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ELETTROLOGIA

ELETTROSTATICA
ELETTRODINAMICA
CONDUZIONE ELETTRICA SOLUZIONI
MAGNETISMO
ELETTROMAGNETISMO
INDUZIONE ELETTROMAGNETICA
CORRENTI ALTERNATE
TRASFORMATORI-DINAMO-ALTERNATORI
MOTORI ELETTRICI
STRUMENTI DI MISURA DELLE
GRANDEZZE ELETTRICHE
CIRCUITI ELETTRICI
CONDUZIONE ELETTRICA NEL GAS E
VUOTO
ONDE ELETTROMAGNETICHE









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ELETTROSTATICA

INDICE:

Carica elettrica
Durata delle propriet di elettrizzazione
Tipi di elettrizzazione
Protoni ed elettroni
Corpi carichi o neutri Squilibrio della carica elettrica
Isolanti e conduttori
Elettrizzazione per contatto conservazione della carica
Elettrizzazione per induzione
Induzione elettrostatica e separazione permanente della carica Messa a terra
Strumenti di indagine qualitativa Elettroscopio a foglie
Uso dellelettroscopio

LA FORZA ELETTRICA
LA LEGGE DI COULOMB
Definizione operativa della grandezza fisica carica elettrica
Unit di misura della carica elettrica
Numero di cariche elementari nellunit di misura della carica
Analisi dimensionale della legge di Coulomb e della costante elettrica K
La legge di Coulomb e la costante dielettrica
Alcuni valori della costante dielettrica relativa
ESERCIZI LA LEGGE DI COULOMB
Le forze di induzione elettrostatica
Elettroforo di Volta

IL CAMPO ELETTRICO
Introduzione
Analisi della legge di Coulomb
La legge di Coulomb dal punto di vista tridimensionale
Lattrazione o repulsione Coulombiana Curvatura dello spazio
Lazione a distanza e il movimento delle cariche
IL CAMPO ELETTRICO
La definizione di campo elettrico
Analisi dimensionale della grandezza campo elettrico
Campo elettrico e gravitazionale analogia
Linee di flusso linee o superfici di livello o equipotenziali
Linea di flusso linea di forza
Linee di flusso passanti per un segmento del piano
Tubi di flusso
Linee e tubi di flusso analogia con il campo gravitazionale
Linee o superfici di livello (equipotenziali)
Principali tipologie di campo elettrico
Campo radiale
Campo bipolare
Campo uniforme condensatore
Rappresentazione grafica dellintensit di campo principio di Faraday
Analogia con un tubo di flusso di una corrente dacqua
Campo elettrico generato da un dipolo

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Campo elettrico generato da una carica distribuita su un filamento rettilineo di
Lunghezza infinita
Campo elettrico generato da una carica distribuita su anello di raggio R
Campo elettrico generato da una carica distribuita su un disco circolare
o lastra piana.
ESERCIZI CAMPO ELETTRICO

Derivata di una grandezza scalare rispetto ad una direzione Gradiente di uno scalare
Derivata direzionale della funzione U rispetto alla normale

FLUSSO DL CAMPO ELETTRICO
Flusso di un campo elettrico variabile su superficie estesa Integrale di superficie
LEGGE DI GAUSS
Campo radiale e sfera Gaussiana con centri coincidenti
Campo radiale e sfera Gaussiana con centri non coincidenti
Legge di Gauss Caso di simmetria cilindrica Densit lineare di carica
Legge di Gauss Caso di simmetria piana densit superficiale
Una sola lamina piana, sottile ed isolante
Due lastre piane, sottili e conduttrici
Legge di Gauss Caso di simmetria sferica Strato sferico di carica
Legge di Gauss Caso di simmetria sferica Volume sferico di carica
Teorema di Coulomb Densit superficiale e campo elettrico
Teorema di Coulomb

Flusso uscente da una superficie chiusa Divergenza del campo elettrico
Legge di Gauss in forma differenziale
ESERCIZI FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO E LEGGE DI GAUSS

LENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA POTENZIALE ELETTRICO
Lenergia potenziale di un campo radiale
Differenza di energia potenziale elettrostatica del campo radiale
Lenergia potenziale infinitesima e le regole dintegrazione
Campo di forze conservativo
Energia potenziale elettrostatica per uno spostamento qualsiasi
Energia potenziale per un percorso chiuso
Energia potenziale in un campo generato da pi cariche
IL POTENZIALE ELETTROSTATICO
IL POTENZIALE
DIFFERENZA DI POTENZIALE
Il movimento delle cariche elettriche per effetto del potenziale
Unit di misura del potenziale il Volt
Potenziale in un punto di un campo, prodotto da pi cariche
Linee e superfici equipotenziali
Caso generale
Superfici equipotenziali del campo radiale
Superfici equipotenziali in un campo uniforme
RELAZIONE TRA CAMPO ELETTRICO E POTENZIALE
ESERCIZI ENERGIA POTENZIALE E POTENZIALE ELETTROSTATICO




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CAPACITA ELETTRICA
Introduzione Analogia con il potenziale del campo gravitazionale
Capacit elettrica di una sfera conduttrice
Capacit elettrica
Unit di misura della capacit
Determinazione del raggio di una sfera avente capacit di 1 Farad
Determinazione della capacit di un sfera di raggio 1 metro
Sottomultipli del Farad
Condensatore Conduttore isolato dallambiente esterno
Condensatore Conduttore non isolato dallambiente esterno
Condensatore Principio di funzionamento Condensatore piano
Definizione di nuove unit di misura per la costante dielettrica
Condensatore cilindrico
Condensatore sferico
Lenergia elettrostatica del condensatore
ESERCIZI CAPACITA ELETTRICA CONDENSATORI
Condensatori impiegati nella tecnica
Simbologia adottata per la rappresentazione dei condensatori
Leggi di collegamento dei condensatori
Condensatori in parallelo
Condensatori in serie
ESERCIZI LEGGI DI COLLEGAMENTO IN SERIE E PARALLELO
Condensatore in presenza di un dielettrico
Tensione massima nel dielettrico Potenziale disruptivo
Laspetto atomico dei dielettrici
Momento torcente su un dipolo e polarizzazione dei dielettrici


























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ELETTROSTATICA

CARICA ELETTRICA:
La definizione della grandezza fisica carica elettrica parte dalla scoperta, gi in essere sin dai
tempi antecedenti limpero romano, che alcuni materiali, opportunamente trattati, acquistano la
propriet di attrarre a s oggetti di massa estremamente piccola.
Pezzi minuscoli di carta, crine, piume ecc. ecc, sono attirati sia da materiali resinosi quanto da
materiali vetrosi nel caso in cui questi, siano stati, in precedenza, opportunamente strofinati con
panni di lana o materiali similari.
Il vetro e la resina fossile (ambra) costituiscono i principali rappresentanti rispettivamente della
famiglia di materiali vetrosi e di quella dei resinosi.
Il fenomeno di attrazione dei corpuscoli da parte di detti materiali prende il nome di attrazione
elettrostatica; i corpi vetrosi o resinosi, responsabili di tale attrazione, si dicono elettrizzati o
dotati di carica elettrica; il trattamento che tali materiali devono subire per assumere le
caratteristiche descritte definito elettrizzazione per strofinio proprio in virt dellazione
necessaria per generare una carica elettrica, cio lo sfregamento con un panno di lana o materiali
similari.
Oltre al vetro e alla resina fossile, le propriet di elettrizzazione per strofinio sono comuni anche a
materiali tipici del nostro uso quotidiano come la plastica ed in generale i polimeri (polistirolo,
materiali sintetici ecc. ecc.).





Figura 1 FENOMENO DATTRAZIONE ELETTROSTATICA

DURATA DELLE PROPRIETA DI ELETRIZZAZIONE:
Le propriet di elettrizzazione dei materiali vetrosi o resinosi non sono permanenti, essi hanno,
infatti, una spiccata tendenza a perdere tale caratteristica dopo intervalli di tempo piuttosto brevi.
E quindi consuetudine affermare che stato di elettrizzazione rappresenta un fenomeno transitorio,
mentre, il fenomeno di perdita delettrizzazione rappresenta il cammino inverso che conduce ad una
completa scarica o, in altre parole, allo stato naturale o elettricamente neutro.
La durata del periodo di elettrizzazione per strofinio, generalmente breve, dipende soprattutto dai
materiali posti a contatto con il corpo elettrizzato ed, in particolare da alcune loro caratteristiche
elettriche.In ogni caso lelettrizzazione per sfregamento, come si vedr pi avanti, non comporta
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generalmente una diminuzione o un aumento delle particelle interne ai corpi ma, piuttosto, una
modificazione geometrica della forma molecolare ed una conseguente diversa distribuzione delle
propriet elettrostatiche dei materiali.
Si dir pi avanti che materiali amorfi come il vetro e la resina fossile subiscono il fenomeno
delettrizzazione per effetto di polarizzazione molecolare.
Un corpo che non presenta fenomeni dovuti allelettrizzazione definito elettricamente neutro o
pi semplicemente neutro.

TIPI DI ELETTRIZZAZIONE:
La scoperta del fenomeno dattrazione elettrostatica e di carica per strofinio, tipica dei materiali
anzidetti, stata subito seguita dalla constatazione che i materiali vetrosi e resinosi si comportano
elettricamente in modo opposto. Sia il vetro che lambra hanno la capacit di esercitare forze
attrattive a distanza su piccoli corpuscoli ma, mentre tra due oggetti elettrizzati di tipo diverso
(vetro-ambra) continua a manifestarsi una forza attrattiva, tra due oggetti elettrizzati dello stesso
tipo si manifesta una forza repulsiva.
Risulta cos evidente che le caratteristiche elettriche dei due materiali sono uguali ma
sostanzialmente di tipo opposto.
Due bacchette di vetro, elettricamente cariche per strofinio, hanno una tendenza a respingersi che
tanto pi evidente quanto pi esse sono ravvicinate.
Lo stesso succede, quando sono due bacchette dambra ad essere vicine.
Al contrario, avvicinando una bacchetta di vetro ad una dambra, si osserva un fenomeno
dattrazione reciproca.
Per contraddistinguere i due tipi dazione, tra loro opposti, si utilizzano comunemente i segni
algebrici positivo e negativo.
La carica elettrostatica caratteristica del vetro e di tutti i materiali vetrosi definita,
convenzionalmente, di tipo positivo mentre quella caratteristica dellambra e dei materiali
resinosi di tipo negativo.
Sar carico negativamente quel materiale che si comporta da materiale resinoso, positivo quando si
comporta da materiale vetroso.

+ +

+

Figura 2 CARICHE POSITIVE E NEGATIVE FORZE DATTRAZIONE E REPULSIONE

PROTONI ED ELETTRONI:
Una volta definita la convenzione di segno che si utilizzer normalmente per contraddistinguere la
tipologia di carica elettrica, risulta relativamente agevole riconoscere in due componenti atomici di
base, le caratteristiche elettriche simili ora ai materiali vetrosi, ora ai materiali resinosi.
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Lelettrone possiede una carica elettrica permanente del tutto simile a quella posseduta per
definizione dai materiali resinosi.
La carica elettrica dellelettrone dunque negativa in quanto esso si comporta elettricamente in
modo analogo alla resina fossile.
Il protone possiede al contrario una carica positiva e si comporta quindi come un materiale vetroso.
Il neutrone, come indicato dallo stesso nome, elettricamente neutro e, di conseguenza, non
soggetto a forze attrattive o repulsive di tipo elettrico.
Malgrado la grandezza dellelettrone e del protone e le quantit di massa che li contraddistinguono
siano completamente diverse (la massa del protone riconosciuta circa duemila volte maggiore di
quella dellelettrone), essi posseggono lo stesso valore di carica elettrica cio di elettrizzazione.
Il valore numerico che contraddistingue la carica elettrica dellelettrone e del protone, a parte la
diversit di segno, convenzionalmente riconosciuto come la pi piccola carica elettrica esistente.
Convenzionalmente si indica:

e Carica negativa elementare dellelettrone


+
p Carica positiva elementare del protone

Il valore numerico delle due cariche uguale ma di segno opposto.
Considerato che, comunque, il segno algebrico della carica complessiva resta stabilita dal numero di
elettroni in eccesso o in difetto, opportuno fare sempre riferimento alla carica elettrica
dellelettrone.

CORPI CARICHI O NEUTRI - SQUILIBRIO DI CARICHE ELEMENTARI
Considerato che ogni corpo, di qualsiasi tipo e specie, essenzialmente composto da particelle
atomiche dotate di carica elettrica elementare permanente, e che ognuna di esse, a seconda che sia
un elettrone o un protone, possiede una uguale carica elettrica di segno positivo o negativo, si pu
ragionevolmente definire come un corpo NEUTRO quello che possiede in ugual misura i due tipi
di carica o, pi semplicemente, quello che possiede lo stesso numero di protoni e di elettroni.
In questo caso la neutralit elettrica si manifestata dallassenza di forze elettrostatiche generate
dal corpo stesso.
In generale ed in condizioni normali ogni atomo possiede un ugual numero di protoni ed elettroni ed
quindi evidente che la normalit estesa a tutti gli atomi ci permette di associare lidea della
neutralit.
Se, per qualche motivo, si genera uno squilibrio tra il numero di protoni ed elettroni , di
conseguenza, alterato lo stato di neutralit.
Il corpo presenta una deviazione dalla normalit elettrica ed quindi carico.
Le molecole composite nelle quali si manifesta la mancanza o leccesso di elettroni rispetto alle
condizioni normali, sono comunemente definite ioni.
Se lo squilibrio a favore del numero delettroni, la carica elettrica sar negativa, viceversa, se lo
squilibrio a favore del numero di protoni, sar positiva.

Alcune osservazioni importanti:

Le nostre conoscenze attuali ed il livello della sperimentazione ci permettono di stabilire che
le particelle atomiche contenute nel nucleo non possono essere rimosse dallo stesso se non
in condizioni molto particolari (reazione di fissione nucleare generata dal bombardamento
del nucleo con neutroni provenienti dallesterno).
Da questa constatazione si pu trarre la conclusione che un eventuale squilibrio di cariche
elettriche non pu essere ottenuto mediante la riduzione dei protoni positivi ma solo
variando il numero di elettroni.
Se il numero di elettroni aumenta saremo in presenza di un corpo complessivamente
negativo, se diminuisce, di un corpo complessivamente positivo.

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Dopo aver stabilito che il valore numerico della carica elettrica posseduta dallelettrone
quello pi piccolo in assoluto e che la carica elettrica generata dallo squilibrio di elettroni
rispetto al numero costante dei protoni, evidente che il valore numerico della carica
elettrica complessiva posseduta dal corpo dipende unicamente dal numero delettroni
mancanti o in eccesso rispetto alle condizioni di neutralit per quel corpo.
Anticipando la simbologia che si adotter in seguito:

= e n Q

Con:
Q Valore numerico del grado delettrizzazione o CARICA ELETTRICA
n Numero delettroni in eccesso o in difetto

e Valore elementare della carica elettrica dellelettrone



La grandezza del valore numerico della carica elettrica posseduta da un corpo quindi
indipendente dalle dimensioni dello stesso.
Corpi di piccole dimensioni posseggono una grande carica elettrica se lo squilibrio di
elettroni rispetto ai protoni grande.
Naturalmente deve valere anche il contrario.

Ogni condizione di squilibrio rappresenta una deviazione dallo stato naturale ed quindi
ovvio, gi come avviene per i fenomeni meccanici e termici, che anche la carica elettrica
abbia la tendenza ad annullarsi riportando il corpo alla stato neutro.

+ + +



Figura 3 CORPO NEUTRO CORPI POSITIVI E NEGATIVI

MATERIALI ISOLANTI E CONDUTTORI:
Stabilire che la carica elettrica dipende dal numero di elettroni in difetto o in eccesso significa
ammettere la possibilit di poter variare a piacere il loro numero allinterno della struttura atomica
della materia che costituisce i corpi.
La possibilit di poter estrarre o inserire elettroni dipende essenzialmente dal tipo di legame
molecolare e dalla posizione occupata dalle particelle negative allinterno dellatomo.
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Sostanzialmente possibile interagire con gli elettroni dotati di elevata energia cinetica e costretti,
per questo motivo, a rimanere distanti dal proprio nucleo risentendo, di conseguenza, di una scarsa
attrazione.
Questi elettroni sono debolmente legati e posseggono una relativa libert di spostamento allinterno
della struttura molecolare.
Essi sono definiti elettroni di conduzione.
Solitamente gli elettroni di conduzione sono numerosissimi nel caso in cui il corpo sia costituito da
elementi chimici ad elevato numero atomico.
Tutti i metalli posseggono un elevato numero atomico e una grande quantit di elettroni liberi, cio
elettroni di conduzione, per i quali relativamente semplice lestrazione o linserimento.
Al contrario, nelle sostanze vetrose e resinose, anche in virt del tipo di legame molecolare che le
caratterizza, tutti gli elettroni sono fortemente legati alla struttura atomica.
Per questo motivo in tali sostanze non compaiono elettroni di conduzione e non quindi possibile
modificare lo stato di neutralit elettrica modificando il numero di elettroni.

Lelevato numero di elettroni di conduzioni rende agevole sia la possibilit di generare una carica
elettrica statica sia il passaggio dinamico di cariche elementari da un punto ad un altro.
Le sostanze dotate di elevato numero di elettroni di conduzione sono definite CONDUTTORI.
Rappresentanti fondamentali della famiglia dei conduttori sono tutti i metalli.

Le sostanze amorfe, vetrose, resinose e tutte quelle scarsamente dotate di elettroni liberi, sono
definite ISOLANTI o dielettrici.
Il vetro, la resina, i materiali sintetici sono quindi ottimi isolanti elettrici
Per quanto riguarda il fenomeno delettrizzazione per strofinio, tipico delle sostanze vetrose e
resinose, quindi fortemente isolanti, si pu dire che esso non pu essere causato dalla modifica del
numero delettroni in quanto fortemente legati ai loro atomi o molecole ma ad un fenomeno
definito di POLARIZZAZIONE MOLECOLARE.
Sostanzialmente lo strofinio provoca la modifica dellorientamento molecolare sino alla
deformazione delledificio atomico inizialmente caotico per ricondurlo in un'unica direzione.
Ci provoca la formazione di due poli elettrici di segno contrario e una conseguente carica elettrica
apparente di spostamento, senza squilibrio del numero di cariche.

La famiglia dei CONDUTTORI elettrici poi classificata in funzione del grado di efficienza, nel
modo seguente:

Conduttori metallici o di prima classe.
Sono i metalli e molte leghe metalliche. Danno luogo a conduzione metallica; il flusso di
carica elettrica (corrente elettrica) dovuto al moto degli elettroni di conduzione, capaci di
passare dalluno allaltro atomo metallico. Gli atomi privi di uno o pi di questi elettroni
costituiscono degli ioni positivi, che restano fermi o quasi durante la conduzione elettrica
metallica.

Conduttori elettrolitici o di seconda classe.
Sono particolarmente le soluzioni e i Sali fusi. Danno luogo a conduzione elettrolitica; il
flusso di cariche elettriche (elettricit) dovuto al moto di porzioni di molecole cariche
positivamente (ioni positivi o cationi) e cariche negativamente (ioni negativi o anioni).
Il movimento degli ioni elettrolitici assoluto in quanto entrambi i tipi si muovono nella
stessa direzione ed in verso apposto attirati da poli elettrici contrari.

Conduttori gassosi.
Negli aeriformi sa ha conduzione gassosa. Il flusso di cariche elettriche dovuto, di regola,
al moto di ioni gassosi, talvolta anche al moto di elettroni liberi. Uno ione gassoso
costituito da una molecola che ha perso o acquistato uno o pi elettroni.

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Semiconduttori.
Sono sostanze solide, cristalline, nelle quali presente una lieve conduzione elettrica, il cui
carattere, in definitiva, ancora elettronico ma accompagnato da alcune propriet specifiche
tra cui, di particolare importanza, lasimmetria direzionale del flusso elettronico.
In pratica, nei semiconduttori, il flusso elettronico direzionale permesso in un solo verso.
Nel verso opposto i semiconduttori si comportano come un perfetto isolante.


ELETTRIZZAZIONE PER CONTATTO PRINCIPIO DI CONSERVAZIONE DELLA CARICA
E un fenomeno molto evidente specialmente nel caso di conduttori metallici ed riconducibile ed
assimilabile al principio di conservazione dellenergia e al secondo principio della termodinamica
ove affermato che il calore si propaga e si trasmette da un corpo pi caldo ad un corpo freddo.
Il fenomeno di elettrizzazione per contatto meglio interpretabile se paragonato a tutti i fenomeni
fisici durante i quali ricercato lequilibrio.
Lelettrizzazione per contatto il risultato della ricerca, da parte dei corpi interessati ed interagenti,
dellequilibrio elettrostatico.
In altre parole:

Quando un corpo elettricamente squilibrato (carico) posto a contatto con un corpo neutro,
avviene spontaneamente un passaggio di cariche tale da permettere il raggiungimento di una
nuova situazione in cui diminuito lo squilibrio nel corpo carico ed aumentato nel corpo
neutro.
Il risultato finale una nuova situazione in cui la differenza di carica elettrica tra i due corpi
si ridotta.
Il fenomeno avviene spontaneamente ed valido il principio di conservazione della carica
elettrica.
La quantit di carica posseduta complessivamente dai due corpi si mantiene costante e pari
alla carica posseduta prima del contatto.

Cos, ad esempio, se un corpo dotato di una quantit di carica positiva (difetto di elettroni) posto a
contatto con uno o pi corpi elettricamente neutri, si verifica un trasferimento di elettroni che tende
a riportare allo stato neutro il corpo positivo.
Gli elettroni sono estratti dal corpo neutro dallazione elettrostatica attrattiva esercitata dal corpo
carico.
Lestrazione ed il passaggio di elettroni determina la riduzione della carica elettrica positiva
originale (diminuisce lo squilibrio), ma, nel contempo, genera un nuovo squilibrio nel corpo che in
origine era neutro.
Alla fine, dopo il contatto, entrambi i corpi posseggono una carica elettrica positiva ed il fenomeno
quindi assimilato ad un trasferimento di carica con mantenimento del valore originale.
Al contrario, ponendo a contatto un corpo negativo (eccesso di elettroni) con uno o pi corpi neutri,
si ha una passaggio di elettroni dal corpo carico ai corpi neutri.
I corpi, in origine neutri, assumono una carica negativa tanto pi grande quanto pi elevato il
numero di elettroni trasferito, mentre, il corpo in origine negativo, riduce il valore della carica
originale.
Si ha in questo caso un trasferimento permanente di cariche negative.
La quantit di carica trasferita da un corpo carico ad uno neutro o diversamente carico dipende
essenzialmente dalla forma dei corpi.
Teoricamente, nel caso di corpi dimensionalmente uguali, le carica dimezzata.
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+ +
+
+
++
+
+ e

e
+
+
+
+
1
2
3
3
2
1



Figura 4 ELETTRIZZAZIONE PER CONTATTO


ELETTRIZZAZIONE PER INDUZIONE
Un altro modo per elettrizzare un corpo conduttore quello di provocare la separazione delle
cariche positive e negative gi possedute inizialmente.
Si tratta di una separazione transitoria determinata essenzialmente dallo spostamento delle cariche
negative mobili (gli elettroni di conduzione) solitamente attratte o respinte rispettivamente da
polarit positiva o negativa esterna.
Il risultato di tale attrazione o repulsione la concentrazione delle cariche negative ad unestremit
del conduttore e la conseguente concentrazione per difetto delettroni delle cariche positive dalla
parte opposta.
Il corpo quindi polarizzato dalla presenza di un polo positivo e di un polo negativo ma, il
numero di cariche elettriche originali non modificato.
Linduzione quindi una forzatura transitoria che modifica lo stato delle cariche ed provocata
dallattrazione elettrica dovuta alla presenza ravvicinata di un altro corpo elettricamente squilibrato.
Il responsabile dellinduzione definito induttore o inducente mentre il corpo che la subisce
definito indotto.
Linduzione o polarizzazione della materia scompare ritorno allo stato neutro - se cessa lazione
dellinduttore oppure, in generale, se lindotto e linduttore sono allontanati luno dallaltro.
Leffetto dinduzione su di un conduttore neutro (ad esempio un metallo) si manifesta ogni
qualvolta gli avvicinato un corpo (conduttore o isolante polarizzato) carico.

Corpo induttore positivo:
Avvicinando ad unestremit del corpo neutro un induttore positivo (corpo conduttore
caricato positivamente, estremit positiva di un isolante polarizzato oppure estremit
positiva di un conduttore polarizzato), gli elettroni di conduzione contenuti nel corpo neutro
si spostano, per attrazione elettrica, verso la parte positiva dellinduttore.
Il corpo inizialmente neutro quindi polarizzato con il polo negativo verso linduttore.
La polarizzazione indotta scompare se i due corpi sono allontanati, ovvero se cessa lazione
elettrostatica dellinduttore.
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+
e

+
+
+
+
+
+
INDUTTORE POSITIVO
INDOTTO INIZIALM. NEUTRO
POLO NEGAT.
POLO POSIT.
SOSTEGNO ISOLANTE
INDOTTO INIZIALM. NEUTRO
+
+
+ e

POLO POSIT.

+
+
+
e
e

SOSTEGNO ISOLANTE
POLO NEGAT.

+
+
+
+
+
+

POLARIZZATO
INDUTTORE POSITIVO

Figura 5 INDUTTORE POSITIVO (PERMANENTE O POLARIZZATO TRANSITORIO)


Corpo induttore negativo:
Il fenomeno analogo al precedente con la differenza che gli elettroni si allontanano
dallinduttore trasferendosi allestremit pi distante dellindotto.

INDUTTORE NEGATIVO
INDOTTO INIZIALM. NEUTRO
POLO NEGAT. POLO POSIT.
SOSTEGNO ISOLANTE
INDOTTO INIZIALM. NEUTRO
SOSTEGNO ISOLANTE
INDUTTORE NEGATIVO

+
+ +
+
+
+
POLARIZZATO
+
+
+
+
+
+

e

e


e
e

e
e

e
+
+
+
+
+
+
POLO POSIT. POLO NEGAT.

Figura 6 - INDUTTORE POSITIVO (PERMANENTE O POLARIZZATO TRANSITORIO)

La formazione di poli dinduzione contrapposti sul corpo inizialmente neutro chiaramente visibile
dal movimento del pendolino elettrico (piccola sferetta caricata positivamente o negativamente e
appesa ad un filo leggero) posto nelle vicinanze delle estremit del corpo.
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e
e

INDUTTORE NEGATIVO
INDOTTO INIZIALM. NEUTRO
POLO NEGAT. POLO POSIT.
SOSTEGNO ISOLANTE
+
+
+
+
+
+

e

e
+
+
+
+
INDOTTO INIZIALM. NEUTRO
POLO NEGAT.
INDUTTORE POSITIVO
+
SOSTEGNO ISOLANTE
POLO POSIT.
+
+
+
e

+
+
+
+
e
e

+
+

Figura 7 AZIONI ELETTROSTATICHE SU UN PENDOLINO POSITIVO



INDUZIONE ELETTROSTATICA E SEPARAZIONE PERMANENTE DELLE CARICHE.
MESSA A TERRA
Sfruttando il solo fenomeno dinduzione risulta impossibile, secondo quanto visto prima, caricare in
modo permanente un corpo conduttore (indotto).
Per far ci occorre associare linduzione elettrostatica allartificio della messa a terra.
Si tratta, in pratica, di collegare il corpo indotto al terreno per mezzo di un filo conduttore (messa a
terra) e procedere poi secondo il seguente procedimento:

Il collegamento del corpo neutro (da caricare) al terreno ci permette di considerare come
indotto linsieme terra-filo-corpo
Avvicinando linduttore allindotto si ottiene, per induzione, il trasferimento delle cariche
negative e la polarizzazione elettrica dellinsieme terreno-filo-corpo.
Le cariche elettriche utilizzano il filo come ponte tra il corpo ed il terreno.
Il corpo quindi sede di una polarit positiva o negativa in funzione della carica
dellinduttore.
Se linduttore negativo il corpo posto allestremit dellinsieme si carica positivamente, se
linduttore positivo si carica negativamente
Il filo poi eliminato separando cos il terreno dal corpo ed impedendo alle cariche negative
la possibilit di riequilibrare linsieme
Linduttore poi allontanato dallindotto
Leccesso o il difetto di cariche negative nel corpo risulta in questo modo permanente.





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SOSTEGNO ISOLANTE
+
+
+
+
+
+

INDUTTORE NEGATIVO
+
+
+
+
+
+

e
e



TERRENO
CORPO INIZIALM. NEUTRO
FILO COND.
CORPO POSITIVO
+
+
TERRENO
+ + +
+
+
+ +
+
+
+
+ +
FILO COND.


SOSTEGNO ISOLANTE
+ + +
+
+
+ + +
+
+
+
+

Figura 8 CARICA PERMANENTE PER INDUZIONE E MESSA A TERRA


SOSTEGNO ISOLANTE
TERRENO
FILO COND.
+
INDUTTORE POSITIVO
e

e
e

+ + + + + + + +
+ + +
+ + + +
+ + + TERRENO

+ + +
+ + + +
+ + +

+
FILO COND.
SOSTEGNO ISOLANTE
+ +

+ + + + +


CORPO NEGATIVO CORPO INIZIALM. NEUTRO

Figura 9 CARICA PERMANENTE PER INDUZIONE E MESSA A TERRA


Linduzione elettrostatica unita alla messa a terra permette teoricamente di generare, utilizzando la
carica elettrica di un solo induttore, una quantit di carica elettrica infinitamente grande
prelevandola direttamente dalla terra che si comporta, in questo caso, come una sorgente di
elettricit infinitamente grande.
Se ci si limita a considerare la sola carica elettrica generata sui conduttori in esame, non ha pi
validit il principio di conservazione cos come illustrato per il caso di elettrizzazione per contatto.
Il principio di conservazione della carica per in realt soddisfatto se prendiamo in esame lintero
sistema terra-filo-corpo.




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STRUMENTI DI INDAGINE QUALITATIVA

ELETTROSCOPIO A FOGLIE ELETTROMETRO AD AGO
Considerando che la carica elettrica una grandezza fisica definita dalla somma delle cariche
elettriche elementari possedute dagli elettroni in eccesso o in difetto e che risulterebbe, per ovvi
motivi, assurda ed impossibile una misurazione diretta mediante conteggio di tali particelle, risulta
necessario stabilire:
Le modalit per la valutazione delle condizioni elettrostatiche che caratterizzano il
conduttore
Il sistema di misura e la relativa unit di misura della carica elettrica
Le modalit per la valutazione numerica dellintensit di carica

Per quanto riguarda il sistema di misura e le modalit di valutazione numerica, occorre riprendere
largomento, in prima battuta, durante la trattazione delle forze elettriche e successivamente durante
lo studio dei flussi di carica nei conduttori (corrente elettrica).

Per il primo punto - la valutazione qualitativa delle condizioni elettrostatiche - sufficiente
ricollegarsi alla condizione iniziale che ha permesso la scoperta dellelettricit cio lesistenza delle
azioni elettrostatiche repulsive e attrattive a distanza.
Il primo strumento dindagine qualitativa lelettroscopio a foglie.
Esso ci permette sostanzialmente di determinare, sfruttando il fenomeno di attrazione elettrostatica,
se un corpo carico o neutro, se leventuale carica positiva o negativa e, se opportunamente
tarato, una prima valutazione dellintensit o grandezza numerica della carica.
Pu essere utilizzato sia tramite contatto che induzione ed sostanzialmente costituito da unasta
metallica inserita in un recipiente di vetro per mezzo di un tappo di materiale isolante.
Lestremit interna al recipiente dotata di due sottili lamine metalliche incollate allasta con una
sostanza conduttrice, laltra estremit, esterna, dotata di un terminale sferico metallico.
Esistono poi diverse altre modalit costruttive come, ad esempio, lelettroscopio ad ago mobile
comunemente definito elettrometro nel quale lazione delle lamine metalliche sostituita dal
movimento rotatorio di una sbarretta metallica sottile (ago) rispetto ad unasta metallica fissa.

SFERA METALLICA
ASTA MET.
TAPPO ISOLANTE
LAMINE
REC. VETRO
SFERA METALLICA
REC. VETRO
TAPPO ISOLANTE
ASTA MET.
FISSA
AGO
SCALA


Figura 10 ELETTROSCOPIO A LAMINE METALLICHE ELETTROMETRO AD AGO



16
USO DELLELETTROSCOPIO:

Per determinare se un corpo neutro o carico:
Lelettroscopio utilizzato sia per contatto che per induzione.
Ponendo a contatto la sfera esterna dellelettroscopio con il corpo in esame (si desidera
determinare se il corpo carico o no), parte delleventuale carica elettrica si trasferisce dal
corpo alla sfera e, attraverso lasta metallica, si distribuisce anche sulle lamine.
Lapertura delle lamine metalliche indice della presenza della forza elettrostatica repulsiva
agente sulle due lamine per effetto di cariche elettriche dello stesso segno.
Naturalmente nulla accade se il corpo in esame neutro.
Nel caso di apertura delle lamine non ci permesso di determinare il segno algebrico della
carica.


+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
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- -
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-
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-
-
-
-
-
-
+
+
+
+
-
-
-
-

Figura 11 PER CONTATTO


Avvicinando il corpo alla sfera dellelettroscopio il corpo, si ottiene, per effetto
dellinduzione elettrostatica, la separazione delle cariche sullasta, le lamine e la sfera stessa.
Lelettroscopio si polarizza assumendo sulla sfera esterna la polarit opposta al segno della
carica del corpo e, sulle lamine, la stessa polarit.
Le lamine, ancora per effetto di forze elettrostatiche repulsive, si allontanano confermando
cos che il corpo induttore carico.
Nulla succede nel caso di corpo neutro.
Allontanando il corpo dalla sfera cessa la polarizzazione dellelettroscopio e le lamine
assumono la posiziona naturale di verticalit, chiudendosi.
Anche in questo caso, pur riuscendo a determinare se il corpo carico o neutro, non ci
permesso di conoscere il segno algebrico della carica.
Dalla maggiore o minore apertura delle lamine ci invece consentito di paragonare
lintensit di carica di due diversi corpi posti a contatto in tempi diversi.



17
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
+
+
+
+
+
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-
-
-
-
-
- -
-
+
+
+
+
+
+
+
-
- -
-
-
-
-


Figura 12 PER INDUZIONE

Per determinare il segno algebrico della carica:
Qualora lutilizzo dellelettroscopio abbia segnalato la presenza di una carica elettrica e si
desideri determinarne il segno algebrico, la procedura che si descrive solo un pi
complicata.
Inizialmente si procede a caricare per contatto lasta e le lamine dellelettroscopio
scegliendo a priori il segno della carica elettrica.
Se si decide di precaricare positivamente lelettroscopio:
Utilizzando una bacchetta di plastica strofinata e un conduttore metallico collegato a
terra, per mezzo dellinduzione, si procede a caricare in modo positivo il conduttore
stesso, come illustrato nello schema seguente:
e

SOSTANZA RESINOSA
CORPO INIZIALM. NEUTRO
SOSTEGNO ISOLANTE



TERRENO
FILO COND.
+ +

+
+
+
+
+ +
+ +
+
+
+
+
+
+
CONDUTTORE CONDUTTORE
CORPO SICURAMENTE POSITIVO
+
+
TERRENO
+
+
+
+
+
+
+

+
+
FILO COND.

SOSTEGNO ISOLANTE

+
+

+
+
+
A A

Figura 13 COME SI GENERA UN CORPO CONDUTTORE POSITIVO


Usando il corpo conduttore positivo generato e un manico isolante per evitare che si
scarichi a terra, si carica per contatto lasta, le sfera e le lamine dellelettroscopio.
18
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
A
+
+
+
A


Figura 14 CARICARE POSITIVAMENTE LELETTROSCOPIO

Si avvicina ora alla sfera dellelettroscopio precaricato positivamente il corpo per il
quale si desidera determinare il segno algebrico della carica.
Si potranno verificare due diversi casi in funzione dei quali sar determinato il segno
della carica del corpo induttore:
Le lamine tendono ad allontanarsi anor pi
Le lamine tendono a richiudersi

Caso 1:
Il corpo possiede unipotetica carica positiva, lelettroscopio gi positivo.
Avvicinando il corpo, che si ipotizza positivo, alla sfera sicuramente positiva e
tenendo conto del fenomeno dinduzione elettrostatica, si conclude quanto segue:
La presenza della carica positiva costringe elettroni di conduzione dellelettroscopio
ad allontanarsi dalle lamine e trasferirsi allestremit superiore ove presente la sfera
gi caricata positivamente.
Lafflusso sulla sfera di nuovi elettroni di conduzione, negativi, riduce il difetto
delettroni in prossimit del corpo carico positivamente.
Nel contempo gli elettroni trasferiti dalle lamine aumentano ancor di pi la carica
positiva sulle lamine.
Di conseguenza, avendo precaricato positivamente lelettroscopio e constatando
lulteriore allargamento delle lamine, si conclude che la carica del corpo induttore
deve essere sicuramente positiva come ipotizzata.

Caso 2:
Il corpo possiede unipotetica carica negativa, lelettroscopio gi positivo.
Avvicinando il corpo, che si ipotizza negativo, alla sfera sicuramente positiva e
tenendo conto del fenomeno dinduzione elettrostatica, si conclude quanto segue:
La presenza della carica negativa ipotetica costringe elettroni di conduzione sulla
sfera dellelettroscopio ad allontanarsi dalla stessa e trasferirsi allaltra estremit ove
sono presenti le lamine gi caricate positivamente.
Lafflusso di nuovi elettroni di conduzione, negativi, riduce il difetto delettroni sulle
lamine e, di conseguenza, le forze elettriche repulsive diminuiscono permettendo
cos alle lamine di richiudersi.
19
Di conseguenza, avendo precaricato positivamente lelettroscopio e constatando la
chiusura delle lamine, si conclude che la carica del corpo induttore deve essere
sicuramente negativa come ipotizzato.
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
e
e
-
+


Figura 15 CASO 1

+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+ +
e
-
-
e


Figura 16 CASO 2










20
LA FORZA ELETTRICA

Linterazione elettrica o forza elettrica una forza fondamentale causata da una caratteristica,
intrinseca delle particelle atomiche costituenti la materia, che si materializza esternamente sotto
forma di carica elettrica complessiva.
Le forze elettriche o elettrostatiche, molto pi intense delle forze gravitazionali e di tipo sia
attrattivo che repulsivo, sono azioni a distanza per le quali non occorre, come daltra parte anche
per le forze gravitazionali, leffettivo contatto tra i corpi.
Il termine forza elettrostatica tipico dei casi in cui le particelle che si attraggono o respingono
non modificano, nel tempo la loro posizione, mentre il termine forza elettrica pi generico ed
include quindi anche il caso di corpi o particelle in movimento le une rispetto alle altre.
Com risaputo, la materia costituita da un insieme di particelle di dimensioni ridottissime, che
definiamo comunemente atomi, quasi sempre riunite in agglomerati definiti a loro volta
molecole.
In base alla loro massa ed ad altre caratteristiche morfologiche, quali ad esempio la densit o lo
stato, gli atomi sono riuniti e classificati nella Tavola Periodica degli elementi o Tavola
periodica di Mendeleev basata sul Carbonio 12 e aggiornata con gli elementi di sintesi.
La classificazione prevede un numero di elementi atomici elementari suddivisi in metalli, non
metalli, liquidi e gas nobili e elementi atomici di sintesi.
Indipendentemente dal tipo di elemento, ogni atomo poi costituito da particelle - protoni e
neutroni contenute nel nucleo e da altre particelle, gli elettroni, in rotazione attorno al nucleo
stesso.
Le caratteristiche intrinseche di cui si accennava allinizio, sono proprie dei protoni e degli elettroni
che, pur avendo masse completamente diverse (la massa del protone equivale a quella di circa 2.000
elettroni), ne posseggono unuguale quantit.
La quantit di cui si parla comunemente definita carica elettrica.
Lelettrone e il protone posseggono lo stesso valore di carica elettrica anche se di segno opposto;
lelettrone di segno negativo, il protone di segno positivo.
La definizione di carica elettrica di segno positivo e carica elettrica di segno negativo basata
sul presupposto che, in natura, esistono due tipi di materiale lambra, o resina fossile, e il vetro
che per sfregamento con un panno di lana assumono la propriet di attirarsi vicendevolmente.
Per definizione, i materiali che hanno caratteristiche elettriche uguali a quelle del vetro sono definiti
POSITIVI, mentre i materiali elettricamente uguali allambra sono definiti NEGATIVI.
Due corpi, elettricamente carichi entrambi o di segno positivo o di segno negativo, si respingono
vicendevolmente; due corpi, carichi di segno contrario, si attirano vicendevolmente.
La forza con la quale si respingono o si attraggono la FORZA ELETTRICA O
ELETTROSTATICA.

Lintensit delle FORZE ELETTRICHE direttamente proporzionale al prodotto dei valori
numerici delle cariche elettriche possedute dai due corpi, inversamente proporzionale al quadrato
della loro distanza e dipendono, inoltre, dal materiale nel quale sono immersi i corpi.
Inoltre, essendo reciprocamente applicate ai corpi carichi, le forze elettriche sono dirette secondo la
retta direttrice che congiunge i due baricentri ed hanno sempre verso opposto.
La legge sperimentale che permette di determinare il valore della FORZA ELETTRICA stata
scoperta dallo scienziato francese COULOMB ed quindi conosciuta come LEGGE DI
COULOMB:

2
E
r
q Q
k F

= LEGGE DI COULOMB

Con il seguente significato della simbologia:

21
E
F FORZA ELETTRICA O ELETTROSTATICA DI ATTRAZIONE O REPULSIONE
k COSTANTE ELETTRICA DEL MATERIALE IN CUI SONO IMMERSE LE
CARICHE ELETTRICHE Q E q.
Q CARICA ELETTRICA MAGGIORE
q CARICA ELETTRICA MINORE
r DISTANZA TRA I BARICENTRI DELLE CARICHE

Figura 17 - FORZE ELETTRICHE ATTRATTIVE TRA DUE CARICHE DI SEGNO CONTRARIO



Figura 18 FORZE ELETTRICHE REPULSIVE TRA DUE CORPI DI UGUAL SEGNO.





22
1. DEFINIZIONE OPERATIVA DELLA GRANDEZZA FISICA CARICA ELETTRICA:
Come gi anticipato la carica elettrica una propriet specifica dei protoni e degli elettroni
contenuti nellatomo.
Il protone si comporta, elettricamente, allo stesso modo del vetro ed quindi positivo mentre
lelettrone si comporta come lambra ed quindi negativo.
La carica elettrica dellelettrone e del protone, pur essendo di segno contrario, hanno per lo stesso
valore numerico.
Il segno positivo e negativo non indicano, come in matematica, un numero rispettivamente
maggiore o minore di zero ma, come si vedr pi avanti, sono indicatori simbolici del senso della
corrente elettrica i o, meglio, del senso del potenziale elettrico V.
Nel caso di applicazione della LEGGE DI COULOMB per il calcolo della forza elettrica il segno
positivo o negativo ci indicher il verso delle forze.
Ogni atomo, qualsiasi sia il suo numero atomico, possiede un ugual numero di protoni ed elettroni
cosicch la quantit di carica elettrica, pensata sia positiva che negativa, per un osservatore posto
allesterno, nulla.
In queste condizioni latomo elettricamente neutro e non si manifestano interazioni elettriche con
lambiente circostante.
C per da considerare il fatto che, in determinate circostanze, possibile generare uno squilibrio
elettrico allinterno dellatomo aggiungendo o togliendo elettroni negativi senza alterazione del
numero di protoni, che allinterno del nucleo, sono inamovibili.
Lo squilibrio elettrico tanto pi elevato quanto maggiore il numero di elettroni aggiunti o tolti;
se sono aggiunti elettroni la carica elettrica complessiva sar negativa per eccesso di elettroni
mentre, se si estraggono elettroni, la carica elettrica complessiva sar positiva per eccesso di
protoni.
Il valore complessivo della carica potr essere determinato, per latomo singolo, dal numero di
elettroni in pi o in meno.
Supponendo di definire con

e la carica elettrica del singolo elettrone, con


E
n il numero di
elettroni estratti o aggiunti e con
A
N il numero di atomi contenuti in un corpo, sar possibile
determinare lo squilibrio di cariche elettriche, ovvero la carica elettrica complessiva, ricorrendo alla
semplice relazione:

( )
A E
N e n q =



La carica complessiva qsar positiva se gli elettroni sono estratti, negativa se aggiunti:

( ) + q Numero di elettroni minore del numero di elettroni.
( ) q Numero di elettroni maggiore del numero di protoni.

E quindi chiaro che lintensit di carica elettrica dipende unicamente dal numero complessivo di
elettroni mancanti o in eccesso.

La carica elettrica dellelettrone
La carica elettrica

e posseduta dallelettrone quindi la pi piccola che si conosca e il suo valore


numerico stato determinato in base alla definizione dellunit di misura della grandezza fisica
carica elettrica:
( ) Coulomb 10 602 , 1 e
19
=
Naturalmente essa uguale, a parte il segno, alla carica elettrica del protone:
( ) Coulomb 10 602 , 1 p
19 +
+ =

23
2. UNITA DI MISURA DELLA CARICA ELETTRICA:

Lunit di misura da utilizzarsi per la grandezza fisica carica elettrica il COULOMB la cui
abbreviazione simbolica ( ) C .
La quantit di carica elettrica il cui valore di ( ) C 1 definita nel modo seguente:
Date due sfere metalliche di dimensioni puntiformi, poste alla distanza di ( ) m 1 una
dallaltra, nel vuoto, e collegate ognuna ad una molla dinamometrica in grado di contrastare
i loro spostamenti e, nello stesso tempo, di misurare le forze applicate:

Figura 19 SFERE METALLICHE NEL VUOTO E MOLLE DINAMOMETRICHE

Data una macchina, di tipo qualsiasi, collegata ad entrambe le sfere e in grado di trasferire
elettroni da una sfera allaltra:

Figura 20 MACCHINA DI TRASFERIMENTO ELETTRONI

Considerando che, a causa del trasferimento di elettroni, le due sfere si caricano
elettricamente di segno opposto, che la quantit di carica aumenta durante il funzionamento
della macchina in funzione del tempo e della portata elettrica della macchina, cio del
24
numero di elettroni al secondo trasferiti, che le sfere caricandosi elettricamente di segno
opposto si attirano vicendevolmente con due forze elettriche uguali e contrarie e che dette
forze aumentano gradatamente in funzione dellaumento della carica elettrica:

Figura 21 CARICA ELETTRICA E FORZE ELETTRICHE ATTRATTIVE

Si definisce Carica elettrica di 1 (Coulomb) - ( ) C 1 Q = - la carica elettrica assunta
singolarmente da ogni sfera nel momento in cui le forze elettriche
E
F raggiungono il valore
di ( ) Newton 10 9
9


Figura 22 CARICA ELETTRICA DI 1 (Coulomb)


3. NUMERO DI CARICHE ELEMENTARI NELLUNITA DI MISURA DELLA CARICA:
Considerando che la carica elementare quella dellelettrone

= e q e il suo valore numerico,


espresso in Coulomb ( ) C 10 602 , 1 e
19
= , si pu determinare il numero di cariche elementari
occorrenti per formare una carica di valore pari allunit di misura, con la semplice relazione:

25
( ) C 1 Q e n
e
= =


Da cui:
( )
( )
|

\
|
=

= =
+ +

C
elettroni
10 24 , 6 10 62422 , 0
C 10 602 , 1
C 1
e
Q
n
18 19
19
e


4. ANALISI DIMENSIONALE DELLA LEGGE DI COULOMB E DELLA COSTANTE K:
Dallanalisi dimensionale della legge e tenendo conto che la Forza non una grandezza
fondamentale ma derivata ed definita dal 2 Principio della Dinamica o Legge del moto come il
prodotto della massa per laccelerazione:

a m F =
si possono determinare le dimensioni fisiche della COSTANTE ELETTRICA k:

2
E
r
q Q
k F

= FORZA ELETTRICA IN UN MATERIALE QUALSIASI
q Q
r F
k
2
E

=
( )
[ ] q Q
L
t
L
M
q Q
r a m
k
2
2 2


q Q t
L M
k
2
3

Nellanalisi dimensionale compare la grandezza carica elettrica come definita ai punti precedenti
ma, pi avanti, con la definizione di unulteriore grandezza fondamentale quale lintensit di
corrente elettrica i - la cui unit di misura sar lAMPERE ( ) A - anche la carica elettrica dovr
essere riferita al valore dellintensit di corrente secondo la relazione:

t i Q = ( ) s A

Cosicch le dimensioni della costante elettrica saranno:

(



q Q t M
L
k
2
3

2 2 2
3
s A t
L M


La stessa Costante elettrica espressa invece in termini di unit di misura, tenendo conto del fatto che
stato definito il NEWTON (N) come unit di misura della forza, si ottiene:
q Q
r F
k
2
E

=
Da cui:
2
2 2
C
m N
C C
m N
k

=

= 0ppure
2 2
2 2
s A
m N
s A s A
m N
k

=
Il valore numerico della Costante Elettrica k dipende dal materiale in cui sono immerse le cariche.
Se le cariche sono nel vuoto la Costante definita Costante elettrica del vuoto e il suo valore si
ricava tenendo conto della definizione dellunit di misura della carica elettrica.
La legge di COULOMB assume la forma:

2
E
r
q Q
k F

=

FORZA ELETTRICA TRA CARICHE NEL VUOTO
26

In cui

k la Costante elettrica del vuoto.


( ) ( )
( ) ( )
|
|

\
|

=

2
2
9
2 2 9 2
E
C
m N
10 9
C 1 C 1
m 1 N 10 9
q Q
r F
k
Il valore numerico della costante elettrica del vuoto quello massimo tra tutti i valori possibili
ovvero, in altre parole, le forze elettriche che si sviluppano se le cariche sono nel vuoto sono sempre
le pi intense.

5. LA LEGGE DI COULOMB E LA COSTANTE DIELETTRICA ASSOLUTA :
Oltre alla formulazione classica della LEGGE DI COULOMB nella quale compare la costante
elettrica k relativa al materiale -

k per il vuoto si utilizza praticamente una seconda


formulazione, tipica per le distribuzioni di carica di forma sferica, in cui compare una seconda
costante, con dimensioni invertite rispetto alla classica k, che definita COSTANTE
DIELETTRICA ASSOLUTA e il cui simbolo .
La Legge di Coulomb, riscritta con lutilizzo della costante dielettrica assoluta, la seguente:

2
E
r
q Q
4
1
F


= FORZA ELETTRICA IN UN MATERIALE QUALSIASI
2
E
r
q Q
4
1
F

FORZA ELETTRICA NEL VUOTO



E il legame tra la costante elettrica e la costante dielettrica assoluta ottenuto paragonando le
due espressioni della legge:

=
4
1
k
Da cui:
k 4
1

=
Relativamente al caso in cui le cariche siano disposte nel vuoto, si utilizzer la costante dielettrica
del vuoto

il cui valore numerico si ottiene:


|
|

\
|

=
|
|

\
|

=
|
|

\
|


=

=

2
2
12
2
2
9
2
2
9
m N
C
10 8464 , 8
m N
C
10 0088464 , 0
C
m N
10 9 4
1
k 4
1


6. LA COSTANTE DIELETTRICA RELATIVA
R
:
Come si detto, per il calcolo delle forze elettriche, oltre allintensit delle cariche Q e q e alla
loro distanza r , occorre essere a conoscenza anche della costante dielettrica assoluta
caratteristica del materiale in cui sono immerse le cariche.
E, a questo scopo, definita un ulteriore costante, i cui valori sono reperibili su apposite tabelle, che
la Costante Dielettrica relativa
R
dipendente dalla costante dielettrica assoluta del materiale e
dalla costante dielettrica del vuoto, secondo la seguente relazione:

=
R

E cos possibile determinare il valore numerico della costante dielettrica assoluta:

27

=
R


E la formulazione finale della Legge di COULOMB:

2
R
E
r
q Q
4
1
F

FORZA ELETTRICA IN UN MATERIALE QUALSIASI



I valori della COSTANTE DIELETTRICA RELATIVA per i materiali in cui, pi sovente sono
immerse le cariche elettriche, sono i seguenti:
Per materiali liquidi:
Acqua distillata 07 , 81
R
=
Alcool etilico 28
R
=
Nitrobenzene 36
R
=
Olio minerale 5 , 2
R
=
Olio di paraffina 3
R
=
Olio per trasformatori 5 , 2 2
R
=
Petrolio 1 , 2
R
=
Silicone 8 , 2
R
=
Vaselina 5 , 2
R
=
Per materiali aeriformi:
Anidride carbonica 000946 , 1
R
=
Aria secca 000590 , 1
R
=
Elio 000074 , 1
R
=
Idrogeno 000264 , 1
R
=
Vapore acqueo 007 , 1
R
=
Per materiali solidi:
Ambra 8 , 2
R
=
Bakelite 7 , 6
R
=
Carta compressa 3 , 2 7 , 1
R
=
Celluloide 0 , 3
R
=
Ceralacca 3 , 4
R
=
Cloruro polivinile 3 , 3
R
=
Ebanite 5 , 2
R
=
Gomma 0 , 4
R
=
Marmo 8 6
R
=
Mica 6 5
R
=
Paraffina 1 , 2
R
=
Plexiglass 0 , 3
R
=
Polistirolo 5 , 2
R
=
Porcellana 3 , 5
R
=
Vetro 0 , 5
R
=
Per il vuoto: 0 , 1
R
=




28
ESERCIZI

ESERCIZIO 1:
Due sfere elettricamente cariche di elettricit di segno contrario, poste alla distanza di 50 cm luna
dallaltra, si attraggono con una forza di 5 N. Se sono portate alla distanza di 15 cm, con quale forza
si attrarranno?

Soluzione:
La forza elettrica dattrazione tra le due sfere, per le quali non si conosce n il valore
numerico delle cariche elettriche n il tipo di materiale che le contiene, data dalla Legge di
Coulomb in una qualsiasi delle sue formulazioni:
Ad esempio:
2
R
E
r
q Q
4
1
F


Dai dati del problema e considerando che alcuni dei valori non cambiano, anche se le sfere
si avvicinano, possiamo calcolare il valore dei termini incogniti:
( ) ( ) ( )
2 2 2 2
E
R
m N 25 , 1 m 5 , 0 N 5 r F
4
q Q
= = =


Con il risultato ottenuto e applicando la Legge di Coulomb, determiniamo ora il valore della
forza elettrica, quando le sfere si avvicinano a 15 cm:
( )
( )
( ) N 55 , 55
m 15 , 0
1
m N 25 , 1
r
1
4
q Q
F
2 2
2
2
R
E
= =



ESERCIZIO 2:
Due cariche elettriche, supposte puntiformi, una di ( ) C 10 5
2
+ e laltra di ( ) C 10 8
4
, si trovano
nel vuoto ad una distanza di 50 cm.
Determinare la forza con la quale si attraggono.
Quale sarebbe la forza dattrazione se le cariche fossero immerse in vaselina?

Soluzione:
Per cariche nel vuoto:
Vale la Legge di Coulomb per cariche immerse nel vuoto:
( )
( )
( ) ( )
( )

|
|

\
|

2 2
4 2
2
2
12
2
R
E
m 5 , 0
C 10 8 C 10 5
m N
C
10 85 , 8 1 4
1
r
q Q
4
1
F
( )
( )
( ) N 10 44 , 1
m C
m N C
10 44 , 1 10 44 , 1
10
10 10
25 , 0 85 , 8 1 4
8 5
F
6
2 2
2 2
6 12 4 2
12
4 2
E
=
|
|

\
|


= =

=
+



Per cariche nella vaselina
( )
5 , 2
VAS R
= :
( )
( )
( ) ( )
( )

|
|

\
|

2 2
4 2
2
2
12
2
VAS R
VASELINA E
m 5 , 0
C 10 8 C 10 5
m N
C
10 85 , 8 5 . 2 4
1
r
q Q
4
1
F
( )
( )
( ) N 10 7 , 5
m C
m N C
10 57 , 0 10 57 , 0
10
10 10
25 , 0 85 , 8 5 , 2 4
8 5
F
5
2 2
2 2
6 12 4 2
12
4 2
VAS E
=
|
|

\
|


= =

=
+








29
ESERCIZIO 3:
Determinare a quale distanza si devono mettere, in acqua, due corpi puntiformi con cariche uguali
di ( ) C 10 2
4
, affinch la forza
( ) ACQUA E
F con cui si respingono sia di ( ) N 10 5 , 2
3
.

Soluzione:
E ancora applicabile la Legge di Coulomb:
( )
( )
2
ACQUA R
ACQUA E
r
q Q
4
1
F


Dalla quale, invertendo la formula, si ricava il valore incognito della distanza r :
( ) ( )

3 12
4 4
ACQUA E ACQUA R
10 5 , 2 10 85 , 8 07 , 81 4
10 2 10 2
F 4
q Q
r
( )
( ) m 042 , 0 10 777 , 1 10 777 , 1
10 10 25 , 2
10 4
10 528 . 22
10 4
r
3 9 4 8
9 4
8
9
8
= = =

=
+



( ) ( ) cm 2 , 4 m 042 , 0 r = =


ESERCIZIO 4:
Determinare la carica che, posta nel vuoto alla distanza di 1 metro da una seconda carica di ( ) C 3 ,
lattrae con la forza ( )
F E
kg 10 F =

Soluzione:
Dalla Legge di Coulomb:
( )
( )
2
R
E
r
q Q
4
1
F


Invertendo la formula e considerando che una forza dattrazione negativa, si ottiene:
( ) ( )
( ) ( )
( )

|
|

\
|


|
|

\
|

=

=


C 3
m 1
m N
C
10 85 , 8 1 14 . 3 4
kg
N
81 , 9 kg 10
q
r 4 F
Q
2 2
2
2
12
f
f
2
R E

( ) ( )
( )
( ) ( ) C 10 63 , 3 C 10 8 , 634 . 3
C 3
m 1
m N
C
10 85 , 8 1 14 . 3 4
kg
N
81 , 9 kg 10
Q
9 12
2 2
2
2
12
f
f

+ + =

|
|

\
|


|
|

\
|

=

ESERCIZIO 5:
Tre cariche ( ) ( ) ( ) C 10 3 q ; C 10 5 q ; C 10 5 q
4
3
4
2
3
1

= = = sono poste nel vuoto ai vertici di un
triangolo rettangolo i cui cateti misurano rispettivamente ( ) cm 10 e ( ) cm 15 . Calcolare lintensit
della forza elettrica agente su
2
q .
Soluzione:
Su ogni carica si manifestano due forze elettriche dovute alla presenza delle altre due
cariche.
Essendo posizionate ai vertici di un triangolo rettangolo su una delle tre cariche devono
agire delle forze perpendicolari tra loro.
La carica sulla quale agiscono forze perpendicolari proprio la
2
q in base al seguente
schema:



30


Figura 23

La forza risultante, sulla carica
2
q , data, per il Teorema di Pitagora, da:
2 . 3
2
2 . 1
2
2
F F F + =
In cui:
( )
( )
( )
( ) N 10 49 , 22 10 49 , 22
1 , 0 10 85 , 8 1 4
10 5 10 5
r
q q
4
1
F
5 12 4 3
2 12
4 3
2 . 1
2
2 1
R
2 . 1
= =


=


=
+


( )
( )
( )
( ) N 10 99 , 5 10 49 , 22
1 , 0 10 85 , 8 1 4
10 5 10 3
r
q q
4
1
F
4 12 4 4
2 12
4 4
2 . 1
2
2 3
R
2 . 3
= =


=


=
+


Si ottiene quindi:
( ) ( ) ( ) N 10 249 , 2 10 99 , 5 10 49 , 22 F
6
2
4
2
5
2
+ =


ESERCIZIO 6:
Due sfere uguali, una con carica ( ) C 10 5 q
3
1

= e laltra ( ) C 10 4 q
4
2

+ = , sono poste a
contatto e poi allontanate di 50 cm.
Determinare la forza che esercita su di esse, supponendo che lesperienza si svolga in olio minerale.

Soluzione:
La carica
1
q negativa in quanto presenta un eccesso di elettroni rispetto alla neutralit.
Il numero di elettroni in eccesso determinato dalla seguente relazione:

= e n q
1 1

Da cui si pu determinare il numero con:
( ) el 10 12 , 3
10 602 , 1
10 5
e
q
n
16
19
3
1
1
=

= =


Per laltra carica c un difetto delettroni (o meglio un eccesso di protoni) pari a:
( ) el 10 49 , 2
10 602 , 1
10 4
e
q
n
15
19
4
2
2
=

= =


Dato che le due sfere hanno uguale geometria e avviene il contatto, dovendo inoltre valere il
principio di conservazione della carica, e supponendo inalterato il numero di cariche
31
complessivamente presenti dopo il contato, pari alla somma dei protoni in eccesso e degli elettroni
in difetto, alla fine la somma d:
16
15 16
2 1
10 68 , 1
2
10 49 , 2 10 12 , 3
2
n n
=
+
=
+

16 16 16
M 1
*
1
10 44 , 1 10 68 , 1 10 12 , 3 n n n = = =

16 16 15
M 2
*
2
10 44 , 1 10 68 , 1 10 49 , 2 n n n = + = =

Leccesso di elettroni nella prima sfera si ridotto, mentre nella seconda sfera leccesso protoni
stato annullato ed comparso un eccesso di elettroni pari a quello finale sulla prima.
Le due sfere sono ora negative e posseggono un uguale carica elettrica negativa di valore pari a:

( ) ( ) C 10 3 , 2
el
C
) 10 602 , 1 ( el 10 44 , 1 q q
3 19 16 *
2
*
1

=
|

\
|
= =

ESERCIZIO 7:
Una carica ( ) C 10 2 q
3
1

= posta, nel vuoto, sulla retta congiungente due cariche


( ) C 10 4 q
4
2

= e ( ) C 10 3 q
5
3

= che distano tra loro 2 (m). Determinare la forza a cui


assoggettata la carica
1
q , sapendo che essa distante 80 cm dalla carica
3
q .

Soluzione:



La forza che la carica 2 esercita sulla carica 1 attrattiva, quindi, secondo il disegno, rivolta verso
sinistra e negativa nel sistema normale dassi cartesiani. Il suo valore dato da:
( ) ( )
( )
( ) N 10 5
m 2 , 1
C 10 4 C 10 2
C
m N
10 9
r
q q k
F
3
2 2
4 3
2
2
9
2
1 2
2 1
1 2
=

|
|

\
|

=

=



La forza che la carica 3 esercita sulla carica 1 ancora attrattiva, quindi, secondo il disegno, rivolta
verso destra e positiva nel sistema normale dassi cartesiani. Il suo valore dato da:
32
( ) ( )
( )
( ) N 10 44 , 8
m 8 , 0
C 10 3 C 10 2
C
m N
10 9
r
q q k
F
2
2 2
5 3
2
2
9
2
1 3
3 1
1 3
+ =

|
|

\
|

=

=




Complessivamente la carica 2 dunque sottoposta ad una forza rivolta verso sinistra, dalla parte
negativa dellasse orizzontale del sistema cartesiano, il cui valore pari alla differenza:

( ) ( ) ( ) N 156 . 4 N 844 N 000 . 5 F
T
= + =


ESERCIZIO 8:
Due sferette aventi ciascuna una massa di 10 grammi sono sospese per mezzo di due fili lunghi 1,3
m. Dopo che sono state elettrizzate si distanziano di 10 cm una dallaltra. Determinare la carica
elettrica di ogni sferetta.

Soluzione:
La repulsione elettrica produce un allontanamento delle sferette che sono costrette a muoversi su di
un arco di circonferenza la cui corda pari alla distanza finale tra le sferette, cio 10 cm.
La rotazione angolare dei fili dunque data da:
( )
( )
( )
03856 , 0
cm 130
cm 5
sen = =
( ) 2 , 2

Complessivamente, langolo formato, nella posizione di equilibrio elettrostatico e meccanico,
risulta di circa 4,4 .
La componente parallela al filo, della forza peso di ciascuna sferetta, nella posizione di equilibrio,
data da:
( ) ( ) ( ) ( ) g 9926 , 9 2 , 2 cos g 10 cos p p
N
= = =

La componente perpendicolare al filo, quindi tangente alla circonferenza, invece data da:

( ) ( ) ( ) ( ) g 38 , 0 2 , 2 sen g 10 sen p p
T
= =

Considerato che la rotazione angolare sufficientemente piccola, possibile confondere larco di
circonferenza con la corda.
Ritenendo valida tale approssimazione, risulta che la forza elettrica equilibrante deve essere uguale
e di segno opposto alla forza tangenziale.
Per cui si ricava il valore delle cariche:

2
2
T E
r
q k
p F

= =


( ) ( )
( ) C 10 44 , 6
C
m N
10 9
m 1 , 0
kg
N
81 , 9 kg 10 8 , 3
k
r p
q
8
2
2
9
2 2 4
2
T

=
|
|

\
|

|
|

\
|

=

=



33
ESERCIZIO 9:
Determinare il rapporto esistente tra la forza elettrica e la forza gravitazionale che si esercita tra due
elettroni, sapendo che la massa dellelettrone pari a ( ) kg 10 11 , 9
31
.

Soluzione:
Dalle relazioni che esprimono la forza gravitazionale ed elettrica si ottiene:
2
E
r
e e
k F

=


2
e e
G
r
m m
G F

=

( )
( )
42
2
31 11
2
19 9
2
e
2
G
E
10 172 , 4
10 11 , 9 10 67 , 6
10 602 , 1 10 9
m G
e k
F
F
=


=



ESERCIZIO 10:
Un corpo elettrizzato sospeso con un filo isolante ad un piattello di una bilancia. Si pone, al di
sotto di questo, alla distanza di 10 cm, un corpo con una carica di ( ) C 10 5
3
e, per equilibrare la
bilancia occorre aggiungere sullaltro piattello un peso di 10 grammi. Calcolare la carica posseduta
dal corpo sospeso al piattello con lipotesi che il peso del corpo elettrizzato sia trascurabile.

Soluzione:
La forza elettrica tra il corpo elettrizzato e quello sottostante, deve essere pari al peso necessario per
riequilibrare la bilancia e diretta verso il basso.
Quindi il segno della carica elettrica del corpo elettrizzato deve essere sicuramente positivo.
Il valore della carica sar data da:
2
X
E
r
Q q
k p F

= =



( ) ( )
( )
( ) C 10 18 , 2
C 10 5
C
m N
10 9
m 1 , 0
kg
N
81 , 9 kg 10 1
Q k
r p
q
11
3
2
2
9
2 2 2
2
X

+ =

|
|

\
|

|
|

\
|

=

=
ESERCIZIO 11:
Calcolare la velocit di rotazione di un elettrone attorno ad un protone (atomo di idrogeno) sapendo
che lorbita circolare con raggio ( ) m 10 5 r
11
= e la massa dellelettrone
( ) kg 10 11 , 9 m
31
e

= .

Soluzione:
Potendo trascurare la forza dattrazione gravitazionale tra il protone e lelettrone in quanto
notevolmente pi piccola rispetto allattrazione elettrica, si pu impostare la relazione seguente:
E
2
T
e C
F
r
v
m F = =
Cio: la forza centripeta, responsabile della rotazione dellelettrone sulla circonferenza con centro il
protone, deve essere uguale alla forza dattrazione elettrostatica che il protone e lelettrone si
scambiano vicendevolmente.
Si ricava quindi:
( ) ( )
( ) ( )
|

\
|
=


|
|

\
|

=

=

s
m
10 25 , 2
m 10 5 kg 10 11 , 9
C 10 602 , 1
C
m N
10 9
m
r
r
e
k
m
r F
v
6
11 31
2
2
19
2
2
9
e
2
2
e
E
T

34
LE FORZE DI INDUZIONE ELETTROSTATICA
Dalla legge sperimentale di Coulomb si pu desumere che le forze elettriche sono esercitate tra due
corpi ravvicinati solo se questi sono entrambi dotati di carica elettrica.
Si pu quindi concludere che lattrazione o repulsione elettrostatica risulterebbe nulla se uno dei
due corpi fosse neutro.
In effetti la realt pratica sperimentale sembra in contrasto con quanto afferma la legge di Coulomb;
si pu infatti dimostrare che, avvicinando un corpo elettrizzato (per strofinio o per contatto) ad un
corpo conduttore neutro, si nota limmediata comparsa di unazione attrattiva a distanza dovuta,
evidentemente, allesistenza di una forza elettrica.
Tale fenomeno, che come si vedr non affatto in contrasto con quanto affermato dalla legge di
Coulomb permettendo anzi di ampliarne i concetti anche a livello delle particelle subatomiche,
definito Induzione Elettrostatica.
Le forze elettriche dattrazione dovute allinduzione elettrostatica sono da interpretare nel modo
seguente:

La carica elettrica, presente sul corpo non neutro, esercita forze di segno contrario sulle
cariche elementari positive e negative contenute in uguale numero nel corpo neutro.
Agli elettroni di conduzione sono quindi applicate forze elettriche che ne provocano lo
spostamento nel verso concorde con il verso delle forze.
Se il corpo carico positivo, gli elettroni di conduzione nel corpo neutro sono attirati e si
spostano, allinterno del materiale, sino alla superficie pi prossima alla superficie del corpo
carico.
Sulla superficie opposta, pi distante dal corpo carico, dislocata la zona con la maggior
concentrazione di atomi privi dei relativi elettroni di conduzione.
Il conduttore, inizialmente neutro, si quindi polarizzato per effetto dinduzione.
Sulle cariche di segno contrario dislocate ai poli del conduttore sono ora esercitate, dal
corpo carico induttore, due forze elettriche di segno contrario: una forza attrattiva
esercitata sul polo negativo pi prossimo, una forza repulsiva sul polo positivo pi distante.
Essendo le due forze elettriche inversamente proporzionali alla distanza al quadrato si pu
concludere che la forza attrattiva maggiore della forza repulsiva e, di conseguenza, il corpo
neutro, ora polarizzato, si avvicina macroscopicamente al corpo carico positivamente.

