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Tecniche di Massaggi
Storia del massaggio:
Il più antico e naturale sistema di cura
Nei suoi scritti, Ippocrate confermò le virtù del massaggio dedicando alla pratica
massoterapica importanti osservazioni, anch'esse confermate molti secoli dopo la sua
morte. Egli scriveva “i medici devono essere esperti in molte cose, tra queste senza
dubbio anche il massaggio” e, ancora, “Il rimedio è applicabile ai mali acuti come a
quelli cronici e alle varie forme di debolezza, poiché queste cure hanno potere
rinnovatore e rinvigoritore. Mi è spesso sembrato, mentre stavo così curando i miei
pazienti, come se le mie mani avessero la singolare proprietà di estrarre i prodotti di
rifiuto e le diverse impurità raccolte nelle parti malate”. In Europa, per tutta la durata
dell'impero Romano, questa pratica è stata un elemento importante per la cura della
salute, tanto da porre il “massista” sullo stesso piano del medico; e se ne parla molto nei
documenti di tale periodo. Mentre in Oriente la tradizione del massaggio fu portata
avanti, nei paesi occidentali il culto di questa pratica si interruppe durante il Medioevo,
quando l'oscurantismo portò a disprezzare e rinnegare i bisogni del corpo e i piaceri
della carne, concentrandosi esclusivamente sulla sfera spirituale (creando così una
frattura nell'individuo); occorse quindi attendere il Rinascimento e il XVI secolo per
assistere al ritorno del massaggio in ambito terapeutico (principalmente in Francia e
nord Europa). Nel XX secolo, i grandi progressi compiuti dalla medicina convenzionale
posero inizialmente in secondo piano le terapie tradizionali, che erano state praticate per
secoli, così che la maggior parte della popolazione occidentale, abbagliata da ciò, fino a
qualche decade fa, conosceva a stento il valore terapeutico del contatto umano. Tuttavia
attualmente il massaggio sta vivendo un momento di vigorosa rinascita, grazie a un forte
bisogno di ritorno ai valori “naturali”, soprattutto come reazione alle condizioni di
intenso stress e di abuso di farmaci imposti dall'attuale società.
4) Massaggio sportivo specifico per le attività agonistiche (in cui si possono avere
grosse sollecitazioni di muscoli, tendini e articolazioni). Questo tipo di massaggio si
differenzia, a sua volta, in:
Ogni manualità produce cambiamenti fisiologici sempre tramite due tipi di azione
(presenti in proporzioni diverse in base alla manualità):
Scuotimento. Si esegue con una mano che afferra il ventre muscolare, tra pollice e dita
lunghe unite, ed imprime un movimento trasversale rispetto al segmento osseo
sottostante, di tipo “vai e vieni”. Presenta effetto drenante e, se blando, rilassante o
tonificante, e "risvegliante" se energico.
Rotolamento. Si esegue con le due mani, con le dita lunghe iperestese e il pollice
addotto, che afferrano il muscolo e gli imprimono torsioni “vai e vieni” intorno all'asse
osseo. Gli effetti sono uguali a quelli dello scuotimento ma più marcati. Inoltre presenta
un'azione fibrolitica su microcicatrici muscolari e aderenze varie.
Battitura a coppetta. Si esegue con le mani, con le dita semiflesse e il pollice addotto
(come nell'atto di bere da fontana), che percuotono alternativamente il muscolo così da
avere, come effetti, un aumento della circolazione arteriosa (iperemia), del tono
muscolare e del livello di attenzione (manualità utile ad es. Quale preparazione poco
prima di un gesto sportivo).
Vibrazione. Si esegue con le punte delle dita che imprimono profondamente un'onda
vibratoria, con direzione alto → basso o tangenziale rispetto alla cute. Nel primo caso
(direzione alto → basso), gli effetti sono: aumento del tono muscolare e della peristalsi,
se eseguita a livello dell'intestino. Nel secondo caso (direzione tangenziale alla cute), si
ha invece una normalizzazione della densità della sostanza fondamentale dei tessuti
connettivi lassi sottocutanei.
Data,
Dati anagrafici
Cognome Nome
Nato/a il a prov.
Professione
Firma per il consenso dell’utilizzo dei dati anagrafici
Abitudini voluttuarie
Caffè
Fumo
Vino
Superalcolici
Altro
Anamnesi fisiologica
Alimentazione __________________________________________________________
______________________________________________________________________
Alvo__________________________________________________________________
Diuresi________________________________________________________________
Mestruazioni___________________________________________________________
Sonno_________________________________________________________________
Andamento del peso corporeo
Tempo libero
Sport praticati
Anamnesi patologica
Disturbi attuali
Note
Dalla pelle al massaggio
La pelle è la prima struttura ad essere stimolata dalle manovre del massaggio.
La cute è costituita da un insieme di tre tessuti, disposti uno sull'altro, con differenti
caratteristiche e funzioni:
Epidermide
Derma
Ipoderma
EPIDERMIDE
Lo strato corneo, quello più esterno, è formato da cellule cheratinizzate morte che
vengono continuamente rinnovate ed eliminate secondo un ciclo di 3-4 settimane.
DERMA
IPODERMA
L'ipoderma è il terzo e più profondo strato cutaneo, direttamente a contatto con il derma
da un lato e con i tessuti adiposi e muscolari sottocutanei dall'altro.
La funzione della pelle è quella di rivestire, proteggendoli, gli altri organi del corpo;
possiede inoltre la funzione di termoregolazione e di ricezione degli stimoli provenienti
dall'esterno (dolore, pressione, ecc.). Il colore della pelle scaturisce dalla somma di tre
colori: il grigio, tipico della cheratina dello strato corneo, il bruno della melanina e il
rosso del sangue che circola nel derma.
FUNZIONI:
Della grande circolazione fanno parte altri due sistemi un po' speciali: quello delle
arterie coronarie, importante in quanto porta ossigeno al cuore, permettendogli di
funzionare, e quello della vena porta, che consente ai prodotti della digestione prelevati
dall'intestino di raggiungere il fegato dove verranno ulteriormente elaborati.
