a quello della tolle-
ranza proiettata; nel secondo caso una
I
J
calizzazione può essere addirittura In figura 130 sono indicati due metodi macchina di misura a coordinate con-
maggiore di T.
Qualora non si voglia applicare que-
-sto concetto, è-preferibile abbinare al-.
per il controllo della tolleranza proiet-
tata; nel primo caso si utilizza un cali-
bro .funzionale con una piastra di
trolla la localizzazione degli elementi
cilindrici filettati, di lunghezza P, av-
vitati sui fori da controllare.
I
-\
a) b)
I
.Ì
j I
r;J.V/1
4xM6
f ~©I 00.4 ®1s IA@I
i
j . I.I
~-A
030""·1~
I
t A, !" i.11009AI
i -o I
-o-
-&-, -o-
; {i:\
Lo- -- -- -flA
-o- o· o- o I
i
! DISEGNO CALIBRO CONTROLLO CON MACCHINA CMM
I
proiettataco11r,J1111calibrof1111zio11ale
Fig. 130. Prescrizionee controllodellazona di /ol/em11z,1 e b) mediantemaccllinadi misura. I
459 I
I
25 25
I
----e-1
I ----ED-
I Tolleranze generali
secondo UNI ISO 2768 m
Tolleranze generali
secondo UNI ISO 2768 m
I Applicazione
I Tolleranza di localizzazione
composita.
Vi sono molte applicazioni pratiche in
~
I;...___
•/ "-90•
ì_ .!
~
I Riferimento simulato C
I, ~ _---
con bulloni e nello stesso tempo non è
indispensabile l'allineamento dei bor- --~'~.-:,_
------ --~-=--.-
..
-
;~
1460
. _--:--
Il concetto di zero tolleranza I vantaggi sono molteplici, tra i quali: quella delle ascisse le dimensioni con-
e principio ·d-ireciprocità. sentite dei fori. Nel caso in cui non si
a) piena utilizzazione del bonus della
utilizzi la tolleranza zero (caso A),
Con questo concetto si ottiene il mas-
simo vantaggio dall'interrelazione di-
mensione-forma-orientazione e posi-
tolleranza dimensionale (da O a 2
mm); l'area tratteggiata rappresenta la zona
dei pezzi accettabili al controllo; infat-
b) il calibro funzionale controlla la po- ti se si immagina di aver controllato
I
zione di un elemento, ottenendo il mi-
glior bilanciamento tra le esigenze
progettuali e produttive.
Si consideri il pezzo mostrato in figu-
sizione e i limiti inferiori dimensionali tre pezzi e aver ottenuto le seguenti
del foro contemporaneamente;
c) riduzione dei costi di produzione
misure:
... Tolleranza
ì
ra 133 che presenta 4 fori di diametro attraverso la riduzione degli scarti. Pezzo . Diametro
loro
8 mm, con una tolleranza di posizione
di 0,1 (caso A); la dimensione virtuale
del foro, come si è visto, '1~11ecalcola-
Il principio di reciprocità (caso C)
rappresenta un'estensione del princi-
1
2
8,02
...7,99
- diposizione
0,11
0,07
I
-·
ta dalla differenza 8 - 0.1 = 7.9, che pio MMC, ed utilizza al massimo gra- 3 7,95 0,02
rappresenta anche il diametro del ca-
libro funzionale.
do l'interdipendenza tra la localizza-
zione consentita e la tolleranza dimen- Come si nota dalla figura 134a, solo il
I
Nel caso di un accoppiamento con un sionale. Questa regola è stata propo- primo pezzo viene accettato, mentre
errore di posizione nullo, il foro po-
trebbe essere accettato anche se il dia-
metro scendesse anche al di sotto del
sta nella nuova norma ISO 2692 e vie-
ne indicata con il simbolo ®· Utiliz-
zando questo principio, l'errore di-
gli altri due vengono scartati anche se
dal punto di vista funzionale sono ac-
cettabili. Utilizzando il concetto di
I
diametro minimo di 8 mm ammesso, mensionale diventa più ampio man tolleranza zero o il principio di reci-
ma il pezzo verrebbe scartato al con-
trollo dimensionale.
Per evitare questo problema, è pos-
mano che l'errore di localizzazione di-
minuisce.
Da un punto di vista funzionale, cioè
procità, l'area tratteggiata del dia-
gramma diventa più estesa (fig. 134b)
I
e quindi i pezzi 2 e 3 verrebbero ac-
sibile utilizzare il metodo della tol- nei riguardi dei problemi di assem-
leranza zero (caso B di figura 133),
cioè il foro viene prodotto in modo
tale da ottenere una tolleranza di
blaggio, le tre specificazioni sono
equivalenti; dal punto di vi-sta della
produzione, si ottengono degli indub-
cettati al collaudo.
I
posizione zero alla dimensione vir-
tuale, aumentando però nello stesso
tempo la zona della tolleranza di-
bi vantaggi. Si osservi a questo propo-
sito il diagramma di figura 134 sulla
scala delle ordinate troviamo i valori
a)
I
mensionale. della tolleranza di localizzazione e su
1-
I (2s]
o
_ 7.9 _ 8 _8.1
1
'
; .~e'-
----·
I
·
.
-G· virtuale
I
4x0s·g 1
-O- -G·
tlfil b)
I
Al$I 00.1@ IAlslc-1-~ [g
4x07.9 -g.2
B l$I00@ I~sic!
,,.....--;,~~--r.-,,...,..,..,-,-,..,....--,
I
4x0s-g· 1
I
0foro
CasoA CasoB CasoC
o
7.9
Condizione
virtuale
8 8.1
LMC
0fori
I
ToB.posizione Toli.dimensionaleToll.posizione Toli.posizione Toll.d'unensionale MMC
07,9 - - o o -0,1 I
08
0 8,1
0,1
0,2
o
0,1
0,1
0,2
0,1
0,2
o
0,1
Fig. 134. Dingra111mndi analisidelletollern11-
ze peril pezzodifigura 133;nel cason) i pezzi
I
2 e 3 vengono scnrtnti al colln11do;
nel casob)
Fig. 133.Il concettodi tollern11za
zeroed il principiodi reciprocità. vengonoaccettatiin q11a11to
assemblabili.
461 I
I
I Tolleranze di localizzazione
bidirezionali.
La zona di tolleranza può avere anche
ne teorica esatta del foro considerato.
In questo caso il progettista può pre-
scrivere tolleranze diverse in direzioni
Simmetria
Rappresenta la condizione in cui gli
una forma diversa da quella cilindri- differenti, controllando i requisiti fun- elementi sono disposti simmetrica-
I ca, come in figura 135, in cui ciascuno
degli assi dei fori deve essere compre-
so in una zona parallelepipeda avente
zionali come quelli della figura, cioè la
posizione di simmetria dei fori rispet-
to ad un piano orizzontale.
menti rispetto ad un asse o ad un pia-
no mediano.
La figura 136 mostra un esempio di
tolleranza di simmetria: il piano me-
I larghezza di 0,5 mm nel piano oriz-
zontale e di tl,2 mm nel piano vertica-
le, ed il cui asse si trova nella posizio-
La tolleranza di localizzazione bidire-
zionale è applicabile anche a scanala-
ture o fori oblunghi.
diano della scanalatura deve essere
compreso tra due piani paralleli di-
stanti 0,08 mm e disposti simmetrica-
1
Piano Mediano C
anche visibili le poss_ibUi.Y~!iazioni
00 ~ ~
/ i della forma della scanalatura.
I --;_=·-----~~.:,
~
r+1 ;l?,j·-
_______
'
I
J
_L --
I -
PfaooMedianoB
Il controllo della simmetria può anche
essere effettuato mediante una tolle-
ranza di localizznzione,in quanto viene
I I
controllata la posizione di un piano
I O. Zòna di tol eranza
mediano o di un asse.
La figura 137 mostra infatti un esem-
pio di uso di una tolleranza di localiz-
3x014
I $- 00.2 A B
150
zazione applicata al piano mediano di
una scanalatura, e rispetto al riferi-
mento A.
La zona di tolleranza deve essere com-
I
I Fig. 135. Tolleranzadi localizzazio11e
bidirezionaleapplicataa 3 fori.
A
A
I ~l--
'
I ~ I=lo,oa
IAl I Fig.137. Errore,ti simmetriaindicatoco111111a
i +-------aj
tolleranzadi localizzazio11e
.
I . ------+ -;--
Concentricità
I
+-------ii
La concentricità rappresenta la condi-
zione in cui i punti medi di tutti gliele-
111e11ti
diametralmenteopposti di una fi-
I gura di rivoluzione si trovano sull'as-
se o il punto centrale di un elemento
di riferimento. E importante non
confondere la concentricità (riferita
I ~1--------s ad elementi geometrici con lo stesso
centro) con la coassialità (riferita ad
elementi geometrici che hanno lo stes-
!I me ANSI.
I
I
LJ
Fig. 141. Simboloper la tolleranzasul profilo
di una linea (a sinistra)e di una superficie(a
1· __lj.estral.
"'- ~I
Zona di tolleranza . _"\. ---1
I Le norme ANSI Y 14.5 M hanno in-
trodotto una zona di tolleranza este-
sa solo su un lato del profilo, in mo-
del profilo 0,2 mm ___
:X:
::,.'
I 464
-Jncerti casi è importante caratterizza-
re anche l'orientazione del profilo,
Per quanto riguarda il profilo di una
superficie, la zona di tolleranza vie-
•
Il
I
i
con l'uso di elementi di riferimento.
In figura 145 si ha un esempio di indi-
cazione di una tolleranza unilaterale
ne limitata da due superfici di invi-
luppo delle sfere di diametro ugua-
le al valore della tolleranza, i cui
I
sul profilo rispetto a due riferimenti centri sono situati su una superficie
A e B. L'ordine di indicazione dei ri-
ferimenti è importantissimo perché,
avente la forma geometrica corretta
(fig. 147). I
I
come si è visto, influenza il risultato
del controllo: il blocco viene prima
appoggiato sulla superficie A (riferi-
mento primario)epoi viene imposto il
riferimento secondario B; dopodiché
vengono effettuate le misure in dire-
Nella maggior parte dei casi viene in-
dicato un riferimento come in figura
148, e quindi si ottiene il controllo
dell'orientamentocon una zona di tol-
leranza che si mantiene parallela al ri:.
I
G)- I
zione perpendicolare al profilo col
comparatore.
ferimento.
Quando una tolleranza su un profilo
I
In definitiva, una tolleranza sul profi- (anche nel caso di una linea) viene ap-
lo può controllare:
- solo la forma del profilo (fig. 146a);
- la forma e l'orientamento con l'uso
plicata su tutto il contorno dell' ele-
mento, può essere usato un cerchietto
sul ginocchio della freccia abbinata al
I
riquadro, oppure una nota sul riqua-
di uno o più riferimenti (fig. 146b)
- forma, orientamento e posizione
contemporaneamente (fig. 146c)
dro della tolleranza (fig. 149).
Una tolleranza sul profilo può anche Fig. 147. Tolleranzasul profilodi 1111asuper-
essere usata per indicare la posizione ficie.
I
I
I
'.:!
I
"o
-
N
I
140 110
I
Fig. 145. Tollera11ZJ1
sul profilodi 1111alineacol controllodellaformae dell'orientamentorispettoa due riferimentiA e B I
a) b) e) I
I
I I
I
I
140
'·
140 ,I 140
I
I
IL_ Fig. 146. Controllodt'llaforma(a),dellafor111a
e orie11t11111e11to
(b)e dellaforma,orie11ta111c11/o
e posizione(c).
465
I
I
c:,0.14 A
Paralleli
0-------;------·0
~
12
I
--6-------i-------o----
• I
0-------;-------C)
a)
o
14· 02 20''u
r-
~ __ ....,
l l
461-0~~:1·...._
ocf
....
o
~
~~
·-·j'.·
!-·-·-O·· I
'
I
a,
~
...--~so~'°-
2___ ,_ 20 10·2
L:~.~
..<~J
lZona di tolleranza 0.08
.,.-1 - . b) ..
o
14·0.2 __
~ ,.. ~---e-
2X8H9
r- 0.4(M} 20.t
ig·
i----~
. ' ~-I$
~-~- I0-2IA\s@I
e 17
o
....
[oli
~ .
I I
Fig. 150.Usodella tollaanza sul profiloper
indicareuna condizionedi co111pla11arità.
T
···-··0"'
relativa di due o più superfici piane,
specie quando è desiderabile trattare
due o più superfici come una sola con-
tinua (complanarità); nel caso della fi-
gura 150, la tolleranza impone la con-
dizione che le due superfici abbiano Fig. 151. Vantaggidelletolleranzegeometrichesul profilo;nel caso(a),si ottiene 1111accu11111lo
tutti i loro punti tra due piani distanti di tolleranzadi 70 ± 0,4 mm sulla lunghezza,che potrebbepregiudicarelaf1111zio11alità del pez-
0,08mm. zo; l'uso dellatolleranZJI
sul profilo,comenel caso(b), 11011solopermettedi a-vereuna tolleranza
La tolleranza geometrica sul profilo è di 70 ± 0,2, ma rendeesplicitala modalitàdi controllodel pezzo.
uno dei più versatili strumenti per il
dimensionamento oggi ·disponibile, e
può sostituire il dimensionamento centemente il suo uso si è esteso anche equivalenti in ampiezza, ma con l'uso
classico a coordinate; mentre questa a pezzi più semplici. Infatti, come si della tolleranza sul profilo si evita l'ac-
tolleranza veniva indicata unicamente può osservare dalla figura 151, com- cumulo i11desiderato di tolleranze e si
su contorni complessi, quali i profili parando le rappresentazione (a) e (b) comunica immediatamente la sequen-
di camme o le pale di una turbina, re- del pezzo, le zone di tolleranza sono za dei riferimenti per il collaudo.
466
I
••ME TOLLERANZE
Superficie perpendicolare---,,.__
ali' asse di riferimento I
DI OSCILLAZIONE
L'oscillazione è una deviazione dalla
forma e dall'orientamento di un ele-
I
mento di una superficie durante una -~---
rotazione dell'elemento stesso attorno
ad un asse di riferimento. Esistono
due tipi di controllo dell'oscillazione,
ffi .
Super c1ed I..n,enmento
, .
I A ,,,.
Asse di riferimento
l'oscillazione circolare e l'oscillazio-
ne totale: i rispettivi simboli sono in-
dicati in figura 152; la figura 153 mo-
I
stra le superfici controllate da questo
tipo di tolleranza, cioè le superfici di
rivoluzione e quelle perpendicolari o
comunque inclinate rispetto all'asse
Fig. 153. Superficicontrollatedalletolleranzedi oscillazione.
I
del pezzo (superfici di sfacciatura,
spallamenti). Elemento di
Misura 0.03 I
Ogni elemento
a) b)
t 1
~ -f-_+-1-:
1")0.0J!A! riferimento
simulato
A,,edi,;f«i~o~ x.
~ Z circolare
t ,~-e- I
'lir-~~~~i:J
.... 1!"Il +
I
I
Fig. 152. I simboliper le tolleranzedi oscilla-
zione:a) circolaree b) totale.
t -__
-iij
I-____-_lJ~-
.- .---4J.
-
rujO.OJ!A!
Elemento di
riferimento
simulato
Asse di riferimen~
"-
~{;-
--
I
Tutti gli eleinenti·
_l
I
0.03
i.
~
.,
La figura 154 illustra la differenza tra
le due tolleranze con l'interpretazi~-
ne· def controllo effethiato· col compa-
Superficie tli riferimento reale ---
----I
>' ratore; nel caso dell'oscillazione cir-
1 colare, viene controllatociascunelemen-
to circolareindividualedella superficie, Fig. 154. Co11trolli
delletolleranzadi oscillazionecircolaree di oscillazionetotale.
mentre il pezzo ruota attorno all'asse
di riferimento; nel caso dell'oscilla-
zione totale, il comparatore si sposta
misura del pezzo sottoposto a rotazio-
ne di 360°, cioè ciascun elemento in-
I
lungo la superficie di misura e l'erro- dividuale circolare deve avere l'oscil-
re di oscillazione in questo caso rap-
presenta la differenza tra il massimo e
lazione circolare entro la prescritta
tolleranza.
I
minimo errore letto sul quadrante, in Questo metodo controlla co11tempora-
qualsiasiposizione del comparatore.
L'elemento di riferimento nelle tolle-
ranze di oscillazione può essere costi-
11eamentesin l'errore di circolarità che
quellodi concentricità.
La figura 155 mostra un esempio di in- Superficie oggetto
I
tuito da un solo asse, due assi consi- dicazione di oscillazione circolare; la di tolleranza Piano di misura
dera ti coincidenti e un asse più un
piano ad esso perpendicolare .
zona di tolleranza è limitata, in ogni
piano di misura perpendicolare all'as-
se, da due cerchi co11ce11trici posti ad
- \ .....__
·,.....
,0.1 I
una distanza uguale alla tolleranza
Oscillazione circolare
L'oscillazione circolare provvede al
prefissata e il cui centro coincide con
l'assedi riferimento.
Nel caso della figura, l'oscillazione ra-
I
controllo degli elementi di forma cir- diale non deve essere maggiore di 0,1
colare di una superficie; come si è
detto, la tolleranza viene applicata in-
mm in ogni piano di misura durante
una rotazione completa attorno all'as- Fig. 155. Zona di tolleranzanell'oscillazione
I
dipendentemente ad ogni posizione di se di riferimento A-B. circolare.
467I
---- -----1
I La zona di tolleranza circolare può an-
che essere assiale, e quindi consentire
il controllo di superfici perpendicolari
I all'asse, come in figura 156: la zona di
toll~ranza viene quindi limitata, per
ogni posizione radiale, da due circon- .l
i - --------
I ferenze distanti 0,1 mm poste sul ci-
lindro di misura, avente per asse l'as-
se di riferimento D.
A
~N~~
direzione specificata, come illustrato
Oscillazione totale
I La zona di tolleranza è limitata da due Fig. 157, Nellafigura in alto la zona di tolleranzaè perpendicolareallageometriaspecificata
cilindri coassiali posti ad una distanza da/l'elementoaffettoda tolleranza.Nell'esempioin basso,viene indicatau11adirezionedi co11-
uguale alla tolleranza prefissata e i cui trollodiversada quellaperpendicolare.
I assi coincidono con l'asse di riferi-
mento; la figura 158 mostra la zona tu-
bolare di tolleranza determinata da
I -j / jo,1loI
I Fig. 158. Zo11adi tolleranzaper l'oscilla:ione
totale.
I non deve essere maggiore di O,1 mm
in qualsiasi punto della superficie spe-
LI O.I D
I G-----------·---
cificata durante più rotazioni attorno
all'asse di riferimento D, con sposta-
mento radiale relativo tra il pezzo ed
1I il comparatore.
I ,j I, 0.1
In questo caso si ottiene anche il con-
trollo della perpendicolaritàe della pla-
narità.
Il controllo può essere effettuato mon-
I Fig. 156. Tolleranzadi oscilla:ionecircolare Fig. 159. Tolleranzadi o:.ci/lazio11e
assiale. siale.
totaleas-
tando il pezzo tra le punte di un tor-
nio parallelo e collocando il compara-
tore come in figura 160.
1 468
i
l
I'
.
I
I
0.05
Rotazione
I
~--0 I
I
Riferimento asse A-B
ILCONCETTO,
figura 162 viene mostrato il controllo
con l'uso di entrambe le tolleranze
geometriche di oscillazione, circolare
I
DICOASSIALIT
A
·-come-si è-accennato, la.tolleranza di
coassialità controllal'erroredi posizione
o totale.
Il pezzo viene montato su due diame-
tri funzionali che determinano l'asse
1·
di elementigeometriciche hannolo stesso di riferimento C-D.
assedi simmetria;è possibile utilizzare Quando si hal'esigenza di assicurare ti
tre metodi per l'indicazione dell'erro- l'intercambiabilità di pezzi non rotanti ~
re di coassialità nei disegni: e quindi l'accoppiamento di una o più
\ Fig_161.. U~odell!ltòller@zndi concentricità. superfici, per.il controllodellacoassialità
,-1_: - 1) tolleranze-di ·cohcentrTcifa, pedi per il controllodellaposizionedell'asse. vienepreferitala tolleranzadi posizione. ·-···1·
~
,:,
469 I
-- -----
- --- --· ··- ·- -----···---·-·
I
I Supponiamo infatti di voler accoppia- le tolleranze di coassialità tra due ele-
re i due pezzi indicati in figura 163; menti accoppiabili risulta quindi:
- l'asse dell'elemento di riferimento A
può variare rispetto alla condizione
calcoliamo la tolleranza geometrica da 2T = (F -A)+ (DF - dA) = TF + TA virtuale se vi è uno scostamento ri-
I assegnare all'albero e al foro.
dove:
Elementi dell'alberoe del foro soggetti a F = dimensione foro a MMC
spetto alla sua dimensione di massi-
mo materiale. Il valore dello scosta-
mento è pari alla differenza tra la di-
tolleranza: A = dimensione albero a MMC
I dimensione del foro
al massimo materiale 012,05-
DF = dimensione riferimento
=
foro a MMC
dimensione riferimento
mensione di accoppiamento dell' ele-
mento di riferimento e la sua dimen-
sione alla condizione di massimo ma-
dimensione dell'albero teriale.
012 = albero a MMC
I al massimo materiale
differenza elementi
in tolleranza 0,05
T F e T A = tolleranze geometriche
albero e foro.
In altri termini, l'asse dell'.elemento
deve essere contenuto nella zona di
tolleranza di coassialità di 0,04 quan-
Elementi dell'alberoe delforo presi come Si possono capire i vantaggi derivanti do tutti i diametri dell'elemento di ri-
I riferimentoe soggettia tolleranza: dall'applicazione del principio del
massimo materiale, calcolando i bo- ferimento sono alla dimensione di
nus permessi quando ci si trovi nelle massimo materiale di 0 12, mentre
dimensione del rif. del foro
può variare all'interno di una tolle-
I al massimo materiale
dimensione del rif. dell'albero
al massimo materiale
differenza elementi di rif.
0 25,07 -
0 25 =
condizioni di minimo materiale.
ranza di 0 0,09 quando tutti i diame-
I requisiti funzionali dell'elementoalbe- tri dell'elemento con tolleranza sono
ro oggettodi tolleranzasono: alla dimensione di minimo materiale
in tolleranza 0,07
- ogni dimensione reale locale del- di 0 11,95, e quando, nel contempo,
I Somma delle due tolleranze:
1'elemento deve essere contenuta nel- l'elemento di riferimento è alla con-
la zona di tolleranza dimensionale di dizione di massimo materiale di 0 25
(fig. 166).
0,05 + 0,07 = 0,12 0,05 e può variare tra 0 12 e 0 11,95;
I (fig. 164): si può scegliere 0,04 mm per ta di 0 12,04 (= 012 + 0,04) e coassia- di 0 24,95 (fig. 167).
l'albero e 0,08 mm per il foro (ricor- le all'asse di riferimento A quando la Poiché in questo caso, un solo elemen-
dando che è sempre più facile lavora- dimensionedell'elementodi ,-iferimentoA to è in relazione col riferimento, la va-
re l'albero con tolleranza più stretta). è alla dimensione di massimo 7?1aterialeria~ion_edello stesso riferimento gene-
I La formula da usare per il calcolo del.:·· (fig. 165); · · ra un aumento della tolleranza di
~
li 25!.os®
I' I 'I A $ 00.04 A
I
I @
=~IO
N
. ~==
là'1
~,
+ •
I
----------+N ci=:
'
I ,o
12.0.
I •0.12
25 .o.o,
Fig. 164. Quotaturacon le tolleranzegeometricheper i pezzi di figura 163.
I' ; 'I
I
I
I I
•0.1
2+0.
I 470
lFIR ili
Diametro
elemento Diametro
riferimentoalbero
(albero)
Asse di riferimento A
Dimensionevirtuale
12
25 24,99 24,9824,97 24,9624,95
0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09
I
11,99 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09 0,1
11,98
11,97
11,96
0,06 0,07 0,08 0,09 0,1 0,11
0,07 0,08 0,09 0,1 0,11 0,12
0,08 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13
I
ij-!- ____ L ___________ _ 11,95 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13 0,14
Tab. IV. Variazione della tolleranza·geome- I
----·t·---------.
~
tricadell'albero.
Diametro ..
elemento •.• -Diametro
'~--·..
'
riferimentoforo I
011,95 (foro)
25,0725,08 25,09 25,1 25 25
12,05
12,06
12,07
0,08 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13
0,09 0,1 0,11 0,12 0,13 0,14
0,1 0,11 0,12 0,13 0,14 0,15
I
Fig. 166. Elementoa LMC, riferimentoa MMC; tolleranzageometricadi 0,09 e condizionevir-
tuale sempredi 12,04mm. 12,08
12,09
12,1
0,11 0,12 0,13 0,14 0,15 0,16
0,12 0,13 0,14 0,15 0,16 0,17
0,13 0,14 0,15 0,16 0,17 0,18
I
(
Asse di riferimento A collocatonella zona
di tolleranza di 00.05
Tab. V. Variazionedellatolleranzageometri-
ca delforo. I
coassialità (0,05 + 0,09 = 0,14, v. anche
Dimensionevirtuale tabella IV).
I
~.---.-----,-I
------, .-:-.-~ Si può estendere il ragionamento al fo-
ro, prendendo come riferimento la ta-
bella V. Le figure 168a, 168b e 168c di-
~ ~ -- -- -- -- -- - - - 1si
mostrano comesia ancorapossibilel' ac-
coppiamentonelle tre condizioni limite
citate.
I
lSI
Usando le tolleranza di posizione an-
che per la coassialità, si possono ac-
cettare quindi delle tolleranze geo-
I
metriche più elevate, con la garanzia -
di ottenere l'intercambiabilità e l'ac-
coppiamento con le variazioni com-
1-
binate delle tolleranze dimensionali e
Fig. 167. Elementoa LMC, riferimentoa LMC; tolleranzageometricadi 0,14. geometriche.
1
a) b) e}
"'
E e
-~ J2
"'
I
E e'
~~
a e;
t;
-- "'
u"'
"U)
- ----l
I
----,:::::;:::::;:=:;:=:~
......,-...,.
.......--, -ir
-J -- -~
lSI
I
ACCOPPIAMENTOA MMC
RIFERIMEi'l.'TI
A MMC
ACCOPPIAMENTOA LMC
RIFERIMENTIA MMC
ACCOPPIAMENTO A LMC
RIFERIMENTIA LMC
I
Fig. 168. a) Albero,foro e riferimentia MMC, b) alberoeforo n LMC, riferi111e11ti
a MMC e i11Jine
che il pezzoforato potrebbeancherappresentareil calibro funzionale per il controllodell'albero).
c) albero.foroe riferimentia LMC; (si ricorda I
I
;1
L __ I 471
.-...- -------·1-
I Classe
generalidi rettilineltàe di planaritàpercampidi lunghezzenominali
Tolleranze
di tolleranza
I TOLLERANZE H
finoa 10
0,02
ottre10
finoa30
0,05
oltre30
finoa 100
0,1
oltre100
finoa 300
0,2
oltre300
finoa 1000
0,3
oHre1000
finoa3000
0,4
GEOMETRICHE K 0,05 0,1 0,2 0,4 0,6 0,8
I GENERALI L 0,1 0,2 0,4 0,8 1,2 1,6
finoa 100
percampidilunghezze
nominali
dellatominore
ottre100
linoa300
.. lino
oHre300
a 1000 ..
.
: fino
.
bitre
1000.
a 3000
scostamenti dimensionali e gli sco- .. .. ·--·-·
- .... . . -- --f----- ..· .
Classe
: - •
. .__ ---- . --- .. di simmetriaper campidi lunghezze
- ·· Tolleranze
e
nominali
., . ..
0,5
oltre100..
linoa 300
0,5
linoa 1000-
0,5
oltre1000
finoa 3000
0,5
pesantiti da tante indicazioni e quindi K 0,6 0,6 0,8 1
I poco chiari.
La norma UNI ISO 2768/2, prescri-
vendo tolleranze generali geometri-
L 0,6
.•.,-:
1 1,5 2
I
. 1-a norma prevede l'uso di tre classi di INDICAZIONI DEL DISEGNO INTERPRETAZIONE
tolleranza (H-K-L, di precisione decre- a)
'j
scente) e prescrive i valori di tabella
- perpendicolarità
I -simmetria
- oscillazione circolare.
20~.l
o
I
numerico, alla tolleranza dimensiona-
le sul diametro corrispondente (fig.
169), ma con il vincolo di non supera-
re il valore della tolleranza di oscilla-
zione circolare radiale, specificata,
---i)-
I questa si, nella norma. Per la tolleran-
za di cilindricità, composta da circola-
rità, parallelismo e rettilineità, si può
20
Tolleranze generali UNI ISO 2768 -mK
r·----
I
I l~dica:z:ionisul disegno Esempio: Nel caso che si voglia applicare l'esi-
genza di inviluppo, la designazione
I
iì Se le tolleranze generali geometriche
devono essere applicate unitamente
con le tolleranze generali dimensiona-
UNI ISO 2768-mK
In questo caso le tolleranze generali
per le dimensioni angolari secondo
corrispondente è:
UNI ISO 276$-mK-E
I
i li della UNI ISO 2768/1, si devono ri- UNI ISO 2768/1 non si applicano agli
I
f:
I
portare le seguenti indicazioni all'in-
terno o nei pressi del riquadro delle
iscrizioni:
angoli retti, che sono sottintesi e non
quotati, poiché la UNI ISO 2768/2 sta-
bilisce le tolleranze generali di per-
Da tener presente che, salvo indica-
zioni contrarie, i pezzi non conformi
alle tolleranze geometriche generali
.I
i pendicolarità.
prescritte non devono essere automa-
Il
i
i
a) il riferimento generale alla norma
UNI ISO 2768;
b) la classe di tolleranza, secondo la
Se le tolleranze generali dimensionali
non devono essere applicate, la corri-
ticamente rifiutati, quando la funzio-
nalità del pezzo non risulta compro-
messa. "'
I
•
j UNI ISO 2768/1 spondente lettera non deve apparire
La figura 170 indica l'interpretazione
c) la classe di tolleranza, secondo la
UNI ISO 2768/2
nella designazione a disegnò:·
UNI ISO 2768-K
di un disegno contenente il riferimen-
to alla norma UNI ISO 2768. I
I
I
I
,.
r I
Tolleranze secondo UNI ISO 8015
Tolleranze generali UNI ISO 2768-mK
I
Fig.170. Disegnoed interpretazione
delletolleranzesecondola UNI ISO 2768.
I
O 2,s® ___ _ / 2 AB
TOLLERANZE I
PERPEZZI
NONRIGIDI
Si possono classificare come 11011rigi-
I
di-quei pezzi che, dopo aver subito un
processo di lavorazione, subiscono
delle distorsioni o deformazioni, ri-
I
spetto alle dimensioni prefissate, do-
ISO 10579-NR
®
La tolleranza geometrica seguita dal simbol
deve essere assicurata allo stato libero.
L'altra tolleranza si applica seguendo le
vute essenzialmente a due ragioni:
a) effetto del peso, dell'elasticità o
della flessibilità propria del pezzo;
I
condizioni indicate nella nota. b) distorsioni dovute alle tensioni in-
terne nel processo di lavorazione.
Si possono definire non rigidi ad
esempio i pezzi di forma tubolare e
I
di piccolo spessore, oppure di rigi~
Condizione di tensione: la superfiàe indicata con la lettera A é montata con 64 bulloni
M6 (serrati con una coppia da 9 N-m a 15 N-m) e relemento identificato con la lettera B
dezza limitata, in gomma o plastica.
Queste deformazioni vengono anche I
chiamate variazioni allo stato libero
é solleciiato in modo da condurlo nei limiti dimensionali prescritti.
(free-statevariation)e possono essere
accettabili a condizione che i pezzi, ai
quali venga applicata una forza con-
I
Fig. 171.Esempiodi indicazioneed i11terpretazio11e
di tolleranzeperpezzi non rigidi. gruente con le esigenze di controllo e
473 I
-----· ·-- - ··--- ---------
1
di montaggio, possano essere ricon- ~
Principi fondamentali
tribuzione
••
perl'at-
delletolleranze.
,_;_
__ ,,.•.~,-~'--, - ·: _ _.,.:.'..., ~.!J --!~-'-·"""".
UNIISO3040
u ... .:~
Disegnitecnici• Quotatura
indicazione delletolleranze
ed
~-"'-~---~-·..,,:,.._ .."'..:;_~{;;;iiR.,,..
I
UNI7226/4 Disegnitecnici- Esempidi in delletolleranzegeometriche
limiti dimensionali prescritti. dicazione delletolleranzegeo-
I pezzi non rigidi devono essere iden- proporzionamento e dimen-
metriche. sioni.
tificati sul disegno tramite l'indicazio- UNIISO2768/2 Tolleranze generali-Tolleran- ASMEY14.5M• 1994 Dimensioning andTolerancing.
ne ISO 10579-NR nel o vicino al riqua- zegeometriche perelementi
20
. - ,_.
•.
IT
©
no
@
-~-
n/a
.
'
riquadrate
no
I Rettilinettà
asse
o pianomediano
3D <r)~ Funzione si n/a no
.. -- - - - ..
Forma No Planarilà I I 3D ~ IT/2 no n/a no
,
Circolarità
o 20
© IT/2 no nla no
I ..
Cilindricità ;()I 3D (1:)
. -
IT/2 no
-- - -. --
n/a
.. t-· ...
no
. ..
I Parallelismo
//
- 3D
30 es:)~ IT soloassi soloassi· no
I Inclinazione
~ 30 es:)~ IT soloassi soloassi si (angoli)
--
I Oscillazione Si
Circolare
? 20
© IT/2 no no no
I
I
Profili
Si/No
Si
Profilolinea
Profilosuperlicie
(\
Q
20
30
--- 8
Funzione
Funzione
no
no
soloassi
soloassi
si
si
I Posizione Si Concentricità
© 30 (1:) 1T no no no
I Simmetria --
-- 3D ~ Funzione no no no
I 474
._ ___ A_-_u_._T_o_c __ A_D___ I
____.I
I
LETOLLERANZEGEOMETRICHE
NEISISTEMI
multipurpose, lo scelto di inserire le tolleranze geometriche
(necessi!à di ordine preflamente meccanico) derivo do un
maggiore orientamento dello caso produttrice verso questo
-I~
settore rispetto al passalo quando ero lascialo od oltre azien-
DIDISEGNOASSISTITO
. Per un pratico impiego delle tolleranze geometriche è ne-
de lo possibilità di personalizzare il pacchetto base !Cod-
Mec, ecc.).
L'ambiente di AuloCAD, per quanto riguardo appunto le
I
çE?_s~9rioche, come è già owe~ut_o_d~!empo per le tolleran- tolleranze geometriche, si presento sosfanzialrnenfe_co'ìhe in-
ze dimensionali, i sistemi di disegno e progettazione attuali - d1cafoih figura 1: - - ··
(programmi CADI presentino utilità per l'inserimento, con pro-
cedure rapide e dirette, delle tolleranze geometriche nei dise-
Come già detto lo scopo di questa
- - · - ·-· ; - --~-·-·------ ·-
ulililà non è Ionio il
controllo della "congruenza· di ciò che si va o scrivere (quin-
I
gni che vengono prodotti. . di, per esempio, il controllo della precedente esistenza dei si-
· Dalla versione 13 di AutoCAD è possibile disporre di un
nuovo tipo di comando definito appunto TOLERANCE
LERANZA nella versione italiana} che consente, tramite op-
(TOL-
stemi di riferimento), quanto un ausilio per l'immissione sem·
plificata di lutto uno simbologia complessa ma peraltro unifi-
cala. E' sempre possibile inserire eventuali condizioni di mas-
1
portune finestre di dialogo, la scelta delle tolleranze geome-
triche. Primo di tale versione erano infatti disponibili alcuni
tools freewore o shorewore (reperibili anche in INTERNET
simo (o minimo) materiale per arrivare al risultalo finale da in-
serire o disegno. - · · .. ·
Anche in questo caso il lesto inserito viene tradotto in uno
I
· per esempio all'indirizzo ftp:/ /ftp.aulodesk.com) scritti in Au- serie di caratteri di controllo e simboli. Va rilevalo che il pro-
tollSP in grado soddisfare questo esigenza. Occorre anche
dire che, essendo . in- realtà AuloCAD..un programmo di tipo
. . -· :· ..
grammo non è del tutto aggiornato con le ultime prescrizioni
normative (le più volte citale ANSI Y14.5 del 1994) sugli I
l-,'I[Ile [dii YiewQata Qplions !oofs .!:!elp ~...:::J
Dlc3:Q ~!X lDl1t1I~~ 0
~·~1r::.x~I
J(~I ~:e.'<a'~·~11 I
fHl;'\-l\~)'~li:;t'H·t:~il~A·lwJ,,b~-lt!L
-. ,~
~ ~ ~~ ~-~-- ·------
:Jjf_~Jr=.- -· ---- ---
~=1m, =::J[l/J i~ I
(J) sco.lo. 1.0•L 'N_~_;,v,
_J_ O'O~ ·ZJ ;7v--; ~o.--i
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1araand
I
0111111and
1a11and _tolerance
:3sfss78:835.2410 .-·.··-" r~·:·
::-,.~...::
MODEl.TILE_23.03
I
;i:3Avvio l-b,AutoCAO - [bruno_,) • 23.07
I
.
A u T oc A D
I . I
1-·· ....
.
•. -
,.-:.··
',
,' ,......-· --
I" .
.
.
.. :.·- .··.·.·
......
Fig. 2. Lofinestradi dialogo·per lo sceltodello
coroNeristico.
I
I
I
I
I
I
I Fig. 3. Selezione del valore del modificatore e dei riferimenti.
I 476
.---~--
I
'
I
I
-1
A
I.~ .I.~ .I
I
-2 . 1) Qual'èJl diametro dimassimomaterisle del perno?. -- . .. -
.. • 2) Determinare il bonus di tolleranza associata con la tolleranza di posizione.
-
30
I
~
I I
I
'
22
I
08
-0.6
o
I
12 -$-1 00.3 (M) A B C
LMC 8
8.4
8.2
I
477 I
--- ----------·-- ------- ··--·--. -·
.... -·--------
I 3• Indicare i valori esatti:
I oo
I o
2) La miniina distanza x è:
o
o
3,SS
3,6S
3,7S
3,8S
N
N
i
l'-.
+0.4
nessuno di questi valon· 010 o
I oo 3) La massima distanza x è:
4,2S
2-I 8
_100@
4,30
14
o 4,40
I o o 4,7S
nessuno di questi valori
I
• 0.2
08 o
I ..-------i-@ 00,1 CM)
A BC A-A
- 00,1@
I +0.2
10 o
I I:~ es1
I -0----~-----w--~½
g
I ....
M
I wiJ___
A-I
i
@Q]=30"-------+-'•
I 478
I --
1) Qual'è la differenza tra le 2 prescrizioni a e b? I
5. 2) Schizzare un calibro funzionale per il controllo dei pezzi a e b.
3) Qual'è il bonus di tolleranza della figura a?
4) ln caso di pezzi rotanti conviene adottare la quotatura a o b?
S) Detenninare la massima e minima distanza x.
I
a)
$
.e.a
026•0.2
00,4{M) A(M}
b)
@00,4 A
I
-·
~
&
I
'
I
----------------- t I
X A
30 36
26
I
44
~
..:. 6 Eseguire.i particolari 1 e 2; nella scelta del- -
• le condizioni funzionali, quotare il montante
I
~ 2 in modo da garantire la coassialità con l'altro
i .
montante. /]disegno va eseguito in scala 1:1.
I
"
-1
'/i'\' -
-
\\.Vl
I
I
A-A
18
17
16 ~½ u
I
15 I
14 Anello 21 UNI 7435 I
"
",n
ft
..
I
ero
YU e•o1a
•
Anello 19 UNI 7435
Bronzina
11
Un.ruetle A6x6x28 UN16604 t
I
I
"I
I
8 I
7 I &ISO 7434 l,Uxl I
6
5
4
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I \'1le U~I 5931 M6x20
Traversa
1 Montante
X
••
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I
2
2
I
I
Pc> '
-. Basamento
nrvoWl'U,TION IO
I
...
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1--
l...,...u
I
I""... I"" •
·-,_,
....I,..'"-~ ---•1'--"'•'• I
O'!norninozione Trasmissione con
_lll!le••ia
Cruppo
G2
Gl
I
IE}~
I
o, •. _
S&N .!.:!..__
...,_
..,. r?LILO!
I
479
I
~---
I
I 7 L'esempio riportato mette in evidenza gli enonni van-
~taggi ottenuti nell'analisi di un tipico montaggio di un
volano rispetto ad un perno di biella prestabilito; questa ap-
Utilizzando il metodo del disegno funzionale è necessan·o
definire due sistemi di riferimenti rispetto ai quali venficare
i valori delle tolleranze fissate, è possibile, inoltre, utilizzare i
I ALBERO
MOTORE
Quotatura
tradizionale
Quotatura
funzionale
Quotatura
tradizionale
Quotatura
funzionale
contemporaneamente offre la riduzio-
ne dell'errore angolare tra il perno di
biella e i fori radiali, come richiesto dal-
I Forililellati
M16x1.5
0.07mm 2 0.13Bmm 2 - -
le esigenze funzionali. L'applicazione
illustrata mostra come, apparentemen-
te, il metodo funzionale possa traJTe in
inganno attraverso l'utilizzo di valori di
I Forospina0 8P7 0.020mm 2 0.022mm 2 ± 15' ±6' tolleranza più ampi i quali farebbero
pensare ad una precisione minore a
tutto svantaggio della funzionalità, in-
I VOLANO
ZONADITOLLERANZA
Quotatura
(MAX)
Quotatura
ERRORE
Quotatura
ANGOLARE
Quotatura
.. vece volendo sintetizzare lo scopo del
metodo delle tolleranze si potrebbe af-
fermare che l'importante è produrre,
tradizionale funzionale tradizionale funzionale
I Foripassanti
017 ± 0.2 0.07mm 2 0.570mm 2 - -
magari con minore precisione, ma av-
vantaggiare comunque la funzionalità.
I Foricirconferenziali
08H12
2
0.135mm 2
0.160mm ±5' ±6'
I ERRORE
ANGOLARE
TOTALE ±20' ± 12'
480
I .. ---,:;;
--~---··-·
Il - ..
I
I
;;;
I
I
I
R47..a=
I
~ I
-@-E]--- ~, /J I
Albero !710t<?requotato col_metodo attuale.
I
..
40-0.2 I
I
I
I
I
I
I
Volano quotato col metodo attuale.
I
,
..
I
I D
e
I
I
I
I
-.l
I \~
\
'h
.
-@-EJ·--- © I
I 4, 00,15 A B D
i-
l
I
I z"N
0
I
I -@-8--
I 482
-------------- ·-
·1
I CAPITOLOQUATTORDICESIMO
r
i··~? L
/
f> j_~;;," ---·...·1-.·: gli organi
di collegamento
-·-filel lati
I collegamenti mediante accoppia- da collegare fra la testa della vite e il tramite la forza esercitata dalla testa
mento filettato sono effettuati general- dado (di conse_guenzala vite risulta te- della vite e dalla superficie dell'ulti-
mente utilizzando appositi elementi, sa in direzione del suo asse); analoga- mo elemento in cui è ricavata la ma-
normalizzati o no, che coprono una mente in figura 2, (come anche in fi- drevite.
vasta gamma di necessità. gura 2 del capitolo 12), il collegamen- In figura 3 lo spostamento reciproco
I più comuni fra questi organi di colle- to è ottenuto con vite mordente, cioè dei pezzi è invece impedito dalla pres-
gamento sono le viti ed i dadi, con nu-
merose soluzioni costruttive, di cui al-
cune verranno di seguito illustrate.
Per quanto riguarda le filettature si fa
riferimento a quanto è stato detto nel-
capitolo 12 su forme, dimensioni, tol-
_leran.ze e relative indicazioni._
I ~-
~
..
- VITIEBULLONI- ---
1
i
Il discorso generale sulle filettature
sviluppato finora ha spesso interessa- Fig. 1. Collegamentocon vile passantee dado(bullone).
to le viti come esempio, senza tuttavia
~ definirle con precisione.
J La vite è un elemento costrutti\'o mec-
l
canico costituito da un gambo cilin-
drico, filettato in tutto od in parte, re-
cante ad un estremità un ingrossa-
Il
mento, detto testa, di forma opportu-
na per consentire l'applicazione di un
attrezzo mediante il quale si possa far
ruotare la vite, impegnandola in una
madrevite che può essere rica\·ata nel
pezzo da collegare o in uno specifico
organo di collegamento, il dado, costi-
tuito essenzialmente da un prisma
esagonale o quadrato con un foro fi-
t lettato centrale. Si veda la figura 3 del
capitolo 12, in_g.ij_çpm.pa.r~anche la
definizione di bgjlone,..come-Ìnsieme
1 dLvite e dado.
li collegamento può quindi a\'venire,
come si vede anche in figura 1, trami-
te bullone, cioè comprimendo i pezzi Fig. 2. Collegamentocon vite mordente. Fig. 3. Collegamentocon vile di pressione.
t
I f
! 483
..__
i
__
-·I sione esercitata dall'estremità della vi-
te (che risulta quindi compressa): in raccordo fra gambo
questo caso si parla di vite di pressio- e testa e smusso
ne, la cui estremità deve in genere
I avere una forma che ne faciliti l'azio-
ne di spinta, mentre la testa potrebbe
d'imbocco nel foro
,,.
33,25
37,90
41,91
36
42
45
effettuato, l'uscita di almeno due filet-
·1 ti oltre il dado: è anche opportuno che
la parte filettata non si arresti nella zo-
na di separazione fra i pezzi collegati.
tano numerose varianti costruttive
che saranno viste più avanti.
13.
1 ,.
,3.
44,32
47,80
53,75
48
52
58
Non è superfluo ricordare che nel di- Esaminando più dettagliatamente le 2 59,61 65
23•
2 ,.
65,71
6B,40
75,1B
70
74
82
zi di serraggio. alle filettature unificate, indicate nel
I B1,53 90
23•
Per migliorare l'appoggia fra pezzo cap. 12: le lunghezze di gambo (dal- 3 87,B8 95
da collegare e dado (ma spesso anche l'estremità fin sotto la testa) e le lun- 3 ,.
93,98 102
sotto la testa) si usa un altro elemento, ghezze dei tratti filettati previste dal-
la rosetta, costituita da un sottile di-
I schetto forato: anche le rosette presen-
1'unificazione (fig. 6) sono indicate
nelle tabelle IIIa e IIlb.
Tab. I. Fori passanti perfilettature gns, se-
condoIn UNI 1728.
484
I
loropassante
Diametro
D
Le estremità piane e arrotondate sono
comunemente usate nelle viti per col-
.. filettate
Lunghezze
Diametro Diametro b
difilettatura Serie legamento: possono anche essere uti- difilettatura
d lizzate in viti di pressione, in genere d perifinoa perIoltre125 pert ohre
fine media grossolana contro superfici piane. 125 finoa 200 200
1,6 1.7 1,8 2 Per le viti di pressione sono utilizzate 1,6 9 - -
1,8 2 2,2 2,4 in particolare estremità in grado di 1,8 9,5 - -
2 2,2 2,4 2,6 concentrare lo sforzo assiale su super- 2 10 - -
fici ristrette, e quindi le estremità a
2,2 2,4 2,6 2,8
coppa o coniche (fig. 7): per queste ul-
2,2 10,5 - -
2,5 2.7 2,9 3,1
time si può prevedere sulla superficie
2,5 11 - -
3 3,2 3,4 3,6 3 12 - -
3,5 3,7 3,9 4,1 3,5 13 - ·.:-
4 4,3 4,5 4,8 4 __ 1L_ ""---·- - -
4,5 , 4,8 5 5,3 4,5 15 - -
5 5,3 5,5 5,8 -------- ------·- --Cl 5 16 - -
6 6,4 6,6 7
b
6 18 - -
7 7,4 7,6 8 7 20 - -
8 8,4 9 10 8 22 - -
10 10,5 11 12 10 26 32 -
12 13 14 15 12 30 36 -
Fig. 6. Dimensioniunificateper il gambodel-
14 15 . 16 17 le viti, previstedallanormaUNI ISO 888. 14 34 40 -
16 17 18 19 16 38 44 57
18 19 20 21 18 42 48 61
20 21 22 24 20 46 52 65
22 23 24 26
lf
i!( 24 25 26 28
22
24
50
54
56
60
69
73
27 28 30 32 27 60 66 79
il
'
30
33
36
31
34
37
33
36
39
35
38
42
45 -
30
33
36
66
72
78
72
78
84
85
91
97
- 39 .. 40 . . . 42 39 84 90 103
42 43 45 48 42 90 96 109
45 46 48 52 45 96 102 115
48 50 52 56 48 ·102 108 121
52 54 56 62 52 - 116 129
56 58 62 66 56 - 124 137
I 60
-- .
62
-
66
. --
70
- . - 60 - --. 132 - . 145
T 64 66 70 74 64 - 140 153
68 70 74 78 -
1
j
72
76
74
78
78
82
82
86 76
68
72 -
-
148
156
164
161
169
177
-
I
80 82 86 93 80 172 185
.85 88 91 99 85 - 182 195
90 93 96 104 90 - 192 205
95 99 101 109 95 - - 215
I 100
105
110
104
109
114
106
111
116
114
119
124
Fig. 7. Alcune estremitàdi viti.
-
100
105
110
-
-
-
-
-
-
225
235
245
115 119 121 129 115 - - 255
120 124 126 134
2 • 2,5 • 3 · 4 · 5- 6- 7 · 8- 9-10 • 11 -12 120 - - 265
125 129 131 139
14 • 16 • 18· 20 · 22 · 25 - 28 • 30 • 32 · 35
125 - - 275
130 134 136 144 130 - - 285
140 144 146 155 •-~-u-~-~-~-~-ro-~-~ 140 - - 305
150 155 157 165 85 · 90 - 95 - 100 · 105 · 11O - 115 - 120 150 - - 325
125-130-140 · 150-160 -180 -190 · 200
Tab. II. Diametri difori passnntiin fzm:ione
dei diametri di filettatura della bulloneria. 220- 240,ecc. di20 in20.
conformiai valoridellaUNI ISO 273 (seriefi-
ne, per meccanicadi precisione,media,generi- Tab. Illn. Lunghezze normalizzate per il Tab. lllb. Lu11ghezze11or111alizznteper lefiletta-
ca,grossolana,per pezzi di fusione o grezzi; le da preferirei valori in-
gam/10delleviti (so110 ture parzialisui gambi dellevili (preferibilii va-
rclatit•etolleranzesono H11, H 13, Hzr dicati in neretto). lori in neretto).
485
I
I ---------------
'
I
I
I Fig. 8. L'estremitànelleviti di pressioneè un Fig. 9. Per alloggiarele estremitàconichedel- Fig.10. L'estremitàcilindricadi u11avite, inse-
datofunzionale, in quantoda essapuò dipen- le viti di pressionela norma UNI 2377preve- rita in una scanalaturapuò guidare 1111pezzo
I dereil tipo di appoggioe l'i11te11silà
sione.
dellapres- de appositesedi. mobile
I
Diametro massimo= Estremità piana
I +-------li ---------
lu
I
I
I
-
I 111
-=---~ I - ---~'-~--...
I
I Estremità cilindrica corta
'?À
Estremità cilindrica lunga Estremità conica Estremità troncoconica
~~
d.=d-1,6P
I ~
d, = 0,5 d ± 0,5 mm
'• =3P±0,5mm
I. =5P±0,5mm
486
I
1
ì
!
Indicazione
perla t t,
Pervili
con
Diametro
di filettatura
d
d, d, d, Ii ~
I .
l designazione diametro
I o,1 - - -
dxD 1 0,5
I
I 1 X 2,2
1 X 2,9
0,6
1
1,5
2
1,5
2
1,2
1,4
1,6
0,6
0,7
0,8
0,12
0,14
0,16
-
0,7
0,8
-
0,35
0,4
-
0,7
0,8
I
I
1,3 X 3,8 1,2 2,5 2,5 1,8 0,9 0,18 0,9 0,45 0,9
1,5X 4,5 1,5 3 3 2 1 0,2 1 0,5 1
2x5,5 1,8 3,5 3,5 2,2 1,2 0,22 1,1 0,55 1,1
2x6 2 4 4
I
I
2,5 1,5 0,25 1,2 0,63 1,25 .
2,5x7 2,2 5,2 5,2 3 2 0,3 1,4 0,75 ·J,5
4x9 2,5 5,5 5,5 3,5 2,2 0,35 1,7 0,88 \75
4 X 10 3 5,8 5,8 4 -2,5---- 0,4 2 --- --·-
1 2
6 X 12,5
6x 13
3,2
3,5
7,2
7,5
7,2
7,5
4,5
5
3
3,5
0,45
0,5
2,2
2,5
1,12
1,25
2,25
2,5
I
6x 14 4 7,8 7,8 6 4 1,5 3 1,5 3
8 x16
9x 17,5
4
4,2
9
10,2
9
10,2
7
8
10
5
5,5
7
2
2
2,5
4
5
6
1,75
2
2,5
3,5
4
5
I
Tab. IV. Lesediper estremitàconichedelleviti.
8,5 7 6
I
Le estremità delle viti secondo l'uni-
ficazione italiana sono rappresentate
1L·n
figurad1111e n~~lda
_ta~ellaVd.. .
--..---
,.
I
e teste e e v1t1 1picco 1e nnens10-
Fig. 12. Viti con intnglioper cnccinPite.
ni in genere presentano un intaglio _
per l'inserimento della punta del cac-
ciavite, e possono essere cilindriche,
1
coniche, a calotta e lenticolari o bom-
bate (fig. 12); per maggiori dimensio-
ni che richiedono un'azione di serrag-
gio notevole, le teste devono consen-
1
tire l'uso di una chiave, e sono perciò
di forma prismatica, in genere esago-
nale o quadrata (fig. 13), oppure pre-
I
sentano un incavo, per lo più esago-
nale (fig. 14), ma anche di forma di-
versa (triangolare, ottagonale, a stel-
la, ecc., fig. 15).
I
Le chiavi da usare saranno di conse-
guenza nel primo caso a forchetta, a
stellda,a bussola o reg ola(f~ili,e )nel se-
Fig. 13. Teste di viti pret•istepe,.l'uso di chi,wi. con o caso prismatic 11e 1g. 16 .
v· .
Fig. 14. ,tz contesla a cavaesngona1e.
I
487· 1
I
I Sono richiesti, come prima accenna-
to, diversi spazi minimi di manovra:
angolo di 60°; nella stessa figura so-
no individuati gli interassi minimi
fra due viti vicine e la distanza mi-
ne dimensioni nella tabella VI).
Le dimensioni trasversali per varie
con riferimento alla figura 17 si può forme prismatiche come in figura 19
osservare che pér effettuare una suf- nima dagli ostacoli.(Ulteriori esem- (valide anche per dadi) sono indica-
I ficiente rotazione occorre almeno un pi sono dati nella figura 18 ed alcu- te nella tabella VII.
I ~®
~~
g {
I
I --1@)
I
I
I@
I i~ per la mnnovradi chiavi per elementi esagonali.Si ha f = L/2;
Fig. 17. Dimensioni 111i11i111e
g = (L + e + dJ/2.
~
-·
Fig. 15. Cave prismatichedi variaforma per
I teste di viti. s
..
3,2
a
- ..
3,5 4
i, e
15,5 7
f g
10,5
R
'. •'
..
3,2
s ·t
: ~ !;•:.. d
.,: max
14
D
min .,
15,5
";.
