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EMILIOCHIRONE

STEFANOTORNINCASA

disegno tecnico
industriale
2

"
EDIZIONI

il capitello
. -- -- ---·· - ···-·-····--·--

CAPITOLOUNDICESIMO

I
' gli errori
e le tolleranze
I
".
(ad es. l'usura degli utensili, la presen- limite ammissibili, la cui differenza, in
za di vibrazioni, la disomogeneità del valore assoluto, costituisce la tolleran-
materiale in lavorazione, ecc;) i pezzi za. In altre parole la tolleranza corri-
ottenuti presentano dimensioni e for- sponde all'erroreconsentitonellacostm-
GLIERRORINEI me reali che si discostano da quelle zio11edi mzpezzo.
PEZZICOSTRUITI Per questi motivi occorre precisare nel
ideali. · Bisogna quindi definire l'attitudine
all'impiegodegliorganimeccanici,preci-
Le -quò.te o dimè11§To11rnominali àsse- · -disegno i li,niti entro i quali sono ac- -sandd nel disegno, oltre la dimensio=
gnate dal progettista ad un pezzo cettabili le inesattezze dimensionali, e ne, anche l'errore ammissibile; l'erro-
meccanico sono riferite a superfici questo dipende dalla funzione che de- re può verificarsi, come si vedrà, non
geometriche ideali, la cui esatta realiz- ve assolvere il pezzo. Fissare la varia- solo sulle dimensioni, mà anche sulla
zazione non risulta possibile neppure zione ammessa tra la dimensione no- geometria e-sulie posizioni relative
ricorrendo a lavorazioni di grande ac- minale e quella reale, significa accetta- delle superfici degli organi meccanici;
1
,?,Jcurate?:za ~ prec!§ione. I~fat~, a èausa re_c~e ogni di1:J1ensioneprefissata non
i degli errori dimensionali e di forma sia realizzata rigorosamente ma, per
per questo motivo è opportuno classi-
ficare gli errori in: - ·
originati dalle condizioni di lavoro rispondere al suo scopo, è sufficiente
- errori dimensionali, cioè deviazioni
1 delle usuali lavorazioni meccaniche che sia contenuta entro due dimensioni
delle dimensioni reali da quelle nomi-
nali
- errori geometrici, cioè deviazioni
delle superfici reali da quelle nominali

Gli errori geometrici si possono a loro


volta classificare in (fig. 1):
- errori macrogeometrici, çioè scosta-
menti delle superfici dalla forma e
dalle posizioni geometriche ideali
- errori microgeometrici, provocati
dall'azione degli utensili; affinché gli
accoppiamenti dei pezzi rispondano
alle esigenze di intercambiabilità e,
sopportando le condizioni di attrito e.
d'usura, si mantengano precisi e fun-
zionali perlungo tempo, si è reso ne-·
cessario definire non solo i limiti di-
mensionali e geometrici, ma anthe il
grado di finitura delle superfici. Le ir-
regolarità microgec,metriche superfi-
ciali, costituite da una successione di
creste e valli di piccolissime dimensio-
ni, vengono definite come rugosità.

Quando vari pezzi devono essere con-


nessi tra loro per formare un meccani-
smo si deve tener conto, nei calcoli dei
/
333

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0.7 0.9 1.1 · I


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.

Tolleranze in mm -------

- - I
'I
Fig. 2. Utilizzandole "tolleranze,
si conferisceal pezzo la caratteristicadi Fig.3. Variazionedelcostodi produzioneinfunzione ddl'am11ir::.a
essereintercambiabile,cioèsi rendepossibilela sua sostituzionecon 1111 dellatolleran:a.l,r 1111pezw i11 cui sianopresentidit•ersetoller1111:e
pazo di ricambiosenza alcunaopera:.iouedi aggi11~taggio sulle parti da il costoè legatoallapirin-s/rittim.
accol'piare.
costi di lavorazione, anche della ope- pezzo, e viene stabilita dal progettista merico costituente la quota, permette
razione di montaggio (fig. 2), che vie- in base a crfteri di economicità e fun- di ritenere idonei per l'uso cui sono
ne condizionata anche dagli errori pri-
ma definiti. · - -
L'accoppiamento di due o più parti
·-
zionalità, tenendo presente che il costo
di produzione cresèe in"inimièià espo.:·
nenziale con l'aumentare della preci-
.~e~tinati~tutti gli alb~_ricon. un dia~e-.
tro effettivo non inferiore a 29,9, e non
superiore a 30,l mm. Queste due quo-
I
può essere ottenuto seguendo due sione richiesta (fig. 3). Pertanto le di- te rappresentano il limite inferiore e
metodi fondamentali. mensioni limite sono stabilite in base superiore del campo di tolleranza in
alla considerazione che ciascun pezzo cui si ammette possa variare il diame-
a) Aggiustaggio:i pezzi da accoppiare soddisfi pienamente alle condizioni tro degli alberi.
sono adattati uno per uno al momento poste da un corretto montaggio e da L'operatQre addettQ.al collaudo a val-
del montaggio. Questo sistema è uti- un regolare funzionamento e che si le della macchina non deve necessa-
lizzato ormai solo nella produzione di cercherà di produrre al minor costo riamente misurare il diametro degli
pochi pezzi, in casi particolari, perché possibile. alberi, ma gli basterà accertare che la
richiede manodopera specializzata,
tempi lunghi e quindi costi elevati.
b) Intercambiabilità:per i pezzi che do-
quota da collaudare cada all'interno
del campo di tolleranza ad essa asse-
gnata, utilizzando.uno strumento di
I
vranno essere accoppiati si scelgono collaudo molto semplice. Un collaudo
tolleranze tali che uno qualsiasi dei
pezzi prodotti possa essere accoppia-
to con un altro qualsiasi fra i pezzi
di questo tipo è chiamato anche collau-
do a due livelli, e da un punto di vista
intuitivo, può essere assimilato al con-
I
che costituiscono il lotto; le dimensio- LETOLtERANZE trollo del livello dell'olio di un auto-
ni limite scelte sono cioè tali che an-
che nei casi più sfavorevoli il montag-
gio non richieda operazioni supple-
DIMENSIONALI
E
IL CONTROLLO
mobile (fig. S)~infatti, ancbe in questo
caso, l'operazione di verifica del livel-
lo dell'olio non si propone di misurar-
I
mentari di aggiustaggio manuale, pur TRADUELIMITI ne la quantitàeffettivamentecontenu-
rimanendo funzionale il meccanismo
risultante.
ta nel motore, ma solo di accertareche
Eseguendo durante la produzione il il livello effettivo non sia superiore al I
controllo dimensionale dei pezzi, si massimo oppure inferiore al minimo
L'attribuzione delle tolleranze rappre-
senta quindi la tecnica sulla quale si
basa la produzione in massa o in serie,
verifica che il pezzo abbia la caratteri- consentito.
. stica di essere intercambiabile; questo I due livelli incisi sull'astina rappre-
controllo è detto collaudo tra due limi- sentano i limiti superiore ed inferiore
I
e permette: ti fissi. · · del campo di tolleranza in cui può va-
1) la produzione dei singoli particola-
ri in luoghi e in tempi diversi;
2) la sostituzione senza difficoltà di un
Consideriamo il caso di una produzio- riare il livello dell'olio senza arrecare
ne di serie di alberi eseguita su mac- danni al motore, mentre l'astina è lo
chine utensili (fig. 4); l'impossibilità di strumento in grado di eseguire un
I
ottenere per tutti gli alberi prodotti il controllo tra due limiti.
pezzo, rotto o deteriorato dall'uso;
3) l'accoppiamento dei pezzi finiti
senza aggiustaggi.
diametro di 30 mm, ha indotto il pro- La definizione del campo di tolleranza
· gettista a prefissare un errore, sotto . e quindi quella del controllo tra due li-
1.·
forma di un campo di tolleranza di miti rende più semplici e meno costosi
La scelta della tolleranza è strettamen- "più o meno un decimo di mm"; que- i controlli durante la lavorazione in se-
te legata agli impieghi specifici del sta indicazione, aggiunta al valore nu- rie, consentendo l'uso di strumenti di
334
PEZZI ACCElTATI

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.....
.::._~~....

.."',,~:!~.d-t;~:1_;\>;
~. -
TI.
ZZI RECUPERA

··f~

d :>30,1

PEZZISCARTA11

-~ --- \lii Fig.5. A11cltc


il co11trollo
dellivelloddf'oliodi
d <29,9 1111autoè 1111
controllotra due limiti.
..,.
~

Fig. 4. Controllodel diametro degli alberi.

.. 1 Ve11gono accettatitutti gli albericondiametro


,m,presotra 29.9e30,1. Gli albericon dia-
1ctrominoredi 29,9 ve11go110scartati,me11-
r------------,

i
tre gli alberi co11diametrosuperiorea 30,l
osso110t$5ererecuperati.

· ontrollo detti calibri fissi, per cui si


veda anche il capitolo 9. 4.
,,Col calibro per esterni mostrato in fi-
~ ura 6 (calibrodifferenzialea forcella) è
ossibile controllare il diametro degli
alberini compreso tra 49,9 e 50,1 mm.
Efnfatti un lato del calibro ha un'aper-
11,ura uguale alla misura massima
(50,1) e viene chiamato latopassa.L'al-
tro lato ha un'apertura uguale alla mi- ~ ~
l ura minima consentita {49,9)e viene I
De> so,1 I 1 De<49.91 149.9< De< 50.1 I
hiamato lato non passa.La differenza Pezzi grandi da ripassare Pezzi piccoli da scartare Pezzi in tolleranza
tra le due aperture sarà ovviamente

l uguale alla tolleranza. Tutti gli alberi


he passano in entrambi i calibri sono Fig. 6. Controllodel diametrodeglia/berinicon un calibrodifferenzialeper esterni.
a scartare perché troppo piccoli. Tut-
ti gli alberini che non passano in nes-

E uno dei due calibri sono troppo gran-


i, ma possono essere recuperati. Infi-
e tutti gli alberini che passano nel la-
to passae non passano nel latonon pas-
~ possono essere accettati. .
ll~i solito per distinguere rapidamente
il lato passa da quello non passa, si
...adottanò due colorazioni diverse, ad
llesempio di color rosso il lato "non pas-
llsa"e azzurro il lato "passa" (fig. 7).
. Le considerazioni fatte per il controllo

l degli alberi, valgono per il controllo


dei fori, a condizione di usare un altro
tipo di calibro fisso differenziale, det- ... , .. ~ ··.tt ..
to calibro a tampone, costituito da
l due elementi cilindrici, realizzanti il
lato passa e non passa (fig. 8), corri- Fig. 7. Calibridifferenzialiper esterniaforcellae per internia tampone.
I~·-
I~,- I
:
(
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~
"' ."(~\ . .,,__:.. ~-./'> ....

I
.

d>D d<D
I
I
Fig. 9. Per il correttof1111zio11ame11to
dellacarriolala ruota viene montatacon interferenzae ~
l'alberocongi11oco 11ell'apposita
sede. ~

fil{~ Accoppiamento mobile-


Si verifichino dunque le condizioni da
I ..

soddisfare per ottenere un accoppia-


TIPI
DI ACCOPPIAMENTO
mento mobile, nel caso dell'accoppia-
mento dell'estremità dell'albero con i
I
supporti. La condizione di funziona-
Fig. B. Calibroper illtenria tampone.
Si analizzi il problema semplice di un
accoppiamento tra due elementi carat-
terizzati ciascuno da un apposito cam-
mento è, come già detto, che il diame-
tro del foro nel supporto sia sempre
maggiore di quello dell'albero. Ciò si
I
spondenti questa volta alle dimensio- po di tolleranza; 'sìvoglia montare una può ottenere prescrivendo diametri
ni accettabili rispettivamente minima ruota di una carriola su un albero (fig.
e massima. 9); la ruota è composta da una sede ci-
Si noti che i limiti delle dimensioni ac- lindrica a contatto con l'albero, chia-
nominali diversi (ma sempre-tenendo
conto dei valori massimi e minimi del-
le dimensioni reali derivanti dalle tol-
I
cettabili non sono necessariamente mata mozzo, e da una parte esterna leranze di lavorazione) oppure pre-
simmetrici rispetto alla dimensione che possiamo chiamare corona. Per ot-
nominale (ad esempio ± 0,1 o ± 0,5) tenere un corretto funzionamento del-
ma possono, sempre mantenendo il ri- la carriola, la ruota dovrà essere mon-
scrivere uno stesso diametro nomina-
le ed assicurarsi che assumendo op-
portuni valori per le dimensioni mas-
I
ferimento alla dimensione nominale, tata mediante forzamento sull'albero, sime e minime ammissibili la condi-
porsi anche entrambi con valori supe- e in questo caso si dice che tra albero e
riori o inferiori rispetto a questa (ad foro esiste un'interferenza, nel senso
zione di foro più grande dell'albero
sia sempre verificata.;! .
I
esempio le dimensioni accettabili po- che il diametro dell'albero dovrà esse- L'albero abbia ad esempio un diame-
trannò;porsi fra + 0,1 e·+_9,3o fra ~ 0,1., re un po' maggiore di quello del foro
e - 0,5,rispetto alla dime~i(?ne nomi--~ (accoppiamento fonnto o stabile). L'al-
. nale assegnata). (;iò saràampiamente ~bero·a sua volta dovrà essere libero di
tro nominale di 10 mm con un campo
. di tolleranza di 0,3 mnfche'preveda
una dimensione massima di 10 e una
I
illustrato più avanti~'.::'·.\ . ·· _ ruotare nell'apposita sede, cioè il dia- dimensione minima di 9,7 mm. Per il
.. ·-~-Nell'esempio proposto si fa riferimen- metro effettivo dell'albero a montag-
to ad una quota nominale di un foro gio eseguito dovrà essere sempre mi-
di 45 mm, ed un campo di tolleranza nore del corrispondente diametro del
foro del supporto si preveda una di-
mensione massima di 10,3 e una mini-
ma di 10,1, con una tolleranza quindi
I
definito dagli scostamenti Oe 25 mi- foro. L'accoppiamento in questo caso di 0,2 mm (fig. 10).
cron, impressi rispettivamente sul la- si chiamerà mobile, o libero, con giuo- Il giuoco risultante può assumere un
to passa e non passa. co (o gioco). gran numero di valori numerici in
336
funzione delle effettive dimensioni as- mm e al foro il valore di 10,1 mm, ri- Accoppiamento
su~te dall'albero e dal foro all'interno spettivamente corrispondenti ai valo- con interferenza
cJèlproprio campo di tolleranza; esi- ri massimo e minimo consentiti dai ri-
~fono però due ,·alari limiti, detti ri- spetti\'i campi di tolleranza, si otterrà Si supponga di voler bloccare la ruota
/ttettivamente di massimo e minimo il minimo valore della differenza tra i sull'albero. La condizione funzionale
: ;, ~uoco. ; due diametri, cioè: in questo caso è che il foro sia sempre
10,1 - 10 = 0,1 mm di dimensi0ni inferiori all'albero.
fconfigurazione di massimo giuoco. Con un albero di diametro minimo
,-Plccoppiando l'albero di minimo dia- In queste condizione, sia l'albero che uguale a 20 mm e diametro massimo
., metro, cioè di 9,7 mm, con il foro di il foro sono in una condizione di 111ns- di 20,3, il foro del mozzo della ruota
10,3 mm, si ottiene il massimo valore si1110materiali:consentito . abbia un campo di tolleranza di 0,2
. ·.~ d_el!a differenza dei due diametri, Riassumendo, l'accoppiamento tra un mm, con diametro minimo di 19,7 mm
c10e: albero ed un foro risulta sempre di ti- e diametro mnssimo di 19,9 mm {fig.
1
1 10,3-9,7 = 0,6 mm
, , · Questa condizione {albero al minimo
po mobile, se la dimensione minima 11). Anche in questo caso è possibile
· del foro è maggiore di quella massima individuare, tra tutti i possihli accop-
dell'albero per cui: piamenti con interferenza, due possi-
l diametro e foro al massimo diametro) bili configurazioni.
i rappresenta una condizione che pos-
siamo chiamare di minimo materiale.
a) le zone di tolleranza albero-foro 11011
risultano soprapposte neppure pnrzinl- Configurazione di massima interfe-
.me11te, renza.
Configurazione di minimo giuoco. b) la zona di tolleranza del foro è sem- Accoppiando un albero di 20,3 mm ed
IAssegnando all'albero il valore di 10 pre superiore n q11ellndell'albero. un foro di 19,7 mm, si ottiene il massi-

ACCOPPIAMENTO CON GIOCO

I
v_!,__ fu.
~ --
-,~*~ ...
· .
1
...·_r._;'._'.;t_~·-· ,:lassimo
1'
materiale

~ Gioco minimo= Dmin-


tolleranza dm,ax = 10.1-10 = 0.1
I==::=1=Fo~t~"~iiiCT
... r~;:=_.l~~:J/I
I tolleranza .és: !,:,;
i
.,_,
(S)~,'----' (S)
~ =
'

I Gioco massimo= Dmax - dmin = 10.3- 9.7 = 0.6

I Fig. 10. Realizza=ione dell'accoppiamento congiuocotra l'alberoed il supporto.L'accoppia111e11to


due elementisoddisfanodue condizioniessenziali:
alberoforo11011risultanoparzialmenteso,•rnpposte
a) le ;:onedi tollerm,::.a
risultasempredi tipomobilese le tolleranzedei

b) la zonadi tolleranzadelforo è sempresuperiorea quelladell'albero.

I
ACCOPPIAMENTO CON INTERFERENZA

I
I ~
Interferenza massima = dmax - Dmin = 203-19.7 = 0.6·--

·1 ~[LI"1
& & --. -- -' - . ~
"~1
~
., •. lS,) ~

I ~/, Interferenza minima= dmin - Dmax = 20-19.9 = 0.1

. .
I Fig. 11. Realizzazione
dell'accoppiame11to
con interferenzatra /'alberoe la ruota.L'accoppia111e11to
elementisoddisfanodue condi;;ioniesse11zinli:
a) le zone !ti tolleran:aalbero-foro11011risultanoparzial111e11te
sot1rnpposte
risultasemprebloccatose le tolleranzedei due

b) Inzonadi tolleran:adelforo è sempreinferiorea quelladell'albero.

I 337
I
I
ACCOPPIAMENTO INCERTO

·I
Parziale sovrapposizione
delle tolleranze dell'.ilbero
e ùel foro ~
Interferenza max = dmax - Dmin = 20.3 - 20. l = 0.3

<':lEJ
~
~I
·---~!~ T T
~
~
· ,iI

Fig.12.111qm•stocasol'accoppiamentoè i11i:er/o perchéa secondadelledimensionieffettiPeassunte dai due elementi nel montaggio,può i•erificar-
si sia gi11ocoche interferenzatra l'alberoe la ruota. Le zone di tol/erm1zasono parzialmentesovrapposte.
I
mo valore della differenza tra i due
diametri, e quindi la condizione cii
mozzo sull'albero. Riassumendo, l'ac-
coppiamento risulta sempre bloccato
Configurazione di massima interfe-
renza.
I
massima interferenza: con interferenza se la dimensione
20,3 - 19,7 = 0,6 mm
In queste condizione, sia l'albero che
il foro sono in una condizione di mas-
massima del foro è minore di quella
minima dell'albero, per cui:
Si ottiene accoppiando l'albero di 20,3
mm ed il mozzo di 20 mm, ottenendo
l'interferenza:
I
a) le zone di to1leranza albero-foro 11011 20,3 - 20 = 0,3 mm
simo materiale consentito.
C.:o.nfigurazione di minima interfe-
risultano sovrapposte neppure parzial- Queste sono le condizioni di massimo
mente materiale I
renza. b) la zona di tolleranza dell'albero è Configurazione di massimo giuoco.
Assegnando invece all'albero un dia-
metro di 20 mm ed al foro un diame-
tro di I 9,9 mm corrispondente al mas-
sempresuperiorea quelladelforo. Accoppiando l'albero di 19,9 mm ed il
foro di 20,4 mm, si otterrà la condizio-
ne di massimo giuoco:
I
simo valore ammesso dal campo di Accoppiamento incerto 20,4-19,9 = 0,5 mm
tolleranza, si ottiene un accoppiamen-
to caratterizzato dalla condizione di
minima interferenza:
Esiste una· terza possibilità di accop-
piamento, oltre a quelli già indicati,
Queste rappresentano le condizione . '
di minimo materiale per l'albero ed il
foro. La condizione di accoppiamento
I
20-19,9 = 0,1 mm che può essere definito incerto,in cui incerto si verifica quando si ha una
Questa condizione rappresenta l'albe-
ro ed il foro in una condizione di mi-
può verificarsi nel montaggio sia il
giuoco che l'interferenza.
parziale sovrapposizione dei campi
di tolleranza dell'albero e del foro.
I
nimo materiale. Se consideriamo infatti il caso di un al- Nella realtà produttiva si tende a pro-
Se il valore dell'interferenza non è
molto elevato, si può ricorrere ad un
forzamento mediante una pressa, che
bero con un campo di tolleranza tale
da comportare un diametro minimo di
19,9 ed un diametro massimo di 20,3,
durre sempre nelle condizioni di mas-
simo materiale, òoè si cerca di asporta-
re dal pezzo lo stretto necessario di ma-
I
produce una deformazione elastica ed un mozzo con un foro di diametro teriale eccedentefino ad entrarenel campo
del foro; se invece i valori dell'interfe- minimo 20 e diametro massimo 20,4, di tolleranza(ad asportare di più si fa ..
renza sono elevati, si deve operare con si ottengono anche in questo caso due sempre in tempo!). Per questo motivo
un riscaldamento che dilata il foro e il possibili configurazioni estreme deri- è possibile affermare che un accoppia-
conseguente raffreddamento determi- vanti dalle dimensioni limiti ammesse mento incerto è quasisempreun accop-
na un ritiro e quindi il serraggio del (fig. 12). piamentocon interferenza(ved.riquadro)
I

.338
nitedimensioni realiin quantodipendono dallecondizioni e daglistrumenti
numero di misura,tuttaviaaglieffettipraticisi potràugualmente parlaredi quote
pezzi• realiconfrontabiliconquellenominali.
I Supponendo di costruire
certadimensione nominale
zionepergruppidi dimensioni
ungrannumerodi pezzipercuiè prescritta
e procedendo poiallaloromisurae classifica-
realisi potràconstatare
una

in generecheil
maggior numero di pezzi. hadimensioni iotomoal valoremediodellatolle-
I ranzaprescritta, secondo unadistnòuzione
tabileconla notacurvaa campana
eccessivamente in questocamposi possono
statistica

tuttavia
normale (rappresen-
o di Gauss,fig.A).Senzaaddentrarsi
farealcuneconside-
razioniche,a livelloqualitativo, possonoaiutarea comprendere alcuni
I dimensioni aspettilegalialletolleranze.
zionedi tolleranze
ciòcostituisce unaumento
Inprimoluogosi puòosservare
ristrette(±a) aumenta il numero
di costichesi ricollega
chela prescri-
di pezzidascartaree
allamaggior accuratez-

I .
Fig. B. La r1duz1pne
v,ceversa).
. . ,.
d~ll11~teroallo
.
dz accett«:-
. .
10ne_zn_torno_al
c~ntral~provocauna "d'.,z'.onedel numerodi pezzi r,tenutzvalidi (e - tabilimentrepuòpeggiorare
zadilavorazione (fig.B).Analogamente si osserva
v~l~re. leranzaoltrecertilimiti(±b) noninfluiscemoltosulnumero
funzionamento.
notevolmente
·'
chel'aumento
le condizioni
· ··
dellatol-
di pezziaccet-
di montaggio.o
·.. ·'

I Si prendaorain esameil possibile


rappresentatiin figuraC, di diametri
contaliquotenominali
accoppiamento

il pernodovrebbe
fraunpernoedunforo,
nominalirispettivamente
facilmente scorrere
20,1 e 20,2:
nelforo,ma

·1
·,

- ·.. ....{
~
n ..Eezzi
. , . ~ .j
-.-.-.-.-.fl1.-....---.- ~1~1
- . ~,-_
n. pezzi
~ !
· considerando
Si supponga
scostamenti
i possibili

massimi
scostamenti
chele dimensioni
di± 0,2 rispetto
za0,4)e quindiè possibile stabilire
dataliquotelecosecambiano.:
realisianodistribuite
al valorenominale
laprobabilità
in modonormalecon
: -:

(cioècontolleran-
diaveregioco,cioèunfo-
rodi diametro maggiore delperno,prendendo a casounperno·edunforo:
,.
·:1··'~ ... Perno
, si vedecherestringendo opportunamente il campodi tolleranza (contutte
. q.
:~-1?- cÒQS~guenze_gi~ V.i~te)_si abbiain_pr~li_c~.1~-c~rtezza delgioco.Sela
.. stessacertezza(o in alternativa la stessaproliaoilifa) srvoglionoavere·:

ì.,·;;~
Foro
;;,contolleranzepiùampieè necessario intervenire sulla_quota nominale:
• (spostando quindile curve).·:.,~i;::-:.;18:fi:.:ci'-J#ài-i~e,;':.;'h:.~-i.:\i1:r-.
·.. Spesso vatenutoin considerazione un•altrofattore;_dal momentQ,che, CO->,;
.. :.:·..:;: ~. -----.--. -.-. -..-..-.-.-.-.-.-. -- ..-. ----.--. -. -.-~/'.-me"s'è"detto,la tendenza in fabl:Ìricaìiòne è versòle"élimensroni di massi~'
.Fig. _c. Il numer_o
ze, s1presentad1strtb111to
d! al~e:zOfo.n, per I q~ialtsianopresC;ztte, tol_lera~-l- ~ mo·materiale
normalmentem talecampodi vanazwne..·f.1.:-,.•.• • · - . . • . • ••
(ctieconsentono e
il reci.iperò-dègli "aiberr iròppo''granélf dei .
• · • ..... , ..... · .., ~-., ,•. "' , -a.··. · ..·,
••,'.*:,"c'~:r.,-~f::c
··" · .. · - , .· s; • • --~-·-',,,._ ~-~c.-_. ,·,,. - .·· ,, .· ··.·::;.:. •.tt1·fon troppop1ccoh), 11numerodeipe~t costruititendep1uttostQ,v~rso que'.,,
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-
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\ ·{p1ò.u_l!a (avoraz1orie parttcola,rm!!_,:ite pr_eç1sa P?~~-~9 .~9a_ !!'.agg19~e
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diametri 1-----:-::-~i,c,=n',:~~~,...:fQj=.:ro;:.._..., ~:.~~n~~I~, ~i pe~iJ~lorri~~tY~~9r2 è~}l!~~J,~;:m~~tr~J~~i}~~9~t~~~!·f
20.4perno ·1.~·!)ore_prec1s10ne; purrestandonel1,m1te.della tol!~ran~a_preseritano_una :~
~ (!làggi~re dispersione'deivalorid_ène: ~irfie.,:isiò!:)J~_quind\'lin1fèt1rvi(pJù)ift
andamento •'1)iattita(fig E)..-.fe.,;r.;;.,,:,, ~è<--r!..~h,1-
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::,:.1--
.._:,y~_nt;_:c.:IJfP'f~t'::"~J.~:\t
-~·1_. . -~~~;_;

numero
perni

I 339
SISTEMAISO
DI TOLLERANZE
E ACCOPPIAMENTI
La tolleranza è dunque parte integran-
!

-11 -
--·--------- . - e,:; - . -------------
~ fÈ
é5i"
I
--
te della definizione di un oggetto: la ALBERO
l
FORO
sua importanza e i suoi valori si sono
evoluti nel tempo, in stretto collega-
mento con il progresso tecnologico,
I
che da una parte consente, e dall'altra
richiede, più stretti confini alla varia-
bilità delle quote.
Con l'evoluzione dell'industria e lo Fig. 14. Lnquo/a nominaleè ugualeper w1 alberoed 1111foro.
I
sviluppo degli scambi a livello inter-
nazionali, è stato necessario sviluppa-
re un sistema di tolleranze oggettivo e _ de gioco, oppure bloccato con interfe- Definizioni
di validità generale, in grado di rea- renza più o meno forte) da raggiun-
I
lizzare ogni tipo di accoppiamento tra gersi con tale aggiustaggio, così che in Si precisa il significato di alcuni termi-
due pezzi, e tale da essere pienamente pratica anche la precisione ottenibile ni adottati nella normativa.
rispondente a tutte le svariate esigen- era per lo più lasciata alla capacità de-
- Dimensione è il numero che esprime,
I
ze applicative. gli operatori.
Per trovare delle definizioni precise Nel 1926 compaiono le tabelle UNI nell'unità scelta, il valore di una lun-
non possiamo retrocedere oltre gli an- che introducono i gradi di lavorazio- gl1ezza;quando è scritta su un disegno
.. ni '20. Anche in precedenza l'esigenza ne extrapreciso, preciso, medio e gros_. è-chiamata quota.La·dimefisi6ne·effél-
tiva è quella realizzata nell'esecuzio-
I
di stabilire limiti minimi e massimi al- solano con vari tipi di accoppiamento
le quote ammissibili di un pezzo era pieno-vuoto: nel 1941 si hanno infine ne di un pezzo e viene determinata
sentita, ma non si trovano indicazioni le codifiche delle tolleranze ISA, con il mediante misurazione.
a disegno ed erano previsti per lo più concetto a.i albero base e foro base tut-
- Dimensionenominaleo quota nomina-
I
sovrametalli di lavorazione, che ri- tora validi, pur con diverse modifiche,
chiedevano successivamente aggiu- nelle definizioni ISO attuali.
le, è il valore di riferimento per una
staggio a mano, e condizioni di accop- Il sistema di tolleranze· stabilito a li- data dimensione e rappresenta la quo-·
piamento (mobile con minimo o gran- vello internazionale dalla ISO e ac- ta ideale che il progettista vorrebbe
I
cettato in Italia dalla UNI con le ta- realizzare. Dalla dimensione nomina-
belle UNI ISO 286/1-2 (che hanno so- le derivano le dimensioni limite appli-
stituito le UNI 6386 e 6387), è un in- cando le tolleranze secondo esigenze
sieme di tolleranze e di scostamenti di economicità e funzionalità (fig. 14).
I
Foro
Albero
unificati, e di accoppiamenti tra fori - Dimensioni limite, massimae minima,
ed alberi. sono le due dimensioni estreme am-
I due termini/oro ed alberovanno in- missibili di un pezzo entro le quali (di-
I
tesi in modo generico, e possono in- mensioni estreme comprese) deve tro-
dicare due pezzi che devono essere .varsi la dimensione effettiva (fig. 15).
collegati rappresentanti un vuoto ed
un pieno; in altre parole, con i termi- - Dimensione nella condizionedi massi-
I
ni generici di albero e foro si designa- mo materiale:appellativo assegnato ad
no anche la dimensione esterna o una delle due dimensioni limite che
quella interna dello spazio, contenu- corrisponde alla condizione di massi-
to o contenente, compreso tra due mo materiale dell'elemento, cioè la di-
I
facce (o piani tangenti) parallele di un mensione massima di un elemento
pezzo qualunque, come ad esempio esterno quale un albero e la dimensio-
nel caso di una linguetta (prisma a se- ne minima di un elemento interno
I
zione rettangolare) e delle corrispon- quale un foro.

Albero
Foro
denti cave nell'albero e nel mozzo
(fig. 13). - Dimensionenellacondizionedi minimo
Per semplificare si può dire che le di- materiale: appellativo assegnato ad
I
mensioni misurabili esternamente so- una delle due dimensioni limite che
no di tipo albero, quelle misurabili in- corrisponde alla condizione di mini-
ternamente di tipo foro. mo materiale dell'elemento, cioè la di-
Tutte le dimensioni definite in questo mensione minima di un elemento
I
Fig. 13. I termini alberoeforo possonoessere sistema; come anche ogni misura in-
esterno quale un albero e la dimensio-
ancheriferitialle dimensioniesterneo interne dustriale, sono riferite alla temperatu-
dei pezzi, anchenon cilindrici. ra di 20° C.
ne massima di un elemento interno
quale un foro. I
340

I -- -· -- --------- -----------------------=----

I - Scostn111e11to
è la differenza algebrica
tra una dimensione (effettiva, massi-

-
condizioni di massimo materiale ma, ecc.) e la dimensione nominale
corrispondènte.
I I t ~ .;'-.\···0-_""
i
!
"-"...:. I •
/'~/////;
I
T

l
.I
- Scost11me11to superioreè la differenza
algebrica tra la dimensione massima e
.. -= ~1 ------------- la dimensione nominale corrispon-
., r X
"
I !:J j~1-=
<"O
r
- - - ----------
~
i E -· . . E dente. Lo scostamento è indicato (dal
·; i .:! È francese ècart) con Es per i fori e con es
'-=
·"'j ] ALBERO FORO ~ i5 !5 per gli alberi.
' '
I
IL---------'
Fig. 15. Le dimensionilimiti massimee minimi!si otte11go110
applica11do
-
le tollera11ze
pnvisll'.
- Scostn111e11to inferiore,è la differenza
algebrica tra la dimensione minima e
la dim_ensione nominale corrispon-
dente. E indicato con Ei per i fori e con
ei per gli alberi.
- Li11endellozero:nella rappresentazio-

I~---------, ne grafica delle tolleranze e degli ac-


coppiamenti (fig. 16) è la linea retta
rappresentante la dimensione nomi-
nale (che ha scostamento zero) ed alla

I quale Yengono riferiti gli scostamenti


e le tolleranze. Per convenzione la li-
nea dello zero è tracciata orizzontal-
mente, e quindi gli scostamenti positi-
.I LINEA DELLO ZERO

<
vi sono al disopra e gli scostamenti ne-
gati,-~ial disotto. · · - ·- ·····
Gli scostamenti limite possono essere
"2< indicati dopo la .quota nominale e con
I ~ un altezza di carattere minore, scri-
vendo in nito lo scostamentosuperioreed
in bassoquelloinferiore.
.
I ~-Tolleranza è la differenza tra la di-
mensione limite massima e quella li-
mite minima; in altri termini è la dif-
ferenza algebrica tra lo scostamento
I ALBERO A superiore e quello inferiore; la tolle-
ranza è quindi un valore assoluto,
senza segno. Una tolleranza del siste-

I ma di tolleranze ISO unificate è chia-


mata tolleranza fondamentale e vie-
ne indicata col simbolo IT (che vuol
dire Intemational Tolerance).
I Tenendo presente le definizioni date,
si può scrivere per i fori:
IT= Es-Ei
Es= 1T+ Ei
Ei = Es-lT

e per gli alberi:


IT=es-ei
es=IT+ei
ei = es-IT

La figura 17 mostra il caso di l:ln ac-


coppiamento tra un foro, un albero in-
dicato con A ed un albero indicato con
B. Il diametro nominale è lo stesso per
il foro e gli alberi; gli scostamenti li-
Fig. 16. La tolleranzaè per definizionela differenzatra le due dimensionilimiti. miti e le tolleranze determinano gli ac-

341

I
.·-_~----1
coppiamenti con gioco o interferenza.
La tolleranza per l'albero A può esse~
I
re calcolata con:
IT =es- ei =- 0,045 - (- 0,070) =0,025
FORO

~I I
per l'albero B:
IT =es - ei =+ 0,050 -
e per il foro:
0,025 =0,025
UNEA DELLO ZERO I
1T= Es- Ei = 0,020 - (- 0,039) = 0,059
I + I
Dal punto di vista grafico, è utile rap- ~i
presentare la zona di tolleranza con
un rettangolo la cui altezza rappre-
senta il valore della tolleranza espres-
~l
----------~-- :;;:, .. ---
~i I
so in micron; le distanze dalla linea ;1
dello zero dei due lati orizzontali del
rettangolo rappresentano gli scosta-
menti, positivi al di sopra e negativi
ALBERO A
I +00:?<l
D= 60 -o.o;• I
al di sotto. ALBEROB
Lo schema semplificato di figura 18 è
sufficiente per uno studio dell'accop-
piamento. Ovviamente la larghezza
-O.OH
d = 60-0070
+0.P~
d = 60 •0.015
I
dei rettangoli non ha alcun significato
per la rappresentazione
ranze.
Nel sistema ISO di tolleranze,
delle tolle-

per
po-
I
ter soddisfare tutte le necessità sia per Fig.17. Esempiodi accoppiamento.
i pezzi isolati sia per gli accoppiamen-
ti, è previsto per ogni dimensione no- pezzo con un dato grado di precisione
I
minale un totale di 20 gradi di tolle- si ottengono variazioni maggiori sulle +
ranze normalizzate che definiscono dimensioni maggiori, ed err~ri quan-
l'ampiezza della. z~na di tol_leranzae titativamente più piccoli sulle dimen-
qufndi la qualità o la precisione della sioni minori. Ad esempio con una la- ~
E
::1. I
lavorazione. Di questi 20 gradi, 18 (de- vorazione meccanica, con asportazio- :i
E o
signati con le le sigle da ITl fino ad ne di truciolo, di media precisione si
IT18) sono di uso generale, e due gra- hanno errori di 0,4 mm su una dimen-
di (ITOed IT0l)"vengono utilizzati in sione di 10 mm, ma errori di 2 mm sul-
.s
...
tX ~~~'\....~ I
casi particolari. la dimensione di 1 metro.
Inoltre è prevista una gamma disco- I valori arrotondati dei gradi di tolle-
stamenti (chiamati scostamenti fon- ranza normalizzati da IT1 a IT18 sono Fig. 18. Rappresentazionesemplificatadelle
damentali) che definiscono la posizio- riportati in tabella I. I gradi di tolle- zonedi tolleranza.
I
ne della zona di tolleranza rispetto al-
la linea dello zero. La posizione della
zona di tolleranza viene designata con Scostamento inferiore (Ei, ei)
I
una o più lettere maiuscole per i fori (corrispondente allo scostamento fondamentale)
(da A fino a ZC) e da una o più lettere
minuscole per gli alberi (da a a zc).
Tolleranze e scostamenti sono stati
Zona di tolleranza I
unificati per le dimensioni fino a 3150
mm. +
Tolleranza
dimensionale
I
Grado di tolleranza
normalizzato
Il grado di tolleranza normalizzato .,
(indicato in precedenza col termine e
o ..
qualità) varia con la dimensione nomi-
nale in quanto esprime l'ampiezza
dell'errore tollerato che certamente è
·rr.r:
e e
e, ·-
EE
B g
I
più elevato su dimensioni maggiori e
minore su dimensioni minori.
È evidente che quando si lavora un Fig. 19. Glielementidellarappresentazione
semplificata.
I
342
I
... ·-.~- _,

I Dimensione
nominale
mm
GRADIDI TOLLERANZANORMALIZZATI

IT1 IT2 IT3 IT4 IT5 IT6 IT7 IT8 IT9 IT10 IT11 IT12 IT13 IT14 IT15 IT16 IT17 IT18
Dimensione
nominale
Gradidi tolleranze
normalizzate
Tolleranze

I oltre finoa

-
3
3
6
0,8 1,2 2
1 1,5 2,5 4
3 4
5
µm
6
B
10
12
14
18
25
30
40
48
mm
60 0,1 0,14 0,25 0,4 0,60 1
75 0,12 0,18 0,3 0,48 0.75 1,2
-
1,4
1,8 oltre
mm

lino a
IT01
I
tolleranzaµm
ITO

I 10
18
6 10 1
18 1,2 2
30 1,5 2,5 4
1,5 2,5 4
3 5
6
6
8
9
11
13
9 15
18
21
22
27
33
36
43
52
58 90 0,15 0,22 0,36 0,58 0,9 1,5 2,2
70 110 0,18 0,27 0,43 0,7 1,1
84 130 0,21 0,33 0,52 0,84 1,3 2,1
1,8 2,7
3,3
-
3
6
3
6
10
0,3
0,4
0,4
0,5
0,6
0,6
30 50 1,5 2,5 4 7 11 16 25 39 62 100 160 0,25 0,39 0,62 1 1,6 2,5 3,9

I 50 80 2
80 120 2,5 4
3 5
6
8
10
13
15
19
22
30
35
46
54
74 120 190 0,3 0,46 0,74 1,2 1,9 3
87 140 220 0,35 0,54 0,87 1,4 2.2 3,5
4,6
5,4
10
18
30
18
30
50
0,5
0,6
0,6
0,8
1
1
120 180 3,5 5 B 12 18 25 40 63 100 160 250 0.4 0,63 1 1,6 2,5 4 6,3 50 80 0,8 1,2

I 180 250 4,5 7


250 315 6
315 400 7
B
9
10
12
13
14
16
18
20
23
25
29
32
36
46
52
57
72 115 185 290 0,46 0,72 1,15 1,85 2,9 4,6
81 130 210 320 0,52 0,81 1,3 2,1 3,2 5,2
89 140 230 360 0,57 0,89 1,4 2,3 3.6 5,7
7,2
8,1
8,9
80
120
180
-
120
180
250
1
1,2
2
-
1,5
2
3
400· 500 B

I
10 15 20 27 40 63 97 155 250 400 0,63 0,97 1,55 2,5 4 6,3 9,7 250 315 2,5 4
500 630 9 11 16 22 32 44 70 110. 175 280 440 0,7 1,1 1,75 2,8 4,4 7 11 315 400 3 5
'
630 800 10 13 18 25 36 50 BO 125 200 320 500 0,8 1,25 2 3,2 5 B 12,5 400 500 4 6
800 1.olJ 11 15 21 28 40 56 90 140 230 360 560 0,9 1,4 2,3 3,6 5,6 9 14
1,0lJ 12'0 13 24
• Tnb. ll. Valori ,r,rmericidelle to/lcmn::efo11-
18 33 47 66 105 165 260 420 660 1,05 1,65 2,6 4,2 6,6 10,5 16,5
12'0 lflll 15
dn111e11tnli
dei gmdi di tolleranzaIT01 e ITO.
21 29 39 55 78 125 195 310 500 780 1,25 1,95 3,1 5 7.8 12,5 19,5
1flll 2DlJ 18 25 35 . 46 65 92 150 230 370 600 920 1.5 2,3 3,7 6 9,2 15 23

I 2DlJ
2Sl)
2Sl)

l1SJ 26
22 30
36 . .?0
41 55
68 - 96
78 110 175 280 440 700 1100 1,75 2,8 4,4
135 21(1_330 540 860 13501-2.
1 3,3- 5,4
Tab. I. Valorinumerici del grado di tolleranznnormalizzatoIT per dimensioniminori di 3150
7 11 17,5 28
8;6 13,5 21 · 33 -

111111.

Gradi
di tolleranza IT1 IT2 IT3 IT4 IT5 IT6 IT7 IT8 IT9 ITtO IT11 IT12 IT13 IT14 IT15 IT16 IT17 IT18
normalizzati
,-

Moltiplicare
; per 2· 2,7" 3,7" 5• 7 10 16 25 40 64 100 160 250 400 640 1000 1600 2500

I • Soloperdimensioni
9a 500a 3150mm.

Tab. III. Formuleper ottenerele tolleranzefondamentalida IT1 a IT18.

I ranze ITOe IT01 previsti fino alle di-


mensioni nominali di 500 mm, sono
dia geometrica è calcolata per conven-
zione tra 1 e 3 mm, cioè D = 1,732 mm.
tra 500 e 3150 mm l'unità di tolleranza
è calcolata con la formula:
riportati in tabella Il. Per le dimensio- Si avrà allora: i= 0,004D + 2,1
1 ni nominali maggiori di 500 mm, i va-
lori dei gradi normalizzati da ITl a
ITS sono dati a titolo sperimentale; i
ITOl = 0,3 + 0,008D
ITO = 0,5 + 0,012D
La tabella III riporta le formule per il
calcolo delle tolleranze fondamentali
gradi di tolleranza normalizzati da da ITl fino ad IT18.
I IT14 a IT18 non devono essere utiliz-
zati per dimensioni minori od uguali
a 1 mm. I valori sono espressi in mm
ITl = 0,8 + 0,020D

Non ci sono formule per i gradi IT2,


Ad esempio, se si vuole calcolare il
grado di tolleranza normalizzato IT7
per il gruppo dimensionale da 18 a 30
IT3 ed IT4 poiché i valori delle tolle-
per i gradi da 12 in poi, altrimenti so- mm, si calcola prima la media geome-
l no in micron.
Per semplicità, i valori riportati dalle
norme {\Onsono stati calcolati separa-
ranze corrispondenti a questi gradi
sono stati ripartiti approssimativa-
mente in progressione geometrica tra
trica D:
D = V18 x 30 = 23,238
i valori di ITl ed IT5.
I tamente per ciascuna dimensione no-
minale, ma ·per gruppi di dimensioni
nominali e sono riferiti alla media
I valori delle tolleranze fondamentali
corrispondenti-ai gradi da IT5 fino ad
IT18 per le dimensioni nominali fino a
L'unità di tolleranza corrispondente è:
i = 0,45 X ~ + 0,001 X 23,238=
geometrica (D) delle dimensioni estre- = 1,307
500 mm sono determinati in funzione
1 me (D 1 e D2) del gruppo considerato,
cioè:
D = VDI X D2
dell'unità di tolleranza i, calcolata
mediante la formula (stabilita empiri-
camente dopo diverse esperienze):
Utilizzando la tabella III, per le di-
mensioni fino a 500 mm, per ottenere
il grado IT7 bisogna molfiplicare

I Nella prima fascia·di dimensioni nomi-


nali (inferiori od uguali a 3 mm) la me-
i= 0,45 X v'5 + 0,001D
Per le dimensioni nominali comprese
l'unità di tolleranza per 16:
m = 16i = 1,307X 16 = 20,92 = ?1 µ.111
343
I
Occorre notare che, a partire dalla
qualità 6 i valori delle tolleranze sono
Grado
ditolleranza
Classeditolleranza Lavorazioni
meccaniche
corrispondenti
~----
1
Applicazioni
in p,rQ_gressionegeometrica con ragio- normaliuato Alberi Fori Alberi Fori Alberi I Fori
ne V10; vale a dire la tolleranza è mol-
tiplicata per 10 ogni volta che si passa
da una qualità a quella di 5 gradi su-
ITI • IT4 I
Lavorazione Lavorazione
conmacchine conmacchine
speciali speciali
Lavorazioni di precisione
di strumentidi misura,
calibri,blocchetti
di riscontro
periore. Tale regola è utile per estra- rettifica di pezzi
Lavorazioni
polare i valori di gradi 1T al di sopra
di IT18. Ad esempio:
ITS

IT6
extrapreciso

preciso extrapreciso
rettifica

rettifica
I speciale

rettifica
deslinatiadessereaccoppiati

Lavorazioni
di pezzi
IT20 = IT15 X 10 = 640i X 10 = 6400i destinati
adessereaccoppiali

La figura 20 mostra la rappresentazio-


ne schematica di alcuni gradi di tolle-
IT7 preciso·medio preciso fornitura
I
rettifica
alesatura
tornitura
Lavorazioni
destinati
di pezzi
adessereaccoppiati

ranza per le dimensioni del gruppo 1TB medio medio alesatura Lavorazioni
di pezzi
tornitura
tra SOe 120 mm; nella rappresentazio-
ne grafica delle tolleranze la qualità ·è
quindi raffigurata dall'altezza del ret-
IT9
medio-
grossolano
medio-
grossolano
tornitura
trafilatura
I tornitura
alesatura
tornitura
trapanatura
destinati
adessereaccoppiati

Lavorazioni
destinati
di pezzi
adessereaccoppiati
tangolo che rappresenta la zona di tol-
leranza.
La tabella IV mette in corrispondenza
IT10
medio-
grossolano
medio·
grossolano
lomilura
trafilatura

Lavorazioni
I alesatura
tornitura
trapanatura
_grossolane
Lavorazioni
di pezzi
destinaliadessereaccoppiali

Pezzinondestinati
i gradi di tolleranza con alcune appli- IT11 grossolano grossolano di stampaggio
o fusione adaccoppiamenti
conaltripezzi
cazioni e le lavorazioni meccaniche
corrispondenti.
Le qualità da 1 fino a 4 sono normal-
IT12
molto
grossolano
mollo
grossolano
Lavorazioni
di stampaggio
I
grossolane
o fusione
Pezzinondestinati
adaccoppiamenti
conaltripezzi
mente usate per calibri o pezzi di al-
tissima precisione (fig. 21); quelle da 5
a 11 corrispondono alla precisione ot-
-tenibile con le normali lavorazioni;-
ITl3

·1T14• IT18
molto
grossolano

mollo
motto
grossolano

mono·
..__
Lavorazioni
I
grossolane
di stampaggio
o fusione

·1avorazioni9rossolarie
Pezzinondestinati
adaccoppiamenti
conaltripezzi

--Pezzinondestinali
grossolano grossolano distampaggio
o fusione adaccoppiamenti
conaltripezzi
quelle dalla 12 in poi corrispondono a
tolleranze di pezzi ottenuti con lavo-
razioni sempre più grossolane e quin-
di su pezzi non destinati ad accoppia-
Tnb. IV. Corrispondenzadel gradodi to/ler1111za
ni tipiche. I
normalizzatocon le lavorazionie le applicazio-

menti con altri componenti. QUALITA' O AMPIEZZA DELLATOLLERANZA

1:i:~~---~~~-:_-~!"!"'~_-'.-r,i-j
=1 ......:···-~,~•r•;;•;~;·,;:•,._.if-
I .

=
1...4 5...10
I 11...18

I
Fig. 20 Altezza in micron dei gradi di tolle-
I
rmzzndel gruppodimensionale80-120mm.
Strumenti
di precisione e misura
Lavorazioni
alle macchine utensili
I Lavorazioni grossolane:
fucinatura, stampaggio, fusione

La posizione delle tolleranze


nel sistema ISO Lavorazione

Lappatura
4 5 --
6 7 I
Gradoditolleranza
normalizzato
8 9 -- . 10 11

La posizione della zona di tolleranza


Aellificatura
cilindrica
rispetto'alla linea dello zero è definita
da uno dei due scostamenti, scelto
convenzionalmente, che viene detto
Aellificatura
Brocciatura
Tornitura
perpiani
I
scostamentofondamentale;il suo valore
dipende dalla dimensione nominale.
Il sistema ISO prevede 27 posizioni,
designate da una lettera maiuscola per
Alesatura
Fresatura
Trapanatura
I
-I
Tranciatura
i fori e minuscola per gli alberi.
Formatura- stampaggio
La figura 22 mostra la rappresentazio-
ne grafica delle posizioni previste, in Fig.21. Gradidi tolleranzaottenibilicon le lai.'Ora::.ioni
meccmziche.

344
-1 ----- ------

I cui per i fori le tolleranze sono indivi-


duate da scostamenti inferiori Ei per

I
le posizioni da A ad H, mentre per le
posizioni da K a Zc gli scostamenti
fondamentali sono quelli superiori
uA

(fig. 23); la posizione H è quella in cui

I
]l
lo scostamento fondamentale inferio-
re è nullo. Per quanto riguarda gli al- Il
beri, vengono definiti come scosta-
menti fondamentali quelli superiori es El Buuu
I per le posizioni da a a h, e quelli infe-
riori ei per gli alberi da k a zc (fig. 24).
!::: LJLJIlLi LJ 11K M i',; p
~oDLJE
~o~:++--+'+---------=-'-'-.;-;..n~,.,...-',--'-~-=~=~=='-+rt--
Linea dello zero
L'albero h ha lo scostamento superio- EF FFGG H I rllnnRsT
re nullo. ~ J Il nnnUvz
Yz ES
ffliGli scostamenti fondamentali js e JS. ~ JS nnnnnAZB
,
~ prescrivono una ripartizione simme-
trica del grado di tolleranza normaliz- ] nf
1 zato rispetto alla linea dello zero (fig.
25); di conseguenza per js:
~ - IT
a) Fori (clementi interni)

es= ei = -

I e perJS: 1T
ES= El= -
2

2
ei

I La tabella V indica i valori arrotondati


degli scostamenti fondamentali per :::
Cl

I
-
gli alberi e la tabella VI per i fori.
Dall'esame delle tabelle, si possono
fare le seguenti osservazioni.
B
E
"'
8
C/l
i
js

I Per quantoriguardagli alberi(fig. 26):


1) le pòsizioni j sono previste solo per
le qualità 5, 6, 7 e 8 e fino a ?00 mm;
b) Alberi (elementi esterni)

.a

I
gli alberi j8 sono previsti solo per le
dimensioni fino a 3 mm;
2) le posizioni k hanno lo scostamento
n
fondamentale superiore e positivo per
le dimensioni da 3 a 500 mm e per i
I gradi da 4 a 7; per tutti gli altri gradi e
dimensioni lo scostamento inferiore è Fig. 22. Rappresentazioneschematicadegli scostamentifondamentali;per convenzione,losco-
stamentofondamentaleè quellochedefinisceil limite più vicinoallalineadellozero.
uguale a zero;

1~-------,
Scostamenti da A a H Scostamenti da K a ZC Scostamenti da a a h Scostamenti da k a ZC

I (per i gradi di tolleranza


minori od uguali a 1TBcon
scostamento K e classe
di tolleranza MB)
~es
I ei
es l
I- ei

~
I',
-~

El= scostamento fondamentale ES = scostamento fondamentale es =scostamento fondamentale ei =scostamento fondamentale


positivo negativo negativo posith·o
ES= El+ lT El= ES-IT ei=es-lT es=ei+lT

Fig. 23. Scostamentiperfori. Fig. 24. Scostamentiper alberi.


w ~~e~
~ ~~~?"' SCOSTAMENTI es
SÙPERIORI ' i SCOSTAMENTI
INFERIORI
el
E:~~:-:: DIMENSIONE
~~J~
)
NOMINALE
r,.2 IT4 fino a IT3
==
..,

