Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Il massaggio (dal greco massein che significa "impastare", "modellare") è la più antica
forma di terapia fisica, utilizzata nel tempo da differenti civiltà, per alleviare dolori e
decontrarre la muscolatura allontanando la fatica. Oggi trova spazio all'interno della
fisioterapia, della medicina alternativa e nei trattamenti estetici. Ne esistono infatti
diversi tipi, con differenti finalità: distensivi, muscolari, sportivi, antidolore, drenanti,
anticellulite e rilassanti. La pratica ha origine, come storicamente noto, in India, si è poi
successivamente diffusa in Cina paese nel quale è molto praticata e dal quale viene
esportata in tutto il mondo. Fra i vari tipi di massaggio praticate in oriente spiccano il
massaggio cinese tuina, quello giapponese shiatsu, basati entrambi sulla medicina
tradizionale cinese da cui deriva anche l'agopuntura, vi è poi quello tailandese
massaggio thai, e quello indiano ayurvedico. La massoterapia è il massaggio con finalità
terapeutica svolto da un terapista abilitato (di norma fisioterapista, o l'M.C.B. o il
massofisioterapista). Rappresenta il massaggio applicato sul corpo tenendo conto delle
condizioni generali del paziente (sesso, età, soggettività, problema da trattare e capacità
di reazione dell'organismo) e si distingue da quello non terapeutico (benessere o
estetico) per profondità di azione e finalità.
Massaggio Svedese
Il massaggio svedese è un massaggio classico occidentale, in Europa è il massaggio
tradizionale standard, così chiamato soprattutto nei paesi di lingua inglese, lingua
olandese, ed in Ungheria. Altrove (compresa la Svezia) viene solitamente identificato
come massaggio classico. La denominazione di Massaggio Svedese è dovuta al medico e
fisioterapista svedese Pehr Henrik Ling (1776-1839) a cui si attribuisce la prima
sistematizzazione delle tecniche di massaggio all'interno di un metodo, definendo
indicazioni, controindicazioni, nomenclature, manualità e norme deontologiche. Nel
1813 a Stoccolma fondò l'Istituto Ling di Ginnastica Moderna. Partendo dai metodi di
Ling, che vennero diffusi in Europa dai suoi allievi, l'ortopedico tedesco Albert Hoffa ed il
medico olandese Johan Georg Mezger svilupparono le tecniche di massaggio classico e
manipolazione usate ancora oggi. Generalmente viene eseguito su tutto il corpo, ma
avendo manovre abbastanza libere fra loro e sequenze non rigide, può essere eseguito
anche solo su singole parti. È considerato decontratturante, rilassante, tonificante e
drenante. Agisce anche sul circolo emolinfatico ed è utile nella prevenzione di adipe e
cellulite. Si esegue con olio da massaggi e generalmente su lettino.
Massaggio Ayurvedico
Il massaggio ayurvedico è un particolare tipo di massaggio effettuato per favorire e
stimolare il benessere psicofisico dell'individuo. Secondo la filosofia ayurvedica, la
tecnica di manipolazione utilizzata per eseguire il massaggio in questione rappresenta il
mezzo attraverso il quale è possibile raggiungere l'equilibrio e la perfetta armonia fra
corpo e mente. Sempre secondo l'ayurveda, infatti, ogni parte del corpo è influenzata da
tre bioenergie principali, i cosiddetti dosha (chiamati Vata, Pitta e Kapha); uno squilibrio
di queste energie porterebbe alla comparsa di disturbi di diverso tipo, variabili in
funzione del dosha interessato e della parte del corpo da esso influenzata.Si tratta di un
massaggio con radici affondate in un lontano passato, nato in India ben 5000 anni fa allo
scopo di ristabilire l'equilibrio fra il corpo e la mente. Tale scopo viene raggiunto
soprattutto attraverso la stimolazione dei centri energetici di cui, secondo la filosofia
ayurvedica, il nostro organismo è dotato: i cosiddetti chakra.Come già accennato, lo
scopo del massaggio ayurvedico è quello di ripristinare l'equilibrio fra mente e corpo in
modo tale da poter conferire all'individuo un benessere psicofisico. ll massaggio
ayurvedico prevede l'esecuzione di manipolazioni in diverse aree del corpo che oltre a
favorire la circolazione sanguigna - dovrebbero favorire la circolazione dei fluidi vitali con
conseguente raggiungimento di una ritrovata armonia fra corpo e mente. Tuttavia,
secondo l'ayurveda, l'esecuzione del massaggio in questione - oltre a riequilibrare mente
e corpo - può essere utile anche per contrastare diversi tipi di disturbi, fra cui
ricordiamo:
Tensioni muscolari;
Insonnia;
Dolori articolari;
Dolori cervicali;
Mal di testa;
Gonfiore delle gambe e dei piedi;
Esistono diversi tipi di massaggio ayurvedico che si distinguono in base alle tecniche di
manipolazione, all'area di corpo coinvolta e all'utilizzo di erbe od oli. Difatti, un
massaggio ayurvedico può essere completo, quindi può interessare tutto il corpo,
oppure può essere localizzato in specifiche zone. Ancora, il massaggio ayurvedico può
essere effettuato con l'ausilio di oli vegetali (generalmente, olio di sesamo, di mais o di
girasole) oppure utilizzando oli essenziali, o ancora utilizzando erbe medicinali. Di
seguito verranno brevemente elencate alcune delle diverse tipologie di massaggio
ayurvedico, specificandone le caratteristiche principali e i disturbi che, secondo la
medicina ayurvedica, essi sono in grado di contrastare o comunque di alleviare.
Massaggio Abhyanga: massaggio praticato sulla testa e sulla nuca servendosi dell'aiuto di
oli alle erbe.
Massaggio ayurvedico del dosha Kapha: massaggio drenante effettuato per stimolare la
circolazione e il metabolismo energetico. Ritenuto utile anche in presenza di cellulite.
Con i piedi (si tratta di un massaggio praticato perlopiù su persone corpulente o su atleti
e prende il nome di Midhiabhyangam). Nonostante si tratti di un approccio naturale, il
massaggio ayurvedico presenta alcune importanti controindicazioni. Nel dettaglio, il
massaggio ayurvedico NON deve essere praticato:
In presenza di ferite;
In presenza di infiammazioni;
Se l'individuo ha la febbre;
Inoltre, il massaggio ayurvedico effettuato mediante l'uso di oli vegetali, oli essenziali o
erbe medicinali non deve essere praticato negli individui con allergia nota a uno o più di
questi prodotti.