10,5
4 . 11- - 4 - 14 -
I 4,5
5
5
5
5,5
5 - -11,5 7,5
5
5,5 20
17,5 7,5
7,5
11
12
1f
11
12
5
5,5
14
14
15,5
15,5
15,5
5,5 6 6 22 8,5 13,5 13,5 6 14 15,5
I
-,
6 7 6 22,5 9,5 15,5 14,5 7 20 22
7 8 7 25 10 16,5 15,5 8 20 22
-8 - _9_ 7 28. 10,5 -18,5 11 . ,- - 10 - 20- - .. -22-
- 9 9 8 30 11,5 20 18,5 11 20 22
10 9 8,5 32,5 1-3 22,5 20,5 12 20 22
11 9 9 34 14,5 24,5 22,5 13 20,3 22,5
12 10,5 9,5 38 15,5 26,5 24 14 28 30
I 13
14
11 10 41 16
12,5 10,5 43,5 16,5
28,5
30
25,5
27
17
19
35
37
37
40
17 15 12,5 52 19 35,5 32 - 22 37 40
I 19
22
24
16 14
18 16
56,5 21,5
64 23,5
19 17,5 69 25
40
45
48
35,5
40,5
43
24
27
30
37
39
45
40
42
48
27 21 19 76,5 28 55 48,5 32 48 51
I 30
32
23 20,5 84 30
24 22 90 31,5
60
62,5
53
55,5
36
41
58
61
61
64
36 26,5 23,5 99 37 73 63,5 46 68 71
41 30 26 112 41,5 82,5 71 50 76 79
46 35 28,5 122 45 90 77,5 55 82 85
50 40 31 134 47 96,5 83 60 88 91
55 45 32,5 142 49 102,5 88,5
60 50 35,5 150 51,5 109,5 94,5
65 57 39 164 57,5 121 104 di spazi mini-
Tnb. VI. Dimensionii11dicntive
70 60 44 180 64 134 115 mi di 1izn110..•raper chinvi,con riferimentoalle
488
I
-1
I
I Le dimensioni unificate delle teste per
viti e dei dadi esagonali rapportate ai
diametri di filettatura secondo la nor-
ma UNI 5625 sono invece indicate nel-
la figura 20 e nella tabella VIII.
Le viti a testa cilindrica con incavo
- -+ -
I
esagonale (dette talora "brugola",
dal nome di un costruttore) presen-
tano il vantaggio di poter essere ma-
s s s .I
novrate in spazi ridotti e di evitare la
sporgenza della testa dal piano di Fig. 19. Formedi teste di viti e dadi secondola norma UNI 5627 del 1965 (la dimensiones è
avvitamento (fig. 21). Le dimensioni
delle teste si ricavano dalla successi-
detta larghezzain chiave). :_ I
- ... --------
va tabella XIII. .. -·- ·--··- .. -
.. -, " .
I
...
s f min
Un altro tipo di testa è quello che pre- d ·-e
~ .,"
ea e,
nominale mrn mrn
senta un incavo a croce (fig. 22), che
"'-e-
A
Percategoria e
. Percategoria
consente l'uso di avvitatori automati-
3 3,5 4,2 4,1 3,29 - -
ci (facilitando comunque anche l'av-
vitamento manuale con cacciavite ad
estremità a croce).
3,2
3,5
3,7
4
4,5
4,9
4,3
4,6
3,48
3,82
-
-
-
- I
La mancanza della testa (viti senza te- 4 4,5 5,7 5,3 4,38 - -
sta o grani) consente la scomparsa
della vite nei fori e potrà essere con-
sentita nel caso delle viti di pressione.
4,5
5
5,5
5
6
7
6,4
7,1
7,8
5,9
6,5
7,1
4,95
5,51
6,08
-
-
-
-
-
-
I
Senza testa sono anche le cosiddette 6 7 8,5 8 6,64 - -
yiti prigionie~ o prigioni~r.i,..rilindri
fil~ttati da entrambeJ_e_par.ti. (anche
con passo diverso), _J:.1.!}adelle quali
7
8
8
9
9,9
11,3 10
9 7,74
8,87
-
8,63
-
-
I
(radice) viene avvi.tatiuU.ood.o.,....con
9 10 12,7 12 9,92 9,76 -
10
11
12
12
13
14
14,1
15,6
17,0
13
14
16
11,05
12,12
13,25
10,89
11,94
13,07
-
-
-
I
a)
13 18,4 17 14,38 14,20 -
I
I I
.) 14
16
15
16
18
19,8
22,6
·-
18
21
15,51"
17,77
15,33
17,59 -
- I
V
17 19 24,0 22 18,90 - 18,72 -
19
21
22
22
24
25
26,9
29,7
31,1
25
27
28
21,10
23,36
24,49
20,88
22,78
23,91
-
22,7
23,8
I
··24· 28 - . 33,9" 32 -- - - 26,75 - - ..
2s;11 26,0
·1
'1
26 31 36,8 34,5 29,01 28,43 28,1
27 32 38,2 36 30,14 29,56 29,1
30 35 42,4 40 33,53 32,95 32,5
32
36
38
42
45,3
50,9
42
48
35,72
39,98
35,03
39,55
34,6
39,0 I
38 - 53,7 - - 41,81 -
cc
41
46
50
48
52
58
58,0.
65,1
70,7
54
60
65
~5,63
51,28
55,80
45,20
50,85
55,37
44.4
49,8
54.1
I
55 65 77,8 72 61,31 60,79 59,5
I
t
i
60 70 84,8 80 66,96 66,44 64,9
65 75 91,9 85 72,61 72,09 70,3
70 82 99,0 92 78,26 77,74 75,7
.i
1
j
b)
75
80
85
88
92
98
106
113
120
98
105
112
83,91
98,56
95,07
83,39
89,04
94,47
81,2
86,6
92,0
I
i 90
95
105
110
127
134
118
125
100,72
106,37
100,12
105,77
97,4
103 I
1 100 115 141 132 112,02 111,42 108
L:)
i4 105 122 148 138 117,67 117,07 114
~ -.+-.-.-.-1-~j
didado
I d=D
1,6
s
3,2
k
1,1
m
1,3
2 4 1,4 1,6
I k
3
2,2
2,5
4,5
5
5,5 2
1,55
1,7 2
1,8
2,4
3,5 6 2,5
I 4
5
7
8
2,8
3,5
l;.
2,8
3,2
4
6 10 4 5
I 7
8
10
11
13
17
5
5,5
7
5,5
6,5
8
I Fig. 20. Dimensionicaratteristichedi lesteper viti e dadi esagonali,secondola norma UNI 5625.
12
14
16
19
22
24
8
9
10
10
11
13
18 27 12 15
I 20.
22
24
30
32
36
13
14
15
16
18
19
I 27
30
33
41
46
50
17
19
21
22
24
26
36 55 23 29
I 39
42
60
65
25
26
31
34
45 70 28 36
l- 45·
52
56
75
80
85
30
33
35
38
42
45
60 90 38 48
i 64
68
95
100
40
43
51
54
72 - 105· - -45·. ·58 ...
I 76
80
85
110
115
120
48
50
54
61
64
68
I 90
95
100
130
135
145
57
60
63
72
76
80
105 150 66 84
I 110
115
120
155
165
170
69
72
76
88
92
96
I 125
130
180
185
79
82
100
104
-®-
140 200 88 112
150 210 95 120
I Secondola normaISO272i valoridis 17,19,22,
32, vannososlilui'.i
rispettivamente
da 16,18,21,
34.
I
I Fig. 21. La vite a lesta cilindricaco11cavaesa-
gonale "scompare"dal piano di serraggio.
Fig. 22. Teste con incat•oa crocee cacciavite
"a croce".
Tab. VIII. Dimensioni di teste e dadi esago-
11,1li
riferiteai diametriunificati di filettatura.
490
I
I
I
Lato radice
\ /
Lato gambo Dado I
-----~t-
----
r--...,_..,~1TT'"'-'-nr,:~"~ Rosetta
I - - -- -- - --------------
. -- -
--
~i I
J
-
v,
- :+-
z ~
v,
I
e b
I I
Serrato
I
fino a
fondo
filetto I
Fig. 23. Dimensionicaratteristichedei prigionieriunificati. Fig. 24. Collegamentocon prigioniero.
I
~
esempigenerici.
4911
I
I Vitiprigioniere
a radicecorta(secondo
UNI5909.66e 5910• 66)
·I A passogrosso
da3 a 52UNI5909- 66
Apassofineda8 a 64UNI5910- 66
I Passo ...
.fine - - - - M
8x1
M M M M
10X 1,25 12X 1,25 16X 1,5 20X 1,5
M
24x2
M
30x2
M
36x2 42x3
M M
48x
I . Lunghezza
radicee
. 3
12
4
H
5
16
6
18
B
22 26
10 12
30
16
38
20
46
24
54
30
66
36
78
42
90
48
10~
Lunghezza
- - - - - 32 36 44 52 60
I gambob
Lunghezza
I
- -
10+ 30 10+ 40 12+50
- - - - - - - 73
72
85
I . . ... Vitiprigioniere
a radicemedia(secondo
UNI5911• 66,5912• 66e 5913• 66)
A passogrossoda3 a 52UNI5911- 66
I ..
grosso M3 M4 MS M6
Apassofineda10a 64UNI5912- 66
A passofinesulgamboe a passogrosso
MB M10
sullaradice
da8 a 20UNI5913- 66
I radicee
Lunghezza
4,5
12
6
14
7
16
9
18
12
22
15
26
18
30
22
38
28
46
32
54
40
66
45
78
58
90
62
102
....- - .. - - -· -
gambob - 36 44 52 60 72 84 102 108
- - -
- - -- -- -
I Lunghezza
I
- - 73
10+ 30 10+ 40 12+ 50 14+ 70 16+ 100 18+ 120 22 + 140 28 + 170 35+200 45+200 55 +240 65+240 75 + 240 85 +,
85 97 115 121
..
I Filettatura
d
8g
MB
B
M 10 M12
10 12
M14
14
M16 M18 M20 M22 M24
16 18 20 22 24
M27
27
M30 M33 M36
30 33 36
M39 M42
39 42
M45
45
M48
48
M52
52
d, i,15
s I nom. 13 17 19 22 24 27 30 32 36 41 46 50 55 60 65 70 75 BO
I e
m
min.
h17
14,20 Hr,72 20,88 23,91 26,17 29,56 32,95 35,03 39,55 45,20 50,85 55,37 60,79 66,44 72,09 77,84 83,39 89,04
6,5 8 10 11 13 15 16 18 19 22 · 24 26 29 31 34 36 38 42
I i, 17 100 120 150 180 200 200 250 250 280 320 350 400 420 480 500 550 580 620
I 492
I
j. I
.
.
' Vitiprigioniere
a radicelunga(secondo
UNI5914• 66,5915• 66e 5916- 66)
A passogrossoda3 a 52UNI5914- 66
A passofineda10a 64UNI5915- 66
A passofinesulgamboe a passogrossosullaradiceda8 a 20UNI5916- 66
I
Passo
grosso M3 M4 MS MG MB M10
M
M12
M
M16
M M
M20 M24
M
M30
M
M36
M
M42
M
M48
M
I
fine - - - - - 10X 1,25 12X 1,25 16X 1,5 20x 1,5 24x2 30x2 36x3 42x3 48x3
,
:l Lunghezza
radicee 6 8 10 12 16 20 24 32 40 48 60 72 84 96 I
' 12 14 16 18 22 ·- 26 30 38__ _46_ 54 66 78 90 102
I
f
, Lunghezza
- - - - - - 36 44 52 60 72 84 96 108
gambob
- - - - - - - - - 73 85 97 109 121
I
Lunghezza 10+30 10+40 12+ 50 14+ 70 16 + 100 18 + 120 22 + 140 28+ 170 35 + 200 45+220 55+240 65+240 75+240 85 + 240
. :-.... . . -. . Vitiprigioniere
a radiceextralunga
(secondo
UNI5917• 66,5918- 66e 5919- 66)
·- .· ....
-··-. ---. ··-- -- ...
I
I-:~:_· ..;--· ..-- -·. .. ...... ·-··
A passogrosso
A passofinesulgambo
.
da3 a 52UNI5917• 66
A passofineda10a 64UNI5918• 66
e a passogrosso
-
sullaradiceda8 a 20UNI5919• 66
··- -- : .... ---·--- ·- . -
I
-1".' -;
M3 M4 MS M6 MB M 10 M12 M 16 M20 M24 M30 M36 .. M42 M48
I
grosso
: -· ·- . ,
Passo .. .. . .
..
.-:,:w.,.,
...'(,;·1
-. .. fine. ..
. ..
- --
...... ., ---- .....
. .. .... ..
..- -- . -
:
M M M M
-- 10x1,25 12X 1,25 16X 1,5 20X 1,5
M
24x2
M
30x2
M
36x3
• M M
42xa · : 48x3
'' Lunghezza
radicee 8
12
10
14
13
16
15
18
20
22
25
26
32
30
40
38
50
46
60
54
75
66
90
78
105
90
120
102
I
Lunghezza
gambob -
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
36
-
44
-
52
-
60
73
72
85
84
97
96
109
108
121 -··1 _,
Lunghezza
I 10+30 10 +40 12+ 50 14+ 70 16+ 100 18+ 120 22 + 140 28 + 170 35 + 200 45 + 220 55 + 240 65+240 75 +240 85 + 240
I -~-·-·-·-·-·-·I
--l Vitia teslaesagonale
largaadallaresislenza
percarpenteria
grosso
A
12+27 5712
e
I -~---·-·---+-.
-·-.-~
- Vili a testaesagonale
congamboparzialmente filettato
grosso
A-B
e
1,6+64
5+64
EN24014
EN24016
fine A-B 8+64 EN28765
I t)-1------
-------·---11- Vitia testaesagonale
congambointeramente filettato
grosso
fine
A-B
e
A-B
1,6+ 64
5+64
8+64
EN24017
EN24018
EN28676
I -i!-·-·---·---·
---
.-J.· Vili a testaquadracongambo
interamente
filettalo grosso e 5+36 5726
I -i-.
-.-.--r-.-.-@J· Vili e bullonia testaquadra
condadoesagonale
grosso e 5+36 5728
I ~------1---~:]
Vitie bullonia testatondastretta
e nasellocondadoesagonale
grosso e 5+24 5730
Wi e bullonia testatondalargae
grosso e 5 + 14 5731
I -~- / "<.- quadrosottotesta condadoquadro
I condadoesagonale
I Vitisenzatestaconesagono incassato
finesugambo,
grosso suracfice
grosso
A
8+ 70
3+24
5919
grosso 1,6+56
-~X--------[----_3-
.•"-'
Vitia testacilindrica
conesagono
incassato
fine
A
8 +56
5931
fine
A
3+24
8 +24
5923
fine
A
3 +24
8+24
5925
I tJ ..
J Vitia testasvasataconcalottaedintaglio grosso A 1,6+ 12 ENISO2010
I 494
I
-I
..
-E------·-H· Vitisenzatesla
grosso
A
2+20
EN27435
I
-- -- conintaglioedestremità
cilindrica
__
fine 8-:-20
+-----·-·-©- Vitisenzatestaconintaglio
ed estremità
a coppa
grosso
- A
3+ 10
EN27436
I
fine 8: 10
i]---------[
J· Vitia testaquadra
ridottaconbordino
grosso
A
5-;-24
6051
I
fine 8-;-24
I
I F
I. l=cno
··-
Vitiadalette grosso
grosso
e
-
3-:-16
- --
1,6-;-12
..
5449
..
·1
.
Vitia lestazigrinata A 6048
I
I-
fine 8-;-12
I
... -
~
--
tI . - ·-. - .. . grosso - 1,6-:-10· -
l
I
Vitia testazigrinata
concolletto
fine
A
8-;-10
6049
I
j
!I
I
!
~-
Bullonia lestasvasatae quadrosottotesta
condadoquadro,permacchine agricole
grosso e 10-;-22 6104
I
i
-
' -~- --
Forcelle
d'attacco
pertirantia cerniera
grosso
A
5-;-24
6056 I
! fine 8-;-24
'
j
-@c==:n Tiranteadocchio
conestremitàda ribadire
grosso•.
fine
A
5-;-24
8-;-24
6057 I
.'i'
\ @r===D Tiranteadocchio
conestremità
smussata
grosso
fine
A
4-;-30
8-;-30
6058 I
I!
I
--1- . - - - .. - ·]· Tirantefilettato 6610
I
Golfareadocchiocilindrico
I @o 1S03266
_J.
i
congambofilettato
I
i I
L
495
I
I Rappresentazione Denominazione Rappresentazione Denominazione
;
I
@]+- - -+ Viteconflangia
Vitea teslatondalarga
I ~-
conintaglio
I -@-------lE---31-- Vitecongambocalibrato
'•·
Vitemaschiante
.
-~ a testaesagonale
I
I --~]-·---·-·--lo-- Vitea testaesagonale
conestremttàcilindrica ~- . - - -
Vitemaschiante
a testaconintaglio
I
I § H--E---l-- Vitecontestaa martello -~t:--------(-----t- Prigioniero
permuratura
I
1-- o
I
~
--- - -
I --)-----·i· Vilecontestabiesagonale
.
-- Occhiolo
filettato
I
~--+--,,@· . -
Vitea testaÒtlagonale
. - (f.:--;--.-:: -- . ··-
Cavalletto
-
filettato
-·
I -·-·-·-·-·-·-· -
I -lJ-
----]-------·Il- Vitea testatriangolare Vitecontestaa gancio
-P--i---]-
I
..
I -€---------1-----Il-
Vttesenzatesta
conintaglio
e gamboparzialmentefilettato
-Cl11--------11- Viteacon
testaesagonale
calotta
I
I -~t.-.-.-. -I- ---Il-
Vttesenzatesta
conesagonoincassato
e gamboparzialmente
filettato
-8-------- Chiodofilettato
I 496
Le tabelle da XI a XXII e le relative fi-
I
'
I
···;,_-.,{:,:Filettatura
. •........~!,3 -{ ..,I . ; t
. '- -~· 4 ... . . . ~-
.
.,.,,
,,.- --~.
.
.
I
.Jitt:~
i
·.; MS .. M10
-:,..,...·~--~ ·;/u-1é"
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- · 11 -· ··--·'"'!'.
,.
M6 MB
,· ..... ·.::~ {,,_
~ M12
-.;... i
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14
-
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M20 M22
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13,5
--~'i:ì:1s:
13,5 15
M52
15
I
··1
I s nom. 36 41 46 50 55 60 65 70 ..... 75 80
k i, 16 15 17 19 21 23 25 26 28 30 33
r 0,8 1 1 1 1. 1 1,2 1,2 1,6 1,6
I
··I
I i, 17 50.;.200 55+200 60+200
-·- ·- . -
I
'! b)
3o·
-kèyI I
I
a)
Larghezza
in e iave s
k
'
- - -·-·'5+·-·
~
---------
.
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' -§] I
- -·-·-·-·-· ·-· - -~
e) I
I
I
k
·-·-·-·-·---·-·---~
!
'
tW I
Fig. 31. Bulloni(a), viti a testaesagonalecon gambofilettato parzialmente(b) ed interamente(e). La designa:ionesi fa indiçandoVite (o Bullo-
ne) dx I UNI ...
I
497 I
- ----------------------m-1
I
I Filettatura
Bg
d d, b+2P
o s . K m r
Lunghezza
I
I a passo
grosso
MS
a passo
fine
-
i•15
5
IS 125
16
125<1:.200
-
nom.
8
Js16
3,5
h 17
4 0,2 25 +50
Js 17 :
M6 - 6 18 - 10 4 5 0,25 30+60
I MB
M10
M12
-
-
-
8
10
12
22
26
30
32
36
- 13
16
18
5,5
7
8
6,5
8
10
0,4
0,4
0,6
40+80
45 + 100
50 + 120
-
I M14
M16
M18
-
-
14
16
18
34
38
42
40
44
48
21
24
27
9
10
12
11
13
15
0,6
0,6
60.+150
65 +160
0,6 - --65+200
M20 - 20
I. M22
M24
-
-
22
24
46
50
54
52
56
60
30
34
36
13
14
15
16
18
19
0,8
0,8
0,8
80+200
90+200
90 + 240
M27 - 27 60 66 41 17 22 1 110+260
-
I M30
M33
M36 M36x3
-
30
33
36
66
72
78
72
78
84
46
50
55
19
21
23
24
26
29
1
1
1
110+ 300
130+ 320
140+ 360
M39 M39x3 39 90 60 25 31 1
I M42
M45
M42x3
M45x3
42
45
84
90
96
96
102
65
70
26
28
34
36
1,2
1,2
150+ 400
160+ 440
180+ 440
M48 M48x3 48 102 108 75 30 38 1,6 180 + 480
I M52
M56
M64
M52x3
M56x4
M64x4
52
56
64
-
-
-
116
124
140
80
85
95
33
35
40
42
45
51
1,6
2
2
200 + 500
220 +500
260 +500
I Tab. XII. Alcune dimensionidei bulloni e delle t•iti a testa esagonalea gambo parzialmentefilettato (EN 24014 a passogrosso ed EN 28765 a
passofine).
.... - .. -
-· ··-··· -- Filettatura . -- -·-. ·- - - ·-
I d -- ·
.
6g d, b+2P k .
t
a=3p s D r I
peri:. o nom. h13 h 13 min
a passogrosso a passo h 12 min max
· fine
I M3
M4
_ ..MS . .
-
-
-- . -
20
25
30 · - -5
3
4
18
20
2,5
3
22- ,....4-· -
3
4
.. 5 -
7
5,5
· -8,s·
1,3
2,0
- 2,7· --
1,7
2,4
3,1
0,1
0,2
0,2· -·
5+30
8 +40
8 +50
-
I M6
MB
M10
MBx 1
M10x 1,25
35
40
45
6
8
10
24
28
32
5
6 •
8
6
8
10
10
13
16
3,3
4,3
5,5
3,78
4,78
6,25
0,25
0,4
0,4
10 + 60
12+ 80
16 + 100
M12 M12x1,25 50 12 36 10 12 18 6,6 7,5 0,6 20 + 120
I M14
M16
M18
M14x 1,5
M16x1,5
55
60
14
16
40
44
12
14
14
16
21
24
7,8
8,8
8,7
9,7
0,6
0,6
25 + 140
25 + 160
M18x1,5 65 18 48 14 18 27- 9,8 10,7 0.6 30 + 180
I M20
M22
M24
M20 X 1,5
~22x1,5
M24x2
70
70
80
20
22
24
52
56
60
17
17
19
20
22
24
30
33
36
10,7
11,3
12,9
11,8
12,4
14
0,8
0,8
0,8
30 +200
35+200
40 +240
M27
I M30
M33
M27x2
M30x2
M33x2
90
100
100
27
30
33
66
72
78
19
22
24
27
30
33
40 ·-
45
50
15,1
17,1
18,8
16,2
18,2
20,1
1
1
1
45 +260
45 + 300
50+300
M36 M36x3 110 36 84 27 36 54 20,8 22,1 1 55 +300
I M39
M42
M45
M39x3
M42x3
M45x3
120
130
150
39
42
45
90
96
102
27
32
32
39
42
45
58
63
68
22,9
25,0
27,1
24,2
26,3
28,4
1
1,2
1,2
60 +300
60 +300
70+300
I M48
M52
· M48x3
M52x3
150
150
48
52
108
116
36
36
48
52
72
78
Lunghezzeunificate:5; 6; 8; 10:12:14; 16; 18;20;22;25:30; 35;40:45;50;55;60;65; 70;75;80;90; 100;110;120;140;160;180;200;220;240.
29,1
31,9
30,4
33,5
1,6
1,6
70 +300
80+300
I 498
I
~,....,....,...,/
- -'
-ì
•-,-II \ 01 =__
=__=___
)),-f--------,--a:l----~
__ ::::ii.--_----i~
~i I
-_-)'
!,..::;~==~ I T T
t
a
z
b
e
I
a =-3 passo grosso
k
lg = 1-b
I
Fig. 32. Viti a testa cilindricacon esagonoincassato(il gambopuò esserefilettato parziJJlmente
od interame11te). I
I
a) · a=3p
TESTA CILINDRICA
I
~
-· -'v+
a=2p
b)
per I S 40 il gambo è interamente filettato
I
TESTA SVASATAPIANA
~
w k
e
s I
Fig. 33. Viti a testa svasatacon esagonoi11cassato:
a) pia11a(secondoUNI 5933)e b) (secondole
I
normeUNI 5935 per il passogrossoed u:w5936 per il passofine, orasoppresse).
Filettatura
d
-- ENIS02009
I
6g D K s t r~r 1 ri w I I'
a passo
grosso
M3
a passo
fine
-
h13
6
h 13
1,7
nom.
2
max
1,3
min
M10
M12
M10 X 1,2
M12x 1,25
20
24
5,5
6,5
6
8
4,8
5
0,4
0,6
30
35
1,4
1,8
16 + 60
20 +60
50
60
- - - - - - - ---:il
' I
l
M14 M14x1,5 27 7 10 5,3 0,6 40 1,9 30+ 70 60 b
M16 M16 X 1,5 10
M18 M 18x 1,5
30
33
7,5
8 .12
5,8
6
0,6
0,6
45
50
2,1
2,3
30+70
40+70
70
70 I
II
M20 M20x 1,5 36 8,5 12 6,5 0,8 55 2,5 40 + 70
EN 1502010
Lunghezzeunificate:8; 10;12;14;16;18;20:22;25; 28;30;35;40; 45;50;55;60;65;70;75.
Tab. XIV. Dimensioniper le viti difigura 33:la normaattuale11011prevedepilÌ le viti a passofine. Fig.34. Vari tipi di viti ntesta con intaglio.
I
,1
i
l
499 I
..r
..__ -- --···-- -- ---·----
I
Estremità piana smussata Estremità conica Estremità cilindrica Estremità a coppa
UNI5923 UNI5927 UNI5925 UNI5929
I
I e
·I
I
Fig. 35. Viti senza testaad esagonoincassatocon diverseestremità.
I a)
I
CJ
I M1,6
M2
M2,5
0,4
0,5
0,6
0,45
0,6
0,7
3
3,8
4,5
1,1
1,4
1,8
3
3,8
4,7
1,2
1,5
3
4
5
2 + 16
3+20
3+25 EN24766
M3 0,8 0,9 5,5 2 5,5 1,7 6 4 +30
I M4
MS 38
1,2
1,2
1,2
1,5
7
8,5
2,6
3,3
8,4
9,3
2,7
2,8
9,5
9,5
5+40
6+50
b)
MG 38 1,6 1,8 10 3,9- 11,3 3,3 12 8+60
..
I ·Ma
M10
38
38
2
2,5
2,3
2,7
13
16
5
6
15,8
18,3
4,6
5
16,5
19,5
10+ 80
12+80
I Lunghezza
I unificate:
2; 3; 4; 5; 6; 8; 10;12;14; 16;20;25;30; 35;40;45;50;55; 60;70; 80.
I .;
.:-;:
' .,..
Filettatura
d
6g
.. - :~
,;,
.,
'
:
•-;
;
··-·
·.:._.. s t
·-.~ ·- .
d, ..
..•• !•"• • ·~. '-. l
d, , ·.,,
- -- ..-~.-,.:!
•.
---~
·,-~Jr
.. e)
1,4
! • ;, : •
5+20
M4 - 2 3 2,5 2 5 +25 - I
I
e e
MS - 2,5 3,5 3,5 2,5 6 +30
M6 - 3 4 4 3 8+30
MS M8x1 4 5 5,5 5 8+40 EN 27435
I M10
M12
M14
M10x 1,25
M 12X 1,25
M14x1,5
5
6
6
6
8
8
7
8,5
10
6
7
8
10 +50
12 +60
14 +70
d)
M16 M16x1,5 8 10 12 10 16 + 70
I M18
M20
M22
M18x1,5
M20x 1,5
M22x1,5
8
10
12
10
12
15
13
15
11
13
18+ 75
20+75
17 15 25+ 75
M24 -
I Lunghezzeunificate:
M24x2 12 15
EN 27436
Sidevepreferire
l'impiego divilicondimensioniindicate
in carattere
nero.
I 500
1··-- -
a) b) e) .. - d) • ·.Filettatura
I
Filettatura A passogrosso A passogrosso A passogrosso A passogrosso d- .
6g s
.d
69 n t
UNI6113-67
A passofine
UNI6114-67
UNI6115-67
Apassofine
UNI6116-67
UNI6117-67
Apassofine
UNl6118-67
e passofine
UNI6119-67
a passo a passo
grosso fine
k r,
nom. I
I
a passo a passo I d. I d, I d, I MS - 5 0,2 5 10+ 40
grosso
M1,6
M2
fine
-
-
0,3
0,3
0,8
0,8
2+6
3+8
-
1
-
3+6
-
-
2+6
3+8
-
-
-
-
M6
M7
MB M8x1
-
-
6
7
8
0,5
0,5
0,5
6
7
a
16+ 55
16+60
16+ 60
I
M2,2 - 0,4 1 3 + 10 1,2 4+ 10 - 3 + 10 - -
M2,5
M3
-
-
0,4
0,5
1
1,2
3+10
3+ 10
1,5
2
4+ 10
5+ 12
-
-
4+10
4+12
-
1,4
-
3 + 10
M 10
M12
M 14
M 10x1,25
M 12x1,25
M 14x1,5
10
12
14
0,5
0,5
1
10
13
17
20+ 70
30.;.90
30 + 110
I
M4 - _Q,~1,4 4 + 12 .. J,5 _!.±J_~_ - 6 +14 2 4 + 12 M 16 M 16x1,5 16 1 17 30 .;.120
M5 - 0,8 1,8 4 + 16 3,5 8 + 18 - 8+18 2,5 5 + 14 M 18 M18x1,5 18 1 19 45+ 140
I
M6 - 1 2 5+20 4 8+22 1 8+22 3 6+20 M20 M 20 x1,5 20 1 22 45+ 150
MB MBx 1 1,2 2,5 6 +25 5,5 10+28 2 10+28 5 8+25
M10x1,25 1,6 3 Lunghezzeunificate:1O;12;14; 16;20;25;30;
M 10
M 12
M14
M 12X 1,25 2 4
M14x 1,5 2 4
10+30
12+ 40
16+45
7 12.;.35
8,5 14+45
10 18+45
2
2
4
12+35
16+45
18+45
6
-
-
10+30
-
-
35;40;45;50;55;60;65;70;75;80;85;90;
100;110;120;130;140;150. I
M 16
M 18
M 16X 1,5 2,5 4,5
M 18x 1,5 3 5
18.;.50
18+55
12
13
22+50
25+60
4
5
22.;.SO
25+60
-
-
-
- Tab. XVIII. Dimensionidelleviti di fig. 37. I
M20 M 20x 1,5 3 5 20.;.55 15 28+60 6 28+60 - -
LunghezzeI unificate:2; 2,5;3; 4; 5; 6; 8; 10;12;14;16;18;20;22;25;28;30;35;40;45;50;55;60.
Tab. XVII. Dimensionidelleviti del tipo difigura 36, secondola normativadel 1967.
Tipo A
(con estremità a calotta) I
--~
==--:JG I
e
TipoB
I
-e (con estremità cilindrica)
k
-~
!
I
o I
CX 45• z
I
-~
k
a
k I
TipoC
I
(con estremità conica)
-~
I
k
I
Fig. 37. Viti di pressionea testa quadraridotta (UNI 6050). Fig. 38. Viti per serragg~o111a1111a/e,
gri11ata(secondoUNI 6048).
a testa zi- I
..
I501
--------,
Filettatura
d
69 r, I Zigrinatura
e D k parallela
a passo a passo
grosso fine
M1,6 - - 8 2 - 3+10 0,5
M2 - - 9 2,5 - 4+14 0,8
M2,2 - 0,3 10 2,5 - 4 + 14 0,8
-"M2,5 - 0,3 11 2,5 - 5+16 0,8
M3 - 0,4 12 3 0,2 6+·20 0,8
M3,5 - 0,4 14 . 3,5 0,2 7 +20 1
M4 - 0,4 16 3,5 0,2 8+25 1
MS - 0,5 20 4 0,2 10+30 1 Rosetta S essore
M6 - 0,6 24 5 0,5 12+30 1,5 speciale da serrare
MS M8x1 0,6 30 6,5 0,5 16 + 40 1,5
M10 M10 X 1,25 0,8 36 8 0,5 20+50 1,5
M12 M12 x 1,25 0,8 43 9,5 0,5 25+60 1,5 Fig. 39. Collegamentocon bulloneper carpen-
I Lunghezzeunificate:
3;4; 5;6;7; 8; 9; 10;11;12;14;16;18;20;22;25;28;30;32;35;38;40;45;50;
55;60.Sidevepreferire
l'impiego
divilicondimensioniincaratterenero.
teriaa testa esagonalelarga:lo spessoreda ser-
rareè elementoper la sceltadella vite, secondo
la successivatabellaXX e lafigura 40.1 bullo-
ni ad alta resistenzasi impieganoper notevoli
1- Tab. XIX. Dimensionidelleviti di figura 38. sforzi di serraggio.
I -o
A
I -
1'
I Fig.40. Dimensionicaratteristiche
di viti e dadicostituenti1111bullonead alta resistenza(va completatocon le rosettead alta resistenzaUNI 5714).
k
I
.
, . :
. DIAMETRO
d DELLA
VITE
. . .. .. .
Spessore
dasenare
··-;., ..
, 16 •• - -#
da a I ; X .. I X. I X I X I X I X
.. ...
..
14· . 18 45·
19 23 50 50 55
24 28 55 55 60 60
29 33 60 26 60 65 65 65 70
34 38 65 65 27 70 31 70 32 70 75
39 43 70 70 75 75 75 34 80 37
44 48 75 75 80 80 80 85
49 53 80 80 85 85 - 85 90
54 58 85 85 90 90 90 95
59 63 90 28 90 95 33 95 34 95 37 100 39
29
64 68 95 95 100 100 100
69 73 100 100 ·- 110 39
74 78 105 110 33 110 34 110 37
79 83 110 29 120 39
84 88 120 33 120 34 120 37
89 93 120 29 130 39
94 98 130 33 130 34 130 37
99 103 140 39
104 108 140 37
109 113 150 39
114 118 150 37
119 123 160 39
Tab. XX. Lunghezzee diametri,felleviti (UNI 5712) di figura 40, in funzione dellospessoreda collegare.
I 502
I ----
Fra le viti particolari vanno ancora ri-
I
cordate le autofilettanti, il cui filetto è
in grado di costruirsi la madrevite fa-
cendosi strada in un foro liscio di pre-
1
parazione: non è previsto l'uso di da-
di e la vite è accessibile solo dalla par-
te della testa, ed è in genere utilizzata
I
nell'accoppiamento di lamierini o in
materiali teneri come leghe leggere e
materie plastiche. La madrevite può 1·,
essere realizzata per defon;nazione
(viti autoformanti) ma anche per
s
L e.=1,155a
asportazione di materiale, come nel
caso della vite di figura 44, non unili-
cata, in grado di praticare addirittura
I
direttamente il foro di preparazione.
Fig. 41. Le viti a testaquadratavengonospessousateincassatein appositescanalaturechene La figura 45 illustra alcuni tipi unifi-
impedisconola rotazione(anchenellescanalaturea T dellemacchineutensili).
I
cati di viti autofilettanti, di cui alcu-
d, l. 16 5
M6
6
MB
8 10
M10
12
M12 M 14
14 16
M 16 M 18
18
M20
20
M22
22
M24
24 27
M27 M30
30
IM33
33
M33
36
b+2P I 1~125 16 18 22 26 30 34 38 42 46 50 54 60 66 72 78
o
s
1125< I ~200
nom. 8 10 13
32
17
36
19
40
22
44
24
48
27
52
30
55
32
60
36
66
41
72
46
I
78
50
84
55
1----------1
e
k
e,
min.· 10
i, 16 3,5
13
min. B,63 10,89
4 - 5,5
17
14,20
22
18,72
87 9
25
20,88
28
23,91
32
26,17
10
36
29,56
12
40
32,95
13
42
35,03
14
48
39,55
15
54
45,20
17 19
60
50,85 I
65
55,37
21
72
60,79
23
h 17 4: 5 6,5 10 11 13 15 16 • 19__ 22
I
m B 18 24 26 .. 29
0,5 0,5 0,5 0,5 1 1 1 1 1 1 1,6 1,G 1,6 1,6 2
i, 17 20 +65 25 +70 25+100 30 + 140 35 f 180 40+200 45 f 200 45 +200 50 +200 55 + 60 f 200 65 +200 70 f 200 75 +200 80 +200
Lunghezze
untticate
I: 20; 25; 30; 35; 40; 45;·5o; 55; 60; 65; 70; 75; 80; 90; 100; 110; 120; (125); 130; 140; 150; 160; 170; 180; 190; 200.
-
- --- -1--- -------- ~1 I
~I i
J b
w
Fig. 42. Esempidi viti
e bullonia testaquadra.
k I
I
Vite Bullone
I
EI
·=
i:: ,,.._____,..-,;:=t"-,..
I
k
b
Larghezza
in chiave s
I
Fig. 43. I b11llo11i
esagonali.
a testa tondastretta sono usati nellacarpenteriametallicae m:llecostrnzio11i
misteferrolegno;in generespnoaccoppiatia dadi I
503 I
I
I ne sono pm ampiamente definite
nella figura 46 e nella tabella XXIII,
Fig. 44. Vite perforan-
te ed autofilettanteper
mentre la tabella XXIV indica le di- Jnmiere e materiali
I . -
-··-- ...... ->t-.---. r~·.•-: --J?-,,-.,.
... Filettatura..
MS· · · M6 MS
d M10.. M12.. M14 M16 M18 _M20 M22
\ M24
I --
-- -
··-.
8g
d,
-
' ..
l. 15
. - -·-
5
.....
~
6
- -.
--:~ ....
........
8
-·-..
. ·-
10 12 14
-
-
16
-38--
18
... ·- .. :.·. ~-·
20 22
_,.,,.
__1_:'!:.~-- ....--~·
. ·-
--
--
24
~
b+2P I I s 125 16 18 22 26 30 34 42 46 50 54
I o
d,
r,
l125<1S200
i. 16 9
5
-
11
6
-
15
8
-
18
9,5
-
11
36
21
40
23
12
44
26
13,5
48
30
15,5
52
33
17,5
56
35
18,5
60
40
21
i. 16
I k
e
n
n16
min.
3,5
1,5
1,3
4
2
1,8
6
2,5
2,3
7
3
2,7
8,5
3
2,7
9
3,5
3,3
10,5
4
3,5
12
4
3,8
13
4,5
4,2
14
5
4,8
16
5,5
5,2
r, 0,5 0,5 0,5 0,5 1 1 1 1 1 1 1,6
I s
e
m
nom.
min.
h 17
8
8,63
4
10
10,89
5
13
14,20
6,5
17
18,72
8
19
20,88
10
22
23,91
11
24
26,17
13
27
29,56
15
30
36,95
15
32
35,03
18
36
39,55
18
i. 17
I Lunghezze
I
unificate
20+60 25 + 75 30 + 100 35 + 120 40+ 140 45+ 160 so+ 170 55 + 180
I: 20;25;30;35;40;45;50;55;60;65;70;75;80;90;100;110;120;(125);130;140;150;160;170;180;190;200.
60 + 200 65+200 70+ 200
I Tub. XXII. Dimensionidi viti e bullonia testa tondastretta con nasello,secondola UNI 5730.
-~-- AB AB
I Viliautofilettanti ENISO
--~- Vili autofilettanti
1483
I..
a testasvasata
a testaesagonale 1479 ..... tt.rimmi.n
.. 6953
- concalottaed intaglio
'
-- -~-~---- B --~--- B
I -P·- Vitiautofilettanti
a teslaesagonale
AB
6950
-~-- Viliautofilettanti
a testa
bombalaed impronta 1----i
e
ENISO7049
··@==--- conbordinosottolesta
B -~--- -
a croce
F
·I -~--- AB --~-- e
Vitiautofilettanti Vitiautofilettanti
I -S--·- a testacilindrica
conintaglio
B
6951
--~---
a teslasvasata
conimprontaa croce
1------i
F
ENISO7050
1, -~---·
a teslasvasala
conintaglio
B
ENISO
1482
-~---
a teslasvasata
concalottaedimpronta
a croce
1----i
F
ENISO7051
I 504
-----------------
I
~
~
Ovviamente un partiçolare campo di
applicazione hanno le viti da legno, la
vi ~
estremità tipo e estremità tipo F cui specifica filettatura si è vista in fi-
gura 26 e tabella VIII del capitolo 12: I
-~~~~ @ -•·-5-! tali viti sono generalmente costruite in
acciaio dolce (spesso zincato o niche-
2,8
4,6
1
3,4
5,4
2
4,6
6
2
4,7
6,6
2
4,~
8,2
2
5,4
9,4
3
7
11,1
3
7,4
siddette "antimanomissione", in quan-
to possono essere svitate solo con at-
trezzi particolari per evitarne la facile
I
Profondità I max 1,57 2,21 2,39 2,54 2,74 3,2 3,53 3,96 asportazione (in mezzi o locali pubbli-
I
I min 1,17 1,81 1,89 2,04 2,24 2,7 3,02 3,46 ci ad esempio).
4,5X 9,5 4,5 x25 6,5 X 38 9,5X 38 9,5X45 9,5X 50 13X 50 13 X50
I
Lunghezzeunificate:
4,5;6,5;9,5;13;16; 19;22;25;32;38;45; 50.
Diametro
nominale
·-·
Materiafi
deiforidi preparazione
._.,· :;~~·-_a)-_Diametri
fenolici
Inmateriali
Materiali
diversi__ , ___ . __ .
cellulosici,
acrilici
e slirenici
Gettidi alluminio,
magnesio,
zinco,ottonee bronzo
-
I
Diametro Profondità Diametro Profondità Profondità
Diametro del
I
difilettatura .. ilel forocieco delforocieco forocieco
delforo delforo delforo
mln min mln
2,2 2,00 5 2,00 5 2,00 3
t-
•
f
- 2,~
3,5
.. - 2,55-
3,25
6,?
6,5
- 2,40 _
3,10
6,5
6,5
2,65 . -- ..
3,25
5
6,5
..-1·
..l 3,9
4,2
3,45
3,80
6,5
8
3,25
3,70
6,5
8
3,65
3,85
6,5
6,5
ì
t 4,8 4,50 8 4,40 8 4,50 6,5
I
I
5,5 5,10 9,5 4,90 9,5 5,10 7
6,3 6,00 9,5 5,60 9,5 6,00 8
Tab. XXIV. Dimensionideifori di preparazione(con tollemnza H12) per viti a11tofiletta11ti
in
I
dil•ersimateriali.
I
l. ~
Fig. 47. Collega111e11to
; a) con viti da legno.
3 ~ ·-
I
l
I'.. h
:I
~~1-e:1-
'
1. I ,
I
) b)
n
"
J.
30·
...,,,"<.
-~--0~:- __
_
T l~I I
i I ! I.
l
-¾
I
I!:' I
f
,I Fig. 48. Alcunì tipi di
i'iti da h•gno1111ificate. I
~
.;
' ~,I
...__
505 I
I
Indicazioni Indicazioni
perla designazione h'
perladesignazione
o h n t r q
=
m u s h
I d
1,4
I
5-,-25 2,7 1,2 0,6 0,6 - 0,35 0,6 0,5 0,6
d
6
I
25-,-80 10 4,5
2 5-,-25 3,8 1,7 0,6 0,8 - 0,5 0,9 0,7 0,8 7 30+80 12 5
I 2,6
3
3,5
5-,-30
7-,-40
10-,-50
5
5,7
6,6
2
2,2
2,5
0,8
1
1
1
1,3
1,5
-
0,2
0,2
0,7
0,8
0,9
1,2
1,4
1,6
0,9
1
1,2
1
.1,1
1,2
10
12
8 30 + 130
40 + 150
50 + 175
14
17
19
6
7
9
4 10+60 7,6 2,8 1 1,7 0,2 1,1 1,8 1,4 1,5
I 4,5
5
10 + 70
12 -,-80
8,5
9,5
3,2
3,5
1,2
1,2
1,8
2
0,2
0,2
1,2
1,4
2
2,2
1,6
1,7
1,7
1,9
14
16
18
60+225
60+250
70+ 300
22
27
30
·;:
10
12
12
6 20-,-150 11,4 4,2 1,5 2,5 0,5 1,6 2,7 2,1 2,2
I 7
8
10
25 + 150
30 + 150
50 + 150
13,3
15,2
19
5
5,7
7,1
1,5
2
2,5
2,8
3,2
4,2
0,5
0,5
0,5
1,9
2,2
2,8
3,1
3,6
4,5
2,4
2,8
3,5
2,5
2,9
3,8
Tab. XXV. Dimensioniper le viti da legno di
figura 48a (a lato) e 48b (sopra).
I a)
I
I
Fig. 49. Alcune teste per viti di forma partico-
I
,- Fa:~-- a) b)
INSERTIFILETTATI
1 Nell'illustrare le viti prigioniere si è
fatto cenno alla difficoltà di avere fi-
letti resistenti in materiali poco resi-
•
ra, per lo più a passo grosso, che ne
consente l'avvitamento nel foro di ba-
I 506
I --
Fig. 51. Inserto di ti-
po elicoide.
esterna ed· una interna, ed è spessò
usato anche per riparare fori filettati
I
danneggiati (fig. 51). ·I]
La seconda categoria di inserti ha la
superficie esterna opportunamente la- li
vorata (zigrinature, scanalature, ecc.)
che assicura il collegamento per forza- il
mento in un foro liscio, generalmente il.
nel legno, materie plastiche, pannelli
sottili (fig. 52).
La rappresentazione degli inserti può
essere effettuata, secondo la normati-
I>
va, a diversi livelli (si veda anche la fi-
gura 1 del capitolo 9).
Nella figura 53 sono raffigurati degli
inserti a filettatura esterna inseriti in
I
fori ciechi o passanti, e nella figura 54
un particolare di montaggio con inser-
to, nelle stesse condizioni.
I
b)
I
a) e)
M30x 1.5
1· ·1
~1 I
I
I
I
~
.
Fig.53. Rappresentazione
di insertia filettaturaesterna:a) realistica;b) co11ve11.zio11ale;
e) semplificata.
. - - - . --
. ,-
I
I
I
,·
I
I I
I
Fig. 54. Montaggieffett11ati
con inserti in fori passantie cit'chi. I
507
I
··--1·
Rappresentazione Filettetura Filettatura
Riferimento
Denominazione a passo Categoria atab.UNI
"
DADI
II dado può essere definito come un
[]] Dadiesagonali
alti grosso e 5+64 EN24034
fine /VB
8+36
8+64
EN28674
EN28675
56), in cui il rapporto fra lunghezza as- [O] Dadiesagonali
bassi
grosso
/VB
B
1,6+ 64 EN24035
1,6+ 10 EN24036
fine
A
4+52
8 +52
5593
:il
..
dono ad esigenze estetiche (fig. 58).
;ji ;1·.--
.
- . -- .. \ - -·-
T
- ·-
® -
- Dadicilrridrici
a duefori
- .
grosso
-
À
.-
2+ 10
-
5719
I 0 '
. Dadicilindricia fori
a croce
-
grosso A 2 + 10
I ~-
Dadiesagonaliciechi
concalottasferica
grosso
fine
A
6+24
8+24
5721
.I ·-
I
tF ,
.
Dadicilindrici
adimpronta
grosso e 5 + 12 5723
V
grosso 12+ 33
Dadia coma e 2402
e fine 36e39
I le ma paritàdellenitredimensioni.Lo s11111sso
d'imbocco11011sempreè presente.
·~ fine 8 e 10
(segui!)
508
(seguito)
. - Rappresentazione Denominazione Riferimento
Fllettetura CategoriaFIiettatura
a passo Il
Vi sono poi dadi (o madreviti norma-
a tab.UNI lizzate) per il cui serraggio sono pre-
I
·-
'
I
-o
I
I
---,
V
m emin f
h
I
I ~~.., arrotonda.lo
I e)
_S_i ol~ arrotondato
Vista A
I éi1t.0 -·-· Ò
I
I Fig. 60. Dadiper serraggioa mano,zigrinati (a),ad alette,o galletti (b) e ad impronta(e).
nizzare le dimensioni a livello inter-
nazionale (che ha talora portato al
,_ ,, allezzam
cambiamento di valori in uso da tem-
I Diametro
__ . .
._-,.·:
nominale'·
D
.. •~\:_:·-,.·_·i~_:-··
.. F .
'-----------------1
Dimensioniesagono
I
s 28674
grosso fine e nominale 28675 poggio sugli elementi da collegare e la
sezione di nocciolo delle parti filetta-
M2 - 4,3 4 - 1,6 1,2
te: la prima influisce infatti sullo :-c!"or-
M3 6,1 5,5 2,4 1,8
zo di compressione, la seconda sulla
I M4
MS
M6
-·
7,7
8,8
11,1
7
8
10
5,6
6,1
3,2
4,7
5,2
5,1
5,7
2,2 forza di serraggio.
2,7
3,2
I MB
M 10
M 12
MBx1
M 10X 1,25
M 12X 1,25
M 14X 1,5 · -
14,4
17,8
20,1
-23,5 ..
13
16
18
21 -···
7,9
9,5
12,2
- 13;9
6,8
8,4
10,8
7,5
9,3
12
. 14,1
4
5
6
Filettatura
7H
O
-
e
min
-- : -
m
h 17
-
s
nominale
- M 1'4· 12,8 7 8
MS 10 4
M 16 M 16X 1,5 26,8 24 15,9 14,8 16,4 8 M6 13 5 10
M 18 M 18X 1,5 29,6 27 16,9 15,8 9 MS 17 6,5 13
M20 M 20X 1,5 33,0 30 19 18 20,3 10
M 10 22 8 17
I M22
M24
M27
M22x1,5
M 24X 2
M 27x2
37,3
39,6
45,2
34
36
41
20,2
22,3
24,7
19,4
21,5
23,8
23,9 ·
11
12
13,5
M 12
M 14
M 16
25
28
32
10
11
13
19
22
24
M30 M 30X 2 50,9 46 26,4 25,6 28,6 15
I M33
M36
M39
M 33X 2
M 36x3
M 39x3
55,4
60,8
66,5
50
55
60
29,5
31,5
34,3
27,6
31
33
34,7
16,5
18
19,5
M 18
M20
M22
36
40
42
15
16
18
27
30
32
M 24 48 19 36
I M42
M45
M48
M 42X 3
M 45X 3
M48x3
72,1
78,26
82,6
65
70
75
34,9
36,9
38,9
34
36
38
21
22.5
24
M27
M 30
M33
54
60
65
22
24
26
41
46
so
42
·1 Tolleranze
sum:h14finoa M16(cat.A), h16oltreM16(cat.B).
Devonoesse.re
di preferenza
impiegate
le dimensioni
indicatein caratterenero.
M45
M48
M52
92
98
105
36
38
42
70
75
80
510
I
I
Filettatura
D
Le tabelle da XXVIa XXXIIillustrano
I
f h m s una selezione di dadi normalizzati.
6H dl R V
i. 15 h14 i, 14 nom min I dadi cilindrici di dimensioni diame-
a passo a passo
grosso fine trali molto ampie rispetto alla lun-
ghezza assiale vengono comunemen-
M3 - 5 4 6,5 2,4 2,5 5,5 1 te chiamati ghiere (si veda anche più
M4
MS
M6
-
-
-
6,5
7,5
9,5
5
7
8
8,5
11
12
3,2
4
5
3,25
3,75
4,75
7
8
10
1
1
2
avanti).
Nel vasto campo di elementi filettati
non unificati che rispondono ad esi-
I
MS MSx 1 13 11 15 6,5 6,5 13 2 genze particolari di determina ti set-
M 10
M 12
M10x1,25
M12x1,25
16
18
13
16
18
22
8
10
8
9
17
19
2
3
tori industriali o derivano dall'intro-
duzione di nuove tecnologie, a'titolo
di esempio sono illustrati in figura 61
I
M 14 M14x 1,5 21 18 25 11 10,5 22 3
--
M 16
M18
M20
·- .
M16 x 1,5
M18x1,5
M20x 1,5
23
26
28
21
25
26
28
32
34
13
15
16
11,5
13
14
24
27
30
3
3
3
alcuni sistemi di fissaggio di dadi,
impiegati nel caso di montaggi di la-
miere sottili, soprattutto nei casi in
I
cui sia difficile od addirittura impos-
M22
M24
M22x1,5
M24x2
31
34
29
31
39
42
18
19
15,5
17
32
36
3
3
sibile l'accesso ai dadi con strumenti
di serraggio. I.
Tab. XXVIII. Dimensionidei dadiciechidi figura 58.
. filettatura
D .e D, d d, e h n t
~~5
I
6H .... . H13 · h 14 . h 14 i, 14 h14 H 14 i, 15
M1,6
M2
0,1
0,2
-
1
4
4,5
-
5,5 4
- 1,7
2
0,4
0,6
0,6
0,7
-
1,2
I
M2,2 0.2 1 5 6 4,5 2 0,6 0,8 1,2
M 2,5
M3
M3,5
0,2
0,2
0,4
1,2
1,5
1,5
5,5
6
7
7
8
9
5
5,5
6
2,2
2,5
3
0,6
0,8
0,9
1
1,2
1,5
1,5
2
I
0,8
M4
MS
MS
0,4
0,4
0,4
1,5
2
2,5
8
10
11
10 .
12
14
.
7 - ..
8
10
3,5
4,2
5
-1,2
1,2
1,5
1,4_
1,7
2,2
2
2,5
3
I
MS 0,6 3 14 18 13 6,5 2,7 3,5
M10
M12
M14
0,8
1
1
3,5
-
-
18
22
24
22
-
-
15
-
-
8
10
11
2
3
3
3,5
4
4
4
-
-
I
·- -- .. ·12 3 - -
M16 - .
.
- -
M 18
M20
.1 .
1
1
~
-
-
27
30
32
-
-
-
-
-
13
14
4
4
f
5
5
-
-
I
't
r.
Tab. XXIX. Dimensionidi dadicilindricisecondola norma UNI 5719.
Filettatura
I
D
a passo
grosso
6H
a passo
fine
e d
h 12 dl h h
h 14 h f4 ~7 k "1 r t
Zigrinatura
parallela
I
M1,6 - - 4 8 2,5 - 5 2 - 0,5 - 0,5
..
= M2
M2,2
-
- 0,3
- 4,5
5
9
10
3
3 4
- 5,3
6
2
2,5
-
2
0,5
0,5 1
- 0,8
0,8
I
M2,5 - 0,3 5 11 3 4 7 2,5 2 0,5 1 0,8
~...
i
M3
M3,5
M4
-
-
-
0,3
0,4
0,4
6
7
8
12
14
16
3,5
4
4
4 7,5
4,5 8,5
4,5 9,5
2,5
3
3,5
2
2,5
2,5
0,5
0,5
0,5
1
1
1,5
0,8
1
1
I
1
l
!
'-
MS
M6
MS M8x1
-
0,4
0,5
0,6
10
12
16
20
24
30
5
6
8
5
6
11,5
5,5 15
18
4
5
6
3
3,5
4
1
1
2
1,5
2
2
1
1,5
1,5
I
M 10 M 10x 1,25 0,8 20 36 10 7 23 8 5 2 2,5 1,5
l
•
-:f
4
..
M 12 M12x1,25 1
Tab. XXX. Dimensionidei da,fidi figum 60a.
- 42 - - - - - - - 1,5
Fig. 61. Dispositivi di ancoraggio per dadi
11011accessibili
.
I
~
l
..!
i
511
I
....__
4
I
I ,.· ... !\
TipoA
Filettatura
I M3
D
8 5,2
d
17,6
e g
1,6 8,6
h m
3,2
r,
ROSETTE
Le rosette (spesso chiamate anche ron-
M4 8 5,2 17,6 1,6 8,6 3,2
I MS
M6
MS
10,3
12,7
13,8
6,7
8,4
9,1
22,5
27,8
30,3
2,1
2,5
2,8
11
13,6
14,8
4,1
rati posti fra il dado (o la testa) ed il
5,1
pezzo da serrare, allo scopo di aumen-
5,6
tare la superficie d'appoggio, proteg-
delle) sono elementi cilindrici piatti fo-
I M 10
M 12
M 14
16,5
22,5
26,6
11
15
18 58,3
36,2
49,4
3,3
4,5
5,2
17,7
24,1
28,5
6,6
gere il materiale in caso d~ frequenti
9
svitamenti ed in particolari casi svol-
10,7
- gere funzioni di tenuta o bloccaggio
M 16 26,6 18 58,3 10,15,2 -- ·20,5-
(fig. 62).
I ti?iir:i!lf
-&ll{:;t_~;;~1~!ftli·iT~~i~(it\:
1
4
;r~s_~-~~1:-2~:1-~-~\~~1.~.;~~1~~~=\~ ..
