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Corso di Diritto processuale

civile
teoria generale dell’azione; le parti; i difensori
la procura alle liti; regime spese del giudizio

importanti - da sapere (eventuali elenchi a memoria,ecc.)


argomento secondario - da sapere solo per sommi capi (senza elenchi a
memoria: insomma, basta dimostrare di avere compreso il meccanismo
generale, senza dover ricordare termini e senza entrare nel dettaglio).
Se ci sono parti sottolineate, sono queste le cose importanti (da sapere)

solo per cultura generale

»Prof. Federico Russo


quid est actio
«In realtà quello dell’azione” è un concetto essenzialmente relativo, che si
presta ad essere variamente precisato, tanto più che, come è agevole intuire, esse
non può non risentire della profonda diversità di obiettiviate contraddistinguono
le azioni di cognizione rispetto a quello esecutive e cautelari»
G. BALENA, Istituzioni di diritto processuale civile, I, Bari, 2019, par. 23, p. 55.

Il c.d. diritto di azione (…) ha per l’appunto natura strumentale ed ancellare rispetto ai diritti (più in generale,
rispetto alle situazioni giuridiche attive) attribuiti dal diritto sostanziale ma (…), a differenza di questi ultimi,
non potrebbe essere escluso dal legislatore ordinario; in una diversa prospettiva, il che signi ca che al
riconoscimento di un certo diritto, ad opera di una norma sostanziale, si accompagna automaticamente - senza
bisogno si una disposizione ad hoc, che lo preveda - il riconoscimento ad adire l’autorità giudiziaria per
ottenerne la tutela (in ciò consiste la c.d. atipicità dl diritto di azione).
G. BALENA, Istituzioni di diritto processuale civile, I, Bari, 2019, par. 3, p. 5.

Prof. Federico Russo

fi
tipologia di tutele (e di azioni) a parte la
giurisdizione
c.d.
accertamento “volontaria”
diretta ad accertare una
posizione giuridica attiva
tutela di
(diritto, status, ecc.), costitutiva
cognizione
attraverso l’intervento
dello Stato-Giudice di condanna

diretta a ottenere il espropriazione


tutela soddisfacimento di un diritto forzata
esecutiva accertato in un titolo esecutivo (diritti “ad u n
(giudiziale o stragiudiziale) bene”)

esecuzione
cautelari in senso “diretta”
diretta a preservare il diritto stretto o (diritti “su un
non ancora accertato o conservativi bene”)
tutela eseguito, nelle more che esso
cautelare venga accertato (e, in parte, cautelari anticipatori
anche eseguito)
Prof. Federico Russo
L’età degli “Oligarchi” *

Lodovico Mortara
Mantova, 16 aprile 1855
Roma, 1º gennaio 1937 Giuseppe Chiovenda Francesco Carnelutti
Premosello, 2 febbraio 1872 Udine, 15 maggio 1879
Premosello, 7 novembre 1937 Milano, 8 marzo 1965

* F. CIPRIANI, Storie di processualisti e di oligarchi, Milano, 1991


L’età degli “Oligarchi”

Enrico Redenti
Parma, 15 dicembre 1883
Parma, 1º gennaio 1963 Salvatore Satta
Nuoro, 9 agosto 1902
Piero Calamandrei Roma, 19 aprile 1975
Firenze, 21 aprile 1889
Firenze, 27 settembre 1956
Carlo Lessona (allievo di
Mortara, maestro di
Calamandrei) si congratula
con Chiovenda

7.VI.'917
Carissimo collega,
non sono fra i primi - e un
puro caso ne à colpa - a
rallegrarmi con Te per il
premio linceo che Ti è
stato conferito. Ma non
sono perciò indifferente. E
penso che l’alto onore
fosse dovuto a Te che ài
portato nei nostri studi
una vita nuova. Non il
limpido enciclopedismo
esaminatosi nel Mattirolo,
non il puro raziocinio del
Mortara, ma una vena
nuova veramente, frutto di
una cultura, prima senza
esempio, e poi di una
meditazione veramente
profonda e con prodotti
organici che saranno
fecondi
L’età degli “Oligarchi”

La prima edizione del Manifesto degli intellettuali antifasciscti


Il Mondo, 1 maggio 1925
(firmata da Giuseppe Chiovenda)
“parte” di un “tutto” (rapporto processuale)

Quanti sono i soggetti del processo?