Massaggio Thai
Il massaggio tradizionale thailandese viene denominato “nuad phaen borarn” (นวดแผน
โบราณ) in lingua thai e significa letteralmente toccare per guarire (nuad) e antico/degno
di riverenza (borarn). È normalmente eseguito a terra, dove colui che lo riceve e colui
che lo dà indossano abiti confortevoli; ha una durata media di 2 ore e mezza e non è
consentito l'uso di oli. Il massaggio thai è frutto di una lunga storia che sconfina nella
leggenda. Fu codificato nel V secolo a.C. dal medico indiano Shivago Kumar Baj,
considerato ancora oggi in Thailandia “Padre della medicina”. Come attesta il Canone
pāli, scritture della tradizione buddhista Theravada, fu contemporaneo, amico e seguace
del Buddha, esercitò l'arte medica alla corte del re indiano di Maghada Bimbisara e fu il
medico della comunità buddhista (Sangha). Quando i monaci buddhisti e i discepoli del
medico arrivarono nella zona dove si trova ora la Thailandia, nel III o nel II secolo a.C.,
diffusero questo tipo di massaggio come pratica del mettā, "gentilezza amorevole". Non
si hanno documenti che attestino pratiche di massaggio in quella stessa zona anteriori a
questo periodo. Le origini del massaggio thai sono oscure e poco documentate ed è
lecito supporre che Shivago Kumar Baj abbia utilizzato nella sua codifica tradizioni
mediche provenienti soprattutto dall'India (Ayurveda e Yoga) e anche dalla Cina, dal Sud-
est asiatico, dalla medicina popolare e dalle pratiche sciamaniche. L'influenza della
medicina indiana si evince, oltre che dalla provenienza di Shivago Kumar Baj, anche
dall'etimologia di molti termini: Sen Sumana (thai - เสน ส สส มนา)- Sushumna nadi
(sanscrito), Sen Ittha (thai - เสน
ส ออทา) - Ida nadi (sanscrito), Sen Pingkhla (thai - เสน
ส ปอ งคลา)
- Pingala nadi (sanscrito). Anche molte posizioni del massaggio thai riflettono posture
dello Yoga. Il concetto dei canali energetici che solcano il corpo è comune a diverse
culture asiatiche (thai เสน
ส – sen, sanscrito-nadi, cinese 經絡-jīngluò, giapponese-tsobus);
così come il concetto dell'energia vitale prana è comune sia a culture asiatiche sia a
culture europee (sanscrito पप्राण-prana, cinese qi, coreano gi, giapponese ki, greco πνεῦμα,
latino spiritus, ebraico ruach); da questi dati, è impossibile tracciare un rapporto di
derivazione storica tra una cultura e l'altra. Non si sa, in mancanza di documenti, quale
sia stata l'influenza dell'agopuntura e della digitopressione cinese sul massaggio thai per
due motivi:
2. i pochi testi di medicina, anteriori al XVII secolo, redatti in lingua pali e caratteri khmer,
scritti su foglie di palma furono quasi tutti distrutti nel 1767 dall'invasione birmana che
segnò la fine del Regno di Ayutthaya.
Alcuni frammenti furono salvati e nel 1832 consentirono al re Rama III di incidere sui
muri del tempio Phra Chetupon, l'odierno Wat Pho, 60 figure del corpo, 30 anteriori e 30
posteriori, che rappresentano posizioni e linee energetiche. Nel XIX secolo il Siam entra
in contatto con la medicina allopatica portata dai missionari occidentali; nel 1888 viene
fondato a Bangkok il Siriraj Hospital, che utilizzava sia la medicina allopatica che quella
tradizionale; nel 1913 fu separata la medicina tradizionale da quella allopatica; nel 1929
una legge classificava i professionisti e gli operatori, incrementando il solco fra le due
medicine; il 24 marzo 1993 venne fondato il National Institute of Thai Traditional
Medicine con l'obiettivo di facilitare l'integrazione della medicina tradizionale nel
servizio di salute pubblica; nel 1997 fu varato l'ottavo “Piano di Sviluppo per la Salute
Pubblica” che prevedeva l'incremento della medicina tradizionale, dell'erboristeria e del
massaggio thai; il 19 novembre 1999 il re Bhumibol Adulyadej (Rama IX) emanò la legge
per la saggezza della medicina, per la protezione e la promozione del massaggio thai
tradizionale; nel 2000 la medicina tradizionale fu integrata nelle strutture di 1.120 centri
sanitari. Il massaggio thai si fonda sul concetto che il corpo è solcato da canali, la
medicina indiana ritiene che ce ne siano oltre 70.000, denominati sen (nadi in sanscrito),
attraversati dall'energia vitale prana; dieci sen sono di primaria importanza; 1) Sumana,
2) Ittha, 3) Pingkala, 4) Kalathari, 5) Sahatsarangsi, 6) Thawari, 7) Lawasang, 8) Ulangka,
9) Nanthakrawat, 10) Khitchanna. Invisibili e non verificabili dagli strumenti scientifici
attuali, i sen costituiscono un secondo corpo, Prana-maya Kosha in sanscrito, ovvero
corpo energetico, strettamente intrecciato con il corpo fisico, Anna-maya Kosha, il solo
corpo di cui si abbia esperienza sensoriale. La medicina indiana, da cui il massaggio thai
deriva, classifica cinque corpi; oltre ai succitati, il Mana-maya Kosha, corpo mentale, il
Vijnana-maya Kosha, corpo emozionale e l'Ananda-maya Kosha, corpo della coscienza
cosmica; il massaggio thai lavora sul secondo corpo ed ha benefici effetti anche sugli
altri. Quando il prana non circola adeguatamente nei sen si va incontro a disagi che
possono degenerare in stati patologici. Scopo del massaggio thai è ripristinare la corretta
circolazione dell'energia. Colui che riceve il massaggio thai giace su un materassino non
troppo soffice sul pavimento; indossa abiti comodi che consentono ampi movimenti;
può essere da solo oppure con altri pazienti in un'ampia stanza (come accade
usualmente negli ospedali). Prima di iniziare, il massaggiatore recita a mani giunte la
seguente preghiera (Wai Khru พอธธไหวค ส รร ): “Om Namo Shivago Kumar Baj Puchaya”, cioè
“Rispetto il compassionevole Shivago Kumar Baj con una buona condotta”.