·~~7 Si noti che le rosette (come anche i da-
~:f i:I- di e le viti) nel disegno tecnico non do-
~~:-
I
File~ra
1q:~ij_
M 10
:~J1~;
20
~;t;'"'·· s-;hn- r.~_: .~:..,q-.;:,
!-r/1-~fa,·:
16
f 'tl? ~\~~--
·~~-_:,;~
'~':
16
9
50 4 5 25 12 1,2 5
:r~~
~~.;:,,: ......·...,_]'l· .,. --t· ;.,,.~.-,~-vrebbero essere rappresentate sezio-
:ff,~ffe~~-- ~-ff: nate: tuttavia in questo capitolo spes-
so si ricorre alla sezione per meglio
M 12 23 19 19 64 5 6 32 14 1,2 6 evidenziarne le funzioni.
M 14 28 22 22 72 6 7 36 16 1,6 7
Le rosette unificate con funzione di
I M 16
M 18
28
32
22
25
22
25
72
80
6
6
7
8
36
40
16
18
1,6
1,6
7
8
semplice appoggio sono indicate nelle
figure 63 e 64 e nelle tabelle XXXIII,
XXXIV,XXXV,seguenti.
M 20 36 28 28 90 7 9 45 20 2 9
I M22
M24
40
45
32
36
32
36
100
112
8
9
10
11
50
56
22
24
2,5
3
10
11
I -- Filettatura
:_J; -~
-:-~-~
. :}~ -7~H:-:\:~~~-
_..:.. -t
I a passo : a passo
grosso . '' fine ·'
MS
a
6
D,
22
D,
20
DI -
17,5 10
d
I M6
MS
M10
-
M8x1
__~_10_~
1,2L . _9,5 49
7
9
30
36
27
32
24
28
~~-- 32
12
16
23
27
_20 31_
5
7
9
9
10
12
18 9
21,5 11,5
?1 1~,5
2
2,5
3
Fig. 62. lA rosettadà appoggioal dado,distri-
buendolo sforzoe proteggendola s11pe1ficie.
M12 M12x1,25 13
I 55
I Denominazione
. -
Categoria
Perbulloneria
condiametro
mm
di filettatura
Riferimento
a unificazione
UNI
perbulloneria -
I I
Rosette esagonale
da 1,6finoa 125
1
I
(perappoggio perviti A UNI6592·69
su materiali
duri) a testacilindrica da 1,6finoa 12
- conintaglio
I -~ perappoggio
materiali
duri
su
da 5 finoa68
'
d, d Rosette
perappoggio
su
e UNI6593-69
I I
materiali
teneri
da 5finoa 52
·~ 1
I
I ---O·--- Rosette
conforoquadro
(perappoggiosumateriali
teneri)
e da5linoa 14 UNI6595·69
I d Jl
I
-,
512
i Nel caso di contorno quadrato o ret- tallica per assicurare un appoggio ne utensili e le figure e tabelle seguen-
I
i tangolare si parla di piastrine (fig. 65 e sempre perpendicolare all'asse del ti ne indicano alcuni esempi. Fra que-
tabb. XXXVI e XXXVII): si notino le
piastrine a superficie inclinata impie-
gate soprattutto nella carpenteria me-
collegamento.
Altre forme particolari di rosette si
trovano nelle attrezzature per macchi-
sti le rosette d'appoggio per tiranti, di
spessore maggiore rispetto alle con-
suete rosette d'appoggio (fig. 66 e tab.
I
Perbulloneria
· ·• condiametro . Riferimento
I
Denominazione
I
a unHicazione
UNI
di filettatura
N (normale,
Esecuzione
I
perappoggio
su materiali
duri)
I
Rosettepervitia testa
svasata
da 2,2finoa 6,3 6594 I
"
E
Esecuzione
R (rovesciata,
I
perappoggio
su materiali
teneri)
I
h,
I
lI Fig. 64. Rosetted'appoggioper viti a testasvasata.
Denominazione Categoria
Perbulloneria
condiametro
mm.
__difilettatura
Riferimento
a unificazione
--···-
UNI...
.,
I
-- - . . - -· ····-- - -- -
I- '. . - - ·-
' Se
-"""
Ql1
·-i~
-11°-1
!nel. 14• ~--!:.
1
Piastrine
perbulloni'
adallaresistenza
perappoggio percarpenteria
su ali di traviIPN
A da 12finoa 27 UNI5715-69
I
I. I I ~ di usocorrente e - da 8 finoa 39 UNI6597-69
perbulloni
I
Scanalatura,_ -~T
lncl. 8' S•
adaltaresistenza A da 12finoa27 UNI5716-69
•J
' I
indicazioniperla designazione
I dt per
bulloneria
esagonale
~
perviti
a testacilindrica
conIntaglio
s
Perbulloneria
condiametro
di filettatura . -
d1
per
d2
per
appoggioappoggio
s
Per
bulloneria
con
diametro
di
I -
4 su su
0,3 1,6 materiali materiali filettatura
1,8 - 3,5 teneri
duri
5 - 0,3 2 10 - 1
2,2 - 5,5 5
4,5 - 15 1,6
I 2,4
5,5
-
-
4,5
0,5 2,2 6,6
12,5
-
-
18
116
2 6
2,7
6,5 - --- --- 0,5 -· -2,5--- 17 - 1,6
I 3,2
-
7
-
5
-
6
0,5 3 11
9 -
21
-
24
-
30
2
2
2,5
8
10
9 - -
I 4,3
5,3
-
10
8
-
0,8
1
4
5
14
24
-
28
36
-
2,5
3
2,5
12
- 9,5 16 - 42 3 14
I 6,4
12,5
-
-
11
-
1,6 6 18
30
-
-
48
3
4 16
7.4 14 1,6 7
20
34 - 3
18
-
I 8,4
10,5
17
-
21
14
-
1,6
2
8
10
22
-
37
-
54
-
60
4
3
5 20
- 18 39 - 3
I 13
24
28
-
-
20
-
2,5
2,5
12
14
24
26
-
44
66
-
5
4
22
24
15 - 72 6
-
I 17
19
21
- 30
34
37
-
-
3
3
3
16.
18
20
30
50
-
56
-
81
-
4
6
4
27
39 - 3 22 - 33 30
23 - 90 8
I 25
28
44
50
-
-
-
4
4
24
27 36
60
-
-
99
5
8 33
- -- 31 .. - ---- .56_ -- - -- - -- --
. 4 ·- - - 30 . - - 66 ~
5- -- - -
I 34
37
40
60
66
72
-
-
-
5
5
6
33
36
39
39
42
-
72
-
108
-
117
10
6
10
36
39
78 - 7 42 -
I 43
46
50
85
92
-
-
7
8
45
48
45
48
78
-
85
126
-
7
10
7
42
45
54 98 - 8 52 - - 135 10
I 58
62
66
105
110
115
-
-
-
9
9
9
56
60
64
52
92
-
98
-
144
-
8
12
8
48
- 10 56 52
I 70
74
78
120
125
135
-
-
10
10
68
72
76
·-
62
66
-
105
110
156
-
-
12
9
9
56
60
82 140 - 12 80 70 115 - 9 64
I 88
93
99
145
160
165
-
-
-
12
12
12
85
90
95
74 120 - 10
Tab. XXXIV. Rosette piatte di categoriaC,
68
st!co11do
la normaUNI 6593.
I 104
109
114
175
190·
185
-
-
-
14
14
14
100
105
110
119 200 - 14 115
I 124
129
210
220
-
-
16
16
120
126
Tab. XXXIII. Dime11sio11i dl'l/erosettepiatte
514 di categoriaA per b11/lo11ain
(UNI 6592).
I
I
I.
~
'
Designazione
d
H fa
I,f7
d
j17
h h
11} s
Diametro
filettatura
autolilettatura perlegno
XXXVIII),e le rosette doppie con ap-
poggio sferico (fig. 67 e tab. XXXIX),
che assicurano perpendicolarità fra
I
2,5 6 1,3 1,3 0,3 2,2 2,2
appoggio ed asse del tirante. Molto ·
usate le rosette aperte, asportabili o gi-
3,3 8,2 1,5 1,8 0,3 2,9 2,6e3
revoli, che consento smontaggi di pez-1,
4 9 1,8 1,8 0,3 3,5 3,5 zi senza dover svitare completamente
4,2 9,8 2 2 0,3 3,9 4 i dadi (figg. 68, 69, 70 e tab. XL).
5
5,2
5,7
12
13
15
2,1
2,5
3
2,5
3
3,3
0,3
0,3
0,3
4.2
4,8
5,5
4,5
5
-
Esistono anche rosette per perni, che
hanno diametri interni con lo stesso
valore nominale dei perni con cui si
I
7 accoppiano. -;,
~--~'
18 3,5 3,8 0,4 6,3 6
Tab. XXXV. Rosetteaforo conicoper appoggiodi viti a testasvasata(UNI 6594).
Diametro Diametro
Desig~one I s difilettatura Designazione I s difilettatura
d d
5,5 16 1,6
bullone
5 26 80 6
bullone
6 s I
6,6
9
11
14
20
25
30
40
2
2
2,5
3
6
8
10
12
30
33
36
39
87
95
100
110
6
8
8
10
6
8
8
10
[r· I
16 46 3 14 42 125 10 10
18
20
22
50
56
60
4
4
5
16
18
20
45
48
52
135
140
150
10
10
12
10
10
12
I
24 70 5 22
Tab. XXXVI. Dimensionidi piastrineunificate(UNI 6596).
56 160 12 12
D
I
...
Designazione
d I
-
e
• ···UNI6597-69- --
e
- UNI6598-69 --
Diametro
difilettatura
bullone
I
s, s,
I
Sz Sz
= =
9 22 3 4,6 1,5 3 3,8 2 8 Fig. 66. Rosette d'appoggioper tira11ti(UNI
11 22 3 4,6 1,5 3 3,8 2 10 5325).
14 30 4 6,2 2 3,5 4,~ _;5_ 12 ..
- - -
I
·- -· ~
16 33 5
.
- 7,1 2,5 4,5 5,6 3 14 Indicazione Pertiranti
18 36 5 7,5 2,5 4,5 5,9 3 16 perla d D s z con
40 8,6 6,7 3,5 18 designazione diametro
20 6 3 5
22
24
26
44
50
56
6
6,5
7
9,2
10
10,8
3
3
3
5,5
6
6
7
8
8,5
3,5
4
4
20
22
24
8
10
12
8,4
10,5
13
28
32
36
4
4
5
0,5
0,5
1
I 8
10
12
30 59 7 11,3 3 6,5 8,7 4 27 16 17 45 6 1 16
33
36
39
62
68
75 B
7,5
8
11,7
12,5
13,5
3
3
3
6,5
6,5
7
9
9,4
10
4
4
4
30
33
36
20
24
30
21
25
31
52
60
70
8
10
12
1
2
2
I 20
24
30
42 80 8,5 14,2 3 7 10,4 4 39 36 37 80 12 2 36
Tab. XXXVII. Piastrined'appoggioinclinate:dimensioniunificatesecondole 11ormeUNI 6597 Tab. XXXVIII. Dimensioni delle rosette di
e 6598, rispettivamenteper travi IPN ed UPN. figura 66.
I
I
~ I
~
~--------------------------------------------~
·1
Fig. 67. Rosettead 11ppoggio
sferico(UNI 5326)e loroapplica::.ione.
I 515
·.--·- -·1
I Indicazione
perla D d d, d2 h h, h2 h,
., r
Pertiranti
con
designazione diametro
I 8
10
17
21
8,4
10,5
9
11
15,5
19,5
3,2
4
0,6
0,8
3,5
4,2
5
6
12,3
14,8
8
-10
12 24 13 14 22 4,6 1 5 7,5 17,2 12
I 16
20
24
30
36
44
17
21
25
18
22
26
28
33
41
5,3
6,3
8,2
1,2
1,6
2
6,2
7,5
9,5
8,5
10,5
13
22
27
32
16
20
24
I 30
36
56
68
31
37
33
39
52
64
11,2
14,2
3
4
12
14,5
17
21
40
48
30
36 Tab. XXXIX. DimensionidelleT05!ftesferiche.
I Tipo A TipoB
I
I
I
b D zx45"
T
I
I d d
I
s
k
I Fig. 68. Rosetteper smontaggiorapido:apertao a C (UNI 5327) nei tipi A (piano)e B (concollarino)e girevole(UNI 5328).
I Rosetta Perno di
aperta
I
-i--
I Attenzione! J,~~~{_J,_,_~_..,._~~....l
Dl>D I
I Pezzo da smontare rapidamente
Indicazione Pertiranti
o,
I perla
designazione
8 8,4
d D
28 17,5
s
7
s,
5
h
2
d,
8,2
k
22
r
16
r,
8
52
5,5
z
0,5
con
diametro
8
10 10,5 32 21,5 7 5 2 8,2 25 18 9 5,5 0,5 10
I 12
16
20
13
17
21
36
45
52
24,5
31,5
37,5
9
11
14
6
8
10
3
3
4
10,2
10,2
13,2
32
38
45
24
28
30
12
14
15
9,5
9,5
11,5
1
1
1
-
12
16
20
I 24 25
Tab. XL. Dime11sio11i
60 44,5 16
dellerosettetagliale,co11riferi111c11l0
12
allafigura 68.
4 13,2 50 34 17 11,5 2 24
516
,.,- CLASSIDI
· PRECEDENTI
E NUOVI
SIMBOLI
DELLECLASSIDIRESISTENZA
vm :
I
I
UNI3740 4A 4D 4S 50 5S 60 8G 10K 12K
BULLONERIA
Senza entrare nel dettaglio sul tipo di
acciaio con cui vengono costruiti viti e
UNI3740• Parte3' 3,6 4,6 4,8 5,6 5,8 6,8 8,8 10,9 12,9
I
dadi, ne viene prescritta, secondo la
norma UNI 3740, la resistenza mecca-
nica a trazione, raggruppata in classi.
Per le viti (con diametro di filettatura UNI3740 OA 4A
DADI
4D 50 5S
~..~-,:
t~.---:.. ~ .-~~~?--::.&...
6S 8G" 10K
I
----·
fino a 39 mm) si hanno nove classi,
indicate con due cifre separate da un
punto, ad esempio 5.8: la prima cifra
UNI3740• Parte4' 4A 4A 4D 5S 5S 6S 8G 12K I
indica il carico unitario di rottura,
espresso in centinaia di N/mm 2, e la
seconda il rapporto fra il carico uni-
tario di snervamento ed il preceden-
classidiresistenza
Durezza Vickers
deldadi
deidadi
4A
100
4D
120
255
SS
155
320
,--·ss"·- 8G
190 255
380
10K
320
380
I
te, espresso come frazione decimale, 255 320
cioè la sigla precedente si legge come
indicativa di un carico di rottura di
500 N/mm 2 ed un carico di snerva-
classidi resistenza
delleviti
conle quali
è previsto
l'accoppiamento
3,6
4,6
4,8
5,6
5,8
6,8 8,8 10,9 12,9 I
mento di 400 N/mm 2 (8/10 di 500)
(tab. XLia). Tab. XLI. Classidi resistenzadi vili e dadi (nellaprima riga l'indicazionesecondola norma
Per i dadi si hanno cinque classi di re- precedente):111/e
sistenza, indicate con una cifra ed una l'accoppiamento.
classidei dadi (in basso)corrispondonoquelle delleviti con cui è consigliabile I
lettera, corrispondenti a determinati
valori di durezza (misurata col meto-
do Vickers). cora una sicurezza relativa, oppure su
I
I valori indicativi di questa per le va- un dispositivo di arresto meccanico,
rie classi e la correlazione consigliata.
con le classi di resistenza delle viti so-
no nella tabella XLI. L'accoppiamento
DISPOSITIVI
_ ed allora si ha una sicurezzaassoluta,in
quanto lo svitamento può avvenire so-
lo con la rimozione del dispositivo.
I
consigliato assicura la migliore resi- ANTISVITAMENTO Dispositivi di supporto al contatto, di
stenza a fatica, con una maggior
deformabilità dei filetti del dado ed
SPONTANEO tipo elastico ed inseriti nella catena
degli elementi di collegamento, sono
una buona redistribuzione degli sfor- A causa delle tolleranze di lavorazio- le rosette elastiche,il controdado,gli an-
I
zi sui filetti della vite- . . .. .ne, fra i filetti della vite e quelli della ccraggie dadielast;d a filetto singolo.--
Il simbolo della classe di resistenza de- madrevite c'è un certo gioco: quando Impedimenti alla rotazione di tipo ela-
ve essere indicato sulle teste delle viti nell'accoppiamento i filetti stessi ven- stico sono i dadifrenati o con insertoeia-
di diametro superiore a 5 mm, in rilie- gono portati a contatto si ha un attrito stico, i dadi elasticiautobloccanti,i dadi
I
vo o inciso (se posto sul fianco della che impedisce il mutuo movimento e tagliati.
testa solo inciso). di conseguenza un possibile svita- Dispositivi che impediscono la rata-
Deve anche essere indicata la filetta- mento spontaneo, ma quando per vi- zione sono le rosettee piastrinedi sicu-
tura sinistra, con una freccia sulle te- brazioni, urti e dilatazioni termiche il rezza, le copigliecon dadi ad intagli, le
I
ste o con un intaglio sugli spigoli. contatto venga a mancare, si può ave- -spine e le legature.
Nelle viti prigioniere la marcatura vie- re un allentamento del collegamento Lo svitamento può anche essere impe-
ne fatta sull'estremità del lato gambo, od addirittura il suo scioglimento. dito con incollaggio punti di saldatu-
I
eventualmente con un semplice sim- Per impedire che ciò avvenga si pos- ra, che possano essere rimossi volon-
bolo grafico (rettangolo per classe 5.8, sono seguire due metodi:
c~rchio per 8.8, quadrato per 10.9, - 111a11te11ere
tnangolo per 12.9).
se111
t!'lriamente con relativa facilità.
prea contattoi filetti del- Si vedranno ora alcuni di questi dispo-
la vite e quelli della madrevite sitivi con la consueta avvertenza che
I
P~r bu_llon~ria ~~struita in materiali _ impedirela rotazionerelativafra vite e soprattutto in questo campo, accanto
d1vers1 dall acciaio vengono date ca- madrevite
ratteristiche e prescrizioni caso per
caso.
agli elementi unificati esistono nume-
rosissime soluzioni studiate e com-
Il primo metodo, può essere anche de- mercializzate da vari produttori, con
I
finito a sicurezzarelativa,in quanto le caratteristiche e campi di impiego lo-
modalità seguite possono diminuire il ro propri.
rischio di allentamento ma non impe- Le rosette elastiche, di vario tipo, fun-
I
dirlo del tutto. · zionano assicurando una spinta elasti-
Il secondo può basarsi su un impedi- ca diretta assialmente, in pratica come
mento alla rotazione con un bloccag- se fra i vari element_i fosse posta una
gio di tipo elastico,ed allora ci sarà an- molla assiale.
I
517 I
I
~
lt~ Spigolo arrotondato Esempio di applicazione
I.
.
I
I . A
I,
·,
,
.
Fig. 71. Rosettaelasticaspaccata. Fig. 72. Rosettaelasticaa tazza o conica(UNI 8836).
I
I
:I
i •
518
IJ
Il
Forma A Particolare Z Particolare sezione Forma B
I
z
I
I
I
Fig. 76. Le rosetteelastichespaccateunificatesecondola norma UNI 1751.LAfonna B ha estreÌnitàdiritta, la A piegata.
-
.--FormaB . . 'k
I
.. b s, r
nominale . d, 2
te per viti a filettatura destra o sinistra. vile max. nom. nom. max. =
.. . :
Nelle rosette definite di forma A tale ·-~: .. . ...... min.·; . max.,
...mio.".. max. ·•
·:-."".~.. :
effetto è accentuato da un'ulteriore ..
piegatura degli estremi liberi.
Le rosette coniche o a tazza (che non
rischiano di rigare i pezzi come le pre-
- 2
2,2
2,5
2,1
2,3
2,6
4,4
4,8
5,1-
0,9
1
1
0,5
0,6
0,6
-
-
-
-
-
-
1
1,2
1,2
1,2
1,4
1,4
-
-
-
0,1 I
cedenti) possono essere inserite in pa-
rallelo per aumentare la spinta assiale
e di conseguenza l'azione antisvita-
mento (fig. 77).
3
3,5
4
3,1
3,6
4,1
6,2
6,7
7,6
1,3
1,3
1,5
0,8
0,8
0,9
1,9
1,9
2,1
2,1
2,2
2,5
1,6
1,6
1,8
1,9
1,9
2,1
0,15 0,2 I
5 _§!1 9,2 1,8 1,2 2,7 3,2 2,4 2,8
-
Anche nelle-rosette dentate (fig. 78)·
l'efficacia è aumentata dall'impunta-
mento dei denti: per il bloccaggio del-
6
7
8
6,1
7,1
8,2
11,8
12,8
14,8
2,5
2,5
3
1,6
1,6
2
3,6
3,6
4,6
4,2
4,2
5,4
3,2
3,2
4
·a.a
3,8
4,7
0,2 0,3
I
le viti a testa svasata si usano rosette 0,3 0,5
anch'esse svasate.
Le rosette ondulate sono in genere
impiegate in costruzioni leggere.
10
12
14
10,2
12,2
14,2
18,1
21,1
24,1
3,5
4
4,5
2,2
2,5
3
5
5,8
6,8
5,9
6,8
8
4,4
5
6
5,2
5,9
7,1
I
Le tabelle XLII,XLIII, XLIV riporfai.10 16 -16,2 27,4 ·- o -- - 3,5 - 7,8 - 9;2 .. -7- 8,3 - - .. -
le dimensioni di alcuni tipi di rosette
elastiche unificate.
18
20
22
18,2
20,2
22,5
29,4
33,6
35,9
5
5·
6
3,5
4
4
7,8
8,8
8,8
9,2
10,4
10,4
7
8
8
8,3
9,4
9,4
0,4 1
I
24
27
30
24,5
27,5
30,5
40
43
48,2
7
7
8
5
5
6
11
11
13,6
13
13
16,1
10
10
12
11,8
11,8
14,2
0,5
1,6
I
33 33,5 55,2 10 6 13;6 16,1 12 14,2
36
39
42
36,5
39,5
42,5
58,2
61,2
68,2
10
10
12
6
6
7
13,6
13,6
15,6
16,1
16,1
18,4
12
12
14
14,2
14,2
16,5
0,8 I
45
48
52
45,5
49
53
71,2
75
83
12
12
14
7
7
8
15,6- 18,4
15,6
18
18,4
21,2
14
14
16
16,5
16,5
18,9
I
56 57 87 14 18 21,2 16 18,9
60
64
61
65
91
95
14
14
8
8
8
18
18
21,2
21,2
16
16
18,9
18,9
2 I
68 69 99 14 8 18 21,2 16 18,9 0,1
72
80
90
73
81
91
103
111
121
14
14
14
8
8
8
18
18
18
21,2
21,2
21,2
16
16
16
18,9
18,9
18,9
I
100 101 131 14 8 18 21,2 16 18,9
in pamllelo.
Fig. 77. Rosettea tazza 111011fllte Tab. XLII. Dimensioni dellerosettespaccatedi fig. 76.
I
I Il sistema con controdado funziona
come segue: si realizza il serraggio di
mo, la vite viene tesa verso l'estremità
ed il contatto fra i suoi filetti e quelli
parte opposta, -verso l'estremità, Il
tratto di gambo della vite fra i due da-
un primo .dado contro il pezzo da del secondo dado è del tutto simile a di risulta pertanto in tensione e reagi-
I Diametro·..· ,,,.:.
}r
· vite·: - : H14 :1:0,25 I
..·-"· ~~:,..
'
~
·:.~2:
·i
Àiiézza·
nominalet-5 .~~!,~ :,.;· -~- /j,' .: indicativo
..
di reazione
· per .
l'lmplegoN
_-
·_>·_:: f>_~
· aeb
·
-~~! ~~~~/:~: 1------'-----I
; e .. ,
\h}~t
.;,
~,
6 1,2 6,4 12 0,43 5000
1,4 8000 2 2,2 4,5 4,2 0,3 0,2 6 6
1,4 0,45 6500 2,2 2,4 5 0,4 0,2 6 6
8--. 1,9 - 8,4 -0,55 13000 2,5 . 2,7_ _ 5,5 5,1 0,4_ . - 0,2 .6 6
16
2,2 0,40 17500 3 3,2 6 6 0,4 0,2 6 6
1,9 0,45 10500 3,5 3,7 7 7 0,5 0,25 6 6
10 2,3 10,5 20 0,45 18000 4 4,3 8 8 0,5 0,25 8 8
5 5,3 10 9,8 0,6 0,3 8 8
I 12
2,6
2,2
2,8 13,0 24
0,55
0,50
0,50
32000
13000
27000
6
7
8
6,4
7,4
8,4
11
12,5
15
11,8
15,3.
0,7
0,8
0,8
0,4
0,4
8
8
8
10
10
3,2 0,60 47000
I 14
2,6
3
3,8
15,0 27
0,50
0,60
0,50
18000
33000
60000
10
12
14
10,5
13
15
18
20,5
24
19
23
26,2
0,9
1
1
0,5
0.5
0,6
9
10
10
10
10
12
16 17 26 30,2 1,2 0,6 12 12
I 16
3,2
3,4
4,2
17,0 32 0,60
30000
35000
63000
18
20
22
19
21
23
30
33
36
1,4
1,4
12
12
4,2 52000 1,5 14
I 18
20
4,8
4,6
5,2
19,4 36
21,4 38
0,60
0,60
75000
60000
85000
24
27
30
25
28
31
38
4-4
48
1,5
1,6
1,6
14
14
14
I 22
24
5,0
5,8
5,4
23,4
25,4
42
46
0,70
0,65
0,70
75000
110000
75000
Tab. XLIV. Dimensionidelle rosetteelastichedentatedi fig. 78.
I 520
-i-~--...
mazioni degli stessi (fig. 79). Si noti
I•
'
M4
fine)
Serie2
-
Serie1
3,5
Serie2
- 2,5 7 2,5
la spinta di tipo radiale creata sui filet- MS - 4,5 - 2,5 8 2,5
I Anello in nylon
MS
M6
-
-
8
10
6,8
7,8
4
4,8
5,4
6
2,5
3
- ~ - - Jil8 - M Sx 1 13_ -- - _ _10,6 M .. _-- 8,5 - 4_ -
I w -
M20
M24
M20x 1,5
M24x2
30
36
23
28
16
19,2
17,5
21
10
12
M30 M30x2 46 33,2 24 24,5 16
M36 M36x3 55 40 28,8 30 18
-
I Tab. XL VI. Dimensionidei dadi con inserto (a11tofrena11ti)
normali)e UNI 7474 (dadi bassi).
secondole 11ormeUNI 7473 (dadi
I
(1,15a)
I
I
I Fig. 84. Dadocon i11serto
elastico. Fig. 85. Elementidi bulloneriacon inserti elasticiin fu11zio11e
n11tisvitame11fo.
I 522
·1 ~------
'
-.
. -
..
I
d Passo a al b)
2,5
3
0,45
0,50
5
5,5
I
4 0,70 7
5
6
0,80
1
8
10
I
8 1,25 13
10
12
(14)
1,5
1,75
2
17
19
22
I
16
(18)
20
2
2,5
2,5
24
27
30
·1
Fig. 86. Dadoelasticointeramentemetallico:in b il principiodi funzionamento.
(22) 2,5 32
Evitarel'usodeidiametrifraparentesi. a) b) I
Tab. XLVII. Dimensioni dei dadi elastici di
figura 86.
I
"j
3 0,50 5,5
~,
cl d d) cc
è
4 0,70 7 Il
-, -----;}
T
-~1
.,__,
I
I
I
I
10 1,5 17
I 12
(14)
16
(18)
1,75
2
2
2,5
19
22
24
27
(1,15 a) 0,15a)
I
I
"'
20
(22)
2,5
2,5
30
32
Evitarel'usodeidiametrifraparentesi.
"'
I
t I
Fig. 88. Dadi tagliati SNEP: in a e b il principio di funzionamento (il dado più alto esercita
f Tab. XLVIII. Dimensionidei dadi tagliati ti- un'azione di serraggiopiù energica),in e ed le relativeproporzioni,con j pa/ori di diametroe
cl,iaveanaloghia quellidellatabellaXL VI!].
~:NEP 523
I
I
I
'
I
I
I s
I
I
·1 Fig. 89. Dadiad intagli concopiglia:funzionamento e montaggio.
mato dopo il taglio in modo che le fi- pedisce quindi la rotazione reciproca tro una faccia del dado o della testa
lettature non sono più coassiali. All' at- fra vite e dado: in considerazione del della vite: l'impedimento alla rotazio-
I to del montaggio la vite costringe la fatto che le posizioni di regolazione
parte deformata a riallinearsi, per cui nella rotazione corrispondono a fra-
si genera una reazione elastica che zioni di giro, e quindi assialmente in
ne rispetto alla superficie che interes-
sa la rondella si estende così alla vite o
dado. Nel tipo di figura 91 l'elemento
·1 spinge sui filetti. analoghe frazioni del passo, il posizio-
I dispositivi a sicurezza assoluta si ba- namento risulta abbastanza preciso (si
sano, come già detto, sull'impossibi- può in casi particolari praticare nella
di impedimento alla rotazione è una
linguetta sporgente dalla circonferen-
za esterna che va ripiegata su un bor-
lità di effettuare lo svitamento senza vite due fori diametrali fra loro orto- do del p~zzo,_mentr~_in figura_ 92 un
togliere il dispositivo. - gonali, riducendo anco·ra le poss1bili dentino ripiegato verso il basso si in-
Uno dei più usati è quello basato variazioni di posizione). I dadi ad in- serisce in un piccolo foro praticato ac-
sull'impiego simultaneo di un dado tagli unificati (fig. 90) sono dimensio- canto a quello filettato.
ad intagli e di una copiglia o spina nati secondo la tabella XLIV, mentre Funzionamento analogo hanno le pia-
(fig. 89): il dado ad intagli è un dado per le copiglie si rimanda al successi- strine di sicurezza (fig. 93).
esagonale, normale o alto, con o senza vo capitolo. Un semplice dispositivo è anche quel-
I
Per diametro di Per diametro di Per diametro di Per diametro di
filettatura 4 + 10 filettatura 12 + 52 filetta tura 4 + 39 filettatura 42 + 52
(6 intagli) (10 intagli)
~-=
.I --~--~
m s
I h h
I 524
Larghezza
s deidadi
esagoni
adintagli Diametri
Filettatura
o
I
di foroper
V
6H m r s
d h n
Grezzi
9
Lavorali
8
la copiglia
1,5
min
4
a passo
grosso
M4
a passo
-
fine
- 5 3,2 1,2
max
0,6 7
: I
- 11 1,5 4 - -
14
17
14
17
2
2
6
6
MS
MS
M7
-
-
-
-
6
7,5
8
4
s
5,5
1,4
2
2
0,7
1
1
8
10
11
I
19 19 3 6 MB M8x1 - 9,5 6,5 2,5 1,3 13
22
32
36
22
30
36
3
4
5
6
8
10
M 10
M 12
M 14
M 10x 1,25
M 12x 1,25
M14x1,5
-
17
19
12
15
16
8
10
11
2,8
3,5
3,5
1,4
1,8
_J,8_-
17
., 19
22
I
- --·
46
50
60
46
50
60
6
6
.0
12
12
14
M 16
M 18
M20
M16x1,5
M18x1,5
M20x1,5
22
25
28
19
21
22
13
15
16
4,5
4,5
4,5
2,3
2,3
2,3
24
27
30
I
65 65 8 14 M22 M22x 1,5 30 26 18 5,5 2,8 32
70
-
-
70
80
85
8
10
10
14
16
16
M24
M27
M24x2
M27x2
34
38
27
30
19
22
5,5
5,5
7
2,8
2,8
3,5
36
41
46
I
M30 M30x2 42 33 24
Tnb. XLIX. Diametridei fori per le copigliee
sporgenzeminime di queste, in funzione della
larghezzain chiavedei dadi.
M33
M 36
M39
M33x2
M36x3
M39x3
46
50
55
35
29
40
26
38
31
7
7
7
3,5
3,5
3,5
50
55
60
I
M 42 M42x3 58 46 34 9 4,5 65
M45
M48
M45x3
M48x3
62
65
48
50
36
38
9
9
4,5
4,5
70
75
I
M52 M52x3 70 54 42 9 4,5 80
Materiale:
acciaioclasse4 D - 5 O- 6 S - 8 G (UNI3740-65),
o materiale
nonferroso.
I
~--------------.,
Tab. L. Dimensionidei dadi di figura 90.
Tolleranze:
categoriaA, secondoUNI3740-65.
I
I
I
I
I
J I
Fig. 91. Rosetta di sicurezza con linguetta: sono illustrati alcuni esempi di applicazionie le di111e11sio11i
UNI 6601.
caratteristiclzed_ellerosette unificate I
525 I
-I
-
I Designazione
s I
UNI
6600-69 UNI
6601·69 Diametro
di filettatura
d=d,
bullone
I 3,2 0,3 13 4
b d2
11 7
b
6
e
3
:
4,3 0,3 14 5 14 8 7 4
I D _L
5,3
6,4
7,4
0,4
0,5
0,7
16
18
20
6
7
7
17
18
19
10
12
14
9
9
10
5
6
7
I 8,4
10,5
13
0,5
0,5
1
20
22
28
8
10
12
23
26
28
16
20
22
12
13
15
,.
8
10
12
15 1 28 12 33 26 17 14
I 17
19
21
1
1
1
32
36
36
15
18
18
40
40
45
32
32
38
20
20
23
16
18
20
I •;
23
25
28
1
1
1,6
42
42
48
20
20
23
50
50
57
42
42
48
25
25
29
22
24
27
31 1,6 52 26 63 54 32 30
I 34
37
40
1,6
1,6
1,6
56
60
64
28
30
32
68
75
82
58
64
70
34
38
41
33
36
39
I 43
46
50
1,6
1,6
1,6
70
75
80
35
38
40
89
95
102
75
82
88
45
48
51
42
45
48
54 2 85 44 107 94 54 52
I Tab. LI. Dimensionidelle rosettecon li11g11etla
e dellepiastrine di sicurezza1111ificate.
1
I --_-_
--©-·- I
I
• ..o
Testa di vite
o dado forato
I I
I
I e 5
Fig. 94. I111pcdi111e11to
alla rota:ionerealizza-
to con 11napiastrinaunica per due viti.
Fig. 95. Legaturadelletestedc/le viti.
I
I
I
I d
526
I
essere impedita con la legatu.i;a di.fi-
gura 95, in cui un filo metallico pas-
Un particolare tipo di rosette di sicu- in una scanalatura assiale sull'albero
rezza (fig. 96) è previsto per le ghiere impedendone la rotazione relativa
I
.
sante per appositi forellini praticati ad intagli del tipo raffigurato in figura mentre uno dei dentini periferici vie-
negli elementi interessati ne impedi-
sce ogni movimento.
97: il dente sporgente dalla circonfe- ne ripiegato, a serraggio effettuato in
renza interna della rosetta si impegna uno degli intagli della ghiera, impe-
dendo anche a questa di ruotare ri-
I
spetto all'albero e quindi di sfilarsi
Designazione
di cl, s
k
Dimensioniperl'applicazione
h g
Perbulloneria (fig. 98). Questo tipo di serraggio è
con diametro
di filettatura spesso utilizzato nel montaggio dei
cusci'"letti volventi (fig. 99).
I
3,2 11 0,3 4,5 2,5 3 3 Mantenendo fermi i principi su cui si
4,3
5,3
6,4
14
17
18
0,3
0,4
0,5
5,5
7
7
2,5
3
3,5
3
4
4
4
5
6
basano i dispositivi anti svitamento,
oltre a quelli fondamentali visti fino-
ra, si trovano in commercio numero-
I
---- --
7,4
8,4
10,5
19
23
26
0,5
0,5
0,5
7,5
9
10
3,5
4
4,5
4
4
5
7
8
10
sissimi altri èle-menti di montaggio e
serraggio non unificati: per darne
un'idea ci limitiamo ad un panorami-
I
13 29 1 10,5 6 5 12 ca di alcuni fra questi (prodotti dalla
15
17
33
40
1
1
12,5
15
6
7
5
6
14
16
soc. Gally) indicandone nelle relative
illustrazioni i principi di funziona-
mento (figg. 100, 101, 102, 103) e dan-
I
19 40 1 15 7 7 18 do delle dimensioni indicative nelle
21
23
25
45
50
50
1
1
1
17,5
20
20
7
7
7
7
8
8
20
22
24
tabelle LIV, LV, LVI.
I
28 57 1,6 22,5 9 10 27
31
34
63
68
1,6
1,6
25,5
28
9
9
10
10
30
33
I
37 75 1,6 31 9,5 12 36
40
43
46
82
89
95
1,6
1,6
1,6
33
36
38
11
11,5
12,5
12
12
14
39
42
45
I
50 -- 102 1,6 13 .. 14
54
58
107
112
-
2
2
41
43
45
14
14,5
14
18
48
52
56
I
62 119 2 48 15,5 18 60
66
70
74
125
131
138
2
2
2
51
54
57
15,5
15,5
17---- -
18
18
64
68
72
I
- - - - - ·- -- -- 18
- - 76
78
82
144
150
2
2
60
63
17
17
21
21 80
Fig. 98. Il funzionamento della rosettadi si-
I
Tab. LII. Dimensionidellerosettecon nasellounificate. curezza nel montaggiodi ghiere.
I
I
o
--e-- I
I
T
m
I
Fig. 99. Esempiodi bloccaggiodi un cuscinet-
I M10x0,75
M12 X 1
M15 x 1
18
22
25
4
4
5
13,5
17
21
3
3
4
2
2
2
10
12
15
1
1
1
3
3
4
8,5
10,5
13,5
3
3
4
0,8
1,0
-
0,75 10
8 9,2
11,5
6,1
8,2
4,0
4,5
M17 x 1 28 5 24 4 2 17 1 4 15,5 4 1,25 1,0 13 14,9 10,6 6,5
I M20x 1
M25x 1,5
32
38
6
7
26
32
4
5
2
2
20
25
1
1,25
4
5
18,5
23
4
5
1,5
1,75
1,25 17
1,5 19
19,5 12,6
21,8 15,4 10,0
8,0
I M35x 1,5
M40x1,5
_M45x_1,5__
52
58
65
8
9
10
44
50
56
5
6
6
2
2,5
2,5
35
40
45
1,25
1,25
1,25
6
6
6
32,5
37,5
42,5
5
6
6
2,0
2,0
2,5
1,5
1,5
1,5
22
24
27
25,3 17 11,0
27,6 19,1 12,0
31,0 22,5 14,5
2,5 1,5 30 34,5 24,1 15,5
I M50x1,5
M55x2
M60x2
70
75
80
11
11
11
61
67
73
6
7
7
2,5
3
3
50
55
60
1,25
1,25
1,5
6
8
8
47,5
52,5
57,5
6
7
7
2,5
3,0
1,5
2,0
32
36
36,8 25,6 16,5
41,4 27,1 17,8
M65x2 85 12 79 7 3 65 1,5 8 62,5 7 3,0 2,0 41 47,1 29,4 20,0
I M70x2
M75x2
M80x2
92
98
105
12
13
15
85
90
95
8
8
8
3,5
3,5
3,5
70
75
80
1,5
1,5
1,75
8
8
10
66,5
71,5
76,5
8
8
8
3,5
3,5
4,0
2,0
2,0
3,0
46
50
55
52,9 32,9 22,5
57,5 35,7 24,0
63,2 39,2 26,0
4,0 3,0 69,0 42 30,5
I M85x2
M90x2
110
120
16
16
102
108
8
10
3,5
4
85
90
1,75
1,75
10
10
81,5
86,5
Tab. LIII. Dimensionidi ghieree rosettecon riferimentonllefig11re96- 97 (da catalogoFAG).
8
10 4,5
4,5
3,0
3,0
60
65
70
74,7 45,5 33,0
80,5 48,3 35,0
5,0 3,0 75 86,2 52,7 38,0
I 5,0
5,5
5,5
3,0
4,0
4,0
80
85
92,0 56,6 41,0
97,7 60,5 44,0
90 103,5 64,4 47,0
-1 o
PASSO
e I H
Normale Fine
I 6
8
10--
1,0
1,25
-
1,0
l,25-
10
13
11,5
14,9 8
6
I Fig. 100. DadoautofrenanteVARGAL con molla (corrispomfe11tc al tipo UNI 9319): il collare
12
12
14
1,75
-
2,0
1,5
1,25
1,5
19
19
22
21,8 12
21,8 12
25,3 14
superiorea11111e11/a 16 2,0 1,5 24 27,6 16
I l',11/rilosul filetto per co11trazio11e
dimnt?trale
provocatadallamolla.
18
20
2,5
2,5
1,5
1,5
27
30
31,0 18
34,5 20
22 2,5 1,5 32 36,8 20
I 24
27
30
3,0
3,0
3,5
2,0
2,0
2,0
36
41
46
41,4 22
47,1 25
52,9 27
Il e
33
36
39
3,5
4,0
4,0
2,0
3,0
3,0
50
55
60
57,5 30
63,2 33
69,0 35
42 4,5 3,0 65 74,7 38
I 45
48
52
4,5
5,0
5,0
3,0
3,0
3,0
70
75
80
80,5 41
86,2 43
92,0 47
I 56
60
64
5,5
5,5
6,0
4,0
4,0
4,0
85
95
97,7 50
90 103,5 54
109,2 58
I REXER con inserto i11 acciaio:l'inserto bloccatonel dado con 1111 Tab. LV. Di111e11sio11i
Fig. 101. Dado a11tofrena11te
bordinoesercitaassialmente111111spinta do,•utaa defor111azione il dadodi fig. 81). figura 101.
elastica(co111e
dei dadi REXER di
528
I
,- --··
PASSO
I
e
o
Normale Fine
H h
I
5 0,8 - 8 5 3
6
8
10
1
1,25
1,5
1
-
1,25
10
13
17
5,8 3,6
7,4 4,8
9,4 6
I
12 1,75 1,5 19 11,2 7,2
12
14 2
- 1,25
1,5
19
22
11,2 7,2
12,7 8,4
I
16 2 1,5 24 14,7 9,6
18
20
2,5
2,5
1,5
1,5
27
30
16,0 10,8
16,0 12,0
Fig.102. DadoautofrenanteTOPLOCK; l'at-
I
Tab. LVI. Dimensioni dei dadi autofrenanti trito supplementareè generatodallareazione o PASSO e I H H
TOPLOCK. deifiletti terminalipredeformati.
4
5
0,7
0,8
7
8
10
12
3,2
4,0
0,5
0,8
I
6 1,0 10 14 5,0 1,0
b)
6
6
1,0
1,0
10
10
16
18
5,0
5,0
1,3
1,4
I
8 1,25 12 18 6,5 1,4
8
8
8
1,25
1,25
1,25
13
12
13
18
22
22
6,5
6,5
6,5
1,4
1,8
1,8
I
10
10
12
1,25
1,5
1,75
14
17
19
22
22
8,0
8,0
25,5 10,0
1,6
1,6
2,4
I
o
- .
PASSO
Normale Fine
e I H s I
-
li
3
4
0,5
0,7
5 - 0,8 .
-
-
--
5,5
7,0
8,0
6,4 3,2
8,1 4,0
9,2 5,1
2,75
3,55
4,50
•
a) e)
6
8
10
1,0
1,25
1,5
-
-
1,25
10,0
13,0
17,0
11,5 6,1
15,0 7,9
19,6 9,6
5,50
7,10
8,70
I
12 1,75 1,25 19,0 21,8 11,6 10,70
o e I H h I
I
M2,6x 0,45
M3 x0,5
M4 x0,7
5
5,5
7
8
8
10
3,1
3,7
4,5
2
2,4
3,2
1,0
1,0
1,1
I
..M5x0,8 11 5,0 1,1
M5x0,8
M6 x 1
8
8
10
12
13
5,5
6,0
3,3
3,3
4
1,1
1,5
I
M6 x 1 10 14 6,0 4 1,2
M6x 1
MBx 1,25
M8x 1,25
10
12
13
16
17
17,5
7,0
7,5
8,0
-
5 1,5
4,5 1,3
-
I
M10x 1,25
M10x1,5
M12x 1,25
14
14
17
19
19
23.6
9,0
9,0
11,5
6
6
1,8
1,8
6,5 2,2
I
M12X 1,75 17 24 11 7,5 2
Fig. 103. Dadiflangiati:l'effettoa11tisPil11111e11to
in pratica1111a rosetta·elastica
si ottiene nel casoa per il fatto e/relaflangia è
a tazza,co;;inel tipo/, con ,ma rosettadasticadentata,mentre nel
tipo e si ha 1111più leggeroeffettofrenantedo,mtoa/!ttscabrositàdellaflangiad'appoggio.
Tab. LVII. Di111e11sio11i
di dadi flangiati:
i11bassoper i tipi a, b, e di fig11m103.
d1111'11lt0
I
529 I
I
I plificazione che ne consentano un di-
segno genera;e più rapido.
Riassumendo, non compaiono in ge-
nere nei disegni gli spigoli degli smus-
Gli elementi esagonali (dadi e teste si di teste e dadi, i tratti di filettatura
I IL DISEGNO
delle viti) vengono rappresentati in
modo convenzionale, ma con un certo
incompleti, la forma delle estremità e
le gole di scarico: tutti questi elementi
DEGLIORGANI realismo, in figura 104. risultano infatti definiti nelle tabelle
I DI COLLEGAI\1ENTO
FILETTATI
In figura 105 si ha una rappresentazio-
ne che eliminando smussi e raccordi,
pur mantenendo i rapporti della figu-
alle quali si fa riferimento nell'indica-
zione delle viti, dadi, ecc..
Si rimanda anche alla figura 1 del ca-
ra precedente, facilità la rapidità di di- pitolo 9, in cui, proprio illustrando'le
· Denominazione
· ·•
-~{~:\
~
a
-·· _r. ; .:.~
•• -.s • a a
o-
J.,
i 2
I l-·-·-·E---~- Vitea testaesagonale
1 fil]
,.,,,;I"};
I B -[-·-·-·l---8 Vitea testaquadra ' :
I @ ·I----]---~- Viteconcavaesagonale
-@.-
0 +·---J:-·G Vitea testacilindrica
(ocilindrica
conintaglio
arrotondata)
I
-, --- 0- -1-~---l--~ ·-·
Vitesenzatestasvasatapianaconintaglio
-· ·- - - - -- - -
I-.- -.:l-.-~ -
® Vitea testasvasata
pianaconintaglio
I 0- -I·-.---.---=I- Vitesenzatestaconintaglio(grani)
-@-
.. Fig. 105. Disegnosemplificatodei bulloni.
I 0 --<!'~I e Vitiautofilettanti
e perlegnoconintaglio
• ,\ . o. ,,
I -~-9 Viteadalette
·-
, _.:
. _,
ENTENAZiONALE. _:.. ·:. -::,:_
ITALIANO
, ,,
D1.UNIFJCAZJONE:t/:.
-. •--r ,f,- ,"- :--,~,. ,•~<n-,.,!--~-(:~;t.':i
e
Lanonnativa prevedeungrannumerodi elementi filet-
tatipercollegamenti didiversotipoe campodi impiego.
Dadoesagonale
-~ Nonè pertantopossibile elencarequii rilerimenti a tul·
te le tabelle.
®~
Qualcuno frai piùsignificativi
è statocilatoneltestodel
Dadoesagonale
a corona capitolo;è tuttaviaopportuno ribadireancorachei rife-
rimenticorrettied aggiornatisi possonoaveresoltanto
I G o-
-
Dadoquadrato
conle pubblicazioni editedall'UNL
In questocasovannocttatiin particolare
neraledellenorme(pubblicato
il manualeMGspecifico
il Catalogo
a cadenzaannuale)
perla bulloneria.
ge-
ed
I @ (( Dadoadaletta
Fig. 106. Rappresentazione semplificata di
elementifilettati normalizzati.
I 530
·1 ---·
I'
-,-
I
B-B
I
Contropunta
1·
2
3
Basamento
Corpo
Supporto
I
-e---_-_-_-_-_-_)-
0
I
I 4
5
6
7
Cannotto
Vite
Boccola
Volantino
I
,..
-
Al
8
9
10
11
Contropunta
Monopola
Vite M6x20 (2 pezzi)
Vite M6x50
I
12
13
14
Dado
GranoM6x6
Spina elast. 05x24
I
531
I
I
I 3,.,Dal complessivorappresentatosi ricavinoi disegnicompleti dei particolari.
I
-,
I
I
I
I
I
I
,- T
IA
0
I 13
Tolleranze secondo UNI ISO 8015
Tolleranze generali secondo UNI ISO 2768 m-K
Rosetta 2A• 17 UNI 6592-R40C
12 Vite UNI :?31 M8•20-6.8 [sir. Cl UNI 947
I 11
10
9
8
7
Vite UNI :?25 MS•8-6_8
Vile UNI :?27 M8•15-6.8
Dodo MB ~NI 5588-A-65
Vite UNI :?31 M6•12-6_8
lm u noL·o A 25 UNI 6532 C40 U'II 7845
I 6
5
4
3
C40
C4D
C40
C40
l.:NI 7845
u:-:1 7845
UNI 7845
UNI 7845
2
I N. OOS
Base
Doto
C25 UNI 7845
I Trolt
De,.:,-,inczione
DYr HRC
APPOGGIOREGOLABILE
Dis. N
Codice
Gru;:-:>o
I CJ-+- S<O'o
o~~
Doto
~~--<
I 532
I
4.. Dal complessivo rappresentato si ricavino i disegni completi dei particolari.
83.5
I
I
I/')
-i-
o I
I
I
I
·I
I
'
I
3.2 /
I
V
3
Tolleran2e generali secondo UNI-ISO 2768-m
Tolleranze UNI ISO 8015
Smussi non quotati 1 x 45
I
~ -....
A"'"4 Ti"'Uat.l
""'
""
Ulfl SUt
"·"'' $111
""' $717
,,,.., SSH
r.
h
r,
r.
34 A U!il !.334
34 A UNI su•
14 A U.'# $.314
·--··
/'vr.lfa/--
s-..,.,,_,,,
... ,... w
r. ,., "-• n1•
Ft 34 A l'l>1 S:134
T• 34 A i;,,·1 S314
I
hl•,,.. T• 14 A U.'11 $»4
°"' I r•n•-.,._.
r,mta.
--o O-,,.vn1•
I
I
COCl•ct
s,;.,. I ; 5
533
I
1
5• Dal complessivorappresentatosi ricavinoi disegni completi dei particolari.
A-A
G·
·- ....I ........
I"'.,,.._
....
I I
·-·
...,ll•-"1--"·1°'""···"·
..
, ,, J "*••1•111 I ...""' 1••~
N
-
CH<e
Oenominozione ALZA VALVOLA
,,
Gruppo
....
8-$ .....
1210·
LI
1
'
.... IS/0f,/96
534
·1
'·
CAPITOLOQUINDICESIMO
I
t
f~~
i'.:·;
;·s,, ;•. ;-.·_.
......
-: .-. ..: •I collegamenti I
smontabili I
non fileffati I
I
DE : .
...
I ELEMENTI> --·-··
..
chiavette
··-~
--· .
... ~
..
--- ,,.____...
• • _...r-t•
linguette
,.
.. ·-
.,
'spine
,,..,..
.
__
:-,.·
....
I
~
•~-~
,: .. ..
••
anelli
scanalati I
~ .. t (,·:
elastici
I CHIAVETTE
E
LINGUETTE
l'inserimento forzato della chiavetta Il forzamento in senso radiale lascia
tende ad allontanare fra di loro l'albe- un certo gioco circonferenziale fra i
ro ed il mozzo, che sono invece fra lo- fianchi della chiavetta e quelli delle
ro fortemente premuti nella zona dia- cave: tale gioco non viene disegnato, a
I Si tratta di elementi simili nella forma
ma funzionanti secondo principi di-
versi.
metralmente opposta. Si realizza così meno che non si voglia evidenziarlo
un forzamento e la trasmissione del per meglio individuare il tipo di colle-
moto avviene per attrito nelle zone di gamento (fig. Sa). Come già detto a
I a)
I
I
I b)
I
I Fig. 3. Le chiavetteso110i11serite
t11di11nli
(cave).
fra alberoe 1110:z:zo,
generalmentein appositesc1111alnt11re
lo11gi-
NO
I
-r ----1-
e)
A-A
Al Non c"ècontatto
I 1Y
I SI
--1U ______IJ~--
I
I Fig. 5. a) La chiavetta,forzando radia/111e11te,
può presentaregiocosui fianchi; b) due chia-
;_,ettedevono essere montale a 120° fra loro;
I Fig. 4. La chiavettaesercita1111
In lmsmissionedel motom1r.1ie11egrazieall'attrito nellezone di contattodin111etral111enfe
c) il ribassamentodellegeneratricidell'albero
forznmentoradialefra alberoe mozzo e risultaquindi compressa: in corrispondenzadelle cave 11011
opposte. g11nlo.
, 1ie11edise-
I
,
536
__
... i., ·-
Hl!!•rnlffllll I ;
1·
figura 7), per il cui alloggiamento so-
I
.
.
d
mità di un albero.
Le cave nei mozzi sono passanti per
tutta la lunghezza: nel caso di inclina-
I
zione del fondo della cava sul mozzo
.cl t:,,..1:100
si deve fare attenzione al verso di
montaggio.
I
--I,_,!
-- I- Si noti che le chiavette hanno spigoli
smussati per evitare forzamenti·neJ-·
contatto con gli arrotondamenti al rac-
cordo con il fondo della cava (fig. 10).
I
.of f__
: --~
I
Fig. 7. Chiavettaarrotondatae relathmcava,con indicazionedelledimensionicaratteristiche.
I
,/R I
I
Fig. 10. Smussi s111 bordo delle cl1im.'etteed
I
arrotondamentidi raccordosul fondo delleca-
ve de,10110 esserecompatibilicome misure per
evitarepuntamenti localizzati(lo smusso può
esseresostituito da 1111arroto11da111e11to
valore).
,fi pari
I
Fig.B.Chiavettaribassata
e spianatura
s11/l'albero. Fig. 9. Chiavettaconcava.
537 I
I do di fornire un appoggio per rimuo-
vere la dùavetta, quando non sia pos-
sibile fare ciò spingendola dal lato op-
I
I
I
I Fig. 12. Misura interna dellacava, somm11ta
al diametrointernodel mozzo. Fig. 15. Chiavettetangenziali:il montaggioavvienea coppiesfasatedi 120°.
538
I
I --
CHIAVElTA NAS CAVA
Raggio
di
I
Diametro
albero Profondità arrotondamento
Altezza
d Sezione
. bx h
Lunghezza
I
Smusso
s
nasello Larghezza
h, b Albero Mozzo
~ '2
r
I
da6finoa8 -2x2 da 6 finoa 20 - 2 1,2 0,5
oltre8 finoa 10
oltre10finoa 12
3x3
4x4
da6finoa36
da8finoa45
0,16+ 0,25 -
7
3
4
1,8
2,5
0,9
1,2
0,08+0,16
I
oltre12finoa 17 5x5 da 10finoa 56 8 5 3 1,7
oltre17finoa 22
oltre22finoa 30
oltre30finoa 38
6x6
8x7
10X 8
da 14finoa70
da18finoa90
da22finoa 110
0,25+0,40 10
11
12
6
8
10
3,5
4
5
2,2
2,4
2,4
0,16+0,25
I
-·---- .. --
oltre38finoa 44 12X 8 da 28finoa-14O 12 12 2,4
oltre44finoa 50
oltre50finoa 58
14x9
16X 10
da 36finoa 160
da 45finoa 180
0,40+0,60 14
16
14
16
5
5,5
6
2,9
3,4
0,25+0,40
I
oltre58finoa 65 18X 11 da50finoa 200 18 18 7 3,4
oltre65finoa 75
oltre75finoa 85
oltre85finoa 95
20x 12
22x 14
25X 14
da 56finoa 220
da 63finoa 250
da 70finoa 280 0,60+0,80
20
22
22
20
22
25
7,5
9
9
3,9
4,4
4,4 0,40+ 0,60
I
28X 16 da80finoa 320
oltre95finoa 110
oltre110finoa 130
oltre130finoa 150
32X 18
36x20
da 90finoa 360
da 100finoa 400
25
28
32
28
32
36
10
11
12
5,4
6,4
7,1
I
oltre150finoa 170 40x22 da 110finoa400 36 40 13 8,1
oltre170finoà 200
oltre200finoa 230
oltre230finoa 260
45x25
50x28
56x32
da 125finoa 400
da 140finoa 400
da 160finoa 400
1,00+ 1,20
40
45
50
45
50
56
15
17
20
9,1
10,1
11,1
0,70+ 1,0
I
oltre260finoa 290
oltre290finoa 330
oltre330finoa 380
63x32
70x36
80x40
da 180finoa 400
da200finoa 400
da220finoa 400
1,60+2,00 50
56
63
. 63
70
80
20
22
25
11,1
13,1
14,1
1,2+ 1,6
I
oltre380finoa 400 90x45 da250finoa 400 2,50+3,00 70 90 . ___
28 16,1__ 2,0t2!5
oltre400finoa 500
Lunghezze
100X 50 da280finoà 400
I unificate:6-8-10-12-14-16-18-20-22-25-28-32-36-40-45-50-56-63-
80 100 31 18,1
70-80-90-100-110-125-140-160-180-200-220
-
I
- 250- 280- 320- 360- 400. .