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diritto e azione
Diritto di azione
GIUDICE strumentale a
(Stato) diritto sostanziale
affinché accerti
suo diritto viene esercitato
rispetto a innanzitutto nei
confronti dello
Stato, il quale ha il
corrispondente
obbligo di emettere
una pronuncia
ma che tipo di
pronuncia?

ATTORE CONVENUTO
diritto di azione per tutelare diritto sostanziale
Tizio afferma di
Caio
essere titolare di
(secondo Tizio) è il
posizione giuridica
titolare della
attiva diritto sostanziale
corrispondente posizione
tutelata dal diritto
giuridica passiva
sostanziale
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Schema rapporto giuridico processuale
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(CHIOVENDA, SATTA, MONTELEONE)
Corso di Diritto Processuale Civile PRESUPPOSTI PROCESSUALI
elementi necessari per l’esistenza o
la validità di un rapporto giuridico
processuale
- presupposti di esistenza del
RAPPORTO (GIURIDICO)
PROCESSUALE processo:
processo incomincia con GIUDICE - che domanda venga proposta
diritto
domanda e si chiude con potestativo di davanti a un giudice ;
sentenza - presupposti di validità o
AZIONE
per tutelare procedibilità del processo:
- competenza;
- capacità;
- rappresentanza processuale;
- condizioni di procedibilità;

PARTI PARTI CONDIZIONI DELL’AZIONE:


(ATTORE) (CONVENUTO) elementi necessari per ottenere una
pronuncia favorevole:
- legittimazione ad agire (coincide
nella sostanza, come nella tradizione romanistica, DIRITTO normalmente con effettiva titolarità
l’azione è inscindibilmente collegata allo speci co SOSTANZIALE del diritto);
diritto che vuole tutelare (e, in alcuni casi, si confonde - interesse ad agire (concreto ad

no a identi carsi con esso). ottenere quel bene controverso);


Consiste nell’esercizio di un diritto potestativo - esistenza di volontà della legge

(Chiovenda) o comunque pubblicistico ed è diretta ad che attribuisca bene richiesto


ottenere dallo Stato - Giudice A) un provvedimento - possibilità giuridica (affermazione

favorevole (una pronuncia che tuteli la situazione dei fatti costitutivi)


giuridica attiva incerta)
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fi
“parte” di un “tutto” (rapporto processuale)
sotto il pro lo statico le “parti” sono titolari di diritti che chiedono la tutela dell’Ordinamento per ottenerne la
realizzazione. Il loro diritto, infatti, è contestato.

Art. 24 della Costituzione.


Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi.
La difesa diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i
mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
La legge determina le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari.

Attore afferma un proprio diritto contestato e ne chiede tutela davanti allo Stato (rappresentato dal giudice).
Convenuto, correlativamente, nega questo diritto e chiede il rigetto della domanda dell’attore.

ma è solo alla ne del processo che si accerterà se parte fosse o meno titolare del diritto. Se questo verrà,
allora, negato, verrà meno anche la qualità di “parte”?
D. Se Tizio non aveva il diritto, non aveva, di conseguenza, neanche il diritto di agire in giudizio?

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parte e giusta parte
(nascita della teoria astratta - rinvio)
“Parte” (in senso formale) = chi riveste formalmente la posizione di parte nel processo:
- colui che agisce;
- soggetto nei confronti del quale domanda è indirizzata;
- (eventuali intervenuti);

“Giusta Parte” o legittimo contraddittore = è soggetto effettivamente titolare diritto.

nasce la contrapposizione tra diritto sostanziale e diritto processuale

impostazione classica chiovendiana viene criticata, perché non distingue “parte” da “giusta parte”, ossia la
titolarità effettiva del diritto (accertabile solo alla ne del processo) dal diritto che comunque l’attore ha, a
prescindere dalla fondatezza della domanda, di ottenere una pronuncia dal giudice, “quale essa sia” (o, in
alcune versioni, “anche sfavorevole”)

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Schema rapporto giuridico processuale
(EVOLUZIONE SECONDO CONCEZIONE ASTRATTA: B; Liebman) PRESUPPOSTI PROCESSUALI
elementi necessari per l’esistenza o
la validità di un rapporto giuridico
processuale
- presupposti di esistenza del
RAPPORTO (GIURIDICO) diritto
PROCESSUALE processo:
GIUDICE potestativo di
processo incomincia con - che domanda venga proposta
AZIONE
domanda e si chiude con davanti a un giudice ;
per ottenere una
sentenza - presupposti di validità o
pronuncia, e
procedibilità del processo:
dunque
- competenza;
indipendente da
L’azione implica - capacità;

l’esercizio di un diritto - rappresentanza processuale;

pubblico, diretto ad - condizioni di procedibilità;

ottenere una pronuncia:


