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Damodaran Finanza Aziendale Prima Edizione Capitoli 3 e 4
Damodaran Finanza Aziendale Prima Edizione Capitoli 3 e 4
I fondamenti
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Capitolo 1
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I fondamenti
Principi guida
Ogni disciplina ha dei principi guida che la governano. La finanza aziendale si
basa su tre principi, che chiameremo il Principio di Investimento, il Principio
di Finanziamento e il Principio dei Dividendi.
Il Principio di Investimento Investire in attivit e progetti con un rendimento atteso superiore a una soglia minima di rendimento. Tale soglia deve essere
pi elevata per i progetti pi rischiosi e riflettere la struttura finanziaria utilizzata, ovvero fondi propri (capitale netto) oppure denaro preso in prestito
(capitale di terzi). Il rendimento atteso di un progetto va misurato sulla
base dellammontare dei flussi di cassa generati e della loro distribuzione nel
tempo, tenendo in considerazione anche gli effetti collaterali positivi e negativi del progetto.
Il Principio di Finanziamento Scegliere una struttura finanziaria che massimizzi il valore degli investimenti effettuati e sia in linea con il tipo di investimento da finanziare.
Il Principio dei Dividendi Restituire il denaro ai proprietari dellimpresa, nel
caso in cui non ci fossero opportunit di investimento in grado di generare
un rendimento superiore alla soglia minima. Per le societ quotate in Borsa, la forma di restituzione dividendi o riacquisto di azioni proprie dipender dalle caratteristiche degli azionisti.
Nel prendere queste decisioni di investimento e di finanziamento, la finanza
aziendale tiene sempre ben presente lobiettivo ultimo, ovvero massimizzare
il valore dellimpresa: perci ogni decisione viene giudicata in base al suo impatto sul valore dellimpresa.
Questi principi-guida forniscono le basi sulle quali costruiremo i numerosi
modelli e le teorie che costituiscono la finanza aziendale moderna. In realt, si
tratta anche di principi basati sul buon senso. Sarebbe infatti presuntuoso da
parte nostra credere che, prima che la finanza aziendale cominciasse a svilupparsi come disciplina coerente e autonoma pochi decenni fa, gli imprenditori
gestissero le proprie aziende quasi alla cieca, senza principi che ne governassero loperato. Gli imprenditori migliori hanno sempre avuto ben presente limportanza di ottenere un rendimento sul capitale investito superiore al costo di
approvvigionamento del capitale stesso. Uno dei paradossi degli ultimi anni
proprio che un gran numero di manager di grandi aziende, presumibilmente
sofisticate e con la possibilit di accedere alle pi avanzate tecniche di finanza
aziendale, abbiano perso di vista questi principi fondamentali.
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Capitolo 1
struzione di modelli intorno a essa. Tale funzione la massimizzazione del valore dellimpresa. Di conseguenza ogni decisione (di investimento, di finanziamento o relativa ai dividendi) che aumenti il valore dellimpresa giusta,
mentre una decisione che ne riduca il valore sbagliata. Se vero che la
scelta di questa funzione obiettivo ha dato alla finanza aziendale un tema unificatore e una coerenza interna, c stato un prezzo da pagare. Infatti, finch si
accetta tale funzione obiettivo, la maggior parte dei precetti teorici di finanza
aziendale hanno senso. Tuttavia, nel momento in cui la funzione obiettivo viene messa in discussione, lintera impalcatura teorica su di essa costruita rischia di cedere. Molte controversie tra i teorici della finanza aziendale e gli
altri (sia nel mondo accademico che in quello professionale) possono essere
ricondotte a modi fondamentalmente diversi di concepire la funzione obiettivo per limpresa. Per esempio, alcuni sostengono che le imprese dovrebbero
avere molteplici obiettivi, data la molteplicit di interessi da soddisfare (azionisti, lavoratori, clienti), mentre altri ritengono che le imprese dovrebbero focalizzarsi su obiettivi considerati pi semplici e diretti, come quota di mercato
o redditivit.
Data limportanza di questa funzione obiettivo per lo sviluppo e lapplicabilit della teoria della finanza aziendale, importante esaminarla pi da vicino e discutere alcuni problemi che pone e le critiche che le sono state mosse.
In particolare, questa funzione obiettivo parte dal presupposto che le scelte
che gli azionisti compiono nel proprio interesse siano anche nellinteresse
dellimpresa; richiede lesistenza di mercati efficienti; non tiene in considerazione i costi sociali connessi alla massimizzazione del valore. Nel Capitolo 2
prenderemo in considerazione questi e altri problemi e metteremo a confronto
massimizzazione del valore dellimpresa e possibili funzioni obiettivo alternative.
Il Principio di Inv
estimento
Investimento
Le risorse che le imprese hanno a disposizione per svolgere la propria attivit
sono limitate, e ci impone delle scelte fra opportunit di utilizzo alternative.
La prima e pi importante funzione della finanza aziendale in quanto teoria
fornire alle imprese dei criteri per prendere queste decisioni in modo ottimale.
Per politiche di investimento intendiamo non solo il tipo di decisioni che generano ricavi e profitti (come lintroduzione di una nuova linea di prodotti), ma
anche quelle che permettono di ridurre i costi (come lorganizzazione di un
nuovo e pi efficiente sistema di distribuzione). Inoltre, riteniamo che anche
le decisioni su quante e quali scorte mantenere in magazzino, o sul credito da
accordare ai clienti decisioni spesso classificate come attinenti al capitale
circolante siano, in ultima analisi, decisioni di investimento. Allaltro estremo, possono considerarsi decisioni di investimento anche decisioni generali
di carattere strategico, quali lingresso in nuovi mercati o lacquisizione di altre societ.
Secondo i principi della finanza aziendale, per decidere se intraprendere o
meno un progetto di investimento, necessario confrontarne il rendimento
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I fondamenti
Il Principio di Finanziamento
Nel contesto del Principio di Investimento, abbiamo implicitamente assunto
lesistenza di una certa struttura finanziaria, e ne abbiamo esaminato le implicazioni per la determinazione della soglia minima di rendimento. Nella sezione sul Principio di Finanziamento affronteremo la questione di fondo: la
struttura finanziaria esistente quella giusta? Anche se aspetti legali o altri fattori esterni talora possono porre dei limiti alla composizione delle fonti di finanziamento che unimpresa pu utilizzare, esiste comunque un ampio spazio di flessibilit e discrezione nelle decisioni di finanziamento. Cominceremo
ad analizzare questo problema nel Capitolo 7, passando in rassegna le alternative a disposizione delle imprese quotate e non quotate, in unampia gamma che va dal capitale a titolo di propriet fino al capitale di terzi. Poi passeremo a esaminare se la struttura finanziaria utilizzata da unimpresa sia quella
ottimale alla luce della nostra funzione obiettivo, ovvero la massimizzazione
del valore dellimpresa. Dopo aver individuato a livello qualitativo benefici e
costi dellindebitamento, nel Capitolo 8 prenderemo in considerazione due
approcci alla determinazione della struttura finanziaria ottimale. Il primo ci
permetter di individuare in quali circostanze la struttura finanziaria ottimale
risulta essere quella che minimizza la soglia minima di rendimento. Il secondo
ci consentir di esaminare gli effetti che si producono sul valore cambiando la
struttura finanziaria. Nel Capitolo 9 descriveremo come passare dalla struttura finanziaria esistente a quella ottimale, tenendo presenti le opportunit di
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Capitolo 1
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videndi. Il legame fra queste decisioni e il valore dellimpresa dato dal fatto
che il valore di unimpresa il valore attuale dei flussi di cassa attesi, attualizzati a
un tasso che rifletta la rischiosit degli investimenti e la struttura finanziaria utilizzata per finanziarli. Gli investitori formano delle aspettative sui flussi di cassa
futuri in base allosservazione dei flussi di cassa correnti e alle previsioni di
crescita futura, le quali, a loro volta, dipendono dalla qualit dei progetti dellimpresa (le decisioni di investimento) e dal tasso di reinvestimento degli utili
(che dipende dalla politica dei dividendi). Le decisioni di finanziamento influiscono sul valore di unimpresa tramite il tasso di attualizzazione e, potenzialmente, anche tramite i flussi di cassa attesi.
Questa chiara definizione di valore viene messa alla prova dalle interazioni
fra politica di investimento, politica di finanziamento e politica dei dividendi,
nonch dai conflitti di interesse tra azionisti e obbligazionisti da una parte, e
tra azionisti e management dallaltra.
Introdurremo i modelli base disponibili per la valutazione di unazienda e
del suo capitale netto nel Capitolo 12, mettendoli ancora una volta in relazione con le decisioni manageriali in termini di investimenti, struttura finanziaria
e distribuzione dei dividendi. In questo contesto esamineremo i fattori che
determinano il valore di unimpresa e i diversi modi in cui le imprese possono
accrescere il proprio valore.
Esempi applicativi:
obiettivo su aziende r
eali
reali
La sempre maggiore facilit di ottenere informazioni sulloperato di aziende
di ogni tipo e dimensione suggerisce che non abbiamo bisogno di utilizzare
imprese ipotetiche per illustrare i principi della finanza aziendale. Per questo
motivo, nel seguito del libro faremo riferimento a quattro imprese per illustrare le nostre convinzioni in tema di gestione finanziaria aziendale:
1. Disney Corporation La Disney Corporation una societ quotata in Borsa con numerose partecipazioni nel settore dello spettacolo e della comunicazione. Sebbene molti identifichino la Disney con il logo di Mickey Mouse, o con Disney World, o con i classici cartoni animati di Walt Disney, si
tratta di unimpresa ben pi diversificata. Le partecipazioni della Disney
includono propriet immobiliari (sotto forma di multipropriet e propriet
da locare in Florida e South Carolina), reti televisive (ABC e ESPN), pubblicazioni, studi cinematografici (Touchstone Pictures) e attivit commerciali
al dettaglio (ci sono 610 negozi Disney nel mondo). La Disney ci aiuter a
illustrare le scelte che societ grandi e diversificate devono compiere nellaffrontare le classiche decisioni di finanza aziendale: dove investire? Come
finanziare gli investimenti? Quanto restituire agli azionisti?
2. Bookscape Books Si tratta di un negozio di libri indipendente sito in New
York City, uno dei pochi rimasti dopo linvasione delle catene di librerie
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Riepilogo
Questo capitolo descrive i principi guida della finanza aziendale: il Principio
di Investimento, secondo il quale bisogna investire solo in progetti il cui rendimento superi una certa soglia minima; il Principio di Finanziamento, secondo il quale la struttura finanziaria ottimale quella che massimizza il valore
degli investimenti compiuti; il Principio dei Dividendi, secondo il quale i flussi
di cassa in eccesso debbono essere restituiti ai proprietari.
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Capitolo 2
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Lobiettivo
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La funzione obiettivo tr
adizionale
tradizionale
I teorici della finanza aziendale sono in genere concordi nel sostenere che lobiettivo
di unimpresa la massimizzazione del valore. Pi dibattuto se questo implichi
la massimizzazione del patrimonio degli azionisti (stockholder wealth) o dellintero patrimonio dellazienda (firm wealth o firm value), che include, oltre
agli azionisti, anche altre classi di investitori (obbligazionisti, banche, azionisti
di risparmio ecc). Inoltre, anche coloro che propendono per la massimizzazione del patrimonio degli azionisti non sono concordi sulla questione se questo
si traduca o meno nella massimizzazione dei prezzi azionari (stock price).
Queste tre funzioni obiettivo sono caratterizzate dalle diverse ipotesi necessarie a giustificarle. Da questo punto di vista, la meno restrittiva fra le tre
risulta la massimizzazione del patrimonio aziendale, e la pi restrittiva la massimizzazione dei prezzi azionari.
P er
ch puntar
e alla massimizzazione
erch
puntare
dei pr
ezzi azionari?
prezzi
Ci sono tre motivi per cui la finanza aziendale tradizionale si concentra sulla
massimizzazione del prezzo azionario. Innanzitutto il prezzo azionario un
parametro immediatamente e costantemente osservabile per giudicare loperato di una societ quotata in Borsa. A differenza di altri parametri quali utili o
fatturato, i prezzi azionari vengono infatti continuamente aggiornati, riflettendo cos istantaneamente nuove informazioni circa loperato di unazienda.
Ci consente al management di avere un immediato riscontro delle iniziative
intraprese. Si prenda ad esempio la reazione dei mercati allannuncio di un
progetto di acquisizione. Nella maggior parte dei casi, sebbene il management
decanti le virt delloperazione di acquisizione, i prezzi azionari dellazienda che
tenta la scalata scendono notevolmente, a testimonianza del fatto che i mercati
sottopongono a vaglio critico le affermazioni del management.
Il secondo motivo che i prezzi azionari, in un mercato razionale, riflettono gli effetti di lungo termine delle politiche aziendali. Diversamente da parametri quali il fatturato o la quota di mercato (market share), che riflettono solo
leffetto immediato delloperato di unimpresa, il valore di unazione, per definizione, riflette anche gli effetti di lungo termine e le prospettive future dellazienda. In un mercato razionale, i prezzi azionari rappresentano il tentativo
da parte degli investitori di misurare questo valore. Anche se tale processo
soggetto a un margine di errore, una stima approssimativa del valore di lungo
termine di unazienda va comunque preferita a una stima magari pi precisa
ma limitata alla capacit reddituale attuale.
Infine, scegliere la massimizzazione dei prezzi azionari come funzione obiettivo consente di individuare chiaramente il modo migliore per scegliere i progetti di investimento e le modalit di finanziamento.
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Capitolo 2
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Lobiettivo
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In pratica
Qual lobiettivo per unimpr
esa non quotata
unimpresa
o unorganizzazione non-pr
ofit?
non-profit?
Massimizzare il prezzo azionario pu rappresentare la funzione obiettivo soltanto per le aziende quotate in Borsa. Per le aziende non quotate, lobiettivo
rimane la massimizzazione del valore dellimpresa. I principi guida per le politiche di investimento, di finanziamento e dei dividendi che analizzeremo nei
capitoli seguenti sono validi sia per le aziende quotate in Borsa che per quelle
non quotate, essendo entrambe orientate alla massimizzazione del valore del-
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Capitolo 2
limpresa. Tuttavia, dal momento che per le aziende non quotate il valore dellimpresa non una misura direttamente osservabile e necessita di una stima,
a esse mancher quel riscontro immediato talvolta indesiderato disponibile invece alle aziende quotate quando si trovano a dover prendere delle decisioni importanti.
Risulta molto pi difficile applicare i principi della finanza aziendale alle
organizzazioni non-profit, in quanto in genere il loro obiettivo quello di fornire un servizio nel modo pi efficiente possibile, piuttosto che di ottenere
profitti. Nel seguito esamineremo alcuni dei fattori che questo tipo di organizzazioni devono tenere in considerazione nel prendere decisioni di investimento
e di finanziamento.
Un mondo ideale
possibile concepire uno scenario in cui la massimizzazione dei prezzi azionari rappresenta la giusta funzione obiettivo, senza effetti collaterali negativi n conflitti di interessi. In questo mondo ideale dovrebbero verificarsi, contemporaneamente, tutte le seguenti condizioni:
1. Il management mette in secondo piano i propri interessi dando precedenza
a quelli degli azionisti. Questo pu verificarsi o perch i manager temono
che gli azionisti provvedano a destituirli, o perch detengono un numero
rilevante di azioni e dunque la massimizzazione del patrimonio degli azionisti diventa anche il loro obiettivo principale.
2. Coloro che prestano fondi allazienda sono completamente protetti da tentativi di espropriazione da parte degli azionisti. Questa situazione pu verificarsi nel caso in cui gli azionisti vogliano tutelare la propria reputazione
sul mercato dei capitali, vale a dire la capacit di ottenere fondi a prestito in
futuro sul mercato obbligazionario, e quindi non prenderanno mai provvedimenti tesi a espropriare ricchezza da obbligazionisti e altri investitori;
oppure nel caso in cui questi ultimi riescano a proteggersi completamente
introducendo nel contratto una serie di clausole che impediscono allazienda
di intraprendere azioni che risultino in una riduzione del loro patrimonio.
3. Il management non cerca di ingannare i mercati finanziari circa le prospettive future dellazienda; la quantit e qualit delle informazioni disponibili
sufficiente perch i mercati possano valutare gli effetti delloperato dellazienda in termini di valore; i mercati sono razionali e ragionevoli nella
loro valutazione di tale operato e delle prevedibili conseguenze in termini
di valore.
4. Non ci sono costi sociali, nel senso che tutti i costi prodotti dallazienda nel
tentativo di massimizzare il patrimonio degli azionisti possono essere misurati e imputati allazienda stessa.
Qualora si verifichino queste condizioni, la massimizzazione del patrimonio
degli azionisti non produce effetti collaterali negativi, e i prezzi azionari riflet-
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tono correttamente il patrimonio degli azionisti. Il management pu cos concentrarsi su un unico obiettivo: massimizzare i prezzi azionari. Affinch sia
valida come funzione obiettivo la massimizzazione del patrimonio dellazienda non sono necessari come presupposti n lefficienza del mercato n la protezione degli obbligazionisti; la massimizzazione del patrimonio degli azionisti presuppone invece questultima condizione.
I requisiti necessari per mantenere la funzione obiettivo tradizionale sono
sintetizzati nella Figura 2.1.
Figura 2.1
I pr
oblemi
problemi
Nel paragrafo precedente abbiamo elencato i requisiti necessari perch la massimizzazione dei prezzi azionari rappresenti lunica funzione obiettivo. facile tuttavia constatare che nella realt questi requisiti non sono sempre soddisfatti. Il management non sempre prende decisioni che vanno incontro agli
interessi degli azionisti; gli azionisti a volte prendono iniziative che trasferiscono a essi parte del patrimonio degli obbligazionisti o di altri investitori;
linformazione che circola nei mercati approssimativa e talora fuorviante; ci
sono costi sociali che non possono essere misurati e imputati allazienda che li
ha generati. Nei paragrafi seguenti prenderemo in considerazione alcuni dei modi
in cui questi quattro rapporti azionisti/management, azionisti/obbligazionisti,
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Capitolo 2
Azionisti e management
In linea teorica, gli azionisti hanno il potere di disciplinare ed eventualmente
destituire i manager che non dimostrino di operare nel loro interesse. I due
meccanismi a disposizione degli azionisti per lesercizio di questo potere sono
lassemblea annuale, in seno alla quale possibile manifestare riserve circa
loperato del management e sostituirlo se necessario, e il consiglio di amministrazione (Board of Directors), il cui compito fiduciario assicurare che il management agisca nellinteresse degli azionisti. Ma quanto sono efficaci queste
istituzioni nel consentire agli azionisti di esercitare un reale potere di controllo sul management?
Prendiamo in esame lassemblea annuale. La maggior parte degli azionisti
non partecipano alle assemblee annuali, o perch non ritengono che la loro
presenza e il loro voto possano avere un impatto significativo, o perch partecipare sarebbe eccessivamente costoso. Essi possono tuttavia esercitare il diritto di voto per delega1, ma, salvo che ci sia una cosiddetta battaglia di deleghe (proxy fight), il management in carica parte con un netto vantaggio 2. Infatti molti azionisti, soprattutto i piccoli azionisti, non esercitano nemmeno il
loro diritto di voto per delega, e anche quando lo esercitano la soluzione pi
semplice spesso votare per il management in carica. Anche per gli azionisti
con una quota azionaria significativa (investitori istituzionali ecc.), dato che in
genere essi detengono partecipazioni azionarie in molte altre societ, lopzione pi semplice quando non sono soddisfatti del management in carica quella
di vendere le proprie azioni3. Un atteggiamento meno passivo da parte di questa
categoria di azionisti contribuirebbe significativamente a rendere il management pi attento e sensibile agli interessi degli azionisti stessi. La recente tendenza a un maggiore attivismo da parte dei maggiori azionisti sar documentata nei paragrafi seguenti.
Anche il potere del consiglio di amministrazione di disciplinare il management e di renderlo responsabile di fronte agli azionisti viene in pratica ridotto
da una serie di fattori:
1 La delega autorizza gli azionisti a votare sulla nomina del consiglio di amministrazione e sulle decisioni che sono oggetto di voto in seno allassemblea. La delega non consente invece di porre domande direttamente al management.
2 Tale vantaggio maggiore se lo statuto della societ in questione consente al management in carica di votare per conto di quegli azionisti che non abbiano inviato le proprie
deleghe di voto. Questo equivale a unelezione in cui il candidato in carica automaticamente riceve i voti di tutti coloro che non si presentano a votare.
3 Lespressione anglosassone in tali casi to vote with your feet; letteralmente votare
con i propri piedi, ossia andarsene [N.d.C.].
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1. In molti casi, i membri del consiglio di amministrazione (director4) non possono dedicare molto tempo allespletamento dei loro doveri fiduciari a causa
di altri impegni o perch molti di essi fanno parte del consiglio di amministrazione di diverse societ. Questo fenomeno illustrato in modo chiaro
in uno studio della societ di cacciatori di teste Korn-Ferry5, secondo il
quale nel 1992, in media, un membro del consiglio di amministrazione dedicava alle riunioni del consiglio complessivamente (durata delle riunioni
pi preparazione necessaria) 92 ore allanno, in diminuzione rispetto alle
108 ore del 1988, e veniva pagato6 32.352 dollari, in aumento rispetto ai
19.544 dollari del 1988.
2. Anche gli amministratori che davvero cercano di capire le problematiche
dellazienda sono spesso ostacolati dalla mancanza di competenze specifiche in certe aree, quali ad esempio gli aspetti contabili e alcuni aspetti tecnici delle fusioni e acquisizioni, per le quali si affidano a esperti esterni.
3. Anche quando molti membri del consiglio di amministrazione risultino formalmente esterni allazienda (outsider), non li si pu considerare del tutto
indipendenti, dal momento che il CEO (Chief Executive Officer)7 ha spesso
lultima parola nella loro nomina. Lo studio di Korn-Ferry rivela che, nella
ricerca di nuovi membri del consiglio, il 74% delle 426 societ prese in esame si affida al presidente del consiglio di amministrazione (Chairman8),
mentre soltanto il 16% si affida a societ indipendenti specializzate in tale
ricerca.
5 Questo studio, riportato in un articolo del Wall Street Journal, analizza la composizione
e il funzionamento dei consigli di amministrazione di grandi aziende quotate in Borsa,
con particolare attenzione alla retribuzione dei consiglieri e al tempo da essi dedicato
allesercizio dei loro compiti.
6 Queste cifre rappresentano una sottostima in quanto non comprendono indennit e
gratifiche come assicurazioni e benefici pensionistici. Una societ di ricerca, la Hewitt Associates, rileva che il 67% delle 100 aziende prese in esame offre ai consiglieri di amministrazione programmi di pensionamento.
7
8 Negli Stati Uniti, il Chairman di frequente il CEO della societ, soprattutto in piccole
aziende. In Italia i due ruoli di presidente e di amministratore delegato sono separati
ma spesso i presidenti, invece di vigilare, hanno oscillato tra un ruolo puramente di
rappresentanza in totale commistione con il management e un ruolo operativo, che
deresponsabilizza la dirigenza e pu creare tremendi disastri (Corriere della Sera, 31 agosto 1999). La problematica relazione fra le due figure esemplificata dal conflitto che occorse ai vertici dellENI, 1999. La netta distinzione tra le funzioni del Presidente e quelle
dellAmministrazione Delegato enfatizzata nella nuova struttura di corporate governance dellENI (http://www.eni.it/italiano/azioni/governance/governance.html) [N.d.C.].
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Capitolo 2
9 il fenomeno delle interlocking directorship. Ad esempio, come condizione per lapprovazione del takeover dellINA da parte di Assicurazioni Generali, il Commissario per la
Concorrenza Monti richiese che i membri del consiglio di amministrazione della Generali
non ricoprissero simili cariche in altre societ direttamente o indirettamente operanti nel
settore delle assicurazioni. Come riportato dallEconomist (22 gennaio 2000) in quel momento Mr. Lucchini sedeva nel consiglio di sei grandi societ (fra cui Mediobanca e Generali), in tre casi come presidente (fra cui Compart). Compart, Mediobanca e Generali erano i maggiori tre azionisti della societ di assicurazioni La Fondiaria. Interlocking directorships sono frequenti in strutture industriali caratterizzate da significative partecipazioni azionarie incrociate (cross-stockholding), come Germania, Giappone e Italia [N.d.C.].