Il sangue può essere definito come un tessuto formato da un liquido, il plasma, e da
elementi cellulari in esso sospesi, i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine.
Grande poco più di una mano serrata a pugno il cuore è formato in massima parte da
un particolare tessuto muscolare, il miocardio.
Questo associa le caratteristiche dei muscoli striati e di quelli lisci, infatti è in grado di
contrarsi ritmicamente e in continuazione, indipendentemente dalla nostra volontà.
Posto tra i polmoni, all'incrocio fra grande e piccola circolazione, il cuore ha la funzione
di una pompa che mantiene il sangue in costante attività. Immaginando di scoperchiarlo
possiamo notare quattro cavità comunicanti due a due, ovvero due sezioni divise da un
setto continuo, una sezione venosa e una arteriosa.
Il sangue arriva al cuore dalle vene cave e dal seno coronarico, passa dall'atrio destro
nel ventricolo destro e da qui ai polmoni attraverso l'arteria polmonare, anch'essa fornita
di tre valvole, dette semilunari, che impediscono al sangue di tornare nel ventricolo.
Una volta ossigenato il sangue ritorna al cuore attraverso le quattro vene polmonari,
passa nel ventricolo sinistro e quindi nell'aorta, fornita anch'essa di valvole semilunari,
per essere distribuito attraverso la grande circolazione. Questo avviene grazie alla
continua contrazione del muscolo cardiaco, in cui si distinguono due fasi, diastolica, o
di riempimento e sistolica o di svuotamento.
Nella fase diastolica il sangue giunge nell'atrio destro attraverso le vene cave e in quello
sinistro attraverso le vene polmonari e spinto nei ventricoli attraverso le valvole
atrioventricolari;
Nella fase sistolica invece il sangue viene pompato dal ventricolo sinistro nell'aorta e
dal ventricolo destro nell'arteria polmonare. Queste due fasi si susseguono in
continuazione determinando la pressione del sangue.
Il cuore è fissato nella sua posizione oltre che dalle vene anche da un sacco fibroso che
lo avvolge, il pericardio, che appunto lo ancora saldamente al diaframma. Le sue
dimensioni si aggirano intorno ai 10 cm di lunghezza, 10 di larghezza e 5 di spessore, ha
un peso intorno ai 300/350 grammi. È un muscolo in costante attività e in grado di
sviluppare una notevole potenza, si pensi che arriva a battere mediamente 100.000 volte
in un giorno e a pompare dai 5 litri di sangue al minuto in condizioni normali fino ai 25
in condizioni di stress fisico.
SISTEMA ARTERIOSO
Le arterie sono i vasi che portano il sangue dal cuore verso la periferia. Derivano tutte
dalla ramificazione di due arterie maggiori, l'aorta che esce dal ventricolo sinistro e dà
origine alla grande circolazione e l'arteria polmonare, che fuoriesce dal ventricolo destro
e dà inizio alla piccola circolazione. Allontanandosi dal cuore si suddividono in rami
destinati alle varie parti del corpo e diminuiscono di dimensione, prendendo il nome di
arteriole e arteriuzze e trasformandosi poi in capillari. Il sangue ha qui carattere
arterioso o meglio trasporta ossigeno grazie all'emoglobina e, attraverso il plasma,
sostanze nutritive provenienti dall'apparato digerente; dopo aver percorso le
ramificazioni dell'aorta il sangue arriva ai capillari dove cede ossigeno e sostanze
nutritive ai diversi organi e tessuti.
SISTEMA VENOSO
Il sistema venoso ha origine alla periferia del nostro organismo dai capillari che
aumentano via via di dimensione per la confluenza di altri vasi, divenendo
progressivamente venule e poi vene.
Poco conosciuto, ma molto importante, il sistema linfatico consente alla linfa di fluire
nei tessuti corporei, drenando ogni angolo dell'organismo prima di riversarsi nelle vene
toraciche. Parallelo al sistema cardiocircolatorio, il sistema linfatico si oppone ad
eccessivi accumuli di fluidi nei tessuti ed è considerato il baluardo di difesa del nostro
organismo. Lungo le vie linfatiche esistono infatti degli organi, chiamati linfonodi,
capaci di produrre i cosiddetti linfociti, una serie speciale di globuli bianchi deputata
all'eliminazione dei microrganismi ostili. Quando l'organismo sta combattendo
un'infezione i linfonodi accelerano la sintesi e la trasformazione di questi linfociti,
aumentando così di volume e diventando apprezzabili e dolenti al tatto (da qui
l'espressione "avere i linfonodi ingrossati").
Similmente a quelli del sistema cardiocircolatorio, i vasi linfatici più piccoli, detti
capillari, si trovano nelle regioni periferiche dell'organismo e, riunendosi tra loro, danno
origine a vasi sempre più grandi, fino a riversarsi nel dotto toracico. A differenza di
quelli sanguigni, i capillari linfatici sono a fondo cieco e sono dotati di una parete ancor
più sottile, formata da cellule separate da ampie aperture. La linfa trasportata dal dotto
toracico, unendosi a quella presente nei vasi provenienti dalla parte superiore del corpo,
si riversa a livello della congiunzione tra vene succlavie e vena giugulare.
In corrispondenza di alcune giunzioni tra i
vari dotti linfatici, situate in punti strategici
dell'organismo, troviamo vere e proprie
stazioni di filtraggio dette, appunto,
linfonodi. Lungo il sistema linfatico
incontriamo anche i cosiddetti organi
linfatici, deputati alla produzione ed alla
purificazione della linfa (timo, milza e
midollo osseo).Sono numerose le stazioni
linfatiche (linfonodi) disseminate nel corpo umano. Le tre più importanti sono:
terminus, ascellare, inguinale. La stazione detta Terminus è situata alla base del collo,
nel punto in cui si incontrano due importanti vasi sanguigni: la vena del braccio
(succlavia) e quella del collo (giugulare).