Tolleranze:
- perla chiavetta,h 9 sub, h 11su h (h9 finoa d = 22)
-per la cava,D 10sub, sut, e~ ·~·1 finoad= 17,+ 8· 2 finoad= 110,+~, 3 perd oltre110.
...
I
-- - -- - - -· ·- - - - ·-- -· - - - .. --
- perla lunghezza
perI oltre80mm_g5 mmperla chiavetta
e + 8·
I: perI sinoa 28 mm],2 mmperla chiavetta
e + g.smmperla cava.
2 mmperla cava;perI oltre28sinoa 80mmt;nm perlachiavetta
e • ~·3 perla cava;
I
Tab. I. Dimensionidi chiavette(tipo UNI 6607)e chiavettecon 11asello
(tipo UNI 6608).La designazioneè del tipo ChiavettaA o B bxlixl UNI . .. I
due coppie di cave di forma diversa
nell'albero e nel mozzo, in cui vengo-
no poste due chiavette, simili a quelle
Le linguette sono simili alle chiavette,
ma hanno tutte le facce parallele, cioè
sezione costante. Anche per esse si
I
normali, inserite in verso opposto a avranno le forme B, diritta, A, arro-
contatto fra loro sulle superfici incli-
nate: il forzamento reciproco esercita
una spinta in direzione tangente alla
tondata, e C, mista, e quanto è stato ..
detto per le chiavette riguardo alla
forma delle cave, alla loro esecuzione
I
superficie di contatto albero mozzo. e misura, nonchè per la loro indicazio-
La forma delle cave è fatta in modo da
trasmettere correttamente le forze per
entrambi i versi di rotazione (fig. 16).
ne, vale anche per le linguette (fig.17).
Diverso è invece il modo con cui vie-
ne trasmesso il momento torcente: an-
v.l
,,
I
Si ricordi che, se il mozzo è in due ziché per attrito a seguito del forza-
parti, le cave devono essere collocate
simmetricamente rispetto al piano di
mento, la spinta viene trasmessa dal
fianco della cava sull'albero a quello I
separazione. Le dimensioni delle chia-
vette tangenziali ~ delle relative cave,
sempre in funzione del diametro de-
della cava nel mozzo tramite la lin- Fig. 16. Le cave per le chiavette tangenziali
guetta, che viene quindi assoggettata sonodii.•erse11ell'albero e nel mozzo e le super-
ad una forza di taglio. La linguetta do- fici di spinta sull'albero hanno direzione ra-
I
·
gli alberi, sono riportate in tabella III. vrà quindi essere montata con accop- dia/e.
5391
I
I CHIAVETIA CAVA
Diametro
albero Sezione Profondità
Altezza Raggiodi
I d
Dimensioni
bxh
nominali
Lunghezza
I
Smusso
s
nasello Larghezza
h, b Albero
t,
Mozzo
tz
arrotondamento
r
I oltre30 finoa 38
oltre38 finoa 44
oltre44 finoa 50
10 X 6
12 X 6
14x6
25+90
32 + 125
36 + 140 0,40+0,60
10
10
10
10
12
14
3,5
3,5
3,5
2,2
2,2
2,2 0,25+0,40
I oltre50 finoa 58
oltre58 finoa 65
oltre65 finoa 75
16 X 7
18 X 7
20x8
45 + 180
50+200
56+220
11
11
12
16
18
20
4
4
5 -
2,4
2,4
___2,4
'··
- .
I oltre85 linoa 95
oltre95 finoa 110
oltre110finoa 130
25 x9
28x 10
32 X 11
70+280
80+320
90 +360
0,60+0,80 14
16
18
25
28
32
5,5
6
7
2,9
3,4
3,4
0,40+0,60
I oltre130finoa 150
oltre150finoa 170
oltre170linoa 200
. 36 X 12
40 X 14
45 X 16
100+400
125+ 400
140+400
1,00+ 1,20
20
22
25
36
40
45
7,5
9
10
3,9
4,4
5,4
0,70+ 1,00
oltre200finoa 230 50 X 18 160+ 400 28 50 11 6,4
I sut, et,,+ g.
Tolleranze 1 perd linoa 50, + g.
2 perd oltre50. Lealtretolleranze I.
comenellatabellaI; cosìanchele lunghezze
I A e
te hanno tutte le
superfici laterali
parallele (A, arro-
tondata; B, diritta;
e, mista).
I
I
I Forma A
(arrotondata)
Forma B
(diritta)
540
I
-
·-
moto rotatorio anche con diverse po- te nella sede possono essere previsti
I
sizioni assiali del mozzo relativamen- fori che ne consentono il fissaggio
te all'albero, figura 18b) e quindi un
arresto in tale direzione deve essere
assicurato da altri elementi costruttivi
sull'albero mediante viti, come si ve-
de in figura 20 dove sono illustrate di-
verse soluzioni costruttive.
I
(fig. 19). Nella tabella IV si trovano le dimen-
Per bloccare eventualmente le linguet- sioni delle linguette e cave unificate,
I
d
albero
Diametro
b h s I r
·::
I
60 19,3 7 7,3
53---
65
70
19,8
20,2
21,0
7 ----
7
7
7,3
7,3
7,3
I
71
75
80
22,5
23,2
24,0
8
8
8
0,60+0,80
8,3
8,3
8,3
0,40+0,60 I
85 24,8 8 8,3
90
95
100
25,6
27,8
28,6
8
9
9
8,3
9,3
9,3
I
110
120
125
30,1
33,2
33,9
9
10
10
9,3
10,3
10,3 Fig. 19. I mozzi collegati ali'albero con lin-
guetta devono poter contaresu di un arresto
I
130 34,6 10 10,3
140
150
37,7
39,1
11
11 100+ 1,20
11,4
11,4 0,70+ 1,00
assiale:in figura, da un lato uno spal/amento
sull'alberoe dall'altrouna rondellacon vite. I
160 42,1 12 12,4
170
180
190
-
43,5
44,9
49,6
12
12
14
12,4
12,4
14,4
- . --- mept_renella tabella V si hannu le par.-
ticolari tà dimensionali delle varianti
costruttive.
I
200 51,0 14 14,4 Anche per le linguette è previsto
220
240
57,1
59,9
16
16 1,60+ 2,00
16,4
16,4 1,20+ 1,60
dall'unificazione un tipo ribassato
(UNI 5710), le cui dimensioni sonori-
portate nella stessa tabella IV.
I
250 64,6 18 18,4
- - ... - - --- -- ·- - - Le linguette sono di gran lunga più
-250 66,0" 18 18,4 usate delle chiavette, perché, non es-
280 72,1 20 20,4 sendovi forzamento non vi sono ec-
300 74,8 20 20,4 centricità, e quindi possono essere
320 81,0 22 22,4 usate anche per forti velocità, inoltre
340
360
83,6
93,2
22
26
2,50+ 3,00 22,4
26,4
2,00+2,50 la precisione sui fianchi assicura, ove
necessario, un buon centraggio cir-
I
380 95,9 26 26,4 confcrenziale.
400
420
440
98,6
108,2
110,9
26
30
30
26,4
30,4
30,4
·Alla famiglia delle linguette (trasmis-
sione del moto con spinta sui fianchi)
appartengono le linguette a disco,
I
dette anche linguette americane (o
450
460
480
112,3
113,6
123,1
30
30
34
30,4
30,4
34,4
Woodruff), costituite da un elemento
semicircolare che si colloca nell'albero
in una cava anch'essa semicircolare
I
3,00+ 4,00 2,50+3,00
500 125,9 34 34,4 longitudinalmente, mentre la cava nel
530
560
136,7
140,8
153,1
38
38
38,4
38,4
42,4
mozzo è del tipo consueto (fig. 21).
Queste linguette, non adatte a tra-
smettere forti momenti torcenti, ren-
I
600 42
dono facili i montaggi, in quanto pos-
630
Tolleranze:
157,1 42
I
541
-1
..---------.
I a) b) c)
I ~l __, i
-:-r: ,t_!:
I
I -O· -o- -0· ~::,.
_;;,
.otI -O·· ':'
I
e -o---o- -o-)
l
_.1b,_
I -O··
,I, .I
I
I .'
I
I -._ ·,.
...'·,.
--
·. ' '·
I Vite a testa
cilindrica
Spina
elastica
I Fig. 20. Alcuneforme di linguette,fra quelleprevistenellanormaUNI 6605:a) conesecuzioneper viti difissaggio,b) per viti difissaggioeforo
per vite d'estrazione,c) perspinadi arresto.
I a) c)
. ', .
d)
·,"
··.·.', ·, ..
I ___
r:O:\
________
_
I
I b)
h=0,8 D
I ___
[Q\ ____
_
I
I Fig. 21. Linguettaa discoe relativacavas111/'albero,
albero(c);l'et•entuale
confondo paralleloall'asse(a)od inclinato(b);esempiodi montaggiosu estremitàconicadi
forma tronca(d) deveessereesplicitamenteindicatanelladesignazione.
I 542
r -
LINGUffiA CAVA
I
Diametro
albero
d Sezione
bxh
Lunghezza
I
Smusso
s
Larghezza
b
Profondità
Albero
~
Mozzo
~
Raggio
di
arrotondamento
r
I
da6finoa8 2x2 da6finoa20 2 1,2 1
oltre8 finoa 1O 3x3 da6finoa36 0,16+ 0,25 3 1,8 1,4 0,08+ 0,16
oltre10finoa 12 4x4 da8finoa45 4 2,5 1,8
5x5 da 10finoa 56 5 3 2,3
oltre12linoa 17
oltre17finoa 22
oltre22finoa 30
6x6
8x7
da14finoa70
da 18finoa00
0,25+0,40 6
8
3,5
4
2,8
3,3
0,16+0,?5
'
I
- · oltre30finoa 38 10x8--· da221inoa110 10 5 3,3
oltre38finoa 44
oltre44 finoa 50
oltre50finoa 58
12x 8
14X 9
16x 10
da28finoa 140
da36finoa 160
da45finoa 180
0,40+0,60
12
14
16
5
5,5
6
3,3
3,8
4,3
0,25+0,40 I
oltre58finoa 65
oltre65finoa 75
oltre75finoa 85
18X 11
20X 12
22x 14
da50finoa 200
da56finoa 220
da63finoa 250
0,60+0,80
18
20
22
7
7,5
9
4,4
4,9
5,4
I
oltre85finoa 95 25x 14 da70finoa 280 25 9 5,4 0,40+0,60
oltre95finoa 110
oltre110finoa 130
28X 16
32X 18
da80finoa 320
da 90finoa 360
da 100finoa 400
28
32
10
11
12
6,4
7,4
I
oltre130finoa 150 36x20 36 8,4
oltre150finoa 170
oltre170finoa 200
oltre200finoa 230
40x22
45x25
50x28
da 110finoa 400
da 125finoa 400
da 140finoa 400
1,00+ 1,20 40
45
50
13
15
17
9,4
10,4
11,4
0,70+ 1,00
I
oltre230finoa 260 56x32 da 160finoa 400 56 20 12,4
oltre260finoa 290
oltre290finoa 330
63x32
70x36
da 180finoa 400
da200finoa 400
1,60+2,00 63
70
20
22
12,4
14,4
1,2+ 1,6
I
oltre330finoa 380 80x40 da220finoa 400 80 25 15,4
.. - 9·0 --- -
oltre380finoa 440
oltre440finoa 500
. 90x45
100x50
da250finoa 400
da280finoa 400
- 2,50:;:3,00
100
28
31
17,4
19,5
2,0-:,.2,5
I
Lunghezze unificate,
comein tab.I. Tolleranzesub, h edI dellalinguetta
comein !ab.I Perla larghezzab dellacavasi possonoprevedere accoppiamenti liberi
D 10sulmozzo),
(H9 sull'albero,
0,3/0oltre.
incerti(N 9 albero,J, 9 mozzo)o bloccati
(P9 su entrambi). I si ha+O,1/0perd finoa 22,+ 0,2/0finoa 130,+
Per!e profondità
I
Tav. IV a. Dimensionidellelinguette (UNI 6604). La designazioneè del tipo Lirig1ielta
A o B bxhil UNI.:. -
Sezione Profondità
Per contro la cava stessa può indebo-
I
lire l'albero a causa della sua profon-
Diametro
albero
d
Dimensioni
nominali
bxh
Albero Mozzo
~ ~
dità e di conseguenza le linguette a
disco non possono essere colloca te in
parti dell'albero molto sollecitate.
I
·Per le dimensione di linguette e cave
da 12finoa 17
oltre17finoa 22
oltre22finoa 30
5x3
6x4
8x5
1,8
2,5
3
1,4
1,8
2,3
si veda la tabella VI.
Nella figura 23 sono riassunte le di-
verse modalità di quotatura delle ca-
I
Y.eper chiavette e linguette.
oltre30 finoa 38
oltre38 finoa 44
oltre44finoa 50
10X 6
12X 6
14X 6
3,5
3,5
3,5
2,8
2,8
2,8
•i..·<-·.:1/.:..~
..~-Z:t,-.t,._#~:;.;:-~: · -~· . ..,- .
I
oltre50 finoa 58 16X 7 4 3,3 Sideve·osservar~·chenellinguaggio comu-
oltre58linoa 65
oltre65finoa 75
oltre75 finoa 85
18x7
20x 8
22x9
4
5
5,5
3,3
3,3
3,8
nèsi te"nde
v~·c~·d_i_.
adusàrèil termine
lingu"èttà: I chiavetta,
ci~.trovariscontro
'"nelfatto"é:he"irfinglèii"è.si
in-
anche
usa·genericamén-:.
' iékeyperJignitipoailinguettà~'inèntre· le
oltre85finoa 95
oltre95 finoa 110
oltre110linoa 130
25 x9
28 X 10
32X 11
5,5
6
7
3,8
4,3
4,4
. chi~vettesonodefinité"taper
rastrem.ate);così
iri francese
I~ey(chiavette
si distingue
un
oltre130finoa 150 36 X 12 7,5 4,9
.c/a"vètàgefoièe,·pér· Cl.liSÌ usanoclavettes
----~ --·-------
Vite
d, d, atestacilindrica Spinaelastica
Sezione t,
I bxh
d, d2
6H H 12
di t, 15
" Filettatura
X
lunghezza
Diametro
X
lunghezza
8x7 3,4 6 M3 4 4,5 2,4 4 7 5 M3x8 4x8
I 10x8
12x8
3,4
4,5
6
8
M3
M4
4
5
4,5
5,5
2,4
3,2
4
5
8
10
7
9
M3x 10
M4x 10
4x 10
Sx 10
14x9 5,5 10 MS 6 6,5 4,1 6 10 10 MSx 10 5 X12
I 16x 10
18x 11
20x 12
5,5
6,6
6,6
10
11
11
MS
M6
M6
6
8
8
6,5
9
9
4,1
4,8
4,8
6
7
8
10
12
12
10
10
10
M5x10
M6x 12
M6x12
6 X 14
.:, 8 X 16
8 X 16
22x 14 4,8
-----
B 12 10
··-------
M6x16 8x 16
I 25 X 14
2Bx 16
6,6
9
11
11
15
18
M6
MB
M 10
8
10
12
9
11
13
6
7,3
10
10
15
17
14
16
M8x16
M 10X 16
10x22
12x24
32X 18 11 18 M 10 12 13 7,3 12 17 18 M10x20 12x24
I 36x20
40x22
45x25
14
14
14
20
20
20
M 12
M 12
M 12
16
16
16
17
17
17
8,3
8,3
8,3
14
16
16
20
20
20
20
20
20
M12x25
M 12x25
M 12x30
16x30
16X 30
16x30
I 50x28
56x32
63x32
14
14
14
20
20
20
M 12
M 12
M 12
16
16
16
17
17
17
8,3
8,3
8,3
16
16
16
20
20
20
20
20
20
M12x30
M12x35
M 12x35
16X 32
16x32
16X 32
70x36 18 26 M 16 20 21 11,5 20 24 24 M 16x40 20x40
I 80x40
90x45
100X 50
18
22
22
26
33
33
M 16
M20
M20
20
25
25
21
26
26
11,5
13,5
13,5
20
25
25
24
30
30
24
30
30
M 16X 45
M20x50
M 20x55
20x40
25x50
25x 50
1- - · Serie-
1
..
Serie --
2
-
Linguetta Cava
Diametro
dell'albero -
· Profondità
I oltre finoa
d
oltre finoa
Dimensioni
bxh
nominali Diametro
D
Smusso
s
LunghezzaLarghezza
I b
Albero Mozzo
- ~ .. .~ ..
Raggio
'
di
arrotondamento
I 3
4
5
4
5
6
3
4
6
4
6
8
1 X 1,4
1,5X 2,6
2x2,6
4
7
7
3,82
6,76
6,76
1
1,5
2
2
1
1,8
0,6
0,8
1
I 6
7
8
7
8
10
8
10
12
10
12
15
2 X 3,7
2,5X 3,7
3x5
10
10
13
0,16-,-0,25 9,66
9,66
12,65
2
2,5
3
2,9
2,7
3,8
1
1,2
1,4
0,08.,.0,16
I 12
14
16
14
16
18
20
20
22
4 x6,5
4 x7,5
16
19
15,72
18,57
4
4
5
6
1,8
1,8
18 22 25 5 X 6,5 16 15,72 5 4,5 2,3
I 18
20
22
20
22
25
25
28
32
28
32
36
5 x7,5
5x9
6x9
19
22
22
0,25-,-0,40 18,57·-
21,63
21,63
5
5
6
5,5
7
6,5
2,3
2,3
2,8
0,16-,-0,25
25
I
28 36 40 6x 10 25 24,49 6 7,5 2,8
28 32 40 - 8 x 11 28
0,40+0,60
27,35 8 8 3,3
0,25+0,40
32 38 - - 10X 13 32 31,43 10 10 3,3
I .Tolleranze:
entrambi
perla linguetta,
(accoppiamento
9, poi+0,2/0
h 9 sub, h 11su I edh 12suh; perlacava,sullalarghezza
bloccato):
sullaprofonditàt,, + O,1/0finoallelinguett-:,
b N 9 sull'albero
e Js9 sulmozzo(accoppiamento incerto)oppureP 9 su
2,5x 3,7,+ 0,3/0oltre5 x 7,5,+ 0,2/0peri casiintermedi;
su 12 + O,1/0linoa 6 x
I 544
I
A-A
I
A-+-. D I
<TI] ' I
I
I
I
I
I
A-A
I
I
I
'· I
r
'' t
f
- - --------
-
-~i I
··...
, !·' ·. ,_..
. ·,. '·
SI SI NO I
Fig. 23. Raccoltadi esempidi quotaturepercavesedidi chiavettee linguettedi variotipo.
I
particolari, come acciai duri od acciai
I
EFJL per molle, possono anche avere forma
SPINEEPERNI
conica od essere deformabili.
La distinzione fra perni e spine a pri-
ma vista è spesso piuttosto difficile:
I
Sono definiti perni degli elementi ci- fra i perni di figura 28, unificati nella
lindrici costituenti particolari di mac-
chine, con funzione di fulcro per parti
rotanti (fig. 24), di arresto (fig. 25), di
UNI EN 22340 e le spine di figura 29,
unificate nella UNI EN 22338, le diffe-
renze formali appaiono minime, ri-
I
centraggio (fig. 26), di collegamento guardando la tolleranza di lavorazio-
(fig. 27): per questi ultimi compiti si
preferisce parlare di spine, che però,
ne sul diametro (per le spine di tipo A
e B) e_dil campo di diametri normaliz-
zati. E quindi solamente l'uso che dif- con1111pernocontesla.
Fig.24. Snodorenlizznto
I
oltre ad essere costruite in materiali
545 I
. ---· -------- ----- - .. ··- ·---- - -- --,
I
I
I
•
I
I Fig. 25. Unaspinaco11
funzione di arresto. Fig. 26. Unaspinausataper il posizionamen- Fig. 27. Collegame11ti
to reciprocodi duepezzi.
conspine cilindriche.
I - spine coniche.
- spine elastiche,
mentre saranno disponibili ovviamen-
Tipo A TipoB
te un gran numero di forme non unifi-
I cate, come per altri organi di collega-
mento.
Fig. 28. Pernisenzatesta, unificatiUNI EN 22340:il tipoB presentaduefori percopiglieo spine. Le spine cilindriche possono essere_
usate come perni per cerniere, come
ht___
ferenzia tali elementi, con una mag- collegamento fra alberi e manicotti o
~
giore attenzione al posizionamento ed collari, come blocco per limitare scor-
I • .
-1~ w
e _ .. __ .. _ j
agli accoppiamenti per le spine: ad rimenti o rotazioni (fig. 31); possono
esempio nella figura 30, il perno è te- anche essere usate per trasmettere de-
nuto in posizione grazie a due spine boli momenti torcenti, in sostituzione·
. .. l_eg_germe1!te fo~zate i!!.fo~i diarr:ietrali,._ delle. più. cQstose linguette, in genere __
Le tabelle VII ed VIII riassumono, per inserite in fori diametrali e quindi sol-
I I
TipoA
un possibile confront? le dimensioni lecitate da una forza tagliante perpen-
rispettivamente dei perni e delle spine dicolare al loro asse (fig. 32), ma tal-
cilindriche. volta anche forzate longitudinalmente
Nell'unificazione si troveranno quin- fra albero e mozzo (ed in questo caso
I di definiti sia perni che spine: limitan- possono anche essere coniche, per un
I
I TipoB
3.y
I
I
TipoC
I 5-16
I ---- -
I
d
h 11 .,,
d, e
max• '·
"""
I
i,14 d
a
=
e
=
I
i, 14
miglior forzamento, come fossero
chiavette a sezione circolare) (fig. 33).
Le spine coniche, con conicità 1:50,
I
3 0,8 1 1,6 6 +30 0,6 0,08 0,12 2+6 sono definite dal loro diametro mino-
4 . 1 1 2,2 8+40 0,8 0,1 0,16 2+8 re, corrispondente al diametro di fo-
5
6
8
1,2
1,6
2
2
2
2
2,9
3,2
3,5
10+ 50
12+60
16+80
1
1,2
1,5
0,12
0,16
0,2
0,2
0,25
0,3
4+ 10
4+ 12
4 + 16
ratura delle loro sedi (successivamen-
te alesate con alesatore conico) (fig. 34
e tab. IX).
I
4,5 2 0,25 0,35 6+20
Sia le spine coniche sia quelle cilindri-
10 3,2 2 20 + 100
12
14
16
3,2
4
3
3
5,5
6
24 + 120
28 + 140
2,5
3
0,3
0,4
0,5
0,4
0,5
0,63
6+24
8+30
che devono essere inserite all'estre-
mità per una lunghezza almeno pari I
4 3 6 32+ 160 4 8+40
>----18
20
22
5
5
5
3
4
4
7
8
8
35 + 180
40min
45 •
·-·.
5
6
8
0,63
0,8
1
0,8
1,2
1,6
10+50
12+60
14+85
d
h10
a e nom.
• I
I
24 50 • 10 1,2 . =-·~ •.
6,3 4 9 2 18 + 100
27
30
6,3
8
4
4
9
10
55 •
60 "
12
16
• 1,6
2
2,5
3
22 + 140
24 + 180
0,6
0,8
0,08
0,1
0,12
0,16
4+8
5 + 12
I
33 8 4 10 65 • 20 2,5 3,5 35min 1 0,12 0,2 6+ 16
36
40
45
8
8
10
4
4
4
10
10
12
70 "
75 "
90"
25
30
40
3
4
5
4
5
6,3
50 •
60 "
80 "
1,2
1,5
2
0,16
0,2
0,25
0,25
0,3
0,35
6+20
8 +24
10 +40
I
100 • 2,5 0,3 0,4 10 +40
50
55
60
10
10
10
4
6
6
12
14
14
120 •
120 •
50 6,3 8 95 "
LunghezzeIuntticate:2; 3; 4; 5; 6; 8; 1O;12;14;
16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;40;45;50;
4
3 0,4
0,5
0,5
0,63
12 +45
14+55
I
70 13 6 16 140 • 55;60;65;70;75;80;85;90;95;100;120;140; 5 0,63 0,8 18 +60
80
90
100
13
13
13
6
6
6
16
16
16
160 "
180 '
200 "
160; 180; 200;poi con incrementidi 20 in 20
mm.
6
8
10
0,8
1
1,2
1,2
1,6
2
22+90
22 + 120
26 + 160
I
Tab. VIII. Spine cilindriche,non temprate, 1,6
Lunghezzeunificate:6; 8; 10;12;14;16;18;20; ..
22;24;26;28;30;32;35;40;45;50;55;60:65;
70;75;80;85;90;95; 100;120;140;160;180;
(tipoftg. 29).-
I
12
16
20
2
2,5
.. 2,5
3
3,5
30 + 180
40min.
45 "
I
200,poicon incrementidi 20 in20 mm. 25 3 4 50 "
,,.-AA,
-
Tab. VII. Perni senza testa (tipofig. 28}. _;_:I-~_:_ì::_
30
40
50
4
5
6,3
5
6,3
8
55 "
60 "
65 •
.1
LunghezzeI unificale:2; 3; 4; 5; 6; 8; 10;12;14;
16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;40;45;50;
55;60;65;70;75;80;85;90;95; 100;120;140;
I
160; 180; 200; poi con incrementidi 20 in 20
mm.
I
Tab. IX. Spi11econic/ze,con riferi111e11to alfa
..·1I·-----..
-r-= JL I I
r, _ a d (0,021)'
--i:+ +--ira
I 547
--,
I al loro diametro e possibilmente non
devono avere gioco nelle sedi, soprat-
ne di riferimento destinate a fori cie-
chi si effettua una leggera spianatura
tutto nelle zone corrispondenti ai pia- lungo una generatrice in modo da
I d'in\'ito
A causa della precisione dell'accop-
piamento le spine di riferimento pos-
sono dare origine al curioso fenomeno
di una sovrassollecitazione provocata .!...
I a) Esecuzione A
(per fori passanti)
b)
Tipo A
Spina con estremità bombata
smussata avente tempra di profondità
TipoB
Spina con estremità piana (smussata)
cementata
I
I
I Esecuzione B
(per fori ciechi)
solo per dl 2:: 8 mm
I
I X
I Fig. 38. a) spine di riferimentosecondola UNI 6364,ora soppressa:il tipo perfori ciechiIla1111a
spia11af11ra
sialeper l'estrazione,b) spine tempratesecondole norme UNI EN 28734e 28735 (conforofilettato assiale).
lo11git11di11ale
ed 1111forofilettato as-
I 548
-m---=------
11 - -
serimento della spina (fig. 39): esiste
I
a
r,
I una serie di spine con lunghezza co- :à a I
J,14
I
d =
e J,14
m6 =
min max stante del tratto filettato ed una con
lunghezza costante del tratto conico al 0,6 0,08 4+8
1 0,12 0,5 - - 3 + 10 variare della lunghezza complessiva
della spina (tab. XII).
0,8 0,1 5+ 12
1,5
2
2,5
0,2
0,25
0,3
0,6
0,8
1
0,2
0,2
0,3
0,6
0,6
0,7
4 + 16
5+20
6+24
Altri tipi di spine coniche presentano
la conicità convergente verso il codo-
lo filettato, che ne consente la trazione
1
1,2
1,5
0,12
0,16
0,2
6 + 16
6+20
8+25
I
3 0,4 1,2 0,3 0,8 8+30 2 0,25 10+ 35
4 0,5 1,4 0,4 0,9 10+ 40
attraverso i fori in cui sono inserite, sia
per un miglior bloccaggio, sia per re- 2,5 0,3 10+35
I
5
6
B
10
12
0,63
0,8
1
1,2
1,6
1,7
2,1
2,6
3
3,8
0,4
0,4
0,5
0,6
0,6
1
1,1
1,3
1,4
1,6
12+ 50
14+60
18+80
22min
26 "
golazione, ad esempio per ricupero di
giochi. Una particolare applicazione
di spine di questo tipo si ha ad esem-
pio nel montaggio delle pedivelle del-
le biciclette (fig. 40).
3
4
5
6
8
0,4
0,5
0,63
0,8
1
12+45
14+ 55
20+60
25+90
25+ 130
-,
16 2 4,6 40 • Impiegate come collegamenti per pic-
20 2,5 6
0,8
0,8
1,8
2
LunghezzeI unificate:3; 4; 5; 6; 8; 10; 12; 14;
50 " coli sforzi, ma soprattutto come dispo-
si ti vi di arresto sono le copiglie, in
parte già viste parlando di dispositivi
10
12
16
1,2
1,6
2
30 + 160
35 + 180
40+ 200
I
16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;50;45;50; 20 2,5 45+ 200
55;60;65;70;75;80;85;90;95; 1oo;poicon
incrementi
di 20 in20 mm.
anti svitamento, dove sono trattate in-
sieme ai dadi ad intagli di cui impedi-
scono la rotazione rispetto alla vite.
25
30
40
3
4
5
50+200
55 + 200
60+200
I
Esse sono costituite da un filo a sezio-
Tab. X. Spine cilindrichetempratetipo UNI
EN28734.
ne semicircolare, ripiegato in modo
che le due sezio~i affacciate configuri-
· 50 6,3 65 +200
Lunghezzeunificate:4; 5; 6; 8; 10; 12;14; 16;
20;25;30;35;40;45;50;55;60;65;70;75;80;
I
90;100;110;120;130;140;150;160;170;180;
90;200.
Arrotondamento
di piccolo raggio
Tab. Xl. Spine conichetemprate,di riferimen-
to, tipo UNI 7283. (designazione tipo Spina
dxl UNI 7283).
I
I
n .
z
b
e
_/.
1
Fig. 39. Spine conichecon codolofilettato;per ogni diametronominaleal variaredellal1111ghez-
za totaleI il tipo UNI 7285 mmztienecostante la lunghezza dellaparte conica,mentre il tipo
UNI EN 28737 il codolofilettato.
I
:à b e
= 6g
d, d,
=
z a I,
I
J,14 I
5 14 16 MS 3,5 1,25 2,4
6
8
18
22
20,5
25
M6
MS
4
5,5
1,5
2
3
4
25
30
40
40+50
45+60
55 + 75
pendenzap%
I
10 24 27,5 M10 7 2,5 4,5 45 65 + 100
12
16
20
27
35
35
31
40
40
M12
M16
M16
8,5
12
12
3
4
4
5,3
6
6
55
72
85
85 + 140
100+ 160
120+ 190 -a Il 0 - ~
I
25
30
40
40
46
58
46
53
66
M20
M24 ·
M30
15
18
23
5
6
7
7,5
9
10,5
100
110
130
140+ 250
160+ 280
190+ 320
I
50 70 80 M36 28 9 12 15Ò 220+ 360
Lunghezze
unilicate:40;45;50;55;60;65; 75;85; 100;120;140;160;190;220;250;280;320;360.
Fig. 40. Chiavettaconicacon spia11at11ra,
tipo
I
Tab. XII. Spine conichecon codolofilettato, con riferimentoallafigura 39. Velo,per montaggiodi pedaliere.
549 I
-,
I no un cerchio (fig. 41): il doppio gam-
bo così ottenuto presenta una parte
sporgente rispetto all'altra, così da fa-
I cilitare il divaricamento delle due par-
ti, divaricamento che, se viene effet-
tuato dopo che la copiglia è stata inse-
@--=------=,.;>_
I
rita in un foro, ne impedisce lo sfila-
mento. La maggiore sporgenza del
tratto lungo rispetto a quello corto di-
@----........___----<
stingue le copiglie di tipo B da quelle
I V I S
I V d
I
-1 Applicazioni per perni
I - o
a b APPLICAZIONI APPLICAZIONI
(diametro
foro
__ pessante)·-- ·--rt{/.::.- di
·~-·-·..-··
max.
- --= : . -
e
-- - ... suvmEDADI
-· ---- -·- - SUP,!:RNI-·- ·- -
1·
-. ·-
d d
0,6 4-,-12 0,4.,. 0,5 1,6 2 0,9-,-1 w
V V
oltre finoa min oltre finoa
0,8 5-,-16 0,6-,-0,7 1,6 2,4 1,2-,-1,4
1 6-,-20 0,8-,-0,9 1,6 3 1,6-,-1,8
- 2,5 - - 2
I 1,2 8-,-25 0,9-,-1 2,5 3 1,7-,-2
2,5 3,5
-
3
2 2 3
3
1,6 8-,-32 1,3-,-1,4 2,5 3,2 2,4.,.2,8
-
~
I 2,5
3,2
4
5
12.,.50
14+ 63
18-:-80
22-:-100
2,1.,.2,3
2,7.,.2,9
3,5.,.3,7
4,4+4,6
2.5
3,2
4
4
5
6,4
8
10
4 -,-4,6
5,1+ 5,8
6,5.;-7,4
8-:-9,2
5,5
7
9
7
9
11
-
-
5
6
3,25 5
4
5
6
8
6
8
9
e---
5
I 6,3
8
10
32 -:-125
40 -:-160
45-,-200
5,7-:-5,9
7,3-:-7,5
9,3.,.9,5
4
4
6.3
12,6
16
20
10,3-,-11,8
13,1-,-15
16,6.,.19
--11
12
14
12
14
16
8
6
6,5
7
9
12
12
17
8
16 20 8
-
I Serielunghezze L = 4 - 5 - 6 - 8 - 1O- 12- 14- 16- 18- 20 - 22 - 25 - 28- 32 - 36 - 40 - 45 - 50- 56 - 63
-71-80-90-100-112-125-140-160-180-200-224-250-280.
- La lunghezzadellecopigliedeveesseredellamisuraimmediatamenle superiore allasommad + v
20
22
22
27
10
e---
9
10
17 23 10
27 33 11,5
(perdadia intagli:s + v). 12 23 29 12
I 33
39
45
39
45
56
e---
14
e---
12,5
15
16
29 44 14
56 60 18,5
I Tab. XIII. Di111e11sio11i
di copiglie.con riferimento 111/11
ancheil materiale.
BD x L UNI 1336, i11dirn11do
.figura42. Desig1111zio11e
tipo Copiglia 60
68
68
80
16 19,5 44
19,5
69 16
1550
I --
I.
I
lt
;Ì
La copiglia di figura 43, a divaricazio-
ne elastica, funziona come arresto o si-
curezza, con inserzione della parte di-
ritta in un foro, ed è spesso collegata
ai pezzi per non andar perduta, così
dr assorbire vibrazioni senza allentar-
si. Un ulteriore vantaggio è dato dal
fatto che, proprio a seguito della loro
deformabilità elastica, queste spine
non richiedono una lavorazione accu-
1:
1:
i~
come le spine d'arresto, non unificate,
di figura 44.
Le spine elastiche, costruite in acciaio
rata dei fori, che possono essere ese-
guiti direttamente con una punta eli-
coidale senza ulteriori rifiniture.
I
:I per molle, sono di diversi tipi (fig. 45), I tipi più comuni di spine elastiche so-
li
li
I!
Il
unificati e non, che si basano tutti sul
principio di avere una spina che in
condizioni libere ha un diametro leg-
no le spine tagliate, (fig. 46, 47, 48 e
tab. XIV) costituite da un elemento tu-
bolare tagliato longitudinalmente, in
I
germente maggiore di quello del foro modo da consentire la deformazione
I
i
·I
in cui deve essere inserita. Quando la
spina si trova forzata nel foro reagisce
con una spinta elastica radiale che ne
della sezione a C così ottenuta, le spi-
ne a spirale, (fig. 49 e tab. XV), forma-
te da un foglio di lamierino avvolto a
I
assicura il buon ancoraggio, in grado formare un cilindro deformabile, e le
I
lipoA Tipo B
I
.,-- ~. ~~ .. ~.,,,.--~
I
.. ...J-;-
I
I
I
I I
> f - -j- _, -~-~
-E - I-
I
- t- - l-
i I 1 - I - .. " - - I - •
~--
Applicazione
-.--
----::::::--·
..
.
I
Fig. 43. Copigliaelasticad'arresto,con riferimentoalla UNI 8833. Fig. 45. Spine elastichedi vario tipo.
I
I
rt------lp
kf::U --.... ;T -~--~
______ ] I
0ì I ,
<
~
-i=:
11 a
.
I
' ~
I
Vl
183
I.
•
T -------
.I
----
I
-
--1
I
Fig. 46. Spi11ee/asticl1etagliate: il tipo con intaglio 011d11/ato
11011è
I
Fig. 44. A/cime spine d'arresto11011
1111ificate. 1111ificato.
551 I
I
·1
I
I
I -(Y
I
I Fig. 49. Spine elastichea spirale.
I
I d
nom. d, d2
=
s
.
a
- d
vite Lunghezza
pass. nom.l
2 2,3 1,9 0,2 0,35 - 4 +30
I 2,5
3
2,8 2,3 0,25
3,3 2,7 0,3
0,45
0,5
-
-
4.;.30
4 +40
d
I 4
4,5
5
~.4 3,4 0,5
4,8 3,8 0,5
5,4 4,4 0,75
0,7
0,8
1,6
-
3
-
. 4+50
4+50
5+80
I 6
8
10
6,4 4,9 0,75
8,5 7 1
10,5 8,5 1
1,6
2
2
4
6
-
10+100
10+120
10.;.160
Ci
20 20,5 16,5 2 2 10.;.200
'
21
25
28
21,5 17,5 2
25,5 21,5 2
28,5 23,5 2,5
2
3
3
16
20
22
14.;.200
14.;.200
14.;.200
JI
I 30
32
35
30,5 25,5 2,5
32,5 27,5 2,5
35,5 28,5 3,5
3
3
24
-
14.;.200
20.;.200
.J
'
3 27 20.;.200
I 38
40
45
38,5 30,5 4
40,5 32,5 4
45,5 37,5 4
4
4
4
-
30
36
20.;.200
20 +200
20+200
50 50,5 40,5 5
I Lunghezzeunificate:
4 39 20.;.200
4 - 5 - 6 - 8 · 10 - 12-
(14)-16- (18)· 20 - (22)-24 - 26 - (28)-(30)-
32 - (36)• 40 · (45)• 50 · (55)• 60 • (65)- 70 •
___
_j
1-
-·~=---···
I
spine ad intagli. Queste ultime, unifi-
·cate di recente, sono realizzate prati-
cando sul corpo cilindrico dei solchi
la sezione trasversale in corrispon-
denza dei solchi, a seguito del riflusso
del materiale si scosta dalla forma cir-
con forze elastiche radiali. I solchi
possono essere estesi a tutta la lun-
ghezza della spine o limitati a deter-
I
longitudinali per deformazione, sen- colare, assumendone una lobata, che, minate parti, consentendo· diverse_
za asportazione di materiale (fig. 50): forzata in un foro circolare, reagisce possibilità di forzamento (fig. 52). Sul-
lo stesso principio sono basati dei
chiodini per metallo che, per collega-
1
nom.
-
d,
Prima
d,
Prima
del
montaggio
a
s
Resistenza
minima I
menti di scarsa importanza, possono
sostituire le viti, più costose.
Ci si limita , nella tabella XVI, all'indi-
I
delmontaggio = al taglio J,14 cazione delle dimensioni delle spine
doppioKN
max.
unificate di figura· Si. _
0,8
1
0,85+0,91
1,05+ 1,15
0,75
0,95
0,3
0,3
0,07
0,08
0,4
0,6
4 + 16
4+ 16
I
1,2 1,25+ 1,35 1,15 0,4 0,1 0,9 4 + 16
1,5
2
1,62+ 1,73
2,13+ 2,25
1,4
1,9
0,5
0,7
0,13
0,17
1,45
2,5
4+24
4+40
I
2,5 2,65+2,78 2,4 0,7 ' 0,21 3,9 5+45
3
3,5
4
3,15+ 3,3
3,67+3,84
4,2+4,4
2,9
3,4
3,9
0,9
1
1,1
0,25
0,29
0,33
5,5
7,5
9,6
6+50
6+50
8+60
I
5 5,25+ 5,5 4,85 1,3 0,42 15
6
8
6,25+ 6,5
8,3+8,63
5,85
7,8
1,5
2
0,5
0,67
22
39
10 +60
12+ 75
16+ 120
Cl
Smusso ammesso
I
10 10,35+ 10,8 9,75 2,5 0,84 62 20 + 120
12
14
16
12,4+ 12,85
14,45+ 14,95
16,45+ 17
11,7
13,6
15,6
3
3,5
4
1
1,2
1,3
89
120
155
24 + 160
28 +200
32min
L-r=
C2
1
a
I
20
- ··-
20,4+ 21,1
- ..
Lunghezze/unificate:
---
19,6
-
4,5
- -
1,7 250 45min
4; 5; 6; 8; 10;12; 14;16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;40;45;50; 55;60;65;
70;75;80; 85;90;95; 100;120;140;160;180;200;poiconaumentidi 20 mm.
a) I
Tab. XV. Spine elastichea spirale(tipomedio UNI EN 28750). I
----· - ·- - -- ... - - -- -- - - -- - - -··· -
d, Resistenza Djrametrodi
e,
e, a minima rifo amento 1 d2 I
~ al taglio Qndl~
perspme i, 14
doppio, kN
I
In acdllo)
nom. toll.
6
8
5 0,5
0,6
0,8
1,7
2,1
2,6
0,63
0,8
1
17,6
25,4
45,2
5,25
6,30
8,30
14 +60
14 + 80
14min.
I
10 h 11 1 1,2 70,4 14 •
12
16
1,2
1,6
3
3.8
4,6
1,6
2
101,8
181
10,35
12,35
16,40
16 "
20 •
b) I
20 2 6 2,5 283 20,50 24 •
25 2,5 7.5 3 444 25,50
553
I
I D
I D >2,5d
(acciaio)
-D >3,Sd
(ghisa)
I
I~I
~
I
I
I
I
Fig. 52. Esempidi applicazionedi spine ad intagli.
I-···
indebolirebbero troppo l'albero, per . _c9ppiamento (fig. 56 e tab. XVII).
eccessiva ·profondità rispetto al dia- In precedenza erano previsti scanalati
metro nel primo caso, e per numero con centraggio sui fianchi (fig. 57 e
troppo alto di linguette occorrenti per tab. XVIII)ed anche con centraggio sul
ripartire il carico nel secondo. diametro esterno; si distinguevano an-
I
I D
-----è----- ·--~---·
I
IFig. 54. Alberoe mozzo co11,;ca11nlat11re
n .fùmcl1ipnmlleli. co11pro.filo11dcr_10/;,e11te.
Fig. 55. Alberoe mozzo co11sc,11111/11/1,re
I554
-1----
-~
SerieLEGGERA SerieMEDIA
lature nei mozzi in genere vengono
I
d ottenute per brocciatura (vedi cap. 8). 11
NxdxD e NxdxD e B L'affinità dei profili degli scanalati ad Il
- t IA evolvente con quelli delle dentature ·
11 - - 6x11x14 3 porta a definizioni analoghe a queste
13 - - 6x13x16 3.5 ultime, per cui si rimanda allo specifi-1
co capitolo per ciò che riguarda dia-
16 - - 6x 16x20 4
- metro primitivo, modulo, passo, ecc.
18 - 6x 18x22 5
con riferimento alla norma UNI ISO
21 - - 6x21 x25 5
4156: in figura 58 gli elementi caratte-1
23 6x23x26 6 6x23x28 6
rizzanti il profilo sono perciò soltanto
26 6x26x30 6 6x26x32 6 indicati, senza ulteriori definizioni. Si
28
32
36
6x28x32
8x32x36
8x36x40
7
6
7
6x28x34
8x32x38
Bx36x42
7
6
7
indica inoltre la distinzione fra fond~
raccordatoopiatto,a seconda che il rac-
cordo fra i fianchi delle scanalature
1
42
46
52
8x42x46
8x46x50
8x52x58
8
9
10
8x42x4B
8x46x54
8x52x60
8
9
10
avvenga con un unico raggio di rac-
cordo o con un tratto con due raccordi
d'estremità; viene inoltre evidenziata
I
56 Bx56x62 10 8x56x65 10 in figura 59 la differenza fra i vari pro-
62
72
82
8x62x68
10x72x7B
10x82x88
12
12
12
8x62x72
10X72X 82
10x82x92
12
12
12 Fig. 56. Accoppiamento scanalato a fianchi
fili al variare dei tre valori unificati
dell'angolo di pressione a, che indivi-
dua la direzione in cui agisce la forza
I
parallelie ce11traggio
sul diametrointerno:se- scambiata fra scanalatura interna ed
92
102
112
10x92x98
10X102X108
10x 112x120
14
16
18
10x92x 102
10x 102x 112
10x112x125
14
16
18
zione con le dimensionicaratteristiche. esterna, normale al profilo.
Nella tabella XIX,sono raccolti a tito-
lo esemplificativo, i profili al variare
I .
pia è tale superficie e minore è la pres- del modulo (e quindi del passo) per
I
Tolleranzedi simmetria
sulladimensione Bcorrispon· sione a parità di momento torcente
dentia IT7,conriferimento
all'assedelcilindrodi dia- scanalati con cx==30° (nella norma so-
metrod. trasmesso, per cui un'ampia superfi- no indicati i dati geometrici e di tolle-
cie d'appoggio può consentire anche ranza per numero di denti fra 6 e 100).
uno scorrimento longitudinale del-
Designazione
1'accoppiamento contemporaneamen-
Siindicano nell'ordine i valoriNx d x D della
tabella,in cuiN è il numero di scanalature. te alla trasmissione del moto rotato- Rappresentazione degli -1···
Nelladesignazione siusanole seguenti sigle: - rio, caratteristica questa richiesta in scanalati
alberoscorrevole
alberoscorrevole
alberofisso= F
=S
sottocarico= SC
molti accoppiamenti scanalati.
. Gli scanalati con fianchi ad evolvente, In considerazione del largo impiego
realizzano un ottimo centraggio sui di scanalati nelle costruzioni meccani-
1·
mozzotrattatodopobrocciatura =T fianchi stessi, consentendo alte velo- che e delle difficoltà di un loro dise- - · ·
mozzonontrattatodopobrocciatura
Esempi_ - . . - -
ALBERO con8 dentisuldiametro
= NT
. - - -
internod =
cità di rotazione: sono costruiti in mo- gno completo, la normativa interna-
d_~a~al9gg a).le d~~~~ture per ing:r:a- . zionale ha stabilito delle regole sem--
naggi e risultano pertanto di esecuzio- plificative di designazione e rappre-
I
62 e condiametro esternoD = 68,montato ne più economica risP.etto ai prece- sentazione (norma UNI EN ISO 6413).
scorrevole
62x6BSC
MOZZO
sottocarico:AlberoUNI8953· 8 x
553 I
I SERIECONAPPOGGIO
TabellaUNI222
MEDIO SERIECONAPPOGGIO
TabellaUNI223
AMPIO
a)
I mm
d o
mm
b
mm
z
num.
scanal.
o
mm
b
mm
z
num.
scanal.
e,r
::
mm
I 11
13
16
14
16
20
3
3,5
4
6
6
6 20 2,5 10
0,2
18 22 5 6 23 3 10
I 21
23
25
28
5
6
6
6
___ 6
26
29
3
4
10
10
Diametro
esterno
- --26 32 6 32 4 10
I 28
32
36
34
38
42
7
6
7
6
8
8
35
40
45
4
5
5
10
10
10
0,3
b}
I 42
46
52
48
54
60
8
9
10
8
8
8
52
56
60
6
7
5
10
10
16
56 65 10 8 65 5 16
I 62
72
82
72
82
92
12
12
12
8
10
10
72
82
92
6
7
6
16
16
20
0,5
I 92
102
112
102
112
125
14
16
18
10
10
10
102
115
125
7
8
9
20
20
20
e}
a)
I E
li> ;r
__ .J __
ò
E
~
ò
I
d}
I
b}
I 0.5 1t m
Scanalato
interno
I
I Fig. 59. Profili scn11alati
UNI ISO 4156:
a) con fondo piatto, a= 30°, m= da 0,5 a 10;
I Fig. 58. Elementi caratteristicidel profiloscanalatoad e,•olventeUNI ISO 4156: a) con fondo
piatto, b) confondo raccordato(m =modulo;p =passo;a= angolodi pressione).
b) confondo raccordato,
c) afondo raccord11to,
a= 30°, 111= ,fa0,Sa 10;
a= 37,5°, 111= da 0,5a 10;
d) 11fondo raccordato,a= 45°,m= da 0,25a 2,5.
I 556
1--- -
Dentatura Modulo
Passo
a=30' m primitivo
p n ISO 14 - 6x23f 7x26 V
¼
I
10 31,416 /
""------- I
8 25,133 -· I-------
6 18,850
/ I
5 15,708
Fig. 60. Disegnosemplificatoed indicazionecompletadi uno scanalatoa fianchi,rettilinei.L'in-
dicazionedellarugositàsi riferisceallasuperficiedeifianchi.
I
4 12,566 a) Fianchi rettilinei .fl b) Fianchi ad evolvente .fì.. I
3 9,425 I
2,5 7,854 I
2 6,283
I
1,75 5,498
I
-
1,5 4,712
~-~ @--~-: ·1
.._,.._
......
..,._
1,25 3,927 ~~- ... - .
- . -- ..
I
·~
- .. ·- - .- -·
.. -
......
. 3,142
Fig. 61. Esempidi rappresentazione
semplificata,dei vari tipi di accoppiamentiscanalati.
0,75 2,356 le figure 54 e 55, ma in genere sarà uti- Per la rappresentazione semplificata
I
lizzata la rappresentazione semplifi- (fig. 61), si opera in analogia con le fi-
0,5 1,571
cata. In ogni caso l'elemento di accop-
piamento scanalato, albero o mozzo, è
indicato con il simbolo grafico caratte-
lettature e le dentature: si disegna cioè
il pezzo (albero o mozzo) come se non
ci fossero scanalature, e vengono poi
I
rizzante il tipo di scanalatura, seguito indicati il fondo delle scanalature con
0,25 0,785
dal riferimento alla norma e dalle di-
mensioni caratteristiche, integrate con
eventuali tolleranze e finiture superfi-
linea continua fine (tipo B) se in vista,
con linea continua grossa (tipo A) se
in sezione; la superficie primitiva del-
I
ciali, il tutto collegato all'elemento con
Tab. XIX. Scanalaticonfianchiad evoh>ente. la consueta linea di richiamo (fig. 60).
le scanalature ad evolvente è rappre-
sentata con linea mista fine (tipo G).
Come nelle filettature una linea gros-
I
sa (perpendicolarmente all'asse) indi-
ca la fine del tratto utile di scanalatu-
ra: con una linea, obliqua o curva, si
rappresenta eventualmente il tratto di
I
disimpegno dell'utensile (fig. 62).
-,
·1- Nel caso del disegno di due elementi
accoppiati, l'albero è sempre disegna-
to sovrapposto al mozzo nel disegno
I longitudinale, viceversa in quello
frontale. Nelle sezioni si rappresenta-
no sempre gli scanalati, indipendente-
ALTRI
COLLEGAMENTI
mente dal numero effettivo delle sca-
I nalature, come se fossero sezionate
due scanalature diametralmente op-
poste. Uno o due denti, rappresentati
Simili alle scanalature sono le denta-
ture assiali (alberi striati o millerighe)
costituite da un gran numero di rilievi
I con linea continua grossa, potranno
essere posti in evidenza nel caso in cui
si dovesse indicare una posizione pre-
a sezione triangolare (fig. 65): in gene-
re l'accoppiamento è però forzato, con
l'inserzione dell'albero dentato in un
-dsa rispetto ad un·riferilJ!~i:t~Q
(fig. 63).
·1·---
È anche possibile designare un accop-
piamento in forma sintetica con un'in-
foro liscio, con deformazione essen-
zialmente elastica di quest'ultimo.
La rappresentazione semplificata è
dicazione unica, come in figura 64. Fig. 66. Estremità di perno con zigrinatura
uguale a quella degli scanalati ad e-
spinata, in funzione di nccoppinmentofo1-:11to.
I volvente.
Un metodo analogo per ottenere il for-
zamento di un'estremità di un albero
in un foro liscio, sfruttando la defor-
I a)
Jl ISO 14-6 x 23H7 /f7 x 26
b)
J'\. INT /EXT 24z x 2.Sm x 30Rx 5H/Sf
1· -\ ~
1504156
Compensatore
-
I -@)--
I Fig. 64. Indicazionesi11tetica
di 11ccoppi11111e11ti
scn1111/11ti,
in vistafro11t11/e
e longitudi1111/e.
I
---0----
A-A
I
I
Fig. 67. Mt111icotto
compens11/ore: In deforma-
I 558
I --
T
I .
espandersi impegnandosi assialmen-
te su parti coniche degli alberi (fig. 68)
Un altro tipo di collegamento smonta-
bile si ha con le dentature frontali,
,.• -
CHIAVETTE
I
I
formate cioè da una serie di scanala-
TRASVERSALI
ture poste sulla faccia terminale, ad
esempio di un albero, incastrabili in
corrispondenti dentature su un altro Un bloccaggio contro la traslazione e
I
albero, realizzando così una giunzio-
ne di minimo ingombro ed in grado di
trasmettere elevati momenti torcenti
la rotazione reciproca di due pezzi è
ottenibile con le chiavette trasversali,
o biette, aventi la forma di figura 71,
I
(fig. 69).
Nel particolare settore della giunzio-
ne di tubazioni per il passaggio di
inserite in scanalature normali all'as-
se dei pezzi.
Si tratta di collegamenti rigidi, di
I
fluidi si hanno altri tipi di collegamen- costo elevato a causa dei precisi ag-
ti smontabili non filettati, fra cui mol-
to diffusi sono quelli a pressione. Si
usa per questi un elemento forato con
giustamenti richiesti, efficiente par-
ticolarmente in senso assiale, non
adatti in presenza di forti momenti
I
esterno ogivale, solidale con l' estre- torcenti.
mità di uno dei tubi da collegare: esso
viene spinto contro una svasatura od
estremità tronco conica dell'altro tu-
Nel collegare due pezzi, la chiavetta,
che ha un lato con inclinazione gene-
ralmente di 1 : 50, li spinge assialmen-
I
bo, in modo che la deformazione loca- te in senso opposto: per realizza-
Fig. 68. Bussolaconicaad espansione. le assicuri una buona tenuta (fig. 70) re un collegamento stabile è necessa-
1
I
I
Pezzi
regolabili
angolarmente
_I
0D
--,
I
Fig. 70. Gi1111:io11e
cl1etto11e
a tenutafm due tubazioni~ea/iz:z.ata con il forzamentoddl'ogirn 1 nel boe-
1, n sua ,.'oltncollegntoall'elemento4 con unafilettatura gas conicaa tenuta stagna.
I
I
'e:==---~Pendenza da 2 a 10'7c
(spesso 5'7c) I
Fig. 69. Collegnmentocon de11tat11re
fnmtali. Fig. 71. Collegamentocon c11im.•etta
tmsi.'ersale.