Er0~5
•.n
i'J"è; à ;-
0 mm
..
GRADIDITOLLERANZA:
tutti eIT5 I
IT6 IT7 ITS a e sopra
IT7 aIT7
GRADIDITOLLERANZA:
tutti . ~--. . r
::;._;;=à ~ r
, a ~ :::!.
oltre fino a a1) . b1) e cd d 'e ef f lg g h Js2) I k l m n p r s t • u V y z za zb zc
""=:: .... X
ij; I:: ~ i= - 31) -270 -140 -60 -34 -20 -14 -10 -6 -4 -2 o -2 -4 -6 o o +2 +4 +6 + 10 +14 + 18 + 20 +26 +32 +40 +60
lit!:~~
"'=t~~ a
3 6 -270 -140 -70 -46 -30 -20 -14 -10 -6 -4 o -2 -4 +1 o ' + 4 +B +12 + 15 +19 +23 + 28 +35 +42 +50 +80
.,, - .... -25 -18 -13 -8 o o
::,.._, 0-c.,, 6 10 -280 -150 -80 -56 -40 -5 -2 -5 +1 +6 + 10 + 15 +19 +23 +28 + 34 +42 + 52 +67 + 97
~F=!§~ 10 14 + ,:o +50 +64 +90 + 130
~ ~ ~~ 14 18 -290 -150 -95 -so -32 -16 -6 o -3 -6 +1 o +7 + 12 + 18 +23 +28 + 33
+39 + 45 +60 + 77 + 108 + 150
:Q -· èS ....
01
~ -"'
i=~- 18
24
24
30
-300 -160 -110 -65 -40 -20 -7 o -4 -8 +2 o +8 + 15 + 22 +28 + 35
+41 +47 +54 + 63 + 73 + 98 + 136 + 188
+41 + 48 + 55 + 64 + 75 + 88 + 118 + 160 + 218
~~~:i.
-i!:3~; 30 40 -310 -170 -120
-so o o + 48 + 60 +68 + BO + 94 + 112 + 148 + 200 +274
a e::~ 40 50 -320 -180 -130
-80 -25 -9 -5 -10 +2
'
+9 +17 +26 +34 + 43
+ 54 + 70 +81 + 97 + 114 + 136 + 180 +242 + 325
~::::: ~~~
l:j-.,,
50 65 -340 -190 -140
-100 -60 -30 -10 o -7 -12 +2 o
+41 t 53
+ 11 +20 +32 +43 + 59
+ 66 +87 + 102 + 122 + 144 + 172 + 226 + 300 + 405
65 80 -360 -200 -150 + 75 + 102 + 120 + 146 + 174 + 210 + 274 + 360 + 480
§ ~~-~ 80 100 -380 -220 -170
!::
+ 51 + 71 + 91 + 124 + 146 + 178 + 214 + 258 + 335 + 445 +585
::i:::~ -
-120 -72 -36 -12 o is -9 -15 +3 o +13 +23 +37
~ ~~f
:::s"""·
r,:, 0
100 120 -410 -240 -180 e:
I!! + 54 + 79 + 104 + 144 + 172 + 210 +254 +310 + 400 + 525 + 690
~-~~;: 120 140 -460 -260 -200
o
i'6 o
+ 63 + 92 + 122 + 170 + 202 + 248 +300 + 365 + 470 + 620 + 800
~ ~ §'-== 140 160 -520 -280 -210 -145 -85 -43 -14 -11 -18 +3 + 15 +27 +43 + 65 + 100 + 134 + 190 + 228 +280 + 340 + 415 + 535 + 700 + 900
a -. --.!.
...
.._-::i·· 160 180 -580 -310 -230 .g + 68 + 108 +146 + 210 + 252 +310 + 380 +465 +600 + 780 + 1000
;;· ~--g I!!
180 200 -660 -340 -240 C)
+ 77 + 122 + 166 + 236 + 284 + 350 + 425 + 520 + 670 + 880 +1150
~-i§·
ag~ 200 225 -740 -380 -260 -170 -100 -50 -15 o a;"'!!! -13 -21 +4 o +17 +31 +50 + BO + 130 + 180 + 258 +310 + 385 +470 +575 + 740 +960 + 1250
:! §" IA 225 250 -820 -420 -280 ..,
..Q + 84 + 140 + 196 + 284 +340 + 425 + 520 + 640 + 820 + 1050+ 1350
~::
,... ~
~
:il 250 280 -920 -480 -300 > + 94 + 158 + 218 +315 +385 +475 + 580 + 710 + 920 + 1200+ 1150
§- ?=! 280 315 -1050 -540 -330
-190 -110 -56 -17 o ....
= -16 -26 +4 o + 20 +34 + 56
+ 98 + 170 +240 +350 +425 + 525 + 650 + 790 + 1000 + 1300+ 1700
~- 315 355 -1200 -600 -360
e:
§? + 108 + 190 +268 + 390 + 475 +590 + 730 +900 + 1150 + 1500+ 1900
~ -210 -125 -62 -18 o -18 -29 +4 o + 21 +37 + 62

~,N
~ 355 400 -1350 -680 -400 .g + 114 + 208 +294 +435 + 530 + 660 + 820 + 1000+ 1300 + 1650+2100
.
i§ 400 450 -1500 -760 -440 + 126 + 232 +330 + 490 + 595 + 740 + 920 + 1100+ 1450 + 1850+ 2400
=- 450 500 -1650 -840 -480
-230 -135 -68 -20 Q -20 -32 +5 o + 23 + 40 +68
+ 132 + 252 +360 + 540 + 660 + 820 + 1000+ 1250+ 1600 +2100 + 2600
= 500 560 + 150 +280 +400 +600
I 560 630 -260 -145 -76 -22 o
~
ti
Il
o o , + 26 + 44 + 78
+ 155 + 310 +450 + 660
l. 630 710
710 800
-290 -160 -80 -24 o E..,Cl>
o o + 30 +SO + 88
+ 175 + 340 +500 + 740
+ 185 + 380 +560 t 840
[
.;·
800 900
900 1000
-320 -170 -86 -26
'in
o rn8 o o +34 + 56 + 100
+ 210 +430 +620 + 940
+ 220 +470 +680 + 1050
.;- I
1000 1120 I + 250 + 520 + 780 + 1150
§ 1120 1250 ' -350 -195 -98 -28 o o o •+40 +66 + 120
+260 + 580 +840 + 1300
~
1250 1400 +300 + 640 +960 + 1450
~ -390 -220 -110 -30 o ,O o +48 + 78 + 140
~- 1400 1600 +330 + 720 + 1050+ 1600
;;i 1600 1800 + 370 + 820 + 1200+ 1850
=· 1800 2000
-430 -240 -120 -32 o o o i +58 + 92 +170
+400 +920 + 1350+ 2000
l.., 2000 2240
2240 2500
-480 -260 -130 -34 o o o +6B + 110 + 195
+440 + 1000+ 1500+ 2300
+460 + 1100+ 1650+ 2500
~
2500 2800 + 550 + 1250+ 1900+ 2900
6"
2800 3150
-520 -290 -145 -38 o o o + 76 + 135 +240
+ 5B0 + 1400+2100 + 3200
~ flJfl
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DIMENS,
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El ' '
INFERIORI
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SCOSTAMENTI
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-1'li : fino oltrelinoa oltre llnoa lire llnoa
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.: GRADIDITOLLERANZA:
lutti ·., :·,''.~ IT6 m ,,Ta a 1TB 1TB GRADIDITOLLERANZA
SUPERIORIA IT7
§ ~§
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- ::s ::-: 3
3 +270 + 140 +60 +34 +20
6 +270 + 140 + 70 +46 +30
+ 14 + 10 +6 +4 +2
+20 + 14 + 10 +6 +4 o +5 +6 + 10 .-1+A -<l+A
-2 --4 --4
-4 -S+t\ o
+6
+ 12
-10
-15
-14
-19
-18
-23 -28
-26
-35
-32
-42 -50 -80
ro ;;;ass ~ 6 10 + 280 + 150 +80 +56 o o -28 -34 -42 -67 -97
~ln~ ~~ + 40 +25 + 18 + 13 +8 +5 +5 +8 + 12 -1+A 4!+A 43 10+t\ + 15 -19 -23
-
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10 14 -40 -so -64 -90 -130

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~i:" .;:·!! 18 24
i-- ,__ - - -41 -39
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§"~
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24
30
30
+300 + 160 + 110

40 +310 + 170 +120


+65 +40

- +20 +7 o ·+ 8 + 12 +20 -2+A -S+A -8 -15+A o -22 -28 -35 - -41


-48
-48 -55
-60 -68
-64
-80
- 75 -88
-94 -112
-118
- 148
-160 -218
-200 -274
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t~ ;;-~
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§"'3
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40
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50 + 320 + 180 + 130
65 +340 + 190+ 140
80 +360 +200 + 150
100 +380 +220 .:170
+80 + 50

+ 100 +60 -
i--
+ 25

+30
i--

+ 10
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o
o
+ 10 + 14 +24 -2+.I

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-11+4
-9 -17+A

-11 -20+A
o
o
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-
-26

-32
-34

-,41
-43
-43

-53
-59
-54
-66·
-75
-70 -81
-87 -102
-102 -120
-97
-122
-146
- 114 -136
-144 -172
-174 -210
-180
-226
-274
- 242 -325
-300 -405
-360 -480
80
.. -51 -71 -91 -124 -146 -178 -214 -258 -335 -445 -585

- '* -
~
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100 120 +410 +240 +:180 + 120 +72 +36 + 12 o !::: + 16 +22 +34 -3+4 -13+4 -13 -23+A o -37
-54 -79 - 104 - 144 -172 -210 -254 -310 -400 -525 -690
~~ ~~
a;: Si!-= 120 140 +460 +260 +200 ~
l!
e
~ -63 -92 -122 -170 -202 -248 -300 -365 -470 -620 -800
~~ ..S;!_ 140 160 +520 +280 +210 + 145 +85 +43 + 14 o i + 18 +26 +41 -3+A -15+4 -15 -27+A o i!! -43 -65 -100 -134 -190 -228 -280 -340 -415 -535 - 700 -900
~ El
gj !S
:::-.~
~ ;;'
~ ••
--
0
~
160
180
200
180 +580 +310 +230
200 + 660 +340 +240
225 + 740 +380 +260 + 170 + 100
- + 50 +15 o
'6
-8
I!
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~ + 22 +30 + 47 -4+4 -17+A -17 -31+t\ o .,i


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~ -
-50
-68
-77
-80
-108 -146
-122 -166
-130 -180
-210 -252
-236 -284
-258 -310
-310
-350
-385
-380 -465
-425 -520
-470 -575
-600
-670
-740
-780 -1000
-880 - 1150
-960 -1250
QJ I
N- -
225
250
250 + 820 +420 +280
280 + 920 +480 +300 i--
i!!
5!
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~
.. -
~
-84 -140 -196
- 158 -218
-284 -340
-315 -385
-425
-475
-520 -640
-580 -710
-820
-920
-1050 -1350
-1200 -1550
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... +25 -94
i
=-: ~
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i[_
....
!il
~
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280
315
355
400
315 + 1050 +540 +330
355 + 1200 + 600 +360
400 + 1350 +680 +400
450 + 1500 + 760 +440
+ 190 + 110

+210 + 125 -- +56

+ 62
+ 17

+ 18
o =
o
e:

i
+36 + 55 -4+4

+ 29 +39 +60 -<l+A

~IN+33 +43 +66


-20+4 -20 ;..34+A

-21+4 -21 -37+A


o
o
E
g
~
il!
-
-56

-62
i'6 --68
-98
-108
-114
-126
-170 -240
-190 -268
-208 -294
-232 -330
-350 -425
-390 -475
-435 -530
-490 -595
-525
-590
-660
-740
-650 - 790
-730 -900
-820 -1000
-920 -1100
-1000
-1150
-1300
-1450
-1300 -1700
-1500 -1900
-1650 -2100
-1850 -2400
i
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=-:
!ii
t..
i[_
~
450
500
500 + 1650 + 840 +480
560
+230 + 135

- +68 + 20 o
+I

..
-5+4 -23+!,, -23 --40+t\ o '6
il!
O> - -132
-150
-252 -360
-280 -400
-540 -660
-600
-820 -1000 -1250 -1600 -2100 -2600

- -
Il
+260 + 145 + 76 o o -26 -44
§
!::l 560 630 +22 ~
i.. --'-- 78 -155 -310 -450 -660
;1 ~ 630 710 lii E -175 -340 -500 - 740
~-
6:
!!:
-e
i:
710
800
800
900
+290 + 160

- +80 + 24 o
I -- o -30 -50 8
§
~
-
-88
- 185
-210
-380 -560
-430 -620
-840
-940

!""
[
::,

~
""'
~

~
900
1000
1120
1000
1120
1250
+ 320 + 170

+350 + 195 -
I-
+ 86

+ 98
+26

+28
o
o
i---
o
o
-34

-40
-56

-66
-100
--120
--
-220
-250
-260
-470 -680
-520 - 780
-580 -840
-1050
-1150
-1300
=-: 1250 1400 -300 -640 -960 -1450
I>

i
J
:i.
~
l';

§-
1400
1600
1800
2000
1600
1800
2000
2240
+390 +220

+ 430 +240
+ 110
-+ 120
-+ 130
-+30

+32
o
,-.-

o
-o
-o
o -48

-58
-78

-92
-140

--
-170
-330
-370
-400
-440
-720 -1050
-820 -1200
-920 -1350
-1000 -1500
-1600
-1850
-2000
-2300 ..
:::-. +480 + 260 +34 o -68 -110 -195
"'
~
gì 2240 2500
- i-
-460 -1100 -1650 -2500
::,
2500 2800 -550 -1250 -1900 -2900
I ~
VI 2800 3150
+520 +290 + 145 +38 o o -76 i -135 -240
-580 - 1400-2100 -3200

~
':I

,:.·.·
---------· -----
-------- -- I
'

3) la posizione tè prevista solo oltre le


dimensioni di 24 mm;
7) le posizioni a, b e c sono previste fi-
no a 500 mm, mentre gli scostamenti
2) la posizione K è prevista solo fino al
grado IT8; oltre IT8 è previsto fino alla
I
4) le posizioni v ed y sono previste ri- fondamentali a, b non devono essere dimensione di 3 mm. Inoltre per le di-
spettivamente da 14 a 500 mm e da 18
a 500mm;
utilizzati per dimensioni nominali mi-
nori o eguali a 1 mm.
mensioni fino a 500 mm è necessario
aggiungere al valore tabellato un va-
lore :l, ilcui calcolo sarà precisato più
I
5) le posizioni x, z, za, zb ·e zc sono pre- Per quantoriguardai fori (fig. 27):
avanti; .
viste fino a 500 mm;
6) le posizioni cd, ef ed fg sono previ-
ste fino alle dimensioni di 10 mm;
1) le posizioni Jsono previste solo per
le qualità 6, 7 e 8 e fino alle dimensio-
ni di 500 mm;
3) per le posizioni M ed N e i gradi
normalizzati fino a IT8, bisogna ag-
I
giungere il valore Il fino alle dimen-
sioni di 500 mm; inoltre lo scostamen-
to fondamentale N non deve essere
utilizzato per le dimensioni minori o
I
uguali a 1 mm nei gradi superiori a

Linea dello ·
IT8;
4) le posizioni da P a ZC per i gradi
minori o eguali a IT7 hanno gli stessi
I
zero

ei
scostamenti fondamentali dei fori con
gradi maggiori di IT7 a cui va aggiun-
to però il valore J.;
I
Albero Foro 5) la posizione T è prevista solo dalle
1T
2
dimensioni di 24 mm;
6) le posizioni V ed Y sono previste ri-
I
spettivamente da 14 a 500 mm e da 18

Fig. 25. Gli scostamentijs e JS.


aS00mm;
7) le posizioni X,.Z, ZA, ZB e ZGsono --
previste fino a 500 mm;
I
8) le posizioni CD, EF, ed FG sono pre-

h js
Scostamenti

k
viste fino alle di!l'ensioni di )O mm;
9) l~ posizioni A, B e C sono previste
I
fino a 500 mm, mentre gli scostamenti
fondamentali A, B non devono essere
utiÌizzati per dimensioni nom~ali mi-
nori o eguali a 1 mm.
es Gli scostamenti dei fori, fatta eccezio-
1 ne per gli scostamenti fondamentali
GradiK4K7 particolari già menzionati, sono sim-
ei 3mm < dimensione metrici, cioè uguali ma di segno op-
nominale !i 500mm posto, a quelli di ugual lettera degli
Tutti gli alberi.
altri gradi Il valore Il che compare nella tabella
VI, rappresenta la differenza
Fig. 26. Scostamentifondamentaliparticolarideglialberi. ITn - IT(n-1)

H JS K M N

Fig. 27. Scostamentifondamentali particolarideifori.

348
I tra la tolleranza fondamentale del
gruppo delle dimensioni nominali nel
me già visto durante la fase di laYora-
zione del pezzo, sarà impossibile assi-
2) una posizione nella quale il pezzo
può assumere un diametro effettivo
grado stabilito e la tolleranza corri- curare l'esatto valore della quota di 30 maggiore o minore di quello nomina-
I spondente nel grado più preciso im-
mediatamente superiore.
Ad esempio per il calcolo di ~ per P7
mm per tutti i pezzi del medesimo lot-
to, e quindi il progettista prescrive
una tolleranza fissando una posizione
le, in quanto il suo campo di tolle-
ranza si estende sia al di sopra che al
di sotto della quota nominale (po-
nel gruppo di dimensioni nominali da e un grado di tolleranza. sizione js).. ·
I 18a30mm:
il = 117 - IT6 = 21 - 13 = 8µ.m
La designazione di una tollernnza è
quindi fatta con:
3) una posizione del campo tale da dar
luogo ad una dimensione effettiva
- la dimensione nominale (ad esem-
I di conseguenza:
ES= - 22 + 8 = 14 µ.111
pio 0 30);
- una o due lettere che indicano la po-
sempre maggiore o uguale a quella
nominale (posizioni da k fino a zc).

sizione della zona di toller,mza rispet- L'ampiezza del campo di tolleranza è in-

I Gli scostamenti fondamentali riporta- to alla linea dello zero (ad esempio h);
ti nelle tabelle V e VI per gli alberi e · - una o due cifre che indicano il grado
per i fori sono calcolati con formule di tolleranza normalizzato (nd esem-
dicata dal numero e corrisponde al gra-
do di tolleranza normalizzato (tab. I).
Le tolleranze delle quote lineari pos-
particolari, riportate nella norma UNI pio 7). sono essere indicate o mediante il sim-
1286/1. bolo ISO, oppure mediante l'uso degli
scostamenti limite.
A parità di ampiezza del campo di tol- La figura 29 mostra il caso di un'indi-
Indicazione delle quote leranza si possono scegliere tre distinte cazione di una quota con la simbolo-
I con tolleranza posizioni rispetto alla quota nominale:
Nell'esempio di figura 28 la quota no- 1) una posizione del campo tale da dar
gia ISO. Nel caso di indicazione me-
diante gli scostamenti limite, gli ele-
menti della quota devono essere scrit-
minale dell'albero ha un valore di 30 luogo ad un.a dimensione effettiva ti, come si vede dalla figura 30, nel-
ti mm e rappresenta la quota ideale che sempre minore o uguale di quella no- 1'ordine seguente:
Il il progettista vorr~bbe r~ali~z~~~; co- _!IlinaJ~(posizioni da a fino a h). a} dimérisione nominale; -·
b) valori degli scostamenti limiti, scri-
vendoli uno sopra l'altro, con losco-
I - -I· .. - .-- stamento superiore sopra lo scosta-
mento inferiore, in modo da ottenere
sempre una differenza positiva. Gli

I L._--~----~Diametro 30@
scostamenti vanno indicati nella stes-
sa unità di misura della dimensione
nominale, cioè in genere in mm.
Se la tolleranza è disposta simmetri-
I camente rispetto alla dimensione no-
minale, il valore assoluto di ciascuno

"
dei due scostamenti deve essere scrit-

I Posizione della tolleranza


t • h f
Grado di tolleranza normalizzata
h6 h7 hB
to una sola volta, preceduto dal segno
±, come in figura 31.
Se uno dei due scostamenti è nullo, de-
ve essere indicato con O(fig. 32). È pos-
sibile in certi casi indicare contempo-
raneamente sia il simbolo ISO che gli
scostamenti limite; in tal caso questi
Fig.28. Sceltadellaposizionee delgradodi tolleranzanormalizzato. vanno indicati tra parentesi (fig. 33).

l - -

~
I· 40F7

-~
"-U.02
30! -0.05
~
30 :O.I

ig. 29. Indicazionedi tolleranzecon la sim- Fig. 30. Ordinedi scritt11ra:io11e


degliscosta- Fig. 31. Indicazionedi scostamenti simme-
ologiaISO. menti. trici

349
I
·--------------
-··-----·---------1•
I
:~
~

:I
w I

•I
I

Fig. 32. J111ticazio11e


di uno scostame11to
11111/0.-Fig. 36. Indicazionedi tolleranzesu quoteangolarico11gli scostame11ti
limite.

È possibile indicare la tolleranza sen-


za far riferimento alle norme ISO,
60'15' semplicemente indicando le dimen-
60'10' sioni limite massima e minima, come
indicato in figura 34.
In genere questa indicazione si utiliz-
za per tolleranze più ampie di quelle
tabellate nelle norme.
Quando la dimensione effettiva è li-
mitata in un solo senso, l'indicazione
del valore corrispondente deve essere
· · seguito dall'abbreviazione "max" b
"min" (fig. 35).
Per quanto riguarda le tolleranze sul-
Fig. 33. SimbologiaISO e scostamentilimite. Fig. 37. Indicazionedi tolleranzes11quotean- le quote angolari, è possibile us~re sia
golaricon le dimensionilimite. gli scostamenti limite (con le stesse
regole usate per le quote lineari, figu-
ra 36), oppure le dimensioni limite
(fig. 37).

a)

~ ~
~
+O.I
~--· ___ 5_3_~
2___ ,

Fig. 34. Indicazionedelle tolleranzecon due


dimensionilimiti.

b)

26

Fig. 35. La dimensione effettiva è limitata in Fig. 38. a) indicazionedelletolleranzecon quotaturasecondoil criterioA; b) indicazionedelle
un solosenso. tolleranzecon quotaturasecondoil criterioB. ·

350
I ·-·---------. -----------

I Le tolleranze seguono gli stessi criteri


di indicazione delle quote, cioè devo-
IT 7 e si trova 30 µm; poi si cerca nella
tabella VI il valore dello scostamento
malizzato inferiore a IT8, esiste la co-
lonna intestata P a ZC; nel caso nostro
I no essere scritte secondo uno dei due
criteri A o B (fig. 38).
La figura 39 mostra la determinazione
fondamentale per la lettera G: si trova
+ 10 µm e la tabella segnala che que-
sto è lo scostamento inferiore El; som-
IT = 6 e quindi dobbiamo usare i va-
lori di questa colonna.
In essa è indicato di prendere il valore
e la rappresentazione grafica delle tol- mando: corrispondente a P con grado maggio-
1 leranze. In questo caso la dimensione
nominale è compresa nel gruppo oltre
50 e fino a 80 mm (foro con dimensio-
ES = El + 1T = 10 + 30 = 40 J.LIII
re di IT7 (e.quindi -32, scostamento
superiore ES) e di aumentarlo di ù
(nel nostro caso, IT6 - ITS = 19 -13 ==
ne nominale D ==75 mm). si ottiene il valore dello scostamento -1 ==6).
I Per il foro con D = 75G7 si deve cerca-
re prima nella tabella I il valore della
tolleranza corrispondente alla qualità
superiore ES.
Per il foro con D = 75P6 nella tabella
VI si nota che, essendo il grado nor-
Allora il valore dello scostamento fon-
damentale è:
ES = - 32 + 6 =- 26µm
l~--~--- Si cerca poi il valore della tolleranza
corrispondente alla qualità IT 6 (vedi
tabella I) e si trova 19 µm. Applicando
1 le formule note si determina lo scosta-
mento inferiore: .
El = ES - 1T = - 26 - 19 = - 45 µm
I La tolleranza per definizione rappre-
senta la differenza:

I.. IT6 = ES - El= - 26 - (- 45) = 19µm

Procedendo come visto in figura 17 è


molto semplice verificare quindi le
I condizioni dell'accoppiamento ed il
valore dei giochi massimo e minimo,
delle interferenze, ecc. (fig. 40).

Fig. 39. Calcolodi tolleranzee scostamenti.

I nom. 030

I µm
TOLLERANZE
GENERALI
I : c.., ______________ I _m_in-+_,__P_6__,__
Le dimensioni di un pezzo sono molte
e se dovessero essere indicate tolle-
ranze su ogni quota occorrerebbe mol-
21 to tempo e la quotatura risulterebbe

I H7
i
7 1---------G_m_in-+---.---,
Gmax appesantita.
L'indicazione delle tolleranze sul di-
segno dovrebbe però essere completa
al fine di assicurare che le caratteristi-
_._ _g6__._,_
I 20'-:__________
che dimensionali e geometriche di tut-
ti gli elementi siano definite senza
informazioni sottintese o lasciate al
giudizio personale. D'altra parte per
I un gran numero di dimensioni risul-
tano accettabili gli errori ottenuti nor-
malmente dall'abituale grado di pre-

I cisione di officina.
Si stabilisce allora con quale grado di
precisione si intende eseguire la lavo-

I Fig. 40. È illustratoinfigura l'accoppiamento di un foro di tolleranzaHl conalberidi tolleran- razione e si fa riferimento ad una ta-
za g6 e p6 rispettivamente.La qt1otanominaleprescrittaè 30 mm. Gli scostamentifondamenta- bella che indichi quali sono le corri-
li e le ampiezzedelletollera11ze sonoricavatedalletabelle(ovviamenteperglialberile ampiezze spondenti tolleranze.
delletolleranzesono ugualimentrecambianole posizioni). La tabella UNI ISO 2768 stabilisce le

I 351
I
CLASSE
DITOLLERANZA SCOSTAMENTI
LIMITEPERCAMPIDIDIMENSIONI
NOMINALI
I
DesignazioneDenominazione
da0,5'1
fino a 3
oltre3
fino a 6
oltre6
fino a 30
oltre30
fino a 120
oltre120
fino a400
oltre400
fino a 1.000
oltre1.000
fino a 2.000
oltre2.000
fino a4.000
I
I fine ±0,05 ±0,05 ±0,1 ±0,15 ±0,2 ±0,3 ±0,5 - I
m media ±0,1 ±0,1 ±0,2 ±0,3 ±0,5 ±0,8 ± 1,2 ±2 I
e grossolana ±0,2 ±0,3 ±0,5 ±0,8 ± 1,2 ±2 ±3 ±4
I
molto
V
grossolana

1)perle dimensioni
nominali
-
-
±0,5

minoridi 0,5mm,lo scostamento


deveessereindicato
±1 ± 1,5

dopola dimensione
nominale
±2,5 ±4 ±6 ±8
I
Tab. VII. Scostamentilimiti (in mm) ammes-
si per dimensionilineari.
CLASSE
DITOLLERANZA SCOSTAMENTI
LIMITEPERCAMPIDIDIMENSIONI
NOMINALI
I
tolleranze generali per le dimensioni
line~_i:i_eda~g9lar_i,prive di jndicazio7. Designazione
- Denominazione -- da 0,5'1 flno·a3 - -- -oltre 3 fino à 6 -01tres -
I_
ni di tolleranza specifiche, ed indica
quattro classi di tolleranza o gradi di
precisione.
Anche in questo caso si sono suddivi-
I fine I
se le dimensioni in gruppi. Gli scosta- ±0,2 ±0,5 ±1
menti per quote senza indicazione di
tolleranza variano quindi secondo i
gruppi di dimensioni e in funzione
-
m
-
media
·-- - -·- - .. I
.

delle diverse classi di tolleranza. e grossolana


È chiaro che se su qualche elemento
sono richieste delle tolleranze più
strette, o più ampie di quelle generali, V
molto
±0,4 ±1 ±2 I
grossolana
esse devono essere indicate diretta-
mente sul disegno, subito dopo la re- 1)perledimensioni
lativa dimensione nominale. Per di-
nominali
minoridi 0,5mm,lo scostamento deveessereindicalodopola dimensione

mensioni minori di 0,5 mm gli scosta- Tab. VIII. Scostamentilimiti ammessi(in mm) per dimensionilinearidi smussi e raccordi.
nominale
I
menti vanno sempre indicati.
Le tolleranze generali non si applicano
alle dimensioni ausiliarie, indicate tra CLASSE DITOLLERANZA ...
SCOSTAMENTI
INMILLIMETRI,
LIMITEINFUNZIONE
DELLATOPIUCORTODELL'ANGOLO
DEICAMPIDILUNGHEZZA,
CONSIDERATO
Il
parentesi. Le tabelle VII, VIII e IX ri- .. ' ··-;:-·,--
portano i dati rispettivamente per le
dimensioni lineari, per smussi e rac-
cordi e per dimensioni angolari.
DesignazioneDenominazione 6noa10
·-
oltre10- ·
finoa SO
oHre50-'·
.....: .
' ··- oltre120 ·-oltre4DO
finoa 120 -.finoa 400
I
Se si usano le tolleranze secondo que-
ste tabelle, si devono riportare all'in-
terno o nei pressi del riquadro delle
iscrizioni l'indicazione UNI ISO 2768
I fine
± 1· ±0°30' ±0°20' ±0°10' ±0°5'
___
I
e la classe di tolleranza.
m media
AdeseÌnpio:
UNI ISO 2768 - m ± 1· ±0°10'
e grossolana ± 1°30' ±0°30' ±0°15'
L'applicazione delle tolleranze gene-
rali comporta i seguenti vantaggi: molto
V ±3" ±2· ± 1• ±0°30' ±0°20'
1) i disegni sono di più facile lettura grossolana
ed interpretazione;
2) il progettista risparmia tempo evi- Tab. IX. Scostamentilimiti ammessiper dimensioniangolari(si noti chegli scostamentiovvia-
tando calcoli dettagliati di tolleranze; mente diminuisconoall'aumentaredellalunghezzadi riferimento).

352
-I
I 3) il disegno evidenzia quali elementi
possono essere prodotti con il consue-
- verificare, mediante campionamen-
to, che il proprio livello di precisione
abituale non degradi.
Dr
.
.
.
to grado di precisione del processo;

I questo favorisce la qualità della pro-


duzione riducendo il livello dei con-
trolli; La tolleranza richiesta dalla funziona-
lità del prodotto è sovente più ampia
ACCOPPIAMENTI
NELSISTEMA
ISO
I 4) i restanti elementi, oggetto di talle-
ranze specifiche, nella maggioranza
dei casi, richiedono tolleranze relati-
della tolleranza generale prescritta.
Perciò la funzionalità del prodotto fi-
nito non è sempre compromessa se la
Gli accoppiamenti tra alberi e fori, le
cui dimensioni sono soggette a tolle-
vamente ristrette e quindi necessitano tolleranza generale è superata per ranze secondo il sistema ISO, vengo-

I di maggiori attenzioni durante la pro-


duzione. Questo aiuta la pianificazio-
ne della produzione e il controllo del-
qualche caratteristica del prodotto e
se questo soddisfa egualmente alle
esigenze di impiego. In definitiva, il
no designati indicando (nel disegno
dei gruppi e quasi mai nel disegno del
particolare):
la qualità; superamento della tolleranza genera- - la dimensione nominale, comune ai
I 5) l'ufficio acquisti può definire più fa- - le non dovrebbe dare origine allo scar- due pezzi
11 cilmente i contratti, conoscendo il livel- to del prodotto finito se la sua funzio- - i simboli che designano la tolleranza
lo di precisione abituale dell'officina. nalità non è compromessa. del foro e poi quelli relativi all'albero,
I Questi vantaggi sono realizzati sol-
tanto quando vi è sufficiente sicurez-
Per quanto riguarda le fusioni in ghi-
sa, acciaio e leghe di rame esistono
- delle norme che prescrivono sui getti
separando i due con una barretta obli-
qua o scrivendoli come una frazione.
Esempio:
za che le tolleranze generali siano ri- grezzi tolleranze generali dimensio- HB

1 spettate e quando il livello di precisio-


ne abituale dell'officina sia uguale o
più preciso delle tolleranze generali
nali, qualora non siano state esplicita-
mente indicate a disegno.
Tali tolleranze sono del tipo simmetri-
45 H8/g7 oppure 45 -
g7
Si noti (fig. 41) come l'indicazione re-

1 prescritte sul disegno.

L'officina dovrebbe perciò:


co rispetto alla quota nominale, al lor-
do di eventuali sovrammetalli per
successive lavar.azioni.
lativa al foro precedasempre quella re-
lativa all'albero; se anziché usare la
designazi0ne ISG, si vogliono indica-
Anche in questo caso vengono presi re gli scostamenti limite, è opportuno
- accertare, mediante controlli, quale
I sia il proprio livello di precisione abi-
tuale;
in considerazioni, con riferimento ai
diversi gruppi dimensionali, diversi
· gradi di precisione, con campi di tol-
evidenziare nei complessivi quale in-
dicazione si riferisca all'albero.e quale
al foro (fig. 42). La figura 43 illustra il
- accettare soltanto ì disegni le cui tol- leranza progressivamente più ristret- caso delle tolleranze su quote angola-
1 leranze generali sono uguali o più am-
- pie del livello di precisione abituale;
ti, a secon~a che si tratti di getti singo-
li, ripetuti o di serie.
ri nel disegno di pezzi accoppiati.
Nella pratica generale si osserva che

I ' ~
~ ~

I ~ ~
281H7
~

28H7/h6 28 H7( 'g021)

I h6
28 h6 ( !.013)

I Fig. 41. Indicazionedelletolleranzenei pezzi accoppiaticon la designazioneISO.

I
I +0.JO
Foro 4O•0.
io ©=40~~

I Albero 40 !:!~ @=40!:~

I Fig. 42. Iudicazio11e


delle tolleranzenei pezzi accoppiaticon gli scostamenti limiti:e con l'ine-
quivocabileindicazionedell'alberoe delforo.
Fig. 43. Indicazionedelle tolleranzea11golari
nei pezzi accoppiati.

I. 353
---~ ..: ~- -
----

lavorando con la stessa accuratezza si


realizzano più facilmente le dimensio-
ni esterne che quelle interne, cioè gli
alberi sono più precisi dei fori e la fi-
nitura dei fori è in genere più costosa
e difficoltosa di quella degli alberi.
Per ques~i motivi di solito si accoppia
un albero di grado di tolleranza nor-
malizzato ITn con un foro di grado
IT(n +I).Ad esempio:
H7/f6, E8/h7
Combinando a due a due gli alberi ed
i fori previsti nel sistema di tolleranze
Fig. 44. Il sistema albero base. ISO, ne risulterebbe una serie molto
elevata di accoppiamenti; per questo
motivo sono preferiti due sistemi di
Accoppiamenti accoppiamenti.
con inter erenza incerti con gioco
a) Albero base: è un insieme sistema-
tico di accoppiamenti nel quale i di-
versi giochi ed interferenze sono otte-
nuti coml1i11a11do
fori aventi diversezone
di to/lera11za
con un alberobaseavente la
posizione h (cioè la dimensione limite
massima dell'albero è eguale a quella
nominale, lo scostamento superiore è
·· nullo, figura 44r. EsemJ>i: .
40H6/h5, 28G7/h6
Dalla figura 45 si noti come si ottenga
Fig. 45. Combinazionedi un alberobaseli confori con posizionidiverse. giuoco combinando un albero h con
fori A, B... H, accoppiamenti incerti
con fori J, Js ..N ed accoppiamenti con
interferenza con fori P...ZC.

b) Foro base: è un insieme sistematico


di accoppiamenti ottenuti combinan-
do alberi aventi diverse zone di tolle-
ranza con un foro base avente la posi-
zione H (cioè la dimensione limite mi-
nima del foro è eguale a quella nomi-
nale, lo scostamento inferiore è nullo,
figura 46). Esempi:
18H6/g5, 32H7/j6
Nella figura 47 risultano accoppia-
Fig. 46. li sistemaforo base.
menti con giuoco quelli ottenuti con
un foro H e alberi a ...h, accoppiamenti
incerti con alberi j, js ...n, ed accoppia-
menti con interferenza con alberi da p
Ace o iamenti
con gioco incerti con interferenza
fino a zc.

La preferenza per un sistema anziché


per l'altro, problema alquanto dibat-
tuto e sul quale i pareri sono piuttosto
discordi, è funzione essenzialmente
delle esigenze tecniche e della conve-
nienza economica di produzione.
La scelta si può basare su varie consi-
derazioni.
1) Con il sistema alberobasec'è il van-
taggio di una minore dotazionE: di ca-
Fig. 47. Combinazionedi 1111foro baseH con albericon posizionidiverse. libri per esterni (o a forcella) per con-
354
-1
I trollare gli alberi e un maggior nume-
ro di calibri a tampone per controllare
i fori che hanno di,·erse zone di tolle-
1 ranza: i calibri a tampone sono meno
B'

I
costosi di quelli per esterni, che richie-
dono una rettifica interna, sempre più
difficoltosa di quella esterna. Inoltre
in commercio si trovano barre trafila-
- . - - - - - - - - - - - . - . - - - - - - - - - e=:::,-. - - - - - - -
L
- - - - - - - - -

te calibrate o rettificate già pronte ed


unificate con tolleranza h, sulle quali
I si possono montare più fori aventi di-
verse zone di tolleranza, senza ulte-
riori lavorazioni dell'albero (fig. 48).

~l
Per contro ciò comporta la lavorazio-
1 ne di una più estesa gamma di fori,
la\·orazione più costosa di quella de-
gli alberi.
-~- - - -I I
Il sistema albero base è spesso adotta-
I to nella costruzione di trasmissioni, di
apparecchi di sollevamento, di mac-
chine agricole dove ci si trova facil-
i mente di fronte a un unico albero sul
quale vengono montati, cioè accoppia-
ti in vario modo, più elementi.
Fig. 48. Sulla barratrafilatadi diametro25, viene montato/'anellointemo del cuscinettoA con
interfcren:a,la ruota De le bro11zi11e
B, B' co11gi11oco.

·12) Con il sistemaforo basenon si deve


av.ere un gran numero di alesatori . B' . ·e .....
fissi occorrenti per finire i fori: basta-
I no quei pochi necessari per i fori H
(fig. 49). Gli alberi che hanno le più
svariate zone di tolleranza possono
d'altronde essere controllati con cali-
I bri a forcella registrabili (mediante i
blocchetti di riscontro), riducendo co-
sì il costo dei calibri. Se i fori sono ot-
tenuti mediante brocciatura è conve-
1 niente dover ricorre soltanto a poche
brocce, che sono utensili per grande
produzione ma anche molto costosi.
Il sistema foro base è in genere adotta-
R
1~t~ B-B' l;J ~I
e ISi-------~
I~

I to nelle principali industrie meccani-


che, come quella automobilistica, nel-
I I I

la costruzione di macchine utensili e


lnell'industria aeronautica.
Si possono fare alcune considerazioni
sugli accoppiamenti possibili di que-
Fig. 49. Accoppiamenticol sistemaforo base;tutti i fori sono con diametronominale20 e con
posizioneH, e gli alberivengonolavoraticon posizioniditierse.

sti sistemi, considerando ad esempio


lii foro base:
- gli accoppiamenti H/a, H/b, H/c
ne da chiavette o spine, da smontare
facilmente a mano con leggera pres-
sione;
Gli accoppiamenti
raccomandati
presentano giuochi minimi elevati e
- gli accoppiamenti H/k, H/m e H/n
lquindi si impiegano quando la tempe-
ratura di funzionamento è alta;
- gli accoppiamenti H/ d, H/ e, H/ f
sono accoppiamenti incerti smontabili
con piccolo sforzo !'l..~a~o o con maz-
Anche con la limitazione dei due siste-
mi foro base ed albero base si avrebbe
ancora un numero troppo elevato di
zuolo e sono adatti per incastri precisi accoppiamenti possibili. In pratica, il .
sono adatti per attriti ridotti e per ac- e calettamenti di organi assicurati con-
l oppiamenti _rotanti molto veloci, con
entraggio anche imperfetto;
tro la reciproca rotazione;
- gli accoppiamenti da H/p fino a
campo entro il quale il progettista de-
ve scegliere la tolleranza da assegnare
è di solito piuttosto ristretto, dato che
- gli accoppiamenti H/g e H/h pre- ogni officina, compatibilmente con le
l entano giochi minimi molto bassi, e
ono adatti per elementi a rotazione
enta, con la massima precisione di
H/zc presentano interferenze sempre
più grandi e sono adatti per accop-
piamenti stabili montati o con una
pressa o con differenze di temperatu-
esigenze tecniche, cerca di ridurre il
più possibile le spese di attrezzamen-
to per utensili e calibri e quindi limita~
guida dell'albero; ra dei due elementi; in questo caso lo i gradi di tolleranza e le posizioni allo
I gli accoppiamenti H/j e H/js sono
datti per calettamenti di organi as-
sicurati contro la reciproc_a rotazio-
smontaggio non può a\'venire senza
il danneggiamento
connessi.
degli elementi
stretto necessario.
Si ha perciò una selezione delle zone
di tolleranza per alberi e fori il cui ab-

I 355
---------------------------------
binamento porta agli accoppiamenti HlO, Hll, JS6, JS7, JS8, K6, K7, K8,
mensioni più vicine alla massima che
raccomandati, con lo scopo di limitare M6, M7, MS, N6, N7, N8, P6, P7, P8,
alla minima; il contrario avviene per i
il numero degli utensili e dei calibri R6, R7, R8, S6, S7, T6, T7.
fori. Si scelgono poi i valori di gioco
necessari. (o interferenza) massimo e minimo
Le zone di tolleranza considerate so- La scelta delle tolleranze per gli ac- basandosi molto sull'esperienza. Si
no le seguenti, dove le zone di tolle- coppiamenti non è un problema faci- può dire come principio orientativo
ranza in neretto vengono considerate le; si possono tuttavia dare alcune in- generico,_ che per parti scorrevoli tra
preferenziali rispetto alle altre: dicazioni orientative: loro il gioco minimo deve essere tale
Per alberi: 1) in base alla funzione che devono as-
che, anche con una variazione di tem-
solvere i pezzi nell'accoppiamento si peratura il funzionamento sia garanti-
all, bll, cll, d8, d9, d10, e7, e8, e9, f6,
f7, f8, g5, g6, hS, h6, h7, h8, h9, hll, determina se si deve avere gioco o in- to; il gioco massimo deve assicurare
anche dopo una certa usura una suffi-
jsS, js6, js7, kS, k6, k7, mS, m6, m7, nS, terferenza. Si tenga presente che, co- ciente guida. Per un accoppiamento
n6, n7, pS, p6, p7, rS, r6, r7, sS, s6, s7, me si è già accennato, un accoppia- forzato l'interferenza minima, deve
tS, t6, t7, u7. mento incerto nella sua realizzazione
pratica diviene quasi sempre un ac- garantire che le due parti non si di-
Per fori: coppiamento con leggera interferen- sgiungano sotto un eventuale sforzo;
All, Bll, C11, D9, DlO, E8, E9, E10, za. Nella lavorazione infatti gli alberi l'interferenza massima non deve im-
F6, F7, FB,F9, G6, G7, H6, H7, H8, H9, tendono ad essere prodotti con di- porre sforzi eccessivi di deformazione
che potrebbero portare a rottura. La
scelta degli accoppiamenti incerti e
stabili è più difficoltosa, in quanto si
Differenza
ditemperaturaIn 'C Ira i duepezziperaccoppiamento
Gruppi deve tener conto, oltre che delle carat-
Tipo
Materiale didimensioni H6 H6 H7 H7 H7 teristiche funzionali, anche dei criteri
di montaggio
.. - mm
-
n5 -
-
p5
-
m6
-n6 -
r6 di montaggio e delle proprietà mecca-
niche delle partiaccoppiate . .La tabel-
finoa 18 160 220 • 160 300 320 la X indica le differenze di temperatu-
Amano sopra18a 50 130 180 130 240 280 re più comunemente impiegate per
·- . - ... .. - - - . - ·- -- - - montaggi di accoppiamenti cori inter-
sopra50 90 125 90 140 160
Acciaio ferenza.
finoa 18 100 150 100 190 200
Conmazzuolo
sopra18a 50 80 110 80 150 180
2) Tra i vari accoppiamenti che ottem-
o torchietto perano alle condizioni richieste si de-
sopra SO 50 80 60 90 100
ve dare la preferenza a quelli racco-
finoa 18 80 - - - - mandati e solitamente meglio corri-
Amano sopra18a 50 60 - 70 ..
- - - - spondenti alle esigenze tecniche e fun-
zionali dei prodotti in costruzione,
Leghe sopra50 40 - 60 - - scartando quelli che determinerebbe-
leggere
Conmazzuolo
finoa 18 50 - 60 - - ro un costo più elevato. Le tabelle XI e
o torchietto sopra18a 50 40 - 40 - - XII riportano alcuni accoppiamenti fo-
sopra50 30 - 40 - - ro base di uso comune, con le caratteri-
stiche di applicazione e di montaggio.
Tab.X. Determinazionedelletemperatureper alcuni accoppiamenti
co11interferenza.

ExtraPrecisi Precisi MedioPrecisi Grossolani

Foro Albero Foro Albero Foro Albero Foro


H6 p5 n5 k6 js6 h6 g5 16 H7 u7 s6 r6 p7 n6 m6 k7 h6 96 17 H8 n8 k7 js7 h7 h8 17 18 es d8 H11 h11 c11

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Réllificatura,
attaprecisione Rettificatura.
mediaprecisione Lavorazioni
allemacchineutensili Qualsiasi
tipo
Montaggiocuscinetti,
tenuteidrauHche Rellilicatura
alberi,alesatura Tomitura,fresatura,
alesatura di macchina

Bloccato
di spinta:montaggio
a manoforzandoleggermente Bloccatoa caldo:condifferenza di temperatura
trai duepezzi
Bloccato
leggero:montaggioa pressione
contorchietto Conscorrimento: partirotantio scorrevoli
conbuonalubrificazione
Bloccato
nonnate: montaggio
a pressionecontorchietto Liberostretto:accoppiamentimobilia bassavelocità
Bloccato
serrato:montaggio
apressioneeventualmentecondifferenza
di temperatura Liberonormale: peui rotantiadaltaveloc~à
Bloccato
allapressa:montaggioa pressione
eventualmente
condifferenza di temperatura Liberolargoe ampio:pezzicherichiedono moltogioco

Tab. XI. Accoppiamentiraccomandati


foro basecon le principalicaratteristichee definizioni.

356
-I -------...;:;;,;;..~-

lccoppiamenli mobili

ACCOPPIAMENTO APPLICAZIONE ESEMPI

tl8/e8

I
O>
e: H8/d8 Montaggio congiuocoabbondante:perniperlevee arti-
o
~O> H11/c11 colazioni
in_macchineagricole,senzaesigenzedi preci- Guidautensili
~ sione.
Liberotargo

H7/f6

I
a,
e H7/f7 Accoppiamentirotantimoltoveloci,concentratura
anche Accoppiamento
o ~/ 050 H7 /f7
·i;;
imperfetta
e bassicarichi;accoppiamenti
pistonecilindro

~
o H8/f7 albero-bronzina,
l!! H8/f8 neicomandi oleodinamici. pistone-<:ilindro
Q.

Liberonormale

H6/g5

I
O>
e H7/g6 Accoppiamenti rotantia bassa-velocità,
conbuonacen-
~
Accoppiamenti
rotanti
·o traturae precisione
di guida:accoppiamentoalbero-bron·
conbuonacentratura
l!! zina.
Q.

Liberostretto

H6/h5

I
a, Montaggi e centraturead altaprecisione,scorrevoli
as·
e H6/h6 _ Accoppi[3mento_
-o- sialmentee dotati-dimotorotatoriolentoo a carattere
~ H7/h6
oscillante
conbuonalubrificazione; accoppiamentobiel-
albero-bronzina
e! H11/h11 conbuonalubrificazione
Q.
la-manovella,
anelliinternidi cuscinetti
a sfere.
Discorrimento

coppiamenti
stabili

ACCOPPIAMENTO APPLICAZIONE ESEMPI

H6fJs5

I
H6{js6 Accoppiamenti
di precisione di partireciprocamente
fis·
Spinacilindrica
H7/m6 se; accoppiamenti
strettiscorrevoli
assialmente;montag- ,::
~ I di riferimento
gioa manoconmazzuolo.
Bloccato
• di spinta

H6/n5 Accoppiamentibloccati,nonsmontabili
a mano;partiche

I
H7/n6 nonnecessitanodi esserebloccateassialmente,
masolo
Montaggio di bronzine
H8/n8 assicurate
controla reciprocarotazione;bronzinenella
nellalorosede esterna
lorosedeesterna,boccoledi guida,ingranaggi
collegati
Bloccato conlinguetta.
serrato

H6/p5

I
.,e: H7/p7
Accoppiamenti bloccali,nonscomponibili, adattia tra·
Accoppiamento
.,
_Q
H7/r6
smettereforticarichiassialie momentitorcenti;trasmis·
-spinotto-pistone
·o sionisenzalinguetteo scanalati,
bronzinenellalorosede
e! biella-cuscinetto
'"
Q.
danonsmontarsi mai.
Bloccalo
allapressa

0H7/u7
H7/s6 ~
Organifissia bloccaggio fortissimo,nonscomponibili
sen-

~
H7/u7

.I
za danneggiare irreparabilmente i pezzi:accoppiamenti Bussoladi guida
pertrasmettere forticarichi,senzachiavette;girantiper perutensili
pompenellalorosede.
Bloccato
a caldo

ab. XII. Caratteristicheed applicazionidegli accoppiamentiforo basedi uso pilÌ comime.

I 357
~~<-.·.··

3) Fra i vari accoppiamenti adatti pre- Nel primo caso si assume che tutte le Queste tolleranze presentano tuttora
ferire quelli con tolleranze più ampie tolleranze siano sempre nelle condi- alcune difficoltà di applicazione, per
perché più economici. Limitare l'im- zioni limite nel momento in cui esami- la loro relativa novità e quindi per la
piego dei gradi normalizzati a quelli niamo le condizioni funzionali: è chia- mancanza di una casistica acquisita
che sono abitualmente adatti alle esi- ro che se il funzionamento è garantito all'esperienza, come invece è avvem1-
genze funzionali medie delle diverse in queste condizioni lo sarà anche to per le tolleranze dimensionali, e
parti dei prodotti in costruzione. quando da queste ci scostiamo spo- perciò s1,1di esse ci si soffermerà am-
Tutto questo si traduce in una dimi- standoci all'interno del campo di tolle- piamente nel capitolo 13.
nuzione del costo di produzione e in ranza assegnato. Sarà una condizione
una migliore organizzazione della di massima sicurezza ma di costo ele-
produzione, in quanto si ottiene una vato anche perchè spesso per ottenere
ridotta dotazione di strumenti di con- una tolleranza risultante nei limiti del-
trollo e soprattutto di utensili (alesa- la funzionalità potrà essere necessario
tori, brocce) e di attrezzature. imporre delle tolleranze componenti
molto ristrette: l'applicazione di que-
sto criterio è giustificata solo nei casi SERIE
ECATENE
DI
Prescrizione delle tolleranze in cui le esigenze di sicurezza siano
in campo aziendale elevate e quelle di costo trascurabili. QUOTETOLLERATE
Nella realtà produttiva, la probabilità
Un approccio più scientifico al proble- che in un lotto di pezzi, prescritta una
ma di prescrivere delle tolleranze che certa tolleranza, le quote siano tutte Serie di quote tollerate
da un lato assicurino qualità ed accop- nelle condizioni limite estreme, è mol- sullo stesso componente
piabili tà casuale dei pezzi e dall'altro to bassa. Lo scarto dei pezzi fuori tol-
non vincolino a scarti eccessivi in sede leranza (per quanto riguarda le varia- Esaminiamo il pezzo di figura 50; un
di collaudo, è stato sviluppato negli bili componenti) appare perciò spesso organo di macchina può avere un cer-
ultimi tempi, con l'aiuto di metodi ingiustifica"to, perché lo scarto stesso ta parte di quote tollerate e un'altra di
matematici. ~!:r~va ~-a co~c!-!zioni__c~~ -~n era!ica quote non tollerate che però cadono
· Definendo come quotefimzionali qùeF non si verificano: 11ricupero di questi sottò la tolléranza -gènerale· di lavora- ·
le la cui variazione oltre i limiti di tol- pezzi rappresenta un fattore economi- zione. In questo caso la quota totale ri-
leranza pregiudica il funzionamento co non indifferente. sulta dalla somma delle quote parziali
dell'organo meccanico considerato, il L'assegnazione delle tolleranze per con le loro tolleranze; questa quota
problema è quello di valutare le con- via probabilistica si propone perciò di avrà valore minimo quando le quote
dizioni per potere in realtà tali limiti allargare i campi di tolleranza delle parziali A e B avranno valore minimo:
superare. Una quota funzionale è in- variabili componenti: il problema i:ton_ Rmin = Amin + Bmin = 8,1 + 12 = 20,1
dividuabile dall'osservazione del è semplice perché occorre valutare con
complessivo di cui il particolare con- prudenza la distribuzione di frequen- il valore massimo di R si otterrà quan·
siderato fa parte ed analizzando com- za delle dimensioni dei pezzi lavorati, do A e B saranno entrambe alla di-
piti e posizioni di quest'ultimo: condi- influenzata da numerosi parametri le- mensione massima consentita dalla
zioni funzionali possono essere quelle gati al processo di lavorazione. tolleranza:
di resistenza e indeformabilità, di in- Un'ulteriore valutazione per la scelta Rmnx= Amax + Bmax= 8,4 + 12,2= 20,6
gombro e di peso e di funzionamento delle tolleranze è quella che porta a
e montaggio. scegliere fra le numerose opzioni che La tolleranza della quota R si potrà
In genere una quota funzionale (varia- soddisfano le esigenze funzionali, dunque indicare come:
bile dipendente o risultante) è espri- quelle che garantiscono anche il mini-
mibile mediante altre quote (variabili mo costo di produzione.
R = 20 :~:t
indipendenti o componenti) che in Come s'è visto, un concetto di imme-
campo meccanico sono soggette an- Si può adesso verificare la tolleranza
diata comprensione come quello di
ch'esse a tolleranze, dipendendo en- di A, ottenendola come differenza:
tolleranza, partendo dalle applicazio-
tro certi limiti dal processo di lavora- ni più semplici porta ad elaborazioni Amin = Rmin - Bmax= 20,1 - 12,2= 7,9
zione, variabile nel tempo. sofisticate, al fine di migliorare la qua- Amax = Rmax - Bmin= 20,6 - 12 = 8,6
L'assegnazione dei valori di tolleran- lità della produzione con il duplice
za alle singole quote può presentarsi obiettivo di ridurre i costi ed aumen- Si ottiene così una contraddizione sul-
come valutazione della tolleranza ri- tare l'affidabilità dei prodotti. la quota A, che risulta uguale a:
sultante, date le componenti, o come Si noti che finora parlando di tolleran-
ripartizione delle tolleranze sulle sin- A= 8 :gf invece di A= 8 :~~
ze si è sempre fatto riferimento alle
gole quote componenti quando sia ri- tolleranze sulle dimensioni dei pezzi. Da questo ragionamento si può de-
chiesta la tolleranza risultante. Non sempre tuttavia queste sono suf- durre che esiste un'incompatibilità
In entrambi i casi possiamo seguire ficienti a garantire la funzionalità dei delle quote risultanti dalla somma di
due diversi criteri: pezzi stessi. Si dovrà allora far ricorso quote parziali munite di tolleranza;
- assicurare in ogni caso l'intercam- alle cosiddette tolleranzegeometriche, queste quote sono dette sovrabbondanti
biabilità dei pezzi (criterio o condizio- di forma (che pongono limiti alla for- o ausiliarie e devono essere disposte
ne limite), ma delle superficie e delle linee deli- tra parentesi per indicare che si tratta
- assicurare l'intercambiabilità dei mitanti il pezzo) e di posizione (che di quote non essenziali, sottratte a
pezzi entro dati limiti probabili (crite- vincolano la posizione reciproca dei qualsiasi condizione di tollera:;za, an-
rio o metodo probabilistico). suddetti elementi). che generale. È facile constatare che

358
I

---·-·-- --------

-o~ +O.~ I -o.-i


A= 8·0.1 12-g.2
8-01 3.0.1 '
+ll.b
R=20 R = 20-01 (20)

~-Fig. 50. La quotnsot•rnbbo11dm1te


è indicatatrn pnre11/esi
perchéè sottratta n condizionidi tolle-
rnnzn,anchege11ernfi; inoltre1111este
quote non de-vanoessereoggettodi verifica.

lpotrebbero essere accettati al collaudo problema di stabilire i valori delle tol-


pezzi le cui dimensioni sono del tutto feranze in modo che il giuoco si man-
fuori tolleranza. tenga sempre entro limiti stabiliti. Lo
I II discorso vale anche quando le tolle-
_,ranze non sono esplicitamente indi-
cate (tolleranze generali vedi para-
studio delle catene di quote permette
inoltre di specificare le più larghe tol-
leranze compatibili con la funzione, di

l grafo 5) e si può avere incompatibilità


fra le quote interdipendenti. Con le
_ dimensioni nominali di figura 50,.ad
comprendere Je dimensioni critiche
degli elementi assemblati e quindi sta-
bilire _legiuste relazioni tra dimen~io-.

I-
esempio, si avrebbe uguale tolleranza ni, tolleranze e funzione del prodotto. R
su tutte le quote, il che è impossibile. Si consideri l'articolazione in figura 51
Nel caso in cui la lunghezza totale di in cui un perno con relativa bronzina
un organo meccanico, per ragioni di viene bloccato nella sede con l'uso di
montaggio o di funzionamento, ri- una rondella e di un anello elastico. Ai Fig. 51. Catena di tolleranzedi 11n'articola-
hieda una tolleranza ben definita ed fini del funzionamento dell'articola- zio11e.
ndipendente da quella parziale, è op~ - zione, il gioco G dovrà essere compre-
' portuno lasciare la quota meno im- so entro determinati limiti, ed in ogni
dare la regola generale per cui la tolle-
portante senza tolleranza, affinché caso non dovrà mai assumere valori
l ser_va da compensa_zione,
scritta tra parentesi.
e quindi va negativi. Per lo studio della catene di
quote, è utile rappresentare le quote
con lettere maiuscole, dove:
ranzasu ogni condizionedi funzionamen-
to derivanteda sommao differenzedi quo-
te è uguale alla somma delle tolleranze
sulle quotestesse.
I Cate~a di qu?t«: tollerate su
pezzi accopp1ah
A = 22 mm, dimensione del supporto
B = 3 mm, dimensione della rondella
C = 1 mm, dimensione dell'anello ela
Passando ai valori numerici, e ponen-
do per semplicità uguali a zero gli sco-
L'insieme delle quote tollerate di ele-
stamenti inferiori per A e B e quello
l menti dei diversi pezzi assemblati in
un gruppo o complessivo costituisce
una catena (stack in inglese) che ha un
stico
G = Omm, gioco nominale
R = quota risultante, R =A+ B + G +
superiore di C, si può assumere per le
tolleranza il grado normalizzato IT9
C=26mm (tab. I) per le quote A, Be il grado ITl 1
impatto notevole sulla funzionalità e
l sui costi di produzione; la valutazione
della quota tollerata risultante da una
catena di tolleranze (espresse o sottin-
Si indiç.hino con tA, tB, tC le tolleran-
ze di A, B e C e con tR, la tolleranza
per l'anello C unificato, e quindi:
A= 22 •g-052

tese) per pezzi accoppiati è di fonda-


della quota risultante R. B=3 •g-
025

l mentale importanza per le analisi di


montaggio dei vari componenti di un
meccanismo, soprattutto per la deter-
Il gioco nominale è:

quindi:
G=R-A-B-C
-·--- -·
e= 1.g_()6
R =26 ;g:i
f inazione dei valori massimi e mini-
mi dei giuochi e delle interferenze.
ale necessità nasce dall'esigenza di
Gmax= Rmax- (A + B + C)min
Gmin= Rmin- (A + B + C)max
e ancora:
In questo modo la tolleranza sul giuo-
co diventa:
garantire che una variazione delle tG = tR+ tA + te+ te = 0,2 + 0,052 +
l quote della catena oltre i limiti delle
tolleranze generali di lavorazione,
non pregiudichi le condizioni di fun-
Gmax- Gmin= Rmax- Rmin+ (A + B +

cioè:
+ C)max- (A + B + C)min 0,025 + 0,06 = 0,337
Gmax= Rmax- (A + B + C)min= 26,4 -
tG=tr+tA+tB+tC
zionamento e di montaggio. Ad esem- 22 - 3-0,94 = 0,46
l pio un giuoco si forma con una catena
di quote soggette a tolleranze tra due
o più pezzi e molte volte si pone il
Si dimostra quindi che la sommadi tz1t-
te le tolleranzedellacatenadei,euguaglia-
re la tolleranzadel gioco;si può enun-
Gmin= Rmin- (A + B + C)max= 26,2 -
22,052- 3,025 -1 = 0,123

I 359
I
.
'

In definitiva, si otterrà una tolleranza


sul giuoco:
I
Verifichiamo la tolleranza :
tG = 0,46 - 0,123 = 0,337
I
Il progettista nella realtà stabilisce pri-
ma i valori della tolleranza e degli sco-
stamenti del giuoco G e poi calcola i
-I
valori di Rmaxe Rmin.
Si esamini il caso del dispositivo di
trasmissione indicato in figura 52 nel
I
quale un albero viene guidato da due
boccole e porta all'estremità una pu-
leggia: Per consentire un regolare fun-
zionamento, si vuole adottare un gio-
I
co tra puleggia e la boccola compreso
tra: g=A-B
I
La valutazione del gioco si ottiene dal- Fig. 52. Analisi del 111011/aggio
di 1111disposith•odi trasmissione.
la differenza:
G=A-B
e D
I
dove:
B =C + D + C = 4 + 76 + 4 =84 mm
ed anche
I
A=84mm
Si adottino le tolleranze generali UNI
ISO 2768 con un grado di precisione
medio (tali. VII), per cui:
I
quindi:
te ± O.I e to = ± 0.3
I
e= 4 ± 0.1 D = 76 ± 0.3 A

quindi:
Gmax=Amax- Bmin
Gmin=Amin- Bmax I
La catena di quote
Amax= Gmax+ Bmin= 1.4 + 3,9 + 75,7 +
3,9 = 84,9 mm
Amin= Gmin+ Bmax= 0,2 + 4.1 + 76.3 +
viene contrassegnata
da un"origine
ed un orientamento
I
4.1 = 84,7mm
quindi la quota A dell'albero sarà:
Fig. 53. La catenadi quotevienecontrassegnatada un'originee da un orientamento.

Una volta identificati gli elementi che valore per ciascuna dimensione in ca-
I
influiscono sul gioco o su una qualsia- tena. Se il verso di percorrenza è ne-

~
si quota critica, la catena di quote vie- gativo, viene indicato un segno - nelle
Si noti la differenza fra le dimensioni de- ne contrassegnata da un origine ed un colonne 2 e 4, il valore minimo della
terminanti le condizioni di funziona- orientamento (positivo ad esempio nel dimensione dell'elemento nella colon-
mento e le quote dei particolari da cui verso di percorrenza destro); in que- na 3 e il valore massimo nella colonna
derivano. Infatti vale la relazione G =
Ama,- Bmin'
te Amax
ma l'espressione conse~n-
= G.;..x+ B in'altrettanto valida
sto modo tutte le quote percorse verso
sinistra vanno sottratte nella catena,
mentre quelle percorse verso destra
5. Se invece il verso è positivo, viene
indicato un segno + nelle colonne 2 e
4, il valore massimo della dimensione
I
dati i presupposti ~ionali, non avreb- vanno sommate. dell'elemento nella colonna 3 e il valo-
be invece senso per una generica som- Per facilitare i calcoli e organizzare le re minimo nella colonna 5.
ma di quote A = G + B in cui logicamen- quote in forma completa e sistemati- 6 : differenza tra la colonna 3 e 5, che
te sarebbe A max = Gmax + Bmax . ca, è utile far riferimento al modulo il- costituisce la tolleranza, quindi sem-
lustrato in figura 54, in cui le colonne pre positiva.
In alternativa al procedimento descrit- hanno i seguenti significati:
to, per la risoluzione della catena può Nella tabella viene indicato il totale,
essere proposto un metodo non solo 1: colonna dove viene descritto o codi- cioè il gioco sommando le colonne 3
ficato l'elemento in catena; ed 5, e la tolleranza del giace., con la.
più semplice, ma che consente anche
di ottimizzare i risultati in funzione
degli obiettivi di progetto.
2, 3, 4 e 5: in queste quattro colonne
viene immesso il massimo e minimo
somma dei valori della colonna 6; poi-
ché la somma di tutte le tolleranzedella
I
360
I_
,.....
--------=-=-
I Fig. 54. Mod11/oche co11sr11te
il mlcolodelgiocoorga11izzn11-
catena deve 11g11nglinre ln tollera11zadel
do le q11otein modocompletoe
G) G) 00 ® ·1> gioco. Si applichi il procedimento per

I sistematico. Il valore alla co-


lo111m
te1111fo
6 è semprepositivoe ot-
comedifferem:.n ti:ni va-
Elemento
+
-
+Max
-Min
+
-
+Min
-Max
Tolleranza
ottimizzare il gioco tra la puleggia e la
boccola (fig. 53), assumendo un verso
di percorrenza verso sinistra.
lori di colomm3 e 5. Il risultato è esattamente identico al

I La rigadel totalefomisce il va-


lore del giocomassimoe mini-
mo 1t1differenzaè la tollem11za
precedente, ed il progettista non solo
può controllare in modo sistematico e
globale i risultati, ma può facilmente
sul gioco.Percorre11do la cate- capire quali sono gli elementi critici in
1 na i11se11soposith•o t•ie11ei11-
d icato 1111seg110+ nelle colo11-
ne 2 e 4. Il valoremassimodel-
catena (fig. 55).
Per ottimizzare il gioco, si supponga
ad esempio di voler ottenere un gioco
la di111e11sio11e in colonna3 e il
I valorei11colo11na
do im.•ecela cate11a
5; percorren-
in senso11e-
gatit•ol'ir11ei11dicato 1111seg110
Totale

Gioco previsto
di progetto variabile tra 1 e 0,5 mm,
quindi con una tolleranza di 0,5 mm;
la forma tabellare consente di interve-
- nelle colo1111c 2 e 4, il mlore nire sulle singole righe, verificare la

I 111i11imo
colo1111a
in colomm5.
della dimensione i11
3 e il valore massimo
Differenza coerenza delle singole tolleranze fino
a ricavare il gioco richiesto (fig. 56).
Le quote risultanti saranno:
C=4 ~O.I

I + +Max + +Min
Tolleranza
0=76 :i::
Elemento
- -Min - -Max

I C- Boccola
O-Supporto
-
.
.
3.9
75.7 -
.

.
4.1
76.3
0.2
0.6
.. -- ·-
C- Boccola 3.9 4.1 0.2

I A-Albero + 84.9 + 84.7 0.2 .........


.......

Somma di
questi valori
... -- . - FINITURE
·
., ~ SUPERFIC{ALI
E
+ .
Gioco totale + 1.4 0.2 1.2
RUGOSITA
Gioco previsto

Differenza
-----......
\/ Differenza di
questi valori
Nella definizione di tolleranza si è già
visto come vi sia differenza fra la defi-
r\ nizione teorica di forma e dimensioni
di un pezzo e la sua realizzazione pra-
tica. Le superfici che delimitano gli
F_ig.55. Utilizz~del moduloper la ricercadelgiocotra la puleggiae la boccoladifigura53; si ot- oggetti possono infatti essere pensate

1 1e11elo ~te_sso
rrs_u_Itato
, rollareI rrs11/tat1
dell~proce~uraprecede11te,_con la 1ifferenzache il progettistapuò con-
m modosistematicoglobalee capirequalisia110 le quotepili critiche.
come perfettamente lisce, ma in realtà
presenteranno delle irregolarità che le
rendono più o meno scabre: si può
quindi parlare di superfici ideali e di
I Elemento
+
Fig. 56. Ottimi::azione del
gioco; rispetto al gioco previ-
sto, sonoda recuperare0,3 mm
nella colonna 5 e 11ellostesso
superfici reali.
Gli errori che differenziano le superfi-
ci reali da quelle ideali sono di diver-
C • Boccola
O-Supporto
tempo eliminare0,4 mm nella so tipo: gli errori macrogeometrici, di
colonna3. forma e posizione, di cui si parlerà nel
C-Boccola 3.9 Aggiungendo0,1 111111 rispetti- cap. 13, e gli errori microgeometrici.
A-Albero + 84.9 + 84.7 0.2 vamente alle di111e11sio11iCe Questi ultimi possono essere aperio-
D, si ottiene: dici (fessure, cricche, ecc.) o ripetersi
-4.1 +0,1 =-4 con regolarità (striature e solchi pro-
- 76,3 + 0,1 = - 76,2. dotti dalla lavorazione): in questo se-
-41+01--4 condo caso si potrà riscontrare un
Rernpero= 0,3 orientamento ed anche un passo.
Gioco totale + 1.4 + 0.2 Sottraendoi1niece0,4 111111alla La valutazione di questi difetti può es-
dimensio11e
D del supporto: sere fatta a vista, per confronto con
Gioco previsto +1 +0.5 0.5
- 75,7 - 0.4 - - 76.1 campioni (come prevedeva la vecchia
Differenza . Recupero=- 0,-1 normativa) o mediante una misura-
-0.4 +0.3
La q11otadell'alberoA è rima- zione che ne permetta la definizione
sta invariata. in termini quantitativi.

I 361
______________________ ..

A questo proposito si può fare riferi-


mento a definizioni contenute nelle

~
norme UNI ISO 468 e 4287 (che hanno
sostituito la UNI 3963, fig. 57).
Rugosità è l'insieme delle irregolarità
superficiali, che si ripetono con passo ~ Profilo geometrico
relativamente piccolo, lasciate dal a)
processo di lavorazione e/o da altri b)

fattori influenti, come ad es. la forma


dell'utensile, la disomogeneità del
materiale e la eventuale presenza di Piano di rilievo
vibrazioni. La rugosità ha notevole in-
fluenza sulla durata, sulla resistenza a Profilo reale
fatica e alla corrosione degli organi e)
meccanici, nonché sulle condizioni di
lubrificazione presenti tra due super-
fici in contatto e in moto relativo tra Fig. 57. Il concettodi pianodi rilievoe profilo.
loro.
profilo reale, in modo che la somma me misura della rugosità ed è espres-
SuperficiegeometricaO nominaleO ideale- delle sporgenze (picchi) rispetto ad es- so in micrometri (µm); si trova talvol-
è la superficie teorica rappresentata sa sia uguale a quella degli avvalla- ta in disegni di origine americana il
sul disegno e delimitata dalle dimen- menti (valli): sarà quindi definita co- valore espresso in micropollici (1 µin-
sioni nominali del pezzo. me lineacentraleo di compenso. eh = 0,025 µm).
Superficie reale, è la superficie effetti- La linea media (che praticamente cor- Si possono considerare le aree com-
vamente ottenuta con la lavorazione e risponde alla linea centrale) è più ri- prese fra il profilo reale e la linea me-
delimitata dalle dimensioni e dalla gorosamente definita come la linea dia equivalenti a rettangolini di base
forma _realed_elpeZ?9· avente la forma del profilo geometri~ --dx ed altezza rispettivamente yl, y2,
Pianodi rilievoè il piano ortogonale al- co per la quale si ha il minimo valore y3 .... yn (fig. 59); ogni rettangolino ha
la superficie nominale dell'elemento della somma dei quadrati delle distan- area ydx; se si considerano i valori as-
meccanico, con il quale si seziona ze da essa dei punti del profilo reale. soluti delle deviazioni y, la somma
idealmente la superficie ~tessa. Se la linea media viene assunta come delle aree di questi rettangolini è
. . , . . asse delle ascisse in un riferimento or- espressa dall'integrale:
f rof,lo,1ealee la l!nea n~~l~ante dalla togonale in cui i punti del profilo di-
J·I -I --
L
mterse_z~onedel p1~no d1 nl!evo con la ...vengono ordinate, la condizione pre-
st1perf1c1egeometnca. cedente può essere espressa come Y dx
Profilorealeè la linea risultante dalla quella per cui la somma algebrica del- 0 , •
intersezione del piano di rilievo con la le ordinate nel tratto di misura ha va- che ~appresent~ 1area d1 un r_ettango-
superficie reale ed è caratterizzato da lore nullo. lo d1 base L e d1 altezza Ra (s1 veda la
un andamento più o meno regolare Può anche essere definito un valore fig. 58); in defi1:'i~iva,la form~l~ più ri-
con una successione di creste e di valli medio delle n ordinate rilevate: gorosa che defm1sce la rugos1ta è:
di piccola ampiezza. I
:3
Ra = Iyl + Iy2 I+ I I+ · ·· + Iyn I Ra =-
1JLI I
y dx
Quando si parla di superfici o profili L 0
reali, si deve notare, che in pratica si
effettua lo studio su una superficie od Il parametro Ra (R = rouglmess, a = In pratica il parametro Ra viene misu-
un profilo misurati, che risultano dalle arithmeticalaverage)viene assunto co- rato mediante uno strumento misura-
rilevazioni fatte con opportuni stru-
menti di misura, e che differiscono da-
gli elementi reali a seconda del tipo di
rilevazione.
Per definire la rugosità si procede al
rilievo del profilo per una certa lun-
ghezza, chiamata lunghezza base o di
campionatura. Tale ·1unghezza viene
scelta i:n modo da non essere influen-
zata da irregolarità di tipo macrogeo-
metrico, ed è dell'ordine di qualche
mm (fig. 58).
In corrispondenza della lunghezza di
misura e del profilo così rilevato si Fig. 58. Ln linea mediadel
può definire una linea parallela al pro- profilo è tale che tutfe le
filo teorico (o più precisamente al pro- aree al di sotto di essa so-
filo, inviluppo esterno del profilo rea: no equivalenti alle areeal
le, che veniva in precedenza definito di sopra,sul tratto di lun-
profilotecnico),posizionata rispetto al ghezza baseL.

362
J
I tore denominato rugosimetro su una
lunghezza in genere maggiore della ILRUGOSIMETRO
.·--.·
··.--.·.____......
, - -•. ,•,•. •-' •,.r'l-lo-•

·. ~-; ......
-.· .....
...... .,_ • •-·· •

lunghezza base L, chiamata lunghez- Questoapparecchio (chiamato ancheprofilografo e profilometro) è destinatò allamisurazione
l za di esplorazione. In questo caso, la
rugosità Ra è definita dal valore me-
dio delle misure su diverse lunghezze
dellarugosità dellesuperficilavorate.
mezzodi un'astina in metallo allacuiestremità
neredi tonnaconica,il cuiverticeè raccordato
L'esplorazione
è montato
dellasuperficie
unmicrotastatore
in esameawieneper

conraggiougualea 5 µm.Lapuntinaesplora-j
di diamante in ge- i

l base L, prese consecutivamente lungo


il profilo.
tricevieneguidatada un elemento
scorresullasuperficie
Si definisce rugosità di una superfi- . _,rugos_ità.
in carburodi tungsteno,
in esameinmododafornireunefficienté
!movi~entidellapuntadeltastatoreprovocano
chiamato pattino,chepoggiae 1
riferimento
unavariazione
perla misuradella
d'induttanza in unap- j
i
cie, il massimo valore di Ra tra quelli positocircuitoe quindidellarelativacorrente;talevariazione, opportunamente amplificata e :
l rilevati su zone di esplorazione di-
verse.
Accanto alle definizioni ora viste, se ne
valutata,·viene

persona!
trasmessa

computer
adunregistratore
loredellarugositàmediaRadellasuperficie.
conla possibilità divisualizzare
graficoo adundisplaydigitalechefornisce
I modellipiùperfezionati
la ricostruzione
sonocollegatiadun i
assonoìne_trica della,
il va- ;

sùper-:]
trovano nella norma numerose altre. , licierilevata. Oltreal modello fissodabanco,esistono rugosimetri portatilidi estrema: compat-~
~Considerando una linea di picco, pa- : . tezzae maneggevolezza utilizzabili direttamente inofficina. Modalità dirilievò·ed intérpretazio- '1
mrallela alla linea media e passante per ·r nedeidatisonoindicatenellanormaISO4288. . . ~ ..·: ._::::~;--":.."::~-S~~z;:.~".;-1

l
il punto più alto del profilo, ed una li-
nea di valle, parallela alla linea media
Ile passante per il punto più basso del
li profilo, possono essere definiti come
parametri, da tenere in conto per defi-
nire la rugosità, l'altezza massima di
picco (Rp) e la pròfondità massima di ~~
~-pì~
..:;-:·)~ ~1lt-~g
_.,._... ·..·.:..···:--· .'.__...-:~-:~~-s~-:::--;·:-~~~~-~~ -~:;;.t'::-:-;1 ::-
valle (Rv}, come distanze dalla linea ·- · ::·.I:.-~
~,,.._;:.':.. ;_ .-:..:;~, ..
~~i.~~à6·iii •."1

l
media rispettivamente della linea di
picco e della linea di valle (fig. 59).
La distanza tra linea di picco e linea di 7 -~·
..:·~:.-.-:-.:.'·.,
.;... :-~~;;!,,~- -
-4-\'' ~Yf~-.:~--·- ..::0..,-~.~.;,(.;
~
..
. ·.?.~;

· valle rappresenta l'altezza massima · ' : ,f':;.;:::g


del profilo (Ry). ~~~~~;y
I Come indicazioni della rugosità, oltre ==----L,.......IL....:.;.:,;.

,1.rS,~-r
alla Ra, possono essere assunte Rz,
media dei valori assoluti dei 5 picchi
più alti e delle 5 valli più profonde
l (con riferimento ad una data lunghez-
za di base), oppure Re, media fra i va-- l;f,-
lori assoluti dei picchi e delle valli, od •·1'visibileil taslatòree lo strumentoregisfratorè~ r-.·,1,-
lanche
;-_gae~@r ...;z.;,~~~i;*.;Ste&r\ìrtv:i ,1:-l?:~iY\ ;'"..

Rq =J~ty2dx y Profilo reale = profilo rilevato

/ Linea media o
di compenso
lcioè il valore quadratico medio delle
ordinate del profilo.

l ln~icazione della rugosità nei dise-


gni
Per motivi economici, si devono dare
liindicazioni relative alla rugosità, a
11!:'rocedimenti e sovrametalli di lavo-
razione solo quando siano indispen- Lunghezza di base L
sabili ad assicurare l'attitudine all'im-
111:>iego e solamente per quelle superfici
ll:he lo richiedono.
y
L'indicazione dello stato della super-
ficie non'.è necessaria quando la lavo-
l azione eseguita in maniera usuale as-
icura di per se stessa uno stato super-
ficiale adeguato alle esigenze richie-
te.
( a norma ISO 1302 stabilisce i segni
Fig.59. Lalunghez-
rafici e le indicazioni complementari za baseL vienedivi-
relativi allo stato delle superfici da ri- sa in un numeroin-
______ linea di \'alle _ J __________!
11;,ortare sui disegn_itecnici. finito di parti, di Lun hezza di base L
-~ segno grafico di base da utilizzare è lunghezza infinite-
indicato in figura 60a, con due tratti simadx edaltezzay.

I 363
. ·-·- ---·-----·· ---·

disuguali formanti un angolo di 60°. La linea orizzontale viene aggiunta


Se il segno non è completato da indica- per l'indicazione di particolari carat-
zioni supplementari indica semplice- teristiche della superficie (fig. 60d); il
mente una superficie da considerare. cerchietto (fig. 60e) indica che tutte le
Se è richiesta una lavorazione ad superfici si trovano nelle stesse condi-
a b e asportazione di truciolo, si aggiunge zioni.
al segno grafico un trattino, come in- Il simbolo grafico viene riferito alla
dicato in figura 60b; se viceversa superficie puntando direttamente dal
l'asportazione non è consentita, si ag- lato esterno del materiale, o sulla linea
giunge al segno grafico di base un cer- che rappresenta la traccia della super-
chietto, come indicato in figura ficie, o su una linea di prolungamento
d e 60c; quest'ultimo simbolo viene anche della superficie, o con una linea di ri-
utilizzato per indicare che una super- chiamo.
Fig.60. Segnigraficiutilizzatiper l'i11dicnzio-
11edellostato di 111111superficie. ficie deve rimanere quale è stata otte- Il valore della rugosità deve essere ri-
nuta, con o senza asportazione di tru- portato sopra il simbolo grafico (posi-
ciolo, in una precedente fase del ciclo zione a, fig. 61); la norma UNI 4600
di lavorazione (ad esempio può indi- prevedeva l'indicazione numerica
care una superficie da lasciare grezza). della rugosità Ra, senza ulteriori pre-

rettificato
R.10,8~
+-,SI __ • .:e, Ry3- Fig. 65. L'i11dica:io11e
di statosuperficiale
può
I I accompagnare direttamentela quota,comenel

~~I.
casodeifori neldisegno.La superficiedelpe:::-
Fig. 61. Disposizionesul simbolograficodelle zo limitatamente al tratto indicatopret•ede
I I
prescizioni. una rugositàRa= 0,8 11m,misurataparallela-
mente al profilo,con 1111valoreRz = 1,6 11111
misuratosu una l1111ghezza di basedi 2,5 mm.
. - . . R,ajj] .. -Swtuttrr la lunghezza1'altezza massimaael
2x01o·H1 a 90" V profilonon devesuperare3,5 11111.
Ra 1.6 / Ra 1.6 / RaJ:6 /

1so1302 7 V V 050

M48x3
+O~
033+0.1
UNI4600

Fig. 62. SuperficieaventerugositàRa del va-


loremassimo3.2 11m. Fig. 66. Il segno
graficode-vepunta-
re dal lato esterno
del materiale del

Rv
R:g:~/ ~:~/
'7'
pezzo, sulla linea
che rappresentala
superficieo sullali-
nea di prolunga-
1501302 UN14600 mentodellasuper-
ficie. La rugosità.
generale è Ra =
Fig. 63. SuperficieaventerugositàRa di valo- 6,3, ma esistono
re massimo3,2 11me minimo0,8 µm anchealtrefiniture.

a)

r bracciato e)

--~J_

d)

2~

Fig. 64. Indicazionedi una brocciatura(a), di Fig. 67. E;empidi


lunghezzabasedi 2,5 mm (b),dell'orien-
1111a indicazionedi ru-
tameutodei solchi(c) e del so,,rametallo(d). gositàgenerale.
l
364
I
--1·
. '
-- - -- ------...:-::.-=----

I
-Direti~
cisazioni (come appare nelle figure 66 .I=

I
e 67), mentre la ISO 1302 prescrive che
il valore della rugosità sia preceduto
dall'indicazione Ra, oppure di altri
- Solchiparallelial pianodi proiezio·
nedellavistasullaqualeè applica-
to il segnografico
parametri scelti (Ry, Rz, ecc.) con il re~ dei solchi
lativo valore. Se tali parametri vengo-
no indicati in aggiunta ad Ra, posso-
dJ.
I no essere collocati nella posizione e di
figura 61: in tale posizione può anche
essere indicata la lunghezza di base o
1
Solchi perpendicolari
proiezione
applicato
al piano di
dellavistasullaqualeè
il segnografico
.
1111111111,t
i-1 ,,,•..I
~~
~7
D1rez1one
dei solchi

I l'altezza di ondulazione (vedi UNI


ISO 4287). I valori di rugosità Ra do-
vrebbero essere scelti nella serie se-
X
Solchi incrociatiin due direzioni
obliquerispettoal pianodi proiezio-
nedellavista sullaqualeè applica- ~
,J X
~X~
' u
guente: 50 - 25 - 12,5 - 6,3 - 3,2 - 1,6 -
I 0,8 - 0,4 - 0,2 - 0,1 - 0,05 - 0,025 pm.
Se necessario, è possibile indicare an-
che i valori massimo e minimo previ-
__ lo il segnografico --...Direzionel
dei solchi

Solchiapprossimativamente circo-
6
sti (fig. 63). In certi casi, se sono richie-
11sti particolari tipi di lavorazione per
~ poter realizzare determinate condi- -
e lari rispettoal centrodellasuper/i-
cie alla qualeè applicatoil segno
grafico
~
zioni di superficie, occorre indicarli
sul tratto orizzontale del simbolo (fig.
161/J), così come eventuali trattamenti Solchiapprossimativamente radiali ~
R

o rivestimenti. rispettoal centrodellasuperficie
al-
La tabella XIII riporta le indicazioni la qualeè applicatoil segnografico

I dell'orientamento preferenziale dei


solchi superficiali, con i simboli che
·vanno posti ·aa es tra èlefsegnò grafico - . -- - .. - .. . --·--· .
I
i'.M I
- -. . -·
fondamentale (fig. 61d): è logico che la
M Solchimultidirezionali

Irugosità vada misurata perpendico-


larmente ai solchi. Infine il sovramme-
tallo di lavorazione espresso in mm,
~
va indicato a sinistra del segno grafi-
Ico, come in figura 61e.
Nella figura 65 compaiono alcune in-
_ _ ~. p. Solchisenzadirezioniparticolarie
nonsporgenti . - ....
D
___il

I Tnb. XIII. Segnigraficiper l'i11dicazio11e


sol:hidi rugosità.
dei

I ww Superficie
superfinita

Superficie
rettificata

I Superficie
mediante
lisciataottenuta
lavorazione d'utensile
. a macchina od a mano
Superficie
sgrossata,
ottenuta
V mediante
lavorazione
d'utensile
a macchina oda mano

Superficie
grezzaliscia

365
I.
·-·- - - --·· --

dicazioni di stato superficiale espres-


se secondo la norma ISO. Se in un par- RUGOSITÀ
Ra APPLICAZIONI
µm
ticolare gran parte delle superfici han-
no lo stesso grado di finitura, questo
può essere indicato nel riquadro delle 0,025 Pianidi appoggio
di micrometri,
specchie blocchidi riscontro.
iscrizioni d in vicinanza, accompagna-
to, fra parentesi, dal simbolo grafico
di base (fig. 66), come promemoria 0,05 Faccecalibridi officinae pianidi appoggio
comparatori.
dell'esistenza di alcune parti con di-
versa finitura, oppure, sempre fra pa-
rentesi, dai simboli riferibili alle su- Faccecalibria corsoio,pernid'articolazione,utensilidi precisione,
perfici con diversa rugosità e che na- cuscinetti
superfiniti,
accoppiamenti stagniad altapressione in motoalternato,
turalmente devono figurare anche in 0,1 superticie accoppiate di partiin modoalternativo
corrispondenza delle superfici stesse a tenutadi liquidosottopressione
(fig. 67). Si può anche talvolta usare e superficie levigatedi tenutasenzaguarnizione.
un'indicazione semplificata, con il
simbolo semplice accompagnato da Sopporti
alberia gomitoe alberia camme,pernodi biella,superficie camme,
una lettera di richiamo ad una defini- diametro
cilindripompeidrauliche,cuscinetti lappati,perniturbine,
zione più completa riportata in una ta- 0,2 accoppiamenti stagnimobilia mano,guidetavolemacchine utensili,
bella o nel riquadro delle iscrizioni - reggispinta
altevelocità,pernidi alberidi rotoridi turbine,di riduttori,
ecc.
(fig. 68). ·
Alberiscanalati, cuscinetti alberimotore,diametroesternostantuffi,
Criteri per la scelta della rugosità. diametro cilindri,pernigrandimacchine elettriche,
accoppiamenti allapressa,gambovalvola,
L'indicazione su un disegno di un gra- 0,4
superficiedi tenutadi seggiedotturatori di valvole,saracinesche, ecc.,
do di rugosità (nel caso che questo sia pernidi alberia gomitoe portatedi lineed'alberi,cuscinettidi metallobianco,
minore di quello abituale dell'offici- superficiedi partiscorrevoli comepattinie relativeguide.
-na) -implica quasi sempre un controllo - . - - - - - --· .. -. - --·- - .. -- - - - -·
e quindi un aumento del costo di pro-
duzione. Per questo motivo oltre che Tamburi,freni,foribracciati,cuscinettibronzo,partidi precisione,
dentiingranaggi,
prescrivere un valore di rugosità solo cuscinetti rettificati,
superticieditenutadi flangesenzaguarnizione,
per le superfici la cui funzionalità sia 0,8 pernidi alberia gomitoe portaledi lineed'alberi,cuscinetti
di metallobianco,
superficiedi partiscorrevolicomepattinie relativeguide,
condizionata dalla rugosità, questa superficie di tenutadeiseggivalvolemotori.
deve essere la più grande possibile
compatibilmente con le funzionalità
richieste dal pezzo (ad esempio tipo Facceparticolari
di ingranaggi, alberie foriingranaggi,
testecilindro,
di accoppiamento con altri organi, ti- 1,6 scatoleingranaggi di ghisa,facciapistone,
superficiedi tenutadi flangeconguarnizioni metalliche.
po di sollecitazioni, tolleranze dimen-
sionali, aspetto estetico, movimenti re-
Pernie cuscinetti
pertrasmissionia mano,superficie
di accoppiamento
ciproci, ecc.). 3,2
di partifissesmontabili
(flangedi accoppiatoi,
impostedi centramento,
ecc.).
Il progettista dovrà quindi prevedere
tolleranze e finiture tali da garantire
la funzionalità dell'accoppiamento al 6,3 Superticie
di tenutadi flangeconguarnizioni
comuni.
minimo costo. A questo proposito, la
tabella XIV riporta i valori orientativi
della rugosità Ra per alcune applica- Tab. XIV. ValoriorientatividellarugositàRa per alcuneapplicazionipiù comuni.
zioni più comuni; la tabella XV ripor-
ta invece i valori massimi di rugosità
Ra compatibili con le tolleranze ISO;
. ·- -· SUPERFICIE
CILINDRICHE IN mm
CONDIAMETRO •·.. . . .
questo vuol dire ad esempio che un al- Tolleranza finoa 3 oltre3 finoa18 oltre18finoa 80 oltre80finoa250 ollre250 Superficie
bero di diametro 'to mm ed un grado fondamentale
ISO
piane
di tolleranza normalizzato IT7, do- Rugosità
Ra
vrebbe essere lavorato con un grado max.
µm
1T6 0,2 0,32 0,5 0,8 1,25 1,25
-~ IT7 0,32 0,5 0,8 1,25 2 2
z 1TB 0,5 0,8 1,25 2 3,2 3,2
IT9 0,8 1,25 2 3,2 5 5
IT 10 1,25 2 3,2 5 8 8
IT 11 2 3,2 5 8 12,5 12,5
IT 12 3,2 5 8 12,5 20 20
IT13 5 8 12,5 20 32 32
1T14 8 12,5 20 32 50 50
Fig. 68. Prescrizionidi rugosità semplificate:
i valorisono riportatiin tabelle. Tab. XV. Rugositàmassimacompatibilecon la tolleranza.

366
I

I' -·-- --=-~--

I di rugosità 0,8 mm; è da precisare


però che, se la funzionalità della su-
perficie riveste particolare importan-
perciò legato ad esso un determinato
valore di rugosità massima.
Non è però vero il contrario, cioè una
con le diverse lavorazioni, che consen-
tono al progettista di analizzare l'op-
portunità di omettere la prescrizione
l za, si consiglia di precisélre sul dise-
gno il valore di rugosità desiderato,
anche se maggiore di quello riportato
superficie con bassa rugosità (molto
liscia) non richiede necessariamente
una tolleranza ristretta.
relativa al grado di rugosità richiesto
dalle esigenze funzionali di una super-
ficie, quando esso sia decisamente
. nel prospetto. Nella figura 69 e nella tabella XVI sono maggiore di quello massimo compati-
IDato un certo grado di tolleranza è indicati i gradi di rugosità Ra ottenibili bile con la lavorazione da eseguire.

LAVORAZIONE
DAESEGUIRE

--- -- --
'-------~
-- -- - ·
r-

'-
-

FONDERIA FORATURA FINITURA RETTIFICA


TURA

-s-----
-- - . . .. -. -
-~-
·---~- - -

DEFORMAZIONE
PU\STICA SGROSSATURA ALESATURA
SUPERFINITURA

25 12 6 3,2 1,6 0,8 0,2 0,1

Fig.69. Relazionetra lnvorazionee gradodi nigositàRa.

GRADOMEDIODIRUGOSITÀ
Ra(µm) _.
• ENTE NAZIONALE
ITALIANO DI UNIFICAZIONE
- ':,;,.,!_:~.--1-...- -~ • • - ~ -
LAVORAZIONI
min. medio mai. UNI3976 Indicazione delletolleranze linearied
angolari.
Fusione in sabbia 4 8.;.25 50 UNI4600 Disegnitecnici- lncficazione dello
Fusione a guscio 2+4 8 statodeOe superfici.
Microfusione 0,4 1,5.;.3 6 UNI7218 Sistema ISOdi tolleranze e accoppia-
menti.Zonedi tolleranza peraccoppia-
Fusione in conchiglia 0,8 1,5.;.4 7
mentiraccomandati.
Fusione sottopressione 0,4 0,8 .;.1,5 4 UNIISO286/1 Sistema ISOdi tolleranze edaccoppia-
Fucinatura 8.;.25 menti.
Stampaggio a caldo 4 .;.12 UNIISO468 Rugosità dellesuperfici.Parametri,
Laminazione a caldo 6 10.;.25 50 lorovalorie regoleperla designazio-
Estrusione a caldo 0,5 0,8 .;.12 20 nedeUe caratteristiche.
.• Trafilatura a caldo 12 UNIISO2768/1Tolleranze generaliperdimensioni
rmearied angolari.
\ ,... Alesatura
·:_.
0,25 0,5-:-4 7
UNIISO4287/1Rugosità dellesuperfici:terminologia.
Brocciatura 0,2 0,4.;.1,5 3 UNI6325 Gettiinacciaio.Tolleranze generalie
Fresatura 0,5 0,8.;.6 12 sovrammetalli.
Lappatura 0,01 0,05.;.0,4 0,8 UNI6346 Gettiinbronzoed ottone.Tollere11ze
Rettifica
tura 0,025 0,1 + 1,5 generar. e sovrammetalli.
6
UNI7068 Gettiinghisagrigianonlegata.Tolle·
Segatura 5.;. 18 ranzegeneralie sovrammetalli.
Stozzatura 2 4+8 10 UNI7451 Gettiinghisamalleabile. Tolleranze
Tornitura 0,5 0,8+6 12 generali e sovrammetalli.
Trapanatura, foratura 0,8 1,5.;.6 12 UNI7601 Gettiin ghisasferoidale. Tolleranze
generali e sovrammetalli.
ottenibili coni diversiprocedimentidi lavorazione.
ab. XVI. Rugositàs11perficiali

367
I
A u T o e A D

CREAZIONE
DISIMBOLI
EBLOCCHI Autocad moltiplico dapprima tutte le dimensioni del bloc-
co per i fattori di scala X e Y _specificati, quindi ruota il bloc-
co secondo l'angolo di rotazione, usando il punto di inseri-
Un b!occo è un insieme di oggelti che possono essere as-
mento come centro.
sociali in modo do formare un unico oggetto, detto blocco.
Autocad trotta l'oggetto inserito come uno entità unica;
Ogni blocco viene generato partendo do uno serie di entità
per ottenere le singole entità costituenti il blocco è sufficiente
presenti nel disegno corrente, le quali vengono associate e ri-
utilizzare il comando EXPLODE.
chiamate tulle le volte che se ne ho bisogno. I blocchi snelli-
Utilizzando invece il comando DDINSERT,apparirò lo fi-
scono il processo di disegno e offrono diversi vantaggi; ad
nestra di dialogo di figura 3; è possibile specificare il nome
esempio, possono essere utilizzati per:
del blocco, il punto in cui si desidera inserirlo nel disegno
o) creare uno libreri_ostandard di simboli, blocchi o porti corrente, la scala, l'angolo di rotazione e l'eventuale esplo-
standard utilizzati di frequente; sione dopo l'inserimento.
b) inserire un blocco più volte anziché ricreare da zero L'opzione file consente di inserire un altro disegno prele-
ogni volta gli elementi del disegno. Questo aumento I'effi- vato dal disco e trattato come blocco; infatti quando si inseri-
cienza del lavoro del disegnatore; sce un intero disegno in un altro disegno, Autocod trotta il di-
t) semplificare il lavoro di revisione in quanto uno volto ri- segno inserito come qualsiasi altro riferimento di blocco. Gli
definito un blocco, vengono aggiornati automaticamente tutti ·inserimenti successivi fanno riferimento allo definizione di
i riferimenti a questo blocco; blocco con impostazioni di posizione, scolo e rotazione di-
verse. Ogni blocco può essere utilizzato solo nel disegno cor-
d) assegnare attributi ai blocchi, cioè informazioni testua- rente; per lo gestione dei blocchi anche su altri disegni, Auto-
li che possono variare od ogni inserimento del blocco stesso, cad consente lo memorizzazione di un blocco su un disco
rendendo molto più flessibile il disegno; col comando WBLOCK:
.. __ e) revisionqre. i_d[se.gni in modo efficiente, inserend0, r-i--
posizionondo e copiando i blocchi come componenti anzi- Command: WBLOCK
ché, come singoli oggetti geometrici. (Autocadrichiedeun nome di un file; utilizzarelo stesso
Per lo definizione di blocco, bisogna primo di tutto riferir-
nome rug)
Block nome: rug
si od elementi del disegno esistente; si suppongo od esempio
di voler costruire il simbolo di rugosità (fig. l ). Awiore il co-
mando BLOCCO utilizzando uno dei seguenti metodi.
of Digitondò°"il cc;;ma~d~BLOCK do tastiera:
Commond: BLOCK
Block nome (or ?): rug (digitareun nome qualsiasi del
blocco)
lnsertion base point: (selezionareil punto I)
Select object: (selezionare con uno finestral'interodise-
gno)

A questo punto gli elementi del disegno spariscono dal


video ed il blocco ora è stato definito e denominato ed esiste
solo nel disegno corrente. Gli oggetti selezionati scompaiono Fig. I. Creazionedi un blocco: il simbolodi rugosità.
dallo schermo di disegno in quanto vengono memorizzati nel-
la tabella di simboli che contiene la definizione di blocco. f/11&-~a--..:r.,..a-, -"t#
e<U ~~~~~z.31~,gs)o.o.ao.1.fl!.!U ,.,.,_•.e1:11"'" • ...... 011. ___
'!o•Y .. _ . ::i.-~.=~~ ..21~....
:~t~J.AI
r ~ ~'XXOO .... •.ò ~,. r ·- o~
b) Scegliendo il comando BLOCCO dalle icone o com-
parso sullo barra degli strumenti DISEGNA; in questo caso la
procedura è assolutamente identica.
Per l'inserimento del blocco nel disegno è possibile utiliz-
zare il,comando INSERT o DDINSERT; ogni volta che·'i'iel'ie-·
compiu·t~ questo operazione si deve assegnare un fattore di
j-o.
41
A

scalo e òn angolo di rotazione al blocco inserito:


Command: INSERT
Block nome (or ?): rug (digitareil nome del blocco appe-
na costruito)
(selezionareil punto di inserimentodello
lnsertion point:
schermo,fig. 2)
X scale foctor ( 11/Corner/XYZ: [Enter] -ad:
\cct -
IH•:-':
111~ •r t!Ul>:

Y scale foctor (default =X): [Enter] la(4%:H 0An,«) JolCl0a.TU IUS

Rototion ongle (0): [Enter] Fig.2. Inserimentodel blocco nel disegno.


368
.I
I ._I ____ A_U __ T_O_C __ A_D ___ ___
I rf§è~~ ;- ', .. ,~ •r..' - ... ' ' .~ (. ~\.-':' {"• ~:.,
gio di richiestache appare quando viene inseritoil blocco)
Block Default ottribute volue: 3.2 (valore di rugosità preasse-

I f!lock ...

file ...
I
I
IRUG
gnato) -
Justify/Style/(storl point): (selezionare il punto d'inseri-
mento, od esempio il punto 1 di figuro41
·

Height<3.5>: (immettereun'altezza di testo ode9uoto)


I Options
P' ,Specify Peremeters on Screen
lnsertion Poinl Scale Rotetion
Rototion ongle (0): (eventualeangolo di inclinazione del
lesto).

I ;:;.I I ··...,,.,
I ;::=:==::::::::1y ~,=====:,
l'etichetto RUG apparirà sul simbolo di rugosità, come in-
dicato in figuro 4. lo stesso procedura può awenire in un
modo più semplice con lo finestra di dialogo DDATIDEF (fig.
~-~I. -~--
I I 5); i messaggi e le impostazioni sono esattamente identici.

I r f.xplode

I~ !I' Cencel l:!elp .••


A questo punto con il comando BlOCK viene creato un
blocco selezionando tutti gli elementi del disegno insieme
all'etichetta rug appeno immesso.
Allo digitazione del comando INSERT, appaiono le se-
I Fig.3. li riquadrodi dialogo DO/NSERT.
guenti richieste:

Command: INSERT

I · Questa procedura consente anche di registrare un dise-


gno ·oparte ai un·disegriiY sudisco come· btoccò. rìriserfmen;
lo owiene o tramite il comando INSERT(in questo caso il di-
Block nome (or ?): rug (digitareil nome del blocco appe-
na-Gostruito) -- .. .. - -
lnsertion point: (selezionare il punto di inserimentodello
- - - -- -
schermo) ·

I segno deve trovarsi nelle directory di lavoro di Autocad) op-


pure col comando DDINSERT e l'opzione file (quest'ultimo
X scale foctor 111/Corner/XYZ: [Enter]
Y scale foctor (default= X): [Enter]

I opzione consente la ricerca del disegno anche in archivi di-


versi).

Gliattributi
I Un attributo fornisce un'etichetta interattiva per assegnare
un testo o altre informazioni ad un blocco e costituisce un
mezzo per aumentare lo flessibilità e la produttività del dise-
gno. Infatti ogni volta che si inserisce un blocco che ho un at-
1 tributo, Autocad richiede di immettere i dati da archiviare in-
sieme al blocco.
Supponiamo ad esempio di voler assegnare al simbolo

I di rugosità il valore della rugosità medio Ra, creando uno de-


finizione di attributo coi comandi ATTDEF e DDATTDEF; è Fig.4. Creazionedel blocco con un offributo.

., possibile impastare quattro modalità opzionali per lo defini-


zione di attributo:
lnvisible,cioè le informazioni concernenti l'attributo non
vengono visualizzate nel disegno quando il blocco viene in-
serito;
---------------------
A1tribu1e Definrtion
Mode·-·--
r
r
!nvisible
~nslanl
·-·~

1
.:
~ Attribute---·-

?Iag:
-----
------------.

I Constont, che assegna un valore fisso all'attributo;


Y~r.ify,che permette la verifico del valore dell'attributo
durante il procedimento di inserimento;
r
r
Yerily
e,eset
e,ompt

___ .J _;ie.lue: _
lnsertion Poinl · ·----. - Text Oplions · · ..._ .. ·--·-· · ·--· --· -------·-· ---
1
Pre1et,non viene effettuata la richiesta del valore dell'at- i]
1 tributo e viene automaticamente assegnato il suo valore di
default.
PickPoinl <

~ 10.0000
· .J.uslificelion:
Iext Styla:
ILeft
-iST-A-NO_AR_O
____

i)_,•

:t 10.0000 <
H.11.ight j -==-
-==-
=_10:_.2:_oo:_o=_ -==-
-==--==--.:::I
Commond: ATTDEF
Z; 10.0000 Bot.,lion < I _i L.o

I
__
. ______ ___,
Attribute modes - lnvisible: N, Constont: N, Verify: N,
Prese!:N r ·.. . .. :-.·.

Enter (ICVP)tochonge, RETURNwhen done. [Enter] OK c..ncel 1:1a1p


•.• I
Attribute tag: R~G (viene richiestaun'etichettache identi-

I fichi l'attributo)
Attribute prompt: Immettivalore rugosità (rigadel messag- Fig.5. Ilriquadrodi dio/ago per l'impostazionedi attributi.

369
I - :.
A u T o e A D

Block N11me: RUGl

immetti valore rugosità

Fig. 6. Ilsimbolodi rugositàcol valoreimmessodi Ra. OK C11ncel t:lelp...

Rotation angle (0): [Enter]


Immetti valore rugosità (3.2): 6.3 (immetlere il valore
Fig. 7. Editozionedi allributicol comando DDAITE.
preossegnato o qualsiasialtro valore)

Il simbolo immesso apparirà come in figura 6.


Il comando DDATIE permette inoltre l'editazione di attri·
buti·tramite una finestra dì dia~ogo visibile in figuro 7; Tattri· <limtp=o·.01
buto 6.3 può essere variato senza inserire un nuovo simbolo.
dirntol=on /
~ dirntrn=0.02
Letolleranze dimensionalicon Autocad ~ +0.01 -----
50 -0.02

.._ Con Autocad. è possibile aggiungere direttamente al te-


sto della quota i valori degli scostamenti previsti nel disegno;
la gestione delle tolleranze dimensionali non è però molto
flessibile, in quanto le impostazioni eseguite si ripercuotono
su tutte le quote.
Fig. B. Levariabiliche consentonol'impostazion_e degli scostamenti.
Per questo motivo conviene aggiungere in molti cosi gli
scostamenticon il comando TEXT, dando un altezza dì carat·
tere minore di quella del testo della quota. Fig. 9. Il riquadrodi dialogo di DDIMper assegnarele tolleranze.
Per immettere in modo auto·
---------------------------------
malico le tolleranze, esistono due An'notati on.·:,._ - - .. ··.·'r: ·;··. -.,.-., ·---. ·, ~ _-, - . - -
metodi, o utilizzare le impostazio- - PrìmBry Units - - ·- -· · -------- ··· --- · ,. Alternate Units -·· -- --··-·- ------ ..·----.
ni delle variabili di quotatura, op-
pure quelle degli stili di quota; nel !!nits ... · r ~nable Units
primo caso si utilizzano la varia· ,--------,' '
bili (fig. 8): • .e.refix: 1:::0.=01=======::::::1 · : ~,.,,~::{
dimtol, (on per attivare le tol· .S,uffix: ._10._01
____________
..---.......
1 f1Jii::;_:
leranze, off per disattivarle)
~M+0.01
dimlim, che consente di vi·
sualizzare le quote limiti (ad
esempio dmax e dmin) ·-- · -- ·
..Tol;,B~~e - ·- · ··· :~--=~-~~=-
-·· -~-0.02 -- ---·
-~---=-T~;~~--
dimtp, per lo scostamento su· ; Meth0 d: :Oeviation : ... · • Sty!e: lSTANDARD
periore '· 10.0000 10.1000
UpperYe.lue: Height
dimtm per lo scostamento in·
feriore. Lol!(er VBlue: j0.0000 Qap: 10.0900

Il secondo metodo consiste


nell'utilizzare la finestra di dialo-
,,!ustification: !Middle çolor ... • IBYBLOCK
I
Height: 11.0000
go text formats, tolerances per gli
stili di quotatura (fig. 9) che con·
.B.ound Off: jo.0000
I
sente la digitazione dei valori de- OK Cancel tlelp ... 1
gli scostamenti.

370

.. .. . . ' .
-I
I
~~ ~~;·
::":~-~~..:.:-
..·*..'-.:.:~:.
.. ,..-:"' - :-=--.,,.--,,........,,.
...:L--"-:- 'li!~o!il' ........
..._
.,.........,,--,__...,....~

Calcolare le condizioni di accoppiamento, con gioco e/o interferenza, nei casi proposti come da esempio.

D max,Dmin,Es,Ei G max,G min,I max,I mln

I DATI SCHEMA
..

+
D nom=65 Gmax = 0.55
-
I D max=65,4
Es= 65,4-65 = 0,4
- 0.4 Gmin=0.25
G max=65,4- 64,85= 0,55

I I Foro
' G min= 65,25=0,25
Ei= 65,25- 65 = 0,25
T
0.25
I D min=65,25

d max=65,00
es= 65,00- 65= O
-0.15
o
I IAlbero
t
I

ei =64,85- 65 = -0,15 MOBILE o


I dmin = 64,85
- - -·. - . - ·-· ·- -- .. ·- - .. - ·- - - -· . --
ACCOPPIAMENTOINCERTO
-- . .. - STABILE
o
.o

I Dnom=90

D max=90,03
Es=
I max= es- Ei= O- O,11= + O,11

·I D min= 89,89··
Ei=

es=
- - -· .. - - .. -

d max=90,00

I d min= 89,95
ei= MOBILE
ACCOPPIAMENTOINCERTO
STABILE
o
o
o
I Dnom=30
Dmax=

I Es=+ 0,01

Ei=-0,03
Dmin=

dmax=

I es=+ 0,06
dmin= MOBILE
ACCOPPIAMENTOINCERTO
o
o
ei = + 0,02

I Dnom=.·70
. - .
STABILE o

I Es+ 0,04
Dmax=

Dmin=
Ei = +0,01

I es=+ 0,05
dmax=

MOBILE o
dmin=

I ei =-0,020 ACCOPPIAMENTOINCERTO
STABILE
o
o

I 371
I
.
.

2• Assegnatala tolleranzasecondo la designazioneISO,completarela tabellasecondo l'esempio dellaprima


riga.
I
QUOTA
. ·.-·~ .... ..
I
... -· GRUPPO~· 1T VALORE - ,.
INmni'
I
. .. .:

.. --·· .. VALOREDID maxod mln :·__.,


..

20IT9 18.,-30 Omax=20,08


9 20 IT9=0,052

-
Omin= 20,028
I
50 IT7
50IT7= Omax=50,05
Dmin= I
. -
90IT10
. -- . .. -- -- -
90IT10=
- -. ..
Dmax=
D min·=89,90 -- - I
12IT8
12IT8=
. Dmax=12,5
Dmin=
I 1
- . ··- .. - -·. -
32 IT12 D max=
32 IT12=
D min=32,00

70IT7
70 IT7= Dmax=
D min=70,02

180IT9
180IT9= Omax=180,6
Dmin=

5IT6
5IT6= Dmax=4,98
Dmin=

30IT7
- 30 IT7= - ----- - Dmax= .. - -· - -
~~
O min=29,95

40IT8
40 IT8= Dmax=40,44
Dmin=

60 IT13 . D max=60,00
60 IT13=
Dmin=

372
~-1

L ln?i~are le tolleranze e gli scostamenti dei componenti accoppiati, calcolando i giochi e le interferenze massime e
ll\j alT!lmme.

I
I
I +

I
I 01-------------

-1
I 015 F7/h8

I
I
I
I } 6
-
.-:-," "'(,·'-._"""
.....
t:0
"" '-, I, .. ,.....
,e
c..
' .._ ':e
.....
-
Cl)
- -- -.:e_- --
1----~ -- -- -

-
i.n
N
(S)
- -
o
.M
(S)
:\ .
-
I ~'-," '\_" ""'

~
'\__"'
'-..'-.... V

I
I
373

I
4 Un accoppiamento albero-foro con diametro 15 mm
• prevede un gioco minimo di 6 micron e un gioco mas-
6 Indicare gli scostamenti, tenendo presente i valori
• massimo e minimo ammessi per le dimensioni.
simo di 35 micron, ed un foro Hl; rappresentare l'accop-

-+
piamento, determinando tuttigli scostamenti.

+
IJj _,_______1,.~
___
"·"

I
o
1-t--T-1 ----.
9,98 ... 10,04

28 === 27,95 ... 28,00

5 Indicare quali sono le indicazioni degli scostamenti


• errati.

+0.06
18 +0.02

16,02 ... 16,08

+0.02
18 +0.06

12,00 ... 12,10

-0.03
23 -0.08

-0.08
23 -0.03 12 ===
14,95 ... 15,05

374
1
.- '
. -·---=-------

I7 Jpezzi rappresentati devono essere montati per lor-


• mare una ruota per carrello. Assumere le quote ne- .,,,.,,.--~,,,.,.

l cessarie con·le relative tolleranze, tenendo presente lasca-


la 1:5. Determinare la catena di quote che consenta il cor-
retto montaggio dell'anello elastico.
li.:/·
r~~~
I . . ,·4,.,
. ~.
- --~-
~
) •. ''"S';!(<;-. .,-<'
l". . . _'r \ ,·. /
I
I
'
'
Supporto

'(
{J

.····
t~;.~_ts~.
·-·. ·,

.. ,,
_·,,·.··~\-
'.-1;~;0~---
·~_·
··\
. "'\/

I Rullo di gomma
"'''···:
~i~;:/
'•. ;_,-.
. ,_ - . I
:

Flangid Flangia
Mozzo 6 fori

I Anello Seeger - - · · -Perno -- · -


i

---0 -- ------- -R-------§@


SCALA 1 :5

I
I8 Il disegno rappresenta il complessivo di un rullo tendicinghia, in scala 1:5. Rappresentare con quote, tolleranze, rogo-
• sità superficiali i particolari 11, 16, 9, 8, 1. L'esigenza funzionale è quella di prevedere un gioco compreso tra 0,5 e 1,5
mm tra il distanziale 8 e la puleggia 9.

I
A-A
I 12
11
Ingrassatore
Nbero
Gas1/8UNI7662 1
1
10 Bronzina 1

I 9
8
7
Rullo
Distanziale
Rosetta25x 44UNI6952
1
1
1
6 DadoM 24 UNI5588- A - BG 1
5 Rosetta15x 28UNI6952 1
4 Rosetta10,5x 21UNI6952 4
3 VileM 14x 120UNI5739-65-B.B 1

I 2
1
N.
ViteM 10x 50UNI5739-65-B.B 4
Supporto
DESCRIZIONE
1
a.

•J
TA
RULLOTENDICINGHIA

I
SCALA:1:2
EJ-$-
375
I
9• pezzi
Nel disegno in assonometriasono rappresentatii vari
che costituisconoun rullo tendicinghia;schizzare
il complessivo,provando a compilare la distintadei mate- +
riali.Adottando la procedura mostrata col modulo di figura
54, ottimizzarele quote, prevedendo, come esigenza fun-
zionale, un gioco tra la puleggia 3 e il braccio 2 compreso
tra 0,5 e 2 mm.

~
@)DADO
M12 x 1.75

@
@ ROSETTA
ELASTICA

8
0
I
i
@PULEGGIA
M

i MBxl.25
L=22mm

@GRANO @COLLARE

(z)BRONZINA
G)BASE

i
M12x 1.75
L=70mm
8 VITE
@ MSxl.25
~ L=10mm

@GRANO

I
I
I
@ALBERO
@ALBERO (i)SUPPORTO
I
376
I
11o Rappresentare con viste e sezioni più opportune i particolari 1,S e 9 con l'indicazione di ~ote, tolleranze dimensio-
• nali e geometriche, rugosità.
,;__enendo presente una qualità IT?, calcolare il gioco risultante tra la boccola e l'anello 21. Prevedere tolleranze di Jocalizza-
.. ione per i fori delle viti 14. Jnfmeindicare su questo foglio le coppie cli tolleranze tra i pezzi 1-2, 2-3, 1-4,5-6,6-7,9-21.

I A-A

I
I
I
I I I
1-(:)- I
I I
I

' '

I - -1- --- - - -;-- - - - --1- -

I 21
20
Anello
SpinaUNIISO2338B 3 x 12
1
1
Z(l:1)

I 19
18
17
LinguettaA 5 x 5 19UNI6604
DadoMBUNI5588-5S
Rosetta9 x 17UNI6593
1
1
1
16 ViteM 8 x 50 UNI5727-4,6 1

I 15
14
13
Anello15UNI7435
ViteM8 x 30 UNI5725-5,6
IngrassatoreA G1/4UNI7662
1
4
1
12 Linguetta5 x 9 UNI6606 1

I 3 scanalature
03 a 120'
11
10
9
DadoA M16UNI55936S
Copiglia
4 x 40 UNI1336
Puleggia
1
1
1
8 IngrassatoreA G1/BUNI7662 1
7 Supporto 1
1-2 H7/h6
6 Boccola 1
.., 5 Albero 1
2:. 3 4 Manovella 1
3 Biella 1
1-4 2 Boccola 1
1 Perno 1
5-6
N. DENOMINAZIONE Q.TA MATERIALE
E NOTE
6-7
DISPOSITIVO
DITRASMISSIONE Scala:1:2
9-21

I 377
I.
'

11• foratura
complessivo rappresenta un 'attrezzaturaper la
JJ
di unaghiera (riportataa parte). Eseguire i
particolari2, 3, 4, Se 6 riportandoquote, tolleranzee qua-
lità di lavorazionee tenendo presente che il complessivo è
disegnatoin scala 1:J. Nellosvolgimentodei particolari,oc-
correrà considerareche 11corpo n. S è a sezione quadrata
con lato ugualea 70mm .
.:\~\.i~
1.•110,
,, ' ,, , . -'?i,,-~
~ ,J,r5. ~ ~

, , n°4 fori 04 1 Rosetta


.A_ I
I
I~ I equidistanti 2 Boccola
Il')
3 Perno
4 Impugnatura
·'-

...

....
)(
o<')
~
5 Corpo
6 Dado I
I
A_ i
Ghiera da forare
I
378
I
"" --·-----· , -,;"la:~ RIIIEI ' em mml!i~JraE l il 1111B
CAPITOLODODICESIMO

i collegamenti
I filettati
I
~iOLLEGAMENTI
SMONTABILI
_I _co!legamenti si dicono s~onta~ili
temporanei quando le parti unite si
~
E ossono, all'occorrenza separare l'u-
a dall'altra con semplici operazioni.
ei collegamenti smontabili, il vinco-
lo può essere dovuto all'attrito tra due

l lementi, opportunamente premuti


_unocontro l'altro, oppure all'azione
i un ostacolo. Per esempio, una spi-
na inserita fra un albero ed il relatiYo
fli1ozzo è un ostacolo che si oppone al-
Ba rotazione e allo scorrimento reci-
proco tra i due organi.
Come si vede dalla figura 2, la messa
I n trazione del gambo per l'avvita-
1ento della vite è causa di compres-
sione tra le superfici del collegamento

l he vengono a più stretto contatto; ciò


rovoca lo sviluppo di un forte attri-
o, che impedisce lo spostamento reci-
Fig. 1. Alcuni elementifilettati.

Fig. 2. La stabilità del collegamentoè assirn-


proco, mentre l'attrito fra i filetti con- rata dall'attritoche si st•iluppafra le s11pe1fici I COLLEGAMENTI
rasta lo svitamento spontaneo. elicoidalicd anchefra quelledi appoggio. FILETTATI
Questi collegamenti costituiscono un
tipo di unione di larghissimo impiego
trazione compressione
sul sullo nelle costruzioni meccaniche con fun-
(gambo spalla mento zione di collegamento, di arresto, di
registrazione, di manovra, ecc.
particolare Si definisce _§l~t.taturaun risalto a se-


zione costante (filetto),_avvolto ad eli-
ca sulla superficie ester"i-tadi un ele-
mento, cili.ndrico o conicq_che p:rende
il nome.di vite, o .sulla superficie in-
terna di un elemento analogo, che
prende il nome di madrevite.
Vite emàdrevite costituiscono un ac-
coppiamento in quanto i due risalti so-
no fatti in modo che al pieno di.uno
corrisponda il vuoto dell'altro ..

379
I
I
---- ·!"
Gli elementi filettati assolvono in defi- giro completo intorno all'asse, ed es-
nitiva due funzioni importanti: sendo la velocità di traslazione costan-
1) comeorganidi collegamento;l'accop- te, anche il passo sarà costante.
piamento dei due elementi, vite e ma- Per ottenere un'elica cilindrica, si può
drevite, è utilizzato per ottenere il colle- avvolgere su un cilindro un triangolo
ga!l'ento di parti che debbano risultare rettangolo avente per base la circonfe-
facilmente smontabili, mediante com- renza del cilindro e per altezza il pas-
poi"lenti normalizzati che prendon<> il so; l'ipotenusa del triangolo si deporrà
sulla superficie cilindrica secondo
nome di viti, dadi o bulloni (fig. 3).
un'elica come in figura 6 (si veda la co-
2) come organi di trasmissione;il colle- struzione dell'elica, nel capitolo 4). Se
-1
.i
gamento è utilizzato per ottenere un anziché di un punto si considera il
accoppiamento elicoidale tale che la moto elicoidale di una figura piana
rotazione di uno dei due elementi (im- qualunque (triangolo, trapezio, qua-
pedito di traslare), provochi la tr.1sla- drato, semicirconferenza, ecc.) si ha u-
zione dell'altro (impedito di ruotare): 11asuperficieelicoidale(il filetto detto an-
Fig. 3. Vite di collegame11to. si hanno le cosiddette viti di manovra che pane o verme).La figura è detta ge-
(fig. 4). neratrice dell'elicoide così ottenuto.
Una filettatura è quindi caratterizzata
dai seguenti elementi principali.
Elementi principali di una fi-
lettatura 1)Forma del profilo.
La figura risultante dalla intersezione
Sia dal punto di vista geometrico che del filetto con un semipiano avente
costruttivo l'elemento fondamentale per origine l'asse della filettatura è
di una filettatura è l'elica, curva de-
scritta da ·un punto che si muove ani-
mato da due moti uniformi simulta-
nei, unocircolàre ed tino· rettilineo, su
una superficie cilindrica o conica, se-
condo un angolo costante (fig. 5). Pro-
lungando la curva sul cilindro consi-
derato esteso indefinitamente si ha un
susseguirsi di spire che intersecano
ciascuna generatrice _delcilindro _os}el
èono aaintervalli di uguale lunghez-
za; la distanza tra due spire consecuti-
ve (su una stessa generatrice) costitui-
sce il passo dell'elica; naturalmente il
passo corrisponde anche alla distanza
percorsa in direzione assiale per ogni
Fig. 4. Vite di manovra.
Fig. 6. Ottenimentodi un elicasu una super-
Fig. 5. Caratteristicadell'elicacilindrica. ficie cilindrica.

I-Asse Superficie cilindrica sviluppata


I

Angolo di
inclinazione
dell'elica

....

1
Angolo_)
dell'elica rcd

380
-I -~------------

I due fianchi di un filetto e i fianchi di


due filetti contigui. L'asse del filetto è
la retta perpendicolare all'asse della fi-

I lettatura, giacente nel piano del profilo


e passante per l'intersezione delle rette -
costituenti i fianchi del filetto, e cioè
per il vertice del triangolo generatore.

I Nelle figure 8 e 9 le altezze H 1 e h 3 so-


no quelle del profilo nominale.
2) Passo.

I profilo profilo profilo profilo


È la distanza tra le creste di due filetti
consecutivi o più in gl'nerale, tra due
punti corrispondenti situati su fianchi
triangolare trapezoidale a dente di sega tondo
paralleli, misurata parallelamente
I Fig. 7. Vari tipi di profilidi filettature.
all'asse della vite.
Ovviamente il passo è proporzionale
all'altezzadelfiletto.
fl detta profilo della filettatura: esso che caratterizza la filettatura, il profilo
3) Numero dei principi.
lj può essere triangolare, a sezione tra- _nominaleche può differire dal prece-
pezia, a dente di sega, rettangolare, dente per troncature e arrotondamen- Quando si vuole ottenere la combina-
tondo ecc. (fig. 7). ti, e il profilodi esecuzioneche è quello zione di un passo lungo, con una ri-
I Il profilo triangolare è quello comune- effettivamente realizzato in pratica a
mente usato nelle filettature di colle- causa delle inevitabili imperfezioni
dotta profondità del filetto (cioè rea-
lizzare un accoppiamento rapido sen-
gamento; gli altri trovano impiego so- costruttive. za comportare una diminuzione della
l prattutto nelle filettature destinate a Nelle filettature triangolari il profilo è
viti di manovra. individuato da un triangolo generato-
- - Nella filettatura il profilo teorico cor- -re, di altezza-H (fig. 8); l'angolo al ver--
resistenza della vite) si può ricorrere
alla filettatura a più principi, in cui sul
medesimo elemento si-avvolgon0 più
rispondente all'elicoide generato dal tice di tale triangolo prende il nome di filetti elicoidali contigui (fig. 10). La fi-
I triangolo subisce diverse modifiche. angolo del filetto. Cresta e fondo del
Si distingue il profilobaseche è quello filetto congiungono rispettivamente i
- -
lettatura si può considerare generata
da più triangoli generatori, affiancati

I angolo
del fifetto p cresta I
I :e _'/ ----·-·-
, /. . . .E
'

I
I
1 Fig. 8. Elementicaratteristicidi una filettatura:/a vite._

I
I :i:

I .l3
"'
...
u"'
e
,::
r.
~
o
'O

.E
'i
Ifondo
cresta

I Fig. 9. Elementicaratte~isticidi una filettatura:la madrevite.

I 381

&JiiGJ URI && i .Mt l illUil.i!ll ili i fJm


--------
diametro
esterno ~

diametro di filetthtura filettltura filetthiura


nocciolo a 1 prQtcipic
a 2 principi a 3 p~incipi
I
I I
...........
'O
I~
!' e,_
"
passodclla ,
filett.1iura

passo del
profilo

Fig. 11. Filettatura stan- Fig. 12. Significatodd passi nellafilettatura a più principi:in
dard (ad 1 pri11cipio). quellaa 2 principi il passoeffetti..•,,è 2 volte il passoapparente,
i11quellaa 3 principi3 volte;J'i11cli11azio11e dell'elicaaumenta.

piano assiale tale che le sue intersezio- mento), si ruota in senso orario attor-
ni con i fianchi del filetto siano equidi- no all'asse del pezzo; sinistra(filettatu-
Fig. 10. Filettaturaa 2 filetti o principi. stanti, dicesi diametro medio d 2 o 0 2 ra sinistrorsa),se si ruota in senso an-
il diametro·misurato sulla linea me- tiorario (fig. 1-1).In pratica, questa ca-
in senso assiale, ognuno dei quali ge- dia. Nel caso di filettature coniche tut- ratteristica si può distingue~e se, di-
nera un filetto. N'ormalmente.le.lilets -ti -i diametri precedenti variano· da· sponendo la ·vìte·con-il suo asse verti-
tatui-e usate negÌi org~ni di collega- punto a punto della filettatura, e per cale e partendo dall'inizio della filet-
mento sono ad un solo principio. convenzione, si intendono misurati ad
Nel caso di viti a più principi il passo una distanza prefissata di riferimento.
effettivo della filettatura sarà eguale Nella figura 13 sono rappresentate sia
diametro d
al passo rilevato sul profilo del filetto, la vite che la madrevite con i vari ele- esterno
moltiplicato per il numero dei princi- menti geometrici. Il diametro di noc- diametro d2 I
pi; quindi occorre distinguere tra il ciolo influisce sull~rresistenza rùecca- mectio '
passo del profilo (passoapparente)e il nica della vite: infatti la sezione resi- diametro d j
passo della filettatura (passoeffettivo), stente SRè la sezione del gambo filet- I
che è la distanza tra due punti omolo- tato che risulta dalla media aritmetica I
ghi del fianco dello stesso filetto e cor- tra il diametro di nocciolo d3 ed il dia-
I
risponde all'avanzamento per un giro metro medio d2 :
attorno all'asse del pezzo (figg. 11, 12).
4) Diametro nominale. SR=-lt ( d, + dl ) 2
---- fondo
Utilizzato per la designazione conven- 4 2 fianco
zionale della filettatura, coincide (fat-
Il carico di rottura riferito a questa se- cresta
ta eccezione per la filettah,lra gas) con
il diametro esterno d della vite e con zione corrisponde a quello di una pro-
quello corrispondente D della madre- vetta non filettata di diametro equiva-
vite. lente.
Considerando il profilo di una filetta-
tura, possiamo distinguere i seguenti 5) Angolo e senso dell'elica.
elementi: L'angolo dell'elica in un filetto è l'an- cresta , //
Il diametro esterno è il diametro mi- ./ .
golo formato tra un piano perpendi-
fianco //,. ..
surato sulla cresta del filetto della vite colare all'asse della filettatura e la tan- I' './
d o sul fondo del filetto della madre- gente condotta per un punto dell'elica fondo ½·
vite D; ,liametro di nocciolo è il dia- risultante dall'intersezione di un fian-
metro misurato sul fondo del filetto co del filetto con un cilindro di diame- :I .
i ' diame'tro D1
della vite d 3 o sulla cresta dei filetti tro uguale al diametro medio di filet- i nocciolo I
della madrevite Dr Il diametro di ini- ta tura. Nelle filettature destinate ad diametro D2 j
medio '
zio del raccordo per la vite d 1 è misu- organi di collegamento il valore di diametro D3
rato in corrispondenza del punto del quest'angolo è minore dell'angolo di esterno
profilo ove il fianco rettilineo si unisce attrito (5° - 7°) per evitare il pericolo
al raccordo sul fondo. Inoltre, definita di svitamento spontaneo. La filettatu-
come linea media in un filetto a sezio- ra è destra(filettaturadestrorsa)quan- Fig. 13. Gli elemeniigeometri~idi un collega-
ne costante la linea contenuta in un do, avanzando lungo l'elica (avvita- mento vite-madm:ite.

382
l
latura, il filetto si dirige verso la de- Nelle viti di collegamento tale hm- L'angolo formato dai fianchi del filet-
stra o la sinistra dell'osservatore (fig. ghezza è dell'ordine di 1- 1.5 volte il to nelle viti triangolari, è di:

1 5). Normalmente le filettature impie-


ate per gli organi di collegamento so-
o destre.
diametro nominale. Lunghezze mag-
giori non sono quasi mai necessarie in
quanto gli sforzi assiali, non sono
- 60° nelle filettature metriche (il
triangolo generatore è equilatero);
- ss~nelle filettature Whitworth e gas
ugualmente ripartiti fra i filetti in pre- (il triangolo generatore è isoscele);
) Lunghezza di avvitamento. sa e l'aumento del numero dei filetti - 30° nelle filettature trapezie (triango-
la porzione di vite che va a contatto stessi oltre un certo valore non influi- lo generatore isoscele) e circa 30° in
on la madrevite; viene misurata in sce sulla resistenza. Si pensi al rappor- quelle a denti di sega (triangolo gene-
'
lunghezza nella direzione dell'asse. to fra diametro di filettatura e lun- ratore rettangolo).
ghezza assiale dei normali dadi.
I d d Quando vite e madre\'ite sono accop-
piate, i rispettivi fianchi sono a contat-
to solo per un certo tratto: la lunghez-
Filettature metriche ISO a
profilo triangolare

J za di questo tratto misurata perpendi-


colarmente all'asse della filettatura si
chiama ricoprimento, indicato con H 1
in figura 16.
Da un triangolo equilatero con lato u-
guale al passo avente la base parallela
all'asse della filettatura è derivato il

i~ profilabaseche ha i vertici troncati.


Il profilonominaledella madrevite e u-
guale a quello base; quello della vite
inYece è diverso perché sul fondo i fi-
letti hanno un arrotondamento con
fE{r:". raggio r = H/ 6, necessario per ragio-
ni di fabbricazione e per garantire la
destra sinistra
SISTEMIDI resistenza della filettatura. In pratica
le filettature hanno un profilodi esec11-
i
1-'.g._
~4. E~icadestrorsa~~i,~st~o~~a. FILET'(ATllRE zio11e.chepuò scostarsLda.quello.noa ... _ .. 1I
Gli elementi che caratterizzano ogni minale: le madreviti hanno anch'esse
sistema di filettatura sono: un arrotondamento sul fondo del fi- i
a) forma del filetto;
b) valori dei diametri nominali scelti
letto e le viti possono avere un diame-
tro di nocciolo leggermente maggiore I
p~r la vite e la madre,·ite; con un raggio di arrotondamento di-
c) valori dei passi in relazione ai vari verso per ridurre l'effetto d'intaglio
diametri; (figg. 17 e 18).
d) tolleranze di lavorazione. Si noti che la filettatura ISO, preve-
In base alla forma del filetto si può al- dendo un gioco tra la cresta del filetto
lora parlare di filettature a profilo della madrevite e il fondo del filetto
triangolare, trapezoidale, a denti di della vite, non assicura avvitamenti a
sega, ecc. Considerando la lunghezza tenuta stagna (si vede a questo propo-
del passo in rapporto al diametro si sito la figura 16).
possono avere filettature a passo gros- Le formule di proporzionamento di u-
so e a passo fine. na filettatura metrica ISO sono sempre
Se invece si prende in esame l'impie- espresse in funzione del passo (fig. 19):
a) b)
go degli organi filettati si possono di-
stinguere sistemi di filettature per col- H = 0,86603 P
Fig. 15. Vite destra(a) e sinistra (b):lafreccia legamento, per organi di manovra, H 1 =5/8 H =0,54127 P
i11dica
la direzionedi svitamentodel dado. per impieghi particolari.
I tipi di filetti unificati in campo nazio- h 3 =17 /24 H =0,61343 P
nale ed internazionale sono diversi:
di =DI =d - 2Hl =d - 1,08253 P
1) Filettature metriche ISO d2 =D2 =d - 3 / 4 H =d - 0,64952 P
2) Filettature W~~~?rth . . d3 =d - 2h3 =d - 1,22687 p
3) Filettature gas r =H/6 =0,14434 p
4) Filettature trapezie
5) Filettature a denti di sega Ai fini della resistenza della filettatura
a fatica assume particolare importanza
6) Filettature speciali. il raggio di raccordo r sul fondo del fi-
. ., ' . , ._,_.·. letto della vite.
vite Le misure sono generalmente espres- La precedente filettatura UNI (con r =
se in millimetri per le filettature me- H/8) è stata infatti sostituita dall'attua-
triche, trapezie e a denti di sega; in le proprio perchè raggi di raccordo in-
pollici e frazione di pollice per le filet- feriori a fondo gola ne peggioravano la
Fig. 16. Il concettodi ricoprimento. tature Whitworthe per quelle gas. resistenza.

1.. ,;.
383
Nella tabella I è riportata la correlazio-
Profilo ideale Profilo base= nominale Profilo di esccu,:ione ne diametro-passo per le filettature
metriche con l'indicazione dei diame-
il fondo dei filetti de'"e essere arrotondato
e scaricato al di sopra del diametro D. tri nominali e della serie di passi uni-
P/8 , ficati corrispondente ai diametri.
Quando si scelgono le filettature da
impiegare si deve dare la preferenzaa
madrevite
quellt'dellacolornw a;_in caso di neces-
sità si possono usare quelle della co-
lonna b; se possibile evitare di sceglie-
re le filettature della colonna c.
La tabella 11illustra i profili nominali
V e l'elenco d ·Ile filettature unificate,
con i ,·alori delle dimensioni nominali
P/2 già calcolati conformemente alla nor-
' I
ma UNI 4535 per le filettature a passo
grosso. Per le filettature a passo fine
possono essere analogamente calcola-
te le diverse dimensioni applicando le
formule di proporzionamento prima
indicate.
Fig. 17. Profilidellafilettatura metricaISO a profilotriangolareper la madm.•ite.
Si può notareche e5isto110 quatiro possi/liliprofili:a) il profiloideale,carnllcrizzanlelafigura
cl,egenernil profilo;b) il profilobnse;c) il profilo1w111i11nle;d) il profilod'esi:rnzio11e.

Fig. 18. Profiliddla


i:.. filettatura metrica
P/8 ~ vite.__
ISO per-111.
-· -~ ci
~i Il

-1 :;:
CO
......
l/}
. -Il :e
'I.
""'
......
:e
-o
CJ
i: -o
.. P/4 P/2 il fondo dei filetti de,·e es-
e: o sere arrotondato e scarica-
.E :-a to al di sotto del diametro
o,:: CJ
E ,:; -o :a r'I d 1• Per le viti sollecitate ad
o -o
ze e
:-::; o ... o urti o a fatica oppure a,·en-
] z-o"E CJ o ti una resistenza minima
~-o
E e: ~:~ § .§ g P.rescritta di 800 N /mm 2
.5
,:;
r::
:.;s ~-=
E ,:; e: 11raccordo deve avere un
raggio di cun·atura mini-
mo pari a 0,108 P.
Fig. 19. Sintesi de-
gli elementi geome-
profilo base profilo nominale profilo di esecuzione trici del profilo 110-
mi1111leper lefiletta-
ture metricheISO.

madrevite .
·.
.
.,E·

vite

6 cS o,
!

384
J
li Oiamelri Filettature Oiamelri Filettature calcolati come dalla tabella UNI 4535,
non figura tra quelle elencate in tabel-
-!ila Colonne
b e
Passo
grosso
Passofme
a
Colonne
b e
Passo
grosso Passofine
la. In questo caso la si designa indi-
ìlìl1,6 0.35 0,2 52 1,5 2
5 3 4 cando nell'ordine: il diametro nomi-
1,8 0,35 0,2 55 -
1,5 2 3 4 nale, il segno x di mo] tiplicazione, il

r 2,5
3
2,2
0.4
0,45
0,45
0,5
0.25
0,25
0,35
0,35
56

60
58

62
5,5 1,5 2
- 1,5 2
5,5 1,5 2
- 1,5 2
3
3
3
3
4
4
4
4
valore del passo e infine il simbolo M.
Esempio: un·a filettatura metrica che
abbia il diametro nominale di 10 mm
e il passo di 0,5 mm, non figurando in
3,5 0,6 0,35 64 6 1.5 2 3 4 tabella e perciò deve essere designata:
14 4,5
0,7
0,75
0,5
0,5 68
65 -
6
1,5 2
1,5 2
3
3
4
4
10x0,5M.

0,8 0,5 70 - 1,5 2 3 4 6


In alcuni casi occorrono altre precisa-
zio11iper completare l'indicazione del-
1: 5,5

7
-
1
1
0,5
0,75
0,75
72

76
75
- 1,5 2
- 1,5 2
- 1,5 2
3
3
3
4
4
4
6
6
6
la filettatura:
- se la filettatura ha più principi si de-
1.25 0,75 1 80 - 2 3 4 6 ve aggiungere il numero dei principi
1,25 0,75 1 - 2 3 seguito dall'abbreviazione fil;
1: 9

11
1,5 0,75 1
1,5 0,75 1
1,25 90 -
85

95
2
- 2 3
- 3
4
4
4
6
6
6
esempio: M 18-3 fil nel caso di una fi-
lettatura a 3 principi

r 16
14
15
1,75 1
2

2
-
1
1
1
1,25
1,25
1,5
1,5
1,5
1,5
100

110
105

115
- 2 3
- 2 3
- 2 3
- 2 3
4
4
4
4
6
6
6
6
- se la filettatura ha elicasinistra anzi-
ché destra si deve aggiungere l'abbre-
viazione sin.
Esempio: M 12 x 1,25 sin
- 1 1,5 - ·2 3
I
-· 20
18
17

·-
2,5 1
2,5 1-
1,5
1,5
2
2
125
- -- -- --
120

130
- 2 3
- 2 -3
4
4
4--
6
6
6
È prevista la sostituzione di sin con la
sigla LH (Left Hand) accettata inter-
nazionalemenfe. ··- · · · · --· ··
22 2,5 1 1,5 2 135 - 2 3 4 6

14
3 1 1,5 2 140 - 2 3 Le filettature a passo grosso presenta-
4 6
27 3 1 1,5 2 145 - 2 3 no una maggiore resistenza del filetto
4 6
25 - 1 1,5
- 1 1,5
2 .. 150 - 2 3
15~- -
e sono perciò consigliabili per mate-
4 6
28 2 3 4 riali con bassa resistenza a trazione
6
lo . 32
3,5 1 1,5
- 1,5 . 2-
3 2160 -
165 -
3
3
4
4
(ottone, alluminio, ghisa, ecc.). Sono
6
ànche usate quando non vi siano par-
6
33 3
3,5 1,5 2 170 - 3 4 ticolari esigenze di precisione, per col-
6
- 1,5 175 -
ls 39
35
4
4
3
3
1,5 2
1,5 2
180
185 -
3
- 3 4
3
4

4
legamenti rapidi e quando vi siano ri-
6
schi di danni al filetto (corrosione ed
6
urti).
6
40 - 3 1,5 2 190 - 3 4 Nella serie di filettature a passo fine
6
4,5 1,5 2
3 4 195 - 3 4 previste per un determinato diametro
6
. 12
45 4,5 1,5 2
3 4 200 - 3 4 nominale, quella di maggior valore è
6
48 5 3 1,5 24 - 205 3 4 la più comunemente usata negli orga-'
6
50 - 3 1,5 2 210 - 3 4 ni di collegamento (bulloneria), men-
6

lb. tre quelle più fini vengono usate quan-


I. Seriediametri nominali-passiper le filettature met~icheISO. Si noti ~heper alcuni dia- do il diametro risulti grande rispetto
metri nominaliil passopiri grandeprevistonon viene consideratogrossoe quindi 11011può esse- alla lunghezza di filettatura (ghiere, ot-
reomessonelladesignazione. tiche per macchine fotografiche, ecc.).
L'avanzamento per giro è minore e
'er la designazione delle filettature tabella che ad ogni diametro nomina- possono essere quindi utilizzate nel ca-
metriche ISO si possono presentare i le corrisponde un passo diverso da so si desiderino spostamenti graduali.
lguenti tre casi: quello grosso e spesso corrispondono
più passi: si è perciò convenuto di de-
a} la filettatura è tra quelle unificate a signare queste filettature con il simbo-

I sso gross,;,.In questo caso si vede dal- lo M seguito dal valore del diametro
Filettatura Whitworth
tabella che ad ogni diametro nomi- nominale, poi dal segno x di moltipli- È basata su un triangolo generatore
le corrisponde un unico passo: esse cazione e infine dal valore del passo. con angolo del profilo di 55°; fondo e
vengono perciò designate con il sim- Esempio: per una filettatura con dia- cresta del filetto sono arrotondati sia

l lo M seguito dal valore del diame- metro nominale 10 mm e passo di 1 nella vite che nella madrevite (fig. 20).
o nominale. Esempio: per una filet- mm, la designazione è MlO x 1. Se il Le dimensioni sono espresse in frazio-
tura con diametro nominale di 10 passo fosse di 0,75 mm, la designazio- ni della misura inglese, il pollice.
mm e passo di 1,5 mm la designazio- ne sarebbe M 10 x 0,75. _

1 èMJO. Il passo è definito in base al numero z


c) la filettatura in questione è metrica di filetti presenti su una lunghezza as-
la filettatura è tra quelle unificate a non unificata:cioè, pur avendo la for- siale di un pollice. Noto il numero z
isso fine. In q~esto caso si vede dalla ma metrica e gli elementi geometrici di filetti contenuti in un pollice, si ot-
385
Passo Diametro Diametro Diametro Diametro
-... Sezione Sezione !
I
Diametro
nominale Prolordlà Aicoprimenlo
medio di nocciolo denavite di nocciolo deillelli ~!IJ resistente l
di nocciolo
diametro
d=D
esterno
p d,=D,
dellavite

d,
aD'inizio

d,.
della
delraccordo madrevite
D,
delavite

h, H,
fondofilettO
deDawe
r mm2 mm2
I I
1,6 0,35 1,373 1,171 1,221 1,221 0,215 0.189 0,051 1,27 1,08
1,8
2
2,2
0,35
0.4
0,45
1,573
1,740
1,908
1,371
1,509
1,648
1,421
1,557
1,713
1,421
1,567
1,713
0,215
0,245
0,276
0,189
0.217
0,244
0,051
0,058
0,065
1,70
2.07
2,48
1,48
1,79
2,13
I
2,5 0,45 2,208 1,948 2,013 2,013 0,2i5 0.244 0.065 3,39 2,98
3
3,5
4
0,5
0,6
0,7
2,675
3,110
3,548
2,387
2,764
3,141
2,459
2,850
3,242
2,459
2,850
3,242
0,307
0,368
0,429
0,271
0,325
0,379
0,072
0,087
0,101
5,03
6,78 .
8,78"
4,47
6
7,75
I
4,5 0,75 4,013 3,580 3,688 3,688 0,460 0,406-- - -o.1os 11,3 10,1
5
6
7
0,8
1
1
4,480
5,350
6,350
4,019
4,773
5,m
4,134
4,917
5,917
4,134
4,917
5,917
0,491
0,613
0,613
0,433
0,541
0,115
0.144
14,2
20,1
28,9
12,7
17,9
26,2
I
0,541 0,144
8
9
10
1,25
1,25
1,5
7,188
8,188
9,026
6,466
7,466
8,160
6,647
7,647
8,376
6,647
7,647
8,376
0,767
0,767
0,920
0,677
0,677
0,812
0,180
0,180
0,217
36,6
48,1
58
32,8
43,8
52,3
I
11 1,5 10,026 9,160 9,376 9,376 0,920 0,812 0,217 72,3 65,9
12
14
16
1,75
2
2
10,863
12,701
14,701
9,663
11,546
13,546
10,106
11,835
13,835
10,106
11,835
13,835
1,074
1,227
1,227
0,947
1,083
1,083
0,253
0,289
0,289
84,3
115
157
i6,2
105
144
I
18 2,5 16,376 14,933 15,294 15,294 1,534 1,353 0,361 192 1i5
20
22
24
2,5
2,5
3
18,376
20,376
22,051
16,933
18,933
20,319
17,294
19,294
20,752
17,294
19,294
20,752
1,534
1,534
1,840
1,353
1,353
1,624
0,361
0,361
0,433
245
303
353
255
282
324
I
27 3 25,051 23,319 23,752 23,752 1,840 1,624 0,433 459 427
30
33
36
3,5
3,5
4
27,727
30,727
33,402
25,706
28,706
31,093
26,211
29,211
31,670
26,211
29,211
31,670
2,147
2,147
2,454
1,894
1,894
2,165
0,505
0,505
0,577
561
694
817
519
647
759
I
- .
39
42
45
- ..
4

4,5
4,5
36,402
39,077
42,077
34,093
36,479
39,479
-34,670
37,129
40,129
34,670
37,129
40,129
2,454
2,760
2,760
2,165
2,436
2,436
0,577_
0,650
0,650
976
1120
1310
.913
1050
1220
I
48 5 44,752 41,866 42,587 42,587 3,067 2,706 0,722 1470 1380_
52
56
60
5
5,5
5,5
48,752
52,428
56,428
45,866
49,252
53,252
46,587
50,046
54,046
46,587
50.046
54,046
3,067
3,374
3,374
2,706
2,977
2,977
0,722
0,794
0,794
1760
2030
2360
1650
1910
2230
I
64 . - 6 60,13!) - 5~.~~ 57..505._ .57,505 .. 'l,681 . 3,248- -0,866 2680 -2520
-
68 6 64,103 60,639
Tab. II. FilettaturemetricheISO a profilotriangolarea passogrosso.
61,505 61,505 3,681 3,248 0,866 3060 2890
I
tiene immediatamente il passo in mii-
limetri con la formula:
I
p

p = 25,4
z
I
N
i
Le altre formule utilizzate per il calco-
lo degli elementi geometrici sono: I
---
.<: h = 0,96049 p

.<:

N
l.t.
f = 0,64033 p
r = 0,13733 p I
--- ~ Forma del profilo, serie dei diametri e
.<:

passi unificati sono elencati nella ta-1


..
.<:
bella III.
e e o
Il
-:, ·~
-:,
Il
-:,
Le filettature Whitworth sono desi-
gnate indicando: il diametro nomina-1
le, espresso in pollici o frazioni di pol-
lice, seguito dalla lettera W.
Fig. 20. Profilodellafilettatura Wi:!iwortl,.

386
Ad esempio la filettatura da 3/4 di
1
t
pollice, cui corrisponde il diametro di inmm
dimensioni

19,05 mm, si indica con: Diametro Diametro Diametro Sezione Passo- • Numero ProÌondità Raggio
lndiéazioneesternodivite mediodivite di nocciolo di nocciolo .. .. difiletti di filettatura di arrotonda·

I 3/4W
Se la filettatura in questione non figu-
per~

.. -
¼
e
deS1gnaz1011e
di
d=D ·.
6.350
e di madrevite divitee
madrevite

. d.=D.
5,537
di madrevite
d.=D.
4.724
mm'-.
17,5
. :
: ~-· <
. ...
• p , ....
1,270
perpollice
..

20
z ..
- -. ..
~

..-·.•
0,813
I
mento I
r
0,17
ra tra quelle indicate in tabella, cioè

I
Sfa 7,938 7,034 6,130 29,5 1,411 18 0,904 0,19
non è unificata, per designarla si deve
3/a 9.525 8,508 7,491 44,1 1,588 16 1,017 0,22
indicare nell'ordine: diametro nomi- 11,o 11,112 9,950 8,788 60,7 1,814 14 1,162 0,25
nale in pollici, segno x di moltiplica-
½ 12,700 11,344 9,988 78,4 2.117 12 1,356 0,29
zione, numero di filetti per pollice e
I infine il simbolo W.
Rispetto al sistema ISO, abbia?1o
quindi un_diverso angolo del profilo, -
5/a
¼
7/a
15,875
19.050
22,225
14,396
17,424
20,418
12,917
15,798
18,611
131
196
272 .
2,309
2,540
- 2,822
11
10
9 ··-··
1,479
1,626
1,807
., 0,32
'• 0,35
\0,39
1 25.400 23,367 21,334 357 3,175 8 2,033 0,44
e la presenza di un arrotondamento
I anche sulla cresta.
Inoltre, a parità di diametro, il passo
1 1/&

Pia
28,575
31,750
34,925
26,251
29,426
32,214
23,927
27,102
29,503
450
577
684
3,629
3,629
4,233
7
7
6
2,324
2,324
2,711
0,50
0,50
0,58
Whitworth è maggiore del passo gros-

-I so ISO.
Queste filettature hanno costituito la
base di molti sistemi di filettature ed

Ph

P/a
38.100
41,275
44,450
47,625
35,389
38,022
41,197
44,011
32,678
34,769
37,944
40,397
839
949
1131
1282
4,233
5,080
5,080
5,644
6
5
5

2,711
3,253
3,253
3,614
0,58
0,70
0.70
0,78
sono state le prime ad essere unificate

I nel 1841. 2


50.800
57,150
63,500
47,186
53,084
59,434
43,572
49,018
55,368
1491
1887
2408
-
5,644
6,350
6,350

.. 4
4
3,614
4,066
4,066
0,78
0,87
0,87
2 5/e 66,675 62,609 58,543 2692 6,350 4 4,066 0,87
Filettature gas
I Derivate dalle filettature Whitworth, si
differenziano da queste per i passi che

3
3 1/,
69,850
76,200
82,550
65.203
71,553
77,546
60,556
66,906
72,542
2880
3516
4133
7,257
7,257_
7,815


3 ,,,
4,647
4,647
5,004
1
1
1,07
3½ 88,900 83,896 78,892 4888 7,815 31/, 5,004 1,07
sono più fini (ad eccezione del passo
I relativo ad 1/ 4"). La denominazione
gas è dovuta all'impiego che ess~ eb-

4
41/,
95,250
101,600
107,950
89,828
96,178
102,293
84,406
90,756
96,636
5595
6469
7334
8,467
8,467
8,835
3
3 .
.
2 7/a
5,422
5,422
5,657
1,16
1,16
1,21
bero inizialmente in condutture d1 gas. 114,300 108,643 102,986 . ·8330 8,sas- 27/e' ·--5,657 - 1,21

I La filettatura gas trova applicazione


nei collegamenti per tubazioni e ap-
4 3/,
5
120.650
127,000
114,736
121,086
108,822
115,172
9301
10418
9,236
9,236
2 3/,

5,914
5,914
1.27
1,27

I'".
parecchiature adibite al convoglia- 51/, - 133,350 127,154 120,958 11491 9,676 21/a 6,196 1.33
mento dei fluidi. -
5½ 139,700 133,504 127,308 12729 9,676 2 1/a 6,196 1,33
La designazione della filettatura è 5 3/, 146.050 139,544 133,038 13901 10,160 2½ 6,506 1,40
convenzionale perché si riferisce al 152,400 145,894 139,388 15260 10,160 2½ 6,506
6 1.~o_
diametro interno del tu~o sul 9.uale e-. _ . .. .
i:a usata quelhtfilettatura. Cioè una fi- Tab. III. Filettat11reWhitworth.
Iettatura gas da 1" ha un diametro e-
sterno di vite di 33,249 e un tempo era
appunto eseguita su un tubo che e-
I sternamente aveva questo diametro e
che internamente aveYa il diametro di
1" per il passaggio del fluido (fig. 21).
33.249

le norme UNI ISO 228 e UNI ISO 7,


I che hanno sostituito rispettivamente
la UNI 338 e la UNI 339, prevedono u-
na classificazione delle filettature gas

I in filettature per tubazioni non a tenu-


ta stagna sul filetto e per tubi a tenuta
stagna sul filetto.
Nel primo caso il collegamento avvie-
1 ne con una vite e madre,·ite cilindrica,
in cui il maggior numero di filetti per
pollici rispetto alla Whihvorth non ba-
sta a garantire l'ermeticità, che resta
I affidata alla presenza di guarnizioni.
Nel secondo caso la tenuta stagna sul
filetto si ottiene invece con l'accoppia- 1"=25.4mm
.
'

mento di una vite conica in una ma-


l drevite cilindrica o conica e viene uti-
lizzata ad esempio nei raccordi dei tu-
bi gas commerciali.
Fig. 21. Filefla/uregas d111 pollice:il diametroesternoè di 3~,249 111111anziché15,4 mm. La de-
signa=ionei11pollicisi riferisceal diametrointerno del t11bofilettato.

I 387

1-
·1
filettatura interna Fig. 22. Profilo,zone di tolleranza,formule di
.......
::e:+-~------\
dimensionamentoe designazionedellafiletta-
tura gas non a tenuta stagnas11lfiletto. 1
I
filettatura esterna _

p
. ·.·.·
ci éi Q
I
SIMBOLIE LORODEFINIZIONE Prospetto
diconfronto
UNIISO228/1'
nelladesignazione
dellaUNI338edella I
Designazione
G:File11atura di tubazioni
nutasullile11o
peraccoppiamento nona le·

A: Classepiù ristrelladi tolleranzadella filellatura


esternadi tubazioniperaccoppiamento nona tenu-
d1 =d -1,280654P: Diametro
turaesterna
D1=O· 1,280654P =d1:Diametro
Iettaturainterna
di nocciolodellafiletla-

di nocciolo dellali·
Filettatura

interna
UNl338
G 1 1/,
UNIISO228/1
G 1 1/,
G1 ¼A
I
G 1 1/,
d2 = d · 0,640327P: Diametromediodellafilettatura esterna G 1 1/,B
ta sulfilel1o
B: Classepiùampiadi tolleranza
nadi tubazioni
filel1o
dellafilettatura
peraccoppiamento
ester-
nona tenutasul
· esterna
D2 =D · 0,640327P =d2:0iametromediodellafiletta-
turainterna didesignazione
Esempi 1 1/4
diunafilettatura
I
H:Altezzadeltriangologeneratore dellafilettatura T,,.: Tolleranzasul diametromediodellafilettatura
h: Allezzadelprofilodi filettatura
rolondati
r: Raggiodegliarrotondamenti
tracrestee fondiar-

dellecrestee deifondi
esterna
Tm:Tolleranza suldiametro
mediodellafilettatura
intema
Td:Tolleranzasul diametroesternodellafilettatura
Filettatura Unasolaclasse
interna

Classe
Filettatura
di tolleranza UNIISO228/1·G 1 1/,

Filettatura
I
delfiletto clitolleranza
A UNIISO228/1-G1 1/,A
esterna

I
Filettatura
P:Passo T.,: Tolleranzasuldiametrodi nocciolodellafilettalura esterna
Classe Filettatura
D= d:Diametro esternodellafilettalura interna di tolleranza
B UNIISO228/1-G11/,B

Diametri Tolleranie
suldiametro
medio TolleranzasulcfiametroTolleranza
di nocciolo
suldiametro
esterno
I
Sigla Numero Passo Profondità Filettatura
interna
Tm Filettatura
esterna
T., Filettatura
Ìlllerna
T01 Filettatura
esterna
T,
della difiletti p deffiletto esterno medio dinocciolo
filettaturain25,4mm h d=D d,=D1 d,=D, Scosta- Scosta- Scosta· Scosta- Scosta· Scosta- Scosta- Scosta- Scosta·
mento mento mento mento mento mento mento mento mento
interiore superiore inferiore interiore superiore interiore superiore interiore superiore
classeA classe B
mm mm mm mm . ml]l mm. mm mm.. mm mm mm mm. mm mm.
1/t6

'/s
1/,
28
28
19
0,907
0,907
1,337
0,581
0,581
7,723 7,142
9,728 9,147
0,856 13,157 12,301 11,445
6,561
8,566
o +0,107 -0,107 -0,214
o + 0.15)7 -0,107 • 0,214
o + 0,125 -0,125 • 0,250 o
o
o
o + 0,282 • 0,214 o
o + 0,282 -0,214
o + 0,445 -0,250
o
o
I
3/e 19 1,337 0,856 16,662 15,806 14,950 o + 0,125 -0,125 • 0,250 o o + 0,445 -0,250 o
½
S/s
¾
14
14
14
1,814
1,814
1,814
1,162 20,955 19,793 18,631
1,162 22,911 21,749 20,587
1,162 26,441 25,279 24,117
o + 0,142 -0,142 -0,284
o + 0,142 • 0,142 -0,284
o + 0,142 -0,142 • 0,284 o
o
o
o +0,541 -0,284
o t 0,541 • 0,,84
o + 0,541 -0,284
o
o
o
I
'le

1 1/s
14
11
11
1,814
2,309
2,309
1,162 30,201 29,039 27,877
1,479 33,249 31,770 30,291
1,479 37,897 36,418 34,939
o + 0,142 • 0,142 • 0,284 o
o + 0,180 -0,180 -0,360
o +0,180 -0,180 -0,360
o
o
o + 0,541 • 0,284 o
o + 0,640 -0,360
o + 0,640 -0,360
o
o
I
1 ,,, 11 2,309 1,479 41,910 40,431 38,952 o + o,180 • 0,180 ·0,360 o o +0,640 • 0,360 o


2
11
11
11
2,309
2,309
2,309
1,479 47,803 46,324 44,845
1,479 53,746 52,267 50,788
1,479 59,614 58,135 56,656
o + 0,180 -0,180 -o.~
o + 0,180 - 0,180 • 0,360 o
o + 0,180 -0,180 • 0,360 o
o o + 0,640 -0,360
o + 0,640 • 0,360 o
o + 0,640 • 0,360 o
o
I
2 ,,, 11 2,309 1,479 65,710 64,231 62,752 o + 0,217 -0,217 • 0,434 o o +0,640 • 0,434 o


3
11
11
11
2,309
2,309
2,309
1,479 75,184 73,705 72,226
1,479 81,534 80,055 78,576
1,479 87,884 86,405 84,926
o + 0,217 • 0,217 -0,434
o + 0,217 -0,217 -0,434
o + 0,217 • 0,217 - 0,434 o
o
o
o +0,640 -0,434
o + 0,640 ·0,434
o + 0,640 • 0,434 o
o
o I
311, 11 2,309 1,479 100,330 98,851 97,372 o + 0,217 -0,217 ·0,434 o o + 0,640 • 0,434 o
4

5
11
11
11
2,309
2,309
2,309
1,479 113,030 111,551 110,072
1,479 125?30 124,251 122,772
1,479 138,430 136,951 135.472
o + 0,217 • 0.217 -0,434
o + 0,217 -0,217 - 0,434 ·o
o + 0,217 ·0,217 -0,434
o
o
o + 0,640 ·0,434
o + 0,640 • 0,434 o
o + 0,640 -0,434
o
o
I
o + 0,640 • 0,434 o

6
11
11
2,309
2,309
1,479 15(130 149,651 148,172
1,479 163.830 162,351 160,872
o + 0,217 ·0,217 -0,434
o + 0,217 -0,217 -0,434
o
o
• Perpezziaparete
o + 0,640 • 0,434 o
sottile
letolleranze
siapplicano
aldiamelro
melf10.
I
Tab. IV. Di111ensio11n111e11to
dellafilcttat11r11
gns 11011a te1111tn
stngnnsul filetto

388 I
t
.J_
la filettatura gas cilindrica per accop- le filettature interne coniche (es. Re to costituirebbero una coppia elicoida-
piamenti non a tenuta stagna sul filet- 1/2) le con un rendimento molto basso;
~ prevede due classi di tolleranza (A questo non costituisce assolutamente
giù ristretta e B più ampia) per le di- - la lettera R seguita dal valore del un difetto nelle viti di collegamento, in
mensioni limiti del diametro esterno, diametro nominale per le filettature e- quanto il basso rendimento della cop-
del diametro medio e del diametro di sterne coniche (es. R 1/2).
pia vite-madrevite garantisce l'impos-
l acciolo di vite, con una tolleranza
iù ampia per la classe 8- La designa-
zione è quindi indicata dalla lettera G
La tabella V mostra i parametri geo-
metrici della tabella ISO 7 /1 per le fi-
sibilità del moto retrogrado e quindi
l'allentamento spontaneo sotto carico.
Teoricamente, un accoppiamento eli-

f guita dal valore in pollici del diarne-


o nominale e dalla classe di tolleran-
A o B (se si tratta di filettatura ester-
lettature a tenuta stagna. Si può osser-
vare che le filettature gas con diame-
tro della filettatura a partire da 33,249
mm hanno passo costante di 2,309 mm
coidale con elevato rendimento richie-
derebbe un profilo quadrato: poiché
però tale profilo presenterebbe diffi-
na) di appartenenza. coltà di realizzazione, si preferisce il
pari a 11 filetti per pollice; questo vuol
a tabella IV e la figura 22 mostrano il profilo trapezio che presenta una
dire che sarà ovviamente costante l'al-
rofilo, le dimensioni e le tolleranze maggior robustezza e facilità d'imboc-
tezza del filetto, il raggio di curvatura
er questo tipo di filettatura. co. Nel profilo trapezoidale (fig. 24) il
e il numero di filetti per pollice.

q
' Nel caso delle filettature coniche a te- gioco tra fondo del filetto della vite e
Sono anche unificate (UNI 6125-74) fi-
uta stagna sul filetto, per la determi- la cresta del filetto della madrevite è
lettature gas interne ed esterne coni-
azione della geometria del profilo si relativamente grande.
c~e destinate ai tubi portacavi per gli
a riferimento ad un piano di misura Le tabelle a cui fare riferimento sono

i efissato cui si riferiscono tutti i pa-


metri geometrici (fig. 23).
a vecchia designazione UNI 339 in-
impianti elettrici antideflagranti, e de-
signate con la lettera Gk. le UNI ISO 2901-2904 (Tab. VI). La de-
signazione di una filettatura trapezia
si effettua indicando il simbolo Tr se-

I.
dicava con Gj la filettatura cilindrica Filettature trapezoidali guito dal diametro nominale, dal pas-
terna e con Gc la filettatura ester- so del profilo.
a conica, seguita dalla dimensione Sono utilizzaté per viti di manovra Se la vite ha più filetti, dopo il diame-
ominale espressa in pollici. La più cioè quando, ruotando la vite o la ma- tro_nomi!1ale si inqica il passo del!'._eli-_

rrecente normaUNI ISO 7 hà intro·-


tto una nuova simbologia e preci-
mente:
drevite; si vuole ottenere uno sposta-
mento reciproco di due organi mécca-
nici, soprattutto per viti di trasmissio-
ne di carichi di notevole entità.
ca (spostamento assiale per giro) e poi
tra parentesi il passo del profilo; se la
filettatura è sinistra, si aggiunge LH
(Left Hand in inglese).

f
- la lettera R seguita dalla lettera P e Infatti le filettature a profilo triangola- Ad esempio Tr 50 x 8 è una filettatura
ai valore del diametro nominale per re, aventi i fianchi del filetto molto in- trapezia di 50 mm di diametro nomi-
filettature interne cilindriche (es. Rp . _clinati risp~tto all'asse del profilo, mal nale e 8 è il valore del passo; Tr 50 x 24
/Z) - - · --- si prestano alla realizzazione di accop- (PS) LH è una filettatura sinistra tra-
-: la lettera R seguita dalla lettera e per piamenti filettati di manovra in quan- pezia a 3 principi (3 x 8 = 24).

Lunghezza
di misura Posizione piano Lunghezza
Profondità Diametri(dibase) dellafiletta- Tolleranza
di
delfiletto nelpianodi misura
(distanza
dalpassodi misura di misurasu accopppiamento
alrestremità
dettubo) filenaturaintema turautile
Passo deltubo
Numero
di passi di
in2.5,4mm estemo medio
nocciolo
p h d d, d, nominale Tl/2 T2/2 lunghezze
numero numerodi numerodi·
di misura
mm
di passi passi passi
mm mm mm mm mm mm mm + mm
28 0,907 0,581 7,723 7,142 6,561 4,0 0,9 1,1 1'/c 2,5 23/c
1/8 28 0,907 0,581 9,728 9,147 8,566 4,0 0,9 1,1 11/c 2,5 2,5 23/c
1/4 19 1,337 0,856 13,157 12,301 11,445 6,0 1,3 1,7 1¼ 3,7 23/c
3/8 19 1,337 0,856 16,662 15,806 14,950 6,4 1,3 1,7 IV. 3,7 3,7 23/c
1/2 14 1,814 1,162 20,955 19,793 18,631 8,2 1,8 2,3 1'/, 5,0 23/c
3/4 14 1,814 1,162 26,441 25,279 24,117 9,5 1,8 2,3 1V. 5 5,0 23/c
11 2,309 1,479 33,249 31,770 30,291 10,4 2,3 2,9 _ 11/, 6.4 2¼_ -
1Vc 11 2,309 1,479 41,910 40,431 38,952 12,7 2,3 2,9 11/c 6,4 6.4 23/c
1'/2 :11 2,309 1,479 47,803 46,324 44,845 12,7 2,3 2,9 1'/c 6,4 23/c
2 11 2,309 1,479 56,614 58,135 56,656 15,9 2,3 2,9 1'/c 7,5 7,5 3'/4
2½ 11 2,309 1,479 75,184 73,705 72,226, 17,5 3,5 1½ 3,5 1'/2 9,2 4
9.2
3 11 2,309 1,479 87,884 86,405 84,926 20,6 3,5 1½ 3,5 1''2 9,2 4
4 11 2,309 1,479 113,030 111,551 110,072 25,4 3,5 1½ 3,5 1½ 10,4 10,4 4 'h
5 11 2,309 1,479 138,430 136,951 135,472 28,6 3,5 1''2 3,5 1''2 11,5 5
6· 11 12,5 11,5
2,309 1,479 163,830 162,351 160,872 28,6 3,5 1''2 3,5 1'/z 5
disposizione
delpezzofilettalointemamente
deveessere!aiedaconsentire rawttamento eslemafinoadunalunghezza
dellafilettatura minimadi filettatura
utileugualeallalwighezza
di misura+Tl/2. Lefi.
re passanlipossonoavereooalunghezza
ridottadi filettatura deivaloriminimicalcolati.
utilenonminoreall"80%

Tab. V. Dimensionamentodellafilettatura gas a tenuta stagnasul filetto.

I 389
FILEITATURACILINDRICA FILETTATURACOÌ\TICA
piano di misura

iI p I!
....,

~,
H = 0.960491P H =0.960237P
h = 0.640327P h = 0.640327P
r = 0.137329P r = 0.137278P !
+ i
I .;I::,
.a -o

.--"""'=~=-=!' conicità 1:16


I + sul diametro
_ ___,_1,,_6_-;,
- T: I· T,
i 2 2,

piano di misura

filettatura interna
cilindrica

I filettatura interna
T1 = tolleranza relativa alla distanza
dal piano di misura all'estremità del tubo

r1
conica
T2 = tolleranza relativa alla porzione
i: del piano di misura di un mandrino
filettato con conicità 1:16

i( I fi!-::ttaturautile

I filettatura esterna conica

1-· filettatura utile (almeno-ùguàle allà lungneiia


di misura più la tolleranza di accoppiamento)
I
filettatura incompleta

filettatura rnmpleta

I
I piano di misura ~ ___ i_-._---------+- estremità della massima filet-
tatura interna ammissibile nel
caso di a\·vitamento manuale

cono.esterno
I tolleranza equh·alente
! y alla tolleranza posith·a
della filetta tura interna
a /i
lur.ghezza c!imisura

I --~---~------

~
tolleranza di serraggio

tolleranza di accoppiamento

Fig. 23. Profilo,fc>nnu/cdi dime11;;it,11n


111elito
e ,1esig11nzio11e
dellafilettaturngas a tenuta stngnn sul filetto.

390
I
1-·-- -· - .... --------------------------------------
-r
! I.

p I
I
I
I
cS cS ò
I
inmm
dimensioni
I
a,:giuocodi fondo
O,:diametro esternodi madrevite
o,:diametromediodi madrevtte;
O,:diametrointernodi madrevite
D,=d+2a,
d1: dia'lletromediodi vite d2 = D2 =d-2z = d-0,5 P
D,= d-2H, =d-P
p
1,5
2
a,

0,25
H,=h3

1,25
H,
0,15 ._o.~. 0,75
1
R,max R,max
0,08
0,13
0,15
0,25
I
3 0,25 1,75 · 1,5 0,13 0,25
d: diametro
esternodi vite(diametro
d3: diametro
internodi vite
H,:allezzadi avvitamento
nominale

(ricoprimento)
H,:altezzadelfilettodellamadrevite
di filettatura)
dl=d-2hl
H,=0,5 P
4
5
6
0,25
0,25
0,5
2,25
2,75
3,5
2
2,5
3
0,13
0,13
0,25
0.25
0,25
0,5
I
H, = H, +a,= 0,5 P + a,
h3: a~ezzadelfilettodellavite
P:passodelprofilo
R,max
_h3 =H, + a,=0.5 ~+a,

=0,5a, R,max=a, z = 0,25P = H,12


7
8
9
0,5
0,5
0,5
4
4,5
5
3,5
4
4,5
0,25
0,25
0,25
0,5
0,5
0,5
I
10 0,5 5,5 5 0,25 0.5

Fig. 24. Profilotrapezoidaleconformule di di111e11sio11a111e11to.

Questa norma ha sostituito le UNIM Filettatura a dente di sega


12
14
16
0,5
1
1
6,5
8
9
6
7
8
0,25
0,5
0,5
0,5
1
1
I
.. - 18 1 .•1(!_ . ~ 0,5 1
-124, 125 e.126,che facevano riferimen- .
20 1 11 10 0,5 1
to ad una filettatura trapezia normale, Il profilo a dente di sega, cioé trapezio 12 0,5 1
22 1 11
fina e grossa, designate rispettiva- asimmetrico, di cui la figura 25 sinte-
24 1 13 ; 12 0,5 1
mente dai valori del diametro nomi- tizza i principali parametri geometrici 28 1 15 14 0.5 1
nale sebuito dai simboli TpN, TpF e ed i loro rapporti dimensionali, viene
TpG. usato nei collegamenti filettati tra tubi
La normativa americana prevede una sottili soggetti a sforzi relativamente
32
36
1
1
17
19
16
18
0,5
0,5
1
1 I
filettatura trapezia denominata ACME intensi nel solo senso assiale: infatti il
40 1 21. 20 0,5 1
e unificata in diverse forme. filetto ha uno dei fianchi inclinato di - 44 1 23 22

Tab. VI. Dimensioni11omi11ali


0,5 1

degliele111e1rti
geometricidi unafileltatura trapezoidale.La
I
serie normalizzatadei diametri è la seguente

'
I~ I
..(con preferenzadei mlori in nere/lo):8 - 9 -
10-11 -12-14 -16- 18 - 20-22 • 24- 26 -28
