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1Metodi classici

1.1 Generalit
Le paratie sono opere di sostegno flessibili che hanno la funzione di contrastare le spinte
orizzontali dovute al terreno e ad un eventuale sovraccarico attraverso la resistenza a taglio
offerta dal terreno nel quale sono immerse e quella di un elemento (se presente) quale un
puntone o tirante.
Il proporzionamento di una paratia deve essere fatto in modo da verificare che il complesso
terrenoparatia sia stabile (verifica allo stato limite ultimo), che gli spostamenti della paratia e
del piano campagna siano compatibili con la funzionalit di eventuali opere presenti
(verifica allo stato limite di servizio) e che le sollecitazioni nell'elemento strutturale costituente
l'opera di sostegno siano ammissibili (determinazione delle tensioni di contatto, interazione
terrenostruttura).
I metodi di calcolo generalmente adottati fanno riferimento ad ipotesi di comportamento
del terreno e della paratia molto spinte, tra questi ricordiamo:

1) Parete rigida e terreno rigido plastico


Il legame pressionispostamento del tipo rigidoplastico, il valore delle pressioni di contatto
indipendente dall'entit degli spostamenti e dalle modalit con cui la parete si muove.
Vengono definite lungo la parete i valori limiti che le pressioni di interazione possono
assumere detti valori sono determinati avvalendosi dei coefficienti di spinta attivi e passivi
della teoria della spinta delle terre.
Dove il terreno subisce, a causa degli spostamenti della parete, decrementi di pressione la
pressione di interazione passa dal valore a riposo s o a quello limite attivo s a. Quando la
parete tende a comprimere il terreno la pressione di interazione passa da s o a s p.

2) Parete elastica e terreno elastico lineare e non


Il terreno viene schematizzato come un letto verticale di molle con il quale interagisce la
parete ipotizzata questa volta deformabile.
Il modulo di reazione K del terreno, schematizzato alla Winkler, pu essere costante o
variabile con la profondit, oppure pu avere un legame costitutivo non lineare.
Nel presente capitolo verranno illustrati alcuni metodi cosiddetti "classici ", che fanno
riferimento, per lo stato limite ultimo ad un comportamento rigidoplastico per il terreno (tipo
1) e, per lo stato limite di servizio, ad un comportamento alla Winkler (tipo 2).

1.2 Stato limite ultimo

1.2.1 Paratie libere in assenza di falda


Le paratie libere sono in genere utilizzate quando l'altezza di ritenuta non superiore ai 5m.
Facendo riferimento a considerazioni di equilibrio limite, dette opere spesso si progettano
considerando una distribuzione di tensioni del tipo riportato in figura 1.1 (metodo del doppio
triangolo).
La stabilit dell'opera viene garantita ricavando la profondit di infissione tale da soddisfare
un opportuno coefficiente di sicurezza.
Facendo riferimento alla figura 1.1, si ha :
equilibrio alla traslazione

(1.1)

fig.1.1

equilibrio alla rotazione intorno a F

(1.2)
I termini che compaiono nelle (1.1) e (1.2) hanno il seguente significato:
Kph=componente orizzontale del coefficiente di spinta passiva
Kah=componente orizzontale del coefficiente di spinta attiva
g =peso dell'unit di volume
Nelle equazioni sopra scritte, non si indicato espressamente il coefficiente di sicurezza,
potendo questo essere applicato al coefficiente di spinta passiva, per cui il Kph che
compare nelle (1.1) e (1.2) da intendersi come Kph/Fp, oppure all'angolo d'attrito, per cui
Kph e Kah che compaiono nelle due equazioni sono quelli calcolati con riferimento ad un

angolo di attrito tale che

Ricavata l'infissione, per determinare il momento massimo si calcola la profondit alla quale il
taglio nullo,

(1.3)

e quindi il momento dato da:

(1.4)

Altro metodo per il calcolo delle paratie libere e` quello proposto da Blum (1943) (fig.1.2) in
cui si assume che il diagramma di pressioni nette abbia un andamento crescente fino al

punto di rotazione assunto ad una profondit


, e che la risultante delle pressioni di
compenso (uguali a quelle aggiunte dalla parte passiva) e quelle al di sotto del centro di
rotazione sia applicata proprio nel punto di rotazione.

fig.1.2

La stabilita` dell'opera anche in questo caso viene garantita calcolando la profondit di


infissione (i=1,2i0) tale da soddisfare un opportuno coefficiente di sicurezza, si ottiene quindi:

(1.5)

I termini che compaiono nella (1.5) hanno lo stesso significato dei corrispondenti nelle
equazioni (1.1) e (1.2).
La forza R viene determinata imponendo l'equilibrio alla traslazione orizzontale:

(1.6)