2. lo stile popolare (Chaleeysak), la forma che viene messa in pratica e si può imparare a
Chiang Mai e in generale nel nord della Thailandia.
Massaggio Tuina
Il tuina (in cinese 推拿 S, tūináP, da 推 tūi, premere e 拿 ná, afferrare) è una terapia
tradizionale cinese, che si compone di diverse tecniche manuali e tecniche
complementari quali: coppettazione, guasha, moxa, martelletto di gomma, martelletto
ad aghi. Nella disciplina la caratteristica più importante è la visione del paziente nella sua
individualità, si inquadra l'aspetto del sistema energetico della persona, valutandolo
secondo i "modelli" di ragionamento propri della medicina tradizionale cinese (MTC). La
malattia è vista come: la migliore risposta che l'organismo può dare in un dato
momento. L'individuo è responsabile della propria salute in prima persona, per guarire
quindi deve operare dei cambiamenti. Il Tuina può essere un aiuto, per sanare gli
squilibri del sistema energetico. La causa di questi squilibri è varia, tradizionalmente
sono indicate cause "esterne" (fattori climatici), "interne" (stati psico emotivi) e "né
interne, né esterne" (stile di vita, alimentazione). Il Qi, (soffio vitale), scorre nei canali
energetici, o Meridiani. Sono descritti diversi tipi di meridiani e ognuno di essi veicola,
secondo la tradizione, uno o più tipi di energia, (anche se questo è anche esso un
modello di ragionamento poiché l'energia é una, con diverse "raffinazioni”), i più noti ed
utilizzati sono i 12 “Canali Principali. Ogni canale unisce diversi punti, gli stessi punti che
vengono utilizzati in agopuntura. Il TUINA è stato riconosciuto dall'OMS nel 1998 ed è
anche un vero proprio massaggio curativo per cervicalgie, dorsalgie lombalgie, lombo
sciatalgie, si occupa anche degli arti superiori come ad esempio tratta le lesioni dei
tessuti molli della spalla, epicondilite, tunnel carpale, arti inferiori e altro.Nella zona
dell'estremo oriente le documentazioni sui massaggi iniziano nel 2600 a.C., secolo della
vita di alcuni degli esperti nel campo più storici, tra i quali Qi Bo, Dai Ji e Yu Fu sono i più
importanti della storia del massaggio in Cina. Tra i grandi medici che utilizzarono il
massaggio forse il più importante è Bian Que, ovvero l'inventore del metodo diagnostico
clinico, che fece uso del massaggio per lo scopo di curare delle malattie. In teoria la più
antica opera sulla massoterapia è "Dieci capitoli sul massaggio di Huangdi e Qibo"
anch'essa ormai irrecuperabile. Durante il regno Sui (581-618) questa terapia entrò tra le
più importanti della Cina, per questo furono commissionate molte opere al riguardo. Tra
queste sono importanti "Eziologia e sintomatologia delle malattie" (610, Chao Yuanfang),
"Mille rimedi preziosi" (Sun Simiao), "Collezione generale dei soccorsi sacri" (1117). Nel
XIV secolo furono fatti istituire sezioni di massaggi tuina nelle cliniche pediatriche.
Tuttavia col tempo la pratica descritta ha perso d'importanza a favore dell'agopuntura e
dello shiatsu, molto più conosciuti e praticati.Nel tui na si fa un uso intenso di tecniche
manipolatorie di massaggio. Questa disciplina, contrariamente allo shiatsu dello stile
namikoshi che punta maggiormente su pressioni statiche, punta su manovre molto più
dinamiche della semplice pressione. Nella pratica del tuina sono state codificate diverse
tecniche base di massaggio.[4]
1. tui Fa: con questa tecnica si usa il palmo, il pugno o il pollice, per "spingere" una zona
cutanea e causare così uno scollamento o un riscaldamento della zona stessa.
2. na Fa: in questo caso si afferra con il pollice e le altre dita la zona da trattare e la si
massaggia. A seconda della superficie della zona si può andare da qualcosa di simile ad
un pizzicotto al classico "massaggio", ad esempio, sulle spalle.
3. An Fa: questa tecnica è molto simile a quella canonizzata nelle pratiche shiatsu stile
namikoshi, ovvero si tratta di applicare una pressione statica in una zona del corpo. A
seconda dell'effetto che si desidera ottenere, tonificante o disperdente, la manipolazione
è lenta e delicata o veloce e decisa. Si utilizza il palmo aperto, il pugno o il pollice.
5. Yi Zhi Chan Fa: si tratta della tecnica An Fa con aggiunta la vibrazione della mano. La
vibrazione stessa, per non stancare eccessivamente chi pratica, dovrebbe partire dalla
spalla e scendere passivamente fino alla mano. Questa tecnica ha un forte potere
disperdente.
6. Mo Fa: con questa tecnica si produce una frizione rotatoria sulla zona da trattare
senza esercitare pressioni particolari. Viene utilizzata generalmente per preparare la
zona da trattare o per rilassarla dopo il trattamento.
8. Nie Fa: analogamente al na Fa, la zona viene afferrata con il pollice e le altre dita, con
la differenza che in questo caso viene effettuata una trazione verso l'esterno,
esattamente come in un pizzicotto. Viene usata per disperdere un pieno.
11. Fen Fa: in questa tecnica si stira un punto della cute tirandolo in direzioni opposte
con i pollici, come per causare una separazione. Anche in questo caso si tratta di una
metodica atta a disperdere.
12. Dou Fa: questa è una tecnica di manipolazione degli arti. Si prende l'estremità del
braccio o della gamba e la si scuote delicatamente, cercando di trasmettere una
vibrazione all'arto stesso. Questa è una tecnica di rilassamento e dispersione, ma viene
anche utilizzata per smuovere situazioni di stasi.
13. Zhen Fa: è praticamente una tecnica tui Fa con aggiunta la vibrazione della Yi Zhi
Chan Fa.
14. Cuo Fa: si pratica effettuando una torsione dell'arto usando i soli palmi della mano,
quasi come nelle tecniche di impastamento.
15. Buo Fa: è un massaggio sui tendini fatto col pollice, trattando il tendine stesso come
fosse una corda di chitarra.
16. Qia Fa: tecnica An Fa praticata con l'unghia, per ottenere pressioni e profondità
maggiori.
17. Pai Fa: con questa tecnica si percuotono le varie zone del corpo col dorso o il palmo
della mano aperta e rilassata, oppure usando la punta delle cinque dita.
