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DOMANDE PEDAGOGIA INTERCULTURALE

1. Definizione personale di Pedagogia Interculturale:


La Pedagogia interculturale nasce a fine anni '60, trae origine nell'ambito delle pedagogie che si
affermarono in seno ai sistemi formativi, per cercare di recuperare e colmare gli svantaggi socioculturali dei soggetti pi deboli. l'educazione ad aprirsi all'altro, anche agli animali, ed
strettamente legata al concetto di integrazione come apertura verso l'altro, anche se
l'accettazione deve essere critica in quanto non dobbiamo per forza accettare ci che reputiamo
senza senso (es. BURQA)
2. Perch la Pedagogia Interculturale compensativa?
Perch una pedagogia dell'accoglienza e deve, appunto, compensare i disagi che incontrano
coloro che vengono da un Paese diverso (es. istruzione scolastica).
3. Cos' la Pedagogia?
La pedagogia la scienza umana che studia l'educazione e la formazione dell'uomo nella sua
interezza, ovvero lo studio dell'uomo nel suo intero ciclo di vita. Non si occupa esclusivamente dei
bambini, ma anche di adolescenti, giovani, adulti ed anziani; un sapere articolato e pluralizzato
che Agazzi definisce il sapere dei saperi. Interpreta bisogni e urgenze, comprende e analizza
temi e problemi che caratterizzano il nostro tempo: i conflitti diventano temi di riflessione,
stimolo e azione per una nuova ricerca.
La scienza si occupa anche dell'educazione scolastica e dell'apprendimento dei soggetti. Il fine
euristico della pedagogia l'Uomo che si relaziona con l'altro da s (educazione) e che si
relaziona con se stesso (formazione). Studia l'umano e ci che riguarda l'Uomo e la sua esistenza.
Si usano i termini:
Formazione per indicare sia l'educazione (ovvero il processo di formazione globale della
personalit)
Istruzione (ovvero il processo di trasmissione da parte di un individuo e di acquisizione di
competenze e di conoscenze da parte dell'individuo che viene istruito)
L'educazione (secondo i modelli teorici elaborati dai pedagogisti) ha tre coordinate:
Il sapere (le conoscenze teoriche).
Il saper fare (le competenze pratiche o abilit).
Il saper essere (modo in cui un individuo mette in campo il saper fare e il saper essere).
Il senso dell'altro la base dell'incontro improntato su dialogo, rispetto e tolleranza; abbattimento
totale dei pregiudizi, superamento dei limiti tracciati dal proprio IO, un atto di difesa dalle paure
del mondo e della vita: saper uscire da s il primo segno di maturit intellettuale.
4. Educazione di Freire
Paulo Freire stato un educatore, pedagogista e filosofo brasiliano che ha introdotto il concetto di
progetto educativo istituendo dei laboratori di partecipazione attiva a Porto Alegre, in Brasile,
dove il cittadino partecipava alla vita amministrativa della comunit partendo dai problemi
concreti che affrontava e risolveva ogni giorno. Freire ha portato il suo metodo di alfabetizzazione
direttamente nella giungla amazzonica: il suo metodo fondato sull'emancipazione della
popolazione povera attraverso il dialogo a 360; dialogo che, consapevolmente, fa superare tutte
le difficolt.
Secondo Freire, tutte le culture hanno pari dignit, in quanto tutte la culture derivano dalle
esperienze evolutive dei popoli e non pu esistere una cultura prevalente, ma solamente pari
dignit per ogni cultura passata, presente o futura.
Freire parte sempre da problemi concreti e la sua educazione un processo di ricerca che
coinvolge entrambi i soggetti della formazione: nessuno educa, neppure se stesso. Attraverso
l'acquisizione delle conoscenze linguistiche si procede alla riflessione ed alla presa di coscienza
della propria realt, problemi, situazione sociale, avviando il processo di emancipazione:
PEDAGOGIA DELLA LIBERAZIONE.
5. Laboratorio di partecipazione attiva o cittadinanza attiva:
Sono laboratori in cui partecipano coloro che vogliono realizzare un progetto (magari nel loro
quartiere); sar presente il presidente del comitato di quartiere e ognuno condivide la propria
esperienza e la propria creativit.
La cittadinanza attiva la motivazione e la capacit di partecipazione da parte del singolo e
possibilit di ampliare gli orizzonti stessi dell'essere cittadini.
6. Come funziona concretamente un laboratorio di cittadinanza attiva?
Un laboratorio di cittadinanza attiva il bilancio sociale, uno strumento di rendicontazione e di
comunicazione che narra l'operato di un'organizzazione, coniugando insieme tangibile ed