Per il calcolo del momento si ricorre ancora alle equazioni (1.3) e (1.4). E' evidente che le
(1.1), (1.2) e (1.5) possono essere utilizzate anche per il calcolo del coefficiente di sicurezza
quando nota la geometria. In tali condizioni nelle (1.2) e (1.5) l'incognita non pi
l'infissione (i) ma Kph (che assume il significato del coefficiente di spinta passiva mobilitato
Kphm) per cui il coefficiente di sicurezza , per esempio Fp, dato da Fp=Kph/Kphm.
Il metodo di Blum anche se pi semplice introduce tuttavia un'ulteriore approssimazione,
anche se a vantaggio di sicurezza, dal momento che porta ad infissioni maggiori rispetto al
doppio triangolo a parit di coefficiente di sicurezza, ovvero, ad un coefficiente di sicurezza
inferiore a parit di infissione. Le differenze tra i due metodi sono schematicamente
rappresentate in fig.1.3.

fig 1.3

Per una descrizione pi dettagliata delle varie definizioni del coefficiente di sicurezza si
rimanda alla tesi di Sarno (1993).

1.2.2 Paratie vincolate in assenza di falda


Le paratie vincolate, come gi detto, contrastano la spinta del terreno non solo attraverso la
resistenza offerta dal terreno nel quale sono immerse, ma anche mediante un elemento
quale puntone o tirante.
I procedimenti di calcolo utilizzati, fanno riferimento a due metodi: "free end method"
(metodo della parete libera al piede) e "fixed end method" (metodo della parete vincolata
al piede).
Con il primo metodo, la parete viene ipotizzata rigida e il cinematismo di rottura
rappresentato da una rotazione intorno al punto dove posizionato il puntone (tirante) il
quale viene assunto come un vincolo fisso, non si ammettono cio spostamenti orizzontali.
Le azioni agenti sulla parete sono schematizzate in figura 1.4.

fig.1.4
Anche in questo caso la stabilit dell'opera viene garantita ricavando l'infissione tale da
soddisfare un opportuno coefficiente di sicurezza, per cui, dall'equilibrio intorno a T:

(1.7)

si ricava i.
Mentre dall'equilibrio alla tralazione:

(1.8)

si ricava la reazione T.
Valgono anche in questo caso le considerazioni fatte per il coefficiente di sicurezza. Per
ricavare il momento massimo si deve determinare la profondit alla quale il taglio nullo.
Aggiungiamo ancora che la (1.7), anche in questo caso, pu essere utilizzata per il calcolo
del coefficiente di sicurezza quando nota la geometria.
In effetti una distribuzione lineare delle pressioni attive e passive non si verifica nella realt a
causa del manifestarsi dell'effetto arco tra il livello dell'ancoraggio e il piano di scavo e
dell'inflessione della parete nel tratto immerso. Senza entrare nel merito di questi fenomeni,
diciamo solo che essi portano ad una riduzione del momento massimo rispetto a quello
calcolato (Rowe, 1952, Terzaghi, 1953).
Con il secondo metodo, invece, la paratia viene considerata flessibile e vincolata nel tratto
terminale la deformata e il diagramma di spinta assumono l'andamento rappresentato in
figura 1.5.
La soluzione di questo problema un p complicata perch alle incognite derivanti
dall'iperstaticit del sistema si aggiungono la profondit di infissione, la profondit alla quale
lo spostamento nullo e la profondit alla quale il momento nullo.

fig.1.5

Per risolvere questo problema si pu far ricorso al metodo proposto da Blum (1930) detto
metodo della trave equivalente (fig.1.6).
L'Autore ha trovato che la profondit alla quale il momento nullo funzione dell'angolo di
attrito e ha fornito i seguenti valori :

La profondit alla quale le pressioni nette assumono valore nullo ricavabile dalla semplice
equazione:

(1.7)

fig1.6

Considerata la trave TC con i carichi indicati in figura 1.6, si ricavano le reazioni Rc e T.


L'equilibrio, quindi, alla rotazione intorno a P consente di calcolare l'infissione incognita (i ).
Tenendo presente l'imprecisione nella determinazione approssimata di x ed il fatto che Rp
non una forza concentrata, si aumenta l'infissione i del 20%. Nota la geometria e noti i
carichi semplice quindi determinare l'andamento del momento. In sintesi possiamo dire
che il free end method pi cautelativo per quanto riguarda i momenti e lo sforzo nel tirante
mentre il fixed pi cautelativo per quanto riguarda la profondit di infissione.

