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Epidemia

Tutto cominci in una piccola e tranquilla cittadina. Come ogni mattina, il ragazzo dei giornali correva scampanellando con la sua bicicletta rossa, a portare notizie fresche ai concittadini insonnoliti. Lo stesso faceva la donna del latte. Invece il panettiere era gi in piedi dalle tre del mattino, e fra poco la sua fatica sarebbe terminata. Uno ad uno si aprivano i negozi, e, perlopi fischiettando, pi di rado brontolando, i negozianti aprivano le loro botteghe. Anche il droghiere, gi con la matita dietro lorecchio e il camice blu da battaglia, si apprestava ad incominciare la giornata, come al solito puntualissimo, tanto che quelli che abitavano di fronte usavano regolare i loro orologi nel momento in cui apriva il negozio. Fischiettando estrasse un grosso mazzo di chiavi, scelse una piccola chiavetta pi lucida delle altre, ed apr il lucchetto. Sollev la saracinesca, che oliava ogni quindici giorni. Questa notte, disse tra s e s il droghiere, deve esserci stata umidit. Il serramento non scorre come dovrebbe. Ci metter subito un po di grasso. Cos elucubrava il buon uomo, peraltro estremamente operoso e ligio al dovere. Del resto, con cinque bocche da sfamare Ma la saracinesca era davvero dura. Allaltezza di settanta-ottanta centimetri si blocc completamente. Luomo sforz, sforz, ma niente da fare. Allimprovviso, prima che luomo potesse reagire, la saracinesca si richiuse, piombando a tutta forza sulla sua mano. Il droghiere mand un urlo di dolore. Non mai successo, disse quasi singhiozzando, mentre un infermiere gli praticava una fasciatura, non mai successo in trentacinque anni, disse, ferito pi nellorgoglio che nella mano. A dire la verit, tutta quella cittadina assomigliava ad un grande orologio svizzero di quelli che non sgarrano un secondo. Il droghiere si sentiva colpevole di aver lasciato che il granello di sabbia dellimprevisto cadesse in quel prezioso meccanismo. Il mattino dopo luomo apr il negozio, usando la mano sinistra, perch laltra era fasciata. Questa volta per non fischiettava. Poco dopo nelle vicinanze si ud come un sommesso rotolare, poi un tonfo sordo. Tutti i commercianti misero il naso fuori dai negozi, per vedere cosa fosse accaduto.

Era il negozio di Antonio, il barbiere. La saracinesca del suo negozio si era richiusa allimprovviso, intrappolando il negoziante, e sfiorando per un pelo la testa di un cliente appena entrato. Andarono tre o quattro persone ad aiutare i due malcapitati. Prima ancora che sfiorassero la saracinesca, questultima si apr improvvisamente. Per un attimo tutti rimasero a testa in su, come interdetti, poi tornarono alle rispettive occupazioni. In realt, diversi commercianti quella mattina lamentarono inconvenienti analoghi. La sera il barbiere non riusc nemmeno a chiudere il negozio, tanta era la foga con cui la saracinesca si era incastrata sopra la porta. Quella notte, forse per il caldo, oppure per i piccoli eventi della giornata, molti non riuscirono a dormire. Cera qualcosa nellaria. Molti lindomani giurarono di aver sentito sbattere finestre e cigolare porte. Eppure non cera stato un filo di vento. S, qualcosa stava succedendo. Una quindicina di giorni dopo la citt era precipitata nel caos. La gente era diventata nervosa e scontrosa, e latmosfera di armonia e spensieratezza se ne era andata. La mano del droghiere era guarita, ma egli era diventato chiuso e musone. Non faceva pi sconti ai clienti fedeli e non regalava pi i lecca-lecca ai bambini. Anche Antonio, il barbiere, era cambiato. Era indicibilmente nervoso, e non intratteneva pi i clienti in lunghe ed estenuanti chiacchierate. Non si interessava pi ai fatterelli riguardanti i suoi concittadini. Rasava un cliente dopo laltro, come fosse in una catena di montaggio. Nei momenti in cui non cera nessuno contava i soldi o stava sulla soglia a fumare nervosamente. Lui che era sempre stato un salutista. Anche la domenica, invece di uscire con la moglie a passeggiare, passava ore e ore allosteria. Le saracinesche dei negozi parevano impazzite. Si bloccavano, andavano su e gi, scricchiolavano minacciando di piombare, come ogni tanto accadeva, sulla testa di qualche malcapitato. Anche i serramenti davano filo da torcere. Mai tanti bambini furono ricoverati nel piccolo, e fino a quel momento praticamente sempre vuoto, ospedale infantile. Si erano tutti schiacciati le dita nei battenti delle porte o delle finestre. Molta gente era ormai costretta a vivere nel buio perenne o con le finestre sempre spalancate, perch non cera verso di smuoverle.

