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CHING SHIATSU
Di Mario Calderaro
Definizione
Lo shiatsu è un’arte terapeutica di origini giapponesi che letteralmente indica la digitopressione
(shi=dito, atsu=pressione) effettuata sui punti localizzati del corpo (tsubo) secondo le mappe dei
cosiddetti Meridiani dell’agopuntura e della medicina tradizionale cinese. Pressione che può
essere esercitata tanto attraverso i pollici quanto attraverso i palmi o i gomiti a seconda
dell’ampiezza, della densità o della qualità energetica dell’area da trattare e che è finalizzata alla
stimolazione della vitalità (Chi) del ricevente in qualsiasi fase o momento della propria esistenza.
• Lo shiatsu si riceve vestiti comodamente, sdraiati a terra su materasso di tipo futon nella
classica combinazione con il tatami giapponese o sul lettino professionale per massaggi.
“Per una persona con SM lo shiatsu può essere utile per: allentare la tensione
psicologica e lo stress; migliorare il tono dell’umore”1
Quanto qui sopra riportato è senza dubbio una verità per quasi tutte le tipologie di “massaggio”
oggi diffuse, soprattutto da quando nel mondo del benessere si sono diffuse le nozioni base della
terapia fasciale: da quando infatti le conoscenze scientifiche hanno incluso nel proprio
paradigma la presenza di questo “organo vivente” che riveste ogni struttura anatomica è sapere
acquisito il fatto che la manipolazione (il cosiddetto “massaggio”) contribuisce alla rigenerazione
della materia extracellulare di cui è composto questo sottile rivestimento di muscoli e organi che
spesso raccoglie gli scarti metabolici. Ciò però non è esaustivo nel rendere conto del tipo di
benefici che sono ottenibili attraverso un godimento continuativo dei trattamenti shiatsu.
Lo shiatsu infatti può essere descritto come un insieme di tecniche esercitate su delle mappe di
punti di riflessologia o percorsi energetici ma tale descrizione va sempre a scapito della proprietà
basilare di questa “cosa” o fenomeno: cioè l’incontro tra due esseri viventi, due intensità viventi
o due «sistemi». Lo shiatsu è innanzitutto un fenomeno di Ascolto: un “ascolto” che è molteplice
e reciproco, ascolto dei blocchi e dei ristagni della vitalità del ricevente da parte dell’operatore,
e ascolto dell’intenzione dell’operatore da parte del ricevente, della sua vocazione affettiva
(quella che in linguaggio tecnico e in lingua originale cinese si chiama Shén, o Spirito).
1
Dalla brochure AISM – Giovani oltre la SM: terapie complementari alla riabilitazione e sclerosi multipla (2009).
2
Il training CHING SHIATSU specificamente ideato per SM.
Nell’ambito delle discipline olistiche si tende a oltrepassare il campo semantico-linguistico della
“malattia” e, analogamente, si cerca di superare il concetto ad esso collegato di “terapia”.
Secondo una certa terminologia scientifica è indubbio che le stimolazioni specifiche dello shiatsu
siano mirate al sistema endocrino, ormonale, muscolo-scheletrico e neurovegetativo, ma non si
può analizzare e sezionare l’esperienza di conforto, ristoro e sollievo dello shiatsu nel suo
complesso perché a funzionare secondo questo orientamento è la predisposizione dell’operatore,
il suo bagaglio di umanità, la sua capacità di rispecchiamento nell’Altro, la sua empatizzazione.
Per questo motivo ho definito il processo di trasformazione compiuto durante il mio apprendistato
come un processo di “pulizia” dai sintomi fisici nelle sedute ricevute concretamente, e dai sintomi
mentali della diagnosi perché il concetto di “malattia” è una gabbia di significato mortificante
che può (pro)attivarsi soltanto in quanto “chiave esistenziale” di evoluzione della coscienza.