18 Pi Fa: anche questa, come la Guen fa, è abbastanza peculiare del tuina. Si tratta anche
in questo caso di una tecnica di percussione, ma si effettua congiungendo le mani e
colpendo la parte da trattare con l'ipotenar ed i mignoli.
19. Kou Fa: tecnica di percussione fatta con il pugno chiuso ma non serrato, come se si
stesse bussando ad una porta. Vengono usate in genere le eminenze tenar e ipotenar e
le seconde falangi delle quattro dita.
20. Chui Fa: tecnica di percussione a pugno chiuso ma non serrato. In questo caso si usa
l'ipotenar.
Massaggio Shiatsu
Lo shiatsu (指圧? da shi = dito e atsu = pressione), diffuso in Giappone sin dal VI secolo,
è una pratica manuale manipolatoria che stimola nel ricevente ("ukè" = colui che riceve
con rispetto) un processo di autoguarigione (il corpo reagisce da solo). Attraverso questo
trattamento manipolatorio durante il quale vengono effettuate pressioni sostenenti,
costanti e perpendicolari sul corpo del ricevente avvalendosi soprattutto dei polpastrelli,
ma anche di gomiti, piedi, ginocchia e palmi delle mani, l'operatore ("torì" = colui che
opera con rispetto) contatta la vitalità ("ki") del ricevente favorendone il suo fluire
naturale. La forza vitale, o "ki", è la capacità che ogni organismo vivente ha di mantenere
un equilibrio e di mantenere stabili le sue funzioni vitali. Questa disciplina affonda le sue
radici nelle forme di manipolazione e massaggio tradizionali cinesi, come lo am-ma, lo
an-fa, il tuina. Gli operatori lo promuovono come un modo per coadiuvare l'efficacia
delle cure farmacologiche, aiutare il rilassamento e l'energizzazione, affrontando la
diminuita capacità auto-immune dell'organismo che fattori come lo stress e la
depressione incrementano.I primi avvenimenti Shiatsu iniziarono con il TEATE, che
tradotto dal giapponese significa letteralmente "mani su" e nel vocabolario di oggigiorno
significa anche "trattamento". Da tempi antichi, gli umani sapevano istintivamente che si
può sopprimere il dolore mettendo una mano sopra l'area interessata. Il dato più antico
sul trattamento di un disturbo tramite il TEATE è di intorno a duecentomila anni nell'era
mitica. Fu anche citato in un antico poema giapponese un incidente in cui
Sukunahikonakami, il padre della medicina giapponese, curava le malattie con le sue
mani nude. Questo tipo di leggende non è limitato al Giappone, ma è stato il risultato
dello sviluppo di terapie manuali in tutto il mondo, come il massaggio in Europa e l'Anma
in Cina (chiamata Tui-na nella Cina contemporanea). Dopo la preistoria, la medicina
Kampo fu importata dalla Cina continentale attraverso la penisola della Corea insieme
alla trasmissione del buddhismo ma specialmente a partire dal VI secolo giunsero e si
stabilirono in Giappone dei monaci buddhisti che favorirono una larga diffusione dei
princìpi della medicina tradizionale cinese e ne costituirono il fondamento teorico.
Yasuyori Tanba scrisse ciò che è il più antico libro medico intitolato "Ishinboh", che si
trova attualmente in Giappone e la medicina Kampo divenne il centro della medicina
giapponese. La posizione della medicina Kampo fu mantenuta fino alla rivoluzione Meiji
(1867). Includeva la terapia manuale "Anma" insieme con le sue pratiche predominanti:
agopuntura, moxibustione e medicina cinese. Nel periodo Edo, i grandi specialisti in
terapie manuali (i terapisti di Anma), come Ryouzan Goto e Shinsai Ota apparvero uno
dopo l'altro. Negli ultimi anni del periodo Edo, Genpaku Sugita e Ryoutaku Maeno
iniziarono la prosperità della medicina occidentale del periodo Meiji traducendo il
"Kaitaishinsho" (testo di anatomia proveniente dai Paesi Bassi). Con l'influenza della
medicina più moderna dei Paesi occidentali anche molte terapie manuali come
massaggi, chiropratica ed osteopatia furono importate in Giappone. Oltre a queste
terapie estere, c'erano più di trecento trattamenti per civili; questi erano antichi
trattamenti giapponesi importati dalla Cina: Anma, Douin, Kampo, Jyujutsu, ecc. con le
loro forme combinate. Dopo secoli di diffusione, nel 1911 venne emanata una legge che
riconosceva ufficialmente l'agopuntura, l'an-ma e la mo-xa. La stessa legge lasciava la
possibilità di praticare anche altre forme di trattamento non riconosciute e questo avrà
una particolare rilevanza nella nascita e nello sviluppo iniziale del metodo shiatsu. Infatti
nel 1964, una nuova normativa definì lo shiatsu come una forma di cura autonoma e
distinta dalle altre tecniche venendo così definito: "La shiatsuterapia è una forma di
manipolazione che si esercita con i pollici, le altre dita e i palmi delle mani senza l'ausilio
di strumenti, meccanici o d'altro genere. Consiste nella pressione sulla cute intesa a
perseguire e conservare lo stato di salute dell'individuo nella sua interezza". Cominciano
così a ricoprirsi di prestigio le prime scuole specifiche per il suo insegnamento e tra
queste quella creata nel 1940 da Tokujiro Namikoshi, che ha avuto il merito di essere
stato il primo a dare una organizzazione didattica essenziale alla metodologia shiatsu.
Successivamente il Maestro Shizuto Masunaga, inizialmente collaboratore di Namikoshi,
ha elaborato una metodologia di shiatsu che si basa sulla visione energetica del
ricevente in quanto persona, fondando l'associazione di shiatsu Iokai. Fin dalla sua
nascita, che risale al periodo tra le due guerre mondiali si è caratterizzato per la staticità
della pressione che viene portata perpendicolarmente alla superficie del corpo. Infatti
non esistono nello shiatsu sfregamenti, impastamenti, manipolazioni, utilizzo di oli o
altro; le pressioni entrano in profondità senza scivolare sulla pelle e producono uno
stimolo a cui l'organismo della persona trattata "risponde", recuperando e manifestando
dal profondo le proprie risorse vitali. L'8 aprile è la giornata dello shiatsu secondo il
calendario ufficiale del Giappone e del Canada, i praticanti di tutto il mondo celebrano lo
shiatsu day in questa data.Il trattamento consiste nella pressione applicata con le sfere
dei pollici e delle dita e i palmi delle mani in punti specifici sulla superficie del corpo.
