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.Yorembr# i9fi.
isoiro E.vrjoLi
DIZIONARIO BIOGRAFICO
DEGLI
UOMINI ILLUSTRI
SARDEGNA.
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Tlf*«<TlVAf I A «HlUtO ÉfallNA
DIZIONARIO BIOGRAFICO
DEGLI
UOMINI ILLUSTRI
DI SARDEGNA
OtSIA
DI TUTTI I SARDI
<ME SI DISTtnSEBO PER OPERE ,
AZIONI ,
TALENTI ,
VIRTH’ E DELITTI
OPERA
Del Cat. D. PASQUALE TOLA
/
VOLUME PRIMO.
TORINO
TIPOGRAFIA CHIRIO E MINA
1857.
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Jf3
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Al
LETTOIU BENEVOLI.
di verità o di errori ,
memorabili e famose ,
egli è ancora
ufficio pieno di pericoli, il quale procede per lubrico e tor-
deeli vii ,
nei quali si può trascorrere oltre i confini del
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, ,
laminata ,
è virtù predicata da ognuno ,
usata da pochi ;
il tempo breve ,
o tali altri e simili motivi pretessendo ,
vuol cattare ,
anziché meritare indulgenza , né si addicono
a qualunque imprenda il difficile ministerio di scrivere
fatte arti ,
si può dimandare quale sia la legge che ìm-
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,
dall’universale ,
allogando nei diversi scompartimenti di
questo gran quadro biografico i nomi loro, acciò abbiano
,ed ai posteri ,
e se ne tragga istruzione per fuggire il male
o per imitare il bene eh’ essi operarono. Nel che fare ab-
biamo seguito l’esemplo del valenti biografi d’ogni nazione,
come la storia ,
e storia ancor essa, i buoni e i biasimevoli
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,
loro ,
i quali , se pur furono scellerati ,
brillarono tuttavia
di sentimenti.
ingegno ,
e per ogni altra pregiata virtù valorose , le ac-
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9
luto per non aggravare le carte di soverchio inchiostro ,
c
cheologiche ,
e la pubblicazione dei nuovi documenti coi
colarmente scrivevamo ,
avvegnaché in altro rispetto ,
e
per accrescere il sacro deposito delle ricordanze nazionali,
fossero utili assai , e richieste dall’universalità del soggetto.
edizioni ,
ma abbiamo fatto l’ analisi e dato il sunto ,
ovun-
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,
IO
Catica ,
se come fu improba, e per la paziente lettura di
grave omissione ,
non avremmo potuto dispensarci. La
storia biografica di Sardegna ,
destinata a rappresentare
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, 1 ,
opere ,
le maniere e l’ingegno dei più illustri fra i Sardi
sano quei volti quasi vivi degli avi nostri non solo di-
fico di Sardegna ,
abbiamo fatto precedere al Dizionabio
ricavarono dagli originali le copie dei ritratti che ora facciamo di pub-
blica ragione.
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,
zione di coloro ,
i quali con arrogante facilità giudicano
Sardegna ,
patria cara e beata ,
di cui ci onoriamo.
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,
i3
DISCORSO PRELIMINARE.
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,,
<4 DISCORSO
avria giudicato ,
se vedutili e ausato avesse con essi : nè alla terra
ospitale che raccoglieva vergognò far onta, egli che pur diceasi educato
a gentil costume , e non di remoti ,
o di selvaggi popoli , ma di pio-
quanti son quelli che abbiano esaminato con piazienza le sue condizioni
infelici nei tempi andati ? Quanti ,
che abbiano studiato le cagioni
per le quali essa non seguì mai dappresso il progredire dei lumi ,
e
r incivilimento del secolo ? Sapievano questi perpetui censori d’iina terra
ignorata le infinite dolorose vicende del piopol sardo ? La crudeltà dei
cartaginesi , il disprezzo di Roma , la desolazione vandalica , la stracii-
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,
j
nè dir parola che vendicasse tante ingiurie ,
nè far palese al mondo
,
che nostro fu il danno ,
altrui la colpa ;
che nati noi pure alla felicità
^
ed alla gloria, T iniquità dei tempi non ci acconsentì di aggiungerla,
‘
la sospirammo però ,
nè forse invano ,
per tanti secoli ?
Or questo esame che mai è stato fatto dagli stranieri , è quello che
noi faremo prima d’ imprendere la narrazione delle svariate gesta dei
^ Sardi illustri ;
speriamo ,
non sarà inutile ,
nè disgradito. Imperocché ,
se a taluno ,
dopo aver scorse queste pagine consecrate alla gloria
della Sardegna ,
verrà in mente subito e maligno pensiero , e oserà
chiederci : di che andate superbi ? a qtiesta istoria dei mali nostri ci
appelleremo : e forse avverrà che considerando il lettore i tempi e le
vicende ,
per le quali stentammo miseramente la vita ,
o parlerà pia-
racconto di tanti miserevoli casi sarà forse minore in chi ascolta della
pietà la meraviglia ;
nè fia giammai che sorgano in avvenire spiriti
è la storia. Chi può sapere qual fosse allora la Sardegna , o chi vorrà
prestar fede alle fole della greca mitologia? Colonie a colonie, eroi ad
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, ,
I G U se U H
I S O
Sicché fra tanti popolatori che nella vetustà dei tempi eroici si dicono
venuti in Sardegna, si può ricordare appena senza dubbianza la colonia
libica condotta da Sardo figliuolo di Maceride, il quale le diede nuovo
e stabile il nome (5) ,
e convertì ad umanità di vita 1 primitivi barbari
coloni.
Fiù certe ,
ma più lamentevoli ricordanze ci sono rimaste dei tempi
l/l Sardegna (Torino, Stamp. Keale i834y in 4*°)> nella quale, dopo aver combattuto TÌtio>
rioaamente la illustrazione della stessa lapide fatta nel 1774 da Qio. Bernardo de Rossi nelle
Ejremeridi romane^ e dopo aver stabilito che la medesima è il ricordo monumentale della mi-
grazione fatta nei secoli più remoti da Saanoa ( il Sardui-pater colonizzatore della Sardegna )
da Lùciu a Tarschick^ e da Tanchich a un luogo della parte meridionale di Sardegna chiamato
Noi ,
che fu forse l' antica Nora ,
ovvero o la regione donde derivò quel nome , di-
il sito ,
mostra con erudite conghietture che i Koraghee sono monumenti d' origine fenicia destinati al
mito religioso della conservszi<Mie del fuoco. Egli trova nelle voci orientali Nur-hag (
fuoco
fervente, ardente) la derivazione della parola Nc^aghee^ e nel vocabolo iVor, che siguìfìca
fuoco, lucerna , lume , la radice di vari nomi di popolazioni antiche e recenti di Sardegna
come Nurà^ A^urci , Nurri A'iura/ninir c Nurallao, La stessa opinione fu da lui confermala
recentemente in una lettera indiritta a M. Quatremère ,
professore di lingue orientali c membro
dell* Instituto di Francia, sopra un' iscrizione latino-fénicia trovata nelle adiacenze di Trìpoli
di Barhcrìa ,
pag. s 8 . 39. 3o ( Parts ,
Iroprim. Royal. i836, in 8.0 piccolo ). La brevità di una
nota non consente che ci diffondiamo nel dare un maggior ragguaglio di dette illustrazioni :
quindi rimandiamo alla lettura delle medesime qualunque abbia vaghezza d' essere istrutto in tal
materia archeologica ,
persuasi , che la soddisfazione che vi troverà il lettore sarà sempre maggiore
di qualunque elogio potessimo noi fare delle fatiche dottissime del benemerito abate Arri.
(3) Diod. Sic. Bibliot. itor. lib. IV ; Pausan. Iiiog. cit.
iS) Georg, lib. IV , Pausan. de reb. eliac. lib. V ; de reb. attic. lib. I.
(3) Pausan. de reb. phocecn». lib X.
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,
PHKl. M N AR I I E.
e ferace ,
dominati dallo spirito di conquista , e spinti dal desiderio
giogo punico, e colle feroci leggi di Cartagine altre più barbare e più
insensate ancora ,
se vera è la fama ,
per lungo tempo la desolarono (3).
nell’ obbedienza ;
e quando sollevossi per rivendicare i proprii diritti
nomi degli avi die sostennero la libertà della patria ; nè superbi della
gloria antica, possiam dire agli stranieri : son questi i prodi che rup-
pero gli eserciti di Macheo e di Asdriibalc ;
questi gli croi che pu-
(i) Polìb. ìstor. lib. Ili; Diod. Sìcul. Biùlint. star. lìb. XI c XVIII ;
Giubtin. lib. XII.
(a) Giuslino, ò'ior. lib. i8, 19.
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,,,
i8 DISCORSO
gli uni o gli altri vincessero, i sardi riilniti dalle fatiche erano con-
suoi PeUUi ostava intrepido alle aquile latine ; c quando Josto figlio
(i) Floro lib. 11. 3; Valer. Massim. lib. V. T4 Polibio, Sior. lih. III.
(3} Eutropio, Breu. stor. lib. 111. 3, c i Fast, capitoi. presso il Sitjoiiio all’anno 5i8.
(3} Sigouio luog. cil. , ed agli anni 619, S'xo \
Zooara lib. Vili.
)
Vcd. AMSICOKA ,
nel proM'iiU Diwonario.
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,
pn li L I M 1 .>1 A n F..
'!)
che alTroiitava tanti perigli ? non era nazionale il coraggio che cimen-
tavi aorti ineguali ? non era patriotica la disperazione che dispre^va
la morte? Sardo era il valore, la virtù era sarda; ma alla Sardegna
sopraatavano ineaorati e crudeli i destini. Il ferreo giogo di Roma più
si aggravava ,
sol perchè un popolo generoso credeasi capace di scuo-
terlo , e osò tentarlo : e appena negli annali superbi della repubblica
latina sorto riconlate le guerre crudeli, le azioni terribili, i soldati e
giani sardi ,
e nelle Uiesi e nelle baiaridi montagne (i) generava de-
siderio di nuova guerra. La guerra movea terribile dall’ inconcussa rupe
del Taq>eo , e prima Tiberio Sempronio Gracco, e poi Metello, deso-
lavano la sarda terra (a) : tremila e più ne avea spenti Torquato : in
buti , e sotto nome di amicizia gli sforzati soccorsi delle città sozie
pacata la Sardegna ;
quasi fosse pace l’ averla per tanto ten>|>o disertata.
perchè ,
quando essi non ebbero più a combattere ,
con insolente
<lisprezzo i combattuti riguardarono. La Sardegna fu per i romani
terra di conquista ,
stazione militare per frenare i nemici di Roma ,
,
non parte dello stato cui avanzare in civiltà volessero: quindi e grani
in copia ne trassero ,
per lo che granaio c nutrice di Roma fu detta (5)
e tributi ne cavarono ,
varii ,
frequenti ,
maravigliosi. 1 sardi ,
non
(*i) Livio lib. XLI. ri; Eutropio, Brtviar. delia »lor. t'om. hb. IV. u 5 ;
Vcllciu PjUtr
lib. II. 8; Siftoiiin Fast, consol. ann. 640.
(3) Livio lib. XXIll. 4 o; lib. XLI. u8.
(4 ) Livio lib. XXIX. i 3 3C; lib. . XL. 18. 19; lib XLI 17.
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,,,
20 DISCORSO
tioinini, ma sdiiavi reptitavano ,
e col nome di sardi venali per hingo
ostinavano ,
e la morte alla servitù preferivano ,
avvilirono eziandio
l’amore della libertà, pessimi schiavi chiamandoli. Pacata la Sardegna
i romani dicevano' ;
e intanto da Roma a Sardegna governanti avari
e crudeli venivano : Catoni ,
e Gracchi ,
giusti ,
umani ,
continenti
or gli uni ,
or gli altri ,
or tutti insieme l’ esausta terra rifinirono.
Vennero poi i tristi tempi delle guerre civili di Mario e di Siila
sempre dei sardi la necessità; patir l’ insolenza 'dei vincitori. Qual prò
ne Vtnne’ all’ isola dall* acerbo rivaleggiare degli ambiziosi cittadhii di
Roma ? spogliamcnto e miseria. Marco SCBuro ,
di cui poc’ anzi par-
lammo ,
figliastro c partigiano di Siila ,
profuse il denaio estorto in
Sardegna, durante la sua pretura, per liberarsi dalle accuse dei sardi:
fu l’ oro sardo che corruppe il famoso giudizio ,
da cui egli uscì vin-
citore; l’oro sardo che sopperì alle spe.se di quella superba magione,
in cui egli visse poi ,
non cittadino, ma principe (4). Catqne e Scipione
ligi a Pompeo ,
depredarono i porti dell’ isola ,
ed armi e ferro ne
trassero in copia colla violenza (5) : Cesare ne trasse milizie c vet-
(7) che fornito avea di viveri il suo rivale multò di centomila sesteiTi
V .
(2) Livio Kb. XXXIl. 8. 27 ; Valerio Mauìmo lib. IV. 3 PluUrco c Cornei. Nrp. nella vita ; ,
€Ìi Cotone i
Aulo Gellio , JVoiti alt. lib. XV. 12; Plutarco nella vita di C. Gracco.
(3 )
Ciceron. de prot^. cons. cap. 7, divin. in Cnecil. cap. 19. Vcd. BOSTARE nel presente
Dì/ionario.
(4 )
Ved BOSTARE.
(5) Dion. CaM. Star. lib. XLI 1 .
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PRELIMINARE. 31
disertò dei miseri cittadini (i). Sicché tra le vendette delle fazioni,
tra i saccheggi dei capitani e dei soldati , . l’ infelice Sardegna non
quietò mai ,
finché non venne in potere di Ottaviano.
Epoca novella cominciò. allora per lei: il governo degl’imperatori,
se non fu buono intieramente ,
fu però meno acerbo dei precedenti ;
(5) Gli ebrei, ed i seguaci delle superstizioni egizie confinali da Tiberio in Sardegna furono
quattro inila. Tacito, che riferisce il fatto ,
soggiunge colla .nua fìlosofìca precisione : et ,
ti où
gravitatem codi interiuent ,
vile damnum ( Vcd. Tacit Jtmal. lib. II. 85 ).
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o semenza; imperocché, se la Sardegna non ebbe allora nomini chiari
per le civili e per le militari virtù ,
che solo i pagani pregiavano , ebbe
tanti generosi atleti della fede ,
i quali la morte eziandio crudelissima
era lutto e calamità generale. Un’ombra di libertà era ancor viva nelle
(i) Baronio, Annoi, eccUs. tom. VI, ann. 5o4 , mim. 38. 39 .
(’i) Ved. gli articoli corrispondenU a detti sardi illustri nel presente Dizionario biografico.
(3) Vittore» yUent. de pertec. Afric. lib. I; Procopio, de bell, t'ondal, lib. Ica.
(4) Procopio ,
de belL Gothoì*. lib. IH.
(5) AreCn. ile bell. It/d. adv. Goth. lib. IV ;
Procop. luog. ciL j
Biironio ,
Annoi, ectà. alPanVo
bua; Muratori, Annoi. cT lini, all’anno 533.
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r
PBELIMINMIK. a3
faccano gli abitanti più agiati e. meno selvaggi , tutto disertò nei tempi
tavo secolo. *
sentimento dei popoli avea recato in mani il potere , o con più forte
animo mantenuto l’ avessero ,
o capaci fossero stati del generoso pen-
siero di ridurre a certa forma di nazione la patria loro ! Ma ,
o fosse
impotenza di resistere ai replicati assalti dei nemici, o fosse intolle-
ranza domestica, o ambizione smodata di prevalere agli altri j ricorsero
sardi difendevano; e nei feroci assalti, a, nelle disperate difese, ora gli
Ve vandaL >
(1) Procop. hell. lìb. ]I.
(*j) Baronio ,
Annoi, eecUe, agli anni 5()d'9Q ;
Murai. Annui. rT ftal, agli anni suild. r<l agli
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,,
ai papi ,
alcuna volta nemici ,
mendicando la protezione di Roma o
deU’ Impero, alleati co’ pisani coi genovesi con varia fortuna e con
varia fama per lungo tetppo
^
Augnarono ; e i
,
di stati ,
per guerre intestine ,
per barbarie di tempi ,
per ignoranza
d' uomini ,
spinsero in tutto al fondo i destini della Sardegna.
altri luogiii abitati dell’ isola fino al mille ; e do|x> il mille ripresero più
ritornò più volte a martoriare gli abitanti miseri di più misera terra
lasciando in essa di sua ferocia lunghi e dolorosi i vestigi (a). Fuggi-
vano i popoli atterriti dai lidi e dalle terre più esposte a tali incursioni
i campi ed i lavori campestri ,
gli stessi antichi focolari dei padri loro
abbandonando ,
e negl’ interni alpestri monti si ricovravano dolio fami-
glie, colle gregge e colle masserizie salvate dalla rapacità di quei barbari.
Allora le dolorose voci dei sardi mossero finalmente a pietà i principi
cristiani ;
ma la pietà dalla politica non fu disgiunta ; e se umanità
delle àltnii sventure eccitò animi generosi a sanarle, interesse di do-
minio suggerì ad animi avari di vendere ai difensori dei difesi la libertà.
(‘i) Breviar. della Star. Pitnn^ presso il Murai, ann. ioi 3 1017. inai. ioo 5 . loSo. Nella
Cronica PUmna riportata dal Baluxio ^ Misceli, p. 4^0 ) , é dcscrilU in poche parole la barlMiric
di Muacto anno 1017 ftùt retfereus Mu^ieltit in Sardineam ^ et caepit Ud ci^ìtaUm aedificart ,
:
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,,
delle difese ,
delle guerre , delkt paci e delle mal fide alleanze ,
si vi<le
incerte sorti di lunghi combattimenti, spogliare chi già era presso che
ne, Pietro II ,
Mariano e Ugone lIDdi Arborea ,
i quali, o per giusto
governo ,
o per azioni magnanime e ardimentose , o per fatti e imprese
guerriere grande rinomanza si meritarono (a) ,
ma fu luce e prosperità
(i) Bret'iar, delia Stor. Pisan. alPanno 1017 ; Tronci’) Ànnal. di Pit. alPanno «017 ; Sigonio ,
(3) Veti, gli articoli rclulÌTÌ ai suddetti regoli od jireseDU Dizionario bìograOco.
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, , ,
accoppiarono ;
ma questi o erano stranieri che implicati nelle guerre
Denar si tolse ,
e lasciolli di piano
SI , com’ e* dice ;
e negli altri ufRci anche
non picciol , ma sovrano.
Barattier fu
Usa con esso donno Michel Zaodic
Di Logodoro ; e a dir di Sardigna
Le lingue lor non si sentono sUnrhc.
Dasti , hiffrn ,
cani. XXII.
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,
1* R F r. I M I N A li F. a?
Or chi può (lire gli stnizi miserevoli che la pisana e la ligure repub-
lilica fecero alla Sardegna? Strazi più barbari assai dei domestici mali
{ìerchè nè amore di luogo natio rattemperavali ,
nè furore bastante
accendeva gli animi pef vendicarli. Più antiche delle genovesi furono le
stata accesa dalle promesse del Vaticano (i). Fortunate furono nei primi
incontri le armi liberatrici ;
ma richiamate tosto al continente italiano
dai pericoli che sovrastavano alla patria loro ,
aperto campo lasciarono
al sarà'cino feroce di ricuperare il perduto regno. Allora ì pisani coi
(>) La Cronica pisana all* anno 1017, rìeonla il fiitto con qucaU* parole : neltempo iti metter
Lamberto vescovo ili Pisa lo Papa con la Chiericia tua mantlò a Pisa a prerlieore la croce in
Sardigna contro alti saracìni lo Cardinale di Ostia ^ al quale lo ditto i>etcovo elio comune. di
Pisa tubrichono di far passaggio , e riteneteno lo confalone vermiglio , quasi loro ti dicesse :
lo grande danno. Vcd. pure la stcìtsa Cronaca agli anni loSo. iiao.
(a) Cronic. Pit. stidd. all* anno ioai.
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,
>.8 Disconso
sola e di null’allro si occuparono (i). Grande profluo essi ne trassero ,
perciocché gli abl>ondanti frutti del suolo sardo sulle navi loro onerarie
ai remoti paesi |K>rtavano, e l’isola fu a P^isa per molto tempo scalo
opportunissimo per il commercio di levante. miniere sarde escava-
rono , e l’ argento ne trassero in copia (a). Nè perciò dal rubare e dal
tormentare si ristettero. Qual fu l;i cosa, o bella o rara, eh’ essi ai sardi
non abbian tolta ,
e trasj>ortatala a Pisa ? Colonne ,
pietre , marmi pre-
/.iosi ,
urne e mosaici ,
monumenti e reliquie antiche della Sardegna
romana ,
gli stessi sacri de]K>siti della religione c della pietà dei sardi
cittadini pisani, che dagli stati c dalle terre -sarde traevano le sostanze
j>er accrescere le proprie fortune, quasi mai o raramente, e con avara
povertà ,
le ricclic tòlte dell’ oro colle pitocche elemosine del rame
b questo un codice mercantile compilalo nel i3i8, per il porto dì Kallbki ik Sabdiova era :
posjicdiito nel 1^9^ dai fratelli Bali Angiolo e Cav. Girolamo Ronciooi deir antica famìglia dì
Ripafratti , c leggevaai ftcritto nitidameote in carta roembranieca , e adorno d' iniiiali miniate.
Dai frammenti riportati dal detto CniRoaa Epidaubico apparÌACC che il codice fu terminato nel
ii> aprile i 3 iq, e che i consoli del porto di Cagliari si eleggevano in Pna da venti dei principali
mercatanti pisani che si radunavano in S. Michele in borgo.
(ti) 1 pisani escavarono con proHlto le mioiere di argento >
delle quali c ricca la Sardegna:
anzi' esistono roonumcnti comprovanti eh’ essi aveauo stabilito in yiU<t~BccUtiaa (
Iglesias ) una
zecca per coniar moneta. Vcd. Manno ,
Stor. di Sard. pag. 394*95.
Le bcllusime colonne del baltUterio pisano furono tolte dalT isolctta sarda di santa Reparata
{3)
(
odierna isola della testa presso Lougonsardo ). Scrìve Michele da Vico nella sua Cronica
all'anno ii53: Cionettus in Sardiniam pluries iVif, et rsdujcit de sancia Reparata coUtsssttas.
Alcune urne marmoree del Campo-Santo di Pisa furouo colà trasportale dalla Sardegna ( àiem.
if iiL nom. pis. , tora. I. pag. 24^ )• Ue reliquie dclS. martire Elìsio , per tacer d’altre furono ,
tolte ai sardi, e traslatatc alla chiesa maggiore di S. Maria di Pisa nel io63 (Troncì, AnnaL
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pn r. L I M I > i\ F-. ^0
Arborea, che l’otlio per Goiuiario di Torres e jver i |>isani vender volle
ai genovesi: più acerbamente Barisene il seppe, Barisonc ambizioso di
regio diadema ;
e provò quanto amara fosse la genovese amicizia ,
e
come grave pendesse il denaro della repubblica , e quante umiltà e
quanti danni a lui costasst'ro ed a’ suoi popoli la redenzione e la libertà
(l) Bonifaxio Novello della Gbcrardesca conte di DononticOf uno dei più potenti citUuliiii pi^uni
da documenti riportati dal Maccioni nella erudita Dtjeia dei canti di Donoratico ^ nel- tuoi
tettamento del 19 luglio i338, e nel codicillo del a3 dicembre i34>f laKi entrambi m Pùm ,
|ier generosità iié prima nè dopo usata mai da altri dinatU pisani y losciò ai poveri exi$ienlH>Ui
toro. II ,
pag. 85. 8t>. 90.
(3) Negli statuti fatti da Naso di GoaTCLiao e da Biitoo Pacca consoli di Cagliari nei i3i8,
conservati io codice roémbrandcco dcU’arcbìvio Roncioni di Pisa ,
al iium. 61 , si legge : e »iQio»
tenuti deui consoli per Sacramento , e pena livre ^5 di pisani y che quando elli tfedessinoy n
sentissino che in detto castello di Castro (Cagliari) si tnìleste giuocare , o combattere a Maxaa'
SCUDO , incontanente ellino con quelli cittadini che parrà loro y^anderanno alli casiellnnì e ,
opereranno a loro potere che quei giuoco o battaglia non si farcia in alcun moiUt. { Me$mn-.
istor. <r illxtstr. uum. pis. , tom. Il, pag. 35i ). Il giuoco di MA»u-st.DDo tra ima «pcoie di
giostra , la quale eseguivasi nel ponte nuovo di Pùa. £ Pisa uon volle die uoioioi servi giiio»
cassero i giuochi degli nomini liberi.
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,
3o DISCORSO
feroci delle repubbliche rivali, fra le quali non fia mai ebe si scordi
quella famosa della Melora , non requie ,
non indipendenza ottennero
ma depredamenti e miserie provarono ,
e peggiore delle calamità il
secoli preceduti ,
era per sorgere un governo nuovo, più forte, più
pertinace ,
più fortunato ,
il quale dovea dare alla Sardegna novelle
forme di politica esistenza.
(3)
Raynal. ,
Annoi. eccUs. all* anno 1^9$ e 1997. Zurita Annoi de Araf^. ,
lìb V ,
rap. 10
r a8. Ma riguardo alla investitura della Sardegna data da papa Bonifazio Vili a Giacomo re
di Aragona sono da vedere le proteste fatte dal Re di Sardegna Vittorio Amedeo 11 e dalla
,
Reale Udienza deirisola, le prime nel i 5 ottobre 17'if), e le seconde nel 17 maggio 1717,
delle quali daremo più largo cenno nell'artìcolo CATONI GUANTiNO.
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, ,,
r n E LI M1MA n E. 3i
scellerato consiglio pesanti catene alla loro patria colle proprie mani
apprestarono. Chiamavano gli aragonesi amici e liberatori , ma nemici
erano : di padroni i sardi mutavano ,
non di servitù.
i bisogni del proprio paese (i) 'supplì con queste fine arti alla in-
felicità delle sue armi. Mariano però non si ristava/ Diffidente della
simo ingegno ,
covava in segreto il profondo pensiero di opprimere
gl’ invasori stranieri ,
e di recarsi in mano la sovranità della patria ;
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3a DISCORSO.
succedute guerre d’Italia, in cui egli ebbe si gran parte, non con-
sentirono che consumasse la bell’opera incominciata: e se alle italiche
fazioni ,
se alla famosa spedizione contro la reggenza di Tunisi , se alla
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Pn ELI M N I d U £. 33
Cosi finiva l’acerba lotta tra’ sardi e gli aragonesi, nella quale final-
mente soccombette l’indipendenza nazionale. Altri tempi succedettero
appresso a favore del dominio spagnuolo. Ferdinando il Cattolico in-
cominciò la novella dinastia ,
e fu il primo che tutta possedette l’ isola
1 nazionali ,
regnante Ferdinando ,
non ebbero ,
nè incitamenti a
onorevoli, nè ritegni a malvage opere: ammortiti erano gli spiriti, ed
appena nel lungo periodo di nove lustri si udì suonare glorioso il
(i) Sono famose negli annnli <ìì Sardegna le due battaglie d* Uias e di Macombs combattute
tra i sardi e gli arugoncsi nel i\ aprile 1470 c nel 19 maggio 147B. Nella prima Leonardo ALguti
nijicliese di Oristano seoiirisse ,
ticlTa seconda fu sconliltu dalle armi regie.
(a) Vcd. ALAGON Lrokasdo. *
.
Nello stesso anno i49^i in cui per comandamento di Ferdinando furono espulsi gli ebrei
(3)
da Sardegna , fu stabilito in Sass^iri il tribunalt^ deli' inqiiUiuonc L* i.snia pati gravi danni dal
potere inquisitnrìale (
Ved. Llorcut ,
Stor. trùie. delClnq. di Spagna ,
loiu. 1 ,
jiag. 3i5. 34*>
357. Tr.ultiz. del Tìcozzi ).
Ivi. l. 3
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Carlo I die fu il V di tal nome fra gl’ imperatori germanici: imperocché
e militari (4) ;
ma esse furono assai poche j>er un regno di quaranta e
più anni. Nel medesimo le buone colle malvage degli uomini , le felici
anno dai Renzo Orsino da Ceri , e la barl>ara di^lruzione eli* essi fecero
franzesi condotti da
dell* archivio municipale. Vcd. Fara luog. cit. ^ e il Sigonio neHa f'i'la di dndrea Boria.
(3) Una delle pestilenze più famose che contristarono la Sardegna , è quella che serpeggiò j>er
tre anni dal iSi'j Uno al i5z9. Vcd. Fara luog. cit. ,
ed il Quesada Pilo nelle Cotunit^ràie
forenti
(^) Meritano particolar menzione la creazione del Supremo Magistrato d'dla Reale Udienza
fatta nel i564 per i lumi ed il senno, di cui sempre rifulsero i suoi membri , c l'e''ezionc delle
torna nel litorale dell' isola ordinata nel 1587 .
(5) L'inquisizione di Sardegna nel fòC'j fu astiinilata nei regoinmenti e nelle proeessiirc alia
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l'RFI.I MI N ARE. 35
navale Ji Lepuiitu (i). Più breve, ua più luniinosu fu il regno ili Pi-
lijipo 111. Eterna sarà la ricordanza del parlamento ch’egli fece riunire
l’avaro premio delia fede e deU’antica generosità dei sardi. I-eggi nuove
non si fecero; le già fatte si pubblicarono (4): alcune cattive, altre
buone , vaa. non eccellenti ,
furono il codice ,
sul quale per lungo tempo
(i) Vcd. Costici. , ffùi. de lùM cos. de Etpan,^ Hb. .II, cap. »8 e 19 ;
Campana, Ittor. del
mondo ,
toro I ,
lib. 11 , pag. tió } TruMii. , Stor. lib. 1 , pag. 1^9.
(a) Una prova della pruteiiooe almeno intlirctU accordata da Filip|K> IV alle lettere, ò rcst*n>
f 3 > L* Utesao Filippo IV, che vidiiuo nelb nota prccedcutc prob’Uorc delle lettere, proibì in
Sardegna ogni sorla di sceniche rappresculaziuni. Con 6 maggio i6.‘io datala in
carta reale del
Madrid e diretta al cardinale Teodoro prìiici{>e TriuUio vioerè di Sardegna , proscrisse la rap-
presentazione delle commedie nell* isola ,
le quali avrebbero certamente dirozzato i costumi della
nazione ,
e minacciò peno gravissime contro qualunque non osservasse questa sua volontà.
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36 DISCORSO
si modellarono i diritti, i doveri, le abitudini, perfino le speranze della
nazione. La peste e la carestia desolavano le terre e gli uomini; le terre e
correvano. Carlo li, d’età non legittima, d’ingegno inetto, non go-
vernò i suoi popoli ,
governò per lui 1’ austriaca madre , e per essa i
potere abusavano ;
e gli animi esasperati degli obbedienti prorompevano
in odii particolari, in fazioni, in uccisioni (i): i mali si provavano ,
il
cui r isola dalle iberiche ad altre mani passar dovea , cosi sembrò che
gli ultimi ahni del dominio spagnuolo fossero a prova più infelici. L;i
gli uni per Filippo V, gli altri per CarloTll parteggiavano. Prevalse in
prima la fortuna di Filippo e dei suoi aderenti : nel 1708 la fortima di
(0 Sotto il rr^rto di Carlo II im|>ervors:irniin in Sanlrgna Ir fuzioui. La pin fainostt fii qu*'IU
deuii .\lagttn e dri (Castrivi. Accaddero sotto il regno mcdesìniò Ir ucciitinni ,
|ht tacci' d* allic
infinite y
del maictu'se di Laconi e del marclicàr viecrr di Sardegna.
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1> fi KL I AI I X XR F. 3?
O Caralu iiu{K.’radon.
Framment. tit canz. snrdo-F,olIurtse
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,
qiuli noi fossimo, c di che potevamo essere rapaci, retti per tanto
8p(>sso contrarii siano stati in tal rispetto i giudizi degli uomini : per-
ciocché taluni devoti oltremodo, anzi idolatri delle instituzioni cadute,
queste predicarono come le migliori', e giusti e beati chiamarono gli
antichi tempi, nei quali Aragona e .Spagna ebbero impero sopra di noi ;
altrui ,
diremo liberamente la nostra ,
contenendo le considerazioni
in cui Alfonso V fece più salde le basi, e più certe diede le forme
al nazionale statuto. Veramente fu opera degna di magnanimo principe
il chiamare i sardi attorno a sé, il volerne udire i bisogni nel convento
periodico delle corti per soddisfarli. I.a legge del generale assembra-
mento degli ordini del regno fu osservata fedelmente dai succeduti
monarchi spagnuoli. Nelle corti, <die cosi più comunemente le chLa-
mavano, i grandi affari dello stato, le necessità dei popoli si discute-
vano ,
le leggi si proponevano ,
si votavano i tributi , e per i tributi
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PRELIMINARE. 3q
e nelle adunanze i tre ordini parlamentarii , ai proprii ed ai generali
desidcrii della nazione satisfacevano. Ma poi nacquero le ambizioni
|>articolari ,
e dalle ambizioni gli abusi che corruppero le antiche forme,
e atterrarono le solide basi del bene nazionale. Privilegi ed esenzioni
chiesa ;
privilegi ed esenzioni lo stamento militare che dei feudatari!
e dei nobili ;
privilegi ed esenzioni lo stamento reale che dei soli
totalità degli abitanti della .Sardegna ? chi esponeva i bisogni loro per
soddisfarli? chi le oppressioni loro per alleviarle? I baroni erano quelli
che i comuni dipiemlenti dalla giurisdizione loro rappresentavano; essi
erano i padri ,
i protettori ,
i tutori delle ragioni dei popoli sottoposti
erano gli ordinari!. Gli straordinaVii per le guerre straniere, per i nuovi
b:.sogni dello stato si offerivano: guerre e bisogni ve n’eran sempre. A
nome della nazione si offeriva, ma le offerte erano di pochi, dei vescovi,
dei dignitari! della chiesa ,
dei baroni ,
dei nobili : i popoli ,
anche non
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,
/io D I S CO II s o
alle necessità dello stato si concedeva (i). I^e grazie, gli onori, le pen-
sioni sul denaro pubblico si accordavano, non a chi con libera voce gli
interessi della sua patria perorato avesse , ma a chi più ardente por
trarre denaro dalla patria si fosse mostrato: onori, grazie, pensioni con
brutto esempio si prodigavano (a).
(
3 ) L* invio dei visitatori ebbe principio nel
548 , cd ebbe termine nel i68x. Dal i6a8 cO' i
ininciò ad estere uh impiego di semplice furioalità, poiché non vennero piò visitatori da Spagna ,
ma tale uffizio fu raccomandalo come un maggior titolo di onore ai piò distinti impiegali residenti
nell’ isola ,
e talvolta anche ai vescovi. Tra i visitatori spagnuoU inerita special ricordo D. Martino
Carrìllo venuto a Sardegna in tale qualità nel ifiti. K^li è autore di una relazione molto sensata
sullo sialo della Sardegna ai suoi tempi ,
la quale fu slaiupaU in Barcellona nel 161X
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,
PR F. L I M I N A n E. 4'
«lai potenti ,
non iniivuno ,
nè udir poteano le querele dei miseri : a
somiglianza di viaggiatori se ne stavano, in Sardegna ,
e il tempo della
rinnovate s’ erano sotto altri nomi nelle signorie dei cittadini pisani e
genovesi ;
ma sotto gli aragonesi prima ,
e dopo sotto gli spagnuoli
apertamente precipitarono in rovinosa enormità. £ veramente furono
gli aragonesi che introdussero in Sardegna il reggimento feudatario.
1.’ infante D. Alfonso, che non avea potuto conquistar l’isola tutta,
pendamente abusarono ,
e dal regno loro fino a quello di Filippo V ,
i
ogni altra non vendibil cosa infeudarono. Era mercato barbaro e scan-
«laloso d’uomini e di libertà: uomini e libertà a suon di contanti si
(i) Narrasi nel Condague crooara di S. Gavino di Torre! che Gonnario II donò in feudo
( ) ,
(a) Una porzione delle decime ecclesiastiche di Alghero fu infeudata a favore dei marchesi
U’ Albis. Non mancano altri esempi situili nella storia del feudalisujo sardo.
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l\X niSCOHSD
vci»devaiio. 1 baroni degli antichi feinpi ,
traendo sempre a loro la foraa
pubblica ,
indebolivano il potere dei regnanti ;
dal che ad essi nasceva
sione i pianti nascevano e la miseria dei po|H)U (i). Chi mai da tanti
artigli rapei polca mettere in salvo le persone, gK averi, la vita? A chi
gli oppressi poteano ricorrere? Ai ministri feudali no, che ligi ai baroni
erano, e dai baroni a volontà si davano e si toglievano: ai maestrali
delle città no ,
che lontani erano , e dopo molti giudizi le sostanze dei
poveri ,
dolorosi, avviliti. In mezzo a tanta contaminazione d’umanità,
cerchi ora chi può nella Sardegna di quei tempi felicità di vita ,
amore
delie buone discipline, altezza di menti, e lume di lettere.
umano costume tutti o quasi tutti erano occupati dagli stranieri. Essi
le sedi vescovili, le eminenti cariche civili e militari, i minori impieghi,
ed i più abbietti occupavano; essi, tutti gli affari dell’isola trattavano,
tutti gli stìpendii dell’erario sardo si dividevano. Alciuii buoni ve ne
erano; ma molti ancora miseri ,
cenciosi, e dal bisogno assottigliati ve-
(i) TI Fara, ebr non piò csarre arciiuto d* inimicizia col feudalismo ,
scrÌTcndo nel dcclinari’
del accolo deciraoscsto della infeUcità dei aardi ,
c dello stato misero, cui era ridotta la classe
avicola dalle aTanìe feudali , disse quesU' memorabili parole : M ti eorum ( dei aardi ) Uibores ,
vili ,
et injutta annali liciiatione non depascerentur in diet : et qui Vassalli rfscw/i-
lur, teu potiut vexati a Hamnihut y 'ine.rftM>ili siti , et inexausta ai>aritiay non expilarentur
Sardtnw ipt/t in JhecundUate nomini cederei f Fara ,
Coros^raph, tard. , lib. I ,
fol. a4*
dì Torino). E qui Togliamo arrertiti i lettori clic noi parliamo del feudalismo, qual era «otto
il governo spagnuolo , non quale diventò poi col pn^gresso dell' uinanilà e dei lumi , poiché of-
lénderebl>e il vero chiunque non confessasse che dopo U dominazione spagnuola il feudalismo
aardo, parte per le benefiche leggi del nuovo govento, parte per sentiincnto generoso dei baroni,
diventò più un nome ed una preeminenu ,
che un VTro. dirtUo illiiuiUtu di podestà assoluta.
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,
V 11 K L I M I R R. 43
le borse gravi di pecunia ai domestici lari riportavano. I sardi, esclusi
j)cr sistema dai pubblici impieghi della (iatria loro queste cose per
, ,
nali ,
ed a chiamarli ancora alle cure dello stato fuori della patria loro.
Ma difficili e rari as.sai furono tali esempi : vi vollero le instanze d’ un
livano gK animi per la certezza di non poter mai giungere agli onori
sardi potevano ,
se ad essi le capaci vie si chiudevano ,
per cui si corre
ad acquistarne? E come dalla Sardegna cosi ingiustamente diseredata
(i) Ciò accadde nel i6a5 per instanaa delle corti rìonite «otto la vìceregia di D. Giòvanni
Vivus. La MN’lla cadde tiulla peraona di D. Fraocesco Vico, dotto giurisperito Masarcse. Vcd.
Uajuiity Catè. Cur, rvtfm. òurU. ^ MI)- lU Ut. a cap. a c 3.
Dìgìfjzed by
,
cir<^»i avessero nella patria loro per avanzare in civiltà hon si giovas-
Dall’ epoca della conquista di D. Alfonso fino ai primi anni del secolo
decimosettimo non si trova traccia veruna di pubblico insegnamento
introdotto in Sardegna dagli aragonesi o dagli spagnuoli. più crassa
ignoranza regnava nell’ universale. Il clero, che dovea istruire il |K>polu,
era forse meno istrutto del popolo medesimo. Una triste ilipintura dei
sanli tutti del suo tempo ci lasciò I’Arqler. È somma lode, egli scrive
balbetttwc la lingua latina , saper leggere le leggi imperatorie e le
pontificie quanto sia bastante per crescere la roba e gli averi, e ili
Fara di Sassari, autore diligente di storia sarda. Iit Pisa, oltre quelli ebe si citeranno nelle note
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;,
I> RU 1. 1 M I iN AK K.
d’ Italia fu quella' che nei famosi arringhi dei suo portico letterario
accolse più numerosi i sardi atleti : colà essi la propria classe con distin-
naii p«r la città dì Sassari ( sUimpato nel iGiG, png. G), che ì re di Spagna tocoorrcviinn i wrdi
ifimonnti in Italia per nigìotie di studi col sussidio di sci, sette, rd anche ulto scudi mciiailt
•econdo la qualità delle persone; ma che ai sussidiali correva INìbbligo di servire da snidali in
Bologna Padova, ed in altri presidtì italiani. Studenti c sohlati ad un tempo, essi facevano
,
in
H servisio milhare una volta la settimana; gli altri giorni impiegavano nello' studio. (<on questi
poveri m«zzì i sardi si ajutavano ,
e molli d’essi fecero felicemente gli studi loro in Italia.
(l) i«* accorrenza dei giovani sardi alla università dì Pisa può riferirsi ai primi aniri del se>
colo XVI ,
poichéquando Cosimo
,
1 de* Medici riordinò nel 154*2 1’ accademia pis:ma , gli sia-
denti di Sardegna costituivano una classe separata, ed appartenevano alla classe cisalpina. La
classe sarda era annoverata in quarto luc^o ,
dopo la tedesca ,
b spagnuula e la fnfncese ;
c nel
i6i6 era tanto numerosa che superava ,
oltre le anzidetto tre classi , la piemontese , la romana
c la loarcbigiaQa* Dalla stessa classe degli studenti sardi emuo delti ceti frequenza i rettori
e vice-rettori delPAcoadcmia ,
i quali, siccoiuo doveano essere ^listiuti per nobiltà di natali,
ricchezza, consìglio costumi e dutlrinu ,
cosi gmlevano di multe utiurìficcnze c privilegi ram-
mentati dal Fabroni. 1 reltun c vice-rettori sardi dclt*accadcmia pisana furono quest’ essi : i54;,
Giovanni Domi ,
di\!Zagliarì; i5ij4, Matteo Ari'\a, di Sassari; i5<)6, Giovanni Dc-Franciscis
i6oi ,
Tommaso Pitouo, di Cagliari; iGi4 Giacomo Carnato; i6i5, Giovanni Tener; 1619,
,
Agoatino Tristagno; i6ao , Gio. Battista T^>la; i65o, Gavino Colloreib, dì Sassari; iG3i, An-
tonio Cano, di Sasssrì 1637 , Antonio Masoni ; 1646, Agostino Mwsola; 1670, Gavino Marea.
(
Ved. Fabroni, tìist, accad. pis , tom. 1 pag. 80, tom. 11 pag. 6, 38 j, ,
toro. Ili
!»g- 673-74-75 );
(3) Ecco i nomi dei sardi che insegnarono in vani tempi neiràccademìa pisana: dal i 5Tm)
fino al i585 insegnò teologia Antonio Baldosio della minore osservanza ;
dal i5C.5 6no al i5(Ì7
insegnò Institiizioni civil» Pier Michele Giaguraedo , di Sassari; dal 1.569 1S73 insegiHi
le stesse iiistitmioni Giacomo Castagnero; dal 1G09 al 161 1 le medesime instiluzioni furonodcUatc
*\» Antonio Cossu ; nel i56o insegnò logica Gio. Domenico Melis minore osservante; dal iGCkj
tino al 1G66 insegnò teologìa scolastica il rinouiat» sassarese Fr Giorgio Soggiu ; ed in unno
incerto insegnò logica Francesco Ansaldo di Sassari (
ved. Fabroni, op. cit. ,
tom. 11 |wg. 4^>
Ìf»7-<>8 ,
)•
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40 DISCORSO
con accesa volontà ,
coni' è costume dei sn|iieiiti ,
i buoni lumi nella
|iatria diflbiidevano. Dì nobile gara si accendevano gii spiriti ;
e la
nazione, quasi riscossa da fremito ignoto, cominciava a dar segni di
vita. I municipii che già molto innanzi con sforzi costanti e generosi si
erano provati d’introdurre nell’isola il pubblico insegnamento (i), rad-
doppiavano le patriottiche cure loro, e maestri sti|ieiidiavano, e norme
e leggi stabilivano ,
acciò nella povertà delle materne lettere l’ incita-
(i) Fra gli altri il comune di Sataari fin dal i55o avea tCDulu pniUche col veaevvo di Alatri,
rettore dell* accadeuiia rofoana ,
acciò Tcuisae a detta città per fondare uno atudio geocralc , le
«{iiali pratiche furono poi ripreae nel i55G, ma non
produssero elTt'tto. lu detto anno i55o lo
stesso comune diede provvigione un frate dello zoccolo, acciò insegnasse teologia
di scudi venti a
positiva e sacra scrittura , e di altri scudi venti a un frate conventuale , acciò dettasse logica :
ucl i558 atip<*Ddiò con scudi annui un medico, acciò facesse aiiuualiueutc 1’ anatomia di uu
corpo umano, e poi mantenne a proprie spese un orto boUnico con tutte Tcrbe più tscccssarie
alla lìirmacia ;
nel i6a4 accrebbe lu stipendio al dottore Quirico del Rio, il quale addì *ja aprile
cominciò a dar pubbliche lezioni di medicina nella casa del comune (
ms. i/e lut tot. mktmtor,
dt la Qiud. de Sa^r^ cit. anno i5òo ,
iS56 , i55d —> e il Rulo&a ciL dal Sisco, mem> ntt.
tua. li fui. 3 }.
(a) La più antica scuola di grammatica latina era stata aperta in Sassari da un certo Bcmar-
ditto Palombo il di cui nome per 1* eccellenza sua nell’ insegnare , rimase luogo tempo nei
, ,
Delle cure usate dalle altre città dell’ isola, c specialmente da quella di Cagliari ,
sono frequenti
gli esempi nella Storia di Sardegna del Manno.
(3) Alessio Ffmtana, morto in Sassari nel i558, lego alla compagnb di Gesù tulio il auo
patrimonio, acciò fondasse nella sua patria un colb'gio, ed aprUse pubhiiclie scuole d’ insegna-^
iitcìitò. 11 collegio fu fondato nel febbraio dell’aono K'^uente , e le scuole di btioità aperte nel
I.Ì&Ì. L’apertura fu solennizz.ita da coroponimenti poetici io lingua latina, e btinameute dissertò
uno dei nuovi maestri, chiamato Giovanni Navali, contro il quale argomentarono in blosolU
quanti dottori erano allora in Sasciri. Nel i5b3 cominciarono ad insegnarsi pubblicamente nelle
>U’».sc scuole le limane lettere e b lilusofia, e nel la ti'«iiikgu |iositiva e U sacra sciittura,
di cui furono primi prolV'Ssori il P. Beruardinu Fcrrariu e il P. Michele di Gesù (ved. Saccbiui,
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,
PR F. L1 M I fi A H E.
città dell’isola era con nubile emulazione imitato e quasi vinto (i).
Allora iiiGne con più vasto disegno tante sparse scintille si raccolsero
die dopo tanta oscurità di. trascorsi mari doveano illuminare la nazione
{pi). A questo generale movim«ito , a questo entusiasmo della Sardegna
dovrebbero mirar coloro che la chiamarono barbara , non al poco buon
frutto che poi seguinne : imperoccbè la volontà fu magnanima ,
il fine
generoso; e se gli effetti non vennero tosto felici, tardarono sì, ma poi
vennero, daccbè in tempi meno sfortunati maturò nel sardo suolo la
gittata semenza.
hUt. Soc Jes pari. 11 Uh. ITI fol 9^, qS, 96 Hh. VI fol.
. ,
IÌh. VII fui. 3.^9 et alib. Vedi , ,
pure FONTANA Aluiio). Nel 1660 il papa Pio IV autorizzò con bolla i PP. della compagnia
di Gesù ad integnare pubblicamente nel collegio loro di Sassari graramatica , lettere umane ,
tilosofia e teologia ;
nel i6ia ottennero la fiicoltà di conferire i gradi accademici |
nel 9 febbraio
1617 ebbero da Filippo IH re di Spagna il privilegio e il titulo-di università a favore di detto
collegio) e nel 18 ottobre i63z altro reale privilegio di Filippo IV, col quale fu ampliato Tiu* \
•cgnamento dell’ università turrìtana ai canoni ,
alle leggi civili ed alla medicina ,
colla facoltà
di conferire anche in dette scienze i gradi accademici ( Mensor. autogr. mss. esist. nell’arcbiv,
cir. di Sassari rìg. alPuniv. turrit. ). Gaspare Vico, altro cittadino sassarese ,
con suo testamento
dcir 8 gennaio 1606 legò i suoi beni ai gesuiti coll* obbligo di accrescere le cattedre dello studio
generale di Sassari ,
e di fondarveuc altre di legge e di medicina. Antonio Canopolu suo con-
cittadino ,
oltre di aver donato a l>enefisio di detto studio generale egregie somme ,
fondò nel
161 ( nella sua patria un collegio di educazione detto CoAopoUno dal nume suo ( ved. luvciic. ,
hÌMt. Soc, JcM.y pari. V lib, XV fui 3i5, c VICO Gaspasb , e CANOPOLO Axtosio ). Final-
mente Pier Paolo Oniano nativo esso pure di Sassari c canonico della caltedralc turrìtana ,
,
lasciata con testamento del 3 màggio i68a la sua eredità ai PP. delle scuole pie , ordiuò ebe ai
fondasse in detta città un collegiu di tale institulo per insegnare, senza mercede, la grammatica
*
e le umane lettere ( ved. ORNANO Paolo ).
(1) Le scuole elementari di latinità ad esempio di quelle di Sassari furono aperte in Cagliari
dai PP. della compagnia di Gesù nel novembre del 1664 ( Sdccbìni , hi*t. Soc. Je$.y part li
lib. Vili fol. 3i<vii ): così pure il primo collegio di educazione ( che fu poi detto dei noiiU ) fu
colà instituito nel i6ai ,
c fu accresciuto poco dopo ^i altre piazze dalla generosità di Ambrogio
Macbin. Antonio Rrondu ,
cittadino cagliaritano , con testamento del iG agosto i 6’j
4 Irgò lire sarde
10,000 a favore dell* Università di studi della sua patria £ il comune di Cagliari fondò il collegio
delle M'uolc pie, destinato per Pistruzione dei fanciulli, nel 09 novembre tG.'|0.
(‘a) Della università di Sassari si è già fatto cenno nella nota 3 a pag. autec. La fondazione
di lla università di Cagliari fu deenrtata nel parlamento K-rdo del i6o3 ,
approvala dal papa Paolo V
con bolla del fi febbrajo 1 Otiti ,
e poi da Filip|K) 111 re dì S|Mgiia con dipbmia del 3i ottobre
16'io : fu a)H.’ita nel i6iG. Gli Aamcnli piuirerirono mille ducati )K'r i primi dis|>ciidi.
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pedaiitisino delio aulorità' nelle leggi, culi' empii'isino nella scienza me-
dica, e col vilipendio delle iininne e delle amene lettere, a ruggine,
nemici ne dicevano ,
col sordo limare dei non intesi precetti gramma-
ticali l’elasticità delle tenere menti disfacevano ,
e poi gli adulti stan-
cando ,
avviluppando ,
abbagliando con perpetui giri e rigiri , e con
vane apparenze di sapere ,
arte fina e dissimulata usavano per fissare
da, se vera; iniqua, se falsa. £ che vera non fosse in quei tempi ,
gli
altri maestri, i quali per le stesse vie e cogli stessi metodi nel pubblico
insegnamento camminavano ,
apertamente lo dimostiarono.
Altra causa del ritardato fruito delle introdotte lettere furono i di-
scepoli, i quali, come se non bastasse uscirne dalle scuole con sì poca
suppellettile di sapere, il poco ancora che appreso aveano, in perniciose
e talvolta ridevoli contenzioni disperdevano. Perchè le gare nuinici|>ali
prestavano quasi sempre il soggetto alle scritture, e nelle scritture anche
le più gravi si mescolavano ;
e gl’ ingegni sardi-, i quali avrebbono
potuto intendere con profitto alla cultura delle scienze e delle arti, ogni
mentate dal lungo parteggiare dei sardi per pisani e per genovesi , e
fonienUite ad arte dal governo spagnuolo per dominare con più sicu-
morosa, che, riaccesasi con furore nel 'declinare del secolo deciinosesto.
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PHELItllNAnE.
49
non ebl)6 tregua fino alla metà del secolo seguente. Tante terre, tante
patrie dividevano gii animi: dalle fraterne divisioni i fraterni rancori
nascevano. Uomini di senno , e senza senno in queste vergognose lotte
.si mescolavano : era un abbaruffarsi, un lacerarsi continuo, un ludibrio
misero di persone e di paesi. Bonfant , Machin , Esquirro ed altri atleti
di minor nome in queste pugne pugnarono. Soprastettero a tutti per
clamori ,
per contumelie ,
per numerosi seguaci il Vidal ed il Vico (i) :
|K)cbi e tementi erano i buoni che ne piangevano (a): l’ ira delle parti
inovea a furore la moltitudine , e la moltitudine soverchiava. Ahi stolta
,
pregiudizi dei tempi, e gli errori degli uomini. Che se a taluno, il quale
questa nostra opera andrà leggendo , apparirà essere stata appunto
l’epoca, di cui parliamo, quella che diede alla Sardegna maggior nu-
mero di teologi, di'legisti, d’oratori e di poeti, ponga mente al valore
degli scrittori e degli scritti, e giudichi poi, se la moltitudine dei cattivi
Delle arti liberali e delle arti belle non parliamo; chè di queste, a
veder dritto, neppur orma ci è rimasa, da cui apparisca che nella
(3) Tra questi ultimi sono da annorerarsi Pietro DeHtala di Bosa , Giuseppe Dclìtala di Ca*
gliari, Carlo Buragna e Antonio de Io Frasso di Alghero, con alcuni altri i quali coltivarono
con buon successo la poesia c le amene
lettere ( vcd. gli articeli relativi a tali nomi ). deve E
ancora notarsi che le condizioni degli studi sardi “andarono migliorando nei primi anni del secolo
XVIll , che furono gli ultimi del dominio sp:ignuolo. Infatti, il celebre P. Alvaro Cienfuegos,
scrivendo del sasaarese Giovanni Pilo Frasso nel 1716, dice che la Sardegna andava già acqui*
stando fama di dotta in quel tempo , e che molti eccellenti uomini la nobilitavano coi loro studi
€ col loro ingegno ( ved. Pilo Frasso , orna, paneg* in proatm. ).
rol. /. 4
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ÓO DISCORSO
Sardegna spagnuola si coltivassero : per maestri no ,
cke non ne aveva
la Spagna medesima, e da Italia li traeva, o li formava in Italia; per
lI^>uuroellti no ,
che pochi ed informi in questo sardo suolo ne innal-
zarono : non per il gusto nè per l’ amore del bello ,
chè per lungo uso
volte le menti ai sofismi eti agli arzigogoli erano istupidite ed inette (i).
(t) Poche sono le notizie rimasteci dei sardi cultoii delle belle arti sotto il dominio aragonese
c spagnuolo, TulUivia raccogliamo in questa nota i nomi degli artisti che vissero in quei tempi
d* ignoranza, c degli altri che florirono sotto il succeduto governo dei Reali di Savoia. Nella
prima metà del secolo XIV vivrà ili Oristano Burtoloniniao Castagnola ,
allievo della scuola di
Giotto ,
vedono ancora in detta città molti dipinti io tavola di buon disegno e^dì mor-
di cui si
che non è qui luogo di riportare , deve dirsi nato in Sardegna , c le sue opere sono riferibili
agli anni prossimi alla cacciata dei pisani dalla provincia di Arborea clic fu nel i3a:). Nel i6i6
visse Diego Pinna snmaresc , di cui esistono parecchi quadri a olio dipinti sulla tela, cd uno
spccialrq^nlc nella cattedrale di Sassari, rapprcseutanlc la sacra Famiglia con una giuria, in cui
si vede T eterno Padti: circondato da un coro d^augeU, il quale scende sulle nuhi , c sfolgora di
luce celeste. Nella metà del secolo XVII fiori il Miigiano di Orosci , del quale si conserva un
quadro rappresentante la Vergine purissima nella chiesa parrocchiale di detto villaggio , ed un
altro di bella invenzione sulla dectdlazione di $. Gio, Battista nella chiesa rurale di S. Giovanni,
dello stesso luogo. E verso la fine del secolo medesimo- Pietro Piizzu c suoi figli, artisti caglia-
ritani, i quali lavorarono in marmo col disegno dell’ architetto Spotorno l’ altare maggiore, il
presbiterio c la balaustrata della chiesa calteilrale di Ales. Sotto il Governo sabaudo fiorirono
lo scultore Giuscpi>c Antonio -Lonis di Scnorbì verso la fine del secolo XVIII Anluuio Melis ;
architetto, il quale disegnò e compì nc^ i8oa il bel campanile, c l’oratorio della diiesa parroc-
chiale di Bari ;
e Salvatore Are di Bosa, il qu.ilc edificò nel i8o6 la chiesa cattedrale della sua
patria. Non parliamo dei recenti che sono conosciuti da ognuno, nè tampoco dei viventi, fra i
quali distinguiamo per merito di lode Giovanni Murghinotli dì Cagliari, Endrea Calcassi c Fr.
Antonio Cano di Sassari , cd Antonio Mocci.! di Alghero , pitture il primo ,
e scultori i tre
ultimi, i quali mantengono in onore fra noi le belle urti, falle iinmorUli dal genio di Mkhc-
lagnolo ,
di RafiacUo e del Canova.
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,
PRELIMINARE.
'senza biasimare le antiche, provvedendo alle chiese, all'agricoltura,
alla giustizia ,
inspirando con aniniirabilc pazienza un nuovo (iato di
vita a un corpo addormentito e pressoché già morto. Dopo due lustri
tuiti ,
erario riempiuto con maravigliosa nè mai vista ricchezza, colti-
Sottentrò alle gravi cure dello stato Vittorio Amedeo III, e già accen-
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,
•
DISCORSO PRELIHIRARE.
per dar luogo ad ^Ilro secolo più famoso per stupenda rapidità di
eventi ,
nè la incertezza della fede e della virtù degli uomini poterono
far si ,
che quei tre monarchi sabaudi non pensassero ancor essi alla
poi per antica eredità di sapienza nella gran mente di Carlo Felice I
dieci anni memorando per opere egregie già consacrate all’ immortalità.
Or qui dopo aver descritte poveramente le vicende antiche della patria
nostra ,
ci si offrirebbe più vasto e più solenne argomento di storica
narrazione ;
e gloriosi fatti , e monumenti vivi e stupendi avremmo da
tramandare alla posterità. Sentiamo però non aver lena bastante per
aggiungere cotanta altezza; e venerando l’eccelsa virtù, cui l’ingegno
nostro non arriva, deponìanio sconfidati Ja penna, e campo lasciamo ad
onorate fatiche di più felici scrittori che dopo noi verranno.
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DIZIONARIO
^ BIOGRAFICO
ABE
ABELLA (Nicoi,b), nato in Aìgliero dute nel patrimonio del fisco aragonese.
c discendente da un'antica famiglia di L'Abclla rifiuti) generosamente un pre-
^Catalogna. Ferrerio de AI>eUa avo suo mio che lo avrebbe arricchito colla ro-
venne in Sardegna nel 1525 con altri vina de'suoi nemici (1) domandò ed :
baroni catalani che seguirono l’ infante ottenne le saline del Fangaccio di Al-
D. Alfonso di Aragona per la conquista ghero : e fu poi sempre uno dei- piii
del regno. Da Ferrerio nacque Fran- onorati e distinti cittadini del suo tem-
cesco ,
e da Francesco Nicolò Abclla. po. L’Abella avea prima esercitato la
Costui si distinse per coraggio e per mercatura: comprò nel 10 agosto 1420
generosiTsussidii dati alle genti regie i salti di Putifìgari e di Rudas, che poi
nella lunga guerra sostenuta in Sarde- rivendette nel 9 novembre 1446 a (ii-
t.
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,
,
51 AGO
ACORRA’ ( Fr. Pier AismEA ), re- tomo vcAUquattro oraziani dette in
ligioso mcrcedario dell’onJinc di N. S. epoche c luoghi diversi dal P. Acorrk.
della redenzione. Nacque in Cagliari Tutte insieme addimostrano i molti
c giovinetto ancora vestì 1’ abito mo- lumi dell' autore e le sue cognizioni
nacale nel convento della Madonna'di nelle sacre dottrine ;
ma in quanto allo
Buonaria. Ivi fece i primi suoi studi stile ed agli argomenti ,
vi si vede
c fu lettore per alcuni anni di teologia dappertutto il pedantismo di un buon
scolastica. Trasferitosi quindi a Spagna fraticello che non aveva in nulla assa-
c poi in Italia ,
insegnò con lode di porate le regolo e le grazie dell’ elo-
buon ingegno la teologia nc’ diversi quenza. Gli assunti delle sue prediche
conventi del suo ordine ,
in Girona sono quasi sempre storti ed inconclu-
in Barcellona ed in Roma. Nell' ultima ilcnti : si riconosce Riciimcnte ,
che
di queste città si trattenne per più r autore volca brillare per pregio di
tempo ,
ed attese con ardore alla prc- singolarità ,
ma che non Avendo la ca-
dicatura. Ritornò in patria nel 1685 ;
pacità di riuscirvi , cadde di buona
fu reggente degli studi del suddetto fede ncU’opposto vizio delle stranezze.
convento di Buonaria ,
due volte com- Ne citeremo un solo esempio ricavan-
missario generale c visitatore provin- dolo dall’orazione in lode di S. Satur-
ciale deir ordine mercedario in Sar- nino martire , che fe la ventunesima
«legna ,
poi esaminatore sinodale della della raccolta del Contini. In questa il
gnolo ,
delle quali ,
dopo la sua mor- dici secoli e57 anni prima della na-
te , imprese a pubblicare la raccolta scita di Carlo II
;
c come In ultimo il
il P. Fr. Matteo Contini religioso mer- regno di questo sovrano dovea esser
cedario , discepolo ed amico
dell’ au- lungo c felice, perche appunto nel di
tore. Però pubblicò soltanto nel 1702 6 novembre del 1680 entrava nell’anno
il primo tomo , dedicandolo a D. Sal- ventesimo dcU’ctà sua ,
e perchè quel
vatore Zatrilla y Vico , nomo letterato giorno istesso era celebrato dal santo
di quei tempi , e fratello dell’ egregio martireSaturnino. Pari all’assunto sono
contendi Villasalto. Il titolo ,
che il le prove ,
le digressioni , lo stile ; la
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ADE
si lasciò di Ijfion grado strascioare dal- di Cagliari. Nel 1219 andò a nozae con
la corrente ,
imitando il genio corrotto Ubaldo di Lamberto Visconti che neU
della nazione che dominava nella Sar- l'anpo precedente avea invaso iljgiu-
degna. Eppure il Contini osò chiamare dicato di Gallura ed alcune terre del
le orazioni dell' Acorrà;. Fenice iarda giadicato di Cagliari. Mariano li ,
il
rinata dalle sue ceneri, ^ssimo con- quale avea i suoi diritti di famiglia al
siglio fu il suo 1 perciocché o non regno gallurese per la legìttima occu-
doveva pubblicare quelle orazioni che pazione fattane molti anni innanzi da
l'autore istesso , mentre viveva , non suo padre Comita U, si oppose colle
volle mai che si pubblicassero; ovvero armi agli usurpatori Laml^rto ed U-
scegliendo le poche che pur vi sono baldo. Papa Onorio 111 accendeva mi-
meritevoli di encomio, quelle sole dar rabilmente alla guerra l’animo del re-
doveva alla luce , per onorare la me- golo sardo, e scriveva in paci tempo
moria del suo maestro. Il P, Acorrà è al comune di Milano, eccitandolo a
altresì autore d’un opuscolo sulla Con- collegarsi con Mariano di Torres per
cezione di M. V. , citato da lui mede- cacciare i due Visconti dalla Callura;
simo , che però non pervenne sino a ma poi , o che gl’ invasori stessi faces-
noi. Altre sue orazioni panegiriche si sero a Mariano proposizioni d’accordo,
leggono sparse in varie raccolte ;
ma o ch’egli non avesse forze bastanti per
si vede quasi in tutte lo stesso spirito reprìmerli, antepose il proprio all’in-
stravolto die le. dettava. Tiittavolta il teresse del papa, concedendo a Ubaldo
*
P. Acorrà ,
giudicato secondo i tempi la mano di sua figlia Adclasia(l). Un
e il paese in cui visse, merita lode per tal nodo roSemiò Ubaldo nella posses-
il SBO ingegno ,
per i suoi lumi ,
e per sione della Gallura , e aprigli la via
la sua costante assiduità allo studio. alla successione pi'u importante del re-
Nelle cronache dcU’ordine mercedario gno turritano. Questa dilfatti non tardìi
è rammentato col nome di teologo ed ad avverarsi. Adelasia regina di Gallura
oratore insigne. (Ved. Fenixde Hard. divenne nel 1 236 regina ancora di
dedic. e iqiprov. 1 2 , 5 4 5. - Orar.,
,
, Torres. Barisone III suo fratello, che
1 pag. 1,5.- Orar. 6 pag. 75 77 , , , era succeduto nel regno a Mariano il,
80, 82, 85, 87. - Ora?. 10 pag. 155. - fu trucidato jn un popolare tumulto;
Or.ie. J4 pag. 215, 216, 221. - Oràc. rpiindi essa riraa.se sola c legitliint
16 pag. 282. - Orar. 19 pn{& 300, Z02. erede dei beni e del regno paterno. Il
- Orar. 21 pag. 329 , 332, 333. - Orar. primo atto di Adelasia fu quello di
24 pag. 592. - Ved. Villasalto, Enganos querelarsi col papa Gregorio IX della
I by Googit
,
56 ADE
Pisa, che folmlnasse le censore contro sandro continuò a rimanere in Sardegna
gli autori del misfatto: nè pretermet- per stabilire sempre piò la dipendenza
tendo l'occasione che gli si appresen- dei regoli turritani e galbiresi dalla S.
tava diralTermaregli antichi diritti della Sede. Un anno dopo ( 8 aprile 1 337 )
S. Sede, inviò legato a Sardegna un trasferì a nome del papa nella persona
suo cappellano per nome Alessandro, di Adelasia ogni diritto di sovranità
fidato custode ed esecutore ardentis- sulla provincia di Torres; ma pretese
simo de' suoi disegni. Appena Ales- al tempo che Ubaldo e Adelasia
istesso,
sandro pose piede nell’isola< si trasferì cedessero papa U forte castello di
al
alta reggia d’Ardara, dove Adelasia di- Monteacuto. La cessione ebbe luogo
morava tristamente pel dolore dell'uc- nel 14 aprile 1337, e due giorni dopo
ciso fratello. Espose a lei le commis- il legato pontificio fece la consegna di
ceduto a tali atti, fulminò le censure stello di Ardara da Gregorio archivista della
contro qualunque osasse, senza il suo chiesa romana ,
e vi Soscrissero cume testi i
dei detto, operato e concordato da lui naco deH’ istesso làniiistero. Suuo ripoijlpti dal
coi regoli di Torres e di Gallura. Non Muratori nel tom. VI Anùquitalum ilalicarum
dissert. 71.
pretermise però di far ridurre in atti
1) Sono qiiallro parimenti sdiplomi relativi a
(
solenni il giuralo vassallaggio di Ubaldo tale investitura c cessione : uno è dclP 8 aprile
e di Adelasia: la storia ce li tramandò 1037 ; altri due del i4 aprile, ed il quarto del
16 aprile dell’ istesso anno. Inoltre con diploma
lutti per attcstarci la debolezza di quei
del 3 maggio ia37 , Adelasia ai obbligò a pagare
principi, quanto felici per acquistare, annualmente alla Chiesa romana quattro libbre
proclivi altrettanto a cedere altrui gli d'argento a titolo di vassallaggio , e rinnovò il
acquistali diritti di sovranità (I). Ales- patto di reversibilità de' suoi stati alla S. Sede
morendo senza successione. Tutti questi alti
furono conchiusi nel castello d'Ardara, e sono
(iJ'SuDo qualtiu i diplomi, dai quali >i ri- liportati dal Muratori toc. cit.