Di colore trasparente, giallo paglierino o lattescente a seconda dei casi, la linfa contiene
zuccheri, proteine, sali, lipidi, amminoacidi, ormoni, vitamine, globuli bianchi ecc.
Rispetto al sangue, la linfa è particolarmente ricca di lipidi; nell'articolo dedicato
all'assorbimento dei grassi abbiamo infatti ricordato come, dopo l'assorbimento
intestinale, le molecole lipidiche vengano riversate nel sistema linfatico sottoforma di
particolari lipoproteine dette chilomicroni.
La linfa deriva direttamente dal sangue ed ha una composizione ad esso molto simile,
nonostante sia più ricca di globuli bianchi e poverissima di quelli rossi. Circolando negli
spazi interstiziali (compresi, cioè, tra una cellula e l'altra) ha lo scopo di riassorbire il
plasma (parte liquida del sangue) presente in queste zone. Le sottilissime pareti dei
capillari sanguigni sono infatti permeabili all'acqua e a varie sostanze; proprio grazie a
questa permeabilità, può avvenire il passaggio di ossigeno e sostanze nutritive dal
sangue ai tessuti che, dal canto loro, riversano nel torrente ematico anidride carbonica e
prodotti di rifiuto. La linfa rappresenta un efficace sistema attraverso cui l'organismo
raccoglie liquidi e materiale di scarto dalla periferia per poi veicolarlo agli organi di
depurazione (fegato, reni, polmoni, linfonodi). Sotto questo punto di vista, la funzione
del sistema linfatico è quindi molto simile a quella del circolo venoso.
Per mantenere in salute il proprio sistema linfatico è molto importante svolgere regolare
attività fisica, in modo da favorire l'azione della "pompa muscolare". Quando questa
sana abitudine si associa ad un'alimentazione equilibrata, le difese immunitarie
massimizzano la loro efficacia, impedendo così che il sistema linfatico vada in tilt per il
troppo lavoro. Esistono inoltre delle particolari tecniche di massaggio che aiutano il
sistema linfatico a drenare più efficacemente il liquido che ristagna nelle zone
periferiche (linfodrenaggio manuale).
Il Massaggio Svedese
In Occidente, il massaggio Svedese costituisce la base dl massaggio terapeutico
moderno, oltre ad essere uno dei più diffusi e praticati. In realtà, tale metodo, messo a
punto dal fisioterapista svedese P.H. Ling (1776-1839), è una combinazione di svariate
tecniche manuali, anche di origini orientali, tese a migliorare la funzionalità dei muscoli
e delle articolazioni.
Il sistema muscolare è l'insieme dei tessuti che permettono i movimenti del corpo e
numerose funzioni vitali come la respirazione, la circolazione del sangue, la digestione.
I muscoli inoltre danno forma al nostro corpo e insieme all'apparato scheletrico
costituiscono l'apparato locomotore.
Muscolatura scheletrica
Alle estremità dei muscoli il connettivo forma dei cordoni di colore biancastro molto
resistenti, i tendini, o delle lamine, le aponeurosi,che collegano i muscoli alle ossa.
Quasi tutti i nostri muscoli sono pari (uno a destra e uno a sinistra). Tra i pochi impari
troviamo il diaframma, il muscolo che permette la respirazione.
In generale i muscoli si inseriscono sulle ossa tramite due capi: la testa (o capo di
origine) e la coda (o capo terminale o capo di inserzione). La testa corrisponde
all'estremità del muscolo che durante il movimento rimane perlopiù immobile, mentre la
coda corrisponde al punto di attacco del muscolo sull'osso che viene spostato. La parte
carnosa compresa tra i capi di origine e i capi terminali prende il nome di ventre del
muscolo.
Alcuni muscoli hanno uno o più capi che non si inseriscono su un osso, ma nel derma,
come i muscoli pellicciai o mimici, che permettono le espressioni del viso muovendo la
pelle.
1. Muscoli lunghi;
2. Muscoli larghi;
3. Muscoli brevi;
4. Muscoli circolari.
I muscoli lunghi o fusiformi (i muscoli degli arti) sono molto sviluppati in lunghezza ed
in genere presentano una parte carnosa (il ventre muscolare) molto voluminosa che si
assottiglia alle estremità. In relazione ai capi di origine si distinguono in bicipiti,
tricipiti, quadricipiti. Sono dotati di una notevole capacità di accorciamento ed
allungamento, ma si affaticano facilmente; sono presenti soprattutto negli arti e
consentono l'esecuzione di movimenti ampi.
Molti dei muscoli del nostro corpo lavorano in coppia: uno consente un movimento
(agonista), l'altro il movimento contrario (antagonista).
Lo scheletro o l’impalcatura ossea del nostro corpo, costituita circa da 211 ossa unite da
giunture o articolazioni. Esso ha la funzione di sostenere le parti molli, come i muscoli
che in esso si inseriscono, mantenere la posizione eretta e proteggere organi
particolarmente delicati come il cuore , i polmoni, il cervello. In base alla loro forma le
ossa si divino in: ossa lunghe, formate da una parte mediana (diafisi) e due estremità
ingrossate (epifisi)(femore, omero, ecc..); ossa piatte o larghe a forma di
lamella(scapola, bacino, ecc..); ossa corte omogeneamente sviluppate nelle tre
dimensioni (vertebre). Alcune ossa vengono a contatto con altre parti dello scheletro e
in quindi i punti sono rivestite di membrana cartilaginea, la cartilagine articolare,
formata da una sostanza intercellulare molto densa, ricca di fibre elastiche e collagene.
