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' II corpo umano non dimentica nulla~) diceva Thrse Bertherat quando elaborava, ormai pi di quindici anni fa, il suo metodo di antiginnastica. Le esperienze frustranti o negative, l'immagine che assumiamo di fronte al mondo esterno, i blocchi dell'emotivit si riflettono sul
corpo in tensioni e contrazioni muscolari che tendono a diventare cronici insieme allo stress e alle tensioni della vita psichica.
Questa ginnastica dolce, non ripetitiva n affaticante, antiginnastica appunto, si prefigge di sciogliere le tensioni muscolari del nostro
corpo per restituirgli l'originaria armonia. L'autrice, psicologa, gi allieva della Bertherat, ci insegna come raggiungere questi obiettivi attraverso alcuni semplici esercizi di antiginnastica, e soprattutto ci aiuta a trovare una chiave di lettura per individuare i nodi e le tensioni che
appartengono alla nostra storia personale e che vanno ascoltati e rico"
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nosciuti per pqter essere sciolti.

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ANTONELLA FRACASSO

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RITROVATO

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MANUALE 01 ANTIGINNASTlCA

Antonella Fracasso noto nel 1955 o Padova, dove si laureato in psicologia . Si diplomato o Parigi 0110 scuola di Thrse Bertherat e nell'81 ho portato in Italia l'Antiginnastica. Vive e lavoro o Milano, dove ho fondalo il centro II Ginnasio, un centro di terapie psicocorporee.

ISBN 88-344-0479~3

L. 25.000 (I.i.)

9 7

,LA TERAPIA -FATIA DI PICCOLI MOVIMENTI,


CHE AIUTA A SCIOGLIERE LE TENSIONI MUSCOLARI
E A TROVARE L'EQUILIBRIO PSICO-FISICO,

ARMENIA

Antonella Fracasso

IL CORPO RITROVATO

ARMENIAll.. EDITORE

. .-

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Prefazione

L'argomento di questo libro l'antiginnastica, che ho imparato a Parigi alla scuola di Thrse Bertherat.
Questo metodo costituisce da dieci anni la base del mio lavoro terapeutico, il quale, per sua stessa natura, mi ha portata di
volta in volt~ a percorrere le strade che mi si sono presentate
d.avanti, straqe in cui la vita personale e lavorativa non si potev~no e non si dovevano distinguere.
Scrivere questo libro ha costituito un'esperienza molto appassionante, attraverso la quale mi sembrato di poter raccogliere
i frutti di dieci anni di vita intensissimi.
Ho cercato di descrivere pi chiaramente e pi fedelmente possibile il metodo dell' antiginnastica cosi come stato codificato
da Thrse Bertherat, ma mi sono accorta che esso ha preso una
forma personale, forgiandosi completamente sulla mia specifica
esperienza. In questi anni, infatti, il mio lavoro ha progredito .
sviluppando sia i risvolti psicologici, ai quali questo metodo e la
mia stessa formazione mi indirizzavano, sia le problematiche della
gravidanza, della maternit e della salute nel suo insieme. Questi argomenti hanno trovato quindi molto spazio nel libro.
All'interno disegni di Stefano Bianchi
Cop}t\~ht ,~, l ~'31 . Arme.n'il Edit()~
Viale Ca' Granda, 2 - Milano

Avrei potuto sviluppare maggiormente temi quali quelli del movimento o dell' eziologia somatica dello squilibrio muscolare. Ho
7

preferito viceversa concentrarmi sul nocciol d '


che l' e.sposizi~ne dei legami che intercorro~~ t~aquesto tes~o,
t~rapeutlcal speclfi~a, .quale 1'antiginnastica, e la vitau::ei ~~~t~~~
SIeme, cos come lO II ho sperimentati.

Introduzione

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Avrei potuto dare maggi
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ore s rutturazlOne scIentifica alle mie
argoI?e~tazlOm, ma Il mio lavoro mi ha portata
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feIallO~ll ~nlal~glh'che e verticali tra i fatti della vit: ~i~tt~~~~r~h~
e refaf~l~rul ogiC e e orizzontali, chiamate scientifi~he dalla scien
za u ICI a e.
Milano, gennaio 1991
L' antiginnastica nata e cresciuta in Occidente ed dedicata
a chi in Occidente ci vive, a chi abituato a parole come stress,
tensione, difesa, deformazione, perch fanno parte, ormai da molto tempo, della cultura e della realt dell'uomo occidentale.
Il terreno di base su cui si muove 1'antiginnastica quello dei
muscoli, considerando l'individuo nella sua interezza. Dato che
la forma del corpo di una persona fortemente determinata dal~ stato dei suoi muscoli, le si propone di vivere il corpo pienamente, facendo dei movimenti che non hanno come obiettivo n
1'allenamento, n il fare fatica. Tali movimenti sono stati studiati per tonificare o allentare la muscolatura, per creare una situazione in cui la persona sia facilitata ad entrare in contatto con
se stessa ed ascoltare la storia che il suo corpo le racconta:
Questi movimenti, chiamati preliminari, non sono ripetitivi, dato che la ripetizione, comune alle ginnastiche in genere, tende a produrre estraniamento da s piuttosto che ascolto ed attenzione.
Un obiettivo anche quello di riacquistare la forma. In questo
l'antiginnastica in antitesi con l'opinione corrente nel mondo
occidentale, e cio con il fatto che per essere in forma siano
necessari un incessante allenamento e molta fatica. Per essere in
forma basta che il nostro corpo riprenda il suo originale equilibrio muscolare, in cui la catena posteriore non accorciata e il
diaframma libero di muoversi. Questa una buona partenza
per divenire agili al punto di poter praticare 1'alpinismo, o essere

cantanti in grado di usare il diaframma e la gola per fare uscire


la voce e scoprirne con emozione la potenza e la bellezza.
Ma proprio vero che siamo nati tutti in forma? Salvo handicap genetici, congeniti o traumatici, tutti, da bambini, avevamo muscoli forti ed elastici. La schiena era lunga e diritta, la respirazione libera, il torace mobile e flessibile, il collo lungo, i piedi
avevano una forma armoniosa e non erano doloranti. Lo sguardo era vivo, il riso e il pianto non venivano trattenuti.
Detto questo non proponiamo ora di ripercorrere tappa per
tappa tutto il cammino che abbiamo fatto sino a deformarci, anche se sarebbe possibile, attraverso i muscoli, leggere la nostra
storia. Non proponiamo nemmeno di interpretare, dal punto di
vista simbolico e psicologico, tutte le nostre tensioni, ma di prenderne coscienza prima di tutto ascoltando quello che il corpo ci
dic,e qui ed ora.
E possibile superare queste tensioni, allentandole e ascoltando quello che ci vogliono segnalare; senza contrastarle ed ostacolarle come se fossero qualcosa di diverso da noi.
Voglio che lei mi faccia passare il mal di schiena una frase
ricorrente che sentiamo nel nostro lavoro. Come se il mal di schiena fosse un' entit separata, un disturbo da eliminare senza modificare nient'altro di s.
Non possibile che qualcuno ci faccia passare il mal di schiena, ma possibile per ascoltarlo, sentendo che deriva da un' eccessiva tensione della muscolatura della schiena. Se allentiamo
questa tensione possiamo assumere una posizione diversa, abbandonando gradualmente quella che lo provocava.
Cambiare posizione vuoI dire anche cambiare struttura, vuoI
dire essere disponibili nei confronti di noi stessi, mettersi in discussione. VuoI dire cambiare qualcosa della propria vita in modo che la nostra schiena non abbia pi bisogno di farsi sentire.

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Capitolo I

L'antiginnastica

,. I

Thrse Bertherat ha messo a punto il suo lavato negli anni


Settanta, a Parigi, e l'ha chiamato antiginnastica. E un' attivit
che si svolge prevalentemente in gruppo, con la guida di un terapeuta, ma anche in sedute individuali.
Arrivai da lei dopo aver letto il suo libro. Mi trovavo in un
momento particolarissimo della mia vita perch, da poco laurea. ta in psicologia, ero in cerca di un lavoro ma ero anche terroriz~ zata all'idea di trovarlo. Da un lato infatti avevo la consapevolezza che l'universit era stata una grossa esperienza culturale,
un' intensa scuola di vita e un' appassionante stagione di lotte politiche. Dall'altro lato per non avevo imparato un metodo di approccio terapeutico che mi consentisse di intraprendere la mia
professione con un minimo di tranquillit d'animo. Inoltre non
mi ero ancora sottoposta a una terapia personale e avevo delle
forti resistenze ideologiche all'idea di intraprenderla. Partii per
Parigi dunque, pensando sia alla possibilit di imparare un lavoro, sia con una aspettativa personale ben precisa: avevo mal di
schiena e mi sembrava un po' troppo presto rispetto all'et che
avevo! Mi accorsi in seguito, con l'esperienza professionale, che
invece comunissimo avere mal di schiena non solo a 24 anni,
come era il mio caso, ma anche molto prima. Voglio sottolineare
meglio questo punto perch costituisce una delle caratteristiche
pi originali dell' antiginnastica. Questo metodo infatti, ha il grande pregio di rivolgersi a tutti coloro che, sentendo un disagio,
vogliono prenderne coscienza per cambiare e stare meglio. Que13

sto significa che non necessario essere classificati come malati


per occuparsi di se .stessi~ come spesso invece siamo portati a fare nella nostra socIet. E su questo che poniamo l'accento nei
gruppi di an~igi~nasti~a, il che non vuoI dire che le persone malate o con dIsagI gr~vI non frequentino i nostri gruppi. Le une
sono spesso presenti accanto agli altri perch, come vedremo meglio pi ava~t~, tutti i malesseri di tipo posturale, (ma anche tutte le malattie In generale) hanno un comune denominatore. Perso~alment: amo av~re, nei gruppi, persone molto eterogenee per
eta, estraZIOne socIale, sesso, salute e professione perch pi
stimolante, sia per me che per loro.
Uno dei pi grandi meriti di Thrse Bertherat quello di aver
proposto un metodo di cura e guarigione privo di connotazioni
mediche o fisiotera~iche. Questo aspetto mi appassion tantissin:o quando conobbI l'antiginnastica a Parigi, forse perch allora
n.s~ondev~ ~ una mia costituzionale esigenza di oppor mi alla medlcma uffIcIale. Ma a tutt'oggi, con pi consapevolezza di me
stessa e del mondo che. ~ circo,:da, penso sia comunque un aspetto fondamentale e ongmale di questa terapia.
A seconda di chi conduce il gruppo, l'antiginnastica pu assumere le caratteristiche di una terapia, perch tende alla guarigion~ attraverso l.a:rescita e il cambiamento delle persone, oppure
dI. ~n lavoro dI ~Ipo.~edagogico, in cui si tende ad impartire deg~ mseg-?amenuutili al benessere e alla salute dei partecipanti
al gruppI.
. Durant~ le. sedu~e .di antiginnastica si compiono dei movimenti attrav~rs~ 1 quali SI pr~nde contatto cn le sensazioni corporee
e le tenSIOnI muscolari. E infatti inutile cercare di rilasciare una
tension,e se non si nemmeno in grado di sentire dove essa sit~ata. E n~cessario dunque favorire nelle persone la concentraZIOne su dI s ~ la presa di coscienza, il sentire. Questo importante p~nto c:ll partenza, che di per s gi un buon risultato,
no,: lo SI raggIunge attraverso ricette preconfezionate automatismI o ~eque~ze uguali per tutti. La:" coscienza del co;po infatti,
nasce mnanzitutto dalla volont di concedersela e non esiste nessun m~todo~ ness~n m~vim~~to che: ce la possa garantire. I piccoligrandi mOVImentI dell antlgmnastIca, tendono a favorire questa

coscienza, ma sarebbe pericoloso accostarcisi passivamente, pensando di ottenere da essi, quindi dall' esterno, qualcosa che dobbiamo invece cercare attentamente in noi stessi.

I Preliminari
I movimenti dell' antiginnastica sono chiamati <<preliminarh> perch secondo la definizione di Thrse Bertherat, sono quei movirdenti che preparano il corpo e tutta la persona a pote~ vivere
in modo pieno. Essi non producono un gen~ral~ rilaSCIamento
o distensione ma tendono ad allentare le tenSIOnI nella muscolatura posterio;e e ad attivare la muscolatura anteriore: L'obiettivo quello di creare un equilibrio tra queste due partI del co~po~
un equilibrio che tutti abbiamo alla nascita, salvo deformaZIonI
congenite o traumi, ma che P?i perdiamo gra~ualmente nel corso degli anni. La parte posterlOre del corpo d~ve-?ta.c?s~ ~empre
pi forte ed insieme alla forza acquista tenslO~, ~lgIdlta, CO?,tratture muscolari. Quella anteriore, al contrano, e sempre plU
deb-ole, indifesa e rilassata.
Tutto ci insito nella natura stessa dell'uomo. Siamo fatti
cosl. Tutti, chi pi chi meno, vanno incontro a questo p~ogres~i
vo squilibrio. Dobbiamo cercare per ~~e questo no,:\ Cl porti a
situazioni di disagio e malessere ecceSSIVI, dato che plU aumenta
la disparit tra le nostre due ~facce, quell~ anterior~ e q.uella
posteriore, pi saremo soggettI a deformarcI e a soffnre dI una
."
.
.
vasta gamma di mali.
L'antiginnastica propone un nequilibno attraverso mOVImenti che distendono e allungano il dietro per far recuperare forza
e tonicit al davanti del nostro corpo. Infatti quando sottopo:
niamo un muscolo ad una tensione, un allungamento anche dI
soli 100 grammi, questo muscolo inibit?, non P? pi~ contrarsi: a questo punto entrano in azione altn muscoli dettI antagon~ti.
.
Cosl se allunghiamo la schiena, il ventre, suo antagonista, SI
contra:r senza dover fare nulla di pi.
Nei movimenti ogni persona viene lasciata libera di sperimen-

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14

.\

.1

tare i propri ritmi ed i propri tempi. In questo lavoro cerchiamo


di imparare a ritrovare dei movimenti economici e giusti per ricreare un'intelligenza muscolare in cui la parte anteriore del corP? lavor~ in maniera completa e solidale con il resto. Se per esempIO voglIamo sollevare la testa per guardarci i piedi stando distesi a te.rra, all'ix:izio pu essere molto faticoso. Non sentiamo quali
sono I muscoh che sollevano la testa, o pi spesso crediamo che
siano quelli della nuca o della regione lombare perch ci fanno
~ale. Ma queste zo~e contratte sono invece quelle che ci impedIs~o.no quest~ m?VImento. I?o~o un certo tempo di pratica, se
arrIVIamO a SCIOglIere le tenSIOnI della nuca e della schiena riu~ciremo ~ sollevare la testa non solo con queste, ma anche con
I muscoh del ventre , ed in seguito con quelli delle cosce. Tutti
i muscoli anteriori si associano per sollevare la testa ma c' bisogno di ritrovare questo modo di organizzarsi, perch la maggior
parte di noi l'ha perduto. Ma di questo antagonismo tra la muscolatura anteriore e quella posteriore, scoperto e sperimentato
da Franoise Mzires, parler meglio in seguito.
In Occidente purtroppo abbiamo generato un grande abisso che
s~para la mente dal corpo. Il lavoro corporeo diventato spesso
fme a se st~sso. Il corpo una macchina da allenare con pesanti
stratagemmI che a volte, come nel caso del body building assomigliano pi ai lavori forzati che a esercizi fisici che dovr~bbero
portare benessere~ Molto spesso questo maltrattamento avviene
ax:che a d~x;no dei ba~bini. I genitori, ossessionati dal bisogno
dI norm~ta ~ ~alute, li por~ano a fare ogni tipo di ginnastica e
sport, afhnche il loro corpo SIa corretto, raddrizzato e irrobustito.
A questo proposito voglio parlare di una persona che ho incontrato durante un seminario da me tenuto.
. E~zo B. un u?mo di 40 anni, illustratore di libri per bambin: e l~s~gnante dI nuoto. Arriv da me dopo aver letto i libri
dI !heres~ ~ert~e~at e aver gi messo in pratica i preliminari in
eS~I deSCrIttI. MI dIsse che era entusiasta del metodo e che lo applIcava regolarmente, da tempo, ai suoi allievi nuotatori.
La cosa farebbe rizzare i capelli alla Mzires e alla Bertherat
da sempre ~ontrarie a ogni sport che non sia camminare. lo l~
ascoltaI CUrIosa.
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In pratica Enzo incominci a fare ese~uire ai su~i al!ievi dei


preliminari, perch vedeva troppe lordosl, tropp.e CIfOSI ch~ sapeva non sarebbero state migliorate dal nuoto, il quale; stimo:
lando fortemente tutti i muscoli posteriori, soprattutto 1 dorsali
e gli spinali non fa altro che peggi~rare la s~tu~zione. Il successo
stato talmente evidente che ora il nuoto e dIventato un pretesto. O meglio, alle persone che vanno d~ lui. a nuotar.e per ~rin:
forzarsi e per raddrizzarsi, Enzo non dIce dI no, ma I tempI del
preliminari all' asciutto si allungano sempre di pi rispetto a quelli
del nuoto vero e proprio.
Enzo ha avuto l'idea di chiamare l'antiginnastica anche anteginnastica. E anch'io la considero un preliminare assolutamente
indispensabile a qualsiasi tipo di sport e di ginnastica.

Il lavoro di gruppo
Nelle sedute di antiginnastica ognuno pu servirsi dei compagni di gruppo come specchio p~r scop~irsi, pu servirsi del tera:
peuta per essere guidato verso il cambIamento e soprattutto puo
comunicare le proprie sensazioni, derivanti da~ lavor~ co:pore~,
ch; possono essere immagini, emozioni, atteggIamenti pSicologIci, abitudini, comportamenti.
.
.
Nel liberare le tensioni muscolari si possono provare mfattI
sensazioni che non sono solo corporee, ma anche psichiche, perch tutto in noi collegato: il corpo una manifestazione della
nostra psiche e viceversa.
Lo stimolo a comunicare le sensazioni ci rende pi attenti verso noi stessi. Il saper collegare alle sensazioni corporee immagini
ed emozioni ci aiuta a ristabilire quei canali di comunicazione
corpo-ment~ che abbiamo spesso disattivato. Qu~~to .favorisce
la salute l'intuizione, l'intelligenza. Un buon equihbno muscolare infa~ti si traduce anche in un migliore invio di impulsi nervosi al cervello e viceversa. Ignoriamo che potremmo aumentare le nostre capacit intellettuali se scoprissimo come ci orientiamo nello spazio, come organizziamo i movimenti de~ ~orpo. No?
ci viene neppure in mente che aumentando la velocita e la preCi-

17

!~
I

"

sione degli stimoli nervosi tra cervello e muscoli, miglioriamo anche il funzionamento del cervello.1
Se la grande rivoluzione di Franoise Mzires stata quella
di ribaltare i metodi dell' ortopedia classica, scoprendo che la muscolatura posteriore non va rinforzata ma rilassata, la rivoluzione di Thrse Bertherat quella di aver creato con le sue sedute
di antiginnastica un momento in cui persone - che non necessariamente rientrano nel novero dei malati - si possono occupare attivamente della propria salute senza rivolgersi al medico.
L'antiginnastica si indirizza infatti a coloro che sono alla ricerca di loro stessi, che soffrono o che stanno per soffrire, e non
solo a persone forzatamente individuate gi come malate dalla
medicina ufficiale.
I movimenti dell' antiginnastica, insegnando a muoversi con
scioltezza e grazia naturali, tipiche di quando non si trattenuti
dalla tensione muscolare, ci fanno sperimentare l'esperienza dello stare bene. Essi non servono a dare il benessere solo nel momento in cui si compiono, ma permettono di integrare la nuova
libert di movimento in tutti i gesti quotidiani.
Pu succedere che durante una seduta di antiginnastica una
persona faccia un certo movimento, servendosi per esempio di
una palla di gommapiuma, e questo movimento pu induda a rilasciare, anche solo per poco tempo, la tensione nella zona lomba~e o nel tratto compreso tra le scapole, in modo che, per la
pnma volta questa persona sappia che la sua schiena pu posarsi
a terra i.q tutta la sua lunghezza senza provare dolore. Il diaframma, non pi trattenuto dalle contratture del dorso, diventa allora mobile e consente di respirare meglio ed insieme ad esso anche la schiena pu espandersi e respirare.
Si possono fare tante e'sperienze di questo genere fino ad integrare questi piccoli cambiamenti di volta in volta nel proprio corpo, nella giornata, nella vita. Un piede massaggiato con l'aiuto
di una pallina, o lavorato in modo da distenderne i muscoli che

1. Thrse Bertherat. Guarire con l'antiginnastica. Edizioni Mondadori.

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lo rendono dolorant~, sar sempre pi, difficile da rinchiudere i.n


una scarpa appuntid o con tacco alto che lo deforma, deformando di conseguenza, tutto il corpo.
.
Nel corso delle sedute si fanno piccolissimi esperimenti. Alcuni producono uno choc, altri vengono ~ssimilati piano piano. So:
no cambiamenti millimetrici che richiedono al nostro corpo dI
organizzarsi in una maniera completamente nuova. Magari per
pochi secondi impariamo una possibilit di movimento che non
conoscevamo, perch ci siamo serviti di muscoli diversi, che normalmente sono inattivi. Abbiamo la possibilit cosi di scoprire
il nostro corpo, come se fosse la prima volta. In questa scoperta
siamo lasciati liberi: non dobbiamo conformarci a nessun programma, dobbiamo trovare da soli quello che conveniente al
nostro benessere, senza aspettare dall' esterno un' approvazione.
Spesso per per arrivare al benessere bisogna passare attraverso
brutti momenti: quelli in cui si scopre che si impossibilitati a
compiere certi gesti, a causa di blocchi muscolari di lunga da~a.
Ci si trova impotenti, rigidi di fronte ad un malessere che abbIamo sempre cercato di evitare, deformandoci. In questi momenti
critici il paziente pu assumersi la responsabilit di affrontare
il malessere per cambiare, ma pu anche desistere, e rifiutare implicitamente di guarire per non cambiare. Per questo a volte si
pu uscire da una seduta pi a disagio di quando si arrivati.
Ma se riusciamo a superare l'immediata negativit delle nostre
sensazioni potremo trasformarle in uno stimolo per cambiare. Il
disagio in s non certo positivo, ma possiam~ pren?e:ne c~
scienza, possiamo sentirne la causa e questo puo serVIrCI a eVItarlo e a trovare l'equilibrio. '
Antiginnastica non dunque rilassamento e sollievo, ma un
lavoro intenso e sconvolgente, che pu certo portare a stare meglio, ma attraverso un cammino che pu essere lungo, tortu,0so
e pieno di pericoli, perch in ogni rigidit m~scolare ,eh: ~I va
a visitare o a dissolvere contenuta una stona e un slgmfIcato
che si liberano.
.
.
L'innovazione dell'antiginnastica quella di fornire un luogo,
un modo per affrontare se stessi in piena libert, facendo dei movimenti di allungamento e di presa di contatto con il proprio cor-

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po, mirati ad abitarlo meglio, a esserne padroni e consapevoli senza esserne i controllori e i censori.
Questo intervento su di s ci fa prendere coscienza che lo sta' re bene una nostra responsabilit, dunque ci stimola ad essere
attivi e autonomi rispetto .glla nostra salute.
A influire positivamente sul nostro stato psicofisico non sono
le mani del terapeuta) non sono le medicine del medico ai quali
ci rivolgiamo spesso con lo stesso spirito di quando portiamo 1'automobile dal meccanico: guardi che cos'ha e ci pensi lei a ripararla (o ripararlo, se il corpo). Quante volte ho constatato questo atteggiamento grezzo e ignorante anche e soprattutto in persone di pretesa sapienza e levatura intellettuale!
I benefici conseguibili mediante il semplice massaggio del ventre
sono un esempio di quanto il contatto e la confidenza con se stessi
siano importanti e benefici.
Nelle sedute di antiginnastica infatti, oltre a fare movimenti
volti al riequilibrio muscola're, si fanno movimenti e automassaggi
volti all'esplorazione e alla consapevolezza. Proponendo di massaggiarsi il ventre con una sequenza particolare che favorisce i
movimenti peristaltici intestinali e lo scorrimento dell'energia,
le persone hanno spesso reazioni di meraviglia: Ma come? duro
qui sotto! oppure: morbido!. Oppure di piacere, o ancora
di dolore o di insofferenza. C' anche chi ha un vero e proprio
rifiuto a toccarsi dicendo che ha una sensazione di sgradevolezza e di fastidio. Quasi sempre per, subito o dopo un certo tempo, le persone scoprono che massaggiandosi provano benessere, sollievo al dolore, beneficio per la stipsi, tanto che riescono
a utilizzare il massaggio in ogni momento in cui ne sentono l'esigenza.