Hi. izf
,, ,
AGÀ 57
trarre il miglior prò da ogni occasione, d’Italia, lasciando vicario del regno
in cui potesse rassodare con illustri turritano Michele Zanche, nomo tristis-
parentadi la sua potenza, scrisse tosto simo, il quale poi, udita la prigionia
alla vedova regina di Torres un’epistola d’Enzo , gli usurpò questo stato. Ade-
Colei non stette in forse di accettare declinare del sesto secolo della Chiesa.
l’offerta di Federigo, e diede la mano Il papa S. Gregorio M. nel 599 diresse
ed inaccessibile ca-
infine nel solitario sede fosse Bosa o l’antica Usellus. 11
stello diGoceauo già conquistato colle Fara però non assegna ad Agatone
armi «(al primo suo' marito Ubaldo. veruna sede certa, dicendolo sempli-
Dopo ciò, parti Enzo per le gueire cemente vescovo in Sardegna. (Ved.
S. Greg. M., epist. 8, 1. 9, indict 12.
(f) Per il matrioH»io coti Ubaldo, AdclasLi - Mattel Sard. sac. disserL prelim. cap.
era già direnuta parente dei papi lanocemo IH 4, num. 3 e 4. - Marongio, Selectae
e Gregorio IX«
5, Grig. epist. p. L, pag. 107, 108).
(i) Forse questo Guelfo era figlio di Orlan-
dino Ugolino de* Porcarì , al quale nel i 34 -j
papa Gregorio IX diede in custodia le rocclie ^4) La tiicceuione di Adelatia non è ben co-
di Massa e di Potenxolo. Ved. Munit. ital. nosciuta. Però dai diplomi relativi a Enzio si
tom. VI, disaert. 71 . ricava che Adelasia ebbe da lui Elena ,
la quale
(3) Muratori crede ( Àtuùf» ital, tom. 1
11 Guelfo di Donoratico , zio
fu sposala al conte
col. a46 a che ciò accadesse dog>o il ij\o. materno del famoso giudice Nino di Gallura.
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, ,
58 AGO
AGOSTINO. V’escoTo di S. Giusta In un dinasta potente c invidialo. Il re di
Sardegna nel prineiplo del secolo duo- Aragona D. Giovanni 11, abbencbè di-
decimo. Questa nuda, ma certa notizia qiostrasse di stimarlo e facesse sem-
del suo nome ci fu conservala da un bianza di favorire i sucù diritti vedea ,
diploma del 1119 pubblicato dal Map- di mal animo in Sardegna un uomo
iene , contenente una donazione fatta cosi ardito ed intraprendente , padrone
da Guglielmo arcivescovo cagliaritano di tanti stati e di tanti vassalli : quindi
al monistero di S. Saturnino. Agostino maturava in segreto il disegno di op-
sottoscrisse alla medesiina come teste primerlo. Usò a tal Qne vili e nefandi
nel modo seguente Ego episcopus Au-
: artifizi ;
perciocché, prevalendosi del-
gustinus S. Justae consensi et suh- l’opera di Pietro Fortesa cittadino ca-
scripsi. Una tal notizia accresce la serie gliaritano, tentò corrompere l’istesso
dei vescovi antichi di Santa Giusta, e fratello di Leonardo Alagon (Salva-
può dar lume ad altre scoperte negli tore ) ,
promettendogli il contado di
annali ecclesiastici di Sardegna (Mor- Gocnano ed altre larghe riconfpcnsc,
tene y eter. monument. col. 657, 658. se coll'opera sua contribuisse a mettere
-Manno Stor. di Sarà. tom.lI, pag. nelle mani-regie là persona e gli stali
parenti, come si addiceva all'alto suo gona. Gare antiche, e recenti rancori
lignaggio, fu mandato ancor gio\ inetto di famiglia inimicavano gli animi dei
alla corte di Aragona per apprendervi Carroz e degli Alagon ; la mano di
le arti cavalleresche. Leonardo Alagon Eleonora figlia di Leonardo Alagon ,
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lòùt (/iZ. Sun/. 7ai \ /S
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5
ALA 5»
clic guarenlivaiio a I^onardo Alagoii gon per signore d’Oristano e degli altri
la paciQca piosscssionc de’ suoi stati: domini! d’ Arborea e di Gòceano, ricusò
crebbero tanto le ingiurie e gli sde- pubblicare nella capitale del regno gli
gni, che si venne Gnalmeute alle atlai. ordini sovrani,e procedendo ciecamente
La battaglia d'IIras, combattuta nel 14 ncH’odio suo contro il marchese, im-
aprile 1470, fu fatale agli Aragonesi: pedì a lui e ai suoi aderenti l’entrala
Antonio Dessena visconle di Sanluri, nel castello di Cagliari ,
e fece staggire
comandante delie armi regie , fu fe- tutti i beni loro. 11 marchese dal suo
rito a morte sul primo combattere : canto, provocato alla guerra, si avvan-
i suoi si disordinarono, c Leonarda taggiò degli errori e delle lentezze del
*
Alagon duce vittorioso delle sue genti, Carroz. Spedi Nicolò di Montagn:r:is di
dopo aver messo in piena rotta il ne- Sassari colle schiere d’ Arborea a cin-
mico, occupate varie terre e castella, gere d’assedio la rocca di Monreale,
fra le quali la rocca di Sanluri e l’altra che cadde in suo potere nel 1475, ed
~~ì
by Ciii. i^Ic
60 ALA
alle armi. L'oste regia fu rinforzata da dinate, cedettero il campo ai nemici.
comcr). Ardua, incerta, immobile stette n'ebbe gioia anzi smoderata che gran-
lunga pezza la vittoria: finalmente le de, come raccontano gli annalisti di
armi regie prevalsero. Leonardo Ala- quei tempi pure, dappoiché la fortuna
:
gon e gli altri valenti capitani che lo gli era stata propizia recandogli nelle
seguivano diedero memorabili esempi mani gli stati dhe ambiva, e mosso
di abilità e di coraggio. Però fortuna ancora dalle preci deU’ammiraglio che
fu ad essi nemica. Arialdo Alagon gio- intercedeva per gli Alagon, stimò usare
vine guerriero, animoso figlio di più
animoso padre, lanciatosi arditamente ( i)
Giovanni Sarggozu remandava una polca
appartenente alla squadra dell’ammiraglio Vil-
nel più follo della mischia, cadde vit-
lamarìn; parteggiò prima per il marchese di
tima del suo valore. Molte furono e Oristano il quale nel i475 spedi al golfo di
pietose e crudeli nell’ uno e neU’allro Cagliari due sue galee armate per riprendere
quella del Saragozza ch’era stata predata dalle
esercito le ferite e le morti: ma le ,
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,
ALA 61
la pietà laddove il rigore pili non gio- movenlo dei miserevoli casi dell’ illu-
vava. Al marchese d’Oristano, ai suoi stre prigioniero. Ma tarda fu quella
ai fratelli ed al visconte di Sao- pietà. Leonardo Alagon, vinto dal do-
luri fece grazia, ma non intiera: conG- lore della propria sventura, cessò di
noUi tutti nel forte castello di Seiativa, vivere nel suddetto castello di Seiativa
carcere antico di prìncipi e di uomini nel 1490. Lasciò cinque Ggli legittimi,
famosi; e minute e severe istruzioni e otto naturali: quattro di questi mo-
sul modo di cnstodirli scrisse nel 5 rirono poi nel castello di Sassari. Co-
settembre del 1476 a Giuliano dell’Ho- spicui legati egli fece nel suo testa-
spedage che n’era il castellano: onde, mento a favore della sua famiglia, agli
se agli Ala^on avea concessa la vita, amie;, alla chiese: ordinò l’ erezione
uulTaltro però ad essi concedeva che di ph monistero in Oristano, e di un
potesse alleviare le loro sventure. La mauspleo per riporvi le ceneri di Sal-
storia accusa in ciò di crudeltà il re vatore Cubello d’ Arborea, dal quale
D. Giovanni: cagione recondita di tanto erano a lui pervenute tante ricchezze
sdegno dicono essere state le nozze di e tanti stati: la stessa splendidezza che
Anna Cabrerà Gglia della vedova con- lo distinse vivendo
,
lo onorò in morte.
tessa di Modica da lui già ottuagenario Antonio Alagon che, mancato Artaldo,
avidamente ricercate, ma invano, per- era il primo de’snoi Ggliuoli, fu l’erede
chè nel tempo istesso le ricercava Leo- del suo nome e della sua fortuna. Como
nardo Alagon per suo Gglio Artaldo ; e
il infelice, ma grande, provò a un tempo
mal soflèrirsi , non perdonarsi giammai r ingiustizia degli uomini e la fatalità
da re vecchio e potente rivalità d’aQctti. del destino : che s’ ei fosse stato meno
Però, qual si fosse il motivo che spin- intollerante dell’una, e più costante
gesse il re D. Giovanni aU’inesorato aU’altro avesse opposto l’animo, vedea
castigo, certo è che il marchese d’Ori- dopo tanti disastri risorgere più glo-
stano provò, lui regnante, le asprezze riosa la fama del suo nome. Perchè di
tutte del carcere. Ferdinando succes- tre anni appena eccedeva il quinto
sore del re Giovanni alleviò gl’ inutili lustro, dacché Leonardo Abgon era
c disumani rigori : generosità d’animo, trapassato, quando le corti celebrate
memoria dell’amicizia antica (1 ) a pietà in Saragozza nel 1518 lo chiarivano
innocente ed oppresso , votavano la
(i) Ferdinando re di Castiglia , dnciiè risse restituzione de’ suoi stati occupati in
Giovanni II, fu mediatore per Leonardo Alagon : Sardegna dal Osco di Aragona, e con
rappresentò più volte al padre I* ingiusta guerra
clic gli si moveva , la disperaxtone cui era stato
giusto ma tardo consiglio onoravano la
spinto e la necessità delta pace. Nella corte sua memoria. (Ved. Aborca, Reynado
aragonese
,
tezione che
si mormorò apertamente
il generoso prìncipe
della pro-
accordava al
del Senor Rejr D. Juan el grande. —
marchese d’Oristano. Che ac Ferdinondo salilo
Argensola, Annui, de Arag . , cap. 64 ;
poi al trono di Aragona sacrificò i propri seii- lib. 1 pag. 585. — Fara, de rei. Hard .
timenli alla politica dello stato , non tacquero lib. U pag. 244 ;
lib. IV pog. 564 Gn. 581.
|>crò
suoi più
gli storici
fidi
contemporanei
dicesse pria di morti'c
,
com*
:
egli
gravavf;li
ai
— Zurita ,
lib. XVIH, cap. 28, 47;
l’tinimo il umore dell* lUegittimo aafuiUo dei lib. XIX, cap. 11; lib. XX, cap. 11 ,
dominiì di Arborea.
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I ,
62 A
15, 17, 18, 24, 27, 32. 3/emor. — Gaspare d’ Arino.- Perb tre giorni dopo
ftrl March, di CWoy. , Dura. 2, 3, 10, fu limitato felTetto di tale dichiarazione,
11 12, 15, 20 , 23, 28, 29, 30, c a vece dell’assoluta libertà accordata
,
31 , 32 , .35 36 38 , 45 , 58 c , ,
a Salvatore Alagon, fu egli coiifmato per
,
nv\\' Alb. getieal. Arca, Prora, de— sempre nel principato di Catalogna
bell, et irUerit. merchion. Ori stari, ms.). dove dopo alcuni anni cessò di vivere.
Ebbe iu moglie Isabella di Besora che
gli apportò iu dote i feudi di Trexmraa
ALAGON (Salvatore), fratello del
fu sempre attaccato alla causa del Mar- ( Ved. Metri, dj/l match, di Coscoj.\
chese d’Orislano, al ^uale si mantenne num. 1, 4, 5, 6, 7, 8, 15, 32, e
respingendo, cou disdegno le neli’alb. gencalog. ).
fedele ,
tolico. La dichiarazione è del 13 otto- danna per ribellione contro lui suo ,
' processo che per comando regio aveano dichiarazione della sua innocenza c la
formato il reggente Francesco Malet e restituzione dei suoi beni (Z). La do-
(i) Non poteva scrivere nè parlare alla mo- alla villa di Gesturi eh’ era del marito ,
ma ri-
^lIìc se prima il castcllauo non Icf^scvi le sue maueva obbligata per la sua dote: e cou carta
Irllcrc c se non era presente ai suoi colloqiiii. reale del settembre dell’ istcsso anno il re D.
,
Perchè alcuna volta potesse uscire dal castello Ferdinando le fece restitmte da Brianda moglie
ed entrare nella città di Sciativa ( sempre però del viceré D. Nicolò Cairoz gli ori c gli argenti,
del cardinale di Si«gna, e dell* arcivescovo di già spqucslnitc dal fìsco «a Salvatore Alagon ,
le
Saragozza , D. Alfonso di Aragona figlio natu- quali |>er malvagio costume dei tempi orano state
rale del re Ferdinando, e la fidanza di 0,000 tolte agli oppressi e donato agli oppressori.
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0, ,
ALA 63
manda era ardita e perigliosa : ftirono nardo Alagon, % abbcnchè fosse mi-
fioniinalidue giudici per conoscere la nore d’età quando scoppiò la rivolu-
L' imperatore ordinò nel 24 gennaio mente custodito qual fellone, né ottenne
dello stesso anno al viceré di Sardegna, la libertà fuorché colla cessione dei
che leatituisse prontamente tali beni, propri diritti ai possedimenti arhoresi
tb che fii Alagon morì
jcseguito. Litigi fattagli fare dal re Ferdinando, succes-
senza successione. ( Ved. Argensola sore di Giovanni JI, per mezzo del go-
yinnal. de Aragon. ad atm. 1518-19 vernatore di Valenza. Lty^libertà accor-
- Mem. del march, de Coscoj, num. 21 datagli, dopo una tale cessione, rassem-
22, e neU’alb. genealog. ). brava meglio ad esilio, poiché gli fu-
rono assegnati i confini dentro i regni
ALAGON ( Giovassi ). Furono due di di Aragona, Castiglia, Valenza e Cata-
questo nome ed entrambi della stessa
,
logna, ma poi nel 18 settembre 1498
famiglia. Uno é Giovanni Alagon fratello gli fu concessa assoluta ed intera. In-
del marchese d’Oristano, il quale guer- tervenne un anno dopo alle corti gene-
reggiò per la 'casa di Arborea contro rali rannate in Saragozza ,
nelle quali
il re di Aragona D. Giovanni II, e fu fu uno dei membri della camera alta
poi involto nella famosa causa di ribel- che i catalani dicono braccio militare;
lione di Leonardo Alagon, condannato protestò contro la nullità della cessione
a morte , .graziato in appresso della fattagli giurare dal re Ferdinando, cd
pena capitale., e rinchiuso nel castello ottenne nel 1500 la ri^luzione delle
di Sciativa. Soflrl le stesse violenze che corti ,
con la quale quell’ atto di rinun-
erano state usate a suo fratèllo Luigi cia era dichiarato di nessun valore.
Alagon ; fii dichiarato innocente nel 1 Pochi almi appresso mori nella sud-
giugno 1497, e mori poco dopo in Sa- detta città di Saragozza; e fu sepolto
ragozza, lasciando crede delle sue for- nella chiesa di Santa Maria del Filar
tune il suo nipote Antonio Alagon. come aveva ordinato nel suo testamento
L’altro Giovanni Alagon era figlio del del 28 gennaio 1499 (Ved. Fara, lib. II
famoso marchese di Oristano, D. Leo-
'
de reb, Sard., pag. 244. - Mem. del
march, de Coscoj num. 18‘, 21 23, o2, ,
"
Digiti ' CiOugli
,
64 ALA
<ìoccano. Dopo esseri rimasto per più in quest’anno medesimo ritornò a Sar-
anni rinchiuso nel castello di Sciati va con degna per dare aiuto e consiglio a suo
suo padre, di cui altresì fu l'erede nel padre ,
il quale aveva già rotto aperta
1490, gli fu commutata la prigionia in guerra col viceré Niccolò Carroz. La
confino nel 1496 dal re cattolico D. resa del castello di Monreale accaduta
Ferdinando, e poi nel 1499 ottenne nel 1475 ,
e l’ occupazione di molte
intieramente la libertA^er non perdere altre rocche e terre di proprietà regia
i suoi diritti di famiglia agli stati di Ar- si dovettero a lui nella massima parte.
borea fec» un protesto dei medesimi Aspirò alle nozze della giovine con-
nel 16 settembre del 1520 nel tribunale tessa di Modica, che il re d’ Aragona
del Jutticia Major di Aragona j ma D. Giovanni 11 chiedeva per se mede-
non consegui l’ oggetto di questa sua simo ;
ma percosso in tal tempo dalla
protestazione. Militò in appresso nella sentenza capitale del 15 ottobre 1477,
armala aragonese , diede prove d’intre- si abbandonò intieramente al solo pen-
pidezza nella guerra di Granata; e nel siero di difendere colla propria vita la
1503 combattè valorosamente contro i causa della sua famiglia. Occupò, con
Francesi che assediavano i popolani di numerose bande di armati le terre tutte
Salsas in Catalogna. Fu onorato da di Logudoro; assaltò, ma senza frutto, il
Ferdinando il cattolico , che lo im- castello d’Ardara, e comandò nel 1478
piegò nella sua corte, e mori nel 1504 la fazione di Mores, nella quale fu rotto
nella città di Medina, mentr’era al se- dalle genti capitanate da Angelo .Moron-
guito di quel sovrano. (
Ved. Fara gio , che r obbligò a rifuggirsi nel ca-
ile reb. Sarà., lib. II pag. 244, lib. IV stello del Goceano. Finalmente nella
|>ag. 893. Metri, del March, de Coscoj., famosa battaglia di Macomer, dopo aver
iium. 21 , 23 , 32 , 45 ,
e nell’ alb. compito le parti tutte di eccellente ca-
genealog. ). pitano e di animoso guerriero, mori
gloriosamente combattendo nelle prime
AL AGON(Artaldo), fratello del pre- schiere (1). (
Zurita, Annoi de Arag.
cedente. Era il primogenito dei figli di lib. XX cap. 15 e 18. - Fara, lib. IV de
Leonardo Alagon, e sembrò trasfusa reb. sard., pag. 364 fin. 581. - Vico,
nel suo animo la virtù e la generosità Hist. gen. del rejn. de Sarti., pari. 5
dei sentimenti di suo padre. Educato in cap. 44. - Meta, del march, de Coscoj.
mezzo alle armi , e bollente per gio- nnm.2, 8, 9, 10,11, 12, 13, 15, 18, 20,
ventù, intraprese con ardore la carriera 26,31, 32, 34, 58, 45).
militare. Servì ìn Aragona per alcuni
anni, ed ebbe parte in tutte le fazioni
combattute dalle armi regie per com-
(i) Il Fara ( 1H>. II de reb. Sard. , pag. l44 )
I>rimere i catalani, ma particolarmente ncconU che in quella itrtu baiUglta mori Lcrìo
la sollevazione di Barcellona. Nel 1472 o Ledo fratello di ArUldo Alagon. Peiuo che
ideputati delle corti generali di Ara- Lerio o Ledo «ia il nome sincopato di ^onardo
figlio naturale di Leonardo Alagon ^nottinato da
gona l’incaricarono d’importanti com- quest* ultimo nel suo testamento
( Jfemor. del
missioni presso il re D. Giovanni II, e martf. deCoecoj, num. ).
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A !. A fià
ilal ramo cadetto dei iiiareliesi di Ori- priiuogeuila(^) per mediazione «li Luigi
stano. Fu \' inarclicse di Villasor c III .XIV re di Francia :
piii dei benefizi
conte di Monlesanto ,
ricchi rendi di regii pole\ano nell’animo del Villasor
Sardegna. Suo padre Blasco Alagon y l’odio ereditario ed antico eoutro il
itoige sua madre Teresa Piinentcl dei marchese di L.aeoiii. Dissimulò j»er al-
marchesi di Bayona lo educarono con cun tempo, c le .irli sue furono co.si
molta diligenza. Artaldo percorse la misurale e felici, che il marchese della
carriera delle armi, c nella medesima Gianmiea viceré della Sardegna lo re-
arrivò per gradi al jwslo di generale putava uno dei sudditi pili zeiaitti dello
'della cavalleria nazionale di Sardegna. stalo. l’eri», le segrete trame deil’.AIagon
Kbbe in moglie .Maria Nicolosa di Bazan furono discoperte ila Vincenzo Baccalar
y Benavides sua cugina, fìglia diKnrico marchese di ,S. Filippo, liiogoteiieiile
«li Benavides, cominendalorc dell’ or- viceregio dell’isoln, il i|iiale consigliava
dine di Calatrava c capitano generale al governo di allontanare dal regm» nn
delle B(]uadre marittime di Sicilia, di potenlc così pericoloso, c di conliiiarlo
Napoli e di Spagna. Fu partigi.ano ze- in Francia. La corte spaglinola
non diede
lante dell’ arciduca <’,arlo contro il re ascolto ai consigli dell’ operoso mar-
di Spagna Filijipo V, e congiurò col chese di S. F'ilippo: o fosse [icrsiia-
«•onte di Montcsjmto suo genero (1), c sionc della fede del Villasor, o spe-
con altri goatiluomini sardi suoi ade- ranza di ridurlo alla fede regia, Filippo
renti per dare la Sardegna in potere V lo elevò al tanto ambito grandnto di
agli austriaci. La sola ambizione spin.se Spagna ;
ma la congiura , nella quale
Artaldo Alagon a un tal partito ;
per- egli avea intinto, era ila troppo innan-
ciocché geloso del grado di grande di zi, e giunse tardo il beiiclizìo. Nel 170H
Spagna conceduto nel 170< dal sml- la Sardegna fu occupata dagli austriaci;
iletto Filippo V a F'rancesco di Castclvi r Alagon ottenne dall’arciduca Carlo ,
lippo Vf*c fu poi viceré di Sardcgn.i sullo il go- annessi , estratti per le maggior parte dagli ar«
verno austriaco. Emmaiiucla Al.ignn gli appurlù elùvi di Barcellona, spargono molla luce sulla
ili dote il tnarchctalo di Villasor c il coiilado di storia sarda del secolo XV , e sull* antics di-
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,
nfi A I, A
anni lutia l'iiinnotiza che la sua ambi- in tutti i gloriosi fatti d'arme di questo
zione (lesitlerava nelle cose sarde. IV- sovrano, nei quali si distinse per il
rò, ricon«]nislata nel 1717 la Sardej^ia suo valore. Nel 1520 lo stameiito mili-
dagli spaglinoli ,
il Villasor teniendo tare di .Sardegna lo inviò deputato al
l'ira dei vincitori ,
ripari» con celere suddetto imperatore Carlo V' ,
clic si
fuga in Francia, dove mori dopo alcuni trovava in Corogna ,
per l'approvazione
anni, lasciando erede del suo nome c dei capitoli fermati nel p.arlaniento ge-
delia sua fortuna l’ unica sua liglia Eni- nerale celebralo dal viceré D. Angelo
inaniicla Alagon. Prima di queslo visse di Villanova. L’ Alagon usci felicemente
chismo spngtìuolo ,
'di ciò che il Cri- 53. -
Memor. del marq. de Coscoj.
stiano deve sapere, credere e operare, A geneaC). Vi fu un altro Carlo
Ih.
Girolamo Rohles 1384. l'n voi. in 8.“. al concilio tridentino (Ved. Masones,
(
Wd. Flcury, Catechis. star. pag. 49, iM'yrs sinodal. del arzobisp. da Arhor.
(
Girolamo ). Ved. Vidania Memor. ,
ili cui fu gentiluomo. Si segnalò per
de los condes de Saììtistevan. p. 3."8. valore nella guerra contro Solimano II,
<leir imperatore Carlo V, e prese parte fermasse In sua marcia in Oristano. Nel
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,
A I. A
ì.iii gii Tu ullkliilu il c»maii<l(t di 7(JU nomlualo tenente-generale delle mili-
cavalli, co’ quali scorrendo i lidi Siirdi zie sarde nel capo di (Cagliari. Figiirii
preservò l'isola dalle ])iralerie del fa- nel 16C0 nelle corti generali rassem-
moso Barharossa; e nel 1515 andò d(v brate in Sardegna tlal viceré Caiiiaras-
putaU) dello stamcnlo militare sardo sa,come capo del partito coulrorìo al
alsuddello imperatore Carlo V per la famoso ed infelice marchese di Lacoiii;
conferma dei capitoli stabiliti nelle corti votò, contro il desiderio della nazione,
generali celebrate dal v iccrè Cardona. per lo slrnordinario sussidio di scudi
Fu sua moglie Anna Folcii di Cardona 70,000 da darsi senza restrizione alla
appartenente ad una delle più illustri inqicralrice reggente per le spese della
famiglie di Catalogna, dalla quale ebbe guerra contro il re di Francia-, ma que-
molti figli. Giacomo Alagon suo primo- sta sua coHilotbi gir alieni) gli animi *
genito e 111 conte di Villasor, fissò poi della moltitudine e dei zelanti sosteni-
in Ispagna il nome e la discendenza tori della causa pubblica , i ipiali vin-
licgli Alagon ( Ved. Vico, llist. gen. sero in ])arkuuento il partito dì accor-
tiri rrjr. de Sttrd. ,
parte\ cap. 52. — ,
dare quel donativo, a condizione che
Dcsai't, Cnpit. ctir. rem. Sani, in con- i sardi occupassero prelativaincntc le
cc.fs., fol. 40. — Pelliccr, Mc.nwr. de cariche civili c lo |)rclature dell’isola.
Jn cas. de Alagon. Mnnor. did — Ebbe in moglie Teresa di Girolamo l’i-
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, — ,
fiS A LH
<li l'almn il l'urlillu. iioiiio assai ilÌM;rso tuna (lervenutagli iu retaggio dui simi
(la lui |)w la fede \(;rso il re Filippo V. parenti, abbracciò nel 1619 rinstilulo
Non bisogna conrondcrio con un nllro della compagnia di Gesù. Fu uomo di
/‘ii-tro j4laf;nn figlio di Sahalore Ala- santa vita e di costumi inmrccntissimi.
gon e d'isabella IJc.sora, il quale par- l>a sua umiltà non conosceva contini :
Icggii) nel H70 per il re di Aragona non contento di esercitare questa Imlla
I). Giovanni li contro Leonardo Alagon virtù nel recinto delle mura d(»mesti-
marchese di Oristano (
>ed. Baccalar. che , beato repulavasi, allorché jvoteva
Vincent., Coinmont. lie la gner. de pubblico: perciocché di-
eserciliirla in
/ìs’ian. Masoncs , Lej cj
fol. 255. — ceva egli niente più ardentemente de-
sinod. ilei jirzohis. de Arhor. fol. , siderare ,
quanto l’ incontro di coloro
C59. —
Soggio-Vida de los mari, tur- di’ erano stati coiujiagni della sua gio-
rit. E per il
ras., lib. Ili, cap. 12. -- ventù nel secolo, onde punire la pas-
.secondo, ved. Ziirila, Anual. deArag. sala vanità dei suoi primi anni. Non
lib. XVIII, cap. 28. -- Memor. del volle mai es.sere ricevuto fra i chierici,
marq. de Coseoj. Alb. genealog. ). contento di rimanere nell' umile grado
di coadjutore spirituale, col quale era
ALAGON ( Giacopo ). Furono due
stato accettalo nella compagnia. Morì
di (|ucslo nome. Uno è Giacopo Alagon in Cagliari nel 5 gennajo del 1621. I
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,,
ALB (i'J
Unadunazionu fatta d:i Alberto nel 1 170 di sua moglie Preziosa di Florrulm o
a (lue nionisterii di Sarde^'iia, la (|tiale Urriibu o Arrnbu, degli altri vescovi
fu piibblù^ita dal Muratori nelle An- suoi sulTraganci (3) c del capitolo della
lichità italiane, e dal Galtola nella chiesa turritaaa , ridusse iu atto so-
Storia Cassi ncse rischiara grandemente lenne la tanto desiderata remissione.
le azioui pertinenti a questo vescovo ed Però, dopo sette lustri, questa re-
alla storia ecclesiastica sarda. Consisic missione medesima fu causa di contese
la medesinia nella remissione di due tra Biagioarcivescovo di Torres e i
1 170. In tal anno era egli recentemente fatta nel G3 ali' cremo di Camaldoli
1 1
tornato da Roma alla sua sede (2), c da Atone vescovo di Gratta in Sarde-
memore della promessa fatta a Rinal- gna protesta il donatore di averne
,
V di Ploaglie ,
mo.^ser At!»o o Alone vescovo di
(i) Scmiira che nr) ii<^o fos&e ccsvalo il Crasla, iiiessor Zaccaria vescovo d*Utlia (
Olilo-
co 5 Ìiimc ili trasferirsi i lr^ati puntiRcii iiHrisota, ca ) )
mt‘sscr Giuvauni ThcUc%escovo di Gi i-
c rlic ai (liPÌtti r a^li uRizi di tal Ici’aziune fus> itarda ( Giraclensis ,
Gisarcensis o tìisan'ìùensis
srro succeduti gli arcivescovi turrìLini : in op- episcopus ), c incisci Goflredo vescovo di Bosa.
posto non avrebbe potuto r arcivescovo Alberto L* abate del monisloro di S. Pietro di Nurki nel
condonare da se solo il censo dovuto annuai- 11^0 era Rinaldo di Ficarola. L’atto di reiuis-
inentc ai legati del pontefice. sione di delti censi è scritto in lingua sarda da
(a) Questa circostanza si rileva dalle barbare Pancaldo (
Panis-Calidus )
sccretario di Bari-
parole del diploma et ego pusco torrai re fio- sonc re diTorrcs, ed è munito del sigillo gen-
magna in Sardinia ,
le quali ridotte alla sin- tilizio di questo regolo. Nell’ atto simile ripor-
cera lezione sarda suonano; et ego posca tor-
, tato dulGaUola, fra i vescovi consenzienti alla
resi de Romagna in Sai digna eli* c quanto remissione vi è notato ancora Coiuita vescovo
dire; ed io litornai dopo da itoniagiia a Sardegna. d' Liipuria ( AiJipurias )
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,,, , ,
servarono alcuni frammenti,! ({unii sono con ap{)lauso in varie città del regno,
riportati nella raccolta dei lirici greci c sostenne molte onoriliclic incum-
falla da E. Stefano in continuazione del benze dello stess’ ordine. Lo studio
Pindaro ( 1560 in 16.“), e da Fulvio della storia patria, cui crasi ap|)licato
Orsino nella continuazione del libro fin dalla sua giovinezza. Io condusse
inlilolato Carmina noaem illustriuni gradatamente al conoscimento di molte
t'nemiiiarnm Anlwerpiae 1658 in 8.”).
( antiòlie memorie pertinenti particolar-
Questi medesimi frammenti sono stati mente alle cose ecclesiastiche di Sar-
tradotti in francese nelle Soiràes lit- degna. Lasciò sopra questo soggetto
/e»-«irei(lom 8 pag. 55 ), Aleniano amò due opere manoscritte ,
una intitolala
Megaliistrale domia di S])irilo e com- Sticccssos generales de la islaj rej iio
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,
AL E 71
a quegli scrittori :
questa è una cro- tulo. Non si sa l’ejioca né il luogo certo
naca che comprende il periodo di 34 della sua morte sembra però che non
;
unni. La prima si conservava aulografa sia stala anteriore al 1684 (Ved. .Manno,
nella biidiotcca dei 1*1’. cappuccini S/or. di Sard .
,
lom, III pag. 493-94.
del villaggio di S. I.us.sorio. Peri» la - La Slarmora , f-'oyag. en Sard . ,
lib.
noncuranza dei eoufraielli che gli so- 1 cap. 3 pag. 69. - Bologna, ^lanual
pravvissero ,
e la rapacilii di molte de inemor. aiitig. de (^crdiììa ins.
archivi regi di corte in Torino, falla la sua dottrina e per la sua pietà.
eseguire dal conte Bugino ministro de- Nella sessione deir 11 ottobre 1531
gli affari di Sardegna Jicl mcinuraliilc disse al cospetto dei padri congregati
regno di Carlo Emmanuele 111. Gli an- un’ elegante orazione laGna in onore
nali del P. Aleo (
perciocché meritano dell’ augustissima Eucaristia ,
la quide
anzi questo nome che quello di storia), orazione é stata pubblicata dal Labbeo.
non sono privi di qualche merito, se Fu egli uno degli oppositori alla lunga
|iuò giudicarsene dagli esemplari giunti prorogazione dei decreti nel secondo
sino a noi c adulterati dagli imlutli e aprimenlo del sinodo ;
sostenne ,
es-
precipitosi copisti. A lui dobbiamo
molle importanti notizie ragguardanti
la serie dei regoli e degli arcivescovi (i) La patria di Salvatore AIcpus non ò an-
cora ben conosciuta. Il Vico e il Sogftio lo
cagliaritani. Però detti annali sono di-
dicono nato in V'.ilctixa : ma non apportano
fettosi per molli anacronismi ,
|>er la documenti in ajipojZ'^io della loro nniraziunc. Ii
pia credulità deU'aulore che prestò nel ViduI alpTina che Ì'o:>sc nativo di (filari. Il
l'ara, clic scriveva o vivente lo sle.wo Alcpiis
suoi racconti cicca fede alle stravolte
o |ioco dopo la di lui morto , lo chiama som-
leggende che circolavano a’ suoi tempi piirementc arcivescovo di Sussitri M.mcando
nella Sardegna , c sopraltutto per la jiorlanlo lioi ili nulizio certe, c tinche la vera
patria doir Alopiii sia iiio^iio chiarita la sua
|>rnlissilà con cui sono scritti ,
olla ,
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.
7'2 All
«ne (leiioidosa lu ilidiiaru'^ionu coa- toni. 8 col. 1096. - Fara lib. 4 de rch.
cìliai'u che cariiUerizzava pia l’o- Sani. fol. 415 , 418. - Malici, Sadt.
pinione (lidia concezione di M. r sacr. , fol. 165-66. - Vidal ,
jintnd.
senza peccato originale ;
perciocché Sard. , tom. I in cpist. praef. - l^lla-
aUcriiiava questa sentenza odendere
,
vicini ,
Istor.del cono, di Trenti, lib.
gli stessi scandali che furono al tempo de Sancì. Sard. lib. 2 pag. 28 ).
della puhhiicazione della sistina ;
e fu
egli ancora che con Agostino Lippo- ALIVF.SI ( Giovassi ). Giurecon-
niano, Claudio Jajo c Bonaventura Pio, sulto del seccia» dccimuscsto ,
nato in
dotti teologi dello stesso concilio ,
opi- Sassari daGiacomo Alivesi o Francesca
nò che nel decreto sulla giustiflcazione Sanuntello, nobili c doviziósi cittadini.
si spiegasse ,
essere l’amore iniziale Scrisse, un trattato legale intitolalo
uno degli per ottenere
atti necessarii traversine forenses , il quale è citato
la gìustijicazionc nel sacramento del- frequentcìncnlc dal Fra.sso Pilo nella
la penitenza. Ritornato l' Alepus alla sua opera De regio patronalu India-
sua «'de, ebl>e varie contestazioni con rnm ,
e dal Qiiesada Pilo nella Semi-
t^rolamo Corrige arciprete della cat- eenturia delle controversie forensi.
tedrale di Sassari, le quali furono de- Gli esemplari di questo trattato dell'
liiiitc da pipa Pio IV. C’Alepus scrisse Alivesi non sono pervenuti sino a noi,
varie operette di ecclesiastico argo- cppcrciò non possiamo fonnarnc*ve-
mento. Oltre r orazione recitala nel run giudizio. Però , se si può argo-
concilio tridentino ,
compose la vita e mentare da alcune consulbizioni legali
l'ollicio dei santi martiri lurritani Ga- in materia civile e criminale scritte
vino Proto e Giantiario (1) , ed una
,
da lui ili lingua latina e spagnuola, le
omelia latina sull’ invenzione e trasla- quali si trovano stampate senza data di
zione dei corpi di detti santi martiri, luogo e d'anno, e inserte in una col-
e sulla consacrazione della basilica di lezione di allegati c consulti forensi
Toitcs ,
la quale è riportala per iu- di diversi giurisperiti sardi (2), si
tiero dairArca nel suo libro de Sanctis può benissimo aITcnnare che l'Alivesi
Sardiniac. (\’ed. \’ico, fiist. gen. del era profondo conoscitore del diritto ,
rejn. de Sard. ,
parL 5 cap. 59. - e scrittore non inelegante de’ suoi
llardniii ,
A et. Cono. , tom. 10 col. 19 tempi. I,’ Alivesi viveva ancora nel
ad 109. - Labbè ,
Condì., toni. 14 col. 1614, giacché nei capitoli di corte,
1057. - Marlene ,
f'eter. monument. commentali dal Dcxarl, si leggono al-
cuni suoi memoriali in data di quel-
(i) III) oflìcio più antico di detti ss. Martiri, l'auno. (V. Frasso Pilo, De reg. patr.
slamjt.ito in Veitcria per relrum de Quarengiii
die Zonuidii MCCCCLX XX Xt' 1 1 ,wi vuluniclto
iii-i6, esiste nella colleziunc dei libri sardi editi (^) Qiiesl’aiilica colleiinnc formante un grosso
c tiiss. posseduta dairautorc del presente Dizio- voluiiir in folio è {ivissciiuLi tlairuulurc «Ji i|uc»
nario bio^ralico. sto I>i'/’.i(mario
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,
ALI 73
/n./. pt r tot. op. ,
c iii'ir iiid. degli e la lode alle azioni che l' opinione
rmt. eil. - (Juesiida l’ilo, Controv.Jhr. pubblica dislinse col marchio eterno
eap. a fui. 58 iiiiiii. 51 ,
cap. 47 fui. dell' infamia. L’.VIivcsi non possedette
532 num. 28. - l)c\art ,
Capii, cui-, il feudo donatogli dal governo spa-
f<-gn. Sarti. ,
fol. 904 , 906 ). giiuolo : ebbe però altre ricompense
che il duca di S. Germano viceré di
AIJVESI ((iiAcoMO). Fu Sassari sua Sardegna gli fece ottenere. Morì dopo
patria ,
e apparteneva ancor esso al- alcuni anni abborrito da tutti , desi-
l'ordine ecpiestre. suo nome c co-
Il derato da nessuno. (Vcd. llelaz. degli
nosciuto nella sarda per una
storia oiiiic. del march, di Lacotii del e.
ricompensò l'Abvesi del servizio da distinse per la sua destrezza nel ma-
lui reso, consegnando alle forze pub- neggio degli Nel 1321
affari pubblici.
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7i A M .M
di-pcllili ( 1 ), riuoinalo nella storia per della ribcliionc, e Asdrubale invia su-
ilsuo odio contro i Romani e per il premo duce di poderosa flotta per
suo coraggio. Abbcncliè Livio, inteso aitare d'arme e di armati i pitnli ]>el-
solamente a raccontare i grandi fatti lili. .Ma fortuna di maro spinge alle
della rejniblilicaromana abbia par- ,
isole Ralcnri le ,
amiche navi
nfe an-
I)ure dal poco clic ne lasciò scritto lio Tunpiato arriva a Cagliari, c unisce
appare dio il suo amore per la li- le sue alle genti di Q. Muzio. Ven-
bertà, c gli sforzi da lui falli per ri- tiduo mila fanti ,
mille dugciilo cavalli
donarla alla sua patria, gli mcrilarouo sono l'esercito romano. Gli sta incontro
giuslamenle il nome di eroe. Anisi- r oste sarda comandata da Josto li-
eora, feroce per indole , fatto jiiii fe- glinolo di Amsicora. Ardimentoso per
roce dalla vita selvaggia negli asjvri gioventù, impaziente di riUtrdi, Josto
monti e nelle inaccesse foreste ,
è in- non rammenta più i consigli paterni,
solferenle del giogo e della superbia nfcaspetta che Amsicora ritorni con
romana. Uu' occasione egli aspetta di il campo. Of-
altre genti a rìnfoi'zare
scuoter l'uno o di abbassar l'altra; e fre la battaglia c cimenta le sorti : ma
(|uesta gli si apprcscnta. Era l'anno sconfitto dai Romani ,
lascia sull' in-
o37 di Roma : la re)iubblica gnmdava sanguinalo terreno tremila uccisi c
aucora di sangue per le ferite di Canne, ottocento prigioni, e si ritira col ri-
l’oehc soldatesche iu Sardegna stan- manente dell'esercito alla città di Cor-
ziavano: A. Cornelio .Mammula pretore nus (2). Arriva intanto la flotta carta-
dell'isola aQ. Muzio Scevola, imiierilo
delle s.ardc cose, elideva il comando; (a) Capitale (lei sardi polliti. Tolorameo nel
suo llinerni io la colloca tra le cilLà meridionali
iuacerbiti erano gli animi dei Sardi
della Sardegna. Il Fara nella Corof^rafia (lib. II
fol
)
die fosse situata nella regione
pensa
(i) I Sardi ahiUvano Io regioni mon*
pcllili oggi cliiamaU dì Montiverro. Le sco|>erte |x>ste-
dcllu Sardegna. Furono così cliianiati dalle riori hanno ennfermuto le congliietture del Fara ;
P'-llirce colle (piali si coprÌv.ino per dilVnder«i cd c ormai ricevuta archeologi sardi come
dal Ireddo c dall' iiiUuiijieiic delle sl.igioiii. Ne più probahilc 1* opinione «
clic rantica Cornus
parla Cicerone nei fraininrnti dell'uraziune prò stesse nella parte dell’ isola oggi appellata Pit^
vVVvmro Cluvcrio nella v9<m/. ani.
: c An- linuri. Alcuni coiumciitatori di Livio al lih.
tonino ucW Itinerario p 98 Gli alltiali aliiU- . XXIII, cap. scri.ssero; Cornuta caput re-
tnri delle rainjKigne di Cuglivri sono vestili alla pellitorum Surdorum , hodte Corneto
tzionis ,
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Ht'ifc Ayrts r/t’f' (X'n ptfnti^ytone 7òrtnoJtf D F*ffa//3^
t'ff/'Ar’ •^>/rr
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ANC 75
{^illeso, e Amsicora unisce aU'csercito si uccide. (VeiL Livio lib. XXlll ciq>.
iillouto le sue genti. Altra lolla si aj>- 21, 30, 32, 3'!, 40 e 41. - Floro lib.
|>arecehia piii iiieinoramla e più cru- Il cap. 6. - Silio Italico ite secuniio bello
<lele. 11 prode pellita spinge audace- l’un. lib. XII. - .^Ialino Star, di Sani.
iiieute contro Manlio tutto il nerbo toni. I pag. 95 lino a 107. - Mim.aut
delle sue truppe : il console romano J/ist. de Sani. ton\ I pag. 35, 34, 35,
gli va all' incontro, c li due eserciti e lom. Il pag. 365).
si alIVuntano insieme. Memoria delle
iinliclie vittorie, discij)lina, coraggio ANClllTA ( Sai.vatore ) ,
nativo di
anima le romane schiere: odio, ven- Sedini, il quale, dopo aver commesso
detta ,
amore di libertà inlìamma i molti e barbari omicidii per ispirilo
Sardi .alla pugna. Per quatlr’ore si 1659
elferato di parte, fu ucciso, nel
r ombane con vario evento, pende per dando esempio hde di generosità d’a-
<|nallr’ore incerta la vittoria. Prevalse nimo , da cui appare quanto negli
linalniente la fortuna romana: carta- uomini stessi rotti ad ogni mal fare
ginesi c sardi sono rotti e fugati : la sia polente il sentimento dcH'onore ;
ball.-iglia diventa strage. Nel folto della raggio di virtù che brilla talvolta in
mischia cade Josto che primo tra va- mezzo alla fosca luce de’ più enormi
lorosi disperatamente combatte (1): delitti. Francesco Brundanu ,
nato in
periscono con lui dodicimila Ira sardi Sedini ancor esso e capo d’una fazione
e cartaginesi ;
e ventisette vessilli ,
e potente, inimicava all'Anchita per an-
meglio che tremila prigioni (fra i quali tichi odii di famiglia. Mogli, figli, con-
A.sdrubale ,
Annone e Magone) caduti giunti uccisi da ambe le parti erano
in potere del nemico fanno memorabile sangue che inferociva gli animi dei
de' Romani la vittoria. Amsicora con crudi isolani : frequenti e erudeli si
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7(i A >• K
all’iiiolli'.'irsi in qiiull oseiim recesso di età di settant’anni con fama di straor-
belve ,
gli si pura innanzi Sulvntore dinaria virlir Le eronuche domenicane
Aneliila e eiiH|iic nkri incsoruli coni- lo (pialiUeano per nomo di santa vita,
pugni (Ielle sue vciulelle; manca allora e raccontano che il suo corpo è cu-
al liruiulanu il coraggio, nè vedendo .stodito con molta venerazione nella
|MÌi scampo alla propria vita ,
gitia le città S. Raimondo. (Veli Ardi, convenl.
armi per (erra, e chiede dal suo nemico S. Sebast. Sacer. , e l'Archiv. Con-
la morte. Tolga Iddio, ripiglia fero- vent.S. Domiti. Ca/((c. citato dal Sunna,
cemente r Anchila ,
eh’ io macchi ili Festiv. Cult. Introd. nuiu. 43).
tanta itìfamia il mio nome: a morte
io ti cercavo j
ma solo ;
ora .... io ANGELERIO (Qitsto Tiberio). Fio-
cinto d’armati e tu inerme.... l’ uc- rì nei declinare del secolo deeimose-
ciderti saria viltà. Vedi là (e accen- sto, ed esercitò la medicina con molla
nogli i soldati regi che salivano fret- lode di buon ingegno. Il Surreda nel
tolosi per l'erta del monte) quanti si suo Diario citato dal Bologna lo dice
avaiiiano per darci assalto: orsù ri- nato in Alghero da padre siciliano che
prendi Tanimo tao feroce f eccoli le attendeva alla mercatura ; però non
armi... sarà una la nostra sorte , o osiamo afl'ermare che sia questa ,
anzi
qui vincere , o qui morire. E tale fu nemmeno che sia la Sardegna il vero
qual disse ,
perchè nella zuffa colle luogo della sua nascila. Scrisse In
soldatesche Francesco Rruiulanu e Sal- Storia della pestilenza che Serpcggii»
vatore Anchita perirono : uomini effe- in detta città nel 1382-83, e la dedicò
rati è vero, ma uomini generosi. Che a D. Michele .Moncada viceré di Sar-
se la sventura trascinò rAnchita d’uno degna. Nella medesima l’Angelerio fa
in altro delitto, tale però e sì grande una vivacissima descrizione del morbo
è l’atto di ^ irtù che usò al suo nemico, c dei metodi da lui adoperati per gua-
che rimarrà illustre cd eterna del suo rirlo; Eetypa pestileniis
è intitolata :
per nove anni 'la casa professa di S. tanto probabile che trovandosi già in quel
Domenico tempo introdotta nrll'isola Tarte tipografica lo
nella città di S. Raimondo ,
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.
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,
AA <; 77
ANf.ELO o AXCiELIO (Xi< oi.ò). Pie graiiinialicali , e poi lo mandò a Sas-
>ro Ruruiaiino juniorc lo dice nativo sari per coiiliiiuarvi i suoi studi; colà
<li Buccina ;
ma il Dauci nel gran Di- lo accolse I). Gio. Antonio Arras altro
zionario francese e latino afTerma che suo zio materno, pio e dotto eccle-
iinc((ite in Teninda di Sardegna, ^'i.sse siastico ebe fu prima decano della
,
«li parto in età di trcnt'aimi, e poco dal governo. La can'iera |>olitieu che
dojto gli niaflcò pure il padre, clic nella da Ud punto percorse l’Angioy costi-
sua vedovanza uvea indossalo gli abili tuisce un’epoca memorabile negli An-
Taddeo Arras suo zio
.sacerdotali. D. nali della iSante:;na : legata intima-
materno ebbe cura della sua educa- mente ai falli ed alle vicende della na-
zione lo iniziò prima nei rudimenti
: zione, aH'istorico anzi che al biografo
s'appartiene il descriverla. Ne diremo
(i) Nu’dIò An^ioy suo ro.T(;^iorc fratrllo fu perciò quella {rarte sola che può ri-
.uWluttoriiln in teologia alihracciò lo sUlo er-
,
schiarare imomenti più solenni della
Ht‘>iaslÌ£o, c fu urciprclo della raltrdrali* «• vi'
«.^riu capitolare drlla diuersi di Nuoro allmclic
sua vita. Nel 3 febbraio 1796 il mar-
,
di nuovo riitalùlivasi rpulla sede vcscoriio. chese Filippo Vivulda viceré di Sar-
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, ,
78 A A (i
tli'gnagli confcii ampio potere sul eapo s])inse le sue genti Uno a ()ui.slano, e
sellcntrionulu dell' isola; e perchè alla quivi ferniossi. Spedi messi a C:<gìiari
iiHporlanza della missione corrispon- e dal viceré c dagli stauiciiti chiese
dessero le forine ,
Alternos chiaiiia- l'abolizione del feudalismo.Nuovo, ar-
valo con vocabolo cancelleresco, de- dimentoso era il mo<lo ; nè il governo
notanlc la potcslà suprema nel civile comportollo. Spedi contro l’Angioy che
e nel politico reggimento. L’assedio fermava ancora sue sUinze in Orislanu.
tutto nel Logudoro per abbattere il feu- pochi giorni dopo, dacché n’era par-
dalismo, furono le cause di tal mis- tito. Abbandonò poi l’isola per sempre ;
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,
ANS 79
avute dulia sua unione con Anuica Bei- vano per essere ascritti alla coiup.a-
più lontano dalla virtù vantatrice dei le più famose furono quelle del 1C37
moderni (V'ed. Aztini, Tlist de Sard. e IGIO da lui fatte in Alghero e nella
loiu. I, pag. 231-32-Ó3-34. - Miinaut, Gallura. Il duca di Avellano viceré di
tlist. de tsnrd toni. Il, p.ag. 235 lino
,
Sardegna lo inviò nell’ interno deU’isuta
a 241. - Boti:», Star, d’ hai. dal 178!) per spegnere eolia sua voce le funeste
ili appresso, lib. V e VII.). fazioni che la desolavano; il P. Ansaldo
riempi con successo rapostolico suo
ANSjVLDO (P. Gmor.Avo). F.bl>o i ministero: fu angelo di pace che am-
suoi natali in Sassari da Giovanni An- mansò .gli animi, e angelo di pace era
saldo ed EIcna Esgreccio, nobili e vir- chiamato comunemente. I>a |iroviucia
tuosi cittadini, nel 20 gennaio 1598. di Sardegna lo elesse due volle suo
l’ra il maggiore di undici fratelli; fu procuratore a Roma, dove si trasferì
educato con molta diligenza dai suoi nel 1651. iMorì di gocciola nel 2 feb-
parenti e dimostrò sin dalla fanciul-
,
braio 1652 nella suddetta metropoli
lezza uno spirilo di divozione c di let- del mondo cristiano. Mentre v iveva
tura superiore alla sua etìi. Nelle scuole desiderò vivamente di andare ulte In-
gesuitiche, le quali fiorivano nella sua die per predicarv i il vangelo ,
e nel
patria, apprese i rudimenti di gram- morire lasciò fama di santità. Il P. An-
matica c di umane lettere. Per questi dradc scrisse più dilfusamente la sua
suoi studii si allezionò allu'compagnia, vita ( Ved, Andrade , t’arones illu-
marzo
nella quale fu ricevuto addi 31 stres ce. ,
lom. Il, fol. 68 e scg. - P;i-
1613j,Nel noviziato era proposto ai ti'ignani ,
Menotogio ,
cc. pag. 28-29 ,
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, n
80 A>T
iii;m;T<)no ,
se non n]>parisrc il mara- materiali per scriv ere le gesta di questo
viglioso raeeontato dal Cossu ,
risiillu siinto martire, contenute nel suo libro
elle r Ansaldo fu -nomo di merito di- De Sanctis Sardiniae. Nel medesimo
stinto. Fcee i suoi studi nell'iiniversilà si leggeva che S. Antioco era medici) di
di Pisa, lanreossi in diritto civile e ca- |)rofessione ,
eh’ era stalo prima mar-
nonico , e nella stessa università pi- toriato nell’ Africa, e poi rilegalo nella
.sana fu pubblico insegnatore di logica. penisola di Solci (odierna s. Antioco),
Scrisse un trattato legale intitolato De una delle adiacenti alla Sardegna nella
jnrìsdictione, il quale à citato dal Krasso parte meridionale. Quivi il santo servo
l’ilo neU’opera sua De regio patronatu di Dio menava in un antro vita soli-
Indiarum. Non sappiamo se il mede- taria e penitente ,
locclii- risaputosi dal
siino sia stato impresso-, ma se ne preside romano che sopraslava al reg-
conservava, non sono molli anni un ,
gimento della Sardegna , mandò suoi
testo a penna che per l’incuria dei j>o- satelliti per obbligarlo ad abiurare la
steri andò perduto. Francesi’o Ansaldo fede, e se resistesse, martirizzarlo. An-
occupò in Sassari la carica di regio vi- tioco dimostrò in questa occasione lulla
cario cli’era tanto importante ai tempi la costanza di un vero seguace di G.
del dominio spagnuolo in Sardegna. Già si disponeva a sotTrire altra volta i
Morto Enrico de Sena governatore di lornienli che gli erano apprestali ditlla
comune dì Sassari lo. nominò suo sin- plizi venne meno con prodigiosa e
,
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, , ,
AQn 81
Dimns Serpi nella Cronica dei santi Cocns nel suddetto anno 1667, voi. I
di Sardegna (
Vcd. Ferrar. ,
in calai. in 4.°. fC dedicala a donna Giovanna
Ss. hai. - Tillcmont, Mémoir. pour de .Moura, figliuola del mentovalo mar-
Servir à l’histoire des six premiers chese di Gislel-Rodrigo. Il P. de Aquena
si'eeles. - Maltei ,
Sard. saer. cap. 6. aveva altresì com|>osla una relazione
- Fara ,
de reb. Sard. lib. I fol. 140, istorica della miracolosa immagine di
111. - Piolo, de dir. crucif. loin. I N. S. di Montserrate venerata nei Paesi-
fol. 139. - Arca, ile Sancì. Sard., lib. I Bassi ,
intitolandola Mjsterioso Moni-
pag. 9 fin. a pag. 31. - Serpi, Cron. serrate ;
ma prevenuto dalla morte non
ile los sant, de Qerd. , lib. 1 pag. 8 potè darle compimento, e rimase ine-
fin. n pag. 27 ). Il P. Pioto nell’opera dita per testimonianza del medesimo
de Christo craciji.vo ( toni. 1 png. 415 )
Forcada ( V’ed. Forcada Scrmon de ,
a|)])licò particolarmente alla predica- Calar. - Sanna,' Pesi. cult. ee. , n. 33).
tura, nella quale si acquistò nome di
degna ,
di cui il P. de Aqiicua si avea •civile condizione «l«qx) la metà «lei
de la Ihdzura ,i\a lui delta nello stesso ma poi si mutò di volontà , c ritornò
anno della sua morte , voltala in terza alla casa paterna. Dopo «picsla diser-
rima castigliana da frale Anseimo For- zione giovanile studiò medicina ,
c in
eada dell’ ordine di S. Benedetto ,
e «(iiesta fac«)llà fu athlolloralo nella R.
stampala in Bruxelles coi tipi di Pietro l'niversilà di Sassari. Ebbe a maestro
yol. I. 6
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. .
82 Al 'C
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, , ,
ARA 83
zioni della temperatura atmosferica ri- corda ch’esercitò in Sassari la sua pro-
peteva la vera origine di tal vocabolo. fessione ,
scrisse con franca bonarietà :
Il sermone secondo si aggira sulla de- dnm Saceris medicinam facerem\ ben
finizione, sui sintomi, e sulla natura dissimiglianle in tal rispetto dal suo
dcU’inlemperie, che l’autore colloca nel maestro Gavino Farina che scrisse con
numero delle febbri maligne: il terzo, tanta eleganza di pura latinità. Però
sul modo con cui la malattia si contrae, la materia contenuta nella sua opera
c sul motivo per cui è, chiamata febbre il modo chiaro ed ordinato con cui
endemica di Sardegna quivi ad esem- :
l’ha trattata ,
e l’amore della scienza c
pio del Farina dà mia succinta idea dcir umanità che vi traspare in ogni
geo-topografica dell’isola per istruzione pagina, meritano all’Aquenza un seggio
dei medici sardi. I sermoni quarto e fra i più benei^rili scrittori nazionali.
quinto trattano delle cause dell’ intem- Più ancora si rende stimabile dai po-
perie c della diagnosi di tal morbo: il steri per la riconoscenza che tributa
sesto, dei segni prognostici che l’ac- alla onorata memoria del Farina clic
compagnano. Il sermone settimo è de- iuiziollo nei secreti della scienza , c
dicato intieramente alla descrizione del per la pietà religiosa clic si vede im-
metodo curativo : l’autore riprova il pressa ne’ suoi scritti. Morì l’Aquenza
salasso e commenda molto i vessica- in Cagliari ,
ma s’ignora l’anno preciso
torii e le copiielte : raccomanda come della sua morte. Siccome jicrò dal 1705
utilissimi i composti farmaceutici (1), non si ritrovano più sue notizie ,
può
conghietturarsi che circa quel tempo
(i ) In questo luogo l’Aquniu ricorda il none mancasse ai viventi. Forse la sua sa-
di Giacomo Pconzo ch’esercitava la medicina in
Alghero; uomo dottissimo , com’ei lo chiama, lute afiicvolila dai lunglii studi ,
come
e acerrimo oppositore dei composti iàrmaceuUci. ci stesso lo scrive nella citata opera
,
Cooglt
,,
•
ì
81 Al A
(Ivirintcmpcrle, gli diminuUa vita che nelle pubbliche scuole della sua pa-
consacrò felicemente all’onore e all’u- tria: quindi applicossi tdlo studio della
tilità della sua patria. (Ved. Aqnenza scienza del diritto, nella quale fu ad-
Mussa, Traci, de feb. intemp. in epist. dottoralo. Ebbe a maestro il suo con-
praef. in Monit. in proem. Serra. 1 cittadino Gavino Sambigucci sottile e ,
pag. 6 e 6 ,
Serra. 2 pag. 9, 15 , 28 splendido ingegno tolto acerbamente
30 38 , 46 , 57 : Serra. 5 pag. 70 fin. ne’ suoi verdi anni alla patria: com-
,
a pag. 81 c 85: Serra. 4 pag. 101: Serra. pagni nella letteraria palestra ,
e ,
ciò
5 pag. 122: Serra. 6 pag. 130, 131 che secarle raramente, amici suoi fu-
132: Serra. 7 pag. 136, 157, 167, 172: rono il Vidini, il Figo e il Suguer, gio-
Serra. 8 pag. 183, 186, 190). vani poeti sassaresi che sarebbero sa-
lili ad alta rinomanza, se la morte non
ARAOLLA (Girolamo). Nato in Sas- li avesse prevenuti nella giovinezza
sari o nei primi due lustri, o verso loro: ma sopra ogni altro gli fu ami-
la metà del secolo XVI. La sua fami- cissimo Giovanni Francesco Fara, in-
glia era in quei tempi una delle ono- signe e primario storico della Sardegna,
rate del paese: perciocché in antiche del quale si darà contezza. L’ Araolla
inemoric si legge che un Francesco nella sua prima gioventù fu dedito
Araulla fu nel 1531 castellano di Tor- ai piaceri, e menò vita solazzevole e
res, e che un altro Girolamo Araolla svagata: ma poi, fatto senno col cre-
(se pure non fu l’islesso (1)) era pri- scer degli anni , abbracciò lo stalo ec-
sari nel 1544. Però, mancata nei ni- poco dopo ottenne una sedia canonicale
poti la virtù degli avi loro, o perchè nella cattedrale di Rosa. La tranquillità
nel perpetuo avvicendarsi delle sorti e l’agiatezza del nuovo stato lo posero
umaqc fortuna e stato si trasmuta ,
in grado di attendere a’ suoi predileUi
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ARA 85
ria et morte dessos gloriosos marlircs cò’ quali S. Proto esorta il giovinetto
Gavina, Brotha e Giannan\ Contiene Gianuarìo a star saldo nella fede ; ro-
244 stanze, ed è scritto in pretto idioma bustissimi gli altri, co’ quali questi due
lAgudoresc, ||
quale l'Araolla si sforzò generosi atleti venuti al cospetto <lcl
lari ;
ora egli vendicare l’antica ingiuria Promiito in rima ntiara de cantare
deU’obblivionc; s’ci venisse meno o De Gavina de Bt-othu et Gianuare.
,
sempre lode aH’Araolla d’essersi le- S' inchinant , sende de issos su fattore :
in un’età sconoscente della santità na- De tesser cinta tela in nnvu stila ,
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,
8G ARA
late verecondo o pietoso atteggiamento, pertntto calure d' immaginazione ,
ro-
e nmovc co! suo parlare tanti e sì sva- bustezza di pensieri, proprietà e grazia
riati a/Tetti, clic non pub farsi dipintura di dire, e una certa nativa venustà dì
di femmina commiserevole delle altrui locazioni ,
la quale pub meglio sentirsi
sventare nb più vera nè più bella : e che esprimersi. Sono divise in canzoni,
la transizione con cui l’Araolla can- capitoli , epistole e sonetti : alcune
tando le future glorie della famiglia bavvene scritte in lingua italiana e ca-
Sabellica ,
della quale S. Gavino è erc- stigliana ,
ma le più sono dettate in
duto un rampollo ,
passa a lodare il lingua sarda. L’autore le dedica a D.
cardinale Sabelli vivenic ai snoi tempi, Bittgio Alagon primogenito di Artaldo
è lauto ingegnosa c felice clic sarebbe Alagon conte di Sastago ,
di cui si
degna di qualunque gran poeta. Hav\i parlò altrove (1). Le prime due can-
insomma in questo poemetto tanta zoni in oliava rima , intitolate Della
copia ,
tanta varietà di bellezze poe- miseria umana, e della Incarnazione,
liclie da renderlo degno di stare al sono scritte con molta maestria: quella
confronto di altri poemi di tal genere è una dipintura animala delle infelicità
lodati generalmente io Italia. Ma non di questa vita ,
di cui il Manno riportò
fu questo il solo saggio dato dall’A- i tratti migliori nella sua storia (;2) ;
come si esprime
tit. E .se mai fìa che il canto mio
;
, c la
pie-
Lit vifUs cun tu cndJu inffualdrapadu
tosa istoria clic andrò narrando, muova coloro
Su Segnare piebanu et su rettore
che vedran mici versi a religioso compianto ,
Qu^ in se malesti spuzat de preladu :
a me non già , ma a tc solo
,
benigno Signor
del ciclo saranno
Et si tu Irattas maneu de dottore
, vendute grazie di si buou
fniltu-: perebò ( Qui per disgrasta non Vhas in memoria )
tu principio sci c fondamento
Ti tenet prò quentu annos su rancore.
deiruniverso morale , uè senza
può il voler tuo
mente umana coiiccjùr pensiero, nè lingua mor-
Citi non direbbe tolto questo concetto da
quello già espresso da Dante nella Pivina com-
tale proferire accento. Sciogli dunque o Si-
,
media, Parad. c. XXI V. i3o a i3G.:* Tanto è
gnore il mio labbro al canto , c avviva si col
,
vero che somiglianza di tempi c di vizi inge-
tuo santo lume l' intelletto mio clic aggiuogei ,
nera in tutti i paesi gli stessi concetti c le me-
possa l’altezza del graa subbietto.
desime censure.
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, ^ ,
ARB 87
mostra della sua immaginazione poe- del 1615 (1). Fu uomo di molta pietà
tica, è nel capitolo daini intitolato La religione; visitò l’Italia in età già
e*
visione-^ bello e filosofico canto, in cui matura o forse anche già declinante
,
sua gioventù e de’ suoi studi , s’intrat- studiò d’imitarli nelle sue rime sarde:
tiene con esse in ragionamenti pieni per ciò solamente se mancasse ancora
,
pitolo trasparisce tutta l’anima dell’au- nazionali che più onorano la Sardegna.
tore nobiltà de’ suoi affetti e il
,
la ,
(Ved. Araolla, rid. mari, et mori, de
vigore di una fantasia accesa dalla ri-
membranza di giorni più sereni e più (i) L’Araolla viveva ancora nel i5g6, perebò
felici; non si può leggere senza sen- in data del i5 gcnnajo di tal anno è la lettera
preposta allo sue rime spirituali con cui lo
tirsi vivamente commossi; l’Araolla ,
un cuore profonda-
tutte le soavità d’ saggia ,
che leggesi nella edizione motidoviniana
mente tenero ed appassionato. Nè deb- del poemetto sulla vita c martirio dei Ss. Martiri
turriUni : nel medesimo il poeta deplora la per>
bono aversi in dispregio le rime ita- dita dcir Araolla conseguenti versi:
liane di questo egregio poeta; che
0 èstere muse che di verdi allori
sebbene a lui non fosse familiare la yi cingete la fronte in Elicona ,
tuttavolta seppe vestire Venite a pianger meco or eh' i sepoUo •
italica favella,
Non men degno degli altri d'alti onori
con dignità e con semplicità di forme Merita la castalia alma corOHa , ^
rebbero a poeta italiano i seguenti versi; scritta dall’ Araolla a Biagio Aiagon ,
si rileva
Quel ciglio di pietà sempre cortese polo gli parla in questo modo :
Sì dal cor natee quest' acqua che bagna d'anni, colla barba già ispida, c colle chiome
Gli occhi miei tristi y e face intorno un Jiume ,
canute ? Ahi ! mondo pur troppo dimentichcvolc
E con caldi sospir f alma si lagna ec. che vai follemente in traccia di cose vane e
Non guardar > Signàr tnioy qaalfui^ qual lo/io, fuggitive.
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, ,,
88 ARB
SOS gloriosos martircs cc. - Bimas e per le suo sventure. Il duca d’Angii),
divers. spirit. nei luoghi cit. Ind. de fratello di Carlo V re di Francia , la
las cos. memor.de la Ciudad.de Sacer. richiese per sua sposa nel 1378 , u
mandò per tal line suoi ambasciatori i
ARBOREA (Beatoice ni). Figlia di a Ugonc 1\\ Ugone però non volle con-
Mariano IV ,
e di Tiiiibora o Timbor- cedergliela, uè stringere alleanza con
gcta Roccaborli, regoli di Arborea. Fu lui, avendolo riconosciuto poco os-
maritala ad Aimcrico visconte di Nar- servante dei palli, e perchè non igno-
bona appartenente a una delle piu illustri rava i segreti maneggi del duca d'Augi<>
e antiche famiglie di Franeia. Beatrice culla corte di Aragona per togliergli lo
fji madre di Guglielmo visconte di stato. Benedetta fu barkiramente tru-
Narbona, uno dei pretcnsori al giudi- cidata col padre nella sollevazione del
calo di Arborea dopo la morte di Ma- popolo di Oristano accaduta nel 3
riano V' ultimo regolo di quegli stali. La marzo 1383. Vi furono diverse princi-
guerra che poi s’accese tra Guglielmo, pesse dello stesso nume e della stessa
Brancalcone Boria e il re di Aragona famiglia; Benedetta di Nicolò di Arbo-
per la sucecs.sionc a delti stati, c che rea, che fu maritala a Bernardo Villa-
fu una delle piii memorabili sostenute marin avo di Giovanni Villamai’in am-
in Sardegna ,
derivò dai diritti che miraglio delle galere di Giovanni 11
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, ,
ABC 89
lom. ! ,
p. 311 ,
SCO. - Cossu ,
Descr. venuto che il giudizio di Giovanni di
delta Sard. pag. 16 c 85. - Arlmrea appartene.sse al re ili Aragona
Zuritn ,
Annal. de Arag. ,
lib. VII! col diritto di appellazione al pontclice ;
cap. 59; lib. X, cap. 31. - Vico, Hi$t. ma l'ambizioso Mariano non adempì a
gcner. del reyn. de. Sard. ,
parte V ,
questo, come a veruno degli altri pat-
cap. 28. - Pelliccr, Memor. de la casa ti. Giovanni ,
travagliato dulie disgrazie
de A lag. - Me.m. del marq. de Coscoj. domestiche ,
morì in carcere col suo
A Ih. geneal. ). figlio Pietro circa l’anno 1376. Gli so-
pravvisse Benedetta ,
di cui parlammo
ARBOREA (
Et.EOsoRA ot
) Vedi in altro luogo , la quale fu padrona di
padre insieme col fratello Mariano per 'marq. de Coscoj. Alb. geneal. ).
apprendervi le arti cavalleresclie. I so-
vrani I). Alfonso IV e D. Pietro IV il ARCA (Proto). La patria di questo
Cerimonioso lo ebbero fra i più cari scrittore è stata discoperta dal Siscu
della corte loro ,
c gli accordarono nelle sue dotte ricerche intorno alle
molti privilegi. Ebbe in moglie Sibilla antichità sarde. AITerma egli nelle sue
di Ottone di .Moncada, nobile donzella miscellanee, che da memorie esistenti
di Catalogna. Fu possessore di molte a suo tempo negli archivi del comune
ricchezze. La città di Bosa ,
e i castelli di Sassari ,
appariva che il suddetto
di Moiitcaciito e di Terranova in Sar- Proto era nato in questa città da An-
degna gli obbedivano. Nella guerra di tonio Arca ,
distinto cittadino di quei
Majorca fu prode , e illustrò con ma- ! tempi, verso il 1510(1), e che si con-
gnanimi fatti il suo nome ma l'odio e : servava negli stessi archivi uu esem-
j
r ambizione di Mariano IV fratello suo plare assai nitido della storia partico-
gli furono cagione di molte sventure. lareda lui scritta sulle vicende della
La .storia non ricorda l’ origine delle guerra sostenuta contro il re di Ara-
’
che fosse messo io libertà. Nel trattato 4<>&), il quale nei fu luandato a Genova
dal comune di Sassari per l’acquisto delle iir»
di pace del 1355 ,
conchiuso tra il re-
tiglicrie ,
di cui furono luuniti nello stesso auiio
golo Mariano e il re D. Pietro, fu con- i furti dell’ isola Piana e del poi tv di Toircs.
