Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
HHHHMHi
J
sr^MBiV
>*y« •fiu
SISLIOTECA
397
Digitized by Google
—
jjj. fS. / -* •
z^,a, +.
a^. i iA-t^'f*^
*. oa;
aa.i»
, Zi- 7- 7<C.ì^/5U
ar/./za^^^-xj/ut.
^g.%.it.
fZ/t.'L.A--r^^
-W
3/»-. a .a/.
t^Je^
^/-^-
gF.t-../.^ -Ay-
./•Ti
^ .5i< .
•^^*
Digitized by Google
JL
LAVDE SPIRITVALI
FEO BELCARL
DI LORENZO FRANCESCO D ALBIZZO
DE' MEDICI, DI
DI CASTELLANO CASTELLANI
E DI ALTRI
C0MPHF.SE NEU.EQLAnno Piv wnctiK R vu;o:.Ti:
Nella meloilo ,
rhe Iashu *.i c^nta •.
Ailioh. , Farad., XXIV.
IN FIRENZE
(
rHESso Mni.mi ,
E CECCHi diclro il Duomo
\
H i) t; c L X 1 V.
Digitized by Google
fb>\JLc ^ iS*?-
PRIMITIVE RACCOLTE
AV TORI
36Ò0Ò3
Dìgitized by Coogle
A GLI AMATORI
Manifesto.
Ottenne quanto è da desiderare obi potè riunire il vero utile col dilette-
vole. Sempre diletta la facile poesia, diletta I' antica scbietteaia de' modi
della nostra bellissima lingua. Niente di più utile cbe ricbiamarei alla mente
in modo il più possibile gradevole ,
le verità cbe devono aiutare il nostro
spirilo ,
ad astenersi dagli eccessi ,
a frenare le passioni ,
ad apprezzare
i beni fugaci di questa terra per il loro giusto valore ,
anzi tutto a non
perdere di vista il fine cbe ciascuno ne attende.
Forma le delizie di cbi gusla le lingue dotte , la lettura dei Poeti
Cristiani, latini e greci raccolti io tre volumi fio dal 1501 e 1504 dal
vecchio Aldo, più volte poi riprodotti. Aolicbi e moderni gli vanta pure
di merito non inferiore anco la volgar lingua; F. lacopone da Todi, Feo
Beicari, Lorenzo de’ Medici, F. Girolamo Savonarola, Castellano Castellani
e più altri sono anco in proposito celebri nomi. Più raccolte ne furono
formale già nei secoli XV e XVI, ma di es.se poco più cbe eoli frammenti,
avanzo degli anlicbi monasteri, atteso il logoro fattone dai devoti, irovansi
nelle Biblioteche ,
e siccome di rarissimi cimmelj il loro possesso è da
antico tempo vivo desiderio si di essi devoti ,
siccome dei non pochi collettori
delle opere in che è stata riconosciuta autorità di fare lesto nel bel parlare
sempre, e più per chi si accinge a tal genere di opere e io tali tempi ; ciò
non resterà ,
è da sperare ,
senza ammirazione e benevolo incoraggiamento.
Digitized by Google
, , , ,
corredato di Prefazione, due figure in legno, Tavola delle Laudi, Indice delle
voci di cui sembra resti ad arricchirsene il Vocabolario; e si rilascia per il
|
prezzo di it. Lire Dodici. Libro di cui al certo non può riuscire che |
'
prohttevole la lettura ,
e che meriterebbe ben più alta valutazione, avuto
riguardo alle cure occorsevi e al non così esteso numero degli amatori.
Cinquantasei anni sono, annunziò simile pubblicazione il celebre erudito
Bartolommeo Gamba nelle Notizie di Feo Beicari (Milano 1808, in 8vo) , :
ma il temere troppo scarso il numero dei leggitori gli alienò Fanimo dal ‘
stificato timore simile ora che gli studj del bello idioma sono feliceoienie
DI FEO BELCAIU.
(
511 ).
Nul tuo cor pace e gran consolazione Presto scender quelle scale:
E libero sarai da molte pene, Del gran seggio magistrale
Gustando io questa vita il sommo bene. Vidi trarne uom degno e saggio :
FEO BÈLCARI
DI LORENZO DE MEDICI, DI FRANCESCO DALBIZZO
DI CASTELLANO CASTELLANI
E DI ALTRI
r.OMPRKSE NEM.E QVATTRO PIV ANTICHE BACCOI.TE
CON ÌLCTHE IMEOITI
IN FIRENZE
'
Presso Molisi, e Cecchi dietro il Duomo
I MDCCCI.XIII
I
Digitized by Google
1
PRIMITIVE RACCOLTE
Firenae ,
Bui>naccorsi a petizione di Iacopo «le* Morsi 1485, a pag. 45
In 41» «pnia dola, con una stampa di flK. sul rroolespiiio , Reilìs'.ro a-p.
* 111
(Firenze 1489J.
Ristampala poi in Brettia ,
de Miftntù 1493, in 4to.
A carta Ili. 210 e 284, le^ttonsi i nomi dei diversi Autori, cui è da
283
laedHe.
F.dilc nel 1836.
SU
Vanceli della Ouaresima.
twi
r.aslollani .
Digitizci
,
A CHI LEGGI-:.
quello che fu accolto qual Testo di veneranda autorità nella nostra Lingua, dai
più antichi compilatori del Vocabolario della Crnsca, pure a niuno forse, attesa
la rarità e rozzezza delle antiche edizioni, fu dato percorrerlo e gustarlo; niuna
Biblioteca del Mondo, potrebbesi senza incertezza asseverare ,
possiede tutte
le anlicho stampe ,
qui diligentemente riprodotte. Solo alcuni frammenti
avanzo del logoro fattone già dai divoti ,
alcuna più bene avventurata ne
vanta. È innegabile ,
atteso fors' anco lo scarso numero che dei libri in
Imperatore. Proviene dalla Casa Medici e forse dalla pietosa cura di Lucrezia
Salviati, madre di Cosimo Primo. Così Dio e gli uomini lo vogliano ivi
Digilized by Googlc
IV
Questa elegante raccolta di Landi, con mia sorpresa, ò affatto ignota a tallì ì Biblio-
graO, e allo stesso Biscioni ne’sooi sapplimenti alla Toscana Letterata del Cinelii. Egli
cita molle alire operette di questo spirituale Scrittore, e cinque sole Laudi nnite ad altre
di (lirersi autori antichi e moderni. Nè Apostolo Zeno, nè il Negri, nò lutti quelli che par-
lano di Feo Beicari, e nemmeno i compositori del Vocabolario della Crusca, che si serrirono
delle di lui poesie, conoscono questa Edizione.
Un teslo a penna di queste Laudi consorrasi nella pubblica Libreria di Rimini.
Merita il nostro Codice (a stampa) una esatta descrizione. * Rotondo e ben distinto è il
11. Esci la seconda, in principio, forse promossa dallo stesso Belcari, col
lESVS
LAUDE fatte c composte da più perso
nc hoiiorc
spirituali. A
dello onnipotim
te della glorio.sa vergine Madona
luio e
Santa Maria et di molti altn .sancti e san ,
Digitized by Google
,,
(Firenze 1510} avente nella prima carta in alto c Libro di Lande • indi la
gli autori allegali nel Vocabolario, per le non poche Laudi nel volume (1310)
inserite ,
ci fece determinare a darne qui la ristampa.
Sembra esserne prima edizione quella senza data , con la figura qui
ripetuta ,
ed esistente nella Hiccardiana ;
cui abbiamo fatto precedere il
^
con a’ piedi le Marie, inciso in legno, e con la data in fine, seguita da una
piccola sfera. In Firenze a di ultimo di Gennaio MDXllll ad petizione di Iacopo
declo el Conte cartolaio. In tto, Registro a d. carte 20, sta presso di me che scri -
vo. Vedendosi allegato il tuono della musica de’ Vangeli della Quaresima nelle
edizioni del Sec. XV. delle Laudi, sembra da doversi ritenere che si cantas -
sero più anni prima che escissero io istampa, ovvero fossevene altra ver-
sione di Leonardo Giustiniano; secondocbè , forse per equivoco, accennerebbe
il Crescimbeni.
Del Castellani , di cui si hanno Rappresentazioni e altre sacre Poesie
dal solo Fabbrucci (
Hisloria, Sludii Pisani, in Opuscoli del Calogerà. Op. XI,
Tom. XLVl ) si ha qualche notizia. Lettore di Diritto Canonico dal 1 488
al 1518, fu molto pio e benefico, e riscontra.si che nel 1517, era sacerdote.
Che che siasi delle critiche lanciatele nella Frusta Letteraria dall'acre
Barelli; per la dovizia delTerudizionc ed esercizio più o meno felice di
Digitized by Google
Vi
estetico criterio ,
non superato da Francesco Saverio Quadrio ,
se non se
seggio V Istoria della volgar poesia del Maceratese GÌo. Mario CRESCIMBENI.
Perciò quanto scrive in proposito dello LAVDE ,
attesa anco la rarità del-
l'opera stessa, della più ricca Veneta edizione del 1731, fonte cui niuno sde-
gna ricorrere, abbiam credulo utile veder qui riferito.
Le Leude, che anche Laide faron chiamate e Caotici , sodo componimenti io lode
d* Iddio ode'teuoi Santi e«Tiste^soche gl* inni in goanto alla materia o soggetto; ma non
già in quanto al ciraUere; pefciocchè gr inni sono di carattere <reco o latino, e le Laodi
non escono dal caraltere proprio ìUliaoo; e comecché noi non biagimeremmo chi alcon inno
intitolasse Lauda, nondimeno nè anche il loderemmo. Or delle Lande vecchissimo è Ì*u3o,
essendo a Pirenie memorie di parecchie antichissime Compagnie e Confraternite , che dal
cantar Laude forono delta di Laudasi secondo il Cionacci, che ne reca fin dal 1310. Oltre
a ebo ve ne sono del B. Jacopone , che fiori intorno al detto anno, ancorché elle vadano con
nome di Cantici. Mollo fu frequentata que^ta sacra Poesia nel Secolo W, come abbiam
dello nella nostra Istoria (I), e come dimostrano varie raccolte che se ne fecero, e parlicolar»»
mente una data alla 8laroi)a da Matslro DioniQÌ de’ Moni Fiorentino Vanno 148S, due altre
che oicirono runa in Vinejtia ranno I53fi e Pallra in Firense nel 1578 nelle quali si veggo -
no anche molte lande del Bembo o di Lcdovico.Marielti e d* alcun altro poeta più moderno;
e benché nel ItVI , alquanto sì scemasse, nondimeno oltre al volume, che ne compose
Serafino pubblicato da lui medesimo Tanno 1500, e da noi riferito nella medesima
nostra Islona, se ne trovano diversi volumi, che comprendono anche qoalche parte del
sec, XVII . ed io particolare uno inlitolato LoH e eamonetlt sptritmiii raccolte da ditersi
aulori ed ordinate tecondo te varie maniere di verti, ed impretso in Napoli per TarQuinio Longo
lo stesso anno t608. Ma poi che d’aulori de* nostri tempi non
andarono tanlo in disoso,
abbiamo oolitia che vi sieno, fuorché quelle nobilissime e divolissime , che sì cantarono dalla
compagnia di S. Benedetto di Fireiixe nel venire in Boma Tanno del Giubbileo <700, le
prime cinque delle quali sono del degnissimo Senatore Vincensio da FtUcaja, (Stampate in
Firense, Bifidi 1700, in 11*, pag. il ).
Egli è però ben vero che in queall tempi si leggono componimenti che per lo soggetto
possono Laude appellarsi. Ma nè tali s'iotilolano , nò pel fìne a cui le Laude si composero
sono direlts. cioè pel canto, mentre tanto fra gli antichi , quanto nel Secolo XV e XVI, non
si fecero laude, che non si cantassero, come apparisce da un antichissimo Codice di esse
MS. delia Chisana, da noi citalo nella nostra Istoria, ove nel principio a ogni Lauda si
veggono le note musicali, onde risoUava il tuono, nel quale andavano cantale: ed appa-
risce anche dalle dette raccolte impresse , e particolarmente da quella del 1608, in cui
altresì con note musicali
tuoni sono distìnti, e il Cionacci riferisce d’aver veduto un libro
i
questo, se ora è andato in disuso il comporne per cantarsi, non è lolalmente andato in
disuso il Canto di quelle snlicamento composte , usandolo anch'oggi la Compagnia d'Orsanmi-
chele in Firenze, ed essendo quivi ancora io essere nella chiesa di S. Croce una Compagnia
appellata delle Laude.
La maniera poi del Canio (3) , che in questa cosa ai adoperava, era quella, che noi
chiamiamo canto f -rmo o a quella simile, e soleva farsi a più voci, come si cava dalle Annota-
zioni al fiiteellirro del tìoeecucio dell' editione di Venezia, (tiolilo lo46, lo quali vogliono ,*che
sieno di M. Franetsco Sonsomno - nella nostra Citta, (cioè in Firenze la quale il Sansovìno
Digitized by Goògle
, ,
VII
chiama 9oa cillà, perchè «ebbene nac(|oe in Vene:tìa, egli fu originario «Jel MonloAauaavino
nella Toscana) vi anno aloone scuole d' artigiani , ira le quali vi o quella di Oraanmicbele
e di S. M. Novella. Qaealì ogni sabato dopo Nona si adunano in Chiesa, e quivi a quaUro
voci cantano cinque o sei Laudi, o ballate composte da Lormuo de* Medici^ dal Pulci o dal
^Mun^llort, e ad ogni lauda si mutano i cantori, e Bailo, a suon d’organi e di voci, scuo>
prono ona Madonna, ed è finito la festa. E questi tali, che soo delti Laudasi, hanno sopra
essi un Capo, che si fa chiamare Capitano de' Laudesi >.
Ma circa i metri su'qoali al componevano, basterebbe accennare che anticamente in
si Iruovaoo composte, come dimostra il saddetto Codice Chisiaoo, ma i più a noi vicini
s’attennero alle sole canionelte, come si vede nel mentovato volume del 1608. Conloltociò
perciocché sono cose, che poco girano per la repubblica letteraria , in grazia di chi é vago
delle anlichilà. daremo alcuni esempj delle più antiche, i quali abbiam tolti dal suddetto
Codice della Chisiaoa, e sono tutti d’autori che fiorirono nel princìpio del Sec. XV, o in
quel torno, e primieramente ne daremo una di Grisoslomo Gesuato, il quale vivea, 'siccome
in detto Codice è scrino Tanno 1399. È ella in metro di ballala replicala, e si traeva anche
stampala io delle raccolte del 1666 e del 1578, con non poca diversità e sotto il nome dal
Bianco Ingesuato. Sempre U eia in diUuo ec. (Vedila nel voi. presente a c. 94 ed é la ccix
quale trovasi pure nel voi. datone in luce da Lionardo Giustiniani ).
In secondo luogo ne daremo una di Roberto Benvenuti, il quale anche Uberio si trova
appellato, ed è in metro di Ballata replicata, comecché sia tessuta di soli versi endecasillabi.
Et tempo ,
che ci presta el Salvatore La noslra amana vita Aon momeolo
Usiallo volentieri per suo amore. Che come il fiore al mondo poco dura ,
:
Acquislar poossi 11 tempo e non si vendo Deh dipogoamo ogni nostra nequizia
E nostra vita poi ne sta dogliosa : \ Dio donando lutto nostro core.
Deh seguitiam nella via gioiosa
El buon Gesù col nostro boon fervore.
In terso luogo finalmente un’altra di F. Bomofe del medesimo ordine Gesuato, la quale
benché abbia il ritornello entra nelle spezie de’ servenlesi.
Digitized by Goog[e
, .,
vili
Sempra cercando lo più vile errore. Eli il bea cerio mellere io qoiftliooe.
In error creece chi non riveriace Se qulstiooaodo le ragion s'aoeeca,
l,a aapienia che mai non Mliace : Per Dio ruggiano al mortai ralica,,
Chi in nullo modo a lui coniradicie Che pià tioQ nuoce al eor carnale amica
Il ano aplendom non gli entra nel core, Perché non ha al coaverta ìntentione.
la cor non gli entra la eoa reritade I;8 'nleozioD buona fa V nomo aicéro
Pii olire vnole che volle il Signore. (jho coQiradica alla prima inlenxiooe.
E piò volendo non è pii aapera
Ma con anperbia voler eoolradire
Olire alle soddelle c ad altre nuniere, sa ne trovano anche in metro di canzoni perfette ,
e tale potrebbe da noi giudicarsi quella del Petrorcn Catta io lode di N. D.
come la giudicò
eoloi che la mentovata raccolta dal 1578 , fra le altre Lamie
degli antichi inserendola.
perchè in nino codice del Petrarca da noi vedoto si trova appellata col comedi
Lauda , però
Ma
di canzone la lasceremo ; e pel saggio di questa maniera
rimellerenio il lettore
con quello
al 111 voi. dallapraaeote opera, dove agli troverà una canzono di M. Lueresia romoòuoiii
menzioDa anche nella nostra Istoria; ed
che è intitolala Lauda, dalla quale abbiamo fatta
{(Juon-
un'altra di E. Girohmo Seeonurola, detto F. Girolamo da Ferrara, coH’islesso titolo.
Fi-
do il ruote mio dolca ron/brto, vedila a 16 ed è la vi delle Poesie di F. G. Savonarola.
renze , 1861 , 8.*)
dnnotoiioni dai /"roteili Apostolo c Piar CtUtritio Zeno oli’ edizione Veneto del Craieiniòani.
Santiwrfo di Luudi e con varie annotazioni mandò egli medesimo alle slami)© l’anno |609. in
Firenze, 4. Questo religioso avvisavasl con lai sua faticosa opera di ristorar Toso delle anti-
state prima stampale nella suddetta raccolta del 1485. Ma appresso di me,
olire alla notizia
di mollo altre operette sacre composte da questa virtuosissima dama, si trova della
medesima
una canzone M. S. per il nalale di Cristo N. S. incominciante Dell* rtirp* reale è nnto il flore f
, ,, , , , ,
I»
Nel rargio raselleUa allor si oSerse, VL Esci rimedio alonno, o aignor noalro T
E 'a aolla mezza Botte fiori il giglio Di qneato fallimento tanto grava
Che il riro odor si seale da ogni lato, ANbrecchiali aiamo a penitenza
Nè per cagion nesanoa mai ai perse. Qnealo nimico fallir fatti ci avo
Ansi copri il fetore e lo souunarse. Co* nn falso veder come ci ha mostro
Di qaella serpe antica. B seminato la mala semenza.
Che si mostrè amica SnppUeci, Signor, lo eoo Ina pmdeoza.
A qoeila amhiiiosa, o poi la aperse Non mora il corpo e l'alma
Con volto amano e parlar fitto e fioco, B non porli la palma.
B con sna fellonia, Nostro avversario, nè abbia poteosa.
La stolta gli eredia, o porse il loco, Con omil eor dieieo pietosa sormo.
III. Non persoo qneali drappi, paoni e resto, Signor, to' vis la benda.
Nè gemme oriootali o gran tesoro, Nè più ci ofioada il venenoso vermo.
Non Castella o Citlè, nè imperio ancora. VIL Qneat’ amili pregbbre al eiel salito
Digilized by Googlc
,
Sol parchi l'nom ritorni nel an’ impero Con isperanta fida
Di rivincer nel legno ha desidera : Saragli guida a riacquistarne il dono.
Nel legno fa l'nom vinto,
la quale anch’ essa è landa mandatami dall’ ero Jiliss. e celebralisa. Antonio Hagliahechi Bi-
bliotecario del Ser. GD. (a) Or perchè di questa sorta di oomponimenlt non abbiam fatto raen-
aione negli antecedenti libri, slimiam nostro peso di favellar d’essa in questo luogo. Truovansi
adunque le Laudi di diversi metri; ma piè che altri frequentati erano in esse quei delle can-
zonelle, e come abbiano dello, il loro oso è antichissimo, ma ehi ne fosse inventore egli è
incerto, ansi a noi affallo occulto. E canlavansl nelle Confraternite, gli annoverali nelle quali
la nKrcè di quelle cbiamavansi Laodesi. Solamente circa le Laudi , che inlilolansi de’ BIAN-
CHI credesi che elle prendessero origine da no Frale Gesnalo che appellavasi BIANCO, ma
io stimo che pinlloslo avessero tal titolo dalla compagnia de Bianchi (cioè de’ vestili d’abito
di colon bianca) di Siena, nella quale Incominciò a cantarsi Laudi circa il 1399 , a lerroinoa-
al l’anno 1400, per cagione di pestilenza che la disciolse; e ehe il mentovalo Frate, non già
dal battesimo avesse ricevalo il nome di Bianco, ma dalla stessa compagnia dove poteva es-
sere annoveralo: fondandomi in un codice ma. di quei tempi, che serbasi nella Biblioteca
Cbisisna, intitolato Cantoni di F. lacopone e d'altri, nel qnale al faglio 89 leggonsi le seguenti
parole dinotanti che il detto Bianco avesse altro nome proprio. Ineominciano Land» fatta per
I. 0 Frate lagnuato, ehe ti chiami il Bianco. Oltre a che leggendosi in tolte le altre seril-
loro delle laudi di detto frale scrino: /I Bianco lagetvato, certa cosa è che rapponimenlo
dell’articolo avanti la parola bianco scopre la medesima per soprannome, non polendo osarsi
rarlicòlo avanti i nomi proprj, come la grammalicbe insegnano. Può nondimeno egli
ben’ essere che il frate saddello fosse rettore di essa compagnia de’ Bianchi la qnale avesse ,
ano oratorio nel Convento di delti frali Giesuali. > Notisi che il Creseimbeni s’ inganna nel
credere che il Bianco fosse soprannome è non nome, perchè
il menlovalo Frale Giesnato ave-
va dal battesimo questo Bianco, come può vedersi nella rila del B. Ciomnm Colom-
nome di
bini scritta da Feo Beicari, impressa in Siena nel 1841, 4; dove a e li, del foglio C, si dice
che aveva nome Bianco da i’dnciolina (b). E quanto alla dilDcollà dell’articolo se ella valesse
dovrebbe dirai che Dante fosse sopranome, e non nome di Dante Alighieri, poiché in alcun
codice antico si trova scrino il Dante ;
intorno anche reggasi il Mazzoni nella P. 1. della
Difesa a.
{a) Le^^i
a 177 delt'exlìc. ilt’l Cr<>fcinib«iii Veneta T. 111« e aaco con qualche >torplo sìccumo rtuoleto
per vatelUttfì a pac. io de* Componimenti delle Rimatrirì race, da Lnita Berpkllìs Veoexia, Mora 17*0, la it.* —
Pfanfa nota per l'edix. i(Ko, al CioruMxi, c rinacìrà fratiftimo rcderla qai riferita.
(6) Cofnoia di Laudi del BIANCO detto da Siena» anco inedite, « redifiooe di Lucca, Giusti i85i,8tos
dorata al fa Bibliotecario di Lucra , Can. Tclesfbro Bini , quale bene «embra oMervastc , d' un Autonìo Bembo ,
non del Cardinal Pietro esicr la Lauda • Venite amanti del diviuo amare quale col nome del Bembo rìtnsì
dagli »crittori, e che però col nome di Pietro, ncB'edit. 1S7B, e del Bembo loltaiito al lep^r a pag. 08 dì «itiella
dei Bonardo. Bologna sex'aimo (1S80) parti l , in 4 * fi?*
DIgitizod by CtTOglc
(S) Dichiara il Ciooaeei a IO che dello libro è opera aon dei GiuaUoiano, ma di
M- Castellano CaslelInnL
(3) Del canto adoperalo anticamenlo nelle Laudi n'abbiamo un faggio io una raecolla
con questo titolo < Libro ^tmo éetU Laudi SpirUuak da divtrti Ecteli, e éitoU autori unti-
thi e inoirmi comporle «e., con la propria musica « modo di cantore ciaecuna Laudi, come ri
è usalo dagli antichi, e st usa in Firenze, racco/le dal P. Serafino Hauti fiorentino deli’ Ord. dei
Prati Predicatori ec. InPenesia ad ittansia dei Giunti di Firenze 1563, 4 [a] ». Per altro il canlo
dollè Laudi essere stalo medesimo che quello
il delle canioue a ballo chiarameule raceoRlieei
dalle aopradette più aoUebe raecolle di Laudi.
(a) Di coi l'altro fomeiuto eacitn ia Firenie Sermartelli, iQog« in 4.* fama il libro Moondo.
It.csta oni a dare qualche ooliria degli Scrillori quivi compresi, siccome
è olTicio di un diligente editore.
Queir amore di conoscere e toglier dal mistero le rarità tra le oneste
produzioni de’ nostri antichi, che mosse a dare nel 1833. ristampale di
prosa di lui, edili in Roma nel 1843-44. in V volumi in 16., dal eh. Ot-
tavio Gigli ebbero onore di ristampa.
Per darle qui anco più sommariamente ò da sapersi, che nato di altro
Feo ai 4 Febbraio 1410, si diè io età provetta alle lettere, Irovossi nel 1436.
alla consacrazione della nostra Metropolitana e ne lasciò elegante ricordo, dal
Moreoi riferito, volgarizzò nel 1443 il Prato Spirituale o Libro VI delle
Vite dei SS. Padri, fu de’ Priori per Luglio e Agosto 1453. de’ XII Buonoroini
negli anni 1431 e 14o8. e 1468 uno de' XVI Gonfalonieri delle Compagnie
nel
del Popolo. Sposala nell’anno 1435 Angiolella de’ Piatili, ebbene Iacopo, Feo
c due femmine; Papera, che fu moglie a Miliano fratello di Benedetto Dei il
Cronista, siccome a 280 del voi. Il , notò il Crescimbeni , e altra che fu poi
Suor Orsola monaca al Paradiso. Fece erigere nel 1 453 un altare in onore
della Beata Uoiiliana de’ Cerchi nel celebre Tempio di S. Croce. Finalmente
nel Alaggio 1 482 essendo scrivano delle graticole del Monte ,
vedesi con
encomi ^ diligenzia deputalo in unione con Iacopo suo 6glio al libro
.«Il
Girolamo Benivieni coll'Elegia , che vistasi prima Ira le di lui opere. Firenze,
del B. Giovanni Colombini , della quale si hanno almeno ben dieci edizioni.
ALBIZI ,
dall' Ammirato nelle Famtgìit Fiorentine detto il giovine, e del
quale due Ballate, accennate già dal medesimo e dal Mazsucbelli, leggonsi
nel secondo volume delle Poesie raccolte dal Trucchi, che si esprime; per
esse, tolto il Petrarca, non saprei a qual poeta questo Francesco possa dirsi
secondo. Molte di lui Laude vider la luce nella raccolta 4 i85 ,
più altre
sua mano. Convien creder però non ìsdegnasse trascrìversi per proprio uso,
ed onorar cosi altrui poesie ,
per ispìegare come varie di quelle in esso volu-
metto comprese trovinsì negli antichi codici e stampe col nome di altri.
Maggior poeta di tutti questi suol reputarsi il Mago. Lorenzo de' ME-
DICI, le coi poesìe, edile già da Paolo Manuzio in Venezia 1554 in 8.
fors’anco per essere stato uno de’ fondatori del principato sopra la sua patria,
ebbero pregiatissima e direbbesi soverchiamente splendida ristampa (insi-
G'oo^e
,
XIII
fosse eoa i licenziosi àe' Fescennini carnaecialeschi e (diciamo delta saa vita io
tempi diversi) con i pii, che sUidiavansi di formare con le Lande argine ed
antidoto a quelli.
Due sole se ne hanno del di luì cogino Lorenzo di Domenico TORNA-
BVONI, vistesi già nelle raccolte 4489 e 1510. Altra che incomincia Deh dolce
Redentore sta nella raccolta 1563 di F. Serafino Razzi.
Non poche ve ne sono del celebre Veneto Leonardo GIVSTIMANI, di
cui un volumetto ne usci forse per la prima volta in Venezia (per Bwrtoiom.
da Cremona) 1 474. 4., e negli anni 1475 1483 1490 1495 1517 ebbe ivi
ristampe. Quest’ ultima in 8. in carattere tondo con fig. contiene LXX com-
ponimenti, varj de' quali ridocti in lingua Fiorentina ìeggoasi nelle raccolte qni
comprese , e alcuni come d' incerto o col nome di altri.
Di carattere del Sec. XV trovo nel mio esemplare della raccolta 1489
scrìtto esser la lauda CCLXX del Card. Gio. DOMINICI Fiorentino. Cb. Cav. Il
Donato Salvi pubblicando il bel voi. con ritratto , intitolato Regola del governo
di cara familiare Firenxe, 1860, in 8. ne ravvivò degnamente la memoria.
Siccome per F. Ugo de’ Vinaccesi, detto PANZIERA, da Prato operò il
Cb. Cav. Cesare Guasti, dandone in luce Alcune Laude in Prato 1 861 in 8.
L’estrema rarità de’ volumi in questo nostro riprodotti foce che il di-
ligente Monstg. Giovanni Rottaci desse monche e imperfetta in fine della
Disciplina e del Dialogo di S. Gregario (prose del Pisano F. Domenico CA-
VALCA) poesie di esso Cavalca, stampate già in quelli complete.
A quanto fu accennato di C. CASTELLANI qni sopra, può aggiungersi
che S. Venanzio, S. Eufrasia, S. Tommaso, S. Onofrio sono i titoli delle di
lui Rappresentazioni, e che i Versi sopra S. M. Nuova, accennati n^la Fi-
renze Illustrata dal Del Migliore, un opuscolo intit. A/orale, citato oeUa sua
Bibliografia dal Moreni , e più altre Laude si hanno di lui in antiche edizioni.
Altra edizione de' Vangeli. Fiorenza a ist. di Francesco di Gio. Ravennate 1534.
m 4. nel T. I. 168. degli Scrìtt. Viniziani, ricorda il P. Gio. degli Agostini.
Accadde pure ai diligentissimi Poggiali a Mortara, mercè la rarità delle
antiche edizioni delle Laude, di dame a torto in luce negli anni 1813. 1836,
per inedite.
Fecondissimo, se non elegante poeta si fu Bernardo GIAM8ULLARI
padre del celebre Pierfraneesco lo storico. Citò la Crusca la di lui continuazione
del Ciriffo Cafuaneo, curioso Poema di Luca c Luigi Pulci, e pregiale son pure
Digitized by Google
XIV
cità; divide anzi con quelli del Passavanli, del Cavalca, e di non pochi altri per
il terso linguaggio accarezzali anco dai dotti, la qualità non mollo accetta all'uni-
versale ,
di rammentare sublimi verità, che danno assai da pensare.
Dicesi che l' inimitabile Italiano Poeta Drammatico, ora quasi dimenticato,
ma che dovrà tornare nel dovuto pregio, volesse bandito dalla sua conversa-
zione tullociò che ricorda quel che tulli mirabilmente adegua, il fine di
questa vita mortale. Chi per questo capo vorrà a quel grande dar lode
d'intera saviezza? Che dire di chi, anziché comporsi meglio che può col
suo debito?
Grata e pregiatissima dagli eruditi riuscì la raccolta in tre volumi, data
ristampatasi poi fuori d' Italia ed in Roma. Dai vari antichi manoscritti e da
non poche quasi sconosciute edizioni , agevolmente polrebbesi formare altro
riuscirà ad effettuarsi ,
sarà innegabile il benefizio del genere suo reso all' Italia
diletto, per poco, che uno sentasi capace di gusto in Lingua e in poesia,
in tanta colluvie di genere opposto ,
una lettura non inutile al cerio a render
Digìtized by GtJOgle
, ,
OSSERVAZIONI ED EMENDE
LAVUA. Prima. Da qaeata incominciano la più parie della edizioni. Castellano Caslel- A
lani piacque farne nna più dotta forse, non cosi felice imilazione, ed i nel
Tolome al n. cecie.
IV, Questa , siccome qualche altra dell’ edii. 1480 fu trascnrala e omessa nelle suc-
cessi re.
XVI. Nell’ edizione Paelni è alquanto diversa e dopo la terza ottava ha quanto forma
in questo volume la Lauda cccicv. Nelle stampe tutte manca il verso che
dovrebbe rimare in orla.
XVIII. Non saprebbeai come spiegare leggersi questa tra quelle di Lionardo Ginstiniano
Bn dal 1474 uscite in luce.
XXXIV. Siccome questa inavvertentemente nella iioslra edizione: ed è pare Ira quelle dale
nel 1838 in Parma per inedite.
XLix. Di penitenti carreggi - di penilenzia.
:
ccix c ccxxii. Leggonsi Ira quelle di L. Giustiniano. Il verso 13 della ccii pare che debba
dire • Da amici e da parenti ». Verso 4 ultimo' RiSula al Inllo ed ogni
villà brama (Pacini).
Digitized by Google
XVI
ccxc. Con altre Servenlesi del Cavalca stampata nel 1786 , dopo la Meiidm del cuora
da Monsig. BoUarl.
CCXCl. Stampala dal medesimo, priva però del quarto versetto a eìasenna stroh, dopo il
CCCLXXII. fi la ccxivi di Francesco d'Albizo, che Ivi perù ha la S ultime strofe meno.
CCCLXXIX. Il quarto verso dee dire < Odi il pastor >
CCCLXXXtX. Nella seconda strofa intera è invertito nn verso e deve din :
Digitized by t-'ss-»iglc
, ,., ,
Quel che ID se’ : quanto ne son capace In molti modi cerco pace fare :
Acciò ch’i’nicnda don che m’hai
il largito. A me non può mai nuocer tuo peccare.
Colui che è si chiama il nome mio. Ma vuo’ per farli salvo esser servito.
Atto son puro e son luco infinita ; àia perchè Fuomo non può satisfare.
In me son tre persone in una essenza Principio son delle cose create.
Padre e Figliuolo c Spirito Santo : E do salate a le col sangue mio :
Digitized by Google
, , ,, , , , , , , ,
Rompi la pietra del tuo duro core, Non sarc’ mai dal buon Gesù diviso.
Ed apri un poco gli occhi della mcnlc, Deh sguarda con la mente, anima mia.
Vedrai il tuo innocente creatore Quella gloria gioconda ;
Com’agnollo arenato star pendente : Nel Ciel s'adempie ciò che si disia :
Che pricgo '1 padre mio ad alta foce Acciò che al tuo partire
Per chi mi ha posto in croce, Tu possa gire a quello cloroo riso.
E tu crudel tuo’ esser vendicato. E poi contempla quello immenso foco
Non mai cosa tanto da stupire
fu Deiranimc dannate:
Uuanto patire Idio per l'alma ingrata, Per van diletto falso, brieve e poco
l'son l’Eterna vita, e vo* morire Son cosi tormentate ;
Per satisfare alle tue gran peccata Ma quel dolor che più le fa penare
E chieggo io questo crudo e gran martire È saper per ccrtanza
Vn poco d'acqua , e da nessun m'è data ; Sanza speranza star nel fuco assiso.
Ansi per crescer mia pena crudele Che ti varrà ricchezze, onori e stato,
Mi danno aceto c Tele O piacer sensuale.
E tu cerchi diletto in ogni lato. Che abbia avuto, essendo poi dannalo
Per liberartimi soo fatto servo Nella pena eternale?
E son per arricchirti impoverito; O immensa pazzia, o sommo malo
VmiUato soo per te superbo, Al ben far esser sordo,
£ come cao son beffato e schernito : E star pur lordo ne’ peccali intriso I
Co’ ladri è posto in croce il divin Verbo Non vedi tu che '1 Mondo è pien d’inganni?
H tu por cerchi d’esser riverito : Chi più vive più more
L' Eterna sapientia i tormentata Chi me’ li par che stia ò pien d’aCTanni.
Per te ,
anima ingrata ; Ciascun ha suo dolore.
Ben si può dir eh’ i’ sia di te impazzito. Se non colui , che s’ò dato al Signore
Scura la Luna c ’l Sol per la mia morte Che di ben far non larda,
Fendesi 'I vel del tempio tutto quanto. E sempre sguarda il Ciel col suo cor fiso.
Trema la Terra, e romponsi le porte Destati adunque o pensa l'altra vita.
Del Limbo per Irarn'ogni Padre Santo : Pensa quel bene eterno.
La pietra c il sasso, ch’6 si duro e forte. Tu so'pcr far di qui presto partila,
Si fende per mostrare 'I suo gran pianto ; E non temi l' Inferno.
E tu, al quale ho data la ragione, Non pensi tu che io dolor sempiterno
Non bai compassione Tosto li troverai
A me , che son per te morto e piagato. E virerai essendo sempre ucciso.
III. . IV.
S ’i
Ed
pensassi a’ piacer del Paradiso 0 mente cieca , o insensato core
agli eterni guai Pe’ tuo’ pravi costumi
DigitizeS byX^oogle
,,
, ,,, , ,, , , , , , ,,
Sema quali ogni aenno A grande errore. Se troppo giaci in questo Ino difetto
Volgiti e aguarda io quello specchio eterno La Divina giosliiia
Della bontà dirina, Punirà tua nequizia
Nel qual rcdrai , che ciascun tuo gorcrno Con quella eterna morte, che non more.
In tenebre cammina ;
Di tutte le firtà fa l'oomo acceso Che far polcvn per la tua salute
Al Cielo gli fa scorta Che per me non sia fallo ?
£ vede ben che ogni altra via è torta ; O cieco, sorilo e mallo.
Perchè ogni van diletto Che segui il viiio, e fuggi la virlule !
Onde di cose eterne è il suo sapore. Per mal far non iscema
Non vedi In chi vive con virlotc Per levarti la morte e darti vita
In ogni cosa ha pace ? Della gloria suprema
Perchè conforme al Re della salute, Discesi in terra , e presi vita strema :
Leva su dunque, e sguarda con queiroccbio Perchè lu fugga e’ tuo' mortai perigli :
Fa che ’l tuo doro cor pieghi ’l ginocchio. Quanto gli usci del cor t’ ho già picchiati,
Digitized by Google
, , , ,, , , , ,, ,,
Maria ,
de'peccator per pietd madre Piacciati degna far l'anima mia
Grazia concedi a cbi di te ben dice. Di darli laude , e dammi tal virtule
(CaBlAki come — l' Tei*^ ben cbe'l ben servire è vjtao). Quanta dolcezza barò po' le trovando
Empiendo e mie'desirìT
Regina di misericordia. Gesù lì mie'martiri non son grievi.
Vita e dolcezza di ciascun fedele. Ma gaudiosi o lievi
Nostra speranza e fonte di concardia. Sperando fruir le infinilamcnle.
Digilizea i
y Google
, , , ,
5
Alcuna volu essendo nmilialo Mettendo in odio a ciascun con sua lima
Dentro nel cor ti sento, Lo ordine, nel quale egli è entralo,
Ma innanii che di te mi sia cibato E si egli dice con sua falsa stima :
Gesù , col cor ti posco che mi allumi E con vergogna e pena confessati
Tanto, ch'e’ mie’ costami Fa’ lietamente ogni satifazione.
Sien lutti pieni del perfetto amore. Porta dilezione a tutta gente,
Sia puro, obedienle.
Non disputar quel che t'è comandato.
IX. DaU’altra parte spesso penserai
Le molte grazie, che Dio t’ha donate,
Lettera mandata a ano che si voleva E con lutto il tuo cor gli renderai
far religioso. Lande e henedizioni smisurate :
Son delle pene o passioni acute: Anzi umili e benigni ad t^ni gente:
Dunque se le cadute vnò fuggire Non mormorar niente di persona.
Dispanti a gran martiri Se tu vuo’la corona
E vincerai quando sarai tentato. La quale aspetti in elei gloriOcato.
Innanzi che tu entri in vemn loco Fuggi l’onor come mortai veleno,
Vsa lotto il veder della tua mente E stima ognuno esser di le migliore :
Piglia consiglio, e proova prima un poco Poni sili sensi ed alla lingua freno.
Se la se’atio a star con quella gente. Guarda che non t'inganni il proprio amore
Acciò che poi, quando ta se' nel gioco Pensa alla vita, che non vien ma' meno,
Ta non ti dolga d'essere imprudente, E quanto tosto corron le nostre ore.
Perocché chi ai pente in colai porlo Però con puro core e gran disio
È dna modi morto
in Fa' che tu serva a Dio,
Ed è da Dio e dal Mondo hcffalo. Acciò che alQn non ti truovi dannalo.
Quest' è la lentazion grande, che prima Pensa alla vita di Cristo e de’ Santi
El diavol mette a chi s'ò a Dio dato, Quando ’l demon dell'accidia t’assale:
Digitized by Google
, , , , , ,
£ vedrai per le pene luUi qDanli Che ogni ’nginria in pace sosterranno,
Essere aodati al regno saperoale. Ed credi saranno
E considera poi gli eterni pianti Della terra di que', che vivon sempre ,.
E SODO scienziati
Evangelio delle beatitudini esposto. Del mal delmondo e ben del Paradiso,
Descrive San Matteo, che ’l buon Gesue De’ corpi lor, fruiranno quel Sole
Sali vedendo le turbe in sol monte Di giustizia, che vuole,
Ma quando quivi a seder posto Tue Che forti sian contro a ciascuno errore.
Li discipnii suoi con lieta fronte Beati que’ che ban misericordia.
E con le orecchie pronte Però che essi la consegniranno ;
S'accostarono a Ini, ed egli aprendo Per essere con Dio questi in concordia
La sua bocca dicendo. ,
Tulle le ’ngiurie lor perdoneranno
Gliammaestrava come buon pastore. Ed a’ miseri danno
Questo dimostra, che voleva dare Sussidio quanto porla il lor potere.
Nell'alto loco gli alti sua precetti, Per poter po’ godere
E si c'insegna le torbe schifare. El trino uno Dio nostro Signore.
et
Per conservarci mondi, puri e netti ; Beati que' che son mondi di core
E sempre o santi detti Però che essi vederanno Iddio:
Si vuol, come gli apostoli, ascoltare, Mondo non basta solo esser di foro
Perebò ’l divin parlate Dall’opere maligne, ma il desio
È cibo per lo qual l’alma non muore. Aver semplico e pio.
In prima disse quel maestro santo : Si che adempiamo e ’l pensiero e’I desire.
Hanno il principio della sapienlla Questi son que’ che allo spirilo bono
E la lor conseieniia Hanno lor sensi tulli regolali,
Non è imbrattala di mondano amore. E gli animi ordinali
Beati sono e miti c mansueti. Ad ubbidir al paciOco Iddio,
Perchè la terra essi possederanno ; Però col cor giulio
Questi son que' pazienti e quieti. Han dentro pace, se non l’han di fore.
Digitized by Google
, , , , , , ,
È loro el regno de’ celi in eterno ; Chi serve a Dìo con purità di coro
Però, se ben discerno, Vive contento o poi salvalo more.
De ielle doni è pien questo tenore. Se la virtù dispiace un poco al senso
Beati sete quando maledetti Nel suo principio, quando ò esercitato
Disse Gesù, dagli uomini sarete, L’alma che sente vero gaudio immenso
E so perseguitali io fatti e in detti Drente dal core, è tutta confortala:
Da lor per odio ri rilrovorcle. La mente sua sì trova radiata
E se ogni mal vedrete Da quella luce del sommo splendore.
Per me centra di voi detto mentendo Quando ordinati son tutti c costumi
Direte allor galdendo: Drento e di fuori al nostro eterno Dio
Obi ci sepererà dal Creatore ? AUor si veggon quelli eccelsi lumi
Gaudele dunque ed esultate mollo, Che fanno viver l’uom col cor giulìo :
Vi troverete poi con meco in cielo Se voi volete aver delizia molla
Dove sanza alcun velo Servilo a Dio con tulli i vostri aflctti;
Vedrete la mia faccia con dolzore. Egli è quel fonte di piacer perfetti
Che fa giocondo ogni suo servidore.
Chi serve a Dio con pnrilii di core
XI. Vìve contento, e poi salvato more.
Oiammai laudarli quanto degna se, i non cerca Gesù con mento pia
Madre di Dio, la mia lingua non può, È dell’alma accecalo,
Ohe generasti quel che fece le Perchè egli è vita, verità è via
Onde per grazia a te venuto so’. D'ogni perfetto stalo:
Che pricgbi ’l tuo figliuol, ebe salvi me. Egli è quel sommo beo, che l’aom'dcsia
Per queU’etcrno ed inflnito Re, Per esser consolato.
Che ’l tuo virginal ventre partorì C^i cor tribniaio caso conforta
Soccorri a chi col cor chiede merzè. Perch’è l’eterno bene.
Maria, deh sguarda la mia pnra fe
Chi per amore il suo giogo sopporta
E non la vita mia passata già. Fogge l’ infemal pene
Che molto l’alma mia dolente n’c. E spesso sento la so’alma assorta
Priega dunque Gesù per carità lo sue grazie serene.