-~-n-~-~-~-~-il-«-~-a
I
I I
!
i
..:::!
u:
I
·+
...::
-r I
N
-=

I
.r;

I
"'j
-jl "'j
=

e
6 = v
"O h: 1,73205p
f:11 +b
e: 0,26384p
b:o,11mp I
f,: 0,75p r: D,12427p
Fig. 25. Filettaturaa dentedi segacon lefor11111le
di dime11sio11ame11l0. e:0,341p

391 I
- ···-- ---,·
I 3° soltanto, ed è questo fianco che me-
glio reagisce al carico. Tra vite e ma- VITE MADREVITE

drevite è previsto un forte gioco assia- d=D


,,
I
sezione
del
le e un centraggio sul diametro ester- p d. b d, nocciolo I e r D,
mrn2 :
no. La UNIM 127 e 128 (tab. VII) unifi- 22 5 18,590 D,589 13,322 139 4,339 1,319 0,621 14,5 3,75
cano rispettivamente le filettature a 25 5 21,590 0,589 0,621 17,5 3,75
16,322 209 4,339 1,319
denti di sega normale e fine, rispetti-
I vamente indicate con SgN e SgF.
La designazione si effettua indicando
il diametro nominale, seguito da uno
28
30
32
5
6
6
24,590 0,589
25,590 0,707
27,909 0,707
19,322
19,586
21,586
293
301
370
4,339
5,207
5,207
1,319
1,583
1,583
0,621
0,746
0,746
20,5
21
23
3,75
4,5
-4,5
35 6 30,909 0,707 24,586 475 5,207 1,583 0,746 26 4,5

I dei due simboli visti. Nel caso di vite


a più filetti o di vite con elica sinistra,
si devono aggiungere le relative indi-
38
40
42
7
7
7
33,227 0,824
35,227 0,824
37,227 0,824
25,852
27,852
29,852
525
609
700
6,074
6,074
6,074
1,847
1,847
1,847
0,870
0,870
0,870
27,5
29,5 •
31,5
5,25
5,25
5,25
cazioni; ad esempio una vite con dia- 45 8 39,545 0,942 31,116 2,111 0,994 6

I
760 6,942 33
metro nominale di 80 mm con due fi- 48 8 42,545 0,942 34,116 914 6,942 2,111 0,994 36 6
letti con elica sinistra si designa con: 50 8 44,545 0,942 36,116 1024 6,942 2,111 0,994 38 6
80 SgN 2 fil sin 55 9 48,863 1,060 39,380 1218 7,810 2,375 1,118 41,5 6.75

I Esistono anche filettature a denti di se-


ga con angolo di 45° invece che di 30°,
60
65
70
9
10
10
53,863 1,060
58,181 1,178
63,181 1,178
44,380 1547
47,644
52,644 2m
1709
7,810
8,678
8,678
2,375
2,638
2,638
1,118
1,243
1,243
46,5
50
55
6,75
7,5
7,5
per migliorare notevolmente il compor- 75 10 68,181 1,178 57,644 2610 8,678 2,638 1,243 60 7,5

I tamento meccanico del filetto, soprat-


tutto per ridurre l'effetto d'intaglio.
80
85
90
10
12
12
73,181 1,178
76,817 1,413
81,817 1,413
62,644
64,174
69,174
3082
3235
3758
8,678
10,413
10,413
2,638
3,166
3,166
1,243
1,491
1,491
65
67
72
7,5
9
9

I Altri tipi di filettature


95
100
110
12
12
12
86,817 1,413
91,817 1,413
101,817 1,413
74,174
79,174
4321
4923
89,174 6246
10,413
10,413
10,413
3,166
3,166
3,166
1,491
1,491
1,491
82
92
n 9
9
9
Diverse altre filettature sono previste 120 14 110,453 1,649

I
95,702,, 7193 12,149 3,694 1,740 99 10,5
per impieghi particolari: in genere so- 130 14 120,453 1,649 105,702 8775 12,149 3,694 1,740 109 10,5
no ricavate su componenti normaliz- 140 14 130,453 1,649 115,702 10514 12,149 3,694 1,740 119 10,5
zati e non eseguite su particolari mec- 150 16 139,089 1,884 122,232 11734 13,884 4,221 1,988 126 12
canici, come spesso avviene per le fi-
l
.
letta ture triangolari. I componenti fi-_.
lettda~isaranno ilfl_u
stratti nel ca.i:>.
14: Ri-
cor iamo tra 1e 11etta ure per 1mp1ego
160
170
180
16
- 16
18
149,089 1,884
159,089 -1,884
167,726 2,120
132,232 13733
·142,232 -15889
148,760 17381
158,760 19796
13,884
13,884
15,620
4,221
4,221
4,749
4,749
1,988
1,988
2,237
136
146
153
12
12
13,5
190 18 177,726 2,\20 15,620 2,237 163 13,5
particolare quelle per viti autofilettan- 200 18 187,726 2,120 168,760 22368 15,620 4,749 2,237 173 13,5
ti che trovano largo impiego nell'indu-
1, stria automobilistica, ferroviaria, aero- Tab. VII. Filettaturaa denti di sega nonna/e(conriferimentoallafig. 25).
nautica e negli elettrodomestici: sono
_c_apad~i creai:e esse stesse la loro sed.e ___ Diametro DIAMETRO _DIAM.EJRO - -- -· -
DINOCCIOLO PASSO. - .

I
NOMINALE ., . ,

filettata (madrevite). nominaledi nom.


Vi sono poi altre filettature speciali tra filettalurad, max. min. min. nom. max. min.
max.
le quali: 1,6 1,6 1,2 1,1 0,7 0,7 0,77 0,63

I a) Filettature per viti da legno, unifi-


cate nella tabella UNI 699 (tab. VIII);
la filettatura viene realizzata su un
2
2,5
3
2
2,5
3
1,6
2,1
2,6
1,4
1,7
2,1
1
1,3
1,7
0,9
1,1
1,35
0,99
1,21
1,49
0,81
0,99
1,21
gambo conico con filetto relativamen- 3,5 3,5
-
1
3,02 2,4 2 1,6 1,76 1,44
te piccolo rispetto al passo, e per per- 4 4 3,52 2,8 2,4 1,8 1,98 1,62
mettere un facile avvitamento nella 4,5 4,5 4,02 3,1 2.62 2 2,20 1.80
parte superiore del gambo l'elica me- 5 5 4,52 3,5 3,02 2,2 2,42 1,98

I dia è meno inclinata rispetto alla parte


inferiore; questa caratteristica crea i-
noltre una forte resistenza allo svita-
(5,5)
6
(7)
5,5
6
7
5,02
5,52
6,42
3,8
4,2
4,9
3,32
.. 3,72
4,42
2,4
2,6
3,2
2,64
2,86
3,52
2,16
2.34
2,88
mento (fig. 26). La designazione av- 8 8 7,42 5,6 5,12 3,6 3,96 3,24

i viene indicando il diametro nominale


ed il riferimento alla norma. Esempio:
filettatura 5 UNI 699.
10
12
16
10
12
16
9,42
11,30
15,30
7
9
12
6,42
8,42
11,30
4,5
5
6
4,95
5,50
6,60
4,05
4,50
5.40

I
20 20 19,16 15 14,30 7 7,70 6,30
b) Filettatura BA (BritisltAssocintion) ..
che differisce dalla Whitwort_h perché Tab. VIII. Dimensionidi filettature per viti da legno.
ha l'angolo di 47°30', invece che di 55°
e usata per diametri nominali da 0,25
I a6mm.
c) Filettatura UST (Unified Screw
del profilo di 60°) ma con diametro
definito in pollici e passo stabilito in
base al numero di filetti per pollice.
:arrotondamento al fondo del filetto
sia nella vite che nella madrevite
(fig. 27) e sulla cresta del filetto del-
Thread), simile alla metrica (angolo Il profilo d'esecuzione presenta un· la vite.

I 392

I
LAVORAZIONE I
FILETTATUREm
DELLE
La figura 28 riporta la classificazione I!
dei procedimenti che si possono im-
piegare per l'esecuzione delle filetta-
ture. Il tipo di procedimento da utiliz-
zare dipende dal numero di pezzi da
produrre e dalla precisione richiesta;
I
le filettature si possono realizzare so-
stanzialmente mediante due tecniche
differenti: I
a) lavorazione per deformazione pla-
stica a freddo, o rullatura, adottata
per grosse produzioni
b) lavorazione per asportazione di tru-
I
ciolo, a mano o su una macchina uten-

Fig. 26. Filettaturaper viti da legno.


sile, adeseguita per esigenze di preci-
sione o per filetti di grosse dimensioni. I
p Filettatura ottenuta mediante
deformazione plastica I
Nella rullatura dei filetti il profilo vie-
ne ricavato mediante un procedimen-
to di deformazione plastica del mate-
I
~
'

riale attraverso il quale si possono e-


seguire filettature esterne in grande
. serie. Sostanzialmente si tratta di un
processo di coninturaa freddo su ap-
I
posite macchine a ciclo automatico

, /

-o·
.-:,/~./
., -.',.:
dette rnllntriciche permettono di ese-
guire delle filettature esterne con ele-
vata produttività. La rullatura trova
I
/ . / /,
dei ljmiti gi impiego quando si devo-
no lavorare filettature di materiali ad
elevata resistenza, oppure quando si
hanno esigenze di precisione.
I .

d2: D- 0,64952P H': 5/SH= 0,54127P


d,: 0-1,22687 P h3: 17/24H= 0,61343P
o,:O-1,08253P n: numero filettial pollice
r: 0,108P
H:0,86603P
P:1/npollici
P: 25,4/nmm I
Fig. 27. FilettaturaUST con leformule di di-
mensio11n111e11to.
I
d) Filettature tonde, per attacchi di
lampade, dette anche Edison (El4,
E27 ecc.).
I
e) Filettature metriche per accoppia-
menti a tenuta stagna: unificate nel
1977 con la tabella UNI 7707 sòno sta-
I
te studiate in modo che non vi sia

l
1
giuoco tra cresta è fondo filetto eYitan-
do cosi la via a spirale di fuga del flui-
do. Inoltre la vite conica si blocca in u-
I
na madreYite cilindrica. filettnture.
Fig. 28. Clnssificnzionedellelavornzio11i.del/e

t
393 I
i

L ·-----1
La figura 29 mostra il principio di fun-
zionamento di una rullatrice con cu-
scinetti piani le cui rigature corrispon- a)
dono, con le inclinazioni ed il profilo
pettine
rispettivamente all'inclinazione del-
l'elica media ed al profilo della filetta-
tura da creare. Uno dei due cuscinetti
è fisso, ed è montato con una leggera
inclinazione per provocare la penetra-
pezzo
filettato
f=J"Z"
'---;:~~~o('~
fisso
I
grezzo
zione del pezzo. Il secondo c1:.scinetto
è invece dotato di un movimento dita-
glio alternativo e con una posizione
tale che le rigature risultano spostate
di mezzo passo. La filettatura viene e-
seguita in una sola passata, e lo sboz-
zato, introdotto ad una estremità del
cuscinetto fisso, viene trascinato e la-
vorato fino all'altra estremità. Sotto la
pressione dei pettini, il profilo si im-
prime progressivamente nel pezzo,
creando i vani della filettatura e pro- Fig. 29. I.Arullaturaa pettini piani, (a) e a pettini cilindrici (b).
vocando un riflusso del materiale che
viene a formare le creste dei filetti. La
filettatura è così ottenuta senza alcuna
azione di taglio e senza la minima for-
mazione di truciolo (fig. 30). Inoltre, Diametro Diametro
grazie all'incrudimento del materiale, della barra i _______ J_della barra
il filetto diventa più resistente all'usu-
ra ed ai fenomeni di fatica, anche in
i n-.f1 ie,~~.Jll(!l'Y

considerazione del fatto che le "fibre" Diametro


nominale
esterne del materiale sono compattate
e non tagliate. Una maggiore precisio-
ne si ottiene con le rullatrici a due rulli . --- --- __,I --- --- .
cilindrici, aventi la stessa filettatura e Filettatura ad Filettatura
ruotanti nello stesso senso sfasati di asportazione di truciolo rullata
mezzo passo.

La filettatura
~on a~p~rtax~one ~i truci<:>!~
La filettatura per asportazione di tru- -------
- --c:.-=~==-=...::;d:'c...o.._-""-=-=
ciolo può essere eseguita con di\·ersi
metodi:
1) impiego di maschi e filiere, a mano Fig. 30. A differenzadi q11a11to di truciolo.nellarullatura il diametro
accadecon l'asporta=io11e
e in modo automatico; esternodi filettatura risulta maggioredel diametrodellabarrada cui si ricam; lefibre del mate-
2) fresatura di filetti, impiegata prin- tagliate.
riale11011ris11ltn110
cipalmente su pezzi di elevata preci-
sione dimensionale.
3) filettatura al tornio.
Per filettature di notevole precisione, ---.....
come la produzione di maschi e di . . . ~"" ,
, r1• 1,r:1rr·n,,, ,r" r rrr,
strumenti di misura, si ricorre alla ret-
tificatura.
I maschi
I maschi sono costituiti da un corpo
cilindrico munito di scanalature retti-
linee od elicoidali separanti i pettini ....,..JMiliic.iillW!>
filetta tori; il numero delle-scanalature
varia secondo il diametro del filetto
(fig. ·31). L'operazione di taglio del fi-
letto viene effettuata progressivamen-
te, nel senso che ciascuno dei pettini
forma un conoide avente all'estremità Fig. 31. L'utensilemaschiofilettatorecolgiramaschi.

394
-11
I•
. I:
,,
,t · il diametro di base del filetto e termi-
I
nante col diametro del vertice del fi-
letto. La zona di imbocco è quella
maggiormente interessata all'asporta-
zione di truciolo, mentre la parte ri-
manente del maschio assolve una hm-
zione di guida.
Quanto più lunga sarà la parte conica
di imbocco, tanto più ridotta sarà la
sezione di truciolo asportata da ogni
singolo dente, con minori sollecitazio-
ni di taglio.
Il diametro del foro da maschiare de-
ve essere leggermente maggiore del
diametro del nocciolo della vite corri-
spondente, poiché la maschiatura ten-
I
de a formare della bava che intasa il
fondo del filetto.
Per fori ciechi di piccolo diametro e
per metalli di elevata durezza viene
Fig. 32. Maschiaturaa mano
I.

utilizzata una serie di tre maschi, cioè La filettatura al tornio


I
I
sgrassatore,intermedio e finitore: il tru-
ciolo proviene per il 50% dallo sgras- Nella filettatura al tornio si ha sostan-
satore, per un 30% dal maschio inter- zialmente un operazione di tornitura
medio e per un 20% dal finitore. nella quale l'avanzamento per giro
tI
i
1
La figura 32 mette in evidenza il pro-
cedimento di maschiatura manuale
corrisponde al passo della filettatura e
la punta dell'utensile è sagomata con
I '
..

con un apposito attrezzo detto girama- un profilo corrispondente a quello del


f' schi, fornito da due bracci che ne per-
mettono la rotazione a mano.
filetto (fig. 35). Se l'utensile avanza di Fìg. 33. L'utensilefilieraperfilettntHreesterne.

Le filiere
Le filiere eseguono una filettatura su- · ami
una barra cilindrica avente il diame- ••
tro corrispondente a quello nominale
del filetto che si vuole ottenere.
La figura 33 illustra una filiera, costi- Fig. 34. L'attrezzo «girafiliera».
tuita da un cilindretto forato di accia-
io munito internamente di un certo
numero di peùin(radiali e separa.ti dà
scanalature circolari destinate ad eva-
cuare i trucioli.
I primi filetti risultano smussati da un
angolo di invito; la filiera viene mon- il
tata sul girafiliera,(fig. 34). I
Vi sono molti inconvenienti nella la-
vorazione di filettatura con filiere in
quanto i taglienti all'imbocco della fi-
liera sostengono l'intenso sforzo di a-
I
vanzamento, per cui si possono avere
delle deformazioni nella filettatura
del pezzo.
I
La qualità della superficie è mediocre
e inoltre al termine della lavorazione
la filiera va svitata dé!l pezzo, con pro-
blemi di tempo e col rischio di dan-
I
neggiare i filetti ottenuti.
Per questo motivo sono nate le teste a
filettare, o filiere a scatto, con· le quali è
possibile lavorare filettature di diffe-
I
renti diametro a passo. Infatti i pettini
della filiera si allontanano radialmen-
te al termine della lavorazione, evitan-
do così l'operazione di svitamento.
Fig. 35. Fi/effnturnnl tornio eseguitacon inserto,che n;;sicumun'elevnln nccuralez:n del profilo
I
.'
C 111ngsiorcprodut/iPilà.

395
I
~»'
.
.

L_
.,· un passo per ogni giro del pezzo, la
punta dell'utensile traccia un'elica ci-
lindrica.
I La filettatura al tornio non viene mai
eseguita in una sola passata, e quindi
l'utensile deve ripetere lo stesso per-

I corso delle passate precedenti: quindi


il suo movimento deve essere sincro-
rùzzato con il movimento di rotazione
del mandrino del tornio (fig. 36). L'o-

I peratore (o il programma) provvede


alla maggiore profondità di taglio ad
ogni passata successiva. ·.
Per la determinazione del numero di
I Fig. 36. Filettaturaesternaed interna eseguitasu un un tornioparallelo.
passate, bisogna tener conto di molti
fattori, quali la forma del profilo, le
condizioni di stabilità della macchina
e del pezzo: in genere la profondità to-
I tale del profilo della filettatura viene
suddivisa in un certo numero di pas-
sate, con incrementi radiali progressi-

I vamente ridotti.
Per disporre l'utensile esattamente
perpendicolare all'asse del pezzo, esi-
stono delle sagome profilate secondo il
I tipo di filettatura da ottenere (fig. 37).
A differenza delle filettature ottenute
mediante maschio o filiera, poiché si
vuole ottenere un filetto «completo» e
I dovendo eseguire la lavorazione in
più passate, a fine filettatura bisogna
prevedere una gola di scarico dell'u-

I tensile, di larghezza sufficiente affin-


ché l'utensile possa svincolarsi per ini-
ziare l'operazione successiva. Inoltre
. prima della filettatura viene sempre

I Fig. 37. Sagomeper utensileperfilettare. eseguito uno smusso a 45° o una sva-
satura per facilitare l'imbocco della vi-
te nella madrevite (fig. 38).
I-· La figura 39 mostra le diverse fasi per
la lavorazione di filettature trapezoi-
//,,,,, I
...
.-_·.
dali: la filettatura viene prima sgros-
sata con un sovrametallo di 0,2 mm e
/~ I / . viene poi finita sui due fianchi.
I I
1

'.

I
I Gli utensili per filettare sono general-
mente di acciaio super rapido e di me-
I tallo duro sinterizza_to: l'impiego de-
I
I I gli utensili in acciaio rapido è talvolta
limitato dal basso volume di truciolo

D
I
.. asportato nel tempo. Per questo moti-
I vo gli utensili ad inserto sono oggi i
I I .. più impiegati per l'esecuzione di filet-
tature al tornio; viene inoltre elimina-
to il problema dell'affilatura e per-
percorso
utensile messa la realizzazione (fig. 40) di un
I profilo completo, nel senso che viene
prodotto tutto il profilo, compresa l'e-
Fig. 38. Smussi e gole di scal'icoperfilettature esterneed interne.Nellafilettatura con utensile stremità superiore del filetto stesso, e
al tomia vieneeseguita1111a golndi scnrico,m;enteprofo111titàe larghezzaadeguate,la cuifomin la finitura finale della cresta viene eli-
I è 1111ificatae cheassoh,emoltepliciscopi:
a) ei.ita laformazionedi 1111tratto terminah•afilettatura incompleta;
1

b) assicuraal1'11te11sile
minata. La figura 41 mostra l'esecu-
per evitare l'urto contro lo spallame11to zione di una filettatura destra o sini-
la possibilitàdi disi111peg11arsi
(11011 è possibile/'esecuzionedellafilettntura i11una solapassata,qui11di/'11te11sile detiepotersi stra facendo variare il senso di avan-
I staccaresemprenellostessopunto, prima di riprendae la passata;
e) permettedi ar1z1itare ,,itefin contro 11110spal111111ento
1111a ofino infondo a 1111
d) ei.,italaformazionedi barienel tratto afiletto i11co111pleto.
foro;
zamento dell'utensile.
Gli inserti a profilo multiplo (fig. 42)
posseggono due o tre denti, con un al-

I 396
I
02 • 07
+=- I
I
I
I
I
Fig. 40. Vari tipi di 11te11sile
a insertoper filettare.
I
I!
I
I
'.•
I

Fig. 39. l..nvorazio11e


di file/faf11re
tmpe:()id11/i.
I
tezza via via crescente fino ad ottene- Fig. 41. Lnvorazio11e
di 1111a
filt'ttaturadestrae sinistra con 1111
utensilead inserto.
I
re il profilo completo; in queslo modo
si riduce notevolmente il numero di
passate e di conseguenza il tempo di
lavorazione; conviene però usare que-
I
sti inserti su macchine abbastanza ri-
gide, a causa dei notevoli sforzi di ta-
glio. L'operazione di filettatura viene
semplificata al massimo, con una cor-
. ;
I
retta forma del profilo. La limitazione
è dovuta alla necessità di uno scarico
sufficientemente ampio a fine filetta-
I
tura, in modo da coprire l'intera fila
di taglienti.

Fig. 42. Ute11siliper filettare a taglienti 11111/-


I
tipli. Gli inserti 11111/tipli
richiedo110 1111a
go/ii
di scaricos11fficie11te111mteampia in modod11
coprirel'intera fila di tnglie11tipiù lo scarico
11or11111/me11te
necessario.
I
397
I
---- ------
RAPPRESENTAZIONE asse della filettatura
svasatura
LJ
-w-
DEGLIELEMENTI \ I ~-(facoltativa)
"ì /
FILETTATI
La rappresentazione convenzionale
delle filettature è molto semplice (UNI
3978), allo scopo di rendere veloce l'e-
secuzione dei disegni e nello stesso
tempo far comprendere facilmente il
processo di lavorazione necessario per
ottenere la filettatura. Nei disegni più
complessi, spesso le ,·iti ed i bulloni
non si disegnano affatto, riducendone
la rappresentazione ai soli assi di sim-
metria corredati dalle necessarie indi-
cazioni.
La figura 43 mostra il disegno di una
filettatura esterna in vista: la cresta del
filetto viene rappresentata con linea
continua grossa (tipo A), il fondo con Fig. 44. Rap1ire;;e11tazione
co11venzio11ale
delle
linea continua fine (tipo B). La distan- filettature interne.
za tra le due linee donebbe indicare
all'incirca la profondità del filetto, ma
non deve essere necessnria111e11te rappre- ,,,~ I l:~
sentatain scala.Il limite del tratto utile
di filettatura, ossia l'ultimo filetto
Nel caso della madrevite (fig. 44), la
rappresentazione risulta invertita in
quanto il diametro di nocciolo viene
~'
~'\-
I
I
1~-
-~-
l'~
completo, è rappresentato da una li-
nea trasversale grossa. Due piccoli rappresentato con linea grossa, men- i:..>-
~'-' ..
I ~-
·--
',
tratti sottili e inclinati completano la tre la linea sottile {tipo B) indica il dia- :,~1:I '
·,

rappresentazione, indicando conven- metro esterno. ·,,t,


I '
zionalmente il filetto incompleto che Nella vista late~·ale (fig. 45), il fondo '·
',,
I
prosegue fino ad annullarsi dopo il li- del filetto è rappresentato da circa 3/4 1-·:
mite utile. Queste linee (quotate con di circonferenza tracciata con linea
z) sono lunghe approssimativamente continua fine. Per lasciare in evidenza
due volte e mezza il passo ed in gene- questo cerchio sottile interrotto si con- A-A
re non devono essere disegnate, sah·o viene di non disegnare l'eventuale
il caso in cui abbiano un!imporranza . smusso della filettatura, che altrimen~ . Fig,_45. Vistq lpternlepellefilejtat11rr!
esteme .
ti lo coprirebbe del tutto. ed interne.
funzionale.
Quasi sempre si ha infatti uno smusso
all'inizio della filettatura esterna e u-
I Ì I o
na s.:as11t11m all'inizio di quella inter- I I I I
na. Questo è fatto per facilitare l' ese- 1 I I i
I I I I
cuzione della filettatura, l'avvitamen- I I I I
I I . I I
to e per evitare che il primo filetto de- ~~-~-~)
formandosi in seguito a colpi impedi--
sca un facile a\'\'itarnento delle parti.
___
I.,.. i .,I
l ' ,_.,,
~ ,..
tratto
a iiletto
I
r
"'j Per le filettature non in vista, il diame-
incompleto "+--+-.,._,-+--,-+---.L tro esterno e di nocciolo sono rappre-
sentati da linee a tratto di tipo gros-
indica la fine so(tipo E) o di tipo fine (tipo F, fig. 46).
del tratto utile Da notare come le linee grosse e sotti- I
di filettatura
li, che rappresentano rispettivamente
la cresta e il fondo del filetto, occupa-
no posizione invertite nella vite e nel-
la madrevite.
--@ I
Si può dire che la linea spessa rappre-
senti sia nella vite che nella madrevite
sn1usso i contorni del pezzo non ancorafiletta- Fig. 46. Rapprest•ntnzione,ti un foro filettato
to, mentre la linea sottile indica sem- non in vista (per aumentarela chiarezzasono
pre il risultato della la,·orazione. Una statr!utilizzate si.1linee tipo E sia lineetipo F,
Fig. 43. Rapprese11ta:::io11e
co1we11:::io1111le
ddle regola pratica fa notare che le linee a differenzadellanorma UNI 3978, in cui vie-
filettature esterne. grosse delimitano sempre, nella vite e ne usata solo la linea E).

398
t ~
~

I
nella ·madrevite, la distanza misurabi- sentazione dei filetti incompleti in ge- punta elicoidale determina sul fondo
le con un calibro. nere è omessa (fig. 49). del foro una superficie conica rappre-
La rappresentazione del fondo e della La figura 50 indica la rappresentazio-
cresta· del filetto si fanno nelle sezioni ne degli elementi filettati secondo le
con gli stessi criteri delle filettature jn · norme americane ANSI (American
sentata convenzionalmente con un
angolo di apertura di 120°; come si
può notare, il filetto non si estende a
I
vista (fig. 47), osservapdo che il trat, National Standard); esiste una rap- tutta la lunghezza del foro per evitare
teggio della superficie sezionata deve presentazione convenzionale o sche- l'urto dell'utensile sul fondo.
raggiungere la linea grossa indicativa matica e una rappresentazione sem- La quota L è una quota tecnologica e
della cresta del filetto e che nel dise- plificata. indica la lunghezza di foratura; la
gno di vite e madrevite accoppiate le La figura 51 richiama il processo di fi- quota f è invece funzionale, poiché
filettature delle viti nascondono quel- lettatura di un foro cieco mediante fo-
le delle madreviti (fig. 48). La rappre- ratura e successiva maschiatura: la Imira ad assicurare l'eccedenza della
lunghezza del foro filettato rispè,tto a

I
~ --~-- I 1 I

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i
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I
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I
I
I
I
i/ '·,
·,
I
I
f ''·
<>
'',

i
..
j_
t•
Fig. 47. Rapprese11ta:ione
re in sezione.
difilettatu- Fig. 48. Accoppim11e11to
te i11s~zione.
vite-madrevi- Fig. 49. R,1ppresentaz.io11e
. rapprese11t11z.io11c
difilett,1t11re
con omissionedella
deifiletti incompleti.- -
-·--1
i
! RAPPRESE'.\TT
AZIONE SEl\•IPLIFICAT
A
RAPPRESENTAZIONE
SCHEMATICA

,L,
I • Il
, •I "Il , - L,
I
'lì\'
:
.....1@',-.
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I

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I
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11
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I •
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f
I I
I ~--~- I
i
I
-(@- ,
., I
::>
t Fig. 50. R11ppre-
-i- se11ti1z.io11e
difilet-
tature secondo le
',,
)

I
I
I
I
I
I
I
I
I
,
I
I1 ..
f I
I
I I
normeAmericane I I

ANSI: mppreSL'II·
lozione sc/1emati-
C11e semplificata.
I
I

I
!
I
I
I
I
I
i
1 399
I
L__
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,.· ....- --- -'.. ----..',>


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_'

I '
~>·:··:.
.

j ·"-·:· '· . '· . ·---~-~

I Fig. 51. Esecuzione di un foro filettato cieco:si noti la sequenza tecnologicae la conseguente
quotatura.
Fig. 52. LA lunghezza 1è uguale all'incircaa
tre volte il passo.
quella della vite per evitare il forza-
I 120°
lo mento (fig. 52). Si noti che la lunghez-
za di avvitamento è maggiore nel caso
di materiali più deformabili (si veda

I ~ anche il punto 2.6 di questo capitolo).


La lunghezza minima del foro filetta-
to è quindi la somma di f più un tratto
.·I y che, come illustra la figura 53, è a

I I X
sua volta dato dalla somma di un trat-
to x non filettato e del tratto z di filet-
tatura incompleta. In definitiva, quan-
do si esegue una filettatur~ non pas-

I ·.,
sante su un pezzo rimane un tratto
non utilizzabile y la cui lunghezza
corrisponde a quella dell'imbocco
dell'utensile ed è orientativamente da
I diametro foro
di preparazione Op
~-----,-,----,----==-,--,----,-,,--=--=-=-..,..-=-..,..,..,.,--=-=--.,.,....,.=--__.
trea cinquevolteil passo(più precise in-
dicazioni sono date dalla tabella).
. La figura_~5 mostra ancori¼la sequen-.

I Fig. 53. Calcolodella lunghezzaminima delforo filettalo.


LAprofonditàmaggioredelforo di preparn::ione
- accogliae la parte di i111bocco del m11sc/1io
1= f + y crea1111a ca111cra di sfogocheservea:
za di lavorazione di un foro filettato
mediante foratura, svasatura e ma-
schiatura; la rappresentazione del fo-
- cautelarsicontro l'eventualemaggiorecorsadellamaschiatrice ro al termine di ogni operazione viene

I - content'l'equei trucioli che an:ic/1éessereevarnati all't•stemosono stati spinti verso il fondo mostrata nella vista principale e late-
dt•lforo durante la mascl1iati1m.
li mlore y è legatoquindi al tipo di imbocco,allaprecisionedella11111cchi11a,
partefilettata e alla capacitàdelle sca11a/at11re,
rale sia in sezione che in vista. Il tratto
alla lunghezza della a filetto incompleto viene ottenuto a
elicoidaliad esempio,di estrarre il truciolo.Ap;. causa dell'estremità conica del ma-

I prossimatimmente corrispondea 3-5 ;,olleil passoSi PedaancheIn tabellaUNI 5710.


schio.

I
I
I a) b) e)

I Fig. 54. Calibroperfilettature o cont,ifiletti;è costituito da 1111a


lt!ltnturadi passodit'erso.
fi·.
seriedi lame sagomatecomeprofili difilettatura; a ogni lamacorrisponde11110

I 400

,--
I
FORATURA

I
I
·j - - - -- - - -~
~1--- -_-----_~ I '

24
SVASATURA

r - - - - - -- - -(
I
_/__J__,_,:_ ____ -1 -
_________
\I\
I _,I
'

l,5x45°
MASCHIATURA

A....!' ''-':-,
I
h-------
,,,---1-------(
-
~
I

~/r'1,''t/r1•,,,,r·•,r,,1•;·•,•
, ,

1,
-·-·-j-
A
-· tt·- :- - -·-[ -
I
\ - - "!...-_-_-_-_-_-_~

1,Sx45° A-A 3/4 di cerchio


I
~
1 15
24

I
·1·,.
Fig. 55. Relazionetra la lavorazionee la rappresentazione
deifori filettati. •'

Nella tabella IX sono riportati dei va-


lori orientativi dei diametri nominali
delle punte elicoidali e dei diametri li- Filettatura
Punla
Passo eficoi-
dale
fOfO dipreparazione

min.
Diametro Op
max
Filettatura
Punla
Passo elico~
dale
Forodi preparazione

min.
Diametro OD
max
permadreviti di
I
Dia· permadreviti di
. m~ti che. ~evono_ avere i forJ_prima di_ . - ·-- - qualità ·-· - -- - ~
Dia- - · • quàlità
essere filettati. Si tenga presente che il
diametro del foro viene determinato
mediante tentativi perché è legato sia M1,6
p
0,35
metro
nomi-
nale
1,25 1,236
precisa media
(toll.SH) (to0.6H)
1,301 1.321 M 8x1 1
p
metro
nomi-
nate
7
precisa

6,978 7,107
media
(toll.5H) (toll.6H)
7,153
I
al sistema usato per eseguire la filetta- M 1,8 0,35 1,45 1,436 1,501 1,521 M 8 1,25 6,75 6,728 6,859 6,912
tura, sia al tipo di materiale da la,·ora-
re; materiali tenaci e fori profondi ri-
chiedono fori di diametro maggiore.
M2
M2,2
M2,5x0,35
0,4
0,45
0,35
1,6
1,75
2,15
1,586
1,736
2,136
1,657
1,813
2,201
1,679
1,838
2,221
M 9x0,75
M 9x1
M9
0,75
1
1,25
8,25
8
7,75
8,228 8,338
7,978 8,107
7,728 7,859
8,3i8
8,153
7,912
I
M2,5 0,45 2,05 2,036 2,113 2,138 M10x0,75 0,75 9,25 9,228 9,338 9,378
M3 x0,35
M3
M3,5x0,35
0,35
0,5
0,35
2,65
2,5
3,15
2,636
2,486
3,132
2,701
2,571
3,201
2,721
2,599
3,221
M10x1
M10x1,25
M10
1
1,25
1,5
9
8,8
8,5
8,978 9,107
8,778 8,859
8,478 8,612
9,153
8,912
8,676
I
M3,5
M4 x0,5
M4
0,6
0,5
0,7
2,9
3,5
3,3
2,886
3,482
3,282
2,975
3,571
3,382
3,010
3,599
3,422
M11x0,75
M'11x1
M11
0,75
1
1,5
10,25
10
9,5
10,223 10,338
9,978 10,107
9,478 9,612
10,378
10,153
9,676
I
M4,5x0,5 0,5 4 3,982 4,071 4,099 M12x1 1 11 10,973 11,107 11,153
M4,5
M5 x0,5
MS
0,75
0,5
0,8
3,75
4,5
4,2
3,732
4,482
4,182
3,838
4,571
4,294
3,878
4,599
4,334
M12x1,25
M12x1,5
M12
1,25
1,5
1,75
10,8
10,5
10,25
10,773 10,859
10,473 10,612
10,223 10,371
10,912
10,676
10,441
I
M5,Sx0,5 0,5 5 4,982 5,071 5,099 M14x1 1 13 12,973 13,107 13,153
·, M6 x0,75
M6
M 7 x0,75
0,75
1
0,75
5,25
5
6,25
5,232
4,982
6,228
5,338
5,107
6,338
5,378
5,153
6,378
M14x1,25
M 14x1,5
M14
1,25
1,5
2
12,8 .
12,5
12
12,773 12,859
12,473 12,612
11,973 12,135
12,912
12,676
12,210
I
diametr< M7 1 6 5,982 6,107 6,153 M15x1 1 14 13,973 14,107 14,153
foro di
p eparazio ,e M 8 x0,75 0,75 7,25 7,229 7,338 7,378

Tab. IX. Maschiatura:diametrodegliutensili e deifori di preparazio11e


M 15x1,5

perfilettature metriche.
1,5 13,5 13,473 13,612 13,676
I
I
------
401

-
.,
-----------.-
I distanze di
Passo
Diametri esterni·
corrispondenti
· perla filettatura
·,c. p
spallamento a passogrosso

I I 0.2
0,25 1; 1,1;1,2
0,5
0,6
0,6
0,75
0,4
0,5
o.e
1
1,2
0.3 1,4 0,75 0,9 0,6

I 0,35
0.4
0,45
1,6;1,8
2
2,2;2,5
0,9
1
1,1
1.05
1,2
1,35
0,7
o.e
0,9
1.4
1,6
1,8
0.5 3 1,25 1,5 1 2

I 0,6
0,7
0,75
3,5
4
4,5
1,5
1,75
1,9
1,8
2,1
1,2
1,4
1,5 ·- _.
.. 2.~~-·=-· ___._____
....:, 2,4
2,8

o.a 5 2 2,4 1,6 3,2

I trattia filetto
1
1,25
1,5
6;7
8
10
2,5
3,2
3,8
3
4
4,5
2
2,5
3
4
5
6
incompleto
I 1,75
2
2,5
12
14;16
18;20; 22
5
4,3

6,3
5,3
6
7,5
3.5
4
5
7
B
10
3 24;27 7,5 9 6 12

I N-!-t
--1-'\'-----'-I 3.5
4
4.5
30;33
36;39
42;45
9
10
11
10,5
12
13,5
7
B
9
14
16
18
5 48;52 12,5 15 10 20

I 5,5
6
56;60
64;68
14
-15
16,5
18
11
12
22
24

I O] Tab. X. La tabellaUNI 5709 attualmentevalidaper distanze di spallamentoefiletto i11completo


esterne.
per lefilett11t11re
90° a 120°

I Infatti il diametro massimo sup-eriore


del foro non può risujtare superiore al
diametro di nocciolci ammesso per la
madrevite, mentre il diametro limite
I inferiore è bene non si discosti troppo
dal diametro di nocciolo della ma-
drevite per non render_e_troppo one-

I rosa l'operazione di maschiatura.


Ghisa malleabile, acciaio, materie
plastiche sono i materiali che si "gon-
fiano" di più.

I Le dimensioni delle gole di scarico e


le distanze di spallamento per filetta-
ture esterne e interne metriche ISO
eseguite con utensile al tornio sono

I contenute nelle norme UNI 5709 e


5710 (tabb. X e XI). È stata inoltre in-
trodotta la norma UNI ISO 4755 per le
Passo
p

0,5
y

3,6
g,
min.
2
g,

2,7
r
e

0,2
d,
mln.
d+0,25
Diametrodi tiettatured
a passogrosso
3
a passofine
4 a 5,5
gole di scarico di filettature esterne 0,75 4,7 3 4,1 0.4 d+0,35 3 6 a 11
-
I metriche ISO, che sostituisce parzial-
mente la UNI 5709, ancora ,·alida per
le distanze di spallamento in assenza
1
1,5
1.75
5.6
7,6
8,5
4
6
7
5,4
8,1
9,4
0.6
1
1
d+0,45
d+0,60
d+0,60
6a7
10 a 11
12
8a30
12 a 80
-
di gola (tab. XII). 2 9,7 B 10,7 1 d+0,70 14 a 6 18a 150

I Quotatura delle filettature.


2,5
3
3,5
11,4
13
14,B
10
12
14
13,3
16
18,6
1,2
1,6
1,6
d+0,70
d+0,85
d+0,85
18 322
24 a27
30a33
-
30 a 200
-
'
l
La quota di designazione di una filetta-
I tura deve riferirsi al diametro esterno
corrispondente, e quindi risulterà lega-
ta alle linee grosse della vite e a quelle
4
4,5
5
16,4
18,1
19,7
16
18
20 ·
21,2
23,8
26,4
2
2
d+0,95
d+0,95
d+1,00
36a39
42a 45
4Ba52
42 a 300
-
-
6 23,1 24 31,7 3,2 d+1,10 64 a 68 70 a 300
sottili del foro, cioè il diametro da quo-
I tare è il diametro nominale comune
alla vite e alla madrevite (fig. 56).
e gole ,ti scaricoperfilettature in-
Tab. XI. Distanzedi spallamento,tratti afiletto i11co111pleto
terne (secondoUNI 5710).

I 402

I
t gole di
.
Passo
. . ....
di filettatura •,._- .· d ·, .. :~."
-~::_·:.:·J:i_·:
.. ( 'fpì
-.:<t~·
....~.-~
··...-~··: <t-:l{!\t.>-·
. ·.,. :.• I
l
: : ...~ t p
scarico ... '.. ._·:. h12ììh3)~_~·;· . .. ~
I 0:25 d·0,4 0,4 0,75 0,12
d
'I I'
:g I
0,3
0,35
d-0,5
d-0,6
0,5
0,6
0,9
1,05.
0,16
0,16
I
I 0,4 d-0,7 0,6 1,2 0,2

I
0,45
0,5
0,6
d- 0,7
d-0,8
d-1
0,7
0,8
0,9
1,35
1,5
1,8
0,2
0,2
0,4
I
0,7 d-1,1 1,1 2,1 0,4
0,75
0,8
1
d-1,2
d-1,3
d-1,6
1,2
1,3
1,6
2,25
2,4
3
. 0,4
'0,4 ';,
0,6 •.
I
1,25 --d---2···· 2 3,75 - 0,6 . ~ .

1,5
1,75
2
d-2,3
d·2,6
d·3
2,5
3
3,4
4,5
5,25
6
0,8
1
1
I
Tab. XII. Goledi scaricoperfilettatureester-
2,5 d-3,6 4,4 7,5 1,2
ne metriche(secondoUNI ISO 4755).

Per le lunghezze dei fori la quota L di


' 3
3,5
4
d • 4,4
d-5
d ·5,7
5,2
6,2
7
9
10,5
12
1,6
1,6
2
I
figura 51 viene per lo più considerata
ausiliaria e spesso omessa. Il riferimen-
to va comunque eventualmente fatto
sul fondo del diametro utile, mai sulla
4,5
5
5,5
d-6,4
d-7
d-7,7
8
9
11
-
'
t
13,5
15
17,5
2,5
2,5
3,2
I
punta (vedi cap. 10) 6 d-8,3 11 18 3,2

M10
I
T A-A

I
13/a W sin' _

!
1

r;,:;- I
l -~
ti
i [I
,
i. . -
1 cl>42,95
3
I I

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-~cy--
!• 1
I
' 30

Il I
I
I I .1
I

I
I
I I I
I I
I I I
I I
I ! I

I
I
i! I I
Gl¼ M-l2x4- 2fil;

I
I
. ~
Fig. 56. Quolnture di elementi filettali .

' 403
I
I BE terminato errore di passo. Infatti
nell'accoppiamento filettato a) della
- Gruppi
ci diametri Passo
s
lunghezzadi avvitamento
N
I
nominali(d - D) l I
figura 59, nel quale la madrevite ha il p (nonnale) (lunga)

I PER
(corta)
TOLLERANZE profilo esatto e la vite presenta un er- sopra flOO
a fmoa sopra finoa sopra
rore totale di passo oP, l'avvitamento 0,35 0,8 0,8 2,6 2,6
può ancora effettuarsi se si diminui- 1,5 2,8 0,4 1 1 3
FILETTATURE sce il diametro medio della vite della
3

I Gli errori che possono verificarsi in un


elemento filettato, vite o madrevite,
quantità od2, in modo cioè che il pun-
to A della vite si porti, mediante tra-
slazione parallela al fianco MN, nel
0,45
0,35
0,5
1,2
1
1,5
1
1,2

1,5
3,7
3
4,5
3,7
3
4,5
2,8 5,6 0,6 1,7 1,7 5 5
sono:
I - errori sul diametro medio;
- errori sul diametro esterno;
punto B; l'errore di passo oP è così
compensato dalla variazione od 2 del
diametro medio (accoppiamento b)
0,7
0,75
0,8
2
2,2
2,5
2
2,2
2,5
6
;6,7
7,5
6
6,7
7,5
- errori sul diametro di nocciolo; della figura 56. 0,75 2,4 2,4 7,1 7,1

I - errori di passo (somma degli errori


riscontrati sui passi compresi nella La variazione da apportare al diame-
tro medio per compensare gli errori di
5,6 11,2 1
1,25
1,5
3
4
5
3
4
5
9
12
15
9
12
15
lunghezza di avvitamento);

I passo è proporzionale alla lunghezza 1 3,8 3,8 11 11


- errori sull'angolo del profilo. 1,25 4,5 4,5 13 13
di avvitamento. Analogamente anche
un eventuale errore sull'angolo può 11,2 22,4 1,5 5,6 5,6 16 16
essere compensato da una variazione 1,75 6 6 18 18
La tabella UNI 5541 definisce il siste-
I ma di tolleranze da adottare per le fi-
Iettature metriche ISO. Le tolleranze
vengono previste:
del diametro medio. In conseguenza
di quanto sopra esposto, gli elementi
della filettatura, in base ai quali ven-
2
2,5
1
8-
10
4
8
10
4
24
30
12
24
30
12
gono dati i campi di tolleranza per cia- 1,5 6,3 6,3 19 19

I a) sul diametro esterno della vite


b) sul diametro medio della vite
c) sul diametro di nocciolo della ma-
scuno dei diametri di filettatura, sono:
- la dimensione della filettatura (dia-
metro x passo);
22,4 45
2
3
3,5
8,5
12
15
8,5
12
15
25
36
45
25
36
45
4 18 18 53 53

I drevite
d) sul diametro medio della madrevite
- la qualità di lavorazione;
- la lunghezza di avvitamento;
4,5
1,5
2
21
7,5
9,5
21
7,5
9,5
63
22
28
63
22
28
- il giuoco minimo sul diametro me-
I Infatti poiçhé i valori di questi diame-
tri sono legati sia al passo che all'an-
golo del profilo, queste tolleranze ten-
dio. - - - - - - - -
45
--
90
3
4
5
5,5
15
19
24
28
15
19
24
28
45
56
71
85
45
56
71
85
gono conto in modo indiretto anche di A differenza del sistema tradizionale
I questi errori: gli errori di passo influi-
scono sul diametro medio nel senso
di tolleranze per pezzi non filettati, si
prevedono per le filettature esterne
6
2
32
12
32
12
95
36
95
36

i ---
che un'appropriata variazione del dia-
metro medio-può compensare un de-
solo le posizioni e, g ed h, e per le fi-
letta tu-re-inter11e le posizioni G éd H.
90
-
180
- -
3
4
6
18
24
36
18
-24 - ·
36
53
71 -
106
53
7-t--
106
3 20 20 60 60
180 300 4 26 26 BO BO
6 40 40 118 118

I Tab, XIII. Gruppi di lu11glwzzedi nvvit:1-


niento.

I a) Inoltre sono previsti solo alcuni gradi


di tolleranza e precisamente:
- 4, 6 ed 8 per il diametro esterno della

I vite;
- da 3 a 9 per il diametro medio della
vite;

I b)
- da 4 a 8 per il diametro di nocciolo ed
il diametro medio della madrevite.

Le lavorazioni sono quindi classificate


I in base alla loro qualità, che può esse-
re:
a) precisa, per filettature di precisio-
I Fig. 59. Controllodegli erroridi pnssonttmriersoIn loro i11fl11e11za
a) la madreviteIrail profiloesatto e 111
sul diametromedio;nel caso
vite presenta l'erroredi passo 8P che viene compensato
dallavariazionelii2 del diametromedio(casob).
ne, co_npiccoli giochi;
b) media, per impieghi generici;

I 404

I ---
c) grossolana, quando vi sono diffi-
Qualità
di lavorazione
I
coltà costruttive delle filettature, ad DIAMETRI

I
esempio nel caso di fori profondi.

Anche la lunghezza di avvitamento è d


precisa

4
media grossolanaprecisa

6 - 4
media psoala

6 8
precisa

4
media grossolana

6 8
I
I un dato importante ai fini della scelta Vrte
d, -
3

I
I 5 4 6 8 5 7 9
della tolleranza, ed è definita in base D, 4 5 - 5 6 7 6 7 8
ai diametri nominali e al passo. Nella Madrevite
D, 4 5 - 4 6 7 6 7 8
tabella XIII, dove si definisce una lun- s
;1 ghezza di avvitamento corta (designa-
N L

ta con la lettera S), normale (N) e lun- Gruppi


di lunghezze
diavvitamento
I
l
ga (L). La tabella XIV indica il grado
'
di tolleranza da adottare, in funzione Tab. XIV. Gradidi precisione,qualitàe lunghezze di avvitamento dellefilettature. Il irado di
precisione6 deve essereusatoper la qualitàmedine lunghezza di avvitamentoN; igradi di pre-
della lunghezza di avvitamento e del-
la qualità di lavorazione, per il diame-
tro esterno d e medio d 2 della vite e il
cisioneminori di 6 si devonousareper la qualitàprecisa,oppure per la qualitàmediae lunghez-
za di avvitamentoS; i gradi di precisionemaggioridi 6 si devonousareper la qualitàgrossolana,
oppureper la qualitàmediacon lunghezzadi avvitamentoL.
I
diametro di nocciolo D 1 e medio D 2
della madrevite.

Per quanto riguarda la posizione dei


Lunghezza
di
avvitamento
Qualità
di
lavorazione
Filettatura
. --
CAMPIDITOLLERANZA

senza
PERFILETTATURE

loslatateoppure con rivestimento


conrivestimento galvanico
I
rivestimento galvanico a grandespessore

I
-:·.- ..
campi di tolleranze, si usa per le viti:
vite 3h4h - --
- posizione h, con gioco radiale mini- precisa madrevite 4H -
mo e qualità precisa; s vile Sh6hoppure5g 6g 5g6g 5g6g
media 5H..
- posizione g, per facilitare l'avvita-
mento e si prevede un rivestimento
(corta)
grossolana
madrevite
vite
SH
-
-
--
5G
-- I
l
madrevite
galvanico;
precisa vile 4hoppure4g 4g 4e
- posizione e, da usare in casi eccezio-
nali per rivestimenti di grande spes-
sore;
N
(normale)
media
madrevite
vtte
madrevite
4HSH
6hoppure6g
6H
4HSH"
6g
6H..
4G5G
6e
6G
I
vtte Bg 8g Be
1
i
e per le madreviti:
- posizione H, per tutte le applicazio-
-- grossolana

precisa
madrevite
vite
madrevite
7H"
5h4h
6H
7H...
5h4h"
6H"
7G
-
-
I
ni; .
- posizione G, in casi eccezionali e per
rivestimenti di grande spessore.
L
Qunga)
media

grossolana
vite
madrevite
vite
madrevite
7h6hoppure7g6g
7H
9989
BH
7g6g
7H..
9gBg
BH"
7e6e
7G
SeBe
BG
I
..
Perridurre al minimo il complesscrdei --
ca l1"bn· e d eg 1·1u tens1·1·
dica le tolleranze da adottare per gli
. .

Tab. XV. Campidi tollera11ze


. .

consigliatiperfilettat11remetricheISO.
.. .. ..
1,Ia tab e11a XV·m- Nellalavorazionemeccarucanons1deveutilizzarelalolleranzafinoalhmilemassimoperleV1!1,oallim~emm11noperlemad1evìlì. I
VITI + MADREVITI
I
G
I
-H
D Linea dello zero
I
I
e

I
I
Fig. 60. Posizio11i
delletolll'mn;;eperfilettature estrrne cd interne.

405 I
I
1,-
~:~;1~~!~1r!l!~1~-
Il Designazione
della filettatura
· . · · Campo di tolleranza
attribuito al diametro medio ·~~-attribuit_l al diainf~·ç'~iemo'.'·
~::~~;--·!i
:}?~-~~!~}( ~:!f
1;~-~-~

11
i
MB

11·
!
Grado di precisione
attribuito
Posizione
della tolleranza
i al diametro medio attribuita al
diametro esterno

I Posizione della tolleranza


attribuita
al diametro medio
Grado di precisione
attribuito al
diametro esterno

I
I . . .....
"


8
··:·.-.:·rv, ENTE NAZIONALE . ., ' ,
ITALIANO DI UNIFICAi)ONE jt

I Grado Posizione
UNI127 Filettalure a dentedi sega.
di precisione della tolleranza UNI128 Filettature a dentedi sega.

I attribuito
al diametro medio
ed al diametro esterno
comune
al diametro medio
ed al diametro esterno
UNl699

UNl947
Vitiperlegno- filettature
estremttà.
Estremità delleviti.
ed

UNl2709 Filettatura Whitworth.-

I UNl3978 Disegnitecnici- rappresenta


zioneconvenzionale
tature.
dellefilet·

Designazione ;(r-r-
;;~:;=~~r;~r UNI4534 Filettature metriche a profilo

I . della <. "" .: . della madreVIte · -- .


filettatura ~'.'-~:·:
·_relativeal diametro:' ..--.:· UNI4535
triangolare
Filettature
. !riangolare
- generalttà.
metriche a profilo
_.diamet![.!)ominalj.
·· - ...- - "Y,m,;c!ioi-:- UNI5541 Filettature metriche a profilo

I .
..---
·.·.··-"'"
UNI5699
lriangolare - sistemadi tolleran-
ze peraccoppiamenti
Diametri
mobili.
degliutensiliperloridi
preparazione allamaschiatura.

I M _10 - 4 H 5H
UNI5709

UNI5710
Filettature incomplete
tureesternemetriche
so-slituita
perliletta
ISO(parz.
dallaUNIISO4755).
Goledi scarico,lunghezze utili

I Fig. 61. Designazionedelletolleranzedegli accoppi11111e11ti


vite-madrez•ite.
UNI6125
e filettiincompleti
internemetricheISO.
Filettatura
perlilettature

gasconicaperim-
piantielettricia sicurezza.
UNIno7 Filettature metriche a profilo

I triangolare peraccoppiamenti
cilindrici-conici
sulfiletto.
a tenutastagna

UNIISO7/1 Filettature di tubazioni perac-

I accoppiamenti vite-madrevite in fun-


zione delle lunghezze di avvitamento
e della qualità di lavorazione.
signazione per filettature esterne ed
interne.
Per la designazione degli accoppia- UNIISO228/1
coppiamenti
filetto.
Filettature
coppiamenti
a tenutastagnasul

di tubazioni perac-
nona tenutasta-
L'indicazione comprende la designa- menti filettati si scrivono nell'ordine,
gnasulfiletto.
zione dimensionale seguita da quella la designazione della filettature, le tol- UNIISO2901-2904 Filettatura metricatrapezoidale
della tolleranza. La designazione del- leranze della madrevite, il carattere ISO.
la tolleranza è composta dal numero barra (/) e le indicazioni per la vite. Se UNIISO4755 Goledi scaricoperelementi di
indicante la qualità seguito dalla lette- le tolleranze del diametro medio ed e- fissaggio conlilettature esterne

I ra indicante la posizione.
La figura 61 riassume le regole di de-
sterno coincidono, si mette un'unica
indicazione .
metriche ISO.


;I
I
406

-1-·:--
i
._ ___ A_U __ T_O_C __ A_D ___
I
~I I
LARAPPRESENTAZIONE livelli, attributi). Ad esempio una volto disegnalo un foro filet-
AUTOMATICAtato
DEICOLLEGAMENTI
cieco, viene memorizzalo su una sfide che può esserevi·
FILETTATI suolizzoto in qualsiasi momento col comando VSUDE (fig.
l )_ Autocod non permette però di modificare un'immagine
-1
li software Autocod permette all'utente di sfruttare i con· così richiamato.
celti della parametrizzazione per disegnare degli elementi
meccanici o delle entità anche complesse che condividono
rel_C!_zi9nj_g~ometriche comuni, aumentando notevolmente lo
4) modifica del file ACAD.MNU I
con l'uso di un editor di
testi; questo file contiene una sezione dedicato ai meriù a di-
produttività e l'efficienza del disegno. Nella loro sémplicità, sceso, indicati in questo file col nome ***Popi-fino al nome
anche i due comandi BLOCKed INSERTsono parametrici,
anche se i simboli o le primitive richiamati possono essereso-
I
***Pop8in quanto esistono otto posizioni, con lo possibilità
di ottenere menu in cascata. Si può provare a trovare e modi·
ficare lo sezione del file dedicato alla gestione degli help:
lo scalati o ruotati. Attraverso il disegno parametrico, l'utente
può sfru~arele similitudini geometriche e analizzare i doti de-
gli elementi introdotti in una listo di caratteristiche, quali di-
mensioni unificate, forme e proprietà.
***Pop7
[File]
I
La progettazione di un sistemo parametrico per lo rappre- [Sove]"C"Csave;

·r..
'
sentazione di elementi filettali comprende lo sviluppo di ab,-
ni moduli fondamentali, tra cui:
[End]"C"Cend
[Quit]"C"C$S=X $s=quit qui!
I
o) file di doti esterni che contengono le informazioni, le [--]
proprietà e i dati delle tabelle unificate;
b) funzioni che calcolano e disegnano correttamente gli
elementi filettati;
[Plot]"C "Cplot
[Print]"C"Cprplot I
c) interfaccia utente per i menu di schermo in grado di
gestire le funzioni e i collegamenti con i doti
***Pop8
[Help]
[Help ]'help
I
delmenudi schermo
Progettazione
--
I-·
Come si può notare, in parentesi quadre c'è il nome del
comando che compare nel menu, seguilo da due CtrlC che
li menu che vediamo rappresentato ogni qualvolta si oc· servono per cancellare gli eventuali comandi attivi, mentre
cede al programmo Autocad è un file di testo che elenca,
sotto formo ai comandi e secondo un linguaggio speciale,
tutte le voci per i menu o video, per quelli o tendina e per le comando.
I
l'apostrofo indica che siamo in presenza di un comando tra·
sparente,cioè inseribile all'interno della chiamato di un altro '

· icone. li fite·stondord usato perdefault è ACA-0.MNU. In so- -· --lo seziene -** !Il'Pop8si può modificare in questo modo: .
stanza ogni voce di menu in questo file testo contiene una li-
sto di comandi sotto formo di macro o macro-comandiche
può automatizzare uno serie di comandi elementari. Autocod
. * **Pop8
[Librerie]
I
corico il file Acod.mnu per lo gestione dei menu all'inizio di [Filettature]"C"C$i=libbl 1 $i=*
ogni sessione di lavoro, mo è possibile in qualsiasi momento
accedere o un menu personalizzato col comando menu.
I
In questa esercitazione si costruirà un menu o tendina lo
pu/1-down) per l'inserimento di elementi filettali all'interno del
disegno. I menu o tendina sono di natura dinamico poiché
compaiono solo quando vengono chiomati; i passi da segui-
I
re per lo costruzione di un'interfaccia utente con menu pull-
down sono i seguenti:

1) disegno dell'elemento che si vuole porometrizzore con


I
Autocod. Si suppongo di voler disegnare delle filettature e-
sterne ed interne, in visto laterale, in pianto ed in sezione;

2) memorizzazione di ogni elemento disegnato con un


I
nome: od esempio si utilizzeranno i nomi: 1blksl fino o
1blks7per sette rappresentazioni diverse; I
3) uso del comando MSLIDE: questo comando !Make
Slidel
crea su disco, .con estensione .Sld, un file che contiene
semplicemente l'elenco dei vettori per ridisegnare velocemen-
te lo schermo, omettendo tutte le oltre informazioni (proprietà,
I
Fig. 1. Creazione della sfide I blks1 col comando MSLIDE.

I 407

, ---------- -------- ·----- -- . ---------·-------------· ---·------I


I I. A u T o e A D
I La parte da inserire risulta •. .__
,.:
~- ..
; ,· .· :.-. ; :t.-.,·,
II.~ •,1,:,;a.--.·~
....

così composta da due sezio·

I ni, poiché si farò uso di un


menu ad icone.
Nella prima parte si nota
......

IIIIMMMIIIUOIM ARCHIVIO1 P4gino. 1 _,.

I la parola librerie che compa-

o
rirò in alto sullo schermo,
mentre la parola filettature ap-
parirò oll'.interno del menu o- -- -

I tendina. Il codice $i-=libbl1


fa riferimento od un menu ad
icone, che viene visualizzalo
col comando $i-*.

I Nel file Acod.Mnu biso-


gnerò cercare lo sezione
* **icon ed inserire il listato: =:JPHOSS!l1D
~..J ) .. -- - ··-l}-
-
* **icon
i~
..~;
r __
~., ..
* *libbll
I [ * * * * * * * * * * Archivio l
Pagina l **********]
_J USCIRE
'
t-4;
f;:t
[ l blks l ]ACACinsert 1blks 1 K~
I [ 1blks2)ACACinsert l blks2
[ 1blks3)ACACinsert l blks3
..'.-.;-~;-J-:i~--;--~~-:i~-f-}-~-,:;-i[--
~{..__::_~-.-1-.~~-iJ.~-~-~-~-~~-)-:;:·-;i_!_f_};.,_}_;.;--:1 --f--~~~-~;_-;·;r-::,-1·:~-;-_.~--.--;-i!~---

1·· [ 1blks4)ACACinsert 1blks4


[ 1blks5)ACACinsert 1blks5
[ 1blks6 )AC ACinsert 1blks6
Fig. 2. li menu ad icone per la scelta del tipo di rappresentazioneda inserire.neldisegno.- ..

[ 1blks7)ACACinsert 1blks7 "i::;~-~ --:,. ·-~~ ~~::-:~· .... -

I [Uscire)ACAC ·
•. ..·.-1·,.,,----~ ~.c.---.,._;._~ ... -·

-1 -· .. - Lo prima- parola racchiu- -


sa tra parentesi non è altro
che il nome della slideprece-
dentemente memorizzalo, i··..;;··.·:.
mentre il comando INSERT \ ....
'

I nome permette di inserire il


blocco visualizzato nel dise-
gno. Come si vede dallo figu-
ra 2, è possibile selezionare
I l'icono corrispondente per ot·
tenere l'inserimento della rap-
presentazione corrispondente

I nel disegno corrente (fig. 3).


Utilizzando questo tecni·
ca, è possibile adottare pie·
namenle Autocad olle proprie

I esigenze, ottenendo sofistica·


ti menu o pagine successive,
per l'inserimento ad esempio
di più complessi elementi filet·

I loti (fig. 4), utilizzando ed e·


straendo dati da tabelle unifi·
cote o associati alle enfilò.

I Fig. 3. Inserimentodel foro cieco Filettoto


nel disegno in modo parametrico.

408
I
I
I
·._ ____
AUTOCAD
==-=-=-=---'~=~==~=== II
;

I
I

~r--HB-
VITI VISTALATERALE

-~-f;~
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·.~'r!·!·fr~-:-:- :-=~--;·~~:t"·:• - ·
·1
Fig.4. li menu od icone per lo sceltodel tipo di collegomenrodo inserirenel disegno.

I
I
I
I
I
I

--.--------·.
409

---. I
l ~. Utilizzando le nonne unificate sugli elementi filettati, completare la tabella per le filettature indicate in figura.

....
"1:
X
o
CD N
:E

.::·H,tr :t ··-.'- .. e,~- -·--··..·---..... .......


, ..·-·· ·-··,,
"'
N.; PROFILO ;··;:.f\~-:
• .=..,. DIAMETRO
NOMINALE
.· DIAMETRO
DINOCCIOLO ·- - ·ANGOLO
DELFILETTO
.
·~:-.?~· ~ ... ::·.::°-~t,..·· .. ..,· ..PASSO
1 MetricoISO
2 Trapezoidale
3 Gas
4 MetricoISO
-5 Withworth

2 In figura sono illustrati dei fori filettati ciechi: indicare gli errori di rappresentazione .
••

410
3. • sonometna.
Disegnar~ dimensionarein proiezioni ortogonalicon viste e/o sezioninecessan·ei due particolan·rappresentatiin as-
e
I
I
048

I
I
I
I
I
4 Il disegnò rappresentail complessivodi un'attiezzaturadi rifeninento,ìn scala·1-~:r"appresentarifronquote,
• rugositàsuperficialituttii particolarinon unificati.
iolleiariie,
I'

I
tI
I
8
7
6
Tolleranze
-
generali
vite
per dado
dado
spina
UNI ISO 2768•m
3
3
1
-
I
I
II 5 ghiera 1

i
4
3
2
albero filettato
grano di riferimento

piastra
chiocciola*
1
2
2
I
1 di riferimento 1
.
i

i
i
N

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I
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I
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....,
I I conptess;vo

- I
.,_,
Denominazione Q t trezza tura
i!
--
Idi rif@rirriento I o ..·~
. 1E3@
,_.111...._

..
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Gruppo
I ....
I1
J
•;..tter.zione: ie 2 chiocciole non sono uguali
I
i
1 411 I
j
L._ __
-- '-·· -- ..
__ . --·----- _,
I S 11disegno rappresenta il complessivo di un supporto orientabile, in scala 1:2; rappresentare con quote, tolleranze, ru-
• gosità superficiali tutti i particolari non unificati.

I
I
14 ROSETTA 6,m I UNI6592

I
I
13 VITEUNI 5931 H6X12 I

12 POMOLO I

11 ASTA DI MANOVRA I
I O ALBERO CONECCENTRICO I
9 SFERA CON PERNO

I
I
8 P(Rt{] lJII ISO23408 IOX26 I
7 BUSSOLA I
6 DISCO PORTAPEZZI 1
5 GHIERA DI BLOCCAGGIO I

I 4 GHl[RA
3 ANELLO
2 CORPO
I BASE
DIREGISTRAZIONE
DI BLOCCAGGIO

I
I
I
I

N" Denominazione Q

I
M•tcrtak- Mole
Il I

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Il
Il 0.10

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I
I
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..

I
Prof,lrolL N

Ci)
I C~e
Oenominozione
SUPPORTO

.EJ<t
ORIENTABlLE o.,..
..... 1:2
.....
....
I
I 6.
-
·- - . -- -
-11disegno rappresenta il complessivo di una ruota orientabile, in scala 1:2; rappresentare con quote, tolleranze, rogo-
• sità superficiali tutti i particolari non unificati. .

0
I 4 A-A
'_A

I
I 8
7
6
5
Resetto 6.4• 12.5 UNI 6592
Anello 14 UNI 7435
Dodo M6 UNI 5588-A
A1bero
I
1
1
I

I 4 Perno 1
3 Bronzino 1
2 Supporto 1
1 Ruoto 1
N" Denominazione N.P. ua,.,;o• e r,oft

I 3
,--
i
,...,,._,.i_..,...o- .. ,..

I CD @ Oenominoi,one RUOTA._QRIENTA61L( Coke

0
5
1=======11

1EJ ® =--"-
••. --

I412

I
CAPITOLOTREDICESIMO

I
I
le tolleranze I
geometriche I
I
~;_ Un altro esempio di errore di forma è no coinvolgere nella maniera più com-
IUIIIIIIEt- illustrato in figura 2: l'andamento si-
nuoso del pezzo non è rilevato dal ca-
libro di misura, che accerta tuttavia,
pleta, tutti i settori produttivi. I dise-
gni dei pezzi, come richiesto dal pro-
cesso, non devono essere ambigui; la
I
GENERALITÀ sezione per sezione, valori dei diame- funzione delleparti, il modoper ottenerli
Introducendo il problema delle tolle-
ranze dimensionali si è osservato co-
tri contenuti entro i limiti della tolle-
ranza dimensionale. Se il pezzo do-
e per controllarlidevonoesserecompleta-
mentecompresie comunicati.
I
me fra le indicazioni riportate sul di- vesse però inserirsi agevolmente in un Le tolleranze,sia geometricheche dimen-
segno e la loro pratica attuazione
nell'oggetto costruito vi sia differen-
za: ciò si verifica non solo per le di-
foro esteso assialmente, difficilmente
ciò si realizzerebbe, perché l'ingom-
bro spaziale del perno risulta maggio-
sionali,sono quindi parte essenzialedella
I
mensioni , ma anche per la forma. re di quanto previsto nella tolleranza.
Infatti le superfici reali si possono sco-
stare più o meno sensibilmente sia
dalla forma geometrica esatta prevista
Occorrerebbe perciò porre adeguati
vincoli anche alla rettilineità dell'asse
ed alla cilindricità della superficie. ><
I
a disegno sia da posizioni pre_stabilite Appare quindi evidente che, nel pre-
"'
E

I
Cl
'
rispetto ad altre superfici assunte co- scrivere gli errori accettabili nella co-
me riferimento. Ciò a causa di diversi struzione di un pezzo, devono essere
fattori, come ad esempio flessioni del valutati alla luce delle esigenze fun-
pezzo e dell'utensile durante la lavo- .zionali forma e dimensioni. - -- - -- .
razione, vibrazioni della macchina, Soprattutto con l'aumentare della
deformazioni di tempra, ecc. Il pezzo complessità degli oggetti progettati,
di figura 1 si presenta con gli errori di per i numerosi processi tecnologici
forma opportunamente ingranditi a
scopo esplicativo, ma il pezzo può ap-
parire esattamente così agli strumenti
utilizzati e per la necessità di garanti-
re la qualità attraverso attenti control-
li e verifiche, le informazioni che deri-
I
di misura di precisione (come le mo- vano dal progetto e quindi dal dise-
derne macchine a coordinate, CMM). gno del particolare da produrre, devo-
I
I
Fig. 1. Le superfici
re,1li di u11pezzo
costruito si posso-
no scostare più o
I
meno sensibilmen-
te sia dalla forma
geometricamente
esatta indicataa di- Fig. 2. Valutarele condizioni,fi accoppia111e11-
to con riferi111e11to
solo allequote lineari-porta
I
segno, sia dalla po-
si:.ioneprestabilita
rispetto a superfici
o punti assunti co-
me riferimento.
a trascuraregli effetti dellaforma: 1111'11ccop-
pia111entoscorrevolel,/H ,1/bero-foro
praticaforzato se non si 1ia11110
cili11dricità
,fivienein
condizionidi
e rettilineità11deg11ate.
I
413 I
··1
ç..~ -·--·---------------·-

I progettazionefin dallefasi iniziali e 110n


un accessorioda aggiungeresolo a dise-
gno ultimato.
I Un metodo utilizzabile per dare una
risposta a queste esigenze esiste ed è il
metodo del dime11sio11ame11to geometri-

0-----E&-
co: si tratta, soltanto, di sfruttarlo nel I I "-\

I migliore dei modi.


II dimensionamento geometrico può
essere definito un mezzo per specifi- I I

I care in un progetto o un disegno le


funzionalità geometriche e le relazioni
funzionali tra le singolaritàdi forma, con
lo scopo_di ottenere la produzione più
CD CD
I valida qualitativamente ed economica
di tali singolarità. Esso indica i parti-
colari che devono essere controllati e
misurati; in tal modo viene assicurato
I il rispetto delle intenzioni del proget-
tista e consentito al costruttore di sce-
gliere le procedure più appropriate di
125

25
fabbricazione.
I La normativa attuale sull'uso delle
tolleranze geometriche è la UNI 7226,
che coincide con la norma ISO 1101. ' '
-$--------ED-
-.
I .":
I -fjl--------CD·
Negli Stati Uniti viene seguita la nor-
ma ANSI/ ASME Y14,5, ed è usato il
termine "Geometrie Dimensioning I I

I
and Tolerancing" (GD&T), che può
essere tradotto come dime11sio11ame11to
geometricoe tol!eranza.
- _;;.- - - --
' 4x02Q•OI :
I l

Il metodo delle tolleranze geometriche


è stato sviluppato ed ampliato nel pe-
I riodo della II guerra mondiale ·da par-
te della Gran Bretagna e degli Stati
Uniti, e la prima pubblicazione di una
norma che riguardava i concetti base
I della giusta posizione risale al 1948, in
Gran Bretagna. ??
~i/sura
1

:·.
tra i fori 1 e 2

-- ·'--
Negl! ~ta_ti-~niti già ne! 194_0l_a_ Che-

I vrolet dava alle stampe una pubblica-


zione che riguardava le tolleranze di
posizione, seguita nel 1945 dall'am-
ministrazione militare americana che
I con un proprio manuale introduce\·a
dei simboli per specificare le tolleran-
ze di forma e posizione. Negli anni
Misura tra i fori 2 e 3
(perpendicolarmente
all'asse 1-3)
successivi le associazioni ASA e SAE
I pubblicarono le loro norme che solo
nel 1966 assunsero l'attuale forma,
con periodici aggiornamenti (l'ultimo ??

I nel 1994).
In Italia, circa trent'anni fa in alcune
aziende si cominciavano ad introdur-
. ·- I '
Misura tra i fori 2 e 3
(parallelamente all'asse 3-4)
re indicazioni relative agli errori geo-

I metrici ammissibili e nei testi di dise-


gno comparivano i primi accenni
all'argomento. Fig.3. Montaggioe q11olnt11m di unapiastracon4 fori.
Un progetto di raccomandazione ISO
I nel 1969 introduceva a livello norma-
tivo la simbologia oggi in i:iso, ma la tolleranze dimensionali (accompagna- mento geometrico alla funzionalità
tolleranza geometrica venne per lun- te da un'esecuzione corretta) per defi- del pezzo, come visto in precedenza.

I go tempo considerata un di più, da nire esattamente la forma del pezzo.


utilizzare in casi particolari e rari,
Il metodo delle tolleranze geometriche
Oggi si sta sviluppando una diversa propone quindi la creazione di un lin-
quando non risultassero sufficienti le concezione, che collega il dimensiona- guaggio comune, chiaro e comprensi-

I 414

I --·
bile per tutti i settori produttivi inte- 6) il pezzo, infine, potrebbe essere ri-
ressati al particolare progettato, con il fiutato al controllo perché non confor-
quale trasmettere in maniera univoca me alle tolleranze prescritte a disegno,
e fedele le condizioni di forma, degli nonostante sia in pratica accoppiabile
oggetti da produrre, con l'intenzione e funzionante.
di avvantaggiare la funzionalità e la
riduzione dei costi. Inconvenienti di questo genere sono
Questo metodo, come detto, non è re- più comuni di quanto si pensi e com-
cente, ma è ancora poco sfruttato nei portano effetti negativi sul costo e sul
paesi europei, trascurando i benefici tempo necessario alla realizzazione
in termini pratici che potrebbe appor- del pezzo.
tare nei mercati attuali, altamente Si consideri ora la quotatura qel pez-
competitivi. zo secondo il metodo delle tolleranze
II metodo del dimensionamento --a geometriche (fig. 5), utilizzando sim-
coordinate, utilizzando le tolleranze boli e codici dei quali si parlerà in mo-
dimensionali (il sistemadelpiù o meno) do più approfondito in seguito.
non risulta più adatto alle esigenze Per applicare questo metodo ci si basa
della moderna realtà produttiva nella su alcuni semplici principi:
quale il disegno deve assicurare la a) le tolleranze dimensionali saranno
produzione più qualitativa ed econo- utilizzate solo per definire le dimen-
mica dei pezzi. sioni degli elementi e gli ingombri;
Si consideri, come esempio, in figura
3, il disegno della piastra con 4 fori b) viene stabilito un sistema di riferi-
di figura 1, di cui viene anche mo- mentoa tre pianiortogonali(indicati con
strato il montaggio effettuato, ad A, B e C) dai quali verranno localizza-
i. esempio, mediante viti mordenti; al- ti in maniera univoca gli assi dei fori;
' la piastra è applicato il metodo tradi- c) tutte le quote che localizzano i fori

i
zionale di quotatura, in cui i 4 fori so- rispetto ai piani di riferimento vengo-
no localizzati utilizzando le tolleran- no definite quote teoricamenteesatte
ze dimensionali. (cioè quote che non sono soggette a
L'osservazione del pezzo reale condu- tolleranze), indicate a disegno entro
ce alle seguenti considerazioni sul di- un riquadro ; _
mensionamento tradizionale:
N d) è possibile aumentare ancora la zo-
1) sono i bordi del pezzo ad essere lo- o na di tolleranza dei fori aggiungendo
I i calizzati rispetto ai fori, o i fori rispet- l'indicazione @ all'interno del riqua-
to a questi ultimi?
li;I 2) la posizione dell'asse del foro può
dro che indica la tolleranza di localiz-
zazione. Ciò significa che tale tolleran-
I, 0.2 za è stata prevista per assicurare il
J.i_ variare in una zona di tolleranza qua-
,I drata- (fig: 4); mentre la "forma èlel fo--· funzionamento quando il foro si trova
! '
ro è circolare; questo vuol dire che la in condizioni di massimo materiale
i; zona di tolleranza non rispecchia la (cioè con il minimo diametro) e si ac-
cetta che se il foro viene prodotto ad
forma del foro che deve proteggere; Fig. 4. Ln zona di tolleranza quadrata per la un diametro maggiore, l'accoppia-
inoltre l'asse si può spostare lungo la /ocalizz11zio11e deifori dellapiastra.
direzione della diagonale del quadra- mento risulti possibile anche con un
to, cioè con una tolleranza di 0,28
mm, maggiore di quella indicata sul
disegno;
25
3) le quote hanno origine ai bordi che B ),

non sono orientati a 90° come nel di-


segno; come disporre il pezzo per con-
trollare la tolleranza dimensionale?
4) il controllo della localizzazione dei
fori può avvenire in diversi modi (ad
esempio controllando prima la posi-
zione di un foro e poi da questo quella
dei successivi, oppure prendendo uno A
o due bordi come riferimento unico
150 :{li
per tutti i fori): il controllo non è quin-
di né univoco né ripetibile;
5) la quotatura può condurre ad un ac-
cumulo dell'errore sulla posizione dei Fig. 5. Quotaturaf1111zio1111/e
del pezzo di figura 1 (l'i11dicazio11e
delle tolleranzegeometricl1eè
fori; i/lustrata nel successhioparagrafo4).

415
I errore di localizzazione più grande.
(Questa condizione o principio del
sere prescritti solo nel caso di tolleran-
ze più restrittive di t.
massimo materiale, verrà illustrata in Ad un esame più approfondito dello
seguito in modo più dettagliato). spessore sorge qu_alchedubbio: la mi-
surazione fra gli opposti punti AA,
7; T -.' ..-~--~~·nr:--\-:-:'~1\-:7i BB, CC può dare valori inclusi nella
I vantaggi derivanti dall'applicazione L- ..._ -.. , ,.__,, J..1 .;,_....\. LJ
..-.L J.-.a. .a..

I di questo tipo di quotatura sono mol-


teplici e precisamente:
tolleranza ammissibile t, localmente,
L'esperienza internazionale relativa ma lo scostamento reale del profilo da
all'applicazione delle tolleranze ave- una superficie ideale può risultare ben
1) la zona di tolleranza è circolare, e va, da tempo, evidenziato la necessità più ampio, e così il parallelismo.

I quindi con un guadagno del 57% a pa- di definire, in modo univoco, la rela- In pratica si può constatare come si
rità di tolleranza rispetto alla zona zione intercorrente tra tolleranze di- possano avere valutazioni diverse se-
quadrata in figura 6 si nota infatti co- mensionali e geometriche e portando condo il metodo di misura, cioè se h è
me, a parità di ampiezza massima del- ad una norma ISO recepita dall'UNI misurato con un calibro, come spesso-
r- 1-- la tolleranza ammissibile, cioè 0,28 co- come norma nazionale, cioè la UNI re del pezzo, o con un comparatore,
me in figura 4, siano accettabili anche ISO 8015 del 1989. come altezza rispetto ad un piano di
i particolari con asse localizzato nei Si noti che la norma UNI 7226 nel te- riferimento.

l1
segmenti circolari, che secondo la pre- sto del 1973 definiva una relazione tra A causa di queste difficoltà e delle dif-
scrizione di figura 4 sarebbero stati le tolleranze geometriche e dimensio- ferenti modalità con cui tale relazione
fuori tolleranza; nali in questo modo: è stata codificata dagli organismi di
2) i fori vengono localizzati rispetto al "Quando sono previste unicamente tolle- unificazione dei diversi paesi, in sede

I sistema di riferimento a tre piani, que- ranze dimensionali,questelimitanoanche di revisione e di riemissione della nor-
sto vuol dire che per il controllo il pez- alcuni erroridi forma e posizione,ossiale ma ISO 1101 e conseguentemente del-
zo viene prima appoggiato sul piano · superfici realidegli oggetti possonosco- la UNI 7226/1 - 86, il paragrafo ri-
A, successivamente portato contro il starsi dallaforma geometricaprescritta guardante il principio di dipendenza
I piano B ed infine bloccato col piano C; purchérestinoall'internodellatolleranza è stato eliminato. In sostituzione è sta-
il controllo in questo modo è univoco dimensionale.Se gli erroridi forma devo- to introdotto il "principio di indipen-
e ripetibile, anche se effettuato in no trovarsiall'internodi tali limiti, deve denza" con la norma UNI ISO 8015
essereprescrittala tolleranzadi forma". del 1989 come principio fondamentale
I tempi e con operatori diversi;
per l'assegnazione delle tolleranze, se-
3) non esiste più il problema dell' ac- Questo concetto presenta difficoltà se condo il quale "ciascunaprescrizionedi-
cumulo di tolleranza, poiché tutte le applicato alle tolleranze associabili, mensionaleo geometricaspecificatasu un
quote fanno riferimento a dimensioni c9qie la perpend,icolarità o il_paralleli- _ disegnodeveessererispettatain se stessa
I teoricamente esatte; - ···- smo. Infatti, con riferimento alla figu- in modo indipendente,salvo non sia pre-
4) alcune tolleranze in certi casi posso- ra 7, il campo di tolleranza delimitato scritta, sul disegno,una relazioneparti-
I}O anche raddoppiare, applicando il
da t = hmn - hmin sembra includere nel- colare.Pertanto,in mancanzadi indica-

I principio del massimo materiale; la sua ampiezza ogni possibile scosta- zioni specifiche,le tolleranzegeometriche
mento del profilo superiore dal parai- si applicanosenza tenere conto delle di-
5) sono chiaramente specificate le fun- lelismo con l'opposto spigolo o dalla mensioni dell'elemento,e le sue prescri-

-1· ._zioni ~ l'importanza dei rif~ri!U~nti.. rettilineità, che dovrebbero ..perciò es- - zio.ni(dimensioualie geometriche)devo- ·

I X
"'
E

I
.<:

N
é

I t
I
57% di aumento

I della zona
di tolleranza.

I Fig. 6. Confrontotrn la zona di tollern11zn


colaree quadrata
cir-
Fig. 7. Difficoltàdi interpretazionedi un di$egnosecondola vecchia11or111ativn.

·I 416
1 no esseretrattate come esigenzetra loro
indipendenti". Disegno
·.ir Secondo questo principio le deviazio-
1101o.osI

+--.--------
ni di forma non sono più limitate dal-
:1
I
le tolleranze dimensionali, queste ulti-
me controllano soltanto le dimensioni
locali reali di un elemento (misurate
tra due punti) ma non i suoi errori di
forma.
t
030h8
I
T
l
Le tolleranze geometriche limitano in- Tolleranze secondo UNI ISO 8015
vece lo scostamento di un elementoin
rapportoallasuaforma od al suo orienta- ,,·.
mento od alla sua posizione,considerati _Interpreta~i_one
teoricamenteesatti, senza tenere conto
La condizione risultante rappresenta il
delle dimensioni dell'elemento.Le tolle- limite dimensionale del pezzo dovuto
ranze geometriche si applicano quin- agli effetti combinati delle dimensioni,
di indipendentemente dalle dimensio- o
delle tolleranze dimensionali e di quelle C')

ni locali reali dei singoli elementi. Ta- geometriche


le circostanza viene anche ribadita
nella UNI ISO 286/1 del gennaio 1991,
al punto 5.3.1.1, in cui si afferma che
le tolleranze_ dimensionali non per-
mettono di stabilire né gli errori di for- Condizione
ma né le correlazioni geometriche tra i risultante
diversi elementi.
A questo proposito si consideri l'albe-
ro in figura 8; oltre alla tolleranza di- Fig. B. Interpreta:ionedi un disegnosecondola UNI ISO 8015: in un alberodove tutte le sezio-
mensionale sul diametro di 30 mm, ni s0110nelle condizionidi massimadimensioneconsentitadallatolleranzadimensionale,si può
compare una tolleranza di forma di aiiereunaforma a lobiall'internodi una tolleranzadi circolarità.
circolarità, indicata in un riquadro.
Poiché le tolleranze geometriche non
risultano più vincolate da quelle di- beri si ritrovano nelle condizioni di vato che le tolleranze sui profili costi-
m~nsion_ali,l'albero, ove tutte le sezio- massimo materiale hanno una forma tuiscono un gruppo a sé, in quanto
ni siano al massimo materiale, può perfetta, ad esempio senza errori di stabiliscono i limiti di variazione non
avere una forma lobata all'interno del- circolarità o rettilineità. solo della forma in assoluto, ma anche
la tolleranza di circolarità. della posizione~ dell'orientamento di
I disegni per i quali si applica il prin- una superficie o di una linea qualsiasi,
II cipio di indipendenz~ devono essere
opportunamente identificati per non
rispetto ad un eventuale riferimento .
2) tolleranze di orientamento: stabili-
-ì generare confusione con.i disegni pre- --
cedenti; dovranno quindi riportare la
-scono i lfmiÌ:i dl variazione di una su-
perficie o una singolarità rispetto ad
lfl
seguente indicazione:
Tolleranze secondo UNI ISO 8015.
CLASSIFICAZIONE
uno o più elementi assunti come rife-
rimento. L'elemento di riferimento
1
La stessa norma, in una nota naziona-
DELLETOLLERANZEpezzoessere può un elemento esistente nel
o essere uno o più punti scelti
i le, prevede tuttavia che, in mancanza GEOMETRICHE in modo da costituire un riferimento
i• di indicazioni relative alle norme ri- temporaneo; in ogni caso la sua forma
!
?
chiamate, valga ancora il principio Nell'esecuzione di un pezzo si può in- deve essere sufficientemente precisa
j della tolleranza dimensionale come li- correre in errori dimensionali (sulle per essere utilizzato come tale;
l mite alla tolleranza di tipo geometrico lunghezze e sui diametri) e in errori
cioè: di forma, ma tra due elementi può an- 3) tolleranze di posizione: stabilisco-
i che sussistere un errore di orienta- no. i limiti di variazione di una super-
! "lii 111a11ca11za
di i11dicazioni
specifichedi mento o di posizione come negli ficie o una singolarità rispetto ad una
i norme riguardanti i principi di attribu- esempi precedenti. posizione ideale stabilita dal disegno
zione delletolleranzeo dei metodidi i.1eri- Le tolleranze geometriche si possono e ad uno o più elementi assunti come
fica dellestesse,le tolleranzedi111e11sio11nli
suddividere allora in quattro categorie: riferimento;
possonolimitarenncl,enlcu11iscostamenti
diforma e/o di posizione.lii questocasole 1) tolleranze di forma, stabiliscono i 4) tolleranze di oscillazione: stabili-
supe1ficirealidel pezzo possonoscostarsi limiti di variazione di una superficie o scono i limiti di variazione di una su-
dallaforma geometricaprescrittaa co11di- una singolarità dalla forma ideale in- perficie o una singolarità rispetto ad
zio11echeresti110 all'internodelletolleran- dicata nel disegno. La forma di un ele- una forma stabilita dal disegno duran-
ze di111e11sio11ali
(Nota 11azio11n/e)." mento isolato è corretta quando la di- te una rotazione della parte attorno ad
stanza di ciascuno dei_suoi punti da un elemento di riferimento.
Questo· concetto viene anche ribadito una superficie di forma geometrica
dalla norma UNI ISO 286 al punto ideale, in contatto con essa, è uguale o I simboli, che rappresentano le carat-
5.3.2: in sostanza quando i fori e gli al- minore della tolleranza data; va osser- teristiche oggetto di tolleranze geome-

417
I triche sono indicati in tabella I e il loro
significato verrà spiegato ampiamen-
te più avanti. 1-1°-1 I
I Come si vede dal prospetto, esistono
quindi -tolleranze geometriçhe non as-
sociabili (ad esempio la planarità, la
I1110.1IA I
I circolarità, ecc.), tolleranze geometri-
che associabili ad un elemento preso
come riferimento (come il paralleli-
smo o la localizzazione di un foro) ed Fig. 9. Esempidi riquadriper l'indicazione Fig. 12. Indicazionedi più tolleranzegeome-
I infine tolleranze che possono o meno
essere associate ad un altro elemento,
come le tolleranze geometriche sui
delletolleranzegeometriche. triche.

profili.
I
6fori

l-$100.11
6x08

I ~,
.... Il"ìL'.
Fig. 10. Annotazionirelativeallatolleranza.

I INDICAZIONE
t ------I·
l
non convesso
DELLETOLLERANZE 1-Eltl
0.3 I
I GEOMETRICHE
SUIDISEGNI
ogni elemento

101/1IAI
I Secondo la già citata norma UNI
7226/1 (che coincide con la ISO 1101); Fig. 11. Indicazionirelativeallaforma.
le tolleranze geometriche devono es-
Fig.13. Tolleranzageometricaapplicataad
una lineao ad una superficie.

I sere indicate a disegno per mezzo di


· -un riquadro rettangolare diviso in
due o eventualmente in tre caselle
(fig. 9). Le caselle contengono, da si- _ Rettilineilà
nistra a destra, nell'ordine, le seguen-
I ti indicazioni: Planarità I I
1) il simbolo della tolleranza geome-
trica secondo la tabella I; ·
Tolleranze
di forma
Nonassociabili..
- -.
Circoiarità - -o- --
2) il valore totale della tolleranza
nell'unità di misura usata per le di-
mensioni lineari. Questo valore è pre-
Cilindricità
D'
I ceduto dal segno 0 se la zona di tolle-
ranza è dr-colare o cilindrica;
Associabili
o
Nonassociabili
Formadi unprofilo

Formadi unasuperficie Q
(\

3) la lettera o le lettere che individua- ----------------


I no gli elementi di riferimento, quando
necessario.
Tolleranze
Parallelismo

Pr::pendicolarità
//
_L
I Eventuali annotazioni possono essere
scritte o sopra il riquadro {ad esempio
"6 x", fig. 10), oppure vicine al riquadro
di orientamento
..
Inclinazione L__
o unite allo stesso mediante una linea Localizzazione -$-
I di richiamo (fig. 11).
Se si prescrive più di una tolleranza
geometrica su uno stesso elemento, le
Tolleranze
di posizione
Associabili
Concentricità
©
--
I indicazioni devono essere riportate in
riquadri sovrapposti, come in figura 12.
Simmetria
--
Il riquadro viene unito all'elemento
cui è riferita la tolleranza per mezzo Tolleranze
Oscillazione
circolare
/
I di una linea continua fine terminante
con una freccia:
di oscillazione
Oscillazione
totale Z!_/
a) sulla linea di contorno dell'elemento Tab. I. Classificazione
e segnigmfici 11/ilizznti
perle lollemnzegeometrie/re.

I 418

.I----
- .l I
o su una lineadi prolui1gamentodel con- ra, sulla linea di contorno o di riferi-
. torno (ma chiaramentestaccatoda una li- mento, se la tolleranza si applicaall'as- []
nea di misura) se la tolleranza si applica se o al piano medianodella parte quota-
I
ad una linea o ad una superficie(fig. 13);
eventualmente è possibile usare una
linea di richiamo che punta diretta-
ta (fig. 15).

Tale prescrizione viene giustificata


~~
I
i
mente sulla superficie (fig. 14); dal fatto che l'asse è un elemento geo-
j metrico ideale, che non esiste nella
b) in corrispondenzadella linea di misu-
f realtà; uno dei modi che permette di
I determinare ad esempio l'asse di un
albero è quello di considerare l'asse I
I del più piccolo cilindro circoscrivibile
(fig. 16). ' Fig. 17. Indicazione dell'elemento'di riferi-
mento__ ...
I

Elementi di riferimento
I
Mentre l'errore di forma riguarda sol-
tanto un elemento "isolato", come
una superficie piana, l'errore di orien-
I
tamento o di posizione è associato ad
un altro elemento del pezzo, chiama·-
I
I
';
l
Fig. 14. Uso di una linea di richiamoper in-
dicare una tolleranzageometricasu una su-
perficie.
to elementodi riferimento.Quest'ultimo
viene identificato da una lettera maiu-
scola, inscritta in un riquadro, colle-
gata ad un triangolo, nero o bianco,
posto sull'elemento stesso (fig. 17).
Fig. 18. Linea o superficiepresa come riferi-
mento.
I
f
'l I
r-DJ
__
_
-: r
I
1
1
-1-- -- -- -- -- - 1-
fY-----
-+----+
--r--+------
Fig. 15. Indicazionedi una tolleranzageometricarelativaad 1111asseo pianomediano. I
Al pari dell'indicazione delle tolleran-

I.
ze, il triangolo con la lettera di identi-
ficazione può essere situato:
I
:.i: a) sulla linea di contorno dell'elemen-
'! - to o su una linea di prolungamento
I
l -]------------------~
t
·Ì del contorno (ma chiaramente separa-
.! to da una linea di misura) se l'eleme11to
di riferimento è la linea o la superficie
I
stessa (fig. 18); anche in questo caso è
possibile usare una linea di richiamo
I
I
I
Fig. 16. Il riquadroddla tolleranzageometricasi riferisceall'assede//'al!,ero,e indicail diame-
I
Fig. 19. Uso dellalinea di richiamoper i rife-
., tro del più piccolocili111fro
circoscrivibile,il cui asseè facil111e11te
determinabile. rimenti.
.;.

I
.__ :i
__
419

------·-r
I _chepunta direttamente sulla superfi-
cie di riferimento (fig. 19);
figura 22; mentre un elemento di ri-
ferimento singolo è identificato da
Altre specificazioni
una sola lettera maiuscola (fig. 22a), Se la tolleranza si applica ad una lun-
I b) in corrispondenza della linea di
misura, quando l'elemento di riferi-
mento è l'asse o il pia110mediano della
un riferimento composto formato da
due elementi deve essere identifica-
to da due lettere diverse separate da
ghezza limitata. nçm definita come po-
sizione, il valore di questa lunghezza
deve essere aggiunto al valore della
parte così quotata (fig. 20); in questo un trattino (fig. 22b). tolleranza e separato da un tratto obli-
I caso per esigenze di spazio è am-
messo sostituire una delle frecce
della linea di misura con il triangolo
quo (fig. 23).
Come si vedrà in seguito, i riferi- Se alla tolleranza sull'elemento si ag-
menti non solo sono utili a stabilire giunge un'altra tolleranza più restrit-
di riferimento.
I Va evitata l'unione diretta del riqua-
dro all'elemento di riferimento me-
le relazioni funzionali tra più ele- tiva su una lunghezza limitata, que-
menti, ma anche ad indicare la se- st'ultima deve essere post~ sotto la
quenza da seguire nel controllo del- prima come indicato in figura 24.
diante una linea di richiamo, con -la tolleranza geometrica del pezzo; Se la tolleranza (o il riferimento) deve
I omissione della lettera di riferimen-
to, prevista dalla normativa non ag-
giornata (fig. 21).
questo significa che, nel caso di più essere applicata solo su una parte de-
riferimenti, le relative lettere vanno finita del pezzo, questa deve essere in-
indicate in caselle consecutive del ri- dividuata (ed eventualmente quota-
La lettera indicante il riferimento quadro (fig. 22c) in ordine di priorità ta), come precisato in figura 25, usan-
I viene riportata nel riquadro come in da sinistra a destra. do una linea di tipo J mista grossa.

I A

I --f-----1------f- v
I
0
I Fig. 20. L'asseo il piano medianopresocomeelementodi riferimento.

I f' No·-i-
~-- ...

I
l
I Fig. 21. Da evitarel'indicazionediretladei riferimenti,co111e
in figum.
____
l_~
I I Il I0.011100j B I
a)
-~ .11
I Fig. 23. La tolleranzadi pam/lelismosi appli-
b) IA-Bi rn su una /1111ghezza
di 100 111111.

I
0.1
I e)
IAI~Cl Il o.osI 200 A

I Fig. 22. l11dicazio11e


di 1111rifL"rime11to
(n) due
elementicostituenti 1111solo riferimento(b), e
pilÌ riferimentisecondo1111ordinedi priorità(e).
Fig. 24. Ln tolleranzadi 1111rnl/dismo
mm. esfl'sna/In l1111gliezzn
0,05 mm su 1111a
di 0,1
Iota/e, dil,entn di
l1111gliez:;:n
di 200 111111.
Fig. 25. Tolleranzao riferi111e11/o
sco110solo ad 1111a
c/1esi rifai-
pariedel/'eleme11to.

I 420

-I -- __.,.,.
_J~J:.
;...:~,.-~
.:r· ·:.:~·
II
l
.Jjtf_::.
H00.11
Disegno Interpretazione
I
I
I
I
INTERDIPENDENZA ,f--......L..........L.--<J
i FRADIMENSIONIE
l
FORMA
030Hs(•go11)
I
La norma UNI ISO 8015, come si è vi-
sto, ha stabilito il principio di indipen-
denza tra la tolleranze dimensionali e
geometriche; tuttavia esistono due ec-
I
cezioni c~e introducono l'interdipen-
denza tra la dimensione e la geome-
tria:
I
a) l'esigenza di inviluppo;
b) l'applicazione del principio di mas-
simo materiale.
Forma perfetta al
I
Infatti la tolleranza geometrica si con- massimo materiale
sidera applicata, in modo indipenden-
te dalle dimensioni del pezzo (nella
terminologia inglese, Regardless of
Fig. 26. L'esigen:11
ta in tollera11=a;
di inviluppo 1,ie11e
indicatatrnmiteil simbolo@, posto accanto alla quo-
ilforo è pe1fettame11te
rettilineoquando tutti i diametrilocalisono nellecon-
I
Feature Size, RFS ), ogni volta che non materiale,cioèdi 30 mm.
dizioni di 111t1ssi1110
è specificata un'eccezione, che può es-
sere l'esigenza di inviluppo, l'applica-
I
zione della condizione di massimo DISEGNO
materiale (in inglese, Maximum Ma-
te~ial Condition, MMC), oppure quel-
la di minimo materiale (Least Mate-
o
050-0.~I

·I
+0.3
,. 050+0.1 I
rial Condition, LMC). ~-~,'~ _:_·~
--~I I
I
::'~ 'I
'I
Esigenza di inviluppo
·--~~ 'I ----~~--
L'esigenza di inviluppo può essere
applicata ad un elemento isolato, sia
esso cilindrico (ad esempio un foro o ALBERO
I
FORO
I
un perno), sia esso definito attraverso
due ·superfici piane parallele, (come -
ad esempio una cava).
.. INìERPRETAZIONE ---
I
Questa esigenza implica che non deve
essere superato l'inviluppo della for-
-o-+--;-,---A 050 (MMC)
~
,----,,..,ttc-,-1
I
-,--+--+.--:,-.,.....,...,,,-,,:-La forma deve I
ma perfetta corrispondente alla con- >-,-> ',>._essere perfetta ><,.< :~~<,.
"·..
~'>~~
dizione di massimo materiale dell'ele- :::-~
,,~- '"-'-
mento. ·,···.',,_..
-:::-:~"-
\,::._~::-.
··,"-"0 0>'-.'·.
'
Ii ·."\'-'~,~ <:--:,~
.
i
!
l
L'esigenza di inviluppo va indicata o
mediante il simbolo ® posto dopo la
tolleranza lineare, o mediante una no-
i. ·"

I
· ',,

049,8
'·. ·,'
<"~'-' -~-:·.'
.
~I
I
ta che richiami l'esigenza dell'invilup- ----- A 050,1 (MMC)

1
i
po per tutti i pezzi rappresentati.
Per la definizione di massimo e mini-
mo materiale di un albero e di un fo- ~---.·
I::.
I La forma deve
essere perfetta I
¼
[
ro, si veda la figura 28. I I 050,3

In pratica si afferma così un'esplicita


interdipendenza fra dimensione e for-
. ._·.". '·-. '
H+-'---+-
.
Sezione LMC
I
ma geometrica; alcune norme nazio-
nali (è il caso della ANSI Y14.5M) pre-
vedono di regola l'applicazione del -1----!+-=0=50=1..._ Inviluppo di
I
principio di inviluppo e di conseguen- forma perfetta
za nei disegni che fanno riferimento a
tali norme il simbolp viene omesso.
Se si vuole ad esempio interprL'tare
Fig. 27. luterpret11:io11edei disegni S<'condo11111or11111
ddl'ANSl Y14,5M.;sono ;,isil>ili
UNI 7226 del 1973 e la regola 11. 1
e dellaformndi 1111alberoe
le variazionilimiti ,1dledi111e11sio11i
I
l'indicazione del disegno in figura 26, di 1111foro co11se11tite
dal principiodi inviluppo.

i
421 I
.L_ __
si devono ottenere le seguenti condi-
zioni funzionali:
1) la superficie dell'elemento cilindri-
I co non deve superare l'inviluppo di
forma perfetta corrispondente alla
I· I f----D max ,
dmax condizione di condizione di massimo materiale del.

I tolleranza ,
1
massimo materiale foro, cioè 0 30 mm;
2) ciascun diametro locale del foro de-
ve restare nella tolleranza dimensio-
nale di 0,033, e quindi variare tra 0 30
I I
e 0 30,033;
,;.
3) nessuna dimensione locale reale de-
Dmin .I ve essere maggiore di 0 30,033 .
I condizione di
massimo materiale tolleranza , I I
d min Tale principio è presente, codificato
come "Rule #1", nella norma america-
na ANSI Y 14,SM 1994, tuttora in vi-
I Fig. 28. Il concettodi massimomateriale(MMC) di un foro (minimo diametro)e di un albero
gore e viene denominata anche princi-
pio di inviluppo o regola di Taylor; se-
condo questa regola la forma di ogni
(massimodiametro).

I elemento è controllata dai suoi limiti


dimensionali e cioè (fig. 27):
a) non deve essere superato l'invilup-
po di forma perfetta corrispondente
I CALIBRO PASSA (MMC) alla condizione di massimo materiale
dell'elemento (MMC);
b) quando una dimensione locale

I o
(Sl
dell'elemento si allontana dalla condi-
lt)
zione MMC, è consentita una varia-

I
I -0------~--B I
zione di forma uguale all'entità di
questo scost<iplento.

Questo tipo di dipendenza tra tolle-


ranze geometriche e dimensionali im-

I plica in definitiva che le dimensioni


locali effettive dell'elemento conside-
rato varino, all'interno del campo di
tolleranza- dimensionale assegnato,
1··..
Fig. 29.
ilmiluppo.
e
per compensare, con riferimento alla
dimensione di massimo materiale, le

I -- VANTAGGI SVANTAGGI ESEMPIO ~H-


----1-·
-
I Completaindipendenza
traformae dimensione
Richiede
di tolleranze
l'uso
geometrichegenerali I ..,. I J
~-3
"\.
è\
..,.,,,"'f-

1SO8015
-· I
{W ai,'
I -,ai '

I l'invilupppsi appli~
solodovee necessario Difficoltà
..
di prescrizione
I
0:'0.l 1~1~1Cl

Tolleranze generali UNI ISO 2768 mk

I Semplicità
di prescrizione
e di misura
Restrittiva
nelcasodi pezzi
nonaccoppiabili
- ,..,_
~
-
051l.I <M~1C)

ln,·ilurro di fornu
0:'0.ll!'dMCI
I
'
~
pcrl,11•• MMC 0~q91L\1Cl

I
I
PRINCIPIO Verificaconcalibrifunzionali I V ~
- .....04991n10
DIINVILUPPO
f-
I - ~ "'7.i,9_91LMC>
Dise9.ryi
pi~chi_ari
e p1uUOIVOCI Nonapplicabile ANSIY14.5M

IFig. 30. Co11fro11to


tra la ISO 8015e il principiodi im>il11ppo.
a tuttiglierrorigeometrici

I422
I
I
mensionamento geometrico con tolle-
ranza ed è oggetto della UNI 7226/2
I
l
(versione italiana della ISO 2692).
Nei pezzi che devono essere assembla-

.r- 01,::.
ti le caratteristiche dell'accoppiamento
-r.--.- 3;~ - .
I
dipendono dall'effetto congiunto delle
dimensioni effettive e degli errori di I
forma e di posizione degli elementi da
accoppiare. Nel caso di un accoppia-

i
mento con giuoco, questo ha il valore
minimo
piare si
quando gli elementi da a,ccop-
trovano nelle condizioni del
I
l------+
l"'"'f==:i.':;:~~J:::;=='r"-';===r 0,01 r-,::::::::::LJ::::;:==::::;::;=.21====t=
0,02
massimo di materiale previsto dalle
·----+----- tolleranze dimensionali (cioè per un
I
14,99
I 14,99
i ' 14,99 14,99 14,99
perno la dimensione massima e per un
foro la dimensione minima)e si ha an-
che il massimo scostamento dalle con-
dizioni geometriche nominali.
I
Il giuoco nell'accoppiamento cresce se
a) Conforme al principio di dipendenza b) Non conforme ma accettato le dimensioni effettive degli elementi
dal calibro a forcella da accoppiare si scostano dai limiti di
massimo materiale e se gli errori di
forma e di posizione non raggiungo-
I
no i valori massimi consentiti. La con-
Fig. 31. Il calibronon è adattoa rilevarel' err~redi forma del pez~~eh~ v(enesempreconsidera- seguenza è che le tolleranzed_iform~ o
to accettabile,mentresolonel casoa) il pezzo e conformeal pr111cip10
di dipendenza.
di posizioneprescrittepossonom pratica
essereampliate,senza comprometterela
I
possibilitàdi accoppiamento,quando le
deviazioni di forma prevedibili all'in-
terno del campo di tolleranza.
Tale norma di controllo, appropriata
quisiti del principio di dipendenza,
uscendo dall'intervallo della tolleran-
za dimensionale.
dimensioni effettive degli elementi da
accoppiare non raggiungono i valori
corrispondenti alla condizione di mas-
I
nel caso degli accoppiamenti, può es- Molto importante è osservare come in
simo materiale (fig. 32).
I sere restrittiva per tutti gli altri ele-
menti geometrici ed obbligare, in que-·
entrambe i casi il calibro non rilevi
"l'errore di forma del pezzo che viene
Ciò costituisce il principio del massimo
I
I
materiale(Maximum Materiai Condi-
st'ultimo caso, a fornire un'indicazio- considerato accettabile, quando solo il tion, MMC), e viene indicato nei dise-
ne di eccezione, con la conseguenza di pezzo del caso a) è conforme al princi-
creare una fonte di ambiguità non po- pio di dipendenza.
gni col simbolo @.
I vantaggi che derivano sono rappre- I
I
tendo avere la certezza che l'assenza
sentati da un'economia nella produ-
di tale indicazione dipenda dalla vo- Principio del massimo zione per l'allargamento dei limiti del-
lontà del progettista e non pi~ttosto mate_riale __-
i
J
da·una svista all'interno -di·un elabo-
rato complesso. Oltre a questo proble- Questo principio (che dovre_bbeessere
- le·tolleranze e·la ri'duzione ·degli scar-
ti, potendosi accettare particolari che,
sebbene non abbiano le tolleranze
I
'.. ma, anche la verifica del principio di
inviluppo, richiedendo l'utilizzo di
più correttamente definito condizio-
ne, come nella terminologia in ingle-
geometriche entro i limiti presc~itt_i,in
calibri funzionali o l'effettuazione di
controlli con macchine di misura ef-
se) rappresenta una delle regole fon-
damentali sulle quali è basato il di-
pratica offrono le stesse carattenshche
funzionali degli elementi eseguiti en-
tro i limiti.
I
fettuati e valutati in modo adeguato,
L'aumento della tolleranza geometrica,
non è agevole (fig. 29).
La figura 30 mostra il confronto tra la
norma UNI ISO 8015 e la norma ANSI
secondo il principio del massimo mate-
riale, può essere applicato quando esi-
sta una delle seguenti condizioni:
I
Y14.5M.
!
i
L'esempio illustrato nella figura 31 of-
fre una dimostrazione delle conside-
razioni esposte sino a questo punto ri-
a) l'elemento al quale viene applicato
il ifrincipio MMC dev~ essere elem~n-
to singolo al quale puo essereassociata
I
!' tornando in pratica a quanto già detto
a proposito delle figure 2 e 7; infatti
l'errore geometrico ammesso equivale
nel caso a) a 0,01 mm, cioè alla diffe-
Fig. 32. Un accoppiamentodi 1111a
piastraA
con duefori passantie 1111elementoB con due
I
perni;le condizionepiù cr_it~cl1~
s1'.ll'il1te~as-
renza tra le dimensioni di massimo
materiale dell'albero (ad esempio 15
mm) e le dimensioni locali (14,99mm).
se si m;,rannonelle cond1z10111 d1 mass11110
materiale,cioè quando il foro è al dianwtro
minimo (10,8) e il pemo al diametro massi-
I
Nel caso b) le dimensioni locali sono mo (10,2). È chiaroche quandoil foro saràal

4
I
sempre di 14,99 mm ma lo scostamen-
to rispetto alla fqrma prescritta è
uguale a 0,02 mm, motivo in base al
diametrodi 11,2 ed il perno al diametro mi-
nimo di 9,8, la tolleranzasull'iuterasse po-
trebbeessere aumentata senza pregiudicare
I

quale il pezzo non sarà conforme ai re- l'accoppiamento.
l-s
;;•
423 I
...___
1
--·-·--1-
I L
r
70"°·15
E Lettera Elemento Elemento
dimenslonabile

I _.......,.___ .,.M
\'.l
/ A I
-;, B I
e
I
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I
'°I
J. - D I
1/ E I
F I

I B I, 258"°2 ....-G I
G
H ·.1
\,
I

- - 300!11-t
-F ' I I
. -
I Fig. 33. Identificazionedeglielementie degli elementidimensionabilisoggettia tolleranza.
J I

I una tolleranzadimensionalee con un asse materiale (e quindi anche l'esigenza di


o un piano di simmetria, come un foro, inviluppo) si applica quindi solo agli
una scanalatura, un perno; elementi dimensionabili di conse-
esempio per le distanze interassiali di
fori per bulloni, spine, ecc., mentre ri-
sulta inammissibile per assi di ingra-
guenza, come si vede dalla tabella II, naggi, collegamenti cinematici, ecc..
I b) se due o più elementi singoli sono
questo principio è applicabile solo a
intercorrelati rispetto ad una localiz- determinate tolleranze geometriche.
zazione o ad un orientamento, almeno Il principio del massimo materiale ri-
Il simbolo sopra menzionato viene in-
serito all'interno del riquadro indica-
tivo delle tolleranze, e va letto come
una di queste singolarità dovrebbe ri- sulta vantaggioso agli effetti della pro-
I spettare le caratteristiche del punto a). duzione, ma può risultare inammissi-
bile per ragioni d'ordine funzionale.
La figura 33 chiarisce il significato di L'aumento delle tolleranze di posizio-
"la tolleranza geometrica qui imposta è
previstaper il casoin cui le di111e11sio11i
neari siano nelle condizioni di massimo
li-

materiale".Le tolleranze di forma o di


elemento (parte fisicamente classifi-
I cabile di ùn pezzo, come una superfi-
cie piana o cilindrica, in inglese featu-
ne può essere in genere accettato ad posizione previste possonovenireallora

re) ed elemento dimensionabile e

I soggetto a _tolleranza dimensionale


(come un foro, una scanalatura, due
superfici parallele, in inglese feat11reof
a)

..
·.,::,

H""'~ ,;
size); sul pezzo esistono sei superfici,
-+-
-.-.-.--l'i . Tolleranza
--
- Diametro

I ciascuna delle quali costituisce un ele-


mento senza dimensione; sulla stessa
piastra però possono anche essere in-
30,1
30,05
.. . di rettllineità

0,04
0,04
dividuati gli elementi dimensi-..,nabili,. . - 0,04 -- ·- -

I costituiti da una coppia di superfici


che definiscono la larghezza, la lun- d@E:_ -=_.
30
29,95
29,9
0,04
0,04
ghezza, l'altezza e lo spessore della
piastra. La condizione del massimo
"'f"' .
I
Caratteristica · Applicabilità
MMC

I geometrica

Rettilineilà
Planarità
Solose"features
no
ofsize"
b)

Circolarità no
I Cilindricità
Formadi unprofilo
no
no
Diametro-

30,1
I Tolleranza
di rettllineità

0,04
Fonnadiunasuperficie no 30,05 0,09

I Parallelismo
Perpendicolarità
Inclinazione
Solose 'features
ofsize"
Solose 'features
of size"
ofsize"
Solose "features
30
29,95
0,14
0,19
29,9 0,24 I

I Localizzazione
Concentricità
Simmetria

Solose.'features

ofsize·

-1 Oscillazione
Oscillazione
circolare
totale
Tab. II. Applical1i/itil
no
no
del principioMMC.
1110
di un asse,co11o senza indicazio11e
Fig. 34. Iudicazionedi una tolleranzadi rettili11cità
materiale(c,1s0A e B). Passnndodal diametromnssimoal mi11i1110
di111e11sio11a/i,
si ottiene1111aumentodellazonadi tollern11za cili11dricn
del 111assi-
consentitodalle tol/er,111:e
da 0,04 fi110Il 0,24 111111.

I 424

-1--·-··
incrementatedi un valorepari alla diffe- nella condizione più critica al minimo senta uno degli strumenti più vanta 6 -
renza tra la dimensionedi massimomate- materiale,considerando per semplicità giosi per comunicare le relazioni fun-
rialee la dimensioneeffettiva.Questo in- un errore di localizzazionelungo la di- zionali e trasmettere nello stesso tem-
cremento viene comunemente chia-
mato bonus.
rezione orizzontale, lo spessore della
parete è calcolata dalla differenza:
po la modalità e la sequenza con cui
compiere il collaudo dell'elemento,
I
In figura 34 è rappresentato un albero (35 + 6 - 0,4)-(35 + 4 + 0,1) = 1,5 per rendere la misura univoca e ripe-
soggetto a tolleranza dimensionale sul
diametro e per il quale è indicata an-
che una tolleranza di rettilineità di
e al massimomateriale:
(35+ 6,4- 0,8)- (35+ 3,85+ 0,25)= 1,5.
tibile.
Il sistema dei riferimenti è costituito
da una terna di piani mutuamente or-
I
0,04 mm. In questo caso la tolleranza togonali (fig. 36, datum referenceframe,
fa riferimento alla rettilineità dell'asse
(poiché il simbolo è posto sulla quota
del diametro); la zona di tolleranza è
I simboli @ © posti nel riquadro ac- DRF) di forma perfetta denominati ri-
canto al valore della tolleranza vengo- spettivamente piano primario,seconda-
no anche chiamati modificatori. rio e terziario;questi piani, nella realtà
I
·rappresentata da un cilindro di dia- possono essere costituiti da un piano
metro o;o4.- Se non viene indicato il
principio del massimo materiale (caso
a), come si vede dalla tabella, per il
di riscontro, un dispositivo di serrag-
gio o una tavola di una macchina
utensile che viene posta a contatto con
I
principio di indipendenza, il valore l'elemento.
della tolleranza di rettilineità resta co- Lo svantaggio maggiore dell'utilizzo
stante al variare del valore del diame-
tro da massimo a minimo, cioè la tol-
RIFERIMENTI dei riferimenti è rappresentato dalla
necessità di una profonda conoscenza
leranza di rettilineità imporrebbe sem-
pre che l'asse fosse contenuto in una
zona di tolleranza cilindrica di 0,04
Il riferimento indicato sul disegno delle norme riguardanti le tolleranze
(datum, nella terminologia inglese) è geometriche. Infatti la mancanza di
un elemento geometrico, di forma per- una filosofia che interpreti il dimen-
I
mm. Applicando il principio del mas- fetta, in base al quale vengono fissate sionamento dal lato funzionale, ha da-
simo materiale come nel caso b, la
massima tolleranza di rettilineità vie-
ne ottenuta sommando la tolleranza
le caratteristiche dimensionali e geo- to origine ad alcune concezioni errate
metriche degli elementi associati; in sui riferimenti. Il primo di questi con-
pratica il progettista utilizza un sistema siste nella convinzione che i riferimen-
I
specificata più la differenza dalla di- a più elementidi riferimentoche rappre- ti si trovano sul pezzo, invece i piani e
mensione di massimo materiale. Un
calibro di diametro 30,14 può control-
lare contemporaneamente le due tol-
I
leranze, quella dimensionale e quella
geom_etricama il diametrodell'alberode-
ve essereverificatoseparatamenteper ac-
-~
I
certare che non siano superati i valori
della tolleranza dimensionale.
I
.

*"
Condizione
-di minimo materiale
Nel caso in cui sia previsto il riferi-
mento alla co·ndizione di minimo ma-
teriale (LMC, Least Materia} Condi-
tion) non è difficile comprendere co-
me si faccia riferimento a fori del mas-
I
simo diametro ammissibile secondo la
tolleranza dimensionale prescritta op-
pure ad alberi del minimo diametro.
Anche in questo caso il trovarsi in con-
Al minimo materiale (LMC) Al massimo materiale (MMC)
I
dizioni diverse dalla LMC consente
un incremento delle tolleranze di for-
ma e posizione pari alla differenza fra
[
Zona tolleranza perno 00.8
rZona tolleranza perno 01.6
I
la dimensione effettiva e quella di mi- . 1 Zona tolleranza foro 00.2 1 Zona tolleranza foro 00.5
nimo materiale. Per l'indicazione a di-
segno si usa il simbolo © ; che viene
utilizzato quando si vuole garantire
l:>
1.5 I
l'esistenza di una sezione resistente, o
garantire una distanza minima.
La figura 35 infatti mostra una tipica
applicazione della condizione LMC
I
nella quale si cerca di avere la costan-
za dello spessore della parete del foro
permettendo nello stesso tempo un in-
cremento della tolleranza <'i posizione: Fig. 35. Una applicazionedellacondizioneLMC.
I
425
I
I
gli assi, presi come riferimento, sono
sull'attrezzatura di verifica, e quindi
conviene adottare il concetto di ele-
I Origine dei
riferimenti
mento di riferimentosimulato.Infatti si
assume che le ~uperfici degli strumen-
ti di misura prese come riferimento

I 90·
Asse di
riferimento
siano di una precisione adeguata alle
esigenze funzionali, rendendo possi-
bile l'utilizzazione come elementi di
.z<_ riferimento e nello stesso tempo simu-
I lareil contatto funzionale con una su-

I
%;.;'11--
riferimento
Piani di
riferimento
perficie d'accoppiamento (n~pa UNI
ISO 5459, si afferma che gli elementi
di riferiinento simulato sono impiega-
ti per la materializzazione pratica dei
T
riferimenti, durante la fabbricazione
ed il controllo).
I Fig. 36. Sistemadi riferimentoa tre piani. Nel caso di una superficie di riferi-
mento costituita da un piano irregola-
re, il riferimento è fornito da un piano

I teorico d'inviluppo, di forma geome-


tricamente perfetta; come si vede dal-
la figura 37, anche sul piano di riscon-
tro (elementosimulato)è possibile defi-
I nire un piano teorico d'inviluppo, di
forma perfetta (elementodi riferimento
simulato);ponendo il pezzo sul piano
di riscontro, a causa delle irregolarità
I delle superfici, i due piani teorici pos-
sono anche non coincidere.
Nonostante questa osservazione, nel-

I f.----

---Piano
Pezzo

di riscontro
la pratica industriale quando un ele-
mento preso come riferimento viene
posto in contatto con l'elemento simu-
lato, risulta stabilitol'elemento di rife-
I rimento simulato.
Tale distinzione può sembrare ecces-
~sistono parecchi er- _
siva n:ia,_in_r_ealtà,
rori e molta confusione nel definire i
riferimenti e nell'ispezionare i compo-
nenti con le macchine di misura.

I Un'altra convinzione errata consiste


nel credere che i riferimenti debbano
essere stabiliti direttamente solo nel

I - disegno di fabbricazione; molte volte,


infatti, i riferimenti fissati in conside-
razione della funzione dell'elemento
non concordano con i_riferimenti sta-
I ·-biliti dalle esigenze delle varie lavora-
zioni, per cui, l'ingegnere di processo
chiederà che i riferimenti vengano

I 1 Elemento di riferimento A cambiati, con la conseguenza che il di-


mensionamento funzionale non sarà
più rispettato e i valori delle tolleran-
ze subiranno dei cambiamenti.
I I riferimenti devono essere sempre
stabiliti in base alle esigenze funzio-
nali poiché scegliendo i riferimenti in

I Fig. 37. Definizionedi 1111pinnadi rifcri111e11to.


base al posizionamento tecnologico
dei pezzi, possono essere ridotte le tol-
leranze disponibili.

·I 426

-
---~...
1----
Posizionamento di un pezzo indicazioni contenute nella norma
I
in un sistema di riferimenti. UNI ISO 5459 (Riferimenti e sistemi di

Molte volte, per motivi funzionali o di


controllo, è necessario indicare più ri-
riferimento per tolleranze geometri-
che). Il blocco di figura 39 viene prima
appoggiato sulla superficie A (riferi-
A
I
ferimenti o meglio un sistemaa più ele- mento primario, minimo tre punti di I
menti di riferimento tra loroortogonali;
la prescrizione di questo sistema per
contatto ed eliminazione di un grado
di libertà lineare e due rotazionali),
I I
ogni elemento fornisce una immediata poi viene imposto il riferimentosecon-
I
descrizionedell'orientamentoe dellaloca-
lizzazionedel pezzo rendendo univoche
e ripetibili le operazioni di collaudo.
dario B (minimo due punti di contat-
to, ed eliminazione di un grado linea-
re e di uno rotazionale); infine viene li .;.
I
Infatti ogni pezzo da controllare o la- definito il riferimento terziario C con
vorare ha seigi-adi di libertà (3 lineari
e 3 rotazionali, fig. 38).
Quando il pezzo viene bloccato in un
almeno un punto di contatto (ed eli-
minazione dell'ultimo grado di li-
bertà lineare).
I
Fig. 38. I sei gradi di libertà di un elemento:
sistema di riferimento, i 6 gradi di li- Particolare attenzione bisogna presta- qualsiasi moi,imento nello spazio può essere
bertà vengono eliminati; è possibile
quindi indicare un riferimento prima-
rio, secondario e terziario secondo le
re all'ordine di indicazione dei riferi-
menti poiché influenza il risultato del
controllo. Infatti si consideri il pezzo
ricondottoa tre possibilitraslazioninelledire-
zioni degli assi di riferimentoed a tre rotazio-
ni intornoagli stessi assi.
I
I
,...... .

I e, ~
I

- :.:.~:~. -~'~o
I
I
·-·',;"!, ~"

P,;,q
Definwon, del primop;aoo d.J 90" ~ -
. riferimento (minimo 3 punti
di riferimento con la I
superficie di contatto A)


I
Definizione del secondo piano di
riferimento (minimo due punti
di contatto con la superficie di ..
0
~
• -t-<':-
~"
{o- \_
Definizione del terzo piano
di riferimento (minimo un
punto di contatto con la
superficie di riferimento C)
I
.

riferimento B) Direzione di controllo delle relative dimensioni

r
r Fig. 39. Sistemadi riferimentoa tre pi,wi.
I
I
rn~
SECONDARIO

~ 3punti di
25
I
I -~-~t-
I . ~
contatto
..
~,_....,_--'-i----i-~--, LU
PRIMARIO ' I-

--9----~-
g
riferimento
secondario
i
! ·:.·-· . -0---·-0-
A
Piano di
riferimento
(almeno 2
punti di
contatto)
I
primario

Tolleranze generali secondo l.,;:'(J ISO 2768 m


(almeno3
punti di
contatto)
Piano di riferimento terziario
(almeno 1 punto di contatto)
I
I
Fig. 40. Posi:io11nme11to
,Id pezzodi figura 5 seco11do
l'ordinedei riferimentiprescrittia disegno.

427 I
I
I Fig. 41. L'ordine dei riferimenti nei riquadr'
delle tolleranze indicanola successionedel/.
Elemento di riferimento simulato
operazionidi controllo;comesi vede, il va/or.
I dix cambiaa secondadel pianodi riferimenfo
cui è appoggiatoil pezzo.

I di figura 40: poiché nel riquadro della


tolleranza di localizzazione sono stati

I indicati nell'ordine i riferimenti A, Be


C, la procedura di controllo-~ovrà av-
venire dopo aver posizionato il pezzo
nel sistema di riferimenti secondo
I Elemento di riferimento simulato C

Elemento di riferimento simulato A


quest'ordine previsto. Un cambia-
mento di questa successione influenza
le procedure di collaudo, come si ve-
de dalla figura 41.
I
I _.,.
"'

I
I
---1 a) Il piano A stabilisce
il riferimento

I / ~----~
Elemento di
riferimento A

1· L Element~ di riferimento si~~la;o


(ta\'ola macchina utensile o piano
di riscontro)

I b) Il piano B stabilisce
~ riferimento
e) li piano C stabilisce
il riferimento

I
I
~
d)

I Elemento di
riferimento simulato

I
I Fig.42. Indicazioneed i11terpretazio11e
di 1111riferi111e11l0
senzadimensione.

I 428

-1 ---- -·· - - - . -----


Gli elementi di riferimento bili; il simbolo del riferimento può es- ad anello avente il diametro minimo
I
>

sere piazzato sia sulla superficie che circoscrivibile, oppure un calibro a R


Come si è notato precedentemente sulla linea di estensione della quota; pinza. ti
ogni pezzo è composto da elementi o l'elemento di riferimento simulato può Nel caso di fori cilindrici, il riferimen-
featuresche possono avere una dimen-
sione e un asse o piano di simmetria
(come una scanalatura, un foro, un
essere costituito da un piano di riferi-
mento simulato, quale la tavola di una
macchina utensile o un piano di ri-
to simulato può essere stabilito utiliz-
zando un tampone cilindrico, avente
il diametro massimo inscrivibile, op- .
I
perno), oppure elementi non dimen- scontro, considerati di forma perfetta. pure un mandrino ad espansione;
sionabili quali le superfici piane o ci-
lindriche; poiché ogni elemento può
essere preso come riferimento, si pos-
Se invece l'elemento di riferimento è
una feature dimensionabile, il simbolo
deve essere associato con la dimensio-
qualora il mandrino, una volta inseri-
to nel foro, non assuma una posizione
fissa, occorre procedere alla fìUarego-
I
sono avere dei riferimenti correlati a
elementi dimensionabili e non dimen-
sionabili, indicati nel disegno con mo-
ne lineare e quindi posto direttamente
sulla quota, come in figura 43; in que-
sto caso il riferimento è costituito
lazione in modo che gli eventuali spo-
stamenti siano della stessa entità in
tutte le direzioni (si intende natural-
I
dalità differenti. dall'asse o piano mediano stabilito da mente che al riferimento non siano ap-
Infatti si consideri il pezzo in figura 42
sul quale sono stati indicati alcuni ele-
menti di riferimento non dimensiona-
una superficieidealedi inviluppo.
Nel caso di elementi esterni, il riferi-
mento simulato può essere un calibro
plicati modificatori).
La figura 44 mostra il caso di un riferì-
mento costituito dall'asse di un cilin-
I

-O·
I
I I I
-H·----r--------- --~
-0·
I
,:[E]
A

--·
®-f,I.1
'I'
-- -G--·-1M·-·-·----
--
I I
I
,:,
I
a) ,r-:--- -~
~,~;,~n~oomro;~
Piano di riferimento A:
I
~Distanza teorica numma -
· • L.-f~--~ ~ • tra gli elementi ai -· · ·
riferimento simulati
APPLICAZIONE
- . --· -
I
b) ~li riferimento C stabilisce c) li riferimento B stabilisce
I
~mediano ~sse di riferimento

I
L4-{tl]_J)
_J L Distanza teorica massima
tra gli elementi di
riferimento simulati
~ inscrivibile teorico I
d) L'elemento D stabilisce I
Autocentrante
I
APPLICAZIONE
I
Fig. 43. Indicazioneed i11terpretazio11e
di un riferimeutocon una dimensione,comeun asseo 1111piano111edia110.

429 I
I
·a.
Il.
dro; anche in questo caso è possibile fa-
DISEGNO PEZZOREALE re una distinzione tra l'assedi riferimen-
to dell'elemento,(costituito dal più pic-
I colo cilindro circoscritto di forma per-
fetta) e l'assedi riferimentosimulato,de-
finito dall'asse dell'elemento simulato.

I 4
Il piano centrale di riferimento di ele-
menti esterni è il piano di simmetria tra
due piani paralleli che, alla minima di-
stanza, sono in contatto con le corri-

I l Elemento cilindrico
di riferimento A
spondenti superfici del pezzo (fig. 45a);
viceversa, il piano centrale qi riferi-
mento per elementi interni è còstituito
dal piano di simmetria tra due piani
I Elemento simulante
il riferimento
Elemento di riferimento
simulato
Diametro del più piccolo
paralleli che, alla massima distanza, so-
no in contatto con le conispondenti su-

\ cilindro teorico circoscritto


perfici del pezzo (fig. 45b).
In alcuni casi il riferimento simulato è
I [ preso come riferimento
costituito dall'asse comune di due ri-
ferimenti, scelti in modo da risultare
coassiali (fig. 46).

I ~~-~·~--- Scelta degli elementi di riferi-


mento
I Asse dell'elemento
simulato A (asse di
riferimento simulato A)
?~ i=di riferimm>o
asse del più piccolo
A) L'identificazione del sistema di riferi-
mento per un elemento rappresenta il
cilindro teorico punto di partenza per un corretto di-
I riferimento A
circoscritto in contatto mensionamento; bisogna sempre ri-
cordare che i riferimenti vanno utiliz-
zati per:
I -Fig.44.Riferi111et1to
costituitodall'assedi un cilindro. a) associare un elemento ad un siste-

I I Elemento di riferimento simulato corrispondente alle


\ superfici piane di contatto

1·-
Distanza teorica minima tra gli elementi di

I Piano di riferimento Aj
(piano mediano della __ __.
superficie teorica di ..-..,r~~~.à-·:-~~
riferimento simulato

!
contatto)
L
I Indicazione del piano di riferimento centrale
Elemento diriferimento simulato corrispondente alle
superfici piane di contatto

I Elemento di
riferimento
simulato

I
I
I Fig. 45. Riferimentocostituitodalpiano media110
di due superficidel pezzo.
i
!

I
I ---
430

J
ma di riferimento per rendere univo- il pezzo nel montaggio, per stabilire il 47: il coperchio con i 3 fori deve essere
I
I ca la sequenza di controllo; riferimento primario; collegato al serbatoio mediante delle
i b) stabilire una relazione funzionale 2) identificare l'elemento che localiz-
viti mordenti; l'elemento che orientail
pezzo è costituito dalla superficie di I
L tra gli elementi di un pezzo, in modo
che il progettista possa comunicare
za il pezzo nel montaggio, in modo da
stabilire il riferimento secondario;
accoppiamento A (~he viene definito
come riferimento primario), mentre
! univocamente le relazioni funzionali.
3) identificare l'elemento che blocca il l'elemento che lo localizzaè rappresen-
I
i I riferimenti sono quindi degli ele-
menti che orientano e localizzano il
pezzo durante la misura e possono
rappresentare la sequenza logica del
montaggio. La sequenza logica che
pezzo nel montaggio, in modo da sta- tato dall'asse della parte cilindrica
bilire il riferimento terziario. (che viene definito come riferimento
secondario).
Una volta identificato il sistema di ri- Quando l'asse di un cilindro viene uti-
ferimento, è necessario qualificare gli lizzato come elemento di riferimento,
I
permette la scelta appropriata dei tre elementi di riferimento attraverso l'ap- bisogna immaginare di utilizzare due
riferimenti è questa:
1) identificare l'elemento che orienta
plicazione di opportune tolleranze di piani tra loro perpendicolari, la cui in-
forma, orientamento e posizione. tersezione determina l'asse di riferi-
Si prenda ad esempio il caso di figura mento e che possono ruotare libera-
I
Asse di riferimento A-B (asse comune dei
più piccoli cilndri coassiali e circoscritti)
I
rn 1 1 A-BI
Elemento di riferimento A I
I
I
DISEGNO
Coppia dei più piccoli.cilindri coassiali circoscritti

INTERPRETAZIONE
I
(~
Fig. 46. Riferimentocostituitodall'assecomunedi due cilindri.
~

,, .
Asse di riferimento

I
Primo piano
di riferimento
Secondo piano
di riferimento I
il '-..
c_-:5,, //
,,,,/
I
il I
I
l
I!
j
I
l
f 014e8
Fig. 48. L'assedi 1111cilindroche viene utiliz-
I
I 44 .l+l.!4- 1. 00,3· A
:wtocome elementodi riferimento,è associato

1
i
l.-lu a d11epiani immaginari,tra loroperpendicola-
ri, In cui intersezionedetermina l'assedi rife-
rimmto e e/tepO$SOno ruotareliberamenteal-
I
1 Fig. 47. Selezionedel riferimentoprimario(cheorienta)e del riferimentosecondario(chelocn/izza). tomo allo stessoasse.
·1
I
L __ - -
431

-- ,·
mente attorno allo stesso asse (fig. 48). I riferimenti parziali utilizzati per simulare un piano di ri-
Se il montaggio del coperchio avviene ferimento.
come in figura 49, cioè deve essere ac- Sono utilizzati nel caso di forme com- I riferimenti parziali devono essere
Icoppiata anche la linguetta nella rela-
tiva scanalatura, i riferimenti diventa-
no tre, cioè viene aggiunto il riferi-
plicate ed irregolari,come quelle dei utilizzati nei seguenti casi:
pezzi prodotti per stampaggio o fusio-
ne, o le superfici grezze. I riferimenti a) quando solo una porzione di super-
mento terziario che bloccail pezzo, co- ficie dell'elemento è funzionale;
parziali rappresentano un compromes-
Istituito dal piano mediano della sca-
nalatura. In questo caso i due piani
immaginari non possono più ruotare,
so tra la funzione dell'elemento e la ri- b) quando la forma irregolarenon per-
petibilità della misurazione e anche se mette l'utilizzo di superfici piane o re-
vengono indicati sul disegno del pez- golari da utilizzare come riferimento;

Ima sono vincolati ad una precisa posi-


zione (fig. 50).
zo, essi descrivono in effetti la forma e
la posizione degli elementi di controllo c) quando il pezzo può oscillareuna
volta posizionato con una sua· superfi-
cie di riferimento, _____

I I riferimenti parziali sono costituiti da:


a) punti
b) linee
I c) aree di contatto piane o cilindriche
Il riferimento parziale viene indicato
sul pezzo con X; ogni riferimento par-
I ziale dovrebbe essere localizzato me-
diante una quota riquadrata o senza
tolleranza, in quanto non si riferisce
ad elementi del pezzo, ma definisce
I dimensioni e caratteristiche dei calibri
funzionali. Inoltre le quote riquadrate
non solo assicurano la ripetibilità del-

I = 0,1
la misurazione, ma possono far riferi-
mento al grado di precisione dell'offi-
cina.
I riferimenti parziali sono indicati da

I un cerchio diviso.in due caselle da una


linea orizzontale (fig. 51). La casella
inferiore è riservata ad una lettera che
014e8 rappresenta l'elemento di riferimento
I ..L 00,3 A e ad una cifra che indica il numero di
riferimento parziale. La casella supe-
riore è riservata alle informazioni
1·- TOLLERANZE GENERALI SECONDO UNI ISO 2768 m
complementari, quali· 1e .dimensioni
della zona di riferimento parziale. Se
non vi è spazio sufficiente nella casella,
l'informazione può essere posta al di

I fuori del cerchio ed unita con una linea


Fig. 49. Selezionedel riferimentoprimario(cl1eorienta),del riferimentosecondario(chelocaliz- di richiamo. Sul pezzo, se il riferimen-
za e del riferimentoterziario(cheblocca).
to parziale è un punto, viene indicato
_ da una croce; nel caso della figura 52,

I Terzo piano di riferimento

/ __ /_··--
il riferimento primario viene simulato
da almeno tre punti di contatto (Al,
A2 ed A3), il riferimento secondario
da due punti (81 e 82) ed il terzo dal
I ·punto Cl; è visibile nella stessa figura
l'attrezzatura di controllo del pezzo, i

---,./Primo piano di riferimento


cui perni simulano i riferimenti par-
ziali indicati nel disegno.
I Area
del riferimento

I /
Lettera
Numero
del riferimento
parziale
che identifica
il riferimento
I
Fig. 50. ll secondol'..ijerimento
è costifltitoda 1111
ni di riferimentoimmaginarisonovincolatiin 1111a
asse ed il terzoda 1111pianomediano;i due pia-
precisaposizione. Fig. 51. Riferimentoparziale.

I
432

I
j
f
li
I
I
!

e)
I
I
I
i

I
'
l
t
I
I
;
J
i•
Fig. 52. Riferimentiparzialicostituitida pu11Jie attr.ezZJ1tura
di controllorelativa.

I

t; PEZZO
I
-I
I
PERNO DI RIFERIMENTO __

I
Fig. 53. Riferimentiparzialicostituitida lineecon relativaattrezzaturadi co11trollo.
I
a) b) e)
I
2Gfil,1

I
I
-
I
, I '

!. I
Fig.54. Riferime11ti
parzialicostituitidn aree;11elcasoa) l'areadi co11/atto
viene quotatadirettamentenel disegno,mentre nei casib) e c) viene in-
I
dicatanellaparte superioredel simbolo;naturalmente1'attrezznt11ra di controllosaràcostituitada un perno di diametro8 mm.

433 I
I
·I
030passante
I ~ --1E7!00.4('1JA-Bici

I I'...-----+--,---
,
B
Anello espandibile

" Assedi
riferimento

I
I 400
"C" Piano di riferimento

I
Fig. 55. Riferimentiparzialicilindrici.

I Se il riferimento parziale è costituito


da una linea, viene indicato da due
croci unite da una linea G, come in fi-
I gura 53; infine se è costituito da una
zona, è indicato da un'area tratteg-
giata i cui contorni sono definiti da
una linea tipo K (fig. 54) od anche da
I una crocetta, quando non vi sia ri-
schio di equivoci nell'individuare il
riferimento. Nella figura 55 il riferi-
1--- mento parziale Al viene specificato
con una circònferenza, mentre il rife-
rimento B1 con un'area di riferimen-
to cilindrica; poiché i due diametri

1 non sono stati specificati con quote ri-


quadrate, si richiede un calibro di

I.
diametro variabile.
In figura 56 viene mostrato il disegno
.
X

di un pezzo ottenuto per fusione con


le indicazioni di tre riferimenti par-
ziali i quali definiscono un sistema di
Fig. 56. Indicazionedei riferimentiparziali in 1111pezzo ottenuto perfusione.
riferimento a tre piani perpendicolari
I in cui:
- i tre riferimenti parziali Al, A2 ed A3
specificano il riferimento primario A;
I - i due riferimenti parziali B1, B2 il ri-
ferimento secondario B;
- il riferimento parziale Cl il riferi-
I mento terziario C.

L'attrezzatura di controllo è visibile in


figura 57; il piano di riferimento A è
I simulato da tre perni di diametro 40,
il piano di riferimento B dalle genera-
trici dei due perni; infine l'elemento

I conico dell'attrezzaturq
terzo riferimento C.
definisce il

In figura 58 sono indicati i 10 elementi


di un pezzo che possono essere presi

I Fig. 57. Attrezzntum di controlloper il pezzo di figura 56.


come riferimento; i simboli indicati in
figura saranno più comprensibili do-
po la lettura dei prossimi paragrafi.

I 434
I
1. SUPERFICIE 2. SUPERFICICOMPLANARI
I
-~

I
D Cl
I
3. SUPERFICIDI OFFSET 4. SUPERFICI PARZIALI .. ·~·-.
I
I
B

I
5.DIAMETRO 6. DIAMETRI COASSIALI .
.; ~ ..-. . :.
. ~ ·,..,:'_·
I
I
-~--
~- --- .---
. -- .. - -
I
7. DIAMETRO PARZIALE 8. INSIEME DI FORI 'I
A
I
-1
0-------~-;·
~
'
I

-0-------0
'
I
I
9. PIANI Dr SIMMETRIA 10. RIFERIMENTIPARZIALI
I
.(ii)
0 I
I
I
cl,epossonoessereutilizaticomerifaime11li.
Fig.58. 110 elementiofea/11res
435 I
·1
I
- 0,03

I TOLLERANZE

I
DI FORMA
Quando la forma del pezzo stabilita
dalle tolleranze dimensionali e di po-
sizione non fornisce sufficiente con-
trollo per i requisiti funzionali allora,
--e--
---
-------------r]
I si applicano le tolleranze di forma: esi-
stono quattro tipi di tolleranze di for-
ma, rettilineità, planarità, circolarità e
Zona di tolleranza compresa
tra 2 linee distanti 0.03 - - - -
. --:::..;;:-~---'-:..::..:;_:.:__:.:__:.:__-'--'-----

1· cilindricità.

Tolleranza di rettilineità
I La rettilineità è fondamentalmente
una caratteristica di una linea, come

I un asse o uno spigolò di un elemento;


tuttavia questo tipo di tolleranza si Fig. 59. Erroredi rettilineitàapplicatoad una superficiecilindrica.
può applicare anche a superfici piane,
cilindriche o coniche. Infatti poiché

I queste superfici sono composte da un


numero infinito di elementi longitudi-
nali, la rettilineità applicata viene ap-
Direzione di controllo

I
I
plicata all'intera superficie come se
fosse controllata da un elemento sin-
golo in quella direzione. È chiaro che
il simbolo di rettilineità va posto nella
vista dove l'elemento appare esplicita~
- mente·rettilineo. -· - °'
~
i..\o -q?~
.... --
o
"\.../'\.. ,
-
La figura 59 indica l'interpretazione di
"'
U")

una tolleranza di rettilineità di 0,03

I mm posta su una superficie cilindrica:


ogni generatrice del cilindro der.1e esse-
re compresatra due retteparalleledistanti rEG
·1--. 0,03, in un f!ia!loformato_dal[aS$f!_edalle
due ffnie stesse.Nella stessa figura so-
·/- - .

I
no visibili i tre tipi di errori possibili
sulla superficie cilindrica, rispettiva-
mente di concavità, convessità o di
piegatura.
Una tolleranza di rettilineità applicata
~..,___.____J I _ _____,I
D
ad una superficie piana controlla la
I rettilineità solo nella direzione paralle- Fig: 60. Tolleranzndi rettilineitàapplicataad ui1supe1ficiepiana:controllodell'errorein u11a
la al pianodi proiezione.Nel caso infatti soladirezione.
della figura 60, la tolleranza di 0,1 mm
si applica solo nella direzione indica-
I ta, mentre ad esempio nella direzione
1-100"(!
~
perpendicolare l'errore potrebbe esse-

1
re più grande, ma sempre contenuto
all'interno della tolleranza dimensio-
nale dell'elemento.
+--------½ Diametro

30,1
Tolleranza
direttiiineità
0,04
Si esamini ora il caso in cui la tolleran- ~
za di rettilineità è applicata ad un ele- o 30,05 0,09
+

I mento dimensionale come un asse o


~I 30 0,14
un piano mediano; la differenza ri-
spetto al caso precedente è rappresen-
tata dalla possibilità di utilizzare la
523ti
I
29,95
29,9
0,19
0,24

I condizione del massimo materiale con


i vantaggi che ne derivano come si
può notare nella figura 61. In questo Fig. 61. Tolleranzndi rettilineitàapplicataad 11n asse.

1436
I
caso la tolleranza è stata indicata sulla
I
quota che esprime il diametro, e quin-

Applicazione
di si fa chiaramente riferimento all'as-
se del cilindro; la zona di tolleranza è
tl'idimensionale, limitata da un cilindro
I
di diametro uguale alla tolleranza stessa e

----------0----- ciò viene indicato ponendo il simbolo


di diametro 0 prima del numero che
esprime il valore della tolleranza.
.1
La figura 62 mostra l'applicazione del-
la tolleranza di rettilineità ad un pia-
no mediano, per prevenire la forma
arcuata o distorta della piastra; in que-
I
sto caso la zona di tolleranza è tridi-
mensionale, compresa tra due piani
distanti 0,1.
I
È possibile anche specificare una tol-
leranza di rettilineità su una specifica-
ta lunghezza; si noti però che l' espres:
sione 0,1/200, ad esempio, non signi-
I
fica 0,1 mm per 200 mm di lunghezza,
Fig. 62. Tolleranzadi rettilineitàapplicataad un piano mediano. ma 0,1 mm in ogni qualsiasi tratto di
200 mm di lunghezza. L'esempio in fi-
gura 63 chiarisce questo concetto; per
I
un cilindro piegato secondo un arco, e
- 0.16/40 sul quale viene specificata una tolle-
ranza di rettilineità di 0,16 mm in 40 I
0
mm, vuol dire ottenere 0,04 mm in 20
~ mm (e non 0,08!), e 0,01 mm in 10 mm.
I
1

- - -~ - -- _--_--_--_--_--_--_--_--____
- ~§ Quando una tolleranza di rettilineità
totale è combinata con una su una spe-
I cificata lunghezza si ottiene un simbo-

0.01
0.04
lo ~ql doppio riCJ!l.adro_co~e in figura
64, indicante che la rettilineità è di 0,4
mm sull'intera lunghezza, ma non deve
-I
eccedere 0,1 mm in ogni 25 mm di lim-
ghezza.
I
Applicazione-del principio-MMC-
alla tolleranza di rettilineità. 1·
La tolleranza di rettilineità è l'unica
tolleranza che si può applicare sia ad
I
un elemento, sia ad un elemento di-
mensionabile.
Fig. 63. Interpretazionedellatolleranzasu una determinatalunghezzadi un albero. La figura 34 ha già mostrato il caso di

I
- =J
Fig. 64. Indicazione della
tolleranza di rettilineità 1· ·1
I
100. -"
"'
~
sul'asse, specificandol'er-
rore totale e quello per
unità di lunghezza; l'asse
deve stare in una zona di
DISEGNO
-0 I 25
tolleranza di 0,4 mm di
diametroper l'intera lun-
ghezzadi 100 mm ed entro
~ 100 I
g-1--~'Ef1:~4-i-,;::,-:~=::::~=
1111a zona di 0,1 mm per f-r_-~_----~15.89-16.00
1 ogni 25 mm di lunghezza. INTERPRETAZIONE +=-,
!
i
Ciascun elemento circola-
re dellasuperficiedeve es- ~---=t]. I
l sere nella prescritta tolle-
i ranzadi111ensio11ale.
I
I
L_
)'
437

----
- ---1
I una tolleranza di rettilineità applicata
all'asse di un albero, senza o con l'ap-
plicazione della MMC; nel primo ca- ~~,-J-lo.1@I 20.2MMC

I so, per il principio di indipendenza, il


valore della tolleranza di rettilineità
resta costante al variare del valore del
=!
.______.I I
+ 0.1
· 20.3

diametro da massimo a minimo; ap-


I plicando il principio del massimo ma-
teriale come in figura 34b, la massima
tolleranza di rettilineità viene ottenu-

I ta sommando alla tolleranza specifi-


cata la differenza dalla dimensione di
massimo materiale.
Nel caso della tolleranza applicata al
I piano mediano della piastra di figura
62, la combinazione dell'errore di-
mensionale e geometrico richiede che

I l'elemento possa variare in un invi-


luppo di dimensioni costanti, come in
figura 65. Fig. 65. Condizionevirtuale dellapiastra difigura 62 e relativocalibrodi controllo.
La configurazione indicata nella figu-
I
=_[
ra viene chiamata condizione virtua-
le, che definisce la dimensione del ca-
librofunzionale da adoperare. La con-
dizione virtuale è la co11fig11razio11e
I dell'inviluppolimite di forma pe,fetta ge-
neratadall'effettocombinatodelladimen-
· 30.141

calibro ...•
r ----_-
l
30.14 Condizione virtuale

t 0 30.1 MMC con rettilineità perfetta


sione di massimo materialee delle tolle-

I ranzegeometriche.
Si noti che la condizione virtuale è
sempre quella corrispondente alle O
3 .141 _j_
ASSE
, r30.14 Condizione virtuale
0 0.04

condizioni peggiori di accoppiamen-
I= ~
I to,-che nel caso-dell'albero sono otte-
nute sommando al diametro massimo
(cioè in condizione di massimo mate-
calibro-' t
L0 30.1 MMC con rettilineità nominale 0 0.04

I riale) il valore della tolleranza geome-


trica corrispondente
In figura 66 è visibile il calibro funzio-
. !tale pe~ il CO!}Jr9llodi un albgro, il çui
30
· 1
-30.14
14r-
=i-·+-·. .-
_j_
ASSE
Condizione virtuale
r-0 0.24

-
I diametro coincide con la condizione
virtuale e rappresenta una di111e11sio11e
costante.
ca;ib·r~j-- • - t -

· L029.9 LMC con rettilineità consentita 0 0.24


Nel caso del foro, le co11dizio11i di massi-
I mo materiales0110quelle corri:::pondenti
al diametrominimo, e la condizione vir-
tuale è rappresentata sempre dalle Fig. 66. Il calil1ro f1111zio1111le per il controllodell'alberodifigura 61.

I condizioni peggiori di accoppiamen-


to, cioè quelle ottenute sottraendo al
-diametro minimo il valore della tolle-
ranza geometrica (fig. 67). l\1MC030-

I È possibile specificare una tolleranza


di rettilineità al massimo materiale con 1 i
00.1~
0.1
29.9

rnlore zero; ciò vuol dire che la condi-


t-----~-
I zione virtuale coincide con quella di
massimo materiale. In tal caso, se un
elemento è al massimo materiale, non
030 H8 C-~
1
033 ) •
r: I
~--4....,0:...,. 0'
- ""1 O\
' I N

sono consentiti errori di forma.


I Se l'errore di rettilineità diventa molto
elevato quando le dimensioni dell'ele-
mento si avvicinario alle condizioni di
diametro minimo ·(LMC), è possibile
I specificare anche un valore massimo, Fig. 67. Ln condizione,•irtualedi 1111foro si al/iene sol/raendo la tolleranzadi rellilineit,ì dal
come indicato nella figura 68. diametrodi 111assi1110 materiale.

I 438
i
_j
1---
Diametro Tolleranza
- I
1-100,'.M)O.SMAX ~ di rettilineità
25,2
25,1
25
o
0,1
0,2
I
1-!00®12M~ ·
1//////////4 - ~N
24,9
24,8
-
0,2
0,2 I
1;~ Tolleranza
- -------------------- o Diametro

-·I·-·-·-·-·-·--·~!~ __ ""',
(SI
39,98
di rettilineltà

o I
---·-·. W///////4 40
40,04
0,04.
0,08.

I
-
40,08 0,1
Fig. 68. Specificazionedi rettilineità:ero a MMC con valoremax per un alberoe per 1111foro.

I
I
Od\tano~ del piano oon definl•

!
I
!
I
Fig. 69. Il simboloper la planarità. ~1 \e
I
Planarità
La planarità è la condizione di una su- I
(_.____
__ O
perficie i cui punti appartengo110 tutti
ad 1111piano; la tolleranza di planarità
t specifica una zona t1,:idimensionale
I
.,II determinata da due piani tra loro pa-
ralleli con una distanza uguale al va-
lore della tolleranza specificata. Il sim-
bolo da usare nel riquadro è un paral-
I
lelogramma con i lati inclinati di 60° Fig. 70. Indicazionedi una tolleranzadi planaritàe sua interpretazione.
:I (fig. 69).
tl
'
;2
La figura 70 mostra un esempio-di un -
pezzo al quale è stata applicata una a) Il comparatore si sposta
--1
I I
tolleranza di planarità di 0,1 (ad esem-
pio per motivi di accoppiamento o
in tutte le dircztoni
i
i,
I'
I
I
estetici); per essere accettato al con-
trollo, l'intera superficie deve essere
compresa tra due piani paralleli di-
I
stanti 0,1 mm. In questo caso la tolle-
ranza di planarità è compresa nella
tolleranza dimensionale di 0,2 mm.
Non è possibileapplicareil principio del
b) Il pezzo si sposta
in tutte le \
/ Superficie da controllare I
massimo materiale ad una tolleranza di direzioni .----'-"-----:---,
pla11arità,in quanto la tolleranza di
forma controlla tutti i punti di una
superficie, che non è un elemento di-
l==--1
&·. I I
111e11sio11abile.
L'esperienza progettuale stabilisce
che è opportuno prescrivere una tol- Fig. 71. 11)controllodc/l'errore,ii planaritàcon l'u:=:o
di 1111appoggioregolabileo b) mediante1111
I
i leranza di planarità non maggioredel-
la metà della tolleranzadimensionaleas-
sociata.
comparatorepostoal di sotto del piano di ri<co11tro.

vata (fig. 71a). L'orientamento della fluenza sulla misura, si può ricorrere I
L'errore di planarità può essere con-
trollato mediante lo spostamento di
un comparatore su tutta la superficie
piastra viene variato attraverso op-
portuni appoggi regolabili e la misura
ripetuta continuamente; la planarità
al metodo di figura 71b, col quale il
comparatore è posto al di sotto del
piano di riscontro, in una opportuna
I
e rilevando l'errore come differenza non controlla infatti l'errore geometri- sede e rileva quindi direttamente la

2
tra la massima e minima misura rile- co di orientamento. Per evitare l'in- superficie interessata.
l 439 I
---1
·I Circolarità
L'errore di circolarità si verifica quan-
I do· in un pezzo a simmetria circolare
le sezioni eseguite perpendicolarmen-
te all'asse (che nominalmente dovreb- I~
bero essere circonferenze), risultano
I ovali, ellittiche o comunque irregolari.
La tolleranza di circolarità specifica
una zona bidimensionale limitata da --G)---~----·-·-·-----·-·---~-
'§]
I due cerchi concentrici posti ad una di-
stanza che, radialmente, è uguale alla
tolleranza specificata. 30.1
L'esempio in figura 72 mostra un

I esempio di indicazione di una tolle-


ranza di circolarità di 0,03 su un pez-
zo cilindrico; la zona di tolleranza è
compresa tra due cerchi concentrici
I distanti 0,03 mm.
Da notare che la zona di tolleranza è
stabilita relativamentealladimensionedi
0.03

una sezione eseguitaperpendicolarmente


I all'asse.In figura 72 si è considerato di
effettuare la misura della circolarità in
una sezione trasversale alle dimensio-

I ni di massimo materiale di 30,1 mm;


per il principio di indipendenza, le
tolleranze dimensionali e geometriche
Fig. 72. Indicazioneed interpretazionedi una
tolleranzadi circolarità.

danno una condizione virtuale di


I 30,13 mm (30,1 + 0,03) la zona di tolle-
ranza di 0,03 mm viene stabilita da
due cerchi concentrici, la differenza
dei cui raggi determina il valore della
I tolleranza di forma. in definitiva, sal-
vo diversa specificazione, prima viene
controllatala dimensionee poi la circola-
Fig. 73. Tolleranzadi circolaritàapplicataa
pezzi assialsimmetrici.
rità relativaa questadimensione.
I Come nel caso della planarità, come
regola generale, si consiglia di sceglie-
re una tolleranza di valore minore del-
1-
·1a"inei:àdi quella dTm.ensionale; inol~
tre non può essere applicato il princi-
pio del massimo materiale in quanto
a) Comparatore b)

la tolleranza di circolarità controlla i / Rotazione di 360"

I punti del contorno di una superficie


trasversale, elemento quindi non di-
mensionabile.
L'e:-rore di circolarità può essere asso-
I ciato a superfici coniche oppure a su-
perfici di forma qualsiasi, sempre però
a sezione circolare , come in figura 73.
I La figura 74 mostra due metodi per la
determinazione dell'errore di circola-
rità: nel primo caso si fa uso di un
BLOCCOA V
di riferimento

I blocco a V sul quale viene appoggiato


il pezzo da misurare: viene utilizzato
un comparatore stazionario mentre il
Sezione misurata

pezzo viene fatto ruotare di 360°; !'er- ERROREDI CIRCOLARITA'= i ERROREDI CIRCOLARITA' = E

i rore letto sul quadrante del compara-


tore è naturalmente l'errore sul dia-
metro e deve essere dimezza·to per ot-
tenere l'errore di circolarità.
I Nel secondo caso il pezzo viene fatto
ruotare ad esempio tra le punte di un Fig. 74. Rilev11zio11e
tornio parallelo; questa volta l'errore punte.
de/l'erroredi circolaritàcon un bloccoa V (a) e (b) montandoil pezzo tra le

I440

I
misurato è sul raggio e rappresenta
I'
'

l'errore di circolarità.
Naturalmente i due metodi mostrati
non riescono a valutare l'errore di cir-
colarità con grande precisione, soprat-
I

'
tutto quando la tolleranza richiesta è
molto ristretta; in questi casi si fa uso
di altri sistemi, come il rotondimetrodi
I
i figura 75, composto da due elementi
li principali, una unità di misurazione
che comprende una tavola girevole ad
l altissima precisione ed un tastatore ed
I
; una unità di elaborazione dati con un
, ----microprocessore a 16 bit.
f I
Cilindricità
Anche se diverse sezioni eseguite con
I
piani perpendicolari all'asse del pez-
zo sono circonferenze, queste possono
presentare tra di loro delle differenze
di diametro; la cilindricità infatti è la
I
condizione di una superficie di rivo-
t
j
!
luzione nella quale tutti i punti di una
superficiesono equidistantida un asseco-
mune. Una tolleranza di cilindricità
I
specifica una zona tridimensionale
compresa tra due cilindri concentrici
entro i quali deve essere compresa la Fig. 75. Misurazione effettuata me,iianlero-I
tondimetrocon tavolagirevolea soste11ta111e11-
superficie. Il simbolo da apporre nel to pneumatico.Il valoredellacircolaritàviene
riquadro per l'indicazione_9i- una tol-
leranza di cilindricità è mostrato nella
figura 76.
quidi mentre co11te111porn11eame11tela stam-
pante incorporatafornisce il diagrammadel
I
ottenuto direttamentesul displaya cristallili-

Naturalmente i limiti delle dimen- profilo con 1111i11gra11di111e11to


fino a 20.000
sioni esercitano un controllo della ci-
lindricità entro la tolleranza dimen-
sionale, ma molte volte, per esigen-
volte.
I
z~. di precisione,_ questo __
inadeguato.
ço~troJlo è

L'esempio in figura 77 mostra un al-


Fig. 76. Il simbolodi cilindricità. -·1
bero cilindrico con una tolleranza di
cilindricità di 0,03 mm, che viene mi-
surata in senso radiale, cioè attraverso
due cilindri coassiali distanti 0,03. Poi-
I
ché una tolleranza di cilindricità può
essere interpretata come una tolleran-
za di circolarità estesa sull'intera su-
perficie cilindrica, essa può contmllare
I
si11111lta11ea111ente
la circolarità,la rettili-
neità ed il parallelismodeglielemelltidel-
la superficie.
Anche in questo caso, si consiglia di
I
scegliere una tolleranza di forma di
valore minore della metà di quella di-
Zona di tolleranza
1 I
mensionale; inoltre non può essere ap-
plicato il principio del massimo mate-
riale in quanto una superficie cilindri-
ca è un elemento non dimensionabile.
T--
-___
:_,-,-:r-
1
I
Il controllo della cilindricità può av- -
-- -------·------
- - - - ---
venire con le stesse modalità della cir-
colarità, facendo però muovere il com-
paratore lungo l'asse del pezzo; l'erro-
re massimo rilevato rappresenta l'er-
I
rore di cilindricità. Fig. 77. Tolleranzadi cili11dricità
e sua i11ferprctnzione.
I
L_ 441
I
A

I TOLLERANZE
DI ORIENTAMENTO
I Le tolleranze di orientamento control-
lano l'orientamento di un elemento ri-
spetto ad W10o più riferimenti.

I Parallelismo
Retta di riferimento

I Questo tipo di errore può essere asso-


ciato ad W1alinea, un asse od una su-
perficie e viene simboleggiato da due
Fig. 78. Parallelismo
di un asserispettoad un altroassedi riferimento.
lineette parallele inclinate a 60°. Le tol-

I leranze di parallelismo possono esse-


re così classificate: .....
q
a) parallelismodi un asse rispetto ad un 0--t----,.,,-------.,.._

I asse di riferimento, come in figura 78;-


in questo caso, essendo il valore della
tolleranza preceduto dal simbolo 0,
06'°· 1

l'asse inferiore deve essere compreso


I in un cilindro di diametro 0,03, paral-
lelo all'asse superiore preso come ri-
ferimento; Piano di riferimento

I b) parallelismodi un asse rispetto ad un


pianodi riferimento, come in figura 79,
dove l'asse del foro deve essere com-
preso in un cilindro di diametro 0,01 Fig.. 79.Parallelismo
di un asserispettoad un pianodi riferimento.
I mm e parallelo al piano di riferimento;
e) parallelismodi una superficierispetto
. . .

I ad un asse di riferimento, come in figu-


ra 80; in questo caso la superficie deve
essere compresa tra due piani distanti
0,1 mm e paralleli all'asse C del foro;

I--d) piirallelismo·di unti superficie-rispetto ··


ad un piano di riferimento, figura 81; la
superficie superiore della guida deve

I essere compresa tra due piani paralle-


li alla superficie inferiore A presa co-
me riferimento.

I Il principio del massimo materiale


può essere applicato ad una tolleran-
za geometrica di parallelismo a patto
Fig. SO.Parallelismo
di una supe,ficierispettoad una rettadi riferimento.

però che ci si riferisca ad un elemento

I dimensionabile, come un foro o un


perno; ad esempio l'elemento oggetto
di tolleranza nella figura 82 deve ri-
spettare i seguenti requisiti:
I a) ogni dimensione locale effettiva del
foro inferiore deve rimanere entro la
zona di tolleranza dimensionale di 0,2
I mm, e quindi variare tra 0 25,1 e
0 24,9 mm;
b) l'elemento oggetto di tolleranza de- Piano di riferimento

I ve rispettare il limite della co11dizio11e


virtuale, cilindro inscritto di forma
perfetta con 0 24,87 (= 0 24,9 - 0,03) Fig.81. Pamllelismodi una superficierispettoad un altropianopresocomeriferimento.

I 442
I
.

I
Diametro Tolleranza

Il 00.03@ A
24,9
24,95
di parallefismo
0,03
0,08
I
25 0,13
25,05
25,1
0,18
0,23
'
I
I
Fig. 82. Principiodel massimomaterialeapplicatoad una tolleranzadi parallelismo.

e parallelo all'asse di riferimento A


I
(fig. 83).
Quindi l'asse deve rimanere all'inter-
no della zona di tolleranza di 0 0,03
quando tutti i diametri dell'elemento
I
sono alla dimensione di massimo ma-
teriale di 0 24,9 e può variare fino ad
una zona di tolleranza di 0 0,23
(= 0,03 + 0,2) quando tutti i diametri
Dimensione
I
virtuale 024.87
sono alla dimensione di minimo ma-
teriale di 0 25,1.
t
I
8
Perpendicolarità.
Come nel caso del parallelismo, s.i
-
ò
IS!
--+----,-----"..-.'"1.L!0O,OliAi
I
possono avere i seguenti casi di tolle-
ranza di perpendicolarità (simboleg-
giata da due lineette ortogonali): Fig.83. Interpretazione
deldisegnodifigura 82. I
a) perpendicolaritàdi una lineao asse ri-
- speffo ad una linea tfi riferimeillo;nella ·
figura 84 la posizione dell'asse del fo-
-1
!
ro verticale deve essere compresa tra
due rette parallele distanti 0,06 e orto-
gonali all'asse del foro orizzontale A
Fig. 85. Perpendicolaritàdi una lineao 11nas-
se rispettoad un piano di riferimento.