+ +
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-

Figura 24 RISULTANTE ATTRATTIVA DI INDUZIONE ELETTROSTATICA
35
Neutro
Polarizzato
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
+
+
+
+
+
+

Figura 25 - RISULTANTE ATTRATTIVA DI INDUZIONE ELETTROSTATICA

Se il corpo carico che avvicinato negativo la forza dinduzione elettrostatica comunque
attrattiva in quanto la polarizzazione opposta alla precedente (gli elettroni sono sospinti sulla
superficie pi distante).

Unaltra dimostrazione della comparsa di forze di induzione elettrostatiche attrattive, del fenomeno
di polarizzazione e di carica per induzione, quella che si ottiene con unesperienza simile alla
precedente, ma ove si utilizzano due sfere, inizialmente neutre, collegate tra loro con un filo
conduttore (oppure semplicemente in intimo contatto) e un corpo conduttore carico con funzioni
dinduttore.
Il corpo conduttore carico avvicinato ad una delle due sfere neutre ed esercita forze elettrostatiche
sulle cariche elementari negative (elettroni) che si spostano cos liberamente nei materiali
approfittando del punto o punti contatto tra i due corpi conduttori.
In questo modo la sfera pi vicina allinduttore si polarizza con segno contrario allinduttore stesso,
mentre, quella pi distante di segno uguale allinduttore.
Nel contempo la risultante delle forze elettrostatiche indotte, come nellesempio precedente,
provoca lavvicinamento dellinsieme sfere a contatto allinduttore.
Se le due sfere sono separate oppure eliminato il filo di collegamento, mentre linduttore ancora
presente, la polarizzazione risulta irreversibile ed ognuna mantiene quindi permanentemente la
polarit acquisita durante linduzione.
Eliminando linduttore, le due sfere scollegate si attraggono vicendevolmente.

Lesperienza descritta utilizzata come principio di funzionamento di unapparecchiatura che
utilizzata per generare, separare, movimentare ed accumulare quantit discrezionali di carica
elettrica sia di tipo positivo che negativo.

Si tratta di unapparecchiatura definita Elettroforo di Volta.
36
ATTRAZ. PERMANENTE ATTRAZ. INDOTTA
SFERE NEUTRE
3 2
1
- +
-
-
-
-
- -
+
+
+
+
+


LELETTROFORO DI VOLTA:
Lelettroforo di Volta costituito essenzialmente da un piatto conduttore metallico collegato
rigidamente ad un supporto di materiale isolante che permette alloperatore di utilizzare
lapparecchiatura senza contatto elettrico.
Il piatto metallico appoggiato su di una superficie resinosa o vetrosa preventivamente elettrizzata
per strofinio con un panno di lana o similari.
Si prestano solitamente a tale uso molti materiali sintetici come, ad esempio, il polistirolo espanso
che, strofinato, si elettrizza negativamente.
Il materiale sintetico assume quindi il ruolo di corpo induttore, mentre il piatto metallico
dellelettroforo svolge il ruolo dellindotto similmente alla sfera vicina al corpo carico delle
esperienze precedenti.
Il piatto metallico, cos appoggiato allinduttore elettrizzato, isolato dallesterno dal manico
isolante, risentendo dellazione elettrostatica dellinduttore, polarizza le cariche interne sulle due
superfici rispettivamente pi prossime e pi distanti dallinduttore.
Cos la superficie appoggiata allinduttore si elettrizza di carica contraria alla carica inducente,
mentre, la superficie opposta, pi distante, si carica dello stesso segno.
La polarizzazione permane ma modificata se loperatore tocca con un dito, mantenendo appoggiato
il piatto sullinduttore, la superficie superiore del piatto.
In questo caso la polarizzazione riguarda linsieme piatto-corpo delloperatore-terreno ove il
corpo delloperatore svolge il ruolo di filo conduttore.
Il risultato la separazione delle cariche alle estremit dellinsieme.
Sul piatto si concentrata una carica contraria a quella dellinduttore sintetico strofinato, mentre il
terreno si carica dello stesso segno dellinduttore.
Eliminando il contatto diretto tra loperatore e il piatto, la polarizzazione risulta irreversibile ed il
piatto stesso elettrizzato in modo permanente.

37

IL CAMPO ELETTRICO

INTRODUZIONE:
Come dimostrato dalla legge di Coulomb, le interazioni tra due cariche elettriche
1
q e
2
q
collocate ad una distanza r una dallaltra, sono direttamente proporzionali al prodotto dei valori
numerici delle due cariche, direttamente proporzionali ad un coefficiente K ed inversamente
proporzionali alla distanza al quadrato.
Proprio dallo studio della legge di Coulomb relativa alle caratteristiche elettriche della materia, si
possono dedurre alcune importanti osservazioni e deduzioni che, unitamente a quelle tratte dallo
studio delle leggi analoghe per la gravitazione universale e il magnetismo, contribuiscono alla
formulazione del nuovo concetto unificatore di CAMPO VETTORIALE.
La legge di Coulomb relativa alle interazioni elettriche, la legge di Newton relativa alle interazioni
gravitazionali e, come si vedr, la seconda legge di Coulomb relativa alle interazioni magnetiche,
pur prendendo in esame grandezze fisiche completamente dissimili quali la massa, la carica elettrica
e la carica magnetica, sono espresse da relazioni formalmente analoghe nella sostanza e derivate da
analoghi principi di base.
Da ci nasce lidea che tali propriet della materia e non, cos dissimili tra loro, siano, in qualche
modo, tanto confondibili luna con le altre, da poter pensare ad ununica provenienza originale
come, effettivamente confermato, dagli studi sullelettromagnetismo e dalla teoria della relativit.
Il generico concetto di CAMPO DI FORZA VETTORIALE rappresenta un primo piccolo
passaggio per la costruzione di una teoria generale unificatrice il cui scopo dovrebbe essere quello
di raffigurare lipotetica origine comune delle interazioni fondamentali e di tutte le altre leggi della
fisica.
Le conoscenze scientifiche attuali ci permettono di formulare lipotesi che tutte le sostanze esistenti,
da noi conosciute o no, pur cos diverse per caratteristiche e propriet, siano il risultato finale di
processi di aggregazione nei quali intervenuto un unico componente originale.
Risulta pi complessa la formulazione e la verifica di ipotesi relative alle motivazioni che hanno
provocato i diversi processi di aggregazione; ancora pi complessa lipotesi del componente
originale a sua volta costituito da ulteriori elementi semplici, ma, occorre sicuramente una mentalit
completamente diversa per poter affrontare lipotesi che, alla fine, supponendo di aver finalmente
scoperto la vera ed unica essenza della materia, questa possa presentarsi in forme completamente
diverse secondo le condizioni in cui si trova.
Daltra parte ormai confermato dallesperienza, il fatto che una certa quantit di materia, in
particolari condizioni, perde le caratteristiche tipiche, per assumerne altre, esclusive dei fenomeni
ondulatori quali la frequenza, la lunghezza donda e lenergia trasportata.
38
Il dualismo materia-onda elettromagnetica e il relativo fenomeno di trasformazione confermato
dalle numerose esperienze, mentre, rimane da stabilire se, come avviene sovente nei processi
naturali, sia necessario pensare ad in processo irreversibile o ad uno reversibile.
Cio, risulta forse possibile che lenergia posseduta da un fenomeno ondulatorio in assenza di
propagazione di materia subisca uninversione riconvertendo tutta lenergia o una parte in nuova
materia?
E se la risposta fosse affermativa, quale tipo di materia prenderebbe origine dalla riconversione
parziale o totale dellenergia?
Forse la materia essenziale o una sua forma di aggregazione successiva?
Daltra parte, come avviene per molti processi naturali quali il trasferimento di calore, la semplice
caduta di un grave, lespansione improvvisa di un gas, pur vero che essi avvengono
spontaneamente in un solo verso, ma, nessuno nega la possibilit inversa se si ammette una
forzatura con intervento di azioni artificiali esterne.
Nel contempo, se si dovesse ammettere irreversibile anche con lintervento di azioni esterne il
processo di trasformazione massa-energia, sorgerebbe spontaneo domandarsi da dove provenga la
materia e quale sar il termine della trasformazione.

Se, alla fine, si ammette loriginalit della materia e il dualismo materia-onda elettromagnetica si
perviene dunque allipotesi di partenza, per altro confermata dallanalogia delle leggi fisiche, che
tutti i fenomeni - ed in particolare quelli riguardanti le interazioni fondamentali gravitazionali,
elettriche e magnetiche pur rappresentati da relazioni diverse siano, in realt, governati da
ununica legge fisica generale.

ANALISI DELLA LEGGE DI COULOMB:
Occorre innanzi tutto far presente che tutte le considerazioni svolte nei passaggi successivi e
riguardanti lanalisi della legge di Coulomb per lelettrostatica e volte allintroduzione del concetto
di Campo Elettrico, sono valide anche nei confronti della legge di Coulomb per il magnetismo (ove
sar introdotto il concetto di Campo Magnetico) e della legge di Newton per la gravitazione
universale (ove stato introdotto il concetto di Campo Gravitazionale).
Lunica sostanziale differenza e fragile barriera di separazione tra le due leggi di Coulomb da una
parte, e la legge di gravitazione universale dallaltra, rappresentata dalla constatazione che, mentre
la teoria fisica sviluppata dalla legge di gravitazione prevede la presenza di sole forze attrattive tra
quantit di materia, quella che segue le leggi di Coulomb per lelettrostatica e il magnetismo
ammette forze sia di tipo attrattivo che repulsivo.
Il problema facilmente superato sia dal punto di vista matematico (relazioni fondamentali delle
forze e del campo) che da quello geometrico (raffigurazione delle forze e del campo).
Le relazioni matematiche utilizzano segni positivi e negativi per definire versi concordi e discordi
delle forze, mentre, le grandezze vettoriali sono utilizzate per le rappresentazioni geometriche.
E naturale ed evidente che la simbologia vettoriale e matematica sono compenetrate una nellaltra
secondo una metodologia affinata che permette, secondo le necessit ed in ogni momento, le
conversioni e/o lutilizzo contemporaneo.

LA LEGGE DI COULOMB DAL PUNTO DI VISTA TRIDIMENSIONALE
Quanto visto sino ad ora relativamente alla forza elettrica coulombiana generata dalla
presenza contemporanea di due o pi cariche elettriche, ci permette di stabilirne il valore
numerico (modulo o intensit del vettore associato), la direzione (retta direttrice) e il segno
algebrico (verso del vettore associato).
I due vettori rappresentativi delle forze di attrazione o repulsione reciproche non sono per
determinati in senso stretto sino a quando non si provvede a definire la posizione spaziale
delle cariche elettriche.
Il pi delle volte la posizione stabilita con lutilizzo di un sistema di riferimento cartesiano
tridimensionale (oppure un sistema polare, cilindrico, ecc. ecc) ove il punto origine
solitamente rappresentato dalloperatore stesso.
39
La determinazione della posizione iniziale delle due o pi cariche elettriche generatrici, pur
essendo esaustiva per il calcolo delle forze elettrostatiche istantanee, non , per sufficiente,
qualora si debba prendere in considerazione gli accadimenti successivi allistante per il quale
stato eseguito il calcolo.
Occorre tenere presente che la definizione di forza elettrostatica si riferisce
esclusivamente al caso in cui non previsto il movimento reciproco delle cariche sottoposte
alle azioni delle rispettive forze elettriche n il caso in cui almeno una delle due cariche sia
dotata di movimento indipendentemente dallazione esercita dallaltra.
Lo studio delle azioni elettrostatiche quindi semplicemente riferito ad un ben determinato
istante, mentre, se imposto il calcolo relativo ad unestensione temporale, le azioni saranno
definite elettrodinamiche.
Nel primo caso le posizioni assunte dalle cariche nel sistema tridimensionale di riferimento
risultano indipendenti dal tempo assumendo la funzionalit di parametri di stato fisico
bastevoli alla determinazione di grandezze elettrostatiche associate.
Nel secondo occorrer lintroduzione di funzioni temporali di posizione.

Nel caso pi semplice, fissando la posizione di una delle due cariche nellorigine del sistema
di riferimento cartesiano e congiungendo con un segmento il centro delle due cariche
(supposte sferiche e puntiformi) si ottiene il VETTORE POSIZIONE, di modulo
evidentemente uguale ad r (distanza tra le cariche) ed indicatore della direzione delle forze
elettrostatiche.
E importante sottolineare, a riguardo della futura definizione della grandezza Campo
Elettrico, che la decisione di porre una delle due cariche nellorigine del sistema di
riferimento, equivale, in pratica, a porre in evidenza tale carica facendo assume allaltra un
ruolo di secondaria importanza.
Ci sicuramente ammissibile specialmente nel caso in cui la differenza quantitativa tra i
valori numerici delle due cariche talmente elevata da far ritenere che le forze elettriche
reciproche possano significativamente influenzare il solo movimento della carica minore.
Lanalogia con il campo gravitazionale terrestre evidente: la massa del pianeta
estremamente pi rilevante rispetto alle masse che comunemente gravitano libere attorno al
pianeta stesso.
Le forze gravitazionali che sono scambiate reciprocamente influenzano in modo notevole, in
virt del secondo principio della dinamica, le masse infinitamente pi piccole ed in modo
del tutto trascurabile il movimento del pianeta.

Tornando alla rappresentazione spaziale si decide quindi di porre la carica Q nel centro del
sistema e la carica q in un punto qualsiasi.
Potendo scegliere a piacimento il segno delle cariche si decide di assegnare ad entrambe la
polarit positiva.
Le cariche Q e q si comporteranno quindi entrambe come sostanze vetrose.
La simbologia adottata non ha, per il momento, nessuna connessione con il valore numerico
delle cariche, ma, successivamente sar da intendersi proprio con questo scopo.
Il vettore Qp indicato in figura definito vettore posizione per levidente motivo che
da solo bastevole a definire in modo completo la posizione spaziale ove collocata la
carica q .
Sono, infatti, infiniti i punti dello spazio caratterizzati dalla uguale distanza r (tutti
evidentemente collocati sulla stessa sfera di raggio r ), ma uno solo di essi, congiunto al
centro Q, forma un segmento parallelo a Qp .
Il modulo del vettore posizione Qp quindi rappresentativo della distanza r tra le due
cariche e da esso dipende in modo inversamente proporzionale anche il modulo della forza
elettrostatica come definita dalla legge di Coulomb.

40

q
r
Q
+
+
X
Y
Z

z
x
y
xy


Figura 26 VETTORE POSIZIONE

Il vettore posizione r Qp = il risultato della somma vettoriale dei suoi componenti
z , y , x diretti rispettivamente secondo gli assi principali Z , Y , X .
Utilizzando la goniometria:
( ) = cos r xy
( ) = cos xy x
( ) = sen xy y
( ) = sen r z

2 2 2 2 2
z y x z xy r + + = + =

Determinata in questo modo la posizione della carica q ed applicando la legge di Coulomb
alle due cariche, il modulo della forza elettrica risultante dato da:

2 2 2
R
2 2 2 2
E
z y x
q Q
4
1
z y x
q Q
k
r
q Q
k F
+ +


=
+ +


Con:
k costante elettrica del materiale in cui some immerse le cariche

Costante dielettrica del vuoto


R
Costante dielettrica del vuoto

Naturalmente il vettore forza sar orientato secondo la direzione del vettore posizione Qp e,
nel caso di cariche entrambe positive, avr verso concorde al vettore posizione stesso,
opposto nel caso in cui una delle due, supponiamo q , sia negativa.
Le componenti del vettore forza elettrica sono ricavate dunque tenendo conto delle stesse
inclinazioni del vettore posizione rispetto agli assi principali:




41
( ) = cos F F
xy

( ) = cos F F
XY X

( ) = sen F F
XY Y

( ) = sen F F
Z


q
r
Q
+
+
X
Y
Z
x
y
z
xy

F
F
z
F
x
F
y
xy
F


Figura 27 VETTORE FORZA ELETTRICA E SUOI COMPONENTI CARICHE POSITIVE

q
r
Q
+
-
X
Y
Z
x
y
z
xy

F
F
z
F
x
F
y
xy
F



Figura 28 VETTORE FORZA ELETTRICA E COMPONENTI CARICA NEGATIVA

LATTRAZIONE O REPULSIONE COULOMBIANA CURVATURA DELLO SPAZIO
Utilizzando gli schemi tridimensionali raffigurati, unitamente allipotesi di poter ritenere
immobile la carica Q posta nellorigine ipotesi plausibile se la massa di Q tale da
risentire in modo trascurabile della forza elettrica che la carica q gli applica , supponendo
che un osservatore sia in grado di visualizzare gli accadimenti da un punto di vista
42
particolare, che la carica q non sia ostacolata nei movimenti provocati dalla forza elettrica e
in assenza di forze gravitazionali, proviamo ad immaginare cosa potrebbe vedere e pensare
un osservatore sdraiato su un piano parallelo a xy , dalla parte positiva dellasse z, con lo
sguardo rivolto verso il basso.
A tale scopo immaginiamo che possa vedere contemporaneamente laccadimento anche un
osservatore con lo sguardo rivolto perpendicolarmente al piano verticale nel quale
contenuta la forza elettrica.

r
+
Q
y

xy
x

-
Y
z
F
x
F
F
F
z
xy
q
Z
y
F
X



Figura 29 OSSERVATORE DALLALTO


q
-
F
+
Q
F
x
z
F
Z
X



Figura 30 OSSERVATORE LATERALE



43
Losservatore laterale, avendo la possibilit di rendersi conto del movimento verticale e
potendo osservare istantaneamente ed in modo reale le variazioni del vettore forza elettrica,
vedr il movimento della carica lungo la traiettoria rettilinea costituita dalla retta che
congiunge i baricentri della carica.
Disponendo di un cronometro e verificando gli spazi percorsi, esso si render sicuramente
conto che il moto della carica lungo tale traiettoria sicuramente accelerato, che
laccelerazione sovrapposta alla traiettoria e che aumenta sempre di pi mano a mano che
la carica negativa si avvicina alla carica positiva.
Esso dovrebbe sicuramente concludere che laumento di accelerazione, mentre la massa
sulla quale disposta la carica q non varia, non pu essere spiegata in altro modo se non
quello che la forza traente aumenta mano a mano che il corpo si avvicina al centro ove
collocata la carica Q.
Tale conclusione adeguata alla realt del fenomeno in quanto questo osservatore conosce
perfettamente la legge di Coulomb.
La conclusione sarebbe comunque corretta, anche se losservatore intendesse studiare il
moto della carica scomponendolo secondo le due direzioni principali del moto.
In questo caso egli vedrebbe il moto lungo la traiettoria reale come se fosse composto da un
moto rettilineo orizzontale (carica in movimento verso sinistra) ed un moto rettilineo
verticale (carica in movimento verso il basso).
Anche in questo caso i due movimenti risulterebbero di tipo accelerato con accelerazioni
crescenti sia sullorizzontale che sulla verticale mano a mano che la carica si avvicina
rispettivamente allasse Z e allasse X.
Losservatore non tarderebbe sicuramente a concludere che la forza orizzontale e quella
verticale, responsabili dei rispettivi moti accelerati, altro non sono che le componenti del
vettore forza elettrica e che aumentano mano a mano la carica si avvicina al centro del
sistema.

Diverso il discorso per losservatore con lo sguardo parallelo allasse Z.
Esso non si rende conto, infatti, che il movimento della carica avviene in realt anche in
verticale.
A tale osservatore il fenomeno appare come se si verificasse su un piano XY parallelo al
piano sul quale sdraiato.
Esso, di conseguenza, vedrebbe la carica q muoversi verso il centro di una circonferenza
virtuale su ununica direttrice parallela allasse X.
Misurando tempi e distanze sarebbe anchesso in condizioni tali da concludere che il moto
accelerato e che laccelerazione aumenta mano a mano che la carica si avvicina al centro del
piano che sta osservando.
Considerando la possibilit che tale osservatore, non potendo osservare il movimento
verticale e non essendo a conoscenza dalla presenza della carica Q posta al centro di un
piano molto distante da quello che sta osservando, potremo cos dare uninterpretazione
della sua possibile conclusione:

Il corpo q si muove di moto accelerato su una retta passante per il punto centrale di
una circonferenza. Laccelerazione non costante, ma aumenta mano a mano che il
corpo si avvicina al punto centrale. E quindi necessario che tale moto sia prodotto
da una forza di intensit crescente. Dal punto di vista dellosservatore tale forza
sarebbe rappresentata dal vettore che il primo osservatore ha individuato e definito
come
X
F .
Considerando che egli probabilmente non si rende conto della presenza della forza
elettrica, potrebbe essere tentato di spiegare il fenomeno come se il moto del corpo
fosse provocato dal rotolamento su un piano inclinato sotto lazione di una forza
gravitazionale attrattiva esercitata da una massa ancora sottostante.
Chiaramente losservatore deve essere a conoscenza del moto di un corpo su un
piano inclinato se lazione di tipo gravitazionale.
44
Questa prima conclusione, pur spiegando il moto verso il punto centrale, non per
coerente con la reale variazione dellaccelerazione.
Losservatore perfettamente a conoscenza del fatto che il moto di un corpo lungo
un piano inclinato a pendenza costante s accelerato, ma laccelerazione non
subisce variazioni.
Quindi la presenza del piano inclinato non sufficientemente esaustiva per lo scopo.

Alla fine, unendo la prima idea di piano inclinato e la realt dellaccelerazione
crescente, losservatore sarebbe costretto a concludere affermando che il moto del
corpo avviene su un piano inclinato la cui inclinazione, rispetto ad una retta
orizzontale di riferimento, deve aumentare mano a mano il corpo si avvicina al
centro.
Questo piano inclinato dovr essere sagomato come una linea continua a curvatura
variabile i cui centri di curvatura sono situati nella parte di spazio sottostante la linea
stessa e i raggi di curvatura sono decrescenti mano a mano che ci si avvicina al punto
centrale.

Losservatore sarebbe quindi indotto a trarre la seguente conclusione finale:
La presenza di un corpo posto al centro dello spazio che egli vede causerebbe una
modificazione geometrica dei piani, simile a quella provocata dalla presenza di una
massa disposta sulla superficie perfettamente orizzontale di un telo elastico.
La modificazione geometrica deve essere permanente, provocata dalla presenza di un
corpo al centro dello spazio e tanto pi rilevante quanto pi potente lazione del
corpo centrale.
Tale spiegazione, tratta essenzialmente dallo studio delle forze gravitazionali per
spiegare il moto ellittico dei pianeti attorno al Sole, perfettamente adattabile anche
al caso della forza elettrica e costituisce un altro passo verso la definizione di
CAMPO ELETTRICO.


X
Y
Z
X
Y

Figura 31 DEFORMAZIONE SPAZIALE PROVOCATA DALLA CARICA Q




45
LAZIONE A DISTANZA E IL MOVIMENTO DELLE CARICHE
Sempre dallanalisi della legge sperimentale di Coulomb risulta sufficientemente chiaro che
il valore numerico delle forze elettriche tra due cariche dipende anche dal materiale in cui
sono inserite.
Tenendo presente che lazione elettrostatica ha il massimo valore nel vuoto si conclude
immediatamente che si deve trattare di unazione a distanza, senza intervento di alcun
materiale di collegamento.
Propria tale constatazione, considerata inaccettabile per gli studiosi dellepoca, ha
contribuito non poco a sviluppare la teoria del CAMPO ELETTRICO VETTORIALE.
Si pensato di sostituire allazione diretta a distanza, esercitata reciprocamente dalle due
cariche, unazione indiretta cui sarebbe sottoposta una delle due cariche per effetto di una
modificazione dello spazio circostante generato dallaltra.
Lo spazio modificato assume cos il ruolo di mediatore tra una delle due cariche, considerata
preponderante, e laltra o le altre.
Le azioni elettrostatiche dipendono quindi dallo spazio circostante modificato ed attivo e il
tipo e la potenza della modifica una diretta conseguenza dalla grandezza e dalla
disposizione della carica preponderante.
Lo spazio cos modificato definito CAMPO ELETTROSTATICO O CAMPO
ELETTRICO.
La definizione e lutilizzo del concetto di campo elettrico permette di rendere meno evidente
la difficolt di pensare allazione diretta a distanza.
Si immagini, per esempio, che in due punti ben distinti dello spazio, magari anche a distanza
notevole uno dallaltro, compaiano improvvisamente e contemporaneamente (il concetto di
contemporaneit rappresenta un altro grosso problema) due cariche elettriche.
La legge di Coulomb ci permette di calcolare, conosciuta la distanza e il tipo di materiale in
cui sono immerse le cariche, le due forze reciproche che esse si scambiano.
La stessa legge non d alcuna informazione circa il tempo intercorrente tra la comparsa delle
cariche e il manifestarsi delle forze.
E un gravissimo problema.
Potremmo ipotizzare, in modo generico e incappando comunque in un errore, che
lintervallo di tempo sia funzione della distanza, ma ci significherebbe aver in qualche
modo quantificato una velocit di propagazione dellazione a distanza.
Dunque lazione a distanza una specie di onda che si propaga nel vuoto ad una velocit
forse uguale a quella della luce?
O forse superiore?
E forse lecito assimilare lazione a distanza ad un onda elettromagnetica?
Ribaltando il problema ed utilizzando lanalogia con le forze gravitazionali e la velocit
della luce potremmo porci la seguente domanda:
Se, ad un certo istante, scomparisse improvvisamente la massa solare, noi, dalla Terra, ci
accorgeremmo prima della mancanza della luce o della forza gravitazionale?
Sappiamo che la luce impiega circa otto minuti a percorrere la distanza Sole-Terra e siamo
in grado di immaginare i fronti donda; si pensa di riuscire ad immaginare allo stesso modo
la velocit di spostamento di qualcosa dimmateriale come lazione a distanza?
Tra le altre cose, che cos lazione a distanza?
Se, allo stesso modo, scomparisse una delle cariche, laltra risentirebbe subito della
mancanza della forza elettrica oppure no?

Per non parlare poi della possibilit di movimento di una o entrambe le cariche.
Ad esempio, se una delle due cariche, prima ferma, inizia ad oscillare con una frequenza
elevatissima attorno al punto ove era collocata inizialmente, laltra risente immediatamente
delloscillazione oppure no?
E se le oscillazioni della prima sono forzate lo saranno allo stesso modo anche quelle della
seconda?

46
Tanto vale, per uscire da questo corto circuito mentale, sostituire la propagazione
immateriale dellazione a distanza con unaltra propagazione, questa volta di tipo
geometrico, ma pur sempre immateriale, di un elemento per il quale abbiamo una
raffigurazione almeno dal punto vista della geometria: lo spazio.

Ora, finalmente, potremmo almeno ragionare sul fatto che, per trasmettersi da un punto
allaltro, la modifica dello spazio deve necessariamente iniziare nel punto ove compare la
causa e coinvolgere, uno dopo latro, tutti i punti successivi.
Certamente si tratta di nuovo di un ragionamento analogo a quello che facciamo, quando
discutiamo delle dimensioni fisiche del punto geometrico, ma, almeno possiamo esprime
opinioni.


IL CAMPO ELETTRICO:
La presenza di una o pi cariche elettriche quindi in grado di generare, in una regione di spazio
teoricamente infinita, ma praticamente limitata ai punti di solo nostro interesse, la modificazione di
cui si parlato.
Tale modificazione rappresentata da una nuova grandezza fisica, di tipo vettoriale, che prende il
nome di CAMPO ELETTRICO.
Per la definizione operativa di campo elettrico necessario far riferimento allo schema
tridimensionale utilizzato per illustrare le propriet dei vettori posizione e forza elettrica.
Rinunciando a visualizzare una delle tre dimensioni, per esempio la profondit, indicata nello
schema dallasse Y, la rappresentazione grafica si semplifica notevolmente rendendo pi agevole la
comprensione del concetto specifico.
Supponiamo quindi di poterci immedesimare con un osservatore il cui interesse limitato a quello
che succede nel solo piano XZ.
Lo sguardo di tale osservatore deve quindi essere diretto verso superfici piane orientate
perpendicolarmente allasse Y.
Potendo scegliere una qualsiasi di tali superfici, decidiamo di prendere in esame il piano di
riferimento formato dallintersezione dei due assi principali X e Z.
Tale piano ha anche il vantaggio, tra tutti i piani perpendicolari a Y, di essere lunico che contiene
lorigine del sistema di riferimento cartesiano.

Proprio nellorigine si era deciso di collocare una carica elettrica positiva Q, affermando, nello
stesso tempo, che la scelta della simbologia non era da considerarsi determinate relativamente al
valore numerico della carica.
Ora per, contrariamente a quanto si era detto, occorre immaginare che lordine di grandezza di tale
carica positiva sia notevolmente maggiore a quello di tutte le altre possibili cariche presenti nel
piano XZ del sistema e che saranno indicate con il simbolo q .
Questo concetto espresso dalla seguente relazione matematica:

n 2 1
q ,........, q , q Q

Limitiamoci, per ora, a considerare la presenza di una sola carica Q notevolmente pi grande di
tutte le altre.
In un punto qualsiasi del piano XZ immaginiamo ora di collocare una carica positiva q il cui
valore, per lipotesi precedente, trascurabile rispetto a quello della carica centrale, anchessa
positiva.
Detta carica non ha alcuna possibilit di influire, se non in modo del tutto trascurabile, sulla
modificazione dello spazio generata dalla carica centrale e, per questo motivo, definita Carica
Esploratrice, mentre, allopposto, definita Generatrice di campo elettrico la carica Q.

47

Z
X
Q
+
+
q
Fe
Fx
z F
r
z q
xq
Fe
Fz
Fx
r
*
*
*
*
Fe
Fe
e F
*
Fe
*
Fe
Carica generatrice
Carica esploratrice
Sfera equipotenziale 1
Sfera equipotenziale 2
Forza elettrica
Linee di flusso
Linea di flusso


Figura 32 FORZE ELETTRICHE NEL PIANO XZ CERCHI (SFERE) EQUIPOTENZIALI.

Le coordinate z , x del punto ove situata la carica ci permettono di determinare tutte le
caratteristiche (modulo, direzione e verso) del vettore posizione r Qq = dal quale poi, applicando
la legge di Coulomb, possibile ottenere le propriet del vettore forza elettrica
e
F e delle due
componenti
x
F e
z
F .
Si presuppone la conoscenza della costante dielettrica relativa del materiale in cui sono immerse le
cariche.
2 2
z x r + =
( )
x
z
tg =
2
R
e
r
q Q
4
1
F


( ) = cos F F
e x

( ) = sen F F
e y


48
Modificare la posizione della carica esploratrice significa determinare, per ogni punto del piano o
dello spazio, nuovi vettori forza elettrica sicuramente diversi uno dallaltro (si tenga conto che per
essere definiti uguali due o pi vettori debbono possedere le stesse quattro propriet).
Perci ad ogni singolarit dello spazio sar associato un solo ed unico vettore forza elettrica.
Ci significa, nel comune linguaggio matematico, che, fissata una coppia qualsiasi di coordinate
piane z , x (oppure una terna di coordinate spaziali convergenti), esiste un solo vettore
e
F le cui
caratteristiche soddisfano le relazioni sopra indicate.
Naturalmente ci valido se per tutti i punti non sono modificate le altre grandezze che
intervengono nel calcolo, cio, le costanti dielettriche, la grandezza della carica generatrice e quella
della carica esploratrice.
Dallo schema raffigurante il piano di riferimento e le forze elettriche possibile trarre almeno due
immediate ed importanti constatazioni:
Sui cerchi (nel piano) o sulle sfere (spazio) concentriche con centro nellorigine e raggio
pari al modulo del vettore posizione, i vettori forza elettrica, pur diversi tra loro, sono per
caratterizzati dallo stesso modulo o valore numerico.
Ci subito evidenziato dalla stessa legge di Coulomb.
I cerchi o le sfere concentriche saranno definiti rispettivamente, linee o superfici
equipotenziali.
Su ogni punto di un cerchio o sfera equipotenziale insister una forza elettrica di modulo
costante, definito esclusivamente dal valore del raggio del cerchio o della sfera.
I cerchi o le sfere con raggio minore saranno caratterizzate da forze elettriche pi intense.
Per i tratti infinitesimi di circonferenza o i tratti infinitesimi di superficie sferica le rispettive
tangenti saranno sempre perpendicolari al vettore forza elettrica nel punto di tangenza.

Le cariche elettriche esploratrici, potendo essere pensate puntiformi anche per quanto
riguarda la massa, risentiranno in modo molto evidente lazione delle forze elettriche
subendo accelerazioni proporzionali alle forze stesse ed inversamente proporzionali alla
massa.
In ogni caso, per il solo schema considerato, gli spostamenti saranno sempre diretti secondo
la congiungente del punto considerato con il centro del sistema ove collocata la carica
generatrice.
Non quindi difficile concludere che ogni punto del piano o dello spazio sar caratterizzato
da una sola traiettoria possibile e che tutte le traiettorie avranno un solo punto in comune,
cio il centro del sistema.
Ognuna delle traiettorie possibili definita LINEA DI FLUSSO ed costituita dalla
semiretta che inizia nellorigine e termina allinfinito, in quanto solo allinfinito si annulla il
valore della forza responsabile dello spostamento.
Le linee di flusso saranno quindi percorse dalle cariche esploratrici in un verso o nellaltro in
funzione del segno algebrico della carica generatrice ed esploratrice.
Nel caso particolare sono da intendersi percorse dallinterno verso lesterno.


LA DEFINIZIONE DI CAMPO ELETTRICO
Per quanto riguarda il concetto e la definizione di CAMPO ELETTRICO necessario utilizzare il
seguente semplice ragionamento:

Come stabilito precedentemente, ad ogni punto dello spazio, associato un solo ed unico
vettore forza elettrica
Tale vettore dipende dalla posizione, dalla carica generatrice, dalla carica esploratrice e dalle
propriet elettriche dei materiali.
Dato per assodato che il nostro vero interesse costituito dalla modifica dello spazio causata
dalla carica generatrice, possiamo pensare di mantenerne costante il valore e la posizione e
49
verificarne gli effetti su una carica di valore variabile da mantenere in posizione fissa
rispetto alla prima.
A questo scopo si potrebbe determinare la forza elettrica agente su una carica estremamente
piccola (per non perturbare lo spazio circostante) e confrontarne il valore che risulterebbe
nel caso in cui si decidesse di raddoppiare, triplicare ecc. ecc. il valore numerico della
piccola carica.
Usiamo quindi, come carica esploratrice, una piccola massa di materiale conduttore caricata
elettricamente dalla mancanza di un solo elettrone. Il valore numerico della carica quindi
pari alla carica elementare di un elettrone pensato positivo:
( ) C 10 602 , 1 q
19
1

+ =
Di conseguenza, il modulo della forza elettrica in quel punto, sar dato da:
( )
2
1
1 e
r
q Q
k F

=
Mantenendo inalterata la posizione decidiamo ora di raddoppiare la carica esploratrice:
( )
1
19
2
q 2 C ) 10 602 , 1 ( 2 q = + =


Il nuovo valore della forza elettrica in quel punto e per effetto della stessa carica generatrice
sar:

( ) ( ) 1 e
2
1
2
2
2 e
F 2
r
q 2 Q
k
r
q Q
k F =

=

=
Se la carica triplicata:

( ) ( ) 1 e
2
1
2
3
3 e
F 3
r
q 3 Q
k
r
q Q
k F =

=

=
Verifichiamo ora i rapporti tra le forze elettriche e i rispettivi valori delle cariche esploratici
usando la stessa legge di Coulomb:
( )
2
1
1 e
r
Q k
q
F

=
( ) ( ) ( )
2
1
1 e
1
1 e
2
2 e
r
Q
k
q
F
q 2
F 2
q
F
= =

=

( ) ( ) ( )
2
1
1 e
1
1 e
3
3 e
r
Q
k
q
F
q 3
F 3
q
F
= =

=

Cio: K
r
Q
k
q
F
2
e
= =

In conclusione:
Le variazioni del valore della carica esploratrice, in un punto fisso dello spazio, causano la
variazione della forza elettrica, ma, il rapporto tra la forza elettrica risultante e la relativa
carica esploratrice si mantiene costante ed indipendente dal valore di questultima.
Il valore del rapporto, caratteristico di ogni punto dello spazio, da ritenersi dipendente
soltanto dalla grandezza della carica generatrice, definito CAMPO ELETTRICO
generato da quella particolare carica generatrice Q in quel particolare punto dello spazio ed
sinteticamente rappresentato dalle seguenti relazioni:
q
F
E
e
= CAMPO ELETTRICO

2
r
Q
k E = CAMPO ELETTRICO
50
Si tratta naturalmente di una grandezza fisica vettoriale che ha la stessa direzione, verso e
punto dapplicazione della forza elettrica e il cui modulo uguale al rapporto tra la forza e la
carica esploratrice.
Il Campo Elettrico quindi anche un CAMPO DI FORZA VETTORIALE.

Ora dovrebbe essere pi chiaro il concetto di modifica dello spazio:
Un campo elettrico, presente in una data regione dello spazio, presuppone sicuramente
lintervento di una o pi cariche generatrici.
La conoscenza dei valori numerici del campo elettrico in ogni punto ci permette di
determinare le forze elettriche anche senza alcun dato relativo alla carica che lha generato.
Resta cos superato il grave problema dellazione a distanza in quanto sostituito da
unazione locale.

Il valore della forza elettrica agente su una carica q, in un punto qualsiasi dello spazio ove
presente un campo elettrostatico di valore E, indipendentemente da come stato generato,
dato da:

q E F
e
=




Z
X
Q
+
+
q
E
Ex
z E
r
z q
xq
r
*
*
Carica generatrice
Carica esploratrice
Sfera equipotenziale 1
Sfera equipotenziale 2
CAMPO ELETTRICO
Linee di flusso
E
E
E
Ez
Ex
*
*
E
*
E
E
*
Linea di flusso

Figura 33 VETTORI CAMPO ELETTRICO
51

ANALISI DIMENSIONALE DELLA GRANDEZZA CAMPO ELETTRICO

Il valore numerico del campo elettrico E espresso dimensionalmente dalle unit di misura
caratteristiche del rapporto tra la forza e la carica elettrica.
Sar introdotta in seguito la nuova unit di misura del Sistema Internazione, lAmpere, poi
utilizzata, in modo definitivo, per esprimere univocamente le grandezze tipiche dellelettrostatica,
quindi anche la carica elettrica, dellelettrodinamica e dellelettromagnetismo.
Dallespressione del campo elettrico, rinunciando alla notazione vettoriale, si ottiene:

q
F
E
e
=
( )
( ) C
N
E =
q E F
e
=
( )
( )
( ) C
C
N
F
e
=
Quindi il campo elettrico E rappresenta numericamente lintensit della forza elettrica, espressa in
Newton, agente su una carica di valore q, espresso in Coulomb, in un determinato punto dello
spazio.

Se utilizzato il Sistema Internazionale in cui si prevede lAmpere quale unit di misura della
corrente elettrica, allora il campo elettrico sar misurato in:

t i
F
q
F
E
e e

= =
( )
( ) ( ) s A
N
E

=
Con:
i Intensit di corrente elettrica ( ) A
t Tempo ( ) s
t i q = Relazione tra carica elettrica, tempo ed intensit di corrente


CAMPO ELETTRICO E CAMPO GRAVITAZIONALE ANALOGIA
Linterazione elettrica tra due o pi cariche, operata localmente tramite la funzione Campo
Elettrico, fondamentalmente analoga a quella di gravit applicata dal Campo Gravitazionale a due
o pi quantit di materia.
Lanalogia ancora pi evidente nel caso in cui sono confrontati campi elettrici e gravitazionali di
tipo radiale, generati cio da una sola carica elettrica o da una sola massa.
Il campo gravitazionale terrestre rappresenta quindi un termine di paragone fondamentale, anche se,
contrariamente a quanto succede con il campo elettrico, esso esercita solo azioni attrattive.
La forza gravitazionale esercitata dal pianeta su una massa m posta ad una distanza r dal
baricentro del pianeta stesso, determinata dalla legge di Newton o legge di gravitazione
universale:
2
T
g
r
m M
G F

=
La distanza r da considerarsi come un vettore posizione in grado di individuare, per mezzo del
modulo e della direzione, il punto esatto ove collocata la massa m, rispetto ad un sistema di
riferimento tridimensionale con il centro di gravit del pianeta nellorigine.
La latitudine e longitudine sono appunto gli angoli formati del vettore posizione con il piano
equatoriale ed un piano longitudinale di riferimento.
Nel caso della forza gravitazionale occorre poi ricordare che, in base al secondo principio della
dinamica o legge del moto, possibile stabilire la seguente relazione:

52
a m F
g
=
Ove con a sintende laccelerazione provocata dallazione della forza gravitazionale terrestre sulla
massa m posta alla distanza r.
Tale accelerazione ancora da considerarsi un vettore con direzione stabilita dalla congiungente i
centri di gravit e modulo variabile proprio in funzione della distanza r.
Nei casi pi interessanti ove la massa m posizionata non troppo distante dalla superficie terrestre,
il modulo del vettore a ha un valore pressoch costante pari a
|

\
|
2
s
m
81 , 9 ed comunemente
indicato con il simbolo g (accelerazione di gravit terrestre).
Quindi la forza gravitazionale detta comunemente peso applicata ad un corpo non troppo
distante dalla superficie terrestre, data da:
2
T
T
g
r
m M
G g m F

= =
T
r raggio terrestre
Se ora, alla forza (azione a distanza), si sostituisce lazione locale del Campo gravitazionale,
ottenuta ancora con il ragionamento fatto per introdurre il concetto di Campo elettrico, si ottiene:
m
F
H
g
= Campo gravitazionale
2
T
r
M
G g
m
g m
H = =

=
Quindi il campo gravitazionale in prossimit della superficie terrestre un vettore di modulo
costante, pari allaccelerazione g, e direzione perpendicolare alla superficie stessa considerata
sferica.
Come il campo elettrico dipende unicamente dalla grandezza della carica generatrice, allo stesso
modo il campo gravitazionale terrestre dipende unicamente dalla grandezza del nostro pianeta.

LINEE DI FLUSSO LINEE O SUPERFICI DI LIVELLO O EQUIPOTENZIALI
LINEA DI FLUSSO:
Si consideri ora di disporre una piccola carica esploratrice, ad esempio positiva, in un punto A
qualsiasi di una regione di spazio in cui presente un campo elettrico generico (diverso dal tipo
radiale o dal tipo uniforme che saranno presi in considerazione successivamente).
Per semplicit supponiamo che il punto sia contenuto in un piano X-Z e che la retta direttrice del
vettore campo elettrico in ogni punto sia sempre contenuta in tale piano pur potendo cambiare
inclinazione rispetto, ad esempio, allasse X.
Ci significa che il modulo del vettore campo elettrico definito in modo univoco dalle coordinate
( )
A A
z ; x del punto dapplicazione e da quelle del punto terminale ( )
1 B 1 A
z ; x ove da intendersi
collocato il verso.
Supponiamo inoltre che il campo sia stato generato dalla presenza, in qualche parte dello spazio
circostante, da cariche elettriche positive la cui posizione e numero non precisata in quanto non
per noi interessante considerato che conosciamo il campo.

La carica q , posta nel punto A del campo in modo tale da ritenere nulla la velocit iniziale, risente
immediatamente della forza elettrica il cui valore dato da:

( )
q E F
A A e
=
Con:
A
E Vettore campo elettrico nel punto A
|

\
|
C
N

q Carica elettrica ( ) C
53

La forza elettrica
( ) A e
F , necessariamente diretta secondo la direzione del campo
( ) A
E in quel
punto e applicata alla massa m caratteristica della carica q, provoca la comparsa dellaccelerazione
a e un conseguente spostamento S della carica sempre in direzione del campo elettrico.

( ) ( )
q E F
A A e
=
m
q E
a

=
2 2
t
m
q E
2
1
t a
2
1
S
|
|

\
|

= =

La carica elettrica raggiunge quindi una posizione B ove generalmente presente un vettore campo
elettrico diverso
( ) B
E sia in modulo che in direzione da quello esistente nel punto A.
La direzione e il modulo della forza, dellaccelerazione e dello spostamento, costringeranno la
carica verso una nuova posizione C.
E chiaro quindi che, ragionando in termini finiti anche piccolissimi, le continue variazioni del
campo provocano il movimento della carica su una successione di traiettorie rettilinee costituenti,
nellinsieme, una linea spezzata.
Ora, se si immagina continua la variazione del campo, sar continua anche la variazione della
traiettoria che, alla fine, sar sicuramente rappresentata da una linea continua curva.
Tale traiettoria, caratterizzata dal fatto che in ogni suo punto il vettore campo elettrico sempre
tangente, definita linea di flusso.
Per come stata definita, esiste una e una sola linea di flusso per ogni punto del campo, con
esclusione dei soli punti che rappresentano una singolarit come, ad esempio, i punti sorgente ove
sono collocate le cariche generatrici.
In detti punti passano infinite linee di flusso.
Linfittirsi delle linee di flusso in determinate regioni dello spazio indicativo della presenza
ravvicinata di un punto singolare.

Z
X
A
B
C
D
E
B
A
E
C
E
E
A
A
E
B
Z
X
E
B
C C
D
LINEA DI FLUSSO
A
*
*
D
LINEA DI FLUSSO

Figura 34 COSTRUZIONE DI UNA LINEA DI FLUSSO



54

LINEE DI FLUSSO PASSANTI PER UN SEGMENTO DEL PIANO:
Con i medesimi criteri seguiti precedentemente possibile determinare, per ogni punto di un
segmento qualsiasi contenuto nel piano, la relativa linea di flusso.
Risulter una successione di linee la cui distanza dipende unicamente dalla distanza dei punti scelti
sul segmento.

E
A
A
E
B
Z
X
E
B
C
C
D
LINEE DI FLUSSO
D
*
A
SEGMENTO
*
*
D
*
D


Figura 35 LINEE DI FLUSSO PASSANTI PER IL SEGMENTO DD*

TUBO DI FLUSSO:
Estendendo il concetto allo spazio tridimensionale, il segmento di cui prima, sostituito da una
linea chiusa che racchiude una superficie S . Tracciando una linea di flusso per ogni punto
appartenente alla linea e alla superficie S , si ottiene un condotto virtuale, solitamente a sezione
variabile definito tubo di flusso il cui asse principale contiene i baricentri della sezione iniziale e
terminale.


A
Z
X
D
TUBO DI FLUSSO
D*
*
A
Y
E
E
E
S


Figura 36 TUBO DI FLUSSO

55

LINEE E TUBI DI FLUSSO ANALOGIA CON IL CAMPO GRAVITAZIONALE:
Anche in questo caso si sfrutta lanalogia tra il campo gravitazionale terrestre ed il campo elettrico
generato da una sola carica centrale, ad esempio positiva, nello spazio circostante laddove sono
presenti solo cariche negative.
In questo caso si tratta di campi vettoriali radiali entrambi di tipo attrattivo.
Le linee di flusso caratteristiche del campo gravitazionale rappresentano la traiettoria seguita da una
massa libera di muoversi per effetto della presenza del campo.
La linea di flusso caratteristica di un punto sulla superficie terrestre quindi indicata dalla direzione
del filo a piombo e, per punti non troppo distanti tra loro, le relative linee di flusso risultano
praticamente parallele per limpossibilit di misurarne la reale convergenza.



Figura 37 LINEE E TUBO DI FLUSSO DEL CAMPO GRAVITAZIONALE TERRESTRE

Dal punto di vista di un comune osservatore e per una porzione limitata di superficie terrestre
racchiusa entro una linea circolare, il tubo di flusso deve apparire come un cilindro, mentre, chi
gode di un punto dosservazione abbastanza distante dalla terra, si rende conto che esso ha, in realt
una forma conica.
Il punto singolare del campo gravitazionale terrestre unico, in esso convergono tutte le linee di
flusso ed evidentemente rappresentato dal centro di gravit terrestre.

LINEE O SUPERFICI DI LIVELLO (SUPERFICI EQUIPOTENZIALI):
Anche in questo caso conviene rifarsi allanalogia con il campo gravitazione la cui azione e
propriet sono forse pi famigliari.
Supponiamo quindi di esaminare lo spostamento di una massa collocata inizialmente in un punto A
del campo gravitazionale ove, come detto prima, passa una sola linea di flusso
A
L diretta verso il
centro gravitazionale terrestre.
Sia B un altro punto del campo e
B
L la relativa linea di flusso.
Per quanto detto precedentemente, un osservatore non privilegiato potr visualizzare tutte le linee di
flusso che, virtualmente, caratterizzano i punti appartenenti al segmento AB.
Esse risulteranno fondamentalmente parallele.
Sfruttando la definizione di linea di flusso e supponendo che i due punti non siano troppo distanti
tra loro, si giunger facilmente alla conclusione che tutti i vettori campo elettrico E in ogni punto
del segmento AB, pur diversi tra loro, sono caratterizzati dallo stesso modulo e dalla stessa
direzione parallela alle linee di flusso.
56
Quindi anche le forze gravitazionali g m F
g
= godranno delle stesse caratteristiche.
Durante il possibile movimento dal punto A al punto B, sul corpo sar quindi applicata una forza
g
F di intensit e direzione costanti.
La posizione del punto B sulla linea di flusso
B
L si permette di determinare langolo formato
dal segmento AB con la direzione delle linee.
( ) = cos AB h
( )
AB
h
cos =
|

\
|
=
AB
h
cos ar


A
B

m
F =mg g
g F =mg
m
m
m
m
L
A L
B
a
h


Dato che la forza costante nellintorno del punto A, si potr calcolarne il lavoro compiuto per lo
spostamento AB, con la formula:

( ) h F cos AB F L
g g
= =

Daltra parte lo spostamento verso il basso (nel caso della figura), risultando a carico del campo
gravitazionale, riduce lenergia potenziale
P
E iniziale di un valore pari a h g m E
P
= .
Se lo spostamento perpendicolare alla direzione della forza, o, in altri termini, del campo, langolo
vale 90, il coseno nullo ed automaticamente nullo il lavoro eseguito dalla forza
gravitazionale.
Di conseguenza ha valore nullo anche la variazione di energia potenziale per cui, alla fine, il punto
B caratterizzato dalla stessa energia potenziale del punto A.
Il segmento che congiunge i due punti perpendicolare alle linee di flusso.
Si conclude quindi che, in un campo gravitazionale, fissata la posizione di un punto A sulla relativa
linea di flusso esiste una e una sola linea i cui punti godono della caratteristica di restituire
unuguale energia potenziale.
Tale linea deve necessariamente essere perpendicolare alla linea di flusso nel punto A e, di
conseguenza, a tutte le altre linee di flusso.
Un osservatore privilegiato si accorgerebbe che tale linea in realt una circonferenza nel piano e
una sfera nello spazio e affermerebbe che, su tale linea o superficie, tutti i punti hanno la stessa
energia potenziale. Si tratta appunto di linee o superfici Equipotenziali o curve di livello.
57
Per il campo elettrico generato da una sola carica puntiforme le osservazioni sono formalmente
identiche a quelle valide per il campo gravitazionale:

Le linee di flusso sono radiali a partire dalla posizione della carica elettrica. Sono
percorse dallinterno verso lesterno nel caso di campo generato da una carica positiva e
cariche esploratrici positive, dallesterno verso linterno nel caso o casi opposti
Le linee equipotenziali o linee di livello sono circonferenze concentriche con centro
comune nel punto centrale. Le tangenti alla circonferenza nei punti in cui essa interseca
le varie linee di flusso sono perpendicolari alle linee di flusso (propriet del raggio e
della circonferenza)
Le superfici equipotenziali sono superfici sferiche per le quali valgono le stesse propriet
descritte.

Anche nel caso di campo elettrico diverso da quello radiale, sono valide queste osservazioni:
In un punto qualsiasi di una qualsiasi linea di flusso passa una sola linea equipotenziale. La linea di
flusso e la linea equipotenziale sono perpendicolari.
Nei casi diversi dal campo radiale le linee e superfici equipotenziali non sono circonferenze o sfere
e la loro forma dipende esclusivamente dalla conformazione del campo elettrico.

PRINCIPALI TIPOLOGIE DI CAMPO ELETTRICO

CAMPO RADIALE:
Il campo elettrico radiale generato da una sola carica Q positiva o negativa.
Per convenzione la carica esploratrice sempre considerata positiva.
Le linee di flusso o linee di forza del campo sono da considerarsi uscenti od entranti rispettivamente
nella carica generatrice positiva o negativa.
Il verso di percorrenza delle linee di flusso stabilito dalla punta di un vettore.
Le linee equipotenziali sono circonferenze concentriche, mentre, le superfici equipotenziali sono
sfere concentriche.
Si tratta di un campo caratterizzato da vettori di modulo variabile in funzione della distanza dal
centro.
Il campo radiale quindi un campo variabile ed rappresentato da:

+ -
LINEE DI FLUSSO
SUPERFICI EQUIPOTENZIALI

Figura 38 CAMPO RADIALE PRODOTTO DA CARICA POSITIVA E NEGATIVA


58


CAMPO BIPOLARE PRODOTTO DA DUE CARICHE UGUALI E OPPOSTE:

Il campo elettrico bipolare il risultato della somma vettoriale, eseguita punto per punto, di due
campi elettrici radiali prodotti da cariche aventi lo stesso valore ma segno opposto.
I criteri da utilizzare per il calcolo e la rappresentazione sono dettati dalla legge di Coulomb e dalle
classiche regole di somma vettoriale.
Si pensa di posizionare una carica esploratrice positiva in un punto qualsiasi del campo.
Sono quindi determinati il modulo, la direzione e il verso, dei due vettori campo elettrico relativi
alle rispettive cariche.
Poi, con il metodo del parallelogramma, determinato la direzione, il verso ed il modulo del campo
elettrico risultante.
Quindi procedendo per incrementi finiti di spostamento si determina la linea di flusso e i relativi
vettori campo per ogni punto di essa.
Infine la linea spezzata risultante approssimata con una line curva.

SUPERFICI EQUIPOTENZIALI
E
E
E
+ -
LINEE DI FLUSSO
E


Figura 39 CAMPO ELETTRICO DI UN DIPOLO ELETTRICO

Le linee e superfici equipotenziali godono sempre di essere perpendicolari alle linee di flusso e del
fatto che per un punto di una linea di flusso passa una e una sola superficie equipotenziale.
Le superfici equipotenziali sono dunque, in questo caso, molto pi complesse che nel caso di campo
radiale.

CAMPO ELETTRICO UNIFORME:
Due lastre metalliche piane, parallele, poste ad una certa distanza una dallaltra, elettrizzate con
cariche di segno opposto, producono un campo elettrico uniforme contenuto esclusivamente nella
regione di spazio compreso tra le lastre stesse.
Si intende che nei vari punti di detto spazio, il vettore campo elettrico costante in modulo,
direzione e verso.
La direzione quella perpendicolare ai piani delle lastre, il modulo dipende dalla quantit di carica
o meglio, dalla densit superficiale di carica, dalla distanza tra le lastre e dal materiale interposto
alle lastre stesse.
Il campo elettrico uniforme tipico di apparecchiature definite condensatori.
Il procedimento da seguire per determinare il valore del campo simile a quello adottato per il
campo elettrico bipolare.
59
Le azioni elettrostatiche repulsive generate sulla carica esploratrice positiva devono essere sommate
alle azioni attrattive applicate dalla lastra negativa.
Considerato che, mano a mano, la carica si allontana dalla lastra positiva perch respinta da essa ed
attratta dallaltra, diminuisce leffetto repulsivo ma, nel contempo aumenta leffetto attrattivo.
Risulta quindi una forza elettrica e un campo elettrico di valore costante.
Inoltre leffetto repulsivo generato verso le superfici laterali dalla piastra positiva che
tenderebbero ad espellere le cariche positive lungo il perimetro sono compensate dalleffetto
attrattivo della lastra negativa che, invece tende ad attirare eventuali cariche esterne al perimetro.
Risulta perci un campo elettrico delimitato dalla regione di spazio compreso tra le lastre e
perimetro esterno.
Questa regione di spazio dunque assimilata ad un parallelepipedo avente come base la superficie
delle lastre e come altezza la loro distanza.

+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
SUPERFICI EQUIPOTENZIALI
+
+
+
E
+
E
+
+
E
+
E
+
+
E
+
+
+
+
+
E
+
E
+
+
LINEE DI FLUSSO
-



Figura 40 CAMPO ELETTRICO UNIFORME CONDENSATORE PIANO


RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLINTENSITA DEL CAMPO ELETTRICO
Ad ogni punto di un campo elettrico, dovuto ad una o pi cariche puntiformi o distribuite, si pu
associare, come visto, un vettore E campo elettrico, il quale rappresenta la risultante delle forze del
campo sulla carica esploratrice
+
q , diviso la carica stessa (o, ed la stessa cosa, la risultante delle
forze del campo su di una carica positiva unitaria, posta nel punto considerato).
La direzione del vettore E , in ogni punto del campo, risulta tangente a quelle linee ideali definite
linee di flusso o linee di forza del campo elettrico.
Per ogni punto del campo passa una ed una sola linea di forza la quale individua sostanzialmente la
traiettoria che verrebbe descritta dalla carica esploratrice posta in quel punto con velocit iniziale
nulla ed abbandonata a se stessa, cio lasciata libera di muoversi sotto lazione del campo.
Le linee di forza sono linee orientate, cio su di esse fissato un verso di percorrenza che
convenzionalmente, ed in accordo con la definizione di campo elettrico, assunto come quello
descritto da una carica positiva.
In tal modo, relativamente ad ogni punto del campo, la linea di forza che passa per quel punto
stabilisce non solo la direzione, ma anche il verso del vettore E .
La costruzione delle linee di flusso o linee di forza eseguita secondo i criteri e le modalit
descritte.
La rappresentazione grafica di un campo elettrico eseguita secondo il criterio proposto da
Faraday.
60
Si convenuto di rappresentare graficamente un campo elettrico tracciando, per ogni piccola area di
superficie perpendicolare alla direzione delle linee di forza, un numero di linee di flusso N uguale al
prodotto tra lintensit del campo al centro della superficie e lestensione della superficie stessa S :

S E N =

Una rappresentazione del campo elettrico effettuata con la suddetta convenzione ha il vantaggio di
visualizzare graficamente lintensit del campo in ogni punto: infatti lintensit sar tanto pi
grande quanto pi fitte saranno le linee di forza nellintorno del punto considerato e viceversa sar
tanto pi piccola quanto pi rade saranno tali linee di forza.

S
E
N=E S


Figura 41 CRITERIO DI FARADAY PER LA RAPPRESENTAZIONE DEL CAMPO


ANALOGIA CON UN TUBO DI FLUSSO DI UNA CORRENTE DACQUA:
Il tubo di flusso relativo ad una superficie di area S contenuta allinterno di un campo elettrico E
pu sicuramente essere paragonato in modo analogico alla corrente dacqua uscente da un foro
praticato, ad esempio, su una parete laterale del recipiente che la contiene.
Il movimento del liquido infatti relativo a tutte le molecole contenute nel recipiente che sono
convogliate dalla forza gravitazionale verso la superficie del foro duscita.
Ne risulta una corrente dacqua che scorre in condotto virtuale le cui sezioni iniziale e finale
corrispondono rispettivamente alla superficie libera del recipiente e alla superficie libera del foro
duscita.
Se il movimento sufficientemente lento, i filetti fluidi scorrono su linee curve senza modificare la
direzione.
Tali linee sono lanalogo alle linee di flusso del campo e il condotto virtuale che le contiene
rappresenta il tubo di flusso.
Mano a mano che il liquido, partendo dalla superficie libera, si avvicina alla superficie duscita,
evidentemente molto pi piccola della superficie libera, i filetti fluidi tendono ad avvicinarsi e ad
infittirsi.
Nel contempo potremmo porre in evidenza il fatto che in detto tubo si manifesta un campo
vettoriale delle velocit costituito da vettori velocit sempre tangenti alle linee di flusso e il cui
modulo aumenta mano a mano che le sezioni virtuali del tubo diminuiscono.
Evidentemente il massimo valore del campo di velocit localizzato nel baricentro del foro
duscita.


61
v
v
v
TUBO DI FLUSSO LIQUIDO
CAMPO DELLE VELOCITA'
v
LINEE DI FLUSSO

Figura 42 FLUSSO VIRTUALE DI UNA CORRENTE DACQUA

CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UN DIPOLO ELETTRICO
La presenza di due cariche elettriche
1
Q e
2
Q della stessa intensit ma di segno contrario, separate
da una distanza d , costituisce una configurazione di dipolo elettrico.
La distanza d tra i baricentri delle due cariche da considerare come modulo di un vettore d la cui
direzione definita asse del dipolo ed il verso orientato dalla carica negativa alla carica
positiva.
Il punto mediano del vettore d il centro del dipolo, posizionato sullasse del dipolo e dista
2
d

da entrambe le cariche.
Il campo elettrico A E , provocato dal dipolo in un punto A ad una distanza z dal centro e collocato
sulla direzione individuata dallasse del dipolo stesso, risulta la sommatoria algebrica dei moduli dei
campi elettrici
1
E ed
2
E prodotti rispettivamente dalla carica positiva e dalla carica negativa su
una carica esploratrice.
I due campi elettrici hanno la stessa direzione, verso contrario e moduli inversamente proporzionali
al quadrato della distanza del punto considerato dalle cariche del dipolo.
2
1
1
1
r
Q
4
1
q
F
E

= =
2
2
2
2
r
Q
4
1
q
F
E

= =
Con:
2
d
z r
1
=
2
d
z r
2
+ =
Per cui:
(
(
(
(

\
|
+

\
|


= =
2 2
2 1
A
2
d
z
1
2
d
z
1
4
Q
E E E
62

\
|

\
|


= =
2 2
2 1
A
z 2
d
1 z
1
z 2
d
1 z
1
4
Q
E E E

\
|

\
|


= =
2 2 2
2 1
A
z 2
d
1
1
z 2
d
1
1
z
1
4
Q
E E E
(
(

\
|

+
|

\
|



= =
2 2
2
2 1
A
z 2
d
1
z 2
d
1
z
1
4
Q
E E E
Q
+
-
Q
q
+
d
d/2
d/2
z
r
1
1
r
ASSE DEL DIPOLO
DIPOLO ELETTRICO
CARICA ESPLOR.
-
Q
DIPOLO ELETTRICO
+
Q
ASSE DEL DIPOLO
+
q
E
1
E
2
MOMENTO DEL DIPOLO
p = Q d
A A



Figura 43 MOMENTO DEL DIPOLO ELETTRICO

Considerando che, solitamente, la distanza z del punto considerato notevolmente pi grande delle
dimensioni geometriche del dipolo, il rapporto
z 2
d

ha un valore molto minore dellunit:


Per ipotesi:
d z
Di conseguenza:
1
z 2
d



I binomi con esponente negativo possono essere quindi approssimati con le seguenti serie:
( )
( ) ( ) ( )
. .......... x
! 3
2 n 1 n n
x
! 2
1 n n
x n 1 x 1
3 2 n
+
+ +

+
+ = +


( )
( ) ( ) ( )
. .......... x
! 3
2 n 1 n n
x
! 2
1 n n
x n 1 x 1
3 2 n
+
+ +
+
+
+ + =




63
Per cui, ponendo:
x
z 2
d
=


2 n =

Si ottiene:
(

\
|
+

\
|
+

+

= = ....
z 2
d
2 1 .......
z 2
d
2 1
z
1
4
Q
E E E
2
2 1
A
Dove i termini mancanti sono trascurabili per effetto dellelevazione a potenza superiore a
uno di un rapporto gi piccolo in partenza.
Si ottiene quindi:
|

\
|
+

= =
z
d
z
d
z
1
4
Q
E E E
2
2 1
A
|

\
|



= =
z
d 2
z
1
4
Q
E E E
2
2 1
A
3 3
2 1
A
z
p
2
1
z
d Q
2
1
E E E

=


= =

Il prodotto d Q , contenente le grandezze caratteristiche intrinseche del dipolo valore numerico
delle cariche elettriche e distanza tra le cariche, definito MOMENTO DI DIPOLO
ELETTRICO e deve essere considerato come un vettore con direzione sovrapposta allasse del
dipolo e orientato dalla carica negativa a quella positiva.
Il campo elettrico prodotto da un dipolo di momento d Q p = in un punto , anche non posizionato
sullasse, distante r da centro del dipolo, variabile in funzione di
3
r
1
.

CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UNA CARICA DISTRIBUITA SU UN FILAMENTO
RETTILINEO DI LUNGHEZZA L (SUPPOSTA INFINITA).
Si suppone ora di disporre di un filamento rettilineo lungo e sottile sul quale distribuita,
complessivamente, una certa quantit di carica elettrica Q, ad esempio positiva.
Conoscendo la lunghezza L del filo e il valore complessivo della carica, possibile determinare la
carica lineare specifica o densit di carica lineare, cio la quantit di carica distribuita su ogni
metro di lunghezza:
( )
( ) m L
C Q
=
|

\
|

\
|

m
s A
m
C
Densit lineare di carica
Se, al contrario, determinata la densit di carica lineare , risulta possibile immaginare un
filamento di lunghezza infinitamente grande.

Il campo elettrico generato dal filamento rettilineo, in un punto A posto ad una distanza r, misurata
perpendicolarmente allasse del filamento, pu essere considerato come la sommatoria vettoriale di
tutti i campi elettrici generati, nello stesso punto, dai tratti infinitesimi in cui pu pensarsi suddiviso
il filamento.
Se la lunghezza del filamento sufficientemente grande, per ogni tratto di filo posto ad una distanza
s sopra al punto A, ne corrisponde un altro posto alla medesima distanza sotto A.
Pertanto, quando si sommano vettorialmente i campi elettrici prodotti da tutti gli elementi, le
componenti parallele alla direzione del filamento si annullano reciprocamente.
Sono quindi da considerare le sole componenti perpendicolari allasse del filamento.
Il campo elettrico complessivo sar quindi orientato secondo la direzione perpendicolare al filo e
con verso da stabilirsi in funzione del segno della carica distribuita e da quello della carica
esploratrice da collocare nel punto A.
64
r
R

r
q
A
s
s
s
s
E1x
E
E1y
Q
Q
+
+
+
1
E2y
FILO CARICO



Figura 44 CAMPO ELETTRICO PRODOTTO DA UN FILAMENTO CARICO


Pensando di suddividere il filamento, supposto di lunghezza infinita, in tratti di lunghezza s , la
componente orizzontale
x
E del campo elettrico prodotto nel punto A da ogni tratto recante la carica
s Q = risulta determinata da:

( ) ( )
1
2
1
1 1 x 1
cos
r
1
4
s
cos E E


= =
( ) ( ) ( ) ( )
1
2
1
1
2
1
1
1
1 1 x 1
cos
r
1
4
s
cos
r 4 q
q Q
cos
q
F
cos E E


=


= = =
Con:
( ) R cos r
1 1
=
( )
1
1
r
R
cos =
Per cui:
( )
1
2
1
1 1 x 1
r
R
r
1
4
s
cos E E


= =
Daltra parte la distanza
1
r di ogni tratto s dal punto A variabile in funzione della
distanza s del tratto considerato dallintersezione tra il filamento e la perpendicolare al
filamento condotta dal punto A.
Applicando il teorema di Pitagora:


2
1
2
1
s R r + =

Per cui, sostituendo, si ottiene:

( )
( )
2
1
2
2
1
2
1 1 x 1
s R
R
s R
1
4
s
cos E E
+



= =
65

( )
2
3
2
1
2
x 1
s R
R
4
s
E
+



=
( )
2
3
2
1
2
x 1
s R
4
R s
E

+


=

Il campo elettrico complessivamente prodotto da tutti i tratti di filamento, nel punto A, posto
alla distanza R dal baricentro del filo, risulta quindi determinato dal doppio dalla
sommatoria di tutti i contributi (tratti posti sopra e sotto lorizzontale condotta dal punto):

( ) ( )
2
3
2
i
2
n i
1 i
nx x 2 x 1 X
s R
4
R s
2 E ... .......... E E 2 E

=
=
+


= + + =
Passando agli incrementi infinitesimi, la sommatoria sostituita dallintegrale:

( )
2
3
0
2 2
X
s R
4
R ds
2 E

+


=
( ) ds s R
4
R
2 E
2
3
0
2 2
X

+


=



Lintegrale risolto ponendo:
( )
2
1
2 2
s R T + =

Da cui:
( )
ds
s R
1
4
R
2 E
0
2
3
2 2
X

(
(
(



=
+

ds
T
1
4
R
2 E
0
3
X



=
+


Integrando (utilizzando le tavole di DWIGHT) si ottiene

+
(

+



=
0
2 2
2
X
s R
s
R
1
2
R
E

+
(

=
0
2 2
X
s R
s
R 2
E

Tra i limiti dintegrazione:
( )
+
(
(

+
+

=
0
2 2 2 2
X
0 R
0
R
R 2
E
[ ]
R 2
0 1
R 2
E
X

=


66
CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UNA CARICA DISTRIBUITA UNIFORMEMENTE SU
UN ANELLO DI RAGGIO R IN PUNTI APPARTENENTI ALLASSE DI SIMMETRIA.

Si considera ora una carica elettrica Q, ad esempio positiva, distribuita uniformemente su un anello
circolare di raggio R.
La densit lineare di carica risulta uguale a:
|

\
|

\
|

=
m
s A
m
C
R 2
Q



R
R
C
r
z
r
E1
E
1r
E
2r
Q
+
+
Q
s
s
E
2
2z E = E1z
FILOCARICO


Figura 45 CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UNA DISTRIBUZIONE AD ANELLO

Anche in questo caso, trattandosi di carica distribuita, possibile suddividere la circonferenza in
tratti di lunghezza piccola a piacere s recanti, ognuno, una quantit di carica data da:

s Q =
Il campo elettrico complessivamente prodotto dalle cariche, in un punto A appartenente allasse di
simmetria passante nel centro della circonferenza e alla distanza z dal piano della circonferenza
stessa, sar pari alla somma di tutte le componenti parallele allasse di simmetria
iz
E e prodotte,
ognuna, dal singolo tratto s .
La somma delle componenti perpendicolari
iR
E allasse di simmetria, quindi parallele al piano della
circonferenza, sar evidentemente nulla per il fatto che coppie di carica diametralmente opposte
produce componenti orizzontali (
R 2 R 1
E E = ) uguali e contrarie.
Occorre quindi considerare le sole componenti parallele allasse di simmetria i cui valori sono
espressi dalla seguente relazione:

( ) = cos E E
1 Z 1


Con:
2 2
1
1
r 4
s
q
1
r 4
q Q
q
F
E


=

= =


67
Quindi:

( )


= cos
r 4
s
E
2
Z 1


Daltra parte la simmetria del problema ci consente di affermare che, per tutti i tratti carichi
appartenenti alla circonferenza, costante sia la distanza r del punto A sia il valore
dellangolo e del relativo coseno:

2 2
z R r + =
( )
( )
2
1
2 2
z R
z
r
z
cos
+
= =

Si ottiene quindi:

( ) ( )
2
1
2 2
1
1
2 2
Z 1
z R
z
z R 4
s
E
+

+

=

In cui i termini z e R sono costanti rispettivamente per aver fissato la distanza del punto A
sullasse e per aver fissato il raggio della circonferenza.

