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Sia V uno spazio vettoriale su C di dimensione finita. Defini- Due applicazioni lineari f,g sono sovrastanti la stessa appli-
amo S(V ):={W |W 6V }, P(V ):={W |W 6V, dimC W =1} e I(V ):= cazione proiettiva se e solo se g=λf per λ∈C × .
{W |W 6V, dimC W =dimC V −1} rispettivamente gli insiemi Definiamo im(ϕ)=α0 (im(f )), e ker(ϕ)=α(ker(f )) che si chiama
dei sottospazi, delle rette e degli iperpiani di V , che si dicono il luogo di degenerazione dell’applicazione ϕ.
rispettivamente spazi proiettivi completo, punteggiato, iperi- Risulta dim(im(ϕ))+dim(ker(ϕ))=dim(S)−1.
gato associati a V .
L’applicazione proiettiva ϕ:S −→S 0 non induce direttamente
S(V ) ha struttura di reticolo con le operazioni di intersezione una applicazione tra gli spazi punteggiati, a causa del luogo di
e somma di sottospazi e l’ordine dell’inclusione. Osservazioni: degenerazione, ma induce ϕ:P rker(ϕ)−→P 0 .
W1 ⊆W2 ⇐⇒ W1 +W2 =W2 ⇐⇒ W1 ∩W2 =W1 ,
Una proiettività è una applicazione proiettiva di S in sè il cui
(W1 +W2 )∩W3 ⊇(W1 ∩W3 )+(W2 ∩W3 ),
nucleo sia il vuoto proiettivo di S, ovvero che abbia immag-
(W1 ∩W2 )+W3 ⊆(W1 +W3 )∩(W2 +W3 )
ine tutto S, o ancora tale che l’applicazione lineare sovrastante
(in particolare il reticolo non è distributivo).
sia un isomorfismo. Il gruppo delle proiettività di S, sotto
Se W 6V è un sottospazio, allora S(W )⊆S(V ) si dice il sot- l’operazione di composizione, si indica con PGL(S) ed è iso-
toreticolo completo (o sottospazio proiettivo completo) di sos- morfo a PGL(V ):=GL(V )/C × .
={W 0 ∈S(V )|W 6W 0 }⊆S(V ) si dice la stella
tegno W ; S(V /W ) ∼
Siano t=α(W ) e t0 =α(W 0 ) elementi di S. Si dicono sghembi
(proiettiva) completa di sostegno W , P(W )⊆P(V ) si dice il sot-
se t∧t0 =α(0) (il vuoto di S, ovvero W ∩W 0 =0), incidenti altri-
tospazio proiettivo punteggiato di sostegno W .
menti; si dicono complementari se sono sghembi e t∨t0 =α(V )
La dualità canonica tra V e V ∗ induce un antiisomorfismo (corrisponde a W ⊕W 0 =V ). Indichiamo con T il sottospazio
di reticoli τV :S(V )−→S(V ∗ ) dato da W 7→ W ⊥ ed induce un di S di sostegno t, e con T ∗ la stella di S di asse t.
antiisomorfismo S(V /W )−→S(W ⊥ ) ∼ =S((V /W )∗ ). La dualità L’inclusione T ⊆S è applicazione proiettiva con applicazione
scambia sottospazi con stelle. lineare sovrastante l’inclusione W 6V .
Un’applicazione lineare f :V −→V 0 induce una applicazione (in- La proiezione S −→T ∗ data da s7→ s∨t è applicazione proiettiva
siemistica) S(f ):S(V )−→S(V 0 ) data da W 7→ f (W ), soddisfacente di sovrastante la proiezione V −→V /W . Più generalmente la
alle seguenti proprietà: proiezione di t0 dal centro t è T 0 −→T ∗ data da s7→ s∨t di
S(f )(0)=0; dimC S(f )(W )6dimC (W ); applicazione sovrastante la proiezione W 0 −→(W 0 +W )/W .
S(f )(W ∩W 0 )⊆S(f )(W )∩S(f )(W 0 );
Se t e t00 sono complementari, allora la sezione della stella di
S(f )(W +W 0 )=S(f )(W )+S(f )(W 0 ).
asse t con t00 è T ∗ −→T 00 data da u7→ u∧t00 di applicazione
Se F :S(V )−→S(V 0 ) è una funzione avente le proprietà di di- sovrastante l’isomorfismo canonico V /W −→W 00 .
minuire le dimensioni e di rispettare la somma (di sottospazi),
Se t e t00 sono complementari, allora la proiezione di t0 su t00
allora esiste f :V −→V 0 tale che F =S(f ).
di centro t è T 0 −→T 00 data da u7→ (u∨t)∧t00 composta di una
proiezione e di una sezione.
