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ICS Folgòre da San Gimignano

2010/2011

Un curricolo per la creatività


Cos’è la creatività? È questa la domanda da cui siamo partiti per costruire un percorso verticale di
educazione espressiva in grado di promuovere competenze e di accompagnare i bambini dai tre agli
11 anni. Lo stereotipo dell’artista (ma la stessa cosa può valere per lo scienziato, lo scrittore; più in
generale, il soggetto talentuoso) presenta personaggi, più che persone, individui dominati dal “genio
e dalla sregolatezza”. Secondo questo modello pittori si nasce, ci si è portati; non c’è bisogno di
studi, di applicazione, di preparazione. La creatività coincide con il creare tout court, con
l’inventare dal nulla. In realtà non è così e non lo è mai stato. Gadner definisce la creatività come il
risultato dell’interazione di tre dimensioni:

• L’individuo con le sue abilità e potenzialità

• Le conoscenze intese come esperienze sedimentate nella cultura

• L’ambiente che fornisce stimoli e occasioni.

Secondo questa prospettiva il pensiero creativo non si improvvisa: la creatività non è un dono
concesso a pochi, un tratto stabile e permanente della personalità, ma un processo che può essere
sviluppato o inibito in tutti gli individui. «Un risultato nuovo ha valore, se ne ha, nel caso in cui
stabilendo un legame tra elementi noti da tempo, ma fino ad allora sparsi e in apparenza estranei gli
uni agli altri, mette ordine, immediatamente, là dove sembrava regnare il disordine [...] Inventare
consiste proprio nel non costruire le combinazioni inutili e nel costruire unicamente quelle utili, che
sono un'esigua minoranza. Inventare è discernere, è scegliere [...] fra tutte le combinazioni che si
potranno scegliere, le più feconde saranno quelle formate da elementi tratti da settori molto distanti.

Le ispirazioni improvvise [...] non avvengono mai se non dopo alcuni giorni di sforzi volontari, che
sono sembrati completamente infruttuosi [...] come vanno le cose, allora? Tra le numerosissime
combinazioni che l'io subliminale ha formato alla cieca, quasi tutte sono prive di interesse e senza
utilità; ma proprio per questo motivo non esercitano alcuna influenza sulla sensibilità estetica: la
coscienza non arriverà mai a conoscerle. Soltanto alcune di esse sono armoniose - utili e belle
insieme». (Jules Henri Poincaré - Scienza e metodo - Einaudi, 1997 - a cura di Claudio Bartocci)

In sintesi, Poincaré parla di creatività come della capacità di unire elementi preesistenti in
combinazioni nuove, che siano utili, e dice che il criterio intuitivo per riconoscere l'utilità della
combinazione nuova è "che sia bella".

Ovviamente non sta parlando di bellezza in senso strettamente estetico, ma di qualcosa che ha a che
fare con l'eleganza così come la intendono i matematici: armonia, economia dei segni, rispondenza
funzionale allo scopo. La definizione di Poincaré è valida per le scienze, le arti, la tecnologia.
Individua il fenomeno-creatività: dice in che cosa consiste (una "produzione di nuove combinazioni
utili") e come lo si ottiene (attraverso un processo che prevede l'"unione di elementi preesistenti").
Nel farlo indica alcuni criteri che ci sono sembrati utili in fase di riflessione e progettazione. Intanto
niente si crea dal niente: si parte dal elementi preesistenti che formano la base di partenza. Il
ICS Folgòre da San Gimignano
2010/2011

curricolo verticale condivide questa premessa in quanto si tratta di una costruzione progressiva che
prende le mosse dalle esperienze e acquisizioni precedenti.

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