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suddivisione dei corpi solidi va sotto il nome di comminuzione. Nelle sue prime fasi la
comminuzione è effettuata in cantiere per rendere il materiale appena scavato più facile da
gestire con raschietti, nastri trasportatori e dumper, e nel caso di prodotti di cava per produrre
materiale di granulometria controllata.
Una prima suddivisione può essere fatta distinguendo essenzialmente due gradi di
comminuzione:
la frantumazione; il materiale in entrata è molto grossolano, spesso proveniente direttamente
dalla cava, in questo caso i blocchi in entrata sono di pezzatura del metro
la macinazione; riduzione dimensionale piuttosto spinta per ottenere elevati gradi di finezza, da
ggiungere dimensioni
micrometriche o, talvolta, anche oltre.
Parametri fondamentali
Rapporto di riduzione n
Con tale espressione si intende il rapporto tra la dimensione massima D del materiale in ingresso
al processo di comminuzione e la dimensione massima d del prodotto finito ottenuto. Tale
parametro, usualmente indicato con la lettere n, è di fondamentale importante nella scelta dei
macchinari da utilizzare mminuzione cui si sta lavorando.
La formula per esprimere n è la seguente:
Nella pratica risulta tuttavia difficile applicare alla lettera tale definizione sia perché il materiale
considerato molto spesso è composto da differenti granulometrie sia perché, come si può notare
dalle curve granulometriche, in corrispondenza del 100% di passato
corrispondenti valori D e d
in quanto le curve tendono asintoticamente al 100%, quindi entrambi i valori sono di difficile
determinazione.
Per i motivi sopra citati, si è soliti fare riferimento alle dimensioni corrispondenti, sulle rispettive
(D80,
d80). In alcuni casi si possono utilizzare come riferimento le dimensioni corrispondenti al 95%
del passato, avvicinandosi maggiormente alla definizione teorica ma ottenendo un risultato
probabilmente meno attendibile. La (2.1) viene così modificata:
Il rapporto di riduzione è il principale parametro di riferimento nella scelta di una macchina che
realizza riduzioni dimensionali, ogni macchinario ha il suo caratteristico valore di n ed è su
questo che è stato progettato. Come vedremo più avanti, i rapporti di riduzione corrispondenti
alla frantumazione risultano essere decisamente inferiori a quelli relativi alla macinazione,
inoltre tanto maggiore è n tanto più alto sarà il quantitativo energetico richiesto dalla macchina
per compiere la comminuzione.
Se si vuole ottenere una frantumazione del materiale le forze prevalenti sono quelle di
compressione e di urto, mentre se si vuole macinare il materiale non bastano queste ma entrano
in gioco anche sforzi di taglio e di abrasione. La macinazione tuttavia è un fenomeno piuttosto
complesso difficilmente riconducibile in tale casistica in quanto intervengono
contemporaneamente e impulsivamente un insieme combinato di azioni.
ottenuto spesso nei frantoi a compressione utilizzando superfici ondulate di frantumazione.
Nella rottura per urto, a causa del rapido caricamento, una particella sottoposta a stress
sperimenta un carico medio più elevato rispetto a quello necessario per raggiungere una frattura
semplice, tendendo quindi a dissolversi rapidamente, principalmente per rottura di trazione. I
prodotti ottenuti sono spesso molto simili per forma e dimensione.
invece materiale molto fine, e può essere indesiderato a
Per energia di comminuzione si intende il lavoro richiesto per ridurre alle dimensioni volute il
sottolineare che solo una quota m totale
impiegata è destinata direttamente alla rottura del materiale, chiamata appunto energia di
comminuzione o di riduzione dimensionale; la restante parte invece è impiegata per il
funzionamento degli impianti di frantumazione (frantoi) e di macinazione (mulini), ad esempio
per la loro messa in moto. Inoltre gran par viene dissipata sotto
altre forme di energia, spesso in percentuali anche piuttosto consistenti.
Precisamente l
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una perdita del 75-80% soprattutto sotto forma di energia termica ed acustica.
ottenere. Ovviamente, tanto più spinta è la riduzione dimensionale tanto maggiore sarà la
richiesta di energia; quindi, i processi di macinazione sono molto più energivori rispetto a quelli
di frantumazione.
I meccanismi che governano la rottura dei materiali rocciosi sono stati analizzati in modo
approfondito da Griffith, che nel 1921 ha formulato una teoria basata sul presupposto che le
rocce sono pervase da microfratture che costituiscono punti di debolezza
del materiale stesso. Inoltre Griffith ipotizza che le fratture presentino una forma ellittica
allungata con orientazione variabile. Applicando i principi della meccanica della frattura a
queste discontinuità, si può osservare una concentrazione di sforzo di trazione alle loro
partire dal bordo delle fratture preesistenti, si ottiene per un valore minimo della concentrazione
degli sforzi