Tradizionalmente questi punti sono chiamati tsubo in giapponese. Lo tsubo sul corpo è il
punto di accumulo delle fatiche e dello stress. La pressione esperta esercitata sugli tsubo
porta sollievo. L'agopuntura può essere considerata la musa ispiratrice dello shiatsu.
Nell'antica Cina i terapeuti attraverso l'osservazione e l'esperienza, svilupparono un
interessante sistema di diagnosi e cura basato sull'individuazione di circa settecento
punti distribuiti sul corpo e sulle linee meridiane dei flussi di energia che li connettono.
Questo articolato sistema era appunto l'agopuntura caratterizzato dall'utilizzo di
piccolissimi aghi che venivano inseriti in specifici punti lungo i meridiani per correggere il
flusso di energia. La conoscenza di questo sistema arrivò fino in Giappone più di mille
anni fa, e nel diciottesimo secolo, i praticanti del massaggio tradizionale giapponese
(anma), incorporarono questa conoscenza nella loro tecnica. Intorno al 1920 Tokujiro
Namikoshi coniò la parola "Shiatsu" (tradotta letteralmente in italiano è "pressione delle
dita"), per descrivere il suo sistema di diagnosi e cura, che da lui prese il nome - Shiatsu
Namikoshi - e che integrò appieno con i programmi terapeutici della medicina moderna.
1. il respiro
2. la postura
3. la perpendicolarità
4. la pressione
5. la sensazione di piacere/dolore
È una tecnica manuale codificata basata principalmente sulle pressioni portate con i
pollici, le dita, i palmi delle mani. Una pressione efficace è caratterizzata da cinque fattori
che devono sempre essere presenti:
4. l'attenzione dell'operatore
5. tre fasi pressorie: ingresso, stasi, uscitaQuesto è un elenco dinamico e potrebbe non
essere mai in grado di soddisfare particolari standard di completezza. Puoi aiutarci
espandendolo con le fonti affidabili.
Esistono diversi stili, ma i più diffusi sono quelli fondati dai due grandi maestri Namikoshi
e Masunaga (o Iokai), da cui assumono il nome.
Lo stile Namikoshi
Lo stile Palombini
Rodolfo Palombini (Rudy 1930 - 1994) ha introdotto lo shiatsu in Italia. Fondatore della
Scuola Italiana Shiatsu - S.I.S. (1979) esperto massofisioterapista, nel 1964 ha conseguito
il primo diploma europeo di Shiatsu-Terapista presso il Nippon Shiatsu School (attuale
Japan Shiatsu College) allora diretto dal Maestro Tokujiro Namikoshi. R. Palombini ha
approfondito gli studi sullo Shiatsu Namikoshi introducendolo nella terapia riabilitativa e
nella traumatologia sportiva. L’esperienza maturata negli anni, anni di appunti, verifiche,
ricerche è culminata nella naturale evoluzione dello Shiatsu Namikoshi in Metodo
Palombini, attenta codificazione di un sistema adeguato alle esigenze del mondo
occidentale. Nel 1994 subentra nella scuola il figlio di Rudy, Fulvio Palombini
(Alessandria d'Egitto 20 luglio 1955), medico reumatologo, docente in fisioterapia
all’Università “La Sapienza” di Roma. Fulvio Palombini fedele alla sua formazione di
medico, nel rispetto della sua attività professionale – la riabilitazione motoria, si adopera
affinché il mondo scientifico rivolga lo sguardo verso lo Shiatsu Namikoshi, per valutarne
l’efficacia attraverso la sperimentazione. Il 2003 è un anno importante nella storia dello
shiatsu: l’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma - sede della II facoltà di Medicina e
Chirurgia Università “La Sapienza” di Roma avvia la prima ricerca su pazienti affetti da
cefalea, da emicrania e da insonnia. Tra il 2010 ed il 2013 il Comitato Etico dell’Azienda
Ospedaliera Sant’Andrea di Roma approva il protocollo di studio osservazionale
“Emicrania e Shiatsu” – sperimentatore Prof. Giuliano Sette - professionista esecutore
Prof. Fulvio Palombini. Luogo di attuazione: il reparto di neurologia dell’Ospedale S.
Andrea di Roma, diretto dal Prof. Francesco Orzi. Nel 2017 la prima pubblicazione:
Neurol Sci. 2017 giugno; 38 (6): 999-1007. doi: 10.1007 / s10072-017-2888-7. Epub 2017
10 mar. "Studio pilota singolo-cieco, randomizzato, che combina shiatsu e amitriptilina
nelle malattie primarie refrattarie". Villani V 1 , Prosperini L 2 , Palombini F 3 , Orzi F 4 ,
Sette G 4 .
Lo stile Masunaga
Lo shiatsu Zen
Lo stile Koho
Lo stile Tao
Ryukyu Endo, che ha introdotto questa forma di shiatsu, studiò direttamente con
l'insegnante Namikoshi e si diplomò al Japan Shiatsu College. Suguì la teoria dello Zen
Shiatsu, ma lascio lo "Ioh-Kai" dopo la morte del maestro Masunaga. Questa teoria
invece contiene pratiche religiose e spirituali, ad esempio recitando una preghiera
buddhista prima della lettura degli esercizi. Ci sono diversi suoi seminari di uno e due
giorni disponibili in Giappone, a Tokyo e Kyoto.
Lo stile mio-energetico
È uno stile di shiatsu sviluppato da Hiroshi Iwaoka. Considera che "la deformità posturale
è la causa di malanni e di malattie". L'innovazione principale risiede nella corrispondenza
stabilita tra "medicina energetica" e "medicina meccanicistica". Quindi la mio-energetica
considera che la causa primaria di uno squilibrio di salute di un individuo si trova nello
squilibrio posturale. Il lavoro del professionista consiste dunque nel preservare e
rafforzare l'equilibrio posturale e va oltre lo squilibrio organico o viscerale. Incoraggia il
ricevente a prendere coscienza degli squilibri man mano che gli equilibri esistenti
vengono preservati e / o consolidati. La pratica di questo stile si concentra sulle linee
tendino-muscolari. È diffuso in Francia.