I
il
i
559
-,
rio indurre nelle zone d'appoggio una
deformazione elastica,· con conse-
I salee messain trazionedell'albero. caso precedente. gio una deformazione elastica che
In figura 73 si ha un collegamento fra provoca una reazione diretta radial-
due tiranti mediante un manicotto e mente in grado di bloccarli nella sede
due chiavette trasversali. (fig. 74); per gli anelli destinati al
I montaggio entro fori sarà il diametro
esterno ad essere leggermente mag-
giore di quello della sede (fig. 75).
Il tipo più comune di anello elastico è
I il cosiddetto anello Seeger (fig. 76), a
sezione rettangolare, leggermente
maggiore nella zona diametralmente
I Fig. 73. Collegamento frn due tiranti mediantemanicottoe chim.•ettetrasversali. tivamente poco costoso.
Ad esempio con funzione di arresto
per spinte non molto forti, si usano
_anelli semplici tagliati, di varie sezio-
I
lO O OlO
ni, anche solo circolari o rettangolari,
spinti in opportune scanalature peri-
feriche sugli alberi (fig. 81 e 87).
I
I
00
Fig. 74. Anelli clasticiper bloccaggio
00
o,t arre- Fig. 75. Anelli e/a5ticiperfori.
montati o smontati con un'azione ra-
diale nella cava effettuata sull'albero
(fig. 85 e tab. XXIII).
Le figure nel testo esemplificano l'im-
piego di anelli elastici in diversi mon-
taggi.
In figura 84 è mostrata una piastrina
sto assialesu alberi. d'arresto a tre punti d'appoggio, men-
I 560
I •. ; .1•. -
__._!"· ;,;t
a)
I
I
I
m
b)
I
Fig. 76. Anelli elasticitipoSeegerperalberi:dimensionicaratteristiche
alloggiamenti(cave).
deglianellie dei relativi
I
.. ...
Indicazione
perla
designazione
d, s
- · Anello
a b d, d,
Alloggiamento
m n
Caricoassiale
max
N
I
max = min
3
4
5
0,4
0,6
1,9
2,2
2,5
0,8
0,9
1,1
2,7
3,7
4,7
2,8
3,8
4,8
0,5
0,7
0,3
230
300
380
I
6
7
8
0,7
0,8
2,7
3,1
3,2
1,3
1,4
1,5
5,6
6,5
7,4
5.7
6,7
7,6
0,8
0,9
0,45
700
800
1200
e)
I
9 1,7 8,4 8,6 0,6 1380
I
+--+---~-©
10 9,3 9,6 - 1530
3,3... --·
11 · l,8 - 10,f 10,5 2100
0,75
12 11 11,5 2300
13
14
15
1 3,4
3,5
3,6
2
2,1
2,2
11,9
12,9
13,8
12,4
13,4
14,3
1,1
0,9
1,1
3000
3250
4000
I
16
17...
18
3,7
3,8 -- - 2,3 - -
3,9
2,4
14,7
15,7
16,5
15,2
16,2 ·
17
-- . 1,2 - -
4900
5200
6900
- Fìg.77.-biversin1od{dir~aiizzare··;,~-arre;to
su 1111albero.
- ·1
19 2,5 17,5 18 7250
20
21
22
1,2
4
4,1
4,2
2,6
2,7
2,8
18,5
19,5
20,5
19
20
21
1,3
1,5 7700
8050
8450
I
24 22,2 22,9 10100
25
26
4,4
4,5
3
3,1
23,2
24,2
23,9
24,9
1,7 10600
11000
I
28 4,7 3,2 25,9 26,6 15000
29
30
32
1,5
4,8
5
5,2
3,4
3,5
3,6
26,9
27,9
29,6
27,6
28,6
30,3
1,6
2,1 15600
16200
21000
I
2,6
34
35
36
5,4
5,6
3,8
3,9
4
31,5
32,2
33,2
32,3
33
34 3
22200
26700
27600
I
38 5,8 4,2 35,2 36 29100
40
42
45
1,75
6
6,5
6,7
4,4
4,5
4,7
36,5
38,5
41,5
37,5
39,5
42,5
1,95
3,8
38100
40000
43000
I
48
Tolleranze:
6,9 5 44,5 45,5
su s, h 11,su m,H 13;su d2 h 11finoa d2 = 17,h 12 per diametrim~ggiori.
46000
561
I
r
I
a)
I -=
~;
Spigoli
\'i\'i
.--'--.::::-------:::t---.i
I • - -U• J=n
....
_ 'rf-1-
I m
b)
I d; s di
. ,..·..
I Indicazione
-·· ....-~-:--
perla '.!-
·.1~.:--
. i
...
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· Anello Alloggiamento
..........
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Carico
assiale
max
designazione .•
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d, - __ a b n N
I
'A
.,_ ·~max dl di
. --- --· = - .. _.._.. H13 min e)
8 2,4 1,1 8,7 8,4 0,9 1280
0,8
9 2,5 1,3 9,8 9,4 1440
0,6
I 10
11
12
3,2
3,3
3,4
1.4
1,5
1,7
10,8
11,8
13
10,4
11,4
12,5 0,75
1600
1760
2400
-----1-
13 3,6 1,8 14,1 ... 13,6 3140 -.. •. '· ~. '· '· '- ·-
0,9
14 1.9 15,1 14,6 3360
3,7
15 16,2 15,7 1,1 4220
2
16 1 3,8 17,3 16,8 1,1 5150
Fig. 80. Diversimodi di realizzare1111arresto
I 17
18
3,9
4,1
2,1
2.2
18,3
19,5
17,8
19
1,2
5470
7250
i111111foro.
-·1.. '-···20
19
21
. .. - -
4,2
2.3
2,4
20,5
21,5
22,5
--20
.
21
22
- ..
1,5
. 764.0_
7800
8100
22 2.5 23.5 23 8350
24 4,4 2,6 25,9 25,2 11600
I 25
26
28 1,2
4,5
4,7
2,7
2,8
2.9
26,9
27,9
30.1
26,2
27,2
29,4 1,3
1,8 12000
12500
13300
4,8 2,1
I 30
31
32
5,2
3
3.1
3.2
32,1
33,4
34,4
31,4
32,7
33,7 2,6
13700
13800
13900
34 3.3 36,5 35,7 23200
I 35
36 1,5
5
3.4
3.5
37,8
38,8
37
38 1,6
3
26900
26400
37 3.6 39,8 39 27100
5,5
I 38
40
42
5.8
5,9
3.7
3.9
4.1
40.8
43,5
45,5
40
42,5
44,5
28200
40500
42500
4.3
I 45
47
48
1,75 6,2
6,4
A.4
4,5
48,5
50,5
51,5
47,5
49.5
50,5
1,85 3,8 43100
43500
43200
1 562
---·J
T ~c..·---·····
-
tre in figura 86 è illustrato un ferma- ,
glio unificato (UNI 8834).
~ Numerosi altri dispositivi sono dispo-
'' s
!I
/~'
nibili sul mercato: come in altri casi si
raccomanda la lettura delle riviste I
.-/(--.~ -'\\ -v,-
J- specializzate e la consultazione di ca-
taloghi.
\ I ,,_ ___ _
,::
'' I
I Fig. 82. Anelli elasticidi sicurezz.aper mon-
taggiosu alberisenz.acave.
~--~
~! ..·-:...,._
1/, d {·
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_.:~~d2~t ;;_;~~,l
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1.3·
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±0,04
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3,80
4,30
3,40
4,10
17,60 -
18,60
21,20
24,5
26
28,5
13 21,5 4,20 4,10 22,50 30
14
15
16
22,5
23,5
24,8
1,5
I 4,50
4,70
4,80
4,40
4,40
4,40
23,80
24,50
25,80
31
36
40
I
I
I
I Fig. 84. Piastri11a
d'arrestotria11golare.
563
I
1-
1
I . -ò
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Scanalatura
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mln
n-··
I 0,8
1,2
1,5
2
3
4
0,58
1,01
1,28
0,2
0,3
0,4
1
1,4
2
1,4
2
2,5
0,8
1,2
1,5
0,4
0,6
0,8
0,24
0,34
0,44
1,9 4,5 1,61 0,5 2,5 3 1,9 1 0,54
I 1,9·
2,3
5
6
1,61
1,94
0,5
0,6
2,5
3
3
4
1,9
2,3
1
1
0,54
0,64
3,2 7 2,70 0,6 4 5 3,2 1 0,64
I 4
5
6
9
11
12
3,34
4,11
5,26
0,7
0,7
0,7
5
6
7
7
8
9
4
5
6
1,2
1,2
1,2
0,74
0,74
0,74
I 7
8
9
14
16
18,5
5,84
6,52
7,63
0,9
1,0
1,1
8.
9
10
11
12
14
7
8
9
1,5
1,8
2
0,94
1,05
1,15 ex45°
I
.
10
12
20
23
29
8,32
10,45
12,61
1,2
1,3
1,5
11
13
16
15
18
24
10
12
15
2
2,5
1,25
1,35 1r
15 3,0 1,55
37 15,92 1,75 20 31- )9 3,5 1,80
-- . -- :ò
19
1·- ·19•- 37
- - 15,92.
1,8
--
20 31 19 3,5 1,85 1-
t _I
24• 44 21,88 1,8 25 38 24 4. 1,85
24 44 21,88 2,0 25 38 24 4 2,05
30• 52 25,8 2,0 32 40 30 4,5 2,05
Tab. XXIII. Dimensioni di anellielasticidel tipo difigura 85. Fig. 86. Fermagliodi sicurezzaper perni o al-
I Fermaglio
beri (UNI 8834).
Pernoo albero
I di
b
+ 0,2
-0,1
d,
+0,15
o
d, hl
:t0,2
h,
:t0,4
s
o
-0,05
Caricoassiale
N
max
d, d,
g10
m
+ 0,1
o
n
I 4
5
7
g
3,2
4
4
5
8,5
10,8
2,2
2,8
1000
1300
4
5
3,2
4
0,64
0,74
2
2,5
6 11 5 6 14,2 3,6 1500 6 5 0,74 3
I 8
10
12
14
18
22
6
8
9
8
10
12
17,3
22
26
4
5
5
0,45
0,5
0,55
3600
6400
9600
8
10
12
6
8
9
0.94
1,05
1,15
3,5
4,5
5
I 14
16
25
28
10
12
14
16
29,7
34
5,3
5,8
Tab. XXV. Fermagli,in acciaioper molle(figura 86), da montaresu alberi.
0,6
0,65
11320
13500
14
16
10
12
1,25
1,35
5,5
6
I 564
A/b. dz d, Foro
I.
d, nom nom d, r d, d5 d,
r
4
5
3,1
4,1
3,2
4,2
0,8
0,8
0,5
0,5
d, nom nom
a)
I
6
7
8
5,1
6,1
7,1
5.2
6,2
7,2
o.a
0,8
o.a
0,5
0,5
0,5
7
8
0,8
0,8
7,9
8,9
7,8
8,8
0,5
0,5
I
10 9,1 9,2 0,8 0,5 10 0,8 10,9
12
14
10,8
12,8
11
13
1
1
0,6
0,6
12
14
1
1
13,2
15,2
10,8
13
15
0,5
0,6
0,6
I
.
16 14,2 14,4 1,6 0,9 16 1,6 17,8 17,6
18
20
22
16,2
17,7
19,7
16,4
18
20
1,6
2
2
0,9
1,1
18
20
22
2
1,6 19,8
22,3
19,6
22
0,9
0,9
1,1
-1
1,1 2 24,3 24 1,1
24 21,7 22 2 1,1
25
26
22,7
23,7
23
24
2
2
1,1
1,1
24
25
26
2
2
2
26,3
27,3
28,3
26
27
28
1,1
1,1
1,1
b)
I
28
30
32
35
38
40
25,7
27,7
29,1
26
28
29,5
32,1 • 32,5
35,1
37,1
35,5
37,5
2
2
2,5
2,5
2,5
2,5
1,1
1,1
1,4
1,4
1,4
1,4
28
30
32
35
38
40
2
2
2,5
2,5
2,5
2-?
30,3
32,3
34,9
37,9
40,9
42,9
30
32
34,5
37,5
40,5
42,5
1,1
1,1
1,4
1,4
1,4
1,4
d~-~fE:E-
42 39 . 39,5 2,5 1,4 42 2,5 45 44,5 1,4
45 42 ·42,5 2,5 1,4 45 2.~ 48 47,5 1,4
48
50
55
45
47
51,1
45,5
47,5
51,8
2,5
2,5
3,2
1,4
1,4
1,8
48
50
55
2,5
2,5
3,2
51
53
58,9
50,5
52,5
58,2
1,4
1,4
Fig. 87. Anelli d'arrestoa sezionecircolare:a,
per alberi;b, perfori. I
1,8
60
- ·- 65
70
56,1
61,t
66
56,8
61,8 -3,2
66,8
3,2
3,2
1,8
1,8
1,8
f-
60
65
70
-
3,2
3,2
3,2
63,9
68,9
74
63,2
68,2
73,2
1,8
1,8
1,8
I
75 71
-.1
71,8 3,2 1,8 75 3,2 79 78,2 1,8
80 76 '16,8 3,2 1,8 80 3,2 84 83,2 1,8
85 81 81,8 3,2 1,8 85 3,2 89 88,2 1,8
90 86 86,8 3,2 1,8 90 3,2 94 93,2 1,8
·- 95-
iOO
i05
91
95,8
- 91,8 -- 3,2
96,8
100,8 101,8
3,2
3,2
1,8 - - 95
1,8
1,8
100
105
3,2 -
3,2
3,2 ·
-99· ..
104,2
109,2
98,2· -
103,2
108:2
·1,8--
1,8
1.8
I
:iO 105,8 106,8 3,2 1,8 110 3,2 114,2
i 15
'.20
125
110,8 111,8
115,8 116,8
120,8 121,8
3,2
3,2
1,8
1,8
115
120
3,2
3,2
119,2
124,2
113,2
118,2
123,2
1,8
1,8
1,8
Svarialisonoi tipi di elemen1
lizzatie perciòoccorrerebbe
dii collegamento norma-
indicareun grannumero
di tabelleoltrea quellecitalenelcapitolo.
I
3,2 1,8 125 3,2 129,2 128,2 1,8 Risultaquindiancoraunavoltanecessario il rimando,
!~~~ XXIV. Dimensionidi nnellid'arrestodifigura 87; tipoA, per alberi,tipo B, perfori (UNI
,.,,~.:,).
· peruna.informazion
dellenormepubblicato
complet
e ae precisa,al Catalogo
dall'UNI. I
I
I
I
I
I 1. Ricavarei particolaridal complessivo rappresentato.
I
I
I
I I
I D
I
I
I
·-1 ..
Il Spino. cilindrico. B 3x30
10 Vite M8x15 A 8.8
.- - ---. -- -- - -
1
1
UNI EN
UNI 5931
22338
- - .. -
9 Morsetto fisso 1
I 8
7
Supporto
Perno filetto. to
1
1
·1 6
5
4
Perno
Vite
Supporto
M4x10 A 8.8 2
1
1
-
UNI 5931
I 3
2
1
Morsetto
Bo.se
scorrevole
Spino. cilindrico. B 3xl4
1
2
1
UNI EN 22338
POLITECNICO DI TORINO
Q Note
r-i~
1:1 ~
I 566
a· T
2• Nella figura è rappresentato un collegamento mediante chiavette. Qual è l'errore che ha commesso il progettista?
I
I
I
I
I
I
I
_I
I
3 Predisporre il montaggio della puleçgia (b) su due diverse estremità d'albero. Sì modifichi il disegno dei pezzi (rappre-
• sentati in condizione di semilavorato) per consentire il collegamento sia ai fini della rotazione che dell'arresto assiale.
I
a)
grezzo
b) I
I
grezzo
I
I
I
I
567
.. ·--------- -· ·- - -- - -1
I 4• Ricavarei particolaridel complessivorappresentato.
I
1--
I
I
I
I
I
Il
11
I
UNI ISO 8015
11 Gonnino 2
o Gonoscio 2
,"
I •
.•'
Perno UNI [N 22340-A-6x20
Supporto
Rullino
n"l
I . Perno raettoto
Supporto
Levo
n"2
I
I
4
'
Testo di es troz,one I
' Dodo MS UNI 5589 I
I
I
Doto
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I
I
,-..........
Uoclof,co
Il
Il Dcno I
I
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l"•n•.,:rLo
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I 568
r--~---- J
I
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CAPITOLOSEDICESIMO I
~4;~;.:/~~. :?~
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~EjiJf~~f I
. , i-. :.\·::~:
·,: ...
I
,, ..__
.
. r- ,.
altri __
componenti 1
delle macchine 1
sporre degli elementi richiesti in tempi
brevi ed a costi definiti. fM. I
Perciò ci si limiterà qui ad un rapido
DEL I
richiamo su alcuni elementi usuali.
PREMESSA delle macchine, (ribadendo che sia per TRASMISSIONE
essi sia per i numerosi altri non illu- . MOTOROTATORIO
Meccanismi e macchine sono inseriti strati, è opportuno il riferimento ai ca-
"
proprio per cautelarsi sul fatto di di- Malta.
I 569
I
I Tra~missiònirigide
La trasmissione può avvenire per mez-
I zo di una ruota calettata sul primo al-
bero, la cui superficie petjferica liscia
prema sulla corrispondente superficie
a) b)
I anche
t =11/n'=d'/d
renza (passo)dc1.1e esse-
re uguale in entrambe
le ruote. 111genere la
I.
dove n e d sono numero di gm ruota 111inoreè chiama-_
(nell'unità ~i tempo) e diametro della la pignoneo rocchetto.
·ruota motrice e n' ed' della condotta.
I,.
Si noti che il v~rso di rotazione risulta
opposto nei due alberi: se si vuole con-
cordanza di rotazione bisogna inter-
La trasmissione del moto risulta più dei denti sono tracciati secondo un due ruote trasmettendosi la spinta ro-
Iregolare e sicura se si fa uso di ruote
dentate,portanti cioè sulla loro super-
ficie cilindrica una serie di sporgenze
profilo ad evolve11tedi cerchio (si veda- tatoria: è evidente che solo la compo-
no le curve citate, nel cap. 4). 11ente di tale forza in direzione tan-
Si considerino (fig. 5) due circonferen- genziale alle circonferenze primitive è
equidistanti (denti) (fig. 4). ze tangenti in un punto (definite cir- utile per far ruotare, mentre la compo-
ILa trasmissione avviene per spinta dei
denti della ruota motrice su quelli del-
la condotta ed il profilo dei denti stes-
primitive) ed una retta che nente in direzione radiale si scarica sui
co11fere11:e
intersechi in tale punto la tangente co- supporti dell'albero. In genere l'ango-
mune secondo un angolo 0: due cir- lo di pressione è di 20°.
si deve essere opportunamente stu- conferenze concentriche alle prece- Gli elementi caratterizzanti la denta-
1 diato per assicurare uniformità di mo-
vimento ed evitare perdite di .potenza
per attrito (elevatissime ad esempio
denti e tangenti a tale retta (aventi tura di una ruota appaiono in figura 6:
quindi raggio R8 = Rcos0) saranno le per la geometria della ruota sono inte-
base,su cui rotola la ret- ressanti, oltre alla: circonferenza pri-
circo11fere11:e-di
I s7o
·-a---·
---~------------------•rL<rHH~c,uru,- ..1..s:;u,_.._,,..
__,,,.,_.,......,.,.
..:+1.c
...wtlh&MZl':bMrEltttlllt,tl~
il
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MODULI
NORMALIZZATI
valoriprincipali
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valorisecondari
0,550- 4,5
I
0,60 s 0,700 s.s
0,80
1
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0,900
1,125
7
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I
1,25 10 1,375 11
1,50
2
2,50
12
16
20
1,750
2,250
2,750
14
18
22
I
-
3 .25 -- -3,500
Tab. I. Valori normalizzatidel modulo delle
dentature.
I
I
Fig. 5. Elementigeometricinella trasmissionedel moto:la retta passanteper il punto di co11-
I
tatt~fra le circonferenzeprimitive di raggioR ed inclinatade/l'angolodi pressione0 è norma-
le al profilodei denti ma anchetangentealle circonferenzedi base,su cui viene costruita l'evol-
vente chedefinisceil profilodei denti. I
I
Fig. 7. Un r11oti-
s1110 complesso:
nel primo gruppo ·· ·
la mota interme-
I
dia (ruota oziosa)
inverte il versodi
rotazione della
terza ruota ren-
_I
dendolo concorde
_con la prima. Il.
rnpportofra 1111-
111erodi giri del
I
pri1110·
e ,1el/'ulti-
Fig. 6. Elementicaratteristicidel profilodi una ruota dentata:la circonfe- mo alberoè ugua-
renzadi baseè co111presa fra circonferenzapri111itirn
e circonferenzainterna le al prodotto dei
e soloil trattodi profilolatemledel dente al suo esternoappartieneall'evol- mpporti dei due
I
i.'ente. gntppi.
come distanza fra punti corrisponden- mente avere lo stesso passo e quindi ruote di frizione e perciò vale per esse
I
ti di due denti consecutivi e con preci- lo stesso modulo. il rapporto di trasmissione già visto,
sione come distanza fra le mezzerie di I valori unificati del modulo sono ri-
due de11ticonsecuti-vimisuratasulla cir- portati in tabella I.
confere11zaprimitiva. Sempre con riferimento alla figura 6 il
che potrà anche essere espresso come
t = 11/11'= z'/z I
Una ruota dentata viene definita indi- proporzionamento normale di un Si ricordi che in una coppia di ruote la
candone il 1111111erodi denti (z) ed i pa- dente è:
rametri fondamentali del profilo den- addendum= m;
tato, cioè l'angolodi pressione(0) ed il dedendum = 1,25 m;
più piccola prende il nome di pignone
o rocchetto, che un insieme di più ruo-
te ingrananti fra di loro è definito ruo-
I
tismo od ingranaggio(fig. 7), e che una
111od11lo
(m).
Il modulo è un parametro di propor- altezza del dente = 2,25 m;
zionamento delle dentature definito lunghezza assiale= (8712) 111
come rapporto fra diametro primitivo diametro primitivo D = mz;
ruota può accoppiarsi con un tratto
dentato rettilineo (dentierao cremaglie-
ra, figura 8), considerabile come tratto
I
e numero di denti (introdotto per evi- diametro esterno= D + 2 m = (z+2) m;
tare il fattore irrazionale 1t). Si avrà diametro interno= D- 2,5 111
quindi m = D / z e di conseguenza il
di ruota di raggio infinito, oppure con
un'altra recante la dentatura all'inter-
no della superficie cilindrica (dentatura
I
passo p = 1tD/ z = r.:m.Due ruote, per Le circonferenze primitive corrispon- interna,figura 9), ed· in questo caso il
ingranare fra di loro, devono logica- dono alle circonferenze esterne delle verso di rotazione è concorde.
571
I
I
. Il numero dei denti delle ruote denta-
te non può essere piccolo a piacere,
ruote a denti diritti non scende sotto a
15. Di conseguenza anche le dimensio-
(figg. 10 e 11). Un'altra soluzione è il
ricorso ad ingranaggi epicicloidali (fig.
perché al diminuire del numero dei ni delle ruote, specialmente con mo- 12).
I denti, a parità di modulo, il profilo dei
denti si scosta s~mpre più dall'evol-
vente (si noti che il profilo del dente
duli elevati necessari per trasmettere
grandi sforzi, non possono scendere
sotto certi limiti ed anche i rapporti di
Per diminuire il numero minimo di
denti utilizzabile si possono usare an-
goli di pressione più elevati (aumen-
I. "-'
I
I Fig.8. Accoppiamentoruota/dentiera.
I
I Fig. 11. U11cambiodi velocità:la possibilitàdi diversiaccoppinmentidi r11otedentateco11se11te
diversi ra1iportidi trasmissionefra gli alberi.
I dentatura interna.
albero
motore
Fig. 10. lngmnnggio riduttorea tre slndi: il Fig. 12. Un ruotismoepicicloidale:le ruotesatellitic/1ei11grana110
con il pig11011e centmle (sola-
rapportodi rid11zionetotaleè datodal prodot- re) rotolanos11llncoronadc11tntne m11ovo110Inforcellaporta satelliti calettatas11 1111
alberoche
to dei rapportidi riduzionedei singoli stadi. q11i11di
ruotaconssi11l111e11te
al solare.
I 572
I --
.... ----,----------------------------------------- .......... ...,._..U....u..ff-l
11... ,'""_"""_
- - _d_p
--·---
J_ -r----~-
-----
---
~
--- '
Queste ultime possono essere pensate
come formate da un numero infinito
di ruote dentate diritte coassiali, di
-h._,~ ::a - ~-:.. - - - - - - - - _·: ~; spessore assiale infinitesimo, ognuna
delle quali spostata angolarmente ri-
Passo assiale spetto alla precedente: si comprende
quindi come l'asse del dente sia in
questo caso un tratto di elica, che può
essere destra o sinistra.
Le dentature elicoidali consentono un
ingranamento più silenzioso e gra-
duale rispetto a quelle diritte (in ogni
I
istante sono a contatto più coppie di
denti anziché una sola) e una riduzio-
ne del numero minimo di denti, ma le
forze che i denti si scambiano presen-
I
tano una componente anche in dire-
zione assiale, inutile al fine della tra-
smissione del moto, ma che esercita
I
una spinta, tanto più forte quanto
maggiore è l'inclinazione dell'elica,
che deve essere opportunamente con-
trastata. Per eliminarla si fa talvolta
I
uso di dentature bielicoidali(o a freccia
o chevro11), che risultano costose e sono
per lo più limitate ad ingranaggi di
grandi dimensioni (fig. 14).
I .
.
l !lt
.
I
Fig. 14. Dentature bie/icoidali: le opposte
spinte assialisui denti si a1111111/ano.
I
I
i;
,-.
f•
I
!
t I
1:·
I•
iI
Fig. 15. Trasmissione del moto rotatoriofra
assi sghembiper mezzo di ruote a denti elicoi-
I
Fig. 13. Ruote cilindricheco11dentaturediritte (a) o elicoidali(b) e ruote coniche(e). dali.
,
l
'
573 I
-
'
--·-- ··-·-----· ----- -----··-----------------· ---- - ·-·····- .. ------ -···- ....
~
I
I
I ----~\--~------
I ~,,~
·-e'-
..-
:§8
I d" '
y
.,
contenenti gli assi delle ruote è in tal Viene preso in considerazione anche il In linea.di massima i denti hanno lun-
I caso uguale alla somma degli angoli cono complementare, le cui generatri- ghezza inferiore ad un terzo della di-
d'inclinazione dei denti. ci intersecano ad angolo retto quelle stanza OV= L.
Per trasmettere il moto fra due assi del cono primitivo in corrispondenza Nelle ruote coniche si ha una forte
I concorrenti si possono utilizzare ruote alla circonferenza massima. Il profilo spinta assiale, per cui occorrono op-
di frizione di forma tronco conica (fig. dei denti giace su tale cono che può es- portuni contrasti, e la necessità di una
16). Gli assi dei due coni convergono sere sviluppato dando origine ad un adeguata registrazione della posizio-
in un punto e l'angolo fra di loro è settore dentato, che si può pensare ap- ne reciproca, in quanto eventuali spo-
I uguale alla somma degli angoli di se- partenente ad una ruota a denti diritti stamenti pregiudicano il corretto in-
miapertura dei coni; i punti della ge- di diametro
neratrice di contatto hanno la stessa D" = D/cos(a./2)
granamento dei denti (fig. 19).
Anche per le ruote coniche si possono
velocità considerati appartenenti . _ .. _ . ~ avere denti disposti secondo partico-
-1 all'uno ed all'altro cono: ovviamente····e d1 conseguenza con numero d1 denti lari profili (ad es. spirali) per un ingra-
le velocità sono diverse ma resta co-
stante il loro rapporto
Z" = z/cos(CJ./2), namento più silenzioso e regolare, an-
che con assi non incidenti (ruote ipoi-
dove z è il numero effettivo di denti di) (fig. 20).
I
- t = v/v'·= r'/r = lsin(a'/2) / lsin(a/2)
de~la _ru?ta co~ica: _i denti saranno · Per la trasmissione del moto fra assi
Con ragionamenti analoghi a quelli qumd1 proporzionati _come ~e a:ppar- sghembi, in particolare ortogonali, si
to f ra una ruo ta.. ---
fatti. per le ruo~e cilmdnche
. . s1. passa.a .. _tenessero a tale_ ruota
.. 1mmagmana. - - u t·l·
11zza-l' aecopp1amen
·
I o. = angolo
esterna
di troncatura
o, = !'ngolo
interna
di troncatura
I
\
I o = angolo di semiaper-
\ tura del cono pnmi-
I tivo.
\
I
\
I
b = lunghezza dente
\
\
I h, = alt,~7.zamax dente
,,,,
\ I / a. =angolo di addendum
e, = angolo di dedcndum
I
I 574
-I-=----
I
I
I
Fig. 20. Coppiedi ruote coniche:a) con denti a
spirale,b) ipoidi,con assi dì rotazionegiacen-
non concorrenti.
ti i1!piani ortogonali_:na
una
basa sul minore attrito otte-
accoppiando
ruota in
ad una vite in ac-
bronzo, per motivi
I
di resistenza spesso costituita da una
tre principi. Tenendo conto del rap-
corona dentata in tale materiale mon-
porto di trasmissione
tata su una ruota in ghisa od acciaio a
= z,.I z,
t = 11,f11,. (fig. 24). f1
Per impedire che il moto della coppia
dove z è il numero di denti della ruo- sia reversibile (ad esempio in apparec-
ta e z,.il numero di principi della vite, chi di sollevamento) l'angolo di indi-
si vede come si abbiano comunque nazione dell'elica della vite deve esse-
I'
IJ
Fig. 21. Meccanismoa vite senza fine e mota
elicoidaleper In trasmissionedel motofra assi rapporti di riduzione molto elevati re minore dell'angolo di attrito fra i
ortogonalisghembi. (fig. 23). materiali.
II 575
I ~I Ruote
I cilindriche
esterne
a dentatura diritta
od elicoidale
I ti-
-1-- a)
I Pignonecilindrico
e corona
a dentaturainterna
I ........
+ - .....
I -H
{~-~- -lt-
I b)
I _,:
Rocchetto
a dentiera_
I
-1
e)
I Ruoteconiche
I
Vitesenzafine
I e ruotaelicoidale
(sinoliin sezione
la sagomatura deidenti
di quest'ullima,
I perunmigliore
rendimento).
Fig. 26. Anche 11ellnmpprese11tnzio11e co11-
I t>en:io11nle
t•e11go110
disegnati11110o due denti
quandose ne debbaprecisareIn posi:ione ri-
spettoad altrielementide/Inruota. Fig.27. Rappresentazione
co11venzio11nlc
di nlc1111i
i11gra11nggi.
·1 576
Il disegno delle ruote dentate è fatto in
I
modo convenzionale (secondo la nor-
ma UNI EN ISO 2203).
In vista rion si disegnano i denti: fron-
I
talmente perciò compaiono la circon- a) b)
ferenza esterna, tracciata con linea
continua grossa (tipo A), e la circonfe-
renza primitiva, con linea mista fine
I
(tipo G); lateralmente si rappresenta-
no il cilindro di testa e quello primiti-
vo.
Il cilindro di piede di regola non è rap-
I
presentato, ma nel caso si rendesse ne-
cessario, richiede la linea fine conti-
nua (tipo B) (figg. 25 e 26).
In sezione si rappresentano i denti,
I
non sezionati e considerati come dirit-
ti, in posizione diametralmente oppo-
sta indipendentemente dall'essere in
35 1s.s!.025 I
numero pari o dispari; si rappresenta ~ ----~~=---, 13883!.o:zs
anche con linea mista fine la traccia
del cilindro primitivo. Nelle ruote co-
niche è opportuno rappresentare
I
completamente i coni primitivi. Fig.28. Quotaturadi ruote dentale:il disegnocostruftil.•oprevedela raffigurazionedella ruota,
Nei disegni di ingranaggi visti frontal- con la quotaturadegli eleme11tiait esclusionedella dentatura, i cui dati dernno essereriportati
mente le ruote sono rappresentate in- nella tabella.
tersecantesi quando i loro assi giaccio-
I
no entrambi nel piano di rappresenta- ._,< -~
...;.;. CARATIERISTICHE
I
DELLADENTATURA·,:.;:,_'; . -~- CARATIERISTICHE DELLADENTATURA
..... .,......... ..... .
' . . .--:·- : • . .J.#:...::... ,..i,t<'>;,.,.. •.
't"!'. ;.,.
Coefficiente
d
X
240
0,259
Angolodi piede
Lunghezza
R 128,87
I
di spostamento dellageneratrice
DENTATURA SIMBOLO
Spessore
-corda
deldente:
- alleua sullacorda
s
ha
880-0,04
s'.34-0,06
Coefficiente
di spostamento X 0,42 I
Elicoidale
destra
N Gradodi precisione
Spessore
-corda
deldente:
- altezzasullacorda
s
ha
854-0,05
6:95-0,00 I
Elicoidale
sinistra
~ Numerodi dentiruota
coniugata
(disegno
z 43 Gradodi precisione .
Bielicoidale
~ Interasse
N°...)
nominale
di funzionamento a1 240 Numerodi dentiruota
coniugata
(disegnoN°...)
z 49
I
~
~
Giuoconormale
dell'ingranaggio i. 0,08+ 0,12 Angolotra gliassi
dell'ingranaggio I. so· - I
Giuoconormale
Spirale i. 0,10+0,16
~
Tab. III. Tabella delle caratleristicl1edella
dc11tat11ra cili11dricaelicoidale(per la denta-
tura cilindrica a de11fidiritti la tabella è
uguale, omettendo ot•i.1iame11te i dati riguar-
dell'ingranaggio
577
I
Trasmissioni flessibili Le cinghie trasn~ettono il movimento condotto, risulta poco teso (nel caso di
per attrito su puleggecalettate sugli al- posizione orizzontale è in genere po-
Quando gli alberi sono posti ad una beri (fig. 29): si avranno quindi una sto superiormente; spesso è tenuto
distanza tale che non risulti conve- puleggia conduttrice ed una condotta, premuto contro le pulegge da appositi
niente, per motivi tecnici ed economi- e si chiamerà conduttore il tratto di ).
te11dici11ghin
ci, fare uso di ingranaggi, la trasmis- cinghia che va nel senso del moto dal- Il rapporto di trasmissione si calcola
sione del moto è effettuata mediante la condotta alla conduttrice e che è in analogamente alle ruote di frizione, .
organi flessibili:cinghie e catene. tensione, mentre il tratto opposto, con l'avvertenza che in questo caso i
versi di rotazione sono concordi.
Si hanno tre tipi di cinghie: piatte, tra-
pezoidali e dentate.
condotta
tratto condotto Le cinghie piatte che caratterizzavano
le officine in tempi passati, quaI}do un
unico albero motore metteva in movi-
D- - D' mento diverse macchine, sono oggi
usate raramente e solo per particolari
! I applicazioni di ridotta potenza: le pu-
legge per queste cinghie hanno la fa-
scia esterna liscia oppure leggermente
bombata per facilitare il centraggio
della cinghia in movimento (fig. 30).
~--+-----,.
\
\~ lp
D d I I. p .I
Fig. 32. Profilodellegole nellepuleggeper cinghielrnpezoidali:In larghezzaI in corrispo11den-
:11del dinmclrodettoprimiliPocnrattcrizz.a le cinghie;/'nngoloa vnrinln 34 ° a 38° nll'n11-
n11clte
Fig. 31. Cinghietrapezoidali. delledi111e11sio11i.
111t'11t,1re
578 .
SEZIONE
TIPO z .A B e D E
lp 8,5 11 14 19 27 32
lmin. 2,5 3,3 4,2 5,7 8,1 9,6
h min. 7 · 8,7 10,8 14,3 19,9 23.4
p 12 15 19 25,5 37 44,5
c
larghezza
8
10
10
13
12,5
17
17
22
24
32
29
38
I
ffi
.;
cinghiaa
altezza
cinghias
diametri
6 8 11 14 19 25
I
primitiviusuali 60+250 90.;.630 125.;.1000 200+ 1600 355.;.2000 500+2500
d - -- -
Tab. V. Dimensioniusuali dellepuleggeper ci11ghietrapezoidalie ci11ghie
-----
relative. I
I
Linea primitiva
Fig. 33. Trasmissionecon cinghiedentate.
I
I
.
.
te (fig. 34).
Questa trasmissione, detta positiva,
unisce i vantaggi della trasmissione
I
con cinghie con la regolarità del moto
tipica delle ruote dentate.
579 I
I
I TIPODITRASMISSIONE VELOCITÀ
MAX(m/s)
RAPPORTI
DITRASMISSIONE
·1 cilindrici
diritti
cilindrici
elicoidali
10
25
MAX
10:
20:
1
1
SUPPORTIE
INGRANAGGI conicicirit'ti 6 6: 1 CUSCINETTI
I conicispirali
a vilesenzafine
20
20
9:
60:
1
1 Sono definiti supportigli elementi fun-
zionali destinati a sorreggere gli ele-
menti rotanti ed a vincolarne la posi-
I CINGHIE
piatte
trapezoidali
dentate
5+35
5+40
5+ 70
5: 1
15: 1
50: 1
zione degli assi (fig. 39).
Si definisce come cuscinettola parte di
supporto a contatto çq_11.l'elementoro-
tante, in genere vincolata al supporto
I CATENE
a rulli
silenziose
15
20
6: 1
6: 1
ma costruita con materiale diverso e
con altre caratteristiche che riducano
l'attrito al contatto.
I sentazione di una
trasmissione CDII
catena.
migliorare il coefficiente d'attrito fra
le superfici e quello in cui il lubrifican-
te stesso assume funzioni portanti,
I 580
r
I
B
I
a) b)
·---~·4"'~,-,;q.-:-~
·-· - -
·---·-·-·---
.. •· . I
I Nel grafico di figura 44 si ha una sin-
tetica illustrazione del comportamen- 30
to dei vari tipi di cuscinetto: la capa-
I cità di sopportate un carico decresce
rapidamente all'aumentare del nume-
ro di giri nel caso di attrito a secco
d: 20
25
~
mentre nei cuscinetti idrodinamici au-
I menta linearmente e nei cuscinetti a
rotolamento tende ad abbassarsi verso
e
'-'
·;::
<a
'5"
15
10
un valore limite; in quelli idrostatici la '!!
·.;
corpi volventi, sfere o rulli, per lo più Fig. 44. Confrontoqualitativofra le capacitàdi caricodi vari tipi di cuscinettial variaredellave-
tenuti distaccati fra loro da una gabbia locitàdi rotazione.(A, volventi;B, radentia secco;C, idrodinamici;D, idrostatici).
I distanziatrice(fig. 45). Le dimensioni
normalizzate dei cuscinetti sono D, d,
B, ed anche il raggio di raccordo r, di
TIPO
DISEGNO
SEMPLIFICATO
RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA
~
le sedi di montaggio. La normalizza-
I
zione prevede diverse serie dimensio-
nali, da extraleggera a pesante, in cui, a
parità di Do d, aumenta il valore (D-d).
Rispetto ai cuscinetti radenti i cusci-
netti volventi presentano attrito co-
Rigidoa sfere
Fl
~
stante anche variando le velocità di ro-
Fl
Rigidoa duecoro-
I tazione, costanza delle dimensioni e
del posizionamento dell'asse del per-
no rispetto alla sede (non richiedendo
ne
di sfere
i giochi funzionali alla sostentazione
I- idrodinamica),· lubrificazione sempli-
~
ce e minore perdita di potenza, non-
I
ché in genere minore usura. Di contro . Rigidoa rulli
si hanno dei limiti alla velocità di rota-
Fl
I
I corpo
,·oh·ente
A rullini
··0-··· .......... .
.
••
·~ -
n n
~ Il
A rullini
I ------------ ·- ~ o
senzaanellointerno
I
~ Fl
Orientabile
a doppiacorona
i
T di sfere
I anello
~ R
interno Orientabile
I B
a doppiacorona
di rullia botte
I 582
I
zione (a causa dell'inerzia delle.masse TOLLERANZE
PERSEDIDICUSCINEmSUALBERI Tab. VII. Tolleranzedimensionaliper le sedi
I
.
'
Percuscinetti
conanellointernorotante
I
parità di carico sopportabile). Percuscinetti conanelloesternorotante conforticarichie bassevelocità:applica-
H8
Volendo fare un rapido cenno alla ti-
pologia fondamentale dei cuscinetti,
oltre che alla differenza fra cuscinetti h5
concarichiirregolari accompagnali
daurto;comenellepuleggea funi
e a catene,boccoleferroviarie,
percuscinetti
ecc.;
conanellointerno,
zionea trasmissioni,
sopporticonscatole
in dueparti;percuscinetti
assiali; I
radiali, assiali ed obliqui, già vista in oppureesterno, rotanteadaltavelocità
precedenza, essi potranno essere divi-
si in rigidi (in cui gli assi degli anelli
sono permanentemente coassiali) ed
- -- - conpiccolicarichi;comeneimotorini
elettrici,aspiratori,
dinamo H6
Percuscinetti
conanellointernorotante;
carichie velocitàmedie,
pertuttele normaliapplicazioni;
I
orientabili (in cui gli assi ammettono
lievi angolazioni, al montaggio o du-
rante il funzionamento); un'ulteriore
suddivisione tiene conto degli elemen-
j5
Percuscinetti
conanellointernorotante
concarichie velocitàmedie;
percuscinettiassiali
J6
Percuscinetti
conanellointernorotante
ad altevelocità,conpiccolicarichi:
applicazionia macchine utensili,
I
motorinielettrici,ecc.;
ti volventi (sfere, rulli cilindrici, rulli
conici o a botte, rullini o aghi (fig. 46).
I cuscinetti a rulli in genere sopporta- j6
Percuscinetti
conanellointernorotante;
carichimedie velocitàelevate
percuscinetticonanelloesterno
registrabileassialmenle I
no carichi superiori ai tipi a sfere a pa-
Percuscinetti
conalbero
rità di ingombro radiale, mentre per
ridurre tale ingombro si usano i cusci-
netti a rullini; per aumentare la capa- k6
Percuscinetticonanellointernorotante;
forticarichiradialie velocitàmedie
K6
od alloggiamento
assialmente:
rotante;
anelloesternoconregistrabile
applicazionea pulegge folli,
I
cità di carico si possono affiancare due edelevate trasmissioni
confuni,ruotedi teleferiche
corone di sfere o rulli.
Per i carichi obliqui oltre che a sfere
rotolanti su piste ricaYate negli anelli Percuscinetticonanellointernorotante; Percuscinetticonanelloesternorotante;
I
carichiradialimolloelevati M7 concarichie velocitàmedie,applicazione
in posizione opportuna, si può ricor-
rere a rulli conici: questi cuscinetti so-
no scomponibili e tendono ad allonta-
nare assialmente gli anelli sotto carico
rn6 accompagnatida urti;applicazione
a boccoleferroviarie,
motoridatrazione,
pignonidifferenziali
..
a ruoteanteriori
- ..
di automobile
- .. -
-I
Percuscinetti
conanelloesternorotante;
per cui occorrono adeguate .registra-
zioni (fig. 47).
Il montaggio è un elemento fonda- n6
-
Percuscinetti
conanellointernorotante
applicati
ai laminatoi
N6
conforticarichiaccompagnali
applicazione
ferrotranviari,
daurti:
a ruotefollidi carrelli
bielle,pignonidifferenziali
I .
.
mentale per il corretto funzionamento
.. - - .. . -
TIPO
DISEGNO
SEMPLIFICATO
RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA
dei cuscinetti ed a esso si deve fare at--
tenzione già in sede di disegno.
-1
Oltre che ai collegamenti fra anelli, se-
di ed alberi, affidati ad opportune tol-
leranze (ad esempio rispettivamente
I
A sfere H6 e k6 come scelta generale: per una
scelta più particolareggiata si veda la
tabella VII) bisogna definire i vincoli
in senso assiale: ad esempio in una
I
coppia di cuscinetti rigidi chiusi mon-
A rulliconici
tati su un albero, uno solo dovrà esse-
re completamente bloccato assialmen-
te, mentre l'altro dovrà essere libero di
I
spostarsi per seguire eventuali dilata-
zioni o contrazioni longitudinali del-
1'albero, il che si ottiene non bloccan-
do in senso assiale l'anello fermo (fig.
I
A doppiacorona
48). Se i cuscinetti sono di forma aper-
ta, lo spostamento. è possibile all'in-
terno del cuscinetto stesso e gli anelli
I
di sfere dovranno essere completamente bloc-
cati.
Nei cuscinetti obliqui le spinte passa-
no dall'anello esterno a quello interno
I
Fig. 47. C11sci11etti
obliqui. (attraverso i corpi volventi) e quindi
583 I
I tali anelli saranno vincolati su spalla- Anche la geometria delle sedi deve es- do da realizzare un appoggio sferico
menti diagonalmente opposti: i cusci- sere controllata con attenzione: per- od anche su rulli conici opportuna-
I diali.L'anelloesternoa sinistra11011
in sensoassiale.
è bloccato gt!11te.
Nel primo casola rl'gistrazioneè effettualas111/'a11ello
estemi.
interno, nel secondosugli a11c/li
i
r r, h...,
I X 0,5
1
0,3
0,6
1
2,5
1,5 1 3
I )
2
2,5
3
1
1,5
2
3,5
4,5
5
I . - -_i -
i
•\ •
r l
I_ I
y / --~
3,5
4
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2,5
3
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\/ 6 4 11
I /,//
.
/ / //.\
r
8
10
5
6
14
17
12 7 20
I 584
t------_
menti costruttivi come gli schermi per condo i metodi generali prima accen- La simbologia prevista dall'ISO si ba-
la tenuta stagna (nonché i tratteggi na"ti, un generico cuscinetto volvente sa sulla combinazione di un tratto che
delle sezioni), sia la esatta rappresen-
tazione in scala dei vari elementi, co-
me appare nelle figure precedenti ac-
con un quadrato, recante una croce in
posizione centrale (fig. 54).
Il quadrato può essere modificato per
indica la linea di separazione fra gli
anelli, quindi rettilineo per cuscinetti
I
rigidi e curvo per cuscinetti orientabi-
canto alla raffigurazione realistica dei
cuscinetti.
Si è già accennato alla possibilità di in-
adeguarlo al contorno della sezione di
cuscinetti di forme particolari.
Il quadrato viene posto da entrambe le
li, e da uno o più trattini, perpendico-
lari al precedente, che indicano le file
di corpi volventi.
I
dividuare tutte le parti del cuscinetto parti dell'asse di simmetria: si rileva Si hanno perciò le rappresentazioai
con un unico tratteggio, considerando-
lo un particolare unico (cap. 6, fig. 49).
Secondo la norma UNI 10317 (deriva-
che molti disegnatori usano disegnare
da un Iato la sezione del cuscinetto
(semplificata) e dall'altro la rappre-
simboliche del tipo che compare ac-
canto ai cuscinetti illustrati nelle figu-
re precedenti ed utilizzati negli esem-
I
ta dalla ISO 8826) si rappresenta, se- sentazione simbolica. pi di figura 55.
.. : ·. : TIPO .:_
.. .. ....~--
...--·-········---
. "·
DISEGNO
SEMPLIFICATO
RAPPRESENTAZIONE
.: .. -- SIMBOLICA - ,,,
I
Rigido
asemplice
~-
I
1-.-1
effetto
I
Orientabile
a doppio
]::, I
effetto
I
Orienlabile
a rulli IJr
-
I
_I
Fig. 51. Cuscinettiassiali. Fig. 52. Montaggiodi cuscinettiassiali.
TIPO DISEGNO
SEMPLIFICATO RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA TIPO I
.,.,,,,,.,~
A sfere
a quattrocontatti
I
(perspinteoblique
neiduesensi)
I
Combinato
A rulliincrociali
(perforticarichi
I
obliquie basse
velocità)
I
Rotellaa rullini
confasciaesterna
convessa
Y confissaggio
I
a vili di pressione
(perpossibili
orientamenti)
I
Fig. 53. Alcuni cuscinettispeciali.
585 I
·-1··
I
'
I +
I -}----------------- -
~
I
+
I Fig. 54. Rappresentazioneschematicadei cu- Fig. 55. Esempidi rappresentazione semplificataa destra e simbolica(a sinistra)dei cuscinetti ·
I
I
I
I
I +---+-.-/ ....
_/ ~--/./ / ,·
/ / /. / / ------
'-----1-kJ· 11 _--1&~;~:~-B~
-I_
I
I Fig. 56. Indicazionedi tolleranzegeometrichesulle sedi per cuscinetti(vedi tabellaIX).
Superficie Scostamenti
ammissibili
I Caratteristica
Simbolo
percaratteristiche
Zonadi tolleranza Cuscinetti
Nonnale,
CLN
1)
dellaclassedi precisione
P6 P5
I r------J-------J-------~
Superficie
I Cilindricità
(odoscillazione a t, -ITS
2
IT4
-2 IT3
2
IT2
2 Notaesplicativa
assialetotale}
.----~
(L/} (tJ
Spaliamenlo
piano
I Perpendicolarttà
(od oscillazione
J_
(L/}
~
(tJ
IT5 IT4 IT3 IT2
Peresigenze Peresigenze
normali riguardo
speciafi
la precisione
di rotazioneo
assialetotale) unappoggio uniforme
I 1)Percuscinetti
di precisione
maggiore
(precisione
P4ecc.)si pregadi consullare
il catalogo
SKF·cuscinettidi precisione" Tab. IX. Tolleranzegeometrichesulle st•diper
c11sci11etti.
I ss6
SPESSOREs
GUARNIZIONI
Nel caso di alberi rotanti o di altri
1,78
2,57
2,90
9,13
9,19
9,92
18,64
20,22
21,82
78,97
82,14
85,32
37,46
40,64
43,81
113,66
114,70
116,84
304,17
316,87
329,57
I
meccanismi contenuti in spazi chiusi
ma comunicanti con l'esterno si tratta
spesso di evitare fuoruscite di lubrifi-
cante e di impedire infiltrazioni di im-
3,68
4,47
5,28
10,77
11,91
12,37
23,39
24,99
25,80
88,49
91,67
94,84
46,99
50,16
53,34
120,01
123,19
124,60-
342,27
354,90
354,97
I
6,07 13,10 26,5t 98,02 56,51 126,36 367,67
purità verso l'interno.
-Per ottenere questo obiettivo si ricorre
a guarnizioni o tenute, statiche o dina-
miche.
6,75
7,65
8,73
13,94
15,08
15,54
28,17 -- -
29,74
31,34
101,19
104,37
107,50
59,69 -
62,86
66,04
129,54
132,71
134,50
--
380,30
380,37
393,07
I
Naturalmente il problema della tenu-
ta si pone anche fra parti non in movi-
mento fra loro (coperchi e simili) e vie-
9,25
10,82
11,11
15,88
17,12
17,86
32,92
34,52
36,09
107,54
110,72
113,89
69,21
72,39
74,63
135,89
139,06
142,24
I
ne spesso risolto inserendo del mate- 75,56
12,42 - 18,72 37,46 117,07 145,41
t
f;
14,00
15,60
20,29
20,63
37,69
39,69
120,24
123,42
78,74
79,77
148,59
151,76
I
~
17,17 21,89 40,87 126,59 81,91 155,60
r1 I
()
I. d .I
l· 18,77
20,35
21,95
23,52
22,22
23,47
23,81
25,07
41,28
42,86
44,04
44,45
129,70
129,77
132,90
132,94
85,09
88,26
89,69
91,44
158,11
159,50
161,90
164,46
-1- - • - · - · - • - t
53,64
55,24
63,50
65,09
66,27
228,19·
234,54
139,70
142,88
142,90
227,97
234,30
I
56,82 240,89 240,67
58,42
59,99
61,59
66,68
68,26
69,44
247,24
253,59
266,29
146,10
149,20
247,00
253,37
259,70
I
63,17 69,85 278,99 266,07
64,77
66,34
67,94
71,44
72,62
73,03
289,29 272,40
278,77
285,10
I
--!----------~
69,52
71,12
74,61
75,79
291,47
297,81 I
toroidalitipo OR.
Tab. X. Dimensionidi g11arnizio11i
) _LO!__i I
OR in funzione staticae dinamica.In linea di massima
Fig. 58. Esempidi applicazionidi te1111te
si assume il diametromediodellagolasededeWOR 11g1111/e al diametromediodell'OR stesso.
587
I
_1·
·1.·
..
'
riale resistente ma deformabile che Gli O-ring vengono anche usati quan- la concavità deve sempre essere rivol-
viene compresso fra le parti stesse in do vi siano movimenti rotatori od as- ta verso il fluido da ritenere (figg. 59 e
I d o -~~--- d o h d D d D d D
17
I 6
6
7
17
17
35
35
40
28
28
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52
40
45
45
45
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70
72
70
70
72
90
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18 .:J-7 30 48 62
I 42
7 30 72 100
8
18 - 32 .~·~:a ~ 30 47 48 72
75 95
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8 50 65 75
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50
68
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100
100
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9
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20
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110
10 32 50
20 32 • 7 52 72 85 110
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55
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110
120
55 90 90
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12
20
22
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47
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35
35
52
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13
12 _ _ 35_ . 72 _~-12 _ 56 _ _ 80_
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14 24 -:<,
22
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7
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36
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7
56
58
85
72 8 ..
95
100
136
120
125
:13
·12
12
58 80 100
14 28 36 52 7 ·.·.8
I 14
14
30
35
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.. 7
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24
24
24
40
40
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.. 7
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7
36
38
62
52
-. 7
8
58
60
90
75
10 ..
8
100
105
,105
130
130
140
12
12
12
15 24 38. 55 7 60 80 10
5 25 35
I 15
15
15
24
26
7
. 7
25
25
38
40
7
7
8
38
40
62
52
10
7
60
60
85
90
10
10
110
110
110
130
130
140
12
13
12
30 7 25 42 6 40 55 7 62 85 10
I 15
15
32
35
.7
:.. 7
25
25
25
42
46
47
7
7
7
40
40
40
56
60
62
8
10
10
62
63
90
85
10
13
115
120
140
150
12
12
16 24 :--4 63 90 10 120 160 12
I 16
16
16
24
28
30
5
7
7
25
26
26
52
35
37
7
7
7
40
40
42
65
72
55
10
10
8
65
65
65
85
90
100
10
10
10
125
125
150
160
12
12
-I 16
16
17
32
35
28
7
7
7
26
26
28
42
47
38
7
7
7
42
42
42
56
62
72
7
10
8
68
68
90
100
10
10
130
140
160
170
12
12
68 100 13 150 180 13
I 17
17
30
32
7
7
·28 40 7 45
45
60
62
7
7
70 85 8
Tab. Xl. Dimensionidi guarnizioniper alberirotanti tipo CORTECOad anello(riferimentoa figura 59).
I 588
d D h s d D h s d D h s
O (sede)
d (albero)
5
6
12
17
5
6
2,2
3
35
35
55
60
10
12
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6
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95
100
125
110 5
15 7,5
2,5 350
I 340 380
400
20
25
10
12,5
__
10 5 450 25 12,5
30
30
32
50
60
52
10
15
10
5
7,5
5
100
100
100
120
125
130
12
15
6 400
7,5__ 460 I 510 32 14
589
I
. ·-·· -------- -- -
l
indispensabili quando vi siano condi- ELEMENTO DESCRIZIONE APPLICAZIONE
zioni ambientali ostili (per temperatu-
I congiuntamente alsegnografico
"
(indiagonalerispetto
ai contorni)
una rappresentazione semplificata precedenteindicail latodellaguarnizione
simbolica simile a quella impiegata chesi oppone aifluidi,gase solidi
nei cuscinetti, secondo la nonna UNI - -·-·
- --- -·-
"
Quando si debba rappresentare una conil segnograficoprecedente
(indiagonale rispetto
ai contorni
e a 90°
guarnizione per applicazioni dinami- guarnizioniconlabbroparapolvere,
che senza specificarne il tipo, il suo in- / rispetto
al segnograficoprecedente
guarnizioneconraschiatore,
ecc.
Insieme
ditenuta,ecc.
alprecedente
64 e 65 La direzione di tenuta può es-
I sere rappresenta~a con una freccia al
termine dei tratti di tabella XIII.
I Trattocontinuo corto
direttoversoil centrodelquadralo
perguarnizioni
calottaad U,
guarnizioni
insieme
anularia V,
di guarnizioni
di tenuta,ecc
I T
T (maschio)
accoppiato
al seguente
.. .. .. Guarnizioni
ditenuta
I· senzacontatto,
peresempio:
guarnizione
a labirinto
I LJ U (femmina)
. .
