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Matrimonio e manus

Parentela e affinità
Incapaci
Personalità giuridica
testo:§ 33-42; 113-122; 243-255

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Matrimonio Nuptiae sunt
coniunctio maris
convivenza et feminae et
consortium omnis
vitae, divini et
humani iuris
communicatio
concubinato
Affectio (Mod.)
maritalis
La concezione
romana è diversa
dalla nostra che
deriva dal diritto
canonico.
È un fatto sociale più che matrimonio
giuridico

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fidanzamento

sponsalia matrimonio

Gli sponsalia:
• originariamente producono vincolo giuridico all’adempimento (è una
vera sponsio).
• divengono quindi semplice promessa di matrimonio, con
conseguenze giuridiche minori; non producono obbligazioni.
• In età tarda si affermano le arrhae sponsaliciae.

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Capo I
Della promessa di matrimonio
Art. 79.
Effetti.
La promessa di matrimonio non obbliga a contrarlo né ad eseguire ciò che si fosse convenuto
per il caso di non adempimento.
Art. 80.
Restituzione dei doni.
Il promittente può domandare la restituzione dei doni fatti a causa della promessa di
matrimonio, se questo non è stato contratto.
La domanda non è proponibile dopo un anno dal giorno in cui s'è avuto il rifiuto di celebrare il
matrimonio o dal giorno della morte di uno dei promittenti.
Art. 81.
Risarcimento dei danni.
La promessa di matrimonio fatta vicendevolmente per atto pubblico o per scrittura privata da
una persona maggiore di età o dal minore ammesso a contrarre matrimonio a norma
dell'articolo 84, oppure risultante dalla richiesta della pubblicazione obbliga il promittente che
senza giusto motivo ricusi di eseguirla a risarcire il danno cagionato all'altra parte per le spese
fatte e per le obbligazioni contratte a causa di quella promessa. Il danno è risarcito entro il
limite in cui le spese e le obbligazioni corrispondono alla condizione delle parti.
Lo stesso risarcimento è dovuto dal promittente che con la propria colpa ha dato giusto motivo
al rifiuto dell'altro.
La domanda non è proponibile dopo un anno dal giorno del rifiuto di celebrare il matrimonio.

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Presupposti del matrimonio
convivenza

Affectio m.

Connubium Età pubere

Consenso
(escluso per i furiosi)

n.b. il matrimonio fra parenti


è generalmente vietato.
E’ vietata la bigamia.
Il mancato rispetto del lutto
vedovile è sanzionato ma Iustae nuptiae
non osta.

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Conseguenze del matrimonio
Honor matrimonii

legittimità dei figli

divieto di donazione fra coniugi

Il marito può agire contro terzi che offendono la moglie

I coniugi non sono tenuti a testimoniare l’uno contro l’altro

Vi è dovere reciproco di fedeltà

Vi sono aspettative successorie

non è applicabile l’actio furti

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adulterio
• Adulterio del marito: • Adulterio della
moglie:
Non è punito
(restituzione della dote Originariamente ius
in caso di divorzio) occidendi.
Dal 18 a.C., con la Lex
Iulia de Adulteriis,
imputazione per
crimen adulterii.
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Scioglimento del matrimonio
Morte (presunta); captivitas; perdita di cittadinanza,
nomina a senatore del marito di liberta; incestum
superveniens. Nei matrimoni sine manu, anche per
volontà del pater della moglie (pratica vietata da
Antonino Pio)

Mancanza di affectio maritalis / interruzione della


convivenza.
“vade foras, res tuas tibi habeto”