Questa tecnica deriva dal maestro Wataru Ohashi che, oltre alla sua formazione
personale, nel 1973 fece un seminario tenuto dal maestro Namikoshi al ritorno dagli
Stati Uniti. Applica meno pressione con il pollice e si concentra maggiormente sul
bilanciamento del corpo attraverso la tecnica del "Seitai" che è un tipo di stretching o
manipolazione e viene fatto nel corpo per ottenere un migliore equilibrio. Egli ha
sviluppato una modalità di lavoro che si basa sulla comunicazione e la sinergia tra chi
pratica e chi riceve il trattamento, aumentando il benessere e l'armonia di entrambi,
portando quindi beneficio anche agli operatori. Il movimento continuo e l'uso della forza
di gravità rendono il corpo di chi pratica questo tipo di metodo molto flessibile e privo di
rigidità e contrazioni che alla lunga possono interferire con il flusso energetico. Ohashi
ha contribuito alla diffusione di questa pratica in occidente, con la pubblicazione di
diversi libri e la fondazione di molte scuole in tutto il mondo. Ohashiatsu è un marchio
registrato.
Insegnato alla Shiatsu Therapeutic School di Parigi, è uno stile terapeutico creato da
Bernard Bouheret dopo 25 anni di pratica in studio. Ha origine dal Koho Shiatsu del
Maestro Okuyama. Il suo insegnamento e la pratica si basano molto sulla medicina
tradizionale cinese e le sue radici taoiste; la sua esecuzione è codificata (kata). All'inizio
della sessione, viene effettuato un bilancio energetico (in particolare con la valutazione
del polso arterioso) per identificare la causa dei sintomi avvertiti e lo sviluppo del
processo di trattamento, che viene effettuato principalmente sul percorso del meridiano
e su alcuni punti di agopuntura. È diffuso in Francia.
Lo stile macrobiotico
Oggigiorno la dieta macrobiotica è ben nota in tutto il mondo ed il maestro Michio Kushi
è colui che l'ha sviluppata. Egli segue principalmente la medicina complementare che è
la base, oltre che di shiatsu, anche di dieta, agopuntura, meditazione e medicina
erboristica cinese. Si insegna lo stile macrobiotico come parte del corso di formazione
sulla carriera macrobiotica, presso l'Istituto Kushi (organizzazione educativa senza fini di
lucro) nel Vermont, USA ed altre scuole insegnano la dieta macrobiotica nei corsi di
nutrizione.
Lo stile di Shizuko Yamamoto invece è caratterizzato da due punti principali: oltre alla
dieta macrobiotica come trattamento addizionale, c'è l'uso dei piedi, durante le manovre
specifiche, per esercitare pressione su alcune masse muscolari del ricevente come i
glutei.
Lo stile Ryotan Tokuda
Lo stile olistico
Bilancio energetico: definizione della causa dei sintomi avvertiti (terreno) e definizione di
un processo di trattamento completo e giustificato. Trattamento: il trattamento inizia
sempre con un massaggio dei dodici meridiani e prosegue con un trattamento specifico
per ogni persona sotto forma di azioni specifiche sui punti energetici specifici e manovre
terapeutiche per regolare ed armonizzare l'intera persona. Verifica del trattamento e
consigli: verifica dell'efficacia del trattamento con lettura energetica, spiegazione
completa del trattamento alla persona e consigli per l'igiene vitale (dietetica, esercizi di
taijiquan, meditazione o lo yoga) al fine di stabilizzare il trattamento nel tempo.
Lo stile Meiso
È arrivato in Italia negli anni 70 grazie al Maestro giapponese Yuji Yahiro che oggi vive
nelle Marche. Utilizza la pressione delle dita e delle mani in modo perpendicolare,
costante e concentrata combinata al respiro profondo, alla forza dell’addome e delle
lombari e all’immagine positiva.
Lo stile Yin
Lo stile Watsu
È una disciplina per il benessere che unisce, potenziandoli, gli effetti benefici dello
shiatsu a quelli del relax meditativo in acqua. Nel watsu, le proprietà rilassanti dell'acqua
tiepida inducono uno stato di distensione che facilita l'abbandono alle manipolazioni
shiatsu. L’obiettivo è quello di alleviare disturbi muscolo-scheletrici, respiratori o di altra
natura agendo attraverso l’azione benefica che il massaggio acquatico ha a livello psico-
fisico. Il tutto al fine di attivare nel soggetto un processo di autoguarigione che inizia
nella vasca, continua nelle ore seguenti e viene riattivato ad ogni successiva sessione.
Inoltre l'acqua, elemento primordiale che favorisce il riaffiorare delle emozioni più
profonde, contribuisce a rafforzare il legame terapeutico con il watsuer (chi dà watsu).
Lo stile Tantsu
Lo stile Sotai Ho
Creato dal maestro Keizo Hashimoto, è un metodo che non solo implica un lavoro di
riflessione sulla salute in generale, basato sulla saggezza orientale e sulle nozioni
mediche. Osservando gli squilibri nei movimenti, i collegamenti muscolari ed articolari
del corpo aiuta l'organismo a ritrovare il suo centro, il suo stato di equilibrio o omeostasi.
La parola giapponese Sotai è relazionata con un'altra parola, Taiso, che si scrive al
contrario e significa esercizio. Il carattere So significa lavorare e manipolare una persona
come se fosse una marionetta, mentre il carattere Tai significa corpo. Dunque il
significato di Sotai è manipolazione o movimento del corpo per ristabilire e mantenere
un buon stato di salute. La terapia Sotai è intesa come metodo di rieducazione
neuromuscolare e svolgimento di modelli di presa muscolare. Secondo i professionisti, la
terapia Sotai bilancia i sistemi nervoso e muscolare. Il suo principio centrale è il
movimento di backtracking o il trattamento "reverse-motion". L'idea è che le distorsioni
strutturali possano essere riportate a una condizione più normale spostando il corpo
nella direzione desiderata. L'utilizzo degli effetti di una contrazione isometrica seguita da
un improvviso rilassamento (rilassamento postisometrico) può normalizzare la
condizione di tensione. Ognuno dei seguaci del dottor Hashimoto sviluppa una propria
libera interpretazione; attualmente infatti, esistono vari centri dove il Sotai si pratica in
modi diversi. Sotai Ho è un marchio registrato.