L’osso contiene il midollo osseo il qualeproduce i globuli bianchi e rossi. La rigidità
delle ossa è dovuta dalla quantità di Sali minerali e dall’osseina sostanza che consente la
ricalcificazione dell’osso fratturato. Lo scheletro del cranio ha 8 ossa piatte che formano
la scatola cranica. Lo scheletro del tronco si divide in due strutture: la colonna
vertebrale e la gabbia toracica. La colonna vertebrale costituisce l’asse dello scheletro
ed è composta da 33 vertebre(ossa cave e ossa rotonde). La gabbia toracica è una
struttura formatada 12 paia di ossa piatte e ricurve, le costole, che partono dalle vertebre
costali e si uniscono anteriormente ad un altro osso chiamato sterno. L’arto superiore è
costituito dalle ossa del braccio(omero), dall’avambraccio (radio, ulna) e dalla mano
(carpo, metacarpo e falangi) ed è legato al resto del corpo dalla giuntura scapolare.
L’arto inferiore si divide in ossa della coscia (femore), gamba (perone e tibia) e del
piede (tarso metatarso e falangi) e si connette al tronco mediante la cintura pelvica, la
quale contiene le ossa del bacino (ileo, ischio e pube).
Massaggio drenante emolinfatico
Addome:
L'addome possiede due specifiche circolazioni linfatiche, una superficiale e l'altra più
profonda:
1) Porsi alle spalle del massaggiato, appoggiare le proprie mani sulle succlavie della
persona e ad ogni sua espirazione, eseguire una pressione (rip. Tre volte);
2) Spostarsi sul lato destrodel ricevente: mani sovrapposte in corrispondenza dello
sterno, quiindi esercitare “la pressione pura”, in sincronia con la respirazione;
3) Impiegare la stessa manovra precedente, alla base dello sterno, sul processo
xifoideo, dopodiche’ accompagnare ogni fase espiratoria, a pressioni profonde e lente;
4) Sfregamento a mani alternate lungo il tragitto del colon con drenaggio in
prossimita’ del t ratto discendente.
Nota Bene: tale procedura sarà impiegata con “funzione di scarico” tra una
manualità e l’altra.
5) Frizione ad “a” lungo il colon ascendentei, traverso e discendente. Il ritorno è
sempre in sfioramento;
6) Segue scarico (manovra n°4).
7) Mani a coppa (ad incrocio) sull’ombelico. Quindi effettuare delle pressioni
alternate, dapprima sul colon ascendente, poi sul trasverso e dopo suldiscendente, fino
al drenaggio della vescica urinaria;
8) Segue scarico;
9) Con le mani ad “a” sull’ombelico, eseguire frizioni profonde, rotatorie, alternate, a
tre pressioni.
10) Segue scarico;
11) Sfregamento a mani prono-supinate lungo i tragitto del colon;
12) Segue scarico;
13) Impastamento (leggero sulle salienze ossee);
14) Palper-rouler: si esegue dall’ombelico in giu’, verso le fosse iliache e al di sotto
dell’ombelico, al pube. La gabbia toracica scarica la propria linfa, dall’ombelico in su,
fino alle cavita’ ascellari. Lo sterno, sui muscoli pettorali, terminando il drenaggio in
direzione dei cavi ascellari;
15) Pizzicottamento (delicato sulle salienze ossee);
16) Battitura punta-tacco (l’unica consentita sull’addome);
17) Scarichi finali;
A) Porre le mani parallele sull'ombelico, con pollici uniti, quindi scorrere fin sotto la
zona renale e a mano piena, eseguire delle rotazioni verso l’operatore. Scendere a
drenaggio lungo le creste iliache;
B) Con la stessa manovra precedente, risalire sulla gabbia toracica (centro sternale),
con mani ben aderenti e pollici uniti, per drenare fino ai cavi ascellari;
C) Segue scarico a preghiera, sull’ombelico, risalire sullo sterno e verso i muscoli
pettorali, chiudere le mani a pugno, con drenaggio ai caviascellari;
Braccio:
Prossimale e distale
Avambraccio:
Mano:
1. Scarico apertura a fiore della mano portando la linfa verso il polso (drenaggio);
2. Sfregamento a panino
3. Frizionedelledita;
4. Seguescarico;
5. Sfregamentoapanino;
6. Frizioniroteando ciascun dito;
7. Successivo stretching di ciascundito;
8. Scarico;
9. Rotazione del polso antiorario e orario (incrociare la mano del massaggiato con
quella dell’operatore);
10. Stretching del polso;
11. Scarico;
12. Pugno roteato su tutto il palmo della mano;
13. Bascula.
Coscia:
Gamba:
La gamba scarica la sua linfa in direzione del cavo popliteo. E’ importante che il
ricevente abbia due cuscini posti sotto i rispettivi cavi poplitei.
Nota bene: questa manualità fungerà da scarico tra una manovra e l’altra.
4. Sfregamentoa “c” sulla zona prossimale, mediale e distale della gamba;
5. Segue scarico;
6. Frizione sulla zona prossimale, mediale e distale della gamba;
7. Seguescarico;
8. Vibrazione.
Piede:
Il piede scarica la propria linfa ai gruppi linfatici secondari dei malleoli, ai gruppi
principali del cavo popliteo e quindi
All’inguine. Ricordarsi di sistemare un cuscino sotto le caviglie.
Schiena:
Glutei e cosce:
Gamba:
Piede:
1. Scarico con presa a “c”, risalire dalla pianta del piede, per scaricare la linfa ai
malleoli. Ritornare in posizione di partenza per raggiungere il cavo popliteo. Dalla
pianta del piede, fino alla coscia, per poi risalire e scaricare fino al gluteo;
2. frizione lunga a salire, per ogni dito, in direzione dei malleoli;
3. seguescarico a fiore;
4. Pugno roteato;
5. Scarico;
6. Impastamento strisciato; 7.scarico. Totale passando dal malleolo, cavo popliteo
all’inguine.