Geometria Proiettiva. Coordinate. Lo spazio proiettivo standard di dimensione n su
Spazi Proiettivi. Uno spazio proiettivo completo di spazio C è Pn (C):=Vn+1 (C)/C × ; se v∈V ha coordinate (X0 ,...,Xn )t ,
vettoriale sovrastante V (dimC (V )=n+1) è un insieme S dotato il punto P =[v] ha coordinate omogenee [X0 ,...,Xn ]t .
di una biiezione αS :S(V )−→S. Per trasporto risulta data una Modelli topologici di Pn (R): sia Sn ={x∈En+1 (R)| kxk=1} la
struttura di reticolo su S (le operazioni si indicano con ∨, (buccia della) sfera di raggio 1 in En+1 (R). Sia σ:Sn −→Sn la
∧ e la relazione con 6); dunque se s=α(W ) e s0 =α(W 0 ) è mappa antipodale x7→ −x. Allora Pn (R) ∼ =Sn /σ (sfera modulo
s∨s0 =α(W ∩W 0 ), s∧s0 =α(W +W 0 ) e s6s0 ⇐⇒ W 6W 0 . Lo antipodia); in particolare si tratta di uno spazio topologico
spazio proiettivo punteggiato associato P è il sottinsieme di S compatto. Siano Dn ={x∈En (R)| kxk61} la palla di raggio 1
dato da {s∈S |α(s)∈P(V )}; lo spazio proiettivo degli iperpiani in En (R) e σ:Sn−1 −→Sn−1 la mappa antipodale x7→ −x del
associato I è il sottinsieme di S dato da {s∈S |α(s)∈I(V )}. bordo di Dn . Allora Pn (R) ∼
=Dn /σ (disco modulo antipodia del
Lo spazio proiettivo duale S ∗ è costituito dallo stesso insieme S bordo).
dotato della biiezione α∗
S
=α◦τV−1 :S(V ∗ )−→S. Lo spazio proi- Per n=1 possiamo identificare un isomorfismo S1 −→P1 (R) (via
x ) tale
ettivo punteggiato P di S ∗ si identifica con lo spazio proiettivo
∗ la “proiezione dal polo nord” sull’asse X: (x,y)7→ 1−y
degli iperpiani I associato a S che (x,y)7→ [1−y,x]. La retta proiettiva reale si può ancora
Per t=α(W )∈S, con W ∈S(V ), poniamo dim(t):=dimC (W )−1. identificare con R/Z, ovvero con il segmento [0,1] in cui gli
In particolare: dimα(0)=−1 e α(0)∈S di dice il vuoto proiet- estremi {0,1} sono stati tra loro identificati.
tivo; t∈S si dice punto, retta, piano, iperpiano se dim(t)= La proiezione stereografica dal polo nord di S2 (sul piano Z =0:
0,1,2,n−1 rispettivamente. Se dim(t)=m per t∈S, allora la x , y )) dà un isomorfismo S2 −→P1 (C) tramite
(x,y,z)7→ ( 1−z 1−z
varietà di dimensione 5−n di P5 (C). Fasci sono i sistemi lineari equazione dei diametri coniugati: a2,2 mm0 +a1,2 (m+m0 )+a1,1 =0.
di dimensione uno. La retta impropria e due diametri coniugati danno un riferi-
Condizioni lineari sono: Il passaggio per un punto (semplice), mento autopolare per le coniche a centro. Un diametro au-
per due punti distinti (doppia), per tre punti non allineati toconiugato, dunque tangente a C nel suo punto improprio, si
(tripla), per quattro punti a tre a tre non allineati (quadru- dice un asintoto di C; equazione dei diametri autoconiugati:
pla), passaggio per un punto e con data tangente (doppia). a2,2 m2 +2a1,2 m+a1,1 =0.