I
l preso come riferimento; la zona di tol-
1\
leranza è quindi proiettata su un pia-

I no ed è limitata da due rette parallele


distanti te perpendicolari alla retta di
-- .::
.... A
J_ 0,08 A
I
I riferimento; se il valore della tolleran-
za è preceduto dal segno 0, la zona di --+----
tolleranza è un cilindro del diametro
i I
I
indicato, perpendicolare all'asse di ri-
ferimento;
b) perpendicolaritàdi una linea o asse
rispetto ad un piano di riferimento; in
questo caso l'asse del cilindro de\'e 0,08
I
essere compreso in una zona cilindri-
.
}
'
i.
ca avente diametro 0,01, e perpendi-
colare alla superficie di riferimento A
(fig. 85).
I
/.//// //

L
/
ii
ì
-~
c) perpendicolaritàdi una superficie ri-
spetto ad una retta di riferimento; è il
caso della figura 86, in cui la superfi- Fig. 84. Perpendicolaritàdi 1111asse rispetto Fig. 86. Perpendicolarità di una superficieri-
I
ad 1111assedi riferimento. · spettoad 1111a
retta di riferimento.
-~ie del pezzo deve essere compresa tra
443 I
.--------
---I
I due piani distanti 0,08 mm e perpen-
dicolari all'asse di riferimento A.

I d) pàpendicolarità di una superficie ri-


spetto ad un piano di riferimento; in fi-
gura 87, la superficie verticale deve es-

I sere compresa tra due piani paralleli


distanti 0,05 mm e perpendicolari alla
superficie di riferimento A.

I La dimensionevirtuale di un elemento
geometrico è correlata alla definizione
di condizione virtuale già fornita e
rappresenta la limitazione più sfavo-
I revole all'accoppiamento. Attraverso
l'indicazione implicita delle dimensio-
ni virtuali il progettista riesce ad assi-
Fig. 87. Perpendicolarità
di una superficierispettoad un piano di riferimento.

curare una piena funzionalità ed inter-


I cambiabilità della parti prodotte, il
tutto ad un costo minimo.
si trova alle condizioni di minimo ma-
teriale (diametro 39,85 mm) la tolle-
superficie ed è rappresentata da una
zona tridimensionale compresa tra
Si prenda ad esempio il caso della fi- ranza di perpendicolarità aumenterà due piani distanti 0,1 mm perpendico-

I gura 88a: la dimensione virtuale di


40,1 mm del perno viene calcolata
sommando la quota al massimo mate-
fino al valore di 0,25 mm, ritrovando i
valori: 39,85 + 0,25 = 40,1 mm
Nel caso di figura 88b rispetto al caso
lari alla superficie di riferimento A.
Nella stessa figura viene illustrato le
modalità di montaggio del pezzo e
riale (40 mm) alla tolleranza geometri- precedente c'è l'abbinamento della quelle di controllo.
I ca di posizione (0,1 mm). L'errore di
perpendicolarità non può superare il
valore 0,1, se tutte le dimensioni effet-
prescrizione di inviluppo, e ciò implica
che il perno deve rimanere all'interno
dell'inviluppo di forma perfetta alla
Nel caso della figura 90 la tolleranza
di perpendicolarità viene applicata
con due piani di riferimento poiché il
tive sono a 40 mm, mentre può au- sua dimensione di massii:n.omateriale. montaggio del pezzo presuppone l'al-
I mentare fino a 0,25 (0,1 + 0,15) se tutte
le dimensioni locali effettive sono a
39;85 mm.
La tolleranza di perpendicolarità può
essere prescritta anche con due riferi-
menti: si consideri a tal proposito il
lineamento con la superficie B; il con-
trollo avviene appoggiando prima il
pezzo sul piano primario (tre punti di

1-- La dimensione.virtuale è una quantità


costante,nel senso che quando il perno
pezzo in figura 89; la tolleranza di per-
pendicolarità viene applicata ad una
contatto) e poi sul piano· secondario
(due punti di contatto).

I al

- I_/

I 00.1 zona di tolleranza

I Dimensione virtuale
040.1

I
I b)

I 'ti
'\Piano di riferimento

I zona di tolleranza
compresa tra 0.1 e 0.25 mm Fig. 88. Tolleranza
di perpendicolarità

I I.,·.
IJ_ I00.1 n-lA I,......,_
.o
applicataad 1111per-
110, sfruttnndola con-

I ~ 040-0,;@
_,__~ dizione MMC (a);
abbi11a111e11/o della
prescrizionedi i11vi-
l11ppo(b).

I 444
I a) b)
I•
I
'

---0-
Piano di
I
-----0---- I
3 Punti di contatto

DISEGNO I
e)

r 3 Punti di contatto
I
I
I
I
CONTROLLO APPLICAZIONE
I
I
I
Fig. 89. Disegno(a),controllo(be)e requisitif1111zionali
(d), di 1111pezzosoggettoad iina prescriziimè-di
perpendicolarità.·

~
a) b)
i,.
!
L
1
I -· • ,. ••

i' --0-- "'

CO ~
------0--
I
D

DISEGNO APPLICAZIONE I
e)

I
I
I
CONTROLLO
I
Fig. 90. Disegno(a),requisitif1mzio11nli
(b),e co11tro/lo
(e) di 1111pezzosoggettoad 1111a
prescrizionedi perpendicolarità
condue pianidi riferi111e11to.

445 I
··1
I
I /
~
~
~
-~
.··\\~
~--,
@ ==:=:==
I // I
I /
1---1-----+-l\1
-
/
I

I 0.0B

I
I
I
I Fig. 91. Tolleranzadi inclinaziont·di una li-
nea rispettoad una retta (asse):lineae retta
Fig. 92. Tolleranzadi inclinazionedi una li-
nea rispettoad una superficiedi riferimento.
Fig. 93. Tolleranzadi inclinazionedi una su-
perficierispettoad una rettadi riferimento.
sonosituatesul medesimopiano.

I Inclinazione
l- Rappresenta la condizione di -una-su-
perficie o di un asse che si trova ad un
Parallelismo
Blocchetti
determinato angolo (diverso da 90° e

i da 0°) rispetto ad un riferimento (su-


perficie o linea). Una tolleranza di in-
clinazione può essere specificata in
uno dei_~eguentj mocl,t _

I a) tolleranza di inclinazione di una li-


nea rispetto ad un asse di riferimento
Barraseno ·

(fig. 91); in questo caso l'asse del foro

I deve essere compreso tra due linee pa-


rallele distanti 0,08 mm ed inclinate di
60° rispetto all'asse orizzontale A-B
preso come riferimento e con cui sono

I complanari;
b) tolleranza di inclinazione di una li-
DISEGNO INTERPRETAZIONE

Due piani paralleli


nea rispetto ad una superficiedi riferi-

I mento; è il caso della figura 92 dove


l'asse del foro deve essere compreso
tra due linee parallele distanti 0,08
mm ed inclinate di 60° rispetto alla su- A 25.1 max I
I perficie A presa come riferimento.
In entrambi i casi se il valore della tol-
leranza è preceduto dal segno 0 la zo-
24.9 min,L _...1-.-,--......:::==-==.....JL-_.!,_

Riferimento simulato A
na di tolleranza è un cilindro del dia-
I metro indicato con asse inclinato ri-
spetto all'elemento di riferimento; II
e) Tolleranza di inclinazione di una su-
I perficierispetto ad una retta di riferi-
mento; la zona di tolleranza è limitata
da due piani paralleli a distanza ugua-
Fig. 94. Tolleranzadi inclinazionedi unasuperficierispettoad una superficiedi riferimento;in-
terpretazionedellatolleranzae controlloconattrezzochiamatobarrnseno.

I 446

-·1---· -
I
lf le alla tolleranza e inclinati, rispetto al-
la retta di riferimento, dell'angolo pre-
scritto. In figura 93 la superficie incli-
nata deve essere compresa tra due
Riferimento B
I
piani paralleli distanti 0,1 mm ed in-
clinati di 75° rispetto all'asse orizzon-
tale A preso come riferimento;
d) tolleranza di inclinazione di una su-
perficierispetto ad una superficie di ri-
ferimento; in questo caso l'elemento
deve stare nei limiti imposti dalle tol-
leranze dimensionali. Infatti in figura
I
'

94, la zoné! 4i tolleranza è composta da _ .


due piani distanti 0,1 mm, inclinata di
30° rispetto al piano di riferimento A.
L'intera superficie dovrebbe cadere
I
all'interno della tolleranza, e questo
vuol dire che esiste anche un controllo
della planarità di 0,1 mm. Le estremità
B
I
della superficie inclinata devono esse-
re comprese all'interno della tolleran-
za dimensionale. I
In tutti gli esempi mostrati, le quote L 0.1 A B
angolari devono essere riquadrate
poiché rappresentano delle quoteteori-
camenteesatte,non soggette a tolleran-
I
I ze generali.
La figura 95 mostra lo stesso pezzo di
figura 94 con una indicazione di due
piani di riferimento; l'unica differenza
col caso precedente consiste nelle mo- Fig. 95. Tolleranzadi inclinazionedi una superficierispettoad due superficidi rif:riment~-
dalità di controllo, in quanto il pez?o
viene dapprima orientato col piano
I
-I
primario A e successivamente il piano larità geometrica rispetto _ad una posi-
di riferimento simulato B viene alli- zione teoricamenteesatta. E applicabi-
neato con i bordi del barraseno. le ad elementi cilindrici (come alberi
e fori) ed elementi non cilindrici, co-
I
me scanalature, solchi, costole ecc.
- ·ed il simbblo da ·usare è ·indie-alo in
figura 96. Per comprendere i vantaggi
delle tolleranze di localizzazione si
I
possono riprendere gli esempi delle fi-
TOLLERANZE
DIPOSIZIONE Fig. 96. li simboloper la localizznzione.
gure 3 e 5, in cui sono mostrati due dif-
ferenti metodi per indicare la localiz-
zazione del foro (fig. 97):
I
Le tolleranze di posizione prescrivono
le variazioni consentite, rispetto ad
una posizione teorica fissata, di un ele-
I
mento di111ensio11abile
(asse o piano me- a) b)
diano) rispetto ad uno o più riferimen-
ti. Si possono indicare tre tipi di tolle-
ranze di posizione: localizzazione,
10"°·1
I
concentricità e simmetria.

Tolleranze di localizzazione
I
I-

I
I

Il massimo vantaggio del dimensiona-


mento geometrico a tolleranza si ha
con l'uso delle tolleranze di localizza-
zione in congiunzione col principio
del massimo materiale.
Una tolleranza di localizzazione è lo
Fig. 97. Localizznzioncdi un foro a coordinate(a) e con In tollcrnnzndi locnlizznzio11e
vrc:bberoessereesplicita111e11te
indicatii rifcri111e11ti
da cui 1.•al11tare
I
(b). (Do-
le quote riquadrate,ma spes-
spostamento consentito ad una singo- so 11elln
praticavengonoomessiquandochiaramenteevidenti).

447I
-·----
·1
.I a) tolleranza a coordinate, in cui le tol-
leranze sono applicate direttamente
nell'ipotesi di tolleranze diverse (fig.
98b). Nel caso della zona di tolleranza
tangolare, ind.icando con 11 ed 12 le tol-
leranze dimensionali, il massimo spo-
alle dimensioni sotto forma di scosta- quadrata la posizione reale dell'asse stamento ammesso è ovviamente

I menti (o in forma fmplicita, con le tol-


leranze generali);
del foro può allora variare all'interno
della zona stessa di tolleranza, e il
massimo spostamento si ottiene lungo
uguale a

b) tolleranze di localizzazione, con la diagonale; essendo ad esempio 0,2 ed è quindi uguale a 0,45 mm nel caso

I l'eventuale applicazione del principio


del massimo materiale.
il lato del quadrato, il massimo spo-
stamento sarà quindi uguale a:
della figura 98b.
La localizzazione a coordinate offre i
seguenti vantaggi:
Nel primo caso (fig. 98a), la zona di l X V2 = 0,2 X V2 = 0,28 mm
I tolleranza può essere rappresentata
da un quadrato se le tolleranze sono
uguali lungo le due direzioni verticale
cioè ottiene una tolleranza1,4 volte più
grandedi quellaspecificata.
a) è un sistema semplicee facile da ca-
pire, ed è per questo vien~ comune-
mente usato;
ed orizzontale, o da un rettangolo Nel caso della zona di tolleranza ret- b) permette il controllocon strumenti co-
I muni, senza l'uso di calibri funzionali
o altri sistemi più sofisticati.
a)

I Si hanno però i seguenti svantaggi:


a) la zona di tolleranza quadrata o ret-
tangolare permette una variazione

I b)
della posizione maggiore del!' errore
indicato; quindi nei disegni è necessa-
rio specificareuna tolleranza ristretta al
70% di quellachesarebbefunzionalmente

I ~
,.....
,.....
accettabile;
b) si può avere un accumulo dell'errore
quando si utilizza un dimensiona-
1-+-;;;;.;;~-"-l-_;;.,J

I 15:t0.2' ....,_l-"4."'-9-+-'-_._.,...::C0.4 mento in serie;


c) è molto difficoltosa la detenninazio-
ne delle tolleranze di accoppiamento.
Fig~98. Localizzazionea coo~dinate:
~na di ~oller~nzaquadrata(a)'.rettangolare(b).

·1 Con la tolleranza di localizzazione di


area circolare, supponendo di indica-
re un valore di tolleranza uguale al

I massimo errore consentito nel sistema


a coordinate, si otterrà una circonfe-
renza di diametro 0,28 mm, uguale al-
la diagonali:tdella z01,à quadrata Wg·.

I 99), col vantaggio di ottenere il 57% in


più di zona di tolleranza,per c11isi pos-
sono accettaredei pezzi che potrebbe-
ro essere scartati.
I [ill 57% di aumento della
zona di tolleranza
Se si intende applicare anche il princi-
pio del massimo materiale (fig. 100), si
ottiene un incremento ancora maggio-
re della zona di tolleranza; la tolleran-
I Fig. 99. Confrontotra la zona di tollmmza circolaree quadrata. za di 0,28 mm quando il foro è al mas-

I Tolleranza
Diametro di localizzazione

I 9,9
9,25
0.28
0,33
10 0,38

I 10,05
10,1
0,43
0,48

I Fig. 100. Vantaggidell'applicazionedelprincipiodel massimomateriale.

448
I
I
I
.

_J0_"°...,.1---1
$ 0ÙS(M} A
I
I
I
Zona di Tolleranza
àlindrica (diametro 0,28) I
Fig. 101. Zona di tolleranzadi localizzazionecilindricadovuta al riferimentoA.
mente perpendicolareall'asse del foro.
I
a) Andrebbero anche indicati gli altri ri-
ferimenti come in figura 103, ma, co-
I
I Dimensione virtuale
me detto in figura 97, talora nella pra-
tica è omessa l'indicazione dei piani
di riferimento che appaiono univoca-
mente individuati dalla quotatura.
In figura 102 viene presentato il con- I
I
040.1 cetto di dimensione virtuale nel caso
delle tolleranze di localizzazione; co-

040:g_,s
me al solito, la dimensione virtuale di
40,1 mm del perno viene calcolata
sommando la quota al massimo mate-
I
t,' - riale (40 mm) alla tolleranza geometri-
i
i
ca di posizione (0,1 mm).
Nel caso del foro, la condizione più
I
~
• sfavorevole si otterrà sottraendo dalla
I
b)
00.1 zona di
' i"Il-' tolleranza
quota-di massimo materiale (40 mm)
la tolleranza di posizione (0,1 mm), ot-
tenendo la dimensione virtuale di 39,9
I
--mm. La dimensione·virtuale definisce

+O.lS
040..-0
il contorno teorico di accoppiamento,
la cui posizione viene controllata ap-
punto dalla tolleranza di localizzazio-
I
ne, ed è una quantità costante,nel sen-
so che quando il perno ed il foro sa-
ranno portati alle condizioni di mini-
mo materiale (rispettivamente di dia-
I
-metro 39,85 mm e 40,15 mm), la tolle-
ranza di posizione aumenterà fino al
valore di 0,25 mm, ritrovando i valori:
I
per il perno: 39,85 + 0,25 ==40,1 mm
per il foro: 40,15 - 0,25 ==39,9 mm
Fig. 102. II concettodi dimensionevirt11a/eapplicatoalle tol/eranzedi localizzazione:localizza- In questo modo si è espressa una rela-
zione di un perno(a) e di 1111foro (b). zione dinamica e funzionale tra la di-
I
mensione del foro soggetta a tolleran-
simo materiale (diametro 9,9 mm) di- 11011viene accumulatoin una quotatura za dimensionale e la tolleranza di po-
venta di 0,48 mm quando il foro è al di fori in serie, in quanto ciascuna toi- sizione, cioè fori più larghi ed alberi
minimo materiale (diametro 10,1 mm). leranza è relativaalla propriaposizione di diametro minore possono consenti-
I
Si ottiene così un "bonus" di tolleranza teoricaesatta. re errori di posizione maggiori.
(la porzione di coronacircolarecompre- Nel caso delle tolleranze di localizza-
sa tra i due cerchi di diamefro 0,28 e zione è semprerichiestoalmenoun riferi-
0,48 mm) che permette una ulteriore
Per applicare correttamente le tolle-
mento, per ottenere una zona di tolle- ranze di localizzazione, bisogna segui-
.I
riduzione del numero dei pezzi da ranza tridimensionale cilindrica di
scartare. . lunghezza uguale allo spessore del
re quattro semplici regole:
Un ulteriore vantaggio dell'uso delle pezzo (fig. 101). In questo casoil primo 1) la tolleranza di localizzazione si ap-
tolleranze geometriche è che l'errore riferimentoA indicala superficieteorica- plica ad un elemento dimensionabile
I
449
I
I
I con un asse di simmetria (albero, foro,
scanalatura, ece;);

I 2) è sempre richiesto almeno un riferi-


mento, in ogni caso il progettista avrà
cura di stabilire un sistema di riferi-
25
or
I

mento a tre piani (fig. 103);


~l
~r ----©-
45°

I 3) bisogna utilizzare le quote teorica-


mente esatte per stabilire la posizione ---+-----+---i$ 00,2s@ A B e
teorica degli elementi da localizzare

I
__ .L__
rispettoai pianidi riferimento;
' e
4) è preferibile utilizzare i modificato- A
ri (M)ed (D. ___
l,., ~1=so~·-
1 ____
0-_ ·
.....,J·-
I Calibri funzionali.
Per il controllo delle tolleranze di lo-
calizzazione, può essere costruito un TOLLERANZEGENERALI SECONDO UNI ISO 2768 m

I calibro funzionale, che rappresenta in


sostanza la materializzazione dell'ele-
mento da accoppiare secondo le spe- ad un sistemadi riferimentoa tre piani.
Fig. 103.Applicazionedella tolleranzadi localizwzio11e
cifiche indicate nel disegno.
I Le caratteristiche più importanti dei
calibri funzionali sono:
- un calibro funzionale rappresenta il
I caso peggiore dell'accoppiamento
dell'elemento da controllare;
- un calibro funzionale verifica con-
I temporaneamente le relazioni tra er-
rori geometrici e dimensionali;
- un calibro funzionale prevede gli ef-
1···fetti dell'aumento della tolleranza-do-
vuto al principio del massimo mate-
riale applicato sia sull'elemento stesso
(bonus), oppure sui riferimenti deno-
minato (shift).

l,-...
Come di consueto le tolleranze per co-
struire un calibro· funzionale possònò
essere il 10% delle tolleranze del parti-
colare da controllare.
In figura 104 è mostrato un pezzo nel
quale due fori sono definiti come rife-
I rimenti secondario e terziario nel con-
trollo della posizione degli altri S fori.
Come si vede dalla figura 105, per il Fig. 104.lndi,:a:.ione secondarioe terziario.
di duefori comeriferim_çnto

I a) b)

I
I
~23.92

I D~t'
·. ~E Fig. 105. I due ca-
per
libri/1111:ionali

I delpez-
il co11trol/o
zo drllafigura pre-
cedente.

I 450
metrica vale 0,05, ed aumenterà a 0,15
I
70 mma 8,1 mm.
I
I
~
50 Quando il foro centrale aumenta il
proprio diametro da 0 14 a 0 14,1
mm, è possibile aumentare ulterior-
I
@)i -@ mente la tolleranza di localizzazione

Le---;---r1A I
I
dei fori da 8 mm (shift). Attenzione
50 però che questoulterioreaumentosi rife-
' I li.21 risceal gruppodei 4 fori e non ad un foro
-@)- ; -@ presosingolarmente.
..a.1
4x08 o
' ' '
_L
Per la progettazione del calipro di
controllo si usa la definizionè di di-
I
mensione virtuale; per la verifica del
A-A
foro centrale verrà usato un perno
con un diametro di 14- 0,1 =13,9 mm
(fig. 107a).
I
La precedenza nella scelta dei riferi-
menti dà la possibilità al progettista di
I
i riflettere esattamente l'orientamento
funzionale che il pezzo viene ad assu-
mere nel montaggio finale.
TOLLERANZEGENERALISECONDO UNI ISO 2768-m Per la verifica dei quattro fori, si use-
ranno quattro perni di diametro corri-
I
spondenti alle condizioni virtuali (fig.
Fig. 106. Indicazionedelletolleranzegeometrichesu una piastraforata.

I-~controllo del pezzo vengono usati due sono localizzati con una tolleranza di
107b), cioè 8 - 0,05 = 7,95 mm. Il cali-
bro questa volta avrà il riferimento A
costituito dalla superficie di appoggio,
I
calibri funzionali: il primo controlla i 0,05 mm al massimo materiale, il che il riferimento mobile B ed il riferimen-

I
I
' fori contrassegnati coi riferimenti D e vuol dire che quando i fori hanno il to D, costituito dal perno centrale di
E ponendo il pezzo in contatto con tre diametro di 8 mm, la tolleranza geo- dimensione virtuale di 13,9 mm.
piani di riferimento. L'ordine dei rife-
rimenti nei riquadri risolv~ il proble- ..
ma del controllo del pezzo; poiché vie-
ne lettodasinistraa destra,il pezzo dap-
prima viene controllato appoggiando
a) I
Rifer. aj
il pezzo sul riferimento A (almeno tre
i
I
punti di contatto), poi appoggiando il
pezzo sul riferimento B (almeno due
2f . 90·
.!Q-.
35
I
p~1:1tidi qmtatto) e i11finecontro il ri.: .
f-
f
ferimento C (un punto di contatto).
I due perni del calibro hanno il diame- e
RifC"r. I
' tro corrispondenti alla dimensione
virtuale, cioè 24 - 0,08 = 23,92 mm e
controllano la posizione dei due riferi-
menti Ded E. I
Successivamente, per il controllo de-
gli altri 5 fori, viene utilizzato il secon-
do calibro con i due perni fissi da
23,92, 4 perni mobili da 15,88 mm (di-
mensione virtuale 16 - 0,12) e 1 perno b)
i
I
mobile da 39,88 mm (dimensione vir- '
tuale 40- 0,12 = 39,88).
Poiché per i due riferimenti D ed E Para lelii_@}~~f~._ ~ __ @ __
I
viene applicata la condizione MMC e
nello stesso tempo, come si è detto, la
dimensione virtuale è una costante, i
perni controlleranno il pezzo anche
quando ci si discosterà dalle condizio-
-----•-------
--0----' - ~5
I
ni MMC.
Un altro esempio è quello delia figura
106 nella quale è rappresentato un
I
pezzo quotato e tollerato geometrica-
mente; i 4 fori sono correlati al foro
centrale preso come riferimento e Fig. 107. a) Calibrodi controllof1111zio11ale
identificato come riferimento D. I fori quattrofori di diametro8 111111.
per il foro centraledi di,1metro14; b) calibroper i
I
451 I
...... --------------
1
Nota 3 per il çontroJiodei fori da 0 8. Nota 1 per iJcontrolloforo da 014.
Per il controllo montare il pezzo in un cali-
Montare il pezzo in ùn calibro con il perno bro a tre piani perpendicolari; le tre super-
centrale 013.9 e con 4 perni di diametro fici di contatto dovranno essere nell'ordine
7.95 mm. Appoggiare il pezzo nell'ordine A, Be C; tutte le misure verranno effettuate
contro i riferimenti A, B; quando il riferi- perpendicolarmente a questi piani. Il dia-
mento D si discosta dalle condizioni di metro del perno è di 13.9 mm.
massimo materiale, aggiungere la dimen-
sione così recuperata alla tolleranza geome-
trica del pattern dei fori; tenere presente un
ulteriore recupero appresentato dalla quo- No!a.k.. .
ta effettiva del foro. Le quote contrassegnate con• s~'no quote
teoricamente esatte e quindi vanno riferite
alle quote dei calibri di controllo.

Quando i fori sono al diametro minimo, i Quando il foro è al diametro minimo, il


centri sono localizzati in una zona cilindri- centro è localizzato in una zona cilindrica
ca con 0 0.05. Quando un foro si discosta 70 00.1. Quando il foro si discosta da queste
da queste condizioni, sottrarre il diametro !-""
··.;.
condizioni, sottrarre il diametro minimo
minimo da quello effettivo e aggiungere da quello effettivo e aggiungere questa
questa quantità alla tolleranza cilindrica. quantità alla tolleranza cilindrica.

Fig. 108. Le numeroseed estesenote esplicativein figura sonol'equivalentedelleindicazionifunzionali di figura 107.

La figura 108 illustra il disegno dello


stesso pezzo di figura 106 senza far uso
Disegno Calibro
delle tolleranze geometriche; come si
vede, è necessario aggiungere molte a) b)
note esplicative per la corretta interpre-
tazione, produzione e controllo del
pez_zo.L'uso _quindi della ~imbologia
ISO al posto di tali note ha i seguenti
vantaggi:
a) i simboli hanno un significato uni-
versale e scavalcano le barriere rap-
presentate dai linguaggi nazionali,
mentre la nota richiede una traduzio-
- ne per i diversi paesi; ··
b) il simbolo ha un significato univo-
co, mentre ad una nota si possono da-
re diverse interpretazioni; e)

e) i simboli possono essere applicati in


modo automatico coi sistemi CAD;
d) la nota richiede più spazio e più
tempo rispetto al simbolo.

Il concetto di calibro funzionale per-


mette al progettista di definire un cali-
bromodello(cartoongage),che permette
di analizzare i pezzi soggetti a tolle- d) e)

ranza geometrica, sia per verificare le


distanze tra i vari elementi, sia per
rendersi conto degli effetti, in termini ,.
I
dimensionali, dei bonus e delle varia-
zioni dei riferimenti.
Consideriamo infatti il pezzo in figura
109a nel quale un foro è soggetto ad
una tolleranza geometrica di posizio-
ne e l'altro foro ad una tolleranza di
perpendicolarità, con specificazioni di Fig. 109. Utilizzo di un calibromodelloper il calcolodi distanze:a) disegno;b) modellocalibro;
condizioni al massimo materiale; sup- c) diseg110 dell'accoppiamento; d-e) risol11zio11e
catena.

452
~-

i poniamo di voler limitare, per esigen-


ze funzionali, la distanza massima o
c) un pezzo fuori tolleranza non viene
mai accettato;
gimento, con le responsabilità che ne
derivano, del personale addetto.
I
I minima Z tra le generatrici dei due fo-
ri. La lettura diretta delle tolleranze,
date le complesse condizioni di inter-
d) rappresentano la materializzazione
fisica del pezzo da accoppiare;
Questo svantaggio va ad unirsi agli al-
tri rappresentati da un tempo di mi-
surazione più lungo, da una maggior
I ,
dipendenza tra la geometria e le di- e) permettono di capire l'effetto dei percentuale di errore; si ricorda che
mensioni, non fornisce l'immediata ri-
levazione dal disegno della dimensio-
ne Z; il progettista può però calcolare
bonus e delle condizioni virtuali;

Per contro, includono però i seguenti


per assicurare la ripetibilità della mi-
sura conviene sempre simulare i rife-
rimenti, anziché utilizzare diretta-
1
facilmente questa quota servendosi di
uno schizzo del modello del calibro, e
procedendo in questo modo:
svantaggi:
a) alto costo di costruzione;
mente le superfici di riferimento sul
pezzo (fig. 110).
I vantaggi che derivano da questo me-
I
b) basta una minima variazione al di- todo sono la mancanza della spesa ne-
1) schizzo del modello del calibro se- cessaria per realizzare il calibro e la
condo il concetto di dimensione vir- segno del pezzo per renderli obsoleti;
tuale (fig. 109b): il calibro sarà così co-
stituito da due perni, distanti 40 mm,
con dimensioni virtuali rispettiva-
c) non quantificano i risultati del con-
trollo;
possibilità di maggior flessibilità, utile
nel caso di limitati qu~ntitativi da pro-
durre.
I.
mente di 10,3 e 16 mm;
2) disegno dell'accoppiamento cali-
d) richiedono un grosso sforzo di pro-
gettazione.
Molte macchine di misura sono attrez-
zate con computer per eseguire con
precisione i rilevamenti delle posizio-
I
bro-pezzo nelle due condizioni estre- Macchine di misura. ni dei particolari da controllare, con-
me di accoppiamento (fig. 109c); la X
indica la zona del calibro in contatto
col pezzo;
In alternativa, per il controllo del pez-
zo può essere usata una macchina di
dizione indispensabile per conseguire
dei buoni risultati.
La verifica matematica della posizio-
1
misura programmabile (CMM), corre- ne reale di un foro è basata sull'equa-
3) risoluzione della catena dimensio- data di opportuno software per il con- - zione (fig. 111):
nale per il calcolo di Zmax, a partire
da un certo punto (indicato con una
doppia freccia), e considerando positi-
trollo della geometria.
In questo caso un calibro è simulato
usando i dati rilevati dalla macchina
z = 2 V~(x
dove si intende:
___x.)_
2 _+-(y---y-J2
I
vi gli spostamenti verso l'alto e nega- ed elaborando i risultati attraverso
tivi quelli verso il basso (fig. 109d); il un'analisi grafica oppure utilizzando Z = diametro della zona reale di tolle- fi
risultato è: ranza, ~
opportuni software dedicati.
Questi metodi, rispetto ai controlli ef- x e y = coordinate rilevate del foro;
A=-8
8=+40 fettuati coi calibri, implicano una co- x0 e _Y0--=dquot~ t e oricame~te esdatte, I]
e =-5,15 noscenza superiore dei principi tecni- cornspon enti a 11e quote nqua rate l\l
Zmax = + 26,85 ci impiegati, quindi maggior coinvol- del disegno.
e rappresenta, in pratica, la distanza
massima tra i le generatrici dei due
perni; I
4) risoluzione della catena dimensio-
nale per H calcolo di Zmin (fig. 109e),
tenendo presente che A ed E rappre-
sentano le dimensioni dei fori al mini-
I
mo materiale, e D e 8 i raggi dei perni,
ottenendo:
A=-16,4
Pezzo I
8=+8
C=+40
D = + 5,15
A Piano di riscontro
I
E =-10,6
Zmin = + 26,15
Come si può notare, lo schizzo del ca-
Fig. 110. Controllodellalocalizzazionecon macchinedi misura CMM.
..----------------,
I
libro ha condotto alla visualizzazione
diretta delle distanze tra gli elementi,
includendo nel calcolo i bonus otteni-
bili dalle variazioni delle dimensioni
degli elementi e dei riferimenti.
I
I calibri funzionali hanno i seguenti
vantaggi:
a) il controllo del pezzo è immediato e
zona tolleranza Posizione teorica asse
I
veloce;
b) il loro utilizzo non prevede partico-
lari conoscenze tecniche;
..___
______
Fig. 111. Relazionetra le coordinatex e y e il valoredella to/leranzn,ti posizione.
I
4531
~-

I
I
.

Posizione
teorica

I 20
70.15
'. 29.8 I
I

I
/~

I/,.,.,.-
-v
T'

'
I
r--..1
1 "-

1 \
I ,--1----;-I ---, I I / / I "- -~'
I
\
l

I
o M~·-·

~
-
- .- .
- -·-1-
~·1· .
-~.-~:--.-,.~:~

~ ~-~-~ ~ ·:.

~'70.22
.
30.1,51
~1~
N1L. . I

,1
-
..-

• •
--~

-
r /
/
"\ i, ·~
V
}.

-....
"r
V J
/

11-

00.2(06.8)_ ::::00,5(07. 1)
<

'
/
I
I/

'
100 00.3(06.9)

I Fig. 112.Analisigrafica(papergaging)delletolleranzedi localizz,azione.


00.2(06.8)

I L'analisi grafica delle tolleranze o pa-


per gaging è portata a termine utiliz-
zando un grafico in scala ingrandita
Modificatore Utilizzo ii-,:''i'·: . ~..: . ·,·:. Note.
-~;, Esempio

Diminuzione costi
..

sul quale sono riportate rispetto alla Accoppiamenti


congioco

I posizione esatta (origine degli assi) le


differenze tra il valore della posizione
reale e della posizione indicata sul di-
@
Montaggio
Localizzazione
Localizzazione
elementi
dimensionabili
Permette unaumento
delletolleranze
Consente l'usodicalibrifissi
parete Permette unaumento delle
I segno di ogni fr.iture cui si applica la
tolleranza (fig. 112).
In seguito si sovrappongono al dia- © Minima
distanza
Minimospessore

Minimadistanza
tolleranze
Richiede
riabili
l'usodi calibriva-
gramma dei cerchi, riprodotti in scala,

I di diametro minimo uguale al valore


della tolleranza assegnata e via via cre-
scente nel rispetto degli incrementi di Nessuno Simmetria
Centraggio
di unelemento
rispetto
adunaltro
Pocoutilizzato
Richiede
riabili
l'usodi calibriva-
tolleranza_consentiti_utilizzandoi bonus. - -
I L'area definita dalla circonferenza è la
zona di tolleranza entro cui è consen-
tito variare la posizione dell'elemento
Tab. III. Selezionedei modificatori
perle tolleranzedi localizz,azione.

Dai risultati grafici è possibile vedere


I che il pezzo corrisponde ai requisiti
fissati dalle tolleranze indicate sul
progetto. L'analisi grafica-matematica

I è vantaggiosa per la possibilità di ot-


tenere i risultati delle verifiche sotto
forma di dati che possono essere usati
per la manutenzione o per l'aggiu-

I staggio degli utensili; inoltre stabilisce


dei risultati precisi e si adatta alle
campionature da compiere per le ispe- ;..
zioni e il controllo della qualità.
I Selezione dei modificatori per le
tolleranze di localizzazione.
La scelta dei modificatori (8,, © (o
I nessun modificatore) costituisce una
delle scelte più critiche per le tolleran-
ze di localizzazione. La tabella III rie-

I piloga i criteri di scelta dei modifica-


tori in funzione delle modalità di ap-
plicazione con i vantaggi specifici.
La figura 113 mostra ad esempio un ti-

I pico caso di applicazione pella tolle-


ranza di localizzazione per assicurare
il corretto montaggio dei due elemen-
Fig. 113. Utilizzo del modificatoreM su 1111elementoe sull'elementodi riferimento.Il riferi-
111e11to
A vie11econsideratoprimarioin qun11to
t•ieneco11siderato
secondarioin 11uanto
orienta gli elementilocalizzati,il riferimentoB
posizionagli eleme11ti;
poichéil riferimentoB è 1111asse,
ti; l'errore di localizzazione dei quat- è possibileapplicareil modificatoreM chepermette1111ulterioreguadagnodenominatosl,ift.
I tro fori passanti viene prescritto nelle
condizioni peggiori di montaggio,
Non è stato applicato1111terzopia110
queposizio11e
di riferime11to
su/l'interassedi 100111111.
i11quantoi 4fori possonoassumerequaltm-

454
I
I
"l

i'
cioè al m1mmo materiale dei fori;
quando i fori vengono prodotti ad un
diametro maggiore, la condizione di
I
massimo materiale consente un bonus
di tolleranza che assicura sempre il
collegamento dei due elementi.
I
Il modificatore © viene comune-
mente utilizzato in tre applicazioni:
a) per controllare uno spessore mini-
mo di parete, come in figura 35,
Minima distanza X
b) per assicurare una distanza minima
di un elemento rispetto ad un altro, I
e) per controllare una posizione ango-
lare ben definita.

La figura 114 mostra il caso in cui si


Fig. 114. UtilizzodellacondizioneLMC per controllareuna distanza minima.
I
vuole controllare la distanza minima
del bordo di un foro rispetto al bordo
del pezzo; la condizione peggiore di
accoppiamento avviene quando il fo-
I
I
ro ha le dimensioni massime consenti-
te (o quando il riferimento ha il dia-
metro minimo, LMC), ed è proprio in
I
questa condizione che viene definita
l
f
·ì.
la tolleranza di localizzazione di 0,4
mm. Quando il foro verrà prodotto a
dimensioni minori (o quando il riferi-
I
I
mento verrà prodotto a dimensioni
maggiori), è possibile aumentare la
tolleranza di localizzazione fino al va-
lore di 1,2 mm; come si vede dalla ca- AL MINIMO AL MASSIMO
I
tena di quote, in qualunque condizio- MATERIALE MATERIALE
ne la distanza x resta costante, in
quanto: 2.0~
tolleranza 0.5
~
I• tolleranza 0.6
3.45
2.025: 1 j'
I :_
I
I
~ 40 + Diam.
lJ1m,
. Diam. rif.
d 1st.x=---
2
-
foro + toll.)
2 I
- piano piano-
ad esempio se il f~ro viene prodotto - ~...,---posizione
alla dimensione di 4,2 mm, ed il riferi-
mento a 50,8 mm, la minima distanza
x vale:
mediano
scanalatura
mediano
scanalatura
1 teorica
_J · __ piano mediano

·'-centro teorico
I
50,8
x= 2 - (40 + 4,2
2
+ 1,2) = 2,7 mm Fig. 115.LAcondizioneLMC applicataad una seriedi scanalatureradiali. I
r
Nel caso della figura 115, la condizio-
ne LMC viene utilizzata per avere un
posizionamento angolare ben definito
40
20
I
di una serie di scanalature radiali in
un pezzo assialsimmetrico; viene così
mantenuta la distanza desiderata tra
il bordo della scanalatura e la posizio-
I
I
i
ne teorica del piano mediano della
stessa scanalatura.
Non conviene adottare il principio del
I
massimo materiale per il controllo

I
I
I della simmetria di un elemento; infatti
l'aumento di dimensione dell'elemen- 2x014

I to da localizzare non deve consentire
'! l'ulteriore aumento del valore della
iI
I
tolleranza per non pregiudicare la
simmetria (fig. 116). Fig. 116. Co11tro/lo
dellasimmetria con la tolleranzadi posizione. I
i 455 I
i
L__-

I
I
-
Il Calcolo delle tolleranze geometriche
di localizzazione.
Foro
Nelle applicazioni delle tolleranzè 9
9.8

11
i
;
geometriche di localizzazione, il valo-
re delle tolleranze vienecalcolatodalle
condizionidi accoppiamento,cioè dalle
dimensioni massime e minime con-
:1
1•
sentite dagli elementi da accoppiare.
La figura 117 mostra il caso di un ac-
coppiamento di una piastra con due 0.4

:I fori e due perni fissi; si supponga che i


due perni di diametro 9 mm (tolleran-
za h13), abbiano gli assi distanti 30 ..,
mm. Si pone il problema di calcolare

I le tolleranze di localizzazione dei fori


della piastra che hanno diametro 10
mm con scostamenti ± 0,2 mm.
Fig. 118. Alberoe foro al massimomateriale:esiste 11nadista11za
radialedi 0.4 mm.

I I
----
(B·'.0.4 (DI'
_.5 __ --
0.4 e: e!
_JIl__ ---=='== J1...,~~~~ r' --
I I

11 I.cx, I
. I'
,I I,
11
I

I
I
10
:,,.
I

I
I
lo
:,,.
! i . t
:1
i
i
I

.
--

--
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I

i--
i
I

I
i
!
I
i

I
.,
I

!1 ·0---©-0-·0è- :! -
I ·- I - . 11 I I

I Fig. 119. Quattro posizioni possibilidei fori rispetto ai perni, sfrutta11doil bo1111s
viene cosìa determinarsi,ma zona di tolleranzadi 0,8 mm.
di 0,4 111111;

I Fig. 117. Accoppiamentodi una piastra con


duefori e due pernifissi.
Questo valore poteva anche essere cal-
colato come differenza tra le dimen-
sioni dell'albero e del foro nelle condi-
al massimo materiale. Quando il foro
è nelle condizioni di minimo materia-
le (10,2 mm), per il principio del mas-
zioni di massimo materiale e cioè: simo materiale la tolleranza aumenta

I Supponendo costante l'interasse u-


guale a 30 mm, in figura 118 viene mo-
T = FMMC-AMMC = 9,8- 9 = 0,8
fino al valore di 1,2 mm, e l'accoppia-
mento non viene pregiudicato (fig.
120).
strato l'accoppiamento nelle condizio- dove FMMC e AMMC sono rispettivamen- La figura 121 mostra il caso di un ac-
I ni peggiori, cioè con il diametro dei
perni al massimo materiale (9 mm) e
nelle condizioni di massimo materiale
te le dimensioni del foro e dell'albero coppiamento di una piastra A con
quattro fori e un foro centrale da col-
legare, mediante bulloni passanti (cioè
per i fori (9,8 mm). una vite ed un dado) di diametro no-
In queste condizioni, si ha una distan- minale M6, ad una seconda piastra B
9;8 ~-2

~~·
za radiale di 0,4 mm. con un alberino centrale; si pone il
Si immagini di spostare l'asse dei fori problema di calcolare le tolleranze di
-\ft)· . - .Pi.-.
I della quantità ancora consentita (cioè
0,4 mm) nelle quattro posizioni possi-
bili (alto, basso, destra, sinistra): in • 11 • o.8
Foro al massimo
• 1.2
Foro al minimo
localizzazione dei fori delle piastre
che devono consentire il passaggio
delle viti (per descrivere questo caso,
queste condizioni l'accoppiamento è viene usato il termine inglese floating

I ancora possibile. Queste;>vuol dire


muoversi all'interno di una zona di
tolleranza di raggio 0,4 mm e quindi
materiale materiale
/astener).
Supponendo di aver scelto per en-
trambe le piastre un diametro di fora-
.

di diametro 0,8 mm (fig. 119). Pertan- della tolleranzadi localiz- tura di 7 mm (fori passanti per viti,
I to al foro è applicabile una tolleranza
di localizzazione 0 0.8 @)
Fig. 120. A1111Ìmlo
l'accoppiamento11011,,iene UNI ISO 273) e assumendo per i fori
znzio11ecol bo1111s;
pregiudicato. gli scostamenti ± 0,2 mm (previsti dal-

456
I
La figura 124 indica invece il caso di
un collegamento delle stesse piastre,
I
.
'

in una delle piastre con viti mordenti


(Jixedfastener). La tolleranza totale può
essere divisa equamente tra le due
I
piastre; la formula da applicare è:

T=
F
MMC
2
-V
= (6,8 - 6)/2 =0,4 mm
I
L'accoppiamento è ancora possibile
anche nelle condizioni limiti peggiori,
I
come è visibile dalla figura 125.

Fig. 122. Accoppiamentodelle piastre nelle


condizionipiù critiche.
I
I
I
Fig. 121. Collega111e11to
con vite passante.

la UNI ISO 2768/1 per le tolleranze


I
generali dimensionali) si ha:
diametro dei fori al massimo materiale
FMMc= 6,8mm
diametro nominale della vite
I
V=6mm
Tolleranza di localizzazione dei fori
T = 6,8 - 6 = 0 0,8 mm
Fig. 123. Disegnodelle due piastre collegateda bulloni, co11la tolleranzadi locnlizzazio11e
I
calcolata.
su entrambe le piastre.

La figura 122 mostra l'accoppiamento


al massimo materiale delle due pia-
I
'.

--stre;nelle·condiz"ioni più critiche (cioè -


ad esempio foro superiore spostato a
destra,foro inferiore spostatoa sinistra,
considerando un interasse di 50 mm).
come si vede, l'accoppiamento è anco-
ra possibile; la formula da applicare in
questo caso è:
I
T=FMMC-V
Questa tolleranza viene ulteriormente
aumentata fino alle condizioni di mi-
I
nimo materiale del foro (LMC, Lenst
Materiai Condition), garantendo una
ulteriore diminuzione dei costi; la ta-
bella seguente mostra la relazione tr:i
I
tolleranze geometriche e dimensioni
effettive (per le due piastre):
Diametroforo

6,BMMC
Tolleranza
di localizzazione
0,4
I
Tolleranza 6,9 0,5
Diametro

6.8MMC
6,9
foro
di localizzazione
0,8
0,9
7
7,1
7,2 LMC
0,6
0,7
0,8
I
7
7,1
7,2LMC
1
1,1
1,2
Fig. 124. Accoppiamentodi due piastre con
,•ili mordenti:cnicolodelle fo/laanze di locn-
liz::m:.ione.
Fig. 125. Accoppiamento,te/le piastre nelle
co11dizio11i
più critiche.
I
457 I
I
I ±0.2

I
I
I
Fig. 126. Disegnodelledue piastre collegatecon viti mordenticon la tolleranZJl
di localizZllzione
calcolata.

I Le figure 127 e 128 forniscono delle


semplici formule pratiche per il calco-
lo delle tolleranze di localizzazione
I DISEGNO
nei collegamenti con bulloni e viti
mordenti; come si nota, è possibile ri-
partire la tolleranza sia in modo

I CASO A:
TOLLERANZEEQUIPARTITESU 2 PIASTRE
uniforme che non, tra i diversi ele-
menti.

I Asse del primo/Posizione teorica


foro passante I asse dei fori
r
I
------ Posizione teorica
asse fori

I M6

I CASOB:
TOLLERANZEDIVERSESU 2 PIASTRE

Posizione teorica
I/ asse dei fori
I T .. J;..
...c - V
2

I
zona di
.......,_..,_.,.._+-<tolleranza
T1=00.9 CASOA
TOLLERANZEEQUIPARTITE
zona di
tolleran7.a1-+-.......,_..-¼++-· IT1 + T2= 2 FMMc-2Vi
T2=00.7 0.7+0.9= 2x6.8-2x6
r--
I 1.6= 13.6-12

Asse del secondo


foro passante CASOC:
3PIASTRE
,
Posizione teorica
asse fori

I Asse del primo


foro passante
Posizione teorica
:,I asse dei fori

I
I
I CASOB
TOLLERANZEDIVERSE

I Fig. 127. Formulepraticheper il calcolodelle tolleranzedi localizzazionenel collegamentocon


bulloni.
Fig. 128. Formulepraticheper il calcolodelle
tolleran;;edi localizzazionenel collega111e11to
con viti mordenti.

458
I
-I
·- ,_,
Zona di tolleranza proiettata. ..
Nel caso del collegamento con vite a) b)
mordente o mediante spina molte vol-
. te la tolleranza di posizione di un ele-
mento, se applicata esclusivamente
entro i limiti fisici dell'elemento stes-
I
so, non basta per garantire un funzio-
namento soddisfacente.
Si consideri ad esempio la vite mor-
dente in figura 129a; viene rispettata
I
la tolleranza di posizione indicata dal
disegno, ma quando viene effettuato
il montaggio, si ottiene un'interferen-
za col pezzo da accoppiare.
I
Per evitare questo problema, conviene
utilizzare il concetto di zonadi tolleran-
za proiettatain base alla quale la tolle-
e) d) . Asse teorico
Asse foro passante ~ ,
.,,T
1 Asse madrevite I
ranza di localizzazione non è prescrit- --......--,.$ 00.4 ®1s A
ta sull'elemento stesso, ma sulla sua
proiezioneesterna.In pratica si deve im-
maginare di proiettare la zona di tol-
I
leranza all'esterno del segmento e per
una certa lunghezza.
Tali zone proiettate devono essere
indicate col simbolo P cerchiato po-
I
sto all'interno del riquadro (fig.
129c), indicando di seguito la lun-
ghezza della zona (che può anche es- Fig. 129. Calcolodella zona di tolleranzaproiettata:il collegamentocon bullone non presenta I
I
sere indicata sul pezzo). problemidi interferenzain quanto la vite si adattaallaforma delforo; a) nel collegamentocon
L'estensione della zona di tolleranza vite mordentel'inclinazionedell'assedellavite viene invecegovernatada quelladelforo, e quin-
proiettata P rappresenta il massimo di c'è il pericolodi interferenza;b) il problemaviene eliminatoriducendolo spessoreP del pe=zo
da accoppiare;c-d) proiettandola zona di tolleranzaa/l'esternodel pezzo viene risolto questo I
I
spessore del pezzo da accoppiare(fig.
129b). problema.
Come si può desumere dalla figura
129d, la zona di tolleranza T si trova
all'esterno del foro filettato, la cui lo-
la prescrizione di localizzazione una
tolleranza di p~rpendicolarità.
spessore uguale a quello della tolle-
ranza proiettata; nel secondo caso una
I
J
calizzazione può essere addirittura In figura 130 sono indicati due metodi macchina di misura a coordinate con-
maggiore di T.
Qualora non si voglia applicare que-
-sto concetto, è-preferibile abbinare al-.
per il controllo della tolleranza proiet-
tata; nel primo caso si utilizza un cali-
bro .funzionale con una piastra di
trolla la localizzazione degli elementi
cilindrici filettati, di lunghezza P, av-
vitati sui fori da controllare.
I
-\

a) b)
I

j I
r;J.V/1
4xM6
f ~©I 00.4 ®1s IA@I
i
j . I.I
~-A
030""·1~
I
t A, !" i.11009AI
i -o I
-o-
-&-, -o-
; {i:\
Lo- -- -- -flA
-o- o· o- o I
i
! DISEGNO CALIBRO CONTROLLO CON MACCHINA CMM
I
proiettataco11r,J1111calibrof1111zio11ale
Fig. 130. Prescrizionee controllodellazona di /ol/em11z,1 e b) mediantemaccllinadi misura. I
459 I
I
25 25

I
----e-1

I ----ED-
I Tolleranze generali
secondo UNI ISO 2768 m
Tolleranze generali
secondo UNI ISO 2768 m

I Applicazione

Fig. 131. La tolleranzadi localizzazio11e


compositapuò essereusatacomenel caso(a)in cui diventaimportnnteInlocalizzazione di unforo rispet-
I to all'altro,mentrenon è indispensabilel'alli11ea111e11to
stra entroi confinidellazonadi tolleranzadi 0.3 mm.
deifori rispettoai riferimenti.Nel caso(b)l'insiemedeifori puòspostarsin destrao asini-

I Tolleranza di localizzazione
composita.
Vi sono molte applicazioni pratiche in

I cui ad esempio la localizzazione dei


fori di una piastra rispetto ai bordi è
meno importante della posizione di
ogni singolo foro rispetto all'altro.
I .
Si consideri il disegno della piastra di -
figura 131a nel quale come requisito
funzionale si vuole il collegamento
·

~
I;...___
•/ "-90•
ì_ .!
~
I Riferimento simulato C

I, ~ _---
con bulloni e nello stesso tempo non è
indispensabile l'allineamento dei bor- --~'~.-:,_
------ --~-=--.-
..
-
;~

di dei due pezzi. La tolleranza di loca- ; :


lizzazione è stata indicata mediante
un doppio riquadro composito: In- 75 50

I questo caso si è voluto indicare una


tolleranza di localizzazione sia per ·
ogni singolo elemento dell'insieme dei
Fig. 132. Interpretazionedellato/lera11zn
vienelocnlizznfocon 1111n
compositadifigura 131a:/'insiemedei q11allro
tollernnzadi 0.3 111111rispettoni 3 pianidi riferi111e11fo.
fori
Ogni singolofo-

I quattro fori (riquadro inferiore), e sia


per la posizione dell'insieme (riquadro
superiore); l'interrelazione elemento-
ro risu/111 rispettonll'a/tro,con 11110tollernn:.:.n
locnli:;:znto, di 0.1 111111.

Il riquadro superiore si riferisce all'in- Esistono quindi due livelli di control-


elemento viene definita col termine sieme dei fori, ed in pratica specifica -10 dell'insieme dei fori: le zone di tol-
I Feature-Relating Tolerance Zone Fra-
mework (FRTZF, pronunciata "Fritz"),
mentre per la tolleranza di posizione
l'orie11tazio11ee la localizzazione dell'in- leranza di localizzazione del riquadro
sieme dei fori: in questo caso, l'asse ef- superiore sono poste nella loro posi-
fettivo di ciascun foro deve trovarsi zione teoricamente esatta rispetto ai
dell'insieme degli elementi viene usa- nelle condizioni di massimo materiale tre riferimenti A, B e C; le zone di tol-
I to il termine Pattern-Locating Tolemnce
Zone Fmnzework (PLTZF, pronunciato
"Platz").
all'interno della zona di tolleranza ci- leranza del riquadro inferiore control-
lindrica di diametro 1,5 mm. Le zone lano l'errore di posizione e l'orienta-
di tolleranza di localizzazione sono mento di un foro rispetto all'altro e

I Per la corretta interpretazione del di-


segno, bisogna tener presente che cia-
scuna prescrizione deve essere rispet-
poste nella loro posizione teoricamen- perpendicolarmente al riferimento A
te esatta rispetto a 3 riferimenti simu- specificato.
lati A, Be C. Questa costituisce una re- L'insieme dei fori FRTZF può quindi
tata indipendentemente, cioè il riqua- lazio11edi posizione dell'insieme dei fo- ruotare e spostarsi entro i confini della

1 dro inferiore indica che l'asse effettivo


di ciascuno dei quattro fori deve tro-
varsi, nelle condizioni di massimo ma-
ri. La zona di tolleranza FRTZF (riqua- tolleranza PLTZF.
dro inferiore) deve essere sempre 111i11oreNel caso di figura 131b nel riquadro
della zona PLTZF (riquadro superio- inferiore è stato aggiunto un secondo
teriale, all'interno di una zona di tolle- re). La figura 132 chiarisce l'interpre- riferimento B; l'insieme dei fori può
1 ranza di diametro 0,1. Questa costitui-
sce una relazione di posizione foro-foro
dell'insieme.
tazione della posizione dell'asse dei quindi spostarsi a destra e a sinistra,
fori, sia per il pattern dei quattrofori sia senza ruotare, entro i confini della zo-
per ogni singolo foro. na di tolleranza di 0.3 mm.

1460
. _--:--
Il concetto di zero tolleranza I vantaggi sono molteplici, tra i quali: quella delle ascisse le dimensioni con-
e principio ·d-ireciprocità. sentite dei fori. Nel caso in cui non si
a) piena utilizzazione del bonus della
utilizzi la tolleranza zero (caso A),
Con questo concetto si ottiene il mas-
simo vantaggio dall'interrelazione di-
mensione-forma-orientazione e posi-
tolleranza dimensionale (da O a 2
mm); l'area tratteggiata rappresenta la zona
dei pezzi accettabili al controllo; infat-
b) il calibro funzionale controlla la po- ti se si immagina di aver controllato
I
zione di un elemento, ottenendo il mi-
glior bilanciamento tra le esigenze
progettuali e produttive.
Si consideri il pezzo mostrato in figu-
sizione e i limiti inferiori dimensionali tre pezzi e aver ottenuto le seguenti
del foro contemporaneamente;
c) riduzione dei costi di produzione
misure:

... Tolleranza
ì
ra 133 che presenta 4 fori di diametro attraverso la riduzione degli scarti. Pezzo . Diametro
loro
8 mm, con una tolleranza di posizione
di 0,1 (caso A); la dimensione virtuale
del foro, come si è visto, '1~11ecalcola-
Il principio di reciprocità (caso C)
rappresenta un'estensione del princi-
1
2
8,02
...7,99
- diposizione
0,11
0,07
I

ta dalla differenza 8 - 0.1 = 7.9, che pio MMC, ed utilizza al massimo gra- 3 7,95 0,02
rappresenta anche il diametro del ca-
libro funzionale.
do l'interdipendenza tra la localizza-
zione consentita e la tolleranza dimen- Come si nota dalla figura 134a, solo il
I
Nel caso di un accoppiamento con un sionale. Questa regola è stata propo- primo pezzo viene accettato, mentre
errore di posizione nullo, il foro po-
trebbe essere accettato anche se il dia-
metro scendesse anche al di sotto del
sta nella nuova norma ISO 2692 e vie-
ne indicata con il simbolo ®· Utiliz-
zando questo principio, l'errore di-
gli altri due vengono scartati anche se
dal punto di vista funzionale sono ac-
cettabili. Utilizzando il concetto di
I
diametro minimo di 8 mm ammesso, mensionale diventa più ampio man tolleranza zero o il principio di reci-
ma il pezzo verrebbe scartato al con-
trollo dimensionale.
Per evitare questo problema, è pos-
mano che l'errore di localizzazione di-
minuisce.
Da un punto di vista funzionale, cioè
procità, l'area tratteggiata del dia-
gramma diventa più estesa (fig. 134b)
I
e quindi i pezzi 2 e 3 verrebbero ac-
sibile utilizzare il metodo della tol- nei riguardi dei problemi di assem-
leranza zero (caso B di figura 133),
cioè il foro viene prodotto in modo
tale da ottenere una tolleranza di
blaggio, le tre specificazioni sono
equivalenti; dal punto di vi-sta della
produzione, si ottengono degli indub-
cettati al collaudo.
I
posizione zero alla dimensione vir-
tuale, aumentando però nello stesso
tempo la zona della tolleranza di-
bi vantaggi. Si osservi a questo propo-
sito il diagramma di figura 134 sulla
scala delle ordinate troviamo i valori
a)
I
mensionale. della tolleranza di localizzazione e su
1-
I (2s]
o
_ 7.9 _ 8 _8.1
1
'

Condizione MMC LMC


·0--
I

; .~e'-
----·
I
·
.
-G· virtuale
I
4x0s·g 1
-O- -G·
tlfil b)
I
Al$I 00.1@ IAlslc-1-~ [g
4x07.9 -g.2

B l$I00@ I~sic!
,,.....--;,~~--r.-,,...,..,..,-,-,..,....--,
I
4x0s-g· 1
I
0foro
CasoA CasoB CasoC
o
7.9
Condizione
virtuale
8 8.1
LMC
0fori
I
ToB.posizione Toli.dimensionaleToll.posizione Toli.posizione Toll.d'unensionale MMC
07,9 - - o o -0,1 I
08
0 8,1
0,1
0,2
o
0,1
0,1
0,2
0,1
0,2
o
0,1
Fig. 134. Dingra111mndi analisidelletollern11-
ze peril pezzodifigura 133;nel cason) i pezzi
I
2 e 3 vengono scnrtnti al colln11do;
nel casob)
Fig. 133.Il concettodi tollern11za
zeroed il principiodi reciprocità. vengonoaccettatiin q11a11to
assemblabili.

461 I
I
I Tolleranze di localizzazione
bidirezionali.
La zona di tolleranza può avere anche
ne teorica esatta del foro considerato.
In questo caso il progettista può pre-
scrivere tolleranze diverse in direzioni
Simmetria
Rappresenta la condizione in cui gli
una forma diversa da quella cilindri- differenti, controllando i requisiti fun- elementi sono disposti simmetrica-
I ca, come in figura 135, in cui ciascuno
degli assi dei fori deve essere compre-
so in una zona parallelepipeda avente
zionali come quelli della figura, cioè la
posizione di simmetria dei fori rispet-
to ad un piano orizzontale.
menti rispetto ad un asse o ad un pia-
no mediano.
La figura 136 mostra un esempio di
tolleranza di simmetria: il piano me-
I larghezza di 0,5 mm nel piano oriz-
zontale e di tl,2 mm nel piano vertica-
le, ed il cui asse si trova nella posizio-
La tolleranza di localizzazione bidire-
zionale è applicabile anche a scanala-
ture o fori oblunghi.
diano della scanalatura deve essere
compreso tra due piani paralleli di-
stanti 0,08 mm e disposti simmetrica-

I mente rispetto al piano . mediano


dell'elemento di riferimento A; sono

1
Piano Mediano C
anche visibili le poss_ibUi.Y~!iazioni
00 ~ ~
/ i della forma della scanalatura.

I --;_=·-----~~.:,
~
r+1 ;l?,j·-
_______
'
I

J
_L --
I -
PfaooMedianoB
Il controllo della simmetria può anche
essere effettuato mediante una tolle-
ranza di localizznzione,in quanto viene
I I
controllata la posizione di un piano
I O. Zòna di tol eranza
mediano o di un asse.
La figura 137 mostra infatti un esem-
pio di uso di una tolleranza di localiz-
3x014

I $- 00.2 A B
150
zazione applicata al piano mediano di
una scanalatura, e rispetto al riferi-
mento A.
La zona di tolleranza deve essere com-

I presa tra due piani paralleli, disposti


simmetricamente rispetto al piano
mediano A.

I
I Fig. 135. Tolleranzadi localizzazio11e
bidirezionaleapplicataa 3 fori.
A
A

I ~l--
'
I ~ I=lo,oa
IAl I Fig.137. Errore,ti simmetriaindicatoco111111a

i +-------aj
tolleranzadi localizzazio11e
.

I . ------+ -;--
Concentricità
I
+-------ii
La concentricità rappresenta la condi-
zione in cui i punti medi di tutti gliele-
111e11ti
diametralmenteopposti di una fi-
I gura di rivoluzione si trovano sull'as-
se o il punto centrale di un elemento
di riferimento. E importante non
confondere la concentricità (riferita
I ~1--------s ad elementi geometrici con lo stesso
centro) con la coassialità (riferita ad
elementi geometrici che hanno lo stes-

I so asse e che verrà esaminata più


avanti). La norma ISO 1101 non mette
ben in evidenza (a differenza della
norma americana ANSI Y14.5) la di-

I Fig. 136. Tolleranzadi simmetriadi 1111


piano medianocon le possibilimrinzio11idi forma.
stinzione tra queste due proprietà
geometriche.
462
I
Là zona di tolleranza di concentricità ri, pulegge) e quindi l'eventuale errore
è sempre circolare o cilindrica (appa- diforma può 11011essereimportanteaifini
I
re quindi superflua l'indicazione 0 della co11ce11fricità.
nel riquadro); in figura 138 è mostrato
un esempio di tolleranza di concentri- Si ricordi infine che la tolleranza di
cità di un punto: il centro della zona concentricità è riferita alla dimensione
I
di tolleranza è concentrico al cerchio effettiva locale dell'elemento, e quindi
di riferimento A. la tolleranza dimensionale va rilevata
Se la tolleranza di concentricità viene separatamente.
riferita a superfici di rivoluzione, i
I
punti medi degli elementi diametral-
mente opposti della superficie sono Fig. 138. Tolleranza di concentricità di un
contenuti entro una zona di tolleranza
cilindrica il cui asse coincide con l'as-
punto. I
se preso come riferimento (fig. 139). I
punti medi sono derivati direttamente
dalla superficie del pezzo, e quindi gli
© 00.03 I
errori di circolarità o di forma hanno
effetto anche sulla tolleranza di con-
centricità.
È possibile il controllo dell'errore
I
montando il pezzo con un sistema di
serraggio tale da garantire un preciso
riferimento per l'asse comune e utiliz-
zando un comparatore per verificare
Punti medideglielementidiametralmenteoppostidellasuperficie
I
che si è all'interno del cilindro di tol-
leranza. Si tratta in effetti anche di un
controllo della coassialità e si dimo-
stra che anche se sul comparatore ri-
AsSK!di riferimento_ _ I
sulta un'indicazione maggiore della
tolleranza prefissata, si deve procede-
re ad ulteriori controlli per controllare
I
l la coassialità.
Infatti la figura 140 illustra un metodo Fig. 139. Interpretazionedella tolleranzadi concentricità.
per rilevare la concentricità facendo
uso di un comparatore e facendo ruo-
·1
tare il pezzo attorno all'asse di riferi-
mento; quando l'indicazione del com-
paratore è zero, vuol dire che la con- a) b) I
. centricità è..nulla (fig. 140a). In figura
.-o Indicazione o·. · lndicazione-0O:03··
140b la superficie è al suo massimo
spostamento consentito dalla tolleran-
za, cioè i punti medi hanno effettuato il
00.03
zona di tolleranza
I
spostamentoentro la zo11adi tol-
111assi1110
j
leranza cilindrica, il pezzo è ancora ac-
cettabile.
Nella figura 140c l'elemento cilindrico Asse
, 'L 00.03
zona di tolleranza I
del pezzo non è perfettamente circola- di riferimento A
re; sul quadrante del comparatore vie-
ne letto l'errore di circolarità,
punti medi degli elementi superficiali
ma i
Diametro
di riferimento A I
e) d)
rima11go110 all'interno della zona di tol-
leranza: il pezzo è ancora accettabile.
L'errore può addirittura essere mag-
giore della tolleranza di concentricità,
1 Indicazione 00.03
/
1 Indicazione 00.05
I
come in figura 140d, ma l'elemento ci-
lindrico è ancora perfettamente co11ce11-
trico, e quindi è opportuno eseguire
L00.03 'L 00.03 I
controlli più raffinati, come ad esem- - ·,- ... zona di tolleranza
l
zona di tolleranza

pio l'utilizzo di due compai;atori con-


trapposti.
L'indicazione di questo tipo di errore
Indicazione 00.05
I
è utile in tutte quelle applicazioni in Fig. 140. Controllode/l'erroredi conil'ntricità:nncl,ese /'i11dicazione

un organo rotante (rotori di generato- si per il controllode/Inco11ce11tricità


del comparatoreè maggio-
cui è importante il bilanciamento di re dellatolleranzadi concentricitàpr~(issnta,il pezzo può essereancoraaccettabile;in questi ca-
due comparatoricontrapposti.
conviene11tilizz11re
I
463
I
I
-
I TOLLERANZE
SUIPROFILI
I La tolleranza di forma sui profili rap-
presenta un metodo per controllare
l'errore su linee, archi, linee curve o
Tolleranza bilaterale Tolleranze unilaterali

altri profili (che non siano né rettilinei


I né circolari). Esistono due metodi per
indicare questo tipo di errore geome-
trico nei disegni:

·1 a) indicando la tolleranza sul profilo


della linea, come uno spigolo o una
curva qualsiasi rispetto a un riferi-
Zone di tolleranza unilaterali
mento; in questo caso nel riquadro bi-
I sogna indicare il simbolo a sinistra in
figura 141;
Fig. 142. Tolleranzesui profilidi lineee superficidi tipo unilateralee bilateralesecondole nor-

!I me ANSI.

I
I
LJ
Fig. 141. Simboloper la tolleranzasul profilo
di una linea (a sinistra)e di una superficie(a

1· __lj.estral.

b) indicando la tolleranza sulla super-


ficie, in modo da ottenere il controllo

I totale su una zona tridimensionale,


con l'uso talvolta anche di uno o più
elementi di riferimenti; nel riquadro
Fig. 143. Tolleranzasul profilodi una linea.
bisogna indicare lo stesSD simbolo

I precedente, ma col contorno chiuso.


La zona di tolleranza è normalmente
disposta intorno al profilo base in Zona di tolleranza
modo da ottenere una tolleranzabila-
I terale e l'ampiezza della zona viene
misurata in direzioneperpendicolareal-
la superficie.
per la posizione
del profilo

"'- ~I
Zona di tolleranza . _"\. ---1
I Le norme ANSI Y 14.5 M hanno in-
trodotto una zona di tolleranza este-
sa solo su un lato del profilo, in mo-
del profilo 0,2 mm ___

:X:
::,.'

I do da ottenere una tolleranza unilate-


rale;l'indicazione da apporre nel di-
segno è costituita da una linea mista
140 110
K che indica il modo di misurazione

I dell'ampiezza della zona di tolleran-


za (fig. 142).
La tolleranza sul profilo di una linea Fig. 144. li profiloteoricamenteesatto vienedefinitoda 5 quote.
viene specificata quando diventa cri-
I tico/' erroresul singolo elemento della
superficie, e diventa meno importan-
te la variazioneda elementoa elemento.
della tolleranza e i cui centri sono situa-
ti su una linea avente la forma geome-
tricamente corretta (fig. 143).
questo caso non esiste un controllo
sulla posizione del profilo, e quindi la
zona di tolleranza può variare in ogni
Essendo bilaterale, la zona di télleran-
I za è limitata da due linee di inviluppo
dei cerchi di diametro uguale al valore
Nel pezzo di della figura 144 si hanno
ben 5 dimensioni riquadrate che defi-
niscono il profiloteoricamenteesatto;in
direzione di 0,2 mm entro la posizione
determinata dalla tolleranza dimen-
sionale.

I 464
-Jncerti casi è importante caratterizza-
re anche l'orientazione del profilo,
Per quanto riguarda il profilo di una
superficie, la zona di tolleranza vie-

Il
I
i
con l'uso di elementi di riferimento.
In figura 145 si ha un esempio di indi-
cazione di una tolleranza unilaterale
ne limitata da due superfici di invi-
luppo delle sfere di diametro ugua-
le al valore della tolleranza, i cui
I
sul profilo rispetto a due riferimenti centri sono situati su una superficie
A e B. L'ordine di indicazione dei ri-
ferimenti è importantissimo perché,
avente la forma geometrica corretta
(fig. 147). I
I
come si è visto, influenza il risultato
del controllo: il blocco viene prima
appoggiato sulla superficie A (riferi-
mento primario)epoi viene imposto il
riferimento secondario B; dopodiché
vengono effettuate le misure in dire-
Nella maggior parte dei casi viene in-
dicato un riferimento come in figura
148, e quindi si ottiene il controllo
dell'orientamentocon una zona di tol-
leranza che si mantiene parallela al ri:.
I
G)- I
zione perpendicolare al profilo col
comparatore.
ferimento.
Quando una tolleranza su un profilo
I
In definitiva, una tolleranza sul profi- (anche nel caso di una linea) viene ap-
lo può controllare:
- solo la forma del profilo (fig. 146a);
- la forma e l'orientamento con l'uso
plicata su tutto il contorno dell' ele-
mento, può essere usato un cerchietto
sul ginocchio della freccia abbinata al
I
riquadro, oppure una nota sul riqua-
di uno o più riferimenti (fig. 146b)
- forma, orientamento e posizione
contemporaneamente (fig. 146c)
dro della tolleranza (fig. 149).
Una tolleranza sul profilo può anche Fig. 147. Tolleranzasul profilodi 1111asuper-
essere usata per indicare la posizione ficie.
I
I
I
'.:!
I
"o
-
N

I
140 110
I
Fig. 145. Tollera11ZJ1
sul profilodi 1111alineacol controllodellaformae dell'orientamentorispettoa due riferimentiA e B I
a) b) e) I
I
I I
I
I
140

140 ,I 140
I
I
IL_ Fig. 146. Controllodt'llaforma(a),dellafor111a
e orie11t11111e11to
(b)e dellaforma,orie11ta111c11/o
e posizione(c).

465
I
I
c:,0.14 A

Paralleli
0-------;------·0
~
12
I
--6-------i-------o----
• I

0-------;-------C)

Fig. 148. Tolleranzasul profilocon un riferimento. Fig. 149. TolleranZJI


su tutto il contornodel profilodi una superficie.

a)

o
14· 02 20''u
r-

~ __ ....,
l l
461-0~~:1·...._
ocf
....
o
~
~~
·-·j'.·
!-·-·-O·· I
'

I
a,
~

...--~so~'°-
2___ ,_ 20 10·2

L:~.~
..<~J
lZona di tolleranza 0.08
.,.-1 - . b) ..

o
14·0.2 __
~ ,.. ~---e-
2X8H9

r- 0.4(M} 20.t
ig·
i----~
. ' ~-I$
~-~- I0-2IA\s@I
e 17
o
....
[oli
~ .
I I
Fig. 150.Usodella tollaanza sul profiloper
indicareuna condizionedi co111pla11arità.
T
···-··0"'
relativa di due o più superfici piane,
specie quando è desiderabile trattare
due o più superfici come una sola con-
tinua (complanarità); nel caso della fi-
gura 150, la tolleranza impone la con-
dizione che le due superfici abbiano Fig. 151. Vantaggidelletolleranzegeometrichesul profilo;nel caso(a),si ottiene 1111accu11111lo
tutti i loro punti tra due piani distanti di tolleranzadi 70 ± 0,4 mm sulla lunghezza,che potrebbepregiudicarelaf1111zio11alità del pez-
0,08mm. zo; l'uso dellatolleranZJI
sul profilo,comenel caso(b), 11011solopermettedi a-vereuna tolleranza
La tolleranza geometrica sul profilo è di 70 ± 0,2, ma rendeesplicitala modalitàdi controllodel pezzo.
uno dei più versatili strumenti per il
dimensionamento oggi ·disponibile, e
può sostituire il dimensionamento centemente il suo uso si è esteso anche equivalenti in ampiezza, ma con l'uso
classico a coordinate; mentre questa a pezzi più semplici. Infatti, come si della tolleranza sul profilo si evita l'ac-
tolleranza veniva indicata unicamente può osservare dalla figura 151, com- cumulo i11desiderato di tolleranze e si
su contorni complessi, quali i profili parando le rappresentazione (a) e (b) comunica immediatamente la sequen-
di camme o le pale di una turbina, re- del pezzo, le zone di tolleranza sono za dei riferimenti per il collaudo.

466
I
••ME TOLLERANZE
Superficie perpendicolare---,,.__
ali' asse di riferimento I
DI OSCILLAZIONE
L'oscillazione è una deviazione dalla
forma e dall'orientamento di un ele-
I
mento di una superficie durante una -~---
rotazione dell'elemento stesso attorno
ad un asse di riferimento. Esistono
due tipi di controllo dell'oscillazione,
ffi .
Super c1ed I..n,enmento
, .
I A ,,,.
Asse di riferimento
l'oscillazione circolare e l'oscillazio-
ne totale: i rispettivi simboli sono in-
dicati in figura 152; la figura 153 mo-
I
stra le superfici controllate da questo
tipo di tolleranza, cioè le superfici di
rivoluzione e quelle perpendicolari o
comunque inclinate rispetto all'asse
Fig. 153. Superficicontrollatedalletolleranzedi oscillazione.
I
del pezzo (superfici di sfacciatura,
spallamenti). Elemento di
Misura 0.03 I
Ogni elemento

a) b)
t 1
~ -f-_+-1-:
1")0.0J!A! riferimento
simulato

A,,edi,;f«i~o~ x.
~ Z circolare

t ,~-e- I
'lir-~~~~i:J
.... 1!"Il +

I Superficie di riferimento reale


I

I
I
Fig. 152. I simboliper le tolleranzedi oscilla-
zione:a) circolaree b) totale.
t -__
-iij
I-____-_lJ~-
.- .---4J.
-
rujO.OJ!A!
Elemento di
riferimento
simulato

Asse di riferimen~
"-

~{;-
--
I
Tutti gli eleinenti·

_l

I
0.03

i.
~
.,
La figura 154 illustra la differenza tra
le due tolleranze con l'interpretazi~-
ne· def controllo effethiato· col compa-
Superficie tli riferimento reale ---
----I
>' ratore; nel caso dell'oscillazione cir-
1 colare, viene controllatociascunelemen-
to circolareindividualedella superficie, Fig. 154. Co11trolli
delletolleranzadi oscillazionecircolaree di oscillazionetotale.
mentre il pezzo ruota attorno all'asse
di riferimento; nel caso dell'oscilla-
zione totale, il comparatore si sposta
misura del pezzo sottoposto a rotazio-
ne di 360°, cioè ciascun elemento in-
I
lungo la superficie di misura e l'erro- dividuale circolare deve avere l'oscil-
re di oscillazione in questo caso rap-
presenta la differenza tra il massimo e
lazione circolare entro la prescritta
tolleranza.
I
minimo errore letto sul quadrante, in Questo metodo controlla co11tempora-
qualsiasiposizione del comparatore.
L'elemento di riferimento nelle tolle-
ranze di oscillazione può essere costi-
11eamentesin l'errore di circolarità che
quellodi concentricità.
La figura 155 mostra un esempio di in- Superficie oggetto
I
tuito da un solo asse, due assi consi- dicazione di oscillazione circolare; la di tolleranza Piano di misura
dera ti coincidenti e un asse più un
piano ad esso perpendicolare .
zona di tolleranza è limitata, in ogni
piano di misura perpendicolare all'as-
se, da due cerchi co11ce11trici posti ad
- \ .....__
·,.....
,0.1 I
una distanza uguale alla tolleranza
Oscillazione circolare
L'oscillazione circolare provvede al
prefissata e il cui centro coincide con
l'assedi riferimento.
Nel caso della figura, l'oscillazione ra-
I
controllo degli elementi di forma cir- diale non deve essere maggiore di 0,1
colare di una superficie; come si è
detto, la tolleranza viene applicata in-
mm in ogni piano di misura durante
una rotazione completa attorno all'as- Fig. 155. Zona di tolleranzanell'oscillazione
I
dipendentemente ad ogni posizione di se di riferimento A-B. circolare.

467I
---- -----1
I La zona di tolleranza circolare può an-
che essere assiale, e quindi consentire
il controllo di superfici perpendicolari
I all'asse, come in figura 156: la zona di
toll~ranza viene quindi limitata, per
ogni posizione radiale, da due circon- .l
i - --------
I ferenze distanti 0,1 mm poste sul ci-
lindro di misura, avente per asse l'as-
se di riferimento D.
A

L'oscillazione circolare può avvenire

I in una direzione qualsiasi, o in una

~N~~
direzione specificata, come illustrato

,-·- in figura 157. Nel primo caso, cioè


quando la direzione non viene speci-
ficata, la misura viene effettuata per-
pendicolarmente alla superficie,
mentre se viene prescritta la direzio- _____
_lf}_
__\_
ne, l'oscillazione si riferisce alla dire-
I zione specificata.

Oscillazione totale
I La zona di tolleranza è limitata da due Fig. 157, Nellafigura in alto la zona di tolleranzaè perpendicolareallageometriaspecificata
cilindri coassiali posti ad una distanza da/l'elementoaffettoda tolleranza.Nell'esempioin basso,viene indicatau11adirezionedi co11-
uguale alla tolleranza prefissata e i cui trollodiversada quellaperpendicolare.
I assi coincidono con l'asse di riferi-
mento; la figura 158 mostra la zona tu-
bolare di tolleranza determinata da

I due cilindri, e controllata da uno spo-


stamento completo del comparatore
mentre il pezzo ruota attorno all'asse
A-B; la differenza tra i valori massimo
-I e minimo rappresenta l'errore di òscil-
lazione totale.
Si ottiene così il controllo dell'effetto
degli errori di circolarità,cilindricità,
I rettilineità,coassialità,i11cli11azio11e
rallelismo.
e pa-

Si può controllare anche l'oscillazione r


~na s!it~lle_r_an~a
tu~l<!rt'. (0.1_m1Jl)

1· totale assiale, come per il pezz ..o in ·ff..


gura 159; l'oscillazione totale assiale y I

I -j / jo,1loI
I Fig. 158. Zo11adi tolleranzaper l'oscilla:ione
totale.
I non deve essere maggiore di O,1 mm
in qualsiasi punto della superficie spe-
LI O.I D

I G-----------·---
cificata durante più rotazioni attorno
all'asse di riferimento D, con sposta-
mento radiale relativo tra il pezzo ed
1I il comparatore.

I ,j I, 0.1
In questo caso si ottiene anche il con-
trollo della perpendicolaritàe della pla-
narità.
Il controllo può essere effettuato mon-
I Fig. 156. Tolleranzadi oscilla:ionecircolare Fig. 159. Tolleranzadi o:.ci/lazio11e
assiale. siale.
totaleas-
tando il pezzo tra le punte di un tor-
nio parallelo e collocando il compara-
tore come in figura 160.

1 468
i
l

I'
.

I
I
0.05

Rotazione
I
~--0 I
I
Riferimento asse A-B

Fig. 160. Tolleranzadi oscillazionetotale:controllotra le p1111te.


I
B
come circolarità, cilindricità, rettili-
neità, ecc., si può utilizzare la tolleran-
I
za di oscillazione circolare e totale; in

ILCONCETTO,
figura 162 viene mostrato il controllo
con l'uso di entrambe le tolleranze
geometriche di oscillazione, circolare
I
DICOASSIALIT
A
·-come-si è-accennato, la.tolleranza di
coassialità controllal'erroredi posizione
o totale.
Il pezzo viene montato su due diame-
tri funzionali che determinano l'asse

di elementigeometriciche hannolo stesso di riferimento C-D.
assedi simmetria;è possibile utilizzare Quando si hal'esigenza di assicurare ti
tre metodi per l'indicazione dell'erro- l'intercambiabilità di pezzi non rotanti ~
re di coassialità nei disegni: e quindi l'accoppiamento di una o più
\ Fig_161.. U~odell!ltòller@zndi concentricità. superfici, per.il controllodellacoassialità
,-1_: - 1) tolleranze-di ·cohcentrTcifa, pedi per il controllodellaposizionedell'asse. vienepreferitala tolleranzadi posizione. ·-···1·
~
,:,

1i controllo della posizione dell'asse;


:f 2) tolleranze di oscillazione, per il con-
!f
/~
'
trollo di og11ipossibile variazione di
forma;
3) tolleranze di posizione, per il con-
I
:I trollo dell'accoppiamento.
I
I La scelta del metodo più appropriato
dipende sia da esigenze progettuali
sia da esigenze economico-produtti-
ve. Se infatti si deve controllare solo la
posizione dell'asse di uno o più ele-
I
menti rispetto ad un'asse di riferimen-
to, allora conviene adottare la tolle-
ranza geometrica di concentricità (fig.
161); in questo caso, come si è visto, si
Rotazione I
può avere un errore di circolarità o di Elemento di · - , ~ ··
cilindricità o di dimensione che 11011ha
sulla posizione dell'asse, e
i11fl11e11za
quindi può essere usato ad esempio
riferimento E
Elemento di
I :.r.,_,_=
I
Asse di riferimento C-D Elemento di
pedi controllo del bilanciamento di
un organo rotante ..
Se invece c'è l'esigenza di controllare
'----- riferimento D
I
l'effettocombinatodegli errori di forma Fig. 162. Uso dellatollem11zn
di oscillazio11e
circolaree totaleper la coassialità.

469 I
-- -----
- --- --· ··- ·- -----···---·-·
I
I Supponiamo infatti di voler accoppia- le tolleranze di coassialità tra due ele-
re i due pezzi indicati in figura 163; menti accoppiabili risulta quindi:
- l'asse dell'elemento di riferimento A
può variare rispetto alla condizione
calcoliamo la tolleranza geometrica da 2T = (F -A)+ (DF - dA) = TF + TA virtuale se vi è uno scostamento ri-
I assegnare all'albero e al foro.
dove:
Elementi dell'alberoe del foro soggetti a F = dimensione foro a MMC
spetto alla sua dimensione di massi-
mo materiale. Il valore dello scosta-
mento è pari alla differenza tra la di-
tolleranza: A = dimensione albero a MMC
I dimensione del foro
al massimo materiale 012,05-
DF = dimensione riferimento
=
foro a MMC
dimensione riferimento
mensione di accoppiamento dell' ele-
mento di riferimento e la sua dimen-
sione alla condizione di massimo ma-
dimensione dell'albero teriale.
012 = albero a MMC
I al massimo materiale
differenza elementi
in tolleranza 0,05
T F e T A = tolleranze geometriche
albero e foro.
In altri termini, l'asse dell'.elemento
deve essere contenuto nella zona di
tolleranza di coassialità di 0,04 quan-
Elementi dell'alberoe delforo presi come Si possono capire i vantaggi derivanti do tutti i diametri dell'elemento di ri-
I riferimentoe soggettia tolleranza: dall'applicazione del principio del
massimo materiale, calcolando i bo- ferimento sono alla dimensione di
nus permessi quando ci si trovi nelle massimo materiale di 0 12, mentre
dimensione del rif. del foro
può variare all'interno di una tolle-
I al massimo materiale
dimensione del rif. dell'albero
al massimo materiale
differenza elementi di rif.
0 25,07 -
0 25 =
condizioni di minimo materiale.
ranza di 0 0,09 quando tutti i diame-
I requisiti funzionali dell'elementoalbe- tri dell'elemento con tolleranza sono
ro oggettodi tolleranzasono: alla dimensione di minimo materiale
in tolleranza 0,07
- ogni dimensione reale locale del- di 0 11,95, e quando, nel contempo,
I Somma delle due tolleranze:
1'elemento deve essere contenuta nel- l'elemento di riferimento è alla con-
la zona di tolleranza dimensionale di dizione di massimo materiale di 0 25
(fig. 166).
0,05 + 0,07 = 0,12 0,05 e può variare tra 0 12 e 0 11,95;

I L'asse del riferimento A può collocar-


- l'intero elemento deve essere conte- si all'interno di una zona di 0 0,05
Questa tolleranza geometrica totale nuto nei limiti della condizionevirtuale: quando l'elemento di riferimento A è
deve essere ripartita tra i due pezzi cilindro di inviluppo di forma perfet- alla condizione di minimo materiale

I (fig. 164): si può scegliere 0,04 mm per ta di 0 12,04 (= 012 + 0,04) e coassia- di 0 24,95 (fig. 167).
l'albero e 0,08 mm per il foro (ricor- le all'asse di riferimento A quando la Poiché in questo caso, un solo elemen-
dando che è sempre più facile lavora- dimensionedell'elementodi ,-iferimentoA to è in relazione col riferimento, la va-
re l'albero con tolleranza più stretta). è alla dimensione di massimo 7?1aterialeria~ion_edello stesso riferimento gene-
I La formula da usare per il calcolo del.:·· (fig. 165); · · ra un aumento della tolleranza di

~
li 25!.os®
I' I 'I A $ 00.04 A
I

I @
=~IO
N
. ~==
là'1
~,
+ •

I
----------+N ci=:

'
I ,o
12.0.

I •0.12
25 .o.o,
Fig. 164. Quotaturacon le tolleranzegeometricheper i pezzi di figura 163.

I' ; 'I
I
I
I I
•0.1
2+0.

I Fig. 163. Calcolodella tolleranzadi coassia-


lità per un accoppiamento. Fig. 165. Elementoa MMC, riferimentoa MMC; condizionevirtualedi 12,04mm.

I 470

lFIR ili
Diametro
elemento Diametro
riferimentoalbero
(albero)

Asse di riferimento A
Dimensionevirtuale
12
25 24,99 24,9824,97 24,9624,95
0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09
I
11,99 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09 0,1
11,98
11,97
11,96
0,06 0,07 0,08 0,09 0,1 0,11
0,07 0,08 0,09 0,1 0,11 0,12
0,08 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13
I
ij-!- ____ L ___________ _ 11,95 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13 0,14
Tab. IV. Variazione della tolleranza·geome- I
----·t·---------.
~
tricadell'albero.

Diametro ..
elemento •.• -Diametro
'~--·..
'

riferimentoforo I
011,95 (foro)
25,0725,08 25,09 25,1 25 25
12,05
12,06
12,07
0,08 0,09 0,1 0,11 0,12 0,13
0,09 0,1 0,11 0,12 0,13 0,14
0,1 0,11 0,12 0,13 0,14 0,15
I
Fig. 166. Elementoa LMC, riferimentoa MMC; tolleranzageometricadi 0,09 e condizionevir-
tuale sempredi 12,04mm. 12,08
12,09
12,1
0,11 0,12 0,13 0,14 0,15 0,16
0,12 0,13 0,14 0,15 0,16 0,17
0,13 0,14 0,15 0,16 0,17 0,18
I
(
Asse di riferimento A collocatonella zona
di tolleranza di 00.05
Tab. V. Variazionedellatolleranzageometri-
ca delforo. I
coassialità (0,05 + 0,09 = 0,14, v. anche
Dimensionevirtuale tabella IV).
I
~.---.-----,-I
------, .-:-.-~ Si può estendere il ragionamento al fo-
ro, prendendo come riferimento la ta-
bella V. Le figure 168a, 168b e 168c di-

~ ~ -- -- -- -- -- - - - 1si
mostrano comesia ancorapossibilel' ac-
coppiamentonelle tre condizioni limite
citate.
I
lSI
Usando le tolleranza di posizione an-
che per la coassialità, si possono ac-
cettare quindi delle tolleranze geo-
I
metriche più elevate, con la garanzia -
di ottenere l'intercambiabilità e l'ac-
coppiamento con le variazioni com-
1-
binate delle tolleranze dimensionali e
Fig. 167. Elementoa LMC, riferimentoa LMC; tolleranzageometricadi 0,14. geometriche.
1
a) b) e}
"'
E e
-~ J2
"'
I
E e'
~~
a e;
t;
-- "'
u"'
"U)

- ----l
I
----,:::::;:::::;:=:;:=:~
......,-...,.
.......--, -ir
-J -- -~

lSI
I
ACCOPPIAMENTOA MMC
RIFERIMEi'l.'TI
A MMC
ACCOPPIAMENTOA LMC
RIFERIMENTIA MMC
ACCOPPIAMENTO A LMC
RIFERIMENTIA LMC
I
Fig. 168. a) Albero,foro e riferimentia MMC, b) alberoeforo n LMC, riferi111e11ti
a MMC e i11Jine
che il pezzoforato potrebbeancherappresentareil calibro funzionale per il controllodell'albero).
c) albero.foroe riferimentia LMC; (si ricorda I
I
;1
L __ I 471

.-...- -------·1-
I Classe
generalidi rettilineltàe di planaritàpercampidi lunghezzenominali
Tolleranze
di tolleranza

I TOLLERANZE H
finoa 10

0,02
ottre10
finoa30

0,05
oltre30
finoa 100

0,1
oltre100
finoa 300

0,2
oltre300
finoa 1000

0,3
oHre1000
finoa3000

0,4
GEOMETRICHE K 0,05 0,1 0,2 0,4 0,6 0,8
I GENERALI L 0,1 0,2 0,4 0,8 1,2 1,6

Tutti gli elementi di un prodotto

I hanno se]J1pre una dimensione ed


una forma geometrica; poiché le esi-
genze funzionali richiedono che gli
Classe
ditolleranza
Tolleranze
diperpendicolarità

finoa 100
percampidilunghezze
nominali
dellatominore

ottre100
linoa300
.. lino
oHre300
a 1000 ..
.
: fino
.
bitre
1000.
a 3000
scostamenti dimensionali e gli sco- .. .. ·--·-·
- .... . . -- --f----- ..· .

I stamenti geometrici siano definiti e


limitati, è necessario che i disegni
siano completi di tutte le tolleranze
H
K
L
0,2
0,4
0,6
0,3
0,6
1
0,4
0,8
1,5
0,5
1
2
necessarie.
I Ora, dato che con l'introduzione del
principio di indipendenza le tolleranze
dimensionali non risultano più limi-
..... -- _11_ ;"

Classe
: - •
. .__ ---- . --- .. di simmetriaper campidi lunghezze
- ·· Tolleranze
e
nominali
., . ..

di tolleranza . . . ottre300 .....


I tanti le tolleranze geometriche, queste
andrebbero tutte indicate nei disegni
che risulterebbero enormemente ap- H
., linoa 100

0,5
oltre100..
linoa 300
0,5
linoa 1000-
0,5
oltre1000
finoa 3000
0,5
pesantiti da tante indicazioni e quindi K 0,6 0,6 0,8 1

I poco chiari.
La norma UNI ISO 2768/2, prescri-
vendo tolleranze generali geometri-
L 0,6

.•.,-:
1 1,5 2

che, permette di semplificare le indi- ·,, Classe Tolleranze

I cazioni e quindi la lettura dei disegni,


facilitando nello stesso tempo la scelta
delle tolleranze. Si ricorda che analo-
ditolleranza
H
K
dioscillazione
circolare
0,1
0,2
gamente la UNI ISO 2768/1 indica .. - --.Tab. VI. Tabelleper le tolleranzegeneraligeo-
I delle tolleranze generali dimensionali,
lineari ed angolari, raggruppate nelle
classi di precisione f, m, c, v.
··- L - O,S
metrichesecondoUNI ISO 2768/2..

I
. 1-a norma prevede l'uso di tre classi di INDICAZIONI DEL DISEGNO INTERPRETAZIONE
tolleranza (H-K-L, di precisione decre- a)

'j
scente) e prescrive i valori di tabella

1- VI per le tolleranze di:


- rettilineità
-planarità
- - ·r' - -·
I
,.
I

- perpendicolarità

I -simmetria
- oscillazione circolare.
20~.l
o

Tolleranze generali UNI ISO 2768-~

I Non essendo previsti nella norma va-


lori specifici per la tolleranza di circo-
larità, questa è posta uguale, in val.)re
b)

I
numerico, alla tolleranza dimensiona-
le sul diametro corrispondente (fig.
169), ma con il vincolo di non supera-
re il valore della tolleranza di oscilla-
zione circolare radiale, specificata,
---i)-
I questa si, nella norma. Per la tolleran-
za di cilindricità, composta da circola-
rità, parallelismo e rettilineità, si può
20
Tolleranze generali UNI ISO 2768 -mK

I far riferimento a ciascuna tolleranza


generale specifica.
La tolleranza generale di parallelismo Fig. 169. Ese111pidi tolleranzegeneralidi circol,1rità:nel casoa) lo scostamentoammessoè indi-
catodin•ttamentesul disegno,e la tolleranzageneraledi circolaritàè uguale,in valorenumerico,
è uguale, in valore numerico, alla tol-
alla tolleranza::111diametro.Ne/l'esempiob) si applicala tol/er,mzngeneraleUNI ISO 2768 -
I leranza dimensionale o alla tolleranza
di planarità/rettilineità, assumendo il
valore più grande fra queste.
111K,e al diametro25 si lza11110::costanwnlo di ±0,2,cioè una tol/eran::.adi 0,4. Questa tolleran-
za è maggioredi 0,2 111111che è il valoreriport,1tonella tabellageneraleper /'oscillazionecircola-
re, quindi si applicail valore0,2.
,I 472

r·----
I
I l~dica:z:ionisul disegno Esempio: Nel caso che si voglia applicare l'esi-
genza di inviluppo, la designazione
I
iì Se le tolleranze generali geometriche
devono essere applicate unitamente
con le tolleranze generali dimensiona-
UNI ISO 2768-mK
In questo caso le tolleranze generali
per le dimensioni angolari secondo
corrispondente è:
UNI ISO 276$-mK-E
I
i li della UNI ISO 2768/1, si devono ri- UNI ISO 2768/1 non si applicano agli
I
f:

I
portare le seguenti indicazioni all'in-
terno o nei pressi del riquadro delle
iscrizioni:
angoli retti, che sono sottintesi e non
quotati, poiché la UNI ISO 2768/2 sta-
bilisce le tolleranze generali di per-
Da tener presente che, salvo indica-
zioni contrarie, i pezzi non conformi
alle tolleranze geometriche generali
.I
i pendicolarità.
prescritte non devono essere automa-
Il
i
i
a) il riferimento generale alla norma
UNI ISO 2768;
b) la classe di tolleranza, secondo la
Se le tolleranze generali dimensionali
non devono essere applicate, la corri-
ticamente rifiutati, quando la funzio-
nalità del pezzo non risulta compro-
messa. "'
I

j UNI ISO 2768/1 spondente lettera non deve apparire
La figura 170 indica l'interpretazione
c) la classe di tolleranza, secondo la
UNI ISO 2768/2
nella designazione a disegnò:·
UNI ISO 2768-K
di un disegno contenente il riferimen-
to alla norma UNI ISO 2768. I
I
I
I
,.
r I
Tolleranze secondo UNI ISO 8015
Tolleranze generali UNI ISO 2768-mK

I
Fig.170. Disegnoed interpretazione
delletolleranzesecondola UNI ISO 2768.

I
O 2,s® ___ _ / 2 AB

TOLLERANZE I
PERPEZZI
NONRIGIDI
Si possono classificare come 11011rigi-
I
di-quei pezzi che, dopo aver subito un
processo di lavorazione, subiscono
delle distorsioni o deformazioni, ri-
I
spetto alle dimensioni prefissate, do-

ISO 10579-NR
®
La tolleranza geometrica seguita dal simbol
deve essere assicurata allo stato libero.
L'altra tolleranza si applica seguendo le
vute essenzialmente a due ragioni:
a) effetto del peso, dell'elasticità o
della flessibilità propria del pezzo;
I
condizioni indicate nella nota. b) distorsioni dovute alle tensioni in-
terne nel processo di lavorazione.
Si possono definire non rigidi ad
esempio i pezzi di forma tubolare e
I
di piccolo spessore, oppure di rigi~
Condizione di tensione: la superfiàe indicata con la lettera A é montata con 64 bulloni
M6 (serrati con una coppia da 9 N-m a 15 N-m) e relemento identificato con la lettera B
dezza limitata, in gomma o plastica.
Queste deformazioni vengono anche I
chiamate variazioni allo stato libero
é solleciiato in modo da condurlo nei limiti dimensionali prescritti.
(free-statevariation)e possono essere
accettabili a condizione che i pezzi, ai
quali venga applicata una forza con-
I
Fig. 171.Esempiodi indicazioneed i11terpretazio11e
di tolleranzeperpezzi non rigidi. gruente con le esigenze di controllo e
473 I
-----· ·-- - ··--- ---------
1
di montaggio, possano essere ricon- ~

dotti all'interno delle tolleranze indi- ENTE NAZIONALE .


cate. Le eventuali tolleranze geometri- , ITALIANODI UNIFICAZIONE ". -,:·'., . , ~',~., f: .
I che non possono éssere specificate se
non controllando queste variazioni,
cioè ponendo ad esempio sotto tensio-
UNIISO8015
;-:.___;:i.e~---·~-,_.__:,.,.:__.'

Principi fondamentali
tribuzione
••

perl'at-
delletolleranze.
,_;_
__ ,,.•.~,-~'--, - ·: _ _.,.:.'..., ~.!J --!~-'-·"""".

UNIISO3040
u ... .:~

Disegnitecnici• Quotatura
indicazione delletolleranze
ed
~-"'-~---~-·..,,:,.._ .."'..:;_~{;;;iiR.,,..

ne i pezzi al momento del controllo. UNI7226/1(ISO1101) Disegnitecnici• Indicazione elementi conici.


Se è necessario indicare la tolleranza delletolleranze geometriche. UNIISO5458 Indicazione delletolleranze
UNI7226/2(ISO2692) Disegni tecnici• Tolleranze di geometriche di localizzazione.
geometrica allo stato libero, le condizio-
formae posizione • Principio UNIISO5459 Riferimentie sistemidi riferi-
ni in cui le tolleranze sono assicurate mentopertolleranze geometri-
delmassimo materiale.

I possono essere indicate sottò forma di


nota, come indicato in figura 171, dove
è necessario specificare la massima for-
UNI7226/3(ISO1660) Disegnitecnici• Quotatura
indicazione
suiprofili.
delletolleranze
ed
UNIISOTR5460
che.
Tolleranze geom'elriche
cipie metodidi verifica.
• Prin-

- za necessaria a condurre l'elemento nei UNIISO7083 Segnigraficiper l'indicazione

I
UNI7226/4 Disegnitecnici- Esempidi in delletolleranzegeometriche
limiti dimensionali prescritti. dicazione delletolleranzegeo-
I pezzi non rigidi devono essere iden- proporzionamento e dimen-
metriche. sioni.
tificati sul disegno tramite l'indicazio- UNIISO2768/2 Tolleranze generali-Tolleran- ASMEY14.5M• 1994 Dimensioning andTolerancing.
ne ISO 10579-NR nel o vicino al riqua- zegeometriche perelementi

I dro delle iscrizioni; le variazioni geo-


metriche ammesse allo stato libero,
devono essere indicate col simbolo ag-
prividi indicazione
ranzespecifiche.
delletolle-

giuntivo ® posto nel riquadro della


I tolleranza.
·;~. ·e:,·- ',f··.lc. ~\·· .. ..-~.~·1
;
.~· ; :i.,· ·"'.·
~ ; ·,1.; -···
.~ :
,.
..
Tab. VII. Quadroriepilogativodelletolleranzegeometriche.
·. Applicabj!ità Riferimento Quote
. :{._Tipo·;~\- . Riferimento Caratteristiche Simbolo - · 2D/3D Formazona Valoritipici ~-
©.. - @ .
I -.....
· ...
. o 7
-- ·,:
. . ;; ..
Rettilinettà
elemento
• # -~, ..
..
,,-;
. -
-
..

20
. - ,_.
•.

IT
©
no
@
-~-
n/a
.
'
riquadrate

no

I Rettilinettà
asse
o pianomediano
3D <r)~ Funzione si n/a no

.. -- - - - ..
Forma No Planarilà I I 3D ~ IT/2 no n/a no

,
Circolarità
o 20
© IT/2 no nla no

I ..
Cilindricità ;()I 3D (1:)
. -
IT/2 no
-- - -. --
n/a
.. t-· ...
no
. ..

I Parallelismo
//
- 3D
30 es:)~ IT soloassi soloassi· no

Orientamento Si Perpendicolarità _j_ <r)~ IT soloassi soloassi no

I Inclinazione
~ 30 es:)~ IT soloassi soloassi si (angoli)
--
I Oscillazione Si
Circolare
? 20
© IT/2 no no no

Tolale Z!_/ 30 <r)~ IT/2.. no no no

I
I
Profili
Si/No

Si
Profilolinea

Profilosuperlicie
(\

Q
20

30
--- 8
Funzione

Funzione
no

no
soloassi

soloassi
si

si

Localizzazione -$- 30 63)@ Funzione si soloassi si

I Posizione Si Concentricità
© 30 (1:) 1T no no no

I Simmetria --
-- 3D ~ Funzione no no no

I 474
._ ___ A_-_u_._T_o_c __ A_D___ I
____.I
I
LETOLLERANZEGEOMETRICHE
NEISISTEMI
multipurpose, lo scelto di inserire le tolleranze geometriche
(necessi!à di ordine preflamente meccanico) derivo do un
maggiore orientamento dello caso produttrice verso questo
-I~
settore rispetto al passalo quando ero lascialo od oltre azien-
DIDISEGNOASSISTITO
. Per un pratico impiego delle tolleranze geometriche è ne-
de lo possibilità di personalizzare il pacchetto base !Cod-
Mec, ecc.).
L'ambiente di AuloCAD, per quanto riguardo appunto le
I
çE?_s~9rioche, come è già owe~ut_o_d~!empo per le tolleran- tolleranze geometriche, si presento sosfanzialrnenfe_co'ìhe in-
ze dimensionali, i sistemi di disegno e progettazione attuali - d1cafoih figura 1: - - ··
(programmi CADI presentino utilità per l'inserimento, con pro-
cedure rapide e dirette, delle tolleranze geometriche nei dise-
Come già detto lo scopo di questa
- - · - ·-· ; - --~-·-·------ ·-
ulililà non è Ionio il
controllo della "congruenza· di ciò che si va o scrivere (quin-
I
gni che vengono prodotti. . di, per esempio, il controllo della precedente esistenza dei si-
· Dalla versione 13 di AutoCAD è possibile disporre di un
nuovo tipo di comando definito appunto TOLERANCE
LERANZA nella versione italiana} che consente, tramite op-
(TOL-
stemi di riferimento), quanto un ausilio per l'immissione sem·
plificata di lutto uno simbologia complessa ma peraltro unifi-
cala. E' sempre possibile inserire eventuali condizioni di mas-
1
portune finestre di dialogo, la scelta delle tolleranze geome-
triche. Primo di tale versione erano infatti disponibili alcuni
tools freewore o shorewore (reperibili anche in INTERNET
simo (o minimo) materiale per arrivare al risultalo finale da in-
serire o disegno. - · · .. ·
Anche in questo caso il lesto inserito viene tradotto in uno
I
· per esempio all'indirizzo ftp:/ /ftp.aulodesk.com) scritti in Au- serie di caratteri di controllo e simboli. Va rilevalo che il pro-
tollSP in grado soddisfare questo esigenza. Occorre anche
dire che, essendo . in- realtà AuloCAD..un programmo di tipo
. . -· :· ..
grammo non è del tutto aggiornato con le ultime prescrizioni
normative (le più volte citale ANSI Y14.5 del 1994) sugli I
l-,'I[Ile [dii YiewQata Qplions !oofs .!:!elp ~...:::J
Dlc3:Q ~!X lDl1t1I~~ 0
~·~1r::.x~I
J(~I ~:e.'<a'~·~11 I
fHl;'\-l\~)'~li:;t'H·t:~il~A·lwJ,,b~-lt!L
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(J) sco.lo. 1.0•L 'N_~_;,v,
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I
Canee! j Help.:. I
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·G.
rl/)II o.e-
-f-·D
4 ...G
---~----~
I
...

1araand
I
0111111and
1a11and _tolerance
:3sfss78:835.2410 .-·.··-" r~·:·
::-,.~...::
MODEl.TILE_23.03
I
;i:3Avvio l-b,AutoCAO - [bruno_,) • 23.07

Fig. 1. Finestraprincipaledella definizione delle tolleranzegeometriche in Aulocod 13. I


475
I
I
.: .·::..

I
.

A u T oc A D
I . I

1-·· ....
.
•. -
,.-:.··
',
,' ,......-· --

I" .
.
.
.. :.·- .··.·.·
......
Fig. 2. Lofinestradi dialogo·per lo sceltodello
coroNeristico.

I
I
I
I
I
I
I Fig. 3. Selezione del valore del modificatore e dei riferimenti.

I 476

.---~--
I
'

1 1) Qual'è il bonus di tolleranza disponi-


I
• bile per il foro centrale?
2) Qual'è lo shift disponibile per i due
fori laterali da 1Omm?
3) Qual'è la condizione virtuale del foro
A-A
I
centrale?
4) Schizzare un calibro per il controllo
dei fori.
I
I
-$- 01 ~ A B ~ C I
A

I
I
-1
A

I.~ .I.~ .I
I
-2 . 1) Qual'èJl diametro dimassimomaterisle del perno?. -- . .. -
.. • 2) Determinare il bonus di tolleranza associata con la tolleranza di posizione.
-

30

I
~
I I
I
'
22
I
08
-0.6
o
I
12 -$-1 00.3 (M) A B C

Diametro del perno Tolleranza di posizione Bonus


I
MMC 8.6

LMC 8
8.4
8.2
I
477 I
--- ----------·-- ------- ··--·--. -·
.... -·--------
I 3• Indicare i valori esatti:

I o 1) Lo shift disponibile per il foro da 3 mm è:


o
03"°.J
..

0_0,1
$
I ooo 0,2
0,4
nessuno
00.1

I oo
I o
2) La miniina distanza x è:

o
o
3,SS
3,6S
3,7S
3,8S
N
N

i
l'-.

+0.4
nessuno di questi valon· 010 o

I oo 3) La massima distanza x è:
4,2S
2-I 8
_100@

4,30
14
o 4,40

I o o 4,7S
nessuno di questi valori

I 1) Qual'è il diametro di massimo materiale dei fori?

I 4. 2) Determinare la condizione virtuale dei fon·.


3) Qual'è il bonus di tolleranza?
4) La rettilineità dei fori viene limitata da quale tolleranza?
~)_D~te1!f1inare_la massima e minima_dtst§ll?q x.

I
• 0.2
08 o
I ..-------i-@ 00,1 CM)
A BC A-A

- 00,1@

I +0.2
10 o

I I:~ es1
I -0----~-----w--~½
g

I ....
M

I wiJ___
A-I
i
@Q]=30"-------+-'•

I 478

I --
1) Qual'è la differenza tra le 2 prescrizioni a e b? I
5. 2) Schizzare un calibro funzionale per il controllo dei pezzi a e b.
3) Qual'è il bonus di tolleranza della figura a?
4) ln caso di pezzi rotanti conviene adottare la quotatura a o b?
S) Detenninare la massima e minima distanza x.
I
a)
$
.e.a
026•0.2
00,4{M) A(M}
b)

@00,4 A
I

~
&
I
'
I
----------------- t I
X A

30 36
26
I
44

~
..:. 6 Eseguire.i particolari 1 e 2; nella scelta del- -
• le condizioni funzionali, quotare il montante
I
~ 2 in modo da garantire la coassialità con l'altro
i .
montante. /]disegno va eseguito in scala 1:1.
I
"

-1
'/i'\' -
-
\\.Vl
I

I
A-A

18
17
16 ~½ u
I
15 I
14 Anello 21 UNI 7435 I
"
",n
ft
..
I
ero

YU e•o1a

Anello 19 UNI 7435
Bronzina
11
Un.ruetle A6x6x28 UN16604 t
I
I
"I
I
8 I
7 I &ISO 7434 l,Uxl I
6
5
4
3
o
'
I \'1le U~I 5931 M6x20
Traversa
1 Montante
X

••
o vm I
I
2

2
I
I
Pc> '
-. Basamento
nrvoWl'U,TION IO
I

...
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I

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O'!norninozione Trasmissione con
_lll!le••ia
Cruppo
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I
IE}~
I
o, •. _
S&N .!.:!..__
...,_
..,. r?LILO!
I
479
I
~---
I
I 7 L'esempio riportato mette in evidenza gli enonni van-
~taggi ottenuti nell'analisi di un tipico montaggio di un
volano rispetto ad un perno di biella prestabilito; questa ap-
Utilizzando il metodo del disegno funzionale è necessan·o
definire due sistemi di riferimenti rispetto ai quali venficare
i valori delle tolleranze fissate, è possibile, inoltre, utilizzare i

I plicazione consente il confronto immediato tra le zone di


tolleranza ottenute con la prassi industriale attuale e secon-
do il disegno funzionale.
modificatori delle condizioni del massimo e del minimo ma-
teriale. ···
I riferimenti considerati sono il piano ''.A"posto a contatto
11volano è posizionato rispetto all'albero motore mediante contro la faccia di estremità dell'albero motore, l'asse "B",

I otto viti ed un grano di riferimento; inoltre sulla sua superficie


periferica sono realizzati una serie di fori radiali che consen-
asse del più piccolo c1]indro circoscritto all'elemento di cen-
traggio sulla superficie all'estremità dell'albero a gomiti,
tono la regolazione elettronica dell'iniezione tramite sensore. l'asse 'D", asse del più piccolo cilindro circoscritto al pemo

I Le esigenze funzionali dell'accoppiamento sono:


di manovella e l'asse "C', asse del maggiore cilindro inscrit-
to al foro per 1]grano.
L'impiego della condizione del massimo materiale applica-
a) posizionare gli otto fori passanti sul volano in maniera ta-
ta ai riferimenti comporta la possibilità, mantenendo inva-
I le da consentire il passaggio delle viti di fissaggio all'albero
motore senza difficoltà;
riate le caratteristiche funzionali del pezzo in esame, di am-
pliare il valore della tolJeranza con zone di tolleranza neces-
b) minimizzare l'errore angolare dei fon· radiali del volano sariamente maggiori.

I per ottenere la miglior fasatura possiblle tra gli stessi e il


pemo di biella considerato come riferimento.
La riduzione dell'errore angolare è ottenuta con il conteni-
La condizione del minimo materiale applicata alla tolleran-
za di localizzazione dei fori radiali del volano permette di
ottenere sempre una distanza costante tra gli stessi, garan-

I mento degli errori angolari tra pemo di biella e foro per


grano sull'albero motore e tra foro per grano e fon· radiali
sul volano.
tendo una efficace regolazione del sensore. Dal confronto
tra i valori delle aree delle zone di tolleranza, nella condi-
zione attuale e nella condizione funzionale, si nota che tutti,
. in quest'ultima, subiscono un notevole aumento tranne nel
1 disegni seguenti mostrano la quotatura degli elementi se- caso che riguarda i fori del grano di riferimento mentre l'er-
condo la prassi industriali attuale; le due tabelle sintetizzano rore angolare totale tra fori radiali e perno di biella consi-
le dime~ioni della zona di tolleranza e l'errore angolare derato diminuisce passando da 20' a 12'.
ammissibile. Questo dimostra i vantaggi del metodo funzionale il quale
garantisce un numero maggiore di
- possibilitàper Iealizzare.l'accoppia- . ...
.- - -
ZONADITOLLERANZA (MA"XJ ERRÒRÉ ANGOLARE- mento tra albero motore e volano, e

I ALBERO
MOTORE
Quotatura
tradizionale
Quotatura
funzionale
Quotatura
tradizionale
Quotatura
funzionale
contemporaneamente offre la riduzio-
ne dell'errore angolare tra il perno di
biella e i fori radiali, come richiesto dal-

I Forililellati
M16x1.5
0.07mm 2 0.13Bmm 2 - -
le esigenze funzionali. L'applicazione
illustrata mostra come, apparentemen-
te, il metodo funzionale possa traJTe in
inganno attraverso l'utilizzo di valori di
I Forospina0 8P7 0.020mm 2 0.022mm 2 ± 15' ±6' tolleranza più ampi i quali farebbero
pensare ad una precisione minore a
tutto svantaggio della funzionalità, in-

I VOLANO
ZONADITOLLERANZA

Quotatura
(MAX)

Quotatura
ERRORE

Quotatura
ANGOLARE

Quotatura
.. vece volendo sintetizzare lo scopo del
metodo delle tolleranze si potrebbe af-
fermare che l'importante è produrre,
tradizionale funzionale tradizionale funzionale

I Foripassanti
017 ± 0.2 0.07mm 2 0.570mm 2 - -
magari con minore precisione, ma av-
vantaggiare comunque la funzionalità.

I Foricirconferenziali
08H12
2
0.135mm 2
0.160mm ±5' ±6'

I ERRORE
ANGOLARE
TOTALE ±20' ± 12'

480
I .. ---,:;;
--~---··-·
Il - ..
I

I
;;;
I
I
I
R47..a=

I
~ I
-@-E]--- ~, /J I
Albero !710t<?requotato col_metodo attuale.
I
..
40-0.2 I
I
I
I
I
I
I
Volano quotato col metodo attuale.
I

--- ------#·- -------· ------


481

,
..
I
I D
e

I
I
I
I
-.l

I \~
\
'h
.

-@-EJ·--- © I

I 4, 00,15 A B D

Albero motore quotato col metodo [unzip~ale.


I
I !00,2 !A!Blcl
08H12-+~
No.54 Holes

i-
l
I
I z"N
0

I
I -@-8--

I Volano quotato col metodo funzionale.

I 482

-------------- ·-
·1
I CAPITOLOQUATTORDICESIMO

r
i··~? L
/
f> j_~;;," ---·...·1-.·: gli organi
di collegamento
-·-filel lati
I collegamenti mediante accoppia- da collegare fra la testa della vite e il tramite la forza esercitata dalla testa
mento filettato sono effettuati general- dado (di conse_guenzala vite risulta te- della vite e dalla superficie dell'ulti-
mente utilizzando appositi elementi, sa in direzione del suo asse); analoga- mo elemento in cui è ricavata la ma-
normalizzati o no, che coprono una mente in figura 2, (come anche in fi- drevite.
vasta gamma di necessità. gura 2 del capitolo 12), il collegamen- In figura 3 lo spostamento reciproco
I più comuni fra questi organi di colle- to è ottenuto con vite mordente, cioè dei pezzi è invece impedito dalla pres-
gamento sono le viti ed i dadi, con nu-
merose soluzioni costruttive, di cui al-
cune verranno di seguito illustrate.
Per quanto riguarda le filettature si fa
riferimento a quanto è stato detto nel-
capitolo 12 su forme, dimensioni, tol-
_leran.ze e relative indicazioni._

I ~-
~
..

- VITIEBULLONI- ---
1
i
Il discorso generale sulle filettature
sviluppato finora ha spesso interessa- Fig. 1. Collegamentocon vile passantee dado(bullone).
to le viti come esempio, senza tuttavia
~ definirle con precisione.
J La vite è un elemento costrutti\'o mec-
l
canico costituito da un gambo cilin-
drico, filettato in tutto od in parte, re-
cante ad un estremità un ingrossa-

Il
mento, detto testa, di forma opportu-
na per consentire l'applicazione di un
attrezzo mediante il quale si possa far
ruotare la vite, impegnandola in una
madrevite che può essere rica\·ata nel
pezzo da collegare o in uno specifico
organo di collegamento, il dado, costi-
tuito essenzialmente da un prisma
esagonale o quadrato con un foro fi-
t lettato centrale. Si veda la figura 3 del
capitolo 12, in_g.ij_çpm.pa.r~anche la
definizione di bgjlone,..come-Ìnsieme

1 dLvite e dado.
li collegamento può quindi a\'venire,
come si vede anche in figura 1, trami-
te bullone, cioè comprimendo i pezzi Fig. 2. Collegamentocon vite mordente. Fig. 3. Collegamentocon vile di pressione.
t
I f
! 483

..__
i
__
-·I sione esercitata dall'estremità della vi-
te (che risulta quindi compressa): in raccordo fra gambo
questo caso si parla di vite di pressio- e testa e smusso
ne, la cui estremità deve in genere
I avere una forma che ne faciliti l'azio-
ne di spinta, mentre la testa potrebbe
d'imbocco nel foro

rapporto fra lunghezza


anche non esserci. e diametro del gambo

I Una generica vite può allora essere


pensata come costituita da tre elemen-
ti normalizzati, la testa, il gambo filet-
/
/ che assicuri sufficiente
elasticità

tato e l'estremità: dalla combinazione


I delle diverse forme possibili per tali
elementi nascono numerosissimi tipi
di viti.
arresto del filetto
prima della ·:,
zona di giunzione
Prim1f·drilliisti:arne alcuni più det-
I tagliatamente, è opportuno richia-
mare qualche considerazione di ca-
rattere generale sul collegamento
diametro del foro
moderatamente
maggiore di
quello della vite
con bulloni.
I Cbn riferimento alla figura 4, si rileva
come, per un buon collegamento, le
--- materiale del dado
scelto in funzione
di quello della vite
superfici d'appoggio di testa e dado

I devono essere perpendicolari all'asse,


così come l'asse dei fori deve essere
perpendicolare alle superfici d'appog- Fig. 4. In un collegamento
filettato dovrebberoesseresempre rispettatele condizioniimficate.
gio, piane quanto più possibile; i fori
I stessi devono avere un diametro leg-
germente maggiore del gambo della
vite, ma non eccessivo per evitare spo-
Fig. 5. I pezzi da collegarecon viti o bulloni
dei.)()no
averefori passanti,nonfilettati, di dia-
metro D superiorea quellod dellafilettatura
stamenti ed appoggi troppo ristretti (t11b.l).

I per teste e dadi (i diametri dei fori


passanti consigliati in relazione ai dia-
metri di filettatura, sono indicati in fi-
gura 5 e_in tabella I, per le filettature
I gas, e in tabella II, per le filetta ture
metriche).
Il rapporto fra diametro e lunghezza. Diametro
di filettatura

I del gambo deve essere tale da consen-


tire un'adeguata deformabilità longi-
-
d Diametro
foropassante
D

,-- tudinale con una buona elasticità, in


grado di assorbire gran parte delle vi-
brazioni che potrebbero allentare il
collegamento (valori possibili vanno

11,
,.
JJ,
.. ·- mm
- -- - -
9,73
. 13,16
11,5
16
-· -···

da 1/5 fino ad 1/8). Il raggio di rac- 16,66 20


cordo fra gambo e testa deve essere 11, 20,96 25
I sufficiente per evitare concentrazioni
di sforzo localizzate in tale zona e de-
ve essere di conseguenza opportuna-
51,
JJ,
11,
22,91
26,44
27
29
30,20 33
,
I mente svasato l'imbocco del foro. Le
dimensioni dl'l gambo devono possi-
bilmente assicurare, a collegamento
1 ,.

,,.
33,25
37,90
41,91
36
42
45
effettuato, l'uscita di almeno due filet-
·1 ti oltre il dado: è anche opportuno che
la parte filettata non si arresti nella zo-
na di separazione fra i pezzi collegati.
tano numerose varianti costruttive
che saranno viste più avanti.
13.
1 ,.

,3.
44,32
47,80
53,75
48
52
58
Non è superfluo ricordare che nel di- Esaminando più dettagliatamente le 2 59,61 65

I segno dei collegamenti con viti e bul-


loni deve essere previsto uno spazio
adeguato per la manovra degli attrez-
parti costituenti le viti si rileva anzi
tutto che i gambi cilindrici avranno
ovviamente diametri corrispondenti
2 ,.

23•
2 ,.
65,71
6B,40
75,1B
70
74
82
zi di serraggio. alle filettature unificate, indicate nel
I B1,53 90
23•
Per migliorare l'appoggia fra pezzo cap. 12: le lunghezze di gambo (dal- 3 87,B8 95
da collegare e dado (ma spesso anche l'estremità fin sotto la testa) e le lun- 3 ,.
93,98 102
sotto la testa) si usa un altro elemento, ghezze dei tratti filettati previste dal-
la rosetta, costituita da un sottile di-
I schetto forato: anche le rosette presen-
1'unificazione (fig. 6) sono indicate
nelle tabelle IIIa e IIlb.
Tab. I. Fori passanti perfilettature gns, se-
condoIn UNI 1728.

484
I
loropassante
Diametro
D
Le estremità piane e arrotondate sono
comunemente usate nelle viti per col-
.. filettate
Lunghezze
Diametro Diametro b
difilettatura Serie legamento: possono anche essere uti- difilettatura
d lizzate in viti di pressione, in genere d perifinoa perIoltre125 pert ohre
fine media grossolana contro superfici piane. 125 finoa 200 200
1,6 1.7 1,8 2 Per le viti di pressione sono utilizzate 1,6 9 - -
1,8 2 2,2 2,4 in particolare estremità in grado di 1,8 9,5 - -
2 2,2 2,4 2,6 concentrare lo sforzo assiale su super- 2 10 - -
fici ristrette, e quindi le estremità a
2,2 2,4 2,6 2,8
coppa o coniche (fig. 7): per queste ul-
2,2 10,5 - -
2,5 2.7 2,9 3,1
time si può prevedere sulla superficie
2,5 11 - -
3 3,2 3,4 3,6 3 12 - -
3,5 3,7 3,9 4,1 3,5 13 - ·.:-
4 4,3 4,5 4,8 4 __ 1L_ ""---·- - -
4,5 , 4,8 5 5,3 4,5 15 - -
5 5,3 5,5 5,8 -------- ------·- --Cl 5 16 - -
6 6,4 6,6 7
b
6 18 - -
7 7,4 7,6 8 7 20 - -
8 8,4 9 10 8 22 - -
10 10,5 11 12 10 26 32 -
12 13 14 15 12 30 36 -
Fig. 6. Dimensioniunificateper il gambodel-
14 15 . 16 17 le viti, previstedallanormaUNI ISO 888. 14 34 40 -
16 17 18 19 16 38 44 57
18 19 20 21 18 42 48 61
20 21 22 24 20 46 52 65
22 23 24 26
lf
i!( 24 25 26 28
22
24
50
54
56
60
69
73
27 28 30 32 27 60 66 79

il
'
30
33
36
31
34
37
33
36
39
35
38
42
45 -
30
33
36
66
72
78
72
78
84
85
91
97
- 39 .. 40 . . . 42 39 84 90 103
42 43 45 48 42 90 96 109
45 46 48 52 45 96 102 115
48 50 52 56 48 ·102 108 121
52 54 56 62 52 - 116 129
56 58 62 66 56 - 124 137
I 60
-- .
62
-
66
. --
70
- . - 60 - --. 132 - . 145
T 64 66 70 74 64 - 140 153
68 70 74 78 -
1
j
72
76
74
78
78
82
82
86 76
68
72 -
-
148
156
164
161
169
177
-
I
80 82 86 93 80 172 185
.85 88 91 99 85 - 182 195
90 93 96 104 90 - 192 205
95 99 101 109 95 - - 215

I 100
105
110
104
109
114
106
111
116
114
119
124
Fig. 7. Alcune estremitàdi viti.
-
100
105
110
-
-
-
-
-
-
225
235
245
115 119 121 129 115 - - 255
120 124 126 134
2 • 2,5 • 3 · 4 · 5- 6- 7 · 8- 9-10 • 11 -12 120 - - 265
125 129 131 139
14 • 16 • 18· 20 · 22 · 25 - 28 • 30 • 32 · 35
125 - - 275
130 134 136 144 130 - - 285
140 144 146 155 •-~-u-~-~-~-~-ro-~-~ 140 - - 305
150 155 157 165 85 · 90 - 95 - 100 · 105 · 11O - 115 - 120 150 - - 325
125-130-140 · 150-160 -180 -190 · 200
Tab. II. Diametri difori passnntiin fzm:ione
dei diametri di filettatura della bulloneria. 220- 240,ecc. di20 in20.
conformiai valoridellaUNI ISO 273 (seriefi-
ne, per meccanicadi precisione,media,generi- Tab. Illn. Lunghezze normalizzate per il Tab. lllb. Lu11ghezze11or111alizznteper lefiletta-
ca,grossolana,per pezzi di fusione o grezzi; le da preferirei valori in-
gam/10delleviti (so110 ture parzialisui gambi dellevili (preferibilii va-
rclatit•etolleranzesono H11, H 13, Hzr dicati in neretto). lori in neretto).

485
I
I ---------------
'

I
I
I Fig. 8. L'estremitànelleviti di pressioneè un Fig. 9. Per alloggiarele estremitàconichedel- Fig.10. L'estremitàcilindricadi u11avite, inse-
datofunzionale, in quantoda essapuò dipen- le viti di pressionela norma UNI 2377preve- rita in una scanalaturapuò guidare 1111pezzo
I dereil tipo di appoggioe l'i11te11silà
sione.
dellapres- de appositesedi. mobile

I
Diametro massimo= Estremità piana

I Estremità rullata Estremità smussata


(rullata)
diametro di fondo Estremità bombata
del filetto
(smussata)
~
"'
11

I +-------li ---------

lu
I
I
I
-
I 111
-=---~ I - ---~'-~--...
I
I Estremità cilindrica corta
'?À
Estremità cilindrica lunga Estremità conica Estremità troncoconica

i-- I~ -<~ - piccolo raggio ,!~


/f'
piccolo raggio
·-;r- /~ ---
~
- - - .ol-1
::I.
-~--
I
I
I Estremità a coppa Estremità raschiante
u = 2 P (filetti incompleti)

~~
d.=d-1,6P

I ~
d, = 0,5 d ± 0,5 mm

'• =3P±0,5mm
I. =5P±0,5mm

I µ = 90° (120° per ,·iti corte)

I Fig. 11. Estremità1111ificate


delle r•iti (UNI 947):le di111e11sioni
si trovano11ellntabellaV.

486
I
1
ì
!
Indicazione
perla t t,
Pervili
con
Diametro
di filettatura
d
d, d, d, Ii ~
I .

l designazione diametro
I o,1 - - -
dxD 1 0,5
I
I 1 X 2,2
1 X 2,9
0,6
1
1,5
2
1,5
2
1,2
1,4
1,6
0,6
0,7
0,8
0,12
0,14
0,16
-
0,7
0,8
-
0,35
0,4
-
0,7
0,8
I
I
1,3 X 3,8 1,2 2,5 2,5 1,8 0,9 0,18 0,9 0,45 0,9
1,5X 4,5 1,5 3 3 2 1 0,2 1 0,5 1
2x5,5 1,8 3,5 3,5 2,2 1,2 0,22 1,1 0,55 1,1
2x6 2 4 4
I
I
2,5 1,5 0,25 1,2 0,63 1,25 .
2,5x7 2,2 5,2 5,2 3 2 0,3 1,4 0,75 ·J,5
4x9 2,5 5,5 5,5 3,5 2,2 0,35 1,7 0,88 \75
4 X 10 3 5,8 5,8 4 -2,5---- 0,4 2 --- --·-
1 2
6 X 12,5
6x 13
3,2
3,5
7,2
7,5
7,2
7,5
4,5
5
3
3,5
0,45
0,5
2,2
2,5
1,12
1,25
2,25
2,5
I
6x 14 4 7,8 7,8 6 4 1,5 3 1,5 3
8 x16
9x 17,5
4
4,2
9
10,2
9
10,2
7
8
10
5
5,5
7
2
2
2,5
4
5
6
1,75
2
2,5
3,5
4
5
I
Tab. IV. Lesediper estremitàconichedelleviti.
8,5 7 6

d'appoggio, specie se curva, un'op-


12
14
16
10
12
3
4
4
8,5
10
3
3,5
4
7
8
I
portuna sede di posizionamento (figg. 18 13 5 11 4,5 9
8 e 9 e tab. IV).
Una sede, foro o scanalatura, consen-
te l'accoppiamento con le estremità ci-
20
22
24
15
17
18
5
6
6
13
15
16
5
5,5
6
10
11
12
I
lindriche, anche talora con funzioni di
-
guida od arresto anziché di vero e 27 21
23
8
-
6,7
7,5
13,5
15 I
I proprio serraggio (fig. 10). 30 8
33 26 10 - 8,2 16,5
36 28 10 - 9 18
l
i
i
39
42
30
32
12
12
--

-
9,7
10,5
19,5
21 I
45 35 14 - 11,2 22,5
-
48
52
38
42
14
16 -
12
13
24
26 I
-Tab.V. Dimensioni delleestremitàdelle,,iti (vedifig. 11).

I
Le estremità delle viti secondo l'uni-
ficazione italiana sono rappresentate
1L·n
figurad1111e n~~lda
_ta~ellaVd.. .
--..---
,.
I
e teste e e v1t1 1picco 1e nnens10-
Fig. 12. Viti con intnglioper cnccinPite.
ni in genere presentano un intaglio _
per l'inserimento della punta del cac-
ciavite, e possono essere cilindriche,
1
coniche, a calotta e lenticolari o bom-
bate (fig. 12); per maggiori dimensio-
ni che richiedono un'azione di serrag-
gio notevole, le teste devono consen-
1
tire l'uso di una chiave, e sono perciò
di forma prismatica, in genere esago-
nale o quadrata (fig. 13), oppure pre-
I
sentano un incavo, per lo più esago-
nale (fig. 14), ma anche di forma di-
versa (triangolare, ottagonale, a stel-
la, ecc., fig. 15).
I
Le chiavi da usare saranno di conse-
guenza nel primo caso a forchetta, a
stellda,a bussola o reg ola(f~ili,e )nel se-
Fig. 13. Teste di viti pret•istepe,.l'uso di chi,wi. con o caso prismatic 11e 1g. 16 .
v· .
Fig. 14. ,tz contesla a cavaesngona1e.
I
487· 1
I
I Sono richiesti, come prima accenna-
to, diversi spazi minimi di manovra:
angolo di 60°; nella stessa figura so-
no individuati gli interassi minimi
fra due viti vicine e la distanza mi-
ne dimensioni nella tabella VI).
Le dimensioni trasversali per varie
con riferimento alla figura 17 si può forme prismatiche come in figura 19
osservare che pér effettuare una suf- nima dagli ostacoli.(Ulteriori esem- (valide anche per dadi) sono indica-
I ficiente rotazione occorre almeno un pi sono dati nella figura 18 ed alcu- te nella tabella VII.

I ~®
~~
g {

I
I --1@)
I
I
I@
I i~ per la mnnovradi chiavi per elementi esagonali.Si ha f = L/2;
Fig. 17. Dimensioni 111i11i111e
g = (L + e + dJ/2.

~

Fig. 15. Cave prismatichedi variaforma per
I teste di viti. s
..
3,2
a
- ..
3,5 4
i, e

15,5 7
f g

10,5
R
'. •'
..
3,2
s ·t
: ~ !;•:.. d
.,: max

14
D
min .,

15,5
";.

10,5
4 . 11- - 4 - 14 -
I 4,5
5
5
5
5,5
5 - -11,5 7,5
5
5,5 20
17,5 7,5
7,5
11
12
1f
11
12
5
5,5
14
14
15,5
15,5
15,5
5,5 6 6 22 8,5 13,5 13,5 6 14 15,5

I
-,
6 7 6 22,5 9,5 15,5 14,5 7 20 22
7 8 7 25 10 16,5 15,5 8 20 22
-8 - _9_ 7 28. 10,5 -18,5 11 . ,- - 10 - 20- - .. -22-
- 9 9 8 30 11,5 20 18,5 11 20 22
10 9 8,5 32,5 1-3 22,5 20,5 12 20 22
11 9 9 34 14,5 24,5 22,5 13 20,3 22,5
12 10,5 9,5 38 15,5 26,5 24 14 28 30
I 13
14
11 10 41 16
12,5 10,5 43,5 16,5
28,5
30
25,5
27
17
19
35
37
37
40
17 15 12,5 52 19 35,5 32 - 22 37 40

I 19
22
24
16 14
18 16
56,5 21,5
64 23,5
19 17,5 69 25
40
45
48
35,5
40,5
43
24
27
30
37
39
45
40
42
48
27 21 19 76,5 28 55 48,5 32 48 51
I 30
32
23 20,5 84 30
24 22 90 31,5
60
62,5
53
55,5
36
41
58
61
61
64
36 26,5 23,5 99 37 73 63,5 46 68 71
41 30 26 112 41,5 82,5 71 50 76 79
46 35 28,5 122 45 90 77,5 55 82 85
50 40 31 134 47 96,5 83 60 88 91
55 45 32,5 142 49 102,5 88,5
60 50 35,5 150 51,5 109,5 94,5
65 57 39 164 57,5 121 104 di spazi mini-
Tnb. VI. Dimensionii11dicntive
70 60 44 180 64 134 115 mi di 1izn110..•raper chinvi,con riferimentoalle

I Fig. 16. Alcuni tipi di e/riaviper bulloneria:la


in alto è usataper cnveesngonnli.
pri111a 75 65 46 198 69 144 124
figure 17 e 18:(a sinistra)per chiaviaJorchet-
ln;(sopra)per chiavin bussola.

488
I
-1
I
I Le dimensioni unificate delle teste per
viti e dei dadi esagonali rapportate ai
diametri di filettatura secondo la nor-
ma UNI 5625 sono invece indicate nel-
la figura 20 e nella tabella VIII.
Le viti a testa cilindrica con incavo
- -+ -
I
esagonale (dette talora "brugola",
dal nome di un costruttore) presen-
tano il vantaggio di poter essere ma-
s s s .I
novrate in spazi ridotti e di evitare la
sporgenza della testa dal piano di Fig. 19. Formedi teste di viti e dadi secondola norma UNI 5627 del 1965 (la dimensiones è
avvitamento (fig. 21). Le dimensioni
delle teste si ricavano dalla successi-
detta larghezzain chiave). :_ I
- ... --------
va tabella XIII. .. -·- ·--··- .. -
.. -, " .
I
...

s f min
Un altro tipo di testa è quello che pre- d ·-e
~ .,"
ea e,
nominale mrn mrn
senta un incavo a croce (fig. 22), che
"'-e-
A
Percategoria e
. Percategoria
consente l'uso di avvitatori automati-
3 3,5 4,2 4,1 3,29 - -
ci (facilitando comunque anche l'av-
vitamento manuale con cacciavite ad
estremità a croce).
3,2
3,5
3,7
4
4,5
4,9
4,3
4,6
3,48
3,82
-
-
-
- I
La mancanza della testa (viti senza te- 4 4,5 5,7 5,3 4,38 - -
sta o grani) consente la scomparsa
della vite nei fori e potrà essere con-
sentita nel caso delle viti di pressione.
4,5
5
5,5
5
6
7
6,4
7,1
7,8
5,9
6,5
7,1
4,95
5,51
6,08
-
-
-
-
-
-
I
Senza testa sono anche le cosiddette 6 7 8,5 8 6,64 - -
yiti prigionie~ o prigioni~r.i,..rilindri
fil~ttati da entrambeJ_e_par.ti. (anche
con passo diverso), _J:.1.!}adelle quali
7
8
8
9
9,9
11,3 10
9 7,74
8,87
-
8,63
-
-
I
(radice) viene avvi.tatiuU.ood.o.,....con
9 10 12,7 12 9,92 9,76 -
10
11
12
12
13
14
14,1
15,6
17,0
13
14
16
11,05
12,12
13,25
10,89
11,94
13,07
-
-
-
I
a)
13 18,4 17 14,38 14,20 -
I
I I
.) 14
16
15
16
18
19,8
22,6
·-
18
21
15,51"
17,77
15,33
17,59 -
- I
V
17 19 24,0 22 18,90 - 18,72 -
19
21
22
22
24
25
26,9
29,7
31,1
25
27
28
21,10
23,36
24,49
20,88
22,78
23,91
-
22,7
23,8
I
··24· 28 - . 33,9" 32 -- - - 26,75 - - ..
2s;11 26,0
·1
'1
26 31 36,8 34,5 29,01 28,43 28,1
27 32 38,2 36 30,14 29,56 29,1
30 35 42,4 40 33,53 32,95 32,5
32
36
38
42
45,3
50,9
42
48
35,72
39,98
35,03
39,55
34,6
39,0 I
38 - 53,7 - - 41,81 -

cc
41
46
50
48
52
58
58,0.
65,1
70,7
54
60
65
~5,63
51,28
55,80
45,20
50,85
55,37
44.4
49,8
54.1
I
55 65 77,8 72 61,31 60,79 59,5
I
t

i
60 70 84,8 80 66,96 66,44 64,9
65 75 91,9 85 72,61 72,09 70,3
70 82 99,0 92 78,26 77,74 75,7
.i
1
j
b)
75
80
85
88
92
98
106
113
120
98
105
112
83,91
98,56
95,07
83,39
89,04
94,47
81,2
86,6
92,0
I
i 90
95
105
110
127
134
118
125
100,72
106,37
100,12
105,77
97,4
103 I
1 100 115 141 132 112,02 111,42 108

L:)
i4 105 122 148 138 117,67 117,07 114

e dadi (ve,tifig. 19).


Fig. 18. Spazi di manovraper clziaviaJorcl1et- Tab. VII. Lnrglrezzein chiaveed nitredimensioniper teste di ;_1iti
e P" d,;,,; n b,s,ol, lb)
Per il significatodi A e C vedipng. 497.
I
489 I
I
--1 Diametro larghezza Altezza Altezza
dile· normale
difilettatura inchiave sta

~ -.+-.-.-.-1-~j
didado
I d=D

1,6
s

3,2
k

1,1
m
1,3
2 4 1,4 1,6

I k

3
2,2
2,5
4,5
5
5,5 2
1,55
1,7 2
1,8

2,4
3,5 6 2,5
I 4
5
7
8
2,8
3,5
l;.
2,8
3,2
4
6 10 4 5

I 7
8
10
11
13
17
5
5,5
7
5,5
6,5
8

I Fig. 20. Dimensionicaratteristichedi lesteper viti e dadi esagonali,secondola norma UNI 5625.
12
14
16
19
22
24
8
9
10
10
11
13
18 27 12 15

I 20.
22
24
30
32
36
13
14
15
16
18
19

I 27
30
33
41
46
50
17
19
21
22
24
26
36 55 23 29
I 39
42
60
65
25
26
31
34
45 70 28 36

l- 45·
52
56
75
80
85
30
33
35
38
42
45
60 90 38 48
i 64
68
95
100
40
43
51
54
72 - 105· - -45·. ·58 ...

I 76
80
85
110
115
120
48
50
54
61
64
68

I 90
95
100
130
135
145
57
60
63
72
76
80
105 150 66 84

I 110
115
120
155
165
170
69
72
76
88
92
96

I 125
130
180
185
79
82
100
104

-®-
140 200 88 112
150 210 95 120
I Secondola normaISO272i valoridis 17,19,22,
32, vannososlilui'.i
rispettivamente
da 16,18,21,
34.

I
I Fig. 21. La vite a lesta cilindricaco11cavaesa-
gonale "scompare"dal piano di serraggio.
Fig. 22. Teste con incat•oa crocee cacciavite
"a croce".
Tab. VIII. Dimensioni di teste e dadi esago-
11,1li
riferiteai diametriunificati di filettatura.

490
I
I
I
Lato radice

\ /
Lato gambo Dado I
-----~t-
----
r--...,_..,~1TT'"'-'-nr,:~"~ Rosetta

I - - -- -- - --------------
. -- -
--
~i I
J
-

v,
- :+-
z ~
v,
I
e b

I I
Serrato
I
fino a
fondo
filetto I
Fig. 23. Dimensionicaratteristichedei prigionieriunificati. Fig. 24. Collegamentocon prigioniero.

La tabella IX indica i tipi unificati di trassegnata l'estremità del lato radice, I


prigionieri (con le dimensioni indicate
in figura 23): i vari tipi possono termi-
nare con estremità piana anche dal lato
per evitare confusioni. Un sistema di
collegamento analogo si ha sa~dando
un gambo filettato su uno dei pezzi da ·
I
gambo, ma in tal caso dovrà essere con- collegare (figg. 25, 26 e tab. X).
o
Dado UNI 5592 I
-~1 --\
I
t
[J s
I
Fig. 25. Gambifilettati da saldnre in opera: ___ b__ _

I
~
esempigenerici.

leggero forzamento, in un foro, men-


tre l'altra (gambo), rimanendQ spor-
gente, consentirà il collegamento con
l'uso di un dado di serraggio (figg. 23
e 24).
'------------1
Fig. 26. Bulloneda saldare:tipo unificatosecondola UNI 5736.
Tale collegamento si rende necessario
quando il materiale in cui è ricavato il
foro non sopporta frequenti svitamen- 430 I
ti, non garantendo sufficiente resi-
stenza dei filetti (ghisa, leghe leggere, t--1---+·-·-·-·-----·---·---J
y -·-·-·-·-·-·-·-·----·[3---1
ecc.); l'impiego di prigionieri può an-
che essere motivato da esigenze di di- ~ILru L~
segno (accessibilità, spazio, ecc.) e non
sia possibile, a causa dello spessore
del pezzo, effettuare fori passanti.
~------1
Fig. 27. Tirantefilettato.

4911
I
I Vitiprigioniere
a radicecorta(secondo
UNI5909.66e 5910• 66)

·I A passogrosso
da3 a 52UNI5909- 66
Apassofineda8 a 64UNI5910- 66

grosso M3 M4 MS M6 MB M10 M 12 M16 M2D M24 M30 M36 M42 M41

I Passo ...
.fine - - - - M
8x1
M M M M
10X 1,25 12X 1,25 16X 1,5 20X 1,5
M
24x2
M
30x2
M
36x2 42x3
M M
48x

I . Lunghezza
radicee
. 3

12
4

H
5

16
6

18
B

22 26
10 12

30
16

38
20

46
24

54
30

66
36

78
42

90
48

10~
Lunghezza
- - - - - 32 36 44 52 60
I gambob

Lunghezza
I
- -
10+ 30 10+ 40 12+50
- - - - - - - 73
72
85

14 + 70 16 + 100 18 + 120 20 + 140 28 + 170 35+200 45+220 55+240 65 + 240 75+240 85 +2


84
97
96
109
108
121

I . . ... Vitiprigioniere
a radicemedia(secondo
UNI5911• 66,5912• 66e 5913• 66)
A passogrossoda3 a 52UNI5911- 66

I ..
grosso M3 M4 MS M6
Apassofineda10a 64UNI5912- 66
A passofinesulgamboe a passogrosso

MB M10
sullaradice
da8 a 20UNI5913- 66

M12 M16 M20 M24 M30 M36 M45 M46


... --
I Passo
-~ .:fine .
~
··:-.,
·--.::.... ..
-
.. -· -
- - - - M M M M
10X 1,25 12x1,25 16X 1,5 20x1,5
M
24x2
M
30x2
M
36x3
M
45x3
M
48x,
'
Lunghezza

I radicee

Lunghezza
4,5

12
6

14
7

16
9

18
12

22
15

26
18

30
22

38
28

46
32

54
40

66
45

78
58

90
62

102
....- - .. - - -· -
gambob - 36 44 52 60 72 84 102 108
- - -
- - -- -- -
I Lunghezza
I
- - 73

10+ 30 10+ 40 12+ 50 14+ 70 16+ 100 18+ 120 22 + 140 28 + 170 35+200 45+200 55 +240 65+240 75 + 240 85 +,
85 97 115 121

I Tab. IX. Tipi e dimensionidi prigfouieri unificati:le l11ngliezze


l, da 10 111111in poi corrispo11do110
M10x1,25/M10 x 60 UNI 5913-66. NB: La rwisione dellanormanel 1993 non prePedefilettature >M24.
a quelleindicatein tabellaXVIII a. Ln desig,

I Non si confondano le viti prigioniere


con i tiranti (fig. 27): anche in questi
mento reciproco delle estremità) e
possono ad esempio essere usati co-
nerale, altre hanno campi di applica-
zione particolari, come le viti a testa

I si ha un corpo cilindrico filettato ad


entrambe le estremità, talvolta con in-
clinazione dell'elica opposta (in que-
me in figura 28 per collegare recipro-
camente parti di un meccanismo (in
questo caso un cilindro idraulico).
tonda larga, usate in carpenteria, o
come le viti di figura 30, che possono
essere definite veri e propri elementi
sto caso la rotazione del tirante pro- La figura 29 illustra vari tipi di viti di macchina. ·

I voca l'avvicinamento o l'allontana- unificate: alcu11esono di impiego ge-

..
I Filettatura
d
8g
MB

B
M 10 M12

10 12
M14

14
M16 M18 M20 M22 M24

16 18 20 22 24
M27

27
M30 M33 M36

30 33 36
M39 M42

39 42
M45

45
M48

48
M52

52
d, i,15

I b +2P 22 26 36 40 44 48 65 69 73 79 85 91 97 103 109 115 121 129

s I nom. 13 17 19 22 24 27 30 32 36 41 46 50 55 60 65 70 75 BO

I e
m
min.
h17
14,20 Hr,72 20,88 23,91 26,17 29,56 32,95 35,03 39,55 45,20 50,85 55,37 60,79 66,44 72,09 77,84 83,39 89,04
6,5 8 10 11 13 15 16 18 19 22 · 24 26 29 31 34 36 38 42
I i, 17 100 120 150 180 200 200 250 250 280 320 350 400 420 480 500 550 580 620

I Tab. X. Dimensionidei b11/1011i


a gamboda saldareunificati.

I 492

I
j. I
.
.

' Vitiprigioniere
a radicelunga(secondo
UNI5914• 66,5915• 66e 5916- 66)

A passogrossoda3 a 52UNI5914- 66
A passofineda10a 64UNI5915- 66
A passofinesulgamboe a passogrossosullaradiceda8 a 20UNI5916- 66
I
Passo
grosso M3 M4 MS MG MB M10

M
M12

M
M16

M M
M20 M24

M
M30

M
M36

M
M42

M
M48

M
I
fine - - - - - 10X 1,25 12X 1,25 16X 1,5 20x 1,5 24x2 30x2 36x3 42x3 48x3

,
:l Lunghezza
radicee 6 8 10 12 16 20 24 32 40 48 60 72 84 96 I
' 12 14 16 18 22 ·- 26 30 38__ _46_ 54 66 78 90 102

I
f
, Lunghezza
- - - - - - 36 44 52 60 72 84 96 108
gambob
- - - - - - - - - 73 85 97 109 121

I
Lunghezza 10+30 10+40 12+ 50 14+ 70 16 + 100 18 + 120 22 + 140 28+ 170 35 + 200 45+220 55+240 65+240 75+240 85 + 240

. :-.... . . -. . Vitiprigioniere
a radiceextralunga
(secondo
UNI5917• 66,5918- 66e 5919- 66)
·- .· ....
-··-. ---. ··-- -- ...
I
I-:~:_· ..;--· ..-- -·. .. ...... ·-··
A passogrosso
A passofinesulgambo
.
da3 a 52UNI5917• 66
A passofineda10a 64UNI5918• 66
e a passogrosso
-
sullaradiceda8 a 20UNI5919• 66
··- -- : .... ---·--- ·- . -
I
-1".' -;
M3 M4 MS M6 MB M 10 M12 M 16 M20 M24 M30 M36 .. M42 M48

I
grosso
: -· ·- . ,

Passo .. .. . .
..
.-:,:w.,.,
...'(,;·1
-. .. fine. ..
. ..
- --
...... ., ---- .....
. .. .... ..
..- -- . -
:
M M M M
-- 10x1,25 12X 1,25 16X 1,5 20X 1,5
M
24x2
M
30x2
M
36x3
• M M
42xa · : 48x3

'' Lunghezza
radicee 8

12
10

14
13

16
15

18
20

22
25

26
32

30
40

38
50

46
60

54
75

66
90

78
105

90
120

102
I
Lunghezza
gambob -
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
36
-
44
-
52
-
60
73
72
85
84
97
96
109
108
121 -··1 _,

Lunghezza
I 10+30 10 +40 12+ 50 14+ 70 16+ 100 18+ 120 22 + 140 28 + 170 35 + 200 45 + 220 55 + 240 65+240 75 +240 85 + 240

ione viene fatta indicando Prigio11iero,


filettatura gambo/filettatura radice (se diversa), x lunghezza, UNI ... ; ad esempio:Prigioniero I
,-6----------------, I
I
I
I
I
I
Fig. 28. Cili11dro
idraulicocon collt!gnmento
delle tesiatemediantetiranti.
I
493
I
--- - . --------
IP7 li J __E ! Tdf !lm!
F
I Rappresentazione Denominazione
a passo
..
Filettetura Categoria Filettaiura
Il
Riferimento
a tabellaUNI

I -~-·-·-·-·-·-·I
--l Vitia teslaesagonale
largaadallaresislenza
percarpenteria
grosso
A
12+27 5712
e
I -~---·-·---+-.
-·-.-~
- Vili a testaesagonale
congamboparzialmente filettato
grosso
A-B
e
1,6+64
5+64
EN24014
EN24016
fine A-B 8+64 EN28765

I t)-1------
-------·---11- Vitia testaesagonale
congambointeramente filettato
grosso

fine
A-B
e
A-B
1,6+ 64
5+64
8+64
EN24017
EN24018
EN28676

I -i!-·-·---·---·
---
.-J.· Vili a testaquadracongambo
interamente
filettalo grosso e 5+36 5726

I -i-.
-.-.--r-.-.-@J· Vili e bullonia testaquadra
condadoesagonale
grosso e 5+36 5728

I ~------1---~:]
Vitie bullonia testatondastretta
e nasellocondadoesagonale
grosso e 5+24 5730

Wi e bullonia testatondalargae
grosso e 5 + 14 5731
I -~- / "<.- quadrosottotesta condadoquadro

·-1---- -- - ----- - ·E@J- Bullonia gambodasaldare


grosso e 8+24 5736

I condadoesagonale

grosso 3 +52 5909


-r-:+-----d------
-l --- Viliprigionie1e - -
fine A 10+64 ·

I Vitisenzatestaconesagono incassato
finesugambo,
grosso suracfice
grosso
A
8+ 70
3+24
5919

--~------·- ~-- ed estremità


conica
5927
8+24
I --m--------~ Vili senzatestaconesagono
incassato
fine
grosso
~ ·-
3 +24
5929 -
-· . -· edestremijà-a-coppa .- - •. -fine - ···- -- ---
8 +24

grosso 1,6+56
-~X--------[----_3-
.•"-'
Vitia testacilindrica
conesagono
incassato
fine
A
8 +56
5931

I ~E:-··-- _I Vitia testasvasatapianaconesagono


incassato grosso A 3+20 5933
-
I ·ffi·-----]· Vitisenzatestaconesagono
edestremità
incassato
pianasmussata
grosso

fine
A
3+24

8 +24
5923

I -~i--- o Vili senzatestaconesagono


ed estremità
incassato
cilindrica
grosso·

fine
A
3 +24

8+24
5925

I ~-- ..• J Vili a teslasvasatapianaconintaglio grosso A 1,6+ 12 ENISO2009

I tJ ..
J Vitia testasvasataconcalottaedintaglio grosso A 1,6+ 12 ENISO2010

8]· .. --- _.] Vilia testacilindrica


conintaglio
·
grosso A 1,6+ 12 ENISO2007

I Fig. 29. Unapanoramicasulla bulloneria1111ificnta.

I 494

I
-I
..

Rappresentazione Denominazione Fllettetura Categoria Filettatura Riferimento


a passo lii a tabellaUNI

ffi)--- -.-.-.- -} Vili a testacilindrica


forata
grosso A 1,6.,.10 6111
I
concalottaedintaglio

--f--------11- Vili senzatestaconintaglio


edestremità pianasmussata
grosso
A
1,6.,.20
EN24766
I
fine 8+20

-E------·-H· Vitisenzatesla
grosso
A
2+20
EN27435
I
-- -- conintaglioedestremità
cilindrica
__
fine 8-:-20

+-------·-·b- Vili senzatestaconintaglio


edestremitàconica
grosso
A
1,6.,.20
EN27434
I
fine 8-:-20

+-----·-·-©- Vitisenzatestaconintaglio
ed estremità
a coppa
grosso
- A
3+ 10
EN27436
I
fine 8: 10

i]---------[
J· Vitia testaquadra
ridottaconbordino
grosso
A
5-;-24
6051
I
fine 8-;-24

-§f-·---lD- Vilia testaquadraridottissima


grosso
A
6 +24
6052
I
conestremnà pianasmussala e conica
fine 8: 24

I
I F
I. l=cno
··-
Vitiadalette grosso

grosso
e
-
3-:-16
- --

1,6-;-12
..
5449
..
·1
.
Vitia lestazigrinata A 6048
I
I-
fine 8-;-12
I
... -

~
--
tI . - ·-. - .. . grosso - 1,6-:-10· -

l
I
Vitia testazigrinata
concolletto
fine
A
8-;-10
6049
I
j
!I
I
!
~-
Bullonia lestasvasatae quadrosottotesta
condadoquadro,permacchine agricole
grosso e 10-;-22 6104
I
i
-
' -~- --
Forcelle
d'attacco
pertirantia cerniera
grosso
A
5-;-24
6056 I
! fine 8-;-24

'
j
-@c==:n Tiranteadocchio
conestremitàda ribadire
grosso•.

fine
A
5-;-24

8-;-24
6057 I
.'i'
\ @r===D Tiranteadocchio
conestremità
smussata
grosso

fine
A
4-;-30

8-;-30
6058 I
I!

I
--1- . - - - .. - ·]· Tirantefilettato 6610
I
Golfareadocchiocilindrico
I @o 1S03266
_J.
i
congambofilettato
I
i I
L
495

I
I Rappresentazione Denominazione Rappresentazione Denominazione
;

I
@]+- - -+ Viteconflangia
Vitea teslatondalarga

I ~-
conintaglio

I -@-------lE---31-- Vitecongambocalibrato
'•·
Vitemaschiante
.
-~ a testaesagonale

I
I --~]-·---·-·--lo-- Vitea testaesagonale
conestremttàcilindrica ~- . - - -
Vitemaschiante
a testaconintaglio

I
I § H--E---l-- Vitecontestaa martello -~t:--------(-----t- Prigioniero
permuratura

I
1-- o
I

~
--- - -
I --)-----·i· Vilecontestabiesagonale
.
-- Occhiolo
filettato

I
~--+--,,@· . -
Vitea testaÒtlagonale
. - (f.:--;--.-:: -- . ··-
Cavalletto
-
filettato

I -·-·-·-·-·-·-· -

I -lJ-
----]-------·Il- Vitea testatriangolare Vitecontestaa gancio
-P--i---]-
I
..
I -€---------1-----Il-
Vttesenzatesta
conintaglio
e gamboparzialmentefilettato
-Cl11--------11- Viteacon
testaesagonale
calotta

I
I -~t.-.-.-. -I- ---Il-
Vttesenzatesta
conesagonoincassato
e gamboparzialmente
filettato
-8-------- Chiodofilettato

I Fig.30. Alcuni particolarielementifilettati unificati.

I 496
Le tabelle da XI a XXII e le relative fi-
I
'

gure, da 31 a 43, raccolgono indicazio-


ni relative ad alcune fra queste viti,
scelte per il loro largo uso o per inte-
ressanti particolarità costruttive. La
I
raccolta delle norme riguardanti viti
ed altri elementi filettati è infatti ster-
minata, con numerose varianti speci-
fiche per singoli settori di costruzioni
I
ed in continuo aggiornamento: è per-
tanto più che mai necessario il riferi-
mento alla normativa UNI (ed ai cata-
I
loghi dei produttori).

I
···;,_-.,{:,:Filettatura
. •........~!,3 -{ ..,I . ; t
. '- -~· 4 ... . . . ~-
.
.,.,,
,,.- --~.
.
.

I
.Jitt:~
i
·.; MS .. M10
-:,..,...·~--~ ·;/u-1é"
;;},t:lg
-~<; ' -~./
- · 11 -· ··--·'"'!'.
,.
M6 MB
,· ..... ·.::~ {,,_
~ M12
-.;... i
·_J.!
•.
14
-
--~~~} ,-
_:~,::... .:,:i:.,.:·"'.;.:.
~~ -
:..+:""
M20 M22

2,4 3 3,8 4,5 5,2 6 6 7,5 7,5 7,5


a
s
max
nom. 8 10
·,
13/./: 16 18 21 24 27 30 34 I
k i, 16 3,5 4 5,5 7 8 9 10 12 13 14
r
i, 17
0,2
10 +50
0,25
12 +60
..
0,4
16 +BO
0,4
20+ 100
0,6
25 + 120
0,6 0,6
30 + 140 30 + 200
0,6
35 + 150
0,8
40 + 200
0,8
45 + 150
I
:;i~,_.,
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.... ...!J .,.,J
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?: ·tM~'
r:; a max
~.!!_iM24
.....
9
..~' .. M27_~
--
9 10,5
M36 ..M39
10,5 12 12
. _M42

13,5
--~'i:ì:1s:
13,5 15
M52

15
I
··1
I s nom. 36 41 46 50 55 60 65 70 ..... 75 80
k i, 16 15 17 19 21 23 25 26 28 30 33
r 0,8 1 1 1 1. 1 1,2 1,2 1,6 1,6

I
··I
I i, 17 50.;.200 55+200 60+200

Tab. Xl. Alcune dimensionidelleviti a testaesagonalecongambointeramentefilettato (UNI EN 24017).


65+200 70.;.200 80+200 80 +200 90+200 100+ 200 100+200

-·- ·- . -

I
'! b)
3o·
-kèyI I
I
a)
Larghezza
in e iave s
k
'
- - -·-·'5+·-·
~
---------
.
I'

i z

I
I b
.
'
- ~1
' -§] I
- -·-·-·-·-· ·-· - -~
e) I
I

I
k
·-·-·-·-·---·-·---~
!

'
tW I
Fig. 31. Bulloni(a), viti a testaesagonalecon gambofilettato parzialmente(b) ed interamente(e). La designa:ionesi fa indiçandoVite (o Bullo-
ne) dx I UNI ...
I
497 I
- ----------------------m-1
I
I Filettatura
Bg
d d, b+2P
o s . K m r
Lunghezza
I

I a passo
grosso
MS
a passo
fine
-
i•15
5
IS 125

16
125<1:.200

-
nom.

8
Js16
3,5
h 17
4 0,2 25 +50
Js 17 :

M6 - 6 18 - 10 4 5 0,25 30+60

I MB
M10
M12
-
-
-
8
10
12
22
26
30
32
36
- 13
16
18
5,5
7
8
6,5
8
10
0,4
0,4
0,6
40+80
45 + 100
50 + 120
-
I M14
M16
M18
-
-
14
16
18
34
38
42
40
44
48
21
24
27
9
10
12
11
13
15
0,6
0,6
60.+150
65 +160
0,6 - --65+200
M20 - 20
I. M22
M24
-
-
22
24
46
50
54
52
56
60
30
34
36
13
14
15
16
18
19
0,8
0,8
0,8
80+200
90+200
90 + 240
M27 - 27 60 66 41 17 22 1 110+260
-
I M30
M33
M36 M36x3
-
30
33
36
66
72
78
72
78
84
46
50
55
19
21
23
24
26
29
1
1
1
110+ 300
130+ 320
140+ 360
M39 M39x3 39 90 60 25 31 1
I M42
M45
M42x3
M45x3
42
45
84
90
96
96
102
65
70
26
28
34
36
1,2
1,2
150+ 400
160+ 440
180+ 440
M48 M48x3 48 102 108 75 30 38 1,6 180 + 480

I M52
M56
M64
M52x3
M56x4
M64x4
52
56
64
-
-
-
116
124
140
80
85
95
33
35
40
42
45
51
1,6
2
2
200 + 500
220 +500
260 +500

I Tab. XII. Alcune dimensionidei bulloni e delle t•iti a testa esagonalea gambo parzialmentefilettato (EN 24014 a passogrosso ed EN 28765 a
passofine).

.... - .. -
-· ··-··· -- Filettatura . -- -·-. ·- - - ·-

I d -- ·
.
6g d, b+2P k .
t
a=3p s D r I
peri:. o nom. h13 h 13 min
a passogrosso a passo h 12 min max
· fine

I M3
M4
_ ..MS . .
-
-
-- . -
20
25
30 · - -5
3
4
18
20
2,5
3
22- ,....4-· -
3
4
.. 5 -
7
5,5

· -8,s·
1,3
2,0
- 2,7· --
1,7
2,4
3,1
0,1
0,2
0,2· -·
5+30
8 +40
8 +50
-
I M6
MB
M10
MBx 1
M10x 1,25
35
40
45
6
8
10
24
28
32
5
6 •
8
6
8
10
10
13
16
3,3
4,3
5,5
3,78
4,78
6,25
0,25
0,4
0,4
10 + 60
12+ 80
16 + 100
M12 M12x1,25 50 12 36 10 12 18 6,6 7,5 0,6 20 + 120
I M14
M16
M18
M14x 1,5
M16x1,5
55
60
14
16
40
44
12
14
14
16
21
24
7,8
8,8
8,7
9,7
0,6
0,6
25 + 140
25 + 160
M18x1,5 65 18 48 14 18 27- 9,8 10,7 0.6 30 + 180

I M20
M22
M24
M20 X 1,5
~22x1,5
M24x2
70
70
80
20
22
24
52
56
60
17
17
19
20
22
24
30
33
36
10,7
11,3
12,9
11,8
12,4
14
0,8
0,8
0,8
30 +200
35+200
40 +240
M27
I M30
M33
M27x2
M30x2
M33x2
90
100
100
27
30
33
66
72
78
19
22
24
27
30
33
40 ·-
45
50
15,1
17,1
18,8
16,2
18,2
20,1
1
1
1
45 +260
45 + 300
50+300
M36 M36x3 110 36 84 27 36 54 20,8 22,1 1 55 +300

I M39
M42
M45
M39x3
M42x3
M45x3
120
130
150
39
42
45
90
96
102
27
32
32
39
42
45
58
63
68
22,9
25,0
27,1
24,2
26,3
28,4
1
1,2
1,2
60 +300
60 +300
70+300

I M48
M52
· M48x3
M52x3
150
150
48
52
108
116
36
36
48
52
72
78
Lunghezzeunificate:5; 6; 8; 10:12:14; 16; 18;20;22;25:30; 35;40:45;50;55;60;65; 70;75;80;90; 100;110;120;140;160;180;200;220;240.
29,1
31,9
30,4
33,5
1,6
1,6
70 +300
80+300

I Tab. XIII. Alcune dimensionidi t>itia tesla cili11dric11


con esagonoincassato,secondola norma UNI 5931.

I 498
I
~,....,....,...,/
- -'

•-,-II \ 01 =__
=__=___
)),-f--------,--a:l----~
__ ::::ii.--_----i~
~i I
-_-)'
!,..::;~==~ I T T
t

a
z

b
e
I
a =-3 passo grosso
k

lg = 1-b
I
Fig. 32. Viti a testa cilindricacon esagonoincassato(il gambopuò esserefilettato parziJJlmente
od interame11te). I
I
a) · a=3p
TESTA CILINDRICA

I
~
-· -'v+
a=2p

per I > l' gambo parzialmente filettato


k
b
I
ENISO 1207

b)
per I S 40 il gambo è interamente filettato
I
TESTA SVASATAPIANA
~

w k
e
s I
Fig. 33. Viti a testa svasatacon esagonoi11cassato:
a) pia11a(secondoUNI 5933)e b) (secondole
I
normeUNI 5935 per il passogrossoed u:w5936 per il passofine, orasoppresse).

Filettatura
d
-- ENIS02009
I
6g D K s t r~r 1 ri w I I'
a passo
grosso
M3
a passo
fine
-
h13

6
h 13

1,7
nom.

2
max

1,3
min

0,1 10 0,4 8 +20 -


TESTA SVASATACON CALOTI A
I
M4 - 8 2,3 2,5 2 0,2 12 0,6 8 +25 -
MS
M6
-
-
10
12
2,8
3,3
3
4
2,4
2,8
0,2
0,25
15
18
0,8
0,8
10 + 50
10 + 50
35
40
I
MB MBx1 16 4,4 5 3,8 0,4 25 1,1 16 + 55 50 1

M10
M12
M10 X 1,2
M12x 1,25
20
24
5,5
6,5
6
8
4,8
5
0,4
0,6
30
35
1,4
1,8
16 + 60
20 +60
50
60
- - - - - - - ---:il
' I
l
M14 M14x1,5 27 7 10 5,3 0,6 40 1,9 30+ 70 60 b
M16 M16 X 1,5 10
M18 M 18x 1,5
30
33
7,5
8 .12
5,8
6
0,6
0,6
45
50
2,1
2,3
30+70
40+70
70
70 I
II
M20 M20x 1,5 36 8,5 12 6,5 0,8 55 2,5 40 + 70
EN 1502010
Lunghezzeunificate:8; 10;12;14;16;18;20:22;25; 28;30;35;40; 45;50;55;60;65;70;75.

Tab. XIV. Dimensioniper le viti difigura 33:la normaattuale11011prevedepilÌ le viti a passofine. Fig.34. Vari tipi di viti ntesta con intaglio.
I
,1

i
l
499 I
..r
..__ -- --···-- -- ---·----
I
Estremità piana smussata Estremità conica Estremità cilindrica Estremità a coppa
UNI5923 UNI5927 UNI5925 UNI5929

I
I e

·I
I
Fig. 35. Viti senza testaad esagonoincassatocon diverseestremità.

I a)

I
CJ

I M1,6
M2
M2,5
0,4
0,5
0,6
0,45
0,6
0,7
3
3,8
4,5
1,1
1,4
1,8
3
3,8
4,7
1,2
1,5
3
4
5
2 + 16
3+20
3+25 EN24766
M3 0,8 0,9 5,5 2 5,5 1,7 6 4 +30
I M4
MS 38
1,2
1,2
1,2
1,5
7
8,5
2,6
3,3
8,4
9,3
2,7
2,8
9,5
9,5
5+40
6+50
b)
MG 38 1,6 1,8 10 3,9- 11,3 3,3 12 8+60
..

I ·Ma
M10
38
38
2
2,5
2,3
2,7
13
16
5
6
15,8
18,3
4,6
5
16,5
19,5
10+ 80
12+80

I Lunghezza
I unificate:
2; 3; 4; 5; 6; 8; 10;12;14; 16;20;25;30; 35;40;45;50;55; 60;70; 80.

__Tab. XV. Dimensionidi viti a testa con intaglio,con riferime11tcralln


figura 34.- ·· - ·· · -·EN 27434

I .;
.:-;:

' .,..
Filettatura
d
6g
.. - :~
,;,
.,

'
:
•-;
;
··-·
·.:._.. s t
·-.~ ·- .
d, ..
..•• !•"• • ·~. '-. l

d, , ·.,,
- -- ..-~.-,.:!
•.

---~
·,-~Jr
.. e)

nom. h13 ....=


. ····-
:.tr,;
I a passo
grosso
M3
a passo
fine
- 1,5 2,5 2
. .

1,4
! • ;, : •

5+20
M4 - 2 3 2,5 2 5 +25 - I

I
e e
MS - 2,5 3,5 3,5 2,5 6 +30
M6 - 3 4 4 3 8+30
MS M8x1 4 5 5,5 5 8+40 EN 27435

I M10
M12
M14
M10x 1,25
M 12X 1,25
M14x1,5
5
6
6
6
8
8
7
8,5
10
6
7
8
10 +50
12 +60
14 +70
d)

M16 M16x1,5 8 10 12 10 16 + 70

I M18
M20
M22
M18x1,5
M20x 1,5
M22x1,5
8
10
12
10
12
15
13
15
11
13
18+ 75
20+75
17 15 25+ 75
M24 -
I Lunghezzeunificate:
M24x2 12 15

5; 6; 8; 10;12;14;16; 18;20;22;25;28; 30;35;40;45;50;55;60;65;70;75.


18 16 25+75

EN 27436
Sidevepreferire
l'impiego divilicondimensioniindicate
in carattere
nero.

I Tab. XVI. Dime11sio11i


delleviti di figura 35.
Fig. 36. Viti senza testa con intaglio (per le
estremitàuedifig. 11).

I 500

1··-- -
a) b) e) .. - d) • ·.Filettatura
I
Filettatura A passogrosso A passogrosso A passogrosso A passogrosso d- .
6g s
.d
69 n t
UNI6113-67
A passofine
UNI6114-67
UNI6115-67
Apassofine
UNI6116-67
UNI6117-67
Apassofine
UNl6118-67
e passofine
UNI6119-67
a passo a passo
grosso fine
k r,
nom. I
I
a passo a passo I d. I d, I d, I MS - 5 0,2 5 10+ 40
grosso
M1,6
M2
fine
-
-
0,3
0,3
0,8
0,8
2+6
3+8
-
1
-
3+6
-
-
2+6
3+8
-
-
-
-
M6
M7
MB M8x1
-
-
6
7
8
0,5
0,5
0,5
6
7
a
16+ 55
16+60
16+ 60
I
M2,2 - 0,4 1 3 + 10 1,2 4+ 10 - 3 + 10 - -
M2,5
M3
-
-
0,4
0,5
1
1,2
3+10
3+ 10
1,5
2
4+ 10
5+ 12
-
-
4+10
4+12
-
1,4
-
3 + 10
M 10
M12
M 14
M 10x1,25
M 12x1,25
M 14x1,5
10
12
14
0,5
0,5
1
10
13
17
20+ 70
30.;.90
30 + 110
I
M4 - _Q,~1,4 4 + 12 .. J,5 _!.±J_~_ - 6 +14 2 4 + 12 M 16 M 16x1,5 16 1 17 30 .;.120
M5 - 0,8 1,8 4 + 16 3,5 8 + 18 - 8+18 2,5 5 + 14 M 18 M18x1,5 18 1 19 45+ 140
I
M6 - 1 2 5+20 4 8+22 1 8+22 3 6+20 M20 M 20 x1,5 20 1 22 45+ 150
MB MBx 1 1,2 2,5 6 +25 5,5 10+28 2 10+28 5 8+25
M10x1,25 1,6 3 Lunghezzeunificate:1O;12;14; 16;20;25;30;
M 10
M 12
M14
M 12X 1,25 2 4
M14x 1,5 2 4
10+30
12+ 40
16+45
7 12.;.35
8,5 14+45
10 18+45
2
2
4
12+35
16+45
18+45
6
-
-
10+30
-
-
35;40;45;50;55;60;65;70;75;80;85;90;
100;110;120;130;140;150. I
M 16
M 18
M 16X 1,5 2,5 4,5
M 18x 1,5 3 5
18.;.50
18+55
12
13
22+50
25+60
4
5
22.;.SO
25+60
-
-
-
- Tab. XVIII. Dimensionidelleviti di fig. 37. I
M20 M 20x 1,5 3 5 20.;.55 15 28+60 6 28+60 - -
LunghezzeI unificate:2; 2,5;3; 4; 5; 6; 8; 10;12;14;16;18;20;22;25;28;30;35;40;45;50;55;60.

Tab. XVII. Dimensionidelleviti del tipo difigura 36, secondola normativadel 1967.
Tipo A
(con estremità a calotta) I
--~
==--:JG I
e

TipoB
I
-e (con estremità cilindrica)

k
-~
!
I
o I
CX 45• z
I
-~
k
a
k I
TipoC
I
(con estremità conica)

-~
I
k
I
Fig. 37. Viti di pressionea testa quadraridotta (UNI 6050). Fig. 38. Viti per serragg~o111a1111a/e,
gri11ata(secondoUNI 6048).
a testa zi- I
..
I501

--------,
Filettatura
d
69 r, I Zigrinatura
e D k parallela
a passo a passo
grosso fine
M1,6 - - 8 2 - 3+10 0,5
M2 - - 9 2,5 - 4+14 0,8
M2,2 - 0,3 10 2,5 - 4 + 14 0,8
-"M2,5 - 0,3 11 2,5 - 5+16 0,8
M3 - 0,4 12 3 0,2 6+·20 0,8
M3,5 - 0,4 14 . 3,5 0,2 7 +20 1
M4 - 0,4 16 3,5 0,2 8+25 1
MS - 0,5 20 4 0,2 10+30 1 Rosetta S essore
M6 - 0,6 24 5 0,5 12+30 1,5 speciale da serrare
MS M8x1 0,6 30 6,5 0,5 16 + 40 1,5
M10 M10 X 1,25 0,8 36 8 0,5 20+50 1,5
M12 M12 x 1,25 0,8 43 9,5 0,5 25+60 1,5 Fig. 39. Collegamentocon bulloneper carpen-

I Lunghezzeunificate:
3;4; 5;6;7; 8; 9; 10;11;12;14;16;18;20;22;25;28;30;32;35;38;40;45;50;
55;60.Sidevepreferire
l'impiego
divilicondimensioniincaratterenero.
teriaa testa esagonalelarga:lo spessoreda ser-
rareè elementoper la sceltadella vite, secondo
la successivatabellaXX e lafigura 40.1 bullo-
ni ad alta resistenzasi impieganoper notevoli
1- Tab. XIX. Dimensionidelleviti di figura 38. sforzi di serraggio.

I -o
A
I -
1'

I Fig.40. Dimensionicaratteristiche
di viti e dadicostituenti1111bullonead alta resistenza(va completatocon le rosettead alta resistenzaUNI 5714).
k

I
.
, . :
. DIAMETRO
d DELLA
VITE
. . .. .. .
Spessore
dasenare
··-;., ..
, 16 •• - -#

. 18 20 22 . -·---- .• ·-~---· 24 --· · · .. 27


.. ~

da a I ; X .. I X. I X I X I X I X
.. ...
..
14· . 18 45·
19 23 50 50 55
24 28 55 55 60 60
29 33 60 26 60 65 65 65 70
34 38 65 65 27 70 31 70 32 70 75
39 43 70 70 75 75 75 34 80 37