Ho scelto quindi un ideogramma della lingua cinese – 清 (ching) – che significa letteralmente
“chiaro”, “trasparente”, che descrive anche una dimensione essenziale della natura umana
secondo alcune correnti del taoismo, quella dimensione in cui le correnti psichiche e corporee si
incontrano senza possibilità di discernimento. Ed infatti, nella sintomatologia della sclerosi ogni
tensione psichica corrisponde ad un irrigidimento corporeo e viceversa, e quindi il primo oggetto
del mio modello operativo punta alla “chiarezza” e alla trasparenza del soggetto su ciò che accade
nel proprio corpo in conseguenza dello stress personale, familiare, ambientale ed esistenziale.
Ovviamente questo concetto risente dell’influenza di molteplici teorie psicanalitiche che ho avuto
modo di studiare durante il mio dottorato di ricerca in antropologia del suono ma, concretamente,
oggi intendo offrire a dei soggetti che vivono le stesse mie condizioni di sofferenza un supporto
psico-fisico che, senza mezzi termini, può essere definito come un atto d’amore.
Ho integrato nelle mie strategie operative le acquisizioni degli studi che ho condotto dopo avere
conseguito il mio diploma di operatore shiatsu: la medicina tradizionale cinese, la terapia fasciale
(come già detto in precedenza) e soprattutto un training fisico chiamato Hanna Somatics 2
derivante dal metodo Feldenkrais ma con un focus specifico sulle amnesie sensomotorie:
vengono definite tali quelle manifestazioni corporee conseguenti dei traumi psico-fisici per cui
in ragione di un determinato atteggiamento/comportamento inconscio perpetuato nel tempo si
perde la sensibilità e la capacità di utilizzo di una determinata parte del corpo.
2
Thomas Hanna è colui che ha importato in America l’insegnamento di Moshé Feldenkrais. Cfr. Thomas Hanna,
Somatics: Reawakening the Mind's Control of Movement, Flexibility, and Health. (1988).
3
La mia disabilità, infatti, al momento si concentra sulla gamba sinistra in seguito ad alcuna
evidenza clinica: significa che dal 2010 i miei checkup – le risonanze magnetiche - non rilevano
alcun movimento della patologia, ma dal 2017 ho cominciato a perdere sensibilità e possibilità
di movimento dell’arto. Quali che siano le ragioni subconscie ne ho sentore ma non certezza.
Tutta la mia volontà si ispira e si orienta verso quel concetto oggi tanto di moda chiamato
neuroplasticità pur sapendo che alcune forme di amnesia senso-motoria derivano da traumi
inscritti nelle profondità della psiche, se non addirittura della genetica, e sono quindi di difficile
risoluzione, ma il mio atteggiamento, come le mie mani, desiderano offrire una speranza.
La speranza della chiarosenzienza: la consapevolezza che si acquisisce dopo tanta sofferenza che
viviamo la migliore delle vite possibili per quello che è il destino della nostra anima in questo
passaggio terrestre. E che fare del “bene” è spesso l’unica risorsa che abbiamo per risvegliare il
nostro Spirito.
Avendo conseguito il diploma proprio ad inizio pandemia, il mio tirocinio che definisco “virtuoso”
è stato proprio quello di seguire poche persone – una decina – cui ero legato da una relazione
intima di amicizia, tutti aventi una diagnosi di qualche sindrome autoimmune: Lupus,
Fibromialgia, Tiroidite di Hashimoto, e una serie di altre situazioni in cui delle affezioni psico-
somatiche (o soma-psichiche come piace dire al mio Maestro) condizionavano con prepotenza la
qualità della vita della persona. Questo mi ha permesso di verificare di persona gli effetti dello
shiatsu nella continuità temporale.
Oggi offro sessioni di shiatsu di differente intensità e durata: una versione estesa del trattamento
cui cerco di integrare in un secondo tempo i cenni del mio training quotidiano di esercizi fisici,
una versione base del classico trattamento focalizzato sulle patologie autoimmuni, e una versione
breve per i casi contingenti di una qualche criticità localizzata o per chi vuole sperimentare un
classico trattamento di riflessologia (dell’addome, del viso, etc). “Warmly looking forward…”
Durata Prezzo