intangibile, valori sociali e valori economici, diventando anche uno strumento pedagogico; un
documento con il quale un'organizzazione, che sia un'impresa o un ente pubblico o
un'associazione, comunica periodicamente in modo volontario gli esiti della sua attivit, non
limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili.
Il bilancio sociale ha fatto la prima apparizione nelle aziende profit come strumento attraverso cui
l'azienda valuta e comunica agli stakeholders e alla comunit comportamenti, risultati, impatti
delle proprie scelte e del proprio agire in merito a questioni sociali, ambientali ed economiche.
7. Perch sono utili i lavori di gruppo?
Perch si condividono idee e competenze e si stimola la creativit e se ne pu fare un bagaglio
personale.
8. Perch sono importanti i laboratori di narrativa?
Perch aiutano ad acquisire una competenza per lavorare sulla dimensionane affettiva.
9. La compresenza di Aldo Capitini:
La compresenza la presenza insieme di tutti gli esseri viventi (anche le piante e gli animali),
compresi i morti, che sono legati nella creazione di valori; nella vita sociale e politica si realizza
con l'omnicrazia, o governo di tutti: un processo in cui la popolazione tutta prende parte attiva
alle decisioni ed alla gestione della cosa pubblica; promuove la ricerca dell'agire sociale, che
corrisponde alla pi vasta interazione possibile tra esseri umani: ogni essere umano dovrebbe
agire tenendo conto di tutti gli altri.
Compresenza = strutturazione della coscienza come dimensione profonda con tutti gli esseri.
10. I COS
Aldo Capitini stato un politico, un filosofo ed un educatore italiano. Nel 1944 cerca di realizzare
un primo esperimento di democrazia diretta, fondando a Perugia il COS (Centro Orientativo
Sociale): uno spazio politico aperto alla libera partecipazione dei cittadini che non avevano potere
decisionale, ma certamente avevano quello consultivo e potevano discutere con gli
amministratori locali invitati, della gestione delle risorse politiche. Lo scopo dei COS era quello di
realizzare l'emancipazione pedagogica e la gestione del potere dal basso.
I centri erano attivati per periodiche riunioni e discussioni aperte a tutti, su tutti i problemi, dagli
amministrativi e locali ai generali e politici. L'esame dei problemi veniva fatto da amministratori e
cittadini, insieme, per garantire un metodo di apertura e trasparenza democratica.
Il principio fondamentale del COS quello di ascoltare e parlare: il cittadino, nel presentare le
proprie idee, fa posto a quelle degli altri, col risultato di uno scambio collettivo.
L'omnicrazia stata criticata da Bobbio in quanto, secondo lui, una civilt altamente tecnicizzata
sempre pi complicata e difficile da gestire e funziona solo se affidata a pochi esperti.
Per Capitini, il controllo dal basso non fa diventare ingegneri gli operai, ma serve a salvaguardare
ogni operaio nel luogo di lavoro, e nei suoi diritti e doveri di cittadino libero; il controllo dal basso
serve ad impedire che le soluzioni vadano a scapito della sua salute e della sua dignit.
11. Dovendo progettare, di cosa si deve tener conto?
Bisogna stendere il progetto nelle sue varie fasi ed identificare tutte le figure necessarie a
realizzarlo, se possibile usufruire di tutte queste figure (es. presidente del municipio dove si
deve realizzare il progetto, il comandante della polizia municipale, se il progetto coinvolge anche
lui), stabilire i giusti contatti, destinare i fondi. Se questa parte fatta bene, porta ad una
realizzazione pratica pi veloce.
12. Apicalit Pedagogiche
Le apicalit pedagogiche esistenziali rappresentano delle dimensioni della persona che si
ripresentano continuamente in ambito morale, politico, artistico, valoriale della stessa, e sono:
1. AMORE: Oltre ad essere un compito esistenziale per il giovane adulto, risulta essere anche
un valore fondamentale che, come precedentemente descritto comprende le virt della
speranza e della fedelt, dell'identit e della fiducia.
2. LAVORO
3. GIOCO
4. MORTE
Alimentano la traiettoria di vita adulta, promuovendo un'azione formativa volta al cambiamento,
al perfezionamento dei continuum e all'acquisizione di nuovi atteggiamenti esistenziali e nuovi
valori.
13. Cos' l'identit?

L'identit una ricerca, un incessante desiderio di continuare a crescere, di ritenere la propria