B) indipendente dal PARTI PARTI
merito; CONDIZIONI DELL’AZIONE:
(ATTORE) (CONVENUTO) elementi necessari per ottenere una
il diritto di azione è pronuncia quale essa sia:
dunque - legittimazione ad agire (astratta);
DIRITTO - interesse ad agire (astratto);
concettualmente
indipendente dal diritto SOSTANZIALE
sostanziale - afferiscono invece al diritto sostanziale:
- esistenza di volontà della legge che attribuisca bene richiesto: quella che MANDRIOLI chiama “possibilità
giuridica” e, coerentemente con la concezione C Intermedia, la ricomprende tra le condizioni dell’azione
- affermazione dei fatti costitutivi
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Corso di Diritto Processuale Civile
Schema rapporto giuridico processuale
EVOLUZIONE SECONDO CONCEZIONE Intermedia: C PRESUPPOSTI PROCESSUALI
(Balena, Mandrioli) elementi necessari per l’esistenza o
la validità di un rapporto giuridico
processuale
- presupposti di esistenza del

RAPPORTO (GIURIDICO) processo:


- che domanda venga proposta
PROCESSUALE diritto
processo incomincia con potestativo di davanti a un giudice ;
domanda e si chiude con GIUDICE - presupposti di validità o
AZIONE
sentenza per ottenere una procedibilità del processo:
- competenza;
L’azione implica pronuncia,
- capacità;
l’esercizio di un diritto comunque nel
- rappresentanza processuale;
pubblico, diretto ad merito
- condizioni di procedibilità;
ottenere una
pronuncia:;C) anche di CONDIZIONI DELL’AZIONE:
rigetto, purché sul elementi necessari per ottenere una
merito. pronuncia purché nel merito (ma anche di
(giudice deve PARTI PARTI
rigetto);
pronunciarsi anche se (ATTORE) (CONVENUTO)
- legittimazione ad agire (astratta);
per dare torto ad attore) - interesse ad agire (astratto);
- esistenza di volontà della legge che
il diritto di azione è DIRITTO attribuisca bene richiesto? [attiene al
dunque solo in parte SOSTANZIALE merito, dunque al diritto, non all’azione, se
indipendente dal diritto intesa in senso astratto]. MANDRIOLI la
sostanziale, perché chiama “possibilità giuridica” e la
strumentale alla tutela di ricomprende tra le condizioni dell’azione
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questo Corso di Diritto Processuale Civile - affermazione dei fatti costitutivi
Schema rapporto giuridico processuale
EVOLUZIONE SECONDO CONCEZIONE Intermedia: C.1
(CONSOLO) PRESUPPOSTI PROCESSUALI
elementi necessari per l’esistenza o
la validità di un rapporto giuridico
processuale
CONDIZIONI DI DEDUCIBILITA’
- presupposti di esistenza del
RAPPORTO (GIURIDICO) DELLA CAUSA NEL MERITO (vi
processo:
PROCESSUALE diritto con uiscono vecchiE
- che domanda categorie di
venga proposta
processo incomincia con
GIUDICE potestativo di p r e s u davanti
p p o s taiunpgiudice
r o c e;s s u a l i e
domanda e si chiude con
AZIONE condizioni
- p r e s udell’azione)
pposti di validità o
sentenza
per ottenere una - cheprocedibilità
domanda del venga
processo: proposta
L’azione implica pronuncia, - competenza;
davanti a un giudice;
comunque nel capacità;
l’esercizio di un diritto - c o- m petenza (include
pubblico, diretto ad merito - rappresentanza processuale;
litispendenza, ecc);
- condizioni di procedibilità;
ottenere una -capacità;
pronuncia:;C) anche di CONDIZIONI DELL’AZIONE:
- rappresentanza processuale;
rigetto, purché sul elementi necessari
merito. - condizioni di per ottenere una
procedibilità;
pronuncia purché nel merito (ma anche di
- legittimazione
(giudice deve PARTI PARTI ad agire;
rigetto);
pronunciarsi anche se (ATTORE) (CONVENUTO) - interesse ad agire;
- legittimazione ad agire (astratta);
per dare torto ad attore) - esistenza di volontà della legge
- interesse ad agire (astratto);
che attribuisca
- esistenza di volontà bene richiesto
della legge che
il diritto di azione è DIRITTO - affermazione
attribuisca dei fatti[attiene
bene richiesto? costitutivi
al
dunque solo in parte SOSTANZIALE merito, dunque al diritto, non all’azione, se
indipendente dal diritto intesa in senso astratto]. MANDRIOLI la
sostanziale, perché chiama “possibilità giuridica” e la
strumentale alla tutela di ricomprende tra le condizioni dell’azione
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questo Corso di Diritto Processuale Civile - affermazione dei fatti costitutivi
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parte e giusta parte (critiche alla teoria astratta)
A visione “astratta” si obbietta “difetto di concretezza”.
(SATTA, MONTELEONE): assurdo pensare che un soggetto agisca per ottenere… il rigetto della propria domanda.
Problematica della “parte - giusta parte” è solo frutto di illusione ottica
prima del processo vi è solo incertezza; è alla ne che viene data certezza ai rapporti