Non è lineare la condizione di avere una data tangente (se non parabole se sono tangenti alla retta impropria; ciò succede se e
si prefissa il punto di tangenza); si tratta di una condizione solo se detA0 =0; equazione canonica per le parabole è 2Y =X 2
quadratica (determina un cono di P5 (C) con vertice di dimen- (in un riferimento autopolare formato da: retta impropria, una
sione 2). È lineare doppia la condizione che un punto abbia retta di direzione il punto di tangenza improprio, la tangente
una fissata retta come polare. nell’altro punto della seconda retta). Ogni retta passante per
il punto improprio della parabola si dice un diametro della
Fasci. Tre coniche A,B,C di un fascio determinano un sistema
parabola, e ha polo sulla retta impropria.
di coordinate proiettivo sul fascio, per cui ogni conica del fascio
si scrive cone C(λ,µ)=V (X t (λA+µB)X) e le coniche degeneri Le coniche non singolari di A2R (C) si dividono in quattro classi
del fascio sono individuate da det(λA+µB)=0, equazione omo- a meno di affinità reali, tre classi di coniche a centro, e la classe
genea di grado tre in λ e µ. Ogni fascio di coniche irriducibile delle parabole (ellissi, iperboli e parabole a seconda che C ∩r∞
(i.e. tale che non tutte le sue coniche siano riducibili) contiene sia P +P non razionali su R, P +Q, 2P ):
da una a tre coniche riducibili. ellissi senza punti reali, di equazione canonica X 2 +Y 2 +1=0;
caratterizzata da: A è definita (positiva o negativa) e detA0 >0;
Classificazione dei fasci irriducibili:
ellissi con punti reali, di equazione canonica X 2 +Y 2 =1; carat-
fascio di ciclo base A+B +C +D, cioè passanti D terizzata da: A non è definita (positiva o negativa) e detA0 >0;
per i quattro punti assegnati; vi sono tre coniche C
iperboli, di equazione canonica X 2 −Y 2 =1; caratterizzata da:
degeneri: (A∨B)+(C ∨D), (A∨C)+(B ∨D), (A∨ B
detA0 <0;
A
D)+(B ∨C);
parabole, di equazione canonica 2Y =X 2 ; caratterizzata da:
fascio di ciclo base 2A+B +C, cioè passante per C detA0 =0.
i tre punti dati e con tangente r assegnata in B Proprietà diametrali (simmetrie e as-
A; vi sono due coniche degeneri: r+(B ∨C) e A
intoti): ogni conica a centro è sim-
(A∨B)+(A∨C); r
metrica rispetto al centro e rispetto
fascio di ciclo base 2A+2B, cioè passante per i ad ogni diametro nella direzione ad
due punti dati e con tangenti r ed s assegnate tali B
s esso coniugata (dunque nella direzione
che A ∈s
/ e B ∈r;/ vi sono due coniche degeneri: A delle tangenti ai punti di intersezione
r+s e 2(A∨B); r del diametro con la conica); i diametri
fascio di coniche osculatrici a una conica irriducibile autoconiugati sono asintoti.
C in A (r sia la tangente); ciclo base 3A+B con B
Ogni parabola è simmetrica rispetto
B 6= A un punto di C; unica conica degenere del A
ad ogni diametro, nella direzione ad
fascio è r+(A∨B); r
esso coniugata (dunque nella direzione
fascio di coniche iperosculatrici a una conica ir- della tangente al punto di intersezione
riducibile C in A (r sia la tangente); ciclo base A propria del diametro con la parabola).
4A; unica conica degenere del fascio è 2r. r
quadriche focali.
(4,1) (2,2) X02 +X12 −X22 −X32 =0 non degenere rigata n+1 n−1 ai Xi2 +2Xn =0 paraboloide
Pi=1
r 2
(4,0) (3,1) X02 +X12 +X22 −X32 =0 non deg. con punti reali r r a i Xi =0 cono proprio
Pi=1
r 2 =1
(4,−1) (4,0) X02 +X12 +X22 +X32 =0 non deg. senza punti reali r+1 r a X
i i cilindro non parabolico
Pi=1
r 2
r+2 r i=1 ai Xi +2Xn =0 cilindro parabolico
Quadriche rigate nello spazio. L’equazione della quadrica rigata
Q di P3 (C) si può scrivere X0 X3 −X1 X2 =0; in tal modo si Se in C ogni elemento è quadrato, allora due quadriche Q e Q0
vede che la mappa di Segre sono affinemente equivalenti sse Q e Q∞ hanno lo stesso rango
S : P1 (C)×P1 (C)−→Q⊆P3 (C) di Q0 e Q0∞ rispettivamente.