Il campo elettrico complessivo quindi la sommatoria delle singole componenti:

nZ Z 3 Z 2 Z 1 Z
E ..... .......... E E E E + + + =


( )
( )
n 3 2 1
2
3
2 2
Z
s ......... s s s
z R 4
z
E + + + +
+

=

Ma la somma di tutti i tratti s altro non che la lunghezza totale della circonferenza:

( ) R 2 s ......... s s s
n 3 2 1
= + + + +

Quindi:
( )
( ) R 2
z R 4
z
E
2
3
2 2
Z

+

=

Da notare poi che il prodotto della densit lineare di carica per la lunghezza complessiva
della circonferenza R 2 la carica Q complessivamente presente.
Quindi, in conclusione:

( )
2
3
2 2
Z
z R 4
z Q
E
+

=





68
Inoltre il valore del campo nullo, per simmetria rispetto alla distribuzione circolare, quando il
punto collocato nel centro dellanello, cio per z uguale a zero:

0 E
0 Z
=
=
0 F
e
=

Il campo elettrico ancora nullo ad una distanza infinitamente grande dal centro, infatti:
Per:
z 1
z
z
R z
z
2 2

+

z 0
R
1
R z
1
2 2 2

+

+

Quindi:
( )
0
R z
z
R z
1
4
q
E
2 2
2 2
Z

+


=

Il valore massimo del campo elettrico si ottiene imponendo lannullamento della derivata prima
della funzione:
( )
( ) 0 R z z
dz
d
R z
z
dz
d
2
3
2 2
2
3
2 2
=
(

+ =
(
(
(



Ottenendo:
( ) ( ) ( ) ( )
2
3
2 2
2
3
2 2
R z
dz
d
z z
dz
d
R z z ' f

+ + + =
( ) ( ) ( ) z 2 R z
2
3
z 1 R z z ' f
1
2
3
2 2
2
3
2 2
+
|

\
|
+ + =


( ) ( ) ( )
2
1
2
3
2 2
2
3
2 2
z 2 R z
2
3
R z z ' f + + =


( ) ( ) ( )
2
2
5
2 2
2
3
2 2
z R z 3 R z z ' f + + =



Per cui:
( ) ( ) ( ) 0 z R z 3 R z z ' f
2
2
5
2 2
2
3
2 2
= + + =


( ) ( )
2
5
2 2 2
2
3
2 2
R z z 3 R z

+ = +

( ) ( )
2
5
2 2
2
2
3
2 2
R z
z 3
R z
1
+

=
+


( ) ( )
2 2
2
2 2
2
2 2 2 2
R z R z
z 3
R z R z
1
+ +

=
+ +


( )
( )
2
2 2 2 2
2 2
2
2 2
z 3
R z R z
R z R z
=
+ +
+ +


2 2 2
z 3 R z = +
0 R z 3 z
2 2 2
= +
0 R z 2
2 2
= =

69

Equazione di secondo grado che ammette il seguente risultato:
2
R
z =
Il campo elettrico prodotto da una distribuzione di carica q su un anello di raggio R
sullasse dellanello, dunque massimo in un punto distante
2
R
z = dal centro della
circonferenza. Il suo valore :
2
3
2
3
2
2
) MAX ( Z
R
2
3
4 2
R q
2
R
R 2 4
R q
E
|

\
|

=
|
|

\
|
+

=
2
1
) MAX ( Z
2
R 3
2 6
q
R
2
3
R
2
3
4 2
R q
E

\
|

=

CAMPO ELETTRICO GENERATO DA UN DISCO CARICO
In questo caso la carica complessiva Q, ad esempio positiva, distribuita uniformemente su di una
superficie circolare (disco) e si vuole determinare il campo elettrico prodotto in un punto A
posizionato ad una distanza z dalla superficie del disco e sullasse di simmetria passante per il
centro del disco.
Si tratta ora di determinare la densit superficiale di carica tenendo conto del raggio R del disco.
La densit superficiale di carica data da:
|

\
|

\
|

= =
2 2 2
m
s A
m
C
R
Q
A
Q

Il problema non molto dissimile da quello precedente se si immagina di suddividere la superficie
complessiva del disco in un numero sufficientemente elevato di anelli concentrici di larghezza r
costante e di diametro variabile da un valore massimo pari al diametro del disco al valore nullo.
Su ogni anello, definito propriamente dal raggio e dalla larghezza, sar distribuita una carica
elettrica determinabile in base alla seguente relazione:

r r 2 Q
i i
=
R
C
z
r
R
r
E
1
1z
E
E1r
2r E
Q
+

+
Q
s
s
2 E
=E
2z
DISCOCARICO
A

Figura 46 CAMPO ELETTRICO PRODOTTO DA UN DISCO CARICO
70


Tenendo quindi presente il risultato ottenuto precedentemente per la distribuzione ad anello, ogni
singolo anello produce, nel punto A considerato, un campo elettrico parallelo allasse di simmetria
del disco il cui valore stabilito dalla relazione:

( )
2
3
2 2
1
1
Z 1
z r 4
z Q
E
+

=

( )
2
3
2 2
1
1
Z 1
z r 4
z r r 2
E
+

=

Il campo elettrico complessivo nel punto A quindi la somma di tutti i contributi relativi ai
singoli anelli che, nellinsieme, costituiscono il disco.
Da notare che la densit superficiale di carica e la distanza z del punto A dal piano del
disco hanno valore costante per tutti gli anelli che si considerano.
Per cui si ottiene:
( ) ( ) ( )
|
|
|

\
|
+

+ +
+

+
+



=
2
3
2 2
n
n
2
3
2 2
2
2
2
3
2 2
1
1
Z
z r
r r 2
.. ..........
z r
r r 2
z r
r r 2
4
z
E
Passando alla forma integrale si ottiene:

( )
dr
z r
r
4
z 2
E
R
0
2
3
2 2
Z



=
Lintegrale si risolve ponendo:
( )
2
1
2 2
z r T + =

Ottenendo quindi:

dr
T
r
4
z 2
E
R
0
3
Z



=

Integrando (sono utilizzate le tavole di DWIGHT) si ottiene:
R
0
Z
T
1
4
z 2
E
(




=
( )
R
0
2
1
2 2
Z
z r
1
4
z 2
E
(
(
(

+



=

( )
R
0
2
1
2 2
Z
z r
1
4
z 2
E
(
(
(

+



=
71

( )
R
0
2
1
2 2
Z
z
1
z R
1
4
z 2
E
(
(
(

+
+



=

( )
(
(
(

+



=
2
1
2 2
Z
z R
z
1
z
1
4
z 2
E
Infine:

(

=
2 2
Z
z R
z
1
2
E
Da notare che, per un disco con raggio infinitamente grande, il secondo termine nella
parentesi tende ad annullarsi ed il campo elettrico quello prodotto da una superficie piana
carica di dimensioni infinite.

=
2
E
Z




































72
ESERCIZI CAMPO ELETTRICO

Esercizio 1:
Su una carica ( ) C 10 3 q
5
= , posta in un punto di un campo elettrico, agisce una forza
( ) N 10 3 F
2
= .
Determinare lintensit del campo in quel punto.

Soluzione:
Dalla relazione che definisce il campo elettrico si ottiene:
q
F
E =
Sostituendo i valori numerici noti:
( )
( )
|

\
|

\
|

|
|
|
|

\
|

\
|
=

= =

m
Volt
m C
J
C
m
J
C
N
10
C 10 3
N 10 3
q
F
E
3
5
2

Con:
( ) ( ) m N J = ( )
( )
( ) m
J
N =
( )
( )
( ) C
J
V = Definizione di potenziale espresso in Volt ( ) V
Si qui anticipata, con le unit di misura, la definizione di potenziale elettrico da misurarsi
in Volt ed espresso dal rapporto tra lenergia potenziale elettrostatica (Joule) e la carica
elettrica (Coulomb).


Esercizio 2:
Determinare la forza elettrostatica a cui soggetto un protone quanto, nel vuoto, si trova in un
campo elettrico la cui intensit pari a
|

\
|
=
|

\
|
=
m
Volt
15
C
N
15 E .
La carica elettrica del protone positiva ed ha un valore numerico pari a quella dellelettrone, cio
( ) C 10 602 , 1 p
19 +
= .

Soluzione:
Dallespressione del campo elettrico si ricava la formula inversa:
q
F
E = q E F =
Tenendo presente il valore dellintensit del campo elettrico a cui sottoposta la carica
elettrica del protone, si ricava, sostituendo:
( ) ( ) N
m
C
C
m N
m
C
C
J
m
C V
10 4 , 2 C 10 602 , 1
m
V
15 p E F
18 19

\
|

\
|

|

\
|
=
|

\
|
= =
+









73
Esercizio 3:
Una massa puntiforme, elettricamente carica, si trova in un punto di un campo elettrico la cui
lintensit pari a
|

\
|
=
|

\
|
=
m
V
50
C
N
50 E ed soggetta ad una forza ( )
p
kg 15 F = .
Determinare il valore della carica elettrica.

Soluzione:
Dallespressione del campo elettrico si ricava la relazione inversa:
q
F
E =

E
F
q =

Sostituendo i valori numerici e tenendo presente che le forze devono essere espresse in
Newton, si ottiene:
( )
( ) C 15 , 147
V
J
V
m N
15 , 147
m
V
50
kg
N
81 , 9 kg 15
q
p
p

\
|

\
|

=
|

\
|
|
|

\
|

=

( )
( ) C 15 , 147
N
C N
15 , 147
C
N
50
kg
N
81 , 9 kg 15
q
p
p

\
|

=
|

\
|
|
|

\
|

=

Esercizio 4:
Una carica elettrica ( ) C 10 2 , 1 Q
5
= immersa in un dielettrico con costante dielettrica relativa
pari a 5 , 2
R
= .
Determinare lintensit del campo elettrico da essa generato ad una distanza di 6 m.

Soluzione:
Si utilizza lespressione del campo elettrico unitamente alla legge di Coulomb:
q
F
E
e
=
2
R
2
e
r 4
q Q
r 4
q Q
F


Da cui si ottiene:
2
R
2
R
r 4
Q
q
1
r 4
q Q
E

=

=


Con:
Costante dielettrica assoluta del materiale
R
Costante dielettrica relativa del materiale

Costante dielettrica del vuoto


|
|

\
|



2
2
12
m N
C
10 85 , 8

Il valore e le unit di misura della costante dielettrica del vuoto sono ricavate dalla legge di
Coulomb tenendo presente la definizione di carica unitaria:
74
2
2 1
2
2 1
e
r
Q Q
4
1
r
Q Q
k F


( ) ( )
( ) ( )
|
|

\
|

=

2
2
9
2 2 9
2 1
2
e
C
m N
10 9
C 1 C 1
m 1 N 10 9
Q Q
r F
k

|
|

\
|

=
|
|

\
|


=

=

2
2
12
2
2
9
m N
C
10 846 , 8
C
m N
10 9 4
1
k 4
1

Sostituendo i valori nellespressione del campo, si ottiene:
( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

=

=

C
N
5 , 199 . 1
m 6
m N
C
10 85 , 8 5 , 2 4
C 10 2 , 1
r 4
Q
E
2 2
2
2
12
5
2
R

|

\
|
=
|

\
|

=
|

\
|
=
m
V
5 , 199 . 1
m C
J
5 , 199 . 1
C
N
5 , 199 . 1 E

Esercizio 5:
Determinare la forza che agisce su una carica ( ) C 10 3 q
5
2

= posta alla distanza di 30 cm, nel


vuoto, da una carica ( ) C 10 5 q
4
1

= .

Soluzione:
Si possono utilizzare, indifferentemente, sia direttamente la legge di Coulomb sia la relazione del
campo elettrico.
Nel primo caso si ottiene:
( ) ( )
( )
( ) N 500 . 1
m 3 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3 C 10 5
r 4
q q
F
2 2
2
2
12
5 4
2
2 1
e

|
|

\
|


Nel secondo caso occorre determinare il campo elettrico generato dalla carica
1
q nel punto in cui
collocata la carica
2
q , poi, con il valore del campo determinare la forza sulla seconda carica:
( )
( )
|

\
|

|

\
|

|
|

\
|

=

=

m
V
10 5
C
N
10 5
m 3 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 5
r 4
q
E
7 7
2 2
2
2
12
4
2
1

( ) ( ) N 500 . 1 C 10 3
C
N
10 5 q E F
5 7
2 e
=
|

\
|
= =


I due risultati sono naturalmente uguali.

Esercizio 6:
Determinare lintensit del campo elettrico risultante nel punto di mezzo tra due cariche di ugual
segno ( ) C 10 3 q
6
1

= e ( ) C 10 4 q
8
2

= che distano tra loro 20 cm.


Determinare inoltre la forza che agisce su una carica ( ) C 10 5 q
6
= situata nel suddetto punto.
Si consideri che il mezzo nel quale sono immerse le cariche ha una costante dielettrica relativa pari
a 7 , 2
R
= .

Soluzione:
Le due cariche di ugual segno producono, nel punto mediano, due campi elettrici di segno contrario.
Il campo elettrico risultante sar quindi dato dalla sottrazione algebrica dei due vettori.
75
Il verso del campo elettrico risultante sar orientato dalla carica pi grande a quella pi piccola.
Quindi da
1
q a
2
q .
( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

=

C
N
10
m 1 , 0
m N
C
10 85 , 8 7 , 2 4
C 10 3
r 4
q
E
6
2 2
2
2
12
6
2
R
1
1

( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

=

C
N
300 . 13
m 1 , 0
m N
C
10 85 , 8 7 , 2 4
C 10 4
r 4
q
E
2 2
2
2
12
8
2
R
2
2

I segni algebrici dei due campi elettrici sono stabiliti pensando di posizionare la carica
1
q a sinistra.
Di conseguenza il campo elettrico da essa prodotto nel punto ove si immagina di collocare una
carica esploratrice positiva, orientato verso la parte destra, quindi positiva.
Il campo elettrico risultante ha quindi unintensit pari a:
|

\
|

\
|
= = =
m
V
700 . 986
C
N
700 . 986 10 33 , 1 10 E E E
4 6
2 1

Di conseguenza la forza elettrica esercitata sulla carica q di valore noto sar:
( ) ( ) N 93 , 4 C 10 5
C
N
700 . 986 q E F
6
e
=
|

\
|
= =




Esercizio 7:
Un corpo pesante ( )
p
g 1 , avente una carica ( ) C 10 5 q
5
= , parte da fermo da un punto A di un
campo elettrico uniforme di intensit pari a
|

\
|
=
C
N
000 . 1 E .
Tale corpo raggiunge un punto B dopo un tempo di 1 s.
Determinare la distanza tra i due punti.

Soluzione:
La forza esercitata sulla massa del corpo carico dallazione del campo elettrostatico uniforme
determinata da:
( ) ( ) N 10 5 C 10 5
C
N
000 . 1 q E F
2 5
e

=
|

\
|
= =
Tale forza si mantiene costante durante il movimento in quanto il valore del campo non
varia da punto a punto ed causa di unaccelerazione di valore pari a:
( )
( )
|

\
|
=

= =

2
m
3
2
e
s
m
50
kg 10
N 10 5
m
F
a

Lo spazio percorso dalla carica in un tempo di 1 s, per effetto dellaccelerazione costante,
dato da:
( ) ( ) m 25 s 1
s
m
50
2
1
t a
2
1
S
2 2
2
2
=
|

\
|
= =

ANTICIPAZIONE DEI CONCETTI DI ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA E
DIFFERENZA DI POTENZIALE
Si sfrutta lesercizio per anticipare la definizione ed il calcolo dellenergia potenziale elettrostatica e
della differenza di potenziale elettrostatico tra il punto A ed il punto B nel campo elettrico
uniforme.
Lenergia potenziale elettrostatica tra il punto A e B nel campo elettrico uniforme pari al lavoro
prodotto dal campo stesso sulla carica per consentirne lo spostamento:
76
( ) = = cos S F L W
e AB AB

Con:
= 0 ( ) 1 cos =

Quindi:
( ) ( ) ( ) ( ) J 25 , 1 m 25 N 10 5 S F cos S F L W
2
e e AB AB
= = = = =



La differenza di potenziale tra i due punti definita dal rapporto tra lenergia potenziale W e la
carica q caratteristica del corpo in movimento:


( )
( )
( ) Volt 000 . 25
C 10 5
J 25 , 1
q
W
V
5
AB
AB
=

= =



Esercizio 8:
Determinare il tempo necessario affinch una pallina, pesante 3 g e con una carica ( ) C 10 3 q
3
=
percorra uno spazio di 1 m, se si trova allinterno di un campo elettrico uniforme di intensit pari a
|

\
|
=
m
V
10 E .
Si suppone nulla la velocit iniziale.

Soluzione:
La forza esercitata dal campo elettrico sulla pallina carica data da:
( ) ( ) N 10 3 C 10 3
C
N
10 q E F
2 3
e

=
|

\
|
= =
Laccelerazione subita dalla pallina per effetto della forza:

( )
( )
|

\
|
=

= =

2 3
2
e
s
m
10
kg 10 3
N 10 3
m
F
a
Il tempo impiegato per percorrere uno spazio di 1 m con laccelerazione calcolata:

2
t a
2
1
S =

( )
( ) s 447 , 0
s
m
10
m 1 2
a
S 2
t
2
=
|

\
|

=

Lo stesso esercizio svolto con i teoremi relativi allenergia potenziale elettrostatica e alla
definizione di differenza di potenziale:
q V W
AB AB
=
2
f e AB
v m
2
1
S q E S F W = = =
f e
v m t F =
2 2
f
e
f
q E
m S q E 2
S q E 2
q E
1
q E
m S q E 2
q E
m
S q E 2
m
q E
v m
F
v m
t

=
( ) ( )
( )
( ) s 447 , 0
N
kg m
2 , 0
C 10 3
C
N
10
kg 10 3 m 1 2
q E
m S 2
q E
m S q E 2
t
3
3
2 2
=
|

\
|

=

|

\
|

=



77
Esercizio 9:
Un elettrone proiettato orizzontalmente con velocit
|

\
|
=
s
m
600 v
X
entro un campo elettrico
uniforme con direzione verticale ed intensit pari a
|

\
|
=
C
N
5 E
Y
.
Determinare le componenti orizzontali e verticali dellaccelerazione, la traiettoria percorsa in
orizzontale e verticale dallelettrone in un tempo ( ) s 10 t
6
=
Si consideri la massa dellelettrone pari a ( ) kg 10 11 , 9 m
31
e

=

Soluzione:
La direzione verticale del campo elettrostatico permette di affermare che deve essere nulla la
componente orizzontale dellaccelerazione cui sottoposto lelettrone.
La componente verticale dellaccelerazione ha unintensit di:
( )
( )
|

\
|

\
|
=

= =

2
11
31
19
e
e Y eY
Y
s
m
10 79 , 8
kg 10 11 , 9
C 10 602 , 1
C
N
5
m
q E
m
F
a
Lo spazio percorso in verticale dallelettrone, in moto uniformemente accelerato, risulta
dunque:
( ) ( ) m 44 , 0 s 10
s
m
10 79 , 8
2
1
t 0 t a
2
1
t v S
2 12
2
11 2
iY Y
=
|

\
|
+ = + =


Lo spazio percorso in orizzontale, in moto uniforme, invece dato da:
( ) ( ) m 10 6 s 10
s
m
600 t v S
4 6
iX X

=
|

\
|
= =
La traiettoria rappresentata dalla funzione ottenuta risolvendo rispetto al tempo il seguente
sistema di equazioni:

=
=
2
iX
t a
2
1
y
t v x


=
=
2
iX
t a
2
1
y
v
x
t

|
|

\
|
=
=
2
iX
2
iX
v
x
a
2
1
y
v
x
t

2
2
iX e
e Y
x
v m
q E
2
1
y

=

Esercizio 10:
Tre cariche uguali ( ) C 10 3 q q q
8
3 2 1

= = = sono poste nei vertici di un triangolo equilatero di lato


10 cm. Determinare il campo elettrico nel baricentro del triangolo e nel punto mediano di uno dei
lati.
Le cariche sono immerse nel vuoto.

Soluzione:
Il baricentro del triangolo collocato nel punto dincontro delle tre bisettrici che, per il triangolo
equilatero, corrispondono anche alle perpendicolari ai rispettivi lati condotte nel punto mediano di
ciascun lato.
Le distanze tra i vertici, ove sono collocate le cariche, e il baricentro dunque ricavato tenendo
conto della seguente relazione:
( )
2
L
30 cos r =
78
Da cui si ottiene:
( )
( )
( ) m 058 , 0
866 , 0 2
m 1 , 0
30 cos 2
L
r =

=

=
I campi elettrici prodotti dalle tre cariche nel baricentro hanno modulo uguale di intensit
pari a:
( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

= = =

C
N
10 8
m 058 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
r 4
q
E E E
4
2 2
2
2
12
8
2
1
3 2 1

Se si considera che i tre vettori hanno lo stesso modulo e sono inclinati tra loro di 120 si
riconosce che la loro somma vettoriale deve essere nulla per simmetria.
Il campo elettrico nel baricentro dunque nullo.

Nel punto mediano di uno dei lati si annullano i campi elettrici prodotti dalle due cariche disposte
sui vertici appartenenti al lato, mentre il campo elettrico complessivo risulta perpendicolare al lato
considerato ed prodotto dalla carica disposta sul vertice opposto al lato.
Lintensit del campo data da:
2
r 4
q
E

=


Con:
( ) ( ) ( ) m 0866 , 0 866 , 0 m 1 , 0 30 cos L r = = =

( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

=

C
N
10 6 , 3
m 0866 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
r 4
q
E
4
2 2
2
2
12
8
2
1
M



Esercizio 11:
Determinare a quale distanza da una carica ( ) C 10 8 q
5
= si ha un campo elettrico
|

\
|
=
m
V
10 5 E
5
.

Soluzione:
Dallespressione del campo elettrico si ricava la formula inversa che permette di determinare la
distanza:
2
r 4
q
E

=



E 4
q
r

=



Sostituendo nella relazione i valori noti, si ottiene la distanza:

( )
( ) ( ) m 2 , 1 m 44 , 1
C
N
10 5
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 8
r
2
5
2
2
12
5
= =
|

\
|

|
|

\
|







79
Esercizio 12:
Una carica puntiforme produce, nel vuoto e in un punto distante 40 cm, un campo elettrico pari a
|

\
|
=
C
N
10 2 E
4
. Determinare il valore della carica.

Soluzione:
2
r 4
Q
E

=


Da cui si ottiene:
( ) ( ) C 10 56 , 3
C
N
10 2 m 4 , 0
m N
C
10 85 , 8 4 E r 4 Q
7 4 2 2
2
2
12 2
=
|

\
|

|
|

\
|

= =



Esercizio 13:
Determinare il campo elettrico complessivo nel punto di mezzo di un segmento lungo 30 cm, agli
estremi del quale sono collocate due cariche elettriche ( ) C 10 1 Q
6
1

= e ( ) C 10 3 Q
6
2

+ = .

Soluzione:
Supponendo di disporre orizzontalmente il segmento con la carica positiva posizionata
sullestremit sinistra e una carica esploratrice positiva nel punto mediano del segmento, il campo
elettrico totale sar la somma di un campo elettrico positivo (rivolto verso destra e causato dalla
carica positiva) e di uno ancora positivo (rivolto verso destra causato dalla carica negativa).
I valori dei campi saranno:
( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

=

C
N
10 2 , 1
m 15 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
r 4
Q
E
6
2 2
2
2
12
6
2
1
1

( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

=

C
N
10 4
m 15 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 1
r 4
Q
E
5
2 2
2
2
12
6
2
2
1

Il campo elettrico risultante:
|

\
|
= + =
C
N
10 6 , 1 10 4 10 2 , 1 E
6 5 6

Diretto dalla carica positiva a quella negativa.

Esercizio 14:
Quattro cariche puntiformi sono disposte, nel vuoto ai vertici di un quadrato di lato 50 cm, come
mostrato nella figura. Determinare il campo elettrico nel baricentro del quadrato.

Soluzione:
I campi elettrici prodotti dalle cariche nei vertici B e D si annullano in quanto uguali e contrari per
effetto delluguaglianza delle cariche e delle distanze.
I campi elettrici prodotti dalle cariche nei vertici A e C si sommano in quanto sulla stessa direzione
(la diagonale del quadrato) e con eguale verso (dalla carica positiva a quella negativa).
Per cui:
( ) ( )
( )
( )
|

\
|

(
(
(

|
|

\
|

C
N
10 16 , 2
m
45 cos
2
5 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
r 4
C 10 3
E
5
2
2
2
2
12
6
2
6
C

80
( ) ( )
( )
( )
|

\
|

(
(
(

|
|

\
|

C
N
10 44 , 1
m
45 cos
2
5 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 2
r 4
C 10 2
E
5
2
2
2
2
12
6
2
6
A

Il campo elettrico risultante quindi:
|

\
|
= + =
C
N
10 6 , 3 10 44 , 1 10 16 , 2 E
5 5 5


-2 x 10 (C)
-6
+5 x 10 (C)
-6
+5 x 10 (C)
-6
+3 x 10 (C)
-6
A
B
C D
r
L/2
E


Esercizio 15:
Due cariche puntiformi ( ) C 10 5 , 1 q
7
1

= e ( ) C 10 5 , 3 q
7
2

= . Sono poste agli estremi di un


segmento lungo 70 cm. Determinare in quale punto del segmento si annulla il campo elettrico.

Soluzione:
A
B
-7
2
q =+3,5 x 10 (C)
-7
q =+1,5 x 10 (C)
1
x L-x
C


81
Occorre imporre che i campi elettrici prodotti dalle singole cariche siano di uguale intensit.
Per cui:
( )
B
2
2
2
1
A
E
x L 4
q
x 4
q
E =

=

=
Da cui si ottiene, semplificando i termini uguali:
( )
2
2
2
1
x L
q
x
q

=
( )
2
2
2
1
x q x L q =
( ) 0 x q x x L 2 L q
2
2
2 2
1
= +
( ) ( ) 0 L q q L 2 x q q x
2
1 1 2 1
2
= +

Equazione di secondo grado risolvendo la quale si ottiene la distanza richiesta:

( )
( )
2 1
2
1 2 1
2
1
2
1
q q 2
L q q q 4 q L 4 q L 2
x


=

( )
7
2 7 7
2
7 2 7
10 4
7 . 0 10 5 , 1 10 2 4 10 5 , 1 7 , 0 4 10 5 , 1 7 , 0 2
x



+
=
( ) ( ) m 33 , 1 ; m 278 , 0
10 4
10 21 , 3 10 1 , 2
x
7
7 7
=


=




Tra le due soluzioni accettabile solo la prima, perci il punto in cui il campo elettrico
nullo posizionato a circa 28 cm dalla carica
1
q di sinistra.

Esercizio 16:
Una carica distribuita uniformemente lungo un filamento rettilineo di lunghezza infinita. La
densit lineare di carica pari a
|

\
|
=

m
C
10 3
4
.
Determinare il campo elettrico generato dal filamento in un punto situato ad una distanza di 5 metri
misurata perpendicolarmente al filamento.
Il filamento immerso nel vuoto.

Soluzione:
Occorre utilizzare la relazione determinata con le regole dintegrazione:
R 2
E
X


Con:
X
E Vettore campo elettrico diretto perpendicolarmente al filamento
R Distanza tra il punto ed il filamento misurata sulla perpendicolare al
filo passante per il punto

Per cui:
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

\
|

C
N
10 08 , 1
m 5
m N
C
10 85 , 8 2
m
C
10 3
E
6
2
2
12
4
X



82
E anche possibile, anticipando la relazione contenuta nel Teorema di Gauss, determinare il valore
del campo elettrico per mezzo del calcolo del flusso attraverso una superficie chiusa qualsiasi
allinterno della quale sono contenute una o pi cariche.
Si tratta di un caso di simmetria nel quale si considera una superficie chiusa cilindrica con il raggio
delle basi circolari pari alla distanza dal centro al punto che si considerato, quindi ( ) m 5 R = , e
una carica Q, distribuita sullasse del cilindro, di valore pari al prodotto della densit lineare di
carica per laltezza H del cilindro.
Il caso di simmetria consente di affermare che il campo elettrico generato dal filamento sempre
perpendicolare allasse del cilindro ed quindi nullo il flusso attraverso le due superfici circolari del
cilindro.
Il flusso uscente dal cilindro quindi dato da:

H R 2 E S E
X X
= =

Mentre, con il teorema di Gauss si ha:




=

=
H Q
i


Uguagliando le due relazioni:


H R 2 E
H
X
=



Da cui si ottiene il valore del campo nel punto considerato:

R 2
E
X



Pervenendo allo stesso risultato ottenuto applicando le regole dintegrazione al filamento.

r
R

r
q
A
s
s
s
s
E1x
E
E1y
Q
Q
+
+
+
1
E2y
FILO CARICO

83
q
A
Ex
Q
+
+ FILO CARICO
R
H
R
R
x E
Y
SUPERFICIE CILINDRICA DI GAUSS
R
x E
R
= H




Esercizio 17:
Una carica positiva distribuita uniformemente nel volume di una regione cilindrica di raggio
( ) cm 15 R = e lunghezza infinita. La densit di carica volumica pari a
|

\
|
=

3
cm
C
10 3
.
Determinare il campo elettrico ad una distanza ( ) m 3 r = dallasse del cilindro.

Soluzione:
Anche in questo caso si tratta di simmetria rispetto allasse del cilindro. Ancora il campo elettrico
contenuto radiale e contenuto nei piani perpendicolari allasse e il flusso del campo nullo dalle
superfici circolari del cilindro Gaussiano di raggio pari alla distanza del punto ed altezza H
qualsiasi.
Il flusso uscente solo dalla superficie laterale del cilindro.
Quindi, utilizzando il teorema di Gauss e la definizione di flusso del campo, si ottiene:

=
Q
Flusso uscente in base al teorema di Gauss
S E
X
=

Combinando le due relazioni:

= =
Q
S E
X

Da cui si ottiene il valore del campo:

S
Q
E
X


Con:
H R V Q
2
= =
H r 2 S =



84
Per cui:



=


=
r 2
R
H r 2
H R
E
2 2
X

Sostituendo i valori noti:
( )
( )
|

\
|
=
|
|

\
|

|
|

\
|

\
|

=


=

C
N
10 27 , 1
m N
C
10 85 , 8 m 3 2
m 15 , 0
m
cm
10
cm
C
10 3
r 2
R
E
5
2
2
12
2 2
3
3
6
3
10
2
X


Q
+
r=3 m
H
Y
SUPERFICIE CILINDRICA DI GAUSS



Esercizio 18:
Una carica distribuita uniformemente nel volume di un cilindro di raggio ( ) cm 30 R = . La densit
volumica di carica pari a
|

\
|
=

3
10
cm
C
10 3 . Determinare il campo elettrico ad una distanza di
15 cm dallasse del cilindro.

Soluzione:
Il cilindro Gaussiano interno alla distribuzione volumica cilindrica di raggio R.
Occorre tenere conto della sola carica contenuta allinterno della superficie di Gauss.

=
Q
Flusso uscente in base al teorema di Gauss
S E
X
=

Combinando le due relazioni:

= =
Q
S E
X

Da cui si ottiene il valore del campo:

S
Q
E
X



85
Con:
H r V Q
2
= =
H r 2 S =
Per cui:



=


=
2
r
H r 2
H r
E
2
X


H
Y
SUPERFICIE CILINDRICA DI GAUSS
R=30 cm
+
Q



Esercizio 19:
Una sferetta di massa ( ) g 0 , 5 m = sospesa con un filo di massa trascurabile lungo 50 cm, di fronte
ad un piano verticale su cui distribuita una carica con densit superficiale
|

\
|
=

2
8
m
C
10 5 , 7 .
Se, in posizione di equilibrio, la sferetta risulta spostata di 4,2 cm dalla verticale, verso il piano,
determinare in modulo e segno la carica presente sulla sferetta.

Soluzione:
Il campo elettrico prodotto dal piano carico paragonabile a quello generato da un disco di raggio
infinito. Dato che sferetta attratta dal piano risulta immediata laffermazione che la carica
posseduta dalla sferetta di segno contrario alla carica distribuita sul piano.
Il campo elettrico prodotto dalla distribuzione superficiale di carica ricavato tenendo conto della
relazione relativa al campo prodotto da un disco di raggio R:

(

=
2 2
z R
z
1
2
E

Se si pensa ad un disco di raggio infinitamente grande R , il secondo termine contenuto in
parentesi tende ad annullarsi:
Per:
R 0
z R
z
2 2

+


86
Di conseguenza:
[ ]

=
2
0 1
2
E
La sferetta, nella posizione dequilibrio indicata dal problema, quindi sottoposta allazione di tre
forze:
La forza peso g m P = diretta verticalmente verso il basso
La forza elettrica attrattiva esercitata sulla carica incognita dal campo elettrico orizzontale E
prodotto dalla distribuzione piana verticale
La reazione del filo R inclinata rispetto alla verticale.

h
a

R
x
R
R
y
Fe
P = m g
CARICA SUPERFICIALE
Q
+
-
-
q



La reazione del filo la somma di una componente orizzontale, uguale e contraria alla forza
elettrica esercitata dal piano, e di una componente verticale orientata verso lalto uguale e contraria
alla forza peso.
La configurazione dequilibrio permette di determinare le componenti:

( ) g m cos R R
Y
= =
( )
e X
F a sen R R = =

Con:
( ) = sen L a
( )
L
a
sen =
( )

=
cos
g m
R
( )
( )
( ) L
a
cos
g m
sen
cos
g m
R
X

=
( )
L
a L
L
h
cos
2 2

= =

2 2
X
a L
a g m
R


=
87
Da cui si ottiene, sostituendo i valori:

( ) ( )
( )
( ) N 10 4
m 042 , 0 5 , 0
m 042 , 0
kg
N
81 , 9 kg 005 , 0
a L
a g m
R
3
2 2 2 2
X

|
|

\
|


=
La carica elettrica della sferetta quindi determinata dalla conoscenza della forza attrattiva e
del campo elettrico generato dalla distribuzione superficiale di carica:

q E F R
e X
= =


= =

2 R
E
R
q
X X

Quindi:
( )
( ) C 10 44 , 9
m
C
10 5 , 7
m N
C
10 85 , 8 2 N 10 4
2 R
E
R
q
7
2
8
2
2
12 3
X X

=
|

\
|

|
|

\
|


= =
Il segno della carica q negativo per il motivo sopra esposto.


Esercizio 20:
Due anelli di raggio R sono tra loro paralleli e normali ad un asse sul quale sono centrati. Lanello 1
ha una carica uniforme
1
q e lanello 2 ha una carica uniforme
2
q . La distanza tra gli anelli
R 3 d = .
Sapendo che il campo elettrico nullo in un punto dellasse posto a distanza R dallanello 1,
determinare il rapporto
2
1
q
q
tra le cariche.

Soluzione:
Il campo elettrico prodotto da un anello circolare di raggio R sul quale distribuita uniformemente
un carica q, in un punto a distanza z sullasse di simmetria passante per il centro dellanello, dato
dalla relazione:

( )
2
3
2 2
Z
z R 4
z q
E
+

=

Lannullamento del campo elettrico nel punto indicato dallesercizio, presuppone che le
cariche distribuite sui due anelli abbiano ugual segno.
Il campo prodotto dallanello 1 ha quindi modulo uguale al campo prodotto dallanello 2.
La relazione cos espressa:
( )
2
1
2
1 1
1
z R 4
z q
E
+

=

( )
2
2
2
2 2
2
z R 4
z q
E
+

=

( )
=
+

2
1
2
1 1
z R 4
z q
( )
2
2
2
2 2
z R 4
z q
+



2 2
2
2 2
1
R 4 R
R 2 q
R R
R q
+

=
+


88

2 2
2
2 2
1
R 4 R
2 q
R R
q
+

=
+


5
4
R 5
R 4
q
q
2
2
2
1
=

=

R
3
R
2R R
P
q
2
q
1



Esercizio 21:
In un punto, distante z dal centro, sullasse centrale di un anello carico recante una carica distribuita
positiva q , posizionato un elettrone

e .
La velocit iniziale dellelettrone nulla.
Lelettrone quindi abbandonato nel campo elettrico prodotto dallanello.
Dimostrare che le forze elettrostatiche prodotte dal campo provocano unoscillazione dellelettrone
attorno al centro dellanello, caratterizzata da una frequenza angolare:
3
R m 4
q e



Soluzione:
Lanello carico positivamente produce un campo elettrico attrattivo nei confronti dellelettrone
negativo.
Tale forza il risultato del prodotto dellintensit del campo per la carica elettrica dellelettrone,
ove il campo elettrico, relativamente allasse dellanello, comunque sempre sovrapposto alla
direzione dellasse.
Daltra parte, sia analizzando lespressione del campo elettrico sia prendendo in esame le basi di
partenza per la determinazione dellespressione stessa, ci si rende conto che la forza elettrica
variabile in funzione della distanza del punto dal centro dellanello secondo il valore del coseno
dellangolo.

( )
( ) ( )
( )
+
=
+


=
+

= cos
z R 4
q
z R
z
z R
1
4
q
z R 4
z q
E
2 2
2 2
2 2
2
3
2 2
Z

( ) = cos F F
e X


89
Inoltre il valore del campo nullo, per simmetria rispetto alla distribuzione circolare, quando il
punto collocato nel centro dellanello, cio per z uguale a zero:

0 E
0 Z
=
=
0 F
e
=

Il campo elettrico ancora nullo ad una distanza infinitamente grande dal centro, infatti:
Per:
z 1
z
z
R z
z
2 2

+

z 0
R
1
R z
1
2 2 2

+

+

Quindi:
( )
0
R z
z
R z
1
4
q
E
2 2
2 2
Z

+


=

Il valore massimo del campo elettrico si ottiene imponendo lannullamento della derivata prima
della funzione:
( )
( ) 0 R z z
dx
d
R z
z
dx
d
2
3
2 2
2
3
2 2
=
(

+ =
(
(
(



Ottenendo:
( ) ( ) ( ) ( )
2
3
2 2
2
3
2 2
R z
dz
d
z z
dz
d
R z z ' f

+ + + =
( ) ( ) ( ) z 2 R z
2
3
z 1 R z z ' f
1
2
3
2 2
2
3
2 2
+
|

\
|
+ + =


( ) ( ) ( )
2
1
2
3
2 2
2
3
2 2
z 2 R z
2
3
R z z ' f + + =


( ) ( ) ( )
2
2
5
2 2
2
3
2 2
z R z 3 R z z ' f + + =



Per cui:
( ) ( ) ( ) 0 z R z 3 R z z ' f
2
2
5
2 2
2
3
2 2
= + + =


( ) ( )
2
5
2 2 2
2
3
2 2
R z z 3 R z

+ = +

( ) ( )
2
5
2 2
2
2
3
2 2
R z
z 3
R z
1
+

=
+


( ) ( )
2 2
2
2 2
2
2 2 2 2
R z R z
z 3
R z R z
1
+ +

=
+ +


( )
( )
2
2 2 2 2
2 2
2
2 2
z 3
R z R z
R z R z
=
+ +
+ +


2 2 2
z 3 R z = +
0 R z 3 z
2 2 2
= +
0 R z 2
2 2
= =

90

Equazione di secondo grado che ammette il seguente risultato:
2
R
z =
Il campo elettrico prodotto da una distribuzione di carica q su un anello di raggio R
sullasse dellanello, dunque massimo in un punto distante
2
R
z = dal centro della
circonferenza. Il suo valore :
2
3
2
2
3
2
2
) MAX ( Z
R
2
3
4 2
R q
2
R
R 2 4
R q
E
|

\
|

=
|
|

\
|
+

=
2
1
2
2 2
) MAX ( Z
2
R 3
R 2 6
q
R
2
3
R
2
3
4 2
R q
E

|
|

\
|

=
3
2 2
) MAX ( Z
R 3 6
q
R 3 R
2
3
4 2
2 R q
E

=


=
Il campo elettrico e, di conseguenza la forza elettrica attrattiva agente sullelettrone, quindi
variabile da un valore massimo nel punto
2
R
z = ad un valore nullo nel punto centrale in funzione
del coseno dellangolo (oppure della distanza dal centro).
Immaginiamo dunque di porre lelettrone nel punto in cui il campo massimo ed massima anche
la forza dattrazione verso il centro.

Naturalmente si ha uninversione dei segni algebrici, quando lelettrone, per effetto dellenergia
cinetica acquistata nella prima parte del movimento ad esempio da destra verso sinistra
oltrepassa il centro.
Esistono quindi i presupposti per affermare che il movimento dellelettrone sottoposto al campo
generato dallanello non pu che essere un moto armonico lungo la direzione dellasse z.
Laccelerazione del moto armonico sar massima nei punti estremi della traiettoria e potr essere
paragonata allaccelerazione costante di un moto circolare virtuale:
( )
2
R
f 2 z
z
z
z
v
a
2 2
2 2 2
t
MAX
= =

= =
Con:
velocit angolare
2
R
z = raggio della circonferenza virtuale e ampiezza massima del moto armonico
f Frequenza oscillazione ( )
1
s



Daltra parte laccelerazione variabile del moto armonico, la massa dellelettrone e la forza
elettrica, sono legati dal secondo principio della dinamica:

( ) e MAX X
2
e ) MAX ( X e ) MAX ( e
q E
2
R
m a m F = = =

Per cui si ottiene:


91

z
R
e
z
r
z = R/ 2
= 54,7
MAX
E
F
MAX F
MAX E
MAX
q
+




































92
DERIVATA DI UNA GRANDEZZA SCALARE RISPETTO AD UNA DIREZIONE
GRADIENTE DI UNO SCALARE

Si consideri ora la presenza di un campo scalare costituito da una funzione f delle coordinate
z , y , x del punto che sia in grado di restituire, per ogni terna di coordinate, un particolare valore
del campo.
Individuando con il simbolo Uil valore numerico del campo in quel determinato punto, si potrebbe
adottare la seguente simbologia:

( ) z , y , x f U =

Nel caso in cui, per terne diverse di coordinate, la funzione f restituisse valori uguali del campo U,
potremmo affermare che, linsieme dei punti dello spazio individuati ognuno da una terna diversa
potrebbe costituire una superficie di livello o equipotenziale.
Daltra parte, come visto precedentemente, una superficie di livello di un campo proprio
caratterizzata dal fatto che in tutti i punti ad essa appartenenti il valore del campo costante.
Ad esempio la superficie di una sfera di raggio r una superficie di livello di un campo elettrico
radiale caratterizzato da una funzione f:
|
|

\
|
+ +
= = = =
2 2 2 2
e
z y x
1
Q k
r
1
Q k
q
F
E U

Supponiamo che, per una terna di coordinate ) z , y , x (
1 1 1
relative ad un punto 1, la funzione sia
in grado di restituire il valore
1
U del campo:

( )
1 1 1 1
z ; y ; x f U =

E, tanto per fare un esempio, supponiamo che la funzione f sia definita dalla seguente relazione:
( )
2 2 2
z
3
4
y 7 x 4 z ; y ; x f + + =

E un tipo di funzione a tre variabili che restituisce sempre valori positivi.
Per cui:
2 2 2
z
3
4
y 7 x 4 U + + =
Ora, avendo anticipato che le tre variabili contenute nella funzione rappresentano le coordinate di
un punto nello spazio, occorrer supporre lesistenza di un legame tra le coordinate in grado di
indicare in modo univoco la posizione del punto.
Ad esempio, per una sfera con centro nellorigine degli assi, ogni sezione con un piano parallelo al
piano X-Y individuato in altezza dalla coordinata Z, un cerchio di raggio decrescente mano a
mano il valore della coordinata Z si avvicina al valore del raggio r.
Tutti i punti appartenenti al piano di una qualsiasi delle sezioni circolari cos ottenute sono quindi
caratterizzati dallo stesso valore z, ma, solo quelli situati sul perimetro del cerchio appartengono
contemporaneamente al piano e alla sfera.
Potremo dire quindi che per un determinato valore di z cui corrisponde una sezione circolare di
raggio R le altre coordinate X e Y dovranno soddisfare alla seguente relazione:

2 2 2
R y x = +

Per cui le terne di coordinate che individuano punti sulla sfera saranno sicuramente del tipo:
93
|

\
|
= z ; x R y ; x
2 2




Figura 47

Tornando alla funzione supponiamo ora spostare di un breve tratto la posizione del punto 1
individuando cos una nuova posizione 2.
Per detta nuova posizione il valore della funzione sar
2
U non troppo dissimile da
1
U .
Il piccolo spostamento potrebbe essere indicato da incrementi piccolissimi delle coordinate che,
proprio in virt del fatto di essere unidirezionali, possono esser considerati vettori paralleli agli assi
principali.

Per cui si avr:
x i x x
1 2
+ =
y j y y
1 2
+ =
z k z z
1 2
+ =

Con:
i Vettore unitario diretto secondo lasse principale X
j Vettore unitario diretto secondo lasse principale Y
z Vettore unitario diretto secondo lasse principale Z
z , y , x Incrementi numerici

Il nuovo valore restituito dalla funzione f secondo le nuove variabili, sar indicato con:

( ) ( ) ( ) [ ] z z ; y y ; x x f U
1 1 1 2
+ + + =

Utilizzando la funzione presa a titolo di puro esempio:
( ) ( ) ( )
2
1
2
1
2
1 2
z z
3
4
y y 7 x x 4 U + + + + + =
( ) ( ) ( )
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1 2
z z z 2 z
3
4
y y y 2 y 7 x x x 2 x 4 U + + + + + + + + =

94
La differenza tra il nuovo valore
2
U ed il precedente valore
1
U quindi data da:
( ) ( ) ( )
|

\
|
+ +
+ + + + + + + + =
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1
2
1 1 2
z
3
4
y 7 x 4
z z z 2 z
3
4
y y y 2 y 7 x x x 2 x 4 U U

Da cui si ottiene:
2
1
2
1
2
1
z
3
4
z z
3
8
y 7 y y 14 x 4 x x 8 U + + + + + =
Se si considera poi che, per ipotesi, gli incrementi sono piccoli, allora possibile pensare
trascurabili i rispettivi quadrati (infinitesimi di ordine superiore) e riscrivere dunque la variazione
U nel modo seguente:

z z
3
8
y y 14 x x 8 U
1 1 1
+ + =
Daltra parte i termini
1 1 1
z
3
8
, y 14 , x 8 altro non sono che le derivate prime parziali della
funzione ( ) z ; y ; x f U = rispetto alle relative variabili, cio:
1
1 2
2 2 2
x 8 x 4 2
x
z
3
4
y 7 x 4
x
f
= =

\
|
+ +
=


nel punto
1
x
1
1 2
2 2 2
y 14 y 7 2
y
z
3
4
y 7 x 4
y
f
= =

\
|
+ +
=


nel punto
1
y

1
1 2
2 2 2
y
3
8
z
3
4
2
z
z
3
4
y 7 x 4
z
f
= =

\
|
+ +
=


nel punto
1
z
Mentre gli incrementi z , y , x possono essere intesi come le componenti di un vettore
spostamento indicato dalla distanza orientata la posizione del punto 1 e del punto 2:
k z j y i x r + + =
La variazione della funzione U potr essere riscritta nel modo seguente:
z
z
U
y
y
U
x
x
U
U
|

\
|

+
|
|

\
|

+
|

\
|

=
r
z
U
y
U
x
U
U
|

\
|

+
|
|

\
|

+
|

\
|

=

Le derivate parziali della funzione sono le componenti secondo gli assi principali di un vettore
definito GRADIENTE DI U che indichiamo con grad U.
Quindi la variazione U di una grandezza scalare U pu pensarsi ottenuto come risultato di un
prodotto scalare tra due vettori.

Come risaputo la caratteristica essenziale di un prodotto scalare tra vettori comunque diretti che
il risultato non pi un vettore ma uno scalare.
Quindi:

r U grad U =


95
IL GRADIENTE DELLA FUNZIONE E LA SUPERFICIE EQUIPOTENZIALE
Ora vediamo il significato del nuovo vettore grad U.
Supponendo che il punto 1 e il punto 2 siano posizionati su una superficie del livello sar
ovviamente nulla la variazione della funzione U.
Si avr dunque:

0 U =

A titolo desempio possiamo utilizzare la definizione di superficie di livello per un campo radiale e
quella di campo elettrico radiale:
La superficie di livello di un campo elettrico radiale una sfera. Su tutti i punti della sfera il
campo elettrico un vettore di modulo costante e direzione secondo la congiungente del
punto al centro ove situata la carica generatrice.
La superficie della sfera e il vettore campo elettrico sono sempre perpendicolari.
Considerando un piccolo spostamento sulla superficie della sfera, linclinazione del vettore
campo elettrico subisce una variazione trascurabile per cui la differenza vettoriale tra il
campo elettrico dei due punti anchessa trascurabile cio circa zero:

Ma il prodotto scalare tra due vettori qualsiasi di modulo diverso da zero, nullo solo nel caso in
cui langolo formato tra i vettori sia di 90.
Ricordiamo a questo proposito la definizione di lavoro meccanico:

( ) = = cos S F S F L Prodotto scalare

Il lavoro meccanico nullo se la forza e lo spostamento sono perpendicolari cio se langolo
formato dalle direzioni dei vettori F e S vale 90
|

\
|

rad
2
.
Ma, daltra parte, se lo spostamento infinitesimo stato tale da mantenere il nuovo punto sulla
superficie di livello, allora sicuramente il vettore r deve essere parallelo alla superficie stessa.
Si giunge cos alla conclusione che, relativamente alla superficie di livello o equipotenziale, il
vettore definito gradiente di U sicuramente perpendicolare alla superficie di livello o, il che lo
stesso, che le linee di flusso del vettore grad U devono essere ortogonali alla superficie di livello
del campo scalare U.
P
1
P
2
grad U
r
U
1
U
1
U
1
U
1
U
1 U
1
U
1
Superficie di livello


Figura 48 GRADIENTE PERPENDICOLARE ALLA SUPERFICIE DI LIVELLO
96

DERIVATA DIREZIONALE DELLA FUNZIONE U RISPETTO ALLA NORMALE:
Consideriamo ora il caso in cui lo spostamento tra il punto 1 e il punto 2 avviene in direzione
perpendicolare alla superficie di livello, ovvero, parallelamente alle linee di flusso del campo.
In questo caso il vettore spostamento infinitesimo perpendicolare alla superficie e pu essere
indicato con:
n r =

La conseguente variazione della funzione U quindi data da:

n U grad U =

Avendo stabilito precedentemente che, nel caso di una superficie di livello, il vettore grad U
parallelo alla normale alla superficie, ora evidente che i due vettori sono paralleli, langolo
formato nullo e, di conseguenza, valore del coseno pari allunit.
In questo caso il prodotto scalare uguale alla semplice moltiplicazione algebrica dellintensit dei
vettori, quindi:

n U grad U =
Da cui si ottiene:
U grad
n
U
=



Cio il modulo del vettore U grad rappresenta fisicamente la variazione della funzione U per uno
spostamento unitario nella direzione perpendicolare alla superficie di livello, ovvero, per uno
spostamento unitario in direzione della linea di flusso passante in quel punto.

P
1
P
2
grad U
n
U
1
U
1
U
1
U
1
U
1 U
1
U
1
Superficie di livello
LINEA DI FLUSSO


Figura 49 SPOSTAMENTO PARALLELO ALLA LINE DI FLUSSO






97
IL FLUSSO DEL VETTORE CAMPO ELETTRICO
Supponiamo ora di inserire nel campo elettrico, presente nella regione di spazio che ci interessa,
una superficie S qualsiasi, di area infinitamente piccola A racchiusa allinterno di una linea
chiusa.
Potendo scegliere sia il tipo di campo elettrico che la forma della superficie decidiamo di disporre
una superficie piana racchiusa allinterno di un quadrato di lato l , allinterno di un campo
elettrico E uniforme generato da due lastre cariche di segno contrario (condensatore elettrostatico).
Nello spazio compreso tra le due lastre il vettore campo elettrico E , indipendentemente dal punto
preso in esame, costante sia in modulo che in direzione.
La direzione quella perpendicolare al piano delle lastre ed il verso del vettore E orientato dalla
lastra positiva a quella negativa.
Pur non essendo indispensabile, possiamo immaginare che i lati della linea chiusa di forma quadrata
siano costituiti da un filo sottile e rigido convenientemente piegato.
Sulla mezzeria di due lati contrapposti si potrebbe immaginare la presenza di due perni sporgenti,
anchessi di filo rigido, da utilizzare dallesterno per provocare la rotazione della superficie attorno
allasse dei perni.
Considerando che la superficie quadrata di cui si parla pu essere intesa solo virtualmente presente,
la sua raffigurazione materiale rappresenta solo un artificio da utilizzarsi per visualizzare
concretamente le procedure che seguiranno.
Supponiamo inoltre che tale superficie quadrata sia caratterizzata da uno spessore infinitesimo in
modo da poter individuare materialmente la presenza di due facce diametralmente opposte.
Per esempio si potrebbe pensare, come spessore, lo stesso diametro del filo.
Inoltre, su una delle due facce quadrate, dobbiamo pensare alla presenza di un vettore n , solidale
con la superficie stessa, applicato nel baricentro e ad essa perpendicolare.
Il modulo del vettore n sar rappresentato numericamente dallarea A della superficie e si
intender, come verso positivo, quello rivolto allesterno.
Dopo aver scelto il verso positivo del vettore n da intendersi fissato in modo univoco anche il
verso di rotazione positivo lungo il perimetro della superficie (si intende, con il termine rotazione, il
modo di percorrere i lati del quadrato).
A questo scopo da ritenersi applicata seguente la regola delluomo di AMPERE:
Con la superficie disposta su un piano orizzontale ed il vettore n rivolto in verticale verso
lalto, un osservatore si colloca con i piedi nel baricentro in modo da farsi idealmente
attraversare, dai piedi verso la testa, dal vettore n .
Per tale osservatore il verso positivo di percorrenza del perimetro della superficie da
intendersi quello antiorario.
-
+
E
E
E
E
E
E
E
+
-
E
E
E
E
E
E
E
E
E

Figura 50 CAMPO ELETTRICO UNIFORME TRA LE LASTRE
98

+
-
n= A
E
E
Perno
Perno
A
Senso pos. antior.
S
Campo elettrico
Linee di flusso
A
s
s
e

d
i

r
o
t
a
z
i
o
n
e
E
E
E
E
E
Faccia positiva
Faccia negativa

Figura 51 ELEMENTO S DI SUPERFICIE A CON NORMALE n
La rotazione attorno allasse del perno dispone lelemento di superficie S e il vettore normale n
ad esso collegato rigidamente in modo da formare un angolo con la direzione costante del campo
elettrico E .
Il valore dellangolo evidentemente una funzione della velocit angolare con la quale
lelemento ruota e del tempo t .
t f 2 t
T
2
t =

= = ( ) rad
Con:
T Periodo ( ) s
f Frequenza ( ) ( ) Hz s
1



Da notare che il valore dellangolo quindi da intendersi espresso in radianti.
Partendo da una posizione iniziale di riferimento alla quale corrisponde un valore nullo dellangolo
con la normale n e la direzione del campo E tra loro paralleli e concordi (e larea A
attraversata perpendicolarmente dal massimo numero di linee di flusso del campo) e supponendo
che lelemento inizi a ruotare attorno allasse del perno con velocit angolare costante, risulta
evidente che la proiezione dellarea nella direzione perpendicolare al campo subisce variazioni
rispetto alla situazione iniziale.
Da notare che, agli effetti pratici, la rotazione dellelemento di superficie pu benissimo essere
sostituito con una corrispondente rotazione del dispositivo (condensatore) che genera il campo
elettrico.
In questo caso il campo elettrico che ruota, mentre lelemento di superficie immobile.
Oppure si potrebbe pensare a mantenere fermi sia lelemento di superficie sia il condensatore,
variando, nel contempo, la quantit di carica sulle lastre e la polarizzazione.
99
Si tratterebbe, in questo caso, di un campo elettrico a direzione costante ma, di modulo e verso
variabili nel tempo.

In particolar modo sono evidenti e notevoli le seguenti condizioni:

Langolo formato dal vettore Normale e dal vettore campo elettrico nullo:
( ) rad 0 =
La superficie perpendicolare al campo elettrico che, quindi, lattraversa nel verso concorde
alla normale (entra cio nella faccia negativa ed esce dalla faccia positiva)

Langolo formato dal vettore Normale e dal vettore campo elettrico pari a 90 ( rad
2

):
( ) rad
2

=
Il vettore campo elettrico perpendicolare al vettore normale, la superficie quindi parallela
o tangente alle line di flusso.
La proiezione dellarea A nel piano perpendicolare al campo nulla.
Il numero di linee di flusso passanti attraverso la superficie nullo.
La superficie laterale di un tubo di flusso ne lesempio tipico, il vettore campo sempre
tangente.

Langolo formato dal vettore Normale e dal vettore campo elettrico pari a 180 ( rad ):
( ) rad =
Ora la superficie nuovamente perpendicolare alla direzione del campo, ma, la normale n
ha verso discorde con il vettore campo.
Il numero di linee di flusso passanti attraverso la superficie nuovamente massimo, ma le
linee entrano attraverso la superficie positiva ed escono dalla superficie negativa.

Langolo formato dal vettore Normale e dal vettore campo elettrico pari a 270 ( rad ):
( ) rad
2
3
=
E una situazione corrispondente a quella con angolo = 90 .
La proiezione dellarea nel piano perpendicolare al campo nulla. Il campo non attraversa la
superficie.

Langolo formato dal vettore Normale e dal vettore campo elettrico pari a 360 (2 rad ):
E la situazione che ripete quella di partenza.

Langolo formato dal vettore Normale e dal vettore campo elettrico un angolo qualsiasi di
valore compreso tra 0 e 360, funzione della velocit angolare e del tempo:
t =
La proiezione dellarea sul piano perpendicolare al campo dipende dallangolo ed definita
dalla seguente relazione:
( )
( ) ( ) ( ) = = =

cos n t cos A cos A A


E

Il numero di linee che attraversano la proiezione della superficie diminuisce od aumenta in
funzione dellangolo.
Inoltre dal valore dellangolo dipende anche il tipo di faccia attraverso cui il campo entra ed
esce.
100
+
-
n= A
E
E
E
E
E
E
E
E E
+
-
E
E
E
E
E
E E
90
= 0 (360) = 90
Flusso massimo positivo Flusso nullo
A
n= A
A

Figura 52 VARIAZIONE DELLANGOLO PER ROTAZIONE DELLA SUPERFICIE



+
-
n= A
E
E
E
E
E
E
E E
+
-
E
E
n= A
E
E
E E
90
= 270 = 360
Flusso massimo positivo
Flusso nullo
180
n= A
A
A

Figura 53 VARIAZIONE DELLANGOLO PER ROTAZIONE DELLA SUPERFICIE

101
+
-
= t
Flusso variabile
A cos ( )

= t

A
n= A
E

s
e
n
(


)

E
E



=
n
c
o
s

(


)

E



=
n
E


Figura 54 ANGOLO QUALSIASI PER ROTAZIONE DI S

In base alle considerazioni fatte, definita una nuova grandezza fisica, di tipo scalare, ottenuta dalla
moltiplicazione scalare (prodotto scalare) del vettore campo elettrico E e del vettore normale n
rappresentativo sia del valore dellarea A sia della sua inclinazione rispetto al campo.

( ) ( ) t cos A E cos A E n E = = =

Tale grandezza definita FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO attraverso la superficie
elementare S .

Si noti come la relazione che permette di determinare il flusso del campo elettrico, potendo essere
scritta in modi diversi, si presta a interpretazioni diverse:

( ) [ ] = cos A E
Con:
( ) cos A Area apparente della superficie S proiettata sul piano della lastra

( ) [ ] A cos E =
Con:
( ) cos E Componente del vettore campo perpendicolare alla superficie
S oppure parallela al vettore n

Le unit di misura della grandezza Flusso del campo elettrico si ricavano dalla relazione:

( ) ( )
|

\
|
= cos m A
C
N
E
2

C
m N
2


Oppure, anticipando la definizione dellunit di misura della corrente elettrica (Sistema
Internazionale):
102
( ) ( )
|

\
|

= cos m A
s A
N
E
2

s A
m J
s A
m N
2



Mentre, con la definizione di Potenziale elettrostatico (vedere oltre), il flusso misurato con:
( )
( )
( ) ( ) V Volt
C q
J W
V = Potenziale elettrostatico
( ) ( )
|

\
|
= cos m A
C
N
E
2
m V
C
m J
C
m N
2


Stabilito che sia il valore della velocit angolare e quello del campo elettrico (supposto
uniforme), allora la variazione del flusso del campo deve seguire una legge sinusoidale in funzione
della variazione del coseno dellangolo tenendo comunque conto del fatto che, in corrispondenza
dei valori dellangolo pari a 0 e 180, si ha il massimo flusso positivo ed il massimo flusso
negativo.

Max

Max

+
0 /2

3/2
2

Max
/2 /4 0
+

Max

3/2
C
N m
2
C
N m
2
t (s)
(rad)

Figura 55 RAPPRESENTAZIONE SINUSOIDALE DEL FLUSSO




















103
FLUSSO DI UN CAMPO ELETTRICO VARIABILE SU SUPERFICIE ESTESA
INTEGRALE DI SUPERFICIE

Se il campo elettrico variabile, sia in modulo che direzione, nella regione di spazio ove collocata
una superficie S, non infinitesima, allora il flusso del campo complessivamente dato dalla somma,
estesa a tutta la superficie, dei valori assunti dal vettore campo elettrico nei baricentri delle aree
infinitesime in cui possibile suddividere la superficie totale, moltiplicati scalarmene per i relativi
vettori normali alla superficie infinitesima di competenza.
n
1
1
E
2
n
2
E
3
n
E
3
4
n
4
1

2
3

E
S

1
S
S
2
S
4
S
3



Figura 56 CAMPO E VETTORE n VARIABILI INTEGRALE DI SUPERFICIE

Cio in altri termini:

n 3 2 1 TOT
... .......... + + + + =

Con:
( )
1 1 1 1 1 1
cos S E n E = =

Per cui il flusso totale attraverso la superficie S sar dato dalla sommatoria ovvero
dallintegrale del prodotto scalare esteso a tutta la superficie S:

= =
=
=
S
n i
n i
1 i
i TOT
dA E n E

Daltra parte, supponendo di essere a conoscenza delle componenti rispetto agli assi principali di un
sistema cartesiano, sia dei vari vettori campo elettrico sia dei vettori normali alle superfici
infinitesime, si potr anche adottare la seguente forma di relazione:

( ) ( ) ( ) y x E z x E z y E
z y x
+ + =
z z y y x x
n E n E n E + + =



104

Con il seguente significato dei termini:
z y x
E ; E ; E Componenti del vettore E nel punto considerato rispetto a X,Y,Z
x
n z y = Componente
x
n del vettore normale, corrispondente alla
proiezione della superficie elementare interessata sul piano YZ
y
n z x = Componente
y
n del vettore normale, corrispondente alla proiezione
della superficie elementare interessata sul piano XZ
z
n y x = Componente
z
n del vettore normale, corrispondente alla proiezione
della superficie elementare interessata sul piano XY

Per cui il flusso totale:
( ) ( ) ( ) [ ] . .......... y x E z x E z y E
1 z 1 1 y 1 1 x 1 TOT
+ + + =

Oppure con lintegrale:

=
xy yz
S
xy z
Sxz
xz y
S
yz x TOT
dS E dS E dS E


LEGGE DI GAUSS

E una legge di carattere generale con cui possibile determinare il flusso del vettore campo
elettrico attraverso ad una superficie chiusa di forma qualsiasi contente una carica elettrica di valore
noto.
La carica elettrica pu essere costituita da una o pi cariche puntiformi oppure da una distribuzione
lineare, superficiale o volumica, uniforme o non uniforme.
La superficie che si prende in esame detta Superficie GAUSSIANA ed , praticamente
costituita dallarea delle pareti laterali del solido virtuale contenuto al suo interno.
Il solido avr una forma qualsiasi, anche se, solitamente, si preferisce utilizzare volumi semplici
quali la sfera, il cubo, il cilindro, caratterizzati dalla possibilit di determinare facilmente larea
delle pareti laterali che li racchiudono e dalla presenza di assi di simmetria.
Se, ad esempio, si prendesse in esame il volume di una patata, allora la superficie Gaussiana
sarebbe rappresentata dal sottile strato esterno che la riveste.
Allo scopo di semplificare al massimo le argomentazioni che conducono alla Legge di Gauss,
occorre prendere inizialmente in esame il caso pi semplice di campo elettrico e superficie
Gaussiana e cio il campo elettrico radiale generato da ununica carica puntiforme, ad esempio
positiva, unitamente ad una superficie sferica di raggio R il cui centro collocato esattamente nel
baricentro della carica puntiforme.


CAMPO RADIALE E SFERA GAUSSIANA CON CENTRI COINCIDENTI
In ogni punto appartenente alla superficie sferica, il modulo del vettore campo elettrico generato
dalla carica puntiforme ha lo stesso valore.
Esso determinato dal rapporto tra la forza elettrica
e
F generata dal campo radiale su una carica
esploratrice q posizionata in un punto della superficie sferica ed il valore dalla stessa carica
esploratrice:

q
R 4
q Q
q
F
E
2
e

= =
105

2
R
1
4
Q
E

=
|

\
|

\
|
m
V
C
N


Supponendo di suddividere la superficie sferica in un numero elevatissimo di elementi superficiali
di area S , nel baricentro di ognuno dei quali passa la retta direttrice del campo elettrico, risulta
abbastanza evidente (per definizione di campo radiale e superficie sferica) affermare che il vettore
campo elettrico E e la perpendicolare n alla superficie dellelemento S , sono paralleli, anzi
sovrapposti.
Inoltre, dato che il campo generato da una carica puntiforme positiva, i vettori E ed n hanno lo
stesso verso.

y
z
E
S
Q
E
n
S
x


Figura 57 FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO RADIALE ATTRAVERSO UNA SFERA

Con questi presupposti, il flusso del campo elettrico E attraverso la superficie sferica di riferimento
di raggio R quindi un integrale di superficie esteso a tutti gli elementi infinitesimi costituenti
superficie della sfera.
Ragionando in termini di sommatoria di elementi piccolissimi ma finiti si ottiene, per il flusso totale
uscente dalla superficie sferica, la seguente relazione:

n 3 2 1
..... .......... + + + =
Con:
( )
i i i i n 1
S E cos S E n E ........ = = = = =

Con:
E Modulo costante del vettore campo elettrico per tutti gli elementi
|

\
|
C
N

n Normale ad ogni elemento sempre parallela al vettore E in quel punto
S n = Modulo del vettore n pari al valore della superficie dellelemento ( )
2
m
= 0 Per vettori paralleli e concordi
106
( ) 1 cos =

Per cui:

( )
n 2 1 n 2 1
S ....... S S E S E ....... S E S E + + + = + + + =
( )
n 2 1
2
S ....... S S
R 4
Q
+ + +
|

\
|

=

Daltra parte, la sommatoria di tutti gli elementi finiti di superficie deve essere
necessariamente uguale alla superficie complessiva della sfera, che, come risaputo, dipende
dal raggio R in base alla relazione:

( )
2
n 2 1
R 4 S ....... S S = + + + Superficie totale sfera di raggio R

Quindi, alla fine, indipendentemente dalla grandezza della sfera considerata, il flusso
uscente del campo elettrico uguale a:

( )

=
|

\
|

=
Q
R 4
R 4
Q
2
2


=
Q
LEGGE DI GAUSS

Con:
Q Valore della sola carica interna alla superficie gaussiana


La relazione tra il flusso uscente, il valore della carica interna e la costante dielettrica
assoluta del materiale in cui si manifesta il campo rappresenta la LEGGE DI GAUSS.

( )
( ) m V m
C
J
m
C
m
J
m
C
N
m N
C
C
2 2
2
2

|

\
|

|
|
|
|

\
|

|

\
|

(
(
(
(
(

|
|

\
|



Da notare che:
Il valore numerico del flusso uscente quindi indipendente dalle dimensioni della
superficie sferica presa come riferimento in quanto per superfici di raggio maggiore
corrisponde un decremento del campo (e viceversa).
Come si vedr di seguito, il valore del flusso uscente anche indipendente dalla
forma della superficie gaussiana che si considera e dalla posizione della carica
generatrice del campo.