44 48 75 75 80 80 80 85
49 53 80 80 85 85 - 85 90
54 58 85 85 90 90 90 95
59 63 90 28 90 95 33 95 34 95 37 100 39
29
64 68 95 95 100 100 100
69 73 100 100 ·- 110 39
74 78 105 110 33 110 34 110 37
79 83 110 29 120 39
84 88 120 33 120 34 120 37
89 93 120 29 130 39
94 98 130 33 130 34 130 37
99 103 140 39
104 108 140 37
109 113 150 39
114 118 150 37
119 123 160 39
Tab. XX. Lunghezzee diametri,felleviti (UNI 5712) di figura 40, in funzione dellospessoreda collegare.

I 502

I ----
Fra le viti particolari vanno ancora ri-
I
cordate le autofilettanti, il cui filetto è
in grado di costruirsi la madrevite fa-
cendosi strada in un foro liscio di pre-
1
parazione: non è previsto l'uso di da-
di e la vite è accessibile solo dalla par-
te della testa, ed è in genere utilizzata
I
nell'accoppiamento di lamierini o in
materiali teneri come leghe leggere e
materie plastiche. La madrevite può 1·,
essere realizzata per defon;nazione
(viti autoformanti) ma anche per
s

L e.=1,155a
asportazione di materiale, come nel
caso della vite di figura 44, non unili-
cata, in grado di praticare addirittura
I
direttamente il foro di preparazione.
Fig. 41. Le viti a testaquadratavengonospessousateincassatein appositescanalaturechene La figura 45 illustra alcuni tipi unifi-
impedisconola rotazione(anchenellescanalaturea T dellemacchineutensili).
I
cati di viti autofilettanti, di cui alcu-

d, l. 16 5
M6

6
MB

8 10
M10

12
M12 M 14

14 16
M 16 M 18

18
M20

20
M22

22
M24

24 27
M27 M30

30
IM33

33
M33

36
b+2P I 1~125 16 18 22 26 30 34 38 42 46 50 54 60 66 72 78
o
s
1125< I ~200

nom. 8 10 13
32

17
36

19
40

22
44

24
48

27
52

30
55

32
60

36
66

41
72

46
I
78

50
84

55

1----------1
e

k
e,
min.· 10

i, 16 3,5
13
min. B,63 10,89
4 - 5,5
17
14,20
22
18,72
87 9
25
20,88
28
23,91
32
26,17
10
36
29,56
12
40
32,95
13
42
35,03
14
48
39,55
15
54
45,20
17 19
60
50,85 I
65
55,37
21
72
60,79
23
h 17 4: 5 6,5 10 11 13 15 16 • 19__ 22
I
m B 18 24 26 .. 29
0,5 0,5 0,5 0,5 1 1 1 1 1 1 1,6 1,G 1,6 1,6 2
i, 17 20 +65 25 +70 25+100 30 + 140 35 f 180 40+200 45 f 200 45 +200 50 +200 55 + 60 f 200 65 +200 70 f 200 75 +200 80 +200

Lunghezze
untticate
I: 20; 25; 30; 35; 40; 45;·5o; 55; 60; 65; 70; 75; 80; 90; 100; 110; 120; (125); 130; 140; 150; 160; 170; 180; 190; 200.

Tab. XXI. Dimensioni


I
di viti e bullonia testa
quadrasecondola UNI
5728.
Jo·
- 1/ "-I
17'
Lar hezza
in chiaves I
-8-
.-.-.- I-.-.f.p--~~
~ T

-
- --- -1--- -------- ~1 I
~I i
J b
w
Fig. 42. Esempidi viti
e bullonia testaquadra.
k I
I
Vite Bullone
I
EI
·=
i:: ,,.._____,..-,;:=t"-,..
I
k
b
Larghezza
in chiave s
I
Fig. 43. I b11llo11i
esagonali.
a testa tondastretta sono usati nellacarpenteriametallicae m:llecostrnzio11i
misteferrolegno;in generespnoaccoppiatia dadi I
503 I
I
I ne sono pm ampiamente definite
nella figura 46 e nella tabella XXIII,
Fig. 44. Vite perforan-
te ed autofilettanteper
mentre la tabella XXIV indica le di- Jnmiere e materiali

I mensioni dei fori di preparazione in


alcuni materiali.
leggeri.

I . -
-··-- ...... ->t-.---. r~·.•-: --J?-,,-.,.
... Filettatura..
MS· · · M6 MS
d M10.. M12.. M14 M16 M18 _M20 M22
\ M24

I --
-- -
··-.
8g
d,
-
' ..
l. 15
. - -·-
5
.....
~

6
- -.
--:~ ....
........
8
-·-..
. ·-
10 12 14
-
-
16
-38--
18
... ·- .. :.·. ~-·

20 22
_,.,,.
__1_:'!:.~-- ....--~·
. ·-
--
--

24
~

b+2P I I s 125 16 18 22 26 30 34 42 46 50 54

I o
d,
r,
l125<1S200
i. 16 9
5
-
11
6
-
15
8
-
18
9,5
-
11
36
21
40
23
12
44
26
13,5
48
30
15,5
52
33
17,5
56
35
18,5
60
40
21
i. 16
I k
e
n
n16
min.
3,5
1,5
1,3
4
2
1,8
6
2,5
2,3
7
3
2,7
8,5
3
2,7
9
3,5
3,3
10,5
4
3,5
12
4
3,8
13
4,5
4,2
14
5
4,8
16
5,5
5,2
r, 0,5 0,5 0,5 0,5 1 1 1 1 1 1 1,6

I s
e
m
nom.
min.
h 17
8
8,63
4
10
10,89
5
13
14,20
6,5
17
18,72
8
19
20,88
10
22
23,91
11
24
26,17
13
27
29,56
15
30
36,95
15
32
35,03
18
36
39,55
18
i. 17
I Lunghezze
I

unificate
20+60 25 + 75 30 + 100 35 + 120 40+ 140 45+ 160 so+ 170 55 + 180

I: 20;25;30;35;40;45;50;55;60;65;70;75;80;90;100;110;120;(125);130;140;150;160;170;180;190;200.
60 + 200 65+200 70+ 200

I Tub. XXII. Dimensionidi viti e bullonia testa tondastretta con nasello,secondola UNI 5730.

...~- ·..::od::"-·;:.;.'. ...}____


·-~·
..i·:-~
_,:;·_-1·
-.··:'; -·
Riferimento ·: Rapprese~~ione . Riferimento
_~;.:- _ : · ;"Denomi~azlone--:-~
.a:_. R_appresen!82ione _. a tabella
UNI . -,, . Y ·· · Tipo·
Denominazione a tabellaUNI
-.:-•·

-~-- AB AB
I Viliautofilettanti ENISO
--~- Vili autofilettanti
1483

I..
a testasvasata
a testaesagonale 1479 ..... tt.rimmi.n
.. 6953
- concalottaed intaglio
'
-- -~-~---- B --~--- B

I -P·- Vitiautofilettanti
a teslaesagonale
AB
6950
-~-- Viliautofilettanti
a testa
bombalaed impronta 1----i
e
ENISO7049

··@==--- conbordinosottolesta
B -~--- -
a croce
F

·I -~--- AB --~-- e
Vitiautofilettanti Vitiautofilettanti

I -S--·- a testacilindrica
conintaglio
B
6951

--~---
a teslasvasata
conimprontaa croce
1------i

F
ENISO7050

I --~-- AB --~- Vitiautofilettanti e


Viliautofilettanti

1, -~---·
a teslasvasala
conintaglio
B
ENISO
1482
-~---
a teslasvasata
concalottaedimpronta
a croce
1----i

F
ENISO7051

I Fig. 45. Viti a11tofiletta11ti


sertieper collegame11ti
unificate:il tipo AB (o C) a p1111tn
è usatoper collegarelamieredi piccolospessore,il tipo B (o F) con estremitàpiana
di lamierl!pizì spesse,materieplastichee materialiteneri.

I 504

-----------------
I
~
~
Ovviamente un partiçolare campo di
applicazione hanno le viti da legno, la
vi ~
estremità tipo e estremità tipo F cui specifica filettatura si è vista in fi-
gura 26 e tabella VIII del capitolo 12: I
-~~~~ @ -•·-5-! tali viti sono generalmente costruite in
acciaio dolce (spesso zincato o niche-

Jh, y w LJ lato) o in ottone ed il collegamento do-


vrebbe essere effettuato come appare
da figura 47, con un foro passante ed
un foro di inserzione, di diametro in-
I
Fig.46.Tipodi viteautofilettante
feriore a quello di riferimento. Nella
già unificatanellaUNI 6956orasostituitadallaUNI EN ISO 7051. figura 48 e tabella XXV sono indicate
alcune viti da legno normalizzate.
I
- ... ·2 --- -·4
Diametro
D
SimboloISO
nominaledifilettatura 2,2 2,9
6
3,5
7
3,9
8
4,2
10
4,8
12
5,5
14
6,3
Come nel caso di altri elementi mec-
canici di largo impiego, oltre ai tipi
I max(teor) 4,37 5,71 7,09 7,75 8,43 9,78 11,13 12,88 unificati si trovano in commercio viti
I
I min 3,73 4,95 6,20 6,81 7,42 8,64 9,88 18,48 e dadi di forma particolare, derivanti
k
f
r
=
=
max
1,3
0,76
0,89
1,7
0,97
1,17
1,9
1,14
1,42
2,31
1,27
1,57
2,54
1,32
1,68
2,95
1,52
1,90
3,35
1,73
2,18
3,89
2,03
2,46
da evoluzioni costruttive o da esigen-
ze nuove. Come esempio caratteristi-
co sono illustrate in figura 49 alcune
I
particolari forme di teste per viti, co-
sfera r,
Impronta I Grandezza 1
a croce I m=
;
3,8

2,8
4,6
1
3,4
5,4
2
4,6
6
2
4,7
6,6
2
4,~
8,2
2
5,4
9,4
3
7
11,1
3
7,4
siddette "antimanomissione", in quan-
to possono essere svitate solo con at-
trezzi particolari per evitarne la facile
I
Profondità I max 1,57 2,21 2,39 2,54 2,74 3,2 3,53 3,96 asportazione (in mezzi o locali pubbli-

I
I min 1,17 1,81 1,89 2,04 2,24 2,7 3,02 3,46 ci ad esempio).
4,5X 9,5 4,5 x25 6,5 X 38 9,5X 38 9,5X45 9,5X 50 13X 50 13 X50
I
Lunghezzeunificate:
4,5;6,5;9,5;13;16; 19;22;25;32;38;45; 50.

Tab. XXIII. Alcune dimensionidelleviti difigura 46. I


I ..
..

Diametro
nominale
·-·
Materiafi
deiforidi preparazione
._.,· :;~~·-_a)-_Diametri

fenolici
Inmateriali
Materiali
diversi__ , ___ . __ .
cellulosici,
acrilici
e slirenici
Gettidi alluminio,
magnesio,
zinco,ottonee bronzo
-
I
Diametro Profondità Diametro Profondità Profondità
Diametro del

I
difilettatura .. ilel forocieco delforocieco forocieco
delforo delforo delforo
mln min mln
2,2 2,00 5 2,00 5 2,00 3
t-

f
- 2,~
3,5
.. - 2,55-
3,25
6,?
6,5
- 2,40 _
3,10
6,5
6,5
2,65 . -- ..
3,25
5
6,5
..-1·
..l 3,9
4,2
3,45
3,80
6,5
8
3,25
3,70
6,5
8
3,65
3,85
6,5
6,5
ì
t 4,8 4,50 8 4,40 8 4,50 6,5
I
I
5,5 5,10 9,5 4,90 9,5 5,10 7
6,3 6,00 9,5 5,60 9,5 6,00 8
Tab. XXIV. Dimensionideifori di preparazione(con tollemnza H12) per viti a11tofiletta11ti
in

I
dil•ersimateriali.
I
l. ~
Fig. 47. Collega111e11to
; a) con viti da legno.
3 ~ ·-
I
l
I'.. h
:I
~~1-e:1-
'

1. I ,
I
) b)
n
"
J.
30·
...,,,"<.
-~--0~:- __
_
T l~I I
i I ! I.
l

I
I!:' I
f
,I Fig. 48. Alcunì tipi di
i'iti da h•gno1111ificate. I
~
.;
' ~,I
...__
505 I
I
Indicazioni Indicazioni
perla designazione h'
perladesignazione
o h n t r q
=
m u s h

I d

1,4
I
5-,-25 2,7 1,2 0,6 0,6 - 0,35 0,6 0,5 0,6
d

6
I

25-,-80 10 4,5
2 5-,-25 3,8 1,7 0,6 0,8 - 0,5 0,9 0,7 0,8 7 30+80 12 5

I 2,6
3
3,5
5-,-30
7-,-40
10-,-50
5
5,7
6,6
2
2,2
2,5
0,8
1
1
1
1,3
1,5
-
0,2
0,2
0,7
0,8
0,9
1,2
1,4
1,6
0,9
1
1,2
1
.1,1
1,2
10
12
8 30 + 130
40 + 150
50 + 175
14
17
19
6
7
9
4 10+60 7,6 2,8 1 1,7 0,2 1,1 1,8 1,4 1,5
I 4,5
5
10 + 70
12 -,-80
8,5
9,5
3,2
3,5
1,2
1,2
1,8
2
0,2
0,2
1,2
1,4
2
2,2
1,6
1,7
1,7
1,9
14
16
18
60+225
60+250
70+ 300
22
27
30
·;:
10
12
12
6 20-,-150 11,4 4,2 1,5 2,5 0,5 1,6 2,7 2,1 2,2

I 7
8
10
25 + 150
30 + 150
50 + 150
13,3
15,2
19
5
5,7
7,1
1,5
2
2,5
2,8
3,2
4,2
0,5
0,5
0,5
1,9
2,2
2,8
3,1
3,6
4,5
2,4
2,8
3,5
2,5
2,9
3,8
Tab. XXV. Dimensioniper le viti da legno di
figura 48a (a lato) e 48b (sopra).

I a)

I
I
Fig. 49. Alcune teste per viti di forma partico-

I lare: sono dette "antimano111issio11e" perc/1é


possonoesseresvitate solo con appositiattrez-
zi di forma e non con chiavio cacciaviticomu-
ni. Il tipo a) ha testa pentagonale,il b) può es-

I serefatto ruotareda un comune cacciaviteso-


lo in senso orario,il tipo c) richiedecacciaviti
ed il tipo d) chiavi con sagomeparticolari.

I
,- Fa:~-- a) b)

INSERTIFILETTATI
1 Nell'illustrare le viti prigioniere si è
fatto cenno alla difficoltà di avere fi-
letti resistenti in materiali poco resi-

I stenti: una possibile soluzione consi-


ste nel realizzare delle madreviti ri-
portate in singole posizioni, il che av-
viene con l'uso degli inserti filettati.
I Gli inserti sono cilindri sottili interna-
mente filettati e possono essere divisi
in due categorie, con filettatura ester-
~

I na o per forzamento (fig. 50).
La prima reca all'esterno una filettatu-


ra, per lo più a passo grosso, che ne
consente l'avvitamento nel foro di ba-

I se, e che può anche essere di tipo au-


tofilettante; un particolare tipo di in-
serti è quello definito elicoide, costi-
tuito da un filo a sezione quadrata av-

I volto ad elica, che configura quindi


contemporaneamente una filettatura Fig. 50. Alcuni esempidi inserti filettati: a, confilettatura estemn, b, ad incastro.

I 506

I --
Fig. 51. Inserto di ti-
po elicoide.
esterna ed· una interna, ed è spessò
usato anche per riparare fori filettati
I
danneggiati (fig. 51). ·I]
La seconda categoria di inserti ha la
superficie esterna opportunamente la- li
vorata (zigrinature, scanalature, ecc.)
che assicura il collegamento per forza- il
mento in un foro liscio, generalmente il.
nel legno, materie plastiche, pannelli
sottili (fig. 52).
La rappresentazione degli inserti può
essere effettuata, secondo la normati-
I>
va, a diversi livelli (si veda anche la fi-
gura 1 del capitolo 9).
Nella figura 53 sono raffigurati degli
inserti a filettatura esterna inseriti in
I
fori ciechi o passanti, e nella figura 54
un particolare di montaggio con inser-
to, nelle stesse condizioni.
I
b)

I
a) e)
M30x 1.5
1· ·1
~1 I
I
I
I
~
.

Fig.53. Rappresentazione
di insertia filettaturaesterna:a) realistica;b) co11ve11.zio11ale;
e) semplificata.
. - - - . --
. ,-
I
I
I

I
I I
I
Fig. 54. Montaggieffett11ati
con inserti in fori passantie cit'chi. I
507
I
··--1·
Rappresentazione Filettetura Filettatura
Riferimento
Denominazione a passo Categoria atab.UNI
"
DADI
II dado può essere definito come un
[]] Dadiesagonali
alti grosso e 5+64 EN24034

elemento con foro filettato, con dispo-


I
I
sitivo di trascinamento (esagono, qua-
dro, alette, zigrinatura, ecc.), destina- [E[]
I Dadiesagonali,
tipo1
grosso
fine
A'B
1,6+64 EN24032
8+64 EN28673
to ad essere avvitato su di una vite od . Dadiesagonali
normali
grosso
e
5+68
5592
un prigioniero, per realizzare un col-
legamento a pressione. fine 36+68
I tipi unificati di dado sono illustrati '
grosso_. ----. 5+36 EN24033
in figura 55, e ad essi si applicano gran
[J] badT
esagonali,
tipo2 /VB

I parte delle osservazioni fatte illustran-


do le viti.
I più comuni sono i dadi esagonali (fig. I
fine

fine /VB
8+36

8+64
EN28674
EN28675
56), in cui il rapporto fra lunghezza as- [O] Dadiesagonali
bassi

I siale e diametro, variabile da 1 per i


dadi alti ad un minimo di 0,4 per i da-
di bassi, è una conferma del fatto che
[[] Dadiesagonali
sottili
grosso

grosso
/VB

B
1,6+ 64 EN24035

1,6+ 10 EN24036

I lunghezze di avvitamento elevate non


sono necessarie. I dadi normali sono
ovviamente i più usati, i dadi alti in ca-
si eccezionali (e generalmente sono co-
[IQ Dadiesagonalinormali
ad intagli
grosso

fine
A
4+52

8 +52
5593

struiti in materiale meno resistente di I

quello della vite), ed i dadi bassi per Dadiesagonalilarghi A


sforzi limitati e ingombri ridotti.
I dadi quadri, usati in genere in co- [IJJ adaltaresistenza
percarpenteria
grosso
e
12+27 5713

I struzioni pesanti presentano un mino-


re rischio di arrotondamento degli
spigoli, che può verificarsi quando vi
1><1><1 Dadiquadrisottili grosso A 1,6+ 10 5596

:t·· siano nu.rneros_icicli di avvitamento e ..


· svitamento (fig. 57).
I I dadi ciechi proteggono le estremità
!
sporgenti delle viti e talvolta rispon-
[><llXJ Dadiquadrinormali grosso. e . 5 +52 5597

:il
..
dono ad esigenze estetiche (fig. 58).

;ji ;1·.--
.
- . -- .. \ - -·-
T
- ·-
® -
- Dadicilrridrici
a duefori
- .
grosso
-
À
.-
2+ 10
-

5719

I 0 '
. Dadicilindricia fori
a croce

-
grosso A 2 + 10

I ~-
Dadiesagonaliciechi
concalottasferica
grosso

fine
A
6+24

8+24
5721

.I ·-

I
tF ,
.
Dadicilindrici
adimpronta
grosso e 5 + 12 5723

V
grosso 12+ 33
Dadia coma e 2402
e fine 36e39

I Fig. 56. Dadiesagonali:la disti1do11efra alti, grosso 1,6+ 10


e bassisi basasulla di111e11sio11e
11or111ali assia- Dadizigrinati A 6003

I le ma paritàdellenitredimensioni.Lo s11111sso
d'imbocco11011sempreè presente.
·~ fine 8 e 10

(segui!)
508
(seguito)
. - Rappresentazione Denominazione Riferimento
Fllettetura CategoriaFIiettatura
a passo Il
Vi sono poi dadi (o madreviti norma-
a tab.UNI lizzate) per il cui serraggio sono pre-
I
·-
'

viste chiavi od attrezzi appositi, od


I
I grosso 3+24 anche una semplice azione manuale
. Dadizigrinatiridotti,
A 6004
(figg. 59 e 60).
conavanforo Anche per i dadi la normativa è in
fine 8 +24
evoluzione per l'adeguamento a rife-
rimenti internazionali. I
~
grosso 3+24 La tradizionale suddivisione dei dadi
Dadizigrinali
A 6005 esagonali in alti, normali e bassi (che è
concolletto
fine 8+24 stata qui richiamata per semplicità) la-
scia il posto nelle nuove norme euro-
pee a tipi diversi le cui dimensioni
I
~--- Dadiadalette, esatte possono essere ricavate solo
grosso 1,6.;.12
stampatia freddo A 6109
dalla consultazione delle tabelle nor-
mative.
Nella rielaborazione delle norme per
I
~
gli elementi di collegamento filettati,
Dadia maniglia grosso A 1,6.;.12 6110 oltre all'ovvia opportunità di armo-
I
@lì Golfariadocchio grosso A 1,6+12 6107
.,
I
I

Fig. 55. Prospettodei tipi unificatidi dado. f


I
s

I
-o
I
I
---,
V

m emin f
h

Fig. 57. Dadi quadri11or111ali


secondola UNI 5597. Fig. 58. Dadi esagonaliciechi con calottasfe-
rica(UNI 5721).
I
I
e x45" ex 45· ex 45• spigoli
r1r smussati"'..
I
I
JL
h d I
Fig. 59. Dadi cilindrici,con intagli ofori per l'inserzionedi chi@i a dentini, sono particolarmenteusati nell'industriaelettrica.
I
509 I
----
----------,1-
I a)
b) A!

I
I ~~.., arrotonda.lo

I e)
_S_i ol~ arrotondato
Vista A

p!, 5 i olo arrotondato


Vista
;:
A

I éi1t.0 -·-· Ò

I
I Fig. 60. Dadiper serraggioa mano,zigrinati (a),ad alette,o galletti (b) e ad impronta(e).
nizzare le dimensioni a livello inter-
nazionale (che ha talora portato al
,_ ,, allezzam
cambiamento di valori in uso da tem-

I Diametro
__ . .
._-,.·:
nominale'·
D
.. •~\:_:·-,.·_·i~_:-··
.. F .
'-----------------1
Dimensioniesagono

UNIEN UNIEN UNIEN UNIEN


24035 .
po e funzionalmente validi) sono state
fatte considerazioni relative a fattori
. di progettazione. Sono stati in partico-
24034 . 24032 24033 lare valutate l'area della faccia di ap-
a passo a passo 24036

I
s 28674
grosso fine e nominale 28675 poggio sugli elementi da collegare e la
sezione di nocciolo delle parti filetta-
M2 - 4,3 4 - 1,6 1,2
te: la prima influisce infatti sullo :-c!"or-
M3 6,1 5,5 2,4 1,8
zo di compressione, la seconda sulla
I M4
MS
M6

7,7
8,8
11,1
7
8
10
5,6
6,1
3,2
4,7
5,2
5,1
5,7
2,2 forza di serraggio.
2,7
3,2

I MB
M 10
M 12
MBx1
M 10X 1,25
M 12X 1,25
M 14X 1,5 · -
14,4
17,8
20,1
-23,5 ..
13
16
18
21 -···
7,9
9,5
12,2
- 13;9
6,8
8,4
10,8
7,5
9,3
12
. 14,1
4
5
6
Filettatura
7H
O

-
e
min
-- : -
m
h 17
-
s
nominale

- M 1'4· 12,8 7 8
MS 10 4
M 16 M 16X 1,5 26,8 24 15,9 14,8 16,4 8 M6 13 5 10
M 18 M 18X 1,5 29,6 27 16,9 15,8 9 MS 17 6,5 13
M20 M 20X 1,5 33,0 30 19 18 20,3 10
M 10 22 8 17

I M22
M24
M27
M22x1,5
M 24X 2
M 27x2
37,3
39,6
45,2
34
36
41
20,2
22,3
24,7
19,4
21,5
23,8
23,9 ·
11
12
13,5
M 12
M 14
M 16
25
28
32
10
11
13
19
22
24
M30 M 30X 2 50,9 46 26,4 25,6 28,6 15

I M33
M36
M39
M 33X 2
M 36x3
M 39x3
55,4
60,8
66,5
50
55
60
29,5
31,5
34,3
27,6
31
33
34,7
16,5
18
19,5
M 18
M20
M22
36
40
42
15
16
18
27
30
32
M 24 48 19 36

I M42
M45
M48
M 42X 3
M 45X 3
M48x3
72,1
78,26
82,6
65
70
75
34,9
36,9
38,9
34
36
38
21
22.5
24
M27
M 30
M33
54
60
65
22
24
26
41
46
so
42

I M52 M 52x3 89,56 80 42,9 26 72 29 55


M36
M56 M 56x4 93,6 85 46,9 45 28
31 60
M39 80
M60 M 60X 4 100,72 90 48,9 48 30 85 34 65
M42
M64 M64x4 104,9 95 52,4 51 32

·1 Tolleranze
sum:h14finoa M16(cat.A), h16oltreM16(cat.B).
Devonoesse.re
di preferenza
impiegate
le dimensioni
indicatein caratterenero.
M45
M48
M52
92
98
105
36
38
42
70
75
80

I Tab. XXVI. Dimensionidi dadi esagonaliunificati.


Tab. XXVII. Di111e11sio11i
figura 57.
dei dadi quadri di

510
I
I
Filettatura
D
Le tabelle da XXVIa XXXIIillustrano
I
f h m s una selezione di dadi normalizzati.
6H dl R V
i. 15 h14 i, 14 nom min I dadi cilindrici di dimensioni diame-
a passo a passo
grosso fine trali molto ampie rispetto alla lun-
ghezza assiale vengono comunemen-
M3 - 5 4 6,5 2,4 2,5 5,5 1 te chiamati ghiere (si veda anche più
M4
MS
M6
-
-
-
6,5
7,5
9,5
5
7
8
8,5
11
12
3,2
4
5
3,25
3,75
4,75
7
8
10
1
1
2
avanti).
Nel vasto campo di elementi filettati
non unificati che rispondono ad esi-
I
MS MSx 1 13 11 15 6,5 6,5 13 2 genze particolari di determina ti set-
M 10
M 12
M10x1,25
M12x1,25
16
18
13
16
18
22
8
10
8
9
17
19
2
3
tori industriali o derivano dall'intro-
duzione di nuove tecnologie, a'titolo
di esempio sono illustrati in figura 61
I
M 14 M14x 1,5 21 18 25 11 10,5 22 3
--
M 16
M18
M20
·- .
M16 x 1,5
M18x1,5
M20x 1,5
23
26
28
21
25
26
28
32
34
13
15
16
11,5
13
14
24
27
30
3
3
3
alcuni sistemi di fissaggio di dadi,
impiegati nel caso di montaggi di la-
miere sottili, soprattutto nei casi in
I
cui sia difficile od addirittura impos-
M22
M24
M22x1,5
M24x2
31
34
29
31
39
42
18
19
15,5
17
32
36
3
3
sibile l'accesso ai dadi con strumenti
di serraggio. I.
Tab. XXVIII. Dimensionidei dadiciechidi figura 58.

. filettatura
D .e D, d d, e h n t
~~5
I
6H .... . H13 · h 14 . h 14 i, 14 h14 H 14 i, 15

M1,6
M2
0,1
0,2
-
1
4
4,5
-
5,5 4
- 1,7
2
0,4
0,6
0,6
0,7
-
1,2
I
M2,2 0.2 1 5 6 4,5 2 0,6 0,8 1,2
M 2,5
M3
M3,5
0,2
0,2
0,4
1,2
1,5
1,5
5,5
6
7
7
8
9
5
5,5
6
2,2
2,5
3
0,6
0,8
0,9
1
1,2
1,5
1,5
2
I
0,8
M4
MS
MS
0,4
0,4
0,4
1,5
2
2,5
8
10
11
10 .
12
14
.
7 - ..
8
10
3,5
4,2
5
-1,2
1,2
1,5
1,4_
1,7
2,2
2
2,5
3
I
MS 0,6 3 14 18 13 6,5 2,7 3,5
M10
M12
M14
0,8
1
1
3,5
-
-
18
22
24
22

-
-
15
-
-
8
10
11
2
3
3
3,5
4
4
4
-
-
I
·- -- .. ·12 3 - -
M16 - .
.
- -
M 18
M20
.1 .
1
1
~

-
-
27
30
32
-
-
-
-
-
13
14
4
4
f
5
5
-
-
I
't
r.
Tab. XXIX. Dimensionidi dadicilindricisecondola norma UNI 5719.

Filettatura
I
D

a passo
grosso
6H
a passo
fine
e d
h 12 dl h h
h 14 h f4 ~7 k "1 r t
Zigrinatura
parallela
I
M1,6 - - 4 8 2,5 - 5 2 - 0,5 - 0,5
..
= M2
M2,2
-
- 0,3
- 4,5
5
9
10
3
3 4
- 5,3
6
2
2,5
-
2
0,5
0,5 1
- 0,8
0,8
I
M2,5 - 0,3 5 11 3 4 7 2,5 2 0,5 1 0,8

~...
i
M3
M3,5
M4
-
-
-
0,3
0,4
0,4
6
7
8
12
14
16
3,5
4
4
4 7,5
4,5 8,5
4,5 9,5
2,5
3
3,5
2
2,5
2,5
0,5
0,5
0,5
1
1
1,5
0,8
1
1
I
1
l
!
'-
MS
M6
MS M8x1
-
0,4
0,5
0,6
10
12
16
20
24
30
5
6
8
5

6
11,5
5,5 15
18
4
5
6
3
3,5
4
1
1
2
1,5
2
2
1
1,5
1,5
I
M 10 M 10x 1,25 0,8 20 36 10 7 23 8 5 2 2,5 1,5
l

-:f
4
..
M 12 M12x1,25 1
Tab. XXX. Dimensionidei da,fidi figum 60a.
- 42 - - - - - - - 1,5
Fig. 61. Dispositivi di ancoraggio per dadi
11011accessibili
.
I
~
l
..!
i
511
I
....__
4

I
I ,.· ... !\
TipoA

Filettatura

I M3
D

8 5,2
d

17,6
e g

1,6 8,6
h m

3,2
r,
ROSETTE
Le rosette (spesso chiamate anche ron-
M4 8 5,2 17,6 1,6 8,6 3,2

I MS
M6
MS
10,3
12,7
13,8
6,7
8,4
9,1
22,5
27,8
30,3
2,1
2,5
2,8
11
13,6
14,8
4,1
rati posti fra il dado (o la testa) ed il
5,1
pezzo da serrare, allo scopo di aumen-
5,6
tare la superficie d'appoggio, proteg-
delle) sono elementi cilindrici piatti fo-

I M 10
M 12
M 14
16,5
22,5
26,6
11
15
18 58,3
36,2
49,4
3,3
4,5
5,2
17,7
24,1
28,5
6,6
gere il materiale in caso d~ frequenti
9
svitamenti ed in particolari casi svol-
10,7
- gere funzioni di tenuta o bloccaggio
M 16 26,6 18 58,3 10,15,2 -- ·20,5-
(fig. 62).
I ti?iir:i!lf
-&ll{:;t_~;;~1~!ftli·iT~~i~(it\:
1
4
;r~s_~-~~1:-2~:1-~-~\~~1.~.;~~1~~~=\~ ..
·~~7 Si noti che le rosette (come anche i da-
~:f i:I- di e le viti) nel disegno tecnico non do-
~~:-

I
File~ra
1q:~ij_
M 10
:~J1~;
20
~;t;'"'·· s-;hn- r.~_: .~:..,q-.;:,
!-r/1-~fa,·:
16
f 'tl? ~\~~--
·~~-_:,;~
'~':
16
9

50 4 5 25 12 1,2 5
:r~~
~~.;:,,: ......·...,_]'l· .,. --t· ;.,,.~.-,~-vrebbero essere rappresentate sezio-
:ff,~ffe~~-- ~-ff: nate: tuttavia in questo capitolo spes-
so si ricorre alla sezione per meglio
M 12 23 19 19 64 5 6 32 14 1,2 6 evidenziarne le funzioni.
M 14 28 22 22 72 6 7 36 16 1,6 7
Le rosette unificate con funzione di

I M 16
M 18
28
32
22
25
22
25
72
80
6
6
7
8
36
40
16
18
1,6
1,6
7
8
semplice appoggio sono indicate nelle
figure 63 e 64 e nelle tabelle XXXIII,
XXXIV,XXXV,seguenti.
M 20 36 28 28 90 7 9 45 20 2 9

I M22
M24
40
45
32
36
32
36
100
112
8
9
10
11
50
56
22
24
2,5
3
10
11

Tab. XXXI. Dimensionidei dadi di figura 60b.

I -- Filettatura
:_J; -~

-:-~-~
. :}~ -7~H:-:\:~~~-
_..:.. -t

I a passo : a passo
grosso . '' fine ·'
MS
a

6
D,

22
D,

20
DI -

17,5 10
d

16,5 4 6,5 13,5 6,5 1,5

I M6
MS
M10
-
M8x1
__~_10_~
1,2L . _9,5 49
7
9
30
36
27
32
24
28
~~-- 32
12
16
23
27
_20 31_
5
7
9
9
10
12
18 9
21,5 11,5
?1 1~,5
2
2,5
3
Fig. 62. lA rosettadà appoggioal dado,distri-
buendolo sforzoe proteggendola s11pe1ficie.
M12 M12x1,25 13
I 55

Tab. XXXII. Dimensionidei dadi di figura 60c.


50 45 24 43,5 11 15 30 15 4

Fig. 63. Rosetted'appoggiopiane unificate.

I Denominazione
. -
Categoria
Perbulloneria
condiametro
mm
di filettatura
Riferimento
a unificazione
UNI

perbulloneria -
I I
Rosette esagonale
da 1,6finoa 125

1
I
(perappoggio perviti A UNI6592·69
su materiali
duri) a testacilindrica da 1,6finoa 12
- conintaglio

I -~ perappoggio
materiali
duri
su
da 5 finoa68
'
d, d Rosette
perappoggio
su
e UNI6593-69

I I
materiali
teneri
da 5finoa 52

·~ 1
I

I ---O·--- Rosette
conforoquadro
(perappoggiosumateriali
teneri)
e da5linoa 14 UNI6595·69

I d Jl
I
-,
512
i Nel caso di contorno quadrato o ret- tallica per assicurare un appoggio ne utensili e le figure e tabelle seguen-
I
i tangolare si parla di piastrine (fig. 65 e sempre perpendicolare all'asse del ti ne indicano alcuni esempi. Fra que-
tabb. XXXVI e XXXVII): si notino le
piastrine a superficie inclinata impie-
gate soprattutto nella carpenteria me-
collegamento.
Altre forme particolari di rosette si
trovano nelle attrezzature per macchi-
sti le rosette d'appoggio per tiranti, di
spessore maggiore rispetto alle con-
suete rosette d'appoggio (fig. 66 e tab.
I
Perbulloneria
· ·• condiametro . Riferimento
I
Denominazione

I
a unHicazione
UNI
di filettatura

N (normale,
Esecuzione
I
perappoggio
su materiali
duri)
I
Rosettepervitia testa
svasata
da 2,2finoa 6,3 6594 I
"
E
Esecuzione
R (rovesciata,
I
perappoggio
su materiali
teneri)
I
h,

I
lI Fig. 64. Rosetted'appoggioper viti a testasvasata.

Denominazione Categoria
Perbulloneria
condiametro
mm.
__difilettatura
Riferimento
a unificazione
--···-
UNI...
.,
I
-- - . . - -· ····-- - -- -
I- '. . - - ·-

' Se

-"""
Ql1

·-i~
-11°-1
!nel. 14• ~--!:.

1
Piastrine
perbulloni'
adallaresistenza
perappoggio percarpenteria
su ali di traviIPN
A da 12finoa 27 UNI5715-69

I
I. I I ~ di usocorrente e - da 8 finoa 39 UNI6597-69

perbulloni
I
Scanalatura,_ -~T
lncl. 8' S•
adaltaresistenza A da 12finoa27 UNI5716-69

-[JE·~ Piastrine perappoggio percarpenteria


su ali di profilatiUPN
..
I
di usocorrente e da8finoa39 UNI6598·69
L____i__lJJ_
I
-I !-®-I -~
. Piastrine
(perappoggio
su materiali
teneri)
e da5finoa52 UNI6596-69 I
i!

•J
' I

.,_ Fig. 65. Lepiastrined'appoggio1111ificnte.


~
I
513 I
- I
•• Indicazioni
perla designazione
A ( secondoUNI6592-69)
Rosettepiatte.Categoria C (secondoUNI6593-69)
Rosettepiatte- Categoria

indicazioniperla designazione

I dt per
bulloneria
esagonale
~
perviti
a testacilindrica
conIntaglio
s
Perbulloneria
condiametro
di filettatura . -
d1
per
d2
per
appoggioappoggio
s
Per
bulloneria
con
diametro
di

I -
4 su su
0,3 1,6 materiali materiali filettatura
1,8 - 3,5 teneri
duri
5 - 0,3 2 10 - 1
2,2 - 5,5 5
4,5 - 15 1,6
I 2,4
5,5
-
-
4,5
0,5 2,2 6,6
12,5
-
-
18
116
2 6

2,7
6,5 - --- --- 0,5 -· -2,5--- 17 - 1,6

I 3,2
-
7
-
5
-
6
0,5 3 11
9 -
21
-
24
-
30
2
2
2,5
8

10
9 - -
I 4,3

5,3
-
10
8
-
0,8

1
4

5
14
24
-
28
36
-
2,5
3
2,5
12

- 9,5 16 - 42 3 14

I 6,4
12,5
-
-
11
-
1,6 6 18
30
-
-
48
3
4 16
7.4 14 1,6 7
20
34 - 3
18
-
I 8,4

10,5
17
-
21
14
-
1,6

2
8

10
22
-
37
-
54
-
60
4
3
5 20
- 18 39 - 3
I 13
24

28
-
-
20
-
2,5
2,5
12
14
24

26
-
44
66
-
5
4
22

24
15 - 72 6
-
I 17
19
21
- 30
34
37
-
-
3
3
3
16.
18
20
30
50
-
56
-
81
-
4
6
4
27

39 - 3 22 - 33 30
23 - 90 8
I 25
28
44
50
-
-
-
4
4
24
27 36
60
-
-
99
5
8 33
- -- 31 .. - ---- .56_ -- - -- - -- --
. 4 ·- - - 30 . - - 66 ~
5- -- - -

I 34
37
40
60
66
72
-
-
-
5
5
6
33
36
39
39

42
-
72
-
108
-
117
10
6
10
36

39
78 - 7 42 -
I 43
46
50
85
92
-
-
7
8
45
48
45

48
78
-
85
126
-
7
10
7
42

45
54 98 - 8 52 - - 135 10
I 58
62
66
105
110
115
-
-
-
9
9
9
56
60
64
52
92
-
98
-
144
-
8
12
8
48

- 10 56 52
I 70
74
78
120
125
135
-
-
10
10
68
72
76
·-
62
66
-
105
110
156
-
-
12
9
9
56
60
82 140 - 12 80 70 115 - 9 64
I 88
93
99
145
160
165
-
-
-
12
12
12
85
90
95
74 120 - 10
Tab. XXXIV. Rosette piatte di categoriaC,
68

st!co11do
la normaUNI 6593.
I 104
109
114
175
190·
185
-
-
-
14
14
14
100
105
110
119 200 - 14 115
I 124
129
210
220
-
-
16
16
120
126
Tab. XXXIII. Dime11sio11i dl'l/erosettepiatte
514 di categoriaA per b11/lo11ain
(UNI 6592).
I
I
I.
~
'

Designazione
d
H fa
I,f7
d
j17
h h
11} s
Diametro
filettatura
autolilettatura perlegno
XXXVIII),e le rosette doppie con ap-
poggio sferico (fig. 67 e tab. XXXIX),
che assicurano perpendicolarità fra
I
2,5 6 1,3 1,3 0,3 2,2 2,2
appoggio ed asse del tirante. Molto ·
usate le rosette aperte, asportabili o gi-
3,3 8,2 1,5 1,8 0,3 2,9 2,6e3
revoli, che consento smontaggi di pez-1,
4 9 1,8 1,8 0,3 3,5 3,5 zi senza dover svitare completamente
4,2 9,8 2 2 0,3 3,9 4 i dadi (figg. 68, 69, 70 e tab. XL).
5
5,2
5,7
12
13
15
2,1
2,5
3
2,5
3
3,3
0,3
0,3
0,3
4.2
4,8
5,5
4,5
5
-
Esistono anche rosette per perni, che
hanno diametri interni con lo stesso
valore nominale dei perni con cui si
I
7 accoppiano. -;,

~--~'
18 3,5 3,8 0,4 6,3 6
Tab. XXXV. Rosetteaforo conicoper appoggiodi viti a testasvasata(UNI 6594).

Diametro Diametro
Desig~one I s difilettatura Designazione I s difilettatura
d d

5,5 16 1,6
bullone
5 26 80 6
bullone
6 s I
6,6
9
11
14
20
25
30
40
2
2
2,5
3
6
8
10
12
30
33
36
39
87
95
100
110
6
8
8
10
6
8
8
10
[r· I
16 46 3 14 42 125 10 10
18
20
22
50
56
60
4
4
5
16
18
20
45
48
52
135
140
150
10
10
12
10
10
12
I
24 70 5 22
Tab. XXXVI. Dimensionidi piastrineunificate(UNI 6596).
56 160 12 12

D
I
...
Designazione
d I
-

e
• ···UNI6597-69- --

e
- UNI6598-69 --
Diametro
difilettatura
bullone
I
s, s,

I
Sz Sz
= =
9 22 3 4,6 1,5 3 3,8 2 8 Fig. 66. Rosette d'appoggioper tira11ti(UNI
11 22 3 4,6 1,5 3 3,8 2 10 5325).
14 30 4 6,2 2 3,5 4,~ _;5_ 12 ..
- - -
I
·- -· ~

16 33 5
.
- 7,1 2,5 4,5 5,6 3 14 Indicazione Pertiranti
18 36 5 7,5 2,5 4,5 5,9 3 16 perla d D s z con
40 8,6 6,7 3,5 18 designazione diametro
20 6 3 5
22
24
26
44
50
56
6
6,5
7
9,2
10
10,8
3
3
3
5,5
6
6
7
8
8,5
3,5
4
4
20
22
24
8
10
12
8,4
10,5
13
28
32
36
4
4
5
0,5
0,5
1
I 8
10
12
30 59 7 11,3 3 6,5 8,7 4 27 16 17 45 6 1 16
33
36
39
62
68
75 B
7,5
8
11,7
12,5
13,5
3
3
3
6,5
6,5
7
9
9,4
10
4
4
4
30
33
36
20
24
30
21
25
31
52
60
70
8
10
12
1
2
2
I 20
24
30
42 80 8,5 14,2 3 7 10,4 4 39 36 37 80 12 2 36

Tab. XXXVII. Piastrined'appoggioinclinate:dimensioniunificatesecondole 11ormeUNI 6597 Tab. XXXVIII. Dimensioni delle rosette di
e 6598, rispettivamenteper travi IPN ed UPN. figura 66.
I
I
~ I
~
~--------------------------------------------~
·1
Fig. 67. Rosettead 11ppoggio
sferico(UNI 5326)e loroapplica::.ione.

I 515

·.--·- -·1
I Indicazione
perla D d d, d2 h h, h2 h,
., r
Pertiranti
con
designazione diametro

I 8
10
17
21
8,4
10,5
9
11
15,5
19,5
3,2
4
0,6
0,8
3,5
4,2
5
6
12,3
14,8
8
-10
12 24 13 14 22 4,6 1 5 7,5 17,2 12

I 16
20
24
30
36
44
17
21
25
18
22
26
28
33
41
5,3
6,3
8,2
1,2
1,6
2
6,2
7,5
9,5
8,5
10,5
13
22
27
32
16
20
24

I 30
36
56
68
31
37
33
39
52
64
11,2
14,2
3
4
12
14,5
17
21
40
48
30
36 Tab. XXXIX. DimensionidelleT05!ftesferiche.

I Tipo A TipoB

I
I
I
b D zx45"

T
I
I d d
I

s
k

I Fig. 68. Rosetteper smontaggiorapido:apertao a C (UNI 5327) nei tipi A (piano)e B (concollarino)e girevole(UNI 5328).

I Rosetta Perno di
aperta

I
-i--
I Attenzione! J,~~~{_J,_,_~_..,._~~....l
Dl>D I
I Pezzo da smontare rapidamente

Fig. 69. L'uso di rosetteaperteco11se11/e


s111011taggi
rapidi. Fig. 70. L'uso di specialii•ili con gambocalibratos11 d1 (Jig.68) co11-
I se11tela rotazio11e
dellarosetta,ma11tene11dola collega/11.

Indicazione Pertiranti
o,
I perla
designazione

8 8,4
d D

28 17,5
s

7
s,

5
h

2
d,

8,2
k

22
r

16
r,

8
52

5,5
z

0,5
con
diametro

8
10 10,5 32 21,5 7 5 2 8,2 25 18 9 5,5 0,5 10

I 12
16
20
13
17
21
36
45
52
24,5
31,5
37,5
9
11
14
6
8
10
3
3
4
10,2
10,2
13,2
32
38
45
24
28
30
12
14
15
9,5
9,5
11,5
1
1
1
-
12
16
20

I 24 25
Tab. XL. Dime11sio11i
60 44,5 16
dellerosettetagliale,co11riferi111c11l0
12
allafigura 68.
4 13,2 50 34 17 11,5 2 24

516
,.,- CLASSIDI
· PRECEDENTI
E NUOVI
SIMBOLI
DELLECLASSIDIRESISTENZA

vm :
I
I
UNI3740 4A 4D 4S 50 5S 60 8G 10K 12K
BULLONERIA
Senza entrare nel dettaglio sul tipo di
acciaio con cui vengono costruiti viti e
UNI3740• Parte3' 3,6 4,6 4,8 5,6 5,8 6,8 8,8 10,9 12,9
I
dadi, ne viene prescritta, secondo la
norma UNI 3740, la resistenza mecca-
nica a trazione, raggruppata in classi.
Per le viti (con diametro di filettatura UNI3740 OA 4A
DADI

4D 50 5S
~..~-,:
t~.---:.. ~ .-~~~?--::.&...

6S 8G" 10K
I
----·
fino a 39 mm) si hanno nove classi,
indicate con due cifre separate da un
punto, ad esempio 5.8: la prima cifra
UNI3740• Parte4' 4A 4A 4D 5S 5S 6S 8G 12K I
indica il carico unitario di rottura,
espresso in centinaia di N/mm 2, e la
seconda il rapporto fra il carico uni-
tario di snervamento ed il preceden-
classidiresistenza

Durezza Vickers
deldadi

deidadi
4A
100
4D
120
255
SS
155
320
,--·ss"·- 8G
190 255
380
10K
320
380
I
te, espresso come frazione decimale, 255 320
cioè la sigla precedente si legge come
indicativa di un carico di rottura di
500 N/mm 2 ed un carico di snerva-
classidi resistenza
delleviti
conle quali
è previsto
l'accoppiamento
3,6
4,6
4,8
5,6
5,8
6,8 8,8 10,9 12,9 I
mento di 400 N/mm 2 (8/10 di 500)
(tab. XLia). Tab. XLI. Classidi resistenzadi vili e dadi (nellaprima riga l'indicazionesecondola norma
Per i dadi si hanno cinque classi di re- precedente):111/e
sistenza, indicate con una cifra ed una l'accoppiamento.
classidei dadi (in basso)corrispondonoquelle delleviti con cui è consigliabile I
lettera, corrispondenti a determinati
valori di durezza (misurata col meto-
do Vickers). cora una sicurezza relativa, oppure su
I
I valori indicativi di questa per le va- un dispositivo di arresto meccanico,
rie classi e la correlazione consigliata.
con le classi di resistenza delle viti so-
no nella tabella XLI. L'accoppiamento
DISPOSITIVI
_ ed allora si ha una sicurezzaassoluta,in
quanto lo svitamento può avvenire so-
lo con la rimozione del dispositivo.
I
consigliato assicura la migliore resi- ANTISVITAMENTO Dispositivi di supporto al contatto, di
stenza a fatica, con una maggior
deformabilità dei filetti del dado ed
SPONTANEO tipo elastico ed inseriti nella catena
degli elementi di collegamento, sono
una buona redistribuzione degli sfor- A causa delle tolleranze di lavorazio- le rosette elastiche,il controdado,gli an-
I
zi sui filetti della vite- . . .. .ne, fra i filetti della vite e quelli della ccraggie dadielast;d a filetto singolo.--
Il simbolo della classe di resistenza de- madrevite c'è un certo gioco: quando Impedimenti alla rotazione di tipo ela-
ve essere indicato sulle teste delle viti nell'accoppiamento i filetti stessi ven- stico sono i dadifrenati o con insertoeia-
di diametro superiore a 5 mm, in rilie- gono portati a contatto si ha un attrito stico, i dadi elasticiautobloccanti,i dadi
I
vo o inciso (se posto sul fianco della che impedisce il mutuo movimento e tagliati.
testa solo inciso). di conseguenza un possibile svita- Dispositivi che impediscono la rata-
Deve anche essere indicata la filetta- mento spontaneo, ma quando per vi- zione sono le rosettee piastrinedi sicu-
tura sinistra, con una freccia sulle te- brazioni, urti e dilatazioni termiche il rezza, le copigliecon dadi ad intagli, le
I
ste o con un intaglio sugli spigoli. contatto venga a mancare, si può ave- -spine e le legature.
Nelle viti prigioniere la marcatura vie- re un allentamento del collegamento Lo svitamento può anche essere impe-
ne fatta sull'estremità del lato gambo, od addirittura il suo scioglimento. dito con incollaggio punti di saldatu-
I
eventualmente con un semplice sim- Per impedire che ciò avvenga si pos- ra, che possano essere rimossi volon-
bolo grafico (rettangolo per classe 5.8, sono seguire due metodi:
c~rchio per 8.8, quadrato per 10.9, - 111a11te11ere
tnangolo per 12.9).
se111
t!'lriamente con relativa facilità.
prea contattoi filetti del- Si vedranno ora alcuni di questi dispo-
la vite e quelli della madrevite sitivi con la consueta avvertenza che
I
P~r bu_llon~ria ~~struita in materiali _ impedirela rotazionerelativafra vite e soprattutto in questo campo, accanto
d1vers1 dall acciaio vengono date ca- madrevite
ratteristiche e prescrizioni caso per
caso.
agli elementi unificati esistono nume-
rosissime soluzioni studiate e com-
Il primo metodo, può essere anche de- mercializzate da vari produttori, con
I
finito a sicurezzarelativa,in quanto le caratteristiche e campi di impiego lo-
modalità seguite possono diminuire il ro propri.
rischio di allentamento ma non impe- Le rosette elastiche, di vario tipo, fun-
I
dirlo del tutto. · zionano assicurando una spinta elasti-
Il secondo può basarsi su un impedi- ca diretta assialmente, in pratica come
mento alla rotazione con un bloccag- se fra i vari element_i fosse posta una
gio di tipo elastico,ed allora ci sarà an- molla assiale.
I
517 I
I
~
lt~ Spigolo arrotondato Esempio di applicazione

I.
.

I
I . A

I,
·,
,
.
Fig. 71. Rosettaelasticaspaccata. Fig. 72. Rosettaelasticaa tazza o conica(UNI 8836).

I
I

Fig. 73. Rosetteelastichedentate,piane e svasate.

Le più comuni sono la rosetta tagliata


o spaccata (detta anche Grower), che
si comporta come una spira di una

I molla ad elica (fig. 71), la rosetta a taz-


za (o Belleville), del tutto analoga ad
una molla a tazza (fig.72), le rosette
dentate (fig. 73) e le rosette ondulate
(fig. 74). Tutte queste rosette, costruite
generalmente in acciaio del tipo per
molle, occupano assialmente un certo
spazio e vengono appiattite al serrag-
gio fra il dado (o la testa) ed il pezzo
da serrare, reagendo elasticamente a
tale deformazione: si noti che tali ro-

I sette dovrebbero appoggiarsi nei dadi


sulla corona circolare piana compresa
fra il foro filettato ed il cerchio inscrit-
to nel perimetro e perciò nel disegno
I apparire più strette del dado o della
vite, come in figura 75.
In particolare nelle rosette tagliate l' ef-
ficacia dell'azione antisvitamento è
I ~
'
aumentata per il fatto che le estremità
della zona tagliata tendono ad inca- Fig. 74. Rosetta011d11/ata. Fig. 75. Una rosettaelasticaspaccatai11opera.

:I
i •
518
IJ
Il
Forma A Particolare Z Particolare sezione Forma B
I
z
I
I
I
Fig. 76. Le rosetteelastichespaccateunificatesecondola norma UNI 1751.LAfonna B ha estreÌnitàdiritta, la A piegata.

strarsi nella sede e nel dado (fig. 76):


per questo motivo l'elica ed l'inclina- ~
-- -·
/ h,
_,_-~-
. .. ' ..
- ..
I
zione del taglio hanno verso differen- Diametro d .. --.: FormaA --~
;

-
.--FormaB . . 'k

I
.. b s, r
nominale . d, 2
te per viti a filettatura destra o sinistra. vile max. nom. nom. max. =
.. . :
Nelle rosette definite di forma A tale ·-~: .. . ...... min.·; . max.,
...mio.".. max. ·•
·:-."".~.. :
effetto è accentuato da un'ulteriore ..
piegatura degli estremi liberi.
Le rosette coniche o a tazza (che non
rischiano di rigare i pezzi come le pre-
- 2
2,2
2,5
2,1
2,3
2,6
4,4
4,8
5,1-
0,9
1
1
0,5
0,6
0,6
-
-
-
-
-
-
1
1,2
1,2
1,2
1,4
1,4
-
-
-
0,1 I
cedenti) possono essere inserite in pa-
rallelo per aumentare la spinta assiale
e di conseguenza l'azione antisvita-
mento (fig. 77).
3
3,5
4
3,1
3,6
4,1
6,2
6,7
7,6
1,3
1,3
1,5
0,8
0,8
0,9
1,9
1,9
2,1
2,1
2,2
2,5
1,6
1,6
1,8
1,9
1,9
2,1
0,15 0,2 I
5 _§!1 9,2 1,8 1,2 2,7 3,2 2,4 2,8
-
Anche nelle-rosette dentate (fig. 78)·
l'efficacia è aumentata dall'impunta-
mento dei denti: per il bloccaggio del-
6
7
8
6,1
7,1
8,2
11,8
12,8
14,8
2,5
2,5
3
1,6
1,6
2
3,6
3,6
4,6
4,2
4,2
5,4
3,2
3,2
4
·a.a
3,8
4,7
0,2 0,3
I
le viti a testa svasata si usano rosette 0,3 0,5
anch'esse svasate.
Le rosette ondulate sono in genere
impiegate in costruzioni leggere.
10
12
14
10,2
12,2
14,2
18,1
21,1
24,1
3,5
4
4,5
2,2
2,5
3
5
5,8
6,8
5,9
6,8
8
4,4
5
6
5,2
5,9
7,1
I
Le tabelle XLII,XLIII, XLIV riporfai.10 16 -16,2 27,4 ·- o -- - 3,5 - 7,8 - 9;2 .. -7- 8,3 - - .. -
le dimensioni di alcuni tipi di rosette
elastiche unificate.
18
20
22
18,2
20,2
22,5
29,4
33,6
35,9
5

6
3,5
4
4
7,8
8,8
8,8
9,2
10,4
10,4
7
8
8
8,3
9,4
9,4
0,4 1
I
24
27
30
24,5
27,5
30,5
40
43
48,2
7
7
8
5
5
6
11
11
13,6
13
13
16,1
10
10
12
11,8
11,8
14,2
0,5

1,6
I
33 33,5 55,2 10 6 13;6 16,1 12 14,2
36
39
42
36,5
39,5
42,5
58,2
61,2
68,2
10
10
12
6
6
7
13,6
13,6
15,6
16,1
16,1
18,4
12
12
14
14,2
14,2
16,5
0,8 I
45
48
52
45,5
49
53
71,2
75
83
12
12
14
7
7
8
15,6- 18,4
15,6
18
18,4
21,2
14
14
16
16,5
16,5
18,9
I
56 57 87 14 18 21,2 16 18,9
60
64
61
65
91
95
14
14
8
8
8
18
18
21,2
21,2
16
16
18,9
18,9
2 I
68 69 99 14 8 18 21,2 16 18,9 0,1
72
80
90
73
81
91
103
111
121
14
14
14
8
8
8
18
18
18
21,2
21,2
21,2
16
16
16
18,9
18,9
18,9
I
100 101 131 14 8 18 21,2 16 18,9

in pamllelo.
Fig. 77. Rosettea tazza 111011fllte Tab. XLII. Dimensioni dellerosettespaccatedi fig. 76.

I
I Il sistema con controdado funziona
come segue: si realizza il serraggio di
mo, la vite viene tesa verso l'estremità
ed il contatto fra i suoi filetti e quelli
parte opposta, -verso l'estremità, Il
tratto di gambo della vite fra i due da-
un primo .dado contro il pezzo da del secondo dado è del tutto simile a di risulta pertanto in tensione e reagi-

I bloccare, in questa condizione la vite è


tesa e si ha contatto fra filetti della vite
e del dado dalla parte del pezzo. Ser-
quello precedente, il quale però, in
questa nuova condizione viene prima
ad annullarsi e poi a cambiare zona di
sce premendo i dadi l'uno contro l'al-
tro: tale azione elastica risulta perciò
svincolata dagli elementi collegati eri-
rando un secondo dado contro il pri- contatto, appoggiandosi cioè dalla sente quindi poco di eventuali defor-
I
I t
I
I
I a) b) e)

I Fig. 78. Rosetteelastichedentateunificate(UNI 8841):a) a dentaturaesterna;b) a dentaturainterna;e) svasate.

~z ..: ... : .../;4.{f:~


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I Diametro·..· ,,,.:.
}r
· vite·: - : H14 :1:0,25 I
..·-"· ~~:,..
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Àiiézza·
nominalet-5 .~~!,~ :,.;· -~- /j,' .: indicativo
..
di reazione
· per .
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_-
·_>·_:: f>_~
· aeb
·
-~~! ~~~~/:~: 1------'-----I
; e .. ,

\h}~t
.;,

4 0,7 · 4,3 9 0,33 1500 j:t~i\i·-


..,;. ::· -
-Nunièro didentrrriinimo.
5 0,9 5,3 11 0,43 2000
1 3500 1,6 1,7 3,6 0,3 6
1,8 2 - 4 0,3 6

~,
6 1,2 6,4 12 0,43 5000
1,4 8000 2 2,2 4,5 4,2 0,3 0,2 6 6
1,4 0,45 6500 2,2 2,4 5 0,4 0,2 6 6
8--. 1,9 - 8,4 -0,55 13000 2,5 . 2,7_ _ 5,5 5,1 0,4_ . - 0,2 .6 6
16
2,2 0,40 17500 3 3,2 6 6 0,4 0,2 6 6
1,9 0,45 10500 3,5 3,7 7 7 0,5 0,25 6 6
10 2,3 10,5 20 0,45 18000 4 4,3 8 8 0,5 0,25 8 8
5 5,3 10 9,8 0,6 0,3 8 8

I 12
2,6
2,2
2,8 13,0 24
0,55
0,50
0,50
32000
13000
27000
6
7
8
6,4
7,4
8,4
11
12,5
15
11,8

15,3.
0,7
0,8
0,8
0,4

0,4
8
8
8
10

10
3,2 0,60 47000

I 14
2,6
3
3,8
15,0 27
0,50
0,60
0,50
18000
33000
60000
10
12
14
10,5
13
15
18
20,5
24
19
23
26,2
0,9
1
1
0,5
0.5
0,6
9
10
10
10
10
12
16 17 26 30,2 1,2 0,6 12 12

I 16
3,2
3,4
4,2
17,0 32 0,60
30000
35000
63000
18
20
22
19
21
23
30
33
36
1,4
1,4
12
12
4,2 52000 1,5 14

I 18

20
4,8
4,6
5,2
19,4 36

21,4 38
0,60

0,60
75000
60000
85000
24
27
30
25
28
31
38
4-4
48
1,5
1,6
1,6
14
14
14

I 22

24
5,0
5,8
5,4
23,4

25,4
42

46
0,70
0,65
0,70
75000
110000
75000
Tab. XLIV. Dimensionidelle rosetteelastichedentatedi fig. 78.

6,2 0,65 110000


I •Altezzainizialeprimadellacompressione.
Tab. XLIII. Di111e11sio11i
di rosettea tazza, co11riferi111e11to
allafigura 72.

I 520

-i-~--...
mazioni degli stessi (fig. 79). Si noti
I•
'

che il dado eventualmente più basso


va posto dalla parte del primo serrag-
gio, cioè contro i pezzi da collegare,
perchè è probabile che le sollecitazio- Pezzo
Controdado I
Dado
ni maggiori interessino l'ultimo dado. bloccato
Il blocco dado-controdado può servi-
re anche per realizzare un arresto su
di uno stelo filettato, ed in tale forma
I
può essere usato per configurare una
testa provvisoria che consente un faci-
le avvitamento o svitamento delle viti
prigioniere (fig. 80).
I
Come elemento elastico assiale fun-
ziona anche il dado di sicurezza di fi- Fig. 79. li sistemadado- controdado.
gura 81, costruito in pratica come una
I
rosetta elastica con il bordo esterno-
piegato a formare l'esagono d'appog-
gio per la chiave. La parte centrale
deformata ed intagliata si inserisce
I
nella filettatura della vite esercitando
una spinta assiale. Questo tipo di da-
do può essere usato da solo in caso di
sforzi assiali non rilevanti od anche in
I
aggiunta ad un dado comune (fig. 82).
Funzionamento simile hanno le pia-
strine di figura 83, per montaggi di la-
I
miere sottili.
Fra i dadi con inserto elastico i più co-
muni presentano un anello torico in
nailon o simili, montato in un allog- Fig. 80. Dadoe controdadopossonocostituireunafalsa testa, che consenteun facileavvitamen-
I
to o svitamentodi un prigioniero.
Fig. 81. Dado elastico di sicurezza (UNI
8835): la serie 1 presenta6 intagli, la serie 2
presenta9 intagli.
I
Il

I
m
I
I
u
I
Fig. 82. Dadodi sicurezzapostodi seguitoad
1111dadonormale:non funziona comecontro-
I
dado,ma comesicurezzasupplementare.
I
Fig. 83. Elementidi sicurezzaagentis11lfilet-
to di r,ili autofilettanti, per costru:ioni in la-
miera.
I
521 I
-,-
I giamento opposto alla faccia d'appog-
gio (fig. 84). L'azione di questo anello
Filettature d
u
è duplice: la resistenza che esso oppo- m s min
I ne all'avanzamento in senso assiale
spinge verso l'alto il dado e crea attrito
. fra i filetti, annullando i giochi, mentre
(passogrosso) (passo
Serie1

M4
fine)
Serie2

-
Serie1

3,5
Serie2

- 2,5 7 2,5
la spinta di tipo radiale creata sui filet- MS - 4,5 - 2,5 8 2,5

I ti dalla deformazione dell'anello ne


impedisce la rotazione.
La grande comodità di uso di questi
M6
MS
M 10
-
-
M10x1,25
5,3
6,9
8,6
-
-
9
3
3,5
4
10
13
17'
3
3,5
4

I dadi si contrappone ad una loro mi-


nor stabilità nel tempo, causata dal
degrado del materiale costituente
M12
M 14
M 16
M12x 1,25
M14x1,5
M16x1,5
10,4
12
14,1
11
12,7
14,8
4,5
5
5
19'
22'
24
1
4,5
5
5
l'anello e-dall'opportunità di non --·--M18 M18x1,5 15,5 16,8 5,5 27 5,5

I reimpiegarli dopo il primo svitamen-


to, nonché da un campo di impiego
che non ne prevede l'uso in condizio-
M20
M22
M24
M20x1,5
M22x1,5
M24x2
17,6
19,6
21
18,8
20,8
22,5
6
6
7
30
32'
36
6
6
7
ni di temperatura elevata. Per le di-
I mensioni, che corrispondono a quelle
dei comuni dadi esagonali, si veda la
tabella XLVI.
M27
M30
M33
M27x2
M30x2
M33x2
24,2
26,6
29,8
25,5
28,5
31,5
7
8
8
41
46
50
7
8
8
Le limitazioni di uso degli inserti ela- M36 M36x3 32,2 33,6 9 55 9

I stici non impediscono tuttavia che sia-


no diffusi in varie forme, ad esempio
nelle ghiere, in modo analogo a quello
M39
M42
M39x3
M42x3
35,2
37,6
36,6
39,8
9
11
60
65
9
11
M45 M45x3 40,9 42,8 12 70 12

I visto per i dadi, o nelle viti, sotto for-


ma di inserti longitudinali o diametra-
li (fig. 85)
M48
M52
M48x3
M52x3
43,9
48,2
45,8
49,B
14
16
75
80
14
16
Dadi autobloccanti che possono esse- Tab. XLV. Dimensionidei dadi di fig. 81.

I re usati anche a temperature elevate


sfruttano l'elasticità propria del me-
tallo (in genere acciaio ad alta resisten-
~ -.
.d ...............
... .:·--·· . -... normali
...
-, bassi
a
za).-Essi constano di un prolunga_men- -
I ·-- m. ...
e
··passogrosso passofine -- h "7 -h m
to conico sopra il dado esagonale di
base (fig. 86) nel quale sono praticati
sei intagli radiali: i denti determin~ti M3 - 5,5 4,4 2,4 - -
M4 - 7 6 3,2 4,8 2

I Anello in nylon
MS
M6
-
-
8
10
6,8
7,8
4
4,8
5,4
6
2,5
3
- ~ - - Jil8 - M Sx 1 13_ -- - _ _10,6 M .. _-- 8,5 - 4_ -

I tr}à ~1~ì M10 M 10x 1,25 17 12,3 8 10 5


M 12 M 12X 1,25 19 14,8 9,6 12 6
M 16 M 16x 1,5 24 18 12,8 15 8

I w -
M20
M24
M20x 1,5
M24x2
30
36
23
28
16
19,2
17,5
21
10
12
M30 M30x2 46 33,2 24 24,5 16
M36 M36x3 55 40 28,8 30 18
-
I Tab. XL VI. Dimensionidei dadi con inserto (a11tofrena11ti)
normali)e UNI 7474 (dadi bassi).
secondole 11ormeUNI 7473 (dadi

I
(1,15a)

I
I
I Fig. 84. Dadocon i11serto
elastico. Fig. 85. Elementidi bulloneriacon inserti elasticiin fu11zio11e
n11tisvitame11fo.

I 522

·1 ~------
'
-.
. -
..
I
d Passo a al b)

2,5
3
0,45
0,50
5
5,5
I
4 0,70 7
5
6
0,80
1
8
10
I
8 1,25 13
10
12
(14)
1,5
1,75
2
17
19
22
I
16
(18)
20
2
2,5
2,5
24
27
30
·1
Fig. 86. Dadoelasticointeramentemetallico:in b il principiodi funzionamento.
(22) 2,5 32
Evitarel'usodeidiametrifraparentesi. a) b) I
Tab. XLVII. Dimensioni dei dadi elastici di
figura 86.

dagli intagli sono leggermente piegati


I
verso l'interno, così che il diametro
della filettatura va diminuendo verso
l'estremità. L'inserzione della vite
spinge nuovamente verso l'esterno i
I
denti che, reagendo elasticamente,
creano una spinta di tipo radiale sul
filetto che ostacola la rotazione. I dadi
tagliati presentano un taglio perpen- Fig. 87. Dadi tagliati:la deformazioneè indotta in a da una vite di pressione,in b da una vite
I
mordente.
dicolare all'asse, eseguito con una sot-
tile fresa ed interessante il filetto: al-
lontanando (od avvicinando) ·le due a) b)
I
parti con una vite parallela all'asse
(fig. 87, a e b) si premono i filetti della
vite su quelli della madrevite. Questa
soluzione è adottata ad esempio per
- ghiere impiegate nelle presse. - -
In modo simile funziona il dado ta-
gliato di figura 88: esso viene defor- I
d Passo a
I
2,5 0,45 5

I
"j
3 0,50 5,5

~,
cl d d) cc
è
4 0,70 7 Il

5 0,80 8 "Cl :r:


6
8
1
1,25
10
13
"Cl

-, -----;}
T
-~1
.,__,
I
I
I

I
10 1,5 17

I 12
(14)
16
(18)
1,75
2
2
2,5
19
22
24
27
(1,15 a) 0,15a)

I
I
"'
20
(22)
2,5
2,5
30
32
Evitarel'usodeidiametrifraparentesi.
"'
I
t I
Fig. 88. Dadi tagliati SNEP: in a e b il principio di funzionamento (il dado più alto esercita
f Tab. XLVIII. Dimensionidei dadi tagliati ti- un'azione di serraggiopiù energica),in e ed le relativeproporzioni,con j pa/ori di diametroe
cl,iaveanaloghia quellidellatabellaXL VI!].
~:NEP 523
I
I
I
'

I
I
I s

I
I
·1 Fig. 89. Dadiad intagli concopiglia:funzionamento e montaggio.

mato dopo il taglio in modo che le fi- pedisce quindi la rotazione reciproca tro una faccia del dado o della testa
lettature non sono più coassiali. All' at- fra vite e dado: in considerazione del della vite: l'impedimento alla rotazio-
I to del montaggio la vite costringe la fatto che le posizioni di regolazione
parte deformata a riallinearsi, per cui nella rotazione corrispondono a fra-
si genera una reazione elastica che zioni di giro, e quindi assialmente in
ne rispetto alla superficie che interes-
sa la rondella si estende così alla vite o
dado. Nel tipo di figura 91 l'elemento
·1 spinge sui filetti. analoghe frazioni del passo, il posizio-
I dispositivi a sicurezza assoluta si ba- namento risulta abbastanza preciso (si
sano, come già detto, sull'impossibi- può in casi particolari praticare nella
di impedimento alla rotazione è una
linguetta sporgente dalla circonferen-
za esterna che va ripiegata su un bor-
lità di effettuare lo svitamento senza vite due fori diametrali fra loro orto- do del p~zzo,_mentr~_in figura_ 92 un
togliere il dispositivo. - gonali, riducendo anco·ra le poss1bili dentino ripiegato verso il basso si in-
Uno dei più usati è quello basato variazioni di posizione). I dadi ad in- serisce in un piccolo foro praticato ac-
sull'impiego simultaneo di un dado tagli unificati (fig. 90) sono dimensio- canto a quello filettato.
ad intagli e di una copiglia o spina nati secondo la tabella XLIV, mentre Funzionamento analogo hanno le pia-
(fig. 89): il dado ad intagli è un dado per le copiglie si rimanda al successi- strine di sicurezza (fig. 93).
esagonale, normale o alto, con o senza vo capitolo. Un semplice dispositivo è anche quel-

1-- risalto, con sei i!_ltagliraqiali (1_0per _ I vari tipi di rosette_dtsic1,11:ezza


diametri di filettatura da 42 in su), nei sano sul principio di ancorare un'ap-
quali si inserisce una spina (o meglio posita parte della ros~tta (linguetta o
si ba-_ Jo .di .figura 94, in c.uiil ripiegamento_ ..
di due lembi della stessa piastrina
contro i lati di due bulloni blocca ogni
una copiglia) che si infila in un foro dentino) alla superficie d'appoggio e possibilità di rotazione degli stessi.
diametrale praticato sulla vite ed im- di ripiegare un tratto della rosetta con- La rotazione di viti o dadi può anche

I
Per diametro di Per diametro di Per diametro di Per diametro di
filettatura 4 + 10 filettatura 12 + 52 filetta tura 4 + 39 filettatura 42 + 52
(6 intagli) (10 intagli)

~-=
.I --~--~

m s

I h h

I Fig. 90. I dadiad intagli unificatiUNI 5593.

I 524
Larghezza
s deidadi
esagoni
adintagli Diametri
Filettatura
o
I
di foroper
V
6H m r s
d h n
Grezzi
9
Lavorali
8
la copiglia

1,5
min

4
a passo
grosso
M4
a passo

-
fine
- 5 3,2 1,2
max

0,6 7
: I
- 11 1,5 4 - -
14
17
14
17
2
2
6
6
MS
MS
M7
-
-
-
-
6
7,5
8
4
s
5,5
1,4
2
2
0,7
1
1
8
10
11
I
19 19 3 6 MB M8x1 - 9,5 6,5 2,5 1,3 13
22
32
36
22
30
36
3
4
5
6
8
10
M 10
M 12
M 14
M 10x 1,25
M 12x 1,25
M14x1,5
-
17
19
12
15
16
8
10
11
2,8
3,5
3,5
1,4
1,8
_J,8_-
17
., 19
22
I
- --·
46
50
60
46
50
60
6
6
.0
12
12
14
M 16
M 18
M20
M16x1,5
M18x1,5
M20x1,5
22
25
28
19
21
22
13
15
16
4,5
4,5
4,5
2,3
2,3
2,3
24
27
30
I
65 65 8 14 M22 M22x 1,5 30 26 18 5,5 2,8 32
70
-
-
70
80
85
8
10
10
14
16
16
M24
M27
M24x2
M27x2
34
38
27
30
19
22
5,5
5,5
7
2,8
2,8
3,5
36
41
46
I
M30 M30x2 42 33 24
Tnb. XLIX. Diametridei fori per le copigliee
sporgenzeminime di queste, in funzione della
larghezzain chiavedei dadi.
M33
M 36
M39
M33x2
M36x3
M39x3
46
50
55
35
29
40
26
38
31
7
7
7
3,5
3,5
3,5
50
55
60
I
M 42 M42x3 58 46 34 9 4,5 65
M45
M48
M45x3
M48x3
62
65
48
50
36
38
9
9
4,5
4,5
70
75
I
M52 M52x3 70 54 42 9 4,5 80
Materiale:
acciaioclasse4 D - 5 O- 6 S - 8 G (UNI3740-65),
o materiale
nonferroso.
I
~--------------.,
Tab. L. Dimensionidei dadi di figura 90.
Tolleranze:
categoriaA, secondoUNI3740-65.

I
I
I
I
I
J I
Fig. 91. Rosetta di sicurezza con linguetta: sono illustrati alcuni esempi di applicazionie le di111e11sio11i
UNI 6601.
caratteristiclzed_ellerosette unificate I
525 I
-I
-
I Designazione
s I
UNI
6600-69 UNI
6601·69 Diametro
di filettatura
d=d,
bullone
I 3,2 0,3 13 4
b d2
11 7
b
6
e

3
:

4,3 0,3 14 5 14 8 7 4

I D _L
5,3
6,4
7,4
0,4
0,5
0,7
16
18
20
6
7
7
17
18
19
10
12
14
9
9
10
5
6
7

I 8,4
10,5
13
0,5
0,5
1
20
22
28
8
10
12
23
26
28
16
20
22
12
13
15
,.
8
10
12
15 1 28 12 33 26 17 14
I 17
19
21
1
1
1
32
36
36
15
18
18
40
40
45
32
32
38
20
20
23
16
18
20

I •;
23
25
28
1
1
1,6
42
42
48
20
20
23
50
50
57
42
42
48
25
25
29
22
24
27
31 1,6 52 26 63 54 32 30
I 34
37
40
1,6
1,6
1,6
56
60
64
28
30
32
68
75
82
58
64
70
34
38
41
33
36
39

I 43
46
50
1,6
1,6
1,6
70
75
80
35
38
40
89
95
102
75
82
88
45
48
51
42
45
48
54 2 85 44 107 94 54 52
I Tab. LI. Dimensionidelle rosettecon li11g11etla
e dellepiastrine di sicurezza1111ificate.

1- Fig. 92. Rosettedi sic11rezzn


con naselloo den-
tino, unificalenella UNI 6599.

1
I --_-_
--©-·- I

I
• ..o
Testa di vite
o dado forato

I I
I
I e 5
Fig. 94. I111pcdi111e11to
alla rota:ionerealizza-
to con 11napiastrinaunica per due viti.
Fig. 95. Legaturadelletestedc/le viti.

I
I
I
I d

I Fig. 93. Piastrinedi sicurezzn,UNI 6601. Fig. 96. Rosettadi sic11rezzn


per ghiere.

526
I
essere impedita con la legatu.i;a di.fi-
gura 95, in cui un filo metallico pas-
Un particolare tipo di rosette di sicu- in una scanalatura assiale sull'albero
rezza (fig. 96) è previsto per le ghiere impedendone la rotazione relativa
I
.
sante per appositi forellini praticati ad intagli del tipo raffigurato in figura mentre uno dei dentini periferici vie-
negli elementi interessati ne impedi-
sce ogni movimento.
97: il dente sporgente dalla circonfe- ne ripiegato, a serraggio effettuato in
renza interna della rosetta si impegna uno degli intagli della ghiera, impe-
dendo anche a questa di ruotare ri-
I
spetto all'albero e quindi di sfilarsi
Designazione
di cl, s
k
Dimensioniperl'applicazione
h g
Perbulloneria (fig. 98). Questo tipo di serraggio è
con diametro
di filettatura spesso utilizzato nel montaggio dei
cusci'"letti volventi (fig. 99).
I
3,2 11 0,3 4,5 2,5 3 3 Mantenendo fermi i principi su cui si
4,3
5,3
6,4
14
17
18
0,3
0,4
0,5
5,5
7
7
2,5
3
3,5
3
4
4
4
5
6
basano i dispositivi anti svitamento,
oltre a quelli fondamentali visti fino-
ra, si trovano in commercio numero-
I
---- --
7,4
8,4
10,5
19
23
26
0,5
0,5
0,5
7,5
9
10
3,5
4
4,5
4
4
5
7
8
10
sissimi altri èle-menti di montaggio e
serraggio non unificati: per darne
un'idea ci limitiamo ad un panorami-
I
13 29 1 10,5 6 5 12 ca di alcuni fra questi (prodotti dalla
15
17
33
40
1
1
12,5
15
6
7
5
6
14
16
soc. Gally) indicandone nelle relative
illustrazioni i principi di funziona-
mento (figg. 100, 101, 102, 103) e dan-
I
19 40 1 15 7 7 18 do delle dimensioni indicative nelle
21
23
25
45
50
50
1
1
1
17,5
20
20
7
7
7
7
8
8
20
22
24
tabelle LIV, LV, LVI.
I
28 57 1,6 22,5 9 10 27
31
34
63
68
1,6
1,6
25,5
28
9
9
10
10
30
33
I
37 75 1,6 31 9,5 12 36
40
43
46
82
89
95
1,6
1,6
1,6
33
36
38
11
11,5
12,5
12
12
14
39
42
45
I
50 -- 102 1,6 13 .. 14
54
58
107
112
-
2
2
41
43
45
14
14,5
14
18
48
52
56
I
62 119 2 48 15,5 18 60
66
70
74
125
131
138
2
2
2
51
54
57
15,5
15,5
17---- -
18
18
64
68
72
I
- - - - - ·- -- -- 18
- - 76
78
82
144
150
2
2
60
63
17
17
21
21 80
Fig. 98. Il funzionamento della rosettadi si-
I
Tab. LII. Dimensionidellerosettecon nasellounificate. curezza nel montaggiodi ghiere.

I
I
o
--e-- I
I
T

m
I
Fig. 99. Esempiodi bloccaggiodi un cuscinet-

Fig. 97. Ghieraad intagli.


to a sfere con gliieraad i11tnglie rosettadi si-
curez:zn. I
527
I
------------ I
I"
Filettatura
d D,. b, D m n d s E F e PASSO
e I H
Max s
Normale Fine

I M10x0,75
M12 X 1
M15 x 1
18
22
25
4
4
5
13,5
17
21
3
3
4
2
2
2
10
12
15
1
1
1
3
3
4
8,5
10,5
13,5
3
3
4
0,8
1,0
-
0,75 10
8 9,2
11,5
6,1
8,2
4,0
4,5
M17 x 1 28 5 24 4 2 17 1 4 15,5 4 1,25 1,0 13 14,9 10,6 6,5

I M20x 1
M25x 1,5
32
38
6
7
26
32
4
5
2
2
20
25
1
1,25
4
5
18,5
23
4
5
1,5
1,75
1,25 17
1,5 19
19,5 12,6
21,8 15,4 10,0
8,0

M30x 1,5 45 7 38 5 2 30 1,25 5 27,5 5 - 1,25 19 21,8 15,4 10,0

I M35x 1,5
M40x1,5
_M45x_1,5__
52
58
65
8
9
10
44
50
56
5
6
6
2
2,5
2,5
35
40
45
1,25
1,25
1,25
6
6
6
32,5
37,5
42,5
5
6
6
2,0
2,0
2,5
1,5
1,5
1,5
22
24
27
25,3 17 11,0
27,6 19,1 12,0
31,0 22,5 14,5
2,5 1,5 30 34,5 24,1 15,5
I M50x1,5
M55x2
M60x2
70
75
80
11
11
11
61
67
73
6
7
7
2,5
3
3
50
55
60
1,25
1,25
1,5
6
8
8
47,5
52,5
57,5
6
7
7
2,5
3,0
1,5
2,0
32
36
36,8 25,6 16,5
41,4 27,1 17,8
M65x2 85 12 79 7 3 65 1,5 8 62,5 7 3,0 2,0 41 47,1 29,4 20,0

I M70x2
M75x2
M80x2
92
98
105
12
13
15
85
90
95
8
8
8
3,5
3,5
3,5
70
75
80
1,5
1,5
1,75
8
8
10
66,5
71,5
76,5
8
8
8
3,5
3,5
4,0
2,0
2,0
3,0
46
50
55
52,9 32,9 22,5
57,5 35,7 24,0
63,2 39,2 26,0
4,0 3,0 69,0 42 30,5
I M85x2
M90x2
110
120
16
16
102
108
8
10
3,5
4
85
90
1,75
1,75
10
10
81,5
86,5
Tab. LIII. Dimensionidi ghieree rosettecon riferimentonllefig11re96- 97 (da catalogoFAG).
8
10 4,5
4,5
3,0
3,0
60
65
70
74,7 45,5 33,0
80,5 48,3 35,0
5,0 3,0 75 86,2 52,7 38,0

I 5,0
5,5
5,5
3,0
4,0
4,0
80
85
92,0 56,6 41,0
97,7 60,5 44,0
90 103,5 64,4 47,0

I 6,0 4,0 95 109,2 69,4 51,0


Tab. LIV. Dimensioni dei dadi VARGAL di
fig.100.

-1 o
PASSO
e I H
Normale Fine

I 6
8
10--
1,0
1,25
-
1,0
l,25-
10
13
11,5
14,9 8
6

11-- -19,5- -10


1,5

I Fig. 100. DadoautofrenanteVARGAL con molla (corrispomfe11tc al tipo UNI 9319): il collare
12
12
14
1,75
-
2,0
1,5
1,25
1,5
19
19
22
21,8 12
21,8 12
25,3 14
superiorea11111e11/a 16 2,0 1,5 24 27,6 16
I l',11/rilosul filetto per co11trazio11e
dimnt?trale
provocatadallamolla.
18
20
2,5
2,5
1,5
1,5
27
30
31,0 18
34,5 20
22 2,5 1,5 32 36,8 20

I 24
27
30
3,0
3,0
3,5
2,0
2,0
2,0
36
41
46
41,4 22
47,1 25
52,9 27

Il e
33
36
39
3,5
4,0
4,0
2,0
3,0
3,0
50
55
60
57,5 30
63,2 33
69,0 35
42 4,5 3,0 65 74,7 38

I 45
48
52
4,5
5,0
5,0
3,0
3,0
3,0
70
75
80
80,5 41
86,2 43
92,0 47

I 56
60
64
5,5
5,5
6,0
4,0
4,0
4,0
85

95
97,7 50
90 103,5 54
109,2 58

I REXER con inserto i11 acciaio:l'inserto bloccatonel dado con 1111 Tab. LV. Di111e11sio11i
Fig. 101. Dado a11tofrena11te
bordinoesercitaassialmente111111spinta do,•utaa defor111azione il dadodi fig. 81). figura 101.
elastica(co111e
dei dadi REXER di

528
I
,- --··
PASSO
I
e
o
Normale Fine
H h

I
5 0,8 - 8 5 3
6
8
10
1
1,25
1,5
1
-
1,25
10
13
17
5,8 3,6
7,4 4,8
9,4 6
I
12 1,75 1,5 19 11,2 7,2
12
14 2
- 1,25
1,5
19
22
11,2 7,2
12,7 8,4
I
16 2 1,5 24 14,7 9,6
18
20
2,5
2,5
1,5
1,5
27
30
16,0 10,8
16,0 12,0
Fig.102. DadoautofrenanteTOPLOCK; l'at-
I
Tab. LVI. Dimensioni dei dadi autofrenanti trito supplementareè generatodallareazione o PASSO e I H H
TOPLOCK. deifiletti terminalipredeformati.
4
5
0,7
0,8
7
8
10
12
3,2
4,0
0,5
0,8
I
6 1,0 10 14 5,0 1,0

b)
6
6
1,0
1,0
10
10
16
18
5,0
5,0
1,3
1,4
I
8 1,25 12 18 6,5 1,4
8
8
8
1,25
1,25
1,25
13
12
13
18
22
22
6,5
6,5
6,5
1,4
1,8
1,8
I
10
10
12
1,25
1,5
1,75
14
17
19
22
22
8,0
8,0
25,5 10,0
1,6
1,6
2,4
I
o
- .
PASSO

Normale Fine
e I H s I
-
li
3
4
0,5
0,7
5 - 0,8 .
-
-
--
5,5
7,0
8,0
6,4 3,2
8,1 4,0
9,2 5,1
2,75
3,55
4,50

a) e)
6
8
10
1,0
1,25
1,5
-
-
1,25
10,0
13,0
17,0
11,5 6,1
15,0 7,9
19,6 9,6
5,50
7,10
8,70
I
12 1,75 1,25 19,0 21,8 11,6 10,70

o e I H h I
I
M2,6x 0,45
M3 x0,5
M4 x0,7
5
5,5
7
8
8
10
3,1
3,7
4,5
2
2,4
3,2
1,0
1,0
1,1
I
..M5x0,8 11 5,0 1,1
M5x0,8
M6 x 1
8
8
10
12
13
5,5
6,0
3,3
3,3
4
1,1
1,5
I
M6 x 1 10 14 6,0 4 1,2
M6x 1
MBx 1,25
M8x 1,25
10
12
13
16
17
17,5
7,0
7,5
8,0
-
5 1,5
4,5 1,3
-
I
M10x 1,25
M10x1,5
M12x 1,25
14
14
17
19
19
23.6
9,0
9,0
11,5
6
6
1,8
1,8
6,5 2,2
I
M12X 1,75 17 24 11 7,5 2
Fig. 103. Dadiflangiati:l'effettoa11tisPil11111e11to
in pratica1111a rosetta·elastica
si ottiene nel casoa per il fatto e/relaflangia è
a tazza,co;;inel tipo/, con ,ma rosettadasticadentata,mentre nel
tipo e si ha 1111più leggeroeffettofrenantedo,mtoa/!ttscabrositàdellaflangiad'appoggio.
Tab. LVII. Di111e11sio11i
di dadi flangiati:
i11bassoper i tipi a, b, e di fig11m103.
d1111'11lt0
I
529 I
I
I plificazione che ne consentano un di-
segno genera;e più rapido.
Riassumendo, non compaiono in ge-
nere nei disegni gli spigoli degli smus-
Gli elementi esagonali (dadi e teste si di teste e dadi, i tratti di filettatura
I IL DISEGNO
delle viti) vengono rappresentati in
modo convenzionale, ma con un certo
incompleti, la forma delle estremità e
le gole di scarico: tutti questi elementi
DEGLIORGANI realismo, in figura 104. risultano infatti definiti nelle tabelle

I DI COLLEGAI\1ENTO
FILETTATI
In figura 105 si ha una rappresentazio-
ne che eliminando smussi e raccordi,
pur mantenendo i rapporti della figu-
alle quali si fa riferimento nell'indica-
zione delle viti, dadi, ecc..
Si rimanda anche alla figura 1 del ca-
ra precedente, facilità la rapidità di di- pitolo 9, in cui, proprio illustrando'le

I Si sono già viste le regole per la rap-


presentazione delle filettature: anche
per gli organi di collegamento filetta-
segno. In genere le viti ed i dadi saran-
no rappresentati secondo quanto pre-
visto dalla UNI ISO 6410 come nel
semplificazioni di disegno, si mostra-
no rappresentazioni di ins~rti e fori fi-
lettati, complete di quotatùra.
to sono previste delle regole di sem- prospetto di figura 106.
I ,;;,"'".
':'-\j{Rappresentazione
:f;,.,:-{t:;~fa
·····J:;·:··
. ·-·:.. .. ·-
semplificata
·,; - .;,.
-,

· Denominazione
· ·•
-~{~:\
~
a
-·· _r. ; .:.~
•• -.s • a a

o-
J.,
i 2
I l-·-·-·E---~- Vitea testaesagonale

1 fil]
,.,,,;I"};
I B -[-·-·-·l---8 Vitea testaquadra ' :

I @ ·I----]---~- Viteconcavaesagonale
-@.-
0 +·---J:-·G Vitea testacilindrica
(ocilindrica
conintaglio
arrotondata)

I @ -1-·-·3-·-@- Vitea testacilindrica


conimpronta
a croce
Fig. 104. Disegnodeglielementidi bulloneria
a prisma esagonale:la costruzione del dado
valeancheper la testa della vite.

I 0 +·-·-l--~ - -·- Vitea testasvasataconcalotta.


ed impronta
ad intaglio
-

@ -[---:3 .--(] Vitea testasvasataconcalottaedimpronta


a croce

I
-, --- 0- -1-~---l--~ ·-·
Vitesenzatestasvasatapianaconintaglio
-· ·- - - - -- - -

I-.- -.:l-.-~ -
® Vitea testasvasata
pianaconintaglio

I 0- -I·-.---.---=I- Vitesenzatestaconintaglio(grani)
-@-
.. Fig. 105. Disegnosemplificatodei bulloni.

I 0 --<!'~I e Vitiautofilettanti
e perlegnoconintaglio

• ,\ . o. ,,

I -~-9 Viteadalette
·-
, _.:
. _,
ENTENAZiONALE. _:.. ·:. -::,:_
ITALIANO
, ,,
D1.UNIFJCAZJONE:t/:.
-. •--r ,f,- ,"- :--,~,. ,•~<n-,.,!--~-(:~;t.':i

e
Lanonnativa prevedeungrannumerodi elementi filet-
tatipercollegamenti didiversotipoe campodi impiego.
Dadoesagonale
-~ Nonè pertantopossibile elencarequii rilerimenti a tul·
te le tabelle.

®~
Qualcuno frai piùsignificativi
è statocilatoneltestodel
Dadoesagonale
a corona capitolo;è tuttaviaopportuno ribadireancorachei rife-
rimenticorrettied aggiornatisi possonoaveresoltanto

I G o-
-
Dadoquadrato
conle pubblicazioni editedall'UNL
In questocasovannocttatiin particolare
neraledellenorme(pubblicato
il manualeMGspecifico
il Catalogo
a cadenzaannuale)
perla bulloneria.
ge-
ed

I @ (( Dadoadaletta
Fig. 106. Rappresentazione semplificata di
elementifilettati normalizzati.

I 530

·1 ---·
I'

1. Indicaregli erron·di rappresentazionenei 3 collegamenticon viti.


I
·-
I
I
I
I
I
I
-2.-Dal-complessivor;ppresentatosi ricavinoi disegnicompletid~iparticolari.-. 1-
I '

-,-
I
B-B
I
Contropunta

2
3
Basamento
Corpo
Supporto
I
-e---_-_-_-_-_-_)-
0
I
I 4
5
6
7
Cannotto
Vite
Boccola
Volantino
I
,..
-
Al
8
9
10
11
Contropunta
Monopola
Vite M6x20 (2 pezzi)
Vite M6x50
I
12
13
14
Dado
GranoM6x6
Spina elast. 05x24
I
531
I
I
I 3,.,Dal complessivorappresentatosi ricavinoi disegnicompleti dei particolari.
I
-,
I
I
I
I
I
I
,- T
IA
0
I 13
Tolleranze secondo UNI ISO 8015
Tolleranze generali secondo UNI ISO 2768 m-K
Rosetta 2A• 17 UNI 6592-R40C
12 Vite UNI :?31 M8•20-6.8 [sir. Cl UNI 947

I 11
10
9
8
7
Vite UNI :?25 MS•8-6_8
Vile UNI :?27 M8•15-6.8
Dodo MB ~NI 5588-A-65
Vite UNI :?31 M6•12-6_8
lm u noL·o A 25 UNI 6532 C40 U'II 7845

I 6
5
4
3
C40
C4D
C40
C40
l.:NI 7845
u:-:1 7845
UNI 7845
UNI 7845
2

I N. OOS
Base

Doto
C25 UNI 7845

I Trolt

De,.:,-,inczione
DYr HRC

APPOGGIOREGOLABILE
Dis. N

Codice

Gru;:-:>o

I CJ-+- S<O'o
o~~

Doto
~~--<

I 532
I
4.. Dal complessivo rappresentato si ricavino i disegni completi dei particolari.
83.5
I
I
I/')
-i-
o I
I
I
I
·I
I
'

I
3.2 /
I
V
3
Tolleran2e generali secondo UNI-ISO 2768-m
Tolleranze UNI ISO 8015
Smussi non quotati 1 x 45
I
~ -....
A"'"4 Ti"'Uat.l

""'
""
Ulfl SUt

"·"'' $111
""' $717
,,,.., SSH
r.
h

r,
r.
34 A U!il !.334

34 A UNI su•
14 A U.'# $.314

.14 A U/iJ "'•


F• 34 A U/òl S"4
I
,..... F• 3,1 A ,,,.., U34

·--··
/'vr.lfa/--
s-..,.,,_,,,
... ,... w
r. ,., "-• n1•
Ft 34 A l'l>1 S:134
T• 34 A i;,,·1 S314
I
hl•,,.. T• 14 A U.'11 $»4

,.. Denom1naa.one Malcnak Q .. Mole

°"' I r•n•-.,._.
r,mta.
--o O-,,.vn1•
I
I
COCl•ct

s,;.,. I ; 5

• .._., -···--·-··· ... w.._. CJ@ O..• •t-OC-H

533
I
1
5• Dal complessivorappresentatosi ricavinoi disegni completi dei particolari.

A-A

Tolleranze generali UNI 150 2768 m-K


'IA Tolleranza secondo UNI ISO 8015
12 ROSETTA I UNI 1749-iO
11 CORPO I1
10 IArr-u I•
9 ALB[KO 11
8 VALVOLA 11
G· 7 ROSETTAA-C e
6 MOLLA l UNI 8525-3.2x25x ~2.5
5 rDNDO l
4 SCATOLA I
3 SOPPORTO I
2 PULEGGIA IJ
1 DADO Il IUNl 5588-Ml0-4i)
N" Denomlna2t0ne Nattn,.Je I çl Nolc
I
• I

·- ....I ........
I"'.,,.._
....
I I
·-·
...,ll•-"1--"·1°'""···"·
..
, ,, J "*••1•111 I ...""' 1••~
N

-
CH<e
Oenominozione ALZA VALVOLA
,,
Gruppo
....
8-$ .....
1210·
LI
1
'
.... IS/0f,/96

534
·1

CAPITOLOQUINDICESIMO

I
t
f~~
i'.:·;
;·s,, ;•. ;-.·_.
......
-: .-. ..: •I collegamenti I
smontabili I
non fileffati I
I
DE : .
...
I ELEMENTI> --·-··
..

chiavette
··-~
--· .
... ~
..
--- ,,.____...
• • _...r-t•

linguette
,.
.. ·-
.,
'spine
,,..,..
.
__
:-,.·
....
I

~
•~-~
,: .. ..
••

anelli
scanalati I
~ .. t (,·:
elastici

I COLLEGAMENTI impedimento .. ... ..... .,

ALBERO-MOZZO alla rotazione I . .. I ..


I ~ I
..
,.• -,-
,. -.. .. wr~=?i"·.
L'unione di parti meccaniche median-
impedimento
alla traslazione
··
I I
I'
I ,,-.,,....
I
te elementi che possano essere rimossi
in caso di necessità senza alterazione
né delle parti collegate né degli ele-
centraggio o
riferimento ·
-·--
·--·
I . I '
I I
menti stessi, che potrebbero anche es-
_sere riutilizzati, viene correttamente
effettuata nella maggior parte dei casi
--sicurezza
arresto
od
I - ...
••r.
-·I
-·----.. - ..
I
con elementi filettati. Tuttavia in nu-
merose occasioni, sia per rapidità di Fig. 1. Uso di divers{elementism01~tabili
secondole esigenzedi collegamento.
montaggio, sia per particolari neces-
sità, si fa uso di svariati altri organi di
collegamento.
Come nel caso de.gli organi filettati.,. ~-~
l'evoluzione tecnica ha portato all'ela-
~ (~i [6~ CTED~-
borazione di un gran numero di com-
ponenti per soddisfare la più ampia a) d) ~ g)\_~
varietà di esigenze mentre d'altra par-
te la necessità di ridurre i costi e l'op-
portunità di disporre facilmente degli
I
elementi richiesti ha spinto verso la
standardizzazione, sviluppata più che
in altri settori (il numero di tipi di ele-
menti di collegamento utilizzati
I
nell'industria automobilistica ameri-
cana si è ridotto nell'arco di dieci anni
di più del 40%).
Il collegamento fra due o più parti può
I
essere necessario per:
- evitare la rotazione reciproca
- evitare la traslazione reciproca
Fig. 2. Il collega111e11to
fra alberoe mozzo può esst.'rrefft.'ltuatoin dh•crsimodi:a) forza111e11to;
co11estremitàprismaticae codolofilettato per dadod'arn•sto;e) su estremillÌco11icnco11dado o
ghieradi forzamento;,f) co11chiavetta;e)co11li11g11etta
b)

,_,dadod'arresto;f) con spi11atrast•ersale;


I
g) co11gra110di pressione;h) co11accoppiamentoscn11alato; i) per brasat11ra
o sal,Jatura.
- assicurare un centraggio od una po-
sizione
- garantire una si_curezza contro uno
elementi di collegamento non filettati,
da cui si può notare che con uno stes-
rotante ed il mozzo di una puleggia o
di una ruota dentata, in modo che pos-
I
smontaggio spontaneo od impedire so elemento possono essere soddisfat- sano ruotare solidalmente. In figura 2
lo spostamento oltre un certo limite.
In figura 1 sono m"essein correlazione
tali esigenze con i tipi fondamentali di
te anche più esigenze.
Uno dei problemi più frequenti da ri-
solvere è il collegamento fra un albero
sono mostrate diverse possibili solu-
zioni e di queste verranno di seguito
specificate le caratteristiche.
I
535 I
I inferiore della chiavetta è in genere di ce a 90° o 120°, per evitare indeboli-
1:100 e la chiavetta si comporta come mento della sezione dell'albero ed
un cuneo inserito fra albero e mozzo: ovalizzazione del mozzo.

I CHIAVETTE
E
LINGUETTE
l'inserimento forzato della chiavetta Il forzamento in senso radiale lascia
tende ad allontanare fra di loro l'albe- un certo gioco circonferenziale fra i
ro ed il mozzo, che sono invece fra lo- fianchi della chiavetta e quelli delle
ro fortemente premuti nella zona dia- cave: tale gioco non viene disegnato, a
I Si tratta di elementi simili nella forma
ma funzionanti secondo principi di-
versi.
metralmente opposta. Si realizza così meno che non si voglia evidenziarlo
un forzamento e la trasmissione del per meglio individuare il tipo di colle-
moto avviene per attrito nelle zone di gamento (fig. Sa). Come già detto a

I Le chiavette sono essenzialmente dei


prismi a sezione rettangolare a lar-
ghezza costante e spessore decrescen-
contatto (fig. 4): si può rilevare che le suo tempo, anche l'abbassamento del-
deformazioni indotte dall'azione del- le generatrici dell'albero in corrispon-
la chiavetta sul mozzo tendono a pro- denza alle cave non viene rappresen-
te da un'estremità all'altra, che vengo- vocare un'eccentricità che sconsiglia tato nel disegno (fig. Se). - -- --

I no incastrate per circa metà del loro


spessore nel mozzo e per l'altra metà
nell'albero, in apposite scanalature,
l'uso delle chiavette per elevate velo- Le chiavette normalizzate sono di di-
cità di rotazione. versi tipi:
Nel caso in cui si renda necessario - chiavette, dette talora chiavette in-
dette cave (fig. 3). l'uso di due chiavette, è meglio non cassate, diritte (forma B, figura 6) o
I L'inclinazione fra le facce superiore ed collocarle a 180° fra loro e porle inve- con estremità arrotondate (forma A,

I a)

I
I
I b)

I
I Fig. 3. Le chiavetteso110i11serite
t11di11nli
(cave).
fra alberoe 1110:z:zo,
generalmentein appositesc1111alnt11re
lo11gi-

NO
I
-r ----1-
e)

A-A
Al Non c"ècontatto

I 1Y

I SI

--1U ______IJ~--
I
I Fig. 5. a) La chiavetta,forzando radia/111e11te,
può presentaregiocosui fianchi; b) due chia-
;_,ettedevono essere montale a 120° fra loro;

I Fig. 4. La chiavettaesercita1111
In lmsmissionedel motom1r.1ie11egrazieall'attrito nellezone di contattodin111etral111enfe
c) il ribassamentodellegeneratricidell'albero
forznmentoradialefra alberoe mozzo e risultaquindi compressa: in corrispondenzadelle cave 11011
opposte. g11nlo.
, 1ie11edise-

I
,
536

__

... i., ·-

Hl!!•rnlffllll I ;

figura 7), per il cui alloggiamento so-
I
.
.

l::::::,.1:100 rio previste cave nell'albero e nel moz-


zo: la profondità della cava nel mozzo
è circa la metà di quella nell'albero ed
1
il suo fondo può avere un'inclinazio-
ne di circa 1:100 rispetto all'asse;
- chiavette ribassate (fig. 8), di forma
I ·
A o B, per cui la cava è solo nel moz-
zo, mentre l'appoggio sull'albero è
una semplice spianatura;
- chiavette ribassate concave (fig. 9),
I
solo diritte, la cui faccia inferiore pre-
senta una concavità in senso trasver-
sale e si appoggia semplicemente
I
sull'albero, mentre sul mozzo è prati-
cata la cava.

Fig. 6. Chiavettadiritta e relativacavasull'albero.


Il momento torcente trasmissibile dai
tre tipi sopra detti è circa in rapporto
1:1/2:1/3.
I
Le cave per le forme diritte hanno lun-
b ghezza circa doppia rispetto alla chia-
vetta e sono in genere eseguite con
I
frese a disco, mentre per le forme ar-
.:::1
rotondate le cave ripetono la forma
della chiavetta e sono eseguite con fre-
se ad asse verticale (si vedano ancora
I
le figure 6 e 7 ed il capitolo 8).
I /
Esiste anche una forma C, in cui
un'estremità della chiavetta è diritta e
l'altra arrotondata, che può essere
I
usata quando la cava si trovi all'estre-

d
mità di un albero.
Le cave nei mozzi sono passanti per
tutta la lunghezza: nel caso di inclina-
I
zione del fondo della cava sul mozzo
.cl t:,,..1:100
si deve fare attenzione al verso di
montaggio.
I
--I,_,!
-- I- Si noti che le chiavette hanno spigoli
smussati per evitare forzamenti·neJ-·
contatto con gli arrotondamenti al rac-
cordo con il fondo della cava (fig. 10).
I
.of f__
: --~
I
Fig. 7. Chiavettaarrotondatae relathmcava,con indicazionedelledimensionicaratteristiche.
I
,/R I
I
Fig. 10. Smussi s111 bordo delle cl1im.'etteed
I
arrotondamentidi raccordosul fondo delleca-
ve de,10110 esserecompatibilicome misure per
evitarepuntamenti localizzati(lo smusso può
esseresostituito da 1111arroto11da111e11to
valore).
,fi pari
I
Fig.B.Chiavettaribassata
e spianatura
s11/l'albero. Fig. 9. Chiavettaconcava.

537 I
I do di fornire un appoggio per rimuo-
vere la dùavetta, quando non sia pos-
sibile fare ciò spingendola dal lato op-

I posto a quello da cui è stata infilata,


come generalmente avviene.
Sarebbe opportuno, nel caso di facile
accesso aHa chiavetta e di discrete ve-
I locità, ricoprire il nasello con un anel-
lo di protezione, per motivi antinfor-
tunistici (fig.14).
Le chiavette tangenziali sono un par-
I 5-(H-D)=Hi
ticolare tipo di collegamento_usato per
trasmettere grandi potenze a velocità
non elevate: sono montate in coppia e
collocate a 120° fra loro (fig.15).
I Fig. 11. Misura delùiprofonditàdi una ca;:,acon l'aiuto di un blocchettodi riscontro. Gli alloggiamenti sono costituiti da

Le dùavette sono definite nelle norme

I in funzione dei diametri degli alberi


in cui vengono poste, nell'ipotesi che
siano in grado di trasmettere la forza ~- h

corrispondente al momento torcente t::,,,.1:100

I trasmissibile mediamente dall'albero:


l'indicazione si fa mediante forma,
larghezza, altezza, lunghezza e riferi-
,,:,-·.,··,,. _','
.

mento alla norma, cioè, ad es. per la fi-


I gura 7, chiavettaA- b x h x I UNI 6607.
Le tabelle I e II riportano i dati relativi I.a! )
ad alcwu tipi di dùavette unificate.
Come le tecniche di realizzazione, an- f..!.I .I
I che le modalità di misura delle cave
ne influenzano la quotatura: ad esem-
pio la profondità della cava in un al- Fig. 13.~hiar,ett.acol!nasello.

I bero può"essere misurata direttamen- -..---------------------------------,


te, oppure, meglio, per differenza,
sottraendo la misura del blocchetto di
riscontro inserito nella cava stessa,
I come in figura 11, ed in questo caso
la tolleranza potrà essere prescritta
con r!_f~~i!_ll~~to al tipo ~l_bero,_~nzi-
ché foro.
I Analogamente la cava nel mozzo vie-
ne in genere misurata sommandola al
diametro del foro (fig.12).
Le chiavette ora viste potranno a\'ere
I un nasello, cioè un rialzo all'estremità
di spessore maggiore (fig. 13), in gra- -4

I Fig. 14. Il montaggiodellechiavettecon nasellopuò richiedereun collaredi proteziones111011tabile.

I
I
I
I Fig. 12. Misura interna dellacava, somm11ta
al diametrointernodel mozzo. Fig. 15. Chiavettetangenziali:il montaggioavvienea coppiesfasatedi 120°.

538
I
I --
CHIAVElTA NAS CAVA
Raggio
di
I
Diametro
albero Profondità arrotondamento
Altezza
d Sezione
. bx h
Lunghezza
I
Smusso
s
nasello Larghezza
h, b Albero Mozzo
~ '2
r
I
da6finoa8 -2x2 da 6 finoa 20 - 2 1,2 0,5
oltre8 finoa 10
oltre10finoa 12
3x3
4x4
da6finoa36
da8finoa45
0,16+ 0,25 -
7
3
4
1,8
2,5
0,9
1,2
0,08+0,16
I
oltre12finoa 17 5x5 da 10finoa 56 8 5 3 1,7
oltre17finoa 22
oltre22finoa 30
oltre30finoa 38
6x6
8x7
10X 8
da 14finoa70
da18finoa90
da22finoa 110
0,25+0,40 10
11
12
6
8
10
3,5
4
5
2,2
2,4
2,4
0,16+0,25
I
-·---- .. --
oltre38finoa 44 12X 8 da 28finoa-14O 12 12 2,4
oltre44finoa 50
oltre50finoa 58
14x9
16X 10
da 36finoa 160
da 45finoa 180
0,40+0,60 14
16
14
16
5
5,5
6
2,9
3,4
0,25+0,40
I
oltre58finoa 65 18X 11 da50finoa 200 18 18 7 3,4
oltre65finoa 75
oltre75finoa 85
oltre85finoa 95
20x 12
22x 14
25X 14
da 56finoa 220
da 63finoa 250
da 70finoa 280 0,60+0,80
20
22
22
20
22
25
7,5
9
9
3,9
4,4
4,4 0,40+ 0,60
I
28X 16 da80finoa 320
oltre95finoa 110
oltre110finoa 130
oltre130finoa 150
32X 18
36x20
da 90finoa 360
da 100finoa 400
25
28
32
28
32
36
10
11
12
5,4
6,4
7,1
I
oltre150finoa 170 40x22 da 110finoa400 36 40 13 8,1
oltre170finoà 200
oltre200finoa 230
oltre230finoa 260
45x25
50x28
56x32
da 125finoa 400
da 140finoa 400
da 160finoa 400
1,00+ 1,20
40
45
50
45
50
56
15
17
20
9,1
10,1
11,1
0,70+ 1,0
I
oltre260finoa 290
oltre290finoa 330
oltre330finoa 380
63x32
70x36
80x40
da 180finoa 400
da200finoa 400
da220finoa 400
1,60+2,00 50
56
63
. 63
70
80
20
22
25
11,1
13,1
14,1
1,2+ 1,6
I
oltre380finoa 400 90x45 da250finoa 400 2,50+3,00 70 90 . ___
28 16,1__ 2,0t2!5
oltre400finoa 500
Lunghezze
100X 50 da280finoà 400
I unificate:6-8-10-12-14-16-18-20-22-25-28-32-36-40-45-50-56-63-
80 100 31 18,1
70-80-90-100-110-125-140-160-180-200-220
-

I
- 250- 280- 320- 360- 400. .
Tolleranze:
- perla chiavetta,h 9 sub, h 11su h (h9 finoa d = 22)
-per la cava,D 10sub, sut, e~ ·~·1 finoad= 17,+ 8· 2 finoad= 110,+~, 3 perd oltre110.
...
I
-- - -- - - -· ·- - - - ·-- -· - - - .. --
- perla lunghezza
perI oltre80mm_g5 mmperla chiavetta
e + 8·
I: perI sinoa 28 mm],2 mmperla chiavetta
e + g.smmperla cava.
2 mmperla cava;perI oltre28sinoa 80mmt;nm perlachiavetta
e • ~·3 perla cava;
I
Tab. I. Dimensionidi chiavette(tipo UNI 6607)e chiavettecon 11asello
(tipo UNI 6608).La designazioneè del tipo ChiavettaA o B bxlixl UNI . .. I
due coppie di cave di forma diversa
nell'albero e nel mozzo, in cui vengo-
no poste due chiavette, simili a quelle
Le linguette sono simili alle chiavette,
ma hanno tutte le facce parallele, cioè
sezione costante. Anche per esse si
I
normali, inserite in verso opposto a avranno le forme B, diritta, A, arro-
contatto fra loro sulle superfici incli-
nate: il forzamento reciproco esercita
una spinta in direzione tangente alla
tondata, e C, mista, e quanto è stato ..
detto per le chiavette riguardo alla
forma delle cave, alla loro esecuzione
I
superficie di contatto albero mozzo. e misura, nonchè per la loro indicazio-
La forma delle cave è fatta in modo da
trasmettere correttamente le forze per
entrambi i versi di rotazione (fig. 16).
ne, vale anche per le linguette (fig.17).
Diverso è invece il modo con cui vie-
ne trasmesso il momento torcente: an-
v.l

,,
I
Si ricordi che, se il mozzo è in due ziché per attrito a seguito del forza-
parti, le cave devono essere collocate
simmetricamente rispetto al piano di
mento, la spinta viene trasmessa dal
fianco della cava sull'albero a quello I
separazione. Le dimensioni delle chia-
vette tangenziali ~ delle relative cave,
sempre in funzione del diametro de-
della cava nel mozzo tramite la lin- Fig. 16. Le cave per le chiavette tangenziali
guetta, che viene quindi assoggettata sonodii.•erse11ell'albero e nel mozzo e le super-
ad una forza di taglio. La linguetta do- fici di spinta sull'albero hanno direzione ra-
I
·
gli alberi, sono riportate in tabella III. vrà quindi essere montata con accop- dia/e.

5391
I
I CHIAVETIA CAVA

Diametro
albero Sezione Profondità
Altezza Raggiodi

I d
Dimensioni
bxh
nominali
Lunghezza
I
Smusso
s
nasello Larghezza
h, b Albero
t,
Mozzo
tz
arrotondamento
r

da22 finoa 30 8x5 20+ 70 0,25+0,40 8 8 3 1,7 0,16+0,25

I oltre30 finoa 38
oltre38 finoa 44
oltre44 finoa 50
10 X 6
12 X 6
14x6
25+90
32 + 125
36 + 140 0,40+0,60
10
10
10
10
12
14
3,5
3,5
3,5
2,2
2,2
2,2 0,25+0,40

I oltre50 finoa 58
oltre58 finoa 65
oltre65 finoa 75
16 X 7
18 X 7
20x8
45 + 180
50+200
56+220
11
11
12
16
18
20
4
4
5 -
2,4
2,4
___2,4
'··
- .

oltre75finoa 85 22 x9 63+250 14 22 5,5 2,9

I oltre85 linoa 95
oltre95 finoa 110
oltre110finoa 130
25 x9
28x 10
32 X 11
70+280
80+320
90 +360
0,60+0,80 14
16
18
25
28
32
5,5
6
7
2,9
3,4
3,4
0,40+0,60

I oltre130finoa 150
oltre150finoa 170
oltre170linoa 200
. 36 X 12
40 X 14
45 X 16
100+400
125+ 400
140+400
1,00+ 1,20
20
22
25
36
40
45
7,5
9
10
3,9
4,4
5,4
0,70+ 1,00
oltre200finoa 230 50 X 18 160+ 400 28 50 11 6,4
I sut, et,,+ g.
Tolleranze 1 perd linoa 50, + g.
2 perd oltre50. Lealtretolleranze I.
comenellatabellaI; cosìanchele lunghezze

I Tab. Il. Dimensionidi chiavetteribassate(UNI 7511) e ribassatecon nasello(UNI 7512).

Fig. 17. Le linguet-

I A e
te hanno tutte le
superfici laterali
parallele (A, arro-
tondata; B, diritta;
e, mista).
I
I
I Forma A
(arrotondata)
Forma B
(diritta)

I Fig. 18. a) leforze


agenti sulla li11-
I g11ettn, b) In li11-
g11etta consente
/011gi-
spostn111e11ti
t11di11nli.
I piamento preciso sui fianchi, mentre
un certo gioco è consentito in direzio- a) b)

I ne radiale (fig. 18).


Quando sia necessario il montaggio di
due linguette, esse saranno poste a
180° per una migliore equilibratura.
I Si noti che, non essendovi forzamen-
to, le linguette, a differenza delle chia-·_
vette, non offrono nessun ostacolo al.
I movimento assiale (anzi spesso ven-
gono utilizzate proprio per questo, in
quanto consentono la trasmissione del

540
I
-
·-
moto rotatorio anche con diverse po- te nella sede possono essere previsti
I
sizioni assiali del mozzo relativamen- fori che ne consentono il fissaggio
te all'albero, figura 18b) e quindi un
arresto in tale direzione deve essere
assicurato da altri elementi costruttivi
sull'albero mediante viti, come si ve-
de in figura 20 dove sono illustrate di-
verse soluzioni costruttive.
I
(fig. 19). Nella tabella IV si trovano le dimen-
Per bloccare eventualmente le linguet- sioni delle linguette e cave unificate,
I
d
albero
Diametro
b h s I r
·::
I
60 19,3 7 7,3
53---
65
70
19,8
20,2
21,0
7 ----
7
7
7,3
7,3
7,3
I
71
75
80
22,5
23,2
24,0
8
8
8
0,60+0,80
8,3
8,3
8,3
0,40+0,60 I
85 24,8 8 8,3
90
95
100
25,6
27,8
28,6
8
9
9
8,3
9,3
9,3
I
110
120
125
30,1
33,2
33,9
9
10
10
9,3
10,3
10,3 Fig. 19. I mozzi collegati ali'albero con lin-
guetta devono poter contaresu di un arresto
I
130 34,6 10 10,3
140
150
37,7
39,1
11
11 100+ 1,20
11,4
11,4 0,70+ 1,00
assiale:in figura, da un lato uno spal/amento
sull'alberoe dall'altrouna rondellacon vite. I
160 42,1 12 12,4
170
180
190
-
43,5
44,9
49,6
12
12
14
12,4
12,4
14,4
- . --- mept_renella tabella V si hannu le par.-
ticolari tà dimensionali delle varianti
costruttive.
I
200 51,0 14 14,4 Anche per le linguette è previsto
220
240
57,1
59,9
16
16 1,60+ 2,00
16,4
16,4 1,20+ 1,60
dall'unificazione un tipo ribassato
(UNI 5710), le cui dimensioni sonori-
portate nella stessa tabella IV.
I
250 64,6 18 18,4
- - ... - - --- -- ·- - - Le linguette sono di gran lunga più
-250 66,0" 18 18,4 usate delle chiavette, perché, non es-
280 72,1 20 20,4 sendovi forzamento non vi sono ec-
300 74,8 20 20,4 centricità, e quindi possono essere
320 81,0 22 22,4 usate anche per forti velocità, inoltre
340
360
83,6
93,2
22
26
2,50+ 3,00 22,4
26,4
2,00+2,50 la precisione sui fianchi assicura, ove
necessario, un buon centraggio cir-
I
380 95,9 26 26,4 confcrenziale.
400
420
440
98,6
108,2
110,9
26
30
30
26,4
30,4
30,4
·Alla famiglia delle linguette (trasmis-
sione del moto con spinta sui fianchi)
appartengono le linguette a disco,
I
dette anche linguette americane (o
450
460
480
112,3
113,6
123,1
30
30
34
30,4
30,4
34,4
Woodruff), costituite da un elemento
semicircolare che si colloca nell'albero
in una cava anch'essa semicircolare
I
3,00+ 4,00 2,50+3,00
500 125,9 34 34,4 longitudinalmente, mentre la cava nel
530
560
136,7
140,8
153,1
38
38
38,4
38,4
42,4
mozzo è del tipo consueto (fig. 21).
Queste linguette, non adatte a tra-
smettere forti momenti torcenti, ren-
I
600 42
dono facili i montaggi, in quanto pos-
630

Tolleranze:
157,1 42

su h, h 11;su I + 0,2/0pera~ 150,+0,3/0per d > 150


Larghezzab = ~ h (d - h)
42,4
sono assumere inclinazioni variabili
(sono quindi particolarmente adatte
I
per estremità di albero coniche, figi.tra
21c) e sono anche relativamente meno
costose, in quanto la cava sull'albero è
con rferime11toa/Jafigura eseguita rapidamente con un'apposi-
Tnb. III. Dimensioniindicativedellecapeper chim•elfeta11ge11ziali,
I
16 ed alla UNI 7515. ta fresa a disco (fig. 22).

I
541

-1
..---------.
I a) b) c)

I ~l __, i
-:-r: ,t_!:
I
I -O· -o- -0· ~::,.
_;;,
.otI -O·· ':'
I
e -o---o- -o-)
l
_.1b,_

I -O··
,I, .I
I
I .'

I
I -._ ·,.
...'·,.
--
·. ' '·

I Vite a testa
cilindrica
Spina
elastica

I Fig. 20. Alcuneforme di linguette,fra quelleprevistenellanormaUNI 6605:a) conesecuzioneper viti difissaggio,b) per viti difissaggioeforo
per vite d'estrazione,c) perspinadi arresto.

I a) c)
. ', .
d)

·,"
··.·.', ·, ..

I ___
r:O:\
________
_
I
I b)
h=0,8 D

I ___
[Q\ ____
_
I
I Fig. 21. Linguettaa discoe relativacavas111/'albero,
albero(c);l'et•entuale
confondo paralleloall'asse(a)od inclinato(b);esempiodi montaggiosu estremitàconicadi
forma tronca(d) deveessereesplicitamenteindicatanelladesignazione.

I 542

r -
LINGUffiA CAVA
I
Diametro
albero
d Sezione
bxh
Lunghezza
I
Smusso
s
Larghezza
b
Profondità

Albero
~
Mozzo
~
Raggio
di
arrotondamento
r
I
da6finoa8 2x2 da6finoa20 2 1,2 1
oltre8 finoa 1O 3x3 da6finoa36 0,16+ 0,25 3 1,8 1,4 0,08+ 0,16
oltre10finoa 12 4x4 da8finoa45 4 2,5 1,8
5x5 da 10finoa 56 5 3 2,3
oltre12linoa 17
oltre17finoa 22
oltre22finoa 30
6x6
8x7
da14finoa70
da 18finoa00
0,25+0,40 6
8
3,5
4
2,8
3,3
0,16+0,?5
'
I
- · oltre30finoa 38 10x8--· da221inoa110 10 5 3,3
oltre38finoa 44
oltre44 finoa 50
oltre50finoa 58
12x 8
14X 9
16x 10
da28finoa 140
da36finoa 160
da45finoa 180
0,40+0,60
12
14
16
5
5,5
6
3,3
3,8
4,3
0,25+0,40 I
oltre58finoa 65
oltre65finoa 75
oltre75finoa 85
18X 11
20X 12
22x 14
da50finoa 200
da56finoa 220
da63finoa 250
0,60+0,80
18
20
22
7
7,5
9
4,4
4,9
5,4
I
oltre85finoa 95 25x 14 da70finoa 280 25 9 5,4 0,40+0,60
oltre95finoa 110
oltre110finoa 130
28X 16
32X 18
da80finoa 320
da 90finoa 360
da 100finoa 400
28
32
10
11
12
6,4
7,4
I
oltre130finoa 150 36x20 36 8,4
oltre150finoa 170
oltre170finoa 200
oltre200finoa 230
40x22
45x25
50x28
da 110finoa 400
da 125finoa 400
da 140finoa 400
1,00+ 1,20 40
45
50
13
15
17
9,4
10,4
11,4
0,70+ 1,00
I
oltre230finoa 260 56x32 da 160finoa 400 56 20 12,4
oltre260finoa 290
oltre290finoa 330
63x32
70x36
da 180finoa 400
da200finoa 400
1,60+2,00 63
70
20
22
12,4
14,4
1,2+ 1,6
I
oltre330finoa 380 80x40 da220finoa 400 80 25 15,4
.. - 9·0 --- -
oltre380finoa 440
oltre440finoa 500
. 90x45
100x50
da250finoa 400
da280finoa 400
- 2,50:;:3,00
100
28
31
17,4
19,5
2,0-:,.2,5
I
Lunghezze unificate,
comein tab.I. Tolleranzesub, h edI dellalinguetta
comein !ab.I Perla larghezzab dellacavasi possonoprevedere accoppiamenti liberi
D 10sulmozzo),
(H9 sull'albero,
0,3/0oltre.
incerti(N 9 albero,J, 9 mozzo)o bloccati
(P9 su entrambi). I si ha+O,1/0perd finoa 22,+ 0,2/0finoa 130,+
Per!e profondità
I
Tav. IV a. Dimensionidellelinguette (UNI 6604). La designazioneè del tipo Lirig1ielta
A o B bxhil UNI.:. -

Sezione Profondità
Per contro la cava stessa può indebo-
I
lire l'albero a causa della sua profon-
Diametro
albero
d
Dimensioni
nominali
bxh
Albero Mozzo
~ ~
dità e di conseguenza le linguette a
disco non possono essere colloca te in
parti dell'albero molto sollecitate.
I
·Per le dimensione di linguette e cave
da 12finoa 17
oltre17finoa 22
oltre22finoa 30
5x3
6x4
8x5
1,8
2,5
3
1,4
1,8
2,3
si veda la tabella VI.
Nella figura 23 sono riassunte le di-
verse modalità di quotatura delle ca-
I
Y.eper chiavette e linguette.
oltre30 finoa 38
oltre38 finoa 44
oltre44finoa 50
10X 6
12X 6
14X 6
3,5
3,5
3,5
2,8
2,8
2,8
•i..·<-·.:1/.:..~
..~-Z:t,-.t,._#~:;.;:-~: · -~· . ..,- .
I
oltre50 finoa 58 16X 7 4 3,3 Sideve·osservar~·chenellinguaggio comu-
oltre58linoa 65
oltre65finoa 75
oltre75 finoa 85
18x7
20x 8
22x9
4
5
5,5
3,3
3,3
3,8
nèsi te"nde
v~·c~·d_i_.
adusàrèil termine
lingu"èttà: I chiavetta,
ci~.trovariscontro
'"nelfatto"é:he"irfinglèii"è.si
in-
anche
usa·genericamén-:.
' iékeyperJignitipoailinguettà~'inèntre· le
oltre85finoa 95
oltre95 finoa 110
oltre110linoa 130
25 x9
28 X 10
32X 11
5,5
6
7
3,8
4,3
4,4
. chi~vettesonodefinité"taper
rastrem.ate);così
iri francese
I~ey(chiavette
si distingue
un
oltre130finoa 150 36 X 12 7,5 4,9
.c/a"vètàgefoièe,·pér· Cl.liSÌ usanoclavettes

Tnb. IV b. Dimensioni di linguette ribassate


(UNI 7510). Fig. 22. Fresaper cnvedi linguettea disco.
·inçlitJées,
I
da.ùffcla~è(age_lip;fJ cori·usodi
. :r!t!:t::!.,~:'.::~~~::,:
:~:~i'!:,!;j::,
I 543

----~ --·-------
Vite
d, d, atestacilindrica Spinaelastica
Sezione t,
I bxh
d, d2
6H H 12
di t, 15
" Filettatura
X
lunghezza
Diametro
X
lunghezza
8x7 3,4 6 M3 4 4,5 2,4 4 7 5 M3x8 4x8

I 10x8
12x8
3,4
4,5
6
8
M3
M4
4
5
4,5
5,5
2,4
3,2
4
5
8
10
7
9
M3x 10
M4x 10
4x 10
Sx 10
14x9 5,5 10 MS 6 6,5 4,1 6 10 10 MSx 10 5 X12

I 16x 10
18x 11
20x 12
5,5
6,6
6,6
10
11
11
MS
M6
M6
6
8
8
6,5
9
9
4,1
4,8
4,8
6
7
8
10
12
12
10
10
10
M5x10
M6x 12
M6x12
6 X 14
.:, 8 X 16
8 X 16
22x 14 4,8
-----
B 12 10
··-------
M6x16 8x 16
I 25 X 14
2Bx 16
6,6
9
11
11
15
18
M6
MB
M 10
8
10
12
9
11
13
6
7,3
10
10
15
17
14
16
M8x16
M 10X 16
10x22
12x24
32X 18 11 18 M 10 12 13 7,3 12 17 18 M10x20 12x24

I 36x20
40x22
45x25
14
14
14
20
20
20
M 12
M 12
M 12
16
16
16
17
17
17
8,3
8,3
8,3
14
16
16
20
20
20
20
20
20
M12x25
M 12x25
M 12x30
16x30
16X 30
16x30

I 50x28
56x32
63x32
14
14
14
20
20
20
M 12
M 12
M 12
16
16
16
17
17
17
8,3
8,3
8,3
16
16
16
20
20
20
20
20
20
M12x30
M12x35
M 12x35
16X 32
16x32
16X 32
70x36 18 26 M 16 20 21 11,5 20 24 24 M 16x40 20x40

I 80x40
90x45
100X 50
18
22
22
26
33
33
M 16
M20
M20
20
25
25
21
26
26
11,5
13,5
13,5
20
25
25
24
30
30
24
30
30
M 16X 45
M20x50
M 20x55
20x40
25x50
25x 50

I Tab. V. Particolaritàcostruttivedi linguette con riferimentoallafigura 20.

1- - · Serie-
1
..
Serie --
2
-
Linguetta Cava

Diametro
dell'albero -
· Profondità

I oltre finoa
d

oltre finoa
Dimensioni
bxh
nominali Diametro
D
Smusso
s
LunghezzaLarghezza
I b
Albero Mozzo
- ~ .. .~ ..
Raggio

'
di
arrotondamento

- .. - -- -- .. - ...... -- ·- --- - .. - - -· --- . -

I 3
4
5
4
5
6
3
4
6
4
6
8
1 X 1,4
1,5X 2,6
2x2,6
4
7
7
3,82
6,76
6,76
1
1,5
2
2
1

1,8
0,6
0,8
1

I 6
7
8
7
8
10
8
10
12
10
12
15
2 X 3,7
2,5X 3,7
3x5
10
10
13
0,16-,-0,25 9,66
9,66
12,65
2
2,5
3
2,9
2,7
3,8
1
1,2
1,4
0,08.,.0,16

10 12 15 18 3x6,5 16 15,72 3 5,3 1,4

I 12
14
16
14
16
18
20
20
22
4 x6,5
4 x7,5
16
19
15,72
18,57
4
4
5
6
1,8
1,8
18 22 25 5 X 6,5 16 15,72 5 4,5 2,3

I 18
20
22
20
22
25
25
28
32
28
32
36
5 x7,5
5x9
6x9
19
22
22
0,25-,-0,40 18,57·-
21,63
21,63
5
5
6
5,5
7
6,5
2,3
2,3
2,8
0,16-,-0,25

25

I
28 36 40 6x 10 25 24,49 6 7,5 2,8
28 32 40 - 8 x 11 28
0,40+0,60
27,35 8 8 3,3
0,25+0,40
32 38 - - 10X 13 32 31,43 10 10 3,3

I .Tolleranze:
entrambi
perla linguetta,
(accoppiamento
9, poi+0,2/0
h 9 sub, h 11su I edh 12suh; perlacava,sullalarghezza
bloccato):
sullaprofonditàt,, + O,1/0finoallelinguett-:,
b N 9 sull'albero
e Js9 sulmozzo(accoppiamento incerto)oppureP 9 su
2,5x 3,7,+ 0,3/0oltre5 x 7,5,+ 0,2/0peri casiintermedi;
su 12 + O,1/0linoa 6 x

I Tab. VI. Linguettèa disco(li110UNI 6606): i riferi111e11ti


dimensionalidellaserie1 si applicanoquandola linguetta trasmette 1111momentotor-
cente,quellidellaserie2 quandoservesoloper il posi::ionamento reciprocodi alberoe mozzo.Se consentitoda verifichedi resistenzapotrannoes-
sereusatelinguettepizìpiccoledi quellericaml1ilidallatabella,ma mai più grandi.

I 544
I
A-A
I
A-+-. D I

<TI] ' I
I
I
I
I
I
A-A
I
I
I
'· I
r
'' t

f
- - --------
-

-~i I
··...
, !·' ·. ,_..
. ·,. '·
SI SI NO I
Fig. 23. Raccoltadi esempidi quotaturepercavesedidi chiavettee linguettedi variotipo.
I
particolari, come acciai duri od acciai
I
EFJL per molle, possono anche avere forma

SPINEEPERNI
conica od essere deformabili.
La distinzione fra perni e spine a pri-
ma vista è spesso piuttosto difficile:
I
Sono definiti perni degli elementi ci- fra i perni di figura 28, unificati nella
lindrici costituenti particolari di mac-
chine, con funzione di fulcro per parti
rotanti (fig. 24), di arresto (fig. 25), di
UNI EN 22340 e le spine di figura 29,
unificate nella UNI EN 22338, le diffe-
renze formali appaiono minime, ri-
I
centraggio (fig. 26), di collegamento guardando la tolleranza di lavorazio-
(fig. 27): per questi ultimi compiti si
preferisce parlare di spine, che però,
ne sul diametro (per le spine di tipo A
e B) e_dil campo di diametri normaliz-
zati. E quindi solamente l'uso che dif- con1111pernocontesla.
Fig.24. Snodorenlizznto
I
oltre ad essere costruite in materiali
545 I
. ---· -------- ----- - .. ··- ·---- - -- --,
I
I
I

I
I Fig. 25. Unaspinaco11
funzione di arresto. Fig. 26. Unaspinausataper il posizionamen- Fig. 27. Collegame11ti
to reciprocodi duepezzi.
conspine cilindriche.

dosi a queste, si potrà effettuare una


I 3,2
classificazione per scopo:
- spine di collegamento
\
- spine di riferimento,
I _1
-1 oppure per forma:
- spine cilindriche
e

I - spine coniche.
- spine elastiche,
mentre saranno disponibili ovviamen-
Tipo A TipoB
te un gran numero di forme non unifi-
I cate, come per altri organi di collega-
mento.
Fig. 28. Pernisenzatesta, unificatiUNI EN 22340:il tipoB presentaduefori percopiglieo spine. Le spine cilindriche possono essere_
usate come perni per cerniere, come

ht___
ferenzia tali elementi, con una mag- collegamento fra alberi e manicotti o

~
giore attenzione al posizionamento ed collari, come blocco per limitare scor-

I • .
-1~ w
e _ .. __ .. _ j
agli accoppiamenti per le spine: ad rimenti o rotazioni (fig. 31); possono
esempio nella figura 30, il perno è te- anche essere usate per trasmettere de-
nuto in posizione grazie a due spine boli momenti torcenti, in sostituzione·
. .. l_eg_germe1!te fo~zate i!!.fo~i diarr:ietrali,._ delle. più. cQstose linguette, in genere __
Le tabelle VII ed VIII riassumono, per inserite in fori diametrali e quindi sol-
I I

TipoA
un possibile confront? le dimensioni lecitate da una forza tagliante perpen-
rispettivamente dei perni e delle spine dicolare al loro asse (fig. 32), ma tal-
cilindriche. volta anche forzate longitudinalmente
Nell'unificazione si troveranno quin- fra albero e mozzo (ed in questo caso
I di definiti sia perni che spine: limitan- possono anche essere coniche, per un

I
I TipoB

3.y
I
I
TipoC

I Fig.29. SpinecilindricheUNI EN 22338, 11011


temprate.
con pernotipo UNI EN Fig. 31. Spine cilindrichecomecollegamento
Fig.30. Articolazio11e
223.J0-B - 14 x 60 x 4, tenuto in posi:io11e controspostamentisindi trnsla:ionechedi ro-
con due spinetipo UNI EN 22338-B - 4x18. tn:io11e

I 5-16

I ---- -
I
d
h 11 .,,
d, e
max• '·
"""
I
i,14 d
a
=
e
=
I
i, 14
miglior forzamento, come fossero
chiavette a sezione circolare) (fig. 33).
Le spine coniche, con conicità 1:50,
I
3 0,8 1 1,6 6 +30 0,6 0,08 0,12 2+6 sono definite dal loro diametro mino-
4 . 1 1 2,2 8+40 0,8 0,1 0,16 2+8 re, corrispondente al diametro di fo-
5
6
8
1,2
1,6
2
2
2
2
2,9
3,2
3,5
10+ 50
12+60
16+80
1
1,2
1,5
0,12
0,16
0,2
0,2
0,25
0,3
4+ 10
4+ 12
4 + 16
ratura delle loro sedi (successivamen-
te alesate con alesatore conico) (fig. 34
e tab. IX).
I
4,5 2 0,25 0,35 6+20
Sia le spine coniche sia quelle cilindri-
10 3,2 2 20 + 100
12
14
16
3,2
4
3
3
5,5
6
24 + 120
28 + 140
2,5
3
0,3
0,4
0,5
0,4
0,5
0,63
6+24
8+30
che devono essere inserite all'estre-
mità per una lunghezza almeno pari I
4 3 6 32+ 160 4 8+40
>----18
20
22
5
5
5
3
4
4
7
8
8
35 + 180
40min
45 •
·-·.
5
6
8
0,63
0,8
1
0,8
1,2
1,6
10+50
12+60
14+85
d
h10
a e nom.
• I
I
24 50 • 10 1,2 . =-·~ •.
6,3 4 9 2 18 + 100
27
30
6,3
8
4
4
9
10
55 •
60 "
12
16
• 1,6
2
2,5
3
22 + 140
24 + 180
0,6
0,8
0,08
0,1
0,12
0,16
4+8
5 + 12
I
33 8 4 10 65 • 20 2,5 3,5 35min 1 0,12 0,2 6+ 16
36
40
45
8
8
10
4
4
4
10
10
12
70 "
75 "
90"
25
30
40
3
4
5
4
5
6,3
50 •
60 "
80 "
1,2
1,5
2
0,16
0,2
0,25
0,25
0,3
0,35
6+20
8 +24
10 +40
I
100 • 2,5 0,3 0,4 10 +40
50
55
60
10
10
10
4
6
6
12
14
14
120 •
120 •
50 6,3 8 95 "
LunghezzeIuntticate:2; 3; 4; 5; 6; 8; 1O;12;14;
16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;40;45;50;
4
3 0,4
0,5
0,5
0,63
12 +45
14+55
I
70 13 6 16 140 • 55;60;65;70;75;80;85;90;95;100;120;140; 5 0,63 0,8 18 +60
80
90
100
13
13
13
6
6
6
16
16
16
160 "
180 '
200 "
160; 180; 200;poi con incrementidi 20 in 20
mm.
6
8
10
0,8
1
1,2
1,2
1,6
2
22+90
22 + 120
26 + 160
I
Tab. VIII. Spine cilindriche,non temprate, 1,6
Lunghezzeunificate:6; 8; 10;12;14;16;18;20; ..
22;24;26;28;30;32;35;40;45;50;55;60:65;
70;75;80;85;90;95; 100;120;140;160;180;
(tipoftg. 29).-

I
12
16
20
2
2,5
.. 2,5
3
3,5
30 + 180
40min.
45 "
I
200,poicon incrementidi 20 in20 mm. 25 3 4 50 "
,,.-AA,
-
Tab. VII. Perni senza testa (tipofig. 28}. _;_:I-~_:_ì::_
30
40
50
4
5
6,3
5
6,3
8
55 "
60 "
65 •
.1
LunghezzeI unificale:2; 3; 4; 5; 6; 8; 10;12;14;
16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;40;45;50;
55;60;65;70;75;80;85;90;95; 100;120;140;
I
160; 180; 200; poi con incrementidi 20 in 20
mm.
I
Tab. IX. Spi11econic/ze,con riferi111e11to alfa

Fig. 33. Spine conicheper In trasmissionedel


moto,conforza111e11tolo11git11di11ale.
figura 34. Designazione del tipo Spina UNI
EN 22339 dxl. Possonoprese11tarsi
C11?.io11i:
in d11eese-
A) rettificnte, con r11gosità0,8 e BJ
tornite, con rugosità3,2.
I
e"; 3d
e I 3d
I
I
u:L---'~L
l

..·1I·-----..
-r-= JL I I
r, _ a d (0,021)'
--i:+ +--ira

Fig. 32. Spi11acilindricausata11crtrnsmissio-


m•dl!I111010
I
rotatorio,sollecitatan tnglio tr11- Fig. 34. Collegamentocon spiua conicae dimensionicnmtferistic/zedi qrresta,secondoIn UNI
s,•1•rsal111e11te. EN 22339.

I 547

--,
I al loro diametro e possibilmente non
devono avere gioco nelle sedi, soprat-
ne di riferimento destinate a fori cie-
chi si effettua una leggera spianatura
tutto nelle zone corrispondenti ai pia- lungo una generatrice in modo da

I ni di separazione fra le parti collegate.


La precisione dell'accoppiamento con
la sede deve essere particolarménte
consentire la fuoriuscita dell'aria du-
rante l'inserimento della spina nel fo-
ro (fig. 38).
curata per le spine di riferimento, co- Nelle spine può anche essere pratica-
I sì dette perché assicurano il posizio-
namento reciproco dei particolari col-
legati.
to un foro filettato assiale per facilitar-
ne l'estrazione dalla sede.
Rimane comunque sempre consiglia-
Ad esempio in figura 35 le due piastre bile praticare fori passanti ogni volta
I collegate con viti non hanno una posi-
zione esattamente prefissata, a causa
che sia possibile ed anche evitare fori
troppo lunghi rispetto al diametro.
_____
dei giochi fra fori passanti e gambo Le dimensioni di spine di riferimento

I delle viti, a meno che non si ricorra al-


le due spine di centraggio.
Fig. 35. Posizionamentodi una piastra con 2 Le spine con questa funzione sono la-
sono indicate nelle tabelle X e XI.
Si hanno spine coniche munite di co-
dolo filettato, che consente una più fa-
spine di riferimento. varate con precisione (rettificate) e cile estrazione, per azione del dado

I vengo,_noforzate nel foro praticato in


uno dei pezzi, mentre si inseriranno
con accoppiamento scorrevole preciso
contro la zona circostante il foro di in-

nel foro corrispondente nell'altro pez-


I foroG6
Accoppiamento
mobile: nel zzo (I)
foro P6
Accoppiamento
fisso: nel zzo (2)
zo (fig. 36).
Le spine coniche in funzione di riferi-
mento verranno usate inserendole nei
fori praticati nei due pezzi accostati,
I sfruttando quindi l'effetto di allinea-
mento da esse indotto man mano che
vengono spinte nei fori (fig. 37).

I d'in\'ito
A causa della precisione dell'accop-
piamento le spine di riferimento pos-
sono dare origine al curioso fenomeno
di una sovrassollecitazione provocata .!...

I dalla elevata compressione dell'aria


Fig. 36. Considerandola spina come base, le contenuta nel foro di alloggiamento
tolleranzedellesedisonosceltein mododa rea- quando questo sia cieco: per evitare
lizzare un accoppiamento forzato in un pezzo ciò, oltre a praticare un foro di sfogo Fig. 37. LJ1spinaconicaha un azioneautocen-
I e scorrevolepreciso11ell'
altro. (cosa non sempre possibile), nelle spi- trante.

I a) Esecuzione A
(per fori passanti)
b)
Tipo A
Spina con estremità bombata
smussata avente tempra di profondità
TipoB
Spina con estremità piana (smussata)
cementata

I
I
I Esecuzione B
(per fori ciechi)
solo per dl 2:: 8 mm

I
I X

I Fig. 38. a) spine di riferimentosecondola UNI 6364,ora soppressa:il tipo perfori ciechiIla1111a
spia11af11ra
sialeper l'estrazione,b) spine tempratesecondole norme UNI EN 28734e 28735 (conforofilettato assiale).
lo11git11di11ale
ed 1111forofilettato as-

I 548

-m---=------
11 - -
serimento della spina (fig. 39): esiste
I
a
r,
I una serie di spine con lunghezza co- :à a I
J,14
I
d =
e J,14
m6 =
min max stante del tratto filettato ed una con
lunghezza costante del tratto conico al 0,6 0,08 4+8
1 0,12 0,5 - - 3 + 10 variare della lunghezza complessiva
della spina (tab. XII).
0,8 0,1 5+ 12
1,5
2
2,5
0,2
0,25
0,3
0,6
0,8
1
0,2
0,2
0,3
0,6
0,6
0,7
4 + 16
5+20
6+24
Altri tipi di spine coniche presentano
la conicità convergente verso il codo-
lo filettato, che ne consente la trazione
1
1,2
1,5
0,12
0,16
0,2
6 + 16
6+20
8+25
I
3 0,4 1,2 0,3 0,8 8+30 2 0,25 10+ 35
4 0,5 1,4 0,4 0,9 10+ 40
attraverso i fori in cui sono inserite, sia
per un miglior bloccaggio, sia per re- 2,5 0,3 10+35
I
5
6
B
10
12
0,63
0,8
1
1,2
1,6
1,7
2,1
2,6
3
3,8
0,4
0,4
0,5
0,6
0,6
1
1,1
1,3
1,4
1,6
12+ 50
14+60
18+80
22min
26 "
golazione, ad esempio per ricupero di
giochi. Una particolare applicazione
di spine di questo tipo si ha ad esem-
pio nel montaggio delle pedivelle del-
le biciclette (fig. 40).
3
4
5
6
8
0,4
0,5
0,63
0,8
1
12+45
14+ 55
20+60
25+90
25+ 130
-,
16 2 4,6 40 • Impiegate come collegamenti per pic-
20 2,5 6
0,8
0,8
1,8
2
LunghezzeI unificate:3; 4; 5; 6; 8; 10; 12; 14;
50 " coli sforzi, ma soprattutto come dispo-
si ti vi di arresto sono le copiglie, in
parte già viste parlando di dispositivi
10
12
16
1,2
1,6
2
30 + 160
35 + 180
40+ 200
I
16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;50;45;50; 20 2,5 45+ 200
55;60;65;70;75;80;85;90;95; 1oo;poicon
incrementi
di 20 in20 mm.
anti svitamento, dove sono trattate in-
sieme ai dadi ad intagli di cui impedi-
scono la rotazione rispetto alla vite.
25
30
40
3
4
5
50+200
55 + 200
60+200
I
Esse sono costituite da un filo a sezio-
Tab. X. Spine cilindrichetempratetipo UNI
EN28734.
ne semicircolare, ripiegato in modo
che le due sezio~i affacciate configuri-
· 50 6,3 65 +200
Lunghezzeunificate:4; 5; 6; 8; 10; 12;14; 16;
20;25;30;35;40;45;50;55;60;65;70;75;80;
I
90;100;110;120;130;140;150;160;170;180;
90;200.
Arrotondamento
di piccolo raggio
Tab. Xl. Spine conichetemprate,di riferimen-
to, tipo UNI 7283. (designazione tipo Spina
dxl UNI 7283).
I
I
n .
z
b
e
_/.
1
Fig. 39. Spine conichecon codolofilettato;per ogni diametronominaleal variaredellal1111ghez-
za totaleI il tipo UNI 7285 mmztienecostante la lunghezza dellaparte conica,mentre il tipo
UNI EN 28737 il codolofilettato.
I
:à b e
= 6g
d, d,
=
z a I,
I
J,14 I
5 14 16 MS 3,5 1,25 2,4
6
8
18
22
20,5
25
M6
MS
4
5,5
1,5
2
3
4
25
30
40
40+50
45+60
55 + 75
pendenzap%
I
10 24 27,5 M10 7 2,5 4,5 45 65 + 100
12
16
20
27
35
35
31
40
40
M12
M16
M16
8,5
12
12
3
4
4
5,3
6
6
55
72
85
85 + 140
100+ 160
120+ 190 -a Il 0 - ~
I
25
30
40
40
46
58
46
53
66
M20
M24 ·
M30
15
18
23
5
6
7
7,5
9
10,5
100
110
130
140+ 250
160+ 280
190+ 320
I
50 70 80 M36 28 9 12 15Ò 220+ 360
Lunghezze
unilicate:40;45;50;55;60;65; 75;85; 100;120;140;160;190;220;250;280;320;360.
Fig. 40. Chiavettaconicacon spia11at11ra,
tipo
I
Tab. XII. Spine conichecon codolofilettato, con riferimentoallafigura 39. Velo,per montaggiodi pedaliere.

549 I
-,
I no un cerchio (fig. 41): il doppio gam-
bo così ottenuto presenta una parte
sporgente rispetto all'altra, così da fa-
I cilitare il divaricamento delle due par-
ti, divaricamento che, se viene effet-
tuato dopo che la copiglia è stata inse-
@--=------=,.;>_
I
rita in un foro, ne impedisce lo sfila-
mento. La maggiore sporgenza del
tratto lungo rispetto a quello corto di-
@----........___----<
stingue le copiglie di tipo B da quelle

I di tipo A previste dall'unificazione


(fig. 42 e tab. XII).
Fig. 41. Varitipi di copiglie.

I V I S

I V d

I 1 Applicazioni per viti e dadi !


I V d
b. L a

I
-1 Applicazioni per perni

Fig. 42. Copigliaunificataedapplicazioni.

I - o
a b APPLICAZIONI APPLICAZIONI
(diametro
foro
__ pessante)·-- ·--rt{/.::.- di
·~-·-·..-··
max.
- --= : . -
e
-- - ... suvmEDADI
-· ---- -·- - SUP,!:RNI-·- ·- -


-. ·-
d d
0,6 4-,-12 0,4.,. 0,5 1,6 2 0,9-,-1 w
V V
oltre finoa min oltre finoa
0,8 5-,-16 0,6-,-0,7 1,6 2,4 1,2-,-1,4
1 6-,-20 0,8-,-0,9 1,6 3 1,6-,-1,8
- 2,5 - - 2
I 1,2 8-,-25 0,9-,-1 2,5 3 1,7-,-2
2,5 3,5
-
3
2 2 3
3
1,6 8-,-32 1,3-,-1,4 2,5 3,2 2,4.,.2,8

-
~

3,5 4,5 4 2,3 3 4 4


2 10-,-40 1,7-,-1,8 2,5 4 3,2-,-3,6 e---
4,5 5,5 2,6 4 5

I 2,5
3,2
4
5
12.,.50
14+ 63
18-:-80
22-:-100
2,1.,.2,3
2,7.,.2,9
3,5.,.3,7
4,4+4,6
2.5
3,2
4
4
5
6,4
8
10
4 -,-4,6
5,1+ 5,8
6,5.;-7,4
8-:-9,2
5,5
7
9
7
9
11
-
-
5

6
3,25 5
4
5
6
8
6
8
9
e---
5

I 6,3
8
10
32 -:-125
40 -:-160
45-,-200
5,7-:-5,9
7,3-:-7,5
9,3.,.9,5
4
4
6.3
12,6
16
20
10,3-,-11,8
13,1-,-15
16,6.,.19
--11
12
14
12
14
16
8
6
6,5
7
9

12
12

17
8

16 20 8
-
I Serielunghezze L = 4 - 5 - 6 - 8 - 1O- 12- 14- 16- 18- 20 - 22 - 25 - 28- 32 - 36 - 40 - 45 - 50- 56 - 63
-71-80-90-100-112-125-140-160-180-200-224-250-280.
- La lunghezzadellecopigliedeveesseredellamisuraimmediatamenle superiore allasommad + v
20
22
22
27
10
e---
9
10
17 23 10

27 33 11,5
(perdadia intagli:s + v). 12 23 29 12

I 33
39
45
39
45
56
e---
14
e---
12,5
15
16
29 44 14

56 60 18,5
I Tab. XIII. Di111e11sio11i
di copiglie.con riferimento 111/11
ancheil materiale.
BD x L UNI 1336, i11dirn11do
.figura42. Desig1111zio11e
tipo Copiglia 60
68
68
80
16 19,5 44
19,5
69 16

1550
I --
I.
I

lt

La copiglia di figura 43, a divaricazio-
ne elastica, funziona come arresto o si-
curezza, con inserzione della parte di-
ritta in un foro, ed è spesso collegata
ai pezzi per non andar perduta, così
dr assorbire vibrazioni senza allentar-
si. Un ulteriore vantaggio è dato dal
fatto che, proprio a seguito della loro
deformabilità elastica, queste spine
non richiedono una lavorazione accu-
1:
1:

i~
come le spine d'arresto, non unificate,
di figura 44.
Le spine elastiche, costruite in acciaio
rata dei fori, che possono essere ese-
guiti direttamente con una punta eli-
coidale senza ulteriori rifiniture.
I
:I per molle, sono di diversi tipi (fig. 45), I tipi più comuni di spine elastiche so-
li
li
I!
Il
unificati e non, che si basano tutti sul
principio di avere una spina che in
condizioni libere ha un diametro leg-
no le spine tagliate, (fig. 46, 47, 48 e
tab. XIV) costituite da un elemento tu-
bolare tagliato longitudinalmente, in
I
germente maggiore di quello del foro modo da consentire la deformazione
I
i
·I
in cui deve essere inserita. Quando la
spina si trova forzata nel foro reagisce
con una spinta elastica radiale che ne
della sezione a C così ottenuta, le spi-
ne a spirale, (fig. 49 e tab. XV), forma-
te da un foglio di lamierino avvolto a
I
assicura il buon ancoraggio, in grado formare un cilindro deformabile, e le
I
lipoA Tipo B

I
.,-- ~. ~~ .. ~.,,,.--~

I
.. ...J-;-

I
I
I
I I
> f - -j- _, -~-~
-E - I-
I
- t- - l-
i I 1 - I - .. " - - I - •

~--

Applicazione
-.--
----::::::--·
..
.

I
Fig. 43. Copigliaelasticad'arresto,con riferimentoalla UNI 8833. Fig. 45. Spine elastichedi vario tipo.
I
I
rt------lp
kf::U --.... ;T -~--~
______ ] I
0ì I ,
<

~
-i=:
11 a
.
I
' ~
I
Vl

183
I.

T -------

.I
----

I
-

--1
I
Fig. 46. Spi11ee/asticl1etagliate: il tipo con intaglio 011d11/ato
11011è
I
Fig. 44. A/cime spine d'arresto11011
1111ificate. 1111ificato.

551 I
I
·1
I
I
I -(Y
I
I Fig. 49. Spine elastichea spirale.

I
I d
nom. d, d2
=
s
.

a
- d
vite Lunghezza
pass. nom.l
2 2,3 1,9 0,2 0,35 - 4 +30
I 2,5
3
2,8 2,3 0,25
3,3 2,7 0,3
0,45
0,5
-
-
4.;.30
4 +40
d

3,5 3,8 3,1 0,35 0,6 - 4+40

I 4
4,5
5
~.4 3,4 0,5
4,8 3,8 0,5
5,4 4,4 0,75
0,7
0,8
1,6
-
3
-
. 4+50
4+50
5+80

I 6
8
10
6,4 4,9 0,75
8,5 7 1
10,5 8,5 1
1,6
2
2
4
6
-
10+100
10+120
10.;.160

--, .Fig. 47._l/tipo di applicazioni.del/espine ela-


sticheè analogoa quellodelleco1111111ispine ci-
lindriche, ma si lzn una maggiorsemplicità e
rapiditàdi montaggio.
.12
14
16
12,5 -10,5 10,5
14,5 11,5 1,5
16,5 13,5 1,5
2 -
2
2
-
-
12
10+180
10.;.180
10+200 90°
18 18,5 15 1,75 2 14 10.;.200 <,
I -

Ci
20 20,5 16,5 2 2 10.;.200

'
21
25
28
21,5 17,5 2
25,5 21,5 2
28,5 23,5 2,5
2
3
3
16
20
22
14.;.200
14.;.200
14.;.200
JI
I 30
32
35
30,5 25,5 2,5
32,5 27,5 2,5
35,5 28,5 3,5
3
3
24
-
14.;.200
20.;.200
.J

'
3 27 20.;.200

I 38
40
45
38,5 30,5 4
40,5 32,5 4
45,5 37,5 4
4
4
4
-
30
36
20.;.200
20 +200
20+200
50 50,5 40,5 5
I Lunghezzeunificate:
4 39 20.;.200
4 - 5 - 6 - 8 · 10 - 12-
(14)-16- (18)· 20 - (22)-24 - 26 - (28)-(30)-
32 - (36)• 40 · (45)• 50 · (55)• 60 • (65)- 70 •

I Fig. 48. Una particolareapplicazionedi 1111a


(75)-80-(85)-90·(95)-100-120-140- ·
160- 180· 200.
Tolleranze su d1:+ 0,1/0finoa 2,8,+ 0,2/0fino 3 scanalature a 120°
spina elasticatagliata:è in questocaso11tiliz- a 5,4,+ 0,3/0finoa 16,5,+ 0,4/0da 18inpoi.

I zatn comebussolacoassialend 1111a


sorbireeve11t11a/i
ri ali'asse.
z,iteper as-
sforzi di taglioperpendicola- Tab. XIV. Spine e/asticl1etagliate(tipo legge- Fig. 50. Tipi di spine elastichecon i11tagliin
ro UNI 6874). diverseposizioni.
I
I 552

___
_j
1-
-·~=---···
I
spine ad intagli. Queste ultime, unifi-
·cate di recente, sono realizzate prati-
cando sul corpo cilindrico dei solchi
la sezione trasversale in corrispon-
denza dei solchi, a seguito del riflusso
del materiale si scosta dalla forma cir-
con forze elastiche radiali. I solchi
possono essere estesi a tutta la lun-
ghezza della spine o limitati a deter-
I
longitudinali per deformazione, sen- colare, assumendone una lobata, che, minate parti, consentendo· diverse_
za asportazione di materiale (fig. 50): forzata in un foro circolare, reagisce possibilità di forzamento (fig. 52). Sul-
lo stesso principio sono basati dei
chiodini per metallo che, per collega-
1
nom.
-
d,
Prima
d,
Prima
del
montaggio
a
s
Resistenza
minima I
menti di scarsa importanza, possono
sostituire le viti, più costose.
Ci si limita , nella tabella XVI, all'indi-
I
delmontaggio = al taglio J,14 cazione delle dimensioni delle spine
doppioKN
max.
unificate di figura· Si. _

0,8
1
0,85+0,91
1,05+ 1,15
0,75
0,95
0,3
0,3
0,07
0,08
0,4
0,6
4 + 16
4+ 16
I
1,2 1,25+ 1,35 1,15 0,4 0,1 0,9 4 + 16
1,5
2
1,62+ 1,73
2,13+ 2,25
1,4
1,9
0,5
0,7
0,13
0,17
1,45
2,5
4+24
4+40
I
2,5 2,65+2,78 2,4 0,7 ' 0,21 3,9 5+45
3
3,5
4
3,15+ 3,3
3,67+3,84
4,2+4,4
2,9
3,4
3,9
0,9
1
1,1
0,25
0,29
0,33
5,5
7,5
9,6
6+50
6+50
8+60
I
5 5,25+ 5,5 4,85 1,3 0,42 15
6
8
6,25+ 6,5
8,3+8,63
5,85
7,8
1,5
2
0,5
0,67
22
39
10 +60
12+ 75
16+ 120
Cl
Smusso ammesso
I
10 10,35+ 10,8 9,75 2,5 0,84 62 20 + 120
12
14
16
12,4+ 12,85
14,45+ 14,95
16,45+ 17
11,7
13,6
15,6
3
3,5
4
1
1,2
1,3
89
120
155
24 + 160
28 +200
32min
L-r=

C2
1

a
I
20
- ··-
20,4+ 21,1
- ..
Lunghezze/unificate:
---
19,6
-
4,5
- -
1,7 250 45min
4; 5; 6; 8; 10;12; 14;16;18;20;22;24;26;28;30;32;35;40;45;50; 55;60;65;
70;75;80; 85;90;95; 100;120;140;160;180;200;poiconaumentidi 20 mm.
a) I
Tab. XV. Spine elastichea spirale(tipomedio UNI EN 28750). I
----· - ·- - -- ... - - -- -- - - -- - - -··· -
d, Resistenza Djrametrodi
e,
e, a minima rifo amento 1 d2 I
~ al taglio Qndl~
perspme i, 14
doppio, kN

I
In acdllo)
nom. toll.

1,5 0,12 0,6 0,2 1,6 1,60 8+20


2 0,18 0,8 0,25 2,84 2,15 8 +30
2,5
3
h9
0,25
0,3
1
1,2
0,3
0,4
4,4
6,4
2,65
3,20
10 +30
10+40
I
4 0,4 1,4 0,5 11,3 4,25 10+60

6
8
5 0,5
0,6
0,8
1,7
2,1
2,6
0,63
0,8
1
17,6
25,4
45,2
5,25
6,30
8,30
14 +60
14 + 80
14min.
I
10 h 11 1 1,2 70,4 14 •
12
16
1,2
1,6
3
3.8
4,6
1,6
2
101,8
181
10,35
12,35
16,40
16 "
20 •
b) I
20 2 6 2,5 283 20,50 24 •
25 2,5 7.5 3 444 25,50

LunghezzeI unificate:8; 10;12;14;16;18:20;22: 24;26;28;30; 32;35;40;45;50;55;60;65;70;75;


24 "
I
80;85;90;95; 100;120;140;160;180;200.
Tolleranzesu d1: h9 finoa 3, poihl 1.
N B.Lespinetipoa hannocampodì lunghezzalimitataa 100m.
-- Fig. 51. A/cune spim•elnstic/1!'
ro di111e11sio11i
nd i11tnglie lo-
camtteristicile:n, co11i11tnglis11
tuttn In /1111gile;:;;;n
con i11tngli11elln
(tipo UNI EN 28740); b,
parte ce11tmlc(tipo UNI EN
I
Tnb. XVI. Spine dnsticl,ead i11tngli
di.figura51. 28741).

553
I
I D

I D >2,5d
(acciaio)
-D >3,Sd
(ghisa)

I
I~I
~
I
I
I
I
Fig. 52. Esempidi applicazionedi spine ad intagli.

I spondenti scanalature praticate nel chi paralleli e scanalature ad evol-

I mozzo, mentre tutto il nucleo centrale vente (figg. 54 e 55).


dell'albero viene utilizzato per sop- Gli scanalati a fianchi paralleli, prece-
portare il momento torcente (fig. 53). dentemente chiamati a denti diritti ed
ACCOPPIAMENTI
I -SCANALATI L'elemento albero, viene anche defini- unificati j~ _diversi tipi,_sono_formati
to scanalatoesternoed il mozzo scanala--
to interno.
-··da un certo numero di sporgenze
(sull'albero) e di cave (nel mozzo) lon-
Alberi troppo piccoli o che dovessero Le sporgenze degli scanalati possono gitudinali diritte, a sezione rettangola-
trasmettere elevati momenti torcenti avere in sezione diversi profili: l'unifi- re. L'accoppiamento viene centrato sul-
I non sarebbero collegabili al mozzo
con semplici linguette: le ca,·e infatti
cazione considera scanalature a fian- la superficie interna, il cui diametro d è
l'elemento per la definizione dell'ac-

I-···
indebolirebbero troppo l'albero, per . _c9ppiamento (fig. 56 e tab. XVII).
eccessiva ·profondità rispetto al dia- In precedenza erano previsti scanalati
metro nel primo caso, e per numero con centraggio sui fianchi (fig. 57 e
troppo alto di linguette occorrenti per tab. XVIII)ed anche con centraggio sul
ripartire il carico nel secondo. diametro esterno; si distinguevano an-

I Si usano allora gli alberi scanalati: es-


si possono essere considerati come al-
beri recanti un certo numero di lin-
che scanalati ad appoggio medio, am-
pio o stretto, a seconda del numero di
scanalature presenti a parità di diame-
guette di pezzo con essi, per cui la par- tri interno ed esterno che costituivano

I te sporgente viene utilizzata per tra-


smettere forza e movimento a corri- Fig. 53. Accoppinmentosca11alato.
quindi la superficie d'appoggio per la
spinta circonferenziale. Tanto più am-

I
I D
-----è----- ·--~---·

I
IFig. 54. Alberoe mozzo co11,;ca11nlat11re
n .fùmcl1ipnmlleli. co11pro.filo11dcr_10/;,e11te.
Fig. 55. Alberoe mozzo co11sc,11111/11/1,re

I554

-1----
-~
SerieLEGGERA SerieMEDIA
lature nei mozzi in genere vengono
I
d ottenute per brocciatura (vedi cap. 8). 11
NxdxD e NxdxD e B L'affinità dei profili degli scanalati ad Il
- t IA evolvente con quelli delle dentature ·
11 - - 6x11x14 3 porta a definizioni analoghe a queste
13 - - 6x13x16 3.5 ultime, per cui si rimanda allo specifi-1
co capitolo per ciò che riguarda dia-
16 - - 6x 16x20 4
- metro primitivo, modulo, passo, ecc.
18 - 6x 18x22 5
con riferimento alla norma UNI ISO
21 - - 6x21 x25 5
4156: in figura 58 gli elementi caratte-1
23 6x23x26 6 6x23x28 6
rizzanti il profilo sono perciò soltanto
26 6x26x30 6 6x26x32 6 indicati, senza ulteriori definizioni. Si
28
32
36
6x28x32
8x32x36
8x36x40
7
6
7
6x28x34
8x32x38
Bx36x42
7
6
7
indica inoltre la distinzione fra fond~
raccordatoopiatto,a seconda che il rac-
cordo fra i fianchi delle scanalature
1
42
46
52
8x42x46
8x46x50
8x52x58
8
9
10
8x42x4B
8x46x54
8x52x60
8
9
10
avvenga con un unico raggio di rac-
cordo o con un tratto con due raccordi
d'estremità; viene inoltre evidenziata
I
56 Bx56x62 10 8x56x65 10 in figura 59 la differenza fra i vari pro-
62
72
82
8x62x68
10x72x7B
10x82x88
12
12
12
8x62x72
10X72X 82
10x82x92
12
12
12 Fig. 56. Accoppiamento scanalato a fianchi
fili al variare dei tre valori unificati
dell'angolo di pressione a, che indivi-
dua la direzione in cui agisce la forza
I
parallelie ce11traggio
sul diametrointerno:se- scambiata fra scanalatura interna ed
92
102
112
10x92x98
10X102X108
10x 112x120
14
16
18
10x92x 102
10x 102x 112
10x112x125
14
16
18
zione con le dimensionicaratteristiche. esterna, normale al profilo.
Nella tabella XIX,sono raccolti a tito-
lo esemplificativo, i profili al variare
I .
pia è tale superficie e minore è la pres- del modulo (e quindi del passo) per

I
Tolleranzedi simmetria
sulladimensione Bcorrispon· sione a parità di momento torcente
dentia IT7,conriferimento
all'assedelcilindrodi dia- scanalati con cx==30° (nella norma so-
metrod. trasmesso, per cui un'ampia superfi- no indicati i dati geometrici e di tolle-
cie d'appoggio può consentire anche ranza per numero di denti fra 6 e 100).
uno scorrimento longitudinale del-
Designazione
1'accoppiamento contemporaneamen-
Siindicano nell'ordine i valoriNx d x D della
tabella,in cuiN è il numero di scanalature. te alla trasmissione del moto rotato- Rappresentazione degli -1···
Nelladesignazione siusanole seguenti sigle: - rio, caratteristica questa richiesta in scanalati
alberoscorrevole
alberoscorrevole
alberofisso= F
=S
sottocarico= SC
molti accoppiamenti scanalati.
. Gli scanalati con fianchi ad evolvente, In considerazione del largo impiego
realizzano un ottimo centraggio sui di scanalati nelle costruzioni meccani-

mozzotrattatodopobrocciatura =T fianchi stessi, consentendo alte velo- che e delle difficoltà di un loro dise- - · ·
mozzonontrattatodopobrocciatura

Esempi_ - . . - -
ALBERO con8 dentisuldiametro
= NT
. - - -
internod =
cità di rotazione: sono costruiti in mo- gno completo, la normativa interna-
d_~a~al9gg a).le d~~~~ture per ing:r:a- . zionale ha stabilito delle regole sem--
naggi e risultano pertanto di esecuzio- plificative di designazione e rappre-
I
62 e condiametro esternoD = 68,montato ne più economica risP.etto ai prece- sentazione (norma UNI EN ISO 6413).
scorrevole
62x6BSC
MOZZO
sottocarico:AlberoUNI8953· 8 x

con8 scanalaturesuldiametro interno


denti, che richiedono lavorazioni di Naturalmente è sempre possibile una
fresatura con frese di forma. Le scana- rappresentazione completa, come nel- I
d = 62e condiametrodi fondoscanalature D=
68,nontrattatodopobrocciatura: MozzoUNI
8953• 8 X62 X68NT
ACCOPPIAMENTO
cedenti:
SC/NT
tral'alberoe il mozzopre-
Albero/mozzo UNI8953- 8 x 62 x 68
I
Tnb. XVII. Scanalatia fin11c/1i
ri111e11to
para/Idi (rife-
alla figura 56 ed alla norma UNI
I
8953).

Fig. 57. Accoppiammto srn11alatoct111 c,·11- D


tra~giosui fia11chiSl'c,mdo!tJprt!c<'dt.'111.:
11ni-
fica:io11,·
UNI.

553 I
I SERIECONAPPOGGIO
TabellaUNI222
MEDIO SERIECONAPPOGGIO
TabellaUNI223
AMPIO
a)

I mm
d o
mm
b
mm
z
num.
scanal.
o
mm
b
mm
z
num.
scanal.
e,r
::
mm

I 11
13
16
14
16
20
3
3,5
4
6
6
6 20 2,5 10
0,2
18 22 5 6 23 3 10
I 21
23
25
28
5
6
6
6
___ 6
26
29
3
4
10
10
Diametro
esterno

- --26 32 6 32 4 10

I 28
32
36
34
38
42
7
6
7
6
8
8
35
40
45
4
5
5
10
10
10
0,3
b}

I 42
46
52
48
54
60
8
9
10
8
8
8
52
56
60
6
7
5
10
10
16
56 65 10 8 65 5 16

I 62
72
82
72
82
92
12
12
12
8
10
10
72
82
92
6
7
6
16
16
20
0,5

I 92
102
112
102
112
125
14
16
18
10
10
10
102
115
125
7
8
9
20
20
20

I Tab. XVIII. Scanalatia centraggiosui fia11c/1i


di vecchiaunificazioneUNI.

e}
a)

I E
li> ;r
__ .J __
ò
E
~
ò

I
d}

I
b}

I 0.5 1t m

Scanalato
interno

I
I Fig. 59. Profili scn11alati
UNI ISO 4156:
a) con fondo piatto, a= 30°, m= da 0,5 a 10;
I Fig. 58. Elementi caratteristicidel profiloscanalatoad e,•olventeUNI ISO 4156: a) con fondo
piatto, b) confondo raccordato(m =modulo;p =passo;a= angolodi pressione).
b) confondo raccordato,
c) afondo raccord11to,
a= 30°, 111= ,fa0,Sa 10;
a= 37,5°, 111= da 0,5a 10;
d) 11fondo raccordato,a= 45°,m= da 0,25a 2,5.

I 556

1--- -
Dentatura Modulo
Passo
a=30' m primitivo
p n ISO 14 - 6x23f 7x26 V
¼
I
10 31,416 /
""------- I
8 25,133 -· I-------

6 18,850
/ I
5 15,708
Fig. 60. Disegnosemplificatoed indicazionecompletadi uno scanalatoa fianchi,rettilinei.L'in-
dicazionedellarugositàsi riferisceallasuperficiedeifianchi.
I
4 12,566 a) Fianchi rettilinei .fl b) Fianchi ad evolvente .fì.. I
3 9,425 I
2,5 7,854 I
2 6,283
I
1,75 5,498
I
-
1,5 4,712

~-~ @--~-: ·1
.._,.._
......
..,._
1,25 3,927 ~~- ... - .
- . -- ..
I
·~

- .. ·- - .- -·

.. -
......
. 3,142
Fig. 61. Esempidi rappresentazione
semplificata,dei vari tipi di accoppiamentiscanalati.

0,75 2,356 le figure 54 e 55, ma in genere sarà uti- Per la rappresentazione semplificata
I
lizzata la rappresentazione semplifi- (fig. 61), si opera in analogia con le fi-

0,5 1,571
cata. In ogni caso l'elemento di accop-
piamento scanalato, albero o mozzo, è
indicato con il simbolo grafico caratte-
lettature e le dentature: si disegna cioè
il pezzo (albero o mozzo) come se non
ci fossero scanalature, e vengono poi
I
rizzante il tipo di scanalatura, seguito indicati il fondo delle scanalature con
0,25 0,785
dal riferimento alla norma e dalle di-
mensioni caratteristiche, integrate con
eventuali tolleranze e finiture superfi-
linea continua fine (tipo B) se in vista,
con linea continua grossa (tipo A) se
in sezione; la superficie primitiva del-
I
ciali, il tutto collegato all'elemento con
Tab. XIX. Scanalaticonfianchiad evoh>ente. la consueta linea di richiamo (fig. 60).
le scanalature ad evolvente è rappre-
sentata con linea mista fine (tipo G).
Come nelle filettature una linea gros-
I
sa (perpendicolarmente all'asse) indi-
ca la fine del tratto utile di scanalatu-
ra: con una linea, obliqua o curva, si
rappresenta eventualmente il tratto di
I
disimpegno dell'utensile (fig. 62).

Fig. 62. Indicazione,facoltativa,del tratto di


I
disimpegno11te11sile
a fine scanalatura.
I
--------------------- - . -·
557

-,
·1- Nel caso del disegno di due elementi
accoppiati, l'albero è sempre disegna-
to sovrapposto al mozzo nel disegno
I longitudinale, viceversa in quello
frontale. Nelle sezioni si rappresenta-
no sempre gli scanalati, indipendente-
ALTRI
COLLEGAMENTI
mente dal numero effettivo delle sca-
I nalature, come se fossero sezionate
due scanalature diametralmente op-
poste. Uno o due denti, rappresentati
Simili alle scanalature sono le denta-
ture assiali (alberi striati o millerighe)
costituite da un gran numero di rilievi
I con linea continua grossa, potranno
essere posti in evidenza nel caso in cui
si dovesse indicare una posizione pre-
a sezione triangolare (fig. 65): in gene-
re l'accoppiamento è però forzato, con
l'inserzione dell'albero dentato in un
-dsa rispetto ad un·riferilJ!~i:t~Q
(fig. 63).
·1·---
È anche possibile designare un accop-
piamento in forma sintetica con un'in-
foro liscio, con deformazione essen-
zialmente elastica di quest'ultimo.
La rappresentazione semplificata è
dicazione unica, come in figura 64. Fig. 66. Estremità di perno con zigrinatura
uguale a quella degli scanalati ad e-
spinata, in funzione di nccoppinmentofo1-:11to.
I volvente.
Un metodo analogo per ottenere il for-
zamento di un'estremità di un albero
in un foro liscio, sfruttando la defor-

I mazione elastica degli elementi accop-


piabili, utilizza le zigrinature, in ge-
nere parallele (fig. 66).
Un forzamento in senso circonferen-
I ziale che consente un accoppiamento
discretamente stabile fra alberi e moz-
zi, non soggetti a momenti torcenti
elevati, è realizzabile con manicotti
I elastici (fig. 67).
Sempre per realizzare collegamenti
per forzamento, ma smontabili, si fa
Fig. 63. Alcune scannlnturedevonoesseredi-

I segnatequandose ne vogliaprecisareIn posi-


zione rispettond altri ele1i1e11ti.
uso di bussole coniche rese elastiche
da intagli longitudinali, forzate ad

I a)
Jl ISO 14-6 x 23H7 /f7 x 26
b)
J'\. INT /EXT 24z x 2.Sm x 30Rx 5H/Sf

1· -\ ~
1504156
Compensatore
-

I -@)--
I Fig. 64. Indicazionesi11tetica
di 11ccoppi11111e11ti
scn1111/11ti,
in vistafro11t11/e
e longitudi1111/e.

I
---0----
A-A

I
I
Fig. 67. Mt111icotto
compens11/ore: In deforma-

I Fig. 65. Alberostriato, confini rilit'c•ilongit11dim1li


II s,·:io11e
triangolare.
zione dd/11s11pe1ficie
/nferale,costrettafra al-
/Jeroe moz::o,gt·11era111111for::asufficiente ad
assicurareil colleg11111e11to.

I 558

I --
T
I .
espandersi impegnandosi assialmen-
te su parti coniche degli alberi (fig. 68)
Un altro tipo di collegamento smonta-
bile si ha con le dentature frontali,
,.• -

CHIAVETTE
I
I
formate cioè da una serie di scanala-
TRASVERSALI
ture poste sulla faccia terminale, ad
esempio di un albero, incastrabili in
corrispondenti dentature su un altro Un bloccaggio contro la traslazione e
I
albero, realizzando così una giunzio-
ne di minimo ingombro ed in grado di
trasmettere elevati momenti torcenti
la rotazione reciproca di due pezzi è
ottenibile con le chiavette trasversali,
o biette, aventi la forma di figura 71,
I
(fig. 69).
Nel particolare settore della giunzio-
ne di tubazioni per il passaggio di
inserite in scanalature normali all'as-
se dei pezzi.
Si tratta di collegamenti rigidi, di
I
fluidi si hanno altri tipi di collegamen- costo elevato a causa dei precisi ag-
ti smontabili non filettati, fra cui mol-
to diffusi sono quelli a pressione. Si
usa per questi un elemento forato con
giustamenti richiesti, efficiente par-
ticolarmente in senso assiale, non
adatti in presenza di forti momenti
I
esterno ogivale, solidale con l' estre- torcenti.
mità di uno dei tubi da collegare: esso
viene spinto contro una svasatura od
estremità tronco conica dell'altro tu-
Nel collegare due pezzi, la chiavetta,
che ha un lato con inclinazione gene-
ralmente di 1 : 50, li spinge assialmen-
I
bo, in modo che la deformazione loca- te in senso opposto: per realizza-
Fig. 68. Bussolaconicaad espansione. le assicuri una buona tenuta (fig. 70) re un collegamento stabile è necessa-
1
I
I
Pezzi
regolabili
angolarmente
_I
0D
--,
I
Fig. 70. Gi1111:io11e
cl1etto11e
a tenutafm due tubazioni~ea/iz:z.ata con il forzamentoddl'ogirn 1 nel boe-
1, n sua ,.'oltncollegntoall'elemento4 con unafilettatura gas conicaa tenuta stagna.
I

Profilo della dentatura


I
h
...
,
-,;;I
o
'
I
r=2

I
'e:==---~Pendenza da 2 a 10'7c
(spesso 5'7c) I
Fig. 69. Collegnmentocon de11tat11re
fnmtali. Fig. 71. Collegamentocon c11im.•etta
tmsi.'ersale.
I
il
i
559

-,
rio indurre nelle zone d'appoggio una
deformazione elastica,· con conse-

I guente reazione, il che si ottiene im-


pedendo lo spostamento provocato
dall'introduzione della chiavetta.
ANELLIDI
SICUREZZA
In figura 71, in basso nel collegamen-

I to fra uno stelo ed un collare, l' estre-


mità dello stelo appoggia su un fondo
EDARRESTO
e si ha una compressione dello stelo Per impedire lo spostamento assiale
fra fondo della cava ed appoggio; nel- relativo di due elementi si fa largo uso
I la stessa figura in alto lo spostamento di anelli elastici, detti anche di sicu-
è impedito dal collare e in figura 72 rezza o di arresto, costituiti da anelli
dall'accoppiamento troncoccmicoJ per in acciaio per molle, aperti per un bre-
cui"si ha una trazione fra fondo della ve tratto circonferenziale, con diame-
I cava e superficie d'appoggio ed il tro interno leggermente inferiore a
comportamento rispetto a sollecita- quello dell'albero su cui verranno col-
Fig. 72. Collegamentocon chiavettatrasver- zioni a fatica risulta migliore che nel locati, in modo da subire al montag-

I salee messain trazionedell'albero. caso precedente. gio una deformazione elastica che
In figura 73 si ha un collegamento fra provoca una reazione diretta radial-
due tiranti mediante un manicotto e mente in grado di bloccarli nella sede
due chiavette trasversali. (fig. 74); per gli anelli destinati al
I montaggio entro fori sarà il diametro
esterno ad essere leggermente mag-
giore di quello della sede (fig. 75).
Il tipo più comune di anello elastico è
I il cosiddetto anello Seeger (fig. 76), a
sezione rettangolare, leggermente
maggiore nella zona diametralmente

I opposta a quella di taglio, dove si ha


la maggiore sollecitazione di flessione
conseguente alla deformazione del-
1'anello, con appositi appoggi per pin-
-1- ze destinate a divaricare gli anelli per
alberi (od a restringere quelli per fori,
fig. 79) per facilitarne montaggio e
smontaggio.
1
"
Questi anelli sono collocati in apposi-
te cave circonferenziali, a sezione ret-
_tangolare, ricavate sugli alberi o nei
1- fori, ma esistono anche anelli in grado
di sopportare leggere spinte assiali so-
lo grazie all'azione di compressione
da essi esercitata direttamente sull'al-

1 bero (fig. 82 e tab. XXII).


Come di consueto si ha infatti una
gran varietà di forme ed applicazioni
di anelli elastici, di uso rapido e rela-

I Fig. 73. Collegamento frn due tiranti mediantemanicottoe chim.•ettetrasversali. tivamente poco costoso.
Ad esempio con funzione di arresto
per spinte non molto forti, si usano
_anelli semplici tagliati, di varie sezio-
I
lO O OlO
ni, anche solo circolari o rettangolari,
spinti in opportune scanalature peri-
feriche sugli alberi (fig. 81 e 87).

I Simili agli anelli Seeger come funzio-


namento sono gli anelli di sicurezza
ad espansione UNI 7434, che vengono

I
I
00
Fig. 74. Anelli clasticiper bloccaggio
00
o,t arre- Fig. 75. Anelli e/a5ticiperfori.
montati o smontati con un'azione ra-
diale nella cava effettuata sull'albero
(fig. 85 e tab. XXIII).
Le figure nel testo esemplificano l'im-
piego di anelli elastici in diversi mon-
taggi.
In figura 84 è mostrata una piastrina
sto assialesu alberi. d'arresto a tre punti d'appoggio, men-

I 560

I •. ; .1•. -
__._!"· ;,;t
a)
I
I
I
m

b)
I
Fig. 76. Anelli elasticitipoSeegerperalberi:dimensionicaratteristiche
alloggiamenti(cave).
deglianellie dei relativi
I
.. ...
Indicazione
perla
designazione
d, s
- · Anello

a b d, d,
Alloggiamento

m n
Caricoassiale
max
N
I
max = min
3
4
5
0,4

0,6
1,9
2,2
2,5
0,8
0,9
1,1
2,7
3,7
4,7
2,8
3,8
4,8
0,5

0,7
0,3
230
300
380
I
6
7
8
0,7
0,8
2,7
3,1
3,2
1,3
1,4
1,5
5,6
6,5
7,4
5.7
6,7
7,6
0,8

0,9
0,45
700
800
1200
e)
I
9 1,7 8,4 8,6 0,6 1380

I
+--+---~-©
10 9,3 9,6 - 1530
3,3... --·
11 · l,8 - 10,f 10,5 2100
0,75
12 11 11,5 2300
13
14
15
1 3,4
3,5
3,6
2
2,1
2,2
11,9
12,9
13,8
12,4
13,4
14,3
1,1
0,9
1,1
3000
3250
4000
I
16
17...
18
3,7
3,8 -- - 2,3 - -

3,9
2,4
14,7
15,7
16,5
15,2
16,2 ·
17
-- . 1,2 - -
4900
5200
6900
- Fìg.77.-biversin1od{dir~aiizzare··;,~-arre;to
su 1111albero.
- ·1
19 2,5 17,5 18 7250
20
21
22
1,2
4
4,1
4,2
2,6
2,7
2,8
18,5
19,5
20,5
19
20
21
1,3
1,5 7700
8050
8450
I
24 22,2 22,9 10100
25
26
4,4

4,5
3

3,1
23,2
24,2
23,9
24,9
1,7 10600
11000
I
28 4,7 3,2 25,9 26,6 15000
29
30
32
1,5
4,8
5
5,2
3,4
3,5
3,6
26,9
27,9
29,6
27,6
28,6
30,3
1,6
2,1 15600
16200
21000
I
2,6
34
35
36
5,4
5,6
3,8
3,9
4
31,5
32,2
33,2
32,3
33
34 3
22200
26700
27600
I
38 5,8 4,2 35,2 36 29100
40
42
45
1,75
6
6,5
6,7
4,4
4,5
4,7
36,5
38,5
41,5
37,5
39,5
42,5
1,95
3,8
38100
40000
43000
I
48
Tolleranze:
6,9 5 44,5 45,5
su s, h 11,su m,H 13;su d2 h 11finoa d2 = 17,h 12 per diametrim~ggiori.
46000

di figura 19 Piene sem-


Fig. 78. li 111011/aggio
I
plificatosostituendovitee rosettacon 1111n11el-
, Tnb. XX. Dimensionidi anellielasticiper alberi,tipo difigura 76 (UNI 7435). /o elastico.

561
I
r
I
a)

I -=
~;
Spigoli
\'i\'i
.--'--.::::-------:::t---.i

I • - -U• J=n
....
_ 'rf-1-

I m

b)

I d; s di
. ,..·..

I Fig. 79. Anelli elasticiperfori: dimensionicaratteristichedeglianellie deglialloggiamenti.

I Indicazione
-·· ....-~-:--
perla '.!-
·.1~.:--
. i
...
_.-:;H~;::~.
· Anello Alloggiamento
..........
.- .
. -----
---..
...
Carico
assiale
max
designazione .•
.;_,.~ .. m
d, - __ a b n N

I
'A
.,_ ·~max dl di
. --- --· = - .. _.._.. H13 min e)
8 2,4 1,1 8,7 8,4 0,9 1280
0,8
9 2,5 1,3 9,8 9,4 1440
0,6

I 10
11
12
3,2
3,3
3,4
1.4
1,5
1,7
10,8
11,8
13
10,4
11,4
12,5 0,75
1600
1760
2400
-----1-

13 3,6 1,8 14,1 ... 13,6 3140 -.. •. '· ~. '· '· '- ·-
0,9
14 1.9 15,1 14,6 3360
3,7
15 16,2 15,7 1,1 4220
2
16 1 3,8 17,3 16,8 1,1 5150
Fig. 80. Diversimodi di realizzare1111arresto
I 17
18
3,9

4,1
2,1

2.2
18,3
19,5
17,8
19
1,2
5470
7250
i111111foro.

-·1.. '-···20
19

21
. .. - -
4,2
2.3
2,4
20,5
21,5
22,5
--20
.
21
22
- ..
1,5
. 764.0_
7800
8100
22 2.5 23.5 23 8350
24 4,4 2,6 25,9 25,2 11600

I 25
26
28 1,2
4,5
4,7
2,7
2,8
2.9
26,9
27,9
30.1
26,2
27,2
29,4 1,3
1,8 12000
12500
13300
4,8 2,1

I 30
31
32
5,2
3
3.1
3.2
32,1
33,4
34,4
31,4
32,7
33,7 2,6
13700
13800
13900
34 3.3 36,5 35,7 23200

I 35
36 1,5
5
3.4
3.5
37,8
38,8
37
38 1,6
3
26900
26400
37 3.6 39,8 39 27100
5,5

I 38
40
42
5.8
5,9
3.7
3.9
4.1
40.8
43,5
45,5
40
42,5
44,5
28200
40500
42500
4.3
I 45
47
48
1,75 6,2

6,4
A.4
4,5
48,5
50,5
51,5
47,5
49.5
50,5
1,85 3,8 43100
43500
43200

h 11sulì: H 13su m:H 11sud, finoad,= 19.H 12perdiametrimaggiori.


I Tolleranze:

Ttzb.XXI. Anelli elasticipafori dl!Itipo difigura 79 IUNI 743ì).


Fig. 81. Dhwsi tipi di a11ellit'lasticia se:io11e
costn11te. ,

1 562
---·J

T ~c..·---·····

-
tre in figura 86 è illustrato un ferma- ,
glio unificato (UNI 8834).
~ Numerosi altri dispositivi sono dispo-
'' s
!I
/~'
nibili sul mercato: come in altri casi si
raccomanda la lettura delle riviste I
.-/(--.~ -'\\ -v,-
J- specializzate e la consultazione di ca-
taloghi.
\ I ,,_ ___ _
,::
'' I
I Fig. 82. Anelli elasticidi sicurezz.aper mon-
taggiosu alberisenz.acave.
~--~
~! ..·-:...,._
1/, d {·
~
_.,....
J· h 11..;.
~. d;f~T,-
_.:~~d2~t ;;_;~~,l
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<C.·':J1!"' ~- ·:r:it-.)~t I
0,4
...,.,,~.•'. .·""!
~~.·
~
.. ; ..' p
Kg.

1,2 3,5 1,25 1,20 4,70 2


1,5
1,8
2
3,6
4,7
5,3 0,5
I 0,90
1,20
1,55
1,40
1,80
2,00
4,70
6,20
6,80
2,5
3
3,5
2,2 5,6 1,65 2,00 7,20 3,5
2,35
2,5
2,8
5,6
5,9
6,4
0,6
I ±0,03
1,65
1,65
1,75
2,00
2,00
2,10
7,20
7,50
7,80
3,5
4
5
3
3,5
4
6,8
7,4
8,1
0,7
I 1,75
1,85
1,95
2,30
2,30
2,50
8,50
9,00
9,80
7
8
9,5
4,5 8,8
o.a 2,10 2,55 10,30 10
5
5,5
- 9,7 -
10,6
-
0,9 I - 2,25
2,50
2,80
2,80
· 11,30
12,30
12,5
14
6 11,6 2,60 2,95 13,50 16
7
8
9
12,7
13,9
15,25
1,0
I 2,90
3,00
3,25
3,15
3,25
3,35
14,30
15,40
16,50
17,5
19
22
3,4(1
10
11 -
12
16,55
- - 17,85
20
·-
1,~

1.3·
I - -- ..
±0,04
- .. _3,4Q ·-
3,80
4,30
3,40
4,10
17,60 -
18,60
21,20
24,5
26
28,5
13 21,5 4,20 4,10 22,50 30
14
15
16
22,5
23,5
24,8
1,5
I 4,50
4,70
4,80
4,40
4,40
4,40
23,80
24,50
25,80
31
36
40

Fig. 83. Se111plificazio11e


cu,;ci11ctto
del 111011/aggio
di 1111
a sfereco1111sodi anellielasticiin-
17,4
18
20
25
27,7
29,2
-
1,8 I ± 0,05
4,30 ·
5,30
5,60
3,50
4,70
4,70
26,20
28,80
30,50
41
41,5
43
vecedi collegamentifilettati (Diseg11iSKF). 25 38 2 ±0,06 6,50 7,00 39,50 47

I T11b.XXII. Anelli di sicurez=aDIN (tipo di


figura 82).

I
I
I
I Fig. 84. Piastri11a
d'arrestotria11golare.

563

I
1-
1
I . -ò
~1
"t:J - • - .•

..r::. uf:: . -
I )(
r:
-~--~--,E
I s n
m
....
"l

I Fig. 85. Anelli d'arrestoad inserzioneradiale(tipo UNI 7434).

I di d, a s
dJ

a
Scanalatura

~u~-1
da d. m
mln
n-··
I 0,8
1,2
1,5
2
3
4
0,58
1,01
1,28
0,2
0,3
0,4
1
1,4
2
1,4
2
2,5
0,8
1,2
1,5
0,4
0,6
0,8
0,24
0,34
0,44
1,9 4,5 1,61 0,5 2,5 3 1,9 1 0,54
I 1,9·
2,3
5
6
1,61
1,94
0,5
0,6
2,5
3
3
4
1,9
2,3
1
1
0,54
0,64
3,2 7 2,70 0,6 4 5 3,2 1 0,64

I 4
5
6
9
11
12
3,34
4,11
5,26
0,7
0,7
0,7
5
6
7
7
8
9
4
5
6
1,2
1,2
1,2
0,74
0,74
0,74

I 7
8
9
14
16
18,5
5,84
6,52
7,63
0,9
1,0
1,1
8.
9
10
11
12
14
7
8
9
1,5
1,8
2
0,94
1,05
1,15 ex45°

I
.
10
12
20
23
29
8,32
10,45
12,61
1,2
1,3
1,5
11
13
16
15
18
24
10
12
15
2
2,5
1,25
1,35 1r
15 3,0 1,55
37 15,92 1,75 20 31- )9 3,5 1,80
-- . -- :ò
19

1·- ·19•- 37
- - 15,92.
1,8
--
20 31 19 3,5 1,85 1-
t _I
24• 44 21,88 1,8 25 38 24 4. 1,85
24 44 21,88 2,0 25 38 24 4 2,05
30• 52 25,8 2,0 32 40 30 4,5 2,05

1 h,,su d2 ed,, H 10 su a; su s ±0,02finoa d1 = 7, poi±0,03.


Tolleranze:

Tab. XXIII. Dimensioni di anellielasticidel tipo difigura 85. Fig. 86. Fermagliodi sicurezzaper perni o al-
I Fermaglio
beri (UNI 8834).

Pernoo albero

I di
b
+ 0,2
-0,1
d,
+0,15
o
d, hl
:t0,2
h,
:t0,4
s
o
-0,05
Caricoassiale
N
max
d, d,
g10
m
+ 0,1
o
n

I 4
5
7
g
3,2
4
4
5
8,5
10,8
2,2
2,8
1000
1300
4
5
3,2
4
0,64
0,74
2
2,5
6 11 5 6 14,2 3,6 1500 6 5 0,74 3

I 8
10
12
14
18
22
6
8
9
8
10
12
17,3
22
26
4
5
5
0,45
0,5
0,55
3600
6400
9600
8
10
12
6
8
9
0.94
1,05
1,15
3,5
4,5
5

I 14
16
25
28
10
12
14
16
29,7
34
5,3
5,8
Tab. XXV. Fermagli,in acciaioper molle(figura 86), da montaresu alberi.
0,6
0,65
11320
13500
14
16
10
12
1,25
1,35
5,5
6

I 564
A/b. dz d, Foro
I.

d, nom nom d, r d, d5 d,
r

4
5
3,1
4,1
3,2
4,2
0,8
0,8
0,5
0,5
d, nom nom

a)
I
6
7
8
5,1
6,1
7,1
5.2
6,2
7,2
o.a
0,8
o.a
0,5
0,5
0,5
7
8
0,8
0,8
7,9
8,9
7,8
8,8
0,5
0,5
I
10 9,1 9,2 0,8 0,5 10 0,8 10,9
12
14
10,8
12,8
11
13
1
1
0,6
0,6
12
14
1
1
13,2
15,2
10,8
13
15
0,5
0,6
0,6
I
.
16 14,2 14,4 1,6 0,9 16 1,6 17,8 17,6
18
20
22
16,2
17,7
19,7
16,4
18
20
1,6
2
2
0,9
1,1
18
20
22
2
1,6 19,8
22,3
19,6
22
0,9
0,9
1,1
-1
1,1 2 24,3 24 1,1
24 21,7 22 2 1,1
25
26
22,7
23,7
23
24
2
2
1,1
1,1
24
25
26
2
2
2
26,3
27,3
28,3
26
27
28
1,1
1,1
1,1
b)
I
28
30
32
35
38
40
25,7
27,7
29,1
26
28
29,5
32,1 • 32,5
35,1
37,1
35,5
37,5
2
2

2,5
2,5
2,5
2,5
1,1
1,1
1,4
1,4
1,4
1,4
28
30
32
35
38
40
2
2
2,5
2,5
2,5
2-?
30,3
32,3
34,9
37,9
40,9
42,9
30
32
34,5
37,5
40,5
42,5
1,1
1,1
1,4
1,4
1,4
1,4
d~-~fE:E-
42 39 . 39,5 2,5 1,4 42 2,5 45 44,5 1,4
45 42 ·42,5 2,5 1,4 45 2.~ 48 47,5 1,4
48
50
55
45
47
51,1
45,5
47,5
51,8
2,5
2,5
3,2
1,4
1,4
1,8
48
50
55
2,5
2,5
3,2
51
53
58,9
50,5
52,5
58,2
1,4
1,4
Fig. 87. Anelli d'arrestoa sezionecircolare:a,
per alberi;b, perfori. I
1,8
60
- ·- 65
70
56,1
61,t
66
56,8
61,8 -3,2
66,8
3,2

3,2
1,8
1,8
1,8
f-
60
65
70
-
3,2
3,2
3,2
63,9
68,9
74
63,2
68,2
73,2
1,8
1,8
1,8
I
75 71
-.1
71,8 3,2 1,8 75 3,2 79 78,2 1,8
80 76 '16,8 3,2 1,8 80 3,2 84 83,2 1,8
85 81 81,8 3,2 1,8 85 3,2 89 88,2 1,8
90 86 86,8 3,2 1,8 90 3,2 94 93,2 1,8
·- 95-
iOO
i05
91
95,8
- 91,8 -- 3,2
96,8
100,8 101,8
3,2
3,2
1,8 - - 95
1,8
1,8
100
105
3,2 -
3,2
3,2 ·
-99· ..
104,2
109,2
98,2· -
103,2
108:2
·1,8--
1,8
1.8
I
:iO 105,8 106,8 3,2 1,8 110 3,2 114,2
i 15
'.20
125
110,8 111,8
115,8 116,8
120,8 121,8
3,2
3,2
1,8
1,8
115
120
3,2
3,2
119,2
124,2
113,2
118,2
123,2
1,8
1,8
1,8
Svarialisonoi tipi di elemen1
lizzatie perciòoccorrerebbe
dii collegamento norma-
indicareun grannumero
di tabelleoltrea quellecitalenelcapitolo.
I
3,2 1,8 125 3,2 129,2 128,2 1,8 Risultaquindiancoraunavoltanecessario il rimando,
!~~~ XXIV. Dimensionidi nnellid'arrestodifigura 87; tipoA, per alberi,tipo B, perfori (UNI
,.,,~.:,).
· peruna.informazion
dellenormepubblicato
complet
e ae precisa,al Catalogo
dall'UNI. I
I
I
I
I
I 1. Ricavarei particolaridal complessivo rappresentato.

I
I
I
I I

I D
I
I
I
·-1 ..
Il Spino. cilindrico. B 3x30
10 Vite M8x15 A 8.8
.- - ---. -- -- - -
1
1
UNI EN
UNI 5931
22338
- - .. -

9 Morsetto fisso 1

I 8
7
Supporto
Perno filetto. to
1
1

·1 6
5
4
Perno
Vite
Supporto
M4x10 A 8.8 2
1

1
-
UNI 5931

I 3
2
1
Morsetto

Bo.se
scorrevole
Spino. cilindrico. B 3xl4
1
2
1
UNI EN 22338

I No DenoM;no z;one Moter;ole

POLITECNICO DI TORINO
Q Note

Oggetto: V;sto, AlUevo:

I Mors0. do. to. volo Doto,


Scolo:
-

r-i~
1:1 ~

I Corso: MECC.l I D;segno N Doto, 27/5/1994