Divortium o repudium

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divorzio
• In età repubblicana il divorzio ingiustificato è
sanzionato dal censore.
• In età classica si può dare retentio della dote se a
causare il divorzio è la donna, i termini per la
restituzione sono invece ridotti se a causarlo è il
marito.
• In età postclassica: il divorzio può essere bona gratia
(per scelta della vita claustrale, per grave colpa di un
coniuge, etc.) oppure sine causa. In questo caso vi sono
sanzioni anche molto gravi (fino alla deportatio).
• Inoltre la volontà di divorziare deve essere manifestata
per iscritto.
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regime patrimoniale
gli onera matrimonii devono essere sopportati dal marito
o dal suo pater.
La dote consta di beni o diritti conferiti al marito dalla
moglie (se sui iuris), dal suo p.f. o da un terzo. La dote è
causa negoziale e dall’età tarda è obbligatoria.
la dote entra a far parte del patrimonio del marito o del
suo p.f.: giova ad sustinenda onera matrimonii.
la dote si costituisce con dotis dictio (dichiarazione
solenne con la quale il costituente si obbliga a trasferire la
dote), dotis promissio (stipulatio, vedi contratti) oppure
dotis datio (trasferimento dei beni). Se compiuti prima,
dotis dictio e promissio sono negozi sotto condizione
sospensiva tacita (che avvenga il matrimonio).
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regime patrimoniale
• nel tempo si afferma il principio della restituzione in caso di
scioglimento (anche per morte), se necessario con una
promessa cautelativa (cautio de dote restituenda) o con ricorso
all’actio rei uxoriae (intrasmissibile). La riconsegna è
immediata per le cose infungibili, in tre rate annuali per le cose
fungibili. Vanno anche restituiti gli incrementi dei beni dotali,
salvo quote propter liberos o nel caso di retentio propter
mores, di spese fatte con il consenso della moglie, etc.
• quamvis in bonis mariti dos sit, mulieris tamen est.
• la donazione fra coniugi è vietata (permessa invece la donatio
ante nuptias).
• anche i beni parafernali dovevano essere inventariati e
restituiti in caso di scioglimento.

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Matrimonio e manus
• La conventio in manum può accompagnarsi al
matrimonio.
• senza conventio la moglie conventio in
mantiene il suo status manum

familiae.
• per questo motivo si parla incorporazione nella
di matrimoni cum o sine famiglia del marito

manu.
• La conventio è sempre meno usata
in età classica.
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Convivenza
Affectio maritalis

MATRIMONIO MANUS

COEMPTIO
CONFARREATIO
USUS

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Matrimonio e manus
• effetti della manus:
1. recide legami familiari
2. se sui iuris la donna diviene alieni iuris
3. se il marito è filius familias, è il pater familias
ad acquistare la potestà, acquistando i diritti
di lei. I debiti si estinguono (salvo azione utile
a favore del creditore).
4. la moglie è considerata filiae loco rispetto al
marito. Neptis loco rispetto ev. al suocero,
soror rispetto ai figli.
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costituzione della manus
• confarreatio

• coemptio

• usus

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confarreatio
• formulario determinato (ubi tu Gaius ego Gaia
• dieci testimoni
• presenza del Flamen Dialis e del Pont. Max.
• sacrificio a Iuppiter Farreus, con l’uso di un pane
di farro.
• dexterarum iunctio
• rito obbligatorio per i sacerdoti maggiori;
riservato alle classi elevate.

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coemptio
• adattamento della mancipatio (matrimonio per
compera)
• mancipio dans: la donna se sui iuris, altrimenti
il pater familias.
• mancipio accipiens: il marito

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usus
• matrimonio per usucapione (1 anno, ex XII tab.,
come per le cose mobili).
• può essere bloccato tramite TRINOCTII
USURPATIO.

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estinzione della manus
• per morte
• diffarreatio
• remancipatio
• caduta in schiavitù del titolare
• mutamento di cittadinanza del titolare

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divorzio ed estinzione della manus

la manus si estingue attraverso atti connessi al


divorzio e nello specifico tramite:
diffarreatio
remancipatio
emancipazione + rivendica da parte del padre.

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Politiche sociali e matrimoniali
• Lex Oppia (215 a.C.): limitazioni al lusso.
• Lex Voconia (169 a.C.): limitazione alla
capacità di ricevere per testamento.
• Lex Iulia de maritandis ordinibus (18 a.C.)
• Lex Papia Poppaea (19 d.C.)
Comportano sanzioni per i celibi e vantaggi per le
coppie sposate con figli.
• Lex Iulia de adulteriis (18 a. C.)

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Politiche sociali e matrimoniali

48.5.24 (23) Ulpianus libro primo de adulteriis


pr. Quod ait lex "in filia adulterum deprehenderit", non otiosum
videtur: voluit enim ita demum hanc potestatem patri competere, si
in ipsa turpitudine filiam de adulterio deprehendat. Labeo quoque ita
probat, et Pomponius scripsit in ipsis rebus veneris deprehensum
occidi: et hoc est quod solo et draco dicunt en ergo.
2. Quare non, ubicumque deprehenderit pater, permittitur ei
occidere, sed domi suae generive sui tantum, illa ratio redditur, quod
maiorem iniuriam putavit legislator, quod in domum patris aut mariti
ausa fuerit filia adulterum inducere.
Ius occidendi: il pater f. che sorprende la figlia può uccidere sia
l’adultera che il complice.
Il marito può uccidere unicamente il complice o trattenerlo.
Diversamente è prevista la relegatio in insulam e la publicatio
bonorum.