Che a lu ’i ritorni con diritto pie. Legato con catene di dolcezza
Digitized by Google
, , , , , , , ,, , , ,
8
Non cerca altro piacere : Tanto la carità ti stringe e lega
Ogni altra cosa gli pare amarena, Verso r uom, eh’ è caduto
Sol Cristo vuoi tenere. Che spesse volte cl peccator non piega
E per suo amor ciascun amor dispreua E tu gli porgi aiuto :
Per Msere alSn messo in buona via. Figlinola del tuo Gglio
Poi che per te l’ Eterno verbo venne
A farsi a noi simiglio :
Dell’alme combattute:
Soave frullo e Gore et arbor bona Grenilrice di Dio, I
Dolcezza ,
vita , speranza e sostegno Tu seTornacc ardente di quel foco |
Per te , nobilitar suo stato vile. Del Paradiso gaudio, festa e gioco
Stella del sol vestita Porto di pace e scala se’ del Cielo I
_ Digfc:i;d by-CT'-^.^k
, , , , , , ,, ,, ,,
Trammi del loto d’ogni Tizio mio. El nome tuo per lutto el mondo regna.
Po' che per carili se' fatta madre Con magna laude della tua persona ;
Di chi con fe ti priega, Tra’ gl' infcdel la tua virtù risuona :
Del vero e solo Dio, nostro Signore, Ma la tua umiltà, virtù subbiima
Concedi grazia a chi con nmil core
Per suo rifugio e speranza ti piglia. Però campati da si dora sorte
Figliuola se' del padre Onnipotente Volgendo capo piè suo nome grave.
Madre del Verbo suoflgliuol diletto. Col core e colla mente diciam’AVE
Sposa del santo spirito clemente. Che chi ricorre a te ben ai consiglia.
Dama del trino c uno idio perfetto. Stella del mar, che tanto a Dio piacesti
Della inSoita luce eterno oggetto, Che generasti il santissimo Sole,
Arra del sommo bene e nostra vita L’odor soave, rosa d’ Esse ,
desti
Di tal potentia e gloria se' vestita. Degna di fc, concepir con parole :
Che signoreggi qualunque ihmiglia. Piena di grazia se' ; dunque chi vuole
Per grazia e pe’ tuo' merli fosti assunta Ricever don dall' infinito Dio
Nel del supremo sopra totf i cori : Supplichi te con fede e con disio
Fonte, che spandi tutti i divin doni. Creata fusti innanzi al secol primo
Però la chiesa con ano' canti e snoni Madre di Dio nella divina cssenzia.
A ringraziarli ogni di s’assottiglia : Madre, che si plasmava Adam del limo;
'•gii.rvxi by Google
, , , , , , ,
10
Eri presente all’ Eterna poteniU, Tanto li piacque San Filippo nastro
Immensa ed inGnila sapieozia E gli altri frali buon , dc’servi tuoi.
Sempre sgaardara Te, sua genitrioe, Che nel primo convento hai ben dimostro
Dal sommo Dio fusti santificala : Che la cappella con sue lande e canti ,
La colpa originai del primo padre Da gloria e fama aila città del giglio.
lo Te fu spenta, o ver non t'ba toccata:
Di tanti eccelsi don fusti dotata
Che conoscevi in quel loco il Signore XVIII.
Quando desti risposta al mosso santo. Merzè ti chiamo dolce anima mia.
Ecco l'ancilla del Signor: dicendo.
L’eterna carità suo carnai manto XIX.
Fece, del sangue del tuo cor prendendo:
Sopra di Te tante grazie infondendo DeH'amor Divino.
Più che a noH’altra pura creatura ; (CaotAM come — I vegfio bea eh'«nor m'è traditare).
Digitized by Google
, , , , . ,
11
Qual pena corporal, qual cosa avversa Perchè '1 sommo Signora
Mi pnò privar di questo gran sollazzo. T' ha falla di Dio madre e del dei donna.
Che come stolto c pano Nella Usa santa gonna
Per santo amor iangniaco, rido e ballo. Si Iruova ogni salute :
Digilized by Googit’
,, , ,
tu
Che stai in compagnia del santo pegno. Dostavan li cor freddi in tal maniera.
Dirai, ch'i'son sostegno Che come Tfoco della eccelsa spera
Di chi combatte col demon proterro. Ardo a gli nditor col suo latino.
Come assetato cerro Che predicando ha fatti già molt'anni
Ricorra sempre al Tonte, SI magni fruiti nella santa chiesa:
Che le graiie son pronte Per la sua aspra vita pien d'aSanni
A chi con grande umiltà le desia. Ogni spenta virtù s'è fatta accesa.
La mente di costui, che sta compresa
XXI. Tra scraQn' nell'alta gerarchia,
tirazia dimanda al Ggliuol di Maria
Salutazione della croce el venerdì santo. Per chi ricorre a lui col pcnsier Gno.
XXIII.
Digitized by Google
, , , , , , , ,
13
D'aver amato il vizio più cbe Dio, Che già pareva cbe fossi impazzito :
Digilized by Googic
,, ,
12
Li gran terrori, e li dolci conforti
Messo del santo regno
Destavan cor freddi in tal maniera
Cbc stai in compagnia del santo pegno. li
Di chi combatte col demon proterro. Ardev a gli nditor col suo latino.
Che predicando ha fatti gii molt’anni
Come assetato cerro
SI magni frutti nella santa chiesa;
Ricorra sempre al fonte.
Che le graxie son pronte Per la sua aspra vita pien d’affanni
A chi con grande umilU le desia. Ogni spenta virtù s’è fatta accesa.
La mento di costui, che sta compresa
JXI. Tra seraQn’ nell’alta gerarchia.
Grazia dimanda al figlinol di Maria
rcnerdi santo. Per chi ricorre a lui coi pcnsier fino.
Salutazione della croce el
XXIII.
Seguir gli piacque il poverel Francesco. Laude del Beato Giovanni Colombini.
Nel tempo verde, giovanile e fresco (Can(a*i come — Nella belletta ilei sommo splea«lore).
Co’ santi razzi della gran colomba: Narraci col tuo canto
Molti ne fece al sommo ciel consorti; L’operc per le qua’ fosti salvalo.
Digitized by Google
, ,
, , , , , ,
, ,
13
D'aver amalo il vizio più che Dio, Che già pareva che fossi impazzito :
Dìgitized by Coogle
, , , , , , , , ,
Digitized K
, , , , , , ,, ,
15
E lutti e Tixii mia fermi c costanti ; Contr’ a’ nìraici miei sia lancia c scudo :
Onde nel cor mi sento affanno immenso Paga la colpa de miei passati anni (e ludo.
Kipien di doglie o di sospiri o pianti. Con quell'obbrobrio, oltraggio, scherno
Gesù per tutti quanti e merti tuoi Gesù, che lutto nudo e lutto afflitto
Soccorrimi , che puoi Con Ire chiodi con&tlo
Ch'andar mi veggio airctcmo. martire. Per me volesti in tal croce morirà
Andar mi veggio a quel fuoco infernale Non potre’ mai contar le grazie e i doni
Se la tua cariti non mi conforU : Che m'hai largiti insino a questo punto;
Vinca la tua virtude ogni mio male. Con mille modi tu mi chiami e sproni
Voglia risuscitar quest'alma morta ; Ch'i'voglia presto teco esser congiunto:
La vita mia non è più razionalo Non so che dir, se non che mi perdoni,
Ma bestiai tutta, disviata e torta. E fammi vivo al ben, ch'io son defunto.
Gesù fammi la scorta inverso il cielo. Gesù, molto compunto io gran tormento
Leva questo gran velo, La mente e ’t cor mi sento.
Ch'i segua le, mio dolce c sommo bene. Deh non lardare e miei prieghi esaudire.
Seguir vorrei le tuo vesligie sante
Ma Sun legato o sono infermo e ceco : XXVI.
Son pien di lebbra dal capo alle piante,
Non truovo dentro nè fuor pace meco : Come Dio si duole della cecbilh dell’anima.
La carne , el mondo e demonio sliganic
’l ( CaaUsi come — Mwirc ebe fetti Cohiì che ti fece ).
Gesù, questo andar bieco ornai correggi ; Quando ti desterai, anima stolta.
Fa ebe presto mi veggi Aprendo l'occhio al tuo invecchialo viziof
Spogliare e vizii e le virtù vestire. Tu corri forse all'infcrnal supplizio:
Quello spogliar. Signor, ebo sostenesti Fermati un poco, e la mia voce ascolta.
Alla colonna per me tanto ingrato, L'amor mi mosse a farti si gentile.
Ogni mondano amor mi spogli, e presti Che t'adornai dell'imagine mia ,
Grazia, ch'io l’ami tultlo inebriato. E ciò eh’ è sotto il cel li fe’ servile,
El sacro sangue, che allora spargesti , Dando del mondo a le la signoria , .
Del tuo bel corpo, essendo Qagcllato, Perchè fruissi mia gloria gialla: i.i
Gesù, m'abbia sanato ogni mia piag.i: Tra lo delizie tifeci immortale, u"u il
Ch’altro prezzo non ho, che il tuo patire. Ti detto morte ed al peccar l' ha volta.
La gran vergogna e ’l massimo dolore. Poi per la mia bontà, che mai non manca.
Che li diè quella corona pungente Discesi io terra e Decimi uom perfetto:
Del cor mi tolga i^ni voglia d'onore E la natura tua debile e stanca
E po'mi faccia umile o paziente: Fe’ forte in croce, in cosi crudo letto.
Li spuli e le guanciate e '1 gran rumore Col sangue mio sanando il tuo difetto:
lihc furon fatti al tuo capo innocente, Sempre largisco a te gli eccelsi doni
Gesù, nella mia mente sempre stimo. Ma tu insensata già non abbandoni
Acciò che'l gran veleno Quel vizio, che la grazia mia t'ha lolla.
Digitized by Google
, ,
16
Per sanar poi le tue mortai ferale Scnlol dire, e non vi penso.
Ti mando cosa avversa , ma to ceco Perchè la mente va per mal cammino.
Già non Rammendi, e vai con mente bieca Farmi dica il crocifisso ;
Di maie in pegipo nei peccalo involta. Come ti può’ tener, che tu non m’ami?
Sol per amor t' ho posta in questo stato, Se mi sguardi un poco fisso
Nel qaal ti veggio piò atto a far bene; Romperò del tuo cor tutti i serrami:
Con mille modi mi sono ingegnato, Sol per trarti de’ legami
Cbe fugga T viiio, che morto li tiene: Deirinfemal dolor volsi morire.
Oltre di questo più grazie serene Perchè possa fruire
T’bo concedute, perchè non ti danni; La gloria mia , com’ogni serafino.
Ma tu, ch'ba’male spesi i giorni c gli anni
Vivendo, mori in tenebre sepolta. XXVIII.
Deh Bgnarda un poco cl mondo traditore.
Che porge amaro e dolce ti promette; Del perdimento della grazia.
Vedi la morte che viene a
, tntl'ore (Cantati come — Giaroti , donna, per la fede mia).
E ’n vali saette ;
In croce steso e’ tira ciascun nervo: Quanto più spesso torni c grazia presti,
Com'assetato cervo Tanto più mostri tua hontà gialla.
17
Taa(o più senii ’l ben d'ugni >irlù. Iluando ’l sonno vinceva pur la guerra
L'alma cb'è vota del mondati diletto Che l'orazione all’occbio era molesta ,
Per amor del sno Dio, cb'è aomnio bene Gitlavo el corpo sulla nuda terra.
Tanto lume e dolceiia al cor le viene, Posando sovra un sasso la mia testa ;
Che sol d’amar Gesù è soo concottu. .Ma’l padre mio, com'ebbe intesa questa
D'amar sol lui si Iruova inebriala. Tutta l’anima mia foce invanire
Diletto, gaudio, lume ed allegrezza Cercando ornar el corpo in molli modi
Giubilo e canto sono c cibi suoi ; F. del divino amore isciolli e nodi
Dunque vola il tuo cor quanto tu puoi Mi delti al mondo con la meato vana.
Acciò che ripicn sia di tal dolcezza. AlaGesù Cristo mio dolce Signore,
,
Fu’ detta al mondo, e Gesù , dolce vita Con lacrime sospiri e gran lamenti
In ciel mi fa chiamar sua margarita Mi confessai di ciascun mio peccalo :
£ fatta m’ ha sua sposa alta e sovrana. Tutto il mio core in Cristo ebbi localo.
Villana fu' contr'al demon sottile Con Maddalena bagnando i suo' piedi
Contr'al mondo c la carne e vizj loro. E con dolor, pungenti come spiedi.
Ma di costumi e di sangue gentile Che il buon timor cosi fiorisce c grana.
Pietosa c liberal del mio tesoro. Cristo Gesù , l’amor mio crocifisso
Insin da puerizia in gran marloro Dipoi sempre portai nel cuor dipinto.
Tenni cl mio corpo in vigilie e digiuni, La notte e ’l giorno medttaodol fisso:
Con ciliccj pungenti come pruni Per la sua passino portavo cinto
Per conservar l'anima monda c sana. Un gran cerchio di ferro: cl corpo vinto
3
Digitized by Google
, ,,, , , , , , , ,
18
Del sacr'ofDcio e delle sante messe, Con molte sante vergine leggiadre
Cbe spesso lo intelletto stava assorto Più bella che non è la stella Diana.
Per la dolcezza, che gustavo (Tesse Dotala fu' da Dio di profezia
L’anima e ’l <»rpo in ({nella fruizione. Ancor gran segni morte mia della
Ch'ogni appetito era in oMivione Dimostrò Dio per mie virtù pure. le
D’ogni altro amore avendo mio cor voto. Che ’l tempo corre e la morte é toslana.
Subito ardevo come un serafino :
Io presi in collo un pover' come pazza Tutti gli onor fuggiva, come fiumi.
El qual pareva pien di gran dolori; Di virtù era specchio
Inaino allo spedai de' Fra’ Minori E come un vecchio visse in puerizia.
Sentivo spesso febbre con gran pene La carne e 'I senso in ogni dì damav.a
, , ,, , ,
19
E tre Ggliuole pensò far peccare Tu liberasti dal suo gran tormento :
E stara com’un cane in tal trislitia. Gl’ idoli suoi, ch’eran pih di dogenlo
Ma questa santa stella E mille quattrocento
Tre volle andò di notte a casa loro Di sua famiglia : ed egli col suo figlio
E per lui tanti segni Dio Tacca, E per r imperiai Roman potenzia.
Ch’ ancor non so ne sazia E comandò quel cane imperatore
E chi vuol grazia prenda sua amicizia. Che ad uno legno tu fossi legalo
“*tgitized by Coogle
, , . , ,
•Jl)
E dciramor delle cose terrene. Allor (le lieto, pien di canti o feste
Se vóti il cor di ciascnn piacer vano Chi per Dio pianse ogni mortai difetto.
Ripien sarai di Dio , cli'c sommo bene: Pace c riposo, giubilo o dolcezza.
Euggi del mondo le mortai catene Gloria ed onore e sempiterno riso.
E troverrai la pace nel tuo petto: Gli .Angeli c Santi e Dio, somma bellezza.
Spoglia li vizj e vesti le rirtute Gode el mio llgliuol buono in Paradiso :
E sottometti e sensi alla ragiono. Dunque seguila me con Dolo viso,
Se tu vuo'preslo aver grazie compiute. Che a lutti e ben del ciel se’ stalo eletto.
Tby Google
, ,, , , , , , ,
21
L.ukIo (li Santo Benedetto : come e sua R quel che parla per ulil ragione
Monaci si raccomandano a Lui e quello La veritù senz' alcuna malizia:
die esso risponde a loro. £ non ha fallo fraudo, o ver nequizia
cf>in« ^ O CrtKiA^xo • ch«! nel eie! ilìmoril.
.Al suo fratello con alcun difetto.
Ascolta, fìgliuol mio, li mia precetti Non consentendo a sua falsi argumenli
Kd inchina l'orecchio del tuo core :
Cacciandol fuor do cuori e delle menti
L'obedienzia sani i tua difetti. E rivelando el suo dir maladelto.
Rompendo el tuo Toler dentro c di forc; Perebù non vinca noi dell’esser vinto
In prima priega Dio con gran fcrrorc, Bisogna sempre stare in timor santo
Che adempì in te ogni buono concetto. E nel cor vostra aver sempre dipinto.
Destatidunque dal sonno mortale Che Dio del bene 6 cagion lutto quanto ;
Che ordisce in pena e poi lesse in diletto. E col profeta laudando direte ;
.Ancor ti dice Dio tuo dolce sire: Non voler dar , Signor la gloria a noi
Chi é queir uom, che vuol la sera sita: Ma dalla al nome tuo, che far lo puoi,
Guarda la lingua da ogni male dire Purché nostro servir li sia accetto.
Che la dolcezza del parlar di Dio? (Cantavi come e vaii$;eU in rima Jrlla Quaresima).
Succinti dunque per fedo vorrei
Che osservassi ri suo consiglio pio V ienne consolatore
Calziti ancor con l' alletto giallo. Spirito Santo ,
dolce eterno Dio
Adempiasi il vangelio io ogni dello : Purifica el cor mio
Se con la pace questo osserverete E fa ch'egli ardi del tuo santo amore.
Andando per la via della salute Vieni in me prima c purga la mia mente
Con vostra gloria Dio nel cel vedrete. Da tanta oscurità di colpe e vizj :
Chi pih, chi men secondo le virlulc: Discendi in me, come Signor potente :
Di caritò sien l' opere compiale. Mostrami miei difetti e tuoi gindizj.
Che fa l'nom grande nel divin conspctlo. Acciò ch'c gran snpplizj
Chi domandassi con David profeta l’ fugga pel tuo don del timor santo
Dicendo a Dio: Chi abita Signore E diventi nroii tanto,
Nel Taberiiacol tuo e chi quieta Ch'i' pianga l'crror mio con Inllo cl core.
L'anima sua nel tuo monte d'amore? Quando io ho pianto ogni mortai difetto
Risponderebbe con benigno core Vedendo l'alma mia come un leproso
Al servo suo questo parlar corretto: Quel don della pietà, ch'é si perrello
Digitized by Google
, , ,, ,
Conservami il tuo don della scienzia. Degna pregar per noi il tuo l'ìgliuolu,
Che con gran diligenzia Che liberati siam da pena c duolo.
lo viva senza offesa c senza errore. Per tulle quelle grazie ch'hai avute
Ma perch'io sono ancor debile e stanco Dal tuo Gesù, che nulla mai li iiiega.
Per la mia grande inrermitade antica Piacciati d'esaudir chi ben ti priega.
Usando le virtù io verrei manco. Noi siam ricorsi sotto il tuo aniiiianlo.
Se non m'aiuti portar la fatica ; Pregando le. Maria, che ci difenda,
Soccorrimi e nutrica Cbc '1 nostro gran nimico non ci offenda.
L'anima mia col don della fortezza El dolce nume tuo mitiga il pianto
Si eh' io vinca l'asprezza Di chi si 6da in te, benché sia al inondo
La carne, el mondo c 'I dimon traditore. E fai portare in pace ogni gran pondo.
Dato che col tuo aiuto io vinca forte. Devotamente adunque in questo canto
Non è perché dilOcilc non sia: Ti supplichiam che l'ira di Dio tempre.
Però ti priego che 'n sidura sorte In mudo tal, che noi li laudiani sempre.
Tu m'accompagni e parli per la via.
Vienne, dolce Maria, xxxvii.
Donami il don del tuo santo consiglio.
Al mio cor da di piglio. Lauda di San Francesco.
Che l'amor faccia dolce ogni amarore.
Pel tuo consiglio mostri con ingegno (
Castali ci>mc Chi icrre a Dio con |>urità dì enre }.
E sempre in te , mio bene. Acciò che io sempre sia per suo amore
Vada notando e mai non esche forc. Umil, devoto, paziente c pio.
Digitized by Google
, , , ,
ua
Digitized by Goog[e
, , , , , , ,
Come lucerna sopra al candelliero. l'fo gli uomini Dii, non per natura,
Cristo Gesù di me s’inflammù tanto. Participando Dio eterno bene;
Che morte patir tolse in su la croce. .àd ugni perfezion per me si vionc:
Versando io molli modi el sangue santo Col mio gran magistero
Tra dna ladron deriso ad alla tocc : Suave li farò quel, che è austero.
In se portando ogni pena feroce. Chi prende ammirazion di quel ch'i'dico
Con suo grande impropero. Nou sa che Dio è carità iulinita;
Per condor l'uom nello stalo primcro. E chi vuol esser suo perfetto amico
Non era snlBcenle al popol crudo Abbia sempre di me l’alma vestita;
Tener couBllo in croce Iddio Signore: lo quanto asceso ogni ordine di vita:
Non lancia o spada, non coltello o scodo. Ed ogni munislero
Non forti chiusi , ma solo cl mio amore: Si può dir sanza me essere un zero.
Questo si vidde quando aperse el core O mondo cicco, o povcr, pazzo e stollo.
Con acqua c sangue mero, Che non cerchi d’aver si gran tesoro!
Dando salute al mondo e refrigero. Per me è l'uomo da ogni colpa sciolto.
Ed anco ardendo di me, duicc Gamma, Per me si sale in ciel nel sommo curo,
Li santi sacramenti lassò in terra l'sun la carità, che mai uuu muro
Nella sua santa ecclesia, vostra mamma. E fo l'uom lesaurero
Ohe dan salute all'alma io ogni guerra: Dc’don di Dio e son buon cavalicro.
Drenlo color di pane e vin disserra Viva la carità per lutto '1 mondo
L’amor nel tuo pensiero. £ mora l'amor proprio ed ogni vizio:
Perchè tu arda come acceso cero. Tanto s'accenda el mio foco giocondo
Come ti puoi tener col tuo affetto. Cb'ognun di sè faccia a Dio sacriGzio :
Che non risponda a tanto grazie e doni? Se In gustassi el mio gran beniOzio,
Chiedi mercè di ciascun tuo difello, Cantando col salterò.
Priega col cor Gesù che ti perdoni
, ;
Diresti a Dio: miglior vesta non qurro.
Fuggi gl'iniqui e conversa co'buoni.
Pensa di Dio, che spero. XL.
Che contr'a'viij tu sarai severo.
I li farò paziente c benigno. Lauda della partita della Grazia.
Digitized by Google
, ., ,,
,
ss
Questo flagello postar noo poss'iOk • Presto la carne tua sar.à aepulla
Quanta sia la mia doglia E mai pib non potrai in del salire.
la puA intender uomo o nonio pmora, Da Cristo sentirai l'aspra seniende,
Non
Che d'ogni ben si spoglia Cbe li condannerà gib nell’ inferno ;
Che per sua colpa fuor d'iddìo si truora. Dentro ti morderà la consciensia
Ogni male in lui cova Perch’ bai ofléso Dio, Signore eterno;
Perchè perde ogni bene Privala d'ogni gaudio e ben superno
E sempre in pene sta ’l suo viver rio. L'nfizio Ino sarà tempra linguire.
Voi, che sentile Dìo dentro nel core. Ti darà pure e gran toimenli e gnai;
Fate a Lui santi frutti Vedrai la tua belleua al Inllo spenta,
Col caldo suo e ringraiiato amore; Nel fuoco stando senza usdme mai:
Pregalel con fervore, Con lacrime e suspir tu piangerai
Cbe mi mostri sua faccia El mal pensiere, el mal fare, el mal dire.
E satisfaccia al mio santo disio. Cbe li varranno e piacer sensuali
Disperar non mi deggio. -n-ù '•'>
i Le lui ricchezze el loo superbo onore?
Cristo Gesà , da poi che Unto m’ami : Piena li troverrai di molli mali
Chiaro conosco e veggi», th vMao'l 3 Maiadicendo gli anni . c mesi e l' ore :
Che ’n mille modi al dei m' ìotIII e chiami. Tanta sarà la pena del fuo core
Se In vuoi, eh' io li bramì Che tu morrai e non potrai morire.
in si erudel tormento, d
'
Fammi contento stare in qnest' oblio. Collo ana braccia aperte io su la croce :
Digitizod by Google
, , , , ,
•2S
Perchè non segni la via santa e pia, Ammirazione dell’ immensa carità
Perchè non ami o beo celestiali di Gesù Cristo.
Perchè non hai In contrision nel core
Perchè non piangi innanii passin l'ore? (CiDtMi come " Leffudn diva e pii coavieo prrtre|«
Piangi il tuo male stato e li tuo'vizj.
Piangi l’offese fatto a me tuo Dio, La croce tua, Gesù, mi fa stupire:
Piangi la croco mia e mic'snpplizj: Tu se’ '1 mio vero Dio
Piangi ,
che per te sparsi el sangue mio. E per me servo rio tu vuoi morire I
«
Non bisognava tanto esser deriso,
XLIII. Dal disccpol venduto
Per esser poi battolo io gran martire.
Della contrizione del peccatore. Non era necessaria la corona
Digitlmt
, , , ,
27
XIT.
ILVII.
Come el Croci6sso parla all' anima.
Salutazione della Croce.
(rantftù eomt — Morte e mmè, grntil aqaila altera).
Digitized by Goog[e
, ,, ,
28
(
OCHM • ebe CoUi onloi che ti fc). Ciascnn di puverlsde sia amatore.
Dimenticate li vostri parenli.
T'emcle Dio che è , giallo Signore Se son contrari all' eterna salute:
£ dato gloria a lui io ogni sialo: E se volete a Dio esser piacenti
Udite me ,
che soo vostro avrocalo, Cercate rnmiltà, somma virlute:
E per cunression siate mondato Che l' esser grato fa l’anima ardente :
Se russe necessario ,
e sempre Dio E che ognun venga soKo el vostro imperio
Abbiate innanzi agli occhi con desio Di Gesù Crislo, Dio, che in gloria sede
Che vi doni vittoria a tutte l'orc. Pregale Dio, che cbi lume non vede
Delle oCTese passate aver panca Per sua pietà riceva il vero lume.
Sempre si vuoi , perché non siate certi Che ciascun lassi il ho pravo eostnioe,
Se avetesatisfatto : e mai seenra SI che sla una gregge cd im pastore.
Non sarà l'alma pe’snoi propri merli : Usale a lutti quella carilade,
Però temete in questi gran diserti Che voi vorresti fossi fatta a voi:
Di non cader per debolezza in via. E d'ogni bene c d’ogni avversitade
Divotamente pregate Maria, Laudale Dio, che '1 merita da noi :
Che non cadiate nel mortale errore. E falle queste cose, dite poi:
Disciplinila (otti e vostri sensi Servi inalili siamo ed imperfeltì.
Sollomcticndo il corpo alla ragione: Per grazia c per amor da Dio eletti
Nella Legge di Dio ciascun ben pensi Al suo servigio, pien d'ogni dolzore.
Per esser canto in ogni tentazione.
La pazienza aia la difeniione xiix.
Contro Mie avversiladi, iagìoiòe e pene. Lauda di Santa Caterina da Siena.
Gesù, nostro Signor, ch’ò nostro bene Caotssi «ome — O lasse im t»pi«o svetttttrato
(
D igitiz
, , , , , ,
Da sua dottrina è sol di Paradiso, Con grande stadio bo cerco sua amicizia.
Che illumina ciascun che è ignorante Credendo aver riposo,
EI suo conforto muta el pianto in riso. Or mi Iruovo penoso in pianto e stento.
Ogni cor debii fa forte e costante: Ancor mi dolgo del dimon maligno
Chi per sua colpa da Cristo è diviso Pien di confusione
Col messo suo sarà tra l' alme sante : Che mi si mostra nel pensier benigno.
Conir’ a demonj eli' è coltello e scudo Con dolce tentazione :
E mitiga cl cor crudo, E poi mi lassa in molta passione.
Pregando sempre la bontà divina. Adempiuta sua voglia:
Non li maravigliar, che Gesii Cristo E pena, angoscia e doglia nel cor sento.
Lo dette ber del sangue del costalo. Più mi lamento delle mie passioni
Per lo qual dispreisando el mondo tristo Che d’alcun altra cosa
Solo el suo cor di Dio fu infiammato; Che avendo libertà l'anima mia
Ma contemplando Iddio ell'ebbe visto, Di viver virtuosa,
Che vuol che per lui’l prossimo sia amato: l' l'abbia falla serva, ch'era sposa
Però si delle poi con tanto aflello. Di Gesù tuo diletto
Con pena e con diletto El dolce amor perfetto è in me spento.
A sovvenire ogni anima meschina. E cibi mici son lacrimo e sospiri.
Leggi e rileggi In non trovcrrai Dolor, vergogna e pianto:
Già fa miU'anni una simile santa; L'anima mia è piena di martiri.
Di rarità s) risplendeuli rai Col cor piangendo canto:
Di sapienza c di dottrina tanta: I son ricorso sotto el tuo ammanto.
Marta e Maria insieme tu vedrai: Genitrice di Dio,
Ne’ libri suoi, che or la chiesa canta. D'ogni atto pravo e rio ora mi pento.
Ciascuna inferino cor Iruova salute Per tulli i gaudii tuoi e divin doni.
Per la sua gran virtute: Che sc'di grazia piena.
Or corri a’piò di questa alla regina. Dell priega il tuo figliuol, che mi perdoni
, , ,
30
Ogni mia colpa c pena Deh fa', che il diavol non li Iruovi ozioso.
R faccia Talma mia sana e serena Ma nel bene occupato.
Innanzi che io mora, Perocché l’ozio fa l’uomo vizioso
Che corre ’l tempo e l’ora come un ventai E cader nel peccato.
E spendi il tempo tuo lutto ordinalo
LI. Con discreto esercizio
Orazione di Nostra Donna. E con divolo offizio.
{C*nUM come — Pio» qtie |«tìi le reper preccieui ).
Laudando sempre Dio col cor giuRo.
Fuggi, se
puoi la mala compagnia
Poiché il tuo cor, Maria è grazioso Che è conU'a la salate:
E le tue orazion son sempre accese Non usare in quel loco o in quella via.
Dinanzi al vero Dio, che in te discese. Ove non è viriate.
Soccorri me , che non truovo riposo Se vuoi aver da Dio grazie compiute
La carne, cl mondo e’I dimon malizioso Rimuove la cagione
Mi fanno guerra con mortale offese : Di tua tentazione:
Degna pregar Gesù, tuo tìglio e sposo. Intendi bene e gusta il parlar mio.
Che le sue piaghe sien le mie difese Ancor si vince el mal con suo contrario
E tanto del suo amor mi sia cortese, Secondo la natura:
Che d’ogni male io sia vittorioso. Se se’avar, fatti limosinario
Per la carità pura :
Che tu non caggi in peccato mortale: Non aver questi rimedj in oblio.
Ma sia tuo difensore. Quando barai fatti ben questi rimedj
Egli è benigno padre c buon signore. E tu non sia caduto.
Se tu prlegbi con fedo, Con ogni umililà conosci e vedi
Di le harà mercede Quant’è il divino aiuto:
E porgeratti cl suo conforto pio. L'angel di Dio sempre teco è venato
Dlgitized by Coogle
, ,
31
]\laria, madre di Dio, priega per noi, Tu che , se' certo, eh' io non ho fallito,
Tu puoi dal tuo Ggliuol quel che tu ruoi. Trammi del cor questa mortai saetta
Per umillà del tuo perfetto core E se l' anima mia vuo’ far perfetta ,
Degna ascoltare e nostri amari pianti Sempre sia ringraziato el dolce Dio,
Consola cl nostro cor, che far lo puoi. Che m' ha tratto del core el gran disio
Vergine, genitrice, Gglia c sposa E fatto san d’ogni mortai ferita.
Di quel che contr' a me gih detto sia 0 dolce padre Giovanni Gualberlo,
Dammi 'I tuo refrigero. I’ vengo a le con lacrime e sospiri
Leva dal cor d' ognuno cl mal pensiero. Risgnarda le mie pene c mie’ martiri.
Digitized by Google
, , , ,, ,
32
l.a rame c’I mondo e’I demon mi fon guerra, E fia l' anima mia fervente sposa
Debile e ’ofermo >on da’ vixj infranto, Di le padre e Signore.
Ma bene spero nella tua viriate.
IViega per me Gesù , cho 'I cel disserra LIX.
So non soccorri col Ino braccio forte. Se mai la tua virlìi vince la guerra
Sottomettendo el senso alla ragione
LVII. Tu sentirai venir di celo in terra
Nel tuo cor pace e gran consolazione.
Orazione a Beala Verdiana. E libero sarai da mollo peno.
(Cantali come — Se libertà ma'rìarndì, amore). Gustando in questa vita el sommo bene.
L’amor del senso da diletto in prima
Abbi pietà, beala, Verdiana, E poi lascia nel cor dolore e pianto.
Di chi ricorre a le con umil core Ma quando la ragion è in su la cima
E per me priega Gesù, dolce amore. Vedi gran lume e senti gaudio santo;
La carità che in questa sita avesti Poi cresce el desiderio in gran diletto
Non à minor per esser ila in celo, Perchè tu vai allo stalo perfetto.
.Ma più pcrfclla per sedere Dio. Quanto piu usi la virtù reale.
Tu vedi e vizj mici tanto molesti Tanto più sentì giubilo e splendore.
Conica r anima mia. che mortai velo Se vuoi godere el regno supernale
Ilan posto innanzi allo ’nlcllello mio. Ed ater pace sempre. nel tuo core.
Però supplico a le quanto poss' io, Fuggi li vizi! e vivi giusto e pio ;
Cbe mi soccorra in questi mia lamenti. E temi ed ama sopra tulio Iddio.
Po' cbe nel mondo pascesti i serpenti.
LX.
LVIIl.
(Coatosi come Pumnl U morte , 4ok« Sifrnnr mk>.) ( Contali come — Ora p'itlar omè ftoato ben* io?.
Risguarda questo core: Che per cantar tua laude a te vengb' io.
Ardimi '1 cor col tuo spirilo santo. El primo gaudio che l'ha dato Iddio
Acciò clic spento sia l’amor del senso: È, che t’ha posta sopra a tulli i Santi
E tutto acceso del tuo amore immenso Con balli , suoni e canti
Sempre di carità porli I’ ammanto. Più gloriosa eh’ altra creatura:
Ed arda per tuo amore. E ’l seoond’è: come la luce pura
Deh fa che io ami te sopra ogni cosa Del sol riscalda ed illumina ’l mondo:
E 'I prossimo per te d'amor perfetto : Cosi nel cel giocondo
Non li partir da me, Gesù diletto, La tua chiarezza illustra il paradiso.
Digitized by Coogle
, , , , ,, ,, ,, ,, ,
33
Rimunerar ciascun tuo fedel servo, Nè tu mi lasci entrar dentro al tuo petto.
Qui nel mondo protervo Sostenni tal tempesta
E poi in del, come ti pare e piace. Per la superbia tua con molli guai
È’I sesto ,
che di Dio tu se' capace Ma tu cercando vai
Più ch'altra pura creatura e vedi Dignità ed onore ;
Ogni cosa creata, eccetto el figlio. E vedi el tuo Signor tanto abbassato!
El setlim’ è , che aanza alcun periglia Sopr' al monte Calvaro
Questi tuo' gaudii con sna gran dolcezia La veste con la carne era appiccata
Haran sempre fermezza Tua avarizia avaro ,
E certa se' che non baranno fine: Punì', allor, quando mi fu spogliala :
Come Gesù Cristo dimostra al peccatore (CantuI come — SloB «ni plctir. nu dolce joyel-
che fosse crocifisso per salii^re ]\essan piacere ho senza te, Gesù ,
‘itized by Google
,, ,,, , ,, ,, , , , , ,,\ ,
Piango col core c miei coslumi rei Prega 'I tuo sposo , o rifulgente stella
E senza le piacer non posso a te : Che non risgnardi el baio pravo costume
Degna lenire ad abitare in me Ha si nel lume suo i’ reggia lume
E fa cb' io t'ami quanto più potrei. Ch'i’vinca’l mondo ed ogni sua procella.
El mondo e 'I senso e ’l mio nimico rio
LXIII. M’oOendon forte e spesso cado in terra :
DcII'olTerta dc'Santi Magi. Acciò ch'io serva a lui col cor giullo.
(C«Dta(i come )« «lanze detto pas»ii>o«].
/' LXV.
Onerile tre doni al dolce Dio,
Siccom e santi magi con gran fede :
Orazione a Gesù.
Oro incenso c mirra col cor pio
,
[CaoUvi come — Vie *&eh blidcr daeti}.
E trnverrcte Dio picn di merzede :
Che dalla fede e speranza procede : Libera l'alma mia da ogni errore.
Donale dunque a Dio oro perfetto Tu so’Ggliuol di Dio onnipotente
Amando lui con tutto '1 vostro affetto. Fammi constante, forte e paziente
Lo 'ncenso ò l'orazion , che in alto vola ,
Cb' i' vinca il mondo e ’l demon traditore.
Quando deriva dal divoto core ; Deh’ vien ,
Gesù amore
Perocché poco giova la parola Ed abita per grazia nel mio core ;
S'ella non nasce dal divino amore : llinmina el mio occhio della mente.
Fate che l'orazion non vada sola Acciò eh ’i t'ami d'uno amor fervente.
L'umiltà sia con lei a tulle l'ore Laudando sempre te , sommo Signore.
Se volete che Dio lo 'ncenso odori 0 fior d'ogni bel fiore
£ il core insieme con la bocca adori. Chi vive senza te vivendo more ;
La mirra amara è la meditazione Deb fa eh’ Priva teeo etemalmente
Dell'aspra morte c gran croce di Cristo. Rendendo grazie a te , laude ed onore.
Chi ben contempla la sua passione
Castiga ’l corpo e spegno l'amor tristo ; ixvi.
Questa conserva io gran perfezione
L'anima vostra c fa del cielo acquisto : Della peccatrice penitente.
Pensate ben di Gesù le gran pene
E goderete poi Pelcrno bene. Cantasi c<nB« —
Non so perché si sia —
( Signore, a questa rotta-
/
LXIV. Morta A l’anima mia
Per mia voglia stolta :
la
Orazione a Santa Margherita. O Gesù, ascolta questa gran pazzia.
Col sangue tuo risuscitasti l’alma
(CaoUsi come — ^ntil madoooa nmi mi abboDdonare).
Nel battesimo santo.
Ma io gitiai per terra ogni tua palma.
V ergine bella, non mi abbandonare, Perdendo il tuo ammanto
O mia avvocata, Santa Margherita, Ora mi truovo in pianto
Tu sc'colci , clic reggi la mia vita: Senza te , dolze vita
Degna'por me Gesù Cristo pregar Ceca e smarrita fuor della tua via.
«1 by Coogle
, ,,
, , ,, , ,
35
Oimè Signore mio , eh’ i’ ti lassai UVIIl.
Pel piacer scnsnalc :
Fa ch’ogni vizio abbia io oblio Col sangue tuo la mia colpa levasti
Ama ciascun benché sia rio: Perch’ io fruissi te, mio sommo bene :
Con gran fervore accenditi: Ch’i viva a tolte l’orc io saula pace:
Ecco Gesù, che t'ama si. Fammi forte e sagace
Ch’adempie tutto ’l tuo desio. Contr’al mondo, la carne c ’l dimon rio.
, , , , ,,, ,, , ,
36
Che sta in pena, in dolore ed in languire. Tu sai che la tua sposa a le si diede:
Monda l’anima mia con la Ina graxia Dolce signore e padre.
Da poi ebe m’hal sposata Per amor di tua madre
Fa che d'amarli non mi reggia suia Fammi con gaudio andar per la tua via.
Di carità iniìnita :
Infondi nella mente mia el tuo lume
Se tu permetti che io sia tentala E la tua santa luce
Per mìa maggior corona Acciò cb’i’ lasci ogni mio mal costume.
La tua forlezxa dona al mio patire. Che al vizio mi conduce:
A tc sia laude, onor, gloria e virtnte, Se la tua grazia dentro in me riluce.
Gesù somma bellena
,
: Spero esser fervente.
Tu se’ mìa vita ed eterna salute. Umile e paziente.
Tu se’ mia gran dolcezza, Rendendo laude a te tutta giuba.
Discendi presto dalla tua altezza
Nella mia bedda mente,
Acciò eh’ io sia fervente a obbedire. ixxi.
Diqiiized nTTPjk'
, , , , ,, , , ,
37
( Cantati come — Tenpoti n nredere tirimn mi* )• Cercando fare ogni escrcìsio vile.
Divenne umiU e pio dentro e di fore.
cogoli a visiiarc, anima mia, Ogni cagion di mal sempre fuggendo,
E vengoli a picchiar l'ascio del core : Cercava Inoghi e compagni devoti,
l’son tua vita verità e via, Tutta la vita sua in Dio tenendo,
r son Gesù tno dolse e buon Signore: Li suoi pensierdal mondo gian remoti;
Apri ’l Ino core al re delle viriate Cosi, gli alli carnali a lui non noti
Aprimi 'I cor, ch’io ti vo dar salate: Vergine visse d’ogni virth fore.
Se tu mi Usci entrar dentro al tuo petto Per poter meglio al sommo Dio servire
Tu scniira’dolcczze e gran diletto. Monaco fa dell’ordìn di Cestello:
Chi non ascolta la mia voce è sordo, Poco cibo prendea, poco dormire
Chi non risgaarda mie bellezte i etneo. Volse per più domar sno corpo beilo.
Se non m’intendi se’ne’vicj lordo. Tanta grande umiltà regnava in quello.
Se non mi fasti non hai pace meco : Che gli occhi in terra teneva a tuli' ore.
Ascolta i tao signor, che ti vuoi bene Chi potrebbe narrar la gran virtnde
Ascolta me , che ti vo’tor le pene: Del contemplare in ecceaso di mente :
Lasciami entrare in te colli miei doni Seguite el padre con un lieto viso
Che sono dolse canti ,
balli e snoni. E con nn cor tutto pien di fervore.
•d by Google
, , , , , , , , ,, , ,
38
Digitized by Google
, , , , , , , , , ,,, , , ,
39
Cantasi come ~
Qoal i si doro core \ Voluto hai seguitare
( cbe Gesb ooo vuol se^ire. / Ogni cosa mondana
Colla tua mente vana
Quant’è dolce l'amore E sempre al mondo tu bai compiaciuto.
Di chi ama Gesù, senza fallire, Tu non pensi al morire
EI quale è sommo Sire, Ha viver sempre speri in giovinezza ;
Che da letizia ,
giubilo e splendore. Converràti partire
Se l’amor del buon padre e del Sgliuolo E lasciare ogni pompa e gentilezza ;
^CanUii come — Più bel viio cbe ’l mIc^ IN essano io gioventù ponga ’l disio,
Cbe presto manca quel tempo ginlio.
P iango el tempo perduto Nessun ponga speranza in gioveotute
Vorrc’ lo racquislare Che non si può sperare
Non posso altro pensare Nel tempestoso mondo ,
pien d’alTaoni
E di dolore i’n’aggio ’l cor ferulo. Però si vuole adoperar virlulc
Digitized by Google
, , , , , , , , , , ,
iO
Che a buon' otta ebbe el mondo in oblio. E giustizianon s’ode o sente o vede.
Rifiutò il mondo ed ogni tot deliiia Dinanzi a Dio lei chiede merzede
Sotto il suo piccol ammanto Chi di te tale amor nel cor non sente
Collo Spirilo Santo e con gran festa. Ben si può dir di marmo cor sia vero.
Digitized by Google
, ,, , ,,
41
Ricorro a te Gesù , footo «li grazia £ mai non giudicare el tuo prelato :
A te ricom sotto el tuo ammanto Se tu vuoi aver pace nel tuo petto
Che la tua orazloo sia mia difesa. Pensa ogni cosa per lo tuo migliore.
Col core invoco tua carità accesa. So In vuoi castità dentro e di fuori
Che preghi Dio, che spenga el mio difetto. Su^ioga talli i sensi alla ragione:
Per mia fragilit.à mi truovo in terra El mal pensier nel tuo cor non dimori:
E son percosso da'nimici mici: (guerra, Pensa di Cristo la sna passione :
Ancor supplico tc per luUc Palme Guarda che nel tuo cor non sia malizia :
nella Religione.
Come novizio sta’ncl monislero,
—O E vivcr.ii col mio santo timore.
(Caotasi come glorio» Vergine Maria).
Psalmeggia spesso e tieni 'I cor divolo
jV.niina mia , se vuoi pace nel core G sentirai la meato in elei salire:
Osserva voti tua per mio amore. Ogni tuo atto sia al padro nolo.
Tu promcltesli santa obedienzìa; Se diabolici inganni vnoi fuggire;
Non disputar quel che l'ù comandato: Chi pensa bene ogni di del morire
Tien netta e monda la tua conscienzia Rode c consuma ogni vizioso umore.
6
Digitized by Google
, , , ,, , ,, ,
42
Chi mole avere in proprio alcnna cosa (guanto diletto e gaudio avesti allora ,
Non cerca (Taver me, nè ’l mio tesoro: Vedendo el tuo maestro glorioso ;
La santa povertà , cb’è virtuosa, Benché non fusse con lunga dimora
Non pone amore a roba , argento cd oro: El suo splendore a te non fu nascoso ;
Amando me più che padre e Signore. Contra ’l mondo , la carne e ’l dimoo rio :
Se ti sjiogli per me di tutto el mondo, Dipoi morendo pel tuo Gesù pio
Io li vesto di me c de mic'doni Volasti io celo all’immensa ricchezza.