No, cos non andava. Furono chiamati i pi grandi esperti in riparazioni meccaniche, serramentisti, fabbri, perfino preti per benedire le finestre, fisici e rabdomanti. Non giunsero a capo di nulla. Finch un giorno non si present un tipetto bizzarro. Aveva i capelli bianchi ed arruffati, occhialetti a mezzaluna e una salopette color kaki. Poteva essere una via di mezzo tra un mago, un idraulico, un orologiaio o uno scienziato. Buongiorno. Professor Gasparre Tromboni. Ferropatologo, antropochimico e bioastronomo, disse, estraendo il suo biglietto da visita e presentandolo al sindaco. Credo proprio di fare al caso vostro. Benedetto chi lha mandata, disse il sindaco. Siete la nostra ultima speranza. Altrimenti dovremo rassegnarci ad abbandonare la citt. Non servirebbe a nulla, disse luomo, perch la situazione si sta estendendo a macchia dolio in tutta la regione. Anche paesi lontani hanno dichiarato lo stato dallarme. vero, disse il sindaco accasciandosi dolorosamente sulla sedia. Come non bastassero le normali disgrazie del genere umano, come questa orribile guerra che sta affliggendo gran parte del mondo. Le dir di pi, soggiunse il professor Tromboni, con aria misteriosa, fra le due cose c di certo una relazione. Va bene. Le do carta bianca. Mi faccia sapere gli sviluppi. Nei giorni seguenti il professor Tromboni si diede da fare. Tir fuori dal suo buffo furgone una moltitudine di strumenti di cui nessuno comprendeva a cosa servissero. Probabilmente li aveva inventati lui stesso. Se ne andava per le case ed i negozi stendendo cavi, applicando elettrodi ed installando antenne. Auscultava i muri con un bizzarro stetoscopio elettronico. Interrogava la gente sulle abitudini e le manie dei loro serramenti. Annotava tutto meticolosamente, assentendo con dei grandi hmmm!. Un giorno finalmente lo scienziato si present allufficio del sindaco. Benvenuto, professore. Si accomodi! No, grazie, rester in piedi. Non mi siedo mai. Immagino che sia venuto per dirmi che non c nulla da fare. Lo sapevo. Non si preoccupi, il suo onorario sar pagato lo stesso. Come!, disse il professore risentito. Io arrendermi? Mai! E poi ho trovato la causa di tutto. Il sindaco sgran gli occhi.

Vede, disse il professore, srotolando carte e grafici sulla tavola, la diagnosi evidente. Malattia di Ansaldo-Krupp, detta anche sindrome dellacciaio pazzo. La si conosce da una cinquantina danni, ma solo ora esplosa con virulenza. E le cause? Semplice. Lei come sa, lacciaio si pu produrre direttamente dal minerale, oppure riciclando i rottami ferrosi. Questo lo sanno tutti. S, ma non tutti sanno o pensano che gran parte dellacciaio riciclato proviene dallindustria bellica. Vecchi carri armati, cannoni, navi in disarmo, missili Ecco, la questione semplice. Lacciaio di cui sono fatti gli oggetti che usiamo porta impressa, suo malgrado, la malvagit degli esseri umani che lhanno usato a scopi distruttivi. E molti oggetti si ribellano e restano traumatizzati conoscendo il loro triste passato. E i serramenti in alluminio? Be, gli aerei da guerra sono fatti di alluminio! Ma dica, professore, questo male contagioso?, chiese sindaco, quasi tremando. Certo! Terribilmente contagioso! Lo pu vedere lei stesso. Il male si propaga persino su oggetti innocenti, derivati da minerale grezzo. - E quel che peggio, aggiunse, lentamente, e quasi sottovoce, si pu trasmettere anche alluomo. Il sindaco lo fiss disperato. Non ha notato lei stesso i cambiamenti di carattere e umore nei suoi concittadini? Come siano diventati irascibili, svogliati, avidi, egoisti? S, disse il sindaco, abbassando gli occhi. Aggiunse, con un filo di voce: Si pu fare qualcosa? Non lo so, rispose Tromboni, raccogliendo le sue carte ed andandosene silenziosamente. Il professor Tromboni si mise febbrilmente al lavoro. Pratic biopsie alle saracinesche pi irrequiete, raccolse campioni di grasso e ruggine. Poi si rinchiuse giorni e giorni in un laboratorio allestito appositamente in una stanza del comune. Studi anche campioni di sangue umano: lemoglobina, contenente ferro, era un probabile veicolo dellinfezione. Un giorno si spalanc la porta dellufficio del sindaco. Il professor Tromboni, che teneva fra le braccia una moltitudine di provette, carte, apparecchi, incespic sulla soglia e cadde lungo disteso. Si fatto male?, chiese preoccupato il sindaco. No, non niente, non fa niente, disse il professore, aggiustandosi gli occhiali e scuotendo via i frammenti di vetro dal camice. Un sorriso luminoso e forse un po