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Politiche sociali e matrimoniali

• CJ.9.9.4pr.: Imperator Alexander Severus


Gracchus, quem numerius in adulterio noctu deprehensum
interfecerit, si eius condicionis fuit, ut per legem iuliam impune
occidi potuerit, quod legitime factum est, nullam poenam meretur:
idemque filiis eius qui patri paruerunt praestandum est. * alex. a.
iuliano procons. narbonensis. * <a xxx pp. sine die et consule.>

• CJ.9.9.4.1: Imperator Alexander Severus


Sed si legis auctoritate cessante inconsulto dolore adulterum
interemit, quamvis homicidium perpetratum sit, tamen quia et nox
et dolor iustus factum eius relevat, potest in exilium dari. <a xxx pp.
sine die et consule.>

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Politiche sociali e matrimoniali
• CTh.11.36.4
Impp. constantius et constans aa. ad catullinum. oportuerat te publici
instituti respectu confessione detectos legum severitate punire nec frustra
vitam differentum moratorias provocationes admittere, sed delatum adulterii
crimen et quaestionibus athibitis adprobatum pari sceleri immanitate
damnare. quod deinceps in huiusmodi criminibus convenit observari, ut
manifestis probationibus adulterio probato frustratoria provocatio minime
admittatur, cum pari similique ratione sacrilegos nuptiarum tamquam
manifestos parricidas insuere culleo vivos vel exurere iudicantem oporteat.
dat. iiii kal. sept. constantio a. ii et constante caes. conss. (339 aug. 29).

• Art. 587 codice penale Rocco (in vigore dal 1930 e abrogato con la legge
n.442 del 5.8.1981)
"Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto
in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira
determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la
reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette
circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione
carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella".

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Famiglia e parentela

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PARENTELA

In linea retta: ascendenti e discendenti

In linea collaterale: parenti con ascendente comune


padre
padre

figli

Figlio figlio

nipoti

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PARENTELA:

-Parentela di sangue: in linea ascendente o discendente;

-Affinità: fra il coniuge ed i parenti dell’altro coniuge (in linea retta o


collaterale);

-In linea maschile;

-In linea femminile;

-Il rapporto fra coniugi non è parentela ma coniugio.

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Familia: accezioni del termine
• Età arcaica: il termine ha valenza
patrimoniale: vi si fanno rientrare non solo i
familiari sottoposti al pater ma anche i servi,
l’abitazione, gli attrezzi agricoli (in tal senso
la f. è res mancipi).
• Successivamente si passò a distinguere la f.
proprio iure e la f. communi iure.
• è familia anche quella del p.f. non sposato e
senza discendenti, egli è capo e fine della sua
famiglia.
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PARENTELA – FAMILIA PROPRIO IURE

Pater familias

AGNATIO: parentela civile


che prescinde dal sangue.
Moglie Non si estingue alla morte del
In manu pater familias, ma si creano
Figli nuove familiae. Si estingue per
emancipatio, adoptio, conventio
in manum, perdita di libertà e
Mogli cittadinanza.
In manu Ha rilevanza fino al 6° grado.
dei figli nipoti E’ in linea maschile e può
riguardare solo cittadini
Figli romani.
adottivi

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La familia communi iure

pater

Familia communi
filius filius iure: composta di
agnati appartenenti
filius a diverse familiae p.i.

Ciascun filius alla morte del p. diviene


egli stesso p. e crea una f. proprio iure.

In origine la f.c.i. era legata al consortium erctum non citum (consorzio


indiviso dei fratelli dopo la morte del padre).

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la cognatio
• E’ parentela di sangue sia in linea maschile che
femminile, può non coincidere con la agnatio.
• Con il tempo e il dissolversi della famiglia
patriarcale assume sempre maggior rilievo; nel
diritto giustinianeo è parificata all’agnatio
quanto agli effetti giuridici.

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Titolo V cc
Della parentela e dell'affinità
Art. 74.
Parentela.
La parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite.
Art. 75.
Linee della parentela.
Sono parenti in linea retta le persone di cui l'una discende dall'altra; in linea collaterale quelle
che, pur avendo uno stipite comune, non discendono l'una dall'altra.
Art. 76.
Computo dei gradi.
Nella linea retta si computano altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite.
Nella linea collaterale i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti fino
allo stipite comune e da questo discendendo all'altro parente, sempre restando escluso lo stipite.
Art. 77.
Limite della parentela.
La legge non riconosce il vincolo di parentela oltre il sesto grado, salvo che per alcuni effetti
specialmente determinati.
Art. 78.
Affinità.
L'affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge.
Nella linea e nel grado in cui taluno è parente d'uno dei due coniugi, egli è affine dell'altro
coniuge.
.