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, , ,,,,
90 ARG
Orislano. suiIdcUa Btoria è ms. , ed aggiungendo alle vile alcune appen-
ha per titolo: De bello et intcritu mar- dici che meglio rischiarano le gesta
chionis Oristanei è pregevole per il ;
dei santi sardi. Il primo libro contiene
lume che dilTonde sopra alcuni fatti par- le vite dei santi martiri Saturnino
ticolari della suddetta guerra ; ma gli Antioco ,
EGsio ,
Polito ,
Lussorio ,
esemplari rarissimi, che oggi vanno per Ciscllo, Camerino ed Eusebio, con una
le mani degli archeologi sardi ,
sono appendice sul martirio di questo santo
stali corrotti in tal guisa dai copisti vescovo. Nel secondo si leggono quelle
che appena può rinvenirvisi la verità dei santi Gavino Proto e Gianuario ,
glio conosciuti la sua persona e i suoi liquie dei santi martiri turritani. Le vite
scritti (Ved. Sisco ,
Miscellanee mss., dei Ss. Simmaco ed Uario papi sardi
tom. Ili ,
fol. 52 ). dei Ss. Lucifero e Giovenale vescovi
di Cagliari e di S. Giorgio vescovo di
,
ARCA ( Giovanni ). Nacque in Ritti Snelli sono descritte nel terzo libro :
Digiti. :
t .1
, , , ,
ARD 91
prima maestro del noviziato, guardiano studi filosofici e teologici , ottenne nel
e dcfinitorc ,
e poi eletto provinciale : 25 giugno 1659 il grado di coadjiitore
fu altresì (jualiHcatore del santo uffizio, spirituale. Infiammato da santo amore
ed esaminatore sinodale negli arci- per la salute delle anime desiderò ed
vescovati di Cagliari c di Oristano e ottenne licenza di andare alle missioni
nella diocesi d’.\les. Scrisse un qua- del nuovo-mondo. Diego Partì col P.
resimale ,
varii panegirici ,
e trentatrè de Bobadiglia alle isole Filippine colà :
sermoni per l'immacolata Concezione s’impiegò con apostolico zelo nella con-
di M. V. , col titolo ìdeas sjrmbolicas versione degli infedeli e nella istru-
de la immaculada aencepeion de la zione dei neofiti cristiani : I’ esempio
Madre de Vios Maria siempre Fir- del P. Bobadiglia accresceva con forti
gen ec. Barcellona , por Pedro Esca- stimoli la carità del P. Aresi ; egli non
der. 1756; nn voi. in 4." (1). 11 P. Ar- tardò ad esserne la vittima. Un indiano,
<lauli li lasciò inediti : però i sermoni intollerante della santità c delle cor-
furono pubblicati dopo la sua morte rezioni del P. Arcsi, lo trafisse prodi-
per cura di Fr. Gio. Crisostomo da Ca- toriamente con un’asta addì 10 aprile
gliari provinciale dei cappuccini. I me- 1645. Gli annali della comptignia di
desimi sono pregevoli per l’ordine, Gesù lo annoverano fra i generosi atleti
per la chiarezza, per l’armonia dello uccisi per la fede di G. C. ( Ved. Ale-
stile per frequente felicità di concetti
,
gambe ,
Mori, illustr. parte III ,
fol.
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,
92 A iQ
diritto civile 0 canonico ,
e fa laureato i vizi del clero sardo gli trasse a<l-
in ambe fucoltii. Scrisse una compen- (losso una crudele persecuzione ,
di
diosa descrizione della Sardegna , ebe cui fu vittima infelice. Accusato come
intitolò*: Sardiniae brevis hiìtoria , et luterano all’ inquisizione Spagna di ,
dcscriptio ,
tabula corograpliica insu- fu incarcerato in Toledo nel 1562 ,
creandis Jiliis quam legendis libris anadits y stampats los capitols dels
(1). Questa sua libertà nel censurare parlaments respcctivament celebrats
per los scnors Don Jean Coloma y
clic TArquer tlcndcssc questo scrìtto all* dà di D. Miguel de Moncada ec. En Caller
Trilli unni , la di lui nuscitu cade sempre tic!
principio del suddetto secolo XVI. versa dalla misera descrizione del cloro ra;*lia-
(i) La narrazione dcll'Arqucr, abbcnchc sem- ritano Tutta nel iSGi dall* arcivescovo Antonio
bri a taluni alquanto esagerala , non é perù di- l’urragucs di Caslillcjo.
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, ,
AKR 93
nel 1564 flgura come avvocalo liscale Dettò poi dogmatica c morale come
in una prammatica riportata dal Dexarl professore nel seminario arcivescovile
Ved. Arqucr , op. sudd. - Dexart, di Oristano. Del collegio del suo ordine
( 1 ) (
Capii, cur. regn. Sani. fol. 262, 267 ). di detta città fu rettore per tre anni :
tirata loro e impegnandosi con essi nuove forme l’anlico erróre di Cerinto
,
i primi studi
di Enoc le sette coppe d’ oro ram-
della diocesi d’Ales. Fatti ,
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, , , ,
94 ARR
guardo epoca precisa , in cui arri-
all’ S. Gcnesio esistenti nelle terre del
verà il giorno estremo di tutti i viventi dominio loro condizione di tal dona-
:
e spiega le profezie che hanno rela- zione era, fra le altre, che Riccardo
zione all’ultima venuta di Cristo , giu- abate di quel monistcro, ne fondasse
dice dei buoni o dei malvagi. Tutta uno simile negli stati cagliaritani ,
io
questa materia è contenuta in due par- cui si osservassero le stesse regole di
ti , ciascheduna delle quali è divisa in S. Benedetto. L’ atto di liberalità di
tre sezioni dovea contenere ancora
;
Arzone fu confermato nell’anno mede-
una terza parte , nella quale il P. Arriu simo da suo figlio Costantino, il quale
combatteva tutti gli argomenti dei chi- lo accrebbe di altre otto chiese e di
liasti ; ma questa rimase inedita. L’au- quella di S. Saturnino coll’ubbligo della
tgfe fa mostra in quest’opuscolo della fondazione di pn secondo monistcro.
sua erudizione nelle sacre carte ; tratta Ugoue arcivescovo di Cagliari sanzionò
la materia proposta con molt’ ordine , le suddette donazioni , e finalmente
gran fatto ;
ma dee considerarsi ch’egli Santa Giusta , dopo avere nel giorno
scrive piuttosto come controversista istesso consecrato con solenne pompa
che come dissertatore ,
e che forse il la mentovala chiesa di S. Saturnino.
soggetto dello scritto non è atto a ri- Mariano ossia Torcliitorio 11 regolo
,
cever» tutte le grazie del dire, li padre dì Cagliari, approvò Ip conferma fattane
Arriu si acquistò ancora per le sue da Guglielmo. Gli atti tali donazioni «ili
virtù nome ed onoranza di uomo pio. sono rijiortati dal Mortene e dal Ma-
Mori in Cagliari nel 1816 (Ved. Arriu, billon. Ne fanno ancora menzione il
op. sudd. Le Profez. che rimir. il fini- Mittarelli e Costadoni negli annali ca-
mondo. - j4rchiv. conv. S.Joseph schol. maldolesi; ma confondono Orzucco con
piar. sac. ).
Arzone, e di due persone ne fanno
una sola , e un solo regolo cagliaritano
ARRVBBU ( Preziosa de ) Ved. BA- (Ved. Marten. , eter. script, et mo-
Mabillun ,
Itin. ital. - Miltar. e Costad.,
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, ,
ATO 95 •
e si distinse per generose largizioni monaci nel 1150 o 1153 (2). I dotti
fatte al monistero di Monte-Cassino. Mittarelli e Costadoui nelTillustrare gli
Visse nel principio del secolo XII , e anzidetti diplomi furono tratti in errore
fondò nel 1113 il monistero di S. Ni- sulle persone dei regoli di Torres che
colò di Trulla nell’antica diocesi di vi sono nominati } suppongono elio il
Sorra o Sorres, il quale fii poi uno Barisone , di cui parla la donazione di
de' più ricchi e più rinomati che l’c- Giovanni Sargio, sia lo stesso Barisone,
remo di Camaldoli possedesse in Sar- il quale nel 1182 fu tanto generoso
degna (1). L’atto di fondazione è del verso Monte-Cassino ,
come apparisce
28 ottobre (Lunae 17 feria quarta), dalle corte pubblicate dal Muratori :
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«
ftO ATO
,di Scano da Costanlìno 1 re di
falle che Alone II celebrò concilio provin-
Torres da Marciisa Gunale ai mo-
,
*e ciale nel 1156. (Ved. .Mittarcl. c Costati.
naci camaldolesi. U diploma in cui è Annal. camald. lom. Ili lib. XXV’ fol.
contonula questa conferma, è di molta 144-45-46, c 150; e neirAppeiidice
importanza per iscliiarire i privilegi fol. 2.’j.’5— 34 c 35. — Gattola ,
Ilist.
medesimo erano state accordate dai 161. - .Mansi Ss, Condì. Collect. toni.
prelati dcinsola (t ), Dellostesso Alone XXI 6!M e 92. - Vieo, Wst. gen.
col.
si fa menzione in una carta pubblicata dei ri-yn. de Sard. pari IV cap. 15. -
«laiGattola negli annali di Monte-Cas- Passamar A’) nod. dioces. tiirrit. pag.
,
sino, la quale contiene una donazione 136. foggio, f' id. de los mari, turrit.
diploma del 1120 , con cui Gonnario Era monaco camaldolese, c fu vescovo
Il re di Torres profonde a favore dello p Castra in Sardegna nel de-
di Castro
stesso ordine di Camaldoli le cliiesc clinare del secolo XII. L’n aulico mo-
e le possessioni: generosità regia che numeulo appartenente all’ anno pisano
cessore di Vitale Tola nella sede tur- egli in quest’anno medesimo a Gre-
di IMoughe , di Bisarcio » di Ampurìaa e di Ol- la quale comiiieiò nel mese di 8<eUciiibre di detto
tana. Atnne escuta i monaci dalla prestazione anno ,
sia perchè vi si fa menzione di Pietro
dt-lle decime per le loro possessióni , e dalla cardinale diacono di S Eustachio , il quale nel
gitirìsiliziunc dei suoi vescovf suflragatiri : fra le itG3 fu promosso da papa Ale.ssaiidro 111 .il
by C'Mìgle
-
AVE 97
esislcnli nella sua iliocosi. Le condi- si hanno documenti certi nè delle
aioui che appose airutto di questa sua sue gesta, uè del suo juartirio. Il Pa-
liberalità, provano la poca disciplina pebrochio Appendice agli atti di
dei monnei di quel tempo: perciocché S. Lucifero cagliai'itano ne fa meuzio-
erano queste ^ che il monaco rettore di ne, e riporta a Uil proposito ro|)iuioiic
dette chiese usasse la dovuta riverenza del Bonfant Doi>o di lui il Mattei ne
al vescovo di 'Castra; che si presen- ricordò il nome nella Sardinia sacra,
tasse al capitolo ad sanctum chrisma ma lo collocò nella serie dei vescovi
eonficimdum, -et ad .^desiarum con incerti ad esempio di quanto aveano
secrationes-, che intervenisse alla festa fatto prima di lui l'Ansizio e i dotti
della chiesa titolare della diocesi ;
che Maurini, il primo nella Germania sa-
ricevesse onoratamente il vescovo nel cra, e i secondi nelìaGalliacristiana
tempo della visita pastorale ;
e che (Ved. Machin Defens. sanct. B. Lncif.
pagasse al legato pontiGcio ,
sempre Calar, nel catalogo dei vesc. cagliar. -
che venisse in Sardegna o fosso di pia- Vidal Annal. sard. tom. II, col. 239. -
cimento del vescovo, il 4ti|o tributo Papeb. in append. ad act, S. Luci}',
di una libbra d’argento. Gu^elmo Cu- calar, et ad diem a8 mali ini. ss.
^
pcro nelle nnotazioni alla vf& di beato pràé^r. - Malici, Sard. sac. Eccles.
Benigno abate generale di Vallombrosa calar, fol. 69).
*
parla di Raimondo Castrense vescovo
in Sardegna, e uno dei successori di AYMERICH (Giacomo)! Illustre gen-
Atone nel secolo decimoterzo ; però tiluomo cagliaritano, il quale si di-
ignorando egli che in Sardegna esi- stinse moltissimo per la sua fermezza
stesse il vescovado di Castra, opina nel parlamento ragunato in Cagliari nel
che Raimondo fosse nativo di Castro, 1481 dal viceré Ximenc Perez sotto il
patria castrensem, e che occupasse regno di Ferdinando il cattolico. In
una delle sedi sarde. Se la narrazione queir assemblea rAymericlf sostenne
del Cupero merita fede ,
il nome di con energia le petizioni dello stamenlo
Raimondo accresce la serie dei ve- militare ,
e attestatosi con idtri gen-
scovi castrensi messa in^luce dal tiluomini sardi del suo parlilo, riclaniò
t'oL /. 7
l
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,
98 ATM
AYMERICII (Pietro). Fu chiaro in coraggio in tutte le fazioni sostenute
armi , e visse verso la metà del secolq. dai sardi contro |c stjuadre francesi
dccimoseslo. Nel 1553 protesse coll® comandate da Enrico di Lorena conto
sue genti i vasti littorali della Gallura di Harcourt ,
le quali invasero la città
dalle incursioni del famoso corsale di Oristano nel 1637. Comandava l'Ay-
Dragut c di Ferdinando Sanscverino merich una compagnia di cavalli (2).
principe di Salerno comandante delle Nella fazione del 26 gennaio di detto
galee francesi. E nell’anno seguente si anno dimostrò molla intrepidezza nel
acquistò nome di valoroso per la bella combattere: perciocché passato a nuoto
azione di Porto Ficario, in cui egli sotto il fuoco nemico il fiume Tirso,
solo con pochi cavalli impedì lo sbarco raggiunse Tantiguardo delle truppe na-
delle genti nemiche, e le obbligò ad zionali ,
e puntando fra i primi nella
allontanarsi dalle marine sarde. Pietro mischia contribuì coll’opera sua alla
Ayinerich intervenne poi al parlamento vittoria di quella giornata, che costò
celebrato dal viceré conte d’Elda, e ai francesi settecento morti ,
oltre i
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,
AZE !>n
suo potere, desolò per lungo tempo re di Algeri. Colà terminò di vivere i
le coste di Sicilia, di Sardegna, d’Ita- suoi miseri giorni nei ferri e nell’ab-
lia, e di Spagna; per lo die l’impera- biezione della schiavitù. Forse questo
tore Carlo V si mosse in persona da Azanaga fe quell'istesso sardo riuegato,
Genova con poderosa Gotta per assal- gran corsale e terrore del mari sardi,
tarlo: ma questa impresa andò fidlita di cui parla il P. Serpi nella Cronaca
per il naufragio che disperse le navi, dei Santi di Sardegna ,
il quale nel
e obbligò Carlo V a ritornare in Ispa- 15S6 assaltò con uua grossa galeollu
gna. L’infelicità ditale spedizione riac- gli abitanti della penisola di S. Antioco
cese la ferocia di Azanaga il ,
quale trovandosi presente a quell’assalto il
sdegnato col re di Couco per il soc- padre del medesimo cronista. Però non
corso di tremila arabi, d’armi e di bisogna confonderlo con altro 'sardo,
munizioni da lui dato a Carlo V ,
si che dopo aver professato la legge del-
pose alla testa di tremila turchi, e lo r alcorano, fu bey di Tunisi nel se-
assediò nella città in cui eresi forti- colo deciniosesto , di cui ved. l’ailicolo.
ficato. Costui ,
l'cdendo di non poter MORAT (Ved. Fara, lib. IV, Ve reb.
resistere lungamente, domandò la pace Sard., fol. 412. - Serpi, Cron. de los
e l’ottenne , mediante lo sborso di una Sanct. de Qcrd. ,
lib. I ,
pag. 26. -
considerevole somma di danaro, e la Laugicr de Tassy, llist. de rojraume
consegna in ostaggio del suo figlio d'Alger, pag. 146).
llamet-bcn-cl-Cadì. Poco dopo, le due
nazioni si riconciliarono, e fecero al- AZENl (Guastino c Ai.dobrandino).
leanza insieme: questa fu confermala Distinti e valorosi sardi capi della
dal maritaggio di Azanaga coHa figlia lega antirealisla in Sardegna verso la
del re di Couco che fii condotta in Al- metà del secolo deciinoquarto. Segui-
geri. Tale unione richiamò a quest’ul- rono costantemente le parti di Ma-
tima città molti arabi , ai quali Azanaga riano IV regolo di Arborea, di cui
accordò infiniti favori, e fra gli altri erano amici e congiunti (I), e lo ala-
(|ucllo di potersi liberamente provve- rono coll’opera loro a combattere le
dere d’armi, le quali essi compravano armi di D. Pietroil Cerimonioso re di
con incredibile avidità. I soldati turchi, Aragona. Nel Claó intervennero alle
gelosi di tal concessione, e temendo corti generali convocate in Cagliari
danno loro delle armi accordategli si , (i) Pietro tic Arene tloHa nirtlcsim.! faiinglìj
Mitili by GtK>gIe
,
100 AZU
dallo stesso re D. Pietro, il quale ve cimento (3) d’età a tutti di gagiiardia
:
,
AZLNl (Domemco Alberto). Nacque nel 1782 fti destinalo giudice legale
in Sassari da Giannantonio Azuni fa- del consolato di Nizzii-murittima, c
coltoso e onesto cilUdino nel 3 agosto nel 1789 ebbe titolo e grado di sena-
1749(1). Lasua prima educazione non tore. Visitò in tal anno le principali
fu diversa da quella che nel tempo suo città d’ Italia ,
contrasse amicizia con
ricevevano i. fanciulli di civile condi- varii letterati (4) ,
conobbe il Jorio in
zione. Studiò grammatica e umane let- Napoli, e censurò il suo codice marit-
tere nelle scuole pie della sua patria : timo (5). Fornito il suo viaggio, pose
il P. Francesco
di queste gli fu maestro mano alla compilazione di un codice
Angelo Tealdi , nomo , per quanto i di leggi per la marina mercantile dei
tempi lo comportavano, di dottrina non regii stati: Vittorio Amedeo 111 re di
volgare. Nella regia università di Sas- Sardegna gliene avea dato comanda-
^^pari imparò la filosofia e lo leggi ,
e mento: nell’ottobre del 1791 rassegnò
consegui fino alla laurea gli onori tutti
dell’ accademia (2). Nel 1772 fu uno Furono Pier Luigi Fontana profes-
(3 ) essi ,
dei concorrenti alla cattedra di digesto sore d'instituzioni civili; Giovanni Pinna Crìspo
r arte farmaceutica. Avea casa e officina nel JUologicOy critica ed antiquaria y stampata in
vicolo che i sassaresi dicono di Santa Chiara* Homa nel 1790 in due grossi volumi in 8.0.
lo questa umil casa y
ora posseduta dagli eredi Jorio era nel 1789 membro del tribu-
( 5 ) 11
di Francesco Querqui già secretano del comune nale commercio di Napoli^ Del suo codice
di
di Sassari, ebbe nascimento il nostro Domenico marittimo scrive il Colletta : La qual opera
Alberto, uno dei più grandi ingegni che abbia compiuta per fatica di Michele Jorio , ed in
prodotto la Sardegna. quattro volumi pubblicata , non autenticata
(a) Ecco le date dei tempi , nei quali coosegtil dal re , e negletta poco appresso per domesti-
i gradi accademici : la agosto 1767 magistero che agitazioni e per la guerra y si tenne a
di Gitjsoda c d^arti: i4 agosto 1769 baccalau' documento del buon volere ,
o come studio e
reato ili leggi : 25 aprile 1771 prolitalo in leggi j regola nelle cause commerciali Stor. del reatn.
(
29 gennaio 1772 laureato in leggi. di Nap. y tom. 1 , lib. II, pag. 110).
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, ,,
•AZD 101 .
sua (1), la quale levollo in Italia e cap. 52, §. 1850, pag. 458 ). Puro
poco mancò che si bella scrittura nou
(t) Ne «ODO state fatte cinque edizioni e tre
rimanesse per sempre nell’ oscurità :
Tcrsioni. La prima nel suo originale italiano vide
Firenze nel 1795, voi. due in 8.0 la
la luce in :
l’autore, privo di pecunia, cercò sardi
seconda con addizioni ìnTricstenel 1796. Sopra che sopperissero alle spese della edi-
questa fu fatta la traduzione francese , c la terza
edizione in Parigi da Dijon nel 1798, voi. due
in 8.0. La quarta lu eseguita dallo stesso autore lima fa tradotta in inglese c pubblicata in Fi-
che 1* ampliò notaìiilmcnte e la fece pubblicare ladelfia nel 1809 in un grosso volume. iik
in Parigi nel i8o5 in due grossi volumi in 8.0, Prima di quest’ opera avea l’Azuni dato alla luce
Rcnouard intilo-
co’ tipi di Antonio Agostino ,
11Dizionario ragionato delia giurisftrudenia
laudula Dt'OÙ mariume de V£un>pe- (^ucst’ ul- mei cantile, Nizza 17GC. Voi. IV iu 4 '*
xi by L.OugU
, ,
102 AZI!
zione; di questi ,
elihc lodatori pochi, Dodici •inni di gloria pubhiica negli
derisori molli ,
ajulatore veruno. Pre- impieghi grande impero francese
gò, scongiurò in Livorno un Vincenzo non lo distolsero dai gravi studi e
Uarruccio suo concittadino che atten- dall’amenitìi delle lettere. Le opere che
deva a commerciali speculazioni , larga pubblicò dal 1795 Gno al suo ritorno
ricompensa c laude promettendogli in Sardegna sono molle e tutte pregia-
se lo aitasse
,
per l’ opera generosa : te. 1 termini di un articolo biograGco
ma uomo letterato a uomo mercatante ci obbligano a farne breve e rapido
parlava ,
nè fece frutto con lui. Se il ccnno.NcI 1795 pubblicò in Firenze una
inarclicse Manfrcdini ministro del gran- dissertazione sull’origine della bussola,
duca di Toscana non soccorreva alTA- letta da lui in qaeU’ac04idemia reale
jpini mancava forse per sempre alla
,
delle scienze nel 10 settembre dello
sua gloria e alla pubblica luce un la- stesso anno. 11 Zntta la ripubblicò in
voro di tanta importanza. Due anni Venezia nel 1797 in un volume in 4.“:
dinanza francese. Nel 1805 fu creato dando a Flavio Gioja di AinalG il solo
giudice , e sei mesi dopo presidente merito di averlo perfezionato. I prin-
della corte imperiale d'appello di Ge- cipali argomenti di tale assunto li ri-
nova. Nel 1810 ebbe il titolo di cava- cavò dal poema Pro-
di Guittone di
liere deir impero ,
e fu decorato dell’ venza scrittore del secolo duodecimo
ordine imperiale della riunione (2). dal Vesoro ( Trésor ) di Brunetto La-
Finché durò in carica sotto il governo tini (4), dalla storia gerosolimitana
francese, fu l’aihico c il protettore dei scritta verso il 1200 dal cardinale di
sardi e deleommcrcio loro. La pesea Vilry ,
e dall’esaUo racconto di Ugone
del tonno rinnovata dai liguri in Sar- di Bercy contemporaneo di S. Luigi IX
degna è dovuta al suo patriotismo.
due volumi du Droit marùime tie V Europe , italiano c fu impresso per la prima volta in
ordinò farsene onorevole raenzioiie nel processo Venezia dal Srssa nel i535, con questo titolo:
verbale, c che fossero riposti nella biblioteca Tesoro di metser lìruneUo Latini y maestro
nazionale. del divino poeta Dante.
D''..'ii!Zod by C: ii
, ,
AZU 103
re di Francia. La gloria di imn gmperta dicolo sullo dottrine già screditato del
tanto utile alla navigazione no(H^teva dottore tedesco riguardo alle antichità
togliersi così facilmente agl'italiani per arabe e cinesi (2). Altre scritture di
concederla agli stranieri. Azuni fu lo- minor mole ma ,
di non minore impor-
dato in Francia dai più celebri scrit- tanza, pubblicò l’Azuni in quello stesso
tori di quel tempo ,
e.fra gli altri dal correr di tempi Mentore perfetto
;
il
combattere la sua opinione (I). Merita tiers de Marseille. Paris 1803, un voi.
particolare menzione Giuseppe Hager, in 4.“; Appel aa gouvernement des ve-
dottore tedesco e scrittore rinomato di xations exercées par le corsaire fran-
varie opere ,
il quale in una sua Me- gais /'Aventurier contro des négociam
moria sulla bussola orientale ^ Stam- liguriens. Géncs 1806 , un voL in 4.";
pata in Pavia nel 1809 mentre cercò -, Observations sur le poéme du Barde
di abbattere i fondamenti sopra i quali de la forét-noire de M. Monti. Génes
TAzan^ avea innalzato un nuovo mo- 1807, un voi. in 8."; Origine et progrès
numento alla vanità nazionale dei fran- de la législalion maritime. Paris 1810,
cesi, si sforzò provare che l'invenzione un voi. in 8.*. Però fu lavoro di maggior
della bussola nautica è dovuta ai cine- lena e di pih grave soggetto la sua
si. La Uager fu aspra e vi-
crìtica dell’ Storia di Sardegna. Il saggio ch’egli ne
rulenta : ma non
meno impetuosa la fu avea dato nel 1799 ( Essai sur l’histoire
risposta dell’Azuni il quale in una let- ,
géographique , politique et nalurelle
tera che sta in fronte alla edizione pa- du rojaiime de Sardaigne. Paris ches
rigina del 1 809 ,
diretta al conte Mos- Leroux libraire, un voL in 8.°), ab-
cati letterato insigne e direttore gene- bcnchè fosse stato encomiato dai gior-
rale dell’ istruzione pubblica nel regno nalisti francesi (3)
,
non era opera da
d’Italiadimostrò l’insussistenza delle
,
lodarsi nè per l’esaltczza istoricanè ,
104 AZD
Lcvrault in due f^ssi Tolnmi in 4." Giacinto Sonando. Un fbscìc. in 16.°)
K dì\isa in due parli. La prima com- c della urbanità letteraria (1). Però,
prende la descrizione lO]>ogralìca c sta- se di pochi nei ed inesattezze avea il
listica deir i.sola , e il racconto delle P. Napoli menato tanto rumore e se ,
sue vicende dai lcm[>i più rimoti delle vera era la fama, che altri a lui infon-
i'olonic venule per abitarla Uno al desse nel fiele la penna pcrchà at- ,
1796: è preeedula da una earta geo- tristavalo la celebrità del nome azu—
gralica levala sull’ originale ch’esislcva Diano, è da maravigliare come lo scrit-
in quel tempo ne’ regii archivi di Pie- tore del Diritto marittimo, splendente
monte ,
il quale fu comunicato all' au- di tanta gloria europea ,
abbia voluto
tore dal conte Prospero Balbo, illustre perdere il tempo nel confutare le cen-
letterato piemontese ,
e ambasciadore !
sure di un fraticello, più pio che savio
«lei Ite di governo
Sanicgna presso il cultore delle lettere. Perchè di tali cen-
francese è terminala da un quadro
: sure avvenne ciò che suole accader
statistieo del commercio c delle Gnanze sempre esse furono dimenticale
: ,
e la
sarde e da un progetto di riforma clic
,
storia dell’ Azuni ,
letta con piacere dai
r Azuni nei caldi movimenti del suo contemporanei e dai posteri dacché ,
duzioni naturali della Sardegna : l'au- medesimo (due voi. in 8.° ) (2). Quando
tore descrive con molta precisione gli r Azuni scrisse la storia, camminò in
animali ,
i minerali c i vegetabili ,
dei una via per lui allatto nuova e in terra
quali r isola abbonda ;
c aggiungendo straniera ,
in cui mancò dei sussidii
qualche lume allo co.se già delle dal archeologici indispensabili per chiun-
Celli sopra questo, materia ,
si giova que imprenda tali lavori. I suoi studi
nella parte mineralogica delle laude- sull' economia pubblica , e sul diritto
censurata nel 1814 dal P. Tommaso Na- pjtrÌ4. Le ossenrazioni da luì fatte sopra un
poli nelle sue Note illustrative della articolo del Moniiore francese del i6 settembre
i8i3, estratto da un^opera di M. Galt viaggia-
descrizione corografico-storica della
tore inglese , il quale avea fatto un quadro
Sardegna (Ved. NAPOLI P. Tommaso): tristissimo della Sardegna ^ sono tuli* altro ebe
r Azuni rispose al suo cavilloso c pe- letterarie ( Vcd. Ob%eì'vationt sur un article co.
Génfs par fi. tìonaudo. i8f3 Fascio, i in i6^.
tulante censore con alcune osserva-_ (i) L* edizione parigina fu esaurita con i aoo
zioni polemiche ( Genova 1816. Per csempluri: con altri 1300 T edttione tedesca.
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ÀZD 105
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106 AZU
corollario ,
e puh considerarsi una se- c no fece eseguire una seconda edi-
conda parte delle ricerche sulla pira- zione in Livorno nei torchi di Glauco
teria. Imprende l’ autore a fissare i Masi nel 1822-23, quattro voi. iii-4.'’ (1).
confini ,
oltre i quali non possono esten- Scrisse ancora l’ Azuni molte consul-
dersi in tempo di guerra i diritti delle tazioni legali che rimasero inedite: fra
nazioni belligeranti; nodo gordiano, che queste, una per gli assicuratori del bri-
nei perpetui avvolgimenti della politica gantino francese la Sainte-jinne pre-
inviluppò gl’ ingegni piii dotti in ma- dato dagl’ inglesinel suo ritorno da
teria di diritto pubblico. L’ Azuni si Damista ; nè videro mai la pubblica
accinse coraggiosamente a svilupparlo ;
luce una sua dissertazione sullo stìttf
espose il sistema generale degli arma- naturale dell’ uomo , e la traduzione
menti in corso e dei corsari ,
le leggi francese delle opere dell’insigne conte
e gli obbiiglii ,
ai quali i corsari sono Carli napoletano ,
eh’ egli con molla
astretti ,
i diritti dei belligeranti ,
i diligenza avea recalo a termine. Nel
doveri delle potenze neutre ,
e i mezzi 1814, in cui Genova vide sventolare
per dimiiinirc i danni commerciali delle sulle sue mura le bandiere inglesi ,
altezza del suo merito. L’ autore lo (i) Rccenlemontc è stata falla in Genova una
corresse, lo arricciò di nuovi articoli terza edizione del suddetto Diu'o/utrtOf con note
cd aggiunte dclTavvocato Giuliano Ricci, iH34t
di un suppicihcnto c di una tavola ana-
quattro voi in-8.o. (Vcd. Gau. di Genova a4
litica disposta per ordine di materie maggio 1834 4'^}’
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,
AZU 107
ad altro sommo rendeva ;
era esempio il Moltcdo , il Moscati , M. Gi àbcrg
raro di generosità tra letterati. Riempi llemso, autore del rinomalo Saggio
r Azuni decorosamente i doveri dei storico sugli scaldi , o antichi poeti
nuovi impieghi ; e operoso sempre c scandinavi , e M. de Sainte-Croix au-
amante del bene della sua patria, pub- tore dell’ istoria Della tsotenza navale
blicò nel 1820 un lodato opuscolo in- dell’Inghilterra. Dal 1777 (ino al 1810
titolato Della pubblica amministra- le accademie e le socicL'i letterarie più
zione sanitaria in tempo di peste famose d'Europa lo scrissero nell'albo
Idto nel 1791. Dissertazione sullo stato naturale d*arti di Parigi, di scienze c d’arti di Mar-
delFuomo: altra sui pericoli derivanti dulia li- siglia; la Società marsigliese dell’Afrìea inte-
bertà della stainpa. Discorao per la pace marit- riore, di cui fu bibliotecario e presidente
;
IWc-
tima universale c perpetua : altro per la crea- cademia di belle lettere ,
arti ,
agricoltura c
zione di un tribunale di prima instanza in Ge- commercio di Marsiglia ;
quella di legislazione
nova. Osservazioni sul progetto di un codice di Parigi; FAccadeniia imperiale delie scienze,
di commercio di terra e di mare pel regno d'I- lettere cd arti di Genova; l’Italiana delle scienze;
Ulia. Considerazioni sugli oziosi e nirndici in la Virgiliana di Mantova; l’Ateneo dì lingua
' hy Google
, ,
108 AZU
rianna Maddalena di Pietro Lauro ricco Vorig. de la bass. , p. 135, 137, 138,
negoziatile tii Mursitrlia ,
il quale perì 167 c nelle letL al Moscati, pag. 245. -
vittima della rivoluzione francese: l'amò Id. Notic. sur les vojag. marilien. etc.
]>rima ,
non fu amato da lei ,
e non Introd., pag. 12 e p. 121, 125, 146,
amante poi abbandonolla: discendenza 173. - Id. Reclierch. sur la pirat. eie.
di tìgli non lasciò veruna. Nella vita pag. 113, 147. - Id. Systém. univ. des
domestica non fu felice: nella pubblica armem. etc., pag. 34, 90, 125 ).
potea , ma non gli rifulse nella sua BACALLAR (Andrea). Distinto teo-
patria : invidia e viltà d’ animo di al- logo e prelato ,
nativo di Cagliari. La
cuni coetanei suoi osò talvolta inso- prima sua educazione ricevette in
lentire contro lo scrittore delle leggi Roma nel collegio germanico ed unga-
marittime venerato nei due mondi e rico governato dai gesuiti: abbracciò
;
Però , dacché fu morto, stette immo- Alghero, dalla qual sede fu promosso
bile la fama di tanto uomo che a se ,
nel 1604 all'arcivescovato turritano.
stesso apportò splendore ,
alla Sarde- Coltivò lo studio delle scienze divine,
gna celebrità. Di lui e dei suoi scritti e delle lingue orientali, delle quali af-
dettò articolo pieno di grave senno ferma il P. Vidal fosse dottissimo. Tra-
r della Sardegna (1).
illustre storico dusse in latino le opere greche di S.
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B AG 109
1606 celebrò sinodo provinciale tarri- oeggio delle più ardue faccende di stalo
tano, che rimase inedito. Morì in Sas- e per i suoi talenti ed erudizione nello
sari prima del 16 lo. Alcuni scrittori lettere. Nel 1707 Carlo U re di Spagna
sardi lo hanno confuso con Vincenzo gli affidò il comando militare della Sar-
Bacallar, prima decano della cattedrale degna, creandolo governatore del capo
cagliaritana, e poi vescovo di Bosa di Cagliari e di Gallura (1). Cadde il
nel 1613 o nel 1624 (Ved. Passamar suo comando in tempi diflìcili c mal-
Const. et decret. sjrnod. dioec. turrit. augurati, perciocché la famosa guerra
pag. 138. - Vitalis, Annoi. Sard. part. di successione al trono dei re catto-
I in epist praeflx. - Mattei , Sard. sac. , accesasi in quel tempo tra Filippo
lici
fol.168, 175. - Cossu, Notiz. di Cogl. Borbone duca d’Anjou e Carlo arciduca
cap. 12. - Soggio-Vida, De los Sanctos d’Austria avea diviso la Sardegna in opi-
mari, turrit. ms. Ub. Ili, cap. 10, 13, nioni cd in partili. Alcuni torbidi mani-
15. - Cordara, Hist, Soc. Jes., tom. II festatisi nella Gallura a favore dell’arci-
in Sne). duca, obbligarono il governo sardo a
mandarvi nel 1 708 il Bacallar in qualità
BACALLAR (
Vikcenzo). Da Paolo di luogotenente generale. Quest’uomo
di Vincenzo Bacallar, e da Giovanna insigne,
che non smentì mai il suo co-
Maria Sanna gentildonna sassarese nac- raggio e la sua fede per Filippo V, si
que in Cagliari nel 6 febbraio 1669. guadagnò l’affeUO di quei popoli
, sedò
L’avo suo discendeva da un'antica fa- i tumulti, e obbligò i faziosi a rifuggirsi
miglia, la di cui nobiltà fu chiarita in Corsica.Però avendo scoperto che
con sentenza del parlamento sardo del le tramo contro il governo s]>agnuolo
Bacallar ,
veduta la patria soggiogala
Soc. Jet. ,
pan. V Uh. ly fot. 193 - 93 ). di Monicsanto ,
c Gaspare CamÌ 9 er.
i)y C--;OgIe
,
HO BAG
<(a nuova potenza, si appigliò al par- ilcomando a Domenico Loi, valoroso
«tito di abbandonarìa.Andato in Ispagua, sardo segnalatosi per opere egregie
ottenne dal re cattolico in ricompensa nelle guerre d'Italia e di Catalogna. Ac-
della sua rcdellù e dei suoi servizi il cadevano qnesti’fatti nel 1710. Però,
titolo dimarchese di S* Filippo (1). riuscita vana la spedizione contro la
Da questo punto la sua carriera fu un Sardegna per i motivi medesimi pre-
sèguito di azioni leali e gloriose. Nel veduti dal marchese di S. Filippo , e
1709 propose a Filippo V il progetto che sono ampiamente riferiti dalle sto-
di ricuperazione della Sardegna; andò rie di quei tempi, egli toniò a Genova c
a Parigi' per sollecitare i soccorsi che quindi a Spagna, dove fino al 1715 fu
Luigi XIV avca promessi; e quindi seguace costante del monarca cattolico
Genova per concertare coi
trasferissi a nella prospera e nell' avversa fortuna.
tore generale austriaco nella Lombar- mente di quello che lo avesse servito
dia, cpropose nuovi modi per colorire ]>er lo innanzi. Messo a parte dal car-
il suo progetto. Ma fosse debolezza dinale Àlberoni (3) del segreto della
,
comuni con Felice Nin conte del Ca- dinale Albcroni al marchese di S. Filippo ccu
lettera del 9 luglio 1717. Ampli poteri gli si
stillo, affidandone interinalmente (2)
concedevano, meno il comando militare affidalo
al marchese di Lede , cui però ti ordinava che
(i) Fu ancora gniD cavallerizzo di Filippo V oprasse in tutto secondo i consigli del Bacallar.
e alcalde della gran torre di Sardegna. Pure il cardinale Àlberoni ,
principio e causa
(a) D’ordine di Filippo V duca di Uzeda
il di tanto commovimento , in un memoriale o
nominò colonnello di quel reggimento D. £m- manifesto, con cui volle giustificare la propria
inanuelc Bacallar figlio del marcheae di S. Fi- condotta ,
colpa del marchese di S.
ascrisse a
lippo : trovandosi però egli prigione di guerra Filippo una tale spedizione, alTcrmando clic una
in Barcellona , ne fu affidato il comando inte- letterada lui scritta da Genova nel 39 maggio
rinale a D. Domenico Lot. Dal nome del suo 1717 alU corte di Madrid avca determinato il
l'omaiidanlc quel corpo di truppa fu chiamato le Filippo V a turbare la uculuralità d’Italia.
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B AC 111
delle sue azioni e i suoi amici opera- mente scritto da lui per le conferenze
rono per la ricuperazione dell’ isola ,
che allora si tenevano in Gcrlruidem-»
più che non fecero le stesse armi spa- berg, nelle quali crasi progettalo di dure
gnnole. Ritornato nel novembre dello la Sardegna all'elettore di Baviera: ma
stessoanno alla sna ambasciata di Ge- questa opiuionc non ha vcruu -fonda-
nova, il marehese di S. Filippo vi di- mento. Mentre attendeva a compire la
morò lungo tempo, alternando le fun- gran missione clic gli era stata affidata,
zioni diplomatiche colla coltura delle mori d’apoplessia neU’Aja addì 1 l'giu-
lettere: se queste gli diedero rinoman- gno 1726 (3). Le opere di lui che ci
za, lo appalesarono quelle un abile sono rimaste meglio che qualunque nar-
uomo di stalo, e si conciUò coll’onestà razione dimostrano i suoi talenti ,
il
e colla fermezza del suo carattere la suo carattere , le sue virtù ; perciocché
stima del governo che rapprost-nlava. dalle, medesime apparisce che il Ba-
Importanti e difficili negozi gli furono callar coltivò le lettere più per rulililà
commessi dalia corte spagmiolu nel dei suoi simili , che per la sua gloria, o
1724, per lo che trasferissi soventi a che se ne giovò, per dire il vero, non
Parma c a Milano, c sostenne quasi in- per onorare se stesso o per servire
tero il peso degli alTari di Spagna in alle proprie ]>assioni, dicendolo altrui.
Italia. Luigi Borbtme suecessure di Fi- La prima che fu stampata in .Madrid nel
lippo V lo confermò nella stessa aiu- 1702 e poi ristampata in Genova nel
basciata di Genova: quindi Filippo V 1719 , è la Monarchia degli Ebrei
risalilo al trono, da cui pochi mesi {Monarchia IJebrea. Por Don Vicenle
avanti era volontariamente disceso, lo Bacallar y Sanna. etc. En Genova,
destinò nel 1725 inviato slraordin^ 1719, por Matieo Garbizza. Volumi
rio presso la repubblica di Olanda (1). quadro in-8.“). È la medesima una
Trasferitosi all’Aja, trattò colla stessa parafrasi dei sacri libri dei Giudici,
abilità i grandi aOàri che in quel tempo dei Re e dei Paralipomeni, scritta con
si discussero tra i ministri delle alte purgato idioma castigliano, adorna di
Potenze e degli Stati generali. Fu fama figure e di sentenze alte a istruire i
che il libro intitolato Description géo- principi nel governo dei popoli (4).
graphique hiHorique et politiqius du
rojaumedeSardaigne, ristampato nel- Nel tom. II del graa Dizionttrin casti-
3)
(
l’Aja nel 1725 (chez Jean y an-Duren, glùinoi notato, che nel i luglio 1716 la reale
Accademia spagnuola ebbe notizia della morte
un voi. iu-16) (2) fosse stalo apposita-
del marchem di S. Filippo accaduta neirAja.
i Quindi errò il Felice, dicenduto morto in Ma-
(i) L« rcpabUica di CenoTa diede solenne drid nell'anno medeaimo , ed errartggo parimenti
teiltiBQotaiasa delia atiou che professava al mar> gli autori dei Vizionano itorieo atampato in
chete di S. Filippo, ccrtificaiidoDe il re di Spa- Caco nel 1783, che dicono accaduta la lua morie
gna per mezzo del miniitro genovete residente in Genova.
inMadrid. Con tali ius{ncii egli partì alla nuova (4 ) Il Bcaufort nella sua lodata opera Le
amboMdate di Olanda. grande porte-feuiUe politique ec. fu della Mo-
(a) Lo ateato libro era stato aUmpato in Fran- narchia ebrea del Bacallar il seguente giudizio;
cia nel 1714* È pià conoaciulo sotto il titolo il marchese di S, Filippo conosciuto per ia
La Sarticigiu paranjrmpha da la paix. sua aihbasciata ha scritto un’opera che fu Ira-
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, ^ ,
Ili B AC
l/aulDre la «1c<Iicì> al principe delle falli accaduti in Europa dal 1699 6no al
rima castigliana, intitolato I^s dos To- ad uno dei ventisette anni corsi dal
bias. Madrid, 1709, 1746(2). Laterza 1699 al 1725; è scritta con molta pre-
cisione e verità, e, ciò che deve piu lo-
e piu conosciuta di tutte le altre , è la
storia della guerra di successione , darsi, con una franchezza di cui spesso
ossiauo i commentarii della guerra di
mancano gli storiù contemporanei ; nel
Joiui in /ranetti, td imprtiia sotto il titolo toro. Quc»t’ ultima edizione è la piti compita ,
di Munxrchij ebrea , la ijhiiU è sparsa di mas- perchè corretta ftull’originale dalle molte mende
sime dettate da una fina politica, ed allo stesso occorac nelle edizioni precedenti 11 Mandavo
tempo criitiana, ma profuse con troppo di ab- tradusse in francese i libri storici del Baculiar
bondanza e di prolissità (Vcd. Ofer. cit. nella col titolo Mémoires pour servir à Vhislaire
iutrtidtiz,). <r Esporne soia le regne de Philippe par
(i) Antonio La-Barre de Beaumarchaii.pro-
di D. yincent Bacallar eie- Amsterdam ijSG,
feajore c traduttore rinomalo di molte opere quattro voi. in-ia. Esiste pure una traduzione
la volli in francem , c la diede alla luce in latina dci’priMii sei libri dei Commentarti del
Ajo nel 1707 in quallro voi in-ia. Nel 1746 marchese di $. Filippo col titolo De foetlera-
ne fu falla un’allra edizione in Madrid nel ino tot'um cantra Philippum y Iliapaniarum regem
orifinale spagnuolo da Gabriele Rainirez, il quale h<Uo commentaria auctore fincentio Bacallario
,
liio della R. Accademia della Storia, ed acca- tore di tale traduzione fu Giulio Cessare Brusati
demico della R. Accademia apagnuola , due voi. della compagnia di Gesù ,
amico del marchese di
in-4.e. Questa edizione ò corretta di molti er- S. Filippo che seguì in Olanda, come dimostrò il
rori delle Ire precedenti , ed accresciuta di due ch.**o P. Guido Ferrari nella vita latina dello
dissertazioni del N. P, Agoslino Cabnet bene- stesso Brusati pubblicata nel tom. XXXll della
dilliuo sopra le dieci tribù d'Israele. HaccoUa calogeriana e nell’opera Opusculo-
y
(a) Il marchese di S. Filippo coltivò pure rum coUectio, Lugani 1771, con questo titolo,
con buon successo le muse sarde. Il Madao ri- Julii Cae$ari$ S. J.vitOy Guidone Ferrarti*
porta una sua canzone nelle Armonie de’ Sardi, ejusdem societath auctore. Vcd. Mazzucchelli
pag. G6. Scritt. iPltal. voi. 11 p. IV pag, aa36. Il Bru-
(3) La prima edizione fu falla in Genova nel per questa sua traduzione
sati si acquistò tal
1711 in un voi. in-fol. , la quale comprende sol- credito, che i suoi superiori penMrono fin d’al-
tanto i primi dodici libri. La seconda in Ma- lora di destinarlo al carico di storico del suo
drid, in due vot in-4.°. La terza io Genova nel ordine.
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. .
RAG 113
qual rispcUu il celcUro SfriUorc ik'lle ma non videimliblicalofuorch!! il (triiuo
Hi\>oluzioni d’Italia proferist'c questi tomo, avendo egli cessalo di vivere nel
coinuiontarii alle nieiiiorie del mar- I72(i(3). Fu nomo religioso, ma non
chese ili Torey (1). Il marchese di S. pregiudicato; lalwirioso, attivo, intra-
Filippo, testimonio c parte egli stesso prendente, e di una onestà di c.araltere
degli avrenimcnli che rcciUava ,
non che fu encomiala dai suoi coetanei e da
servì all’adulazione, ni: all'invidia; im- coloro che doj)o la sua morte scrissero
passibile, come la storia medesima, di lui. Ebbe moglie e tigli a lui non
scrisse con penna imparziale degli dissimili; ma per la morte del suo pri-
amici e dei nemici, e retribuì a eiascuno mogenito .senza discendenza, il titolo
la lode o il biasimo che meritava. Era di cui Filippo V lo aiea onorato, ]iassò
questo il suo carattere : nell’ intitolare al ramo cadetto di sua famiglia (1).
a Filippo V l’opera sua, egli scriveva (\'ed. Dexaii, Capit. cur. regn. Hard.
queste memorabili parole nè t tuoi ; fol. 451. - Burana, Bai alla peregr. etc.
benefizi, o eccelso Principe, ne la mia parte 11, pag. 90. - Denina, Bicolli:
gratitudine guidarono la mia penna, rfV«a/ja,lib. XXIV, cap.I e ll.-.Massala,
perchè debito è tleW istorico dalla Sonet. storie, tlclla Sarti., pag. 181,
grazia e dall’odio- serbarla inconta- 182. - Botta, Stor. d’Ital., continua:.
minata. I suoi comracntarii corrispon- del Guicciard., tom. Vili, pag. 54, .53;
dono perrcttamcnle a si nobile prote- e tom. VII, pag. 431 e 437. - I-a Ct<J'
sta; quindi egli è stato lodato, non du Cahin. des Princes, eie., toni. XI,,
tanto per il mudo, quanto per roncslà pag. 178, 261 , 423; toni. XLV, jMig. 32.
sua e per la libertà dello scrivere. Vin- 33, 511 e 348. - Fcllcr ,
Diciionn.
cenzo Bacallar è uno degli scrittori histor. etc. tom. 11 pag. 21 1. - Bacallar.
^
sardi che abbia meritato la rinomanza, Coment, du la guer. ite E.\pana, fol.
ili cui l’onora laposterilìi. .Mentre visse, 263 , 310 , 316 , 387 , 408 , 409 ,
zionario della lingua castigliana (2); del roarcliesc di S. Filipim. ( Vcd. Monart h.
ebrea ,
cdtz. di Madrid del 174^, toni. 1 ,
nella
dedica).
(i) Noa è dÌT«r»a ropitnonc manifestata sulla chiamata EnimuiiueU, che fu maritala a D. Giu-
verilà ili questi Commenturii dairautorc della sepj>c Pilo di Sassari ; cd una figlia di nome ^
iiibliothèi^u* miUtaire f hUloriifue tt fnMtùfue^ Giuscp|>a, clic fu data in uioglit* a 1 ) Francesco
per lo clic può leggersi quanto egli scrive nel Amai Tolti barone di Sorso, alla di cui casata
tum. Ili pag. e seguenti rigiianlo alla fa- pervenne per tal modo il marchesato di S. Fi-
mosa battaglia di Almanza dcscritUi dal ui^rchcM.- lippo. D. Francesco Amat Tola, bisavo «lellhit-
di S. Filippo. (tuie barone dì Sorso D. Vincenzo Anastasio
(a) Questo Dizionario fu stampalo in Mailiiil Amai di D. Luigi nunzio pontifìcio pre.H^o I.1
,
foj. I. 8
c;. ,.i<
, , ,
tt4 6 AL
(*) BALDO, lo stesso eh» Ubaldo, BARBA ( P. Giovanni ). Nacque in
regolo di Gallura , successore di Man- Sassari nel 1583. Michele Barlra |>adre
fredi. Governò quella provincia verso suo fu segretario del tribunale dell’ in-
la metà del secolo XL Non contento quisizione in Sardegna negli anni 1575
de' iiiuiti del suo stato , turbò quello e 1576. Fatti in patria gli studi ele-
dei suoi vicini ,
e volendo estendere il mentari di grammatica e di umane let-
suo dominio tentò occupare colle armi tere , vesti r abito della compagnia di
una porzione del regno turritano. Go- Gesù nel 1598. Si .distinse nella me-
mita 1 re di Torres si opi>ose colle sue desima per la vivacità del suo ingegno,
forze olla tentala invasione ;
ordinò per la dolcezza del carattere e per il
le sue geuti, e ne aflidò il comando a suo valore oratorio. Diede alla luce
sua sorella Georgia ,
la quale per co- varie orazioni sacre c prediche morali,
raggio e per sensi virili sopraslava al secondo la testimonianza del Ribade-
suo sesso. QuesU^«roina jKtslasi in .
neira; e scrisse ancora un libro de
campo raggiunse Baldo co’suqi armali, rhetorica il Sisco afferma aver
, di cui
gli offri battaglia ,
lo sconfisse e lo veduto un esemplare. Cessò di vivere
condusse prigioniero al castello di Ar- nel 1614 nel vigore della sua età, e
falli ,
ma non assegna al governo di Misceli, mss. lom. Ili ,
fol. 52 r.“ ).
reyn. de Qerd., parte III, cap. 19, num. viasse al regno turritano alcuni suoi
recentemente cardinale prete di S R. Chieea. corografica de Italia medii aeui pretende clic
^ NoU dcirEditorc. sia stala sup]x>sta all’opera di L^oue Ostirnac
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Iòta- tù^ '/.V. 17/
2o ms r^3 ‘5C(3»S,JJì!È‘3
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R A R Ilo
soUu nomo di Vittore III ,
non esitò lu varii altri diplomi portiiieiili ai re-
a secondare le brame di un regolo così goli posteriori di Torres si fa menzione
IKitèiite ;
spetH tosto alla volta di Sar- di questo Barisone. 11 Muratori opinò
degna Ademario abate che ,
in appresso che il suo regno avesse principio nei
fu cardinale di santa CJiicsa , con altri primi anni del secolo XI. Il Tronci, il
undici monaci ;
ma costoro ,
soprag- 1*. Berreta e ilGazano riferiscono le
giunti presso all’isola del Giglio dai sue gesta al 1164; ma è manifesto
pirati pisani, furono spogliali, e ripa- r errore loro ,
mentre il Barisone vi-
rarono per diverse vie al monistero ,
vente in tal anno non potrebb’esscrc
da cui erano partiti (1). Barisone, in- fuorché Barisane II re di Torres , ov-
(a) La carta di donazione ha la data del to64 i che dalla medesima si ricava, che Sant’ Elia di
116 BAR
col. 216, 218 V lom. 11, diusert 32, nelle sue forze ,
le quali egli voltò iin-
col. 1058. - Idem, licr. ital. script., mantinenti contro Barisone di Arborea;
tom. X e tom. IV ,
lib. Ili ,
cap. 23 la distruzione di molle terre ,
il de-
21, 26. - Tronci, Annoi, pis. ad anii. predamento e il servaggio di alcuni dei
1161. - MiUar. e Costad., Annoi, co- suoi nemici furono il frutto ch'egli rac-
mald., loia. Ili, lib. XX\% foL 113, colse daH'impeto e dalla celerità delle
118-19. - Galtola, llist. cassin., parte 1, sue mosse. Dopo due anni di vario e
fol. 153 e 157 ,
e nelle accesa, al. incerto guerreggiare ,
Barisene di Ar-
parte 1, fol. 174-75. - Fara, de reb. borea implorò r aiuto della repubblica
Sarà. , lib. U ,
fol. 234. - Gazano diGenova , la quale mescolandosi di
Star, di Sard. lib. Ili , cap. 7 ).
buon grado nei litigi dei regoli sardi
per trarne suo prò ,
indusse i due Ba-
BARlSONE 11 re di Torres. Nacque pace che fu Ormala nel 1166.
risoni alla
da Gonnario 11 e da Dcna di Gunalc, Condizioni principali erano che tra ,
nella saggezza governatrice dei popoli Uco nei suoi stali ; che pagasse alla
pazione del regno cagliaritano fatta da a Pisa con Pietro suo fratello regolo
Salucio irritarono ranimo di Barisone. di C agliari , intervenne al parlamento
Ragunò sotto gli antichi vessilli il suo tenuto in l>orgo di S. Michele, e tiopo
esercito, e spingendo con celerità la aver chiarito che i massacri di Oltana
marcia contro l’usurpatore, lo costrinse non erano opera sua, ma dei genovesi,
a discendere dal trono e a cercare fuori giurò fedeltà alla repubblica ,
offrì alla
del regno la sua salvezza. Una tal vit- medesima il donativo di lire seimila ,
toria lo rese più audace e coundenle e rinnovò l'obbligo dei tributi che i
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,, ,
BAR 117
nache sarde raccontano che fu gene- fondato dall’ava sua Marcusa Gunaìe,
roso c magnanimo ,
e che osservante regina di Torres ,
dove dopo alcuni
delle leggi egli stesso, obbligò i suoi anni cessò di vivere, con fama di prin-
popoli .ad osservarle. Nel 1181 la pace cipe meno amante di gloria che di
fu turb.ata da nuova guerra col regolo di virtù. Lasciò figli , Costantino 11 c Su-
che obbligò i due regoli a fermare - Cronac. sard. pag. 195. - Fara, Co-
per sempre stabile la concordia. Ba- rograph. sard. lib. Il fol. 7\, e de reb.
risonc regnò tranquillamente fino al lib. n fol. 226-27. -Cronic.cisterc.
1 186; ma la morte di Preziosa di Or- lib. V’III cap. XXIL - Vico , Hist. gen.
ruhn o Arruhu, moglie sua, lo affiisse del rejrn. de Sard. ,
part IV cap. XV.
in tal modo che determinò di rinun- - Soggio ,
F^id. de los mhrt. turrit.
suo figlio che regnò poi sotto il nome di Mariano II e di Agnete di Guglielmo,
di Costantino 11 e scendendo volon- regolo cagliaritano. Nel 1233 succe-
;
tariamente dal trono 'che per tanti anni dellc a suo padre nel governo degli
(3)
avea illustrato con azioni gloriose si stati turrilani ;
ma non avendo ancora
l’età necessaria per regnare ,
gli fu
costituito un consiglio di reggenza, al
(i)Da molti dìplorai pitiani sì ricava clic quale soprastava sna sorella Adelasia
r annoo craso di lire cento e le dodici paja di
(5). Breve e scemo di illustri fatti fu
falconi , al di cai pagamento si oMiligò Bari-
Bone
il sno regno : sappiamo soltanto che
II nel iiG6, erano un tributo antico dei
regoli di Torres verso la repubblica pi»;)na (Vedi nello stesso anno, in cui ascese al trono
Maccioni , DÌJesa dei conti di Donorntico ).
(a) 11 Gualandi avea il comando militare della
(lotta : i consoli visconte Bulgarino e Burgense (4) matrimonio tli Susanna con Andrea
sopraslavano a lui come rappresentanti deirau* Doria nacque Daniele paJi'e di Barisonc , Guan>
torità della repubblica. Uno, Nicolò c Pctrino Doria signori della Nurra,
La cronaca sarda fra i nomi dei magn.'iti secondo la testimonianza del Fai*a.
recita quelli di Itocnrrc fratello di Barisonc, che (5) La cronaca sarda nel rocilare questo fallo
edificò il castello di Montivcrro ,
di Antonio non registra i nomi delle aitile persone clic co-
di Costantino e dì StcTuno Fara. slihiivano tale reggenza.
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,
IIR BAR
de’ suoi maggiori ,
confermò alla re- linea femminina ,
la quale cominciò a
])ul>blica di Genova le concessioni a regnare con Adelasia morella di Bari-
lei fatte da Mariano c da Gomita II avo soue. (Vcd. Croiiac. sarà. pag. 207. -
suo : intendeva in tal modo a raffer- Fara, de rch. Sard. lib. II fol. 227. -
marc le antiche alleanze della sua fa- Raynal., anno 1236 num. 26. - Mattei,
miglia ,
per rendere più stabile il suo Sard. sacr. cap. § 3 nnm. 11.- Ga-
11
dominio. Ma fosse destino , o cattivo zano , Star, di Sard. - Carta del 1 233
governo de* suoi ministri , una tal po- cit. dal Manuo, Star, di Sard. tum. 11
litic.T poco giovò a’ suoi interessi. Sas- pag. 315-16 in nut.).
sari, borgata popolosa che già crescea
sulle rovine di Torres ,
fu insofferente BARISONE regolo di Cagliari. Ved.
del .suo governo; essa diede principio BENEDEITA.
ai moti della ribellione ,
la quale di-
latandosi rapidaiiientu fece levare in BARISONE regolo di Gallura, figlio
massa i pòpoli della provincia turri- di Coslaiiliuo 11 ,
giudice della stessa
lana. Barisonc, re fanciullo ed incapace provincia ,
e di Elena di Laccon. E
di raffrenare la moltitudine ,
ne fu la noto per la sua pietà e per le sue lar-
vittima : egli fu trucidato dai sassaresi gizioni. AlcuniQssanonel 1171 il prin-
dopo tre anni e tre mesi dacché era cipio del suo regno; ma Ano al 1173
stato salutato re di Torres. 11 suo corpo non si ha documento certo della sua
fu sepolto nella chiesa di S. Pantaleo esistenza. In quest’anno egli confermò
di Sorso (1). U Mattei ed il Gazano la donazione fatta da suo padre al nio-
scrissero ch’egli fu ucciso dai .sarza- nistero di S. Felice di Vada, e le lar-
ncsi. Colla morte di Barisene III s’c- gizioni di Benedetto (2) a favore della
stinsc la dinastia dei regoli turritani chiesa di S. Maria di Pisa; e volendo
c fu trasfuso il potere sovrano nella imitare Tesempio de’ suoi antenati donò
all’opera del duomo pisano alcune bor-
gate (3) esistenti nei conGni del suo
Era tradizione rìceruta come Tcra dagli
(i) regno. La cronaca sarda, consultala dal
archeologi aardì che una lapide aopolcrale esi- Soggio recita molti falli pertinenti a
,
stente nella suddetta chiesa di S. Pantaleo di
Sorso ricordasse con apposita iscrizione , quella
essere la tomba di Btirìsooc 111 re di Torres.
Dobbiamo alla cortesia del teologo Salvatore (3 )
Bcn(><lrtlo cm raccoglitore delle elemosine %
OggianOf già pievano di quellii chiesa, la copia per r openà di S. Maria di Pisa.
esatta di tale iscrizione ;
ma dalla medesima , (3) Il diploma parla della donazione di alcune
crediamo potersi argomentare il monumento della corti: e queste corti che sì leggono frequente-
erezione o dotazione di una parrocchia anzi che mente donate dai regoli sardi, erano luoghi po-
il ricordo della miserevole morte dì Barisone. polati ,
o almetto terre frequenti dì casolari ahi*
La riportiamo per intiero, acciò ne faccia ognuno tati Mai servi e dalle ancelle attaccate alla gleba.
<|ucl giudizio che gli sembrerà migliore, Il Tronci che riporta la donazione fatta da Ba-
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UZ, ,/a .
Tuv. IV//.
Si'?; :n'.y.
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,.
BAR 119
Rarìsone di Gallura , le dis<K>rdie in- piu antiche e più potenti dell’isola (2).
tesline del suo regno, la guerra mos- La natura lo avea dotalo di spiriti al-
sagli da’ suoi nemici e la sua fuga al tieri ; r educazione ricevuta da suo
cumenti certi che confermino la Tcritii accrebbe la superbia del suo carattere.
di tali narrazioni (1). Barisone morì Però,com’è costume di principe, sapeva
verso la fine del secolo XU : gli sopra- ancora l’arte di dissimulare. Quindi, fin-
visse Elena donna sua , ed una figlia ebè regnò Gomita ,
dimosb^ umani e
la quale probabilmente è quella prin- quieti pensieri; e toglleIulo8^per donna
cipessa di Gallura die Lamberto Vi- Peregrinadi Lacon sna congiunta, lieto
sconti nel 120S o 1205 si tolse per di poca e generosa prole, (3) accen-
moglie. (Ved. Tronci Afem. Pis. anno ,
nava che sul trono degli avi suoi re
1173. - Mittarelli e Costad. Armai ,
saria stato amante della pace e della
Camald. tom. Ili lib. XXIX pag. 300. felicità del suo regno. I primi atti del
VllL - Manno ,
Slor. di Sard. tom. 11 si dimostrava zelantissimo ,
occupava
pag. 265-66). tutti i suoi pensieri ; altari e chiese
riedificati ,
e beni e ricchezze protu^
BARISONE ,
re di Sardegna ,
nato ondo accrescere il culto (4), eranO'M^
da Gomita li e da Elena Orvu , regoli \
Sismondi pretende ch’egli fosse crede terrebbe a una delle antiche famiglie sarde che
della famiglia Sardi di Pisa ,
una di costituì la terza dinastia dei regoli arborcnsi.
Colla quale osservazione non intendiamo aver
quelle che nel 1050 conquistata arcano
sminuita la nostra venerazione per il dottissimo
sopra i saraceni c divisa la Sardegna; Sismondi tanto benemerito della letteratura ita*
ma non adduce monumento veruno che liana. *
avvalori questa sua singolare opinione, (3) Dalle nozze con Peregrina di I«acon nac-
quero Pietro e Barisone , secondo la testimo-
cui ripugnano le più certe memorie
nianza del Fara ^ lib. U
de reb, Sard. , foi. a3S.
della storia sarda, dalle quali si chia- (4) Nello stesso primo anno del mio regno si
risce che Barisone apparteneva alla dichiarò protettore della chiesa di S. Maria di
Bonarcado; la dotò con generosità regia, e la fece
famiglia Lacano o Laccon , una delle
consecrare eoa splendido apparato. 11 diploma
autografo della donazione fatta da Barisone a
due donazioni faUe nel
(i) Nella prima delle detta chiesa nel xi47 esisteva nell’archivio di
ii8a da Bariaone re di Sardegna al monistcro S. Michele del borgo di Pisa : il Mittarelli lo
di Montc-Ca.ssìno , aottoscrivc come teste — pubblicò Dell’appendice alloro. Ili degli Annali
Judtx Paratoti dt Gallai Caratar de Mìli: camaUloléti ^ col. 44^'44 > ^ quindi il Gazano
dal che potrebbero argomentare due cose :
si Star, di Sard. ,
lib. Ili ,
cap. 7. Alla chiesa fu
1.0 che Barisoae di Gallura yivea nel ii8a; poi annesso il roonistcro di Bonarcado che sul
a.o che la narrazione delle cronache sarde ri> finire del secolo XII c principio del Xllf pas.st»
guardo alla sua fuga in Arborea non i a) tutto alla soggezione del famoso monìstero di S. Ze-
da rìgettarsi come falsa. none di Pisa. Vcd. OMODKO.
1 -iU R A R
goiiicnli di principe che alle opere (la gran tempo premeva ncH’animo ili
promesse (2), strinse tra splendidi de’ benefìzi che i genovesi aveano ri-
festeggiamenti fambito nodo. Però, nè cevuto da Gomita II, e conGdente nel-
di tranquillo stato si accontentava, nè r alleanza loro ,
stimò esser giunto il
di quieti pensieri era capace il figlio c tempo di prevalersene con fruito. Spedì
successore di Gomita. 11 desiderio che alla repubblica secreti messi, manife-
standole il suo disegno, c profferendole
(i) AgHll>iirsa crtt fi|;lia dì O. Ponzio di Cor- protezione ne’ suoi stali, se lo alasse
vera e di Malcalda di Raimondo-Bcrcngiicr conio
a riuscirvi: e i messi di Barìsonc cogli
di Barcellona cognata di Alfonso VÌI re dì
Castiglia. oratori genovesi trasferitisi sollecita-
(a) L*atto del fìdanzamento fu sottoscritto in mente a Pavia, gli ottennero da Fede-
Oristano nel 3i ottobre 1157 (stìl. -pts corrìsp.
rigo Barharossa il diadema di re di
al ii56 ). Pellario dì Guatando e Upone di
Gerardo presentarono a Barìsonc Panello della
Sardegna (3) promettendo per lui a
,
fidanzata ; e Barìsonc donò a lei le ville di San Cesare perpetuo vassallaggio, un’annuo
Teodoro, dì Bidoni e di Oiralili con ampie tributo, c lo sborso di 4,000 marchi
terre ,
vigneti ,
prati , selve,
stagni , armenti
d’argento. Invano i pisani riclamarono
schiavi ed ancelle. Il donatore permetteva ai
suoi eredi il riscatto dei beni donati, purché contro quest’atto di concessione; Fede-
un anno dopo la di lui morte pagassero a Agal- rigo nso a vendere c rivendere a snon di
bursa ventimila soldi di moneta lucchese. In-
contanti le province dipendenti dallo
tervennero a tal atto , olire Pcllario e Ugonc
Goffredo di Marsiglia , Bonifacio di Volta, Ber-
trando -di Girona , Bulzio , Marzocco , Contii- (3) Gli oratori ohe andarono a Paì^a per
lino, Tepertoe Boccio, legali c procuratori d. l (-liit'drrc dairim|HM'alor Federico Ì1 titolo di re
conte di Rarcellon.'i avo nial«*rno di Agalbursa. j»cr Bdrisonc di Arbttren, furono Ugonc vescovo
E riportato per intiero nel Meni, del maif|. di di S;int;i Giu!<t:i ,
Filip|to Giusta c Biioncavtilla
Cosco) ,
niiiii. 39. Knirprio. Farj lil> Il dv Sard, ^
fol
•
bv Googli-
.