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Esempio applicativo
Il caso del consiglio di amministr
azione
amministrazione
della Disney
Lanalisi della composizione del consiglio di amministrazione della Disney ci
permette di fare il punto su molti problemi riguardanti questa istituzione. Nel
1996 il consiglio di amministrazione della Disney era composto dai seguenti
16 membri:
Manager
Michael D. Eisner, 54 anni: presidente del consiglio di amministrazione e
CEO.
Roy E. Disney, 66 anni: vice presidente del consiglio di amministrazione,
CEO della Disney nel periodo 1980-83. Nellanno fiscale 1996, grazie a un
piano di incentivi, ha ricevuto pagamenti per un totale di 609.826 dollari
per film in cui aveva investito fra il 1963 e il 1979.
Gary L. Wilson, 56 anni: chief financial officer (CFO) della Disney fra il
1985 e il 1989.
Outsider (o presunti tali)10
Reveta F. Bowers, 48 anni: direttore della scuola Center for Early Education, dove studiavano i figli di Eisner.
Ignacio E. Lozano Jr., 69 anni: presidente della Lozano Enterprises; editore
degli Stati Uniti. Il signor Mitchell ha ricevuto 50.000 dollari dalla Disney
10 Questi outside director con relazioni di tipo finanziario o personale con lazienda vengono spesso indicati con il termine gray director [N.d.C.].
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Capitolo 2
che gestisce investimenti pari a circa un miliardo di dollari per conto della
famiglia Disney.
Thomas S. Murphy, 71 anni: ex presidente del consiglio di amministrazione
cui ha studiato uno dei figli di Eisner. Eisner, a sua volta ha fatto parte del
consiglio della Georgetown University e ha devoluto pi di un milione di
dollari alluniversit.
Irwin E. Russell, 70 anni: procuratore di Beverly Hills; fra i suoi clienti figu-
rosi progetti per la Disney. Nellanno fiscale 1996 il signor Stern ha ricevuto 168.278 dollari dalla Disney per le sue prestazioni.
Senza voler mettere in dubbio lonest di questi individui, certo interessante
notare lalto numero di insider (vale a dire, manager o ex manager della Disney)
nel consiglio di amministrazione, nonch i rapporti fra i membri esterni e Eisner. difficile pensare che essi si opporrebbero alle scelte di questultimo.
Nel 1997 il California Public Employees Retirement System (CalPERS) ha
suggerito una serie di test per valutare lefficacia di un consiglio di amministrazione di fronte a un potente CEO e li ha quindi applicati alle 500 aziende
che costituiscono lindice S&P 500. Lunica societ a fallire in tutti questi test
stata proprio la Disney. Nel 1997, nella classifiche dei consigli di amministrazione aziendali delle maggiori societ statunitensi, pubblicate da riviste quali
Fortune e Business Week, la Disney risultava allultimo posto.
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Lobiettivo
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azionari, ma protegge la posizione del management in carica. Un altro strumento assai diffuso per evitare acquisizioni ostili il golden parachute (letteralmente paracadute doro), una clausola in un contratto di lavoro che assicura
al manager il pagamento di una certa somma (una tantum, oppure frazionata
nel tempo), qualora il manager perda il proprio lavoro a seguito dellacquisizione. Anche se alcuni economisti hanno giustificato il pagamento di golden
parachute come un modo per ridurre i conflitti fra azionisti e management,
risulta tuttavia sconcertante che i manager debbano aver bisogno di unulteriore forma di compensazione per fare quello che in realt il loro lavoro, cio
massimizzare il patrimonio degli azionisti. Infine, le aziende talvolta emettono dei titoli chiamati poison pills (letteralmente pillole di veleno), i diritti o i
flussi di cassa sui quali sono attivati in caso di offerte di acquisto ostili. Lobiettivo di rendere difficile e costosa lacquisizione del controllo dellazienda da
parte di terzi. Va notato che i tre meccanismi elencati non richiedono lapprovazione degli azionisti e di solito vengono adottati da consigli di amministrazione accondiscendenti.
Gli emendamenti contro le acquisizioni (antitakeover amendment) si prefiggono lo stesso obiettivo di greenmail e poison pill (cio dissuadere dalle offerte di acquisto ostili), con limportante differenza che richiedono per il consenso degli azionisti. Vi sono diversi tipi di emendamenti contro le acquisizioni. Citiamo i super-majority requirement (quando lacquirente deve acquisire
pi della semplice maggioranza per acquistare lazienda), i fairprice amendment (quando il prezzo di offerta deve superare un prezzo specificato relativamente ai profitti), e le staggered election del consiglio di amministrazione (elezioni a scaglione, il cui obiettivo impedire che gli acquirenti prendano il controllo per molti anni). Si pu sostenere che unazienda beneficia da questi
emendamenti, in quanto essi aumentano il potere negoziale del management
nelle trattative relative allacquisizione e impediscono le acquisizioni cosiddette two-tier takeover11. Tuttavia, queste motivazioni a favore degli antitakeover amendment sono credibili solo nella misura in cui si assuma che il management agisca negli interessi degli azionisti, il che resta da dimostrare.
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Capitolo 2
pare il pagamento di una somma maggiore di denaro per gli azionisti nella
trattativa di vendita
Societ che hanno operato male (in termini di profitti e prezzo azionario)
Ci sono molti modi in cui il management pu danneggiare gli azionisti investendo in cattivi progetti, scegliendo un livello di indebitamento eccessivo o
troppo esiguo, o adottando meccanismi di difesa contro offerte dacquisto che
potenzialmente potrebbero aumentare il valore dellazienda. Ma il modo pi
veloce e forse pi significativo, viste le cifre coinvolte, per impoverire gli azionisti quello di pagare troppo per lacquisto di unaltra azienda. Chiaramente
il management dellazienda acquirente non ammetter mai di offrire una somma eccessiva12, e anzi la giustificher con un gran numero di motivi, quali
lesistenza di sinergie, questioni di carattere strategico, il fatto che lazienda
target sottovalutata o mal gestita ecc Gli azionisti delle aziende acquirenti
non sembrano condividere per lentusiasmo del management in queste acquisizioni, dal momento che spesso i prezzi azionari delle societ acquirenti
scendono in modo significativo allannuncio dellofferta dacquisto13.
Con la nostra trattazione non vogliamo insinuare che il management si
comporti in modo venale o egoistico, ma evidenziare un problema ben pi
rilevante: quando si genera un conflitto di interessi fra azionisti e management, la massimizzazione del patrimonio degli azionisti scende in secondo
piano rispetto agli interessi del management.
Azionisti e obbligazionisti
In un mondo senza conflitti di interesse fra azionisti e obbligazionisti, questi
ultimi non devono preoccuparsi di proteggersi contro possibili tentativi di
12 Una spiegazione del fenomeno degli eccessivi prezzi pagati in fusioni e acquisizioni si
trova in Roll (1986), il quale sostiene che lo hubris (orgoglio) manageriale a guidare il processo.
13 Jarrel, Brickley e Netter (1988) in uno studio dei rendimenti delle aziende acquirenti
notano che gli excess return (vale a dire, i rendimenti azionari al netto del rendimento di
mercato) di queste aziende allannuncio di unofferta dacquisto sono diminuiti da una
media del 4,95% negli anni 60 a una media del 2% negli anni 70 fino a una media del 1% negli anni 80. You, Caves, Smith e Henry (1986) hanno preso in esame 133 fusioni
risalenti al periodo fra il 1976 e il 1984 e hanno rilevato che nel 53% dei casi i prezzi
azionari delle aziende offerenti subirono una diminuzione.
Cap2.p65
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Lobiettivo
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espropriazione. Nella realt, tuttavia, esistono vari modi in cui gli azionisti
possono avvantaggiarsi della mancanza di meccanismi protettivi da parte degli obbligazionisti. Ad esempio, gli azionisti possono aumentare lindice di
indebitamento (leverage), o pagare maggiori dividendi.
La r
adice del conflitto
radice
La radice del conflitto di interessi fra azionisti e obbligazionisti sta nella diversa natura dei diritti sui flussi di cassa spettanti ai due gruppi. Gli obbligazionisti in genere hanno priorit di pagamento rispetto agli azionisti, ma ricevono
somme fisse, ammesso che lazienda generi un livello di reddito sufficiente
per adempiere ai suoi obblighi finanziari. Gli azionisti hanno invece diritto al
pagamento dei flussi di cassa residuali, ma hanno lopportunit di dichiarare
fallimento nel caso in cui lazienda non abbia i fondi necessari per adempiere
ai suoi obblighi finanziari. Di conseguenza, nella scelta dei progetti di investimento e in altre decisioni dellazienda, gli obbligazionisti valutano il rischio in
modo molto pi negativo rispetto agli azionisti, dal momento che essi ricevono somme fisse anche se linvestimento si rivela un grande successo, mentre
possono sopportare una porzione significativa dei costi nel caso in cui si riveli
un fiasco. Di seguito analizzeremo alcune delle situazioni in cui gli interessi di
azionisti e obbligazionisti divergono.
Cap2.p65
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26
Capitolo 2
Lazienda e i mer
cati finanziari
mercati
Esiste un vantaggio nel mantenere una funzione obiettivo incentrata sul patrimonio degli azionisti o dellazienda, piuttosto che sui prezzi azionari, perch in tal caso essa non richiede come presupposto lefficienza dei mercati
finanziari. Il lato negativo tuttavia che il patrimonio degli azionisti o dellazienda non pu essere misurato facilmente, il che rende difficile stabilire
degli standard per valutare il successo o il fallimento di un investimento.
vero che esistono modelli (alcuni dei quali saranno esaminati nel corso di questo
manuale) per la misurazione del valore del capitale azionario o del valore dellimpresa, ma essi si basano su un gran numero di dati soggettivi e opinabili.
Dal momento che una delle caratteristiche essenziali di una funzione obiettivo valida che essa abbia un meccanismo di misurazione chiaro, ovvio che
una funzione obiettivo incentrata sui prezzi di mercato da questo punto di
vista superiore alle altre, poich successi e insuccessi delle politiche aziendali
sono rivelati dallandamento dei prezzi azionari e sono perci sotto gli occhi
di tutti.
Il problema dei prezzi di mercato che, essendo essi stabiliti dai mercati
finanziari, rifletteranno un valore reale soltanto in presenza di mercati finanziari efficienti, che utilizzano cio le informazioni disponibili per ottenere stime precise e obiettive dei flussi di cassa futuri e della loro rischiosit. In tali
mercati, sia le aziende che gli investitori accetteranno il prezzo azionario come
corretta misura del successo delle decisioni aziendali.
In questo contesto, due problemi possono sorgere. Il primo che, qualora
linformazione risulti incompleta, non aggiornata o fuorviante, i prezzi di mercato devieranno dal valore reale, anche in un mercato altrimenti efficiente. Il
secondo che vi sono molti, sia fra gli accademici sia fra gli operatori professionali, che sostengono che i mercati non sono efficienti, anche quando linformazione completamente accessibile. In entrambi i casi, politiche volte a
massimizzare i prezzi azionari possono non essere compatibili con la massimizzazione del valore di lungo termine dellazienda.
Cap2.p65
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Lobiettivo
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Il pr
oblema dellinformazione
problema
I prezzi di mercato si basano sullinformazione, sia pubblica che privata14. Secondo la teoria tradizionale, linformazione viene trasmessa in modo veloce e
veritiero ai mercati finanziari. Nel mondo reale, esistono degli impedimenti a
questo processo. Il primo che linformazione viene a volte soppressa o ritardata dalle aziende, soprattutto quando essa contiene cattive notizie. Oltre a
unampia aneddotica su questo fenomeno, la prova pi chiara che le aziende
fanno operazioni di questo tipo deriva dagli studi su annunci delle aziende
relativi agli utili di periodo e ai dividendi. In uno studio del 1987 sugli annunci
degli utili di periodo, Penman ha notato che quelli contenenti le notizie peggiori vengono spesso diffusi in ritardo rispetto alla data stabilita. Inoltre, il
mio studio su annunci di utili di periodo e dividendi per giorni della settimana
alla New York Stock Exchange fra il 1982 e il 1986 rivela che gli annunci fatti il
venerd, soprattutto nelle ore successive alla chiusura dei mercati, contengono
notizie pi negative rispetto agli altri giorni della settimana. Questo suggerisce che il management, temendo una reazione spropositata dei mercati, cerca
di rinviare le cattive notizie ai giorni in cui i mercati sono meno attivi o addirittura chiusi.
Il secondo e pi serio problema che alcune aziende, preoccupate di accontentare i loro investitori e far salire il prezzo delle azioni, emettono informazioni volutamente fuorvianti circa la situazione attuale dellazienda e le sue
prospettive future, generando cos una discrepanza fra valore e prezzo dellazione. Prendiamo come esempio la Bre-X, una societ canadese attiva nellindustria estrattiva che allinizio degli anni 90 dichiar di aver scoperto in
Indonesia una delle pi grandi miniere doro del mondo. La societ fu fortemente pubblicizzata da analisti finanziari negli Stati Uniti e in Canada, ma nel
1997, fra la sorpresa di tutti gli analisti, si scopr che si era trattato di una frode
bella e buona, con conseguente crollo del prezzo delle azioni.
14 Con il termine informazione pubblica si intende linformazione cui hanno accesso tutti
gli investitori, mentre il termine informazione privata indica linformazione ristretta agli
insider dellazienda o a pochi investitori.
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Capitolo 2
Le implicazioni di tali comportamenti fraudolenti per la finanza aziendale possono essere gravi, dal momento che il management spesso viene valutato e remunerato sulla base dei prezzi azionari. Infatti, grazie a stock option o
piani di incentivi legati al prezzo azionario, probabilmente il management della Bre-X aveva gi realizzato guadagni notevoli quando la frode venne alla
luce.
finanziano internamente).
Societ che invece reperiscono fondi sul mercato dei capitali frequente-
mente.
Motivare la risposta.
Il pr
oblema del mer
cato
problema
mercato
Il timore che i mercati, nel formare i prezzi azionari, non riflettano correttamente linformazione disponibile non del tutto ingiustificato. Infatti, anche
se linformazione viene trasmessa ai mercati finanziari in modo completo e
senza distorsioni, non c nessuna garanzia che il prezzo azionario risultante
rappresenti una stima oggettiva del valore reale. Infatti, molti sostengono che
il problema ben pi profondo e riguarda lirrazionalit degli investitori, le cui
stime sarebbero perci poco attendibili. Alcune delle critiche che sono state
mosse ai mercati finanziari sono legittime, alcune sono esagerate e altre sono
infondate, ma tutte meritano di essere prese in considerazione.
Non sempre i mercati finanziari valutano in modo ragionevole e razionale
gli effetti di nuove informazioni sul prezzo di unazione. In generale, la volatilit dei mercati finanziari superiore rispetto alla volatilit dei fondamentali
di unazienda. Ad esempio, talvolta i mercati dimostrano eccessiva volatilit,
reagendo anche di fronte a notizie prive di contenuto reale; oppure reagiscono in modo eccessivo, come ben sanno le societ che annunciano utili al di
sotto delle aspettative degli analisti (la cosiddetta negative surprise). In altri
casi, essi guardano agli effetti immediati delle iniziative aziendali trascurando
le implicazioni di lungo termine. Infine, vi sono casi in cui il management
stesso della societ a guidare i mercati.
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Lobiettivo
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Motivare la risposta.
In pratica
I mer
cati sono davv
er
o miopi?
mercati
davver
ero
Molti sostengono che la massimizzazione dei prezzi azionari induce il management ad avere un orientamento di breve periodo (si veda per esempio il
notissimo libro di Michael Porter sulle strategie competitive). Secondo questa
tesi, i prezzi azionari sono determinati da trader, investitori a breve termine e
analisti, vale a dire soggetti che mantengono le azioni per brevi periodi e sono
interessati a prevedere gli utili del prossimo trimestre. Un management orientato alla creazione di valore nel lungo termine, piuttosto che ai risultati di breve periodo, sarebbe perci penalizzato dai mercati. Ma levidenza empirica
disponibile suggerisce, al contrario, che i mercati valutano le implicazioni di
lungo termine pi di quanto si creda.
1. Ci sono centinaia di aziende, specialmente quelle piccole o allinizio della
propria attivit (startup), che non hanno al momento profitti o flussi di cassa, n prevedono di averne nel futuro immediato, ma che comunque riescono a reperire notevoli finanziamenti sui mercati sulla base delle aspettative di successo future. Se i mercati fossero cos miopi come suggerito da
alcuni, tali aziende non sarebbero riuscite a finanziarsi e quindi non avrebbero potuto svolgere la propria attivit.
2. Levidenza empirica mostra che semmai i mercati sottovalutano profitti e
flussi di cassa attuali e sopravvalutano profitti e flussi di cassa futuri. Ad
esempio, alcuni studi suggeriscono che le azioni con un basso rapporto
prezzo-utili (e quindi elevati profitti attuali) sono state in genere sottovalutate dai mercati rispetto alle azioni con elevati rapporti prezzo-utili.
3. La reazione del mercato agli annunci di nuovi investimenti (in particolare
quelli in ricerca e sviluppo) non uniformemente negativa, come la tesi dei
mercati miopi vorrebbe farci credere. Al contrario, la reazione moderata, e
i prezzi azionari in media salgono allannuncio di nuovi investimenti.
Cap2.p65
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Capitolo 2
Il dilemma: cr
eder
e nei mer
cati, o non cr
eder
e
creder
edere
mercati,
creder
edere
Linformazione che arriva ai mercati finanziari spesso poco aggiornata, imprecisa e fuorviante, e i prezzi che ne derivano rappresentano stime molto
approssimative del valore reale. Tuttavia questo non pu farci dimenticare il
principale contributo dei mercati finanziari, vale a dire la capacit di assimilare e aggregare unenorme quantit di informazioni circa le condizioni attuali e
le prospettive future di unazienda in un solo parametro, ovvero il prezzo azionario. Non esistono altri parametri in grado di dare una stima cos aggiornata
o completa della salute di unazienda.
Limportanza di avere un prezzo di mercato balza agli occhi quando si lavora
con unimpresa non quotata. Nonostante il management delle aziende quotate si
lamenti del continuo gioco delle parti con analisti e investitori, di estremo valore
sapere come gli investitori valutano le azioni intraprese dallazienda.
Lazienda e la societ
La maggior parte delle decisioni prese dal management hanno delle implicazioni sociali, un problema di non facile soluzione. Una funzione obiettivo che
punta a massimizzare il patrimonio dellazienda o degli azionisti assume che i
costi sociali collaterali siano talmente limitati da poter essere ignorati, oppure
che essi possano essere misurati e imputati allazienda. In molti casi questi
assunti non corrispondono alla realt delle cose.
Vi sono infatti casi in cui i costi sociali sono considerevoli ma non possono
essere imputati allazienda. In questi casi, il management, pur consapevole dei
costi, pu scegliere di ignorarli e di massimizzare il patrimonio dellazienda. I
dilemmi etici che sorgono nel momento in cui un manager costretto a scegliere fra la propria sopravvivenza in azienda (che pu richiedere la massimizzazione del patrimonio degli azionisti) e gli interessi della societ in senso
ampio possono essere dibattuti a lungo, ma non esiste una soluzione semplice
che possa essere offerta in questo libro.
Nei casi in cui esistono costi sociali notevoli, di cui le aziende siano consapevoli, un approccio etico al problema sosterrebbe che la massimizzazione del
patrimonio deve scendere in secondo piano rispetto agli interessi della societ. Ma cosa fare nei casi in cui le aziende creano importanti costi sociali a loro
insaputa? La Johns Manville Corporation, per esempio, negli anni 50 e 60 produceva amianto con lintenzione di ricavarne utili, e non era a conoscenza del
fatto che questo materiale potesse provocare il cancro. Trentanni dopo, le cause
intentate dalle persone colpite da cancro a causa dellamianto hanno portato
al fallimento dellazienda.
A dire il vero, i conflitti fra gli interessi dellazienda e quelli della societ vanno
oltre la funzione obiettivo di massimizzare il patrimonio degli azionisti, e possono
essere considerati endemici ad un sistema basato sulla libera iniziativa economica
privata. Il purista alla ricerca di una perfetta congruenza fra gli interessi della societ e gli interessi dellazienda destinato a non essere mai del tutto soddisfatto.
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Lobiettivo
Figura 2.2
31
Il mondo reale
Cap2.p65
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32
Capitolo 2
Il mondo r
eale: una r
appr
esentazione
reale:
rappr
appresentazione
Nelle ultime pagine abbiamo elencato i problemi che sorgono nel rapporto fra
management e azionisti, fra azionisti e obbligazionisti, fra aziende e mercati
finanziari e fra aziende e societ. La Figura 2.2 li riassume in forma grafica.
e allor
a?
allora?
Gli azionisti spesso non hanno un potere effettivo di controllo sul management, che di conseguenza tende a porre i propri interessi al di sopra di quelli
degli azionisti. Gli obbligazionisti che non sappiano tutelare i propri interessi
finiscono spesso per pagarne il prezzo, allorch le decisioni prese dallazienda
trasferiscono ricchezza agli azionisti. Linformazione spesso erronea o non
viene fornita affatto, e vi possono essere quindi differenze sostanziali fra prezzo e valore dellazione. Infine, le aziende che massimizzano il patrimonio possono farlo a spese della societ in cui operano.
Dati questi problemi, possiamo intraprendere due strade. La prima mantenere la funzione obiettivo di massimizzare il patrimonio degli azionisti, cercando di limitare i problemi ad essa associati. La seconda scegliere una funzione obiettivo alternativa.
Massimizzar
e il patrimonio
Massimizzare
degli azionisti: alcuni accorgimenti
Non esiste una soluzione complessiva ai problemi discussi nei paragrafi precedenti, ma esistono rimedi parziali che consentono di ridurre i conflitti di
interesse fra azionisti, obbligazionisti e management, e dunque di ridurre le
divergenze fra prezzi e valore.
Azionisti e management
Come osservato in precedenza, i meccanismi tradizionali di controllo (assemblee annuali e consigli di amministrazione) spesso si rivelano inefficaci per
risolvere i conflitti di interesse fra azionisti e management. Questo non significa, tuttavia, che il divario fra i due gruppi sia cos profondo da non poter
essere sanato, riducendo le divergenze di interessi o aumentando il potere
degli azionisti sul management.
Allinear
e gli inter
essi di azionisti e management
Allineare
interessi
Finch il management ha interessi diversi da quelli degli azionisti, esiste un
potenziale conflitto. Un modo per ridurre questo conflitto fornire al management una quota di partecipazione azionaria (tramite azioni o warrant sulle
azioni, le stock option). Cos facendo, il management beneficia da un aumento
Cap2.p65
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Lobiettivo
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A umentar
e il poter
e degli azionisti
umentare
potere
Ci sono molti modi in cui aumentare il potere degli azionisti sul management.
Il primo fornire agli azionisti informazioni migliori e pi aggiornate, in modo
che essi possano meglio giudicare loperato del management. Il secondo
includere nel management gli azionisti con una partecipazione significativa,
cos da assegnare loro un ruolo di primo piano nelle decisioni dellazienda.
Alcuni esempi sono il ruolo di Warren Buffet nel riportare in vita la Salomon
Brothers e limpegno di Larry Tisch in qualit di CEO della CBS, Inc. Entrambe
le societ, in un periodo di profonda crisi, riflessa nel calo del prezzo azionario, furono salvate dallintervento di questi azionisti, i quali ridisegnarono le
strategie aziendali necessarie per conservare e aumentare il patrimonio degli
azionisti15. La terza possibilit avere un numero maggiore di investitori istituzionali attivisti, i quali cio intervengano in questioni quali la composizione del consiglio di amministrazione, gli emendamenti contro le offerte dacquisto ostili ecc. Negli ultimi anni, gli investitori istituzionali hanno utilizzato
il loro ampio potere per spronare i manager a rendere maggiormente conto
delle proprie scelte. Fra gli investitori pi intraprendenti citiamo il California
Public Employees Retirement System (CalPERS), uno dei maggiori investitori
istituzionali negli Stati Uniti. La quarta possibilit, anchessa sollecitata dallattivismo degli azionisti, rendere il consiglio di amministrazione pi responsabile di fronte agli azionisti, riducendo il numero di membri interni (inside director) e garantendo quindi una maggiore indipendenza dal CEO.