un problema di prospettive, largamente sovradimensionato.


La concezione concreta parte dal concreto, per così dire, nello spazio e nel tempo: un soggetto che assume di avere
un diritto (o status, o pretesa) contrastato da convenuto, e agisce in giudizio per tutelarlo. Da questa prospettiva è
ovvio che azione sia e non possa che essere diretta ad ottenere l’attuazione di quello speci co diritto leso.
La concezione astratta invece muove da una visione d’insieme dell’azione nel suo complesso, senza focalizzarsi
sulla parte che agisce (su quel “diritto” soggettivo di azione, per così dire) ma sullo schema generale della ”
azione” nel suo complesso. Da questa prospettiva nasce il problema del diritto “astratto” di azione, che compete
anche quando, alla ne del processo, si accerta che il diritto sostanziale dedotto, in realtà, non esisteva.
La concezione astratta funziona, ma appunto “in astratto”, come classi cazione sistematica; sbagliato pretendere
di dedurne implicazioni concrete.

… in biologia concepiamo in astratto il genere dei mammiferi; ma ciò non vuol dire che, calandoci in una
prospettiva concreta, riteniamo che esista realmente un “mammifero astratto”, come Idea platonica, che non sia
cioè uno speci co animale (cane, cavallo ecc.).
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diritto e azione (ripasso da prima lezione)
diritto sostanziale Caio
Tizio
corrispondente situazione
situazione giuridica
giuridica passiva (es.:
attiva (es.: diritto)
DIRITTO DI AZIONE obbligo)
(PUBBLICO)
A) concezione concreta (romanistica): nei confronti di Caio (il
Tizio per ottenere un provvedimento favorevole riconoscimento /la tutela
diritto di della situazione giuridica
azione attiva)
B) concezione astratta
per ottenere un provvedimento quale esso sia
Tizio (non si sa a chi spetterà, alla fine, la situazione giuridica attiva)
nei confronti
diritto di
di Caio
azione
C) concezione intermedia (prevalente)
per ottenere un provvedimento comunque sul merito
Tizio (anche di rigetto: per i sostenitori di A è una variante di B)
nei confronti
diritto di
di Caio
azione
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parte e giusta parte
(nascita della teoria astratta - rinvio)
Capacità di essere parte: trasposizione in giudizio della capacità giuridica; spetta a qualunque persona sica o
giuridica, consiste nella capacità di essere soggetto, attivo o passivo, di un rapporto processuale (CHIOVENDA)

distinta da:

Capacità processuale (o legitimatio ad processum o legittimazione processuale o


capacità di stare in giudizio): trasposizione in giudizio della capacità di agire
Art. 75. c.p.c. (Capacita' processuale).
Sono capaci di stare in giudizio le persone che hanno il libero esercizio dei diritti che vi si fanno
valere.
OMISSIS

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parte e giusta parte
(nascita della teoria astratta - rinvio)
Capacità di essere parte: trasposizione in giudizio della capacità giuridica; spetta a qualunque persona sica o giuridica,
consiste nella capacità di essere soggetto, attivo o passivo, di un rapporto processuale (CHIOVENDA)
≠:
Capacità processuale (o legitimatio ad processum o legittimazione processuale o capacità di stare in giudizio):
trasposizione in giudizio della capacità di agire
riguardano il processo in generale

Legittimazione ad agire (attiva) e a contraddire (passiva) - (o legitimatio ad causam ):


riguarda “quello” specifico processo
concezione concreta (SATTA, MONTELEONE) = titolarità del diritto
concezione astratta (PREVALENTE, con differenti sfumature) = coincidenza del soggetto che agisce in concreto con
quello chi la legge attribuisce il potere di domandare un provvedimento del giudice, quale esso sia.