formazione incompiuta. L'immagine dell'adulto collegata ad un'idea univoca e stabile di un
uomo compiuto, un individuo che alla maturit anagrafica aggiunge la maturit psicologica; solo
colui che riesce a confrontarsi con gli ideali e le richieste della societ in cui vive considerato
adulto, chi non ci riesce resta un adulto incompiuto, ai margini della societ. Grazie all'identit, gli
adulti sono liberi dalla coercizione culturale di uniformarsi ad un modello unico e possono essere
loro stessi.
Alla tradizionale stabilit psicologica e sociale assegnata all'adulto si oppone oggi la mobilit e il
bisogno di rinnovamento; si tratta di rivendicare come adulti la possibilit di essere plurimi,
incompleti, in costante cambiamento.
L'identit riguarda anche il modo in cui l'individuo considera e costruisce se stesso come membro
di determinati gruppi sociali (nazione, classe sociale, livello culturale, etnia, genere, professione,
e cos via) ed il modo in cui le norme di quei gruppi fanno s che ciascun individuo si pensi, si
comporti, si situi e si relazioni rispetto a se stesso, agli altri, al gruppo a cui afferisce e ai gruppi
esterni intesi, percepiti e classificati come alterit.
Secondo Bauman, viviamo una modernit liquida, caratterizzata dall'abbattimento di tutti gli
impedimenti ed ostacoli sospettati di limitare la libert individuale di scegliere e di agire; il nuovo
IO ha nuove responsabilit determinate da una libert senza limiti ed anche da una sostanziale
grande solitudine a fronte dell'apparente connessione telematica di tutti con tutti, rendendo
quindi difficile avere una vita autenticamente propria e stabile. L'IO perde aseit, trasparenza e
centralit, rischiando di diventare un IO minimo, perch disorientato: anzich coltivare l'interiorit
si limita a lottare per la mera sopravvivenza.
14. Il dialogo
Il dialogo richiede l'abbandono delle nostre posizioni, per entrare in quelle dell'altro. Quanto pi
mi do all'altro, tanto meglio conosco me stesso, tanto pi acquisto un'identit unica. Le persone
sono le risorse pi importanti, tale che alcune aziende considerano tutti i loro dipendenti come
imprenditori autonomi, cooperanti nel comune intento, ergo il dialogare deve rappresentare la
condizione di fondo, dando origine cos alla fondamentale importanza di alcuni basilari
atteggiamenti da coltivare come doti umane come:
il saper ascoltare, infatti l'ascolto deve sempre essere attivo, bisogna mettersi al posto
dell'altro, sapendo percepire le domande e riuscendo a fare quelle giuste, incoraggiando gli altri a
parlare di se stessi, in modo tale che ognuno si senta importante, soprattutto come persona. Il
saper ascoltare un obiettivo educativo a tutte le et; lo scritto e il parlato hanno senso quando
c' chi parla e c' chi ascolta, trasmettendo il proprio potere comunicativo che si consolida sullo
scambio culturale;
il saper dialogare, che denota il possesso critico di un sapere che nasce dall'incontro-confronto
fra conoscenze. Si auspica il sodalizio mentale capace di accogliere e di conciliare istanze nuove
e passate. Si conversa con la realt e con gli altri uomini;
il saper realizzare un'atmosfera dialogica, basata sulla comunicazione genuina, ma anche sulla
criticit, relazionalit rispettosa e rilevazione reciproca;
il saper comunicare, condividere e socializzare saperi ed esperienze. L'incapacit di comunicare
in maniera efficace si ripercuote negativamente sulle relazioni umane: chi non sa e non riesce a
comunicare si chiude nel proprio mondo. La comunicazione non fatta solo di parole, ma anche
di segni, colori, gesti, espressioni del volto e posture che, molte volte, sono pi eloquenti di
parole buttate a caso. Anche il silenzio comunica ma, nel caos, finisce per essere tradotto in
assenso o indifferenza. In una societ in cui tutti parlano e nessuno ascolta, le parole sono private
di effetto, non innescano azioni, perdendo la loro incisivit;
il saper vivere insieme, sviluppando una comprensione degli altri ed un apprezzamento
dell'interdipendenza in uno spirito di rispetto per i valori del pluralismo, della reciproca
comprensione e della pace.
Le componenti del dialogo sono: interlocutori, messaggio e contesto.
Il dialogare differente da:
conversare, a cui manca l'intenzionalit di volersi implicare e cambiare;
discutere, ispirato e sollecitato dal voler far prevalere la propria idea o posizione;
chiacchierare.
15. Processi con cui apprendono le organizzazioni
Un'organizzazione da intendersi come gruppo, cio come insieme di persone che devono
necessariamente interagire tra loro per condividere un'azione comune. Lavorare in gruppo
significa essere parte di un qualcosa che va oltre il singolo. Nelle organizzazioni le modalit di
apprendimento sono di tipo adattivo generativo, cio in grado di esaltare la creativit
dell'individuo mediante l'utilizzo di un modello didattico che si adatta ai mutamenti che le

moderne organizzazioni richiedono e che sia in grado di realizzare un ambiente di apprendimento


in cui le persone aumentano continuamente la loro capacit di raggiungere i risultati cui mirano:
le imprese si trasformano da statiche in learning organization. La learning organization il
processo con cui le organizzazioni puntano al rinnovamento, tecnologico o sociale che sia, e deve
avvenire sempre tramite la conoscenza e le interazioni tra i soggetti, valorizzando la creativit e
la diversit di ognuno ed in un'ottica di responsabilizzazione individuale.
16. Cosa significa multiculturale e come si differenzia da interculturale?
Il significato antropologico di multiculturale denota un insieme di norme e regole, costumi ed
abitudini, opere ed artefatti di differenti societ che si confrontano in un unico contesto
geografico e storico; mentre il significato teoretico-classico del termine legato al concetto di
cultura come realizzazione del singolo individuo basata sull'acquisizione di un giusto mix di
concettualit, conoscenze e competenze ed alla capacit di poter esprimere tali aspetti nel
proprio contesto sociale.
Nella prospettiva odierna, il concetto di multiculturalit si allarga in termini dimensionali in
quanto le singole comunit vanno a comporre organizzazioni sempre pi ampie e complesse
dipendenti da cause come:
- internazionalizzazione politico-economica;
- mondializzazione dei sistemi informativi e mass-mediali;
- globalizzazione delle relazioni economiche, dei mercati tecnologici e culturali.
L'interculturalit un progetto di interazione tra le parti, un approccio sociale di relazioni e
comunicazione, basato sulla convinzione che diversit sia uguale ad arricchimento, ma anche
sull'evidenza che il confronto deve porsi su un piano di reciproca uguaglianza e rispetto, senza
che le due culture confluiscano in una terza cultura.
La transculturalit deriva da due termini anglosassoni:
- transculturality, definito come tutto ci che si estende e passa da ed attraverso diverse culture;
- tranculturation, che descrive il fenomeno di fusione e di convergenza di culture, nel rispetto
della naturale tendenza delle persone al sincretismo culturale definito transcultura.
17. Stereotipo e Pregiudizio
Il termine stereotipo fu coniato alla fine del '700 in ambito tipografico, ebbe un trasferimento di
concetto nelle scienze sociali nei primi anni 20 del '900. Il termine rivela che ogni individuo si
auto-costruisce degli schemi nella percezione del mondo circostante: una schematizzazione e
semplificazione mentale di concetti e comportamenti o ambienti complessi.
In ambito pedagogico interculturale, si pu definire tale concetto come una schematica e
condivisa raffigurazione di gruppi sociali, che guida le persone a specifici comportamenti sociali.
In un contesto sociale si pu identificare:
- Etero-stereotipo: gruppo o individuo che raffigura un altro gruppo o individuo;
- Etero-stereotipo attribuito o proiettivo: gruppo o individuo che ritiene di essere raffigurato ad un
altro gruppo o individuo;
- Auto-stereotipo: come un gruppo o individuo raffigura se stesso;
- Auto- stereotipo attribuito o proiettivo: gruppo o individuo che ritiene che un altro gruppo o
individuo raffiguri se stesso.
Il pregiudizio un atteggiamento di rifiuto ed ostilit verso una persona in quanto appartenente
ad un determinato gruppo, e che pertanto si presume in possesso di qualit biasimevoli
generalmente attribuite al gruppo medesimo. un processo di categorizzazione in presenza del
quale le forme mentali hanno una sorta di resistenza: anche in presenza di prove contrarie l'idea
pregiudiziale tende a rimanere immutata.
A rafforzare il sistema di pregiudizi, la condivisione sociale un elemento di forza per il senso di
appartenenza ad un gruppo.
18. Distanza sociale
La distanza sociale la disponibilit dei membri di un gruppo ad avere contatti sociali con
persone di un altro gruppo. Viene studiato fino a che punto le persone sono pronte ad accettare o
ad escludere quanti appartengono a gruppi diversi.
19. Che cos' il sogno?
Ogni essere umano si orienta verso la realizzazione di un sogno che rappresenta quell'immagine
singolare ed originale che la melodia della vita del singolo dipana progressivamente.
Molti cominciano a percepire in maniera oscura il sogno sin dall'adolescenza, i tratti iniziano ad
essere pi chiari nella giovane et adulta.
Il sogno rappresenta la proiezione di se stessi nel futuro: fonte di energia vitale; avere un sogno
significa orientare la vita verso questo; pi il sogno nobile, pi si vive una vita sana, perch le