CONTROINDICAZIONI ASSOLUTE DEL MASSAGGIO
Le varie manovre del massaggio, oltre che agire sul flusso venoso e linfatico, riattivano
i vari organi ed apparati:
1) APPARATO CARDIOVASCOLARE
2) APPARATO DIGERENTE
3) APPARATO URINARIO
4) APPARATO RESPIRATORIO
5) SISTEMA NERVOSO
Aumento specifico della temperatura corporea (di 2-3 OC), dei globuli rossi e
conseguente accelerazione degli scambi metabolici. Rinforza il sistema immunitario,
rendendo l’organismo più resistente alle malattie da virus, batteri, funghi.
La cellulite
Il pannicolo adiposo, tessuto posto anatomicamente sotto la cute, è una riserva attiva di
energia, legata al metabolismo individuale, scientificamente definito bilancio calorico;
quando il bilancio calorico diminuisce (maggiore attività fisica o minore introduzione di
calorie con il cibo) la riserva si riduce (lipolisi); quando il bilancio calorico aumenta
(minore attività fisica od eccessiva introduzione di calorie con il cibo) si verifica il
deposito dei grassi (liposintesi).
Come tutti i tessuti anche il pannicolo adiposo ha una sua impalcatura di sostegno (il
tessuto reticolare ed il collagene) ed una vascolarizzazione, denominata microcircolo;
attraverso la vascolarizzazione il tessuto adiposo fornice l'energia all'organismo o la
accumula, sottoforma di grasso.
L'attività fisica rivolta alla prevenzione e alla cura della cellulite è per molti aspetti
simile a quella proposta per i soggetti obesi. Essa viene inserita in un contesto generale
che prevede il miglioramento delle condizioni psicofiscihe del soggetto ed il rispetto di
tre princìpi fondamentali:
La cellulite colpisce soprattutto alcune regioni del corpo come cosce, glutei e fianchi,
ma anche braccia e dorso. E' quindi consigliabile affiancare ad un esercizio costante
generalizzato (camminata, recline, step o simulatori di sci di fondo) esercizi specifici
che stimolino le zone in cui vi è un'adiposità maggiormente localizzata.
Un difetto nell'appoggio plantare può rappresentare uno dei più grossi fattori di rischio
per lo sviluppo della cellulite. Il piede è infatti sede di delicati sistemi vascolari
(triangolo della volta e soletta venosa di Lejaris) responsabili del ritorno venoso. Questi
equilibri possono venire alterati da posture scorrette o dal frequente utilizzo di calzature
non anatomiche (tacchi alti).
E' pertanto importante seguire una dieta ricca di vegetali e fibre, consumare almeno 3
pasti al giorno, bere almeno un litro e mezzo di acqua, evitare i cibi ricchi di grassi, gli
alcolici e anche l'eccessivo consumo di caffè (oltre 2-3 al giorno). Inoltre è importante
cercare di eliminare il sale dalla dieta in quanto quello presente negli alimenti è
sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero.
È molto importante dormire per almeno 8 ore al giorno e cercare di ridurre per quanto
possibile lo stress. Fondamentale risulta l'approccio mentale con il quale si inizia il
programma alimentare e sportivo, "serenità e motivazione" prima di tutto.
Anguria: l'amica ideale del nostro corpo
L'elisir di lunga vita? Il frutto estivo più dissetante per eccellenza: l'anguria.
Antiossidanti e vitamine C, B1 e B6, infatti, rendono l'anguria un ottimo espediente per
la cura della pelle, il pericolo di disidratazione ed i cali di energia dovuti al caldo.
Si deve alla polpa rossa, dunque, la fonte inesauribile di zuccheri e acqua necessari per
dissetare quanti vogliono reintegrare le proprie forze. E, per i patiti delle diete, l'anguria
può costituire un valido aiuto per i pasti, poiché in grado di saziare oltreché dissetare.
Costituito per il 95 per cento di acqua, questo frutto tipicamente estivo rappresenta
inoltre un eccellente diuretico. Con solo il 5 per cento di zucchero e minerali come il
potassio e il magnesio, utili per combattere la stanchezza sia fisica, nel caso di esercizi
sportivi o lavori faticosi, che quella dovuta al caldo.
Tra gli alimenti amici della linea non vanno dimenticate le spezie: non fatele mai
mancare in cucina, in primis perché anche aggiunte ai piatti più semplici danno un tocco
di novità rendendo esotica ed appetitosa perfino una ricetta ipocalorica.
Il peperoncino
Non è da sottovalutare l’altro effetto benefico: quello di far mangiare meno grazie al
tipico sapore piccante. Attenzione a non eccedere se tenete alle vostre papille
gustative.
Il Pepe Nero
E' una delle spezie più comuni e grazie al suo principio attivo, la piperina, stimola la
termogenesi, e favorisce quindi il controllo del peso corporeo. Esercita un'azione
stimolante nei confronti dell'organismo, tuttavia il suo uso non deve essere protratto per
evitare disturbi gastroenterici. In particolare, il pepe nero è sconsigliato in caso di
gastrite, ulcera gastrica, emorroidi ed ipertensione.
Aggiungerlo su pesce, uova e carne non può che far bene alla linea oltre che al gusto.
L'aglio
L'origano
Aggiungere 3-4 stimmi al giorno a fine cottura in verdure, risotti e sughi insaporisce i
piatti ed aiuta la linea. E, scoperta degli ultimi giorni, si è rivelato essere un ottimo
afrodisiaco...
Il ginseng
E' ottimo per ottimizzare il metabolismo e in pratica ha gli stessi effetti della caffeina
ma senza essere dannoso. Come lo zafferano, anche il ginseng può rendere le vostre
notti più focose.
La cannella
Il cumino
Il curry
Le spezie alla base dei saporiti piatti indiani come curry, curcuma e affini se consumate
ad ogni pasto hanno un potere dimagrante. Secondo una ricerca statunitense la
curcumina sopprimerebbe la crescita dei tessuti adiposi, così come i ricercatori hanno
potuto sperimentare sui topi in laboratorio.