R star ti Io col cor lieto e giocondo Tu fusti il primo Apostol che salisse
Più che non fanno i dolci canti e suoni : A Gesù Cristo neiretema gloria
50 tu vuoi, cho io mai non ti abbandoni, E che la sua divinità fruisse
Abbi speranza in me a tutto l’ore. Con magna laude della tua memoria.
Se vuoi avere el mio amor giullo, Noi siamo in questa vita transitoria
Cotnbafti virilmente in questa vita Tra molle pene , fatiche ed affanni :
Contra la carne , el mondo e '1 demon rio Deb prega Dio, cho consumando gli anni
Però che la mia grazia è teco unita ; Serviamo a Ini con paco ed allegrezza.
In brieve tempo la gloria ioQoita LXXXV.
dona a chi è buon comballilorc.
51
(CaDUti come — Chi terve a Dio eoa pariti di core).
Ricorri spesso all’orazion mentale ,
La quale è medicina a tulli mali: i 0 santo Antonio, dolce confessore,
Per lei si sale al divin tribunale. Priega per noi Dio ,
eterno amore.
Per lei s'acquista el don celestiale: Tu se’dipinto co' la Bamma in mano
R guarda ,
che gli amici tuoi sien tali Per la Ina carità grande e fervente:
Che non ti faccio perdere el fervore. Chi d'ogni infermità vote esser sano
Ancor se tu vuoi esser più fervente Ricorra a le col core e colla mente
Di’ ugni giorno a me con sapienza ; E pe'tuoi merli Dio onnipotente
Di nuovo ti prometto fedelmente Lo sanerà ,
se Ga el suo migliore.
Povertà , castità , ubidienza : Chi vuol trovar le sue cose perdute
R sentirai in te per mia clemenza A le con umiltà no faccia voto :
- Digitized by Gnogle
, , , ,
E col suo sangue siam ricomperale E per sempre fruire cl sommo bene.
, , ,,
*k
Alzando gli occhi alle stelle serene, L'aiuto suo, quando la morte scocca
Tu dispregiasti ogni mondano amore. El suo balestro , ma con la mia bocca
Di Siria tu venisti inaino a Roma E col cor laudi Gesù Salvatore.
Per un prefetto di Trajan crudele,
E quivi ti fu posta la gran soma
xci.
Del tuo martirio, amaro pih che Tele,
Ma tu, che fusti al tuo Gesb fedele,
Como, l'Angelo di Dio contorta le monache
Non temevi patire a tutte Tore.
alle opere di professione.
Desiderando per Gesù morire,
E gran tormenti t' erano in disio: (Cantasi eone te ftaue della pawiooe}.
Tu invocavi forte il lor furore. Voi sole elette spose per amore
Vdendo do'lioni il gran rugito Di Gesù Cristo, eh' è somma bonlate:
Tu dicesti; di Cristo son fmmento Però conviene a voi con tutto 'I core
E da' lor denti s'io sarò contrito Adempier sempre la sua voinntate,
Di questa mortai vita sarò spento : Seguitando lo sposo in croce morto.
Ch' io r ho descritto dentro nel mio core. La pena è breve e la gloria è immensa :
L’anima tua vittoriosamente Chi per Dio pale di gloria poi pensa.
Passò di questa vita in tal martoro : Chi più da Dio riceve è più richiesto:
Li tua tormentatori prestamente Lo stato vostro è la perfezione :
Volson veder del tuo core el tesoro : Non vi sia el patir per Dio molesto,
E scritto v’era con lettere d'oro, Se voi volete in ciel giubilazione:
La tna vita eccellente el cor mi tocca. Pregate Dio , che doni i suoi tesori
Prega Gesù che non mi venga meno A voi e a tutti gli altri peccatori.
'
DigiTizetTBy Coogle
, , , , , , ,
LAVDE
Falle c composle da più persone spiriluali a onore dello onnipotente Iddio
c della Santa Maria c dì molli altri Santi e Sanie ,
raccolte
ed insieme ridotte da Iacopo di Maestro Luigi de'Morsi
cittadino Fiorentino.
Ch' 6 ombra e fumo c più van eh’una canna Piacer cercate avere
E senza amaro non dolcezza alcuna. Lasciale il Mondo con ano’ falsi inganni.
Veloce corso c volge più che luna Che in lui non è piacere;
Falsa speranza quanto l'uomo affanna ! Aprite gli occhi e piacciavi vedete
Del mondo chi più prende, più si danna. Gesù fonte di vita.
Nè d’ esso aIGn porla cosa nessuna. Che si dolce v’ invita.
Che chi ne gnsla non setisce più. Solo '1 Ino gusto puù morlar la sete
O voi, che siete affalicali e stanchi D’ originai veleno:
Sotto 'I peso carnale, Tu se' la porla ,
d’onde ci conviene
Correte, innanzi che 'I tempo vi manchi Entrare al sommo amore:
A quel fonte eternale : Per umiltà dì core
Gesù, Signor cortese c liberale, Chi ’n le s'abbassa ognor salisce più
Digr'’^d bv Google
, , , , ,
46
Digitized by Goog[e
, , , , , ,, ,
48
Paraclilo amoroso.
Quando t'harò io, quando. 0 Gesù dolce, o infinito amore,
Amor mio dilellosof IneslimabiI dono I
Digitized by Google
, , , ,
49
Piea di peccati e pica d’ogoi sonore. Chiamami spesso e non mi star lontano,
Quanto più i’Ii oScndo e tu più sei Che forse qualche volta
Cortese a perdonare : La pecorella stolta
Tanti grafi peccali ed error miei Fuggirà T lupo e seguirà '1 pastore.
>oo li posson turbare,
Anzi mi fien si dolce a lusingare
Che par, che m'abbi offeso. XCIX.
O amore non inteso
Di che til cosa se' fatto amatore ! Di Feo Beicari 96.
Non basta cb'una volta tu portasti
SI viimorte per me: Laudate Dio, laudate Dio,
E' non ti par che '1 sangue sparso basti Col cor lieto e giulio.
A Irar l'anima a te Su, anime leggiadre.
Cbe mille volle mi mandi ogni di Vestitevid’amore.
Tanti doni e si spessi, Rendete al sommo Padre
Cbe col minimo d'essi Laude, gloria ed onore:
Arder faresti ogni agghiaccialo cuore. Ringraziate il Signore
S' i'non ti conoscessi all'allre cose Con ogni buon disio: Landate Dio.
SI largo 0 liberale, Egli è quel sommo bene.
Tcrederei ch'e’tuo'doni a le f(»w Che v’ha lotti creali.
Digitized by Google
, ,, , ,
SII
c. n.
Acciò ch'io salva sia. Daralti il bacio suo, pien d'ogni snavità.
L'arra di vita eterna la mente gusterà:
/ Cfitntaii come L’amore a me reoenvlo » Donna
\ qanti Umenti. Giubila, canto o festa il tuo cor sentirà
Digitized by Google
, 1
51
Cantando amore ,
amore, amor somma Ancor supplico te, Tcrbo incarnalo.
I boDlà : Cristo Gesù, Iddio ed uom perfetto:
Va dancbe per la atrada, che Dio mostrato Td se' del padre splendore increato.
l'ba. Genito se’ per modo d'inlellcito.
Laudando un solo Dio in somma trinità. Verità eterna, agnello immaculalo.
Che col Ino sangue lievi ogni difetto:
. CanU»i come ~ Giù per la villa laiipa la bella.
1 se oe va — La ma'toniiS dal santu, trovò Per quelPardenlc amor, che incrocc ave.sti.
J
^ il fl^ittol naia. '
Fa’ che del tuo Toler sempre m’investi.
' 0
•
f * Maria dolce , o fonte di pleiade.
Scala del cielo e porla di salate.
'
CIIL . ' i: In le si veste Dio d’umanilade.
'
Onde se'picna di grazie e viriate:
Di Feo Bclcari. 100. Degna conlinovar Ina caritade
t Per le tue sette allegrezze compiute.
E priega il tuo figliuol, che sempre l'ami
IMio ben, mio amor, mia mio disio.
gioia e Con tutto il cor, lo cerchi, lengbi e brami.
Sci tn, Gesù ,
letizia del mio eòre: 0 Spirili beali, alti e giocondi.
Cantando Tengo a te, dolce mio Dio. Angeli belli, intelligenze pure,
Laudato sia tu sempre a latte l'ore, 0 santi e sante d'ogni colpa mondi,
Padre , frate! , signore e sposo mio. i . Voi , che vedete Dio ganza figuro ,
Tu se' mio padre perchè mi creasti, Pregalo Lui, che questo don m'infondi.
Tu se fratel perché se’ uom perfetto, '
Che per sno amore ami le creature
Tu se signor, ebe mi ricomperasti. E ch’io sic paziente, umile c pio.
Tu se’mio sposo, che mi dai diletto. Laudando sempre Lui col cor giolìo. '
**
. f 'b 1 Lresb, dolcezza mia, • • < :
Tuse’il mìo Dio, nel quale io credo e spero: Canto la notte c dia.
i. •
.. >
r priego te, mio dolce e gran Signore, Innanzi che io fossi tu m'amasti •-
Che mi perdoni e tragga d'ogni errore. D'amor lutto giulk), ' ' .
Digitized by Google
, , .
52
E' fu Gesù ,
si fu e’ fu per te confitto. Che da lo Spirito Santo,
E t'ha per sua sposa 11 qual tien l’aBima lieta.
Digitized by Google
, , , ,
(Canuti come — AQe MhìaTfl alle ichiaroM}. Giubilo con gran dolcezza
Il cor sente contemplando.
CIX. Se tu ori Iddio amando
Di Feo Beicari, 106. Dio mai non t’abbandona.
Caotati come ~ LVrba buona i tempre buona.
L orazione è sempre buona ( — Porri vaeehl, rami voceki.
Se la caritè la sprona.
L’orazion debb’esser fatta ex.
Con grand’umiltà e fede:
Dall’amor di Dio sie tralU, Di HaeMr’Anlonio di Guida, 1.
54
Pel tuo bel figlio Che quando Gesù dolce l'alma spira
Inleodi mie parole. Farebbe un cor di ghiaccio riscaldare.
Vergine, Irono dello Spirto Santo Dove l'umano ingegno guarda e gira,
Musica al divin coro, Vede il caduco ben presto mancare ;
Ave, che d’Era n’ ha levato ’l pianto Però li lascio, mondo Talso c rio,
Ed ogni altro martoro E vuomi dare eternalmentc a Dio.
Vergin, tu se' ’l tesoro , Non vuol Gesù alcun d’amor vestire
In cui la pace è posta, Se dell'amor del mondo non sì spoglia;
E chi s’accosta a te mai non ai duole. E chi vuol vita gli convien fuggire
Madre pietosa a' mia pianti t’inchina, D’ogni vano appetito e mortai voglia.
Per qucll’angioi che venne Vomi per sempre con Gesù unire
Con dulie nunzio, onde tu se' regina E spogliarmi del mondo pien di doglia,
Fatta del cici solenne. E netto e puro andar con gran fervore
Fammi trovar le penne A rivestirmi del divino amore. '
Del del, che mai fu pine, Col tuo aiuto immenso i' ho lascialo ;
E pel gaudio, el qual fue £ fatto i ho con lui mollo cordoglio,
Nc'paslor'vjgilanti Pcrch'aliri che Gesù amar non voglio.
Pon’ fine a' pianti e le mie colpe Iole. Quanto più t’amo. Iddio, più l’amor cresce
Madre benigna e d'ogni grazia piena E senlomi cibar di gran dolcezza ,
Io non posso più teco, mondo, stare. Lasciamili trovare, o dolze Idio.
,, , , , , , ,
55
Non dar del serro luo '1 pricgo io oblio, Salvarsi : e vanno al regno dei dannati.
Ma trammi presto di si gran tormenti Quanti n'ba gii condotti all'aspra morte
Che venir possa alle beate genti Sol la speranza della lunga vita,
A possedere il beo santo e giullo. E giunti son dalle brevi ore corte !
(Cantasi come ^ Cbiamo meni» o care Signor mìo). Ben è cieco chi tien l'alma smarrita
Nel mondo e ’n quello ha posto ogni suo
cxni. affelto
(
A Noe che usci fuor della tua gregge Ma prestamente pon tutto ’l disio
Misericordia al suo fallir mandasti: Al nostro eterno Dio, pien di clemenza:
Come a David il suo commesso errore. Il van piacer del mondo da' in oblio.
Cosi perdona a me magno
,
Signore. eom« — Are tempio di Dìo )
Cantai! enin« — Se mai la tua virtfi, e come \ El van piacere, il quale amare i' soglio
( gli btrambott) o vero rispetti. / Fuggir lo voglio, c del mondo mi spoglio.
cxvi.
exiv.
Di Francesco d'Albizo 6.
Di Francesco d’Albizo 4.
56
Nel mio cor sealo angeliciie faTille Che mi h tanto andar Gesù chiamando :
Che par che quel fervor nel del mi tiri : Fammi nel cielo eletto.
Ogni cosa martiri Che tutto il mio diletto
Mi par, per gran diletto E’ sol poter trovar ove tu sia
Che nel mio petto ognora mandi tu. E teco stare elernalmenle unito.
Di tanto gran ferror m'ardi e consumi. A tutto r ore i son Gesù ferito
, ,
CVIX.
CITO.
Di Francesco d’ Albico 9.
Di Francesco d’ Albico 7.
'Putto per noi si delle il sommo Dio
Po’ eh’ i t’ebbi nel core, Nelle man de' Giudei,
Gesù clemente e pio, PerDdi iniqui e rei.
cxx.
cxvm.
Di Francesco d’Albizo 10.
Di Francesco d’Alblzo 8
0 speranza del mio core.
Sacra virgo, alla Maria,
don gran fervor, Gesù, ti vo cercando. Solo ’l tuo perfetto amore
Perchè m'accenda il core È conforto all’alma mia;
Di quel divino amore Fa’ che il tuo suggello sia
Digilized by Google
,, , , , , , ,
57
l' rifiuto gemme e oro Che falla I’ ha qnaot’ esser può’ beata.
Di fin tesoro. Maria, quando Assnnzion nel del facesti
Che ’l cor arde, strugge e fende, Desti a Tommaso quel divin tesoro
E d’ un raxzo poi s* accende Della bella cintura , che portasti
Di splendor de’ santi lumi. E poi le sante gerarchie passasti
Par che tutto mi consumi : Con tutta la miliiia accompagnata.
D’ esser teco mi diroro, Maria ,
quando giungesti al sommo trono,
Dirin tesoro. Dov’è tanto splendore.
Dato ti fu l’anel santo, per dono
(Caolftii come — O rc^M dtl mio core). In quel divino ardore
Dallo Spirito santo, eterno amore.
E poi ’l figliuol di Dio , bontà perfetta.
exxi. Disse ; Vico, cara sposa mia diletta.
Nel mio eccelso trono l’ ho esaltala.
Maria, quando tu fosti al Padre ginnia.
Di Francesco d’ Albico 11. Di gemme preziose
Area corona , e quando t’ ebbe assunta
In testa a lo la pose
Ogni piacere i" ho amando le : E fra le stelle io ciel pih luminose
Si gran diletto sento drenlo al core Se’ con l’eterna Majestà di Dio :
Ch’ egli arde di dolcezza a tulle l’orc. Priegai, che mandi a me si buon disio.
Maria ,
di grazia piena e di mercè. Che l’alma mia alGo non sia dannala.
8
Dighizecl by Coogle
, , f
, , , , , , , .
ss
Va il peccatore , che amilimeoto, QomU dette Lftttda he modo proprio firth» p«r\
Priega con orazìoo dirotamente ( Ser Fkciue prete* J
L’ alta regina, Veigine Maria,
CXXV.
Che sempre in aiolo gli aia.
Chi Tolentier ricorre a qoella ,
Di Francesco d’ Aibizo IS.
Viva fontana di speranza,
Harà contr’ al dimoo tanta possanza. Pel di d’ Ognissanti.
Che terrd 1’ alma bella
Più che una lampeggiante stella. 0 gloriosi in cielo
Chi cavaliere di Gesù vuole Angioli e santi
Essere in questa mortai vita Con divozion v’mvoco tntti qnanli.
Sie sempre con Maria con 1' alma onila. O santi Patriarchi pian d* ardore,
Che ogni ria sententia Iole Che con la Cede il mondo alluminasti
E fa vedere il divin sole. 0 profeti divio, pieo di splendore,
E di languire i’ moro :
O innocenti e non per vostri mali
Perchè li vai da me cosi liiggoodo. Spargesti il sangue cou tanta letizia.
O caro mio tesoro Intercedete grazie al sommo Dio,
ST ho oSeso nel
t’ terrestre coro Che ci difenda dairinfemo rio,
l'ti cbieggio perdoo , tu sai , eh’ io sono Caoteti coma — Voi <ìtm tre pellepiei — e come'
Di frsgil carne umana, Gesù pio. ( I >eaaiiMi lo campo » • «orna (li «trambotti. ^
Che ta di Ginvàeebta fadde sposa , Da gloria eterna, e apegne ogni atto rilc
Con purità sterìlo stette tMilo. A chi sta in otaxioa col core umile.
Per quello ebbe Huben lor proibito E fa gustar dilello e gran doleetu :
EI (empio , e Gioracchino andò ad orare Chi ora é in terra, abita sempre in cielo :
E disse, che di lor dosea incamuv Chi Ara con fervore e buon disio
Maria, rerflne, pura, sanis e bella : Tatto per grazia si transfonna in Dio.
E’ eh’ ci mondo sarebbe poi per qnella Però tutti e cattolici e divoli
Liber dall’aspro, crudo e inCernal piante. Sprezzino il mondo e diensi aU’orazione
O felice Anna^ » corpo giorteao, E fuggiranno e tempestosi moli
Vaso, che tenne in se tanto tesoro; Liberi Sen dalle perturbazione:
Tre Marie partoristi con riposo, Orale e contemplato Iddio etereo
Sei apostoli poi nacquon di loro: E Uberi sarete dall’ inferno
E qnel rero dirino, el qnale adoro, (CanUai come ^ S« nii la tu Tirtìi aiace U fuem!*
Dalla tua stirpe generosa nacque
Gesù, siccome al Padre Eterno piacque
Di Maria, vaso di Spirito santo. CXXVIU.
O Anna santa, in ciel lume beato ,
eo
Di Gesù gloriBealo. Della resurrezion del Salvatore
CiascbedoD Tadori e laidi Ch'avevi già vedalo e tocco il vero;
Coo gli spini pronti e caldi Ed un fratei del re resuscitasti,
Cibi vuol aver da Dio - grazia e mercede Allor molti miracoli mostrasti :
Ricorra a San Tommaso -con gran fede. Virgin volesti 'I corpo preservare :
Tu fusti leslimouio con gran zelo Avesti tanta fede e pronto zelo,
Della resurrezion di Maria pura : Cbe slavi in terra ed abiUvi in cielo.
Quando con gloria Assunta fu nel Cielo Dolci li fur le pietre del torrente,
Si scinse e donò a le la cintura. Tanl'eri nella fé fermo e costante ;
.j.gitized by Google
, ,, ,, , , , , ,
61
Dtr)in7T% by Google
,, , , ,, ,, ,
63
È credere in Gesù e quello amare. In qnel martir |Mriegara Dio per loro :
{CaaUsi con* ^ O Gmì Mee, • <DHito more). Allor (aceriì penitenzia tanta
Negli ombrosi diserti, pien di pruni,
Con oraiion ,
discipline e digiuni.
Amime, che salute arer rolete. Pien dì lacciuoG '1 mondo In vedesti
Fe roto mai di nulla esser cibato, E poi rendesti pura l'alnm a Dìo
Se prima noi redea resuscitalo. Con lieto core e con santo disio.
Digitizetì by Aji;
, , , , , , ,
63
Ed ancor San Dionigi Ariopagila
CXXXTII. Sant’Anna e Reparata , difensori
Di questa nostra alma citU gradita
Oi Franeeseo d'Altàio 27. E San Zanobi , e ciascun tatti onori,
E Onalmente tatti gli altri santi
0 Vergiae Maria, piena di graxia, Ognnn gli laudi con letizia e canti :
Rimori i cor, ebe russino ostinati Cbe Libia liberò dal gran serpente.
Nel pessimo roler di qaesta goerra : Col segno della croce armato an^sii
1 peccator ti sien
raccomandati Centra qnci Oero drago maledetto
Fa mandar pace a noi di cielo in terra E la Ogiia del Re tu liberasti.
Cbe per Ino’ priegbi pace avuto abbiamo. Gl’ ìdoli e ’l Tempio rovinar facesti
Ringraziato sia il Padre onnipotente Venne un foco dal cielo e ’l prefetto arse :
E ’l sno Ogliuol Gesù benigno e pio Nel tao martirio tanto esempio desti ;
E lo Spirilo Santo cteroalmenle Che ’l lume al Mondo tra’ mortali sparse :
E tatti altri insieme, un solo Dio, Or cbe tu se’. San Giorgio, in ciel giocondo
Ch’ hanno mandato pace santa io terra Priega per noi, cbe siam rimasi al mondo.
E spento l'odio, l’ ira e l’aspra goerra.
Sie benedetta il nostro protettore, CXL.
San Giovanni Battista, in ciel divino,
Ch’ è stato sempre con zelante amore Di Francesco d’Albizo 30.
A pregar pel suo popol Oorentioo,
E tanto ba amato ed ama suoi 6gliaoli, Ijandiam con gran fervore
i
Cho liberali gli bs da guerra e duoli. L'umil Francesco, Santo, fra minore.
Digitized by Google
, , ,, ,, , ,
6i
Tutto restilo deU’amor divino, Col santo Verbo e tuo dolce sermone
Che t'ha fatto nel ciel glorificato. Avesti gli Arrian d’error cavalo.
Servisti sempre a Dio a tutte l'ore. Ed alla vera fede gl’ inducesti,
Le selve, e monti, le caverne e faggi E battezzar Sant’Agostin facesti.
T’eran dolceza, giubilo e riposo : Virgine, puro, chiaro, mondo e netto
Fusti illustrato da quei santi raggi Tenesti ’l corpo e fosti assai pietoso.
Il tuo nome giocondo Più presto l'alma andrà dal corpo foie,
Ad ogni alma divola da splendore Che del mio core esca la santa fede.
Un sasso sotto 'I capo t'era piume. Che fa ogni cristian del Cielo erede s.
Quando ’l tuo debil corpo riposavi ; Fuggir facesti ’l maligno crudele.
Di lacrime facevi un vivo fiume Temer facevi ogni spirto infernale.
Si dolcemente Gesb contemplavi : Lasciato bai nelle nostre labbrail mele
Nel suo immenso ed inOnilo amore. Però, Ambrosio santo, io Ciel beato,
Però, essendo tu nostra speranza, Siui ogni fedel raccomandato.
Priega Gesù, che ci voglia donare
Virtù e grazia con perseveranza
Si, che possiam nella sua gloria eolrare : cxui.
E voglia noi amare
Come buon padre ed ottimo pastore. Di Francesco d’Albizo 33.
(CanUst eone — LaodaU U Aommo Dio].
Digitized by Google
,, . , , , ,,, , ,
65
Santa Verdiana de’scmpre seguire. Duo fori e gran leon li mandò addosso
Quanto fu grata o accetta al sommo Dio Ma nessuno ad oflenderti fu mosso.
La gran virtù di questa verginella. Quando piacque al Padre Onnipotente,
Piatosa, umìl, divota e diò in oblio Che In rendessi l'alma al Creatore ,
Il Mondo ed ogni cosa stolta c fella: Trovossi scritto nel tuo cuor fervente
£ tanto Gesù Cristo quella amava El nome di Gesù nostro Signore
Che molli gran' miracoli mostrava. £ per questo mostrasti aperlamenle
Per esser tolta ispiccala dal mondo Quanto amavi Gesù con puro core:
Si fc rinchiuder questa donna pia: £ tanto fu il fervore e caldo zelo ,
Serviva a Dio col cor poro e giocondo, Che lo fruisti a faccia, a faccia in ciclo.
Sarà con lei alGn nel cicl beata. Degna per me il tuo figliuol pregare.
9
Digitized by Google
, , , , , , , , , ,
66
E vidono apparire
Nel cicl la nuora e reluccntc stella CXLVII,
E seguitoron quella
Che al Messia gli guidò subitamente. Di Francesco d’Albizo 37.
Mille trecento miglia in pochi giorni
Andoron con fervore A.doriain tulli il verbo consecrato
Di fede pieni e di speranza adorni Ncirelcrna Ggura,
Dell'inGnito amore: Eucaristia pura.
£ giunti al Salvatore La quale è buona grazia interpretalo.
Vidon fermar la stella e il lume santo, 0 manna santa, che dal cicl discendi;
Ed udiron il canto. Dalla sedia regale,
Che gli .Angioli faeevan dolcemente. E vieni in terra e consoli c difendi
Allora i Magi pien di gaudio immenso, Il cor d’ogni mortale;
Giiiocchion con disio 0 cibo immenso, o don celestiale.
OiTersin oro o mirra e puro incenso. Che chi li gusta e crede.
Come a Ile buono e Dio, Scote, conosco 0 vede
A Gesti Cristo pio. La virtù di quel pan Iransustanziato.
Con tanto amore e si caldi e ’nfocati 0 prezioso corpo, allo c divino.
Che lutti trasformati Fonte d'ogni diletto,
Si furun nel Messia immantanente. Splendore c luce d'ogni cherubino,
£1 primo, ch’adorò Gesù incarnato. Tu purghi ogni difetto :
Digilized by Google
, ,, , , ,. , , , , ,
67
Più eh' una chiara stella. O dolce Gesù mio, quando risguardo
Ed è dall’aspro inferno liberalo. Nella tua passione
Dai caritè, pietà, fede e speranza. Con sospir piango, strido, Iremo ed ardo.
Fammi fuggire il ben , seguire il pianto. Pien di peccali e pien d’ogni soiore.
Fammi transllgurar teco in Taborre
Però ti to’ pregare,
Gesù, che perdonare E in Galilea passare,
Ti piaccia a me, come alla Maddalena: K fammi discumbcntc in sul Gen porre^
Saltami d’agni pena E con gli altri cibare :
DigHized by Google
, ,, ,, , ,
68
Di teste, che cacciato i’ non sia Tore. La mia madre c’I mio riposo
(Cantasi come — O roM mia beatile}. È la virginc Maria:
Più sorelle barò che pria,
CXUX. E più madre al monistero.
Virerò col cor sincero
Di Feo Beicari , 107. Per grazia, che Dio mi da.
0 Gesù, somma bellezza,
Che mi fc simile a sé :
Or pregate Gesù pio
Voglio amare il Saltatore Che mi dia stabilità.
Canta,! come — Ora mai che fora sono ).
Che mori in croce per me : (
Questa mia santa partita. Te Creatore adoro, che se’ mie speme.
Tanto più sarò unita El mondo, cl dimon rio, la carne e’I senso
Digitized by Googie
,,, ,, ,
69
0 anima accecata,
Che non Iroti riposo CUI.
Tu se' da Dio odiata.
Pel tuo rircr Tizioso Di Feo Betcari HO.
Gesù Cristo, tao sposo,
Tu bai perduto: non chiodi aiuto,
Nè pace nè merzè Cresn, Gesù, Gesù,
Omè omé omè, timor di Dio non c’ è. Ognun chiami Gesù.
Tu senti molti segni Chiamate questo nome
A Prato ed a Bibbona Col core e colla mente
F par che tu non degni £ sentirete come
DI credere a persona : Egli è dolce e clemente:
La mente tua è prona. Chi '1 chiama rcdelmcnle
Ad ogni Tizio: ccco'I supplizio. Sente nel cor Gesti.
Che presto Tiene a te, omé omè omé. Egli è quel nome santo
Vedi r Italia io guerra Che da salute al mondo,
E la carestia grande. Conzerte il nostro pianto
La peste Dio disserra Nel suo gaudio giocondo.
E ’I suo giudicio spande: Se Toletc il cor mondo
Queste son le Tirande Ricorrete a Gesù. Gesù, Gesù, Gesù.
Della tua zita cieca ed ismarrita Se tu senti le pene
Per la tua poca le, omè omè omè. Chiama Gesù col core,
Astrologi 0 Prolcti, E Ini per grazia Tiene
Uomini dotti c santi, A levarti il dolore.
Predicator discreti Se Ga il tuo migliore:
T’ hao predetti e tuo’ pianti : Però chiama Gesù. Gesù, Gesù, Gesù.
Tu cerchi suoni e canti Gesù sempre chiamiamo
Perchè se’, stolta, ne risi inrolta : Che per noi mori in croce,
In te Tirth non è, omè omè omè. Gesù sempre laudiamo
Dimmi le grazie e doni Col core o con la zoce;
Che Dio l' ha conceduti Ciaschedun sia Tcloce
E quanti pensier buoni .A ringraziar Gesù. Gesù, Gesù , Gesù.
Nel cor ti son Tenuti, Gesù picn di dolcezza,
Quanti diTini aiuti? Gesù è il mio disio,
Ma tu, ingrata, stai ostinala Gesù somma bellezza
E nell’accidia se', omè omè omè. Gesù ver uomo c Dio,
Ritorna a Gesù Cristo, Gesù è l'amor mio
Ed alla madre pia. Che mi fa dir Gesù, Gesù, Gesù, Gesù.
Lascia il costume tristo CaaUti come ~ Vicin, rieìn. Tìcin, cbl tw>(\
B la tua mala zia. ( vpaxAr canun* *
Digitized by Google
, , ,
70
culi. CLIV.
Digitized by Google
, ,
71
Digitized by Google
, , , , , ,
72
Le mani, e piedi e simile il costalo: r sono il sommo Dio, che l'bo creata
Ciascun ne sia pregato E fatta si eccellente :
Di fargli riverenza col buon core. S' i voless' io non saresti niente
Leggiadra c signorile :
Diventasti servile.
'Futto ae’dolce. Iddio, Signore eterno. Ma io per carilà fu' tanto umile.
Lume e conforto e vita del mio core. Che per Irarti di pene
Quando ben mi t’accosto, allor disccrno Volli morir per lene : e son tuo Sire !
Che l'allegrezza 6 sanza te dolore: Quanto se' cieca c stolta c pien d'errore.
Se tu non del sarebbe inferno.
fussi il Anima peccatrice,
Quel che uon vivo loco sempre more: Che lasci il Ino benigno Creatore,
Digitizect by
, ,
73
(C«Dtaii come -> Le^ìftdra Dira e mi cemvien partire). (Caotaiì come — Quja<lo *oao in cittaJe )•
CLXI. CLXn.
E li padri allegramente
Sentiranno tal novella. CLXlll.
Digitized by Google
, ,
, , ,, , ,
7i
Digiti^'
75
Digiilzed by Google
, , |
7«
Digitized by Googìc
, , , , ,
77
Cir i non temo spavento Laudiam luUi Maria con puro cere
Del maligno crudel, picn d'ardimeoto ; Che per noi priega sempre a (ulte Tore.
Tutto 'I regno del cielo,: Donaci grazia che ricor posaiamo
La terra gli conviene il simil lare. Con abondaoza il seiuinalo grano.
Che ognuno con gran telo E Intli gli allri ben sopra alla terra
Gesù, che a mortali ha rotto 'I velo Conservaci ,
Maria, per tua dcaaenaa:
Fa inginocchiar T iaferno: Libera noi da carestia «guerra i,
Questi falsi appetiti di tiuaggiù; Che in te abbiamo una uooera fede. v.:.
In me s' è mondo e novo cor creato, Cthi si vuol col core ouirc
Picn d’acceso disio: A San Pagol, gran dottore
L’anima e corpo « lo spirito mio
’l Vaso di tanto spLeudorc.
Nelle tuo man coauncnde, Potrà aIGn nel ciel salire.
E lande e grazie rendo Quest’angelica trombetta
A te cd alla madre tua Maria. Della chiesa militante.
Digitized by Google
, ,, , , , ,
78
Digitlzed by Google
, , ,, ,
79
E con la sua oraiiono Qual lingua è quella, che narrar poiessi
Legò il dimon maladctto : Le gran virtù del suo vivere egregio
E Icnevalo suggello. E tanti immensi doni a lui concessi
Per dar giuria al Creatore. Da Dio nel cielo, in quel divin collegio?
Vergin visse nello e puro Egli è splendor, come la chiesa mostra.
Più, che un candido crmclliou: Di questa Fiorentina città nostra.
Non gli parve ostico o duro Fu in dicioll’anni catccumin fatto
(CaDtaii A batto e come • OramAi sono ta eti). È liberò una vedova del duolo
E dettegli dolcezza e gran conforto.
Perchè risucilò il suo Ggliunlo,
CLIXIV. Cbeinguanlia gli avean dato ed era morto,
E fu in Fiorenza il miraeoi grande
Di Francesco d'Albizo ò5. Dove la gloria sua tanto si spande.
Chi ha disirc alGne di salvarsi.
Ognun con divozione c puro core. Di lui divoto sia , mentre eh' e’ vive
Laudi Zanobi santo a tutte Tore. E voglia del suo amor lanlo ioGammarsi
Digitized by Google
, , ,
80
Cbe stala le dolerne eccelse e dive: Non pnò nessun più penifraza fare
Chi leni San Zanobi per soo gnida Quando è di la passalo,
Libero iìa dalle inremali strida. E
non si può con lacrima ainlarc
Però preghiamo il glorioso santo, Perchè '1 tempo è mancalo :
Con tomnia c vera e piena riTercnia, Però hanno chiamala
Che ci coaservi eolio il ano ammanto, E chiamon miscrere a lullc P ore:
E lotta la dui eoa di Fiorania: Che un aspro e duro core
Ed alla compagnia dia e porgili aita, Pianger dovria per loro amaramente.
E nel soo nome in pace staro nniia. Se l'anima non fusse in pene gita.
Cantasi come — No( sìam tr<* peTl^^ioia e come, Quel ben non è perduto:
( e riif>«Ctl «a balla. Perchè, quando farai di qui partila,
Ti Ga lutto rcn<!oto
Da Gesù, eh' ha veduto
CLXXV. La tua grande affezione c caldo zelo:
Ed apriralti il Ciclo;
Di FranceKO d’Aibiao iO. Però a' morti sia ognnn clemente.
E tulli i cor' fedeli ardenti sieno
Ognnn dirotamente Di caritè gioconda ;
Facci oraxion per l'anìnw passale D'orar pc' morti ognun sta piogno c pieno
Tanto, cbe sian pargaie E ncssnn si nasconda
De' lor peccati e le lor colpo spente. A fare ogni alma monda.
Pensi ciascuno, cbe furono tìti, Si, che dal Purgatorio aia cavala,
E noi vivi, morremo: E me.ssa c collocala
Presto sarem di questa vita privi, Nel regno eterno, splendido e locenle.
E come lor saremo:
/ Cantasi come —O rosa mìa ^colile - e come • \
E sempre aspetteremo \ o bcniifio St^Dore» /
L'aiuto di chi fla restalo al mondo.
Peri) col cor giocondo CLXXTl.
Fieli) de' morii abbiale, o buona genie.
Può una lacrimelta il Purgaloro Di Francesco d’Albizo h7.
In uno stante aprire.
Un orazion pnò Irar di quel roartoro P acc non Iroto c vivo sempre in guerra
L'anima c Tarla gire Sanza 'I tu amor. Maria, vergine bella.
A' doTunli l'aiato del vivente. Dammi la grazia Ina, perche sol quella
Contempli chi ba padre o Gglinol morto. Lega al dimon le mani e stringo c serra.
O la madre, ch'aspetta l' terrò te mentre che vivo al mondo
Aiuto, refrigero e gran conforto. Nel cor. Maria, con molta devozione:
Per farsi presto nella. El tuo nome. Maria, tanto giocando.
Perché gli sia accetta Da pace e molta gran consolazione
La prece per lor fatta al sommo Dio: Per te si fc la nostra rcdezionc
Ognun con buon disio Che ci serrò le porle del profondo
Po' morti prieghi continuamente. E 'I ciclo aperse a tuUe le persouc.
Digilized by Goof^Ie
, , , ,
8i
Però, Maria, sodo T tuo sacro ammanto' E visse in quella selva in tanto zelo.
Ricorro umil dcroto, come vedi, Che sette volle il di sollevai' era
Che fatto i’sia allìn del Cielo eredi. E benché io terra col suo corpo stara.
Dove tu se’ fra Tangclico canto Per grazia l'alma nel cielo abitava.
Sotto a’ tuo' santi e gloriosi piedi. E quando piacque a Dio a si tirarla.
( Caotasi eom« — Piee non troro e ooo bo da lar }. Comunicala da San Massimino,
In questo stremo venne a visitarla
CLXXVll. L’angiol mandato dall'amor divino ;
Che per tu' amore, volse morire Gesù la confortava in que’ martori
E gran martire sostenne al mondo, Costante .Agata fu in ogni asprezza.
Per far giocondo (e nel suo regno Talché alfine portò la sua persona
Però ognora col cor adora Gesù. Nel elei la verde palma e la corona.
Guarda la croce , dorè pendente Però ciascun mortai segua costei
Gesù clemente co’piè ciiiovatl Che tanto amò Gesù, infinito bene.
Po' tuo’ peccali in capo ha spine Dispregiò il tempio, gl' idoli e gi' iddei
ffigiirzed by Google
,, , , . , , , , ,
E poi quaad’ io coatemplo alle gran pene, l' ti lascio, mondo rio.
Acciò, eh' io sia eletta (CanlaM come — Deh pianiate io i|uaMUi afLutì).
(
CaniaAÌ come O Omù dole«). CLXXXUI.
I non vo' piu tcco stare Fuggì il mondo ne sno’ teneri anni
Mondo cieco e tenebroso Santificato nacque
l'mi monaca fare
to' E visse in penilenza e molli aOanoi
Dot’ è tulio il mio riposo ; E tanto a Gesù piacque,
Gesù Crìslo lie ’l mio Sposo Che delle chiare e belle Ginrdan'ncque
Chi te, mondo, fuggoe afe'azin Parlar te Zaccaria sno padre degno :
S’>
Di Maria Vergine bella. (Cantai! eom« — Dimmi, dolze Mafia, a che pen>aTi).
Digitized bv
, , , ,,,,, ,
85
E Dnisiana alla fosaa portasi!, Sin qui rissalo son sanza ragione,
Tu le rendesti vita Né posso dir quel eh’ è stalo non sia
Del mondo, per tirarli in eie! fra’ Rinsli, Mettimi or per sentiero,
Venne superna luce, che or gusti : Ch’ non mi perda in tanto vilnpero.
i
K manna e fiori rimase, pica d’odori. So ben che el mio fallire e tanto atroce,
come Ifetnmo in {^iorcntìi poafn il disio). Ch’ i’ non merlo Irorare in le merzede ;
Amo le sopra ogni santo. Spirilo Santo. Che certo ci creò con suo parole :
f CaotMÌ come O regina del aio con ). Dunche laudale lui o ’l suo governo,
Laudianlo in sempiterno.
CLXXXVIIU Che non da mai o suo'servi in oblio,
Lauda
0 dolce Iddio ,
per la tua madre pura
di
Vergine ,
in cui spero Poich’ mio Dio,
i lascia’ il
Dirizzami per grazia al cammin rero. Gesù, dolcezza ma! non senti io.
Digifized by Google
, , , , ,,. , ,
Chi i' cerchi te, che se’ il diletto mio. Amando te sopr'ogoi cosa ,
87
aGloria in excelsisdcoa gli alti splendori, Emanuel, che del del tien le chiavi.
E pace in terra a chi ha voloath bnona Tacila slavo e nel pensier dioea ;
Fra r asinelio el bue, cosi il vedrcno : E quivi apparse una nuova cbiareta
Questo contempla Maria poverella. E il santo spirto seco: e disse « Dioè leco,
Contemplo e santi magi d’oriente Tu se' piena di grazia e benedetta
Ammirati partir da’r^ni loro Tra tulle donne elella a
Con quella stella ammirante e (hlgeote. Temetti allor di que' parlar soavi.
Che il verbo in carne annunziò a costoro L'angiol soggiunse o disse: non temere,
L’oro a Re, mirra a roomo, a Dio iocenso Che tu se’ madre e sposa : candida , olente
Con latria adnrazion, die a Dio favella: Partorirai deU'Allissimo il figlio, (rosa
Gloria in ezccIsisDeo c in terra pace Fatta se’ quella, a cui servir pregavi.
E con voloolà buona e cor zelanti Intesi allor l' angelica favella,
CXCT. cxcvi.
Dimmi ,
dolze Maria, a che pensavi Se tn donassi il core
Quando l'angiol t'apparse? A Maria Vergin bella.
Ornile a te incbinarse Sentiresti per quella
Dietti salate e tu te ne toihavi. Che cosa è il dolce amore.
Digifized by Google
, , , , ,
88
Noi cognosciam ,
che pe'nostri peccali r vo’ spendere c’ mi’ anni
Td fusti preso lormcntaìo e morto, Con chi mi fa miglior palli :
(Canuti come — Che serre a Dio a come e riipeui). £1 qual mi farà fruire
Digitized by Google
, , , , , , ,,
89
Quella die’ Tila e pace a lutto ’l mondo Le stelle c ’l sol per lui gran razi getta
E apogliè ’l limbo a tutti e padri aanli, Ed ogni gerarchia con armonia
Vinae ’ldimonio e aerrocci il profondo Fan festa al vittorioso lor signore.
E in grazia confarmò angioli tanti. Ora che Gesù è ’n ciel sopra ogni coro
La Croce e magi riddon nella alella, Tutto gloriQcato,
Ogn’ uom redrè nel gran giudicio quella E preparalo egli ha si gran tesoro
E di quel legno, dove fu ’l peccalo, A chi a lui s’è dato ,
90
ceni.
Parlando c confortandogli con telo,
cielo.
a luUi e mortali aprirti
il
Ed
Gesù gandente Di Francesco d’Albizo 63.
Di poi salisti in ciel ,
E le cose nefande.
Ben lo conobbe in terra Ignazio santo spande,
L’eccelsa gloria dì Gesù si
Gesù da all alma nostra gran fervore ,
Venolo in terra per aprirli il ciclo :
Digiti-
, ,, , , , , , ,
01
Ogninn par che innamori Fammi fruir nel ciel quel che si spera.
Sol di cantaro osanna: ben venga osanna. Amor chiamando venne e d'onde egli era :
Allegra I' santo amore, Vago degli occhi tuoi vorrei esser leco :
< Rallegrasi e lassi alma Nel tuo lume infinito , aquila altera.
Gerusalemme allora (Cantali come — Morte mene).
I Farisei la sera
Senton di ciò gran pena ,
0 lassa me, tapino, sventurato,
Giuda indegnato era Ch’ i' son gii vecchio c fello
Per .Maria Maddalena; Ed all’avello son gii senlentialo.
Usci fnor della cena 0 lassa me, il giorno, eh’ i’ entrai
Sol per tradire osanna; beo venga osanna. Pellegrinando in questo miser mondo I
Digitized by Google
, , ,, , , , , , , , , , ,, ,
92
O lassa iDP, ch'e mia ricchi pareoli La Trinità su nella mia presonzia:
Difender non mi posson dalla morte : Poi adirai quell’ ullima sentenziai
O falso mondo, quanto spesso menti Venite benedetti.
Mostrando al corpo el fragile esser forte; Dal Padre eletti nel regno beato.
Le Ina promission qnanto son corte, (
CauUti come — Taata pietii mi tira )•
E la tua poca fe I
ConOlto, 0 Signor mio, per noi tu fosti Non fu mai uom trattato
Con Isola pena in so quel duro l^no Di simil haltitora
Acciò, ch’e' peccatori fossin giusti Per aver di te cura
E conducessi al tuo beato regno : Che se ci pensi tu diginnerai.
Però con sicurtà, io a le regno, E se a sesta andar ti vuoi a spasso
Gesù che mi perdoni
,
Di spine pensa eh' i' tu coronalo ,
SI, chè tra buoni i' mi aia ritrovalo. Per tuo amore, i' mo stanco e lassa:
Ritrovato sarai aeU’alta cielo. Ed alla croce fu’ poi sentenzialo
Se drento al core la barai penitenzia lo mezzo accompagnato
A faccia a faecia vedrai sansa vela Fra dua ladroni andavo
Digitized by Google
, , , , , , , , ,
93
Non ti vo' dir che pena e che dispetto El sangue per lavare
Scoli mia madre con grave lormento. Te dal peccalo versa del suo petto :
Digilized by Googlc
,, , , , , , ,,
Id lunga vita ,
nè in tua gcntileiza: CClX.
Non curar di bellezza
Ch'ella vien meno a modo che fa il fiore. Lauda del Bianco Ingesuato.
O freddi peccator’, renile al foco,
Che ri riscalderete : Sempre ti sie in diletto.
Del Toslro amor i'ardo, incendo e cuoco. Che 'I mondo, anima mia, li sic in dispetto.