azioni difficilmente saranno di chiusura, di crudelt e di intolleranza.


Per spiegare il concetto, Hillman riprende il mito di Er di Platone: Er un soldato morto in
battaglia che resuscita e racconta che la sua anima era in un prato con al centro una Parca che
teneva tutti i destini degli uomini che erano con lui. Ad ogni uomo veniva dato a caso un numero,
il numero uno ha il diritto di scegliere per primo il suo destino, e cos via...anche l'ultimo uomo
potr scegliere il suo destino poich i destini sono superiori alle anime.
La figura del mentore (di 8-15 anni pi grande) dovrebbe sostenere la realizzazione del sogno e
l'orientamento ai valori corrispondenti: stabilire una relazione con un adulto che possa svolgere
tale funzione uno dei compiti della giovane et adulta; ma il mentore deve essere una figura
temporanea. Tra le aree valoriali del sogno personale troviamo:
- il senso di s come ricerca d'identit e della propria unicit;
- la realizzazione, come espressione concreta del senso di s e del desideri di espansione;
- intimit e amore che strutturano i legami d'affetto, amicali e d'amore;
- la creativit nella ricerca e concretizzazione lavorativa, ma anche nella strutturazione dei legami
personali e nell'amplificazione dei talenti personali;
- la ricerca del significato, indagata intorno ai 30 anni nella ricerca e nel passaggio dall'avere
all'essere.
20. Intimit
Un tempo l'intimit era troppo colpevolizzata, ma lasciava sognare ed immaginare su piani diversi
da quello del soddisfacimento fisico, mentre oggi fa dell'incontro amoroso un'esposizione ginnicoestetica di corpi che sembrano aver perso il loro spessore espressivo. La nostra societ distoglie
l'intimit sessuale dalle sue funzioni per usarla a fini economici.
L'intimit non soltanto intimit sessuale, ma anche saper condividere, mettere a parte l'altro di
emozioni, sentimenti, pensieri.
Si impara ad amare anche attraverso tentativi approssimativi; integrare Eros ed Agape non
qualcosa che pu darsi tutto in una volta, a 30 anni, la prima notte di nozze. La sessualit non
riguarda soltanto il rapporto di coppia, ma anche l'intera persona nel suo essere uomo o donna.
L'intimit si riferisce anche all'acquisizione delle competenze che coinvolgono sia l'intelligenza
interpersonale che quella intra-personale; conduce a vivere e sperimentare l'amore come
reciprocit di devozione capace di superare sempre l'antagonismo inerente nella divisione delle
funzioni; va al di l della banalizzazione e della riduzione a consumo sessuale, diventando finalit
educativa urgentissima per i nostri tempi.
21. Che cos' la cultura e che cos' la cultura antropologica?
La cultura un sistema di saperi, opinioni, credenze, costumi e comportamenti che
caratterizzano un gruppo umano particolare; un'eredit storica che nel suo insieme definisce i
rapporti all'interno di quel gruppo sociale e quelli con il mondo esterno. In breve per cultura si
intende il "sapere" generale di un individuo.
22. Compiti evolutivi dei vari cicli di vita
Giovane et adulta: l'amore la virt da acquisire, Amore come dimensione dell'animo umano
che comprende affettivit soggettiva e riferimenti valoriali super-individuali: dimensione che si
apprende, si arricchisce e si sviluppa per tutta la vita, le cui basi sono nelle virt precedenti della
Speranza e Fiducia. L'Amore un nutrimento ed un bisogno, il cui soddisfacimento agevola lo
sviluppo della personalit, che pu dedicarsi cos alla ricerca ed alla realizzazione di ideali
ulteriori: un'apicalit esistenziale, generatrice di apprendimento in et adulta; continua
attrazione a sperimentare nuove possibilit, un segnale indicatore verso cui orientarsi, cos da
aprirsi a quella costellazione di virt ad esso legate, come coraggio, devozione, sacrificio e
perdono.
In questo stadio, il giovane adulto deve comprendere l'intimit, formandosi una compagnia ed
una relazione amorosa, altrimenti rischia di isolarsi.
Il compito del giovane adulto inizia con l'allontanamento dalla famiglia di origine, trovando un
lavoro che sia fonte di realizzazione personale, per poi vivere relazioni amicali e formare una
famiglia, avere una casa ed essere genitore, seguendo i figli, mantenere in seguito una vita
sociale e un rapporto con lo svago; a tutto ci va aggiunto il compito fondamentale di iniziare a
realizzare il sogno personale, stringendo anche relazioni significative con la figura del mentore.
Media et adulta: la sollecitudine la qualit da acquisire per l'evoluzione psico-sociale, in quanto
apparteniamo all'unica specie capace di trasmettere insegnamenti: solo nella specie umana il
periodo di formazione per acquisire gli elementi fondamentali della propria cultura dura molti
anni e richiede l'intervento di diverse agenzie formative; questa capacit di insegnare un
fattore decisivo per la rapidissima evoluzione del comportamento umano.
La generativit caratterizza la media et adulta. Intimit e generativit sono legate tra di loro:

