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Se una struttura è realizzata con elementi snelli occorre prestare attenzione ai fenomeni
di instabilità, che si possono manifestare in corrispondenza di sollecitazioni di
compressione (vedi figura). Sotto l’azione di un carico di compressione gradualmente
crescente una struttura elastica può subire infatti uno sbandamento improvviso, a seguito
del quale abbandona la configurazione di equilibrio iniziale, che cessa di essere stabile e
diviene instabile, e ne cerca un’altra stabile. Se il materiale rimane in campo elastico si
parla di instabilità elastica. Il carico P in corrispondenza del quale si verifica tale
fenomeno si definisce carico critico della struttura.
P P
configurazione di configurazione di
equilibrio instabile equilibrio stabile
P
A differenza dei sistemi rigidi, in cui la stabilità dipende solo dalla configurazione, per
sistemi elastici la natura dell’equilibrio (stabile o instabile) dipende dall’intensità dei
carichi.
Criterio statico
Criterio energetico
ε = π + κ = cost
π = φ − Le:
ovvero la variazione di energia potenziale totale risulta uguale ed opposta alla variazione
di energia cinetica:
Δπ = − Δκ
π(t) ≥ π(0) ∀t ≥ 0.
π(t) ≥ 0 ∀t ≥ 0.
Sistemi discreti
Per sistemi discreti ad elasticità concentrate (molle) aventi un numero finito n di gradi
di libertà raccolti nel vettore q(t) delle coordinate lagrangiane del sistema, l’energia
potenziale totale π(t) può scriversi in funzione delle coordinate lagrangiane q(t), ovvero
π(t) = π(q(t)).
k k P
q1
q2 n=2
n
∂π n
∂ 2π
∑ ∑
1
π(q) = π(0) + qi + qi qj + ...
i =1 ∂qi q=0
2 i , j =1 ∂q i ∂q j q=0
∂π
=0 (i = 1, 2, … n)
∂qi q=0
n
∂ 2π
∑
1 1
π(q) = qi qj + ... = q • H q + ...
2 i , j =1 ∂q i ∂q j q= 0
2
n
∂ 2π
∑
1
Hij =
2 i , j =1 ∂q i ∂q j q= 0
q • H q > 0, ∀ q ≠ 0,
q • H q ≥ 0, ∀ q ≠ 0,