Deh perchè non correte? Se il mondo li dispregia, anima mia,
ha sete
S'alcun di voi Di ciò abbi letizia:
A me fontana vira venga a bere: Cristo co' santi lennon questa via,
Piacciavi di volere Fuggendo suo amicizia :
Qual non si può ben dire: Guarda Gesù dal discepol tradito.
Leva so, non dormire. Da tutti abbandonato
Se troppo indugi per tua negligenzia E da vii gente beffato e schernito ,
Digitized by Coogle
, , , , , ,
95
Per patir se' consorto Aggiunta fatta per maestro Giovan Battista
Del crociOsso Gesù benedetto. medico della Barba, giudeo battezzato.
Eleggili per gaudio, anima mia,
Guai, pena e dolori; £ran pastori intorno a qnc'paesi
Ogni tribulazione c malattia. Che pasluravan le lor pecorelle :
Vergogne e disonori, Zufoli e zampogno e ccmbamcllc
E dispreizar gli onori Con melodie ciaschedun sonava.
Per amor di Gesù sic il tuo diletto. Apparve loro l'angiol del Signore,
Riebezze, onori, stalo, amici e fama Dicendo: a voi annunzio gaudio magno,
E sensnal piacere L' umana spezie ba fatto gran guadagno.
Rifiuta al lutto, ed ogni virtù brama Venuto è quel che s' tanto s'aspettava.
Per liberti tenere : Vdendo questo presto s'awiaro
Se ti tuo' possedere Ver la capanna eiasebedun gaudente
Tutta li dona a Gesù benedetto. Trovar Maria con Cristo onnipotente
Inginocchioni ciascun l'adorava.
ccx. r mi voltai inverso l'Oriente,
In capo aveva un candido velo Contro agli Ebrei fatta pel sopra detto
Nel qual soavemente la'l fasciava. maestro Giovan Battista
Per letto avea un po' di secco fieno medico della Barba.
E 'I veccbierel GioselTo in compagnia
E l'asinelio, e’I bue ancor v’avia. 0 cieca, o sorda, o insensata setta.
Ognun col fiato Gesù riscaldava. Perfidi ebrei, già fusti istirpe mia
Era apparilo sopra la capanna Guardate il santo profeta Isaia,
Una lucente , chiara e grande stella, Se questo tutto a voi lo (irofclava.
E tanto più che l'allre e l'era bella De’ re di Saba e della loro offerta.
Quanl' ella, tutto il mondo alluminava. Che feciono al Messia si grande onore
Eran discesi dal superno regno Guarda quel re, chiamalo il gran cantore
Angeli in quantità con allegrezza, (ceiza. Come nel dire a punto e’ accordava.
« Gloria in excolsis Dco > con gran dol- Se 'I bue e l'asinel l' han conosciuto.
Divotamentc ciaschedun cantava. Come tu 'I trovi, che noi puoi negare.
Si m'infiammai di quella santa donna. Ora che aspetti, or che sta' tu a fare,
Ch'altro non posso far che contemplarla. O popol di Israello, o gente prava?
Disposto son con tutto il core amarla, 1’ benedico il di, che gli occhi apersi,
E rimutar mia vita, iniqua e prava. Ch'abandonai tua fede e compagnia.
Digitized by Google
, , , , , , , , , ,
96
CCXVI.
Chi ’l paradiso vole
A Maria volga gli occhi Di Feo Bclcari 118.
Poi s’ inginocebi a lei con umil core.
Ella non abandona Ohi vuol pace nel suo core
Chi merié l’addimanda col buon scio. Ami Dio con gran fervore
Digitized by Google
, , , ,, , ,
0 ingrato c sconoscente ,
Sempre avemo in lo speranza,
Che non ami chi ben t’ ama ! Dolce padre e buon pastore
Gesù mio, dolce c clemente D'ogni vizio 0 d’ogni errore
Col suo dolce amor li chiama ,
Nè dimandiam perdonanza.
Di salvarti sempre brama Cdmlast come — Con <letiJerio o^ercan^lo
Apri l’occhio al suo splendore. ( e reme — La vita tirila tgakra.
(Canuti come — Ferri recehì, rami vecchi — c a ImJIo]. Per questo priega il Signore ,
T'u, che puoi quel che tu vuoi È l'amor del uiondQ un velo ,
98
Obi non l’ha sta sempre in pene Credo per certo, che non m’intendesse;
Cantj«1 come — Parità Dio ti maoteo^; ecorea — Ma non |ierù che l'avesse trovato;
( Galantiaa mormiua, e a bailo- / Se gli è nessun che voglia aver provato .
In terra sia perfetta o sera pace Chc’l su' amor nel cor sentirà tosto,
Agli uomini con buona volunladc El quale avanza supr' ugni altro acquisto.
Laudando te , Signor , col cor verace Ma chi vorrà stare a modo d'un Irislo
Per la tua magna ed luDnita gloria Ma chi le 'niendo cd operar non vuole
Signor del ciel, che fai le mente sazie Sarà gli dello ; vanne maladello :
Che vogliono aver te sempre a memoria ; Ma chi si leverà dal suo difetto
Digitized by Google
, . ,
«9
Sempre gli paja , dal lato ili fore Che tu mi vuoi amare!
Per lo calor di le, che denlni Ila. Priegoli, non indugiare :
’
r
amore a me Tenendo ergine madre, immaculala sposa.
Si m’ha ferito il core. Che a noi largisti il verbo in te incarnalo.
Si, che con gran fervore Che in tal giorno adoralo
Siruggumi c to’ languendo. Fu ria tre magi in luogo abietto c pio.
Languisco per diletto, Vergine pura, el poveretto aspetto
Che lu mi fai sentire : Del diversorio tuo punto non spinse
O Gesù benedetto La Tira fede accesa nel lur petto.
fammi d'ainor morire .Ma di stupore o di pietà gli cinse,
r non posso soffrire E poscia dolcemente gli costrinse
Amor, colai ferita, A far mistica offerta c copiosa
Digitized by Google
, , , ,
toc
Offrirnon posso se non cose triste, Quando sarà eh' i' senta tal fervore.
Se non supplisse con la suo larghezza , Che di le sempre, dolce Gesù, pensi!
Perclié a mie ticpiile/a E da me fughi ogni monilano onore?
Bisogna fuoco, mantici e fuscile. r Vii languendo, e tulli li mie' sensi
Vergine, d'umiltà norma ed esemplo. A sospirare invito c pianger forte
Questa virtù mi duna, o madre pia. Per gran disio delli tuo beni immensi,
Perù cli'al tuo ngliuol, com' io contemplo 0 infelice, grave e dura sorte!
Esosa è troppo la superbia mia: A min m.algrado i’ vivo : e per la vita
£ certo rcprcnsibii par ebe sia Già mai non cesso di chiamar la morte.
Iti tal penuria a patir tanta ingiuria: Per le, Gesù, si sento l'alma afflitta ,
ccxxv. CCXXVII.
Quando sarà quel giorno, o Gesù mio. Quanlo più gli occhi mia versooo in pianto,
Che la tua luce, e'I Ino divino amore Per molle oITcsc fatte al mio signore.
Digitized by Google
, , ,, ,
101
Taolo pili, 0 Maria, sodo il luo ammanto Chi vuol ricchezze, onore c gran dilelli
Itirorro por sanar questo mio core Ascenda 'n delira gli angioli perfetti.
Te supplicando, che ’l luo petto santo U pcccator, ch'andate drielo al senso ,
O padre eterno, o memoria feconda. Quanto più sguardo voi, quanto più penso.
Che generi 'I Ggliuol coll' intelletto ,
Tanto più stolli siete, al mio parere.
Per la tua carità, che sempre abbonda Che pc'dilctii falsi e bricvì canti
D'ogni salute e d'ugni don perfetto ,
Volete sempre stare in pene e ’n pianti.
Degna sanare e far quest'alma monda. CautAii — come pii «trajnlKilti; c come le «tante\
Acciò ch’i' sia Ira santi in ciclo eletto: ( della pasiinne. J
Pel tuo figliuolo e per la madre sua
Fa che i' muoia nella grazia tua.
CCXXX.
CaoU«i come — Quadìo più pii occhi mia; \
( e come pii strambotti. /
Lauda di scr .\nlonio di .Mariano
Converta in gaudioogni suogran tormento Da poi che quel che vuoi c posto in tanti
Per tua tirlù , che se’ nostra colonna : Tu vorresti il creato :
Più graziosa se’, che non si crede Deh prendi il creatore ,
Digitized by Google
, ,, , , ,, , , , , ,
l»i
Da caUire compagnie
Imperò, ch'elle aon rie,
Fanno altrui mal capitare. ccxxxn.
E tal li chiama fratello,
Che .se nessuna mancanza Del mondo, pien di doglia c pien d'ananui.
Si si fa in nessun lato, Come fo'San Giovanni
E so nulla è imbolalo,
Che ’n gioventù fuggi con gran fervore.
Dove uso nel paese De'ben, che son soggcili alla fortuna
Subito le prime prese Leviamone il disio.
Son di loro a indivinare.
Perchè si volgon come fa la luna.
,
i
BrqiT- ^ n
, ,
103
CCXXXIII. CCXXXV.
Laadii di Lauda di
Per l'umiUi.che in le, Maria, Irorai 0 corpo sacro del nostro Signore,
Li incarnazion di Dio l’aiinanziai. •Manda sopra di noi il tuo splendore.
Quando li fece l'ambaacìala santa 0 corpo nato della vergin pura.
Kipiena fusti d'ammiraiionc. Levalo io croco po'oostri peccali.
Dio ti farà divina obombrazionc Onde verrà con gli angeli beali
Sie ,
Gabriel , di me come dicesti : A santi in purgatorio fu ’l tuo .vnd.i c,
L’anime nostre a Dio presenterai. Non son del prete, ma del Salvatore.
( Cantasi ca>me — O criscifiton — e come ^i »trambotti{. Chi vuol la vita di vita mutare
Digitized by Google
,
10.1
Amor Gosii, multo mi doglio, Che pe’ lor santi meriti contenti
Perch' i'nf)ii t’amo, amor Gesù. L’anima, della quale tu se' isciullu.
Amor Gesti, dammi il tuo amore. Fratei diioto della santa croce.
Amor Gesù, con puro core. Che per memoria della passione
Amor Gesù, dammi il Tenore La carne fragellasti : c cou la voce
Del divin tuo amor, Gesù. A Dio facesti fervente orazione
Siyi-’
. ,
105
Kisguard* e piè ronli, Perlerarci il mortai rclo.
GooGUi d'un chiavello ; Che Adam posto ci avia.
Son coal tormentali Per cavarci d’ogni guerra
Pe’ colpi del martello : Vuoi patir per noi in terra
Pensa ch'egli era bello E la sua gloria disserra
Sopr’ogni creatura A ciascun per cortesia.
E la sua carne pura era più che perfetta. Nato è ’l soie a mezra notte,
Risguarda quella piaga, Per far tolte Palme dotte,
Ch'egli ha dal lato ritto E le catene son rotte
Vedi ch'cl sangue paga Della nostra tenebria.
Per latto il tuo delitto; A’ paslor fu annunziato
Pensa, che fu alGtlo, E da loro è adoralo,
D'una lancia crudele Tutti gli angeli ban cantato:
Perriaschcdun fedele passò il cuor la saetta. Gloria in cielo e io terra sta.
RIsguarda quelle mani, L’ inGnila caritale
Che li fccion, plasmato. Tre persone ha congregate.
Vedrai come qnei cani. Tulle a tre io virginilate,
Giudei le conGccaro, Gesù, Giosepb c Maria.
Allor con pianto amaro El bue e l'asino col flato
Piangi il Signor veloce :
Gesù freddo ban riscaldalo.
Per noi corresti in croce a morir con gran Tanta grazia fu lor dato.
Risguarda il santo capo ,
(frctla. Che cognobbono ’l Messia.
Ch’era si dilettoso. Islupiscc il core e il senso
Vedi!’ tutto foralo Quando con la mente penso,
Di spine e sanguinoso. Che rclcrno Dio immenso
Anima, egli è il tuo sposo: Vuol patir per mia follia.
e conte
diletta.
— Duon»\
0 vaghe di Gesù, o verginelle,
,
Dove n'andate si leggiadre e belle?
( qoctti lamenti. /
Dov’ è ’l vostro Gesù ch’andar v.olelc ,
Digitized by GoogL
, , , ,,,, . , , , , ,
106
L'ibbiam lascialo, e s'èda noi partito; Nelle tuo braccia, o Simion, si posa
Cercando noi n’andian per questo lito La virtù, che sostiene.
Per rilrorarlo, miser lapinelle. Regge e governa ogni creala cosa,
Ben si posson doler vostre bellezie. K in esser le mantiene.
Po’ cb'n tanta viltà le dimostrate : Tu se' congiunto con lo sommo bene:
In voi non regnan più le gentilezze, E miri in quella faccia.
Si come qoando in grazia mostravate. Lo cui splendor discaccia
Ditemi un po', se voi vi contentate Ogni malizia, e fa Tuomo bealo,
Seguitar Cristo cosi poverelle. Messer Gesù, che intende ogni secreto.
Più è dolente ciascuna di noi Ben vede il mio dolore.
£ più ci lamentiam della sciagura Vede 'I mio desiderio e stasai cheto :
Che creò il cielo c l'umana natura. Ma temo omè, che 'I mio superbo core
Cercando vogliam gir nostra ventura Non faccia resistenza
Digitii . . V n)0^le
, , , , ,,, , , , , , ,,,,, ,,
107
j by Coogle
, , , , , ,,
iOS
Lauda di
CCXLTIH.
Digitlzcd-by^Google
, , , , ,
Settanta uomini morti erano in mare, Prima che sic tanto vecchio.
Simon gli suscitò con l'oraziune, Che non possa satisfare.
no
Vi faran volare in vita Stella solem prolulit ; sol salutem cootulit
E di gloria incoronare. Nibil lameii abslulit a virgine Maria.
Caataai romc — Donn« ehi vuol far fUr« ltu>>i
Sinc viri copula Oorem dcdil virgola.
( stoppa o Tcr capecfbìo.
Qui maoct in secala cum virgine Maria.
0 beata fomina, cujus vcnlris sarcina
CCLIII.
Mundi lavit crimina de virgine Maria.
Di Cristo ben parlò il suscitamento : Nobis dona requiem cum virgine Maria.
Però chi viver vuol lieto e contento Illi laus et gloria ! dccus et vicloria
San Marco invochi con perfetto amore. Qui manet in secnia, cum virgine Maria.
K nel suo predicar fu si fervente Stabat Maler, etc.
Che alla fé converti popoli assai
Martire, il fine suo fu paziente ,
Però chi vuol fuggir gli eterni guai Crncifixum in carne landemus. Alleluja
San Marco segua, come buon pastore. Et sepollum propler iios gloriflcemus. Al.
(CanUii come gH ttremboUi).
Resurgeutem de morte, venite adoremua.
(Al.
Haec dies in qua Chrìsius gloriosus Al.
V erbumearo factam esl de firginc Maria : Hic est sanguis redemptus mundus lolus.
Nato nobis parvulo de virgine Maria, De scpulchro resurrexit paslor bonus. Al.
l'ons de suo rivolo: nascitur prò popolo Prima Sabbati surrexit vaidc mane. Al.
Fraclo mortis viuculo per virgiiiem Hic apparuit Mariae Magdaicnac. Al.
(
Meriam. De qua Domious eiccii sepicm demones ,
Quus vetustas suflucat hic ad vitam revocai Sicut nobis dixit Angelus. Alleluia
Nam e Deus collocai in virgine Maria. .MIeluia. Alleluia.
Impresso già nella magnifica città di Firenze per Sor Francesco Bonaccorò , a petizione
di Iacopo di ra astro Luigi de' .Morsi, nell’anno mcccclxxxv.
A di primo di Marzo.
Digitized by Google
M
A V TO li i
D'Albizo Francesco, i|ui a pag. . i5. Sì a Gb, 70. 73 a 85. 89, 90, 100.
Gic.sTifiiAKi Lionardo, 47, 48.
l>i Gi'ioo Aiilunio, 53, 07, 71, 8G.
De' edici Lucrezia (n.ila Tobeaiivosi ) 71, 73, 74, PO.
IUCEIITO, . . 72, 7."i, 85. 86, 87, 88, 91, 93, 93, IPO. 202, 103, 104, 110.
Chelli Michele, 72, 83, 88.
D'Astode Gherardo 92, 90.
Bianco (dcir.\nciolina Fiorentino, dello da Siena Ingcsualo, . . 94, 98, 99.
Della Barba'GIo. Ballista 93.
OìTONAio Crislofano di Minialo
Dell’ 96.
Antonio (Bellini, V'escoto di Foligno) da Siena 98.
Dc’Maiatesti Hieroniina 69.
Mezzi Antonio di Mariano 101, 102.
Piero di Mariano, 102.
a'--
~Di5ifTzc^byAji
,, , , ,, , , ,
LAVDE
CCLIV. CCLV.
Da lei il dolce pcnsier per suo difetto 1 Poi dal diavolo accecala
Vinca la tua dolcezza ogni mio amore Ha ucciso il suo amoroso :
m
Allur porlo La nostra vita ,
Che non scoppi a mezzo cl petto
O
dolcezza immensa e piena , Come dal santo costato
Che a chi l'ama ha Dio concesso. Versa sangue largamente
Non da Dio tal grazia spesso ,
Gran dolcezza, cuor mio, sente
E chi l'ha non no sia ingrato. Chi accompagna Gasò santo. ,
Di Lorenzo dc'Medici 4.
CCIVI.
fCsQtati come Kl fatriaitn).
Di Lorenzo dc'Medici
115
E muove come buona el mio desio : Allor vedrò, o signor dolce c belio,
Tu sei per (ullo in ogni luogo, o Dio, Che questo bone o quel non mi contenta
E in alcun Inogo non ti Iruovu mai. Ma levando dal bene e questo e quello.
l’or trovar te la trista alma si strugge, Quel ben, che resta il dolce Dio diventa :
Il dolce e desialo mio riposo. La nostra eterna sete mai non spegne
Dell dimmi, signor mio, ove se' ascoso ? L'acqua corrente di questo o quel rivo ,
Stanco già son , signor, dimmelo ornai. Ma giugno al tristo foco ognor più legno
.Se a cercare di te , signor, mi muovo Sol ne contenta il fonte eterno e vivo.
In ricchezze, in onore o in diletto, O acqua santa, se al tuo fonte arrivo
Quanto più di le cerco men ti Iruovo, Berò 0 sete noo barò più mai.
Onde stanco mai posa il vano alTelto. Tanto disio non dovria esser vano
Tu hai del tuo amore acceso il petto A te si move pure el nostro ardore :
Poi se ruggito : c non li veggo mai. Porgi benigno Tona e l'altra mano
La vista in mille varie cose volta 0 Gesù mio, tu se'infinilo amore ;
Te guarda e non li vede ; e sci lucente: Poi ch’hai piagalo dolcemente il coro
L’orecchio ancor diverse voci ascolta, Sana tu quella piaga , che tu fai.
El tuo sono è per lutto c non si sente
È dolcezza comune ad ogni gente
CCIVIII.
Cerca ogni senso, e non lo truova mai.
Deb perchè cerchi , anima trista , ancora
Di Lorenzo dc’Medici 5.
Beala vita in tanti affanni e pene ?
Cerca quel cerchi pur ; ma non dimora
Nel luogo ove In cerchi questo bene. [<l«Dtaii come — La ranznna (Mia
Digitized by Google
, , ,
11 «
Porti a noi la bontà pia, Ciascun laudi Se tu ci pensi non morrai in eterno.
.Se non era il primo legno. Io sono Dio , il tuo Creatore :
Che in un gusto a tutti nuoce Tu non uomo, ansi un vii verme che muo-
Non barebbe il mondo indegno io mille modi ognor li tocco il core, (re.
Tu, Maria , fosti onde nacque Col sangue lavo la tua colpa atroce ,
Tanto bene alla natura : Tanto m’ incrcsce del Ino male eterno.
L’ umiltà tua tanto piacque, Deh vieni a me ,
misero poveretto
Ch’cl fattore è tua fattura. O peccator ,
che a braccia aperte aspeth .
Laudi ognun con mente pura Che lavi nel mio sangue el tuo difetto.
Dunque questa madre pia. Ciascun laudi Per abbracciarti e trarti dello inferno.
Al laudarti , o
Maria , venga Con amorosa voce, c con suave
Ciaschedun d'amore acceso: Ti chiamo per mutar lue voglie prave ;
Peccator nessun si tenga, Deh prendi il giogo mio, che non è grave:
Benché mollo l’abbi offeso : È leggier peso, che dà bene eterno.
Su le spallo il nostro peso lo veggo ben ,
che el Ino peccalo vecchio
Posto ha al figlio questa pia. Ciascun laudi Al min chiamar li fa serrar l'orecchia.
Più della salute vostra Ecco la grazia mia io t’apparecchio ,
‘’igitizea cy
, , , , , , ,
tl7
Visibilmente acqua ,
sangue ed amore. Mio caro figlio se'
Come già nel deserto Che io chiamo in mille modi
La verga Tacque ha dato ,
Non mi terranno e chiodi
Cosi Longino ha aperto Che io non t’abbracci e stringa col mio core.
Con la lancia il costato; Non temer la crudele
Vieni ,
o popola ingrato Spina , che el capo ha involto,
A bere al santo fonte , che non more. O che d’aceto o fole
E non ha prezzo
chi pur Se non è conosciuto ,
tanto amore.
Per questa non si tenga,
Ma con letizia spenga
La sete all'acque e il suo devoto ardore. CCLXI.
,
Digitized by Google
, , , , ,
118
Per» ,
madre . lo priega
Digilized by Google
, , , , ,, .
Ua pcccali mi scioglia ;
CC1.XIV.
Ancor prioga m'accoglia
Alfin nelle sue braccia Lauda di
Ed il mio cor, ch'aggbiaccia
Dal fuoco del suo amor scaldalo sia. (Cuiuii come — laino «llj csiccia;.
m
E chi a lei s' inchina CCLXTI.
Non senlirà l'acula spina
Del maligno ed aolico serpente. Di Bartolomeo di B. -2 .
O chiara stella ,
Vorreli ritrovare.
Ed io tenebre cammina ,
Che tu versasti, intendi el mio chiamare:
Come cicca ed insensata, Che debbo , Gesù , fare ?
Prima che sia giudicata Pel mio tristo costume
O Maria , aita aita. Una fonte, anzi nn Gnme
lo non so altro rimedio Vorrei dagli occhi miei sentir versare :
Digitized by Google
, , ,, ,,, , . ,, ,
131
Che ’n sulla amara croce Che siale madre del figliuol di Dio,
El dolce sangue spande. Però clic gl’angcli il padre ban pregalo
U cor, perchè non langue Che con elTello adempia el lor disio ,
Digilized by Google
, , ,,, , , , ., ,, , ,,, ,
m ccux.
Allor disCM* lo spirito santo
circundala.
Come un raiio di sol l’ ha
quel frutto santo Di Messer fra Giovanni Dominici
Poi dentro a lei entrò
chiusa c serrata : Cardinale Fiorentino
In qucila sacrestia
Di poi partori inriolata
Di’, Maria dolce con quanto disio
rimase Tergine e donsella.
,
E si
Miravi el tuo figliuol Cristo , mio Dio.
0 Tcri amanti, renile a costei
Quando tu il partoristi senza pena
Quella che di hellesia t madonna
;
0 Maria ,
Diana stella. Quando figliuol quando padre e signore
,
Digitized by Google
, , , , , , ,, , , ,
121
De'pcccalor conforto
Lauda di Che conduci al buon porlo
L'alma, che a te s’ è data.
ergino santa , immacniata c pia. Ciascun ch'ha diScrenzia
Madre benigna del Ogiiuol di Dio Col tuo dolce figliuolo
Deh, se ti piace ; adempi el mio desio. Viene alla tua presenzia
Che per mo'priegbi Gesù, notte e dia Per mitigar suo duolo:
O benedetta sopra ogni altra donna. Intendi che far paolo.
La tua benigniti me assicura , Con Ini ci sia mezzana.
Ch' io ti richivggia di grazia, o Madonna Che di pietà fontana
E di merzè della mia vita oscura: Tu sempre mai se’ stata.
Però ti priego ,
o luce chiara c pura Cercando metter pace
Che m’allumini il cuor, eh' è tenebroso Fra il peccatore e Dio ,
Digitized by Google
, ,, , . , , , ,, ,
125
àia io villano ,
ingrato e sconoscente
CCL.XXIV.
Di tanto beneficio m' hai concesso:
Lauda di Ah troppo di supplicio io son ben degno I
Chi non ritorna a te niente fa. Acciò che Adamo nuovo renda pace
CCI.XXV.
Le piaghe sono con P unguento misto.
Schiacciò lo capo del serpente reo
Lauda di
Quando spezzò el cor lolla contrita
Quando ti sguardo'in croce, o signor mio, El tuo calcagno, in Dio essendo unita
Tutto vengo tremando Con Cristo Ino diletto, e ’l fariseo.
Considerando, che lu'sc il mio Dio. Sposa ti tolse Cristo in quel servilo
Digiiized by Google
,, ,, , , , , , , , ,
136
Tanto non stette Moisè nel monte Se tu guardi a' gran peccali
Allora, Ella, ovvero cl gran Battista Per noi falli e ordinali.
Digitized by Google
, ,, , , , , ,, ,
127
Non dormir piti nel peccato : Poi che niente non possiam da noi.
Tosto ti sia confessato So tu , Madre che puoi ,
Cosi piace al Salvatore. Non fai ch’cl non poter tolto ci sia.
Digilized by Google
,, , ,, ,
L’ amor mi fa lamentare
tCLXXIX. D'innamorato lamento :
Solo un poco in fra le braccia: 0 dolce Amor Gesù vedrò già mai
Tutto 'par eh' mi disfaccia io 1 A faccia a faccia (e
Digilized by Google
, ,, ,, ,, , ,
139
Per grazia in questa rila Che par che tulio mi si strugga il core
Si ,
che alla parlila Per la tua grazia qui.
10 <enga a le, dai qual salvala so' Quando quando qucindo vedrò quel di
Salvala son da te, Gesù diletto, Che dal corpo mi slacci,
Per la tua carìtt E
con loco m'abbracci 7
Morendo io croce per lo mio difetto Altro disio che questo al cor non bo.
0 ilitina bontà I Desidero che ciascun l' abbi amato
Ma tanto è grande U mia TMità Secondo cl tuo volere,
Cb' io nienlè penso O vero Iddio Gesù, verbo incarnato.
Nel tuo amore immenso Per grazia possedere,
Dai quale amore io partita mi to'. A faccia a faccia te sempre vedere
Partila son da te, o sommo bene , Con la tua Madre pia :
Per lo mio gran fallire E laude e gloria sia
E tutta triemo pensando le pene A te ,
trino, solo vero Dio ed ano.
Dove son degna gire :
Ha per tua grazia rogli far scoire celarsi.
Mia anima smarrita
A le, fonte di rila, Landa di
E più da te non mi daparlirA.
Non li partir già mai, anima mia, 0 peoeator, moverèli la mai
Dal tuo signor Gessi, A seguir me, che li ricompecail
El quale è sita, verità e via: lo li ricomperai del sangue mio
Noi disubbidir più. In sulla croce eoa erode’ tormenti
Se (uoi con gloria con lai girne su E tu se’ tanto ingrato e tanto rio.
Non gir cercando fama ,
Che obediro non vitoi a comandamenti.
Ma con ama,
tutto cl cuor l' Dove t' bo posto vo’ che ti contenti
Dicendo: amor Gesù, a te mi do. E meco io vita eterna goderai,
A te mi do con liitlo el core e mente lo t’ho creato alla mia somiglianza,
Amando te, d’ amore non si sfama, Deb non aver la mente tanto dura ,
Sempre il disio s'accende, Leva allo gli occhi e in croce mi vedrai.
E per amore ascende Io feci cicli ,
Iona ,
sole e stelle ,
A te ,
di cui innamorala so. Come con gli occhi Inoi la può’ vedere.
Innamorala di te, dolce sposo, Ed altre cose che son vie più belle.
L’ anima mia tanto è. Acciò che le venissi a possedere:
Che sanza te non Iniova alcun riposa. Ora mi segni, se li è in pitceve,
Se non solo in te: Parlendoli dal mondo pien di guai.
11 tuo amore ha assunta me me Se non li parli prima ebe tu mora.
Allo infinito amore : Da questo mondo falso, fraudolente ,
Digitized by Google
:,, , , , ,, , , , ,, , ,
i30
Dove son piani! e strida con gran guai. Cbè da te son dilungato , Gesù Gesù.
Dilungalo io son, diletto
Da te , beo non conosciuto
CCLXXXII.
Priegoti, cbo'l mio affetto
A te sia raccomandato.
Lauda di Acciocché nel tuo conspetto
Gusti e luoTrutti beati ; oimè.
fiencdello aia Io giorno. Frutto dolce di Maria
Amor, che m' illuminaali Quando sarò io abraccialo.
Per lo don che ini donasti. Cbe star con tcco serrato : Gesù Gesù.
Oimò, Gesù, oimè, l'amor mi stringe oimè Serrato nella fornace
L’ amor che tu m'bai donato.
,
Arderla non consumando.
Come tei potrei mai dire. Amator sarai capace
Di cognoscer mio peccato D’ amor' e quale addomando:
E volermene pentire ; Gustator sarai in pace
Dentro a me tu se’ entrato Nel tuo gremio quiesceodo. oimè.
E Fammi per le languire: Cristo , sposo dilettoso.
Gesù, Gesù, Gesù, io non vorrei star più. Fammi, se l' è io piacere
Languisco e non so come, Cb'io diventi leale sposo
Perch' io non so che fare , Non guardare al mio volere
Sentendo il tuo alto dono. Ma col cor tolto focoso
Che mi fa Iransformare : Debba gir le seguitando. Amen.
Di bestia m' bai fatto uomo,
Sol pcrcb'io ti debba amare : oimé, Gesù CCLUXIll.
Tu vuoi cb‘ io l’ ami, amore
Solo per te a me dare : Lauda di
Vedi quanto è il mio errore
A vederti ,
pur scampare I .À.nima mia , da Cristo se’ parlila
Digitized by Google
, , , , , , , ,, , , ,
, , , ,
131
Sansa Gesù mi Iruovo in gran Irislesia Dentro al mio coro il tuo amor giungendo,
Nelle man mi soo data Fra me e te più non ci abbia contese :
Per la qaal lolle le cose creasti, Che concedala m’ bai , amor Gesù.
E Maria Vergin volesti per madre ;
Amor Gesù amor desideroso ,
E del tuo sangue ci ricomperasti Vero nom vero Dio vero Signore,
, ,
Per quello amor che amasti Amor Gesù, degli Angeli riposo,
La crealara E dell’ anime pfe consolatore :
-
Che il mio cercar si è te cacciare. Evviva il santo nome benedetto '
. , , ,, , , , , , ,, , ,
m
Di le Gsfii , spoM
eelesUile Cerca Gesù eoo ogni tuo disio
Per la tua grazia ìd ciucano tuo elelto, Anima mia, se ti rnoi dilettare.
Amando te d’ amor deaideroto La carne el mondo ed il demonio rio.
Menami, dolce sposo. Se tu non vuoi perir noi sognitare.
Al santo regno. Nel tuo proprio parer non li fidare
Per amor di quel legno , Se scampar tuoi dagl' infiniti guai.
Noi qnal pendesti , o signor mio Gesù. Se scampar Tuoi dall' iofernal tormento
Fa che li spogli d’ ogni amor sizioso
E con fortezza (a proponimento
CCUIXIT. Di non partirti da quel grazioso
Cristo Gesù , d' ogni ben copioso.
Landa di Che per isposo gii pigliato I' baL
Anima mia, or se’di gii sposata
A quello sposo , Re celestiale
Uilelto Gesb Cristo, ehi beo t’ ama Sta nella fede , che tu gli hai gii data,
Arendoli nel coro s\ li chiama ,
Amando lui d' emor perpetuala
Te sempre contemplando non si sfama, Se ciò farai cl gaudio eternale
Cantare e ginbilar to' per tuo antorc. Ed infiniti benijda lui arraL
Sfamar non me ne posso del diletto RiccTerai el merito secondo
Tanto amor mi circonda nell’ aOello El male e’I bene, ebe arerai commesao:
Ch' il tengo nelle braccia sempre stretto: El tuo Toiere non sia ragabondo
Cantare e giubilar vo’ per tuo amore. Ma con forteiza t'accosta con Crialo,
Io il tengo dentro al coro contemplando Guarda el suo lato, dritto per le stesso
E Tadomene tolto inebriando: E di quel sangue l’ iauebrierai.
Poi eh' i'aooo inebrialo to danzando: Inebriata per amor lo stringi
Cantare e giubilar to' per tuo amore. SI in tal modo ebe gii mai noi
, lassi,
Danzando el cor mi sento renir meno, E nel tuo cuor sua figura dipingi
Quando di Gesù Cristo son beo pieno Che ti priverrà degli umani lolaazi.
Non posso ritener l' anima a freno. Per la sua aaorte ai apezzor» e saaai,
Cantando mi trasformo nel suo amore. Per easa tua durezaa apezzerai.
L' amor si mi trasforma, che alterato
Vo giubilando, sono irradialo, CCUtXXTI.
E lotto il mondo gii abbandonato,
Cantare e giubilar To’per tao amore. Lauda di
Or chi Gesù vuole amar, sia spoglialo
Del mondo e : di tutte Tirlù sia adornato Si d’ amore
fortemente son tratto
E Gesù porti in la mente chiavalo : Gesù Redeulore
Di
Cantar, cantar, cantar to’ per suo amore. Che io mi ci sento Colto trasformato.
Transformato ci sono or di presente,
caxiXT. Ma translatato in nello amor disiao
Per un fuoco d’ amore saolto ardente
Lauda di Che stalo prenda d’ alto seraCuo;
E radiato soa ai altamente.
Se per diletto aaaor cercando vai. Che mi risolTO in un eberubino
Cerea Gesù e contento sarai : Conoscer mattutiuo, al qnal a’ intende
, ,, ,, ,, , , ,, , , , ,, , , , ,
133
Per darmi vita a te desti la ntorte, Gesù, che per isposn me prendesti
Gesù come el volesti soITcìire? Onde io viro di te innamorala ,
Digitized by Google
, ,,,, , , ,,
, , ,
13Ì
Digitizea b7^,òogIc
, , , , , , ,
135
Scala che ascendi c guidi aU'alto cielo. E fa eh' i' pianga ed abbi a noia c schifo
Leva da me quel velo. El peccato commesso,
Che fa si cieca l’alma mescbinella. E stemmi sempre appresso.
Vergine sacra e del tuo padre sposa. Che più non raggia ; io son già stanco e
Di Dio sei madre e Gglia, Poi allo estremo passo (lasso:
0 vaso piccolino, in cui riposa Tirami su alla superna cella
Colui, che il del non piglia, Maria vergine bella.
Or m’aiuta, consiglia,
Contr’ a mondan’ molli nascosi lacci.
Fregoli che li spacci, ccxc.
Nanii eh’ i’ mora o , «erginelta bella.
E1 del s'aperse, o in le sola disceso Lauda di
La graxia alla e perfetta :
Ricevi, 0 donna, nel tuo gremio bello Ogni rio uomo è ’l dimonio el può fare :
Digilized by Google
,, , ,., , , , .
m
E porti in pace ciò che ha lidio permeeto, Né dire, né pensar può altri, né io:
Puniscasi ed accusi bene spesso, Se 'I vDoi provar tieni il consiglio mio.
E soglia che ciawnn da Inngi e pressa Di ben fondarli.
Lo in«ilisca. Fa’ d'ogni amor terreno li diparti.
Far più che si coorcnga non ardisca, Ricogli e desiderii tuoi sparti,
A tulli sia suggelto ed obedisca. E studia quanto puoi umiliarti
Miri ben la sua Irate e non la lisca, Fino in inferno.
Dell'altrui vita. Allora sentirai che é amor sapemo
Servir più tosto vuol , cb' esser sarrila E gusterai che é amore eterno :
Più d'onore, ama d'essere avvilita: T'amerà Dio con aGetIo paterno
Sta sempre vergognosa e non ardila E come sposo.
L' umile mente. Ma vedi, che lui è mollo geloso:
E fagge e tace e piange, è
patienle. Lo cor vuol tutto, questo amor gioioso
Per Dio non cara biasimo di gente , Se ci trovassi altro amor fastidioso,
Sempre a Dio mira, lotta riverente E' fuggirebbe.
Al suo piacere. D’oeui tua gioia qui li priverdibn.
Ora ecco suor mia , sano volerà
,
Come inimica guerra li farebbe,
D' avere Iddio nel cuore e possedere. Pni puramente U giodieberebba
Di tale omililà ti viene avere Con li dannati.
El rondamrnlo. Poi che muri sieuo alto rimati,
i tuoi
Prima bisogna l' amor proprio pera Chi i’ ba ediGcato troova canto
Per umiltà allor carili vera In ogni pena.
Viene nel coro. In questo solaio quarto Cristo cena
El cuor già mai star non può sanza amore. Con la sua spose, c qaiadl iu eiel la mena
Però dunque ebo l'umil s'ba in orrore. A veder la sua faccia , eh’ é serena
Ed amar porgli viene, ama il Signore, In paradiso.
Iddio verace. Ciascnn solaio è in dui parte diviao
Cotesto stalo scute grande pace In camera e solo, per mio avviso:
Che poi ch'cl tetto la carili face. Or odi ,
suora , come lei diviso.
Con Dio secreto l'alma santa giace Per ragione.
lo gran disio. Virtù d' aOelto con divozione
O che diletto è goder di Dio ! La camera si è di esls magione
Digitized by Coogle
,, ,, , , ,, ,
, ,, ,, ,, , ,, ,
137
Cbequesla è quella Tia, che al ciel conduco Rinchiusa dentro e tutta compresa ,
Ciò che è fuori e men di lui disama. Nessuna lingua, quantunque sia acuta
E lui careggia. Lo osa dire.
Acciò che Tolentier con tcco saggia Or ecco se al tno
, sposo vuoi venire.
Dipingi questa casa e slorieggia. In Ini e di Ini compier tuo desirc
La memoria de’ santi fa’ che reggia Per questo modo li convien fornire ,
18
, , , , ,,
, ,,
, ,, , , , ,
138
Bealo a quello ,
che ha edificalo Colui non ha paura, nè è dolente.
In lai mauiera. Di ciò che altro ami può esser perdente,
Or aeguitiam, suor mia', dopo la achiera E beo lo sai.
Dei fanti , con la croce per bandiera. Questo è cagion cb'el mondo ha Unti guai
Per amor del tuo apoao, sia guerriera E nullo peccatore è pieno assai
Dell' inimico. Che ciò ch'è men che Dio, non empie mai
Lo core umano.
Imagine è dell'alto Dio sovrano
ccxci. Però non l’empie lo mondo ,
che è vano ,
Pensa, sorella mia, nel suo dolore. Di' dunque: o dolce amore e sposo mio.
Vedi che pende in croce per tuo amore , Fammi di te gustare, imperciocch'io
' Se lassi lui, e prendi altro amatore. D' altronon curo.
Fai villania. A te dono el mio corpo e lo cnor puro
A far tal cambio mi par gran pauia. Tu se’ mio sposo e diletto sicuro,
Lassar d*amare el figliool di Maria A le m' arrendo ed a le fede giuro.
E amar creatura quale che si aia
,
Amor divino.
In questa vita. Con grande reverenzia a le ro’ inchino,
Se ami Ini sei molto ingentilita 0 amor dolce sopra ogni amor fino ;
Perchè I’ amor ti fa con lui unita : Abbi pieU del mio cuore tapino
Di ciò che altro ami sci molto avvilita O buono sposo.
lo veritade. Lassare io voglio ogni amor fastidioso:
Oimè che puzzo e grande iniqnitade. Or mi t' arrendi ,
o Gesù amoroso
Lassar d'amar la divina boutade, Inteso e provato ho , che se' pietoso
La qual ci chiama con grande pleiade, Ai peccatori.
Istando in croce. Poi che barai cosi pianto con dolori
Quelle ferite gettano gran voce : E rinunziato a li mondani onori
Chi a tal fornace d'amor non si cuoce Adorna lo tuo cor di olenti fiori
D’ ogni altro amor sai che il cor ti riprende, Intendimenti barai meravigliosi
E maraviglia è come non si fende. Faratli star co’ i suo’ santi amorosi
Sol quello ha pace, che a questo intende Lui contemplando.
E puramente. Ciò eh' è di sotto al ciel si metti in bando
Che può temer chi ha l' Onnipotente? Amando grida ,
piangi sospirando
,, ,, , ,, , , , , , ,,, , ,,
139
Domanda ,
picchia e cerca bene orando. Perchè lui ed è ricco, e vede bene
Se ta il TDoli. Ch’ ella è mendica.
Non etser pigra , com’ esser (n suoli Altro che amor da tei non chiede mica :
Che se per amor forte li ridnoli Però , snor mia , che Iddio ti benedica,
D’aterlo oSèso ,
barène la' Qglinoli Daglielo tutto e quanto puoi el nolrica,
Sarai beata. B le dispreiza.
Giè Iterile non è , ma fecondata A lui cosi unita con fermezza
A tale sposo l' anima rocata. Vedrai e possederai la sua ricchezza :
Ripensa adnnqoe a cui sei sposata , A quanta salirai con lui in altezza
E tiengli fede. r noi so dire,
Come geloso si ti guarda e vede Ben odo, che fa l' anima languire
Poi aie saria e con Ini in cella siede: Brighiamci al mondo tolto di morire
Se li trnoTa leale ,
ora mi crede E spero in lui ,
che ci farà sentire
Barai gran cose. Di sò avaccio.
Tn sai snor mia , che le mondane spose
, Oh chi potre’ contar quanto sollazzo
Portando e partorendo son penose, Quando sto sposo tien la sposa in braccio?
Per molli modi poi son dolorose Noi può provar, nè creder locor ghiaccio.
E aciagorate. Ma il beo caldo.
D' esti mali son nette e liberale Legittimo d’ amore e non bastardo.
Quelle che a Cristo amor, sono sposale
, Gentile e costumato e non ribaldo
Portando Iddio, e già non son gravale Valente alle battaglie e non codardo
Di tale peso. Qui lo pmova.
Lui partorendo, secondo che ho inteso Del ben, che sente giè non sa dar prnova
Han di dolcezza tale il cor compreso. Di se riman perdente e non si trnuva
Che per diletto in Dio sta sospeso Si è Brmato, e non è chi il rimuova
B lutto unito. Per ninno modo.
Vedendo poi, eb'el Sglio han partorito io Dio è transformato e tanto sodo.
Che hanno Iddio per isposo e per marito. Che creatura non scioglie tal nodo :
Per gran dolcezza li eoe il cuor rapito Oimè i’ non lo pruovo ; piange e tace
In paradiso. E Ini domanda :
E quivi contemplando el chiaro viso Con gran fervore fa' ciò che comanda
Dei loro sposo , hanno sollazzo e riso, Faratti allor gustar la sua vivanda :
Ogni cosa creata hanno in deriso , Se puoi, snor mia, un poco me ne manda.
Ed indespelto. Che io ne assaggi.
La pace che hanno accende lo intolletlo: Priegoti , pensa , suor mia , li vantaggi
Oi mè noi pruovo ,
ma si i'haggio letto , Che far ti vuol tal sposo cari e saggi
Se bavessimo suor mia , ,
pure l' affetto, Acciocché, me iograta ! tu non caggi
El sentiremmo. In gran mina.
D' etto sposo le gioie riceveremmo Questa è comune sentenzia divina
La sua dolcezza un poco gusteremmo : Che chi dispregia la sua grazia lina
Gustando tal saper, non enreremmo Diventi poi d’ogni vizio sentina,
Dipoi le pene. E del nimico.
Dota di questo sposo è ogni bene: Abbi dunque Iddio caro o per amico.
E dola la sua sposa ,
e far gliel viene Che cbi lui ha giammai non è mendico,
Digilized by Google
, , , , ,,, , , ,, , ,, , .
140
Digitized by Google
, , ,, , ,, , ,, , ,, ,
lil
Digilized by Google
, ,,
, , ,, . , , , , , , , ,
113
Quanto più ragni nelle grandi allure L’ uffiii Maria sopra li cieli è gita.
Tanto ti abbassi, o donna quieta. Gli angel fan festa in quella eterna vita ;
E poi ricreati, sempre laudalo sia. E grazie, dolce alla donna divina.
Ora andiam tutti quanti Con questa turba al creator rendia.
Con alta voce a ringraziar costei Per larghe piazze del splendente cielo
Che quando e nostri pianti Tolto focoso correa el Gabriello
Sente, si move a pregar per noi rei. Come impazzato dicea a questo od a quello:
Tntli pregar vorrei A costei feci l’ alla imbasciata.