entrambe presuppongono fiducia, speranza, amore, identit.


La sollecitudine e il prendersi cura non si riferiscono solamente alla generativit in senso
biologico, ma anche all'amore dell'uomo per le sue opere e per le sue idee, oltre che per i figli: la
generativit si estende a tutto ci che l'uomo genera. La tendenza opposta alla generativit la
stagnazione, ovvero l'eccessiva preoccupazione di s, la chiusura alla vita, il rifiuto ad includere
certe persone o certi gruppi nel proprio interesse generativo.
Altro compito da realizzare nella media et adulta l'androginia: dopo i 40 anni si d la possibilit
di integrare nell'uomo e nella donna entrambi gli archetipi, permettendo un notevole sviluppo sia
della personalit che della relazione tra i sessi. Oggi le donne, se non trovano uomini in grado di
accogliere caratteri indomiti, finiscono abbastanza serenamente da sole; inoltre sono
maggiormente disponibili ad attitudini che, culturalmente, sono appannaggio degli uomini. Dal
canto loro, gli uomini possono ascoltare i propri sentimenti e dedicarsi alle relazioni e alle
amicizie, oltre che al lavoro e alla famiglia.
Et avanzata: la virt da acquisire la saggezza, che ha a che fare con la memoria,
l'immaginazione, l'intuizione, l'arte in tutte le sue espressioni; ha inoltre a che fare con vedere,
guardare e ricordare.
Il concetto di Gerotrascendenza sta ad indicare il processo vero e proprio di vivere nella terza et:
il passaggio da una visione materialistica e razionale ad una pi cosmica e trascendentale. Le
caratteristiche della gerotrascendenza sono:
- nuovo sentimento di comunione cosmica con lo spirito dell'universo;
- cambiamento nella percezione del tempo;
- sensazione che lo spazio eterno si restringa;
- consapevolezza che la morte diventa sintonica;
- espansione del senso di s.
La morte un'esperienza che dovrebbe essere letta, interpretata e assimilata fin dall'infanzia:
umanizzare la morte, che deve incoraggiare il soggetto, favorendo l'accettazione della sua
condizione di essere per la morte. L'anziano pi esposto a questo confronto, poich vive la
morte di familiari e amici e perch l'ora vicina.
Il sonno una sorta di piccola morte, perch non lo possiamo controllare; l'esperienza del sogno
ci familiarizza con un momento particolarmente decisivo della vita umana: il dormire anticipa
l'evento morte.
La morte considerata un'ultima opportunit di elevazione e crescita, in quanto attraverso di
essa che continua il percorso evolutivo.
La spiritualit una delle dimensioni fondamentali della persona: l'esperienza spirituale si
riferisce ad una dimensione di per s indescrivibile, che va al di l di ogni responsabilit
dell'esperienza quotidiana; l'esperienza religiosa, invece, fa riferimento alla cura del culto
specifico.
L'esperienza spirituale nutre l'essenza stessa dell'esistenza, costituendone il centro ed il punto di
riferimento: la realt desinata a durare; la dimensione religiosa di aiuto. Entrambe le
dimensioni sono importanti in et avanzata: le pratiche religiose rappresentano l'opportunit di
dare spazio ed arricchire una dimensione forte di senso ed un punto di riferimento e di forza
interiore, tramite incontro e condivisione con l'altro; le pratiche spirituali risultano tanto pi
efficaci quanto pi sono state praticate in precedenza. possibile anche fare pratica di silenzio,
cercare quella quiete interiore di cui parlavano gli antichi: la quiete dell'anima, uno stato di
riposo, di sereno rilassamento interiore, in cui la mente si liberata dal compito dell'agire;
importante riuscire a calmare la mente. L'obiettivo pi elevato quello di raggiungere ci che i
mistici chiamano stato di riposo in Dio, in cui si rimette ogni cosa futura alla volont divina e ci
si abbandona completamente a Lui.
La spiritualit ripensare alle cose fatte in passato, agli errori, il saper perdonare e perdonarsi,
accettando infine la morte (morte amica, perch non una fine, ma un inizio). Il non accettare la
morte, la vecchiaia, porta a rivolgersi alla chirurgia per rimanere sempre giovani.
23. La persona
Il soggetto post-moderno Persona in quanto opera scelte, fissa gerarchie, testimonia fiducia,
attiva responsabilit; nell'individualit troviamo unicit, costruttivit e problematicit, tutti aspetti
comunque universali e valoriali. La persona il volume totale dell'uomo ed in ogni uomo c'
tensione tra le sue dimensioni spirituali:
- Incarnazione: sale dal basso ed incarna la persona in un corpo; rimarca l'invisibilit di corpo e
spirito;
- Vocazione: diretta verso l'alto ed la solleva ad universale; unifica in modo imperfetto gli
elementi che caratterizzano la persona, rendendola un essere unico e particolare;
- Comunione: diretta verso il largo e la porta alla comunione; esprime la sostanzialit del
rapporto con l'altro (l'uomo si fa IO nel TU contro l'individualismo e le tirannidi collettive: ogni

comunit persona di persone).