15
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A onor del vero, va detto che nessuno dei due riusc interamente nellimpresa.
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Capitolo 2
Esempio applicativo
Gli azionisti della Disney esprimono
le lor
o riserv
e sul management
loro
riserve
In precedenza, abbiamo rilevato la natura interna del consiglio di amministrazione della Disney. Nonostante la Disney sia sempre attenta a sottolineare
gli ottimi rendimenti azionari ottenuti, i suoi azionisti rimangono sospettosi
circa la natura cos amichevole del rapporto fra consiglio di amministrazione e
CEO. Allinizio del 1997, dopo che la Disney pag ben 38,8 milioni di dollari
allex presidente Michael Ovitz perch lasciasse lazienda, il consiglio di amministrazione rinnov il contratto del CEO, Michael Eisner, fino al 2006, offrendogli un pacchetto di opzioni estremamente generoso. Nellassemblea
annuale tenuta il 25 febbraio 1997, il 13% degli azionisti della Disney vot
contro la rielezione dei membri del consiglio di amministrazione in carica, e
l8,2% vot contro il pacchetto retributivo offerto ad Eisner. Sebbene queste
percentuali possano sembrare basse, esse rappresentano il pi alto voto contro per una grande societ statunitense negli ultimi anni (cio da quando nellottobre 1995 nellassemblea annuale della Archer-Daniels-Midland Co. circa
il 20% dei voti andarono contro la rielezione del consiglio di amministrazione
in carica16 ).17
16
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Lobiettivo
35
Cap2.p65
35
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Capitolo 2
tutto per opporvisi, esprimendo al management il proprio malcontento e minacciando di vendere le proprie partecipazioni azionarie. Tali minacce funzionarono, come attesta il fatto che la maggior parte delle aziende scelsero di
optare per il mantenimento del regime legale esistente, a dimostrazione del
potere che gli azionisti possono avere quando scelgono di esercitarlo.
Esempio applicativo
Lalter
nativa tedesca e giapponese
alternativa
al poter
e degli azionisti
potere
Nel modello tedesco e giapponese di corporate governance, le aziende detengono partecipazioni in altre aziende, e spesso prendono decisioni nellinteresse del gruppo industriale cui appartengono, piuttosto che nel loro interesse
individuale. In tale sistema le aziende si controllerebbero a vicenda, senza perci
bisogno di cedere potere di controllo agli azionisti. Si tratta di un sistema poco
democratico dopo tutto i proprietari dellazienda sono gli azionisti che,
inoltre, testimonia un profondo scetticismo sul modo in cui gli azionisti potrebbero esercitare il loro potere, ammesso che ne avessero, e sembra decisamente diretto a conservare il potere del management in carica.
Forse vero che tale approccio consente di evitare i costi associati allattivismo degli azionisti e allinefficienza dei mercati, ma presenta anche degli svan-
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Lobiettivo
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Azionisti e obbligazionisti
Il conflitto di interessi fra obbligazionisti e azionisti pu indurre a compiere
azioni che trasferiscono ricchezza dai primi ai secondi quali linvestimento
in progetti rischiosi, il pagamento di maggiori dividendi, e laumento del leverage , senza compensare gli obbligazionisti per le perdite che ne conseguono.
Esistono per vari modi in cui gli obbligazionisti possono almeno in parte
proteggersi da azioni di questo tipo.
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Capitolo 2
Assumer
e una quota di partecipazione azionaria
Assumere
Dal momento che la radice del conflitto fra azionisti e obbligazionisti la diversa natura dei rispettivi diritti sui flussi di cassa dellazienda, un altro modo
in cui gli obbligazionisti possono ridurre i conflitti di interesse acquistare
una quota di partecipazione azionaria nellazienda. Questo pu essere fatto
acquistando azioni dellazienda contemporaneamente alla sottoscrizione di
obbligazioni, o sottoscrivendo obbligazioni fornite di warrant, oppure tramite
obbligazioni convertibili in azioni. In questo modo, gli obbligazionisti che ritengono che gli azionisti si siano arricchiti a loro spese, possono diventare
azionisti loro stessi e quindi condividerne i guadagni.
Le aziende e i mer
cati finanziari
mercati
Linformazione trasmessa ai mercati finanziari imprecisa e a volte fuorviante.19 Spesso il prezzo che emerge nei mercati finanziari non corretto, in parte
a causa delle inefficienze dei mercati, e in parte a causa della cattiva qualit
dellinformazione. Non esistono rimedi o soluzioni facili a questo tipo di problemi. Tuttavia, nel lungo periodo, esistono azioni in grado di migliorare la
qualit dellinformazione, e di ridurre la discrepanza fra prezzo e valore.
Miglior
ar
e la qualit dellinformazione
Migliorar
are
Nonostante le commissioni regolamentatici, come la statunitense Securities
and Exchange Commission, possano richiedere alle aziende una maggiore
quantit di informazioni e penalizzare quelle che forniscono informazioni fasulle o fuorvianti, la qualit dellinformazione non pu essere migliorata soltanto tramite leggi sulla trasparenza. Le aziende continueranno infatti ad ave19 Il lettore ricorder il giallo delle cifre sui conti di Telecom Italia nellottobre 1998
[N.d.C.].
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Lobiettivo
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re un chiaro incentivo a trasmettere informazioni ai mercati soltanto nella quantit, con la qualit e nei tempi desiderati. Per controbilanciare tale incentivo
deve perci esistere un attivo mercato per linformazione, in cui analisti esterni
alle aziende possano raccogliere e propagare le informazioni. Nonostante tali
analisti abbiano la stessa probabilit delle aziende di commettere errori di valutazione, essi hanno comunque maggiori incentivi a scoprire informazioni
negative sullazienda e diffonderle ai loro clienti.
Render
e i mer
cati pi ef
ficienti
Rendere
mercati
efficienti
Cos come una migliore informazione non pu essere imposta per legge, anche i mercati non possono essere resi pi efficienti semplicemente con un intervento normativo, anche perch vi grande disaccordo su come rendere i
mercati pi efficienti. Alcune condizioni necessarie (ma non sufficienti) sono
le seguenti:
1. Lattivit di trading dovrebbe essere poco costosa e semplice da eseguire.
Pi alti sono i costi delle transazioni, pi difficile eseguirle, e meno efficienti saranno i mercati.
2. Almeno alcuni degli investitori nel mercato dovrebbero avere accesso allinformazione riguardante le azioni oggetto di compravendita, nonch
possedere le risorse necessarie per tradurre questa informazione in operazioni di acquisto o vendita.
Ogni tipo di limite imposto allattivit di compravendita, anche se adottato
con le migliori intenzioni, spesso conduce a maggiori inefficienze nei mercati.
Per esempio, limitare le vendite allo scoperto (short sale) potrebbe sembrare
una buona politica pubblica, ma pu creare una situazione in cui informazioni
negative sulle azioni non vengono riflesse in modo adeguato nel prezzo azionario.
Le aziende e la societ
Ci saranno sempre dei costi sociali associati alle attivit intraprese da aziende
che operano nel proprio interesse. Il problema fondamentale che i costi sociali non possono essere ignorati nel processo decisionale, ma al tempo stesso
essi sono troppo nebulosi per essere oggetto di analisi precise. Una possibile
soluzione per lazienda massimizzare il valore (inteso come patrimonio aziendale o degli azionisti) comportandosi per da buon cittadino, vale a dire
tentando di ridurre al minimo i costi sociali, anche in assenza di un preciso
obbligo legale in tal senso. Il problema in un approccio di questo tipo, chiaramente, che la definizione di buon cittadino varia da azienda ad azienda e
da management a management. Vi sono, tuttavia, esempi di aziende che hanno saputo costruirsi una reputazione di buon cittadino traendone notevoli
benefici. In definitiva, il modo migliore per rendere le aziende maggiormente
responsabili di fronte alla societ far s che, da un punto di vista economico,
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Capitolo 2
non creare costi sociali sia nellinteresse delle aziende stesse. Ci pu essere
ottenuto in due modi. In primo luogo, le aziende tacciate di comportamenti
socialmente irresponsabili possono perdere clienti e profitti. Questo stato,
ad esempio, il fattore che ha indotto un gran numero di catene di vendita al
dettaglio, negli Stati Uniti, a prendere le distanze dallo sfruttamento del lavoro minorile che avveniva negli stabilimenti dei Paesi di produzione delle merci
da loro messe in vendita. In secondo luogo, gli investitori possono decidere di
non comprare azioni in tali aziende. Per esempio, molti fondi pensione universitari e statali negli Stati Uniti hanno cominciato a ridurre o eliminare le
loro partecipazioni azionarie in aziende operanti nellindustria del tabacco per
esprimere la loro preoccupazione per gli effetti nocivi di questo prodotto.
Per riassumere, vi sono chiaramente dei problemi associati allobiettivo della
massimizzazione del valore, ma alcuni di essi possono esser ridotti apportando dei cambiamenti nel modo in cui i manager vengono assunti, compensati e
licenziati, nei contratti obbligazionari e nei mercati finanziari. Nella Figura 2.3
vengono sintetizzati alcuni di questi cambiamenti.
Figura 2.3
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Lobiettivo
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Capitolo 1
ti di nessun tipo.
20 Termine siriano che significa ricchezza, possedimenti. venuto poi a indicare il demone del denaro [N.d.C.].
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Riepilogo
La teoria della finanza aziendale costruita attorno alla funzione obiettivo di
massimizzare il patrimonio degli azionisti o il patrimonio aziendale nel suo
complesso. Ladozione di questa funzione obiettivo pu creare significativi costi
collaterali, in termini di conflitti fra azionisti e management, fra azionisti e
obbligazionisti, e fra impresa e societ. Questi costi possono essere ridotti adottando strategie che riducano la probabilit di tali conflitti aumentare il potere degli azionisti sul management, tutelare gli interessi degli obbligazionisti,
promuovere regole di comportamento da buon cittadino. Questa potrebbe
essere la strategia ottimale da adottare, dal momento che funzioni obiettivo
alternative hanno anchesse dei difetti. Infine, abbiamo mostrato che molte
delle critiche mosse alla finanza aziendale sono in realt critiche alla funzione
obiettivo su cui essa si impernia, e che tali critiche per non conducono a
soluzioni alternative superiori.
Eser
cizi
Esercizi
1. La funzione obiettivo in finanza aziendale
b. Massimizzare i flussi di cassa.
d. Lazienda non produca costi che non possano essere misurati e ad essa imputati.
a. Massimizzare i profitti.
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Capitolo 1
tivo, che tipo di carriera lo ha portato fino allattuale posizione? (Ha fatto
carriera in azienda o arrivato dallesterno?)
Quante azioni e stock option possiede?
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2. Il consiglio di amministrazione21
Chi sono i membri del consiglio di amministrazione? Da quanto tempo
sono in carica?
Quanti sono gli inside director (cio dipendenti o manager della societ)?
Quanti hanno rapporti di altro tipo con lazienda (in qualit di fornitori o
clienti)?
Quanti rivestono la carica di CEO in altre aziende?
Vi sono membri del consiglio di amministrazione con grosse partecipazio-
5. Vincoli sociali
Lazienda ha una reputazione particolarmente buona o particolarmente
cattiva in qualit di buon cittadino?
Se s, in che modo si fatta questa reputazione?
Se lazienda di recente stata criticata sotto questo profilo, in che modo si
difesa?
Informazione online
Corpor
ate gov
er
nance
Corporate
gover
ernance
Per conoscere la composizione del top management e del Consiglio di Amministrazione di una societ, un primo riferimento lAnnual Report (rendiconto annuale). Il sito www.reportgallery.com contiene gli Annual Report di oltre
21 Nel contesto italiano, va tenuto conto che parte del ruolo degli outsiders nel consiglio
di amministrazione stato svolto (almeno in teoria) dal collegio sindacale Riprodurre in
Italia il modello di un consiglio di amministrazione con membri indipendenti incaricati di
controllare il management rende in qualche misura superflua la funzione dei collegi sindacali,
un organo inesistente nel mondo anglosassone (Il Sole-24 Ore, 8 ottobre 1998) [N.d.C.].
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Capitolo 2
2200 societ quotate negli Stati Uniti, nonch una sezione internazionale per
UK, Giappone, Corea e Sudafrica. Altrimenti, si pu provare lhome page delle
singole societ, che spesso include lAnnual Report. Per le compagnie U.S.,
tenute a presentare documenti alla Securities Exchange Commission (SEC),
maggiori dettagli sui membri del consiglio di amministrazione sono disponibili sul sito www.edgar-online.com/people/. Il sito ufficiale della SEC contiene
inoltre informazioni relative a operazioni di insider trading o in generale transazioni azionarie compiute dal top management di una societ o da membri
del consiglio di amministrazione, www.sec.gov/edgarhp.htm. Un altro sito utile
per questo tipo di informazioni www.freeedgar.com.
Per avere unopinione indipendente sulla capacit del consiglio di amministrazione di esercitare monitoring sulloperato del management, si pu sentire
cosa ne pensa CalPERs, uno dei maggiori e pi attivi investitori istituzionali
(azionista in oltre 1600 compagnie statunitensi), www.calpers.org. Ad esempio, ogni anno CalPERS identifica una lista di 10 aziende (Focus List) la cui
performance stata ben al di sotto di quella di altre aziende nello stesso settore (www.calpers.org/about/factglan/corpgov/corpgov.htm). Una simile Focus
List stilata dal Council of Institutional Investors (www.cii.org/focus.htm).
Inoltre, come accennato nel testo, ogni anno Business Week presenta una
classifica dei peggiori consigli di amministrazione di grandi aziende statunitensi; la pi recente del 24 gennaio 2000, www.businessweek.com.
Per unidea di quanto e come viene pagato il Chief Executive Officer (CEO),
possono essere utili le classifiche stilate annualmente per 800 CEO negli Stati
Uniti dalla rivista Forbes, www.forbes.com/ceos/. Per le aziende statunitensi,
tenute a presentare documenti alla Security Exchange Commission (SEC),
maggiori dettagli sono disponibili sul sito www.sec.gov , come pure sul sito
www.edgar-online.com/compexpress/ (inserire il ticker).
Per conoscere le previsioni degli analisti finanziari sulla performance di
azioni quotate negli Stati Uniti, e avere unidea di quanti analisti seguano una
certa azione, potete provare il sito della Zacks Investment Research,
www.zacks.com, immettendo il ticker symbol dellazione e scegliendo Estimates Go! Stime e raccomandazioni degli analisti sono anche disponibili sul
sito della Morningstar, www.morningstar.com, immettendo il ticker symbol nella casella Quicktake Reports e cliccando poi su Earnings Estimates.
Infine, per avere unidea delle forme di investimento socialmente responsabile, date unocchiata al sito http://socialinvest.org/areas/sriguide/
index.html . Oppure, visitate il sito di Calvert, uno dei maggiori fondi socialmente responsabili, www.calvertgroup.com.
Infine, per conoscere il punto di vista delle organizzazioni dei lavoratori, in
particolare con riferimento alla compensazione dei CEO, visitate il sito della
AFL-CIO, www.aflcio.org, la federazione delle organizzazioni sindacali.
WWW Italia
Per gli Annual Report di societ italiane quotate si pu provare la home page
delle singole societ (reperibile tramite il sito della Borsa italiana, www.
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Lobiettivo
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La nozione di rischio
Nella nostra cultura la parola rischio evoca un concetto negativo: infatti nei dizionari la definizione pi comune del verbo rischiare esporsi a
un pericolo. Tuttavia lideogramma cinese corrispondente ci aiuta a meglio comprendere luso che la finanza fa di questo termine:
Il primo simbolo sta per pericolo e il secondo per opportunit. Il concetto cinese di rischio, dunque, (risulta dallunione di pericolo e opportunit. Tradotto nel linguaggio della finanza, ci significa che, per ogni
investitore e ogni impresa, esiste un trade-off fra maggiori rendimenti
(laspetto opportunit) e maggiori rischi (laspetto pericolo). Obiettivo fondamentale in finanza fare in modo che, quando un investitore
sia esposto a un rischio, venga remunerato in modo appropriato.
In questo capitolo forniremo le basi per lanalisi del rischio, e presenteremo modelli alternativi per misurarlo e convertirlo in una soglia minima di rendimento accettabile.
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Cap3.p65
Capitolo 3
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La nozione di rischio
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Requisiti di un modello
di rischio e r
endimento
rendimento
Nel corso di questo capitolo presenteremo una serie di modelli per la valutazione del rischio e del rendimento di un investimento. Nel far ci, importante ricordare che un buon modello dovrebbe soddisfare i seguenti requisiti:
1. Fornire una misura del rischio che si possa applicare a qualunque tipo di
investimento .
2. Indicare chiaramente quali tipi di rischio sono remunerati e quali no, e spiegarne il motivo.
3. Fornire una misura di rischio standardizzata, tale cio da consentire a un
investitore di capire se la rischiosit di un certo investimento superiore o
inferiore alla media.
4. Tradurre la misura del rischio in un tasso atteso di rendimento, ovvero la
remunerazione che linvestitore richieder per assumersi tale rischio.
5. Riuscire non solo a spiegare i rendimenti realizzati in passato, ma anche a
predire i rendimenti attesi in futuro.
Modelli gener
ali di rischio e r
endimento
generali
rendimento
La nostra analisi del rischio si svolger in tre tappe successive. Innanzi tutto
definiremo il rischio in termini di distribuzione dei rendimenti effettivamente
realizzati intorno a un certo rendimento atteso. Poi procederemo a una distinzione fra un primo tipo di rischio di rischio, specifico di un investimento (o di
un gruppo ristretto di investimenti), e un secondo tipo di rischio, che riguarda
invece una ben pi ampia classe di investimenti. Noteremo che in un mercato
in cui linvestitore marginale detiene un portafoglio diversificato, soltanto il
secondo tipo di rischio, detto rischio-mercato, viene remunerato. Infine presenteremo modelli alternativi per misurare il rischio-mercato e il rendimento
atteso a esso associato.
La misur
azione del rischio
misurazione
Ogni investimento viene effettuato con lobiettivo di ricavarne un certo rendimento lungo un determinato orizzonte temporale. Tuttavia il rendimento effettivamente realizzato pu risultare ben diverso dal rendimento atteso, ed
qui che entra in gioco la nozione di rischio.
Supponiamo che un investitore con un orizzonte temporale di un anno
acquisti un Buono del Tesoro con scadenza a un anno e con un rendimento
atteso del 5%. Alla fine dellanno, il rendimento effettivamente realizzato sar
del 5%, pari cio al rendimento atteso. La Figura 3.1 rappresenta la distribu-
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Capitolo 3
Figura 3.1
zione del rendimento per tale investimento: si tratta in questo caso di un investimento privo di rischio, almeno in termini nominali.
Supponiamo ora che il nostro investitore decida invece di acquistare le
azioni della Disney, dalle quali ritiene di poter ottenere un rendimento pari al
30% (sempre in un anno). Quasi certamente il rendimento effettivo non sar
del 30%, e anzi potrebbe risultare molto maggiore o molto minore. La distribuzione del rendimento di tale investimento illustrata nella Figura 3.2.
Questo esempio indica che un investitore, oltre alla media (rendimento atteso), deve considerare altre caratteristiche della distribuzione:
In primo luogo, la dispersione dei rendimenti effettivi attorno al rendimento
atteso, misurata dalla varianza (o dallo scarto quadratico medio) della distribuzione; maggiore la differenza fra rendimenti effettivi e rendimento atteso, maggiore la varianza.
Figura 3.2
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La nozione di rischio
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distribuzione tende di pi verso rendimenti positivi (superiori a quello atteso) (come in Figura 3.2) o verso rendimenti negativi (inferiori a quello atteso) .
In terzo luogo, la forma delle code della distribuzione, misurata dalla cur-
tosi; pi grasse sono le code, maggiore la curtosi. In termini di investimento, una maggiore curtosi indica una maggiore probabilit di rendimenti estremamente alti o estremamente bassi.
Nel caso particolare in cui le distribuzioni fossero simmetriche e normali (e
quindi con curtosi pari a zero), gli investitori non dovrebbero preoccuparsi
dellasimmetria e della curtosi, e ogni investimento potrebbe essere valutato
sulla base del rendimento atteso (la remunerazione) e della varianza nei rendimenti attesi (il rischio). Ad esempio (Figura 3.3), di fronte a due investimenti
con lo stesso rendimento atteso ma diversa varianza, un investitore sceglier
sempre quello con varianza minore.
Nel caso pi generale in cui le distribuzioni non siano simmetriche n normali, teoricamente ancora possibile che gli investitori scelgano fra diversi
investimenti soltanto sulla base del rendimento atteso e della varianza, ma ci
richiede una poco verosimile ipotesi sulla forma della funzione di utilit1 de-
Figura 3.3
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Capitolo 3
Rischio r
emuner
ato e non r
emuner
ato
remuner
emunerato
remuner
emunerato
Il rischio, secondo la definizione che ne abbiamo dato nel paragrafo precedente, deriva dal fatto che il rendimento effettivo di un investimento pu essere diverso dal rendimento atteso; tale differenza pu risultare da diverse
cause, alcune specifiche di un certo investimento (rischio specifico di un progetto o rischio specifico dimpresa), altre comuni a tutti gli investimenti (rischio-mercato).
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dalle azioni dei concorrenti. Invero, una buona analisi di capital budgeting
dovrebbe gi tenere conto delle possibili reazioni dei concorrenti.Tuttavia, le
azioni effettivamente intraprese dai concorrenti risultano spesso imprevedibili. In molti casi questa componente del rischio interessa pi di un singolo progetto, e risulta pi difficile per lazienda diversificarla nella sua attivit ordinaria. La Disney, per esempio, in unanalisi previsionale della profittabilit della
Disney Store division pu sbagliare nel valutare la forza e le strategie dei suoi
concorrenti, come Warner Bros Stores e ToysUs. Ma mentre la Disney, pur
diversificando, non pu far molto per ridurre il rischio-concorrenza,3 i suoi
azionisti possono sostanzialmente ridurlo se sono disposti a investire anche
nelle aziende concorrenti.
La terza fonte di rischio il rischio-settore, che deriva cio da fattori che
incidono su profitti e flussi di cassa di uno specifico settore industriale. Questa
categoria comprende a sua volta tre fonti di rischio: la prima il rischio-tecnologia, vale a dire la possibilit di significativi cambiamenti tecnologici nel corso del tempo, rispetto al momento in cui il progetto stato concepito. La seconda fonte il rischio-leggi, vale a dire la possibilit di cambiamenti in leggi e
regolamentazioni. La terza fonte il rischio-materie prime, vale a dire la possibilit di variazioni nei prezzi delle materie prime e dei servizi prodotti o utilizzati intensamente in quel settore. La Disney, per esempio, nello stimare la
profittabilit futura della sua broadcasting division (ABC), si espone a tutti e
tre i tipi di rischio: al rischio-tecnologia, dal momento che i confini fra intrattenimento televisivo e Internet vengono continuamente ridefiniti dallattivit
di societ come la Microsoft; al rischio legale, dal momento che le leggi che
regolano le reti televisive possono essere modificate; e al rischio-materie prime, dal momento che i costi di produzione di nuovi programmi televisivi variano nel tempo. Unimpresa non pu diversificare il rischio-settore se non
diversificando le proprie attivit in altri settori industriali (tramite investimenti diretti o acquistando aziende gioperanti). Gli azionisti di tale impresa, per
possono diversificare il rischio-settore includendo nel proprio portafoglio anche titoli azionari di aziende operanti in altri settori industriali.