FRANOISE MEZIERES
.
.
metodo Thrse Bertherat partita
N elio sVllupp~re il su~
M'" 'res di leggere il corpo umano

dalla proposta dI FJan ?I:& e~~olke: quella anteriore e quel~


come composto da ue tIpI d mu . temi contrapposti interagentl
la posteriore, che forman? ue SIS
tra di lor~..
f : t pista francese nasce nel 1947 da
La teona. dI questa lS10 ef.~e ma a dir poco geniale: la muun'osservazIOne. mo~~o semPelm~lto forte e tendenzialmente ac- _
scolatura postenore e se~pr il
po a disegnare delle lordosi,
corciata, .tanto. c?e costnnge l corhezza. Quella anteriore per
cio deglI archI, In tutta ~a sua .ung debole L'occasione per fare
contro tendenzialmente 1P?t.?mc~: una pa~iente afflitta da un'equesta verifica fu data MeZleres t
da due anni un corsetto di
norme gobba. Questa onna pord~~:o nessun beneficio. Mzicuoio e ferro che non ~veva Pffsioterapista si adoper per mesi
gIOdv.~nel SI'Cl' , ma sen~a risultati. Ebbe. alres, che era
. allora
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1 meto 1 c as
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l aziente a terra supina per applatlora l'idea di far dlstenddere a Pf
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Il d Il d na SI muoveva
, la zona lombare SI
re spa e e a onQ , d
i le piegai le ginocchia sul ventre,
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ua? o. po ma la testa si rovesciava all'indiel b
la zona. om are
l' l Il o di questa donna era sconcertro con Il men~o versoli ahto: tca~ia secondo le indicazioni clasme' 1 musco c e In eo ,
.
tante per.
. f are si comportavano Invece cosiche, avremmo dovuto nn trdalla' testa ai piedi e come se questo
me se esistesse U!; solo mufco ~I Ripetei pi volte l'esercizio e otmuscolo fosse gla troPP~f or .Chiamai una collega, ed ella contenni sempr~ lo stessode d~::~'che i muscoli dorsali si comportavenne che bIsognava e l
he erano troppo forti e troppo ~or
vano come un solo mus,c~,o e ~
nCl'0' a trattare i suoi pazlen. A
nto Mezleres InCOHil1
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tI. questo. pU
. tUl' zione ed i risultati. furono
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- d il f1'lo d eIl a sua In
tI seguen o . .
b ndon completamente 1 meto c asmente incoraggIantI che ab a t Il metodo Mzires nacque
sici per elaborare la s~a scoperda.
. r 'd questa onna che rl'balto' tutti i concetti
cosl,
dalla
g~ma
Ita Id o a pun t o con grande precisione una tec_
dell'ortopedIa, metten

cl

Sembra la Scoperta dell'acqua calda ma quante volte stipsi ostinate, aerofagie, crampi e gonfiori si sono risolti cos, con un gesto semplice ma che sottende calore, contatto con s, autorassicurazione e autonomia.

t'n

20

21

nica che guarisce quasi tutto ci che normalmente COnSll..<-i ato


incurabile. Vederla lavorare assolutamente appassionante: 'come se vivesse le stesse Cose che vive il suo paziente, ed sempre
conquistata da quello che sU,ccede durante il suo trattamento, come se fosse la prima volta. E una donna piccolina, energica" con
il viso rotondo, gli occhi azzurri vivaci e curiosissimi, quasi da
bambina, un caschetto di capelli bianchi e liscissimi.
Osservando il corpo umano dal punto di vista dell' anatomia,
infatti, possiamo constatare come tra la faccia anteriore e la faccia posteriore ci sia gi una grossa differenza: i muscoli posteriori sono pi numerosi ed hanno maggiore massa e densit rispetto
a quelli anteriori.
Nella zona lombare e in quella cervicale, che per la maggioranza delle persone rappresentano dei veri e propri punti nevralgici, i muscoli posteriori sono 22 nella zona cervicale contro 2 anteriori, e 10 nella zona lombare contro, nella parte anteriore, i soli muscoli addominali.
Oltre a ci i muscoli posteriori sono poliarticolari, cio fissati
da pi tendini e collegati spesso non solo ad una ma a due articolazioni. Quelli anteriori invece oltre ad essere inferiori di numero sono monoarticolari e spesso isolati l'uno dall'altro. (Vedi figure 1 e 2).

Accorciamento posteriore
Cosl, mentre la parte posteriore, ben collegata in tutti i suoi
muscoli, una vera e propria catena che pu contrarsi tutta insieme come un solo muscolo, la parte anteriore costituita da
una linea muscolare tratteggiata, che sembra continuamente interrompersi.
Secondo Mzires, l'accorciamento muscolare posteriore la
vera causa di ogni deformazione, salvo traumi o deformazioni
congenite. All'osservazione di come la muscolatura posteriore sia
sempre contratta ed agisca come un solo muscolo, segue un'altra
importantissima osservazione: l'allungamento di uno qualsiasi dei
muscoli posteriori provoca 1'accorciamento del resto della mu22

Fig . 2
Fig . 1

23

scolatura posteriore nel suo insieme. Cosa che conferma la grande solidariet che c' tra i muscoli posteriori nel cercare di restare sempre contratti, come un esercito in difesa: se uno dei soldati cede, gli altri lo rimpiazzano.
Se per esempio la zona lombare si allunga, subito il collo si
accorcia. Se si allunga invece la zona tra le scapole favorendo l'insorgenza della gobba, subito le zone di schiena inferiori e superiori ad essa si accorciano inarcandosi. Nel caso di cifosi (la
cosiddtta gobba) e quindi di convessit della schiena, che apparentemente sembrerebbe causata da una muscolatura troppo debole, se andiamo a guardare la persona nel suo insieme, noteremo che in qmilche punto della schiena o nel suo collo, i muscoli
sono talmente contratti da costringere ad una iperlordosi.
TI nostro occhio attirato dalla gobba che appare come il difetto pi macroscopico, ma essa solo la conseguenza di un eccessivo inarcaniento, dovuto alla tensione dei muscoli posteriori
che si trovano pi in alto o pi in basso della gobba. (Vedi figura 3).
Dato che dobbiamo mantenere lo sguardo parallelo all' orizzonte
non potremo certo solo inarcarci, perch finiremmo con il guardare per aria. Ad ogni arco dunque siamo costretti a compensare
con una gobba per mantenerci ,diritti. La cosa ben visibile
in queste due figure (4 e 5).
Ad un accentuarsi della lordosi, dovuta all' accorciamento posteriore,. consegue un accentuarsi della cifosi.

Antagonismi
Il ventre, a causa della concavit posteriore, viene spinto all'infuori. Per questo assurdo pretendere, come si fa comune~ente, d~ elimi~are la pancia con la normale ginnastica: la panCIa promInente e provocata senz' altro dal rilassamento dei muscoli addominali, ma finch non riusciremo a rilassare i loro antagonisti, situati nella zona lombare, essi non potranno mai contrarsi perch sono inibiti dalla forza eccessiva dei posteriori.
Questo stesso meccanismo si ripete in tante altre zone del cor24

Fig. 3

25

po: nel collo, per esempio, la muscolatura posteriore spesso troppo contratta, tanto da costringere il. collo a diventare un arco.
I muscoli anteriori, sternodeidomastoidei, sono poco tonici e lasciano che i loro antagonisti posteriori eseguano tutto il lavoro
di sostentamento della testa e sono da questi inibiti. Solo rilasciando la parte posteriore potremo attivare quella anteriore.
Cosi avviene anche nelle gambe: finch i bicipiti (posteriori)
non si rilasciano i nostri quadricipiti (anteriori) saranno molto
inibiti e molli.
In qualsiasi tipo di attivit corporea bisogna dunque tener conto
di questo principio degli antagonismi: inutile fare tanta fatica
per fortificare gli addominali con movimenti che interessano anche la schiena invece di rilasciarla e allungarla: otterremo addominali solo un po' pi tonici, ma avremo poi una schiena talmente contratta da crearci dei problemi.
Un'altra osservazione di Franoise Mzires che la lordosi
si sposta lungo la colonna (e anche pi in gi), come un anello
lungo una corda: se eliminiamo la lordosi nella zona lombare questa passer pi in alto, nella zona cervicale, o riapparir tra le
sca,pole, o ancora sotto le ginocchia.
E inutile occuparsi quindi della 10rdosi solo 11 dove essa ci appare: per correggerla e quindi per allentare la tensione dei muscoli che ne sono responsabili, dovremo occuparci del corpo in
tutto il suo insieme. Solo allungando tutta la muscolatura posteriore possiamo eliminare la tensione di un tratto di essa. Altrimenti, dato che i muscoli posteriori costituiscono un insieme molto ben collegato e solidale, ogni tensione eliminata in basso ricomparir in alto e viceversa.
Mzires dice che l'accorciamento posteriore causa di ogni
deformazione perch sono i muscoli che contraendosi o rilasciandosi fanno prendere alle ossa determinate posizioni che sono spesso causa di deformazione, infiammazione e dolore. Un esempio
semplice e diffuso quello della famosa artrosi cervicale: le vertebre del collo a poco a poco, a causa della tensione muscolare
che le tira e le sposta, si avvicinano e si usurano provocando grande sofferenza. Solo se eliminiamo la causa dello spostamento potremo avere dei benefici: allentando perci la tensione posterio-

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27

re, non solo localmente, ma nell'insieme della muscolatura e attivando la tensione anteriore per sorreggere adeguatamente la testa,
le vertebre potranno allontanarsi .una dall'altra senza farci soffrire.
. ~ossiamo dunque influenzare la nostra postura e quindi la poSIZIone delle nostre ossa attraverso 1'azione sulla muscolatura. Le
ossa da sole infatti, non sono causa dei nostri malanni, come normalmente si ritiene.

Rotazione interna degli arti


La catena posteriore, grande causa di deformazioni, ha poi dei
compli.ci: i n;uscoli rotatori interni degli arti, che agiscono in perfetta smtoflla con la muscolatura posteriore pur non facendone
p~rte: e~si sono ~esponsa?ili della rotazione interna di spalle e
gmocchia. QuestI muscoli, come i pettorali per quanto riguarda
le spalle, e gli adduttori per le ginocchia, non fanno parte della
catena posteriore, ma agiscono di co'mune accordo con essa.
Nelle posture Mzires, per ritrovare l'equilibrio muscolare
si tiene conto perci anche delle compensazioni dei muscoli ro~
tatori interni. Inutile per esempio allungare collo, schiena e gambe,
se nello stesso momento le spalle o le ginocchia ruotano all'interno. La nostra postura subirebbe una modificazione momentanea
per ritornare poi come prima.

La respirazione
L' ori,ginalit di Mzires per quanto riguarda la respirazione
sta ?~ll affermar~ che essa non va appresa, ma liberata. Essa infattI e poco ampIa e insufficiente perch il diaframma quasi
sempre bloccato nella fase inspiratoria. Poich il diaframma si
l~ga alle .vertebr~ lomba~i ~ sempre comunque a causa della tens,IO~e d~I muscolI postenori che esso trattenuto e impedisce alI ana dI entrare ma soprattutto di uscire liberamente. Questo,
a lun~o, andare, produce la deformazione della gabbia toracica,
perche e come se essa fosse una scatola che si deve adattare ad
un coperchio, costituito dal diaframma, che tende a disporsi obliquamente.
28

Non si tratta dunque di imparare dei movimenti respiratori


particolari, ma di rilasciare la tensione ,dell~ m?scol~tura posteriore nel suo insieme, sempre durante l espIraZIOne, In modo da
..
.
sbloccare il diaframma.
Espirare a fondo, a bocca aperta, il solo ~od~ di a:vvIcmarsi
alla forma perfetta del torace e del ventre. DI qUi un Imp~rtan
tissimo caposaldo del metodo Mzires: la forma determma la
funzione e non viceversa.
' .:

La forma determina la funzione

,I;i

Si crede spesso che se una persona non in grado di ~ompiere


un certo movimento (come pu essere appunto la resplraZl?~~)
basti farglielo compiere pi volte fino a i~pararlo. Per Mezl~
res invece se una persona non sa o non puo fare un c~rto :nOVImento perch la sua struttura non glielo permette .. ~ilascI~nd?
la tensione che costringe la persona a una postura rIgIda, SI puo
dunque far cambiare la struttura corporea, e qu~sto fa si ch.e la
funzione venga recuperata. Se rilas~iamo ~a tensI~me po~ter1?re
scomp aiono le gobbe, le ~perlo:dosI, .le aSImmetrIe degh ~rtI, e
ci ci fa compiere dei mOVImentI che fmo a quel ~omento Cl sembravano impossibili. La modificazione della cattIva forma, agendo sulla struttura, fa recuperare la funzio~e perduta.
C' poi un'interazione evidente di. questo tIpo anc?e per quanto
riguarda la digestione: agendo sul dIaframma e rest1tuen~o al t~
race la forma corretta, si pu recuperare una buona funZIone dIgestiva.

Rilassare la muscolatura posteriore non significa solo rilassarsi


Rilasciare la muscolatura posteriore significa liberare i mus~o
li anteriori antagonisti e farli lavorare, quindi non un semplice
.,
rilassarsi e liberare tensioni.
.
Rilassando un qualsiasi muscolo posteno~e provo.ch~amo l accorciamento dell'insieme dei nostri muscolI posterIOrI: dunque

29

'lj :

mentre ci rilassiamo e ci allunghiamo dobbiamo tener conto del


nostro corpo in tutto il suo insieme, eliminando le possibili compensazioni .quali sono le contratture di altri muscoli posteriori,
le rotazioni interne degli arti, il blocco della respirazione.
Il rilassamento posteriore un lavoro durissimo e non una pratica rilassante, anche se pu esserci questo effetto rilassante, do-
vuto ad un migliore equilibrio muscolare ed energetico.

La portata delle scoperte di Mzires


Le scoperte di Mzires, hanno portato ad un metodo, praticato quasi esclusivamente da fisioterapisti, che costituisce un' enorme rivoluzione nel campo dell' ortopedia. Con questo metodo si pu arrivare a trattare moltissimi tipi di patologie, alcune
delle quali sono considerate ancora incurabili, salvo intervenire
chirurgicamente: dalla comune lombalgia alla scliosi, passando
per artrosi, periartriti, alluci valgi, ginocchia vare, piedi piatti,
sciatiche, ernie ecc. Dato che non si capaci di guarire allora
si opera, dice Mzires.
Non occorrono macchinari o attrezzature speciali: basta 1'occhio sapiente di chi pratica la fisioterapia mezirista.
Questo tipo di terapia purtroppo non molto diffusa. Accettarla e praticarla significa infatti mandare all'aria gli studi tradizionali e la visione dell'uomo su cui essi si basano. Essa inoltre
mal si accorda con la fretta e la frammentariet dei nostri metodi terapeutici tradizionali. Sono necessarie infatti sedute individuali di almeno un'ora, con frequenza settimanale, per tempi abba~tanza lunghi.
E una terapia che non fornisce stampelle o momentanei tamponamenti, ma cambiamento e guarigione. Quest'ultima spesso
non ammissibile n per le istituzioni sanitarie che finirebbero
per non avere pi senso, n per i pazienti stessi che hanno spesso bisogno delle loro malattie . Per tutti coloro che invece sono
disponibili alla guarigione, il metodo Mzires costituisce una via
d'uscita, che pu essere l'inizio di un percorso di crescita.
La terapia mezierista infatti concepisce una visione del corpo
30

assolutamente particolare per il nostro mondo occidentale: sia perch tiene conto dell' essere umano nella sua globalit, quindi si
collega ad un concetto olistico dell'uomo e della salute, sia per. ch prevede due sistemi contrapposti (la muscolatura anteriore
e quella posteriore) che interagiscono tra di loro, in una dinamica simile a quella yin e yang della medicina cinese.
Forse non a caso Franoise Mzires nata in Vietnam pur
lavorando e appartenendo al mondo occidentale! Grazie infatti
alla scoperta della correlazione tra forma, struttura e funzione
ha saputo elaborare una terapia globale, pi simile a quelle orientali sintetiche e funzionali, che a quelle occidentali analitiche e
frammen tarie.
Un giorno, durante un seminario tenuto da Mzires, dopo tanto sentir parlare di accorciamento posteriore, mi venne spontanea una domanda e gliela posi: Perch questo accorciamento posteriore nella razza umana?. Mi rispose un po' seccata che l'aveva gi spiegato e ricominci a spiegarmelo, ma io la interruppi
dicendole che le cause le avevo capite, quello che non capivo era
il senso di tutto questo. Cio perch certe persone erano cos accorciate e altre no, e soprattutto perch gli uomini, in quanto
razz; , presentavano questa caratteristica. Rispose che non conosceva il motivo, che gli uomini forse sono cos perch lavorano,
studiano. Oggi, per esempio, voi tutti siete stati per ore qui seduti nella stessa posizione, un altro animale non l'avrebbe mai
fatto, perci ci si deforma!. In effetti avevo cercato con la mia
domanda di farla parlare di qualche cosa di cui non ha mai voluto interessarsi: la relazione tra muscoli ed emozioni. Mzires
molto semplicemente si definisce una meccanica, affermando
che le interessa principalmente ridare la forma perfetta alle persone che si presentano da lei: se poi questo produce anche uno
stato di benessere mentale, tanto meglio, ma cercare le corrispondenze per lei utile come cercare di fabbricare l'aria fritta!

31

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,I

Capitolo II

L'unit psicosomatica
.. ~.

II

Nell'uomo i pensieri si manifestano, devono manifestarsi in


parole ed azioni. Per contro se alcuni dei nostri muscoli sono perennemente contratti, non possiamo pi esprimerci con libert.
Partiamo dall'affermazione di Mzires che, come abbiamo visto, dice che la forma a condizionare la funzione e non viceversa. Arriviamo cos1 al nocciolo dell' antiginnastica, la quale dopo
aver accolto la teoria e la pratica mezieriste, le ha elaborate in
u~:' esperienza diversa, nel corso della quale le persone hanno l'op.
portunit di sperimentare la totalit corpo-mente.

lI

Relazione tra muscoli e comportamento


Dicevamo dell'uomo e dei suoi pensieri: aggiungiamo le emozioni e proviamo ad immedesimarci ... Quando lasciamo via libera ad un pensiero o ad un' emozione ci ritroviamo a compiere un
movimento, un'azione conseguente. Se questo non avviene perch in qualche punto del nostro corpo questo fluire dell' energia
mentale viene fermato. A questo scopo ci serviamo di qualche
muscolo che, anzich rendere in altra forma il nostro pensiero,
si contrae e resta contratto per impedire che il pensiero sia espresso
mediante un' azione. Vorremmo correre ma stiamo fermi e le nostre gambe, invece che lasciarci andare, ci frenano contraendosi.
Amiamo qualcuno, ma non lo manifestiamo; il petto e il torace
invece che assecondare i palpiti del nostro cuore si irrigidiscono
35

per rinchiuderli. Siamo arrabbiati, ma nessuno se ne deve accorgere; vogliamo parlare ma stiamo zitti, le nostre mascelle allora
si contraggono spasmodicamente per trattenere la rabbia e le parole.
In pratica impegnamo la nostra forza per impedire al corpo
di inscenare quello che la psiche ci comnica. La fatica enorme
perch dobbiamo continuamente contrastare e mascherare il fluire
dell' energia mentale.

Il blocco dell'energia
Ll dove i nostri muscoli sono impegnati in questo sforzo, il
flusso dell' energia si interrompe e ci rende impacciati e bloccati
perch non possiamo pi utilizzare questi stessi muscoli per compiere altro che questa resistenza. .
Thrse Bertherat paragona la muscolatura posteriore a una tigre, un animale feroce nascosto nel nostro corpo. Passiamo la nostra vita ad azzuffarci con lei diventando rigidi e sentendoci frenati nei nostri gesti, invece di fare amicizia accettando la nostra
muscolatura rispettandola. 1
T ornando ai muscoli, a furia di bloccarli, contraendoli perennemente, diventiamo rigidi e non siamo pi in grado di compiere il percorso inverso. Non possiamo utilizzare la nostra muscolatura per fare dei movimenti armonici che ci diano un senso di
benessere psichico. Se il corpo infatti tutto impegnato a fungere da gabbia per la mente, non riuscir nemmeno a percepire i
segnali che provengono dall' ambiente circostante.
Se camminiamo con gambe e piedi perennemente contratti,
come fossero dei trampoli, non riusciremo a percepire dal suolo,
1. Lo stesso tipo di meccanismo lo ritroviamo nella depressione. Quando
una persona depressa talmente, apatica, rinchiusa nel suo guscio che sembra non avere energia. Se andiamo per a fondo del problema ci accorgiamo
che spesso questa apatia in realt una spossatezza, un'enorme! stanchezza
che le proviene sempre da un conflitto in corso, Nello sforzo di tenere a freno qualcosa che non vuole accettare (per Thrse Bertherat la tigre!), la
persona non ha pi forza ed energie a disposizione per vivere.

36

nostr~ potenzi~le amico, .le informazioni che ci permettono di


,:olt.a In volta d! adattare il nostro movimento per trovare l'equi.hbno, usufruendo della forza e dell'energia del rimbalzo. Non
utilizzando questa energia di ritorno dobbiamo per forza spendere sempre e solo la nostra, senza mai ricaricarci.

I
I

Acquisire consapevolezza

i
I

L'antiginnastica fornisce un metodo, l'acquisizione di consapevolezza, che preliminare a qualsiasi attivit. un percorso
di conoscenza in cui riallacciamo i canali del corpo con quelli della
mente per rimetterli in comunicazione. Questo lavoro avviene
rilasciando le zone di tensione del corpo che sono situate sopratt~t~~ ~un?o la ~uscolatura posteriore, dando alle persone la posslbilita di sentire quello che sta loro succedendo e lasciando che
esse comunichino le sensazioni che via via si presentano.
La strada per acquisire consapevolezza passa sicuramente attraverso il riequilibrio della muscolatura, ma prosegue poi nel creare 1() spazio affinch la persona sia messa nella condizione di ascoltarsi e sia stimolata a comunicare di volta in volta le sensazioni
e i mutamenti che intervengono.
Elaborando con l'aiuto del terapeuta queste sensazioni, che
spesso derivano da emozioni e azioni trattenute vedendo ne le
c?rrispon~e?ze CO? i comportamenti che spesso s~no stereotipati, meCCanICI, pOSSIamo far sl che la mappa corpo-mente si ricomponga e che l'energia torni a fluire in tutte le direzioni.