L._J
;

I 566
a· T

2• Nella figura è rappresentato un collegamento mediante chiavette. Qual è l'errore che ha commesso il progettista?

I
I
I
I
I
I
I
_I
I
3 Predisporre il montaggio della puleçgia (b) su due diverse estremità d'albero. Sì modifichi il disegno dei pezzi (rappre-
• sentati in condizione di semilavorato) per consentire il collegamento sia ai fini della rotazione che dell'arresto assiale.
I
a)

grezzo
b) I
I
grezzo
I
I
I
I
567
.. ·--------- -· ·- - -- - -1
I 4• Ricavarei particolaridel complessivorappresentato.

I
1--
I
I
I
I
I
Il
11

I Tolleronze secondo UNI ISO 2768 n-K

I
UNI ISO 8015

11 Gonnino 2
o Gonoscio 2
,"
I •
.•'
Perno UNI [N 22340-A-6x20
Supporto
Rullino
n"l

Perno cii nonovro


6
I
2
1

I . Perno raettoto
Supporto
Levo
n"2
I
I
4
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Testo di es troz,one I
' Dodo MS UNI 5589 I

I
I

..,. Denommazlone Q, •. No\e


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Uoclof,co
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COC:<e
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I 568

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I
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CAPITOLOSEDICESIMO I
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~EjiJf~~f I
. , i-. :.\·::~:
·,: ...
I
,, ..__
.
. r- ,.

altri __
componenti 1
delle macchine 1
sporre degli elementi richiesti in tempi
brevi ed a costi definiti. fM. I
Perciò ci si limiterà qui ad un rapido

DEL I
richiamo su alcuni elementi usuali.
PREMESSA delle macchine, (ribadendo che sia per TRASMISSIONE
essi sia per i numerosi altri non illu- . MOTOROTATORIO
Meccanismi e macchine sono inseriti strati, è opportuno il riferimento ai ca-

volta dei sistemi costituiti da diverse do una classificazione approssimativa I


in sistemi complessi, ma sono a loro taloghi delle ditte produttrici), secon- Una delle più comuni funzioni pre-
senti nelle macchine è quella della tra-
parti, ognuna delle quali è chiamata a ·che prevede la soddisfazione delle se- smissione del moto fra un organo mo-
svolgere determinate funzioni. guenti esigenze:
Già nei capitoli precedenti si è fattori-
ferimento a questa realtà, sia quando
si esaminavano aspetti generali quali
. - trasmissione del moto (cinghie, cate- (o condotto). · · -
ne, ruote dentate)
I
tore (o conduttore)ed un organo mosso

Si potrà avere la ~ecessità di trasfor-


mare un moto rotatorioin un moto ret-
la quotatura e le tolleranze, sia scen- - supporto di alberi rotanti (cuscinetti tilineo (continuo; mediante vite e ma-
dendo in descrizioni proprio di ele- volventi e radenti)
menti destinati a funzioni specifiche, - tenuta contro il passaggio di fluidi
I
drevite, figura 1, od alternato, con
biella e manovella), un moto rotatorio
.
.

come i collegamenti filettati, i disposi- (guarnizioni) continuoin un moto rotatorio intermit-


tivi anti svitamento od i collegamenti -=-resistenza elastit::a(molle)
·· · -albero-mozzo. - · ·- - -· -·· ··
È facilmente intuibile come questo ar-
I
tente (e.on arpionismi od ·altri meccani-
smi, figura 2),
ma il caso più
gomento potrebbe essere ampiamente Sfere comune è quel-
sviluppato: la costruzione di macchi-
ne si basa in gran parte sulla cono-
scenza di elementi funzionali già co-
I lo del trasferi-
mento del moto
rotatorio conti-
struiti, utilizzati come reperiti sul
mercato oppure modificati ed adattati
alle particolari necessità, e di conse-
guenza esistono numerosissimi di tali
I nuo dall' albero
motore al con-
dotto, con una
diversa velo-
elementi, normalizzati e no, la cui sem-
plice descrizione occuperebbe centi-
naia di pagine. Sfere di ritorno I cità di rotazio-
ne per quest'ul-
timo.
Esiste tuttavia un altro dato da tener
presente: trattandosi di prodotti Fig. 1. Trnsformazione
commercializzati, i produttori ne il- di moto rotatorioin ret-
lustrano forme e caratteristiche, spes- tilineo mediante vite e
I
Ruota conduttrice

so accompagnate da formulari per 111a11icotto a circolazione


calcoli semplificati e per la loro mi-
gliore utilizzazione, in cataloghi ag-
giornati da cui ne risulta la disponibi-
di sfere.
I
lità effettiva. · Fig. 2. Trasformazione
È quindi a questi cataloghi che il pro- di moto rotatorioco11ti-
gettista fa riferimento, al di là dell'in- 11110 in molo inter111it-
I
dicazione di norme o tabelle ufficiali, te11temediantecrocedi Ruota condotta

"
proprio per cautelarsi sul fatto di di- Malta.
I 569

I
I Tra~missiònirigide
La trasmissione può avvenire per mez-
I zo di una ruota calettata sul primo al-
bero, la cui superficie petjferica liscia
prema sulla corrispondente superficie
a) b)

I di una ruota calettata sul secondo (fig.


3).
In questo caso (ruote di frizione) la tra-
. smissione avviene fra dette superfici

I cilindriche per attrito e non può essere


assicurata quando vi siano elevate po-
tenze in gioco, poiché si avrebbe slitta-
mento. ·-______ .

I La relazione fra il numero di giri della


ruota conduttrice e quello della con-
dotta si ricava imponendo che si abbia
la stessa velocità nel punto di contatto,
I pensato appartenente all'una ed all'al-
tra ruota (cioè V= ror = olr', essendo w
ed r rispettivamente velocità angolare
/

I e raggio della ruota conduttrice ed w'


ed r' della condotta), ed è espressa dal Fig. 3. Trasmissionedi moto rotatoriocontinuo mediante ruote di frizione (ad assi paralleliod
noto rapportodi trasmissione anchesghembi).
t =w/w' =r'/r
I e quindi, poiché
(JJY= 1md,
Fig. 4. Coppiadi ruote
dentate fra loro ingra-
nanti: la distanza fra i
denti lungo la circonfe-

I anche
t =11/n'=d'/d
renza (passo)dc1.1e esse-

re uguale in entrambe
le ruote. 111genere la

I.
dove n e d sono numero di gm ruota 111inoreè chiama-_
(nell'unità ~i tempo) e diametro della la pignoneo rocchetto.
·ruota motrice e n' ed' della condotta.

I,.
Si noti che il v~rso di rotazione risulta
opposto nei due alberi: se si vuole con-
cordanza di rotazione bisogna inter-

--1 porre fra le due una terza ruota, che


non influisce sul rapporto fra numeri
di giri, ma solo sul verso (ruotaoziosa).
Le ruote di frizione possono essere
usate per trasmettere il moto anche fra
I assi fra loro inclinati ed anche come si-
stema di sicurezza, prevedendone lo
slittamento (e quindi la interruzione

Inella trasmissione del moto) quando


si superino determinate potenze.

La trasmissione del moto risulta più dei denti sono tracciati secondo un due ruote trasmettendosi la spinta ro-
Iregolare e sicura se si fa uso di ruote
dentate,portanti cioè sulla loro super-
ficie cilindrica una serie di sporgenze
profilo ad evolve11tedi cerchio (si veda- tatoria: è evidente che solo la compo-
no le curve citate, nel cap. 4). 11ente di tale forza in direzione tan-
Si considerino (fig. 5) due circonferen- genziale alle circonferenze primitive è
equidistanti (denti) (fig. 4). ze tangenti in un punto (definite cir- utile per far ruotare, mentre la compo-
ILa trasmissione avviene per spinta dei
denti della ruota motrice su quelli del-
la condotta ed il profilo dei denti stes-
primitive) ed una retta che nente in direzione radiale si scarica sui
co11fere11:e
intersechi in tale punto la tangente co- supporti dell'albero. In genere l'ango-
mune secondo un angolo 0: due cir- lo di pressione è di 20°.
si deve essere opportunamente stu- conferenze concentriche alle prece- Gli elementi caratterizzanti la denta-
1 diato per assicurare uniformità di mo-
vimento ed evitare perdite di .potenza
per attrito (elevatissime ad esempio
denti e tangenti a tale retta (aventi tura di una ruota appaiono in figura 6:
quindi raggio R8 = Rcos0) saranno le per la geometria della ruota sono inte-
base,su cui rotola la ret- ressanti, oltre alla: circonferenza pri-
circo11fere11:e-di

I nelle ruote a lanterna usate nell'anti-


chità).
Abbandonati, se non per usi particola-
ta generatrice dell'evolvente. mitiva, la circonferenza di tro11cat11m
L'angolo a è detto angolodi pressionee esterna(o esterna o di testa), la circon-
dà la direzione della retta d'azione del- ferenza di tro11cat11m i11tema(o di pie-
ri, i profili cicloidali,in genere i fianchi le forze che si scambiano i denti delle de) ed il passo, definibile in generale

I s7o

·-a---·
---~------------------•rL<rHH~c,uru,- ..1..s:;u,_.._,,..
__,,,.,_.,......,.,.
..:+1.c
...wtlh&MZl':bMrEltttlllt,tl~
il
ti
MODULI
NORMALIZZATI

valoriprincipali
o.so 4
valorisecondari
0,550- 4,5
I
0,60 s 0,700 s.s
0,80
1
6
8
0,900
1,125
7
9
I
1,25 10 1,375 11
1,50
2
2,50
12
16
20
1,750
2,250
2,750
14
18
22
I
-
3 .25 -- -3,500
Tab. I. Valori normalizzatidel modulo delle
dentature.
I
I
Fig. 5. Elementigeometricinella trasmissionedel moto:la retta passanteper il punto di co11-
I
tatt~fra le circonferenzeprimitive di raggioR ed inclinatade/l'angolodi pressione0 è norma-
le al profilodei denti ma anchetangentealle circonferenzedi base,su cui viene costruita l'evol-
vente chedefinisceil profilodei denti. I
I
Fig. 7. Un r11oti-
s1110 complesso:
nel primo gruppo ·· ·
la mota interme-
I
dia (ruota oziosa)
inverte il versodi
rotazione della
terza ruota ren-
_I
dendolo concorde
_con la prima. Il.
rnpportofra 1111-
111erodi giri del
I
pri1110·
e ,1el/'ulti-
Fig. 6. Elementicaratteristicidel profilodi una ruota dentata:la circonfe- mo alberoè ugua-
renzadi baseè co111presa fra circonferenzapri111itirn
e circonferenzainterna le al prodotto dei
e soloil trattodi profilolatemledel dente al suo esternoappartieneall'evol- mpporti dei due
I
i.'ente. gntppi.

come distanza fra punti corrisponden- mente avere lo stesso passo e quindi ruote di frizione e perciò vale per esse
I
ti di due denti consecutivi e con preci- lo stesso modulo. il rapporto di trasmissione già visto,
sione come distanza fra le mezzerie di I valori unificati del modulo sono ri-
due de11ticonsecuti-vimisuratasulla cir- portati in tabella I.
confere11zaprimitiva. Sempre con riferimento alla figura 6 il
che potrà anche essere espresso come
t = 11/11'= z'/z I
Una ruota dentata viene definita indi- proporzionamento normale di un Si ricordi che in una coppia di ruote la
candone il 1111111erodi denti (z) ed i pa- dente è:
rametri fondamentali del profilo den- addendum= m;
tato, cioè l'angolodi pressione(0) ed il dedendum = 1,25 m;
più piccola prende il nome di pignone
o rocchetto, che un insieme di più ruo-
te ingrananti fra di loro è definito ruo-
I
tismo od ingranaggio(fig. 7), e che una
111od11lo
(m).
Il modulo è un parametro di propor- altezza del dente = 2,25 m;
zionamento delle dentature definito lunghezza assiale= (8712) 111
come rapporto fra diametro primitivo diametro primitivo D = mz;
ruota può accoppiarsi con un tratto
dentato rettilineo (dentierao cremaglie-
ra, figura 8), considerabile come tratto
I
e numero di denti (introdotto per evi- diametro esterno= D + 2 m = (z+2) m;
tare il fattore irrazionale 1t). Si avrà diametro interno= D- 2,5 111
quindi m = D / z e di conseguenza il
di ruota di raggio infinito, oppure con
un'altra recante la dentatura all'inter-
no della superficie cilindrica (dentatura
I
passo p = 1tD/ z = r.:m.Due ruote, per Le circonferenze primitive corrispon- interna,figura 9), ed· in questo caso il
ingranare fra di loro, devono logica- dono alle circonferenze esterne delle verso di rotazione è concorde.
571
I
I
. Il numero dei denti delle ruote denta-
te non può essere piccolo a piacere,
ruote a denti diritti non scende sotto a
15. Di conseguenza anche le dimensio-
(figg. 10 e 11). Un'altra soluzione è il
ricorso ad ingranaggi epicicloidali (fig.
perché al diminuire del numero dei ni delle ruote, specialmente con mo- 12).
I denti, a parità di modulo, il profilo dei
denti si scosta s~mpre più dall'evol-
vente (si noti che il profilo del dente
duli elevati necessari per trasmettere
grandi sforzi, non possono scendere
sotto certi limiti ed anche i rapporti di
Per diminuire il numero minimo di
denti utilizzabile si possono usare an-
goli di pressione più elevati (aumen-

I corrisponde all'evolvente soltanto per


il tratto esterno all'intersezione con il
cerchio base, mentre da questa verso
trasmissione non possono essere su-
periori a 4 o 5 per evitare eccessivi in-
gombri in senso trasversale.
tando la parte di profilo esterna al cer-
chio di base, peggiorando però il ren-
dimento), oppure le dentaturecorrette,
l'interno è generalmente un segmento Rapporti di trasmissione (o riduzioni) a profilo ribassato (addendum= 0,8 m

I radiale) e ne consegue un funziona-


mento irregolare con impuntatura dei
denti per interferenza fra costa del
più elevati si ottengono attraverso di-
versi stadi successivi, mediante alberi
di rinvio secondari, tenendo conto che
e dedendum = m) o con spostamento
delle circonferenze primitive.
Il piano di simmetria del dente (e
dente conduttore e fianco del condot- il rapporto di trasmissione totale è il quindi l'asse del dente, intersezione
I to. In genere il numero di denti per prodotto dei rapporti realizzati nei
singoli successivi stadi di riduzione
fra il piano di simmetria ed il cilindro
primitivo) può essere parallelo all' as-

I. "-'

I
I Fig.8. Accoppiamentoruota/dentiera.

I
I Fig. 11. U11cambiodi velocità:la possibilitàdi diversiaccoppinmentidi r11otedentateco11se11te
diversi ra1iportidi trasmissionefra gli alberi.

I Fig. 9. Pignone accoppiatoco111111n


coronaa

I dentatura interna.

albero
motore

Fig. 10. lngmnnggio riduttorea tre slndi: il Fig. 12. Un ruotismoepicicloidale:le ruotesatellitic/1ei11grana110
con il pig11011e centmle (sola-
rapportodi rid11zionetotaleè datodal prodot- re) rotolanos11llncoronadc11tntne m11ovo110Inforcellaporta satelliti calettatas11 1111
alberoche
to dei rapportidi riduzionedei singoli stadi. q11i11di
ruotaconssi11l111e11te
al solare.

I 572

I --
.... ----,----------------------------------------- .......... ...,._..U....u..ff-l
11... ,'""_"""_

se della ruota (dentaturediritte) oppure


formare con esso un angolo, i cui valo-
ri più frequenti sono 6°, 12° e 15°, (den-
Passo dell'elica tature elicoidali,figura 13).

- - _d_p
--·---
J_ -r----~-
-----
---
~
--- '
Queste ultime possono essere pensate
come formate da un numero infinito
di ruote dentate diritte coassiali, di
-h._,~ ::a - ~-:.. - - - - - - - - _·: ~; spessore assiale infinitesimo, ognuna
delle quali spostata angolarmente ri-
Passo assiale spetto alla precedente: si comprende
quindi come l'asse del dente sia in
questo caso un tratto di elica, che può
essere destra o sinistra.
Le dentature elicoidali consentono un
ingranamento più silenzioso e gra-
duale rispetto a quelle diritte (in ogni
I
istante sono a contatto più coppie di
denti anziché una sola) e una riduzio-
ne del numero minimo di denti, ma le
forze che i denti si scambiano presen-
I
tano una componente anche in dire-
zione assiale, inutile al fine della tra-
smissione del moto, ma che esercita
I
una spinta, tanto più forte quanto
maggiore è l'inclinazione dell'elica,
che deve essere opportunamente con-
trastata. Per eliminarla si fa talvolta
I
uso di dentature bielicoidali(o a freccia
o chevro11), che risultano costose e sono
per lo più limitate ad ingranaggi di
grandi dimensioni (fig. 14).
I .
.

Con le ruote a denti elicoidali si può


avere trasmissione del moto non solo
fra all:ìeri paralleli ma anche sghembi,
con una certa perdita di rendimento
(fig. _15). L'angolo formato dai piani
I
'
.

l !lt
.

I
Fig. 14. Dentature bie/icoidali: le opposte
spinte assialisui denti si a1111111/ano.
I
I
i;
,-.
f•
I
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t I
1:·
I•
iI
Fig. 15. Trasmissione del moto rotatoriofra
assi sghembiper mezzo di ruote a denti elicoi-
I
Fig. 13. Ruote cilindricheco11dentaturediritte (a) o elicoidali(b) e ruote coniche(e). dali.

,
l
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573 I
-
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--·-- ··-·-----· ----- -----··-----------------· ---- - ·-·····- .. ------ -···- ....
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I
I
I ----~\--~------
I ~,,~
·-e'-
..-
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I d" '
y
.,

I Fig. 16. Ruote di frizione troncoconiche:gli assi concorrononel punto O e si ha


OP= l per cui r = l sin(( a' 2) ed r' = l sin( a'/2).
Fig. 17. Elementigeometricidi una dentaturaconica.

contenenti gli assi delle ruote è in tal Viene preso in considerazione anche il In linea.di massima i denti hanno lun-
I caso uguale alla somma degli angoli cono complementare, le cui generatri- ghezza inferiore ad un terzo della di-
d'inclinazione dei denti. ci intersecano ad angolo retto quelle stanza OV= L.
Per trasmettere il moto fra due assi del cono primitivo in corrispondenza Nelle ruote coniche si ha una forte

I concorrenti si possono utilizzare ruote alla circonferenza massima. Il profilo spinta assiale, per cui occorrono op-
di frizione di forma tronco conica (fig. dei denti giace su tale cono che può es- portuni contrasti, e la necessità di una
16). Gli assi dei due coni convergono sere sviluppato dando origine ad un adeguata registrazione della posizio-
in un punto e l'angolo fra di loro è settore dentato, che si può pensare ap- ne reciproca, in quanto eventuali spo-

I uguale alla somma degli angoli di se- partenente ad una ruota a denti diritti stamenti pregiudicano il corretto in-
miapertura dei coni; i punti della ge- di diametro
neratrice di contatto hanno la stessa D" = D/cos(a./2)
granamento dei denti (fig. 19).
Anche per le ruote coniche si possono
velocità considerati appartenenti . _ .. _ . ~ avere denti disposti secondo partico-

-1 all'uno ed all'altro cono: ovviamente····e d1 conseguenza con numero d1 denti lari profili (ad es. spirali) per un ingra-
le velocità sono diverse ma resta co-
stante il loro rapporto
Z" = z/cos(CJ./2), namento più silenzioso e regolare, an-
che con assi non incidenti (ruote ipoi-
dove z è il numero effettivo di denti di) (fig. 20).
I
- t = v/v'·= r'/r = lsin(a'/2) / lsin(a/2)
de~la _ru?ta co~ica: _i denti saranno · Per la trasmissione del moto fra assi
Con ragionamenti analoghi a quelli qumd1 proporzionati _come ~e a:ppar- sghembi, in particolare ortogonali, si
to f ra una ruo ta.. ---
fatti. per le ruo~e cilmdnche
. . s1. passa.a .. _tenessero a tale_ ruota
.. 1mmagmana. - - u t·l·
11zza-l' aecopp1amen
·

I ruote coniche dentate (fig. 17), in cui i


denti sono di grandezza decrescente
verso il vertice mantenendo però il
profilo ad evolvente. Restano valide le
I definizioni viste per le ruote cilindri-
che, considerando come cono primiti-
vo quello del cono di frizione corri-

I spondente ed assumendo come cer-


chio primitivo il cerchio massimo di
tale cono (fig. 18).

I o. = angolo
esterna
di troncatura

o, = !'ngolo
interna
di troncatura
I
\
I o = angolo di semiaper-
\ tura del cono pnmi-
I tivo.
\
I
\
I
b = lunghezza dente
\
\
I h, = alt,~7.zamax dente
,,,,
\ I / a. =angolo di addendum
e, = angolo di dedcndum
I

Fig. 19. Ingranaggiocon ruote coniche. Fig. 18. Ruote dentaleconiche.

I 574

-I-=----
I

Fig. 22. Elementigeometricidella·coppiavite senzafine - ruotaelicoidale.

I
I
Fig. 20. Coppiedi ruote coniche:a) con denti a
spirale,b) ipoidi,con assi dì rotazionegiacen-
non concorrenti.
ti i1!piani ortogonali_:na

Fig. 23. Riduttore a due stadi.

a dentatura elicoidale ed una vite sen-


za fine (o perpetua) (fig. 21). Tale vite
si può pensare.come generata.dal mo- __
to elicoidale di ua tratto di dentiera a
denti diritti (e come UI\a dentiera ap-
pare ogni sua sezione con piani pas-
santi per l'asse, figura 22). 11
I profili delle sezioni dei denti sono Il
analoghi a quelli visti nelle ruote cilin-
driche; si individua nella vite un cilin-
dro primitivo tangente a quello della
ruota e si deve notare che le forze Fig. 24. La corona a de11tat11ra
scambiate fra ruota e vite hanno com- spessocostrnitasepnrat11111e11te
e/icoid11/e
dalla ruota.
è I
ponenti tali che la forza che tende a far
ruotare la ruota è per la vite una forza
modo di migliorare il rendi- tI&1
I
di spinta sui supporti e viceversa, per" Un altro
cui il rendimento della coppia ne ri-
sente.
Per migliorarlo si ricorre a viti a due o
mento
nibile
ciaio
si

una
basa sul minore attrito otte-
accoppiando
ruota in
ad una vite in ac-
bronzo, per motivi
I
di resistenza spesso costituita da una
tre principi. Tenendo conto del rap-
corona dentata in tale materiale mon-
porto di trasmissione
tata su una ruota in ghisa od acciaio a
= z,.I z,
t = 11,f11,. (fig. 24). f1
Per impedire che il moto della coppia
dove z è il numero di denti della ruo- sia reversibile (ad esempio in apparec-
ta e z,.il numero di principi della vite, chi di sollevamento) l'angolo di indi-
si vede come si abbiano comunque nazione dell'elica della vite deve esse-
I'
IJ
Fig. 21. Meccanismoa vite senza fine e mota
elicoidaleper In trasmissionedel motofra assi rapporti di riduzione molto elevati re minore dell'angolo di attrito fra i
ortogonalisghembi. (fig. 23). materiali.

II 575

-- - - - - - - ·- -- --------------- - ---- ----1


----
----·
DENOMINAZIONE RAPPRESENTAZIONE

I ~I Ruote

I cilindriche
esterne
a dentatura diritta
od elicoidale

I ti-
-1-- a)

I Pignonecilindrico
e corona
a dentaturainterna
I ........
+ - .....

I -H
{~-~- -lt-

I b)

I _,:
Rocchetto
a dentiera_

I
-1
e)

I Ruoteconiche

Fig. 25. Rnppresentn:io11e com>e11:io11n/e


,ii

I mote dentate,in vista t'd in se;;io11e.

I
Vitesenzafine

I e ruotaelicoidale
(sinoliin sezione
la sagomatura deidenti
di quest'ullima,
I perunmigliore
rendimento).
Fig. 26. Anche 11ellnmpprese11tnzio11e co11-
I t>en:io11nle
t•e11go110
disegnati11110o due denti
quandose ne debbaprecisareIn posi:ione ri-
spettoad altrielementide/Inruota. Fig.27. Rappresentazione
co11venzio11nlc
di nlc1111i
i11gra11nggi.

·1 576
Il disegno delle ruote dentate è fatto in
I
modo convenzionale (secondo la nor-
ma UNI EN ISO 2203).
In vista rion si disegnano i denti: fron-
I
talmente perciò compaiono la circon- a) b)
ferenza esterna, tracciata con linea
continua grossa (tipo A), e la circonfe-
renza primitiva, con linea mista fine
I
(tipo G); lateralmente si rappresenta-
no il cilindro di testa e quello primiti-
vo.
Il cilindro di piede di regola non è rap-
I
presentato, ma nel caso si rendesse ne-
cessario, richiede la linea fine conti-
nua (tipo B) (figg. 25 e 26).
In sezione si rappresentano i denti,
I
non sezionati e considerati come dirit-
ti, in posizione diametralmente oppo-
sta indipendentemente dall'essere in
35 1s.s!.025 I
numero pari o dispari; si rappresenta ~ ----~~=---, 13883!.o:zs
anche con linea mista fine la traccia
del cilindro primitivo. Nelle ruote co-
niche è opportuno rappresentare
I
completamente i coni primitivi. Fig.28. Quotaturadi ruote dentale:il disegnocostruftil.•oprevedela raffigurazionedella ruota,
Nei disegni di ingranaggi visti frontal- con la quotaturadegli eleme11tiait esclusionedella dentatura, i cui dati dernno essereriportati
mente le ruote sono rappresentate in- nella tabella.
tersecantesi quando i loro assi giaccio-
I
no entrambi nel piano di rappresenta- ._,< -~
...;.;. CARATIERISTICHE
I
DELLADENTATURA·,:.;:,_'; . -~- CARATIERISTICHE DELLADENTATURA
..... .,......... ..... .
' . . .--:·- : • . .J.#:...::... ,..i,t<'>;,.,.. •.
't"!'. ;.,.

zione, altrimenti la ruota posta ante-


riormente copre l'altra; nelle sezioni si Modulonormale 5 Modulo m 5
rappresenta il dente di una ruota so-
l
i.
;
vrapposto a quello con esso ingranan-
te (fig. 27).
Nelle viste laterali il tipo di dentatura
Numero di denti .. z 44 Numerodi denti z .... 16 -·I
può essere individuato con i simboli Dentiera di riferimento UNI6587-69 Dentiera di riferimento UNI6588-69
di tabella II, usati come in figura 27;
nel caso di sezioni si dovrebbe perciò
ricorrere a sezioni parziali. Angolodell'elica p 23°33'23" Diametro primitivo
di riferimento d BO
.I
La quotatura delle ruote dentate è ef- -- -- .. . .
.fettuata normalmente per tutti -gli:ele--
menti quotabili se la dentatura non ci
fosse (ad eccezione dell'indicazione di
Sensodell'elica destro
-
Angoloprimitivo
di riferimento
8 1a· 4' 48" I
rugosità della dentatura, posta sulla Diametro primitivo 8, 16°22' 48"
traccia del cilindro primitivo): per de-
finire invece la dentatura si ricorre ad
una apposita tabella (fig. 28).
di riferimento

Coefficiente
d

X
240

0,259
Angolodi piede

Lunghezza
R 128,87
I
di spostamento dellageneratrice

DENTATURA SIMBOLO
Spessore
-corda
deldente:
- alleua sullacorda
s
ha
880-0,04
s'.34-0,06
Coefficiente
di spostamento X 0,42 I
Elicoidale
destra
N Gradodi precisione
Spessore
-corda
deldente:

- altezzasullacorda
s
ha
854-0,05
6:95-0,00 I
Elicoidale
sinistra
~ Numerodi dentiruota
coniugata
(disegno
z 43 Gradodi precisione .
Bielicoidale
~ Interasse
N°...)

nominale
di funzionamento a1 240 Numerodi dentiruota
coniugata
(disegnoN°...)
z 49
I
~
~
Giuoconormale
dell'ingranaggio i. 0,08+ 0,12 Angolotra gliassi
dell'ingranaggio I. so· - I
Giuoconormale
Spirale i. 0,10+0,16
~
Tab. III. Tabella delle caratleristicl1edella
dc11tat11ra cili11dricaelicoidale(per la denta-
tura cilindrica a de11fidiritti la tabella è
uguale, omettendo ot•i.1iame11te i dati riguar-
dell'ingranaggio

Tab. IV. Ta/,el/a ,te/le caratteristiche della


I
Tab.11.Simboliindicntiz•idel tipodi de11/at11ra. da11til'elica). dmtatura conica.

577
I
Trasmissioni flessibili Le cinghie trasn~ettono il movimento condotto, risulta poco teso (nel caso di
per attrito su puleggecalettate sugli al- posizione orizzontale è in genere po-
Quando gli alberi sono posti ad una beri (fig. 29): si avranno quindi una sto superiormente; spesso è tenuto
distanza tale che non risulti conve- puleggia conduttrice ed una condotta, premuto contro le pulegge da appositi
niente, per motivi tecnici ed economi- e si chiamerà conduttore il tratto di ).
te11dici11ghin
ci, fare uso di ingranaggi, la trasmis- cinghia che va nel senso del moto dal- Il rapporto di trasmissione si calcola
sione del moto è effettuata mediante la condotta alla conduttrice e che è in analogamente alle ruote di frizione, .
organi flessibili:cinghie e catene. tensione, mentre il tratto opposto, con l'avvertenza che in questo caso i
versi di rotazione sono concordi.
Si hanno tre tipi di cinghie: piatte, tra-
pezoidali e dentate.
condotta
tratto condotto Le cinghie piatte che caratterizzavano
le officine in tempi passati, quaI}do un
unico albero motore metteva in movi-
D- - D' mento diverse macchine, sono oggi
usate raramente e solo per particolari
! I applicazioni di ridotta potenza: le pu-
legge per queste cinghie hanno la fa-
scia esterna liscia oppure leggermente
bombata per facilitare il centraggio
della cinghia in movimento (fig. 30).

Fig. 29- Trasmissionecon cinghie. Le cinghie trapezoidali,in genere co-


struite in gomma con anima in tessuto
e I o fili metallici, hanno sezione a for-
ma di trapezio isoscele e si impegnano
B
in pulegge recanti circonferenzial-
mente delle gole anch'esse a sezione
trapezia, con svasatura verso l'ester-
no. La cinghia si appoggia lateralmen-
te nelle gole, e la deformazione conse-
guente alla tensione incrementa tale
appoggio (fig. 31). Queste cinghie con-
sentono forti rapporti di trasmissione
(fino ad 1:12), con elevata aderenza,
mancanza di vibrazioni, silenziosità
dovuta all'assenza di giunzioni, in-
gombri relativamente ridotti e non ri-·
chiedono lubrificazione; per trasmet-
-tere elevale p6fei1ze "si usano più èin-.
ghie in parallelo che si impegnano in
pulegge a gole multiple.
Fig. 30-Cingltiepiatte e relntit1e pulegge.

~--+-----,.
\
\~ lp

D d I I. p .I
Fig. 32. Profilodellegole nellepuleggeper cinghielrnpezoidali:In larghezzaI in corrispo11den-
:11del dinmclrodettoprimiliPocnrattcrizz.a le cinghie;/'nngoloa vnrinln 34 ° a 38° nll'n11-
n11clte
Fig. 31. Cinghietrapezoidali. delledi111e11sio11i.
111t'11t,1re

578 .
SEZIONE
TIPO z .A B e D E
lp 8,5 11 14 19 27 32
lmin. 2,5 3,3 4,2 5,7 8,1 9,6
h min. 7 · 8,7 10,8 14,3 19,9 23.4
p 12 15 19 25,5 37 44,5
c
larghezza
8
10
10
13
12,5
17
17
22
24
32
29
38
I
ffi
.;
cinghiaa
altezza
cinghias
diametri
6 8 11 14 19 25
I
primitiviusuali 60+250 90.;.630 125.;.1000 200+ 1600 355.;.2000 500+2500
d - -- -
Tab. V. Dimensioniusuali dellepuleggeper ci11ghietrapezoidalie ci11ghie
-----
relative. I
I
Linea primitiva
Fig. 33. Trasmissionecon cinghiedentate.
I
I
.
.

Fig. 34. Elementigeometricidellecinghieden-


tate:si noti che il cerchioprimitivo de/Inruota
(corrispondentealla linea primitiva dellacin-
ghia) è esternoal cerchiodi testa.

Le cinghie trapezoidali e le relative


pulegge sono unificate: in figura 32 e
tabella V ne compaiono alcune dimen-
sioni caratteristiche.

Si sono oggi ampiamente sviluppati


gli impieghi di cinghie dentate (fig.
33)': la dentatura è posta sulla-faccia
interna della cinghia che si impegna
in pulegge opportunamente sagoma-
I .

te (fig. 34).
Questa trasmissione, detta positiva,
unisce i vantaggi della trasmissione
I
con cinghie con la regolarità del moto
tipica delle ruote dentate.

Anche con le catenesi può trasmettere --:·· 7 --...; -_ ~


I
il moto abbastanza regolarmente fra -..,___
~--~~-.-.J=-----~- .._... -;;:::-,-._
.....
_, ....
I
~

due alberi paralleli distanti fra loro O ·e ~ e e e


(una regola empirica prescrive una di-
stanza massima uguale ad 80 volte il
passo della catena) e con potenze ele-
vate, ma con notevole rumorosità (an-
che se ridotta mediante opportune so-
luzioni costruttive) (fig. 35).
I
Le catene usate in applicazioni indu-
striali sono generalmente del tipo a
rulli, costituite da una serie di maglie
I
collegate da pernetti trasversali por-
tanti i rulli che si appoggiano sui
denti di opport:une ruote dentate
(fig. 36).
I
Le ruote dentate per catene vengono Fig. 35. Alrnni tipi di catenen rulli ed 1111n
cn/c11n
n pinstri11c
per i11grn11n111e11to
sile11::ioso.

579 I
I
I TIPODITRASMISSIONE VELOCITÀ
MAX(m/s)
RAPPORTI
DITRASMISSIONE

·1 cilindrici
diritti
cilindrici
elicoidali
10
25
MAX
10:
20:
1
1
SUPPORTIE
INGRANAGGI conicicirit'ti 6 6: 1 CUSCINETTI
I conicispirali
a vilesenzafine
20
20
9:
60:
1
1 Sono definiti supportigli elementi fun-
zionali destinati a sorreggere gli ele-
menti rotanti ed a vincolarne la posi-
I CINGHIE
piatte
trapezoidali
dentate
5+35
5+40
5+ 70
5: 1
15: 1
50: 1
zione degli assi (fig. 39).
Si definisce come cuscinettola parte di
supporto a contatto çq_11.l'elementoro-
tante, in genere vincolata al supporto
I CATENE
a rulli
silenziose
15
20
6: 1
6: 1
ma costruita con materiale diverso e
con altre caratteristiche che riducano
l'attrito al contatto.

I Tab. VI. Confrontofra diversisistemidi trasmissionedel moto rotatorio.


Proprio in base all'attrito possono es-
sere suddivisi i cuscinetti, che presen-
tano una grande varietà di soluzioni
disegnate in modo analogo alle ruote di filo d'acciaio intrecciati, di sezione costruttive:
I dentate per ingranaggi (fig. 37).
Per apparecchi di sollevamento o tra-
zione si usano le catenecalibrate,costi-
circolare, che si inseriscono in pulegge
a gola.
- cuscinetti a strisciamento o radenti
- cuscinetti a rotolamento o volventi.
tuite da maglie concatenate, che si im-
I pegnano in ruote con particolare sago-
matura (fig. 38).
Inoltre si possono considerare cusci-
netti destinati a sopportare carichi in
direzione radialeoppure assiale;nel ca-
Un particolare tipo di trasmissione è so dei cuscinetti volventi si ha anche il
I anche quello che si basa su fimi o cavi caso di carico misto, radiale più assia-
le, cioè obliquo.

I cuscinetti radenti radiali possono es-


I sere costruiti in un sol pezzo (boccole)
od in due parti semicilindriche <.gusci o
bronzine)(fig. 40). I materiali utilizzati
sono diversi, caratterizzati da bassi
I coefficienti d'attrito (ferro sinterizza-
to, bronzo, con o senza piombo, leghe
.antifrizione a base- di stagno e piom-

I bo): se non sono abbastanza resistenti


per sopportare da soli il carico sono
stratificati su di un materiale più resi-
stente. Il parametro di scelta dei cusci-
I netti radenti è il prodotto pv, in cui p è
la pressione esercitata dal perno sul
supporto e v è la velocità periferica; un
altro dato caratterizzante il cuscinetto
I è il rapporto L/D, fra lunghezza della
zona di contatto e diametro del perno,
per cui si parla di cuscinetto corto, me-

I Fig. 36. Ruote per


Fig. 38. Nel pam11co di figura si possononota- dio o lungo se il rapporto è minore,
re catenaad anellie funi in acciaio. uguale o maggiore di I.

catenea rulli. Il fattore principale per l'uso dei cusci-


I ----- netti radenti è però la situazione al
contatto fra le superfici: si può infatti
avere attrito a seccoo con lubrificazione

I ed è evident<;_che in questo caso esso


sarà minore. E necessario tuttavia fare
una distinzione fra il caso in cui il lu-
Fig. 37. Rappre- brificante contribuisce praticamente a

I sentazione di una
trasmissione CDII
catena.
migliorare il coefficiente d'attrito fra
le superfici e quello in cui il lubrifican-
te stesso assume funzioni portanti,

I 580
r

I
B
I
a) b)

Fig. 39. Un supportocon cusci11etto. Fig. 41. Cuscinetto idrodinamico:a destra è


schematizzata la posizione rispetto al foro del
pernofermo (a) e rotantea regime (b).
cioè è in realtà lo strato di lubrificante
che funge da vero e proprio cuscinet-
to. In quest'ultimo caso si parlerà di
cuscinetti idrodinamici,in cui assumo- B
no rilevanza fondamentale il giuoco
fra perno e supporto e la velocità di
rotazione, variando i quali cambiano
le capacità di sostegno del cuscinetto
r//
I
(portanza idrodinamica) (fig. 41).
Altri casi di cuscinetti in cui è il fluido
a sostenere le· parti in movimento è
quello dei cuscinetti idrostatici,in cui il
lubrificante è iniettato fra perno e sup-
porto da una pompa esterna e mante-
nuto ad una pressione adeguata per
E]
sostenere il carico (fig. 42).

Anche -per spinte assiali si possono


avere cuscinetti radenti o appoggi ro-
tanti, intermedi o d'estremità (fig. 43):
nel caso in cui si vogliano avere sup- Fig. 40. Cuscinetti radenti. Fig. 42. Cuscinetto idrostatico11or- ~
porti assiali idrodinamici, le superfici 111a/i:::nto. 11
~
portanti non possono essere fra loro
parallele poiché non si creerebbe lo
strato di lubrificante a spessore varia-
bile necessario per la portanza idrodi-
namica e si ricorre perciò a superfici re-
I
canti settori ad inclinazione variabile .
Si comprende da quanto detto come
l'applicazione di cuscinetti radenti ri-
sulti piuttosto complessa, richiedendo
·I
un adeguato calcolo dei vari parame-
tri influenti e quindi si faccia ricorso
ad elementi normalizzati solo in casi
piuttosto semplici.
I
Appare spesso più semplice la scelta
dei cuscinetti volventi, le cui caratteri-
stiche dipendono dalla forma e dal
I
montaggio e per i quali le ditte pro- Fig. 43. C11sci11etti
m-
duttrici mettono a disposizioni catalo-
ghi e manuali applicativi in grado di
de11tiassiali:s11pe1ficie
d'appoggio prr c11sci- I
I'.
coprire gran parte delle normali esi- 11L'tto
assiale idrodi11a-
genze. 111ico.
'
>1
581

·---~·4"'~,-,;q.-:-~
·-· - -
·---·-·-·---
.. •· . I
I Nel grafico di figura 44 si ha una sin-
tetica illustrazione del comportamen- 30
to dei vari tipi di cuscinetto: la capa-
I cità di sopportate un carico decresce
rapidamente all'aumentare del nume-
ro di giri nel caso di attrito a secco
d: 20
25

~
mentre nei cuscinetti idrodinamici au-
I menta linearmente e nei cuscinetti a
rotolamento tende ad abbassarsi verso
e
'-'
·;::
<a

'5"
15

10
un valore limite; in quelli idrostatici la '!!
·.;

I velocità non è influente. <a


c. 5
:::
I cuscinetti volventi sono essenzial- u
mente costituiti da due anelli, esterno, o
da alloggiarsi in una opportuna sede, o 2000 4000 -- . 6000

I ed interno, da posizionare sul perno


od albero: fra i due anelli sono posti i
Velocità di rotazione (giri/min)

corpi volventi, sfere o rulli, per lo più Fig. 44. Confrontoqualitativofra le capacitàdi caricodi vari tipi di cuscinettial variaredellave-
tenuti distaccati fra loro da una gabbia locitàdi rotazione.(A, volventi;B, radentia secco;C, idrodinamici;D, idrostatici).
I distanziatrice(fig. 45). Le dimensioni
normalizzate dei cuscinetti sono D, d,
B, ed anche il raggio di raccordo r, di
TIPO
DISEGNO
SEMPLIFICATO
RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA

I cui si deve tener conto nel predisporre

~
le sedi di montaggio. La normalizza-

I
zione prevede diverse serie dimensio-
nali, da extraleggera a pesante, in cui, a
parità di Do d, aumenta il valore (D-d).
Rispetto ai cuscinetti radenti i cusci-
netti volventi presentano attrito co-
Rigidoa sfere
Fl
~
stante anche variando le velocità di ro-

Fl
Rigidoa duecoro-
I tazione, costanza delle dimensioni e
del posizionamento dell'asse del per-
no rispetto alla sede (non richiedendo
ne
di sfere
i giochi funzionali alla sostentazione
I- idrodinamica),· lubrificazione sempli-

~
ce e minore perdita di potenza, non-

I
ché in genere minore usura. Di contro . Rigidoa rulli
si hanno dei limiti alla velocità di rota-
Fl
I
I corpo
,·oh·ente
A rullini
··0-··· .......... .
.

••
·~ -

n n
~ Il
A rullini

I ------------ ·- ~ o
senzaanellointerno

I
~ Fl
Orientabile
a doppiacorona
i
T di sfere

I anello

~ R
interno Orientabile

I B
a doppiacorona
di rullia botte

I Fig. 45. Gli elt'mentie le dimmsùmi camtteri-


stichedi 1111cuscinettoa sfere.
Fig. 46. Vari tipi di cuscinetti volventi ra,fiali.Accn11/onll'il/11strazio11e
se11/a-::.io11e
semplificaIn e quellasi111bolica.
co111pnio110
In mppre-

I 582

I
zione (a causa dell'inerzia delle.masse TOLLERANZE
PERSEDIDICUSCINEmSUALBERI Tab. VII. Tolleranzedimensionaliper le sedi
I
.
'

rotanti), alla capacità di carico (a causa di cusci11ettis11alberied alloggiamenti.


delle elevatissime pressioni che si
hanno nelle ristrette aree di contatto
fra corpi volventi e sedi di rotolamen- 96
Percuscinetticonalloggiamento rotante
e alberofisso,anellointernoregistrabile
assialmente: applicazionea ruotefolli,
I
to) ed un ingombro radiale maggiore pulegge, carrucole,trasportatori,
rispetto ai cuscinetti radenti (a loro
volta più estesi assialmente, sempre a
a bassevelocità TOLLERANZE
PERALLOGGIAMENTI
DICUSCINEm

Percuscinetti
conanellointernorotante
I
parità di carico sopportabile). Percuscinetti conanelloesternorotante conforticarichie bassevelocità:applica-
H8
Volendo fare un rapido cenno alla ti-
pologia fondamentale dei cuscinetti,
oltre che alla differenza fra cuscinetti h5
concarichiirregolari accompagnali
daurto;comenellepuleggea funi
e a catene,boccoleferroviarie,
percuscinetti
ecc.;
conanellointerno,
zionea trasmissioni,
sopporticonscatole
in dueparti;percuscinetti
assiali; I
radiali, assiali ed obliqui, già vista in oppureesterno, rotanteadaltavelocità
precedenza, essi potranno essere divi-
si in rigidi (in cui gli assi degli anelli
sono permanentemente coassiali) ed
- -- - conpiccolicarichi;comeneimotorini
elettrici,aspiratori,
dinamo H6
Percuscinetti
conanellointernorotante;
carichie velocitàmedie,
pertuttele normaliapplicazioni;
I
orientabili (in cui gli assi ammettono
lievi angolazioni, al montaggio o du-
rante il funzionamento); un'ulteriore
suddivisione tiene conto degli elemen-
j5
Percuscinetti
conanellointernorotante
concarichie velocitàmedie;
percuscinettiassiali
J6
Percuscinetti
conanellointernorotante
ad altevelocità,conpiccolicarichi:
applicazionia macchine utensili,
I
motorinielettrici,ecc.;
ti volventi (sfere, rulli cilindrici, rulli
conici o a botte, rullini o aghi (fig. 46).
I cuscinetti a rulli in genere sopporta- j6
Percuscinetti
conanellointernorotante;
carichimedie velocitàelevate
percuscinetticonanelloesterno
registrabileassialmenle I
no carichi superiori ai tipi a sfere a pa-
Percuscinetti
conalbero
rità di ingombro radiale, mentre per
ridurre tale ingombro si usano i cusci-
netti a rullini; per aumentare la capa- k6
Percuscinetticonanellointernorotante;
forticarichiradialie velocitàmedie
K6
od alloggiamento

assialmente:
rotante;
anelloesternoconregistrabile
applicazionea pulegge folli,
I
cità di carico si possono affiancare due edelevate trasmissioni
confuni,ruotedi teleferiche
corone di sfere o rulli.
Per i carichi obliqui oltre che a sfere
rotolanti su piste ricaYate negli anelli Percuscinetticonanellointernorotante; Percuscinetticonanelloesternorotante;
I
carichiradialimolloelevati M7 concarichie velocitàmedie,applicazione
in posizione opportuna, si può ricor-
rere a rulli conici: questi cuscinetti so-
no scomponibili e tendono ad allonta-
nare assialmente gli anelli sotto carico
rn6 accompagnatida urti;applicazione
a boccoleferroviarie,
motoridatrazione,
pignonidifferenziali
..
a ruoteanteriori
- ..
di automobile
- .. -
-I
Percuscinetti
conanelloesternorotante;
per cui occorrono adeguate .registra-
zioni (fig. 47).
Il montaggio è un elemento fonda- n6
-
Percuscinetti
conanellointernorotante
applicati
ai laminatoi
N6
conforticarichiaccompagnali
applicazione
ferrotranviari,
daurti:
a ruotefollidi carrelli
bielle,pignonidifferenziali
I .
.
mentale per il corretto funzionamento
.. - - .. . -

TIPO
DISEGNO
SEMPLIFICATO
RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA
dei cuscinetti ed a esso si deve fare at--
tenzione già in sede di disegno.
-1
Oltre che ai collegamenti fra anelli, se-
di ed alberi, affidati ad opportune tol-
leranze (ad esempio rispettivamente
I
A sfere H6 e k6 come scelta generale: per una
scelta più particolareggiata si veda la
tabella VII) bisogna definire i vincoli
in senso assiale: ad esempio in una
I
coppia di cuscinetti rigidi chiusi mon-

A rulliconici
tati su un albero, uno solo dovrà esse-
re completamente bloccato assialmen-
te, mentre l'altro dovrà essere libero di
I
spostarsi per seguire eventuali dilata-
zioni o contrazioni longitudinali del-
1'albero, il che si ottiene non bloccan-
do in senso assiale l'anello fermo (fig.
I
A doppiacorona
48). Se i cuscinetti sono di forma aper-
ta, lo spostamento. è possibile all'in-
terno del cuscinetto stesso e gli anelli
I
di sfere dovranno essere completamente bloc-
cati.
Nei cuscinetti obliqui le spinte passa-
no dall'anello esterno a quello interno
I
Fig. 47. C11sci11etti
obliqui. (attraverso i corpi volventi) e quindi

583 I
I tali anelli saranno vincolati su spalla- Anche la geometria delle sedi deve es- do da realizzare un appoggio sferico
menti diagonalmente opposti: i cusci- sere controllata con attenzione: per- od anche su rulli conici opportuna-

I netti devono sempre essere montati a


coppie con obliquità contrapposte e si
distingue un montaggio ad X (in gene-
pendicolarità degli spallamenti, coas-
sialità, cilindricità influiscono sul fun-
zionamento corretto; in tabella IX so-
mente sagomati in modo da ruotare
su un segmento sferico e quindi in
grado di consentire spostamenti ango-
re utilizzato per alberi ruotanti rispet- no indicate alcune prescrizioni. lari fra gli assi delle due ralle (figg. 51
I to alla sede) da un montaggio ad O
(quando sia la sede a ruotare rispetto
ad un albero) ricordando che la regi-
Nel caso di spinte puramente assiali si
fa uso di cuscinetti assiali o reggispin-
ta: gli anelli o ralle, portano le piste di
e 52).
Accanto ai tipi fondamentali di impie-
go più generico esistono decine di tipi
strazione, che deve tendere a richiu- rotolamento ricavate sulle facce late- di cuscinetti particolari, con caratteri-
I dere i cuscinetti che tendono ad aprir-
si in senso assiale, è meglio che sia ef-
fettuata sugli anelli non rotanti. La re-
rali fra cui rotolano le sfere (più rara-
mente rulli) ed uno di essi ha diame-
tro interno leggermente minore in
stiche studiate per ben definite appli-
cazioni ed è quindi ovvio ancora una
volta il rinvio ai cataloghi (fig. 53).

I gistrazione viene effettuata con spes-


sori variabili o con ghiere od anelli fi-
lettati (fig. 49).
quanto destinato al fissaggio sull' albe-
ro rotante, che invece deve passare li-
beramente nell'altro.
Per quanto riguarda la rappresenta-
zione, difficilmente chi non operi in
un azienda produttrice di cuscinetti
Per quanto riguarda gli spallamenti o Ovviamente tali cuscinetti, oltre a non dovrà affrontarne il disegno costrutti-

I battute d'appoggio dei cuscinetti, esse


possono essere ottenute da elementi
aggiunti (anelli elastici, ghiere, distan-
posizionare l'asse di rotazione (per
cui occorreranno sempre anche dei
cuscinetti radiali) funzionano in un
vo: i cuscinetti compaiono invece fre-
quentemente nsei disegni di gruppi o
complessivi ed in tal caso si ricorre ad
ziali) o ricavate direttamente nella se- solo verso: per sopportare spinte as- un disegno semplificato. In questo si
I de o sull'albero: esse devono comun-
que avere un'altezza minima correlata
con il raggio di raccordo degli spigoli
siali in entrambi i versi occorrono i cu-
scinetti a doppio effetto. Anche per i
cuscinetti assiali esistono forme orien-
mette in evidenza la forma essenziale
e soprattutto i rapporti con gli altri
componenti, tralasciando quindi sia la
dei cuscinetti (fig. 50 e tab. VIII). tabili, basate su ralle sdoppiate in mo- raffigurazione di gabbie o di altri ele-
I
I
·-I
I
-, Fig. 48. Esempidi montaggiodi c11sci11etti
m- Fig. 49. Moutaggiodi cuscinettiobliqui:a destraad O o divergente,a sinistm ad X o coni.'er-

I diali.L'anelloesternoa sinistra11011
in sensoassiale.
è bloccato gt!11te.
Nel primo casola rl'gistrazioneè effettualas111/'a11ello
estemi.
interno, nel secondosugli a11c/li

i
r r, h...,

I X 0,5
1
0,3
0,6
1
2,5
1,5 1 3

I )
2
2,5
3
1
1,5
2
3,5
4,5
5

I . - -_i -
i
•\ •
r l
I_ I
y / --~
3,5
4
5
2
2,5
3
6
7
9
//. ·.·>·-·\
\/ 6 4 11
I /,//
.
/ / //.\
r
8
10
5
6
14
17
12 7 20

I Fig. 50. Spallamentid'appoggiodd cusci11etti.


T11b.VIII. Altezze di spallame11to
taggio di c11sci11etti
per il mon-
volt•enti(rg = raggiodel
raccordosullo spallamento).

I 584

t------_
menti costruttivi come gli schermi per condo i metodi generali prima accen- La simbologia prevista dall'ISO si ba-
la tenuta stagna (nonché i tratteggi na"ti, un generico cuscinetto volvente sa sulla combinazione di un tratto che
delle sezioni), sia la esatta rappresen-
tazione in scala dei vari elementi, co-
me appare nelle figure precedenti ac-
con un quadrato, recante una croce in
posizione centrale (fig. 54).
Il quadrato può essere modificato per
indica la linea di separazione fra gli
anelli, quindi rettilineo per cuscinetti
I
rigidi e curvo per cuscinetti orientabi-
canto alla raffigurazione realistica dei
cuscinetti.
Si è già accennato alla possibilità di in-
adeguarlo al contorno della sezione di
cuscinetti di forme particolari.
Il quadrato viene posto da entrambe le
li, e da uno o più trattini, perpendico-
lari al precedente, che indicano le file
di corpi volventi.
I
dividuare tutte le parti del cuscinetto parti dell'asse di simmetria: si rileva Si hanno perciò le rappresentazioai
con un unico tratteggio, considerando-
lo un particolare unico (cap. 6, fig. 49).
Secondo la norma UNI 10317 (deriva-
che molti disegnatori usano disegnare
da un Iato la sezione del cuscinetto
(semplificata) e dall'altro la rappre-
simboliche del tipo che compare ac-
canto ai cuscinetti illustrati nelle figu-
re precedenti ed utilizzati negli esem-
I
ta dalla ISO 8826) si rappresenta, se- sentazione simbolica. pi di figura 55.

.. : ·. : TIPO .:_
.. .. ....~--
...--·-········---
. "·
DISEGNO
SEMPLIFICATO
RAPPRESENTAZIONE
.: .. -- SIMBOLICA - ,,,
I
Rigido
asemplice
~-
I
1-.-1
effetto
I
Orientabile
a doppio
]::, I
effetto

I
Orienlabile
a rulli IJr
-
I
_I
Fig. 51. Cuscinettiassiali. Fig. 52. Montaggiodi cuscinettiassiali.

TIPO DISEGNO
SEMPLIFICATO RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA TIPO I
.,.,,,,,.,~
A sfere
a quattrocontatti
I
(perspinteoblique
neiduesensi)
I
Combinato
A rulliincrociali
(perforticarichi
I
obliquie basse
velocità)
I
Rotellaa rullini
confasciaesterna
convessa
Y confissaggio
I
a vili di pressione
(perpossibili
orientamenti)
I
Fig. 53. Alcuni cuscinettispeciali.

585 I
·-1··
I
'

I +
I -}----------------- -
~
I
+
I Fig. 54. Rappresentazioneschematicadei cu- Fig. 55. Esempidi rappresentazione semplificataa destra e simbolica(a sinistra)dei cuscinetti ·

I scinetti volventi. volventi (e di anellidi tenuta, vedi paragrafosuccessivo).

I
I
I
I
I +---+-.-/ ....
_/ ~--/./ / ,·
/ / /. / / ------
'-----1-kJ· 11 _--1&~;~:~-B~
-I_
I
I Fig. 56. Indicazionedi tolleranzegeometrichesulle sedi per cuscinetti(vedi tabellaIX).

Superficie Scostamenti
ammissibili

I Caratteristica
Simbolo
percaratteristiche
Zonadi tolleranza Cuscinetti
Nonnale,
CLN
1)
dellaclassedi precisione

P6 P5

I r------J-------J-------~
Superficie

I Cilindricità
(odoscillazione a t, -ITS
2
IT4
-2 IT3
2
IT2
2 Notaesplicativa
assialetotale}

.----~
(L/} (tJ

Spaliamenlo
piano

I Perpendicolarttà
(od oscillazione
J_
(L/}
~
(tJ
IT5 IT4 IT3 IT2
Peresigenze Peresigenze
normali riguardo
speciafi
la precisione
di rotazioneo
assialetotale) unappoggio uniforme

I 1)Percuscinetti
di precisione
maggiore
(precisione
P4ecc.)si pregadi consullare
il catalogo
SKF·cuscinettidi precisione" Tab. IX. Tolleranzegeometrichesulle st•diper
c11sci11etti.

I ss6
SPESSOREs

1,78 2,62 3,53 5,33 6,99 I


TENUTEE d
INTERNO
DIAMETRO

GUARNIZIONI
Nel caso di alberi rotanti o di altri
1,78
2,57
2,90
9,13
9,19
9,92
18,64
20,22
21,82
78,97
82,14
85,32
37,46
40,64
43,81
113,66
114,70
116,84
304,17
316,87
329,57
I
meccanismi contenuti in spazi chiusi
ma comunicanti con l'esterno si tratta
spesso di evitare fuoruscite di lubrifi-
cante e di impedire infiltrazioni di im-
3,68
4,47
5,28
10,77
11,91
12,37
23,39
24,99
25,80
88,49
91,67
94,84
46,99
50,16
53,34
120,01
123,19
124,60-
342,27
354,90
354,97
I
6,07 13,10 26,5t 98,02 56,51 126,36 367,67
purità verso l'interno.
-Per ottenere questo obiettivo si ricorre
a guarnizioni o tenute, statiche o dina-
miche.
6,75
7,65
8,73
13,94
15,08
15,54
28,17 -- -
29,74
31,34
101,19
104,37
107,50
59,69 -
62,86
66,04
129,54
132,71
134,50
--
380,30
380,37
393,07
I
Naturalmente il problema della tenu-
ta si pone anche fra parti non in movi-
mento fra loro (coperchi e simili) e vie-
9,25
10,82
11,11
15,88
17,12
17,86
32,92
34,52
36,09
107,54
110,72
113,89
69,21
72,39
74,63
135,89
139,06
142,24
I
ne spesso risolto inserendo del mate- 75,56
12,42 - 18,72 37,46 117,07 145,41
t
f;
14,00
15,60
20,29
20,63
37,69
39,69
120,24
123,42
78,74
79,77
148,59
151,76
I
~
17,17 21,89 40,87 126,59 81,91 155,60
r1 I
()
I. d .I
l· 18,77
20,35
21,95
23,52
22,22
23,47
23,81
25,07
41,28
42,86
44,04
44,45
129,70
129,77
132,90
132,94
85,09
88,26
89,69
91,44
158,11
159,50
161,90
164,46

Fig. 57. Tenute tipo OR (O ring).


25,12
26,70
26,64
28,24
46,04
47,22
136,12
139,29
94,61
97,79
166,70
168,30
I
28,30 29,82 47,63 142,47 100,00 170,81
28,87
29,87
31,47
31,42
- 32,99
34,59
49,21
50,39
50,80
~--·- - .
145,64
148,82
151,99
-
100,96 -- 174,60_
101,01
104,14
177,16
181,00
- -
I
33,05
34,65
37,82
36,17
37,77
39,34
52,39
53,57
53,98
158,34
164,69
171,04
107,31
109,50
110,49
183,51
187,30
189,86
.I
38,00 40,94 55,56 177,39 113,66 189,90
1-- - -
- 40,99 42,52 56,74-- - · · "183,74 -m,50 - 193,70
44,17 44,12 57,15 190,09 120,70 196,21
47,35 45,69 58,74 196,44 123,80 200,70
47,29
48,89
50,47
59,92
60,33
61,91
202,79
209,14
215,49
127,00
130,20
133,40
202,56
208,90
215,27
I
52,07 63,09 221,84 136,50 221,60

-1- - • - · - · - • - t
53,64
55,24
63,50
65,09
66,27
228,19·
234,54
139,70
142,88
142,90
227,97
234,30
I
56,82 240,89 240,67
58,42
59,99
61,59
66,68
68,26
69,44
247,24
253,59
266,29
146,10
149,20
247,00
253,37
259,70
I
63,17 69,85 278,99 266,07
64,77
66,34
67,94
71,44
72,62
73,03
289,29 272,40
278,77
285,10
I
--!----------~
69,52
71,12
74,61
75,79
291,47
297,81 I
toroidalitipo OR.
Tab. X. Dimensionidi g11arnizio11i

) _LO!__i I
OR in funzione staticae dinamica.In linea di massima
Fig. 58. Esempidi applicazionidi te1111te
si assume il diametromediodellagolasededeWOR 11g1111/e al diametromediodell'OR stesso.

587
I
_1·
·1.·
..
'

riale resistente ma deformabile che Gli O-ring vengono anche usati quan- la concavità deve sempre essere rivol-
viene compresso fra le parti stesse in do vi siano movimenti rotatori od as- ta verso il fluido da ritenere (figg. 59 e

I modo da annullare le possibili fessure


o disuniformità fra le superfici a con-
tatto.
siali lenti, ma per parti in movimento
si preferiscono rispettivamente ~Ili
dLtenuta a_labbro flessibile e tenute a
60 e tab. XI).
Le tenute a labbro per moti rettilinei
presentano una sezione a U in cui uno
Tenute statiche di questo tipo sono labbro ad U. - dei tratti, più flessibile, viene spinto
I anche gli anelli toroidali in gomma o
altro materiale sintetico, detti O-ring,
che vengono per lo più inseriti in ap-
fpninì°vengono inseriti in apposite
sedi ricavate nella parte fissa e premo-
no sull'albero rotante tramite una su-
contro la superficie di strisciamento
dallo stesso fluido che contribuisce a
contenere (ovviamente si impone un
posite scanalature. Gli elementi fra cui perficie deformabile: la rugosità
I gli anelli sono inseriti prevedono in
genere accoppiamenti dell'ordine
g7 /H8 (figg. 57 e 58 e tab. X).
dell'albero non dovrebbe essere supe-
riore a 0,2-0,4 µm con tolleranza h9,
mentre per la sede si ha tolleranza H8;
montaggio a coppie contrapposte
quando si abbia un moto alternativo)
(figg. 61 e 62 e tab. XII).
..!~~ute rotanti con attrito qu~si nullo,

I d o -~~--- d o h d D d D d D
17
I 6
6
7
17
17
35
35
40
28
28
30
47
52
40
45
45
45
65
70
72
70
70
72
90
100
95
18 .:J-7 30 48 62
I 42
7 30 72 100
8
18 - 32 .~·~:a ~ 30 47 48 72
75 95
18 35 30 47 '100
8 50 65 75
18 35 30 50:

I 8
9
9
18
19
40
27
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,·,:. .
-~;!-~.2
--''10
30
30
30
50
56
62
50
50
50
68
70
72
78
80
100
100
19 40 1
;;.,f-. ·~ 50 80 80 100

I 10
9
20
20
30
30
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.:..; 7
32
32
45
47
50
52
90
68
80
85
110
110
10 32 50
20 32 • 7 52 72 85 110
10
I 10
11
20-
20
20
- 35
40
42
7""; 7. -
··', 7
.. 7
32
35
35
52
47
50 , 10
7
55
55
72
80
85
90
· 1?0
110
120
55 90 90
11
I 12
12
20
22
22
47
32
35 . 7
7
.; 7.
35
35
35
52
52
62
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_·10
10
56
56
70
72
95
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120
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_ ·..)?_
125__
13
12 _ _ 35_ . 72 _~-12 _ 56 _ _ 80_
-- 46-- -·- 7·
I 12
14 24 -:<,
22
22
24
45
35
7
7
36
36
47
50
7
7
56
58
85
72 8 ..
95
100
136
120
125
:13
·12
12
58 80 100
14 28 36 52 7 ·.·.8
I 14
14
30
35
'~ 7
.. 7
;. 7
24
24
24
40
40
47
.. 7
8,5
7
36
38
62
52
-. 7
8
58
60
90
75
10 ..
8
100
105
,105
130
130
140
12
12
12

15 24 38. 55 7 60 80 10
5 25 35
I 15
15
15
24
26
7
. 7
25
25
38
40
7
7
8
38
40
62
52
10
7
60
60
85
90
10
10
110
110
110
130
130
140
12
13
12
30 7 25 42 6 40 55 7 62 85 10

I 15
15
32
35
.7
:.. 7
25
25
25
42
46
47
7
7
7
40
40
40
56
60
62
8
10
10
62
63
90
85
10
13
115
120
140
150
12
12
16 24 :--4 63 90 10 120 160 12

I 16
16
16
24
28
30
5
7
7
25
26
26
52
35
37
7
7
7
40
40
42
65
72
55
10
10
8
65
65
65
85
90
100
10
10
10
125
125
150
160
12
12

-I 16
16
17
32
35
28
7
7
7
26
26
28
42
47
38
7
7
7
42
42
42
56
62
72
7
10
8
68
68
90
100
10
10
130
140
160
170
12
12
68 100 13 150 180 13

I 17
17
30
32
7
7
·28 40 7 45
45
60
62
7
7
70 85 8

Tab. Xl. Dimensionidi guarnizioniper alberirotanti tipo CORTECOad anello(riferimentoa figura 59).

I 588

---=-1=-- -·--------·--··-· -· ---------------------- -- ·-. --- ·--


I '

d D h s d D h s d D h s

O (sede)
d (albero)
5
6
12
17
5
6
2,2
3
35
35
55
60
10
12
5. :
6
~ ':~
I 110
110
135
140
12
15
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6 18 8 4 38 58 10 5 ·.t. 115 145 12 6 :

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Fig.59. Tenute ad anelloper alberirotanti. 12 28 10 ;:-.;:;5 .!~ 55 _

'.Jft*,
f ..~,..:- ..:-i)_-,.- J·tf·.;
12
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6 •..
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25
25
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50
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12 6 90
110
120
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15 7,5 I -. --
300 340 20 10 -~-
I 26 46 10 5 95 115 10
~

5-:- 310 ·350 20 :10


f

t,
'
28
30
48
45
10
10
5
5
95

100
125

110 5
15 7,5
2,5 350
I 340 380
400
20
25
10
12,5
__
10 5 450 25 12,5
30
30
32
50
60
52
10
15
10
5
7,5
5
100
100
100
120
125
130
12
15
6 400
7,5__ 460 I 510 32 14

Fig. 60. Esempidi applicazio11i


GACO su alberirotanti.
di anelli tipo
34 60 12 6
Tab Xli. Dimensioni di guarnizioniad U per motoalternativo(riferimentoa figura 61).
I
O•
I
1· ,. d'
I
.I .I I
h;/f/1
f
\V/
I
Fig. 61. Te1111te
a labbroad U. Fig. 62. Applicazionidi tenute a lnbbro.

589
I
. ·-·· -------- -- -
l
indispensabili quando vi siano condi- ELEMENTO DESCRIZIONE APPLICAZIONE
zioni ambientali ostili (per temperatu-

I ra o sostanze presenti) sono le tenute a


bbirinto, che funzionano basandosi
sulla difficoltà per le particelle di su- --
Trattocontinuo
(parallelo
lungo
adunageneratrice
Elementodi guarnizione
(guarnizione
statica
o partedi guarnizione
perare il cammino tortuoso fra un ele- dellasuperficie
di tenuta) o suafunzione)

I mento mobile ed uno fisso contro cui


vengono proiettate per forza centrifu- Elementidi guarnizionedinamica
ga (fig. 63).
Anche per le guarnizioni è prevista
/ Trattocontinuolungo
o suafunzione (partedi guarnizione)

I congiuntamente alsegnografico

"
(indiagonalerispetto
ai contorni)
una rappresentazione semplificata precedenteindicail latodellaguarnizione
simbolica simile a quella impiegata chesi oppone aifluidi,gase solidi
nei cuscinetti, secondo la nonna UNI - -·-·
- --- -·-

I 1S09222. Trattocontinuo corto


Incombinazione

"
Quando si debba rappresentare una conil segnograficoprecedente
(indiagonale rispetto
ai contorni
e a 90°
guarnizione per applicazioni dinami- guarnizioniconlabbroparapolvere,
che senza specificarne il tipo, il suo in- / rispetto
al segnograficoprecedente
guarnizioneconraschiatore,
ecc.

I gombro è rappresentato da un qua-


drato recante al centro una croce dia-
gonale. Come per i cuscinetti il qua- '-..... Trattocontinuo corto
Guarnizione
perguarnizione
a labbro
calottaad U,
drato può essere modificato per rap- ,...,.,,... versoil centrodelquadrato
inclinato guarnizioni
anularia V,

I presentare il contorno reale.


Simboli ed esempi applicativi sono ri-
portati nella tabella XIII e nelle figure
insiemedi guarnizioni

Insieme
ditenuta,ecc.

alprecedente
64 e 65 La direzione di tenuta può es-
I sere rappresenta~a con una freccia al
termine dei tratti di tabella XIII.
I Trattocontinuo corto
direttoversoil centrodelquadralo
perguarnizioni
calottaad U,
guarnizioni
insieme
anularia V,
di guarnizioni
di tenuta,ecc

I T
T (maschio)
accoppiato
al seguente
.. .. .. Guarnizioni
ditenuta

I· senzacontatto,
peresempio:
guarnizione
a labirinto

I LJ U (femmina)
. .

1·- Fig. 63: Tenuta a-labirinto. Tab. XIII. Simboliper la rappresentazione


simbolicadi guarnizioniperapplicazionidinamiche.

I
I
I
I
I
I
Fig. 64. Esempidi disegnisemplificaticon rnpprese11tnzio11e
simbolicadi guarnizionie cuscinetti.

I 590

I
-
II
TIPO DISEGNO
SEMPLIFICATO RAPPRESENTAZIONE
SIMBOLICA

I
I
MOLLE
Generica
X I

i
I
X Le molle sono organi meccanici defor-
mabili in grado di consentire variazio-
I
ni di posizione di altre parti mante-
I V
nendole in contatto, di assorbire ener- a
gia cinetica trasformandola in poten- fl
ziale, di immagazzinare la forza che
I
il
Anellodi tenuta ha prodotto la deformazione resti-
a labbro·
peralberirotanti
- --- - .
[2J tuendola all'annullarsi della deforma-
zione stessa: vengono quindi usate per
assorbire urti e deformazioni, per ap-
plicare forze con continuità al variare
della distanza fra le parti interessate,
I .

_n
per isolare vibrazioni, ecc. (fig. 66).

Idem,a doppioeffetto
~ I
I
Anellocontenuta
sullabbroesterno
A [SJ I
. ··- --
-(Q) I
Anelloconlabbro
parapolvere

- .. - .. - .-
-

a- - -· - --
0
- ..
I
-1
.

Anelloa V
B I
-~
I
I
Anelload U
permotoalternativo
_[D [8
I
Tenutaa labirinto
[I] I
~(11 I
Fig. 65. Rapprese11lazio11e
di guarnizioniper applicnzio11i
di11amicl1e. Fig. 66. Molla ad elica.
I 591

-3 'r.-L'!'.r. _.
I
I L L

I
• I

I , I

I
I Fig. 67. Molle ad elicain seriee parallelo. Fig. 68. Mollaa balestra.

I Il comportamento delle molle può es-


sere sintetizzato nella formula:

I F = kf,
in cui F è la forza applicata, f la defor-
mazione o freccia e k un coefficiente,
a) b)

I detto rigidezza della molla, la cui


espressione dipende da forma, mate- 11
d
"'1

----0-~---
------
I
riale e condizioni di montaggio della
molla (l'inverso 1/k è definito cedevo- J.
.
I lezza). --
Più molle possono essere montate in
parallelood in serie:nel primo caso la
.<:I D 'I

rigidezza totale è la somma delle rigi-


I dezze delle singole molle, nel secondo
la cedevolezza totale è somma delle
singole cedevolezze (fig. 67).

Le molle possono essere classificate Fig. 69. Molla a tazza (o disco).


secondo la forma o secondo il tipo di
sollecitazione esterna alla quale sono

I assoggettate od anche al tipo di defor-


mazione indotta in esse da tale solleci-
tazione: ad esempio se una comune
molla ad elica, che può essere cilindri- ----- ' -----
I ca, conica, biconica, viene sollecitata
da forze di trazione o di compressio-
ne, la sua deformazione è dovuta alla
torsione della sezione delle sue spire
I che ne provoca l'avvicinamento o l'al-
lontanamento .

I Un'altra molla notissima è quella co-


stituita da lamine sollecitate a flessio-
ne, come nelle molle a bnlestm(fig. 68)
ed a spirale:anche le molle a discoo taz-

I za (fig. 69) di cui si è vista un'applica-


zione come rosette antisvitamento, so-
no assai diffuse, per il loro limitato in-
gombro (fig. 70) e la possibilità di otte-
I nere caratteristiche non lineari, com-
binandole opportunamente in serie e
parallelo.
Fig. 70. Le 11101/e
le ad elica.
II discocontengono1111a
forte riduzionedell'ingombroassialerispettoalle mol-

··I 592

I ' ·--- ---


Fig. 71. Esempiodi montaggiodi 11101/a
ad eli-
I
ca cilindrica,con guida sul diametrointerno
ed esterno.
I
I
I
Fig. 72. Molle ad elicadi compressione.
I
RAPPRESENTAZIONE
DESCRIZIONE
Vista Sezione Semplificazione
I
~
I
Mollaadelicacilindrica à:::::::::D
(dicompressione),
a sezionecircolare
delfilo
~
~
~
'
a=:::..
I
cz:::::::::::c I
Mollaadelicacilindrica
a sezione
quadrata
(o rettangolare)
delfilo
~
. .
~
'
~
~
cc:=

-==i>
' '
I· I
Mollaadelicaconica ~
~
- ~ -·· - -· ~

~
I I .
' '
--- -· --
-~ I
I !

n
I
I
.

Mollaa bovolo(adelicaconica
.. con:ezionerel!_a!!go(are) - -
ffi ·-· -- -- ~ .
~-
I
- --
li~I'
-· - -
-1
~
~

~ ~
~

~
I
~
Mollabiconica
'

~
(convessao a barile)
a::= :=x>
a::::::===x>
~ ~ I
I
I

Mollabiconica ~ ~
<z::::::::i, ~
~ ~ I
(concava
o a clessidra) ~
~

~ I
Montaggio coassiale in parallelo
di molleadelicadi compressione
~
~
,.

~
::,, I
;
I;

~~: I
593 I
-f
I RAPPRESENTAZIONE
DENOMINAZIONE

I Vista Sezione Semplificazione

I Molladi trazione
adelicacilindrica
e- e-
~
T T
I ~
Molladi torsione ~ ~
! ~
I adelicacilindrica

lQ·
-----~ - ---- .
U-
I

I Fig. 73.Moflead elicadi trazionee torsione.

RAPPRESENTAZIONE
DENOMINAZIONE

I ..
- .. Vista Sezione Sempfificazione

,....,---....__
I Mollaa tazza I
---- ----
I e;;;;:' 1;;;:;.

i Mollaa tazza
in parallelo I---- ----I 1:§1 l§1 ~

---1 ·- - - -- .. ..

Mollea tazza ~ ~ g
I :
' . -

~
in serie

- - -- - - - -- ..
~
-· -- ---- - -- - -- -
~ -· -- . - -. .- -
Fig. 74.Mollea tazza (o disco).

RAPPRESENTAZIONE

I DENOMINAZIONE
Vista Semplificazione

I Mollaa spirale

I
Barradi torsione
0--/..._11>-o0
I
Mollaa balestra

I conocchi

Mollaa balestra

I senzaocchi
confasciacentrale

Fig. 75. Altre mofle.

I 594

I
I
I
I
0max= mm
A
•,1=N/mm 2
~ ' '
I
•12=N/mm 2 O Terminali chiusi,
,,.=N/mm 2
UNI7900
Parte t I
D
E
..E E
E
I
*
D *EE: eE,. I

I
Il
•..r O Terminali rastremati
* Quote soggette ad indicazione
D ..
11
di tolleranza
chiusi e molati
.. D
UNl7900
Il .:, Parte 13
..J Il

I
D
..J

0max= O Terminali chiusi, molati


D Terminali ............. I
2.1.1UNI 7900 Parte t

I
_I
Fig. 76. Esempiodi disegnodi mollacomeparticolarecostruttivo. I
La scelta delle molle viene infatti ef- metterne in evidenza la forma: la rap-
I
fettuata tenendo conto della loro ca- presentazione schematica compare
ratteristica, cioè della relazione tra
forza applicata e deformazione: in ge-
nere una molla quando viene montata
accanto a quelle in vista e sezione nel-
le figure da 72 a 75, dove sono illustra-
ti alcuni tipi di molle.
I
UN172S1 Rappresentazione
dellemolle.
assume una dimensione leggermente
diversa da quella allo stato libero, poi-
ché subisce un precarico che ne assi-
Le molle disegnate come particolari
sono rappresentate in modo conven-
zionale, con alcune quote funzionali
UNIENISO2203Rappresentazione
degliingranaggi.

Ruotedentatecilindriche.
Datida in-
I
cura la posizione. caratteristiche (fig. 76) ed accompa- UNli462
Le molle ad elica devono prevedere
una guida (un alloggiamento in corri-
spondenza del diametro esterno od
gnate da una tabella che ne fornisce i
dati costruttivi e di funzionamento. UNIì463
dicaresuldisegno.

Ruotedentateconiche.Datida indi-
caresuldisegno.
I
un perno per l'interno, figura 71) e nel
caso in cui siano montate coassial-
mente devono avere inclinazione
dell'elica opposta, per evitare "pizzi-
UNl7000 Molle.

UNl!S092"..2 Guarnizioni
per applicazioni
dinami-
I
che.Rappresentazione
semplificata.
camenti".

If Anche per le molle è prevista una rap-


presentazione schematica, da usare
nei complessivi o dove non interPssi
UNI1031i Cuscinetti
volventi.Rappresentazio-
nesemplificala. I
~

595 I
'
L _____
_ . -· .____- -·-··-----·------
I
Il
Il

1• struttivi
Si ricavino, dai complessivirappresentati, disegni co-
di particolarie si indichinogli elementi norma-
lizzati.
I
I
I e:::::>
e:::::>

I
I
I
I
I
-1--
1
I
I
I
I
I
I 596

I
2• Sicessali
indichino, luogo di quelli omessi, gli elementi ne-
in
per un correttofunzionamento,dei gruppi rap-
b)

presentati.

a)

I
I
I
I
I

___ ·-·-_·--· _______ ... ,


I

I
I
I
I
I
I
I
I d)

I
I
I
I
I
-1-
I
-1
I
I
I
I
I
I
I 598
I
e)

I
I
I
I
i\
.,
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11
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I
il
iJ
I
-,
I
I
I
--· -· - - -
I:
I
II
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i: I
I
I

i
! '

L
1,---

I
I f)

I
I
I
I
I
-I
I
-,
I
I
I
I
I
I
I 600

I
I
3 Si ricavino dal complessivo (testa verticale per fresatrice) disegni costruttivi di particolari e si indichino gh· elementi nor-
• malizzati.
I
I
I
I
I
I
I I
!
!'
.1
-I
,.>

I
I
I
I
I
I
601 I
-I
4 Si ~cavino dal complessivo (riduttore epicicloidale) disegni costruttivi di particolari e si indichino gli elementi normaliz-

1· • zatl.

I
I
I
I
I
-I
I --------'


I
I
I
I
I
I
I 602

I
CAPITOLODICIASSETTESIMO

I
I
_,;~ff
tf~
I
.
:,~,..:
r.#·;~.:

collegamenti
permanenti
--- ..

I
I
I
PREMESSA CHIODATURE
E
Si definiscono permanenti o fissi i col-
legamenti che, una volta realizzati,
RIVETTATURE I
Altri elementi adatti ad assicurare un
non consentono più la separazione
delle parti. Si hanno come tipi fonda-
mentali:
collegamento permanente fra due
parti sono i chiodi, usati fin dall'anti-
chità: si noti però che mentre nei col-
I'

I - collegamenti forzati legamenti fra parti in legno o in strut-

I
i
- collegamenti chiodati ·
- collegamenti saldati
ture murarie i chiodi operano per l'at-
trito sul gambo che si inserisce nei
pezzi da congiungere e per l'effetto di
I
I
I
- collegamenti con adesivi (incollaggi) arresto dovuto alla testa, nelle costru-
zioni meccaniche i chiodi comprimo-
no fra loro i pezzi da collegare ed il
bloccaggio deriva dall'attrito genera-
to di conseguenza·fnri pezzi·stessi--
(fig. 1). --,<:'
)i
I chiodi sono costituiti da un gambo ci-
lindrico con all'estremità una testa, a
COLLEGAMENTI
FORZATI
calotta stretta o larga o tronco conica,
e vengono inseriti in fori praticati nei
pezzi da unire: una co11trotestaviene
I '

Tali collegamenti sono ottenuti per ottenuta per ricalcatura del tratto di
mezzo delle elevak forze di attrito ge-
nerate, nel reciproco accoppiamento,
dalle deformazioni elastiche degli
gambo sporgente dal foro (fig. 2).
Per chiodi in acciaio di una certa di-
mensione (diametri superiori a 8 mm)
Fig. 1. Struttura chiodata.
I
la deformazione deve essere effettua-
stessi elementi da collegare, ad esem-
pio albero e mozzo, montati con op-
portuna interferenza.
ta a caldo (preriscaldando il chiodo
sui 900 °C) ed il ritiro del gambo nel
I
Questi collegamenti in qualche caso successivo raffreddamento induce la
sono definiti semiperma11e11ti,in quan-
to possono essere sciolti con l'appli-
cazione di forze superiori a quelle di
compressione sopra accennata (men-
tre il gambo è sollecitato a trazione)
(fig. 3a).
I
attrito, con opportune attrezzature ed Operando invece a freddo, su elemen-
artifici.
I forzamenti possono avvenire a fred-
do od a caldo (con dilatazione del
ti in acciaio dolce o leghe di alluminio
o rame (ed in questo caso si parla più
propriamente di ribattini), la forma-
a b
I
mozzo). zione della controtesta non porta ad
In linea di massima si può assumere
un valore dell'interferenza intorno al-
una compressione rilevante dei pezzi
da collegare ed il collegamento avvie-
ne in quanto è ostacolato il movimen-
Fig. 2. Ln testa del chiodoinserito nel foro pre-
di~posto viene bloccata 111e11tre l'estrc111itlÌ
sporgentePienericalcataperformare 1111n co11-
I
lo O,1% del diametro. trotestn.

603 I
I
I to reciproco dei pezzi· stessi, per cui in
genere il gambo del ribattino è solleci-

I tato da uno sforzo di taglio trasversale


(che per essere ridotto al minimo ri- -0------r·-+ -0--------3--
UNI 748
chiede che nella ricalcatura il gambo

-0---.----1--
- UNI 134
riempia completamente i fori) (fig. 3b).

I Chiodi e ribattini (figg. 4 e 5) sono de-


finiti, oltre che dalla forma della testa,
da diametro e lunghezza; i fori di pre-
g-----+-+ UNl749
parazione hanno in genere diametro
I di poco superiore a quello del chiodo
ed è bene prevedere una leggera
smussatura all'imbocco, per evitare
UNI 135
-G-
-------1--
UNl750
concentrazione di tensioni (ovviamen- .---(}- -- -- -t-.- -I-
I te nel caso delle teste tronco coniche
la svasatura è tale da alloggiare com-
pletamente la testa) (fig. 6).
UNI 136
-e------+ UNI 751

I a)
-8------t-·-+ D-------~
I UNI 137
UNI 752

-[}J-----t---+ -l-----0-
I b) UNI 138
UNI 753

·©---·--t
I ·-D·-----+--+ UNI 754

UNI 139 - - - . - -~ - --
I . ~--
UNI 755.

I Fig. 3. Nella chiodaturaa caldo:il gambocon-


trnendosi esercita tramite le teste una com-
~-----+ --1-
UNI 140
-fr------j-
UNI756
pressionedei pezzi da collegare(a);nella ri/,a-
dit11raa freddo il gambo impediscelo spostn-
me~:todei pezzi che lo soll~citanoa taglio (b). -
I Fig. 4. Alcuni tipi di chiodiunificati. ·Fig. 5. Alcuni tipi di ribatfii,i1i1iificali.

I Fori per chiodi


a testa tonda
larga

I "//
-/1::-.
,.·
<½->-
/.,..
.

I n t, t,

I Fori per chiodi


a testa svasata
--+
-'5 - -
-
-1-
_ 1

I m
5 s-1

Igiornzio11èedi 1 111111.
LATO TESTA

Fig, 6. Foriper chiodatura:i fori 11111u.01fino


111ti
a 29 111111ha11110
LATO RIBADITURA

diametromaggioratodi 0.5 111111rispettoni fori trnpmmti;da 32 111111in poi la 111ng-

I604

1-~--·
Alcune dimensioni di massima pre- colati a livello di progettazione, così Quando le chiodature devono assicu-
I
senti nei collegamenti chiodati sono come la scelta se la giunzione deve es- rare la tenuta a fluidi in pressione, ol-1
presentate in figura 7. sere a semplice sovrapposizione (fig. tre all'impiego di chiodi di minori di-
Generalmente le giunzioni chiodate 8), a coprigiunto semplice (fig. 9) (di mensioni e più numerosi, si effettua- ·
prevedono l'impiego di numerosi spessore leggermente superiore alle no operazioni di miglioramento della
chiodi per ripartire meglio gli sforzi lamiere da unire) od a doppio copri- t~n_utasia inserendo materiali sigillan-1
ed assicurare una pressione omoge- giunto (fig. 10) (con coprigiunti aventi ti sia con opportune smussature e suc-
nea: il diametro dei chiodi, la loro di- spessore di circa il 75% di quello delle cessive ricalcature.
stanza, il numero di file vengono cal- lamiere da unire). Nei collegamenti di strutture leggere
(e nelle costruzioni aeronautiche in
particolare) si usano i rivetti (fig. 11)
I
che sono in pratica dei ribattini di for-
a) b)
d = s + (4t+o8) me particolari; largamente usati sono
i rivetti tubolarie i rivetti ciechi. I
I ! I primi non sono altro che ribattini con
l

(/)

l ,/
,..,...,,
(/)
l'estremità del gambo alleggerita da
un foro assiale o semplicemente da
una biforcazione, per facilitare la for-
I
I mazione della controtesta di bloccag-
gio; talora è previsto un contro rivetto
da inserire a pressione nella cavità
(fig. 12).
I
•I
Cl)
Esistono anche, per impieghi poco im-
I
pegnativi, ribattini auto foranti, termi-
-·@--
·-@·-, I -o
'· I

I
"tl
..,:,
V
nanti con punta cilindrica cava o coni- Il
ca, che funzionano come chiodi tradì- I.I
zionali inserendosi a forza nei mate-
1.Sd <e< 2d

I
e =1.Sd , :'.:J V
"tl riali, ovviamente senza estremità

@--_j
e')

-$--- sporgenti da ribadire.


L'impossibilità di accesso alla parte da
ricalcare ha dato origine ai rivetti cie-
chi, cioè rivetti in cui sia possibile la
creazione di una controtesta operan- ·
I
do dal lato della testa con opportuni
Fig. 7. Dimensionidi collegamentichiodati.(n, con 1111n
solnfiln di chiodi;b, nel casogenerale). sistemi.

~--~.1
·1
I
I , I I
I
8- :o·
-0-·1-·-·i-G)

,, -o .
~- --i--
I
I
I
'
I
I

1
I

-;·-0·-G·-1--
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I
,

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I

-i·-G·-G)-:- -
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~
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'
I
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I
0~--
I
I
;;;
ii
''
,,
I I

G+ED -i- --G·


I
-0· -i· -
I
I
Fig. 8. C/1iodnl11m
a sovrnpposizione. Fig. 9. Cliiodnturncon coprigiunto. Fig. 10. C/1iodnt11rn
con doppiocoprigiu11to.
.-
605 I
I
I più diffusi si basano sull'impiego di Nei casi sopraddetti bisogna tener
rivetti tubolari attraverso il cui foro conto che non si ha tenuta stagna, in a)
longitudinale sia possibile esercitare quanto i due lati della giunzione resta-
una trazione, verso la testa, di elemen- no in comunicazione attraverso il foro


ti conici o sferici che deformano necessario all'elemento traente e si de-
l'estremità premendola contro i pezzi ve quindi ove necessario provvedere

I da collegare. In altri casi si inserisce,


sempre tramite un foro assiale una
spina o simili, in grado di divaricare
ad una sigillatura.
Non presentano tale necessità i rivetti
esplosivi, nella cui estremità cava e
l'estremità (fig. 14). chiusa è contenuta una piccola quan- b)

I +
'

~
Materiale

I
I

AIMgs-@-
1

I \- .
..:-
, AICu2,s-(B-
I

e)
1
'
I Rivetti a testa svasata
AICu 4 5 _(?\_
'\.g)
I
I~'. •
.
I

Rivetti a testa
' i
I tonda spianata
. '

i~
I

C8-
®- - d)

I
I
r- ;---- _,
'
Monel-~:J-
I
0i.
i l

'
,,
I,
!:
!'..'
.,' , 'w-
'

I Fig. 11. Rivetti (opportunemarcaturedellatestaidentificanoil materiale). e)

---1
-
I f)

I Fig. 12. Rivetti tubolari.

I
I g)

I
I Fig. 13. Alcuni particolaririvetti: ii primo è bloccntoda 1111collari110
deformabile;il secondo
consenteil serraggiosenza accessodal lllto testa ed il terzo mantienegli elementi collegatiad
una distanzaprestabilita. Fig. 14. Rivetti ciechi.

I 606
tità di sostanze di cui si può provoca-
re l'esplosione che deforma l'estre-
mità stessa (fig. 15).
+ + +
Nel caso delle rivettature su lamiere in
lega leggera si deve fare particolare at- ~ ~
tenzione ai materiali impiegati, in
quanto in certe condizioni di ambiente + + + IV I III e I s
umido si potrebbero creare fra due
materiali diversi delle vere pile elettro-
litiche, con corrosione e dissoluzione I quadrante - tipo di rivetto, materiale.-forma.
I. '

progressiva di uno dei due elementi.


Nel disegno, come già visto nel cap.
5.10, e nella quotatura dei collegamen-
II quadrante - diametro e posizione della testa
(N, vicina o F, sul lato opposto). ~ I.
ti chiodati si hanno delle semplifica- III quadrante - lunghezza. m_J!:!
zioni: una ulteriore sintesi di rappre-
sentazione e quotatura si ha nei meto-
di adottati nelle costruzioni aeronau-
IV q~adrante - indicazioni sulla preparazione del foro. I
tiche (Rivet Code) di cui si ha un
esempio in figura 16. Fig. 16. Rappresentazioneconvenzionaledei collegamentirivettati.

z
In taluni processi di saldatura il me-
tallo che viene portato a temperature

~
prossime a quella di fusione è il me- I
desimo materiale delle parti da salda- ~
COLLEGAMENTI re, mentre in altri processi è presente
SALDATI un metallod'apportodiverso dal metal-

La saldatura è un processo tecnologi-


co che consente di realizzare una
lo base.
I processi di saldatura si suddividono
in due grandi categorie (tab. I): salda-
I
giunzione stabile fra due o più parti,
generalmente metalliche, realizzando-
ne la continuità, e quindi il collega-
ture autogenee saldatureeterògeneo bra-
sature. La saldatura autogena, che si
può eseguire con o senza metallo di
I
mento fra le parti, mediante la loro apporto, è quella nella quale il metallo
parziale fusione in prossimità della
giunzione, per effetto di un riscalda-
mento localizzato; l'energia termica
base partecipa per fusione alla costi-
tuzione del giunto saldato. La brasa-
tura viene invece ottenuta per sola fu-
I
iii
.
.

necessaria all'operazione può essere sione del metallo d'apporto: un esem-


Fig. 15. Rivetti esplosivi. di origine chimica oppure elettrica. pio noto di brasatura è costituita dalla
.I

I
I
I
I
I
Tab. I. Processidi saldatura.
I
6071
I
I saldaturaa stagno,di larga applicazio-
ne in elettrotecnica ed in elettronica,
re effettuata senza metallo d'apporto
nei casi in cui le parti da unire abbia-
no spessore sottile. Altrimenti, il me-
ce temperature comprese nel campo
di 5.000 - 30.000 °C, di molto superiori
che utilizza in realtà come materiale a quelle ottenibili col processo di sal-

I di apporto una lega di stagno-piom-


bo, cui si aggiungono talora alcuni di-
sossidanti.
tallo d'apporto, costituito da bacchet-
te o fili di composizione chimica simi-
datura ossiacetilenica. Nella saldatura
manuale l'elettrodo è afferrato da una
. le al metallo base, è necessario alla for-
pinza con impugnatura ed è collegato
Nell'ambito dei processi di saldatura mazione del cordone di saldatura. ad uno dei due poli di un generatore

I autogena ricadono i processi di salda-


tura per fusione e quelli per pressione,
mentre nell'ambito dei processi di sal-
Con questo procedimento si possono
saldare anche materiali di composi-
zione chimica differente, anche se so-
di corrente elettrica. Il circuito elettri-
co si chiude mediante un morsetto di
massa, che fa presa sulla parte metal-
datura eterogena si ha anche la saldo- litamente essa è utilizzata per saldare lica da saldare ed è collegato al secon-
I brasaturaoltre alla brasatura. acciai con basso tenore di carbonio. La
fiamma ossiacetilenica od ossidrica è
pure utilizzata per operazioni di taglio
do polo del generatore. L'alimentazio-
ne può essere del tipo a corrente alter-
nata, oppure in corrente continua con
Saldatura per fusione
I La saldatura è ottenuta per effetto di
una fusione localizzata dei lembi delle
di parti metalliche.
La saldatura ad arco.
polarità dell'elettrodo positiva (polarità
inversa) o negativa (polarità diretta).
Gli elettrodi comunemente in uso so-
La saldaturaad arcoelettricoè il proce- no costituiti da barrette di materiale
parti da saldare e generalmente in pre-
I senza di materiale d'apporto; se l'e-
nergia termica necessaria al riscalda-
mento delle parti è fornita dalla fiam-
dimento oggi più diffuso. L'energia d'apporto di composizione simile a
termica necessaria a produrre la fusio- quella del metallo base, rivestite ester-
ne del metallo d'apporto è ottenuta da namente da una guaina di materiale
un arco elettrico innescato fra un elet- meno fusibile, con funzione di prote-
I ma prodotta dalla combustione di un
gas combustibile combinato con l'os-
sigeno (comburente), si ottiene la sal-
trodo ed il metallo base delle parti da zione del cordone di saldatura (elettro-
saldare (fig. 18). L'arcoelettricoprodu- di rivestiti, figura 19).
datura a gas. Quando invece l'energia

I termica è ottenuta da un arco elettrico


innescato fra un elettrodo ed il metal-
lo base delle parti da saldare, si ha la
Valvole di regolazione

saldatura ad arco.
I La saldatura a gas.
Nel caso della saldatura a gas, si par-
lerà di saldatura ossiacetilenica se il
I gas combustibile impiegato è l'acetile-
ne (C2Hi), mentre si parlerà di salda-
tura ossidrica se il gas combustibile è
a)

I costituito da idrogeno (H2).-


La temperatura di una fiamma ossi-
drica è più bassa di quella ottenibile
acetilene
Valvole Miscelatore Cannello
con una fiamma ossiacetilenica e.di -
·1 conseguenza essa viene utilizzata per
la saldatura di metalli con basso pun-
to di fusione, come ad esempio allu-
minio o magnesio. b)

I Nel caso della saldatura ossiacetileni-


ca il calore necessario al processo è ge-
nerato dalla reazione chimica di dis-
Fig. 17. a) Attrezzatura per la saldaturaossiacetilenica;
b) particolaredel ca1111ello.
sociazione dell'acetilene in monossi-
I do di carbonio e idrogeno e la succes-
si va combustione con produzione di
anidride carbonica, vapore d'acqua e

I calore, con temperature che possono


raggiungere i 3.300 °C.
L'attrezzatura per la saldatura è in ge-
Elettrodo +
nere costituita dalle bombole di com-

I bustibile e di ossigeno (fig. 17), dotate


di un gruppo riduttore-regolatore di
pressione, per adattare la pressione
Saldatrice

del gas a quella richiesta dal cannello


I e per mantenerne costante it valore al
variare della portata. Il ca1111elloha la
funzione di far miscelare i due gas, di
t
Giunto di saldatura

I regolare ed orientare la fiamma me-


diante apposite valvole.
La saldatura ossiacetilenica può esse- Fig. 1S. La saldaturaad arco.

·1 608
il
reazioni chimiche degli elementi pre- Saldature eterogene li
senti, in modo da ottenere un giunto
privo di scorie e porosità; tra questi Sono processi di saldatura nei quali
procedimenti si possono citare la sal-
datura in ntmosferaprotettivanella qua-
le l'arco elettrico viene fatto scoccare
l'unione fra le parti è ottenuta soltanto
per azione del metallo d'apporto,
avente una temperatura di fusione
I
all'interno di un atmosfera neutra o più bassa di quella del metallo base,
inerte, composta da una miscela di gas
come argon o elio e l'elettrodo può es-
sere infusibile (in tungsteno, saldature
che viene depositato allo stato fuso fra
le parti da collegare. L'operazione vie-
ne eseguita senza che i bordi delle par-
I
TIG) o in metallo fusibile (saldature ti da saldare arrivino al punto di fu-
MIG e MAG); la saldaturaad arcosom-
mersoin cui l'arco elettrico è innescato
sione. Questo tipo di saldatura viene
utilizzato quando il metallo base non è
I
fra un elettrodo fusibile non rivestito ed facilmente saldabile, nei casi in cui si
il metallo base, sotto la protezione di un
flusso granulare elettroconduttore.
Fusione localizzata a temperature ele-
dève-evitare il riscaldamento dei pezzi
per ridurre le deformazione e infine
quando le caratteristiche meccaniche
I
A. Rivestimento vatissime si ha nelle saldature a plasma del giunto sono di scarso interesse: in
B.
I
Anima metallica
c. Goccia di metallo
e laser. pratica è come se il metallo d'apporto si
comportasse come un adesivo fra le
parti da unire.
I
D. Scoria fluida Le saldature eterogene si suddivido-
E. Scoria solidificata
:p_ Cratere di metallo
Saldatura a resistenza
no in: saldobrasaturee brasature.
La saldobrasatura viene così chiamata
La saldatura elettrica a resistenza è un perché il procedimento di esecuzione
I
•G. Metallo liquido processo di saldatura autogena per è simile a quello della s. autogena. In-
:H. Scoria liquida
I. Calice
pressione dove il calore richiesto è fatti: occorre la medesima preparazio-
prodotto per effetto Joule dalla resi- ne dei lembi delle parti da saldare ed I
L. Arco
M. Gas protettivi
stenza elettrica delle parti da saldare, il materiale d'apporto viene deposita-
attraversate da corrente elettrica di to per passate successive con la stessa
elevata intensità. tecnica impiegata nella saldatura os-
I
-N. Pezzo da saldare (anodo) Il calore prodotto consente di innalza- siacetilenica, senza però portare a fu-·

Fig. 19. Saldatura ad arco con elettrodo


re fino al punto di fusione la tempera- sione i lembi da saldare.
tura delle parti da saldare che vengo- Nella brasatura (ancora distinta in
no premute l'una contro l'altra con dolce, fino a 400 oc,e fortè, fra i 500
I
rh>estito. una pressione opportuna: la saldatura ed i 1000 oq i lembi sono accostati in
avviene per fusione localizzata, senza modo da lasciare tra loro uno spazio. I·
metallo d'apporto. I principali vantag- di pochi centesimi di mm in maniera
gi di questo processo consistono nel 1 d 1 b d ·
Il rivestimento dell'elettrodo ha la fatto che non sono richiesti elettrodi ta e a permettere a agnatura ei ·
funzione di: .. . . . lembi per infiltrazione capillare da
t~nss~:~!1a, gaarsts1·rs~teentzh:1c-0onflsuesns:e·
di - parte· del metallo d'apporto fuso. g
a) sviluppare dei gas che avviluppino . . . L'unione si realizza quindi con il soli- ~
l'arco, evitano il fenomeno dell'ossi- automahz~are 11pro~ess_o_ d1 sal_datura dificarsi del metallo d'apporto, senza
dazione; p~r eseg_u1r~oper~z1om m _sene, n:e: formazione di leghe.
d1ante l'1mp1ego d1 controlli numenc1
b) sviluppare dei gas ionizzati, atti a
condurre la corrente elettrica e quindi
stabilizzare l'arco;
programmabili o robots.
Nella saldatura a resistenza per punti
due elettrodi in rame vengono premu-
I
c) apportare al bagno di fusione alcu-
ni elementi, al fine di migliorare le ca-
ratteristiche meccaniche del giunto;
ti contro le due parti da saldare ed il
calore generato per effetto Joule al
passaggio della corrente provoca la
I
fusione delle parti metalliche localiz-
d} ricoprire il bagno di fusione con
una scoria fusa che lo protegge dalle
ossidazioni superficiali.
zata in un punto detto nocciolo,la cui
successiva solidificazione, che avvie-
ne in presenza dell'azione di compres-
I
sione esercitata dagli elettrodi, porta
Rispetto alla saldatura ossiacetilenica
si ha una forte capacità di penetrazio-
ne ed un riscaldamento limitato alla
alla formazione di un punto di salda-
tura (fig. 20).
Altre saldature per pressione sulle
I
zona di giunzione; inoltre, la relativa parti portate a temperature prossime
attrezzatura è semplice, versatile, tra-
sportabile, di costo contem~to.
alla fusione sono la saldatura ad attri-
to e la saldatura a fuoco o bollitura, in
I
Per i processi di saldatura industriale
si ricorre ad altri sistemi di°saldatura
ad arco in grado· di operare rapida-
mente ed in ambiente insensibile alle
cui le parti da collegare sono unite me-
diante martellamfnto: in pratica è
questa l'unica forma di saldatura che
si è avuta per secoli.
,_____
__
Fig. 10. LAsnldnt11ra
____,
n resisten::.n.
I
6091
-·- - ·----· ·---------
- -------- ·· ----- --
I
-, cordone, e vengono preparati in mo-
do da conferire loro la forma geome-
posizione. I principali tipi di giunto
sono illustrati in figura 22. Per quan-
trica più idonea all'esecuzione della to riguarda la forma della superficie
I CARATTERISTICHE saldatura, per ottenere le migliori ca-
ratteristiche meccaniche del giunto,
esterna, le saldature si distinguono in
piana,convessae concava(fig. 23).
DELLE
SALDATURE per assicurare la completa fusione su Infine, tenendo presente la continuità

I UI1a saldatura viene di solito caratte-


rizzata da:
tutto lo spessore e la buona penetra-
zione del materiale d'apporto.
La figura 21 riporta alcuni esempi del-
del cordone, le saldature si possono
suddividere in:
a) saldaturecontinue,quando il cordo-
le forme e dimensioni dei più frequen-
a) tipo di giunto saldato; ne non presenta interruzioni su tutta
I b) forma della saldatura o del cordone;
ti dei lembi, tratti dal Codice di prati-
ca UNI 11001.
II giunto è la zona nella quale si realiz-
la lunghezza della linea di collega-
mento;
c) dimensioni del C(?t:do_ng_ za il collegamento dei pezzi da salda- b) saldatureinterrotte,quando la salda-
t d) processo utilizzato.

L'esecuzione della saldatura compor-


re. Si possono avere diversi tipi di
giunto a seconda dei diversi elementi
che vi concorrono e la loro reciproca
tura è costituita da tratti di cordone
uniformemente intercalati da tratti
non saldati.
I ta prioritariamente la preparazione
dei bordi, consistente in una lavora-
zione meccanica delle parti da salda- Giuntoditesta

I re; seguono le operazioni di puntatura Giuntoa sovrapposizione

~
per fissare la corretta posizione delle
parti, l'esecuzione della saldatura ve-
c:::::::5è:::::

0
ra e propria e l'eventuale rimozione
I della scoria.
La deposizione del cordone di saldatu-
ra può avvenire secondo modalità di- Giuntodi spigolo
- '1......-.....l

verse, a seconda della forma, delle di-


I mensioni e del tipo di giunto saldato.

~
I lembi, o bordi, sono le superfici dei
pezzi interessate dalla deposizione del
-- - -··
LI - --
GiuntoaT
--- -- -· - - -

I
I
____ T_....
a)_:::::.::_-_
....... Giuniod'orlo

~ ~

-1
b)

>I
d)
I- ~-·'.
e> 1- ,:"i~-:,i-c\

I ·
I ·- t' - - - -rn ... -- - -

Giunioa trelamiere
- - . - - -

I .___-_,\__
GiuntoadL
e) (,_ _,

o
I I .----><._____.
g)
~- \ .___! ___,

~ b ~ LI
I h)DD Fig. 22. Tipi di giunto.

I i)DO
DCJ m)
a)///////,.

Fig. 23. C/nssificnzio11e


dellesnltfnturesecondolaformadellnsuper/iceestemn:a) pinna;b) co11-
Fig. 21. Preparazione
dei lembinellnsnldnlurn. i'l'ssa;c) concnm.

1610

-1
r I
SEGNO
N" DENOMINAZIONE DISEGNO
I
ILLUSTRATIVO
GRAFICO

1 Saldatura
a bordirilevali

/ ~
a=~-
_)\_
I
2 Saldatura
a lembiretti
I
I 11

3 Saldatura
aV (--g ~ ----v I --.- .

4
1
a2 V
Saldatura
~§ ~ V I
5 Saldatura
aY ( ?J J y I
6 Saldatura
1
a2 Y
~J ~
I
I
7 Saldatura
aU
~ y
-·- - -
I -·

~ ~ ~
1
8 Saldatura
a - Uo J
2
I
--- 9 -- ·Saldatura
ripresaa rovescio-·
-·-- -- (
-- - -- -
~-
I ~--
- -~ -

10 Saldatura
d'angolo
~ ~ I
I
11 Saldatura
entrointaglio fori
~&Il
I
12 Saldatura
a punii(a resistenza
o no)
~ G ,~--;, ~--~, I ~
o
I
13
Saldatura
in lineacontinua
(aresistenza o no)
~~ ~ =@= I
<==
Tab.11.Tipi di saldaturae relatit1i segnigrafici(si possonoat•ereanchesaldaturea doppioV (x) edanchea doppioU o Y).
I 611

------
----f-
Lato freccia

I RAPPRESENTAZIONE
DELLESALDATURE
I È possibile rappresentare le saldatura
con una rappresentazione convenzio-
nale applicando le regole del disegno
-h5-1600G
a) Saldatura sul lato
linea di freccia

I tecnico, cioè mettendo in evidenza


forme e dimensioni del cordone; si
raccomanda tuttavia, per ragioni di
Lato freccia

complet~~~~ ~ chiarezza, di utilizzare

I una rappresentazione di tipo schema-

I
tico, in modo da fornire tutte le indi-
cazioni necessarie per identificare la
saldatura, senza gravare il disegno di
note e viste aggiuntive.
[¼~~4~/~ b) Saldatura sul lato opposto
alla linea di freccia

La rappresentazione schematica com- / Fig. 26. L'ubicazionedel segno graficodeter-


prende un segno grafico elementare mina la posizionedellasaldatura.

I secondo la norma UNI 1310, tracciato


di solito con linea continua spessa (ti-
po A), che ricorda generalmente la for- rappresentazione della saldatura, che
comprende in aggiunta:
ma della sezione della saldatura da

I eseguire; la codificazione può essere


completata da opportuni segni grafici
complementari e da una quotatura
• una linea di richiamo con freccia
per giunto, denominata linea di frec-
cia (fig. 25);
convenzionale. • una doppia linea di riferimento co-
I La norma UNI 1310 del 1940 è stata so-
stituita dalla più recente (1986)avente
lo stesso numero; tuttavia, dato il
stituita da una linea continua e da una
linea a tratti (tracciata sopra o sotto la
linea continua), omessa nel caso di sal-
grande numero di disegni eseguiti con Fig. 24,Jndicazione_di.saldaturesecondo la - . dature simmetriche;
·I la veq:hia designazione e tenendo
presente che non tutte le aziende si so-
no uniformate alla nuova simbologia,
vecchiadesignazione.
.•. • :'.i•
• un certo numero di dimensioni e se-
gni convenzionali.
!·•ASPETTO
ESTERNO-:-~ .SEGNO '• .
f:f L'ubicazione della saldatura viene de-
I è opportuno soffermarsi anche sulla
designazione delle vecchie norme.
Vecchia designazione delle saldature.
. ~-
. _.:.:....
•t;ff.·
DELCORDONE
.._··-- . ·.· . _,,..,·.

a)~i~no_
-~0.·
GRAACO:F~t
. ..~.---
..- finita specificando:
• la posizione della linea di f::ecc~;.. _
.• laposizione dellalin~~ di riferimento;
t.adesignazione era costituitada (fig. 24):
• la posizione del segno grafico rispet-
a) simbolo grafico relativo alla forma; b)Convesso to alla linea di riferimento.
b) indicazioni dimensionali;
Infatti il segno grafico può essere po-
I c) simbolo letterale indicante il proces-
so di saldatura da utilizzare (ad esem-
pio G, saldatura a gas ed E saldatura
e)Concavo sto sopra o sotto la linea di riferimen-
to; se è posto sulla linea di riferimento
continua, la saldatura è sul lato freccia
ad arco). Tab. III. Segnigraficis11pple111entari.
I Nuova designazione del 1986.
La rappresentazione schematica com-
del giunto (fig. 26); se invece il segno
grafico è posto sulla linea di riferimen-
to a tratti, la saldatura è sul lato oppo-
3 sto alla linea di freccia del giunto.

I prende:
a) un segno grafico elementare (tabel-
la III);
1~2a '._
-:-:-:-:
Le dimensioni della saldatura vengo-
no definite direttamente sul segno
grafico come segue:
b) un eventuale segno grafico supple- Giunto-: ' a) quote relative alla sezione trasversa-
I mentare, per indicare il profilo ester-
no della saldatura; l'assenza di questo
simbolo sta a significare che il profilo
~

1= linea di freccia
2b
le, scritte alla sinistra del segno grafico;
b) quote relative alle dimensioni lon-
gitudinali, scritte alla destra del segno
I esterno della saldatura non necessita
di essere precisato;
c) una quotatura convenzionale
2a =linea di riferimento
2b =linea di riferimento; linea a tratti
3= segno grafico della saldatura
grafico (fig. 27).
L' assenz~-di tale indicazione significa
d) indicazioni complementari. che la saldatura è continua per tutta la

I I segni grafici delle tabelle non esauri-


scono le indicazioni di una completa
Fig. 25. Indicazionedi 1111a
la UNI 1310.
$alda/11ra
lunghezza del pezzo.
secondo Per la saldatura d'angolo, esistono
due metodi per indicare le quote (fig.

I 612

-1
28); nel primo caso occorre indicare, I
s s
davanti alle cifre che indicano la quo-
ta trasversale, la lettera a per indicare
l'altezza relativa all'ipotenusa del
I
triangolo sezione del cordone di sal-
datura, mentre nel secondo caso la let-
tera z indica la larghezza del cateto.
Le indica~_ioni complementari sono
I
..
utilizzate nel caso in cui si vogliano
s = quota relativa alla sezione trasversale
I = quota relativa alle dimensioni longitudinali
specificare ulteriori caratteristiche del-
le saldature, come ad esempio:
• saldature perimetrali, con un segno
I
Fig. 27. Indicazionedellaposizionedellequote rispettoal segnografico. grafico munito di un cerchiocon e e n -
tra all'il)t_ersezione tra la linea di free-
eia e linea di riferimento (fig. 29);
I
• saldature eseguite in cantiere, con

/ ~~
. /---------· aggiunta di una banderuola, sempre
all'intersezione tra la linea di freccia e I,·
linea di riferimento (fig. 30);

Altezza Fig. 30. Saldaturada eseguirein cantiere.


• procedimento di saldatura, con un
simbolo numerico posto entro due
segmenti all'estremità della linea di ri-
I
~-
ferimento (fig. 31);

La<o .~.
• tipo di controllo non distruttivo, con
una sigla posta immediatamente do-
po il simbolo numerico indicante il
I
procedimento (ad esempio RX, con-
z=ah trollo radiografico).
La figura 32 mostra il disegno e l'in-
1
terpretazione di alcuni segni grafici
Fig. 28. Metododi indicazionedellequoteper
--le saldature-adangolo.
Fig. 31. Indicazionedel procedimentodi sal- elementari utilizzate in rappresenta-_
datura mediantecodicenumerico. 1
DISEGNO DISEGNO INTERPRETAZIONE

~ ;+-<m n .1
. GiuntoaT,
~
saldatura ad
angolo, ad arco
-·- --~
I
INTERPRETAZIONE r I
Giunto di testa,
saldatura a V V////A\,
f'
'\S\'>,j

- - V.. -
• I
I Giunto a L,
I
saldatura a
l/2V
I

Fig. 29. Ese111pio


di i11dicazio11e
di 1111a
5r1/,fa-
t11raperi111etrale. Fig. 32. Disegnoe interpretazionedi giunti saldati.

I
I
zione schematiche; come si nota, è
possibile combinare insieme più segni
grafici elementari nel caso di saldatu- DISEGNO INTERPRETAZIONE

I re eseguite dai due lati. La figura 33


chiarisce l'utilizzo dei segni grafici nel
caso di saldature continue ed interrot-
te; infine la figura 34 mette in eviden- ~· 81~ 50300
""'
I za il numero imponente di informa-
zioni di.e si riescono a dare con la rap-
presentazione schematica delle salda-
ture proposte nella UNI 1310.
I
I
INCOLLAGGI
I Collegamenti stabili possono essere
ottenuti per mezzo di adesivi interpo-
sti fra le parti da collegare: l' ancorag- 40

I gio del materiale legante sulle superfi-


ci (ben pulite) dei pezzi, con penetra-
zione nei loro strati molecolari esterni,
120

realizza una continuità strutturale,


I con azioni fisico-chimiche tali da ga-
rantire elevata resistenza alla giunzio-
ne. In pratica si ha un fenomeno ana-

I logo a quello visto per la brasatura,


con gli adesivi in luogo della lega me-
tallica. La maggior parte degli adesivi
oggi impiegati sono resine sintetiche,

I termoplastiche o termoindurenti. Fig. 33. Designazionedi saldature·continuee interrotte.-

DISEGNO INTERPRETAZIONE

I-
, .+.
I,,,,..••
_!;Lcj-.
,
·<'
-
-1
I
---· +---,
Saldatura 1
I
I

'
I
Saldatura 2 e 5
I

I 0-----
L. - . J
'

v
I /m
-,.,,..,-,
I
I
I
'
I!
'--'
I t

- -- -
----,
+ + ··:·-,
Saldatura
I
3

'

.
- -- -
I

'
- . J

I
L. L -- •J

Fig. 34. Disegnodi u11astruttura saldata:i11terpretazione


dei segnigrafici.

I 614

-1
1.Negli esempi riportati
in cui sono rappresentatestrutturechiodate,si sostituiscanodove possibile con saldature. I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
r I
I
I
I
I
I
I
I
I
615

-·I
I 2• Negli esempi riportati si aggiornino le indicazioni delle saldature secondo la normativa attuale.

I
-1·
I
I
I
I
-I
I
-·--
T-
l -·-·- - ·-

I SfZipneA·A

I
I
r -'-·
I J~, I

I
I
.-

I
€ '
~

I -;-~)-t-:-------+-
1

I616

1-~--_
-· --- -----------
CAPITOLODICIOTIESIMO
lj ~'.

I '.

materiali per ~
costruzioni I
meccani·che I
fondamentale della progettazione. scono anche altri parametri legati al
Dal materiale dipendono non solo le
caratteristiche di resistenza e durata
materiale, in precedenza non rilevan- m
ti, come la possibilità di riciclo o l'eli- lj
del pezzo, ma anche il procedimento minazione al termine del ciclo di vita.
PREMESSA tecnologico per produrlo e l'aspetto
con cui si presenta all'utilizzatore: tut-
Quindi se il disegno rappresenta la
forma dell'oggetto, il materiale ne co- ~
La scelta del materiale con cui un og- ti elementi che ne influenzano in ulti- stituisce la sostanza, ed è perciò da es- ~
getto deve essere realizzato è una fase ma analisi il costo, su cui oggi influi- so inseparabile.

tga=7=E

I
Lo studio dei materiali, dei criteri di elevata con successivo raffreddamen- fiamma od induzione, ed anche le
scelta e trattamei,to, delle loro lavora- to lento, in forno o in aria. deformazione a freddo (rullnturao pal-
zioni esula da un corso di disegno, in Tempra:riscaldamento a temperature linatura), con miglioramento della re-
cui però, proprio perché sui disegni fra gli 800° e 900° (fino ai 1200 °C per sistenza a fatica.
non ne manca mai l'indicazione (e non
gli acciai da utensili), seguito da raf-
deve mancare!), è necessario almeno freddamento rapido in acqua od olio; Nella designazione degli acciai assu-
un cenno sui principali materiali, sul ciò provoca un cambiamento di strut- me importanza l'indicazione della
loro campo di impiego e sulle loro de- tura (martensite) che rende l'acciaio presenza di elementi di lega quando
finizioni. molto duro e resistente ma piuttosto siano previsti trattamenti termici, pro-

I Nelle costruzioni meccaniche i mate-


riali più comunemente usati possono
essere così raggruppati:
fragile. prio perché la presenza di tali elemen-
ti modifica la conduzione ed i risultati
Rinvenimento: riscaldamento intorno del trattamento; quando i trattamenti
• metalli ferrosi (acciai, ghise, super ai 500°-:-600°,dopo il trattamento di non sono previsti è più significativa

I leghe a base Fe);


• metalli non ferrosi (Al, Cu, Ni, ecc.,
e loro leghe);
tempra, al fine di eliminare parzial- l'indicazione di altri dati, quali la resi-
mente gli effetti di questa, conferen- stenza a trazione od altre caratteristi-
do al materiale una buona resistenza che meccaniche.
• polimeri (materie plastiche, termo- e tenacità e riducendone durezza e Una classificazione recente (UNI EU
I
'
plastiche e termoindurenti);
• elastomeri (gomme naturali e sinte-
tiche);
fragilità; negli acciai per molle il rin- 27) raggruppa di conseguenza gli ac-
venimento si ferma a temperature
più basse.
ciai in due categorie, acciai designati
dalle loro caratteristiche meccaniche o
• compositi (a matrice polimerica o
I metallica)
• (ceramici, vetri, carbonio, ecc.).
Bonifica:è il trattamento di tempra se- di impiego ed acciai designati dalla
guito da rinvenimento. · composizione chimica.
I primi sono indicati con il simbolo
Distensione:è un riscaldamento a tem- chimico del ferro Fe seguito dal valore

I perature non superiori a 200 °C, per del carico di rottura a trazione mini-
eliminare tensioni interne dovute ai mo garantito, espresso in N/mm2:
trattamenti precedenti. quando tale valore è preceduto dalla
Trattamentitermochimicidi arricchimen- lettera E, si tratta del carico di snerva-
I ACCIAI
to superficiale:consistono nell'operare a mento (praticamente il limite della
determinate temperature in ambienti deformazione elastica), mentre la let-
in grado di cedere elementi allo strato tera G indica trattarsi di acciaio per
Gli acciaisono leghe metalliche costi- _ superficiale dei pezzi, in modo da mo- getti; talora segue il sin_1bolochimico
I tuite essenzialmente da ferro con car-. dificarne le cafatteristich-e, mentre gli - di un elemento aggiunto per conferire
bonio fino al 2% ed eventuali aggiun- stati sottostanti mantengono le pro- particolari caratteristiche. Esempi:
te di altri elementi in percentuali va- prietà iniziali. Il più comune di tali Fe 410, FeE355,FeG360,Fe440Pb.
riabili a seconda delle caratteristiche
I che si vogliono ottenere.
trattamenti è la cementazione, in cui Possono essere aggiunte altre indica-
l'arricchimento superficiale di carbo- zioni, ad esempio una delle quattro
L'acciaio rimane il principale materia- nio, seguito da tempra, provoca un in-
le per le costruzioni meccaniche grazie . _durimen~o(e_quindiresis_t_en~aJI'µsl,\~ lettere A, B, C, D per indicare la cre-
scente insensibilifa alla frattura fragile
I alle sue doti di-resistenza e lavorabi-
lità. Un'altra caratteristica fondamen-
ra) della superficie. Trattamenti ana- (in pratica la crescente idoneità alla
loghi sono la carboni~rurazione(arric-
tale dell'acciaio è la sua capacità di chimento di carbonio ed azoto con- saldatura) oppure un numero indican-
te la qualità, secondo norme particola-
cambiare notevolmente le caratteristi- temporaneamente) e la nitrurazione
I che non soltanto al variare della com- (con azoto) che può essere effettuata ri proprie di vari prodotti siderurgici.
posizione ma anche in seguito a tratta- su pezzi già bonificati, aumentandone Esempi: Fe 440 D, FeG 360-1.
menti termici, basati sul fatto che la la durezza superficiale per formazio- Le caratteristiche di impiego (secondo
struttura normale a temperatura am- ne di nitruri di Fe. La sulfinizzazio11e gruppo) sono indicate da una lettera
I biente (ferrite e per/ife) è diversa da aumenta invece la resistenza all'usura ed un numero che seguono il simbolo
quella a temperature elevate (a11steni- per diffw;ione di 5 e formazione di Fe. Esempio: FeB2.
te) e si comporta diversamente nei con-
solfuri di ferro nello strato superficia- La seconda categoria presenta una ul-
fronti del carbonio o di altri elementi le, diminuendone così il coefficiente teriore divisione fra acciai non legati
I ~i lega.
E opportuno un accenno ai trattamen-
d'attrito con i pezzi a contatto. ed acciai legati, suddivi·-i a loro volta i
Si noti che tali trattamenti superficia- primi in acciai per cui è previsto un
ti termici in considerazione del fatto li non vanno confusi con trattamenti trattamento termico ed acciai per usi
I che spesso devono essere indicati a di- di deposizione di materiale di tipo particolari, i secondi in acciai debol-
segno, proprio per la differenza di ca- elettrolitico: ad esempio la cromizza- mente legati (nessun elemento di lega
ratteristiche che tramite essi viene zione è una diffusione di Cr nella presente in tenori superiori al 5%) e
conferita ai pezzi. struttura superficiale del pezzo, men- fortemente legati (almeno un elemen-
I Ricottura (e 11ormalizzazione):tratta- tre la cromatura riveste la superficie to di lega in percentuale superiore a 5).
menti da effettuarsi sul ri1ateriale do- con uno strato di Cr. Caratterizza gli acciai non legati la let-
po fusione o fucinatura, prima di la- tera C, simbolo del carbonio, la cui

I vorazioni meccaniche o trattamenti Altri trattamenti superficiali di indu- presenza percentuale è di seguito in-
termici, per renderlo omogeneo e la- rimento sono la tempras11pe1ficiale, ef- dicata, moltiplicata per 100; per gli ac-
vorabile quanto più possibile; consi- fettuata con riscaldamenti localizzati ciai debolmente legati la lettera C è
stono in riscaldamenti a temperatura sugli strati superficiali, mediante omessa, e per i fortemente legati è so-
I 618

I
11·
stituita da X, ma rimane indicata la
percentuale di carbonio (sempre mol-
tiplicata per 100) cui fa seguito l'indi-
cede la sigla, così come l'eventuale nu-
mero indicante la qualità. Esempi:
GC 20, GX 15 Cr 13, 2 C 35.
ma un particolare requisito e la se-
conda una ulteriore specificazione- di
questo (tab. II).
•I
cazione dei principali elementi di lega Per tutti gli acciai la sigla composta La sigla deve poi necessariamente
(in ordine decrescente di presenza), come ora visto può essere _seguita da chiudersi con il riferimento alla norma.
seguiti a loro volta dalla percentuale
di presenza. Quest'ultima viene mol-
tiplicata per un fattore caratteristico
due lettere chiave che indicano la pri- Esempio: X 200 Cr 13 KU UNI 2955
1
dell'elemento (vedi tabella I) per gli REQUISm 1!LETTERA2'LETTERA GRADO
DELREQUISITO
acciai debolmente legati e scritta tal
quale per i fortemente legati.
Esempi: C40, 18 NiCr 16, X 200 Cr 13. Modo
di disossidazione
F
u
N
F
ace.effervescente
ace.noneffervescente
ace.calmatoa granofine
I
Anche per gli acciai non legati può es-
sere indicato un elemento di lega ag-
giunto per scopi specifici e nel caso
degli acciai per usi particolari la lette-
Garanzie
di saldabilità
s saldabilità
a determinate
condizioni,
ecc. I
ra C può essere seguita da un'altra let- D deformazione a freddo
tera indicante proprio l'uso.
Esempio: C 30 Cr, CD 15
La lettera G (acciai per getti) per tutti
G
(ricafcaturaed estrusione)
impiegoallatemperatura
quandoé necessario
ambiente,..
distinguerloda altritipi
I
conprescrizioni di caratteristiche
gli acciai della seconda categoria pre-

Attitudine
p
a basseo altetemperature
profilaturaa freddo
I
SIMBOLO ELEMENTO FATTORE a particolari K a bordatura
CHIMICO

I
V

utilizzazioni R produzione di tubisaldati


Co Cobalto s fucinatura,liberao a
Cr Cromo stampochiuso
T impiegoa bassetemperature
Mn
Ni
Si
Manganese
Nichelio
Silicio
4 u
z
costruzione
trafilatura
di utensili I
w impiegoad alletemperature
w Wollramio
Modalità
di produzione H
K allostatoincrudito
-
I
Al Alluminio w allostatogrezzodi laminazione
Be
Cu
Berilio
Rame
Aspetto
A
B
conpiccolidifetti
praticamente impeccabile
I
Mo. --Molib_de110. M
·- -·
Nb
Pb
Niobio
Piombo
10
· dellasuperficie -- -G
F
decapata --- - ·- ~

stratodi ossidoaderente
- . -
I
Ta Tantalio M opaca
Ti
V
Titanio
Vanadio
Finitura
dellasuperficie R
R
L
rugosa
liscia
I
Zr Zirconio N lucida

N Azoto
Forma
dellasuperficie
N nervata,striata,ecc. I
p Fosforo 100
s Zolfo
Rivestimento
o trattamento
dellasuperficie
G zincata,piombata,
fosfatizzata,
ecc. Il
B Boro 1000

Nonvengonoindicatipervaloriinferioriai seguenti:
A
B
e
ricotturadi distensione
ricotturadi coalescenza
ricotturacompleta
Il
Manganese 1 % Cromo 0,25 o,,o Stato
D normalizzazione
di trattamento T
Silicio
Nichelio
Rame
0,5 %
0,5 %
0,4 %
Molibdeno
Vanadio·
Boro
0,1 D.~
0.06 o,IO
0,001 o,,o
termico E normalizzazione
di distensione
e rinvenimento 11
F bonifica
Tnb. I. Fattoridi moltiplicazio11e
t11alidt•glit•le111e11ti
111e11te
legati.
dcl/q1acm-
di lega negli acciaidl'l10/-
Tnb. ll. Letterechim.>e
G austenitizzazione

usate 11dladcsig1111zio11e
degli acciai(rif. UNI EU 2,).
JI

I
indica un acciaio per utensili conte- • accia.isemiduri, con tenore di C fino Gli acciai da bonifica sono i più uti-
nente circa il 2% di carbonio ed il 13% al.lo 0,5% e resistenza fino a 800 lizzati nella costruzione di parti di
di cromo. N/mm 2 , per pezzi mediamente solle- macchina soggette a sollecitazioni
La designazione degli acciai (e degli citati per i quali è per lo più previsto di vario genere: dopo il previsto
altri materiali metallici) è in continua un trattamento di bonifica; trattamento termico hanno una
rielaborazione anche a causa della ar- buona resistenza accompagnata da
• acciai duri, con C fino allo 0,6% e re-
monizzazione in corso della normati-
va a livello internazionale. Ad esem- sistenza fino a 900 N/mm2, in genere tenacità, migliorata dalla presenza
pio le norme EN 10027 presentano già bonificati, per pezzi fortemente solle- di Cr e Ni; il Mo migliora ancora la
citati, ma senza urti o flessioni; temprabilità.
differenze rispetto a quanto detto in
I precedenza. Sostanzialmente esse pre-
vedono due criteri di designazione,
quello analogico(simile a quanto pri-
• acciai extraduri, con C oltre lo 0,7%, Gli acciaida cementazionevengono usa-
con resistenza fino ai 1200 N/mm2,
utilizzabili per utensili e simili, duris-
ti quando ad una buona durezza su-
perficiale si deve accompagnare una
tenacità accettabile nelle zone interne:
I ma visto) che individua gli acciai con
sigle letterali e numeri che ne riassu-
mono alcune proprietà meccaniche e
simi ma fragili.
gli acciai al solo C risultano spesso fra-
Analogamente gli acciai legati sono gili, mentre come già detto, Ni, Cr e
fisico-chimiche, e quello sequenzialeo anche definiti acciaispeciali, suddivi- Mo aumentano la resistenza e facilita-

I numerico (simile a quello in uso negli


Stati Uniti) che classifica i materiali
con tre cifre che rimandano a tabelle
sibili ulteriormente in acciaida costru- no il trattamento termico.
zione, per utensili, inossidabili,per appli- Nei particolari costruiti con questi ac-
cazioniparticolari. ciai è bene evitare spigoli vivi, ridu-
specifiche (vedi anche tabella VII). In questi acciai i vari elementi di lega, zioni brusche di sezione, intagli, filet-
I La suddivisione degli acciai può an-
che essere fatta nella pratica quotidia-
a seconda delle percentuali di presen- tature noi), raccordate che rappresen-
za e delle possibili interazioni fra loro, tano inviti alla rottura, specialmente
agiscono in genere verso un aumento per fatica: d'altra parte ciò vale per
na definendo gli acciai non lega ti co- della resistenza meccanica, della tena- · tutti gli acciai, in modo tanto più sen-
I me acciaicomuni al carbonio e distin-
guendoli in:
cità o, per contro, della durezza, per sibile quanto migliore ne è la resisten-
una migliore e più facile tempra, talo- za a trazione.
• acciai dolci,con tenori di carbonio fra ra per una migliore lavorabilità, per Nelle tabelle sono riportati tipi e cam-

I lo 0,1 e lo 0,2%, con resistenza fra 350


e 500 N/mm 2 , utilizzabili per pezzi
poco o mediamente sollecitati, talvol-
una maggior resistenza alla corrosio- pi usuali di impiego di molti acciai,
ne, e così via. con alcune caratteristiche, ricordando
A loro volta gli acciai da costruzione ancora che queste possono variare
ta suscettibili di deformazione (ribat- vengono divisi in acciai da bonifica,da moltissimo secondo il trattamento ter-
I - tini) e talvolta destinati ad indurimen-
to superficiale per cementazione;
cementazione,da nitrurazione, per tem- mico e talora anche secondo forma e
pra superficiale,per molle,per cuscinetti. dimensioni dei pezzi.

I TIPO DENOMINAZIONE RIF.TAB.UNI TRATIAMENTO %C %LEGANTI


PRINCIPALI NOTE R
(N/mm2)
A
%.

bonifica C25 EN10083 bonifica .~.25- - . -- ..-- .. --- . . - .600 19 -


I -· - Bonifica
bonilica
- - ·c4ç
41Cr4
- (8787n874)
.
.
bonifica
bonifica
-- --
0,45
0,40
--
1 Cr,0.7Mn
750
1030
14
11
bonifica 36Cr Mn5
. bonifica 0,36 1.2Cr,0.9Mn 1050 12
bonifica
bonifica
50CrV 4
42CrMo4 .. rinv.a 450°C
bonifica
0,50
0,42 1
1 Cr,0.2V
Cr,0.2Mo
v.molle 1500
1100
6
10
bonifica
bonifica
39NiCrl.103
40NiCr Mo7 .. bonifica
bonifica
0,39
0,40
o.aNi,a Cr,0.2Mo
1.aNi,o.acr, o.3Mo
1130
1130
11
11
bonifica 34NiCrMo 16 rinv.a 200°e 0,34 4 Ni,1.8Cr,0.4Mo autotemprante 1350 9
cementazione e 10
..
7846/8550 tempra 0,10 -- HV750sup. 520 15
cementazione e 15 tempra 0,15 -- 700 13

I cementazione
cementazione
cementazione
12NiCr3
16CrNi4
18NiCrMo5
.
.
tempra
tempra
tempra
0,12
0,16
0,18
0.7Ni,0.6Cr
1 Cr,1 Ni
1.2Ni,.8Cr,0.2Mo
HV800sup.

HVSOOsup.
700
980
1180
14
10
9
3Cr,0.3 Mo
I nitrurazione
nitrurazione
temprasupert.
31Cr Mo12
41CrAl Mo7
C36
8552/8077
.
.
8551n847
bonifica
bonifica
distensione
0,31
0,41
0,36
1.6Cr,1Al, .03Mo
--
HV500sup.
1080
980
700
11
13
17
temprasupert. 38Cr4 distensione 0,38 1 Cr 1030 11

I molle
molle
molle
C70
48Si7
52SiCrNi 5
.
3545

.
rinv.a 400°e
rinv.a 450°C
rinv.a 450°C
0,70
0,48
0,52
--
1.8Si
1.2Si,0.8Cr,0.6Ni
1450
1420
1680
5
7
5
-- --
I cuscinetti
cuscinetti
100Cr6
100CrMn4
3097
. rinv.a 200°C
rinv.a 200°C
1,00
1,00
1.5Cr
1 Cr,1 Mn
HRC62
HRC62 -- --
Tab. III. Acciai da costr11:io11e.

I 620

-1----
-------
----------------------------------------------------"'tlw--
.
'
i
I
Il
Negli acciai per utensili caratteristica
essenziale è la durezza, che si manten-
ga però anche alle elevate temperatu-
tici: come i precedenti corrispondono
alla serie AISI 400 dell'unificazione
americana;
ra, tranciatura, ecc.) e quindi, elencati
i tipi usuali, non si danno qui ulterio-
ri tabelle.
I
re che si possono sviluppare nelle la- - austenitici, mantengono tale struttu-
vorazioni ad asportazione di truciolo.
Ciò non avviene per gli acciai al sem-
plice C, a seguito di fenomeni di rin-
ra a temperatura ambiente a causa
dell'elevato tenore di Ni (dal 6 al 22%)
accompagnato a percentuali di Cr dal
Si deve ancora osservare che la nor-
mativa prevede tabelle non tanto per i
materiali in sé, ma soprattutto per i
I
venimento, e quindi si ricorre ad ele- materiali considerati come semi lavo-
16 al 28%: hanno buona resistenza alla
menti di lega che formino carburi me-
tallici aumentando la resistenza a cal-
do (Cr, W, Mo), migliorino la tempra-
corrosione agli urti e sono amagnetici,
corrispondono alla serie AISI 300.
rati di varie forme, dimensioni e tipi
di impiego, per cui lo stesso materiale
base si trova in diverse tabelle, non
I
Ampio è il campo degli acciai speciali, ~empre aggiornate e fra loro concordi.
bilità (Mn) e la regolarità e la stabilità
strutturale (rispetti~~1'!1~nteV e Co).
Gli acciai inossidabilisono resi tali es-
resistenti alle alte temperature,per appli-
cazionicriogeniche,per valvole,al Pb e/o
S per migliorare la truciolabilità (lavo-
E quindi opportuno consultare le ver-
sioni più recenti delle norme, tenendo
ancora una volta conto che molti pro-
I
senzialmente dalla presenza di Cr e
Ni, mentre altri elementi (Mn, Si, Mo,
Ti) contribuiscono in varia misura a
razioni ad alta velocità su macchine
automatiche) od al Mn per indurimen-
to a seguito di deformazione (denti di
duttori indicano i materiali con sigle
loro proprie ed occorrono spesso ta-
belle di confronto per individuare con
I
particolari proprietà quali resistenza a scavatrici, scambi ferroviari) o indu- esattezza il materiale (cosa non sem-
caldo, durezza, ecc.; la percentuale di
C è piuttosto bassa, inferiore allo 0,2%.
Gli acciai inossidabili possono essere
rentiper precipitazioneo mamging,o per
lamierini magnetici o per impieghi ae-
rospaziali, e così via.
pre facile).
Le tabelle riportate nel testo sono pu-
ramente indicative, per fornire una
I
divisi essenzialmente in tre gruppi: Caratteristiche particolari presentano prima informazione sui principali tipi
- martensitici,così detti in quanto tem- anche gli acciaiper getti, con proprietà di materiale, la loro composizione
prabili, con fino al 13% di Cr, lavora-
bili allo stato ricotto;
analoghe a quelle viste finora (resi-
stenza al calore o alla corrosione od
(quando sia interessante per spiegar-
ne il comportamento) ed alcune carat-
1:·
·
all'usura).
- ferritici,poiché la presenza di Cr dal
14 al 30% non consente variazioni di
struttura del Fe e non sono quindi
Gli acciaiper uso generale,impiegabili
senza trattamento termico ed indicati
teristiche meccaniche: i dati numerici
hanno in genere un'approssimazione
del 10% in più o meno, e per le carat-
I
temprabili, possono essere facilmen- in base alla resistenza, vengono mes- teristiche meccaniche possono variare
te stampati, presentano qualche pro-
blema di resistenza alla corrosione in
determinati ambienti e sono magne-
si in commercio sotto svariate forme
(lamiere, barre, tubi, profilati, fili), e
per earticolari lavorazioni (imbutitu-
moltissimo a seconda dei trattamenti,
per cui hanfno essenzialmente un va-
_}ore di con ronto.
1.
TIPO DENOMINAZIONE TRATTAMENTO %C %ALTRI DUREZZA APPLICAZIONI

lav.a freddo C 100KU tmp.780,rinv.180°C 1


. ELEMENTI

HRC61
utensileria a freddo(stampi,lame,punte,
scalpelli,filiere)
I
-- --- -
lav.a freddo
- .
X205Cr12KU
. ..
- ...
tmp.970,rinv.180°C 2
..
~2Cr,0.4Mn,0.2V
-- -·
HRC62 resistente all'usuranona flessione,
trici,trance,lame
perma-·
I
lav.a caldo 55Ni Cr MoV 7 KU tmp.850,rinv.600°C 0.5 1.8Ni,0.8Cr,0.4Mo,0.2V HRC40 stampiperpressofusione,
trancea caldo

lav.a caldo X 30 W CrV 53KU ·tmp.1050,rinv.600°C 0.3 5 W,3 Cr,0.6V HRC46 stampiadallatemperatura
I
rapido HS18.0.1 tmp.1260,rinv.550°C 0.8 18W,4 Cr,1 V HRC63 perutensilitaglientinonsoggettiadurti

c. s. buonaresistenza
all'usura,
permateriali
I
rapido HS6.5.3 tmp.1200,rinv.550°C 1 6 W,5 Mo,3 V,4 Cr HRC65
di mediaresistenza

superrapido HS 18.1.1.5 tmp.1260,rinv.550°C 0.8 18W, 1 Mo,1 V, 1 Co HRC65 altavelocitàdi taglio I


Tab. IV. Acciaiper utensili (rif. UNI 2955).

A
I
TIPO INDICAZIONE %C %Cr %Ni %altri 2l
R(N/mm APPLICAZIONI
%
martensitico
ferritico
X30Cr13
X8Cr17 •
0.3
< 0.1
13
17
880
550
10
18
coltelleria,
deformabile,
utensileria,
appl.decor2live,
ingranaggi,alberi
auto,elettrodomestici
I
austenitico X 10CrNi 1809 0.1 18 8 580 55 utensileria
casalinga, industriealimentarie chimiche
austenilico
austenitico
X5CrNi1810
X6CrNiNb1811
0.05
0.06
18
18
10
11
600
. 06Nb+Ta 600
50
40
c. s., conmiglioricaratteristiche
stabilizzato,
strutturesaldate I
Tab. V. Acciai i11ossida/lili
(rif. UNI 6900).

621 I
·········--------1!!1!1!
jl TIPO DENOMINAZIONE
RIF.TAB.
UNI TRATTAMENTO %C %LEGANTI
PRINCIPALI
R A
%
NOTE

il bassetemperature
bassetemperature
alletemperature
20Mn4
X 10Ni 9
16Mo5
normalizzalo
bonifica
ricotto
0.2
0.1
0.16
1 Mn
9Ni,
0.5Mo
500
750
520
22
19
19
KCU30a-45°C
KCU30a-190°C

I altetemperature
usura
valvole
14CrMo3
X 120Mn12
X80CrSiNi20 3992
ricotto
normalizzato
bonifica
0.14
1.2
0.8
0.8Cr,0.5Mo
12Mn,0.7Si
20Cr,2 Si,1.5Ni
500
950
1030
19
35
70

·I
lavor.allavel. 10S20 5105 cementazione 0.1 0.2S,0.8Mn 500 24
lavor.altavel. 35S MnPb10 5105 bonifica 0.35 0.1S, 1.5Mn,0.3Pb 850 18
Tab. VI. Acciaiper applicazioniparticolari.

DENOMINAZIONE
GRADI %C Ami~ s A APPLICAZIONI
N/mm 2
N/mm . -·
EN10025 EN10027
Fe310 S 185 310 185 18 acciaiodi baseperusicorrenti
Fe360 S235 B,C,D <0.2 360 235 28 pezzicomunipocosollecttati,
fucinati

I Fe430
Fe510
Fe690
S275
S355
E360
B,C,D
B,C,D,DD
-2
<0.2
<0.22
430
510
690
255
355
365
26
24
16
alberi,mozzi,perni,bulloneria
limitazione
strutture
sollecitate,
comune,
alledeformazioni,
pezzimediamente

spine,linguette,
bulloneria
sollecitati
altolimttedi snervamento
adaltaresistenza

I Tab. VII. Acciaiper usi generali

I Le ghise sferoidalicontengono grafite


uniformemente diffusa sotto forma di
bili bianche)od alla trasformazione del
carbonio in noduli di grafite (ghise
minute particelle di forma sferoidale, a malleabili nere).

I- -GHISE
Anche le ghise sono leghe di ferro e
seguito .di inoculazione di Mg nelle
ghise grigie al momento della colata.
Hanno buona resistenza meccanica e
Altre ghise con buona resistenza e la-
vorabilità ottenuta con modifiche di
carbonio, in percentuali fra il 2 ed il sono suscettibili di trattamento termi- struttura che rendono la grafite fine ed

I 6%; come per gli acciai possono essere


presenti altri elementi atti a conferire
particolari caratteristiche. Gran parte
co, per cui sono ampiamente utilizzate
per parti di macchine, attrezzature, ecc.
omogeneamente distribuita sono le
meelwnitee le aciculari.
Le glzise_m~leq_bflihano..o.resis_tenza .. J:ra le ghise speciali legate vi sono le
del carbonio è presente-sotto fom1a di -
I grafite, perciò le ghise possono appa-
rire al microscopio come acciai con in-
paragonabile a quella degli acciai co- Ni-Hard, al nichel, particolarmente re-
muni, sono lavorabili, ed anche salda- sistenti all'abrasione anche a tempera-
bili: si ottengono dallé ghise bianche ture elevate e ghise resistenti al calore
clusioni di grafite, sotto forma di la- con trattamento in forno dei getti, che (con Cr e Ni) ed alla corrosione acida

I melle o noduli. Caratteristica della


ghisa è la sua buona colabilità che con-
sente di ottenl're getti di svariate for-
porta a decarburazione (ghise mallea- (con Si) od alcalina (con Cu e Ni).

me e dimensioni, con una buona resi-

I stenza meccanica.
Le glzisegrigie da fonderia contengono
TIPO

grigia
DENOMINAZIONE RIF.UNI

100 ISO185
N/mm
AMI~

100
A
%
HB

intorno al 3+3,5% di C lamellare e


. .
I dall'l all'l,5% di Si.
Generalmente i getti sono impiegati
alla stato naturale da fusione, ma pos-
.
.
150
200
.
.
150
200

sono anche essere ricotti tra i 780 ed i . 250


300
. 250
300
. .
I 900 °C per addolcire il materiale, sta-
gionati a 500+600 °C per eliminare le
tensioni interne, induriti superficial-
malleabile
bianca
350
W35-04
.
1S05922
350
350 4 230

mente alla fiamma o ad induzione.


malleabile
bianca W45-07
. 450 7 220

I - malleabile
nera B 35-10
. 350 10 150
Le ghise bianclzesono dure e fragili,
non lavorabili all'utensile in quanto
malleabile
perlilica
malleabile
perlilica
P 50-05
P 70-02 . 500
700
5
2
220
290
gran parte del C presente è sotto for- - sferoidale 400-15 ISO1083 400 15 265
.
I ma di carburi di ferro: si usano solo
quando sia richiesta essenzialmente
resistenza all'abrasione.
sferoidale

Tab. VIII. Ghise.


700·2 700 2 155

1 622
al 99%, è assai facilmente deformabi-
le, buòn conduttore di calore ed elet-
paragonabili con gli acciai, ma_anche
la corrodibilità (erga[),il Mg che insie-
I
tricità, e,se molto puro, resistente alla me a Cu ed Si migliora la resistenza al-
LEGHELEGGERE
Sono definite leggere le leghe di allu-
corrosione.
Le leghe d'alluminio sono moltissime,
ma si possono ricondurre ad alcuni ti-
la corrosione (peraluman,a11ticorod111).
Molte leghe sono utilizzate con tratta-
menti termici, badando che in questo
I
pi fondamentali, caratterizzati da ele- caso la tempra addolcisce il materiale
minio e di magnesio: in particolare le
prime, con densità intorno a 3 e buone
caratteristiche meccaniche hanno un
menti di lega quali il Si che aumenta
la colabilità (silumin,silafont),il Cu che
aumenta la resistenza meccanica (du-
ed il successivo rinvenimento (anche
come i11vecchiame11to, a temperatura
ambiente) aumenta la resistenza, per
.I
vasto campo di applicazioni.
L'alluminio impiegato da solo presen-
ta diversi gradi di purezza, superiori
ralluminio,avional),lo Zn che aumenta
la resistenza a trazione fino a valori
cui un particolare bonificato è più du-
ro di uno temprato. I
Rmi~
DESIGNAZIONERIF.TAB.UNI TRATTAMENTO N/mm
A
%
HB NOMECOMMERCIALE APPLICAZIONI I
P-AICu4MgMn
P·AIMn1,2
P-AIMg4,5
9002
9003
9005
bonificato
estruso
estruso
450
125
280
12
35
22
112
37
75
duralluminio
aluman
peraluman
organifortemente sollecitati
partipocosollecitate,
strutturesoggette
profilati
a corrosione marina
I
P-AIMgSi 9006 ricolto 135 25 30 anlicorodal serramenti, anodizzabile
P· AIZn4,5Mg
G-AISi13
9007
4514
bonificato 630
170
7
4
170
50
ergal
silumin
particolari
di macchinemollosollecitali
getticomplessi
I
G-AICu10FeMg 3041 180 0,5 75 alcufont partiresistenti
a caldo,testecilindri
G· AIZn5MgFe
G-AISi1OCuMoNi
3602
3050
invecchiato
bonificato
240
300
4
0,4
90
110
inafond
termafond
usigeneralisenzatrallamenlo
sollecitazioni
termico
a caldo,oistoni I
Tab. IX. Leghedi alluminio.(Nella normntim statunitense,spessoutilizzata nellapratica,le leghesono contraddistintedn 4 cil.-e,di cui Inprima
il pri11cipnle
i11dic11 eleme11/o
di legaad es.: 2, Cu; 3, M11;4, Si; 6, Mg; 7, Z11). J' I
I
Tali leghe mantengono dell'elemento
base alcune caratteristiche, quali la
P), duri e resistenti all'usura, ed i
bronzi al Mn, ad alta resistenza mec- ·,

resistenza alla corrosione e la condu- canica ed alla corrosione in ambiente · '

BRONZiEDOTTONI
cibilità, cui.si aggiunge una buoDaJI.!.:-..
sibilità.
I bronzi si distinguono.in ordinari,in
marino, al_Ni (inossidabili e fucinabi-
li) ed al Si (ad ·a1fa-conducibilit"ii"
trica).
elet.: I
Più che il rame puro, di cui sono note cui è essenzialmente lo Sn l'elemento Gli ottoni ordinari o binari hanno
le caratteristiche (malleabilità, dutti-
lità, resistenza alla corrosione, elevata
conducibilità termica ed elettrica),
di lega, in percentuali variabili dal 2
al 25% (all'aumentare della percen-
tuale di Sn diminuisce la malleabilità
percent~a_li_di Zn dal 10 al 35%, con
malleab1hta decrescente e durezza
crescente con il tenore di Zn. Posso-
1
trovano impiego nei manufatti indu-
striali le sue leghe di cui le più comuni
sono gli ottoni (con Zn) ed i bro11zi(con
ed aumenta la durezza) e speciali,
quali i bronzid'all11111inio(dal 3 al 10%
di Al), tenaci e resistenti alla corrosio-
no aversi ottoni speciali, ad esempio
con Al (per costruzioni navali) od al
Pb (per lavorazioni alle macchine .
I
Sn), usati fin dalla remota antichità. ne, i bronzi fosforosi (disossidati con utensili).

TIPO DESIGNAZIONE rii.UNI R A% HB APPLICAZIONI


I
bronzobinario
cupralluminio
P-CuSn7
PI-CuA18
2527
7989
450
440
18
25
100
115
lamiere,barre,stampaggio
stampali,fucinati,partidi motori I
.
ottone P· CuZN40
P-Cu2n15
4891
4898
410
300
20
15
110
70
usigenerali,tubi,vili
minuteria,lamierini
bronzo
ottone
bronzo
G-CuSn10
G-Cu2n38Pb2
G-CuSn5Zn5Pb5
7013
5035
7013
250
350
210
12
20
15
65
75
65

supporti,ruote,valvolame
rubinetteriapressofusa
usigenerali
I
cuprallumio

Tnb. X. Leghed1rame.
G-CuA111Fe4 5274 590 10 120 gettiin conchiglia resistenti
allacorrosione
I

I
I. . . ,,,
~:··· tati a questo proposito i mattoni dello
;.....
:.:.·.- ~~--~- antico Egitto rinforzati con paglia e
d'altra parte le strutture in calcestruz-
I -- -- -- . .. - --. . -
,..
.
' ,. ',rn
.\ L-'.d Ci\.l!:
- ,- DL/J STl'(Ll'
1 d.1 ut.
zo armato sono un .esempio ben noto
di materiale composito (ed anche il le-
U 1 ; l\'L.' li":.U'-_; I polimeri,noti come materie plastiche, gno può essere considerato tale).

I Non è possibile in questa sede svilup- sempre il C) con la formazione di mo-


sono materiali ottenuti dalla sintesi di
opportuni elementi chimici (fra cui
Nelle costruzioni meccaniche (e pri-
ma ancora aeronautiche e navali) si è
sviluppata in tempi recenti la tecnolo-
pare più ampiamente il discorso: an- lecole complesse. Essi occupano un gia dei materiali compositi, costituiti

I che nei materiali metallici è in atto una grande posto nella produzione di og-
continua evoluzione per cui si speri- getti, soprattutto di uso comune e bas-
mentano nuove leghe e si riscoprono so costo, anche se non mancano mate-
da una matrice polimerica, termoin-
durente (poliestere, fenolica od epos-
sidica) o termoplastica (PVC, polieti-
lene); od anche metallica (Al, Mg),
I materiali poco usati che in combina- riali ed applicazioni con elevate carat-
zione con altri od opportunamente
trattati presentano caratteristiche de- Gli oggetti sono generalmente fabbri-
teristiche (e costo!). rinforzata con l'inclusione di filamen-
ti e fibre di altri polimeri (specialmen-
te aramidiche), di vetro o carbonio. La
siderabili. ca ti per pressofusione, partendo da
struttura così ottenuta risulta leggera
I Si ricordano solo le leghe di Nichel polveri.
(inconel, monel, incoloy), per impie- I polimeri sono comunemente divisi
ghi ad alte temperature ed in ambien- in termoplasticie termoindurenti:al pri-
e resistente e le fibre possono essere
orientate in modo da ottimizzarne le
ti corrosivi, quelle di Titanio, 'impie- mo gruppo appartengono materiali prestazioni.

I gate nell'industria aerospaziale per la caratterizzati allo stato di uso da cate-


loro leggerezza unita a resistenza, ne molecolari lineari, relativamente
quelle di Zinco, ad elevata fusibilità e flessibili, deformabili con il calore e
buona resistenza alla corrosione, ed possono essere facilmente rifusi, men-
I ancora le leghe antifrizione, con Sn, tre caratteristiche del secondo grup-
Zn e Sb e quelle refrattarie, con W, :!vlo, po sono catene molecolari incrociate,
Zr; anche i metalli preziosi, in partico- una maggior rigidezza, una certa re- ELASTOI\1ERI
I lare l'argento possono avere impieghi sistenza anche a temperature supe-
industriali, per l'elevata conducibilità riori ai 100 °C ed in gern)re la diffi-
e resistenza alla corrosione. coltà di rifusione.
Sono materiali sintetici che riprodu-
cono il comportamento delle gomme
naturali, cioè grande deformabilità di
Come tutte le suddivisioni anche que- tipo elastico per azione dj forze relati-
I -F41IiJf1.Ii1;:·:·;:,
,.,:,::_;-?~
.--':Yt-•,:.
~,:~
::,;,.~ DESIGNAZIONE - - .
sta è approssimativa: esistono termo-
plastici resistenti al calore (come il PT-
FE od il polietilene ad alta densità),
vamente basse. Ciò è dovuto à catene
di molecole "raggomitolate" in condi-
zioni di riposo, che si sroto~ano sotto
r, .;-,J.,.;...c;
.... ,.,•• ,, :·-. ' . .-;.. ~-
termoindurenti senza riscaldamento sforzo, per ritornare poi nella condi-
I f:.:;~;~~~it1~~~;.~E
,: L'indicazio_ne
LEG~E{~:~·~\1~~:·
delle-leghesecondo
. ..· (resine epossidiche e poliesteri), alcu-
l'unifi-· ni materiali appartenenti ad un grup-
zione iniziale.
Vi sono diversi tipi di gomme sinteti-
t cazione:italiana'ed internazionale (conle po possono anche essere inseriti . che (isuprene, neoprene, buna)r con··
--1 !:· consueteriserve··sull'effetuvo·uso'della
!:''simbolÒgia
t . . .
unificaiairi luogo'él(diffÙsi .
ter-
·;:- ·nell'altro per i!· loro compoffamento
(polietilene, poliuretano, poliestere).
Ciò è dovuto all'estrema varietà di
diversi gradi di resistenza alle sostan-
ze chimiche ed alle alterazioni.
:'.·minicommerciali e ricordando che,come possibili composizioni ed al continuo
;· per·gÌiacciai,la designazione americana apparire di nuovi prodotti: ancor più
I · si basasu codicinumerici),
vieneeffettuata mediaante
ove esista,
il simbolochi-
che in altri casi è necessario il riferi-
mento ai dati forniti dai produttori.
micodel metallobase,seguitodalo dai Ci si limita perciò ad una rapida ed ap-

I simbolideiprincipalielementi
. compagnati
di legaac- prossimati,·a panoramica dei polimeri
dalvaloredellapercentuale più diffusi, senza indicare valori per le
- di presenza,mentresi hannoi consueti caratteristiche meccaniche che posso-
UNIEN10020 Definizione e classificazione
lipidi acciaio.
dei

simboliG e P, indicantirispettivamente il no essere molto diverse anche per lo UNIEN10027 Sistemidi designazione
degli

I · materiale
:. sticacheprecedono
pergettio perlavorazione
la sigla.:
pia- stesso tipo di materiale (tab. XI).
UNIEN10025
acciai.

Acciaidi usogenerale.
-:· o

Esempio:P-AICu4, UNIEN10083 Acciaidabonifica.

I E -··-·
· G-AISi13,
P-CuZn35Pb2,
~
., .
....
_
UNl8550
UNI8552e 8077
Acciaidacementazione.
Acciaida nitrurazione.
G-CuSn10.

I Lesiglepossono essere
teree numeriindicanti
compl~tate
conlet-
lecondizioni
diforni-
(__l.: ·. : , : - : . : '
UNI2955

UNI3545
Acciaiperutensili.

Acciaipermolle.
tura,trattamenti
subitiedaltrecaratteristi- Il concetto di rinforzare un materiale UNI3097 Acciaipercuscinetti.

I che. inserendo nella sua struttura un altro


con caratteristiche complementari non
è un idea recente: vengono sempre ci-
UNl6900 Acciaiinossidabili.

1 624
-
............ -:::::::::::::--------------------------------,,~-
.............

I
GENERE TIPO SIGLAISOE NOMICOMMERCIALI ALTREPROPRIETÀ

TP
.
.
acetaliche
acìiliche
delrin
PMMA,metacrilato,
plexiglas,perspex
tenacità,rigidezza,resistenza
trasparenza,
allafatica,all'usurae al calore
durezza,isolante I
.. aramidiche
cellulosiche
kevlar
CA,acetati,celluloide
altaresistenza
tenacità,

.
. fluoroplastiche
poliammidiche
PTFE,teflon,algoflon
PA,nailon
bassoattrito,durezza
resistenza, tenacità
I
. policarboniche PC,policarbonato,
makrolon, lexan trasparenza, resistenza alleawersitàatmosferiche

.. acrilonilrile
butadiene
stirene
polietileniche
polipropileniche
ABS
PE,a bassaod altadensità(LDPEe HDPE),PET
PP,moplen
resistenza

resistenza
all'urto,isolante
tenacità
al calore,tenacità
I
. -- polistiroliche- -- -- - -
I
--a
PS,Cycolac discretaresistenza, isolanteelettricoe acustico(seespanso)
poliviniliche PV,PVC,vipla resistenza all'usura, flessibilità
(infogli)
TI alchidiche resistentia caloree umidità,isolanti,colabili
. alliliche resistenza ad agentichimicie a altetemperature
.
.
.
amminiche
epossidiche
fenoliche
urea,melamina,
EP
formica

PF,bakelite,fenoplasti
durissime, resistenti
indurimento
all'usuramafragili,lucide
a freddo,isolanti,adesive
durezzaconfragilità,isolanti,bassocosto
I
Tl,TP
TI,TP
poliestere
poliuretaniche
UP
PUR
resistenzae tenacità(rinforzate conlibredi vetro),economiche
isolanti(schiume) I
Tab. Xl. Materieplastiche<TP=Termoplastiche,Ti= Termoindurenti).

IMPIEGHI MATERIALI
DI
USOFREQUENTE IMPIEGHI MATERIALI
DI
USOFREQUENTE
I
Meccanici,stutturali:
ingranaggi,
camme,rulli,
acetalici,
poliammidici,
poliesteri
TP,
-~uscie cavitàdigrandidimensioni:
scali,carrozzeriedi autoe motoveicoli,
mo-
ABS,HDPE,PVC,po-
-liuretani,
·polistiroli,
I
bili,contenitori,
vasche (anchecomeschiume),
paledi v~~tilatore,
stantu~i
perpompe fenolici
· polipropitene I
.
~
.....- f
\,
.1
.,
I
Pocosollecitati,decorativi: ABS,acrilici,cellulosici, Sollécitatiadusura: acetalici,poliammidici,
ingranaggi, boccole,
cuscinetti,
maniglie,
occhiali
manici,scatole,volanti, fenolici,polietilene,
polistirene,
polipropilene rulli,guide,pulegge,
valvole
fluroelilenici,
fenolici,poliuretani I
Ji!!_~E:;)
Guscie cavitàdi mediedimensioni: ABS,acrilici,cellulosici, Trasparenti:
I acrilici,allilici,
I
I
di telefoni,piccoli
carrozzerie
elettrodomestici,
caschi,valigeria
poliammidici,
policarbonati,
polietilene,
poliesteri,
lenti,vetriinfrangibili,
partidi elettrodo·
mesticie veicoli,strumenti
policarbonati,
polistirene
PET,
I
polipropilene,fenolici,po·
listiroli
I
Tab. XII. Applicazionidi materieplastic/11?.

--------1-
I
A u T o e A D
I
I tA STAMPA CONAUTOCAD
lo stampo di un disegno rappresento molte volte lo sco-
Stampa su plotter o stampante
Per stampare il disegno della guida prismatica girevole,
bisogna scegliere PLOT dalla borro degli strumenti o da ta-
po per cui un programmo di disegno assistilo viene impiega-
I to, cioè un documento gestibile all'interno dell'azienda e ri-
prodotto su un supporto quale cario, lucido o pellicola. Con
Autocad è possibile ottenere tre forme di stampo.
stiera: verrà aperto uno finestra di dialogo, visibile in figura 1.
Le fasi do seguire sono:

a} se $i sono_çQnfigurati più plotter,_visualizzare il dispo-

I ... o} Stampo.su plotter o stampante, dispositivi illustrati nel


capitolo lii; in genere i plotter o penna richiedono uno mag-
giore preparazione, in quanto lo spessore ed il colore dello
sitivo corrente;
b} eventualmente, se il ploller supporlo più spessori di
penna, è possibile assegnare uno spessore diverso ad ogni
penna devono corrispondere allo configurazione di stampo
I impostala per il disegno.
b) Stampo in formalo rasler; con questo metodo è possi-
colore, con lo finestra di dialogo di figura 2;
c} selezionare l'area che si desidera stampare, impostare
lo scala, le dimensioni e l'orientamento del foglio;
bile stampare in un formolo bilmopped onzichè vettoriale (v.

I capitolo I}, cioè come delle immagini gestibili all'interno di


soffware grafici di publishing e multimedia !Corel Draw, Painl-
brush, ecc.}.
d} è possibile ottenere una visualizzazione in onlemprima
dello stampa, in modo parziale o totale (fig. 3);
e) per i modelli polirele e in 3D, è possibile stampare eli-

I c} Stampo su files, procedura che permette di stampare su


.un file (che potrà esseresuccessivamentestampalo}, oppure in
un formato di scambio dati compresso, chiamalo file DXB.
minando le linee nascoste.

I ~- .Qata· 11ptions
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Plot Area 196.09 by 284.23.
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Scale. Rotation. and Origin---~

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IAdditional Pa1~meters
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Rotalion and Ori_qin

Plotted MM. s
...

Orawing Unita
[t;] r E.!!.tents
~1°®IEI I - ·. j 370.588
I I'
r 01
'
r
r
limits
View
AdjustAreaFm j 284.226
P Scaled to fil
Plot Preview--------,
r I r-' :l![mdow Plot To file

I ·I I I N~~e...-I View... · Wi.!!.dow... File Preview ... r- Pa,t.ial r Fyll

Cancel .!!elp...

I
Fig. 1. Lofinestradi dialogodi stampodello release 13.

I 626
- ----- ----- -- ---

I
~___ A_u_- _T_o_c__ A_D___ ~I 1
Pen A~ignmenb
Color Pèn~o.-·:
·.:~!
• "'; f..·.·-· ~.

:-Linelype··--.
0.214
I
0.214
0.214
0.214
0.214
0.214
0.264
I
I
0.254
0.254
0.254
0.2~54!...__..I ,!,..;;:;.,.,.~~::;:::;:;:::==~

Fig. 2. Assegnazione spessoriai diversi colori per


I
una stampocorretta.
I
I
I
I
_I
·- - - . -- -
--1
Plot Preview
li Pan and Zoomll
End Previ~~------,
I
I
I
I
I
I
Fig. 3. Anteprimaporziolee totaledi stampa.

627 I
1-
___
_______________________
..... _
·I-

I 1 Dopo aver completato la deno-


• minazione dei particolari norma-

I lizzati con i riferimenti all'unificazione,


si indichino i possibili materiali con cui
costruire i diversi componenti.

I
I
I
I
I
I-
I
I A rl··~®
I

I 11
10
Grano
Molla spirale
1
1

I
9 Dado M12 1
8 Rondella 013 1
7 Bronzina 1
6 Pule11:«ia l

I 5
4
3
Puntalino
Boccola
Albero
1
1
1
1

I
2 Ghiera
1 Scatola 1
N. Denominazione Materiali N.
Tolleranze generali UNI ISO 2768 m K

I T,ctl IProf 1,au