La quarta fonte di rischio il rischio internazionale. Unimpresa si trova a
dover fronteggiare questo tipo di rischio quando la valuta nella quale sono
misurati gli utili ed espresso il prezzo del titolo azionario diversa dalla
valuta dei flussi di cassa del progetto, come accade nel caso di progetti intrapresi al di fuori del mercato nazionale. In tal caso i risultati posso differire
dalle previsioni a causa di fluttuazioni nel tasso di cambio o per il cosiddetto
rischio politico. Ad esempio, la Disney si chiaramente esposta a questo tipo di
rischio con la sua partecipazione del 33% in EuroDisney, il parco divertimenti
da essa creato nei pressi di Parigi. In parte questo tipo di rischio pu essere
3
Teoricamente, unazienda pu ridurre il rischio-concorrenza acquistando i propri concorrenti. Azioni di questo tipo tuttavia possono esporla allo scrutinio dellautorit antitrust, e non eliminerebbero comunque il rischio dellingresso di nuovi concorrenti sul
mercato.
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Capitolo 3
diversificato dallazienda intraprendendo progetti in Paesi diversi, le cui valute non abbiano un andamento correlato. Il rischio derivante dal cambio valutario pu essere inoltre ridotto scegliendo una struttura finanziaria in linea
con la valuta dei flussi di cassa; ad esempio finanziando in yen giapponesi
iniziative dinvestimento da realizzare in Giappone. Gli azionisti di unazienda esposta al rischio internazionale saranno anchessi esposti al rischio-valuta
e/o al rischio politico se, a causa dei costi di transazione o di altri fattori, includono nel proprio portafoglio solo titoli di aziende operanti nel mercato nazionale; ma una politica di diversificazione dei propri investimenti a livello internazionale, pu ridurre significativamente il rischio internazionale.
Lultima fonte di rischio il rischio-mercato, vale a dire linsieme di variabili macroeconomiche che hanno un impatto su tutte le imprese e tutti i progetti, sebbene in diversa misura. Per esempio i movimenti dei tassi di interesse
incidono sul valore dei progetti gi intrapresi e su quelli da intraprendere, sia
direttamente, attraverso il tasso di attualizzazione, sia indirettamente, attraverso i flussi di cassa. Altre variabili che interessano tutti gli investimenti sono
la struttura per scadenza dei tassi di interesse (term structure, la differenza fra
tassi di interesse a breve e a lungo termine), la propensione al rischio degli
investitori (maggiore lavversione al rischio, minore il valore di investimenti rischiosi), linflazione e la crescita economica. Dal momento che i valori
attesi di tutte queste variabili sono implicitamente parte di unanalisi di capital budgeting, ogni deviazione da tali valori attesi si ripercuoter sul valore
degli investimenti. Anche diversificando la propria attivit, le aziende non sono
in grado di ridurre questo tipo di rischio, sebbene in linea teorica alcuni prodotti finanziari derivati potrebbero essere adoperati a tale scopo. N possono
ridurlo gli investitori diversificando il proprio portafoglio di investimenti rischiosi (quali, ad esempio, i titoli azionari), dal momento che ogni investimento rischioso esposto almeno in parte al rischio-mercato.
P er
ch la div
ersificazione riduce
erch
diversificazione
o elimina il rischio specifico dimpr
esa?
dimpresa?
Diversificare consente di ridurre o eliminare il rischio specifico dimpresa per
due motivi. Il primo che ciascun investimento in un portafoglio ben diversificato costituir solo una piccola percentuale dellintero portafoglio. In tal modo
ogni attivit che incrementa o riduce il valore del singolo investimento (o di
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La nozione di rischio
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un piccolo gruppo di investimenti) avr un impatto minimo sullintero portafoglio. Il secondo motivo che, in ciascun periodo, le specifiche politiche aziendali avranno effetti talora di segno positivo, talaltra di segno negativo sui prezzi
di ciascun titolo. In un portafoglio di una certa dimensione questi effetti tenderanno a cancellarsi a vicenda e il rischio specifico dimpresa non influir
significativamente sul valore complessivo del portafoglio.
Invece, gli effetti di oscillazioni in variabili di mercato avranno probabilmente lo stesso segno per la gran parte degli investimenti in un portafoglio,
anche se alcuni possono essere pi colpiti di altri. Per esempio, a parit di
condizioni, un incremento dei tassi di interesse riduce il valore della maggior
parte degli investimenti in un portafoglio. Una maggiore diversificazione non
elimina il rischio, anche se detenere titoli in diverse classi (titoli azionari, titoli
obbligazionari ecc.) pu ridurre limpatto del rischio-mercato. La Tabella 3.1
sintetizza le diverse componenti del rischio e le azioni che aziende e investitori possono intraprendere per ridurlo o eliminarlo.
P er
ch si pr
esume che linv
estitor
e
erch
presume
linvestitor
estitore
marginale sia div
ersificato?
diversificato?
Lidea che un investitore possa ridurre la propria esposizione al rischio non
viene in genere contestata, ma i modelli di rischio e rendimento in finanza
vanno oltre. In tali modelli, infatti, si sostiene che linvestitore marginale (cio
colui che determina i prezzi dei titoli) sia ampiamente diversificato. Di conseguenza, lunico rischio riflesso nel prezzo di un titolo (o, in generale, nella
valutazione di un investimento) il rischio percepito da tale investitore. In
realt il ragionamento sottostante molto semplice. Supponiamo che vi siano
due investitori, uno diversificato e uno non diversificato, i quali concordino
sul rendimento atteso di un certo titolo (o sui flussi di cassa attesi da un certo
progetto dinvestimento). La percezione della rischiosit di tale titolo sar per
maggiore per linvestitore non diversificato rispetto a quello diversificato, dal
momento che il secondo, a differenza del primo, non deve preoccuparsi del
rischio specifico dimpresa. Perci linvestitore diversificato sar disposto a
pagare una somma maggiore per quel titolo. Il risultato di questo processo che,
nel tempo, tutti i titoli vengono ad essere detenuti da investitori diversificati.
Si potrebbe replicare che questo ragionamento funziona perfettamente per
titoli azionari e altri valori mobiliari negoziati in piccole unit ed estremamente liquidi, ma si adatta meno bene ad investimenti illiquidi e con una elevata
dimensione minima.
In molti Paesi, ad esempio, i beni immobiliari sono posseduti da investitori
non diversificati, con gran parte del patrimonio investita in tali beni. Cionondimeno, i benefici derivanti dalla diversificazione sono tali che una serie di
titoli, quali i Real Estate Investment Trust (REIT, una sorta di fondi comuni di
investimento immobiliare) e le obbligazioni ipotecarie, sono stati creati proprio per permettere ai risparmiatori che investono in beni immobiliari di ottenere comunque un certo livello di diversificazione.
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- Cambiamenti
riguardanti
tutte le societ
in un settore
Settore
- S, dal momento
che i proprietari
non sono in genere ben diversificati
- Possono esservi,
se lazienda intraprende pochi progetti
Azienda
non quotata
- Oscillazioni dei
tassi di interesse
- Oscillazioni
dellinflazione
- Shock economici
Internazionale
Mercato
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- S
- Detenendo un
- S, dal momento
portafoglio diver- che i proprietari
sificato a livello
non sono in geneinternazionale
re ben diversificati
- Diversificandosi - Detenendo un
- S, dal momento
in altri settori
portafoglio diverche i proprietari
attraverso
sificato fra vari
non sono in geneacquisizioni/insettori industriali
re ben diversificati
vestimenti
Concorrenza
- Investendo in
azioni dei concorrenti
del progetto
Specifico
Linvestitore
pu mitigarlo
Esempi
Lazienda
pu mitigarlo
Tipo
di rischio
Tabella 3.1
- S
- S, dal momento
che gli investitori
non sono diversificati internazionalmente
- No
- No
- No
Azienda quotata
con investitori
interni
Effetti sullanalisi
- S
- No
- No
- No
- No
Azienda quotata
con investitori
internazionali
60
Capitolo 3
La nozione di rischio
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La misur
azione del rischio di mer
cato
misurazione
mercato
La maggior parte dei modelli di rischio e rendimento in finanza concordano
sul fatto che il rischio deriva dalla distribuzione dei rendimenti effettivamente
realizzati attorno al rendimento atteso e che deve essere misurato dal punto di
vista di un investitore marginale ampiamente diversificato. Ci che distingue
tali modelli la misurazione del rischio non diversificabile, ovvero il rischiomercato. Nel paragrafo seguente analizzeremo la soluzione proposta da ciascuno dei quattro modelli di base: il capital asset pricing model (CAPM),
larbitrage pricing model (APM), il modello multifattoriale e i modelli basati
sulla regressione.
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Capitolo 3
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La nozione di rischio
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Beta di unattivit E =
Dato che la covarianza del portafoglio di mercato con se stesso non altro che
la varianza del portafoglio di mercato, il beta del portafoglio di mercato (e
quindi il beta di una ipotetica attivit media) 1. Quindi le attivit pi (meno)
rischiose della media saranno quelle con un beta superiore (inferiore) ad 1. Il
titolo privo di rischio avr ovviamente un beta pari a zero.
Ottenere il rendimento atteso
Il fatto che ciascun investitore possieda una combinazione del titolo privo di
rischio e del portafoglio di mercato ha unimportante implicazione: il rendimento atteso di unattivit strettamente correlato al suo beta. In particolare,
il rendimento atteso di unattivit sar una funzione del tasso di rendimento
del titolo privo di rischio e del beta dellattivit.
Rendimento atteso di unattivit i: E(Ri) = Rf + bi [E(Rm) Rf]
dove:
E(Ri) = Rendimento atteso dellattivit i
= Tasso di rendimento del titolo privo di rischio
Rf
= Beta dellattivit i
i
E(Rm) = Rendimento atteso del portafoglio di mercato
E(Rm) Rf = Premio di rischio (risk premium)
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Capitolo 3
ne dei rendimenti passati dellattivit contro i rendimenti passati del portafoglio di mercato (di solito approssimato da un indice azionario).
In definitiva, nel CAPM lintero rischio-mercato sintetizzato dal beta, misurato in relazione al portafoglio di mercato (che, almeno in teoria, include tutte
le attivit trattate sul mercato, ciascuna detenuta in proporzione al proprio
valore di mercato).
piamente diversificato.
Tutte e tre le affermazioni precedenti.
Larbitr
age pricing model
arbitrage
Le ipotesi piuttosto limitative del CAPM e la sua stretta dipendenza dal portafoglio di mercato hanno creato un certo scetticismo da parte di accademici e
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operatori professionali. Alla fine degli anni 70, Ross (1976) ha proposto un
modello alternativo per la misurazione del rischio: larbitrage pricing model.
Ipotesi
Larbitrage pricing model (APM) si basa sul semplice presupposto che gli investitori traggono vantaggio dalle opportunit di arbitraggio. In altri termini,
se due portafogli hanno la stessa esposizione al rischio ma offrono diversi
rendimenti attesi, gli investitori acquisteranno il portafoglio con maggiore rendimento atteso e, cos facendo, ne faranno salire il prezzo e quindi diminuire il
rendimento atteso, riportandolo perci in equilibrio con laltro portafoglio.
Come il CAPM, anche larbitrage pricing model scompone il rischio in rischio specifico dimpresa e rischio-mercato. Il primo il rischio che influenza
principalmente una singola azienda. Il secondo il rischio che influenza tutti
gli investimenti, e deriva da variazioni impreviste nei tassi di interesse, nellinflazione, o in altre variabili macroeconomiche. Inseriamo questo concetto nel
modello di rendimento:
R = E(R) + m +
dove m rappresenta il rischio-mercato (o rischio sistematico), ed rappresenta il rischio specifico dimpresa. Si noti che questa distinzione molto simile a
quella fra rischio specifico dimpresa e rischio-mercato nellambito del CAPM.
Le fonti del rischio-mercato
Nonostante il CAPM e lAPM facciano entrambi una distinzione fra rischio
specifico dimpresa e rischio-mercato, essi si differenziano poi nellapproccio
alla misurazione del rischio-mercato. Il CAPM ipotizza che il rischio-mercato
sia sintetizzato dal portafoglio di mercato, mentre lAPM ammette molteplici
fonti del rischio-mercato, rappresentate da variazioni inattese in variabili macroeconomiche fondamentali dette fattori (prodotto interno lordo, tassi di
interesse, inflazione ecc.), e misura la sensibilit degli investimenti a ciascuna
di tali variazioni con un diverso beta. La componente mercato m del rendimento imprevisto (differenza fra rendimento effettivo R e rendimento atteso E(R)) pu quindi essere scomposta in una serie di fattori economici:
R = E(R) + m + = E(R) + (1F1 + 2F2 + + nFn) +
dove
j = sensibilit dellinvestimento a variazioni inattese nel fattore j (il cosid
detto beta-fattore)
Fj = variazioni inattese nel fattore j
Gli effetti della diversificazione
Nel presentare il CAPM, abbiamo elencato i vari benefici della diversificazione. La conclusione fondamentale stata che la diversificazione degli investi-
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La nozione di rischio
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Capitolo 3
Modelli di r
egr
essione
regr
egressione
I vari modelli fin qui descritti partono dalla intuizione alla base del concetto di
rischio-mercato e tentano poi di caratterizzarlo con maggiore precisione attraverso un modello economico i cui parametri sono ottenuti analizzando dati
storici. Esiste invece una classe di modelli che parte dai dati storici dei rendimenti per risalire a un modello di rischio e rendimento. In particolare, tali
modelli cercano di spiegare le differenze nei rendimenti nel corso di lunghi
periodi di tempo utilizzando caratteristiche specifiche dellazienda, quali la
dimensione e i multipli del prezzo azionario. Si tratta sostanzialmente di modelli di regressione, dove le caratteristiche aziendali che meglio spiegano le
differenze nei rendimenti storici possono essere interpretate come unapprossimazione del rischio-mercato.
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Analisi compar
ata dei modelli
comparata
di rischio e r
endimento
rendimento
I modelli sviluppati nel corso di questo capitolo hanno alcuni aspetti in comune. Tutti partono infatti dallassunto che soltanto il rischio-mercato viene remunerato, ed esprimono il rendimento atteso in funzione della misura di tale
rischio. Il CAPM ha bisogno di un maggior numero di ipotesi ma risulta essere
il modello pi semplice, dove un unico fattore a determinare il rischio e quindi
a dover essere stimato. LAPM si basa su un minor numero di ipotesi per giungere per a un modello pi complicato, almeno in termini dei parametri che
devono essere stimati. Il CAPM pu essere considerato un caso speciale dellAPM con un unico fattore perfettamente misurato dallindice di mercato. In
generale, il CAPM ha il vantaggio di essere un modello pi semplice da utilizzare; ma lAPM si rivela superiore nel caso in cui lazienda sia sensibile a fattori economici non adeguatamente rappresentati dallindice di mercato. Per
esempio, il CAPM tende a sottostimare il beta delle compagnie petrolifere, la
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Capitolo 3
Negli ultimi venti anni cresciuto notevolmente il numero di fondi che sostanzialmente replicano un indice di mercato (quale appunto lS&P 500). Di qui il termine indexing
[N.d.C.].
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to le azioni delle grandi aziende che compongono lindice Standard & Poor
500, caratterizzate da un beta abbastanza basso, ad avere rendimenti superiori
alle azioni delle aziende pi piccole, tipicamente caratterizzate da un beta pi
elevato. Un altro risultato interessante in Chan e Lakonishok che i beta sembrano essere unottima misura di rischio in condizioni di mercato estreme:
infatti, nei 10 mesi neri del mercato azionario fra il 1926 e il 1991, le aziende
pi rischiose (il decile con il beta pi elevato) hanno avuto una performance di
gran lunga inferiore a quella del mercato (Figura 3.4)
I primi test dellAPM e dei modelli multifattoriali hanno avuto risultati molto
promettenti. Ma per valutarli correttamente importante operare una distinzione fra la capacit di questi modelli di spiegare le differenze nei rendimenti
effettivamente realizzati in passato e la loro capacit di predire i rendimenti
attesi in futuro. infatti ovvio che questi modelli alternativi siano superiori al
CAPM in termini della capacit di spiegare le differenze nei rendimenti storici,
dal momento che essi, a differenza del CAPM, non si limitano a considerare
un solo fattore. Lutilizzo di pi fattori diventa per un problema quando si
tratta di stimare i rendimenti attesi in futuro, perch bisogna calcolare il beta e
il premio di rischio per ciascuno di questi fattori. Data la volatilit nel premio
di rischio e nel beta associati a ciascun fattore, lerrore di stima pu eccedere i
benefici ottenibili passando dal CAPM a modelli pi complessi. I modelli di
regressione proposti come alternativa sono ancora pi esposti a questo problema, dal momento che le variabili che sembrano essere una valida approssimazione del rischio-mercato in un determinato periodo (come la dimensione
dellazienda) possono non non esserlo pi in un altro.
In conclusione, possiamo affermare che il CAPM sopravvissuto come
modello base per la stima del rischio e del rendimento atteso, sia per la sua
semplicit ed immediatezza, sia perch modelli alternativi non hanno dimostrato di poter fornire misure pi precise del rendimento atteso. Riteniamo
quindi che un uso oculato del CAPM, che non dia cio eccessivo rilievo ai dati
Figura 3.4
Cap3.p65
71
07/05/2001, 20.16
72
Capitolo 3
storici e tenga invece conto delle indicazioni emerse nel contesto di modelli
alternativi al CAPM,7 rappresenti ancora oggi il modo migliore per misurare il
rischio in finanza aziendale.
Un modello gener
ale per il rischio dinsolv
enza
generale
dinsolvenza
Il rischio dinsolvenza di unazienda funzione di due variabili: la capacit
dellazienda di generare flussi di cassa tramite lattivit operativa, e i suoi impegni finanziari, fra cui il pagamento di interessi e quota capitale sui debiti.8
7
Ad esempio, Barra, unimportante agenzia che fornisce stime dei coefficienti beta, modifica i coefficienti beta ottenuti dalle regressioni di dati storici in modo tale da riflettere
alcune caratteristiche fondamentali delle aziende (come la dimensione o il tasso di dividendo). Si tratta proprio di quelle caratteristiche che i modelli di regressione precedentemente descritti hanno identificato come buone approssimazioni per il rischio-mercato.
Cap3.p65
72
07/05/2001, 20.16
La nozione di rischio
73
ziari hanno un rischio dinadempienza minore. Perci, aziende con un ammontare significativo di investimenti in essere, e quindi gi in grado di generare elevati flussi di cassa, avranno un minore rischio dinadempienza.
Maggiore la stabilit dei flussi di cassa, minore il rischio dinadempien-
za dellazienda. Le aziende che operano in settori dallandamento pi prevedibile e stabile avranno minore rischio di inadempienza rispetto a quelle
che operano in settori pi volatili e/o soggetti a fluttuazioni cicliche.
La maggior parte dei modelli di stima del rischio dinsolvenza misura la dimensione dei flussi di cassa rispetto agli impegni finanziari attraverso una
serie di rapporti finanziari e cerca di tenere conto della variabilit dei flussi di
cassa inserendo una variabile che rifletta il settore industriale di appartenenza.
Il pr
ocesso di r
ating
processo
rating
Il processo di rating di unobbligazione comincia quando la societ emittente
si rivolge a unagenzia di rating. Lagenzia raccoglie informazioni da fonti pubblicamente disponibili (bilanci ecc.) e dalla stessa societ emittente, e giunge a
determinare un certo rating. Se la societ non accetta tale valutazione, ha la
possibilit di presentare ulteriori informazioni. Questo processo viene rappresentato in modo schematico per unagenzia di rating, la Standard & Poors
(S&P), nella Figura 3.5.
Descrizione del r
ating del debito
rating
Le due maggiori agenzie di rating delle obbligazioni societarie sono la Standard & Poors (S&P) e la Moodys. La Tabella 3.2 descrive le sigle con cui le
due agenzie sintetizzano il rating assegnato a titoli obbligazionari di diversa
qualit. Nei mercati finanziari, obbligazioni con un rating di BBB o superiore
(nella classificazione della Standard & Poors) sono considerate di grado investimento (investment grade).
Determinanti del r
ating delle obbligazioni
rating
Il rating assegnato dalle agenzie specializzate si basa principalmente su informazione pubblicamente disponibile, sebbene anche linformazione privatatamente fornita dalle societ pu avere una certa influenza. In particolare, il
Cap3.p65
73
07/05/2001, 20.16
74
Capitolo 3
Figura 3.5
rating delle obbligazioni di una societ dipende in gran parte dagli indici finanziari, che misurano la capacit della societ di far fronte ai debiti e di generare flussi di cassa stabili e prevedibili. Esiste una moltitudine di indici finanziari. La Tabella 3.3 sintetizza alcuni degli indici principali per la misurazione
del rischio dinsolvenza.
Esiste una stretta correlazione fra il rating che una societ riceve e la sua
performance in termini di questi indici finanziari. La Tabella 3.4 fornisce un
riassunto della mediana di tali indici dal 1993 al 1995 per diverse classi di
rating della S&P per imprese industriali. Si noti che lindice lordo di copertura
degli interessi e lindice di copertura degli interessi EBITDA sono espressi come
multipli degli interessi passivi, mentre gli altri indici sono espressi in percentuale.
Cap3.p65
74
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La nozione di rischio
Tabella 3.2
AA
75
Moodys
Aaa
Aa
Baa
Rating assegnato a obbligazioni con un grado di protezione medio ed una adeguata capacit di pagamento degli interessi e rimborso del capitale
Ba
B
Caa
Ca
C
Nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, troverete i principali
indici finanziari per classi di rating negli Stati Uniti per il periodo pi recente per il quale i
dati sono disponibili.
Non sorprende che ad avere i rating migliori siano aziende con capacit di
generare redditi e flussi di cassa superiori agli impegni finanziari, con maggiore redditivit e con bassi indici di indebitamento. Cionondimeno vi saranno
casi di aziende il cui rating non sembra coerente con gli indici finanziari: questo accade perch nella valutazione complessiva data dalle agenzie di rating
giocano un ruolo anche elementi soggettivi. Perci, unazienda la cui performance in termini di indici finanziari stata negativa ma per la quale si prevede un significativo miglioramento nellimmediato futuro, ricever un rating
superiore a quello che deriverebbe da una meccanica applicazione degli indici
finanziari. Per la maggior parte delle aziende, tuttavia, gli indici finanziari dovrebbero fornire una base ragionevole per stimare il rating.
Cap3.p65
75
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76
Capitolo 3
Tabella 3.3
Ratio
Descrizione
Reddito Operativo/Fatturato
Tabella 3.4
Cap3.p65
76
AAA
AA
13,50
9,.67
5,76
17,08
12,80
98,2%
BBB
BR
CCC
3,94
2,14
1,51
0,96
8,18
6,00
3,.49
2,45
1,51
69,1%
45,5%
33,3%
17,.7%
11,.2%
6,7%
60,0%
26,8%
20,9%
7,2%
1,4%
1,2%
0,96%
29,3%
21,4%
19,1%
13,9%
12,0%
7,6%
5,2%
22,6%
13,3%
17,8%
21,1%
15,7%
31,6%
13,5%
42,7%
13,5%
55,6%
12,5%
62,2%
12,2%
69,5%
25,9%
33,6%
39,7%
47,8%
59,4%
67,4%
61,1%
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La nozione di rischio
77
In pratica
Quando il r
ating non disponibile
rating
Dal punto di vista di un analista, avere il rating di unazienda costituisce sicuramente una informazione preziosa, poich il rating rappresenta una stima
imparziale e pubblicamente disponibile del rischio dinsolvenza dellazienda.
Per di pi, come vedremo successivamente, il default spread pu essere utilizzato per stimare il costo del debito per unazienda, anche quando essa non
abbia obbligazioni in circolazione.