Se si pensa alla propriet additiva del flusso elettrico in quanto grandezza scalare e se le
cariche contenute nella superficie sono pi duna, si ottiene la generalizzazione della
LEGGE DI GAUSS:

+ +

= + + + =
Q Q
.....
Q Q
...
N 2 1
N 2 1 T

107

CAMPO RADIALE E SFERA GAUSSIANA CON CENTRI NON COINCIDENTI
Si intende ora dimostrare che, anche nel caso di un campo radiale generato da una sola carica e di
una superficie gaussiana sferica con centro non coincidente con la posizione della carica, continua
ad essere valida la LEGGE DI GAUSS come prima esposta.
S
y
x
E
n
1
1
n
2
E

1
S
1
cos ( )
1
1
2
S
2

2
cos ( ) S 1
R
2
1
R
r
r
Q

1
1

r


Figura 58 SUPERFICIE GAUSSIANA SFERICA SCENTRATA


La carica Q generatrice interna alla superficie gaussiana di raggio r ma spostata rispetto al centro
della sfera.
Allo scopo di semplificare la dimostrazione si riduce la sfera ad una circonferenza nel piano x-y.
I tratti di circonferenza contrassegnati con
1
S e
2
S sono in realt delle superfici inclinate
rispetto alle direzioni dei tre assi principali.
I vettori
1
n ed
2
n , perpendicolari alle rispettive superfici, sono ovviamente paralleli al raggio della
circonferenza passante per i baricentri delle superfici stesse.
Anche in questo caso si immagina si suddividere la sfera in un numero elevatissimo di elementi
superficiali di area S attraverso i cui baricentri passano sia la retta direttrice del vettore campo
elettrico sia la direzione della semiretta condotta dal centro della circonferenza.
Considerando il fatto che la carica non posta nel centro, si conclude immediatamente che, per ogni
elemento superficiale di sfera, il vettore E ed il relativo vettore n sono ora inclinati, luno rispetto
allaltro, di angoli sempre diversi dallangolo nullo.
108
S
E
n
1
1

1
1
1
r

1
S

cos ( )
1


Figura 59 PARTICOLARE DEL VETTORE CAMPO E DEL VETTORE NORMALE


Il flusso complessivamente uscente dalla superficie sferica gaussiana ancora dato dalla
sommatoria, estesa a tutti gli elementi superficiali di area S , dei flussi relativi ad ogni singolo
elemento.
Occorre per, diversamente dal caso precedente, tenere conto delle diverse inclinazioni.
Per cui:

n 3 2 1
..... .......... + + + =
Con:
( )
( )
1
R 1 1 1 1 1 1 1
S E cos S E n E

= = =

Con:
1
E Modulo (sempre variabile) del vettore campo elettrico
per tutti gli elementi
1
n Normale ad ogni elemento. Sempre parallela alla
direzione del raggio della sfera e orientata verso leterno.
1
S Area dellelemento superficiale di sfera
1
Angolo formato dal vettore campo col vettore normale n
( )
( )
1 1 R
cos S S
1
=

Area della superficie proiettata sul piano perpendicolare alla
direzione della distanza r

Per cui:

( ) ( ) ( )
n n n 2 2 2 1 1 1
cos S E ........ cos S E cos S E + + + =

( ) ( )
n n
2
n
1 1
2
1
cos S
r 4
Q
........ cos S
r 4
Q


+ +

=
109

( ) ( ) ( )
|
|

\
|

+ +

+


=
2
n
n 2
2
2
2 2
2
1
1 1
r
cos S
..........
r
cos S
r
cos S
4
Q


Occorre adesso definire il concetto di angolo solido .
Si intende, per angolo solido, la parte di spazio contenuta in un cono che, con vertice nel centro di
una sfera di raggio r, intercetta sulla sfera stessa una calotta di superficie S.
Lunit di misura dellangolo solido definita STERADIANTE ed cos definita:

DEFINIZIONE DELLO STERADIANTE UNITA DI MISURA DELLANGOLO SOLIDO
Langolo solido contenuto in un cono che intercetta su una sfera di raggio R una calotta
avente una superficie S uguale a
2
R , ha un valore di 1 Steradiante.

R
R S =
2
1 strd


Figura 60 ANGOLO SOLIDO STERADIANTE

Tenendo conto della definizione dellunit di misura dellangolo solido e del fatto che la
superficie di una sfera data da:

2
R 4 S =

Il numero di steradianti contenuti complessivamente nello spazio dato da:
( ) strd 4
R
R 4
R
S
2
2
2
=

=

Inoltre, supponendo di conoscere la superficie intercettata da un certo angolo solido
contenuto in un cono di raggio r, possibile determinare il valore dellangolo dal
rapporto:
2
r
S
=

110
A titolo desempio si determina il valore dellangolo solido contenuto in un cono di raggio
( ) m 3 r = se la superficie intercettata pari ( )
2
cm 30 S = .
( )
( )
( ) strd 10 33 , 3
m 3
cm
m
10 cm 30
4
2 2
2
2
4 2

=
|
|

\
|

=

Tornado ora sul calcolo del flusso, possibile notare che esso formato da un fattore comune
costante e da una sommatoria di rapporti tra aree e relativi quadrati delle distanze dalla carica
generatrice:
( ) ( ) ( )
|
|

\
|

+ +

+


=
2
n
n 2
2
2
2 2
2
1
1 1
r
cos S
..........
r
cos S
r
cos S
4
Q

Con:
4
Q
Fattore costante
( )
2
i
i
r
cos S
Fattori variabili
Daltra parte i fattori variabili rappresentano proprio langolo solido sotto il quale le varie
superfici S sono viste dalla carica generatrice Q:


( )
( )
=

=


2
n
r
2
i
i
r
S
r
cos S
( ) strd

Per cui, se la superficie gaussiana chiusa, la somma estesa a tutti gli angoli solidi relativi ad ogni
elemento superficiale, non pu che essere pari allangolo solido che sottende la superficie completa
della sfera, cio:
( ) ( ) ( )
( ) ( ) strd 4 .....
r
cos S
..........
r
cos S
r
cos S
n 2 1
2
n
n 2
2
2
2 2
2
1
1 1
= + + + =
|
|

\
|

+ +

+



Si conclude quindi che il flusso complessivamente uscente dalla superficie pari a:

( ) ( ) ( )
|
|

\
|

+ +

+


=
2
n
n 2
2
2
2 2
2
1
1 1
r
cos S
..........
r
cos S
r
cos S
4
Q

( )

=

= + + +

=
Q
4
4
Q
..........
4
Q
n 2 1
LEGGE DI GAUSS

Con:
Q Valore della sola carica interna alla superficie gaussiana

Tale risultato perfettamente coincidente con il caso precedente ed quindi dimostrato che, anche
nel caso in cui la carica generatrice sia posizionata in un luogo diverso dal centro della sfera la
LEGGE DI GAUSS continua ad essere valida.

E inoltre possibile concludere con alcune importanti osservazioni:
La dimostrazione precedente procede e si conclude in modo perfettamente analogo anche
nel caso in cui la superficie gaussiana abbia una forma regolare qualsiasi (ad esempio un
cilindro, un cubo, un ellissoide o quantaltro) o un forma irregolare (ad esempio la forma di
una patata).
111
Una qualsiasi superficie chiusa vista da un punto qualsiasi situato allinterno sotto un
angolo solido pari a ( ) strd 4 =
Anche nel caso di una superficie gaussiana regolare o irregolare diversa dalla sfera e di
cariche interne comunque posizionate, vale il principio additivo del flusso del campo
elettrico:

=
Q

Con:
Q Somma dei valori delle sole cariche (ognuna con il proprio segno)
interne alla superficie gaussiana
Se le cariche generatrici del campo sono esterne alla superficie gaussiana il flusso uscente
dalla superficie uguale al flusso entrante e, di conseguenza, nullo il loro bilancio.
La legge di Gauss valida anche nel caso in cui le cariche interne siano di tipo distribuito
(lineari, superficiali o volumiche)

=
L Q

V

Con:
Distribuzione lineare
|

\
|
m
C

Distribuzione superficiale
|

\
|
2
m
C

Distribuzione volumica
|

\
|
3
m
C

Q
Q
Q
Q
1
2
3 4
=
1
Q
2
Q
3
Q
4
Q + + +

2
Q
1
Q
Q
4
Q
3
SFERA
CILINDRO
4
Q
2 1
+Q + Q Q
=
+
3

2
Q
1
Q
=
Q Q+
1 2

ELLISSOIDE
1
Q
Q
3
Q
4
2
Q
4
Q
1
+Q Q
=
+
3

SUP. QUALSIASI

Figura 61 LEGGE DI GAUSS APPLICATA A SUPERFICI GAUSSIANE QUALSIASI





112
LEGGE DI GAUSS CASO DI SIMMETRIA CILINDRICA DENSITA LINEARE
Si tratta di determinare il valore del campo elettrico prodotto da una distribuzione lineare di carica
su un filamento rettilineo in un punto ad una determinata distanza z , misurata perpendicolarmente
allasse del filamento stesso.
Il filamento considerato infinitamente esteso.
La distribuzione lineare di carica indicata con il simbolo ed misurata in
|

\
|
m
C
.
In virt della simmetria verticale delle cariche sul filamento, come gi visto con il metodo di
integrazione, in un punto qualsiasi dello spazio circostante si annullano le componenti del campo
parallele al filo ed il campo elettrico risultante non pu che essere diretto radicalmente ed avere
intensit costante sulle circonferenze concentriche centrate sullasse.
E1x
E2
1y
r
s
Q
+
E
s

A
r3
r1
r2
E
1
E3
1 E
FILO
+
2y
+
r
FILO CARICO
E
R

q
s
s
Q
2 E
E1
3 E

Figura 62 DISTRIBUZIONE LINEARE DI CARICA

Se si utilizza la Legge di Gauss e la definizione di flusso del campo elettrico considerando come
superficie chiusa un cilindro di raggio r ed altezza H con lasse coincidente con lasse del filo, si
ottengono i seguenti risultati:

=
H Q
Legge di Gauss
( ) H r 2 E S E
r r r
= = Definizione di flusso del campo

Il campo elettrico fluisce perpendicolarmente alla superficie laterale del cilindro ed il flusso
attraverso le due basi del cilindro nullo in quanto il campo parallelo d esse.
Combinando le due relazioni:
( )


=
H
H r 2 E
r

Si ottiene il valore del modulo del campo alla distanza r dallasse:
r 2 H r 2
H
E
r

=


=
Dimensionalmente:
( )
( ) m V m
C
J
C
m
J
C
N
m r
m N
C
2
m
C
E
2
2
r

|

\
|

|
|
|
|

\
|

\
|

|
|

\
|

\
|

=
113
r
R

r
q
A
s
s
s
s
E1x
E
E1y
Q
Q
+
+
+
1
E2y
FILO CARICO
r1
r2
r3
3 E
E2
3 E
2 E
1 E
1 E
FILO
H


Figura 63 SUPERFICIE GAUSSIANA CILINDRICA


LEGGE DI GAUSS SIMMETRIA PIANA DISTRIBUZIONE SUPERFICIALE DI CARICA
Per la determinazione del campo elettrico generato da una distribuzione di carica posta sulla
superficie di una lamina piana infinitamente estesa (si tratta anche del caso limite di un disco
circolare di raggio infinitamente grande gi trattato con il metodo dintegrazione) possibile ancora
utilizzare la legge di Gauss e la definizione di flusso del campo.
Si ottiene in questo modo una notevole semplificazione dei calcoli rispetto al metodo
dintegrazione.
Si prendono in esame i due casi pi rilevanti:
1. Carica distribuita su una sola lamina piana
2. Carica distribuita su due lamine piane, parallele e molto ravvicinate

UNA SOLA LAMINA PIANA SOTTILE ED ISOLANTE:
La carica Q distribuita su una lamina piana infinita e si suppone di conoscere il valore della
densit di carica superficiale .
Anche in questo caso, per ragioni di simmetria, sono nulle le componenti del campo elettrico
parallele al piano della lamina.
Il campo elettrico quindi formato da linee di flusso perpendicolari al piano carico considerato
ed quindi conveniente utilizzare, come superficie gaussiana, un cilindro che interseca il piano
stesso e il cui asse di simmetria parallelo alle linee di forza.
In questo modo il flusso del campo attraverso le pareti laterali del cilindro risulta nullo, mentre,
massimo attraverso le due basi di area
2
r A = :

2
r 2 E S E = =

Utilizzando la legge di Gauss e tenendo presente che la carica interna al cilindro gaussiano
collocata sulla sezione di piano intersecata dal cilindro di raggio r, si ottiene:
( )

=
2
r Q

Combinando le due relazioni si ricava il valore del campo in un punto prossimo al piano:
114
( )
2
2
r 2 E
r
=

=
2
E

r
+
+
+
+
E
+
Carica interna
+
+
E
Asse simm.
+ r
+
+
+
+
+
Cilindro gaussiano
+
+
+
+
+
+
+



Figura 64 LAMINA PIANA INFINITA

DUE LASTRE PIANE - SOTTILI E CONDUTTRICI:
Si supponga ora di caricare elettricamente una lastra sottile di materiale conduttore con la stessa
carica fornita nel caso precedente alla lamina di materiale isolante.
Si pu pensare che tale carica si distribuisca immediatamente ed in modo uniforme sulle due
facce della lastra dando luogo ad una densit di carica su ogni faccia pari alla met della densit
di carica precedente:
2
1

= Densit di carica relativa ad una faccia della lastra


Il campo elettrico contenuto nello spessore della lastra deve essere necessariamente nullo in
quanto risultante della somma dei due campi prodotti dalle cariche sulle superfici esterne.
Inoltre possibile pensare al fatto che, se non fosse nullo, eserciterebbe forze elettrostatiche
sugli elettroni di conduzione interni costringendoli a muoversi allinterno del conduttore
modificando le densit di carica originali.
Si potrebbe ancora utilizzare la legge di Gauss e una superficie di riferimento cilindrica con
lasse perpendicolare al piano della lastra, una base esterna alla lastra e laltra interna contenuta
nello spessore della lastra.
Ovviamente tale ipotesi applicabile in modo simmetrico per le due facce della lastra.
Ancora ragioni di simmetria ci permettono di ipotizzare la presenza di vettori campo elettrico
costituiti dalla sola componente perpendicolare ai piani.
Applicando la legge di Gauss ai due cilindri, simmetrici rispetto allo spessore della lastra e
tenendo conto dellassenza di cariche interne al materiale, si otterr, per entrambe le facce, il
valore del campo elettrico:
( )
( )
2
2
1
r E
r Q
=

=
2
E
1

115

+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+ +
+
+
+
+ +
+

1
= /2
= /2
1
E E
Cilindro gaussiano Cilindro gaussiano
Carica interna
Carica interna
+ +
+
+
+
+
+
+
+
+
+
/2 =
+
1
+
+
+
+
+
+
+
+
+
Cilindro gaussiano
+
+
+
+
+
+
+
+
+ +
Carica interna
E
+
+
+
+
+
+
+
+
/2 =
1

E
Carica interna


Figura 65 LASTRA PIANA DI MATERIALE CONDUTTORE

Nulla cambierebbe nel caso si decidesse di adottare un unico cilindro gaussiano contenente
entrambe le cariche superficiali, infatti:
( ) ( )
( )
2
2
1
2
1
r 2 E
r r Q
=

+
=

=
2
E
1


Se ora, di fronte alla lastra caricata positivamente si suppone di porne unaltra uguale ma
caricata negativamente e con la stessa densit, risulta evidente che, per effetto dellattrazione
coulombiana tra le cariche opposte, si manifesta unazione in grado di provocarne la migrazione
sulle facce pi ravvicinate.
In altre parole, le cariche situate sulle facce esterne si trasferiscono sulle rispettive facce interne
raddoppiando la densit di carica.
Le due lastre ravvicinate hanno quindi la capacit di condensare le cariche presenti in origine
su quattro facce solo su due.
Le due lastre parallele e ravvicinate sono dunque dei condensatori di carica.
Tornando al problema della determinazione del campo elettrico, si ha dunque una situazione
diversa dalla precedente.
Collocando un cilindro gaussiano tra le due lastre senza che esso le intersechi, risulta nulla la
carica interna ed , di conseguenza, nullo anche il flusso del campo.
Ci significa che il flusso entrante ed il flusso uscente dalle basi del cilindro sono uguali ed
quindi il campo E tra le lastre deve essere uniforme.
Il campo prodotto dalla lastra positiva in un punto tra le lastre e quello prodotto dalla lastra
negativa nello stesso punto devono essere uguali.
Se infatti si utilizzano due cilindri gaussiani contenente ognuno le sole cariche della relativa
lastra, si ottiene:
( )
( )
2
2
r 2 E
r Q
=

=
+

+ =
2
E
1

( )
( )
2
2
r 2 E
r Q
=

+ =
2
E
1

116

= + =
2 1
E E E

Per il campo elettrico risultate tra le lastre, oltre ad essere uniforme per il motivo prima esposto,
ha un valore pari al doppio di quello generato da una sola lastra:

= E Campo elettrico tra le lastre





+
+
+
+

E
Cilindro gaussiano
Carica interna
Carica interna
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-

Q=0


Figura 66 FLUSSO ENTRANTE UGUALE FLUSSO USCENTE - CAMPO UNIFORME

+
+
+
+

E
Cilindro gaussiano
Carica interna
Carica interna
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-

Cilindro gaussiano
1
E
E
E
2 1
E
+
+
E
1 2
E



Figura 67 CAMPO TRA LE LASTRE PARI AL DOPPIO DELLA LASTRA SINGOLA



117
Infine, per quanto riguarda lo spazio esterno alle lastre, applicando ancora la legge di Gauss alla
superficie di un cilindro gaussiana che taglia le due lastre e contiene sia la carica positiva che
negativa, si possono trarre le seguenti conclusioni:
il flusso del campo attraverso il cilindro nullo in quanto la somma delle cariche positive e
negative contenute in esso pari a zero.
Il campo generato dalle cariche allinterno delle lastre non attraversa alcuna superficie del
cilindro in quanto parallelo alle superfici laterali e per il fatto di essere limitato alle facce
interne del sistema.
Il campo elettrico generato dalla carica positiva nelle regioni di spazio a destra e sinistra
delle facce esterne del sistema uguale e contrario a quello generato, nelle stesse regioni di
spazio, dalla carica negativa.
Il flusso attraverso il cilindro quindi nullo non perch somma di uguali flussi positive e
negativi (entranti ed uscenti) ma per annullamento del campo elettrico.
Le regioni di spazio esterne alle lastre sono quindi prive di campo elettrico




-
-
+
+
+
+
E
+
+
+
+
Cilindro gaussiano
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
Cilindro gaussiano

-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Carica interna
+

Carica interna
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+

-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
E
E
+
E
-
+
E
-
E
E
-
E
+
E
-
E
+



LEGGE DI GAUSS SIMMETRIA SFERICA STRATO SFERICO DI CARICA
Una distribuzione di cariche, uniforme su uno strato sferico, genera un campo elettrico che ha le
seguenti propriet:

Le particelle caricate elettricamente e poste esternamente allo strato sferico sono attratte o
respinte come se tutta la carica contenuta nello strato fosse concentrata nel centro dello
stesso.
Uno strato sferico si comporta dunque, nei confronti di altre cariche esterne, come se fosse
una carica puntiforme.

Lo strato sferico carico uniformemente non esercita alcuna forza elettrostatica su particelle
cariche poste al suo interno.
Il campo elettrico interno allo strato dunque nullo.

118
Si suppone quindi di prendere in esame uno strato sferico, di raggio R e di spessore s trascurabile, in
cui distribuita uniformemente la carica Q.
La densit di carica superficiale data dal rapporto tra la carica totale e la superficie della sfera:
2
R 4
Q
S
Q

= =

Si utilizza ora la legge di Gauss applicata alle due superfici sferiche virtuali e concentriche aventi
raggio rispettivamente maggiore o minore di R.

R
r
r
Q
1
S
1
S



Figura 68 STRATO SFERICO E SUPERFICI GAUSSIANE SFERICHE CONCENTRICHE

Per quanto riguarda la superficie gaussiana sferica di raggio minore del raggio dello strato,
lapplicazione della legge di Gauss ci consente di stabilire immediatamente che il campo elettrico
nei punti appartenenti alla superficie
1
S deve essere nullo.
Infatti sono nulle le cariche contenute allinterno, di conseguenza nullo il flusso e se, per ipotesi,
si considerasse non nullo il campo, allora, vista la simmetria del problema, risulterebbe non nullo il
flusso.
Essendo falsa lipotesi si dovr concludere che per avere flusso nullo dovr sicuramente essere
nullo il campo.

Caso 1:
R r
0 Q
INTERNA
=
0
Q
INTERNA
1
=

=
Ipotesi:
0 E

Tesi:
0
1
In contrasto con la legge di Gauss

Conclusione: 0
1
= solo per 0 E =
119
Per quanto riguarda la superficie gaussiana avente raggio maggiore dello strato, applicando
nuovamente la legge di Gauss, otteniamo il seguente risultato:
Caso 1:
R r
Q Q
INTERNA
=

=
Q Q
INTERNA
1

E, di conseguenza, il campo elettrico sar:

= =
Q
S E
2


2
r 4
Q
E

=

Cio, in conclusione, il campo elettrico generato alla distanza r da uno strato di raggio R
( ) R r pari a quello generato, alla stessa distanza, da una carica puntiforme di valore
uguale a quella contenuta nello strato.

LEGGE DI GAUSS SIMMETRIA SFERICA VOLUME SFERICO DI CARICA
La carica elettrica potrebbe anche essere distribuita con densit volumica allinterno di una sfera di
raggio R.
Si potrebbe pensare di suddividere la sfera in un numero elevatissimo di strati sferici (come gli strati
di una cipolla) ad ognuno dei quali non sarebbe sbagliato applicare i risultati visti precedentemente.
La quantit di carica presente su ogni strato sar considerata di tipo superficiale uniformemente
distribuita (come nel caso precedente), mentre, non indispensabile che ogni strato sia
caratterizzato dalla stessa densit .
Vale a dire che, per una distribuzione di carica continua entro un volume sferico, la densit pu
variare pu essere variabile ma solo in funzione della distanza dello strato dal centro.
Ci vuol anche dire che la densit volumica relativa alla distribuzione sferica complessiva non
costante


Q
2
S
1
2
Q
3
Q
4
Q
5
Q
1
S
r
r

1
2
S
S
1

Figura 69 CARICA VOLUMICA SFERICA
120
Per punti esterni alla distribuzione, applicando la legge di Gauss, vale quanto detto a proposito dello
strato sferico:

Il campo elettrico esterno uguale a quello generato, alla stessa distanza, da una carica
puntiforme di valore pari alla somma di tutte le cariche presenti nella distribuzione sferica.

Per R r :
2
2
r 4 E S E
q
= =

=
Da cui:
2
r 4
Q
E

=
Con:
n n 2 2 1 1 n 2 1
s ....... s s Q ..... Q Q Q + + + = + + + =

Per punti interni alla distribuzione sferica, quindi interni alla superficie
1
S , si pu fare il seguente
ragionamento:

Le cariche esterne a tale superficie non generano alcun campo elettrico sulla superficie
stessa
Le cariche interne generano un campo elettrico uguale a quello che produrrebbe, nello stesso
punto, una carica puntiforme di valore uguale alla loro somma.

Quindi, per un punto interno alla distribuzione volumica, si avr un campo di valore pari a:

2
INT
r 4
Q
E

=

Ove la sommatoria deve essere estesa alle sole cariche contenute nella superficie interna.


TEOREMA DI COULOMB DENSITA SUPERFICIALE E CAMPO ELETTRICO
Il teorema di Coulomb derivato dallapplicazione della legge di Gauss e permette di determinare il
valore del campo elettrico prodotto sulla superficie di un conduttore elettricamente carico.
Occorre innanzi tutto definire le modalit con cui la carica elettrica si dispone in un conduttore di
forma qualsiasi.
A questo proposito logico supporre che, durante il processo di trasferimento delle cariche
elettriche ad esempio negative al conduttore inizialmente neutro, queste ultime, causa la
repulsione reciproca, siano obbligate a posizionarsi nei punti estremi del conduttore stesso cio, in
altre parole, sul sottilissimo strato che costituisce la superficie esterna.
Il trasferimento ed il riposizionamento degli elettroni avviene in tempi rapidissimi e, al termine del
processo di carica, possiamo facilmente immaginare una situazione elettrostatica consolidata senza
ulteriori movimenti delle cariche superficiali.
Questa semplice ipotesi ci permette di escludere, nella fase stazionaria successiva al processo di
carica, anche il movimento traslatorio degli elettroni sulla superficie e di giungere alla seguente
conclusione:

Le cariche elettriche si dispongono sulla superficie del conduttore e sono assoggettate ad
una forza elettrica necessariamente perpendicolare alla superficie nel punto considerato. Di
conseguenza saranno sottoposte allazione di un campo elettrico di superficie orientato
anchesso secondo la perpendicolare.

121
Daltra parte questa prima conclusione ci permette di affermare, in base a quanto gi illustrato a
proposito dei campi elettrici, che:

Se in ogni punto della superficie il campo elettrico perpendicolare, il contorno della
superficie stessa considerata bidimensionale o tridimensionale deve necessariamente
essere una superficie equipotenziale.

La legge di Gauss applicata allo strato superficiale carico ci permette inoltre di concludere che:

Allinterno del conduttore il campo elettrico nullo. Se cos non fosse esso eserciterebbe
forze elettrostatiche sulle cariche libere costringendole a muoversi e variando cos la fase
stazionaria ipotizzata.

Stabilito che la carica si distribuisce solo sulla superficie esterna del conduttore e che, allinterno, il
campo elettrico nullo, occorre valutare se la densit superficiale conseguente sia o meno uniforme
sulla superficie stessa.
Nel caso di conduttori sferici, ragioni di simmetria ci conducono ad affermare che non esiste alcun
motivo che comporti lesistenza di parti di superficie con densit diversa.
In altre parole, su una superficie sferica le cariche si distribuiscono in modo regolare ed uniforme
dando luogo ad una densit di carica pari al rapporto tra la carica complessiva e la superficie della
sfera.
Per cui solo per una sfera si ha:
2
r 4
Q

=

Per superfici qualsiasi solitamente caratterizzate da contorni curvi senza discontinuit e con
raggio di curvatura variabile stabilita che sia la quantit di carica complessivamente presente, la
densit superficiale di carica inversamente proporzionale al raggio di curvatura.
Sulle superfici a curvatura minore si ha una concentrazione e una densit maggiore e viceversa.
Nei punti ove la curvatura presenta discontinuit cuspidi o zone appuntite si nota un aumento
cos elevato della densit tale da provocare fenomeni di espulsione e/o polarizzazione delle
molecole daria circostanti la zona.
Nelle stesse zone il campo elettrico tende a valori elevatissimi.
-
-
- -
-
-
-
-
- -
-
-
- -
-
-
-
-
-
-
-
-
- -
-
-
-
-
-
-
-
-
C
E
E
E
Costante =
E Costante =

- -
4
-
-
E
3
E -
-
-
-
-
-
-
2
2
E
- - -
--
- -
-
-
= Variabile
= Variabile E
-
-
1
E
-
- - -
-
-
- -
-
-
(MAX.)
1

5
-
-
-
-
-
-
-
-
- -
-

-
-

-
- 4
3
-
Punta


Figura 70 DENSITA COSTANTE E VARIABILE SUPERFICI APPUNTITE

122
TEOREMA DI COULOMB

Dopo aver stabilito qualitativamente la variazione della densit superficiale di carica in base al
raggio di curvatura di una superficie qualsiasi, ci si propone di determinare quantitativamente il
valore del campo elettrico in una qualsiasi zona della superficie del conduttore ove conosciuta la
densit superficiale.
A tale scopo impiegata la legge di Gauss ad una superficie cilindrica con asse perpendicolare alla
superficie nel punto considerato.
Il cilindro, di raggio piccolissimo, interseca e taglia la superficie in modo tale da rimanerne in parte
allesterno ed in parte allinterno.
Le cariche contenute nel cilindro sono collocate sulla superficie circolare intersecata in quel punto.
Il valore della carica interna dipende ovviamente dalla densit superficiale in quel punto cosicch
per le zone ad ampio raggio di curvatura si avranno meno cariche rispetto a zone pi curvate.

2
3

E
1
1

2
E
3
E
4
E
(MAX.)
Punta
Cilindri gaussiani
+ +
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
++
+ ++
+
+
+
+
+ +
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
E
3
2r
PARTICOLARE
S
3


Figura 71 CILINDRO GAUSSIANO INFINITESIMO SUPERFICIALE

Applicando quindi la legge di Gauss al cilindro - tenendo conto che il campo elettrico interno
nullo e quello superficiale parallelo alle pareti laterali del cilindro - si ottiene:


= =
2
2
r
r E
Con:
r Raggio del cilindro infinitesimo e della superficie circolare intersecata

Da cui si ricava il valore del campo elettrico superficiale nel punto considerato:

= E TEOREMA DI COULOMB





123
FLUSSO USCENTE DA UNA SUPERFICIE CHIUSA
DIVERGENZA DEL CAMPO ELETTRICO
LEGGE DI GAUSS IN FORMA DIFFERENZIALE
Se la superficie chiusa e racchiude al suo interno una parte del volume dello spazio ove presente
il campo elettrico, larea attraversata dal vettore campo costituita dalle pareti laterali della figura
geometrica tridimensionale.
Si pu trattare di una sfera, un cilindro, un cono oppure una figura qualsiasi.
Anche in questo caso si inizia a trattare il caso in cui la superficie sia di tipo elementare,
caratterizzata cio, da dimensioni spaziali infinitesime.
Si pu trattare, ad esempio, di un parallelepipedo o, ancor meglio, di un cubo le cui pareti laterali
sono uguali, parallele a due a due e disposte secondo direzioni perpendicolari che possono quindi
coincidere con gli assi principali del sistema di riferimento tridimensionale.
Si consideri, per lappunto, un cubo inserito nel sistema di riferimento cartesiano in modo tale da
avere i lati z , y , x paralleli agli assi cartesiani X,Y,Z.
La superficie esterna del cubo sar quindi costituita da sei superfici quadrate, a due a due parallele,
rispettivamente di area z y ; z x ; y x le cui normali (perpendicolari) coincidono
rispettivamente con le direzioni dellasse Z, dellasse Y e dellasse X.
Anche in questo caso occorre immaginare che, ad ognuna di esse, sia possibile associare un vettore
perpendicolare n di modulo uguale allarea e con verso orientato dallinterno allesterno del
volume.
Nel complesso le superfici laterali quadrate saranno quindi caratterizzate da sei vettori n diretti, a
due a due, parallelamente agli assi principali e di verso discorde.
Il senso positivo di percorrenza del perimetro di ogni superficie stabilito dalla regola delluomo
di Ampere: guardando le facce della superficie dallesterno del volume in modo che ogni vettore
n sia rivolto verso lo sguardo dellosservatore, stabilito positivo il verso di percorrenza del
perimetro osservato quello con senso antiorario.
Il campo elettrico E pu essere uniforme o variabile e diretto secondo una direzione qualsiasi
individuabile dagli angoli formati dalle sue componenti principali
Z Y X
E ; E ; E con i rispettivi piani
di riferimento YZ, XZ e XY.
Tali inclinazioni sono definiti coseni direttori.
n
n
*
n
Y
X

Y
Y
Z
X
*
Z
X
n
X
X
*
n
Z
n

Y
Y
Z
Z


Figura 72 SUPERFICIE CUBICA INFINITESIMA
124


X
Y
Z
E
E
XZ
E
YZ
E
XY
E
X
Z
E
Z
E
X
E
E
Y
Y
E
Z
E
X
E
Y
E
D
I
R
E
T
T
R
I
C
E

D
E
L

C
A
M
P
O
D
I
R
E
T
T
R
I
C
E

D
E
L

C
A
M
P
O



Figura 73 VETTORE E E SUOI COMPONENTI NELLO SPAZIO

Dopo aver definito la posizione e le caratteristiche geometriche e vettoriali della superficie cubica e
quelle del vettore campo elettrico, occorre ancora generalizzare, supponendo che la retta direttrice,
il modulo ed il verso del vettore campo E possano subire variazioni passando da un punto ad un
altro dello spazio.
Ci significa che vettore campo elettrico nel baricentro di una faccia del cubo, potrebbe essere
diverso da quello presente sulla faccia diametralmente opposta.
Questo fatto non costituisce un reale problema se siamo in grado di determinare le componenti
Z Y X
E ; E ; E del vettore in un punto qualsiasi della regione che ci interessa, per esempio, nei due
baricentri delle superfici z y caratterizzate dalle coordinate X e
I
X .
Ci vale naturalmente anche per le altre quattro facce.
Se si considera, per lappunto, le componenti parallele a X del campo elettrico, si pu semplificare
la spiegazione limitando losservazione degli accadimenti, guardando dallalto, cio parallelamente
allasse Z, quello che succede nel piano orizzontale XY.
125
X
Y
x x
E
x
I
E
x
I
I
E
x
E
x
x
y
x y
x
n
n
x
I


Figura 74 COMPONENTE VARIABILE
X
E DEL CAMPO ELETTRICO


Con queste considerazioni iniziali si tratta di determinare il flusso della componente
X
E del campo
elettrico uscente dalla superficie S, ove si considera per superficie S, linsieme delle due facce del
cubo caratterizzate dai vettori normali X n e
I
X
n .
Il modulo di n , uguale a quello di
I
n , ha un valore pari allarea delle rispettive superfici verticali
z y , le direzioni sono, per entrambi, parallele a X, mentre, i versi sono opposti ed entrambi
uscenti quindi, per X n si considera un verso negativo, positivo invece per
I
X
n .
Allora il flusso uscente del campo sar la somma algebrica (si tratta di grandezze scalari) del flusso
entrante nellarea ( ) z y - da considerarsi negativo in quanto il vettore campo
X
E ed il vettore
normale
X
n sono discordi e del flusso uscente dallarea ( )
I
z y da considerarsi positivo in
quanto
I
X
E e
I
X
n sono concordi.

Per cui:

I
X X X . U
+ =

Con:
( ) z y E n E
X X X X
= =
( ) z y E n E
I
X
I
X
I
X
I
X
+ = =

Quindi:

( ) z y E E
X
I
X X . U
= Flusso uscente del campo elettrico variabile

126
Daltra parte se si suppone che il vettore campo sia rappresentato da una funzione continua delle
coordinate dei punti dello spazio x, y, z , allora la variazione della componente parallela a X
risulter uguale alla derivata parziale della funzione rispetto a tale direzione moltiplicata per la
variazione della coordinata X, cio, in termini matematici:

( )
x
x
y , y , x E
E E
X
I
X

+ =

( )
x
x
y , y , x E
E E
X
I
X

=
La variazione pu essere positiva, allora si tratter effettivamente di flusso uscente, o
negativa, nel qual caso il flusso sar da considerarsi entrante.
Supponiamo che sia positiva.

Allora, sostituendo, si ottiene:

( ) z y E E
X
I
X X . U
=

( )
( ) z y x
x
z , y , x E
X . U

=

( )
V
x
z , y , x E
X . U

=

Con:
V z y x = Volume infinitesimo contenuto nel cubo

Ragionando in modo analogo anche per le altre componenti del vettore campo, si ottengono,
naturalmente, le seguenti relazioni:

( )
V
y
z , y , x E
Y . U

=
( )
V
z
z , y , x E
Z . U

=

Quindi il flusso uscente totale dallelemento di volume infinitesimo V , sar la somma algebrica
dei componenti:

( ) ( ) ( )
V
z
z , y , x E
y
z , y , x E
x
z , y , x E
T . U

|
|

\
|

=
Se, al limite, il volume racchiuso entro la superficie chiusa tende a ridursi sino ad un valore nullo, il
rapporto tra il flusso totale uscente e il volume tendente a zero definito DIVERGENZA DEL
CAMPO ELETTRICO ed indicato utilizzando la seguente simbologia:
E div
V
lim
U
0 V
=
|

\
|




Occorre passare dagli incrementi finiti a quelli infinitesimi d .

Quindi la divergenza del campo elettrico:

( ) ( ) ( )
z
z , y , x E
y
z , y , x E
x
z , y , x E
E div

=


127
Da cui si ottiene:

dV E div d =

La divergenza, essendo in pratica costituita da incrementi direzionali delle componenti pu scriversi
in forma vettoriale:

( ) ( ) ( )
z
z , y , x E
k
y
z , y , x E
j
x
z , y , x E
i E div

=

Mentre, in termini dimensionali, la divergenza misurata con le seguenti unit di misura:

( ) ( ) ( ) ( ) ( )
2 2 2
3 2 1 1
m
V
m C
J
m C
m N
m C
N
m m
C
N
V S E V E div =

=
|

\
|
= = =



Si giungerebbe alla stessa conclusione, anche se la superficie infinitesima considerata non avesse la
forma cubica ma forma qualsiasi con lati tendenti uniformemente al valore nullo.

Se ora si applica la legge di Gauss alla superficie chiusa laterale del cubo infinitesimo, supponendo
che in esso sia racchiusa una quantit di carica volumica di densit , si ottiene la relazione:

=
V Q
T

Che, paragonata ed abbinata a quella precedente:
( ) ( ) ( )
V
z
z , y , x E
y
z , y , x E
x
z , y , x E V

|
|

\
|





( ) ( ) ( )
|
|

\
|

z
z , y , x E
y
z , y , x E
x
z , y , x E


= E div Legge di Gauss in forma differenziale






















128
RELAZIONE DI GAUSS TEOREMA DELLA DIVERGENZA E FLUSSO DEL CAMPO

La relazione di Gauss permette di collegare il flusso totale del vettore campo elettrico attraverso
una superficie chiusa qualsiasi (quindi una sommatoria di flussi infinitesimi o integrale di
superficie) alla sommatoria di tutti i flussi uscenti da ciascun elemento di superficie chiusa
racchiudenti una porzione infinitesima del volume contento globalmente nella superficie chiusa.
Per la dimostrazione si suppone di inserire in una regione di spazio in cui presente un campo
elettrico, una qualsiasi superficie chiusa contenente un volume confinato allinterno della superficie.
Supponiamo inoltre che il volume interno non contenga cavit non appartenenti al campo.
La superficie posizionata nel solito sistema cartesiano di riferimento.
Y
Z
X























129
ESERCIZI
FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO LEGGE DI GAUSS

Esercizio 1:
Una carica elettrica puntiforme ( ) C 10 2 , 1 Q
5
= immersa in un dielettrico di costante relativa
5 , 2
R
= . Determinare il campo elettrico da essa generato ad una distanza di 6 m.

Soluzione:
Applicando la legge di Gauss alla carica puntiforme e ad una superficie gaussiana sferica di raggio
pari alla distanza r, si ottiene (tenendo conto che il vettore campo e i vettori normali alla superficie
sferica sono sempre paralleli):

1 S E =
R
Q Q

=


Da cui:
R
2
R
r 4
Q
S
Q
E

=

=



Si noti come, dalla legge di Gauss, si ottenuta la legge di Coulomb.
Sostituendo i valori noti si ricava evidentemente lo stesso risultato ottenuto in precedenza
(vedi esercizio gi risolto):
( )
( )
|

\
|

|
|

\
|

=

=

C
N
10 2 , 1
5 , 2
m N
C
10 85 , 8 m 6 4
C 10 2 , 1
S
Q
E
3
2
2
12 2
5
R


Esercizio 2:
Determinare il flusso che attraversa una superficie ( )
2
cm 25 S = immersa in un campo elettrico
uniforme di intensit
|

\
|
=
C
N
500 E . Si supponga che la superficie sia:
perpendicolare al campo
parallela la campo
inclinata di 45
inclinata di 225

Soluzione:
Dalla relazione che esprime il flusso del campo elettrico:
( ) = = cos S E n E
Con:
Prodotto scalare
E Vettore campo elettrico
n Vettore normale alla superficie e orientato secondo la regola di Ampere
E Modulo del campo
S Superficie (pari al modulo del vettore n )
Angolo formato dai due vettori (misura in senso antiorario a partire da vettori
paralleli e concordi)


130
Si ottiene:

Caso 1 Superficie perpendicolare al campo:
= 0
= 180
( ) ( ) ( )
|
|

\
|

\
|

\
|

=
|
|

\
|

|

\
|
= =

C
m N
m
C
m N
m
C
J
m V 25 , 1 1
cm
m
10 cm 25
m
V
500 cos S E
2
2
2
4 2
1


Caso 2 Superficie parallela al campo:
= 90
= 270
( ) ( ) 0 0
cm
m
10 cm 25
m
V
500 cos S E
2
2
4 2
2
=
|
|

\
|

|

\
|
= =


Il flusso nullo in quanto il campo non attraversa la superfcie.

Caso 3 Superficie e campo inclinati di 45:
= 45
( ) ( ) ( ) m V 10 83 , 8 707 , 0
cm
m
10 cm 25
m
V
500 cos S E
1
2
2
4 2
3
=
|
|

\
|

|

\
|
= =


Il flusso positivo in quanto uscente dalla superficie.

Caso 4 Superficie e campo inclinati di 225:
= 225
( ) ( ) ( ) ( ) m V 10 83 , 8 707 , 0
cm
m
10 cm 25
m
V
500 cos S E
1
2
2
4 2
4
=
|
|

\
|

|

\
|
= =


Il flusso negativo in quanto entrante nella superficie.
= 0
E E E
= 90
n n
= 180
E
= 270
E
n
n
n
n
E
= 45
= 225

131

Esercizio 3:
Determinare il flusso del campo elettrico generato da una carica puntiforme ( ) C 10 3 Q
4
=
attraverso una superficie sferica di raggio r avente centro sulla carica stessa.

Soluzione:
Il flusso del campo elettrico attraverso ad una superficie gaussiana sferica contenente una carica
puntiforme Q indipendente dalla forma e dalla posizione della carica in essa contenuta. Il flusso
attraverso alla sfera di raggio r quindi uguale a quello che si otterrebbe utilizzando una sfera pi
grande o pi piccola o qualsiasi altra superficie chiusa diversa dalla sfera.
Anche se la carica fosse posizionata in un qualsiasi punto interno alla sfera o ad unaltra qualsiasi
superficie chiusa, non si avrebbe variazione del flusso.
Quindi, usando la legge di Gauss:
( )
( ) m V m
m
V
m
C
N
10 39 , 3
m N
C
10 85 , 8
C 10 3 Q
2 2 7
2
2
12
4

|

\
|

|

\
|
=
|
|

\
|




Esercizio 4:
Un cubo di lato ( ) m 4 , 1 L = orientato con gli spigoli paralleli agli assi cartesiani di riferimento in
una regione in cui il campo elettrico uniforme.
Si considerano i tre casi in cui il vettore campo elettrico determinato dalle sue componenti:
i 6 E
1
=
j 2 E
2
=
k 4 i 3 E
3
+ =
Si determini il flusso del campo attraverso la faccia pi a destra nel caso dei tre campi elettrici
agenti singolarmente.

Soluzione:
E1 =6 x i X
Y
Z Z
E =-2 x j 2
X
Y
Z
E
3
=-3 x i
X
Y
=4 x k E3


132
Il flusso dei tre campi elettrici attraverso la faccia del cubo pi a destra nel sistema di riferimento
indicato, dato da:
( )
|

\
|
=
|

\
|
= =
2 2 2
X 1 1
m
C
N
76 , 11 m 4 , 1
C
N
6 1 S E Uscente
( )
|

\
|
=
|

\
|
= =
2 2 2
X 2 2
m
C
N
0 m 4 , 1
C
N
0 1 S E Nullo
( )
|

\
|
=
|

\
|
= =
2 2 2
X 3 3
m
C
N
88 , 5 m 4 , 1
C
N
3 1 S E Entrante

Esercizio 5:
In un certo conduttore isolato, complessivamente scarico, provocata una separazione di cariche,
per induzione con una bacchetta caricata positivamente posta nelle vicinanze.
Si determini il flusso attraverso le cinque superfici gaussiane mostrate in figura. Si supponga che le
cariche racchiuse in
1
S ,
2
S ed
3
S siano uguali in intensit.

Soluzione:
S
2 S
1
S
3
S
4
5
S
+
+
+
+
-
-
-
+
+
+


Dalla legge di Gauss:

+ =
q
1
Uscente

=
q
2
Entrante

+ =
q
3
Uscente
0
4
=

+ =
q
5
Uscente


133

Esercizio 6:
Una carica puntiforme ( ) C 10 8 , 1 Q
6
= si trova al centro di una superficie gaussiana cubica di lato
pari a 55 cm. Determinare il flusso elettrico attraverso la superficie.

Soluzione:
Ancora con la legge di Gauss senza preoccuparci della dimensione della superficie cubica:
( )
( ) m V 10 03 , 2
m N
C
10 85 , 8
C 10 8 , 1 Q
5
2
2
12
6

|
|

\
|



Esercizio 7:
Il flusso elettrico netto attraverso ciascuna faccia di un cubo ha intensit pari a
N
C
m N
10
2
3

|
|

\
|

= in cui N il numero progressivo che compare su ogni faccia del cubo. Per N
dispari il flusso entrante, uscente per N pari.
Determinare la carica netta contenuta allinterno del cubo.

Soluzione:
Il flusso complessivo attraverso le sei facce del cubo, numerate da 1 a 6 dato da:
( )
|

\
|
= = + + =
2 3 3 3 3 3 3 3 3
m
C
N
10 3 12 9 10 6 10 4 10 2 10 5 10 3 10 1 10

La carica netta complessivamente presente (ottenuta eventualmente da una somma di cariche
opposte), la seguente:
( ) C 10 66 , 2
m N
C
10 85 , 8
C
m N
10 3 Q
6
2
2
12
2
5

=
|
|

\
|


|
|

\
|

= =

Dato che la somma dei flussi negativa si tratta di flusso entrante, quindi la carica netta interna
deve essere negativa.


Esercizio 8:
Una carica puntiforme +Q si trova ad una distanza
2
d
da una superficie quadrata di lato d ed
proprio sopra al centro del quadrato. Si determini il flusso elettrico attraverso il quadrato.

Soluzione:
Dai dati elencati nel testo del problema si comprende che la carica posta nel baricentro del cubo
che ha per facce proprio dei quadrati di lato d. Considerata la simmetria del problema e la legge di
Gauss, il flusso da determinare sar uguale ad una sesta parte del flusso complessivamente uscente
dal cubo equivalente.
Per cui:

+ =

=
6
Q
6
) CUBO ( T
Il flusso uscente





134
Esercizio 9:
Il campo elettrico posto sulla superficie di un cilindro ha intensit pari a
|

\
|
=
C
N
10 3 , 2 E
5
.
Determinare la densit superficiale di carica sul cilindro supponendolo di materiale conduttore.
Soluzione:
E ancora utilizzata la legge di Gauss tenendo conto del fatto che la carica, uniformemente
distribuita sulla superficie del cilindro, sia in regime stazionario.
Se si pensa di intersecare una piccola superficie circolare posta sul cilindro conduttore con una
superficie gaussiana cilindrica con asse perpendicolare allasse del cilindro reale e, tenendo conto
che il campo elettrico prodotto dalle cariche allinterno del cilindro conduttore deve essere nullo per
mantenere la situazione stazionaria, possibile, utilizzando la legge di Gauss determinare il flusso
attraverso la superficie gaussiana.
Il campo elettrico fluisce esclusivamente attraverso la base del cilindro posta allesterno, mentre
nullo attraverso le pareti laterali e la base interna in quanto rispettivamente parallelo alle pareti e
nullo allinterno.
Perci:

= =
Q
S E
Con:
2
r S =
2
r Q =
Si ottiene quindi:
2
2
r E
r
=

= E Teorema di Coulomb

= E

Sostituendo:
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|
=

2
6
2
2
12 5
m
C
10 04 , 2
m N
C
10 85 , 8
C
N
10 3 , 2

r
E
E=0
Q = S
S E
E=0
Q = S
r


135

Esercizio 10:
Una sfera conduttrice uniformemente carica ed avente raggio ( ) m 2 , 1 R = , ha una densit di carica
superficiale
|

\
|
=

2
6
m
C
10 1 , 8 . Determinare la carica totale sulla sfera ed il flusso uscente dalla
superficie sferica gaussiana di raggio pari al raggio della sfera conduttrice.

Soluzione:
La carica complessivamente presente sulla superficie sferica data da:
( ) ( ) C 10 46 , 1 m 2 , 1 4
m
C
10 1 , 8 r 4 Q
4 2 2
2
6
=
|

\
|
= =

Il campo elettrico sulla superficie sferica:
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|

C
N
10 29 , 1
m N
C
10 85 , 8
m
C
10 46 , 1
E
5
2
2
12
2
6

Il flusso uscente dalla superficie gaussiana sferica:
( )
|

\
|
=
|
|

\
|

2 7
2
2
12
4
m
C
N
10 65 , 1
m N
C
10 85 , 8
C 10 46 , 1 Q


Esercizio 11:
Una distribuzione rettilinea di carica, infinitamente estesa, genera un campo elettrico
|

\
|
=
m
V
10 5 , 4 E
4
ad una distanza di 2 metri dallasse. Si determini la densit lineare di carica.

Soluzione:
Il campo elettrico generato da una distribuzione di carica si pu ottenere applicando la legge di
Gauss alla superficie di un cilindro gaussiano contenente la distribuzione di carica e di raggio pari
alla distanza ove generato il campo elettrico noto.
Si ottiene, tenendo conto della simmetria:

H r E
H
2
=


=

Da cui si ricava il valore della densit lineare:
( )
|
|

\
|

=
|
|

\
|

\
|
= =

m m
C V
10 5 m 2
m N
C
10 85 , 8
m
V
10 5 , 4 r E
2
6 2 2
2
2
12 4 2

|

\
|

|
|

\
|

|
|

\
|

=

m
C
m
C
C
N
m m
C V
10 5
2 2
6








136
Esercizio 12:
Il cilindro dellesercizio 9 ha una lunghezza di 42 cm e un diametro di 12 cm. Tenendo conto che il
campo elettrico generato sulla superficie ha un valore
|

\
|
=
C
N
10 3 , 2 E
5
determinare la carica
complessivamente presente sul cilindro.
Se il cilindro fosse lungo 28 cm ed avesse un diametro di 8 cm e si intendesse mantenere il campo
elettrico prodotto pari al precedente, quale sarebbe la carica totale necessaria?

Soluzione:
Con il teorema di Coulomb si determina la densit superficiale:

= E
|

\
|

|

\
|

|
|

\
|

= =

2
6 5
2
2
12
m
C
10 2
C
N
10 3 , 2
m N
C
10 85 , 8 E

La carica complessivamente presente sul cilindro :
( ) ( ) ( ) ( ) C 10 2 , 3 m 42 , 0 m 06 , 0 2
m
C
10 2 H r 2 S Q
7
2
6
=
|

\
|
= = =

Se si intende utilizzare un cilindro pi piccolo mantenendo inalterato, non cambia la densit
superficiale, mentre la carica complessiva sar:
( ) ( ) ( ) ( ) C 10 4 , 1 m 28 , 0 m 04 , 0 2
m
C
10 2 H r 2 S Q
7
2
6
=
|

\
|
= = =

Esercizio 13:
Un lungo tubo metallico avente parete sottile e raggio R ha una carica superficiale espressa per
unit di lunghezza del tubo.
Si determini lespressione del campo elettrico E nei seguenti casi:
In un punto esterno al tubo ad una distanza dallasse pari a R r
In un punto interno al tubo ad una distanza dallasse pari a R r
Si traccino i risultati da 0 r = a ( ) cm 5 r = tenendo conto di
|

\
|
=

m
C
10 2
8
ed ( ) cm 3 R = .

Soluzione.
Utilizzando una superficie gaussiana cilindrica coassiale con lasse del tubo carico ed avente raggio
minore di quello del tubo stesso, unitamente alla legge di Gauss, si conclude immediatamente che il
campo elettrico nei punti interni al tubo (quindi per cm 3 r 0 ) nullo.
Per punti situati sulla superficie del tubo (quindi per cm 3 r = ) si pu, ad esempio, utilizzare il
teorema di Coulomb tenendo conto della densit superficiale effettiva:

= E
Con:
( )
|

\
|
=

|

\
|

=


= =

2
7
8
m
C
10 1 , 1
m 03 , 0 2
m
C
10 2
L R 2
L
S
Q


Quindi:
137
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|

C
N
10 2 , 1
m N
C
10 85 , 8
m
C
10 1 , 1
E
4
2
2
12
2
7


Per punti situati allesterno si utilizza ancora un cilindro gaussiana cor raggio maggiore del raggio
del tubo e la simmetria del problema:



=

= = =
L Q
L r 2 E S E
Da cui si ottiene il valore del campo in funzione della distanza:
r
359
r
1
m N
C
10 85 , 8 2
m
C
10 2
r 2
E
2
2
12
8
=
|
|
|
|
|

\
|
|
|

\
|

\
|


Si ottengono quindi i valori del campo per punti distanti da 3 cm a 5 cm dallasse:
|

\
|
= =
C
N
10 2 , 1
03 , 0
359
E
4
CM 3
Analogo a quello gi calcolato
|

\
|
= =
C
N
10 1 , 7
05 , 0
359
E
3
CM 5


R
L
r



Esercizio 14:
Una gocciolina dolio che porta una carica ( ) C 10 6 , 1 q
19
= e sospesa nellaria, in equilibrio tra
due larghi piatti metallici orizzontali distanti tra loro 2 cm. Su tali piatti esistono due cariche
opposte distribuite, con densit uniforme + e rispettivamente, con
|

\
|
=

2
7
m
C
10 .
Determinare la massa della gocciolina e laccelerazione iniziale della gocciolina quando su di essa
la carica raddoppia, ferme restando le altre condizioni.

Soluzione:

138
+
-
E E E E E E E E
-
+
mg
2F
2q
-
e
q
mg
e
F
-


Dato che la gocciolina caricata negativamente ed attirata verso il basso dalla forza di gravit,
necessario, per garantirne lequilibrio, che la lastra caricata positivamente sia posizionata in alto
rispetto alla lastra negativa.
Stabilita la configurazione delle lastre occorre imporre le condizioni necessarie a mantenere sospesa
la gocciolina tra le due lastre.
Ci accade, quando la forza elettrostatica generata sulla carica recata dalla goccia dalla presenza del
campo elettrico tra le due lastre uguale e contraria alla forza gravitazionale:

q E F g m
e
= =
Con:
m Massa della goccia ( ) kg
g Accelerazione gravitazionale
|

\
|
2
s
m
81 , 9
E campo elettrico tra le lastre
Q carica elettrica sulla goccia ( ) C

Il campo elettrico generato tra le lastre la risultante del campo elettrico, rivolto verso il basso,
prodotto dalla lastra positiva e del campo elettrico, sempre rivolto verso il basso prodotto dalla
lastra negativa (il loro verso stabilito dalla presenza di una carica esploratrice positiva).

Con il teorema di Coulomb possibile determinare il campo prodotto da ogni lastra:


+
=
2
E
Y 1



=
2
E
Y 2

=
Y
E
Quindi la condizione dequilibrio:
q g m





139
Da cui si ricava il valore della massa della goccia:
( )
( ) kg
m
s
s
m
kg
m
s N
10 84 , 1
m N
C
10 85 , 8
s
m
81 , 9
C 10 6 , 1
m
C
10
g
q
m
2
2
2
16
2
2
12
2
19
2
7

|
|
|
|

\
|

|
|

\
|

=
|
|

\
|

\
|

|

\
|
=


=



Se raddoppia la carica sulla goccia, le condizioni dequilibrio non sono pi rispettate e, di
conseguenza si avr un movimento accelerato verso lalto caratterizzato da unaccelerazione
pari a:
a m
q
q E F =


= =


Da cui:
( )
( )
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|
=


=

2
2
2
12 16
19
2
7
s
m
8 , 9
m N
C
10 85 , 8 kg 10 84 , 1
C 10 6 , 1
m
C
10
m
q
a
Laccelerazione risultate sar da considerare negativa in quanto diretta in verso
opposto allaccelerazione gravitazionale


Esercizio 15:
Una sfera di massa m, appesa ad un filo di lunghezza L, si trova tra due lastre piane aventi densit
di carica
1
e
2
, disposte una orizzontale laltra verticale.
Determinare lo spostamento orizzontale e verticale della massa sapendo che la stessa possiede una
carica Q positiva. Trovare la relazione che deve sussistere tra le varie grandezze in modo che il filo
si disponga in posizione orizzontale.

Soluzione:

+
+ +
+
E
x
y
E
q
+
x
y

2
x
F
y
F
mg
mg
x
F
F
y
-
R
V
R

L
q




140
Le lastre piane cariche positivamente supposte infinitamente estese ed isolanti - generano, nello
spazio circostante, due campi elettrici diretti perpendicolarmente alla rispettiva lastra.
I valori dei campi dipendono dalla densit superficiale di carica secondo la relazione:

=
2
E
Per cui:

=
2
E
1
X

=
2
E
2
Y

I due campi esercitano, sulla sfera carica positivamente, le rispettive forze elettrostatiche dirette
orizzontalmente e verticalmente e di verso concorde ad essi:


= =
2
q
q E F
1
X


= =
2
q
q E F
2
Y


La sfera quindi sottoposta allazione di tre forze esterne, di cui, due verticali di verso discorde
(forza elettrostatica Fy e forza peso mg) ed una orizzontale (forza elettrostatica Fx). La risultante
complessiva poi equilibrata dalla reazione vincolare esercita dal filo secondo la direzione della
risultante delle forze esterne e diretta in verso opposto.

La risultante delle forze esterne ha dunque un modulo pari a:

( ) ( )
2
Y
2
X
2
F mg F F + =

Linclinazione della risultante e della reazione vincolare rispetto lasse y data da:

( )
X
F sen F =

E, per similitudine, la stessa inclinazione del filo:
( )
L
x
sen =

( )
( )
2
Y
2
X
X X
F mg F
F
L
x
F
F
sen
+
= = =

( )
2
Y
2
X
X
F mg F
L F
x
+

=

Sostituendo allespressione di
X
F e
Y
F , si ottiene lo spostamento orizzontale x:


( )
2
Y
2
X
1
F mg F 2
L q
x
+

=



( )






+ +




=
2
q
mg 2
4
q
mg
4
q
2
L q
x
2
2
2 2
2
2
2
2 2
1
1

141

( ) q 2 mg q mg 4 q
L q
x
2
2 2
2
2 2 2 2
1
1
+ +

=



( ) ( )
2
1
2
2
1
q q mg 2
L q
x
+

=



Lo spostamento in verticale ottenuto dallo spostamento orizzontale x con la relazione:

( ) ( ) [ ] = = cos 1 L cos L L y
|

\
|
=

L
x
sen
1


Inoltre il filo si disporr orizzontalmente, quando la forza elettrica verticale sar uguale e
contraria al peso della sfera:
mg
2
q
2
=

0 q mg 2
2
=


Cio per:
q
mg 2
2

=


In tali condizioni estreme lo spostamento x sar ovviamente pari a L:
( ) ( )
2
1
2
2
1
q q mg 2
L q
x
+

=



( )
L
q
L q
x
2
1
1
=


=

Esercizio 16:
Due cilindri metallici concentrici di raggio a e b, con b a , sono caricati con la stessa densit
lineare per unit di lunghezza ma di segno opposto. Utilizzando la legge di Gauss si dimostri che il
campo elettrico nullo allinterno del cilindro pi piccolo e che vale
r 2
1
E

nella zona
compresa tra i due cilindri.

Soluzione:
Per un punto compreso nella zona interna al cilindro di raggio minore, passa una superficie
cilindrica gaussiana che non contiene cariche. Data la simmetria del problema si pu affermare che
il flusso nullo in quanto nullo il campo elettrico.
In un cilindro gaussiano di raggio r , compreso tra a e b, contiene la quantit di carica del cilindro
metallico pi piccolo:

= L Q

Per cui il flusso vale:


= = =
L
L r 2 E S E
Da cui si ottiene E:
r 2
1
E


=


142
Esercizio 17:
Su un lungo cilindro conduttore di lunghezza L, presente una carica totale q positiva. Esso
circondato da un guscio cilindrico conduttore (anchesso di lunghezza L) su cui presente una
carica totale 2q negativa. Si utilizzi la legge di Gauss per determinare:
Il campo elettrico nei punti esterni al guscio conduttore
Il campo elettrico nella regione compresa tra il cilindro e il guscio.

Soluzione:
q
2q
+
-


Nello spazio esterno al conduttore il campo elettrico ottenuto applicando la legge di Gauss al
cilindro gaussiano di raggio maggiore che contiene entrambe le cariche:


=

= =
q q 2 q q
L r 2 E S E

L r 2
q
E

=


Convenzionalmente il campo elettrico radiale e diretto verso linterno.

Il campo elettrico tra il cilindro interno e il guscio esterno ottenuto applicando la legge di Gauss al
cilindro gaussiano di raggio minore, che contiene la sola carica +q:



=

= =
q q q
L r 2 E S E

L r 2
q
E

=












143
Esercizio 18:
Due lunghi cilindri coassiali carichi hanno raggi di 3,00 cm e 6,00 cm. La carica per unit di
lunghezza
|

\
|
=

m
C
10 5
6
1
sul cilindro interno e
|

\
|
=

m
C
10 7
6
2
sul cilindro esterno.
Determinare il campo elettrico ad una distanza ( ) cm 4 r = e ad una distanza ( ) cm 8 r = dallasse
radiale.

Soluzione:

1
2
r
+
1
4
8
r
E
E

-
2


Il campo elettrico alla distanza di 8 cm dallasse radiale, vale:
( )

\
|

=

= =
L
m
C
10 7 10 5
q
L d 2 E S E
6 6
2


( )
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|

=

|

\
|

C
N
10 50 , 4
m N
C
10 85 , 8 m 08 , 0 2
m
C
10 2
d 2
m
C
10 2
E
5
2
2
12
6
2
6

Alla distanza di 4 cm dallasse radiale:
( )

\
|

= =
L
m
C
10 5
q
L d 2 E S E
6
1


( )
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|

=

|

\
|

C
N
10 25 , 2
m N
C
10 85 , 8 m 04 , 0 2
m
C
10 5
d 2
m
C
10 5
E
6
2
2
12
6
1
6






144
Esercizio 19:
Un positrone di carica ( ) C 10 6 , 1 q
19
= percorre unorbita circolare di raggio R concentrica ed
interna ai cilindri dellesercizio n. 16. Determinare la sua energia cinetica se il raggio del cilindro
interno 2 cm, il raggio del cilindro esterno 3 cm e la carica
|

\
|
=

m
C
10 30
9
.

Soluzione:

-
c
F
v
E
R



Considerando che il positrone di massa e carica uguale allelettrone ma positiva ruota su una
circonferenza di raggio compreso tra il cilindro interno e quello esterno, risulta sottoposto al campo
elettrico radiale diretto verso il centro dei cilindri di valore variabile pari a:

\
|

=
L
m
C
10 30
L q
L R 2 E
9
. INT

=
R 2
E

La carica positiva del positrone dunque attratta verso il centro dal campo elettrico che si
manifesta con una relativa forza elettrostatica
E
F :



= =
R 2
q
q E F
E


La rotazione del positrone lungo lorbita circolare quindi provocata dalla forza
elettrostatica che, in questo caso, ha le caratteristiche di forza centripeta (sintende che la
velocit iniziale del positrone sullorbita sia pari alla velocit di rotazione tipica della forza
centripeta agente).
Tra la forza centripeta e la velocit tangenziale del positrone deve quindi valere la relazione:
R 2
q
R
v
m a m F
2
t
C E


= = =


145
Da cui si ottiene la velocit di rotazione:
m 2
q
v
2
t


=


E la conseguente energia cinetica:



= =
4
q
v m
2
1
E
2
t C

Sostituendo i valori noti:
( )
( ) ( ) J m N 10 32 , 4
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 6 , 1
m
C
10 30
4
q
E
17
2
2
12
19 9
C
=
|
|

\
|

\
|

=


=



Esercizio 20:
Una carica distribuita uniformemente in un cilindro infinitamente lungo di raggio R. Si mostri che
il campo elettrico E ad una distanza r dallasse del cilindro (quando r minore di R) dato da:



=
2
r
E
Dove con sintende la densit volumica di carica.
Si scriva lequazione del campo E nel caso in cui r sia maggiore di R.

Soluzione:
Con la legge di Gauss applicata ad una superficie cilindrica contenuta allinterno del cilindro carico
uniformemente:



=

= =
L r q
L r 2 E S E
2



=
2
r
E

Per una superficie gaussiana di raggio maggiore a quello del cilindro:



=

= =
L R q
L r 2 E S E
2


r 2
R
E
2


=




Esercizio 21:
Un piatto metallico di forma quadrata, ha il lato lungo 8,00 cm e lo spessore trascurabile, con una
carica totale ( ) C 10 6 q
6
= . Si determini lintensit del campo elettrico al centro e appena al di
fuori del piatto (ad esempio, ad una distanza di 0,5 mm), supponendo che la carica sia
uniformemente distribuita sulle due facce del piatto.
Si determini inoltre il campo elettrico ad una distanza di 30 metri dal piatto.

Soluzione:
Il valore del campo elettrico, ricavato mediante regole dintegrazione applicate ad un disco carico di
raggio R, dato dalla relazione:
(

=
2 2
Z
z R
z
1
2
E
146
Con:
z Distanza del punto dal piano del disco
R Raggio del disco
Densit superficiale

Supponendo di utilizzare un disco carico al posto del piatto metallico, considerando un
punto vicinissimo al piano del disco e utilizzando il lato del quadrato come raggio del disco,
si otterrebbe un campo elettrico pari a:
( )
( )
( )

=
(
(

2
0062 , 0 1
2
10 5 04 , 0
m 10 5
1
2
E
2
4 2
4

Per un punto collocato proprio sul piano del disco si avr evidentemente:
0 z =

=
2
E
A tale risultato si perviene anche applicando la legge di Gauss ad un cilindro perpendicolare
al piano del disco che interseca il piano e lo oltrepassa - e tenendo conto della densit
superficiale globale (il campo elettrico presente su tutte e due le facce) oppure applicando
sempre la legge di Gauss ad un cilindro non passante e tenendo conto della densit
superficiale su una sola faccia del disco.

=
2
E
1


Per un punto situato ad una distanza di 30 metri dal piano si ottiene il seguente valore del
campo elettrico:
0
30 04 , 0
30
1
2
E
2 2
Z

(
(

=
Il campo elettrico quindi praticamente nullo a tale distanza.

Per determinare i valori numerici basta sostituire nelle formule trovate il valore della densit
superficiale:
( )
|

\
|
=
|
|

\
|

= =

2
4
2
6
m
C
10 4 , 9
2
m 08 , 0
C 10 6
A
q

Quindi si ottiene, per un punto sul piano e al centro del quadrato:
|

\
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|

m
V
C
N
10 3 , 5
m N
C
10 85 , 8 2
m
C
10 4 , 9
2
E
7
2
2
12
2
4

Per un punto situato a 30 m:
|

\
|

C
N
50 E







147
Esercizio 22:
Su una superficie piana isolante e molto estesa distribuita uniformemente una carica con densit
superficiale . Un piccolo foro circolare di raggio R ricavato nel punto centrale della superficie.
Ignorando la distorsione del campo lungo i bordi, determinare il campo elettrico nel punto P ad una
distanza z dal centro del foro lungo il suo asse.
(suggerimento: si veda lequazione del campo elettrico prodotto da un disco circolare e si utilizzi il
principio di sovrapposizione degli effetti.

Soluzione:

R
z



Il campo elettrico prodotto da una distribuzione superficiale disposta su un disco infinitamente
grande in un punto ad una distanza z, sullasse centrale del disco, ha un valore pari a:

Per R

=
|
|

\
|
+

=
2
z R
z
1
2
E
2 2


Mentre il campo che produrrebbe, nel medesimo punto, una carica distribuita sul disco di raggio R
(che in effetti manca):
|
|

\
|
+

2 2
z R
z
1
2
E

Il campo elettrico risultante quindi da immaginarsi come la differenza tra il campo
prodotto dalla superficie piana senza il foro ed il campo prodotto dalla carica sul foro:
2 2 2 2 2 2
z R 2
z
z R
z
1 1
2
z R
z
1
2 2
E


=
|
|

\
|
+
+

=
|
|

\
|
+




Se, per ipotesi, il raggio del disco di carica mancante molto piccolo, la radice al
denominatore circa uguale a z quindi il campo elettrico risultante approssimativamente
uguale a quello generato dalla lastra senza foro circolare.
148
Ci risulta abbastanza evidente in quanto la carica mancante piccola.


Esercizio 23:
In figura rappresentata una piccola sfera avente massa di 1 mg e carica ( ) C 10 2 q
8
= , appesa ad
un filo isolante e formante un angolo di 30 con la superficie verticale di un grande piatto carico
uniformemente. Considerando il peso della sfera si determini la densit di carica sul piatto.

Soluzione:
Utilizzando il campo elettrico prodotto da una lastra infinitamente estesa (ricavato con la legge di
Gauss), si pu determinare la forza orizzontale sulla sferetta carica:

=
2
E



= =
2
q
q E F
Sulla sferetta agisco quindi la forza peso, diretta in basso, la forza elettrostatica F
orizzontale e diretta verso destra e la reazione del filo inclinata di 30 rispetto la verticale,
per cui:
( )
g m 2
q
g m
F
30 tan


=


Da cui si ricava il valore di :
( )
( )
( )
=

|
|

\
|

|
|

\
|


=

=

C 10 2
kg
N
81 , 9 kg 10
m N
C
10 85 , 8 2 577 , 0
q
g m 2 30 tan
8
6
2
2
12

( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

|
|

\
|


2
9
8
6
2
2
12
m
C
10 5
C 10 2
kg
N
81 , 9 kg 10
m N
C
10 85 , 8 2 577 , 0


Esercizio 24:
Un elettrone proiettato verso il centro di un grande piatto metallico, carico positivamente con
densit superficiale uguale a
|

\
|
=

2
6
m
C
10 2 . Se lenergia cinetica iniziale dellelettrone fosse di
100 eV e se dovesse fermarsi (a causa della repulsione elettrostatica) proprio prima di raggiungere il
piatto, da quale distanza dovrebbe essere proiettato?

Soluzione:
Lenergia cinetica posseduta dallelettrone di 100 eV (elettronvolt). Considerando che lenergia di
1 eV corrisponde a ( ) J 10 6 , 1
19
, lenergia cinetica dellelettrone dunque pari a:
( ) J 10 6 , 1 E
17
C

=
La forza repulsiva elettrostatica deve quindi compiere un lavoro resistente uguale allenergia
cinetica persa dallelettrone per fermarsi.
In questo caso la velocit finale dellelettrone si annulla.
Considerando che il piatto metallico carico ha dimensioni infinite rispetto alle distanze z in
gioco, il valore del campo elettrico non dipende dalla distanza, ma da ritenersi costante e
pari a:

=
|
|

\
|
+

=
2
z R
z
1
2
E
2 2

Infatti, con lipotesi:
149
= R
0
z R
z
2 2

+


Quindi, dato che il campo elettrico costante, lo pure la forza elettrostatica repulsiva il cui
Valore dato da:
( )
( )
( ) N 10 81 , 1
m N
C
10 85 , 8 2
C 10 6 , 1
m
C
10 2
C 10 6 , 1
2
e E F
14
2
2
12
19
2
6
19
e

=
|
|

\
|

\
|

= =

Allora, dallespressione del lavoro resistente fatto dal campo elettrico e considerando che
deve essere uguale alla quantit di energia cinetica persa per annullare la velocit
dellelettrone, si ricava la distanza percorsa z:

( ) ( ) m z N 10 81 , 1 z F E W
14
C
= = =



( )
( )
( ) ( ) mm 884 , 0 m 10 84 , 8
N 10 81 , 1
m N 10 6 , 1
F
E
z
4
14
17
e
C
= =


= =



Esercizio 25:
Due grandi piatti metallici di area uguale ( )
2
m 1 A = si affacciano lun laltro. Si trovano ad una
distanza di 5 cm e hanno cariche uguali ma di segno opposto sulle superfici interne. Se il campo
elettrico tra i piatti
|

\
|
=
C
N
55 E quale sar il valore della carica su ogni piatto?