~~~~'""', __ 1._1
Denominazione
Io.,,-•:
PUNTER'A
Io;,_N
~--------~
1-=========~il, ~ :e•;~
I .-i
~
--t
o;,..9 Cormtess;vo
Doto

I 628

I
1--~=---------------. -..
CAPITOLODICIANNOVESIMO
I
!

I
I
la modellazione I
solida I
I
- rigidità,cioè configurare un corpo in-
deformabile, costituito da punti le cui
mutue distanze permangono invariate;
Oltre il calcolo di proprietà fisiche, è
possibile infatti simulare i problemi di
montaggio, determinare le interferen-
I
ze, generare automaticamente dei mo-
INTRODUZIONE - 11011ambiguità, cioè la rappresenta-
È definita modello solido una rappre-
sentazione matematica tridimensio-
zione deve contenere le informazioni
per individuare univocamente un og-
getto tridimensionale;
delli fedeli per l'analisi strutturale o per
la lavorazione a controllo numerico. I
nale di un oggetto o gruppo di oggetti
reali, realizzata mediante un elabora-
tore elettronico (fig. 1). Rispetto al di-
e fi11itezzatridimensiona-
- 0111oge11eità
le, cioè un solido non solo non deve
essere costituito da elementi non tri-
Evoluzione storica
della rappresentazione
tridimensionale
I
segno tradizionale_ che fornisce una
dimensionali, ma deve essere comple-
!appresentazione codificata di un og-
getto tridimensionale con una serie di
immagini piane secondo diversi punti
tamente chiuso rispetto allo spazio
esterno.
La necessità di comunicare in modo
fedele, completo ed univoco le carat-
teristiche di un oggetto reale o imma-
I
di vista, un modello solido contiene ginario ha condotto negli anni alla ri-
informazioni sia sulle forme esterne Come è stato ampiamente messo in
.I
.,
capitolo 2, una rappre- cerca di schemi di rappresentazione
di un oggetto, sia sullo spazio i11terno evidenza nel
sempre più potenti; nel corso degli an-
racchiuso da queste forme. In questo sentazione tridimensionale di un og-
ni si sono così succeduti cinque gene-
getto consente la costruzione di un
_ modo è.possiè?ile calçolare anche pro-
prototipo·software, con dei b"eneficiin·
razioni di sistemLCAD.(fig. 2L .. _
prietà fisiche come volume, massa,
baricentro, momento d'inerzia. termini di costo, velocità e flessibilità 1) CAD di prima generazione, dise-
La rappresentazione come modello rispetto alle procedure tradizionali di gno tradizionale automatizzato dal
analisi di un progetto. calcolatore; un oggetto viene rappre-
solido deve godere di alcune impor-
tanti proprietà, quali:
- completezza,cioè deve essere in gra-
I
do di rappresentare tutta la morfolo-
gia, la geometria sia interna che ester-
na di un oggetto; Prima
generazione
Seconda
generazione
Terza
generazione
Quarta
generazione
Quinta
generazione
CAD
I
CAD Wireframe CAD CAD parametrico.
CAD per superfici per volumi. Modellazione
per features I
I
I
Fig. 1. Ln rappresentazionematematicatridi-
mensionale,ti 1111ogg_ettoo 11ngruppo di og-
1111elabomtore
getti reali,realizzata111edia11te
dei sistemi CAD.
Fig. 2. Lecinquege11emzio11i
I
elettronico,è definitamodellosolido.

629 I
---1
I sentato dai suoi spigoli proiettati su
un piano bidimensionale;

I 2) CAD di seconda generazione, rap-


presentazione per spigoli (detta a fili
diferro, wireframe);gli spigoli sono rap-
presentati in 3D, ed è possibile la ge-
I nerazione di viste bidimensionali se-
condo punti di vista qualsiasi.
3) CAD della terza generazione, rap-

I presentazione di un oggetto mediante


le sue superfici di contorno; è possibi-
le ottenere sia l'eliminazione degli spi-
goli non in vista (hiddenrepresentntion) Fig. 3. Ù1 rappresentazione
wireframecreamodelliambiguie talvoltaprivi di coerenzagrafica.
I sia immagini realistiche, con la scelta
appropriata di luci e colori, ma le su-
perfici non delimitano una completa
partizione dello spazio;
I 4) CAD della quarta generazione, nei
quali gli oggetti sono rappresentati dal-
lo spazio 3D che occupano; la rappre-
I sentazione matematica non è ambigua
e permette di determinare se un punto
qualsiasi nello spazio fa parte del soli-
do (è interno ad esso), è esternoal soli-
I do, oppure si trovasullasua superficie.
5) CAD della quinta generazione, mol- Superfici tridimensionali Modello solido B-rep
to diffusi negli ultimi anni, con i quali
I è possibile modellare per elementi (o
features) quali nervature, fori, scana-
lature; la flessibilità di questi sistemi
Fig. 4. Confrontotra una rapprese11ta:io11e
di superficinellospazio3D e 1111modellosolidoB-rep.

viene ulteriormente aumentata con le


I tecniche parilmetriche e variazionali.
Inoltre è possibile assemblare i Yari
componenti modellati attraverso com-

I plesse relazioni d'accoppiamento.

EE...,..
I ·.··:-
~-.
....:...

I SISTEMIDI normali

I RAPPRESENTAZIONE
DEISOLIDI Fig. 5. Cuboconf11cce
regolari,cioèognifacciadel cuboè definitada 1111
,.lettoreusw1te percor-
rendoi11sensoantiorarioi suoispigoli.
I La rappresentazione wireframe
modelli ambigui (fig. 3) e oggetti privi esistente tra un sistema di rappresen-
La rappresentazione wireframe è una di senso a causa dell'assenza di coe- tazione B-rep e un tradiziònale siste-
I descrizione dell'oggetto fisico attra-
verso i suoi spigoli utilizzando le en-
tità geometriche elementari, quali
renza grafica tra oggetto e modello
(es. mancanze delle linee di profilo).
ma grafico per s11pe1fici,dove esiste la
possibilità di rappresentare un ogget-
to mediante superfici anche comples-
punti, segmenti, curve fino ad ottene- se, ma che non individuano una parti-
I re una specie di gabbia di fili rigidi.
Consente di ricavare dal modello solo
dati geometrici elementari come di-
La rappresentazione B-rep zione completa e chiusa nello spazio
(fig. 4).
Il solido è descritto mediante le super- Le facce o superfici utilizzate nella

I stanze tra punti e angoli tra gli spigoli


che lo compongono. .
I modelli sono 11011completie ambigui,
fici che lo delimitano (BoundaryRepre- rappresentazione B-rep devono avere
se11tatio11,
B-Rep); ciascun elemento di caratteristiche di regolarità, cioè devo-
superficie viene assemblato fino a for- no essere chiuse, orientabili e connes-
ed è quindi compito dell'utente inter- mare un contorno "a tenuta d'aria" se; per questo motivo esse sono carat-

I pretare il modello wireframe come en-


tità solida. I limiti sono essenzialmen-
te dovuti alla possibilità di ottenere
che include lo spazio tridimensional~ terizzate da un orie11ta111e11to, codifica-
occupato dall'oggetto modellato. E to di solito dalla numerazione oraria o
importante sottolineare la differenza antioraria degli spigoli definenti la

I 630

I
.
I
I
Oggetto A
F1 (nascosta) I
A B

I.
V4
Primiti\'e
I
I
l.t--
,_. V2
-1
vr:---
Vl
Vertici (nascosto)
Spigoli
I
Fig. 6. Una rappresentazionegerarchirna grafodi una pirnmitie:le linee che co/lega110
possonorappresentaresui rispettivilitielli,le co1111essio11i
i nodi
tra i Perticiperformaregli spigoli,
Primitive posizionate
I
quelletragli spigoliperformarelefacce,e infine le co1111essio11i
tra lefacceperformareil solido.

faccia; ad esempio nel caso di una nu- La rappresentazione CSG


merazione antioraria, l'orientamento
I
(Constructive Solid Geometry)
è definito da un vettore uscente dal
solido (fig. 5). La costruzione dei modelli solidi si
Nella rappresentazione B-rep ciascu- basa sulla composizione di entità tri-
I
na porzione di superficie, di area non dimensionali primitive (parallelepipe-
nulla, è delimitata d_aspigoli colleg~_ti__di, cilindri, coni., ecc.) mediapte ope-
tra loro in vertici e senza punti isolati. ratori Booleani di unione, intersezio-
Per tenere aggregate le informazione ne e sottrazione (fig. 7).
Unione AVB I
geometriche e topologiche associate al Gli oggetti vengono memorizzati me-
solido viene impiegata normalmente diante una struttura della base dati ad
.I
~
una struttura gerarchica a g1·afoche ha albero, nella quale le foglie rappresen-
come radice il solido; gli elementi to- tano le primitive e i nodi dei rami in-
pologici sono mostrati su.differenti li- ~icano le operazi_onehooleane (fig. 8)_
velli basati sulla loro dimensionalità: E possibile inoltre modellare forme
il livello più basso rappresenta i verti- molto complesse utilizzando altre
. ....
1-
ci, mentre su livelli successi,·i sono operazioni geometriche quali: Intersezione A"'B
rappresentati gli spigoli e le facce, fi-
no ad ottenere il modello 3D comple- a) rivo/11::ione,
to (fig. 6). solido con la
per la cosfruziope di un
rotazione di una figura I
La rappresentazione del modello soli- 2D attorno ad un asse (fig_9a);
do è topologicamente corretta (consi- b) estrnsione, traslazione lungo una
ste112atopologica) se i suoi elementi direzione lineare di una figura piana
sono cmmessi in modo appropriato ed (fig. 9b);
I
esatto secondo la semplice formula
(derivata nel xvm secolo dal mate- c) sweep, traslazione lungo una traiet-
matico svizzero Leonhard Euler) co- toria qualsiasi di una figura piana
nosciuta comefor11111/a di Eulero: (fig. 9c);
I
Sottrazione B - A

dove:
V-S+F=2

V = numero dei vertici


d) loft, per l'ottenimento di un solido
a sezione variabile lungo una traietto-
ria arbitraria definita da più profili Fig. 7. Opem:ioni/Joo/cane
nellarapprese11tn-
I
S = numero degli spigoli guida (fig. 9d} zio11e
CSG.
F = numero delle facce.
La rappresentazione CSG utilizza di-
Queste espressione viene verificata ad rettamente delle primiti\'e di alto li- consentono di convertire un solido in
I
esempio nella piramide di figura 6: ,·ello, e non rende disponibile al pro- termini di facce, spigoli e ,-crtici me-
V = 4, S.= 6, F = 4,
quindi 4 - 6 + 4 = 2
gettista alcune primitive di più basso
livello quali i vertici o gli spigoli; per
questo motivo i sistemi CAD attuali
diante una "conversione di rappre-
sentazione" chiamata B01111daryEl t1- 1
I
/11ntio11.

631 I
-1
Fig. 8. Struttura ad al/icro
di 1111solido CSG: lefoglù•

I sono le primitive solide L' i


nodi i11dica110
zio11ibooleane.
le trasfor11111-

Nodo diTr~mazio~~
~glia)

I ~
Radice (oggetto finale) -0
I
I
I Nodo di Trasformazione

I
A Primitive (foglie) B R s
I
La rappresentazione
I volumetrica
(Volumetrie Solid Modeling)

I- Negli ultimi anni l' evoluzioiie dei si-· -


sterni di calcolo automatico ha condot-
to al progressivo evolversi di metodi-
I '!.

"
che diverse e sofisticate che hanno
consentito la rappresentazione spazia-_
le delle diverse parti di uno strato cor-
I
I • RIVOLUZIONE ESTRUSIONE poreo. _ ___ _ _ _ _ _. ___

!I Queste modalità di rappresentazione


consistono nella possibilità di ripro-
durre la mappatura dell'interazione
tra i raggi X, o altri tipi di energia, e le

I diverse componenti strutturali dei sin-


goli strati corporei, con connotazioni
peculiari per ciascuna metodica.
In questo modo, delle varie sezioni
I corporee si rendono disponibili le
mappe rispettivamente: dell'assorbi-
mento differenziale dei raggi X, nella
Tomografia Assiale Computerizzata
I a raggi X (TC); della differente impe-
denza acustica di tessuti attraversati
da un fascio ultrasonoro, nella Ecoto-

I mografia (ECTG), della concentrazio-


ne e delle differenti modalità di rilas-
samento di protoni eccitati da radio-
frequenze in un campo magnetico,

I nella Tomografia Computerizzata a


Risonanza Magnetica (RM).
In una scansione ottenuta mediante
5\VEEP Ll!NGO UN ELICA tomografia TC, l'immagine è costitui-
I Fig. 9. Tecnichedi mode/la:ionegeometricanella rappn•,;enta:h>ne
,tel/atecompaionoi profiliini:iali e gli ePmtuali percorsi.
CSG;accantonllefigure 1110-
ta da una matrice x-y di celle, dette
pixel, ciascuna caratterizzata da un
preciso ed unico valore numerico che

632

I
corrisponde ad un livello di grigio
I'
~
.

proporzionale all'entità dell'assorbi-


mento dei raggiX (assorbimento a sua
volta dipendente dalla densità del tes-
suto presente in quel punto).
I .

La rappresentazione corporea per se-


zioni e l'elevata risoluzione di densità
(contrasto) consentono di individuare
le diverse strutture con facilità e pre-
I.

cisione. Il campionamento delle sezio-


ni avviene in modo continuo lungo
l'asse z con scansioni assiali continue
(fig. 10); in questo modo la sequenza
I
di immagini bidimensionali che l' os-
servatore ha a disposizione è in realtà
la rappresentazione grafica di una
complessa matrice tridimensionale di Fig. 10. Tomografia compute-
I
rizzata a raggi x (TC) o a riso-
voxel (abbreviazione di volume ele-
ment) ciascuno caratterizzato dalle
proprie univoche coordinate spaziali
nanza magnetica(RM); si ottie-
ne una sequenza di i111magini
bidimensionali oltenule con
I
e da un valore di grigio (fig. 11). scansioni assiali continue pro-
L'oggetto tridimensionale viene rico-
struito collocando nello spazio i diver-
si voxel; la modellazione solida rico-
cedendo lungo l'asse maggiore
del corpo. I .

struisce spazialmente sia la superficie


sia la struttura dell'oggetto; per visua-
lizzare l'oggetto di interesse vengono
rappresentati esclusivamente i voxel
Fig. 11. L'immagine digitale è
costituita da una matrice xy di
celle,dette pixel, il cui /h,dlo di
I
dotati di un tono di grigio compreso grigio corrispondead un valore
in un intervallo prefissato, nella posi-
zione definita dalle loro coordinate
spaziali.
numerico; 111111seq11e11::a ordi-
nata di sezioni contigue (al cen-
tro) viene co111une111ente utiliz-
I
zata per generare una corri-
Importati i dati sulla stazione grafica, spondentesequenzadi immagi-
come lista delle-coordinate dei singoli ni bidi111ensio11a/i (in basso);
voxels e del loro tono di grigio, questi quest'ultima è in realtà la rap-
vengono ricalcolati per renderli coe- presentazione grafica di 111111
renti con le coordinate spaziali del-
1'ambiente grafico e poi sottoposti a
campionatura. Vengono cioè scelti i
Matrici di Pixel
complessamatrice tridi111e11sio-
nale di voxel, ognuno dei q1111li
ha per base la superficie del
pixel nel piano xy e per altezza
I.
!
'
.

voxels che possiedono un tono di gri-


gio compreso n·eU'intervallo propiiò -
delle strutture in esame (fig. 12). ,____________________
il -il{l-'.ore
___. slrato.
dello spessore dello-

La fase finale consiste nella visualiz-


I
1•"(
/·-/
/.--/-

•:,r;
.. ••/•-/·--·,il
•/·•·/-··,/,

.....
.,.
"~ ~
zazione della ricostruzione 30 del-
1'oggetto, applicando le procedure di
rendering sui voxels selezionati. La
I
superficie risultante è quindi a gradi-

..,, ""' .. d . ~
ni, corrispondenti alle facce non ma-
scherate dei voxel esterni. Poiché la
gradinatura della superficie è propor-
I
zionale alle dimensioni dei voxel, la
Matrice volumetrica Campionatura fedeltà della ricostruzione è inversa-
r--1....._-
...,
mente proporzionale a queste dimen-
.~--~~,/)';. sioni.

Fig. 12. La rappre~e11/azio11e


1111tidallesca11sio11i
3D dei dati otte-
TC consiste nella costru-
I
--...... zione di 1111 modellografico c/zeriproduce la
topografia spaziale dell'insieme dei segnali
campio11atinei differenti t>oxel;per ;,isunliz-
wre l'oggettodi inlt'resse,z1e11gonornpprese11-
I
-~
30 Volumetrico
lnli esclusivamentei mxel dotali di 1111/0110di
grigio compreso in 1111 inlerz•alloprefissato,
nella posizione defi11itadalle loro coordinate
spaziali.
I
··-·,·

633 I
- -· ... ---·-·-·-·--·-·
I E#t. analoga a ruella CSG con la differen- Fasi della costruzione
za che le p~imitive solide elementari
..!;,,:;, -
di un modello parametrico
I LAMODELLAZIONE
SOLIDA
sono sostituite da elementi o singola-
rità geometriche come fori, nervature, I sistemi CAD permettono di definire
scanalature, ecc. . il modello in modo approssimativo,
Ogni feature è basata sui parametri ad esempio mediante uno schizzo, ed
PARAMETRICA
I utilizzati per definirla e quindi, al il sistema deduce ed identifica i vinco-
contrario della modellazione CSG, è li attraverso l'analisi delle relazioni to-
Rappresenta una ulteriore evoluzione suscettibile di modificazione editan-
pologiche e geometriche tra gli ele-
dei sistemi CAD 3D che consente di do i valori dei parametri; inoltre il mo-
menti stessi. Le fasi che conducono
I aumentare notevolmente la produtti-
vità e la flessibilità dei progettisti.
Un modellatore CAD parametrico
dello solido viene descritto in un mo- quindi alla costruzione di un modello
do più intelligente e meno ambiguo; solido parametrico sono:
ad esempio un foro passante mantie-
(denominato anche a variabilitàdimen- ne questa -sua caratteristica anche 1) schizzo del profilo
I sionale)consente di controllare le geo- quando il solido cambia il suo spesso- 2) aggiunta dei vincoli dimensionali
metrie generate mediante parametri re (fig. 13).
ossia dimensioni o relazioni dimen- 3) creazione del solido
sionali con altri elementi geometrici. I sistemi CAD dell'ultima generazio- 4) variazione del profilo e quindi del
I Per modificare un elemento geometri- ne sono associativi, nel senso che ogni modello solido
ca è così sufficiente selezionare la di- modifica apportata in uno qualsiasi
. mensione da. v.ariare e digitare un degli ambienti progettuali del sistema 5) modellazione per features .

I nuovo valore; la geometria del model- (modellatore solido, disegno bidimen-


lo si aggiornerà automaticamente in sionale, schizzo 2D) si propaga bidire- Lo schizzo.
accordo col nuovo schema dimensio- zionalmente in tutti gli altri ambienti. Il modulo sketcherconsente al proget-
nale. La maggior parte dei sistemi solidi pa- tista di ottenere la stessa flessibilità e
I Inoltre una entità geometrica può es- rametrici oggi sul mercato (Modeler naturalezza del disegno a mano libe-
sere associata alle altre entità impie- della Bentley, Autocad 13, Designer e ra. Il sistema CAD è in grado di rico-
gate per definirla (ovvero implicate SolidWorks 95) utilizza come nucleo noscere ad esempio se due linee sono
nella sua costruzione) e quindi i cam- centrale il modellatore ACIS, (compo- parallele, oppure se due raccordi han-
I biamenti in una entità geometrica si sto da una libreria di C++ funzioni no lo stesso raggio; in figura 14 è mo-
riflettono in cambiamenti delle entità sviluppate dalla Spatial Techonology strato un profilo composto da otto
dipendenti. Tramite _questo processo i11c.;l'acronimo ACIS non ha alcun si- segmenti raccordati e smussati dise-
di propagazione delle modifiche, l'in- gnfficato tecnico, ed è basato sui nomi gnato utilizzando le funzioni geome- -
I tero modello si riconfigura assumen- dei programmatori che l'hanno svi- triche del modellatore modeler della
do nuove forme e dimensioni. luppato). Bentley.
Un modellatore tradizionale non pa-
I rametrico non consente l'interdipen-
denza tra la geometria e le dimensioni
e quindi ogni modifica dimensionale
···1 -€he impatti sulla geometria del mo-
dello costringe a cancellare singolar-
mente gli elementi del modello ed a
-~---.
.-
~· _-
,_J
·- .
~~-------
I
~''I'- ·-
' '

reimpostare daccapo la geometria. ' ;~ .


I Esiste anche la possibilità di imporre
il rispetto di particolari proprietà·o re-
lazioni geometriche, denomincl.ti vin-
Oggetto A Oggetto B Operazione booleana:
oggetto C=A-B
Viene variato lo spessore
dell"oggetto C:
la scanalatura
coli, come parallelismo, tangenza, or-
I togonalità, ecc.; è possibile creare i se-
guenti tipi di vincolo:
a) posizionale,cioè un vincolo che fissa
non è più passante

I la posizione di un punto del disegno;


b) geometrico,un vincolo che controlla
la posizione e l'orientamento di due o

I più elementi;
c) di111e11sio11ale,
da una quota;
un vincolo controllato Oggetto Ae La scanalatura viene creata Viene variato lo spessore
profilo di taglio B mediante la modellazione dell'oggetto A; la scanalatura

I d) algebrico,un'equazione che esprime


una relazione tra variabili. ·
per features . é ancora passante

La flessibilità viene ulteriormente au-


I mentata con l'impiego della modella-
zione per elementi geometrici, o fent11-
res, in cui si ha una rappresentazione
Fig. 13. Una sca11nl11t11ra
co1wsc,·11zn
t11resIn sc,111nlnt11m
sp,·ssore.
passantenella 111odellnzio11e
del contestogeo111efrico
tradizionale1101_1è dotata dell_nspecifica
in cui viene i11seritn;
ne/In111odellaz101!epn1:m11etricape!·
questa sun caratteristicaanche quando 11soilLtoca111b1n
111n11tie11e
fen-
1/suo

I 634

I----
Il sistema prende in considerazione assegnati i vincoli di parallelismo e
I
'

'
'

gli otto segmenti base formanti il pro- perpendicolarità rispetto al segmento


filo e automaticamente deduce i se-
guenti vincoli (fig. 15):
a) un primo vincolo viene fissato nel
1-2;
d) i raccordi sono inseriti tra i segmen-
ti 4-5 e 5-6 e tra i segmenti 7-8 e 8-1;
I
punto fisso 1; inoltre viene applicato un vincolo di
b) il segmento 1-2 viene considerato
verticale, il segmento 2-4 perpendico-
tangenza tra i segmenti e gli archi di
raccordo;
I
lare al segmento 1-2 ed il segmento 3- e) gli smussi sono inseriti tra i seg-
4 parallelo al segmento 1-2;
c) agli altri segmenti vengono via via
menti 5-6 e 6-7/7-8: viene costruito un
cerchio con centro l'intersezione dei
due segmenti e tracciata una linea tra
I
Fig.14. Schizzo del pro-
filo.
8 ' - -·,.----::c---oJ
1 4
,----,..,,....~-·--, 5
i punti in cui ciascun segmento inter-
seca il cerchio, come in figura 15. I
' , Aggiunta dei vincoli dimensionali.
' I

2 3
Il profilo disegnato ha 5 gradi di li:.
bertà (la larghezza, l'altezza, la
I
...- - ... profondità della scanalatura e le due

/
., .,. I - ... '
I \ /
, .,,,. ; '
' \
posizioni dei suoi spigoli). L'opera-
zione successiva sarà quella_~i quota-
re il profilo e convertire le quote asso-
I
{
I
7 1- - - ~:-----------f1· I
- - - I6
I
ciative in vincoli dimensionali; come
Fig. 15:· Vincoli sul
profilodedotti aiitòma-
ticamentedal sistema.
...- .,. .,
si vede dalla figura 16, ogni quota del
profilo è stata trasformata in un vin-
colo, e le dimensioni del profilo si so-
I
no adattate di conseguenza.

52,3
Ad ogni dimensione vincolata è asso-
ciata una variabile con un nome, in
I
modo da poter essere facilmente ri-
20,;,----
chiamata nella fase di modifica di-
mensionale.
Dopo l'aggiunta dei vincoli dimensio-
I
nali, il numero dei gradi di libertà si

Quotatura
riduce a zero.
. I
~ Creazione del solido.
- -·- ~ L'ufente· a questo punfo è in gràdo di -
generare dal profilo un modellosolido
parametrico, ad esempio un solido di
I
rivoluzione o di estrusione (fig. 17).
I
50
I
20 20
VINCOLI I
lunghezza= 50

-
e altezza= 30
SCi\nalatura = 10
distanza = 20
I
I
Fig. 16. Quotaturadel profilot!daggi1111/11
dei i'incolidi111e11sio11ali. ,,oluz.io11e
del pn1filodi figum 16.
I
Fig. 17. Modello solido otteuuto 1m·din11ft·
ri-

I 635

---
--------
--1
può scegliere il tipo di materiale da
utilizzare nonché il tipo di luci e la po-
I'.
sizione della telecamera, per la visua-
lizzazione di una scena sotto diversi
punti di vista, simulando ad esempio

I la visione con un grandangolo o un te-


leobiettivo. Si procede poi, eliminate
le linee nascoste, a considerare gli ef-
fetti della luce intesa come luce am-
I •.
biente, le varie sorgenti di luce, che
~ possono essere di forme diffuse, vici-
ne o lontane; si analizzano i fenomeni
di riflessione, rifrazione e di fusione
della luce-·dalle varie superfici che
compongono la scena che si va a rap-
presentare (fig. 21).

,..-::: - Le sorgenti luminose

~- Per ottenere l'immagine foto realistica


I il progettista deve scegliere opportu-
BENTLEY namente la scena e studiare la posizio-

;I Fig. 21. Re11deri11g


di una scena11tilizzn11do il soft,mre Mastcrpiecedella Bentleij.
ne della telecamera e delle sorgenti lu-
minose; deve inoltre conoscere come i
materiali reagiscono rispetto alla luce
che ne colpisce la superficie, come ad
punto di vista 1 punto di vista 2 punto di vista 3 esempio nel corso della riflessione.

I La riflessione è il fenomeno per il qua-


le un raggio di luce, incidendo su una
superficie, viene rinviato secondo de-
terminate leggi di ottica geometrica; il

I _ materiale superficiale di cui è formato


un oggetto può avere proprietà riflet-
tenti o di diffusione, cioè comportarsi
come uno specchio riflettendp ogni
I'

luce irradiata
luce riflessa
raggio luminoso incidente in un'unica
direzione, oppure diffondere la luce
riflessa egualmente in tutte le direzio-
_ni,con lo stesso colore e intensità (fig ..
I'
,......,...--·-------
22 e 23).
L'illuminazione, interagendo con le
superfici degli oggetti, determina la

I Fig. 22. Rij1cssio111!


In s11pe1ficie
diff11sa,
cnrnttcristicadellesuperficiapache:i tre raggidi luce checolpisco110
;,,mgvnodispersieq1111111r11fe
i11t11ttele dire:ioni.
quantità ed il tipo di luce che una su-
perficie riflette nonché le ombre che
genera.
Infatti la luce può essere assorbita da
un oggetto, trasmessa, nel caso in cui
vi passi attraverso, o ancora, riflessa:
la visualizzazione di un oggetto è
però frutto della combinazione del co-
lore del materiale assegnatogli e del
colore della luce incidente, e per que-
sto è importante sapere come, per
esempio, può essere riflessa la luce
luce irradiata che non viene assorbita dall'oggetto.
Per calcolare la riflessione bisogna
prima posizionare il tipo di sorgente
angolo di incidenza angolo di riflessione
luminosa e il punto di vista dell'osser-
vatore e quindi considerare i vari tipi
di illuminazione; in genere i program-
mi di modellazione solida 3D e so-

11'----------- prattutto i programmi di rendering


sono dotati di diversi tipi di sorgenti
i Fig. 23. Ri.flessio11espern/are;1111raggiodi luce che colpisce,ma s11perficie
laresi r~f7ettein 1111nsoladire:io11ee quindi può esserevisto solodal p1111to
perfett11111t'11te
3.
spem- luminose, le quali, combinando le lo-
ro specifiche caratteristiche, sono in

637

--~--- --------------------- ---------------


I - .

----,--. --·
Variazione del profilo. na necessità di correzioni o modifiche. rappresentazione; il realismo vìa via è
I'

L'utente è in grado di apportare dei Nell'esempio, al modello solido otte- andato riducendosi con l'evoluzione~
cambiamenti al modello solido sem- nuto sono stati aggiunti 6 fori con re- del disegno, mentre aumentava la ten-!I
plicemente richiamando il profilo e lativa lamatura, sfruttando il concetto denza alla schematizzazione, legata ii®
variando il valore della variabile asso- di modellazione per elementi geome- alla necessità di rappresentare oggetti,
ciata alla dimensione vincolata (fig. trici e senza alcuna operazione boolea- macchine e componenti in quantitàfl
18). Il modello tridimensionale viene na (fig. 20). sempre maggiori ed in tempi semprelJ
aggiornato automaticamente in accor- più brevi. Esempio ultimo di tale evo-
do con le nuove dimensioni (fig. 19). luzione sono le prescrizioni per la rap-
presentazione semplificata di cusci-1
Modellazione per features. netti o molle, viste nel capitolo 16.
Il progettista può aggiungere al mo- Fino a pochi anni fa, infatti, il disegno
dello degli elementi geometrici quali
nervature, ·fori, scanala ture, ·dotate
della proprietà della specifica cono-
ILRENDERING:
LA
era un processo esclusivamente ma-
nuale e molte volte dispendioso; la ne-
cessità di realizzare un progetto in
1
RAPPRESENTAZIONE
scenza del contesto in cui vengono in-
serite; questo vuol dire che ad esem-
pio una nervatura è dotata di una re-
FOTOREALISTICA
tempi accettabili non consentiva sicu-
ramente di curare l'immagine degli
oggetti da rappresentare.
I
lazione topologica con la geometria in Nei primi disegni di macchine esegui- Con l'avvento degli elaboratori, di po-
cui è inserita, per cui se vengono alte- ti in tempi passati era presente una tenze sempre più elevate e con costi
ra te le dimensioni della geometria scarsa attenzione per la codifica delle sempre più bassi, sono diventati di-1
ospitante, la nervatura si adatterà al istruzioni per la costruzione delle sponibili nei sistemi CAD e in altri si-
nuovo ambito topologico, senza alcu- macchine, ma un forte realismo nella stemi, strumenti per la visualizzazio-
ne che consentono di ottenere imma-
gini fotorealistiche degli oggetti mo- Il
dellati. Ciò non ha un significato pu- ~

20
100
20
ramente estetico, ma viene sfruttato
direttamente nella progettazione, per-
ché consente una migliore valutazio-
I
I ne dell'oggetto progettato, per cui si

-
o / - '\ VINCOLI
lunghezza= 100--
~:::i.
dispone di una immagine realistica fin
~~ime fasi ~--svil:po d~ pro-
I sistemi di visualizzazione di questo ~
-I
altezza = 30
I scanalatura = 10 tipo sono definiti dal termine rende-
- - distanza = 20 ring, che è 1111atecnicaper dare realismo 1-~·t
alle immagini derivate da modelli tridi- \i,
f

"'
Fig. 18. Variazionedei parametridel profilo,ad esempiola lunghezza.
111e11sionali,
per osservare come l'og-·
getto modellato possa integrarsi in un
ambiente virtuale con caratteristiche
del tutto simili alla realtà.
1
Una volta creati gli oggetti, infatti, si

I
I
I
I
I
Fig. 19. Aggiornamentoautomaticodel 1110- Fig. 20. Modellazioneperfe11t11re;
aggiuntadi 6 f,1ricon re/nti,•almnntura.
I
dellosolùto.

636 I
. ----------------- --1
I Nel caso a), detto anche a luce am-·
biente si ha una luce diffusa che illu-
I mina la scena in ogni direzione e quin-
di arriva sui vari oggetti da un insie-
me di direzioni indistinte (fig. 24);
l'utilizzo della luce ambiente è parti-
I colarmente delicato in quanto immet-
tere troppa luce ambiente può dare co-
me risultato una scena, per così dire,

I piatta e non realistica, in cui si perdo-


no gli effetti delle altre sorgenti posi-
zionate sui singoli oggetti; al contra-

I I --- Illuminazione ambiente Rendering


rio, poca luce ambiente farebbe risul-
tare troppo evidenti gli effetti delle al-
tre sorgenti dirette, con conseguente
effetto buio sul resto della scena.
Fig. 24. La luce ambientepuò essereconsideratauna luce di sfondo chefornisce una illumina-

I zione uniformesu tutte le superficidi 1111modello. La luce puntiforme (caso b) è una lu-
ce che si irradia in tutte le direzioni
ma a distanza finita dall'oggetto da
rappresentare (fig. 25); l'intensità del-
I le luci puntiformi diminuisce all'au-
mentare della distanza ed è utile ad
esempio per simulare la luce di una
lampadina.
I L'illuminazione da luce distante (defi-
nita anch'essa diffusa)è dovuta ad una

I sorgente luminosa considerata all'in-


finito (normalmente viene identificata
con la luce solare) per cui i raggi lumi-
Illuminazione puntiforme Rendering nosi sono paralleli (fig. 26). L'intensità

I Fig. 25. Lucep1111tifor111e;nl


contrariode/Inluce distante,l'i11te11sità
di111i1111isce
della luce distante non diminuisce
all'aumentai-e della distai,za: ma ha
sempre su ogni faccia che illumina la
con In distanza. stessa luminosità della fonte.

I L'illuminazione spot o diretta coincide-


con quella generata ad esempio dai fa-
retti che emettono un cono di luce di-
l- -I n:izfo-11aleco1Ùingoii còlori ed irlten~ -.
sità; è possibile specificare direzione
@ della luce e dimensione del cono (figg.
27 e 28).
i I i
I ! Le proprietà superficiali

I '
!
'
I

' '
Rendering
I programmi di rendering permettono
di assegnare ad ogni oggetto presente
Luce distante
nella scena un determinato materiale o
I Fig. 26. lllw11i11nzione
ce 11011
co11l11cedistanti•;i raggisono pnrnllelied uniformi, e /'i11te11sità
diminuiscecon In distn11:n.
dellalu-
rivestimento che riproduca il più fe-
delmente possibile la realtà (fig. 29).
Vengono così assegnate le text11reche
non sono altro che delle des, rizioni
I grado di sopperire alle molteplici esi-
genze di illuminazione di una scena.
la posizione ed il tipo di diffusione
Le tipiche sorgenti luminose disponi-
analitiche delle superfici degli t•hgetti;
la scelta delle superfici richiede la co-
noscenza di numerosi parametri, asso-

I La possibilità di illuminare un insie-


me di oggetti utilizzando diversi tipi
di sorgenti luminose, ç01isente la si-
bili nei programmi di rendering pre-
vedono quattro tipi di illuminazione:
a) onnidirezionale diffusa,
ciabili alle proprietà superficiali quali:
• la diff11sio11e
e specularità, proprietà
mulazione, con il più alto indice di che consentono di controllare diretta-

I realtà, dell'interazione fra gli oggetti


modellati e un ipotetico ambiente rea-
le. Oltre al colore di una luce è possi-
b) onnidirezionale puntiforme,
c) direzionale (luce distante),
mente l'ammontare di "luce diffusa o
riflessa; gli oggetti dotati della pro-
prietà della diffusione diffondono
bile regolarne l'intensità, la direzione, d) direzionale (spot light). uniformemente la luce tutt'intorno ge-

638

I
~
Il
nerando ombre morbide, consenten-
do quindi di riprodurre oggetti con
Posizione della luce spot
~
superfici opache; al contrario la spe-
cularità rende la superficie man mano
I
sempre più brillante;
Area centrale
più brillante
• la rifrazione,che rappresenta la de-
viazione del percorso di un raggio lu-
I
minoso che si verifica nell'attraversa-
Area di
attenuazione
luminosa
mento della superficie delimitante
due mezzi ottici di densità differente
(figura 30, ad esempio dall'aria al ve-
I
tro); il raggio subisce una deviazione
- tanto maggiore quanto ·maggiore è
l'indice di rifrazione (un valore che
per il vetro è generalmente 1,5 e per
I
l'aria 1);
Lucespot Rendering • la trasparenza, che determina l'am-
montare della luce visibile attraverso
la superficie dell'oggetto, ed è legata
Fig. 27. Con le luci dirette è possibileanche specificarela distribuzionedel raggioluminosoche
consentedi determinareil grado di attenuazione dell'intensitàluminosache va dallalinea vi-
alla
Un
caratteristica di rifrazione (fig. 31).
oggetto completamente trasparen-
te può risultare anche invisibile.
I
siva fino a/l'angolodel cono.

Generalmente i programmi di rende-


ring possiedono una libreria di textu-
I
re di diversi materiali (legno, metalli,
I
I
I
i!
angolo del cono
(l'angolo dalla linea visiva -----,
sino al limiteaella luce eniessa)
delta del cono
(l'angolo dall'inizio
dell'attenuazione
rocce, pietre) con le caratteristiche su-
perficiali come la trasparenza o la ri-
flessività.

I
I
. I'
~~

distribuzione del raggio


(determina il grado di
attenuazione-dalla linea
visiva sino al limite
della luce emessa)
I
Fig. 28. I parametridelleluci spot. Ùl luce diretta o spotlight determina,nell'ambitodell'a11golo Fig. 30. Il fe110111e110
dellarifrazione.
I
del cono,due zone: la prima,centrale,con 1111effetto di luce più brillante,e la seconda,anulare,
più attenuata.
I
[ile Iools
Materiai
Copper
Levds
- Colors
o
Palette: metal,pal
Aluminum ~
Aluminum - cast
Aluminum - polimed

··.,.· w
BrUS
erus-cast
BrUS- polished
J
Chrome-.
Copper I

Fig. 31. Si11111/azione


de/l'impatto di 1111'a11to-
Fig. 29. Pannellodi sceltaed assegnazionedel materiale(Microstation5 della Bentley). vettura trasparente.

