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L'imperialismo, fase suprema del capitalismo N.

Lenin
Cade qui opportuno riportare la parte conclusiva del celebre saggio di Lenin che si intitola L'imperialismo fase suprema del capitalismo, scritto e pubblicato a Zurigo nel 1916 nel pieno della prima guerra mondiale e ripubblicato nel 1917 a Pietrogrado l'anno stesso della rivoluzione bolscevica. Utilizzando l'opera dello Hobson, Imperialismo. Uno studio, ma dissentendone nelle conclusioni (Hobson un riformista, laddove Lenin un rivoluzionario che rifiuta ogni illusione di una graduale riforma del modo di produzione borghese e dei suoi istituti politici e sociali), il grande agitatore russo affronta la questione del capitalismo monopolistico quale si venuto affermando negli ultimi decenni. La guerra in atto in Europa per entrambe le parti una guerra imperialistica, vale a dire di conquista, di rapina, di brigantaggio, una guerra per la divisione del mondo e per una nuova ripartizione delle colonie e delle zone di influenza del capitale finanziario. Dacch entrato nella sua fase estrema di massima concentrazione monopolistica, il capitalismo, da liberistico che era in origine, si trasformato in un sistema di oppressione coloniale e di strangolamento finanziario da parte di piccoli gruppi di paesi progrediti, che trascinano tutto il mondo nella loro guerra, per la spartizione dell'intera superficie terrestre. Un ordinamento dunque, quello capitalistico, parassitario e putrescente, che, per il suo carattere sempre pi aggressivo, pone urgentemente a tutti i popoli la necessit della controffensiva rivoluzionaria. Il proletariato, minacciato dalle crisi ricorrenti e dalle guerre capitalistiche, deve raccogliere la sfida e liberare il mondo dall'oppressione, realizzando una nuova societ, la societ socialista.

Dobbiamo ormai tentare di sintetizzare quanto sin qui abbiamo detto intorno all'imperialismo e di concludere. L'imperialismo sorse dall'evoluzione e in diretta continuazione delle qualit fondamentali del capitalismo in generale. Ma il capitalismo divenne imperialismo capitalistico soltanto a un determinato ed assai alto grado del suo sviluppo, allorch alcune qualit fondamentali del capitalismo cominciarono a mutarsi nel loro opposto, quando pienamente si affermarono e si rivelarono i sintomi del trapasso ad un pi elevato ordinamento economico e sociale. In questo processo vi di fondamentale, nei rapporti economici, la sostituzione dei monopoli capitalistici alla libera concorrenza. La libera concorrenza l'elemento essenziale del capitalismo e della produzione mercantile in generale; il monopolio il diretto contrapposto della libera concorrenza. Ma fu proprio quest'ultima che cominci sotto i nostri occhi a trasformarsi in monopolio, creando la grande produzione, eliminando la piccola industria, sostituendo alle grandi fabbriche altre ancor pi grandi, spingendo tanto oltre la concentrazione della produzione e del capitale che da essa sorgeva e sorge il monopolio, cio i cartelli, i sindacati, i trust, fusi con il capitale di un piccolo gruppo di una decina di banche che manovrano miliardi. Nello stesso tempo i monopoli, sorgendo dalla libera concorrenza, non la eliminano, ma esistono con essa e al disopra di essa, originando cosi una serie di aspre e violente contraddizioni, attriti e conflitti. Il sistema dei monopoli il passaggio dal capitalismo ad un ordinamento superiore. Se si volesse dare la pi concisa definizione possibile dell'imperialismo, si dovrebbe dire che l'imperialismo lo stadio monopolistico del capitalismo. Tale definizione conterrebbe l'essenziale, giacch da un lato il capitale finanziario il capitale bancario delle poche grandi banche monopolistiche, fuso col capitale delle unioni monopolistiche industriali, e d'altro lato la ripartizione del mondo significa passaggio dalla politica coloniale, estendentesi senza ostacoli ai territori non ancor dominati da nessuna potenza capitalistica, alla politica coloniale del possesso monopolistico della superficie terrestre definitivamente ripartita. Ma tutte le definizioni troppo concise sono bens comode, come quelle che compendiano l'essenziale del fenomeno in questione, ma si dimostrano tuttavia insufficienti, quando da esse debbono dedursi i tratti pi essenziali del fenomeno da definire. Quindi noi - senza tuttavia dimenticare il valore convenzionale e relativo di tutte le definizioni, che non possono mai abbracciare i molteplici rapporti, in ogni senso, del fenomeno in pieno sviluppo - dobbiamo dare una definizione dell'imperialismo, che contenga i suoi cinque principali contrassegni, e cio: 1) la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica; 2) la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo capitale finanziario, di un'oligarchia finanziaria; 3) la grande importanza acquistata dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci; 4) il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo; 5) la compiuta ripartizione della terra tra le pi grandi potenze capitalistiche. L'imperialismo dunque il capitalismo giunto a quella fase di sviluppo, in cui si formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l'esportazione di capitale ha acquistato grande importanza, cominciata la ripartizione del mondo tra i trust internazionali, ed gi compiuta la ripartizione dell'intera superficie terrestre tra pi grandi paesi capitalistici.
(N. Lenin, L'imperialismo fase suprema del capitalismo, Editori Riuniti, Roma, 1974, sta in A. Desideri, Storia e storiografia, vol. 2, ed. D'Anna, Messina-Firenze 1990, pp. 1046-1048).

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