Soluzione:
Usando la legge di Gauss applicata ad un cilindro con una base interna allo spessore del piatto
metallico positivo, laltra base posta in prossimit del piatto negativo e con asse perpendicolare ai
due piatti, si ottiene il valore del campo elettrico tra i piatti anche tenendo conto che, allesterno, il
campo elettrico nullo:

= E
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|
= =

2
10
2
2
12
m
C
10 87 , 4
m N
C
10 85 , 8
C
N
55 E
Si ottiene quindi la carica su ogni piatto:
( ) ( ) C 10 87 , 4 m 1
m
C
10 87 , 4 A Q
10 2
1
10
=
|

\
|
= =




Esercizio 26:
Il peso di un elettrone esattamente bilanciato dalla forza esercitata dallelettrone da un campo
elettrico. Se il campo elettrico generato da due piatti paralleli, conduttori e caricati con segno
opposto posti alla distanza di 2,3 cm, quale sar la densit di carica superficiale uniforme sui piatti?

Soluzione:
Il campo elettrico generato da due piatti conduttori e caricati di segno opposto dato da:
150

= E
Considerando che lelettrone ha una carica negativa di ( ) C 10 6 , 1
19
ed una massa di
( ) kg 10 11 , 9
31
, risulta in equilibrio tra i piatti quando la forza elettrica pari al valore
della forza gravitazionale, cio:

G E
F F =
g m
e
e
=


Da cui si ricava il valore della densit superficiale di carica:
( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|


|
|

\
|

=

=

2
22
19
2
2
12 31
e
m
C
10 94 , 4
C 10 6 , 1
m N
C
10 85 , 8
kg
N
81 , 9 kg 10 11 , 9
e
g m



Esercizio 27:
Una lastra piana di spessore d, ha una densit di carica volumica uniforme. Determinare
lintensit del campo elettrico in tutti i punti dello spazio interni alla lastra ed esterni, in funzione
della distanza z misurata dal piano medio della lastra.

Soluzione:
Per qualsiasi punto, compreso nelle regioni di spazio esterne alla lastra, il campo elettrico non
dipende dalla distanza dal piano mediano della lastra.
Infatti, la legge di Gauss applicata ad un cilindro perpendicolare alla lastra e passante attraverso
essa ci porta a concludere:
( )

=
d R V Q
2

2
R 2 E =
Da cui si ottiene:
( )


=
2
d
E
z
Indipendente dalla distanza z
A tale risultato si perviene anche considerando la simmetria (campi elettrici uguali uscenti da
entrambe le facce parallele) e la perpendicolarit del vettore campo rispetto ai piani della lastra.

Per i punti contenuti nello spessore della lastra si pu ragionare nel modo seguente:

La legge di Gauss applicata a due cilindri gaussiani, aventi lo stesso raggio R e
perpendicolari alla lastra, il primo con la base sinistra posizionata esattamente sulla faccia
sinistra della lastra e la base destra posizionata in un punto P ad una distanza z dal piano
mediano della lastra, ed il secondo, con la base sinistra posizionata nel punto P e la base
destra posizionata esattamente sulla faccia destra della lastra:
151
d
z
R
1
2
E
2
E
1
1
E
E
2
P




Il campo elettrico prodotto nel punto P, dalla carica contenuta nel cilindro 2 - supponendo la
carica positiva - diretto verso destra e vale:

( )

\
|

=


=
z
2
d
R
V
R 2 E
2
2 2
2


|

\
|

= z
2
d
2
E
2


Il campo elettrico prodotto nel punto P, dalla carica contenuta nel cilindro q con carica
positiva diretto verso sinistra e vale:
( )

\
|
+
=


=
z
2
d
R
V
R 2 E
2
1 2
1

|

\
|
+

= z
2
d
2
E
1

La somma algebrica dei vettori campo discordi quindi il campo risultante in quel punto:

( )


=
|

\
|
+ +

= =
z
z
2
d
z
2
d
2
E E z E
2 1


Nel punto centrale il campo ovviamente nullo.









152
Esercizio 28:
Un conduttore sferico di raggio 10 cm ha una carica sconosciuta. Se il campo elettrico che si trova a
15 cm dal centro della sfera
|

\
|
=
C
N
10 3 E
3
e si dirige radicalmente verso linterno, quale sar la
carica netta sulla sfera?

Soluzione:
Il campo elettrico generato in un punto ad una distanza maggiore del raggio della sfera
determinato dalla legge di Gauss e dalla simmetria sferica:

=
Q q

( )
2
. SF R r
r 4 E S E = =



Da cui si ottiene la carica totale:
2
r 4 E
Q
=



2
r 4 E Q =


( ) ( ) C 10 5 , 7
m N
C
10 85 , 8 m 15 , 0 4
C
N
10 3 Q
9
2
2
12 2 2 3
=
|
|

\
|

\
|
=

Esercizio 29:
Una carica puntiforme forma un flusso
|

\
|
=
2
m
C
N
750 attraverso ad una superficie gaussiana
sferica di 10 cm di raggio centrata sulla carica.
Se il raggio della sfera fosse doppio, quanto flusso passerebbe attraversa la superficie?
Determinare inoltre il valore della carica puntiforme.

Soluzione:
Dato che il flusso attraverso una superficie qualsiasi non dipende dalla grandezza della superficie
ma solo dalla quantit di carica in essa contenuta, se il raggio della sfera fosse doppio il flusso
sarebbe lo stesso.
Il valore della carica puntiforme dato da:

=
Q

( ) C 10 63 , 6
m N
C
10 85 , 8
C
m N
750 Q
9
2
2
12
2

=
|
|

\
|


|
|

\
|

= =
La carica negativa in quanto il flusso negativo, cio entrante.


Esercizio 30:
Un sottile guscio sferico metallico ha un raggio di 25 cm ed una carica di ( ) C 10 2
7
. Determinare
il campo elettrico E per un punto P allinterno del guscio, appena al di fuori di esso e a 3 metri dal
centro.

Soluzione:
Applicando la legge di Gauss ad una sfera di raggio minore di quello del guscio e tenendo conto
della simmetria, si deduce che, il flusso attraverso la sfera deve essere nullo, ma pu essere nullo
solo se il campo elettrico anchesso nullo.
Per un punto P appena oltre la superficie del guscio si ottiene:
153

=
Q

2
r 4 E =

Da cui:
( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

=

=

C
N
10 8 , 28
m 25 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 2
r 4
Q
E
4
2 2
2
2
12
7
2

Per un punto P a 3 metri dal centro:






Esercizio 31:
Un sottile guscio metallico sferico di raggio a ha una carica
a
q . Un secondo guscio sferico
concentrico con il primo e di raggio b (con a b ) ha una carica
b
q . Determinare il campo
elettrico in un punto distante r dal centro per:
1. a r
2. r compreso tra i due gusci
3. b r

Soluzione:
Per un punto interno al guscio di raggio minore il campo elettrico nullo in virt della simmetria e
per il fatto che attraverso una sfera gaussiana di raggio a r il flusso nullo (non contiene
cariche).
1. Per:
a r 0 E =

2. Per:
b r
Il flusso attraverso una sfera gaussiana di raggio r dato da:
2 B A
r 4 E
q q
=

+
=


Da cui si ricava il valore del campo:
2
B A
r 4
q q
E

+
=


Diretto radicalmente con verso dato dal segno algebrico risultante dalla somma delle cariche
sui gusci.

3. Per:
Raggio compreso tra le due sfere:
2
A
r 4
q
E

=

Il verso del vettore stabilito dal segno di


A
q


( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

=

=

C
N
200
m 3
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 2
r 4
Q
E
2 2
2
2
12
7
2
154
Esercizio 32:
Il campo elettrico nei punti vicini ad una superficie conduttrice carica determinato anche per
mezzo del teorema di Coulomb e vale

= E . Si applichi questa equazione ad un conduttore sferico


di raggio r e carica q e si mostri che il campo elettrico al di fuori della sfera identico al campo
generato da una stessa carica puntiforme posta al centro della sfera.

Soluzione:
La legge di Gauss applicata ad una superficie sferica di pari raggio:
2
r 4 E
q
=

=
2
r 4
q
E

=
Ma il rapporto:
=

2
r 4
q
la densit di carica

Per cui:

= E
La relazione vale anche per dimostrare che il campo elettrico esterno alla sfera pari a quello
generato da una carica puntiforme.
Basta tenere in considerazione la definizione di campo elettrico prodotto ad una distanza r.


Esercizio 33.
Su una sfera isolante (si pu immaginare la sfera costituita da tanti gusci sferici isolati uno dallaltro
da sottili fogli isolanti) di raggio R, c una distribuzione non uniforme pari a ( )
R
r
r
0
= , dove
0
una costante e r la distanza dal centro della sfera. In pratica la densit di carica aumenta con
la distanza del guscio dal centro sino ad un massimo pari a
0
.
Si dimostri che la carica totale sulla sfera
3
0
R Q = e che il campo elettrico allinterno della
sfera dato da
2
4
r
R
Q
4
1
E

= .

Soluzione:















155
LENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA

Lazione di una forza elettrostatica, generata cio dalla presenza di un campo elettrico applicato ad
una particella o ad un corpo anchesso carico elettricamente, non dissimile da quella di una forza
qualsiasi applicata alla massa di un oggetto.
Se non sono presenti altre forze dissipative, quali lattrito o la resistenza del mezzo, e se la forza
elettrostatica lunica ad agire sul corpo, allora essa provoca sicuramente un moto accelerato.
Il modulo, la direzione ed il verso dellaccelerazione dipendono dalle caratteristiche della forza (ad
esempio, se la forza elettrostatica di tipo centrale, il moto potrebbe essere circolare o ellittico).
Se, al contrario, sono presenti forze dissipative o resistenti o altre forze di diversa origine, resta
comunque sempre valido il secondo principio della dinamica:

a m R R F F F
V A D E
= = + + +

Con:
E
F Forze elettrostatiche
V
R Reazioni vincolari
D
F Forze diverse
A
F Forze dattrito o resistenza del mezzo
R Risultante

Le varie sommatorie coinvolgono grandezze vettoriali ed occorre quindi tenere conto dei
moduli e della direzione dei vettori.

In tutti i casi lapplicazione di una forza esterna provoca, quasi sempre o solitamente, un
movimento, pi o meno complesso, che dipende dal tipo dazione (moto rettilineo uniforme nel
caso in cui la risultante nulla, moto uniformemente accelerato quando la risultante ha un valore
costante nel tempo, moto armonico quando la risultate variabile con legge sinusoidale, ecc. ecc.).

Daltra parte, per un qualsiasi tipo di movimento, risulta pi o meno facilmente individuabile lo
spostamento del corpo cui le forze sono applicate.

Ora, anche per la forza elettrostatica, come per tutti gli altri tipi di forza, allo spostamento subito dal
corpo e allintensit e direzione della forza stessa, sono immediatamente associabili le grandezze
omogenee LAVORO ed ENERGIA.

In altre parole:

Una qualsiasi forza elettrostatica applicata ad un corpo carico che, per effetto di essa,
subisce uno spostamento, effettua un lavoro meccanico trasferendo energia dal campo
elettrostatico al corpo.

Lenergia che il campo elettrico potrebbe trasferire al corpo carico provocandone lo
spostamento, dalla posizione in cui trova inizialmente allinterno del campo, sino ai limiti
del campo stesso (punto ove il campo nullo) definita ENERGIA POTENZIALE
ELETTROSTATICA.

LENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA, come tutte le altre forme denergia,
misurata in Joule.


156
LENERGIA POTENZIALE DI UN CAMPO ELETTRICO RADIALE
Si prende ora in esame il campo elettrico radiale generato da una sola carica puntiforme Q positiva
supponendo di disporla nellorigine di un sistema cartesiano tridimensionale.
Per ogni punto P dello spazio circostante, caratterizzato da una terna di coordinate cartesiane
( )
P P P
z ; y ; x , definito un solo vettore campo elettrico E avente modulo uguale al rapporto tra la
forza elettrica
E
F esercitata dalla carica generatrice Q su una carica elettrica esploratrice q (supposta
anchessa positiva) e la stessa carica esploratrice q:
q
F
E
E
=
2
2
r 4
Q
q
r
1
4
q Q
E

=

=
La retta direttrice del vettore campo la congiungente i baricentri delle due cariche (ovvero la retta
passante dal punto P e dallorigine degli assi), mentre, il verso orientato dallinterno allesterno
del sistema di riferimento.
La retta direttrice del vettore campo elettrico rappresenta la linea di flusso del campo nel punto P ed
fisicamente la traiettoria che seguirebbe la carica q se potesse muoversi liberamente per lazione
della forza elettrostatica F o del campo E.

Stabilita la posizione iniziale del punto P allinterno del sistema, tramite le sue coordinate, risulta
individuato in modo univoco il vettore posizione cio quel vettore caratterizzato da un modulo
pari alla distanza r dal punto allorigine:

2
P
2
P
2
P
z y x r + + =

E da uninclinazione stabilita dalla conoscenza dei coseni direttori, cio dagli angoli formati dal
vettore con gli assi principali X, Y e Z:
( )
2
P
2
P
2
P
P P
z y x
x
r
x
cos
+ +
= =
( )
2
P
2
P
2
P
P P
z y x
y
r
y
cos
+ +
= =
( )
2
P
2
P
2
P
P P
z y x
z
r
z
cos
+ +
= =

Di conseguenza anche il vettore campo elettrico E, giacendo sulla direzione del vettore posizione,
risulta inclinato degli stessi angoli.

Facciamo un esempio, supponendo che il punto P sia caratterizzato dalle seguenti coordinate:
( ) m 1 x =
( ) m 1 y =
( ) m 1 z =

La distanza tra il punto e lorigine del sistema, data da:

( ) m 732 , 1 3 1 1 1 r
2 2 2
= = + + =



157
I coseni direttori del vettore posizione saranno:
( )
( ) ( )
( )
577 , 0
m 732 , 1
m 1
z y x
m 1
r
x
cos
2
P
2
P
2
P
P
= =
+ +
= = = 77 , 54
( )
( ) ( )
( )
577 , 0
m 732 , 1
m 1
z y x
m 1
r
y
cos
2
P
2
P
2
P
P
= =
+ +
= = = 77 , 54
( )
( ) ( )
( )
577 , 0
m 732 , 1
m 1
z y x
m 1
r
z
cos
2
P
2
P
2
P
P
= =
+ +
= = = 77 , 54

Cosicch il vettore posizione si pu indicare anche in forma vettoriale come somma dei tre
vettori componenti:

( ) ( ) ( ) k cos r j cos r i cos r r + + =
z y x
r r r r + + =
Ove con k ; j ; i sono indicati vettori unitari (versori) paralleli rispettivamente allasse X,
allasse Y e allasse Z.

Il campo elettrico provocato da una carica positiva Q nel punto considerato avr un modulo
pari a:
( )
|

\
|

=
|

\
|

=

=
4
Q
33 , 0
4
Q
3
1
r
1
4
Q
E
2 2

E potr essere considerato come risultante dalla somma vettoriale delle tre componenti
parallele ai rispettivi assi:

( ) ( ) ( ) k cos E j cos E i cos E E E E E
Z Y X
+ + = + + =

Un altro esempio, supponendo che il punto P sia caratterizzato da coordinate:
( ) m 2 x =
( ) m 3 y =
( ) m 1 z =

La distanza tra il punto e lorigine del sistema, data da:

( ) m 74 , 3 14 1 3 2 r
2 2 2
= = + + =

I coseni direttori del vettore posizione saranno:
( )
( ) ( )
( )
53 , 0
m 74 , 3
m 2
z y x
m 2
r
x
cos
2
P
2
P
2
P
P
= =
+ +
= = = 99 , 57
( )
( ) ( )
( )
80 , 0
m 732 , 1
m 3
z y x
m 3
r
y
cos
2
P
2
P
2
P
P
= =
+ +
= = = 97 , 36
( )
( ) ( )
( )
577 , 0
m 732 , 1
m 1
z y x
m 1
r
z
cos
2
P
2
P
2
P
P
= =
+ +
= = = 76 , 54

Cosicch il vettore posizione si pu indicare anche in forma vettoriale come somma dei tre
vettori componenti:

158
( ) ( ) ( ) k cos r j cos r i cos r r + + =

Il campo elettrico provocato da una carica positiva Q nel punto considerato avr un modulo
pari a:
( )
|

\
|

=
|

\
|

=

=
4
Q
071 , 0
4
Q
14
1
r
1
4
Q
E
2 2


E potr essere considerato come risultante dalla somma vettoriale delle tre componenti
parallele ai rispettivi assi:

( ) ( ) ( ) k cos E j cos E i cos E E E E E
Z Y X
+ + = + + =


q
r
Q
+
+
X
Y
Z
x
y
z
xy

P



Figura 75 VETTORE POSIZIONE ED ANGOLI DI DIREZIONE

Se il punto collocato su uno degli assi di riferimento, ad esempio lasse X, le coordinate y e z del
punto sono automaticamente nulle.

Ci significa che stata scelta la linea di flusso coincidente con lasse principale X e che la
traiettoria di una particella q, carica positivamente e libera di muoversi per lazione del campo, non
potr discostarsi dallasse X.
La posizione iniziale della carica stabilita dalla coordinata
A
x che coincide dunque in quanto
nulle le altre due con la distanza r.


Il valore iniziale della forza e del campo elettrostatico sono rispettivamente:
2
A
F
2
A
A
x
K
r
1
4
q Q
F =

=
159
2
A
E
2
A
F
2
A
A
x
K
x q
K
r
1
4
Q
E =

=

=

Daltra parte, sia la forza elettrostatica che il campo elettrico, se si tiene conto dello spostamento
lungo lasse X per effetto dellapplicazione della forza stessa, sono inversamente proporzionali al
quadrato della distanza dal centro, quindi, mano a mano che la particella carica positivamente si
sposta verso destra, lintensit della forza e del campo diminuiscono:
( )
2
F
x
K
x F =
( )
2
E
x
K
x E =
Sia la forza che il campo risultano infinitamente grandi per un punto collocato nel centro ed
infinitamente piccoli per un punto collocato ad una distanza infinita dal centro.
La variazione delle due grandezze, relativamente alla distanza dal centro, quindi di tipo
iperbolico.
Da notare che larea compresa tra lasse verticale a destra, lasse orizzontale in basso e la linea
curva rappresentativa della funzione
2
x
1
in alto, maggiormente concentrata nella zona compresa
tra lasse verticale (valore di r oppure x uguale a zero) e una retta verticale indicante unascissa di 1-
1,4.
Inoltre, dal grafico affiancato, si intende che larea sottostante la curva rappresenta il lavoro
eseguito da una forza elettrostatica di un campo radiale, espresso in Joule.


0,2 0,4 0,6 0,8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0 2,6 2,4 2,2 3,4 3,2 3,0 2,8
25,00
6,25
2,78
1,56
r
1/r
2
1,56
2,78
6,25
1,4 0,6 0,4 0,2 1,2 1,0 0,8 2,2 2,0 1,8 1,6 2,8 3,0 2,4 2,6
r
3,2 3,4
F(r)
25,00
0,3-1,6
W


Figura 76 FUNZIONE 1/X
2
E GRAFICO DI FORZA ELETTROSTATICA RADIALE



Tenendo conto che la forza e il conseguente spostamento della carica sono paralleli, si ricava il
lavoro applicato con la relazione generale:

160
( ) S F cos S F W
E E
= =

Che deve essere in questo caso modificata per tenere conto del fatto che la forza variabile con la
distanza:

( ) ( ) S x F cos S F W
E E
= =

Per il calcolo del lavoro eseguito dalla forza elettrostatica che sposta la carica da un punto A ad un
punto B del campo spostamento AB necessario suddividere il segmento AB in un numero
elevato N di segmenti piccolissimi per ognuno dei quali si pu calcolare il lavoro tenendo conto
della forza elettrostatica media agente.

1 2 3 4 N
A B
x
A
x
B
S
Q
+
+
q
q
+

Figura 77 DIFFERENZA DENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA (SOMMATORIA)


Per uno degli N segmenti, di lunghezza:
N
AB
S =
Il lavoro determinato dalla seguente relazione:

i i i
S F W =

Con:
( ) ( ) 1 n 1 n i
F F F
+
= Media geometrica tra la forza agente nel punto
(n-1) e la forza agente nel punto (n+1)

i Tratto di segmento considerato. Il numero
complessivo di tratti N, per cui lindice i
variabile partendo dal numero 1 sino al numero
N

161
( )
( )
2
1 n
1 n
x
1
4
q Q
F

\
|

=

( )
( )
2
1 n
11 n
x
1
4
q Q
F
+
+

|

\
|

=

Per cui si ottiene:


( ) ( )
( ) ( )
( )
i
1 n 1 n
i
2
1 n
2
1 n
1 n 1 n i
S
x x
1
4
q Q
S
x x
1
4
q Q
S F F W
|
|

\
|

= =
+
+
+

Daltra parte ogni tratto di segmento
i
S determinato dalla differenza tra la distanza dal centro
del suo punto terminale e la distanza sempre dal centro del suo punto iniziale.
Genericamente dunque:

( ) ( ) 1 n 1 n i
x x S
+
=

Quindi:

( ) ( ) ( )
( )
( )
1 n 1 n
1 n 1 n
i
1 n 1 n
i
x x
x x
1
4
q Q
S
x x
1
4
q Q
W
+
+ +

|
|

\
|

=
|
|

\
|

=
Da cui:

( ) ( )
( ) ( ) ( ) ( )
|
|

\
|

=
|
|

\
|

=
+ +
+
1 n 1 n 1 n 1 n
1 n 1 n
i
x
1
x
1
4
q Q
x x
x x
4
q Q
W

La stessa formula vale per tutti gli N tratti in cui stato suddiviso il segmento AB cio lo
spostamento complessivo.

Il lavoro che la forza applica alla carica in movimento sulla linea di forza (coincidente con
lasse principale X) e per lo spostamento dal punto A al punto B, dunque la sommatoria,
estesa agli N tratti, dei lavori elementari
i
W , cio:

=
=
=

N i
1 i
i B A
W W
|
|

\
|

+ +
|
|

\
|

+
|
|

\
|

+
|
|

\
|

B 1 N 1 N 2 N 3 2 2 A
B A
x
1
x
1
4
q Q
.. ..........
x
1
x
1
4
q Q
x
1
x
1
4
q Q
x
1
x
1
4
q Q
W

|
|

\
|
+ + + +

B 1 N 1 N 4 3 3 2 2 A
B A
x
1
x
1
x
1
....
x
1
x
1
x
1
x
1
x
1
x
1
4
q Q
W

|
|

\
|

B A
B A
x
1
x
1
4
q Q
W

Se il punto B si trova infinitamente distante dal centro del sistema (ci equivale ad immaginare che
il campo elettrico continui ad esercitare la sua azione sulla carica sino a spingerla infinitamente
distante), il secondo termine nella parentesi si annulla ed il lavoro quindi dato da:

A A
A
x
1
4
q Q 1
x
1
4
q Q
W

=
|
|

\
|

=


162

In termini dimensionali:
A
A A
x
1
4
q Q
W W

= =

J m N
m
1
C
m N C
m
1
m N
C
C C
2
2 2
2
2




Lespressione del lavoro (o energia) applicato dal campo elettrico alla carica positiva per
trasportarla dal punto A iniziale sino ai limiti del campo, cio allinfinito, lENERGIA
POTENZIALE ELETTROSTATICA del campo radiale nel punto A.

Essa indicata brevemente con
A
W .

Unespressione analoga a quella relativa al punto A deve necessariamente valere anche per
un punto qualsiasi del campo, ad esempio un punto B.

Per tale punto lENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA vale:

B B
B B
x
1
4
q Q 1
x
1
4
q Q
W W

=
|
|

\
|

= =



DIFFERENZA DI ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA DEL CAMPO RADIALE
Se ora si immagina di permettere al campo elettrico di spostare la carica positiva dal punto B sino ai
limiti del campo, di fornire cio alla carica, una quantit denergia pari allenergia potenziale
elettrostatica
B
W , si perviene ad una situazione non pi modificabile dalla sola azione del campo.

In altre parole:

Quando la carica, partendo dal punto B, giunge ai limiti del campo, la forza elettrica
sannulla e non risulta possibile linversione dello spostamento se non con lintervento di
una o pi forze agenti dallesterno in senso contrario allazione della forza elettrica.

Per riportare la carica dai limiti del campo nuovamente al punto B di partenza, occorrer una
quantit denergia esterna pari naturalmente alla quantit denergia
B
W fornita dal campo.
Tale quantit denergia naturalmente di segno opposto allenergia potenziale elettrostatica.

Supponiamo ora di collocare la carica nel punto A e di permettere al campo di spostare la carica
allinfinito fornendo ad essa lenergia potenziale elettrostatica
A
W .
Spostiamo poi la carica dallinfinito sino ad un punto B fornendo dallesterno una quantit
denergia pari allenergia potenziale elettrostatica che fornirebbe il campo per lo spostamento
contrario.
Ora la carica nel punto B.
La quantit netta denergia scambiata tra la particella, il campo elettrico e lambiente esterno risulta
evidentemente pari alla somma algebrica del lavoro positivo del campo ed il lavoro negativo
dellambiente esterno, cio:

B A B A B A
W W W W W W = = +



Tale differenza denergia potenziale elettrostatica quantifica il lavoro applicato dal campo
per spostare la particella dal punto A al punto B:

B A B A
W W W =


163

LENERGIA POTENZIALE INFINITESIMA E LE REGOLE DINTEGRAZIONE

Se si ripete il procedimento con il quale si determinata lenergia potenziale elettrostatica di un
campo radiale supponendo di suddividere lo spostamento AB in un numero infinito di segmenti,
ognuno di lunghezza infinitamente piccola dS, non ha pi significato tenere conto della forza
elettrostatica media relativa ad ogni segmento.

La forza elettrostatica media coincide, infatti, con la forza elettrostatica relativa al punto che si
considera e occorrer quindi passare dalla teoria degli incrementi finiti S a quella degli incrementi
infinitesimi dS.

In altre parole occorrer sostituire, per il calcolo dellenergia potenziale, la sommatoria di termini
finiti con una sommatoria di termini infinitesimi cio con un integrale, esteso allo spostamento AB,
dei prodotti:

( ) dS s F dW =

Cio:
( ) dS s F W
B
A
X S
X S
B A

=
=
=



Il risultato dellintegrazione rappresenta, in termini esatti, larea sottostante la curva
iperbolica della variazione della forza elettrostatica in funzione della distanza dalla carica
generatrice e compresa tra lascissa del punto A a destra e quella del punto B a sinistra.
Tale area rappresenta a sua volta il lavoro applicato dal campo per spostare la carica dal
punto A al punto B cio, la differenza di energia potenziale elettrostatica.

Sostituendo nellintegrale la funzione ( ) s F o ( ) x F si ottiene:

( )

=
|

\
|

=
=
=

B
A
B
A
B
A
X
X
2
X
X
2
X S
X S
B A
x
dx
4
q Q
dx
x
1
4
q Q
dS s F W

Il risultato dellintegrale, tra i limiti desiderati
A
x e
B
x , il seguente:

|
|

\
|
=
(

|
|

\
|
=
(

B A A B
X
X
X
X
2
x
1
x
1
x
1
x
1
x
1
x
dx
B
A
B
A


E il lavoro quindi risulta uguale a quello gi determinato con gli incrementi finiti e la
sommatoria:

|
|

\
|

B A
X
X
2
B A
x
1
x
1
4
q Q
x
dx
4
q Q
W
B
A


Lenergia potenziale elettrostatica del punto A e del punto B quindi espressa dalle stesse
relazioni precedenti.

ALCUNE OSSERVAZIONI CIRCA IL CAMPO ELETTRICO RADIALE:

164
Tenendo conto che ogni punto, appartenente ad una sfera di raggio R, situato alla stessa
distanza dal centro e che ogni linea di flusso deve essere trattata come nel caso precedente
stata trattata una linea di flusso coincidente con lasse X, si pu concludere che lenergia
potenziale elettrostatica W uguale per tutti i punti della sfera.

Nel caso in cui la carica Q - che genera il campo - e le cariche q esploratrici che lo
subiscono - sono positive, i punti appartenenti a sfere di raggio minore sono caratterizzati da
una maggiore energia potenziale elettrostatica rispetto a quelli su sfere di raggio maggiore.

In un campo elettrico radiale generato da una carica positiva, le cariche esploratrici positive
sono costrette a spostarsi da punti pi vicini al centro verso punti pi distanti. Le cariche
negative, come ad esempio gli elettroni, si muovono da punti pi distanti a minore energia
potenziale verso punti pi vicini, a maggiore energia.



LENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA NON DIPENDE DAL PERCORSO MA SOLO
DALLA POSIZIONE DEL PUNTO INIZIALE E FINALE DELLO SPOSTAMENTO.

CAMPO DI FORZE CONSERVATIVO

Si intende ora dimostrare che il lavoro applicato dalle forze elettrostatiche ad una particella carica
che si sposta da un punto A ad un punto B del campo, non dipende dal tipo di percorso ma solo
dalla posizione iniziale e finale dello spostamento.
Deve quindi esistere una particolare funzione attraverso la quale si perviene alla determinazione
dellenergia potenziale elettrostatica mediante la sola conoscenza delle coordinate del punto iniziale
e finale.
Tale funzione non quindi una funzione di linea ma di punto.

Nota:
In meccanica il lavoro svolto dalla forza gravitazionale su un corpo in caduta verticale o lungo un
piano inclinato privo dattrito, ha il medesimo valore se le altezze di caduta sono le stesse.

Si considera quindi un campo elettrico radiale generato da una carica positiva Q posizionata
nellorigine di un sistema cartesiano tridimensionale e si suppone di prendere in esame i soli punti
collocati nel piano X-Y per i quali nulla la coordinata Z.

Il problema si semplifica in quanto possibile rappresentarlo su un piano utilizzando circonferenze
piuttosto che sfere.

Una carica positiva q inizialmente posizionata in un punto A appartenente allasse X per il quale
nulla la coordinata Y.
Tale punto quindi caratterizzato dalle coordinate:

=
=

0 y
x x
A
A


Si suppone ora che la carica possa spostarsi obliquamente lungo una linea retta sino a raggiungere
una nuova posizione B caratterizzata dalle coordinate:

=
=

B
B
y y
x x
B
Durante lo spostamento agisce, sulla particella carica q, la forza elettrostatica generata da Q che si
trova nellorigine degli assi.
165

A
1 2 3 4
1
2
3
4
B
5
C

r
A
B
r
X
Y
F(x)
F(B)
x
B
r y
Q
+


Figura 78 LAVORO DI UNA FORZA ELETTROSTATICA PER LO SPOSTAMENTO AB

Occorre innanzi tutto trovare una relazione tra le coordinate dei punti della traiettoria cio del
segmento AB.
Per far ci necessario determinare lequazione della retta passante per i suddetti punti utilizzando,
ad esempio, la regola di similitudine tra triangoli:
A
A
A B
A B
x x
y y
x x
y y




A A B
A B
x x
y
x x
y y
m

=
( )
A
x x m y =

Con:
( ) =

= tan
x x
y y
m
A B
A B
Coefficiente angolare della retta



Per dare concretezza al problema teniamo conto delle seguenti coordinate:

( )

=
=

0 y
m 2 x
A
A
A


( )
( )

=
=

m 2 y
m 4 x
B
B
B


Il coefficiente angolare vale dunque:
1
2 4
0 2
m =

=
166
Mentre langolo formato dal segmento con lasse X ha un valore di:
( ) = =

45 m tan
1


Lequazione della retta cui il segmento appartiene quindi numericamente espressa da:

( )
A
x x 1 y =
A
x x y =
2 x y =

Con i limiti imposti dal segmento che interessa:
2 x
4 x

Nel contempo per ogni punto appartenente al segmento possibile individuare il vettore forza
elettrica generata da Q sulla carica q.

1. Per quanto riguarda lintensit della forza:

( )
2
x E
r
1
4
q Q
F

=

( )
|
|

\
|
+

=
2 2
x E
y x
1
4
q Q
F

( )
( )
(

=
2 2
x E
2 x x
1
4
q Q
F

( )
(

+ +

=
4 x 4 x x
1
4
q Q
F
2 2
x E


( )
(

=
4 x 4 x 2
1
4
q Q
F
2
x E



( )
(

=
2 x 2 x
1
8
q Q
F
2
x E


Con:

|
|

\
|

=
(

=
2
A
A
x
1
4
q Q
2
1
8
q Q
F per 2 x =

|
|

\
|
+

=
|

\
|

=
|

\
|

=
2
B
2
B
B
y x
1
4
q Q
20
1
4
q Q
10
1
8
q Q
F


2. Per quanto riguarda linclinazione della forza rispetto allasse orizzontale:
( ) x cos r =
( )
( ) 4 x 4 x 2
x
4 x 4 x x
x
2 x x
x
y x
x
r
x
cos
2 2 2 2 2 2 2
+
=
+ +
=
+
=
+
= =

Con:
Per 2 x = :
( ) 1 cos = = 0
167

Per 4 x =
( ) 894 , 0
20
4
4 4 4 16 2
4
cos = =
+
= = 56 , 26

Linclinazione della forza elettrostatica, in ogni punto della traiettoria rappresentata dal
segmento AB, rispetto alla direzione orizzontale dellasse X, compresa tra il valore nullo
ed il valore massimo di 26,56.


Langolo formato dalla direzione della forza elettrostatica con il segmento AB quindi la differenza
tra langolo costante formato dal segmento con lasse X e langolo variabile formato dalla forza con
lasse X:
( )
|
|

\
|
+
=

4 x 4 x 2
x
cos 45 x
2
1

Con un massimo per il punto A ed un minimo per il punto B:
1. Per 2 x x
A
= =
( ) ( ) = = =
|
|

\
|
+
=

45 0 45 1 cos 45
4 2 4 2 2
2
cos 45 2
1
2
1

2. Per 4 x x
B
= =
( ) ( ) = = =
|
|

\
|
+
=

44 , 18 56 , 26 45 894 , 0 cos 45
4 4 4 4 2
4
cos 45 4
1
2
1


Il lavoro applicato dalla forza elettrostatica alla carica dunque determinato dallintegrale, per x
variabile da + 2 a + 4, del prodotto:
( ) ( ) ( )
( )
( )

cos
cos
dx
x F cos dS x F W
B A

( ) ( ) ( )
( )
( )

cos
cos
dx
x F cos dS x F W
B A

( )

(
(

|
|

\
|
+

|

\
|
+

45 cos
dx
4 x 4 x 2
x
cos 45 cos
4 x 4 x 2
1
4
q Q
W
2
1
4
2
2
B A

( ) 45 cos
dx
4 x 4 x 2
x
cos 45 cos
4 x 4 x 2
1
4
q Q
W
2
1
4
2
2
B A

(
(

|
|

\
|
+

|

\
|
+



Risolvendo si ottiene:

4
q Q
276 , 0 W
B A


Daltra parte, per quanto detto precedentemente, la differenza denergia potenziale elettrostatica tra
due punti situati sulla stessa linea di forza, il primo ad una distanza di 2 m dal centro ed il secondo
ad una distanza pari al raggio della circonferenza passate per B, vale:

=
|
|

\
|
+

=
|
|

\
|

=
4
q Q
276 , 0
2 4
1
2
1
4
q Q
r
1
x
1
4
q Q
W
2 2
B A
AB


168
Per cui, alla fine, la quantit di lavoro
B A
W

applicata dal campo radiale per spostare la carica
lungo il segmento AB uguale a quella che dovrebbe fornire per provocarne lo spostamento su una
linea di flusso sino ad un punto situato sulla stessa circonferenza (sfera) passante per B.
In questo senso lazione della forza elettrostatica del tutto simile allazione di un campo
gravitazionale agente in verticale o lungo un piano inclinato.

E pur vero che il punto B, terminale del segmento, non coincide con il punto C, terminale della
linea di flusso passante per A, ma occorre tenere conto del fatto che il lavoro della forza
elettrostatica su una traiettoria circolare dal punto C al punto B necessariamente nullo in quanto
forza e spostamento sono perpendicolari.

ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA PER UNO SPOSTAMENTO QUALSIASI
Quanto dimostrato per uno spostamento della carica su un segmento che interseca le linee di forza
radiali, deve necessariamente essere valido anche nel caso si tratti di un percorso qualsiasi,
curvilineo o rettilineo, tra gli stessi due punti.
Infatti, anche una linea curva pu essere immaginata come successione continua di segmenti di
lunghezza infinitesima per ognuno dei quali vale la dimostrazione precedente.
Si pu quindi immaginare che la carica possa percorrere, in modo indifferente nei riguardi
dellenergia prelevata dal campo (o ceduta), o un tratto di segmento inclinato oppure prima un tratto
un tratto della linea di flusso caratteristica della posizione iniziale e poi un tratto di circonferenza
(sfera) sino a raggiungere il successivo punto della curva.
Lenergia prelevata o ceduta per muoversi lungo un tratto di segmento uguale a quella prelevata o
ceduta lungo per muoversi sul tratto di linea di flusso.
Lenergia per il movimento sui tratti di circonferenza invece nulla per quanto detto
precedentemente.

In altre parole:
Lenergia fornita dal campo per il movimento dal punto A al punto B lungo la linea curva
uguale a quella che il campo fornirebbe se il movimento da A a B fosse una successione
continua di tratti di linea di flusso ed archi di circonferenza oppure un tratto di linea di
flusso sino al punto C e larco di circonferenza da C ad B.
La quantit denergia sar dunque, in ogni caso, pari alla differenza denergia potenziale:
|
|

\
|

= = =

B A
ZAG ZIG B C A B A
r
1
r
1
4
q Q
W W W

169
+
X
C A
B
F
E
Y



Figura 79 ENERGIA POTENZIALE PER PERCORSO QUALSIASI


ENERGIA POTENZIALE PER UN PERCORSO CHIUSO

Se una particella carica, ad esempio positivamente, inserita in un campo elettrico E ed costretta a
percorrere un qualsiasi percorso chiuso che inizia e termina nello stesso punto A anche passando
per un punto B, lo scambio netto di energia tra la particella, il campo elettrostatico e lambiente
esterno NULLO.

In sintesi:

( )
( )
|
|

\
|

=
|
|

\
|

= =

B A C A
C A 1
1 B A
B A
r
1
r
1
4
q Q
r
1
r
1
4
q Q
W ds s F W
( )
( )
|
|

\
|

=
|
|

\
|

= =

B A C A
C A 2
2 B A
B A
r
1
r
1
4
q Q
r
1
r
1
4
q Q
W ds s F W
( )
( )
|
|

\
|

=
|
|

\
|

= =

B A C A
C A 3
3 B A
B A
r
1
r
1
4
q Q
r
1
r
1
4
q Q
W ds s F W

( ) 0 W W W W ds s F W
B A B A A 2 B B A
A 2 B 1 A
A 2 B 1 A
= = + =

=


( ) 0 W W W W ds s F W
B A B A A 3 B B A
A 3 B 1 A
A 3 B 1 A
= = + =

=



170
+
X
C A
B
F
E
Y
1
2
3
r
A
C
r
B
= r

Figura 80 PERCORSO CHIUSO



ENERGIA POTENZIALE IN UN CAMPO GENERATO DA PIU CARICHE PUNTIFORMI

In un punto P di un campo elettrico generato dallazione contemporanea di cariche puntiformi
1
Q ,
2
Q , , Q
3
,
N
Q , lenergia potenziale elettrostatica pari alla somma delle energie
potenziali
( ) 1 P
W ,
( ) 2 P
W ,
( ) 3 P
W , . ,
( ) N P
W generate singolarmente, nello stesso punto, da ogni
carica Q.
Anche in questo caso, per la dimostrazione, si ricorre alla considerazione che il lavoro effettuato
dalla forza elettrica non dipende dal tipo di percorso ma solo dalla posizione iniziale e finale dello
spostamento ed nullo per qualsiasi spostamento perpendicolare alla forza.

Supponiamo che il campo elettrico sia generato da tre cariche puntiformi
1
Q ,
2
Q , , Q
3
ad esempio
positive e consideriamo una carica esploratrice q , anchessa positiva, posta in un punto qualsiasi
del campo.
Supponiamo inoltre che le cariche generatrici mantengano, in qualche modo, la posizione iniziale,
cio che le azioni elettrostatiche reciprocamente scambiate siano annullate da altrettanti vincoli
fissi.
La forza elettrostatica sulla carica esploratrice nel punto P sar la somma vettoriale delle tre forze
che le cariche Q esercitano singolarmente.

3 2 1 E
F F F F + + =

Per effetto della risultante delle forze, la carica esploratrice si sposter dal punto P verso un altro
punto A secondo una traiettoria PA avente la direzione della risultante.
Ma lo spostamento modifica la posizione del punto e, di conseguenza, il modulo e la direzione delle
tre forze componenti e della nuova risultante costringendo cos la carica esploratrice a spostarsi
nuovamente in direzione diversa dalla precedente.
Sostanzialmente lazione contemporanea delle tre cariche generatrici avr leffetto di spostare la
carica esploratrice sino allinfinito limiti del campo su una traiettoria curva dipendente dalla
posizione iniziale del punto, dalla posizione e grandezza delle tre cariche.
171
Se si considera quanto detto precedentemente a proposito di un unico campo radiale - il lavoro
effettuato dal campo per spostare la carica dal punto iniziale ad un punto infinitamente distante
indipendente dal percorso e dal valore della forza durante lo spostamento ed il suo valore lenergia
potenziale elettrostatica
P
W tipica del punto P allora il lavoro effettuato dalle cariche generatrici
non pu che essere la somma algebrica (si tenga presente che il lavoro o energia una grandezza
scalare) del lavoro effettuato da ogni campo per spostare la particella dal punto P iniziale sino
allinfinito lungo il percorso provocato dallazione contemporanea delle tre cariche.

Quindi:
( ) ( ) ( ) 3 P 2 P 1 P P
W W W W + + =

Con:
( )
1
1
1 P
r
1
4
q Q
W

=

( )
2
2
2 P
r
1
4
q Q
W

=

( )
3
3
3 P
r
1
4
q Q
W

=

Ove con r sono intese le distanze iniziali tra il punto e le relative cariche
generatrici.

Se, al contrario, anche le tre cariche generatrici sono sensibili alle azioni elettrostatiche reciproche,
cio, se anche ad esse sono consentiti liberi spostamenti, allora si pu definire energia potenziale
del sistema la somma delle quantit di lavoro eseguite dal sistema per spostare tutte le cariche dalla
posizione iniziale sino ai limiti del campo, cio, allinfinito.
Al lavoro fatto dalle tre cariche per spostare la carica esploratrice sono dunque da aggiungere:
Il lavoro fatto da due cariche, ad esempio
2
Q e
3
Q per spostare allinfinito
1
Q :
( )
31
1 3
21
1 2
1 3 2
r
1
4
Q Q
r
1
4
Q Q
W

=


Il lavoro fatto per spostare lultima carica, ad esempio Q
2
allinfinito:
( )
23
2 3
2 3
r
1
4
Q Q
W


Lultima carica
3
Q , alla fine, essendo le altre gi allinfinito, pu essere considerata fissa in quanto
non risente pi di alcun campo elettrico.
Lenergia potenziale complessiva del sistema di cariche considerato dunque dato da:

( ) ( ) 2 3 1 3 2 P
W W W W

+ + =
|
|

\
|
+


=
23
2 3
31
1 3
21
2 1
3
3
2
2
1
1
r
Q Q
r
Q Q
r
Q Q
r
Q q
r
Q q
r
Q q
4
1
W







172
IL POTENZIALE ELETTROSTATICO

Occorre innanzi tutto far presente alcuni concetti che sono stati, sino ad ora, volutamente tralasciati
per dar spazio alle relazioni fondamentali dellelettrostatica, alle dimostrazioni e alla parte
applicativa, numerica e simbolica.
La trattazione delle argomentazioni sino ad ora espresse ha avuto origine dalla constatazione che
una qualsiasi distribuzione di carica elettrica Q puntiforme, distribuita linearmente o su una
superficie oppure entro un volume causa della comparsa di unintensa forza, di tipo
elettrostatico, che stata definita Forza elettrica.

La forza elettrica si manifesta solo nel caso in cui la distribuzione principale di cariche (carica
generatrice) interagisce con una o pi particelle anchesse dotate delle stesse caratteristiche, cio,
caricate elettricamente con lo stesso segno o segno diverso.
In questo senso, la forza elettrica non dipende quindi dalla sola carica generatrice, ma variabile
anche in funzione della grandezza della stessa carica che la subisce: la carica esploratrice.

Allo scopo di rendere meno laboriosi i calcoli e, nello stesso tempo, svincolare e rendere
indipendente il concetto di forza dalla presenza e dalla grandezza della carica che la subisce, poi
stata definita una nuova grandezza vettoriale in grado di descrivere le caratteristiche e le
modificazioni della regione di spazio che contiene la distribuzione di cariche generatrici.

Tale grandezza, denominata Campo elettrico o elettrostatico, ha quindi caratteristiche pi generali
rispetto alla grandezza Forza elettrica in quanto prende in esame le modificazioni dello spazio per
il solo effetto delle cariche generatrici senza coinvolgimento delle cariche esploratrici.

Il vantaggio di trattare una grandezza pi generale, come il campo elettrico, parzialmente ridotto
dalle notevoli complicazioni che insorgono per i calcoli, quando sono coinvolte grandezze vettoriali
piuttosto che scalari ed anche per questo motivo che, ove possibile, risulta pi vantaggioso
utilizzare la definizione di una nuova grandezza, questa volta di tipo scalare, denominata Flusso
del campo.

Si pu quindi concludere affermando che le modificazioni della regione di spazio circostante una
distribuzione qualsiasi di cariche elettriche sono identificate, quando si a conoscenza di una
funzione di coordinate spaziali in grado di restituire, elaborando i valori delle coordinate stesse, una
quantit scalare denominata Flusso del campo ed indicata con il simbolo .

Daltra parte, un ragionamento analogo pu essere preso desempio anche nei riguardi
dellENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA associata ad un punto P qualsiasi
appartenente alla regione di spazio contenente le cariche generatrici.
Essa, pur presentando tutti i vantaggi tipici delle grandezze scalari, pur sempre determinata solo se
si conoscono i parametri che ne consentono il calcolo, cio: la forza elettrica, lo spostamento e la
loro inclinazione reciproca.

Il problema sembra quindi ritornare al punto di partenza ove una grandezza scalare definita solo
dalla conoscenza delle grandezze vettoriali che la compongono con tutte le complicazioni annesse e
connesse.

Daltra parte occorre dire che lenergia potenziale elettrostatica, oltre ad essere una grandezza
scalare, ha il vantaggio di essere il risultato dellazione di un campo di forze conservativo per il
quale, come si visto, deve esistere una funzione indipendente sia dallo spostamento che
dallinclinazione reciproca tra lo spostamento e la forza applicata e i cui argomenti sono individuati
nelle sole coordinate spaziali delle estremit dello spostamento stesso.
173
Se la conoscenza della funzione flusso del campo ci permette di risalire al calcolo della forza e se,
per mezzo della definizione di campo conservativo, siamo in grado di elaborare la funzione
ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA, allora rimane, come unica variabile, la grandezza
della carica esploratrice.

Cio, in altre parole:

Lenergia potenziale elettrostatica dipende oltre che dalle cariche generatrici e dalla
posizione del punto allinterno del campo, anche dalla grandezza della carica che subisce il
campo stesso.
Per un campo radiale si , infatti, dimostrato che lenergia potenziale definita da:
P
P
r
1
4
q Q
W

=
Se ora si ricorda la definizione di campo elettrico E, procedendo poi alla sostituzione nella
formula, si ottiene:
2
P
E
P
r
1
4
Q
q
F
E

= =

P
2
P
P
2
P
2
P
2
P
P
P
r q
r 4
Q
r
r 4
q Q
r
r
r
1
4
q Q
W
|
|

\
|

=
|
|

\
|

=
|
|

\
|

=

P P P
2
P
P
r q E r q
r 4
Q
W =
|
|

\
|

=

Se poi si tiene presente la definizione di flusso del vettore campo e la legge di Gauss ad esso
associata:

= =
Q
S E
P P P


2
P
P
r 4
Q
S
E

=

=

Allora lenergia potenziale elettrostatica assume la forma:

p P P P
2
P
P
r q
S
r q E r q
r 4
Q
W

= =
|
|

\
|

=

Come si dovrebbe notare esaminando lespressione dellenergia potenziale relativa ad un punto P
interno ad un campo radiale, la funzione contiene variabili esclusivamente dipendenti dalla
posizione del punto come la distanza ed il flusso ed dipendente dal valore della carica q.

Tale difficolt pu quindi essere risolta utilizzando un ragionamento perfettamente simile a quello
utilizzato per derivare il campo elettrico dalla forza elettrica annullando la dipendenza dalla carica
esploratrice.

Si giunge in questo modo alla definizione di una nuova grandezza di FONDAMENTALE
IMPORTANZA per lelettrostatica, lelettrodinamica e per tutti gli argomenti correlati.

Tale nuova grandezza - il POTENZIALE ELETTRICO O ELETTROSTATICO di tipo scalare
ed una funzione che dipende unicamente dalle posizioni dei punti e dal tipo e grandezza delle
cariche generatrici.

174
IL POTENZIALE ELETTRICO

Si consideri la presenza di un campo elettrico radiale generato da una carica puntiforme Q positiva
ed un sistema di riferimento cartesiano con la carica nel punto dorigine O.
Una delle infinite linee di forza del campo tutte uscenti dalla sorgente in O proprio lasse X sul
quale si immagina di collocare, in un punto A distante
P
x dallorigine, la solita carica esploratrice
q , ad esempio positiva.
Per effetto della forza
A
F o del conseguente campo elettrico repulsivo
A
E ed in assenza di altre
forze di diversa origine, la carica esploratrice sar spostata, in moto accelerato non uniforme, lungo
lasse X, dalla posizione iniziale
A
x sino alla posizione finale corrispondente ai limiti del campo e
caratterizzata da una distanza dal centro infinitamente grande ( ) = x .

Ci si potrebbe domandare che cosa succede alla carica, quando, alla fine, giunge in una posizione
infinitamente distante cui corrisponde evidentemente una forza repulsiva nulla ed una velocit
infinitamente elevata per effetto di unaccelerazione sempre decrescente ma sempre positiva.
Ma questo un altro problema e non si desidera per nulla entrare in particolari prendendo in
considerazione linfinito.
Si tenga presente per che le forze elettrostatiche, al pari delle gravitazionali, sono rapidamente
decrescenti con la distanza al quadrato.

Per quanto visto precedentemente, per lo spostamento della carica q allinfinito necessaria
lerogazione di una quantit di lavoro, da parte del campo elettrico, pari allenergia potenziale
elettrostatica caratteristica del punto A.
Tale quantit denergia stata determinata integrando tra i limiti indicati la funzione ottenuta dal
prodotto della forza per lo spostamento ed il suo valore (in Joule) :

( )
A
q A
x
1
4
q Q
W

=

Come si nota lenergia potenziale elettrostatica di un campo radiale funzione della carica Q, della
carica q e della distanza iniziale del punto dalla carica Q.
Potendo naturalmente non tener conto delle costanti al denominatore.

Ora supponiamo di raddoppiare la carica esploratrice e ripetiamo tutto il ragionamento precedente.
Lenergia potenziale elettrostatica sar evidentemente doppia rispetto alla precedente:
Infatti:
( )
( )
( ) q A
A
q 2 A
W 2
x
1
4
q 2 Q
W =


=

Potremmo ora triplicare la carica ottenendo ovviamente:
( )
( )
( ) q A
A
q 3 A
W 3
x
1
4
q 3 Q
W =


=

Ovviamente lenergia potenziale elettrostatica aumenta in proporzione allaumento della carica -
diminuisce nello stesso modo se si diminuisce la carica - , mentre, costante il rapporto tra
lenergia e la relativa carica:


( )
K
x
1
4
Q
q
W
A
q A
=

=
175
( )
K
x
1
4
Q
q 2
W
A
q 2 A
=

=


( )
K
x
1
4
Q
q 3
W
A
q 3 A
=

=



Il rapporto tra lenergia potenziale caratteristica del punto A del campo e la grandezza della carica
esploratrice cui lenergia si riferisce, la nuova grandezza fisica definita POTENZIALE
ELETTROSTATICO.

Il POTENZIALE uno scalare e la funzione che lo determina una funzione di punto e non di linea
come daltra parte richiede il campo conservativo.

La simbologia da utilizzarsi, relativamente al punto A e al campo considerato, la seguente:

q
W
V
A
A
=
|

\
|

C
J
V
A


A
A
r
1
4
Q
V

=
|
|
|
|

\
|

m
1
m N
C
C
V
2
2 A
|

\
|

C
m N
V
A



Il potenziale elettrico relativo al punto A misurato numericamente dalla quantit di lavoro,
espressa in JOULE, (positivo o negativo) effettuato dalle forze elettrostatiche del campo per
trasportare lunit positiva di carica, espressa in COULOMB, sino ai limiti del campo.
Per quanto attiene la definizione dellunit di misura risultante meglio far riferimento alla
differenza di potenziale come pi avanti descritto.

Allo stesso modo si deduce che per un punto B, appartenente alla stessa linea di forza e collocato ad
una distanza
B
x dal centro oppure su una sfera di raggio
B
x , il POTENZIALE deve valere:

q
W
V
B
B
=

B
B
r
1
4
Q
V

=










176
DIFFERENZA DI POTENZIALE

Una volta stabilito che il potenziale
A
V di un punto A, appartenente ad un campo elettrico E, dato
dal rapporto tra lenergia potenziale
A
W del campo in quel punto e la grandezza della carica
esploratrice q e che il valore del potenziale indipendente dalla grandezza della carica q,
necessario ribadire quanto dimostrato precedentemente a proposito dellenergia potenziale relativa
ad un percorso qualsiasi seguito dalla carica per passare dal punto A ad un punto B.
Come si visto, il lavoro eseguito dal campo durante il percorso AB dato dalla differenza tra il
lavoro necessario per spostare la carica dal punto A allinfinito ed il lavoro necessario per riportare
la carica dallinfinito al punto B.
Le due quantit di lavoro sono, rispettivamente, lenergia potenziale elettrostatica del punto A e
lenergia potenziale elettrostatica del punto B cambiata di segno.
Se il campo generato da una carica positiva e se la carica esploratrice anchessa positiva, allora:

( )
B A B A B A AB AB
W W W W W W W L = = + = =



Come si verificato, la differenza denergia potenziale elettrostatica non dipende dal particolare
percorso AB ma solo dalla posizione del punto iniziale e finale.

Ad ulteriore conferma, supponiamo che le forze del campo elettrostatico applicate ad una carica q
siano in grado di provocare uno spostamento AB su due percorsi diversi.

A
B
2
1


Figura 81

Se, per ipotesi, il lavoro compiuto dal campo per spostare la carica da A a B sul percorso 1
maggiore di quello relativo al percorso 2 e se si suppone che la carica segua il ciclo chiuso
composto dai due percorsi partendo e ritornando nel punto A, allora si dovrebbe concludere:

( ) ( ) 2 AB 1 AB
W W
( ) ( ) ( ) ( )
0 W W W W
2 AB 1 AB 2 BA 1 AB
= +

177
Lipotesi evidentemente assurda in quanto ammette come risultato la creazione di energia che
consentirebbe il moto perpetuo.

Proviamo a pensare ad un esempio concreto come il movimento di un corpo allinterno del campo
gravitazionale in assenza di forze dissipative quali lattrito.
Sia A la posizione iniziale del corpo individuata dallaltezza h da terra, B la posizione finale
collocata al termine del segmento che individua lipotenusa di un triangolo rettangolo ABC.

A
B
1
2

Figura 82

Se ammettiamo di poter recuperare il lavoro eseguito dal campo gravitazione durante il percorso di
caduta lungo lipotenusa AB (indicato con 1) e di poterlo poi nuovamente applicare al corpo
facendogli percorrere il percorso 2 (base + altezza del triangolo) e se, per ipotesi assurda, il lavoro
recuperato fosse maggiore di quello occorrente per riportare il corpo nella posizione A col percorso
2, allora lapplicazione integrale dellenergia recuperata sarebbe in grado di sollevarlo ad una
altezza maggiore di quella da cui era partito (si tenga conto che, in assenza di forze dissipative, il
tragitto orizzontale non richiede lavoro).
Ci chiaramente in contrasto con la realt in quanto, proseguendo con tale metodo, si otterrebbe la
fuoriuscita dal campo gravitazionale solo a spese del campo e si violerebbe il principio di
conservazione dellenergia meccanica.
Se, invece, fosse minore ci sarebbe ancora in contrasto con il principio di conservazione
dellenergia in quanto occorrerebbe ammettere che la diminuzione di energia potenziale nel
passaggio da A a B lungo il tragitto 1 non compensata da un ugual aumento di energia cinetica ed
il corpo non pi in grado, con il lavoro recuperato, di risalire nel punto A.

Tornando quindi al problema iniziale e tenendo presente la definizione di potenziale elettrostatico si
avr:
B A AB
W W W =

Con:
q
W
V
A
A
= q V W
A A
=
q
W
V
B
B
= q V W
B B
=
178
Da cui si ottiene:

q V q V W
B A AB
=

( )
B A AB
V V q W =
q
W
V
AB
AB
=


q
W
V
AB
AB
= DIFFERENZA DI POTENZIALE

Al pari dellenergia potenziale elettrostatica anche la differenza di potenziale
AB
V un grandezza
scalare che dipende solo dalla posizione dei punti allinterno campo e dalla carica che lo genera.



IL MOVIMENTO DELLE CARICHE ELETTRICHE PER EFFETTO DEL POTENZIALE

Il movimento di una o pi particelle elettricamente cariche allinterno di un campo elettrico E per
effetto della differenza di potenziale
AB
V , dipende dal segno della carica:

Le cariche esploratrici positive, allinterno di un campo generato da cariche positive, sono
respinte dai punti interni del campo verso punti esterni. Tale movimento richiede cessione di
lavoro da parte del campo perci la differenza di energia potenziale elettrostatica
AB
W deve
essere considerata positiva ( )
B A
W W . Di conseguenza anche la differenza di potenziale
positiva ed il potenziale del punto A risulta maggiore di quello del punto B.
Le cariche positive si muovono da punti a potenziale maggiore verso punti a potenziale
minore.

Le cariche esploratrici negative, allinterno di un campo generato da cariche positive, sono
attratte da punti esterni verso punti interni.
Si muovono quindi da punti a potenziale minore verso punti a potenziale maggiore.



N.B.
Considerando che gli elettroni di conduzione sono negativi e che sono liberi di muoversi pi
o meno liberamente allinterno del materiale conduttore che li contiene, essi si sposteranno
verso i punti del conduttore ove esiste un potenziale maggiore abbandonando i punti a
potenziale minore.
Allo stesso modo si dovranno muovere gli ioni negativi (anioni) presenti nelle soluzioni,
mentre, allopposto gli ioni positivi (cationi).

179
Q
+
q
+
V
B A
V
V
A
> V
B
Q
+
V
A
q
-
B
V
>
A
V
B
V

Figura 83 MOTO DI CARICHE POSITIVE E NEGATIVE


UNITA DI MISURA DELLA DIFFERENZA DI POTENZIALE IL VOLT
Lunit di misura del potenziale V e, in particolar modo, della differenza di potenziale V , cui
dato il nome di VOLT ( ) V rappresenta la differenza di potenziale esistente tra due punti di un
campo elettrostatico tale da produrre, su una carica di 1 Coulomb, un lavoro di 1 Joule.
Per cui:
q
W
V V V
AB
B A
= =
( )
( )
( )
( )
( ) C 1
m N 1
Coulomb 1
Joule 1
volt 1 V

= =

La differenza di potenziale V anche denominata TENSIONE ELETTRICA o d.d.p.
diff. di potenziale.

Sono inoltre da riconsiderare le unit di misura delle grandezze elettriche CAMPO
ELETTRICO e FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO, prendendo come base lunit di
misura del potenziale:

Per quanto riguarda il campo elettrico (vettoriale):
( )
( ) C q
N F
E
E
= q E F
E
= S F W
E
=
S E
q
S q E
q
S F
q
W
V
E
=

=

= =

S E V =

S
V
E =
|

\
|
m
Volt
E


180
Per quanto riguarda il flusso del campo elettrico (scalare):
( ) ( ) m Volt m
m
volt
S E
2

|

\
|
=

POTENZIALE IN UN PUNTO DI UN CAMPO PRODOTTO DA PIU CARICHE PUNTIFORMI

Se il campo elettrico generato dalla presenza contemporanea di pi cariche puntiformi
1
Q ,
2
Q ,
.,
N
Q , allora il potenziale elettrico in un punto P del campo dato dalla somma algebrica dei
potenziali prodotti singolarmente da ogni carica considerata con il proprio segno.

( ) ( ) ( ) ( ) P N P 3 P 2 P 1 P
V ....... V V V V + + + + =
Con:
( )
( )
1
1
1
1
P 1
P 1
r
Q
4
1
q
1
r
1
4
q Q
q
W
V

=
|
|

\
|

|
|

\
|

= =
Quindi:

|
|

\
|


=
=
=
N i
1 i
1
i
P
r
Q
4
1
V

Si perviene a tale risultato considerando che il lavoro prodotto dalle cariche puntiformi generatrici
su una carica esploratrice posizionata inizialmente nel punto P, per il fatto di non dipendere dal
percorso e dalla variazione del campo durante lo stesso, la somma delle energie potenziali
elettrostatiche delle singole cariche nel punto P.

LINEE E SUPERFICI ALLO STESSO POTENZIALE - EQUIPOTENZIALI
Si tratta di dimostrare che, in un campo elettrico generato da una certa distribuzione di carica,
esistono punti particolari caratterizzati dallo stesso valore di potenziale.
Tali punti sono collocati su linee o superfici chiuse (a seconda che si consideri il campo nel suo
sviluppo bi o tridimensionale) denominate linee o superfici equipotenziali.
Ogni superficie equipotenziale distinta da quella che la precede e da quella che la segue.

CASO GENERALE:
Si prende in esame un campo elettrico qualsiasi rappresentato graficamente dalle linee di forza
caratteristiche.
Si ricorda che, in un punto del campo con esclusione dei punti sorgente passa una sola linea di
forza e che essa costituita dallinsieme, rettilineo o curvilineo, dei punti occupati dalla carica
esploratrice, posizionata inizialmente nel punto considerato, durante il moto provocato dalle forze
del campo.
Fissato un punto P su una linea di flusso ed altri due punti A e B appartenenti ad un segmento
passante per P e posti ad una distanza tale dal primo da poter ritenere costante in modulo e direzione
il campo elettrico, possibile determinare simbolicamente la differenza di potenziale tra i due punti
in funzione della posizione relativa del segmento AB rispetto alla direzione della linea di forza:

( )
( ) =

= = = cos AB E
q
cos AB F
q
W
V V V
E AB
B A AB


Se, per ipotesi, i due punti A e B devono avere lo stesso potenziale, allora la differenza di
potenziale deve essere automaticamente nulla:


B A
V V = Stesso potenziale
181
0 V V
B A
=

Di conseguenza, per essere confermata lipotesi, occorre che il prodotto scalare tra campo
elettrico e spostamento sia nullo:

( ) 0 cos AB E =

Ma tale ipotesi vera alla sola condizione che sia nulla la proiezione del segmento AB sulla
direzione del vettore campo e tale condizione si realizza solo nel caso in cui il segmento AB
sia perpendicolare al vettore campo.
Quindi, in conclusione:
Dato un campo elettrico qualsiasi e le linee di flusso che lo caratterizzano e preso a piacere
un punto P interno al campo, esiste una sola linea passante per P i cui punti sono allo stesso
potenziale del punto P.
Tale linea deve essere necessariamente perpendicolare alla linea di flusso e a tutte le linee di
flusso passanti nei punti appartenenti alla linea equipotenziale

A
B
A
B
*
*
E
90
Linea di forza
L
in
ea d
i fo
rza
Linea di forza
90
90
LINEA EQUIPOTENZIALE
P
90
90
90
90
90
90
V
R
X
P
R
V
V
X
V
X
V
R
P
V



Figura 84 LINEE O SUPERFICI EQUIPOTENZIALI.



SUPERFICI EQUIPOTENZIALI IN UN CAMPO RADIALE

Considerata la simmetria del campo rispetto al centro risulta chiaro che le linee equipotenziali (caso
bidimensionale) sono circonferenze concentriche mentre le superfici equipotenziali (caso
tridimensionale o campo spaziale) sono sfere concentriche.
Nel caso di carica puntiforme positiva, i punti appartenenti a circonferenze o sfere di raggio minore
presentano potenziale maggiore e viceversa.
Al contrario se la carica negativa.

182
P
V
R
V
V
X


Figura 85 SUPERFICI EQUIPOTENZIALI IN CAMPO RADIALE


SUPERFICI EQUIPOTENZIALI IN UN CAMPO UNIFORME
Nel campo uniforme prodotto da due distribuzioni superficiali piane parallele, distanti d tra loro e
caricate di segno diverso, considerando che le linee di flusso sono tutte parallele tra loro e
perpendicolari ai piani carichi, le superfici equipotenziali sono necessariamente costituite dai punti
appartenenti a piani paralleli alle lastre.

E
V
R
V
P
V
X
V
Q Y
V
+ -


Figura 86 SUPERFICI EQUIPOTENZIALI NEL CAMPO UNIFORME




183
RELAZIONE TRA CAMPO ELETTRICO E POTENZIALE

Utilizziamo ancora la linea di flusso coincidente con lasse X di un campo elettrico radiale generato
da una carica Q positiva posta nellorigine degli assi.
Una carica esploratrice q, positiva, posizionata ad una distanza
A
x dallorigine ed quindi
costretta dal campo E ad allontanarsi procedendo allinfinito da punti a potenziale maggiore
A
V
verso punti a potenziale minore
B
V .
Da quanto visto in precedenza, gi sappiamo che il valore del potenziale dipende dalla distanza e
che, in un campo radiale, tale valore espresso da:
A
A
x
1
4
Q
V
|

\
|

=
|

\
|
C
J
( ) volt
B
B
x
1
4
Q
V
|

\
|

= ( ) V
Ed in generale, per un punto ad una distanza x dal centro:
( )
x
1
4
Q
x V
|

\
|

= ( ) V
Naturalmente per il punto collocato ad una distanza infinitamente grande, il potenziale nullo:
( ) 0
1
4
Q
x V

\
|

= =
Per due punti A e B, distanti
A
x e
B
x dal centro, la variazione del potenziale dunque ottenuta
dalla sottrazione algebrica dei due rispettivi valori:
|
|

\
|

|

\
|

= =
B A
AB B A
x
1
x
1
4
Q
V V V
La variazione del potenziale di entit pi elevata se i due punti presi in esame si
avvicinano al centro del campo.

0,6
V (volt)
2,4
f (x) =
POTENZIALE
V (x)
1,4
0,8
1,2
1,0
0,6
0,4
0,8
0,2
0,2 0,4 0,6 1,6 1,0 1,2 1,4 1,8 2,0 2,2
3,2
1,6
2,6
3,0
2,8
2,4
1,8
2,0
2,2
3,4
3,6
3,8
4,0
4,2
4.4
4,6
4,8
5,0
f (x) =
V
2
0,4 0,2
Q
+
0,2
0,8
0,4
0,6
3,2 2,6 3,0 2,8 3,4
x (m)
1/x
x
V1
1,8
1,0
1,2
1,6
1,4
2,2
2,0
2,4
2,6
1

3,6
2,8
3,0
3,2
3,4
4.4
4,2
4,0
3,8
V (volt) 4,8
4,6
5,0
POTENZIALE
2,2 1,4 0,8 1,2 1,0
x
1,6 2,0 1,8 3,0 2,4 2,8 2,6 3,2 3,4
f (x) =
V (x) f (x) =
1/x
x (m)

2
1


Figura 87 VARIAZIONE DEL POTENZIALE ELETTRICO CAMPO RADIALE
Ci significa che il valore della tangente alla curva in un punto ad una distanza x dal centro
passa da un valore negativo infinitamente grande (per un angolo appena superiore a 90 il
184
coseno piccolissimo e negativo) ad un valore prossimo a zero (per un angolo prossimo a
180 il seno positivo e piccolissimo mentre il coseno prossimo a - 1).

La tangente dunque sempre negativa ma con valori elevati, per punti prossimi al centro, e
valori piccoli per punti molto distanti.

Daltra parte il valore della tangente alla curva ottenuto dividendo lincremento di
potenziale (che si misura in volt) per lincremento di spazio (che si misura in metri)
ottenendo quindi un risultato che, dimensionalmente, espresso in (volt/m).
Si deve quindi concludere che, fisicamente, la tangente alla curva ha le stesse dimensioni del
campo elettrico E.

Ma il valore della tangente in un punto della curva altro non che la derivata prima della
funzione potenziale e, a parte il segno negativo, rappresenta il valore del campo elettrico in
quel punto.
Il valore del campo elettrico nel punto considerato dunque pari al valore assunto dalla
derivata prima del potenziale calcolata nel punto considerato e cambiato di segno:

( ) ( )
X
x V
dx
d
x E
(

=

Proviamo quindi a determinare la funzione derivata del potenziale V(x) tenendo presente
che, a parte il termine costante tipico del campo radiale
4
Q
, il potenziale variabile in
funzione di
x
1
:
( )
x
1
K
x
1
4
Q
x V =
|

\
|

=
Occorre quindi derivare la funzione
x
1
, determinare il valore della derivata nel punto
che ci interessa, moltiplicare per il termine costante K e, infine, per determinare il
campo elettrico, cambiare di segno.