Antiginnastica come preliminare


Nella mia pratica terapeutica ho visto come la consapevolezza
sia propedeutica a qualsiasi tipo di azione. Alcuni musicisti che
in questi anni hanno partecipato ai miei gruppi mi hanno segnalato che l'armonia muscolare che avevano acquisito dava loro
oltre a una maggiore scioltezza nel produrre la musica, anche u~
minor bisogno di esercizio e allenamento .

37

, ii'
Anche chi fa dello sport, dopo qualche momento di smarrimento, si accorge di possedere un corpo intelligente che non ha
bisogno di essere allenato o domato, e riesce ad acquisire una consapevolezza che gli permette di fare movimenti pi armoniosi e
con minor fatica.
Ecco perch anti-ginnastica: perch non vero che il movimento faccia bene incondizionatamente. Se non siamo in equilibrio nel nostro corpo-mente faremo a comando dei movimenti
incompleti, utilizzando solo una parte dei muscoli, quelli pi forti
e contratti. Cosl, credendo di conquistare il benessere il nostro
squilibrio aumenta: la parte forte diventa sempre pi forte, quella
pi debole resta tale. Il lavoro muscolare, tanto salutare e piacevole in condizioni di armonia con se stessi e con l'ambiente circostante, pu rivelarsi un nemico della salute se svolto in condizioni di stress e di tensione.
Non vogliamo condannare lo sport e la ginnastica ma segnalare che qualsiasi esercizio fisico pu fare bene a patto che sia praticato in modo consapevole, senza automatismo, senza separazione o allontanamento della mente e del corpo. Possiamo contrarre i muscoli di cui abbiamo bisogno ma poi dobbiamo rilasciarli quando non serve. Pi spesso invece ci deformiamo poich non riusciamo a lasciare la tensione e ripetiamo all'infinito
lo stesso movimento. Senza rendercene conto, per esempio, corriamo con le spalle contratte, e la corsa invece che darci benessere accentua la nostra posizione di stress: le spalle, il trapezio sempre pi contratti, 'il collo incassato, ildiaframma bloccato. Oppure nuotiamo con il collo e la zona lombare sempre in tensione:
allora le curve della spina dorsale si accentuano sempre pi pere! J(~ ; 1111111<:0/; pOlilcr;"ri Iii accorciano c tirano le vertebre, arcuando
c~a~tntl:.ttntllte la colonna cervicale e lombare.

La resistenza al cambiamento
Abbiamo difficolt ad abbandonare le pasture che conosciamo bene, che ci sono utili in certe situazioni e con le quali abbiamo familiarit. Siamo portati un po' alla volta ad attribuire ad

38

I ,.
I

esse sicurezza e a lasciare che ci rappresentino. Pensiamo che uno


stesso atteggiamento, gi noto e rassicurante, vada b~n~ in tutt~
le situazioni. Lo facciamo nostro a tal punto da sentIrC! perduti
se lo abbandoniamo. Ma cosl un po' alla volta ci deformiamo,
perdiamo la capacit di ess~re flessibili! di adeguarci alle situazioni, e insieme a ci perdIamo anche il nostro vero centro, la
nostra identit.
Un esempio tra i tanti possibili: in questi anni ho osser~ato
che gli avvocati spesso assumono una p~s~ura ~h~ ~en lu.ngi da
voler generalizzare, ho definito. avvoca.tI~la)~. ~ t1pIC~ del pe?alisti: il torace tutto proteso In avantI, e rIgIdo ed Immobile.
Lo sterno in fuori, anche q!:lando si distendono a te~ra. Il respiro ovviamente bloccato. E.come se dovesse:-o cor:tInuam~n
te andare all' attacco senza mal poter accusare I ColPI, att~ggla~
mento che effettivamente deve essere utile nel momento In CUI
si trovano in tribunale.
.
Ma fuori dal tribunale? Nella vita privata, intima? ESSI dovre~
bero poter avere un'altra postura e s~rvirs! di quella avvocatI;
zia solo quando necessaria, per pOllasclarla,9u~r:d? r:~n lo e
pi~; senza cosl confondere i piani e finire con llrrIg~dltsl. In una
posizione da <danda in.resta a~che qu~ndo stan~o chiacchierando
con un amico davantI a un pIatto dI spaghettI. .
.
.
Non deve stupire questo ritornare sempre agh stes,sl ~~hemI
anche se sono fonte di tensione o dolore. Il fenomeno e gia noto
da molto tempo ed stato descritt,o ,da Freud .. Si tra~ta della co~. zio ne a ripetere, cio della ripetIzlOne contI~ua dI una ce~ta SI:
tuazione che ha prodotto in origin~un co.nflitt? che none mal
stato risolto. La persona ,si mette ~n contInUaZlOne ne?a st~~s.a
situazione perch spera dI poterla rIso~vere, ma. qu~st~ e P?sslb~
le solo quando vengono alla coscien,za l m.eccat?-lsml. PSICO~Inam~
ci che producono il conflitto. Altrlmentlla sltuazlOne VIene tl- '
prodotta all'infini~o, ma ~ con~it~o, non viene I?~i super~to,'
Un terreno fertile per 1 conflitti e quello familIare, ed e l esempio pi semplice e diffuso di come si prod~ce la co~zione a
ripetere. Ad esempio, la persona che ha avuto del problemI a causa
di un genitore che per le pi svariate ragioni era assente o n?n
era disponibile, se non ha vissuto coscientemente questa perdIta

39

, ;1

o questo. conflitto, cercher di ritrovarsi nella stessa situazione


che ha VIssutO. La sua famiglia infatti, per quanto fonte di dolore, la sua prim,a ,esperienza affettiva, o per lo meno la pi coinvolgente, perche e quella attraverso la quale si cresciuti. Quando allora questa persona sar~ ~e prese con la scelta del partner
per costrUlre una nuova famIglIa, tender ad innamorarsi di chi
h~ l~ stesse caratteristiche del genitore, in modo da consentirgli
d~ rlcr~are la stessa atm~sfera ~amil!~re. Finch non c' la presa
dI COSCIenza del me~~a~Ismo! ft?che il conflitto non viene super~t?, l~ per~~na sara Irf1me~Iabilmente attratta dallo stesso tipo
dllndividUl. N~l corpo a:rviene la stessa cosa: assumiamo la post;ura c.h.e C?nOscI.amo meglio perch, anche se si pu rivelare fonte
dI sqUlhbno o dI dolore, quella che ci ha aiutato a difenderci
'
a eVltar~ o a superare dolori, delusioni, paure.
Le reSIstenze che abbiamo nell' abbandonarla sono le resistenze che la maggior parte delle persone ha quando deve separarsi
d.a qualcosa? d~ qualcuno che, pur nel conflitto, stato loro vi~lnO per anm. ~lamo port~ti istir:,tivamente a preferire quello che
e nostr.o per~he lo conoscIam~ gIa, e pensiamo che non possa esistere dI meglio. Per non cambIare, pOI, facciamo di tutto per manten.ere lo stat~s-q~o e. spesso siamo anche abilissimi a nascondere il nostro disaglQ dIetro a pretesti o ad alibi dI' f
L
1 di
erro.
a ~ce ~a una professione avviene spessissimo in base a questo crlteno, come
vedremo anche in seguito . Comunque f
'
.
aCClamo un esempIO, torna?do agli avvocati: possibile che una persona, che per sopraVVIvere ad una situazione familiare dolorosa
ha as.sunto una pastura di attacco, con petto in fuori, tenda poi a
s~egliere .u? lavor~ a~ hoc, dove questo atteggiamento ben noto
SIa p~auslb~e .e qUlndl possa essere inosservato. L'aula del tribunale ~ un ali~l perfet~o e diventa allora il luogo ideale per mantenere il ~roprto atteggIamento stereotipato. TI nostro avvocato pu
'resta,re mcon~apevole per anni di questo meccanismo, fino a quando SI rendera conto che il suo, atteggiamento non una scelta

2 . Interessante, a questo proposito, il libro di Robin Norwood Do


che amano troppo, Edizioni Feltrinelli.
'
nne

vantaggiosa ma una costrizione. una mashera che si porta dietro in tutte le circostanze, anche in quelle in cui non utile, perch non pi necessario avere il controllo della situazione. La
vita sentimentale pu essere una di queste. Se egli non si lascer
andare, infatti, non potr n amare n essere amato e ne nascer
un conflitto. Affiorer allora la sofferenza che tanto aveva cercato di evitare.
noto che ci sono anche persone che durante la vita non arrivano mai veramente alla crisi, al dubbio, alla consapevolezza dei
propri meccanismi di difesa. Ma pagano comunque il prezzo della propria situazione di squilibrio perch vanno facilmente incontro a seri problemi di salute. Non voglio per dare luogo a
fraintendimenti: non che l'atteggiamento difensivo sia sbagliato o dannoso di per s: lo diventa quando non alternato ad un
opposto atteggiamento di rilasciamento. Il modello potrebbe essere quello di un guerriero nella foresta: sta in tensione nel momento del pericolo, ma poi si distende per recuperare le forze
per poter affrontare un altro pericolo.

Il.pensiero in azione

"

Assistendo a spettacoli teatrali quali quelli dell'Odin Thatre


di Eugenio Barba o delle compagnie dirette da Peter Brook, sono stata conquistata dal fatto che gli attori si muovono, cantano
e parlano armoniosamente manifestando un flusso omogeneo di
movimenti in cui il testo, l'azione, il sentimento e il suono si correlano senza freni o separazioni. La loro presenza scenica cos
forte perch la rappresentazione stessa del pensiero in azione.
Un esempio chiarir meglio quello che voglio dire. Assistevo ad
uno spettacolo costituito da un dialogo tra un prete e Dio. Era
un monologo perch c'era un unico protagonista. L'attore era abi- ,
lissimo nel passare da un ruolo all' altro. Lo spettacolo era rappresentato in un chiostro e ad un certo punto mentre 1'attore stava
parlando nel ruolo di Dio al prete, entr un pipistrello che incominci a svolazzare al di sopra della scena e del pubblico. L'attore fin il suo discorso e immediatamente cambi ruolo, divent
prete e, dopo aver indicato il pipistrello, disse a Dio: E adesso
,"

40,

41

se sei cosl bravo come dici di essere, fallo uscire!. Poi come
Dio rispose: Non so se ci riesco! Non c'era stato nemm~no un
attimo di interruzione o di imbarazzo, non solo perch r attore
un p:ofessionista di ,altissimo .livello, ma perch la sua rappresentazIone era un tutt uno con il tempo e lo spazio che stava viven?o in que! moment~. il, pipistrello usc dopo poco; egli disse
a DIO: GrazIe! e contInuo senza che ci fosse mai stato un cambiamento di tono o di ritmo ..!
A~che nel campo della musica, dal rock alla lirica, ci sono spettacolI che sembrano delle speculazioni intellettuali e altri in cui
quello che si vede, si ode e le emozioni che vengono trasmesse
sono un tutto omogeneo. Guardando e ascoltando certi musicisti o cantanti, si ha la percezione della musica che fluisce dalloro corpo allo strumento e dallo strumento a noi, in un'unica azione. Il loro corpo si muove in armonia, la musica e la voce non
trovano intoppi nel loro fluire, la loro pastura non rigida, il
collo e la nuca sono lunghi, le braccia sono libere, il petto e le
spalle sono mobili.

ne, irrigidendo e bloccando i muscoli gi contratti e forti, attivando cio comportamenti stereotipati. Se siamo presi alla sprovvista e ci dobbiamo difendere useremo i comportamenti che ci
sono pi familiari. Tendiamo a metterci nelle posizioni che conosciamo meglio e che ci fanno sentire pi al sicuro. Come nel
caso del freddo, anche in tutte le altre situazioni in cui si presenta, la tensione pu avere una sua utilit, quella di proteggerei da
qualche cosa che noi avvertiamo come pericoloso. Pu anche non
essere pi un pericolo, ma pu esserlo stato un tempo, quando
eravamo pi piccoli e indifesi. Resta il fatto che come se per
noi suonasse un campanello d'allarme e finch non ne prendiamo coscienza, continuiamo a comportarci nella maniera che conosciamo meglio e che ci ha permesso o di evitare o di non sentire il pericolo.
L'utilit della tensione

Una reazione difensiva esemplare: il freddo.

Per capire meglio come il nostro corpo si comporti in modo


stereotipato di fronte a una situazione di sforzo o di stress e irrigidisca elettivamente le zone pi rigide per proteggere quelle pi
deb?li, vi .far un esempio banale e semplice: il freddo. Quando
a1;>bIamo freddo, come quando subiamo un'aggressione, ci difendla~o, ~ssum~ndo varie posizioni. Per esempio ci sfreghiamo le
man~ o lI~CrOClamo le braccia. Ho notato per che ognuno di noi
reagIsce In modo del tutto personale. Possiamo trovare chi alza
le spalle, chi stringe i denti, chi si rannicchia, chi invece si mette
a .~are u~a corsetta. A ognuno questa reazione sembra sempre la
plU .ovvia e na~urale. Se osserviamo meglio invece vediamo che
ogm persona rISponde al freddo come a qualsiasi altra aggressio-

3. Lo spettacolo era Il mare in tasca di e con Csar Brie.

'I

importante che ogni persona possa sperimentare che ogni


tensione ha una sua utilit. Invece di combatterla come qualche
c~~a di estraneo da s, ognuno pu invece accoglierla e mettersi
in contatto con essa. Fa parte di noi, della nostra storia, della
nostra vita. Se riusciamo a collegarla a certi comportamenti e situazioni che ei si presentano, possiamo anche coglierne le corrispondenze, non tanto per ri~~rcorr~re ~a no~tra ~toria e risalire
magari alla causa, ma per venhcare In pIeno l eqUIvalenza corpo:
mente e prenderne coscienza, per poi a~ba~d.onare quello.che e
diventato un vecchio comportamento npetItlvo e stereotIpato,
che non ci sta pi bene, come un vestito diventato troppo stretto. In questo modo la persona, met~endosi in contat~o con una
parte di s, pu comprendere e spenmenta;e la proprIa ~er~on~
le ed esclusiva relazione corpo-psiche. Va ncordato che l obIettIvo del nostro lavoro non quello di eliminare tensioni e rigidit
muscolari come fossero nemici da abbattere. Un tale programma
comporterebbe dei pericoli, perch, come abbi.amo visto, l~ tensioni fanno parte di noi, sono una nostra creaZIOne e, che SIa vero o no, ci proteggono. Se le perdessimo senza nemmeno render-

42

43

. -." .:. -:

o":

cene conto, senza che sia avvenuto un processo di cambiamento


cosciente e di assimilazione del nuovo modo di essere, potrebbe
essere traumatico perch ci ritroveremmo certo senza tensioni
e dolori, ma anche senza protezione.
Dobbiamo quindi far sl che ogni persona sia capace di accettare e rispettare la propria rigidit o la propria tensione, perch
lei che la produce e ne ha un tornaconto, un'utilit nell' economia e nell' equilibrio personali. Eventualmente si pu cercare di
allentare la tensione per ascoltare che cosa racchiude. Si pu affinare l'ascolto e mettersi in contatto con se stessi e sentire che
cosa succede. Allora magari possibile scoprire che non pi
necessaria la tensione e la si pu abbanqonare, assieme al comportamento corrispondente, per vivere pienamente e manifestare il proprio essere nel mondo in tutte le direzioni.

Capitolo III

La riappropriazione della salute


nella sua globalit

'. '

;~:

44
- .. ..

-.,

Affinare l'ascolto di s :

L'antiginnastica, come altre terapie corporee, tende ad affinare l'ascolto di s attraverso i propr~ sensi. Questa importante
funzione, che si sperimenta in un primo tempo sul piano muscolare, porta a disimparare le cattive abitudini ed a rispettare il proprio corpo. Se una persona impara ad affinare le proprie perce~ioni ed a rendere pi viva l'attenzione, sar pi disponibile ad
accogliere i messaggi che provengono dall'interno, imparando a
non ignorarli, ma al contrario a dare l'importanza e lo spazio che
meritano. Eviter cos1 di lasciare che i segnali, a lungo trascurati, si amplifichino sino a tramutarsi in malattia. Perch la malattia si presenta allora come un accidente inaspettato e inspiega- .
bile, rispetto al quale non si dispone di un' autonoma capacit di
comprensione e reazione. L'ascolto v'a esercitato, altrimenti tende gradualmente a diminuire e, quindi, a necessitare dimessaggi
sempre pi potenti.
..
'
La scienza medica uHiciare non ci educa a porre in relazione .
certi segnali allo stato di salute o di malattia. In genere si attende che il sintomo si trasformi in una patologia definitiva e localizzata, che diventa l'oggetto specifico della terapia.
Vediamo di proporre qua~che esempio, come il valgismo dell'alluce, volgarmente chiamato la cipolla. Si tratta di una deformazione dell' articolazione metatarsica dell' alluce, dovuta a processi di accorciamento della muscolatura posteriore. Il fenome-

47

no oggetto di intervento solo quando diviene talmente invalidante, da non poter pi essere trascurato. L'intervento consiste
nell' asportazione della parte ossea calcificata. In realt si potrebbe
intervenire prima che la gravit del fenomeno renda obbligato
l'intervento chirurgico. Una terapia orientata a conseguire un riequilibrio muscolare, se attuata per tempo, pu scongiurare un cos
traumatico intervento.
Un altro esempio comune quello del mal di testa, sporadico
o periodico, Le cause sono spesso: tensioni muscolari, squilibri
ormonali, intossicazione di organi, come i reni, il fegato, la cistifellea, l'intestino, La terapia proposta dalla nostra medicina ufficiale inesistente. Le persone non hanno altra scelta che consumare analgesici, i quali non fanno che peggiorare l'int<?ssicazione, facendo insorgere il mal di testa sempre pi frequentemente, Si stabilisce cos un circolo vizioso,
.
Se invece siamo portati a vedere il mal di testa come un sintomo, saremo spinti a cercare di migliorare il nostro stato di salute, in modo che questo sintomo tenda a scomparire, E molto utile per esempio cercare di vedere in che situazione compare il mal'
di testa e individuarne la causa. Si pu procedere poi a riequilibrare il sistema ormonale mediante adeguati integratori alimentari naturali o a disintossicare gli organi interessati mediante cure erboristiche od omeopatiche, Si pu allentare la tensione muscolare, riposarsi, dormire, fermarsi. Un grande beneficio pu essere dato anche dalla pratica della terapia shiatsu, La persona che
affina l'ascolto di s non aspetter la comparsa del male per correre ai ripari, perch gi molto prima della comparsa del sintomo
si resa conto che qualcosa non va . Prendendo quindi le dovute
misure terapeutiche (lo pu essere anche una bella dormita!) gli
attacchi di mal di testa diventeranno meno frequenti e via via
diminuir anche l'intensit del male,
Un altro' esempio pu essere quello di certe malattie della pelle che dipendono quasi sempre da un'intossicazione profonda dovuta al cattivo funzionamento dei polmoni e dell'intestino,
La corrispondenza pelle-polmoni-intestino non difficile da
individuare: di solito chi soffre di eczemi, psoriasi o altri sfoghi,
accusa anche raffreddori da fieno, ha alle spalle malattie polmo-

nari cura~e con antibtotici durante l'infanzia, o ha l'intestino che


no~ fun~I~~a ben,e, ~ ~hiaro che intervenendo con antibiotici

ant1st~ffi1rucI, cortlsorucI, lo sfogo cutaneo, che rappresenta il 'san~


tentatIvo ~el corpo di e!iminare le tossine portandole all' esterno, regredIsce, Esse pero restano all'interno d ll'
,
11
'l'b '
e orgamsmo cos ., o squ~ I no aumenta e pu manifestarsi in altre malattie' ben
pIU gravI.
.

, ,Gli esempi potr~bbero proseguire all'infinito, ma quello che


e Importante sottolIneare che l'ascolto dI' se' 'l' '
' .,
h'
Il l
'
e umca VIa SIcura
c, e'dCI Plorta a a sa ute, 11 migliore e pi economico check-up ind IVI ua e.

Assumersi la responsabilit della propria salute

l l,I d~rpo! se, noi sappiamo ascoltarlo, sa darci dei segnali e delIn tcazIOm c~e, oppor~u~amen~e interpretati, ci portano
a ;~to-cd:a e all au.to-guangIOne,. SIamo noi stessi prima ancora, e ilme ICO e deglI e~ami clinici, a conoscere nei ~ostro inconS,~IO,
nostro stato dI salute o di malattia
, II ~ontatto pr?fondo con il nostro corpo' porta, oltre ad una
~agg,Iore ~}tenzI~ne, anche a un maggior rispetto per se stessi
c ~ SI I?~m e~t~ SI~ con un accomodamento, un cambiamento di
abIt~dlm ~ dI r,It~IU, se necessario, sia con la scelta di cure e rimedI non InvaSlV1. Ques to rispetto la miglior m d' ,
tiva La p
'll
e ICIna prevenrevenzlo~e, ne a nostra societ, si limita infatti a sot.
toporre la popolaZIone a ,vaccinazioni o a periodiche analisi e
che~~-up" Quest? modo dI fare espressione di totale derespons~bihz:tlIOne del sing~li individui rispetto alla propria salute che
v.lene . e eg,a ta al medICO, Questa delega produce a sua volta la
rInunCIa all ascolto e alla presa a carico dI' se' e d I '
D' I
11
e proprIO corpo '
, a tra parte ne a nostra societ tutto il problema della s I t'
vlene affrontato in questi termini La persona d I '
au e
.
l
d'
'
e ega In tutto e
per tutt,o a me"lc~ e,d alle istituzioni il proprio corpo ed essi lo
lsp~o)fl~l al~ I dlvlduo e lo gestiscono in maniera impersonae,ISO an o o a contesto e facendolo a pezzi, per oceu arsene
un pezzo alla volta. Il contatto tra il medico ed il pazie!e ri-

t,

. ,.

48

49

;'1.: ,!
o,':,

dotto al minimo, perch il medico, per rassicurare se stesso, tende ad usare macchinari sofisticati che lo sostituiscono ed ai quali
egli a sua volta delega il problema della salute del suo paziente.
Cos1 facendo il medico perde la capacit di osservare la persona
nel suo insieme. Disimparando a guardare sapr vedere sempre
meno e perder anch'egli la fiducia in se stesso. Nessun macchinario pu sostituire la capacit umana di guardare il tutto. Assistiamo invece ad una proliferazione di tests, esami e misurazioni, come se nella quantit e nella precisione di rilevazioni frammentarie e specialistiche potessimo trovare un sostituto alla saggia visione intuitiva e sintetica dell'insieme.
Ma perch cosi difficile assumersi la responsabilit di se stessi
e della propria salute? Perch molto difficile ascoltarsi. Il non
ascolto fa sl che si attutisca la sensibilit ai segnali. La soglia della percezione si alza. La persona si indurisce. Per certi versi acquisisce il vantaggio di elevare la soglia del dolore. Per contro
si accorge di un fattore di sofferenza solo quando questo ha prodotto forme patologiche gravi.
Sul piano sociale questa propensione individuale ha comportato la formazione di istituzioni che sono in grado di far fronte
momentaneamente alle ricbieste di aiuto, di protezione, di rassiurazione, di compagnia. E comodo affidarsi a chi dimostra conoscenze superiori alle nostre, per facile sprofondare nella perdita di consapevolezza che fa s1 che malattia, nascita e morte siano eventi sempre pi estranei a noi, alla nostra comprensione,
e quindi lontani ed inafferrabili.
D'altronde la nostra societ industriale impone ritmi serratissimi. L'uomo non ha materialmente il tempo di fermarsi per badare a se stesso, perch spinto sempre pi a lavorare e a produrre per poter consumare. Il tempo della cura, cos1 necessario
alla salute e alla sopravvivenza, non previsto. La malattia vista come qualcosa di estraneo all'individuo, una specie di fastidioso imprevisto, completamente inutile, ed perci da scongiurare . Per questo ci si orienta sempre pi verso una politica cosiddetta di prevenzione. Cannonate di antibiotici sparate a bambini sani contro innocue influenze, vaccinazioni a tappeto, esami
clinici, radiografie.
50

L'obiettivo quello di stroncare il male al suo insorgere, ~ meglio, ancora prima che si manifesti. Questa strategia viene attuata con strumenti e procedimenti che producono esiti contrari a
quelli sperati: non si muore pi di TBC o di infezione; peccato
per che si muoia di . cancro e di AIDS.
Nella nostra societ dai ritmi forsennati ammalarsi non pre~
visto, potrebbe distoglierci dal pr~durre, ecco allora che la malattia diventa un tab. :Analogamente un tab la morte nel momento in cui essa rappresenta la possibilit di sottrarsi al potere
di un sistema di produzione, fondato sulla reificazionee l'alienazione del lavoro llmano.