Che voi v’inginocchiassi Profeti santi fean solenne festa
E poi tutti gridassi, dicendo : Ave Maria. Chi s* inchinava e chi saintaa questa ;
Digilized by C( '
,, , , ,, , ,
E Dio mi ba sopportato ;
0 serafioa bella, S’ ’i son punto ingiuriato
Caterina Sanese Sopportar non ho baila.
Di Cristo se’ pnlzella Veggio Cristo io sulla croM
Tanto fosti cortese. Perdonare ad alta voce ;
O alma cbembina Ed io come can feroce
In nello amor sommersa Prender vendetta vorria
La essenzia divina Sempre vorrei guadagnare,
SI nel tao cor Tersa , Fatica non vo’ durare:
Cbe tntta celestina Vorrei santo diventare.
Fatta sei ed eccelsa : Senza alcuna pena ria.
Appresso alla Regina La fatica m’ A nimica
Locala stai in mensa. Vo’ virtù senza fatica :
la
E se è pieoo di Kìeoiia, El manlo, eh’ io resto, è lo sposo fino ,
Lauda di
ccci.
Termine vorrei, che io più non amasse. Per fin’ alle ultime ore
So che impauorei, se molto durasse Obbediente allo maggiore;
Povertade tanta amasti
E più non potrei in braccio l'amor. Che alla fin beo meritasti
In braccio mi tiene , ed io tramortisco Sopra il cielo esser portato.
Per le grandi pene,! che io Cristo rapisco : O scienzia infinita
Allor mi sorriene com' alto saliaco, O virtù di Dio supoma
Ond’ io partorisco un Ogiio d’ amor. Tu fusti nella tna vita
Digitized by Google
, ,,, ,,
., , , ,, , , -
Ii5
Perché era nel tuo petto Per te detur nobis fruì in eterno gaudio.
Lo spirito santo entralo.
Gran' miracoli mostrasti
In vita ed in morte poi
,
Li morti risuscitasti
Ora priega Iddio per noi , Quae bonore spetiali Iransccudil splendi
Che stai innanii a Dio superno Angelorom principalom (fcrum.
Ci liberi dallo inferno Et sanclorum decoralum dignilate nume-
E nel mondo dal peccato. Gaude, sponsa clara Dei, (
rum.
Vero profeta o dottore Nam et clara lux dici sola dalur luminc.
E serro di Gesù Cristo , Sic tu facis rerbom vere
Tu profetasti a Calisto Tuae pacis resplendcre lucis plenitudine.
Che dovea esser pastore Gaude, splendor, ras virtutum,
Di San Piero successore Coius paene est adnotom Iota coeli curia.
El qual fu come dicesti Te felicem et benignam
Mollo innanzi il promettesti : lesu genitricem dignam reoerans in glo-
Te lo area Dio rivelato, Gande nexu roluntalis (ria.
Gaude quia Dco piena tio. Sed dnraboni et florcbunl per aeicma
(
,.ed by Google
, ,, , , ,, ,, ,., ,,
UG
CCCII. CCCIII.
Landa di Lauda di
Laudiamo Gesù ,
figliuol di Maria Udite malta pazzia
Con tulli li santi iu sua compagnia. Della stolta vita mia:
0 figliuol piacente della dolce madre , Io ho degli anni quaranta ,
Nel qual puro ventre volesti abitare Spero menar vita santa ,
Digitized by Google
, ,, , , , , . , ,
m
Vorrei pace nella mente Perchè sanza il tuo aiuto la meschina
B tener le «izia mia. Alma non può il nimico suo fuggire.
Vorrei el corpo regolato
Non ho il senso ralTreoato, ccev.
Vorrei fare a modo osato,
Vorrei in fin , che si desia. Lauda di
^ ergine sacra ,
graziosa e bella 0 peccalor, ben odo la tua voce ,
Madre del buon Gesù, nostro alto sire, Non sai, che per tuo amor volii morire?
Perchè dal padre eletta fosti quella Ora mi segui se a me vuoi venire
, ,
Ch' i' fugga tanti casi acerbi e strani. Pieno di zucchero e moie .
Digilized by Google
, ,, ,, , ,, , ,,, ,
H8
Cesa fa l' alma piena 0 buon Gesù ,
coprici col tuo ammanto
Di ginbilo perfetlo. Per amor di quel sangue prezioso ,
E detto che ebbe questo sparì via Gesb, ben Oa colui isTcnturalo
:
Gioseph di Gesù rimase lieto Che Ga dal Iato manco alla sentenzia.
Da poi che piace a Dio, ebe così sia. Quando vedranno il tuo viso turbato.
Dunque al laudar Gesti non to' star cheto. Gesù ,
deh dammi tanta prOTvidenzia ,
Poi che Gesù é nome si perfetto, Che alla mia Gne io non sia di quelli
Dio r ebbe e eterno il fe' nel ano secreto. Gesù, che in ogni cosa bai la potenzia.
Nato è quel buon Gesù , quel benedetto ,
E buon Cristian’, Gesù, son tuoi fratelli
Gesb , io credo , che chi a le crede Dunque voglio per lei e per tuo amore
Col puro cuore, o Gesù signor mio Scacciare via da me superbia ed ira
Gesù , che gli è nel cicl delle lue erede. E le e lei ,
Gesù ,
amar di core.
Egli è luU’nnoGesù ed Iddio Gesù ,
in questo mondo a mal far lira
Tre sono un con lo Spirilo Santo
in Colui che di Gesù non rammenta:
si
Digitized by Google
, ,, , , ,,,,
, ,, ,
U9
In questo mondo nessun si contenta Ben poca ha Tede e mcn conoscimento
Se non colui che da (ìesù ha graiia
, : Chi con Maria non fa pianto e lamento.
Per altra via, Gesù, l' anima stenta lo mi lamento o angel Gabriele
, ,
Dunque a laudar mia voglia non si saiia Venisti a me con luce chiara e fina ,
Poi che a laudar Gesù ro' ha Tatto degno Con sermon dolce, più che manna o melo,
L’ anima è tua , se il corpo li ringrazia. A me dicesti : ave grafia piena :
O buon Gesù , chi misse mai tal pegno Quale allegrezza m’ è tornata in pena ,
Quanto Iddio padre Te* del suo figliuolo ! Amara m' è tornata più ebo Telo
Quando il suo figlia vide a tal tormento. Oggi l' ha Tallo guerra cl popol rio
Chi pianger vuol con la virgin Maria E dato t'hanno grande awersitade
Oirotamente ascolti con buon cuore Grande allegrezza n'ebbono i pastori
El gran lamento che la donna Ga Oggi ricevi tanti disonori.
Quando morto il Salvatore.
ella vide Insin d' Oriente vennono ì tre maghi
In questo mondo non credo che sia Ad offerirli e Tarli grande onore
Ninna persona con si duro core. Ognun di veder te ,
figlio, eran vaghi:
Udendo il lamento con divozione Grande allegrezza che n’ ebbe il mio core:
Che non piangessi di compassione. Falsi giudei peggio siete che draghi t
Che non piangi con quella a tal dolore I Per quo' Ire Re , che io ti vidi adorare.
Iscnrò il sole e la luna sovrana Oggi a ciascun ti veggo bestemmiare.
Mostrò tristizia del suo creatore Di Giuda mi lamento traditore , ,
Per trar d’ inTèrno la natura umana Che il mìo figlinolo avea Unto onoralo,
In su la croce mori il Salvatore : Aveva! Tatto suo ipendilore
Digitized by Google
,,
, , , ,,,, , , , , ,, , .
ISO
lo mi lamento e son più addolorata Che furon dal tuo padre benedetto.
Quando gli ridi dar si gran gotata. Or se'ismarrito c tulio insanguinalo
lo mi lamento, diceva la donna, A molla gente venuto in dispetto I
lo mi lamento de' chiodi crudeli Che t' hanno tormentalo e messo in fondo:
Che mani c pie' passare a Cristo bello : Da Faraon gli liberasti certo.
Quando il senti conque' chiodi ferire Che quaranta anni slelton nel diserto :
lo mi lamento di quello martello: La madre sopra al lìgliuol tramortia
Questo mi diè gran ghiado da morire : Che non batteva nè polso nè vena :
lo mi lamento che quel ladro fello,
Poi si drizzò e con pianti dicia :
liscigli il sangue, che non Iacèa resta , La faccia dello mio fìgliool beato
Bagoolli gli occhi, el viso e le mascella: Dentro nel cor par che m'incenda ed arda.
Io mi lamento della croce del Ugno Dal capo al piè il veggo insanguinalo !
Dove fu posto il mio Ogliuoi benigno, Ed ella gli rispuose , che non larda :
Passò il costato al dolce Ogliuoi mio : In su la croce han morto con gran pene.
In mezzo il petto il cor gli vidi aperto. Povero fusti in tua naiivitade ,
Di ciò il mio cor non si può rallegrare: Dove il figliuol seppellirem di Dio?
Digitized b>i
, , , , , ,,, ,, ,
15S
Digitized by Google
, , , ,
, ,, , , ,
153
::.rr "'Digitfeed by
, ,, ,, , , , ,, ,, ,, , , ,, ,
lU
Per aver poi a alare Con giubilante festa,
Nello inremo con grandi atrida e guai ? E dodici son quelle
Deh perchè perdi il tempo, Virtudiose Gammelle,
O miaer peccatore Che risplende il Ino viso
Non paò esser per tempo In paradiso , santa virgo pia.
Riconoscer ano errore : Gli angeli e Cherubini
Con pianto e con dolore Gli arcangeli lotando
Chiedi perdono a Dio, Con inni e seraGai
Ed ogni vizio rio I troni giubilando
O peccator , caccia da le ornai. Con arpi armonizzando
Pensa che dei morire Con celesti virtnie
Sai che non può mancare Rendon salute a te o virgo ,
pia.
(CanUsi ecMn« — Donna etto mio lamento* Tinitiaaa). A quel che può fare e fatti.
Digitized by Google
, ,, , , ,,,, , , ,, ,,,, , ,
,, ,
156
volgi gli occhi Ina pietosi in giù Quando vi penso mi si strugge il cere.
Alla regina Madre di Gesù. Dopo el parlo la dolce madre tua
Or li piaccia , o Maria bella Rimase vergin com'era di prima ,
:
Soccorrimi ,
Maria, non tardar più. Gresù diletto d'ogni vero amante ,
A.fflor Gesù ,
amore , amore, amore L’amor li fè con pena star pendente
Amor Gesù, amore, amore amore, ,
Gesù , per farmi lieto sei piangente
Amor Gesù che terra o ciel creasti
, Svenato fra ladron , come ano agnello.
La luna el sol , le stelle e Io splendore : Livido e scoro ,
ch’eri tanto bello,
Me pecealor con le tua man formasti E puro specchio o fonie radiante.
Faminiti amare con la mente e col core Gesù, chi l'ama cerca el paradiso,
SI, cb’ io vada impaszato per tuo amore Gesù , chi in te muor rilrova vita
Sempre chiamando le, amore, amore. Gesù, In se’oggetio d’ogni viso
Digilized by Google
, , , , , ,, ,,
, ,,
, , , , ,
,, , , ,
157
Che il suo valor eonverta in pianto tutto. Se tu non hai el bel viso.
L'oronipotente padre Non ci potrai entrare.
Non per meriti mia ,
ma per sua grazia Se vuoi volto bellissimo
Fra l’opre sue leggiadre Abbi fede formala :
Digilized by Google
, , ,, ,, , , ,, ,
158
Digitizedijy (jOOgle
, , ,,, , , , , , ,, , , , .
159
Digitized by Google
, , ,,, , , , , ,,,, , , ,, , , ,
160
Per sa’ amore lassaodo ogni , rio Perdona dunque la mia gran follia.
Con quelli esser voglio Parte da me ogni mortai peccalo.
Che sempre lo ringratii, Parte da me ogni mortai peccato
Di laudar nou mi sazii, Acciò che la tua grazia in me si vegna
Laudilo a tulle l’ore. Per la qnal grazia le abbia laudato :
Amandoli con tolto quanto el core: Ama Gesù al qnal sci desponsata
,
Fammi marìre dentro nel tuo amore. Ama Gesù cl tuo sposo diletto
,
Se tu non tomi per tua cortesia Ama Gesù che al sno amor t' invila
, ,
Per mia virtù non l’ barò mai trovato. Dal qual tn hai la vita
Che un buon Signore udendosi laudare Ama Gesù , dentro dalle mcdolle,
Da UD rio servo , gli fa villania : Di queir amor che bolle
Digitized by taOOgli
, , ,, , ,, , ,, , ,, , , ,,,, , , , ,
Ama Gcsb, che sol’è la (aa «ita Ama Gesù , amai , che tanto t’ama
Che t' ha cosi ingrandita D’amarlo sempre brama.
E sta’ con Ini unita Giammai non te ne sfama.
Che t’ ha spesso levata. Con lui stando abbracciata.
Ama Gesù che tanto ben ,
ti presta ,
Ama Gesù, e abbracciati con esso,
E fa di Ini gran festa Ringraziandolo spesso.
£ giammai non far resta ,
Amalo c stagli appresso.
Dal qnal sei illnstrala. Con lui stando legata.
Ama Gesù e con Ini si abbraccia
,
I' ,
Ama Gesh, legandoti a>a Ini,
E sol esso ti piaccia ,
Amai che amar
, lo puoi
E col sno amor allaccia t' Che grazia n’ bai da lui
Dal qual sei uberata. Che si t’ ha confermala.
Ama Gesù ,
che li da il dolce latte Ama Gesù, con amor dilettoso,
Che i tuo nimici abbatte Perocché egli i tuo sposo
Il qual per le combatte Nel qnal senti riposo
Dal qual sei rinfrancata ,
Dica ; la sfracassala I
Ama Gesù ,
anima, veramente Ama Gesù, d’amore sfracassalo ,
Ama Gesù , senx' amar altro nulla Ama Gesù, amai con lutto el core.
Con esso ti trastulla Amai con gran fervore,
Ed esci fuor di culla. Gesù tuo dolce amore.
Diventando velata. Dal qnal sei riscaldata :
Ama Gesù , che dentro ti feriace Ama Gesù, il quale i tua speranza.
Il qnal ti rivivisce Che ti vuol per amanza.
E con lui si ti unisce. Che sopra ogni altro avanza.
Dal qual sei consolata. Diventane infiammata.
Ama Gesù , ed in esso li quieta ,
Ama Gesù, cl qual ti fa godere,
Anima, stando lieta, Con tutto il tuo potere,
Il qual non ti si vieta ,
Sanz’altro amor volere
Dal qnal sei visitata. E in lui sia trasformata.
Ama Gesù anima mia , diletta Ama Gesù, in lui te trasformando
Dal qnal tu sei riMUa E intendi el sno comando
21
, , , ,, , ,, ,,, .
, , ,, ,, ,
163
A te ,
«irgine pura E all’elema tristizia
Senza gii mai finita. Piacciati di scamparla
Tn benedetta salde E con Cristo legarla
Sopra ogni creatnra, Con vero amor di core.
Create in queste zita. Con latto il cor laudare
La mia mente i slnpita Te, Madonna, vorrei
Contemplando tua gloria. Con somma rizerenzia
Esco delle memoria Temere ed onorare :
Pensando il tno zalore. Per li peccati miei
Pensando primamente Di ciò non bo potenzia.
In te. Virgo sacrate, La Ina magnificenzia
Sopra ogni felice Madre, mi faccia forte
Veggioli certamente Per infino alla morte
Prima santa che nate. , Landar te con ferzore.
Digitized by Google
, ,,, ,, , , , ,, ,,
tOfc
Di le ’l verbo divino,,
Dirisioae prifn& Tnlla qnanla eri slesa
Nel divin conte mplazoa:
Benedetta sia l’ ora Sopr'ogni eberabino.
L’anno, el di. cl mese Sopra ogni serapbino,
Che lo fusti annunnala !
Virgine sacra santa,
L’ angel senza diman Ardevi lolla quanta.
Tutta li fé palese Di qncl sapremo amore.
La divina ambasciala: Sempre henedello
sie
Tu, vergine beata. Il tuo ventre sacrato, . ,
Stavi attenta a adirla.
In el qual si rinchinse ,
Poi rispondesti: anelila.
Cristo Gesù diletto
Son del mio gran signore. Che r amore increato
Al Gabriel dicesti:
In te lutto lo ’nfnse.
Secondo tuo parlare
Tutto il suo saper punse ,
Sia di me il suo volere.
In quella ora felice
Nel cuor ben conosoeati
In le. Imperatrice,
Non degna di portare:
Con ogni suo vigON. .
Lo infinito valore. L’ angelica natura
Quanto fu il tuo gandere Non ha tanta notizia , , ,
Di te si prme carne :
Più di lor conoscesti,
Per patema potenzia
Amasti ed intendesti
El Ogliol di Dio tanto
Sopra ogni altro amadoze.
Si rinchinse per trame Sempre sie benedetta
Di prigione, e scamparne . La consacrala porla
Dalla morte seconda
; Onde passò l’ agnello
Tu sopra ogni gioconda
Virgo di Dio dileUa,
Concepesii quel fiore. In lui sopr’og^ absorta
Digitized by Google
,, , , , ,, ,
,, ,
166
Digitized by Google
,, ,,,, ,,, , , , , ,
Facendo orazione
Con tomma diTozione Divisione Seconda.
Pregando zna essenzia
Che in servir ,
ncgligenzia La bontà increata
Non avessi al signore. Sola li 1% nel mondo '
168
Adori ,
ami e laMi L’ anima per lo calore
In eterno el signore. Tutta si consuma.
O donna gloriosa Cunsumomi nel foco
Madre del sommo bene , InvisibiI , che m'incende
Sempre li si conviene Si , che io non trovo loco
Laude gloria od onore. Per lo calor che mi fende,
El qual libera mi rende
.\lla sua bonilade
ccraxvn. Privandomi in tutte cose
Della volonlade.
Della unità che Ta l' amore con Per la ,
che ò morta
volontà
I’ anima umile e devota. Son pervenuto alla vita,
Vu per la via non torta ,
0 amor, che fallo m' hai con Icco udita Dopo quel, che ra' ha unita.
Per grazia, che mi fai, che è infioll.i. Per la sua bontà infinita
Per la grazia che m' hai fatta. Sun giunto a buon porlo
Sul per grazia grazioso ,
Deli' amor purificalo
L’ anima mia è tratta Per cui vive el morto.
Fuori (l’ugni amor vizioso, .Morto convien che sia
Dolcissimo ,
giucundoso Chi risuscita con Cristo,
Da
longi c propinquo ,
A ogni mortai follia
O amalo ed amante ,
All’ anima nibii falla,
Te amo, non amo, El suo far nulla approda ,
170
Digitized by Google
, , , , , , ,, , , ,,
Trino, uno ,
indiviso. A te, amor sempiterno,
Le tue laude divine Gloria infinita.
Sono: el Re del Paradiso; Laude, gloria ed onore
O agnel che fusti ucciso
, A te da te vivo Dio
Per nostra salute E in tulli nel tuo amore
Sol per te, a te in tulli Commutali o fallor pio
, ,
17-2
Di me sua volonlade ,
Son percosso allo scoglio
Che della mia m'ba priva : Tulio mi son contrito
Per mia nihililade In polvere conviemmi ritornare.
Veder son falla viva ,
lo polvere tornalo
E la mia vila non può infermare. Son per nibil volere.
Ei mio vivere è morie, Nello inflnilo amato
£1 morire è guadagno Ho perduto il sapere
Sono aperte le porlo Mio potere è mancato
Dell' allo ciel per l’ agno, Per lo nihil tenere.
Che lanlo n' amò forlo ,
Nel quale , io senta sommo dilettare.
m
La sua colpa distrusse; O invisa bellezza,
Poi morendo nel leno O gaudio non saputo
Per dismisura del suo traboccare. O non nota dolcezza,
Lo in6oilo versalo O amor non contenuto,
S’é per amore in prima, O non gustala ebbrezza ;
E in ciascuno ordinalo 0 sole non veduto,
Nella beata cima : O per le solo in le solo stare !
Digitized by Google
, ,,, , . , ,, ,, ,
175
E non TÌ «i attenere : Loindugiar m’accora,
Chi dice: io so parlare: Eparmi un’ ora, mille anni aspettare.
Non ha chiaro «edere : Aspetto con affanni
Parlar di ciò si è fantasticare. E con gaudio la festa :
Digilized by Google
,, ,, ,, , , , , , ,, ,
176
Digitize
,, , ,, , ,, ,, ,
, ,
m
Ta sempre se' dorabile. Tu notando in disio
Tu ogni bcoe coatieoi, Con gaudio non resti
Tu senza fine U puoi gloriare. Tu onoralo Dio
Tu glorioso priro In tatto esser vorresti
Se' del s) e del no : Di Qno or lavorio
Del si si (u se’ rivo, Ta solamente vesti.
E anco del no no. Tu più,che,ah’i mesti osi, nel Ino regnare.
Tanto se’ fatto divo. O anima , considera
Esser più non si poò. La tua nobilitadc,
Non ti si pn6 tesoro assomigliare. Creala saper sidera
Tuo laccate splendore Sol per la sua bontade:
Si è somma caligine: Dopo el qual sempre riderà
Nello inQnito amore: Con tolta paritade
Sol per amore affiggine La veritade ti vuoi liberare.
Lo inOnito dolzore, Ta libera per Cristo
Tn
sempre gustar doline, Fusti, sei e sarai,
Non
ti si pnò amarezza appressare. El qual per te fn visto
Ta non temi la morte, InBniii aver goal,
Tn non curi di rita, Del coi amore acquisto
Tn sempre corri forte, Per saa bontà fatto bai
Tn non se’ indebitila Ta lo vedrai con chiaro cardare.
Dalle volontà torte, Nane autem per specolo
la te ne se' partita. Alcuna simiglianza
Tu se' salila al sopra sommo amare. Vcggiolo, e perù pregolo
O anima privala Per la saa smisuranza.
D’ogni piacer di sotto. Che nel beato secalo,
Per amor consnmala Dov’ è ogni abbondanza
Ogni legame bai rotto, Alla scoperta Ini possa mirare.
Ta se’ tanto montata E sempre a faccia, a faccia
Digilized by Google
,,
, ,, , , , , ,
178
Digitized by Google
, , ,,, , , , ,,,
, , ,
180
Digitized byljoogle
,,,, ,,,, , , , , ,
184
Digitized by Google
, ,. , , , ., , ,, , ,
182
Digitized by Google
,, ,,, , ,, , , ,
m
El peccato fetente, A le , Signor verace
Non gli varrà pregare Al cui comando già non ai rappella.
La regina piacente
Che mai al ano Tìreolo CCCXXXI.
Giammai ai è esaudita :
Non esser tanto ardita Della NatiriU del Signore.
Anima brutta , di parlar con alla.
Per te ,
Madonna , dalle sue quadrella. Ancilla son di Dio
A te, vergine madre, Sia la sua volontade.
Del verbo creatore. Allora si discese
Del sempiterno padre L'eterna saplenzia :
— . J
Digitized by Google
,, ,,,, , ,, ,
186
’D'Igiliz^ by Gbbgic
,,, ,, , , ,, , , ,
187
Digilized by Google
, , ,, , , ,, ,
188
Col tuo amore per amor mi lego. Tu m'hai levalo c tratta super sidera
Legalo per amor con teco nnilo Air invisibil fuoco, che ro' bai cotta ,
Amor, amor, amor, amor dolcissimo Nel qual io tutta mi scolo dissolvere,
Amor, amor, amor di le vestilo E diventato son cenere e policrc.
Dentro e
di fuori son, tuo don santissimo, Niliil mi veggio nel divino sguardo
Amore,
amor, amor sopra ogni aodito Se in me fussc ogni perfezione
Amore,
amor, amor, amor altissimo E maggiormente se io ben riguardo
Amore,
amor, amor tu si m’ bai morta, Che sono abisso d’ ogni perdizione.
Amore,
amore altro non mi conforta. Amor dolcissimo , amato si lardo
Conforlomi, ò amor, nelle tue laide Da me, degno d’ogni maladizione.
Nelle qnal' tutta per amor mi spando E nondi'meno la tua bontà pura
Con gioia e festa ed allegretaa valde Eletta m’ha nella superna altura.
Nel Ino amore, amor , vado notando La dove vederò la beatissima
Con altissime voci d’ amor calde : Trinità solamente in una essenzia
Amor dolcissimo, io ti vo chiamando. Con visione, eterna, chiarissima
Laudandoti di ciò ,cbe fatto m’hai Vederò Cristo, somma sapienzia
E che mi bi o che tn mi farai. E la sna madre, vergine santissima
Di intle grazie , benefici ^ doni Con tutti que’ che sono in sua presenzia
Che In m’ bai fatto fai o che farai
, Angelica natura santa , e santi
Lande li rendo nelle mia canzoni Sol per tuo dono, o amore degli amanti.
Ch'io canto e canterò, come tu sai. Questo ch’io dico, o immenso amore.
Se tutti e miei peccati mi perdoni : La vera luce novella m’ insegna ,
O se giustizia far In ne vorrai, Per quella fede, che mi dai nel core.
D' ogni cosa lande e gloria sia Amore immenso e carità benegna.
A le, diletto dell'anima mia. Tacer non posso, amore, il tuo splendore
Amor diletto da te stesso amalo Del qual tu; dolce amor, m'hai fatta degna
...yiteir,<rby^r
,, , ,, , ,, ,, , , , ,
189
Sol per tua ^azia, o amore immeoao, Sol per la tua bontà non per mio atto,
:
Di cielo in terra, amor, tu si venisti Amor, che per amor tu m’ hai legato.
Per ritrovar l’ anima mia smarrita Amor d’ogni altro amor tu si m'hai privo,
E del tuo sangue tu mi redemisti Amor dolcissimo, per te sono io vivo.
Sol per la tna carità ioBnita Vivo per te, vita viviGcante
Di amore, tu mi rivestisti
te, Ed abissalo in te, divino abisso.
Dentro nel cuor, amor tu m’ hai , ferita Con lutto il core amando quello amante
Con la saetta del tuo amor dolce Figliuol di Dio Cristo crocifisso,
Che solo amando te, amor, mi folce. El qual amor sempre sarà durante
Gli altri tuo’ doni sono inestimabili. Poiché tu m’ hai, amor, rimesso in ipso
Che tu m' hai fatto, o amor giocondo 0 Gesù dolce, o Gesù benigno.
Del numer mi facesti degli stabili Sentami tutto ardere del tuo ìgno.
Prima che tu, amor, facessi il mondo: 0 vero fnoco, che mai non ti spegni
Contar non si potrebbon per vocabili Quando t’ accendi nell’ anima eletta ,
E benefìci tuoi, ne’quali abbondo Col padre e col Ggliuol tu vivi e regni
Per dismisnra della tua bontade, Solo un Iddio in trinità perfetta
Non ragguardando alla mia iniqnilade. Amar li amor, con latti ingegni,
voglio,
Siccome fu da le istabilito, Po’ che del Ino amor si è diletta
Amor dolcissimo, cosi è fallo E’ anima mia per tua grazia pura.
E veramente sarà adempito Amar ti voglio, amor, senza misura.
-.»>igilized by Google
,, , ,, , ,
190
Per quella rolunlà , che tu m’ hai dato, Venga in noi, Signor, veracemente
Amor, l’anima mia fatta è giuliva: El regno tuo del divino amore
Che in tutti quanti sia santificalo Quando noi passerem' di questa vita.
El nome tuo, Sisnor mio piacente. Libera ogni male e d’ ogni rio
d'
Acciò, che ciaschedun sia ritornato L’anime nostre si che sien tornate
Al tuo amor. Signor, veracemente A laudar sempre te con gran disio.
Te conoscendo con chi.irn intelletto. Che a tua similitodin T bai creale.
Amando te con alfezion d’ afiotto. 0 padre Onnipotente, eterno Dio
Digilized by Google
, , ,, , ,
191
Se esser può, che lotte sieo salvate Per compagnia te, diletto mio,
E collocate nel tuo regno santo Avere voglio dentro dalla mente.
Co' corpi insieme in eterno canto. Desiderando sol te, amor mio,
Per amor di colui , che tn mandasti Lasciando stare ogni altro amor fallente
A prender carne umana per amore, Legami, dolco amor, si slretlamentc
Che all’ umana natura tn portasti Che mai disciolta da le io non sia.
El qual per noi pati tanto dolore, Non sia disciolta, ma, forte conGtla ,
E poi in croce morir lo lasciasti, Con affezion d' affetto cbiavellata
Per la salute d'ogni peccatore. Di te, amor, fa’ che io sic si trafitta
Che ritornar volesse a peniteniia, Dentro e di fore, amor, tutta piagala.
A Ini s' inchina sempre tua clemeniia ,
Amor, di le non sarò mai sfamata:
Esaudisci, Signor l’ oraxion mia. Quanto di te più ho, più ne torria.
Che cantata ho dinanzi al tuo conspetto : Quanto più vo’di te, più no sdisco.
Per la tna grazia e non per virtù mia Quanto più beio più forte n’ cucendo.
,
Al tuo onore la canto con affetto. Quando mi fieri, più forte languisco,
Ma d' ogni cosa tua volonlh sia, A te, amor Gesù si mi ti arrendo. ,
Digitized by Goog[e
, , ,
,,
192
iiiized by Google
,,, , ,, , , ,,
193
Digilized by Google
,, , , ,, ,
19Ì
Libera noi dagli eterni supplicj. Che fà in Cristo crescere i cor magni.
L' anima nostra prego, che innamori Maravigliosa si fu quella tirada.
Di quel flgliuol, che nel ventre portarti Onde passasti saura piegK mai
El qual si é signor sopra i signori. Ma ciascun altro «onvien porche cada.
Egli è quel frutto il qual tu ci doDHli, Tu benedetta ncirelarno li alai.
Che di le nacque, terra frotlaosa Di sol vestila sei , o giocondissima,
E del tuo sacro petto tu’ lattarti, Calore e luce insieme tu dai,
Nel cni amor l'anima si riposa, E sopra ogni altra sol sptendientissima
si è sommo regnare,
El qual servir Di Cristo alla man destra collocala ,
Digiliseé by GwojlJ
, , ,
Dal tuo figliuolo , Cristo crocifisso. Giosta cosa è che io vada io quel supplizio,
Non mi despero perchè avvocata Ergo, Madonna mia, lume non veggio
Dio t’ ha fatta per li peccatori. Se non m' alluma quella luce pia,
Fra' quali io sono in più brutte peccata. Che per mia colpa mai aver non deggio.
Mia colpa, dico, da’ mia grandi errori O gloriosa Vergiu Maria,
E de’ peccati, che ho fatto e farà Fontana di pietà, nostra speranza,
Contro al voler del Signor de Signori I lo mi vi raccomando in cortesia.
Alla man destra posta di quel giglio, Ajutami, che si spesso non caggi.
Impcradrice d' ogni creatura , Fra r altre donne e sopra , cortese,
A voi mi do , a voi mi raccomando, lo li priegov che tu mi pacifichi
Per la immensa vostra bontà pura. Col tuo figliuol, che io croce braccia stese,
Del tuo figliuolo, di ginslMia aole , Defendimi da’ mici crudoi uimici,
Che mai da se uessun suo servo caccia. Che senza il Ino aiolo non resisto.
Eternalmente quel tuo dolce prole Trami del numero delli infelici
Con teco sempre di laudar uun fini. E co’ tuo' veri amanti m’ accompagna
Che ogni intelletto illuminalo colo. Si, eh' io li laudi de* tuo' bencGij.
Bcnch' degno star con quei tapini.
io sia Vergine gloriosa, o più che magna,
Che ardono sempre nell' eterno foco, Nel tuo volere al tulio mi rimrllo,
A qual per graiia mai tu non t’ inchini. Che ’I mio volere è piea d’ ugni iiu'gagna.
, ,, , , ,
196
Digitized by Google
, , , , , ,
197
Ricevi, madre mia, cl mio pregare, Del suo volere mi contenta Iddio,
Indegno dico, e nel divin conspcllo A lui per lui sempre sia laude e gloria.
Adempi (a el mio (anio mancare.
Anco ti priego per Gesù diletto,
CUe tu aiuti ognun che mi vuol bene, CCCXXXTII.
Ed anco ognun, che m’avessi in dispetto.
Per tutti quelli per cui tante peno Laude della città Celestiale.
Sostenne il tuo flgliuol Gesù in croce
Priegai che leghi lor con sue catene.
Risplenda nel lor cnor la vera luce , Àve Gerusalem, vision di pace.
Cavando lor della tenebra oscura Ave Gerusalem, città di Dio
Si, eh' ojnun segua Gesù, sommo duce. Ave Gerusalem, gaudio verace.
Oslende, Madre, a lor la via sicura. Ave Gerusalem, in coi cred' io.
Che gli conduca alla beata vita Ave Gerusalem che mai non tace.
,
Tenendo dentro al cuor verità pura. Ave cantante con sommo disio.
Naturalmente eoi fattore unita Ave Gerusalem, madre feconda
L'anima nostra star sempre disia, Ave; in la quale, ogni bene abonda.
Se suo’nimici non l’hanno impedita.
i
0 gloriosa e nobile cillade
O tu, del ciel felice porla c via, Dove in concordia sono e cittadini.
Difendi noi da'lor comballimcnii. De’ quali sola è una voluntado
Mentre che siamo in questa tenebria. Nullo non v'è, che da essa declini
Benedetta sia tu, per cui contenti Ma tutti stanno in gran iranquillitade
Sarem, vedendo te col tuo figlinolo Elcrnalmeole ne’ gaudi divini
In paradiso con dcleltamcnli. L’ umanità di Dio, per coi han vita
Kesurger noi dalla spiritual morte. Da quel signor, per cui tanto gaudete ,
Campando noi dalla morte infernale, E sempre mai con voi in paradiso
Hetlcndo dentro noi da quelle porte Io reggia quello il qual sempre vedete.
Del santo Regno per virtù di Cristo, Lui conoscendo c guardando fiso
£l quale nel suo amor mi faccia forte. Nel sempiterno gaudio, dove siete.
Eterna laude a quel per cui assiato Nella sua gloria sempre gloriosi
Nel suo conspelto Gesù .Signor mio. Dalla sua luce tulli circonfusi.
Senza el cui dono e grazia non resisto. Di le, città di Dio gloriosa,
Nel suo voler rimetto el voler mio Son dette e dicon cose gloriose,
Con T intellello e con latta memoria Accioccbé ogni anima di Cristo sposa
Digilized by Google
,,, , , , , , . ,
198
Ami cl ratlor, cbe (anlo alu li pose. In un momento dall’ amor toccata
Benché a me aia cosa abominosa L’ anima se ne vola in quella allena ,
Digitized by Google
, , , , , , ,, , ,
, ,
199
Per lino a tanto, cbe nel sommo regno Madre di quello, il qual tanto amar bramo
L'anima mia sarà con vittoria , Ad adinvandom, madonna t' inchina
Vedendo sempre Gesù Re di gloria. ,
Me peccator, cbe da lungi li chiamo
O Gesù glorioso uomo e Dio,
,
L’ anima mia tanto piccolina
Quando ti sederò a faccia a faccia? Esser disciolla dal mio corpo bramo
Quando nel (un conspetto sarò io Desidera vedere quel giocondo
Vittorioso nella gran bonaccia, Re glorioso ,
salvator del Mondo,
Quando I’ adorerò, o Gesù pio. E le sua Madre, ancor veder desio
Nella gloria con laude cbe li piaccia, Sopra ogni altra pura creatnra ;
Dove adempiuto sia el mio disirio Quando si flniran queste Ine pene.
El mio disio sarà adempiuto Quando li chiamerà quella maestà ,
Per merito del sacro sangue chiaro, Che m' bai difeso dallo spirto reo
Che il glorioso tuo figliuolo sparse Quando con loco a Dio renderò lode.
Per far le spose del suo amore arso? Lassò nel glorioso giubileo?
O sopra gloriosa alta Regina, Per amor di Gesù ,
m’ iulende ed od»
Digitized by Googic
, , , ,,
200
Nondimen ,
perché io sia sopra ogni reo : Ciascuna é collocala nel suo grado
Fino
alla morte m’ aiuta e conforta Dinanzi a quello sposo innamorante
Dopo la morte, in cici 1' anima porta. Sempre cantanti cantico leggiadro ,
Per suo amor col suo amor mi leghi. Non reslan mai laudar di laude rere ,
Priegovi tulli voi, che in gloria siete, E tu, anima mia, ti stai pur quic.
Che in questo mondo fusti in tanta pena. De' ciechi seguitando le bandiere.
Che voi preghiate quel
,
per cui gaudete, Quando sarai con quei beati spirti.
Per me, anima misera terrena, La cui beliczza mai non potrei dirti ?
Che sol d’ amarlo m' accenda la sete Umana inlclligcnzia non poiria
Tracndomi a se con sua catena; Degli angeli intender la bellezza.
Se piace a lui per sua boniì m'accetti, La lingua umana nihil ne dirla
E prrgatel per lutti c suoi eletti. Dell’ anime la superna chiarezza
Acciocché Cristo con voi adoriamo Ogni nostro stimare è fantasia
Di quella gloriosa adorazione , NihiI comprender può di quell'altezza.
Elcrnaimcnio cl laudiamo ed amiamo Ma per conforto di mia mente discola
Con sempiterna di lui cognizione, Cantar ne voglio alcuna cosa piccola.
E ben eh' io sia sopra ogni altro gramo Alcuna cosa ne voglio narrare
Desidero l' eterna visiono Alla mia mente eh’ è tanto fanciulla.
,
Di ciò vi priego, beo eh' io sia il più rio. E questo fo perchè io son da nulla;
E benché io per le mie peccata D’ un picciol pomo li voglio spassare
Degna non sia d’essere esaudita Perche ancora non sei fuor vlclla culla.
Nondimen priego la bontà increata, Ma quando tu sarai ncil'allo stare
Dal cui voler tanto mi son partita. Vedrai per altro mudo il gaudcarc.
Per merito dell’ anima beala Quando sarai nel gaudio superno
Di Gesù Cristo, m'abbi ribandita Vedrai per altro modo cl paradiso
Della città superna gloriosa. Si come é nncmcnle in sempiterno
Che in gaudio sempiterno si riposa. Di Gesù Cristo vederai cl viso :
Vedrai ancor l’Areangel Michaello, Paulo apostolo infra gli altri infocali
Clic alluminò cl pietoso Tobia Gaudenti star nel secolo de' secoli.
Della seconda principe , è elio, El candidalo esercito gioioso
£1 quale allumini l’anima mia. De’ martiri con la veste vermiglia.
All' angel Gabriele farai onore, Vedrai in gloria ciascun glorioso
Che oiinuntiò del mondo e 'I saltatore Laudare l idio con somma goduviglia:
Vedrai I' antico nostro padre Adamo Quanto ò il gaudio loro giocondoso
E madonna Èva co' suoi giusti figli. Stimar noi so, ma honne maraviglia
Che mangiò il pomo per cui il mondo ò Signor, dicendo, moristi per noi,
(gramo E noi per tuo amor morimmo poi.
Con tulle quelle sante anime antiche, l.:i lor giocondit.à giammai non manca
A qua’ fu manifesto e gran secreti, ló I !ar sempre Dio nullo si stanca:
Perehè di Dio furon fedele amiche: Vedr.'.i da Siena il beato Giovanni,
Elernalmente tu gli vedrai lieti, Vedrai Francesco cd ogni lor seguace ,
E qu.ili per suo amor medie falicbo I quaf per Cristo patir molli affanni :
Or son gaudenti nella sna presenzia. Guarda anima mia, che non f inganni
Fra gli altri vederai quel Noè giusto. Lo spirilo maligno n' è il fallace:
Ed Abraaro a Dio tutto fedele ,
Mondane anco la tua brulla carne.
E .Moisè che d’ amore fu combusto; Chiama Gesù che sol ti può alarne:
,
202
Come per |>razla in questo tuonilo conto. Niliil sapem’ di quella cidi bella,
Così per gloria nel suo regno tonto. Ma quando piacerà alla bontadc,
Vedrai ancora Santa Caterina, Che ci creò; poi andremo a vedella.
Agata, Cecilia nd Agnese, 0 Dio quando sarò fuor di cerlamine
Con r undici miglioj.i santa Orsolina, Ch'io veggia di lassù gli angeli c Fauinict
Vedrai la tua Margarita cortese: Nell' intelletto mio tanto son fosco,
Tutte tcstitc di luce ditina, E la mia mente è in tanto tenebrore
Perche di carità furono accese; Per peccati miei eh' io non conosco
li
;
Vedrai ancor quella perfeUa amante S' io degno sono d’ odio o d’ amore:
Maddalena, c Marta triunfante. Però o signor mio, la grazia posco
,
O dulci sposo sestile di gloria. I)' amarli io verità con tutto el cuore.
Le qual gaudetc sempre eoo Io sposo, Il quale amore l’ animo certifica
Solo una volto mi abbiate a niemorio. Di quella gloria tanto beatifica.
Per me pregando Gesù glorioso. Poi alzerai piò alte le ciglia,
De’ mici nimici mi doni vittoria , Vedrai l'amanza della Irinitado,
Amando lui per suo don grazioso Del figliuol Madre c dello padre figlia ,
Di quello amor, del quale etscre amato Sposa della divina carilade.
Vuol da me, pcccator sopra ogni ingrato. Per cui Dio la maggior meraviglia
Vedrai le sant* vedove pietose. Ha falla per la sua umililado.
Le qual’ per Cristo Icnnuii caslilade, Del diviii verbo, che volse discendere
Vedrai ancora le beate spose. Per amor tratto, c di lei carne prendere.
Che al matrimuniu furou cungiugatc. Di quella virgo umile prudenlissima ,
Laudare Dio con laude d'aiiior pingua Quando ella disse , ecce Domini ancilla.
Con sommo gaudio ed esuitaziuno : Allora il verbo di Dio prese carne
In questa vita non è che il distingua. Per farci ciltadiu dell' allo regno,
Nè chi ne possa far chiaro sermone : Per la divinità parliciparno
La vcriude sta per altro modo Mario rimase pcndcnic nel legno:
Che non se no favella, se il ver odo. El terzo di volle risuscitarne.
Per altro mu<lu sta la verilade. Poi sali in cielo l'alto Ite benegno ,
—— Di^ìti-'^crby Gnngle
, , , ,, ,, , , ,,, , , ,
203
Della tua leggo fui maestra e scola: Che di to parlo con tanta ignorania , ,
Ma con perfello amor l’ ammaestrai. Non guardare alla mia grande fallaiiZii:
O sapienria del Ggliuol di Dio ,
Quel che in dica al fallor d' ogni cosa
Donne, che mai creasti o crear dia. Cosi in cielo il ino gloriare
Hai onorala me. Virgo Maria. Trascende ogni somma sapienzia ;
• Per Ina boutade ho sempre adempiuta Liberalo sarò dal morlal duolo :
lo le mi godo, trino, uno Dio solo, Del quale anco non mi son corretta.
O santa Irinilb sol uno dio, A le, o gloriosa senza pare ,
La gloria e '1 gaudio, che dato tu m' hai Dico mia colpa di mia vita infeila
Tu solo il sai, allo, faitor pio. Se mi perdoni lu, perdonerammi
Ed io il pruoTO , ai come lo sai Il tuo Ggliuolo , e giusto farammi.
Digitized by Google
, , , , , , ,
Da lutti quei ,
che son gaudenti in ipso Che fu per tulli pendente nel legno ,
C da me ,
pcccator sopr'ogni rio. Del suo odor sempre li farà degno.
O glorioso ed o bealo Regno Gustando il fruito della santa croce.
Per merito della sua sacra morte Che quando tu sarai davanti a Dio
L’ anima mia si truovi in quella corte. Per virtù di Gesù glorificalo
In quella corte tanto gaudiosa Elernaimcntc starai in disio,
0 Gesìi Cristo, signor d’ ugni cosa Adunque godi quando sei penosa.
El tuo amor per grazia mi rinuovi : Anima mia, nel corpo slaenle
Sic in tal modo, che nel sommo regno lo questa oscura valle tenebrosa
Io veggia sempre il tuo viso benegno Le pene tue pali allegramente;
La prima dola, ed esultazione. Per ugni pena sarai gloriosa ,
Pricganc lui, per li infiniti doni Con gli angelici spirti con diletto
Coi gloriosi di lassù l' adoni. E con giocondità l’ un P altro chiama.
Lassù saranno e corpi sottilissimi Sguardando in Cristo, glorioso oggetto,
Trapasseranno ogni porta serrala £ in quella virgo, gloriosa dama.
E selle volle più che il sol chiarissimi Gli spirili beati e 1’ alme liete
Saranno in quella gloria beata: In quello sguardo sempre sou quiete.
, , ,
205
Per r anima, che in quel punto c tratta Lassù c’ò d’ogni bene eomunionc.
In quel divino amor, che tutto rogge, Lassù la gioventù mai non inveerhia ,
Clio 1’ ha con .seco una cosa falla. Anima mia, apri del cor l’ orecchia.