Tuttavia, molte societ, prevalentemente piccole aziende ed imprese non
quotate, scelgono di non richiedere un rating. Inoltre, malgrado lespansione
delle agenzie di rating, vi sono ancora alcuni mercati in cui le societ non
vengono classificate in base al rischio dellinsolvenza. Quando il rating non
disponibile, alcune soluzioni alternative per ottenere una stima del costo del
debito sono le seguenti:
1. Stimare un rating sintetico. In mercati come gli Stati Uniti, dove a migliaia
di aziende viene assegnato un rating e linformazione finanziaria su tali
aziende pienamente disponibile (come dimostra la Tabella 3.4), linformazione finanziaria disponibile per unazienda pu essere utilizzata per
stimare un rating dellazienda. Per esempio, supponiamo di avere
unazienda non quotata con un indice lordo di copertura degli interessi del
6,15. In base ai dati presentati nella Tabella 3.4, tale azienda dovrebbe avere
un rating contrassegnato dalla sigla A. Questo approccio pu essere esteso
per tenere conto di numerosi indici e delle differenze in termini di capitalizzazione di mercato e volatilit dei profitti.
Cap3.p65
77
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78
Capitolo 3
2. Dati storici. Molte aziende senza rating prendono in prestito fondi dalle
banche e dalle altre istituzioni finanziarie. Analizzando i prestiti pi recenti
ottenuti dallazienda, ci si pu fare unidea del default spread implicito in
tali prestiti e utilizzarlo poi per giungere a una stima del costo del debito.
In sostanza, importante tenere a mente che il rating soltanto un mezzo
volto a un fine, e il fine la stima del costo del debito.
Riepilogo
La nozione che il rischio viene assunto in vista di un rendimento appropriato
chiaramente condivisibile. Tuttavia i modelli per la stima del rischio e del
rendimento atteso sono ancora oggetto di dibattito. Per gli investimenti in titoli azionari, i modelli per la valutazione di rischio e rendimento misurano il
rischio in termini di rischio non diversificabile: il capital asset pricing model lo
misura tramite un unico fattore, il mercato, mentre larbitrage pricing model e i modelli multifattoriali utilizzano diversi fattori. Per gli investimenti in
titoli obbligazionari, per i quali la possibilit di perdite di valore ben superiore alle opportunit di apprezzamento, per ottenere appropriate stime dei rendimenti attesi si utilizzano modelli di stima del rischio dinsolvenza.
Questo capitolo ha posto le fondamenta per comprendere lintuizione e le ipotesi alla base dei modelli di rischio e rendimento. Nel prossimo capitolo affronteremo questioni di carattere pratico relative a come stimare e utilizzare questi modelli, e a come le decisioni prese dalle aziende si riflettono sui parametri di rischio.
Eser
cizi
Esercizi
1. Supponiamo di avere tre titoli (A, B, e C) con i
seguenti parametri:
Parametri
Rendimento atteso
Scarto quadratico medio
12%
30%
10%
40%
8%
35%
Cap3.p65
Rendimento annuale
42,1%
10,9%
20,4%
78
Anno
1992
1991
1990
1989
198
1987
1986
Rendimento annuale
12,5%
10,3%
45,8%
30,5%
11,4%
10,2%
2,2%
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c. Quale sar il tasso di crescita annuale composto del prezzo azionario in questi 10 anni?
uguale al rendimento medio annuale calcolato nel punto (a)?
3. Supponi di voler formare un portafoglio usando due titoli con le seguenti caratteristiche:
Parametri
Parametri
Rendimento atteso
12%
Scarto quadratico medio
25%
Coefficiente di correlazione
tra A e B
B
18%
40%
0,8
Rendimento atteso
12%
Scarto quadratico medio
25%
Coefficiente di correlazione
tra A e B
1,0
Rendimento atteso
Scarto quadratico medio
15%
40%
5%
0%
79
Rendimento atteso
15%
Scarto quadratico medio
20%
Coefficiente di correlazione
tra A e B
20%
40%
35%
70%
Parametri
Coefficiente di correlazione
tra A e C
Coefficiente di correlazione
tra B e C
0,5
C
0,7
0,9
15%
45%
Cap3.p65
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80
Capitolo 3
ci anni e un beta pari a 1,4. Nello stesso periodo, lindice S&P 500 ha reso in media il 12%
allanno, e il rendimento dei Buoni del Tesoro
stato del 5%. Il gestore di questo fondo probabilmente si vanterebbe di aver battuto lindice
di mercato del 2% allanno. Ammesso che il
CAPM rappresenti correttamente la relazione
tra rischio e rendimento, vero che la performance del fondo stata superiore a quella del
mercato?
12. Supponiamo che il rendimento atteso del mercato sia il 12%, e il rendimento di un titolo privo di rischio sia il 5%. Costruiamo un portafoglio con le seguenti caratteristiche:
Coefficiente beta
Peso nel portafoglio
1,2
0,4
0,9
0,3
1,8
0,3
Cap3.p65
80
1,2
0,5
0,8
1,6
E(R1)
E(R2)
E(R3)
E(R4)
5%
6,5%
4,3%
8,0%
7,5%
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e. Unimpresa ben gestita avr un beta pi basso rispetto a una gestita male.
f.
81
19. Supponiamo che la varianza media del rendimento dei singoli titoli sia 50 e la covarianza
media sia 10. Quale sar la varianza attesa di
un portafoglio di 5, 10, 20, 50 e 100 titoli? Quanti titoli necessario tenere affinch il rischio di
un portafoglio sia soltanto 10% pi del minimo?
Oro
Mercato azionario
Rendimento medio
Deviazione standard
Correlazione
8%
25%
20%
22%
0,4
a. Quali sono i punti di contatto fra i due modelli? Quali sono le differenze?
b. Se ti trovassi a dover calcolare il rendimento
atteso di unazione usando il CAPM e lAPM,
sotto quali condizioni otterresti lo stesso risultato? Nel caso in cui la tua stima risultasse
in due diversi rendimenti attesi, come spiegheresti la differenza?
Cap3.p65
81
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Capitolo 3
Domande chiave
Chi linvestitore medio nellazione presa in esame? ( un individuo o o
un fondo pensioni? soggetto a tasse o esentasse? un investore estero
o nazionale? Di che dimensione?)
Chi linvestitore marginale?
della societ?
Informazione online
La composizione degli azionisti
Per ottenere informazioni sulla percentuale di azioni detenute da insider e
investitori istituzionali, esaminate il report Value Line sulla societ; vi troverete una tabella nella quale sono elencate le percentuali detenute da ciascun
gruppo. Informazioni pi aggiornate e dettagliate sono disponibili sul sito della
Securities and Exchange Commission (SEC) (www.sec.gov/edgarhp.htm). Dati
riassuntivi sulle partecipazioni azionarie di investitori istituzionali e insider,
nonch dati sullattivit di compravendita degli insider, sono disponibili su
vari siti, fra cui www.dailystocks.com (inserite il ticker e scegliete Gigablast
research, poi andate alle sezioni institutional ownership, insider ownership e
insider trades), www.marketguide.com (inserite il ticker e poi andate alle sezioni
insider trading e instit.ownership), http://finance.yahoo.com (inserite il ticker e
Cap3.p65
82
07/05/2001, 20.16
83
poi andate alle sezioni Insider, Profile Top Institutional holders e Profile Ownership) e www.morningstar.com (inserite il ticker e poi visitate la sezione Ownership). Ulteriori dettagli su attivit e identit di insider e investitori istituzionali negli ultimi due anni sono disponibili sul sito www.insidertrader.com, che,
inoltre, nella rubrica Insider Weekly Review evidenzia le azioni che hanno registrato di recente una significativa attivit degli insider. Nel nostro booksite,
abbiamo raccolto dati sulla partecipazione azionaria media di insider ed investitori istituzionali per ciascun settore industriale negli Stati Uniti. Infine, per
farvi unidea di come lazienda classificata dal punto di vista della tipologia
di investimento (Value o Growth, Large Cap o Small Cap) andate sul sito della
Morningstar ( www.morningstar.net - quicktake reports). Una volta ottenuta
listantanea della societ, fate clic su Investment Style.
WWW Italia
Nel nostro booksite, abbiamo raccolto dati sulla partecipazione azionaria media di investitori istituzionali per le societ italiane quotate, che possono cos
essere comparati con le medie di settore per gli Stati Uniti. Per maggiori dettagli, si pu tentare la pagina Web della societ cui si interessati (buona fortuna!). Per le societ italiane quotate negli Stati Uniti, infine, si possono utilizzare le fonti menzionate nel paragrafo precedente.
Cap3.p65
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Il ruolo cruciale del costo del capitale evidente nel celebre articolo del 1958 di Modigiliani e Miller, inizio dello studio sistematico della finanza aziendale, che si apriva con la
domanda: What is the cost of capital? [N.d.C]
Cap4.p65
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86
Cap4.p65
Capitolo 4
86
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87
Nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, troverete un articolo,
scritto dallautore di questo libro, La stima del tasso privo di rischio (Estimating Risk Free
Rates), nel quale vengono approfonditi i temi discussi in questo paragrafo.
3 Un titolo zero coupon un titolo che non paga interessi periodici ed venduto a un
prezzo molto inferiore al suo valore nominale (face value). Linvestitore che lo acquista
viene remunerato tramite il graduale apprezzamento del titolo, ricevendo poi il valore
nominale alla scadenza. [N.d.C.]
4 Per gli Stati Uniti, il titolo di Stato a breve termine il Treasury Bill (3 mesi, 6 mesi o un
anno), il titolo a medio termine il Treasury Note (da 1 a 10 anni), mentre il titolo a lungo
termine il Treasury Bond (da 10 anni in su, fino a 30 anni) [N.d.C.].
Cap4.p65
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88
Capitolo 4
In pratica
Che far
e in mancanza di un titolo
fare
privo di rischio di insolv
enza?
insolvenza?
Nella nostra trattazione sui tassi privi di rischio abbiamo ipotizzato implicitamente che lo Stato sia unentit priva di rischio di insolvenza e che esso emetta obbligazioni a lungo termine. Esistono tuttavia alcune economie nelle quali
una o entrambe queste condizioni possono non verificarsi. In alcuni Paesi
emergenti, lo Stato in passato non riuscito ad adempiere ai propri obblighi
finanziari e perci non viene considerato privo di rischio di insolvenza. Esistono inoltre Paesi nei quali lo Stato non emette obbligazioni a lungo termine.
Ci sono tre soluzioni a questultimo problema. La prima ignorarlo completamente, conducendo lanalisi in una valuta diversa (quale il dollaro statunitense)
nella quale sia possibile ottenere un tasso privo di rischio. La seconda individuare il tasso a cui le maggiori e pi solide imprese del Paese possono ottenere
prestiti a lungo termine nella valuta locale, e sottrarre da tale tasso un piccolo
premio per il rischio dinsolvenza (0,2-0,3%), ottenendo cos una stima indiretta
del tasso privo di rischio a lungo termine. La terza soluzione possibile soltanto
in presenza di un contratto per consegna differita (forward contract) a lungo termine nella valuta locale. Dal momento che i prezzi di tali contratti sono governati
dal principio della parit dei tassi di interesse, il tasso di interesse a lungo termine
nella valuta locale pu essere derivato dal prezzo del contratto per consegna differita e dal tasso di interesse a lungo termine nella valuta estera.
Nel processo di stima di un tasso privo di rischio, vi sono anche altre questioni
che debbono essere risolte. Ad esempio, il tasso privo di rischio deve sempre
essere un tasso su un titolo emesso dal Paese in cui opera lazienda in esame? Il
tasso privo di rischio deve essere nominale o reale? La risposta pi semplice a
questo tipo di domande che il tasso privo di rischio deve essere definito negli
stessi termini dei flussi di cassa analizzati. In particolare, se lanalisi viene condotta in termini reali, il tasso privo di rischio deve essere un tasso privo di rischio
reale. Se invece lanalisi viene condotta in dollari statunitensi e in termini nominali,
il tasso privo di rischio deve sempre essere un tasso sui titoli di Stato statunitensi,
qualunque sia la locazione geografica dellazienda che sta valutando linvestimento. A nostro avviso, ci vero anche nel caso in cui il Paese in cui opera
lazienda emetta obbligazioni denominate in dollari statunitensi5, che quindi riflettono un premio per il rischio dinsolvenza. Riteniamo infatti pi corretto tenere conto del premio per il rischio di insolvenza di un Paese nellambito della stima
del premio di rischio piuttosto che del tasso privo di rischio.
5
A titolo esempificativo, il Brasile ha delle obbligazioni a lungo termine denominate in dollari chiamate C-bond e che fruttano tassi maggiori rispetto agli analoghi titoli di stato statunitensi.
Cap4.p65
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In pratica
Stima e utilizzo di tassi r
eali privi di rischio
reali
I tassi reali privi di rischio non includono un premio per linflazione attesa e
devono essere utilizzati se anche i flussi di cassa sono stimati in base a tale
premessa. Come regola pratica, bene non utilizzare flussi di cassa e tassi di
attualizzazione espressi in termini nominali quando linflazione a due cifre.
Una soluzione utilizzare unaltra valuta pi stabile; ad esempio, in economie
a elevata inflazione, molto spesso le analisi e le valutazioni degli investimenti
vengono compiute in dollari statunitensi. Laltra soluzione condurre lintera
analisi (sia i flussi di cassa sia i tassi di attualizzazione) in termini reali.
Ottenere tassi privi di rischio in termini reali estremamente semplice se
nel mercato vengono negoziati titoli di Stato con una protezione contro linflazione. Per esempio per gli Stati Uniti si pu utilizzare come tasso reale privo
di rischio il tasso sui titoli indicizzati allandamento dellinflazione che furono
introdotti nel 1997. Sfortunatamente titoli di questo tipo di solito non esistono laddove sarebbero pi utili, cio in economie a elevata inflazione. In questo
tipo di mercati, il tasso reale privo di rischio deve essere stimato in modo indiretto: lapproccio che noi suggeriamo quello di adoperare come approssimazione il tasso atteso di crescita reale a lungo termine delleconomia in questione. Per gli Stati Uniti questo tasso sar pi o meno del 3%, mentre sar maggiore per altri Paesi come Brasile e Cina.
Il pr
emio di rischio (risk pr
emium) 6
premio
premium
Il premio di rischio un elemento essenziale nel contesto dei modelli di rischio e rendimento (definiti nel loro insieme asset pricing model). Nel paragrafo seguente esamineremo le determinanti fondamentali del premio di rischio e come stimarlo in pratica.
6
Nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, troverete un articolo, (Estimating Risk Premiums), nel quale vengono approfonditi i temi discussi in questo paragrafo.
Cap4.p65
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Capitolo 4
Cap4.p65
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La risposta a questa domanda dovrebbe fornirti una misura del tuo premio di
rischio. Per esempio se la risposta l8,7%, il tuo premio di rischio sar del 2%.
La stima dei pr
emi per il rischio
premi
Nel contesto del CAPM ci sono tre modi per misurare il premio di rischio:
condurre un sondaggio fra i maggiori investitori per capire quali sono le loro
aspettative per il futuro; misurare i premi effettivamente ottenuti in passato
analizzando dati storici; misurare il premio implicito nei dati correnti di mercato. NellAPM e nei modelli multifattoriali il premio pu essere stimato soltanto sulla base di dati storici.
Sondaggi (survey premium)
Dal momento che il premio non altro che la media ponderata dei premi
richiesti da singoli investitori, pu essere stimato a partire dai rendimenti attesi dagli investitori, attraverso un sondaggio degli investitori di maggiore peso,
vale a dire i gestori di fondi. Va per detto che pochissimi nella pratica professionale utilizzano la stima del premio ottenuta tramite questo meccanismo
(survey premium), per tre motivi:
1. un metodo che non impone limiti di buon senso; in teoria, ne potrebbe
anche risultare che il rendimento atteso dai gestori di fondi sia inferiore al
tasso privo di rischio.
2. Le stime ottenute sono estremamente volatili; i survey premium possono
variare in modo significativo, in funzione dei recenti movimenti del mercato.
3. Infine, tendono a essere a breve termine, in quanto tali sondaggi indagano
le aspettative di rendimenti nel breve periodo (un anno o meno).
Cap4.p65
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Capitolo 4
Premi storici
Il metodo pi comune per stimare il premio(o i premi) di rischio nei modelli di
rischio e rendimento lestrapolazione da dati storici. NellAPM e nei modelli
multifattoriali, i dati su cui i premi sono basati sono serie temporali di prezzi
su lunghissimi archi temporali. Nel CAPM il premio viene di solito definito
come la differenza fra rendimenti medi azionari e rendimenti medi su titoli
privi di rischio lungo un certo periodo di tempo.
Nella maggior parte dei casi, questo tipo di approccio consta di tre tappe
successive: 1) definire un arco temporale per la stima; 2) calcolare il rendimenti medio di un indice azionario e il rendimenti medio di un titolo privo di
rischio nel periodo in questione; 3) calcolare la differenza fra tali rendimenti e
utilizzarla come stima del premio di rischio atteso per il futuro. Cos facendo,
ipotizziamo implicitamente che:
1. Lavversione al rischio degli investitori non sia cambiata in modo sistematico
nel tempo (lavversione al rischio pu variare di anno in anno, ma si muove
intorno alla sua media storica).
2. La rischiosit media del portafoglio rischioso (lindice azionario nel nostro caso) non sia cambiata in modo sistematico nel tempo.
Nel calcolare la media dei rendimenti storici, si pone unulteriore domanda:
utilizzare medie aritmetiche o geometriche? La media aritmetica semplicemente la media dei rendimenti annui per il periodo in questione. La media
geometrica il rendimento annuo composto relativo allo stesso periodo. La
differenza fra le due misure pu essere illustrata con un esempio su due anni:
Anno
Prezzo
0
1
2
50
100
60
Rendimento
100%
40%
In questo caso, il rendimento medio basato sulla media aritmetica nei due
anni 30%, mentre quello basato sulla media geometrica soltanto 9,54%7.
Coloro che utilizzano la media aritmetica sostengono che essa molto pi
coerente con i presupposti del CAPM (media-varianza) e fornisce una migliore stima del premio atteso per il periodo immediatamente successivo. In favore della media geometrica viene osservato che essa tiene in considerazione la
capitalizzazione dei rendimenti e che fornisce una migliore stima del premio
medio atteso nel lungo termine. Leffetto pratico di questa scelta estremamente significativo, come illustrato nella Tabella 4.1, basata su dati storici di
rendimenti azionari e obbligazionari.
Cap4.p65
(60/50) 1 = 0,0954).
92
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Tabella 4.1
Periodo storico
1926-1996
1962-1996
1981-1996
93
Media
aritmetica
8,76%
5,74%
10,34%
Media
geometrica
Media
aritmetica
Media
geometrica
6,95%
4,63%
9,72%
7,57%
5,16%
9,22%
5,91%
4,46%
8,02%
In base allo scarto quadratico medio dei prezzi azionari, stato stimato che per ottenere una buona stima dei premi per il rischio sarebbero necessari dati precisi per almeno 150
anni.
9 Bisogna considerare i mercati come quello statunitense sopravvissuto per 70 anni
sostanzialmente senza subire collassi delle eccezioni. Per fare un paragone, consideriamo gli altri mercati azionari in cui si poteva investire nel 1926; molti di essi non sono
sopravvissuti e chi ha investito in essi ha subito gravi perdite. Unanalisi che non tiene
conto di questo aspetto affetta dalla cosiddetta survivorship bias.
10
I dati sono aggiornati al 2000 [N.d.C].
Cap4.p65
93
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94
Capitolo 4
I dati storici dei rendimenti azionari per gli Stati Uniti sono facilmente accessibili; i premi per gli altri Paesi sono aggiornati in Ibbotsom e Brinson (1991).
Tuttavia i dati storici non sono disponibili per periodi cos lunghi come per gli
Stati Uniti, come dimostra la Tabella 4.2.
Il premio ottenuto dagli investimenti azionari rispetto ai titoli di Stato
stato in genere pi basso nei mercati europei (eccetto quello britannico) che
negli Stati Uniti o in Giappone. Riteniamo che i recenti cambiamenti in molti
di questi mercati e nelle economie alla loro base siano stati cos significativi
che i premi storici hanno poco valore. Questa considerazione acquista ancora
maggiore rilevanza prendendo in considerazione i cosiddetti mercati emergenti (emerging markets). Conoscere il premio che un investitore avrebbe ottenuto nel mercato brasiliano dal 1987 al 1996 non sarebbe di grande aiuto per
stimare il premio atteso in futuro, viste le oscillazioni significative delleconomia brasiliana, soprattutto dopo il Real Plan11 del 1994.
Tabella 4.2
Paese
Australia
Canada
Francia
Germania
Giappone
Hong Kong
Italia
Messico
Paesi Bassi
Regno Unito
Singapore
Spagna
Stati Uniti
Svizzera
Inizio
Fine
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
898,36
1020,7
1894,26
1800,74
5169,43
14993,06
423,64
2073,65
4870,32
2361,53
4875,91
844,8
1633,36
3046,09
Obbligazioni
Rendimento
annuale
8,47%
8,98%
11,51%
11,30%
15,73%
20,39%
5,49%
11,88%
15,48%
12,42%
15,48%
8,22%
10,90%
13,49%
Rendimento
annuale
6,99%
8,30%
9,17%
12,10%
12,69%
12,66%
7,84%
10,71%
10,83%
7,81%
6,45%
7,91%
7,90%
10,11%
Premio
di rischio
1,48%
0,68%
2,34%
-0,80%
3,04%
7,73%
2,35%
1,17%
4,65%
4,61%
9,03%
0,31%
3,00%
3,38%
Se per gli altri Paesi non possibile utilizzare i premi storici, come possiamo
ottenere un premio da utilizzare nel CAPM? Ricordiamo che il premio di rischio funzione della volatilit di uneconomia e del rischio politico a essa
associato. A parit di condizioni, ci aspetteremmo, soprattutto in prospettiva
futura, che mercati pi rischiosi rispetto agli Stati Uniti abbiano premi di ri11
Il Real Plan ha ridotto linflazione portandola da tre cifre a due cifre, cambiando le
carattereristiche sostanziali delleconomia brasiliana.
Cap4.p65
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95
schio pi elevati. Nonostante non esista una misura diretta di tale rischio, la
maggior parte dei Paesi vengono classificati dalle agenzie di rating sulla base,
almeno in parte, di questi criteri. Il vantaggio di questo approccio che consente di associare a ciascun rating un premio per il rischio di insolvenza (default premium) e ottenere cos indirettamente una stima del premio di rischio.
Per esempio, la tabella seguente raccoglie i premi per il rischio di mercati emergenti in Asia, America Latina e Europa orientale:
Paese
Rating
Premio di rischio
Argentina
Brasile
Cile
Cina
Colombia
Corea
Filippine
India
Indonesia
Lituania
Malesia
Messico
Pakistan
Paraguay
Per
Polonia
Repubblica Ceca
Romania
Russia
Slovacchia
Slovenia
Tailandia
Taiwan
Turchia
Uruguay
BBB
BB
AA
BBB+
A+
AA
BB+
B+
BBB
BB+
A+
BBB+
B+
BBB
B
AA
A
BB
BB
BBB
A
A
AA+
B+
BBB
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96
Capitolo 4
In pratica
Stimar
e i pr
emi per il rischio dei P
aesi
Stimare
premi
Paesi
Alcuni non sono daccordo sullidea di utilizzare il rating assegnato a titoli
obbligazionari di un Paese (country bond rating) per stimare il premio per il
rischio sullinvestimento azionario nello stesso (equity risk premium). Bisogna
tuttavia rilevare che esiste una stretta correlazione fra country bond premium e
rendimento del mercato azionario di un Paese. Inoltre, molti dei fattori esaminati dalle agenzie di rating nellanalisi del rischio obbligazionario di un Paese
sono gli stessi fattori rilevanti per la valutazione del rischio azionario di quel
Paese. Nel caso in cui non si voglia utilizzare un rating obbligazionario per
stimare il premio di rischio sullinvestimento azionario, si possono utilizzare
altre misure che riflettono il rischio di un Paese nel suo insieme. The Economist,
per esempio, assegna un punteggio numerico a ogni Paese, da 0 (meno rischioso) a 100 (pi rischioso). Si potrebbe partire da questi rating e assegnare
a ciascuno un differenziale di rischio (risk spread). Un approccio alternativo
quello di utilizzare strumenti derivati che consentono di eliminare lesposizione al rischio-Paese (contratti a premio, contratti a termine e contratti per
consegna differita). Il costo percentuale annuo di tali strumenti, aggiunto al
premio di base del proprio Paese (Tabella 4.2), rappresenta una stima del premio di rischio del Paese in esame. Per esempio, supponiamo che di essere un
investitore americano, con un premio di base del 5,5% per investimenti nel
mercato nazionale, e che possiamo comprare unassicurazione contro il rischio
specifico di un certo Paese pagando il 2% allanno. Il premio totale utilizzato
per quel Paese sar il 7,5%.