La persona un nucleo inoggettivabile, un mistero ineffabile, un processo, un'unicit
indescrivibile in maniera esaustiva: risonanza del divino.
Secondo Mounier, la persona volume totale dell'uomo, equilibrio in lunghezza, larghezza e
profondit.
24. Le intelligenze
Tra le priorit fondamentali per l'adulto in et media dovrebbe esserci quella di permettersi di
radicarsi nel proprio momento evolutivo sviluppando:
1. Intelligenza relazionale: richiede che l'adulto sviluppi una capacit riflessiva nei confronti dello
stile relazionale appreso nel corso della sua storia e che ricollochi tale apprendimento in un
contesto pi ampio che lo spieghi e che ne permetta un'evoluzione: ci urgente quando una
cultura delle competenze relazionali dei singoli pu aiutare a creare coesione sociale, familiare e
amicale. Si tratta di riconoscere la differenza dell'altro e di accoglierla senza aver bisogno a tutti i
costi di essere riconosciuto e di appartenere, strutturando sempre pi un tipo di coscienza
accomunante. Questo tipo di intelligenza pu essere agevolato attraverso spazi laboratoriali che
tengano conto dello spessore verbale e non verbale della comunicazione, della complessit delle
dimensioni della persona;
2. Intelligenza esistenziale adulta: si orienta verso una comprensione ontologica e sapienziale
della vita, della morte e della realt degli esseri umani sulla terra: significa considerare il proprio
posto nel mondo, valorizzando la capacit individuale di riverberare la propria presenza nel
mondo influenzando cos, in un sistema di interrelazioni, il mondo circostante (comprensione che
somiglia al Dharma induista: armonia e ordine tra tutte le cose e propria esistenza all'interno di
essa).
3. Intelligenza affettiva: si tratta di essere capaci di interagire con i propri lati oscuri, orientandoli
verso una trasformazione.
I tre tipi di intelligenza, insieme, possono consentire agli adulti di sapere e potere essere radici
per le nuove generazioni.
Lo psicologo statunitense Howard Gardner arriva a distinguere ben 9 manifestazioni fondamentali dell'intelligenza,
derivanti da strutture differenti del cervello ed indipendenti l'una dall'altra. I nove macro-gruppi intellettivi sono:
1. Intelligenza Linguistica: l'intelligenza legata alla capacit di utilizzare un vocabolario chiaro ed efficace. Chi la
possiede solitamente sa variare il suo registro linguistico in base alle necessit ed ha la tendenza a riflettere sul
linguaggio.
2. Intelligenza Logico-Matematica: coinvolge sia l'emisfero cerebrale sinistro, che ricorda i simboli matematici, che quello
di destra, nel quale vengono elaborati i concetti. l'intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la
schematizzazione e le catene logiche.
3. Intelligenza Spaziale: concerne la capacit di percepire forme e oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha
una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure, sa orientarsi in luoghi intricati e
riconosce oggetti tridimensionali in base a schemi mentali piuttosto complessi. Questa forma dell'intelligenza si manifesta
essenzialmente nella creazione di arti figurative.
4. Intelligenza Corporeo-Cinestesica: coinvolge il cervelletto, i gangli fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro
cervello. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti. In generale si pu
riferire a chi fa un uso creativo del corpo, come i ginnasti e i ballerini.
5. Intelligenza Musicale: normalmente localizzata nell'emisfero destro del cervello, ma le persone con cultura musicale
elaborano la melodia in quello sinistro. la capacit di riconoscere l'altezza dei suoni, le costruzioni armoniche e
contrappuntistiche. Chi ne dotato solitamente ha uno spiccato talento per l'uso di uno o pi strumenti musicali, o per la
modulazione canora della propria voce.
6. Intelligenza Interpersonale: coinvolge tutto il cervello, ma principalmente i lobi pre-frontali. Riguarda la capacit di
comprendere gli altri, le loro esigenze, le paure, i desideri nascosti, di creare situazioni sociali favorevoli e di promuovere
modelli sociali e personali vantaggiosi. Si pu riscontrare specificamente nei politici e negli psicologi, pi genericamente
in quanti possiedono spiccata empatia e abilit di interazione sociale.
7. Intelligenza Intrapersonale: riguarda la capacit di comprendere la propria individualit, di saperla inserire nel contesto
sociale per ottenere risultati migliori nella vita personale, e anche di sapersi immedesimare in personalit diverse dalla
propria. considerata da Gardner una "fase" speculare dell'intelligenza interpersonale, laddove quest'ultima rappresenta
la fase estrospettiva.
8. Intelligenza Naturalistica: consiste nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e
cogliere le relazioni tra di essi. Alcuni gruppi umani che vivono in uno stadio ancora "primitivo", come le trib aborigene di
raccoglitori-cacciatori, mostrano una grande capacit nel sapersi orientare nell'ambiente naturale riconoscendone anche i
minimi dettagli.
9. Intelligenza Esistenziale o Teoretica: rappresenta la capacit di riflettere consapevolmente sui grandi temi della
speculazione teoretica, come la natura dell'universo e la coscienza umana, e di ricavare da sofisticati processi di
astrazione delle categorie concettuali che possano essere valide universalmente.
Sotto questi aspetti/teoria il significato del concetto di intelligenza da intendersi dunque come particolari abilit di cui
dotato l'individuo. Sebbene queste capacit siano pi o meno innate negli individui, non sono statiche e possono essere
sviluppate mediante l'esercizio, potendo anche "decadere" col tempo. Lo stesso Gardner ha poi menzionato il fatto che
classificare tutte le manifestazioni dell'intelligenza umana sarebbe un compito troppo complesso, dal momento che ogni
macro-gruppo contiene vari sottotipi.
(Fonte: Wikipedia)