L'autoshiatsu
Riflessologia Plantare
La Riflessologia plantare è una tecnica di massaggio o, più precisamente, di
microstimolazione puntiforme applicata principalmente sui piedi e/o eventualmente
sulle mani. Si basa sulla ipotesi, non scientificamente provata, che sui piedi e sulle mani
si trovino riflessi tutti gli organi, le ghiandole, e le parti del corpo. Secondo i suoi
sostenitori, applicando il massaggio riflessologico si potrebbe avere un effetto o influire
sull'organo, o sistema, corrispondente al riflesso stimolato.La riflessologia è una terapia
olistica, basata quindi sul principio generale che ogni aspetto della vita dell'individuo
influirebbe sul benessere e sulla salute della persona, e ha l'intento di operare un
"riequilibrio dell'intero organismo al fine di stimolarne le capacità di autoguarigione" (il
riferimento è al sistema immunitario). In quanto terapia non convenzionale, la
Riflessologia può avere una duplice applicazione: può essere utilizzata in alternativa o
come supporto alle terapie mediche convenzionali. Va tuttavia sottolineato che in genere
si consiglia di diffidare di chi propone la Riflessologia Plantare come alternativa alla
medicina convenzionale, e per questo ad oggi i terapeuti preferiscono riferirsi ad essa
con l'appellativo di terapia (o medicina) complementare e non alternativa. Va
sottolineato infatti che il riflessologo non è un medico, e quindi non cura, e non fa
diagnosi. Soprattutto non intende interferire con le terapie o con i pareri medici
convenzionali, sostenendo il suo ruolo di professionista nell'affiancarsi e non sostituirsi
alla medicina convenzionale. La Riflessologia Plantare non è quindi una tecnica
sovrapponibile alle metodologie sanitarie riconosciute dalla legislazione italiana né
sostituisce eventuali terapie mediche. Le tecniche riflessologiche si distinguono in due
grandi filoni: quello orientale e quello occidentale. Nonostante il principio sia il
medesimo, ossia che stimolando delle zone riflesse si abbiano effetti su zone lontane dal
sito di applicazione del massaggio, nascono e si sviluppano con presupposti differenti: la
Riflessologia Cinese si basa sui principi della medicina tradizionale cinese, mentre la
Riflessologia Occidentale attinge ai principi scientifici sulla quale si basa la medicina
convenzionale occidentale. La Riflessologia Plantare occidentale nasce infatti in
concomitanza delle prime scoperte occidentali in ambito neurologico di Sir Henry Head e
Sir Charles Sherrington. Una delle differenze identificabili nei trattamenti di Riflessologia
Occidentale e Orientale è nell'intensità della pressione applicata dal terapeuta. La
Riflessologia Occidentale, ad esempio, opera al di sotto della soglia di sopportazione del
dolore del paziente, al fine di ottimizzare gli effetti della stimolazione delle aree riflesse
sfruttando la condizione di profondo relax che la riflessologia plantare occidentale è in
grado di indurre. Entrambe le modalità di intervento hanno effetti positivi su vari disturbi
e patologie, in quanto secondo i suoi sostenitori stimolerebbero la circolazione, il
sistema nervoso ed il sistema immunitario. Un'altra differenza sono le mappe di punti da
microstimolare che, nella tradizione cinese, corrispondono sostanzialmente a quelli della
agopuntura. Numerose ricerche sono in corso in vari Paesi (in particolare Stati Uniti,
Regno Unito, Cina, Danimarca) allo scopo di verificare le effettive modalità di azione e gli
ambiti applicativi migliori.Così come l'agopuntura è stata considerata per molto tempo
come una pratica incomprensibile ed erronea, ma oggi comincia ad essere diffusa anche
in molti ospedali dei Paesi industrializzati, anche la riflessologia ha degli oppositori
scettici. Tra le teorie che cercano di spiegare i meccanismi che governerebbero la
presunta efficacia della riflessologia se ne enumerano almeno sei principali:
1. Stimolazione nervosa, basata sulla relazione fra le terminazioni dei nervi presenti nelle
zone riflesse ed il punto in cui è presente il dolore. La pressione sulla zona riflessa
avrebbe quindi il compito di inviare comunicazioni al cervello, stimolandolo ad
intervenire sul problema riscontrato.
2. Liberazione di ormoni, fondata sulla scoperta del controllo del cervello sull'apparato
endocrino. Secondo la teoria della riflessologia è sufficiente massaggiare le zone riflesse
doloranti, per stimolare il cervello a liberare ormoni cerebrali, quali l'endorfina, con
conseguente azione terapeutica.
3. Stimolazione del sistema linfatico, favorita dalla pressione di alcuni punti riflessi che
attuerebbe l'accelerazione della circolazione linfatica con benefici su tutto l'organismo.
5. Potenziale elettrico, che si creerebbe tra varie parti del corpo. In base al modello della
riflessologia, i punti riflessi sono paragonabili agli interruttori mentre gli organi svolgono
la funzione di accumulatori e quindi agendo sugli interruttori si riattiverebbe la
circolazione elettrica.
6. Influenze psicologiche, spiegabili con la grande importanza che la mente riveste sulla
origine dei disturbi fisici.
Secondo i suoi sostenitori, la riflessologia sarebbe indicata nel caso di dolori e disturbi
funzionali passeggeri, quali l'indigestione, la tensione nervosa l'emicrania, grazie alla
liberazione di endorfine e per ripristinare l'equilibrio delle ghiandole endocrine. Gli stessi
specialisti però avvertono nei loro saggi medici di consultare sempre il medico per una
valutazione diagnostica, non fidandosi troppo della sola anestetizzazione della parte
dolorante. Per autostimolare la zona riflessa è sufficiente appoggiare il piede sul
ginocchio opposto, e con una mano apporre una pressione sui punti doloranti, da
effettuarsi tramite il movimento rotatorio delle dita. È consigliato alternare la pressione
dei punti con un massaggio rilassante globale su tutto il piede. L'automassaggio tuttavia
non raggiunge effetti significativi nei casi di stress ed ansia ed è effettuato in modo
casuale da chi non è pratico di questa tecnica e di anatomia e fisiologia. La durata del
massaggio/microstimolazione varia dai cinque ai venti secondi per punto e
complessivamente conviene non superare la durata di dieci minuti durante le prime
sedute e i trenta minuti durante le sedute di una seconda fase, successiva alle prime due
settimane di trattamento. Lo strumento principe da utilizzare sono le mani, anche se in
alternativa non sono disprezzabili nemmeno mollette, elastici da arrotolare, denti di un
pettine. La pressione deve esser tale da agire in profondità, quindi bisogna massaggiare
finché non sia avvertibile un lieve fastidio (dolore). È necessario anche seguire
l'orientamento dell'energia presente nel corpo umano, quindi conviene seguire schemi e
diagrammi: ricordando ad esempio che un massaggio nel verso orario favorisce le
funzioni intestinali, altrimenti le inibisce.