BAR 121
imperio ,
annulli) la preceiicntc inve- magìne di ro , ma di re uon aveiulo
slitura della Sardegna (I); e Barisone, nè le ricchezze nè il potere , ostenta
inebriato del nome regio suonatogli per le vie di Genova la nuova dignità
ilolccmcute airorcrehio ,
al)bandonati sua , e riceve dai più distinti cittadini
tosto gli stati ,
veleggiò alla volta di sardi il giuramento di vassallaggio. In-
(icnova, dove pose piede nel 29 giugno tanto i pisani ottengono da Barbarossa
1 164, ricevendo dalia repubblica amica rinvestitura dell’isola a loro favore :
rare dimostrazioni d'onorànza (2). Ma collegati cogli altri regoli sardi deva-
mentre egli va c ritorna da Pavia, di- stano gli stati di Arborea; e Bari-
eliiarato re dellisola intiera nel 2 agosto sene affidalo alla custodia de’ prtmarii
dello stesso anno (5) ;
mentre con so- cittadini genovesi ,
quasi a Gtolo di
lenne pompa è incoronato dalle mani prigione onorata ,
condotto e ricon-
stesse di Cesare (4), maturano con ra- dotto per due volte da Genova a Sar-
pidità i destini che volgeranno in lutto degna , dopo aver vagato inutilmente
la sua letizia. I pisani ap|>ronìttano della per tutti i porti dell’ isola ,
consuma
sua assenza per far lega cogli altri re- quattro anni ira le incertezze e le umi-
goli sardi ,
e preparansi alla guerra : liazioni ,
spettatore impotente e di-
egli ,
astretto da Federigo allo sborso sprczzato delle gare pisane e genovesi
dei 4,000 marchi d'argento, obbligato (6). Finalmente, conchiusa nel 1168
a contrarre enormi debiti colla repub-
rebbe a Sardegna , F annuo cenao di marchi
blica di Genova e a ricevere da essa d’argento e il aussidio di lire 100,000 in caso di
le condizioni della prestanza (5) ;
im- guerra del comune; dotare col reddito di
due ville
(
corri ) la fabbrica di S. Lorenzo di
Genova , edificare in quella città casa regia e
(i) Nel ii5a F imperatore Federigo avea con- talvolta soggioniarvì ,
cedere alla repubblica 1
ersao F isola a Guelfo duca di Spoleto suo zio. castelli di Marmilla c di Arcolento , concedere
(a) I genovesi, appena Barisone fu dichiarato in Oristano spazio capace di cento case per i
re di Sardegna , spedirono le loro navi per mercatanti genovesi ,
riconoscere F arcivescovo
IraApnrUrlo a Genova : i consoli stessi dtOla di Genova legato pontificio e primate di Sar-
repubblica uscirono ad incontrarlo al ano arrivo. degna ;
3.0 non potere la repubblica trattar pace
(3) Barisone andò a Pavia , dove dimorava co’pisani il tuo consentimento , c dovergli
, senza
r imperatore Federigo Barbarossa ,
per ottenere essa somministrare otto galee ,
conirarrcndo alla
la investitura del nuovo regno. Lo accompa- metà delle spese. L'atto dì tal convenzione è
gnarono quattro oratori c due giureconsulti del i6 settembre 1164, ed è inserito in una
genovesi che furono Lanfranco Alberigo, Pic- lettera di Federico Federici diretta a Gaspare
c.imiglio, Guglielmo Doria, GìonaU del Campo, Sdoppio, in cui narra le cose notabili della
Bi,:otto e Guido Laudensc. repubblica di Genova, p. 39, 4o, 4** riporta
(^) Fu incoronato nella chiesa di S Siro con ancora FUgbelli neWftatia sacra , toin. IV.
un ricco diadema che il comune di Genova fece (G) I impera-
pisani nel ii65 ottennero dall’
lavorare appositamente per luì. tore Federigo nuova investitura della Sardegna ,
(5) Chcrto cancellarlo riporta nei snui annali con cui furon*>annullatc le concessioni anteriori
il dialogo avuto da Barisone con Federigo per fatte al conte Guelfo e a Barisone di Arborea
otlenere la dilazione del pagamento dei 4<>oo nel ii5a c 1164. Barisone parti per la Sardegna
nurchi d^argcnlo. Non avendo ottenuto la mora, nel 1 165 e 1 1G8 , scortato sempre dai genovesi ;
ilregolo d’Arhorea contr.nsse debito di quella ma non avendq ricavato dalle tasse dei suoi
e di altre egregie somme verso il comune di popoli le somme , di cui era debitore ,
fu ri-
Genova. Conveniva ) i.o pagare alla repubblica condotto a Genova e custodito gelosamente 6no
il denaio preso in pre.slanza , to.stoch^ ritomc- al i I
^ I
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,, ,,
,
122 B AS
la (tace con Barisone di Torres ,
la- 1186 cessò di vivere, portando al se-
sciali per ostaggio in mano de’ geno- polcroil nome vano di/te , e il peso
antichi stati, dopo sette anni dacché seppe moderar l’uaa , non dominare
n’ara partito ,
stimolato da smodata l’altra quindi d’entrambe fu giuoco
;
senza dignità , senza prò e senza fede Star, di Moni. Cass. parL I fol. 157.
regia. Due volte riprese le armi contro - Mutar, e Coslad.
,
Annoi, eamaltl.
i regoli di Cagliari e di Torres ;
due tom. Ili lib. XXIX num. 32 , e nell’ap-
volte i consoli pisani l'obbligarono alla pcndicc num. 286. - Biograf. univers.
pace : questa fu ralTermata per sempre tom. IV pag. 306. - Memor. del march,
nel 1181. Innestando ai prOprii vizi di Coscoj., num. 39. - Gazano , Star,
l’amore, o la sembianza della religione, di Sard. Ili cap. VIL - Cghelli
lib.
fondò nel 1175 nella città di Ori.stano hai. sacr. tom. IV in Arch. lan. num.
uno spedale somigliante a quello di 27. - Ottob. Scrib. A musi. gen. Kb. II
Stagno presso Pisa, e nel 1182 il mo- fol. 293. - Tronci Memor. Pis. anno
,
^li affari del suo stato nella corte romana e ìra- fol. 067:
V<'rialc. I diplomi relativi sono riportati dal I
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, ,
nEL 133
ed eltho molto contenzioni coi ministri e pubblicò nel 1 579 gli atti dei diversi
delle curie secolari del regno per causa parlamenti celebrati in Sardegna col
d'immunità e di privilegi ,
per lo che titolo Capitoli db cori del ettament
nel 1613 fu incarcerato dai suddetti militar ec. En Caller 1572. Egli -com-
ministri ;
ma il re di Spagna ,
ricono- prese in questo suo lavoro tutti i ca-
sciuta la sua innocenza ,
lo fece met- pitoli fermati nel parlamento sardo ,
tere in libertà. Scrisse io idioma spa*- da quello riunito nel 1421 da D. Al-
gnuolo la relazione dell' invenzione fonso re di Aragona , Ano all'altro con-
delle reliquie de' Ss. Martiri turritani, >ocato dal viceré D. Alvaro Madrigai.
la quale fu stampata in Barcellona nel Delle corti aperte in Cagliari nel 1355
1615 un voi. in-l.°. La medesima è
,
da D. Pietro il Cerimomoto , gli atti
che oggi èdivenuto rarissimo (1). (Ved. quale nel 1544 fu governatore di Ca-
Sisco ,
Memorie mss, ,
tom. Ili fol. stello Aragonese ,
restaurò le fortifi-
(i) Urbano Vili detto prima Mafleo Barberini tere e la pubblica istruzione introdotta
amò le belle lettere ed i letterati ,
c compose in Sardegna dalla compagnia di Gesù
eccelleoti versi latini nei quali imitò felice^'
,
chiamatavi da Alessio Fontana, e Iti
mente Orazio. Dal che deriva maggior lode al
BasUliga avaido egli intitolato T opera sua a padre di Elena Bellit generosa bene-
,
chi era io grado di ben giudicarne* fattrice della stessa compagnia. (Ved.
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,
124 BEN
Manno ,
Star, di Sarà. toni. Ili pag. denza. I pisani aveano ottenuto da lei
SCI, - Saccliini ,
ffist. Soc. Jes. parL la concessione della roccia soprastante
Il lib. VI fol. 229-30, part V lib. IV alla città di Caglittri : edificarono quivi
fol. 192-93). I castello di Castro ,
col i]uale tenendo
in soggezione la città ,
poteaiio dettare
BENEDETTA, principessa caglliiri- a Benedetta la legge che loro piacesse.
tana, figlia di Guglielmo
I marchese di La ridussero prima con blandimenti a
Massa, e di Adelasia del conte Guido, giurare vassallaggio alla repubblica, e
Suo padre ,
dopo le vittorie ottenute a ricevere dal console pisano nuova
nel regno di Arborea ,
e la prigionia investitura del suo regno ;
quindi tra-
di Pietro I regolo di quella provincia scorsero alle violenze; per lo che ac-
la diede in isposa a Barisonc o Para- cortasi ,
ma troppo tardi ,
della infida
sone 4li lui figlio primogenito ; con amicizia dei suoi alleati,, c inabile per
siflalta politica ,
mentre ralTermb i di- se medesima a resistere alle forze dì
ritti di quesl’unica sua figlia negli stati una repubblica cosi potente implorò ,
cagliaritani ,
apri alla discendenza di l'aiuto dei genovesi , del re di Torres
lei la speranza di succedere negli stati c di papa Onorio 111 (2). Ugolino ve-
altrui. Benedetta cominciò a regnare scovo d’Ostia e legato pontificio intimò
nel 1215, c fu riconosciuta per legit- ai pisaniche richiamassero il loro eser-
tima sovrana dai magnati ecclesiastici cito da Sardegna, e demolissero il ca-
c secolari del suo regno. Uno dei primi stello di Castro: però es.si non ubbi-
atti del suo governo fu di prestare dirono ; e solamente in virtìi del lodo
omaggio alla Chiesa romana (1) ,
e di del 1217 acconsentirono alla rimes-
contrarre alleanza colla repubblica di sione della rocca in mani del papa.
Pisa, onde consolidare il suo potere; Unurio 111 mantenne Benedetta nella
ma l'ambizione dei pisani la fece pen- divozione verso la S. Sede la investì ;
tire ben tosto deir amicizia loro, e la un'altra volta nel 1224 degli stati ca-
ridusse ad uno stato di servile dipen- gliaritani , e facendole giurare solenne
e perpetuo vassallaggio ,
la fece tribu-
Ct) L’ atto dionuggio di Bcnodctla c di Pa- taria della Chiesa romana (3). Benedetta
resone BÌ consorra udì* archivio della Chi<‘.<ui
romana. 11 catalogo delle carte eHÌ9tci>ti in detto
archivio pubblicato dat Muratori
( Àntiq. itnl, , (3) La lettera che in questa occasione Bcnc-
tom VI, diiMcrt 71, col. 7^), nella col. 118 ilclta indirizzò a papa Onorio IH , è riportata
ha la aegiicutc citazione: Homaginm Pavagson dal Raynaldi ad ann. lai^ pag. c seg.
,
Henedictae ej'nt uxoria , praestitum Episcopo colle quali nel iai5 Benedetta avea prestato
kttlaritano , recipienti vice nomine Inno-
et Tumaggio alla S. Sede ^ e il vescovo cagliaritano
centii papae , et eanctae romnnae EccUsiae. ic avea conceduto a nome del pajia la investi-'
Actum in villa Skanigliae (forse castello S. Igia) tura del regno di Cagliari.
in palnUo Episcopi katarilani , anno Donimi (3) L* atto c del 3 dicembre iaa4 ‘
lo riporta
MCCXV ,
quarto decimo calendas decembrit ^ il Murai., Antiq. ital. , tom. VI ,
dìsscrt 71 ,
rum bulla plumbea dicti ducis. Il castello di col.
7 , 8. Tra le altre condizioni ,
Bencilctta
S. Igia sorgeva nel sito ove era Pantica Cagliari : si obbligò per sò e suoi successori nel regno
anche oggi nel sobborgo di Slampacc
rsi.^tc il cagliaritano a riconoscere il su|^ciuo dominio
luogo dello Sarta Cilla. della Chiesa romana ,
a (wgarc 1* annuo ccuso
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, ,
BEN 125
era allora già vedova di Parasonu. Non mento di donazione da lei fatta nei
si conoscono gli ulteriori atti del suo principio del suo regno alla chiesa di
governo , nè si può bene accertare , Sant’ Antioco di Solci è riportato dal
se dopo la morte di Parasene sia pas- cavaliere La-Marmora nel suo Fojage
sata a seconde nozze , come si ricava en Sardaigne : essa s’ intitolò talvolta
dalle cronache sarde (1). Però si può principessa ( yuighissa ) di Arborea «
affermare con certezza che nel 1234 forse per le ragioni di suo marito Pa-
Benedétta avesse già cessato di vive- rasone a quegli stati ( Ved. Muratori
re perciocché in tal anno papa Gre-
,
Annal. d'ital., all’anno 1217. - Lo
gorio IX diede in custodia a Orlandino stesso, Antiq. ital., tour. VI, disserL
Ugolino de’ Porcari la rocca di Massa 71 ,
coL 7 a 24 , col. 75. - Tronci
e il castello di Potenzolo già 'apparte- all’anno 1217. - Raynal , all’ann. 1217,
nuti a Guglielmo marchese di Massa nnm. 86 , 90 ,
97. - Fara , lib. II dè
e giudice di Cagliari., siccome devo- reb. Sard , fol. 235. - La-Marmora ,
.
nedetta il Fara
di cui parlanolih. tl reù.
stati impressi in Cagliari nel principio
, (
&ird ) cd il Mauno {Stor. di Sard. , tom. Il, del secolo XVIL Morì il Benedetti in
pag. 3a3 ) Ma se nel 1334 la rocca di Massa
delta città addi 17 marzo 1635.
e il castello di Potenzolo erano devoluti alla
Chiesa romana, Guglielmo II era già morto , o
avea cessato di regnare , c quindi rimane dubbia BENEDETTO, vescovo di Dolia, ri-
la narrazione del Fara , il quale fii conrìociarc nomalo negli annali cassinesi per la
il suo regno nel i*ì 39, giovandosi delPauturìta
Sardegna col fatto risultante dal citalo diploma licnse da papa Urbano IL Pietro dia-
muratoriano del 1334 , e ciò sulla scorta dei
nuovi documenti che produrremo a suo luogo (3) Esiste nella biblìutcca sarda dell’ autore
( Vcd. GUGLIELMO li > di questo Duiouorio biugraUcu.
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,,,, .
IM BER
couo nelhi Cronica cassinese e nei li- nel 1750 vestì l’abilu della compagnia
bro dei Miracoli recita i prodigi ope- di Gesù. Applicatosi agli studi ,
di-
rali da questo venerabile servo di Dio, mostrò una rara felicità d' ingegno ,
del quale fanno altresì menzione il ma soprattutto una inclinazione alla
inarlirologio di Monte-Cassino, i Bol- poesia ed alle lettere amene, che lo
ed
landisti il Mabillon. Nel 2 maggio distoglieva spesso dagli studi più gra-
1112 donb la chiesa di Santa Maria vL Insegnò rcttorica nel collegio di
d’Arco colle terre, vigneti e orti an- Piacenza dal 1761 fino al 1764. Col.à
nessi al monistero di S. Saturnino di levò fama di letterato e di culto poeta
Cagliari dipendente da quello di S. Vit- e prosatore ; quindi la sua scuola fu
tore di Marsiglia, di cui era abate Od- frequentata da molti giovani che ac-
done. 11 Bonfant e il Machia lo collo- correvanb in folla ad ascoltare le sue
cano erroneamente nella serie degli lezioni ; Clemente Bondi , leggiadro
arcivescovi cagliaritani. Non deve con- poeta italiano è stato uno dei suoi
fondersi con altro monaco Benedetto discepoli. Nel 1765 fu chiamato a Sas-
che flori nello stesso correr di tempi sari per ristaurare gli studi già vieti
nel regno turritano ,
e fu priore del deU’anlica scuola spagnuola. Operatori
monistero di S. Pietro di Nurki. Costui, della salutare riforma erano Carlo Em-
regnando Gonnario II, ottenne dall’ar- inanucleIII re di Sardegna e il conte ,
Calar . , lib. 11 ,
fol. 60 ). all’ uso di una lingua che dovea j>re-
(*) BEIRLB^'DIS (A^GKIX)), nacque (i) Quella che diedero in Saasari i suoi sco-
];iri nel 1766 fu multo I<hUU dal conte Bog ino
in Vicenza nel 22 dicembre 1735. Non
(
Ved. Manno , 6’ior. di Hard. » loiu. ÌV pag.
,
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, , ,
.81 :R 127
cedere alla riforma generale del pub- che fu propria c quasi naturale al poeta:
blico insegnamento. Nel 1768 fu uo- perciò i sono forse
capitoli e le stanze
Cagliari,
professore di eloquenza ita- pecchino in alcuni luogiii di troppo
liana, e poi preside del collegio dei frequente arguzia di coucelU. La fan-
nobili. Essendo tasia , stanze in ottava rima , e L’in-
in quest’uffizio ,
cessò
di vivere nel 1792. fermità, capitòlo scritto colle stessè
La sua morte fu
disgraziata , perciocché precipitò da terminazioni che Alessandro Sappa
uu’altana dello stesso collegio , ed il avea usato nel suo capitolo La co-
suo corpo si sfracellò rompendo con scienza , abbondano di pregi poetici.
impeto sulla rocca sottoposta. Fu uomo Bellissimo è uno de’ suoi sonetti per
religioso e faceto ad un tempo; amò i dolori di M. V. che fu tradotto in
i giovani ,
e fu pazientissimo nell’ in- verso elegiaco latino dal P. Giacomo
segnarli. Ebbe amici» in Italia ed in Picozzi della compagnia di Gesù , e
Sardegna moki letterali: il suo carat- inserito colla traduzione nelle Ana-
tere dolce ed ingenuo , il suo conver- creontiche pubblicate in Milano da
sare, che condiva sempre di sali veneti, Francesco Ppgliani nel 1794. 11 Par-
10 faceano stimare generalmente. Fu naso italiano del 1763 pareggiò i versi
accademico Immobile di Alessandria scritti dal Berlendis per le nozze del
(1783), e pubblicò in diversi tempi conte Brizio della Veglia colla dami-
variè poesie , le quali sono state rac- gella Nicolis di Brandizzo ,
per ischie-
colte e date alla luce nel 1784-85 tezza di grazie poetiche, ai piu lodali
Questi componenti sono pregevoli per tori poasano giudicare ancor e&si dopo il giudi* ,
la spontaneità del verso e della rima zig non sempre inappellabile del Parnaso italiano.
Un Amorin che pcsea? '
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128 BER
veruii episodio d’amore, clic è uno Dilllcili c importanti faccende gli fu-
degli elemeoli più iinporlauli della rono commesse dal suddetto poiile-
macchina tragica: quindi nelle due sue Qce , le quali egli .trattò con molla
tragedie , intitolate Sardi liberata e S. prudenza , per lo che si acquistò fama
Saturnino, gl’interlocutori mancano di di pastore non meno pio che operoso
passione, l’azione è languida, sforzato per l’incremento deU’autorilà aposto-
il verso ,
nè vi è quell’inviluppo di lica. Anzi che si dipartisse dall’ isola
accidenti atto a destare nei lettori o per andare a Roma , fu delegato per
negli spettatori il terrore e la pietà. ridurre a concordia il vescovo ed il
applicar l’anùno ad altri soggetti capaci scovi sardi per impor termine alle
,
227, 252, 302, 304 e 305 in noL). l’arcivescovo turritano (3), crasi alfret-
tatu a precederlo , e Guglielmo , che
BERNARDO. Ved. OMODEO.
nrehiefutenpi turrilani nonit martii indici. 6.
BIAGIO. Illustre prelato della chiesa Incarnai. Dtun. anno l'jox pont^caltu l'ero
turritana il «piale tiorl nei primi anni D. Innocentii PP. Ili anno 6.
,
poco appresso a Roma per essere coii- tippcna seppe V elezione di Biagio c la delega-
zione fattagli dal pont(‘fice se nc dolse altamen-
secralo: colà rimase lino al 1203 (2). ,
te ,
quasi fossero stali lesi i suoi diritti ,
che
{lerò il papa gli risjK>sc : Mihit simile pisanae
(i) L’oraziooe Ialina fu acritta c dcUa dall’a- ecctesiae privilegiis contineri. Ma dopo nel iao4
bate Francesco Carboni. 10 stesso papa scrisse a Biagio che prcstissc il
(a) Ciò appare da un diploma riportato dall’ dovuto ossequio airurcivcscovo di Pisa, allorché
Cgbelli ,
tom. I , noni. 33 , col. 85i , nel ijiialr visiterebbe in Sardegna le chiese soggette alla
sì legge dalum Latcriwi per manum Blmit
: sua icg.iziouc. '
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,
B1 A 129
aveva giuralo in sue mani il vassal- sardi contendenti colle armi per au-
laggio alla Chiesa romana ,
ritlulò di torilh didominio, può essere riguar-
rinnovare in mani di Biagio lo stesso dato come un lavoro di politica in ,
tefice l’operato ,
che Innocenzo lo di- annui tributi che solcano corrispondere
chiarò nullo ed insussistente ,
c fatti all’arcivescovo di Torres sono ampia-
gravi rimproveri a Ubaldo ed a Gu- mente descritte nel diploma del 5
glielmo ,
ordinò a quest’ultimo che maggio 1205, riportalo dal Gatlola
giurasse nuovamente in mani deH’ar- nella Storia diMonte-Catsino (2). La
ci vescovo turritano (1). La confidenza sua morie pnò fissarsi nel 1216 , c non
che il papa ripose nella prudenza e è improbabile che la medesima sia
nei lumi di Biagio di Torres è attcstata stala cagionata dalle vessazioni e dalle
legge infatti, che nel 1201 Innocenzo i pisani in odio della legazione o mis-
111 lasciò in di lui arbitrio il rimedio sione pontificia da lui esercitata con
tla adottarsi per le nozze di .Mariano I lauto zelo (3). ( Ved. Gallola ,
Hist.
e di Giusta, regoli di Torres, con- cast. parL I fol. 427. - Mansi, Su/>fdem.
giunti fra loro con vincoli di consan- ad Condì, veneto. - T,abb. lom. II
guineità ,
e che lo stesso incarico gli col. 789. - Innoc. PP. ,
Epist. Ediz.
fu dato nel 1212 per nilegittimo ma- Baluz. ,
tom. I lib. 329 pag.
I epist.
anno 1212 per comporre i gravi sdegni lit. XXIV De prae-fcripi. cap. XVII. -
Fot. l.
9
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130 BIA
uU'auno 1:205 nuni. 68, all'anno 1205 plaudite per la felicità do’ concetti c
num. 66, e aU'aunu 1204 num. 78 pag. per la purità della lingua ,
quanta in
202 ). que’ tempi ne comportavano le scuole
sarde : anzi fra i poclii ,
i quali nella
BIANCO (Pietro). Da Francesco di metà delle scorso secolo si studiarono
Pietro Bianco e da Francesca Quasina, di collocare fra noi in onorato seggio
onorati c distinti cittadini ,
nacque in le italiane lettere, merita lode il Bianco
Sassari nel 21 ottobre 1754. Avviato d’essere stato uno dei migliori. Ai
per tempo da’ suoi genitori nella cai^ principi sabaudi ,
Maurizio Giuseppe
riera degli studi ,
diede saggi d’ in- duca di Monferrato , c Placido Bene-
gegno molto precoce e di memoria detto conte di Moricna ,
fu carissimo
prodigiosa, per lo cbc superò nelle (1). V’ittorio Emmanuclc I re di Sar-
classi di gramatica e di umane lettere degna lo propose al papa Pio Vii per
tutti i suoi compagni. Ebbe maestro la vacante chiesa di Alghero ,
di cui
in questo ultime il P. Gemelli ,
pro- fu consecrato vescovo nel 1805. In-
fessore di eloquenza neU’università di dole mansueta ,
giusti4t' o>ai corrotta
Sassari, noto in Italia pe’ suoi scritti, da mondani rispetti , amotn della ve-
il quale solca dire di lui, essere già rità , zelo della religione Girono le
maturo dì senno in età giovanile. Ap- virtù che piu risplendcttcro nel suo
plicossi quindi alla filosofia o alle episcopato. La sua pietà non conobbe
teologiche discipline ,
delle quali ot- confini :
parco nel vivere modesto ,
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BIO 131
lui viveiilc ,
per gencrosilù sua nella il ministero del conte Bogino ,
c per
cultudrulu (li Alghero. Morì in .Maconier, ultimo veghicre reale della città di
villaggio della sua diocesi, nel maggio Sassari. Le opere che
di lui abbiamo
1 827, incidrc attendeva alla visita pa- sono per maggior parte mss. Lo
la
sportate le sue ossa alla suddetta cat- voi. in fol. di Allegati foremi 2." in :
zione funebre ,
e multi compuoiincuti notizie patrie che hanno principio dal
poetici, alcuni de’ i|uali si lcgguu<> ili 1318 c terminano nel 1750 (un voi.
varie rac(X)ltc pubblicate iu diversi in fol.) annotato nel margine del primo
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,
132 BO L
riali, rigiiartlanli la causa di spolio iii- 27 legni da guerra ,
il Bologna si ri-
tcolata dal capitolo diAlghero contro meritò in ogni incontro la fiducia del
il tarritano ,
dopo
morte dell’arci-
la suddetto momirca, il quale gliene diede
vescovo Bcrtolinis, i quali furono im- -solenne e pubblico attestato , allorché
pressi in Roma dal Bernabò nel 1757. nel 1785 sulla nave capitana di S.Gioa-
Martino Bologna ebbe in moglie Fran- chino lo trasportò colla sua reale sposa
cesca di Antonio Bartolommei segre- Maria Carolina d'Austria da Livorno
tario del comune di Sassari. Morì circa a Napoli. Alle eccellenti qualità dello
il 1775, e non lasciò discendenza. (Vcd. spirito univa il Bologna quelle (’cl
andossene al reame di Napoli per in- Uisscrt. sulle sard. autick. foL 63 ).
costume. Si ascrisse sotto mentito nome luce intitolata Triumpho de los santos
,
nel 5 settembre 1784 alla eminente r autore descrive la vita dei martiri c
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,,
BON 135
iscrizioni. Il primo libro b preceduto l’andar dietro allo medesime , o il vo-
da un breve sunto delia storia di Sar- lerne fare l’analisi compiuta: basterà
degna , e delle varie dominazioni , alle il dire che il Bonfant, quasi dal primo
quali fu sottoposta fino alla morte di nascere della religione cristiana sia
G. C. ;
dal qual pnnto ,
aprendosi il stato contemporanco di tutti i secoli
Boiifant la via alla trattazione del suo della chiesa e testimonio oculare dei
argomento (acconta Tarrivo a
,
Cagliari fatti che .succedettero ,
descrivo minu-
degli apostoli S. Pietro e S. Paolo tamente il nascimento, le gesta, i mar-
Domiziano fino a quello di Dccio. Il ziali B. M., crede aver trovato un nuovfv
capo Xll del libro XIll ò destinato in- martire cagìiaritano. La novità non è
tieramente a provare la santità di Lu- quella che lo spaventa ; egli improvvisa
cifero arcivescovo di Cagliari ,
e quella sul punto una leggenda circostanziala
dei ve.scovi suoi successori. Il capo del suo novello atleta cristiano, e se-
XLIII, ch'è l’ultimo dello stesso libro, guendolo per tutte le fasi della sua
contiene il seguito del sommario della vita , non lo abbandona finché non lo
storia sarda fluì tempo dei vandali fino
a quello del dominio aragonese, e ter-
(i) Chi potrcb)>e p. c. tener le risa ,
,qiianilo
mina colla confutazione di quanto il
il Bonfant riferisce con (pravità isterica siccome
,
P. Piuto nvea scritto riguardo all’antica S. Pietro apostolo partito d* Africa per andare
reca maraviglia come abbia potuto esi- meno die gli sia stato compagno nell' itinerario
stere tempo cui scrivessero e dall’Africa sino a Roma? Da que.slo sol<» pasno
f in si
si argomenti il rimanente dell’ opera ex angue :
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, ,,.
134 B ON
abbia collocalo in quel monumento e discernimento quanto era caduto in
sotto- quella pietra In cui è scolpila mente all’ autore di quel nuovo marti-
riscrlzioncche prende ad illustrare. rologio ; ma essendosi opposta la reale
udienza per sostenere diritti suoi
Cosi cominciando , seguendo e termi- i
fatta che tulio dovria essere cancel- chiesa sarda abbastanza illustre per le
,
ìitura dclendus. Non dissimile fu l’opi- sangue di tanti veri martiri della fede -,
nione de.gU altri sommi critici di quel e il voler accrescere lo splendore con
secolo fra i quali il Barberini, l’Ol- misero- invenzioni era opera non meno
,
ma, allorché il Bonfant volle pubbli- fatta dall’ Esquivel nell’ antica basilica
care la sua opera trovò increduli più di S. Saturnino (3) avea esaltalo gli
,
che testimonii delle sue narrazioni. spirili, non che Sardegna, anche in
in
sospetlaudu non vi fosse raccolto.Senza guardo alla ciiirntlazioiic {^Espurgo) del libro del
Bonfant m>iio del 9 giugno iG.{0 c la gennaio i(>j 1
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, , ,,
,
,
BON 135
tusiasmo generale lo gare dì mnnici- Papebroch. , in Append. ad act. Luci/',
jialitii
,
dalle quali erano acciccnli gli calar., tom. V, iium.118 e 129, e
ingegni sardi nella prima iiiclìi del lom. Ili aprii., pag. 212. - Mamachi
secolo XVII, il BonranI, invasalo dall' tom. 2, Orig, et antiq. christ., fol. 261.
uno e soslenilore delle altre, come - -Muratori, tom. V, Antiq. med. aev.,
rilevasi dalla stessa opera sua ,
cre- disscrt 58, pag. 17. - òimpi ,
Star,
dette benefizio di fortuna, o privilegio eccl. Piacent. ,
lib. VI, tom. L - Dexart
del ciclo la copiosa messe di tanti Capii, cur. regn. sard. fot 711-12 ).
nuovi martiri, che polca levare in cima
la sua terra natale. Ouindi se il dovere BONFIL (Gio. Vincenzo), nacque in
di biografo ne stringe a faro del suo Castello aragonese ( odierno Caslcl-
7Wofj/b questo giudizio, non taceremo Sardo ) ila onesti parenti negli ultimi
nemmeno che s’ egli avesse applicato anni del secolo XVI. Studiò teologia in
a soggetto migliore il jiroprio ingegno Sassari ,
ma applicatosi con
più grande
e r erudizione sacra di cui si vede impegno morale teo-
allo studio della
cl« non mancava, avremmo avuto in logica, diventò In breve un eccellente
lui uno scrittore ,
il i|uale jioteva con casisti^ Abbiamo di lui un’opera inti-
più onore essere utile alla Sardegna. tolata Canones censcientiae , un voi.
Scrisse ancora il lionfant ,
secondo la in-4.", ch’egli dedicò a D. Andrea Manca
lestimonianza del .Malici ,
la difesa del arcivescovo lurritano (1). È divisa in
primato ciigliarilano con questo titolo: .selle libri ,precede un breve
ai (]iiali
lirevt tratado del priniado de Sar- .saggio dei trattali morali de actibus
df-na y Correga en favor de los Ar- lìumanis et de jieccato. Il primo libro
zobispos de Caller (Cagliari 1637, un si aggira sulla materia dei contratti
voi. in fol.). A noi non fu dato rinvenire
un tale opuscolo, se pure non è l’islcsso
che forma parte del citato Triumpho (i) Di quest’opera del BonfìI non è stata fatta
menzione da veruno degli $criltorì sardi. L’esem-
de de Snrdcha disteso in
los saulos
plare posseduto dall’autore del presente Dizio-
più ampie forme ma il titolo mede- :
nario manca della data del luogo e del tempo
simo e r argomento di tal trattato ci in cui fu stampato : però 1’ edizione non può
essere anteriore al iG44« nò posteriore al i6i>6,
induce a credere che non dillerirù di
perchè dedicata V opera a D. Andrea Manca
merito dall’ opera precedente. Morì il
eletto arcivescovo lurritano nel j3
giugno i644»
|{onfuiil in Cagliari addi 2 agosto 1657 c giàmortQ nel aG giugno iGSG, in c|ji gli suo
ccdeUencirepiscopato Onofriu Gervida. È molto
(
Veti. Malici ,
Sarti, sac. in praefat ,
curiosa la dedica fatta d.^! Bonlìl al suddetto
fol. XI. - Lo stesso, op. cit., fol. 40, arcivescovo: nella tnedcsiroa, dopo aver tessuto
41.- Itulland. ,
PraeJ’tU. in vit. Ss . un lungo elogio delle virtù e del merito letto
lom. 1 febbr. cap. V, e nel Supjdem. rario del suo mecenate, si volge a parlare della
,
8iia illustrecasata, la quale, senza più nè meno,
apolog. agli alt. bolland. , art 2. -
fa discendere per linea retta da Muzio Sccvola
famoso nella storia romana per il tentato assas-
corpi di santi tnarliri rinvenuti nclU basilica sìnio di Porsenna quindi parla di molti uomini
di S. Saturnino ,
cioè tre nel ,
cìih|iic nel ciliari pru<lotli in diversi tempi dalla stessa fa-
e do<lici nel iC47> con nuvaiiU altre miglia. Ed ecco UDO dei tanti esempi del come
Mgni reliquie. r adulazione guasti gP ingegni.
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, ,
136 B0N
dello ultimo volontà o della restituzio- per secondo l’ antoriLà del Vi-
la fedo
ne ;
il de ecclesia, et
secondo tratta dal ,
Machin Bonfant ed altri scrittori
,
se avesse dato alla luce gli altri scritti altra sede non sarda , morisse tattavia
che l’autore degli anagrammi latini in in Sardegna in tempi posteriori a Bo-
lode di lui, i quali si leggono in prin- nifacio Il perciocché potea essere uno
,
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, , , , , ,
BON 137
prctcntlere eh’ egli fosse disecpolo di i mutivi che indussero Bonito a ralTrc-
(i. e. ,
vescovo di Cagliari , e quindi nare nella sua diocesi i monaci cassi-
anteriore al Bonifacio, di cui parlia- ncsi : aveano essi tant’ oltre estesa la
mo , è una conghicttura che manca potenza loro e l’ indipendenza dai ve-
alTatlo di probabilità. Non si hanno di scovi, che nelle chiese dei monistcri
Bonifacio U altre sicure notizie ( V'cd. amministravano i sagramenti per mezzo
Vital, yinnal, Sard., ad ann. 35, col. di chierici soggetti alla sola autorità
216. - Machin ,
Dejens, sanct. beat. monacale ,
e pcrccvcndo decime ,
ed
Lucif. in Calai, archiep. - Bonfant esercitando molli altri diritti ,
turba-
Triumph. de los sanct. de Qerd., pag. vano r ordine della gerarchia eecle-
45. - Papcbroch. ,
in Append. ad act. srastica. U concilio di I-aterano, cele-
Lucif. calar. pag. 225. - V’ict. ,
A' it. brato nel 1 1 79, avea proibito nel canone
persecut. ajric. lib. IV. - Finto ,
de settimo un abuso cosi scandaloso. Bo-
Chris, crucif, tom. 1, fol. 440. - Matt., nito, che viveva ancora secondo la
dimenticare sovente della quietee della VI, parte II, col. 1676. - Gattola, Jli.'it.
povertà dei chiostri. Bonito cercò di Cassili., parte I, pag. 430. - Malici,
rafl'rcnìu’li , di ridurli all' obbedienza Siird. sac. fol. 88 ,
89. - Machia ,
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,
1Ó8 DOS
nel tempo della fa-
(Iella (^asa d’ Austria figliastro di Siila, per governarla in qu.a-
mosa gticrra di successione alla corona iità di pretore, esercitò sopra i sardi
di Spagna. Eblm parte nei piano che ogni sorbi di concussioni. Sostare, in-
il marchese di Qifuentcs propose nel sotTcrentc del suo cattivo govenio, si
1 708 alla corte di Vienna per l’ inva- parli secretamente dall'isola ,, inten-
sione della Sardegna. Partecipe delle dendo a un tempo di liberarsi dalle
eongiiirc che per tal Gnc si tramavano avanic dell' ingonio pretore e di por- ,
nell’ isola dai fautori di Cario d'Austria, tare a Roma le doglianze de’ suoi con-
si trasferì con altri sardi, bramosi come cittadini. M. Scauro lo fece uccidere
Inidinuova dominazionc,alla vicina isola per via. Un tal delitto accrebbe l'odio
di Corsica per rannodar meglio le sue dei sardi, contro di lui: Gnila la sua
c(jrrispondcnzc col ^ifuentcs: quindi pretura, lo” accusarono (anno 700 di
sbarcato con una banda di armati nei Roma) di concussione, del depreda-
lidi della Gallura ,
fece sollevare la mento dell'isola, e déllVissasinio di
maggior parte di quella provincia ,
e Bostare. Publio V^alerio Triario ,
gio-
proclami) Cm-lo austriaco re di Sarde- vine c animoso oratore ,
Lucio Mario
gna ,
atterrando dappertutto i vessilli e Quinto Pacuvio della famiglia Claudia
spagnuoli. Fu largamente ricompensato sostennero per i sardi l'accusa contro
di questo suo zelo: ma durato avendo Scauro ;
i due ultimi ebbero dal senato
assaipoco in Sardegna il dominio te- l’ incarico di trasferirsi a Sardegna per
desco, non potè il liorrùs giovarsi gran ricevere le deposizioni dei tcslimonii
fatto dei premii compartitigli dalla corte ma por noanii «Bdarono temendo che ,
di Menna, e al ritorno degli spagnuoli nell asseoB» loro Scauro comprasse col
ncirisola fu costretto a riparare in danaro 1' assoluzione dei suoi delitti.
terra straniera, dove poi cessò di vi- La madre di Bostare e Ari suo secondo
vere (1 ) ( Vcd. Bacallar, Coment, àe la marito ,
presenti entrambi in Roma
guer. de F. spana, fol. 509 ,
prima ediz. rendettero più clamorosa l'accusa. Ma
Gcnov. - Sisco, flfemor. mss. tom. III.- Scauro, alla verità opponendo l'intrigo
Manno, Storia di Sardegna, tom. IV, e la corruzione di coloro che doveano
pag. 32). giudicarlo, profuse l’oro di Sardegna
per trionfare de’ suoi accusatori. Publio
BOSTARE. Illustre cittadino di Nora, Clodio Pulcro M. Marcello , M. Cali-
,
Allorché arrivò a Sardegna M. Scauro, non usci salvo fuorché per la rino- ,
•kì''k ipp>1*ToJh
f vyrrnMr’r’'r,ì
A V 1.0 .<* 1 ^ '>^!-;!T-
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,,, ,,
BOX 139
ebbe Uioffo in senato nel 2 settembre BOXA ( Giacomo de ) Vcd. CANO
del 700 di lloina. Cicerone, non avendo (
Frascesco ).
cusa dell’ assassinio di Boslare impu- tiligari (3). Fatti in patria gli studi
tato a Scauro ,
facendone con arguto e elementari di grammatica, fu mandato
artiGzioso molleggio radere il sospetto a ('.agliari dai suoi genitori per appa-
sopra Ari (1); disse male dei sardi e rarvi le discipline lilosoliehe ; dimo-
della Sardegna con quelTaudaco licen- rando ili questa città, si rendette frale
za, di cui usano gli oppressori contro nel reai convento dei mereedarii di
gli oppressi ^ e poi volgendosi a tes- Biionaria: nel medesimo compì il eor.so
tori delle città e delle province giu- la sua mente, si trasferì alle Spagne,
,
dicò a favore di Scauro : ma il nome dove percorse una carriera pili vasta
di postare ucciso per difendere la sua c più luminosa. Fu prima collegiale in
patria,
quantunque kivendii-ato ,
ri- Alealà ,
poi reggente degli studi della
marrà glorioso per sempre nei fasti [iroviiicia di Aragona, e quindi per
della Sardegna ( Ved. M. Tuli. Cicer. dodici anni cattedratico di teologia in
Opcr., toni. Vili, fol. 4."a lin. 485. - Saragozza e Barcellona; due volle
in
prima , fece uccidere dai suoi tticarii lo $U»so rendette importanti servigi al monarca
BosUrc. I biografi francesi , malo interpretando
cattolico in Famplona ed in Tiidela di
il senso di quest* aringa ciceroniana ,
scrivono
che Scauro fu bccumIo dai sardi per avere usalo Navarra. Il suo nome era conosciuto
violenza contro Ari , la di cui moglie egli de-
siderava ardcutcmciitc ( V. /7ói^rop/i. u/iiV. cc.
toni. 5i, arL Scaurut M. KmilJ). (3) Piclro Boyl era figlio di altro Pietro
(a) Cicerone medesimo, scrivendo a Allico, e iliCostanza di Oirulamo Ulives gentildonna
confessa che difendeva una causa ingin.vta. '^asvarcsc.
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,
140 BOY
Taiilaggiosamente in Spagna ,
dove at- cui egli era confinato. I.o divido l'au-
tese con fervore alla prcdicaUira. Ma- tore in diciolto capitoli ,
nei quali tratta
drid lo avea udito piu volte orare dai partitamente della invenzione della sta-
suoi pergami con mollo applauso ,
per tua di N. S. del Pache ( del Poggio )
lo die fu nominato qualificatore della accaduta in un colle distante due leghe
sii/)rema dell' inquisizione, e predica- da Valenza ;
della fondazione e anti-
tore di corte di Filippo IV. Gli sla- chità del monistero dei mercedarii ivi
menti sardi, rasscmbrali in Cagliari nel seguita; delle donazioni fatte al me-
1C3I aveaho supplicato il re di desti-
,
desimo dai re e da varii grandi di Ara-
nare Fr. Francesco Boyl ad una delle gona ; dell' ordine cavalleresco fond.a-
mitre che vaclicrebbcro in Sardegna ;
tovi , dal quale poi ebbe origine quello
i|uesla petizione fu appoggiata nel 1G52 di Montcsa ; delle gesta di S. Pier No-
dal reai consiglio di Aragona e dopo ,
lasco suo primo fondatore (2) , c degli
alcuni anni rinnovata dagli stessi sta- nomini illustri che vi ebbero la tomba.
raeiiti sardi (1); ma non fu esaudita Sostiene nel capo nono che S. Fulgenzio
fino al 1655, in cui papa Innocenzo X, vescovo di Ruspa c gli altri vescovi
accedendo alla proposta fatUine dal africani esiliali nel 493 io Sardegna da
siuldetto re Filippo IV, lo creò vescovo Trasamondo re dei vandali fecero pas- ,
di Alghcto sua patria. Era questo un saggio nel monistero di N.S.tfef Pache :
cagliariUino per lo stamento ecclesiastico c da (a) Qticsla dtgrCBsioito sulle gesta di S. Pier
,
D. AITonso Gnaibcs marchese di t^aliuas |K*r lo Nolascn fu cieduta da Inlimì iiii^opcrcltu sepa^
stamento militare. raUiucutc pubblicala dal U»yl.
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,
BÒY \\\
gna pt'cca però lal> olla di vanita c sua chiesa (2), c chiamò in Alghero i
:
guendo il costume di quei tempi , sia molto dotto. Le opere sue mss. sono:
° la difesa della santità di S. Lucifero ;
qualche volta oscuro per le studiate
trasposizioni delle parole ,
e per la ° un grosso volume di commenlarii
agli atti apostolici 5.“ un’opera maria-
stentala costruzione dei periodi. L’altra j
opera edita del Boyl è nna collezione na; 4.° alcuni discorsi e prediche mo-
di dieci panegirici in lingua castigliana rali. I-igli stesso cilii soventi questi suoi
Madrid ; la intitolò dal numero delle luce ma prevenuto dalla morte non
-,
orazioni Sacra decima primteia potè eseguirlo. Marco Boyl suo fratello
, y
evangelica (Madrid, en la emprenta primogenito fu chiaro per armi e per
reai 1645 un voi. in-4." ). La mede- lettere; un memoriale in istampa, da lui
,
visse l’autore, ed il gusto della unzione gnuola ne rende la piu ampia testi-
)
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, ,,
U-2 BOY
pag. 47, 48 ; cap. XI, p. 51 ; cap. XllI, incontri ,
che l'obbligarono due volte
pag. 83. - A/cm. de los estam. de Sard. ad abbandonare la patria. Viaggiò in
- Aleni, de D. Alarcos de Bojrl, 1622. Italia, e poetando, ed insegnando nelle
- yirch. dei march, di Piitif. lom. I, private case ai fanciulli gli elementi
iium. 18 19. - Arcìùv. della catted. della lingua latina procacciossi i mezzi
,
ili Alghero cpist. dei vescovi. - Matt. di vivere. Per alcun tempo ebbe im-
Sard. sac. ,
fol. 176-77. - Boll, dell’or- piego in Roma nella segreteria del
dine di N. S. della Alerc. , pag. 300. cardinale Borghese; poi andò a Napoli,
- Seggio , id. de los mari, turrit. , e contrasse amicizia con Domenico
lib. Ili cap. Xlll. - Quesada Pilo, Con-
,
Rossetti, celebrato improvvisatore di
trov.forens. , cap. XXVUl pag. 291 ,
versi italiani ,
cui fu iucilanieuto a tra-
num. 40 ).
sferirsi Sardegna per darvi saggio
in
della lodata arte sua (I). Però non mai
BOYL (V'iTTOBio). Vcd. PILO-BOYL- costante in un proposito, ma vario
sempre , e seguendo nel suo vivere
BRANCA (Sebastiano). Poeta nazio- piu le immagini che la realtà delle
nale assai conosciuto in Sardegna per cose, trasse il rimanente de' suoi giorni
te sue rime in lingua sarda ed in dia- misero ed infelice. Fu poeta c men-
letto sassarese. Nacque nel 1738 in dico (2). Amò come amano i cultori
Sassari^da Girolamo Branca , legista delle muse : la moglie clicebbe , egli
ed avvocato non ignoto del suo tempo, non scelse ,
ma gli fu data. Mori nel
e da Maria Deirio donna di civile con- 1812 in Mores, cospicuo villaggio del
dizione. Educato dai parenti nella pictA capo settentrionale della Sardegna ,
c nelle lettere ,
dell’ una c delle altre dove negli ultimi anni di sua vita crasi
fu amantissimo. Studiò gramatica e le ricovTato. Le poesie inedite da lui la-
altre classi minori di latinità sotto l'in- sciale sono molte e di vario metro ,
segnamento dei padri delle scuole pie; sarde, sassaresi e italiane: esse riem-
giovinetto d'anni quattordici fu creato pirebbero due grossi volumi ,
se di-
maestro di UlosoGa e d'arti liberali ; ligente mano guidata da amor patrio
nel 1755 ottenne il prolitato in leggi.
Lo studio del diritto, cui crasi rivolto
(i)L* avvocalo Dooicaico KosseUt si acquistò
per necessità d'intraprendere una car- in Sardegna grande rinoinanta collo }Kicsic ita-
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.ooglc
} , ,
BR A 115
facesse di pubblica ragione. Le italiane una gentildonna, cui era sialo ucciso
non hanno gmii pregio ; ma le logu- il marito, comincia con un sentimento,
arguto ;
insomma quale in una
tale ,
risponde con questi versi in porrìa beare sol ch'ella il volesse un mondo
<^d egli , ,
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, ,
ni BKO
L lìiialmciilc nella raiizonc 198, espri- BRONDO ( F. Asnoco ), religioso
tradita dal suo amante , mette in bocca metà del secolo XVL Fu uomo di molta
liiigcvi amarmi per lasciarmi poi barbaramente relig. christ. pag. 11. - Contini, r~e-
ferita. Come
lue menzogne.
potrai negarlo ?
. Le promesse
Ho discoperte le
tue se no sono ite
nid. de JY. S. de Buca. pag. 79. ,
—
al vento : ora non posso più dubitare che sci
Manno, Storia di Sardegna, tom. Ili,
un traditore. piig. 465 ).
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BRO 145
BRONDO (Antonio). Vi furono due suo esilio, e sursc poi un mouistero
nobili cagliaritani di questo nome ;
diventato famoso pel nome del suo
Antonio Brondo , nato nel 1 maggio fondatore. Siccome S. Fulgenzio scrisse
1569, e morto nel 1625, il quale fu in Sardegna la maggior parte delle sue
promotore insigne dello stadio delle opere, e colla predicazione, e cogl’in-
lettere nella sna patria, al qual fine segnamenti fece risorgere le chiese
legò all’università cagliaritana una rag- sarde andate in decadimento per l’in-
guardevole somma
danaro per fon- di fluenza dei dominatori ariani , cosi una
dare nuove cattedre d’insegnamento gran parte di merito deve attribuirsene
(testamento 16 agosto 1624); e An- a Brumasio vescovo cagliaritano ,
il
procellosi nella cattedra di S. Pietro applicossi alla scienza delle leggi, nella
sacrificò le rendite della sua chiesa per quale fu laureato. Intraprese quindi la
assistere gli esuli africani, e concedette via del foro, l’unica che in quel correr
ni medesimi un ampio ed acconcio di tempi era aperta in Sardegna a chi
luogo presso la basilica di S. Saturnino, non abbracciasse lo stato ecclesiastico,
dove |)cr alcun tempo visse S. Fulgen-
zio con quaranta e più compagni del (a) Marc'Anlonio Buragna noliilc alglicrcac,
,
roi. L J (>
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,, ,
nf) Bl’R
e pur lui liuti lìssù la sua diiiioi'a in Ca- reclusione, non avesse trovato mezzo
gliari, città principale dell’isola, dove di evadersi, ùigannando con mentite
ordinariamente si addensava la mag- vesti di fraticello la vigilanza dei suoi
gior mole degli alTari forensi. Esercitò custodi. Profugo ed incerto di se me-
l'avvocatura con lode di buon legista desimo , si rifugiò prima in Roma
(
I ) vennero affidate importanti
;
gli dove ottenne protezione dal conte di
commissioni in servizio del governo Oliate, oratore del re cattolico presso
c ,
intervenuto ai parlamenti nazionali la corte poiililìcia; e poco dopo, es-
tra lui c Farcivcscovo di Cagliari per 1* estra- viceré di Sardegna ; ordinò che fosse
zione violenta di un chierico dalle carceri ec-
posto in carcere , e ve lo ritenne per
clesiastiche ,
c dei modi acerbi ,
coi quali il
multi mesi, finché, fatto certo dcll'in-
Biiragna stendeva i suoi scritti: del che l’ar-
rivrM'ovo era.si doluto col monarca Apaemiolo nneenzn di lui , e mosso dalle preci
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(iella moglie e del figlio ,
s'iudussu ad motore il celebre capu-iaz/.aro .Musa-
ac(X)rdargn colla liliertà il favore, di cui niello, ossia Tommaso Auiello, la «piale
prima gli era stato benigno. Dopo tante il Buragna dedicò a Filippo IV re di
sventare ,
eominciò a respirare il Bu- Spagna in occasione delle sue nozze
ragna aure più liete ,
ed a percorrere con Marianna principessa d’Austria.
nel reame di Napoli la via dei pubblici Essa ha per titolo Balalla pcregrinu
impieghi. Fu prima uditore regio del entreamor y Jidelidad con portentoso
tribunale di Catanzaro nella Calabria triumpho de las armas de Espana etc.
ulteriore, poi avvocato fiscale di quello En Mantoa Carpentana MDCLI, un
di Cosenza nella citeriore ,
e finalmente voi. in 1°. È scritta in forma di dialogo,
uditore di quello di Lecce nella pro- divisa in due parti e queste suddivise
,
vincia del Tronto. Nell’esercizio di tali iu capitoli che l’autore chiama attaques
impieghi fu integro ,
ma acerbo ; per- (attacchi). Finge il Buragna di essere
seguitò i con ferocia che con
rei più interrogato di ({nei calamitosi avveni-
severità; e fu per tal juotivo, mentre menti da una gentildonna ,
e quindi
riempiva in Cosenza le parti del Osco li racconta minutamente dalla loro ori-
regio , chiamato a Napoli per render ra- gine , intarsiando il racconto di molte
gione di sua condotta. Visse quattro anni riflessioni morali e talvolta astratte
iu Lecce adempiendo ai doveri del pro- secondo l’abuso vigente iu quei tempi
prio uffizio; ma poi, fatto inabile ai la- nelle storie spagnuole: i capitoli con-
voro per grave morbo e per vecchiezza, tengono partitamente gli accidenti e
ottenne onorato riposo, e si ritirò colla le giornate della rivoluzione. Dal lato
famiglia in Napoli, dove, dopo alcun della verità la storia del Buragna è
tempo, mori di atritide nel 1670. Nelle pregevolissima ,
essendo egli stato te-
tempeste che conturbarono la sua vita, stimonio oculare delle cose che scri-
e nell’esercizio dei pubblici negozi il veva: non cosi dal lato dell’ordine e
Buragiia non lasciò mai di coltivare le dello stUe, perciocché le frequenti di-
lettere. Ci rimangono di lui le opere gressioni, le considerazioni morali, e
seguenti: l.” alcuni dialoghi suli’Euca- le tante altre inopportune materie che
rislia, iutitolati Bamillele expiritual vi sono allogate, siecome nuocono alla
{^Mazzolino spirituale. Napoli, 1662, chiarezza dei racconti, così ne rendono
un voi. in 8.°): i medesimi non sono disaggradevole la lettura ,
dovendosi
affatto privi di merito; ma le dottrine rintracciare i fatti in mezzo a un pelago
che vi si coutengotio, sono superGciali di preamboli e di dottrine platoniche,
e non corrispondono all’argomento. nulla confacenti al soggetto della storia.
2.“ Un opuscolo intitolato El ministro Una cosa rimarchevole nel libro del
acrisolado,&c.r\\Xo da lui in risposta alle Buragna è l’impegno da lui assunto
imputazioni che gli erano state fatte in magniflcare i soccorsi di gente e di
mentr’era fiscale in Cosenza ,
onde danaro inviati in quel tempo dalla Sar-
mettere in chiaro la propria innocenza: degna a Napoli per comprimere la ri-
.ì.“ La storia della sollevazione acca- volta; dal che appare che nè ringiii-
duta in Napoli nel 1617, di cui fu pro- nc la lunghezza
slizia dei suoi rocfnnci.
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M8 BUR
(lull’csilio gli avcano spento neirauiuio scrive nella sua viU: Saius est Catolus dipa-
rti quae civùat Sardiniae est', nune disierà
l'amore della patria (1). La storia di ,
data alla luce. Il Buragna ebbe in mo- ne insegna che gli scrittori forestieri riferiscono
spesso alle capitali gli uomini delle
i fatti c
glie Maria Cavada, da cui gli nacque
province ad avendolo pertanto
essi sconosciute :
(i) Con «ingoiare finezza parla il Buragna antonicntando co’ canoni di sana critica desunti
delle divisioni municipali di Sardegna , le quali dall’autorità di un autore sincrono cd intimo
erano ancor vive mcnir* chiama
ci scriveva : le del poeta ,
si dovrebbe fermare per certo clic
semplici questioni di privilegi c di preminenze; il Buragna nacque in Alghero. Però J’esistenza
ma coicsU gara di emulazione non aver mai delle citate Jedi ò un fatto positivo che sembra
spento nell* animo dei sardi I* unità dello spirito a prima giunta distruggere qualunque argorocn*
nazionale, citando in esempio le congreghe dei tazionc. Delle Jedi di cresima non disputiamo
parlamenti, nelle quali lino solo e concorde era perciocché queste esistono negli archivi eccle-
seiBpre il volere di tutti per il bene della patria data del 3o maggio 1640
siastici di Cagliari in
(a) Carlo Buragna è chiamato alghcrcsc da anno in cui il Buragna ( Cario } dimorava real-
tutti gli scrittori che parlano di lui c delle sue mente col padre in quella capitale ; ed altronde
poesie. Il primo che lo disse nato in Cagliari nulla influiscono nel merito della qncstione ,
fu il cavaliere D. fiodovico Baillc (discorso per potendo qualunque essere nato in un ikiogo, c
V avvenimento al trono di S. M. il He Carlo cresimato in un altro ;
ma sopra quelle del
Felice 1 Genova 1821 „ nota C), fondandosi battesimo facciamo le seguenti osservazioni :
sulle Jètii del suo battettmo e della tua eretima I." che essendo annotate sotto il 2 dicembre
etitlenli nei libri della chiesa prima%iaU di 1634 ,
posticiperebbero di due anni tutti i falli
Cagliari; alla quale opinione sembra essersi uUrìbuìli al Buragna alcuni dei (juali c fra
, (
acquietato il Manno ,
nicgandogli la concilia* questi le eloquenti e calde instanze presso il
BUR 119
in Napoli nel 1679.11 suo nome è chiaro professore di lingua Ialina ;
u liramo.su
in Ualia per la parto éaihi presa. nel di erudirsi nelle lellere greche ed ita-
risorgimento della Tolgitre poesia ,
e liane ,
pose mente ad apprendere le
per Famore con cui coltivò le amene lingue ,
studiandole nei classici autori
lettere. 1 primi studialo aliaJllosofia delle due nazioni : de^a prima ebbe
fece in Sardegna tdh od 1648 and<> ;
iniziamento chi ira monaco basiiiano
a raggiungere in Napoli il padre suo, nativo di Cipro ,
il quale teneva in
il quale si era colà ricovrato, dopo Napoli pubblica scuola di lingua greca:
essere fuggito clandestinamente dall'i- della seconda ei fu maestro a se stesso.
sola. In detta città rifece gli studi gram- Ferò ardendo nell’animo suo sopra ogni
maticali e la rettorica sotto la disci- altra labrama di filosofare corse sol- ,
il Nicolò Carlo nato in Cagliari nel a dicembre che si acquistò fama di valoroso scien-
1634 non debba essere un altro Gglio di Giam-
ziato. Quc.sta gli creblK! grandissima
battista Buragna , il quale poi morisse in età
infantile. Nelle quali considerazioni , se ci siamo dacché apri in Napoliuna scuoto gra-
alquanto diffusi , non è perchè amiamo il Bu-
ragna nativo più di un luogo che di un altro, (i) Udì Tommaso Cornelio, dopo il suo ri-
essendo egli sempre sardo di nszione , cd una torno da Catanzaro c da Cosenza , dove avea
dei sardi tutti la patria, vogliam dire la Sar- seguito il padre. Il Cornelio si aveva acqubtato
degna; ma perchè è uffizio di biografo l’andar gran fama io Italia : insegnò prima la (iloiofia
-
‘r.Ddby Cooglt-
-,
1 ;>o Bl'R
luila, ulta quul« accorrevano gli studiosi blicato ,
dupu la inurte sua ,
da Carlo
di maggiori speranze , e dacché buon il Susanna ,
erudito giureconsulto napo-
seme delle sue lezioni, accompagnalo letano ,
al quale nella più parte siamo
da fi’c<pienti e dotte scritture ,
faceva debitori dei ricordi della sua vita (2).
crescere più bella e più rigogliosa la Di^KCSte sue rime parlando il Crescim-
gran pianta lilosofale che egli inlcndea bcui ,
il .Mazzucehelli ,
il Giornale dei
a sgombrare dagli sterpi delle quisqui- letterali d’Italia, e gli autori della Bi-
glie aristoteliche (l). Nè la gravità delle blioteca napoletana ,
ne fanno i più
scienze lilosolichc distolse la sua mente alti encomii ,
affermando , il Buragna
dairamore delle muse ,
il quale in lui uno essere dei ristoratori della volgare
coltivate.La poesia volgare italiana dee in ogni scienza. Soprasta però a tutti
a lui parte non poca del suo risorgi- per altezza di nome il fumoso Giambat-
mento: imperocché, sebbene le rime tista Vico ,
il quale penetrando col
del Buragna non abbiano l’impronta di grande acume della sua metafisica nelle
originaKlii per cui vanno distinti dal- midolle delle arti c delle scienze e,
,
vestite di ottimo stile , o ciò che più come severamente giudicò di ognuno
monta , informale di lilosofìco plato- così ancora sentenziò del Buragna. Lo
nismo, di cui egli stesso era informato chiama , è vero , dottissimo ; ma poi
intieramente. D suo Canzoniere fu pub- soggiunge aoea riportata la maniera
:
di At'chimede ; 3.» Ti'attato dei iuo$%i ed in- o latini , o nei limpidi ruscelli delle
tert^alli musicali. Inoltre dalla prefazione latina
rime del Petrarca , o nei grandi
del Biiragna in Ubrum de rerum naturaci che si
(
parla degli seritli fìlotofìci
tfuorum partes ) , più eccellenti rimatori <T ogni sec<Ao. Venexia
aliquot quasi compietae exstant , verum etiam 1739, presso Lorenzo Baseggìo ; quarta edizione j
ex ejusdem sehedis quibusdam , quae Jragmen- nella quale il Buragna é cbiaiuato natim> di
torum loco haberi JUcile pussuni , me decerpere Alghiera. '
Digitizf.
. ,
IH R 151
lumi maggiori del suo secolo. Ma le gloria sola delle lettere (4). Però l’ar-
scritture e gli anni suoi ebbero triste dore eccessivo nel coltivarle gli troncò
ed immatura vicenda; quelle quasi tutte la vita, che splendida c bella arrivò ap-
perirono, ò rimasero incomplete (t): pena alla metà del suo corso. Oppresso
questi furono troppo brevi per la sua da lunghe e pertinaci fatiche, dalle qual i
gloria e per quella d’Italia. Ebbe il Bu- non lo poterono disturre né consigli
ragna , finché visse , amici chiari e po- nè preghiere degli amici , contrasse il
tenti; tra gli altri Francesco Maria Ca- Buragna la diflicoltà del rc9t>iro che gli
raffii principe di Belvedere , Leonardo cagionò una tosse catarrale; questa lo
andò a poco a poco consumando, finché
italiano ,
a noi sembra , ac non andiamo errati, nel 3 dicembre del 1679 rendette l’a-
che il Buragna in alcuni suoi sonetti abbia imi-
nima a Dio in età di 47 anni. Prima di
tato la finezza dei concetti p<rlrurche.<ichi : cosi
p. e. ,
allorché finge vedere il sembiante della morire , parlò ai compagni della sua
sua amata: giovinezza ultime e solenni parole ;
» Ghè al suon di detti si pietosi e casti (l) Buragna prepose un’epistola ai ragio-
Il
» Poco mancò eh* io non rimasi in cielo. namenti medici di Leonardo di Capua, i quali
Sebbene il gustare il bello e il soave delle furono poi stauipati in Napoli nel i6Si c 168^
rime del Petrarca è concesso a chiunque abbia in 4.”-
umano senso e squisito ^
1* imitarlo , a nessuno. (
3) Il Susanna riferisce che il Buragna rirnitù
(i) Non esistono più le sue opere filosofiche, costantemente gl’ impieghi pubblici olfertiglì dal
le quali forse, meglio che le poetiche gli meri- cardinale di Aragona ,
e dal marchese di Arena.
tarono tanta fama di grande ingegno \
e peri Buragna fu annoverato fra i primi mem-
( 4 ) Il
ancora no poema latino in verso eroico , diviso bri dell’ accademia de^V Investiganti la quale ,
in tre libri, nei quali il Buragna avea cantato surta in Napoli per opera principalmeute del
le lodi della Sardegna ( Vcd. Susanna , nella marchese d’ Arena , peri nello stesso suo nascere
vita di Buragna). con detrimeuto grandissimo delle lettere.
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, , , ,
152 BIS
nerosi Jinc di tramagli e di ambascio, 98. - Mazzuccli. ,
Scritt. iPItal., voL II,
ragna grande di coq)0 , Im-IIo di aspetto - Giomal, dei lett. d'Ital. tom. XXIV
e aggrazialo nei modi: il tìso aveva pag. 30. — Nicodem. , Addiz. alla
sempre cosj>arso di pallore, argomento Bibliot. napol. del Toppi, pag. 151. -
delle lunghe veglie, e dello studio in- Massaia, Dissert. sul progr. delle lett.
con onestii; occhi scintillanti del fuoco Memor, star, della vita di Giuseppe
che gli ardeva nell’ anima. I discorsi Deiitala pag. 8,. - Manno ,
Star, di
condiva con sali e con facezie, che mai Sard., tom. Ili, pag. 481 e 531 fino
disavanzavano l'nThanilà;- parlava elo- a 540. - Poesie di Carlo Buragna. -
.agli amici suoi ; ai posteri non lo ò con Pietro de Serra nvea il comando su-
menoY>er la dolcezza delle sue rime. premo delie genti di quel famoso dina-
Il Manno riporli» nella Storia di Sar- .sta sardo, ed ebbe parte in tutte le im-
ilegna alcuni traili delle sue poesie; prese guerresche fatte in Sardegna nella
noi ne aggiungeremo un altro, accii» inelh del secolo XIV. Allorché Mariano,
i lettori possano riconoscere per sè cambiando sue armi
politica, rivolse le
stessi i belli c soavi modi del suo contro il re di Aragona, Azzonc .scorse
Come orle note del tuo canto adorno * tomise al dominio di Arborea le piazze
Tacciono y e suonan sol meste e dolenti! più importanti dcH’isola, e tentò l’cspu-
JC non pur queste ji liete e ridenti
Campagne un tempo , ove pians;endo io torno.
piignazione di Cagliari e di Sassari. Fu
Cangiate in vij^a son , ma il cielo e il giorno egli ,
che nel 1354 diresse l’assalto
Deir usato sereno e lume spenti. contro quest’ ultima città, trovandosi
E questo ftuma in uton flebile e roco alla lesta di una divisione di oUoroiln
Par che si lagni e dica ; ahi ! che sparita
È la nostra soave e chiara luce, combattenti ma benché vi facesse
;
K a me , cui noli sé che qui pttr conduce , prove di valore, e v’impiegasse tutta
Quanto io rimiro in si diserto loco la perizia militare di cui era fornito,
Par che pianga e mi chieda : ella è gita ?
fu costretto a ritirarsi sopralTallo dal-
(Ved. Scelta di sonetti e canzoni, ec. r esercito ar.ngflncse comandalo da
parte II, pag. -158 fino a IGI. - Vico, Bernardo Cabrerà generale del re D.
Princip. della, scienz. nuov. V it. .tcritt. Pietro IV, Lisciando uccisi e feriti sul
ila se medes. pag. 25. - Crcscimbeni. c,impo mille e cinquecento dei suoi
Star, della. volg.poes.,\\\ì. Ili, ari. 97, soidali. Prese però diverse altre ca-
, ,
CAB 153
stella ,
e sforzando in rarii incontri le Esercì prima rarvocatusi • si distinse
truppe nemiche e bande capitanatele nel foro ,
seguendo onne del padre
le
Donoratico , obbligò quest’ultimo a ce- ebbe fama assai grande ; ma poi dis-
dere le fortezze da lui virilmente difese. gustato delia vita secolare ,
abbracciò
Corse fama che le medesime venissero lo stato ecclesiastico ,
anelando di con-
in mano di Azzone per tradimento del secrarsi a più utili e piu solide fatiche.
generale pisano, imputato ancora di Fu dottore di collegio nella regia uni-
segrete con Mariano di
intelligenze versità e canonico nella cattedrale ca-
Arborea: la morte di Gherardo, acca- gliaritana: sostenne per più anni il ca-
duta pochi mesi innanzi , dava como- rico di assessore del tribunale eccle-
dità ai baroni catalani , che aspiravano siastico d^e metrt^poli di Cagliari e
alla concessione dei ricchi feudi da lui di Oristano, e lasciò impresse, mentre
|K)Ssedati (I), di accusarlo di fellonia. viveh , luminose tracce del suo sapere
E il re D. Pietro lo chiari tale nel 1355, nel diritto civile e canonico (4)> Ebbe
applicando a profitto del fisco arago- familiarità ed amicizia cogli uomini più
nese ì suoi vasti dominii nel regno ca- dotti deU’ethsiia, ma specialmeófe col
gliaritano: esempio inandito di sentenza Berlendis e coll’abate Gio. Francesco
e di confiscazioue in odio di dii reo Simon, valenti letterati, che onnraCono
non era , o era incapace di difendere cogli scritti loro la Sardegna e l’ Italia.
la sua innocenza. (Vcd. Zurila, Amai, Coltivò pnn amore l’ eloquenza sacra
de Arag., lib. VII! cap. LVUI. - Mac- e fu neBaiqcdesima riputato eccèllente
cioni. Difesa dei conti di Danorat., U Cabras, fioche rimaSlhtAvita, e
tom. L - Mimaut , Hist. de Sard. tom. anni ancora dopo la sua morte
“
I pag. 190 e 351 ). vate a cielo ,
quam uomo dottissimo
e sommo oratore , se non primo a tutti
(i) Gerardo o Gherardo dvlla Ghcrantcaca elocuzione sembra trasfaso nelle medesime lo
conte di Donoratico pouedeva la acata parte del spirito dei sommi maeiiri del diritto romano.
regno cagliaritano in comunione con suo fratello Egli desiderò che fossero riaiiile in un sol corpo
Bernabò, il quale con UaUmento del 3 i gen- c fatte di pubblica ragione e lo meriUrano ;
naio i 35o lo instituj tuo crede nei dominii di forse piò dei panegirici e ditcorei sacri, dei
Sardegna. La carta è riportata dal Maccioni quali quel bencyolo amico nostro non scnlÌTa
nella difesa dei conti di Douoralico, tom. Il, diTcrsaniente da noi (Caboni, Rìtpat. poetico-
pag. 11G-17-18. star. ,
pag. 67 ,
68 ,
Cg).