pazzo attraversava il suo viso. I suoi occhi erano gonfi per le notti insonni ed il suo fisico risentiva dei lunghi giorni passati quasi senza mangiare, sopravvivendo di solo caff. Ho trovato!, esclam il professore, ho trovato il rimedio! Poi si sedette, stanco ma eccitato. Il sindaco lo guard quasi con compassione. Non sapeva se aspettarsi il delirio di un folle o il lucido ragionamento di un genio. Come lei sa, il ferro composto da atomi, gli atomi da neutroni, protoni ed elettroni, che a loro volta sono composti da particelle ancora pi piccole. Ma in definitiva tutto composto di sola energia. I fisici parlano di brandelli di energia chiamati quanti. Lei di certo avr sentito parlare dei quanti. Naturalmente, rispose il sindaco, come colto in flagrante. Naturalmente non aveva la minima idea di cosa fossero. Prosegua pure, disse. Insomma, in parole povere ho scoperto che alcuni quanti di energie malvage, quindi malati, si possono sostituire ai quanti normali, ed aggregarsi in particelle malate, che a loro volta si aggregano in atomi malati. Una volta che anche un solo atomo malato entra a far parte di un oggetto metallico, i quanti di energia che emetter provocano rapidamente ed inesorabilmente la trasformazione delloggetto stesso in un oggetto malato. come un cancro, e per di pi contagioso. Il sindaco lo guard. Non sapeva cosa pensare, per sentiva che poteva fidarsi di quelluomo. Del resto non aveva scelte. Ed un cancro che si pu guarire? Dapprima temevo di no. Ma poi ho pensato alle antiparticelle. Come sapr ad ogni particella, come ad esempio lelettrone, corrisponde una particella di carica eguale e contraria detta antiparticella: in questo caso avremo un antielettrone. Quindi ho mandato al grande acceleratore di particelle che si trova a Ginevra un campione di ferro malato. L i fisici hanno accelerato a velocit prossime a quella della luce alcuni atomi di ferro malato, e facendoli collidere tra loro e con altre particelle, li hanno trasformati in atomi di antiferro malato. Ho analizzato le caratteristiche di questultimo, e come prevedevo, inserendo in un oggetto anche un singolo atomo di antiferro malato, esso si trasformer in breve tempo in un oggetto di antiferro malato. In pratica lei ha sfruttato lo stesso meccanismo della malattia. Esatto. Ma a che pro? Pur sempre materia malata rimane! No, non esatto. Perch una caratteristica dellantiferro malato quella di trasformarsi decadendo in brevissimo tempo in ferro normale. E sano. Ed difficile la cura?

Per niente. Mi segua. I due uscirono dal palazzo del comune. Intorno regnava un caos di gente incavolata, saracinesche bloccate, ascensori rotti, automobili impazzite. Pareva quasi che la guerra fosse arrivata fin l. Ecco, siamo arrivati. Erano proprio davanti alla drogheria, dove era nato il primo focolaio della malattia. Usc una figura cupa e scarmigliata. Era il droghiere. Inve conto i due che armeggiavano l davanti. Ehi voi, cosa combinate al mio negozio?, ed afferr il sindaco per il bavero. Stava per colpirlo, quando si accorse dellerrore. Mi scusi, signor sindaco, disse, con la voce pi mite che poteva. Fa niente, fa niente, disse il sindaco, riassettandosi il vestito. Siamo qui per risolvere i suoi problemi, e se tutto va bene quelli dellumanit intera. Intanto il professor Tromboni aveva tirato fuori lapparecchio per applicare gli atomi di antiferro. Qualcuno mi aiuti a tenere ferma la saracinesca. Sta saltando su e gi come impazzita. Avr paura che le faccia del male. Immediatamente gli altri due afferrarono la saracinesca per immobilizzarla. Fatto, disse il professore. Quasi subito la serranda si acquiet. Ed ora tocca a lei, disse Tromboni, rivolgendosi al droghiere, ed inserendo un ago sterile nella sua macchina. Un immediato senso di pace, di amore ed armonia si impadron del droghiere. Abbracci immediatamente lo scienziato, e poi il sindaco. La ringrazio di cuore, disse, non so proprio cosa mi fosse capitato. La sua figura era diventata immediatamente pi luminosa e gioviale. Adesso bisogner fare una campagna di vaccinazione sulle cose e sulle persone, disse il sindaco. Non necessario, rispose il professore. Come pu vedere, i quanti di energia benefica si stanno diffondendo rapidissimi. Lantiferro sta facendo il suo effetto. I tre si guardarono intorno: non pi caos n disordini. Le persone finalmente parlavano con tono normale e non pi gridando e lanciandosi insulti. Tutte le macchine ed i serramenti in breve tempo tornarono normali. E tutto per un solo atomo di antimateria.

Con la stessa velocit con cui la malattia si era scatenata, cos si diffuse la guarigione, fin nei pi remoti angoli del globo. Notizie incredibili vennero diffuse nei giorni seguenti. Decine e decine di aerei da guerra non riuscivano pi a decollare. I carri armati di ogni fazione erano ormai carcasse immobili e abbandonate. Anche i soldati avevano gettato i fucili, perch avevano capito che quella guerra non aveva senso. Del resto, non avrebbero potuto continuare comunque, perch le armi non sparavano pi, e perfino le baionette si sfaldavano in scaglie di ruggine. Piccoli effetti collaterali, disse lo scienziato, mentre caricava sul furgone i suoi strambi macchinari, davanti alla folla che si era riunita per salutarlo. Nessuno lo vide mai pi.

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