Premi azionari impliciti
Il terzo approccio per la stima dei premi per il rischio parte dal presupposto
che la valutazione del mercato nel suo insieme sia corretta. Consideriamo, per
esempio, un semplice modello di valutazione dei titoli azionari, basato sulla
formula della rendita perpetua a rendimento crescente (si veda lAppendice 3
sul valore attuale):
12
Cap4.p65
96
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Valore =
97
Tre dei quattro elementi di questo modello possono essere facilmenti ottenuti:
il livello corrente del mercato (valore), i dividendi attesi nel prossimo periodo
e il tasso di crescita atteso di utili e dividendi nel lungo termine. Con questi tre
input, il modello consente di calcolare il rendimento atteso sul capitale netto,
che verr a rappresentare il rendimento atteso implicito sul mercato azionario.
Sottraendo da esso il tasso privo di rischio, otterremo un premio implicito per
il rischio azionario.
Al fine di illustrare questo metodo, supponiamo che il livello attuale dellindice S&P 500 sia 900, che il tasso di dividendo atteso sullindice sia del 2%
e che il tasso di crescita atteso degli utili e dei dividendi nel lungo termine sia
del 7%; risolvendo per il rendimento atteso sul capitale netto otteniamo:
900 = (0,02 900)/(r 0,07)
r = (18 + 63)/900 = 9%
Con un tasso privo di rischio del 6%, il premio implicito sar pari al 3%.
Il vantaggio di questo approccio che si basa solo su valori di mercato
correnti e non richiede dati storici. valido tuttavia soltanto nella misura in
cui valido il modello di valutazione scelto, e il suo utilizzo richiede la disponibilit e lesattezza degli input necessari. Nellesempio precedente, alcuni
potrebbero essere in disaccordo con lutilizzo di dividendi e con lassunto di
un tasso di crescita costante. Infine, tale approccio basato sullipotesi che il
mercato nel suo insieme sia valutato in modo corretto.
Per illustrare la differenza fra premi impliciti e premi storici, si consideri
levoluzione del premio implicito nei valori dellindice S&P 500, a partire dal
1960 (Figura 4.1).13
Bisogna infine sottolineare che tale approccio non pu essere adottato nel contesto dei modelli con molteplici fattori, poich esso fornisce soltanto una misura aggregata del premio di rischio, e non singoli premi per ciascuno dei fattori.
Cap4.p65
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98
Capitolo 4
Figura 4.1
Par
ametri di rischio14
arametri
Gli ultimi dati di cui abbiamo bisogno per mettere in pratica i nostri modelli di
rischio e rendimento sono i parametri di rischio per una specifica attivit. Nel
CAPM il beta di unattivit deve essere stimato rispetto al portafoglio di mer14
Nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, troverete un articolo
dellautore di questo libro, (Risk Parameter Estimation), nel quale vengono approfonditi i
temi discussi in questo paragrafo.
Cap4.p65
98
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99
cato. NellAPM e nel modello multifattoriale, bisogna misurare i beta di unattivit rispetto a ciascuno dei fattori. Esistono tre approcci per stimare questi
parametri: possibile utilizzare dati storici sui prezzi di mercato di singole
attivit, stimare il beta a partire dallanalisi fondamentale, oppure utilizzare
dati contabili. Di seguito mostreremo tutti e tre gli approcci.
Derivar
e il beta da dati storici di mer
cato
Derivare
mercato
Si tratta del metodo adottato dalla maggior parte di agenzie e analisti. Anzitutto bisogna calcolare i rendimenti che un investitore avrebbe potuto ottenere dalle azioni di unazienda per ogni intervallo di tempo (settimana o mese)
lungo un certo periodo. Nel contesto del CAPM, il beta viene poi ottenuto
esaminando la relazione fra questi rendimenti e i corrispondenti rendimenti
di un indice scelto come approssimazione del vero portafoglio di mercato.
Nel contesto dei modelli multifattoriali, si esamina invece la relazione fra i
rendimenti azionari e landamento di vari fattori macroeconomici. Infine, nellAPM lanalisi fattoriale dei rendimenti azionari a fornire i vari beta.
Procedure standard per la stima dei parametri del CAPM Beta e Alfa
Il beta di unattivit pu essere stimato come coefficiente di una regressione15
dei rendimenti azionari (Rj) sui rendimenti di mercato (Rm).
Rj = a + b Rm
in cui
a = intercetta della retta di regressione
b = inclinazione della retta di regressione = covarianza (Rj, Rm) /2m
Linclinazione della retta di regressione corrisponde al beta dellazione e ne
misura la rischiosit. Lintercetta della regressione fornisce una semplice misura della performance effettivamente ottenuta nellarco temporale analizzato
rispetto alle previsioni del CAPM.
R j = Rf + (Rm Rf )
= Rf (1 ) + Rm
R j = a + b Rm
Vedi Appendice 1.
Talvolta la regressione viene calcolata utilizzando come variabili i rendimenti al netto
del tasso privo di rischio (sia per lazione che per il mercato). La relazione prevista dal
16
Cap4.p65
99
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100
Capitolo 4
In particolare:
Se a > Rf (1 ) la performance nel periodo analizzato stata migliore del
previsto
previsioni
previsto
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101
in cui
Rendimento azionario Disney,j = Rendimento per un azionista Disney
nel mese j
= Prezzo delle azioni Disney alla fine del
Prezzo Disney,j
mese j
Dividendij
= Dividendi sulle azioni Disney nel mese j
I dividendi vanno quindi sommati ai rendimenti del mese che comprende il
giorno dellincasso del dividendo (ex dividend day)17. Nel caso in cui nel
corso del mese si sia verificato un frazionamento azionario (stock split), i
rendimenti devono tenere conto del fattore di frazionamento (split factor),
dal quale dipender il prezzo azionario.18 Per esempio in un frazionamento
due-per-uno, il prezzo azionario scender di circa il 50%,19 e, se non se ne
tenesse conto, il rendimento di quel mese sembrerebbe quasi certamente
negativo. Per neutralizzare leffetto dei frazionamenti azionari i rendimenti
vanno calcolati cos:
Rendimento Disney,j = (Fattore j Prezzo Disney,j Prezzo Disney,j-1 +
+ Fattore Dividendij)/Prezzo Disney,j-1
in cui, a titolo esemplificativo, il fattore sarebbe 2 per un frazionamento
due-per-uno e 1,5 per un frazionamento tre-per-due.
2. I rendimenti dellindice di mercato S&P 500 sono calcolati per ciascun mese
dello stesso periodo, utilizzando il livello dellindice alla fine di ciascun mese,
e il tasso di dividendo mensile delle azioni nellindice:
Rendimento di mercatoS&P,j = [(Indice S&P,j Indice S&P,j-1)/Indice S&P,j-1 ] +
+ Tasso di dividendoj
in cui Indicej il livello dellindice alla fine del mese j e Tasso di dividendoj il
tasso di dividendo sullindice nel mese j. Va ricordato che per quanto lS&P
500 e lindice composito NYSE siano gli indici pi utilizzati per stimare il beta
di azioni statunitensi, essi sono solo approssimazioni del vero portafoglio di
mercato che, nel CAPM, dovrebbe includere tutti i titoli negoziati.
17
Il giorno dellincasso del dividendo (ex dividend day) il giorno entro il quale lazione
deve essere comprata da un investitore perch egli abbia diritto al dividendo. Di solito
esso cade qualche settimana dopo la data dellannuncio.
18 Un frazionamento azionario cambia il numero di azioni in circolazione di una societ
senza tuttavia cambiare i fondamentali. Ad esempio, supponiamo che vi siano 10 azioni in
circolazione, con un prezzo unitario di 90, per un valore del capitale netto pari a 900. Dopo
un frazionamento tre-per-due ci saranno il 50% di azioni in pi in circolazione (10 3/2 =
15), ma dal momento che il valore totale del capitale netto non cambiato, il prezzo azionario scender di un ammontare equivalente (90 2/3 = 60).
19 1 inverso del fattore di frazionamento = 1 = 50%.
Cap4.p65
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102
Capitolo 4
La Figura 4.2 rappresenta graficamente i rendimenti mensili delle azioni Disney e dellindice S&P 500 nel periodo gennaio 1992-dicembre 1996.
I risultati della regressione per la Disney sono i seguenti20:
a. Inclinazione della regressione = 1,40. Questo il beta della Disney in
base ai rendimenti dal 1992 al 1996. Lutilizzo di un periodo diverso o di un
diverso intervallo di rendimento (settimanale o giornaliero piuttosto che
mensile) per lo stesso periodo pu risultare in una stima diversa del beta.
b. Intercetta della regressione = 0,01%. Questo dato, confrontato con
Rf (1 ), fornisce una misura della performance della Disney rispetto alle
attese implicite nel CAPM.. Poich il tasso mensile21 privo di rischio fra il
1992 e il 1996 stato in media 0,4%, lalfa di Jensen risulta essere:
Rf (1 ) = 0,4% (1 1,40) = 0,16%
Intercetta Rf(1 ) = 0,01% ( 0,16%) = 0,15%
Questanalisi indica che la Disney ha avuto una performance mensile su-
Figura 4.2
20
Cap4.p65
102
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103
periore dello 0,15% rispetto ai rendimenti attesi secondo il CAPM fra gennaio 1992 e dicembre 1996, corrispondente a un valore annualizzato di circa 1,81%.
Extra Rendimento annualizzato = (1 + Extra Rendimento mensile)12 1
= 1,001512 1 = 1,0181 1 = 0,0181 =
= 1,81%
Stando a questa misura, la performance della Disney stata dunque leggermente migliore del previsto nel periodo analizzato. Bisogna tuttavia
notare che questo non implica necessariamente che la Disney rappresenti
un buon investimento per il futuro. Inoltre questa misura non rivela quale
porzione di questo extra rendimento sia attribuibile allandamento dellintero settore industriale piuttosto che allattivit specifica della Disney.
Per avere questa informazione, bisognerebbe calcolare gli extrarendimenti
nello stesso periodo per altre aziende operanti nello stesso settore, e poi
confrontarli con il rendimento extra della Disney. Per esempio, lextra rendimento medio annualizzato delle altre imprese nel settore dello spettacolo fra il 1992 e il 1996 stato del 3,5%, il che suggerisce che la porzione di
extra rendimento attribuibile alla performance specifica della Disney di
fatto del 1,7%. (Alfa di Jensen specifico dellazienda = 1,8% 3,5%)
c. R quadrato della regressione = 32,41%. Questo dato suggerisce che il
32,41% del rischio complessivo (varianza) nella Disney riconducibile a
componenti di rischio-mercato (rischio dei tassi di interesse, rischio inflazione ecc.), mentre il restante 67,59% del rischio riconducibile al rischio
specifico dimpresa.22 Questultimo tipo di rischio dovrebbe essere diversificabile, e dunque non viene remunerato nel contesto del CAPM.
LR quadrato della Disney leggermente maggiore della mediana dellR
quadrato di tutte le societ quotate alla New York Stock Exchange, che nel
1997 era circa del 25%.
d. Errore standard della stima del beta = 0,27. Questo dato implica che il vero
beta della Disney compreso fra 1,13 e 1,6723 con una confidenza del 67%,
e da 0,86 a 1,9424 con una confidenza del 95%. Anche se questi intervalli
sembrano molto ampi, non sono affatto infrequenti per societ statunitensi. Questo suggerisce che dobbiamo avere una certa cautela nellutilizzare
le stime del beta ottenute tramite la regressione.
22
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Capitolo 4
t di alti rendimenti.
Uno qualsiasi, dal momento che hanno lo stesso beta.
In pratica
Utilizzar
e gli alfa
Utilizzare
Nella pratica professionale, si tende a identificare lalfa con lintercetta della
regressione e interpretare perci unintercetta positiva (negativa) come segno
di una performance dellazione superiore (inferiore) al previsto. Ma questa
interpretazione legittima soltanto se i rendimenti utilizzati nella regressione
sono espressi al netto del tasso privo di rischio del mese corrispondente25 (sia
per lazione che per lindice di mercato).
Tale interpretazione accettabile anche nel caso in cui Rf(1 ) sia vicino
allo zero, ci che pu accadere in due circostanze:
il beta vicino a 1;
lintervallo considerato molto breve (rendimenti giornalieri o settimana-
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105
partono dal beta stimato attraverso la regressione e lo correggono con lobiettivo di renderlo una migliore stima del beta per il futuro. I dettagli delle metodologie adottate a tale scopo, in genere, non sono rivelati al pubblico; uneccezione in tal senso Bloomberg. Riportiamo qui di seguito la pagina Bloomberg con il calcolo del beta per la Disney, per lo stesso periodo da noi analizzato:
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Capitolo 4
societ i beta, nel corso del tempo tendono ad avvicinarsi al beta medio del
mercato, che 1. Questo fenomeno potrebbe essere spiegato dal fatto che le
aziende crescendo tendono a diversificare la loro gamma di prodotti e di clienti
(e quindi assomigliano di pi al mercato).
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loro natura pi esposte alla nontrading bias, vengono sistematicamente sottostimati se si utilizzano rendimenti giornalieri. Lutilizzo di rendimenti settimanali o mensili pu ridurre di molto il problema.27 Nel nostro caso, il beta
della Disney stimato utilizzando rendimenti settimanali per 2 anni sarebbe
0,98.
Il terzo problema di stima riguarda la scelta dellindice di mercato da utilizzare nella regressione. Il metodo standard utilizzato da molte agenzie calcolare il beta rispetto a un indice del mercato in cui il titolo viene negoziato. Cos
i beta per le azioni tedesche sono stimati in relazione al Frankfurt DAX, per
quelle inglesi in relazione al FTSE, per quelle giapponesi in relazione al Nikkei
e per quelle statunitensi in relazione allS&P 500. Tale metodo per fornisce
una stima ragionevole del rischio solo dal punto di vista di chi investe esclusivamente in quel mercato, mentre dal punto di vista di un investitore diversificato internazionalmente sar pi appropriato un beta calcolato rispetto a un
indice internazionale. Per esempio il beta della Disney fra il 1992 e il 1996
stimato rispetto al Morgan Stanley Capital Index, un indice composto di titoli
azionari di diversi mercati, pari a 1,19.
In pratica
P er
ch le stime dei beta variano
erch
da agenzia ad agenzia
Capita spesso che, in uno stesso momento, diverse agenzie forniscano stime
anche molto lontane fra loro del beta della stessa azienda. Ci sono vari motivi
per queste differenze:
1. Diversa durata del periodo di stima. Per esempio, il beta stimato da Value Line
e Standard & Poor si basa su cinque anni di dati, quello di Bloomberg su due.
2. Diversi intervalli di rendimento. Bloomberg e Value Line usano rendimenti
settimanali, mentre Standard & Poors utilizza rendimenti mensili; alcune
agenzie utilizzano addirittura rendimenti giornalieri.
3. Diversa tecnica di correzione del beta ottenuto dalla regressione. Mentre
Bloomberg avvicina a 1 tutti i beta con lo stesso metodo (descritto in precedenza), Barra corregge i beta utilizzando una grande variet di informazioni sui fondamentali di ciascuna singola azienda.
Lesistenza di tanti diversi beta pu far storcere il naso, ma va ricordato che al
beta fornito da ciascuna agenzia associato un errore standard, e probabilmente i beta riportati dalle altre agenzie per la stessa azienda sono compresi
nellintervallo di confidenza.
27 Il problema pu anche essere ridotto utilizzando le tecniche statistiche suggerite da
Dimson e Scholes-Williams.
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Capitolo 4
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3. Calcolare il beta dellADR della Aracruz Cellulose,28 quotato alla NYSE, utilizzando come indice lS&P 500 o lindice composito NYSE.
I beta derivanti da queste regressioni sono indicati nella tabella seguente:
Indice
Beta
Brazil I-Senn
S&P 500 (con ADR)
Morgan Stanley Capital Index (con ADR)
0,69
0,46
0,35
28
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Capitolo 4
3. La stima del beta della Deutsche Bank Riportiamo qui di seguito la stima del
beta della Deutsche Bank fornita da Bloomberg utilizzando un indice locale, il
DAX (un indice di grandi societ quotate alla Borsa di Francoforte).
Questa regressione risente del fatto che la Deutsche Bank rappresenta una
parte significativa del DAX. Nonostante il beta sembri ragionevole, presenteremo in seguito altri metodi utili che ci consentiranno di verificare se lo davvero.
In pratica
Quale indice utilizzar
e per la stima del beta?
utilizzare
Nella maggior parte dei casi, nel calcolare il beta, gli analisti finanziari si trovano a dover scegliere fra una vasta gamma di indici. Alcuni utilizzano soltanto lindice locale, altri scelgono lindice pi adatto allinvestitore per il quale
stanno valutando il titolo. Ad esempio, se lanalisi viene fatta per un investitore statunitense, verr utilizzato lindice S&P. Ma ci implica che se linvestitore detiene soltanto due titoli, si dovrebbe utilizzare un indice composto soltanto da quei titoli un approccio chiaramente non corretto.
La scelta dellindice da utilizzare dipende da chi linvestitore marginale,
nel nostro esempio, nella Aracruz: indicazioni in tal senso possono essere tratte
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111
i= k
j[E(R j ) R f ]
j 1
=
in cui:
Rf = tasso privo di rischio
j = beta specifico al fattore j
E(Rj) Rf = premio di rischio per il fattore j
k = numero di fattori
In un modello multifattoriale, infine, i beta sono stimati rispetto ai fattori specificati, utilizzando dati storici per ciascuna azienda.
Derivar
e il beta dai fondamentali
Derivare
Se vero che il beta di unimpresa pu essere stimato tramite una regressione,
non va dimenticato che esso riflette le politiche aziendali in termini di scelta
Cap4.p65
111
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112
Capitolo 4
dei settori in cui investire, leva operativa e leva finanziaria. In questo paragrafo
prenderemo in esame un approccio alternativo alla stima del beta, in cui si d
minore rilievo alla stima basata su dati storici e maggiore rilievo allintuizione
economica.
Determinanti dei beta
Il beta di unimpresa dipende da tre variabili: (1) il tipo di attivit dellimpresa,
(2) il grado di leva operativa (3) il grado di leva finanziaria. Anche se nel paragrafo seguente faremo riferimento soprattutto al CAPM, la stessa analisi pu
essere applicata ai beta stimati nel contesto dellAPM o dei modelli multifattoriali.
1. Tipo di attivit Dal momento che i beta misurano il rischio di unazienda
rispetto a un indice di mercato, pi lattivit svolta dallazienda risente dellandamento generale del mercato, maggiore sar il beta. A parit di condizioni, perci, le cosiddette aziende cicliche, imprese operanti in settori dallandamento fortemente prociclico, dovrebbero avere un beta pi elevato. Per esempio, azende operanti nel settore edilizio e automobilistico, settori tradizionalmente molto sensibili alle oscillazioni delleconomia, dovrebbero avere beta
maggiori rispetto a quelle operanti nel settore alimentare o del tabacco, meno
condizionati dal ciclo economico.
Sviluppando ulteriormente questa idea, concepibile che il beta dipenda
anche da quanto sia discrezionale lacquisto dei prodotti dellazienda. Ad
esempio, il beta di aziende alimentari come la General Foods e la Kelloggs
dovrebbe essere inferiore al beta di rivenditori specializzati, dal momento che
i consumatori possono differire lacquisto dei prodotti del secondo tipo durante periodi economici poco favorevoli.
Perch?
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113
In pratica
Str
ategia aziendale, mark
eting
Strategia
marketing
e rischio finanziario aziendale
Le aziende hanno un controllo limitato su quanto sia discrezionale per i loro
clienti il prodotto o il servizio che esse forniscono. Ci sono aziende, tuttavia,
che hanno utilizzato questo potere, pur limitato, per rendere i propri prodotti
meno discrezionali per lacquirente, diminuendo cos la propria rischiosit.
Un modo per raggiungere tale obiettivo rendere il prodotto o servizio parte
integrante e necessaria della vita quotidiana del consumatore. Un esempio in
tal senso offerto dai servizi online, come America Online, che hanno spinto
la gente a utilizzare la posta elettronica e fare shopping su Internet. Un altro
modo consiste nel creare una fedelt alla marca (brand loyalty) tramite pubblicit e marketing. Lobiettivo della pubblicit a mio parere dovrebbe essere
proprio quello di far sembrare necessari agli occhi del consumatore prodotti o
servizi che necessari non sono. In tal modo, scelte di strategia aziendale, campagne pubblicitarie e politiche di marketing possono avere nel tempo un impatto sul rischio dellimpresa, e quindi sul beta.
2. Intensit della leva operativa Lintensit della leva operativa (operating leverage) una funzione della struttura dei costi dellazienda, e di solito viene
definita in termini del rapporto fra costi fissi e costi complessivi (fissi e variabili). Unimpresa con unelevata leva operativa (in cui i costi fissi rappresentano cio una frazione elevata dei costi complessivi) avr anche unelevata variabilit negli utili al lordo di interessi e imposte (Earnings Before Interest and
Taxes, EBIT29) rispetto a unimpresa che produce lo stesso tipo di prodotti ma
con una leva operativa inferiore.
Questo fatto ha delle implicazioni sulle decisioni strategiche che limpresa
prender in futuro. Ad esempio, se da un lato lammodernamento degli impianti e laggiornamento della tecnologia portano indubbiamente benefici a
unimpresa, dallaltro possono ridurne la flessibilit durante una fase di contrazione economica, rendendola cos pi rischiosa.
Dunque la leva operativa ha certamente un impatto sul beta; risulta tuttavia difficile, almeno per un osservatore esterno, misurare la leva operativa di
unazienda, in quanto costi fissi e variabili non sono presentati separatamente
nei bilanci aziendali. Una misura approssimativa si pu ottenere calcolando il
rapporto fra variazioni nel reddito operativo e variazioni nel fatturato:
29 Si veda lAppendice 2 per una descrizione del bilancio secondo i principi contabili
americani.
Cap4.p65
113
10/05/2001, 10.56
114
Capitolo 4
Per imprese con unelevata leva operativa, il reddito operativo dovrebbe variare in modo pi che proporzionale al variare del fatturato.
Vendite
nette
1987
1988
1989
1990
1991
1992
1993
1994
1995
1996
Media
2877
3438
4594
5844
6182
7504
8529
10055
12112
18739
Variazione %
delle vendite
19,50%
33,62%
27,21%
5,78%
21,38%
13,66%
17,89%
20,46%
54,71%
23,80%
EBIT
756
848
1177
1368
1124
1429
1232
1933
2295
2540
Variazione %
dellEBIT
12,17%
38,80%
16,23%
17,84%
27,14%
13,79%
56,90%
18,73%
10,68%
16,56%
Cap4.p65
114
10/05/2001, 10.56
115
17,29%
= 0,87
19,94%
In pratica
Modificar
e la le
va oper
ativa
Modificare
leva
operativa
Le imprese possono modificare la propria leva operativa? Nonostante una parte
della struttura dei costi sia determinata dal tipo di attivit nella quale lazienda impegnata (unimpresa che produce energia deve costruire stabilimenti
costosi, le compagnie aeree devono prendere in affitto aerei, e cos via), negli
Stati Uniti le imprese hanno sviluppato nel tempo diverse strategie per ridurre
la componente dei costi complessivi rappresentata da costi fissi. Alcuni esempi sono contratti di lavoro pi flessibili, sistemi di remunerazione che consentono di legare il costo del lavoro alla performance aziendale, contratti di joint
venture, in cui i costi fissi sono sostenuti da terzi, e subappalti di fasi di lavorazione, che riducono il bisogno di stabilimenti e attrezzature costose. Tali azioni vengono intraprese con lobiettivo di ottenere vantaggi competitivi e maggiore flessibilit, ma di fatto contribuiscono anche a ridurre la leva operativa
dellazienda e la sua esposizione al rischio-mercato.