I
I
I
I
I
I
Fig. 64. Esempidi disegnisemplificaticon rnpprese11tnzio11e
simbolicadi guarnizionie cuscinetti.
I 590
I
-
II
TIPO DISEGNO
SEMPLIFICATO RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA
I
I
MOLLE
Generica
X I
i
I
X Le molle sono organi meccanici defor-
mabili in grado di consentire variazio-
I
ni di posizione di altre parti mante-
I V
nendole in contatto, di assorbire ener- a
gia cinetica trasformandola in poten- fl
ziale, di immagazzinare la forza che
I
il
Anellodi tenuta ha prodotto la deformazione resti-
a labbro·
peralberirotanti
- --- - .
[2J tuendola all'annullarsi della deforma-
zione stessa: vengono quindi usate per
assorbire urti e deformazioni, per ap-
plicare forze con continuità al variare
della distanza fra le parti interessate,
I .
_n
per isolare vibrazioni, ecc. (fig. 66).
Idem,a doppioeffetto
~ I
I
Anellocontenuta
sullabbroesterno
A [SJ I
. ··- --
-(Q) I
Anelloconlabbro
parapolvere
- .. - .. - .-
-
a- - -· - --
0
- ..
I
-1
.
Anelloa V
B I
-~
I
I
Anelload U
permotoalternativo
_[D [8
I
Tenutaa labirinto
[I] I
~(11 I
Fig. 65. Rapprese11lazio11e
di guarnizioniper applicnzio11i
di11amicl1e. Fig. 66. Molla ad elica.
I 591
-3 'r.-L'!'.r. _.
I
I L L
I
• I
I , I
I
I Fig. 67. Molle ad elicain seriee parallelo. Fig. 68. Mollaa balestra.
I F = kf,
in cui F è la forza applicata, f la defor-
mazione o freccia e k un coefficiente,
a) b)
----0-~---
------
I
riale e condizioni di montaggio della
molla (l'inverso 1/k è definito cedevo- J.
.
I lezza). --
Più molle possono essere montate in
parallelood in serie:nel primo caso la
.<:I D 'I
··I 592
-==i>
' '
I· I
Mollaadelicaconica ~
~
- ~ -·· - -· ~
~
I I .
' '
--- -· --
-~ I
I !
n
I
I
.
Mollaa bovolo(adelicaconica
.. con:ezionerel!_a!!go(are) - -
ffi ·-· -- -- ~ .
~-
I
- --
li~I'
-· - -
-1
~
~
~ ~
~
~
I
~
Mollabiconica
'
~
(convessao a barile)
a::= :=x>
a::::::===x>
~ ~ I
I
I
Mollabiconica ~ ~
<z::::::::i, ~
~ ~ I
(concava
o a clessidra) ~
~
~ I
Montaggio coassiale in parallelo
di molleadelicadi compressione
~
~
,.
~
::,, I
;
I;
~~: I
593 I
-f
I RAPPRESENTAZIONE
DENOMINAZIONE
I Molladi trazione
adelicacilindrica
e- e-
~
T T
I ~
Molladi torsione ~ ~
! ~
I adelicacilindrica
lQ·
-----~ - ---- .
U-
I
RAPPRESENTAZIONE
DENOMINAZIONE
I ..
- .. Vista Sezione Sempfificazione
,....,---....__
I Mollaa tazza I
---- ----
I e;;;;:' 1;;;:;.
i Mollaa tazza
in parallelo I---- ----I 1:§1 l§1 ~
---1 ·- - - -- .. ..
Mollea tazza ~ ~ g
I :
' . -
~
in serie
- - -- - - - -- ..
~
-· -- ---- - -- - -- -
~ -· -- . - -. .- -
Fig. 74.Mollea tazza (o disco).
RAPPRESENTAZIONE
I DENOMINAZIONE
Vista Semplificazione
I Mollaa spirale
I
Barradi torsione
0--/..._11>-o0
I
Mollaa balestra
I conocchi
Mollaa balestra
I senzaocchi
confasciacentrale
I 594
I
I
I
I
0max= mm
A
•,1=N/mm 2
~ ' '
I
•12=N/mm 2 O Terminali chiusi,
,,.=N/mm 2
UNI7900
Parte t I
D
E
..E E
E
I
*
D *EE: eE,. I
I
Il
•..r O Terminali rastremati
* Quote soggette ad indicazione
D ..
11
di tolleranza
chiusi e molati
.. D
UNl7900
Il .:, Parte 13
..J Il
I
D
..J
I
_I
Fig. 76. Esempiodi disegnodi mollacomeparticolarecostruttivo. I
La scelta delle molle viene infatti ef- metterne in evidenza la forma: la rap-
I
fettuata tenendo conto della loro ca- presentazione schematica compare
ratteristica, cioè della relazione tra
forza applicata e deformazione: in ge-
nere una molla quando viene montata
accanto a quelle in vista e sezione nel-
le figure da 72 a 75, dove sono illustra-
ti alcuni tipi di molle.
I
UN172S1 Rappresentazione
dellemolle.
assume una dimensione leggermente
diversa da quella allo stato libero, poi-
ché subisce un precarico che ne assi-
Le molle disegnate come particolari
sono rappresentate in modo conven-
zionale, con alcune quote funzionali
UNIENISO2203Rappresentazione
degliingranaggi.
Ruotedentatecilindriche.
Datida in-
I
cura la posizione. caratteristiche (fig. 76) ed accompa- UNli462
Le molle ad elica devono prevedere
una guida (un alloggiamento in corri-
spondenza del diametro esterno od
gnate da una tabella che ne fornisce i
dati costruttivi e di funzionamento. UNIì463
dicaresuldisegno.
Ruotedentateconiche.Datida indi-
caresuldisegno.
I
un perno per l'interno, figura 71) e nel
caso in cui siano montate coassial-
mente devono avere inclinazione
dell'elica opposta, per evitare "pizzi-
UNl7000 Molle.
UNl!S092"..2 Guarnizioni
per applicazioni
dinami-
I
che.Rappresentazione
semplificata.
camenti".
595 I
'
L _____
_ . -· .____- -·-··-----·------
I
Il
Il
1• struttivi
Si ricavino, dai complessivirappresentati, disegni co-
di particolarie si indichinogli elementi norma-
lizzati.
I
I
I e:::::>
e:::::>
I
I
I
I
I
-1--
1
I
I
I
I
I
I 596
I
2• Sicessali
indichino, luogo di quelli omessi, gli elementi ne-
in
per un correttofunzionamento,dei gruppi rap-
b)
presentati.
a)
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I d)
I
I
I
I
I
-1-
I
-1
I
I
I
I
I
I
I 598
I
e)
I
I
I
I
i\
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11
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I
il
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I
-,
I
I
I
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I
II
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i: I
I
I
i
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L
1,---
I
I f)
I
I
I
I
I
-I
I
-,
I
I
I
I
I
I
I 600
I
I
3 Si ricavino dal complessivo (testa verticale per fresatrice) disegni costruttivi di particolari e si indichino gh· elementi nor-
• malizzati.
I
I
I
I
I
I
I I
!
!'
.1
-I
,.>
I
I
I
I
I
I
601 I
-I
4 Si ~cavino dal complessivo (riduttore epicicloidale) disegni costruttivi di particolari e si indichino gli elementi normaliz-
1· • zatl.
I
I
I
I
I
-I
I --------'
1·
I
I
I
I
I
I
I 602
I
CAPITOLODICIASSETTESIMO
I
I
_,;~ff
tf~
I
.
:,~,..:
r.#·;~.:
collegamenti
permanenti
--- ..
I
I
I
PREMESSA CHIODATURE
E
Si definiscono permanenti o fissi i col-
legamenti che, una volta realizzati,
RIVETTATURE I
Altri elementi adatti ad assicurare un
non consentono più la separazione
delle parti. Si hanno come tipi fonda-
mentali:
collegamento permanente fra due
parti sono i chiodi, usati fin dall'anti-
chità: si noti però che mentre nei col-
I'
I
i
- collegamenti chiodati ·
- collegamenti saldati
ture murarie i chiodi operano per l'at-
trito sul gambo che si inserisce nei
pezzi da congiungere e per l'effetto di
I
I
I
- collegamenti con adesivi (incollaggi) arresto dovuto alla testa, nelle costru-
zioni meccaniche i chiodi comprimo-
no fra loro i pezzi da collegare ed il
bloccaggio deriva dall'attrito genera-
to di conseguenza·fnri pezzi·stessi--
(fig. 1). --,<:'
)i
I chiodi sono costituiti da un gambo ci-
lindrico con all'estremità una testa, a
COLLEGAMENTI
FORZATI
calotta stretta o larga o tronco conica,
e vengono inseriti in fori praticati nei
pezzi da unire: una co11trotestaviene
I '
Tali collegamenti sono ottenuti per ottenuta per ricalcatura del tratto di
mezzo delle elevak forze di attrito ge-
nerate, nel reciproco accoppiamento,
dalle deformazioni elastiche degli
gambo sporgente dal foro (fig. 2).
Per chiodi in acciaio di una certa di-
mensione (diametri superiori a 8 mm)
Fig. 1. Struttura chiodata.
I
la deformazione deve essere effettua-
stessi elementi da collegare, ad esem-
pio albero e mozzo, montati con op-
portuna interferenza.
ta a caldo (preriscaldando il chiodo
sui 900 °C) ed il ritiro del gambo nel
I
Questi collegamenti in qualche caso successivo raffreddamento induce la
sono definiti semiperma11e11ti,in quan-
to possono essere sciolti con l'appli-
cazione di forze superiori a quelle di
compressione sopra accennata (men-
tre il gambo è sollecitato a trazione)
(fig. 3a).
I
attrito, con opportune attrezzature ed Operando invece a freddo, su elemen-
artifici.
I forzamenti possono avvenire a fred-
do od a caldo (con dilatazione del
ti in acciaio dolce o leghe di alluminio
o rame (ed in questo caso si parla più
propriamente di ribattini), la forma-
a b
I
mozzo). zione della controtesta non porta ad
In linea di massima si può assumere
un valore dell'interferenza intorno al-
una compressione rilevante dei pezzi
da collegare ed il collegamento avvie-
ne in quanto è ostacolato il movimen-
Fig. 2. Ln testa del chiodoinserito nel foro pre-
di~posto viene bloccata 111e11tre l'estrc111itlÌ
sporgentePienericalcataperformare 1111n co11-
I
lo O,1% del diametro. trotestn.
603 I
I
I to reciproco dei pezzi· stessi, per cui in
genere il gambo del ribattino è solleci-
-0---.----1--
- UNI 134
riempia completamente i fori) (fig. 3b).
I a)
-8------t-·-+ D-------~
I UNI 137
UNI 752
-[}J-----t---+ -l-----0-
I b) UNI 138
UNI 753
·©---·--t
I ·-D·-----+--+ UNI 754
UNI 139 - - - . - -~ - --
I . ~--
UNI 755.
I "//
-/1::-.
,.·
<½->-
/.,..
.
I n t, t,
I m
5 s-1
Igiornzio11èedi 1 111111.
LATO TESTA
I604
1-~--·
Alcune dimensioni di massima pre- colati a livello di progettazione, così Quando le chiodature devono assicu-
I
senti nei collegamenti chiodati sono come la scelta se la giunzione deve es- rare la tenuta a fluidi in pressione, ol-1
presentate in figura 7. sere a semplice sovrapposizione (fig. tre all'impiego di chiodi di minori di-
Generalmente le giunzioni chiodate 8), a coprigiunto semplice (fig. 9) (di mensioni e più numerosi, si effettua- ·
prevedono l'impiego di numerosi spessore leggermente superiore alle no operazioni di miglioramento della
chiodi per ripartire meglio gli sforzi lamiere da unire) od a doppio copri- t~n_utasia inserendo materiali sigillan-1
ed assicurare una pressione omoge- giunto (fig. 10) (con coprigiunti aventi ti sia con opportune smussature e suc-
nea: il diametro dei chiodi, la loro di- spessore di circa il 75% di quello delle cessive ricalcature.
stanza, il numero di file vengono cal- lamiere da unire). Nei collegamenti di strutture leggere
(e nelle costruzioni aeronautiche in
particolare) si usano i rivetti (fig. 11)
I
che sono in pratica dei ribattini di for-
a) b)
d = s + (4t+o8) me particolari; largamente usati sono
i rivetti tubolarie i rivetti ciechi. I
I ! I primi non sono altro che ribattini con
l
(/)
l ,/
,..,...,,
(/)
l'estremità del gambo alleggerita da
un foro assiale o semplicemente da
una biforcazione, per facilitare la for-
I
I mazione della controtesta di bloccag-
gio; talora è previsto un contro rivetto
da inserire a pressione nella cavità
(fig. 12).
I
•I
Cl)
Esistono anche, per impieghi poco im-
I
pegnativi, ribattini auto foranti, termi-
-·@--
·-@·-, I -o
'· I
I
"tl
..,:,
V
nanti con punta cilindrica cava o coni- Il
ca, che funzionano come chiodi tradì- I.I
zionali inserendosi a forza nei mate-
1.Sd <e< 2d
I
e =1.Sd , :'.:J V
"tl riali, ovviamente senza estremità
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I
.
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I
0~--
I
I
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ii
''
,,
I I
•
ti conici o sferici che deformano necessario all'elemento traente e si de-
l'estremità premendola contro i pezzi ve quindi ove necessario provvedere
I +
'
~
Materiale
I
I
AIMgs-@-
1
I \- .
..:-
, AICu2,s-(B-
I
e)
1
'
I Rivetti a testa svasata
AICu 4 5 _(?\_
'\.g)
I
I~'. •
.
I
Rivetti a testa
' i
I tonda spianata
. '
i~
I
C8-
®- - d)
I
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Monel-~:J-
I
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'
---1
-
I f)
I
I g)
I
I Fig. 13. Alcuni particolaririvetti: ii primo è bloccntoda 1111collari110
deformabile;il secondo
consenteil serraggiosenza accessodal lllto testa ed il terzo mantienegli elementi collegatiad
una distanzaprestabilita. Fig. 14. Rivetti ciechi.
I 606
tità di sostanze di cui si può provoca-
re l'esplosione che deforma l'estre-
mità stessa (fig. 15).
+ + +
Nel caso delle rivettature su lamiere in
lega leggera si deve fare particolare at- ~ ~
tenzione ai materiali impiegati, in
quanto in certe condizioni di ambiente + + + IV I III e I s
umido si potrebbero creare fra due
materiali diversi delle vere pile elettro-
litiche, con corrosione e dissoluzione I quadrante - tipo di rivetto, materiale.-forma.
I. '
z
In taluni processi di saldatura il me-
tallo che viene portato a temperature
~
prossime a quella di fusione è il me- I
desimo materiale delle parti da salda- ~
COLLEGAMENTI re, mentre in altri processi è presente
SALDATI un metallod'apportodiverso dal metal-
I
I
I
I
I
Tab. I. Processidi saldatura.
I
6071
I
I saldaturaa stagno,di larga applicazio-
ne in elettrotecnica ed in elettronica,
re effettuata senza metallo d'apporto
nei casi in cui le parti da unire abbia-
no spessore sottile. Altrimenti, il me-
ce temperature comprese nel campo
di 5.000 - 30.000 °C, di molto superiori
che utilizza in realtà come materiale a quelle ottenibili col processo di sal-
saldatura ad arco.
I La saldatura a gas.
Nel caso della saldatura a gas, si par-
lerà di saldatura ossiacetilenica se il
I gas combustibile impiegato è l'acetile-
ne (C2Hi), mentre si parlerà di salda-
tura ossidrica se il gas combustibile è
a)
·1 608
il
reazioni chimiche degli elementi pre- Saldature eterogene li
senti, in modo da ottenere un giunto
privo di scorie e porosità; tra questi Sono processi di saldatura nei quali
procedimenti si possono citare la sal-
datura in ntmosferaprotettivanella qua-
le l'arco elettrico viene fatto scoccare
l'unione fra le parti è ottenuta soltanto
per azione del metallo d'apporto,
avente una temperatura di fusione
I
all'interno di un atmosfera neutra o più bassa di quella del metallo base,
inerte, composta da una miscela di gas
come argon o elio e l'elettrodo può es-
sere infusibile (in tungsteno, saldature
che viene depositato allo stato fuso fra
le parti da collegare. L'operazione vie-
ne eseguita senza che i bordi delle par-
I
TIG) o in metallo fusibile (saldature ti da saldare arrivino al punto di fu-
MIG e MAG); la saldaturaad arcosom-
mersoin cui l'arco elettrico è innescato
sione. Questo tipo di saldatura viene
utilizzato quando il metallo base non è
I
fra un elettrodo fusibile non rivestito ed facilmente saldabile, nei casi in cui si
il metallo base, sotto la protezione di un
flusso granulare elettroconduttore.
Fusione localizzata a temperature ele-
dève-evitare il riscaldamento dei pezzi
per ridurre le deformazione e infine
quando le caratteristiche meccaniche
I
A. Rivestimento vatissime si ha nelle saldature a plasma del giunto sono di scarso interesse: in
B.
I
Anima metallica
c. Goccia di metallo
e laser. pratica è come se il metallo d'apporto si
comportasse come un adesivo fra le
parti da unire.
I
D. Scoria fluida Le saldature eterogene si suddivido-
E. Scoria solidificata
:p_ Cratere di metallo
Saldatura a resistenza
no in: saldobrasaturee brasature.
La saldobrasatura viene così chiamata
La saldatura elettrica a resistenza è un perché il procedimento di esecuzione
I
•G. Metallo liquido processo di saldatura autogena per è simile a quello della s. autogena. In-
:H. Scoria liquida
I. Calice
pressione dove il calore richiesto è fatti: occorre la medesima preparazio-
prodotto per effetto Joule dalla resi- ne dei lembi delle parti da saldare ed I
L. Arco
M. Gas protettivi
stenza elettrica delle parti da saldare, il materiale d'apporto viene deposita-
attraversate da corrente elettrica di to per passate successive con la stessa
elevata intensità. tecnica impiegata nella saldatura os-
I
-N. Pezzo da saldare (anodo) Il calore prodotto consente di innalza- siacetilenica, senza però portare a fu-·
~
per fissare la corretta posizione delle
parti, l'esecuzione della saldatura ve-
c:::::::5è:::::
0
ra e propria e l'eventuale rimozione
I della scoria.
La deposizione del cordone di saldatu-
ra può avvenire secondo modalità di- Giuntodi spigolo
- '1......-.....l
~
I lembi, o bordi, sono le superfici dei
pezzi interessate dalla deposizione del
-- - -··
LI - --
GiuntoaT
--- -- -· - - -
I
I
____ T_....
a)_:::::.::_-_
....... Giuniod'orlo
~ ~
-1
b)
>I
d)
I- ~-·'.
e> 1- ,:"i~-:,i-c\
I ·
I ·- t' - - - -rn ... -- - -
Giunioa trelamiere
- - . - - -
I .___-_,\__
GiuntoadL
e) (,_ _,
o
I I .----><._____.
g)
~- \ .___! ___,
~ b ~ LI
I h)DD Fig. 22. Tipi di giunto.
I i)DO
DCJ m)
a)///////,.
1610
-1
r I
SEGNO
N" DENOMINAZIONE DISEGNO
I
ILLUSTRATIVO
GRAFICO
1 Saldatura
a bordirilevali
/ ~
a=~-
_)\_
I
2 Saldatura
a lembiretti
I
I 11
3 Saldatura
aV (--g ~ ----v I --.- .
4
1
a2 V
Saldatura
~§ ~ V I
5 Saldatura
aY ( ?J J y I
6 Saldatura
1
a2 Y
~J ~
I
I
7 Saldatura
aU
~ y
-·- - -
I -·
~ ~ ~
1
8 Saldatura
a - Uo J
2
I
--- 9 -- ·Saldatura
ripresaa rovescio-·
-·-- -- (
-- - -- -
~-
I ~--
- -~ -
10 Saldatura
d'angolo
~ ~ I
I
11 Saldatura
entrointaglio fori
~&Il
I
12 Saldatura
a punii(a resistenza
o no)
~ G ,~--;, ~--~, I ~
o
I
13
Saldatura
in lineacontinua
(aresistenza o no)
~~ ~ =@= I
<==
Tab.11.Tipi di saldaturae relatit1i segnigrafici(si possonoat•ereanchesaldaturea doppioV (x) edanchea doppioU o Y).
I 611
------
----f-
Lato freccia
I RAPPRESENTAZIONE
DELLESALDATURE
I È possibile rappresentare le saldatura
con una rappresentazione convenzio-
nale applicando le regole del disegno
-h5-1600G
a) Saldatura sul lato
linea di freccia
I
tico, in modo da fornire tutte le indi-
cazioni necessarie per identificare la
saldatura, senza gravare il disegno di
note e viste aggiuntive.
[¼~~4~/~ b) Saldatura sul lato opposto
alla linea di freccia
a)~i~no_
-~0.·
GRAACO:F~t
. ..~.---
..- finita specificando:
• la posizione della linea di f::ecc~;.. _
.• laposizione dellalin~~ di riferimento;
t.adesignazione era costituitada (fig. 24):
• la posizione del segno grafico rispet-
a) simbolo grafico relativo alla forma; b)Convesso to alla linea di riferimento.
b) indicazioni dimensionali;
Infatti il segno grafico può essere po-
I c) simbolo letterale indicante il proces-
so di saldatura da utilizzare (ad esem-
pio G, saldatura a gas ed E saldatura
e)Concavo sto sopra o sotto la linea di riferimen-
to; se è posto sulla linea di riferimento
continua, la saldatura è sul lato freccia
ad arco). Tab. III. Segnigraficis11pple111entari.
I Nuova designazione del 1986.
La rappresentazione schematica com-
del giunto (fig. 26); se invece il segno
grafico è posto sulla linea di riferimen-
to a tratti, la saldatura è sul lato oppo-
3 sto alla linea di freccia del giunto.
I prende:
a) un segno grafico elementare (tabel-
la III);
1~2a '._
-:-:-:-:
Le dimensioni della saldatura vengo-
no definite direttamente sul segno
grafico come segue:
b) un eventuale segno grafico supple- Giunto-: ' a) quote relative alla sezione trasversa-
I mentare, per indicare il profilo ester-
no della saldatura; l'assenza di questo
simbolo sta a significare che il profilo
~
1= linea di freccia
2b
le, scritte alla sinistra del segno grafico;
b) quote relative alle dimensioni lon-
gitudinali, scritte alla destra del segno
I esterno della saldatura non necessita
di essere precisato;
c) una quotatura convenzionale
2a =linea di riferimento
2b =linea di riferimento; linea a tratti
3= segno grafico della saldatura
grafico (fig. 27).
L' assenz~-di tale indicazione significa
d) indicazioni complementari. che la saldatura è continua per tutta la
I 612
-1
28); nel primo caso occorre indicare, I
s s
davanti alle cifre che indicano la quo-
ta trasversale, la lettera a per indicare
l'altezza relativa all'ipotenusa del
I
triangolo sezione del cordone di sal-
datura, mentre nel secondo caso la let-
tera z indica la larghezza del cateto.
Le indica~_ioni complementari sono
I
..
utilizzate nel caso in cui si vogliano
s = quota relativa alla sezione trasversale
I = quota relativa alle dimensioni longitudinali
specificare ulteriori caratteristiche del-
le saldature, come ad esempio:
• saldature perimetrali, con un segno
I
Fig. 27. Indicazionedellaposizionedellequote rispettoal segnografico. grafico munito di un cerchiocon e e n -
tra all'il)t_ersezione tra la linea di free-
eia e linea di riferimento (fig. 29);
I
• saldature eseguite in cantiere, con
/ ~~
. /---------· aggiunta di una banderuola, sempre
all'intersezione tra la linea di freccia e I,·
linea di riferimento (fig. 30);
La<o .~.
• tipo di controllo non distruttivo, con
una sigla posta immediatamente do-
po il simbolo numerico indicante il
I
procedimento (ad esempio RX, con-
z=ah trollo radiografico).
La figura 32 mostra il disegno e l'in-
1
terpretazione di alcuni segni grafici
Fig. 28. Metododi indicazionedellequoteper
--le saldature-adangolo.
Fig. 31. Indicazionedel procedimentodi sal- elementari utilizzate in rappresenta-_
datura mediantecodicenumerico. 1
DISEGNO DISEGNO INTERPRETAZIONE
~ ;+-<m n .1
. GiuntoaT,
~
saldatura ad
angolo, ad arco
-·- --~
I
INTERPRETAZIONE r I
Giunto di testa,
saldatura a V V////A\,
f'
'\S\'>,j
- - V.. -
• I
I Giunto a L,
I
saldatura a
l/2V
I
I
I
zione schematiche; come si nota, è
possibile combinare insieme più segni
grafici elementari nel caso di saldatu- DISEGNO INTERPRETAZIONE
DISEGNO INTERPRETAZIONE
I-
, .+.
I,,,,..••
_!;Lcj-.
,
·<'
-
-1
I
---· +---,
Saldatura 1
I
I
'
I
Saldatura 2 e 5
I
I 0-----
L. - . J
'
v
I /m
-,.,,..,-,
I
I
I
'
I!
'--'
I t
- -- -
----,
+ + ··:·-,
Saldatura
I
3
'
.
- -- -
I
'
- . J
I
L. L -- •J
I 614
-1
1.Negli esempi riportati
in cui sono rappresentatestrutturechiodate,si sostituiscanodove possibile con saldature. I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
r I
I
I
I
I
I
I
I
I
615
-·I
I 2• Negli esempi riportati si aggiornino le indicazioni delle saldature secondo la normativa attuale.
I
-1·
I
I
I
I
-I
I
-·--
T-
l -·-·- - ·-
I SfZipneA·A
I
I
r -'-·
I J~, I
I
I
.-
I
€ '
~
I -;-~)-t-:-------+-
1
I616
1-~--_
-· --- -----------
CAPITOLODICIOTIESIMO
lj ~'.
I '.
materiali per ~
costruzioni I
meccani·che I
fondamentale della progettazione. scono anche altri parametri legati al
Dal materiale dipendono non solo le
caratteristiche di resistenza e durata
materiale, in precedenza non rilevan- m
ti, come la possibilità di riciclo o l'eli- lj
del pezzo, ma anche il procedimento minazione al termine del ciclo di vita.
PREMESSA tecnologico per produrlo e l'aspetto
con cui si presenta all'utilizzatore: tut-
Quindi se il disegno rappresenta la
forma dell'oggetto, il materiale ne co- ~
La scelta del materiale con cui un og- ti elementi che ne influenzano in ulti- stituisce la sostanza, ed è perciò da es- ~
getto deve essere realizzato è una fase ma analisi il costo, su cui oggi influi- so inseparabile.
tga=7=E
I
Lo studio dei materiali, dei criteri di elevata con successivo raffreddamen- fiamma od induzione, ed anche le
scelta e trattamei,to, delle loro lavora- to lento, in forno o in aria. deformazione a freddo (rullnturao pal-
zioni esula da un corso di disegno, in Tempra:riscaldamento a temperature linatura), con miglioramento della re-
cui però, proprio perché sui disegni fra gli 800° e 900° (fino ai 1200 °C per sistenza a fatica.
non ne manca mai l'indicazione (e non
gli acciai da utensili), seguito da raf-
deve mancare!), è necessario almeno freddamento rapido in acqua od olio; Nella designazione degli acciai assu-
un cenno sui principali materiali, sul ciò provoca un cambiamento di strut- me importanza l'indicazione della
loro campo di impiego e sulle loro de- tura (martensite) che rende l'acciaio presenza di elementi di lega quando
finizioni. molto duro e resistente ma piuttosto siano previsti trattamenti termici, pro-
I perature non superiori a 200 °C, per del carico di rottura a trazione mini-
eliminare tensioni interne dovute ai mo garantito, espresso in N/mm2:
trattamenti precedenti. quando tale valore è preceduto dalla
Trattamentitermochimicidi arricchimen- lettera E, si tratta del carico di snerva-
I ACCIAI
to superficiale:consistono nell'operare a mento (praticamente il limite della
determinate temperature in ambienti deformazione elastica), mentre la let-
in grado di cedere elementi allo strato tera G indica trattarsi di acciaio per
Gli acciaisono leghe metalliche costi- _ superficiale dei pezzi, in modo da mo- getti; talora segue il sin_1bolochimico
I tuite essenzialmente da ferro con car-. dificarne le cafatteristich-e, mentre gli - di un elemento aggiunto per conferire
bonio fino al 2% ed eventuali aggiun- stati sottostanti mantengono le pro- particolari caratteristiche. Esempi:
te di altri elementi in percentuali va- prietà iniziali. Il più comune di tali Fe 410, FeE355,FeG360,Fe440Pb.
riabili a seconda delle caratteristiche
I che si vogliono ottenere.
trattamenti è la cementazione, in cui Possono essere aggiunte altre indica-
l'arricchimento superficiale di carbo- zioni, ad esempio una delle quattro
L'acciaio rimane il principale materia- nio, seguito da tempra, provoca un in-
le per le costruzioni meccaniche grazie . _durimen~o(e_quindiresis_t_en~aJI'µsl,\~ lettere A, B, C, D per indicare la cre-
scente insensibilifa alla frattura fragile
I alle sue doti di-resistenza e lavorabi-
lità. Un'altra caratteristica fondamen-
ra) della superficie. Trattamenti ana- (in pratica la crescente idoneità alla
loghi sono la carboni~rurazione(arric-
tale dell'acciaio è la sua capacità di chimento di carbonio ed azoto con- saldatura) oppure un numero indican-
te la qualità, secondo norme particola-
cambiare notevolmente le caratteristi- temporaneamente) e la nitrurazione
I che non soltanto al variare della com- (con azoto) che può essere effettuata ri proprie di vari prodotti siderurgici.
posizione ma anche in seguito a tratta- su pezzi già bonificati, aumentandone Esempi: Fe 440 D, FeG 360-1.
menti termici, basati sul fatto che la la durezza superficiale per formazio- Le caratteristiche di impiego (secondo
struttura normale a temperatura am- ne di nitruri di Fe. La sulfinizzazio11e gruppo) sono indicate da una lettera
I biente (ferrite e per/ife) è diversa da aumenta invece la resistenza all'usura ed un numero che seguono il simbolo
quella a temperature elevate (a11steni- per diffw;ione di 5 e formazione di Fe. Esempio: FeB2.
te) e si comporta diversamente nei con-
solfuri di ferro nello strato superficia- La seconda categoria presenta una ul-
fronti del carbonio o di altri elementi le, diminuendone così il coefficiente teriore divisione fra acciai non legati
I ~i lega.
E opportuno un accenno ai trattamen-
d'attrito con i pezzi a contatto. ed acciai legati, suddivi·-i a loro volta i
Si noti che tali trattamenti superficia- primi in acciai per cui è previsto un
ti termici in considerazione del fatto li non vanno confusi con trattamenti trattamento termico ed acciai per usi
I che spesso devono essere indicati a di- di deposizione di materiale di tipo particolari, i secondi in acciai debol-
segno, proprio per la differenza di ca- elettrolitico: ad esempio la cromizza- mente legati (nessun elemento di lega
ratteristiche che tramite essi viene zione è una diffusione di Cr nella presente in tenori superiori al 5%) e
conferita ai pezzi. struttura superficiale del pezzo, men- fortemente legati (almeno un elemen-
I Ricottura (e 11ormalizzazione):tratta- tre la cromatura riveste la superficie to di lega in percentuale superiore a 5).
menti da effettuarsi sul ri1ateriale do- con uno strato di Cr. Caratterizza gli acciai non legati la let-
po fusione o fucinatura, prima di la- tera C, simbolo del carbonio, la cui
I vorazioni meccaniche o trattamenti Altri trattamenti superficiali di indu- presenza percentuale è di seguito in-
termici, per renderlo omogeneo e la- rimento sono la tempras11pe1ficiale, ef- dicata, moltiplicata per 100; per gli ac-
vorabile quanto più possibile; consi- fettuata con riscaldamenti localizzati ciai debolmente legati la lettera C è
stono in riscaldamenti a temperatura sugli strati superficiali, mediante omessa, e per i fortemente legati è so-
I 618
I
11·
stituita da X, ma rimane indicata la
percentuale di carbonio (sempre mol-
tiplicata per 100) cui fa seguito l'indi-
cede la sigla, così come l'eventuale nu-
mero indicante la qualità. Esempi:
GC 20, GX 15 Cr 13, 2 C 35.
ma un particolare requisito e la se-
conda una ulteriore specificazione- di
questo (tab. II).
•I
cazione dei principali elementi di lega Per tutti gli acciai la sigla composta La sigla deve poi necessariamente
(in ordine decrescente di presenza), come ora visto può essere _seguita da chiudersi con il riferimento alla norma.
seguiti a loro volta dalla percentuale
di presenza. Quest'ultima viene mol-
tiplicata per un fattore caratteristico
due lettere chiave che indicano la pri- Esempio: X 200 Cr 13 KU UNI 2955
1
dell'elemento (vedi tabella I) per gli REQUISm 1!LETTERA2'LETTERA GRADO
DELREQUISITO
acciai debolmente legati e scritta tal
quale per i fortemente legati.
Esempi: C40, 18 NiCr 16, X 200 Cr 13. Modo
di disossidazione
F
u
N
F
ace.effervescente
ace.noneffervescente
ace.calmatoa granofine
I
Anche per gli acciai non legati può es-
sere indicato un elemento di lega ag-
giunto per scopi specifici e nel caso
degli acciai per usi particolari la lette-
Garanzie
di saldabilità
s saldabilità
a determinate
condizioni,
ecc. I
ra C può essere seguita da un'altra let- D deformazione a freddo
tera indicante proprio l'uso.
Esempio: C 30 Cr, CD 15
La lettera G (acciai per getti) per tutti
G
(ricafcaturaed estrusione)
impiegoallatemperatura
quandoé necessario
ambiente,..
distinguerloda altritipi
I
conprescrizioni di caratteristiche
gli acciai della seconda categoria pre-
Attitudine
p
a basseo altetemperature
profilaturaa freddo
I
SIMBOLO ELEMENTO FATTORE a particolari K a bordatura
CHIMICO
I
V
stratodi ossidoaderente
- . -
I
Ta Tantalio M opaca
Ti
V
Titanio
Vanadio
Finitura
dellasuperficie R
R
L
rugosa
liscia
I
Zr Zirconio N lucida
N Azoto
Forma
dellasuperficie
N nervata,striata,ecc. I
p Fosforo 100
s Zolfo
Rivestimento
o trattamento
dellasuperficie
G zincata,piombata,
fosfatizzata,
ecc. Il
B Boro 1000
Nonvengonoindicatipervaloriinferioriai seguenti:
A
B
e
ricotturadi distensione
ricotturadi coalescenza
ricotturacompleta
Il
Manganese 1 % Cromo 0,25 o,,o Stato
D normalizzazione
di trattamento T
Silicio
Nichelio
Rame
0,5 %
0,5 %
0,4 %
Molibdeno
Vanadio·
Boro
0,1 D.~
0.06 o,IO
0,001 o,,o
termico E normalizzazione
di distensione
e rinvenimento 11
F bonifica
Tnb. I. Fattoridi moltiplicazio11e
t11alidt•glit•le111e11ti
111e11te
legati.
dcl/q1acm-
di lega negli acciaidl'l10/-
Tnb. ll. Letterechim.>e
G austenitizzazione
usate 11dladcsig1111zio11e
degli acciai(rif. UNI EU 2,).
JI
I
indica un acciaio per utensili conte- • accia.isemiduri, con tenore di C fino Gli acciai da bonifica sono i più uti-
nente circa il 2% di carbonio ed il 13% al.lo 0,5% e resistenza fino a 800 lizzati nella costruzione di parti di
di cromo. N/mm 2 , per pezzi mediamente solle- macchina soggette a sollecitazioni
La designazione degli acciai (e degli citati per i quali è per lo più previsto di vario genere: dopo il previsto
altri materiali metallici) è in continua un trattamento di bonifica; trattamento termico hanno una
rielaborazione anche a causa della ar- buona resistenza accompagnata da
• acciai duri, con C fino allo 0,6% e re-
monizzazione in corso della normati-
va a livello internazionale. Ad esem- sistenza fino a 900 N/mm2, in genere tenacità, migliorata dalla presenza
pio le norme EN 10027 presentano già bonificati, per pezzi fortemente solle- di Cr e Ni; il Mo migliora ancora la
citati, ma senza urti o flessioni; temprabilità.
differenze rispetto a quanto detto in
I precedenza. Sostanzialmente esse pre-
vedono due criteri di designazione,
quello analogico(simile a quanto pri-
• acciai extraduri, con C oltre lo 0,7%, Gli acciaida cementazionevengono usa-
con resistenza fino ai 1200 N/mm2,
utilizzabili per utensili e simili, duris-
ti quando ad una buona durezza su-
perficiale si deve accompagnare una
tenacità accettabile nelle zone interne:
I ma visto) che individua gli acciai con
sigle letterali e numeri che ne riassu-
mono alcune proprietà meccaniche e
simi ma fragili.
gli acciai al solo C risultano spesso fra-
Analogamente gli acciai legati sono gili, mentre come già detto, Ni, Cr e
fisico-chimiche, e quello sequenzialeo anche definiti acciaispeciali, suddivi- Mo aumentano la resistenza e facilita-
I cementazione
cementazione
cementazione
12NiCr3
16CrNi4
18NiCrMo5
.
.
tempra
tempra
tempra
0,12
0,16
0,18
0.7Ni,0.6Cr
1 Cr,1 Ni
1.2Ni,.8Cr,0.2Mo
HV800sup.
HVSOOsup.
700
980
1180
14
10
9
3Cr,0.3 Mo
I nitrurazione
nitrurazione
temprasupert.
31Cr Mo12
41CrAl Mo7
C36
8552/8077
.
.
8551n847
bonifica
bonifica
distensione
0,31
0,41
0,36
1.6Cr,1Al, .03Mo
--
HV500sup.
1080
980
700
11
13
17
temprasupert. 38Cr4 distensione 0,38 1 Cr 1030 11
I molle
molle
molle
C70
48Si7
52SiCrNi 5
.
3545
.
rinv.a 400°e
rinv.a 450°C
rinv.a 450°C
0,70
0,48
0,52
--
1.8Si
1.2Si,0.8Cr,0.6Ni
1450
1420
1680
5
7
5
-- --
I cuscinetti
cuscinetti
100Cr6
100CrMn4
3097
. rinv.a 200°C
rinv.a 200°C
1,00
1,00
1.5Cr
1 Cr,1 Mn
HRC62
HRC62 -- --
Tab. III. Acciai da costr11:io11e.
I 620
-1----
-------
----------------------------------------------------"'tlw--
.
'
i
I
Il
Negli acciai per utensili caratteristica
essenziale è la durezza, che si manten-
ga però anche alle elevate temperatu-
tici: come i precedenti corrispondono
alla serie AISI 400 dell'unificazione
americana;
ra, tranciatura, ecc.) e quindi, elencati
i tipi usuali, non si danno qui ulterio-
ri tabelle.
I
re che si possono sviluppare nelle la- - austenitici, mantengono tale struttu-
vorazioni ad asportazione di truciolo.
Ciò non avviene per gli acciai al sem-
plice C, a seguito di fenomeni di rin-
ra a temperatura ambiente a causa
dell'elevato tenore di Ni (dal 6 al 22%)
accompagnato a percentuali di Cr dal
Si deve ancora osservare che la nor-
mativa prevede tabelle non tanto per i
materiali in sé, ma soprattutto per i
I
venimento, e quindi si ricorre ad ele- materiali considerati come semi lavo-
16 al 28%: hanno buona resistenza alla
menti di lega che formino carburi me-
tallici aumentando la resistenza a cal-
do (Cr, W, Mo), migliorino la tempra-
corrosione agli urti e sono amagnetici,
corrispondono alla serie AISI 300.
rati di varie forme, dimensioni e tipi
di impiego, per cui lo stesso materiale
base si trova in diverse tabelle, non
I
Ampio è il campo degli acciai speciali, ~empre aggiornate e fra loro concordi.
bilità (Mn) e la regolarità e la stabilità
strutturale (rispetti~~1'!1~nteV e Co).
Gli acciai inossidabilisono resi tali es-
resistenti alle alte temperature,per appli-
cazionicriogeniche,per valvole,al Pb e/o
S per migliorare la truciolabilità (lavo-
E quindi opportuno consultare le ver-
sioni più recenti delle norme, tenendo
ancora una volta conto che molti pro-
I
senzialmente dalla presenza di Cr e
Ni, mentre altri elementi (Mn, Si, Mo,
Ti) contribuiscono in varia misura a
razioni ad alta velocità su macchine
automatiche) od al Mn per indurimen-
to a seguito di deformazione (denti di
duttori indicano i materiali con sigle
loro proprie ed occorrono spesso ta-
belle di confronto per individuare con
I
particolari proprietà quali resistenza a scavatrici, scambi ferroviari) o indu- esattezza il materiale (cosa non sem-
caldo, durezza, ecc.; la percentuale di
C è piuttosto bassa, inferiore allo 0,2%.
Gli acciai inossidabili possono essere
rentiper precipitazioneo mamging,o per
lamierini magnetici o per impieghi ae-
rospaziali, e così via.
pre facile).
Le tabelle riportate nel testo sono pu-
ramente indicative, per fornire una
I
divisi essenzialmente in tre gruppi: Caratteristiche particolari presentano prima informazione sui principali tipi
- martensitici,così detti in quanto tem- anche gli acciaiper getti, con proprietà di materiale, la loro composizione
prabili, con fino al 13% di Cr, lavora-
bili allo stato ricotto;
analoghe a quelle viste finora (resi-
stenza al calore o alla corrosione od
(quando sia interessante per spiegar-
ne il comportamento) ed alcune carat-
1:·
·
all'usura).
- ferritici,poiché la presenza di Cr dal
14 al 30% non consente variazioni di
struttura del Fe e non sono quindi
Gli acciaiper uso generale,impiegabili
senza trattamento termico ed indicati
teristiche meccaniche: i dati numerici
hanno in genere un'approssimazione
del 10% in più o meno, e per le carat-
I
temprabili, possono essere facilmen- in base alla resistenza, vengono mes- teristiche meccaniche possono variare
te stampati, presentano qualche pro-
blema di resistenza alla corrosione in
determinati ambienti e sono magne-
si in commercio sotto svariate forme
(lamiere, barre, tubi, profilati, fili), e
per earticolari lavorazioni (imbutitu-
moltissimo a seconda dei trattamenti,
per cui hanfno essenzialmente un va-
_}ore di con ronto.
1.
TIPO DENOMINAZIONE TRATTAMENTO %C %ALTRI DUREZZA APPLICAZIONI
HRC61
utensileria a freddo(stampi,lame,punte,
scalpelli,filiere)
I
-- --- -
lav.a freddo
- .
X205Cr12KU
. ..
- ...
tmp.970,rinv.180°C 2
..
~2Cr,0.4Mn,0.2V
-- -·
HRC62 resistente all'usuranona flessione,
trici,trance,lame
perma-·
I
lav.a caldo 55Ni Cr MoV 7 KU tmp.850,rinv.600°C 0.5 1.8Ni,0.8Cr,0.4Mo,0.2V HRC40 stampiperpressofusione,
trancea caldo
lav.a caldo X 30 W CrV 53KU ·tmp.1050,rinv.600°C 0.3 5 W,3 Cr,0.6V HRC46 stampiadallatemperatura
I
rapido HS18.0.1 tmp.1260,rinv.550°C 0.8 18W,4 Cr,1 V HRC63 perutensilitaglientinonsoggettiadurti
c. s. buonaresistenza
all'usura,
permateriali
I
rapido HS6.5.3 tmp.1200,rinv.550°C 1 6 W,5 Mo,3 V,4 Cr HRC65
di mediaresistenza
A
I
TIPO INDICAZIONE %C %Cr %Ni %altri 2l
R(N/mm APPLICAZIONI
%
martensitico
ferritico
X30Cr13
X8Cr17 •
0.3
< 0.1
13
17
880
550
10
18
coltelleria,
deformabile,
utensileria,
appl.decor2live,
ingranaggi,alberi
auto,elettrodomestici
I
austenitico X 10CrNi 1809 0.1 18 8 580 55 utensileria
casalinga, industriealimentarie chimiche
austenilico
austenitico
X5CrNi1810
X6CrNiNb1811
0.05
0.06
18
18
10
11
600
. 06Nb+Ta 600
50
40
c. s., conmiglioricaratteristiche
stabilizzato,
strutturesaldate I
Tab. V. Acciai i11ossida/lili
(rif. UNI 6900).
621 I
·········--------1!!1!1!
jl TIPO DENOMINAZIONE
RIF.TAB.
UNI TRATTAMENTO %C %LEGANTI
PRINCIPALI
R A
%
NOTE
il bassetemperature
bassetemperature
alletemperature
20Mn4
X 10Ni 9
16Mo5
normalizzalo
bonifica
ricotto
0.2
0.1
0.16
1 Mn
9Ni,
0.5Mo
500
750
520
22
19
19
KCU30a-45°C
KCU30a-190°C
I altetemperature
usura
valvole
14CrMo3
X 120Mn12
X80CrSiNi20 3992
ricotto
normalizzato
bonifica
0.14
1.2
0.8
0.8Cr,0.5Mo
12Mn,0.7Si
20Cr,2 Si,1.5Ni
500
950
1030
19
35
70
·I
lavor.allavel. 10S20 5105 cementazione 0.1 0.2S,0.8Mn 500 24
lavor.altavel. 35S MnPb10 5105 bonifica 0.35 0.1S, 1.5Mn,0.3Pb 850 18
Tab. VI. Acciaiper applicazioniparticolari.
DENOMINAZIONE
GRADI %C Ami~ s A APPLICAZIONI
N/mm 2
N/mm . -·
EN10025 EN10027
Fe310 S 185 310 185 18 acciaiodi baseperusicorrenti
Fe360 S235 B,C,D <0.2 360 235 28 pezzicomunipocosollecttati,
fucinati
I Fe430
Fe510
Fe690
S275
S355
E360
B,C,D
B,C,D,DD
-2
<0.2
<0.22
430
510
690
255
355
365
26
24
16
alberi,mozzi,perni,bulloneria
limitazione
strutture
sollecitate,
comune,
alledeformazioni,
pezzimediamente
spine,linguette,
bulloneria
sollecitati
altolimttedi snervamento
adaltaresistenza
I- -GHISE
Anche le ghise sono leghe di ferro e
seguito .di inoculazione di Mg nelle
ghise grigie al momento della colata.
Hanno buona resistenza meccanica e
Altre ghise con buona resistenza e la-
vorabilità ottenuta con modifiche di
carbonio, in percentuali fra il 2 ed il sono suscettibili di trattamento termi- struttura che rendono la grafite fine ed
I stenza meccanica.
Le glzisegrigie da fonderia contengono
TIPO
grigia
DENOMINAZIONE RIF.UNI
100 ISO185
N/mm
AMI~
100
A
%
HB
I - malleabile
nera B 35-10
. 350 10 150
Le ghise bianclzesono dure e fragili,
non lavorabili all'utensile in quanto
malleabile
perlilica
malleabile
perlilica
P 50-05
P 70-02 . 500
700
5
2
220
290
gran parte del C presente è sotto for- - sferoidale 400-15 ISO1083 400 15 265
.
I ma di carburi di ferro: si usano solo
quando sia richiesta essenzialmente
resistenza all'abrasione.
sferoidale
1 622
al 99%, è assai facilmente deformabi-
le, buòn conduttore di calore ed elet-
paragonabili con gli acciai, ma_anche
la corrodibilità (erga[),il Mg che insie-
I
tricità, e,se molto puro, resistente alla me a Cu ed Si migliora la resistenza al-
LEGHELEGGERE
Sono definite leggere le leghe di allu-
corrosione.
Le leghe d'alluminio sono moltissime,
ma si possono ricondurre ad alcuni ti-
la corrosione (peraluman,a11ticorod111).
Molte leghe sono utilizzate con tratta-
menti termici, badando che in questo
I
pi fondamentali, caratterizzati da ele- caso la tempra addolcisce il materiale
minio e di magnesio: in particolare le
prime, con densità intorno a 3 e buone
caratteristiche meccaniche hanno un
menti di lega quali il Si che aumenta
la colabilità (silumin,silafont),il Cu che
aumenta la resistenza meccanica (du-
ed il successivo rinvenimento (anche
come i11vecchiame11to, a temperatura
ambiente) aumenta la resistenza, per
.I
vasto campo di applicazioni.
L'alluminio impiegato da solo presen-
ta diversi gradi di purezza, superiori
ralluminio,avional),lo Zn che aumenta
la resistenza a trazione fino a valori
cui un particolare bonificato è più du-
ro di uno temprato. I
Rmi~
DESIGNAZIONERIF.TAB.UNI TRATTAMENTO N/mm
A
%
HB NOMECOMMERCIALE APPLICAZIONI I
P-AICu4MgMn
P·AIMn1,2
P-AIMg4,5
9002
9003
9005
bonificato
estruso
estruso
450
125
280
12
35
22
112
37
75
duralluminio
aluman
peraluman
organifortemente sollecitati
partipocosollecitate,
strutturesoggette
profilati
a corrosione marina
I
P-AIMgSi 9006 ricolto 135 25 30 anlicorodal serramenti, anodizzabile
P· AIZn4,5Mg
G-AISi13
9007
4514
bonificato 630
170
7
4
170
50
ergal
silumin
particolari
di macchinemollosollecitali
getticomplessi
I
G-AICu10FeMg 3041 180 0,5 75 alcufont partiresistenti
a caldo,testecilindri
G· AIZn5MgFe
G-AISi1OCuMoNi
3602
3050
invecchiato
bonificato
240
300
4
0,4
90
110
inafond
termafond
usigeneralisenzatrallamenlo
sollecitazioni
termico
a caldo,oistoni I
Tab. IX. Leghedi alluminio.(Nella normntim statunitense,spessoutilizzata nellapratica,le leghesono contraddistintedn 4 cil.-e,di cui Inprima
il pri11cipnle
i11dic11 eleme11/o
di legaad es.: 2, Cu; 3, M11;4, Si; 6, Mg; 7, Z11). J' I
I
Tali leghe mantengono dell'elemento
base alcune caratteristiche, quali la
P), duri e resistenti all'usura, ed i
bronzi al Mn, ad alta resistenza mec- ·,
I·
resistenza alla corrosione e la condu- canica ed alla corrosione in ambiente · '
BRONZiEDOTTONI
cibilità, cui.si aggiunge una buoDaJI.!.:-..
sibilità.
I bronzi si distinguono.in ordinari,in
marino, al_Ni (inossidabili e fucinabi-
li) ed al Si (ad ·a1fa-conducibilit"ii"
trica).
elet.: I
Più che il rame puro, di cui sono note cui è essenzialmente lo Sn l'elemento Gli ottoni ordinari o binari hanno
le caratteristiche (malleabilità, dutti-
lità, resistenza alla corrosione, elevata
conducibilità termica ed elettrica),
di lega, in percentuali variabili dal 2
al 25% (all'aumentare della percen-
tuale di Sn diminuisce la malleabilità
percent~a_li_di Zn dal 10 al 35%, con
malleab1hta decrescente e durezza
crescente con il tenore di Zn. Posso-
1
trovano impiego nei manufatti indu-
striali le sue leghe di cui le più comuni
sono gli ottoni (con Zn) ed i bro11zi(con
ed aumenta la durezza) e speciali,
quali i bronzid'all11111inio(dal 3 al 10%
di Al), tenaci e resistenti alla corrosio-
no aversi ottoni speciali, ad esempio
con Al (per costruzioni navali) od al
Pb (per lavorazioni alle macchine .
I
Sn), usati fin dalla remota antichità. ne, i bronzi fosforosi (disossidati con utensili).
Tnb. X. Leghed1rame.
G-CuA111Fe4 5274 590 10 120 gettiin conchiglia resistenti
allacorrosione
I
I
I. . . ,,,
~:··· tati a questo proposito i mattoni dello
;.....
:.:.·.- ~~--~- antico Egitto rinforzati con paglia e
d'altra parte le strutture in calcestruz-
I -- -- -- . .. - --. . -
,..
.
' ,. ',rn
.\ L-'.d Ci\.l!:
- ,- DL/J STl'(Ll'
1 d.1 ut.
zo armato sono un .esempio ben noto
di materiale composito (ed anche il le-
U 1 ; l\'L.' li":.U'-_; I polimeri,noti come materie plastiche, gno può essere considerato tale).
I che nei materiali metallici è in atto una grande posto nella produzione di og-
continua evoluzione per cui si speri- getti, soprattutto di uso comune e bas-
mentano nuove leghe e si riscoprono so costo, anche se non mancano mate-
da una matrice polimerica, termoin-
durente (poliestere, fenolica od epos-
sidica) o termoplastica (PVC, polieti-
lene); od anche metallica (Al, Mg),
I materiali poco usati che in combina- riali ed applicazioni con elevate carat-
zione con altri od opportunamente
trattati presentano caratteristiche de- Gli oggetti sono generalmente fabbri-
teristiche (e costo!). rinforzata con l'inclusione di filamen-
ti e fibre di altri polimeri (specialmen-
te aramidiche), di vetro o carbonio. La
siderabili. ca ti per pressofusione, partendo da
struttura così ottenuta risulta leggera
I Si ricordano solo le leghe di Nichel polveri.
(inconel, monel, incoloy), per impie- I polimeri sono comunemente divisi
ghi ad alte temperature ed in ambien- in termoplasticie termoindurenti:al pri-
e resistente e le fibre possono essere
orientate in modo da ottimizzarne le
ti corrosivi, quelle di Titanio, 'impie- mo gruppo appartengono materiali prestazioni.
I simbolideiprincipalielementi
. compagnati
di legaac- prossimati,·a panoramica dei polimeri
dalvaloredellapercentuale più diffusi, senza indicare valori per le
- di presenza,mentresi hannoi consueti caratteristiche meccaniche che posso-
UNIEN10020 Definizione e classificazione
lipidi acciaio.
dei
simboliG e P, indicantirispettivamente il no essere molto diverse anche per lo UNIEN10027 Sistemidi designazione
degli
I · materiale
:. sticacheprecedono
pergettio perlavorazione
la sigla.:
pia- stesso tipo di materiale (tab. XI).
UNIEN10025
acciai.
Acciaidi usogenerale.
-:· o
I E -··-·
· G-AISi13,
P-CuZn35Pb2,
~
., .
....
_
UNl8550
UNI8552e 8077
Acciaidacementazione.
Acciaida nitrurazione.
G-CuSn10.
I Lesiglepossono essere
teree numeriindicanti
compl~tate
conlet-
lecondizioni
diforni-
(__l.: ·. : , : - : . : '
UNI2955
UNI3545
Acciaiperutensili.
Acciaipermolle.
tura,trattamenti
subitiedaltrecaratteristi- Il concetto di rinforzare un materiale UNI3097 Acciaipercuscinetti.
1 624
-
............ -:::::::::::::--------------------------------,,~-
.............
I
GENERE TIPO SIGLAISOE NOMICOMMERCIALI ALTREPROPRIETÀ
TP
.
.
acetaliche
acìiliche
delrin
PMMA,metacrilato,
plexiglas,perspex
tenacità,rigidezza,resistenza
trasparenza,
allafatica,all'usurae al calore
durezza,isolante I
.. aramidiche
cellulosiche
kevlar
CA,acetati,celluloide
altaresistenza
tenacità,
.
. fluoroplastiche
poliammidiche
PTFE,teflon,algoflon
PA,nailon
bassoattrito,durezza
resistenza, tenacità
I
. policarboniche PC,policarbonato,
makrolon, lexan trasparenza, resistenza alleawersitàatmosferiche
.. acrilonilrile
butadiene
stirene
polietileniche
polipropileniche
ABS
PE,a bassaod altadensità(LDPEe HDPE),PET
PP,moplen
resistenza
resistenza
all'urto,isolante
tenacità
al calore,tenacità
I
. -- polistiroliche- -- -- - -
I
--a
PS,Cycolac discretaresistenza, isolanteelettricoe acustico(seespanso)
poliviniliche PV,PVC,vipla resistenza all'usura, flessibilità
(infogli)
TI alchidiche resistentia caloree umidità,isolanti,colabili
. alliliche resistenza ad agentichimicie a altetemperature
.