Anima, questo punto intende c legge 0,le per fede quelle melodie
Di colai dono ricever t’ adatta. De’gloriosi spiriti beali,
Che questo dono della gloria ò arra : E quelle dolci sacre armonie
Provilo spesso chi questo ti narra. Delle sante e dò’ santi innamorali
Lassù saranno elernalmenic belli, Con ispcranza di veder quel die.
Sansa gìamaì aver nullo pallore , Che in quella carità tu li dilati
Somma dolcezza , ancor sarà con dii Come per srazia in questo mondo canti.
SanzB già mai aver nullo amarore, Cosi per gloria con li trionfanti.
Somma ricchezza ancor possederanno dii. Dove giammai la fortezza non manca ,
Beali quelli che sono in tuo domo, ’ Che tulli e vizii dell’anima spengono:
0 glorioso rege angeloro. La prima si ò la grazia deli’ altissimo,
Che hanno diposlo di quaggiù il snmo. L’altra si è la vera adorazione,
Cantando sempre mai in quel gran curo. Laudare Iddio con vera dilezione.
Laudando te, altissimo Dio uomo. El sacro santo di Dio adorare
Et per omnia secala seculoro In verità di spirilo sincero,
I.’ anime sante c 1’ angeliche schiere El bencdicerlo e ringraziare
Ti laudan sempre mai di laude vere. Questo si è uno esercizio vero
Siccome ho detto ognun lassù leggiero E se medesimu annihilare.
Sarà saoia aver mai nullo gravamine. Amando Dio con amore eterno :
Lassù sarà sempre ciascun sincero, Di cosi fare anima mia t' aiata.
,
Sanza poter già mai temer disamine. Se di lassù vuogli esser ricevuta.
Digilized by Google
, , , , , ,
206
Ciò di' io n’ ho dello , dico e posso dire £ se mandar mi vuole in que' supplicii
Per la gran ccchilà della mia mente: E santo in tulle sua operazioni.
Ciò che per lingua si può pruderire Ma quando noi disciulli saremo
La verità di ciò altro nc sente corpo 0 fuori del mondano ombracolo
D.il
Chi piò nc parla del gaudio supremo. Per merito di Cristo perverremo
Tanto dimostra aver più il capo scemo. Nel glorioso o bealo stacolo
Anima mia come , se' tu sciocca Veramente noi intenderemo
Veder parlar di quel che la non puoi! L' altissimo di Dio maggior miracolo.
Come ardisci d' aprire la tua bocca Del divin verbo per noi incarnalo.
Tanto infctla po' peccati tuoi Vedendolo in ciel sopra esaltalo.
Come vuo' tu parlar dell' alta rocca Con gloriosa e chiara visione
di' hai lo iotellcllo più grosso eh' e' buoi ? Vederem sempre quel primo novissimo :
Ma r anime che hanno lo' intelletto 0 Gesù Cristo pio, intendi, ascolta ,
Non ban bisogno di questo vii dello. L' anima mia , che colanlu langue.
Ammaestrando loro il sommo duce. Laudata sia nel tuo sacralo sangue.
Al qual li dona con amor pcrrelto Quando li piace, Signor mio, la chiama
Che io sommo gaudio l' anime conduce, Liberandola di questa prigione :
Il qual li donerà più allo cibo In paradiso la, dove andar brama
Che non è quello che con pena Kribo. Menata sia, per la tua passione.
Come dinanzi al vero Dio e uomo Della vittoria gli dona la rama,
Slieno 0 che gaudio otlcngoao coloro Del mondo e carne e del dimon fellone ;
Che son gaudenti nel superno domo Fra le anime beale la colloca;
Allor saprem qu andò sarem con loro; Se t' é io piacer, la stanza qui sia poca.
, ,
207
Della tua luce e grazia mi privo insieme con quegli altri gloriosi.
E nel peccar lutto mi soii disteso; Ciò che per lingua ne posso narrare
0 signor mio, che se' tanto divo, Di valuta non 6 d'una medaglia
Perdonami che l' ho cotanto olTeso, Della infinità chi può parlare?
Se t' è in piacere la tua grazia dammi Chi più ne dice tanto più barbaglia ,
De’ veri eletti tuoi, Signor mio fammi. In questo mio vilissimo belare
Lassù ancora quell’anima umile La intelligenzia mia Inlla ci abbaglia
Noi vederemo di Gesù benigno E finir voglio questo mio vii detto,
Con la sua preziosa carne e nobile Del quale Dio ne sia benedetto.
Che per noi fu conntta nel Ugno Sia benedetto, laudato ed amato
La quale 6 quella, che placa lo immobile El sopra glorioso trino o uno,
Per la virtù delsuo sacro santo igno E Gesù Cristo dal padre esaltato ,
O senza fine infinito gandio, Che infra gli altri sono il più perverso,
Di te parlando non mi avere a sdegno. Sol una volta m' abbialo a memoria
Non disdegnare, o superna citladc, Per In immenso suo divino amore,
La mia grandissima presunzione. Acciocché io I' ami laudi e a<lori
In quella gloria pervenir mi faccia. Dal monito c carne c da' crudcl' demoni,
Nella qual gloria pervenire spero. Pregalo quello Iddio che ci ha creali.
Per merito del figliuol di Maria ,
Che nc defenda solo per suo amore,
Dove adempiuto sarà el desidero A cui sia laude e gloria ed onore,
D'ogni anima che va per la sua
,
via. Onore c gloria o benedizione
O buon Gesù per ,
la tua grazia chero All’ alla trinitade una cssenzia
Digitized by Google
, , , ,
308
CCCXXXVIII.
Amor vero dell! amanli,
Le mie colpe mi rimolli.
Poi eh’ io torno a le con pianti.
Lauda di llarlolnmuieo B. 3.
Deb, Gesù, con festa e cauli
L'alma allìn sarà salvala. Che hai perduto Dio, dolce Signore,
O Maria. Virgo beala. Or piangi c duolti d'ogni tuo peccalo.
Citi non I' ama al Inno c orbo. Che l'hanno lollo al tuo pcrfcllo amore:
Così infermo di lai morbo Solevo stare, in gaudio, festa c canlo
Sla suggello al dimon rio. Ed or mi trovo in gran dolore c pianto.
{CanUsi come, 0 terapo UaoDo)
Digilized by~CoogIe
,
QuoUu segnato do’ numeri i, ii, iiì, v, vi — viii, xcii, Ixxxvi, xlvi,
Ixvii, xl, xciii, xxviii, xciv, xcv, xii, xiii, xv, xviii, xx, xcvi,
xxvii, Ixii, xcvii ,
xoviii, Ixvi, Ixxii, xcix, c,xxi, Ixxix, Ixxxvii,
Ixxxix, ci, Oli, Ixxvi ciii, Ixx, Ixxiv, Ixxvii ,
liii, Iviii, Ix, Ixi,
xlv, xlvii, civ, cv, Iv, cvii, Iv, cvii, cviii, ex, li, exi, ol, lix, dii,
clxiv, Ixiii, xlii, xliii, clxv. — cxcii, Ixxxiv, cxciii, cxcviii,
cciii, xxii, xxxi ccxxv. — ccxxxiii ,
ce. — ccix. Ivi, Ixxviii,
OCX, ccxii, Ixxxii ,
xxxvii, Ixxxv , Ixxxi ,
ccxiii ,
ce, Ixiv, ccxvii.
— ccxxii, xxxiv, ccxxiii. — — ccxxxvii, ccxxxix. ccliii.
ccliv. — — cdxvi
cclxii ,
— cclxxxix
cdxiv. ,
cclxviii.
— coxev xvi ccxcvi. — ccevii cccix
ccxciì. ,
XX XXV
, , ,
ceexii, , ,
xxvi xiv ,
— cccxviii
,
ceexiii. ceexix — cccxxxvi ccxci ,
cccxiiì , ,
Digitized by Google
, , ,, , , ,
CCCXLIII.
(Cantasi come — Al gufo al gnlu ncceHi^
Digilized by Google
, , , , ,, , , ,
212
Digitized by Google
, , , , . ,, , ,
313
Ch' e piacer vani della brieve vita (Cantasi come ^ Po Vbe in fe«te e peodio »ÌaiBo)>
Digilized by Google
,, , , , , , , ,
21&
Non gli fate resistenza Laudato Dio, eh’ io son fuor de' legami
Peccator, che il tempo è corto. Delle mie grieve colpe inveteralo :
Quante grazie a noi mortali Ricordali, Gesù, che m' hai creato,
Ci fa Iddio, e sinnne ingrati. E col tuo sangue poi ricomperato.
Che di tanti acerbi mali
InGo qui ci ha liberati. CCCL.
0 superbi ,
o ostinati,
—
Cantasi come U Faronferaìcioi Il ccrvel mi la\
A far bene ognun sia accorto.
( tutto el di e la (era. )
Quanto e brieve nostra zita.
Che è piena di miseria , I peccato fa
Se con Dio non è unita Perder la luce vera
In eterno non ha feria E come '1 fuoco cera, le virtù llquefìk.
La non dura:
tua bellezza e gioventù L' ambizioso core
Perchè se’ donche a far beo tanto avaro ? Si rode e dispera ;
'Oigltized'By CrTógle
, , , , , ,, , , , ,
215
E come fuoco cera, le «irtù liqnefà. El mondo, ognun lo sa, non pud dar pace.
La gola c la lussuria Perchè per sommo bene
Accieca la ragione, El nostro creator non ce l’ha dato.
A Gesù fanno ingiuria, Ma sempre avversità, come a Dio piace ,
(
Caotafi come —B in no tempo fatta ero ),
O in superbia o pompe
Per quale’ opra apparente agli occhi mia
Quanta fatica dura Ricorro alle tue armi ed ho vittoria ,
Oigitized by Google
,, , , , , , , ,
Passa pe’ gli occhi al cuore, Per darci el regno suo o ingraU ;
setta !
Digitized by Google
, , , , , , , ,
«17
Guarda quanto s' umilia cl divin verbo Misericordia, o Vergine Maria,
Pigliando carne per salvar la gente, Soccorri noi in tanli affanni e duoli
Ch' era dannala pel peccalo acerbo, Misericordia , madre santa e pia.
Ch’bave commesso Adam, primo parente. Deh non abbandonare e tuoi figliuoli.
O immensa bontà del magno Iddio , .Misericordia ,
che n'hai la balia.
Che si é fallo uomo per salvar l'uom rio! Non ci lasciar si sconsolali e soli ;
Per darci gloria nc suo' ben superni Deh priega, San Baslian, per questa terra,
Voli' esser fragellato e morto in croce. Ch’ è tanto aOlilla pe’ nostri difetti
Misericordia ornai
Che punga fine a' guai cl sommo Iddio.
Lauda in onore di Santa Maria in Pruneta. No' sappiam ben, cbc’l nostro fallir tanto
(CaoUsi io sul conto dì — Ricordati Mariii/ Meriterebbe maggior punizione.
Ma odi, o caro padre cl nostro pianto
Mandò el suo figliuol benigno c pio . Deb mostra el corpo tuo si vulneralo
Nel ventre tuo, o vergin graziosa. Al buon Gesù, da que’ pungenti strali.
Che t' ha ripiena del suo amor giullo. Chiedi merzà, eh’ ognun sic liberalo
Onde tu se’ più eh' altri gloriosa ; Pel tuo martirio da cotanti mali;
Questa fiducia muove e nostri prieghi Cosi ci guardi da’ vizj mortali
A te ,
che grazia alcuna non ci nieghi. E dal dimon fallace,
L’avarizia crudele e I' ambizione Acciò, che buona pace abbiam' con Dio.
Sun cagion, madre, del nostro dolore:
Priega Gesù, che pace ed unione CCCLVIII.
Mandi per carità nel nostro cuore
E che rimuova la Iribulazione Stanze a proposito del di de' morti.
Da questa tua bella Città del flore;
Priegaio, che ci tenga in abbondanza, 0 buon fratello, o dolce padre mio
In fede, in carità ed in speranza. Non odi tu la propria conscienza?
28
, , , ,, , , ,,
,
218
Nun odi io croce Gesù, vero Iddio, EU' è la nostra madre ed avvocata
Cbe li chiama ed aspetta a penitenia? Appresso al sommo Iddio, la Chiesa cl dice;
Non aspettarpiti tempo, el tempo fuggc Chi vuol grazia da Dio ricorra a Lei,
£ la morte ne vien, eh' ognun distrugge. Disposto di lasciar suo’ vizj rei.
Che cuor iìe'l tuo, o ingrato peccatore. Che fara’ tu nel tremendo giudizio,
Quando sarai condotto al capoziale, Superbo peccatore ed ostinato
Veggendo e tuo’ nimici con furore Non potendo nascondere el tuo vizio.
Annunziarli cl tuo futuro male. Che a tutto el mondo sarà palesato,
Essendo abbandonato dal Signore Veggendo Satanasso e’I gran supplizio,
Per la tua colpa c peccato mortale E contro a te el giudice adirato
Uov' el penlcr dubbioso c non >al poi, Dove non Gc nessun per tuo difesa 7
Però fa' penitenza, or che tu puoi! B però piangi ogni tua grieve offesa.
Vuo' tu per un piacer, eh’ ò moiiientano La vergin gloriosa c santi eletti
Perdere cl sommo ben , che è inliiiitu? Non pregheranno Iddio pe’ peccatoti
Pel quale fu saettato San Bastiano Come dalla giustizia Ben costretti
Morto cl Battista c Lorenzo arrostilo; Che cosi volle el Signor de’ Signori.
Geronimo che fc col sasso in mano, O quanti invano picebieran lor petti
Antonio Abate e Paulo ereniilo? Con gran sospiri e cocenti dolori,
Tutti e santi che sono in ciel con Cristo Ch' avranno speso ogni lor tempo invano
Vi son per qualche croce come Cristo. Tenendo solo el nome di Cristiano.
Venite o voi, nel mondo aShlicali, Contempla quella turba isconsolata ,
Che qui si trova ogni consolazione. Giudicala da Dio nel fuoco eterno
Venite a me , o involti ne' peccati. Andarne co'dimonj accompagnata
Che per voi porto tanta passione ; Per islar sempre, sempre nello ’nfemo:
Deh non siate si duri c ostinati Dall’altra parte ogni anima beata
Venite qui sotto cl mio gonfalone Cogli angeli salire al ciclo azzurro
Contriti, umil' piangendo con fervore Per fruire c godere cl sommo Iddio
A lavar nel mio sangue cl vostro errore. Ardendo sempre di santo disio.
CCCLIX. CCCIA.
Stanze fatte per l'assunzione di N. Duiiua. Lauda in onore della tavola di Santa Maria
in Pruneta per intercedere grazia
Licvate un po' la mente, o frate’ mia per un Gonfaloniere a vita.
Dagli cITelli terreni e contemplale
Si come Assunta è nel ciel Maria ,
(CioUti come e versi miiarati cioè Strambotti).
Maria ,
di Dio santa genitrice Cbe semina ambizione, odio c rancore,
£ sopra o cori angelici locala E colla tua viriti sanla li mostra
Come regina c vera imperatrice A chi governa la via del signore
JU*. -a—
, , ,, , , ,, ,
ain
Acciò che segua et suo onoro c gloria , Priega per I' anima mia ,
Digitized by Google
, , ,
2>0
IVt non porder lo scelto Signor, che tanto già conira le fei
Del regno, o?e creala fusti tu, Di ; de’ tuo' vizj niiscrcrc mei,
Se (la (ìesù causata diriva E lia per me la tua voglia esaudita.
La sua felicità,
I
Cantisi a modo propri» }. Lauda di Simon Pallaio 4.
Digitized by Google
, , , ,, , , ,,
(
Ha modo p«r-$e).
Poi il portò nelle braccia a Simeone, Guardale, o buon Cristiani, io ver Levante
Che molli anni l'avea desiderato , L'erelicon fedel nimico nostro.
E '1 salmo ebbe cantalo Che vico per terra c mar con gente tante,
(XNunc dimiltis • Signor mio facondo. E per gran segni e profezie v’ è mostro.
L’angel Ino po' mandasti al vecchierello , O Gesù ,
padre nostro
Per levarti dinanii al crudo Erode, Ch’ avesti in croce di nostr’ alma sete ,
Digitized by Google
, , ,, ,
,
422
Come lasciò Gesù divina pianta Si che ognun con lieto coro
Quando egli ascese al sommo padre eterno: Renda I’ arme al cieco mondo.
Pecorelle ,
c v’ apre il petto. Volse in croce un tal supplizio
Versa il sangun in terra santo Dar se stesso in sagrifizio
Per purgar vostro difetta : Per me vii, misera, ingrata ,
Del tuo dolce amor , Gesù. Ch' ò nel ciel tanto esaltala
Chi lo gusta non può più E con voglia sviscerala : Invochiamo cc.
Ne' mondan diletti errare. .Al mio Gesù. Chi a Lei donerà il core
O superno ,
o giusto Dio E contempli sua clemenza
Piacciati gli degni prieghi Viverà in grande ardore
Esaudire ,
or mi concedi Sotto la sua gran potenza
Che del tuo dolce amor degna E però con riverenza
Sien : fa me sotto tua insegna Ciaschedun sempre e veloce
Con vittoria camminare. Al mio Gesù. Con divola ed umil voce; Invochiamo re.
Di tutto beo adempi osto cor mio E di dir mai non si sazia: Invochiamo ec.
CCCLXXII.
(Cuotuiì come — Ben veOKa Maggio}.
(Caotsfi come — A caTallo u curai, Paria, Paria}»
Digilized by Google
, , , , ,
Pietà ,
Gesù ,
cb' i sento Non far più resistenza:
Omè ,
che all’ nom eh’ è morto CCCLXXV.
Non giova dir : Signore.
O città gloriosa
fCaaUfi come — Finch' I’ tìvo « po' la morte}*
,
Digitized by Google
, , ,, , ,, , , , ,
226
Teco nella eccelsa corto ; El tardar re. Tolto ’l mondo sangue intruona :
Ricercando va Maria ,
Quanto strasio c quanto scherno
Pien di doglia ed angoscioao Farà Dio de' peccatori !
Digitized by Gòogle
, , , , , , ,, , .
aa?
HagguaMa un poco nella tanta croce Quel tuo sangue , o Gesù mio ,
Ben conosci che gli ò certo quel porto Fa’ eh’ io venga al santo Regno,
Tu non potrai delle suo man fuggire, Veggo r ombra dei pastore,
Ch’ ogni altro amor che si pone in aitrui E si è in me quel Qor desIruUo .
Nel tuo felor con pianti Gnirai. Vengo a (e, pastor diletto.
Digitized by Google
, , , , , , ,, ,
228
Corri coir altre pecore assetate, Son tirato nel tuo regno,
Che il bel fonte è olTerlo Che mi fa di tu morire.
E farcii altrimenti rinfrescare ,
Non gli lencr più bassi. Dolenti siam del mal con lutto ’l core.
Ma volgi li luo’passi all'alira vil,i, Esaudì chi li invoca in pura fc.
Digitized by Google
,, ,, , , , , , ,, ,
229
Ch' i'non so qual si sia maggiore. La lancia e'I sangue il sana immanlanenle.
;
Quando penso quella mano Omd, già sentir parmi quella tromba,
Che creasti ,
li percuota Che desta e morti allo eternai giudizio ;
Oh oimi', eh’ io vengo insano, Omè, che nelle orecchie mi rimbomba:
D’ogni gaudio il cor si vota, Andate maladctti al gran sopplixio
Che col sangue tu riscuota Ma se per noi dicesti io croce sizio
Dn eh’ è ingrato e peccatore. Cosi sana, Gesù, la nostra mente,
Quello braccia ,che distendi
Con que’chiovi si pugnenti CCCLXIXtV.
Par che dica: che non prendi
Nel tuo core e mia tormenti? Di Bernardo tìiAMBVLLARi.
Deh risguarda in quanti stenti
_ _ Digilized by Google
, , ,, ,, , , ,, , , ,
,, , , ,
aso
Lei d brama ed ognor dice : Cbe cbi si pasce delle (ne vivande
Peccaotr .che non claiatTi? A te virgo. Truova del ciel la via :
Riposo all’ alma mia
CCCLXXXV.
Scala c trionfo dell’ eterno porlo ,
Di Ucster Castellana 5 .
Luce pace e conforto
(CaaUii corno — tfon pìh pucrro).
,
Tanta doglia in te comprendo: Non più Tal volta per mio amor li veggio al Padre
Vivo sol , pietoso Iddio, (guerra Umiliando dire ;
Quando teco ì’ pendo in croce Ecco figlinol quella diletta madre,
, ,
Dammi ,
ingrata ,
il duro core Perdona al servo indegno :
231
La (aa dolce saetta CCCLXXXVIII.
Diriai al peccatore alla tua insegna.
Madre ta redi in terra (Cantali come O <IdIm ).
Per esser porto degno a’ peccatori Che par ben che lo Tamì
Per que’ sosti odori Ma
quanto più In chiami.
De' dolsi e santi canti Tanto li va (ùggendo a (ulte l'ore.
Co' cuor lieti e gentili Quanto più se’piatosa c più clemente
Fa’cbe ognun tcco in ciel felioe regna. E pronta allo esaudire
L’orlo è già pien di spine Tanto r peccalo mio, cieco a dolente
Tiro l’arcangiol la spada ; ma non basta Mi fa da te partire.
Piti non si pensa al fine ,
Tu mi fa ’l core in tutti e modi aprire
Che la strada dal Ciel, Madonna, è guasta; Madre , con dolci e mansueti sguardi
Voltato Iddio ci ba l'asin Ch' non sarò piò sordo,
i
Digitized by Google
, . , , , ,, ,
Per quel 6gliaol, che nel mio ventre stretto Da ’l core al pastor tutto,
Fd, santo, dolce e grato, Digli, dolce tesor, quanto è]distratlo
Perdona ogni peccato Per me qnel santo petto.
A chiinfiamma del mio dolce amore.
s’ Come per mie difetto in croce muore!
Adunche, anima mia , fatta da quella S’ el lupo nel tornar ti segue forte
Tanta vaga c gentile, Chiama ’l pastor con fede,
Che men grata ti fai da lei ribella ,
E non temer dipoi gustar la morte.
Per tornar poi sì vile ? Ma di trovar mercede :
Deh va col core a questa Madre umile Quel eh’ al pastore, o pecorella, crede.
Mercè chiedendo ,
ingrata La speme al prato verde
E sarai consolata. Lo guida ,
e non si perde el suo sudore.
Scrivendo el frutto dello eterno amore. So, pecorelle ,
ornai ch’el pastor chiatni.
Correte con disio,
CCCLXXXIX. Guidarvi al prato di salute brama
El pastor santo e pio
Di Messcr Castellano. 7.
Su, pecorelle ,
al vostro eterno Dio
come — Deh torna ornai, pecorella nnarritn)-
Correte con prestezza
Perch’ el suo cibo spreza ogni sapore.
eh toma ornai ,
pecorella ,
al pastore ,
Cb’ el cor si strugge amando, Di tanto amor, deh dimmi qual son’io
Solo , ’ngrala , pensando a tanto amore. Pien di peccalo, ingrato, iniquo e rio ,
Tu se’ la pecorella un tempo persa. Acciò eh' intenda il don dell' alma mia.
Per farti seco unita (franto Parrai, Gesù, privar d’ogni eccellenza:
El capo , el volto ,
el petto e'I corpo in- Veggo dall’ nna parte la scienza
Apri . cieca e smarrita el duro core. Levar la mente mia, gli spirti e ’l senso.
Corri coir altre a quel sacrato fonte, Dall’ altra, quando al nascimento penso
A qnel dolce costato Par che creala vile alquanto sia.
Ascendi, o pecorella, al sacro monte La mia potenzia e T operar mi muove,
Dov è'I pastor piagato: E la mie sapienza ai cici mi guida,
Corri , che per purgare el ino peccalo Po’l senso infermo mi conduce altrove.
E' chiama ad alta voce : Perché nel proprio obietto sol si fida.
Torna duncbe veloce al tuo pastore. Cosi i vani pensieri el cor s’ annida :
Digitized by Coogle
,, , , ,
233
Truofo di po', Gesù, chi mi fa uno Per le qual' si perviene al regno mio
I)' ingegno, d' inlellctlo e di consiglio, Per questo tu saprai che cosa è Diu,
E quel che comprend’ io, comprende Tu vedrai quel che i’suno o qual tu sia.
(ognuno;
Guarda, Gesù,s'i’ sono in gran periglio: ccc.zci.
Perch' altro lume, o Gesù mio, non provo. O che dolcezza fai; Gesù mio, quando
Che guidi al porto la speranza mia. Sazierò e mie desiri?
O ciechi, erranti e vagabondi spirti. Omè quanti sospiri
Che credete trovar 1' eterno lume. Al cor son grievi
Sondo rinchiusi in questi folti mirti Che gaudiosi c lievi
Privi d’ogni bontà, d' ogni costume: Saranno al cor quando li Ha presente.
Non si gusla del ciel I' eterno Guine, Talvolta i son di te tanto inGammalo ,
Ogn' altro mondo a tuo salute è morto. Fammi, Gesù, venire al tuo bel regno,
Se tu non hai la fedo in compagnia. Ch' son d' amor si pregno,
i
(Jucsta trapassa in Ciel sopr’ogni coro, Ch'el corsi strugge, se non l'è presente,
(fucsia ugni uman concetto al tutto spegno: Gesù, mia dolzi pensieri
tu vedi e
L.a fede è il porlo del Uivin tesoro. E quanto cl cor mio vuole:
Speranza c carità son lo suo’nscgne. Deh fa Gesù che ’ndarno none
. ,
speri
30
Digitized by Coogle
, ,, , , ,, ,, ,, , ,,
CCCXCIII.
Fruir reterno *oIe:
Gesti , le mia parole ascolta alquanto
(
Cutui coma — Pirlia lo tempo come va ).
stella e porla.
Alfln poi si caKherà.
Regina, sposa e madre e
Volan gli anni , e mesi e l’ore.
Fido nocchiere e scorta
Chi ben vive è quel che regna
Di chi cerca trovar del ciel la via.
La prudenza ognor c'insegna:
Per tua potensia grande
Madre Passa riempo, e non sai quando
Tu discendesti , ,
in quest' ospiiio
E colle tuo vivando
La tua vita Qnirà.
Digitized by Google
, ,, , ,, , ,
233
Cosi poTcramenle >(« raceollo Priega Gesù , eh’ i'pianga cl vizio mio
L’ eterno, radiante e sommo amore I A’ santi piè ,
di doglia affanno e pena.
So renite cantando e fate fesla. l’ho r cor duro ,
e più vorrei la grazia
Omè che gaudio e che novella è questa I Delle lacrime sante, umile e pie :
Quel ch’a fìesù la mente el cor non resta Conosco, eh’ i’ non vo’ per le suo vie
É veramente cieco e pien d’ errore. Ma spero ’n le, sarà mie voglia sazia.
La stella guida e Magi e ravvi segno I' non so dir quel ch’el mie cor disia
Del gaudio si fa nel sommo Regno
,
che : Sendo pien di bruttura e pien di vizi ,
Volendo fargli un don superno e degno, Ma spero per tuo’ grati beniOzi,
Altro non non donarli il core.
c'è, se Che supplirai colla tua grazia pia.
Or' oltre ,
pcccator', eh' el tempo é corto
A questo bel tesor eh’ oggi v’ è porto
Venite ,
e comprendete il canmin torto CCCXCVII.
Ch' ogni cosa creata aIGn poi muore.
Allor contemplo il don, che fallo m' bai. Però eh’ è l'è perfetta
Omè, omè, omè son’ io si crudo Più che donna che sia.
Ch’ i’ ti vegga, Gesù sospeso c nudo, Eli’ è si graziosa
,
Digilized by Google
, , , ,
236
f.lii vuole acquisto far del Santo regno Che del tu' amore i' ho ferito cl petto.
Fate che l’orazion non vadi sola , Nel mio tempo passalo,
Ch'udita non sarebbe dal Signore Veggo cb’ i ho errato,
Se volete che Dio lo’ncenso onori mie
Però, Signor, perdona cl difctlo.
El quore insieme colla bocca adori. Adunche Vienne rado.
La mirra amara èia meditazione Che insieme ci abbracciamo,
Dell'aspra morte, che sostenne Cristo: Che da me i son (ratto,
Chi vuole il frutto di suo passione E te sol, Gesù bramo. ,
Di Messer Castellano 9.
Tu sc’dolzc Dio Signor superno V. a 72.
A I bel fonte sacro e degno
CCCXCIX. Di Gesù, sommo conforto.
Digilized by Google
, ,, , , , , , ,
Per no’ ’l sangue in terra viene Che la morte e'I tempo corre:
Quest' £ quel bel simulacro, A Gesù col cor venite.
Duv’ è posto il sommo bene Che vi vuol da morte torre:
cccci. ccccii.
(Contasi coma — Temporai foor di natora]. (Caota.si comi ~ Dalla più alla stella].
238
Mentre eh’ el tempo dora Che facci insieme unir tutta la gente,
Deh, creatura, torna al creatore. E mandi pace a noi per suo clemenza
. Di...
, , , , , ,
Persecutor', ebe contro a noi son mossi, Della nostra vita brieve,
E non guardare a’ nostri gran peecali. Vedrem chiaro quanto i lieve
Ma per tuo earitb ci abbi riscossi : Porre al mondo el nostro affetto.
Superno redentor, Gesù di tino, El riso e'I gaudio mondano
tì'iO
D' ascendere al tuo trono; Cli’ el duol, eh' io spero di dover patire :
Chi non è tcco unito, E più mi duol del ben eh' io son caduto
O dolce buon tiesù, E dello inferno, dove io debbo gire :
.Ma solamente tu
Ci puoi infondere el dono.
lo non posso pensare ccccx.
Di far da me un bene,
Ma solamente il male Lauda di Francesco d’Albizo 7i.
È quel che da me viene.
Però io priego tene
Mi facci giusto c buono. Quanto è dolce e soave e bel morire
Se la tuo grazia Ga A chi ba dato a lesa Cristo il core
In me perseverrò Che per divino, acceso e gran fervore
Ma se la levi via Gode gustando il bene ebe ba fruire.
Ognora io cascherò; La morte é paurosa
Nè mai mi leverò \ chi mal vive al mondo
S' aiutato non sono. Perchè vede angosciosa
Priego per carità ,
La pena del profondo.
Benché peccator sia. Ma il buono ha sempre l'animo giocondo
Che la tuo Maestà Quando e' sente spirar del corpo l' alma
Questa grazia mi dia Per portar verde e gloriosa palma
Che di mia colpa ria Nel ciel, dov’ è il suo eterno Sire.
Mi dia vero perdono. > Però pensa alla morte,
E sta' sanza peccato.
CCCCIX. Le tue ore son corte
E mal fa uom dannalo.
'I 1'
n
vr Icsù, sommo conforlu.
.
j
.Ma tanto è cinto cl mio stolto pensiero O gran bontà ; dolce pietà,
Da ogni cosa ria Felice è quel ,
che teco unito slà.
Non fai eh' io arda tutto del tuo amore. Per salvar me tapino : o gran bontà !
E '1 mio cicco disio; Che ogni cuor si vico meno; o gran bonlàl
Porgimi, Icsu pio, Icsù , fammi morire
Del fele, cl qual Ij convenne assaggiare. Del tuo amor vivace;
Acciò possi gostare leso fqmmi languirò
Nell’ altra vita el tuo dolco liquore. Con le. Signor verace : o gran bontà.
Serra le luce mia con quella benda Icsu ,
fuss' io confìtto
m
Cbe del luo dolce foco Dal mondo sarc’ diviso
Digilized by Google
,,,. , I , .
-213
Digitized by Google
, , , , , ,
Farsi del corpo e del nimico ancHla E se io non Servo a te viver non chieggio,
Per villi solo, e non per altro awlenfe: E '1 mio navil sanza te non va in porto ;
Gusla del tuo lesù qualche scintilla, Tn se’ de’ peceator' fede e conforto.
G vedrai quanto i dolce il sommo bene ; Priega per me lesù ,
Vergine pura ,
Sopporti? el cof, che ingrato non si duole? Gaudio riporla al mondo, odore e manna;
Quando io contemplo le nella capanna
ccccxix. Cmile e bassa e’ mi si strugge el core,
,
A.VC Maria ,
stella matniìna ccccxx.
Eletta fusti inanti ad ogni cosa.
Tu sei madre di Dio, flglinola e sposa , fC*iat4»Ì come — Clonoetti, con fcrrort).
De* peccator* verace medicina.
Vergine, degna la scrittura el dici: Quanto ù stolto, cieco c ingrato
È il tiloi tuo sopra la sedia eterna Quel, che l' anima non cura,
Contra la tela da' nostri nimiri : Ma del corpo sol tien cura
O arca Dei, eletta in sempiterna Che da' vcrmin’ fia mangialo.
A gaudio ci conduca in vita eterna , Quando il corpo alTanno sente
Tabernacol sacrato del Signore ;
.Medicine assai si Irnova ,
Digitized by Googic
, . ,, ,, , , , ,
24$
Digilized by Google
, , , , , ,
246
Ma chi di questo pan resta cibato Oguì mondan pcnsier dal cor disgombra ,
Digitizoo'
, ,, , , , , , ,
247
Per pietà del tuo tormento Deh non tenere a terra gli occhi ba»i
Io mi struggo fuori c drento, Come selvaggia fiera.
Come neve al Soi che luce, Perché ne’ vieti la sera del morire.
Or su dunque, alme, che fate? Non I' ho io fallo, trapassando il cielo ,
Non è don piu perfetto. Sol pe’ ciechi vizj micii Miseremini mei
Ma quel che ti fa il core, alma, soggetto El mio gaudio e 'I mio conforto
£ che r eterna vita È star sempre al fuoco ardente
Non vuoi, cicca c smarrita, più fruire! Ilo lasciata il corpo morto
Ahi , misera a te, scodo immortale Sotto terra già fetente;
E peregrina al mondo Peccator, deh stieli a mente
Vuo'lu lasciare il ben, seguendoli male. Contemplar quel che tu sei.
Per andare al profondo? Pien di puzza e sterco tulio
Quanto e Io stato mio nel ciel giocondo Al sepolcro è il corpo mio :
Per voler nello inferno poi laoguiro I Quà non giova dir. Signore,
Pensa eh’ io non ti feci a me simile
, O Gesù memento mei.
,
Digilized by Google
, , , , , , , ,
E lu, iagrato, noq ae'aaiio Posarmi all' ombra del tuo dolce fruita
Darli al «iaio inUo quanto: Ha, lasso a me, che come neve strutto
E io farnii in terra nn tanto Par che 'I senso mortai ini tiri c chiami
Io un ora crederrei. A quel disio cbe'l cieco ,
oggetto infonde,
Prccator', cho liate in «ita, E la ragion confonde
Non vogliate al eapeiiale El cor , che è posto fra gli ombrosi mirti:
Digitized by Googl
, , , , , , , , , ,
2i9
Clii cui purgato cor t'invoca e chiama Quello ardente e sommo amore,
Altro che te , Gesù ,
non cerea o brama. Como afflitto in croce alletta
Dunque ,
spirti gentil' ,
che siate in vita, Dolcemente il peccatore,
Lieti venite jubilando a quello , Trasi fuor del petto il core
La cui gloria inOnita el elei misura ; Sol per farli in elei beala.
Deh ponete, mortali , al tempo cura , Quoniam, quoniam conturbala.
Che come foglia o come al vento uccello ,
1)' ogni parte versa il sangue
Vola per far con Dio vostra alma unita Tanto amor di te l' accende :
Nel dolore il cor si strugge {Cantasi come — Dimmi « dolce Maria, a eba petuavi)
Digilized by Google
, , , , , ,
250
Non tardar più, Maria, eh' i’sono al fine Vero Padre e buon Pastore,
Di finire mie vita Guida a le l’anima mia.
Tra tante cose involto e tra le spine.
Maria ,
toccami il cor co’ raggi tuoi. Quanto è grande la dolcezza
Col servire al ver Messia!
ccccxxx. Cbi lo serve salvo Ila ,
251
Con Giuseppo c con Maria : Deh abbi gran dolor nella tuo mente
Chi lo servo salvo fia D’ogni errore, che ha’ fatto.
E di questo abbian certezza. Che salvar non si può chi non si pente.
Chi vorrà seguir costoro Deh disponi! in un tratto
Sempre barà l’alma contenta ,
Mutare il viver matto
Perchè questo è ’l ver tesoro ,
Di Ino vita maligna,
E chi r ha già mai non stenla. E sia benigna a chi l' ama e disia.
Gran dolcezza par che senta D’ una sagilta il cor ferir ti voglio.
Chi Gesù serve e Maria: Piena di mia clemenza
Chi lo serve salvo fia Per dimostrare io te, come far soglio ,
Digilized by Google
, , , , , , , , , ,
Q52
Digitized by Google
, , , , ,,,,
253
Digilized by Google
, , ,, , , , , , , ,
Dì peste o di coltello ,
Benigno, giusto c pio,
Che in brieve tempo sia la loro ruina. E quale in uno speco
Dell sepera , Maria Renetta il mondo cieco
La tenebre dal Sole Noi crede l'alma ingrata:
Spegni l’ ipocrcsia, O Santa Nunziata , deh ora prò nobis.
Clic ’l vero lume Iole : Benedetta tu donna
l’riega (iesù , se volo Fusti per l'nmillà
Che per Ino amor disperga, Da Dio , nostra colonna
E distrugga c somerga Sustien r alma città
La setta clic Fiorenza licn meschina : Maria ,
per toa pialà ,
A.ve Regina
, Celi Saura emnl d' amicizia
Il nostro Creatore ,
O santa Nunziata deb ora prò nobis.
,
Digitized by Google
, , , , ,
255
CCCCIXX1.X.
Siam con somma riverenza V. a 2V1.
Di Bernardo Giamhullari C.
Digitized by Google
, ,
256
Dio
, . , , , ,
257
Noi mondo lume: rati c splendor getta Ma or, che la ragione impera al senso,
E.simil fra' beati e più ancora: Chiaro conosco bene.
Chi lo^loda e adora Che solo il tuo perfetto amore immenso
Goderà io ciel, dov’ è l' immenso ardore. £ quel che mi sostiene,
E non t' avendo gusto doglie c pene:
,
E non rimase loco nel mie dosso Se vuo' gustar l' amore
Non fusse verberato: Di Dio, alma gentile.
Chi mi pelò la barba c chi i capegli : Col cor puro ed umile
Umilmente portai tanti fragegli Ama Gesù ,
e fuggi ogni allro errore.
Per farti glorioso in del salire. Spogliali ,
anima mia, .
Digitìzed by Google
, , , . , ,
288
— •
‘-Qitized by Google
, , , ,,
, ,
359
CCCOXLIX. Del cioi fclicu porta graziosa.
Gemma si preziosa.
Di Fraoccsco d' Albizo 82. Da Gabriello avesti il grand’ ardore.
Quel Santo Salvator fu si soave
(C4oUil coa« — Della to{;r4tÌt*dÌDe d«' peccatori). Della beala bocca produttrice
Che ’l cielo aperse colla aurea chiave,
0 ingrato peccatore. Perch’ era ciascun'alma peccatrice
Che dormi nel peccalo, Di quella genitrice
Vedi Geab legato Èva, ma AVE ci vesti d’amore.
Aita colonna come aa mal faltore. Noi cravam pel peccato d’ Adamo
Pensa che da’ Giudei a tutte l’ ore Venuti in guerra ed in dolori e Intti:
Era battuto e goudo e Dagellato, E tu , qual sempre con disio laudiamo
E po' con una fune fu menalo Per contener Gesù salvasti tutti
10 sul calvario monte il Redentore. Però gli eterni frutti
11 tuo commesso errore Facci fruir. Maria, degna d' onore.
Lo fe’ venire in terra
Sol per trarli di guerra
Dello impio iofernale o gran dolore. ccccu.
Ben Sara' crudo o d' ostinalo core,
Se In non piangi quelle amare pene Di Francesco d’ Albi» 84.
El sangue , eh’ ha versato delle vene
Per te in croce Gesti con tanto amore: (Caotaii come Perekè).
Ave dell' allo mar lucente stella. Che l’alma mia sie teco in cielo unita.
Di Gesù madre e di Dio vera sposa:
Vergine, Santa, graziosa e bella
Digitized by Google
, , , ,
260
In su n'uB monte po’, santo .\ntoninu, .Ma quel che all’alma mia dà gran conforto
Divotamente Gesù contemplavi : È, che ci ha’ pur promesso,
E quando il sacro verbo predicavi Ch’ognun che toma prima che ,
sie morto,
Era tanto il fervore , .A lui puro c confesso ,
Che lampeggiavi sempre di splendore. E' gli vuol perdonar certo ed espresso.
E fusti confessore umile e pio Però con questa fede a lui ritorno ,
(
Ctot&si come — Molti too da Go*ù)« Nessuna cosa è più gioconda c bella
Che quella teneretta :
iangcndo i' penso come i’ possa giro Quando eli’ è chiara e luce più che stella
Ma io miser, lapin son suto ingrato : Sicura fia nel tremendo iudicio;
Sanza adoperar mai alcuna virlulc. A Dio libera fia del gran supplizio,
Digilized by Google
, , , , ,
361
E 6e gloriOcaU : Acciò che ’l bene immenso
Però chi lieoe U cooscienca ornala Possa fruir col cor lieto e giulio.
Acquista quel tesoro,
Che è me’ che l'oro , CCCCLVI.
Che stato o che riccbezia con bruttura.
Però ognoD si sForzi di spogliarsi Di Francesco d’Albizo 89.
D'ogni mondan diletto ,
(tlauUtì come — Molti toa da làeiù }.
B deH’amor di Dio «ogiia infiammarsi
Che pnrga ogni difetto : Io laudo c benedico a tutto l’ore
E sempre riva giusto puro e netto , Te sommo, eterno, magno e dolce Dio,
SI che nell'ora strema: porti diadema Clementissimo e pio,
Nel elei , dor’ogoi eterna gloria dura. Che d’ un aspra prigion m’ ha’ tratto foro.
Ahi misero a me quanto ero ingrato.
CCCCLY. Iniquo e sconoscente I
r ero da le diviso.
IVliserere di me, Signore Iddio ,
Seguendo l' appetito e' I falso errore.
Soccorri presto il tuo servo , che mure Ma or eh’ hai alluminala T alma mia,
In pena c in gran dolore : 0 Gesù amoroso
Cagion n'A solo el grave fallir mio. E uscito son d’afianni e tenebria,
Gesti ,
Gesù ,
Gesù ,
dolcezza pia ,
E sento gran riposo,
Non mi lasciar perire : Or conosco, che so’ buon padre c sposo
Pace trovar non può l’anima mia ,
D’ ogni fedele c caro tuo amante.
Anzi guerra c martire Fammi or tanto costante,
Tu se’ il mio Creator ,
buon Padre e Sire, Ch’ sempre infiammato del tuo amore.
i'sic
Dal tuo immenso amor, clemente o pio. E sento nel mio cor giubilo immenso:
E se ’l mio fallo è grande e mollo atroce, E I’ armonia dei cielo
Del vizio ,
e te servir con buon disio.
Di Francesco d’Albizo 90.
Dammi fortezza contro ad ogni insulto
Del nimico infernale —
(CiàoUi! come Anima Ìd^u).
E fammi venerare il divin culto:
E sempre odiare il male : Salve, Virgo Maria, nel cielo eletta
Fammi fedcl, costante in modo tale. Sopr’ogni divin coro,
Che resistenza faccia al mondo e al senso, Dov'è quel gran Icsor che l’ alma aspetta.
Digitized by Google
, , , , ,, , , , ,
S62
Non può altra pensar la mente mia Potrai fruire Iddio scoz'alcun velo.
Tant' è maravigliosa. So tu persevcrrai
Fusti Regina Madre Figlia e Sposa
, ,
: E non istimcrai
Quando l’ aagcl disse ave Et ben del mondo io questa vita un Un.
Ruppe la chiaae dell' isieraal setta,
CCCCLIX.
CCCCLVUL
Di Francesco d' Albizo S3>
Di Francesco d’Albizo 91.
(Caotasi come — O Geiù dolce ).
Digitized by Google
, , , , , ,,, ,
363
Tien sopr* ogoi cristiano , In queir eccelso e glorioso chiostro
Ch'è del tao nome «ero confessore. Che ma’ non verrà meno.
E se no, meritiam pc’grau peccati Quest’ è ’l timon, la via, la barca c 'I fre-
Sapplicii e pena ria , Che guiderà la nostra anima bella [no.
Ricordali, Signor ,
che ci hai creali, In del , lucente pih che chiara stella
£ come per Maria Nel divino splendore.
Ricomperasti noi , rero Messia ,
Chi si duol ,
pente e laogue CCCCLXI.
Tu gli perdoni ogni commesso errore.
Però contriti ,
lacrimosi e mesti Di Francesco d'Albizo 9A.
Torniamo a pcnilenzia,
E perchè la loo fede in terra resti (CanUsI amt MtjlU mdo Oa Gmà Bel dei ckieaati J.