Massaggio Linfodrenante
Il linfodrenaggio, o "drenaggio linfatico manuale" (DLM) è un particolare tipo di
massaggio praticato nelle zone del corpo con un'eccessiva riduzione della circolazione
linfatica e una stagnazione di liquido. La prima formalizzazione della tecnica, che
sopravvive ancora oggi con questo nome, fu introdotta nel 1936 dal dottor Emil Vodder
insieme alla moglie, la dottoressa Estrid Vodder, su alcune prime intuizioni di Alexander
von Winiwarter. Durante la maggior parte di una seduta di DLM il massaggio si esegue
dalla periferia verso gli organi interni (in senso centripeto), per aiutare l'effetto drenante
delle valvole a nido di rondine nei vasi linfatici. Sono due le metodologie classiche del
massaggio linfodrenante, la prima formalizzata da Emil Vodder, la seconda da Albert
Leduc. I due metodi concordano sui punti più importanti, ossia:
1. Iniziare il massaggio partendo dalla zona prossimale, ossia le varie stazioni linfonodali
del tronco, per poi concentrare il resto della seduta sulle zone distali, ossia gli arti;
2.La pressione deve essere regolata in modo da non provocare arrossamenti né dolori.
1.cerchi fermi, ottenuti da un movimento di spinta circolare delle dita appiattite sulla
pelle. Utilizzato principalmente per viso, collo e linfonodi.
2. tocco a pompa, che utilizza solo il palmo della mano. Preferito per le parti curve di
gambe braccia e fianchi.
3. movimenti erogatori e tocchi rotatori, usati per petto, ventre e schiena. Si effettuano
con la mano intera, il polso ruota dall'esterno verso l'interno mentre il pollice segue il
flusso linfatico.
Secondo Leduc invece il trattamento deve essere svolto solo attraverso due
manipolazioni, a seconda dell'affezione da trattare: "la manovra di richiamo e la
manovra di riassorbimento". La prima consiste in manipolazioni da effettuare a valle
della zona di interesse per aiutare il drenaggio fisiologico dei liquidi stagnanti nei vasi,
mentre la seconda agisce sulle zone di ritenzione, manipolando il tessuto per favorire il
riassorbimento dei fluidi a livello dei vasi linfatici superficiali. Solitamente il trattamento
può continuare anche dopo la seduta, comprendendo l'utilizzo di fasce elastiche che
impediscano la stagnazione, soprattutto negli arti inferiori. Tra benefici del trattamento,
oltre la sensazione di calore muscolare, utile a rilasciare tensioni accumulate, vi è la
sensazione di leggerezza, poiché i muscoli lavorano con meno carico di liquido. Dagli arti
inferiori il centro di raccolta principale è la cisterna di Pecquet, a livello delle prime due
vertebre lombari, per poi passare al terminus tramite i tronchi linfatici principali. Dagli
arti superiori la linfa si raccoglie nel terminus più o meno direttamente, passando per
varie stazioni linfonodali disseminate lungo il percorso, di cui le più importanti sono
quelle ascellari.
Candle Massage
Le candele da massaggio sono candele composte principalmente da burri, olii o da cera
di soia, caratterizzate dall'avere un basso punto di fusione (tra i 45° e i 55°) che ne
consente l'utilizzo per massaggi rilassanti, idratanti e decontratturanti. La capacità di
fondere ad una temperatura più bassa rispetto alle tradizionali candele a base di
paraffina le rendono adatte all'uso sulla cute senza il rischio di provocare ustioni.
Scegliere sempre candele realizzate secondo la normativa cosmetica e per assicurarsi di
ciò' verificare che la confezione riporti: ingredienti, inci names, pao, numero di lotto,
nome del produttore, e la scritta che effettivamente sia una candela da massaggio.
Essendo un prodotto Cosmetico non tutte le aziende possono produrlo. Le candele da
massaggio con burro di karite' hanno caratteristiche cosmetiche superiori rispetto alle
candele alla soia. Dal punto di vista pratico la candela da massaggio dovrebbe avere un
beccuccio per versare e dosare facilmente sulla pelle una volta liquido il prodotto. Le
candele in contenitore di porcellana - ceramica dissipano meglio il calore evitando
riscaldamento per induzione. È buona norma non tenere accesa la candela per oltre 1
ora (tempo del massaggio).La storia delle candele da massaggio non ha certamente
radici antiche, nonostante ciò non è possibile determinare quale paese fu il primo
produttore, è però possibile indicare in quali paesi si diffusero inizialmente:
1. Hawaii: come evoluzione del tipico massaggio lomi lomi praticato dai maestri Kahuna .
(forse un'ispirazione ma non certo la candela da massaggio come la intendiamo oggi).
2. Italia: Azienda artigianale con tradizione nelle candele di origine vegetale che per
prima produsse e distribuì le candele da massaggio cosmetiche. Il lancio del prodotto fu
in occasione del Cosmoprof 2005 (fiera internazionale dei prodotti cosmetici) da quel
momento divento' uno dei prodotti cult della cosmetologia mondiale. La stessa azienda
collaboro' con una scuola da massaggio italiana mettendo le basi per la prima metodica
da massaggio con candele cosmetiche, denominata appunto "candle massage"
3. Cina: legato all'aromaterapia e alle tecniche hot stone praticate nei moderni distretti
di Shanghai. Le candele da massaggio nelle loro più varie sfumature possono sono
essere sostanzialmente divise in due tipologie:
1. Candele a base di cera di soia: nonostante siano realizzate per il 100% da elementi
naturali e abbiano un buon punto di fusione, sono considerate di qualità medio bassa.
Ciò in quanto la cera di soia, nonostante possa essere utilizzata per le diverse tecniche di
massaggio, non ha il medesimo potere idratante di altre formulazioni come quelle a base
di olii o burri.
2. Candele a base di olii e burri: Questo tipo di candele sono considerate la formulazione
migliore per i seguenti motivi: Il punto di fusione basso e il grande livello di idratazione
che olii e burri conferiscono alla candela. Le candele a base di olii sono in genere
costituite da un mix con proporzioni variabili dei seguenti elementi: olio di cocco, olio di
mandorle, burro di karité, burro di cacao, cera d'api.