Lo zenzero
Toccasana per il raffreddore e non solo, lo zenzero è ricco di gingerolo, che fluidifica
la bile e regola la peristalsi, sgonfiando l’addome.
Per appiattire la pancia, bisogna eliminare il sale e dare spazio alla fantasia con i
centrifugati. I risultati non tarderanno a farsi vedere. Pochi giorni e la pancia sarà a
prova di bikini.
Colazione, un primo piatto a scelta tra pranzo o cena potrebbe essere a base di frutta
estiva e verdure. Non bisogna dimenticare che, orientarsi ad un'alimentazione sana, a
base anche di erbe depurative, può giovare anche alla cellulite.
Via il sale, avanti all'acqua. Oltre a tè verde, centrifugati e passati di verdure. Vietato
l'uso di alcool che d'estate produce solo calore. Meglio, quindi, evitare aperitivi che
potrebbero vanificare i nostri sforzi.
Sarebbe buona prassi alternare una ricca colazione con diversi centrifugati. Ognuno con
un proprio beneficio. Quello a base di carota, infatti, è estremamente diuretico, se
accompagnato da sedano e mela verde. Mentre banana, pesca e pompelmo rosa è il
centrifugato per chi è continuamente stressato.
Per la cellulite la centella asiatica, kiwi e ananas verranno in vostro soccorso. Mentre
depurative saranno le rape rosse o barbabietole, un succo di mela o di pera. E, per
finire, anche la digestione vuole la sua parte. Meglio, dunque, affidarsi al finocchio e,
ancora una volta, alla pera o alla mela.
I centrifugati costituiscono un valido supporto a qualsiasi tipo di dieta. Non solo perché
saziano, ma apportano nel nostro organismo tra le 140/170 calorie a centrifugato. E, non
da escludere, sono pratici e veloci.
Partiamo da un presupposto, amaro ma necessario da sottolineare. Se cominciate un
ciclo di bendaggi o fanghi e poi, uscite dall'estetista, mangiate un bombolone col
cioccolato, sappiate che non serviranno a nulla, anche se li pagate molto. Tutti i
trattamenti devono essere accompagnati da un minimo di attenzione alimentare e
magari una leggera attività fisica, altrimenti potete anche rinunciarvi.
Massaggi e pressoterapia, più che avere un effetto riducente, sono molto efficaci per
ritenzione idrica, gonfiore alle gambe e alla caviglie, cattiva circolazione. In genere
sono ottimi se abbinati, nel senso che fare un massaggio prima o dopo la pressoterapia
ne potenzia gli effetti. La pressoterapia non ha effetti collaterali, è piacevole e
rilassante e vi dà i risultati almeno dopo sette o otto pressoterapia, fatte a breve distanza
tra loto.
I bendaggi e i fanghi sono un discorso differente, perché agiscono sui tessuti e hanno
un minimo di effetto redux, ecco perché hanno anche un prezzo mediamente più alto.
Sono ottimi se avete la cellulite, soprattutto quella profonda. Sono delle fasce elastiche
piene di lozioni e principi attivi che vengono assorbite proprio dalla zone critiche
attraverso una leggera pressione propria del bendaggio.
Le lumache allevate non sono destinate solo a fritture, insalate o polpette, ma anche alla
realizzazione di prodotti cosmetici e trattamenti di bellezza. “La bava di lumaca, la scia
che questi molluschi lasciano al loro passaggio, è un potente cicatrizzante - spiega
Carla Scesa, specialista in cosmetologia, professore di Chimica dei prodotti cosmetici
all'università Cattolica di Roma - e “ha una proprietà lenitiva e anche idratante, oltre
che un'azione anti-rughe. Viene utilizzata per la crema Elicina -continua l’esperta- ed è
una sostanza che contiene acido iarulonico, vitamine, amminoacidi, e si può ottenere
senza uccidere il mollusco. E' un rimedio importato dalla tradizione cilena, ma anche
nelle nostre campagne, un tempo, si mangiavano lumache crude contro le ulcere”.
Grazie ai suoi enzimi, la lumaca ci regala anche una valida cura per piaghe, ustioni e
persino smagliature.
Insomma, dalla tavola alla cosmetologia il mondo della lumaca, forse ancora troppo
poco conosciuto, non smette di stupire.
L'energia dei cristalli e delle pietre
Esercizi di autotrattamento.
Inizia riservando pochi minuti al giorno alla pratica, per non sovraffaticare il tuo campo
energetico.
Durante gli esercizi abbi cura di creare un ambiente rilassante, sufficientemente caldo
(se necessario copriti), brucia un incenso o usa un diffusore per oli essenziali, metti una
musica rilassante di sottofondo, stacca il telefono, ecc.
E’ importante che questo momento sia solo dedicato a te. Buon lavoro!!!
Questo esercizio è utile per dare energia al campo energetico in generale, ricaricare nei
periodi di stanchezza, trovare più chiarezza e contatto con la realtà, ripulire la nostra
energia dalle scorie energetiche create dallo stress, dalle emozioni non espresse, dalla
frequenza di ambienti sovraccarichi di tensioni, ecc.
E’ meglio non praticarlo la sera prima di dormire, poiché potrebbe ostacolare il sonno.
Meglio eseguirlo la mattina o al pomeriggio.
Ti occorreranno:
1. 2 sassi non molto grandi 4 piccole punte di cristallo di rocca 2 cristalli a tua scelta,
meglio se uguali (grezzi o burattati, ma privi di punte) una bussola.
2. Con l’aiuto della bussola individua il NORD, direzione verso cui dirigerai il capo,
distendendoti a terra.
3. Appoggia a 15-20 cm. Circa dalla testa il primo sasso.
4. Poni una delle due pietre uguali che hai scelto alla tua sinistra (15-20 cm. Circa di
distanza).
5. A 15-20 cm. Dalla base dei piedi poni il secondo sasso.
6. Infine, appoggia l’ultimo cristallo alla tua destra (15-20 cm).
Visualizza (od immagina fortemente) che una linea di luce colleghi tutte le pietre,
partendo da quella sopra il tuo capo, in senso orario (ovvero passando per prima alla tua
sinistra).