.
.
amminiche
epossidiche
fenoliche
urea,melamina,
EP
formica
PF,bakelite,fenoplasti
durissime, resistenti
indurimento
all'usuramafragili,lucide
a freddo,isolanti,adesive
durezzaconfragilità,isolanti,bassocosto
I
Tl,TP
TI,TP
poliestere
poliuretaniche
UP
PUR
resistenzae tenacità(rinforzate conlibredi vetro),economiche
isolanti(schiume) I
Tab. Xl. Materieplastiche<TP=Termoplastiche,Ti= Termoindurenti).
IMPIEGHI MATERIALI
DI
USOFREQUENTE IMPIEGHI MATERIALI
DI
USOFREQUENTE
I
Meccanici,stutturali:
ingranaggi,
camme,rulli,
acetalici,
poliammidici,
poliesteri
TP,
-~uscie cavitàdigrandidimensioni:
scali,carrozzeriedi autoe motoveicoli,
mo-
ABS,HDPE,PVC,po-
-liuretani,
·polistiroli,
I
bili,contenitori,
vasche (anchecomeschiume),
paledi v~~tilatore,
stantu~i
perpompe fenolici
· polipropitene I
.
~
.....- f
\,
.1
.,
I
Pocosollecitati,decorativi: ABS,acrilici,cellulosici, Sollécitatiadusura: acetalici,poliammidici,
ingranaggi, boccole,
cuscinetti,
maniglie,
occhiali
manici,scatole,volanti, fenolici,polietilene,
polistirene,
polipropilene rulli,guide,pulegge,
valvole
fluroelilenici,
fenolici,poliuretani I
Ji!!_~E:;)
Guscie cavitàdi mediedimensioni: ABS,acrilici,cellulosici, Trasparenti:
I acrilici,allilici,
I
I
di telefoni,piccoli
carrozzerie
elettrodomestici,
caschi,valigeria
poliammidici,
policarbonati,
polietilene,
poliesteri,
lenti,vetriinfrangibili,
partidi elettrodo·
mesticie veicoli,strumenti
policarbonati,
polistirene
PET,
I
polipropilene,fenolici,po·
listiroli
I
Tab. XII. Applicazionidi materieplastic/11?.
--------1-
I
A u T o e A D
I
I tA STAMPA CONAUTOCAD
lo stampo di un disegno rappresento molte volte lo sco-
Stampa su plotter o stampante
Per stampare il disegno della guida prismatica girevole,
bisogna scegliere PLOT dalla borro degli strumenti o da ta-
po per cui un programmo di disegno assistilo viene impiega-
I to, cioè un documento gestibile all'interno dell'azienda e ri-
prodotto su un supporto quale cario, lucido o pellicola. Con
Autocad è possibile ottenere tre forme di stampo.
stiera: verrà aperto uno finestra di dialogo, visibile in figura 1.
Le fasi do seguire sono:
I ~- .Qata· 11ptions
looh !:!~ · ·.. .. . . · ."./ :,_,;·· · . · •· ·- · · :,· · ·· • ·
- 6
· ..::..lfil
I TollM'uaa
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1.r.ar11U !IMC1udo Ulfl JSO Z,"fl!-m
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lfilil_ - . -- --- -
I --; ·i~ì i ·
i. L{j·:+·-
' >.;
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OeviceandOefaultlnlormation----~
System PrinterAOI4.2 - by Autodesk. lnc
• . ' .
Paper Size and O,ientation---~
r ln,ç_hes
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r
- -
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1
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Pen Pa,ame.ters
PenAss1gnmenls... Qptimization...
Plot Area 196.09 by 284.23.
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Scale. Rotation. and Origin---~
I ·r·, I('
-
r
1
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I j
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IAdditional Pa1~meters
Oispla.t ·
. .
H1de!,_rnes
Rotalion and Ori_qin
Plotted MM. s
...
Orawing Unita
[t;] r E.!!.tents
~1°®IEI I - ·. j 370.588
I I'
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'
r
r
limits
View
AdjustAreaFm j 284.226
P Scaled to fil
Plot Preview--------,
r I r-' :l![mdow Plot To file
Cancel .!!elp...
I
Fig. 1. Lofinestradi dialogodi stampodello release 13.
I 626
- ----- ----- -- ---
I
~___ A_u_- _T_o_c__ A_D___ ~I 1
Pen A~ignmenb
Color Pèn~o.-·:
·.:~!
• "'; f..·.·-· ~.
:-Linelype··--.
0.214
I
0.214
0.214
0.214
0.214
0.214
0.264
I
I
0.254
0.254
0.254
0.2~54!...__..I ,!,..;;:;.,.,.~~::;:::;:;:::==~
627 I
1-
___
_______________________
..... _
·I-
I
I
I
I
I
I-
I
I A rl··~®
I
I 11
10
Grano
Molla spirale
1
1
I
9 Dado M12 1
8 Rondella 013 1
7 Bronzina 1
6 Pule11:«ia l
I 5
4
3
Puntalino
Boccola
Albero
1
1
1
1
I
2 Ghiera
1 Scatola 1
N. Denominazione Materiali N.
Tolleranze generali UNI ISO 2768 m K
~~~~'""', __ 1._1
Denominazione
Io.,,-•:
PUNTER'A
Io;,_N
~--------~
1-=========~il, ~ :e•;~
I .-i
~
--t
o;,..9 Cormtess;vo
Doto
I 628
I
1--~=---------------. -..
CAPITOLODICIANNOVESIMO
I
!
I
I
la modellazione I
solida I
I
- rigidità,cioè configurare un corpo in-
deformabile, costituito da punti le cui
mutue distanze permangono invariate;
Oltre il calcolo di proprietà fisiche, è
possibile infatti simulare i problemi di
montaggio, determinare le interferen-
I
ze, generare automaticamente dei mo-
INTRODUZIONE - 11011ambiguità, cioè la rappresenta-
È definita modello solido una rappre-
sentazione matematica tridimensio-
zione deve contenere le informazioni
per individuare univocamente un og-
getto tridimensionale;
delli fedeli per l'analisi strutturale o per
la lavorazione a controllo numerico. I
nale di un oggetto o gruppo di oggetti
reali, realizzata mediante un elabora-
tore elettronico (fig. 1). Rispetto al di-
e fi11itezzatridimensiona-
- 0111oge11eità
le, cioè un solido non solo non deve
essere costituito da elementi non tri-
Evoluzione storica
della rappresentazione
tridimensionale
I
segno tradizionale_ che fornisce una
dimensionali, ma deve essere comple-
!appresentazione codificata di un og-
getto tridimensionale con una serie di
immagini piane secondo diversi punti
tamente chiuso rispetto allo spazio
esterno.
La necessità di comunicare in modo
fedele, completo ed univoco le carat-
teristiche di un oggetto reale o imma-
I
di vista, un modello solido contiene ginario ha condotto negli anni alla ri-
informazioni sia sulle forme esterne Come è stato ampiamente messo in
.I
.,
capitolo 2, una rappre- cerca di schemi di rappresentazione
di un oggetto, sia sullo spazio i11terno evidenza nel
sempre più potenti; nel corso degli an-
racchiuso da queste forme. In questo sentazione tridimensionale di un og-
ni si sono così succeduti cinque gene-
getto consente la costruzione di un
_ modo è.possiè?ile calçolare anche pro-
prototipo·software, con dei b"eneficiin·
razioni di sistemLCAD.(fig. 2L .. _
prietà fisiche come volume, massa,
baricentro, momento d'inerzia. termini di costo, velocità e flessibilità 1) CAD di prima generazione, dise-
La rappresentazione come modello rispetto alle procedure tradizionali di gno tradizionale automatizzato dal
analisi di un progetto. calcolatore; un oggetto viene rappre-
solido deve godere di alcune impor-
tanti proprietà, quali:
- completezza,cioè deve essere in gra-
I
do di rappresentare tutta la morfolo-
gia, la geometria sia interna che ester-
na di un oggetto; Prima
generazione
Seconda
generazione
Terza
generazione
Quarta
generazione
Quinta
generazione
CAD
I
CAD Wireframe CAD CAD parametrico.
CAD per superfici per volumi. Modellazione
per features I
I
I
Fig. 1. Ln rappresentazionematematicatridi-
mensionale,ti 1111ogg_ettoo 11ngruppo di og-
1111elabomtore
getti reali,realizzata111edia11te
dei sistemi CAD.
Fig. 2. Lecinquege11emzio11i
I
elettronico,è definitamodellosolido.
629 I
---1
I sentato dai suoi spigoli proiettati su
un piano bidimensionale;
EE...,..
I ·.··:-
~-.
....:...
I SISTEMIDI normali
I RAPPRESENTAZIONE
DEISOLIDI Fig. 5. Cuboconf11cce
regolari,cioèognifacciadel cuboè definitada 1111
,.lettoreusw1te percor-
rendoi11sensoantiorarioi suoispigoli.
I La rappresentazione wireframe
modelli ambigui (fig. 3) e oggetti privi esistente tra un sistema di rappresen-
La rappresentazione wireframe è una di senso a causa dell'assenza di coe- tazione B-rep e un tradiziònale siste-
I descrizione dell'oggetto fisico attra-
verso i suoi spigoli utilizzando le en-
tità geometriche elementari, quali
renza grafica tra oggetto e modello
(es. mancanze delle linee di profilo).
ma grafico per s11pe1fici,dove esiste la
possibilità di rappresentare un ogget-
to mediante superfici anche comples-
punti, segmenti, curve fino ad ottene- se, ma che non individuano una parti-
I re una specie di gabbia di fili rigidi.
Consente di ricavare dal modello solo
dati geometrici elementari come di-
La rappresentazione B-rep zione completa e chiusa nello spazio
(fig. 4).
Il solido è descritto mediante le super- Le facce o superfici utilizzate nella
I 630
I
.
I
I
Oggetto A
F1 (nascosta) I
A B
I.
V4
Primiti\'e
I
I
l.t--
,_. V2
-1
vr:---
Vl
Vertici (nascosto)
Spigoli
I
Fig. 6. Una rappresentazionegerarchirna grafodi una pirnmitie:le linee che co/lega110
possonorappresentaresui rispettivilitielli,le co1111essio11i
i nodi
tra i Perticiperformaregli spigoli,
Primitive posizionate
I
quelletragli spigoliperformarelefacce,e infine le co1111essio11i
tra lefacceperformareil solido.
dove:
V-S+F=2
631 I
-1
Fig. 8. Struttura ad al/icro
di 1111solido CSG: lefoglù•
Nodo diTr~mazio~~
~glia)
I ~
Radice (oggetto finale) -0
I
I
I Nodo di Trasformazione
I
A Primitive (foglie) B R s
I
La rappresentazione
I volumetrica
(Volumetrie Solid Modeling)
"
che diverse e sofisticate che hanno
consentito la rappresentazione spazia-_
le delle diverse parti di uno strato cor-
I
I • RIVOLUZIONE ESTRUSIONE poreo. _ ___ _ _ _ _ _. ___
632
I
corrisponde ad un livello di grigio
I'
~
.
•:,r;
.. ••/•-/·--·,il
•/·•·/-··,/,
.....
.,.
"~ ~
zazione della ricostruzione 30 del-
1'oggetto, applicando le procedure di
rendering sui voxels selezionati. La
I
superficie risultante è quindi a gradi-
..,, ""' .. d . ~
ni, corrispondenti alle facce non ma-
scherate dei voxel esterni. Poiché la
gradinatura della superficie è propor-
I
zionale alle dimensioni dei voxel, la
Matrice volumetrica Campionatura fedeltà della ricostruzione è inversa-
r--1....._-
...,
mente proporzionale a queste dimen-
.~--~~,/)';. sioni.
633 I
- -· ... ---·-·-·-·--·-·
I E#t. analoga a ruella CSG con la differen- Fasi della costruzione
za che le p~imitive solide elementari
..!;,,:;, -
di un modello parametrico
I LAMODELLAZIONE
SOLIDA
sono sostituite da elementi o singola-
rità geometriche come fori, nervature, I sistemi CAD permettono di definire
scanalature, ecc. . il modello in modo approssimativo,
Ogni feature è basata sui parametri ad esempio mediante uno schizzo, ed
PARAMETRICA
I utilizzati per definirla e quindi, al il sistema deduce ed identifica i vinco-
contrario della modellazione CSG, è li attraverso l'analisi delle relazioni to-
Rappresenta una ulteriore evoluzione suscettibile di modificazione editan-
pologiche e geometriche tra gli ele-
dei sistemi CAD 3D che consente di do i valori dei parametri; inoltre il mo-
menti stessi. Le fasi che conducono
I aumentare notevolmente la produtti-
vità e la flessibilità dei progettisti.
Un modellatore CAD parametrico
dello solido viene descritto in un mo- quindi alla costruzione di un modello
do più intelligente e meno ambiguo; solido parametrico sono:
ad esempio un foro passante mantie-
(denominato anche a variabilitàdimen- ne questa -sua caratteristica anche 1) schizzo del profilo
I sionale)consente di controllare le geo- quando il solido cambia il suo spesso- 2) aggiunta dei vincoli dimensionali
metrie generate mediante parametri re (fig. 13).
ossia dimensioni o relazioni dimen- 3) creazione del solido
sionali con altri elementi geometrici. I sistemi CAD dell'ultima generazio- 4) variazione del profilo e quindi del
I Per modificare un elemento geometri- ne sono associativi, nel senso che ogni modello solido
ca è così sufficiente selezionare la di- modifica apportata in uno qualsiasi
. mensione da. v.ariare e digitare un degli ambienti progettuali del sistema 5) modellazione per features .
I più elementi;
c) di111e11sio11ale,
da una quota;
un vincolo controllato Oggetto Ae La scanalatura viene creata Viene variato lo spessore
profilo di taglio B mediante la modellazione dell'oggetto A; la scanalatura
I 634
I----
Il sistema prende in considerazione assegnati i vincoli di parallelismo e
I
'
'
'
2 3
Il profilo disegnato ha 5 gradi di li:.
bertà (la larghezza, l'altezza, la
I
...- - ... profondità della scanalatura e le due
/
., .,. I - ... '
I \ /
, .,,,. ; '
' \
posizioni dei suoi spigoli). L'opera-
zione successiva sarà quella_~i quota-
re il profilo e convertire le quote asso-
I
{
I
7 1- - - ~:-----------f1· I
- - - I6
I
ciative in vincoli dimensionali; come
Fig. 15:· Vincoli sul
profilodedotti aiitòma-
ticamentedal sistema.
...- .,. .,
si vede dalla figura 16, ogni quota del
profilo è stata trasformata in un vin-
colo, e le dimensioni del profilo si so-
I
no adattate di conseguenza.
52,3
Ad ogni dimensione vincolata è asso-
ciata una variabile con un nome, in
I
modo da poter essere facilmente ri-
20,;,----
chiamata nella fase di modifica di-
mensionale.
Dopo l'aggiunta dei vincoli dimensio-
I
nali, il numero dei gradi di libertà si
Quotatura
riduce a zero.
. I
~ Creazione del solido.
- -·- ~ L'ufente· a questo punfo è in gràdo di -
generare dal profilo un modellosolido
parametrico, ad esempio un solido di
I
rivoluzione o di estrusione (fig. 17).
I
50
I
20 20
VINCOLI I
lunghezza= 50
-
e altezza= 30
SCi\nalatura = 10
distanza = 20
I
I
Fig. 16. Quotaturadel profilot!daggi1111/11
dei i'incolidi111e11sio11ali. ,,oluz.io11e
del pn1filodi figum 16.
I
Fig. 17. Modello solido otteuuto 1m·din11ft·
ri-
I 635
---
--------
--1
può scegliere il tipo di materiale da
utilizzare nonché il tipo di luci e la po-
I'.
sizione della telecamera, per la visua-
lizzazione di una scena sotto diversi
punti di vista, simulando ad esempio
luce irradiata
luce riflessa
raggio luminoso incidente in un'unica
direzione, oppure diffondere la luce
riflessa egualmente in tutte le direzio-
_ni,con lo stesso colore e intensità (fig ..
I'
,......,...--·-------
22 e 23).
L'illuminazione, interagendo con le
superfici degli oggetti, determina la
637
----,--. --·
Variazione del profilo. na necessità di correzioni o modifiche. rappresentazione; il realismo vìa via è
I'
L'utente è in grado di apportare dei Nell'esempio, al modello solido otte- andato riducendosi con l'evoluzione~
cambiamenti al modello solido sem- nuto sono stati aggiunti 6 fori con re- del disegno, mentre aumentava la ten-!I
plicemente richiamando il profilo e lativa lamatura, sfruttando il concetto denza alla schematizzazione, legata ii®
variando il valore della variabile asso- di modellazione per elementi geome- alla necessità di rappresentare oggetti,
ciata alla dimensione vincolata (fig. trici e senza alcuna operazione boolea- macchine e componenti in quantitàfl
18). Il modello tridimensionale viene na (fig. 20). sempre maggiori ed in tempi semprelJ
aggiornato automaticamente in accor- più brevi. Esempio ultimo di tale evo-
do con le nuove dimensioni (fig. 19). luzione sono le prescrizioni per la rap-
presentazione semplificata di cusci-1
Modellazione per features. netti o molle, viste nel capitolo 16.
Il progettista può aggiungere al mo- Fino a pochi anni fa, infatti, il disegno
dello degli elementi geometrici quali
nervature, ·fori, scanala ture, ·dotate
della proprietà della specifica cono-
ILRENDERING:
LA
era un processo esclusivamente ma-
nuale e molte volte dispendioso; la ne-
cessità di realizzare un progetto in
1
RAPPRESENTAZIONE
scenza del contesto in cui vengono in-
serite; questo vuol dire che ad esem-
pio una nervatura è dotata di una re-
FOTOREALISTICA
tempi accettabili non consentiva sicu-
ramente di curare l'immagine degli
oggetti da rappresentare.
I
lazione topologica con la geometria in Nei primi disegni di macchine esegui- Con l'avvento degli elaboratori, di po-
cui è inserita, per cui se vengono alte- ti in tempi passati era presente una tenze sempre più elevate e con costi
ra te le dimensioni della geometria scarsa attenzione per la codifica delle sempre più bassi, sono diventati di-1
ospitante, la nervatura si adatterà al istruzioni per la costruzione delle sponibili nei sistemi CAD e in altri si-
nuovo ambito topologico, senza alcu- macchine, ma un forte realismo nella stemi, strumenti per la visualizzazio-
ne che consentono di ottenere imma-
gini fotorealistiche degli oggetti mo- Il
dellati. Ciò non ha un significato pu- ~
20
100
20
ramente estetico, ma viene sfruttato
direttamente nella progettazione, per-
ché consente una migliore valutazio-
I
I ne dell'oggetto progettato, per cui si
-
o / - '\ VINCOLI
lunghezza= 100--
~:::i.
dispone di una immagine realistica fin
~~ime fasi ~--svil:po d~ pro-
I sistemi di visualizzazione di questo ~
-I
altezza = 30
I scanalatura = 10 tipo sono definiti dal termine rende-
- - distanza = 20 ring, che è 1111atecnicaper dare realismo 1-~·t
alle immagini derivate da modelli tridi- \i,
f
"'
Fig. 18. Variazionedei parametridel profilo,ad esempiola lunghezza.
111e11sionali,
per osservare come l'og-·
getto modellato possa integrarsi in un
ambiente virtuale con caratteristiche
del tutto simili alla realtà.
1
Una volta creati gli oggetti, infatti, si
I
I
I
I
I
Fig. 19. Aggiornamentoautomaticodel 1110- Fig. 20. Modellazioneperfe11t11re;
aggiuntadi 6 f,1ricon re/nti,•almnntura.
I
dellosolùto.
636 I
. ----------------- --1
I Nel caso a), detto anche a luce am-·
biente si ha una luce diffusa che illu-
I mina la scena in ogni direzione e quin-
di arriva sui vari oggetti da un insie-
me di direzioni indistinte (fig. 24);
l'utilizzo della luce ambiente è parti-
I colarmente delicato in quanto immet-
tere troppa luce ambiente può dare co-
me risultato una scena, per così dire,
I zione uniformesu tutte le superficidi 1111modello. La luce puntiforme (caso b) è una lu-
ce che si irradia in tutte le direzioni
ma a distanza finita dall'oggetto da
rappresentare (fig. 25); l'intensità del-
I le luci puntiformi diminuisce all'au-
mentare della distanza ed è utile ad
esempio per simulare la luce di una
lampadina.
I L'illuminazione da luce distante (defi-
nita anch'essa diffusa)è dovuta ad una
I '
!
'
I
' '
Rendering
I programmi di rendering permettono
di assegnare ad ogni oggetto presente
Luce distante
nella scena un determinato materiale o
I Fig. 26. lllw11i11nzione
ce 11011
co11l11cedistanti•;i raggisono pnrnllelied uniformi, e /'i11te11sità
diminuiscecon In distn11:n.
dellalu-
rivestimento che riproduca il più fe-
delmente possibile la realtà (fig. 29).
Vengono così assegnate le text11reche
non sono altro che delle des, rizioni
I grado di sopperire alle molteplici esi-
genze di illuminazione di una scena.
la posizione ed il tipo di diffusione
Le tipiche sorgenti luminose disponi-
analitiche delle superfici degli t•hgetti;
la scelta delle superfici richiede la co-
noscenza di numerosi parametri, asso-
638
I
~
Il
nerando ombre morbide, consenten-
do quindi di riprodurre oggetti con
Posizione della luce spot
~
superfici opache; al contrario la spe-
cularità rende la superficie man mano
I
sempre più brillante;
Area centrale
più brillante
• la rifrazione,che rappresenta la de-
viazione del percorso di un raggio lu-
I
minoso che si verifica nell'attraversa-
Area di
attenuazione
luminosa
mento della superficie delimitante
due mezzi ottici di densità differente
(figura 30, ad esempio dall'aria al ve-
I
tro); il raggio subisce una deviazione
- tanto maggiore quanto ·maggiore è
l'indice di rifrazione (un valore che
per il vetro è generalmente 1,5 e per
I
l'aria 1);
Lucespot Rendering • la trasparenza, che determina l'am-
montare della luce visibile attraverso
la superficie dell'oggetto, ed è legata
Fig. 27. Con le luci dirette è possibileanche specificarela distribuzionedel raggioluminosoche
consentedi determinareil grado di attenuazione dell'intensitàluminosache va dallalinea vi-
alla
Un
caratteristica di rifrazione (fig. 31).
oggetto completamente trasparen-
te può risultare anche invisibile.
I
siva fino a/l'angolodel cono.
I
I
. I'
~~
··.,.· w
BrUS
erus-cast
BrUS- polished
J
Chrome-.
Copper I
639 I
-----------
··---------t
I,'
'i
I"'
metodi di calcolo che consentono di ri- r!/'/IX'X10IOl:~l-61• l'E>:/11.?lx.ln.lL.J!i
Hl".-lfl:~l:i.ilt=t"ttt:0!.r•:a!~ibjll
. produrre effetti via via sempre più so-
@ fisticati.
I no le tecniche· di ombreggiatura e di
rimozione dei pixel nascosti; è possi-
bile avere il metodo ad ombreggiatu-
ra rapida, detto di q11icksltading, che
consente ali' operatore di verificare a
bassa risoluzione, ma rapidamente,
l'effetto delle ombre e dei colori pro-
dotti o associati agli oggetti (fig. 32).
L'algoritmo di rendering denominato
di Gouroud permette di osservare gli
oggetti tridimensionali con un suffi- Fig. 32. Ombreggiaturarapidain Autocad col comandoshade.
I .
'
ciente grado di simulazione delle
strutture superficiali, oltre alle ombre
e ai colori. Il sistema phong permette
••• I I.,.
tiì fle tc1ty-...,_ll.111a
~ ~ ~ ~ .:Q!J~ .G!3.l~~
_ ~ 1oo1a
t!el, .-..;,- . ,:_·,;_t;.• · . , . .,1,.--/~~~:. • ;';,,,:,, ·: -- ·.. -:> - :·
~·~,ia~~l.mL!J ·:~:-·:
-
~E
B X
lfltfi
'·.
':Cl
b) L'algoritmo di ray-tracingconsente
I l'applicazione degli effetti di riflessio-
I.
ne e rifrazione sugli oggetti modellati
in relazione all'ambientazione in cui
. vengono collocati(fig. 34). Nel ray-
. tracing si considera idealmente un
,raggio luminoso che va dall'occhio
dell'osservatore a ritroso attraverso lo
I 640
-1
Fig. 37. Ricosf1'uzio11tridi111e11sio
e 11nle
e rendering di
,. u11'i111111ag anatomica;
ine l,1ricostru:io11eè stata efft!t-
tuata utilizzando 1111databasedi immagini tomogrnfi-
li che di 11ncorpoumano consulta/ii/eda Internet (Visi-
IÌ bleH11111an database). ·
•I
il
;(
,,
!:
Il
I
I
I.
".
.
Fig. 35. Rendering effettuato co11la tecnica radiosity con la quale si possonoottenere
specialieffetti d'ombratra oggettii11terriflette11(Bentley).
tì
I
altro elemento. Di conseguenza si po-
tranno ar1alizzare più dettagliatamen-
te gli effetti della luce riflessa da
ognuna delle parti su ogni altro ele-
mento, con un ottima resa dell~__ pro-
prietà attribuite alle superfici, cosi co-
me dei colori degli oggetti e delle luci,
il tutto in completa indipende11za ri-
spettò ?l punto di vista selezionato.
b)
la risoluzione dell'immagine
La pro~~dura ~i renqering di un'im-
- magine può essere finalizzata a diver-
si scopi: la visualizzazione a video, la
-1-
stampa, la registrazione vidèo; per
questo motivo è molto importante la
risoluzione di tracciamento dell'im-
magine, definita in numero di punti
per pollice (dpi, dot per inch), che
esprime la capacità della periferica di
riprodurre elementi grafici più o me-
no dettagliatamente (fig. 38).
Se l'utilizzo finale dell'im1rn:1gine di
rendering è quello della riproduzione
su schermo, è bene impiegare una ri-
soluzione non superiore quella in gra-
do di essere riprodotta da video stes-
so, che generalmente è di 72 dpi. Nel
caso invece della stampa di qualità, si
ottengono delle ottime immagini con
I
risoluzioni variabili tra 300 e 1200 dpi.
Naturalmente la risoluzione è stretta-
mente legata al formato dell'immagi-
ne, in quanto ingrandendola rispetto
alle dimensioni originarie ne diminui-
sce proporzionalmente la risoluzione.
Fig. 36. Rt!nderingdi tre oggetti eJfett1111to
con sola luce aml>imfl'(a), co11luci!dist,11111!
(b) e con Altro parametro che- influisce in mo-
luce diretta spot (e). do determinante sulla qualità di stame
641 I
------------ l>t
,r,,
~~
re è la distanza tra il baricentro del
triangolo e la superficie: questa scelta
permette l'infittimento dei triangoli in
presenza di maggiori curvature delle
superficie del modello ed una miglior
approssimazione della superficie stes-
I
'
.
.
sa; un errore massimo di 0,1 mm ga-
rantisce una buona approssimazione.
Di ciascun triangolo si memorizzano
le coordinate dei tre vertici e la norma-
I .
le alla superficie.
Il file STL, che rappresenta il modello
"discretizzato", la cui superficie è
1-·- scomposta in un numero finito di "tas-
selli", definisce l'oggetto che verrà ri-
prodotto nella realtà. Poiché le mac-
chine di RP costruiscono il solido per
apposizioni successive di piani paral-
leli, il modello STL deve essere sezio-
nato con piani paralleli per ottenere le
coordinate delle strutture da materia-
I
a
. lizzare presenti in ciascuna sezione
(fig. 40).
L'operazione, denominata "s/ici11g"
I .
. Fig. 38. Un'immagine stampatarispettivamentea 300 e a 96 dpi.
avere maggiori libertà nella scelta
dell'orientamento dei piani di sezione
e per alleggerire il software di control-
lo della macchina.
pa è la quantità di bit per colore-fon-
damentale (chiamata profondità di ri-
D ;.~1e-···· ---
~m~-
:0'"'1.'1'~
Le problematiche ancora aperte nel-
l'interfacciamento tra il sistema CAD
soluzione cromatica). Con questo ter-. e le macchine di prototipazione ri-
mine si indica la quantità di informa- INTERFACCIAMENTO guardano:
zioni associate ai colori di un'immagi- • la verifica delle connessioni tra le su-
TRAI SISTEMICAD
I.
ne, in pratica quando si indica una perfici
profondità di colore di 8 bit si intende E LEI\1ACCHINE ~ la.scelta della_miglior strategia per
..
. che l'immagine è stata realizzatif titf-
lizzando 256 colori (2' = 256), molto
DI PROTOTIPAZIONE la triangolarizzazione e per lo slicing .
più spesso però questo valore viene RAPIDA Sono in elaborazione ulteriori miglio-
associato alla somma dei tre colori di ramenti sia sui sistemi CAD che sul
base RGB (rosso, verde e blu), tluindi Nel capitolo 8 sono state esaminate di- software di controllo delle macchine
quando si indicano 24 bit di profon- verse tecnologie, dette di rapid-pro- di RP per assicurare la completa com-
dità di colore si intende 8 bit per il ros- totyping (RP) in grado di generare og- patibilità tra i due siste1ni.
so, 8 per il verde e 8 per il blu che for- getti reali utilizzando direttamente i
niscono quindi: dati provenienti da un programma di
28 + 28 + 28 = 16.777.216 colori. modellazione solida; qualunque sia il
sistema di RP utilizzato, il modello
de\'e essere disegnato con il modella-
tore solido o con il modellatore per su-
perfici, e poi solitamente elaborato se-
condo una tecnica introdotto dalla 3D LECURVE
I Svstem, che è diventata uno standard
n~l settore del RP e definita "triango-
larizzazione". Questa operazione pre-
PARAi\1ETRI
CHE
In relazione alla rappresentazione de-
vede la segmentazione della superfi- gli oggetti per via matematica compu-
I cie del modello in elementi triangolari
(fig. 39) e viene di regola effettuata
all'interno dell'ambiente CAD, Con
terizzata si può osservare che tutti gli
elementi geometrici del mondo reale
possono essere divisi in due categorie,
I 642
Il I
~
l I
I
I
I
Modello File STL Sliàng Stra ti per la
prototipazione
rapida
I
Fig. 40. Slicingdel modelloSTL perottenerele singolesezionichedefinirannol'oggettonei sistemidi prototipazione
rapida.
I
classica non dispone però di adegua ti parametricheche permettono una faci- gione vicina a tale punti, oppure può
metodi per creare delle curve o super-
fici che possano soddisfare determi-
nati requisiti progettuali. Infatti, per
le implementazione e che quindi han-
no trovato ampia diffusione nel CAD.
Questa metodologia di disegno con-
risultare interamente modificata.
Quest'ultimo comportamento, detto
controllo globale può non essere gra-
I
ragioni di tipo strutturale, funzionale sente, inoltre, di eseguire controlli sulla dito al progettista che cerchi di realiz-
o più semplicemente stilistico, é ne-
cessario disporre di una gamma di
forme più versatili e di tecniche per
continuità delle derivate, problematica
strettamente connessa alla modellazio-
ne solida in campo fluidodinamico.
zare un aggiustamento su una parte
della curva. I
ottenere garanzie di continuità o di Il processo di modellazione di una e) Proprietà di riduzione delle oscil-
estetica, in quanto piccole disconti-
nuità, tollerate in un pezzo meccani-
co, possono costituire un fattore nega-
curva, oltre ad essere trattabile mate-
maticamente, deve essere convenien-
te dal punto di vista computazionale
lazioni. Alcune rappresentazioni ma-
tematiche hanno la tendenza ad am-
plificare, anziché smorzare, qualsiasi
I
tivo per il progettista di una carrozze-
ria di un automobile o di parti di un
velivolo. -
ed economico in termini di memoria
utilizzata; per questi motivi, devono
essere verificati alcuni requisiti' essen-
piccola irregolarità nella forma deli-
neata dai punti di èontrollo, dando
delle notevoli ondulazioni.
-I
Lo sviluppo dei metodi di calcolo au- ziali.
tomatici quale mezzo per la rappre-
sentazione grafica, ha comportato la
ricerca e la messa a punto di un gran
a) Punti di controllo. Per controllare
interattivamente la forma di una cur-
- f) Versatilità. La rappresentazione di
una curva deve consentire un'enorme
flessibilità al progettista, consenten-
_I
numero di algoritmi idonei per il di- va, si possono fissare dei punti attra- dogli una grande varietà d~_!o~~e: _
s~gl}9_giç:urvg e.sup~rfici non.defini-.
te analiticamente. Il progettista deve
osservare attentamente la forma che
verso cui. essa deve passare, chiamati
punti di controllo; se la curva passa
esattamente per questi punti, viene
g) Ordine di continuità. Una forma
complessa può venire modellata con
I
ha specificato, per valutarne l'esito e detta interpolrmte;se invece può essere diverse curve unite insieme, vertice
per formulare idee su come modifi-
carla, possibilmente mediante un pro-
gramma interattivo; idealmente egli
iscritta nella poligonale avente per
Yertici i punti prefissati, la curva si di-
ce approssimante.
contro vertice, è quindi necessario
controllare l'ordine della continuità
nel punto di collegamento. Un ordine
I
dovrebbe aver bisogno di modificare
solo un piccolo numero di parametri
del modello per ottenere il risultato
desiderato.
b) Valori multipli. La formulazione
matematica deve consentire, quando
necessario, di avere più valori di y per
zero significa semplicemente che le
due curve si incontrano in quanto i
due rami hanno in comune solo il
punto estremo; una continuità di pri-
I
Ciò rappresenta uno dei problemi in-
siti nella scelta di un metodo per rap-
presentare una forma: se viene fornito
una data x, cioè la curva può riavvol-
gersi su se stessa o assumere una for-
ma chiusa.
mo ordine richiede che le curve abbia-
no la stessa tangente nel punto di in-
tersezione e viene soddisfatta la con-
I
solo un piccolo gruppo di parametri, dizione di continuità della derivata
il compito del progettista viene sem-
plificato, ma la gamma di forme rap-
presentabili risulta essere probabil-
c) Indipendenza degli assi. La forma
di un oggetto non deve cambiare
quando i punti di controllo vengono
prima; infine una continuità di secon-
do ordinerichiede che le due curve ab-
biano la stessa curvatura nel punto di
I
mente limitata; se d'altra parte il nu- calcolati in un diverso sistema di coor- incontro (che è legata alla derivata se-
mero dei parametri è alto, si possono
avere dei modelli più differenz~ati e
accurati, ma nascono dei problemi di
dinate, come avviene nella formula-
zione analitica tradizionale.
conda).
I x = x(u)
y = y(u)
dove u indica il parametro;in questo
ma esplicita:
y=ax 3 +bx 2 +cx+d
ha quattro coefficienti per controllare
4) Gli elementi geometrici possono es-
sere espressi in forma di vettori e ma-
trici, permettendo l'uso di semplici
tecniche computazionali.
modo l'espressione di un cerchio di la curva.
I Tra le curve parametriche, le curve
CERCHIO spline costituiscono probabilmente il
I y !
metodo più comunemente utilizzato
nell'industria aeronautica e navale,
poiché consentono che la curva passi
per dei punti assegnati; esse derivano
I X
X = R cos ( 21tu)
Y = R sen (2nu)
il loro nome da uno strumento utiliz-
zato per il disegno tecnico chiamato
appunto, spline, costituito da una bac-
OSuSl chetta di plastica ( a questo proposito
I · si veda la figura 29 del capitolo 3)
deformabile in modo da passare esat-
tamente per una serie di punti, detti
I ELLISSE y !
punti di controllo, precedentemente
localizzati nel disegno (fig. 42).
Il comportamento di una spline é
strutturalmente identico a quello di
I PARABOLA
X=-
t2
2p
assegnati.
La curva spline presenta tuttavia una
certa rigidità nei parametri e quindi
non è adatta per tecniche CAD interat-
I X
y =tp tive poiché basta un piccolo movimen-
to dei punti di controllo per avere
un'alterazione di alcune equazioni del
sistema e quindi delle variazioni note-
I F= Fuoco
d = direttrice
voli nella forma di tutta la curva.
Nelle curve di Bézier la possibilità di
poter variare con continuità la curva,
d per adattarla per esempio a criteri
I Fig.41. Formapnramelria1di 11/c1111e
c11n:>e
ca1111111i.
estetici, diventa molto più importante
del vincolo di passaggio per i punti di
controllo. Sono curve approssimanti,
I 644
punti, seguono un andamento che si verso una singola espressione para- Il grado della curva è determinato dal
avvicina alla poligonale da questi for-
mata, risentendo della posizione dei
punti assegnati come se essi fungesse-
metrica in funzione del parametro u
variabile nell'intervallo (0,1], nella
quale compaiono le coordi~ate dei
numero di punti di controllo ed in
particolare, se si fissano n + 1punti nel
piano (o nello spazio), la curva di Bé-
I
ro da poli di attrazione per la curva punti da approssimare. I punti di con- zier avrà grado n.
stessa. trollo assegnati formano il cosi detto La curva di Bézier di grado n, costrui-
ta su una poligonale di n + 1 punti
p(u), ha la seguente espressione mate-
I
~..~Au1oCAO - [unna:medJ ~~ E.i
matica, nel parametro u in funzione
della posizione di n + 1 punti di con-
trollo P;=
n
I
p(u) L p.B.
=i=O (u)
1 1,n
X
1 X
3 scela i punti di controllo per ottenere
una funzione composta che, oltre a
descrivere completamente la curva,
I
5 ne costituisce la chiave del comporta-
2
X
mento), è uguale a:
B.1,n(u) = C.1.nui(l-u)n-i
I
X
4
e C.1,n il coefficiente binomiale:
n!
I
jb X c.i,n=
i!(n-i)!
:w
. X
Oltre all'equazione vettoriale è possi-
bile scrivere le equazioni parametri-
che x, y e z separatamente:
I
fgo-aand: regen
··rcermnerating draving. ·- - .
n
x(u) = i~ x;B,,.(u)
n
I
y(u) = .Ly.B
•
· .~ ;_!dl
• •I
z(u) = i~ z,B;_.(u)
n
(u)
1=0 ' ,.,.
.I
-~~~mJg~
· ei!i§lg!~ '5(J~J'el mJ~L!..I
-~,~l®.l®..1 ·r11'\,f~1~
~lct(I-=-=---~-~ .:.3~~1---.
••~--~-.:-;~.,;
-~:x:~~ ·:,:;:>
/.l41r:1~1~,~,-~~4),lit1AI ·
~YE!I ., .. ::3-~~JID r-'1/IJ'J><IXAlla luce dei requisiti precedentemen-
.·.:~-.. ,: :~,f;-:~l'ii°~,;ii~:'.';..:',-
-~t:;~_:':-te indicati, si ha:
·--1
~ +
1. Punti di controllo. Nonostante non
1
3
o~
b.
O),
tutti i punti di controllo si trovino sul-
la curva. il risultato è correlato in ma-
I
+. niera prevedibile con la posizione dei
q
.1.
P':
punti qi controllo, ognuno dei quali
sembra esercitare la sua influenza sul-
la parte di curva a lui più vicina. I
I
ti'. punti di controllo soddisfano anche
2 _,. due importanti proprietà matemati-
che: la curva passa attraverso i due
punti estremi p(O) e p(n) ed è tangen-
I
te, nei punti estremi, al corrisponden-
te lato del poligono dei punti di con-
trollo; infatti la tangente in p(O) è data
da p(l) - p(O) e la tangente in p(n) da
I
•I
X p(n) - p(n -1). Naturalmente il grado
della curva dipende dal numero di
punti di controllo (fig. 43).
I
-B
ili .il
645 I
----------------- ---------- ... ---------
-------·
I
Pl
I
I
I Po
P3
I P2 P3
PI
I ~
V
P3
1-\_j
I Po
I P2
I Fig.43. Proprietàdellacurvadi Bézier:la curoapassaper il punto finale e iniziale,ed è tangente,nei due punti estremi,al corrispondentelato del
poligonodei punti di controllo.
'
I punto di _cqntrollo cojnçidono, la cur-
va risulta chiusa.
Questa .curva _di terzo grado viene,
chiamata cubica di Bézier, ed è molto,
diffusa nelle applicazioni CAD.
curve di Bézier che nelle spline lo spo-
stamento di uno dei punti di control-
lo, alterando la geometria globale del-
3. Indipendenza degli assi. Una cur\'a l'insieme dei punti di controllo o di
I di Bezier è indipendente dal sistema di
coordinate usato per rappresentare la
posizione dei punti di controllo.
La modellizzazione e la visualizzazio- passaggio, si ripercuote sulla forma
ne di curve e superfici un argomento dell'intera curva; per questo motivo
ricco e affascinante; molte formulazio- sono state studiate le curve B-Spline,
ni sono--state effettuate-oltre-ai metodi··- in-cui le modifiché dei·puntrdi con- --
I 4. Controllo globale e locale. Qùeste
curve non forniscono un controllo lo-
cale: muovendo un punto di control-
visti, come quello delle B-spline,delle trollo hanno influenza solo locale e
superfici quadratiche, delle superfici quindi diventano più controllabili nel-
lo, cambia la forma di ogni parte della di Coonse molti altri. Infatti sia nelle la forma.
I curva.
5. Riduzione delle oscillazioni. Le
curve di Bézier giacciono sempre al-
I l'interno della concavità definita dai
punti di controllo; pertanto non si
hanno mai oscillazioni eccessive.
P'2
646
I
I
A u T o e I
LOSPAZIO
CARTA Commond: TILEMODE
New volue for Tilemode < 1> : O
I
ELOSPAZIO
MODELLO Entering Paper space. Use MVIEW lo insert Model space
I
I
I
I
Il modello Il modello visualizzato nelle finestre mobili
I
Fig. 1. Spazio cartae spazio modello.
6-17
I
_,_.
I
I l'=====a=====A=U==T=O=C==A=D=======!l
I pvntatore o croce
chesi estende
nell'areadi disegno
------t_.. ____ E~~~===~~~===~~~:i:~~:l
~
-1--11-- ------'~-,==========:::::;--t-t--wl
I
I
I
I
I AutoCAO1 • FJLTER.DWG
Fo1mato Qpziool ~trumentl 1.
Fig. 3. lo spazio modelloall'internodellospa-
zio corta.
l~lnil~!Sl!ilf@,
..jimJm]§le,l@'B)<llttfiEl!iJ.
I-
pvntotorea croceche
I indicala finestracorrente
----,---,r-,
I
I
I iconedello spazio
modello
I SPAZIO
STATO
TILEMODE IMPIEGO
Spaziomodello 1 Utilizzare
unasingolafinestrao suddividere
lo schermo
in finestremultipleaffiancate
I Spaziocarta o Organizzare
il layoutcreando
finestremobilie aggiungendo
elementi
edannotazioni.
Lemodifichenonalteranoil modello
I Spaziomodello o Lavorare
all'interno
dellefinestremobilipermodificare
il modello
I 648
I
'====A=U=T=O==C=A=D========1J'' I
Modellazionein 3D
di un guida prismaticagirevole
tipo di algebra).Sono inoltre possibili le operazioni di estru-
sione e rivoluzione [fig. 5).
I
Viene fornito il disegno quotato in due viste !fig. 4). lo
scopo dell'esercizio é quello di eseguire il modello solido del
pezzo !utilizzando l'AdvoncedModelingExtensionAME del-
Tenendo presente gli ingombri, si definiscono i limiti del-
l'areo di lavoro:
Commond: UMITS
I
lo versione l 2 di Aulocod) e ricavare le Ire proiezioni orto- Rese!Model space limils:
gonali ed uri 9_§sonometrio.Il modellotore...utilizzoJo tecnico
0
2-1
I
112
649
I
I
I
A u T o e A D
I
Fig. 5. li modellatore di
I AUTOCAD consente on-
che di effettuareoperazio-
ni di estrusionee di rivolu-
I zione.
-, asseY
~< polilinea
asse X
I
I
I
·-1
I
-1·
Fig. 6. Fig. B.
I
I
I
I
I
I Fig. 7. Fig. 9.
·1 650
Commond: SOLCYL
Commond: SOLSUB
Source objects...
Select objects: 1 found (selezionareun punto del solido)
I
lniliolizing ... Select objects: [Enter,per fine selezione]
lnitializing Advonced Modeling Extension.
Boseplone/Elliptical/<Center poinl> <0,0,0>:
Diometer/<Radius>: d
1 solid selected. (é stato selezionato l'elementodal quale
sollrarrel
Objects lo subtroct from them...
I
_ Diome~r: 55
Cenler of other end/<Height>: 32
Impostazione della visto assonometrico (fig. 61:
..Select objects: 1 found (selezionare il cilindrodi diame-
tro401
Select objects: 1 found (selezionare il cilindrodi diame-
I
tro 221
tommond: VPOINT
Rotote/<View poinl> <0.0,0.0, 1.0>: 1, 1, 1
Select objects: [Enter, per fine selezione)
2 solids selected.
PhoseI - Boundory evaluotion begins ...
I
. . . 2 solids subtrocted from 1 solid
Il solido viene rappresentato do uno rete poligonale lo
cui densità é regolata dall'impostazione del comando Solw
dens, che per default ho uno densità uguale od 1; si provi A questo punto, si costruiscono i modelli dei due fori di
diametro 10.5 (fig. 9):
-1
ad aumentare la densità:
Commond: SOLWDENS
Wirefrome mesh density ( 1 lo 121 < 1>: 7
Commond: SOLCYL
Boseplone/Elliplicol/<Center poinl> <0,0,0>: 41,0,0
Diometer/ <Rodius>: d
I
Diomeler: 10.5
Definiamo gli altri cilindri costituenti il modello:
Command: SOLCYL{fig. 7)
Center of other end/ <Height>: 70
Commond: SOLCYL
Boseplone/Elliplicol/<Center point> <0,0,0>: -41,0,0
I
Boseplone/Ellipticol/<Center point> <0,0,0>: 0,0,32 Diometer/ <Rodius>: d
Diometer/<Rodius>: d _
Diameter: 11 2
Center of other end/ <Height>: 38
Diomete.c 10.5
Center of other end/ <Height>: 70 I
Si procedo con un'ulteriore operazione di sottrazione:
I due cilindri creoli possono essere uniti fino o formare un
singolo elemento:
Commond: SOLSUB
Source objects ...
I
· command: UNION - .
Select objects: 1 found (selezionareil cilindrodi diame-
SelecLobjects: 1 found (selezionareil solido)
Selecl objects: [Enter]
1 solid selected.
·-1
tro 55) Objects lo subtrocl from them ...
Select objects: found (selezionareil cilindrodi diame-
tro 112)
Select objects: (Enter]
Selecl objects: 1 found (selezionare il primo foro di dia-
metro 10.5)
Select objecls: 1 found (selezionare il secondo foro di
I
2 solids selected. diametro 10.5)
PhoseI - Boundory evoluotion begins ...
... 2 solids unioned.
Si modellino i cilindri interni (fig. 8):
Select objects: [Enter]
2 solids selected.
PhoseI - Boundary evoluotion begins ...
I
. . . 2 solids subtrocted from 1 solid
Commond: SOLCYL
Boseplone/Ellipticol/ <Center poinl> <0,0,0>:
Diometer/ <Rodius>: d
Si modellino le due scanalature simmetriche di raggio
34.5, che verranno sottraile dal solido principale (fig. 10):
I
Diometer: 40
Cenler of other end/<Height>: 35.5
Commond: SOLCYL
Boseplane/Elliplicol/ <Cenler poinl> <0,0,0>:
Commond: SOLCYL I
Boseplone/Ellipticol/<Cenler poinl> <0,0,0>:
Diomeler/ <Rodius>: d
Diometer: 22
Center of other end/ <Height>: 72
66.5,0,48
Diometer/ <Rodius>: 34.5
Center of other end/ <Height>: 30
I
Commond: SOLCYL
Per modellare le entità interne, essendo fori, si effettui
un'operazione booleno di sol/razione:bisogno dapprima se-
lezionare gli elementi dai quali sottrarre (sourceobject).e poi
Boseplone/Ellipticol/<Center
66.5,0,48
Diometer/ <Radius>: 34.5
poinl> <0,0,0>:
I
gli elementi do sottrarre. Center of other end/ <Height>: 30
651
I
l. (
'I
I·
I I A u T o·c A D
I
I ~ i_
I ·-· ··-.
I -
I /.
I Fig. 10.
I
I- -
I
I I- .
I
I Fig. 11. Fig. 12.
Cornrnand: SOLSUB Si utilizzano i comandi SOLCHAM e SOLFIL per poter
Source objects ... effettuare lo smussodi 3 x 45° e il raccordo tra i due fori in-
I Select objects: l found [Selezionareil solido principale]
Select objects: [Enter]
l solid selected.
terni di raggio 3 mm (fig. 11 ):
Command: SOLCHAM
Objects lo subtracl frorn them ...
I Select objects: 1 found (primascanaloturo}
Select objects: 1 found (seconda scanalatura)
Select objects: (Enter]
Pick base surface: (il comando richiede dapprima lo se-
lezione di uno superficie,e poi gli spigoli do smussare}
Next/ <OK>: (se é stata evidenziato la faccia desidera-
to, premere Enter,altrimentscegliere
i Nexl)
2 solids selected. Pick edges of this foce to be charnfered (press ENTER
--1 ... 2 solids subtracted from 1 solid
Si cambi il punto di oss~rvazione, dall'assonometria alla
when done): {selezionaregli spigoli dello superficie evi-
denziato che si voglionosmussare}
1 edges selected.
I vista lungo la direzione dell'a~se y:
Cornmand: VPOINT
Enter distonce along base surfoce < 0.00> :3
Enter distance along adjacenl surfoce < 3.00> : [Enter]
I 652
I
A u T o e A D
I
I
I
I
I
I
Fig. 13. Fig. 15. I
Boseplone/<Corner of wedge> <0,0,0>: 25,60,58
length/ <Other corner>: 17.5,-60,58
Height: 12
Command: SOLBOX
I
Boseplone/Cenler/<Corner of box> <0,0,0>:
. 2_5,60,58 _ -- --· _ _
Cube/lenglh/<Other corner>: 60,-60,58
Height: 20
_
I
Commond: SOLBOX
Boseplone/Center/<Corner
25,60,58
of box> <0,0,0>:
t
--- .. Height: 20 _ _ .. . -- • . _ -
---1
' l quattro solidi possono essere sottraiti dal solido princi-
pale (fig. 13):
Commond: SOLSUB
Source objects...
R
Select objects: l found (selezionareil solidoprincipale)
Fig. 14.
Commond: SOLWEDGE
Per lo modellazione dei cilindri aventi l'asse perpendico-
lare o quello principale del pezzo, é necessario utilizzare un
sistemo di riferimento utente (UCS, UserCoordinçiteSystem).
I
Boseplone/<Corner of wedge> <0,0,0>: -25,60,58 in quanto Autocod modello i solidi con le facce principali ubi-
length/ <Other_corner>: -17.5,-60,58
Height: ·12
cate nel piano x,y; il sistemodi coordinate avrà quindi l'origi-
ne sull'assedei cilindri ortogonali e sullo superficie di diame-
I
Commond: SOLWEDGE tro 112 (fig. 15). Per definire il nuovo sistemo di riferimento,
653 I
1
I
A u T o e A D
I
verrò utilizzato il metodo dei tre punii, che definiscono rispet-
I tivamente l'origine, un punto sull'asse x ed un punto sull'asse
y: l'asse z sarò automaticamente orientalo secondo la regola
della mano destro (v. capitolo Il).
I Command: UCS
Origin/ZAxis/3point/Entity /View /X/Y /Z/Prev /Resto-
re/Sove/Del/? / <World>: 3
-·I Origin point <0,0,0>: 0,56,54 ·
Point on positive portion of the X-oxis <1.0,56.0,54.0>:
1,56,54
Point on positive-V portion of the UCS XY pione
I <0.0,57.0,54.0>: 0,56,55
I Command: UCSICON .
ON/OFF/AII/Noorigin/ORigin <ON>: or
Command: SOLCYL
Baseplane/Elliptical/ <Cenler point> <0,0,0>: 0,0,-1 O
Fig. 16.
I Diameter/<Radius>: d
Diameter: 24
Center of other end/ <Height>: 20
Commond:SOLCYL
I Command: SOLCYL
Baseplane/Ellipticol/ <Center point> <0,0,0>: [Enter]
Diameter/ <Radius>: d
Diameter: 16
I .. - -C:enter-of otner end/<Hefght>: 1°20.. - -·- - --
I Command: VPOINT
* * * Switching lo the WCS * * *
Rotate/ <View point> < 1.0, 1.0, 1.0>: 1,0,0
Fig_17.
"J.:
I
Po Y- g,.. D.... l"" l!ov
* * * Returningto the UCS * * * [di
I do di larghezza 24:
Command: SOLBOX
Boseplane/Center/ <Corner of box> <0,0,0>: 12,0, 1O
Command: SOLSUB
Source objects... :
I Selecl objects: 1 found (selezionareil solidoprincipale)
Selecl objects: [Enter]
f.~er,u1~1
·:1d1ng hM:
a.••r.d
dra.vin,
lOOt doue ------·----
654
I
I
'=====A=U==T=O=C==A=D======!II I
Objects to subtroct from them ·_.. Si cambi il punto di vista nelle prime tre finestre.
Select objects: 1 found !selezionaregli elementicilindrici Commond: VPOINT (finestrain alto o sinistro)
e il parallelepipec/o) Rotate/ <View point> < 1 .O,1 .O,1.0>: O, 1,0 (visto prin·
Select objects: 1 found cipole .
Commond: VPOINT (finestrain bosso o sinistro)
Select objects: 1 found
Select objects: 1 found
Select objects:
Rotate/ <View point> < 1 .O,1.0, l .0>: 0,0, 1 (pianta)
Command: VPOINT (finestrain alto a destro)
I
4 solids selected. Rotate/ <View point> < 1.O,1.0, l .0>: 1,0,0 {profilo)
... 4 solids subtradec:Ucom1 solid
Commond: VPOINT
* * * Switching to the WCS * * *
Nelle quattro finestre rimane visibile il modello solido, ma
con attributi di visto differenti (fig. 20); per ottenere le proie-
I
Rotate/ <View poinl> < 1.0,0.0,0.0>: 1, 1, 1 zioni ortogonali si deve utilizzare il comando SOLPROF,
* * * Returningto the UCS * * *
Regeneroting drawing.
che crea gli spigoli ed i contorni delle superfici del solido, se-
condo la vista definito; in genere vengono creati per ogni vi·
sta due blocchi, uno per l'esterno e un altro per gli elementi
I
Il modello solido è così completo, e o questo punto è pos- interni, posti in loyer di nome opportuno.
sibile provare a visualizzare il modello eliminando le linee
nascoste, per lo verifica della geometria; è necessario però
visualizzare il solido come entità polirete (mesh),cioé appros-
Commond: SOLPROF(selezionare il solido in·una delle
viste e ripeterela procedura per tutte e quattrole finestre)
I
simarlo con uno serie di facce multispigolo col comando
SOLMESH;le superfici cuJVesaranno così approssimate do
segmenti, e solo dopo queste operazione è possibile visualiz-
l solid selected.
Display hidden profile lines on separate layer? <Y>: [En·
ter]
I
zare il solido senza spigoli nascosti col comando HIDE. Per Project profile lines onta o piane? <Y>: >: [Enter]
ritornare alla visualizzazione tradizionale, è possibile impie-
gare il comando SOLWIRE.
Delete tongentiol edges? <Y>: >: [Enter]
... Hidden line removal computati on of current sol id is
completed.
I
Command: SOLMESH
Select objects: 1 found (selezionareil solido)
Select objeèts: [foter]
1 solid selected.
Si disattivi il layer O contenente il solido elementare, in
...modo do visualizzare sofo i pratili come lo fig-uro 21 . Come
si vede, non si può ancora utilizzare il layout costruito per un
I
1 of 18 of Phase I surface meshing ... disegno in proiezioni ortogonali, in quanto si hanno dei pro-
.. , Surface meshing of current solid is completed.
Creating block far mesh representation ...