, , ,
154 CAD
(»rlu molto inferioro alla fama ( 1 ). Esse scrìtti , dei quali ilCabras quattro ap-
sono intitolate Panegirici e discorsi pena sceverava che riveduti e cor-
sacri del canonico Antonio Cabras retti potessero attentarsi a discendere
cagliaritano ( Cagliari presso Carlo nella dilUcile arena del mondo lette-
Timon ,
1 833 ). Questa raccolta divisa rario. Merita d’ altro verso il (ìabras
in due volumi in 4.° , che appena po- elogio e gratitudine dai sardi per essere
trebliero formarne uno discreto , con- stato uno dei rigeneratori della lette-
tiene dieci panegirici ,
quattro discorsi, ratura nella sua patria ,
mercè la ge-
u due orazioni , una delle quali fu detta nerosa diOusìone dei buoni libri ,
i
dall’autore nei funerali per Maria Ade- quali prima dì lui , o erano scono-
,
gliori ed unito alle medesime le allcguzioiii e in Cagliari negli ultimi anni del secolo
,
sentenze lutine clie lasciò mss. , le quali gli XVII da Diego Cndello c Caterina Rugiu
avrebtiero procurata un seggio distinto tra i
nobili e virtuosi cittadini , e fu uno dei
lodati oratori e i dotti giureconsulti. In tal
rispetto il Cabras meritò veramciitc la Taiua clic
più riputati legisti che abbiano vissuto
acquisi ossi. id suo tempo. Percorse jirima la car-
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, ,,,
CAD 155
riera aceadeuiica e poi qnella del foro sessioni del magistrato e del governo,
nella quale avendosi acquistate fama sia che i litiganti lo richiedessero ,
sia
di. eccellente giurisperito, fu chiamato che il rappresentante regio volesse
in età ancor giovanile ad occupare emi- giovarsi dei suoi consigli. A tante rare
nenti cariche di magistratura. Nel 20 doti della mente accoppiò .il Cadello
luglio'1726 il Re di Sardegna Vittorio eocellenti qualità di cuore ,
modestia
Amedeo II lo creò giudice criminale ,
bontà ,
amore saldo e in-
generosità ,
e nel 15 giugno 1743 Carlo Emanuele definito per la religione. Ebbe tre mo-
III giudice civile del supremo magi- gli , che furono Marianna Borro Anna ,
e la recondita dottrina di cui era for- gli lasciarono prole : dalla terza ,
che
nito nella scienza delle leggi; per lo era cugina sua ,
ebbe cinque figli
(1)
<;he le sue opinioni in materia di dritto fra i quaU Saturnino , letterato distinto
ebbero ,
lui vivente ,
e dopo la morte dei tempi e del paese, in coi visse,
sua, lunga e gloriosa rinomanza. Le e Diego Gregorio che fu poi cardinale
sentenze da lui scritte in purgata lingua prete di S. R. Chiesa. Francesco Ignazio
latina esistono tuttavia ,
Irìàono riguar- Cadello morì in Cagliari nel 9 ottobre
date dai giuris|)eriti saerdi come ma- 1763. Le sue spoglie mortali furono
gistrali : la tradizione ricorda il Cadcllo deposte nel sepolcro gentUizio di sua
come uno dei giudici più celebri che famiglia, esistente nella chiesa di santa
abbiano seduto negli orrevoli scanni RosaUa dei frati del zoccolo , #ccoft
della reale udienza. Indefesso nello sta- datoglida quei rcliglesi in segno di
dio ,
e sollecito nell’esercizio dei pro- riconoscenza per le tante generóse lar-
pi'ii doveri ,
contrasse per le ardue gizioni ,
colle quali li avea sovvenuti
durate fatiche abituali incomodi e repli- allorché edificarono il loro convento.
cate infermità, che lo rendettero inabile Non bisogna confondere D. Francesco
a progredire nella carriera, in cui per Ignazio con D. Giuseppe Cadello co-
tanti anni risplendette luminosamente. gnato suo ,
il quale circa il tempo me-
Fu nominato reggente del supremo desimo fu uno dei più riputati magi-
consiglio di Sardegna; ma rinlìacchita strati dell’ isola (2) , e lasciò nome di
salate ,
e la tranquillità del vivere pri-
vato alla quale andava lo determi- (i) Furono Saturnino , Diego, Ignatio
essi
, ,
Antioco ( poi marchese di 5 Sperato ), e Ca- .
che si avea meritato colla sua integrità dalle quali nel 6 giugno 174^ fu promosso a
quella dì avvocato fiscale patrimoniale e quindi
c co’suoi lumi , provvedendo con raro ,
15G CAD
consumato legista ,
e scritture piene di nella carriera deìl’alta magistratura (2);
rono la Sardegnamegli ultimi anni del sorpassò i suoi compagni tutti nella
secolo scorso, e nei primi del presente. modestia e nella picl:i. Vesti ancora
Nacque in Cagliari addi 12 marzo 1785 imberbe gli abiti clericali : fu prima
dal preoedente D. Francesco Ignazio, abate delle chiese di S. Nicolò e di
e da donn'Angela Cadello, illustri per S. Giovanni di Sinis ,
quindi canonico
nobilU di sangue , per ricchezze , e per e poi nel 1788 decano della cattedrale
virtù. Rimasto orfano del padre iu età di Cagliari ;
vicario capitolare nel 1797
infantile ,
fu con somma diligenza edu- (4), e nell’ anno seguente creato ar-
cato dalla madre e da due suoi zii ma- civescovi della sede cagliaritana. Ri-
terni (1 ), bramando essi che allo splen- trasse nella sua persona ^
c nel governo
dore della nascita, e agli altri doni del suo gregge gli esempi apostolici
della fortuna accoppiasse la coltura dei primi secoli della Chiesa. Umile
dell’ intelletto. Esempio solenne in tal nelle azioni ,
continente nel vivere
rispetto aveagli lasciato il padre suo, benigno con tutti ,
fu modello di virtù
e porgeagli ancora il maggior fratello ;
sociali e religiose. Dei poveri più {ladrc
quegli già consumato e mancato ai vivi che consolatore , correttore amorevole
delle umane fralezze ,
estirpò il vizio,
non censurò le persone; amò tutti con
hiUo moglie, chiamò alla successione nel mede-
simo i 6gli di sua sorella Angela Cadello ma- carità evangelica e fu amato da ognuno.
ritata al cugino Francesco Ignazio Cadello.
U. Saturnino , di cui nella nota precedente ,
; ma essendo
il primo a succedergli egli morto
fu (3) D. Fi’aqccsco Ignazio Caccilo fu giudice de-
senza prole ,
pervenne il feudo al vivente mar- cano del supremo iii.'igistrato della reale udienza
chese D. Elìsio, primogenito di D. Antioco fra- di Sardegna ( Vcd. 1’ art. prcccd. ).
tello aadetto del suddetto L). Saturnino. (3) D. Saturnino Gadello marchese di S. Spe-
(i) D. Giuseppe Cadello primo marchese di ralo fu prima professore di ilirillo civile e poi
S. Speralo ( ved. 1* art. prccecL D. Salva- censore della regia università degli studi di
tore Angelo Cadello pio e dotto prelato, il quale Caglhiri. Fu uomo di molta eradizione nelle
nacque in Cagliari nel aa maggio 1696, fu prima profane lettere.
cancelliere regio apostolico, quindi vescovo di (4) Era stato ancora vicario generale della
Ampurias nel 17 settembre 174(1 nella quale stessa diocesi sotto 1’ arcivescovo D. littorio
dignità morì nel 1764 , dopo reoUduc anni di Filippo Melano di Poriula ,
quindi trasLlo alla
glorioso ^istopato. sede di NuVjfa.
.
(g^ID^ILIL©
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,,
CAD 157
7clò la rclitrioiie ,
ma non fii iulollu- 1799 il Re di Sar-
del suo .sapere. Nel
ranln; rispcitu lu aiitorilh secolari, lua degna Carlo Kmmanucle IV lo decorò
non fu servile: a chi il conobbe sembrò delle divise maggiori del sacro ordine
che volesse ricopiare in se stesso le mauriziano ;
c nel concistoro del 17
virtù eminenti del santo vescovo di gennaio 1803 papa l’io V’II lo ascrisse
Ginevra. Si raccontano fatti stupendi al Siterò collegio cardinitlizi» (1). È
della sua carità. A un familiare della fama eh’ egli si nascondesse atterrito ,
recasse a termine con ammirabile de- del suo nome. Institui crede dei suoi
strezza. Laddove lo scandalo minac- beni il seminario tridentino diCiigliari,
ciava di prorompere ,
egli accorreva nel (piale gli fu cretto un monumento
sollecito e ricopriva gli errori altrui col marmoreo dal suo successore 1). Nicol)»
manto evangelico ilella prudenza. In- Navoni, che ne volle perpetuata la me-
terrogalo da un suo conlidcule ]>urehù moria colla seguente iscrizione scritta
castigasse leggermente un sacerdote dal canonico cagliaritano Francesco
creduto reo di grave fallo ; perchè l’intor.
blime seggio cui era pervenuto , che Sardegna area partecipato la sua clcTaùonc
,
all* onore della porpora. Eccone il tenore:
sarebbesi detto vero uomo apostolico,
o formatosi nelhi scuola vivente dei di-
Momifur U CarMnmL yotre élèvalion au
scepoli del Redentore. La sua dollrina catdinalat a Jait un x>èritable plaUir. Ce
ni*
non fu minori; ma egli non volle mai choix qui /hit Celoge du dticernemenl du Saint
Pére, ne ie Jait pas moine det vos tatens et
che a[>parisse ,
perchè stava in cima
de vo$ verlus, Je tuis tensible anx témoignages
di tulle le virtù sue l’ umiltà : pure il
q'ue tfouM me donnei dan$ rette occasion de
catechismo da Ini ordinalo per la sua %>otre attachement patir ma penonne, et fen
diocesi le imsloruli ]>icnc di unzione prqfìie aver bien du ptaiiir patir t'ouj assurer
,
de man ajfectinn et de toule mon estime. Ecrit
evangelica e Umle erudite scritture so-
à Saintd^Umd le mardi a messidor , ann, ii
pra gravi negozi della sua chiesa en-
BuoiAraaTa.
comiate nelle sacre congregazioni di
Roma, SODO mnnumeiili incontrastabili PorUlis.
, ,
158 CAI
DIPACO • GABI'.OBIO '
CADflLtU dai quali Sassari era dipendente. Il Cal-
POMO * kAHAt.1
s ‘
n ‘
B iMiessrTBno ’
ciroikali
derari conobbe l’ opportunità del mo-
ABCHIKFIXCOBO *
kJU.ARITA>0 mento. Mandò a tal fine ambasciatori
SKRU *
BT * cons * HIIIMATl a Genova , i quali concordate col po-
,
Vino * A *
8ACIU4 ’
AGIRATI18 * VTBAI^VB ‘
IVRIAPiUO
destà , anziani e consìglio di quella
B«:i:tBAI>ST • UIBClPUIlA *
APPUIMB •
IRSTIIVCTU
coMiTATB •
PHvoKMiA *
>:(^\'irATit ’
pnv:ci.Aiio repubblica le condizioni dell’alleanza
IM * PAVPBHBli * AD>'l.lCrO> '
KM!IUU« (2) , gli riportarono l’alto solenne del
LIUCHALITATK '
AB '
llirAkTIA '
Er^ViO
nuovo reggimento , con coi dovea es-
\IT.E * IBTEURO *
IBBUCBkTI
l/VOD sere governata la sua patria. Quindi il
8RMIRAEII * MVIVS * PATMMOMVM Calderari può dirsi il fondatore della
«VA •
il Kr.eniTATB avxit repubblica sassarese, la quale si man-
l'RVGI ’ Al»OLr..SCr.NTlHVS * EX *
OPPIDIS
Vltl.AMlK ‘
RVaAMIKIS ‘
«KHAAVIAMBA
tenne salda fino al tempo della con-
PflIÙ.EVO 8VO * ‘
8ACEBUOTIO quista della Sardegna fatta dai re di
TUUTAMERTO * VUCAriA Aragona. suo nome
Il
,
rimasto finora
EO • CKE8T •
ALKK8IA '
ET *
IH * «ORTCVI *
OUMIMI
nella oscurità dev’ essere annoverato
IH *
KPEH ' OIOECEVEOS * IHxTITVEMUtt ,
HOC ’
HOAVMEBTVU tra quelli degli altri lodati fondatori
CV lUATC delle repubbliche italiane del medio evo
PV4MVMH) ‘CASTEI.LIO * ECCLES * PEIHAT CABOHICO .
(
V’ed. Manno ,
Star, di Sarà., tom. il,
&EMIAABI1 ’
PBACkiUE
DECRCV IT pag. 361-62-63-64-65 ).
Ml*OI.AV6 * STAVOAUfA*
ARCHIEIMXCUPV PUIMA8
PECDECEAXOHI
S *
CAMBONI (PreTRo). Visse verso la
. *Vo * PVATOItl * BOXO
fine del secolo XIV , e fu uomo di sin-
A •
*1 * UCCCXXV •
,
mune e quello di Genova, in virtù della Leonardo de Campo e Gascono Capra. L’ atto
quale Sassari cominciò a reggersi a da essi stipulalo nel palazzo Doria con Giacomo
Bonuomo cancelliere sindaco e deputato del
forma di repubblica ad esempio delle ,
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{>'• ,6 •
*Vi / t, .'m.t /'m \//y.
5^ .
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, , , ,,, ,
fu martirizzato S. Lussorio. S. Camerino vinetto rientrò fra breve nel diritto sen-
era impobere, allorché gli fu tolta bar- tiero, e, vestito l’abito chiericale, si
baramente la vita dal preside romano : fe’ sacerdote. Nel nuovo stato da lui
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160 CAM
della sua patria, in cui difelUiTa il pub- touio Portuglicse, uno dei fondatori dui
blico insegiutniento dei fanciulli (1). collegio di Sassari (5). Datai momento
Ma comindata in Sassari per opera del la sua vita fu esempio solenne di virtù,
Fontana la pubblioa istruzione, cessb il di abnegazione di se medesimo, e di
De-campo dalle sue iezioai, e bramoso asprissime penitenze : martire volon-
d’istruirsi egli stesso nelle scienze rio dei patimenti, sosteneva qualunque
teologiclic, parti nel 1562 pjir Valenza dura fatica, visitava incessantemente le
onde appararle. La nave, sulla quale carceri, gli ospedali e gli abbietti tu-
aveva preso imbarco, fu predata dai gurii degl’infelici. Mai chiedeva novella
barbarcsclii, ed egli condotto in Al- delle cose che accadevano; morto per
geri , denudato e venduto sul pubblico il mondo, egli viveva soltanto per con-
mercato per quattro anni la più
,
soflrl solare i suoi simili, e per santificarsi :
barbara scliiavitii. Puro in tal misero cadde una volta il discorso sopra una
stato non mancò di operare per G. C. ; c^pagna poco distante dalla cittò,
costante nei patimenti e nelle tentazio- dove solevano andare i suoi confratelli,
ni, sostenne con
amorevoli consigli i per rinfrancarsi, dalle gravi cure del
compagni del suo inforlnnio; i vacil- ministerio loro, ed egli, come di cosa
lanti riconfermò nella fede (2), i deboli mai da lui saputa, ne fece le maravi-
animò alla generósa pazienza deU’evan- glie ; lo che similmente si racconta di
gclio. Liberato dal servaggio, non sì to- S. Bernardo. Dio lo rimunerò di laute
sto rivide i domestici lari, che ridusse ad virtù , conipartcndogli io vita doni so-
atto l’antico pensiero di ascriversi tra pranaturali; imperciocché narrasi clic
i Agli di Sb Ignazio : nel 1566, e nell’cL’i facesse molte predizioni com|irovalc
sua di quanint’anui fu ricevuto nella dall” evento (4); che risanasse prodi-
compagnia: «bbc a nuestro nelle dure giosamente molli infermi (5); c clic
di 9*rccllona ; quindi primo provinciale doli’ or- guente : Filippa di Ccrvcllon gentildonna sassa-
dine in Sardegna ,
allorché questa provincia fu rese ebbe certe nuove della morte di suo marito
separata da ^clla di Aragona ;
e intcì^caulo Bernardino di Ccrvcllon conte di Sedilo , ac-
alla sesta òoagrogazione generale della compagnia caduta come dicevari , nella guerra di Milano.
in Roma, vi, ai distinse per maturità d’ ingegno Interrogato il P. dc-Campo disse ,
ifon esser
e per acCbrteaa di giiidùio : il secondo feoe morto ,
anzi non passerebbero pochi giorni clic
chiaro il suo nome nella provìncia di Toledo, sarebbe in patria. E cosi fu com’egli avea predetto.
c poi visse « mo4. santamente ne) collegio im- (5) Ad una femmina tornò 1’ udito col
pia
periale di Madrid ( Yed. Juveieg, HiH, $oc. segno della croce coll’ istcsso mezzo risanò
j
Jet . ,
parte V ,
lib. XXV ). perfottamente in una sola notte Gavino de-Cainpo
(a) Di queatu numero furono Giovanni Cor- fraUllo suo, stalo barbaramcDlc ferito da sicarii:
della e Gavino de lo fraaso sardi ambidue , c I oerusici che lo aveano abltandonato come in-
fin ricco racrcalontc genovese. curabile, rimaMro pieni di stupore.
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, 1 ,.
C AN 161
operasse in nome del Signore altri fatti secolo XVli. Ricevcllc la sua prima
iiiaravigliosi ,
registrati nel processo educazione in Sassari , e poi trasferi-
autentico della sua vita e miracoli for- tosi in Italia per desiderio di appren-
mato dopo la sua morte dall’arcive- dere la scienza del diritto, vi dimorò
scovo turritano D. Andrea Bacallar ( 1 ). alcuni anni ,
e hioreossi neiruniversità
Finalmente dopo una lunga vita di edi- pisana. Ritornato in patria, fu prima
ficazione, consunto dagli anni e dai professore d’ una delle cattedre legali
patimenti, mori in Sassari nel 6 agosto dell’ università di Cagliari ,
poi asses-
1608 con filma straordinaria di santità. sore del tribunale del patrimonio regio,
Il corpo suo fu religiosamente custo- nella qual carica succedette a D. Gio-
dito dopo molti anni , riposte le ossa
: vanni Carnicer ,
e finalmente uno dei
in un’urna nella cappella di S. Pietro giudici della reale udienza. Innanzi di
martire (2), con breve iscrizione latina, |)ercorrere la via dei pubblici impieghi
che ancora esiste, fu perpetuata la me- dello stato esercitò con lode l’avvoca-
moria dersno nascimento e della sua zione ;
intervenne in qualità di avvo-
morte. Scrissero la vita sua il P. Salva- cato dello stamento ecclesiastico al
tore Pisquedda, che poi lo imitò tanto parlamento riunito nel 1631 da Giro-
nella santità ,
il P. Diego Ue-pinto ,
il lamo Pimentel marchese di Vayona e
P. Nieremberg ed altri dotti scrittori viceré di Sardegna, e si distinse in
dellacompagnia di Gesù. U P. Fr. Elia tale assemblea per la profondità del suo
Fiammingo scrive del P. De -campo sapere. Fu amico di Giovanni Dexart
queste parole :
piissime obiit cum cer- altro e pKi famoso legista cagliaritano
tissima sanctitatis opinione, et /am tot (3), e lo emulò nella gloria del foro
miracula per eum Deus operalur ut ,
e delle lettere ; godette pure dell'ami-
peculiari libro describenda sint. (Ved. cizia del Facebineo professore di dritto
Juvency , Hist. Soc. Jes., parte V, lib. nello studio pisano, e famigerato scrit-
XXV ,
fol. 852 fin. 854. - Nieremberg, tore 'noie opere legali
di il quale ,
y aronef illustr. ec. tom. IV, pag. 88 onorò del nome di dotto giurecon-
l’
fin. a pag. 112. - Patriguaui, Menol. sulto. Ebbe fama d’ integerrimo magi-
tom. Ili, pag. 63 fino a 66. - Elias, De strato , e morì in Cagliari nel 1659.
legation. eccles. triunphant., tom. I, Abbiamo di lui varie opere: l.° alcune
lib. II, cap. XXXI). consultazioni legali ,
scritte in lingua,
latina, c stampate in Cagliari in diversLi.
CANALES DE VEGA ( Antonio ).
tempi (1628, 1629, 1630, 1651 ),
Dotto giureconsulto cagliaritano del le quali formano un voL in fol. ;
2.°
(i) H processo sulla vita c miracoli del P. Sc- reale udiènza di Sardegna ( Cagliai'!
Iwstiano I>v-campo fu formato ad iustanza del
P Giovanni Garruccio vicario provinciale della -'h » *
compagnia di Gesù in Sardegna , e quindi tras- Canaics era
( 3 ) 11 attresì congiunto del Drxart,
messo all’ arcliivio romano. avendo tolto in moglie una aiia cugina. LV’pislola
Esiste nella chiesa di Gesù Maria di Sas- panmctica preposta ai capitoli di corte del Dexarl
sari. ediz. del
( 1645), è del Cunales.
rol. /. 1
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,, ,
162 CAN
1642, un voi. in fol. 5." un commen- quasi mai o raramente esprime la pro-
tario latino sul codice giustinianeo pria: però questo vi ha di buono tali m
da lui pubblicato mentre re^eva la scritture ,
che riporla con bell’ ordine
cattedra di dritto nella regia università e pari chiarezza le dottrine diverse
cagliaritana (1); 4.“ alcuni discorsi In degli autori, facendole succedere l’.una
del 1651 ; Discursos jr ayuntamientos delle vicende del diritto e degl’ infiniti
Bracos ec. en las cortes del ano 1651 le interpretazioni dei legisti. I discorsi
cc. ( Caller por Bartholomè Gobetti relativi al parlamento del 1631 hanno
1631 un voL in 4.” ) ; 5.® una relazione qualche merito dal lato della materia
,
fatta nel 1637 dai francesi capitanati Nei primi quattro parla l’ autore della
Caller , por BarUiolomè Gobetti , 1637, altri stameuti (^bracos) della nazione
(
un voi. in 4.“). D merito di queste opere a sostenere i pesi dello stato. Il qninto
del Canales non è in tutte lo stesso. Le e sesto versano sull’ utililà della pace
ridondano di sovcrebio citazioni; vizio della forza pubblica , e sul miglior modo
più dei tempi che suo: addimostrano di corrispondere gli annui donativi.
che r autore era molto versato , non Negli altri sei propone il Canales la
tanto nella scienza, quanto nelle diverse creazione di una sala criminale della
opinioni degli scrittori di diritto roma- reale udienza ,
l' esclusiva collazione
no -, per lo che , limitandosi quasi sem- degli impieghi e dignità dell’ isola a
pre a far conoscere le sentenze altrui favore dei nazionali ,
la formazione di
dal sommario delle materie che vi si trattano, molli preamboli e digressioni piene di
e nella introduzione del titolo medesimo l’ au- erudizione inopportuna. La relaziono
tore cita c si riferisce al titolo de anni» ci- dell’ invasione francese del
, islorica
vilibu» del precedente libro XI. È stampato in
nar-
colonna manca però 1 637 è una breve e circostanziata
; della data del t^mpo e
del luogo dell* ediaione. razione degli accidenti di tal fazione :
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, ,,
C>N 165
è scrina coll'ordine di una cronaca, 11 Canavera, il quale vi dettò |>er più
e nuli' altro vi è da lodare fuorché la anni la teologia scolastica. In tale uffi-
verità scrupolosa dei fatti. Quindi gin- zio ,
ed in queUo studio , già fatto per
dicato in complesso questo autore dalle opera di tanto Principe un generale
diverse opere da lui date alla luce, convegno degli nomini più dotti d’ Eu-
merita il nome di erudito legista , di ropa., egli brillò per singolarità di ta-
oratore e storico non buono, e di pro- lenti , per copia di erudizione , e per
fondo conoscitore dei veri bisogni della costumi ornati di molta virtù : giovine
sua patria ( Ved. Canales , Cons. Jur. d’anni stette a paro del vecchio senno
var. Lo stesso , Panaeres ad cap. cur. colà raccolto per far rivivere a miglior
regn. sarà, del De^rt. - Dexart , loc. vita le lettere subalpine. Fu oratore
cit. in proaem,, num. 15, e foL 46, 67 ordinario dello stesso Duca, e predicò
e 553. - Cossu ,
Notìz. di Cogl. , cap. avanti a lui ed alla sua corte tre avventi
11. - Madao, Dissert. sulPant. Sard., e tre quaresime nella sala grande del
pag. 15 ). palazzo ,
nella chiesa della Consolata
e nella metropolitana di S. Giovanni,
CANAVERA ( F. Giovanm ). Nacque Raccomandato con caldi uffici dal sa-
in Iglesia illa-Ecclesiae) antica e ri- baudo regnante alla corte di Roma e
nomata città di Sardegna nell’anno 1535 di Spagna , fu creato nel 1 agosto 1572
(1). S’ignora quali fossero i suoi geni- vescovo d’Ales nella sua patria. Poco
tori ,
e quale la prima sim educazione: visse nell’ alta dignità
,
alla quale lo
gli scrittori degli annali dell’ ordine aveano elevato i suoi meriti ; percioc-
serafico di S. Francesco affermano che ché consunto dalle fatiche dei gravi
egli fuminore conventuale. Studiò teo- studii morì nella sua sede addì 7 mag-
logia con molto prolitto, ed accop- gio 1573 in età di trent’otto anni (2).
piando all’ ingegno , di cui fu dotato Lasciò mss. ventidue ragionamenti sid
dalla natura , una indefessa applicazione simbolo degli apostoli ed alcuni com-
nello svolgere i sacri volumi della scrit- menti sulle pistole di S. Paolo ripieni
tura e dei padri della Chiesa , diventò di molta dottrina , e stesi con purgata
uno dei più eccellenti teologi ed ora- lingua italiana(3). Il Canavera ebbe due
tori del suo tempo. Emanuele Filiberto fratelli ,
insigni ancor essi [>er lettere
duca di Savoja , allorché dopo la metà e per pietà ;
Nicolò , che fu prima ca-
del secolo XVI pose mano a restaurare
(a) IfC siiddcUc notJxie
si rìcavaoo dti una
gli studii già decaduti nel Piemonte
,
lotterà del i5 da Nicolò
ottobre 1576 scrìtta
tra gli altri v/alcnti professori stranieri Canavera fratello dì Giovanni al Duca di Sa-
(b lui chiamati alla regia università di voja Emiuanuclc Filiberto , la quale è ripurlala
dal Gazano nella itorìa di Sardegna
Turino , vi trasse con larga provigione ( tom. 11
pag. i63 )
(3) I ragionamenti sul simbolo degli apostoli,
(i) L’ autore delle uccejiibni alla storia se- compresi in un grosso volume iu fol. , sono
rafica del Gonzaga stampate in Veuezia nel j6o3 posseduti dal cav. D. Lodovico Bullle dilìgente
lo rliiama Oioraniii Cascarcra ed il Mattei cd erudito raccoglitore di anticb ila sarde. Egli
;
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I(i4 C N
nonico d’Ales e poi tcscovo di Alghero stiomun dell' Angles (1 ) ( Cagliari nel
uei primi anni del secolo XVII, e Marco 1575 ,
un voi. in 8." ) ,
le quali per ni-
caaoDÌco parimenti della cattedrale di tidezza di caratteri e per correzione
Ales, il quale nel 1614 fondò in Iglesias tipografica possono stare al poro di
sua patria un mouislero di religiose altre edizioni italiane e francesi della
francescane ( Ved. Astorga, Indicai, stessa età. Mori il Canelles nella sua
ballar, seraph. parte li ,
pag. 239 sede addì 9 aprile 1586 ( Ved. Mattel
nnm. 1 1. - Rodolf., Star, serqf'., lib, li, Sard. sac., fol. 202. - Soggio, Fid. da
fol. 235< - Gonzaga, Star, sera/, , pari. las mari, turrit, , lib. Ili ,
cap. XV. -
l'anno certo dì tale introduzione; però qual città venuto in Sardegna Delia qualità di
da quanto ne scrìsse il Gemelli , e più commissario generale del suo ordine , dettò teo-
logia in Cagliari per alcuni anni e pubblicò
ampiamente dopo di Idi, il Vernazza,
,
suddctto-libro eh’ ò un commento sul quarta
,
il
sembra che ciò accadesse nel 1566. libro delle Sentenzé di Pietro Lombardo cbia^
Direttori della tipografia Canelles fu- mato comunemente il Matztra. dtllt
L* Angles era seguace della scuola scotistioa , c
rono Vincenzo Sembenino di Salò fino
tale si addimostra in tutte le questioni del citato
al 1576, e Francesco Gnarner di Lione commento, che dall* autore é dedicato ad An-
fino al 1589 ,
i quali diedero alla luce tonio Perez famoso cd infelice ministro di Fi-
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,
CAN 165
insignito. Ael sacerdozio nel 1115; è 1134, ottennero nnn decisione, la qua-
rnniiiieiilato il suo nome in un diploma le , mentre valido la concessione di
di lai anno ,
con cui Pietro, Iloeorre Pietro di Canneto, dichiarò la dipen-
e Mariano di Atlicn donano ai monaci denza delle chiese donale dalla chiesa
caniaUlolesi la chiesa di S. Nicolò di madre di S. Gavino di Torres. Nel 1 136
Trullat in Sardegna (1); |>erò non era c nel 1139 Pietro di Cannello compa-
asceso ancora agli onori dell’ episco- risce altra volta per assentire alle do-
pato come recitano erroncaiucntc al-
, nazioni fatte ni camaldolesi da Gistan-:
cuni inonnincnti del monistero l-'ontis- lino di Athen illustre cittadino turrita-
lioni. La prima volta che si legge chia- 110 ,
e da
Ugone vescovo di Oltana (3);
mato arcivescovo turritano è in una ma da tal' anno mancano aflatto le sue
lettera di Uberto arcivescovo di Pisa memorie. In un diploma di Giovanni
scritta nei 1134 ( 1 135 indiz. Vi , stil. Sarga o Sargia vescovo di Sorres in
pisan. ), dalla qnalc si rileva ch'egli Sardegna , appartenente al 1 1 50 o al
era anteriormente insignito di questa 1153 (4), h nominato un Pietro arci-
dignità. Succedette a Vitale Tuia nel vescovo di Torres ; ma può conghiet-
governo <iella metropoli di Torres ,
fu turarsi che co.stni fosse altro prelato
chiaro per alti di pietii e di irenelicen- diverso da Pietro di Canneto (5) , mid-
rji ,
c donò generosamente al monistero
di S. Benedetto di Monte-Cassino le
di S. Manu d'Ardara , famosa per i rarìi con •
chiese di S. Giorgio di Barraci e di
ciliì che vi furono celebrati.
S. .Maria di Ennor o C/iennor. Il clero (3) Ugone vescovo di Oltana donò la chiesa
turritano e gli altri vescovi siiflraganei di S. Pietro in OUm, 11 diploma è riportato dal
MittarelK nell’Appendice agli annali camaldolesi.
riputarono lesi i diritti loro dalla ge-
(4^Ahbenchè il libro intitolato Bona Sardi-
nerosità di Pietro di Canneto ; prete- niae esistente nell’ archivio del monistero di
sero invalida tal donazione, mancando S. Michele del borgo di Pìm annoti questa
essa del cunstmiimenlo del sinedrio donazione nell’ anno iii3, e il Baroncini la
riferisca al ii34y ò però indubitato che non
ecclesiastico della basilica di S. Gavino
può appartenere fuorché al iiSo o al ii53,
di Torres ,
dalla quale erano dipen- perché v’intervenne o vi consenti Barisonc 11
denti le chiese donate, e portato Tairare re di Torres. Vcd. ATHEN (Piarao di) noi. 3.
(5) 11 Mattel ( Sard. Sac. , fol. i5o-5i ) sup-
a discussione nel concilio provinciale
ponendo che il Pirrao arcivescovo di Torres,
celebrato in Ardara (2) nel detto anno mentovato nel diploma di Giotahvi Sasga o
Saicio, sia 1* istesso Pibtbo di CaviraTO , di cui
(i) Il diploma è rìporUko dui MìtUrollì negli ai fa ricordo nei diplomi anteriori del ii36 a
annali canuildolcsl, cd ha la duU del otlubrc ii 39, né potendo conciliare la sua esistenza
1 1 13. dopo la metà del aecolo Xll colla esistenza di
luogo d’ Ardara, nominato frequente-
(a) 11 Attobb 11 e di ÀLsaaTo altri arcircscovi tbr-
mente nei diplomi del medio evo, era rantica riUni negli anni 1147 e ii64i prete a combat-
residenza dei regol» di^l'orrcc ,
i quali datavano tere 1’ opinione del Miltarelli e del Coatadoiii
gli atti del governo loro ori eattello ,
o nel che riferiscono il diploma del vescovo di Sorrra
regno t/uod ^ieitur Àrdar. Abbandonato ila easi al ti53. Però gli argomenti da lui addotti non
verso la fine del tecolo Xlll cominciarono a sono abbastanza fermi ; imperciocché Barisone
risedere nella città di Torres. 11 paese d'Ardara 11 di Torres era primogenito di Gonnarìo II
venne a perire circa quel tempo medesimo ;
cd regolo della stessa provìncia ( Ved. BARISONE
oggi esiste soltanto fra le antiche riivioe la chiesa 11 di Torrea) , e quindi Pietro regolo di Ca-
, , ,,, ,,
,
166 C AN
grado die il Vico ed altri scrittori sardi riblle ed Incgualo. Il suo colaggio, o
protraggano governo di quest’ultimo
il quello ch’egli seppe inspirnrc ue’suoi
nella sede turritaiia fino al 1155 (Ved. compagni lo salvò da una rotta certa
Fara , de reb. Sard. lib. II , fol. S16. e gli recò in mani la vittoria. Fogni)
- Gattola, Star, di Moni. Cass., parte con molta intrepidezza , e prevalendo
1, p. 156, 353, 425. - Miltar. e Costad. la disciplina de’ suoi soldati al numero
Situai. camald. , tom. Ili, fol. 152-53, ed al disordine dei barbareschi, li ob-
c ueVÌ ^ppend. col. 235 , 241 , 379. - bligò , dopo un feroce combattimento
Mansi, Sappi, ai condì, venet. - Labb., a salvarsi colla fuga nelle navi loro ,
tom. II, fol. 425. - Vico , Hist..gen. de essendo rimasi cinquanta di essi uc-
Sard. , parte VI cap. V. - Mattei ,
cisi sul campo e molti feriti. Dei sardi
Sard. sac., fol. 150, 151. - Passaraar furono morti cinque , fra ì quali Gia-
Sj'itod. diaeces. turrit. ,
pag. 136 ). copo Soggio di Sassari. Il Cano, avendo
toccato nel combattimento una gravo
GANG (Francesco), valoroso citta- ferita ,
fu costretto cedere il comando
dino sassarese vissuto nella prima metà dei forti dell’ Asinara e dell’lsola'^riaiin
del secolo XVL 11 comune di Sassari a Giacomò Boxa, genero di Serafino
di
si prevalse dell’opera sua in molti dif- di Carvia uomo potente per nascita
ficili incontri di guerre interne ed es- e per rìccliezzc , al quale poi fu sur-
terne. Nel 1527 si coprì di gloria nella rogato dal comune di Sassari Bernar-
fazione del 20 aprile sostenuta contro dino Casogia. Francesco Cano avendosi
i pirati barbareschi nell’isola dell' Asi- acquistato per tale azione la fama di
nara (antica .diiuiria). Si trovava egli eccellente guerrìcro,fu armato nel 1541
alla testa di soli cento uomini d’arme del cingolo equestre dall’ imperatore
allorché sorpreso da 400 turchi sbar- Carlo V nella città di Alghero. Appar-
cati improvvisamente in quei lidi ,
fu tenne alla stessa famiglia Angelo Cano
obbligato ad accettare una pugna ter- di Sassari , il quale rendette ai re di
Aragona importanti servigi in guerm
gliari n<Mi era suo maggior fratello , come tup" cd in pace; pcriocchc il re D. Alfonso
pone il Mattei
;
nè vi è ragione concludente
gli accordò la -baronia di Coguinas ed
per affermare che il Giot>anni Sorga , donatore
o ampUatorc della donazione di S. Nicolò di
ii castello Doria con reali privilegi del
TruUa$ , sia diverso dal Giovanni vescovo di 24 giugno 1438, e 4 aprile 1443. Co-
Sorres ebe soscrissc nel 1147 alla donazione del staiebbe in moglie Violanta , sorelli)
predetto re Gonnario 11 Quindi ai potrebbe
Francesco di Cenlelles, uno de’ piu
.
di
conghictturarc che il Pietro chiamato arcivescovo
semplicemente nel diplonu di Giovanni Sargia itlnstri baroni catalani del suo tempo
sìa diverso dal Pietro di Canneto ricordato nei dal quale comprò, nel 7 giugno 1439
diplomi anteriori , e in tal modo sarebbero con-
le ville di Muros , Ossi , Csini , lUeri
ciliate le contrarie opiuioni del valente scrittore
della Sardegna taera^ e dei dotti annalisti ca-
ed Uri ,
baro-
allora appartenenti alla
maldolesi. Nè la congbicUura mancherebbe di nia d’Osilo. (Ved. Fara, De reb. Sani.
probabilità e di valide ragioni rìsutUnli da altri
lib. IV fol. 404, 405 e 412. - Manno,
antichi diplomi }
ma noi non facciamo che ac-
Sior. di Sard. pag. 258. - Vico Uist.
cennarla , nè vogliamo entrar giudici in Unto ,
,
senno. gcn. de Sard. parL VII fui. 21, 22).
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,
CAN 167
CANO (Antomo). Nacque In Sassari Fara D» rti>. Sarà. lib. IV fol. 551-
,
negli ultimi anni del secolo XIV, ib- 55. - Vico , Hist. gen. del reyn. de
l>raccib lo stato sacerdotale e pcr- Sard., jjart. V cap. XLIII fol. 163. -
,
1418 alla sede arcivescovile della sua i5oi da Pranccaco Pellicer arcivescovo di Sas>
sari nell’ aula del palazzo arcivescovile dai
patria, la quale governò per molti anni
»
provinciale, i di cui atti andarono per- frammenti il sinodo fu aperto nel marzo c
numero protrano 6no al giugno del i5oi ^ lo presiedette
duti ;
aumentò il dei canonici
Francesco archiepitcoptu elee tue t$irriianentis
e dei razionieri della chiesa lurritana, etsastarensù $ e v’ intervennero , oU;‘e i ca>
c scrisse in rime sarde un poemetto nonici e benefìciati turritani che vì sono no-
sul martirio di S. Gavino di Torres minati, molti paroci e canonici di altre diocesi,
c fra gli altri Petrus Corso canoniass et “viea^
11 quale fu stampato dopo la sua morte
quamplures olii presbiteri ,
rius Ptoracen . , et
senza data di luogo. Fu egli che donò diaconi , eubdiaconi , clerici benefìciati et non
ai frati francescani della minore osser- ben^eiati , et persoìiae ecclesiasUcae diaecetis
et provintiae turritanen. et sassàrensis in mul-
vanza la chiesa c il monistero già ab-
tiludine copiosa y
exeepto quod per diaecetim
bandonato di S. Pietro di Sirchis o Zer- othanen. et eastrens. nuUus Juit nec se co/»-
,
donazione fu poi causa di aspre contese nata la donazione di Antonio Cano presentata
nel loro Mare magnum dai frati della minore
tra i frati dello zoccolo e rarcivescovo
osservanza di Sassari ;
e i canonici e i paroci
Francesco Pellicer per riguardo agli della atessa città protestarono contro la invali-
emolumenti delle sepolture ed altri di- diti della medesima : nell’ altra del 5 maggio
si stabilirono pene (Amtro i canonici e i paroci
ritti pretesi dal. capitolo turritano ,
e
non intervenienti agli anniversarii delle rispet-
dagli altri paroci della città (2). (Ved. tive chiese ^loTO, e ti diedero alcuni provvedi-
menti contro coloro ebe non pagassero decimai
(i) Nel tempo del luo gorerno fu unito alla decimarum si commissario della santa crociata :
mitra biaMTcbierue il priorato di S .Niculò di altre tre intiere sessioni furono impiegate per
Butulc con bolla di papa Eugenio IV. minacciar prima , e poi fulminare in eflctto con-
(3)
Il Wadingo conimiae due errori nello tro il governatore di Sassari l’ interdetto eccle-
•crirere di quetta donazione }
il primo ,
cbia- siastico, ritenendo egli incarcerato un Serafino
raando la cbicM donala S, Benédtiio ìH Sert^ui Carvia chierico tonsurato. Per ora basti questo
extra muros #acerenaef ; il accondo iieiratlri- cenno di tali frammenti sinodali posseduti da
buire tal donazione a un Pier* Antonio arci- noi , dei quali ci occorrerà altrove far più lungo
Teacovo turritano ( Wading ,
tom. XIV ad ann. discorso.
Sy (jOOgl
, ,
1G8 CAN
cosas memor. de la Qiad, de Sac. - fondatore (1); legò lire sarde settanta-
l’assamar, Sinod. Dioecr.s. turrit. pag. mila, ordinando fossero messe a frullo
157. - Sisco Memor. mst., tom. Ili
,
per dotare annualmente orfane donzelle
fol. 52. - Manno Stor. di Sard. tom.
, sassaresi -, e fece altro lascio di lire
Ili pag. 525. - Mattel ,
Sard, sacr. fol. ventimila a favore dell'uiiiversità tur-
165 e 217). Vi fu un altro Antonio ritana ,
pel di cui stabilimento fu egli
('.ano o Cani diverso dal precedente. uno de’ più caldi e solleciti promotori.
Si rileva da memorie antiche che era Il collegio di educazione per la gio-
nativo di Iglesias, e che visse nella ventù studiosa fu aflidato da lui alla di-
line del secolo XVI e primi anni del rezione dei padri della compagnia di
seguente : scrisse molti allegati forensi Gesù. Morì in Sassari nel 1621 , anno
in lingua latina ,
alcuni dei quali sono medesimo della sua traslazione , la-
inserti nella raccolta pubblicata dail’A- sciando fama di prelato non meno pio
leo nel 1637, Cagliari, un voi. in-fol., che generoso. ( Ved. Cordara , Misi,
col titolo : Consilia diversorum au- soc. Jes. parL VI lib. VII fol. 384. -
,
più anni avea fenuata in Sassari la sua C.4XY (F. Nicoli)), deU’ordine di
dimora , nacque in quest’ ultima cittii S. Domenico nato in Iglesias verso
, i I
verso il 1540. S'ignora il luogo in cui 1675, e chiaro per il suo sapere in
fece i suoi studitempo in cui si ,
e il materie teologiche. Resse per più anni
sagri) presbitero. Però sappiamo che gli studi conventuali
,
prima nella sua
fu prima paroeo di Bitti ( de Bini patria e poi in Cagliari ; fu due volte
marmo), e quindi nel 1578 creato ar- provinciale del suo instituto in Sarde-
civescovo di Arborea. Resse questa gna, esaminatore sinodale della metro-
sede per ventisei anni con fama di molta poli cagliaritana ,
e qualificatore del .
dottrina e probità, e nel 1621 fu eletto santo uflizio. II P. Rrciuond afiicrma che
arcivescovo turritano. Varie iustituzioni fu valente oratore , e teologo de’ piii
da lui fatte e promosse nella sua patria distinti del suo tempo. Creato vescovo
per rincremcnto delle lettere, rendet-
tero chiaro il nome suo negli annali L’atto di fondazione di detto collegio è
(t)
della Sardegna. Introdusse in Sassari del aa gennaja 1619. Co) medesimo , riordi'
Dando il Canopolo le disposizioni che area date
la tipograOa nell’anno 1616 ,
impiegò
per lo stesa’ oggetto con precedenti aiti del 9
egregie somme per la fondazione di dicembre 1611 e 19 dicembre 1616, fondò venti
un collegio di educazione nella stessa piazze gratuite i
dodici delle <piali a favore degli
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•^\
<PÌ.«.V feV45t,'i’’c2;r?'©5!’.f5)
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,
CAO 169
di Bosa nel 1727 riformi) la &m diocesi CAO (Co.sTA»TiKo), Ih uomo di ski-
dagli abusi e dalle praticlic supersti- golaro pietà ,
edificò in Trastevere di
ziose che si erano radicale pcrOno nel Roma presso alla porta settiniana mt
clero, e celebrò od sinodo molto ripu- ospedale a benefizio dei poveri nati in
tato per le sane dottrine, c per le buone Sardegna c lo dotò di molti beni. Rui-
,
regole di governo che vi sono registrate. uato questo edilìzio al tempo dell’ in-
Il medesimo fu stampato ip Cagliari nel vasione di Roma (atta dal contestabile
un papa già per se stesso inclinato a essa era del tenore seguente :
rOHATANTINVa ‘
CAO CALARITANVA
*
DILAEI *
PBECIBVS * SAEmplAII
bero parte i genovesi ,
e sorti lieto flnc
A '
lARACCIIIt
colla piena sconfitta del re saracipo. PAPA AIEEEAEI * CTBATIT
Bario Qao ebbe due figliuoli Costan- ARAtTASlVA PVIT LITTEEAEVM
' PEE1TI»»IIIV« * *
;
rOMTlPICIEYS * CAEV« ' ET PIETaTE CLAETS ’ '
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, , ,,
170 CAO
( VeA Cron. ptt., all'anno 1017. - Lo- Mentre
stessa chiesa altri preziosi doni.
renz. veron., lib. IH, pag. 124, presso non era ancora cardinale perpetuò nella
Muratori Ber. ital. script. tom. VL
, chiesa di S. Crisogono la memoria del
- CiacGOnio it. rom. poni, et S. B. padre, dello zio, e dell’avo suo ( ved.
,
E. card., tom. I, tol. 418 , 419. - Vit- r art preced. ) ; dal che appare che la
torellipresse il medesimo. - Piazza sua elevazione al cardinalato fu- poste-
Op. pie di Bom. lib. 11 cap. XVL - , riore al 1068. Mori in Roma nel 1087
Fanncci Troll, delle op. pie eccles.
, , sotto il pontificalo di Vittore HI e fu
,
lib.IV , cap. X. - Manno, St. di Sard., sepolto nella suddetta sua chiesa tito-
lora. 11, pag. 174-75-76 ). lare. Annibaie e Quintilio Cao della
stessa famiglia, vendutisi chiari nella
CAO ( BENEDETro ). Figlio d'Anasta- milizia sotto i vessilli dei re di Aragona,
sio , nato in Cagliari
, e fattosi chiaro rinovarono in santa Prassede nel 1333
per sue pietose gesta sol declinare
le il monumento che ricordava le gesta
del secolo XI. Condotto ancor fanciullo del cardinale Benedetto Cao (2), il
aRoma da suo padre, il quale colti vava quale diceva io questo modo :
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,
CAO 171
MIC * aei^TiMt.iT L’ altro ò Francesco Cao , ano dei no-
BRueniriTii • caivs * »:4i.a»itì!IT.«
bili sardi che congiurarono nel 166S
AK.V^TASII •
ni. • PAFAI» •
CARI) ’
TIT *
8 ‘
t>BAXIDtf
CRKATTA * X .• ORCO VII ' la morte di Emmanuele de los Cabos
OMIT * AH * DUM M1.XXXTII
'
matcliese di Camorassa e viceré di Sar-
QriIITILir* ET AMIIlBAL DE * CAII8
•
quale dopo varii accidenti
* '
degna , il
gri PRO
' RRCIRVf* ARACOTiliC * llt RARniRIA ' *
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, ,
172 CAP
sono; un'oranone sulla Pentecoste
l." contro lo genti di Nicolò Doria II re
da «1 cospetto di papa Gre-
lui recitata D. .Alfonso, volendo ricompensarlo dei
gorio XV Btentre era alunno del se-
,
suoi servigi , lo armò cavaliere nel 1 459
minario romano ;
Dti Sancii Spiritus ( Ved. Fara, De reb. Sard. ,
lib. II, fol.
nimo Cao calaritano sem. rom. com>. cap. IV. - Manno, Star, di Sard., tom.
( Romae 1623 )
2.° un dramma sacro
;
11 ,
pag. 361 e seg. ;
tom. Ili p. 196 ).
,
Genova, e segnò in tal qualità il famoso ché, e scioglieva con mirabile facilità i
atto di federazione del 24 marzo 1 294 ,
più intricati nodi grammaticali, e pren-
in virtù del quale Sassari si costituì in deva sommo diletto nello scrivere in
forma di repubblica alleata ed amica poesia latina, ricopiando ne’ suoi com-
della repubblica genovese. Discendeva ponimenti relcg.Tnza dei sommi m.'ie-
da lui Valentino Capra valoroso citta- stri
;
lo clic faceva con tanta franchezza,
dino sassarese che illustrò il suo nome ebe sarebbesi detto nato e cresciuto
nell’ assedio del castello di Montelco- nel consorzio delle muse romane. Le
ne ,
e nella precedente espugnazione quali doti d’ingegno unite al candore
del castello di Bonvebi , nella quale si dell’animo suo gli conciliavano l’amore
distinse per il coraggio c per la fedeltà dei precettori; amore che il Carboni
sua, militando sotto i vessilli aragonesi ricambiava con generosa gratitudine.
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,ft J* 7/n VV .
VÓI© fsS.s‘NJSMn',©lt.YE
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e AR 173
Giovinetto d’anni diciotto, si ascrisse làltosi sacerdote, si abbandonò tutto
nel 1763 all’ordine lojolitico ,
nel allo delizie della letteratura. Nelle regie
quale attese altra volta agli studii di scuole di Alghero insegnò grammatica,
grammatica e di amena letteratura. In- e poi retloriea; colà. ideò, e recò a
segnò poi la latinità delle dassi infe- termine il suo poema de coraliis (2).
riori nelle scuole gesuitiche di Sassari; Lo stesso uffizio esercitò quindi nelle
quindi fu inaudato a Cagliari per inse- regie scuole di Cagliari, e nel 1788 fu
gnarvi la retloriea. Colà si fece ammi- nominato professore di eloquenza Ia-
rare per i snoi talenti, e soprattutto lina in quella università dal re di Sar-
per l’eccellenza sua nel poetare latina- degna Vittorio Amedeo IIL 11 Carboni
mente. Però il Berlendis ,
prefetto in corrispose in tal inq>iego all’espeUa-
quel tempo delle scuole .della compa- ziono che si avea di lui; insegnò cou
gnia di Gesù, mentre lo diceva inar- diligenza le lettere latine, ed oH’ inse-
rivabile nella purità della lingua del gnamento aggiunse moltiplici e pregiale
Lazio, si doleva di perchè mancava
lui produzioni si in verso, che in prosa,
di pazienza nel comunicare ai discepoli le quali accrebbero splendore- alla sua
i suoi concetti, e riguardava con in-
,
fama. Però ,
quanto più allo saliva
contentabilità forse eccessiva le produ- il nome suo, tanto più si addolorava
zioni latine dei giovani studiosi. Nel r invidia, temendo non arrivasse a tale
1772 diede allà luce i primi due libri altezza da non poterlo poi aggiungere
de sardoa intemperie, poema che gPi co’ suoi eolpi: quindi fu sollecita ad
fruttò la lode e l’estimazione dei dotti assalirlo colla voce e cogli scritti,
rono ad applicare per alcun tempo la quale assorto intieramente nelle delizie
mente alle discipline legali, delle quali dei suoi studii, a tutt’ altro pensava
però si disgustò subito; per lo che fuorché alla tempesta che gli si adden-
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,
171 C AR
ogni pagina di quell’ insulso libercolo, zato dai più celebri latinisti di quel
in cui r autore censurando la versione secolo si avvide per la prima volta
, ,
(1). Pure il Catullo sardo, che tanto deva dei suo valore ; tanta modestia a
nome dovea dare alla tèrra natia, uomo tanto sapere ei eongiuogeva! e gli emuli
di pietà sincera ,
di quieto vivere ,
e suol ,
i quali aveano creduto di umi-
nemico anzi che fautore delle opinioni liarlo , riconoblJero allora che mal si
sregolate dei novatori ,
fu la vittima di guerreggia contro il genio, se creato
tal calunnia. Vero è che purgossi e che dal supremo facitore delle menti umane
rilusse più chiara la sua innocenza ;
ma per soprastnre plebe degl’iDddfU alla
su quella cattedra, dalla quale erano amici ed encomiatori; nè gli amici suoi
scorsi, quasi torrenle rigeneratore della furono volgari , ma di tal tempera, che
gioventù studiosa, gl’ insegnamenti e delle glorie loro Italia tutta risuona (3).
i precetti ,
ed esule volontario ne andò I
in Italia ,
dove lo avea precorso la fama djir immortale Melchiorre Cesarotti , come ri-
onorata del nome suo. Fu io questa-" sulta da Una lettera autografi posseduta da noi
un cumulo d’ luvetiivc ,
e di ridicoloMgglui sore dibdtc lettere nel collegi di Pistoia ^
contlt> li due ex-geiuiii sardi Matteo Madau c Francesco Gemelli già professore di eloquenza
{Francesco Carboni per la versione del lìiimo nella regia università dì Sassari , Bernardo La-
et^mrùiico fatta dal primo in lìngua sarda ed viosa poeta genovese , c Audrca Zunnoni biblio-
in dialetto caglUnUno ,
e per gli endecassiUabi tecario del liceo di Paen^. Le accademie di
latini del secondo sullo stesso soggetto. Ma piCt Fossano e d’ Imola, e i* arcadica di Roma sono
particolarmente vi è preso di mira il Carboni , '
e 1’ accademia data dai suoi allievi nella chiesa (3) Nessuno ignora come suonino chiari iti
di santa Croce in Cagliari. <
Italia i nomi di Camillo Zampieri , di Giovanni
(a) Distiaguiaroo dalie altre le accademie ales- Battista Roberti , di Angelo Fahroiii , di Giulio
sandrina ,
bolognese ed italiana. Il segretario Cesare Cordara , di Clemente Sibiliato , di Gi-
di quest* ultima nel partecipargli la sua aggre- rolamo Ferri , di Giusi‘p|>e VernazKi , di Filip|*t>
gasione ,
gU acriveva : Jo mi congratulo colla Eixulani , di Giuseppe Solari , c di Melchiorre
accademia per CaequUio che va Jaeendo nella Cesarotti. Essi tutti furono amici del Carboni;
vostra persona del primo latinista del secolo ec. più intimo il Roberti ;
più aniiiiiralore dei suoi
Ed a lode del CarlKiui soggiungeremo che la pregk il Fabroni che dcdicogli la vita dclì*itn-
proposta di aggregarlo all* accademia italiana fu luorCale Ttrahosthi. Il Chinrtmusnti vescovo
fatta dal Solari ,
dal conte Antonio Cerali ,
c d’iiuola, lo predilìgeva cou amoic palcroo ;
e
CÀR 175
E quando ritornato ai patrii lari ,
Bes- piu libertà, comprò un poderetto, in
si'DK piccola terra finitima alla natale cui le ore quasi tutte del giorno spen-
,
di Boiinannaro, elesse per sua dimora, deva nel comporre e nel meditare (1).
snida mantenne l'amicizia per quei som- Lontimo dalle cure familiari, delle quali
mi ;
con frequenti epistolàri ricordi avea lasciato H governo a due sue so-
rinfrancandola. Non a ciò inducevalo relle ,
egli sì rimaneva negli ozi del suo
ambizione di migliore stato o altro pri- Tusculano, scrivendo agli amici, ri-
rio Barnaba Cbiaramouti , già vescovo secolo di Augusto. In tale beata vita
d’Imola ed amico suo, fatto papa sotto gli scorsero molti anni ,
nei quali non
nome di Pio VII, lo invilò ad andare a smentì mai la religione ,' la pietà, la
il ,
quale inspirato dalle nuee cànUva gli ozi beali
dolcezza delle lettere ,
e dalla tran- della viti campestre, L’ epigramma eh’ egli in-
quillità del privato vivere, noo^si lasciò titolò De fonte Nigelli / è uno dei pio belli ebe
uscissero dalla sua penna lo riportiamo per
smuovere da tale invito , e rendute :
intiero ,
acciò qualunque non conosca le opero
grazie quante si poteano al supremo delC^rbon^ veda il modo suo di poetare.
gerarca , rimase nel pacifico stato della
Sic libi hamadrjradum quaecumque his
aurea mediocrità. Visse cosi il restante praesidei agris ,
dei suoi giorni , scrivendo c poetando Et quawumque sub hoc fiumine nympha
Ialinamente: e perchè potesse farlo con laiet y
nec le
Laedant tempora sicea canis ,
aestivi
4<)(tiiDOstrollO| allorché fu assuntoci pontificato
Il iUbiliato icriveva al Carboni; ellaviettem*-
O ductus qui vertice moniis
fftns aèrei
Laberis undisono laeta, per arva pede.
rùnmentt annoverala tra i più emendati e tersi
plurima te eircum ramis feticibus arbor
scrittori detv età nostra ,
ette in Zampieri ,
in
Creseit et umbriferas expUcat usque comas.
V'erri f e poco fa in J^igtiore perdette assai. .
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,, ,
176 CAR
il momento di stia partita ; quindi ctiin- al ricoglitore ,
c da on breve commen-
mati i conforti della religione ,
e questi tario sulla vita e scritti carboniaui or-
ricevuti con ammirabile serenità d’ani- dinato con molta sensatezza dal cano-
mo , cessò di vivere nel 22 aprile di nico Einmanuelc Marongio. Nulla me-
quell'anno medesimo in età d'anni 71 desima sono compresi i Faleuci latluf,
amici suoi ,
mantiene viva in esso una dairautorein tempi diversi, alcuni dei
dellememorie più illustri dulia Sarde- quali non erano stati pubblicati per lo
gna. Sono molte le produzioni edite inuanzi; le orazioni Ialine De sardorum
del suo ingegno; non minori le inedite
e le perdute; fra queste mancò alla (a) I poemi de Sardoa intemperie et de Co*
ralla» sono scritti io versi esametri quello è
gloria delle lettere latine un poema in
:
( 1 ) col
seguente titolo Sdectiora t ran
:
Giuseppe Dclilala
in versi italiani falla dal cav.
di Alghero. L* altro poemetto de Corde Jesu
cisci Carbonii carmina nane primum
è stato per la prima volta pubblicato in Cagliari
in unum collecta,opus cum latinis ora- nel 17^4*
tionibus de sardorum literatuta ( Ca- Le Effemeridi romane nel dar ragguaglio
(4)
degli endccassillabi del nostro Carboni mila
roli 1834, un voi. in 4 .” ). La raccolta
Eucaristia (niitn 3o» 1783 361ugl. ,
pag 238),
ò corredata dalle solenni tcslimoiiianze li paragonano* coi versi eatulliaoì , c scrivono
di lode fatte al Carboni da [tarccchi il- fra le altre lodi che Catullo cristiano non
;
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, , > ,
C A K 177
hiuraturn , e l' elogio funebre ilell' ab. gli clidccassillabi. avea gran
Il ('.ai'boni
Angelo Bcrleudia ,
scritti dal Carboni fantasia poetica suo criterio era
;
il
Il Ad
HiACISTHI M TtrKRUHLM TArsiRBirsiiiii
A9TMT1TBU, Db NAtHlUtOSB clC.
I
(*ui *ua virtori .Insonides jant sceptra merenti (‘a) Le piinripali poesìe ilsiHane del Carboni
yratteigeuae ante pedes \ant piìiuere sua , sono le seguenti : I. La sanità dei letterati y
Mireiur •fuivis /tira dare jtu'a , daturum poemetto in versi sciolti , di cui si fecero tre
Mifx Tunai y ac Tìuimesi mosque Uary silw- edizluui la prima è del 1774
: dedi-
y
isequana cuplivù non iierealur aquis ? messe in luce dal dullure Gio. Andrea Carboni
**
Jluec bure domùis reguai domttui'ibui delF autore. Sassari 1774 t per (iiiiseppc
fratello
y
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,
178 CAR
alcutir, i quali nvl presente splendore lateologia e la giurisprudenza: però
della poetica Eredità tramandataci da neppur queste mancano -di eleganza di
Dante e dal Petrarca, possono essere stile e di nobiltìi di concetti ,
e nelle
lotti con -piacere (1). Delle onuioni medesime riluce soprattutto quell’ infl-
latine ,
la piii latina è quella in lode uito amore, da cui il Carboni era com-
di Angelo Berlendis, in cui traspare preso verso la sua patria. Tradusse
mirabilmente l’ anima appassionata e ancora il nostro poeta le Egloghe mi-
riconoscente del Carboni Terso il sno litari del Curdara versi esametri Ia-m
antico maestro: più utili la quarta e la lini, celandosi sotto il nomo étNwldo
quinta, colle quali eccitaudo i giovani udfronio (2) ;
pubblicò con nitida
alle studio delle lettere ,
propone la edizione il Tobia, ossia il poema sul-
eloquenza come una delle arti che deg- l’educazione del conte Camillo Zam-
giono essere coltivate con ispeciale pieri, intitolandolo al principe Filippo
amore « e la formazione di un’accade- Ercolani ,
onor di Bologna c d’Italia
mia letteraria qual mezzo potentissimo
per accendere gl’ ingegni a nobile emu- (3) Sono discordi i bibliofili sul vero autore
della traduzione latinadelle Egloghe militari
lazione di Siipere. Le altre due sulla
del Cordara. Il Carrara
( Diuon, degli uom,
letteratura sarda sono meglio transunti illustri
)
Luigi Maria BuccbcUi ( Pit. del Cor-
,
storici che orazioni,- perciocché ver- dara, stamp. in Venez. nel iSo4)» e Mauro
Boni Pref. al tom. IV delle opere del Cord. )
sano sul nudo ricordo dei sardi, i qaali (
aflcrmano ,
essere tal versione dello stesso Cor-
nei tre secoli che precedettero a que- da m ^i^ndo in conferma tre lettere da lui
,
sto hostro- coltivarono con successo scritte air erudito Francesco Cancellieri. £ il
(i) Ecco uno squarcio di una sua anacrcon> il Carboni , ritrattò poi la 8ua.opinionc , dicen»
tica j»cr il SS. Natale. Le parole sono messe dolc tradotte dal Cbrdara medesimo. Pure il
in bocca delle f^irià del Cristianesimo. chiarissimo Saverio Maitei fece pubblicare in
O dì felice ! Napoli la suddetta traduzione col none di Fran-
Liete diccano , cesco Carboni , al quale ancor noi Pattribiiia-
Qual nova grazia mo. Forse andremo errati ; ma ebe il Cordara
1 campi spirano non sia veramente il traduttóre latino delle sue
£ i fior per tc ! egloghe italiane , si argomenta chiaramente dalle
Ogni pendice prime ed ultime parole di A’iWhfo Ajronio
Di nuovo aumentasi nell* Avviso ai lettori : Italas viri cl. Jutii
" Unor , più lìmpidi Caesarit Cordarae eclogas latine redditurus ,
1 fonti movono non veHfum verbo curari interpres Jidus. Ali-
L’argenteo piè. ifuid scilicei addidi de meo..... IHe ( Cordara )
To , r aspettato me probet aureus latinitatis cuUor, cujus senta
Da tutti i secoli ,
^ Intinis , ut potai , Jormulis expressi pauUo
fbrtento al cupido fìdentior. Poco modestamente di sè avrebbe
Guardo degli uomini sentito il Cordara , che pure era modestissimo ,
Esponi alfìn \ se tali parole avesse scrìtte del proprio valore
£ al basso staio , nelcomporre latinamente. £ se questo non fosse
In cui giaceasi un argomento per attribuire la suddetta tradu-
Dolente e mìsero ^ zione al Carboni anzi che al Cordara medesimo ,
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, , ,,,,
('
A R 179
(Cagliari, nella Stamperia Reale 1778, meno di quello clic gli veniva dall'al-
uii vul. iu-4.° grande), e diede alla tezza del proprio ingegno. La religio-
luce alcune poesie latina del Roberti ne , che venerò sempre gl’ inspirò la ,
(t^liari 1780) , e le elegie di Kran- maggior parte delle sue poesie ; aman-
cesco Maria Zaaotti in laudem D. M, tissimo deirinstituto, cui crasi ascrìtto
/ (ediz. unica). Le poesie latine del nella giovinezza, allorché Pio VII reiii-
('.arboni furono avidamente lette ed en- tegrollo ,
desiderò di rientrarvi , ina
comiate in Italia ;^nr.i taluno dei poeti vecchio e impotente mori prima che
italiani reputato al suo tempo fra i mi- potesse soddisfare all'ardenza della pia
gliori ricopiò nelle sue rime alcuni dei brama. Fu di carattere ingenuo , d’ani-
concetti espressi latinamente da lui con mo facile e mansueto, disiuteressato
molta eleganza: tale fu, per tacer d'al- compa.ssionevole, generoso. Di corpo,
tri Clemente Rondi , il di^ui sonetto
,
nò grande nò breve oltre l’onesto, avea
{ler nozze che comincia Gnor degli
,
: ilare il viso , ampia la fronte , e gli
orti una vermiglia rosa ec. , è una occhi sci'ntiUanli del fuoco che urdc-
vera traduzione del dilicato cndecas- vagli nella mente. Della sua persona
sillabo carboniano per lo nozze del fece questo ritrailo il Zampieri in ele-
conte di Brusasco con Paola Fansson gante epigramma latino: e quando il
dei marchesi di Clavenzana: Rosam bulino italico ritraeva ,
lui vivente , la
comparo liliumqsie tponsis ec. La vita immagine sua, la giusta laude dei coe-
di Francesco Carboni fu limpida e glo- tanei facea incidere a piò della mede-
riosa: tentata nel suo principio dagli sima queste parole : doctàe Sardi niao
avversi colpi di fortuna ,
gli scorse poi deciisnovellami libero dettato del Ro-
.sempre lieta e contenta, perche , onorevole al Carboni e alla Sar-
ritrat- berti
U)si in tempo dai pubblici negozi , ei degna ( Vcd. Carb., Select. carm. 1834,
la consacrò tutta alla coltura delle let- 3 lino a 40, 43, 50 , 53,
fascia teli, pag.
tere. Ebbe in patria i nemici; ma li 56, 58, 65, 68,78, 91,137,153-54,
oppresse tutti colla grandezza del nome e nel fascic. Ili, pag. 3, 35, 42, 55,
suo ebbe amici molti in Sardegna e
; 67 ; fascic. IV e V', pag. 11 , SO, 81, 35,
in Italia (1)
;
e fu amato e li amò tutti 36, 38, 4fr, 4i, 55, 57, 78, 81, 83,
con caldissimo amore. Meritò gli onori, 104 ; fase. M
pag. 3 c seg. , pag. 27
,
familiari latine scritte da Km addetti amici suoi. pieri , Poes. ital. e lat. e nel Tobia
(a) Non pertanto non potè ricusare la citta-
Iclt. dedic. - Galloni Riir. poet. star.