Una ‘griglia radionica’ è (per dirla in modo molto semplice) uno schema geometrico
capace di creare onde di energia. Questa pratica è utile per
Caricare di energia l’acqua, per poi poterla bere, oppure utilizzarla nella
Cura dell’ambiente, delle piante o degli animali. Ci rifacciamo alla forma del simbolo
dell’infinito.
Costruisci la forma dell’infinito orientata verso il Nord, alternando cristalli e/o piccoli
sassi. Dopo, attiva la forma dandole energia, percorrendo l’ 8 con il dito indice della
mano destra.
A questo punto potrai inserire il/i bicchieri d’acqua (i bicchieri è meglio se sono di vetro
chiaro trasparente, senza disegni), negli spazi interni della forma ad 8 rovesciato, e
lasciali per qualche ora a caricarsi di energia.
L’infinito è il simbolo che attiva l’equilibrio e l’amore incondizionato. Se decidi di
preparare acqua da bere, usane una di buona qualità.
ESERCIZIO 3: MEDITAZIONE DI RADICAMENTO
Per questo esercizio ti occorre un sasso, o un cristallo scuro non troppo piccolo. Crea
uno spazio tranquillo e silenzioso, o con una musica di sottofondo.
Questo esercizio è utile per rienergizzarsi dopo un periodo faticoso, per combattere la
tendenza all’apatia, alla pigrizia, per ritrovare il gusto della vita, per diminuire gli stati
d’ansia e la tristezza.
Siediti a terra a gambe incrociate, oppure su uno sgabello (meglio evitare la sedia,
poiché tenderesti ad accasciare la schiena sullo schienale).
Poni il sasso o il cristallo a terra, al centro dello spazio fra le gambe, nella zona che
corrisponde al chakra di collegamento con la Terra.
Immagina il tuo corpo come se fosse un guscio vuoto. Dai punti di contatto con la terra
(le gambe, o i piedi, ecc.), visualizza un’intensa energia simile a magma, che sale dal
centro della terra e riempie interamente il guscio del tuo corpo, e rimani in questa
situazione per 5 minuti o più, respirando profondamente (ma ad un ritmo lento), per
sentire la potenza della vitalità trasmessa dalla Madre Terra. Poi, lentamente, lascia che
il fiume di fuoco ridiscenda, e riprendi a respirare regolarmente e tranquillamente, prima
di ritornare in contatto con la realtà.
Siediti come nel precedente esercizio, e poni il sasso fra le gambe. Respira lentamente,
concentrando la tua attenzione e le tue emozioni sulla situazione prescelta. Cerca il più
possibile dei focalizzare una sola situazione per ogni sessione di meditazione. Non
reprimere le emozioni che provi quando rivivi la situazione, sono energie molto
importanti.
Prendi la punta di cristallo, ed appoggia la base sul plesso solare, mantenendo la punta
verso l’esterno. Ora inizia a respirare, immaginando che ad ogni espirazione fuoriesca
dal tuo plesso solare (ed entri nel cristallo), ogni sensazione legata alla circostanza in
questione. Continua fin quando non sentirai che è uscito tutto. A questo punto rivolgi la
punta verso di te, riprendendo a respirare: ad ogni inspirazione un’onda di
‘informazioni’ ti raggiungerà dal cristallo (emozioni, pensieri, colori, immagini, tutto
può andare bene); nella fase di espirazione ogni sensazione verrà nuovamente espulsa
dal corpo: ormai non serve più. Prendi nota mentalmente (o per iscritto) di quanto
ricevi, per poterlo rivedere con calma dopo aver concluso l’esercizio. Potresti scoprire
di provare emozioni nascoste che non pensavi di avere, rispetto alla situazione
considerata, oppure potresti trovarti ad avere la capacità di inquadrare il fatto con
maggiore chiarezza, chi lo sa?
Per utilizzare al meglio i cristalli dopo l’acquisto e ogni volta che desideriate utilizzarli
per la vostra cristallo terapia vanno effettuate tre semplici operazioni: la purificazione,
l’attivazione e la programmazione la purificazione dei cristalli e delle pietre utilizzate in
cristallo terapia.
Una volta acquistato il cristallo o ogni volta sia necessario utilizzarlo, bisogna
purificarlo dalle eventuali energie di cui si è caricato in precedenza. La durata di
quest’operazione è direttamente proporzionale all’uso che ne è stato fatto, dal numero di
persone che sono venute in contatto con la pietra ed dal tempo di inattività della stessa.
Chi tiene cristalli addosso ha la necessità di purificarli con una certa frequenza in quanto
si caricano in un lasso di tempo abbastanza breve. I cristalli dedicati al riequilibrio
energetico della casa sono di dimensioni maggiori e spesso più grezzi. In questo caso gli
intervalli di pulizia sono meno frequenti. In ogni caso sarà utile affinare la sensibilità in
grado di farci percepire chiaramente quando il cristallo ha bisogno di questo
trattamento.
Come abbiamo visto in questo articolo, i cristalli possiedono un propio equilibrio che
può venire alterato quando vengono in contatto con energie differenti. In questo caso
tendono a scaricarsi ed è necessario lasciar passare un certo lasso di tempo affinché
riacquistino le loro caratteristiche iniziali.
Esistono dei metodi che accelerano e velocizzano questo processo.
Per favorire il loro recupero è sufficiente porli alla luce del sole o ai raggi lunari,
lasciarli sotto acqua corrente fredda per almeno un quarto d’ora oppure sfruttare altre
pietre per caricarli.
Il ricorso a un geode naturale di ametista o agata per qualche ora dona loro una notevole
ricarica energetica.