Ohi si reste di «ano c falso amore Che con riposo i' «iva e ,
leco unito
Si spoglia di ragione e di «irtote, E facci '1 frullo Santo che l' è accetto
E «a fuor della ria della salute Nel tuo nome perfetto
In tenebroso errore. Col quale i’ «ivo e mi nutrisco e reggo.
Come si vede il mondo è pica d* aSanni Fammi far la tuo voglia con virtule.
E d’aspre spine acute Non mi laaciare errare.
Pien di rapine, insidie, lacci e ’nganni Fa’ che io elegga quel che mi è salute,
£
tombe non «edule. £ le sempre laudare
Qui le dolcezze son tulle perdale Fammili tanto e al fervente amare,
Percb’ è un mare d'angoscie c di sospiri. Ch’ i’ facci vera ed ottima elezione:
Vedrai do«e co’ gli occhi sguardi e giri Con pace e divozione
Ogni cosa dolore Viver i'possa: e questo è quel cb'i'eleggov
Ruine, distruzione, onte e dispetto. Nel tuo nome, Jesù, specchio divino,
Guarda gli illustri «iri r guido la mie barca,
De' Greci e Persi el lor regno o distretto. E tanto quant' i’ posso a le m’ inefaioo.
Digitized by Google
, , , , , , , , , , ,,
(
Cantasi come — Conosco bene). Però spendete bene il vostro tempo.
Serrile con ferver Jesù perfetto
Afonirc eh’ a voi è conccdulo’l tempo Isviscerali c caldi.
Da potervi salvare , Fuggite il mondo ed ogni van diletto
Vuoisi acquistare Fermi , costanti e saldi
Salute alfìu nel eie! per ogni tempo. £ fruirete io ciel gli eterni galdi
Pensato a que' che vivon nell’ inreruo, Nelli splendor divini
Ch’a dimon son soggetti. Co’ serafini
Tormentati con tanta pena e scherno E sempre Oa eterno quel buon tempo.
Pe’ lor vizi e difetti:
Se potessono no punto esser’ eletti CCCCLXIII.
Nella vita presente,
Tanto fervente (Cuntasi eome — O bcoifiio Signore).
203
A tornare a Gesù ,
che ’i sangue sparse ,
E ’l veder perchè possiate fuggire
Col quale ispense ed arse Ogni atto iniquo c rio :
Digitized by Google
, ,,
,, , , , , ,
i>CG
llbc debbo esser in cicl dove la vita
ccrxLXiv.
Nella flammclla ardente
Del ciclo, e genitrice (Cantasi come — Gesù sommo diletto e »cro lame}.
Messia.
Del verbo c madre, c del vero
che si risplendi
•Maria, tu se' quel sol
, ]Maria, Regina de’ beati spirti
D’ogni abbondante grazia Tu se’ mia guida e stell.i:
E tutti i freddi cor riscaldi e accendi, Fammi arder del tuo amor, vergine bella.
E fai l’anima sazia. Maria altra dolcezza il cor non sente.
Chi t’ama doma il senso c ’l mondo strazia. Che te con zelo amare :
Per liberarci d’ogni cosa ria. Maria del tuo amor fammi infiammare
Maria chi del tuo santo amor si vesto Che con la tua ferita ,
,
Morendo a vita vadia l’alma bella.
Ha pace nella mente
Maria se tanto è chiara la tua luce
E poi nel ciel fra divin’ canti e feste ,
È di gloria lucente.
In questa ombra terrena
a Maria sempre stia ferrente. Che debbe essere in cicl col sommo Duce
Ognuno
quella regina Della sua gloria piena ?
Eli’ è
{
Cantati come — Getix «ommo iinetto ).
A.rdiam di caritA
Digitized by Google
, ,, , ,
9CT
Ignudo lu nasccsli
E ignudo morirai :
Roba danari o
,
vesti
Nulla ne porterai ;
t’ (a *0-
1- sento el buon lesu dentro nel core.V.a 10. \Jr questo è quel clic l’anima molesta. V.
O dolce padre santo, Domenico dottore. V. Anima mia, se vuoi pace nel core, V. a ài.
Digitized by Google
, , ,, , ,, ,.
DigilT?o<n)ytÌODgIe
., , ,,, , , ,
Digiiized by Google
. , , ,,
, ,
Che ’n tante angustie ancor già mai non La tua misericordia ora sie quella
Miserere di noi, priega Gesù, fu: Che guida Palme nostro al santo ostcllu.
Che ci metta in concordia : Come tu fusti nelle Gamme ardente
Abbi misericordia Costante acceso nel divino amore.
Di quest'alma città ,
eh’ è in tanta pena. Cosi priega per noi Gesù clemente ,
Non ci scampa. Maria, d’ ogni periglio. Che tiene il popol tuo tanto meschino.
Altro scampo non c' è : O San Bernardo, amalor delta pace
Si che per carità priega il tuo Gglio Che tanto in vita la pace ccteavi
D’ aiuto e di consiglio, Libera noi di tanta contumace.
Qual sia nostra salute: Nella qual' siamo stati o siamo schiavi
Deh incrcsca a tua virtuto Per la colpa de’ vizi atroci e pravi
Di quest’alma città, eh’ è'n tanta pena. Di chi non vuole andar per buon cammi-
Non c’é più fede, amor nè carità, (no.
CCCCLXXIM. Sono c Cristian’ diventali infedeli :
Ricordati nel Santo cielo empirlo Intercedi per noi grazia da Dio.
Di noi quaggiù, meschini in tanto affanno, Che la tua terra sia pnriGcala
Perseguitali dal crudel tiranno Di tanti vizi, c poi sia riformala
Per Tesser buon fedcT d'Eiiianuello. in un viver modesto c peregrino.
Miserere per Dio in carità Deh , San Bernardo come buon pastore ,
Digilized by Google
,,
271
Digilized by Google
, ,
3sn
Deh «olgl al scrtu tuo piatosi gli occhi Vogliamo noi isrampar gli ellerni guai
Per quello amor, che porti al tuo Signore Po che del mondo arem fatto passaggio ?
Per cariti , c priegoli che tocchi Pensian che pace non aranno mai
Con la Ina grazia il mio gelido core, L’ anime, che a Dio faranno oltraggio :
Si che s’accenda ed arda di fervore, Però mi par che sia un gran vantaggio
Seguendo te pel diritto cammino. E Gesù per buon cammino.
seguitar
Inmcnao Padre mio, tanto clemente, E’ non fu mai un peccalor si fello.
Per quella carità, che regna in cielo. Che se si pento con la mente vera
,
273
m
Cbc rilucon piìi cbc stelle Cbc muor per farli viva
Presso a Dio in suo militia : Tant’ò di te inGammalo, anima mia.
Si ch'ognun, che vuol letizia Sarà tu mai si ingrata o sconoscente
Mentre che visse io quella valle folla Acciò cbc la tuo vita
Sempre pati senza riposo o pace ; r venga a posseder, qual si disia.
£) tu vuo' esser ne' piaceri involta; Anima , che per le crealo ho 'I lutto
Anima cicca c stolta E ’l ciel per tuo riposo ho preparato:
Ritorna al tuo Gesù, dal qual se’ priva. Patii ’n sino alla morte per tuo frutto :
DigilizecnDy
, , , , , , ,,, ,
270
Digitized by Coogle
,
277
Al peccatore atroce
Deh non li disperare. Rivoltali Gesù clemente e pio :
bigiliìzeci by Google
, . ,
278
Digiiized by Google
,
279
Che per tu' amor non ci metta in oblio. .Alma, sappi di' i' son quel bel tesoro.
Che servo essendo. Iddio per le divento :
Non ti commuovi a tanto amore, ingrata,
CCCCXCII. Sendo col sangue mio ricomperala t
Kisguarda, anima cieca, el mio bel volto.
(«laatafi come— Vien'a me peecatorr]. In cui lieto contempla el paradiso:
Perchè il del non li fosse, ingrata, tolto
Di sangue per tuo amor l'ho tutto intriso:
V eggoti in croce morto Ilo ne' flagelli el santo corpo involto.
Pel mie grave peccato, Perchè ’l tuo cor dal mie non sia diviso:
O misero a me, ingrato , Ma quanto più crodnl fu la mia doglia
Chi mi fa diOìdar del fido porto 7 Tanto el vizio da me li lieva e spoglia.
La mie tristizia, o Dio,
Con lutti gli error miei CCCCXClV.
Ancora el mondo rio
Mi fa gridare omei :
(Caataai come — Se ben folcito T4do).
Digitized by Google
S80
Notar ciò che lui disse; Che varie lingue in fuco alTalmc spieghi :
Lor, Latino cii Ebreo, Che più soggiorni, o mio caro patrono?
Luì Greco e manco brere. Sei tralcio in vera vite:
Di certo io non diria; Che in mezo a’ lupi sol per vincer cade :
Anni quattro e settanta Confondi c' forti sol col dolce tuono.
Ebber già Tossa e il nerbo, Nocchier che i fedei gnidi in riva amena;
La Città di Coslanzio Nugoletta serena.
Poi le diè a Buda in serbo. Che dai manna per piova.
Curi suo Sacro verbo
il Pietà ti muova, impetraci perdono.
L’alma, che langue e plora
Ed il suo aiuto implora ccccxcvii.
Per gire al del più leve.
Landa di San Simone
(Hj motto proprio).
Che nel libro del cor Jesù li scrisse; E fur gl’ idoli dispersi,
A'I ampliar sua gregge Veneriamo il santo giorno.
Volse che scalzo c sanza sacco gisse; Perno Magi i di serpenti
Cura gl’ infermi : disse Intorno a questi una ghirlanda :
Digitized by Google
, , ,
asi
Dtgilized by Google
, , ,
Che’ invan sormeggia in alto mare irato. Ricorra a se. Lasso ec.
Quando ogni vento fronde; iion nato in fallo,
Deh porgi aita al suo misero stato. Tu lungi se? Lasso ec.
Dìgifized by-GiJD^Ic
,
DI FEO BELCARI
Da un Codice MS. del Scc. XV, già Caccini ; credonsi inedite.
284
A V TORI
Incerti pag. -211-13, 214, 218, 2^, 223-25, 227, 230, 234,
238-39 ,
241-43 , 244 ,
248 , 252 , 254 , 264.
Ser Antonio Lippi {
Laudo iii) , 213.
SmoNE Pallaio (
VI ) ,
. . . . 219-21.
Castellano Castellani (xvii), . .222, 227, 228, 230, 232, 236, 343, 246-48.
Ser Firenze (ii) 238.
Lorenzo Tornabeoni ,
. . . . 229.
Bernardo Giahrillari [xixJ , . . . . . 229, 250-52, 253, 254-56, 268-72.
Lorenzo de'Medici, 237.
Berto delle Feste 238.
Francesco d’Albizo (
XXV li J, . 240, 256-64, 266, 268.
DIgitized by
, ,
Impressa in sette strofe, siccome inedita, nel T. I, della Serie de' Testi di Lingua
di Gaetano Poggiali. Lirornu 1813. 8; e anco colla data Firenze mdcccx. 8.
Ed è quella di numero CXLIX qui a 68, stampata già in ben quindici strofe
nella Edizione del 1185, e trovasi pure tra quelle di Linnardo Giustiniani.
Yen. 1171; c di F. Girolamo Savonarola. Firenze I8'31, dal P, Bonfrizieri,
Ora per la prima volta stampate per cura del Cav. F. Mortara.
[Parma dalla Stamperia Carmignani 1836. 8 )
Digitized by Google
, , , , , , ,
m
r«:cccv. Arca del sommo eterno Dio
Ognun per le si può salvar
E diventar di crudel pio:
<*oo acrutticn
( J.
Degna volermi liberar
Per la bontà del tuo Ggliuol
Madre di Dio, nostro Signore Che si degnò di lo incarnar.
Per quell’ amor cbc ti creò E 'I mio cor pien d' alTanno e duol
Degna esaudire il peccalore, Ora t’invoca e sta fedel :
Per l' umiltà del tuo buon cor Duolli de’luoi malanni
Ciò ebe tu chiedi a Din Gesù Che non trovi riposo :
-
)
Digitized by GtJtfgle
, ,
m
Se dentro conforta
Abbracciai con fervore.
ti
E 'I tuo cor ben pentuto Perchè creala dal clemente Dio
Pia ripien di splendore. L' anima salva, e il mondo I’ ha nimica.
Sentirai nella mente Ben può dir eh’ ha perduto il buon disio
Pace con gran dolcezza, Chi spcne pone sol nel vano amoro,
Gli angeli di presento E servo è fatto del dimonio rio.
Ne faranno allegrezza: Domo mandalo dal giusto Signore
Gesù , somma bellezza Perchè hai tu voluto acconsentire
Sarà tuo difensore. Pel falso amore torti il Redentore?
Canterai poi un canto Tu de' pensar , che tu hai a morire.
Tutto pien di diletlu Ed ogni cosa del mondo lasciare
L’amur divino c santo E sol del mondo portarne martire.
Riempirà il tuo petto : Deh, cerca a Dio Gole e via mirrato.
Gusterai con effetto Per me , vii pcccator maligno o rio
Il tuo dolco Signore. Gesù ,
misericordia. Signor mio
Che se’ d’ amore un Game saziato.
Dolze Maria ,
ascolta il mie lamento.
Lievali su ornai
È la L, deU'ediz. 1480. Qui a 39. É la ccvii, edita prima ncH'cdiz. del 1485.
Qui a 92 ed ivi i attribuita
;
a Gherardo d’Aslore.
Digitizèd by Google
Alla illustrissima Madonna ARGENTINA, donna dello
illustrissimo et perpetuo Gonfaloniere di Gi\istizia
Piero Soderini inclito protettore della città ,
di Firenze.
da VS. ricci-liti , satisfare ho pensato con qualche mio spiritual frullo, secondo
,
la mia professione dar principio a questo mio intimo desiderio, sperando no’ suc-
cessiri giorni con maggiore opera consolare la vostra illustrissima S. Ho com-
posto nuovamente in versi li Santissimi Evangeli! della sacralissima Quadragesima,
cibi spirituali per questa santissima quadragesima, e quali io addirizzo a V. lllus. S.,
pregando quella, che si degni accettarli con quella carità c amore, che merita lo
ardentissimo amore quale io porlo alla vosira singolare umanità , alla quale toto
corde mi raccomando. Nec-plora.
Vostro intimo servitore CasTELLAi«i:s de Ca8tki.ums I. V. Ooclor.
Solida pietra ,
ove il sacralo frullo Leggiadra insegna, c gloriose coma,
Ucsccndc per ornar la bella Flora, Che per mirare el elei, quel s’é converso.
Che si può dir, da poi che'l elei li onora E in questo tempo alla stagione avverso
Se non che Giove a te s' è volto lutto ? Firenze al suo bel fior lieta ritorna.
Felice giglio, un tempo stalo strutto, T.vnle volle al signore ol servo torna.
Manda le dolce fronde al vento fora: Che sempre non 6 indarno il tempo perso:
Cangialo è il tempo, la stagione e l’ora E tal crede che un legno sia summerso.
Di gaudio si riveste el pianto e il lutto. Che felice al suo porlo un di raggiorna.
Trasse la pietra ai nostri padri in terra Cosi ha fallo la mirabii fronte.
Acqua per con.solar l’afnilto gregge. Che le due belle corna al ciclo fisse.
Ma per noi grazia assai maggior si serra Tantoché diSionne è giunta al monte.
Da questa vengon fuor le sante legge, Pietro, se mai tua pietra eterna visse.
Questa trasmuta in pace ogni aspra guerra. Credi, che or si farà di fama un fonte
Dunque che pih temer se il cici la regge? Tal, che forse giammai marmo nonscrissc.
Certo ispiralo disse:
Di le il Petrarca con voce divina
I Grazie che a pochi il cicI largo destina >.
Quel che non può pensar nostro intelletto. Questo licn del Lione estrema cura :
Però s’ io sono a voi, donna, suspetio, L’argento poi, ch’è al vostro nome insegna,
l)n cuor gentil sol gentilezza appruova. Mostra nel contemplar vostra figura.
Ogni metallo al paragon si truova, Che mai fu nò sarà cosa pib degna.
E quale 6 la ragion tale è l’ cirello : O generosa insegna,
E perchè oro è più degno e perfetto,
I’ Accetta del tuo servo el piccol frullo.
Pero a molli el suo bel conio giova. Che assai dona colui, che dona il lutto.
DIgitized t5V"tìi)ogIe
COMINCIANO E VANGELI DELLA (QUARESIMA
COMPOSITI IN VRRSI
Secondo San Mattbo, dichiara a pieno, El padre mio, ch'ogni aecreto intende,
Ohe Gesù Naiareoo El premio a ciascun rende
Disse a discepol’ suoi questa senlcnlia. Con la infinita sua somma potenza.
Quando voi digiunate, io fi ricordo Non vogliate acquistar tesori in terra.
Come ipocriti Iristi non racciale. Dove lo erugo e la ligouola roda,
Che sterminan la faccia e il rollo lordo. E dote c ladri ognor «i fanno guerra ;
Acciò che rcramenU Inr crediate: Cosi del ben d'altrui il tristo gode.
Il
VAKGUI
La clerna sapienzia ccl dimostra, Quel che voi intenderete del Signore.
Però quel beo, che fai, secreto sia. Sondo in Cafarnaum Gesù entrato
Che non si da la palma o chi non giostra, A lui andò il buon Centurione
Non sia la colpa nostra; Dicendo: padre, il mio figlio è malato
Conosce Dio ugni secreto core Paralitico ed ha gran passione.
:
Che ha la mente bestiai, cieca e superba; Va, eh' io vengo a curarlo con disio.
E coori al signor vostro oggi oflerite, Poi al Cenlorion con lieta farcia
Ch' ogni affanno mortai vi farà leve. Disse: sia fatto come tu hai fede :
Slruggesi più che neve Cosi tornò per lui somma bonaccia ,
“Digitized by Gciogle
, , , ,
Che dopo morie l' operar non giova : .V Discepoli suoi disse il Signore:
UucI che (ìesù non pruova Avete voi udito quel precetto,
Va ciimc fiera al cieco bosco errando, Che fu detto agli antichi con amore,
Nessun sa dove c quando D’ amare il fralel suo con puro alTcllu ?
Verrà lo estremo di del gran furore. El nimico in dispetto
La fede è quel Irsor, ch'cl eie! ci mostra. Uarai: sugginnse poi l’ antica storia.
La fedo strugge cbi operando brama. Ed io per vostra gloria
La fede per amor combatte c giostra, Vo'far ciascun di voi miglioro amante.
La fede fa veder quanto Dio ('ama. Vo' che i nimici vostri amiate ancora
La Fede ardendo chiama Servendo a ciaschedun, che «’ ha odiato
Quel sommo ben, che l'universo regge. Questa è la legge, che 'I mio padre onora,
Ed ogni error corregge Questo è più dolce e più felice stalo :
Come Centurion venite ad' ombra Siale perfetti, come il vostro padre,
Del dolce frullo della santa croce: E di virtù leggiadre
Questo tesoro ogni dolore sgombra Ognun sia come lui sempre zelante.
Da quel, che lassa el cieco vizio atroce. Guardate di non far troppa giustizia
Udirete una voce Dinanzi a ciaschedun per parer retto.
Che dirà: pecorelle, io son parato Che la vostra merzè sarà nequizia
Aprirvi el mio costato Nè premio alcun si dona a tale effetto :
L by Google
IV VA^GELI
l'.lie l'uiw man dcll'allra appena intenda: Sondo ia notte era la nare in mare,
llasla, clic Dio comprenda E Cristo in terra sopra el lito slava ;
IJucvrò dello Eiangciio el acuto lutto Però che ognun con passion remava ;
Quel mal clic aciuprc nnocc Quanta è la giuria mia suprema o degna
Cliinon lo fogge è verancnle stolto: Appena fusai el Salvalore eoiralo
Che se ’l tempo c’ 6 tolto Che cessò il vento ed ogni suo furore,
Mancbcrà el frullo, e scccfaeran le pianto. Onde ciascnu s'è più maraviglialo.
Questo imparò San Giovanni Gualberto Perchè de' pani non aveon sentore.
Quando al nimico perdonò la vita ; Era occecalo el core.
Ili che ne nacque poi quel segno certo, Onde poi (ransfretando preson porto
Che a San Miniata a perdonare invila. Per lor pare o conforto.
Che ognun convien che ardi. Ognun poneva infermi per le itrade
Se fusti un cuor piò dtiro che 'I iKamante. Dicendo: se la Umbria tocco un poco
De'veslimenli, io trurerrò pictade,
E correvan le squadre,
EvAacEUC IV. E colui che toccava cl sommo bcuc
Non sentiva più pene.
Dicesi il primo tabbalo di Quaresima. Ma era P alma sua felice c degna.
Questo è dello evangelio cl sentimento.
J.ICIÌOO sacrala c degna Secondo che la lellcra dichiara,
Secondo Marco Evangelisla dello .Ma se vorremo entrar gustando droulo.
Di Gesù bonedetlu: Come colui che per cercare impara,
Udite quanto luici mostra c insegna. Vedrem quanto è preclara
Digitized by-GxJOgle
,
DELLA QI aERsIHI V
Ch’ ella sarà del elei morendo dégna. Se sei lìgliuol di Dio, coln' è di certo,
Se ne cuor vostri cl Creator terrete. Perchè ti lassi di fame morire?
Cesserà il vento d'ogni vostro affanno, Fa' queste pietre unire
àia se voi drieto al vizio andar Vorrete, E tornar pani, o poi li pasci alquanto ;
Per pruova ad altri molte cose insegna. Se sei di vita c sanlilale esemplo
Ognun che alBItlo in questo mondo lenguo Voglia la tua polenza dimostrare:
Chiami Gesù, come lo veviotella, Lasciali giti andare :
Cosi a lutli el divin verbo insogna. Onde il demon sopra un gran monto miase
Su dunque lutli con voce sonora Dicendo a quel : se tu m' adorerai
Chiamalo Dio, che a sanare ci venga, Ciò che tu vedi arai :
Digitized by Google
. , , , , ,
VI vangeli
Lo onor di Dio è la più cara cosa , Ancor mi desti bere, avendo sete.
Che si possi al Signor donare in vita: Essendo foreslier voi m' alloggiasti.
Questo è fra gli altri Gor la bella rosa Infermo visitasti,
Digitized byGovvgle
,
Che si farà per lutto el mondo adire. Ecco Gesù profeta, ognun dicca.
Che ognun debba venire Che vien di Galilea:
Alla sentenzia del giudicio immenso. Bealo a quel che lo polca guardare.
O me quando vi penso Come Gesù nel Tempio fu entrato
Pensando al cieco suo bestiai defetto. Nel Tempio, per trovar da lui merzede,
O miseri mortai' quale è che pensi E lutti sani e lieti uscivan fuora.
Vedere el di di si crudel giudizio? Che Dio non manca mai a chi ben crede:
Che non abbi a temer di tal supplizio. E sacerdoti e scribi, tanto segno,
Quanto la carità al Signor piaccia Gli scribi e farisei ognun s' alfaiiiia
>
Diàitized by Coogle
, , ,
Tlll rl^uiu
(JucI che lingua mortai non pu6 parlare. Vcggcqdo el pensier lor prptervp e vano,
Voi, che cercale sempiterna giuria. Disse; un segno vi diano,
Prendete esempio dallo eterno lieiie: Gente perversa, iniqua cd indiscreta,
Non è lanza fatica mai vittoria : l^^he è di Giona profeta
Colui ebe fugge Dio, fogge ogni bene. Questo 6a el segno al vostro cicco errore.
Quel che nel Tempio viene Come Giona Irò giorni Stiè celato
Pensi che gli è il tusor che Dio ci ha dato Nel ventre di quel pesce, senza afTanno,
Del proprio suo costato. Cosi el figliuol dell’ uomo Ha .serrato
Che ci farà nel ciel felici andare. Nel centro della terra scpza danno:
O voi, che optratc nel divino ospizio Poi, disse : surgerauno
A profanar la vostra dolce madre. Le gente Mnivilc al gran giudizio
Vedete quanto t grate el vostro viiio, Condennando al supplizio
Che muove a tanto sdegno el sommo pa- Questa stirpe bestiai, picn’di rancore.
O coso inique e ladre, (dre. Feciooo e Ninivile pcnìlenzia
Che si fanno oggi nella chiesa Santa ! Mossi sol dalla predica di Ciona:
Di doglia el cuor si stianta E io vi dic.0 , che maggior potenzia
Quando io vo la tua sposa contemplare. Ha quel clic dolcemente vi ragiona.
Dunque, dolce Je|ù, la tua fortezza Udite, ogni persona,
Mostri nel Tempio suo lo immenso zelo: Dsll'anslro sorgerà la gran Regina
La tua pietra. Signor, si rompe c spesa Sol per dar disciplina
Va la gregge dispersa al caldo, al gioia : A questa cieca gente scnsa amore.
Dinanzi agli occhi un velo Di Salomon la sapionzia grande
Hanno e'paslor, per non vederla in volto, Da' confin' delle gente mosse questa.
El cibo gli è già tolto , Ma ehi vi porge qui le SUO vivande
Se tu non tien. Signore, a riparare. Maggior giuria e dottrina manifesta.
Or oltre, pecorelle, alzato il viso. Poi con parola onesta
Non indugiate più cho ,
'I tempo è corto Disse, quel che udirete con disio:
Cercate a possedere el paradiso. Dunque chi teme Dio
Che dove manca Dio, non à, conforto. Levi lo spirto al ciel, la monte e '1 core.
Non giova all’ uom che 6 morto ,
Quando lo spirto immondo esce dairuomn
Chiamar mcriè: dunque gridale laalo, Per luoghi aridi c iuculti i| passo muove.
Clic'l vostro amaro pianto Cerca trovar riposo, c mai è domo :
Digitized by Goojile
, , , ,, , , , ,
DELLA QL'ARESISIA iz
Cosi sarà di questa gente ebrea E se per caso pur talvolta avviene ,
Inìqua ,
falsa e rea. Che ’l lume dello amor si truovi spento.
Priva d’ugni virtù, pace ed onore. Più che saetta al vento
Cosi parlando allor venne uno io fretta Correte a medicar quel mal che è verde.
Dicendo: la tua madre e tua fratelli Che se il tempo si perde
Son fuori, e di vederti ognuno aspetta Non gioverà piangendo dir ; Signore.
Si che torna, Maestro, a rivedelli. Volendo di virtU farvi giocondi
Non pensando ora a quelli Seguir la via de’giusti si conviene ;
Disse Gesù con parole leggiadre: Ciascun drento e di fuor la casa mondi.
E quale è la mia madre? Pigliando esemplo dallo eterno bene.
E mia fratei ,
che stanno a aspettar fore? Amor, timore e spcno
E stendendo a' discepoli la mano Saranno el porto alla salale nostra:
Disse: questa è la madre e ’I mio conforto: Vengbi ciascuno in giostra ,
E chi gli vuol gustar proavi el sapore. Quivi una donna Cananea chiamando
Lo spirto immondo, che da Dio si fogge Venne Gesù con somma alDizione,
b
J-
Digìtized by Google
, , , ,
I VA^em
Piena di passione. Oggi cl sacralo verbo co lo insegna;
Sondo la figlia dal demonio oppressa, Sol può sperar colui che amando erede ,
Chiamar Gesù non cessa, Che dove manca Dio, pietà non regna.
Tanfo era cl iiieslo cor d' afTanno pregno. Deh seguite la insegna
0 fìgliuol di Dasid , o me Signora ,
Di questa Cananea donna mortale , ,
Pietà li prenda del mio bel Icsorn; Che col suo dolco strale
Un demon maladelto con rorore Ha trapassato in ciel l' eterno segno.
Tien la Ggliuola mia in gran martoro : Volete voi al prato eterno gire,
Dagli qualche ristoro. O pecorelle languide c tapine ?
Gesù guardando allor nulla risponde. Vuoisi di fede el freddo cuor nutrire:
Onde lei si confondo. Che savio è ,
sol colui, che pensa al line
Vedi quanti sospiri e quanti pianti ? E spesso rompe cl fin d' ogni disegno.
Pietà suol por trovar colui che ama, Su dunque al pralo della eterna vita.
ET tuo soccorsa brama. Che mai senza Litica fu vittoria.
Gesù rispose c disse : io son pastora Questa donna gentil vi chiama c invita :
Pietà, dolco Signor, deh non più guerra, Che guida a porlo ogni alTannato legno.
Che '1 troppo ardente amor mi serra cl
Gesù paslor perfetto
,
petto. , (
Evangelio X.
Risposo , e non è buon prendere e pani
De tigli e dargli a' cani. Dicesi cl Vènerdi dopo la prima Domenica
Che non sarebbe di giustizia segno. di Quaresima
Rispose a questo lei con sommo ardire :
Anche tal volta il can dal Signor prende llil vangelista eletto
Minuzzoli di terra , per nutrire Disccpul di Gesù più che altro amato
La vita, e il Signor suo pur non s'olTendc. Col parlar dolco o grato
Gesù, che questo intende, Del Signor parla con pietoso allclto.
Maravigliossi , o disse, o donna eletta. Era la festa de' Giudei quel giorno
La fede tua perfetta Quando in Hierusalcm venne il Signore ;
Con la grandezza sua passa ogni ingegno. Drcnto alla terra un Inogo mollo adorno
Poi disse a lei: cl tuo voler si faccia: Era, dove discese cl Salvatore,
E così fu sua figlia liberala ; Con gran festa ed onore
0 Cananea felice, ah chi l' abbracciai Belsayda chiamala da’ Giudei,
Che ben fusti di fede innamorata. Piscina dellì Ebrei
O me gente insensata ,
Provala per purgare ogni difetto.
Che crede per dormire aver la palma : Cinque porlicbi iiilurno que.sla avea ,
— . : d by Gcxigtc
, , , , , ,
DELU QCAItESIHA M
Cosi «(asino allenii £ disse; essendo san fa' clic non pecclii.
Perocché l’angel f;iù di ciel veniva La piaga recidiva è poi peggiora,
Drento a quella acqua viva Fansi talor le rose acuii stecchi :
Quivi era un'uom già (renlollu anni stato £ partendo da lui fc noia a pieno ,
Portando con letizia el suo grabato Per dormir sempre nel mnndan dilcllo.
£1 giorno, che'i miraeoi fe il Signore : Par che si strugga della tua bclloza
Onde pien di rancore £ dico: non dormir, togli el grabato ;
Disse; togli et grabato: Però chi brama Dio, cerchi fra Santi,
Cosi ho fatto qnanto lui m' ha dello. E nessun mai si vanti
Disseti di nuovo un' altra velia ancora : Trovar nelle richeze el sommo amore :
1.0 infermo disse rispondendo allora : Questo è l' ospizio del divin concetto.
lo noi conosco ,
a parlar chiaro e presto. 0 vaga pecorella ormai cammina
,
Digitized by Coogle
,, , , f
,,
MI VANGILI
del la fronte
Dell lieva al Allor disse cl Signor con sommo zelo;
Che morte pai^a alfine ogni difello. Levale so, non vogliate temere.
Cosi levando gli occhi inverso il cielo
Non potcroo altro, che Gesù vedere:
Evangilio XI. Cosi mancò el piacere,
E partendo dal monte el Salvatore
Tal che mancava a risguardare il senso ; Ma quando un pensa al cicco c van diletto
Tanto era il fuoco intenso Tolti e piacer’ di Dio gli son letali
Clic pareva di neic el suo bel manto. Sonci gli esempli dati,
Apparve allora Moisc ed Ella Ma noi, che siam ne’ mortai’ vizi involti.
Beno è che a questa mensa Cbc senza il monte non si può vedere:
Noi siam : dolce paslor, clemente e pio. El monte è l’oraziuo sacrala e degna,
Ascolta con disio Che spiega sopra cl del le sue bandiere,
Quel eh’ io ti parlerò. Maestro, alquanto. E con sommo piacere
Deh facciam Signor mio , tre tabernacoli,
, Ti fa fruire Dio con tal dolceza
El primo a le, a Moysc el secondo, Che con la sua grandeza
A Ella el terso, e in questi santi oracoli Ti mostra el paradiso lutto quanto.
Ognun contempli le. Signor giocondo. Quando Dio vede el cuor levalo in so
El parlar puro c mondo Tutto si mostra a chi lo vuol fruire
Era di Pietro ,
quando venne in terra Non ti lassa veder se non Gesù ,
Che c discepoli Santi allor tremorno. Ciascuno a morte più che un vento corre,
Anzi in terra cascorno. Se Dio vi chiama, perchù non salile
Digitìzed by Google
, , ,
Secondo San GiovAlsm evangelista : Quel sommo eterno ben, che m’ha mandato
Ognun con lieta vista É meco sempre, c mai resto soletto:
Vengiii la sua dollrina a contemplare. E con sommo diletto
Disse alle turbe el Creatore immenso; Quel che sol piace a lui, quello a me piace:
lo »o , e voi, bestiai', pur mi cercale: Questo 6 il verbo vivace
.Morrete nel peccalo voslro intenso, Per chi cerca salute in cici trovare.
E dove io vo. venir non ispcralc : Chi va fuggendo di salire al cielo
Dice che dove e' và , noi andereno : Come egli v di Gesù, mostra la strada:
Questo è proprio un parlar senza ragione. La sua virtù leggiadra
Gesù reggendo cl lor cieco vencno. Par chè voglia felice al ciel volare.
Parlò mostrando sua dominazione: Sono c Giudei gli ostinati del mondo,
Di sopra é il gonfalone Che vivon senza lume e senza fede,
Della potenzia mia, ma voi del mondo tvtimansi d’ intclletlo si profondo ,
Dello v’ ho già , che nel peccato vostro Anzi col naturai cieco discorso
'
Morrete, non credendo al Padre mio: Ogni celeste corso
E lanlo chiaramente lo dimostro Crednn potere con ragion trovare.
Che chi noi crede, è ben protervo c rio ; A questo parla cl Redenlor superno ;
Cosi parlava Dio; lo vo ,
e dove io vo voi non verrete :
Quando lutti risposen con isdegno; Chi fogge el mio parlar, cerca lo 'nfemo
Chi sei tu? facci segno Però dice el Signor, che voi morrete:
Acciocché noi crediamo ni lun parlare. Deh non abbiate sete,
Allor Gesù con cordisi dolcezza O pecorelle, del mondan disio,
Disse : principio .son, che parlo a voi. Se voi cercate Dio,
Molle cose ho dalla divina alicza, Non potrete periglio alcun trovare.
A dichiarare , o giudicarvi poi. Adunque venga ognun con viva fede
Chi ha mandalo noi Al fonte di Gesù sacrato c puro :
Verace é sempre: e però mostro al mondo Ognun che vive ben, drento vi vede
Digitized by Google
, , ,
XIV VANGELI
Quale al popolo Ebreo Che Dio conosce il cor qu.indo gli è rio.
Fatelo, benché sien protervi e rei. Omé quanta superbia o vana gloria
O discepoli mici Hanno e paslor', che vivoii oggi al mondo!
(ìuardole a non seguir l'opcrc loro, Miro non regna in lor, elio fumo c boria:
Che di fiior mosirau l'oro. Cosi la gregge si riduce al fuiido:
Ma drento d'ogni vitio ò il cor macchialo: El prato lor giocoudu
Allegan gravi e insopportabil' pesi, Son pompo, feste, gioie, cavalli o cani.
E nessuno é che vi ponessi ci dito, Siam peggio che pagani,
Voglioo di caritb parere accesi. K crediam poi elio Dio non muti stato.
Per fsre in terra el lor nome gradito; Voi gli chiamato ogiior pastori io terra,
Esser ohiamali ciascun cerca e vuole: Non può tenersi per Io stento rìlli.
A segni, alle parole E mai nessun paslor la trae del bosco.
Si vede el falso lor cuore induralo: Anzi turbato e fosco
Poi disse a suoi discepol' con disio: Si mostra : e i sacramenti della fede.
Non vi chiamale mai maestri in terra : Se talvolta gli chiede,
Un solo è il ver Maestro e vero Dio , Gli traeva quando gli esce a punto il fiato.
La cui potonzia lutto el mondo serra Grida la pecorella spesso forte,
E però senza guerra. Paslor, soccorri ,
clic'l lupo m'uccide :
Tutti siate fratelli in sonama pace. Non che pietà gli prenda, di sua morte.
- I —— Oigitized‘bV‘-'!'^'*^lL'
,, , , , ,
DELLA UI'ÌKSSIMA VV
Cosi oggi è deatrutto Di’ che alla destra un teco segga lo cielo ,
Quel bel tesor, che gii) fu tanto ornato. Sia r altro alla sinistra collocalo
.Su, pecorelle, con pietoso sguardo A fruirli. Signor, con sommo zelo.
Cercate posseder l’ eterno bene. Avendo agli occhi un velo:
Vedete el mondo quanto gli è bugiardo Gesù allor, che ogni secreto intende,
:
Non sazi ancor, condanneranno a morte. Si che porgete al mio parlar gli orecchi.
Ma il terzo di sarà la sua vittoria. Per por I’ anima mia sono parato
Perchè con somma gloria, \ chi arà nc mici precotti fede.
Resurgerà questo signor perfetto. Felice è chi ben crede :
La madre de’ due figli Zolicdei Questo è delio evangelio el verbo Santo:
Venne con quelli ad adorar, dicendo: Ognun con dolce canto
Maestro, ascolta alquanto e prieghi miei Si volli a Dio con cordiale aflello.
Per quella eterno amor che in le com- Tre cose mostra la dottrina santa :
Digilized by Google
, , ,,, ,,
IVI VANGELI
La carilh la sprona ,
Portalo a trionfar l' eterno amore.
Cosi ascende alla divina altezza, Venne la morte poi di quel bestiale,
Ogni serrarne spezza. Superbo, ricco, avar. colmo d' inganni,
Pur che’l cuor mondo sia, purgato e netto, E. fu sepullo nel centro infernale
Terzo : c' insegna la umiltà profonda, A nutrir 1' alma in sempiterni affanni :
Che debbe aver chi vuol salire al cielo ; Cosi portava e danni
Dunque nessuno el suo peccalo asconda Della superbia e del suo van tesoro,
Che Dio trapassa ugni serrato velo. £ stando in quel marloro
Tutti con sommo zelo Levò la luce al elei con gran dolore.
Tomaie a penitenzia, el tempo è corto. Viddo Abram dalla lunga cl poverello
Che non giova all' uom morto E disse; miserere al mio lamento.
Aver dolor del suo cieco difetto. Manda Laiero qui che è or si bello, ,
Spesso alla porla cl povcrel giacea Signor, con grande amor li vo' pregare
Di piaghe pieno e d’ infinita doglia; Che una grazia fare
Gran desiderio di cibarsi avea ,
Tu debbi a me, sepolto in tanto ardore.
Che ogni gagliardo cor la fame spoglia; A casa del mio padre arei disio
Costui avea gran voglia Che tu, dolce Signor, mandassi un poco:
Nutrirsi delti avanzi , che alla mensa Hovvi cinque fratelli c ’l padre mio.
I
, , ,,
E Doa vorrei, che in questo oscuro loco, Su dunque, peccator, che siale in vita.
lo si ardente foco Levale gli occhi a più felice stato:
Vcnissin come me, signore immenso, Quando l' anima nostra è poi transita
Che ora indarno penso Non giova aver dolor del suo peccato.
Al crudo, stolto mio bestiai dolore. O peccatore ingrato.
Allor rispose Abramo c disse : e gli baimu Deh leva e sensi al ciel, la mente e l’alma.
E Moisì e i profeti e le sue legge: Che non si da la palma
Ascoltin quelli ,
e salvali saranno \ chi dormendo nel peccato muore.
Che la vittoria é di chi ben si regge ;
Non credo el ricco mai, che '1 tempo passi. Molti de' servi suoi ,
dicendo : andate
Però sta sempre al suo tesoro allento : El vin si m' arrecale
Vico poi la morte drento Della vigna, eh’ io pnosi si perfetta.
E spesso, quando c' crede esser giocondo Andorno e servi a riveder la vigna
Si Iruova nel profondo. Servando del Signore el suo precetto.
Dove non giova poi gridar. Signore: Onde gli acricullor’, gente maligna,
Sono e cinque fratelli c scotimenti, Sendo pregni di rabbia e di sospcito.
Che se l’anima nostra non gli regge Con onta e con dispetto
Spesso ci fanno a’ mortai vizi intenti ; Presono e servi, ed un di lor baltcrno.
Cosi I’ uom fogge la divina legge , Uno altro n’occiderno,
La ragion gli corregge : L’ altro cacciorno con le pietre in fretta
Digiiized by Google
, ,, ,, , , , , ,
XVIII TiNGBLI
Facctitfó Strati di lor più che mai, Quel giorno ceriainente T arem preso
Onde el Sigoorc ia (guai Ma delle turbe dubilorno folle,
Slava fra se dolènte, aflillo e meato Perchè come profeta ora difeso i
Oifflèché vuoi dir questo t Questo operò, che non gli dleron morte.
Signor , ripara a si Maligna setta. O cicca e dura sorte
Disse Tra se questo padre clemente : Quanto dispiace il vera a ahi mal regge !
Dissi'n fra sè, e si vuol dargli morte; E perché dà la palma a chi ben giostra,
Erede egli è per sorte Però la gloria è sol di chi lavora.
Onde a noi poi l' eredita s’aspetta. Di folte siepe é fuora
Allor cursongli a dosso con furore, Serrala inioroo co’ divin precetti.
E cosi ferno el poverel morire : Acciò che ognun si metti
Quando verrà della vigna el Signore. A far i’ anima sua suprema e degna.
Disse Gesù; qual sarà el lor martire ? La torre che è nel meizo è T oraticne
Rispuoscn con ardire t Che passa co' suo rati al santo regno ;
E per aver buon frutti Ohe debbo avercoluii cbeT vizio ha a adc-
Allogherà la vigna a gente eleltà. Ma il peccatore iodegno (goo,
Udendo presto la risposta data Muove gli agriculior' del cieco mondo:
Gesù rispuose allor oon puro eflcltu Va la vigna al profondo,
E di.ssc: o gente éicca ed ostinata. Oh’ era U sposa di Gesù diletta.
Avete voi nelle Scritture letto, Manda e suoi servi el reodentor superno
Che essendo il Tempio eretto Cioè Io voce de' predicatori,
Di Solamon di quella pietra darà E il pensicr tenebroso dello inferno:
La coi forma c misura Ma presto vengon fnor gli agricoltori
NoD n vca loco dose fhssi accetta ? Cota rose, gigli e fiori:
Sondo già reprobata dalla gente Onde il piacer di questo mondo rio
So^iunse e disse: el gran regno di Dio Quel sangue prezioso che vedraono,
Fia tulio al po|K)l rio, Quel farà lor lassare el vizio atroce:
£ dato ad una gente più perfetta. Entra nel cuor veloce :
Chi sopra questa pietra cade in terra Ma il cieco peccator, cbs nulla sente,
— _ Digìtized by Gorr^le
, ,, ,
E d*(o a qua' che «ivoran eoo fede: L’ untn , che non $i misura
Dunque ciu vuol menede Colui è quel che manca a presto muore.
Facci FsBMBa sua degne P pcrfelta Vergendo el padre l’ ostinata mente
(•li diò la parte , e disse : o ligliuoi mio.
Poi che partir da tue vuogli al prescole.
Evangeuq )lVU. Per saziar come cicco el tuo dstte:
In questo mondo rio
DIeeai ei Sabbale dopo la aeponda Puperuicn Guai a colui chesi conduco gl verde
Senti quel dolco padre, a ebe ternaen|<>. E non avendo uà cappa, o mantello,
Tremare come un veute Fu di guardare e porci al Gu costreilo.
Veggendo cl Ogiio scorso in tesd» errare, Cercava «I poveretto
Mai noe potette dal Alile disio Di quel che avanza al porco nutricarsi,
Ritrarre el cieco sua bestiai disegno: E non polca cibarsi
Onde spessa dieera : a dgliuol mW. El misero, dolente « stanco core.
Arai tu linai el tuo bitoa padre a adeguo? Tornando io se. piangendo prese a diro :
E l' arra del sudor’ eh’ io t’iio portatot Ed io son qui in si cradcl martire
lo li ho pur generalo: Condotto sol pel cicco vizio rio :
Merzè dunque, iigliuni, del utia dolone. Tornar vo’ eoo disio
Padre, disaeil figlùtol , tu parti a’ morti. E dirò: dolce padn, io .ho peccato.
Preso el partito èpaaaato ogni otTauno : Non merlo esser ebiamato
Dammi la parte mia: oh’ io sua la porti Figliuol, ma servo iugralo e picn d’ci rore.
E di me sia e la vergogna c il danno: Casi partondo, al padre f<; ritorno :
Andrò come degli altri alla rontura. Corse a abbracciare il suo ngliuolo .vdor-
. , ,
\x vA^r.ELi
può per gran dulceza stare in piede, Flcliuol, quando un ritrova un gran tesoro
Perdono cl flgliool chiede La mente, l'alma, cl cor di gaudio 6 pregna
Dicendo; padre mio, degno e p< rretlo, Passa ogni affanno via, ogni marlom ,
Merzè del mio defello E questo me’ per prova ognor s'insegna.