Malattia e salute
Ammalarsi invec'e, se vissuto consapevolmente, costitpisce un
momento di riflessione e di crescita per ogni persona. E l'occasione per risanarsi, ed un percorso di apprendimento. La salute non assenza di malattia, ma equilibrio dinamico tra malattia ;~ risanamento. Ammalarsi fa parte della vita.
Ogni inverno mi trovo a constatare come molte persone, quando si trovano alle prese con le classiche mal~ttie da raffreddamento, siano incapaci di darsi il tempo necessario alla cura e alla
guarigione. Molto spesso sono orgogliose di dire che non sono .
capaci di starsene a letto con l'influenza, il mal di gola o il raf~
freddore.
Si sentono forti e dinamiche e pensano che stare a casa ammalati sia inutile e improduttivo. Non badano poi al fatto che !'influenza, invece che scomparire, si ripresenta anche due o tre volte
durante lo stesso inverno, o compaiono al suo' posto altri sintomi
come stanchezza, stress, depressione.
L'inverno la stagione dell'ibernazione e del letargo, la natura a riposo. Un tempo il contadino in questo periodo si riposava, mentre paradossalmente in estate, stagione in cui noi siamo
soliti riposarci andando in vacanza, egli era nel pieno dell'attivit, in accordo con tutto il resto della natura. Anche se ora l'uomo organizzato diversamente, questo non vuoI dire che. non

51

i :.

.;. I

senta pi l'influenza dei cicli biologici stagionali: in inverno tend~ ad ~v~re pi ~isogno ~i dormire e di riposarsi, di isolarsi e
dI nU~:Irsl. Non SI tratta dI.camb!are le nostre abitudini o di passare l mverno a letto, ma dI consIderare le malattie da raffreddamento come un'occasione per realizzare queste necessit vitali.
Ignorarle ~ stroncarle con i medicinali pu essere molto pericoloso per~he a lungo andare pu far crescere questo bisogno di
letargo fmo a provocare malattie pi gravi o la depressione.
vano pensare c?e ci si pu ri~osare in un' altra stagione: si pu
farlo, !Ila non rItroveremo malIa stessa qualit del riposo invernale. E come quando si dorme di giorno invece che di notte.
La malattia, in quanto espressione di una situazione di conflitto non.risolt~ o di un'aggressione non respinta (pi in generale e.spresslone dI un momento di crisi psico-fisica), va accettata
e VIssuta come l'occasione per una riflessione su se stessi e sul
proprio destino.
.
Ri.muovere la malattia significa perdere la preziosa possibilit
del tlsanamento, che consiste nel prendere contatto con la realt
per crescere e fortificarsi.
. Un e!fettivo pr?cesso di risanamento coincide con l'acquisiZIOne dI una m~gglore conoscenza degli elementi che hanno prodotto .la malattIa .. 9u~sto co.nsente a~a p.ersona di cambiare per
non rIprodurre plU glI stessI meccamsmi patogeni.

Paola, un esempio di processo di risanamento

. una ,donna a~ta: e? elegante. Mi appare un po' austera, non


sorrIde. E molto mfelice a causa del suo matrimonio. Sembra esse:e ~mprigionata in una gabbia d'oro che disprezza e odia, costitUIta dal matrimonio con un uomo professionalmente arrivato
e da un ambiente sociale che vede corrotto e disumano.
Arriva da me inviata da una mia paziente, sua amica, la quale
sl?e,ra che, c0D: la ~cus~ di affr.ontare dei problemi di dolori e rigidita muscolarI, SI deCIda ad affrontare altri nodi della sua vita
La iscrivo in un gruppo e Paola sembra trovare a sprazzi or~
u? sorr~so, ora un po' di colore e di vitalit, alternati a momenti
.
.
dI apatIa e depressione.

Poi, per un mese, non la vedo e non la sento: scompare. Quando


mi richiama mi dice che ha sublto una mastectomia.
Rimango sconvolta.
Il giorno seguente la vedo e le parlo in privato. Le chiedo cosa
sia successo. Mi dice che era da tempo che sentiva che qualcos~
non quadrava. Si era fatta visitare dal medico e poi dal ginecologo. Aveva scoperto un piccolo nodulo al seno che si era subito
rivelato un tumore maligno. Di qui, operazione, chemioterapia,
vacanze per ritemprarsi.
Invece di consolarla o confortarla le comunico quello che sento: un grande freddo. Paola allora si apre e piange consapevole
che non pu trovare calore se continua a trattare se stessa e gli
altri con freddezza.
Dopo qualche tempo si decide finalmente a chiedere aiuto: non
vuole pi fare la. chemioterapia perch la fa stare troppo male
e, dice: Non sono pi disposta a soffrire cosi. Le parlo, per
la verit senza troppa speranza di riuscire a coinvolgerla, di una
clinica svizzera dove curano i malati di cancro con metodi natufilli e medicina omeopatica. Paola scompare un' altra volta: in seguito mi avverte che stata in questa clinica, ha fatto le cure
ed ora continua a praticare l'euritmia, un'attivit corporea basata sulla filosofia steineriana, la stessa su cui si basano le cure della clinica svizzera.
La incontro casualmente in vacanza due anni dopo, sorridente e serena. Mi ringrazia per il consiglio che le ho dato. La sua
vita, mi dice, cambiata profondamente. Ha trovato pace, serenit. Ora lavora, ha aperto una galleria d'arte, un sogno che si
portava dentro senza mai riuscire a trovare le energie positive
per metterlo in pratica.
Ricevo periodicamente gli inviti alle mostre che si tengono nell.a
sua galleria e ogni volta mi ritrovo commossa.
Penso che per lei la volont di cambiamento fosse iniziata gi
nel momento in cui era venuta ad iscriversi al gruppo di antiginnastica e sia proseguita acquisendo maggiore consapevolezza e
contatto con s stessa, cosa che ha fatto s1 che i campanelli d'allarme della malattia siano stati sentiti molto precocemente, tanto da accorgersi del male al suo primo insorgere. La malattia

52
53

stata poi uno strumento di crescita, maturazione e cambiamento


che ha coinvolto la sua vita anche negli aspetti pi profondi.
Salute e assenza di malattia

Non dobbiamo fare confusione tra salute e assenza di malattia. Spesso si crede che le due cose coincidano. In realt l'assenza di ~alattia una chimera. come immaginare un mondo di
solo ~10rno senza notte, di nascite senza morti, di sorrisi senza
rabbIe.
Viceversa,' abbiamo gi detto come la salute consista nella capacit ?i J?ovime~to e ~i cambiamento, nel procedere attraverso stati dI malattIa e dI guarigione.
L~ cultura ~ominante si ?as~ su di uno schema di ragionamento dI qu~sto tIpo: la malattIa VIene considerata come un elemento negatIVo, da mettere fuori per poter essere combattuto
e <~debellato, come fosse qualcosa di esterno e diverso da s
. E talmente difficile ammettere e riconoscere l'esistenza den~
t~~ di s, di. sentimenti o elementi negativi, che pi facil~ente
. SI e. propensI a ~onsiderarli a noi estranei, isolandoli e scinden.doh da~a prp~Ia persona. Questo processo, detto schizofrenico
paranolde ne1linguaggio psicologico, sta alla base di tutta la cultura medica dominante.
Una .volta. c~c~scritto il male, si POSSO?O seguire due tipi di
proce~hmentI, attI a debellarlo. Il prImo SI attua successivamente ~'lflso~g~re de! male ed costituito dalla soppressione sisten:atlca del SIr;ttoml. Un caso tipico, oltre a quelli citati all'inizio
dI qu.esto capItolo, quello della cura della sciatica e dell' ernia
del dIsco, cosi come viene praticata dalla nostra medicina ufficiale.
Il secondo procedimento si attua invece preventiva mente e si
propone di impedire l'insorgere del male, come avviene nel caso
della vaccinazione di massa .obbligatoria.

54

Intervento a posteriori: l'ernia del disco

Una persona ha i sintomi della sciatica: una .gamba dolente


a partire dal gluteo e dall'alto della coscia, fino alla punta del
piede. Si dice comunemente che la causa il nervo sciatico infiammato e si prescrivono anti-infiammatori e analgesici locali
o per bocca. A breve termine si ottiene un effetto calmante, ma
i farmaci di per s intossicano l'organismo e possono anche aumentare l'infiammazione.
Questa patologia pu essere esaminata da un pi ampio punto
di vista. Nella maggior parte dei casi chi soffre di sciatica presenta anche o una rotazione dell'ultima vertebra lombare o uno
schiacciamento della medesima vertebra sulla prima sacrale.
Dato che il nervo sciatico passa proprio tra queste due vertebre, se proviamo ad allentare la tensione della muscolatura posteriore, che il fattore determinante i fenomeni di rotazione
o di schiacciamento, vedremo che le vertebre ritroveranno la loro giusta distanza ed il nervo sciatico ne otterr beneficio.
Per ottenere questo risultato abbiamo avuto bisogno solo di
-~vedere la persona tutta intera e di agire s'n un esteso insieme di fattori, e non solo su quelli direttamente collegati al sintomo.
Per questa via possibile ottenere una soluzione pi stabile
del problema. Infatti soltanto i paraocchi ci portano ad infierire
con farmaci chimici sul povero nervo sciatico, il quale, costretto
tra le due vertebre, continua ad essere sempre pi infi~mmato
ed in pi intossicato.
Pochi per sanno di dover allentare la muscolatura posteriore,
perci continuano ad irrigidirla.
Le vertebre vengono lasciate nella condizione di avvicinarsi
ancora di pi fino a far fuoriuscire il disco intervertebrale, nello
stesso punto in cui si presentava lo schiaccia mento o in un altro.
Dopo la sciatica dunque la volta dell'ernia del disco. A questo punto, sempre se non si interviene con un riequilibrio muscolare, c' l'operazione chirurgica, che consiste nell'ablazione
del disco.
.
Un vero trionfo per il medico che crede di estirpare la causa
55

di tant~ sofferenza, Una vera atrocit per il paziente che sperimentera:


1) Un ,taglio ~essuti e terminazioni nervose e quindi un'interruzIone dI cIrcolazione sanguigna, energetica e nervosa La
par,te rester ~~mpre pi isolata dal resto del corpo e quindi
~ara semp~e pIU ~oggetta a riammalarsi. Se noi pensiamo che
m ~enere il taglIo viene fatto nella zona lombare vici n '
ren~ed alla v~s~ica, ~ ancora peggio, perch dal p~nto df v~~
s~a ella m:~IcI,na ~1Oese, !a sciatica, si accompagna proprio
a ,~no squilI,bno dI questI due mendiani,
2) pn ,1O~ossicazione, dovuta agIi anestetici ed ai calmanti, la quae ISI npercu~te! oltre al resto, anche sui nervi e quindi anch
e
su nervo SClatlco,
3) Un mig1iora!lle~ to, c~e pu ,durare su per gi da qualche mes~ a~ un palO dI an01, segUito quasi invariabilmente da una
rI,c~ u~a: un al~ro disco in genere fuoriesce, dato che le conIZlOO1 generalI non sono mutate,
4) ~~ gener~le a~~assamento delle difese immunitarie, dovuto
a~ ~~macl e a~ ~~t~rvento ,chirurgico, Questo accresce ancor
dI plU la posslbihta della ncomparsa dei sintomi dell . ' ,
ca dato che
, , ' d'
a SCIatl"
,
essa e gla l per s un segno di depressione im
mu01tana. l
-

?i

Intervento a priori: le vaccinazioni


Pu sembrare un'ere~ia criticare oggi le vaccinazioni di mas~t' chI se!llbran~ ~ver ,rIsolto problemi gravi come il diffondersi
I ma a.ttle q~ah. ~ v~lOlo, la poliomielite, la difterite ecc
VaccInare sIg01ftca 100culare elementi microbicl'
. l"
sicit att
t
o VIra I a tosb'
enua a ~der 'p rovocare una leggera malattia in generale
e01~na e ~on eVI ente che, facendo scattare nell' or a .
raettazioneddllifensivla, ~ovrebbe immunizzarlo contro ~n:n~he~i~~:
acco e a ma attla stessa. ,
1. M. Deotto Salimei Cu~'" na' l '
,
..
SA VAI.
'
,.. .tlra t per steropostttvit e AIDS, Edizioni

56

Il problema che la stimolazione dei processi immunitari pu


essere pericolosa e ancora molte cose devono essere scoperte in
questo campo.
Le reazioni alle sostanze inoculate non sempre sono protettive; in un numero di casi disgraziatamente troppo alto, esse sono
nocive: provocano lesioni cellulari e tessutali che si manifestano
nell' organismo per tutto il tempo in cui la sostanza estranea vi
petmane.
,
E noto purtroppo che molto spesso si verificano, in seguito
alle vaccinazioni, casi di meningite, sclerosi a placche, polinevriti, psoriasi, herpes e addirittura le stesse malattie contro le quali
si voleva vaccinare. Non esistono statistiche ufficiali a questo riguardo, perch non si vuole mettere in relazione la vaccinazione
con il verificarsi della malattia, ma esistono associazioni di medici e genitori o pazienti, che cercano di sensibilizzare l'opinione pubblica diffo'ndendo statistiche e casi verificatisi.
Un' altra osservazione paradossale questa: se guardiamo attentamente le statistiche ufficiali ci rendiamo conto che le varie
e~idemie sono regredite sia nei paesi <<vaccinati che in quelli non
vaccinati, quindi attribuire la regressione delle malattie alla vaccinazione obbligatoria errato. Bisogna considerare altri fattori, quali ad esempio il miglioramento delle condizioni igienicosanitarie, i quali concorrono a far regredire le malattie. Le vaccinazioni, infatti, anche se praticate sistematicamente su intere popolazioni non hanno impedito il ritorno delle epidemie.
Attenzione per: spesso le statistiche, a causa dei grossi interessi economici che stanno alla base delle vaccinazioni obbligatorie, vengono alterate o manipolate. Ecco alcuni esempi: vedi
grafici a pago 58.
In pratica vaccinando permettiamo che vengano immesse del
le tossine nel nostro organismo e ancor peggio in quello dei bambini piccolissimi, iI cui sistema immunitario si deve ancora stabilizzare. Queste tossine, che l'organismo non ha la forza di espellere, restano in circolo, e la malattia rimane latente nell'individuo e quindi nell'intera popolazione, indebolendola.
La vaccinazione ha per un grosso potere tranquillizzante per
la popolazione: ci sono campagne-stampa propagandistiche mar-

57

Cantone dt Ginevra
(vaccinato)
dal 1932 al 11140
\

100

Cantone di Vaud
(non vacclnalo)

130

tOO

30

\
40

,\

50

dal 1932 .119~0

\
\

50

40

\
\

\
\

30

20

20

Declino comparato della dilt '/


l
d"
(non vaccinato) Casi dichia~ntleSncealaca~ton~ I.Gmevra (vaccinato) e in quello di Vaud
.
.
,ogantmlca.
'

30

Ica

obbIlgatotlo

tIN tlOO ttoS tllO tltI tm

t.2S t.. tm tNO tNS tlSO tlSS

IMa loe.s

Declino della tubm:olosi in Norvegia. LA arte nel .


,.
,
n: dalla propagandd a favore dell<: vacci p. . nquadrod,.1 unt~a presa In considera:liodel declino della TBC.
naZIOnt, permette I attribuire al BCe il merito

tellanti, che promettono il solito debellamento del male, attribuendo alle vaccinazioni la scomparsa di alcune malattie_ In realt
il problema si solo spostato: non ci si ammala pi di malattie
come vaiolo, TBC, poliomielite, anche perch esse sono in regressione spontanea (non forse regredita anche la peste nel 1400
senza nessuna vaccinazione?), ma per si assiste auna diffusione
massiccia di altre malattie come CANCRO e AIDS.
Queste ultime, entrambe positivamente e strettamente correlate ad una perdita delle difese immunitarie, sono ora il nuovo
bersaglio da colpire.
"
L'assurdo che, invece di preoccuparsi di salvaguardare il sistema immunitario della popolazione per rafforzare le difese in
caso di malattia, evitando le sostanze cancerogene disperse nell'ambiente e i veleni nei cibi, si ripone tutta la speranza di salvezza e si concentra tutta la ricerca scientifica di nuovo sullo studio di un vaccino contro CANCRO e AIDS.
Aggrappandosi a questa speranza alquanto remota 'e assurda,
perch qualsiasi vaccino non farebbe che aumentare la deficienzi'immunitaria e quindi aumenterebbe la diffusione di queste malattie, la popolazione si sente protetta dall' angoscia della malattia. Chi ci governa, inoltre, si sente la coscienza tranquilla e non
si preoccupa di proibire la diffusione di sostanze nodve nell' ambiente. Le case farmaceutiche infine continuano a produrre e a
vendere nuovi vaccini che la popolazione ben contenta di farsi
somministrare gratuitamente!
Che dire poi riguardo alla recente tendenza di vaccinare i bambini anche contro le malattie esantematiche e l'influenza? La malattia esantematica infatti, se non si complica per altri fattori,
una tappa di crescita che ogni bambino deve attraversare. Attraverso di essa il bambino espelle tossine e reagisce con tutto l' or- .
ganismo a un fattore aggressivo esterno. Il sistema immunitario
impara a funzinare e si rafforza. Ogni madre infatti pu constatare che, superata la malattia, il suo bambino pi sano, pi
forte e pi maturo di prima.
Le complicazioni gravi, in queste malattie', si verificano ormai
molto raramente e in caso di individui dalla salute gi seriamente compromessa, o in popolazioni lontane da noi.

58

59

, Abbiamo perci, bamb,in,i che, ,vaccinati, non si ammalano pi


dI perto~se, ~alattIa fastIdIOsa e Impegnativa soprattutto per chi
~e~e assIsterlI, ma, avran?o in ~ompenso una notevole predispoSI,ZI?ne alle malattIe respIratone e alle bronchiti croniche. BambI~ll che non, si ammalano di morbillo ma facili a soffrire di eczemI, e cos1 vIa.

Delega della salute e perdita dell'autonomia


Una conseguenza catastrofica delle vaccinazioni ma anche delle

a~tre pratiche ~~ra~e?tiche diffuse nella nostra s'ociet, queIla


dI proteggere l IndIVIduo ?a~ ango~cia della malattia facendogli
credere che la speranza dI vIta e dI salute dipende da elementi
che stanno al di fuori di lui.
L~ p:rsona rinuncia cos1 a vegliare sul proprio corpo e la sua
passlv.1ta tende ad aumentare. Smette di sentirsi responsabile deIla
proprIa salute e avverte la malattia come una fatalit. Perdendo
la r,esponsabilit della salute, perde anche la propria autonomia
ed e p.ronta a commettere altri errori che si traducono in un saccheggIo del proprio capitale di salute (alimentazione eccessiva
alcool, tabacc?, lavoro eccessivo, sonno insufficiente etc.). '
~a persona e messa perennemente nella condizione di scindere il male, da s, perch esso possa essere sconfitto da strumenti
~he sono usa~i dal di fuori e da altrL Essa portata a sentirsi
Inadeguata e Impotente a provvedere alla propria salute e si trov~r quindi a dipendere in tutto e per tutto dal medico e dall'istItuzIOne.

La perdita del buon senso comune


. Credo c.h~ a~a base d~ tutto ci siano sicuramente forti interesSI economICI,. bIsogno dI efficienza e di controllo sociale, ma anc?e u?a perdIta generale di comune buon senso e di saggezza origInarIa.
Massimo A., il giovane pediatra dei miei figli, raccontava: Ven60

go subissato da telefonate di madri che mi chiedono che materasso devono comperare per il loro bambino, che cuscino, che
giocattoli. Sembra che sta ormai venuta a mancare quella saggezza popolare, che anche una conoscenza profonda della vita, che
un tempo veniva tramandata di madre in figlia. Cos1 non avendo altri punti di riferimento, si chiede tutto al pediatra.
La donna, isolata nella famiglia mononucleare che la societ
impone, ha bisogno di aiuto, assistenza e consiglio. A causa dell'ipermedicalizzazione non incoraggiata ad essere autonoma e
a fidarsi del proprio buon senso, nemmeno per quanto riguarda
le questioni pi comuni.
La generale perdita di buon senso constatabile ovunque. Basta pensare alla lenta distruzione cui stiamo sottoponendo il nostro pianeta, consumando via via le zone verdi, inquinando, uccidendo, modificando profondamente l'equilibrio ecologico.
Non solo un problema di sfruttamento economico dei mondi pi ricchi su quelli pi poveri; sembra proprio che manchi un
programma a lungo termine per l'umanit.
"1 padri non pensano al futuro dei figli. Chi detiene il potere
sembra essere preoccupato solo dal profitto immediato, anche a
costo di compromettere con questo atteggiamento la sopravvivenza stessa del pianeta e quindi, in definitiva del proprio patrimonio e degli eredi.