Quindi:
( )
|

\
|
=
x
1
dx
d
K x V
dx
d

x
V V
lim
x
1
dx
d
X X X
0 X

=
|

\
|
+


Tale operazione equivale a porre infinitamente vicini due punti successivi della curva
ottenendo quindi, come risultato, il valore della tangente nel punto considerato.
Utilizzando la funzione potenziale e sostituendo i valori, si ottiene:
x
x
1
x x
1
x
x
1
x
1
x
V V
lim
X X X X X X
0 X

\
|

\
|
+
=

\
|

\
|
=

+ +


( )
( )
( ) ( ) x x x x
x
x x x x
x x x
x
x x x
x x . x
x
x
1
x x
1
lim
0 X
+

=
+

=

+
+
=

\
|

\
|
+


( ) x x x x
x
lim
0 X
+



185
( ) x x x
1
lim
0 X
+



2 2
0 X
x
1
x x x
1
lim =
+



Quindi la derivata prima del potenziale, cio il campo elettrico cambiato di segno,
una funzione dipendente da
2
x
1
.
( )
2 2
x
1
4
Q
x
1
K x V
dx
d

\
|

=
|

\
|
=
Si riconosce immediatamente che il valore della derivata del potenziale altro non
che il campo elettrico nel punto x cambiato di segno e si pu quindi concludere che:
( ) ( )
2
x
1
4
Q
x V
dx
d
x E
|

\
|

= =
Cio:
( ) ( ) x V
dx
d
x E =



POTENZIALE
f (x) =
2,4 0,8
0,2
0,8
0,4
0,6
1,0
1,2
0,6 0,4 0,2
2,2
2,0
1,8
2,4
2,8
3,0
2,6
1,6
1,4
1,6 1,4 1,2 1,0 2,2 2,0 1,8 3,2 2,8 3,0 2,6 3,4
1/x
x (m)
V (x)
V (volt)
4,8
4,6
4.4
4,2
4,0
3,8
3,6
3,2
3,4
5,0
f (x) =
Q
+
V1
x
2 V

2
1



Figura 88 INCLINAZIONI NEGATIVE DELLA TANGENTE






186
0,8 0, 2 0,4 0,6 1,6 1,0 1,2 1,4
2,4 1,8 2,0 2,2 3,2 2,6 3,0 2,8 3,4
V (volt)
x
1,4
1,2
1,0
0,6
0,4
0,8
1,6
0,2
3,4
3,2
2,6
3,0
2,8
2,4
1,8
2,0
2,2
3,6
3,8
4,0
4,2
4.4
4,6
4,8
5,0
1/x f (x) =
POTENZIALE
f (x) =V (x)
g (x) = V(x)
d
dx
f '(1/x) =
2
1
-
x
=
DERIVATA DEL POTENZIALE
2,4 0,8
0,2
0,4
0,2 0,4 0,6 1,6 1,0 1,2 1,4 1,8 2,0 2,2
x
3,2 2,6 2,8 3,0 3,4
2,2
4,0
5,0
4,8
4,6
4.4
4,2
3,6
3,8
3,2
3,4
2,6
3,0
2,8
2,4
0,4
1,8
2,0
1,4
1,6
1,2
1,0
0,6
0,8
0,2
t
a
n

(



)
x=0,60

x
=
0
,
6
0
g (x) = f '(1/x) = V(x)
dx
d
=
-
x
1
2
DERIVATA DEL POTENZIALE
x
=
1
,
2
0

t
a
n

(



)


Figura 89 ANDAMENTO DELLA DERIVATA DEL POTENZIALE

4,2
0,2
0,6
0,4
2,4
1,6
1,2
1,4
0,8
1,0
2,0
2,2
1,8
3,0
3,2
2,6
2,8
3,8
4,0
3,6
3,4
5,0
4,8
4.4
4,6
1,2 0,8 0,6 1,0 0,4 0,2 1,6 1,4 1,8 2,0 2,2 2,4 2,6 2,8 3,0 3,2 3,4
E (volt/m)
g' (x) = =
dx
d
V(x) - f '(1/x) = -
2
x
1
x (m)
CAMPO ELETTRICO

t
a
n

(



)
x
=
1
,
2
0
-
x
=
0
,
6
0
-

t
a
n

(



)
E (x=1,20)
E (x=0,6)



Figura 90 DERIVATA DEL POTENZIALE CAMBIATA DI SEGNO CAMPO ELETTRICO


Si perviene allo stesso risultato ottenuto derivando la funzione POTENZIALE, cio alla relazione
tra campo e potenziale, anche con il ragionamento inverso, supponendo cio di conoscere la
funzione CAMPO ELETTRICO e da essa ricavare la funzione POTENZIALE.
187
Supponiamo allora di concentrare lattenzione allo spostamento orizzontale, dal punto iniziale
distante
A
x , ad un punto qualsiasi distante
B
x dal centro.
Ora la differenza di potenziale
B A
V

(misurata in volt) tra il punto A ed il punto B data dal
rapporto tra la differenza di energia potenziale elettrostatica dei due punti
B A AB
W W W = (o
anche il lavoro necessario per spostare la carica) e la grandezza della carica esploratrice:

q
W
V
AB
B A
=



Nel caso in cui il punto B non troppo distante dal punto A iniziale, possiamo ritenere
sufficientemente piccola la variazione del campo elettrico, della forza elettrostatica, dellenergia
potenziale e del potenziale.
E ammissibile utilizzare, nella formula precedente, le variazioni finite per tratti brevi di
spostamento:

q
W
V
AB
AB

=

Se il punto B infinitamente vicino (da intendersi quasi coincidente) al punto iniziale, allora
alle variazioni finite indicate con , potremo sostituire le variazioni infinitesime, indicate
con " dW "
AB
e ". dV "
AB


La formula si scriver dunque:
q
dW
dV =
Daltra parte la variazione infinitesima di lavoro elettrostatico dW pu essere sviluppata nei
termini infinitesimi che la compongono se si considera che essa determinata dal prodotto
della forza elettrostatica, caratteristica del punto in esame e diretta come X, per lo
spostamento infinitesimo dx:

( ) dx x F dW
E
=

Oppure, tenendo conto del vettore campo elettrico E nel punto in esame (anchesso diretto
come X):

( ) ( ) dx q x E dx x F dW
E
= =

Allora la variazione infinitesima di potenziale assume la forma:

( )
dx
q
q x E
q
dW
dV

= =
( ) dx x E dV =

Tale formulazione ci indica che la variazione infinitesima di potenziale data dal prodotto
del valore del campo elettrico nel punto considerato per la variazione infinitesima di
spostamento.

Si riconosce cio, ritornando agli incrementi finiti , un valore pari allarea del trapezio che
ha come base la variazione finita di spostamento x , come altezza minore il valore del
188
campo
1
E nel punto iniziale dello spostamento e come altezza maggiore il valore del campo
2
E nel punto finale.
Oppure larea del rettangolo che ha come base la variazione finita di spostamento e come
altezza, il valore intermedio
( ) X M
E del campo tra il punto iniziale e finale dello
spostamento.
Se lo spostamento infinitesimo occorre invece pensare allarea di un rettangolo avente
come base lo spostamento infinitesimo dx e, come altezza, il valore del campo tipico del
punto considerato
( ) X
E .

Daltra parte, dalla formula precedente, si pu ricavare la formula inversa:

( ) dx x E dV =
( ) dx x E dV V V
12 2 1
= =
( ) ( ) dx x E dV V V
1 2
= =
( )
( ) [ ]
dx
x V d
x E =

Cio, deve esistere una funzione della distanza, denominata potenziale, tale per cui la sua
derivata prima,
( ) [ ]
dx
x V d
, cambiata di segno e calcolata proprio nel punto distante x dal
centro determini il valore del campo E nel punto x.

Tale prima osservazione coincide esattamente con quanto visto precedentemente a proposito
della derivata del potenziale.

In sostanza:
Se si ragiona in termini finiti la variazione di potenziale tra i punti A e B corrisponde alla
sommatoria di tutte le aree rettangolari o trapezoidali che approssimano la funzione E (x); se
si ragiona in termini infinitesimi allora si deve tener conto dellintegrale, esteso a tutto lo
spostamento, della funzione E(x).


Cio:
( ) dx x E V V V
B
A
X
X
B A AB

= = Integrale (Potenziale esatto)


i
N i
1 i
i B A AB
x E V V V = =
=
=
Sommatoria (Potenziale approssimato)
Oppure:

( ) ( )
A B B A
X
X
V V V V dx x E
B
A
= =



Se il punto B infinitamente distante dal centro, allora il suo potenziale caratteristico nullo
e la variazione

= V V V
A A
corrisponde evidentemente a
A
V .

Per cui lintegrale tra un punto A e linfinito, che corrisponde graficamente allarea della
superficie sottostante la curva del campo elettrico E limitata a sinistra dalla verticale
condotta dalla distanza
A
x , in basso dallasse X e a destra dal punto dintersezione dellasse
189
X con la curva del campo (tale punto si trova allinfinito), altro non che la variazione di
potenziale
A
V o anche il valore della funzione potenziale nel punto
A
x .

Lintegrazione di una funzione infatti loperazione inversa della derivazione:

Integrare una funzione ( ) x f significa, in altre parole, supporre che il valore della
funzione ( ) x f nel punto considerato rappresenti la derivata di una diversa funzione
originale ( ) x g , cio il valore della tangente della funzione originale ( ) x g nel punto.

Ma il valore della tangente alla funzione originale nel punto dato dal rapporto tra la
variazione della funzione originale e la variazione infinitesima della posizione del punto
dx.

Per cui, il prodotto del valore della tangente per lincremento dx deve necessariamente
restituire la variazione della funzione originale. Moltiplicare i valori della funzione ( ) x f
per gli incrementi infinitesimi significa quindi determinare la funzione originale ( ) x g .
Larea racchiusa tra la funzione f(x) ed i limiti rappresenta quindi la variazione di g(x).

Cio:
( ) ( ) ( )
( ) ( )
dx
dg
dx
x g dx x g
x f tan x g
dx
d
X
=
+
= = =
( ) ( ) dx x f dx tan dg
X
= =
( ) ( ) dx x f x g

=

Daltra parte, il campo elettrico in un punto qualsiasi della linea di flusso in un campo
radiale dipende in modo inversamente proporzionale alla distanza al quadrato ed
direttamente proporzionale al valore della carica generatrice:

( ) ( )
2 2
x
1
K
x
1
4
Q
Q ; x E Q ; x f =

= =

Quindi lintegrale, cio la funzione originale o funzione POTENZIALE, assume la
forma:

( ) dx
x
1
4
Q
dx x E V
2
X X
A
A A

=



I valori costanti sono portati fuori del simbolo dintegrazione (ci significa
determinare il resto dellintegrale come se fosse una funzione semplice e moltiplicare
poi il risultato per fattore costante K:

dx
x
1
K V
A
X
2
A

=




Il risultato dellintegrale restituisce la funzione originale dalla quale, attraverso la
derivazione rispetto ad x, si ottiene la funzione da integrare, cio:

|

\
|
=
x
1
dx
d
x
1
2

Il risultato dellintegrale quindi la funzione Potenziale:
190

=
A
A X
X
2
A
x
1
K dx
x
1
K V

Sostituendo i limiti:

=
A
A X
A
X
2
A
x
1 1
K dx
x
1
K V
A A
A
x
1
4
Q
x
1
K V
|

\
|

= =



E, tenendo conto di un punto qualsiasi:

( )
x
1
4
Q
x V
|

\
|

= FUNZIONE POTENZIALE


(volt/m)
E
2,2
1,8
2,0
1,4
1,2
1,0
0,6
0,4
0,8
1,6
0,2
5,0
3,6
3,8
4,0
4,2
4,8
4,6
4.4
3,2
2,6
3,0
2,8
2,4
3,4
5,2
5,4
5,6
5,8
6,0
6,2
6,4
Q
+
x 1,4 0,6 0,2 0,4 1,0 0,8 1,2 2,2 1,8 1,6 2,0 2,4 2,6 2,8 3,0 3,2 3,4 3,6 3,8 4,0 4,2 4,4
A =

= -V
A
V
E(x)
V
A
x
dx



Figura 91 LAREA COMPRESA TRA I LIMITI E IL POTENZIALE


La stessa teoria pu essere applicata anche al caso pi generale del campo radiale ove coinvolta
una qualsiasi linea di flusso diversa dallasse X, contenuta nel piano o nello spazio.
In questo caso la funzione campo elettrico dipende dalla distanza del punto dal centro cio dal
raggio della circonferenza o della sfera e, di conseguenza dalle coordinate x, y, z del punto in
comune alla linea di flusso e alla sfera.
Nel caso pi semplice di una linea di flusso radiale contenuta in un piano X-Y con al centro la
carica generatrice Q (ma il procedimento si pu facilmente estendere allo spazio X-Y-Z), il campo
elettrico dipende dalle coordinate del punto iniziale e del punto finale.
Si vuole determinare la differenza di potenziale tra detti punti con il metodo visto in precedenza,
anche se sarebbe possibile determinarlo in modo molto semplice e rapido.
Tralasciamo il calcolo pi semplice per riprenderlo alla fine a scopo di verifica.
191
Supponiamo quindi che il punto iniziale A sia stabilito dalle coordinate:
( )
( )

=
=
cm 40 y
cm 10 x
A
A
A


Mentre il punto finale B, dalle coordinate:
( )
( )

=
=
cm 100 y
cm 30 x
B
A
A


I vettori campo elettrico nei punti A e B sono determinati dai moduli e dalle direzioni:
2
A
2
A
A
y x
1
K E
+
=
2
B
2
B
B
y x
1
K E
+
=
Considerando che il potenziale dipende unicamente dalla posizione dei punti e non varia se varia il
percorso, possiamo pensare al seguente percorso:
Mantenendo inalterata la coordinata
A
x iniziale, sia variata la sola y sino al massimo valore
possibile cio
B
y (percorso verticale parallelo a Y)
Mantenendo poi inalterata la coordinata
B
y , sia variata la sola x sino al massimo valore
possibile cio
B
x (percorso orizzontale parallelo a X)

Durante il primo tratto verticale il modulo del campo elettrico E deve variare in funzione delle
coordinate dei punti del segmento:
2 2
A
y x
1
E
+
=
Mentre la sua direzione stabilita, durante la variazione di Y, dallangolo formato con lasse
Y, dalla relazione:
( ) = cos r y
( )
2 2
A
y x
y
r
y
cos
+
= =
Di conseguenza la componente del campo E, parallela allasse Y, data da:
( )
( )
( )
2
3
2 2
A
2 2
A
2 2
A
2 2
A
Y
y x
y
y x
y
y x
1
y x
y
E cos E E
+
=
+

+
=
+
= =

Allora, per quanto visto prima, la differenza di potenziale
1
V , tra il punto iniziale ed il
punto intermedio del percorso, dato da:
dy E V
B
A
Y
Y
Y 1

=
( )
( )

=
(
(

+
=

(
(
(

+
=
1
4 , 0
50 , 1
2 2
Y
Y
2
3
2 2
A
1
43 , 1 dy
y 1 , 0
y
dy
y x
y
V
B
A

K 43 , 1 V
1
=
Durante il secondo tratto, orizzontale, il campo elettrico dato da:
2 2
b
x y
1
E
+
=
192
Mentre la sua direzione stabilita, durante la variazione di X, dallangolo formato con lasse
X, dalla relazione:
( ) = cos r x
( )
2 2
b
x y
y
r
x
cos
+
= =
Di conseguenza la componente del campo E, parallela allasse X, data da:
( )
( )
( )
2
3
2 2
B
2 2
B
2 2
B
2 2
B
X
x y
x
x y
x
x y
1
x y
x
E cos E E
+
=
+

+
=
+
= =
Allora, per quanto visto prima, la differenza di potenziale
2
V , tra il punto intermedio ed il
punto finale del percorso, dato da:
dx E V
B
A
X
X
X 2

=
( )
( )
037 , 0 dx
x 1
x
dx
x y
x
V
3 , 0
1 , 0
2
3
2 2
X
X
2
3
2 2
B
2
B
A
=

(
(
(

+
=

(
(
(

+
=

K 037 , 0 V
2
=

La differenza di potenziale complessiva dunque data dalla somma delle due differenze di
potenziale:

( ) K 467 , 1 037 , 0 43 , 1 K V V V
2 1 AB
= + = + =

|

\
|

= =
4
Q
467 , 1 K 467 , 1 V
AB


Daltra parte la differenza tra i potenziali tra i due punti che sono collocati su circonferenze aventi
raggi diversi anche data dalla relazione:
|
|

\
|

|

\
|

=
B A
AB
r
1
r
1
4
Q
V
Con:
( ) m 412 , 0 y x r
2
A
2
A A
= + =
( ) m 044 , 1 y x r
2
B
2
B B
= + =

Per cui:
( ) K 469 , 1
044 , 1
1
412 , 0
1
4
Q
V
AB
= |

\
|

|

\
|

=

Si nota quindi che i due risultati sono praticamente coincidenti.

193
yA
xA
y
r
B
A
C

yB
r

Figura 92 -



































194

ESERCIZI
ENERGIA POTENZIALE - POTENZIALE

Esercizio 1:
Una sfera metallica con carica ( ) C 10 2 Q
2
= spostata dallaria allacqua. Determinare di quanto
varia il potenziale da essa prodotto in un punto generico del campo alla distanza r.

Soluzione:
Il potenziale generato da una distribuzione di carica di forma sferica pari a quello che si avrebbe
nel medesimo punto se la carica fosse tutta concentrata nel baricentro o centro della sfera.
Il suo valore pari a:
r
1
4
Q
r
1
4
Q
V
R
R


=

=



Quando la carica nellaria:

( )
( )
r
1
4
Q
V
ARIA R
R


=


Quando nellacqua:

( )
( )
r
1
4
Q
V
O 2 H R
O 2 H R


=


La variazione di potenziale quindi data da:

( ) ( )
|
|

\
|


=
O 2 H R ARIA R
R
1 1
r 4
Q
V
Dato che per laria la costante dielettrica relativa approssimativamente uguale allunit, si
ottiene:
r 4
Q
81
80
81
1
1
1
r 4
Q
V
R

=
|

\
|


=


Il rapporto tra i due potenziali :
( )
( )
81
V
V
ARIA R
O 2 H R
O 2 H


Cio il potenziale generato nellacqua, ad una distanza r dal centro, 81 volte minore di
quello generato nello stesso punto nellaria.


Esercizio 2:
In un rettangolo ABCD di dimensioni 3m x 4m sono poste nei vertici A, B e C rispettivamente le
seguenti cariche elettriche:
( ) C 10 3 Q
4
A

=
( ) C 10 5 Q
2
B

+ =
( ) C 10 4 Q
5
C

+ =
Determinare il potenziale generato dalle tre cariche nel punto corrispondente al vertice D del
rettangolo.

Soluzione:

195
Il potenziale elettrico generato da una carica puntiforme in un punto dipende dalla grandezza della
carica e dalla distanza tra la carica e il punto:
r
1
4
Q
V

=
Il potenziale dovuto alla presenza di pi cariche pari alla somma algebrica dei potenziali
generati nel punto da ogni singola carica:
|
|

\
|
+ +

=
C
C
B
B
A
A
r
Q
r
Q
r
Q
4
1
V

A
B
C
D
3m
4m


Per cui:

|
|

\
|

+
+


=

4
C 10 4
16 9
C 10 5
m 3
C 10 3
4
1
V
5 2 4


(

\
|


=

m
C
10 91 , 9
4
1
V
3


|

\
|

=
(

\
|

|
|

\
|

C
m N
10 91 , 8
m
C
10 91 , 9
m N
C
10 85 , 8 4
1
V
7 3
2
2
12

( ) ( ) V volt
C
J
C
m N
10 91 , 8 V
7

|

\
|

\
|

=

Esercizio 3:
Tre cariche puntiformi positive di valori ( ) C 10 1 Q
5
1

= , ( ) C 10 2 Q
5
2

= , ( ) C 10 3 Q
5
3

= ,
sono poste ai vertici di un triangolo equilatero di lato 5,2 m.
Determinare il potenziale del sistema nel baricentro del triangolo.

Soluzione:

196
A
B
C
5,2m


Il baricentro del triangolo equilatero collocato alla met della base e ad una distanza da essa pari
ad un terzo dellaltezza h:
( ) m 50 , 4 60 sen 2 , 5 h = =
m 5 , 1
3
h
=
La distanza di ogni carica dal baricentro data da:
( ) m 00 , 3 5 , 1
2
2 , 5
r
2
2
= +
|

\
|
=

Il potenziale generato in tal punto da ogni carica dunque:
( )
( )( ) ( ) volt
C
m N
10 80 , 1 C 10 6
m 3 4
1
V
5 5

\
|

=

=




Esercizio 4:
Una sfera conduttrice di raggio R=5 cm caricata fino ad assumere un potenziale di 100 V.
Determinare:
La carica elettrica ricevuta dalla sfera
Lintensit del campo elettrico nel centro della sfera
Lintensit del campo elettrico a 50 cm dal centro della sfera.

Soluzione:
Si tenga presente che la carica elettrica si distribuisce solo sulla superficie esterna della sfera e che,
nella fase stazionaria successiva al processo di carica, la carica complessiva distribuita in modo
uniforme con una densit superficiale costante.
In tali condizioni non quindi possibile che le cariche interne possano muoversi ulteriormente verso
lesterno perch, altrimenti, varierebbe la carica complessiva.
Ci equivale a dire che il campo elettrico, allinterno della sfera, deve essere nullo.
Quindi alla seconda richiesta del problema occorre dire che il campo elettrico nullo al centro della
sfera.
Daltra parte se si ammette nullo il campo elettrico interno, allora, per la relazione:
E
ds
dV
=
197

Significa che la derivata della funzione potenziale allinterno della sfera ha un valore nullo
per tutti i punti interni.
Ci significa che la funzione potenziale deve essere costante e quindi pari al potenziale
esistente sulla superficie come daltra parte confermato anche dallintegrazione della
funzione campo elettrico.
Il potenziale interno alla sfera vale quindi 100 Volt.
Ma il potenziale calcolato al centro della sfera, per una distanza dalla superficie
costantemente uguale al raggio, uguale alla sommatoria di tutti i contributi delle cariche
poste sulla superficie:
|

\
|

+ +

+


=
r
S
..........
r
S
r
S
4
1
V
N 2 1

|

\
|

+ +

=
r
S
..........
r
S
r
S
4
V
N 2 1

( )
N 2 1
S ......... S S
r
1
4
V + + +

=

Con:
( )
2
N 2 1
r 4 S ......... S S = + + + Superficie complessiva della sfera

Per cui:

=
r
r 4
r
1
4
V
2

Da cui si ricava la densit superficiale:
r
V
=
( )
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|
=

2
8
2
2
12
m
C
10 77 , 1
m 05 , 0
m N
C
10 85 , 8
C
J
100


La quantit di carica complessiva sulla sfera data da:
( ) C 10 56 , 5 r 4
m
C
10 77 , 1 S Q
10 2
2
8
=
|

\
|
= =
Il campo elettrico prodotto alla distanza di 50 cm dal centro dato utilizzando la legge di Gauss:

= =
Q
S E
( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

C
N
20
m 5 , 0 4
m N
C
10 85 , 8
C 10 56 , 5
r 4
1 Q
E
2 2
2
2
12
10
2
1








Esercizio 5:
Due sferette metalliche, entrambe con carica ( ) C 10 5 Q
3
= , sono poste nellaria rispettivamente
in due punti A e B distanti 3 m uno dallaltro. Determinare lintensit del campo elettrico ed il
198
potenziale nel punto intermedio alle due cariche e in un punto posto sulla retta congiungente le due
cariche a 1 metro di distanza da una di esse (internamente al segmento AB).
Soluzione:
Il campo elettrico prodotto dalle cariche nel punto intermedio nullo in quanto ogni carica genera
un campo elettrico di pari valore ma di segno contrario.
Il potenziale la somma dei potenziali prodotti da ogni carica:
( )
( )
( ) volt 10 6
m
2
3
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 5 2
2
r
1
4
Q
V
7
2
2
12
3

|
|

\
|



=

=


Ad un metro di distanza da una delle due cariche:
2
2
2
1
2
1
2
2
2
2
2
1
2 1
r r
r r
4
Q
r
1
r
1
4
Q
E E E


=
|
|

\
|


= =
( ) ( )( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

C
N
10 37 , 3
m 2 1
m N
C
10 85 , 8 4
m 1 2 C 10 5
r r
r r
4
Q
E
7
4 2 2
2
2
12
2 2 2 3
2
2
2
1
2
1
2
2

Con:
2
1
1
r
1
4
Q
E

=
2
2
2
r
1
4
Q
E

=
( ) m 1 r
1
=
( ) m 2 r
2
=

Per quanto riguarda il potenziale:
( )
( ) ( ) volt 10 75 , 6 m
2
1
1
1
4
C 10 5
r
1
r
1
4
Q
V
7 1
3
2 1
=
|

\
|
+

=
|
|

\
|
+

=
























199
Esercizio 6:
Si determini il potenziale elettrostatico nei punti A, B e C del campo generato da due cariche
disposte come nella figura seguente, di valore ( ) C 10 3 Q
6
1

= e ( ) C 10 3 Q
8
2

=

Soluzione:
A
B C
10 cm
10 cm
10 cm
2
0

c
m
Q1
Q1


Nel punto A:
( )
( )
( )
( ) volt
C
J
10 72 , 2
m 1 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3 10 3
Q Q
r 4
1
V
5
2
2
12
8 6
2 1
A
A

|

\
|
=

|
|

\
|


+
= +

=


Nel punto B:

( )
( )
( )
( ) volt
C
J
10 92 , 1
45 cos
1 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3 10 3
Q Q
r 4
1
V
5
2
2
12
8 6
2 1
C
B

|

\
|
=

|
|

\
|


+
= +

=


Nel punto C:
( )
( )
( )
( ) volt
C
J
10 36 , 1
m 2 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3 10 3
Q Q
r 4
1
V
5
2
2
12
8 6
2 1
C
B

|

\
|
=

|
|

\
|


+
= +

=



Esercizio 7:
Calcolare il lavoro meccanico necessario per portare un elettrone da un punto ad un altro tra cui
esiste una differenza di potenziale (d.d.p. o tensione) pari a ( ) volt 000 . 1 V = .

Soluzione:
Si intende che lelettrone, la cui carica negativa pari a 1,602 (C), si muova in modo spontaneo, per
effetto del campo elettrostatico che genera la differenza di potenziale, da un punto a potenziale
minore verso punti a potenziale maggiore.
Il valore della differenza di potenziale comunque dato dal rapporto tra la quantit di lavoro
necessario per trasportare una carica q da un punto allaltro del campo diviso per la grandezza della
carica che si sposta:
200
q
W
V
AB
AB
=
Per determinare il lavoro occorre dunque utilizzare la formula inversa e tenere conto della carica
dellelettrone:
( ) ( ) J 10 602 , 1 C 10 602 , 1
C
J
000 . 1 e V W
16 19
AB AB

=
|

\
|
= =

Quindi se lelettrone si sposta da punti a potenziale basso verso punti a potenziale pi elevato, il
lavoro fornito dal campo, mentre il lavoro deve essere fornito dallesterno per provocare il
movimento contrario.


Esercizio 8:
Calcolare il lavoro richiesto da una carica di ( ) C 10 3
3
per essere portata da un punto A di un
campo elettrico il cui potenziale 500 V sino ai limiti del campo.

Soluzione:
Il lavoro richiesto dato dalla relazione:
( ) ( ) ( ) J 5 , 1 C 10 3 V 500 q V W
3
A A
= = =




Esercizio 9:
Determinare il potenziale che si ha in un punto A in cui una carica di ( ) C 10 3
5
possiede
unenergia potenziale elettrostatica di 0,03 (J).

Soluzione:
Lenergia potenziale che la carica possiede nel punto A del campo pari al lavoro che dovrebbe
fare il campo per trasferirla dal punto A sino ai limiti del campo.
Nel punto considerato si pu determinate il potenziale dal rapporto tra lenergia potenziale e la
grandezza della carica, per cui:

( )
( )
( ) volt 10
C 10 3
J 10 3
q
W
V
3
5
2
A
A
=

= =




Esercizio 10:
Due lamine metalliche uguali e parallele distano tra loro 3 cm. Tra le lamine esiste una differenza di
potenziale (tensione elettrica) ( ) V 000 . 2 V = .
Calcolare lintensit del campo elettrico esistente tra le lamine sapendo che interposta aria.

Soluzione:
Il campo elettrico generato da due lamine cariche e parallele di tipo uniforme. Quindi lintensit
del campo costante.
Dato che la funzione potenziale si ottiene dallintegrale della funzione campo elettrico:

dx E dV =

Allora la differenza di potenziale data dal termine costante E moltiplicato per la distanza tra le
lamine:

x E V =

201
Ed il valore uniforme del campo, di conseguenza:


( )
( )
|

\
|

\
|

\
|

\
|
= =

=
C
N
m C
m N
m C
J
m
V
10 67 , 6
m 03 , 0
V 000 . 2
x
V
E
5



Esercizio 10:
Determinare la carica elettrica di un corpo immerso in un campo elettrico sapendo che il lavoro
compiuto dal campo per spostarlo da un punto ad un altro punto in cui il potenziale maggiore di
2.000 V di 1 J.

Soluzione:
Dato che il campo compie un lavoro sul corpo carico spostandolo da un punto a potenziale pi
piccolo verso un altro punto a potenziale maggiore, occorre che la carica posseduta dal corpo sia
negativa.
Dalla relazione dellenergia potenziale elettrostatica si ottiene:

q V W
AB AB
=
( )
( ) C 10 5
C
J
000 . 2
J 1
V
W
q
4
AB
AB
=
|

\
|

= =



Esercizio 11:
Determinare il lavoro che necessario fornire ad un corpo carico con ( ) C 10 3 q
5
= per portarlo
da un punto che dista 50 cm da una carica ( ) C 10 2 Q
4
= , ad un punto che distante 5 cm dalla
stessa carica.

Soluzione:
La carica negativa attrae i corpi carichi positivamente e respinge i corpi carichi negativamente. Per
questo motivo lo spostamento da punti pi lontani dalla carica a punti pi ravvicinati, da effettuarsi
su una carica negativa, richiede lintervento di una quantit di lavoro esterno pari a quello che
farebbe il campo per lo spostamento opposto.
|
|

\
|

=
B A
AB
r
1
r
1
4
q Q
W
( ) ( )
( ) ( ) J 971 m 18
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3 C 10 2
5 , 0
1
05 , 0
1
4
q Q
W
1
2
2
12
5 4
AB
=
|
|

\
|



= |

\
|








Esercizio 12:
Nel passaggio di una carica puntiforme ( ) C 10 3 , 0 q
3
= da un punto A ad un punto B di un campo
elettrico, rispettivamente a potenziale ( ) V 300 V
A
= e ( ) V 500 V
B
= , quale lavoro necessario
compiere?

202
Soluzione:
In un campo elettrico qualsiasi definito potenziale nullo quello caratterizzato da un punto posto
allinfinito.
Se la carica che genera il campo positiva e se la carica esploratrice anchessa positiva, ogni
punto del campo diverso dallinfinito caratterizzato dal lavoro
A
W che il campo compie per
spostare la carica dal punto sino allinfinito.
Tale lavoro positivo e, di conseguenza, il potenziale
A
V positivo.
Se la carica che genera il campo negativa ed essendo nullo per definizione il potenziale a distanza
infinita, allora lo spostamento di una carica positiva richiede un lavoro esterno che consideriamo
negativo.
Quindi il potenziale di ogni punto caratterizzato da valori grandi negativi per punti prossimi alla
carica generatrice che tendono al valore nullo per punti distanti.
Allora anche in questo caso le cariche positive si spostano in modo naturale nel campo passando da
punti distanti (potenziali pi grandi in senso algebrico) a punti pi vicini (potenziali pi piccoli in
senso algebrico)
Nel caso dellesercizio, la carica elettrica positiva passa da un valore elevato positivo ad un valore
negativo con una differenza di potenziale pari a:
( ) V 800 V =

Il lavoro occorrente quindi:
( ) ( ) ( ) J 24 , 0 C 10 3 , 0 V 800 q V W
3
AB AB
= = =





Esercizio 13:
Calcolare il lavoro compiuto dalle forze del campo nel portare una carica di ( ) C 10 3
5
da un
punto distante 3 metri ad un punto distante 100 metri da una carica di ( ) C 10 2
3
che produce il
campo elettrico.
Si opera in olio minerale la cui costante dielettrica relativa 5 , 2
R
= .

Soluzione:
La carica generatrice positiva, la carica che si sposta positiva.
Il lavoro eseguito dal campo che spinge la carica da punti pi vicini (potenziale grande e positivo)
a punti pi distanti (potenziale piccolo e sempre positivo).
Il lavoro eseguito dal campo pari alla differenza di energia potenziale elettrostatica tra il punto pi
vicino e quello pi distante:
B A AB
W W W =
|
|

\
|

=
B A R
AB
r
1
r
1
4
q Q
W
( )
( ) J 81 , 69
100
1
3
1
m N
C
10 85 , 8 5 , 2 4
C 10 3 10 2
W
2
2
12
2 5 3
AB
=
|

\
|

|
|

\
|




Esercizio 14:
Tra due piastre metalliche poste a 50 cm di distanza una dallaltra vi una differenza di potenziale
di 1.000 V.
Un corpo carico puntiforme, con carica di ( ) C 10 5
4
, partendo da una piastra, si arresta a 10 cm
dalla seconda. Determinare il lavoro compiuto dalle forze del campo.

203
Soluzione:
Considerando che il campo elettrico uniforme tra le piastre e che la differenza di potenziale data
dallintegrale, esteso a tutta la distanza, del campo elettrico, si ottiene, conoscendo la differenza di
potenziale, il valore del campo:

( ) x E V 000 . 1 V = =

( )
( )
|

\
|
= =

=
m
V
000 . 2
m 50 , 0
V 000 . 1
x
V
E
La forza elettrostatica cui sottoposta la carica ha quindi un valore di:
q E F
E
=
Mentre il lavoro fatto da tale forza dato da:
1 E
x F W =
( ) ( ) ( ) J 4 , 0 m 40 , 0 C 10 5
m
V
000 . 2 x q E W
4
1
=
|

\
|
= =




Esercizio 15:
La differenza di potenziale (d.d.p. o tensione) tra due punti appartenenti ad una linea di forza di un
campo elettrico uniforme di 200 V. Sapendo che la forza agente su una carica ( ) C 10 2 q
4
= ,
immersa nel campo, ( ) N 10 4 F
3
E

= , calcolare la distanza tra i due punti:



Soluzione:
La differenza di potenziale tra i due punti del campo data dal rapporto tra la quantit di lavoro
effettuato dal campo per trasferire la carica da un punto allaltro e la grandezza della carica stessa:

q
W
V
AB
AB

=

Dato che il campo uniforme (come quello generato da due piastre parallele caricate di
segno contrario), la forza elettrica applicata costante ed il lavoro dato dalla relazione:

AB AB E AB
S q E S F W = =

Per cui la differenza di potenziale determinata da:

q
S q E
q
W
V
AB AB

=

=

AB
S E V =

Da cui si ottiene la distanza:

E
V
S
AB

=

E
E
AB
F
q V
q
F
V
S

=

=

( ) ( )
( )
( ) m
N C
C m N
N C
C J
N
C V
10
N 10 4
C 10 2 V 200
S
3
4
AB

|

\
|

\
|

\
|

=




204
Esercizio 16:
Due cariche, ( ) C 10 4 Q
5
1

= e ( ) C 10 5 Q
4
2

= , sono fissate rispettivamente ai punti A e B che


distano tra loro 1 metro.
Determinare il lavoro richiesto per trasferire una carica ( ) C 10 3 q
4
= dal punto C al punto D.

Soluzione:

A
1m
D C B



La differenza di potenziale tra il punto C e D pari al rapporto tra il lavoro necessario per lo
spostamento della carica e la grandezza della carica stessa:
q
W
V
CD
CD
=
Per cui, se si conoscesse la differenza di potenziale, si otterrebbe:
q V W
CD CD
=

Daltra parte per determinare la differenza di potenziale occorre conoscere i potenziali dei due
punti:

D C CD
V V V =

Ed i potenziali sono rispettivamente ottenuti sommando algebricamente i potenziali generati
dalle due cariche nei punti che ci interessano:
|
|

\
|
+

=

+

=
BC
B
AC
A
BC
B
AC
A
C
r
Q
r
Q
4
1
r
1
4
Q
r
1
4
Q
V
|
|

\
|
+

=

+

=
BD
B
AD
A
BD
B
AD
A
D
r
Q
r
Q
4
1
r
1
4
Q
r
1
4
Q
V
Si ottengono i seguenti risultati:
( )
( )
( )
( )
|

\
|

=
(


=
|
|

\
|
+

=


4
1
10 47 , 2
m 2 , 0
C 10 5
m 2 , 1
C 10 4
4
1
r
Q
r
Q
4
1
V
3
4 5
BC
B
AC
A
C

205
( )
( )
( )
( )
|

\
|

=
(


=
|
|

\
|
+

=


4
1
10 22 , 1
m 4 , 0
C 10 5
m 4 , 1
C 10 4
4
1
r
Q
r
Q
4
1
V
3
4 5
BD
B
AD
A
D


La differenza di potenziale quindi data da:
( )
|

\
|

= +
|

\
|

= =

4
1
10 25 , 1 10 22 , 1 10 47 , 2
4
1
V V V
3 3 3
D C CD


Il potenziale del punto D quindi pi elevato del potenziale del punto C.
La carica esploratrice positiva quindi tende a muoversi da punti a potenziale maggiore
verso punti a potenziale minore.
Nel nostro caso occorre un lavoro esterno per provocare il movimento contrario da C a D,
quindi, il lavoro negativo e vale:
( ) ( ) ( ) J 10 37 , 3 C 10 3 V
4
1
10 25 , 1 q V W
3 4 3
CD CD
=
|

\
|

= =



Esercizio 17:
Calcolare la velocit che acquista una sfera pesante 5 grammi, avente una carica di ( ) C 10 2
3
, nel
passare da un punto con potenziale di 1.500 V ad un punto alla stessa quota, ai limiti del campo.
Si suppone nulla la velocit iniziale della sfera.

Soluzione:
Potendo considerare nullo il potenziale di un punto ai limiti del campo, il potenziale del punto
considerato moltiplicato per la grandezza della carica che si sposta altro non che il lavoro fornito.
Sfruttando il teorema dellenergia cinetica allora possibile determinare la velocit finale della
sfera nel punto ai limiti del campo:

2
A A
v m
2
1
q V W = =



Dato che la quota non cambia, lenergia potenziale non varia e non incide nel calcolo.
Con la formula inversa:

m
q V 2
v
A 2

=

( )
( )
|
|

\
|
=

|

\
|

kg
m N
200 . 1
kg 005 , 0
C 10 2
C
m N
500 . 1 2
v
3


|
|

\
|

|
|
|
|

\
|

|
|

\
|
=
2
2
2
2
s
m
m
kg
s
m
kg
kg
m N
200 . 1 v

|

\
|
=
|
|

\
|
=
s
m
64 , 34
s
m
200 . 1 v
2
2






206
Esercizio 18:
Una particella pesante 10 grammi e con carica elettrica ( ) C 10 5 q
3
= si trova in quiete in un
punto A di un campo elettrico uniforme. Determinare il tempo che impiega per giungere in B
(distante da A 10 metri) sapendo che tra A e B vi una differenza di potenziale (tensione) di 1.000
V.

Soluzione:
Il lavoro applicato dal campo uniforme per spostare la carica dal punto A al punto B dato da:
( ) ( ) J 5 C 10 5
C
J
000 . 1 q V W
3
AB AB
=
|

\
|
= =


La forza elettrostatica costante ha quindi un valore:
AB E AB
S F W =

( )
( )
( ) N 5 , 0
m 10
m N 5
S
W
F
AB
AB
E
=

= =
Laccelerazione costante cui sottoposta la particella vale:
a m F
E
=

( )
( )
|

\
|
=
|
|
|
|

\
|

= = =
2
2
E
s
m
50
kg
s
m
kg
50
kg 01 , 0
N 5 , 0
m
F
Fa

Il tempo impiegato, con laccelerazione calcolata, per percorrere lo spazio di 10 metri dato
da:
2
t a
2
1
S =

( )
( ) ( ) s 63 , 0 s 4 , 0
s
m
50
m 10 2
a
S 2
t
2
2
= =
|

\
|

=

Esercizio 19:
Una sfera di 10 cm di raggio, caricata con una carica ( ) C 10 3 Q
5
= , posta a contatto con una
seconda sfera, scarica, di raggio 25 cm.
Successivamente le due sfere sono allontanate.
Determinare la densit superficiale di carica su ogni sfera dopo il contatto.

Soluzione:
La prima sfera, caricata positivamente, assume sulla superficie un valore di potenziale elettrostatico
pari a quello di un punto interno qualsiasi come, ad esempio, al centro della sfera.
Detto potenziale determinato dalla somma algebrica di tutti i potenziali generati nel centro da ogni
tratto di superficie esterna caricata con una densit superficiale iniziale :
|

\
|

+ +

+


= =
r
S
.......
r
S
r
S
4
1
V V
N 2 1
SUPERFICIE CENTRO

=
|

\
|

= =
=
=
r
r 4
r 4
S
r 4
V V
2
N i
1 i
i SUPERFICIE CENTRO


La seconda sfera, inizialmente scarica, ha un potenziale elettrostatico nullo.
Ponendo a contatto la sfera carica con la sfera scarica, gli elettroni di conduzione negativi presenti
nella sfera scarica sono costretti a passare da punti a potenziale nullo (sfera scarica) verso punti a
potenziale maggiore (sfera carica).
207
Durante il processo transitorio che avviene durante il contatto, elettroni negativi provenienti dalla
sfera scarica giungono continuamente sulla sfera carica a potenziale maggiore provocando la
riduzione della quantit di carica positiva iniziale, una conseguente riduzione della densit
superficiale di carica e del potenziale iniziale.
Nel contempo, il trasferimento di elettroni provoca, nella sfera inizialmente scarica, la comparsa di
una uguale quantit di carica positiva, laumento della densit superficiale di carica e un
conseguente aumento del potenziale.
Il potenziale cui si porter la seconda sfera sar determinato dalla relazione precedente tenendo
conto del raggio della sfera:

=
|

\
|

= =
=
=
1 1 2
N i
1 i
i SUPERFICIE CENTRO
r
r 4
r 4
S
r 4
V V

Il trasferimento di elettroni cesser quando viene a mancare la causa che lo provoca, cio quando il
potenziale della seconda sfera (in aumento) ed il potenziale della prima sfera (in diminuzione)
raggiungeranno lo stesso valore, cio:

r r
2 1 1


Alla fine il rapporto tra le due densit superficiali di carica sar dato da:
r r
2 1 1
=

1 2
1
r
r
=


Daltra parte, per il principio di conservazione della carica elettrica, si dovr avere:

( ) ( ) ( ) C 10 3 Q r 4 r 4
5 2
2
2
1 1

= = +

Ricavando
1
dalla precedente e sostituendo:
( ) ( ) ( ) C 10 3 r 4 r 4
r
r
5 2
2
2
1
1
2
= +


( ) ( ) ( ) C 10 3 r 4 r 4 r
5 2
2 1 2

= +
( ) ( ) C 10 3 r r r 4
5 2
1 2

= +
( )
|

\
|
=
+

2
5
2
1
5
2
m
C
10 82 , 6
r r r 4
10 3

Esercizio 20:
Determinare il potenziale elettrico V a una distanza ( ) m 10 12 , 2 r
12
= dal nucleo di un atomo di
idrogeno (che possiede un solo protone).

Soluzione:
Il nucleo di un atomo di idrogeno contiene un solo protone avente carica positiva pari, in valore
assoluto, a quella dellelettrone. Il potenziale generato dal protone positivo dunque:
( )
r
p
4
1
V
r
+


=
Da cui si ricava:
( )
( )
( )
( ) volt
C
m N
79 , 6
m 10 12 , 2
C 10 602 , 1
m N
C
10 85 , 8 4
1
V
10
19
2
2
12
r

|

\
|

=

|
|

\
|



208


Esercizio 21:
Determinare lenergia potenziale elettrostatica di un elettrone posto alla medesima dellesercizio
precedente dal nucleo dellatomo di idrogeno.

Soluzione:
Considerando pari a zero lenergia potenziale elettrostatica di un elettrone posto ad una distanza
infinitamente grande dal nucleo allora lenergia potenziale caratteristica della posizione considerata
corrisponde al lavoro occorrente per trasportarlo allinfinito.
Dato che il protone attrae lelettrone occorre quindi lintervento di lavoro esterno che deve essere
considerato negativo.
La quantit di lavoro esterno negativo sar pari, in valore assoluto, al lavoro positivo che compie il
campo per spostare la carica dallinfinito sino al punto:
r
1
4
e p
W W
A A

= =
+


( )
( )
( ) ( ) J m N 10 09 , 1
m 10 12 , 2
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 602 , 1 10 602 , 1
W
18
10
2
2
12
2 19 19
A
=

|
|

\
|



E anche possibile determinare lenergia potenziale elettrostatica tenendo presente il
potenziale calcolato precedentemente e ricordando che il potenziale ad una distanza infinita
nullo.
La differenza di potenziale tra il punto e linfinito proprio uguale al potenziale del punto r.
Quindi:
A A
W W =


A A
A A
V V V
e
W
e
W
= = =



( ) ( ) ( ) J 10 09 , 1 Volt 79 , 6 C 10 602 , 1 V e W
18 19
A A

= = =






Esercizio 22:
La differenza di potenziale elettrico tra il terreno e una nuvola durante un temporale
( ) V 10 2 , 1 V
9
= . Determinare la variazione dellenergia potenziale elettrostatica di un elettrone
che si muove tra questi punti.

Soluzione:
Dalla relazione:
q
W
V

=
Si ottiene la variazione dellenergia potenziale elettrostatica:
( ) ( ) ( ) J 10 92 , 1 C 10 602 , 1
C
J
10 2 , 1 e V q V W
10 19 9
=
|

\
|
= = =


Tale energia pu essere anche misurata in elettronvolt (eV) tenendo presente che un eV
corrisponde al lavoro necessario per spostare la carica di un elettrone tra due punti con una
differenza di potenziale di 1 Volt:
209
( ) ( ) ( ) ( ) J 10 602 , 1
C
J
C 10 602 , 1 volt 1 C 10 602 , 1 eV 1
19 19 19
=
|

\
|
= =
Quindi:
( )
( ) ( ) GeV 19 , 1 eV 10 19 , 1
eV
J
10 602 , 1
J 10 92 , 1
W
9
19
10
= =
|

\
|



Esercizio 23:
Si supponga che in un tipico lampo di un fulmine la differenza di potenziale tra nuvole e terreno sia
( ) V 10 1 V
9
= e la quantit di carica trasferita ( ) C 30 Q = .
Determinare:
1. Lenergia trasferita dal lampo
2. La velocit finale di un corpo di massa 1000 kg, inizialmente fermo, se tutta lenergia del lampo
potesse essere trasferita integralmente al corpo
3. La quantit di ghiaccio che potrebbe fondersi con tale energia (calore latente di fusione a 0
uguale a
|
|

\
|

kg
J
10 3 , 3
5


Soluzione:
Lenergia coinvolta nel passaggio di una quantit di carica di 30 C per effetto di una differenza di
potenziale data, pari a:
Q V W =
( ) ( ) ( ) J 10 3 C 30 V 10 1 W
10 9
= =
Se tale quantit di energia fosse trasferita al corpo di massa data si potrebbe determinare la velocit
finale assunta utilizzando il teorema dellenergia cinetica:
2
F I . C F . C
v m
2
1
E E W L = = =

( )
( )
|

\
|
=
|
|
|
|

\
|

=

=

=
s
m
746 . 7
kg
m
s
m
kg
10 6
kg 000 . 1
m N 10 3 2
m
W 2
v
2
7
10
F

La quantit di ghiaccio che fonderebbe con lenergia del fulmine sarebbe data da:
L
c m W =

( )
( ) ( ) tonn 91 kg 10 09 , 9
kg
J
10 3 , 3
J 10 3
c
W
m
4
5
10
L
=
|
|

\
|

=


Esercizio 24:
Due cariche lineari di lunghezza infinita sono disposte parallelamente ad un asse Z. La prima, con
densit di carica lineare + , si trova ad una distanza
A
r a destra dellasse principale. Laltra, con
densit di carica , alla stessa distanza
A
r a sinistra dellasse principale. Le linee di carica e
lasse Z sono sullo stesso piano.
Determinare il potenziale generato in un punto posto a 3 metri.

Soluzione:
210
r
a a
r

A
z
r
t
t
r


R14 - 1


La distribuzione lineare positiva di destra produce nel punto A un potenziale pari alla somma di tutti
i potenziali generati dai tratti di filo carico.
Per il tratto di filo posto ad una distanza z dallorigine degli assi, il potenziale determinato dalla
relazione:

2 2
a
2 2
A
z r 2
1
4
dz
z r
1
4
dz
t
1
4
dQ
dV
+



=
+



=

=
+

Il potenziale
+
A
V generato dal filo di destra deve quindi essere lintegrale della funzione
calcolato entro i limiti dellaltezza z da un minimo pari a infinito ad un massimo pari al
valore infinito.
Per cui:
( )
( ) dz z r 2
4
dz
z r 2
1
4
V
z
z
2
1
2 2
a
z
z
2
1
2 2
a
A

=
=
=

=
=
+

( ) [ ]
+

+
+ +

=
2 2
a A
z r 2 z log
4
V

La funzione illimitata e non quindi possibile determinarne il valore per un limite infinito,
occorre perci porre un limite superiore finito supponendo, ad esempio, che il filo abbia una
lunghezza complessiva di 2.000 m.
Il limite superiore sar quindi posto a 1.000 m.
Occorre fissare anche la distanza del filo dallasse Z. Per esempio 4 m.
Allora il valore del potenziale sar dato da:
( ) [ ]
000 . 1
000 . 1
2 2
A
z 4 2 z log
4
V
+

+
+ +

=
Si ottiene:
73 , 11
4
V
A

=
+

211
Allo stesso risultato ma con segno negativo si perviene determinando il potenziale nello
stesso punto per effetto di un filo uguale ma caricato di segno negativo:
( ) [ ]
000 . 1
000 . 1
2 2
A
z 4 2 z log
4
V
+

+ +

=
Si ottiene:
73 , 11
4
V
A


Il potenziale nel punto A collocato sullasse Y al centro della circonferenza di raggio 4 metri
quindi nullo.
Tutti i punti collocati sullasse Y, per simmetria, saranno caratterizzati da potenziale nullo.


r
a
r
a
r
a
A

R14 - 2


Esercizio 25:
Nellesperimento di Millikan con le goccioline dolio, un campo elettrico avente valore
|

\
|
=
C
N
10 92 , 1 E
5
instaurato tra due piatti posti ad una distanza di 1,50 cm.
Si determini la differenza di potenziale tra i due piatti.

Soluzione:
Il valore costante del campo elettrico tra le piastre permette di determinare la differenza di
potenziale V tramite il semplice calcolo del lavoro effettuato dal campo per spostare le cariche
elettriche.
Il lavoro effettuato dal campo su una carica positiva q per lo spostamento da A a B si determina
tenendo conto che la forza elettrica costante in tutti i punti tra le piastre:

d q E d F W
E AB
= =

La differenza di potenziale pari al rapporto tra la differenza di energia potenziale elettrostatica (o
lavoro effettuato) e il valore della carica stessa:

212
d E
q
W
V
AB
AB
= =

Dunque:

( ) ( ) V
C
J
C
m N
880 . 2 m 015 , 0
C
N
10 92 , 1 V
5
AB

|

\
|

\
|

=
|

\
|
=



Esercizio 26:
Due grandi piatti paralleli conduttori sono posti ad una distanza di 12 cm luno dallaltro e sulle loro
superfici sono presenti cariche uguali ed opposte. Un elettrone posto a met strada tra i due piatti
soggetto a una forza ( ) N 10 9 , 3 F
15
E

= .
Determinare il campo elettrico Nella posizione dellelettrone e la differenza di potenziale
elettrostatico tra i due piatti.

Soluzione:
Il campo elettrico uniforme tra i piatti ed ha un valore pari a:
( )
( )
|

\
|
=

= =

m
V
10 43 , 2
C 10 602 , 1
N 10 9 , 3
e
F
E
4
19
15
E

La differenza di potenziale tra i piatti data dal prodotto del campo elettrico per la distanza
tra gli stessi:
( ) ( ) V 10 91 , 2 m 12 , 0
m
V
10 43 , 2 d E V
3 4
=
|

\
|
= =





Esercizio 27:
Un piano carico infinito ha una densit di carica
|

\
|
=

2
6
m
C
10 1 , 0 su una faccia. A quale
distanza si trovano le superfici equipotenziali il cui potenziale differisce di 50 V?

Soluzione:
Il campo elettrico prodotto dal piano carico ha un valore pari a:

=
2
E
La differenza di potenziale tra le superfici equipotenziali data da:
d E V =
Si ricava quindi la distanza tra le superfici:

=
2 V
E
V
d

( )
( ) ( ) mm 9 , 8 m 0089 , 0
m
C
10 1 , 0
m N
C
10 85 , 8 2 V 50
d
2
6
2
2
12
= =
|

\
|

|
|

\
|



213
Esercizio 28:
Una lamina sottile non conducente ha una densit di carica positiva disposta su una faccia.
Determinare, in modo simbolico, la quantit di lavoro esercitata dal campo elettrico del foglio
mentre una piccola carica q spostata da una posizione iniziale sul foglio ad una posizione finale
posta ad una distanza z dal foglio. Si dimostri poi che il potenziale prodotto dal foglio ad una
distanza z espresso dalla relazione:
z
2
V V
0

|

\
|

=
Dove con
0
V si intende il potenziale sulla superficie carica.

Soluzione:
Il campo elettrico generato sulla superficie della lastra dato da:
( )
( )


= =
2
2
r
r 2 E

=
2
E
Quando la carica q, per effetto del campo spostata ad una distanza z, la quantit di lavoro
Z
W espressa dalla relazione:
z
2
q
z q E W
Z



= =
La differenza di potenziale tra un punto situato sulla superficie ed un punto alla distanza z
quindi espressa da:
z
2 q
W
V V
Z
0

= =
Quindi il potenziale alla distanza z risulta essere:
z
2
V V
0

= Come si voleva dimostrare




Esercizio 29:
Un cilindro metallico avente diametro di 2,0 cm contiene, posizionato sul suo asse, un filo di
diametro pari a ( ) cm 10 2 , 1
4
. Sapendo che tra la superficie del filo e la parete interna del cilindro
applicata una differenza di potenziale di 850 V, determinare il campo elettrico sulla superficie del
cilindro e del filo.

Soluzione:
Sfruttando la legge di Gauss applicata ad una superficie gaussiana cilindrica di raggio variabile da
un minimo pari al raggio del filo ad un massimo pari al raggio del cilindro e contenente la carica
disposta sul filo, si pu determinare il valore del campo elettrico lungo una linea di flusso.
Il valore del campo elettrico dipender, oltre che dalla distanza lungo la linea, anche dalla densit
superficiale di carica del filo.

1. Legge di Gauss:
( ) ( )

= =
H r 2 Q
H z 2 z E z
F F FILO

Da cui si ottiene:
( )
z
r
z E
F F


=

214
La differenza di potenziale di 850 V data dallintegrale, esteso tra il limite inferiore pari al raggio
del filo ed il limite superiore pari al raggio del cilindro, della funzione campo elettrico, variabile con
la distanza e dipendente dalla densit di carica sul filo:
2. Integrazione del campo elettrico

( ) ( )

= =
C
F
C
F
C
F
R
R
F F
R
R
F F
R
R
z
dz r
z
dz r
dz z E V 850 V
Integrando tra i limiti:

( )
( ) ( ) m 10 5 , 6 cm 10 65 , 0
2
cm 10 3 , 1
r
7 4
4
F

= =

=

( )
( ) ( ) m 10 1 cm 1
2
cm 2
r
2
C

= = =
Si ottiene:
( )

2
7
10 1
10 5 , 6
F F
z
dz r
V 850
( )
2
7
10 1
10 5 , 6
F F
z log
r
V 850


=
( )
7 2 F F
10 5 , 6 log 10 1 log
r
V 850


=
( ) 24 , 14 605 , 4
r
V 850
F F
+


=
( )


=
F F
r
64 , 9 V 850

Sostituendo i valori noti (raggio del filo e costante dielettrica assoluta), si determina la
densit di carica sul filo:
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

\
|

=

2
3
7
2
2
12
F
m
C
10 2 , 1
m 10 5 , 6 64 , 9
m N
C
10 85 , 8
C
m N
850


Il valore del campo elettrico sulla superficie del filo quindi dato da:
( )
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|

= =

C
N
10 35 , 1
m N
C
10 85 , 8
m
C
10 2 , 1
r z E
8
2
2
12
2
3
F
F

Il campo elettrico sulla superficie interna del cilindro si ottiene calcolando la funzione con z uguale
al raggio del cilindro:
( )
( )
( )
|

\
|
=

|
|

\
|

\
|

=


= =


C
N
10 81 , 8
m 10 1
m N
C
10 85 , 8
m 10 5 , 6
m
C
10 2 , 1
r
r
r z E
3
2
2
2
12
7
2
3
C
F F
C


215
r
c
r
f


R14 - 3



Esercizio 30:
Una carica puntiforme ( ) C 10 1 q
6
= . Si consideri il punto A, posto alla distanza di 2,0 m a destra
della carica ed il punto B posto ad una distanza di 1 m a sinistra della carica.
Determinare la differenza di potenziale tra i due punti.
Determinare la differenza di potenziale nel caso in cui il punto B sia ad un metro di distanza ma
sulla verticale condotta per q.




Soluzione:
Il potenziale nel punto A vale:
( )
( )
( ) V 498 . 4
m 2
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 1
r
1
4
q
V
2
2
12
6
A
A
=
|
|

\
|

=

=


Il potenziale nel punto B:
( )
( )
( ) V 996 . 8
m 1
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 1
r
1
4
q
V
2
2
12
6
B
B
=
|
|

\
|

=

=


La differenza di potenziale:

( ) V 500 . 4 996 . 8 498 . 4 V V
B A
= =

Se il punto B sulla verticale, sempre ad un metro di distanza dalla carica, la differenza di
potenziale non cambia in quanto comunque sempre collocato sulla stessa superficie equipotenziale
sferica, di raggio 1 m, del punto precedente.

216
A
B
B
q
V
A
V
A
V
B
2
1
1



R14 4


Esercizio 31:
Si consideri una carica puntiforme ( ) C 10 5 , 1 q
8
= ed il potenziale nullo allinfinito. Quali sono la
forma e le dimensioni di una superficie equipotenziale di 30 V. Le superfici equipotenziali che
differiscono tra loro solo per una costante sono distanziate in modo uguale o disparato?

Soluzione:
La superficie equipotenziale richiesta sicuramente una sfera il cui raggio determinato
imponendo il valore del potenziale dato:
r
1
4
q
V

=
Da cui si ricava:
( )
( ) m 5 , 4
C
m N
30
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 5 , 1
V
1
4
q
r
2
2
12
8
=
|

\
|

|
|

\
|

=

=


Le altre superfici equipotenziali, differendo solo per una costante ad esempio k -, hanno un
raggio determinato dalla relazione:
V k
1
4
q
r
K


=
Il rapporto tra i raggi delle sfere con potenziali multipli di V o sottomultipli di V quindi
dato da:
k
1
r
r
K
=
Per cui:
k
r
r
K
=
Cos le sfere con potenziale rispettivamente di: 15, 60, 90,120 hanno raggi di:
( ) m 9 r 2 r
15
= =
217
25 , 2
2
r
r
60
= =
5 , 1
3
r
r
90
= =

Esercizio 32:
Determinare il potenziale raggiunto da una sfera conduttrice isolata di raggio 16 cm con una carica
pari a ( ) C 10 50 , 1 Q
8
= se si suppone di porre il potenziale allinfinito pari a zero?

Soluzione:
La carica elettrica si dispone sulla superficie della sfera dando luogo ad una densit di carica pari a:
2
r 4
Q

=

Il campo elettrico sulla superficie della sfera perpendicolare alla superficie ed costante in
modulo su tutti i punti della sfera.
Di conseguenza la superficie sferica, essendo perpendicolare al campo, anche una superficie
equipotenziale.
Allinterno della sfera nullo il campo elettrico (altrimenti comparirebbero ulteriori fenomeni di
movimento delle cariche e varierebbe di conseguenza la densit di carica).
Il potenziale che caratterizza i vari punti interni alla sfera deve essere necessariamente costante in
quanto la derivata della funzione che lo rappresenta, cio il campo elettrico, nulla.
Si conclude che il potenziale di un punto interno alla sfera pari al potenziale sulla superficie della
stessa e, in particolare, risulta abbastanza semplice determinarne il valore per il punto centrale della
sfera.
Esso il risultato della somma di tutti i potenziali elementari generati nel centro dalle infinite
distribuzioni superficiali di carica che possono essere individuate suddividendo la superficie sferica
in aree piccolissime S :
( )
2
N i
1 i
i
N i
1 i
i
SUPERFICIE CENTRO
r 4
r 4
S
r 4
1
r
1
4
Q
V V

=

=

= =
=
=
=
=

r 4
Q
r
r 4
Q
r V V
2
SUPERFICIE CENTRO

=

=

= =
( )
( )
( ) V 4 , 843
m 16 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 5 , 1
V V
2
2
12
8
SUPERFICIE CENTRO
=

|
|

\
|

= =



Da notare che il potenziale sulla superficie della sfera, per effetto di una carica distribuita
uniformemente, pari al potenziale che la stessa carica totale provocherebbe in un punto ad una
distanza pari al raggio se fosse tutta concentrata nel centro.


Esercizio 33:
Quando una navetta spaziale si muove nel gas ionizzato rarefatto della ionosfera terrestre, il suo
potenziale varia di circa 1 Volt per ogni rivoluzione. Supponendo che la navicella sia sferica con
raggio pari a 10 m determinare la quantit di carica raccolta per ogni rivoluzione.

Soluzione:
Il potenziale assunto da una superficie sferica caricata elettricamente con una quantit Q, pari a
quello che assumerebbe un punto posizionato ad una distanza pari al raggio se la carica fosse tutta
concentrata nel centro:
218
r
1
4
Q
V

=

Da questa relazione si deduce la quantit di carica necessaria per produrre una variazione di
potenziale di 1 V sulla navicella di raggio 10 m:

r 4 V Q =
( ) ( ) C 10 11 , 1 m 10
m N
C
10 85 , 8 4
C
m N
1 Q
9
2
2
12
=
|
|

\
|

\
|

=


Esercizio 34:
Molti dei materiali che costituiscono gli anelli di Saturno hanno la forma di minuscole particelle
sferiche di raggio pari a circa ( ) m 10
6
. Queste particelle si trovano in una regione che contiene gas
ionizzato rarefatto e raccolgono elettroni in eccesso. Se si ritiene, in modo approssimato, che il
potenziale sulla superficie della particella sferica sia di -400 V, possibile determinare il numero di
elettroni in eccesso raccolti.

Soluzione:
Si utilizza la soluzione del problema precedente.
r
1
4
Q
V

=
( ) ( ) C 10 44 , 4 m 10
m N
C
10 85 , 8 4
C
m N
400 Q
14 6
2
2
12
=
|
|

\
|

\
|

=
Considerando poi la carica unitaria dellelettrone:

= e n Q
( )
( ) elettroni 377 . 419
. elett
C
10 602 , 1
C 10 44 , 4
e
Q
n
19
14
=
|

\
|

= =



Esercizio 35:
Determinare la quantit e la densit superficiale di carica sulla superficie di un conduttore sferico di
raggio 0,15 m il cui potenziale di 200 V.

Soluzione:
Ancora con la soluzione del problema precedente:
r
1
4
Q
V

=
( ) ( ) C 10 33 , 3 m 15 , 0
m N
C
10 85 , 8 4
C
m N
200 Q
9
2
2
12
=
|
|

\
|

\
|

=

La densit superficiale si ottiene considerando la superficie sferica:
( )
( )
|

\
|
=

= =

2
8
2 2
9
m
C
10 18 , 1
m 15 , 0 4
C 10 33 , 3
S
Q






219
Esercizio 36:
Una goccia dacqua sferica su cui presente una carica ( ) C 10 3 Q
13
= , ha un potenziale
superficiale di 500 V. Determinare il raggio della goccia ed il potenziale che assumerebbe se la
goccia si combinasse con unaltra goccia, scarica e con uguale raggio, per formarne una pi grande.

Soluzione:
Con il valore del potenziale e la quantit di carica, si determina il raggio della goccia dacqua:
r
1
4
Q
V

=

( )
( ) m 10 4 , 5
C
m N
500
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
V 4
Q
r
6
2
2
12
13

=
|

\
|

|
|

\
|

=

=
Il volume della goccia quindi:
( )
3 16 3
m 10 58 , 6 r
3
4
Volume

= =
Raddoppiando il volume e determinando il raggio della nuova goccia, si ottiene:
( ) m 10 8 , 6
4
3 Vol 2
r
6
3

=


=
E si determina poi il potenziale della nuova goccia:
( )
( )
( ) Volt 396
m 10 8 , 6
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
r
1
4
Q
V
6
2
2
12
13
=

|
|

\
|

=

=




Esercizio 37:
Un campo elettrico di circa
|

\
|
=
m
V
100 E spesso osservato sulla superficie della Terra. Se questo
campo fosse costante sullintera superficie, quale sarebbe il potenziale elettrico in un punto della
superficie terrestre.

Soluzione:
Il teorema di Coulomb ci permette di determinare la densit di carica superficiale di carica a partire
dalla conoscenza del campo elettrico in prossimit:

= E
Da cui si ottiene:
|

\
|
=
|
|

\
|

\
|
= =

2
10
2
2
12
m
C
10 85 , 8
m N
C
10 85 , 8
C
N
100 E

La conoscenza del raggio terrestre ci permette poi di determinare la quantit di carica
complessivamente presente sulla superficie terrestre nel caso in cui il campo fosse costante
in tutti i punti:
( ) ( ) ( ) C 453 . 452 m 10 38 , 6 4
m
C
10 85 , 8 S Q
2
2
6
2
10
=
|

\
|
= =


Il potenziale sarebbe dato da:
( )
( ) V 10 38 , 6
10 38 , 6 4
C 453 . 452
r
1
4
Q
V
8
6
=

=

=

220

Esercizio 38:
Si supponga che la carica elettrica negativa complessivamente contenuta in una moneta di rame
avente massa di 3,11 grammi, sia completamente rimossa e portata ad una grande distanza dalla
Terra (ad esempio su unaltra galassia) e chela carica positiva rimanente sia distribuita
uniformemente sulla superficie terrestre. Di quanto varierebbe il potenziale sulla superficie della
Terra?

Soluzione:
Il numero atomico del rame 29. Equivale a dire che un atomo di rame allo stato neutro formato
da 29 protoni positivi e 29 elettroni negativi.
Moltiplicando il numero di elettroni per il numero di Avogadro si ottiene il numero complessivo di
elettroni che sarebbero contenuti in una grammo-mole della sostanza in esame.
Leffettivo numero di moli di rame costituenti la moneta dato dal rapporto tra la quantit in
grammi effettivamente presente nella moneta e il numero di grammi costituente una grammo-mole
cio il peso atomino della sostanza.
Quindi:

Calcolo del numero di elettroni presenti in una grammo-mole di rame:
( ) elettroni 10 75 , 1
mole g
atomi
10 02 , 6
atomo
el
29 n
25 23
=
|
|

\
|

\
|
=
Calcolo delle moli di rame contenute nella moneta:
( )
( ) moli 049 , 0
mole
g
63
g 11 , 3
molare . P
m
moli . n =
|

\
|
= =
Calcolo del numero di elettroni presenti nella moneta:
( ) ( ) elettroni 10 58 , 8 moli 049 , 0
mole
elettroni
10 75 , 1 . elettr . n
23 25
=
|

\
|
=
Calcolo della carica elettrica negativa (e positiva) contenuta nella moneta:
( ) ( ) C 371 . 137
elttr
C
10 602 , 1 elett 10 58 , 8 p . prot . n e . elet . n Q
19 23
=
|

\
|
= = =
+


Se la carica elettrica positiva fosse distribuita uniformemente sulla superficie terrestre essa darebbe
luogo ad un potenziale uguale in un qualsiasi punto pari a quello generato sulla superficie della
Terra dalla carica concentrata nel centro della Terra:

( )
( )
( ) Volt 285 . 705 . 193
m 10 38 , 6
m N
C
10 85 , 8 4
C 371 . 137
r
1
4
Q
V
6
2
2
12 T
=

|
|

\
|


=

=


La carica elettrica negativa trasportata ad enorme distanza non avrebbe alcuna influenza sul
potenziale terrestre.


Esercizio 39:
Il punto P al centro di un rettangolo di base 2d ed altezza d. Ai vertici del rettangolo ed al centro
dei due lati maggiori sono collocate le cariche come illustrato nel disegno sottostante. Determinare
il potenziale nel punto P.

Soluzione:


221
+3q
+5q
+5q
-3q -2q
-2q
P
d d
d d
d d
d/2
e

R14 - 5

Il potenziale nel punto P la somma algebrica dei potenziali prodotti, nello stesso punto, dalle
cariche ognuna considerata con il suo segno.

Per cui:
|

\
|


=
d
q 2
d
q 2
e
q 3
e
q 3
e
q 5
e
q 5
4
1
V
B

|

\
|


=
d
q 4
e
q 10
4
1
V
B


Con:

2
d
5 e =
|

\
|


=
d
q 4
5 d
q 20
4
1
V
B


|
|

\
|


=
5 d
q 5 4 q 20
4
1
V
B


|
|

\
|


=
5
5 4 20
d 4
q
V
B


d 4
q
94 , 4 V
B

=


Esercizio 40:
Una carica puntiforme e 0 , 6 Q
1
= tenuta fissa nellorigine di un sistema di coordinate cartesiane.
Una seconda carica puntiforme e 10 Q
2
= fissata in un punto a distanza ( ) mm 6 , 8 x = . Il luogo
dei punti del piano x-y nei quali il potenziale nullo, una circonferenza centrata sullasse x. Si
trovi la posizione
C
x del centro della circonferenza e il raggio della circonferenza.