3. Intensit della leva finanziaria (financial leverage) Il beta delle attivit dellimpresa la media ponderata del beta del capitale netto (rischio a carico
degli azionisti) e del beta del debito (rischio a carico degli obbligazionisti).30
30
Cap4.p65
115
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116
Capitolo 4
A parit di condizioni, a un aumento della leva finanziaria (cio del rapporto dindebitamento) seguir un aumento del rischio a carico degli azionisti (e
quindi del beta del capitale netto). Infatti i maggiori oneri finanziari, rappresentando un costo fisso, porteranno a un aumento della varianza dellutile di
esercizio (pi alto in periodi favorevoli e pi basso in periodi di recessione). Se
lintero rischio dimpresa a carico degli azionisti (nel qual caso il beta del
debito pari a zero)31 e gli oneri finanziari sono fiscalmente deducibili, la relazione fra beta del capitale netto (il cosiddetto equity beta) e rapporto di indebitamento pu essere cos rappresentata:
L = u [1+ (1 t) (D/E)]
in cui
L
= Beta levered del capitale netto dellimpresa (ossia beta dellimpresa in presenza di debito)
u = Beta unlevered dellimpresa (ossia, beta dellimpresa in assenza di
debito)
t
= Aliquota dimposta per le societ
D/E = Debt/Equity Ratio = Rapporto debito/capitale netto
Il beta unlevered di unimpresa dipende dal suo business risk, cio dal rischio
inerente allattivit da essa svolta (a sua volta funzione del tipo di attivit e
della leva operativa). Perci, il beta levered del capitale netto dipende sia dal
rischio operativo (business risk) che dal rischio finanziario (financial risk).
Se il debito ha un rischio di mercato (ossia il suo beta superiore a zero) questa formula deve
essere modificata. Indicando il beta del debito con D , il beta del capitale netto sar:
L = u (1+(1 t)(D/E)) D (1 t)(D/E)
Cap4.p65
116
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Tabella 4.3
Rapporto Debito/
Passivit Totali
0,00%
10,00%
20,00%
30,00%
40,00%
50,00%
60,00%
70,00%
80,00%
90,00%
117
Rapporto Debito/
Capitale Netto
Beta
Effetto
della leva
0,00%
11,11%
25,00%
42,86%
66,67%
100,00%
150,00%
233,33%
400,00%
900,00%
1,28
1,38
1,49
1,64
1,83
2,11
2,52
3,20
4,57
8,69
0,00
0,09
0,21
0,35
0,55
0,82
1,23
1,92
3,29
7,40
Cap4.p65
117
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118
Capitolo 4
In pratica
Le
va finanziaria e beta
Leva
Per aziende altamente indebitate, il beta del capitale netto stimato attraverso
la regressione tende a essere di molto inferiore al beta calcolato inserendo
lattuale rapporto debito/capitale netto nellequazione per il beta levered riportata nel paragrafo precedente. Questa differenza attribuibile a uno o pi
dei seguenti fattori:
1. Se il rapporto di indebitamento stato modificato di recente, il beta stimato da una regressione dei rendimenti storici di unazione sui rendimenti di
mercato sar in ritardo rispetto al vero beta. Vale a dire che i rendimenti
utilizzati nella regressione riflettono la leva finanziaria media nel periodo
in questione, piuttosto che la leva finanziaria attuale. La soluzione a questo
problema abbastanza semplice: ottenere il beta unlevered tramite il rapporto medio debito/capitale netto nel periodo della regressione, e poi ricalcolare il beta levered utilizzando il rapporto debito/capitale netto corrente.
2. Lipotesi che il debito non sia soggetto al rischio di mercato porta a una
stima eccessiva del beta del capitale netto rispetto al vero beta. In realt il
debito soggetto al rischio di mercato, soprattutto nel caso di alti indici di
indebitamento. Questo problema pu essere risolto stimando il beta del
debito e calcolando il beta del capitale netto utilizzando lequazione cos
modificata:
L = u(1+ (1 t)(D/E)) D(1 t)(D/E)
3. Il CAPM potrebbe non essere il giusto modello di rischio e rendimento,
nel qual caso il beta stimato potrebbe non riflettere la vera esposizione di
un titolo azionario al rischio-mercato.
Beta bottom-up
La scomposizione del beta nelle tre determinanti (settore di attivit, leva operativa e leva finanziaria) suggerisce un metodo di stima alternativo che non
Cap4.p65
118
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Settore
Beta
Abbigliamento
Acciaio (generico)
Acciaio (integrato)
Aerospazio/difesa
Alluminio
Ambiente
Arredamento ufficio/casa
Articoli per la casa
Attivit ricreative
Autoveicoli
Banche (Canada)
0,89
0,83
0,98
0,93
0,99
0,89
0,88
0,97
0,89
0,96
0,77
Beta unlevered
0,76
0,70
0,73
0,83
0,80
0,72
0,75
0,89
0,78
0,52
0,66
(continua)
Cap4.p65
119
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120
Capitolo 4
Tabella 4.4
Cap4.p65
Settore
Beta
Banche (Estero)
Banche (USA, Midwest)
Banche
Bevande (alcolici)
Bevande (analcolici)
Calzature
Carbone/energia alternativa
Cementi e aggregati
Chimico (di base)
Chimico (diversificato)
Chimico (specializzato)
Computer e unit periferiche
Computer software
Contenitori
Cosmetici
Drogheria
Editoria (quotidiani)
Editoria
Elettrodomestici
Elettronica
Elettronica/spettacolo (estero)
Empori
Energia (Canada)
Energia elettrica (Costa
Occidentale)
Energia elettrica (Costa
Orientale)
Energia elettrica (Regione
Centrale)
Fabbricazione di metalli
Farmaceutico
Forniture mediche
Forniture per la vendita
al dettaglio
Forniture per ufficio
Gas naturale (distribuzione)
Gas naturale (diversificato)
Giocattoli
Gomma e pneumatici
0,78
0,73
0,72
0,71
0,88
1,01
0,87
0,83
0,89
0,85
0,89
1,33
1,30
0,77
1,00
0,78
0,86
0,89
0,90
1,07
0,78
0,84
0,75
48,02%
29,26%
31,59%
21,46%
12,13%
10,93 %
59,10%
18,54%
23,85%
25,76%
16,83%
14,20%
3,96%
42,57%
7,50%
37,97%
26,38%
25,08%
61,05%
14,67%
48,56%
18,46%
43,80%
0,59
0,62
0,60
0,62
0,82
0,94
0,63
0,74
0,78
0,73
0,80
1,22
1,27
0,61
0,95
0,63
0,73
0,77
0,65
0,98
0,59
0,75
0,58
0,73
90,90%
0,46
0,73
80,07%
0,48
0,70
0,81
1,28
1,11
91,49%
16,08%
8,48%
8,92%
0,44
0,73
1,21
1,05
0,98
1,04
0,58
0,82
0,84
1,03
12,33%
34,10%
57,47%
47,99%
10,52 %
18,61 %
0,90
0,85
0,,42
0,62
0,79
0,92
120
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Beta unlevered
121
Hotel/gioco dazzardo
Impianti di semiconduttori
Impianti di telecomunicazioni
Impianti elettrici
Imprese ferroviarie
Imprese marittime
Industria edilizia
Industria estrattiva oro/argento
Informazione sanitaria
Ingrosso alimentare
Intermediari finanziari
Istituzioni di risparmio
Lavorazione dei cibi
Leasing mezzi di trasporto
Macchinari
Materiali edilizi
Metalli ed attivit estrattiva
(diversificato)
Petrolio (integrati)
Petrolio (produzione)
Prodotti cartacei
Pubblicit
R.E.I.T.
Rame
Ricambi di autoveicoli
(originali)
Ricambi di autoveicoli
(sostitutivi)
Ristorazione
Semiconduttori
Servizi di telecomunicazioni
Servizi e impianti petroliferi
Servizi finanziari
Servizi industriali
Servizi medici
Servizi pubblici (estero)
Societ dassicurazioni
(diversificate)
Societ dassicurazioni
(ramo vita)
Societ dinvestimento (estero)
Societ dinvestimento (USA)
1,07
1,43
1,28
0,98
1,01
0,86
0,87
0,62
1,22
0,77
1,19
0,86
0,74
0,77
0,85
0,89
33,14%
3,95%
6,27%
9,39%
35,06 %
103,19%
104,04%
10,33 %
1,38%
46,13%
502,16%
194,62
23,05%
71,16%
30,25%
26,07%
0,89
1,39
1,23
0,92
0,83
0,52
0,52
0,59
1,21
0,60
0,28
0,38
0,65
0,53
0,71
0,77
0,80
0,72
0,71
0,84
0,85
0,69
0,90
28,59%
19,73 %
35,91%
61,73%
10,74%
109,42 %
48,18%
0,68
0,64
0,58
0,60
0,76
0,40
0,69
1,02
37,22%
0,82
0,80
1,06
1,45
1,08
0,86
1,00
0,86
1,06
1,00
37,88%
18,85 %
4,41 %
341,12%
11,43%
76,02%
26,79%
23,61%
37,16%
0,65
0,95
1,41
0,89
0,80
0,68
0,73
0,92
0,81
0,82
17,16%
0,74
0,86
0,64
0,55
15,86%
8,70%
39,67%
0,78
0,61
0,44
(continua)
Cap4.p65
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Capitolo 4
Tabella 4.4
Settore
Beta
Beta unlevered
Societ diversificate
Societadassicurazioni
(ramo infortuni e patrimonio)
Spettacolo
Strumenti di precisione
Tabacco
Telecomunicazioni (estero)
Tessile
Trasporto aereo
Trasporto e distribuzione acqua
TV via cavo
Vendita al dettaglio (prodotti
specializzati)
Vendita al dettaglio
0,82
23,77%
0,71
0,80
0,88
0,97
0,99
0,94
0,79
1,20
0,56
1,03
8,62%
43,35 %
11,07%
27,75%
26,35%
70,29%
93,17%
109,80%
125,37%
0,76
0,69
0,91
0,,84
0,80
0,54
0,75
0,33
0,57
1,07
1,00
19,13%
47,93 %
0,95
0,77
Nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, continuiamo ad aggiornare i dati della Tabella 4.4 per settore industriale negli Stati Uniti.
Nei propri bilanci la Disney presenta dati dettagliati per tre settori di attivit: programmi di intrattenimento (che include la vendita al dettaglio), broadcasting e parchi divertimenti (che include i beni immobili).
Cap4.p65
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1. Programmi di intrattenimento, ovvero la produzione e acquisizione di pellicole per la distribuzione nei cinema, in televisione e nelle videoteche, e di
programmi per il mercato televisivo.
2. Vendita al dettaglio, che include circa 610 Disney Store dove vengono venduti i prodotti Disney.
3. Broadcasting, che comprende le reti radiofoniche e televisive ABC, frutto
dellacquisizione effettuata nel 1995. Inoltre, la Disney gioca un importante
ruolo nel settore della TV via cavo attraverso il Disney Channel, A & E e
ESPN (le ultime due ottenute con lacquisizione della ABC).
4. Parchi di divertimento, come Disney World (a Orlando in Florida) e Disney
Land (ad Anaheim in California), e le royalties derivanti dalle partecipazioni in Tokio Disneyland e Euro Disney. Gli hotel e ville che si trovano in tali
parchi divertimenti ne vengono considerati parte integrante, dal momento
che i loro incassi derivano quasi esclusivamente dai turisti che visitano i
parchi.
5. Beni immobili, sotto forma di club vacanze Disney (175 unit a Vero Beach
in Florida e 102 unit a Hilton Head nel South Carolina).
Ciascuna di queste attivit ha un profilo di rischio diverso; come stima del
beta unlevered di ciascuna abbiamo utilizzato il beta unlevered medio di imprese operanti nello stesso settore. La Tabella 4.5 raccoglie i dati utilizzati a tal
fine e il calcolo del beta bottom-up. Il valore delle singole divisioni stato stimato utilizzando, per ciascuna, un diverso multiplo del reddito operativo, a
seconda del tipo di attivit.33 A questo punto, abbiamo potuto calcolare il beta
unlevered della societ Disney nel 1996 come media ponderata dei beta unlevered di ciascuna delle diverse aree di attivit, usando come pesi la percentuale del valore complessivo di mercato rappresentata da ciascuna divisione.34 Il
beta unlevered della Disney risulta essere 1,0929 (ultima colonna della Tabella 4.5).
Il beta del capitale netto pu infine essere stimato utilizzando la leva finanziaria attuale della Disney. Dato un valore di mercato del capitale netto pari a
circa 50 miliardi di dollari e un valore del debito pari a 11,18 miliardi di dollari,
arriviamo al beta attuale della Disney:
Beta del capitale netto della Disney = 1,09 [1+(1 0,36)(11,18/50)] = 1,25
33 Per ciascun settore industriale corrispondente alle attivit svolte dalla Disney abbiamo calcolato il rapporto medio fra valore dellazienda e reddito operativo (rapporto Valore/EBIT). Tale rapporto stato poi moltiplicato per il reddito operativo di ciascuna divisione per ottenere una stima del suo valore di mercato.
34 In alternativa allapproccio descritto nella nota precedente, avremmo pouto invece
utilizzare come pesi per la media ponderata la percentuale del reddito operativo complessivo rappresentata da ciascuna divisione.
Cap4.p65
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124
Capitolo 4
Tabella 4.5
Attivit
Valore stimato
(miliardi di $)
Programmi
di intrattenimento
Vendita al dettaglio
22,167
Broadcasting
Parchi divertimenti
Beni immobili
18,842
16,625
2,217
Azienda
62,068
2,217
Aziende
simili
Beta
unlevered
Produttrici di film
1,25
e programmi televisivi
Rivenditori specializzati
1,5
di prodotti di fascia alta
Societ televisive
0,9
Parchi divertimenti
1,1
Fondi comuni dinvesti- 0,7
mento immobiliare specializzati in hotel e vacanze
Peso Beta
35,71%
0,4446
3,57%
0,0536
30,36%
26,79%
3,57%
0,2732
0,2946
0,0250
100,00%
1,0929
Il valore ottenuto col metodo bottom-up inferiore al beta di 1,40 ottenuto dalla
regressione e, a nostro parere, riflette in modo pi preciso il rischio della Disney.
2. Beta botto-up di Bookscape Books Per la Bookscape Books, la nostra impresa
non quotata, non avevamo potuto stimare un beta tramite la regressione dal
momento che per essa non sono disponibili prezzi storici. Adesso, possiamo
per stimarne il beta utilizzando il procedimento bottom-up. Cominciamo
calcolando i beta e i rapporti debito/capitale netto di imprese quotate in Borsa
operanti nello stesso settore (Tabella 4.6):
Tabella 4.6
Nome
Beta
1,10
1,30
1,20
0,80
1,10
Rapporto Debito/
Capitale Netto
23,31%
44,35%
2,15%
3,03%
18,21%
Capitalizzazione di mercato
(milioni di $)
1416
85
1706
55
816
Notate che i rapporti debito/capitale netto sono basati sui valori di mercato e
che le imprese in questione sono molto pi grandi di Bookscape Books. La
diversa dimensione delle imprese non dovrebbe di per s avere delle implicazioni dirette sul beta; tuttavia pu influenzarli indirettamente, dal momento
che le imprese di minori dimensioni tendono in genere ad avere una pi elevata leva operativa. Supponendo unaliquota di imposta marginale del 36%, il
beta unlevered di Bookscape Books pu essere calcolato come segue:
Beta unlevered = 1,10/(1+ (1 0,36) (0,1821)) = 0,99
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Beta medio
Rapporto Debito/
Capitale Netto
Beta unlevered
0,70
0,85
0,80
65,00%
35,00%
50,00%
0,49
0,69
0,61
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Capitolo 4
In pratica
Debito lor
do o debito netto?
lordo
Molti analisti sottraggono dal debito (lordo) le disponibilit liquide dellazienda
ottenendo cos un debito netto. Concettualmente non vi nulla di sbagliato, purch venga poi utilizzato come beta unlevered per lazienda il beta unlevered delle aziende comparabili, senza tenere conto delle disponibilit liquide. Se usiamo il debito netto, perci, il beta unlevered per Aracruz sar il beta
unlevered del settore della carta (0,61) e il beta levered sar stimato a partire
dal rapporto debito netto/capitale netto:
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127
(1,6 0,8)
= 33,33%
2,4
Beta medio
0,90
1,30
Notate che non teniamo conto delle differenze nella leva finanziaria, dal momento che vincoli normativi e tipo di attivit impongono una leva finanziaria
elevata e simile per la maggior parte delle banche commerciali. Il beta della
Deutsche Bank pu essere calcolato come media ponderata di questi due beta.
Assegnando un peso del 90% alla divisione di commercial banking e un peso
del 10% alla divisione di investment banking (in base al reddito ottenuto da
ciascuna divisione negli ultimi anni), otteniamo un beta del capitale netto della Deutsche Bank pari a:
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Capitolo 4
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Capitale netto = Capitale netto Disney + Nuovo capitale netto usato per
lacquisizione = 31.100 + 8500 = 39.600 milioni di dollari
in cui
Nuovo capitale netto = Costo totale dellacquisizione Nuovo debito emesso
= 18.500 - 10.000 = 8.500 milioni di dollari
Il nuovo rapporto debito/capitale netto pu essere quindi calcolato come
segue:
Debt/Equity Ratio = 13.801/39.600 = 34,85%
Tale rapporto debito/capitale netto, insieme al nuovo beta unlevered, fornisce
un nuovo beta per la Disney post-acquisizione:
Nuovo beta = 1,026(1 + (1 0,36) (0,3485)) = 1,25
Per pura coincidenza questo beta esattamente uguale al beta bottom-up stimato in precedenza.
Derivar
e il beta dai dati contabili
Derivare
Un terzo approccio alla stima dei parametri di rischio consiste nellutilizzare
gli utili contabili piuttosto che i prezzi di mercato. In particolare, si pu effettuare una regressione delle variazioni negli utili dellazienda (o di una divisione aziendale), su base annuale o trimestrale, rispetto alle variazioni degli utili
del mercato nello stesso arco di tempo, per giungere a una stima del beta da
inserire nel CAPM.
Tale approccio pu essere fuorviante per tre motivi. Innanzitutto i valori
contabili tendono a smorzare la vera volatilit dei fondamentali dellazienda, spingendo verso il basso il beta di aziende a elevata rischiosit e verso
lalto quello di aziende a bassa rischiosit. In altri termini, se si utilizza questo
approcio, i beta di tutte le aziende vengono spinti verso 1.
In secondo luogo, gli utili contabili possono essere influenzati da fattori
non operativi, quali variazioni nei metodi contabili relativi ad ammortamento
o magazzino e lallocazione delle spese generali fra le varie divisioni. Infine,
dati sugli utili contabili sono disponibili con scadenza trimestrale (o spesso
solo annuale). Il basso numero di osservazioni che ne consegue riduce lattendibilit dei risultati della regressione.
Cap4.p65
129
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130
Capitolo 4
Cap4.p65
Anno
S&P 500
Bookscape
1980
2,10%
3,55%
1981
6,70%
4,05%
1982
45,50%
14,33%
1983
37,00%
47,55%
1984
41,80%
65,00%
1985
11,80%
5,05%
1986
7,00%
8,50%
1987
41,50%
37,00%
1988
41,80%
45,17%
1989
2,60%
3,50%
1990
18,00%
10,50%
1991
47,40%
32,00%
1992
64,50%
55,00%
1993
20,00%
31,00%
1994
25,30%
21,06%
1995
15,50%
11,55%
1996
24,00%
19,88%
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131
Perch non calcolare il beta a partire dai dati contabili anche per le altre aziende?
Dal punto di vista tecnico, non ci sono motivi per cui non potremmo stimare i beta contabili (accounting beta) della Disney, della Aracruz Cellulose e
della Deutsche Bank. Invero, per la Disney abbiamo dati trimestrali, il che aumenta il numero delle osservazioni nella regressione. Possiamo anche stimare
i beta contabili per ciascuna divisione, dal momento che la Disney riporta lutile
conseguito da ciascuna di esse. Ma preferiamo non farlo per i seguenti motivi:
1. Per ottenere un numero sufficiente di osservazioni da inserire nella regressione, dovremmo andare indietro nel tempo di almeno 10 anni. Ma il processo di trasformazione di unazienda in 10 anni tale che il risultato avrebbe
scarso significato.
2. Le imprese quotate in Borsa tendono a smorzare gli utili contabili rispetto
ai veri utili ancor pi di quanto non facciano quelle non quotate, spingendo cos il beta che ne risulterebbe verso 1.
Nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, trovate le variazioni percentuali degli utili dellS&P 500 su base annuale a partire dal 1960.
In pratica
La stima dei beta di settor
e utilizzando dati
settore
non di mer
cato
mercato
I beta unlevered di settore utilizzati in precedenza erano stati stimati prendendo la media dei beta storici delle aziende in ciascun settore, e rendendola
unlevered (tramite il rapporto medio debito/capitale netto del settore in questione). Poich tale approccio utilizza prezzi di mercato, esso non fornisce stime attendibili nei mercati in cui linformazione insufficiente o molto imprecisa. Un approccio alternativo quello di stimare il fatturato totale di ciascun
settore in ciascun periodo ed effettuare una regressione di questo fatturato di
settore rispetto al prodotto interno lordo totale delleconomia nello stesso arco
temporale. Linclinazione della regressione misurer la sensibilit di ciascun
settore alle oscillazioni dellintera economia. Questo business risk beta potr
poi essere utilizzato per ciascuna societ che opera nel settore in questione,
insieme ai dati sulla leva finanziaria e operativa, per ottenere una stima del
beta del capitale netto della societ.
Cap4.p65
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Capitolo 4
Premio di rischio
j=1
Cap4.p65
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133
Beta
unlevered
Programmi
1,25
di intrattenimento
Vendita al dettaglio
1,50
Broadcasting
0,90
Parchi divertimenti
1,10
Beni immobili
0,70
Disney
1,09
Bookscape
0,99
Aracruz
0,488
Banche commerciali
Banche di investimento
Deutsche Bank
Cap4.p65
133
D/E Ratio
Beta
levered
Tasso privo
di rischio
Premio
di rischio
20,92%
1,42
7,00%
5,50%
14,80%
20,92%
20,92%
20,92%
50,00%
21,97%
18%
67%
1,70
1,02
1,26
0,92
1,25
1,10
0,71
0,90
1,30
0,94
7,00%
7,00%
7,00%
7,00%
7,00%
7,00%
5,00%
7,50%
7,50%
7,50%
5,50%
5,50%
5,50%
5,50%
5,50%
5,50%
7,50%
5,50%
5,50%
5,50%
16,35%
12,61%
13,91%
12,08%
13,85%
13,05%
10,33%
12,45%
14,65%
12,67%
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Costo del
capitale netto
134
Capitolo 4
Notate che ciascuna divisione della Disney ha un diverso costo del capitale
netto, per via dei diversi beta unlevered. Per stimare il beta levered di ciascuna
divisione, dal momento che nessuna di esse si accolla direttamente debiti, utilizziamo il rapporto debito/capitale netto (D/E ratio) complessivo della Disney. Unica eccezione la divisione Beni immobili, che invece ha debiti sulle
varie propriet immobiliari, per la quale utilizziamo un rapporto debito/capitale netto a valore di mercato tratto da aziende comparabili.
Per stimare il costo del capitale netto, utilizziamo il tasso di un titolo a
lungo termine emesso dal governo statunitense per la Disney e per Bookscape
(ottenendo un costo del capitale netto in dollari nominali), il tasso di un titolo
a lungo termine emesso dal governo tedesco per la Deutsche Bank (ottenendo
un costo del capitale netto in marchi tedeschi nominali) e una stima del tasso
reale di rendimento di un investimento privo di rischio per la Aracruz (ottenendo un costo del capitale netto in real brasiliani).