La perdita della saggezza originaria


Nella filosofia steineriana c' un'interpretazione di questo problema ed in questi termini: l'uomo possedeva anticamente una
saggezza odginaria istintiva sulla quale regolava la propria vita . .
Viveva in stretto rapporto con la natura, da cui dipendeva strettamente, e la osservava traendone insegnamento e sapienza .
L'uomo d'oggi ha perso questa saggezza originaria, meno legato ai ritmi biologici. Se questo da un lato costituisce una perdita generale di buon senso, dall'altro permette all'uomo una maggiore libert.
.
La saggezza ,non gli viene pi dall' esterno, egli se la deve con61

I;
I :

'!

quistare. Non avendo pi uno stretto rapporto con la natura egli


meno sottomesso ai ritmi cosmici ma per libero di conqui.
stare il proprio sapere attraverso il lavoro.
Nella mia esperienza l'antiginnastica costituisce anche questo:
, uni occasione per ritrovare all'interno di se stessi la saggezza
ed il buon senso perduti.
.
Far un esempio per chiarire questo legame.
Una raccomandazione tipica dei pediatri di oggi quella di tenere i neonati a pancia in gi fin dai primi giorni di vita, Le spiegazioni che vengono date sono le seguenti:
1) il piccolino, stando bocconi, non soffoca se ha un rigurgito
2) quando inizia a sollevare la test~, stando sempre bocconi, rini muscoli del collo e della schiena
forzer
I
3) se ha difficolt digestive questa posizione gliele allevier
lo so invece che:
1) i neonati hanno un riflesso istintivo per il quale ruotano la
testa se qualcosa (come appunto un rigurgito di latte) impedisce loro di respirare. Il problema quindi non che se stanno
a pancia in su rischiano di soffocare, ma che soffocano se c'
un impedimento a ruotare la testa (come pu essere un cuscino)
2) i muscoli posteriori del collo e della schiena non hanno alcun
bisogno di essere cosl precocemente sviluppati, dato che la
loro eccessiva tensione causa di problemi posturali. Infatti
la posizione prona che gi favorisce l'accorciamento muscolare posteriore, blocca il movimento del diaframma e la respirazione di pancia che invece nei bambini naturalmente
presente
3) molto spe.sso il pianto del neonato non dovuto al mal di pancia, come spesso ~i preferisce pensare, ma ad un bisogno di
contatto umano. E quindi senz'altro pi salutare, piuttosto
che lasciare il bambino solo e bocconi, prenderlo in braccio
e se mai, accertato effettivamente il mal di pancia, massaggiargli delicatamente il ventre.
Il problema a questo punto sta sia nell'ignoranza dei medici,
che ci danno informazioni scorrette, che nella mancanza di buon
senso delle madri.
Ho constatato molte volte, guardando all'interno delle carroz-

62

zine, la presenza di neonati messi rigorosamente a ~ancia in gi


e costretti a guardare il bordo della propria carrozzma. A volte
sono bambini di sei o sette mesi che si sforzano di guardare il
mondo circostante inarcando la spina dorsale di fronte a madri
imperterrite che li lasciano fare, sic~re di fare il loro ?~ne.
Pazienza l'ignoranza, ma dove sta il buon senso? POSSIbIle che
una madre non senta la necessit di far vedere al bimbo il cielo,
gli alberi, il proprio volto, il paesaggio ~he pe~ quanto ~~tto,
sar sempre pi interessante del bordo ImmobIle e plasuflcato
di una carrozzina?
Invece la persona che ha sperimentato su di s che la muscolatura posteriore sempre fin troppo forte e non ha alcun bisogno
di rinforzarsi, avr l'occhio pi attento oltre che per s anche
.
per il proprio bimbo e gli impedir di inarcarsi.
A questo tipo di madre, abituata al contatto rassicuramente
con il proprio corpo, sembrer naturale rassicurare nella stessa
maniera anche il neonato in lacrime a causa di una, spesso fantomatica colica intestinale. Abituata a dare ascolto alle proprie esig~ze, 'capir che il piccolo preferisc~ ~uardare le l~ci.e.i colori!
piuttosto che star.e rele~ato ?ella posizIon~ b~CCOI:ll,-u~~ca degli
animali. L'uomo mfatU, a dIfferenza degli ammali, e pm adatto
a stendersi supino, per contemplare, come dice Steiner, il cielo.
I! rispetto che acquisiamo per noi stessi, non possiamo fare a
meno di trasferirlo e trasmetterlo ai nostri figli anche se questo
va contro corrente rispetto agli usi e costumi dei nostri tempi.
Non possiamo, una volta trovata la strada da percorrere, abbandonarla, per omologarci ai criteri dettati da un sapere totalmente avulso dalla realt e dall'uomo.

63

Capitolo IV

Collegamenti

i
'I

Nella nostra societ, fortemente organizzata sul ritmo produttivo, occuparsi della propria salute costituisce una rottura degli
schemi, una perdita di tempo.
La persona che frequenta un gruppo di antiginnastica in cui
ci si dedica all'ascolto di s, alla riappropriazione del corpo, alla
ricerca dell'equilibrio, portata invece a fare tesoro delle esper~ nze fatte in questo senso e a trasferirle anche al di fuori della
situazione terapeutica. Ascoltare i segnali del corpo, prendere coscienza dei propri bisogni, induce spesso a cercare di soddisfare
questi ultimi e da alle persone un maggiore rispetto di s.
Chi si rende conto che il mal di schiena si pu risolvere solo
se visto nel contesto di tutta la propria persona e non intervenendo in situ, portato a trasferire questa nuova mentalit nell'intero campo della propria salute.
Molto spesso la frequentazione di un gruppo di antiginnastica, per cercare di guarire da un disagio a livello muscolare, diventa l'occasione di conoscere anche altre discipline olistiche.
Quando infatti nell' ambito del terreno muscolare si arriva a com- .
prendere che il sintomo 1'espressione di un disagio e di uno squilibrio di tutto l'essere e non solo della parte malata, si sa anche
che controproducente sopprimerlo e si tender a comportarsi
nella stessa maniera anche nell'ambito delle altre malattie.
Le persone si sentono spinte ad abbandonare spontaneamente
la medicina allopatica perch essa interviene, nella quasi totalit
. dei casi, sui sintomi e non sulle cause: ma se un sintomo viene

67

soppresso, esso tender a ripreseritarsi invariabilmente dopo qualche tempo, nella stessa o in altra forma, in una stessa o in altra
zona del corpo. Per questo le persone intraprendono un percorso che le porta a conoscere e a sperimentare anche altre terapie
alternative, che hanno la stessa caratteristica di rispetto nei confronti della persona e dell' ambiente.

Omeopatia
L'omeopatia si basa sulla scoperta del medico tedesco Hahnemann: Similia similibus curentur.
una terapia che rivoluziona completamente il concetto della
medicina allopatica, la quale sostanzialmente coincide con la medicina ufficiale ed utilizza sostanze che contrastano la causa o
gli agenti che hanno provocato l'infermit.
Nell'omeopatia invece si ricorre, per curare un malato, alla stessa sostanza che in un individuo sano provocherebbe la malattia.
I rimedi omeopatici sono presi dal regno minerale, vegetale,
animale o da tossine, e vengono opportunamente diluiti nell'acqua decine, centinaia o migliaia di volte.
Se per esempio vogliamo curare un individuo nervoso, ipereccitato ed insonne, possiamo somministrargli Collea, caff diluito, che nell'individuo sano provocherebbe appunto ipereccitabilit, insonnia e nervosismo.
Se vogliamo curare una intossicazione che si manifesta con acne,
psoriasi o eczema possiamo usare, se il caso ce lo suggerisce, Thuja.
Si tratta di una pianta ornamentale il cui estratto, a grosse dosi,
abortivo e velenoso. La diluizione omeopatica trasforma invece la velenosit nel suo contrario.
L'omeopatia reintroduce sul piano energetico e spirituale quel
principio la cui assenza, su tale piano, provoca il suo manifestarsi sul piano fisico. Un conflitto non risolto a livello della coscienza si esprime sul piano corporeo, generando forme di alterazione
e patologie.
In seguito a trattamento omeopatico i sintomi possono migliorare subito oppure, come succede molto spesso, tendono in un

68

primo tempo a peggiorare. Il male tende a spostarsi dall' alto verso il basso e dall'interno verso l'esterno. La velocit della guarigione dipende sia dalla profondit della malattia che dall' atteggiamento e dalla presa di coscienza del paziente.
Anche in questo campo si tratta di prendere atto del problema che coinvolge globalmente il paziente e di aiutarlo a cambiare. Anche l'omeopatia uno stimolo al cambiamento e non uno
strumento con cui sostituire la medicina tradizionale.
Non si tratta nemmeno di espiare o percorrere a ritroso le tap- .
pe compiute nell'ammalarsi. Nel mio lavoro mi sono trovata spesso
davanti a persone che sapendo di aver passato tanto tempoa irrigidirsi pensano di doverne passare altrettanto a rilassarsi. Lo
stesso atteggiamento l'ho trovato a volte in pazienti e anche in
qualche medico omeopatico o naturista, come se si dovessero
espiare o pagare le cattive abitudini precedenti. Ma il tempo della
guarigione non prevedibile, perch dipende per ogni persona
essenzialmente dalla fiducia in s e dalla disponibilit al cambiamento. Anche praticando antiginnastica possibile che i sintoQ1i delle persone migliorino subito o che tendano a peggiorare.
0uesto di solito, cos1 come in omeopatia, un buon segno: vuoI
dire che la persona sta reagendo alla cura.
Anche sul piano muscolare, durante il risanamento, i sintomi
tendono a spostarsi dall' alto verso il basso. Quando una tensione scompare in un punto per riapparire in un altro, pi in basso,
un buon segnale: vuoI dire che c' mobilit.l che il male non
cos1 cronicizzato e radicato come si credeva. E anche un segnale che invita a distogliere l'attenzione dal sintomo per rivolgerla
.
anche alle altre parti o, meglio ancora, all'insieme.
Il farmaco omeopatico un validissimo aiuto per mobilitare
le energie dell'individuo a risanarsi.
.
anch'esso in definitiva un'energia, una forza attiva fissata
.
nei granuli di glucosio di cui costituito.
I granuli devono essere sciolti in bocca perch la forza attiva
possa essere assorbita dalla saliva la quale li invia al sangue.
Sembra paradossale, dal momento che nella medicina allopatica avviene il contrario, che la potenza di un rimedio omeopatico sia tanto maggiore quanto minore la quantit di materia in

69

esso contenuta. Nell'omeopatia infatti maggiore diluizione significa che il principio attivo della pianta o del minerale rimasto
pi a lungo a contatto con la sostanza diluente. La sostanza diluente l'acqua, la quale, stato scoperto anche dagli scienziati
dei nostri giorni, possiede la capacit di memoria. Pertanto nonostante nelle diluizioni elevate i farmaci omeopatici non co~
tengano nemmeno pi una molecola della sostanza originaria, essi
hanno una memoria maggiore e quindi un'azione pi forte.

Shiatsu
Lo shiatsu uno stimolo alle difese naturali dell'organismo che
riequilibra l'energia vitale. Uno stimolo esercitato con la pressione dei pollici, delle mani, dei gomiti o delle ginocchia sui punti e lungo i canali energetici (i meridiani) che collegano tra loro
gli organi interni.
Quest' arte nasce in Giappone agli inizi del secolo, ma la scuol~ che la ispira quella della medicina tradizionale cinese, ricca
dI quattromila anni di sapienza e di ricerca medica che postula
che le capacit del corpo possono stimolare l'autoguarigione. Queste doti innate nel corpo sono espresse dall'energia vitale (KI),
che circola nell'organismo seguendo canali individuabili.
Lo shiatsu agisce direttamente sull'energia attraverso la pressione: Pressione e ritmica per richiamare nel corpo l'equilibrio
dei ritmi dell'universo; pressione profonda per raggiungere l'inconscio ed aiutare la persona ad accedere o a sviluppare le risorse di cui ha bisogno; pressione reciproca, tra due persone, perch lo shiatsu innanzitutto relazione umana. Quando questo avviene si percepisce una sensazione di benessere e vitalit, perch
l'equilibrio all'interno si ripristinato. Oggi pi che mai anche
la medicina occidentale considera importante tenere conto di tutta
la complessit della persona e non solo dell'organo malato. Rinforzare la naturale capacit'di difesa dell'organismo nel suo insieme un modo sano di pensare alla prevenzione di tutti quei
disturbi sintomatici dello stress a cui quotidianamente siamo sottoposti.
70

. Shiatsu e antiginnastica si compensano molto bene.


interessante vedere come a volte lo squilibrio muscolare si
sommi a quello energetico. Alcune zone di forte tensione muscolare corrispondono anche a zone di pieno (o vuoto) energetico.
, Agendo con lo shiatsu sui meridiani energetici ne ricaviamo anche una ridistribuzione della tensione muscolare.
Viceversa un riequilibrio muscolare come quello dell' antiginnastica migliora anche l'equilibrio energetico dei meridiani. Per
esempio le contratture e i dolori alla parte posteriore delle gambe possono essere trattati nell'antiginnastica allungando e distendendo i muscoli posteriori e contraendo quelli anteriori. Spesso
per questi dolori sono dovuti anche a uno squilibrio dei meridiani reni-vescida che passano proprio lungo la parte posteriore
delle gambe.
.
Agendo con lo shiatsu si migliora il funzionamento di questi
organi che, scaricando meglio lungo i percorsi dei meridiani, provocano un beneficio a livello della tensione muscolare. Parimenti agendo con l'antiginnastica sulla tensione muscolare dei glutei
-.. .e della parte posteriore delle gambe si provoca un beneficio an' che agli organi reni-vescica.
Un altro collegamento importante che ho verificato in questi
anni di pratica terapeutica la corrispondenza tra visione YINYANG e quella della muscolatura anteriore e posteriore. Nel simbolo della medicina cinese (vedi figura a pi pagina) lo Yin e lo
Yang contengono ciascuno anche il principio opposto. L'ideale
l'alternanza dell'uno e dell'altro. La stimolazione eccessiva di

71

uno dei due provoca la crescita del suo opposto, che anche il
suo complementare.
Lo schema concettuale muscolatura anteriore-posteriore analogo. Nori si pu pensare di agire su una sola delle due catene
o che in una sola delle due ci sia la forza e nell' altra la debolezza.
L'eccesso di forza pu far insorgere la debolezza. Per esempio
una spalla troppo contratta o una caviglia troppo forte fanno si
che la persona possa facilmente cadere proprio da quella parte,
che quella che oppone pi resistenza. La caviglia e la spalla si
fratturano per eccesso di forza e diventano di conseguenza deboli!
Nella forza contenuta in embrione la debolezza e viceversa.
Un eccesso di debolezza, per esempio nei muscoli del ventre, scatena una grande forza nella schiena. Un eccesso di forza nella
zona lombare provoca debolezza del tratto muscolare superiore
adiacente che a sua volta provoca la forza di quello ancora superiore e ad esso adiacente.
Nella concezione della medicina orientale assume grande importanza il susseguirsi delle ore del giorno e delle stagioni. Durante la giornata, cos1 come durante il corso dell'anno, ogni organo ha un'ora e una stagione in cui la sua attivit massima
(vedi tabella 1).

Corrispondenza tra sfere funzionali


e ore di massima attivit
SFERE FUNZIONALI
Ore di massima attivit
polmoni
3- 5
intestino crasso
5- 7
stomaco
7- 9
milza-pancreas
9-11
cuore
11-13
intestino tenue
13-15
vescica
15-17
reni
17-19
pericardio
19-21
triplice riscaldatore
21-23
cistifellea
23- 1
fegato
1- 3
Tab. 1

72

Considerato questo, ognuno di noi pu osservare il suo stato


di salute e di forza in una determinata ora del giorno o in una
determinata stagione dell' anno, e pu trarne degli insegnamenti
per sapere quale organo curare.
Se per esempio vediamo che la nostra energia ha un calo brusco verso le cinque del pomeriggio e ci sentiamo sempre stanchi,
allora dobbiamo rinforzare i reni. Se viceversa vediamo che di
notte ci svegliamo sempre alla stessa ora, per esempio tra l'una
e le tre, dovremo curare il fegato. Se ci svegliamo sempre tra le .
cinque e le sette l'intestino che suona un campanello d'allarme. Praticamente l'organo, nella sua ora di massima attivit, ha .
bisogno di tutte le sue forze, e, se queste sono carenti, le ruber al resto del corpo. La persona avvertir cos1 un senso di stanchezza o, di notte, si sveglier per mobilitare tutte le sue energie.
Cosi avviene anche per le stagioni: dobbiaino far attenzione
al fegato se in ptimavera siamo stanchi, o ai reni se la nostra stagione critica l'inverno. Naturalmente meglio curarsi un po'
in anticipo rispetto alle ore o alle stagioni problematiche.
.~ Nella tabella 1 vengono illustrate le corrispondenti ore di massima attivit degli organi, meglio detti sfere funzionali nella
terminologia della medicina orientale.
Nella tabella 2 vengono illustrate le cinque categorie di organi
in accordo ai cinque elementi.

Tab. 2 - Le 5 categorie di cose in accordo ai 5 elementi


ELEMENTO

SFERA
FUNZIONALE

STAGIONE

FASE DI
TRASFORMAZIONE

legno
fuoco

fegato-cistifellea
cuore-i ntesti no
tenue
milza-stomaco
polmoni-intestino
crasso
reni-vescica

primavera
estate

germinazione
crescita

fine estate
autunno

trasformazione
raccolto

inverno

conservazione

terra
metallo
acqua

73

Digiuno

una pratica antichissima che consiste nel sostituire i cibi solidi con decotti, infusi o acqua non gassata.
Si beve, ma non si mangia per una quantit di tempo variabile
in genere dai sette ai venti giorni. .
L'effetto pi evidente del digiuno quello di disintossicare l'organismo dalle scorie. Praticamente, non ricevendo pi niente di
solido dall'esterno, il corpo costretto a consumare le sue riserve. Vengono liberate ed espulse le tossi ne contenute negli organi" nel sangue, nel sistema nervoso, nei tessuti ecc.
E un' esperienza che bene fare non prima del compimento
del ventic,inquesimo anno di et. Si fa generalmente una volta
all'anno. E una specie di riposo per tutto l'organismo che viene
stimolato a compiere un' energica pulizia interna. Pur non essendo prevedibile quale sar la reazione individuale, in genere i giorni
pi difficili sono i primi, in cui incomincia la grossa disintossicazione con i relativi sintomi: sonnolenza, fiacca, lingua patinosa
ecc. In questa fase bene cercare di riposare quando se ne sente
la necessit, ma svolgere anche delle attivit che favoriscano l'eliminazione delle tossine.
Abbiamo sperimentato che yoga, antiginnastica, shiatsu e una
leggera attivit sportiva possono giovare tantissimo. Pi in fretta si eliminano le tossine e prima subentra il benessere psicofisico legato al digiuno.
.
Chi digiuna tende in genere ad avere un certo distacco nei confr~nti .delle cose materiali e questo pu portare a vedere la proprIa VIta sotto un aspetto completamente diverso.
Cambia anche la qualit del sentire: i suoni, gli odori, i profumi, i sentimenti sembrano amplificati, i ritmi vengono rallentati
e ognuno tende ad assumere quello che pi gli si conf.
Per questo in genere si preferisce fare il digiuno lontano dalla
citt, in modo da non doverne subire l'inquinamento e i rumori.
Un altro grande beneficio' del digiuno quello di permettere
di diventare consapevoli del proprio stato di salute attraverso i
sint~mi che compaiono: infatti le reazioni che subentrano parlano SIa dello stato generale di intossicazione sia di quello dei vari

74

organi. Qualcuno pu accusare dolori ai reni, al fegato o allo stomaco: terminato il digiuno dovr quindi curare quel determinato organo. Oppure si pu manifestare nervosismo, depressione,
ansia: ci significa che in seguito si dovr curare il sistema nerVoso. Possono comparire durante il digiuno anche sintomi di vecchie malattie mai guarite.
In genere i giorni pi difficili e dolorosi sono i primi sette, mentre in seguito subentra un . maggior benessere.
Durante il digiuno, contrariamente a quello che si pu pensare, raro avere fame perch lo stomaco non secerne succhi gastrici. Si ha pi fame e si pi frustrati quando si mangia poco,
facendo per esempio una dieta.
Inoltre digiunando si dorme benissimo, riposandosi profonda~
mente e rigenerandosi.
Per quanto riguarda la mia esperienza, il digiuno non richiede
nessun particolare tipo di assistenza medica e non presenta controindicazioni salvo che per i malati di cuore, gli intossicati gravi !alcolisti o tossicodipendenti), o gli epatopatici gravi.
E bene fare per il digiuno quando se ne profondamente con~. vinti, quando non si hanno timori e non farne partecipi le persone che non ne conoscono i benefici.
Nella nostra cultura, infatti, si tende a pensare che non mangiare significhi morire: perci le persone tendono a riversare su
chi digiuna, o dice di volerI o fare, tutte le proprie ansie e frustrazioni legate al cibo, che, oltre ad essere una cosa vitale per
l'uomo, lo coinvolge molto profondamente con la figura materna e anche con la morte.
Quindi il digiuno anche sotto questo aspetto un' esperienza
importante perch ci pu rivelare anche altri aspetti della nostra
personalit. Una fase delicata poi la rialimentazione che avvie~
ne ovviamente per gradi, introducendo via via i vari cibi a: cominciare da,i cereali e dalle verdure.
In questa' fase interessante sperimentare l'effetto che ogni
cibo ha sul nostro organismo: essendo disintossicati siamo anche
pi sensibili e pi reattivi e i cibi che ingeriamo hanno un effetto pi potente e quindi ci rimandano a prendere in seguito le precauzioni pi opportune.

75

Integrazione alimentare e alimentazione naturale


Anche quando si affronta un' alimentazione equilibrata, con
cibi nutrienti e variati, sempre pi difficile che essi apportino
all'organismo tutto quello di cui esso ha bisogno. Forse non sappiamo pi coltivare bene come una volta i prodotti agricoli, o
forse dipende dal terreno che non pi in equilibrio, o dal fatto
che elaboriamo e conserviamo i prodotti alimentari in modo innaturale. In ogni caso necessario sempre pi spesso introdurre
nella nostra dieta delle sostanze di cui siamo carenti, i cosiddetti
integra tori alimentari, che non possiamo trovare nei cibi.
Calcio, magnesio, sali minerali e vitamine sono sempre meno
presenti nei nostri cibi non solo quando questi sono troppo raffinati e quindi impoveriti, ma anche in quelli freschi che vengono coltivati su terreni sempre pi poveri e raccolti ancora acerbi.
Il risultato pu essere una cronica carenza di calcio che, anche
se ingerito in forma sintetica o attraverso cibi che normalmente
lo contengono, non viene poi fissato dall'organismo. opportuno assumerlo perci in forma naturale, in modo cio che sia gi
disponibile ad essere assimilato dall' organismo, come nel caso della
polvere d'ossa o di alcuni preparati che si trovano in commercio
nelle farmacie omeopatiche o nelle erboristerie.
Lo stesso vale anche per il magnesio, di cui le verdure sono
sempre pi carenti, perch ormai il terreno stesso ad esserne
impoverito. Bisogna cercare di assumere il magnesio sia attraverso
sali (come il cloruro o 1'aspartato di magnesio), che attraverso
preparati a base di lieviti vivi ed estratti di piante.
Per quanto riguarda i cibi da scegliere, al di l di ogni tendenza dietetica, sicuramente preferibile mangiare cibi coltivati senza
pesticidi e concimi chimici, verdura e frutta fresche e di stagione.
Importantissimo per 1'abbinamento dei cibi che ingeriamo
durante lo stesso pasto.
Se infatti mangiamo contemporaneamente cibi alcalini e acidi, il processo digestivo richieder tempi pi lunghi e ci appesantir lo stomaco, affaticher il fegato, e far ammalare l'intestino. Nello stesso pasto bene non mescolare i cibi del primo
a quelli del secondo gruppo (vedi tabella).

76

Vediamo perci che non tanto questione di escludere certi


cibi perch dannosi, ma di saperli abbinare opportunamente. Anche qui bisogna andare oltre le credenze pi diffuse secondo le
quali ad esempio, per stare leggeri bisogna mangiare in bianco. peggio mangiare pasta in bianco e bistecca che non uno
solo dei due cibi, ma cucinato in maniera pi appetitosa.

Tabella dei gruppi alimentari


I gruppi dividono i cibi alcalini da quelli ad di. In uno stesso
pasto bene mangiare cibi di uno stesso gruppo.

Primo gruppo - pane, grissini, fette biscottate, pasta, riso, polenta, fiocchi e chicchi di cereali, torte, dolci e pasticcini, gelato, '
semifreddo, miele, marmellata, banane, frutta cotta, patate (raramente), verdure (esclusi cavoli e verze fatti a piatto uriico perch pesanti), olive, olio, margarina, burro, panna, yogurt, mascarpone, ricotta, spruzzata di parmigiano, tuorlo d'uovo, pa~
cetta, lardo, caff, surrogati di caff, t e tisane di erbe, funghi,
mandorle, creme, budini, maionese e senape.
Secondo gruppo - carni bianche e rosse, pesce, latte, salumi (raramente), formaggio, yogurt, uova intere, olio, margarina, fagioli,
lenticchi, ceci, vini, liquori, verdure (escluse le patate),frutta cruda e cotta (escluse le banane), macedonia di frutta, stimolanti
(capperi, sottaceti, olive .. .), qualche grissino o qualche fetta biscottata (o crakers), piccola razione di riso, creme o budini (con
questo gruppo ingerire meno farine possibili), minestroni, minestrine, brodi, passati di verdura, t e tisane di erbe, limonate,
1
succhi di frutta, funghi, mandorle, noci, maionese, senape. .