Nell’articolo dedicato all’affinità energetica dei cristalli e uomo abbiamo spiegato come
le nostre vibrazioni energetiche influenzino la loro efficacia. Lo stesso modo non
bisogna dimenticare la potenza positiva delle forme pensiero. Rilassatevi e respirate
profondamente proiettando visivamente all’interno del cristallo l’immagine mentale di
ciò che volete ricavare dal cristallo. Questa nostra proiezione deve rappresentare il
nostro scopo: se vogliamo serenità e pace dobbiamo vederci sereni e tranquilli, se siamo
malati dobbiamo vederci in buona salute.
Aromaterapia
Le piante essenzifere producono oli essenziali un po’ dappertutto nel loro organismo:
tuttavia, secondo il tipo di pianta, l’aroma si concentra nella radice, oppure nel fusto,
nelle foglie, nei fiori o nei frutti. Più la pianta rimane esposta al sole, più produce olio
essenziale, quindi nei Paesi mediterranei e nelle zone molto soleggiate troviamo
numerose piante spontanee produttrici di essenze aromatiche.
L’olio essenziale rappresenta per la pianta una sostanza difensiva contro parassiti,
insetti, muffe; inoltre svolge funzioni cicatrizzanti e rigenerative nei casi in cui venga
intaccato il fusto. L’aroma è anche di aiuto per la riproduzione della pianta, poiché attira
gli insetti per l’impollinazione; infine le piante comunicano tra di loro attraverso la
diffusione degli oli essenziali. Questi ultimi si rivolgono all’organismo umano nella sua
totalità e sono in grado di produrre effetti sui piani fisico, emotivo e mentale. I profumi
agiscono sull’ipotalamo e sull’ipofisi, innescando reazioni a cascata sul sistema
ormonale e offrendo quindi possibilità terapeutiche di vario tipo.
Gli oli essenziali vengono classificati secondo l’impressione olfattiva che ciascuno di
essi suscita.
Nel XIX secolo uno studioso inglese, George William Septimus Piesse, elaborò tre
categorie, chiamate “note”, nelle quali suddividere le essenze aromatiche. Ancora oggi
ci si basa su questa triplice ripartizione, ma si tende ad ampliarla fino a cinque livelli
mediante l’inserimento di due note intermedie.
1. Nota di testa. Si riferisce agli oli ricavati dai frutti o dalle bucce, specialmente nel
caso degli agrumi. La nota di testa è caratterizzata da una vibrazione che sale verso
l’alto, stimolando il piano mentale: ha un effetto dinamizzante e rinfrescante,
particolarmente adatto alle attività intellettuali. Questi oli evaporano molto rapidamente
(in circa 2 ore) e si distinguono per una frequenza rapida, dinamica. La nota di testa è
tipica di Arancio, Limone e Mandarino, ma anche di altre essenze non ricavate dagli
agrumi.
2. Nota di cuore. Riguarda gli oli che si ottengono dal fusto, dalle foglie e dalle parti
aeree della pianta, come fiori e petali. Le essenze di cuore sono intense e sensuali,
tendono a riequilibrare le energie fisiche e psichiche e agiscono sull’affettività.
Possiedono una vibrazione intermedia ed evaporano con tempi intermedi (in circa 4
ore). Esempi sono Lavanda, Neroli e Rosa.
3. Nota di base. È caratteristica degli oli ricavati dalla corteccia e dalle radici. La nota
di base si presenta come calda, lenta e pesante; ha una carica vibrazionale bassa,
evapora in tempi lunghi e ci collega alla Terra esplicando un’azione stabilizzante,
rilassante e sedativa. L’aroma di base può durare anche 12 ore se si tratta di un olio di
buona qualità. Tra questi abbiamo ad esempio Sandalo, Patchouli, Vetiver.
Il buon produttore, infine, avrà cura di segnalare la parte di pianta utilizzata e il Paese da
cui tale materiale proviene.
Per favorirne la conservazione l’olio deve essere tenuto lontano dalla luce diretta o dai
raggi del sole, a una temperatura compresa tra 0° e 35° C. Meglio sarebbe non riporlo in
frigorifero poiché tale apparecchio, generando campi elettromagnetici, non è adatto alla
conservazione di sostanze che agiscono a livello sottile.
Esistono varie modalità per estrarre gli oli essenziali dalle piante, anche se non tutte
sono consigliabili sotto il profilo della qualità o del rispetto delle caratteristiche
biologiche del materiale di partenza.
Un primo elenco di tecniche estrattive si deve alla Farmacopea Ufficiale Francese del
1972 (in Italia la legislazione in merito è tuttora assente): a questo elenco si sono
aggiunti negli ultimi anni ulteriori sistemi. Vediamo qualche cenno sui principali.
Pressione a freddo. Spremitura della parte di pianta utilizzata, in particolare per le bucce
degli agrumi.
Nella maggioranza dei casi gli oli essenziali devono essere diluiti in oli vegetali o in
creme neutre: l’applicazione diretta sulla pelle di un olio essenziale puro è sconsigliata,
in quanto potrebbe essere irritante. Al massimo si può applicare una goccia su ciascun
polso, o sui lati del collo, come profumo, ma mai per periodi di tempo troppo lunghi e
continuativi.
L’eccezione a questa regola è costituita da alcune essenze più maneggevoli, come ad
esempio Albero del Tè, Lavanda e Manuka. Questi oli in genere non presentano
controindicazioni anche se usati puri sulla pelle in aree ristrette, ad esempio su brufoli e
piccoli problemi dermatologici, come disinfettanti e cicatrizzanti sulle ferite aperte,
oppure, nel caso della Lavanda, su piccole ustioni. Nell’eventualità di un mal di testa si
possono talvolta applicare poche gocce di certi oli sulle tempie e sulla fronte senza
diluirli, ma bisogna agire con prudenza. Come antidoto alle essenze annusate, cioè per
riequilibrare un soggetto che abbia assorbito un eccesso di aromi per via olfattiva e
accusi giramenti di testa, bisognerà fargli annusare polvere di caffè o caffè in chicchi.