,
dinanza ed' Imola fattagli offrire dal conte Ca-
|
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, ,
180 C AR
JtiblLot. script, soc. Jes. , supplem. 1, collegio fuudulo dal cardinale .Ubornoz
pag. 121 ;
supplem. U, pag. 21 , 22. - per gU spagnuoli, tra i qtiali erano
Robert ,
Poes. lat. c nel Prob. naiur. sempre annoverati i sardi. Fioriva in
lutroduz. ). quel tcffifm l’università di Bologna per
fama di professori eceellonti in ogni
CARCASSONA (
A:<ton’ Angelo ) parte dcU’aimano sapere, e vi accorre-
dolio ghirecOnsulto sardo ,
nato in vano da tutta Europa giovani studiosi: i
Alghero (1) nel principio del secolo nè itCarcassona fuiSsolo sardo,il quale
deeimosesto. S’ignora quali fossero i vi si recasse per amore dell^ ottime
suoi genitori ,
e i primi sludii fatti discipline : altri ancora , mossi da po-
da ini: però dadl'opera sua, di cui par- tente stimolo di erudirsi , vi accorsero
leremo in appresso , si ricava eh’ egli solleciti in queil’ istesso correr di- tem-
apprese nella sua patria i rudimenti pi, fra i qu^M [ler dirne d’alcuni, furono
grammaticali e le umane lettere , e che Gavino Sugner, Gavino Sambigucci, c
studiò in Cagliari la lilosoGa peripate- poco appresso Giovanni Francesco
Dimorò in detta città per qualche
tica. Fara, ingegni splendidissimi che ono-
tempo, dove attese a coltivare la giu- rarono la pai ria loro (4). Ascoltò Àu-
risprudenza (3)v ma difettando l'isola ton’Angclo le dotte lezioni di Mariano
<li buoni maestri e di pubbliche scuole Socino il giovane, il quale occupava
d'insegnamento, si ttasferì in Italia nello studio bolognese la prima cattedra
\erso il'ló'iO, onde appararvi meglio di diritto civile , e colla dottrina degli
la scienza del diritto. Bologna fu la insegnamenti, e colle valorose scrit-
città ch’ei scelse per la sua dimora, e ture legali empieva l’Italia della fama
vi ebbe onorata e comoda stanza nei del nome suo. Giovossi mirabilmente
il Caroassona dei precetti dì tanto mae-
Sebbene irCaroassona acììc ^dJizioni ìii
(i) stro e nell’emulazione del tirocìnio
,
rommefitarit «li GiaBoae del Maino sul titolo
scolastico concorrendo con inlìnìti gio-
de Àctionibut si qualifìchi gciicralinentc sardo
con questa rubrica: Ànt. dng Carcanona $ar- vani di vario paese all’acquisto di so-
(liu , tuttavìa è indibitato ebe nacque in Al* lide cognizioni nella romana giurispru-
filerò mentre in un luogo delle citate sue
,
denza, diventò in breve tempo uno
otldizioni nomina spccialiiicntc la sua patria ^
scrivendo et aaeptus promittuntur ampUores
:
degli scolari piu eeccllenti che uscis-
dotea... . uL vidi in ciuitate nostra Algherii sero dalla scuola del dotto professore
Vcd. op. cit fol. 3^0 )-
( ,
sanese. Sostenne in Bologna replicati
(a) Tuttavia si può conghietlurarc cb* egli
fosse o figlio f o fratello di Bernanlo Carcas* pubblici esperimenti (5), nei quali fece
aona cilUdino algbercsc , il quale fu armato
«Mvalicrc dall**Ìrapcratore Carlo V nel 1637. (4) Ved. il Discorso proUiDinarc, c gli articoli
Da Bernardo dUccodevano gli autiebi marchesi FARA SAMBIGUCCI, , SUGNER.
di S Saverio 5 j Dei medesimi fa frequente ricordo il Car*
(
( 3) Ciò si rileva da un altro luogo della citata cassona nell’ opera de Actionibus ma spcciul-
;
opera ( pag- 397 ) ,
in cui parlando l’ antorc monlc d’ uno jicl quale argomentarono contro
,
della pro<(uzionc dogli inslnimenti da farsi nei di lui lo stesso rettore dclP università e del
giutlizi civili,dopo la citazione, soggiunge: collegio degli spagnuoli in Bologna , e dotto
ptrmt vidi saepiut practicuii in curia illustrisi giovane romano: Hanc opinùmeni egu Hounniac
simi pnt-regis regni Surdiniae. dispulandit substirnsi puhLce ,
et Jiùt mihi a
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, , ,
C AR 181
strare t commentarli dèi famoso Gia- sottoscritte nella fine, 0 colla semplice
sone del Maino sul titolo giustinianeo parola Sardus , o con queste altre :
Carcassona sartia auctis etc., un voi. opera legale, ch’egli medesimo aveva
in-fol. ) (1). Questa seconda edizione .scritto sulla materia civile, dei dritti
e azioni derivanti dallo scioglimeitto
maf^nijìco tane uniyteniiatit el coHegii hìspa-
tiontm ì eciore , ac a quodam doctissimo scho~ (t) Da qncsU edizione sono ricavate le cita-
Iftve romano areumenlatum ( Veti. oi>. cit. , zioni dei vari! luoghi delF opera del Carcassona
fol 3i4) l'c^ièlrali; in (jticst’ ai iìcolo.
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, .
182 C AR
del matrimonio. In quale perù non 23. - Massaia', Dissert. sul progr. delle
pervenne sino a noi (1). Considerate scienze in Sard, ,
pag. 11. - Manno ,
in complesso le addizioni del Carcas- Star, de Sarà., tom. IH, pàg. 475.).
sona sono pregevoli assai per la dot-
,
e se noi disse per ferire la ingorda taglie gli iHaritò il privilegio di gene-
genia dei legulej e dei curiali, da un rosità di cui OnoroUo Alfonso V re di
luogo di dette note ne avremmo cer- Aragona, armandolo cavaliere. Discen-
tezza ch'egli, nello studio delle leggi, deva da Ini Giovanni Cariga cittadino
meglio che alla- gloria intendesse al sassarese , il quale , come afferma il
guadagno (2). Non abbiamo di lui altre Fara , fu chiaro per virtù bellica , per
notizie, e s’ignora il luogo e il tempo umanità di costumi e per«agadlà di
di sita morte. Non bisogna confonderlo mente. Nel 1541 il comune di Sassaai
I
con un altro Anton’AngcIo Carcassona lo inviò olla citIS di Algliero per osse-
giureconsulto sardo, di coi si hanno tre quiare l’impcralore' Carlo V che aveva
allegati forensi stampati in Cagliari nel colà apiurodàto con poderosa flotta de-
1589, 1593 e 1697 Ved. Carcassona stinata aH'espugnazione di Algeri in
(
Op. cit. fol. 5 , 46
112 , 157 179 , ,
Africa. Poi nel 1556 ebbe -H .comaiulo
193,203, 208, 267,268, 270, 289, supremo di tutta la cavalleria logudo-
297, 312, 514, 318. - Fabroni, Star, rese , colla quale scorse i Ktorali di
dell’ A
cead. pisana , tom. I , parto II Sorso ed altri luoghi dell’isola ,
onde
cap. VI, pag. 259 in not. - Simon, Let. accorrere soUecit^in difesa delle altre
sopra i celeb. giuresc. tard. ,
pag. 22, genti d’arme che la città di Sassari
aveva inviato ai lidi di Gallura per im-
pediae lo sbarco de’ turchi costoro :
,
(i) La medcsinisi era nn oommentario sun.i dopo aver inutilmcute tentalo l’espu-
legge prima fl*. toluto Matrimonio. Kc parla spe-
gnazione di Calvi e di Bastia in Cor-
cialmente al fol. a 68 ,
^ 70 , e la chianin
ripetitione ( repetitionem ) , Io cKe equivale ari sica, minacciavano d’invadere la parte
illustrasione era già cnmposta- allorché chio- settentrionale della Sardegna.
( Ved.
;
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,
CAR 183
ctigiiariUno ,
cke fu segretario del co- nati consulti o responsi ieg.vli ,
scrisse
mune della sua patria. Scrisse in idioma un opuscolo sul primato dell’ arcive-
castigliano la relazione del voto e del scovo di Cagliari ( Breve diteurso del
sacramento fatto nel 1632 dalle corti primado de ^erdena y Cor^ega en
di Sardegna per difendere la Conce- favor de-l arqopispo de Caller, un voi.
zione immacolata'di M. V., e -la fece di in-4.“), stampalo in Madrid nel 1616,
pubblica ragione nell’anno medesimo : il quale è anzi una diatriba, che una
essa ba per titolo : Pubblico t'oto
y dimostrazione contro la citth rivale di
jufamento en favor tta la puri stima Sassari. Morì
il Carnicer nella sua patria
concepeion eie la Virgen ec. Eu Caller. addi 7 novembre 1636 (V’ed. Consult.
Por Bariholome Gobetti 1632 (un voi. ed alleg.for., un tom. in-fol. - Desart,
in 4.°). L’autore la dedicò a D. Gaspare Cap. cur. reyn. Sarde, fol. 553).
Prietu vescovo di Alghero •'presidente
del regno: alla medesima va unito il CARNICER (Fu. -Tòmmaso), religioso
discorso pieno di nazione e di dottrina, dell’ordine di S. Domenico ,
nato in
che recitò in tale occasione Fr. Am- CagliarincHa prima metà del secolo
brogio Macliin arcivescovo di Cagliari. decimosettimo. Vesti llabito dei pre-
Il Massaia credo erroneamente che il dicatori nel 1658 e nel 5 novembre
Camioer scrìvesse e pubblicasse lasud- dcU’anno seguente ne professò l’ insli-
.^letta relazione in lingua latina. Il -iMattei, tuto. Ebbe a maestro del noviziato il P.
scrivendo del Carnicw,lo chiama Wrum Giacomo Roca suo concittadino, morto
nobilitate , doctrina, pietateque con- in opinione di santità, sotto la cui di-
spicuum (Ved. Camicer , op. sudd. - sciplina si perfezionò nelle virtù reli-
Massaia , Dissert. sul progretto delle giose. Studiò filosofìa e teologia con
lettere e delle scienze in Sardegna ,
grande applauso. Fu eminente nella
pag. 13.- Mattel, Sard. seie., fui. -66.). scolastica, professore nella regia uni-
versità cagliaritana ,
e reggente degli
CARNICER (Giovanni). Dotto giu- studi del suo ordine. Essendo stato
reconsulto cagliari^o, di cui alibiamo prima priore did convento di Cagliari
varii responsi legali ed aUegali forensi, e poi vicario generale della congrega-
scritti in lingua spagnuola, e stampati zione di Sardegna , si meritò i piii
per- la maggior parte in Cagliari nel grandi encomii per la prudenza, coll.i
1631 (in-fol.). Esercitò in gioventù l’av- quale esercitò tali uffìzi. Elevato nel
vocatura, c fu poi primo assessore
il 1696 alla dignità episcopale, gli fu data
del tribunale del Regio Patrimonio, la a reggere la sede di Alghero, nella
qnal carica, che aveva occupato molti quale brillò per la sua dottrina e per
anni innanzi per nomina fattane dal ottimi ordin^enti, coi quali riformi!
gli
procuratore reale, gli fù conforta nel qucHa diocesi. Nel 1701 celebrò sinodo,
1620 con provvisione regia. Il Carnicer il quale è pregevole per la saviezza
ebbe successore in tale impiego il ri- delle leggi e per il molto lume di
nomato giurista Antonio Canaics de scienza teologica, di cui' ridondano i
Voga suo concittadino. Oltre gli accen- suoi atti. 11 Carnicer fu zclantissinio
Digitized b) Cooglc
,
181 CA K
promotore deHa diffusione degli ordini dell’artiglieria di Sardegna i soldati
regolari e speeialmente del domeni- spagnuoli destinati a sostenere nel ca-
eano in Sardegna. Nel 1701 assistè in stello di Cagliari il fuoco nemico. Ri-
persona alla fondazione del eollegio dotta l’i.sola a potere degli austriaci,
della compagnia di (ìcsìi in Ozieri, e il tìarniccr fu rimunerato dall’arciduca
nel 1708 ridusse ad effetto la fonda- Girlo dello zelo midimostrato per- la
Carnicer, ilomenff'ano ancor esso, che piirtigiani del cessato governo furono
fu maestro nel noviziato a S. Vincenzo esclusi dagl' impieghi ,
al quali' erano
Fcrreri, e col quale il nostro Fr..Tora- stali elevali (Ved. Commeiit. de In
iiiaso era liigato per vincoli di paren- giter, de Esfiahn de Bncallar, ìo\. 310,
tela (Ved. Cosso, lYollz. di Cagliari, oli, 516, 109. - Mimaiit, Hist. tir
cap. XII. - So^io ,
fida de los mari, Siirdr, tom. II, pag. 124.- - Manno .
lurr., lib. Ili, cap. Xlll. - Sanna, Fesliv. Ut. di Sard. tom. IV , pag. 54, 39, 1 1 )>
num. 16. - .Mimant,//t'j/.
cult, iutrod.,
Star, di Hard., tojn. Ili, pag. 167). vissuto nella prima metà del secolo
docknosettimo. Abbiamo di Ini vari!
CARN1CF,R (Ga.spare), fratello del consulti legali in spagnuolo ed in latino
precedente. -Fu uno dei fautori più ze- scritti con' molta profondità di dottri-
lanti deH’arciduca Carlo all’epoca della na , nei quali si firma (piasi sempre
guerra di successione per la corona di coll’aggiunto di Forhs clie dovea essei-e
Spagna, sostenuta da quest’ultimo con- il cognome di sua^madre. I medesinri
tro Filippo V. Prevalendosi egli della furono stampati m (Cagliari nel 1611
carica d’mtendentc del regio demanio, (in-folio). In tempi posteriori vi fu un
c di maestro ragioniere del tesoro di altro Angelo Carla , dottore parimenti
Sardegna ,che ocoupava per conces- nella scienza (bd diritto ,
cittadino c
sione di Carlo II pose in opera tutti
,
canonico cagliaritano, il (piale fu va-
i mezzi ch’erano in sno potere, onde Icute oratore, e diede alla luce molti
ridurre l' isola aU’obbedienza verso gli sermoni, iir lingua castigliana. I mede-
austriaci. A tal fine ebbe segrete intel- simi si leggomt sparsi in varie raccolte
ligenze col conte di t^.ifuentes, coll’am- di panegirici di altri oratori sardi del
mirnglio I>ake, e con molti gentiluomini suo tempo. Portiamo però opinione che
sardi, caldi partigiani del principe te- la migliore di tutte le sue orazioni sin
desco ,
c nel 1708 fece ribellare al quella in lode di S. Tommaso d’Aqiiino
conte Mariani comandante supremo stampala in Gagliari nel 1720 da Raf-
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,,,
C AR isr.
convento di
fucilo Gclaliort coi tipi del quali è suddiviso in capi. Nel primo
S. Domenico. (Vcd. Carta Ang., Orar. tratta l’ autore del sagrainento della
sudd. - AUeg. e cons. forens; nn tom.). peiiitonza e del modo c |>ratica deU’am-
.1 ministrarlo : nel secomio sono partita-
CARTA (P. Gavtno), iwic<htc in Sas- mente s|Megnti i precetti del decalogo
sari da onesti parenti nell’anno 1604. e ilella Chfe.sa, e le infrazioni contro i
aver professato i quattro solenni voti graincnti della Chiesa e delle censure
della compagnia insegnò noMn univer-
,
ecclesiastiche. L'opera è scritta in ca-
sità della sua patria la-ieologio morale stiglìano ,
con siile piano ,
ma nm tri-
per tre anni , e quindi là dogmatica per viale 0011 bell’ ordine ,
o con molto
un decennio con somma lode d’ingegno apparato d' dottrina , come piiò giudi-
e di dottrina. Resse per qualche terfipo carsi dalle citaaioni marginali che vi
a Roma dalla provincia di Sardegna per facilità alle persone dedicate per do-
assistere alla decima congregazione ge- vere del ministerìo loro alla direzione
nerale , vi fu ammirato per i suoi lumi delleanime di trovare raccolte nel me-
e perla sua pietà ,
come scrivono gli desimo tutte quelle norme, le quali
annalisti della compagnia medesima. Al non possono acquistarsi fuorché coHa
suo ritomo in patria si dedicò intiera- hmga e paziente lettura di molti autopi.
mente alle opere di pietà*, dirigendo Quindi , esauriti gli esemplari della
nel diritto sentiero le anime dei fedeli prima edizione che uscirono in luce ,
e richiamandovi quelle che ne fossero senza il nome dell' autore , ne fu falla
traviate. AU’ardcuta zelo per la' salute nnà semionda in Sassari nel 1649 nella
dei suoi simili accoppiò il P. Carta tipografìa Scano Casteivì , collo stesso
una modestia singolare, percioechh alla titolo della precedente , ma con alcune
Guida per i tònfessori scritta da lui aggiunte fattevi dal P. Carta medesimo,
e stampata mentre vivea non volle , il qiiole celò un’altra volta il nome suo:
mai che si apponesse H nome suo. Il l’ editore Gio. Gavino Segne la dedieii
titolo originale delta medesima è que- a I). Andrea Manca arcivescovo turri-
st 'esso, dui a de confe.Mores prneticaec. tano un voi. in-i.° piccolo ). Una terza
(
En.'vacer 164fl, un voi. in 4." ;
operetta' eiiizione se ne fece nel 1681 (E’n Sacer
di picroia mole ,
ma di molto merito ,
por Antonio Beati en la emprenta de
essendovi racchiuse le più sane dot- Geronimo de Casteivì ,-un voi. in-4.“ ),
trine dei teologi sn tal materia, le quali la quale è più ricca delle due prece-
si reggono sparse in pih voinmi. È di- denti essendo acerescinta dell’ indice
,
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, ,
18G C A R
Alessandro VII cd Innocenzo XI e da ,
BonGI ,
c coir edizione più antica già
uns Pfonna^Examen y coiifessonario) citata a suo luogo ,
in cui egli se ne
olile ai penitenti per fare un retto e qualifica autore ,
nè si legge in venni
minuto esame dei proprii peccali j ri- luogo il nome di TeoiGlo Alario ,
e col
cavata dalle dottriné contenute nella testimonio di una lettera autografa del
stessa Guida. È dedicata dall’ editore 6 maggio 1646 da noi posseduta ,
e di-
a Fr. Antonio di Vergare arcivescovo retta dall’arci vescovo 1). Andrea .Manca
metropolita di Sassari ,
e nella mede- a Gio. Vincenzo BonGI in Castello-ara-
sima fu impresso per la prima volta il gonese ,
con la quale ,
rendule grazie
nome deU'aulore ,
it- quale era già man- all’aulure della dedica fattagli dell’opera
cato ai viventi (1). In questa terza edi- sua encomia il suo sapere e le sue
,
zione alfermò il Beati nel prologo ai virtù. Senza di ohe , sarebbe stato an-
il Beali 0 fu tratto ,
o volle trarre specialmente in Sassari, non potea es-
altrui in errore ,
perchè i’ edizione dei sere ignorata la composizione di questa
Canoni di coscienza ( Caiiones con- altra opera più importante ,
se fosse
seientiae) del~1651 fatta sotto nome stata del Carta veramente. Poco so-
di Teofilo Alario coi supppsti caratteri pravvisse il seconda pub-
P. Carta alla
<lella tipografìa Bonfiliana è una sem- blicazione della sua Guida per i con-
ristampa dell’ opera di Giovanni
|)lice fessori. La pestilenza che afflisse la città
Vincenzo BonGI da noi già citata , al- di Sassari nelbi metà del secolo XVH ,
lorché ci toccò parlare di quest’autore, eccitò la carità cristiana c lo zelo'senza
come apparisce dal confronto di am- limili da cui egli era compreso f onde
bedue le edizioni. Per qual line o per ,
consecrarsi con ardore all’ assistenza
(juali accidenti l’ opera del BonGI sia dei sGoi concittadini desolati dalmorbo
stala ristampata sotto finto nome d’an- micidiale. Mentre esercitava con am-
fore e di tipi stranieri ,
noi non possia- mirabile attività questo snblirae b pie-
.ino indovinarlo : bensì possiamo gua- toso uffizio ,
fu egli stesso-' vittima del
rentire la proprietà dello scritto al conbigio nel 9 agosto 1652 in età di
48 anni. La morie sua fu una vera per-
(i) In quPAta terza impressiono si fa conno
dila per la terra in cui sortì i natali,
tii «Uro sei ediziom di qiiosl* opera fatte nelle
Indie occidentali (
Vt-d. Proloffo al lector ).
poiché, oltre foperctla già mentovala
C A R 187
avea composto un erudito commentario pub congliietturare clic la rocdcsiiiia
sulle tre parti delia Somma di S. Tom- accadesse dal 1655 al 1657. (Ved.
maso, e si disponeva a renderlo di Carla Leonifrdo, op. sudd. ).
CART.4 (
Fb. Leonardo), frate dello cembre 1743 da Salvatore Carta e
coccolo vissuto nella prima mcti^-del Teresa Isola, onesti citlwlini, e gli fu
.secolo XVII. Fu lettore di teologia, due inqrosto il nome di Vincenzo , il quale
volle provinciale del suo Ordine nclhi cambiò poi coll’altro di Gio. Stefano
provincia di S. Saturnino di Cagliari nel vestir l'abitn dei frati dello zoc-
c qualificatore del santo ufllzio. Scrisse colo, che fii nel 1760; e nel coevento
in lingua castigliaha la vita di Giovanni di S. Mauro dcRa Sua patria , dopo
Duns Scoto, chiamato comunemente aver fatto nel secolo il corso di Jmlle
il Dottore Sottile, e da alcuni il Ma- lettere. Studiò' filosofia hel cenobio di
riano , per aver virilmente difesa nei S. Rosalia di Cagliari, teologia nell’al-
suoi scritti la purità originale dì M. V. tro di'S. Giovanni evangelista di Ori-
La medesima è intitolata: Vida y ad- stano ,
c fu pòi mandato dal generale
mirahle dotrùia del V. D. S. P. F. deirordine a) convento di .Mantova, nel
Juan Duns Escalo ec. En Caller, en quale studiò nuovamente la filosofia
in emprenta de D. uintonio Galcerin. secondo i nuovi metodi introdotti in
Por Onofrio Martin 16o7, un voi. Italia. Nel 1772 si presentò al con-
in-4.°. È dedicata a donna Maria de corso filosofico nel convento di Cre-
(!^stro figlia dei conte di Lemos vi- mona, ed essendosi distinto fra i com-
ceré di Sardegna ;
ed oltre la narra- petitoripor prontezza' ed acume d’in-
zione dei fatti pertinenti albi vita dello gegno per sodezza di raziocinio , c
,
Scota contiene la difesa de' snoi scritti per facilità ed eleganza di dire nella
0 della sua dottrina dalle imputazioni lingua latina ,
fu nominato lettore di
che gli furono fatte da molti scrittori filosofia per gli studi del convento di
posteriori, specialmente da Paolo Glo- Cagliari dove attese per un decennio
,
rio e da Abramo Bcovvio. H Carta scrisse all’ insegnamento de’ suoi confratelli.
quest’opera negli anni estremi della Ottenne poi la laurea dottorale’, che i
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, ,
1S8 C AR
missione per l’ ardenza dei parlili che extypographcnf'incmtii Ursini tfiOO,
dividevano i cliioslri in tante colonie dne rol. in-8.°. La logica è divisa dal-
nemiche. Nel 19 agosto 1804 fu aoda- fautore in due parti. Nella prim,i, dopo
inato provinciale della provincia caglia- un breve discorso sull- indole e sulla
per un triennio
ritana, la quale governi) utilità di tale arte comincia la tratta- ,
con )>rudenui e con umanità straordi- zione della ideologia , nella quale al-
naria. Predicò Qon npidanso dei suoi lontanandosi dalle viete classificazioni
mnciltadini , e in mezza alle fatiche delle nostre idee fatte dagli antichi sco-
dell 'evangelizzare e del governare non lastici ,
le riduce tutte a tre differenze
ahlumdonò mai i suoi preditetU stuiRi principali ,
derivanti o dalla loro ori-
(ìlosotìci. Mentre leggettia filosofia nei gine, o dagli oggetti rappresentati ,
o
recinti tlcl chiostro ,
concorse fi pub- dal modo con cui ci si rappresentano ;
blico esperimento por la cattedra di quindi parla dei segni espressivi delle
logica e metafisica nella regia univer- idee, dei vocaboli, dei giudizi intorni
sità di Cagliari , la quale gli fu conforta e di tutte le altre operazioni intellet-
(^on sovrana [>rovvisione del 3 marzo tuali per di cui mezzo si può avere
,
1780^ e ritenne fino alla sua morte ( I ). una chiara ed esatta c«)gnizioae delle
K il primo dei professori sardi, il quale cose j poi della. dialettica e dell’ arte
abbia pubblicato i suoi trattati scolastici di sillogizzare , di cui.spiega le formolc
a vantag^o della gioventù studios%(S), e le regole principaH ;
e per ulUmo
c per tal rispetto merita d' essere en- dell’ argomentazione , e dcH’ analisi e
('omiato. Abbiamo di lui la seguente della sintesi, metodi classici.% primarii
opera ; Diahscticae et ntetaphjrsicae per decòmporre e ricomporre gli og-
compendiosae institutiones. Ifeapoli getti che vogliamo intimamente cono-
scere. Stabilite queste basi , passa Fan-
(i) Concorse ancora alP opposizione per la torc alla seconda parte ,
in cni prende
cattedra di teologia morule doUa stessa iinÌTcr- logica
a disimtare della verità ,
del
sità f c ssbljcne non ottenesse il siilTragio della
falso, delLa dubbiezza, e dell'ignoran-
(-lezione y
si distinse fra gli altri cuinpctituri.
dui clic ne deriverebbero due otliinc cunat» cd interni dulie verità fisiche e morali ;
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C AR 189
lila con viUoriosi argomenti l'esistenza che a grandi promesse tengan dietro
di un ente supremo, iulinito, creatore gli cfi’utti , cosi addivenne al P. Carla,
di tutte le cose ,
avente la perfezione il quale nò eKsse cose diverse, né tutte
infinita di tutti gli attributi divini : la disse Jc cose scritto da quei solenni
terza finalmente contiene la psicologia, maestri nell’arte di filosofare. E se noi
in cui sono sviluppate con molla chia- 10 commendiamo per essersi allonta-
rezza le dottrine Ulo^lìche riguardanti nato aleun poco dal gergo barbaro «d
l’anima umana', la sua spiritualità, l’iin- inintelligibile delle antiche scuolenon ,
purgata lingua latina; ma por riguardo rebbe dà leggere gli scritti di un filo-
all’ ordine ,
ed alla sostanza ,. poco si sofo ohe ragioni sull’ onestà naturale
allontanò il P. Carta dai trattatisti filo- delle azioni umane ,
si trova invece un
sofi chè lo precedettero , anzi pecca trattato di teologia morale. 11 P< Carla
talvolta ancor egli di peripateticismo, morì in Cagliari, sua patria, nel 9 agosto
ruggine antica-, di cui non potea essere 1 809 in età d’ anni 06. Lasciò un altro
dispoglio affatto e per la condizione monnmento del suo sapere nel Deca-
dei tempi e del luogo ,
in cui scrisse ,
logo spiegato a’ suoi paesani ec. ,
il
c per la scuola monastica dond’ era quale fu stampato nel 1784. (V'ed. Carta-
H disc/orso che precede alle men-
uscito.' Isola ,
Instit. log. et metofih. in prae-
tovate instituzioni _^mbra promettere mon. ed in tutte le trattaz.).
(pialche nuova teoria o ritrovato filo-
sofico ,
giacche l’ autore protesta con CARVIA (
Co.sT.AOTiNO DI ) ,
illustre
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, , ,
I!)0 CAR
nel principio ilei secolo XII. A lai tem- CARVIA (SeàAFiNO m). Ved. CAftO
po ,
e poco dopo il 1112, si deve (
Ekancesco).
riferire la donazione di & Pietro di
Sinibranos fatta d» lui ai monaci cas- G.AS.XGIA ( Bermardiso). Ved. GANG
siuesi ,
c poi confermata nel 1147 da (Fkancesco).
(ìonuario U re di Torres (1). Di tal
dsuazione parla con profuse lodi Leone G.VSAGIA ( .Michelangelo). Nacque
diacono nella continuazione degli,annali in Sassari nel 1578 da Francesco Gti-
di Leone Ostiense ,
ed il Gatlola nella sagia ricco .possideute , e da Maria
storia di Monte-Cassino. Ebbe inmoglie Piquer ebe apparteneva ad una delle
Georgia de Zzori o de ^itori la quale famiglie piii distinte di detta città. Stu-
gli fu compagna ,
come nella vita cosi diò la teologia o poi le leggi ;
quindi
nella generosità ; ne*furono encomiali fattosi sacerdote ne andò in ispagnu ,
(l) Nrl vÌAggìo dìi lui fjUo « Ptole8tÌDa , sof- lutti gli oggetti elle formavano il punto
funnoui ili Muutc-Caasiuo. Colà nel al giugau principale della sua deputazione ,
ma
11I7 cuiiferniù tutte le dunaziuiii fatte e quel
lUQoistero dai suoi ascendenti c consanguinei
in particolar modo quello della fon-
fra le quali è ricordata quella di Coatantino di dazione di una università di studi nella
Can-ia c di sua moglie Georgia. sua |>atria, dimostrando con argomenti
(a) La carta di doiiaziuiic di Costantino di
(licui di senno , non che l’uUlità , la
Carvia fu scritta da Costantino Matrona per
ordine do donna Gottanùno de La^on re di
Torres. ìlei 16 , col quzic il vescovo Nicola conferma
1 1
(3) Sebbene nel diploma si parli semplice- le precedepti largizioni fatte ai caroaliiolesi
mente di Nicolò vescovo, senza indicazione di dilli’ arcivescovo turrilano e nell’ altro dello
;
sede, crediamo tuttavìa clic egli sia il medesimo stesso anno riguardante la conse^azione della
Nicolò vescovo di Antjnirias o AiFlumeny del cbìcsa della SS. Trinità di Saccàrgìa (Ved.
quale nello stesso correr di tempi sì fa ricordo Gattola Stor. cattin. parte I, -
, , fol. 4'>4-07
in altri antichi diplomi; in quelli del iiia‘« Vlittar. e Costali. , donai. cnmaUi , toni. Ili ,
del l'jo contenenti varie donazioni di Goiinario
I
lib. XXV , Vico, ilùt.^en. de Surd.
fol. 144. -
,
di Torres a favore di Muate-Cassiiio in quello loin. Il [iurte VI, cap. |8 ).
; ,
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, ,
GAS 191
delle scritture e degli scrittori sardi di nei quali diede luminosi sa^r di buon
({Ilei tempo. Ebbe Michelangelo' un fra- ingegno. Trasferitosi quindi in Italia «
tello chiamato Quirico, il quale studiò fece mostra del suo sapere in varii
in Italia ,
e coltivò con qualche successo conventi del suo erdine , per lo che fu
la poesia italiana. Le sue rime si leg< nominato reggente degli studi generali
gemo sparse in varii libri di altri au- di Bologna: governò il cenobio dei
tori sardi ,
ma sono rarissime. Ripor- predicatori di detta città per un bien-
tammo neirarticolo di Girolamo Araolla nio : poi fu elevato alla carica di vi-
colle poche' genti che comandava im- basterà riportareil giudizio die ne fu
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,
I9i C AS
angelico... quasi angctas disserti, dif - governo per motivi che non occorre
fieultalcs non adhuc discassas exa- qui riportare fu rimandato con poco
,
lendo ricomiMuisarlo delle sue dotte dote. Resse per molti anni in qualità
fatiche ,
lo creò vescovo di Burges in di pastore la parrocchia di V’iUapozzo;
Fiandra nel 26 agosto 1672. Dopo aver quindi fu canonico prebendato della
governato quella sede per quattro ausi cattedrale ,
membro del magistrato di
con molta prudenza , inori pieno di riforma sopra gii studi ,
e preside del
ineriti e di virtù nella suddetta città ,
seminario dei chierici della diocesi
ed ordinò nel morire, che corpo suo il Nel breve periodo di sua
cagliaritana.
fosse sepolto nella chiesa dei frati do- vita, che aggiunse appena i ciuquan-
menicani. (Ved. Àrchiv. Convent. S. Do taquattro anni ,
e dacché fu sagrato
mcn. di Cagt. nel lib. dei pi;ofess. - alla chiesa , attese con incredibile ar-
Fontana, Z>e pastor. eccles. tit., \07 dore alla predicazione. 1 suoi Udenti
num. 4. - Castaldo -, De potest, angel., i mudi convenevoli del porgere e del
tom. I iieU’approv. - Massaia, Dissert. dire gli acquistarono graaiu presso la
fui progr. delle scicn. e delle lett. in moltitudine : si correva in Cagliari a
Sard. ,
pag. 15. - Sanaa, Festiv. cult, udire i suor sermoni come a quelli
introd. luim. 56). degli oratori più rinomati : i suoi j>a-
negirici erano nella bocca di tutti ,
e
CASTELLI (Rai JWUDo), distinto ec- con molte lodi si celebravano; la qua-
clesiastico ,
il quale .si acquistò ,
vi- resima da lui detta nel 1 821 nella cat-
vendo ,
multa riputazione iielTuratoria tedrale di Cagliari levò fama di lavoro
sacra nei primi anni del presente se- stupendo ,
per cui le fatiche sue con
colo. Nacque in Cagli.vri nel 20 gen- sonetti ,
con canzoni e con altre va-
naio 1777 da D. Antonio Castelli e nità poetiche furono encomiate. Ma i
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, J
CVS 193
nella libera comunanza dei gran patri- malcrno sangue sìcìluno , olire i nio-
(t) Il
immeiitì da noi cilati alia fine dill* articolo , c
itioiiio leUeriuio, non chi bene intende
attestalo da un poeta contemporaneo, il quale
c bene si giova, ma chi non sa c mena caiitandu )e lodi di D. Giovanni di Casidvi,
coguizioni istorichc, ntrlizia estesa dei Quatto ]>. Giovasiai di Caslelvi , di cui cantò
il }K>eU suo conccttadino, nacque in Cagliari ,
classici scrittori tutte le nazioni
e si segnalò per valori nella guerra di Catalogna
amore allo studio ,
lilieralilà verso i
nel 164 ^ (
e ndraono acguente levò a proprie
|Miveri ,
generòsilà cogli amici ,
urlia- spese un reggimanto di settecento cavaMi ,
del
f'ol. /. I
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, .
194 GAS
luna e di molli feudi ,
accrebbe con dei nuovi ( 1 ).
La proposta di tali
magnanime ed onorate gesta Io splen- condizioni fu causa di molti ed infelici
dore del suo nome e della sua famiglia: turbamenti. Il viceré Camarassa si fece
imperocché^ oltre la virtù bellica, per nelle corti un partito, di cui era capo
cui si distinse nei 164^ e nel 1648 fra .Viartìno Alagon marchese di Villasor
i cavalieri sardi nella guerra di Cata- (2), tra il quale ed
il Castelvi erano
logna, nella presa di Monzoue, e nei state quindici anni prima ininùstà e
falli d’ariue accaduti in Palermo, ebbe fazioni di famiglia; marchese di La- il
il corredo di tutte le virtù cittadùie coai resistè dal suo cauto, e nelle con-
decoro, affabilità, zelo m'dcnte per la greghe e nei consigli pronunziò libera-
prosperità della Sardegna ,
profondo mente il voto suo, scevro uguàlinente
conoscimento degli affari di stato, ma- d'adulazioue che di ambizione. Le qua-
gniloquenza, e fermezza ammirabile lità eminenti, la fermezza e lo spirilo
nelle risoluzioni. Intervenuto alle corti nazionale da cui egli era animata ,
generali convocate ed aperte in Ca- fecero prevalere nelle corti la sua opi-
gliari nel 1666, diede prova solenne nione : egli stesso fu eletto sindaco
dell’ altezza dei suoi sentimenti e del presso la corte di Madrid dove ,
trasfe-
suo carattere. Costituito per antico di- rissi- nel febbraio 1667 per offerire a
rittoprima voce ossia capo dello sta- nome della nazione gli addiuandati
mento militare che si compone di tutta straordinari sussidii, ma co’ patti fer-
la baronia e nobiltà del regno, trattò mati nel parlamento. Colà giunto ed
gli ardui negozi discussi in quella li- accolto con distinzione , espose con
mosa assemblea con uno spirito d'im- generosa libertà i bisogni della sua
parzialità e di disinteresse, che fu patria interessò a favore della Sar-
;
ammirato ed encomiato dai suoi con- degna alcuni dei membri del consiglio
temporanei. Però quando si venne a supremo di Aragona per olezzo di
discutere la materia dei sussidii che Giorgio Castelvi suo stretto congiunto,
la corte di Spagna chiedeva al parla- il quale vi occupava la luminosa car-
mento, egli si trovò nella dura neces- rica di reggente; disse, perorò, c nulla
sità di contraddirecon tutte le sue forze omise per riuscire all’importante og-
alle domande del governo spagnuolo, getto della privativa tanto desiderata
e si pose alla testa del partito di op- dai sardi. Ma dopo un anno e mesi
posizione. 11 Castelvi acconsentiva che d’inutile dimora iu Madrid prevalsero
si dessero a Marianna d’Austria, reg- l’autorità e i suggerimenti dei ministri
gente della monarchia s|>agnuola nella spagnnoli; la Sardegna non ottenne ciò
luinorennità di Carlo II, straordinarie che addimandava, ed il Castelvi ritornò
sovvenzioni di danaro per sopperire a Cagliari nel 20 maggio 1668, dolente
alle spese della guerra colla Francia;
ina insisteva , acciò il gabinetto di (i) Uno di questi era la prirativa colUtioRC
tlcllo cariche civili e prelature dell* isula a favore
Madr id guarentisse alla nazione sarda
dei sardi ;
domanda e desiderio antico della
gli antichi privilegi, c uc accordasse nazione.
(i) Vcd. ALAGON ( Bugio ).
Digilized i
^ vjoogic
,,
GAS 195
dell'esito iiifelicc della sua missione. vietalo amore per Silvestro Aymerich,
Il parlainculo, clic durava ancora ,
lo bello di cor|>o ,
giovine di cUi e di
vide comparire altra volta alla testa dei consiglio: c gli umopi suoi, pria na-
bràccio miliiàre, in cui andò sempre scosti, poi aperti, conlrislaQuno ruuiiiui
crescendo il numero di quelli che nic- del Castclvi, uomo di fede c di costumi
(;arono i chiesti sussidii: le discussioni antichi, il quale non tollerò in lei pen-
divennero più clamorose, e il viceré sieri men casti, violatori del talamo
Ganiarassa, provati inutili lutti i mezzi conjngale. Però non valse ragione
da lui posti in opera, onde ricavare laddove predominava violento fuoco di
denaro dall’isola, si appigliò al parlilo alfelti il marchese di
: Lacoui provò
di discioglierc le 'coni. I nobili o il amari i giorni estremi del viver suo.
popolo ,
irritali da una risoluzione cos't Air infelicità domeslita si aggiunse
violenta, mormorarono del Camarassa l’ ultima delle sventare. l..a notte del
comed’uomotestereccioesuperbo: egli 20 giugno 1668 Agostino di Castelvl
dal suo canto cOutraccainbiò i nobili c il peri miseramente in Cagliari, vitti ma del
po[iolo con aspre invettive ed insolente ferrò degli assassini (2). Compianta
disprezzo. Irt questo mezzo il marchese dolorosa, vendicata fu la sua morte ,
di Lacoiii, rilucente di gloria pubblica, di cui lafama nè tacque, nè disse li-
c chiamato dai" sanli pailrc della pa- beramente gli autori. Se di (jitel sangue,
tria , scambiò la lieta colia triste for- che scorse nelle vene d'uno dei sardi
ili. la. Francesca Salriilas (1) donna sua, più generosi , fosse reo il Camarassa
iiorcute d'anni e di bellezza, arse di o l'Ayiaerich, è uno dei giudizi più
dilflcili riserbnii alla storia di Sardegna.
rilcrirc gli autori dell’ omicidio dei marchese L<ìs iUuos de lùM mas feroxes virntOM ,
dal limtc medesimo i casi iiifiiìci di Giaeopo /4rniò de pedernnl en sus cimienlos ;
Artaldo Castclvì m.ircbesc di Gea ,
tiittivollii Hu ndu $ut fuevtes durai Jundamentos
non mancano documenti che racciatio diibilare Dluuco donde la tana el tira aderte ,
^ino, liscalc il primo c reggente 1’ altro della Postrada a su crueltlad loda su ^ala.
udienza di Sardi gna, ebbero parte, almeno Sin perdonar a la menor Abnena ,
indiretta ,
in tale assas.>inio j
c ebe di questo ,
se Humo iHìmita f
%'iro fuego exhala i
non allcgrossi , non pianse nemmeno il viceré O' dolor , ò tormento à muerte , ò
, fr na.
Canurassa ( Vcd. CASTELVl’ Giozcio ni ). UcLiTALàl ,
Cima del Monte Para .
, p.
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,
196 GAS
eragli da Giovanna di Giovanni Dexart duta nel 1638. Non bisogna confon-
sua prima moglie e fu poi uno degli ,
derla ' con Isabella di Castelvi , altra
uomini più riputati nella corte di Carlo illustre donna sassarese, la quale visse
Il , e di Filippo V re di Spagna (Ved. nello stesso correr di tempi , e nel suo
SotO-Real , Notic. del linage de lo* testamento del 19 maggio 1642 ordinò
Castelli es fol. 4, 5, 6, 7. - Helat. ms. la fondazione di un altro collegio per
degli arnie, del march. Laconi e del i PP. della compagnia di Gesù , l’ere-
march. Camarassa. Mimaut, Ifist. de - zione di un monistero di femmine sotto
Sard., toip. I, pag. 492. - La-Manm., l’invocazione Ali S. Maria Maddalena, e
F’ojage eri Sard. , pag. 60. - Manno ,
la fabbrica d’un ospizio per i frati dello
Sior. ili Sard. tom. Ili , pag. 310 fln.
,
zoccolo. Costei che fu tanto profusa
314. - Contini, neìVepist. dedic. del nelle opere di liberalità, ebbe marito
Fenix de Sardena dell’ Acorrà ). 0. Giacomo Manca barone d’ Usiui c
di Tissi, rimase vedqva di lui ,
e an-
CASTFXVr (Paolo di) Ved. CEA data a Valenza di Spagna nel 1645 ,
nel declinare del XVT e nel principio dinato nel suo testamento (2) ( V'ed.
del XVII secolo. Apparteneva alle an- Ainucano, IVot.test. delZ jebbr. 1627
tiche e doviziose famiglie dei Fran- e 19 maggio 1642. - Sisco, Mem. mss.,
cisco, Ledo e Cedretlas, e fu maritata tom. U, fol. 21 , 22 ).
a un nobile dì Castelvi ,
il quale b
lasciò vedova in età molto giovane. ,CASTELVr (Fram;esco di). Vi fu-
Dopo la perdita di suo marito conse- rono due distinti personaggi sardi di
crata essendosi intieramente alle pra- questo nome. Il più antico è I). Fran-
tiche divote ,
ebbe nome di femmina cesco di Castelvi, il quale applicatosi
virtuosa ed amante della vita contem- alla milizia percorse uua carriera assai
plativa. Con suo testamento del 3 feb- luminosa. Fu prima capitano di cavalli
braio 1627 legò il ricco suo patrimonio borgognoni, e poi generale della ca-
per la fondazione del collegio gesuitico valleria nazionale di Sardegna: mentre
di S.Giuseppe in Sassari (1). Il me- occupava questa cufica, si fece pn nu-
desimo fu ediGcato con sontuosità quasi me assai chiaro per la coraggiosa vi-
principesca dopo la morte di lei acca-
(a) Don Giacomo Manca barone Usini e
di Timi fu sepolto nella cappella della Mailonaa
(i) Il vasto locale del tu Jdetto collegio edi- dcilv gracic di S. Pietro di Sircis in Sassari
, ,
fìcato con molta sontuosità ,
fu poi destinato per dove marmoreo monurocnlo ebe ricorda
esiste il
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/-/. 4 4 A,.- . 'li .''iti'li 7'ar \V/
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C AS 197
gilanza, con cui impedì lo sliarco dei Colà il Castelvl intraprese la carriera
f^rancesie degl'inglesi collegati, cbe delle armi, e pervenne dai minori ai
costeggiavano nimichevoliucutc con più alti gradi della milizia nelle file
nel 20 giugno 1668. L'altro più recente marchese di Laconi da sì lieve ca-
:
per iniquo vóto di D. Giuseppe Espahol getto; l'isola fu occupata nel 1708 per
Niilo reggente della cancelleria di Sar- l’arciduca Carlo dalle armi austriache,
degna, nemico dell'ucciso marchese di e il Villasor colse il frutto della sua
Laconi, fu levata temporariamente la vendetta (1). Però il Casleivì rimase
tutela affidala a D. Eiumaniiele Deiitala costante nella fede verso Filippo V.
appartenente alla fazione contraria ai Seguace suo nella prospera e nell’av-
('•aslolvì. Il Dexart riclantò nauti la corte versa fortuna, lo accompagnò nel 1706
spngnuola i suoi diritti e quelli del quando partì da Madrid, e gli fu presso
suo pupillo. Reintegrato nei medesi- nel 1709 quando rientrò vittorioso in
mi, attese con sollecitudine alla edu- quella capitale. Fu uno dei principali
cazione del giovinetto commesso alle consiglieri e dei promotori più zelanti
sue cure, e lo mandò poi in Ispagna
per apprendervi le arti cavalleresche. (i) Veti. ALAGON (Artaldo).
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,
198 CAS
della spedizione progettata per il riaQ- Castelv., fol. 4,5,6.- Castclvl, Mcm.
qiiìslo della Sardegna, ed approvata a Marian. d'yluslr., fol. 4).
consiglio militare, nel cpialc fu lunga- c per servizi rcndiili alla patria nel-
mente discusso, se dovesse portare si l'emineutc carica di procuratore rcjile,
innanzi la spedizione, ovvero riscrbarla e da donna .Mariauna de Ixer gentil-
a tempo migliore. Varie furono le opi- donna di Valenza (2). Fu educato con
nioni e le sentenze; ma prevalse infine molta diligenza ,
e dimostrato avendo
quella de' più ,
i quali vedendo fallita sin dalla fauciullczza particolare incli-
l'impresa in uno dei punti più im[>or- nazione per la milizia, fu avvialo nella
taiiti , e consapevoli d' altra parte dei medesima ,
e vi si distinse per gene-
solleciti armamenti che si facevano rosibà d’animo e prontezza di mano.
dall'Austria, votarono per l’abbandono Nelle guerre di Fiandra ,
di Lombafdia
della medesima. 11 marchese di I.aconi c del Monferrato dimostrò il suo co-
fu costretto a uniformarsi alla neces- raggio in varii sanguinosi éombatti-
sitìi degli eventi : ritornò a Genova e meiiti ;
per la qual cosa nel 1637 fu
|M)ia Madrid, dove, dopo alcuni anni a lui alliJato il supremo comando delle
cessi) di vivere ,
lasciando nome di
uomo incorrotto nella fede, magnanimo «^(i) Non dee oonfondeni con altro D. Giacopo
nei prosperi e costante nei casi avversi di Caatclvl ,
di cui fa ricordo il Dexart ( Cup.
cur. rfffn, Sard.y fol. 109).
della fortuna Ved. Soto-Rcal , Notic.
( (a) Questa notizia si ricara da una sentenza
del asciar, linaj. de los Castelv. , fol. 3 della reale udienza di (^gliarì in data 3 o luglio
4,6.- Bacallar, Comment. de la guer. i6zo , colla quale furono guarentiti a D. Paulo
di Castclvi li scudi mille di annuo reddito che
da £.<!>, Jla, fol. 166, 167, 168, 236, all* ept>cadi suo matrimonio con D. Marianna
408, 409, 410. Mimant, HUt. de
- de Izcr aveagli promesso D. Giacomo di CasUdvi
Snrd., tom. II, pag. 75 6n. 78 ; pag. marebese di Laconì padre suo , ipotecando per
sicurezza del fattogli assegiiaincuto il villaggio
143 fin, 151. - Manno, St, di Sird.,
di Villanova Muute-santo. Kd eeco 1
’
origine
tom. IV, pag. 1 fin. 54. - Botta, Star, dei diritti del ramo cadetto dei marchesi di
d' hai. contin. del Guiccinrd. fino al l«acoDÌ sopra lasuddetta signoria di Munlc-
1789, voi. VII, pag. 432 fin. 437. - santo. La sentenza eoo due allegali forensi sopra
la stessa materia, stampali in Cagliari nel 1609 ,
F.squirro, S-inct. de Coll., pag. 549. - esiste nella biblioteca sarda dcir«utore di questo
Soto-Rcal ,
IVotic, de la fam. de los Dizionario biogralìco.
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7J*/a .4* fitotfr Jt Surd 7.M . XV//
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*
CAS 199
morte di D. Agostino di Castelvl mar- e di bravi, poi solo con un fido com-
chese di Laconi , suo stretto congiunto, pagno di sue sventure per gli ardui
persuaso che morisse per incitmnento monti del Goceano e per l’erme sco-
di D. Emmannelè de los Gobos viceré scese rupi della Gallura. Speranza di
di Sardegna, intinse incautamente nella più benigne sorti rattenevalo ancora
congiura ,
in cui ginrossi di togliere a in Sardegna; e la speranza gli crescea
quest’ultimo la vita. L’assassinio del nell’animo per gli avvisi di Giorgio di
viceré fu consumato nel 21 luglio 1668. Castelvl suo maggior fratello ,
il quale
Il Castelvl ,
acciecato dalla .falsa per- sedeva nel supremo consiglio di Ara-
suasione dell’impunità , aggirato dalle gona, per le alleanze potenti colle fa-
arti di Francesca Satrillas vedova del miglie più illustri dell’ isola ,
per la
marchese di Laconi (1), animalo dagli studiata lentezza e per il compro fa-
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200 C AS
vore (l('i crimiDali proccdinionli (I). notte del 27 maggio
gli sventurati. I,a
l’eri), (Inrehè vi«lc cambiali gli eventi, 1671 copri colle tenebre sue azione
e risoluto e inflessibile il viceré oo- memorabile ed esecranda. Giacomo Ali-
vdloscnlcnzinre con inesorata giustizia vesi corse con armati a sorprendere
contro i colpevoli (2), abbandonò nel nella profondilh del sonno le vittime
maggio <lel 1670 l' infausLa terra, in della sua missione venale ; il rumore
cui erano continuamente aliate te orme delle armi ,
il calpestìo de’ soldati sve-
sue fuggitive ,
c riparando prima in gliò i dormenti ,
che sorpresi , atter-
Corsica ,
poi in Provenza ,
fermò la riti ,
confusi ,
diedero di piglio allo
sua dimora in Nizza , stanza , se non spade e si difesero disperatamente.
gradita ,
almeno sicura al viver suo. Francesco Gao, Francesco Portogliesc
Ma ignoto e fatai destino premeva l’in* e SiKestro Aymcricb perirono da forti ;
spirava in estranio suolo aure di li- (orza con un fido servo suo (Lucifero
bcrtii ,
quando il più infame de’ tradi- Ganzeddu), il qnale non volle mai ab-
menti losirappò dall’acquistata salvezza. liandonarla Condotto in miserando
Male arti e mene scellerate di uomo spettacolo per i luoghi principali del-
pei’vcrso (Ved. ALIVESl Giacomo) lo l’isola lo videro Sassari e Alghero r,
,
trassero altra volta in Corsica e di ih e gli altri paesi più cospicui del regno
ad uii’isolctta adiacente alla Sardegna carico di catene , accerchiato da sor-
(/to/u fìóssn), persuaso dal tristo clie dida sbirraglia, dal più alto delt’anticn
10 tradiva, che pronte sorgerebbero a sua gloria cadulò al fondo delle umane
sua difesa le braccia sarde ormai stanche sventure. Dodici giorni durò la marcia
dell’esoso dominio spagniinlo: e le ferale al decimoterzo ch’era il 9 di
:
cale, studiala franchezza di modi, fal- silenzio die regnava mentre egli tra ,
dannato al supplizio della ruota con sentenza con cui era stalo eondannalo a morie
del feMirjjo iG;o. j
come reo di crimcit tesae furungli ;
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, , ,,
GAS SOI
accordate ventiquattro oro di tempo 66, tra lugubre. cortèo d’inesorati mi-
|>er difendersi ,
e due avvocali per nistri Giacopo Artaldo di Gasteivì
,
perorare la causa sua. Costoro protesta- più incanto che reo , -ma sopra gl’ in-
rono con due lunghi memoriali contro felici infelicissimo , sostenne dura ed
l'ingiustizia dei procedimenti, cbiedet- ultima prova, la morte (3). (Ved. Bu-
tero copia des’ carichi del processo per ragna Batalla peregr. eut. amor ee.
,
Nel 1S giugno 1671 il duca di S. Ger- Relaz. ms. degli omie, dei march, di
mano col voto di Giorgio Cavassa suo Laconi e di Camarassa. - Manno, Star,
consultore sentenziò che si eseguisse di Sard., tom. Ili, pag. SU e 314
contro l’infelice marchese di Cea la fin. 322.
pena capitale cui era stato condannato.
Udinne il Gastelvl la lettura con am- G.\STELVr ( Giorgio di ) , fratello
mirabile e quasi incredibile costanza; del precedente, nato in Gagliari e vis-
e composto a serenità l’animo , e ri- suto nel secolo XVll. Si distinse nella
cevuti da due pietosi consolatori (1 ) i carriera militare ,
la quale intrapreso
conforti estremi della religione ,
s’av- mentr’era ancor giovinetto. Le- prime
viò eòraggiosamente alle cinque ore campagne fece col principe Filiberto
dopo il mezzodi del 15 giugno 1671 di Savoia, ammiraglio delle flotte spa-
al luogo del supplizio. Colà giunto gnuole ; e poi ,
preso il comando delle
non aspettò che altri lo sorreggesse ; sclùere sarde ,
chiamate il Terzo di
ma bendatisi con intrepida mano gli Sardegna , andò » guerreggiare nello
occhi, sottopose il capo venerando e Fiandre. Ivi intervenne a molti assedi
canuto allo stromento micidiale che e battaglie campali con molta sua gloria
troncogli la vita. Strana e miserevole e dei soldati che governava. Fatto pri-
v icenda delle sorti umane ! In quel gioniero dai francesi ,
intinse nella
luogo , in quella piazza medesima congiura dei magnati di quel regno
laddove fanciullo di anni dodici avea
assistito tra splendidi festeggiamenti Del medesimo fa relazione I’Esi^uìito
rìts nobillà.
a un torneo so.stenuto dal fiore della nel lib. V del SiavcABio db Callbb ; e nella
pag. 6o3 descrive I* entrata nel torneo di Don
sarda baronia (3 ) , ora vecchio d'anni
Paolo di Castelvl e di Don Giacopo Artablo
figlio suo.
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,
302 CAS
e bI esiM a impetrare potenti sossidii drld, cd Insignito dell' Illustro ordine
dal re di Spagna ma essendo stalo
; dì Alcantara, La sua vecchiaia fu con-
scoperto, fu esposto a gravissimo pe- tristata dalle sventure della sua famiglia
rioulo , e potè a mala pena salvarsi colla in Sardegna, e dalle viplenti morti del
fuga. Rientrato io Ispagna ,
spinse con marchese di Lacoui suo cugino , e dei
calore le sue instanze percliè si desse marchese di Cea suo maggior fratello!
ausilio ai congiurati francesi ,
e con- I ministri spaguuoli lo accusarono di
Guisa ,
e del principe di Lorena nei biollacon accasa più acerba , e forse
castelli di Segovia e di Toledo; di tanti più vera ; espose a Marianna dAustria,
gloriosi servizi fu preQiiato colla carica aver essi interesse di occultare la ve-
di reggente nel supremo consiglio di rità dei fatti , e di liberare la memoria
Aragona Però, dopo averla soste-
(1). del Camarassa .dalla macchia dell’ as-
nuta per molti anni col decoro cor- sassinio del marchese di Lacoui ;
però
rispondente alla eminenza del posto esser certo ,
che Antonio di Mulina
rinunziolla spontaneamente,, ed ab- avvocato fiscale, e Giuseppe EspaHuI-
bracciò lo stato ecclesiastico. Spese gli Niuo reggente della), cancelleria di Sar-
ultimi anni della sua vita in opere di degna , erano stali i promotori di quel-
pietà ;
fu eappcllano maggiore del reai r omicidio ;
soggiunse le circostanze
convento delle monache scalze di Ma- tutte delle vessazioni usate contro i
Castelvi ,
c dei favori Scandtdosameute
(i^ Le notizie fio qui riportale delle azioni accordali agli assassini-, si richiamò al
iniiìLiri di Giorgio di Custclvi le abbiamo rìca>
processo costrutto in Cagliari dalle due
vate dal Dizionario ^cografìco~»torico~*tatisti-
sale della reale udienza eh’ era stato
co ec. degli Stati di S. il Jle di Sardegna ,
(
ili, p. 187, art Cagliari'); quelle che
tuT. artilìziosamente soppresso ;
protestò
siegijouo si leggono nel Memoriale , di cui fao contro .la calunnia degli amori della
ciaino parola nella seguente nota di questo-mo-
Satrillas coll’Aymerich ,
inventata da
dcsiino articolo. £ poiché cl accadde parlare
del Dizionario geogra/ico - storico - statistico quegl’ indegni ministri regi per far ca-
degli stati sardi , mentre applaudiamo al gene- dere sopra i Castelvi il sospetto della
raso coucelto dell* egregio professore Goflredo
uccisione del Camarassa ;
e chiese la
Casalìs ,
il quale con tanta copia di lumi ne va
portando innanzi rendiamo 6on
la compilazione formazione di una nuova giunta in .Ma-
,
pari amore i dovuti encomit al diligente ed eru- drid, la quale esaminasse per se slcs.sa
dito nostro connazionale P. Vittorio Angius
i testimonii, esibendosi di far deposito
delle S. P. , dalla cui penna uacirono finora
tutti gli articoli dello stesso Dizionario relativi
di seimila ducati., e di somma mag-
alle città cd ai villaggi della Sardegna. giore ancora per le spese della nuova
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, ,,
, ,
CAS 203
procedura (1 ). Fra questo un argomento CASTRA o CASTRO (Costautino di).
della fiducia ch’ei riponeva neirinno- Nacque in Sassari, o fu arcivescovo di
ceuza dei suoi congiunti, perciocebè Torres verso la fine del secolo XI.
ogni sospetto cessar dovea, dacoiiè Alcuni scrittori sardi pretendono che
sotto gli ocelli della stessa corte spa- cgllfosse prima vescovo di Rosa antica,
gnnula ,
e da persone integre ed im- e che ivi facesse edificare la chiesa di S.
parziali volea il Casteivì si rinnovas- Pietro, foodando l’opinione loro nella
sero le indagini criminali. Ma nu de- iscrizione che si legge in detta chiesa,
stino , o un potere arbitrario spingeva e eh’ è riportata dal Fara nella Coro-
violentemente ad altro lato i moti della granfia di Sardegna (2). Altri però , e
giustizia : il gabinetto spagnuolo ,
ag- fra questi il Mattel ,
inclinano a credere
girato dalle arti dei potenti fautori dei il Costantino vescovo di Rosa diverso
('amarassa ,
prevenuto dal duca di S. dall’arcivescovo turritano, e ne trag-
Germano che procedeva in Sardegna gono argomento dall’ordinazione del
meglio con furore che con animo quieto secondo fatta in Capua dal papa Gre-
ed impassibile , avea già decretato la gorio VU nel 1073: perciocché dicono
morte del Gea fratello infelice di Gior- che tale ordinazione non avrebbe avuto
gio di Casteivì. morte gli fu data
I..a luogo, se Costantino di Castra fosse
ucl 15 giugno 1671 ; e poco dopo se<> stato prima vescovo di Rosa , c quindi
guillo alla tomba Giorgio di Casteivì già ordinalo. Si potrebbe osservare
avendo implorato inutilmente quella che coincidenza dei tempi e la per-
la
giustizia , che pur dicesi esser dovuta fetta somiglianza dei nomi non lasciano
a tutti gli nomini ( Ved. Diz. geogr. luogo a dubitare, che il Costantino edi-
star. slot, ài Sard. voL III pag. 187. ficatore della chiesa di S. Pietro sia lo
- Casteivì , Meni, a Mar, d'Austria. - stesso Costantino che poi governò la
Soto-Real , Not.de linage de Castelli sede turritana; e riguardo alla ordina-
pag. 7 ed alL ). zione fatta da papa Gregorio, non sa-
rchile nemmeno improbabile che la me-
CASTILLO (Conte dei.) Ved. NIN desima non sia stata nn’ ordinazione
Feuce). nuova ma la semplice collazione del
,
aver fitto uccidere Don Agostino di Casteivì * PISCOFVS * PRO * AMORE * DEI
murchese di LaconL BAKU SCCLBSUII ' 201F1CARB ’ FECI
*
.
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234 CAT
(ualc della cliicsa di Torres fa accum- lib.II De reb. Sard., fol. 216-19. - Vico,
pagiiato da una missione onbrévole che Star, di Sard. ,
parte IV ,
cap. XIV. -
10 stesso papa gli diede per le cose Passamar ,
Synod. diipces. turrit. in
temporali di Sardegna. 1 regoli delle calai, archiep. - Seggio , f’’ ida de los
quattro province dell’isola aveano lun- Ss. mart.'tiirrit. ms., lib. HI, cap. 9e 1 5.
Cnllect. ,
tom. XX, col. 84,94, 322-25. quale fu stampato in Sassari neH'anno
- Baronio, jinnal. eccì. all’ann. 1073.
- Fura, Coro^r. sard ,lib. II, p. 69, e nel
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C AT 20 r>
a tal ministero , fu creato arcivescoyo tom. I, pag. -S. Maria (Daniel a),
dulia sua patria nel 16 novembre 1671^ Specul. carmel. tom. U, pari V, lib. Ili
(2): r uffizio di delti martiri appro- sarese, famoso nella storia di Sardegna
vato dalla chiesa romana, ottenne da, per le sue azioni militari e politiche
Paolo 11 e da papa Clemente X che si ,
e per la parte da lui avuta nella som-
estendesse a bitte le terre soggette alla messione dell'isula intiera al dominio
monarchia spagnuola (3). Dotto nelle del re di Aragona. Visse nel principio
scienze diviiié ed iiinane, amò gli -uo^ del secolo XIVa, c fece chiaro il suo
mini dotti del suo' tempo, c ne coltivò nome per azioni generose (4), e per la
l’amicizia.Però gli fu caro sopra ogni saggezza dei consigli ,
coi quali cercò
altro Cavino Farina concittadino e con- di giovare agl’interessi della sua patria.
giunto suo, il quale illustrò con erudite Amico dei Doriaedei .Malespiiia, .sopra-
scritture mediche il proprio nome , e suo tempo per autorità e per
stette nel
quello della sua fiatria. Il Calayna mori ricchezza agli altri cittadini sassaresi
in Sassari nel 1679. Della vita di lui, (5). Fu nemico inqilacabile dei pisani
(3)
e de’ suoi che rimasero inediti,
scritti
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a|>erto faTorcggiatore dei genovesi ,
siglio il profferirsi volontariamente ,
sassarese non avria potuto sostenere Sassai'i, coi Doria e coi Malespina si
lunga pezza rimpcto del conquistatore; trasferì subito al campo fli Hotci ,
giui-ò
quindi a vece di una resistenza inutile, fedeltà al principe aragonese a nome
cui avrebbe tenuto dietro Toppressione della sua patria, ed ottenne a di lei fa-
ed il servaggio, giudicò miglior con- vore eolia conferma dei recenti la con-
cessione di nuovi privilegi (3). Quimli
d(*Htà ecapo della medesima noòiUs vìr Otto-
unitosi cogli altri suoi concittadùii alle
bonus Buccanigra potettas Sassi prò jbreia truppe aragonesi, contribuì coU’o|>cra
comunis Januae. Egli rsxil eousilium inter sua a stringere più efficacemente l’as-
aniianos et eonsiliatores co/i«<7iV mujoris sonu
catnpanne et voce praeconis more solito con-
sedio di Villa-Ecclesia che i pisani
gregatos cc. difendevano con disperato valore ; tale
(i) La dipendenza della Sardegna dall* allo ardenza dimostrò nelle fazioni di guerra
dominio e feudalità della S. Sede non fu rico-
DoaciuU dai Monarchi sabaudi. Vittorio Amedeo
indi seguite, che fu sempre riputato
11 prote;!itò altamente per mezzo del marchese
^
Fe^rrcro d’ Ornica suo ministro pleuijxitcnziario (a) Tale notizia sì ricava dalla relazione che
in Rttfiia contro V asserto int^estitura di papa l’ infante D. AlfunM) scrisse a suo ))4iilrti Don
Bonifazio VII! I e dichiarò di aver ricevuto e Giacopo 11 dal campo dì SoUl nel giugno
voler riUnerc regno di Sardegna libero ed
il i3'a 3) la quale è riporUila |kt iutiero nel me-
esente da ogni dominio tem/sorale dei papi. moriale del marchese di Coscojiiela ,
tiuiii.
La protesta fu redatta nella Venerìa Reale y e (3) Molti privilegi avea oUenuto il comune
soUoscritU da quel sovrano addi i5 ottobre 1726 : di Sassari dai re di Aragona D. Giacomo 11,
il marchese d* Ormea la rimise in Roma all’ar- col diploma del 7 maggio i3a3. Questi furono
civescovo di Nazianzo segr. di stato di S. Santità. aiupUali ed accresciuti con nuovi privilegi dal-
La reale udienza di Sardegna fece la medesima r inHintc D. Alfonso , con diploma spedito nel
protrata nel 17 maggio 17 ^ 7 ,
quando furono campo di Salci addi 4 luglio dell’ anno mede*
sottoposte all’ exequatur le bolle poutifìcic per simo : ambidue sono riporUti dal Vico nella sua
la uomiua regia ai bcnciai concistoriali del regno. storia di Sardegna.
'''oogle
7Wa Bify^r f/i .C//V rc,„.\7X.
(Oimm SS'^IFKE
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,,
CA V 207
principale istnimento deHe vittorie ot- di Aragona , il quale avendo accordalo
tennte nell'isola dall' infante D. Alfonso. ai sardiuna nuova costituzione politica,
Poco però il Catoni rimase in tanta obiomò a quell’assemblea i signori più
fede, poiché, o non credendosi rimu- potenti dell’ isola per alTezionarli al suo
nerato abbastanza dei servizi da lui nuovo dominio ( Ved. Zurila , ArnuU.
prestati al re di Aragona, o vedendo de Arag., lib. VI, cap. 45; lib. VII,
che la sua patria perdeva intieramente cap. 10; lib. VOI, cap. 58. - Fara,
sotto la nuova signorìa l'antica libertà, He reb. Sard. , lib. IQ , fol. 250 , 300.
che i sovrani aragonesi avevano pro- -Mem, del march, di Coscoj., num. 40.
messo di guarentire, ovvero prevalendo - Vico, Ilist. gen. del rejn. de Sard .
coi Malespina ,
fece entrare nei suo Manno, St. di Sard., tom. Ili, pag. 17,
partito la famiglia dei Pala, una delle 22 , 49 , 50-, 88. - Miulant, IJist. de
più potenti del comune di Sassari, e Sard., lora. 1, pag. 230 , 353).
scapestrò dall’ obbedienza che aveva
giurata pociii anni avanti. Ma non potè CAVADA (P. Luigi), dotto religioso
lunga pezza resistere alle armi di Ara- delle scuole pie ,
nativo di Urani ,
nella reggia di Arborea, in quella ter- nui con molla diligenza i poveri fanciulli
minò suoi i giorni ,
lasciato crede delle sccondo^le regole del suo iuslitulo; poi
virtù e del nome suo Bartolo Catoni, ddlò hlosoGa e leologia nelle scuole
fìglio non degenere da tanto padre. del suo ordine con gran lode di buon
Bartolo o Barzolo (che cosi è pronii- ingegno. Applicatosi con ardenza allo
scuaincnte appellato) crebbe caro ed sludio dell’oratoria sacra ,
alla quale
amico ai regoli Mariano ed Ugone IV si sentiva partieolarmcule iucliualu ,
1355 intervenne al famoso parlamento del suo tempo, e predicò per lo spazio
convocalo in Cagliari dal re D. Pietro di quaraut’anni con zelo « con applauso
straordinario. Le continuale fatiche del
(t) Bunolo Catoni nel i4 laarzo i355 pergamo non lo impedirono daU’cser-
alU •olc'iine cmancipasioae di Ugonc IV di Ar*
cizjo di molli onorevoli uHici che so-
borea ,
fatta da Mariano IV regolo di ({«logli tUli
Ve(L Memor. del marq di Cotcoj. y num. t^o). stenne : imperocché fu superiore di
(
Non osiamo afiormare che questo , di cui |«r- varie case professe, e provinciale delle
liamo, sia lo stesso Barsolo Catoni che arca in
scuole pie in Sardegna ;
poi nel 1694
feudo le ville di Binieea e di U/tìJmi , c U città
di GaUeUino nel giudicato di Gallura ( Vcd.
provinciale e commissario generale
Fani, de reb. Surd. f
Uh. Ili, fol. 3oo). delle medesime nella provincia di Si-
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, ,
208 CAV
cilia ;
le governò con prudenza e man- ed^l quaresimale che predicò nella cat-
tenne in tnltc la regolare disciplina e tedrale di CagtiMl nel 1667 (2).