25. La piramide di Maslow

Maslow noto per aver ideato una gerarchia dei bisogni umani, la cosiddetta piramide di Maslow;
espose la teoria di una gerarchia di motivazioni che muove dalle pi basse (originate da bisogni
primari - fisiologici) a quelle pi alte (volte alla piena realizzazione del proprio potenziale umano
auto-realizzazione).
Secondo Maslow, bisogni e motivazioni hanno lo stesso significato e si strutturano in gradi,
connessi in una gerarchia di prepotenza relativa; il passaggio ad uno stadio superiore pu
avvenire solo dopo la soddisfazione dei bisogni di grado inferiore. Egli sostiene che la base di
partenza per lo studio dell'individuo la considerazione di esso come globalit di bisogni. Maslow
sostiene che il saper riconoscere i bisogni dell'individuo, favorisca un'assistenza centrata sulla
persona.
Ogni individuo unico e irripetibile; invece, i bisogni sono comuni a tutti; si condividono, ci
accomunano e permettono una migliore vita se vengono soddisfatti. Maslow suddivide i bisogni in
"fondamentali" e "superiori", ritenendo questi ultimi quelli psicologici e spirituali. Di fatto la non
soddisfazione dei bisogni fondamentali, definiti anche elementari, porta alla non soddisfazione di
quelli superiori. Le teorie di Maslow permettono di porsi in una condizione di autocritica
analizzando la personale capacit di soddisfare i propri bisogni e, in base a questi, di saper
comprendere quelli che sono le necessit dell'altro.
Prima fra tutte quella che vede nel suo concetto piramidale una svalutazione, o per meglio dire
una retrocessione a un livello inferiore, di alcune caratteristiche strutturali del s, come se fosse
possibile suddividere per gradi di nobilt una struttura cos complessa e interdipendente tra le
sue parti costitutive. Una ulteriore critica si rif sull'assente fondamento empirico della teoria di
Maslow, la quale soltanto basata su considerazioni non verificate sperimentalmente.

27. Umanit androgina (Convito - Platone parla del maschio-femmina: l'androgino)


L'androginia un compito della media et adulta: il cambiamento ormonale nell'uomo e nella
donna (menopausa ed andropausa) individua su un piano biologico ci che dovrebbe verificarsi
ancor prima sul piano psicologico.
Dopo i 40 anni, si d la possibilit d'integrare sia nell'uomo che nella donna entrambi gli
archetipi, permettendo un notevole sviluppo della personalit e della relazione tra i sessi.
Le donne, invecchiando, acquisiscono caratteristiche mascoline e, viceversa, l'habitus fisico dei
maschi viene temperato da tratti femminili. Secondo Jung, l'uomo, di sostanza maschile, solo
nella seconda parte della vita che comincia ad utilizzare la sostanza femminile, la donna fa
esattamente il contrario.
Oggi ci sono donne che manifestano sempre maggiori doti di autonomia e di guida, e se non
trovano uomini in grado di accettarle, finiscono tranquillamente a vivere da sole; gli uomini
possono ascoltare i loro sentimenti. Le donne si rendono maggiormente disponibili ad attitudini
che culturalmente sono state appannaggio degli uomini e viceversa. L'androginia oggi una
sorta di compito epocale.
28. Unitas Multiplex
Morin, con essa, sottolinea che ognuno di noi porta in s alcuni caratteri funzionali
fondamentalmente comuni a quelli degli altri esseri umani e allo stesso tempo ha le proprie
singolarit cerebrali, mentali, psicologiche, affettive e intellettuali.
E, dunque, il singolo di per se complesso, come complessi sono gli altri singoli e la societ
costituita dallinsieme di singoli complessi.