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CALCOLO DEL GRADO DI PARENTELA

P
p

figli f f
1

n n n n
nipoti
2

Fratelli: 2° grado
3 bisnipoti Zii e nipoti: 3° grado
Cugini: 4° grado

1° 4 trisnipoti

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PRETESE ALIMENTARI

• Riconosciute dall’ordinamento a partire dal I


sec. d.C., per via di cognitio extra ordinem.

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la capitis deminutio
• significa: diminuzione della condizione
giuridica.
• può far perdere gli status di libertà,
cittadinanza e famiglia.
• capitis deminutio maxima: riduzione in
schiavitù.
• capitis deminutio media: perdita della
cittadinanza.
• capitis deminutio minima: modificazione
della posizione familiare (per
emancipazione, adozione, adrogatio).
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la capacità di agire a Roma (quadro
generale)
 Non presuppone la capacità giuridica
 Ne sono esclusi coloro che non hanno capacità di intendere e di
volere: furiosi, prodighi, minori
 Ne sono escluse le donne (levitas animi), che sono anche incapaci
per il diritto pubblico.

Minori di
minori donne Furiosi e prodighi
25 anni (lex Laetoria)

Tutela legittima o
curatela
testamentaria

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la capacità di agire a Roma (2)
• richiede un’età minima (pubertas).
• Veniva accertata con inspectio corporis, da
Giustiniano presunta a 14 anni per i maschi, 12 per le
femmine.
• La Lex Laetoria: è del II sec. a.C. e frutto
dell’espansione commerciale. Istituisce un’azione
penale popolare contro chi avesse raggirato un
minore di 25 anni proponendo un affare svantaggioso.
Per effetto della L.L. i minori di 25 anni divengono
una nuova categoria di incapaci.
• Le donne sono (specie nel periodo più antico)
sostanzialmente prive di capacità di agire.
• Le attività negoziali di soggetti giuridicamente capaci
ma incapaci di agire sono svolte da tutori e curatori.
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la capacità di agire a Roma (3)
• Gli impuberi sono divisi in infantes (fino a
7 anni) e infantia maiores. Questi ultimi
possono compiere autonomamente solo
atti d’acquisto.
• Gli impuberi sui iuris devono essere
sottoposti a tutela.
• E’ un istituto che originariamente ha
funzioni potestative, poi diviene anche di
carattere protettivo.

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tutela

legittima testamentaria dativa


• È tutore • Designazione • Per nomina
l’adgnatus del tutore da pretoria su
proximus parte del sollecitazione
(erede pater nel della madre o
intestato del testamento di altri
pupillo) parenti

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Il tutore
• Interpone l’auctoritas negli atti negoziali
intrapresi dal pupillo infantia maior, integrando
la dichiarazione di volontà del minore.
• In ogni caso il tutore può gestire
autonomamente il patrimonio pupillare.
• E’ progressivamente limitata la sua capacità di
alienare beni pupillari.
• Cessata la tutela il tutore può essere chiamato
a renderne conto, risponde per dolo e colpa dei
pregiudizi arrecati al pupillo ed è convenibile
con azioni infamanti, eventualmente anche
penali.
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La cura minorum
• Per effetto della lex Laetoria chi avesse raggirato un
minore di 25 anni era convenibile con azione penale,
infamante, popolare.
• Oltre a questa, a favore del minore vengono concesse
un’eccezione ed una in integrum restitutio, a
prescindere da un effettivo raggiro, purché il minore
avesse subito pregiudizio patrimoniale.
• Di qui la necessità per gli stessi minori di provvedere
alla nomina di un curatore (designato dal pretore).
• La sua presenza avrebbe reso impossibile per il minore
il ricorso a exceptio o in integrum restitutio. Questo
sistema si depotenzia in età tarda (venia aetatis).