I primi
r esatta osservanza delle regole , più sono tutti compresi nel primo tomo ,
coir esempio che coll’ autorità. Inviato e sono sessanta il quaresimale è con-:
in Ispagaa per soddisfare ai desideri! tenuto tutto nel tomo secondo. Si negli
mento , se la morte dell' eccelso prin- chiarezza nei concetti e nello stile, il
snoi sermoni e panegirici che Gn dal caldo promotore dei progressi del suo
1675 l’altro generale scolopio P. Giu- iustituto. Ebbe con molli fainUiarilà
seppe della Visitazione gii avea ordi- uomini dotti del suo tempo, e fu te-
nato di dare idia luce (1). Sei anni egli nuto in pregio da ragguardevoli prin-
impiegò in tale fatica ,
dentro i quali cipi ecclesiastici e secolari ,
fra i quali
pubblicò l’opera intitolata Idea» sacrai primeggiarono il suddetto D. Giovanni
panegjricas En Roma
jr morales ,
ec.
Hcl tomo I delle sue trite mere ch« nel 169^ (3) Lt’ opera del Cavada ebbe cosi felice in-
SI disponeva per partire a Barcellona , onde dare contro , che appena nc fu pubblicato il prìiiKs
alle stampe T accciinuU opera ]
ma che Ì1 pen- volume , il generale delle scuole pie provvidi'
siero gli fu impedito dalia sua promozione al che foMC trmlotto in lingua italiana. Però igno-
provincialato ed alla visita delle case professe Iìamo , se tale disposizione sia stata recata ad
delle scuole pie in Sicilia. 1 détto.
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CEA 209
d'Austria ,
e Gaspare dì Carpeiia ve- gevano d’ assedio quella fortézza con
scovo di Sabina ,
cardinale di S. R. C. quattro mila uomini : la difendevano i
gentiluomo cagliaritano cbe fiori nel Hist. gen. de Sarà. pari V cap.
principio del secolo XVI. Militò prima LI. - Ribera ,
Geneal. de la famit.
in qualità di semplice soldato sotto i de los Cervellon. - Guicciardini ,
Star,
vessilli del re di Aragona; ma fessen- et hai. lib. XVIIL - SigòD. ,
In vii.
dosi distinto in varie fazioni di guerra, Andr. Doriae lib. 1 cap. XI. - Bclcar.,
specialmente io quella di Navarra nel Rer. gallic. comment. lib. XX ).
1512, Ferdinando il cattolico lo pro-
mosse a più elevato grado nelle file CERVELLON (Girolamo), Dato in
del suo esercito. Nel
1527 si copri di Sardegna da D. Filippo Cencllon e
gloria per la bella difesa del Castello donna Raffaella Alagon nd 1463. In-
Aragonese da lui fatta con altri valenti traprese la earrierà militare., c nella
capitani del suo tempo. 1 Francesi strin- medesima si distinse per coraggio
per fedeltà e per generosi sacrifizi
tr^orme»
nelle guerre di Sicilia e di Navarca. 11
Protulit ideai quia corde gerii.i le
Ergo rogai supptex Ludovicus , corde Ubenti re di Aragona Ferdinando II li rimu-
Exeipiai , hilari quas. libi corde ditai. nerò entrambi con generosità regia , e
fot. I. >4
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,
210 CER
tra le altre concessiooi ,
accordò ad F'u uomo amante di novità poUtiebe ,
dinario valore nella memorabile bat- quale fu uno de’ più zelanti partigiani
taglia di Pavia ;
per la qual Cosa l'im- deU’arciduca Carlo all’epoca della fa-
peratore Carlo \ con diploma dato mosa guerra di successione per la co-
in Mantova nel 19 aprile 15.50 accor- rona di Spagna , e. contribuì- colla sua
dogli il raro privilegio di sormontare influenza e colle sue riccbelze a far ca-
colla corona reale le armi sue genti- dere la Sardegna in potere degli au-
lizie. Costui ebbe in moglie Isabella striaci nel 1708. Di costai scriveva il
Barbcran ,
e non lasciò discendenza. celebre marchese di S. Filippo al vi-
— CERVELLON (Beiutardo Mattia), ceré di Sardegna, che bisognava allon-
tiglio di Bernardo conte di Sedilo c tanarlo dall’isola e confinarlo in Francia;
di Filippa Piccolomini gentildonna sa- ma egli seppe dissimulare cosi bene
ncse ,
il quale militò per molti anni le sue intenzioni , che fu creduto fe-
sotto i vessilli spagnuoli con fama di dele a Filippo V fino al momento, in
eccellente guerriero. 11 re cattolico Fi- cui ,
entrate in Cagliari le armi tede-
lippo IV lo rimunerò de’ suoi servigi sche ,
si levò la maschera ,
e si di-
creandolo governatore del castello di chiarò apertamente per i novelli do-
Cagliari e della provincia di Gallura, minatori. Delle tre mogli da lui avnte
fu l’ultima Angela di Francesco Pilo
(i) Filippo Cervellon ebbe in moglie Isabella di Sassari barone di Putifigari. ( Ved.
Gessa y Alagon j intervenne c votò nel parla-
Diplom. del 22 m.iggìo 1507, 28 fel>-
incnlo di Valenza , perché originario di quella
provìncia, come riferisce Gaspare Escolano nella
brajo 1513, 23 aprile 1515, riportali
sloria del regno di Valenza , parte 11 pag. (>.^a. dal Ribcra , Oeneal. de la j'amilL de
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,, ,
CES 211
Cervell. - Vico, Hist. gen. del reyn. Mari, roman. presso il Baron. - Bol-
deSard., V,cap. LU. -Dexart,
pari. laud. ,
ad diem 21 august. — Fara, />e
Capii, cur., fot. M9 e 1265. - Esco- reb. Sard., lib. 1, fol. 144. .- Arca, De
lano, Hist. del reyn. de alene., part V Sancì. Sard., lib. I, pag. 74, 75, 7G. -
Il,Ub. VIU,cap.I, pag. 642.-Bacallar, Serpi ,
Cron. de los sant, de Sard. ,
Coment, de la guer. de Epana , pag. lib. Il, pag. 99 100. - Fiuto, De Christ.
310. Relax, mss. degli omicid. del cruci/., tom. 1, pag. 440.- Mattei, Sard.
march, di Laconi e del march, di Ca- sacr., cap. III. - Gazano, Stor. di Sard.,
marassa. - Mimaut , Hist. de Sard. lib. I, cap. VI. - Manno ,
Stor. di Sard.,
tom. Il, pag, 124. - Manno, Star, di tom. II, pag. 16).
Sard., tom. Ili, pag. 251-62, tom. IV,
pag. 34). (*.)CETTI (Francesco), distinto ma-
tematico e uaturalista, vissuto in Sai-
CESELLO ( S. MARTIRE ). Nacque e degna nel declinare del secolo XVIII.
fu educato in 43agliari nella fede di Nacque in Como nel 9 agosto 1726.
G. C. Benché fosse fanciullo e vivesse Studiò la gramatica e le umane lettere
in città pagana piena di vizi e di
una nelle scuole della sua patria -, poi nel
seduzioni, non si lasciò smuovere dalla 13 ottobre 1742 si ascrisse alla com-
vera credenza , in cui era stato secre- pagnia di Gesù, della quale nel 2 feb-
tamentc allevato. Risaputasi la sua re- braio 1760 professò i voli solenni. La
ligione dai satelliti di Delasio preside felicità del suo ingegno-, e l'applica-
boilandisti approvarono gli atti della cui toccò in sorte la persona del Celti,
sua vita e beata morte con quelli del
lucntovalo marlirc S. Lussorio. (Vcd. (i) Nel tratUto della Probità naturale.
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,
213 cr.T
il quale vi occupò la cattedra di ma- stimola cosi potente, progredì alacre-
tematica dal 1766 fino al tempo di sua mente nei lavori , e si affrettò a man-
morte. Insegnò con applauso ,
e fece darne al suo mecenate i primi saggi
allievi di ottime speranze ;
ma poco consistenti nel campioni di marmi a
potettero giovarsi delle sue lezioni campagne di
varli colori scavati nelle
perciocché il sistema del pubblico in- Basa e 1769 scoperse
di Silanos. Nel
segnamento in rispetto alle scienze nei dintorni di Alghero il calcedonio
esatte trovavasi allora in tal condizione bianco , e nello stesso anno trovò il
nelle due università del regno ,
che diaspro verde nelle adiacenze della
ristretto ai primi elementi ,
iniziava i mentovata città di Besa , i di cui saggi
giovani, iniziati abbandonavali *,
nè oc- mandati in Toscana furono trovati assai
casioni nè lucri , nè peemii oOerivà
,
preziosi (1). Intanto egli recava a com-
a qualunque bramasse addentrarsi nei pimento alcune parti della Scoria na-
difllcili misteri delle scienze calcola- turale della Sardegna , le quali poi
trici. Ma questa che può chiamarsi in- diede successivamente alla luce in tre
felicità de’ tempi ,
e progredir lento volumi in-8.° , «taiilpati in Sassari nel
e sistematico de’ lumi , fu per altro 1774, 1776 e 1777 con nitidissimi ca-
motivo una ventura per il Getti ,
la ratteri dal tipografo e librajo Giuseppe
quale poi si rifuse in vantaggio della Piattoli. U primo volume contiene la
Sardegna ; imperocché quaAto meno descrizione dei quadrupedi, ed è {>re-
egli dovea distrarsi per insegnare le ceduto da una carta geografica e da
matematiche ,
tanto più abbondavagli una breve descrizione della Sardegna,
il tempo ]>er istudiarc le cose naturali in -cui l'autore promette pubblicare la
dell’isola,^ che intendeva ridurre a sto- Storia dei fossili tardi : il secondo
ria ordinata. A tal fine intraprese lunghi tratta degli ucccl/i (ornitologia): il terzo
e frequenti viaggi uell’ interno' della degli anjibii e dei pesci (ictiologia) ,
Sardegna ;
la traversò tutta in tutti i ed è dedicato a IX Giuseppe Maria
versi e negli angoli più remoti, visitò Pilo vescovo d’Ales e di Terralba (2).
le varie sue regioni ,
esaminò con di- Quest'opera, abbenchè sia incompleta,
ligenza le sue produzioni terrestri e fu sommamente lodata in Italia ed ol-
marine, e raccolse tanta copia di ma- tremonti per la novità delle relazioni,
teriali ,
quanta era suiliciente per dare per la chiarezza dello stile, c soprat-
le primarie e più esatte nozioni in tal tutto per l'esattezza delle osservazioni
materia. 11 conte Bogino , eccelso pro- e por il buon giudizio dell’autore nelle
tettore de’ buoni ingegni e delle utili sue ricerche. Noi non diremo che il
intraprese ,
lo confortò con ogni sorta
d’ incitamenti a star saldo nell’opera ( I
)
Oltre ciò il Getti nelle sue escursioui m\ pj
segnato quattro colonne di -diaspro della l'4U-
incominciata; uè di lodi nè di pecunia ,
dopo di lui una miniera di ricchezze, gli pervenne la sovranità in quella pro-
in cui potranno utilmente scavare i vincia. La sua patria è incerta ,
ma noi
curiosi osservatori ddia natura. Mori incliuiamo a crederlo nato in Sarde-
il Celli in Sassari nel 1779 mentr’era gna, dov’ebbe stato e potenza traman-
in sul compiere l’opera sua, accre- datagli dai suoi maggiori. Visse nella
scendola della descrizione dei fossili seconda metà del secolo XUl ,
e si
e degl’ inferri (1). Como benemerito acquistò una celebrità infelice per la
della Sardegna, in cui visse quasi tutta miserevole morte, a cui lo spinsero
la vita sua Studiando iusegnando
, ,
i suoi nemici. Cominciò a regnare nel
promovendo colla voce e coll’esempio 1253 ;
ma breve fu il suo regno ,
e
l’emulazione del sapere ; e sì belle doti turbato dalla guerra disastrosa da lui
d’ingegno informando colla religione, sostenuta contro Guglielmo regolo di
co’ costumi venerati,. colla dolcezza del Arborea. Usciva Guglielmo dalla fami-
carattere e colla piacevolezza de’ modi, glia dei conti di Capraia ; amico e fau-
che derivava in lui da un intimo squi- tore dei pisani avea ottenuto nel 1250
sito senso di umanità. Degno pertanto gli stati arborensi già posseduti da
della riconoscenza de’ sardi tutti, e di Cornila III ,
ed una porzione degli stati
cagliaritani. Inebriato dalla sua fortuna,
(
i) QucAtc due parti importanti della storia ambizioso per indole e sostenuto dalle ,
pongono di pubblicare fra breve i risultati dello ad inquietare nei suoi dominii il regolo
loro illustri fatiche. Chiano , il quale attendeva a governarli
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, ,
,
runo Guglielmo a rompergli più aperta volendo allontanare la guerra dai suoi
gucira ; 'percioccliè avendo essivOtte- domini! ,
usci <M)n deboli forze a
nuto tre anni avanti dal comune di combattere gli aggressori ,
sperando
Pisa rinvestitura del regno di Cagliari, piu nella virtù propria e in quella dei
non aveano potuto esercitarvi la so- suoi soldati, che nella fortuna delle
perchè Cliiano avea fatto pre-
vranitìi, armi. Li due eserciti si riscontrarono
valere r antichità dei suoi diritti. Una nella pianura di saula Giliia cosi chia-
causa cotanto ingiusta obbligò Cbiano mata -dal castello di questo nome , o
a prendere le armi per respingere gli si mischiarono subito in ordinala bat-
aggressori ;
ma poco felice nei primi taglia. Si combattè con valore da ambe
combattimenti ,
fu astretto a cercare le parti ; ma il numero dei comballcnli
soccorsi forestieri. Nel 25 maggio 1256 pisani prevalse al coraggio di Cbiano ;
strinse alleanza colla repubblica geno- le sue genti furono disordinate c messe
vese (1 ): i patti di tale amicizia furono in fugii ed ; egli stesso cadde in mano
gravosi per lui ; cedette agli alleati il dei nemici ,
i quali ,
usando barbara-
castello di Castro (2) , eh’ era l’ ante- mente della vittoria, lo condannarono
muralc del suo regno accettò in isposa ;
a morire (4). ^{l castello di Castro, e
una nobii donzella genovese della casa molG altri luoghi del regno cagliaritano
dei Malocclli ,
c vinto 'dalla necessità vennero 4osto in potere dei pisani; e
dei tempi e delle circostanze, si av- avrebbero preso ancora il castello di
venne a tutte le altre condizioni im- .santa Giliia , se i genovesi non lo
postegli dalla repubblica , di cui com- avessero soccorso in temjio (5). Cbiano
prava i favori. Mediante una tale al- soffri con animo intrepido l’ ingiusta
Le ua>’i spedite da Genova in soccorso Cliiauo lo instilui crede dei suoi stati assieme
, , ,, ,
C li 1 215
1256. - Bartolomni. Scrib. annoi, di Cagliari. Fu nel suo tempo il più po-
Gen., libv VL - Cafiaro, lib. VI all’ann. tente sostenitore del partito guelfo ,
e
1256. - Breviar. pis. airanno 1258. - perciò sempre in guerra coi ghibcUini
Tronci Annal. pis, 12W, - Fara
, ,
ai quali recò cavissimi danni. La po-
De reh. Sarà lib. 11,, fol. 203. , ,
tenza della sua famiglia accrebbe con
235-56. - Mimaut , Hist. de Sard. illustre parentado ;
perciocché si tolse
tom. 1, .pag. 157-58. - Manno, Star, in moglie una figliuola del conte Ugo-
di Sard. tom. Il , pag. 324-25-26 ). lino della Gherardesca (2) ,
famoso
nella storia per la crudele e lamen-
(*) CHIANO, o GIOVANNI, regolo tevole morte datagli dall’ arcivescovo
eli Gallura. Usci dall’ antica e nobilis- Ruggieri ,
piu famoso per il terribile c
sima La
fiimiglia dei Visconti di Pisa. pietoso canto dettato dall’ira deU’esuIe
storia non ci ricorda i suoi genitori prime azioni sue in Sar-
ghibellino. \jc
(1); però sappiamo che fu fratello di degna appartengono al 1257. In lai anno
Federico V’isconti arcivescovo pisano, i pisani si rendettero padroni della
e che possedette il giudicato di Gal- rocca cagliaritana , e distrutto il regno
lura ,
e la terza parte del giudicato di già posseduto dai marchesi di Massa,
pag. 73 ) , e Bernardioo Daniello ( Comment. rore del Siamondi , il quale afferma che Chiano
ai cant. 33 déii* Inf. ài Dante ) passando della di Gallura ^|^sò la sorella , non la figlia del
madre di Nino di GaHuca , la dicono figlia del conte Ugolino della Gherardesca , c che Nino
conte Ugolino della Gherardesca , e maritata successore di Chiano nel regno gallurese mori
eh’ è il Oliano Visconti regolo gallurcse.. Il Fara gate y i Dante rendettero immortale il
versi di
de reb. Sard lib. Il pag. 23i Io dice della nome di Giovanna figlinola di Nino e di Beatrice
( . , )
famiglia Scotti, seguendo T autorità di Gio- (
Ved- Sisroondi , Biot;r. univers. , art. UooLmo
della Gherardesca e Nuo di Gallura).
vanni Villani.
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, , , ,,,
216 CHI
dronitosi del castello >di Montepopoli Del dominio dei conti di
dita difesa
dopo alcuni mesi cessò di viTere. La- Donaratico (2), è provato In modo
sciò Agli, Lapo che mori poco dopo
di lui ;
Ginevra che fu maritata a V'anni
lasciò iodecito qual dei due nomi dovesse col-
signore di Ripafratla , uno dei più ri- locarsi nel IIQ9 fra i regoli di Arborea, o quello
nomali dinasti pisani del suo tempo ; di Cbiano, o l’altro di Tosorato degli Uberti
( 5tor. di Sard.f tom. 11 pag. 356, 36o).
e Nino o Ugolino che gli succedette
(q) Il diploma fu spedito nelb città di Pisa
nel regno di Gallura ( Ved. Malevolti addi 12 febbraio iSagi La cartapecora originale
Ist. senes., parte li, lib. lU, ann. 1270. esisteva neirarchtvio dei conti della Gberardesca,
e la pubblicò Maccioni nella asddettà difmta
- Rondoni ,
Star. pit. ms. lib. X. - il
conti di Donorat. tom. I pag. 113). una dumtaxat postuma , quae vocata est Jo~
,
hanna et que in infantili etau post obitum
,
arborensi (1): ma dal diploma che fu Targioni nel tom. Il dei yiaggiy pag. ao8.
Dal che si vede che per definire quale dei due
pubblicato per la prima volta nell’cru- ,
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,
CUI 217
incoatraslabile l’esistenza e il regno di li ritenne con virile animo, e ben sep-
Chiano ,
e si ricavano inoltre notizie pero i pisani quanto all’accusa d’ille-
certe della sua persona e de’ suoi di- gittimità della persona di lui seguis-
scendenti , le quali risch'itf^o mirabil- sero amari gli effetti (Ved. UGONE 111).
mente queir intricato periodo di storia Non potendo adunque niegarsi che il
Tedicc della Gherardesca conte di Do- borea, rimane adesso a concordare tal
noratico tutti i beni feudali e allodiali narrazione, con quella del Tronci e
lasciati in Sardegna da Giovanni giu- degli altri annalisti pisani Noi non sia-
dice di Arborea SUO primo marito ;
mo alieni dal conghiettnrare che Chiano
questi perchè Chiano in morendo la-
,
regnasse per breve tempo fino 1299;
al
sciò Giacomina incinta di una postuma che, morto poco dopo le nozze sue con
chiamata Giovanna la quale premorì ,
Giacomina, i domioii di Arborea fos-
alla madre ;
quelli ,
perchè ,
mancato sero dati a Tosorato degli Ubcrti dalla
Giovanni, mancò la discendenza ma- repubblica pisana ,
la quale vantava
scolina dei Serra ,
e non esistendo sempre i suoi diritti nei giudicati di
agnato di quel regolo', gli stati di Ar- Sardegna ,
dopo la seconda divisione
borea erano devoluti al romano impero. fattane nel 1250 ;
ma che Mariano III
E quantunque M
orzano (è manifesto figliuolo naturale di Chiano , ottenuta
l’errore, -e deve leggersi Mariano, che dall’ imperatore Arrigo l’investitura dei
fu poi Mariano III) figlio naturale di feudi paterni, regnasse ,
come regnò in
Giovanni ne avesse ottenuto l’ investi- effetto, e quindi, trasmessa la sovra-
tura dall’imperatore Arrigo VII, stimò nità *a Ugone III figlio suo bastardo ,
Ugonus) ritenesse in atto gli stati di e Mariano e Ugone, terzi di.questo no-
Arborea, e li governasse con sovrano me ,
furono i veri regnanti che domi-
potere, perchè, oltre di essere bastardo, narono in Arborea, e che trafimisero
era ribelle all’impero. Vana liberalità, tal dominio ai loro discèndenlir Chiano
parole vane di principe che concedeva Serra lasciò due figli naturali; Andrea,
altrui cosa non sua; imperocché nè la di cui non si ha altra contezza fuorché
vedova di Chiano ebbe mai la posses- il ricordo fattone dal Fara coll’autorità
sione dei beni accordatale dal Bavaro, delle cronache sarde, e Mariano (il
nè Ugone perdette i suoi stati; che anzi Marzanus del diploma testé citalo )
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, 1 ,,
218 CII
il ((naie succcdellc al padre nel regno più esimie virtù. Abbiamo di lui un
Mameli ,
Costit. di Eicon. foL 167 ).
per lo che non esce mai dai limiti
dentro i quali dev’essere contenuta
CHIAPPE ( GmsEPPE ) ,
teologo ed l’oratoria sacra; virtù laudevele in tutti»
oratore, nato in Cagliari verso la metà ma in lui specialmente che visse e pre-
del Secolo XVni e morto nei primi anni dicò in tempi, nei quali l’abuso delle
del secolo seguente. Studiò con ap- figure,
delle descrizioni, e del mimico
plauso nella sua gioventìi , fu membro declamare cominciato avea ad inon-
e poi prefetto del collegio teologico dare i pergami d’Italia, ed a rendere-
nella regia università cagliaritana ,
e l’arte del ben dire un’arte di teatro e
percorse nell'ordine gerarchico della di romanzo. U Chiappe coltivò ancora
Chiesa nna carri^ assai distinta. Vit- la poesia -, ma ipiesta, più per diletto
torio FilippoMelano di Portala arci- proprio, che perchè fosse poeta vera-
vescovo di Cagliari conosciuto l’in- ,
mente (2). Ebbe amici molti ,
fra i
gegno di lui e la bontà dc’snoi costumi, quali il Carboni che gli dedicò la tra-
lo prese tra i suoi famigliari, e dimo- duzione latina delle Egloghe militari
strogli, finché rimase al governo di del Cordava. Fu uomo religioso, con-
quella sede, particolare benevolenza: tinente ed amorevole degl'infelici che
lo nominò canonico della cattedrale di soccorse con generosità. Il suo nome
detta città, e gli diede importanti e dif* è ricordato con molta lode dai suoi
incumbenze, nelle quali il Chiappe
ficili concittadini (Ved. Chiappe, Oraz. sacr.
fece buona prova del suo accorgimento Cordare e Carboni , Egloghe
siidd. -
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,, ,
CIU 219
GIR ANO, o ZIR ANO (F. Francesco) , sero sospetto di lui ,
e credettero che
religioso claustrale, nativo di Sassari, avesse segrete intelligenze cogli altri
che fu martirizzalo in Africa per la cristiani. Pare andò salvo da tal tem-
fede di G. C. nei primi anni del secolo pesta, nè ancora era giunto il momento
XVll. Vesti l’abito di S. Francesco nel in cui Dio avea destinato di glorificarlo
convento di S. Maria di Betlemme della colla palma del martirio. Da Algeri andò
sua patria, nel quale fu ascritto al nu- a raggiungere l’Aguirre che viveva in
mero dei sacerdoti, ed esercitò per Couco rispettato dai Mori e accarezzato
molti anni l’impiego di procuratore (l). dal bej di quella provincia , il quale
Circa il 1600 volendo riscattare dalla avendo a trattare alcuni aOàri dei cri-
schiavitù in cui gemeva già da dieci stiani d’ACrica col suddette re di Spagna
anni Francesco Serra dello stesso
il P. Filippo III, volle prevalersi dell’o-
ordine suo ,' al quale inoltre era con- pera del Girano. Parti il P. Francesco
giunto per vincoli di sangue e di patria sopra una nave moresca ; ma imbattu-
comune, ottenuta licenza' dai superiori, tosi per via coi pirati algerini, fu tra-
andossene in Ispagna, e di là in com- dito dai marinai e consegnato a quei
pagnia del P. Matteo Aguirre della barbari che lo ricondussero ad Algeri
minore osservanza, che Filippo 111, re carico di catene. Presentato al tiranno,
suo legato in Africa
cattolico inviava fu eccitato, prima con blandimenti, e
navigò Colà ritrovò
alla volta di Algeri. poi con minacce , ad apostatare dalla
il oppresso da tutti i mali della
P. Serra vera religione e ad abbracciare l’isla-
min. qui prò fide interempc. junt ). atleta della fede rendette la beata anima
(a) Couco , secondo il Bavdrcnd , era una
piccola reggenza d’ Africa distante sessanta miglia
circa dal mare ,
e situata tra le reggenze dì monte La-Mjrtìnii}ro nel loia. Ili del suo gran
Algeri e Bugia. Della medesima scrive ampia- Diziotuuio geografico.
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,
sua al Creatore , cinta dell’aureola dei dell’ ufficio, e cadde in disgrazia dello
martiri del cristianesimo. 11 suo corpo stesso imperatore. Gtonato, abbenchè
fu segretamente sepolto dai cristiani percosso da un colpo cotanto improv-
dimoranti in Algeri ,
i quali scrissero viso e terribile ,
non si perdette di
compendiosamente gli atti del suo mar- animo, persuaso essendo della propria
tirio in una lamina di piombo che col- innocenza giustificatosi quindi con
:
locarono nell’arca medesima, in cui de- prove solenni dalla calunnia che gli si
posero le sue spoglie mortali. Tra gli apponeva , e dimostrata la falsità del-
esteri il Barezzi, e tra i nazionali il r accusa , ritornò in grazia del Pogo-
dottore Antioco Strada canonico d’Igle- nato, il quale lo fece ammettere al
sias scrissero la vita del P. Cirano-(l). terzo concilio di Costantinopoli , che
Ed il P. Mattel nella sua Sardinia sacra fu il sesto ecnmenice (3), riunito nel
ne riporta le parti più meritevoli di 680-81 per combattere l' eresia dei
memoria. (Ved. Barezzi, Cronich. del- monotelisti. 1 padri conciliari aveano
l’ord. dei Fr. Min. , part IV lib. X dubitato di ammetterlo nella loro as-
pag. 1277 e seg. - Strada, Relaz. del semblea ,
sospettando che fosse vera
mari, del P. Girano sardo. - Wading., la sua reità ;
ma poi ,
accertati dallo
Biblioth. script, ord. Min, in syllab. stesso imperatore della innocenza di
J'ratr. qui projide interempti sun(. - lui ,
gH diedero luogo nel concilio ,
al
Mattel ,
Sard. sacr. ,
fol. 141-42). quale sottoscrisse per sè , e come af-
fermano alcuni ,
anche per i suoi snf-
CITONATO ,
illustre vescovo della fraganei (4). Ritornato in Sardegna
chiesa sarda, il quale governò la sede
cagliaritana nel declinare del secolo ai padri del concilio coaUntinopoHtano si rìleva
VIL Costantino Pogonato imperatore eh* era at^to calunniato come macchinatore di
d’ Oriente lo ebbe in molta stima ; ma novità contro la sicurezza dello stalo : cuìm Ci -^
(i) La relazióne del martirio del P. Francesco P. Mattel ( SartL sac.y fol. 83 ) lo dice
Il
(5)
Girano ,
scrìtta dal dottore Antioco Strada e il secondo cosiaotinopolitano ; ma h indubita-
st-impata in Torino nel i6o5 , è una traduzione tamente il terzo, essendosi anteriormente cele-
della stessa relazione scrìtta originalmente in brati in Costantinopoli altri due ooncilii , uno
spagnuolo e stampata in Madrid nelFanno pre- nel 38i che fu il secondo generale , e I’ altro
cedente. Un^ altra relazione italiana dello stesso nel 553, che fu il quinto ecumenico. Il Mansi
martirio fu stampata in Sassari da Giuseppe Ss. Cane. no\>. et ampi. eoUsct. , tom. XI }
(
Gentolani nel 1737 A complemento delle no*
.
ne riporta gli atti sotto il titolo di concilio
tizie riguardanti la persona del P. Girano diremo
costantinopolitano terzo.
eh* esiste ancor oggi in Sassari la sua casata , La forroola, con cui Citonato sottoscrìsse
(4)
ma in umile condizione ; ed è con pronunzia al concilio à riportata diversamente dall* Ar-
,
vcrnacòla appellata di Zieamo. primo cit. col. i44^ )
duino e dal Mansi: il ( op.
(a) Non si ricava dalla storia ecclesiastica quali
la scrive in ifucsto modo : Citonatus indignus
fossero le accuse particolari contro Citonato ; episcopus ecclesiae calaritanae insulne Sordi-
ma dallp parole dette dall' imperatore Costantino
niae me et sjnodo quae sub me est
f>ro , , ,
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, ,, ,
,
eoe 221
negli atti del concilio quinisusto, cele- nato in Cagliari verso la metà del se-
brato nel 691 ,
fu lasciato spazio per colo XVll e morto nella stessa città nel
apporvi la sua soscrizione ( V. AuasL,
1690. Fu distinto teologo ed oratore ,
liibl.in vit. Joann. F, lom. IV, ediz. occupò le cariche di lettore e di vi-
Blanch. ,
pag. 119. - Arduin, di-l sitatore generale dei mercedarii in
come, costantin . ,
tom. Ili ,
col. 1455 ,
Sardegna ,
e governò per molti anni il
1442, 1699. - Mansi, Ss. Cane, uov, reaiconvento di Buonaria della sua pa-
et ampi, coliect tom. XI , col. 654. . ,
tria.Viaggiò per istruirsi in Italia
- ChrisL Lup. Dìssert. de I sjnod., ,
y Spagna, Francia, Fiandra e Germania
tom. Ili
,
pag. 48 ,
ediz. del 1724. - e fece tesoro di cognizioni ,
special-
Mattel , Sard. sac . , fol. - Piato
83 84. ,
mente nell’istoria, nella quale fu ripu-
De dir. crucif. tom. I, pag. 441. - tato versatissimo. Abbiamo di lui due
Fora ,
De reb. Sard . , lib. 1 ,
fol. 132. opuscoli; uno intitolalo 7/ijio»7a de
liuenayre ,
nella quale .racconta diffu-
ùmiliter obsì^navi dal che a^procnla il M’Hleì
\
somentc la fondazione del convento
che soscrìvo«>c per i suoi fuflraganei il secondo :
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,
ÌÌ2 eoe
conde de Egmont, stampalo in Madrid nella brama d’ istruirsi , che percorso
nel 1678, in cui con molta erndìzione con lode di ottimo ingegno il tirocinio
istorica rimonta all’origine dell’ illustre filosofico e legale, si addottorò nel
ed antica casata di detto conte , il quale dritto civile c canonico nella regia uni-
suddetti opuscoli sono citati dall’ Acorrà i coetanei suoi. Né molli anni consumi»
e dal Contini scrittori sardi che fiori- nella palestra dogli strepiti forensi ^
rono poco' dopo di lui ( ’V^cd. Cocco y poiché acquistatasi co’ suoi talenti e
Manca fr. Fulgenc. op. cit. - Acorrà, ,
colla profonda cognizione del diritto ce-
Fenix de Sarà. pag. 333. - Con- lebrità di nome in tutta l’isola, fu chia-
gli studi elementari di grammatica nella coro, afTabililà; e nelle circostanze che
sua patria ; quindi trasferitosi a Cagliari il richiedessero, fermezza inalterabile e
nile che potesse distoglierlo dal-cor- nicnlano ancora con lode le fatiche da
rere alla sua meta. E tanto andò innanzi lui spese per migliorare il reggimento
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, . ,
COM 223
Amedeo lU fu poi recato sotto il regno Succedette pel 1191 a suo nipote Co-
di Carlo Emmannele IV suo successore stantino morto senza prole , e con-
II
a felice compimento. 1 suoi nemici (cbè tinuò a mantenere nella famiglia dei
i grandi uomini ne hanno sempre ) lo Laccon, (mi egli apparteneva, l’antica
accusarono d’ ambiguità nel carattere ;
dinastia lurritana. Reggeva gli stati di
e (piando negli sconvolgimenti politici Ogàno (odierno Goceano) e di ./in-
del 1793 i novatori non poterono trarlo glona , quando i magnati di Torres lo
al partito loro ,
dissero che il Cocco acclam'arono re di (piesta provincia.
li alimentava tutti per elevare la prò- Cominciò a regnare in tempi procellosi,
l>ria fortuna sulla rovina di ognuno. ed in mezzo ai disordini cagionati dal
La sua promozione posteriore alla ca- cattivo governo del suo antecessore,
rica di reggente giustificò apparente- il (piale avendo oppresso tirannica-
mente tali accuse ;
nò si pose mente mente i sudditi , e sostenuto contro
alla c(mdizione difficile dei tempi-, nei Guglielmo regolo di Cagliari una guen-a
(|uali, per evitare il naufragio, erad'nopo infelice avea perduto una porzione
,
volger la prora laddove in tanta con- de' suoi stati. Cornila appena salì sul ,
trarietà di venti potea la nave essere trono, applicò l' animo a ristorare i
portata a salvamento. Per(>, fosse (|ue- danni derivati dal regno precedente ;
sla politica ,
fosse indole del Cocco trattò con dolcezza i popoli esacer-
il non essersi egli dichiarato abbastan- bati dalle anteriori vessazioni di Co-
za ,
come si addiceva alla lealtà di un stantino ,
e fece alleanza co’ genovesi
niacslrato poco dopo la
,
gli fruttò (1), onde potesse all’occasione valersi
giubilazione da ogni impiego. Spese il contro i nemici suoi dell’aiuto dì quella
rimanente dei suoi giorni in opere di potente repubblica. La felicità di tale
pietà ,
perciocché egli era eminente- negoziato gliene fece intraprendere
mente religioso. Morì in Cagliari nei un’altro dimaggior importanza col su-
primi anni del secolo presente ; e nel detto re Guglielmo , il quale non ces-
morire ,
fece alla compagnia di Gesù sava d’inquietare con frequenti scor-
tra gli altri legati l'egregio lascio della
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, ,
224 COM
rerie i suoi domioii ;
quiodi ,
essen- sede pontificia, di cui era intieramente
dosi aperte le trattative della pace, devoto. Gomita feoe altresi chiaro il
questa fu conchiusa iu virtù del ma- nome suo per opere di pietà.
insigni
ritaggio di Mariano ,
primogenito di Nel 1205 fondò famoso monistero
il
il quale nell' ultima guerra èra stato Gamaldoli fatta da Maria de Thori zia
perduto da Costantino 11. Ma se tal sua , matrona illustre per generosità e
pace gli fece per alcun tempo quietare per ricchezze; e nel 1210 riconfermò
le ormi, non tardò molto a riprenderle con atto solenne la sanzione regia ac-
contro uii altro nemico coraggioso ed cordata ai predetti monisteri. Ebbe in
intraprendente (he minacciava più da ,
moglie Sfiella di Arborea, da cui gli
vicino suo regno. Fu questi Lam-
il nacquero .tre figli Maria Preziosa e
, ,
suoi creditarii di Torres gli accrebbe sempre i luoghi ed i nomi, li dice situati nella
,
'
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, ,,
,
COM 225
Mattel, Sarti, sac fol. 34,35, 231. - del march, di Coscoj. Geneal. de los
. ,
Jiinoc. II I epist. 80 ,
lib. Il ;
epìst. 117, Jutfs. de Arbor.').
lib. X, ed rpist. 101 ,
lib. XIV ,
tom. 11,
succedette nel regno al suo genero On- con lei altri favori di generosità per
roco 11 morto senza prole. Le notizie cattivarsi il suo favore e Tajuto delle
che di lui ci rimangono, sono scarsis- sue armi (I). L’ambizione di più vasto
sime , e le registrò il Fara nei suoi regno', da cui era posseduto, gli sug-
Annali sulla fede degli antichi codici gerì tali mezzi ,
co’ quali sperava di
sardi da lui consultati. Dai ihcdcsimi riuscire nei suoi progetti. Emulo d>
si ricava che Gomita fu uomo pietoso Gonnario II re di Torres, appena sali
ed amante del giusto ;
eh' ebbe due sul trono di Arborea, concepì l’ardito
tiglio. Maria sposala a Orzocorre, ossia disegno di spoglbrlodei suoi stati; ma
Ouroco II suo antecessore , ed Eleua dissimulando con arte il sno pensiero,
moglie di Gennaro o Gonnario Lacano attese a maturarlo in segreto, ralTor-
suo successore nel regno. Il Peliccr zandosi prima coll’amicizia dì una re-
il Vico , ed il Salazar fanuo menzione pubblica non meno ambiziosa di lui.
cipii del secolo XII. (Ved. Fara, De condizioni principali consistenti nella donazione
delle oiinicre dì argento cb*csì&tono nella regione
reh. Sarti., lib. Il, fol. 237. - Pelicer
di Parte Mtsntis., c dell.t chiesa di S. Pietro di
Memor. de la cas. de Alc.gon. - Vico, Cltiro (forse deve leggersi icario esistente negli
)
Ilist.gen. del reyn. de Sani pari. IV, .
,
tati di Arborea Quindi il Manno ( •S’ior. dì
cap. XXXIV. - Salazar En -la cas. de Sard.y tom. II pag. a5i) nc diede più speciaU
,
contezza , riferendo gli atti di tal lega slipalati
Lara, part. I, fol. 206. - Manno, Star, nel ii3i in Oristano ed in Cabras, i quali
di Sarti. tom. Il pag. 222. - Memor. ,
esistono Dcir archivio ducala di Genova.
• Voi. l. l5
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,
S26 COM
turrìtano, e che, compita la medesima, rea ,
abbenchè S. Bernardo scrivendo
sarebbe ceduta loro una porzioue di a papa Eugenio 111 lodasse i provve-
quegli stati. Ottone Gontario, console dimenti del cardinale ,
ed eccitasse il
e legato della repubblica, ratiGcò con pontefice a confermarli colla sua auto-
Gomita gH atti della lega, e già tutto rità. Però o
sia che Eugenio trovasse
,
delle trame che si ordivano , si pre- volesse o non potesse occupare gli
parò alla difesa. Spedi pronti messaggi stati di Arborea , dei quali era stato
a Pisa ,
ricercando di aiuti la sua an- investito da Baldovino , Gomita conti-
tica alleata, e nel mentre messe in nuò a tenere il regno, e lo tramandò
campo le sue genti ,
disposto a cimen- intatto al figlio suo Barisone, il quale
tare le sorti della guerra. Questa non poi fu tanto famoso per ardite imprese
tardò ad essergli dichiarata ,
e conain- e per solenni sventure. Il governo di
ciò subite con alcuni fatti d’anni ,
nei Gomita è notato negli ninnali cister-
quali furono varii e vicendevoli i van- ciensi come un sèguito di vessazioni e
taggi e i danni. Si combattè con varia e d’ingiustizie (2), e Gomita medesimo
fortuna per tutto l’anno 1145; nel se- come principe avaro e ambizioso senza
guente ,
Baldovino cardinale ed arci- misura pure 'non mancò il suo regno
;
vescovo di Pisa tentò di ridurre Gomita di esempi di pietà , fra i quali le cro-
alla pace ; ma una delle condizioni es- nache monacali non dimenticarono di
sendo la restituzione delle terre da lui registrare le spese fatte nella chiesa
ingiustamente occupate negli stati tur- di S. Nicolò à'Urgtn, o di Gorgo, la
ritani ,
alla quale egli non volle mai quale edificata primamente da Costan-
acconsentire, furono sciolte le pratiche, tino I ,
fu poi ridotta a perfezione dalla
e si ritornò un’altra volta alla guerra. sua generosità (3). Ebbe in moglie Elena
In questa si mescolarono colle armi di Orvu ,
come si legge nelle cronache
Gonnario e di Gomita quelle di Genova sarde; nacquero da tali nozze Anastasia
e di Pisa , nè si sarebbero quietate cosi e Barisone ,
il quale col trono di Ar-
presto, se Baldovino, usando del ri- borea ereditò l’ambizione paterna ,
o
medio estremo tanto temuto ai suoi cominciò a regnare nel 1 1 47. Gomita U
tempi, non avesse fulminato l’anatema
contro Gomita rimovendolo dal trono (a) Ecco corno Angolo Manrique annalÌKta di
,
Cistorcio descrive il regno di Cornila II : erat
di Arborea, e sostituendovi in sua vece
in insula Arbortnsisjudex ^ cui libitum prò
Gonnario di Torres (1). La corte di fusto prò aequo utile , neque se judicem po^
y
Roma , che non era estranea ai proce- puUs concessum^ sed sibi populos datos veiut
dimenti di Baldovino non si dichiarò
in praedam , jiutitiam prò arbitrio inrerten-
,
dam existimabat,
apertamente contro il regolo di Arbo- È quesU* la »tessa chiesa dì S. Nicolò
(3)
éhfrgen o di Gurgo ,
prcsao la quale il famoso
COM 227
Sard., lib.U, fol. 196 , 237. - Muratori, mita donò r egregia, somma di tremila
Aniiq. itali, dissert. XXXll. - Tronci e bisanti all’ eremo camaldolese ,
onde
Foglietta a/i'n/m. 1131, 1146.-Giustin. provvedesse al mantenimento di otto
Anna/, gen. Ub. II. - Manno, Sior. di monaci ,
i quali ,
se si può conghiel-
Sard., tom. U, p. 224-25-26-27 , 231. turare il motivo di tanta liberalità
- Manrique, Annoi, cisterc., tom. 11, doveano forse essere o sudditi , o di-
cap. II, Dum. 1 aliano. 1146. - S. Bem. pendenti da Gomita 111. Il nome del
epist. 243, tom. I, col 243, ediz. Ma- donatore non polca essere dimenticalo
billon. - Vico , f/ist. gen. de Sard. , nelle cronache monacali ,
e quello di
parL IV' cap. XVUl. - Mattei , Sard.
,
Gomita è registrato con altri nomi di
sac. foi. 30,31.- Metnor. del march, papi ,
di cardinali, di patriarchi , ve-
di Cosca). , A Ih. geneal. ). scovi ,
baroni e magnati ,
ai quali i
la quale cominciata con Pietro 4 man- IQ78, non potea dire fatta da poco tempo tal
tenne per due seMii circa gli stali donazione , se la medesima non appartenesse a
Gomita 111, che regnò , come abbiamo veduto,
arborensi ,
nè si estinse che in Ugonc o fino al iz53 o fino al ia65; giacché vcrun
,
IV ,
di cni diritti si trasfusero nella
i altro regolo sardo col nome di Gomita visse in
famosa Eleonora. Di Gomita 111 non tempi più vicini a Gerardo ; c Gomita II di
Torres che fu uno dei più prossimi alla di lui
ricordano le storie sarde fatto veruno
età, non protrasse il suo regno oltre il Dia ,
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, , , , , ,,
228 CON
lib. II, fol. 240. - V'ico, HUt. gerì, de quindi è sottoposta al calde ,
ai geli
Sard. parte IV ,
fol. 86. - Manno ,
ai venti ,
alle pioggie olle nebbie , ,
CONQCEDDA(P. Angelo), religioso non pub dirsi che le prove siano con-
scolapk) nativo di Nuoro ,
il quale si cludenti ,
perciocché si aggirano in-
distinse negli ultimi anni dello scorso torno a un Soggetto più di congruenza
secolo nello studio delle scienze lilo- che di dimostrazione : però non può
soQche. Fu professore di fisica espe- negarsi nemmeno che metta la sua opi-
rimentale e membro del collegio teo- nione in tanto aspetto di probabilità
logico nella regia università di Cagliari. da indurre quasi il lettore a credere
Succedette nella cattedra al P. M. Al- ai suoi ragionamenti. Se il Conquedda
berto Marcili nel 1790, ed insegnò con avesse vissuto in altro paese ,
in cui
applauso per molti anni. Abbiamo di fosscgli abbondata la copia dei mezzi
lui alcune dissertazioni edite 'sopra per studiare con profitto la scienza ,
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,
CON S29
e le nolane lettere ,
e si applicb par- revole carico di reggente degli studi.
ticolarmente allo studio della poesia Occupò distinti posti in religione , e
latina ,
in cui diede meltiplici saggi fu due volte segretario del visitatore
del suo ingegno. Le poesie latine del generale dell’ordine mercedario in Sar-
Conterà si leggono sparse in parecchie degna. Fece di pubblica ragione nel
raccolte poetiche pubblicale in Madrid 1702 le orazioni postume del P. Pier
ed Spagna , dove l’au-
in altre città di Andrea Acorrà col titolo FI Fenix de
tore avea fermato il suo soggiorno. Le Sardeha (l) , e dedicolle a D. Salva-
migliori però sono quelle che nel 1620 tore Zatrilla y Vico con una epistola
diede alla luce nella suddetta città di assai diffusa ,
in cui ,
tessendo la storia
Madrid co’ tipi di Tomniaso Giunta in delle glorioAc gesta degli antenati di
lode di I). Faanccsco Girolamo Leon quel suo mecenate ,
in adu-
si profonde
distinto giureconsulto, ed autore delle lazioni verso le famiglie sarde più po-
rinomate Decisioni Talentine, il quale tenti del suo tempo. Scrisse ancora la
fu suo mecenate , e lo difese dalle relazione isterica della fondazione del
persecuzioni mossegli dai suoi confra- convento e della chiesa di N. S. di Buo-
telli. Egli nelle sue poesie si sottoscrive naria ( Compendio historial do la mi-
in questo modo : Fra Salvator Con- lagrosa venida de N. S. de Bucnajrre
terà Snrdus ordinis sancti Francisci a su reai combento de mercenarics
(1) \’ed. Conterà j4d praeclar. vir.
,
calzados de la ciiidad de Caller CC. ),
D. Frane, liier. Leo eie. poetici lusus ). e la.pubblicò in Napoli co’lipi di Febeo
Mosca nel 1704 , un voi. in-16.".
CONTINI ( F. Salvatore ) Ved. V’I- divìsa in dodici capi ; nei primi due
DAL ( F. Salvatore ). l’autoredà un succinto ragguaglio della
storia generale di Sardegna e descrive ,
CONTINI ( F. .Matteo ) ,
religioso particolarmente la città di Cagliari ;
per molli anni la teologia scolastica della statua della Madonna che si
nel rcal convento di Bnon.aria della sua iicra nella chiesa annessa allo stesso
patria ,
e nel medesimo sostenne dal convento , e dei proiiigi dalla mede-
1704 fino al tempo di àua morte Tono- sima operali in varii tempi a beneGzio
dei credenti. Lo scrittore di detta rcla-
(i) Ci nacque prima il socpvlto che colrsto
I
zionc abbondò di buona fede ,
e mancò
frate Conterà non fosse diverso dal tanto co-
I
affatto di critica; fatti da lui raccon-
i
nosciuto fr. Salvatore Vidal ,
uso a cambiarsi
cosi spt'ssu il nome ma non avendo trovato
I tati ,
hanno tutti del maravigiioso
se
;
nelle opere di lui vorun luogo, in cui ahbu non hanno però quel grado di certezza
fattoconno di questo nome , e dal quale risulti che la sola autorità della Chiesa può
che lo abbia usato , giudicamnio notarlo sopa-
ratamente, fìnebò si abbiano lumi maggiori sulla
sua persona. (i) Veti ACORRA’ (F PiBB Ardiib ).
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,, ,
S30 COR
accordare. Si vede che il buon frati- del collegio ad approvare le sentenze
cello avea nell’ animo il desiderio di morali proposte dal candidato per
far prevalere alle glorie degli altri or- r ottenimento di si nobile uffizio. Le
dini religiosi quelle del proprio insti- sentenze preposte da bAcmo furono
tuto ;
ed il tempo e .
le circostante ,
quest’esse : animi bona sunt fides , li-
cata dall’autore a donna Maria Sanjust nulla pestis major quam fraadolens
contessa di S. Lorenzo ( Ved. Acorrà amicai ; tacitae inimicitiae pernicio-
El Fenix de Sarti. - Contini ,
Comp. fiores sunt quam' apertae : nimia lau-
historial ec. ). datio adulatoria est ,
ideo reprehen-
sibilis : ne ohliviscaris Occepti sed ,
. CORACIO (Cisio), cittadino caglia- flati ec. ec. Quindi siegnono l’ appro-
ritano ,
il quale fiorì cent' anni circa vazione , e le soscrizioni degli auguri
prima dell’era volgare. Partito a Roma fra le quali quella di Cisto Coracio ;
che fu ascritto al collegio degli auguri et ego Menius Sisius civis mutinensis ,
ed ebbe seggio fra i dorcheti, ossia augurum dorchetes: ego Ctstus Cosm-
prudentissimi di quel sinedrio. La sua civs civis Cmràllita S.SKDVS: ego Esar
memoria ci fu conservata da un monu- Vulterranus collegii praef. confirmo.
mento messo per la prima volta in luce Anno Ethr. co. od. o. cclxxxi (1916). '
da Curzio Inghirami co’ frammenti delle Siffatto documento compreso nel libro
antichità ctrusctie da lui pubblicati quinto di detti frammenti di antichità
(
Et/truscarum antiqiùtMuin fragmeii- etrnsche non è stato finora citato da
ta ,
quibus urbis Eomae aliarumque , veruno dei sardi scrittori ,
e richiama
gentium primordia, mores, oc res ge- a vita una memoria onorevole per la
stae indicantur , a Curtio Ingiùramio nazione, perciocché anche tra i romani
repertae Scornelli prope FuUerram. non erano ascritti al collegio degli au-
Franco/, anno salutis mocxxxrti (1) ). guri,
secondo la testimonianza di Ci-
Nel medesimo, in cui trattasi della cerone ,
fuorché coloro'^ i quali si di-
elezione di Madappio Ibachio senatore stinguevano dall’ universale per costu-
genovese in maestro degli auguri , Cisio mi e per dottrina. Non ignoriamo che
CoRAcio concorre cogli altri dorcheti tra gli archeologi del secolo XVII nacque
grave contesa sull’ autenticità di tali
( I
) Un esemplare di detta edizione che o(;gì frammenti ,
e che l’ Inghirami fu da
è divenuta assai rara esiste nella biblioteca della
,
taluni accusato d’ impostura ma oltre
:
by tjOugk
, ,
COR
cesi constatata da molte antorevoU te- r entrarvi il nome di Gio. Crisostomo
stimonianze' ,
a noi basta che tra i di- con cui mutò l’altro di Anton Giuseppe
fensori della genuinith dei medesimi che gli era stato imposto nel battesimo.
siaTi, a pib di molti altri , il
Moratori Si distinse tra i suoi confratelli nel
uomo come ognun,
sa ,
ohe non potea percorrere la palestra filosofica c teo-
si di leggieri essere preso a gabbo in logica in questa non fu secoodo a nes-
:
CORDA (
Torgodorio )
Ved. CAL- ferenze accademie (2) , che po-
,
colle
DERARI ( Nicolò ).
trebbesi aflhrmare aver cominciato per
lui e da lui un’ era novella ,
se non ri-
COSSEDDO Gio. Crisostomo ) ( P.
formalrice al tutto ,
promovitrice al-
(1). Nacque in Alghero nel 21 settem- meno di metodi migliori. Per lo che
bre 1759 , da Salvatore Cosscddu e cresciuto in fama il nome suo, fu prima
Maria Vittoria Bardine onesti cittadini. ascritto al collegio di belle arti
,
e poi
I primi studi fino alla grammatica fece nominato professore di eloquenza ita-
nelle pubbliche scuole della sua patria : liana' nella regia università di Cagliari
poi chiamato a Cagliari da un suo zio (3). Coltivò l’oratoria sacra e le muse
materno, che avca seggio fra i cano- nelle quali , se dir vogliamo delle ita-
nici di quella cattedrale , studiò colà liche , non pas^ la mediocrità e perciò ,
le umane lettere ,
nelle quali diede fu arcade col nome di Nicastejénonio-,
prove frequenti del suo buon ingegno. se delle latine ,
fu culto ,
c diligente
Ala non andò guari che innamoratosi ,
verseggiatore. Abbiamo di lui varii
della vita letteraria ed operosa dei figli componimenti poetici in questo genere:
del Calasanzio , e mosso anche dal de- i principali sono 1 .° la parafrasi in :
mine Adami di Alghero , al quale ci piace qui dati «Ila luce dalla reale stamperia di Cagliari,
toitimoniare la nostra gratiUidino ,
essendo egli e dedicati all* arcivescoro D. Diego Gregorio
uno di quei pochi » i quali usano dotta dili- Cadello. •
genza nel salvare dalla oblivione le memorie (3) Fu inoltre vice-preside del collegio dei
oaorcroU della patria loro. nobili.
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, , ,
232 COS
Domine probasti me deU'aUro Exur- elocuzione poetica, specialmente i salnii
gac Deus, c del Cafilieo di Debora mor di Davidde c il caulico di Debora; ma
dettato sulla libera esposizione fattane egli servì troppo letteralmente al lesto,
dal P. (ìiacinto Uintz dotto domenica- che voltato in altra Imgna , senza ve-
no ,
professore di sacra scrittura e di runa libertà di parafrasi , perdette la
lingue orientali nella imiversità caglia- sua bellezza originale ; e il Cosseddu
ritana (Carati ex typograpbeo regio non scp|>e o non volle aggiungergli
1 803 ) ;
2.° la traduzione in distici la- modi o bellezze nuove contento di ,
tini del salmo 79 Qui regis Israel sulla aver provato la sua perizia nel com-
versione Hinlziana (Cagliari 1805, dalla porre latinamente. Però se egli ab- ,
d’ immagini ,
<lì quel lepore catulliano del secolo .Wll. Terminali nel chiostro
che soli possono far piacere i compo- i suoi studi ,
lesse con mollo applau.so
nimenti di tal genere. I soggetti .scrit- la filosofia c la teologia in varii con-
turali che imprese a tradurre ,
erano venti del suo ordine. Stampò nel 161 4
veramente suscettivi d’ immagini e di un volumetto in lingua castigliana siill.v
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,,
cos S33
erangclica , e di copiosa dottrina scrit- rendette utile alle miro del governo ,
il
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-,
234 COS
Tulumi in-4.° ; il primo è intitolato verchia prolissità dei medesimi , che
Moriografia sarda ,ossia Catechismo riempiono senza bisogno , ed a danno
gelsario (Cagliari 1788), e tì si tratta della chiarezza e della memoria ,
dae
della natura e delle diverse qualità del grossi volumi in-4.“. Lo stile è piu tri-
moro, dei vivaj e seminarii dei gelsi viale che didascalico, scorretto in molti
dell’innesto, del trapiantamento, delle luoghi ,
e nudo alTatto di ogni grazia ;
malattie ,
e della sbrucatnra di questi le lezioni sono buone , ma peccano
alberi secondo ha per titolo Serio
: il spesso di ripetizioni c di superfluità.
grafia sarda , ossia Catechismo del Mai in quei dialoghi nna digressione
filugello ( Cagliari 1789 ) , e vi si ra- piacevole che ti rinfranchi dalla lunga
giona delle diverse specie dei bachi noia d'udire tante minuzie e tanti pre-
da seta , delle maravigliose trasforma- cetti ;
mai un’ allusione istorica o mi-
zioni di tale insetto, delie diverse qua- ; mai insomma alcuna di quelle
tologica
lità delle sete ,
delle influenze atmo- varietà, di quegli episodii felici che
sferiche su i filugelli ,
della prepara- rendono così belle ed istruttive le scrit-
zione degli ovoli, del modo di costrnire ture di tal genere , cominciando dalle
e di dirigere le bigattiere ,
del nutri- severe lezioni di Socrate e di Platone
mento e governo dei bachi ,
delle ma- fino all’ arguto e spiritoso dialogizzare
lattie loro ,
della crisalide dei bozzoli di Fontcnelle. Chi mai potrebbe imma-
e dei rimedii corrispondenti , e per ginare , che Cosso dopo aver inti-
il ,
ultimo dei metodi migliori pel ricavo tolato la Seriografia al bel sesso co- ,
pilò i precetti dàgl’ infiniti catechismi per sfoderare tutta la sapienza sero-
francesi ed italiani che già esistevano. grafica. Sia cosi se pur vuoisi. Ma , e
,
(i) La moriografia h dedicata al conte Tbaon senza scandalo fra le liete occupazioni
di Sant’ Andrea TÌcerè di Sardegna ,
ed alla villerecce , non potenno forse aprir
giunta generale dei monti di aoceorio la strio-
;
meglio la vìa ad un argomento geor-
grajia al gentil aetto. Entrambe aono ornale di
alcuni rami rappreaentanti le principali opera* gico ,
capace di tutte le bellezze della
xioni agrarie ed economiebe della coltÌTazionedoi ualura e deU'artc? E chi havvi d’animo
gelsi ,
e deN’alleTarocnto dei bachi da aeU; e vi
così selvaggio , che prqsso a gentil don-
sono aggiunte circolari del governo, e pastorali
di vescovi emanate in quel tempo , onde pro-
na non si scordi per un momento della
muovere ili Sardegna un tal ramo d'industru. severità della scuola, se pur fosse pla-
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, ,
COS 535
tonica 7 Si poterano insegnare le cose commendato per aver stretto in una
istesse, ma più piacevolmente; e furono breve istruzione i precetti varii sparsi
invero molto discrete le sarde veneri nelle opere degli accennati scrittori
e le ancelle dei suoi tempr, se anno- e soprattuUoper aver diffuso nella sua
iate dalla grettezza del suoi dialoghi patria r importante notizia dei lavatoi
non gli fecero le male grazie e i musi il primo
delle sanse, dei quali avea dato
torti sul viso. Di argomento georgico cenno il marchese Grimaldi nel suo utile
sono parimenti altri tre opnscoli del trattato sopra la manifattura dell'olio ;
Cosso intitolati Del cotoniere nrbo-
,
: perciocché in tempi posteriori , nè da
reo ( un voi in-16.® Firenze senza ,
noi molto discosti , quel buon seme
indicazione d’anno ), Discorso sopra i
dovea prodarre ottimi frutti , c pro-
vantaggi che si possono trarre dalle pagare nell’ isola nn ramo d’ industria
pecore sarde ( un voi in-8.® Cagliari per lo innanzi sconosciuto. 1 Pensieri
1787 ) ,
e Istruidime olearia ( un voi. sulla moneta papiracea (Torino 1798),
in-8.° Torino nèh stamp. reale 1789 ). eU Saggio del commercio della Sar-
Quest' ultimo è diviso in due parti ; degna ( 1799 senz' indicazione di luogo
nella prima l’autore, dopo un breve e di anno ), altre operette del Cossu ,
ragguaglio storico della piantagione appartedgono propriamente alla scien-
degli oliveti in Sardegna, discorre delle za economica ; e vedesi eh’ egli pub-
varietà ,
c delle diverse specie degli blicava iu tal rispetto i pensieri altrui
ulivi ,
del modo di propagarli e di col- anzi che i propri!: ma il Cotoniere ar-
tivarli ,
e dei differenti metodi per boreo , ed il Discorso sulle pecore sarde
guarirne le malattie ; nella seconda sono due opnscolclti di grande impor-
tratta dell’utilità del frutto procedente tanza , tendenti entrambi a far appli-
da tale pianta ,
dei suoi usi diversi care i coloni sardi a nnovi rami d’ in-
delle proprietà dell’ olio ,
dei modi di dustria agricola , ed a migliorare le
estrarlo e di conservarlo ,
e del tempo razze pecorine dell’ isola. L’altra pro-
più propizio per il raccolto delle olive. vincia, che il Cossu prese ad illustrare,
Vi è aggiunta a guisa di appendice una è la storia , e la geografia della Sar-
tavola ,
in cui sono raffigurale le di- degna della prima diede due saggi
;
verse costruzioni di macine d’ olio al- nelle Notizie compendiose sacre e pro-
lora in uso in Sardegna il modello di ,
fane di Cagliari e di Sassari (1):
un lavatoio per le sanse e l’ altro di ,
della seconda nella Descrizione geo-
un nuovo frantoio d’ ulive proposto grafica della Sardegna (Genova 1799,
nel 17$7 dal Paoletti segretario della per Agostino Olzati, due voi. in-4.“ ).
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, , ,
236 GOS
1 snggi storici sulle due priiaarie città disgradali per la mancanza del primo
dell’ isola furono scritti dall’ autore a fonte istorico ,
la credibilità ,
e meri-
richiesta di Cesare Orlandi di Perugia, tano quasi in complesso il giudizio che
per inserirli nella Descrizione delle ne fece il Manno nella sua storia ,
al-
città tf Italia , e delle sue isole ad- lorché toccò di un fatto particolare ,
giacenti ch’egli dovea- pubblicare : chiamandolo una nMiata di farfalloni.
sono divisi per capi ,
e trattano della Pure l’ Orlandi si ebbe a ventura il
situazione ,
estensione ,
popolazione ricevere così digesto le notizie delle
origine reggimento politico fiumi e
, ,
due città più cospicue della Sardegna
sorgenti , edilizi sacri e profani, pro- e tali le inserì nell’opera sua : ed ampio
duzioni e commercio ,
fatti storici me- certificato si legge neh fine delle No-
morabili , uomini illustri ,
distanze por tizie di Cagliari , con cui si attesta
liractriche ,
e linguaggio proprio degli da quel comune la verità dei fatti rac-
abitanti delle due città. Lo stile, con cui contali, dal Cossu , quasi non d’istoria
sono scritte ,
è al dissotto del medio- si discorresse , ma di faccende muni-
cre : sebbene in qualche rispetto pos- cipali che abbisognassero della legit-
sano essere utili ,
specialmente dove timità dei bolli. Più felice certamente
tratta l’ autore della topografia e della fu il lavoro delle stesso autore sulla
statistica ,
debbono però esser letti eon sarda geografia. Il primo volume coui-
’dimdenza laddove discorre dei fatti pren«lo 1’ idrografia , ossia la descri-
storici, e degli uomini chiari per gesta zione del litorale dell’ isola ;
il secondo
onorate; perciocché nei primi uon curò la corografia antica e moderna (2).
nè critica ,
nè cronologia , accumulò
PrimA dol Cos<u , varii autori nazionali
(a)
senza discernimento le notizie certe
e forestieri aveàno scritto delle coso geografiche
colle false ,
le probabili colle incredi- e corografiche di Sardegna. Tra i tiaziotiali ne
bili , e cadde in molli e frequenti er- di^ro alcuna cosa il Vico e il Vidal , e di
rori (1); e per riguardo ai secondi,
proposito il Fara nella sua operetta ras. De i/i-
e nella 0*rn^rafin $ardnx tra i forestieri,
.accettò , senza severo esame ,
tutte le prc.tcindendo da Ptidou)eo e da Antonino , il
tutti. Basterà il dire che talvolta traspone t fatti Suiisonìo nell' Atlante pubblicato in Amsterdam
da un secolo all’ altro ) che confonde sovente nel i()5n Gorgoglione nel suo P'»rtol<$no ,
, il
le persone; e che in tanto traraestio di date e il G.<tantì nella Geografia tf Italia il Lipp nella ^
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,,
cos 137
V idrografia è divisa in quattro parti; seconda i>arte o volume della Drtcri-
ciascnUa di queste suddivisa io sezioni, zione geografica è tolta nella massima
che sono trentadue in tutto: nelle me- parte dalla Corografo del Fara , che
desime è compresa la descrizione del però non è mai nominato dai Cossu.
litorale sardo da mezzogiorno a levan- Quantunque sia scritta con pessimo stile
te, e da tramontana a ponente dell’iso- autore medesimo non disdegnò
elle 4’
della Sardegna, estraUe dall'^t/anre quale con tale opera fece conoscere i
del Roux che pubbli^ossi per la prima lavori inediti del Fara sopra siffatta
volta nel 1764 : mancano le altre carte materia , e spianò la via a coloro che
idrografiche che l'autore avea promesso lo seguirebbero dappresso ,
onde trac-
dare successivamente. La corografo 6 ciare meno imperfettamente la carta
partita in cinque capi principali , ed geografica della Sardegna (1). La parte
ogni capo in articoli suddivisi poi in poiitografea dell’ isola ,
nella quale
paragrafi. Il primo contiene la divisione 10 stesso autore avea descritto il siste-
territoriale della Sardegna , e la descri- ma del politico reggimento ,
e il com-
zione delle popolazioni oggi esìstenti mercio interno cd esterno della Sarde-
e delle già distrutte ,
che formavano gna con un’appendice sullo stendardo
,
geografa sotterranea , Sui minerali mario della più ampia trattazione che
fossili c pietre : il quarto sulle qualità avea in animo d’ imprenderne. 11 giu-
atmosferiche : il quinto sui fiumi ,
fon- dizio che noi abbiamo portato delle
tane , acque minerali , stagni e laghi varie opere del Cossu parrà forse a ,
Torino. Nello stesso correr di tempi Giuseppe il quale seconda con inirabile ardore le opera-
Maina piemontese tracciava la carta topografica zioni deir illustre geologo e geografo picioon-
della diocesi d’ Iglcsias. Però, T antica fatalità tese. Sia lode ad entrambi : si avranno essi
delle cose sarde non lasciò venire a maturità la riconoscenza nostra , e quella dei posteri.
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, , ,, ,,, ,
238 COS
dicanie , se fia possibile , con maggiore Aorì negli ultimi auiii dello scorso se-
indulgenza. Nè siavi perciò ehi osi to- colo. Nacque in CugUeri , uno de’ più
gliere a lui la lode di uomo benemerito popolali e più Importanti villaggi del
delta sua patria ,
che lo fu assai , e capo settentrionale di Sardegna , addì
meglio forse di molti altri scrittori 19 giugno 1725. Gli fu imposto il nome
facendo tesoro di cognizioni utili , e del padre , il quale morì, mentre Gio-
propagandole nel popolo sardo per vanna Angela Meagia, donna sua, era
l'incremento dei due fonti primarii della grave di tale portato. La valorosa e
ricchezza e della prosperità nazionale. onesta madre lo allevò con molta di-
Le virtù civili ,
delle quali fu ornato ligenza nella pietà e negli studi. All’età
lo rendettero riverito dai coetanei ,
e di tredici anni fu mandalo a Cagliari
caro agli amici : di questi n’ebbe molti per impararvi la grammatica e le umane
e chiari ;
nè in Sardegna sola , ma in lettere colà rimase per un lustro in-
;
pag. 19, 20, 21 , 22, 23, 40, 41 ; maggior cenobio di tale instituto. Nel-
tom. 11, pag. 398, 423, 654 Ano 658- l'età sua di diciott’ anni vestì con ge-
- Botta, òior. d’ Ital. continuaz. del neroso e risoluto animo quelle lane ,
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r/tz At 4Ìt Snrti Ta,> A’X.