Done.
blemi di scala e di allineamento delle viste; il problema può
essere risolto memorizzando ogni singolo vista come un bloc·
co su disco, che potrò essere richiamato in un nuovo file. Pri·
I
'
.
Commond: UCS
I
Origin/ZAxis/ 3 point/Entity /View /_X/Y /Z/Prev /Resto-
l----------l-----r(j101elA.~l~T@l~l~l~_l~l~T~I
I
I
Rende, E3
I
I Regenerating drawing.
Command: s ace
I
I
I
I
/il 1..-center/[•1na.1uc/E:-:tentsl'Lef t/Previous/V1•a>:/V1ndov/<Sca.le(X/XP) >. v
First corner: Other corner:
Co1uaand:
Fig. 20.
656
I
A u T o e A D I
I
~ /. ............... J._ ..L............. ~.\
J
----·---------·---1 :
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1
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1
I
I
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I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
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I
I
I
! : I I
Fig. 21._
I
B-B A·A
I
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1------l' : ,_,__ __.
·-·;·-·--0~-·--·-·-·-·-·-
I
I I
I
~, I
I
,
I
Bj
I
I
I
Fig. 22.
657
I
-~...:.:.---·-':':'""' ... I
I
I
I
1. Eseguire il plottaggio della seguente curva:
Per il plottaggio del grafico in Autocad conviene seguire le
seguenti fasi:
I x = 60 ucos(60r.u)
y = 60 usin(60r.u)
1) i dati generati da Excel vengono copiati all'interno di un
programma di videoscrittura (impiegando un word proces-
Il plottaggio va eseguito con il programma Autocad. sor qualsiasi. ad esempio Winword 6), sfruttando i comandi
I Per lo svolgimento dell'esercizio è opportuno utilizzare il
Copia ed Incolla dell'ambiente Windows;
programma Excel; il foglio elettronico va costruito attraver- 2) i dati vengono opportunamente npuliti di tutti gli spazi, e
14 so la composizione di 3 colonne in cui calcolare rispettiva- viene aggiunto la parola LINE alla prima riga del file. Il file
Il mente x, y ed il parametro u. Il valore del passo che deter- viene salvato in formalo testo, con l'estensione .SCR (chia-
mina la risoluzione deJlacurva viene impostato a 0,001. mandolo ad esempio spirtale. scr);
NeJJacolonna della x inserire:
I =60*H9*COS(60*H9*Pl.GRECOQ) 3) per il plottaggio della spirale con Autocad, basta sempli-
cemente digitare il comando SCRIPTe richiamare il file spi-
ed in queJJadella y: rale. scr. Automaticamente si vedrà apparire sullo schermo
I Io·;~,:iiil,~_-C9.-~J
Àrial,..
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B
--------------------------------·--·-·-------
·-C . D :- --:i, E Stilepercentuale.
--------------------------
·G. H ....
-1--g: -----------·-----··
8
10
-----------·-----------··
_____
. .
---···-··--·-·· ------·
____ -·-----_________
--- -·
x :..:u~
Y_..:,·. __ __: ____
~--------· _
0,001
o
11 0,002
1 12
13
0,003
0,004
14 0,005
I 15
16
0,006
0,007
17 0,008
I 18
19
0,009
0,01
20 0,011
I 21
22
0,012
0,013
23 0,014
I i i
24
~ ~I Fo liol Fo lio2 Fo lio3
0,015
_ijj
•I
Pronto lr- 11INUM1r-1
I Col foglio elettronico (Excel) è possibile generare in pochi secondi una serie qualsiasi, definendo 11valore iniziale ed il pas-
so; in questo caso vengono generati i valori del parametro u tra Oe 1 con passo 0,001.
I 658
I
6
7
. :.·•E.,;:-:· .·. F ---· -G- ---H---
--- --·-------·--
· --1--;,'.:'· è.':J---·
- - -- ·-----
K''Y. F:::'
. ....J
I
8 ____ y
.9 ___ IX oi --- ·--··-·--o--
U . .
-·
'
10 ------
11 ____
0,05894.
·0}1157- --
0,001
· ·---0:002__ _ I
12 _____ 0,15198 0,003
13
14 --------------
1s-- ------------·-- ·---o.1·s32s
1s
0,17495
0,17634
0.10445
-
0,004
0.005
-- ·0:000-------
0.001
-----------··-- - ----
.
--··-
- -
-- ---- -------
.
I
11 0.03014 . - 0,008 ---- ·-- - ---- -------
18 - -------------·-:.o.os16a
19 .
20 ---··-·.
___ -0,18541 - .
· -0.31796
--·-o.oog··-
·0.01
0,011 •
-
---------
... --·. - --
·- - -·-·-··-
I'
21
I~ ~ > >I Fo liol
Il~ .-·èi·c;,··p;~
.
o·o~ 411-~
:~:>"~:--;;:
'-0,45895
. ~ ~ ;6_·• ~, s
. , . ..
0,012
. ... )1.J.
---
·f~; ...·-·~- ':-. -:---:~~-,~
'§ • ., 1-
,J:l
->.,
.
Definizione dell'equazione parame-
trica x in funzione del parametro u
I
1 · ·,,:{;,,ff~J
A"cnto · • .Jr- 1:, ...: • · · r.r~r.-r· /4
(cella H9). La formula viene copiata
19
0,03014
-0.06768
-0,18541
0,47905
0,53574
0,57063
0,008
0,009
0.Q1
I
20 -0.31796 0,57836 0,011
21 I
22
23 !
24:
-0.45895
-0.601
-0.7361
-0.85595
0,55477
0,49719
0.40467
0,27812
0,012
0,013
0.014
0,015
I
~
25 I
26
27]
l
-0,95243
-1,01799
· -1,04607
0,12032
-0,0~05
-0,26859
0,016
0,017
0,018
I
28 I -1.0315 -0,48539 0,019
Pronto I r- ,r~r-.-r
Definizione dell'equazione parame-
trica y in funzione del parametro u
(cella H9).
I
659
l·=t:I-
L!:J~ ;,.! • 1 " ;..2._:..._..,,,,..,.._,.._,.,.,.._,..,,.,...,,,
! • 3 :.
__ 4 5 • 7 • 8 ' 1 • 10 • 11 • 12 • !3 •,._
I ;
I
7
1 • "_1 " I •' • I • I ' I • I • I • I • I •
$L--•-··"'"->mr.,-=n:, •••••••...e,;.,,:::J;.a,:; •
. ~
• 0,0
~
I :~
)
·~
0.05894.0.01124
0.11157,0.04417
0.15198,0.09645
0.17495,0.16429
I .~
...!
0.17634,0.24271
0.15328,0.32574
0.10445,0.4068 I dati delle colonne F e G sono
~~ 0.03014,0.47905 stati copiati all'intemo del pro-
I ~/
"';
. ,.
-0.06768,0.53574
-0.18541,0.57063
-0.31796,0.57836
gramma Winword (sfruttando i
comandi Copia ed Incolla del-
l'ambiente Windows). I dati ven-
~~ -0.45895,0.55477
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to testo, con l'estensione .SCR
(chiamandolo ad esempio spir-
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I Plottaggio della spirale con Au- -
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gitare il comando SCRIPT e ri-
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chiamare il file spirale. scr. Auto-
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sullo schermo il disegno della
curva.
·1 660
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' ..;-~:..-
I
-&- le tolleranze
secondo la normativa americana
..1
I
- le quote che definiscono la grandez- giata sul primo piano di riferimento
za delle cave e dei fori (e così dei den- ed abbia con esso tre punti di contat-
I
ti, degli alberi e delle parti sferiche) to. In tal modo il pezzo può traslare in
ILSISTEMA
AMERICANO
sono sempre comprese tra un limite qualsiasi direzione sul piano e ruotare
inferiore ed un limite superiore (tolle- attorno ad un asse perpendicolare al
ranza dimensionale) piano. Esso non può traslare lungo di-
I
DITOLLERANZE - ogni cava e ogni foro (e così ogni rezioni perpendicolari al piano né può
DIMENSIONALI
EGEOMETRICHE
dente, ogni albero e ogni parte sferi- ruotare attorno ad assi giacenti sul
ca) possono scostarsi dalla posizione piano.
teoricamente esatta di una quantità, - un'altra faccia B del pezzo, ortogo-
I
definita, per fori ed alberi, da un dia- nale ad A, venga spinta contro il se-
Il pezzo in figura 1.1 è composto da
due parti, una orizzontale ed una ver:-
metro e, ..per cave e denti, da.una lun- condo.piano di riferimento ed abbia
ticale, che formano tra di loro un an- ghezza
zione).
(tolleranza geometrica di posi- con esso due punti di contatto. In tal
I
golo retto. Ciascuna parte ha un profi- modo il pezzo può traslare in una di-
lo composto da archi di cerchio e da
segmenti rettilinei. Nella parte verti-
cale sono stati eseguiti due fori pas-
rezione individuata dalla intersezione
Il controllo univoco del pezzo viene ot- dei due piani di riferimento, ma non
tenuto collocando il pezzo in un siste- può più ruotare.
.I
ma di riferimento formato da tre piani - una ultima faccia C del pezzo, orto-
santi ed in quella orizzontale ancora
-due fori a due diamètrt anén'essi pas-
..mutuamente ortogor-tali,in modo che;. -·gonale a-d·A e-a B, venga mandata -
santi. Nella parte verticale inoltre è - una faccia A del pezzo venga appog- contro il terzo piano di riferimento ed
I·
stata eseguita una cava passante. La
cava ed i fori hanno delle grandezze,
due lati per la cava, un diametro ed
una profondità per i fori, specificate
I
da delle dimensioni. Cava e fori han-
no nel pezzo una posizione, assegnata
per la cava mediante una distanza
dalla parte orizzontale e per i fori me- 2x010±0,1 passanti
I
diante due distanze che ne individua-
no l'asse.
661
I
I ·abbia con esso un punto di contatto.
In tal modo il pezzo non ha più alcu-
~appresentativi della faccia del pezzo.
E perciò necessario definire meglio le
mento, ma impedisce soltanto una ro-
tazione ed una traslazione), il valore
na possibilità di mo\'imento. facce che andranno a contatto con i della tolleranza di perpendicolarità di
I Le misure vengono effettuate secondo
direzioni perpendicolari ai piani di ri-
piani di riferimento o, come si usa di-
re, qualificarle rispetto al r_iferimento.
B rispetto ad A sarà maggiore del va-
lore della tolleranza di planarità asse-
ferimento e con origine nei piani di ri- La qualificazione della faccia A si rag- gnata ad A.
I ferimento stessi.
I tuamente perpendicolari, le tre facce bilisce che la·supérfide della faccia sia
del pezzo che vanno a contatto conta- contenuta entro due piani paralleli po-
li piani non sono, in generale, né pia- sti a distanza assegnata (pari al valore
Stabilita così una buona corrisponden-
za tra facce e riferimento, si può pas-
ne né perpendicolari tra di loro. della tolleranza di planarità). sare ai fori ed alla cava.
I questi ben rappresentate. Si ricorda faccia B rispetto alla faccia A. Tale tol-
che i tre punti più alti di una faccia di leranza specifica che la faccia B sia
un pezzo reale definiscono univoca- contenuta tra due piani paralleli, posti
del loro asse (perpendicolare al piano
di riferimento su cui si appoggia la
faccia B), rispetto ai piani di riferimen-
mente un piano, al di là dei casi dege- a distanza assegnata (pari al valore to su cui si appoggiano le facce A e C;
I z
/
t-----'
I :1 I
_.~·-----'..,.'-'----i
11
Ij_ 10,021A I
I
I
I Fig.1.2
·1 662
I---·------,-·
. ... -.;.
--·- .... :--
trovarsi entro un cilindretto di con-
trollo, di diametro pari al valore indi-
ai piani di riferimento). Si noti che ar-
chi e profili nella proiezione rappre-
il raggio di raccordo teoricamente
esatto.
I
cato dalla tolleranza, ed asse collocato sentano in realtà delle superfici. Completano la quotatura del pezzo la
nella posizione teoricamente esatta ri-
spetto al sistema di riferimento (per-
ciò, perpendicolare al secondo piano
Alla forma teoricamente esatta così-
definita è applicata una tolleranza di
indicazione della profondità della ca-
va e della profondità dei fori di dia-
metro maggiore (nella parte orizzon-
I
di riferimento, ed alla distanza teori- profilo, che stabilisce che il profilo tale del pezzo); a tali profondità sono
camente esatta dagli altri due).
Un discorso analogo vale per i fori a
reale deve essere compreso tra due
profili di "offset", simmetrici rispetto
alla forma esatta e posti tra di loro alla
assegnate delle quote con tolleranze
dimensionali.
I
due diametri che stanno nella parte
orizzontale. La posizione teoricamen-
te esatta dei loro assi ( perpendicolari
al piano di riferimento su cui si ap-
distanza indicata nel riquadro delle
tolleranze.
L'offset di un profilo è il luogo dei pun-
Riepilogo
È stato dimensionato un pezzo com-
posto da una parte orizzontale e da
I
poggia la faccia A) è definita rispetto ti che si ottiene nel seguente modo: una parte verticale, contenente dei fo-
ai piani di riferimento su cui si appog-
giano le facce B e C, i loro diametri so-
no compresi entro una tolleranza di-
- per ogni punto del profilo si traccia
una perpendicolare orientata
ri ed una cava. Per tali fori e tale cava
sono state assegnate: I
- su tale perpendicolare si prende un - le quote che ne specificano la posi-
mensionale e l'errore sulla posizione
teoricamente esatta è stabilito da una
tolleranza geometrica di posizione.
punto a distanza costante (distanza di
offset) dal profilo.
Inoltre, nel caso di profili con punti
zione teoricamente esatta;
- le quote, comprese entro un interval-
lo, che ne specificano la grandezza;
I
La cava sulla parte verticale è definita: angolosi (fig. 1.3): - l'errore ammesso sulla posizione
- dalla posizione teoricamente esatta
del suo piano medio, rispetto al piano
- se l'offset è dalla parte convessa del
profilo, vengono eliminate le porzioni
teoricamente esatta.
Per quanto riguarda la forma del pez-
I
d,,iriferimento su cui si appoggia la di offset che si estendono oltre il pun- zo, nella vista frontale, nella pianta e
faccia A;
- dalla sua larghezza, a cui è assegna-
ta una tolleranza dimensionale;
to angoloso di offset;
- se l'offset è dalla parte concava del
profilo, le curve di offset vengono
nella vista laterale sono state assegnate:
- le quote teoricamente esatte neces-
I
sarie per la costruzione della forma;
- da una tolleranza geometrica di po-
sizione che precisa l'~rrore sulla posi-
zione teoricamente esatta del piano
estrapolate fino a che non si incontra-
no in un punto.
. . . . .
- l'errore ammesso sulla forma.
T tt t t t t
I
medio. Secondo quanto indicato nel La presenza dei nfenmenh nel ~1qua: u e ques e quo e sono s a e assegna-
riquadro della tolleranza geometrica
di posizione, il piano medio della ca--
va deve trovarsi entro due piani pa-
dro _della tol~er~n_za geom~tnca _di
·profilo sta a·s1gmf1care che il profil~
reale de~~ ~ss~re confron~ato con!
te rispetto ad un sistema di riferimen-
to composto da tre piani mutuamente _
ortogonali. Nelle proiezioni sono sta-
I
ralleli, posti tra di loro ad una distan- due prof1h hm_1te,quai~d~ 11 pezzo e te indicate e qualificate le facce del
Pezzo che vanno a contatto con i piani
za indicata dalla tolleranza e simme-
trici rispetto al piano medio teorica-
mente esatto (che è parallelo al primo
Collocato nel S15t ema d 1 n fenm e n to ,
1 1 -- d tt · d
con. e reg? d~ g1a e e m prece enza
PIeri pdunh 11conta_tto. d f" . 1 f
di riferimento, mediante tre punti la
prima faccia due punti la seconda ed
un solo punto la terza.
. I
piano di riferimento ed ha da esso n mo o ana ogo viene e m1ta a or- . . . . .
· d" ·- · -· ··- · · 1 '1 1 -
una istanza ugua e a va ore teorica-
mente esatto indicato sul disegno).
· · · -- ma nella vista in pianta tra i·punti in--
d" · z K A, h ·
~cah cl?n h~cd~n . 11·ne e mdquf~s!~
vista g 1 are 1 1 cere 10 sono e miti
Tutte le-quote-hanno ongme nei piam
di riferimento e sono misurate secon-
do direzioni ortogonali a tali piani ·
I
dalla posizione teoricamente esatta
Restano da definire la forma e le di-
mensioni del pezzo.
La forma è definita nella vista fronta-
dei loro centri rispetto ai piani di rife-
rimento su cui si appoggiano le facce offset I
le, assegnando il profilo teoricamente
C e B (tali centri coincidono con i cen-
~ -.
-
esatto nel modo seguente:
- il punto indicato con Y (fig. 1.2) è de-
tri dei fori), e dai raggi teoricamente
esatti.
La parte incassata è definita dalla di- '
v'
,'•/
.....
·, - ........----c-
· ,,,,,-· \
I
finito mediante la distanza teorica- stanza teoricamente esatta rispetto al v curva
mente esatta dal piano di riferimento
su cui si appoggia la faccia A ed il
punto indicato con X mediante la di-
piano di riferimento su cui si appog-
gia la faccia B.
Sono ancora definiti i due raggi di rac-
curva I
stanza teoricamente esatta dal piano cordo, sempre teoricamente esatti;
di riferimento su cui si appoggia la
faccia C;
- l'arco di cerchio che raccorda la fi-
non è necessario specificarne il centro
poiché il raccordo è tangente a seg-
menti già specificati.
I
gura è definito, rispetto ai piani di ri- Infine viene definita la forma nella vi-
ferimento su cui si appoggiano le fac-
ce A e C, dal valore esatto del suo rag-
sta laterale, tra i punti indicati con L
ed M (fìg. 1.2). Il procedimento è del
I
gio (non è necessario assegnarne la tutto analogo a quello seguito per le
offset "prolungato" con archi di cerchio
posizione teoricamente esatta dell'as-
se, poiché l'arco è tangente ai segmen-
ti condotti da X e da Y, perpendicolari
altre viste e porta a definire gli spes-
sori teoricamente esatti della parte
orizzontale e della parte verticale, ed Fig. 1.3
I
663
I
I metrici e quindi non si sa nè quale sia mentale che permette di tenere sotto
la loro larghezza nè quale sia il loro controllo la loro forma, e cioè permet-
I LACONDIZIONE
piano medio. Cominciamo perciò a
definire il diametro e l'asse di un ele-
mento cilindrico. .
te di dire quanto si scostano dall'esse-
re cilindrici gli elementi cilindrici e
quanto dall'essere parallelepipedi gli
DI MASSil\.1O Diametro ed asse di un elemento cilin- elementi parallelepipedi.
I MATERIALE
CONSEGUENZE
E LESUE drico sono definiti come il diametro e
l'asse della esatta controparte geome-
trica dell'elemento cilindrico stesso,
La regola dice: quando un singolo ele-
mento di grandezza si trova nella condi-
zione di massimo materiale(per un foro,
valutata ai fini del montaggio (o, co- al diametrominimo;per un albero,al dia-
I Vengono proposte alcune definizioni
che generalizzano concetti visti nella
lezione precedente. Esse saranno usa-
me si usa dire, ai fini dell'accoppia-
mento).
metromassimo;per una cavaallalarghez-
za minima; per un dente alla larghezza
Che cosa è la esatta controparte geo- massima), allora l'elemento deve avere
te nel seguito. _ ___ _
I Elemento (Feature)è il termine generi-
co che indica una porzione fisica del
metrica di un elemento cilindrico?
Nel caso di un foro, la esatta contro-
parte geometrica è il più grande cilin-
formageometricaperfetta.
La conseguenza immediata di questa
regola è che il singolo elemento di
pezzo, quale una superficie, un albe- dro geometrico che sia contenuto den- grandezza, quando si trova nella con-
I 664
-li--==------····
_...,...,.......,....,......,..,..,..,....,,....,..._..,..,......,.."""""""'"""'""""'""""""""_,,.,...""""....,,....,
____ ,....,....,,=.,...""='"""'
......,..._....,..- ...........,..,,...,.
....... """'""·"'"''"":s.a""""""...,.""""""
=....,,
alla posizione (che è sempre rappre-
I
sentata da una dimensione teorica-
mente esatta, e cioè di base), ma con- -~.' d
I
venzionalmente all'elemento stesso.
Abbiamo già visto quale controllo la
r--_,I
regola fondamentale ci permette di
eseguire sulla forma di un singolo ele-
mento di grandezza. Vediamo ora co-
I
me agisce una tolleranza geometrica
di posizione sulla posizione teorica-
mente esatta dell'elemento di gran-
dezza. Consideriamo dapprima gli
I
elementi cilindrici: per essi la tolleran-
za geometrica di posizione specifica il
diametro del cilindro di controllo en-
tro cui deve trovarsi l'asse dell'ele- ( I
mento (cioè l'asse della sua esatta con- I-'--~-----------'
troparte geometrica). Il cilindro di
controllo ha naturalmente l'asse nella
posizione teoricamente esatta, defini-
I
ta dalle dimensioni di base.
Si abbia dunque un elemento cilindri-
co, di diametro compreso tra d e D, e
Fig. 2.1
I
tolleranza geometrica di posizione t.
Supponiamo che l'elemento sia un foro.
Ci poniamo due domande, per un fo-
ro generico eseguito rispettando la
I
tolleranza dimensionale (diametro
compreso tra d e D) e la tolleranza
geometrica di posizione (asse compre-
so in un cilindro di controllo, posto in
I
posizione esatta, di diametro t ):
1) qu~J.~sarà il d~ai:netro massimo di_
un albero ideale, il cui asse sia esatta- .,,
I
----- ..
mente nella posizione teorica, che '
possa accoppiarsi con il foro ?
2) a quale distanza massima dal cen-
tro teorico del foro potrà arrivare la Fig. 2.2 Fig. 2.3
I
circonferenza di un foro ?
665 I
I
I foro ideale, il cui asse sia esattamente
nella posizione teorica, che possa ac-
---b---
conferenza di un albero ?
I Cominciamo anche qui con la prima
domanda, ponendoci nelle condizioni
I
'
peggiori di accoppiamento: albero più
I grande possibile (condizione di mas-
simo materiale) e più fuori posizione
possibile (asse parallelo alla posizione '
- - - -,
....
I 666
----1------
I
I
/
/ I
I
I
''
' '
-----
--1
Fig.2.8 Fig. 2.9
I
lore L',tuguale a L', , senza eh~ il mon- no è quindi coincidente con quello
taggio venga pregiudicato. E perciò
possibile un recupero di tutti quegli
elementi di grandezza che hanno tol-
calcolato per un albero in condizioni
di massimo materiale (cioè al diame-
tro D), con tolleranza geometrica t. I MODIFICATORI
I
leranza geometrica T, eccedente quel- L'incremento M può essere effettuato
NEIRIFERIMENTI
la assegnata t di un ammontare t.t pa-
ri al loro scostamento L',sdalla condi-
zione di massimo materiale.
soltanto se la tolleranza geometrica è
richiesta in condizioni di massimo
materiale; ciò è indicato (come si è Riprendiamo la discussione sui riferi-
I
Supponiamo ad esempio di avere un già detto) dalla presenza del simbolo menti prendendo in esame un nuovo
albero (fig. 2.8), che abbia diametro
corrente dc compreso tra i limiti de D
e tolleranza geometrica di posizione
@ dopo il valore della tolleranza,
nel riquadro della tolleranza geome-
trica.
modo di collocare il pezzo entro un si-
stema di riferimento, quando sul pez-
zo esista un elemento di grandezza ci-
I
uguale a t. Se l'albero si trova al dia-
metro di massimo materiale D ed -alla
tolleranza t, il diametro esterno del
La condizione virtuale Dm dell'albero
può -perciò essere considerata come il
valore costante della somma tra il dia-
lindrico, caratterizzato da un asse.
Supponiamo che il pezzo sia campo-_
sto (fig. 3.1) da una base cilindrica e
I
massimo cilindro a cui l'albero può che su di essa stia un albero, che abbia
metro corrente dc, la tolleranza geo-
trovarsi, e cioè la sua condizione vir-
tuale, è uguale a Dm = D + t. Tale ci-
lindro è centrato nella posizione teori-
merica t e l'incremento di tolleranza
L',t. Se l'albero si trova nella condizio-
ne di massimo materiale, allora è Dm
asse perpendicolare alla base. Vi sia-
no inoltre quattro fori passanti, posti,
sulla base, in una circonferenza con-
I
.
I'
posizionato anche se non è perpendi-
colare alla base A.
Risultano perciò definiti i seguenti ele-
Questa tolleranza geometrica di per-
pendicolarità assegna il diametro di
un cilindretto di controllo, ortogonale
le, misurate partendo dal primo piano
di riferimento (quello su cui poggia
A). Alternativamente, può essere defi-
menti: al primo piano di riferimento, entro nito un profilo laterale del pezzo, as-
I - la controparte geometrica dell'albe-
ro B, il cui asse e diametro sono l'asse
ed il diametro di B;
cui l'asse dell'albero B (cioè l'asse del-
la sua controparte geometrica) deve
essere contenuto.
segnando l'altezza dell'albero B e lo
spessore della base A mediante quote
esatte (dimensioni di base), sempre
misurate dal piano di riferimento A
I - il cilindro perfetto, perpendicolare
al primo riferimento(il piano su cui si
appoggia la base A), rappresentato dal
Ci siamo preoccupati finora del siste-
ma di riferimento, che è stato assegna-
to mediante un piano (primo riferi-
(fig. 3.la).
Tutta la quotatura del pezzo è stata fat-
mento), ed un asse ortogonale a tale ta senza far uso di modificatori di mas-
mandrino entro cui si infila l'albero B.
I Il diametro di questo cilindro è quello
del mandrino, che viene stretto fino a
posizionare B sul piano di riferimen-
piano (secondo riferimento). Vediamo
ora a quali criteri deve soddisfare il
pezzo per essere accettato.
simo materiale sulle tolleranze geome-
triche. Tali modificatori sono caratte-
rizzati dalla presenza del simbolo 8)
La base A deve essere in tolleranza di dopo il valore della tolleranza.
to, ma senza far perdere alla base A il
I contatto di tre punti su tale piano.
L'asse di questo cilindro è l'asse del ri-
planarità.
L'albero B deve avere diametro com-
preso tra due limiti (cioè essere in tol-
Introduciamo ora l'uso di tali modifi-
catori. Come si è visto nella lezione
precedente, il modificatore @ , ag-
ferimento individuato dall'albero B. Si giunto dopo il valore della tolleranza
leranza dimensionale) ed ancora ave-
I fa notare che l'asse e il diametro di B
(cioè della esatta controparte geome-
trica di B, valutata ai fini del montag-
re asse definito da una tolleranza di
perpendicolarità rispetto ad A (cioè al
piano su cui si appoggia A).
geometrica, assegna tale valore solo
alla condizione di massimo materiale
e permette un incremento della tolle-
gio) sono diversi dall'asse e dal diame- ranza geometrica, quando l'elemento
I tro del mandrino che posiziona B sul
riferimento A.
In particolare asse e diametro di B non
I quattro fori devono avere un diame-
tro compreso tra due limiti (tolleranza
dimensionale) ed avere una posizione
si discosta da tale condizione, uguale
a tale scostamento. L'uso di questo
modificatore (si ricorda che il modifi-
dipendono dalla posizione di B rispet- che, rispetto a quella teoricamente
I.
mandrino variano al variare della po- pero di elementi fuori tolleranza di Dt
sizione di B rispetto ad A, ed inoltre posizione, rispetto ai riferimenti su cui
stanno A e B. La posizione teorica- = Ds. Una quotatura, con modificato-
l'asse del mandrino rima~e sempre re di massimo materiale sul valore
'
(la base ha un contatto di tre punti con una tolleranza geometrica di profilo,
il primo riferimento), e qualificare l'al- i riferimenti, se sono costituiti da ele-
I bero B (il secondo riferimento) me-
rispetto ad una forma esatta assegnata
mediante una circonferenza avente menti di grandezza (ad esempio l'al-
I
I
r- I
~
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·, {E)' . - ·r' ,,.
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I 668
-1--···
bero B), possono avere un modificato-
I
re, che indica in quali condizioni il ri- 010±0,QlO ~ .-,. :a10,005 i
ferimento viene impiegato.
·e\
te. L'effetto del modificatore 49) sul .
primo riferimento (fig. 3.5a), che in /. . '.
I questo caso è l'asse del riferimento de-
finito da B, consiste ancora nell'uso di
un mandrino di diametro fisso, ma pa-
- é ·-:·-{fJ
\ .
ri questa volta alla condizione di mas-
Isimo materiale di B, e cioè al suo dia-
metro massimo. Infatti la sola tolle-
ranza dimensionale qualifica B solo
Igeometrica t. _ _
Questo perché B era affetto-da una tol-
leranza dimensionale, con modifica-
tore di massimo materiale, e da una
Itolleranza di posizione, anch'essa cori Fig.3.5a
modificatore di massimo materiale.
Si può notare che la qualificazione di
1-
B coff la -sola tolleranza dimerisiònàle
può non essere sufficiente, se si vuole
avere un controllo completo sia delle
dimensioni di B (tolleranza dimensio-
Inale), che della forma di B (quanto
cioè l'albero B sia diritto), in condizio-
ni diverse da quelle di massimo mate-
- - 020,020
I670
I
congiunge i centri di tutte le sezioni tra-
sversali dell'elemento, deve essere con- 010± 0,010 ~~ :J_10,oos
lsig)l
I
I---~-;
tenuta in un cilindretto di controllo di
diametro pari al valore della tolleranza
di rettilineità assegnata, sia essa t. ·x
"'.-"'½"'~~0~0"'. O 0,1 B ·A
I
H-K
Pertanto un elemento che abbia dia-
metro costante e pari al massimo dia-
metro D, e la cui cunra media sia com-
I
presa entro il cilindretto di controllo
di diametro t, sarebbe senz'altro accet-
tato. Un siffatto elemento non è però
conforme a quanto specificato dalla
I
regola fondamentale, in quanto si tro-
va in condizioni di massimo materia-
le, ma non ha forma perfetta (l'ele-
mento è un cilindro che ha diametro o 0,1 B A
I
D, ma si presenta storto di quanto per- X-Y
messo dal cilindretto di controllo, di
diametro t, della tolleranza di rettili-
neità). L'applicazione della tolleranza
Fig.3.6a
I
di rettilineità ad un elemento di gran-
dezza {in questo caso, cilindrico, ma
la osservazione vale anche per gli ele- 060
I
menti parallelepipedi) origina pertan-
to una eccezione alla regola fonda-
mentale.
L'elemento B, in quanto sottoposto ad
I
una tolleranza dimensionale e ad una - - 020,025
tolleranza geometrica (di rettilineità,
con modificatore di massimo materia-
le), ha una condizione virtuale pari alla
~
I
somma del diametro D (condizione di
massimo materiale) e-della tolleranza
di rettilineità t, cioè pari al valore D + t.
0-10
I
.
I Fig.3.7b
grandezza cilindrico (albero o foro).
Che cosa significa dare le misure di un
elemento di grandezza cilindrico?
Significa dare la misura del diametro
I /
- si trova la esatta controparte geome-
trica dell'elemento, ai fini dell'accop-
piamento: il diametro di tale contro-
/ parte è il diametro dell'elemento, e
I
KI'
--vllt)/2 l'asse di tale controparte è l'asse del-
=--i."v~-~
i<.... r l'elemento;
/
I _ _
KI
(t+llt)/2
- ...
lo che contiene l'asse della esatta con-
troparte -geometrica aell'elemento
(per quanto si è appena detto, questo
asse è anche, per definizione, l'asse
I
1 Si fanotare che se l'elemento ha asse come primo riferimento e da un riferi-
parallelo all'asse teorico, cioè la esatta mento assiale B (cioè dall"asse di un
II controparte geometrica dell'elemento
ha asse parallelo all'asse teorico, allo-
elemento di grandezza cilindrico) co-
me secondo riferimento.
I ra il raggio r del cilindretto di control- Si è visto che, in presenza di modifica-
I lo è nullo (fig. 4.3). In questa condizio- tori di massimo materiale sulla tolle- /
/
ne, se Ax e h.y sono le distanze relative ranza geometrica dell'elemento cilin- /
di L rispetto a K, misurate perpendi- drico B (tolleranza di perpendicolarità ' /
colarmente al secondo riferimento B rispetto ad A) e sul riferimento B, si K·
-~vl!.t)/2
ed al terzo riferimento C (cioè le coor- origina, per l'elemento B, una condi-
dinate relative di L rispetto a K), e se zione virtuale pari, se l'elemento è pie-
.1.tè l'incremento di tolleranza dovuto no (albero), alla somma del diametro
allo scostamento del diametro dell'e- di massimo materiale con la tolleran-
lemento (cioè della sua esatta contro- za geometrica; pari invece, se l'ele-
parte geometrica) dalla condizione di mento è cavo (foro), alla differenza tra· - -
minimo materiale (e cioè dal diametro il diametro di massimo materiale e la
minimo prescritto dalla tolleranza di- tolleranza geometrica. Questo signifi-
mensionale, se si tratta di un foro; dal ca che l'elemento B, considerato come
diametro massimo, se si tratta di un riferimento, è rappresentato da un ci- Fig. 4.3
albero), allora si può costruire il pun- lindro (calibro) posto nella posizione
to L (che coincide con il punto M), e si teorica ed avente diametro costante
può tracciare la circonferenza di tolle- (uguale alla condizione virtuale del-
ranza geometrica, di diametro t t Ate l'elemento). L'elemento B reale deve
di centro L = M.
In generale, in prima approssimazio-
accoppiarsi con tale cilindro di dimen-
sione virtuale, presentando al più un _/~
ne, è questa la condizione che si assu- gioco, nel caso in cui si scosti dalla :' (ti+l!.ti)/2
I
me, ritenendo trascurabile r rispetto a condizione di massimo materiale o
t + .1.t;quindi i parametri assegnati per presenti una tolleranza geometrica di
la verifica di un elemento cilindrico valore ridotto rispetto a quello asse- 6yi ,_ __ L___,,i
sono semplicemente il suo diametro gnato. -------! .....
corrente dc (si ricordi che è il diame-
tro della sua esatta controparte geo- Questo gioco consente all'intero pez- '
metrica ai fini dell'accoppiamento) e zo una traslazione, detta shift di B, di O=Ki
1 d li valore uguale alla metà dello scosta- !!.xi I
g i scostame))ti e ..a.sua _posizione mento della condizione virtuale reale I .,
/
---~------------- --·
---·t
I
I
I
/"" (ti+6ti)/2
Li
(ti+6ti)/2
~
/
Li
I
6xi
I
Fig. 4.5 Fig. 4.6
·1 674
I
drici, lo spostamento di un elemento
I
Ei sarà rappresentato da uno sposta-
mento del punto Li, di valore e dire-
zione calcolati come appena detto. I
vari elementi Ei, mediante tale sposta-
mento, possono aYvicinare i loro pun-
ti Li alla posizione teorica Ki coinci-
dente con O; questo può consentire
che si abbia una zona di intersezione
comune tra i cerchi di tolleranza (di
diametro ti+ /1ti e centro i punti Li),
ed ancora una intersezione di tale zo-
na comune con il cerchio di shift di B
(di raggio se centro l'origine O=Ki).
Si fa notare che la rotazione possibile
per il pezzo è compresa tra il valore
angolare Oed il valore angolare a/2 ,
e che naturalmente tutti gli elementi
Ei devono ruotare dello stesso angolo
i} (compreso tra tali valori).
La figura 4.7 mostra quanto detto, con
riferimento al pezzo già illustrato in
figura 3.7a, per il quale si suppone che
sia possibile una rotazione, attorno al- Fig. 4.8
l'asse individuato dal riferimento B,
di valore angolare massimo uguale ad y
a/2. Per gli elementi 1 e 2 indicati (so-
no due elementi di grandezza cilindri-
ci), si nota che la rotazione idonea a
facilitare la loro verifica è quella che
avviene in senso orario, per effetto
della quale l'elemento 1 si sposta oriz- i-0,012
zçmtalm~nte a _çlestrae l'element9 2 si
sposta invece verticalmente verso il _[0,001
basso. Si può osservare che la condi-
zione di verifica è raggiunta quando il X
valore dell'angolo i} è pari alla metà
di quello massimo possibile, mentre
tale condizione non è raggiunta né in
assenza di rotazione (l'} =-0), né per.la ..
massima rotazione possibile (i} = -0,002
a/2). Nella letteratura il gioco della
cava C è chiamato ancora sl,ift.
Vediamo ora un esercizio riassuntivo.
Sia dato a disegno il pezzo in figura
4.8 e si assuma:
Fig. 4.8.1
metro <1> 6 abbiano tolleranza dimen- - foro <1>6 destro di diametro <1>
I
2 =
61
~~-----------------
I
1· Viene calcolata.la condizione virtuale
di C (1,.=3.005 - 0.005 =3.000), indi la
.-------------------------------,
y
condizione virtuale reale di C O,.,=
3.012 - 0.006 = 3.006) ed infine il gioco
I (shijt) di C come differenza tra la con-
dizione virtuale reale e la condizione
vi_rtuale (shiftc = 3.006 - 3.000 = 0.006
Fig. 4.8.2a
I gettato.
Ci chiediamo se esiste qualche possi-
bilità di recupero del pezzo, eventual-
mente sottoponendolo ad una lavora-
I-- zione che.ne aumenti la tolleranza di-
mensionale rèale. Questo può essere
ottenuto portando al minimo materia-
le l'albero B, o la cava C, o ancora i due
I fori laterali.
Esaminiamo il primo caso, albero B al 0,004
i i
I chio di shift di B. Il pezzo può quindi
essere accettato, se B viene portato al
minimo materiale (cioè se il suo dia-
metro viene ridotto al minimo).
676
1
C al mm1mo materiale: è come se
avessimo una cava reale di larghezza
r--------------.1 y
3.0015, sempre fuori localizzazione di
0.006.
Viene calcolata la nuova condizione
virtuale reale di C, ora al minimo ma-
I
teriale (1,.,= 3.015 - 0.006 = 3.009) ed
ancora il gioco (sliift) di C come diffe-
I - ~012
0! _j[°~'
renza tra la condizione virtuale reale
al minimo materiale e la condizione
virtuale (shiftc = 3.009 - 3.000 = 0.009
al raggio 5.4, 0.0045 per parte). Lo spo-
stamento per i fori laterali avviene al t I X
raggio 15, e pertanto vale 0.0045
(15/5.4) = 0.013 per parte. Si può no-
tare, come già visto nella figura 4.8.1,
che l'aumento dello spostamento di-
I
sponibile non migliora la condizione
iniziale di non intersezione tra le cir-
conferenze di tolleranza dei fori e la
____________________________
..._
I _,
! ;
I X
0,008 I
~ I
'
Fig. 4.8.3c
--,
I 1. Quotatura funzionale di particolan·
74
I r I
I
I :::!1 0,8
108
I 95
102
I
54
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I I!
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J-1,
I
Afo opera
Gola UNI ISO 4755 050
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I 40
158
31 57
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I 25
30
B-B
I
I Gola E O 6•0 3 UNI 4386-75
I
I
I
studio
di complessivi I
I
1.
I
Dal complessivo (gruppo di regolazione) si ricavino i particolari costruttivi e gli elementi normalizzali.
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Dal complessivo rappresentato in assonometna si ncavino i particolan
e si disegni il complessivo in proiezione ortografica.
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681
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11
·-I RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI
I TESTI GENERALI
Chevalier A., Manuale del Disegno Tecnico, (a cura di Chirone,
Cundari C., Mezzetti C. (cur.), Il disegnonelleFacoltàdi Ingegne-
ria,Gangemi, Roma, 1991
Duff J. M., Ross W.A., FreehandSketchingfor EngineeringDesign,
----· . Vullo), SEI, Torino, 1983 PWS, Boston, 1995 ·
B Chirone E., DisegnoTernico,Edisco, Torino, 1976
Gregotti V., Il disegnodel prodottoindustriale,Electa, Milano, 1982
Coppo S., Il disegnoe/' ingegnere,Levrotto & Bella, Torino, 1987
Massironi M., Vederecon il disegno,Muzzio, Padova, 1989
Donnarumma A., Disegnodi Macchine,UTET, Torino, 1987
I 682
INDICEANALITICO
I
I
I
I
I
- ortogonale 177, 179
- rapporti di riduzione 179
- trimetrica 179, 185
I
abbozzo 261 Bèzier 644
acciai 618
- classificazione 618
assonometrie. Vedi proiezioni
attrezzi per disegno 44
AUTOCAD
bitmap 6
blocchetti piano-paralleli 281
I
- da costruzione 620 - ambiente di disegno 53 bonus425
- designazione 618
- inossidabili 621
- per uso generale 621
- assonometria 196
- - altre 201
- - isometrica 196
brasatura 607
B-Rep 630
broccia tura 252
I
- per utensili 621 bronzi 623
- trattamenti termici 618
accoppiamenti
- attributi 369
- autolisp 202
- colori 34
bronzine 580
brugola 489
I
- albero base 354 - compenetrazione di solidi 157 bullone483
- con interferenza 337
- foro base 354
- incerti 338
- coordinate 27
- costruzioni geometriche 83
bulloneria ·
- classi di resistenza 517
bulloni
I
- dimensioni foglio 53
-150353 __
-mobili 336
- raccomandati 355
--~entità.Vedi-primitive
- filettature 407
- generalità 27
.::-.adalta resistenza 502
- per carpenteria 503
bussola conica 559
I
accoppiamenti scanalati 554 -griglia 54
- ad evolvente 555
- rappresentazione 555
- linee 34
- livelli 54
I
addendum 571 - modellazione 30 649
aggiustaggio 334
alberi striati 558
alesatura 248
- primitive 32
- proiezioni ortogonali 112
- quotatura 313
CAD, CAE, CAM, CAPP, CAD/CAM 23
I
calibri 277
anelli di arresto. Vedi anelli elastici
anelli di sicurezza. Vedi anelli elastici
anelli elastici 560
- - comandi 333
- - variabili 313
- requisiti hardware 52
- fissi 279,335
- funzionali 450
campitura. Vedi tratteggio
I
angolo di pressione. Vedi ruote dentate - sezioni 154 caratteri. Vedi scrittura
ANSI 39
antisvitamento 517
APT 240
- simboli e blocchi 368
-snap54
- spazio carta 647
cartiglio. Vedi riquadro delle iscrizioni
categorie di disegni 261
I
catene 579
arrotondamenti. Vedi raccordi
ASME39
assonometria 175
- spazio modello 647
- tolleranze
- - dimensionali 370
catene di quote 358
cave
- per chiavette 536
I
- cavaliera 185: - -geometriche 475
- dimetrica 179, 183
- isometrica 179,180
- obliqua 177, 185
- tratteggi 154
- unità di disegno 32
- -quotatura 545
- per linguette
- - quotatura 545
I
- uscita 54 CEJ39
683 I
I celle flessibili 237 .:
CEN38
- divisioni di angoli 62
- divisioni di segmenti 62
dentature
- corrette 572
centri di lavoro 237 - elica 82 - diritte 5,3
I cerchi
- in assonometria 182,184, 187
chiavette 536
- ellisse 76, 81
- ennagono 68
- epicicloide 81
- elicoidali 573
dentiera 571
dettagli 109
I - tangenziali 538
- trasversali 559
chiavi 488
-esagono 66
- ettagono 67
- evolvente 80, 82
dimensione
-limite 340
- nominale 340
chiodatura 603 - iperbole 79, 82 DIN39
I - fori per 604
ciclo di vita 21
- ottagono 67
- ovale 77, 81
dipositivi antisvitamento 517
disegno
- artistico 7
- parabola 78, 82
---1-
--
cilindricità 441
CIM 20
cinghie
- parallele 60
- pentagono 66
- automatico-26 ·
- come costruito 264
I -
- dentate 579 - perpendicolari 60 - convenzionale 261
piatte 578 - poligoni 63 - costruttivo 263
_ - trapez~id ali 578 - poligoni regolari 69 - di complessivi 262
440
circolarita - quadrato 65 - di componenti 263
classi di bulloneria 517 - raccordi 72 - di fabbricazione 264
I - filetta ti 3 79
- - rappresentazione 530
- forzati 603
cuscinetti
- idrodinamici 581
- idrostatici 581
- schematico 261
- semplificato 261
- tecnico 7
- radenti 580 disegno dei pezzi fusi 218
-1--
---=r:;~:r6e;;i 6~3 - - -- -_ vo1venti 580 - angoli di sformo 21s··
- semipermanenti 603 - - assiali 584 - rappresentazione semplificata 226
- smontabili 379 - - disegno 582 -ritiro 218
I - - filettati 483
- - non filettati 535
- - montaggio 584
- - obliqui 583
disegno dei pezzi imbutiti 231
disegno dei pezzi stampati 225
-1 - comparatore 282
compenetrazioni di solidi 140
- di rivoluzione 144
- - rappresentazione simbolica 582,
··585- -- - -
- - spallamenti 584
- rappresentazione semplificata 226
disegno e lavorazioni 211--
disegno tecnico 261
I -
- prismatici 141 - - tolleranze per sedi 583,586 - categorie 261
prismatici e di rivoluzione 142 -colore 266
complessivi. Vedi disegno di com- - definizione 12
plessivi - evoluzione 10
compositi 624 -norme40
I computer 47
concentricità 462
distinta componenti 270
DNC. Vedi controllo numerico
Concurrent Engineering. Vedi inge- DRF. Vedi riferimento
gneria simultanea dadi483,508 durezza 617
I conicità 297, 299
controdado 520
- ad intagli 524
- autobloccanti 521
controllo numerico 20, 236 - autofrenanti 528
I - quotatura 310
copiglie 524, 549
costruzioni geometriche 57
- designazione 497
- di sicurezza 521
- flangiati 529
m !'--
.
·.·
-archi 72
I -assi 60
- bisettrice 62
- rappresentazione 530
- tagliati 523
- tipi unificati 508
elastomeri 624
elemento 262, 424
- di riferimento 429
- cicloide 80 datum. Vedi riferimento - - indicazione 419
I - circonferenze 70
- decagono 68
dedendum 571
dentatura. Vedi ruote dentate
- dimensionabile 424
elettroerosione 257
684
I
ellisse 182. Vedi costruzioni geome- - delle lamiere 228
I
triche - - imbutitura 230
errori
- dimensionali 333 GD&T414
ghiere 511, 527
- - piegatura 229
- - punzonatura 228
I
- macrogeometrici 333 - - taglio 228
ghise 622
- microgeometrici 333
estrusione 222 giuoco 336
gole
- - tranciatura 228
- di filettature 393
- elettrochimiche 257
I
- per filettature 402
- per rettifica 255
goniometro 279
grado di tolleranza 342
- meccaniche 211
- per deformazione plastica 221
leghe
I
- designazione 624
685 I
•.·A .• ,- - • ,_.--f
I - assonometriche 16, 175
- centrali 13
- di complessivi 300
- di coni 297
- definizione 13 - di elementi ripetuti 296
I NC.Vedi controllo numerico
normazione 35
-enti 38
- di figure piane 94
- di solidi 96
- di filettature 402
- di fori 308
- di un punto 93 - di molle 595
I principio
- del massimo materiale 423
- del minimo materiale 425 quadro prospettico. Vedi prospettiva
rapporto di trasmissione 570,574,575
rappresentazione
- fotorealistica. Vedi rendering
- di indipendenza 416 quotatura 287 - tridimensionale 629
I - di reciprocità 461
process planning. Vedi industrializza-
- a quote sovrapposte 302
- combinata 302
- volumetrica 632
rappresentazione semplificata
zione - con tolleranze 349 - cuscinetti volventi 583,585
I produttività 19
progettazione 21
proiezioni 13
-di cave545
- di cerchi 294
- di collaudo 287,306
- filettature 530
- guarnizioni 590
- inserti filetta ti 507
I 686
-molle593
- pezzi fusi o stampati 126
- segni grafici 611
lii:,.
I
scale 41
- rivettature 607
- ruote dentate 576
-viti 530
scanalati. Vedi accoppiamenti scana-
lati
scanner49
tenute
- a labbro 588
I
rastremazione 298 - a labirinto 590
reciprocità
- principio di 461
scelta delle viste 110
schizzi 265
scostamenti fondamentali 345
- ad anello 588
-ad U 588
-per alberi rotanti 588
I
Renard. Vedi numeri normali - per alberi 346
rendering 18,636
- algoritmi 640
- proprietà superficiali 638
- per fori 347
scostamento 341
- rappresentazione simbolica 590
- statiche 587
tirante491
I
scrittura 40
- sorgenti luminose 637 tolleranza 333,341
resilienza 617
resistenza meccanica 617
Seeger. Vedi anelli elastici.
semisezioni 129
sezioni 123
- gradi di 342
-proiettata 459
I
retta d'azione. Vedi ruote dentate - unità di 343
rettifica 253
- con piani concorrenti 128 -zero461 ~
rettilineità 436
- con piani consecutivi 128 tolleranze di forma ti
- con piani paralleli 126 - cilindricità 441
ribaltamento 96, 111
- con superfici qualsiasi 129 - circolarità 440
ribattini 603
riduttore 572
riferimento 425
- con un piano 126
- coniche 138
- planarità 439
- rettilineità 436
I
- convenzioni di rappresentazione tolleranze di localizzazione 447
- parziale 432
riquadro delle iscrizioni 269
risoluzione 641
134,137
-in luogo 130
- in vicinanza 131
- bidirezionale 462
- calcolo 456
- composite 460
I
rivettature 603
rivetti 605
rosette512
- aperte 516
- indicazione materiali 134
- modalità 126
- parti da non sezionare 134
tolleranze di orientamento 442
- inclinazione 446
- parallelismo 442
I
- di sicurezza 524, 527 - parziali 130 - perpendicolarità 443
- elastiche 511--- -
rugosimetro 363
_-::solic:j.iassialsimm~tric~ 138
- solidi elementari 137
- solidi non assialsimmetrici 137
tolleranze çli posizione.447
- concentricità 462
- localizzazione 447
--1
rugosità 362
- e lavorazione 367
- e tolleranza 366
- indicazione 363
- successive 132
- tratteggio 133
simmetria 462
- simmetria 462
tolleranze dimensionali
- controllo 334
I
- scelta 366_ ___ _ _
rullatura 393
sistemi CAD 25
smusso 295-- -
snervamento 617
- indicazione 349
-=-per fflettaturé 1l04
- posizione delle 344
---1-
ruote dentate 570
- bielicoidali 573 sorgenti luminose 650 - quotatura 349
- coniche 574
- elicoidali 573
spigoli convenzionali 107
spine 545
- scostamenti fondamentali 345
- sistema ISO 340
tolleranze generali
1
- ipoidi 574 - cilindriche 546
- primitive 570
- profili 570
- quotatura 577
- coniche 547
- elastiche 551
- - ad intagli 553
- dimensionali 351
- geometriche 472
- indicazione 473
I
- rappresentazione 576 spline 46,644 tolleranze geometriche 413
ruote di frizione 570
ruote oziose 570
stampanti 50
stereolitografia 258
- classificazione 417
- di forma 436 I
ruotismo 571 stozzatura 251 - di oscillazione 467
- epicicloidale 572 strumenti di misura 277
superfici piane 108
- generali 472
- indicazione 418
- per pezzi non rigidi 473
I
supporti 580
- sui profili 464
sviluppi di solidi 147
- cilindri 151
- coni 152
tomografia computerizzata 632
tornitura 240
I
trafilatura 223
saldature 607
- classificazione 610
- rappresentazione 612
- poliedri 147
- raccordi di condotte 153
tranciatura e punzonatura 228
trasmissione
- del moto 569
I
687I
----1
- flessibile 578
- positiva 579
vite 379,483
- senza fine 575 I','#:.
- rapporto di 570 viti
Whitworth. Vedi filettature
-rigida 570 - a testa cilindrica 498
- a testa esagonale 497 wireframe 629
trattamenti termici 618, 623
tratteggio 133 - a testa quadra 501
- a testa svasata 499
- antimanomissione 506
- autofilettanti 504
- da legno 505
- da saldare 492 zigrinatura 244,558
- designazione 497
UNI36 - di pressione 48.L .
unificazione 36 - estremità 485
unità di tolleranza 343 - mordenti 483
- prigioniere 489
- rappresentazione 530
- senza testa 489,500
- teste 487
- - esagonali 490
viste parziali 109 - tipi unificati 494
viste raccorcia te 109 voxel 633
12. Il concetto di coassialità
II" gli errori e le tolleranze
13. Tolleranze geometriche generali
14. Tolleranze per pezzi non rigidi
469
472
473 I
1. Gli errori nei pezzi costruiti 333
tffi.·=··-·•
2. Le tolleranze dimensionali e il controllo tra due linùti 334
3. Tipi di accoppiamento
4. Sistema ISO di tolleranze e accoppiamenti
5. Tolleranze generali
336
340 Esercizi
Le tolleranze geometriche
nei sistemi di disegno assistilo 475
477
I
351
6. Accoppiamenti nel sistema ISO
7. Serie e catene di quote tollerate
8. Finiture superficiali e rugosità
353
358
361 gli organi
I
di collegamento filettati
f !i\M-./-1
Creazione
-"Eserciz(
____·-
di simboli e blocchi
- --- -- - · - - --- ---
368
371 1. Viti e bullonI
2. Inserti filetta ti
·4g3·
506
I
3. Dadi 508
11 i collegamenti filettati
4. Rosette
5. Classi di bulloneria
6. Dispositivi anti svitamento spontaneo
512
517
517
I
7. Il disegno degli organi di collegamento filettati 530
1. I collegamenti smontabili 379
.csel'cizf-- - ------- . - - - -- .. - ---s31·---1
2. I collegamenti filettati 379
3. Sistemi di filettature 383
4. Lavorazione delle filettature
5. Rappresentazione degli elementi filettati
6. Tolleranze per filettature
393
398
404 11 i collegamenti smontabili
non filettati I
w.~~a
lo rappresentazione aule-natica
Esercizi
dei collegamenti filettati 407
410
1. I collegamenti albero-mozzo
2. Chiavette e linguette
3. Spine e perni
535
536
545
I
4. Accoppiamenti scanalati 554
5. Altri collegamenti
6. Chiavette trasversali
7. Anelli di sicurezza ed arresto
558
559
560
I
1:r le tolleranze geometriche
Esercizi 566
1. Generalità
2. Il principio di indipendenza
413
416
I
altri componenti delle macchine
3. Cfassificazione delle tolleranze geometriche
4. Indicazione delle. tolleranze geometriche sui disegni
5. Interdipendenza fra dimensioni e forma
6. Riferimenti
417
418
421
425 1. Premessa 569
I
7. Tolleranze di forma 2. Trasmissione del moto rotatorio 569
8. Tolleranze di orientamento
9. Tolleranze di posizione
10. Tolleranze sui profili
436
442
447
464
3. Supporti e cuscinetti
4. Tenute e guarnizioni
5. Molle
580
587
591
I
11. Tolleranze di oscillazione 467 Esercizi 596
689
I
-----'
·1 r-: collegamenti permçanenti F· la modellazione solida.
Le· L
I 1. Premessa
2. Collegamenti forzati
3. Chiodature e rivettature
603
603
603
1. Introduzione
2. I sistemi di rappresentazione dei solidi
3. La modellazione solida parametrica
629
630
634
607 4. Il rendering: la rappresentazione fotorealistica 636
I 4. Collegamenti saldati
5. Caratteristiche delle saldature
6. Rappresentazione delle saldature
7. IncoUaggi
610
612
614
5. Interfacciamento tra i sistemi
di prototipazione rapida
6. Le curve parametriche
CAD e le macchine
642
642
I Esercizi 615
f-fu.4..pLospazio corto e lo spazio modello
Esercizi
647
658
I rif'
1111.l~J
materiali
per costruzioni meccaniche
AEPPEN?.ICE
le tolleranze secondo lo normolivo americano
1. Premessa 617 .
I 2. Acciai
3. Ghise
4. Leghe leggere
618
622
623
,:'.
I E:%·'--fillo
stampo con Autocod 626
Esercizi 678
Esercizi 628
I studio di complessivi
Esercizi 679
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i Indice analitico
Riferimenti bibliografici
683
682
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I L'Editoreringraziasentitamente
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