222
Soluzione:
Occorre determinare a quale distanza, da una delle due cariche si annulla il potenziale sapendo che
esso determinato dalla somma algebrica dei potenziali prodotti singolarmente da ogni carica.
Per un punto situato sullasse x, di coordinata y nulla, deve valere:
|

\
|


=
x 6 , 8
e 10
x
e 6
4
1
V
X

|

\
|



=
x 6 , 8
10
x
6
4
e
V
X

( )
( )
|
|

\
|


=
x 6 , 8 x
x 10 x 6 , 8 6
4
e
V
X

( )
|
|

\
|


=
x 6 , 8 x
x 16 6 , 51
4
e
V
X

Imponendo lannullamento del potenziale si ricava la distanza x:
( )
|
|

\
|


=
x 6 , 8 x
x 16 6 , 51
4
e
0
( )
0
x 6 , 8 x
x 16 6 , 51
=
|
|

\
|



( ) mm 23 , 3
16
6 , 51
x = =
Oppure:
|

\
|
+

+


=
6 , 8 x
e 10
x
e 6
4
1
V
X

|

\
|
+


=
6 , 8 x
10
x
6
4
e
V
X

( )
( )
|
|

\
|
+
+


=
6 , 8 x x
x 10 6 , 8 x 6
4
e
V
X

( )
|
|

\
|
+


=
6 , 8 x x
x 4 6 , 51
4
e
V
X

Imponendo nuovamente lannullamento del potenziale:
( )
|
|

\
|
+


=
6 , 8 x x
x 4 6 , 51
4
e
0
0 x 4 6 , 51 =
( ) mm 90 , 12 x =

Il valore del raggio e dato da:
( ) ( ) m 10 07 , 8 mm 07 , 8
2
23 , 3 90 , 12
r
3
= =
+
=
Il centro del cerchio collocato ad una distanza dal centro dellorigine pari a:
( ) mm 83 , 4 07 , 8 90 , 12 x
C
= =

Esercizio 41:
Una bacchetta, di lunghezza L, caricata con una densit di carica uniforme . Determinare il
potenziale generato dalla bacchetta in un punto P collocato ad una distanza d misurata
perpendicolarmente alla bacchetta nel suo punto mediano.

Soluzione:
223

P
d
L/2 L/2

x
g

R14 - 6
Il potenziale nel punto P pari alla somma algebrica dei potenziali generati da ogni tratto
infinitesimo dx di bacchetta.
Per ogni tratto il potenziale in P dipende dalla distanza g secondo la formula:
g
1
4
dx
dV
P



=
Con:
2 2
d x g + =
Per cui il potenziale complessivamente prodotto da un met della bacchetta pari
allintegrale:

=
2 / L
0
2 2
P
d x
dx
4
V
Dallintegrazione si ottiene:
( )
2 / L
0
2 2
P
d x x log
4
V + +

=
( )
2 2 2
2
P
d 0 0 log d
2
L
2 / L log
4
V + +
|
|

\
|
+
|

\
|
+

=
d
d
4
L
2
L
log
4
V
2
2
P
+ +

=

E, tenendo conto anche dellaltra met della bacchetta:
d
d
4
L
2
L
log
4
2
V
2
2
P
+ +



=



224
Esercizio 42:
Una bacchetta ha la forma di un arco di cerchio con apertura angolare di 120, raggio R e possiede
una carica complessiva Q. La carica uniformemente distribuita su tutta la bacchetta.
Determinare il potenziale nel punto centrale della circonferenza.
Soluzione:
Ogni tratto ds della bacchetta produce nel centro un potenziale:
R
1
4
dq
dV
C


=
R
1
4
ds
dV
C



=
La lunghezza complessiva dellarco pari alla terza parte della circonferenza di raggio R:
3
R 2
S

=
La densit lineare di carica dunque data da:
R 2
Q 3
S
Q

= =
Il potenziale totale dunque lintegrale esteso a tutta la lunghezza dellarco, di:

=


=

3
R 2
0
2 2
S
0
S
0
C
ds
R 8
Q 3
ds
R 2 R 4
Q 3
R 4
ds
V
[ ]
R 4
Q
3
R 2
R 8
Q 3
s
R 8
Q 3
V
2 2
3
R 2
0
2 2
C

=
|

\
|

=



Esercizio 43:
Determinare il potenziale in un punto P, ad una distanza d dallestremit di un bacchetta carica di
lunghezza L e carica totale Q.
Soluzione:
Il potenziale dato dalla somma dei contributi di ogni tratto dx posto alla distanza x dallestremit
della bacchetta.
La distanza di ogni tratto di bacchetta dal punto P dunque la somma della distanza fissa del punto
dallestremit e della distanza x del tratto.

P
L
x
d
Y
X

x+d

R14 - 7
225


Per cui:
( ) d x
1
4
dq
dV
P
+


=
( ) d x
1
4
dx
dV
P
+



=
( ) d x
1
4
dx
L
Q
dV
P
+

=
( ) d x
1
L 4
dx Q
dV
P
+

=

Integrando si ottiene:
( )


=
L
0
P
d x
dx
L 4
Q
V
( )
L
0
P
x d log
L 4
Q
V +

=
( ) [ ] d log L d log
L 4
Q
V
P
+

=
d
L d
log
L 4
Q
V
P
+


=
|

\
|
+

=
d
L
1 log
L 4
Q
V
P



Esercizio 44:
Determinare lenergia potenziale elettrostatica di due elettroni separati da una distanza
( ) m 10 2 d
9
= .

Soluzione:
Lenergia potenziale elettrostatica del sistema dei due elettroni pari al lavoro applicato dal campo
o dallesterno per spostarne uno dei due dalla posizione iniziale ad una posizione finale ove non
esiste pi linterazione tra le due cariche, cio allinfinito.
La relazione tra energia potenziale e differenza di potenziale, permette di determinare lenergia:
A A A
V 0 V V = =


e
W
V
A
A

=

=
A A
V e W

Per cui:
( )
( )
( ) Volt
C
J
721 , 0
m 10 2
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 602 , 1
r
1
4
e
V
9
2
2
12
19
A
A

|

\
|
=

|
|

\
|


( ) ( )
( )
( ) eV 721 , 0
eV
J
10 602 , 1
J 10 15 , 1
J 10 15 , 1
C
J
721 , 0 C 10 602 , 1 W
19
19
19 19
A
=
|

\
|

= + = |

\
|
|

\
|
=




226
Esercizio 45:
Due cariche uguali di valore ( ) C 10 2 q
9
+ = sono fisse nello spazio ad una distanza d=2,0 cm una
dallaltra. Supponendo il potenziale nullo allinfinito, determinare il potenziale elettrico in un punto
C posto a 10 cm sulla perpendicolare passante per la mediana delle due cariche.
Una terza carica, uguale alle precedenti, portata lentamente dallinfinito sino al punto C.
Determinare il lavoro necessario e lenergia potenziale U del sistema quando la terza carica nel
punto C.

Soluzione:
Il potenziale generato dalle due cariche nel punto C dato dalla somma dei potenziali generati
singolarmente:
( )
( )
( ) V 10 57 , 2
m 014 , 0
m N
C
10 85 , 8 2
C 10 2
r 4
q
2 V
6
2
2
12
6
C
=

|
|

\
|

=

=



Quando la carica n. 3 spostata dallinfinito sino al punto C occorre una quantit di lavoro esterno,
quindi negativo, pari al prodotto del potenziale in C per la grandezza della carica:

( ) ( ) ( ) ( ) J 14 , 5 C 10 2 V 10 57 , 2 q V V q V W
6 6
C C C
= = = =




Quando la terza carica giunta nel punto C, lenergia potenziale del sistema pari al lavoro che il
sistema applica per giungere ad una configurazione di potenziale nullo.
In altre parole occorre pensare alla somma del lavoro fatto da due cariche per trasportare la terza
allinfinito e da una delle due cariche rimanenti per spostare allinfinito anche quella rimanente.
Il lavoro fatto dalle due cariche per spostare la terza allinfinito pari allinverso del lavoro
calcolato in precedenza.

Perci
( ) ( ) J 94 , 6
02 , 0 10 85 , 8 4
10 4
14 , 5
r 4
q q
J 14 , 5 U
12
12
12
=

+ =

+ =



P
1cm 1cm
1cm
1,4cm
1,4cm
q

R14 -8
227
Esercizio 46:
Due cariche elettriche, di valori rispettivamente ( ) C 10 0 , 3 Q
6
1

= e ( ) C 10 0 , 4 Q
6
2

= , sono
trasportate da punti infinitamente distanti (V=0) in due punti di un piano cartesiano di riferimento
aventi rispettivamente le coordinate:
{ ( )
{ ( ) cm 5 , 0 y
cm 5 , 3 x
1
1
=
=

{ ( )
{ ( ) cm 5 , 1 y
cm 0 , 2 x
2
2
=
=

Determinare il lavoro necessario per far assumere al sistema la configurazione richiesta.

Soluzione:

Q1
Q2
1,5cm
0,5cm
3,5cm 2,0cm
5,5cm
1,0cm
5,6cm

R14 - 9


Il potenziale generato dalla carica 1 nel punto 2 ove deve essere trasportata la carica 2 dato da:
( )
( )
( ) V 10 82 , 4
m 056 , 0
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 3
r
1
4
Q
V
5
2
2
12
6
1
2
=
|
|

\
|

=

=


Il lavoro per trasportare la carica 2 dallinfinito supponendo presente la carica 1 eseguito dal
campo elettrico ed ha un valore pari a:

( ) ( ) ( ) ( ) J 93 , 1 10 82 , 4 10 4 V 0 C 10 4 V Q W
5 6
2
6
2 2 2
= = = =




Tale lavoro rappresenta anche il lavoro complessivo in quanto si suppone che per trasportare la
carica numero 1 dallinfinito sino al punto 1, quando la carica 2 si trova allinfinito, non occorra
lavoro.

Se si ragiona supponendo che la carica 2 sia gi nel punto 2, si avr il seguente risultato:

( )
( )
( ) V 10 43 , 6
m 056 , 0
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 4
r
1
4
Q
V
5
2
2
12
6
2
1
=
|
|

\
|



=

=


228
Il lavoro che occorrerebbe per trasportare la carica 1 dallinfinito sarebbe dato da:
( ) ( ) ( ) ( ) J 93 , 1 10 43 , 6 10 3 V 0 C 10 3 V Q W
5 6
1
6
1 1 1
= = = =




Come si noter il lavoro necessario per trasportare la carica 1 dallinfinito pari al lavoro per
trasportare la carica 2 dallinfinito.
Tale lavoro, cambiato di segno, anche lenergia potenziale elettrostatica del sistema.


Esercizio 47:
Prima che Einstein pubblicasse la sua teoria della relativit, lo scienziato J. Thomson ipotizz che
lelettrone potesse essere composto da piccole parti e che la sua massa fosse dovuta allinterazione
elettrica delle parti.
Inoltre afferm che lenergia fosse pari a
2
c m E = . Si valuti sommariamente la massa
dellelettrone nel modo seguente:
Si assuma che lelettrone sia composto da tre parti identiche portate dallinfinito e poste ai
vertici di un triangolo equilatero con lati uguali al raggio classico dellelettrone cio
( ) m 10 82 , 2
15
.
Si trovi lenergia potenziale elettrica totale di questa disposizione.
Si divida per
2
c e si confronti il risultato con il valore della massa dellelettrone,
comunemente riconosciuta come ( ) kg 10 11 , 9 m
31
e

= .

Soluzione:
Supponendo di partire dalla configurazione finale, con le tre parti dellelettrone disposte ai vertici
del triangolo equilatero, potremo calcolare lenergia potenziale del sistema pensando prima di
permettere a due cariche fisse, applicando il proprio campo elettrico, lo spostamento della terza
carica e, poi, ad una delle due cariche rimanenti di spostare laltra allinfinito. La somma del lavoro
ottenuto sar lenergia potenziale elettrostatica.

1) Lavoro di due cariche sulla terza:
Il potenziale prodotto dalle due cariche nel punto in cui posizionata la terza dato dalla
somma dei potenziali singoli:
r
1
6
e
2
r
1
4
3
e
V
1


=

=
Il lavoro eseguito dalle due cariche sulla terza quindi:
r
1
18
e
V
3
e
W
2
1 1


= =

2) Lavoro di una cariche sullaltra:
r
1
12
e
r
1
4
3
e
V
2


=

=
r
1
36
e
V
3
e
W
2
2 2


= =

Lavoro totale:
r 12
e
36
2 1
r
e
36
1
18
1
r
e
W W W
2 2 2
2 1

=
|

\
|
+


=
|

\
|
+

= + =
229
( ) ( )
( )
( ) J 10 73 , 2
m 10 82 , 2
m N
C
10 85 , 8 12
C 10 602 , 1
W
14
15
2
2
12
2
2
19

=

|
|

\
|

=

Ipotizzando ora che tale energia potenziale sia lespressione di un equivalente quantit di materia
secondo quanto ipotizzato da Thomson tale quantit di materia dovrebbe essere ottenuta
dividendo lenergia per la velocit della luce al quadrato:
2
c m W =
( )
( )
( ) kg 10 03 , 3
10 3
J 10 74 , 2
c
W
m
31
2
8
14
2

= =

Seguendo lipotesi di Thomson e supponendo di considerare diviso in tre parti lelettrone e
la relativa carica elettrica, risulterebbe una massa pari a circa 1/3 di quella classica.


Esercizio 48:
Ricavare unespressione per quantificare il lavoro necessario per disporre le quattro cariche come
raffigurato, assumendo che le cariche siano infinitamente lontane tra loro.

Soluzione

-q +q
-q
+q
1
2
3
a
a a
a

R14 - 10

a 2 4
q
a 4
q
a 4
q
V
1

+

+
+

+
=
a 4
q
a 2 4
q
V
2

+

+
=
a 4
q
V
3

=
( ) q V W
1 1
=
( ) q V W
2 2
+ =
230
( ) q V W
3 2
=
( ) |

\
|
+ +

= = 1
2
1
1 1 1
2
1
a 4
q
V V V q W
2
3 1 2


|
|

\
|


= |

\
|


=
2
2 1
a 2
q
2
2
2
a 4
q
W
2 2



Esercizio 49:
Tre cariche di 0,12 C formano un triangolo equilatero di lato 1,70 metri. Se si fornisce energia con
potenza di 0,83 kW, quanto tempo occorre per spostare una delle cariche nel punto medio del lato
del triangolo ad essa opposto?

Soluzione:

+q +q
+q
1.7
1.7
1.7
A
B
1,47


R14 - 11

La carica q deve essere spostata dal punto A, vertice del triangolo equilatero, al punto B, medio del
lato contrapposto al vertice A.
Occorre quindi passare dal potenziale caratteristico del punto A a quello del punto B fornendo
energia dallesterno per vincere le azioni repulsive del campo elettrostatico.
Il campo elettrostatico dovuto alle due cariche che rimangono fisse variabile in funzione della
posizione della carica lungo il percorso AB ed dato dalla somma delle componenti perpendicolari
al lato contrapposto del triangolo:

( ) = cos E 2 E
Y


Con:
2
r
1
4
q
E

=
( )
2 2
x 47 , 1 85 , 0 r + =
( ) ( ) = cos r x 47 , 1
231
( )
( )
2 2
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
cos
+

=
Quindi:

( ) [ ]
( )
( ) [ ]
2
1
2 2
2 2
Y
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
x 47 , 1 85 , 0
1
4
q
2 E
+


=

( )
( ) [ ]
2
3
2 2
Y
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
4
q
2 E
+


=

Di conseguenza, la forza da applicare alla carica deve essere uguale e contraria alla forza
elettrostatica variabile:

( )
( ) [ ]
2
3
2 2
Y
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
4
q q
2 F
+

=

Il lavoro che esegue la forza per lo spostamento della carica dal punto alla massima distanza
a quello a distanza nulla dal lato contrapposto quindi dato da:

( )
( ) [ ]
dx
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
2
q
L
o Y
47 , 1 Y
2
3
2 2
2
AB


=
=
=

( ) ( )
( ) [ ]
dx
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
m N
C
10 85 , 8 2
C 12 , 0
L
0 X
47 , 1 X
5 , 1 2 2
2
2
12
2 2
AB

|
|

\
|


=
=
=


( ) ( )
( ) [ ]
dx
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
m N
C
10 85 , 8 2
C 12 , 0
L
0 X
47 , 1 X
5 , 1 2 2
2
2
12
2 2
AB

|
|

\
|


=
=
=


( ) J 751 . 154 . 152 L
AB
=
Fornendo energia con una potenza
|

\
|
=
s
J
830 P necessario un tempo pari a:
t P L
AB
=

( )
( ) s 10 84 , 1
s
J
830
J 10 52 , 1
P
L
t
5
8
AB
=
|

\
|

= =
In giorni:

( )
( ) giorni 12 , 2
d
h
24
h
s
3600
s 10 84 , 1
t
5
=
|

\
|

\
|

=

Se si determina il potenziale nel punto A e nel punto B per effetto delle sole due cariche fisse si
ottiene:
2
r
1
4
q
V
A


=
( ) V 10 27 , 1 2
7 , 1
1
10 85 , 8 4
12 , 0
V
9
12
A
=

=


232
2
r
1
4
q
V
1
B


=
( ) V 10 54 , 2 2
85 , 0
1
10 85 , 8 4
12 , 0
V
9
12
B
=

=


( ) V 10 27 , 1 V
9
AB
=

( ) J 000 . 400 . 152 W
AB
=
Poi il calcolo segue lo stesso procedimento di prima conducendo allo stesso risultato.
Daltra parte, come controprova, occorre anche ricordare che la derivata della funzione potenziale
altro non che il campo elettrico e che, di conseguenza, lintegrale del campo elettrico rispetto alla
distanza, entro i limiti dintegrazione prefissati, la variazione di potenziale.
Per cui, calcolando lintegrale del campo elettrico tra i limiti precedenti si dovrebbe determinara la
variazione di potenziale gi calcolata.

( )
( )
( ) [ ]
( ) V 10 27 , 1 dx
x 47 , 1 85 , 0
x 47 , 1
2
q
dx x E V
9
0
47 , 1
5 , 1 2 2
0 X
47 , 1 X
AB
=

=
=
=


Esercizio 50:
Determinare il lavoro occorrente per trasportare la carica +5q da un punto allinfinito, cui
corrisponde potenziale nullo, lungo la linea indicata, in un punto B posto vicino alle due cariche
fisse +4q e -2q.

Soluzione:
+4q
-2q
+5q
+5q
2d
d
60 43
A
B

Il potenziale nel punto B, al termine dello spostamento, dato dalla somma dei potenziali prodotti
nello stesso punto dalle cariche fisse considerate singolarmente:
0
d
1
4
q 2
d 2
1
4
q 4
V
B
=


+


+
=

Considerando che il potenziale nullo sia allinfinito punto A - che nel punto B, il lavoro
occorrente per lo spostamento AB automaticamente nullo.
Sarebbe comunque nullo il lavoro per uno spostamento qualsiasi con estremi A e B.

233

Esercizio 51:
Un elettrone lanciato con una velocit iniziale di
|

\
|

s
m
10 2 , 3
5
direttamente verso un protone
tenuto fisso in un punto. Se lelettrone , inizialmente, ad una grande distanza dal protone, a quale
distanza dal protone la sua velocit sar istantaneamente uguale al doppio del suo valore iniziale.

Soluzione:
Con il teorema dellenergia cinetica si determina la quantit di lavoro che il campo elettrico
prodotto dal protone deve applicare allelettrone per raddoppiarne la velocit:
( )
2
I
2
I
2
F
v 3 m
2
1
v v m
2
1
W = =
Tale lavoro corrisponde alla variazione di energia potenziale elettrostatica del campo:
r
1
4
e p
W

=
+

Con:
r distanza dal protone

Per cui si ricava la distanza:
r
1
4
e p

+
2
I
v 3 m
2
1
=

2
I
v m 6
e p
r

=
+


( )
( ) ( )
|
|

\
|

|
|

\
|

2
2
2
5 31
2
2
12
2
19
s
m
10 2 , 3 kg 10 11 , 9
m N
C
10 85 , 8 6
10 602 , 1
r
( ) m 10 65 , 1 r
9
=


Esercizio 52:
Due elettroni sono tenuti ad una distanza fissa di 2 cm. Un altro elettrone lanciato dallinfinito e si
arresta a met strada tra i due. Determinare la velocit iniziale dellelettrone.

Soluzione:
Lelettrone in movimento passa da un potenziale nullo allinfinito al potenziale corrispondente al
punto di mezzo dei due elettroni fissi:
( )
( )
( ) V 10 88 , 2
m 10 1
m N
C
10 85 , 8 2
C 10 602 , 1
2
r
1
4
e
V
7
2
2
2
12
19

=

|
|

\
|

=

=
Lenergia occorrente per effettuare tale movimento dunque:
( ) ( ) J 10 62 , 4
C
J
10 88 , 2 C 10 602 , 1 V e W
26 7 19
=
|

\
|
= =
Dal teorema dellenergia cinetica, tenendo conto che la velocit finale nulla, si ottiene:
2
I
v m
2
1
W =
|

\
|
=

s
m
318
10 11 , 9
10 62 , 4 2
m
W 2
v
31
26
I

234


Esercizio 53:
Due superfici conduttrici parallele, piane, distanziate di 1 cm hanno una differenza di potenziale di
625 (V). Un elettrone proiettato da un piatto verso laltro. Determinare la velocit iniziale
dellelettrone sapendo che esso si ferma a met strada tra i due piatti.

Soluzione:
Se lelettrone raggiungesse la piastra negativa fermandosi allora la sua energia cinetica iniziale
sarebbe pari alla differenza di potenziale moltiplicata per la carica.
Considerando che si ferma a met strada allora esso dovr possedere unenergia cinetica pari alla
met:
( ) ( )
( ) J 10 5
2
V 625 C 10 602 , 1
V e
2
1
E
17
19
C

=

= =

La sua velocit iniziale sar quindi:
|

\
|
=

s
m
10 048 , 1
10 11 , 9
10 5 2
m
E 2
v
7
31
17
C



Esercizio 54:
Una carica di valore pari a ( ) C 10 0 , 9 Q
9
= uniformemente distribuita intorno ad un anello di
raggio 1,5 metri che giace sul piano YZ con il centro sullorigine.
Una carica puntiforme di valore pari a ( ) C 10 6 q
12
= posta sullasse X a 3,0 cm distanza dal
centro della distribuzione ad anello.
Determinare il lavoro occorrente per spostare la carica nellorigine.

Soluzione:
La distribuzione ad anello genera, nel punto a 3 cm dallorigine, un potenziale elettrostatico dato
dalla somma di tutti i contributi dei vari tratti ds di anello.
Tale potenziale dato da:
2 2
N
2 2
1
B
3 5 , 1
1
4
s
..........
3 5 , 1
1
4
s
V
+



+ +
+



=
( )
N 2 1
2 2
B
s ..... s s
3 5 , 1
1
4
V + + +
+

=
S
3 5 , 1
1
4
V
2 2
B

+

=
R 2
3 5 , 1
1
4
V
2 2
B

+

=
( ) V 14 , 24
3 5 , 1
1
10 85 , 8 4
Q
V
2 2
12
B
=
+


La stessa distribuzione genera, nel centro dellanello origine degli assi - , un potenziale pari a:
5 , 1
1
4
s
..........
5 , 1
1
4
s
V
N 1
A



+ +


=
( )
N 2 1 A
s ..... s s
5 , 1
1
4
V + + +

=
235
S
5 , 1
1
4
V
A

=
R 2
5 , 1
1
4
V
A

=
( ) V 98 , 53
5 , 1
1
10 85 , 8 4
Q
V
12
A
=

=



La differenza di potenziale tra i due punti dunque:
( ) V 84 , 29 V =

Mentre il lavoro necessario a spostare la carica dato da:

( ) J 10 79 , 1 84 , 29 10 6 V q W
10 12
= = =

Allo stesso risultato si perviene integrando la funzione campo elettrico tra i due punti ed i rispettivi
limiti.


|

\
|
=

2
5
1
m
C
10 73 , 2

CAPACITA ELETTRICA

INTRODUZIONE
ANALOGIA CON IL POTENZIALE DEL CAMPO GRAVITAZIONALE.
Allo scopo di meglio comprendere il concetto Capacit elettrica pu risultare utile assimilare il
potenziale elettrico di un corpo conduttore al potenziale gravitazionale del liquido contenuto in un
recipiente.
A tale scopo si supponga di aver a disposizione un volume V di liquido, ad esempio acqua, da
travasare, completamente ed in tempi diversi, in recipienti cilindrici di vetro ognuno dei quali ha
una base circolare di raggio disuguale.
Si supponga inoltre che tutti i recipienti cilindrici siano in grado di contenere il volume dacqua che
ricevono senza traboccare.
Ci significa, in altre parole, che laltezza H di ogni cilindro deve essere inversamente
proporzionale alla sua superficie di base.
Travasando quindi il liquido nei vari cilindri risulta evidente che, essendo costante la quantit,
laltezza raggiunta deve essere variabile in funzione della superficie di base.
Potendo associare allaltezza della colonna dacqua un relativo potenziale gravitazionale, si dir
che, pur non variando il volume dacqua contenuto, ad ogni recipiente corrisponder unaltezza di
liquido diversa.
In altre parole, il potenziale gravitazionale caratteristico del liquido dipende unicamente dalla forma
del recipiente che lo contiene e, pi precisamente, che esso inversamente proporzionale al valore
che caratterizza larea di base (se il recipiente cilindrico).


236

R 14 1/4

Il rapporto tra la quantit di liquido (costante per tutti i recipienti) e laltezza raggiunta dal liquido
nel recipiente altro non che la superficie dellarea di base (per il recipiente cilindrico):

BASE AREA
H
VOLUME
=

La possibilit di contenere una quantit di liquido, cio la capacit del recipiente, dipende dunque, a
parit daltezza, dalla sua area di base.

CAPACITA ELETTRICA DI UNA SFERA CONDUTTRICE.
Anche nel caso della descrizione dei fenomeni determinati dalla presenza di un corpo squilibrato
elettricamente o, in altre parole, dotato di una carica elettrica positiva o negativa, possibile
ricollegarsi allesempio precedente:

Una determinata quantit di carica elettrica Q trasferita, completamente ed in tempi
differenti, a conduttori sferici caratterizzati ognuno dal proprio raggio o diametro.

Ogni conduttore assume, per effetto della carica contenuta, un potenziale elettrico
numericamente espresso dalla somma dei potenziali generati dalla distribuzione superficiale
di carica ed uguale al potenziale che tutta la carica genererebbe in un punto della superficie
del conduttore se fosse concentrata nel suo centro:

( )
r
1
4
Q
r 4
S
r 4
r 4
s
r 4 r 4
s
V
2
N i
1 i
i
N i
1 i
1
i


=


=

=


=
=
=
=
=


Si ricorda che:
Il vettore campo elettrico in un punto qualsiasi della superficie sempre
perpendicolare alla tangente alla superficie in quel punto.
In particolare, per un conduttore sferico, il campo elettrico parallelo alla direzione
del raggio in quel punto.
La superficie esterna del conduttore una superficie equipotenziale
Il valore numerico del campo elettrico dipende dal valore della densit superficiale di
carica nel punto che si considera. La densit di carica dipende dal raggio di curvatura
della superficie nel punto considerato.
Allinterno del conduttore nullo il campo elettrico
237
Allinterno del conduttore il potenziale costante ed uguale al potenziale di un
punto qualsiasi sulla superficie esterna.
Il potenziale ha un valore costante su tutta la superficie del conduttore
indipendentemente dalla forma del conduttore.

Il potenziale che assume il conduttore sferico di raggio r prefissato dipende quindi a parit
di raggio dalla quantit di carica contenuta.
Raddoppiando o triplicando la carica, raddoppia o triplica il potenziale.

Di conseguenza il rapporto tra la quantit di carica ed il potenziale deve essere una costante
caratteristica del particolare conduttore utilizzato e, in particolare per la sfera di raggio r:

r 4
r 4
Q
Q
V
Q
C =

= =

La costante di proporzionalit C definita CAPACITA ELETTRICA della sfera
conduttrice di raggio r.

Occorre inoltre precisare che la costante dielettrica assoluta si riferisce al tipo di materiale
che circonda la sfera conduttrice.
Tenendo presente che la costante dielettrica assoluta data dal prodotto tra la costante
dielettrica del vuoto e la costante dielettrica relativa del materiale e che tutti i materiali sono
caratterizzati da costanti relative superiori allunit, risulta evidente che non esistono
costanti dielettriche assolute minori od uguali a quella del vuoto.

=
R

1
R
Per tutti i materiali



Di conseguenza la capacit elettrica di una sfera circondata dal vuoto , tra tutte quelle
possibili, quella minore.
Il rapporto tra la capacit della sfera inserita in un dielettrico e della stessa sfera immersa nel
vuoto data dalla seguente relazione:
r 4 C =


r 4 r 4 C
R
= =


R
R
r 4
r 4
C
C
=


=


Cio:

= C C
R

Ovviamente, a parit di quantit di carica Q e per sfere di uguale raggio, quella circondata
dal vuoto assume potenziali pi elevati:

=
C
Q
V
R
C
Q
V

=


=
C Q
C Q
V
V
R

V V
R
=



238
Esempio:
Determinare la capacit elettrica ed il potenziale assunto da due sfere di raggio ( ) m 1 r = per
effetto di una carica ( ) C 12 Q = .
La prima sfera nel vuoto mentre la seconda in alcool etilico
( )
28
ALCOOL R
= .
Soluzione:

Per la sfera nel vuoto:
( ) ( ) Farad
V
C
m N
C
10 11 , 1 m 1
m N
C
10 85 , 8 4 C
2
10
2
2
12

\
|

|
|

\
|

=
|
|

\
|


( )
( ) V 10 9
V
C
10 11 , 1
C 1
C
Q
V
9
10
=
|

\
|

= =





Per la sfera nellalcool etilico:
( )
9
2
2
12
ALCOOL
10 11 , 3 m 1
m N
C
10 85 , 8 28 4 C

=
|
|

\
|

=
( )
( ) V 10 21 , 3
V
C
10 11 , 3
C 1
C
Q
V
8
9
ALC
ALCOOL
=
|

\
|

= =



Se la stessa quantit di carica trasferita ad una sfera di raggio minore, si ottiene, di conseguenza,
un potenziale maggiore e una Capacit elettrica minore.
Infatti:
Per ipotesi:
2 1
r r

1
1
r
1
4
Q
V

=

2
2
r
1
4
Q
V

=

1 2
V V

Di conseguenza:

1
1
1
r 4
V
Q
C = =

2
2
2
r 4
V
Q
C = =

1 2
C C


CAPACITA ELETTRICA
La relazione che definisce la nuova grandezza CAPACITA ELETTRICA applicabile a corpi di
forma e dimensioni qualsiasi e si pu quindi concludere con le seguenti osservazioni:

239
Corpi che hanno la stessa estensione superficiale e la stessa carica elettrica ma forma diversa,
presentano potenziali differenti. Di conseguenza anche la capacit elettrica che li caratterizza
sar diversa.

Corpi che hanno la stessa carica e la stessa forma ma superficie diversa presentano potenziali
differenti. Anche in questo caso la capacit elettrica che li caratterizza sar diversa.

Corpi che hanno una maggiore estensione superficiale presentano un potenziale minore e una
capacit elettrica maggiore.

UNITA DI MISURA DELLA CAPACITA ELETTRICA
Si assume come unit di misura standard della nuova grandezza CAPACITA ELETTRICA
quella tipica di un corpo che, caricato con una quantit di carica pari allunit cio 1 COULOMB
assume un valore di potenziale elettrico pari allunit cio 1 VOLT.
Lunit di misura della capacit, definita in questo modo, prende il nome di FARAD.
Per cui: ( )
( )
( )
|
|
|
|

\
|

\
|

|
|
|
|

\
|

=
2
2
2 2
s
m
kg
s A
m N
s A s A
C
J
s A
Volt 1
Coulomb 1
Farad 1
DETERMINAZIONE DEL RAGGIO DI UNA SFERA AVENTE CAPACITA DI 1 FARAD
Il valore unitario della capacit elettrica 1 Farad corrisponde alla capacit di una sfera che
assume un potenziale di 1 volt per effetto di una carica pari a 1 Coulomb.
Tenendo conto dellespressione del potenziale di una sfera si ottiene dunque:
( )
( )
( ) V 1
C 1
F 1 C = =
( )
( )
( )
r 4
r 4
C 1
C 1
F 1 C =

= =

( )
|
|

\
|



|
|

\
|

\
|
=

=

2
2
9
2
2
12
C V
m N C
10 9
m N
C
10 85 , 8 4
V
Q
1
4
F 1
r
( ) m
C
m C
C
C
J
m J C
C V
m N C
10 9 r
2
2
2
9

\
|

|
|
|
|

\
|

|
|

\
|




DETERMINAZIONE DELLA CAPACITA ELETTRICA DI UNA SFERA DI RAGGIO 1 M.
Per una sfera di raggio unitario 1 metro la capacit elettrica :

r 4 C =

( )
|

\
|

\
|

|
|

\
|

|
|

\
|

=
|
|

\
|

=

V
C
J
C C
J
C
m N
C
10 11 , 1 m 1
m N
C
10 85 , 8 4 C
2 2
10
2
2
12

( ) Farad 10 11 , 1
V
C
10 11 , 1 C
10 10
=
|

\
|



SOTTOMULTIPLI DI USO COMUNE PER LE MISURE DI CAPACITA ELETTRICA
240
Per le misure di capacit elettrica relativa ai corpi di uso comune si utilizzano alcuni sottomultipli
del Farad quali:
1 microfarad ( ) ( ) F 10 F 1
6
=
1 millimicrofarad o nanofarad ( ) ( ) F 10 nF 1
9
=
1 micromicrofarad o picofarad ( ) ( ) F 10 pF 1
12
=

CONDENSATORE

CONDUTTORE ISOLATO DALLAMBIENTE ESTERNO -
La capacit elettrica di un corpo conduttore dunque il rapporto tra la quantit di carica in esso
contenuta ed il valore del potenziale assunto dal corpo per effetto di tale carica:
V
Q
C =
La costante di proporzionalit detta appunto capacit elettrica una caratteristica morfologica
del corpo in quanto dipende dalla sua forma e dimensioni.
In particolare, per una sfera di raggio r posta nel vuoto, la costante C assume un valore pari a:

r 4 C =

( ) F

La capacit elettrica di un corpo conduttore perfettamente isolato elettricamente dallambiente che
lo circonda dunque costante ed invariabile.


CONDUTTORE NON ISOLATO DALLAMBIENTE ESTERNO - CONDENSATORE:
Per i conduttori non isolati dallambiente esterno e quindi in grado di risentire delle azioni
elettrostatiche causate dalla presenza di altri corpi conduttori carichi elettricamente posti nelle
vicinanze, occorre rivedere le basi teoriche che hanno condotto alla definizione della capacit
elettrica.
Supponiamo quindi di caricare elettricamente un corpo conduttore, ad esempio sferico.
Terminata la fase transitoria di passaggio dallo stato neutro allo stato finale, le cariche elettriche si
dispongono su uno strato spesso alcune unit atomiche della superficie esterna del conduttore.
Ci causato dallazione repulsiva tra cariche di ugual segno.
Allinterno il campo elettrico E nullo ed il potenziale V assume il valore costante pari a quello
di un qualsiasi punto appartenente alla superficie.
Di conseguenza il flusso del campo elettrico attraverso ad una qualsiasi superficie gaussiana
contenuta nel contorno della sfera nullo ad indicare che la quantit di carica contenuta nella sfera
pari a zero (infatti tutta la carica sulla superficie).

In queste condizioni la capacit elettrica della sfera risulta pari a:

r 4
V
r 4
V
Q
C
2
=

= =



Si immagini ora di disporre un corpo conduttore neutro nelle immediate vicinanze della sfera carica
evitando per il contatto tra i due corpi.
Ora la sfera carica non pi isolata dallambiente esterno.
Inizia quindi una nuova fase transitoria durante la quale lazione elettrostatica delle cariche sulla
superficie sferica costringe gli elettroni di conduzione presenti nel corpo neutro ad avvicinarsi o
allontanarsi dalla sfera carica.
241
Il conduttore inizialmente neutro continua a mantenersi neutro, ma ora polarizzato in modo tale
che cariche di segno contrario a quelle contenute nella sfera sono collocate sulla superficie pi
prossima alla sfera.
Nel contempo, senza che la sfera subisca modificazioni alla quantit di carica iniziale, si noter una
diminuzione del potenziale V dovuto al fatto che la polarizzazione del conduttore neutro instaura un
potenziale di segno contrario maggiore di quello dello stesso segno (le cariche di segno opposto
sono pi vicine alla sfera carica).
Labbassamento del potenziale della sfera al termine della fase transitoria di polarizzazione (anche
segnalato da un eventuale elettrometro collegato alla sfera) ci porta a concludere che a tale
situazione corrisponda un aumento della capacit elettrica della sfera.
La nuova capacit elettrica dovr essere determinata dal rapporto tra la carica Q che non subisce
variazioni ed il nuovo valore del potenziale
1
V - minore di quello iniziale assunto dalla sfera al
termine della seconda fase transitoria con la presenza del conduttore polarizzato:
C
V
Q
C
1
1
=

Laumento di capacit ancora maggiore se il conduttore polarizzato collegato a terra.
In questo caso tutto il corpo si carica di segno contrario alla carica della sfera ed il potenziale di
segno contrario generato sui punti della sfera riduce ulteriormente il potenziale originale
aumentando di conseguenza la capacit.
Nello stesso tempo anche nella sfera avvengono fenomeni di polarizzazione il cui risultato finale
quello di concentrare le cariche nei punti pi prossimi al conduttore inizialmente scarico.
In altre parole:
La presenza di due corpi conduttori ravvicinati causa di concentrazione o CONDENSAZIONE
delle cariche e dellaumento del valore della capacit elettrica.

Quando due corpi conduttori qualsiasi sono in posizione fissa nello spazio, luno in presenza
dellaltro, e si instaura tra essi un campo elettrico, allora si realizzato un CONDENSATORE.
La capacit elettrica del condensatore maggiore della capacit elettrica normalmente caratteristica
di un solo corpo isolato.

+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
- - -
-
-
-
-
- - -
+ +
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+

R 14 2/4 CORPO ISOLATO E CORPO NON ISOLATO (CONDENSATORE)
242
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
- - -
-
-
-
-
- - -
-
-
-
-
-
- - -
- -
-
-
-
-
- - - - - - - - - - - - -
- - - - - - - - - - - -

R 14 3/4 CONDENSATORE CONDUTTORE A TERRA


Praticamente un CONDENSATORE un dispositivo costituito da due corpi metallici solitamente
con superficie molto estesa isolati elettricamente e posti a breve distanza uno dallaltro.
Tra i due corpi interposta aria o un materiale dielettrico.
Di solito i corpi metallici sono definiti Armature del condensatore.
In base alla forma delle armature si possono individuare le seguenti tipologie di condensatore:

Condensatore piano
Condensatore cilindrico
Condensatore sferico


CONDENSATORE PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
CONDENSATORE PIANO

Sfruttando le definizioni sino ad ora descritte, si supponga di disporre di una larga piastra
conduttrice ad esempio rettangolare caratterizzata da uno spessore relativamente piccolo se
confrontato con le altre due dimensioni.
La lastra, inizialmente neutra e isolata elettricamente dal terreno, quindi caricata ad esempio
positivamente con una quantit di carica
+
Q .
Trattandosi di un conduttore piano sottile potremo affermare che la carica si distribuisce in modo
uniforme sulle due superfici piane e parallele dando luogo ad una densit di carica pari al rapporto
tra la carica totale e la superficie complessiva delle due facce contrapposte.
Se si considera una lastra avente dimensioni a e b , si avr:
( )
|

\
|

=
2
m
C
b a 2
Q


Il campo elettrico generato dalla larga piastra conduttrice carica non pu che essere perpendicolare
alle superfici e diretto dalle superfici verso le due regioni dello spazio suddiviso dalla lastra.
Il valore numerico del campo elettrostatico determinato utilizzando la legge di Gauss applicata ad
una superficie chiusa cilindrica che interseca perpendicolarmente il piano della lastra con la
superficie laterale in direzione parallela al campo e le due basi poste nelle due regioni di spazio a
destra e sinistra della lastra:
( )
( )


= =
2
2
r 2
r 2 E
243
Con:
r raggio delle basi del cilindro
densit superficiale di carica (riferita ad una distribuzione sulle due facce)

costante dielettrica del vuoto (si suppone che la lastra sia circondata dal vuoto)

Il valore del campo elettrico prodotto dunque:
( )
( )


=
2
2
r 2
r 2 E

= E
Se la lastra avesse uno spessore infinitesimo occorrerebbe pensare ad una distribuzione di
carica su un solo strato di spessore atomico ed ad una conseguente densit di carica:
( )
|

\
|

=
2
1
m
C
b a
Q

Tale distribuzione darebbe luogo nelle due regioni separate dalla lastra, ad un campo
elettrico:
( )
( )


= =
2
2
r
r 2 E

=
2
E
1


Si prenda ora una seconda lastra conduttrice neutra, di uguali dimensioni, e si disponga a breve
distanza dallaltra a formare due piani paralleli.
Tra le due lastre il vuoto.
Leffetto dinduzione della lastra carica provoca la polarizzazione di quella scarica caricando di
segno negativo il piano ravvicinato e segno positivo il piano pi distante e la comparsa di un campo
elettrico E nella regione di spazio di lunghezza pari alla distanza tra le lastre.
E un campo elettrico uniforme in tutti i punti della regione, diretto perpendicolarmente alle
superfici delle lastre e orientato dalla lastra positiva a quella negativa.
La presenza di un campo elettrico uniforme ci consente di affermare che tra le lastre si deve essere
generata una differenza di potenziale V .
A una qualsiasi particella positiva q collocata sulla superficie della lastra positiva applicata una
forza elettrostatica repulsiva che ne provoca lavanzamento verso la lastra negativa.
Tale forza elettrostatica ha un valore costante in tutti i punti del segmento perpendicolare alle due
lastre e sviluppa quindi un lavoro di spostamento pari a:

d q E d F W
E AB
= =

Di conseguenza possibile affermare che tra le due lastre si deve essere necessariamente
instaurata una differenza di potenziale V V
AB
= pari al rapporto tra il lavoro
AB
W e la
grandezza della carica che subisce lo spostamento.
d E
q
d q E
q
d F
q
W
V
E AB
=

=

= =

Se di fronte ed a breve distanza dalla lastra gi caricata positivamente con la carica Q posizionata
unuguale lastra conduttrice neutra e collegata a terra, le forze dinduzione elettrostatica provocate
dalla presenza delle cariche positive polarizzano il sistema composto dalla lastra neutra, dal filo e
dal terreno.
La lastra neutra si carica negativamente ed il terreno di segno contrario.
244
Il potenziale allinterno del sistema lastra negativa-filo-terreno deve essere necessariamente nullo in
quanto somma degli effetti di cariche uguali e di segno contrario.
Inoltre linduzione elettrostatica tra le cariche positive e negative sulle due lastre ravvicinate
provoca la condensazione delle cariche positive e negative sulle sole facce interne delle lastre.

+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
+ + + + + + + + + + + + + + + + +
+


R 14 - 4/4 - CONDENSATORE

Tre le due lastre si instaura dunque un campo elettrico uniforme il cui valore pu essere determinato
tenendo conto della legge di Gauss e del principio di sovrapposizione degli effetti.

Si pensi allora di suddividere lo spazio in tre regioni distinte:
Regione posta a sinistra della lastra positiva (1)
Regione posta a destra della lastra negativa (2)
Regione compresa tra le lastre (poste ad una distanza d) (3)

In tutte e tre le regioni il valore del campo elettrico risulta dalla somma algebrica dei campi prodotti
separatamente dalle due lastre.
I campi prodotti dalle lastre si ottengono applicando la legge di Gauss a cilindri che intersecano
perpendicolarmente le lastre e la cui base circolare ha un raggio r generico.
Per cui:
Per la regione (1) a sinistra della lastra positiva .
Campo elettrico prodotto dalla lastra positiva, uscente dalla lastra e quindi orientato verso
sinistra:
( )
( )
2
1
2
r 2 E
r
=


=
+

=
2
E
1

Campo elettrico prodotto dalla lastra negativa, entrante nella lastra e quindi orientato verso
destra:
( )
( )
2
1
2
r 2 E
r
=

=
2
E
1

Campo elettrico risultante:
( )
0 E E E
1 1 1
= + =
+

245
E quindi nullo il campo elettrico nella regione di sinistra.

Per la regione (2) a destra della lastra negativa.
Campo elettrico prodotto dalla lastra positiva, uscente dalla lastra e quindi orientato verso
destra:
( )
( )
2
2
2
r 2 E
r
=


=
+

=
2
E
2

Campo elettrico prodotto dalla lastra negativa, entrante nella lastra e quindi orientato verso
sinistra:
( )
( )
2
2
2
r 2 E
r
=

=
2
E
2

Campo elettrico risultante:
( )
0 E E E
2 2 2
= + =
+

E quindi nullo il campo elettrico nella regione di destra.

Per la regione (3) compresa tra le due lastre.
Campo elettrico prodotto dalla lastra positiva, uscente dalla lastra e quindi orientato verso
destra:
( )
( )
2
3
2
r 2 E
r
=


=
+

=
2
E
3

Campo elettrico prodotto dalla lastra negativa, entrante nella lastra e quindi orientato verso
destra:
( )
( )
2
3
2
r 2 E
r
=

=
2
E
3

Campo elettrico risultante:
( )

+

= + =
2 2
E E E
3 3 3

246
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
+
E
E
+
E
E
-
E
E
-
E
1
1
3
3
-
2
2
+
3

R 14 - 5/4 - CAMPO ELETTRICO NEL CONDENSATORE



Tra le lastre del sistema ovvero del condensatore si instaura quindi un campo elettrico
uniforme , perpendicolare ai piani delle lastre e orientato dalla lastra positiva a quella negativa, il
cui valore dipende dalla quantit di carica Q o dalla densit di carica e dalla costante dielettrica
del materiale interposto tra le lastre (in questo caso il vuoto ma in generale un dielettrico di costante
relativa
R
):

=
3
E
|

\
|

\
|

|
|
|
|

\
|

m
V
C
N
m N
C
m
C
2
2
2




=

=
S
Q
S
Q
E
3

|

\
|

\
|

|
|
|
|

\
|

m
V
C
N
m N
C
m
C
2
2
2





Tra le lastre si genera una differenza di potenziale data dal prodotto tra il campo elettrico e la
distanza d tra le lastre:
d
S
Q
d E V

= =

( ) ( ) V m
m
V

|

\
|

d d E V

= =



Risulta ora possibile determinare la capacit del condensatore come rapporto tra la quantit di
carica immagazzinata (si considera il valore assoluto della carica presente su una sola lastra) e la
differenza di potenziale tra le lastre:
247
V
Q
C

=

d
S
d
S
Q
Q
C =

( ) Farad
Dimensionalmente:
( ) Farad
V
C
J
C C
m
m
m N
C
C
2
2
2

\
|

\
|

|
|

\
|

|
|

\
|



La capacit elettrica di un condensatore dipende unicamente dalla superficie delle lastre o armature
del condensatore, dalla loro distanza d e dalla costante dielettrica del materiale interposto tra le
armature.
Pi precisamente:
La capacit di un condensatore :

Direttamente proporzionale alla superficie delle armatura
Direttamente proporzionale alla costante dielettrica del mezzo interposto
Inversamente proporzionale alla distanza

Per quanto riguarda la variazione della capacit in funzione del valore della costante dielettrica si
pu dire quanto segue:

La presenza di un materiale dielettrico isolante (di costante relativa
R
) tra le armature del
condensatore provoca un abbassamento del valore del campo elettrico e della differenza di
potenziale. Quindi si ha un aumento di capacit:
Il rapporto tra la capacit con dielettrico e la capacit con il vuoto interposto dato da:
d
S
C
R
=

Capacit con dielettrico di costante
R

d
S
C =

Capacit con il vuoto interposto

R
C
C
=

= C C
R


Per quanto riguarda la distanza tra le armature a parit delle altre condizioni:
d
S
C
R
=

Capacit a distanza d
1
R 1
d
S
C =

Capacit a distanza
1
d

d
d
C
C
1
1
=
1
1
C
d
d
C =


DEFINIZIONE DI NUOVE UNITA DI MISURA PER LA COSTANTE DIELETTRICA
Sfruttando la definizione dellunit di misura della capacit elettrica e la relazione che permette di
calcolarne il valore nel caso di condensatore piano, possibile dare uninterpretazione diversa alle
unit di misura della costante dielettrica:
d
S
C =
Da cui si ottiene:
248
S
d C
=
|

\
|

\
|


m
F
m
m F
2


Nel caso della costante dielettrica del vuoto si avr:
|

\
|
=
|

\
|

=
|

\
|
=
|

\
|
=

m
F
10 85 , 8
m
F
85 , 8
m
picofarad
85 , 8
m
farad micromicro
85 , 8
12




CONDENSATORE CILINDRICO

Un condensatore cilindrico costituito da due superfici cilindriche coassiali di raggio
rispettivamente
1
R e d R R
1 2
+ = . Ove d molto piccolo rispetto ad
1
R .
Si tratta, in altre parole, di un tubo esterno di piccolo spessore che contiene un cilindro pi piccolo.
Entrambe le superfici o armature del condensatore appartengono a corpi conduttori e, tra loro,
interposto il vuoto o un dielettrico isolante.

1 2
R R d = Distanza tra le armature

Con:
d Distanza tra le due superfici cilindriche ( ) m
2
R Raggio interno del tubo conduttore esterno ( ) m
1
R Raggio esterno del cilindro interno ( ) m

Anche in questo caso si provvede a caricare positivamente larmatura interna cio il cilindro pi
piccolo, mentre larmatura esterna collegata a terra.
La carica positiva
+
Q si dispone uniformemente sulla superficie del cilindro interno e linduzione
elettrostatica polarizza il terreno e larmatura esterna caricando questultima di segno negativo con
lo stesso valore

Q .
Si genera in questo modo un campo elettrico radiale E , orientato dal cilindro interno verso quello
esterno, necessariamente perpendicolare alle due superfici cilindriche.
Il valore di tale campo elettrico determinato con lapplicazione della legge di Gauss ad una
superficie gaussiana cilindrica coassiale di raggio variabile da un minimo, pari al raggio esterno
dellarmatura interna, ad un massimo, pari al raggio interno del cilindro esterno.

Tale variazione pari allo spazio d interposto tra i due cilindri.

249
1
R
R
2
d
+
+
+
+
+
+ +
+
+
+
+
+
+
+
+
+
H
R
-
-
-
-
-
-
- -
-
-
-
-
-
-
-
-


R 14 - 6/4 CONDENSATORE CILINDRICO

Applicando quindi la legge di Gauss alla superficie gaussiana cilindrica che contiene la carica Q
positiva, si ottiene, per i punti appartenenti alla regione compresa tra le due armature:
H r 2 E
Q
=

=
+

Con:
r Variabile da un minimo pari a
1
R ad un massimo pari a
2
R
H Altezza delle armature
Costante dielettrica assoluta del materiale interposto

Si ottiene quindi:
( )
r
1
H 2
Q
r E

= Campo elettrico radiale variabile
Il campo elettrico quindi massimo sulla superficie del cilindro interno e minimo sulla
superficie interna dellarmatura cilindrica negativa:
1
MAX
R
1
H 2
Q
E

=

2
MIN
R
1
H 2
Q
E

=

La conoscenza della funzione ( ) r E ci permette di determinare la differenza di potenziale tra le due
armature:
( ) dr r E V
2
R
1 R

=
dr
r
1
H 2
Q
V
2 R
1 R


=
dr
r
1
H 2
Q
V
2 R
1 R


=
250
( ) [ ]
2 R
1 R
r log
H 2
Q
V

=
( )
1 2
R log R log
H 2
Q
V

=

1
2
R
R
log
H 2
Q
V

= Differenza di potenziale tra le armature

La capacit del condensatore cilindrico quindi determinata dal rapporto:

V
Q
C

=

1
2
1
2
R
R
log
H 2
R
R
log
H 2
Q
Q
C

=


=
E, tenendo conto della distanza tra le armature:

|
|

\
|
+

=
|
|

\
| +

=


=
1 1
1
1
2
R
d
1 log
H 2
R
d R
log
H 2
R
R
log
H 2
Q
Q
C
Moltiplicando e dividendo per il raggio
1
R :


|
|

\
|
+

=
|
|

\
|
+

=
1
1
1
1
1
1
R
d
1 log R
S
R
d
1 log R
R H 2
C
Anche nel caso di condensatore cilindrico il valore della capacit elettrica dipende unicamente dal
valore della costante dielettrica assoluta e dalle caratteristiche geometriche del sistema quali il
raggio del cilindro interno, la distanza tra le armature (sempre molto piccola) e laltezza del
condensatore.
Tra tutti i valori possibili di capacit in relazione al tipo di materiale interposto, si ottiene quello
minimo, quando tra le armature fatto il vuoto:

|
|

\
|
+

=
|
|

\
|
+

=

1
1
1
1
1
1
R
d
1 log R
S
R
d
1 log R
R H 2
C

|
|

\
|
+

=
|
|

\
|
+

=

1
1
1 R
1
1
1 R
R
d
1 log R
S
R
d
1 log R
R H 2
C

R
C
C
=

= C C
R




CONDENSATORE SFERICO

Si tratta di un involucro sferico o strato sferico conduttore sottile che contiene una sfera pi piccola
anchessa conduttrice.
Lo strato e la sfera interna sono caratterizzati, rispettivamente, da un raggio interno
2
R e da un
raggio
1
R .
251
La distanza tra la superficie esterna della sfera e quella interna dello strato determinata dalla
differenza tra i due raggi:

d R R
1 2
+ = Raggio interno dello strato sferico

1
R Raggio della sfera interna

1 2
R R d = Distanza tra le armature

Anche in questo caso si provvede a caricare positivamente il conduttore sferico interno che, a sua
volta, polarizza di segno contrario lo strato collegato a terra.
Le quantit di carica positiva sulla sfera e negativa sullo strato hanno lo stesso valore Q e sono
distribuite uniformemente sulle superfici affacciate.
Evidentemente le densit superficiali di carica presenti sulle superfici, seppur molto simili
considerando la piccola differenza tra i raggi, sono diverse tra loro.
Nella regione di spazio compresa tra le superfici si instaura quindi un campo elettrico variabile,
radiale e perpendicolare alla sfera.
Il valore del campo elettrico si ottiene applicando la legge di Gauss ad una superficie gaussiana
sferica di raggio variabile da un minimo pari al raggio esterno della sfera interna -
1
R - ad un
massimo pari al raggio interno dello strato.
Si ottiene:
( )

= =
Q
r 4 E
2

Con:
Flusso del campo elettrico uscente dalla sfera gaussiana
( ) r E campo elettrico variabile entro la distanza d

2
r 4 Area della superficie sferica gaussiana (variabile in d)
Q Carica positiva contenuta sulla sfera interna
Costante dielettrica assoluta del materiale interposto

Si ottiene quindi il valore del campo:
( )

=
2
r 4
Q
r E
Da notare che il campo elettrico generato dalla carica interna distribuita sulla superficie
sferica pari al campo che genererebbe la stessa carica nel punto considerato se fosse
concentrata nel centro della sfera.
Il campo elettrico, prodotto dalla carica negativa sullo strato, nello spazio vuoto interno allo
strato sferico stesso nullo per simmetria sferica.

Il valore della differenza di potenziale tra la superficie esterna della sfera e quella interna dello
strato, si ottiene integrando la funzione campo elettrico con i limiti imposti dai valori dei raggi.
Si tenga conto che integrare la funzione campo elettrico significa determinare la quantit di lavoro
che eseguirebbe il campo variabile per trasportare una carica dallarmatura positiva a quella
negativa e dividere il lavoro risultante per la grandezza della carica trasportata.
Quindi:

q
W
V
2 R 1 R
=
( ) dr r E V
2 R
1 R

=
dr
r 4
Q
V
2 R
1 R
2


=
252
dr
r
1
4
Q
V
2 R
1 R
2


=

2 R
1 R
r
1
4
Q
V
(



=

|
|

\
|
+

=
1 2
R
1
R
1
4
Q
V

|
|

\
|
+

=
2 1
R
1
R
1
4
Q
V

|
|

\
|


=
2 1
1 2
R R
R R
4
Q
V

La capacit del condensatore sferica dunque data da:

|
|

\
|

=
1 2
2 1
R R
R R
4
V
Q
C

Anche in questo caso la capacit risulta dipendente dalle sole caratteristiche geometriche delle
armature e dalla costante dielettrica del materiale interposto:
Nel vuoto:

|
|

\
|

=

1 2
2 1
R R
R R
4 C
In un dielettrico qualsiasi:

|
|

\
|

=

1 2
2 1
R
R R
R R
4 C
Per cui:

= C C
R


La capacit di un condensatore sferico con interposto un dielettrico uguale a quella dello
stesso condensatore con interposto il vuoto, moltiplicata per il valore della costante dielettrica
relativa.






LENERGIA ELETTROSTATICA DEL CONDENSATORE

Un condensatore unapparecchiatura in grado di immagazzinare sulle proprie armature una certa
quantit di carica Q e di generare nel contempo una certa differenza di potenziale.
Se si utilizza ancora lanalogia idraulica, lazione del condensatore potrebbe essere paragonata a
quella di un lago artificiale formato in quota dalla presenza di una diga, cio contenere una
determinata quantit dacqua il cui livello energetico gravitazionale potenzialmente superiore a
quello che sarebbe in possesso alla stessa quantit dacqua contenuta in un lago di pianura.
Lenergia potenziale dellacqua trattenuta dalla diga in quota pu essere sfruttata in qualsiasi
momento e trasformata, ad esempio, in energia elettrica.
253
La quantit di carica nel condensatore corrisponde alla quantit dacqua, la differenza di potenziale
tra le armature paragonabile alla differenza di potenziale gravitazionale (differenza di livello) tra
la quota cui spillata lacqua del lago e la quota ove installata la centrale di trasformazione,
mentre, lo spazio tra le armature o distanza d, sede del campo elettrico, rappresenta fisicamente il
luogo ove contenuta lenergia potenzialmente utilizzabile, cio, in altre parole, il bacino artificiale
in quota.
Ci che differenzia in modo importante il condensatore elettrostatico dallanalogia idraulica con il
lago in quota, sono le modalit con le quali si accumulano rispettivamente la carica elettrica e
lacqua.
Nel caso del lago artificiale laccumulo di acqua avviene in modo naturale per merito delle
precipitazioni atmosferiche senza alcun intervento od azione da parte delluomo.
La diga deve quindi essere considerata come una limitazione allazione gravitazionale terrestre che,
altrimenti, provvederebbe a livellare lenergia convogliando lacqua meteorica al livello pi basso
possibile, cio il livello del mare.
Lenergia elettrica che si ottiene dallo sfruttamento dellenergia potenziale contenuta nel bacino
artificiale, a parte i costi relativi alla costruzione e alla gestione delle infrastrutture, risulta
completamente gratuita alla societ.
Se cos non fosse e si pensasse di riempire il lago artificiale prelevando acqua dalla pianura, sarebbe
necessario fornire dallesterno una quantit di lavoro meccanico pari alla variazione di energia
potenziale tra le due quote di tutta la quantit dacqua.

h g m L = ( ) J
Con:
L Lavoro meccanico esterno
M Massa dacqua contenuta nel lago
G Accelerazione gravitazionale terrestre
h Differenza di potenziale gravitazionale o differenza di livello

La carica del condensatore, con lipotesi di collegare a terra una delle due armature, richiede, al
contrario, lapplicazione di lavoro esterno almeno per quanto concerne linstaurarsi delle azioni
elettrostatiche.
In altre parole:
E pur vero che leffetto dinduzione avviene spontaneamente tra larmatura carica e quella
scarica collegata a terra ma, tale effetto pu solo essere provocato da una precedente azione
esterna in grado di modificare lequilibrio elettrostatico naturale dellarmatura che
provocher poi linduzione.
Per tale azione richiesta la fornitura di energia dallesterno.

In questo senso il processo di carica di un condensatore molto simile a quanto avviene durante la
deformazione di una molla elastica per effetto di una forza esterna.
La forza elastica aumenta proporzionalmente al valore della deformazione ed il lavoro esterno
occorrente a far variare di un tratto x la lunghezza iniziale della mola determinato dallarea
sottostante la linea che, graficamente, rappresenta la relazione forza-dilatazione:

2
x k
2
1
L =
Tale lavoro esterno immagazzinato dalla molla sottoforma di energia potenziale elastica e pu poi
essere restituita allambiente, quando la molla torna alla sua lunghezza iniziale.
254
F (N)
x (m)
F = k

L (J)


R 14 7/4 LAVORO DI DEFORMAZIONE ELASTICA O ENERGIA POTENZIALE ELASTICA

Allo stesso modo lenergia elettrostatica immagazzinata nel campo elettrico tra le armature del
condensatore pari al lavoro che occorre applicare alle cariche elettriche per costringerle a passare
da unarmatura allaltra vincendo le azioni elettrostatiche contrarie che aumentano dintensit
concordemente allaumento di potenziale da esse stesse provocato.
Ricordando che la variazione di potenziale V determinato dal rapporto tra il lavoro applicato e
la carica trasportata, si ottiene:
Q
W
V =
Q V W =

Tenendo poi presente che, per un condensatore, costante il rapporto tra la quantit di carica
e la differenza di potenziale tra le armature, e che detto rapporto altro non che la capacit:
V
Q
C

=
V C Q =

Si ottiene il lavoro speso per caricare il condensatore utilizzando ancora la rappresentazione
grafica simile a quella della molla.
Il lavoro speso, che corrisponde allenergia potenziale elettrostatica immagazzinata dal
condensatore, rappresentato dallarea del triangolo che ha per base la differenza di
potenziale finale e per altezza la quantit di carica depositata sulle armature.
Tale quantit di carica si ottiene tenendo conto della capacit del condensatore.
255
Q (C)
V (Volt)
Q = C

L (J)
V
V


R 14 8/4 ENERGIA ELETTROSTATICA CONTENUTA NEL CONDENSATORE

Si ottiene quindi:

( )
2
. EL . P
V C
2
1
2
V C V
E W =

= = ENERGIA POTENZ. ELETTROSTATICA

Da notare lanalogia tra lenergia potenziale elettrostatica di un condensatore e lenergia
potenziale elastica di una molla deformata.

Se si utilizza la definizione di capacit per esprimere la capacit e la differenza di potenziale
in funzione della carica, si ottiene:


V
Q
C

=
V Q
2
1
V
V
Q
2
1
V C
2
1
E
2 2
. EL . P
=

= =


C
Q
V =

C
Q
2
1
C
Q
C
2
1
V C
2
1
E
2
2
2
. EL . P
=
|

\
|
= =







ESERCIZI
CAPACITA ELETTRICA - CONDENSATORI
256

Esercizio 1:
Le armature di un condensatore a piatti paralleli sono separati da una distanza d=1 mm.
Determinare quale deve essere larea dei piatti se la capacit ( ) F 1 C = .

Soluzione:
La capacit di un condensatore piano data dalla relazione:

d
S
C
R
=


In questo caso, in mancanza di dati precisi, si considera il vuoto come mezzo interposto,
quindi dalla formula inversa si ottiene:
( ) ( )
( )
|
|

\
|

=
|
|

\
|

\
|
=
|
|

\
|

V C
m N
10 13 , 1
m N
C
10 85 , 8
m 10 1
V
C
1
m N
C
10 85 , 8
m 10 1 F 1 d C
S
3
8
2
2
12
3
2
2
12
3

( )
2 8
3
8
3
8
3
8
m 10 13 , 1
m N
m N
10 13 , 1
J C
C m N
10 13 , 1
V C
m N
10 13 , 1 S =
|
|

\
|

=
|
|

\
|


=
|
|

\
|

=
Se si vuole la superficie in km quadrati:
( ) ( )
2 2
2
2
6
2 8
km 10 13 , 1
km
m
10
1
m 10 13 , 1 S =
|
|

\
|
=
Ci corrisponde da armature quadrate di lato:
( ) km 63 , 10 10 13 , 1 L
2
= =

Un condensatore avente una capacit come quella data dal problema sarebbe in grado, sfruttando
lenergia in esso immagazzinata, di sopperire per un tempo di un mese alla richiesta di corrente di
un elaboratore.

Esercizio 2:
Il condensatore di un circuito integrato di memoria centrale per calcolatori (RAM), ha una capacit
( ) fF 55 C = . Se la carica Q immagazzinata ha dato luogo ad una differenza di potenziale pari a 5,3
V, quanti elettroni in eccesso sono presenti sullarmatura negativa?

Soluzione:
Anche in questo caso, per mancanza di ulteriori informazioni, si suppone il vuoto interposto tra i
piatti di un condensatore piano.
Il suffisso f prima di Farad deve essere inteso:
( ) ( ) ( ) F 10 Farad _ femto 1 F f 1
15
= =

Direttamente dalla definizione di capacit elettrica:

V
Q
C

=
( ) ( ) ( ) V F 10 92 , 2 V 3 , 5 Farad 10 55 V C Q
13 15
= = =


( ) ( ) C V
V
C
10 92 , 2 V F 10 92 , 2 Q
13 13

\
|
= =


Ricordando il valore della carica elettrica dellelettrone, si ricava il numero di elettroni in eccesso
sullarmatura negativa:

= e n Q
257

( )
( ) elettroni 10 825 , 1
elettr
C
10 6 , 1
C 10 92 , 2
e
Q
n
6
19
13
==
|

\
|

= =



Esercizio 3:
Un conduttore con capacit:
( ) ( ) ( ) Farad 10 300 Farad _ pico 300 pF 300 C
12
= = =
possiede una carica immagazzinata di ( ) C 10 5 Q
6
= . Determinare il potenziale cui si porta.

Soluzione:
Dalla definizione di capacit:

V
Q
C =
( )
( ) Volt 10 66 , 1
V
C
10 3
C 10 5
C
Q
V
4
10
6
=
|

\
|

= =



Esercizio 4:
Determinare la capacit di un condensatore sapendo che, con una carica di ( ) C 10 3
6
, presente
tra le armature una d.d.p. di 500 V.

Soluzione:

( )
( )
( ) ( ) ( ) Farad _ nano nF 6 F 10 6
V 500
C 10 3
V
Q
C
9
6
= =




Esercizio 5:
In un condensatore ( ) pF 50 C = si ha una d.d.p. tra le armature di 100 V. Determinare la carica
posseduta da ciascuna armatura.

Soluzione:
Ogni armatura possiede una carica di:
( ) ( ) C 10 5 V 100
V
C
10 50 V C Q
9 12
=
|

\
|
= =

Esercizio 6:
Ai capi di un condensatore che possiede una carica ( ) C 10 2 , 1 Q
3
= si stabilisce una tensione di
600 V. Determinare la capacit del condensatore:

Soluzione:
Dalla definizione di capacit:

( )
( )
( ) ( ) ( ) F 2 Farad _ micro 2 F 10 2
V 600
C 10 2 , 1
V
Q
C
6
3
= = =

= =


Esercizio 7:
Determinare la carica di un condensatore di capacit ( ) pF 5 quando ai suoi capi applicata una
tensione di 300 V.

Soluzione:
Dalla relazione della capacit:
( ) ( ) ( ) C 10 5 , 1 V 300 F 10 5 V C Q
9 12
= = =
258

Esercizio 8:
Calcolare la differenza di potenziale d.d.p. che nasce tra le armature di un condensatore avente
capacit ( ) Farad _ nano 3 C = quando ciascuna di esse possiede una carica di ( ) C 10 3
6
.

Soluzione:
La differenza di potenziale data da:

( )
( )
( ) v 000 . 1
F 10 3
C 10 3
C
Q
V
9
6
=

= =




Esercizio 9:
Due conduttori sferici isolati posseggono ciascuno una carica elettrica ( ) C 10 Q
5
= . Il primo si
trova ad un potenziale di 1.000 V. Quando si stabilisce in contatto elettrico tra i due conduttori, si
ha un passaggio di elettricit, dal secondo al primo, di ( ) C 10
6
. Determinare la capacit del
secondo conduttore.

Soluzione:
La capacit del primo conduttore sferico data dalla relazione:

V
Q
C =
Con:
Q Carica su ciascuna armatura
V Potenziale del conduttore.
Il potenziale sulla superficie del conduttore sferico uguale a quello caratteristico di un qualsiasi
punto appartenente al corpo interno del conduttore come, ad esempio, il punto centrale.
Il potenziale del punto centrale uguale alla somma dei potenziali provocati da ogni tratto di
superficie carica oppure al potenziale generato in un punto distante quanto il raggio della sfera se si
immagina tutta la carica concentrata nel centro:

1
R
1
4
Q
V

=



Per cui la capacit della sfera data da:


1
R 4 C =



La prima sfera ha dunque un raggio pari a:


=
4
C
R
1

Sostituendo a C il suo valore, ricavato dai dati in nostro possesso di ottiene:

( )
( )
( ) m 90
m N
C
10 85 , 8 4 V 000 . 1
C 10
4
V
Q
R
2
2
12
5
1
=
|
|

\
|


=

=


Dopo il contatto con la seconda sfera, anchessa carica, la carica della prima sfera aumenta di una
quantit pari a ( ) C 10
6
per cui, considerando costante la sua capacit, anche il potenziale subisce
un aumento.
Il potenziale sulla prima sfera dopo il contatto dato da:
259
( ) V 100 . 1
R 4
10 10
C
Q Q
V
1
6 5
1


+
=
+
=



A questo punto, considerando che dopo il contatto il potenziale della seconda sfera deve essere
uguale a quello dequilibrio cio uguale a quello della prima sfera dopo il contatto e che la
carica posseduta dalla seconda sfera quella data dalla differenza tra la carica iniziale e quella
perduta durante il contatto, si ottiene la capacit della seconda sfera:

( )
( )
( ) F 10 18 , 8
V 100 . 1
C 10 10
V
Q
C
9
6 5
2

= =
Di conseguenza il raggio della prima sfera deve essere uguale a:
( ) m
J
m N
C V
m N
59 , 73
m N
C
10 85 , 8 4
V
C
10 18 , 8
4
C
R
2 2
2
2
12
9
2
2

|
|

\
|

|
|

\
|

|
|

\
|

\
|

=

=




Esercizio 10:
Due sfere conduttrici con raggi rispettivamente di 3 e 5 cm sono poste a contatto con un morsetto di
una macchina elettrostatica, che ha un potenziale di 10.000 v rispetto al potenziale nullo della terra.
Se le due sfere, dopo la carica, sono poste a 50 cm di distanza una dallaltra, quale forza
coulombiana si manifesta tra di esse?