Inoltre, la complessit sociale data anche dal fatto che le lingue, le culture e le organizzazioni
sociali sono anchesse, come luomo, uniche e molteplici nel senso che sono simili nei fini e nelle
strutture, ma hanno applicazioni e contesti molteplici.
Secondo Demetrio, il s acquisisce una realt complessa e multidimensionale; lo descrive come
una dimensione che tiene insieme tutte le altre: un nucleo coscienziale. Nell'ambito della
complessit del s possibile individuare delle componenti e/o qualit vitali che in et adulta
rappresentano delle apicalit: continuum. Non esistono periodi significativi che si dissolvono del
tutto nel corso della crescita, ma momenti-asi in cui uno o pi continuum prendono il sopravvento
sugli altri e si rivela pi urgente, richiedendo pi attenzione e stimoli; i continuum pedagogici
individuati da Demetrio sono:
1. Riconoscimento del s: pratica dello specchio: potersi identificare rispetto a luoghi,
persone, compiti, capacit. L'individuo si percepisce positivamente se, attraverso
l'esperienza dell'amore e del lavoro, ha modo di riconoscersi e di essere riconosciuto dagli
altri;
2. Ludicit: pratica della leggerezza: esperienza del gioco che parte di dimensioni e di
valori fondamentali nella vita dell'essere umano; prende parte alla vita amorosa, alla
creativit e si esprime nell'uso pieno e gratificante del tempo libero; pu far sperimentare
il valore profondo della gratuit, in quanto appagante in se stesso;
3. Avventura: pratica della sfida: molto vicina al gioco; presente nelle gradi fasi di
transizione in cui di abbandonano consueti modi di essere per intraprenderne di nuovi. La
sfida richiede sempre l'affrontare qualcosa di nuovo e strutturare in se stessi nuove
capacit/abilit;
4. Magistralit: pratica riproduttiva: appartiene all'et adulta e si specializza nell'essere
genitori, insegnanti, educatori professionali, istruttori;
5. Decisionalit: pratica della scelta: ci si sente adulti quando si comincia a decidere e
quando si messi nelle condizioni di farlo;
6. Reciprocazione: pratica dello scambio: la relazione dimensione fondamentale della
persona; dimensione imprescindibile sia in ambito familiare che nell'intenzionalit
pedagogica pi esplicita e strutturata di altre agenzie formative;
7. Proiettivit: pratica del futuro: meditazione e introspezione, approfondimento di motivi
esistenziali: il soggetto tira fuori e valorizza le risorse accumulate: circolarit tra passato,
presente e futuro;
8. Auto-realizzazione: pratica dell'espressione: una delle dimensioni fortemente motivanti
legata ai meta-bisogni che nascono dai talenti personali e dalle qualit spirituali ispirate a
valori di giustizia, bont, bellezza, ed attivate dal desiderio di crescita personale e di
espressione ed affermazione della propria energia individuale in modo autonomo, originale
e creativo. un'apicalit che attraversa tutte le altre.
- Modelli macro-pedagogici di educazione interculturale
Analisi e confronto delle differenti scelte di azione pedagogico-didattica e d politica della scuola in
senso interculturale, effettuate nei maggiori paesi europei:
1. Modello assimilatorio: uno dei maggiormente utilizzati in passato: consiste nel progettare e
mettere in atto prassi/azioni/politiche/strategie, sia in senso macro-pedagogico, sia in senso di
educazione individuale, sia in senso strettamente didattico: lo straniero agevolato nella
comprensione della cultura autoctona e nello svolgere il ruolo che la societ ospitante ha stabilito
e definito.
2. Modello separatorio: detto anche anglosassone: tende a riconoscere le diversit inquadrandole
attraverso logiche di separazione. Il diritto a lingua e cultura originaria riconosciuto, ma non
viene minimamente preso in considerazione dal unto di vista educativo-formativo: si tende a
costruire isole etniche, sociali e culturali, in convivenza con l'ambito ufficiale e dominante.
3. Modello transculturale: si mescolano le culture, fino a creare un cultura completamente nuova,
con due modelli applicativi:
- strategie di fusione delle culture pre-esistenti
- strategia di annullamento delle culture pre-esistenti e nascita di una nuova cultura.
- Case Histories
Auslanderpadagogik tedesca: anni '70: reazione al forte flusso migratorio di lavoratori stranieri.
Pedagogia sociale per stranieri, con duplice obiettivo, dopplestrategie:
_ integrazione nelle scuole tedesche dei bambini di origine straniera;
_ operare per far rimanere intatta la capacit di rientro dei figli di immigrati nel paese di origine.
Melting Pot: applicato nei primi del '900 negli USA, in zone con prevalente disomogeneit
etnica. Forte sentimento di negazione delle culture originare, instillando il concetto di

appartenenza ad una nuova societ e ad una nuova cultura.


Socializzazione di base, pubblica e di massa, in cui gli studenti, guidati da precise pratiche
didattiche, mischiano e difendono le proprie radici con quelle degli altri. Fallimento totale: nascita
di gruppi di minoranze che rivendicano le proprie radici- diversit: nuove e violentissime forme di
razzismo.
Stato laico super-partes: Francia: si basa su 3 modelli esistenziali:
_ Laicit: tutte le iniziative interculturali si collegano a condizionamenti dovuti a specifiche regole
di religioni o credenze;
_ Legalit: tutti hanno gli stessi diritti e doveri davanti alla legge: il concetto di straniero si annulla
nel concetto di cittadino;
_ Uguaglianza: diversit tollerata in tutti gli ambiti, qualsiasi religione o cultura ammessa negli
ambiti privati; nel contesto pubblico esistono regole scritte identiche per tutti.
-Cyberspazio:
Secondo Levy, nel cyberspazio ciascuno potenzialmente emittente e ricevente, in uno spazio
qualitativamente differenziato, flessibile, regolato dai partecipanti ed esplorabile: non si conosce
per nome, collocazione geografica o sociale, ma sulla base di fulcri di interesse in scenari comuni
di senso e sapere. Si parla di intelligenza collettiva, il nuovo nomadismo non geografico, ma
quello della conoscenza, dei saperi, all'interno dei quali si articola la societ moderna.
La cultura spazio del sapere in cui l'uomo vive, agisce, pensa ed opera: creazione e
produzione umana, luogo di incontro, manifestazione di scelte, fatti, azioni.
-Ciclo di vita e corso di vita
Ciclo di vita: verte su questioni universali
Corso di vita: verte su questioni personali

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