639 I
-----------
··---------t
I,'
'i

Gli algoritmi di rendering ~A.ltoCAO -19\0da) l!!lrial


E3
'EJfle [di y-.... Il.lii• j!..,,,. lools !lei, ., . ·• - . .. ' •
~~~~~~.G!iJ~ ~-<t>.!e.lai-~I~iJI
I.
'
Un oggetto può essere visualizzato
utilizzando diversi tipi di algoritmi o ~ld°l:illc"t.0 _:J~~I-_- __-~SYIAYER ___ .:J~.;!J1ru!

I"'
metodi di calcolo che consentono di ri- r!/'/IX'X10IOl:~l-61• l'E>:/11.?lx.ln.lL.J!i
Hl".-lfl:~l:i.ilt=t"ttt:0!.r•:a!~ibjll
. produrre effetti via via sempre più so-
@ fisticati.

a) Gli algoritmi di shadingfanno riferi-

I mento in generale ad una rappresen-


tazione del contorno dell'oggetto poli-
gonalizzato cioè trasformato in tante
facce poligonali e sul quale si applica-

I no le tecniche· di ombreggiatura e di
rimozione dei pixel nascosti; è possi-
bile avere il metodo ad ombreggiatu-
ra rapida, detto di q11icksltading, che
consente ali' operatore di verificare a
bassa risoluzione, ma rapidamente,
l'effetto delle ombre e dei colori pro-
dotti o associati agli oggetti (fig. 32).
L'algoritmo di rendering denominato
di Gouroud permette di osservare gli
oggetti tridimensionali con un suffi- Fig. 32. Ombreggiaturarapidain Autocad col comandoshade.

I .
'
ciente grado di simulazione delle
strutture superficiali, oltre alle ombre
e ai colori. Il sistema phong permette
••• I I.,.
tiì fle tc1ty-...,_ll.111a
~ ~ ~ ~ .:Q!J~ .G!3.l~~
_ ~ 1oo1a
t!el, .-..;,- . ,:_·,;_t;.• · . , . .,1,.--/~~~:. • ;';,,,:,, ·: -- ·.. -:> - :·
~·~,ia~~l.mL!J ·:~:-·:
-
~E
B X

una miglior resa dell'ombreggiatura,

I ma richiede un maggior tempo di cal-


colo (fig. 33).
~j~i:i~•,••o_ ---··--·----. ;J~_§Jj~-~~R
rv1,.,:x~x-0'o!l1-òr·lQ,!~iJ?ix.ln.lL.JI
1-1i".-i~1~1&r~:;;:H1r0i;•;imir.!!;:~1
·
___ . _3~_;ru_@!·~;r~~é

lfltfi
'·.

':Cl
b) L'algoritmo di ray-tracingconsente
I l'applicazione degli effetti di riflessio-

I.
ne e rifrazione sugli oggetti modellati
in relazione all'ambientazione in cui
. vengono collocati(fig. 34). Nel ray-
. tracing si considera idealmente un
,raggio luminoso che va dall'occhio
dell'osservatore a ritroso attraverso lo

I - - schermo fino alla-scena,-si individua


l'oggetto che incontra questo raggio
luminoso attraverso il gioco delle ri-
frazioni e delle riflessioni: in pratica si

I . . ricostruisce a ritroso il percorso dei


vari raggi di luce che arrivano all' oc-
chio dell'osservatore. Il risultato otte-
- lect obj~ts:
100% COJlt lete. 350 of 350 scan lines
nuto con questo sistema è indubbia-
I mente il migliore in termini di reali-
smo, ma comporta tempi di calcolo
decisamente elevati.
Fig. 33. Renderingphong in Autocad col comandorender.

I c) Con la tecnica radiosity, infine (in


pratica un metodo di completamento
al rendering), è possibile aggiungere

I nuovi effetti e colorazioni che produ-


cono modelli di qualità superiore: in
particolare si possono ottenere specia- Fig. 34. Rende-
li effetti d'ombra tra oggetti interriflet- ring ray-tracing

I tenti (fig. 35), sfruttando i principi le-


gati al trasferimento di energia. L'in-
tera scena, e quindi ogni singolo og-
con l'appficazio11e
degli effetti di ri-
flessionee rifm:io-
ne sugli oggetti
getto che vi appartiene, viene suddi-
I visa in piccolissime parti chiamate ele-
menti e si determina quanto e come il
singolo elemento viene visto da ogni
111ode/111tii11r,:la-
zione ali'ambiente
in cui l'l'11go110
sizionati.
po-

I 640

-1
Fig. 37. Ricosf1'uzio11tridi111e11sio
e 11nle
e rendering di
,. u11'i111111ag anatomica;
ine l,1ricostru:io11eè stata efft!t-
tuata utilizzando 1111databasedi immagini tomogrnfi-
li che di 11ncorpoumano consulta/ii/eda Internet (Visi-
IÌ bleH11111an database). ·
•I
il
;(

,,
!:
Il

I
I
I.
".
.

Fig. 35. Rendering effettuato co11la tecnica radiosity con la quale si possonoottenere
specialieffetti d'ombratra oggettii11terriflette11(Bentley).

I
altro elemento. Di conseguenza si po-
tranno ar1alizzare più dettagliatamen-
te gli effetti della luce riflessa da
ognuna delle parti su ogni altro ele-
mento, con un ottima resa dell~__ pro-
prietà attribuite alle superfici, cosi co-
me dei colori degli oggetti e delle luci,
il tutto in completa indipende11za ri-
spettò ?l punto di vista selezionato.

b)

la risoluzione dell'immagine
La pro~~dura ~i renqering di un'im-
- magine può essere finalizzata a diver-
si scopi: la visualizzazione a video, la
-1-
stampa, la registrazione vidèo; per
questo motivo è molto importante la
risoluzione di tracciamento dell'im-
magine, definita in numero di punti
per pollice (dpi, dot per inch), che
esprime la capacità della periferica di
riprodurre elementi grafici più o me-
no dettagliatamente (fig. 38).
Se l'utilizzo finale dell'im1rn:1gine di
rendering è quello della riproduzione
su schermo, è bene impiegare una ri-
soluzione non superiore quella in gra-
do di essere riprodotta da video stes-
so, che generalmente è di 72 dpi. Nel
caso invece della stampa di qualità, si
ottengono delle ottime immagini con
I
risoluzioni variabili tra 300 e 1200 dpi.
Naturalmente la risoluzione è stretta-
mente legata al formato dell'immagi-
ne, in quanto ingrandendola rispetto
alle dimensioni originarie ne diminui-
sce proporzionalmente la risoluzione.
Fig. 36. Rt!nderingdi tre oggetti eJfett1111to
con sola luce aml>imfl'(a), co11luci!dist,11111!
(b) e con Altro parametro che- influisce in mo-
luce diretta spot (e). do determinante sulla qualità di stame

641 I
------------ l>t
,r,,
~~
re è la distanza tra il baricentro del
triangolo e la superficie: questa scelta
permette l'infittimento dei triangoli in
presenza di maggiori curvature delle
superficie del modello ed una miglior
approssimazione della superficie stes-
I
'
.
.
sa; un errore massimo di 0,1 mm ga-
rantisce una buona approssimazione.
Di ciascun triangolo si memorizzano
le coordinate dei tre vertici e la norma-
I .
le alla superficie.
Il file STL, che rappresenta il modello
"discretizzato", la cui superficie è
1-·- scomposta in un numero finito di "tas-
selli", definisce l'oggetto che verrà ri-
prodotto nella realtà. Poiché le mac-
chine di RP costruiscono il solido per
apposizioni successive di piani paral-
leli, il modello STL deve essere sezio-
nato con piani paralleli per ottenere le
coordinate delle strutture da materia-
I
a
. lizzare presenti in ciascuna sezione
(fig. 40).
L'operazione, denominata "s/ici11g"

I viene eseguita dal calcolatore che con-


trolla la macchina di prototipazione,
anche se la tendenza attuale è quella
di trasferirla nell'ambiente CAD per

I .
. Fig. 38. Un'immagine stampatarispettivamentea 300 e a 96 dpi.
avere maggiori libertà nella scelta
dell'orientamento dei piani di sezione
e per alleggerire il software di control-
lo della macchina.
pa è la quantità di bit per colore-fon-
damentale (chiamata profondità di ri-
D ;.~1e-···· ---
~m~-
:0'"'1.'1'~
Le problematiche ancora aperte nel-
l'interfacciamento tra il sistema CAD
soluzione cromatica). Con questo ter-. e le macchine di prototipazione ri-
mine si indica la quantità di informa- INTERFACCIAMENTO guardano:
zioni associate ai colori di un'immagi- • la verifica delle connessioni tra le su-
TRAI SISTEMICAD
I.
ne, in pratica quando si indica una perfici
profondità di colore di 8 bit si intende E LEI\1ACCHINE ~ la.scelta della_miglior strategia per
..
. che l'immagine è stata realizzatif titf-
lizzando 256 colori (2' = 256), molto
DI PROTOTIPAZIONE la triangolarizzazione e per lo slicing .
più spesso però questo valore viene RAPIDA Sono in elaborazione ulteriori miglio-
associato alla somma dei tre colori di ramenti sia sui sistemi CAD che sul
base RGB (rosso, verde e blu), tluindi Nel capitolo 8 sono state esaminate di- software di controllo delle macchine
quando si indicano 24 bit di profon- verse tecnologie, dette di rapid-pro- di RP per assicurare la completa com-
dità di colore si intende 8 bit per il ros- totyping (RP) in grado di generare og- patibilità tra i due siste1ni.
so, 8 per il verde e 8 per il blu che for- getti reali utilizzando direttamente i
niscono quindi: dati provenienti da un programma di
28 + 28 + 28 = 16.777.216 colori. modellazione solida; qualunque sia il
sistema di RP utilizzato, il modello
de\'e essere disegnato con il modella-
tore solido o con il modellatore per su-
perfici, e poi solitamente elaborato se-
condo una tecnica introdotto dalla 3D LECURVE
I Svstem, che è diventata uno standard
n~l settore del RP e definita "triango-
larizzazione". Questa operazione pre-
PARAi\1ETRI
CHE
In relazione alla rappresentazione de-
vede la segmentazione della superfi- gli oggetti per via matematica compu-
I cie del modello in elementi triangolari
(fig. 39) e viene di regola effettuata
all'interno dell'ambiente CAD, Con
terizzata si può osservare che tutti gli
elementi geometrici del mondo reale
possono essere divisi in due categorie,

I l'uscita finale in un file in formato STL


(Stereo Lit/1ogrnpyFile), accettato come
Fig. 39. U11asfera ,>isualizzatanel for11111/ostandard da diversi costruttori.
clnssificnbilie 11011clnssificnbili;gliele-
menti classificabili sono quelli della
geometria classica, come punti, seg-
STL. Il parametro scelto per definire l'erro- menti, piani, sfere. La matematica

I 642
Il I
~
l I
I
I
I
Modello File STL Sliàng Stra ti per la
prototipazione
rapida
I
Fig. 40. Slicingdel modelloSTL perottenerele singolesezionichedefinirannol'oggettonei sistemidi prototipazione
rapida.
I
classica non dispone però di adegua ti parametricheche permettono una faci- gione vicina a tale punti, oppure può
metodi per creare delle curve o super-
fici che possano soddisfare determi-
nati requisiti progettuali. Infatti, per
le implementazione e che quindi han-
no trovato ampia diffusione nel CAD.
Questa metodologia di disegno con-
risultare interamente modificata.
Quest'ultimo comportamento, detto
controllo globale può non essere gra-
I
ragioni di tipo strutturale, funzionale sente, inoltre, di eseguire controlli sulla dito al progettista che cerchi di realiz-
o più semplicemente stilistico, é ne-
cessario disporre di una gamma di
forme più versatili e di tecniche per
continuità delle derivate, problematica
strettamente connessa alla modellazio-
ne solida in campo fluidodinamico.
zare un aggiustamento su una parte
della curva. I
ottenere garanzie di continuità o di Il processo di modellazione di una e) Proprietà di riduzione delle oscil-
estetica, in quanto piccole disconti-
nuità, tollerate in un pezzo meccani-
co, possono costituire un fattore nega-
curva, oltre ad essere trattabile mate-
maticamente, deve essere convenien-
te dal punto di vista computazionale
lazioni. Alcune rappresentazioni ma-
tematiche hanno la tendenza ad am-
plificare, anziché smorzare, qualsiasi
I
tivo per il progettista di una carrozze-
ria di un automobile o di parti di un
velivolo. -
ed economico in termini di memoria
utilizzata; per questi motivi, devono
essere verificati alcuni requisiti' essen-
piccola irregolarità nella forma deli-
neata dai punti di èontrollo, dando
delle notevoli ondulazioni.
-I
Lo sviluppo dei metodi di calcolo au- ziali.
tomatici quale mezzo per la rappre-
sentazione grafica, ha comportato la
ricerca e la messa a punto di un gran
a) Punti di controllo. Per controllare
interattivamente la forma di una cur-
- f) Versatilità. La rappresentazione di
una curva deve consentire un'enorme
flessibilità al progettista, consenten-
_I
numero di algoritmi idonei per il di- va, si possono fissare dei punti attra- dogli una grande varietà d~_!o~~e: _
s~gl}9_giç:urvg e.sup~rfici non.defini-.
te analiticamente. Il progettista deve
osservare attentamente la forma che
verso cui. essa deve passare, chiamati
punti di controllo; se la curva passa
esattamente per questi punti, viene
g) Ordine di continuità. Una forma
complessa può venire modellata con
I
ha specificato, per valutarne l'esito e detta interpolrmte;se invece può essere diverse curve unite insieme, vertice
per formulare idee su come modifi-
carla, possibilmente mediante un pro-
gramma interattivo; idealmente egli
iscritta nella poligonale avente per
Yertici i punti prefissati, la curva si di-
ce approssimante.
contro vertice, è quindi necessario
controllare l'ordine della continuità
nel punto di collegamento. Un ordine
I
dovrebbe aver bisogno di modificare
solo un piccolo numero di parametri
del modello per ottenere il risultato
desiderato.
b) Valori multipli. La formulazione
matematica deve consentire, quando
necessario, di avere più valori di y per
zero significa semplicemente che le
due curve si incontrano in quanto i
due rami hanno in comune solo il
punto estremo; una continuità di pri-
I
Ciò rappresenta uno dei problemi in-
siti nella scelta di un metodo per rap-
presentare una forma: se viene fornito
una data x, cioè la curva può riavvol-
gersi su se stessa o assumere una for-
ma chiusa.
mo ordine richiede che le curve abbia-
no la stessa tangente nel punto di in-
tersezione e viene soddisfatta la con-
I
solo un piccolo gruppo di parametri, dizione di continuità della derivata
il compito del progettista viene sem-
plificato, ma la gamma di forme rap-
presentabili risulta essere probabil-
c) Indipendenza degli assi. La forma
di un oggetto non deve cambiare
quando i punti di controllo vengono
prima; infine una continuità di secon-
do ordinerichiede che le due curve ab-
biano la stessa curvatura nel punto di
I
mente limitata; se d'altra parte il nu- calcolati in un diverso sistema di coor- incontro (che è legata alla derivata se-
mero dei parametri è alto, si possono
avere dei modelli più differenz~ati e
accurati, ma nascono dei problemi di
dinate, come avviene nella formula-
zione analitica tradizionale.
conda).

Una curva piana può essere espressa


I
complessità che limitano l'esatta \'alu-
tazione della rappresentazione.
La presenza del computer in fase pro-
d) Controllo locale e globale. La for-
ma delle curve può essere modificata
spostando i punti di controllo; la cur-
attraverso un'espressione analitica
esplicita:
y = f(x) I
gettuale, ha portato a sviluppare rnn:•e ,·a può cambiare forma solo nella re- dove la coordinata x è la variabile in-
643 I
-- --··· -· -------
f
dipendente; con tale tipo di rappre- · raggio R, col centro nell'origine degli Consideriamo la forma parametrica:
sentazione: assi, è (fig. 41): x = au 3 + bu2 + cu + d

I 1) vi un solo valore di y per ogni x, e


questo vuol dire non poter rappresen-
tare delle curve che si riavvolgono o si
x(u) = Rcos(2nu)
y(u) = Rsen(2nu)
y = eu 3 + fu 2 + gu + h
Come si vede, vi sono otto coefficienti
intersecano; Per plottare la curva, si sceglie un de- disponibili per il controllo della curva.
I coordinati;
terminato intervallo di u, e di solito si
2) la curva dipende dal sistema di assi preferisce prendere dei valori compre-
si tra zero ed 1.
2) La forma parametrica può avere
un'inclinazione infinita senza avere
3) se la curva presenta una tangente problemi di calcolo.

I verticale, bisogna cambiare il sistema I principali vantaggi rispetto alla for-


di assi scelto. ma esplicita sono:
3) La forma parametrica separa com-
pletamente il ruolo della variabile indi-
pendente e dipendente, sia algebrica-
1) un'equazione parametrica usual-

I Una curva bidimensionale può però


essere anche rappresentata da due
funzioni del tipo:
mente offre più gradi di libertà della
forma non parametrica; per esempio
la curva cubica di equazione nella for-
mente che geometricamente, e permet-
te qualsiasi numero di variabili (per
esempio tre o quattro dimensioni).

I x = x(u)
y = y(u)
dove u indica il parametro;in questo
ma esplicita:
y=ax 3 +bx 2 +cx+d
ha quattro coefficienti per controllare
4) Gli elementi geometrici possono es-
sere espressi in forma di vettori e ma-
trici, permettendo l'uso di semplici
tecniche computazionali.
modo l'espressione di un cerchio di la curva.
I Tra le curve parametriche, le curve
CERCHIO spline costituiscono probabilmente il

I y !
metodo più comunemente utilizzato
nell'industria aeronautica e navale,
poiché consentono che la curva passi
per dei punti assegnati; esse derivano
I X
X = R cos ( 21tu)
Y = R sen (2nu)
il loro nome da uno strumento utiliz-
zato per il disegno tecnico chiamato
appunto, spline, costituito da una bac-
OSuSl chetta di plastica ( a questo proposito
I · si veda la figura 29 del capitolo 3)
deformabile in modo da passare esat-
tamente per una serie di punti, detti

I ELLISSE y !
punti di controllo, precedentemente
localizzati nel disegno (fig. 42).
Il comportamento di una spline é
strutturalmente identico a quello di

I - b X·= a cos ("21tuT


Y = b sen (21tu)
una trave ai cui estremi sono applicati
dei momenti di flessione che la defor-
mano, trasformandola in una curva
OSuSl regolare; una curva che si comporta in
I
X

a= semiasse maggiore questo modo è detta rnrva elastica o a


b= semiasse minore
minima energia, ed è rappresentata da
una funzione cubica ottenuta dallo
sviluppo di un sistema di equazioni
I polinomiali, i cui coefficienti e termini
noti sono determinati in base alle con-
dizioni imposte nei punti di controllo

I PARABOLA
X=-
t2

2p
assegnati.
La curva spline presenta tuttavia una
certa rigidità nei parametri e quindi
non è adatta per tecniche CAD interat-

I X
y =tp tive poiché basta un piccolo movimen-
to dei punti di controllo per avere
un'alterazione di alcune equazioni del
sistema e quindi delle variazioni note-
I F= Fuoco
d = direttrice
voli nella forma di tutta la curva.
Nelle curve di Bézier la possibilità di
poter variare con continuità la curva,
d per adattarla per esempio a criteri
I Fig.41. Formapnramelria1di 11/c1111e
c11n:>e
ca1111111i.
estetici, diventa molto più importante
del vincolo di passaggio per i punti di
controllo. Sono curve approssimanti,

I 644

I· ---- ----- ---------


cioè anziché passare per determinati B.ézier definisce infatti la curva attra- poligonodi controlloo poligonodi Bézier.
I'

punti, seguono un andamento che si verso una singola espressione para- Il grado della curva è determinato dal
avvicina alla poligonale da questi for-
mata, risentendo della posizione dei
punti assegnati come se essi fungesse-
metrica in funzione del parametro u
variabile nell'intervallo (0,1], nella
quale compaiono le coordi~ate dei
numero di punti di controllo ed in
particolare, se si fissano n + 1punti nel
piano (o nello spazio), la curva di Bé-
I
ro da poli di attrazione per la curva punti da approssimare. I punti di con- zier avrà grado n.
stessa. trollo assegnati formano il cosi detto La curva di Bézier di grado n, costrui-
ta su una poligonale di n + 1 punti
p(u), ha la seguente espressione mate-
I
~..~Au1oCAO - [unna:medJ ~~ E.i
matica, nel parametro u in funzione
della posizione di n + 1 punti di con-
trollo P;=
n
I
p(u) L p.B.
=i=O (u)
1 1,n

La funzione B.1,n(u) detta funzione


I
blending (o miscelante in quanto mi-

X
1 X
3 scela i punti di controllo per ottenere
una funzione composta che, oltre a
descrivere completamente la curva,
I
5 ne costituisce la chiave del comporta-

2
X
mento), è uguale a:
B.1,n(u) = C.1.nui(l-u)n-i
I
X

4
e C.1,n il coefficiente binomiale:
n!
I
jb X c.i,n=
i!(n-i)!
:w
. X
Oltre all'equazione vettoriale è possi-
bile scrivere le equazioni parametri-
che x, y e z separatamente:
I
fgo-aand: regen
··rcermnerating draving. ·- - .
n
x(u) = i~ x;B,,.(u)
n
I
y(u) = .Ly.B

· .~ ;_!dl
• •I

_YIM,i~~~; !:" _:~~~{-1f


• • •?1!~Y°'.'~-:~_·1l!::
~oo1t.i~•j1~;p:-,~~·~.~:

1~~ :~~-f~~
0 X

z(u) = i~ z,B;_.(u)
n
(u)
1=0 ' ,.,.
.I
-~~~mJg~
· ei!i§lg!~ '5(J~J'el mJ~L!..I
-~,~l®.l®..1 ·r11'\,f~1~
~lct(I-=-=---~-~ .:.3~~1---.
••~--~-.:-;~.,;
-~:x:~~ ·:,:;:>
/.l41r:1~1~,~,-~~4),lit1AI ·
~YE!I ., .. ::3-~~JID r-'1/IJ'J><IXAlla luce dei requisiti precedentemen-
.·.:~-.. ,: :~,f;-:~l'ii°~,;ii~:'.';..:',-
-~t:;~_:':-te indicati, si ha:
·--1
~ +
1. Punti di controllo. Nonostante non

1
3
o~
b.
O),
tutti i punti di controllo si trovino sul-
la curva. il risultato è correlato in ma-
I
+. niera prevedibile con la posizione dei
q
.1.
P':
punti qi controllo, ognuno dei quali
sembra esercitare la sua influenza sul-
la parte di curva a lui più vicina. I
I
ti'. punti di controllo soddisfano anche
2 _,. due importanti proprietà matemati-
che: la curva passa attraverso i due
punti estremi p(O) e p(n) ed è tangen-
I
te, nei punti estremi, al corrisponden-
te lato del poligono dei punti di con-
trollo; infatti la tangente in p(O) è data
da p(l) - p(O) e la tangente in p(n) da
I
•I
X p(n) - p(n -1). Naturalmente il grado
della curva dipende dal numero di
punti di controllo (fig. 43).
I
-B
ili .il

Fig. 42. Col comandoSpline di Autocn,iè i1ossibilediseg11are


1111a cin•a che i11terpola
i punti as-
2. Valori multipli. La formulazione
parametrica della curva di Bézier con-
sente di rappresentare forme a valori
I
seg11ati;ènecessarioperòdefi11ire
la ta11ge11te
nel punto i11izialce finale dellarnn:1a. multipli; se infatti il primo e l'ultimo

645 I
----------------- ---------- ... ---------
-------·
I
Pl

I
I
I Po
P3

I P2 P3
PI

I ~
V
P3

1-\_j
I Po

I P2

I Fig.43. Proprietàdellacurvadi Bézier:la curoapassaper il punto finale e iniziale,ed è tangente,nei due punti estremi,al corrispondentelato del
poligonodei punti di controllo.

'
I punto di _cqntrollo cojnçidono, la cur-
va risulta chiusa.
Questa .curva _di terzo grado viene,
chiamata cubica di Bézier, ed è molto,
diffusa nelle applicazioni CAD.
curve di Bézier che nelle spline lo spo-
stamento di uno dei punti di control-
lo, alterando la geometria globale del-
3. Indipendenza degli assi. Una cur\'a l'insieme dei punti di controllo o di
I di Bezier è indipendente dal sistema di
coordinate usato per rappresentare la
posizione dei punti di controllo.
La modellizzazione e la visualizzazio- passaggio, si ripercuote sulla forma
ne di curve e superfici un argomento dell'intera curva; per questo motivo
ricco e affascinante; molte formulazio- sono state studiate le curve B-Spline,
ni sono--state effettuate-oltre-ai metodi··- in-cui le modifiché dei·puntrdi con- --
I 4. Controllo globale e locale. Qùeste
curve non forniscono un controllo lo-
cale: muovendo un punto di control-
visti, come quello delle B-spline,delle trollo hanno influenza solo locale e
superfici quadratiche, delle superfici quindi diventano più controllabili nel-
lo, cambia la forma di ogni parte della di Coonse molti altri. Infatti sia nelle la forma.

I curva.
5. Riduzione delle oscillazioni. Le
curve di Bézier giacciono sempre al-
I l'interno della concavità definita dai
punti di controllo; pertanto non si
hanno mai oscillazioni eccessive.
P'2

I 6. Versatilità. La versatilità di una


curva di Bézier è funzione dei punti di
controllo usati; possono essere usati
più punti di controllo per descrivere
I forme complesse, ma le equazioni po-
linomiali di ordine superiore sono dif-
ficili da manipolare. Fig. 44. La curva di

I La curva di Bézier per tre punti, n=2 è:


p(u) = (1-u)2p(0) + 2u(1-u)p(1) + u2p(2)
Bézier non consente
1111adeguatocontrollo
locale, in quanto lo
spostamento di 1111
per quattro punti, n = 3:
I p(u) = (1- u)3p(O)+ 3u(1 - u)2p(l) +
punto (ad esempioda
P2 a P'2) provoca il
ca111/1ia111e11/o
dellafor-
3u2(1 - u)p(2) + u3p(3) ma dell'interacun•n.

646

I
I
A u T o e I
LOSPAZIO
CARTA Commond: TILEMODE
New volue for Tilemode < 1> : O
I
ELOSPAZIO
MODELLO Entering Paper space. Use MVIEW lo insert Model space

In quasi lutti i programmi di disegno assistito è possibile


disegnare in uno o più finestre affiancate, in modo do visuo·
viewports.
Command: MVIEW
ON/OFF /Hideplot/Fit/2/3/ 4/Restore/ <Firsl Poinl>:
I
lizzore varie viste dell'oggetto; quando si lavoro con le fine·
sire affiancale, ci si trov9 n_eJIQ..spoziomodel/o, nel .quole...s· __ __ é quindi possibile scegliere. uno finestra (Fil). 2, 3 4, op-
creo il disegno base; in questo coso, le modifiche apportate
in uno finestra, hanno effetto in tutte le oltre, anche se le im·
pure creare uno configurazione di finestre personalizzale.
Quando si posso nello spazio cario, viene visualizzato
I
poslozione di zoom, griglio o snop possono essere specifica- l'icono caratteristico nell'angolo inferiore sinistro (fig. 2); il
le singolarmente per ciascuno finestra.

È però possibile passare od uno opzione di visualizzo·


cursore o croce si muove sull'intero spazio, che può essere
così modificato. I
In questo caso le finestre mobili vengono trallote come
zione e plottaggio, introdotta con lo Release 11 , chiamato
spazio corto, con lo quale nell'area del disegno appare uno
spazio vuoto che rappresento lo "corto" su cui si organizza il
og~etti, e quindi nello spazio corto non é possibile modifica-
re il modello. Per le modifiche del modello, é possibile pos·
sare dallo spazio corto allo spazio modello:
I
disegno: in questo spazio si possono creare le finestre mobi-
li, che contengono le diverse viste dell'oggetto (fig. 1); queste
finestre possono essere editale come se fossero delle entità di
disegno, cioè è possibile spostarle, copiarle, cancellarle.
Commond: MSPACE I
In questo modo (fig. 3) é possibile modificare il modello·
Nello spazio caria è oltresì possibile aggiungere altri ele-
menti, lesti, blocchi, senza alterare il modello. Il vantaggio in
fase di stampo è notevole, poiché mentre dallo spazio mo-
all'interno di uno finestra dove é attivo il puntatore. Lo tabella
I mostro come le impostazione di spazio corto, spazio mo-
dello e Tilemode siano interdipendenti.
I
dello il plottaggio è sempre limitatoad una so/a vista (anche
quando sullo schermo sono siate attivale finestre multiple),
dallo spazio corto è possibile lo stampo di tutte le finestre.
Per il controllo dello vis_ibilitò__
degli ogg~tt_i_contenuti iD..
uno finestra mobile, é possibile congelare o scongelare loyer
nelle singole finestre, attivare o disattivare le finestre oppure
-1
Per il passaggio dallo spazio modello olio spazio corto, bi- lo messo in scalo delle viste rispetto allo spazio corto, in modo
sogna cambiare lo variabile di sistemoTilemode do ]- o O: do ottenere uno visto omogeneo per ogni visto visualizzalo. _I
-I
I _____ ____
-_______
: I
-$-
.......,...
.

I
I
I
I
Il modello Il modello visualizzato nelle finestre mobili

I
Fig. 1. Spazio cartae spazio modello.
6-17
I
_,_.
I
I l'=====a=====A=U==T=O=C==A=D=======!l

I Fig. 2. Lospazio corta.

I pvntatore o croce
chesi estende
nell'areadi disegno
------t_.. ____ E~~~===~~~===~~~:i:~~:l
~

-1--11-- ------'~-,==========:::::;--t-t--wl

I
I
I
I
I AutoCAO1 • FJLTER.DWG
Fo1mato Qpziool ~trumentl 1.
Fig. 3. lo spazio modelloall'internodellospa-
zio corta.
l~lnil~!Sl!ilf@,
..jimJm]§le,l@'B)<llttfiEl!iJ.
I-
pvntotorea croceche

I indicala finestracorrente
----,---,r-,

I
I
I iconedello spazio
modello

I Tob. 1. Utilizzod~llospazio cortae dellospa-


zio modello.

I SPAZIO
STATO
TILEMODE IMPIEGO

Spaziomodello 1 Utilizzare
unasingolafinestrao suddividere
lo schermo
in finestremultipleaffiancate
I Spaziocarta o Organizzare
il layoutcreando
finestremobilie aggiungendo
elementi
edannotazioni.
Lemodifichenonalteranoil modello

I Spaziomodello o Lavorare
all'interno
dellefinestremobilipermodificare
il modello

I 648

I
'====A=U=T=O==C=A=D========1J'' I
Modellazionein 3D
di un guida prismaticagirevole
tipo di algebra).Sono inoltre possibili le operazioni di estru-
sione e rivoluzione [fig. 5).
I
Viene fornito il disegno quotato in due viste !fig. 4). lo
scopo dell'esercizio é quello di eseguire il modello solido del
pezzo !utilizzando l'AdvoncedModelingExtensionAME del-
Tenendo presente gli ingombri, si definiscono i limiti del-
l'areo di lavoro:
Commond: UMITS
I
lo versione l 2 di Aulocod) e ricavare le Ire proiezioni orto- Rese!Model space limils:
gonali ed uri 9_§sonometrio.Il modellotore...utilizzoJo tecnico
0

dello rappresentazione costruttiva per la costruzione dei soli-


ON/OFF/<lower left corner> <0.0,0.0>: -100,-100
Upper right corner< 12.0,9.0>: 100, l 00
Commond: ZOOM .
I
di IConstructiveSo/id Geometry,CSG), cioé occorre iniziare
do elementi base quali cilindri, parallelepipedi, sfere, combi-
nale fino o formare solidi via via più complessi; le operazioni
impiegate sono di unione, sottrazione ed intersezione, chio-
AII/Cenler/Dynomic/Extents/Left/Previous/Vmox/Win-
dow / <Scale{X/XP)>: all I
mate anche operazione booleane !dal nome del logico ma- Si imposti il primo comando di creazione di un solido,
tematico irlandese G. Boole, inventore di questo particolare modellando un cilindro di diametro 55 mm e di altezza 32
I
50 I
I
I

I·. 040 • I -~ 1-- I


055 I
I
: : I
I
'
:
I
I
I
®
I I
I
I
I
I
I
I
I

2-1
I
112

Fig.4. Ildisegno quotatoe l'assonometriadella guida prismaticagirevole.

649
I
I
I
A u T o e A D
I
Fig. 5. li modellatore di
I AUTOCAD consente on-
che di effettuareoperazio-
ni di estrusionee di rivolu-

I zione.

-, asseY

~< polilinea
asse X

rivoluzione attorno rivoluzione attorno

I originale all'asse X all'asse Y

I
I
I
·-1
I
-1·
Fig. 6. Fig. B.

I
I
I
I
I
I Fig. 7. Fig. 9.

·1 650

-t---··. . ,... _ ...- ....


......
~.~
/
I
'====A=U==T=O=C==A=D=======!l~ I
mm; il modulo di ANIE viene caricato automaticamente.

Commond: SOLCYL
Commond: SOLSUB
Source objects...
Select objects: 1 found (selezionareun punto del solido)
I
lniliolizing ... Select objects: [Enter,per fine selezione]
lnitializing Advonced Modeling Extension.
Boseplone/Elliptical/<Center poinl> <0,0,0>:
Diometer/<Radius>: d
1 solid selected. (é stato selezionato l'elementodal quale
sollrarrel
Objects lo subtroct from them...
I
_ Diome~r: 55
Cenler of other end/<Height>: 32
Impostazione della visto assonometrico (fig. 61:
..Select objects: 1 found (selezionare il cilindrodi diame-
tro401
Select objects: 1 found (selezionare il cilindrodi diame-
I
tro 221
tommond: VPOINT
Rotote/<View poinl> <0.0,0.0, 1.0>: 1, 1, 1
Select objects: [Enter, per fine selezione)
2 solids selected.
PhoseI - Boundory evaluotion begins ...
I
. . . 2 solids subtrocted from 1 solid
Il solido viene rappresentato do uno rete poligonale lo
cui densità é regolata dall'impostazione del comando Solw
dens, che per default ho uno densità uguale od 1; si provi A questo punto, si costruiscono i modelli dei due fori di
diametro 10.5 (fig. 9):
-1
ad aumentare la densità:

Commond: SOLWDENS
Wirefrome mesh density ( 1 lo 121 < 1>: 7
Commond: SOLCYL
Boseplone/Elliplicol/<Center poinl> <0,0,0>: 41,0,0
Diometer/ <Rodius>: d
I
Diomeler: 10.5
Definiamo gli altri cilindri costituenti il modello:

Command: SOLCYL{fig. 7)
Center of other end/ <Height>: 70
Commond: SOLCYL
Boseplone/Elliplicol/<Center point> <0,0,0>: -41,0,0
I
Boseplone/Ellipticol/<Center point> <0,0,0>: 0,0,32 Diometer/ <Rodius>: d
Diometer/<Rodius>: d _
Diameter: 11 2
Center of other end/ <Height>: 38
Diomete.c 10.5
Center of other end/ <Height>: 70 I
Si procedo con un'ulteriore operazione di sottrazione:
I due cilindri creoli possono essere uniti fino o formare un
singolo elemento:
Commond: SOLSUB
Source objects ...
I
· command: UNION - .
Select objects: 1 found (selezionareil cilindrodi diame-
SelecLobjects: 1 found (selezionareil solido)
Selecl objects: [Enter]
1 solid selected.
·-1
tro 55) Objects lo subtrocl from them ...
Select objects: found (selezionareil cilindrodi diame-
tro 112)
Select objects: (Enter]
Selecl objects: 1 found (selezionare il primo foro di dia-
metro 10.5)
Select objecls: 1 found (selezionare il secondo foro di
I
2 solids selected. diametro 10.5)
PhoseI - Boundory evoluotion begins ...
... 2 solids unioned.
Si modellino i cilindri interni (fig. 8):
Select objects: [Enter]
2 solids selected.
PhoseI - Boundary evoluotion begins ...
I
. . . 2 solids subtrocted from 1 solid
Commond: SOLCYL
Boseplone/Ellipticol/ <Center poinl> <0,0,0>:
Diometer/ <Rodius>: d
Si modellino le due scanalature simmetriche di raggio
34.5, che verranno sottraile dal solido principale (fig. 10):
I
Diometer: 40
Cenler of other end/<Height>: 35.5
Commond: SOLCYL
Boseplane/Elliplicol/ <Cenler poinl> <0,0,0>:
Commond: SOLCYL I
Boseplone/Ellipticol/<Cenler poinl> <0,0,0>:
Diomeler/ <Rodius>: d
Diometer: 22
Center of other end/ <Height>: 72
66.5,0,48
Diometer/ <Rodius>: 34.5
Center of other end/ <Height>: 30
I
Commond: SOLCYL
Per modellare le entità interne, essendo fori, si effettui
un'operazione booleno di sol/razione:bisogno dapprima se-
lezionare gli elementi dai quali sottrarre (sourceobject).e poi
Boseplone/Ellipticol/<Center
66.5,0,48
Diometer/ <Radius>: 34.5
poinl> <0,0,0>:
I
gli elementi do sottrarre. Center of other end/ <Height>: 30

651
I
l. (
'I


I I A u T o·c A D

I
I ~ i_
I ·-· ··-.

I -

I /.

I Fig. 10.

I
I- -

I
I I- .

I
I Fig. 11. Fig. 12.
Cornrnand: SOLSUB Si utilizzano i comandi SOLCHAM e SOLFIL per poter
Source objects ... effettuare lo smussodi 3 x 45° e il raccordo tra i due fori in-
I Select objects: l found [Selezionareil solido principale]
Select objects: [Enter]
l solid selected.
terni di raggio 3 mm (fig. 11 ):

Command: SOLCHAM
Objects lo subtracl frorn them ...
I Select objects: 1 found (primascanaloturo}
Select objects: 1 found (seconda scanalatura)
Select objects: (Enter]
Pick base surface: (il comando richiede dapprima lo se-
lezione di uno superficie,e poi gli spigoli do smussare}
Next/ <OK>: (se é stata evidenziato la faccia desidera-
to, premere Enter,altrimentscegliere
i Nexl)
2 solids selected. Pick edges of this foce to be charnfered (press ENTER
--1 ... 2 solids subtracted from 1 solid
Si cambi il punto di oss~rvazione, dall'assonometria alla
when done): {selezionaregli spigoli dello superficie evi-
denziato che si voglionosmussare}
1 edges selected.
I vista lungo la direzione dell'a~se y:

Cornmand: VPOINT
Enter distonce along base surfoce < 0.00> :3
Enter distance along adjacenl surfoce < 3.00> : [Enter]

Rotate/<View point> <1.0, 1.0, 1.0>: O,1,0 Command: SOLFILL

I 652

I
A u T o e A D
I
I
I
I
I
I
Fig. 13. Fig. 15. I
Boseplone/<Corner of wedge> <0,0,0>: 25,60,58
length/ <Other corner>: 17.5,-60,58
Height: 12
Command: SOLBOX
I
Boseplone/Cenler/<Corner of box> <0,0,0>:
. 2_5,60,58 _ -- --· _ _
Cube/lenglh/<Other corner>: 60,-60,58
Height: 20
_
I
Commond: SOLBOX
Boseplone/Center/<Corner
25,60,58
of box> <0,0,0>:

Cube/Length/<Other corner>: -60,-60,5B


I
!
I

t
--- .. Height: 20 _ _ .. . -- • . _ -
---1
' l quattro solidi possono essere sottraiti dal solido princi-
pale (fig. 13):

Commond: SOLSUB
Source objects...
R
Select objects: l found (selezionareil solidoprincipale)
Fig. 14.

Pick edges of solids lo be filleted (press ENTERwhen do-


Select objecfs: [Enter)
l solid selected.
Objecls lo subtroct from them...
I
nel: (selezionarelo spigolo)
Select objects: l found (selezioneprimo cuneo)
l edges selected.
Diometer/<Rodius> of fillel< 0.00> :3
Select objects: l found (selezione secondo·cuneo)
Select objects: 1 found (selezioneprimoparallelepipedo)
I
Per modellare lo guido o coda di rondine, é necessario Selectobjects: l found (selezionesecondoparallelepipedo)
creare due cunei solidi e due parallelepipedi, che saranno
sottratti dal solido principale; per lo creazione del cuneo soli-
do, si lengo presenle che lo base del cur,eo viene disegnato
Select objects: [Enter]
4 solids selected.
... 4 solids subtrocted from 1 solid (fig. 14)
I
sempre parallelo al piano di costruzione corrente. e con le
facce inclinale che si rastremanolungo l'asse x (fig. 12).

Commond: SOLWEDGE
Per lo modellazione dei cilindri aventi l'asse perpendico-
lare o quello principale del pezzo, é necessario utilizzare un
sistemo di riferimento utente (UCS, UserCoordinçiteSystem).
I
Boseplone/<Corner of wedge> <0,0,0>: -25,60,58 in quanto Autocod modello i solidi con le facce principali ubi-
length/ <Other_corner>: -17.5,-60,58
Height: ·12
cate nel piano x,y; il sistemodi coordinate avrà quindi l'origi-
ne sull'assedei cilindri ortogonali e sullo superficie di diame-
I
Commond: SOLWEDGE tro 112 (fig. 15). Per definire il nuovo sistemo di riferimento,

653 I
1
I
A u T o e A D
I
verrò utilizzato il metodo dei tre punii, che definiscono rispet-
I tivamente l'origine, un punto sull'asse x ed un punto sull'asse
y: l'asse z sarò automaticamente orientalo secondo la regola
della mano destro (v. capitolo Il).

I Command: UCS
Origin/ZAxis/3point/Entity /View /X/Y /Z/Prev /Resto-
re/Sove/Del/? / <World>: 3
-·I Origin point <0,0,0>: 0,56,54 ·
Point on positive portion of the X-oxis <1.0,56.0,54.0>:
1,56,54
Point on positive-V portion of the UCS XY pione
I <0.0,57.0,54.0>: 0,56,55

Si sposti l'icona delle coordinate sull'origine:

I Command: UCSICON .
ON/OFF/AII/Noorigin/ORigin <ON>: or

I Si modellinoi tre cilindri, di diametro 24, 20 e 16 (fig. 16):

Command: SOLCYL
Baseplane/Elliptical/ <Cenler point> <0,0,0>: 0,0,-1 O
Fig. 16.

I Diameter/<Radius>: d
Diameter: 24
Center of other end/ <Height>: 20
Commond:SOLCYL

--1 Baseplane/Elliptical/<Center point> <0,0,0>:


ùiametèr/ <Ra01us>:
Diameter 20
a - ·- ·-
Center of other end/ <Height>: 56

I Command: SOLCYL
Baseplane/Ellipticol/ <Center point> <0,0,0>: [Enter]
Diameter/ <Radius>: d
Diameter: 16
I .. - -C:enter-of otner end/<Hefght>: 1°20.. - -·- - --

Si cambi il punto di visto:

I Command: VPOINT
* * * Switching lo the WCS * * *
Rotate/ <View point> < 1.0, 1.0, 1.0>: 1,0,0
Fig_17.

"J.:

I
Po Y- g,.. D.... l"" l!ov
* * * Returningto the UCS * * * [di

ei ~ Q ~~~ j!;j3-!J~~m ~ ~ o.~1.ffil.1.J


Regeneratingdrawing. e ,.e.,..-..-. P-/lC15 • 3.!lf~l==-~T~P!1:
Per definire la scanalatura, si costruisco un parallelepipe-
r //X X 0:0·..1.'(> • ·i:;,~/.;P:><.
I\. 0~'\.:~,!~':i!'M°'ttf'!· r·m-A'~ii._____
1

I do di larghezza 24:

Command: SOLBOX
Boseplane/Center/ <Corner of box> <0,0,0>: 12,0, 1O

I Cube/Length/ <Other corner>: -12,40, 1O


Height: -15

Si sottraggono dal solido principale le ultime entità crea-


I te [fig. 17):

Command: SOLSUB
Source objects... :
I Selecl objects: 1 found (selezionareil solidoprincipale)
Selecl objects: [Enter]
f.~er,u1~1
·:1d1ng hM:
a.••r.d
dra.vin,
lOOt doue ------·----

1 solid selected. Fig. 18.

654

I
I
'=====A=U==T=O=C==A=D======!II I
Objects to subtroct from them ·_.. Si cambi il punto di vista nelle prime tre finestre.
Select objects: 1 found !selezionaregli elementicilindrici Commond: VPOINT (finestrain alto o sinistro)
e il parallelepipec/o) Rotate/ <View point> < 1 .O,1 .O,1.0>: O, 1,0 (visto prin·
Select objects: 1 found cipole .
Commond: VPOINT (finestrain bosso o sinistro)
Select objects: 1 found
Select objects: 1 found
Select objects:
Rotate/ <View point> < 1 .O,1.0, l .0>: 0,0, 1 (pianta)
Command: VPOINT (finestrain alto a destro)
I
4 solids selected. Rotate/ <View point> < 1.O,1.0, l .0>: 1,0,0 {profilo)
... 4 solids subtradec:Ucom1 solid
Commond: VPOINT
* * * Switching to the WCS * * *
Nelle quattro finestre rimane visibile il modello solido, ma
con attributi di visto differenti (fig. 20); per ottenere le proie-
I
Rotate/ <View poinl> < 1.0,0.0,0.0>: 1, 1, 1 zioni ortogonali si deve utilizzare il comando SOLPROF,
* * * Returningto the UCS * * *
Regeneroting drawing.
che crea gli spigoli ed i contorni delle superfici del solido, se-
condo la vista definito; in genere vengono creati per ogni vi·
sta due blocchi, uno per l'esterno e un altro per gli elementi
I
Il modello solido è così completo, e o questo punto è pos- interni, posti in loyer di nome opportuno.
sibile provare a visualizzare il modello eliminando le linee
nascoste, per lo verifica della geometria; è necessario però
visualizzare il solido come entità polirete (mesh),cioé appros-
Commond: SOLPROF(selezionare il solido in·una delle
viste e ripeterela procedura per tutte e quattrole finestre)
I
simarlo con uno serie di facce multispigolo col comando
SOLMESH;le superfici cuJVesaranno così approssimate do
segmenti, e solo dopo queste operazione è possibile visualiz-
l solid selected.
Display hidden profile lines on separate layer? <Y>: [En·
ter]
I
zare il solido senza spigoli nascosti col comando HIDE. Per Project profile lines onta o piane? <Y>: >: [Enter]
ritornare alla visualizzazione tradizionale, è possibile impie-
gare il comando SOLWIRE.
Delete tongentiol edges? <Y>: >: [Enter]
... Hidden line removal computati on of current sol id is
completed.
I
Command: SOLMESH
Select objects: 1 found (selezionareil solido)
Select objeèts: [foter]
1 solid selected.
Si disattivi il layer O contenente il solido elementare, in
...modo do visualizzare sofo i pratili come lo fig-uro 21 . Come
si vede, non si può ancora utilizzare il layout costruito per un
I
1 of 18 of Phase I surface meshing ... disegno in proiezioni ortogonali, in quanto si hanno dei pro-
.. , Surface meshing of current solid is completed.
Creating block far mesh representation ...
Done.
blemi di scala e di allineamento delle viste; il problema può
essere risolto memorizzando ogni singolo vista come un bloc·
co su disco, che potrò essere richiamato in un nuovo file. Pri·
I
'
.

_mo.di creare il_~loc;ço_~-neces~a!io ~r_ò trasformqre .!9'!_ist.9


Command: HIDE
Regénerating dra~ing.
... done 100% (fig. 18)
corrente in una visto nel piano X e Y, in modo do rendere
coerente l'orientazione di tutti i blocchi.
I
Command: SOLWIRE Si 'selezioni uno delle quollro finestre, ad esempio quello
Select objects: 1 found
Select objects: [Enter]
1 solid selected.
in alto o sinistro.

Commond: UCS
I
Origin/ZAxis/ 3 point/Entity /View /_X/Y /Z/Prev /Resto-

Per la rappresentazione in proiezioni or:ogonoli, si può


passare dallo spazio modello allo spazio corto:
re/Save/Del/? / <World>: v (l'icono UCS cambia)
Commond: WBLOCK (viene aperto un riquadro di dio·
logo nel quale viene chiesto di memorizzare il blocco
I
con un nome, od esempio prospet).
Commond: TILEMODE
New·value lor TILEMODE< 1>: O (spazio corto)
Block nome: [Enter]
lnsertion base point: (selezionare un punto qualsiasi)
I
Entering Paper space. Use MVIEW lo insertModel space Select objects: w (usare uno finestradi selezione)
viewports.
Regenerafing drawing.
Command: MVIEW
First corner: Other corner: 2 found !selezionare tuffo il
profilo)
Select objects: [Enter, fine selezione]
I
ON/OFF /Hideplot/Fit/2/3/ 4/Restore/ <First Point>:
4 (divisionedello schermo in 4 finestre,fig. 19)
Fil/ <First Point>: f
Command: MSPACE!do questo momento é possibile
Si ripete il procedimento con tulle le altre finestre, utiliz·
zando dei nomi mnemonici dei file (pianta, profilo, osson).
Naturalmente i profili spariscono dallo schermo !mo il model-
I
modificare il modello all'internodello spazio corto) lo rimane integro). Il disegno corrente viene quindi solvato,
Commond: UCS (ritornoolle coordinale assolute)
Origin/ZAxis/3point/Entity /View /X/Y /Z/Prev /Resto·
re/Sove/Del/?/<World>: w
aprendo successivamenteun file nuovo. · -

Commond: NEW (creazione nuovo disegno)


I
655 I
··I ·t·J€\,M~I
;~·~1
I Solids
ti:10.J
E3

l----------l-----r(j101elA.~l~T@l~l~l~_l~l~T~I
I
I
Rende, E3

I
I Regenerating drawing.
Command: s ace

I Fig. 19. Lospazio cortocon TILEMODE


ugualeo zero.

~Autot:AO -1Pez4I l!!lr;=JEi _Cç,_mrnand:INSERT

·I ;t,ì [rl.--f;at Yiew .Qata-1!~


til@l~il~ xl~f~l~il~~M~ e.r~i@:i~I
~ ,~ 3;f *'•;,•
!oolr !:!~ -

...... _.. i.I~ ~ 1-.-. "BYIA~R


• p,/~COS
···- • ·•
~.1.JI
i.I~~.fil! I
· ·-· - - - -· ~29 - (ripetere il comando 4
volle, digitando i no-
mi dei quattro bloc-
chi, prospet, pianto,
I rl/l/x"x!0!0l..!.. l-é>!
• !ièl.l'i~l x.ln.!Elli Hi'\i-kJl~!:-U!i:i
1ttt!(~}i,,-A:lillJ!A'.1rjll profilo ed asson); è
possibile così ottenere
il disegno di fig. 22.

I
I
I
I
/il 1..-center/[•1na.1uc/E:-:tentsl'Lef t/Previous/V1•a>:/V1ndov/<Sca.le(X/XP) >. v
First corner: Other corner:
Co1uaand:
Fig. 20.

656

I
A u T o e A D I
I
~ /. ............... J._ ..L............. ~.\
J
----·---------·---1 :
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_} (_ i
: ·,.r···-------..····-l...
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I
I
I
I
I
I
I
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I
1
I
I
I
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I
I
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I
1
I
I
t
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
t
I
I
I
! : I I

Fig. 21._
I
B-B A·A
I
~ I
1------l' : ,_,__ __.
·-·;·-·--0~-·--·-·-·-·-·-
I
I I

I
~, I
I
,
I
Bj
I

I
I
Fig. 22.

657
I
-~...:.:.---·-':':'""' ... I
I
I

I
1. Eseguire il plottaggio della seguente curva:
Per il plottaggio del grafico in Autocad conviene seguire le
seguenti fasi:

I x = 60 ucos(60r.u)
y = 60 usin(60r.u)
1) i dati generati da Excel vengono copiati all'interno di un
programma di videoscrittura (impiegando un word proces-
Il plottaggio va eseguito con il programma Autocad. sor qualsiasi. ad esempio Winword 6), sfruttando i comandi
I Per lo svolgimento dell'esercizio è opportuno utilizzare il
Copia ed Incolla dell'ambiente Windows;

programma Excel; il foglio elettronico va costruito attraver- 2) i dati vengono opportunamente npuliti di tutti gli spazi, e
14 so la composizione di 3 colonne in cui calcolare rispettiva- viene aggiunto la parola LINE alla prima riga del file. Il file
Il mente x, y ed il parametro u. Il valore del passo che deter- viene salvato in formalo testo, con l'estensione .SCR (chia-
mina la risoluzione deJlacurva viene impostato a 0,001. mandolo ad esempio spirtale. scr);
NeJJacolonna della x inserire:
I =60*H9*COS(60*H9*Pl.GRECOQ) 3) per il plottaggio della spirale con Autocad, basta sempli-
cemente digitare il comando SCRIPTe richiamare il file spi-
ed in queJJadella y: rale. scr. Automaticamente si vedrà apparire sullo schermo

I =60*H9*SEN(60*H9*Pl. GRECOQ) 11disegno della curva.

I ~ Microsoft E1<cel- Cartell


j~-ÉD~-,~-Moditk~:·yj~J;u~za
InserisciFQrmato~trumenti--Qati -~- /{'!!-?:/;-z::·--
i=ìnt~tra:-1 ·~~:~-~ -·<[ ·:t:'.
l!IOOE!
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Àrial,..
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Y_..:,·. __ __: ____
~--------· _
0,001
o
11 0,002
1 12
13
0,003
0,004
14 0,005
I 15
16
0,006
0,007
17 0,008
I 18
19
0,009
0,01
20 0,011
I 21
22
0,012
0,013
23 0,014
I i i
24
~ ~I Fo liol Fo lio2 Fo lio3
0,015
_ijj
•I
Pronto lr- 11INUM1r-1
I Col foglio elettronico (Excel) è possibile generare in pochi secondi una serie qualsiasi, definendo 11valore iniziale ed il pas-
so; in questo caso vengono generati i valori del parametro u tra Oe 1 con passo 0,001.

I 658
I

X Microwft Excd - Cartel1 l!l~EJ


I
)~ !:,ie Modfita~a lnseriscil'![rmato ~ Qatl ~stra 1 -·,:;-- .Ì:.}> . ?,if è.:':.:.Jm~

9_~~~.~2.li!a,@_4 '° · °' ·lt. ~I 1: r-J! ii D tf~I 1~~- -1~_:f½t:


-1~-----------="~_}la
I .s1~5:am !il% r:~1!31'~~.:a-~-~,~~
I
F9 ,.. . i.'l·= =60"H9"C0S(6()"H9'PI.GRECOO)

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12 _____ 0,15198 0,003
13
14 --------------
1s-- ------------·-- ·---o.1·s32s
1s
0,17495
0,17634

0.10445
-
0,004
0.005
-- ·0:000-------
0.001
-----------··-- - ----
.
--··-
- -

-- ---- -------
.
I
11 0.03014 . - 0,008 ---- ·-- - ---- -------
18 - -------------·-:.o.os16a
19 .
20 ---··-·.
___ -0,18541 - .
· -0.31796
--·-o.oog··-
·0.01
0,011 •
-
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... --·. - --
·- - -·-·-··-
I'

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I~ ~ > >I Fo liol

Il~ .-·èi·c;,··p;~
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o·o~ 411-~
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'-0,45895

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. , . ..
0,012
. ... )1.J.
---
·f~; ...·-·~- ':-. -:---:~~-,~
'§ • ., 1-
,J:l
->.,
.
Definizione dell'equazione parame-
trica x in funzione del parametro u
I
1 · ·,,:{;,,ff~J
A"cnto · • .Jr- 1:, ...: • · · r.r~r.-r· /4
(cella H9). La formula viene copiata

X Mìcmwft Ei<cel · Cartell l!l~Ei


in tutte le altre celle della colonna F.
I
I~ E.leModifica~a · 1~
ID~ lii I~~ =,,J_t"~641;,., ·""·lii. ~Il:· f.·
IAnài
• ···..:~~--~~-::.· ';µ I s I!i: l!i: =lii mil.f1%
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0,11157
0,15198
0,01124
0,04417
0,09645
o!
0,001
0,002
0,003
I
13 I
14 I
15
16
0,17495
0,17634
0,15328
0,10445
0,16429
0,24271
0,32574
0,4068
0,004
0,005
0,006
0,007
I
I
~
17

19
0,03014
-0.06768
-0,18541
0,47905
0,53574
0,57063
0,008
0,009
0.Q1
I
20 -0.31796 0,57836 0,011
21 I
22
23 !
24:
-0.45895
-0.601
-0.7361
-0.85595
0,55477
0,49719
0.40467
0,27812
0,012
0,013
0.014
0,015
I
~
25 I
26
27]
l
-0,95243
-1,01799
· -1,04607
0,12032
-0,0~05
-0,26859
0,016
0,017
0,018
I
28 I -1.0315 -0,48539 0,019

Pronto I r- ,r~r-.-r
Definizione dell'equazione parame-
trica y in funzione del parametro u
(cella H9).
I
659
l·=t:I-
L!:J~ ;,.! • 1 " ;..2._:..._..,,,,..,.._,.._,.,.,.._,..,,.,...,,,
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__ 4 5 • 7 • 8 ' 1 • 10 • 11 • 12 • !3 •,._

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I
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I :~
)
·~
0.05894.0.01124
0.11157,0.04417
0.15198,0.09645
0.17495,0.16429

I .~
...!
0.17634,0.24271
0.15328,0.32574
0.10445,0.4068 I dati delle colonne F e G sono
~~ 0.03014,0.47905 stati copiati all'intemo del pro-

I ~/

"';
. ,.
-0.06768,0.53574
-0.18541,0.57063
-0.31796,0.57836
gramma Winword (sfruttando i
comandi Copia ed Incolla del-
l'ambiente Windows). I dati ven-
~~ -0.45895,0.55477

I Ii ir~Jt7~!;2 ,,",
~~soo~~,~~·~-.A::-_'~
-1· 11~":-':Jit~t1~-~ ~,·e·a·ji- ";~;-=-tr
_
o>"-s;,"'*~~1
7
J gono opportunamente ripuliti di
tutù"gli spazi, e viene aggiunto la
parola LINE alla prima n·ga del
file. Il file viene salvato in forma-
to testo, con l'estensione .SCR
(chiamandolo ad esempio spir-
IPg l w-~,
-. · Sez l !.:}~=:.. ·t/17 IA4,5cm Ri 6 Col 16 . (REV:f§r
(REG ·f~.r:;,
: '-"" tale. scr).

I M.!Au1oCAD(unnamed]
!nlfio f':'l,I~~;,.Qalà,
:Qptiona
I~ H~ . -;: . .:' ~J;:s,:.
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\'. . ~2!.l
- l!!I~ E)

Dl~IQI~ xl~lel ~~~~~~ 0.10.1~1~1 fMll\-l~b ~.1.JI


1-- ~li9i)~·t•.~·-:
..:. ·. ·--~ ·..:1~~1-.-,._-
/,l~!r:l<'il~lC?.I
;J®lntlAII
...'~~-!I~·-=·.•.:J~_;!].@p-;.1;1;ixlx

1
I
I
I
I Plottaggio della spirale con Au- -
tocad; basta semplicemente di-
gitare il comando SCRIPT e ri-
• I
chiamare il file spirale. scr. Auto-
I ,.aa.nd: p,,n
~pisplacekent:
OJ1aand:
Second point:
ili il
~ maticamente si vedrà apparire
sullo schermo il disegno della
curva.

·1 660

-1-
----
-...
~~i~~(:· ' I
::·'\~;t~~ft·;~i
ii:-_____________ ~~~~ a_c_u-ra_d_i
-G-io_v_a_n_n_i_P_o_d_d_a
I
t:\·-r--:~1.
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r,, .
I
~~: "j\·.·;:_;,-.J
,r

.
t
..-
' ..;-~:..-
I
-&- le tolleranze
secondo la normativa americana
..1
I
- le quote che definiscono la grandez- giata sul primo piano di riferimento
za delle cave e dei fori (e così dei den- ed abbia con esso tre punti di contat-
I
ti, degli alberi e delle parti sferiche) to. In tal modo il pezzo può traslare in
ILSISTEMA
AMERICANO
sono sempre comprese tra un limite qualsiasi direzione sul piano e ruotare
inferiore ed un limite superiore (tolle- attorno ad un asse perpendicolare al
ranza dimensionale) piano. Esso non può traslare lungo di-
I
DITOLLERANZE - ogni cava e ogni foro (e così ogni rezioni perpendicolari al piano né può
DIMENSIONALI
EGEOMETRICHE
dente, ogni albero e ogni parte sferi- ruotare attorno ad assi giacenti sul
ca) possono scostarsi dalla posizione piano.
teoricamente esatta di una quantità, - un'altra faccia B del pezzo, ortogo-
I
definita, per fori ed alberi, da un dia- nale ad A, venga spinta contro il se-
Il pezzo in figura 1.1 è composto da
due parti, una orizzontale ed una ver:-
metro e, ..per cave e denti, da.una lun- condo.piano di riferimento ed abbia
ticale, che formano tra di loro un an- ghezza
zione).
(tolleranza geometrica di posi- con esso due punti di contatto. In tal
I
golo retto. Ciascuna parte ha un profi- modo il pezzo può traslare in una di-
lo composto da archi di cerchio e da
segmenti rettilinei. Nella parte verti-
cale sono stati eseguiti due fori pas-
rezione individuata dalla intersezione
Il controllo univoco del pezzo viene ot- dei due piani di riferimento, ma non
tenuto collocando il pezzo in un siste- può più ruotare.
.I
ma di riferimento formato da tre piani - una ultima faccia C del pezzo, orto-
santi ed in quella orizzontale ancora
-due fori a due diamètrt anén'essi pas-
..mutuamente ortogor-tali,in modo che;. -·gonale a-d·A e-a B, venga mandata -
santi. Nella parte verticale inoltre è - una faccia A del pezzo venga appog- contro il terzo piano di riferimento ed

stata eseguita una cava passante. La
cava ed i fori hanno delle grandezze,
due lati per la cava, un diametro ed
una profondità per i fori, specificate
I
da delle dimensioni. Cava e fori han-
no nel pezzo una posizione, assegnata
per la cava mediante una distanza
dalla parte orizzontale e per i fori me- 2x010±0,1 passanti
I
diante due distanze che ne individua-
no l'asse.

Le quote (quote e dimensioni verran-


I
no usate con lo stesso significato) da
mettere nelle proiezioni ortogonali de-
vono permettere un controllo univoco
I
del pezzo, per poterne determinare
l'accettazione o il rigetto in base alla
precisione di esecuzione richiesta, che
viene assegnata secondo tre principi:
I
- le quote che definiscono la posizio- 2x 010±0,1 passanti
ne delle cave e dei fori (e così dei den-
ti, degli alberi e delle parti sferiche)
vengono considerate sempre esatte
L..,016±0,2·:::3::0,02
I
(dimensioni di base) Fig. 1.1

661
I
I ·abbia con esso un punto di contatto.
In tal modo il pezzo non ha più alcu-
~appresentativi della faccia del pezzo.
E perciò necessario definire meglio le
mento, ma impedisce soltanto una ro-
tazione ed una traslazione), il valore
na possibilità di mo\'imento. facce che andranno a contatto con i della tolleranza di perpendicolarità di
I Le misure vengono effettuate secondo
direzioni perpendicolari ai piani di ri-
piani di riferimento o, come si usa di-
re, qualificarle rispetto al r_iferimento.
B rispetto ad A sarà maggiore del va-
lore della tolleranza di planarità asse-
ferimento e con origine nei piani di ri- La qualificazione della faccia A si rag- gnata ad A.

I ferimento stessi.

~:!lf eft:;i:~i~~f ~~t~~~~;~p:~~~:~~


giunge imponendo che la sua superfi-
~i~,;t~~i~~~~~~:~:~adI;r~~;:a~
La qualificazione della faccia C si ot-
tiene imponendo ovviamente una tol-
leranza di perpendicolarità rispetto ad
del pezzo. Le facce del pezzo che van-

I f no di riferimento) e che quindi deter-


no a contatto con i piani di ri erimen- mina l'orientamento delle altre facce,
to sono state indicate con A, B e C.
Si fa notare che mentre il sistema di ri- sia controllata mediante una tolleran-
A ed una tolleranza di perpendicola-
rità rispetto a B, con le stesse conside-
razioni precedenti per quanto riguar-
·
fenmen to e, compos to d a tre piaru
. . mu- za di planarità. Questa tolleranza sta- da il valore.

I tuamente perpendicolari, le tre facce bilisce che la·supérfide della faccia sia
del pezzo che vanno a contatto conta- contenuta entro due piani paralleli po-
li piani non sono, in generale, né pia- sti a distanza assegnata (pari al valore
Stabilita così una buona corrisponden-
za tra facce e riferimento, si può pas-
ne né perpendicolari tra di loro. della tolleranza di planarità). sare ai fori ed alla cava.

I Esse possono però essere qualificate La qualificazione della faccia B si ot-


per avere un buon contatto con i piani tiene per mezzo di una tolleranza di
I fori nella parte verticale sono sta ti
definiti:
- dalla posizione teoricamente esatta
di riferimento, e cioè per essere da perpendicolarità della superficie della

I questi ben rappresentate. Si ricorda faccia B rispetto alla faccia A. Tale tol-
che i tre punti più alti di una faccia di leranza specifica che la faccia B sia
un pezzo reale definiscono univoca- contenuta tra due piani paralleli, posti
del loro asse (perpendicolare al piano
di riferimento su cui si appoggia la
faccia B), rispetto ai piani di riferimen-
mente un piano, al di là dei casi dege- a distanza assegnata (pari al valore to su cui si appoggiano le facce A e C;

I neri di punti allineati o coincidenti, della tolleranza di perpendicolarità),


ma la stessa faccia, rappresentata teo- ed inoltre perpendicolari alla faccia A.
ricamente a disegno, può presentare, Si noti che la tolleranza di perpendi-
- dal diametro, a.cui è assegnata una
tolleranza dimensionale;
- dall'errore sulla posizione teorica-
nei vari pezzi prodotti, questi tre pun- colarità comprende una tolleranza di
I ti in posizioni e altezze differenti. Per- planarità di ugual valore; perciò, visto
tanto, nell'insieme dei pezzi prodotti, che la planarità della faccia B è meno
questi piani possono non avere giaci- importante di quella della faccia A (la
mente esatta dell'asse, assegnato per
mezzo di una tolleranza geometrica di
posizione. Secondo quanto indicato
nel riquadro della tolleranza geome-
tura coincidente e quindi non essere_ .. faccia B non determina alcun orienta- trica di posizione, l'asse del-foro deve - --

I
I y

I ili) -:-j-11 : , O 0,02


t /l . _J~
I
6:03
M_j 1-(51)
,_____ (102)-----

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I :1 I

_.~·-----'..,.'-'----i
11
Ij_ 10,021A I

I
I
I Fig.1.2

·1 662

I---·------,-·
. ... -.;.
--·- .... :--
trovarsi entro un cilindretto di con-
trollo, di diametro pari al valore indi-
ai piani di riferimento). Si noti che ar-
chi e profili nella proiezione rappre-
il raggio di raccordo teoricamente
esatto.
I
cato dalla tolleranza, ed asse collocato sentano in realtà delle superfici. Completano la quotatura del pezzo la
nella posizione teoricamente esatta ri-
spetto al sistema di riferimento (per-
ciò, perpendicolare al secondo piano
Alla forma teoricamente esatta così-
definita è applicata una tolleranza di
indicazione della profondità della ca-
va e della profondità dei fori di dia-
metro maggiore (nella parte orizzon-
I
di riferimento, ed alla distanza teori- profilo, che stabilisce che il profilo tale del pezzo); a tali profondità sono
camente esatta dagli altri due).
Un discorso analogo vale per i fori a
reale deve essere compreso tra due
profili di "offset", simmetrici rispetto
alla forma esatta e posti tra di loro alla
assegnate delle quote con tolleranze
dimensionali.
I
due diametri che stanno nella parte
orizzontale. La posizione teoricamen-
te esatta dei loro assi ( perpendicolari
al piano di riferimento su cui si ap-
distanza indicata nel riquadro delle
tolleranze.
L'offset di un profilo è il luogo dei pun-
Riepilogo
È stato dimensionato un pezzo com-
posto da una parte orizzontale e da
I
poggia la faccia A) è definita rispetto ti che si ottiene nel seguente modo: una parte verticale, contenente dei fo-
ai piani di riferimento su cui si appog-
giano le facce B e C, i loro diametri so-
no compresi entro una tolleranza di-
- per ogni punto del profilo si traccia
una perpendicolare orientata
ri ed una cava. Per tali fori e tale cava
sono state assegnate: I
- su tale perpendicolare si prende un - le quote che ne specificano la posi-
mensionale e l'errore sulla posizione
teoricamente esatta è stabilito da una
tolleranza geometrica di posizione.
punto a distanza costante (distanza di
offset) dal profilo.
Inoltre, nel caso di profili con punti
zione teoricamente esatta;
- le quote, comprese entro un interval-
lo, che ne specificano la grandezza;
I
La cava sulla parte verticale è definita: angolosi (fig. 1.3): - l'errore ammesso sulla posizione
- dalla posizione teoricamente esatta
del suo piano medio, rispetto al piano
- se l'offset è dalla parte convessa del
profilo, vengono eliminate le porzioni
teoricamente esatta.
Per quanto riguarda la forma del pez-
I
d,,iriferimento su cui si appoggia la di offset che si estendono oltre il pun- zo, nella vista frontale, nella pianta e
faccia A;
- dalla sua larghezza, a cui è assegna-
ta una tolleranza dimensionale;
to angoloso di offset;
- se l'offset è dalla parte concava del
profilo, le curve di offset vengono
nella vista laterale sono state assegnate:
- le quote teoricamente esatte neces-
I
sarie per la costruzione della forma;
- da una tolleranza geometrica di po-
sizione che precisa l'~rrore sulla posi-
zione teoricamente esatta del piano
estrapolate fino a che non si incontra-
no in un punto.
. . . . .
- l'errore ammesso sulla forma.
T tt t t t t
I
medio. Secondo quanto indicato nel La presenza dei nfenmenh nel ~1qua: u e ques e quo e sono s a e assegna-
riquadro della tolleranza geometrica
di posizione, il piano medio della ca--
va deve trovarsi entro due piani pa-
dro _della tol~er~n_za geom~tnca _di
·profilo sta a·s1gmf1care che il profil~
reale de~~ ~ss~re confron~ato con!
te rispetto ad un sistema di riferimen-
to composto da tre piani mutuamente _
ortogonali. Nelle proiezioni sono sta-
I
ralleli, posti tra di loro ad una distan- due prof1h hm_1te,quai~d~ 11 pezzo e te indicate e qualificate le facce del
Pezzo che vanno a contatto con i piani
za indicata dalla tolleranza e simme-
trici rispetto al piano medio teorica-
mente esatto (che è parallelo al primo
Collocato nel S15t ema d 1 n fenm e n to ,
1 1 -- d tt · d
con. e reg? d~ g1a e e m prece enza
PIeri pdunh 11conta_tto. d f" . 1 f
di riferimento, mediante tre punti la
prima faccia due punti la seconda ed
un solo punto la terza.
. I
piano di riferimento ed ha da esso n mo o ana ogo viene e m1ta a or- . . . . .
· d" ·- · -· ··- · · 1 '1 1 -
una istanza ugua e a va ore teorica-
mente esatto indicato sul disegno).
· · · -- ma nella vista in pianta tra i·punti in--
d" · z K A, h ·
~cah cl?n h~cd~n . 11·ne e mdquf~s!~
vista g 1 are 1 1 cere 10 sono e miti
Tutte le-quote-hanno ongme nei piam
di riferimento e sono misurate secon-
do direzioni ortogonali a tali piani ·
I
dalla posizione teoricamente esatta
Restano da definire la forma e le di-
mensioni del pezzo.
La forma è definita nella vista fronta-
dei loro centri rispetto ai piani di rife-
rimento su cui si appoggiano le facce offset I
le, assegnando il profilo teoricamente
C e B (tali centri coincidono con i cen-
~ -.
-
esatto nel modo seguente:
- il punto indicato con Y (fig. 1.2) è de-
tri dei fori), e dai raggi teoricamente
esatti.
La parte incassata è definita dalla di- '
v'
,'•/
.....
·, - ........----c-
· ,,,,,-· \
I
finito mediante la distanza teorica- stanza teoricamente esatta rispetto al v curva
mente esatta dal piano di riferimento
su cui si appoggia la faccia A ed il
punto indicato con X mediante la di-
piano di riferimento su cui si appog-
gia la faccia B.
Sono ancora definiti i due raggi di rac-
curva I
stanza teoricamente esatta dal piano cordo, sempre teoricamente esatti;
di riferimento su cui si appoggia la
faccia C;
- l'arco di cerchio che raccorda la fi-
non è necessario specificarne il centro
poiché il raccordo è tangente a seg-
menti già specificati.
I
gura è definito, rispetto ai piani di ri- Infine viene definita la forma nella vi-
ferimento su cui si appoggiano le fac-
ce A e C, dal valore esatto del suo rag-
sta laterale, tra i punti indicati con L
ed M (fìg. 1.2). Il procedimento è del
I
gio (non è necessario assegnarne la tutto analogo a quello seguito per le
offset "prolungato" con archi di cerchio
posizione teoricamente esatta dell'as-
se, poiché l'arco è tangente ai segmen-
ti condotti da X e da Y, perpendicolari
altre viste e porta a definire gli spes-
sori teoricamente esatti della parte
orizzontale e della parte verticale, ed Fig. 1.3
I
663
I
I metrici e quindi non si sa nè quale sia mentale che permette di tenere sotto
la loro larghezza nè quale sia il loro controllo la loro forma, e cioè permet-

I LACONDIZIONE
piano medio. Cominciamo perciò a
definire il diametro e l'asse di un ele-
mento cilindrico. .
te di dire quanto si scostano dall'esse-
re cilindrici gli elementi cilindrici e
quanto dall'essere parallelepipedi gli
DI MASSil\.1O Diametro ed asse di un elemento cilin- elementi parallelepipedi.
I MATERIALE
CONSEGUENZE
E LESUE drico sono definiti come il diametro e
l'asse della esatta controparte geome-
trica dell'elemento cilindrico stesso,
La regola dice: quando un singolo ele-
mento di grandezza si trova nella condi-
zione di massimo materiale(per un foro,
valutata ai fini del montaggio (o, co- al diametrominimo;per un albero,al dia-
I Vengono proposte alcune definizioni
che generalizzano concetti visti nella
lezione precedente. Esse saranno usa-
me si usa dire, ai fini dell'accoppia-
mento).
metromassimo;per una cavaallalarghez-
za minima; per un dente alla larghezza
Che cosa è la esatta controparte geo- massima), allora l'elemento deve avere
te nel seguito. _ ___ _
I Elemento (Feature)è il termine generi-
co che indica una porzione fisica del
metrica di un elemento cilindrico?
Nel caso di un foro, la esatta contro-
parte geometrica è il più grande cilin-
formageometricaperfetta.
La conseguenza immediata di questa
regola è che il singolo elemento di
pezzo, quale una superficie, un albe- dro geometrico che sia contenuto den- grandezza, quando si trova nella con-

I ro, un foro, una cava, un dente.


Dimensione (Dimension)è un valore
tro il foro.
Nel caso di un albero, la esatta contro-
parte geometrica è il più piccolo cilin-
dizione di massimo materiale, coinci-
de con la sua esatta controparte geo-
metrica. Questa pertanto può essere
numerico usato per definire una gran- dro geometrico entro cui l'albero sia impiegata come elemento di controllo
I dezza, una posizione ed in generale
una caratteristica geometrica di un
elemento. Essa è espressa in una adat-
contenuto.
Si noti che questa definizione indivi-
dua, come esatta controparte geome-
(si usa dire, come calibro di controllo),
per la condizione di massimo materia-
le. Invece nessuna forma geometrica è
ta unità di misura. In genere, per defi-
I nire una grandezza o una posizione,
sono necessarie più dimensioni.
trica di un foro, quell'albero ideale di
diametro massimo, che si monta nel
foro. L'albero ideale è naturalmente
richiesta quando il singolo elemento
di grandezza si trova nella condizione
di minimo materiale (per un foro, al
Elemento di grandezza (Feature of un cilindro geometrico. diametro massimo; per un albero, al

I size)è una superficie cilindrica o sferi-


ca, o un insieme di due facce piane
comprese tra due superfici parallele.
Analogamente, per un albero, la esat-
ta controparte geometrica è un foro
ideale di diametro minimo che si mon-
diametro i:ninimo; per una cava alla
larghezza massima; per un dente, alla
larghezza minima). Quindi il còntrol-
Ad esso è associata una dimensione (il ta sull'albero. Anche il foro ideale è lo viene effettuato verificando che

I diametro o la distanza tra le due su- .


perfici parallele) compresa tra due li-
miti (la tolleranza dimensionale).
natura~mente un cilindro geometrico.
Un discorso del tutto analogo vale per
qualsiasi misura -locale sia maggiore
della dimensione minima.
un elemento parallelepipedo. Lar- Come esempio supponiamo di voler

I Dimensione di base (Basicdimension)


è una dimensione usata per descrive-
re la posizione teoricamente esatta di
ghezza e piano medio di un elemento
parallelepipedo sono definiti come la
larghezza ed il piano medio della esat-
verificare un foro di diametro compre-
so tra d e D. La condizione di massi-
mo materiale viene controllata infilan-
un elemento di grandezza o la forma ta controparte geometrica dell'ele- do entro il foro un albero ideale di dia-
--1- ·1eoriéà.inerite ·esatta di un profilo. ·Le
variazioni ammissibili rispetto alla di-
mento parallelepipedo· stesso, valuta-
ta ai fini del montaggio.
metro d-(és.atta controparte geometri~
ca del foro); la condizione di minimo
mensione di base sono indicate me- Nel caso di una cava, la·esatta contro- materiale viene controllata verifican-
diante le tolleranze geometriche. Il va- parte geometrica è il più grande paral- do che in nessuna sezione del foro il
I lore numerico di una dimensione di
base è racchiuso in un rettangolo.
lelepipedo geometrico che sia conte-
nuto dentro la cava.
Nel caso di un dente, la esatta contro-
diametro sia maggiore di D. Tale dia-
metro è in realtà la massima distanza
p tra due generiche rette parallele che

I Nella parte precedente sono stati trat-


tati elementi di grandezza cilindrici
(fori ed alberi) ed elementi di grandez-
parte geometrica è il più piccolo paral-
lelepipedo geometrico entro cui il
dente sia contenuto.
rimangano a contatto con la sezione
(fig. 2.1). Le sezioni del foro sono quel-
le ottenute con un piano perpendico-
za compresi tra due superfici parallele Analogamente al caso del'elemento ci- lare all'asse del foro, che è l'asse della

I (cave e denti); nel seguito, per bre~·ità, i


primi saranno detti elementi cilindrici
ed i secondi elementi parallelepipedi.
lindrico, la esatta controparte geome-
trica di una cava è un dente ideale, di
larghezza massima, che si monta nella
esatta controparte geometrica, come si
è detto prima.
Siamo ora in grado di affrontare un
Ci chiediamo ora quale sia il diametro ca\'a, mentre per un dente è una cava importante problema connesso con gli
I e quale sia l'asse di un foro (o di un al-
bero) e quale sia il piano medio di una
cava (o di un dente). Si noti che fori ed
ideale, di larghezza minima, che si
monta sul dente.
Sappiamo trovare, dopo queste consi-
elementi di grandezza: quale è l'insie-
me delle configurazioni ammesse per
un elemento di grandezza, una volta
alberi sono nella realtà ben lontani derazioni, almeno in via teorica, il dia- assegnata la dimensione dell'elemen-
I dall'essere dei cilindri geometrici. Essi
infatti non hanno mai diametro per-
fettamente costante e non sono mai
metro e l'asse di un elemento cilindri-
co, e la larghezza ed il piano medio di
un elemento parallelepipedo.
to con la associata tolleranza dimen-
sionale, e la posizione dell'elemento,
con la associata tolleranza geometrica

I perfettamente diritti. Pertanto non è


chiaro nè quale sia il loro diametro nè
quale sia il loro asse. Così cave e denti
Se gli elementi di grandezza sono con-
siderati singolarmente, cioè da soli (ad
esempio, un albero, un foro, una cava,
di posizione. Si noti che la tolleranza
geometrica di posizione, anche se de-
scrive un errore sulla posizione dell'e-
non sono mai dei parallelepipedi geo- un dente), esiste una regola fonda- . lemento di grandezza, è associata non

I 664

-li--==------····
_...,...,.......,....,......,..,..,..,....,,....,..._..,..,......,.."""""""'"""'""""'""""""""_,,.,...""""....,,....,
____ ,....,....,,=.,...""='"""'
......,..._....,..- ...........,..,,...,.
....... """'""·"'"''"":s.a""""""...,.""""""
=....,,
alla posizione (che è sempre rappre-
I
sentata da una dimensione teorica-
mente esatta, e cioè di base), ma con- -~.' d

I
venzionalmente all'elemento stesso.
Abbiamo già visto quale controllo la
r--_,I
regola fondamentale ci permette di
eseguire sulla forma di un singolo ele-
mento di grandezza. Vediamo ora co-
I
me agisce una tolleranza geometrica
di posizione sulla posizione teorica-
mente esatta dell'elemento di gran-
dezza. Consideriamo dapprima gli
I
elementi cilindrici: per essi la tolleran-
za geometrica di posizione specifica il
diametro del cilindro di controllo en-
tro cui deve trovarsi l'asse dell'ele- ( I
mento (cioè l'asse della sua esatta con- I-'--~-----------'
troparte geometrica). Il cilindro di
controllo ha naturalmente l'asse nella
posizione teoricamente esatta, defini-
I
ta dalle dimensioni di base.
Si abbia dunque un elemento cilindri-
co, di diametro compreso tra d e D, e
Fig. 2.1
I
tolleranza geometrica di posizione t.
Supponiamo che l'elemento sia un foro.
Ci poniamo due domande, per un fo-
ro generico eseguito rispettando la
I
tolleranza dimensionale (diametro
compreso tra d e D) e la tolleranza
geometrica di posizione (asse compre-
so in un cilindro di controllo, posto in
I
posizione esatta, di diametro t ):
1) qu~J.~sarà il d~ai:netro massimo di_
un albero ideale, il cui asse sia esatta- .,,
I
----- ..
mente nella posizione teorica, che '
possa accoppiarsi con il foro ?
2) a quale distanza massima dal cen-
tro teorico del foro potrà arrivare la Fig. 2.2 Fig. 2.3
I
circonferenza di un foro ?

Cominciamo con la prima domanda,


-zionepossibile (asse par-allelo aHa po- - ad unburdo del pezzo, la-differenza
sizione teorica e posto sulla circonfe- tra la distanza del centro teorico del
ponendoci nelle condizioni peggiori renza di diametro t). In tali condizioni, foro dal bordo ed il raggio di questo
I
di accoppiamento: foro più piccolo il cilindro esterno, centrato nella posi- cilindro è uguale allo spessore del ma-
possibile (condizione di massimo ma- zione teorica, da cui il foro non uscirà teriale, che separa il foro dal bordo,
teriale) e più fuori posizione possibile mai, qualunque sia la sua posizione, nelle condizioni peggiori (fig. 2.4).
I
(asse parallelo alla posizione teorica e purchè ammessa dalla tolleranza di- Questo risultato è utile per un calcolo
posto sulla circonferenza di diametro mensionale e geometrica, ha diametro di resistenza.
t). In tali condizioni, il cilindro inter- Dm = D + te si ottiene come l'invilup- Per un foro quindi, per cui siano asse-
no, centrato nella posizione teorica, po esterno dei cilindri di diametro D, gnate una tolleranza dimensionale ed
I
che sarà sempre libero qualunque sia il cui asse è parallelo alla posizione una tolleranza geometrica di posizio-
la posizione del foro, purchè ammes- teorica e posto nella circonferenza di ne, la condizione di massimo materia-
sa dalla tolleranza dimensionale e tolleranza di diametro t (fig. 2.3). le è quella critica per il montaggio,
geometrica, ha diametro dm = d - t e Il cilindro di diametro dm rappresen- mentre quella di minimo materiale è
I
si ottiene come inviluppo interno dei ta l'albero ideale, in posizione teorica- quella critica per la resistenza.
cilindri di diametro d, il cui asse sia mente esatta, che il foro generico, che Si è parlato finora di un foro.
parallelo alla posizione teorica e po- rispetti la assegnata tolleranza dimen- Per un albero ,·algono considerazioni I
sto nella circonferenza di tolleranza di sionale e geometrica, è sempre in gra- simili. Le domande che ci poniamo,
do di accogliere. Pertanto il diametro per un albero generico eseguito rispet-
diametro t (fig. 2.2).
dm garantisce un montaggio nelle tando la tolleranza dimensionale (dia-
Ed ora passiamo-alla seconda doman- peggiori condizioni. Invece il cilindro metro compreso tra d e D) e la tolle-
I
da. La circonferenza del foro raggiun- di diametro Dm rappresenta la massi- ranza geometrica di posizione (asse
gerà la massima distanza dal centro ma occupazione del foro generico, che compreso in un cilindro di controllo,
teorico del foro, quando il foro sarà il rispetti la assegnata tolleranza dimen- posto in posizione esatta, di diametro
più grande possibile (condizione di sionale e geometrica. t ), sono le seguenti: .
I
minimo materiale) ed il più fuori posi- Quindi, nel caso che il foro sia vicino 1) quale sarà il diametro minimo di un

665 I
I
I foro ideale, il cui asse sia esattamente
nella posizione teorica, che possa ac-
---b---

coppiarsi con l'albero? -;=~-----t-a_no=m"/2:;-r} 'l-


I 2) a quale distanza minima dal centro
teorico dell'albero potrà arrivare la cir- a

conferenza di un albero ?
I Cominciamo anche qui con la prima
domanda, ponendoci nelle condizioni
I
'
peggiori di accoppiamento: albero più
I grande possibile (condizione di mas-
simo materiale) e più fuori posizione
possibile (asse parallelo alla posizione '
- - - -,
....

I teorica e posto sulla circonferenza di


diametro t). In tali condizioni,.il cilin-
dro esterno, centrato nella posizione Fig. 2.4
teorica, da cui l'albero non uscirà mai,

I qualunque sia la sua posizione, pur-


chè ammessa dalla tolleranza dimen-
sionale e geometrica, ha diametro
conclude quindi che anche per un al-
bero, per cui siano assegnate una tol-
leranza dimensionale ed una tolleran-
Dm:::; D +te si ottiene come invilup- za geometrica di posizione, la condi-
I po esterno dei cilindri di diametro D,

teorica e posto nella circonferenza di


zione di massimo materiale è quella
critica per il montaggio, mentre quella
il cui asse sia parallelo alla posizione
di minimo materiale è quella critica
tolleranza di diametro t (fig. 2.5). per la resistenza.
I Per rispondere alla seconda domanda,
notiamo che la circonferenza dell'albe-
ro si posizionerà alla minima distanza
Queste conclusioni sono valide in ge-
nerale per tutti gli elementi di gran-
dezza (per gli elementi parallelepipe- ''
di, sostituendo la larghezza al diame- ' _____.......
I dal centro teorico dell'albero, quando
l'albero sarà il più piccolo possibile
(condizione di minimo materiale) ed·il
tro). La condizione, in cui un elemen-
to di grandezza si trova al limite della
Fig. 2.5
più fuori posizione possibile (asse pa-tolleranza geometrica e contempora-

I rallelo alla posizione teorica e posto


sulla circonferenza di diametro f).In-
neamente al massimo materiale, si
chiama condizione ·virtuale. Essa ·rap·-···
tali condizioni, il cilindro interno, cen-
presenta la condizione critica per il
. trato nella posizione teorica, che saràmontaggio ed è uguale, per un ele-

I sempre occupato qualunque sia la po-


sizione dell'albero, purchè ammessa
dalla tolleranza dimensionale e geo-
mento cavo (foro o cava), alla dimen-
sione minima d meno la tolleranza
geometrica t ; per un elemento pieno

1---- metrica, ha diametro dm = d - te si ot-_(?lb~ro_odent~), alla dimensione mas- _


tiene·come l.nviluppo inte;no dei cilin-
sima D più la tolleranza geometrica t .
Nella trattazione fatta finora la tolle-
dri di diametro d, il cui asse sia paral-
ranza geometrica deli"elemento di
lelo alla posizione teorica e posto nella
grandezza, al pari della tolleranza di-
I circonferenza di tolleranza di diame-
tro t (fig. 2.6).
Il cilindro di diametro Dm rappresen-
mensionale, è stata sempre rispettata.
Un elemento di grandezza, che fosse
stato entro la tolleranza dimensionale
ta il foro ideale, in posizione teorica-

I mente esatta, con cui l'albero generi-

dimensionale e geometrica, è sempre


ma fuori dalla tolleranza geometrica, Fig. 2.6
sarebbe quindi stato senz"altro scarta-
co, che rispetti la assegnata tolleranza
to al controllo.
in grado di accoppiarsi. Introduciamo ora una condizione me-
I Pertanto il diametro Dm garantisce un
montaggio nelle peggiori condizioni.
Invece il cilindro di diametro dm rap-
no restrittiva per J.i tolleranza geome-
trica, e per far ciò supponiamo che la
tolleranza geometrica a'ssegnata sia ri-
presenta la minima occupazione del- chiesta solo nella condizione di massi-
I gnata tolleranza dimensionale e geo-
metrica.
mo materiale, che (come si è visto) è la
l'albero generico, che rispetti la asse-
pii:1restrittiva per il montaggio.
Questo si indica facendo seguire al va-

I Tale cilindro rappresenta, nelle condi-


zioni peggiori, l'ammontare minimo
lore della tolleranza geometrica il sim-
bolo @ . Se l'elemento di grandezza
si allontana dalla condizione di massi-
di materiale attorno alla posizione teo-
rica (fig. 2.7). Questo risultato è utile
mo materiale di uno scostamento lls,

I per un calcolo di resistenza. esso acquista al montaggio un gioco 6


:::;t.s e pertanto la tolleranza geometri-
Come è stato già visto per un foro, si ca può essere incrementata di un va- Fig. 2.7

I 666

----1------
I
I
/
/ I
I
I
''
' '
-----
--1
Fig.2.8 Fig. 2.9
I
lore L',tuguale a L', , senza eh~ il mon- no è quindi coincidente con quello
taggio venga pregiudicato. E perciò
possibile un recupero di tutti quegli
elementi di grandezza che hanno tol-
calcolato per un albero in condizioni
di massimo materiale (cioè al diame-
tro D), con tolleranza geometrica t. I MODIFICATORI
I
leranza geometrica T, eccedente quel- L'incremento M può essere effettuato
NEIRIFERIMENTI
la assegnata t di un ammontare t.t pa-
ri al loro scostamento L',sdalla condi-
zione di massimo materiale.
soltanto se la tolleranza geometrica è
richiesta in condizioni di massimo
materiale; ciò è indicato (come si è Riprendiamo la discussione sui riferi-
I
Supponiamo ad esempio di avere un già detto) dalla presenza del simbolo menti prendendo in esame un nuovo
albero (fig. 2.8), che abbia diametro
corrente dc compreso tra i limiti de D
e tolleranza geometrica di posizione
@ dopo il valore della tolleranza,
nel riquadro della tolleranza geome-
trica.
modo di collocare il pezzo entro un si-
stema di riferimento, quando sul pez-
zo esista un elemento di grandezza ci-
I
uguale a t. Se l'albero si trova al dia-
metro di massimo materiale D ed -alla
tolleranza t, il diametro esterno del
La condizione virtuale Dm dell'albero
può -perciò essere considerata come il
valore costante della somma tra il dia-
lindrico, caratterizzato da un asse.
Supponiamo che il pezzo sia campo-_
sto (fig. 3.1) da una base cilindrica e
I
massimo cilindro a cui l'albero può che su di essa stia un albero, che abbia
metro corrente dc, la tolleranza geo-
trovarsi, e cioè la sua condizione vir-
tuale, è uguale a Dm = D + t. Tale ci-
lindro è centrato nella posizione teori-
merica t e l'incremento di tolleranza
L',t. Se l'albero si trova nella condizio-
ne di massimo materiale, allora è Dm
asse perpendicolare alla base. Vi sia-
no inoltre quattro fori passanti, posti,
sulla base, in una circonferenza con-
I
.

camente esatta. Se l'albero si trova al


= D t t,_el'jn_çremento_ditol_lenmza,4t centrica all'asse dell'albero, ed equidi-
- - diametro corrente·dc = O-=t,s, ircilin-
dro esterno precedente ha diametro
Ome= dc+ t.
è nullo; se l'albero si trova nella con-
stanti tra-di loro: -
Possiamo pensare di appoggiare la
dizione di minimo materiale, allora è parte superiore A della base del pez-
I
Dm = d + T = d + t + t.t, e l'incremento
Il montaggio di questo albero entro un zo su di un piano di riferimento, con
foro teorico di diametro Dm, centrato
nella esatta posizione teorica, cioè en-
tro un foro che si trovi nella condizione
di tolleranza è massimo (.1t = .1s = D -
d); nei casi intermedi, quando l'albero
si trova al diametro dc, essendo
il solito contatto di tre punti, e di posi-
zionare l'albero B su tale piano infilan-
dolo entro un mandrino il cui asse sia
I
D>de>d, si ha Dm= dc+ t + (O - dc), e
,·irtuale dell'albero, presenta un gioco
tl = Dm - Ome uguale allo scostamento
~s = D- dc tra la condizione di massi-
= lls = O-dc.
ortogonale a tale piano. In questo mo-
l'incremento di tolleranza ha valore L'.t d1.lil primo riferimento (il piilno) ha
tolto tre gradi di libertà al pezzo (la ro-
I
mo materiale e la condizione corrente Nel caso di un foro (fig. 2.9), con un tilzione attorno a due assi tra loro or-
del'albero (infatti è L', = Dm - Ome = O
+ t - (dc + t) = O - dc = L',s).Questo gio-
co può essere recuperato, senza danno
discorso analogo, la condizione vir- togonali e giacenti sul piano, e la tra-
tuale è dm = d - t = dc - (t + M), es- slazione lungo un asse ortogonale al
sendo t.t = .1s = dc - d. Nella condizio- piano).
I
per il montaggio, se si considera ido- ne di massimo materiale (dc= d) si ha li secondo riferimento, l'asse del man-
neo al montaggio un albero che, al dia-
metro corrente dc, abbia tolleranza
geometrica di posizione pari a T = t +
.1t = .1s = O,mentre nella condizione di drino, che posiziona l'albero B sul pia-
minimo materiale (dc = D) si ha M = no, ma senza costringerlo ad assume-
t.s = D - d; nei casi intermedi, quando re il suo asse, ha tolto ancora due gra-
I
~t, e cioè che sia fuori tolleranza di t,t, il foro si trova al diametro dc, essendo di di libertà (la traslazione lungo due
ove L',tsia uguale a t. = .6s.
Per esso infatti il diametro del massi-
D>dc>d, si ha L'.t= t.s = dc - d. assi, tra di loro ortogonali, e giacenti
E' immediata l'estensione agli elemen- sul primo piano).
I
mo cilindro esterno vale Ome' = dc + ti parallelepipedi, con la sostituzione Con questi due riferimenti, il pezzo
T, ed essendo T = t + M T = t + t,s sf
ha che Ome' = O + t = Dm. Il diame-
tro Ome· del massimo cilindro ester-
(rispetto agli elementi cilindrici) della può ancora ruotare rispetto all'asse
larghezza al diametro e del piano me- del secondo riferimento (l'asse del
dio all'asse. mandrino che posiziona l'albero B),
I
667
I
--------·----
--·
I '

ma ciò non disturba la misura dei fori


o del profilo della base (misura che è
diante una tolleranza geometrica di
perpendicolarità rispetto alla base A
diametro esatto (dimensione dibase)
e centro sull'asse del riferimento defi-

I indipendente dalla rotazione). Si fa di


nuovo notare che il mandrino non co-
stringe l'albero B ad assumere il pro-
(in realtà, rispetto al piano che rappre-
senta la base A, piano che passa per i
tre punti più alti della base e che ne è
nito da B.
L'altezza dell'albero B e lo spessore
della base A sono definite da due
prio asse, e quindi l'albero può essere perciò la controparte geometrica). grandezze con tolleranza dimensiona-

I'
posizionato anche se non è perpendi-
colare alla base A.
Risultano perciò definiti i seguenti ele-
Questa tolleranza geometrica di per-
pendicolarità assegna il diametro di
un cilindretto di controllo, ortogonale
le, misurate partendo dal primo piano
di riferimento (quello su cui poggia
A). Alternativamente, può essere defi-
menti: al primo piano di riferimento, entro nito un profilo laterale del pezzo, as-
I - la controparte geometrica dell'albe-
ro B, il cui asse e diametro sono l'asse
ed il diametro di B;
cui l'asse dell'albero B (cioè l'asse del-
la sua controparte geometrica) deve
essere contenuto.
segnando l'altezza dell'albero B e lo
spessore della base A mediante quote
esatte (dimensioni di base), sempre
misurate dal piano di riferimento A
I - il cilindro perfetto, perpendicolare
al primo riferimento(il piano su cui si
appoggia la base A), rappresentato dal
Ci siamo preoccupati finora del siste-
ma di riferimento, che è stato assegna-
to mediante un piano (primo riferi-
(fig. 3.la).
Tutta la quotatura del pezzo è stata fat-
mento), ed un asse ortogonale a tale ta senza far uso di modificatori di mas-
mandrino entro cui si infila l'albero B.
I Il diametro di questo cilindro è quello
del mandrino, che viene stretto fino a
posizionare B sul piano di riferimen-
piano (secondo riferimento). Vediamo
ora a quali criteri deve soddisfare il
pezzo per essere accettato.
simo materiale sulle tolleranze geome-
triche. Tali modificatori sono caratte-
rizzati dalla presenza del simbolo 8)
La base A deve essere in tolleranza di dopo il valore della tolleranza.
to, ma senza far perdere alla base A il
I contatto di tre punti su tale piano.
L'asse di questo cilindro è l'asse del ri-
planarità.
L'albero B deve avere diametro com-
preso tra due limiti (cioè essere in tol-
Introduciamo ora l'uso di tali modifi-
catori. Come si è visto nella lezione
precedente, il modificatore @ , ag-
ferimento individuato dall'albero B. Si giunto dopo il valore della tolleranza
leranza dimensionale) ed ancora ave-
I fa notare che l'asse e il diametro di B
(cioè della esatta controparte geome-
trica di B, valutata ai fini del montag-
re asse definito da una tolleranza di
perpendicolarità rispetto ad A (cioè al
piano su cui si appoggia A).
geometrica, assegna tale valore solo
alla condizione di massimo materiale
e permette un incremento della tolle-
gio) sono diversi dall'asse e dal diame- ranza geometrica, quando l'elemento
I tro del mandrino che posiziona B sul
riferimento A.
In particolare asse e diametro di B non
I quattro fori devono avere un diame-
tro compreso tra due limiti (tolleranza
dimensionale) ed avere una posizione
si discosta da tale condizione, uguale
a tale scostamento. L'uso di questo
modificatore (si ricorda che il modifi-
dipendono dalla posizione di B rispet- che, rispetto a quella teoricamente

I to ad A, mentre asse e diametro del esatta, può presentare un errore, defi-


nito da una tolleranza geometrica di
catore ha senso solo se applicato ad
·elementi di grandezza) porta al recu-=

I.
mandrino variano al variare della po- pero di elementi fuori tolleranza di Dt
sizione di B rispetto ad A, ed inoltre posizione, rispetto ai riferimenti su cui
stanno A e B. La posizione teorica- = Ds. Una quotatura, con modificato-
l'asse del mandrino rima~e sempre re di massimo materiale sul valore
'

perpendicolare ad A. -mente esatta è assegnata, in pianta,


mediante una circonferenza avente della tolleranza geometrica degli ele-
Naturalmente è necessario qualificare diametro esatto (dimensione di base) menti di grandezza (albero e fori), è
indicata in figura 3.2 per lo stesso pez-
·I· ~a base A rispetto al piano di appog-
gio (il primo rifèrimento), mediante_
una tolleranza geometrica di planarità
e centro sull'asse del riferimento defi-
nito da B. · -· -· · · ·
Infine la forma della base è definita da
zo della figi.fra 3.1. · - - -
Ma non solo gli elementi di grandezza
possono avere un modificatore; anche
- -

(la base ha un contatto di tre punti con una tolleranza geometrica di profilo,
il primo riferimento), e qualificare l'al- i riferimenti, se sono costituiti da ele-
I bero B (il secondo riferimento) me-
rispetto ad una forma esatta assegnata
mediante una circonferenza avente menti di grandezza (ad esempio l'al-

I
I
r- I
~
010±O,QlO

,,...J06Ci:
-1
I
~ !IDlo,oos!
}-20±0,20
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1
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!L:0,0051

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I
/o·,
:,1 - --- - - / H-K
.,...@- I'

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I e- --~-- -e t
020±0,Q20 --~ 0207.020
\
I
,
I i
·, {E)' . - ·r' ,,.

I r<-15:

I Fig. 3.1 Fig. 3.1a


I 0,1
X-Y
!Al B1

I 668

-1--···
bero B), possono avere un modificato-
I
re, che indica in quali condizioni il ri- 010±0,QlO ~ .-,. :a10,005 i
ferimento viene impiegato.

. Supponiamo che dopo il secondo rife-


J-@J-1.
I
'/;,;,;0¼
:x
e 0,1 AIB
I
rimento, rappresentato dal mandrino H-K
che posiziona l'albero B ed indicato
con B nel riquadro della tolleranza
geometrica di posizione dei fori (e nel
I
riquadro della tolleranza geometrica
di profilo), sia presente il simbolo @
del modificatore di massimo materia-
le. Ciò significa che il mandrino che
I
posiziona B è da considerarsi nella
condizione virtuale di B, cioè ha dia-
metro fisso, uguale al diametro di
I
L_-. ~~,-0,-1..,..IA--,lr-,BI
I
massimo materiale di B più la sua tol-
leranza geometrica di perpendicola-
rità t. Si fa notare che un riferimento
siffatto rappresenta la controparte
Fig. 3.2
I
geometrica di B nella condizione più
critica per il montaggio, appunto la
condizione virtuale di B.
Una quotatura con modificatore di
· I
massimo materiale sul \·alore della tol-
leranza geometri degli elementi di
grandezza e sui riferimenti costituiti da
elementi di grandezza, è indicata in fig.
I
3.3a, per lo stesso pezzo precedente.
Nella figura 3.3b è indicato il corri-
spondente calibro di controllo. Tale
I
calibro è un disco, provvisto di un fo- ~

ro centrale di diametro uguale alla


- condizione virtuale di B,·-e·di quattro
cilindri, posizionati esattamente sulla
i.:::slo
. ' '
I
circonferenza teorica dei fori, di dia-
metro uguale alla condizione virtuale
dei quattro fori. Inoltre, sulla circonfe- Fig.3.3a
renza teorica del disco, sono indicate
-I
le due circonferenze di offset, la cui
distanza epari al valore aella tolleran-
za di profilo.
-I
Una seconda possibilità di scelta del
sistema di riferimento per il pezzo pre-
cedente è quella di usare, per la misu-
ra dei fori e del profilo, l'asse del riferi-
I
• - 020,030
mento definito da B come primo riferi-
mento ed il piano definito dalla base
A come secondo riferimento (fig. 3.4).
i
I
Questo significa che l'albero B ,·iene
afferrato da un mandrino che lo strin-
ge fino a portare l'asse di Ba coincide-
re con il suo asse (ma permettendo
I
sempre al pezzo una rotazione attor-
no all'asse ed una traslazione nella di-
rezione dell'asse). Pertanto \"engono
Fig. 3.3b
I
tolti al pezzo quattro gradi di libertà
(la traslazione lungo due assi perpen-
dicolari all'asse del mandrino e la ro-
do di libertà (la traslazione lungo l'as-
se del mandrino) e rimane libero di
ruotare, come nel caso precedente, at-
L'asse ed il diametro del mandrino so-
no l'asse ed il diametro di B;
- il piano A, perpendicolare al riferi-
I
tazione attorno ad essi). torno all'asse del mandrino. mento B.
Risultano perciò definiti i seguenti
Il secondo riferimento è il piano orto-
gonale all'asse del mandrino, piano su
cui la base B ha un solo punto di con-
elementi:
- la controparte geometrica dell'albe-
L'albero B ha diametro compreso tra
due limiti (tolleranza dimensionale),
I
tatto. Il pezzo perde così un altro gra- ro B, rappresentata dal mandrino. mentre il piano A è qualificato dalla tol-
669 1
..---··-f
I leranza cli perpendicola.rità rispetto a B.
li discorso sul modificatore @ di 010±0.DI0 ~U.io.oos!BI
massimo materiale riferito ai valori di /1$!00.010; BIAI ì~-
I tolleranza geometrica è identico a
quello sviluppato nel caso preceden- ----~/
,@.
'060 i ==;.:ix

·e\
te. L'effetto del modificatore 49) sul .
primo riferimento (fig. 3.5a), che in /. . '.
I questo caso è l'asse del riferimento de-
finito da B, consiste ancora nell'uso di
un mandrino di diametro fisso, ma pa-
- é ·-:·-{fJ
\ .
ri questa volta alla condizione di mas-
Isimo materiale di B, e cioè al suo dia-
metro massimo. Infatti la sola tolle-
ranza dimensionale qualifica B solo

Iper quanto dettato dalla regola fonda-


mentale, la quale stabilisce che un ele-
mento di grandezza, considerato sin- X-Y
golarmente, abbia forma perfetta

Iquando si trovi in condizioni di mas- Fig. 3.4


simo materiale. Questa forma perfetta
è appunto rappresentata dal mandri-
no di diametro fisso, pari al diametro
Imassimo (condizione di massimo ma-
teriale) di B (fig. 3.5b).
Si fa notare che nel caso precedente, in
A

cui il modificatore 49) di massimo


Imateriale era applicato all'asse del ri-
ferimento definito da B, considerato
come secondo riferimento, veniva

Iusato per posizionare l'albero B un


mandrino di diametro fisso, uguale al-
la condizione virtuale di B, e cioè al
diametro massimo più la tolleranza

Igeometrica t. _ _
Questo perché B era affetto-da una tol-
leranza dimensionale, con modifica-
tore di massimo materiale, e da una
Itolleranza di posizione, anch'essa cori Fig.3.5a
modificatore di massimo materiale.
Si può notare che la qualificazione di
1-
B coff la -sola tolleranza dimerisiònàle
può non essere sufficiente, se si vuole
avere un controllo completo sia delle
dimensioni di B (tolleranza dimensio-
Inale), che della forma di B (quanto
cioè l'albero B sia diritto), in condizio-
ni diverse da quelle di massimo mate-
- - 020,020

Iriale, per cui valga la regola fonda-


mentale. Il tipo di tolleranza geome-
trica che si applica all'elemento singo-
lo di grandezza, per avere un tale con-

Itrollo, è la tolleranza di rettilineità (fig.


3.6a). Essa stabilisce che la curva me-
dia dell'elemento (la curva media, co-
me verrà di seguito definita, e non Fig.3.5b
Il'asse dell'elemento, che come si è vi-
sto è l'asse della esatta controparte
geometrica, valutata ai fini del mon-
no ottenute con piani normali all'asse
della controparte geometrica dell'ele-
soddisfare ai seguenti requisiti, per es-
sere accettato:
taggio) deve essere compresa entro un
Icilindretto di controllo, di diametro
pari al valore della tolleranza di retti-
Jineità assegnata.
mento, ed i loro centri sono i centri dei
più piccoli cerchi circoscritti (per gli
elementi di grandezza di tipo foro, i
- il suo diametro, cioè il diametro, per
ogni sezione trasversale, del più pic-
colo cerchio circoscritto, deve essere
centri dei più grandi cerchi inscritti). compreso tra i limiti dimensionali as-
ILa curva media è una curva che con-
giunge i centri di tutte le sezioni tra-
sversali dell'elemento. Tali sezioni so-
Con una qualificazione come questa
appena descritta, l'elemento B deve
segnati, siano d e D;
- la sua cun•a media, cioè la curva che

I670

I
congiunge i centri di tutte le sezioni tra-
sversali dell'elemento, deve essere con- 010± 0,010 ~~ :J_10,oos
lsig)l
I
I---~-;
tenuta in un cilindretto di controllo di
diametro pari al valore della tolleranza
di rettilineità assegnata, sia essa t. ·x
"'.-"'½"'~~0~0"'. O 0,1 B ·A
I
H-K
Pertanto un elemento che abbia dia-
metro costante e pari al massimo dia-
metro D, e la cui cunra media sia com-
I
presa entro il cilindretto di controllo
di diametro t, sarebbe senz'altro accet-
tato. Un siffatto elemento non è però
conforme a quanto specificato dalla
I
regola fondamentale, in quanto si tro-
va in condizioni di massimo materia-
le, ma non ha forma perfetta (l'ele-
mento è un cilindro che ha diametro o 0,1 B A
I
D, ma si presenta storto di quanto per- X-Y
messo dal cilindretto di controllo, di
diametro t, della tolleranza di rettili-
neità). L'applicazione della tolleranza
Fig.3.6a
I
di rettilineità ad un elemento di gran-
dezza {in questo caso, cilindrico, ma
la osservazione vale anche per gli ele- 060
I
menti parallelepipedi) origina pertan-
to una eccezione alla regola fonda-
mentale.
L'elemento B, in quanto sottoposto ad
I
una tolleranza dimensionale e ad una - - 020,025
tolleranza geometrica (di rettilineità,
con modificatore di massimo materia-
le), ha una condizione virtuale pari alla
~
I
somma del diametro D (condizione di
massimo materiale) e-della tolleranza
di rettilineità t, cioè pari al valore D + t.
0-10
I
.

Perciò, se l'elemento B è considerato


come primo riferimento, e ad esso è
applicato un modificatore di massi-
mo materiale, il calibro di controllo
Fig.3.6b
I
che lo Iappresenta_è costituito .da un _.
mandrino di diametro fisso, pari a
D+t. Il mandrino ha quindi diametro
I
uguale alla condizione virtuale di B
(fig. 3.6b), esattamente come nel caso
in cui l'elemento B era considerato co-
me secondo riferimento, e ad esso era
020±0,020
I
applicato un modificatore di massi- I
mo materiale.
Una ultima variante sul sistema di ri-
ferimento consiste nel togliere al pez-
.K
'
~ I
zo la possibilità di rotazione (fig. 3.7n), 11-i00,010BI Ai
usando come terzo riferimento un
piano, passante per l'asse che costitui-
sce un riferimento (il primo o il secon-
- I
o 0,1 !A BCM)C<,Mi
do, come visto prima) e connesso al
piano medio di una cava C (o di un
dente). Questo significa che viene co- Fig. 3.7a
X-Y
I
struito un parallelepipedo ideale, pa-
rallelo all'asse di riferimento (primo o finiti da A e da B, con diverso signifi-
secondo), ed espandibile in l~rghezza, cato, come detto in precedenza·, secon-
che posizioni la cava impedendole di do quale dei due sia il primo e quale il
le, sia dopo il valore della sua tolleran-
za geometrica (di posizione) che
quando essa è usata per stabilire un ri-
I
ruotare. La cava sarà dimensionata in secondo. ferimento (in questo caso, come terzo
grandezza (con tolleranza dimensio-
nale) ed in posizione (con tolleranza
Essendo la cava C un elemento di
grandezza, ad essa è applicabile un
geometrica) rispetto ai riferimenti de- modificatore @) di massimo materia-
riferimento).
In questo ultimo caso, il piano di rife-
rimento individuato dalla cava è il
I
671 I
I
I 040
060 L'ACCETTAZIONE
DEIPEZZI
I Il problema che affronteremo in que-
sta parte è il seguente: date le misure
- -020,030
dei vari elementi di grandezza, effet-
I 5,975
tuate rispetto al sistema di riferimen-
to, si può procedere alla accettazione
del pezzo, o lo si deve rifiutare, secon-

1- do quanto specificato a disegno dalle


tolleranze dimensionali e geometri-
che?
Consideriamo per ora un elemento di

I Fig.3.7b
grandezza cilindrico (albero o foro).
Che cosa significa dare le misure di un
elemento di grandezza cilindrico?
Significa dare la misura del diametro

I e la misura della posizione dell'ele-


mento.
Questo avviene nel modo seguente:

I /
- si trova la esatta controparte geome-
trica dell'elemento, ai fini dell'accop-
piamento: il diametro di tale contro-
/ parte è il diametro dell'elemento, e

I
KI'
--vllt)/2 l'asse di tale controparte è l'asse del-
=--i."v~-~
i<.... r l'elemento;
/

I,/ - si costruisce il cilindretto di control-

I _ _
KI
(t+llt)/2
- ...
lo che contiene l'asse della esatta con-
troparte -geometrica aell'elemento
(per quanto si è appena detto, questo
asse è anche, per definizione, l'asse

I Fig. 4.1 Fig.4.2


dell'elemento): la sua posizione, cioè
la posizione dell'asse del cilindretto di
controllo, è assunta come la posizione
dell'elemento.
·I piano medio del parallelepipedo di
massima larghezza, parallelo all'asse
esatta controparte geometrica, valuta-
ta ai fini del montaggio;
Supponiamo che il sistema di riferi-
mento sia costituito da tre piani mu-
di riferimento, che entra dentro la ca- - per ogni retta, si consideri il punto tuamente ortogonali, sia A il primo
I ,·a. Se un modificatore di massimo
materiale è indicato quando la caYa è
usata per stabilire un riferimento, ciò
medio del segmento limitato dalla in-
tersezione della retta con i contorni
piano di riferimento, B il secondo e C
il terzo.
della sezione. Ora si può verificare, sul piano di rife-

I significa che il calibro di controllo è un


parallelepipedo di larghezza uguale
alla condizione virtuale della cava, po-
sizionato esattamente e cioè parallelo
La superficie media è costituita dal-
l'insieme di tutti i punti medi così tro-
rimento ortogonale all'asse teorico del
foro (sia esso il piano A), se il foro è in
tolleranza. Infatti sia K la intersezione
vati. Si riporta di seguito la corrispon- dell'asse teorico del foro con il piano
I all'asse di riferimento (fig 3.7b).

Tutte le considerazioni precedenti,


denza tra la terminologia usata nella
trattazione precedente e la terminolo-
gia americana che si trova nella nor-
A e sia L la intersezione dell'asse del
cilindretto di controllo, costruito pri-
ma, sempre con il piano A, e sia anco-
fatte per riferimenti corrispondenti ad ma ASME: ra r il raggio di tale cilindretto. 11foro
I elementi cilindrici, si estendono a rife-
rimenti corrispondenti ad elementi
parallelepipedi, con la sostituzione
• per un elemento di grandezza cilin-
drico:
sarà in tolleranza se il cerchio di tolle-
ranza t + Mdi centro K comprenderà
il cilindretto di centro L e raggio r, cioè
della larghezza al diametro, del piano - l'asse è detto A,is;

I medio all'asse e della superficie media


alla curva media.
La superficie media si ottiene nel mo-
- la curva media è detta DerivedMe-
dian Line:
• per un elemento di grandezza paral-
comprenderà il punto M che dista KL
+ r dal centro K (fig. 4.1).
La verifica che in genere viene esegui-
ta è però quella opposta: si traccia una
do seguente:
I - si considerino ·1erette perpendicolari
al piano medio dell'elemento paralle-
lelepipedo :
- il piano medio è detto CenterPiane;
- la superficie media è detta Deri-
circonferenza avente diametro t+ ~te
centro nel punto M, e si verifica che ta-
le circonferenza contenga il punto K
lepipedo, e cioè al piano medio della ved Media11Piane. (fig. 4.2).
I 672

I
1 Si fanotare che se l'elemento ha asse come primo riferimento e da un riferi-
parallelo all'asse teorico, cioè la esatta mento assiale B (cioè dall"asse di un
II controparte geometrica dell'elemento
ha asse parallelo all'asse teorico, allo-
elemento di grandezza cilindrico) co-
me secondo riferimento.
I ra il raggio r del cilindretto di control- Si è visto che, in presenza di modifica-
I lo è nullo (fig. 4.3). In questa condizio- tori di massimo materiale sulla tolle- /
/
ne, se Ax e h.y sono le distanze relative ranza geometrica dell'elemento cilin- /
di L rispetto a K, misurate perpendi- drico B (tolleranza di perpendicolarità ' /
colarmente al secondo riferimento B rispetto ad A) e sul riferimento B, si K·
-~vl!.t)/2
ed al terzo riferimento C (cioè le coor- origina, per l'elemento B, una condi-
dinate relative di L rispetto a K), e se zione virtuale pari, se l'elemento è pie-
.1.tè l'incremento di tolleranza dovuto no (albero), alla somma del diametro
allo scostamento del diametro dell'e- di massimo materiale con la tolleran-
lemento (cioè della sua esatta contro- za geometrica; pari invece, se l'ele-
parte geometrica) dalla condizione di mento è cavo (foro), alla differenza tra· - -
minimo materiale (e cioè dal diametro il diametro di massimo materiale e la
minimo prescritto dalla tolleranza di- tolleranza geometrica. Questo signifi-
mensionale, se si tratta di un foro; dal ca che l'elemento B, considerato come
diametro massimo, se si tratta di un riferimento, è rappresentato da un ci- Fig. 4.3
albero), allora si può costruire il pun- lindro (calibro) posto nella posizione
to L (che coincide con il punto M), e si teorica ed avente diametro costante
può tracciare la circonferenza di tolle- (uguale alla condizione virtuale del-
ranza geometrica, di diametro t t Ate l'elemento). L'elemento B reale deve
di centro L = M.
In generale, in prima approssimazio-
accoppiarsi con tale cilindro di dimen-
sione virtuale, presentando al più un _/~
ne, è questa la condizione che si assu- gioco, nel caso in cui si scosti dalla :' (ti+l!.ti)/2
I
me, ritenendo trascurabile r rispetto a condizione di massimo materiale o
t + .1.t;quindi i parametri assegnati per presenti una tolleranza geometrica di
la verifica di un elemento cilindrico valore ridotto rispetto a quello asse- 6yi ,_ __ L___,,i
sono semplicemente il suo diametro gnato. -------! .....
corrente dc (si ricordi che è il diame-
tro della sua esatta controparte geo- Questo gioco consente all'intero pez- '
metrica ai fini dell'accoppiamento) e zo una traslazione, detta shift di B, di O=Ki
1 d li valore uguale alla metà dello scosta- !!.xi I
g i scostame))ti e ..a.sua _posizione mento della condizione virtuale reale I .,
/

corrente (si ricordi che la posizione


corrente è definita dall'asse del cili11- (actual vfrtual size), dalla condizione . /-.! - - -
dretto di controllo) dalla posizione virtuale (virtual size). Si intende per
teorica, assegnati come distanze
(coordinate relative t,,xe .1.y)dalla po-
condizione virtuale reale quella con-
dizione virtuale calcolata prendendo
- - - - _,_- -
T l d per l'elemento il valore del diametro
sizione teorica. a i iSt anze AXe .1.y, corrente invece che il valore del dia-
.come già detto, sono misurate perpen---
dicolarmente ai riferimenti B e e, es- -metro aririassin10 mafei:ialè, é coni.è
sendo A il primo, B il secondo e e il tolleranza geometrica il valore della
terzo riferimento, ed A il piano in cui tolleranza geometrica reale invece che
è stata tracciata la circonferenza di tol- quello assegnato per la condizione di
leranza t + t,,t. massimo materiale nel riquadro delle Fig. 4·4
tolleranze geometriche. In particolare,
Inoltre, per verificare su uno stesso per un elemento cavo (foro), la tolle- zione virtuale reale dovrà perciò esse-
diagramma che più elementi cilindri- ranza virtuale reale è pari alla diffe- re, se !"elemento reale è in tolleranzall
ci Ei siano in tolleranza, si considera
come origine O del diagramma la po-
renza tra il diametro corrente e la tol-
leranza geometrica reale, e la trasla-
maggiore della condizione virtuale
J"elemento è un foro (tale foro deve
sa
sizione teorica Ki di ciascun elemento zione (shift) è pari alla differenza tra avere diametro maggiore del calibro'
Ei, e si riportano quindi rispetto a tale la condizione virtuale reale (actua/ vir- che è un albero); dovrà essere minor
origine gli scostamenti Axi e t.yi degli tua! size) e la condizione virtuale (vir- della condizione virtuale se J"elemen
elementi Ei, tracciando da ciascun t11alsize);per un elemento pieno (albe- to è un albero (tale albero deve avere
punto Li così trovato la circonferenza ro), la tolleranza virtuale reale è pari diametro minore del calibro, che è ul
di tolleranza di diametro ti + .1.tipro- alla somma tra il diametro corrente e foro). Il valore di questa differenz
pria di ciascun elemento. Un elemen- la tolleranza geometrica reale, e la tra- rappresenta il diametro del cerchio d1
to Ei sarà verificato se la sua circonfe- slazione (shift) è pari alla differenza traslazione che può essere applicata al
renza di diametro ti + Mi e di centro tra la condizione virtuale (virtual sìze), pezzo, e con esso a tutti i suoi elemenl
Li comprenderà l'origine O, cioè la e la condizione virtuale reale (act11al ti. Il punto origine O del sistema di ri
posizione teorica Ki d·ell'elemento i.1irtual size). Si ricorda che la condizio- ferimento diventa quindi un qualun-
(fig. 4.4). · ne virtuale è la dimensione del calibro que punto di un cerchio che ha per
di controllo, che è un albero per un diametro il valore di tale traslazionel
Supponiamo ora che il sistema di rife- elemento cavo (foro), ed un foro per pertanto anche il punto Ki, posizion
rimento sia costituito da un piano A un elemento pieno (albero). La condi- teorica deirelemento Ei, coincidente

---~------------- --·
---·t
I
I
I
/"" (ti+6ti)/2

Li
(ti+6ti)/2

~
/
Li

I
6xi

I
Fig. 4.5 Fig. 4.6

I con O come detto in precedenza, di-


venta un qualunque punto di tale cer-
un parallelepipedo di larghezza co-
stante e pari alla dimensione virtuale
chio. La condizione di accettazione di dell'elemento e che tale parallelepipe-
I un elemento Ei sarà quindi verificata
(fig. 4.5) quando il cerchio di centro Li
e di diametro ti + 6ti avrà una zona di
do è posizionato nella posizione teori-
ca (cioè il suo piano medio è esatta-
mente nella posizione teorica).

I intersezione con il cerchio di centro O


e di diametro uguale a questa trasla-
zione (cerchio di sltift di B). Gli ele-
Si consideri ora l'elemento parallele-
pipedo reale: esso può presentare un
menti Ei saranno accettati nel loro in- gioco, se la sua dimensione virtuale

I sieme, se avranno una zona di interse-


---zione comune tra di loro e con il cer~ .
chio di traslazione, e cioè se esisterà
reale differisce dalla dimensione vir-
tuale. In particolare, per un elemento
pieno (dente), il gioco è pari alla diffe-
almeno un punto del cerchio di trasla- renza tra la condizione virtuale e la
I zione che sia comune a tutti i cerchi di
tolleranza di diametro ti + ,Mie di cen-
tro Li (fig. 4.6).
condizione virtuale reale; per un ele-
mento cavo (cava), il gioco è pari alla
differenza tra la condizione virtuale I
reale e la condizione virtuale. -.-1,
I Supponiamo infine che il·sistema di ri-
ferimento sia composto da un piano A
come primo riferimento, da un ele-
Quale è l'effétto cl.i.questo gioco suf -
pezzo? Questo gioco P,ermette che il
pezzo abbia una rotazione, attorno al
mento cilindrico B come secondo rife-
I rimento e da un elemento parallelepi-
pedo C come terzo riferimento. In
questo caso, come si è visto nella par-
riferimento assiale B, di un angolo a
uguale al rapporto tra il valore del gio-
co stesso e la distanza di C (del piano
medio dell'elemento C) dall'asse indi-
te 3, il piano A offre al pezzo un ap-
I poggio su tre punti, il riferimento as-
siale B posiziona il pezzo su A ed il ri-
ferimento parallelepipedo C impedi-
viduato dal riferimento B; tale rotazio-
ne può avvenire per metà (cioè per un
valore angolare a./2) in un verso e per
metà in verso opposto, rispetto alla
I sce la rotazione del pezzo attorno al-
l'asse individuato da B.
Abbiamo visto nella trattazione prece-
posizione esatta. Lo spostamento, per
un generico punto del pezzo, giace in
un piano passante per il punto stesso -,-
1,
I

dente quale è l'effetto che il secondo ed ortogonale all'asse del riferimento


I riferimento B, se provvisto di modifi-
catore di massimo materiale sia come
riferimento che come elemento, pro-
B; la direzione dello spostamento è or-
togonale alla congiungente il punto
con la intersezione dell'asse del riferi-
duce nel pezzo (shift di B).Vediamo
I ora l'effetto del terzo riferimento C,
supponendo sempre che abbia un mo-
dificatore di massimo materiale sia co-
mento B con il piano dello spostamen-
to; il valore dello spostamento è ugua-
le al prodotto dell'angolo a/2 per la
distnnza d del punto dall'asse del rife-
me riferimento e::hecome elemento.
I Questo significa che il calibro di con-
trollo che simula il terzo riferimento è
rim,·:1to B.
Nel diagramma già considerato per la
verifica di elementi di grandezza cilin- Fig. 4.7

·1 674

I
drici, lo spostamento di un elemento
I
Ei sarà rappresentato da uno sposta-
mento del punto Li, di valore e dire-
zione calcolati come appena detto. I
vari elementi Ei, mediante tale sposta-
mento, possono aYvicinare i loro pun-
ti Li alla posizione teorica Ki coinci-
dente con O; questo può consentire
che si abbia una zona di intersezione
comune tra i cerchi di tolleranza (di
diametro ti+ /1ti e centro i punti Li),
ed ancora una intersezione di tale zo-
na comune con il cerchio di shift di B
(di raggio se centro l'origine O=Ki).
Si fa notare che la rotazione possibile
per il pezzo è compresa tra il valore
angolare Oed il valore angolare a/2 ,
e che naturalmente tutti gli elementi
Ei devono ruotare dello stesso angolo
i} (compreso tra tali valori).
La figura 4.7 mostra quanto detto, con
riferimento al pezzo già illustrato in
figura 3.7a, per il quale si suppone che
sia possibile una rotazione, attorno al- Fig. 4.8
l'asse individuato dal riferimento B,
di valore angolare massimo uguale ad y
a/2. Per gli elementi 1 e 2 indicati (so-
no due elementi di grandezza cilindri-
ci), si nota che la rotazione idonea a
facilitare la loro verifica è quella che
avviene in senso orario, per effetto
della quale l'elemento 1 si sposta oriz- i-0,012
zçmtalm~nte a _çlestrae l'element9 2 si
sposta invece verticalmente verso il _[0,001
basso. Si può osservare che la condi-
zione di verifica è raggiunta quando il X
valore dell'angolo i} è pari alla metà
di quello massimo possibile, mentre
tale condizione non è raggiunta né in
assenza di rotazione (l'} =-0), né per.la ..
massima rotazione possibile (i} = -0,002
a/2). Nella letteratura il gioco della
cava C è chiamato ancora sl,ift.
Vediamo ora un esercizio riassuntivo.
Sia dato a disegno il pezzo in figura
4.8 e si assuma:
Fig. 4.8.1

metro <1> 6 abbiano tolleranza dimen- - foro <1>6 destro di diametro <1>
I
2 =

- come primo riferimento A il piano


sionale (+ 0.010, + 0.022) e tolleranza
geometrica di localizzazione, rispetto
6.020 e scostamenti /1x2 = - 0.002 e
= + 0.007;
111
orizzontale inferiore, perpendicolare al riferimento A, al riferimento B con
all'asse dell'albero di diametro <l>13.5;
modificatore di massimo materiale ed Si vuole inoltre eseguire la verifica ci
- come secondo riferimento B l'albero al riferimento C con modificatore di me sopra qualora, fermi restando tu
,·erticale di diametro <1>13.5, con tolle- massimo materiale, di valore <1>0.008 gli altri elementi, siano portati al 1
ranza dimensionale (+ 0.018, + 0.036) al massimo materiale. nimo materiale:
e tolleranza geometrica èli perpendi- 3.1) il solo foro B,
colarità, rispetto al riferimento A, di
valore <1>0.010 al massimo materiale;
Si vuole eseguire la verifica di un pez-
zo reale i cui elementi abbiano le se-
guenti misure:
3.2) la sola cava e,
3.3) i due fori <1>6.
I
- come terzo riferimento C la cava di
larghezza l = 3, con tolleranza dimen- - albero B di diametro <l>13.525 fuori
Viene calcolata la condizione virtual
sionale(+ 0.005, + 0.015) e tolleranza perpendicolarità di <l>0.012 ;
di B (<1>,.
= 13.536 + 0.010 = 13.546), i
geometrica di localizzazione, rispetto - cava C di larghezza 3.012 fuori loca- di la condizione virtuale reale di B (<1>,.,
al riferimento A ed al riferimento B ton lizzazione di 0.006 ; = 13.525 + 0.012 = 13.537) ed infinel
modificatore di massimo materiale, di - foro et>6 sinistro di diametro <1> slziftdi B come differenza tra la con
1 =
valore 0.005 al massimo materiale; 6.015 e scostamenti !1x1 = + 0.012 e zione virtuale e la condizione virtua e
- che i due fori verticali laterali di dia- !1y,= + 0.001; reale (shift8 = 13.546 - 13.537 = 0.009).

61
~~-----------------
I
1· Viene calcolata.la condizione virtuale
di C (1,.=3.005 - 0.005 =3.000), indi la
.-------------------------------,
y
condizione virtuale reale di C O,.,=
3.012 - 0.006 = 3.006) ed infine il gioco
I (shijt) di C come differenza tra la con-
dizione virtuale reale e la condizione
vi_rtuale (shiftc = 3.006 - 3.000 = 0.006

I al raggio 5.4, 0.003 per parte). Lo spo-


stamento per i fori laterali avviene al
raggio 15, e pertanto vale 0.003
(15/5.4) = 0.008 per parte.
,0,001

I Infine viene calcolata la tolleranza di


ciascuno dei fori laterali: per il foro di
sinistra essa vale
_T_

-1 ti= 0.008 + (6.015 - 6.010) = 0.013,


mentre per il foro di destra vale -0,007J
1i= 0.008 + (6.020 - 6.010) = 0.018.

I Si è supposto che i fori abbiano asse


parallelo all'asse teorico (cioè che r sia
trascurabile rispetto a t + .M).
--1 -0,002

Fig. 4.8.2a

I La figura 4.8.1 mostra che, in queste


condizioni, non esiste una zona di in-
tersezione comune tra i cerchi di tol-
leranza dei fori e la circonferenza di
I shift di B né lo spostamento permesso
dallo shift di C può migliorare la si-
tuazione. Il pezzo viene pertanto ri-

I gettato.
Ci chiediamo se esiste qualche possi-
bilità di recupero del pezzo, eventual-
mente sottoponendolo ad una lavora-
I-- zione che.ne aumenti la tolleranza di-
mensionale rèale. Questo può essere
ottenuto portando al minimo materia-
le l'albero B, o la cava C, o ancora i due
I fori laterali.
Esaminiamo il primo caso, albero B al 0,004

-1 minimo.materiale-: è come se avessimo


ora un albero reale di diametro 13.518,
sempre fuori perpendicolarità di <l>=
Fig. 4.8.2b
-- - ......
0.012. Viene calcolata la nuova condi-

I zione virtuale reale di B, ora al mini-


mo materiale (<l>,.,= 13.518 + 0.012 =
13.530) ed ancora lo shift di B come dif-
y

ferenza tra la condizione virtuale e la

I condizione virtuale reale al minimo


materiale (shift8 = 13.546 - 13.530 =
0.016).
Le figure 4.8.2a, 4.8.2b e 4.8.2c mostra-
I no quale è la situazione se, per il nuo-
vo shift di B, si applica ai fori anche lo
spostamento dovuto allo sl1iftdi C: in
particolare si nota che, per uno sposta-
I mento intermedio (pari al valore
0.004), esiste una zona comune tra i
cerchi di tolleranza dei fori ed il cer-
'I
0,008 0,008
X

i i
I chio di shift di B. Il pezzo può quindi
essere accettato, se B viene portato al
minimo materiale (cioè se il suo dia-
metro viene ridotto al minimo).

I Esaminiamo ora il secondo caso, cava Fig. 4.8.2c

676

1
C al mm1mo materiale: è come se
avessimo una cava reale di larghezza
r--------------.1 y
3.0015, sempre fuori localizzazione di
0.006.
Viene calcolata la nuova condizione
virtuale reale di C, ora al minimo ma-
I
teriale (1,.,= 3.015 - 0.006 = 3.009) ed
ancora il gioco (sliift) di C come diffe-
I - ~012

0! _j[°~'
renza tra la condizione virtuale reale
al minimo materiale e la condizione
virtuale (shiftc = 3.009 - 3.000 = 0.009
al raggio 5.4, 0.0045 per parte). Lo spo-
stamento per i fori laterali avviene al t I X
raggio 15, e pertanto vale 0.0045
(15/5.4) = 0.013 per parte. Si può no-
tare, come già visto nella figura 4.8.1,
che l'aumento dello spostamento di-
I
sponibile non migliora la condizione
iniziale di non intersezione tra le cir-
conferenze di tolleranza dei fori e la
____________________________
..._
I _,

circonferenza di sliift di B. È pertanto Fig. 4.8.3a


inutile, ai fini della accettazione del
pezzo, portare la cava al minimo ma-
teriale (cioè ingrandire la cava fino al-
~------1 y
la sua massima larghezza).
Esaminiamo infine il terzo caso, fori
al minimo materiale: è come se aves-
simo entrambi i fori al diametro 6.022,
sempre con gli stessi scostamenti ti.x e
6.y.La tolleranza di ciascuno dei fori
laterali, in condizioni di minimo ma- .,,,.--~--
....,
teriale, vale tm = 0.008 + (6.022 -
6.0l_Q)= 0.920 ..Le figure 4.8.3a, 4.8.3b e
4.8.3c mostrano quale è la situazione
se, per il nuovo cerchio di tolleranza
dei fori, si applica ai fori stessi anche
lo spostamento do,·uto allo shift di C:
in particolare si nota che, per qualsia-
si spostamento, esiste una zona comu-
n_g__trai cerchi di tolleranza dei fori ed ' --........-:...--- ...._,-
il cerchio di shiftdf°If If pezzo· può
perciò essere accettato, se i fori vengo-
no portati al minimo materiale (cioè Fig. 4.8.3b
se i loro diametri vengono allargati al
massimo).
y

! ;
I X
0,008 I

~ I

'

Fig. 4.8.3c

-=:--· -,.,,_-. • .. "'-,,.!>'9"-


...,C,-.. _ ....... ~-· ••

--,
I 1. Quotatura funzionale di particolan·
74

dal complessivo di pagina 377.


I B-B

I r I

I
I :::!1 0,8

108

I Tolleranze secondo UNI ISO 8015


Tolleranze generali UNI ISO 2768-mk 140

Smussi non quotati: 2,45°


Raccordi non quotati: R2

I 95
102

Gola E 0,6x0,3 UNI 4386 - 75

I
54
24

I I!
-----B----
J-1,
I
Afo opera
Gola UNI ISO 4755 050
25
@0,013 e
31

I
I 40
158

31 57

1...b
I 25
30

B-B

I
I Gola E O 6•0 3 UNI 4386-75

I Raccordi non quotati: R2


3/( ~)
··1678
I1•' ml

I
I
I
studio
di complessivi I
I
1.
I
Dal complessivo (gruppo di regolazione) si ricavino i particolari costruttivi e gli elementi normalizzali.

~\
\
I
I
I
I
1--
4

2 Dal complessivo (valvola a globo) si ricavino i particolari


• costruttivi e gli elementi normalizzali.
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4
111
Dal complessivo rappresentato in assonometna si ncavino i particolan
e si disegni il complessivo in proiezione ortografica.

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681
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11
·-I RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI

I Nell'elencoseguentedi testiindicatiper ePentualeapprofo11di111ento


confrontoo di esempio,sonocitatisolovolumi e 11011
e chiarimentos11particolariargomentio semplicementericordaticomefonte di
singoliarticolio memorie.Ciòsia per 11011 estendereeccessimmentel'elenco,evitandoagli Au-
tori l'accusadi sfoggiare1111'erudizioneoggifacilmente11111t11abile
da variefonti, sia perchéi testi citati riportanoa lorovoltaampiebibliografie.

I Analogamentenon vengonoelencatealtre norme,nazionalied i11temazio11ali, oltrea quellecitatenei singolicapitoli.

I TESTI GENERALI
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of machinedesign,MlR, Mosca, 1980

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Napoli, 1994
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Madrine Design, Penton Publishing, Cleveland, USA
NT-Tecnicae Tecnologia,AMMA, Torino
Orlando M., Podda G., Lineamentidi disegnoa11to111atico, Levrotto
I & Bella, Torino, 1988
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Cento G., Prospettiva,Giorgio, Torino, 1947
Cataloghi è pubblicazioni delle Ditte:
SKF, Angst Pfister, Mollificio Italiano, CA TOR, MECMAN, Pi-
relli, IVECO, Gally, Glacier, Bonfiglioli, Marzorati, FAG, Fimet.

I 682
INDICEANALITICO
I
I
I
I
I
- ortogonale 177, 179
- rapporti di riduzione 179
- trimetrica 179, 185
I
abbozzo 261 Bèzier 644
acciai 618
- classificazione 618
assonometrie. Vedi proiezioni
attrezzi per disegno 44
AUTOCAD
bitmap 6
blocchetti piano-paralleli 281
I
- da costruzione 620 - ambiente di disegno 53 bonus425
- designazione 618
- inossidabili 621
- per uso generale 621
- assonometria 196
- - altre 201
- - isometrica 196
brasatura 607
B-Rep 630
broccia tura 252
I
- per utensili 621 bronzi 623
- trattamenti termici 618
accoppiamenti
- attributi 369
- autolisp 202
- colori 34
bronzine 580
brugola 489
I
- albero base 354 - compenetrazione di solidi 157 bullone483
- con interferenza 337
- foro base 354
- incerti 338
- coordinate 27
- costruzioni geometriche 83
bulloneria ·
- classi di resistenza 517
bulloni
I
- dimensioni foglio 53
-150353 __
-mobili 336
- raccomandati 355
--~entità.Vedi-primitive
- filettature 407
- generalità 27
.::-.adalta resistenza 502
- per carpenteria 503
bussola conica 559
I
accoppiamenti scanalati 554 -griglia 54
- ad evolvente 555
- rappresentazione 555
- linee 34
- livelli 54
I
addendum 571 - modellazione 30 649
aggiustaggio 334
alberi striati 558
alesatura 248
- primitive 32
- proiezioni ortogonali 112
- quotatura 313
CAD, CAE, CAM, CAPP, CAD/CAM 23
I
calibri 277
anelli di arresto. Vedi anelli elastici
anelli di sicurezza. Vedi anelli elastici
anelli elastici 560
- - comandi 333
- - variabili 313
- requisiti hardware 52
- fissi 279,335
- funzionali 450
campitura. Vedi tratteggio
I
angolo di pressione. Vedi ruote dentate - sezioni 154 caratteri. Vedi scrittura
ANSI 39
antisvitamento 517
APT 240
- simboli e blocchi 368
-snap54
- spazio carta 647
cartiglio. Vedi riquadro delle iscrizioni
categorie di disegni 261
I
catene 579
arrotondamenti. Vedi raccordi
ASME39
assonometria 175
- spazio modello 647
- tolleranze
- - dimensionali 370
catene di quote 358
cave
- per chiavette 536
I
- cavaliera 185: - -geometriche 475
- dimetrica 179, 183
- isometrica 179,180
- obliqua 177, 185
- tratteggi 154
- unità di disegno 32
- -quotatura 545
- per linguette
- - quotatura 545
I
- uscita 54 CEJ39

683 I
I celle flessibili 237 .:
CEN38
- divisioni di angoli 62
- divisioni di segmenti 62
dentature
- corrette 572
centri di lavoro 237 - elica 82 - diritte 5,3

I cerchi
- in assonometria 182,184, 187
chiavette 536
- ellisse 76, 81
- ennagono 68
- epicicloide 81
- elicoidali 573
dentiera 571
dettagli 109

I - tangenziali 538
- trasversali 559
chiavi 488
-esagono 66
- ettagono 67
- evolvente 80, 82
dimensione
-limite 340
- nominale 340
chiodatura 603 - iperbole 79, 82 DIN39
I - fori per 604
ciclo di vita 21
- ottagono 67
- ovale 77, 81
dipositivi antisvitamento 517
disegno
- artistico 7
- parabola 78, 82
---1-
--
cilindricità 441
CIM 20
cinghie
- parallele 60
- pentagono 66
- automatico-26 ·
- come costruito 264

I -
- dentate 579 - perpendicolari 60 - convenzionale 261
piatte 578 - poligoni 63 - costruttivo 263
_ - trapez~id ali 578 - poligoni regolari 69 - di complessivi 262
440
circolarita - quadrato 65 - di componenti 263
classi di bulloneria 517 - raccordi 72 - di fabbricazione 264

I classi di tolleranze 352


CMM. Vedi misura a coordinate
CNC. Vedi controllo numerico
-spirale 79
- tangenti 71
- triangoli 64
- di gruppi 262
- di impianti 264
- e collaudo 277
coassialità 469 CSG 631 - e sistema qualità 272
I collegamenti
- a pressione 559
curve
- di Bèzier 644
- geometrico 13
- gestione in azienda 269
- chiodati 603 - parametriche 642 - pittografico 261

I - filetta ti 3 79
- - rappresentazione 530
- forzati 603
cuscinetti
- idrodinamici 581
- idrostatici 581
- schematico 261
- semplificato 261
- tecnico 7
- radenti 580 disegno dei pezzi fusi 218
-1--
---=r:;~:r6e;;i 6~3 - - -- -_ vo1venti 580 - angoli di sformo 21s··
- semipermanenti 603 - - assiali 584 - rappresentazione semplificata 226
- smontabili 379 - - disegno 582 -ritiro 218
I - - filettati 483
- - non filettati 535
- - montaggio 584
- - obliqui 583
disegno dei pezzi imbutiti 231
disegno dei pezzi stampati 225

-1 - comparatore 282
compenetrazioni di solidi 140
- di rivoluzione 144
- - rappresentazione simbolica 582,
··585- -- - -
- - spallamenti 584
- rappresentazione semplificata 226
disegno e lavorazioni 211--
disegno tecnico 261

I -
- prismatici 141 - - tolleranze per sedi 583,586 - categorie 261
prismatici e di rivoluzione 142 -colore 266
complessivi. Vedi disegno di com- - definizione 12
plessivi - evoluzione 10
compositi 624 -norme40
I computer 47
concentricità 462
distinta componenti 270
DNC. Vedi controllo numerico
Concurrent Engineering. Vedi inge- DRF. Vedi riferimento
gneria simultanea dadi483,508 durezza 617
I conicità 297, 299
controdado 520
- ad intagli 524
- autobloccanti 521
controllo numerico 20, 236 - autofrenanti 528

I - quotatura 310
copiglie 524, 549
costruzioni geometriche 57
- designazione 497
- di sicurezza 521
- flangiati 529
m !'--
.
·.·

-archi 72
I -assi 60
- bisettrice 62
- rappresentazione 530
- tagliati 523
- tipi unificati 508
elastomeri 624
elemento 262, 424
- di riferimento 429
- cicloide 80 datum. Vedi riferimento - - indicazione 419
I - circonferenze 70
- decagono 68
dedendum 571
dentatura. Vedi ruote dentate
- dimensionabile 424
elettroerosione 257

684
I
ellisse 182. Vedi costruzioni geome- - delle lamiere 228
I
triche - - imbutitura 230
errori
- dimensionali 333 GD&T414
ghiere 511, 527
- - piegatura 229
- - punzonatura 228
I
- macrogeometrici 333 - - taglio 228
ghise 622
- microgeometrici 333
estrusione 222 giuoco 336
gole
- - tranciatura 228
- di filettature 393
- elettrochimiche 257
I
- per filettature 402
- per rettifica 255
goniometro 279
grado di tolleranza 342
- meccaniche 211
- per deformazione plastica 221
leghe
I
- designazione 624

feature. Vedi elemento


.grano. Vedi viti senza testa
Group Technology 276
guarnizioni. Vedi tenute
- leggere 623
linea dello zero 341
linee 40, 100,111,125
I
filettature 379
- dente di sega 391
- designazione 385
- distanze di spallamento 402
linguette 539
-a disco 541
- americane. Vedi linguette a disco
I
LMC. Vedi minimo materiale
-gas387
- gole di scarico 402
- lavorazioni 393 imbutitura 230
localizzazione 447
I
- metriche ISO 383 inclinazione
-passo381
- per legno 392
- quotatura 299
- tolleranza di 446 I
- principi 381
- profilo 380
- quotatura 402
incollaggi 614
indipendenza
- principio di 416
••••••
tiri"'; ...
I
- rappresentazione 398 industrializzazione 22 macchine di misura 284, 453
- sistemi di 383 ingegneria simultanea 23 macchine utensili 236
- tQlleranze 404
- trapezoidali 389
-UST 392
inserti filetta ti 506
- elicoidi 506
- rappresentazione 507
!l'adrevit~ 379 _ . ___ _ _______ __
manicotti elastici 558
maschi 394
I
maschiatura 248
- utensili per 396
- Whitworth 385
filiera 395
intercaQ1biabilità 334
interferenza 336
inviluppo
- fori per 401
massimo materiale 423
I
finiture superficiali 361 - esigenza di 421 materiali 617
FMsio - · -· ··-
fogli da disegno 42
-iperbole. Vedi costruzioni geomefrT.:-- -
che
1so38
-...:indicazion-e ·nelle -sezioni 134
materie plastiche 624
metodo dei piani ausiliari. Vedi com-
I
-formato 42
- piegatura 43
foglio di produzione 22
fonderia 212
IT.Vedi tolleranza penetrazioni di solidi
metodo delle generatrici. Vedi com-
penetrazioni di solidi
I
metodo delle sfere ausiliarie. Vedi
foratura 248
forgiatura 223
fori
compenetrazioni di solidi
microfusione 214
micrometro 278
I
- da centro 242
- filettati 400
- passanti 484
- per chiodatura 604
Johansson. Vedi blocchetti piano-pa-
ralleli
minimo materiale 425
misura a coordinate 284
MMC. Vedi massimo materiale
I
modellazione solida 629
- per maschiatura 401
formatura 214
fresatura 245
- parametrica 634
modificatori 454
I
fucinatura 224 modulo571
fusione a cera persa. Vedi microfusio-
ne
lamatura 248
molle591
- a baiestra 592
- a tazza 592
I
laminazione 221 - elicoidali 592
laser 258
lavorazioni
- quotatura 595
- rappresentazione 593
I
- ad asportazione di truciolo 233 Monge13

685 I
•.·A .• ,- - • ,_.--f
I - assonometriche 16, 175
- centrali 13
- di complessivi 300
- di coni 297
- definizione 13 - di elementi ripetuti 296
I NC.Vedi controllo numerico
normazione 35
-enti 38
- di figure piane 94
- di solidi 96
- di filettature 402
- di fori 308
- di un punto 93 - di molle 595

I numeri di posizione 2,0


numeri normali 268
- di un segmento 94
- esplose 16
-oblique 16
- di profilati 296
- di quadri 296
- di raccordi 294
- ortografiche 16 - di raggi 294
I - parallele 16
proiezioni ortogonali 89
- di ruote dentate 577
- di scanalature 307
- metodi pratici 99,101 - di sfere 295
I ombre 195
ombreggiatura 195
· -- - - metodo americario89;92·
- metodo delle frecce 92
- di smussi 295
- di zone particolari 300
OR587 - metodo europeo 89, 91 - funzionale 287, 304

I ottoni 623 - oggetti simmetrici 104, 108


-primo diedro 89, 91
- raccordi 105
- geometrica 300
- in coordinate 303
- in parallelo 302
- ribaltamenti 102 - in serie 302
I - sistemi di proiezione 91
- superfici inclinate ed oblique 102
- per controllo numerico 310
- tecnologica 287,306
- tangenze 106 quote

I Palmer. Vedi micrometro


parabola. Vedi costruzioni geometri-
che
- terzo diedro 89, 92
- vera forma 96
- vista ausiliaria 102
- catene di 358
- classificazione 300
- di accoppiamento 301-
parallelismo 442
I parti contigue 108
particolari. Vedi disegno di componenti
prospettiva 13, 175, 189
- accidentale 192
- centrale 191
- di grandezza e posizione 300
- disposizione 293
-frecce 291
passo - frontale 191 - indicazione 288
I - assiale 573
..:.circonferenziale 573
- di dentatura 570
-metodi
--fughe 194
- - inee di misura 289 --· ---
- linee di riferimento 288
- - misuratori 194 - scrittura 292
- di filettature 381
I - normale 573
percezione visiva 6
- - taglio 194
- obliqua 192
- parallela. Vedi assonometria
perni545
-1
- perpéhdicolàrità 443-
piastrine 513
-_razionale 19.2... . . _ _ . __
prototipazione rapida 258
- interfacciamento con sistemi CAD.
piegatura 229 raccordi
642
pixel 6,633 - non quotati 295
I planarità 439
plotter 51
pulegge
- per cinghie 578
punto di fuga. Veµi prospettiva
- per applicazioni meccaniche 268
raccordi di condotte. Vedi sviluppi di
Pohlke 179 solidi
I polimeri 624
posizione delle tolleranze 344
Rapid Prototyping. Vedi prototipazio-
ne rapida
rapporti di riduzione assonometrici 179
prigioniero. Vedi viti prigioniere

I principio
- del massimo materiale 423
- del minimo materiale 425 quadro prospettico. Vedi prospettiva
rapporto di trasmissione 570,574,575
rappresentazione
- fotorealistica. Vedi rendering
- di indipendenza 416 quotatura 287 - tridimensionale 629
I - di reciprocità 461
process planning. Vedi industrializza-
- a quote sovrapposte 302
- combinata 302
- volumetrica 632
rappresentazione semplificata
zione - con tolleranze 349 - cuscinetti volventi 583,585

I processi di lavorazione 212


production planning. Vedi industria-
lizzazione
- convenzioni 294
- di angoli 295
- di archi 295
-dadi 530
- elementi di macchine 586
- elementi ripetuti 109

I produttività 19
progettazione 21
proiezioni 13
-di cave545
- di cerchi 294
- di collaudo 287,306
- filettature 530
- guarnizioni 590
- inserti filetta ti 507

I 686
-molle593
- pezzi fusi o stampati 126
- segni grafici 611
lii:,.
I
scale 41
- rivettature 607
- ruote dentate 576
-viti 530
scanalati. Vedi accoppiamenti scana-
lati
scanner49
tenute
- a labbro 588
I
rastremazione 298 - a labirinto 590
reciprocità
- principio di 461
scelta delle viste 110
schizzi 265
scostamenti fondamentali 345
- ad anello 588
-ad U 588
-per alberi rotanti 588
I
Renard. Vedi numeri normali - per alberi 346
rendering 18,636
- algoritmi 640
- proprietà superficiali 638
- per fori 347
scostamento 341
- rappresentazione simbolica 590
- statiche 587
tirante491
I
scrittura 40
- sorgenti luminose 637 tolleranza 333,341
resilienza 617
resistenza meccanica 617
Seeger. Vedi anelli elastici.
semisezioni 129
sezioni 123
- gradi di 342
-proiettata 459
I
retta d'azione. Vedi ruote dentate - unità di 343
rettifica 253
- con piani concorrenti 128 -zero461 ~
rettilineità 436
- con piani consecutivi 128 tolleranze di forma ti
- con piani paralleli 126 - cilindricità 441
ribaltamento 96, 111
- con superfici qualsiasi 129 - circolarità 440
ribattini 603
riduttore 572
riferimento 425
- con un piano 126
- coniche 138
- planarità 439
- rettilineità 436
I
- convenzioni di rappresentazione tolleranze di localizzazione 447
- parziale 432
riquadro delle iscrizioni 269
risoluzione 641
134,137
-in luogo 130
- in vicinanza 131
- bidirezionale 462
- calcolo 456
- composite 460
I
rivettature 603
rivetti 605
rosette512
- aperte 516
- indicazione materiali 134
- modalità 126
- parti da non sezionare 134
tolleranze di orientamento 442
- inclinazione 446
- parallelismo 442
I
- di sicurezza 524, 527 - parziali 130 - perpendicolarità 443
- elastiche 511--- -
rugosimetro 363
_-::solic:j.iassialsimm~tric~ 138
- solidi elementari 137
- solidi non assialsimmetrici 137
tolleranze çli posizione.447
- concentricità 462
- localizzazione 447
--1
rugosità 362
- e lavorazione 367
- e tolleranza 366
- indicazione 363
- successive 132
- tratteggio 133
simmetria 462
- simmetria 462
tolleranze dimensionali
- controllo 334
I
- scelta 366_ ___ _ _
rullatura 393
sistemi CAD 25
smusso 295-- -
snervamento 617
- indicazione 349
-=-per fflettaturé 1l04
- posizione delle 344
---1-
ruote dentate 570
- bielicoidali 573 sorgenti luminose 650 - quotatura 349
- coniche 574
- elicoidali 573
spigoli convenzionali 107
spine 545
- scostamenti fondamentali 345
- sistema ISO 340
tolleranze generali
1
- ipoidi 574 - cilindriche 546
- primitive 570
- profili 570
- quotatura 577
- coniche 547
- elastiche 551
- - ad intagli 553
- dimensionali 351
- geometriche 472
- indicazione 473
I
- rappresentazione 576 spline 46,644 tolleranze geometriche 413
ruote di frizione 570
ruote oziose 570
stampanti 50
stereolitografia 258
- classificazione 417
- di forma 436 I
ruotismo 571 stozzatura 251 - di oscillazione 467
- epicicloidale 572 strumenti di misura 277
superfici piane 108
- generali 472
- indicazione 418
- per pezzi non rigidi 473
I
supporti 580
- sui profili 464
sviluppi di solidi 147
- cilindri 151
- coni 152
tomografia computerizzata 632
tornitura 240
I
trafilatura 223
saldature 607
- classificazione 610
- rappresentazione 612
- poliedri 147
- raccordi di condotte 153
tranciatura e punzonatura 228
trasmissione
- del moto 569
I
687I
----1
- flessibile 578
- positiva 579
vite 379,483
- senza fine 575 I','#:.
- rapporto di 570 viti
Whitworth. Vedi filettature
-rigida 570 - a testa cilindrica 498
- a testa esagonale 497 wireframe 629
trattamenti termici 618, 623
tratteggio 133 - a testa quadra 501
- a testa svasata 499
- antimanomissione 506
- autofilettanti 504
- da legno 505
- da saldare 492 zigrinatura 244,558
- designazione 497
UNI36 - di pressione 48.L .
unificazione 36 - estremità 485
unità di tolleranza 343 - mordenti 483
- prigioniere 489
- rappresentazione 530
- senza testa 489,500
- teste 487
- - esagonali 490
viste parziali 109 - tipi unificati 494
viste raccorcia te 109 voxel 633
12. Il concetto di coassialità
II" gli errori e le tolleranze
13. Tolleranze geometriche generali
14. Tolleranze per pezzi non rigidi
469
472
473 I
1. Gli errori nei pezzi costruiti 333
tffi.·=··-·•
2. Le tolleranze dimensionali e il controllo tra due linùti 334
3. Tipi di accoppiamento
4. Sistema ISO di tolleranze e accoppiamenti
5. Tolleranze generali
336
340 Esercizi
Le tolleranze geometriche
nei sistemi di disegno assistilo 475
477
I
351
6. Accoppiamenti nel sistema ISO
7. Serie e catene di quote tollerate
8. Finiture superficiali e rugosità
353
358
361 gli organi
I
di collegamento filettati
f !i\M-./-1
Creazione
-"Eserciz(
____·-
di simboli e blocchi
- --- -- - · - - --- ---
368
371 1. Viti e bullonI
2. Inserti filetta ti
·4g3·
506
I
3. Dadi 508

11 i collegamenti filettati
4. Rosette
5. Classi di bulloneria
6. Dispositivi anti svitamento spontaneo
512
517
517
I
7. Il disegno degli organi di collegamento filettati 530
1. I collegamenti smontabili 379
.csel'cizf-- - ------- . - - - -- .. - ---s31·---1
2. I collegamenti filettati 379
3. Sistemi di filettature 383
4. Lavorazione delle filettature
5. Rappresentazione degli elementi filettati
6. Tolleranze per filettature
393
398
404 11 i collegamenti smontabili
non filettati I
w.~~a
lo rappresentazione aule-natica

Esercizi
dei collegamenti filettati 407
410
1. I collegamenti albero-mozzo
2. Chiavette e linguette
3. Spine e perni
535
536
545
I
4. Accoppiamenti scanalati 554
5. Altri collegamenti
6. Chiavette trasversali
7. Anelli di sicurezza ed arresto
558
559
560
I
1:r le tolleranze geometriche
Esercizi 566

1. Generalità
2. Il principio di indipendenza
413
416
I
altri componenti delle macchine
3. Cfassificazione delle tolleranze geometriche
4. Indicazione delle. tolleranze geometriche sui disegni
5. Interdipendenza fra dimensioni e forma
6. Riferimenti
417
418
421
425 1. Premessa 569
I
7. Tolleranze di forma 2. Trasmissione del moto rotatorio 569
8. Tolleranze di orientamento
9. Tolleranze di posizione
10. Tolleranze sui profili
436
442
447
464
3. Supporti e cuscinetti
4. Tenute e guarnizioni
5. Molle
580
587
591
I
11. Tolleranze di oscillazione 467 Esercizi 596
689
I
-----'
·1 r-: collegamenti permçanenti F· la modellazione solida.
Le· L

I 1. Premessa
2. Collegamenti forzati
3. Chiodature e rivettature
603
603
603
1. Introduzione
2. I sistemi di rappresentazione dei solidi
3. La modellazione solida parametrica
629
630
634
607 4. Il rendering: la rappresentazione fotorealistica 636
I 4. Collegamenti saldati
5. Caratteristiche delle saldature
6. Rappresentazione delle saldature
7. IncoUaggi
610
612
614
5. Interfacciamento tra i sistemi
di prototipazione rapida
6. Le curve parametriche
CAD e le macchine
642
642

I Esercizi 615
f-fu.4..pLospazio corto e lo spazio modello
Esercizi
647
658

I rif'
1111.l~J
materiali
per costruzioni meccaniche
AEPPEN?.ICE
le tolleranze secondo lo normolivo americano
1. Premessa 617 .

I 2. Acciai
3. Ghise
4. Leghe leggere
618
622
623
,:'.

1. Il sistema americano di tolleranze dimensionali


5. Bronzi ed ottoni 623 e geometriche 661
I. 6. Altri metalli di impiego industriale
7. Materie plastiche
8. Compositi
624
624
624
2. La condizione di massimo materiale e le sue
conse~enze
3. I modificatori nei riferimenti
- 664
667
9. Elastomeri 624 4. L'accettazione dei pezzi 672

I E:%·'--fillo
stampo con Autocod 626
Esercizi 678

Esercizi 628

I studio di complessivi

Esercizi 679

l-
i Indice analitico
Riferimenti bibliografici
683
682

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