1. Mercedes D . Salimei, Alimentazione, disintossicazione ed altro, Edizioni

.Saval.

77

Malattia e destino

Una teoria particolarmente interessante quella di Thorwald


Dethlefsen, 2 secondo la quale il corpo, attr~verso la malattia,
mette in scena quello che la psiche rifiuta di accettare come parte della persona. .
Per esempio una persona che non vuole affrontare i propri conflitti sar particolarmente soggetta alle infezioni, che sono la messa
in scena di un conflitto: esse sono infatti determinate da batteri
che aggrediscono il corpo e anticorpi che li contrastano, come
in uno scontro tra due eserciti nemici.
Se la persona cercasse di vivere a livello cosciente il conflitto
che le si presenta, non avrebbe bisogno di inscenarlo material.
mente nel terreno del suo corpo.
Cosi Thorwald Dethlefsen spiega tutte le malattie: la scoliosi
la manifestazione di umilt non vissuta. La persona per non
piegarsi coscientemente nel corso della vita, lo fa attraverso iI
corpo.
.
Gli incidenti, le fratture sono una maniera di effettuare dei
cambiamenti che non si vogliono fare volontariamente.
Le malattie della pelle sono una maniera di andare oltre i propri confini, costituiti appunto dall'involucro dell'epidermide.
Quando non si osa farlo con la coscienza lo si fa uscendo dalla
propria pelle, attraverso eczemi, psoriasi, acne. Queste malattie
rappresentano dunque una difficolt ad uscire da se stessi per
andare ~erso gli altri. Sono in generale, dunque, una difficolt
.
a rapportarsi con il prossimo.
Il corpo, essendo la parte pi sana e sincera di noi, ammette
e rivela quello che la psiche non vuole. Esso rivela le nostre zone d'ombra che non vogliamo facdano parte della nostra coSCIenza.
In pratica esso ci mantiene in equilibrio mediante la malattia.
Se non avviene questa compensazione infatti c' lo squilibrio men-

tale, perch la zona d'ombra, che poi non altro che l'inconscio secondo la psicanalisi, non trova modalit di espressione e
viene scissa dalla persona o le viene rivolta contro.
La malattia realizza dunque il destino della persona quando
la persona coscientemente non riesce a capire di doverlo realizzare.

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2. Thorwald Deth1efsen, Malattia e destino, Edizioni Mediterranee.

78

79

L'antiginnastica durante la gravidanza


Tutto il periodo della gravidanza favorisce nella donna 1'attenzione verso i cambiamenti che avvengono nel proprio corpo
e quindi l'ascolto di s e dei segnali che provengono dall'interno. Ecco perch un periodo molto favorevole per svolgere un
tipo di lavoro corporeo come il nostro. Secondo uno studio sugli
-..., ormoni/ durante la gravidanza entra in circolo un'enorme
'- quantit di progesterone che, favorendo nella donna la calma e
il benessere, facilita anche la concentrazione su di s, la protegge dagli stimoli esterni se questi sono troppo forti e violenti e
garantisce tranquillit alla nuova vita che si sta sviluppando nel
ventre.
Un lavoro come il nostro, che gi favorisce una pausa di riflessione e di ascolto, molto indicato e facilitato in un momento
cosi ricco e fecondo come quello della gravidanza.
Visto che ci poniamo sempre nell'ottica di accogliere le sensazioni e i sintomi, e non di sopprimerli, pu essere molto utile
usare quest' approccio in gravidanza, perch cosi le modifichecorporee che avvengono a mano a mano che il bambino cresce e occupa posto tella pancia della madre, vengono vissute con gioia
e serenit.
1. Maggie Scarf, La fatica di crescere donna, ed. Longanesi, pp. 148 e segg.

83

Se la donna incinta si ascolta, percepisce il cambiamento e accoglie i segnali che provengono dal bambino, anche capace di
imprimere alla sua vita un accomodamento, un cambiamento di
ritmo che le serve sia per la propria salute che per quella del suo
bambino. Per vivere, in definitiva, di pari passo con l'evento
straordinario che sta accadendo. Comincia anche da qui, ed una
grande opportunit che ci viene offerta dalla natura, il percorso
- a volte faticoso - che ci fa essere genitori. Voglio dire che
se si ben disposti verso i cambiamenti e i segnali che provengono prima di tutto da noi stessi e in seguito dai nostri figli, sar
pi difficile trovarsi impreparati nelle varie tappe della crescita.
Anche rispetto alla gestione della salute dei nostri figli e alle
cure che possiamo prestare loro, fondamentale cogliere sempre
i pi lievi cambiamenti, osservando con i nostri occhi piuttosto
che delegando questo compito al sistema sanitario.

La tendenza a ipermedicalizzare la gravidanza


A questo punto ritengo importante fare' una considerazione:
abbiamo visto come ai giorni nostri si verifichi la tendenza a perdere il buon senso, nel campo della salute in particolare, e in
generale per tutto quello che riguarda la vita sulla terra. Nel campo
della gravdanza e della crescita dei figli questo ancora pi evi.
dente e tangibile.
Se si seguisse un iter sanitario normale, la donna incinta incomincerebbe fin dal terzo mese a sottoporsi ad una quantit incredibile di accertamenti, visite, esami, ecografie. La paura che
qualcosa possa non essere normale prende il sopravvento, sia da
parte del medico che della gestante, la quale diventa improvvisamente una paziente.
Se da un lato fondamentale che una donna con problemi di
salute si sottoponga a visite ed t:sami per rassicurare se stessa e
le persone che le vivono accanto, quando questo avviene per routine, a spese della donna sana, assume una connotazione perversa.
L'evento della gravidanza fisiologico nella grande maggioranza dei casi e come tale va vissuto. Il sottoporsi a ripetuti con84

trolli ginecologici una prassi in voga nel nostro e in altri Paesi,


che, invece di rassicurare, aumenta la paura nelle donne e il reddito di chi li esegue. 2
Visto poi che ci siamo abituati a non fidarci pi n dei nostri
occhi, n delle nostre sensazioni, aumentiamo l'uso degli strumenti che devono stabilire il nostro stato di salute. Cosl, dopo
un' ecografia e in base ai risultati degli esami del sangue e delle
urine, e non grazie all'occhio attento del medico sulla persona
che gli sta davanti, una donna si sentir dire che il suo bambino
cresce un po' al di sotto o al di sopra della media, o che il peso
della madre un chilo di troppo. O ancora che la testa del bambino troppo grande o troppo piccola.
Purtroppo nella pratica del mio lavoro mi sono trovata davanti a troppi casi in cui tutto questo succedeva a sproposito: per
esempio a donne.'minute con partner minuti venivano diagnosticati bambini iposviluppati che dopo vari accertamenti, e quindi
stress e angosce, risultavano essere dei bimbi sanissimi, certo picc;olini, ma n pi n meno del padre e della madre. Stesso discors nel caso opposto: madri grandi e grosse che tendono a fare
figli simili a loro.
.
Penso che quando un medico non usa attentamente il proprio
occhio esperto, e una donna non si fida di s e delle proprie sensazioni, si arriva ad uno snaturamento sempre maggiore e di conseguenza ad un bisogno sempre maggiore di intervento sanitario
anche violento.
Ognuno di noi unico: nasce vive e muore con tempi determinati da leggi che noi non possiamo stabilire e soprattutto in
maniera diversa dal proprio simile.
Ogni gravidanza viene vissuta da ciascuna donna come unica e '
irripetibile. Non possibile omologare questo tipo di evento che
ha in s un car~ttere di sacralit e di solennit. Voler riportare
tutto alle tabelle delle medie un' operazione assolutamente per-

2 . .In Olanda le visite ginecologiche durante la gravidanza prima del settimo mese sono vivamente sconsigliate. In questo Paese l'incidenza dei parti
cesarei bassissima.

85

versa: produce ansiet, paura, distacco da quello che si sta vivendo. l


.
Questo non volersi confrontare con il mistero della vita e della morte, con tutto quello che comporta, fa s1 che oggi prevalga
un at~eggiamento di delega verso istituzioni che impiegano la tecnologIa come strumento di estraniazione e rassicurazione. La tecnologia viene proposta come dominio di procedure e strumenti, :
con valore oggettivo, e legittima sia la deresponsabilizzazione del
paziente che quella del medico e dell'istituzione sanitaria. Ne consegue che il supporto terapeutico assume una forma rituale scandita da tappe diagnostiche che tendono ad essere tanto pi frequenti e tanto pi indifferenti alle specificit della situazione individuale, quanto pi forte sono l'attitudine alla deresponsabilizzazione e l'assenza di un atteggiamento di ascolto e di fiducia
verso le proprie risorse.
.
.
Incidere su quello che un normale e fisiologico decorso di
gravidanza comporta degli interventi spesso violenti e per la madre e per il figlio. Se questi possono, a volte, essere giustificati
dalla buona causa di salvare una vita, nella maggioranza dei casi
sono dettati solo dall'incompetenza, dalla fretta e dalla paura,
Vi sono anche casi in cui, invece, la medicalizzazione della gravidanza inevitabile, a fronte di una situazione di partenza fortemente p~tologica, Oggi possibile portare a compimento delle
gravidanze che in altre epoche o contesti sarebbero state impossibili. Ma questo sar vantaggioso per l'umanit? Bisognerebbe
poter stabilire se tutti questi recenti stratgemmi che consentono a donne e uomini sterili o anziani, a donne vergini e a uomini
impotenti di generare figli siano alla lunga convenienti o meno,
Il problema in termini generali pertanto quello dell'acquisizione di una coscienza di s che porti la persona a gestire autonomamente la propria salute.

3. Il valore medio un valore originato da un calcolo sulla base dell'insieme dei valori rilevati con riferimento ad un campione, Come tale non fa riferimento a nessun caso concreto e non ci c()nsente di conoscere i valori di varianza , cio quelli che esprimono la specificit delle realt individuali di
cui solo casi-limite assumono forme patologiche.
'

Il cdrpo che cambia


Attraverso l'antiginnastica, che parte da movimenti previsti,
volti al riequilibrio della muscolatura e. all' allen~amento de~e tensioni, possiamo intraprendere un camnuno ~he Cl ~onsente porre
l'attenzione su noi stessi, molto in profondit, stImolandocI a fare
.
dei cambiamenti laddove urgente e necessario,..
Vediamo ora che cosa si pu fare dal punto dI VIsta pratIco
,
.
per adattarsi meglio al corpo che cambi~,
La conseguenza pi diretta della graVIdanza e l~ pancI.a che
cresce e che imprime un cambiamento alla postura: Innanzltut~o
si ha la tendenza ad inarcare la schiena per sostenere la panCIa
e pei non cadere in avanti.
..
.
Abbiamo visto per che ognuno dI nOI ha, nel corpo" determInate zone d'ombra o di tensione, che vengono solleCItate elettivarhente a sopport;re i pesi e le fati~h~. Perci c~i avr g,i una
certa tendenza alla lordosi lombare, InsIster, se SI trova In una
certa situazione di stress, ad aumentar~ la tensione e l'~arcamento
pr.Qprio Il nella zona lombare, con la conseg~enza ~I aumentare
il bIocco del diaframma che si lega, come abbIamo VIstO, alle vertebre lombari, Chi ha Invece tendenza ad inarcare ~ collo o a
ruotare gIirti all'interno, risponder nella ~tessa mamera an,che
durante la gravidanza e cos1 via, Insomma SI tratta sem~re dI alleggerire il carico di gran parte nella m~~colatura ~osterI~re" ch~
responsabile deUe tensioni e della plU part~ del dolOrI dI CUI
soffrono le donne incinte, La conseguenza sara un,a musc~latura
pi elastica e duttile che meglio sapr sopportare il camb,Iamento, potendo distribuire maggiormente, lo sforzo nelle ~,arIe z~ne
del corpo, Anche il diaframma sar dI cO,nseg~en,za plU mo?ile,
ed interessante notare che in questo perIodo il dIaframma e, na- .
turalmente spinto verso l'alto a causa del vol~m~ del b~mbtn~,
Questo fav(jris~e' in modo eccezionale la reS?I,r~ZIOne e tI mOVImento del perineo, Lo sanno bene le cantanulltlche ch~ durante
la gravidanza hanno una voce pi rotonda e pi potente, In quanto
sostenuta automaticamente dal diaframm~,
,
. In pratica, contrariamente a ,gue,llo che SI sent~ dtre spe~so,
n<!>n si tratta di imparare la respIraZIOne per partonre, perche se

df

86
87

.!

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,'I.

1"

lasciamo libera la schiena dalle tensioni, il diaframma e il perineo si muovono per effetto naturale molto pi del solito. Anche
qui la natura ci viene incontro: si tratta solo di prestare attenzione e di assecondare quello che gi sta avvenendo nel nostro corpo.
Nei gruppi di antiginnastica abbiamo riservato comunque un
lungo tempo alla respirazione, onde sentire meglio il peri neo e
renderlo pi elastico e pronto ad adattarsi al momento in cui il
bambino uscir dalla vagina.
Un'altra parte importante del lavoro quella sul bacino e le
sue articolazioni (vedi figura sottostante).

Articolazioni sacro-iliache

importantissimo lavorare le articolazio~i che uniscono. il sacro al bacino (sacro-iliache), il sacro al COCCIge (sacrO-COCCIgea),
il pube e la sinfisi del pube.
,
.
Spesso questa zona risulta essere un'p0 sofferente SIa per l~
solita tensione della muscolatura posterIOre, con conseguenza dI
una maggiore rotazione delle ginocchia all'interno, sia per la congestione di tutta la cintura pelvica, provocata dal peso del bambino e del liquido amniotico.
Le articolazioni del bacino sono per loro stessa natura molto
poco mobili e questa scarsa mobilit accentuata dalla tensio~~
dei muscoli posteriori che praticamente le rendono ancora plU
chiuse e rigide.
interessante notare che le articolazioni sacro-iliache hanno
per la possibilit di aprirsi durante la grav.idanz.a per f~e in modo
che il bacino diventi pi comodo per ospItare il bambmo. Men?
tensione ci sar e pi queste si potranno muovere. Anche per il
coccige vale la stessa cosa: pi sar sciolta la tensione ~ell'artico
lazione sacro-coccigea pi il coccige potr allontanarsI dal pube
.
.
e 1asciare spazio al bambino.
A questo proposito voglio raccontare un fatto mteressante successo qualche anno fa in una seduta ~i gru~po, incent~~ta s~lle
sacro-iliache. A met del lavoro una mIa paZIente SCOppIO a pIangere disperatamente. Disse che le e~a affiorato il ricordo di un'e:
sperienza vissuta qualche tempo prIma e per la quale credeva dI
non avere sofferto: un aborto cosiddetto spontaneo.
Conclusioni

Per concludere vorrei sottolineare come sia importante nel lavoro con le donnt: in gravidanza condurle ad una consapev~l:z
za maggiore di se"stesse e del loro corpo, facendo ~oro acqulSlre
fiducia nelle proprie sensazioni interne, per conqUIstare la capacit fondamentale di accogliere questi segnali e dare ascolto alle
esigenze proprie e a quelle del bam~i?o ..Ques~o fa accres~ere l' a~
tonomia la stima di s e la capacita dI gestire la propna graVIdanza ed il momento del parto in modo autonomo. Sar pi dif88

89

ficile allora perdere la testa nel momento del dolore, e lasciare


che altri intervengano con scelte dettate dalla fretta e dalla paura, dal calendario, ricorrendo, all'ossitocina quando non ce n'
bisogno, o facendo l'episiotomia per prassi. Mentre sar del tutto facile vivere appieno e senza interferenze questo momento solenne e magico, in cui si assiste alla na~cita del proprio figlio.
Basta solo predisporre il corpo e la mente affinch lascino che
il bambino venga al mondo per tonto suo.

Cosa fare nella pratica


Vorrei ora consigliarvi tre preliminari che potete eseguite o
molto tempo prima di essere incinte o dal quarto mese in poi.
Nei prmi tre mesi di gravidanza, a meno che non si abbia gi
praticato questo lavoro, meglio non fare l'antiginnastica, perch spesso le tensioni accumulate nella muscolatura posteriore
si spostano in avanti e possono compromettere, se la situazione
lo consente, la gravidanza stessa.
Viceversa questo lavoro molto indicato nel caso di mestruazioni dolorose perch le pu alleviare. Non dunque necessario
essere incinte per fare questi preliminari: tutti, uomini e donne,
li possono sperimentare.
l

1) Stendetevi a terra su un pavimento confortevole (legno, mo-

quette, oppure su un tappeto).


Piegate le ginocchia e appoggiate i piedit a terra, alla distanza
del vostro bacino. I talloni sono sotto'la p'iega delle ginocchia.
Ascoltate la vostra respirazione, lasciate che il corpo prenda contatto con il suolo poco per volta, senza forzature. Appoggiate bene le spalle, le braccia lungo il corpo, lasciate la
bocca socchiusa e il mento vicino al coll~.
Dopo qualche minuto appoggiate sotto l'bsso sacro una palla
di gomma piuma del diametro di 10-15 centimetri (anche un
cuscinetto pu andare bene).
Continuate a respirare lasciando uscire l'ari dalla bocca
aperta e inspirando con il naso.
90

Lasciate che la schiena scenda tranquillamente verso il pavimento e continuate a tenere la bocca aperta, le mascelle decontratte.
Ora provate ad espirare pi a lungo, diciamo il doppio del
tempo che impiegate ad inspirare, ma senza forzare.
Espirate un po' meno aria ma pi a lungo.
Mentre espirate guardatevi le ginocchia avvicin~do un 'po'
di pi il mento al collo. Guardate la vostra gabb1a toraC1ca,
il petto, lo sterno, e cercate di abbassarli mentre espirate;
Attenzione per! Non sollevate le spalle per abbassare 11
petto!
. .,
. .
.
Continuate cos1 espirando il plU a lungo poss1bile e fate m
modo che alla fine dell'espirazione tutta l'aria sia uscita come quando tossite o ridete.
Le gambe sono rilassate, la schiena ha preso una forma rotonda come se foste sdraiati su un' amaca.
Ora togliete la palla.
Osservatevi ascoltatevi, sentite com' il contatto con il suolo. Potete all~ngare lentamente le gambe, stirarvi un po' e
.
girarvi su un lato per mettervi a sedere.
Alzatevi adagio e fate qualche passo per sentire ..
2) Stendetevi su un lato e andate ad esplorare il vostro osso sacro.
l'osso piatto e largo che ~i unisce, in alto,. alla zona lombare e, in basso, al coccige. E compost~ da cmque v~rtebre
tutte unite tra loro (guardate la figura. E come un tr1angolo
isoscele con la base rivolta verso l'alto).
Ora cercate il grande osso del bacino, percorretene i contorni andando a massaggiare bene con il pollice, penetrando
al di sotto del bordo. Potete andare fino al pube e tornare
indietro. Ora quando siete di nuovo verso l'osso sacro cerc'~
te il punto preciso in c~i il.bacill:0 si unisce. ~'osso sacro .. E
il punto dve situata 1 artlCOlaZlOne sacro-il1aca. Massagglatela bene.
'
Ora appoggiate a terra la schi~na CO? le.gamb.e flesse e dopo qualche istante ponete proprIo su~ artlcolaz~one una ,Pallina di sughero o di gomma dura del dIametro dI un centlmetro e mezzo circa (la grandezza di una noce).
91

Se provate dolore non bloccate il respiro, ma cercate di lasciarvi andare.


Ad ogni espirazione cercate di immaginare di aprire la vostra sacro-iliaca, di calmarla.
Continuate espirando bene come nel primo preliminare, per
qualche tempo.
Se continuate a soffrire a causa della pallina, toglietela e
passate al terzo preliminare. Evidentemente in qu~sto momento c' troppa tensione ed meglio non insistere. E inutile forzare la cosa perch controproducente: vi irrigidireste ancora di pi.
Se invece dopo un po', non vi ricordate nemmeno pi di
avere la pallina, continuate ad espirare a lungo guardandovi
le ginocchia e poi toglietela.
Confrontate una parte del vostro corpo con l'altra, alzatevi adagio e fate qualche passo per sentirvi.
Potete poi ripetere l'esercizio dall'altro lato del corpo. Potete poi mettere la pallina sotto l'altra articolazione e ripetere il preliminare.
3) Siete in piedi. Tenete i piedi paralleli alla distanza del vostro
bacino.
Cercate le sacro-iliache e massaggiatele un po'. I piedi restano ben appoggiati a terra, sempre paralleli. Quindi attenzione, le punte non devono divergere!
. li peso distribuito su tutta la pianta del piede, anche le
dita sono allungate e ben appoggiate, cariche di peso. La schiena non troppo inarcata.
.
Ora provate a ruotare le vostre ginocchia e le cosce all' esterno, espirando. Proprio cosi: le rotule devono dirigersi verso
l'esterno. Ripetetelo ad ogni espirazione. Come se fossero due
occhi che guardano all'esterno.
Attenzione! Sentite che cosa succede sotto le vostre dita:
le spine iliache, le rotule e l'asse del piede devono essere sulla
stessa linea (vedi fig. IO}.
Non c' un piccolo movimento?
Cercatelo, se non lo trovate subito vedrete che fra qualche
tempo verr. Si tratta solo di rilasciare la zona lombare e di
92

Fig. 10

93

permettere alle ginocchia di non essere rivolte sempre all'interno.


Ora rilasciate le braccia lungo il corpo e continuate la rotazione delle ginocchia all'esterno.
Se il bordo interno del piede si solleva, cercate di impedirglielo, anche questo un segno dell' accorciamento della muscolatura posteriore, ma pu cambiare!
Ora di nuovo a terra, di nuovo su un lato, il destro. L' orec- .
chio sinistro il pi possibile vicino a terra, la bocca socchiusa.
Le cosce formano un angolo retto con il busto le gambe sono
ad angolo rispetto alle cosce.
'
I bordi interni dei piedi sono uno sull' altro, uniti.
Ora immaginate che l'aria entri ed esca soltanto nella met destra ?el tor~ce,. il quale si espande e si restringe come una fisarmOnIca, qumdl contemporaneamente sia davanti che dietro: le
costole possono allargarsi nella stessa misura sia anteriormente
che posteriormente!
Quando inspirate spingete il movimento fino in basso, al bacino, e gonfiate sia la pancia che la zona lombare allontanando il bacino dalle costole. Quando espirate restring~te la gabbia
toracica e riavvicinate il bacino alle costole.
Dopo qualche tempo, tenendo i piedi uniti con i bordi che si
toccano, portate in avanti la coscia e il ginocchio destri. Arretrate poi il ginocchio destro rispetto al sinistro. Andate avanti e indietro dolcemente lungo la linea delle vostre cosce lasciando che
il giriocchio trascini la coscia e 1'anca destre, striscIando sulla coscia sinistra e sul ginocchio sinistro.
Il busto, le braccia sono fermi, la spalla sinistra ferma e ben
appoggiata a terra, cos come tutto il profilo sinistro del torace.
Solo l'anca, la coscia e il ginocchio destri continuano a sfregare
lungo la coscia sinistra in un movimento andando avanti e indietro.
U? picc.olo movimento, non pu essere molto ampio, ma cercat~ di se~tlre da dove part~, che beneficio vi porta e quale sensaZIone VI provoca. Non ritmate il movimento con la respirazione, lasciate che dopo un po' compaia un ritmo vostro.
Fermatevi.
Ritornate sulla schiena e confrontate un lato all'altro.