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altri incapaci
• il FURIOSUS: insano di mente (salvo i lucida
intervalla). Non era necessario un atto dichiarativo
della pubblica autorità. I patres furiosi sono
sottoposti ad un curatore che si prenda cura sia
della persona che del patrimonio.
• il PRODIGUS: dilapidatore dei bona paterna
avitaque. E’ riconosciuto tale con decreto pretorio
(interdizione) e assistito da un curatore che si
prende cura unicamente del patrimonio.
• Il curatore può essere legittimo (l’adgnatus
proximus) o nominato dal magistrato.
• I curatori non interpongono l’auctoritas ma
gestiscono sempre direttamente.
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un parallelo moderno
 Art. 414. cc
Persone che possono essere interdette.
 Il maggiore di età e il minore emancipato, i quali si trovano in
condizioni di abituale infermità di mente che li rende incapaci di
provvedere ai propri interessi, sono interdetti quando ciò è
necessario per assicurare la loro adeguata protezione.
 Art. 415.
Persone che possono essere inabilitate.
 Il maggiore di età infermo di mente, lo stato del quale non è
talmente grave da far luogo all'interdizione, può essere inabilitato.
 Possono anche essere inabilitati coloro che, per prodigalità o per
abuso abituale di bevande alcoliche o di stupefacenti, espongono sé
o la loro famiglia a gravi pregiudizi economici.
 Possono infine essere inabilitati il sordomuto e il cieco dalla nascita
o dalla prima infanzia, se non hanno ricevuto un'educazione
sufficiente, salva l'applicazione dell'articolo 414 quando risulta che
essi sono del tutto incapaci di provvedere ai propri interessi.
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La tutela muliebre
• La donna sui iuris compie validamente solo atti di
acquisto, mai atti di disposizione e assunzione di
obbligazioni. Per ciò necessità dell’auctoritas del
tutore (che non gestisce il suo patrimonio).
• Il tutore può essere legittimo, testamentario o
dativo. Già alla fine dell’età repubblicana il tutore
può essere optivus. Ben presto esse potranno
chiedere al pretore di costringere il tutore a
prestare l’auctoritas.
• Per la lex Iulia et Papia Poppaea le donne con tre
figli (quattro se liberte) ottengono lo ius liberorum
(piena capacità).
• Scompare in età postclassica (per legge dal 410).
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Infamia
• per condanna;
• per comportamenti o professioni;
• limitazioni della capacità di diritto pubblico:
non possono rivestire cariche;
• non possono postulare pro aliis, né nominare
cognitores e procuratores né essere tali.
• In taluni casi è limitata la testamenti factio
passiva.

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nascita e morte
• nascita: in diritto romano corrisponde al distacco dal
corpo materno di un soggetto formato (anche se ai
fini successori il concepito nascituro postumo è
considerato come già nato);
• i monstra vel prodigia in età arcaica non sono
riconosciuti come esseri umani. In età tarda vi è
maggior benevolenza;
• Il nascituro è riconosciuto dal padre con l’atto del
tollere liberos;
• solo la condizione della nascita consente di
attribuire qualifiche e vantaggi; es.: a favore del
nascituro erede si prevedeva la nomina di un curator
ventris per conservare i beni che sarebbero divenuti
del nascituro.
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nascita e morte (2)
• se il matrimonio è legittimo segue la
condizione del padre al tempo del
concepimento (anche il postumo).
• diversamente segue la condizione della
madre al tempo della nascita (però per il
principio del favor libertatis, se la madre
schiava è stata libera anche solo un
momento durante la gestazione, il figlio è
libero).

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nascita e morte (3)
• la morte fa cessare la capacità giuridica.

• con la morte i rapporti giuridici si


trasferiscono ai successori o si estinguono.

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Personalità giuridica

• In diritto romano, specie fino all’età


postclassica, pochi enti sono riconosciuti come
dotati di personalità giuridica.

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Lo Stato
• Il populus Romanus Quiritium ha funzioni di
diritto pubblico e internazionale, ma entra in
rapporto anche con singoli e con gruppi (per
vendite, locazioni, etc.)
• Ha comunque posizione sovraordinata.
• Il patrimonio del populus era detto erario (fisco
in età imperiale).

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Municipi
• Municipia: in origine comunità italiche
conquistate dai romani. Debbono prestazioni a
Roma, in cambio di diritti. Dopo la guerra
sociale, sono parte integrante della comunità
romana. Sono equiparati ai privati riguardo
molte attività giuridiche e si servono di
rappresentanti.

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Colonie
• Insieme di cittadini inviati in base ad una legge
su una porzione di territorio occupato
militarmente. Potevano essere romane o latine.
• Avevano una certa autonomia amministrativa e
capacità di diritto privato.

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Sodalitates e collegia
Confraternite con scopi diversi (tipicamente
cultuali e funerari), rette da statuti. Sono
disciplinati da Augusto con la lex Iulia de
collegiis e ricevono progressivamente il
riconoscimento della soggettività giuridica.
Le piae causae, si diffondono in età tarda,
sono costituite per testamento con scopi
duraturi e patrimonio proprio, amministrate da
ecclesiastici..

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