I n pratica
Rischio, costo del capitale netto
e impr
ese non quotate
imprese
Nellutilizzare il beta come misura di rischio siamo partiti dallipotesi che linvestitore marginale detenga un portafoglio ampiamente diversificato. Tale ipotesi legittima per le imprese quotate, ma non per quelle non quotate. In
genere il proprietario di unimpresa non quotata investe in essa la maggioranza o la totalit del proprio patrimonio; di conseguenza, si preoccupa del rischio totale dellattivit, piuttosto che del rischio di mercato. Perci, per unimpresa come la Bookscape, il beta di 1,10 (e il conseguente costo del capitale
netto di 13,05%) sottostimer il rischio a cui esposto il proprietario dellimpresa. Tale problema pu essere superato in tre modi:
1. Si pu supporre che nei piani di breve termine dellazienda vi sia unofferta
pubblica di acquisto o la possibilit di essere venduta a una grande impresa
quotata in Borsa. In tal caso risulta ragionevole utilizzare il beta stimato e il
costo del capitale netto a esso relativo.
2. Si pu aggiungere un premio al costo del capitale netto per riflettere il
maggior rischio dovuto allimpossibilit, da parte del proprietario, di raggiungere una piena diversificazione di portafoglio (questa chiave di lettura
aiuta a capire la ragione degli alti rendimenti che i fornitori di venture capital richiedono sul loro investimenti azionario).
3. Si pu correggere il beta in modo che esso rifletta il rischio totale piuttosto
che solo il rischio di mercato. Tale correzione abbastanza semplice, dal
momento che lR quadrato della regressione misura la proporzione del rischio rappresentata dal rischio-mercato.
Cap4.p65
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Cap4.p65
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136
Capitolo 4
rating migliore implica un tasso di interesse minore, mentre un rating peggiore implica un tasso di interesse maggiore. Se non disponibile il rating
obbligazionario, come nel caso di molti mercati diversi da quello statunitense, una buona approssimazione del rischio di insolvenza dellazienda
il tasso recentemente pagato dallazienda per ottenere fondi in prestito.
3. Il beneficio fiscale associato al debito: dal momento che gli interessi sono
deducibili a fini fiscali, il costo del debito al netto delle imposte (after-tax
cost of debt) sar una funzione dellaliquota dimposta. Il beneficio fiscale
ovviamente rende il costo del debito al netto delle imposte inferiore al costo del debito al lordo delle imposte.
Costo del debito al netto di imposte = Costo del debito al lordo di imposte
(1 aliquota dimposta)
Cap4.p65
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degli oneri finanziari allinizio del 1996 AA, corrsipondente a uno scarto di
interesse di 50 punti base sul tasso reale privo di rischio.
Attivit
Programmi
di intrattenimneto
Vendita al dettaglio
Broadcasting
Parchi divertimenti
Beni immobili
Disney
Bookscape
Aracruz
Banche commerciali
Banche
dinvestimento
Deutsche Bank
Metodo
Tasso
di interese
Rating obbligazionario
7,50%
36%
4,80%
Rating obbligazionario
Rating obbligazionario
Rating obbligazionario
Rating obbligazionario
Rating obbligazionario
Prestito recente
Rating sintetico
Rating obbligazionario
Rating obbligazionario
7,50%
7,50%
7,50%
7,50%
7,50%
8,00%
5,50%
7,70%
7,70%
36%
36%
36%
36%
36%
42%
32%
45%
45%
4,80%
4,80%
4,80%
4,80%
4,80%
4,64%
3,74%
4,24%
4,24%
45%
4,24%
Notate che il costo del debito al netto dimposta molto pi basso rispetto al
costo del capitale netto per ciascuna delle societ.
Cap4.p65
137
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138
Capitolo 4
k ps =
zie di rating
Le azioni privilegiate costano meno del debito
Altro
Motivare la risposta.
Cap4.p65
138
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139
Allo stesso tempo, il costo del capitale netto della General Motors, utilizzando
il CAPM, era del 13%, il costo del debito al lordo dimposta dell8,25% e il
costo del debito al netto dimposta del 5,28%. Non sorprende che le azioni
privilegiate fossero meno costose del capitale netto, ma pi costose del debito.
Cap4.p65
139
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140
Capitolo 4
zione convertibile.
Aumenter la percentuale del valore totale dellobbligazione convertibile
Alcuni sostengono che i prezzi azionari siano molto pi volatili del vero valore che
dovrebbero riflettere. Anche nel caso in cui tale affermazione fosse vera (il che non ancora stato provato), il valore di mercato rappresenter comunque una migliore approssimazione del vero valore di unazienda rispetto al suo valore contabile.
Cap4.p65
140
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141
riscontro empirico. Inoltre, anche se cos fosse, il costo del capitale calcolato
utilizzando indici di indebitamento basati sul valore contabile sar minore del
costo del capitale calcolato utilizzando rapporti basati sul valore di mercato;
questo implica delle stime meno e non pi prudenti36. La terza affermazione che le istituzioni che prestano fondi non lo fanno sulla base del valore di
mercato; tuttavia, anche questa affermazione non trova riscontro nei fatti37.
In pratica
La stima dei valori di mer
cato di debito
mercato
e capitale netto
Il valore di mercato del capitale netto ottenuto moltiplicando il numero di
azioni in circolazione per il prezzo azionario corrente. Se in circolazione ci
sono azioni di pi di una classe, il capitale netto dato dalla somma del valore
di mercato di tutti questi titoli. Infine, se ci sono titoli azionari di altro tipo,
come warrant e opzioni di conversione, essi devono pure essere valutati e inclusi nel valore del capitale netto dellimpresa.
Di solito molto pi difficile ottenere direttamente il valore del debito,
visto che pochissime aziende hanno tutto il loro debito sotto forma di obbligazioni in circolazione nel mercato. Molte di esse hanno invece debito non
negoziato sul mercato, come il debito verso le banche, specificato in termini di
valore contabile e non di mercato. Un modo semplice per convertire il debito
basato sul valore contabile in debito basato sul valore di mercato consiste nel
trattare il debito totale dei libri contabili alla stregua di unobbligazione con
coupon, utilizzando come coupon gli interessi passivi complessivamente pagati sullintero debito e come scadenza la media ponderata della scadenza dei
vari debiti (utilizzando come pesi il valore nominale di ciascuno); a questo
punto, si pu valutare questa pseudo obbligazione al costo attuale del debito per la societ. Ad esempio, se il costo del debito attuale 7,5%, il valore di
36
Per capire questo punto, supponiamo che lindice di indebitamento basato sul valore
di mercato sia 10%, mentre lindice di indebitamento basato sul valore contabile sia 30%,
per unazienda con costo del capitale netto del 15% e costo del debito al netto dimposta
del 5%. Il costo del capitale sar calcolato cos:
Con indici di indebitamento basati sul valore di mercato: 15% (0,9) + 5% (0,1) = 14%
Con indici di indebitamneto basati sul valore contabile: 15% (0,7) + 5% (0,3) = 12%
37 Qualsiasi proprietario di unabitazione che ha messo una seconda ipoteca su una casa
il cui valore aumentato sa bene che coloro che prestano fondi tengono conto del valore
di mercato. vero tuttavia che pi il valore di mercato di unattivit percepito come
volatile, minore sar la sua capacit di fungere da garanzia.
Cap4.p65
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142
Capitolo 4
mercato di un debito di 1 miliardo di dollari, con interessi passivi che ammontano a 60 milioni di dollari e con scadenza di sei anni, sar:
1
(1
(1,075)6
Valore di mercato del debito = 60
0,75
1000
+
= $ 930 milioni
(1,075)6
(1 (1,075)3
Stima del valore di mercato del debito Disney = 479
0,75
= $ 11.180 milioni
12.342
+
=
(1,075)3
(1 (1,08)10
Stima del valore di mercato del debito Bookscape = 500.000
0,8
Cap4.p65
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= $ 3,36 milioni
143
Nella tabella seguente sono raccolti gli indici di indebitamento basati sul valore contabile e di mercato per le nostre quattro imprese:
Valore contabile
Debito
Disney
Bookscape
Aracruz
Deutsche Bank
12.342
1581
110.111
Capitale
netto
16.086
6
2284
30.295
Valore di mercato
Debt/
(Debt+Equity)
43,41%
0,00%
40,90%
78,42%
Debito
11.180
3,36
1528
110.111
Capitale
netto
$50.297
Nd
2001
62.695
Debt/
(Debt+Equity)
18,19%
Nd
43,17%
63,72%
Cap4.p65
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144
Capitolo 4
mento. In tal caso, per, esso andr confrontato con il rendimento atteso sul
capitale netto investito nel progetto.
Va notato che finora abbiamo calcolato il costo del capitale sulla base della
struttura finanziaria in essere. possibile per che, modificando la struttura
finanziaria, unazienda riesca a far scendere il proprio costo del capitale, con
immediati benefici: infatti, non solo verrebbe abbassata la soglia minima di
rendimento per i progetti da intraprendere in futuro, ma aumenterebbe anche
il valore dei progetti gi intrapresi, visto che la differenza fra il loro rendimento attuale e il costo del capitale sarebbe pi elevata. Torneremo su questo argomento ampiamente nel corso del Capitolo 8.
E/(D + E)
Programmi
di intrattenimento
Vendita al dettaglio
Broadcasting
Parchi divertimenti
Beni immobili
Disney
Bookscape
Aracruz
Banche commerciali
Banche dinvestimento
Deutsche Bank
Costo del
D/(D + E)
capitale netto
Costo
del capitale
82,7%
14,80%
17,30%
4,80%
13,07%
82,7%
82,7%
82,7%
66.67%
81,99%
84,60%
56,83%
36,28%
36,28%
36,28%
16,35%
12,61%
13,91%
12,08%
13,85%
13,05%
10,33%
12,45%
14,65%
12,67%
17,30%
17,30%
17,30%
33,33%
18,01%
15,40%
43,17%
63,72%
63,72%
63,72%
4,80%
4,80%
4,80%
4,80%
4,80%
4,64%
3,74%
4,24%
4,24%
4,24%
14,36%
11,26%
12,32%
9,65%
12,22%
11,75%
7,48%
7,22%
8,01%
7,30%
Cap4.p65
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Riepilogo
In questo capitolo viene descritto il processo di stima dei tassi di attualizzazione nellambito dei modelli di rischio e rendimento descritti nei capitoli precedenti:
Il costo del capitale netto pu essere stimato utilizzando i modelli di rischio e rendimento: il CAPM, in cui il rischio viene calcolato rispetto a un
unico fattore di mercato; lAPM, in cui il costo del capitale netto riflette la
sensibilit a molteplici fattori economici non specificati; il modello multifattoriale, in cui come misura del rischio viene utilizzata la sensibilit a variabili macroeconomiche.
Sia nel CAPM che nellAPM gli input necessari sono il tasso di rendimento
dimenticato che essi sono determinati dalle politiche intraprese dallazienda in termini di struttura finanziaria e operativa.
Il costo del capitale la media ponderata dei costi delle diverse fonti di
finanziamento; i pesi si basano sui valori di mercato di ciascuna componente. Il costo del debito il tasso di mercato a cui limpresa pu prendere
in prestito fondi, corretto per eventuali benefici fiscali.
Il costo del capitale la soglia minima di rendimento accettabile (hurdle
Eser
cizi
Esercizi
1. Hai il compito di stimare il tasso nominale di
rendimento di un investimento privo di rischio
da inserire nel CAPM per una socie cilena.
Quale dei seguenti tassi quello pi appropriato?
2. Le seguenti domande mirano a illustrare quanto sia importante nella stima del rischio da quale punto di vista lo si consideri:
Cap4.p65
145
a) Limprenditore privato
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146
Capitolo 4
Cap4.p65
146
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utilizzando i rendimenti mensili relativi agli ultimi 5 anni, conduca al seguente risultato:
Negli ultimi tempi la societ che stai analizzando ha ricavato il 70% del proprio reddito operativo dal settore siderurgico e il 30% dal settore dei servizi finanziari. Inoltre, ha avuto un
rapporto debito/capitale netto del 150%, e
unaliquota dimposta del 30%.
(0,38)
R quadrato = 15%
Beta medio
Siderurgico
1,18
Servizi finanziari 1,14
Cap4.p65
147
147
Beta medio
D/E medio
Alimentari
Tabacco
0,92
1,17
25%
50%
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148
Capitolo 4
7. Supponi adesso che GenCorp ceda (in contanti) la divisione alimentare al suo valore stimato
di 10 miliardi di dollari.
a. Stima il beta di GenCorp se il ricavato della
vendita viene impiegato per estinguere parte
del debito.
b. Stima il beta di GenCorp se invece il ricavato
della vendita viene investito in titoli di Stato.
c. Infine, stima il beta di GenCorp se il ricavato
della vendita viene impiegato per riacquistare azioni proprie (buy back).
11. A dicembre 1995 le azioni di Boise Cascade avevano un beta di 0,95. Il tasso dei titoli di Stato
a breve allepoca era 5,8% mentre il tasso dei
titoli di Stato a lungo era 6,4%.
a. Stima il rendimento azionario atteso per un
investitore a breve termine nella societ.
9. La SunCoast Inc. una importante societ produttrice di elettrodomestici che sta pensando
di acquistare la MF Capital, unazienda che fornisce finanziamenti a coloro che comprano
elettrodomestici. Allepoca dellacquisizione
La SunCoast Inc. aveva un debito di 100 milioni di dollari e 10 milioni di azioni in circolazione quotate a 50 dollari luna. Il beta
azionario 1,2.
La MF Capital aveva un debito di 100 milioni
di dollari e 5 milioni di azioni in circolazione
quotate a 10 dollari luna. Il beta azionario
0,9.
Cap4.p65
148
a. Supponendo che il beta attuale di 0,95 sia ragionevole, stima il beta unlevered della societ.
b. Quale percentuale del rischio della societ
attribuibile al rischio operativo e quale al rischio finanziario?
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Cap4.p65
149
149
Valore di mercato
del capitale netto
(miliardi di dollari)
Mainframe
Personal Computer
Software
Stampanti
2
2
1
3
Beta
1,10
1,50
2,00
1,00
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Capitolo 4
Azienda variazione %
utile
PharmaCorp
SynerCorp
BioMed
Safemed
variazione %
reddito
operativo
Beta
27
25
23
21
25
32
36
40
1,00
1,15
1,30
1,40
AD Corporation
NYSE
1981
1982
1983
1984
1985
10%
5%
-5%
20%
5%
5%
15%
8%
12%
5%
Cap4.p65
150
c. Tornando agli ultimi cinque anni, come giudicheresti la performance dellAD Corp. rispetto al mercato? (Il tasso medio di rendimento di un investimento privo di rischio relativo al periodo in questione stato del 5%)
d. Supponi ora di essere un investitore non diversificato e che tutto il tuo patrimonio sia
investito nella AD Corporation. Quale pensi
che sia una misura significativa del rischio che
ti sei assunto? Quale percentuale del rischio
riusciresti a eliminare diversificando?
e. La AD sta valutando di cedere una delle sue
divisioni. La divisione in questione ha attivit che rappresentano met del valore contabile della AD Corporation e il 20% del suo
valore di mercato. Inoltre, il beta di tale divisione il doppio del beta medio della AD
Corp. (prima della cessione). Quale sar il beta
della AD Corporation dopo la cessione di questa divisione?
23. Hai effettuato una regressione dei rendimenti
mensili della Mapco Inc., una societ produttrice di petrolio e gas, riseptto allindice S&P
500 ottenendo i seguenti risultati (per il periodo 1991 - 1995):
Intercetta della regressione = 0,06%
Coefficiente della regressione = 0,46
Errore standard del coefficiente = 0,20
R quadrato = 5%
La societ ha in circolazione 20 milioni di azioni
al prezzo attuale di mercato di 2 dollari luna.
La societ ha un debito di 20 milioni di dollari
(e unaliquota dimposta del 36%).
a. Quale rendimento dovrebbe attendersi un
investitore nelle azioni della Mapco, se il tasso dei titoli di Stato a lungo termine il 6%?
b. Quale porzione del rischio di questa impresa
diversificabile?
c. Immagina ora che la Mapco abbia tre divisioni equivalenti in termini di valore di mercato.
La societ progetta di cedere una delle divisioni per 20 milioni di dollari, da utilizzare per
acquisirne unaltra per 50 milioni (i restanti
30 milioni di dollari saranno presi in prestito). La divisione che intende cedere in un
settore con un beta unlevered medio di 0,20,
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d. La societ ha un rapporto debito/capitale netto del 3% ed soggetta a unaliquota dimposta del 40%. Ha intenzione di emettere un
nuovo debito di 2 miliardi di dollari per acquisire unaltra azienda, con il suo stesso livello di rischio. Quale sar il beta dopo
lacquisizione?
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Altro.
R2 = 0,20
Cap4.p65
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Capitolo 4
27. La Time Warner Inc., un conglomerato di aziende che operano nel settore dello spettacolo, ha
un beta di 1,61. Un beta cos elevato dovuto
in parte al debito insoluto connesso al levereged buyout a opera della Time sulla Warner nel
1989, che nel 1995 ammontava a 10 miliardi. Il
valore di mercato del capitale netto della Time
Warner nel 1995 era di 10 miliardi di dollari.
Laliquota dimposta marginale era il 40%.
Cap4.p65
Azienda
Beta
1,40
1,20
1,20
0,70
1,50
Debito
Valore di
(milioni mercato del
di $) capitale netto
(milioni di $)
2500
5
540
8
2900
152
3000
200
2250
300
4000
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Cap4.p65
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153
36. Considera ora di utilizzare lapproccio dei premi di rischio storici per ottenere il premio di
rischio relativo al mercato azionario della Tailandia. Quali sono i problemi in cui incorrerai
utilizzando tale approccio?
37. Per stimare il costo del capitale netto in termini reali dobbiamo ricorrere a un tasso privo di
rischio espresso in termini reali. Rispondi alle
seguenti domande relative al tasso reale privo
di rischio:
a. Perch i tassi reali privi di rischio sono diversi
dai tassi nominali privi di rischio?
b. Supponendo un tasso nominale privo di rischio del 7% e uninflazione attesa del 3%,
stima il tasso reale privo di rischio.
c. In quali circostanze preferiresti fare unanalisi in termini reali piuttosto che nominali?
38. Hai il compito di stimare il costo del capitale
netto di unimpresa di software non quotata.
Hai raccolto dati di societ di software quotate,
ottenendo un beta medio di 1,40; il rapporto
medio debito/capitale netto a valori di mercato
per queste societ il 15%. LR quadrato medio 25%. Laliquota dimposta per tutte le societ fissata al 40%.
a. Stima il beta dellimpresa di software non quotata, supponendo che essa non abbia debito.
b. Come cambierebbe la tua stima se limpresa
decidesse di muovere verso un rapporto debito/capitale netto simile a quello medio nel
settore?
c. Avendo a disposizione il valore contabile del
debito e del capitale netto di questa impresa,
utilizzeresti il rapporto contabile debito/capitale netto per stimare il beta? Perch?
d. Se il proprietario dellimpresa non quotata
avesse investito tutto il proprio patrimonio in
questattivit e non avesse intenzione di vendere limpresa o di quotarla in Borsa, la tua
analisi del rischio sarebbe diversa?
e. E come cambierebbe se invece il proprietario
dellimpresa ti dicesse che ha intenzione di
quotare limpresa lanno prossimo?
39. Hai il compito di stimare il costo del capitale
della societ Allstate Insurance, sulla quale sai
quanto segue:
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Capitolo 4
Il beta 1,20, in base alla regressione dei rendimenti azionari della Allstate rispetto allindice S&P 500.
Oggi il tasso sui titoli di Stato a lungo termine del 6% (tre anni fa era l8%).
a. Utilizza la tabella del rating per ottenere
il costo del debito dellimpresa.
b. Perch il costo del debito diverso dal tasso dinteresse pagato sul debito che figura nei libri contabili?
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Indice di copertura
degli oneri
finanziari
Rating
>12,5
9,50-12,50
7,5 -9,5
6,0-7,5
4,5-6,0
3,5-4,5
3,0 - 3,5
2,5- 3,0
2,0-2,5
1,5-2,0
1,25-1,5
0,8-1,25
0,5- 0,8
< 0,5
AAA
AA
A+
A
A
BBB
BB
B+
B
B
CCC
CC
C
D
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a. Stima il costo del capitale utilizzando il rapporto debito/capitale netto in base al valore
contabile.
b. Stima il costo del capitale utilizzando il rapporto debito/capitale netto in base al valore
di mercato.
c. In quali circostanze il primo approccio ti fornir un costo del capitale pi alto?
plessiva? Quali sono le fonti di rischio (mercato, impresa, settore industriale, valuta)? Come sta cambiando il profilo di rischio della societ?
Quali caratteristiche ha la performance di un investimento nella societ in
questione? Quale rendimento avresti ottenuto investendovi in passato? Sarebbe stato migliore o peggiore rispetto al mercato? Quale percentuale della
performance attribuibile al management?
Quanto rischioso il capitale netto della societ? Perch? Qual il costo
La pagina Bloomberg relativa al calcolo del beta fornisce il beta stimato con rendimenti mensili su due anni rispetto a un indice locale; possibile per cambiare lintervallo
di rendimento (giornaliero, settimanale, annuale) e scegliere un qualunque periodo e indice di riferimento [N.d.C.].
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Capitolo 4
fidenza
Quale porzione del rischio dellazienda attribuibile a fattori di mercato?
na divisione.
Assegna un peso appropriato a ciascuna componente e stima il beta unle-
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Informazione online
Rischio e r
endimento
rendimento
Se siete in possesso di dati mensili (fino a un massimo di 5 anni) relativi ai
prezzi e ai dividendi della societ di cui volete stimare il beta con il metodo
della regressione, lo spreadsheet disponibile nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo capitolo, vi consentir di calcolare beta, alfa e R quadrato (rispetto allindice S&P 500).
In alternativa, potete ottenere il beta delle azioni quotate sui mercati statunitensi sul sito www.dailystocks.com il beta calcolato sulla base di una
regressione di 3 anni di rendimenti mensili rispetto allindice S&P 500 (inserite il ticker e poi, nella sezione Beta, fate clic su Stocksheet).
Per stimare il beta bottom-up, potete utilizzare i beta unlevered medi per
settore industriale negli Stati Uniti raccolti nel booksite. Per ottenere dettagli
sul reddito operativo e lutile generato da unazienda in ciascun settore in cui
attiva, potete consultare lAnnual Report (www.reportgallery.com) e il 10-K
(www.sec.gov/edgarhp.htm) della societ. In tali documenti troverete anche il
valore di mercato del capitale netto e gli input necessari per stimare il valore di
mercato del debito (la scadenza del debito dovrebbe essere fra le note dello
stato patrimoniale, nel 10-K).
Per trovare il rating della vostra societ potete consultare le graduatorie
stilate dalla Standard & Poors, se puoi accedervi. Puoi anche inviare una richiesta di rating via e-mail alla Standard & Poors sul sito www.standardpoor.com/
RatingsActions/ (facendo clic su Ratings Inquiries). Per ottenere il differenziale per rischio di insolvenza (default spread) associato a ciascun rating, potete
ricorrere al dataset disponibile sul nostro booksite, nel quale sono riportati i
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Capitolo 4
default spread (rispetto ai Treasury Bond) per classi di rating. Sempre nel booksite, se volete stimare un rating sintetico, potete consultare la tabella nella
quale sono riportati i rating corrispondenti a ciascun livello dellindice di copertura degli oneri finanziari (interest coverage ratio).
WWW Italia
Per le societ italiane, nel nostro booksite, nella sezione a supporto di questo
capitolo, trovate i beta calcolati sulla base di rendimenti mensili (per 5 anni)
rispetto allindice Mibtel.
Il rating disponibile sul sito www.borsaitalia.it (fate clic su Ratings nella
sezione Intermediari e Investitori), dove troverete anche una descrizione dei
criteri adottati dalle diverse agenzie.
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