Giratevi su un lato per sedervi, alzatevi e. fate qualche p~sso.


Con i piedi paralleli alla larghezza del b~~mo, ora, senza marcare la schiena, toccate le vostre due sacro-iliache e provat: ~ ruo:
tare le ginocchia all' esterno. Sono le rotule che devono dmgersl
all'esterno, ma il movimento parte dall'alto delle cosce o ancora

. . non d'mgete
.
piAttenzione!
su.
Come all" InIZIO
l. t ali'
om verso l'l' nterno e non sollevate i bordi interni dei piedi. Paragonate una
sacro-iliaca all' altra, una met del corpo all' altra.
Rilassate le braccia e continuate: ad ogni espirazione ruotate
le ginocchia all' esterno.
. .
Ora fermatevi. Potete incominciare a lavorare sul lato smlstro.

95
94

Capitolo VI

La pratica dell' antiginnastica:


i preliminari

.vi compagma.
descrive: ora qualche preliminare, da eseguire da soli

lO

Mettetevi su un pavimento di legno o di moquette o su un tappeto non troppo folto.


Indossate abiti caldi che vi consentano piena libert di movimento.
-.. "
I piedi saranno preferibilmente scalzi, ma potete anche indos" sare dei calzettoni. Gli abiti devono essere caldi, perch spesso
i movimenti dell' antiginnastica possono indurre reazioni di freddo,
brividi, sonnolenza. Se vi dovesse succedere, non spaventatevi:
il sistema neurovegetativo che si riequilibra, insieme ai muscoli che modificano il loro tono.
In certi casi avrete bisogno di alcuni oggetti, ma, poich so
che spesso si attribuisce loro molto potere come se fossero capaci intrinsecamente di dare benessere, vi dico subito che non sono molto importanti e se non li possedete potete benissimo sostituirli con qualche cosa di simile che possedete gi.
Una palla di gommapiuma del diametro di 10 cm pu essere
sostituita con un cuscinetto, un animaletto di peluche, un piccolo asciugamabo piegato, tutte cose che, una volta compresse, siano di uno spessore di circa 5 cm.
Una pallina di sughero di 2 cm di diametro pu essere sostituita da un sassolino o da una biglia o da una noce della stessa
dimensione.
Un salsicciotto di stoffa pieno di sabbia, di cm 2 di diametro

99

e lungo circa un metro, pu essere sostituito da un asciugamano


. arrotolato e cosi via.
Per i preliminari non vi sono tempi precisi da rispettare. Ognuno libero di sperimentarli a seconda dei propri desideri: importante che ciascuno determini i propri ritmi.
Potete eseguire un preliminare per volta o tutti insieme, o scegliere voi stessi una vostra personale sequenza.
1) Stendetevi a terra, supini e con le gambe flesse. Cercate di

prendere contatto con il pavimento. Provate a respirare e a


vedere se effettivamente la vostra schiena se la sente di scendere sul pavimento (vedi fig. 6).
Spesso ci sono zone contratte che non si appoggiano mai.
La zona lombare una di queste. Mettete una mano sotto
la zona lombare e vedete se il vostro caso.
Pu succedere anche che invece della zona lombare vi faccia male un solo punto dell' osso sacro o del coccige, quello
su cui si concentra tutto il peso.

I
I

i
\

In questo caso, invece che stare a terra tutti inarcati, cercate di respirare un po' con tutta la schiena e di lasciare che
la zona lombare si riempia un pochino, che lo spazio che
la separa da terra si riduca almeno di un po'.
La testa deve essere ben appoggiata, il collo lungo. Lungo
significa lungo dietro, non inarcato. Per fare ci dovete portare il mento verso il collo. Non preoccupatevi del momentaneo doppio-mento che ne uscir: brutto al momento, ma
vi serve per trovare la lunghezza posteriore del collo che
quella che vi manca. Quando la troverete, questo vi far avere un migliore portamento della testa, eliminando anche quell'antiestetico doppio-mento.
Ora posate la palla di gomma piuma sotto il gluteo destro.
Continuate a respirare lasciando che la zona lombare trovi
un equilibrio, come se la palla non ci fosse.
Prendete' il ginocchio destro con la mano destra e tira tela
un pachino verso il petto, ogni volta che espirate. Questo movimento va eseguito quattro o cinque volte. Poi incominciate
a imprimere al ginocchio un movimento circolare" La mano
lo conduce a compiere piccoli cerchi concentrici. E come se
la gamba non avesse possibilit di muoversi, la vostra mano
che la conduce. La spalla sta tranquillamente appoggiata a. terra. La testa sempre al centro, la bocca socchiusa, i denti
non sono stretti. Ora lentamente incominciate ad allargare
questi cerchi, ogni tanto invertite il senso del giro. Continuate
ad allargare mantenendo sempre come asse centrale la linea
del vostro seno destro. Poi incominciate a stringerli ritornan,
do al punto di partenza.
Ora posate il piede a terra e togliete la palla. Ascoltatevi, .
paragonate una parte e l'altra della vostra schiena; poi allungate lentamente le gambe, stiratevi e sbadigliate.
Mettet~vi a sedere lentamente passando prima sul lato. Ora
fate qualche passo per sentire, poi mettete i piedi paralleli e
lentamente piegatevi in avanti. Risalite, lasciando la testa per
ultima.
Quando siete pronti potete lavorare anche il lato sinistro.

Fig. 6

100

101

2) Sedetevi a terra con le gambe allungate. Dovreste stare con

la schiena diritta, perpendicolare al pavimento, ma dato che


questo difficile a causa della tensione posteriore che vi tira
indietro, potete mettere una palla di gommapiuma a met sotto
l'osso sacro: vi dar quei centimetri di lunghezza che vi aiutano a stare diritti, senza cio dover inarcare la schiena o il
collo, e cos1 potrete comodamente tenere lo sguardo parallelo
all'orizzonte (Figg. 7-8).
Toccatevi la testa e andate a cercare la vostra fontanella
posteriore, un punto in cui le ossa del cranio non sono ben
saldate: avVertirete una speeie di fessura, un po' pi molle

102

del resto del cranio. La fontanella posteriore si trova circa alla sommit del capo, ed chiamata dagli orientali porta del
cielo poich da qui entrano l'energia solare e cosmica. Massaggia tela bene e stimolatela, tirando i capelli, o la pelle che
trovate su di essa. A noi il riferimento della fontanella posteriore serve anche per metterei perpendicolari al pavimento o
al soffitto, per trovare la verticalit.
Respirate alcune volte dirigendo la fontanella verso l'alto.
Per capire bene in che direzione dovete andare potete prendere una ciocca di capelli sulla fontanella e tirarla verso l'al-

103

to, come foste un burattino tirato da una cordicella.


?ra rip~tete que~to movimento espirando, senza pi tirare I ~apell1. L~ maru ~ono appoggiate alle cosce. Le spalle sono rilassate, il collo ~ .lungo, attenzione a non stringere tra
le scapole, a non aVVICInarle una all' altra. I muscoli anteriori
delle cosce, al contrario, bene che siano contratti: li avete
sotto le mani, dunque provate a sentire se possibile farli lavorare .
. O.g?i volta che espirate, espirate a lungo, cercando sempre
dI dmgere la fontanella verso 1'alto e di mettere in moto la
musco~at~r.a ~el ven~re e della parte anteriore delle cosce per
tenerVI dIrIttI. PratIcamente dovete cercare di crescere a
partire dalla fontanella posteriore, facendo in modo che la
schiena si metta diritta, la nuca si allunghi. Ma fate attenzione: spesso si crede di allungare il collo spostando il naso e gli
?cchi verso 1'alto, ma cosl non siamo noi a crescere, solo
il nostro sguardo. La nuca lunga e in buona posizione quando l~ base del naso e le orecchie si trovano sullo stesso piano.
Partite dunque da questo punto di riferimento quando volete allungarvi.
Ora con pollice e indice di ogni mano, andate a cercare la
base del cranio. Pizzicate tutto il bordo del cranio e poi andate ad afferrare i due muscoli a forma di cordoni che fuoriescono dal cr~nio e. si d~igono verso il basso, accompagnando
la colonna. Ttrateli, espIrando abocca aperta. Poi fate la stessa
cosa scegliendo due punti un po' pi bassi e cosi via fino alla
base del collo, scendendo progressivamente con la presa delle
vostre dita.

104

3) Prima di affrontare questo preliminare bene aver gi sperime'ntato il precedente. Siete seduti con le gambe allungate.
T enete una pallina di sughero alla vostra destra. Piegate la
gamba destra, mettendo il piede ben appoggiato a terra. Il
tallone all'incirca sotto la piega del ginocchio, le dita sono
ben allungate e appoggiate a terra. La fontanella rivolta verso
l'alto, il respiro non bloccato.
Incominciate a massaggiare la mano destra con la pallina,
premendola con la mano destra aperta e facendole compiere
dei cerchi sul pavimento. Insistete bene vicino al polso e soprattutto nella zona che collega il polso al pollice. Massaggiate bene verso la punta di ogni dito.
Ora fermatevi. Mettete la pallina sotto il piede destro, al
centro della parte anteriore del piede. Con le mani andate a
cercare i g~ossi tendini che avete sotto la piega del ginocchio
e massaggiilteli, prendendoli tra il pollice e l'indice, da tutti
e due i lati del ginocchio. Cercate di ammorbidirli.
Ora, sempre tenendo i tendini del ginocchio, espirate premendo con il piede sulla pallina. Ripetetelo per qualche volta. Togliete la pallina, allungate la gamba destra vicino all'altra. Stendetevi a terra.
Fate scivolare una mano sotto la schiena e andate ad esplorare la scapola destra. Percorretene il bordo e andate a cercarne l'angolo inferiore. Quest'angolo spesso un po' sporgente a causa della tensione che c' tra le due scapole.
Individuate la colonna e individuate il lungo muscolo che
corre lungo il lato destro della colonna. Questo muscolo nasce nel collo e accompagna la colonna, sia sul lato destro che
,
su quello sinistro, fino all' osso sacro.
Mettete la pallina proprio tra la colonna e l'angolo inferiore della ~capola. Piegate le gambe, appoggiando i piedi a terra alla distanza del bacino. Appoggiatevi bene con la schiena
sulla pallina, espirando. Pu essere molto doloroso, ma pi
vi lascerete andare, pi i vostri muscoli contratti si allenteranno e accoglieranno la pallina. Se il dolore veramente insopportabile, non fate l'errore di resistere, perch vi indurireste ancora pi della pallina e questo non nel nostro pro105

gramma. Piuttosto spostate un pochino la pallina facendola


scorrere lungo lo stesso muscolo, fino a trovare un punto meno dolente.
La testa bene al centro, la bocca aperta e il mento si
avvicina al collo. Restate abbastanza a lungo in questa posizione. Infine togliete la pallina e osservate: una spalla rispetto all'altra, una gamba, un piede rispetto all'altro, un occhio,
la mano e una parte della schiena rispetto all' altra.
Lentamente giratevi su un lato per sedervi. Dico sempre
di girarsi su un lato prima di sedersi perch cosl ci si mette
a sedere con l'aiuto delle braccia e non con la forza della
schiena .
. Ora alzatevi in piedi. Fate qualche passo. Mettetevi a piedi paralleli e lentamente piegatevi in avanti, lasciando la testa pesante, il collo libero. Sentite e osservate le vostre due
mani, le braccia, le due met della schiena. Forse il lato destro pi lungo, tira meno.
Potete passare al Iato sinistro, riprendendo dall'inizio questo preliminare, ma potete anche restare cosl, nella vostra asimmetria e lavorare il lato sinistro un'altra volta.

4) Siete distesi a terra sulla schiena. Le gambe flesse rendono


questa posizione meno ~ericolosa per la ~ostra zo~a lombare
poich le permettono dI scendere meglIo sul paVImento.
Ascoltate il vostro respiro, guardatevi il torace: si muove mentre
respirate? Soprattutto quando espirate, si abbassa per far uscire
l'aria? Di solito siamo bravissimi a far risalire il torace mentre
inspiriamo, anche perch ci aiutiamo arcuando la schiena.
Quello che invece ci interessa ora l'espirazione perch,
a causa delle contratture posteriori che tengono il diaframma
bloccato essa non mai abbastanza efficace e completa.
Vi ins~gno un trucco, che ho imparato studiando canto lirico. Provate a tossire, a ridere o a sbadigliare ascoltando bene che cosa avviene all'interno del vostro torace.
Guardatevi lo sterno: sicuramente mentre state ridendo o
dando un colpo di tosse, esso si ab~bassa, perch il diaframma
risalito per spingere fuori l'aria. E un movimento raro e prezioso, estremamente benefico per la salute. Dovrebbe essere
possibile farlo ogni volta che espiriamo, ma questo non avviene quasi mai. Avveniva sicuramente quando erava~o bambini... ma ora, come ho gi detto molte volte, la tenslOne muscolare della schiena ce lo impedisce.
.
Ascoltate dunque che cosa succede mentre ridete o tossite, anche a livello della schiena: come si modifica l'appbggio
a terra? Che cosa fa la testa? Le spalle?
Osservate bene e cercate di riprodurre questa specie di spinta che avvertite vostro interno, che dovuta al diaframma
che si muove.
Questa spinta si chiama appoggio e viene usata da cantanti ed attori per far uscire la voce pi potent.
..
Noi lo usiamo per liberarci dalle contratture posterIOrl e
per assumere una postura pi bella, perch il nostro torace
sia pi IIl.?bile..
,.
Continuate ad espuare facendo l appoggIO, se avete scoperto che cos', se invece an~ora't~on l'.avet~ sc~perto, potete
semplicemente tossire alla fme di ogru espIraZIone. Vedrete
che presto lo imparerete.

ai

106

107

Ora 'pr~state attenzione: se la testa fa un piccolo movimento


v,a. bemssli~o, deve essere lasciata libera, ma se invece il collo
SIlOarca e il naso va verso l'alto, vuoI dire che i vostri muscoli posteriori sono un po' contratti e per compensare l'allungamento della schiena si accorciano nel collo. Se questo accade
non permettetelo e cercate di guardare le ginocchia in modo
che la nuca resti lunga.
Continuate ancora un pochino, soHermandovi soprattutto
s~e sensa,zioni d:insie,me che vi arrivano facendo questo moVImento. E una liberta nuova che vi potete concedere, se lo
volete.
Ora prendete un salsicciotto e appoggiatelo sotto la schiena, dove finiscono le scapole, di traverso rispetto alla colonna.
Dopo qualche momento, che vi serve per adattarvi a questa nuova posizione e a sperimentare l'appoggio, unite i piedi
e le cosce.
Ogni volta che inspirate, stringete con forza una coscia contro l'altra e ogni volta che espirate rilassatele e lasciate che
si ap~ano un pochino. Durante l'espirazione fate anche l'appOggIO.
Continuate: i denti non sono stretti, la bocca aperta, le
braccia sono lungo il corpo.
Non dovete assolutamente respirare ad un ritmo pi veloc~ di quello abituale, anzi, cercate di respirare meno spesso,
allungando il tempo dell'espirazione.
Ora fermatevi e togliete il salsicciotto. Ascoltatevi bene.
La sensazione di larghezza e di libert cosi particolare che
pu sembrarvi sconvolgente all'inizio, ma vi ci abiturerete presto e non sarete pi disposti a sacrificarla.

5) Siete a terra o seduti con le gambe flesse, la nuca lunga.


Prendete con una mano i muscoli del collo e massaggiateli,
cercando di scollarli, come fareste prendendo un gatto per il
coppino. Tutta la mano fa il movimento, non solo le dita.
Continuando a massaggiare, muovete la testa facendo dei
piccoli cenni affermati,,:i. L'important: in q~esto moyimento
insistere e soffermarsI nel momento 10 CUI portate il mento
verso il. collo e non quando lo sollevate dal collo.
Poi provate a fare anche dei piccoli cenni di diniego, sempre trattenendo saldamente la nuca con la mano. Sono entrambi dei piccoli movimenti da compiere senza troppa enfasi. Togliete la mano. Fermatevi, la bocca aperta, e ascoltate.
Protendete le labbra in avanti. Le labbra si allungano, come per schioccare un sonoro bacio a qualcuno che lontano
da voi. Il mento invece non proteso. Distinguete bene le
labbra dahnento.
Insistete in questo movimento. Contribuisce a distendere
la nuca e la mascella.
Ora tirate fuori la lingua e dirigetela in avanti, verso il naso. Guardatela. Rimettetela dentro. Tiratela fuori di nuovo
allungandola bene. Fatelo parecchie volte. Ora fermatevi, fate delle smorfie con tutto il viso, cercando di muovere tutto, .
anche le orecchie. Stiratevi, sbadigliate.

109
108

Capitolo VII

Incontri

Esperienze con le persone


VINCENZO
Vincenzo mi viene inviato da una mezierista che cura i suoi
genitori. un bel r~gazzo di 25 anni, che da poco uscito dalla
-.., tossicodipendenza. E sieropositivo. Ha l'aria un po' imbambolata e assente. Lo sguardo lontano. Non fa parola del suo passato
di tossicodipendente n con me in privato, n con i suoi compagni di gruppo. Frequenta le nostre sedute settimanali CO!! puntualit, cercando un sollievo per il suo mal di schiena. E per
molto chiuso e restio a parlare anche della pi piccola sensazione, rifugge da qualsiasi approccio o conversazione, non sorride
mai. Sembra terrorizzato dalla possibilit di sentire qualche cosa
nel suo corpo.
Dopo qualche mese di lavoro, c' la pausa dell'estate. Vincenzo si ripresenta al rientro dalle vacanze dicendo che vuole continuare a lavorare con me, ma individualmente. Sembra cambiato, pi vivace, il suo sguardo sembra essere pi vivo. Nel gruppo, dice, nt)11 ha voglia di raccontare i fatti suoi. Accetto di fare
delle sedute individuali e rispetto il suo bisogno di non avere contatti con gli altri. La sua paura di dover rispondere a domande
e di tradire la condizione di diverso anche una maniera di
potersi rifare un'identit. Un po' alla volta Vincenzo si apre, trova
il coraggio di lasciarsi andare.
\.

113

~~ra~te u~a seduta .in cui le sensazioni corporee si erano fatte plU VIve, pIange ~ mI racconta, assieme alla sensazione di paura che ha provato, il suo segreto (la passata tossico dipende nz~). ~oco per volta riesce a percepire senza censurarle, le sensaZIOru del suo corpo e sembra rifiorire. Ogni volta che ritorna da
me per fare delle sedute sembra un'altra persona.
O.ra lavo!a, fa il .res~auratore, ha una fidanzata. La paura di
sent1r~ ~gru tanto rlafflora, ma viene anche subito sdrammatizzata. E .m gra~o di vivere pi intensamente e responsabilmente
la sua VIta. Puo affro.ntare il p,eric?lo di sentirsi, senza troppa
pau:a, s.enza dover rIcorrere ne all anestetico-droga, n alla diSatt1va~IOne della sua sensibilit. Grazie poi alle cure di Mercedes Salimei, da m~ consigliategli per la sieropositivit, recupera
l~
forze e sembra rInascere. Forse non nemmeno pi sieroposiUvo.

ENZO B.
Di Enzo B. ho gi parlato nel secondo capitolo, .maj ~vendolo
con~sciuto meglio, sono ~nvogliata a racconta~e del ~uol'progres
si. E tornato per parteCIpare ad un altro mIO semmarlo:
Dopo un anno di antiginnastica (che pratica da solo) .dIce che
il suo torace ha decisamente cambiato forma. La tensIOne che

aveva tra le scapole si sciolta, lasciandogli

assume~e un~

posi-

zione pi aperta delle spalle e del petto, con delle eVIdenti !Ipercussioni nei suoi rapporti con gli altri. Sente che, avendo liberato questa tensione gli permesso di respirare megli? ed ha molta
pi forza . Corre senza pi irrigidirsi ed ha,una reSIstenza molto
.
maggiore di quella che aveva a vent' anni.
Non pi disposto a ~acrificare q,:e~t,a nuova sClOlt:zza nemmeno stando seduto a dIsegnare, attIvlta che credeva Importante fino a poco tempo fa. Si accorto infatti che diseg?av~ solo
per poter dire di esse:e un illustrato~e ~ che la cosa pero e~afon
te di tensione. Ora SI sente ben defInIto facendo ,solo ~ maestro di nuoto. Naturalmente un maestro di nuoto molto partico'~ lare perch, come ho gi detto, fa prima eseguire ,ai suoi ~~evi
i preliminari di antiginnastica all' ascit~o. Sarei curiosa ~I rlvederlo dopo un anno dal nostro ultimo mcontro. Ho capIto che
perfettamente in grado di autoguarirsi. Gli servo, e ne sono
ben contenta, per fare il punto della situazione.

114
115

ALBERTA

un medico anestesista. Tende con humour a parlare di s


peggiorandosi. Mi sembra esilarante quando, raccontandomi perch vuole fare antiginnastica, mi dice: sono asimmetrica, ho una
spalla pi bassa, la sinistra. La causa stata un lungo fidanza-o
mento. Era un ragazzo molto pi alto di me, cosi quando camminavamo lui mi cingeva le spalle, stando sempre alla mia sinistra. lo ero dunque costretta a tenere bassa la mia spalla sinistra
sotto il suo braccio. La spalla destra oltre a stare pi in alto doveva portare il peso della mia borsa a tracolla. Ecco perch cosi
contratta. Rido, ma vedo che lei mi guarda stupita. Crede davvero che questa sia stata la causa della sua deformazione. Le spiego
che tutti noi tendiamo a proteggere le nostre tensioni, perci assumiamo le posizioni pi comode, quelle in cui possa essere
mantenuto lo status quo, lo stato di squilibrio posturale che coincide anche con la nostra maniera di difenderci da situazioni scomode o dolorose.
Dunque la sua asimmetria pre-esisteva al fidanzamento e semmai il fidanzamento servito a mascherarla e a fornirle un alibi
per lasciarla immutata. Vedo che Alberta mi guarda esterrefatta
e non accetta quello che le dico. Lei scientifica, ha bisogno
di prove tangibili. Le dico che lavorando insieme queste prove
le trover, ma lei imperterrita prosegue nel suo ragionamento dIcendomi che anche le sue anche sono asimmetriche a causa del
suo studiare sempre per dieci anni seduta sul tallone destro, con
la gamba ripiegata in sotto. Le dico che anche questo non casuale: avr avuto un buon motivo per stare seduta cosi, sar stata una posizione comoda proprio a causa della disparit tra le sue
anche. Mettendo il piede come supporto sotto quella pi bassa
si sar sentita pi equilibrata.
'
In effetti molto spesso si confondono le cause con gli effetti.
Si ritiene che un certo sport o un certo lavoro possano deformare la nostra struttura, ma la deformazione spesso preesiste e siamo noi che inconsciamente cerdamo il mestiere o l'attivit che
ci diano 1'alibi per mantenerla. il caso, per esempio, del tennis
che, si dice, sviluppa solo la parte destra, dando contratture mu116

-~

scolari alla spalla. Spesso per' le sp~ll~ sono gi. i~ parten.za diverse e viene scelto il tennis, o qualsIaSI altra atuylt che .SI svolge asimmetricamente, proprio per mantene.rle tali. Inf~ttl vero
che una persona asimmetrica peggiora se gIoca a tenms, ma una
persona equilibrata resta tale.
. ..
.
Cos1 per la maggior parte delle profes~lO~l: il mesUere che
facciamo, quando non ne siamo ~on~apevo~, vlen~ scelto per. tenere nascoste le nostre imperfezloru. Scegliamo dI fare lo p.sleologo perch, inconsc~a!llente, ~ensiamodi poter ri~olvere 1 nostri conflitti psicologICI. Se temIamo molto ~a mal~ttIa e la morte
scegliamo la professione di medico che credIamo Cl possa proteggere, possa esorcizzare e ~on~ro~are la paura. Se l~sclamo che ,:engano a coscienza le mOtIVaZI~m pro!onde che c~ fanno sceglIere
una professione questo non Cl portera, co~e tantI t~~ono, ~ cambiare lavoro, ma semmai a svolgerlo meglIo. InfatUI energ~a che
investiamo per tenere nascosti i motivi della ~:elta ~<?no. dI nuovo disponibili e utilizzabili per lav.o~a~e con pIU ~quili~m? e sen;
za doverci irrigidire. Nessuna attlvlta o profeSSIone : d~ per ~e
causa di tensione: siamo sempre noi che la strumentalizzIamo m
tal senso.
.
al
Claudia, una massaggiatrice, ~i lame.nta ?c:lla ~ua ~ensl~ne .
collo e alle braccia. Questa tenSIone, dIce, e mevltabIle, vlsto.il
lavoro che fa. Ma quante altre massaggiatrici svol~ono tranquillamente il loro lavoro senza irrigidire que~te p~rtI del c?rpo, o
semmai, accusando fastidi completamente di~ersI? Pr~babilme~te
se Claudia concedesse a se stessa il suo deSIderIO dI mate~mt,
di occuparsi del corpo di un neonato, non avrebbe ~celto dI far~
massaggi alle persone e, soprattutto, potr~bbe ~ontmuare a farh
senza problemi di contratture. Il corpo mfattl" c?me ho. detto
parlando della teoria di Thorward Dethlefsen, e mconSClO allo
stato tangibile. Tutto quello che la nostra mente non vuolc:,o n?n
pu accogliei diventa visibile nel corpo, il qual.e esse~d~ plU Slll:
cero, accetta le nostre zone d'ombra, i nost:l conflItti I~c.on~cl
e li riporta alla luce, per il nostr<? benes~er,e e il nostr~ eq~~bno.
T ornando ad Alberta, che pOI parteCIpo ad uno ~el ffilel gr~p:
pi per due anni, la diffi~olt era. sempre qu.ella dI parlare. dI se
in prima persona. Non diceva mal per esempIo: lo ho sentito ...