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,
COS 239
strato cotanto l’ordine servitico, di cui minò quell’ eccellente uomo di stato a
fu singolare ornamento ; alcuni saggi prevalersi della di lui opera per l’ in-
da lui dati in filosofia nelle pubbliche cremento delle sarde lettere. Chiamollo
conclusioni prescritte dall’ istituto ,
lo tosto a Torino, e destinatolo a profes-
confermarono in tale opinione ; e fuy vi sore di fisica sperimentale nella regia
tra gli altri il P. Giuseppe Maria Pilo università cagliaritana,. volle che prima
religioso carmelitano (colui che ri- si perfezionasse in quella scienza sotto
splendette poi tanto nella sedia vesco- la direzione del famoso Beccaria ,
il
vile di Ales) ,
il quale ammirando il quale teneva in quel tempo forse il
suo ingegno e la bella facondia giova- primo seggio tra i fisici italiani (I); e
nile, prese ad amarlo e a proteggerlo, il Beccaria facea saggio del sapere del
dicendolo nato per le scienze , e per Cossu, e lo trovava versato assai nelle
aggiunger giuria alla sua terra natale. discipline naturali ;
ed addottrinatolo
A sì belle speranze corrisposero gli per alcun tempo negli esperimenti ,
lo
effetti imperocché il Cossu , non sì
; presentava al ministro ,
dicendolo ca-
tosto compì in Sassari il corso filoso- pace di sostener con lode rolBdatogli
fico, che acceso da nobii brama di sa- insegnamento. Allievo non indegno di
pere , si trasferì a Firenze per conti- tanto .maestro, insegnò la fisica in Ca-
nuarvi i suoi studi; colà per due anni, gliari dal1764 al 1770: in quest'ultimo
e quindi in Perugia ed in Lucca , attese anno fu promosso alla cattedra di teo-
ad apprendere la teologia distinguen- ,
logia morale nella stessa università. Le
dosi sempre per acume e per chiarezza sue lezioni furono applaudite e vantag-
di mente e per una spontanea ed ele-
,
giose : i valorosi discepoli usciti dalla
gante proprietà di dire che abbelliva sua scuola provarono non molto dopo
tutte le sue cognizioni. Pistoia, Faenza, quanto incremento egli avesse recato a
Udine e Bologna l’udirono^ orare dai quelle scienze liberando l’una dai pe-
,
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,
240 COS
riduceadula ai primitivi iucorroUi prin- gevoli, furono conseguati, dopo la sua
cipii della sana tilosofia e della morale morte, al cenobio sassorìtano -de’ servi
cristiana. 1 vescovi dell’ isola lo con- di .Maria ,
dove si custodivano cogli
sultavano frequentemente )>er la solu- altri autografl scritti del Soggia igno- ;
zione de' più intricati casi di coscienza; riamo però se esistano ancora. Le mag-
egli rispondeva a tutti con mirabile giori notizie di questo insigne prelato
precisione e chiarezza ;
e mentre in si leggono nella bella orazione latina
tali oceupazioni ,
e tutto immerso nello De laudibusJo.j4ntonii Cotsu episcopi
studio profondo delle teologiche disci- bosanensts (Calsri ex tj’p. regia 1786)
pline s|>endeva tempo, non cessava
il recitata nella cattedrale di Rosa dall’a-
dal predicare e dall’ attendere con sol- bate D. Gio. Francesco Simon nel giorno
lecitudine ad altre iiieumbenze , ed ai del solenne ingresso di detto prelato
gravi doveri del suo stato. Per dodici nella sua diocesi. (Ved. Simon, De
anni sostenne la prefettura del collegio lami. Anton. Cosso orai. lat. - Sisco,
di belle arti nell’ università cagliarita- Mem. tnss. ,
tom. Ili ,
foL 107 e 108. -
na ;
per altri nove governò il collegio .Manno ,
Stor. di Sard. , toin. IV, pag.
dei nobili; e per un triennio fu vicario 239 ,
251-52. - Botta , Star. d’Ital. ,
generale dell’ ordine de’ servi mariani conlinunxione dei Guicciard., tom. X ,
sede di Rósa: di questa fu creato ves- non sono abbastanza conosciuti perù :
ex)vo nel 1786, e consacrato nel marzo da un documento del 1090 si ricava che
dello stesso anno. Dopo averla retta nella sua giovinezza fu principe mac-
per dieci anni cou fama di zelante ed chiato di molli vizi ,
omicida ,
concu-
illuminato pastore ,
cessò di vivere binario, incestuoso ;
che usò molle
nella sua patria addi 16 agosto 1796. violenze contro i vescovi e<l i sacer-*
I,e sue spoglie mortali furono poi tras- doti ;
e che nsurpò i beni della chiesa.
portate alla cattedrale di Rosa. Lasciò L’iniquità del vivere o cambiò, o coo-
fama d’uomo assai dotto e pio. Be’suoi nestò negli anni più maturi con appa-
scritti ci rùiiaugono edite due sole ora- renza di pietà e di religione: nel 1089
zioni funebri ,
una per Carlo Emma- confcrpiò ai monaci benedittini la do-
111 re di Sardegna, e l’altra per
iiuele nazione di due chiese fatta da suo
monsignore Tommaso Ignazio Natta padre (1), ne donò liberamente altre
arcivescovo di Oigliari ,
recitate en-
città. I suoi mss., che erano molti e pre- S. GtnUio. 11 diploma è riportato dal Martenc,
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cos 211
Otto ai monaci inedesiiui (1), c fondò camaldolesi scrissero dì lui con pro-
il iHoniatero di S. Saturnino , dotandolo fuse iodi ,
ma lo confusero al cerio
di molt£ terre e di copiose entrale (St). con Stdtaro lìglio di Costanliuo 1 re di
La profusione di tante donazioni fu -
Torres, e lo fecero padre di Dubiiino,
accompagnata 'da debolezza d’animo ossisi Turbino, il quale fu suo fratello:
pusillo: imperocché neiranno seguente i versi di Lorenzo di Vanta male inter-
non arrossi -di far registrare in atto pietati da quei dotti scrittori, diedero
solenne tutta l’ diade de’ suol delitti luogo a tale errore («). Costantino di
richiamando alla memoria quelli an- Cagliari ebbe in oioglie Georgia, la
tciiuta nel diploma citalo nella nota precedente, prova a suflìcienza che Dubiiino c ìluUnro fo»
od appartiene al 1089. rono due persone afiallo diverse ( Ved Lburent
( 3 ) Questa donazione c riiuessiuoc delle de- vcron. presso Murai. er. script.
il ital. t ,
lont.
,
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2i2 COS
di Imcoh. Couiiuciò a reguare nut 1 129, sero Costantino 11 con l'allru regolo,
c iieiraimu i>eguenle, per couservarsi primo dello stesso nome, che regnò
r aiuiciziu della repubblica di Pisa ,
in Cagliari (2), c lo dk»>no inoltre
coufcruiò cou alto solenne tutte le do- goHurrse ossia giudice di Gallura :
antenati ,
o per virtù propria ;
nè si da Cuslanlino 11 di Torcliilurio II e di
trova nel suo lungo regno di trenta e Pio:ziosA di Lncon. Riguardo poi alla
più anni atto veruno ,
da cui apparisca <|ualilìcazione di gallurrse data dagli
che, oltre In beneOcenza vei’so le chiese stessi scrittori a Costantino II ,
è chiaro
ed i i9iiostri, abbia esercitato le pri- a chiunque legga i diplomi pubblicati
marie virtù del priiiciimto. il suo go- dal Gattolu c dal Muratori ,
che lo
verno fu povero di fatti, c la sua (espressioni ile loco Cali, e de terra
|>ersona rimarrebbe ignorala, se nelle Calarese non possono spiegar altro ,
sanzionò eoi suo coiiseiiliiueiilo la con- pag. 151. - Muratori, ./Lntitj. Uni.,
cordia fcriiiala Ira Bonito c mnnnci
i tuiu. Il ,
disserL XXAIl ,
col. 1053. -
cassincsi rcsulcuti in Cagliari. Ebbe .Marlene ,
l'cter. inonum. , toin. I ,
cagliaritano (1). Aleiuii scrittori eoiifu- governò gii stati turritani. Nacque da
.Mariano I e da Susanna Gnnale o de
(i) Tra il di C'iblaiititio 11 c di l^iclro
Zori nella sceondu metà del secolo XI
Midi, sppciulmrtiU' il 1*. Alco.
•ilcimì scritluri e siieccdelte nel regno a suo padre
uo Sal.I’cio<U Lacon. Qu' stn
rull«jc«ino quello dì
nelTaimo 111 2. Il suo nome é celebrato
Salucio, u noi sembra , p<jssj p^ivere il coin|>r-
lilorr, che, secondo le cronache sarde, ebbe
nelle cronache sarde |>cr la prudenza
J^ielio di Torres neir assumere le redini del con la quale governò i (lupoli a lui
i;iudicalo cagliarilano. Pcrò^ so si vogliono co-
noscere le più probabili conghiettiirc riguardo (’i) Di qiicblo numero sono il MiU«iri'lli e
a Sacui'-io ,
b*g”iÉHÌ il Manno nella stona dì (àosUdoni ,
Annal catnald toin. Ili Ub. XXV
.
, ,
(
lom 11 pj^ i3à fia ^35 m not. ) r-o *4:
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, ,
cos 21
"
soggetti, e per la piel.k religioisa clic stati ..rcuduno tesliiiionianza del pmui
risfilemletle in tulle le sue azioni. I seuuoche dirigeva tante liberalità. Ture
pi'iini atti del suo regno bipouo dirceli, le croiiaelic
pisane lo raccomandarono
come quelli di tulli gli altri regoli, ••diamemoria <le’ posteri qual eccellenti"
alle fondazioni di cJiiese e di monisleri. luouarca; e Lorenza di Varna nel can-
Si legge negli annali di Monte-Cns.sino tare r impresa gloriosa dello anni di
che Odcrisio abate «|X!di a di Ini ri- Pisa per la conquista delle isole Ba-
rbiesta nel 1 2 aSurdegna un iuoimico
1 1 leari , canto ancora di lui
|H-r nome Beucdollo |icr fondare un ,
• • * pariterque resntmtnt
monislero nel regno turrilano, e elle Tnn^tes
-
rrc/i/ur, ubi CoitsTASTinvs hohebot
Benedetto, crealo vescovo alcuni «vniii Sedes rex darne muUumt celehralue ab an ni
, ,
dopo, fu chiaro per santità di vita e Sardórum pepalo ; bis sex y geminùfue (Uvbu*
|ier molti miracoli (1). Ampie dona- Operieado suas ibi geas pùuna moratur,
zioni di cliicse ,
di terre e di servi fece
quali lodi c le altre tributale a Co-
nel segnenle anno ai monaci di Carnai- slautioo dagli aunalisli di Pisa, se non
doli (2), alcune delle quali, non tor- furORo sincere, dnuostrano abiieno
nando uepporo a giovamento de' suoi quanto a quella re|uibb)ica lornass;:
gradila ronoralaacooglienza da lui falla
(i) La narrazione di Kraiino Gdttola riguarrlu aU'iU’uiata navale destinala a conibat-
I
tale invio succedesse nel loSt), c clic iieiranno Sardegna suonasse chiaro e riverito il
aegiicutc Bcnedi^to fosse errate tcscovu : alla
Homo del regolo di Toitcs. Gramii ajiili
optnioue del Mabilloii soscriroDo i bollandisti
.somministrò Costantino a tale impresa,
( Vcd. Mah. , Annoi, benedil. , ton. V fol.
- HoUand
tum. Ili febbr. pag. ^o ).
.
,
e volle ancora che Saliaro lìglio suo
(i) Una
di tali donazioni consistente nelle giovinetto, eccelleale «el tirar d’arco,
cbicae di S. Maria e di S. Nicola de SoUu
,
e d’animo ardimentóso, provas.se il
citata dal MabilloD llin. iial pag. 183 ), è ri-
(
pvii'Utadal Gattola negli ann.ili di Montc>Ca.ssino proprio valore nei perigli di l;d guerra,
I, pag. i5>-56). fu scrìtta d^t AfeLicto
( J»*rlc come lo lasciò serilto il suddetto poeta
tn SaHennot’ forse Stdi*eftrro nel i3 scUem-
( ) nei seguciiU versi:
hrc. Vi è apfM'io il sigillo di (Costantino colta
l.ggcnJa COSTAMTINERECE. LVaKru do- • « Piegtùs aeseciiHur
nazione delia chiesa di 8. Pietro di Scaso cum Ex CoSTABTlBO SAtTASOS judicc lUKiAff
h4unmibttt et pertìnenuis suis , e col diritto
Praevalet hic Jaculo ete. . . . . ,
di pesca nel fiume di Rosa , fv pubblicata dal
MiUarelti c Costadoai ( Append. agii annali Sono scarsi gli altri ricordi traman-
camaid.y tom. Ili, col. a33 o34 , a35 ). Il
,
datici dall’Istoria -riguardo alla s;iu
dtMtalore impreca tutte le malotliziofiì celesti
contro cbÌMn<|uc oserà infrangere la sua dona- persona. Uuo itegli atti più gloriosi dei
zione, c IVa le altre imprecazioni vi é questi
j
suo regno fu la bindazionc del moni-
el mitlat in eis Dominus mnrtem papeUae. Le
iii.stero di Saci'argia, divenuto |h>ì ima
altre chiese donale ai camaldolesi furono Sun
Pietro de Cotrumiano ( Codrongianos , S. Eu- delle abazie più celebri deU' ordiue
)
genia di Simauar , Ss. Micbele e Lorenzo in camaldolese (5). La chiesa di questo
franavi ( Banari ) , S. Maria e S. Giovanni in
AUtisar f S. Maria in Conira y e Ss. Giovanni Il monistcìo dWIa SS Trinità di Succargiu
(3)
e Simeone in Sal^'enero. fv’ndalo da Cuktiiilinu I di Torrcz fu dotato da
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, .
cos
uomo fu falla ediKcare da Ini, appena prnvvisse CusUlUino a tale fondazione,
sali al tronordci suoi antenati ,
e nel- nei quali attese al pacifico governo dei
l’anno n quarto del suo
1116, che fu popoli. Nel 1127 cessò di vivere nella
regno, la fece consacrare con splendida reggia di Toirt^s , lasciando erede del
pompa dai tre metropolitani e da molti trono Gwnnario 11, il quale lo imitò poi,
altri vescovi e prelati dell'isola. I cro- anzi sorpassoNo ne Ha felicilà e nella
nisti sardi appiccarono alla fondazione gloria del regno. 11 corpo "Suo ebbe
di S iccnrifia raceopti strani e maravi- tomba nella chiesa di Saccargia ,
dove
gliosi; .scrissero di non so qual visione fa i™s[iortato con magnifico cortèo da
avuta da Costantino, che lo determini» Itocorre Gaml»clla, primo tra i magnati,
ad erigere questo monumento della e dai vescovi della provincia liirritana.
la sna protezione con bolla del ai genna)o I|37 , vanni, dove terminò I suoi giorni nella
duUla in Pisa » st'iltoscnlta da'quiadici cardi* solitudine religiosa. Una narrazione
nali} c scritta da Aimerìco cardinale cancellano,
superiori di
stranissima relativa a Costantino l di
I detto monistcro sono chiamati
negli annali di CaroaldoH ora 'priori ,
ora abati. Toires, della qnalc nessuno dei sardi
Notiamo qui il nome di alcuni di essi ,
e ranno, scrittori ha fatto parola, si trova rep-
in cui governarono onde per quanto
, illustrare , {
evo. Abati e Paioai di Sicaargùi: Bbbb- riferita la visione aVnU circa la metà
DKTTO, a di cui petizione papa Innocenzo li del secolo Xli da un pio sàeerdote , il
nel 5 dicembre dello stesso anno lo rìmove dal essere l’anima di Costantino già re di
comando di tal monivtero e gli soslitnisce , Torres : per nòve aititi continui aver
Msaco camernrium cnmatdulentem. Tali notizie
ella vagalo nel recinto esteriore della
si ricavano dagli antichi diplomi measi in luce
(IjI Gattola dal Mabillon c dal MttUrelIi. sua reggia ,
soffrendo i venti , le
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, , ,, , ,
COS 245
piogge ed il gelo, meritata pena dei mente i popoli e gli stessi .suoi con-
suoi eccessi} ma Jinalnsente ,
pércltè Jìs giunti gli si ribellarono. Guglielmo di
liberale e generosa, perchè perdonò le Massa regolo di Cagliari approfittò delle
ingiurie, e perchè mori penitente , or -
turbolenzè del suo regno per oppri-
liberata da -tanti mali tiOlame ton merlo; mosse contro di kii uaoiste po-
diritto remeggio al paradiso. ( Ved. derosa, e corse adassaltarlo nel cuore
MiUarelli e Costadoni, .ninnai, cantald., :
lib. Ili, cap. XXIV. - Muratori, jintiq. che gii sovrastava, ricorse sollecito
ital. tom, I, dissort. V, col 246-48. agli ajnll stranieri; nel 1191 contrasse
- Cron. sarà . , ediz. del Gastelvl i 666. alleanza colla repubblica di Genova,
- Lorcuzo Vem. ,
Cron. pis. lib. 1 ascrivendosi al numero de’ suoi citta-
pag. 114, presso il Muratori , /tee. ital- dini ,
e sottopmiendoai al péso di dazi
script. , loia. VL - Mabillon , Itiner. ital. esorbitanti : però ,
stretto senza posa
|>ag. 180-82. - Gattola, Stor. cassia. dalle ormi di Guglielmo, è privo delia
parte 1, pag. 155-56. - Fara, Da rei. difesa de’ suoi sudditi ,
la celeMlà del
Hard., lib. Il, pag. 61 e 226. - Pietro nemico non gli concesse tempo di
Diac., De sanct. Aloni. Cassiti., cap. aspettare i soccorsi della repubblica
XXSVI. - Finto, De Chr. cruci/., tom 1, alleata. Inabile a resistere in eam|io
f(d. 441. - Soggio, yida dè los mart^ aperto al vincitore , si rinchiuse coi
tarrit. nis., lib. lU, cap. XI). pochi lidi gli rimanevano
clic ancora
nella forte rocca diGoceano, sperando
COSTANTLNO II nE m TORRES. È di poter sostenere da qneU’inaccessibile
eonoscioto nella storia sarda col nome baluardo l’impeto della guerra. Ma colà
di tìANTiso di Lacon. Nacque da -Ba- si rivolsero tutti gli sforzi di Guglielmo,
m.soNE II e daFlo^ziosA di Arrubu, e '
il quale , cinta d’assedio la rocca ,
cd
dopo la rinunzia di suo padre accaduta espugnatala con vigorosi assalti ,
ob-
nel 1186 ,
assunse il titolo e le onori- bligò i difensori ad abbandonarla. La
licenze sovrane. Il suo regno diirb I
vittoria del regolo cagliaritano fó com-
cinque anni, e contaminato da’ suoi
fu pleta : vennero in sue mani il castello
vizi e dalle sue crudeltà. Odiato dai e i pochi soldati che la custodivano ;
sudditi ,
dìsprczzato dagli altri regoli la stessa Punciosidata fatta prigioniera
.sardi ,
e percosso dagli anatemi della >
di guerra e condotta in trionfo al regno
Chiesa ,
si meritò il soprannome di cagliaritano. Costantino salvatosi culla
ferreo, col quale è sovente chiamato fuga , non potè soptavvivere a tanta
nelle cronache contemporanee. Ebbe sventila privo del regno e della sposa
;
Gli atti del suo governo furono contras-: Fara , De reh. Sardiniae , lib. Il, fol.
segnati da tante ingiustizie ,
che final- 227. - CalTaro .^nnal. genov. auuo ,
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, i
‘24 a cos
1191. - Maimii ,
Sioi. ili S>irJ. loin. dono lìgfiu: però niente può alTormarsi
Il, pag. -280-81-81»). di positivo non essendoci rìmusli
,
mine nel regno del suo successore lini^ua Ile iulicraineiite sarda , nè inlieraincnte
(1).
Ialina. Dicesi disteso e coticliiuso </i baliaforio
Mori t'ostantino senza prole, e gli suc-
doinus elatiStri ^:cicsiae sanetne Vii'ianne ,
cedette il fratello cadetto Gomita II , il anno laoo XIII kalend. noiwmA 11 MittarcHi
quale cominciò a regnare nel 1131. dubitò della data di tal diploiiia j
ma av4?ndo
0 };)i rapportato al iii)G o l'sii Paltro diplorn.i
(Ved. Fara , Do roh. Sani. , lib. Il fui.
di Omoueo arcivescovo di Arborea , scritto
con-
237. - Muratori, ^niiq. ital. ,
disserl. tcnjporaneaincntc con quello di Costantino può
XXXII. - Pclliccr ,
Mornar . ilo la cns. fissarai una dì queste due date per
,
la iloiiaxioiic
cipio del secolo seguente. SuecedeCte IV degli annali camaldolesi iiu le caatdlc dd
dolio aiinalUu altro uuu sono veramente fuor-
a Lgone II, del quale lalnui lo ore-
% diè le grosoc pietre n s.oi»i
(
chiaiiiati crasiis c
crastos -in lingua saitla ) destinali a segnare i
(i) N«ir »ecenndto difilotna Cmtantino I é confini delle terre aperte, seaondo il costuiiie
rhianuto «to di Barisone : secondo i codici sardi unebe oggidì vigeuU* iii Sardegna } c nel diplouki
fu suo lio. Per ctMicilùre sifTatU coiitraddixione. sono frcqucntcìnonto nominati tali sa&si (crastos)
Tedi le con^liietturc del Manno nella Storia di per indicare i liiiiìU delle terre donale da Co-
Sordei;na , loin. II ,
pag. ìu noi. slauUuo.
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, , , ,,
cos 2i7
principi ccceHenli. Il regno di Coslan- che iu tal anno papa Gregorio VII gK
lino mnnca afTatto <K ricordi degni di indirizzò da Capua iin' epistola, ecci-
Dcinoi'ia ;
gli slcssi co<lici sardi, nei tandolo all’ antica divozione verso la
qt,-iU8enoniinntamenlo riferite le gesta sede pontificia ,
e dolendosi degli abusi
di tutti i regali, non registrarono il che si erano introdotti nel cU*ro de' .suoi
none suo, la qiKile oscniritù cader fece stati riguardo alla disciplina ecclesia-
in malti errori lo stesso Mittarclli, che stica. Costantino non fu prodigo , eimie
fu il primo a dare in luce l’anzidetto i regoli suoi vicini , di esenzioni c di
doeummlo ; imperocclih ,
leggendosi donazioni verso i mOiiìsteri : jiercii)
nel medesimo il nome della regina Fo- negli annali camaldolesi è appena ram-
cofdt! moglie di Oomita de Salanis , c mentalo il suo nome.Tuhini credono
«picllo di Pipri'o gindìcc di Arborea, che siagli succeihito nel regno un Sai.-
che erano stati i fondatori della chiesa TARO ( forse suo figlio o congiunto )
di ìlIUlipiccinuni ima delle nndiei ,
ina in anno incerto-, altri scrittori però
comprese nella donazione di Costan- opinano con maggiore prohabililìi, che
tino , il dotto annalista confuse Pietro il suo sucA-cssorc immediato sia stalo
cessò di regnare nel 1250 , giacché in non potè esercitare i diritti di sovranità
tal-anno salì al trono di Arborea Pietro usurpatigli , prima da Toi'chitorio c poi
II suo successore. ( Ved. Mitlarelli e da Orzoccorre ; ma li trasmise a Co-
Costadonf, ylnnai. cnmald'., append. stantino II , il quale rivendicò alla sin
al toni. IV ,
col. 240 lino a 244. - Ga- famiglia le nutichc ragioni al Irono di
zano, Stor. di Sard., lib. Ili ,-cap. VII. Gallura (V. Grog. VII, Fpist. XXIX
-'Manno , Stor. di Sard., tom. II, pag. lib. Ipresso H Mansi. - 5N. Cane. noe.
296-97 , 300 e 360). et ampi, col/ect tOm. XX , eoi. 84. - . ,
Fi; successore di Baldo che, sconlitto De reh. Sard. , Itb. Il, fol. 230. - Man-
dalle anni di
Gomita I regolo di Torres, no ,
Star, di Sard. tom. il pag. 192 ).
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, ,.,
GOS
i^i è noto nella storia per la soa pietli. secondo l' autorità did martirologio ni-
e per le sue iarg5zioni. Ebbe in ritoglie tribiiito a S. Girolamo ,
e seguito da
Klcna dì Lacon, sorella, .come crede il boHandisti. È incerto P anno del siw
MiUarelli ,
del famoso Barisene di Ar- martirio, la di cui commemorazioie
borea. Nello stesso prinxo anno del suo calle nel giorno 27 di maggio. Nolo
regno fece un viaggio a Palestina per stesso giorno furono iiBmoiati per la
venerare il santo sepolcro la repub- : fede Ss. Salustiano, Eutrico, Tifano,
i
oitlìi ,
dove fu accolto con rare dimo- lib. V, cap. VI. - Manno, Stor.^ Sard.,
strazioni di onoranza. Colà ,
lasciata tom. n ,
pag. 14. - Matte! , Sard. sac. ,
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CRI 349
fnl, 44. - ,-Df 'reh. Sani,, lib, 1 denza r avea collocata : delle umane
fol. 140. - Bollami., toni. MI, p. 433 ). lettere, delle mateniaticlie , e di (|uanto
altro a giovine principessa si addice, le
CRISPOLÒ ( S. Mart. > VeA CRE- fu precettore l’abate Giambattista Terzi,
SCENZIANO. pio e dotto ecclesiastico uopotetano ,
del momoca sardo, e dell’ augusta di- non ne faceva almeno quella vana osten-
scendente dei Rodolfi ,
ebbe un' edu- taziope che gli spiriti superbi o su-
,
cazione corrispondente all' altezza dei perficiali sogliono faro del proprio va-
suoi natali: molto in tempo si mani- lore, Fra tutte le virtù clte risplendet-
festarono in lei la bontà d' animo del- tero in tale princi]>essa ,
l’amore della
r eccelso suo padre , l’ Ingegno ,
e gli religione e dei suoi sùnUi ottenne 41
alti e generosi spiriti materni. Dotata primo luogo; neu si potea parlarle
dalla natura delle più rare qualità ,
delle opere mirabili del Redentore ,
crcblie felice per bellezza di esterne e della felicità del cristianesimo , nè
forme, per le attrattive del suo 'sesso ,
delle sventure altrui , senza che si di-
e per tutte le altre doti -clic rendono i mostrasse profondameate commossa.
principi rispettati ed amabiU. Prima L’umanità e la compasskme per gl’ in-
istitutrice della sua giovinezza fu la felici si manifestò in lei sia dalla fan-
sua madre medesima, la quale inspirb (ùnllezza, e si raceonUuo a tal pro-
nell’animo di lei sentimenti magnanimi posito alcuni fatti particolari che ad-
e pietosi e tutte fé masmme di
,
reli- dimostrano l’eminenza della sua pietà.
gione e di politica confacentisi alla A siffatti sensi accoppiò la magnanimi-
sublimità del grado , in cut la Provvi- tà il dc(u>ro , le grazie , ed una tene-
,
250 CR l
rezza senza pari per gl> augusti suoi rito il sacro nodo. Giammai furono for-
goaitori : finché essi reguaruiio ,
par- mati angurii più lieti di quello se ne
tecipò alla gloria, del regno loro; e fecero allora [ler un nodo avventurato
quando l’ infulicith degli eventi deter- cotanto. Coppia eletta di giovani sposi
minò Vittorio Eramanucle 1 a rinunziare dotati dalla uatiii'a di bellezza e di gra-
ad una corona Che avea portato per zie, pieni il cuore di magnanimità e
tanti aiuti , essa , benché fanciulla ;
di bontà ^mdiravano destinati dalla
superò nella rassegnazione ai voleri del Provvidenza per vivere lungo tempo
Cielo lo stesso esempio paterno. In. tali iasieiiie, per felicitare insieme i po[>oli.
circostanze Maria Cristina fu la dome- Napoli accolse con entusiasmo la gio-
stica consolatrice della amarezze pro- vane regina e come napoletani si
;
i
come una pianta giovine e vigorosa trentamila dùcali in un solo aano dal
la quale germogli eletti fiori di prima- suo privalo tesoro elargì ai bisognosi.
vera ,
quest’ augusta priiieipcssa attirò I napoletani I’ adoravano ;
c quando
sopra di sé gli sguardi di molti prin- essa partorì alla luco l'erede del trono,
cipi ebe aspirarono alla sua mano ma : cui fu imposto il nome dì Fp.anix.sco
il cielo le avea desi inato no trono , sul n’Assi.si, l'allegrezza universale fu tanta
quale dovea brillare ,
per poco tein|>o che né prima ebbe esempio ,
né forse
sì , ma di una luco tranquilla e bene- sarà mai per averno nell' avvenire. .Ma
fica quer destare I’ aminìraziouc c la in mezzo alle acclamazioni ed all'esul-
riconoscenza degli uomini. Ferdinando tanza unK’ersale volle la Provvidenza
Il re delle Due-Sicilic ,
gtovine ,
bello insegnare ai mortali, clic poco durevoli
di aspetto ,
di animo generoso ,
ed .sono i beni di questa terra. .Alaria Cri-
crede d’uno dei più ciliari regni d’Italia, siina d> Savoia , S|>osa felice ,
madre
la ebbe in ìsposa che compiva appena avventurala di augusto tiglio, ccs.s«> di
il quarto lustro dell’età sua. Nel san- vivere, pochi giorni doiut il parlo, allo
tuàrio di V’oltri fu stretto con solenne ore dodici del ól gennajo 1856. Ali-
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CRI 251
clic dipinto stette per molti giorni sul non .compì per l’ acerbità della morte ;
volto di ciascuno ,
fìn'ono nno spctla- desiderata lasciolla all’ amore ed alla
l'olo commovente ,
ima testimonianza imuùfiuenaa deU’addoloralo suo sposo,
luminosa die parlò delle virtù diCaisn- (ìosi visse e mori .M.vnu Ciu.stina t»i
NA meglio che noi potrtdibe fare qua- Savoia. La piansero popoli delle Duc- i
lunque dire più eloquente. Ma quando Siciiio die perdettero in lei una madis; ;
dato ,
il dolore pubblico non conobbe la videro nascere Ira di loro e le la-
eoiilini. Interprete dei voti comupi il grime di due popoli amorevoli ,e. rico-
H del suo cuore, qnella infine die aveva di Giuseppe Ciolti , e le isi.rizicMii e pot'sic la-
line pubbhcdtc nella stessa circosUiiza da JGì»
» dato non sono che podu giorni n
, ,
raomlo Guariiii, ci Faona conoscere quanto la
•»
questo regno l'erede tanto deside- giovine regina fus|C aiiuitj dai na^HileUni. Fra
» rato ci viene rapita in mezzo si le auddelto poesie sceglìaiiMf il seguente epi-
, ,
amore :
II ncnti- sue doti. L’ardore della sua Tu ftuUrit moriens eordibus abfttahtrìs.
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,
252 CRO
CROCE (Sai.vatore belia). CiUa- lo condussero schiavo ad Algeri. Colà,
dino sassarese distinto per le opere di soflàfli per su anno i più crudeli trat-
pietà da lui fatte, menlre vivea, e per Uancnti,iion avendo voluto abbracciare
lo gcBerosa costanza eoa cui sofferse la legge di àlaometto, fu arso vivo,
la morte per la fede di G. C. Nacque dopo essere stalo assoggettato a bar-
nella prima metà del secolo XVII, stu- bavi supplizi. Lasciò- un Ggiio di nome
diò medicina, ed in questa scienza fu Antonio, il quale ridotto a stalo infelice
addottorato. RiediGcò a sue spese l’an- di miseria, poco sopravvisse alla morte
tiea chiesa già posseduta dalle monache del padre, e mancò ai viventi in mezzo
di Pisa , le quali l'abbandonarono col alle aoguslie deUa povertà (Ved. Strom.
monistero, in cui aveano rissato tanti ili giui. patron. della 4:hieia di S. Salv.
con vàrie case e terre annesse alle re- Francesco Cirano^ pag. 5 ).
ligiose francescane Tenute da Madrid
per fondare in Sassari il monistero CTBEDDU (P. Gio. Pktbo). Poeta
delle cappuccine che esiste ancor of^i ;
sardo di molta riputazione che fiori nel
laonde può esserne considerato come il declinare delle scorso secolo. È «o-
fondatore (1). Partito nel 1€71 dalia
Sita patria per andare in Ispngna , Ri reai oonventn delle eappitccine di Madrid. La
cotto' per via dai pirati barbareschi che prndeUu suora Gio vnp» uvea v issu to , prima di
monacarsi , ncUii corte di Filippo IV re di Spa-
gna , al quale manifestò una tmedi ordita per av-
Quoti «I , quafi pareae minutrunt $tatninn vita » velenarlo, come dìccsi nella cronaca dello stesso
Haee proli d^qdictfnt^ rondufUeentqtu viro; monistero. D. AlfoMo di Anux inquiaìtore ge-
Sp“* haec una quèlU tantum Unirà dolorom , nerale di Sardegna, morto in Sassari nel 1G71 ,
^utim polii tix*ntii ipsù juvart tuit. con suo teslurnento del 9 agosto di tal anno
(i)11 comune di SaMarì, eaaeodo antiani lasciò tutti i suoi beni , e due migliaia di do-
D Gavioo Fkindoni dottore Asola « Domenico
,
bloni di Spagna per la fondazione medcBÌma ,
dr Aquena ,
e Gio. Batista Murfceo , ap^roTÒ nominando esentare dsila sua volontà fr. Ga-
h fondazione del monitiero delle cappuccine : vino Gatajrna «asurese , vescovo di Boss ed
ratto consohicc è dd io marzo 1670. 11 duca arcivescovo turritano cìrtto. Fu inoltre l>ene-
di S. Gemano viceré di Sardegna a^iunae hi fattore insigne di questo monistero D. Giovanni
sua sanzione con «fispaeoio .del 10 maggio dello Tola gentiluomo ricchissimo dei suoi tempi, il
stesso anno ;
e fr. Ignazio Rojo vescoro di quale edificò 1’ antiporlico e ricdiiicò la cLicsa
Alharracin in Spagna ,
alla qual sede fu trasfe- annessa al medesimo ,
nella quale riposano le
rito dalla turritana ,
raccomandò con lettera del sue ossa : in detto arrtiporticò si vedono le sue
3 i marzo 1671 la fondazione del nuovo mo- armi gentilizie scolpite sol mannò ,
e si legge
nistero al cardinale Aragoni. Le fondatrici di uu’ iscriziboe che ricorda le sue largizioni. Lo
di detto monistero in Sassari furono le suore stesso nobile Tota fondò la chiesa c il collegio
tìtovanna Franccaca , Isabella Candida, Maria gesnitiro di Ozlrri nel Ne parleremo a
Tt-resa, Maria Giuseppa cd Agnese , venute dal suo luogo.
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,
CIB 253
noscinto cotiraneinenle sotto nume il ili inclinazioni , sv csti le lane dell'ordine
I*. Luca, scbboBc H vero suo nome di scolapto , e rkirossi alla sua patria in
l'eligione fosse liian Pietro. Nacque in fortuna più misera di quella iu cui ne
Paltada cospicuo villaggio del Munte- era partito Cominciò allora una nuova
acuto nella parte settentrionale della vita, ma duca e mezzo selvaggia fra i
Sardegna addì 6 aprile 1748 da poveri pastori ,-cnstudeodo ancor egli le Dian-
ma onesti parenti. Il padre suo che eser- dre e gli armenti , costretto a ciò fare
citava la pastorizia ,
veduta nel suo dalla necessità di vivere; e fu in tal
figliomolta vivacità d'ingegno, pensò tempo che abbandonatosi intieramente
che applicandolo agK studi , potrebbe alsuo estro poetico, compose la mag-
riuscire un uomo di merito, e sollevarsi gior parte delle sue poesie sarde, in-
daU'umiltà della propria condizione.A vocando le muse nelle solitùdini dei
tal fine mandollo a Sassari nell' età di campi e delle foreste. Sono molte c di
undici anni , dove , raccomandato ad vario metro le eauzoni che di lui ci
lina vecchia femmina di severi costumi, sono rimaste ,
inedite tutte , e scritte
visse per alcun tempo con i (vovcri sus- in pretta lingua logudorese, ossia nella
sndii che riceveva dalla casa patema ; vera lingua ua^ionale della Sardegna.
però, quanto maggiori erano le angu-* medesime sono pregevoli per una
Stic in cut viveva', tanto più cresceva certa raffinatezza di stile , cb’cgli cercò
in lui r amore dello studio , il quale d’ introdurre nel linguaggio poetico
congiunto alle disposizioni dell'ingegno della sua patria, per l'erudizione mito-
suo, lo pose in tal condizione da sor- logica di cui SODO sparse, e per un
passare nelle classi inferiori della lati- certo sapore di sciiielta poesia latina
nità, netta grammatica e nelle umane che si studiò di trasfondere nei suoi
lettere i suoi condiscepoli. Giovinetto versi : ma questa medesima ricerca-
d’anni sedici ,
componeva bei versi tezza di stile ,
questa imitazione dei
nella sna lingua materoa^ e tanto si poeti di altri tempi e di oltre pazioni,
dilettava nel comporli , dm a questo specialmente di Orazio ,
pregiudica-
suo genio sacrificava le ore migliori rono all’ indole della poesia nativa
;
trariato dai superiori ne'suoi prediletti della bellezza espressi sotto la me-
,
dudii poetici ,
gravato di doveri non tafora di una rosa che comincia a
8op|H>rtabili dalla sna indole subita e sbucciare dallo stelo; A.* La costanza
variabile , e forse ancora rniitradddto nell'amore-, 5." Le reminiscenze degli
con indiscretezza nelle |ùii iuuoccnti errori giovanili. Le rimanenti versano
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, ,
i
254 Cl B
quasi tnUc sopra sogg'-Bi amorosi, e Nulla ciuuonc {mr il ratio d'Elena ,
die
con tinte di un medesimo colorito, i>cr comincia ;
Paris ite"J'tUfslì a la mi-
cui si riconoscono facilmente dctUitc rare , ecco come desezive il valore di
La canzone sopra i |>eriooli della gk)- più quieti. Athiru , come uomo clic
con dardi amurusi raiiima mìa. (3) Ecrn già si miricbi.i nell* orrida daur.4 ili
(a) Perelic così soHeetU spillili ) o rosa fresca Mtirtc P invhicilillr Achille. <^uul mirucolu di
e leaerclla , daHu stelo materno nel bel nmllino* forza c di valore! Ampio evrefain cd insuperu-
della tua vita? Deb! non sii cosi presta a far bile tjIIo si fa l'eroe col tenibile luobraodo
pompa di lua Jialivu bellczu ì
che forse ,
al che solo Val por mille : non gli resisU* nè iti-
vederli sbucciare porporina e odorosa dalla tua IrepitK'Zza di guerriero , nc dtirczzu di luelalit»
ditoslra verginale ,
correrà a coglierti fra le tt saidctta di mura tutto , quel brando, schianta
:
spogliarli delle lue foglie. guardasti la fatai bellezza della greca Ek-nu ?
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,,, ,
c i: !5 255
vere nel 12 gennaio 1829 in età di loro signore nel 1409. Non sì tosto
oUairi'ouui ,
mesi note, e giorui soi. fu elevato a tale dignità , che ebbe a
sostenere conlrq i re di Aragona i
di quella prov iuciu aggiunti a questo uu’ avversario piò |>otcntu che non
le ricchezze e gli siali jvervenuligli dai (lensavano , il <(uale «onoscendo la ,
passalo aceibasnente alla tomba nel corse colle sue Iriqqie ad assallarc il
Doria e del visconte di .Narivona alfa nella quale rimasero sul canqvo cinque
sovranità di quelhi provincia, gli si mila uccisi, d’eiilfambi gli eserciti me-
ajirì il campo ad arrivare al snproimi uomamenlo e danno : seguendo |)oi il
potere. Quali siano stali i mezzi da corso della vittoria, cinse di armati la
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,
Su6 CLB
suoi disccndcnli ,
fosse amicizia ed aU’ambiziunc del dominio accoppiava
aUeaaza perpetua ;
abolito il titolo la lealtà e la fermezza del uarattero ,
di giudice di Arborea ,
prendesse il diede esempio di fede congiunta al
ciità ,
ville , Jiorgbi ,
castella e terre o gli furono offerte pur opprimere i
lazione ,
Leonardo Cubollo diventò le- di cui vittorie dedinavauo in Sardegna
gìUiine signore di tutti gli stati già per ìe forze crescenti de) Narboucse
possedaUi da Ugooe IH re di Arborea e dei Doria (.'>)
,
prestò valido ajuto
(l): cambiato il solo nome, ottenne d’ uomini e d’ermi per mantenere in-
ildominio ebe ambiva, e sollecito di tatte a' suoi sovrani le già fatte con-
mandare ad effetto una concordia tanto .M;i mentre soccorreva altrui ,
quiste.
vantaggiosa per lui, diede stàtiebi della non mancò mai di difendere con co-
pace un suo figliuolo con altri distinti raggio gli stati propri! dalle aggressioni
I)crsonaggi di Oristano, e sborsò la nemiche. Queste furono varie , nume-
somma convenuta di trenta mila fiorini rose ,
polenti nel 1411 e nel 14l!2 :
d’oro. La pace fu ratificata dal re D. egli le sostenne tutte con mirabile co-
Martino il vecchio. Altri favori furono stanza e mandollc a vuoto colla ce-
,
estitara degli aUli di Arboroa aoUo U roedcffima rique ( Vcd. Zurila , tinn. de Arttg. , lìb. \I1
condiaione di vaaaalla^ioi tale investitura era cip XXXIV ).
stata confermata dal re D. Giacomo 11 di Ara- (3) L^espugoauone di Longonsardo fatta n«*l
gona nel -j6 settembre di detto anno, e poi dallo 1 41 U
. da Cassiano Doria , cd i vantaggi nello
«tesso D. Alfonso , già divenuto re col nome tempo olteiiuti dalle anni del visoimle «U
st«;sso
di Alfonso tv ,
nel i maggio i3a9. Laonde la Narbona poaero il Turrella in Uli angustie , ebe
nuova iiivastitiira data al Cubcllo « tranne lo mandò solleciti messi a (^lalogua Audn*a Biorc,
aborso del denaro , e la varìauoiie del titolo » Marco Jovei'c Frmicrsco Salrillis genlUiKiiiiini ,
può essere considerata come una conferma di sardi t per annunziare i pericoli nei quali tio-
quella già ottenuta dal predetto Ugouc Ul. vavasi» e chiedere soccoiso d'anni c di denaro.
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, ,
CUB 257
nando furono favorevoli alle vedute verno pacifico de’ suoi stati e nelle
del dinasta sardo: le questioni sempre opere di piolà(l). Nel 9 novembre 1 427
rinascenti col visconte di Narbona cessò di vivere in Oristano, lasciando
ebbero Gnalnicnto termine nel 1419 superstiti (ìtiirgana, ossia (Juirìca de
col pagamento di cento mila Gorìiii Vana donna sua ,
gentildonna sarda
d'oro a favore di Guglielmo di Tiniers,
crede dell’ alli’o Guglielmo che per
(i) Si ricordano ancora in Arborea i co»pi>
tallii anni avea sostenuto i suoi diritti
cui doni d.i lui fuUi alla citila maggiore di
culla forza delle armi ;
e Leonardo Cu- OiisUuo ,
cd ;JUc ckiesc di Sardcguti.
/'o/. A <7
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, ,,
158 CIB
chiara per natali e per riccliczzc, e Ire con parole più d’ amico che di re
(lui figli avuti (la tal nodo , Aiilonio ,
pregava lui c la moglie sua, non gli
part IV, fol. 86; parU V, fol. 123 liuo Cubello di valido ausilio di genti d'orme
a 125 e fol. 132; part. VII, fol. 9, 10 e di munizioni; c menire quel monarca
eli.- Memor. del marq, de Coscoj. intendeva in Italia a .sostenere l'impeto
fol. 7 e nuin. 14 e 43 ,
e neW'Alb. dei nemici c delle battaglie, sostenne
grrieat, - l’ellicer, Memor. de la ca.<. il Cubello in Sardegna la riputazione
tic Alagon. - Salazar
,
de Lara ,
delle armi regie contro gli sforzi c le
l)art. 1, ca]). Ili, lib. XIII, fol. 212-13). continue ribellioni dei Boria. Il castello
di .^loutclconc cadde per opera sua in
CUBELLO (Antomo) marchese ,
li potere degli aragonesi. La sua fedeltà
di Oristano e conte di Goceano. Figlio ebbe
e la virtù di tante azioni gloriose
primogenito del precedente, al quale da Alfonsola mercede che il marchese
succedette nel governo degli anzidetti ambiva da gran li^npo, onde perpe-
feudi nel 1427. Nacque in Oristano tuare nella sua famiglia i vasti dominii
nei 1396. È i;liiaro il suo nome per già ottenuti da Leonardo Cubello. Nel
Tamicizia ,
di cui onorollo Alfonso V 14 giugno 1137 ottenne la conferma
re di Aragona, e |)cr gl' importanti ser- delle antiche investiture già ottenute da «
vizi rendati a quel sovrano nelle varie Ugonc III regolo di Arborea U(d 1323 e
per tal fìnc nel 1131 il suo gentiluomo sero, estinta la linea maschile dei Cu-
Bai mondo Cuidcs, portatore di lettere bcllo, succedere cogli stessi diritti nel
datate in Barcellona ud 6 c 7 settem- marchesato di Oristano e nel conliido
bre dello stesso anno, colle quali chic- di Goceano. Antonio Cubello ebbe in
devngli pronti soccorsi per T armala moglie Eleonora Folcii di Cardona, il-
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., ,
CUB 2Ó9
successione di figli nel 14Ó7 (Ved. lo splendore della cattedrale di Orista-
Fara, De reb. Sani., lib. II, fol. no, c sollevò con frequente rimessione
lib. IV, fol. 349, Sol. - Memor. del dei diritti s|>ctlanti alla sua signoria i
march, de Coscoj. tinnì. 14 e 43. - bisogni dei po|H)li dipendenti dal suo
Zurita, yfiiiiat. de Arag., lib. XIII, dominio. La pace del suo governo fu
cap. LVIII ; lib. XIV, cap. XIII e XVI. - minacciala di turbamenti dalfambizioue
Vico, Ihst. gen. del rejn. de Sard. ,
di Giacomo Carroz conte di Cliirra ,
il
so ,
onJe contenere nell’ obbedienza morì in Urisbino
di prole veruna. Egli
<li\ersi caslcllaiii di «luell'isula, i «juali nel 13 febbrajo 1470 , avendo fatto
accennavano di voler seguire le parli proclamare {«rima di morire in tutte
, ,
di Ponza, coniballè con molta intrepi- succcss«)re legittimo degli antichi stati
dezza in quel sanguinoso conllillo ,
e «liArlwrca ( Annal. do
Ved. Zurita ,
fu fallo prigione di guerra coi re di Arag. lib. XIII caj). LVIII lib. XIV
, ;
del nome c del valore guerriero. Le Slor. mil., lib. V. - l^femor. del inanj.
sue azioni furono da quel punto una di Coscoj., mini. 17. - Denina ,
liie.
ìT
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2G1
INDICE
DEI NOMI DEI SARDI ILLUSTRI
CONTENTO IN QI’ESTO PRIMO VOLUME.
«tw-
A
I. ABELLA ( Nicolò ) . . .
P"S- 53. 33 . ANELO (Massimo) .... pag. 7 G.
a. ACORRA’ ( Pier Andrea ) 54 . 36. ANGBLERIO ( Quinto Tiberio ) ib.
8 . ALAGON Laigi )
( . . . ilf 4a. AQOENA ( Gavino ) . . . . 8 i.
9- ALAGON ( Giovanni ) . . GJ. 43 . AQUENZA MOSSA ( Pietro ) . ,ii.
19 . ALAGON Pietro )
(
. . . ib. 53. ARCA ( Proto )...... ib.
3i. AMIRATO (
Mariano di ]
ih. G5. ATONE 9>.
3j. AMMONIO 7Ì- GG. ATONE 9«-
33. AMSICORA ib. 67 . AVENDRACE ( S. Mart. ) . .
97-
34 . ANCHITA ( Salvalorc )
-5. G8. AYMERICII (Giacomo) . . . ib.
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2C2
G<) AYMERICn (
Pietro )
. . pag. 98. 1 13 . BOYL V'iUorio )
(
. . . p^g i
4 j.
70. AYMERICH (
Pietro) . . .• . ib. 114. BRANCA ( Sebastiano ) .... ,b.
71. AYMERICH (
Igiiario) . . . ih. r>. BRON DO Antioco) ( ....
jt. AYMERICH (
Silvestro ) . . ih. mG. BRONDO (Antonio) •45.
- 5, AZF.M (Guaniino de) ... yo iig. Bl. R.\GNA ( Giu. Ballista ) ib.
7G A 7.ENI (
AIJobrandino de )
ih. 130 BLBAGNA ( Carlo) ,48.
77 AZUPiI (
Domenico Albcrlo )
. 100. 131 . CL’S(^UIS (Aizoiic de) ... 163.
B C
8;V lì.\RiSO^E (re di Cagliari) . 18. "9 CAMERINO (S. Mai t. ) . . . ir«>
8(1 BAHISONE (
re di Gallina ) . ib. ilo. CAMPO ( Loonanlo )
.... ih.
gl. BEIaLIT (
aAnlioco )
. . . . ib. 35 . CANAVEBA ( Marco ) . . . . ib.
96. BERLENDIS (
Angelo ) (’) . ib. .40. CANO ( Antonio )
97. BERNARDO iq8. .4., CANO (Antonio) iGS.
101. BOLOGNA (
Martino ) , . . ib. f
i.
5. CAO (Costantino) ..... ib
lux B<)LO(>NA (
Gìrolniuo ) , . i 3 x . \Ct. CAO (An.islasìo) ih.
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.
' 2G3
'
i
1^. CARDELLO (
Andre» ) . . i8i. ioS. CHIANO ( re di Gallura ) (•) . 21 1.
ifio. CARICA ( Piflro ) . . . ÌL. CHIANO ( re dì Arbore.! )
. . 2|6.
}
1 ifif. CARICA ( Ciovanai ) . . ih. 207, CHIAI*I*E (
Giuseppe ) . . , . 2|8.
1
idi. CARNICER ( Francesco) . ih. ordt CIR.\NO ( Francesco) . . . . 219,
1
iG 3 . CARNICER ( Ctovanni ) 20Q- CITONATO 220.
1G4. CARNICER ( Toiiiiiiasu ) ih. aio. COCCO n* RARO ( Pier Diego )
221
)
1 ifiS. CARNICER (Casparo) . . | 84 . 211. COCCO (Fulgenzio) ih.
1C6. CARTA (
Angelo ) . . . ih. 212. COCCO ( Leonardo Gavino ) . , 222.
r ifi;. CARTA (
Angelo ) ... ih. ili GOMITA 1 re di Torres . . 2 ‘ì 3 ,
1
CARTA (
Cavino ) . . , i 85 .
•^i4 GOMITA II iJeni ih.
t ifio. CARTA (
Leonardo ) . . •ai5 C 03 UTA re d’Arborca
. I . . . 22 3 .
170* CARTA-ISOLA (SteLiio) ÌL nifi. GOMITA li idem
171. CARVIA ( Costantino di ) .
182: lìj. GOMITA III idem 107.
ì^%, CARViA ( Serafino di ) , lf>0 *118- GOMITA ( re di Gallura ) . , , 228.
173. CASAGIA ( Bernardino ) , ih. at<). CONCAS ( fiaUlli ) ih.
1 >
14 :
CASACIA MicLcL Angelo )
( ih^ 220. CONCILI (
Raimondo ) , . . . ih.
* 77 - CASTELLI (
Raimondo ) . 223 . CONTERÀ’ ( Salvatore ) . . . ih.
1
CASTELVr ( Giovanni ) . ih. CONTINI (Matteo) ih.
iS 3 . CASTELVr Francesco ) (
. ih. 22Q. COSSO ( Tommaso )...., 23 'ì,
> 84 . CASTELVr ( Francesco ) .
Uli
'j
COSSU (Giuseppe)
3 q. 233 .
i 38 . C.\STRaA (
Costantino di ) ih. i3 \. COSTANTINO 1 re di Torres . »4 i.
1
i() 3 . CAVADA ( Luigi ) . . . ih. COSTANTINO II idem . . . ih.
>
9 Ì- CEA ( marchese di ) . . .
«2 24o. CRESCENTINO ( S. Mari. ) . a.', 8.
t
i2l- CERVELLON ( Goffredo ) ih. 24 1. CRESCENZIANO S. Muri. ) ( . ih.
' 07 - CERVELLON ( Filippo ) . ih. •143. CRISTINA MARIA (di Savoia) ih.
1
•jota. GETTI { Frauccscu ) (') ih. a48. CL’BELLO (
Salvatore ) ... aiy.
•0»»
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2G5
1 ÌNDICE
DEI VENTI RITRATTI
figurando Anjsicora Tcstito alla foggia dei sigillo pendente dalla carta di donazione da
sardi pelUti ,
ed io atto d’ uccidersi. lui fatta a Monte-Cassino nel 1064, c ri-
Palombella ,
genero di detto Angioy.
pag. (1) // suàdetto arcìvescoipo Jgnazin fìoyo fece
77.
alti est dipingere i regoli t/elT antica 'rorree.
AZUNI Domenico Alberto. Copiato dal Sono quadri et in\>enzione pregevoli però per
4- ^
« Mort curati ,
nella sagrestia dei beneficiati
degli studi di Sassari e donato in vita
della cattedrale turritana. L'autore di questi»
,
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BARISONE, ro di Gallura. Copiato <W 1 ì
4 - CANOPOLO Antonio, arcirescoTo di Sai-
sigillo pendente dalla carta di donaziuuc da sari. Copiato dal quadro in tela esistente
Ini falla nel ii ^3 al moniskero pi^no di nel siiddotlo Collegio caiiopolcno di Gesù
S. Felice di Vada ^
c ri{K>rlala dal Tronci e Maria. pag. 1C8.
negli Annali di Visa all' anno ti* 3 .
V«S- "8-
t$. CARBONI Francesco. Copiato dal rame
che il Roberti fece incidere in Bologna dal
<), BIANCO Pietro, vesicovo d'Alglicro. Co- Cingaiiù pag.
pialo dal ritraUo sur avorio pas&eduto dal
canonico della cattedrale di Alghero D. iG. CASTELVr Margherita. Copiato dal qua-
Viuceiuo Simon nipote di dello Bianco. dro in tela esistente nel collegio gesuitico
10. BOYL Francesco, vescovo di Alghero. Co- r^. CASTELVr Giacopo Artaldo ,
marchese
piato dal quadro in Irla esistente nel con- dj Cca. Copiato dal quadro in tela esistente
vento dei PP. incrccdarii di Buonaria in nella sagrestia della cattedrale cagliaritana :
arcivescovile cagliaritano. pag. i 56 . sta in fronte al primo tomo della sua opera
Ideai sacrai ce., stampata in Roma nel
i 3 . CAMPO P. Sebastiano. Copiato dal quadro 1701 e i^o 4 dal Dc-Rossì. pag. 207.
in tela esistente nel collegio gesuitico dì
Gesù e Maria di Sassari. Detto quadro fu ao. cosse Gio. Antonio ,
vescovo di Bosa.
ritratto dal naturale, vivente il P. Campo, Copiato dal quadro in tela eMStcnte nella
da Giovanni BilvcU di nazione Gammingo. sagrestia della chiesa dei Pl^. seniti eli
9 2 35.3^3 A
vsvrvvv? '
5^^/ e
T
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267
INDICE
DELLE IMPRONTE 0 SIGILLI
Cassino e ri|H>rtata dal Muraluri nel luogo dente dalla carta di donazione delle chiese
,
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.
ELENCO
DEI SIGNORI ASSOCIATI.
Sardegna.
Associali in Terra-ferma.
N.»
TORINO ^Z,
Grande Cancelleria di S. M 3.
Totale a riportare . . 17 ,
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..
— 270 —
Itiporlo . . l’j.
ALESSANDRIA
Bojl Cav. D. Perico, Maggiore d' Artiglieria i.
GENOVA
Bojl Cav. Gioachino, tffiziale di Marina i.
Da riportare . 4^-
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— 271 —
Riporto . . [\i
Caiicla Cesare ,
Capitano nel reggimentp Brigata Regina ... i
Gioan Francesco •
Brigata Regina i
Università di Genova i
Molla Cav. ,
Ijiogotenente nel a.® reggimento Brigala Guardie . . i
Millelire Cav. ,
Capitano i
Da riportare .
. 71
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......
— 272 —
Jìiporlo .
. 71.
Pilo Manca Cav. D. Domenico i
Qiicssa Gitiseppc ,
Foriere nel 2.“ reggimento Brigata Guardie . . i
Scatto Cav. ,
Sottotenente nel 2.° reggimento Brigata Guardie . . 1
SALUZZO.
Gianotti Monsignore D. Gio. Antonio ,
Fescovo di Saluzzo ed
jJivivescovo I
NIZZA MARITTIMA.
C^olbert Marchese (di) 1.
Da riportare . . 9/1.
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— 27o —
lìiporlo . .
SPEZIA.
Surra Cav. I). Francesco, Intendente della Piwincia di Levante . i.
PARIGI.
Obino Abate D. Michele i.
^ Associati in Sardegna.
CAGLIARI.
S. E. il sig. Conte Montigi.io d’Ottjcuo e Villawuova ,
f^icerè di
Sardegna i
.Angius ,
Professore ^
. a
Altea Sotgili Cav. Filippo, 6'/W/ce t/e//a A. Udienza e del Consolato i
Borgna ,
Professore i
Bertola Felice i
Da riportare . . 117
/'«/. I. 1»
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— 27 '! —
Riporto . . 1
1 ^
Ciuffo Fortunato, .-irv. Collegiata i
Cossi! Francesco ,
Kotajo Patrimoniale i
Cliiappella ,
Mediatore i
Contu Giuseppe . . . . id i
C.aboni D. Gioanni ,
Giudice della Reai Udienza i
Casula ,
Canonico - . . . . i
Corte D. Vincenzo i
Deicida, Professore i
Delorenzo Gioanni i
Diana Camillo ,
S. Capo di Divisione all' Intendenza generale. . . i
Erminio Gioanni i
Ferraris Filippo 1
Da riportare . .
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. ...
..
275 —
/ìqiorto . . i/|8.
Fancello Conte i.
Federici Giuseppe i.
Floris Cav. ,
Giudice della Reai Udienza i
Muiidula P. Diego ,
delle Scuole Pie i
Marioti Pietro ,
vice-Console di S. M. Siciliana i
Da riportare . i8a.
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.....
— 276 —
Riporto . . 182.
Marengo Avvocato 1.
Mattana Gioadiino 1
Massa Salvatore ,
Segretario del Controllo generale 1
Marramaldo i
Medda Pietro ,
Baccelliere 1
Mossa Giovanni 1.
Marco Conte (
di S. ) 1
Medda Pietro ,
Baccelliere in ambe leggi 1
Novaro Luigi 1
No varo Michele 1
Nieddu Conte 1
Da riportare . a <3.
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..
.
— 277 —
Riporto . . 2 1 3.
Porclieddu Cav. D. Mauro Maria i.
Pala ,
Capitano d' Artiglieria i
Puxeddu Notaio ,
Segre'ario criminale i
Riva Vincenzo .-
i.
'
Randaccio Cav. D. Pasquale, Presidente . . . i.
Da riportare . a4’3.
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,
— 278 —
ìtipovto . . a'|3
Schivo G. ,
vice- Dìrettore delle II. Poste r
Satta Demetrio i
Stabili Domenico ,
vice-Console di Portogallo i
Teolada Barone (
di ) i
Thorel Carlo ,
vice-Console del Brasile i
Tocco Fedele i
Trinchetti Onorato ,
Segretario delle Milizie i
Usai Efesio ,
R. Cons. R. nella Concezione i
Vigiani ,
Dottore-medico ,
e Cancelliere del Consolato di Francia i
Da riportare . . aj(>
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..
.. .
279 —
lUport» . . a^G.
SASSARI.
Appietto Filippo ,
vVeg-oi/rtHie i.
Alfonsa Martina , i.
Basso Gaetano ,
Dottore collegiato di chirurgia i
Brusco Sebastiano ,
id. • •
Bini Giuseppe ,
P~olontario nelle R. Gabelle i
Bruno CarlA ,
Foriere de^ Cacciatori Fraiwhi i •
Boetto Gregorio i
Da riportare . . 3o3.
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^ à 81 —
Riporto . . 33u
Contini Gio. Maria , Baccelliere in ambe leggi '
i
Consiglio Civico a
Dc-Francesebi , Negoziante i
Daga Gavino i
Deinurtas Lorenzo i
Deirio Giuseppe i
Dentone Gioanni ,
Sottotenente ne' Cacciatori Franchi .... i
Da riportare . 363
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..
— 283 —
Riporto , . 3i)7
Ix>dà D. Stefano ,
Conte di Mont’Elva i
TiOvagnino Gianmaria i
Marchesi Enrico ,
Ingegnere del distretto i
Manca P. Gioacliino ,
dei Servi di Maria •
i
Mee-Fois Gavino ,
Studente i
Da riportare .
'
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..
....
— 284
lìijwrto . . f\i j.
Mura P. M. Bunfìglio ,
</t't Servi di Maria i.
Orrù Nicolò i.
Pinna Tommaso ,
Baccelliere in ambe leggi i
Pieroni Giacomo i
Pizarello Luigi ,
Applicato alia Segreteria del Begio Governo . . i
Da riportare . . 4^5.
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..
— 283 —
Pala Salvatore, Scrivente I
Pala Antonio ,
Studente I
Pensis Francesco I
Stato , ec 1
Rogliano Giacomo I.
Ricardino Basilio ,
Capo-Sarto de' Cacciatori Franchi .... I.
Rogliano Carlo
Radicati P. Gio. Pietro ,
Prefetto delle Scuole Pie
Da riportare .
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.
— 286 —
Riporto . . 4^-i
.SjKiiio Fr. Giuseppe, dei Scivi di Maria i
Salis Pietro ,
Awocuto coUegiato .
•
i
Soro P. Gavino ,
Piqfessore di sacra sa'itlura ncUa R. Unieersilà i
Serra Antonio ,
Teologo i
Sini RalTaelc i
Solinas Giuseppe ,
Maestro d'arti liberali i
Da riportare . 6i3.
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..
......
— 287 —
Riporlo . . f)i3.
Serra Gavino ,
/wo-/?o«o/'c in teologia i.
Tealdi Tommaso ,
Negoziante . i
Torta Carlo ,
Foriere maggiore de’ Cacciatori Franchi .... i
Verdura Bonaventura ,
Negoziante ,
. . . i
Virovello Nicolino i
• •
Virovello Felicita i.
Da tiporlare . 6/|i
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......
.
— 288 —
.
Rijwiio : ; 5/|3.
Valle Ciò. Battista j.
Zerboiii Mansueto ,
Negoziante i
Zirolia Gavino ,
Notaio civile della Reale Governazione .... i
PORTO-TORRES.
Appietto Luigi ,
Spedizioniere i
Galletto Angelo ,
Spedizioniere i
Diana Salvatore ,
Beneficiato i
ALGHERO.
Arrica Monsig. Filippo, Vescovo d’ Alghero 3.
Arni Raffaele ,
Stangìùcre maggiore i
Bidoni Cav. (
di )
Maggiore di Piazza i
Casti Ignazio ,
Farmacista i
Da riportare . bjA.
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— 2R9
Riporlo . . 5^2
Diana Ignazio sotto-Commissario
, di Guerra ......... t
Regie Armate i
Vitelli Paolico i
Vitelli Gerolamo 1
ORISTANO;
Bua D. Gio. Maria, Arcivescovo 1.
Bresciani Gaetano 3.
Consiglio Civico i.
Defenu Vittorio ,
Alunno del Seminario Tridentino r.
Da riportare . 602.
'
Voi. T.
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..
.
— 290 —
Riporto . . 6oa.
Frasso Rev. Canonico i.
ROSA.
Are Notaio Francesco
Cugurra Cav. D. Francesco
Dejana Avv. Antonio
Farina Notaio Francesco Antonio
Gioia Avv. Gio. Battista
Ibba Giovanni ,
Commissario di marina . .
Meloni-Massida Dottore ,
Canoidco
Meloni-Massida ,
Vicario capitolare ....
Parpaglia Cav. D. Pietro
Panzali Teologo Pietro Maria
Pinna Notaio Raffaele
Ragia Medico Antonio
Spano Rev. Francesco ,
Beneficiato . ... .
CASTEL-SARDO.
Businco Cav. D. Carlo, Canonico i.
Cresci Antonio ,
Segretario cicico i
Da riportare . . Gio.
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.
— 291
' ìiiporlo . . 63o,
Marras-Gallianl Rcv. Canonico i.
TEMPIO.
Capecce Monsignore D. Diego, f'escom d’ Anìpurias e Civita . . r.
Consiglio Civico i.
OZIERI.
C.arta Simone •
i.
Y iMxeraJO
. ,
Custode generale de' Cappuccini . ... i.
Da riportare . 657 -
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...
—
Riporto . . 657.
Lopez Luigi I.
Rossi Luigi ,
Negoziante i
NUORO.
Nieddu Cav. D. Salvatore ,
Sindaco della città i.
Puxeddu Giacomo ,
Medico i
ALES.
ATZARA.
bianca Rev. Giuseppe i
DANARI.
Cugurra D. Gio. Maria , /le/torc i.
Da riportare . GSi.
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...
..
— 293 —
Riporto . . 68 1 .
BENETUTTI.
Angioi-Mulas Cav. D. Gio. Maria i.
RITTI.
P. Antonio d’Alghero, Guardiano de' Cappuccini i.
Naitana Vincenzo, i.
BONNANNARO.
Pala Teologo Salvatore , Rettore i
BONO.
Mulas-Arra.s • •
Sotgiu Giuseppe ,
Stanghierc maggiore i
BORTIG ALI.
Fois Cav. D. Stanislao > •
Marongiu Raffaele ,
Baccelliere in leggi '
Da riportare 703 .
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..
.
.
...
— 294 —
Riporlo . . -o3.
C \ RG EGH R.
CODRONGIANOS
Solinas Cav. D. Gavino i.
.
• CU GLI E RI
Caini Antonio Giuseppe, Notaio i.
Da riportare .
. 728 ,
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. ..
— 995 —
lUporto . . 728.
Pes Giuseppe Felice ,
Notaio 1
Soro Martin’Angelo ,
Chirurgo i.
.
Virdis Francesco Antonio, A'otoio i.
Virdis-Scliintu Felice i.
DORGAI.I.
FancelloRev. Vincenzo 1.
GOROFAI
Dorè Rev. Antonio , /'7ce-i?ettore i.
S. GAVINO MONREALE
Orrù Giuseppe Maria Baccelliere ,
in amhe-leggi 1
GHILARZA.
Corrias Rev. Ignazio ,
Rettore 1
ILLORAI.
Sauna Gio. Raimondo Notaio ,
1
ITTIRI.
Carboni Luigi » •
Da riportare . 748-
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..
..
Riporto . . 748.
Gainbella D. Giuseppe , Teologo Rettore 1
Pinna Antonio i.
LAGONI.
I-TÌ-C:il)ras Antonio Salvatore, /)e/<'^atofo/WM/<o/’e 1.
LAERRU.
Oggiano.Vinbrogio, Ae^03 /V//itó 1.
LODE.
Nieddu Rev. Giovanni, Rettore 1.
S. LLSSURGIU.
Clierclii Rev. Salvatore 1
Ix)riga Giovanni 1
Da riportare .
771.
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.
— 297 —
Riporto . .
771.
Salaris Notaio Francesco Maria i.
MARTIS.
Addis Salvatore, Farmacista i.
MORES.
Bulistreri Gianmaria i.
NULVI.
Fais Rev. Baldassare, Decano della Collegiata
Pinna Baccelliere Francesco , Delegato . . .
GRANI.
Manca Rev. Giuseppe, Vicario perpetuo i.
Sini-Zedda Bartolomnieo i
Da riportare . 893.
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1 ..
— 298 —
Ri/>orto . . 8()3.
OSCHERI.
Diana Teologo Pietro , iieWore i.
OSILO.
Altea Teologo Antonio, C<i7K)7j/t’o i.
Gioia Salvatore % i.
Manunta Gavino ,
Capitano miliziano i
Tolu-Serra Gianmaria ,
Canonico i
OSSI.
OVODDA.
Satta Teologo Antonio, ^7ra/’to/»a7rocc//<u/<.' t.
PATTADA.
Virtlis-Chessa Rev. Stefano, Vice-Parroco i*
PERFUGAS.
Catta Rev. Giorgio, Vice-Rettore i.
PLOAGIIE.
Camboni Gianmaria i.
Da riportare 81 .
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1 .
— 299 —
Riporto . . 81 .
POZZO-MAGGIORE.
Arni Notaio Gio. Battista i.
Melis-Giola Antonio i.
Sanna Vincenzo i.
QUARTO.
'
Serra Notaio Gavino, Scrivano . . i.
SEDILO
Manaj Rev. Antonio Ignazio, Rettore i.
SENORBI.
Serra-Bologna Donna Chiara t,
SILIGO.
Ladii-Tola Cav. D. Salvatore i.
SINDIA.
Zedda Cav. Salvatore Angelo, Zt’o/o^o i.
Da riportare . 83o.
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...
— 300 —
Riporto . . 83 o.
SORSO.
Fois Antonio Andrea i.
SU NI.
Pischedda Rev. Antonio, f-'ice-Parroco i.
TIRSI.
FISSI.
URI.
UNIFERI.
Rugiu Rev. Giuseppe, Vicario Pait'occhiale i.
Totale . . 849.
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Cn/t prr/iiissionc.
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I
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