Soluzione:
Sia la prima che la seconda sfera assumono un potenziale uguale a quello della macchina
elettrostatica, assorbendo dunque una quantit di carica rispettivamente di:

1 1
R 4 C =



V
Q
C
1
1
=
( ) ( ) C 10 33 , 3
C
J
000 . 10 m 03 , 0
m N
C
10 85 , 8 4 V C Q
8
2
2
12
1 1

=
|

\
|

|
|

\
|

= =


2 2
R 4 C =



V
Q
C
2
2
=
( ) ( ) C 10 56 , 5
C
J
000 . 10 m 05 , 0
m N
C
10 85 , 8 4 V C Q
8
2
2
12
2 2

=
|

\
|

|
|

\
|

= =

Ponendo a 50 cm di distanza i baricentri delle sfere e supponendo che tutta la carica sia concentrata
nei rispettivi baricentri, si otterr una forza coulombiana di repulsione pari a:

( )
( )
( ) N 10 66 , 6
m 5 , 0
1
m N
C
10 85 , 8 4
C 10 33 , 3 10 56 , 5
r
1
4
Q Q
F
5
2 2
2
2
12
2 8 8
2
2 1
E

=
|
|

\
|

=

Esercizio 11:
Due cariche elettriche, ( ) C 10 3 Q
8
1

= e ( ) C 10 8 Q
9
2

= , sono poste su due sfere aventi la


prima una capacit doppia della seconda. La distanza tra i centri delle due sfere di 1 metro.
Sapendo che la differenza di potenziale tra le sfere di 20.000 V, determinare la forza elettrostatica
che agisce sulle due sfere ed il loro potenziale elettrico.

260
Soluzione:
Le capacit delle due sfere sono, rispettivamente, date da:

1 1
R 4 C =



2 2
R 4 C =


La prima ha una capacit doppia della seconda, quindi:
2
R
R
C
C
2
1
2
1
= =
Per cui il raggio della prima il doppio di quello della seconda:

2 1
R R =
Il potenziale sulle due sfere deve essere necessariamente determinato dalla carica posseduta da
ognuna e dalla rispettiva capacit, ed inoltre, la differenza di potenziale tra le due sfere 20.000 V,
per cui:

1
1
1
C
Q
V =

2
2
2
C
Q
V =
Dato che le due sfere sono caricate di segno contrario, la differenza di potenziale tra esse data
dalla somma dei potenziali, per cui:
( )
2
2 1
2
2
2
1
2
2
1
1
2 1
C 2
2 Q Q
C
Q
C 2
Q
C
Q
C
Q
V V V 000 . 20 V

+
= +

= + = + = =
Si determina quindi la capacit
2
C e poi la capacit
1
C :

( )
( )
( ) F 10 15 , 1
V 000 . 20 2
C 10 8 2 10 3
V 2
Q 2 Q
C
12
9 8
2 1
2

+
=

+
=
( ) F 10 3 , 2 C
12
1

=
Determiniamo ora i potenziali delle due sfere:

( )
( ) V 043 . 13
V
C
10 3 , 2
C 10 3
C
Q
V
12
8
1
1
1
=
|

\
|

= =



( )
( ) V 957 . 6
V
C
10 15 , 1
C 10 8
C
Q
V
12
9
1
1
2
=
|

\
|


= =


( ) V 000 . 20 957 . 6 043 . 13 V = + =
Esercizio 12:
Un condensatore della capacit di 100 pF ha unarmatura collegata a terra e laltra al potenziale di
1.000 V. In seguito al contatto di questa armatura con un conduttore sferico, il potenziale
dellarmatura scende a 700 V.
Si determini il raggio del conduttore sferico.

Soluzione:
Dato che si conoscono i dati iniziali del condensatore possibile determinare la quantit di carica da
esso posseduta inizialmente:

V
Q
C

=
( )( ) ( ) C 10 1 V 0 000 . 1
V
C
10 100 V C Q
7 12
=
|

\
|
= =
Dopo il contatto con il conduttore sferico, larmatura assume un potenziale dequilibrio pari a 700
V. Per cui si determina la carica finale ancora presente sullarmatura dopo il contatto:
261
( )( ) ( ) C 10 7 V 0 700
V
C
10 100 V C Q
8 12
1 1

=
|

\
|
= =
Dato che il conduttore sferico ha ricevuto una quantit di carica pari a:
( ) C 10 3 Q Q Q
8
1 2

= =
e il suo potenziale ha pareggiato quello dellarmatura potenziale dequilibrio possibile
determinarne la capacit e poi il raggio:

( )
( )
R 4
V 700
C 10 3
V
Q
C
8
e
2
2
=

= =


Da cui si ottiene il raggio:
( ) m 386 , 0
4 700
10 3
R
8
=



Esercizio 13:
Fornendo ad un condensatore una carica ( ) C 10 3 Q
4
= , si determina tra le sue armature una
tensione di 100 V. Determinare la sua capacit e lenergia immagazzinata nel condensatore.

Soluzione:
La capacit del condensatore data da:

( )
( )
( ) F 10 3
V 100
C 10 3
V
Q
C
6
4

=

Lenergia immagazzinata nella regione compresa tra le armature pu essere pensato pari al lavoro
che, dallesterno, stato applicato per trasportare le cariche negative da unarmatura allaltra,
provocando in questo modo la comparsa del campo elettrico.
Il lavoro che stato applicato dallesterno si pu determinare mediante una delle seguenti relazioni:

( ) ( ) J 10 5 , 1
C
J
100 C 10 3
2
1
V Q
2
1
W
2 4
AB

=
|

\
|
= =
( ) ( ) J 10 5 , 1 V 100
V
C
10 3
2
1
V C
2
1
V Q
2
1
W
2 2 2 6 2
AB

=
|

\
|
= = =


Esercizio 14:
Un condensatore avente la capacit ( ) F 1 C = caricato fino a che si crea tra le sue armature una
differenza di potenziale di 800 V. Determinare la carica esistente sul condensatore e lenergia che si
rende disponibile durante la scarica.

Soluzione:
La carica sul condensatore determinata da:
( ) ( ) V 10 8 V 800
V
C
10 1 V C Q
4 6
=
|

\
|
= =
Lenergia potenziale elettrostatica immagazzinata:
( ) ( ) J 32 , 0 V 800
V
C
10 1
2
1
V C
2
1
W
2 2 6 2
=
|

\
|
= =



Esercizio 15:
Un condensatore viene caricato fino ad assumere una carica ( ) C 10 5 Q
4
= ; successivamente viene
scaricato e fornisce un lavoro di 0,3 (J). Determinare la capacit del condensatore.
262

Soluzione:
Conoscendo il lavoro fornito dal processo di scarica e la quantit di carica sulle armature, si
determina il potenziale iniziale:
V Q
2
1
V
V
Q
2
1
V C
2
1
W
2 2
=

= =
Da cui si ottiene:

( )
( )
( ) Volt 10 2 , 1
C 10 5
J 3 , 0 2
Q
W 2
V
3
4
=


La capacit del condensatore dunque data da:

( )
( )
( ) F 7 , 41
V 10 2 , 1
C 10 5
V
Q
C
3
4
=




Esercizio 16:
Dimostrare che la costante dielettrica si pu misurare in F/m.

Soluzione:

|

\
|

\
|

\
|

|
|

\
|


m
F
m V
C
m J
C C
m N
C
2
2


Esercizio 17:
Un condensatore ad aria ha una capacit ( ) pF 3 C = . Determinare quale sar la sua capacit se si
interpone tra le armature uno strato di mica:
( )
5
MICA R
=

Soluzione:
Se si suppone che il condensatore sia piano (vale comunque per altri tipi di condensatore), allora la
sua capacit data dalla relazione:

d
S
C
R
=


Se poi si approssima ad 1 la costante dielettrica relativa dellaria, si avr:
( ) pF 3
d
S
1 C
ARIA
= =



d
S
5 C
MICA
=



Per cui si ottiene:
5
1
5
C
C
ARIA
MICA
= =
( ) pF 15 C 5 C
MICA
= =




Esercizio 18:
Un condensatore piano costituito da due piastre circolari distanti tra loro 2 mm, tra le quali
interposto uno strato di carta paraffinata di costante dielettrica relativa pari a 2,1. Determinare il
diametro delle armature sapendo che la capacit del condensatore di 2 nF.

Soluzione:
Dalla relazione della capacit di un condensatore piano:
263

d
S
C
R
=


Si ottiene la superficie dellarmatura e, di conseguenza il raggio:

= =
R
2
d C
r S

( ) ( )
( )
2
2
2
12
3 9
R
2
m 0685 , 0
m N
C
10 85 , 8 1 , 2
m 10 2 F 10 2 d C
r =

|
|

\
|


( ) m 26 , 0 r =
( ) cm 52 d =


Esercizio 19:
Le piastre di un condensatore ad aria hanno una superficie di ( )
2
cm 50 e sono poste alla distanza di
2 cm. Sapendo che il condensatore caricato con ( ) C 10 21 , 2 Q
9
= , determinare la differenza di
potenziale (tensione o d.d.p.) tra le armature.

Soluzione:
La capacit del condensatore piano data da:

d
S
C
R
=



( )
( )
( ) pF 21 , 2
J
C
10 21 , 2
m 10 2
m 10 50
m N
C
10 85 , 8 1 C
2
12
2
2 4
2
2
12

|
|

\
|
=

|
|

\
|


La differenza di potenziale tra le armature vale:

( )
( )
( ) Volt 000 . 1
F 10 21 , 2
C 10 21 , 2
C
Q
V
12
9
=

= =


Esercizio 20:
Determinare la capacit di un condensatore cilindrico le cui armature sono alte 10 cm e quella
interna ha un raggio di 3 cm. Tra le armature si ha uno stato daria di 2 mm.

Soluzione:
La capacit di un condensatore cilindrico determinata dalla relazione:

|
|

\
|
+

=

i
i
i R
R
d
1 log R
S
C
Con:

i
S Superficie dellarmatura interna H R 2
i


i
R Raggio dellarmatura interna
d Distanza tra le armature

Per cui:

( ) ( )
( )
( ) F 10 61 , 8
m 10 3
m 10 2
1 log m 10 3
m 1 , 0 m 10 3 2
m N
C
10 85 , 8 1
C
11
2
3
2
2
2
2
12


=
|
|

\
|

+

|
|

\
|


=

264
Esercizio 21:
Determinare la capacit di una sfera conduttrice isolata di raggio pari a 0,125 m.

Soluzione:
La capacit di una sfera conduttrice determinata dalla relazione standard:

V
Q
C =
Occorre determinare il potenziale assunto dalla sfera, quando presente la carica Q.
Per far ci bisogna considerare che la carica si distribuisce solo sulla superficie e determina
un potenziale costante allinterno e sulla superficie della sfera.
Il potenziale si pu quindi calcolare in un punto qualsiasi della sfera come, ad esempio, il
centro.
Esso dato dalla somma dei potenziali generati in detto punto da ogni elemento superficiale
dotato di densit :

r 4
Q
r 4
r 4
s
r 4 r
s
4
V
2
i
i

=

=

Per cui la capacit data da:

r 4 C =







Esercizio 22:
Su una sfera conduttrice isolata avente raggio R=6,85 cm collocata una carica ( ) C 10 25 , 1 Q
9
= .
Determinare lenergia potenziale immagazzinata nel campo elettrico generato da questo conduttore
carico.

Soluzione:
Lenergia potenziale elettrostatica immagazzinata nel campo elettrico del conduttore sferico
determinata dalla relazione:

2
V C
2
1
W =
Ove si intende con C la capacit e con V il potenziale assunto dal conduttore per effetto
della carica.
Il potenziale assunto dal conduttore sferico uguale a quello che assumerebbe un punto
qualsiasi della sua superficie se la carica fosse concentrata nel centro della sfera:
( ) V 164
10 85 , 6 10 85 , 8 4
10 25 , 1
R 4
Q
V
2 12
9
=

=

=



Per cui si ottiene:
( ) nJ 102 10 10 102 J 10 02 , 1 164 10 25 , 1
2
1
V
V
Q
2
1
V C
2
1
W
7 2 7 9 2 2
= = = = = =


Esercizio 23:
265
Un condensatore piano ha due armature circolari aventi raggio di 8,2 cm distanti 1,3 mm luno
dallaltro. Determinare la capacit. Quale carica comparir sui piatti se si applica una differenza di
potenziale di 120 V ?

Soluzione:
Si suppone che tra le armature sia interposto il vuoto. La capacit del condensatore piano
determinata da:
( ) ( )
( )
( ) ( ) pF 144 10 144 F 10 44 , 1
mm 10 3 , 1
m 10 2 , 8
m N
C
10 85 , 8
d
S
C
12 10
3
2
2
2
2
2
12
= = =

|
|

\
|

= =



Se tra le armature compare una differenza di potenziale di 120 V, la quantit di carica :

( ) ( ) ( ) ( ) nC 3 , 17 10 3 , 17 C 10 73 , 1 V 120 F 10 44 , 1 V C Q
9 8 10
= = = = =



Esercizio 24:
Si hanno due piatti metallici piani, ciascuno di superficie 1 metro quadrato, con i quali costruire un
condensatore a piatti paralleli. Se la capacit deve essere di 1 F, quale deve essere la distanza tra i
due piatti.

Soluzione:
Data la relazione per calcolare la capacit di un condensatore piano e il valore di capacit che si
deve ottenere, si ricava:
d
S
C =

( ) m 10 85 , 8
C
S
d
12

= = =
Non praticamente possibile la costruzione di un tale condensatore in quanto la distanza tra le
armature esageratamente piccola. Si tratta infatti di 8,85 miliardesimi di millimetro.
Esercizio 25:
Le armature di un condensatore sferico hanno raggi di 38 mm e 40 mm. Determinarne la capacit.
Quale dovrebbe essere larea di un condensatore ad armature parallele con una uguale distanza e
capacit ?

Soluzione:
La capacit di un condensatore sferico data dalla seguente relazione:

|
|

\
|

=
1 2
2 1
R R
R R
4 C
Per cui:
( ) ( ) pF 5 , 84 10 5 , 84 F 10 45 , 8
10 38 10 40
10 40 10 38
4 C
12 11
3 3
3 3
= = =
|
|

\
|


=




La superficie delle armature di un equivalente condensatore piano dovrebbe essere di:

d
S
C =
( ) ( )
2
2
2
2
12
11 3
cm 190
m
cm
000 . 10 m 019 , 0
10 85 , 8
10 45 , 8 10 2 C d
S =
|
|

\
|
=




Esercizio 26:
Laccumulo di carica elettrica sul corpo di una persona che entra in contatto con materiali sintetici
(sedili automobile) provoca una scintilla di lunghezza pari a circa 5 mm quanto di cerca di toccare
una sporgenza metallica. La lunghezza della scintilla indica che la differenza di potenziale tra il
corpo umano e la terra di circa 15.000 V

266

























CONDENSATORI IMPIEGATI NELLA TECNICA
I condensatori precedentemente descritti non sono altro che una pura idealizzazione geometrica dei
componenti che effettivamente sono impiegati nel campo dellelettrotecnica e dellelettronica.
Gli svariati tipi di condensatore esistenti, si possono, come prima suddivisione, classificare in:

Condensatori a dielettrico gassoso
Condensatori a dielettrico solido

Si evita di costruire, per ovvi motivi pratici, condensatori a dielettrico liquido.

CONDENSATORI A DIELETTRICO GASSOSO
Si possono suddividere in:
Condensatori in gas compresso
Impiegati quasi esclusivamente nel campo delle alte tensioni (a partire da parecchie decine
di kV) e precisamente in quel particolare settore dellelettrotecnica industriale che riguarda
le prove sui materiali e sulle parti dimpianto ad alta tensione.
Condensatori in aria
La cui importanza in gran parte legata alla possibilit di realizzare, oltre a condensatori di
capacit fissa, anche condensatori a capacit variabile.
I condensatori fissi sono costituiti da due pacchi di lamine compenetrati uno nellaltro: le
lamine di ciascun pacco sono collegate tra loro mediante tiranti, i quali sono fissati su di un
supporto isolante.
Nei condensatori variabili, un pacco di lamine fisso, mentre laltro pu ruotare attorno ad
un asse, cosicch i due pacchi si possono compenetrare in misura maggiore o minore
variando di conseguenza la capacit del condensatore.
Un loro tipico impiego si ha negli apparecchi radioriceventi, per ottenere la sintonizzazione
su una determinata stazione trasmittente.
267
I condensatori ad aria hanno il vantaggio di essere componenti che realizzano nel miglior
modo possibile una capacit pura e che. Inoltre, conserva una grande stabilit nel tempo.
Hanno per lo svantaggio di poter realizzare una gamma limitata di valori di capacit (per i
condensatori fissi si hanno valori massimi attorno ai 10.000 pF, per i condensatori variabili
valori massimi intorno ai 1.000/2.000 pF, ed inoltre hanno un ingombro notevole ed un
costo elevato.

CONDENSATORI A DIELETTRICO SOLIDO
In linea di massima si pu dire che, rispetto ai condensatori in aria, si scambiano i vantaggi con gli
svantaggi,
Essi, infatti, possono raggiungere capacit anche molto elevate, senza avere ingombri eccessivi n
costi troppo elevati.
Per la complicata tecnologia costruttiva ne limita spesso la stabilit nel tempo ed anche la
possibilit di realizzare una capacit pura.
In base alla struttura seconda la quale sono realizzati, indipendentemente dal tipo di dielettrico
impiegato, si distinguono in:

Condensatori a pila o impilati che, a parte le diversit tecnologiche, hanno la stessa
struttura dei condensatori in aria fissi.
Sono, infatti, costituiti da tanti rettangolini metallici molto sottili (ad esempio di stagnola)
che sono disposti in pile, alternando rettangolini metallici con rettangolini di dielettrico. Si
collegano poi tra loro i rettangolini metallici in modo da formare due pacchi di armature
compenetrate.

Condensatori avvolti.
Sono costituiti da due strisce metalliche (in genere stagnola) strette e lunghe, che formano le
armature, e da due strati di carta, uno interposto tra le armature e laltro al di sopra della
seconda armatura.
Il tutto poi avvolto ed infilato in un contenitore; due terminali metallici, uno a contatto con
unarmatura e laltro a contatto con laltra armatura, provvedono ai collegamenti con il
circuito esterno.

Condensatori per piccoli valori di capacit.
Non sono realizzati n con luna n con laltra tecnica sopra descritta, essendo costituiti
sostanzialmente da pezzi di ceramica di varia forma (piastrine, tubetti, ecc.) con le armature
metallizzate direttamente sulla superficie del dielettrico.

In base ai dielettrici impiegati, i condensatori a dielettrico solido si differenziano in:

Condensatori a mica.
Sono essenzialmente condensatori di tipo impilato, in cui le armature molto sottili (di solito
in alluminio) sono intercalate con strati di mica; una volta fatto limpilamento, esso poi in
qualche modo compresso, meccanicamente irrigidito e poi racchiuso in un involucro a tenuta
dumidit; i valori di capacit realizzabili vanno dalle decine di pF fino a
7
10

F.

Condensatori a carta impregnata.
Sono i tipici condensatori avvolti, costituiti da due strisce di stagnola alternate a due strati di
carta realizzati in pi strisce; non essendo la carta di per s un buon dielettrico, essa viene
impregnata con olio isolante, dopo avere subito unessicazione in autoclave. Coprono lo
stesso campo di capacit dei condensatori a mica e, rispetto ad essi, hanno lo svantaggio di
peggiori caratteristiche di purezza e di stabilit, ma il vantaggio di un minor ingombro e di
un minor costo.

268
Condensatori a resine sintetiche.
Sono essenzialmente condensatori di tipo avvolto, che usano come dielettrico il polistirolo;
si avvolgono semplicemente due nastri di stagnola e due nastri di polistirolo, senza che
occorra, come per la carta, alcuna impregnazione. Il polistirolo ha inoltre caratteristiche
meccaniche tali da renderlo particolarmente adatto a tecniche che consentono la
realizzazione di avvolgimenti molto compatti e di buona stabilit nel tempo.

Condensatori ceramici.
Di materiali ceramici adatti per essere usati come dielettrici per condensatori ne esistono in
quantit notevole; possiamo distinguerli in due categorie:

Materiali ceramici a bassa costante dielettrica:
Hanno valori della costante dielettrica relativa pari ad alcune decine di unit.
Di solito i condensatori che utilizzano questi materiali, assumono la forma di pastiglie o
di tubetti, con le armature realizzate per metallizzazione diretta del dielettrico ceramico.
Servono essenzialmente nel campo dei piccoli valori di capacit (da alcuni pF fino alle
migliaia di pF.
Materiali ceramici ad alta costante dielettrica.
Specialmente realizzati utilizzando titanati di bario e stronzio con costante dielettrica
relativa compresa tra valori di 1.000 e 10.000. Con tali materiali si realizzano
condensatori il cui impiego richiede essenzialmente un piccolo ingombro; infatti
laltissimo valore della costante dielettrica consente di realizzare condensatori che,
anche con valori di capacit piuttosto notevoli, hanno un ingombro modesto.

Come si pu intuire dalla classificazione sopra fatta, i molti tipi di condensatori esistenti hanno
ciascuno delle caratteristiche che lo rendono idoneo a lavorare in particolari condizioni.
Una speciale attenzione deve essere fatta alla tensione di lavoro cui deve operare il condensatore
(tensione che sempre indicata sul componente, assieme alla sua capacit).
Infatti, lapplicazione tra le armature di una tensione superiore a quella indicata, pu portare alla
perforazione dello spessore del dielettrico, con conseguente messa fuori uso del componente.



SIMBOLOGIA ADOTTATA PER LA RAPPRESENTAZIONE DEI CONDENSATORI

Negli schemi dei circuiti elettrici in cui compare la presenza dei condensatori elettrostatici, essi
sono solitamente rappresentati graficamente con i seguenti simboli:



269
C
1
C
2
C
3
q
1
+
q
1
-
q
2
+
-
q
2
3
q
q
-
3
+
A
B
+
-
V
AB
VAB AB V VAB GEN.

R 14 9/4 SIMBOLO CONDENSATORE DI CAPACITA FISSA E VARIABILE












LEGGI DI COLLEGAMENTO DEI CONDENSATORI

Il condensatore, come stato definito precedentemente, costituisce un elemento tecnico che si
inserisce nel contesto dei circuiti elettrici. Un circuito elettrico composto da almeno un generatore
di tensione (o differenza di potenziale), da fili conduttori, da fusibili di protezione, da interruttori,
da resistenze elettriche e da apparecchiature utilizzatrici quali, ad esempio, lampadine, forni,
resistenze per riscaldamento ecc. ecc.
La combinazione di due o pi condensatori presenti nel circuito paragonabile alla presenza di un
solo condensatore virtuale, definito CONDENSATORE EQUIVALENTE, che ha la stessa
capacit della combinazione dei vari condensatori realmente presenti.
La possibilit di ricorrere alla definizione del condensatore equivalente permette una notevole
semplificazione del circuito elettrico e un pi rapido calcolo dei parametri che caratterizzano il
circuito quali la tensione, la corrente complessiva e quella tipica nei vari rami del circuito.

La combinazione dei condensatori presenti nei circuiti avviene sostanzialmente secondo i seguenti
due tipi di collegamento:

CONDENSATORI COLLEGATI IN PARALLELO
CONDENSATORI COLLEGATI IN SERIE


270
LEGGE DI COLLEGAMENTO CONDENSATORI IN PARALLELO

Lo schema classico di condensatori collegati in PARALLELO il seguente:

C
1
C
2
C
3
q
1
+
q
1
-
q
2
+
-
q
2
3
q
q
-
3
+
A
B
+
-
V
AB
VAB AB V VAB GEN.


R 14 10/4 SCHEMA DI CONDENSATORI IN PARALLELO CON GENERATORE DI TENSIONE






I terminali collegati alle armature positive dei condensatori confluiscono in un punto del circuito
ove presente un potenziale o tensione
A
V , mentre, i terminali collegati alle armature negative in
un punto ove presente un potenziale
B
V .
Tutti i condensatori presenti sono quindi sottoposti alla differenza di potenziale o tensione
AB
V che
mantenuta costante dal generatore di tensione G (batteria) inserito nel circuito.
Considerando che ognuno dei condensatori caratterizzato da capacit generalmente diverse si pu
concludere che le quantit di carica sulle armature di ognuno di essi data dalla relazione:


AB
1
1
V
Q
C =
AB 1 1
V C Q =

AB
2
2
V
Q
C =
AB 2 2
V C Q =

AB
3
3
V
Q
C =
AB 3 3
V C Q =

La capacit che deve possedere il condensatore equivalente che, virtualmente, ha lo stesso effetto
dei condensatori presenti collegati in parallelo nel circuito, quindi un condensatore in grado di
immagazzinare la stessa quantit di carica presente nella realt alla stessa differenza di potenziale.
Per cui:

( )
3 2 1
AB
3 2 1 AB
AB
3 2 1
. EQ
C C C
V
C C C V
V
Q Q Q
C + + =
+ +
=
+ +
=
271

In generale:

Quando esiste un numero N di condensatori, ognuno caratterizzato dalla propria capacit C,
collegati in parallelo in un circuito elettrico qualsiasi, si pu sostituire ad essi un unico
condensatore avente una capacit virtuale equivalente pari alla somma delle capacit dei
singoli condensatori:


N 3 2 1 . EQ
C . .......... C C C C + + + + =


=
=
=
N i
1 i
i . EQ
C C CAPACITA EQUIVALENTE DI COND. IN PARALLELO




LEGGE DI COLLEGAMENTO CONDENSATORI IN SERIE

I condensatori sono collegati in SERIE quando i terminali delle armature positive e negative sono
collegati tra loro.
Il terminale collegato allarmatura positiva del primo condensatore della serie poi collegato al
morsetto positivo del generatore di tensione, mentre, quello collegato allarmatura negativa
dellultimo condensatore della serie al morsetto negativo.
Caricando di segno positivo la prima armatura della serie, si provoca la polarizzazione di tutte le
altre, cosicch, su ogni armatura presente la stessa quantit di carica Q.

Dato che, solitamente, ogni condensatore della serie caratterizzato dalla propria capacit elettrica,
si ottengo quindi tra le armature differenze di potenziale diverse in base alla relazione generale:
1
1
V
Q
C

=
1
1
C
Q
V =
2
2
V
Q
C

=
2
2
C
Q
V =
3
3
V
Q
C

=
3
3
C
Q
V =

La quantit di carica effettivamente prodotta dalla presenza del generatore di tensione non quindi
la somma delle cariche di ogni condensatore ma la sola carica presente sullarmatura positiva del
primo o negativa dellultimo della serie.
In effetti, le armature interne dei condensatori collegati in serie si sono solo polarizzate senza che si
sia effettivamente generato uno squilibrio delle cariche totali.


272
C
2
C
3
-
+
C
1
A
B
+
q q
-
q
-
q
+
q
- +
q
AB
V
V
2
V
1
V
3


R 14 11/4 CONDENSATORI IN SERIE


Tra le armature di ogni condensatore si instaura dunque una differenza di potenziale dato da:
1
1
V
Q
C

=
1
1
C
Q
V =
2
2
V
Q
C

=
2
2
C
Q
V =
3
3
V
Q
C

=
3
3
C
Q
V =


Tra i capi A e B dei due terminali della serie di condensatori, si ha dunque una differenza di
potenziale pari alla somma delle differenze di potenziale:

3 2 1 AB
V V V V + + =
3 2 1
AB
C
Q
C
Q
C
Q
V + + =

La capacit del condensatore equivalente che, virtualmente, pu sostituire leffetto dei condensatori
collegati in serie, deve quindi essere tale da generare la stessa differenza di potenziale complessiva
per effetto della sola carica Q.
Per cui:
AB
EQ
V
Q
C =

3 2 1
3 2 1
EQ
C
1
C
1
C
1
1
C
1
C
1
C
1
Q
Q
C
+ +
=
|
|

\
|
+ +
=

273

3 2 1 EQ
C
1
C
1
C
1
C
1
+ + =


3 2 1
2 1 3 1 3 2
EQ
C C C
C C C C C C
C
1

+ +
=


1 3 3 2 2 1
3 2 1
EQ
C C C C C C
C C C
C
+ +

= CAPACITA EQUIVALENTE


In generale:

Quando esiste un numero N di condensatori, ognuno caratterizzato dalla propria capacit C,
collegati in SERIE in un circuito elettrico qualsiasi, si pu sostituire ad essi un unico
condensatore avente una capacit virtuale equivalente pari alla rapporto tra il prodotto dei
valori degli N condensatori e la somma dei prodotti dei valori di ogni singolo condensatore
per il valore degli altri:



i N ) 2 i ( ) 1 i ( ) 1 i ( i
N 3 2 1
EQ
C C ...... C C C C
C ........ C C C
C
+ + +

=
+ + +










ESERCIZI
CONDENSATORI IN SERIE E PARALLELO

Esercizio 1:
Due condensatori aventi capacit di 3 e 10 pF sono collegati in parallelo. Se ai capi del sistema si
applica una tensione di 20 V, qual la carica che si condensa su ogni condensatore?

Soluzione:
I condensatori sono collegati in parallelo quindi, per entrambi, la tensione applicata ai terminali
uguale a quella applicata ai capi del sistema.
Non occorre, per il calcolo della carica condensata, ricorrere al condensatore equivalente, basta
applicare la relazione tipica per il condensatore:

V
Q
C

=
Da cui si ottiene:
( ) ( ) C 10 6 V 20
V
C
10 3 V C Q
11 12
1 1

=
|

\
|
= =
( ) ( ) C 10 2 V 20
V
C
10 10 V C Q
10 12
2 2

=
|

\
|
= =
Il condensatore equivalente ha una capacit di:
274
( ) ( ) pF 13 F 10 13 C C C
12
2 1 EQ
= = + =


C
1
C
2 Q
1
+
A
B
+
-
V
AB
VAB AB V
3 pF Q
1
-
10 pF
1
Q
-
Q
1
+
20 V
1
Q 13 pF AB
V
B
20 V
-
+
C
-
EQ Q
1
+
A









Esercizio 2:
Tre condensatori di capacit rispettivamente di ( ) F 2 , ( ) F 6 e ( ) F 4 sono collegati in serie.
Determinare la capacit complessiva. E se fossero collegati in parallelo quanto sarebbe la capacit
complessiva.

Soluzione:
La capacit complessiva dei tre condensatori collegati in serie equivale a quella di un condensatore
equivalente:

3 2 1 EQ
C
1
C
1
C
1
C
1
+ + =
Da cui si ottiene:

6 6 6 6
6 6 6
EQ
10 92 , 0 10 17 , 0 10 25 , 0 10 5 , 0
10 6
1
10 4
1
10 2
1
C
1
= + + =

=


( ) ( ) F 09 , 1 F 10 09 , 1 C
6
EQ
= =



Se fossero collegati in parallelo la capacit del condensatore equivalente sarebbe la somma delle tre
capacit:
( ) F 10 12 C C C C
6
3 2 1 EQ

= + + =
275
C
2
C
3
-
+
C
1
A B
AB
V
A
AB
+
-
V
C
EQ
B
2 F F 4 6 F 1,09 F













Esercizio 3:
Si collegano 6 condensatori secondo lo schema seguente. Sapendo che ogni condensatore ha una
capacit di 2 F , determinare la capacit equivalente complessiva.

Soluzione:
276
C2
C1
A
B
C3 C5
4 C
C6
C
6 C
CEQ1
B
4
A
CEQ2 C
C6
C4
B
EQ3
A
B
C
C4
EQ4
A


I condensatori 1 e 2 sono collegati in serie, la capacit equivalente data da:

1
2
1
2
1
C
1
C
1
C
1
2 1 1 EQ
= + = + =
( ) F 1 C
1 EQ
=

I condensatori 3, 4 e 5 sono collegati in parallelo, la capacit equivalente la somma delle capacit:

( ) F 6 2 2 2 C
2 EQ
= + + =

Le due capacit equivalenti 1 e 2 risultano collegate in parallelo, per cui:

( ) F 7 6 1 C
3 EQ
= + =

Infine il condensatore 6 e la capacit equivalente 3 sono collegate in serie, per cui risulta:

14
9
14
7 2
2
1
7
1
C
1
C
1
C
1
6 3 EQ TOT . EQ
=
+
= + = + =
( ) ( ) F 56 , 1 F
9
14
C
TOT . EQ
= =




Esercizio 4:
Due condensatori aventi capacit di ( ) F 3 e ( ) F 10 sono collegati in serie. Se ai capi del sistema si
ha una differenza di potenziale di 260 V, qual la carica che si condensa su ciascuna armatura?

Soluzione:
I condensatori collegati in serie hanno una capacit equivalente pari a:
277

30
13
30
3 10
10
1
3
1
C
1
C
1
C
1
2 1 EQ
=
+
= + = + =
( ) F 31 , 2
13
30
C
EQ
= =
La carica che si condensa sullarmatura del condensatore equivalente pari alla carica che si
condensa sulle armature di ciascun condensatore.
Il valore di tale carica data da:
( ) ( ) C 10 6 10 600 V 260
V
C
10 31 , 2 V C Q
4 6 6
EQ

= =
|

\
|
= =


Esercizio 5:
Un condensatore di ( ) F 5 posto in serie con un altro condensatore di capacit sconosciuta.
Caricando con una carica pari a ( ) C 10 4 Q
4
= i due condensatori, si vede che la differenza di
potenziale ai capi della serie si porta a 220 V. Determinare la capacit del secondo condensatore e
lenergia accumulata dal sistema.

Soluzione:
La capacit complessiva equivalente del sistema formato dai due condensatori in serie,
determinata dalla definizione di capacit:
V
Q
C
EQ

=
Da cui si ottiene la capacit equivalente:
( )
( )
( ) ( ) F 82 , 1 F 10 82 , 1
V 220
C 10 4
C
6
4
EQ
= =


Daltra parte la capacit equivalente di due condensatori in serie data da:
C
1
C
1
C
1
1 EQ
+ =
Ove si indicato con
1
C la capacit conosciuta e con C quella incognita.
Risolvendo si ottiene la capacit incognita:
35 , 0
5
1
82 , 1
1
C
1
C
1
C
1
1 EQ
= = =
( ) F 86 , 2 C =

Lenergia elettrostatica immagazzinata nel sistema data dalla relazione:

( ) ( ) ( ) J
C
J
C V C 10 4 , 4 V 220
V
C
10 82 , 1
2
1
V C
2
1
W
2 2 2 6 2
EQ

|

\
|
=
|

\
|
= =




Esercizio 6:
Tre condensatori, rispettivamente di capacit uguale a ( ) nF 1 , 0 , ( ) nF 2 , 0 e ( ) nF 3 , 0 sono collegati in
serie tra loro. Il sistema poi caricato applicando ai suoi estremi una tensione di 275 V.
Determinare la differenza di potenziale (d.d.p.) che si stabilisce ai capi di ogni condensatore.

Soluzione:
La capacit equivalente del sistema data da:
278
33 , 18 33 , 3 5 10
3 , 0
1
2 , 0
1
1 , 0
1
C
1
EQ
= + + = + + =
( ) ( ) F 10 5 , 5 nF 10 5 , 5 C
11 2
EQ

= =

La carica che si accumula sulle armature del condensatore equivalente pari alla carica che
si accumula su ciascun condensatore facente parte della serie.
A tal riguardo si ricordi che i condensatori in serie si caricano per polarizzazione e
posseggono quindi ognuno la stessa carica.

Il valore della carica si ricava tenendo conto della capacit equivalente:
( ) ( ) C 10 51 , 1 V 275
V
C
10 5 , 5 V C Q
8 11
EQ

=
|

\
|
= =
La differenza di potenziale ai capi di ogni condensatore si ricava tenendo conto delle
effettive capacit singole e del valore della carica accumulata.
La somma delle differenze di potenziale dovrebbe essere pari alla differenza totale:
( )
( ) V 151
V
C
10 1 , 0
C 10 51 , 1
C
Q
V
9
8
1
1
=
|

\
|

= =


( )
( ) V 5 , 75
V
C
10 2 , 0
C 10 51 , 1
C
Q
V
9
8
2
2
=
|

\
|

= =


( )
( ) V 33 , 50
V
C
10 3 , 0
C 10 51 , 1
C
Q
V
9
8
2
3
=
|

\
|

= =


( ) V 83 , 273 V V V V
3 2 1 TOT
= + + =

La differenza tra il potenziale reale ai capi del sistema e quello calcolato differisce di poco a
causa dellarrotondamento dei valori risultanti dal calcolo.



Esercizio 7:
Due condensatori collegati in parallelo danno una capacit ( ) pF 6 C
EQ
= . Se collegati in serie la
capacit scende a ( ) pF
3
4
C
EQ
= . Determinare la capacit dei due condensatori.

Soluzione:
Si tratta di risolvere un sistema di equazioni a due incognite:

= +
= +
4
3
C
1
C
1
6 C C
2 1
2 1

+
= +
4
3
C C
C C
6 C C
2 1
1 2
2 1

+
= +
4
3
C C
C C
6 C C
2 1
1 2
2 1

= +
= +
2 1 2 1
2 1
C C
4
3
C C
6 C C

=
= +
2 1
2 1
C C
4
3
6
6 C C

279

=
= +
2 1
2 1
C C 8
6 C C

=
= +
2
1
2 1
C
8
C
6 C C

=
= +
2
1
2
2
C
8
C
6 C
C
8

=
=
+
2
1
2
2
C
8
C
6
C
C 8

=
= +
2
1
2
2
2
C
8
C
0 8 C 6 C


Dallequazione di secondo grado si ottiene la seguente radice:

( ) pF 2 C
2
=

E, sostituendo il valore trovato nella seconda, si ottiene la capacit:

( ) pF 4 C
1
=


Esercizio 8:
Determinare la capacit di un condensatore che, aggiunto in serie ad un altro di capacit ( ) F 8 C =
n riduce ad la capacit.

Soluzione:
Denominata con X la capacit incognita del condensatore iniziale e supponendo di aggiungere in
serie il secondo condensatore, si ottiene:

C
1
X
1
C
1
EQ
+ =

Con i seguenti valori:
( ) F 2
4
8
C
EQ
= =
Si ottiene:
8
1
X
1
2
1
+ =
8
3
X
1
= ( ) F 7 , 2
3
8
X = =
Esercizio 9:
Un condensatore avente capacit ( ) F 5 C = , caricato alla tensione di 1.000 V e poi, isolato dalla
sorgente di tensione, collegato in parallelo con un condensatore scarico avente capacit
( ) F 3 C = . Determinare la tensione finale che si stabilisce agli estremi del sistema.

Soluzione:
Il condensatore, inizialmente caricato sino alla differenza di potenziale di 1.000 V, assume una
quantit di carica pari a:
( ) ( ) C 10 5 V 000 . 1
V
C
10 5 V C Q
3 6
=
|

\
|
= =
Il collegamento in parallelo con un condensatore scarico, dopo che il condensatore carico
isolato dal generatore di tensione, non modifica la quantit di carica accumulata
inizialmente. Essa si distribuisce sulle armature del condensatore scarico facendo assumere
al sistema quindi i due condensatori in parallelo la differenza di potenziale data da:
280
EQ
C
Q
V =
Con:
( ) F 8 3 5 C
EQ
= + =
Per cui si ottiene:
( )
( ) V 625
V
C
10 8
C 10 5
V
6
3
=
|

\
|




Esercizio 10:
Due condensatori con capacit di 5 e 10 F sono posti in parallelo e la combinazione unita in
serie con un condensatore di F 20 . La tensione ai capi del sistema di 210 V. Determinare la
carica e la differenza di potenziale ai capi dei vari condensatori.

Soluzione:
Si determina la capacit equivalente dei due condensatori in parallelo, data da:

( ) F 15 10 5 C
P . 1 EQ
= + =

Poi la capacit equivalente dei condensatori in serie:
60
7
60
3 4
20
1
15
1
C
1
C
1
C
1
3 P . 1 EQ S . 2 EQ
=
+
= + = + =
( )
|

\
|
= =

V
C
10 57 , 8 F
7
60
C
6
S . 2 EQ

Con la capacit equivalente complessiva e tenendo conto della tensione ai capi del sistema, poi
possibile determinare la quantit di carica sulle armature:
( ) ( ) C 10 8 , 1 V 210
V
C
10 57 , 8 V C Q
3 6
S . 2 EQ

=
|

\
|
= =
Tale quantit di carica collocata sia sulle armature del terzo condensatore sia sulle armature del
condensatore equivalente al parallelo dei primi due.
Si ricava dunque la differenza di potenziale tra le armature del terzo condensatore:
( )
( ) V 90
V
C
10 20
C 10 8 , 1
C
Q
V
6
3
3
2
=
|

\
|

= =


Per differenza si pu ricavare la tensione tra le armature dei primi due condensatori in
parallelo:

( ) V 120 90 210 V
1
= =

La tensione tra i capi del sistema dei primi due condensatori in parallelo anche ottenibile dalla
relazione:
( )
( ) V 120
V
C
10 15
C 10 8 , 1
C
Q
V
6
3
P . 1 EQ
1
=
|

\
|

= =



La carica accumulata dal condensatore 1 in parallelo si ottiene tenendo conto che le sue armature
sono alla tensione di 120 V:
281
( ) ( ) C 10 6 V 120
V
C
10 5 V C Q
4 6
1 1 1

=
|

\
|
= =

La carica accumulata dal secondo condensatore in parallelo si pu ricavare per differenza o ancora
con la relazione:
( ) ( ) C 10 12 V 120
V
C
10 10 V C Q
4 6
1 2 2

=
|

\
|
= =

La somma delle cariche sulle armature dei condensatori in parallelo la quantit di carica
complessiva:

2 1
Q Q Q + =


Esercizio 11:
Due condensatori di capacit 5 e 10 F sono caricati alla tensione rispettivamente di 10 e 220 V e
poi collegati in parallelo. Determinare la tensione ai capi del sistema cos ottenuto.

Soluzione:
Si determina la quantit di carica immagazzinata da ogni condensatore caricato alla propria
tensione, ottenendo:
( ) ( ) C 10 25 V 5
V
C
10 5 V C Q
6 6
1 1 1

=
|

\
|
= =
( ) ( ) C 10 2 , 2 V 220
V
C
10 10 V C Q
3 6
2 2 2

=
|

\
|
= =
La tensione finale dei due condensatori in parallelo si ottiene considerando che il condensatore
equivalente deve necessariamente immagazzinare la somma delle quantit di carica e deve avere
una capacit equivalente pari alla somma delle due capacit:
( ) V 3 , 148
C C
Q Q
V
2 1
2 1
F
=
+
+
=

Esercizio 12:
Due condensatori di capacit ( ) F 3 C
1
= e ( ) F 25 C
2
= sono collegati in serie ed agli estremi della
serie vi una differenza di potenziale di 1.000 V.
Determinare:
La capacit equivalente del sistema
La carica su ciascun condensatore
La differenza di potenziale ai capi di ogni condensatore
Lenergia immagazzinata nei condensatori.

Soluzione:
La capacit equivalente della serie dei due condensatori data da:
75
28
75
3 25
25
1
3
1
C
1
EQ
=
+
= + =
( ) F 68 , 2
28
75
C
EQ
= =

La quantit di carica immagazzinata da ogni condensatore data da:
282
( ) ( ) C 10 68 , 2 V 000 . 1
V
C
10 68 , 2 V C Q
3 6
EQ

=
|

\
|
= =

La differenza di potenziale ai capi di ciascuno di essi:

( )
( ) V 893
V
C
10 3
C 10 68 , 2
C
Q
V
6
3
1
1
=
|

\
|

= =


( )
( ) V 107
V
C
10 25
C 10 68 , 2
C
Q
V
6
3
2
2
=
|

\
|

= =


Lenergia immagazzinata data da:

( ) ( ) J 34 , 1 V 10
V
C
10 68 , 2
2
1
V C
2
1
W
2 6 6 2
EQ
=
|

\
|
= =




Esercizio 13:
Quanti condensatori di capacit singola uguale a ( ) F 1 C = devono essere connessi in parallelo per
immagazzinare una carica di 1 ( C ) applicando sul sistema una differenza di potenziale di 110 (V)?

Soluzione:
La capacit equivalente del sistema di condensatori di uguale capacit collegati in parallelo, si
ottiene sommando le diverse capacit:

C n C .......... C C C C
EQ
= + + + + =

Al condensatore equivalente poi applicata una differenza di potenziale di 110 V per effetto della
quale si ottiene un accumulo di carica pari a 1 C:
V
Q
C n C
EQ

= =
Tenendo conto della quantit di carica, della differenza di potenziale e della capacit di un singolo
condensatore connesso in parallelo, si ottiene:
( )
( )
091 . 9
V 110
V
C
10 1
C 1
V C
Q
n
6
=

\
|

=

=


Daltra parte, considerando che tutti i condensatori sono collegati in parallelo con uguale
tensione agli estremi delle armature, la carica complessiva determinata dalla somma delle
cariche che ogni condensatore assume per effetto della differenza di potenziale stabilita.
Ogni singolo condensatore assume una carica pari a:
( )
|

\
|
=
|

\
|
= =

. Condens
C
10 1 , 1 V 110
V
C
10 1 V C Q
4 6

Per cui per ottenere la carica complessiva di 1 ( C ) occorrer un numero di condensatori
pari a:
( )
( ) ri Condensato 091 . 9
. Cond
C
10 1 , 1
C 1
n
4
=
|

\
|



Esercizio 14:
283
Ciascuno dei condensatori scarichi della figura sottostante ha una capacit di ( ) F 25 C = .
Determinare la quantit di carica che passa attraverso lamperometro, quando si applica una
differenza di potenziale di 4.200 V ai capi del sistema.
Soluzione:
La quantit di carica che segnalata dallamperometro misuratore (misurazione della corrente e del
tempo occorrente per una completa carica) altro non che la carica totale immagazzinata tra le
armature dei condensatori facenti parte del circuito.
Dato che i condensatori sono collegati in parallelo possibile e posseggono la stessa capacit,
possibile determinare la carica posseduta da uno singolo e poi moltiplicare per tre:
( ) ( ) C 105 , 0 V 200 . 4
V
C
10 25 V C Q Q Q
6
3 2 1
=
|

\
|
= = = =


( ) ( ) milliC 315 C 315 , 0 Q 3 Q
1 TOT
= = =
C
C C
A
4.200 V


Esercizio 15:
Il disegno sottostante rappresenta un collegamento di due condensatori in serie. La parte rigida
centrale, di altezza h, si pu muovere verticalmente. Si dimostri che la capacit equivalente della
combinazione indipendente dalla posizione della parte centrale rispetto alle armature fisse ed
data da
( ) h a
S
C
EQ

= .

Soluzione:
284
a
h
C
C


La capacit del sistema di condensatori in serie data da:
2 1 EQ
C
1
C
1
C
1
+ =

Con:
( ) d h a
S
C
1

=
( )
*
2
d h a
S
C

=
Per cui:
( )
*
*
EQ
d h a d h a
S
1
S
d h a
S
d h a
C
1
+

=


+


=
( )
*
EQ
d d h 2 a 2
S
1
C
1


=
( ) [ ]
*
EQ
d d h 2 a 2
S
1
C
1
+

=
Ma la somma tra le distanze d e d* altro non che la differenza tra a ed h, quindi:

h a * d d = +

Per cui si ottiene:
( ) [ ] ( ) h a
S
1
h a h 2 a 2
S
1
C
1
EQ


=

=

Da cui si ottiene la capacit equivalente:
h a
S
C
EQ


=

Come si voleva dimostrare.

285

Esercizio 16:
Tre condensatori sono collegati in parallelo. Ciascuno di essi ha armature di superficie S e distanza
d. Determinare quale deve essere la distanza tra le armature di un condensatore singolo, avente
superficie S, se la sua capacit uguale a quella dellinsieme descritto. Quale sar la distanza se i
tre condensatori sono collegati in serie?

Soluzione:
La capacit di un singolo condensatore, supponendolo piano, data da:
d
S
C =
Tale capacit deve essere uguale alla capacit del sistema in parallelo dei tre condensatori:
* d
S
d
S
3 C
EQ
= =
Da cui si ricava la distanza tra le armature del condensatore singolo equivalente:
* d
S
d
S
3 =

* d
1
d
3
=

3
d
* d =
Se i condensatori sono collegati in serie, si avr:
S
d 3
S
d
S
d
S
d
C
1
EQ

=

+

+

=
* d
S
d 3
S
C
EQ

=


=
Da cui si ricava:
* d
S
d 3
S
=



* d
1
d 3
1
=


d 3 * d =






CONDENSATORE IN PRESENZA DI UN DIELETTRICO

CAPACITA IN FUNZIONE DELLA COSTANTE DIELETTRICA RELATIVA
Come si visto in precedenza, la capacit di un condensatore dipende in modo direttamente
proporzionale dalla costante dielettrica assoluta del materiale interposto tra le armature che, a sua
volta, dipende dal valore della costante dielettrica relativa.
Interponendo tra le armature materiali isolanti ad elevato potere dielettrico come, ad esempio,
composti di titanio o titanati di stronzio, si ottiene un aumento della capacit del condensatore
proporzionato al valore della costante dielettrica relativa.
Nel caso di un condensatore piano con interposto dielettrico, la capacit data da:
d
S
C
R
=


Mentre, se lo stesso condensatore ha le armature poste nel vuoto:
286
d
S
C =



Si ottiene dunque un aumento di capacit paria a:
( ) 1 C C C
R
=


( ) 1 C C
R
=



In altre parole la capacit di un condensatore con dielettrico uguale al prodotto tra la capacit
dello stesso condensatore nel vuoto e la costante dielettrica relativa del materiale interposto:

= C C
R


TENSIONE MASSIMA NEL DIELETTRICO POTENZIALE DISRUPTIVO
Unaltra caratteristica del condensatore, dipendente dal tipo di materiale dielettrico isolante posto
tra le armature, la differenza di potenziale massima
MAX
V che pu essere applicata ai suoi capi,
prima che intervenga il collasso del condensatore.
Se viene superato tale potenziale, definito potenziale disruptivo, si innescano, allinterno del
dielettrico isolante, dei percorsi preferenziali attraverso ai quali si manifestano scariche elettriche
tra le armature.
Il dielettrico perde quindi le sue capacit isolanti ed avviene una sorta di corto circuito tra le
armature con conseguente scarica del condensatore.
Dato che la differenza di potenziale tra le armature dipende dal valore del campo elettrico E e dalla
distanza d, evidente che la perdita del potere isolante per raggiungimento del potenziale
disruptivo si ha quando il valore del campo E tra le armature raggiunge un limite tipico del
materiale interposto.
Tale limite definito costante di RIGIDITA DIELETTRICA ed rappresentato dal massimo
valore di campo elettrico tollerato dal dielettrico prima che si raggiungano le condizioni
disruptive.

La costante di RIGIDITA DIELETTRICA misurata solitamente in kV/mm.
Alcuni valori della rigidit dielettrica per i materiali isolanti utilizzati per la realizzazione di
condensatori:

Aria secca 3 ( ) mm / kV
Acqua pura 15
Olio minerale 7,5-16
Olio per trasformatori 12 17
Bachelite 10
Carta 6
Carta paraffinata 40 50
Carta per condensatori 30
Gomma 15 40
Mica 50 100
Polietilene 50
Porcellana 12 30
Vetro 25 100
Ossido di titanio 5
Titanati di bario e stronzio 5


LASPETTO ATOMICO DEI DIELETTRICI
I materiali dielettrici hanno la caratteristica di non possedere elettroni liberi di conduzione e sono
quindi ottimi isolanti. Gli atomi o molecole che li compongono possono essere per considerati
287
singolarmente come dipoli elettrici in possesso di un momento di dipolo permanente proprio o
di un momento di dipolo indotto.
Il momento di dipolo permanente solitamente dovuto alla posizione degli atomi costituenti la
molecola e alle relative sfere dinfluenza nelle quali ruotano gli elettroni.
Ad esempio, una molecola dacqua si comporta come dipolo permanente in quanto i due nuclei di
idrogeno sono collegati al nucleo di ossigeno secondo una struttura non simmetrica ma sbilanciata
secondo un angolo di circa 105.


H H
Ossigeno
Lato positivo
Lato negativo

R 14 17/4 MOLECOLA DACQUA CONSIDERATA DIPOLO PERMANENTE

La sfera dinfluenza dellossigeno contiene pi elettroni delle sfere dinfluenza dei due nuclei
didrogeno, cosicch il lato ossigeno ed il lato idrogeno possono essere considerati come
permanenti in virt della struttura propria della molecola.
I dielettrici che posseggono un momento di dipolo permanente sono definiti Dielettrici polari.
Altri materiali, che si polarizzano geometricamente in presenza di un campo elettrico esterno, sono
definiti Dielettrici non polari.

MOMENTO TORCENTE SU UN DIPOLO IMMERSO IN UN CAMPO ELETTRICO
Quando un materiale dielettrico posto tra le armature di un condensatore nel quale presente un
campo elettrico uniforme E, tutti i dipoli molecolari di cui costituito sono contemporaneamente
sottoposti allazione di un momento torcente (rivolto perpendicolarmente al piano del dipolo) che
causa una rotazione in senso orario o antiorario rispetto ad un asse perpendicolare al piano e
passante nei centri di ciascun dipolo.
Il momento torcente provoca quindi una rotazione di tutti i dipoli (sia quelli permanenti di tipo
polare che di quelli non polari) che dispongono il proprio asse secondo direzioni parallele alla
direzione delle linee di forza del campo inducente.
Il momento torcente che agisce su ogni dipolo deve essere considerato come un vettore il cui
modulo dato dal prodotto vettoriale tra il vettore campo elettrico ed il vettore momento di dipolo.
La direzione del momento torcente perpendicolare al piano in cui sono contenuti il vettore campo
E ed il vettore momento di dipolo p.

288
q
+
-
q
+
-
E
p
b
d
E
E
F=E q
E q F=


R 14 18/4 DIPOLO IN UN CAMPO ELETTRICO UNIFORME


Lazione torcente, cio il momento torcente sul dipolo, data dalla coppia
T
M il cui modulo si
ottiene dalla relazione:

d F M
T
=
( ) [ ] = = sen d F b F M
T


Se la forza elettrostatica cui sono sottoposte entrambe le cariche del dipolo espressa in
funzione dellintensit del campo elettrico:

q E F =

E se la distanza tra le cariche del dipolo espressa in funzione del momento p caratteristico
del dipolo:

d q p =

q
p
d =

Si ottiene un momento torcente dato da:
( ) ( )
|
|

\
|
= sen
q
p
q E M
T

( ) = sen p E M
T


Ma tale prodotto equivale al prodotto vettoriale tra il vettore Campo elettrico E ed il
vettore Momento di dipolo p.
Tornando alla rappresentazione vettoriale:

p E M
T
= Momento torcente del campo E sul dipolo di momento p

289
Il risultato dellazione del momento torcente lallineamento dellasse di tutti i dipoli secondo la
direzione del campo elettrico e, conseguentemente, la formazione di un campo elettrico contrario al
campo principale che induce la polarizzazione.
La presenza di un materiale dielettrico tre le armature di un condensatore che, in presenza del vuoto,
ha una capacit C ed assume una differenza di potenziale V con immagazzinata una carica Q,
provoca dunque la diminuzione del potenziale e laumento della capacit che, dal valore C, si porta
al nuovo valore C*:
1
V V
Q
* C

=

+
-
E
E
- +
+ -
+ -
+ -
+ -
+ -
+ - - +
- +
-
- +
- +
- +
+
+ -
- +
- +
-
- +
- +
- +
+
+ -
- +
- +
-
- +
- +
- +
+
+ -
- +
- +
-
- +
- +
- +
+
+ -
- +
- +
-
- +
- +
- +
+
+ -
+
+ -
-
+
+
+
+
+
-
-
-
-
-
V
V
1

R 14 19/4 POLARIZZAZIONE DEL DIELETTRICO























ELETTRODINAMICA

290



















LA CORRENTE ELETTRICA

In un conduttore elettrizzato le cariche elettriche sono dotate normalmente di moti disordinati
caratterizzati da velocit molto elevate. In altre parole gli elettroni di conduzione sono liberi di
muoversi in ogni direzione in quanto allinterno del conduttore nullo il campo elettrico.
Fissata quindi una superficie qualsiasi allinterno del conduttore si pu immaginare che la quantit
di elettroni passanti in un verso sia esattamente bilanciata dallo stesso numero di elettroni nel verso
opposto.
Non si pu dire, in questo caso, che il conduttore attraversato da una corrente di elettroni orientata
in un solo senso.

Si consideri ora un condensatore recante cariche uguali ed opposte sulle due armature.
Il valore della quantit di carica presente data dalla relazione:
V C Q =
Lenergia spesa dallesterno per caricare il condensatore (cio in pratica provocare la separazione
artificiale delle cariche) si ottiene dalla relazione:
C 2
Q
V Q
2
1
V C
2
1
W
2
2

= = =
E ovvio che, sino a quando le estremit del condensatore o capi delle armature si mantengono
isolate tra loro, sia la separazione delle cariche che la differenza di potenziale mantengono le
condizioni iniziali allo stesso modo con cui, per analogia, mantiene la propria energia elastica una
molla compressa e trattenuta in tale posizione da opportuni vincoli.

291
Sullarmatura positiva del condensatore sono presenti atomi in difetto delettroni, mentre, su quella
negativa, atomi con eccesso di elettroni. Tale situazione rappresenta una specie di condizione di
equilibrio instabile in quanto, sulle piastre affacciate e separate da una distanza d in cui presente il
vuoto o un dielettrico isolante, sono condensate le cariche elettriche di segno opposto che avrebbero
la tendenza a riequilibrare lo scompenso elettrostatico se solo potessero oltrepassare lo spazio che le
separa.
Tale squilibrio si manifesta, appunto, con la comparsa di una differenza di potenziale e di un campo
elettrico, diretto dalla piastra positiva a quella negativa, e contenuto nella sola regione di spazio tra
le armature.

Se le due armature sono ora collegate elettricamente con un cavo conduttore, il condensatore
assume immediatamente le caratteristiche di un corpo elettricamente polarizzato al quale viene di
colpo a mancare la causa che ha provocato appunto la polarizzazione.
Ai capi del cavo conduttore che unisce le armature applicata la differenza di potenziale V e gli
elettroni di conduzione in esso contenuti sono costretti dal campo elettrico a spostarsi da punti a
potenziale minore verso punti a potenziale maggiore cio dallarmatura negativa a quella positiva.
A tale spostamento di elettroni corrisponde una diminuzione della differenza di potenziale tra le
armature e nel cavo di collegamento (gli elettroni affluiscono sulla piastra positiva provocando una
riduzione della carica positiva) sino al punto di annullare completamente il campo elettrico nel cavo
e riequilibrare elettricamente il sistema che, alla fine, torna allo stato di neutralit.
Il condensatore si scarica e restituisce allambiente esterno lenergia potenziale elettrostatica che in
esso era contenuta.

Il movimento di cariche elettriche nel cavo conduttore avviene in una sola direzione (dallarmatura
negativa a quella positiva) e, analogamente a quanto succede in un tubo percorso da liquido in
movimento, definito CORRENTE ELETTRONICA o, pi semplicemente CORRENTE
ELETTRICA.
Se si tralascia, per il momento, il verso di tale corrente, il fenomeno di scarica di un condensatore
trova unanalogia idraulica nel sistema di due recipienti che contengono un liquido a livelli diversi e
sono collegati tra loro da una tubazione.
Leffetto della pressione idrostatica generata dal potenziale gravitazionale terrestre sui due
recipienti non consente il permanere di una tale situazione di squilibrio.
Lacqua contenuta nel recipiente con livello pi elevato si muove rapidamente nel tubo ed affluisce
nel recipiente a livello pi basso dando luogo ad uno spostamento di sostanza fluida che, anche in
questo caso, definito corrente.
La corrente fluida non si mantiene nel tempo ed il fenomeno termina non appena i livelli nei due
recipienti raggiungono lo stesso valore.

La corrente di sostanza fluida quindi diretta da punti a livello maggiore (potenziale pi elevato) a
punti a livello minore (potenziale pi basso) e rappresenta, anche visivamente, un fenomeno che
osserviamo quasi quotidianamente.

La corrente di elettroni invece un fenomeno molto famigliare al quale non corrisponde la stessa
percezione visiva attribuibile alla corrente fluida in un tubo o in condotto aperto.
Agli elettroni di conduzione contenuti nel cavo conduttore applicata una forza elettrica
direttamente proporzionale al valore del campo elettrico ma diretta nel senso opposto cio
dallarmatura negativa a quella positiva che ne provoca la migrazione verso larmatura positiva
(occorre qui ricordare che le cariche elettriche negative si muovono da punti a potenziale minire
verso punti a potenziale maggiore).
Il verso della corrente quindi diretto da potenziale minore a potenziale maggiore ed quindi
esattamente opposto al movimento di una corrente fluida in una tubazione.
La corrente di elettroni anche definita CORRENTE ELETTRICA REALE.


292
+
-
- - - - - - -
+ + + + + + + + +
- -
E
E
E
E
e
-
F = E q
e
-
F = E q
V
A
B
V
V
A
> V
B
V
A
V
B
- =
V


R 14 20/4 VERSO DELLA CORRENTE REALE





GENERATORE DI TENSIONE
La corrente elettrica generata nel cavo di collegamento tra le armature del condensatore durante il
fenomeno di scarica, non ha tuttavia caratteristiche di uniformit e durata nel tempo.
La quantit di elettroni che attraversa una sezione del cavo variabile in funzione del valore della
differenza di potenziale (o del campo elettrico), mentre, il campo e il potenziale decrescono
rapidamente mano a mano che le cariche elettriche negative giungono sullarmatura positiva.
Di conseguenza il numero di cariche che si spostano, varia da un massimo, corrispondente
allistante in cui si provvede al collegamento delle armature cariche, ad un valore nullo
corrispondente allistante in cui raggiunto lequilibrio elettrostatico.
Possiamo dire che il passaggio di corrente si esaurisce nellistante in cui cessa la polarizzazione del
sistema armature-cavo e, nel contempo, non sono presenti sistemi esterni che provvedono ad una
nuova polarizzazione del sistema.
Per generare un nuovo passaggio di corrente occorre dunque ricaricare il condensatore fornendo
allo stesso una nuova quantit denergia.
Si ha cos unalternanza di cariche e scariche sfalsate nel tempo ed il passaggio di corrente nel cavo
potr essere rappresentato qualitativamente dal seguente diagramma:

293
Corrente
Tempo
Scarica
Carica
Scarica
Carica
Scarica

R 14 21/4 CORRENTE ELETTRICA DISCONTINUA

Se per ora si immagina di avere a disposizione unapparecchiatura qualsiasi - posta tra le armature
- in grado di, con unadeguata fornitura denergia dallesterno, prelevare istantaneamente lo stesso
numero di cariche negative che affluisce sulla piastra positiva e riportarle sulla piastra negativa,
allora non si verificherebbe una diminuzione della differenza di potenziale.
Il campo elettrico e le forze elettriche allinterno del cavo sarebbero costanti e, di conseguenza,
anche la quantit di elettroni in movimento non varierebbe nel tempo.

La CORRENTE ELETTRICA REALE acquisterebbe cos un carattere di continuit ed il numero
di elettroni passanti attraverso una sezione del conduttore nellunit di tempo non avrebbe motivo di
modificarsi da un istante allaltro.
Una simile corrente sar quindi definita CORRENTE ELETTRICA CONTINUA.
Lapparecchiatura che polarizza di continuo il condensatore, vincendo le azioni elettrostatiche che
naturalmente si oppongono alla polarizzazione stessa, definito GENERATORE DI TENSIONE
proprio per la caratteristica peculiare di generare di continuo una differenza di potenziale o tensione
separando cariche positive e negative.
294
+
-
- - - - - - -
+ + + + + + + + +
- -
E
E
E
E
e
-
F = E q
e
-
F = E q
V
A
B
V
V
A > V
B
V
A
V
B
- = V
GENERATORE DI TENSIONE
ENERGIA ESTERNA
-
e
e
-
e
-


R 14 22/4 GENERATORE DI TENSIONE E CORRENTE CONTINUA

Nella realt pratica, il generatore di tensione, un condensatore in grado di generare in modo
autonomo la polarizzazione elettrica delle sue estremit (capi del generatore) e la conseguente
comparsa di una differenza di potenziale
B A
V V V = .
Se i capi del generatore di tensione sono collegati mediante un cavo conduttore, si ottiene la
circolazione di corrente elettrica continua e, in questo senso, il generatore di tensione pu anche
essere definito generatore di corrente.

Per il momento, senza entrare in dettaglio, possiamo dire che:

Un qualunque generatore di tensione pu essere considerato come un sistema capace di
spostare in un dato verso gli elettroni di conduzione contenuti nei corpi conduttori di cui
esso stesso composto e che costituiscono il suo cosiddetto circuito interno. Le estremit
di questo circuito interno sono sempre sporgenti dal corpo del generatore stesso e ne
costituiscono i due POLI o MORSETTI .

A seguito delle azioni interne al generatore che tendono a dislocare gli elettroni di
conduzione verso uno dei due poli, su di questo si accumulano le cariche negative (polo
negativo), mentre, sullaltro polo, si ha un corrispondente difetto di elettroni (polo positivo).

Il polo positivo (contrassegnato con il simbolo +) assume un potenziale maggiore di quello
assunto dal polo negativo (contrassegnato con il simbolo -).




Lo schema elettrico rappresentato in figura 22/4 pu quindi essere semplificato nel modo seguente:

295
E
E
E
E
e
-
F = E q
e
-
F = E q
V
A
B
V
V
A
> V
B
V
A
V
B
- =
V
G
+
-


R 14 23/4 SCHEMA DI CIRCUITO ELETTRICO CON GENERATORE DI TENSIONE G



SIMBOLOGIA GRAFICA ADOTTATA PER RAPPRESENTARE UN GENERATORE
Il generatore di tensione G che inserito nei circuiti elettrici solitamente rappresentato
graficamente nel modo seguente:

G
+
V
A
-
V
B
+
V
B
A
V
-

R 14 24/4 RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL GENERATORE

LEQUILIBRIO ELETTROSTATICO DEL GENERATORE DI TENSIONE
Un generatore di tensione di tipo qualsiasi (voltaico, termoelettrico o dinamo-elettrico) costituito
da dispositivi in grado di fornire energia (chimica, meccanica, termica, ecc. ecc.) alle cariche
296
elettriche negative e da strutture conduttrici interne che possono essere considerate come estensione
del circuito esterno eventualmente collegato al generatore stesso.
Quando ai poli del generatore (morsetto positivo morsetto negativo) non collegato alcun cavo
conduttore (circuito esterno), la corrente elettrica esterna non pu che ovviamente essere nulla.
In tali condizioni la differenza di potenziale generata sui morsetti terminali dallapplicazione di
energia perfettamente equilibrata dalle azioni elettrostatiche contrarie che le cariche polarizzate si
scambiano.
Il generatore quindi in condizioni di EQUILIBRIO ELETTROSTATICO ed il campo elettrico
interno somma algebrica del campo elettrico artificiale e del campo elettrico dovuto alla
polarizzazione risulta nullo.
Quando il generatore ha raggiunto lequilibrio elettrostatico e non presente alcun circuito esterno,
il grado di polarizzazione massimo e non sono pi possibili ulteriori movimenti di cariche
elettriche nel corpo del generatore.
Lequilibrio elettrostatico e la polarizzazione artificiale permangono sino a quando il generatore
possiede energia in quantit sufficiente a mantenere separate le cariche.
Tale condizione analoga a quella di una molla deformata ove le forze esterne che tenderebbero a
modificarne la lunghezza sono perfettamente equilibrate dalle reazioni elastiche di deformazione.

Lequilibrio elettrostatico normalmente raggiunto dal generatore in tempi molto brevi e pu essere
spiegato nel modo seguente:

Inizialmente il materiale conduttore che costituisce il corpo interno del generatore
elettricamente neutro. Gli elettroni di conduzione sono liberi di muoversi in tutte le direzioni
e non campare quindi alcun fenomeno di polarizzazione sui morsetti terminali. Il campo
elettrico interno ovviamente nullo.

La polarizzazione ha inizio nel momento in cui lenergia (interna al generatore stesso o
fornita dallesterno) genera un campo elettrico di valore
1
E che costringe gli elettroni di
conduzione a muoversi in senso contrario al campo stesso e a concentrarsi su uno dei due
poli che assume quindi la polarit negativa, mentre, il polo opposto assume la polarit
positiva per difetto delettroni.

Il continuo affluire delettroni sul polo negativo e il conseguente deflusso dal polo positivo
causa dellaumento di densit di carica, del grado di polarizzazione e del campo elettrico
2
E
contrario a quello artificialmente creato dal generatore.

Nel momento in cui il campo elettrico
2
E perfettamente uguale e contrario al campo
1
E ,
gli elettroni di conduzione non sono pi sottoposti ad alcuna azione elettrostatica ed il
generatore in equilibrio.

Un elettrone di conduzione che collocato sul polo negativo possiede quindi una quantit di
energia potenziale elettrostatica pari al lavoro che stato applicato dal generatore per
mantenerlo in tale posizione a dispetto del campo elettrico contrario. E questa una
situazione analoga a quella in cui si trova un corpo di massa m posizionato ad unaltezza h
allinterno del campo gravitazionale terrestre ed mantenuto in tale posizione da una energia
perfettamente uguale a quella che esso possiede in virt dellaltezza raggiunta.
Si immagini, a questo proposito, di collocare una sfera di massa m perfettamente centrata
sullo sbocco di un tubo verticale dal quale esce acqua con una certa velocit.
Lenergia cinetica del flusso dacqua trasferita alla massa della sfera che, di conseguenza,
inizia a salire in verticale trasformando istantaneamente lenergia cinetica in energia
potenziale.
297
Allaltezza massima raggiunta dalla sfera corrisponde uno stato dequilibrio in cui il valore
denergia cinetica istantaneamente ceduto dallacqua alla sfera corrisponde esattamente al
valore denergia potenziale della sfera in quel punto.

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