1.2.3 Paratie in presenza di falda


Come e` noto la presenza di pressioni interstiziali positive nell'intorno di un'opera di sostegno
ne aggrava le condizioni di spinta e ne riduce la stabilita`. In effetti il moto dell'acqua genera
un incremento delle pressioni verticali effettive a monte e una diminuzione delle pressioni
verticali a valle per effetto delle forze di trascinamento, con conseguente aggravio dello
stato di sollecitazione per quanto riguarda lo stato tensionale effettivo orizzontale, e
precisamente, un aumento delle spinte attive squilibranti a monte e una diminuzione delle
spinte passive equilibranti a valle.
Per il calcolo delle paratie in presenza di falda sono disponibili in letteratura varie procedure
che differiscono nell'ipotesi assunta circa l'andamento delle pressioni neutre. Tra questi
ricordiamo il metodo proposto da Terzaghi (1953) il quale assume un andamento delle
pressioni neutre del tipo riportato in figura 1.7 e quindi una distribuzione di pressioni effettive a
monte pari a quella che si avrebbe se si considerasse l'assenza di falda (con g =g ') ovvero la
falda in condizioni idrostatiche, viceversa l'effetto a valle sulla diminuzione di s 'v, e` fatta
dipendere da una diminuzione del peso alleggerito, che viene posto pari a g ''=g 'D g ' con
D g '=sohw/3i.
Burland e Potts (1981) assumono che le pressioni neutre nell'intorno della paratia variano
linearmente, con l'andamento schematizzato in figura 1.8, per cui le tensioni orizzontali
effettive sono calcolate come segue:

fig.1.8

dove K assume il valore di Kah per la parte a monte, e Kph per quella a valle (fig.1.9).

fig1.9
Di Maio e Evangelista (1989) invece determinano la distribuzione di pressioni neutre
nell'intorno della paratia mediante integrazione alle differenze finite dell'equazione del moto
(D 2h=0) e poi utilizzano il metodo del Trial Wedge per il calcolo delle spinte sulla parete.
Per il confronto, tra i vari metodi disponibili, si rimanda al lavoro di Di Maio e Evangelista
(1989) e alla tesi di Sarno (1993).
Aggiungiamo inoltre che per la presenza della falda, l'azione delle forze di trascinamento
pu portare all'annullamento delle tensioni effettive verticali e quindi al manifestarsi del
cosiddetto sifonamento. E' chiaro dunque che a valle dei calcoli sopra accennati si debba
eseguire anche la verifica nei riguardi di detto fenomeno, e cio valutare il coefficiente di
sicurezza

con Jcrit=g '/so, e J il gradiente di uscita.

1.3 Stato limite di servizio


Nel paragrafo precedente si fissata l'attenzione sulla determinazione delle condizioni di
collasso del complesso paratiaterreno, assumendo il comportamento del terreno rigido
plastico cosicch gli spostamenti sono nulli fintantoch non si raggiungono le condizioni
critiche, per poi essere indeterminati in condizioni limite.
Volendo fissare adesso l'attenzione sul problema degli spostamenti, bisogna osservare che
essi sono sia orizzontali (spostamenti della paratia e del terreno) che verticali (spostamenti del
piano campagna strettamente legati allo spostamento orizzontale del terreno). La
determinazione degli spostamenti orizzontali pu essere effettuata schematizzando il terreno
con un letto di molle il cui legame costitutivo pu essere di tipo elastico lineare ("Winkler
classico") o elastoplastico incrudente (Evangelista e Fenelli., 1985, Becci e Nova, 1986).
Se da un lato tale schematizzazione pu risolvere il problema degli spostamenti orizzontali,
dall'altro restano comunque delle incertezze sulla determinazione di quelli verticali. Per
risolvere tale problema si pu procedere con un metodo approssimato dovuto a Bransby e
Milligan (1975), che permette di ottenere una stima dell'ordine di grandezza dei cedimenti
verticali. Secondo tali Autori lo spostamento verticale legato a quello orizzontale dalla
relazione:

dove y l'angolo di dilatanza.


In effetti, assumendo un comportamento elastoplastico per le molle, il modello proposto da
Evangelista e Fenelli (1985) e Becci e Nova (1986) e` in grado di riprodurre molti degli aspetti
del comportamento delle paratie e cio pressioni, deformazioni, sollecitazioni, altezza critica.
Risulta per opportuno osservare che se da un lato l'utilizzo di un modello a molle pu ridurre
al massimo i tempi di calcolo, dall'altro la non facile determinazione dei parametri in gioco fa
si che il suo utilizzo, almeno per il momento, pu non essere di facile gestione (Evangelista e
Fenelli, 1985). Fintantoch, quindi, non si riesce a individuare una metodologia atta alla
corretta determinazione dei parametri, il ricorso a tecniche di calcolo numeriche, tipo
elementi finiti, resta senza dubbio la strada pi idonea allo studio e alla comprensione del
comportamento delle paratie di sostegno.

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