117

ma L'esercizio mi piaciuto. Oppure La palla mi faceva male e non Provavo dolore mentre la palla era sotto di me. Era
come se tutto fosse sempre determinato dall' esterno. Cosl quando veniva da me c'erano momenti in cui tutto andava bene perth le facevo fare delle cose per lei piacevoli, ed altre in cui andava male perch le cose non le piacevano.
Quando le proponevo di mettersi al centro del discorso, di parlare in prima persona e di pensare che era lei che veniva a fare
delle cose da me, si arrabbiava e tentava di riportare tutto su
un piano scientifico, razionale, di causa-effetto. Come se i preliminari di antiginnastica avessero in s dei poteri che invece nori
hanno: essi sono solo un mezzo per arrivare alla presa di coscienza e al cambiamento.
Una delle tante volte in cui gliel'ho fatto notare, le ho detto
di usare la prima persona singolare nel descrivere le sue sensazioni; ho anche aggiunto che questa anche la maniera di prendersi la responsabilit di quello che sente, e quindi di se stessa.
Mi ha risposto, seccata, che lei gi si prende abbastanza responsabilit nel lavoro, quindi anche se non se le .prendeva in questo
campo era meglio. Da questo momento Alberta ha cominciato
a diradare le sedute, dicendo che doveva utillzzllre questo tempo per studiare' in vista di un concorso.
"
Un giorno tornata e mi ha parlato a lungo del suo lavoro,
dell'angoscia che provava ogni volta che anestetizzava una persona. Mi ha raccontato che nel suo lavoro il rischio di mortalit
altissimo, imprevedibile e spesso non proporzionale all'importanza dell'intervento.
.
Le ho detto che la capivo bene, perch mi capitato di parlare
con altri anestesisti che dicevano di essere traumatizzati per lo
stesso motivo: a volte per un intervento banalissimo, magari di
chirurgia estetica, il paziente aveva rischiato ,.di morire.
Le ho consigliato di provare ad occuparsi di agopuntura, poteva essere una buona cosa. Conosco un'anestesista che lavora in
una struttura pubblica ma usa con successo knch l'agopuntura,
quando l'intervento chirurgico e il paziente glielo consentono.
Alberta mi ha invece guardata con sfiducia,dicendo che no,
lei alla sua et (40 anni!) nori se la sarebbe mai sentita. Da quel
118

momento non l'ho pi vista n sentita.


al
A distanza di tempo penso che per lei fo~se di fondament b ~
im ortanza essere scontenta. li suo lavoro dl gr~~de r7sponsa llit~ le d l'alibi per non prendersi la responsabilit dl se stessa.
Coslla soluzione che le avevo prospett~to era troppo av;ventata , avrebbe costituito per lei una forzatura.
.

.j.
I

r
i

119

BIANCA

esattamente io la destinataria di tutta qu~ll' agmen t.e .,


non Neron mi interessava sapere ch'1 al trl. fosseo Sar stata
.
gresslvlta. o
. ..
h enlS
forse la madre, psicologa, che tanto aveva mSIstlto perc e v
I

la madre, psicologa, che mi subissa di telefonate dicendomi


che sua figlia ha molto bisogno di venire da me ma non ha tempo di telefonarmi.
Quando finalmente Bianca arriva, vedo una ragazza dall'aria
un po' arcigna e superba che mi dice di essere un'aspirante attrice, in quanto ha fatto la scuola del Piccolo Teatro.
Le chiedo come sia arrivata da me: mi risponde che stata
la madre a consigliarglielo. Le chiedo di che cosa abbia bisogno.
Mi dice che vuole fare lo stesso tipo di ginnastica, lo stretching,
che faceva alla scuola del Piccolo Teatro.
Le spiego che il lavoro che faccio non esattamente quello che
forse intende lei. Mi dice che comunque ha sentito parlare di antiginnastica e che pu andare bene lo stesso.
Le chiedo allora di parlarmi un po' di quello che cerca per s
stessa venendo a fare questo lavoro. Mi guarda incredula e gira
la testa da un'altra parte: Beh, questa poi! Non credevo che per
iscriversi ad un corso di ginnastica bisognasse subire degli interrogatori.
Il mio non un interrogatorio, ma una maniera di vedere se
possibile lavorare insieme. Ribatte con tono seccato: Voglio
semplicemente un po' di stretching. Non penso di dover parlare
dei fatti miei. Quando le ripeto che io non faccio stretching, ma
antiginnastica e che se vuole lavorare con me ho bisogno di parlare con lei, per cominciare a conoscerla e per verificare se i nostri obiettivi coincidono, si scatena la tempesta. Mi annuncia che
lei vuole solp fare ginnastica e che io invece la costringo a fare
la psicanalisi, Cose da pazzi!.
Ecco, se lo scopo del colloquio era verificare la possibilit di
lavorare insieme, questa possibilit sta sfumando perch non ci
intendiamo assolutamente l'una con l'altra.
<<Allora, mi dica che lei non vuole lavorare con me!.
Si, le dico, confesso che 'non ne ho nessuna voglia. Mi aggredisce con un fiume di parole e di improperi che non ricordo
nemmeno pi.
So di aver pensato che mi dovevo difendere perch probabil-

se da me?
d'f'
l .
SoCos1 ho calato una specie di parete l ensiva tra el ~ me.
no rimasta zitta per un po'. L'ho lasciata parlare,. po:, m~nthe
ancora Bianca si sfogava, mi sono a1z~t~ e, sempre m s~enzlO o
aperto la porta del mio studio. Allora SI e alzata d~he IdI e, ?sc~n
do mi ha orto una mano che io non ho stretto, . Icen om!: cco: credo ~he adesso lei si senta una grande pSicologa, vero?.

121
120

BARBARA

una carissima amica, compagna,di universit. da sempre,


da 'quando la conosco, molto rigida. E molto impegnata in politica' nell' area della sinistra. Ha sempre rifiutato i coinvolgimenti
emotivi e sentimentali.
Pur facendo la psicologa non ha mai voluto intraprendere alcun tipo di terapia personale.
Ha sempre lasciato, o si fatta lasciare dai suoi numerosissimi
fidanzati, quando la relazione diventava compromettente.
Dopo qualche anno di fidanzamento, ha lasciato anche l'ultimo fidanzato, senza provare apparentemente nessun dolore.
. Dopo qualche tempo mi chiede consiglio su che cosa fare per
la sua schiena. Praticando l'alpinismo, infatti, ha fatto una brutta caduta che le ha lasciato una forte lombalgia. Questo dolore
persiste ormai da qualche mese. La indirizzo quindi da una fisioterapista, che le pratica con buoni risultati delle sedute di metod Mziies. .
La vicenda non mi aveva particolarmente colpita finch, dopo
qualche mese, sentendo Barbara al telefono, apprendo che sta
attraversand una grossa crisi depressiva.
Mi stupisco, perch in tanti anni, non l'ho mai sentita nemmeno parlare di cose cos1 intime e coinvolge~ti. Mi dice infatti,
che si .innamorata di nuovo del suo fidanzato, il quale nel fratt~mpo si,stava sposando con un'altra. Da qui sorta la depresSlOne. ,
. Quando la rivedo Barbara in effetti molto cambiata. come se tutto il fiume dei suoi sentimenti, per anni rimasto prigionie,ro, si fosse liberato impetuosamente.
E profondamente depressa e sofferente e sarebbe disposta a
fare di tutto per ristabilire il rapporto con il suo fidanzato.
Pur pagandone pericolosamente il prezzo, disposta per la prima volta ad amare e a dire eli amare.
Ha completamento invertito la rotta della sua vita: non pi
cosi rigida nel corpo, nei sentimenti, nelle convinzioni politiche
e nel lavoro.
Ricupera persino dei buoni rapporti con la sua famiglia.

Capisco ora che la sua rovinosa caduta in montagna stata in


realt un tentativo inconscio di rompere la sua spessa. cor.azza.
stata la scusa per potersi occupare di s, per mettere In dlSCUS. sione la sua struttura rigida.
.
.
Le sedute Mzires, facendo sl che Barbara cambIa~sc: ~t~ut
tura le hanno brutalmente rivelato l'abisso della sua ngldlta e,
allo 'stesso tempo, la possibilit di camb!are.
.
La conseguente pur pericolosa depresslOne, le ha perme~so d~.
proseguire nel cambiamento t.anto ch~ ora Barbara ha deCISO dI
affrontare finalmente una pSIcoterapIa.

123
122

MARIA

Conclu'sioni

Quando arriv da me era una graziosissima venticinquenne,


madre di una bimba di due anni. Aveva un'importante scoliosi
che per anni i medici hanno cercato di curare con busti, corsetti e ginnastiche correttive. Poi; ad un certo momento, ha voluto smettere di curarsi ed ha fatto tutto quello di cui aveva
voglia. Sport,danza, stravizi, senza che la scoliosi per questopeggiorasse ri migliorasse.
Qualche tempo dopo il suo arrivo in un gruppo di antiginnastica, la invio anche da un meziersta, pensando che sia molto
indicato nel suo caso fare questo tipo di sedute. Ma lei non le
sopporta. Perch dice quando esco di n mi sento diritta, ed
orribile. Mi stupisco, ma mi dichiaro d'accordo con lei. In effetti a volte, penso, io sono vittima della mia fretta e del pensare
che in un caso cos1 grave il mio lavoro non possa essere sufficiente.
Maria frequenta da anni i miei gruppi, con passione, entusiasmo e grande responsabilit verso se stessa. Si accorta che pu
cambiare, partendo dall'interno, per sua scelta, e che la sua schiena
lentamente si raddrizza. Si accorta che c' una grande differenza tra quello che lei e ci che invece ha voluto apparire conformandosi quello che gli altri volevano che lei fosse. In questi
anni ha acquisito una profonda coscienza di s, una sensibilit
particolarissima per il suo corpo. sempre presente a se stessa
in ogrii momento della giornata e questo le consente di perfezionare sempre pi la sua pastura.
Questo potere che ha scoperto in se stessa la rende pi forte
e sicura di s, tanto che si sta scoprendo e accettando, senza paura,
diversa da quello che ha sempre pensato e pensato di dover essere.

124

In questo ultimo capitolo ho 'present~to. UI~a pi~c~la gall~ria


di personaggi che ho incontrato m questi dIecI anru dI ~spenen
za professionale. Li ho scelti tra i tanti, senza pe~sarcl troppo.
Sono persone alla cui crescita ho potuto a volte a~slster~ e partecipare. A volte, come avete potuto constatare VOI stessI, non ho
avuto questa possibilit. Una cosa per certa: io sono ~empre
cresciuta un po' con loro, anche con coloro che ho conslderat~
dei casi falliti. Essi sono stati, comunque, inconsapevolmente del
maestri di vita, e di questo li ringrazio.
Mi piacerebbe allora poter parlare e ringraziare, .visto che questo
anche l'ultimo capitolo, anche le persone che mI sono stat~ consapevolmente maestre di vit.a e d~ profess~one: ~arto ~a mIa ~a
dre che mi ha prestato il pnmo libro sull antlg~n~ast1~~. ArrIvo
poi a ThrseBerther~t, che ~on la sua g~neroslta nelllnse~na~
mi il suo metodo preZIOSO, mI ha consentlto, partendo ~all antlginnastica, ih primo luogo di intrapr~ndere una'p~ofe~slone e. secondariamente di avvicinarmi alla mIa scelta orlgmana, la pSICO"-: terapia, in una maniera part~co~ar.e che mi cor~isponde in pien~.
Threse una donna cunOSlSSlma e recettlva, che ama reVIsionare continuamente le sue acquisizioni. Ha avuto una vicenda personale molto drammatica, in cui si accorta brutal~e?te
del vuoto e dell' assurdo di cui il sistema sanitario costltUltO.
Credo che questo abbia fortemente connotat? le ~ue scelte. successive. Infatti puravendo avuto, per necessIt dI sopraVVIvenza una formazione di fisioterapia classica, ha poi frequentato la
sc~ola di Franoise Mzires, dove tutte le conoscenze apprese
sono state, come abbiamo visto, capovolte. E ancor~, se per certi versi il suo metodo si pu considerare un'emanazlOne del ~e
todo Mzires, per altri versi ne il contra.rio. In~atti, vede:e
il legame tra;)' organizzazione .m~scol~~e, gh orga.n~, la. materl.a
corporea e l'organizzazione pSlchlca, l mtellettualita, ~h affettI,
significa che non ha pi senso svo~gere u~ lavor.o come il.m<;todo
Mzires che si ostina a prendere m consIderaZIone solo il livello
muscolare mantenendo il rapporto con il paziente su un piano
strettame~te e classicamente medicale. Riporto, a questo propo-

125

sito, un frammento di un'intervista che le feci anni fa, per una


rivista italiana: Mi sembra impossibile non sviluppare il lavoro
in profondit, perch, anche quando si vuole restare tranquillamente nell'organizzazione muscolare, ci si accorge che le emozioni arrivano, che il comportamento cambia, che le persone incominciano a pensare diversamente e poi a pensare al rapporto
con gli altri, diversamente. E se in quel momento siamo capaci
di vedere il cambiamento e di aiutarli a prendere coscienza della
differenza, della loro differenza di comportamento, contemporaneamente alle emozioni sollevate, il lavoro va"dieci volte pi
veloce, decuplicato, possiamo andare ancora pi in profondit
e arrivare a dei risultati molto pi duraturi. Credo che restare
unicamente nei muscoli, come fanno in genere i fisioterapisti, sia
molto pi comodo - in fondo un comfort capisci? - ma non
si pu restare n per essere onesti. Si tratta di capire quello che
succede, invece, di pensare che le persone, quando si mettono
a piangere, hanno delle idee bizzarre che passano per la testa,
o, quando si mettono a tremare, sudare, che sono delle reazioni
neurovegetat~ve ... e poi sedersi e aspettare che passino, rimanendo
costernati in fondo. Un mestiere come pu essere quello di un
orologiaio, non comporta il mettersi in discussione ... mentre noi
s1. un peccato non farlo perch penso ci sia tutta una dimensione della persona che si ha davanti, che altrimenti sfugge. Insisto che non lo facciamo apposta di andare a cercare negli affetti,
nell~organizzazione psichica della gente, ma ci si impone, se si
abbastanza onesti non si pu scappare.
Thrse una donna minuta, bionda, raffinata, elegantissima nel portamento, ha uno sguardo intenso e penetrante. Illuogo dove svolge la sua professione a Parigi, dove l'ho conosciuta,
spazioso, pieno di luce e di piante, ha le sembianze e l'accuratezza di una casa, pi che di uno studio professionale. Spesso
alcune caratteristiche di Thrse sono state scambiate per stranezze o per frivolezze dai colleghi, ma sono invece, a mio avviSOl esigenze profonde di armonia. Mi riferisco per esempio al fatto
di aver inserito nella nostra formazione professionale lo studio
dell' astrologia, accanto a quello del metodo Mzires e alla teooria reichiana, piuttosto che alla cura che ha per s stessa, per l'ar-

126

redamento o per 1'alimentazione.


Riparto poi con i ringraziamenti dalla mia analista, Elvira Juliani, che mi "ha aiutata a scegliere di essere pi felice e, passando per la mia insegnante di canto, Floriana Cavalli, che ini ha
trasmesso un po' della sua arte e della sua grande forza d'animo,
arrivo a Mercedes Salimei che, con la sua immensa sapienza mi
ha sempre fornito delle indicazioni benefiche e mi ha aperto le
porte di un mondo che sto incominciando ad esplorare.
Poi, ritornando ai maestri di vita inconsapevoli, voglio citare
i miei figli Leopoldo e Corinna che, nati in casa per mia esigenza, mi hanno consentito di fare - e di continuare a fare, con
la loro nascita e la loro crescita, un'esperienza di vita intensa e
straordinaria. Ringrazio anche Sara Veltro, l'ostetrica che ci ha
assistiti con grande forza, affetto e determinazione. "
Un ringraziamento particolare a mio marito Francesco che con
la sua tenacia ha decisamente contribuito a che questo libro venga pubblicato.

"",

."~-

127

Bibliografia

... .:. . .

Ambrosi, Jean - L'energia dell'umano - Feltrinelli, Milano, 1979


- La gestalt therapie revisitee - Privat, Toulouse, 1984
- L'analyse psyco-energetique - Retz, Paris, 1979
Baudrillard,jean - Lo scambio simbolico e la morte - Feltrinelli,
Milano 1979
- L'America - Feltrinelli, Milano, 1988
Bertherat, Thrse, Bernstein, Carol- Guarire con l'antiginnasti-"
ca - Mondadori, Milano, 1978
- Nuove vie dell'antiginnastica - Mondadori, Milano, 1981
- Les saisons du corps - Albin Michel,Paris 1985
- La tigre in corpo - Mondadori, Milano 1990
Braibanti, Lorenzo, Braibanti, Paride - Nascere meglio - Editori
riuniti, Roma, 1980
Capra, Fritjof - Il tao della fisica - Adelphi, Milano, 1982
Cataldi, Paolo - La dieta Mayr - Edizioni RED, Como, 1988
Ciccolo, Enza - Acqua d'amore - Edizioni Mediterranee, Roma,
1990
Cott, Alan - Digiuno via di salute - Edizioni RED, Como 1980
Delarue, Fernand - Intossicazione da vaccino - Feltrinelli, Milano, 1979..
Dethlefsen";'Thorward - Malattia e destino - Edizioni Mediterranee, Roma, 1989
Dichwald, Ken - Psicosoma - Astrolabio, Roma, 1978
Dujani, Ruggero - Manuale pratico di omeopatia - Edizioni RED,
Como, 1982

131

Morpurgo, Lisa - Introduzione all'Astrologia - Longanesi, Milano, 1972


- Lezioni di astrologia - Longanesi, Milano, 1983
Norwood, Robin - Donne che amano troppo - Feltrinelli, Milano,
1988
Perls, Frederick - La terapia gestaltica parola per parola - Astrolabio, Roma, 1980
Perls, F., Heferline, R., Goodman, P., - La terapia della Gestalt
- Astrolabio, Roma, 1971
Perls, F. - L'approccio della gestalt - Astrolabio, Roma, 1977
Reich, Wilhelm - La funzione dell'orgasmo - SugarCo, Milano 1973
- La biopatia del cancro - SugarCo, Milano, 1976
Salimei Deotto, Mercedes - Alimentazione, disintossicazione ed altro - Saval, Bologna, 1984
- Terapie naturali per i tumori - Saval, Bologna, 1985
- La decontaminazione radioattiva - Saval, Bologna, 1986
- Cure naturali per la sieropositivit e AIDS - Saval, Bologna,
1989
Scarf, Maggie - La fatica di crescere donna - Longanesi, Milano,
1983
Siegel, Bernard - Amore, medicina, miracoli - Frassinelli, Milano, 1988
Speciani - Di cancro si vive - Edizioni Mediterranee, Roma, 1984
Steiner,.Rudolf - L'azione delle stelle e dei pianeti sulla vita terrestre - Editrice antroposofica, Milano, 1963
- Uomo, sintesi armonica - Editrice Antroposofica, Milano, 1968
- Vita spirituale del presente ed educazione - Editrice antroposofica, Milano 1984
Valnet, Jean - Cura delle malattie con le essenze delle piante - GiuntiMartello, Firenze, 1975
Accademia di Medicina Tradizionale di Pechino - Manuale pratico di agopuntura - La citt del Sole Editrice, Roma, 1978

In

-.

.~4: .'

Indice

Prefazione
Introduzione

"

.-

..,

Capitolo I

pago

7
.'9

L'antiginnastica
Preliminari
Il lavoro di gruppo
Franoise Mzires
Accorciamento posteriore
Antagonismi
Rotazione interna degli arti
La respirazione
La forma determina la funzione
Rilassare la muscolatura posteriore non
significa solo rilassarsi
La portata delle scoperte di Mzires

15
17
21
22
24
28
28
29

29
30

35
36
37
37
38
41
42
43

Capitolo II L'unit psicosomatica


Relazione tra muscoli e comportamento
Il blocco dell'energia
Acquisire consapevolezza
Antiginnastica come preliminare
La resistenza al cambiamento
Il pensiero in azione
Una reazione difensiva esemplare: il freddo
L'utilit della tensione

Capitolo III La riappropriazione della salute nella


sua glohalit
Affinare l'ascolto di s
Assumersi la responsabilit della propria
salute
Malattia e salute
./i"
Paola, un esempio di processo di
risanamento
Salute e assenza di malattia
Intervento a posteriori: l'ernia del disco
Intervento a priori: le vaccinazioni
Delega della salute e perdita dell'autonomia
La perdita del buon senso comune
La perdita della saggezza originaria

pago

47

49
51

52
54
55
56
60
60
61

Capitolo IV Collegamenti
Omeopatia
Shiatsu
Digiuno
Integrazione alimentare e alimentazione
naturale
Tabella dei gruppi alimentari
Malattia e destino

7
I

Capito io V

68
70
74

76

78

83

84
87
89
90

99

Esperienze con le persone


Conclusioni

125

Bibliografia

131

Gravidlll1:za e parto
l'antiginnastica durante la gravidanza
La tendenza a ipermedicalizzare la
gravidanza
Il corpo che cambia
Conclusioni
Cosa fare nella pratica

.,
"

77

Capitolo VI La pratica dell'antiginnastica: i


preliminari

Capitolo VII Incontri


113

i .

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