E di me cicco e ingrato peccatore , Cosi quest'alma degna
Degno non sono, o padre min clemente. Destrutla e spenta e senza alcun conforto.
Piu chiamarmi ligiiuol, ma servo ingrato. Sondo tornata a porto,
Allora il padre molto allegramente M' ha mosso a farli, come vedi, onore.
domanda a' servi suoi, che sia recalo El padre di famiglia è solo Dio:
Da vestir molto ornalo;, Il cui potere ogni effetto dispensa :
F. poi gli mette in dito un bello anello: Ricco, potente, mansueto c pio
HI sagginai vitello Tanto, che '1 cici si pasce alla sna mens.t
Vuol che s' ammali sol per fargli onore Da questo chi mal pensa
Questo sia oggi di letizia cl giorno , Si (laric ,
c per superbia io se rivolto,
Però fate il convito preparare ; Come bestiale c stolto
Morto era questo mio figliuolo adorno. Chiede la parte ,
e nel peccato muore.
Ed oggi il veggo in vita ritornare. E perchò la lussuria ò atto brullo.
Cominciando a mangiare Che eccede el fin del naturai disegno.
Ecco l' altro fratei, che viene in fretta, Però ehi perde della grazia il frutto
Onde il tno padre per letizia grande Tornalo al dolce lume della fede,
Queste dolce vivande E non confisso nella sua memoria.
Ila fatto preparar sol per suo amore. Lassa ogni fumo e boria
Prese di questa cosa indignazione, E dice, con sospir’ piangendo forte.
iNò volse entrare in casa per lo sdegno. Quanti nella mia corte
Di che sentendo cl padre la cagione. Vivono in pace, ed io sto nel dolore.
Disse, Gglinol, dov' è l'amor tuo degno? Peccavi padre, o'I padre dice: aspetta ,
I.ui che d’invidia è pregno, Però eh' io l' ho trovala un' alba stola
Itisposec disse: padre, io l' ho servito, lu celum: e padre dice allor con fretta
'I :
Adurni 1' alma, cl cor, la mente o'I petto. In brieve spazio quel primo ò destralto
E proceri et itiletlo. E come vinto egli i snbiUmenlo
Et qual provò questo lìqlinot minore. Lo spoglia c monda e si lo netta tutto.
Distribuendo el frullo:
Evangelio XVIII. Chi non è meco, a me è sempre avverso :
Dello eterno tesor, levi la mente Cerca trovar riposo, e mai è domo:
AI vangciio occorrente, Cosi cammina uo tempo e non sa ove.
In Bcizebub ,
e nella sua potenza ; Che r uom che ben si regge
So io in sua virtù 1’ ho liberato. Passi di laude in cici supremo e degno.
E figliuo' vostri e la vostra semenza Questo sacro evangelio a lotti mostra,
Di tale esperienza Che non si può a due Signor' servire.
In cbè virtù faranno questo elletin? Chi non è col Signor, contra lui giostra,
E però vi prometto N6 può r eterno bene in ciel fruire :
Ma quando viene un più di Ini potente. Costui è proprio uo mar d' ipocrisia :
Digitized by Google
, , , ,,
, , , , , , , .
XXII
O vai, ohe avete stato e sifnoria, Che non fai tu che ancora noi veggiainz)
Piglialeesemplo dallo eterno verbo : Questa sarà di le gloria eecellenle.
Et cuore è sempre d'ognf tempo pregno. Nel tempo ebo regnà el proteia Elia
Come la navicella in mare esposta, . In Israele, a’ suoi devoti frulli
Che va cercando et disiato porto, Gran quanlilh di vedove venia
Se dal vogare nnitf ognun si seoala Quando cl clot si eopria
Convien che presto truovi el cansin torlo. Stando sci mesi ed anni tre ooporto
,
L'uom non si adira mai ae non del vero Pubticarlo alla Chiesa allor l’aspeUa,
Anzi è nemico ad ogni gran prelato. E se pur non si netta
L’uom, che è superbo e di natura altero, E che e’ non oda el tuo precetto umano
Laude vuole acquistar del suo peccalo. Etnico e publicano
Quello amico oggi è grato, Sarà poi detto el cieco peccatore.
Che nella bocca sua faa sempre il mele : Poi disse in verità parlando loro:
La veriU è il Tele Qualuncbe sopra terra legherete
Che come il tosco rra'mortal' ai elegge. Sarà legato nel sopemo coro:
Uggi chi più sa dar parole grate E cosi quelli ancor, che voi sciorralo
Quel più s' esalta e vive con letiaia : Liberi gli vedrete:
Non si stima oggi più prete ni frate, E poi soggiunse con parlar soave
Nè chi vuol far eoa veriU giustiaia. Questa pende grava,
Di parole dovìzia Piene di carità, pace ed amore:
Si fa con tanti inganni e tradimenti. Se dua di voi consentiranno in terra.
Che in terra sono spenti Di tutto quel che domandato fio
£ be’ costumi e la divina legge. La bontà del mio padre, che non erra,
U voi, che siale alla divina insegna Sarà sempre dementa, umile c pia.
Sposala, per fruir i’otemo amore, Questo convieu che sia :
lo vi ricordo che colui sol regna. Che dove dua o Ire nel nome mio
,
Che porla scolto il ver sempre nel core. SaraoDO eoa disio
Questo fe il pescatore, In mezzo a lor verrà sempre el Signore.
Con una croce in man di sangue piena, Pietro mosse e disse: o Signor mio.
si
Non ti volessi, come cieco, adire, Di peccar non si cura in terra avendo
,
XXIV VANGELI
Corre alla fonte l'assetato cervo Ognun che contro a loro arà mal detto
Quando è ferito, o dalla morte stretto Comando o vo' che come ingrato mora :
El tuo cuore induralo, aspro e protervo E voi dite ad ogni ora :
In compagnia aranno ,
A questo modo el precetto di Dio
L’eterno, radiante e sommo amore. Lassate indietro per la vostra usanza :
Contocamlu lo (urbe disse poi: Che con lor cerimonie e gran precetti
Udilc ognun di loi Tengono cl mondo in risse, in odi, in guer-
£1 mio parlar, che è picn d'ogni dolceia. Pien'di beslialilA, pien’ di difetti, (ra:
Non coinquina F uom quel eh’ entra drcnlo, E per parer perfetti
Ma quel che dalla bocca sol procede : Voglion gran revcrenzie e grandi inchiniv
Era Gesù al suo parlare intento Hanno un cuor picn d'oncini
Quando e discepol’ suoi con pura fede ,
Per cumular tesor’, pompe e riccheza.
(^omc chi ama e crede, Veggon gli altrui difetti e' lor non mai,
,
Disser: Maestro , e Farisei son pregni Nè merzè può trovar chi quelli offende :
Et qual non ha piantalo il padre mio Fuggite, omè, fuggito cl lor furore
,
.Mangiar con le man lorde nulla oOende , Non vai chinar la lesta,
Ne lira il senso umano a cosa brutta. Perchè c’ vede lo effetto pel sapore;
Cosi parlò el Signor, che tutto intende, Solo un purgalo cure
P' cosi fu da Dio lor mente instrutta. Giova a chi vuol fruir la sua bellezza..
Questa sentenza è tutta
XXTI YXNUKLI
El qual come la man celeste impone Non è peccato in terra tanto grave
Da ogni allliiiono Che non si spenga in quella eterna foro ,
Tanto l'olTcnde di Gesù la voce : Tal brama pace, ebe si trova in guerra,
Che ’i beo
sempre nuoce
far E Ul crede aver caldo, e sente gielo;
A chi non ha dolor del suo peccato. Così cangiando el pelo
come e fu venuto el giorno
Giubilo ,
Va la vita mortai, che poco dura:
Ando Gesù in un deserto scuro, Quel sol ben si misura ,
Digiti/cd by i. .oi
, , , , , ,
Di San Giovaxxi evangelista de^oo : Ma quel che l’acqua mia gustar vorrà
•'hi vool salire al re^no Fia spento inilui ogni mondana doglia :
Era nel mezzo, onde Gesù defesso Gesù avendo la parola inie.sa
Sipoose a quella a presso Disse col suo parlar elemento c pio :
Digitized by Google
, ,
\XVIII VAXf.BLI
Dio é spirilo ,
c però chi l'adora Là dove altri per voi sudalo ha tanto :
Marafiglionsi assai, reggendo appresso Questo è colui che 'I mondo vuol salvare.
La donna ,
ed a Gesù nulla parlorno : So dunque all'acquc, cl bel fonte è oITcriu:
Fece quella ritorno Come, la Cananea salile al monte ,
Un, che m' ha rivelato Che non gustasti mai si dolce fonte.
Cosa , che solo Dio la può pensare. Deh rizzale la fronte ,
.Molli della città uscirne fuora Gesù v'aspetta el suo pozo è il costalo.
,
Del padre ,
e non temere, E poi tornò nel tempio un'altra volta
E questo son venuto a manducare. Tutto el popol correva con tremore
Non dite voi che quattro mesi appresso Como chi cl frutto aspetta alla ricolta.
Son già del tempo da ricorre el frutto ? Gesù gli occhi rivolta.
Ed in vi dico, a dichiararvi espresso. Anzi sedendo , la dottrina santa
Levate gli occhi , e risguar.lalc tutto ,
Quella celeste pianta
Che 'I caldo è già deslrulto , Insegna a daschedun del divin regno.
Tal che le region' bianche sì fanno: Gli Scribi e Farisei menomo allora
Qiic'che ben mieteranno Una. che in adulterio fu trovala:
Debbono il frullo in del poi ritrovare. E stando io mezo a Gesù intorno fiiora
In questo el verbo mio è vero e certo, Dissen: Maestro, questa donna è stala
Però che altri il seme altri ,
lo miele: N' adulterio pigliala :
Per mieter v'ho mandato, a dirvi aperto. E Moisè nella sua legge ha scritto
Dove ancor lavoralo non avete : Che questo tal delitto
Nessun ce n'è restato, o Signor mio : Gesù sol per tentarlo dicca questo,
Nè condannarti anch' io Perchè sapeva a punto el suo concetto:
Nonvo: va in pace, ed abbi ’l vizio a Sdegno- Filippo al parlar suo rispose presto ,
Cavare il brusco al suo dolce fratello : .Ma questo a tanti una vivanda 6 corta.
Non Iruova pace mai el mal col bene: Gesù ,
che ascoso porla
Tale 6 la impronta, quale è il suo suggello, El suo peosier, comanda che ogun segga,
La gemma nello anello E che a quel poi si chieggo
Tanto più mostra il sùo ricco tesoro E pani c pesci con pietoso core.
Quanto più line è l'oro ; Prese il Signore e pani e pesci in mano
Digitized by Google
, , , , ,
ux VXN(iEI.I
Che non s’acquista un regno Fate che questo Tempio sia deslrollo
Sem affanno pericoli e sudore. Ed io prometto con
,
,
la mia grandezza.
O città gloriosa , o dolce giglio. Che io tre giorni fia rifallo lutto ;
Vieni oggi col Signore al sacro
monte: A questo lai conslrulto
Fogge chi segue Dio ogni periglio :
Disseno allor : quaraozei anni, o più
Dunque scaccia da te la guerra e l’onle. Che ’l Tempio fallo fn,
Deh alca al ciel la fronte , E tu in tre di lo rifarai veloce ?
, ,, , , , , , , ,
Laudavano el Signor con unii voce. Colui che io lerra el suo voler farà .
Correte, o peccatori, alla sua croce. Non v' ha egli dato .Moisé la legge?
Quanto dispiace a Dio che ’l sacro Tempio E nessuno è di voi che quella faccia.
Sin da' Cristiani in terra profanalo. Di uccider me ciascun di voi elegge :
Venne dal sangue suo si nubii pianta Data da .Moisè nessun non teme ,
Digitized by Google
, , , T ,
Min VANbEU
E quti fia ,
(Icmoslrara Diimandorao c discepoli il Maestra
Col SDO dolce parlar, clcmcnlo e piu. La ragion che costui cieco era nato:
,
Chi io son sapete, e d’onde sono ancora, Allor Gesù con parlar pronto
e destro
E venuto da me non sono in terra : Disse : cagion di ciò non è il peccalo.
Ha quello eterno padre, il quni mi onora, Ne lui né il padre è sisto.
La cui potenzia tutto il mondo serra , Ma sol per dimostrar la gloria in terra
Come lui mai non erra , Di quel che mai non erra
Cosi quel conosco io ;
ami mendace, Nolte privò di luce e di splendore.
K come voi fallace Mentre che '1 giorno
adoperar conviene
Sarei , se or negassi el padre min. Di quello che ha mandalo
ogni sua voglia
lo lo conosco, e da quello ebbi Inizio, (mondo. Quando l’oscura notte poi ne viene
Quel m' ha mandalo, e per lui sono al Del l’operar ciascun si
priva e spoglia
(ili Scribi e Farisei pien d'ogni vizio Manca ogni pena c doglia
,
:
Vi'ggendo il,suo parlar tanto profondo, Mentre eh isono al mondo, io son la luce.
L'arien mandalo al fondo :
Che r peccator conduce
M.) nessun può iioncb’allroalzar la mano. Al vivo fonte dello elenio amore.
Tanto ò il parlar lor vano :
Cosi parlando el Creator s' inchina
,
Cosi molli crederiio con disio.
Facendo il loto, sopra gli occhi il pone;
Nel sacro verbo ogni Cristian si specchi, 0 che dolce c soave medicina
Nè speri senza Dio aver vittoria. Oggi il .Maestro al cieco nato pone!
Fansi le fronde c i fior talvolta stecchi , Dicendo con ragione ;
in Dio consiste ogni trionfo c gloria;
Infino al natatorio (lume andrai:
Chi crede per sua industria esser felice: Quivi li laverai. ,
Son secche le radice Così ebbe la luco '
il peccatore.
Chi crede al ciel salir lasciando Dio. Tutti e vicini e chi visto l'area
O voi,che del saper cercateli quia. Direvan: non è questo il poverello
Purgate lo intelletto e la ragione
, Questo è quel cieco che spesso chiedea
Saravii mostro del Signor la via,
Limosina sedendo ,
a questo e quello :
Se retto sarà il cor da passione. A spasso va il cervello
O cicca ostinazione. Chi dice e non è esso
, , c lo somiglia :
Di chi resiste a Dio, fuggendo bene;
il El cicco alzò lo ciglia
Rompete le catene
Dicendo: io son quello io, non piùromore.
Di questo falso mondo, iniquo e rio. Disser allor: come hai tu gli
occhi aperti ?
Rispose, quei Gesù, che è cosi dello.
Facendo loto ,
me gli ebbe coperti ;
Evaisceuo XXVIII. In Silo mi lavai per suo precetto,
Presto fui mondo c nello,
Dicesi el Mcrcotedi dopoquarta Dome*
la E più che stella fu mia luce chiara.
nica eli Quaresima. O medicina cara.
Quanto fu degno il tuo dolce liquore !
Allor con voce o con superba fronte
Passando el Creatore Disser, dov'è costui che l'ha sanalo?
Secondo San Giovanni evangelista Sentendo il poverci di gaudio un monte
,
Vidde con lieta vista Disse: io non so dove si sia andato ;
Un ch'era cieco nato io gran dolore. A' Farisei menato
. , , ,,
Fu dalla turba : e sabato era il giorno Noi seguiam Moisé supremo e degno
Quando cl Signor giocondo El quale a Dio tante volle ha parlalo.
Uirallra ¥ )lla e Farisei perversi Noi non sappiamo: el cieco allor rispose :
Slavon ,
come ostinali e senza fede. E peccalur’ non esaudisce Dio,
Quel che da Dio procede M I sul chi l'ama, e chi fa il suo volere :
Suol pur volereil Sabbaio guardare ; Scritto nel secol mai io non trovo io , .
-Mi par. leggendo in lui tanta virili: Nel peccalo sei nato, ed or vorrai
Non volser creder più Insegnare a’ maestri la dottrina :
Che fossi cicco , anzi a’pamiti vanno. Fuor lo mandornu con tormenti e guai.
Come que'clic sempre hanno ViddcGesù, e inverso lui cammina:
La mente pien' di rabbia c di rancore. La .Maiesià divina
Risposero c parenti: noi sappiamo Disse, ha tu fede al figliuolo di Dio?
Che questo è il figliunl nostro c cicco nato: Chi è quel. Signor mio?
D egni altra cosa parleremmo invano, Rispose il poverel con umil core.
Risponda lui, che ad ogni cosa è stato, Allor Gesù con cordial dolccza
Molli anni lia gih passato Disse : llgliuol, tu l’ hai veduto e vedi
Tal che da se parlar può mollo bene : Colui che mosse in le la sua grandeza
Gran paura gli tiene, Dar li vuole ogni grazia che tu chiedi :
Andassi ,
onde per questo ognun lemca : Su dunque, o peccalor', che tanto state
Perù ciascun Iacea : A ritornare alla già persa luce ,
Cosi di nuovo cl cieco misscr drcnto , Passalo è il verno c già torna la stale
Dicendo con tormento : E pure a morteci vizio vi conduce:
Fa'chc tu renda giuria oggi al Signore. A quello eterno Duco
Noi conosciam che peccatore i certo. Venite ormai ,
però che '1 tempo corre
A <|uesto lui rispose: io non lo so : Vuoisi dagli occhi torre
Questo è beo vero, a dichiararvi esperto. El vostro cicco, ingrato e falso errore.
Che essendo circo, cl lume avuto io bo.
xtirr I VARSUI
La turba cieca non oredelto mai Guarda per lo arvenir di non peccare.
Che tanta poleaté gli fuase data ; O toi, che adite il sacro e santo verbo.
Geaù benigno il guata Prendete esempio dallo eterno Dio i
Sol per vedere quel che volea fare. Non meltele in oblio
Allor Gesù al giovan’ «orto disse: lo questi santi gierni e buon precetti:
Lìevati su nel uome del mio padre. Se voi sarete netti
BBLU QC4IUIIIÌ
Ciucuna aveado «1 aao fratei «salato Tommaso aliar rispose c«vi rdtsio ;
Digitized by Google
, , ,, , , ,
XXXVI VXXaELI
Genuflesso Gesù con gli occhi al cielo Ma nessun di voi il sa. perchè non crede
Disse : io li rondo grazie o padre mio Giudicar quel che e'vcde:
Udito sempre m'hai con sommo zelo. El giudicar di carne è sensuale:
£ so che m'odi sempre con disio: Per non giudicar male
Sol questo ad te dich' io. Nessun non fu da me mai giudicalo.
Perchè ognun sappi che tu m'hai mandalo: Se pureio do di me vero giodizio,
Poi furto ebbe gridalo : lonon son solo questo a giudicare ,
Laser, vien fuori al tuo dolce pastore. Colui chem'ha mamlalo vi da indizio
Subito a quella voce al/6 la lesta ,
Quanto sia vero c puro el mio parlare.
E venne eh' era ancor lutto legalo: È scritto, a non errare.
Disse allora el Signor con somma festa : Che il lestimon di dua è cosa vera
Fate che preslameale sia sfascialo. Chi il ben fruire spera
Ognun ammiralo
resta Vedrà eh' io parlo cl ver senza peccalo.
Veggendodi Gesh tanta potenzia. In son che di me stesso vi do segno,
Con somma riverenzia E di me testimonia cl padre mio.
Donorno a Dio la mente, el senso e'I core. Allora e Farisei mossi da sdegno
0 peccalor, che nel peccalo involto Dissen: dov' è el tuo padre cieco e rio T
Ti Irunvi, e in tanti vizi sotterralo. Gesù clemente e pio
Corri a Gesù c sarai presto sciolto. Rispose me nè il padre
: conoscete ;
Digilized by Google
, , . ,
Che n esan del Signor la prorvi Ionia Di.ssen; noi conosciam quel che s'è dello.
E par c he di mal faro abbili licenza. Tu lien per certo o scelcrato e rio. ,
E duna al suo Gesù la mente e l’alma: E conosciuto gl.ó mai non l’avete :
Avete me onde la gloria mia , Guai a quel che oggiel peccalor corregge.
Non cerco io, ma quale io sia Che troppo otTende il vero a cbi’I dimostra.
Giudichi, e poi vedrà quel che son io. Par proprio un toro in giosira
Digitized by Googlc
, , , , ,, ,
«wtnii VjUWEU
Qum4o*èfcrito« doli* iMrt* ftnelto; Diceano fra se stesso . ebe viwl dUe?
Seppoitii ogai diafetlo Dove debbe oostui prender U «la T
Chi pari* 41 ««r s«l p» piactrc a Dia. Forse pel mondo vuol dtapmo gira
Chi Tire %ene e eoa gimliiia Tetta ^ E menar seco genie io compagaia:
Gli Scribi e Farieei gli sono tatome. Quel che questo si sii
Chi dice : costui il fa perchè gli aspetta Non sanno ànvesiigar perché l’ errore ,
Il ben non pub col mal trovar merzede. Che come dice la SorUtuM a pieno:
, ,
Chi cerca castigar quel che non erra Che in meuoa'gluteci b d'amor laogoire.
Punisco Dio qnesto anpplixio ratenao : Chi vuole il elei fruire
Poco tempo con voi debbo realere: Che ’l tardar troppo nuoce
Tornare voglio a quel che m' ba mandato, A ohi vuol farsi di virlb adorno.
Nè potrete cercando me trovare ; Passau nostre speranze e nostre poimio
E dovedebbe andare Ogni cosa mortai vaicomenn vento ,
Venir con caso niaoo non potale. Quel che ci resta poi, morte iaterrompe :
Digitized by Google
, , , , ,
BELLI QBAEBMIIA
Diletto di Gesé ,
pien di splendore Non eran molto e lor parlari intesi.
Scrisse come U Signore Che ognuno area de' Giudei timore.
Fece d' andare lo Qalilea disegno. Questo i tulio il lenoro
Cerraran quelli Ebrei darìi la morte, Del sacro verbo della eterna rila:
Però andare io Galilea non rotea : Orsù, gregge smarrita,
Eran te torbe ad nnt feela a corta, Lieva la niente al elei, l'alma e l'iugegno
Qual Senopegia da lor ai dkiéa : Sono e fralè, color che 'I nome santo
Gran derotione area, Scrran diCrisloedellassula feda.
Onde e Fratè di Gesù aanto • pio Che bann sture c dolce ammeoto.
di fuor
r iceron cab disio: Ma drenlo veramente elcun non crede.
Maestro, andarrl non li sia a adegno. Gesù che T coor lor vede,
E tuoi discepol qnel che lei Tedraanoi Non vuol con esso loro al tempio gire
La tirlù nell'occulto non si mostra , Ami si suol partire,
Lsan palese il beo color che 'I ranno. Veggendo il cuor d'ogni meliaie pregno,
Dissi la palma a oolui che beo giostra > Vorrebbon ebe '1 Signore andassi e feste.
Al mondu (I dimostra , Non per virtù , ma per snperbie o gloria:
So queste cose fsl sapremo e grande. Colai ebe r ben eba fa più manifesta
Dnnqoe le Ine rirande Par che siadegno di maggior riitarie.
Fa’ cbo le sten pateli ad ogni regno. O cieca vana gloriai
Erano e ani frale' prM di fi», Voler mostrardi fnor qnel che ai è dreOto,
Qoando Giesù rispose con delceti : Cbe ò forno, paglia a rcoloe
Venato il tempo mi» sncar non è Questa è l' astnxia dall’ umano it^sgao.
Ha il Toilro 6 preparalo a chi P appresa; Quanti di qoNti tal’ pel mondo vanne,
El mondo e sna grandeaa Cbe reggendo un ben far, l' luono raocotto:
Odio non può contro di noi nutrire. Quando Intcnrien cbo al lor voler aon
Ma me non mtol pitire , ( r bernio
Sondo contrario ad ogni ino disegno. Chi lo te pasto c chi cieco e chi stello;
Venato lo son per dar testitnontenaa Qasodo el cavillo é Sciollo
Dell’ opere sue prore e oiecM errori « lo ti so dir che corre sema freno.
Voi ascendere al Tempin arale usaala Ognun di rabbia é pieno,
,
E quando e Qa renato il tempo mio Fate cbe '1 voelro bcaa occnlt» aia:
F.irò palese ancb' io A alare in Galilea Gesù v’ mtìU
Qnel che ora occnllo nel mio petto tengo. Chi vuoi del cM trovar la vera via.
Digiflzed by Google
, , , ,
IL TAKGKL1
'
QaaDdo venali 8i Non mi sarà desdelto.’ -
<
Gesù rispose , alle parole nostre Deh siale come il vostro padre eletto.
Voi non credete, all'opere niente: •
Colui, che il padre I' ha sanlifiealo
Ben s'io le fo presente, Hallo mandato si puro nel mondo
Nel nome del mio padre, che è verace: Voi dite In bestemmi ed bai fallato
;
Con bnono amore c pace S'io dico, io sono il suo Ggliuol gioconda;
Io sempre vel dimostro con eOetto. E se io col cor mondo
E dovei d' ogni cosa testimone, Fo il voler del mio padre , noi credete
£ mie opre buon' nulla credete,
di E creder non volete :
Andranno nel ver lume in sempiterno , Che Dio ama color, ch’banoo il cor netto.
“ — •
— DigitizecUsy—
, , , , , , , ,, ,
Cosi mangiò allor con questo ebreo SI ebeognun volli a Dio la mente c'I con*,
E dolcemente seco alquanto stasai,; Questa donne , Simon , la qual tu vedi.
Allor con gli occhi bassi In casa tua per mangiar Uco entrai
A lui venne una donna peccatrice Tu non mi desti l’acqus in su mie’piedi,
Come la storia dice. Costei di lacrimar non restò mai,
Trista e infiammata d’uno intenso ardore. Con sospir' , pianti e guai ;
Questa area seco uo prexioao unguento. Ancor non mi facesti un dolce amplesso,
Per unger questa doana el sommo beoe E lei , standomi a presso
E genuflessa con dolce lamento Non cessò mai baciarmi a tolte l'ore.
A’ santi pii del suo Maestro viene :
Con r olio non ungesti il capo mio.
Quelli sbracciando tiene Questa m’ba unto e piè col sacro angncolo,
l>i lacrime e sospir' facendo nn fonte. Per la qual cosa a te. Simoo, dico io
Senza levar la fronte Ogni peccato gli è rimesso e spento
Dal suo benigno e dolce Bedentere. E qnel che è pigro e lento
O quanti amplessi , e che suavi sguardi, Meo gli è rimesso, perchè meno egli ama.
Se gli i profeta ,
come alcun si crede Perchè gli vede crudi e pien (Terrore.
Come non vede chi gli sta da lato 7 DisseGesù a quella donna poi
Gesù gli ebbe parlato Salva 1' ba fatta la tua pura fede.
E disse ; io ho un mio
l' secreto a dire: Adunque in pace partirai da noi :
Eran duo debilor’ d’ un creditore Venga oggi con Maria al sommo bene
L’ on di cinquanta e l’ altro cinquecenlo: Che al eie! non si perviene
Scodo privali d' ogni unao valore, Sena' aOanni, pericoli c sudore.
r
, , ,, , , , , , , , , ,
ILII TAN6EL1
Onde e Roman' conira di noi verranno La virtù tanto a chi non l’ ama duole
E quel cbe abbiam, lorranno, Cbe sempre mal per ben polendo rende:
E forse invan ci potrem poi pentire. Questo evangelio accende
Un certo Caifas da loro eletto; A fuggir di coslor, la cieca strada
Sendo l’anno, ponteDce creato Ed aspettar la spada
Disse: nessun di voi sa quel cbe ba dello Più presto, che volere il mai seguire:
Non è me' che uno sia morto e dannato, Cosi s’ è fatta la fede eccellente.
E il popol liberalo T Vedi Pietro, Lorenzo e gli allei Santi:
Cosi la nostra gente salva sia Per combatter col vizio virilmento
Da questa pena ria. Sono stali per Dio fermi e costanti.
La qual ci tiene io si aspro martire. Dunque con dolci canti
Non disse questo per propria virtù. Sono oggi a posseder l'clema vita :
Ma Pontefice essendo profetò Però Gesù v’ invila
Come per l' nom morir dovea Gesù : A sopportar per lui ogni martire.
Digilìzed by LiOOgk
, , , , ,
Tulli al decerlo, che la morie è presso, Che ’l segno mostra il vero a chi noi
Foggilo e Farisei ,
chi cerca pace, Ma chi non vnol mersede ,
(crede :
Per qoeslo el paradiso v' è promesso : Come oggi e Farisei facevon tolti.
Vedete el mondo qoaolo egli è fallace Però sendo destmtti
A chi il ben river piace Cominciorno Ira loro a mormorare :
Lieri la mente a Dio, contempli qoello: Vedete voi che nnlla non facciano
Farassi el lupo agnello Drieto a lui lutto ’l mondo giù cammina.
Volendo in terra el soo Gesù aegnire. Cosi gittando el lor parlare invano
Non polendo inghiottir tal medicina.
Evangelio XXXVIll. Segue poi la dottrina
Diceva ognun col cor devoto e pio, Ma ehi l’ha io odio, in ciel l’usa trovare.
Gesù, poi che partito alquanto a' ù Chi mi ministra, a me drieto ne venga,
On asinel che v’ è, E dove sarò io, lui fla ancora :
Sopra quel dolcemente si posò Quel che mi servirà convicB cbe attenga
E snvi alquanto andò. La gloria, perchè il padre mio l’onora :
Come il profeta scrisse a non errare. L’ alma turbata è ora
Figlinola di Sionne, non temere. Padre, che dirò io? salva fa’qnella :
Ecco il Re tuo, che sopra l'asin viene : Questa ora el cor martella
Ciò non potendo e diacepol sapere Piacciati el non») mio clarifieare.
Se non quando e’ fn in gloria el sommo Dna gran voce fu dal cielo udita
’
Tl*I8l!Lt
Convien che spesso el camluar l'oftiiida : Ecco il Re (oe, che mansueto viene
Chi à prndepie iotenda Sopra na asina omite , anzi con questa
Mentre la luce avete, abbiele fede. El putto sohiogele ancor sostietie
Che fsUea ò cbi credo Gesù l' eterno bene :
Perchè Bgliuol di luce si può (are. Cosi vanno e discepol' con effcflo
Questa cose parlò Gesù clemente Adempiendo el precetto
Dipoi partendo s' ascose da loro Del lor Maestro e vero Redentore.
Dunque ciascouo a Dio lievi la mente Cosi r asina e 1 fgliuol, fu menato.
Che trovar non si può maggior tesoro. E posto Mpra quel le vestlOKMa r
Oggi ci mostra come e' vuol morire. Chi taglia rami in fretta
Per tirer cbi vorrà nel sommo r«^ao :
D' ulivo, per mostrar piò grato onore.
Tempo non è oramai più di doroiire Tutta la turbo, die iooaazv passera,
La Chiesa di pietà vi mostra segno. E che dritto segaiva con disio,
O pcccalor indegno. Con omil voce sllor Gesù chismsra:
Già siamo al tempo della passiona , Osanna benedetto el nostro Dio.
Ed alla eoalriziooa Col oer devoto e pio
Vogli te stesso ingrato preparare. Ciascun laudava di Gesù ta gloria :
Digitized by
, , .
, ,,, , , ,
Che ogni cosa msrlal passa « ooo ditra : In reritb iwn minilo,
Vien poi la sepoitura: Ripiesn fu la casa aUor di odore.
Sicché prendete d' nmitlé la sirada Ed un de' ano' discepoli parlò.
Che gli è presso la apoda. Che Giuda Scariutio si chiamara ,
Che pooirik eiascno d’ ogni sito errore. Qual tradì poi Gesù, ai ché e’ pensò
Ei critliao gode dell' allrui riUoria, Di far con falsità quel che ordtnara !
Peljtee Dio a no' abbiam la gloria Perche non rendaào qneato naguento,
f.'oom pecca.o lui sospeso io croce giace. Che «ala daoar trecento
O sperama roliace I E dato a’ paror miser' eoo amora?
Oggi e Giudei hanno la palna io osano : Non al earar a da’ poveri niente :
Che io un ponto ò beato , e presto amore. De’ dieci un, che «rea maligna mente
I'
Di Gesò perla, che io Betania andò De’ porer seeepro aver genie copiosa
E qniri si posò Potrete: ma me no , né mia figura.
Sei giorni innanzi a Paaqan con Cervorc. O Iraditor di Giada,
Dorè era prima Laiero già morto; E rnoi riprender l’ opra giuste e sànie 7
El qual Jetù area resusebaio: E dal capo alle pitole
A Marta ed a Haria fu graa eenforlu, Starsi in pene e mariir, doglia e stridere.
Arendo in casa lor Gesh beato. Jesù coBobben tmii qne' Gindei t
Diaci lui grazia che enlriana eoa ferrore. O popol cieca e stolto,
Subito Marta comiució a lervire, Non creden che Gesù abbi poleaiia
E ministrar rirande al Salratore, Di poter per clemenzia
Ed era Laser quivi con deaire Risuscitare un mono eoa rigora.
A mangiar con Gesh con puro coro ;
Co' anoi capelli poi l’ asciugò prcalo, Il grande esempla del nostro Signore,
Risgnardtndo Gesù con deroziooe. Che con pietoso amore
Come il rangclio pone: C insegna a scancellare e’ nostri errori.
K essendo rotto el raso dell’ nnguento, L’ allirolante aquila Giovaem
Digitìzed by Coogle
,, , , ,, , , , ,
TLVI TiUlGUI
Non mai e piè Signor mi laverai : Però avendo in questi giorni Santi
E se tn non vorrai A ricevere in te il tuo buon Gesùe,
Disse Gesù ,
non arai parte meco :
Bisogna che In lavi talli quanti
Tremando Pietro seco Con lacrime gli error, le colpe Ine.
Rispose : non che i piè le man , Signore. Geah le braccia sne
Chi è lavalo, allor risposo Cristo, Ha distese in ani legno , e ti t’aspetta ;
Cosi dal cielo per salvarli regno. In cui 1' eterno verbo incarnar volse.
Udendo questo assai turbala fu, Cosi per noi si colse
E con la mente a tal saluto pensa; Quel glorioso frutto, allo e superno.
L’ AngioI rispose allor, non temer più, Che deslrutlo ba l' inferno
Grazia bai trovala nell' eterna mensa Per chi cerca fruir l’ eterno regno.
Da quel ebe ’l ciel dispensa: Dice Maria : ecco l' ancilla indegna ,
Parole assai pietose Questo e quel bel tesor, che al sommo Pa-
Come per Lvca evangelista insegno : Hoslra per tua salute el sno bel petto (dro
Come si Tara questo ì omè eh' io penso E dice : o figlio eletto.
Uom mai conobbe io terra el corpo mio. Perdona al pcccalor che afllilto laiigue.
A coi rispose : lo Spirito immenso Ricordati del saugue
In le. Maria, verrà con gran disio Per lui già sparso in so queU'aspro legno.
Quel lume Santo e pio 0 suprema città, quanto se’ stretta
Digitized by Google
Evangelio 1 Il primo dì Qaarcsì- 22 il Giovedì Va^ XXVI
ma fag. 23 Venerdì XWll
2 Secondo 11 21 Sabato XXVIII
3 Teri» Ut 25 Quarta Domenica XXlX
k PrioM Sabalo IV 20 Lunedi dopo XXX
S Prima Danenica V 27 Martedì XXXI
a LonedV dofw VI 28 Mercoledì XXXII
7 Uartadi VII 29 Giovedì XXX 111
8 Mercoledì vm 30 Venerdì XXXIV
9 Gìoaedi IX 31 Sabalo XXXVI
10 Venerdì X 32 Quinta Domenka XXXVM
11 SablMto ZÌI 33 Lunedi dopo XXXVIM
Secanda Domenica 31 Martedì XXXIX
18 Lnaad) dopo XIII 35 Mercoiadl XL
13 Martedì XIV 36 Giovedì xu
Me roste 4) XV 37 Venerdì xut
15 Giovedì XVI 38 Sabbato ZlXIt
18 Venerdì XVII 39 Domenica delle
17 Sa Mala x« Palmo XUV
18
10
80
Terra Damacdca
Lanedl dopa
Martedì
XXI
xxir
xxin
10
11
12
Lunedi S.
Giovedì S,
il di delta SS. Ao-
_XIV
I X D E O.
JC5 053
Digitìzed by Google
TAVOLA DELLE LAVDE
Abbi picU, beata Verdiana Pag. 32 Ave croce, speranza de' Cristiani Pag. 12
A Dio diletta e consecrata sposa 138 del ciel Maria 234
Adoriam tolti il verbo consecralo fifi verbo eterno Genitrice 4
Al bel fonte sacro c degno 236 donna del cielo, isposa e madre 218
franco capitano 218 fonte d'amore 2311
Digitized by Google
Chi serve a Dio con puriU di core Pag. 7 Deb sappiatevi guardare Pag.
in terra far del cielo acquisto Destati, anima mia, più non dormire
vuol grazia nel ciel del fallir grave GJ o peccatore
andar per santa e retta via 106 Diletta madre , dolse Maria bella
Gesù fruir con tutto il core 23à Diletto Gesù Cristo chi ben ti ama
gustare il l)en del Cielo impiric) — Di’ Maria dolce, con quanto disio
gustar d' Iddio divin fervore ben se’ fonte eterno Dio
lutto ,
‘
Digitized by
1
li
sommo
(e diversa)
conforto c vero amore
m Levale no pò la mente ,
o frale' mia 218
833 L'amor, eh’ i’ porto a le, imperatrice 86
diletto e vero lame & li mosse a crearmi si bella 213
Giammai landarti quanto degna se I L’amore a me venendo 69
Giù fummo eletti attiL’orazione è sempre buona 83
vegglam pe'nostri errori 28i Laudale Dio laudale Dio 49
,
Infelice
,
peccato fa
anima mia
Sii
213
l’amor divino
l'alto Signore 152
m
In nulla si vuol per la sua speranza 132 San Giorgio cavalier possente 63
,
Digitized by Google
Ul
Miserere al mio fallire Pag. 225 0 dolce amor Gesù vedrotli mai Pag.
di me ,
Signore Iddio 2fil Iddio, per la sua madre pure
Misericordia , eterno Dio 12S mio Gesù
Hiseremioi mei ,
miseremioi mei 247 padre santo
Molti son da Gesù nel ciel chiamati 1S2 padre nostro Benedetto
Molto più guerra , che pace 220 padre Giovanni Gualberto
Mondo, me non barai ta fiS Redentore
Morta è l’anima mia 34 donna gloriosa
fonte di pietò, madre celeste
Nata ò quella stella ISi Offerite tre doni al dolce Dio 34
Nel ciel si fa gran festa liti O gemma preziosa , o mio desio
dolce amor, Gesù, quando sarò 128 mia Regina o dolce Maria bella
,
iJigitized by Google
un
Peccatori a una voce Pag. Ufi
0 ohimi, dolce siinorc Pag. 25fi
Digiti.’ed b”
LA
Laudi Ambrogio 64
l.nudc di N. Donna a pag. 7, 8. ^ 10. 11 di S.
Digitized by Google
LTI
Principj (li arie profane, sulla musica delle quali furoo composte alcune
delle Laude, dal che si argomenta quanto quelle fossero popolari
e ricantate, per il che venne l’idea di sostituirvi
sentimenti religiosi.
Digitized by Google
;
INDICE
t)ELLt Voci che iacuiiirdasi in questo Votami), 0 che luaaeaiio Bel Vocnbolsrio
Digitized by Google
Milizia Da Militiare proprio di chi milita. Pag.
FiLOCAnA Presa attratta da amore.
,
Dispenso Disposto ,
disposixioDe , ordioameoto.
Accida Accada : Latinismo mancante al MastroGni.
CuNFORZARE Per rafibrxare. ^111=
Pag. 12& verso fi Forse dee dire : Nella saa tomba riposo facesti
» ilù A Ifi > 0 Gesù sempre to' Iqo concordia
& m »
al precedennte
» IM » Ifi dee dire • Virgine sacra ,
io porgo
1 — • 81 a Quando che si ha a far fatti
LA V DE
Di N. Danna a pa^. 7 ,
8 , 9 , 10 , 11 ,
Di S. Ambrogio 64
!3 , 81 ,
118 e molle altre. Martino —
S. Beniardioo 12 Ignazio 66
Paradiso Geronimo 73 ,
152
B. Gio. Golombini M. in Pruneta 77
B. Villana 17 Pagolo —
S. Niccolò di Bari 18 Zanobi 79
S. Sebastiano 19, 61 216, 217
, M. Maddalena 81 , 125, 138,
S. Benedetto 20 21 267 , , 212. 235
,
Digitized by Google
, , , , , ,, .
Ss per pianger giammai V insUbil porle Ma qual cieco disio l’alma smarrita
Del cor profondo, e gli occhi infermi aperse A pianger or la sua felicitale.
Amor, forluna, il ciel , Madonna, e morie: Misero a me, il Inalo cor ne invita?
Ben si coflTien che a maggior dtiol ronverae O m^le , ohe di noMn oUMnilnds
,
.Von il mio proprio mal non il tuo inganno Pien d* jgnoranzia . o cor superbo, e stolto.
,
Non lo Insinglie Ine perfido Amore. Dove posto bai il tuo fin , dove il piacere?
,
Comune è il mio marlir, corona Tafl^nno, Non perchè a terra pur piegalo, e volto
Comune il duol che a lacrimar m’ iedoce ,
Stessi con Taltre bestie e uomo iniquo ,
Che pel dubbio cammin gran tempo scoria Dal primo ciel , che
1’ inflessibii giogo
Fu già de' passi miei ministra » a dikce. Possa fuggir dei grande editto antiquo.
Tace il celeste aoon , già spenta e moria Non gli onor,le ricchezze, e’I lem|>o, o luogo
È rarmonia di quella dolce lira • Non gli stati mortai , non gli ampli imperi
Che’i mondo afOitln or lascia, e’I del conforta .
Non le proprie delizie, o t’altmi rogo
E come parimenti si sospira Quietar porrien gli accesi desideri
Qui la sua morie, cosi in ciel s'aMtgra Del vulgo infermo , e della plebe errante
Chi alla nuova armonia si volge, e gira. Come quella, che ’n fumo, e ’n venti speri.
Felice lui ,
che dalla infette , e negre Felice patria, a eoi refulse in tante
felle di pianti al ciel n'é gilo, e ’n terra Tenebre insin dal ciel per loÌ quel Sole
Lesciala ha sol la venia inlerme, ed egra. Onde ognor più rispleode il loo levante.
Ed or dal mondo , e dalla orribil gnerra Che sacri versi suoi le sue parole
i
,
De’vitj sciolto, il suo splendor vagheggia Che di Jerusalem già tante carte
Nel volto di Colui ,
che mai non erra. Hanno vergale, e deirelerna prole,
E se gioito giudizio il ciel pareggia Quasi raggi d’Amor che d’ogni parte
(Come fa) gli alti , e l’opre de’ mortali Saetti intorno il loo dolce oriente
Nel più sublime cor certo or lampeggia. Ifhan già quanto il ciel tìen lor Aaoroesparle.
E ben creder ai dee ,
che chlN slraH Ma tu, spirto gentil, che in quella mente
Fiereeza sua, del mondo, e fft fortuna Liete or guardando in que* belli occhi eterni
,
Coopre, e difenda sotto le sue eli. A coi tutte le cose son presente.
£ *1 elei
, che in un
desio racoalto, e io una Cosi ti specchi In lor , inierei »
cosi (i
Fiamma d’Amor , che M s4M roler eàgilta, Che rafflitlo mio cor, che il sno deairo,
Dietro al piacer divin lutto s’adAoa, Qoantttoch'io il coopra, io que’vedi e discerni
Cosi e’acccnde, e ’n so lieto sfavilla Se pietà loco ha io le del mio marliro
Di nuova chiarità dinanzi a quello Piacciali , o FEO ,
pregar pel loo fedele
lil come io fiamma splendida favilla. Quello in coi vivo, e io coi vivendo aspiro.
E più e più per la sua luce hello ,
Acciocché in qoesto torbido , e erodete
67orta in fseeìsii Deo, cantando ognora Corso di OD tanto mar. secoro fa porlo
Vagheggia il vago spirito noreflo. Fossa rilrar le già fiaccale vele.
O berte spesa età , ecco che ora Indi converso al ciel guidalo, e scorie
Del tuo ben culto sene eterno freCfa Dal grave suon della lue dolco tromba
Mieti su io del, che di (e s’ innamora. Lieto tornarmi al mio fido diporta,
Breve fu il suo dolor, breve fu il lollo, Come a ino nido semplice colomba.
Rierno il premio, e tal fu la sua vita,
Cho di se pur non lascia un volto asciutto.
IN PigKNZC, MPCCCLXtV.
Dìgitized.:- / Cnogle
L ;
V;.T 1
Digitized by Google
Digitized by Goògle