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Giovanni Boccaccio

Nacque nel 1313, probabilmente a Firenze,


da un funzionario della potentissima impresa
finanziaria dei Bardi e da una donna ignota,
si pensa di umile condizione. Figlio
illegittimo, venne riconosciuto dal padre e
avviato agli studi e a una vita agiata, quando
il padre si trasfer a Napoli alla raffinatissima
corte di Roberto dAngi. Qui conobbe
importanti studiosi e letterati, approfond le
sue conoscenze dellopera di Dante, lesse le
opere giovanili di Petrarca e cominci a
comporre lui stesso in versi. Nel 1340 fu
costretto a ritornare a Firenze dove entr in
contatto con altri intellettuali come lui e
continu a dedicarsi alla letteratura. Nel
1348 si scaten a Firenze una grave
epidemia di peste e Boccaccio visse questa
drammatica esperienza, che troveremo
riportata nel Decameron, lopera a cui lavor
negli anni successivi. Gli ultimi anni della sua
vita sono segnati da difficolt economiche,
crisi religiose e problemi di salute.
Mor a Certaldo, presso Firenze, nel 1375.
Lopera di Boccaccio fu per secoli il modello
della prosa narrativa, in particolare della
novella. La sua opera pi famosa e pi bella,
ilDecameron, raccoglie novelle diverse, che
hanno dotato la letteratura italiana di un
linguaggio in prosa ricchissimo, elegante e
vivace.

Raccolta di cento
novelle
IL DECAMERON (1348-1353)
raccontate in
dieci giorni
Sette fanciulle e
tre fanciulli
Peste a Firenze
(1348)
Dieci argomenti
Narratore
variabile

Nel proemio Boccaccio delinea il fine e i


destinatari della sua opera: il Decameron
destinato alle donne che amano e vuole
intrattenere un pubblico raffinato ed elegante. Un
ruolo fondamentale viene rivestito dallamore.

La peste ha costretto i giovani a rifugiarsi in


campagna. La cornice rispecchia il motivo
fondamentale dellopera, ovvero il fatto che luomo,
con la sua forza e intelligenza, sa opporsi al caos
imponendo un ordine armonioso alla realt.

Peste nera 1348

Armonia nella cornice

DECAMERO
N

Intellige
nza

Pu e deve
regolare ogni
scelta di vita.
Nell opera gli
intelligenti
riescono con un
colpo di
ingegno e
astuzia. La

Fortuna
Grande antagonista dellindustria
umana. un complesso
accidentale di fenomeni naturali e
agenti sociali, che pu incidere
positivamente o negativamente
sulla vita delluomo.

Amore

Forza sana e
positiva che
non va n
frenata n
repressa.
Soffocarla pu
provocare
sofferenza e

AMORE
Assume una prospettiva laica e
terrena in una concezione
naturalistica che anticipa
quella che sar propria del
Rinascimento. Lerotismo e la
sensualit sono privi di malizia e
di oscenit.

vs

Dante ha una visione


ascetica dellamore per la
donna che viene considerata
unintermediaria tra luomo e
Dio.

Tancredi e Ghismunda
Tancredi, principe di Salerno, un signore di
indole benigna; ha una figlia, di nome Ghismunda,
di bellaspetto, forte e saggia. Un giorno questa si
innamora di uno scudiero del padre, chiamato
Guiscardo, uomo umile, ma nobile per virt; il
giovane ne lusingato e allo stesso modo si
innamora di lei. In tal modo la ragazza cerca di
manifestare il suo amore in modo malizioso e il
giorno dopo gli scrive una lettera con la quale gli
suggerisce di andare in una grotta, da molto
tempo disabitata, dove possono incontrarsi senza
essere visti da Tancredi.
I due continuano a vedersi nella grotta di giorno
in giorno finch la fortuna si mostra contraria;
infatti un giorno Tancredi scopre la verit ma
allinizio decide di tacere. La volta seguente
manda due servi ad arrestare Guiscardo, il quale
viene portato al suo cospetto dove Tancredi lo
svergogna. In quel momento Ghismunda piange
la cattura dellamante ma con grande coraggio
svela al padre il suo amore per Guiscardo e lo
difende con forte decisione. Ma Tancredi,
nonostante riconosca la grandezza danimo della
figlia, non le crede e ordina ai servi di giustiziare
Guiscardo e di portargli il suo cuore. Il giorno
seguente Tancredi mette il cuore di Guiscardo in
una coppa doro con acqua avvelenata e lo pone
alla figlia che lo beve e muore. Tancredi, con le
lacrime agli occhi, decide di seppellire i due
amanti nello stesso sepolcro.

LINGUA E STILE
Il narratore eterodiegetico (in
quanto la voce del narratore fuori
campo) ed onnisciente (in quanto sa
tutto riguardo la storia, personaggi e
fine della vicenda).

v
s

In Dante il narratore
omodiegetico (in quanto si
identifica con un personaggio).

La lingua di Boccaccio ricca di latinismi,


francesismi, termini tecnici ed espressioni
popolaresche. Nel discorso autoriale la voce
narrante utilizza uno stile elevato e un tono
aulico, mentre nelle voci dei personaggi lo
stile cambia adattandosi alle loro condizioni
sociali, agli argomenti ed alle situazioni.

Boccaccio nel cinema

La molteplicit degli argomenti ha reso il


Decameron oggetto di una vasta produzione
cinematografica. Nel 1912 il regista italiano
Gennaro Righelli realizza un suo Decameron, film
muto, tratto da tre novelle. Nel 1924 viene
realizzata una pellicola in inglese (dal titolo
Decameron Nights), ripresa nel 1953 dal regista
Hugo Fregonese in un omonimo film in cui il
riferimento boccacciano un puro pretesto per
narrare le storie damore pi provocanti di tutti i
tempi. Solo negli anni 70 registi di grosso calibro
riscopriranno e valorizzeranno lopera di
Boccaccio. Il film Boccaccio 70 in cui cooperano
mostri sacri del cinema come Vittorio De Sica,
Federico Fellini , Luchino Visconti e Mario
Monicelli, trae spunto dallo scrittore trecentesco
per riflettere sul moralismo e perbenismo
dellItalia degli anni 70. Ma la trasposizione
cinematografica pi interessante e controversa
quella che il regista Pierpaolo Pasolini realizz
nel suo Decameron del 1971 in cui il regista non
esita a mostrare nudit dei corpi e atti sessuali,
presentando immagini crude e scene audaci che
fecero gridare allo scandalo. La sensibilit di
Pasolini appare per distante da quella di
Boccaccio perch allinnocenza del sesso, si
sostituisce un gusto decadente del brutto e del
degradato. Segu poi una vasta produzione di una
cinematografia pornografica di scarso valore
artistico e di vaga e superficiale ispirazione
boccacciana: il sottogenere Decamerotico.

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