Titolarità del diritto

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Legitimatio ad causam Vs. Titolarità del diritto
Questione va intesa in una prospettiva pratica, e si coglie più facilmente in chiave negativa
diciamo che una parte NON è legittimata, sul piano attivo o passivo, quando, se pure fosse vero quello che afferma, non sarebbe
comunque lei ad avere il potere di agire / a dovere essere convenuta in giudizio. Giudice si fermerà ad una valutazione di
diritto.
Diciamo che non è la titolare del diritto o dell’obbligo quando, astrattamente sulla base di quello che viene affermato, dovrebbe
essere lei il soggetto, ma quello che è afferma to non è in concreto vero (giudice dovrà compiere accertamento di fatto)

Caso: 1) Tizio è amministratore e socio unico della Alfa s.r.l. La società ha un credito di euro 100.000,00 contro Caio.
Tizio agisce “in proprio” contro Caio per chiedere la condanna in favore della società

Tizio NON è legittimato (ad causam), dal momento che è la Società ad essere creditrice (anche se questa agirà
rappresentata da Tizio, n.q. amministratore).
Caso: 2) Tizio era creditore di Caio di 100.000 euro. Alla morte di Caio, Tizio agisce contro Caietto, “n.q. di erede di
Caio”. Caietto non è affatto erede (e.g. aveva rinunciato all’eredità)

Caietto è legittimato (ad causam), dal momento che è convenuto “n.q. di erede”. Il punto è che non è affatto erede;
dunque non è titolare dell’obbligo

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Legitimatio ad causam Vs. Titolarità del diritto

e credo nella torta e nel tortello:


l’uno è la madre e l’altro è il suo gliuolo;
e ’l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.

(L. Pulci, Morgante, XVIII, 116).

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fi
rappresentanza
è vero che per essere legittimati occorre almeno affermare di essere quel soggetto cui la legge attribuisce il potere di
agire / resistere in giudizio.
è altrettanto vero che il soggetto che ha tale potere di agire /resistere, di norma, coincide con il titolare effettivo del
diritto (CHIOVENDA):
- Tizio è legittimato ad agire a tutela della proprietà del fondo Alfa se, per lo meno, afferma di essere proprietario
(se afferma di esserlo, ma in realtà non lo è diremo che non è “titolare” del diritto)

A volte, però, la legge consente la legittimazione “ad causam” (anzi, più in generale, in molti casi la legitimatio
“ad processum”) a un soggetto diverso da chi si afferma titolare del diritto

è il caso del rappresentante

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rappresentanza
Art. 75. c.p.c. (Capacita' processuale).
Sono capaci di stare in giudizio le persone che hanno il libero esercizio dei diritti
che vi si fanno valere.
Le persone che non hanno il libero esercizio dei diritti non possono stare in
giudizio se non rappresentate, assistite o autorizzate secondo le norme che
regolano la loro capacita'.
Le persone giuridiche stanno in giudizio per mezzo di chi le rappresenta a
norma della legge o dello statuto.
Le associazioni e i comitati, che non sono persone giuridiche, stanno in giudizio
per mezzo delle persone indicate negli articoli 36 e seguenti del codice civile.

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rappresentanza
Art. 77. (Rappresentanza del procuratore e dell'institore).
Il procuratore generale e quello preposto a determinati affari non possono stare in giudizio per il
preponente, quando questo potere non e' stato loro conferito espressamente per iscritto, tranne che per
gli atti urgenti e per le misure cautelari.
Tale potere si presume conferito al procuratore generale di chi non ha residenza o domicilio nella
Repubblica e all'institore.
questa norma viene interpretata in modo abbastanza tortuoso.
Essa vorrebbe dire:
- non solo che potere di stare in giudizio debba essere conferito per iscritto (salvo… ecc.);
- ma anche che questo potere potrà essere conferito SOLO a procuratore generale o procuratore
speciale “ad negotia”

Si esclude, in conclusione, che possa essere conferita rappresentanza “solo


processuale”, disgiunta, cioè, da rappresentanza sostanziale

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falsus procuràtor
rappresentanza: falsus procurator

processo è viziato, quindi sentenza non può danneggiare soggetto falsamente rappresentato.
Falsamente rappresentato conserva (PREVALENTE) ogni mezzo di difesa, mezzi di impugnazione,
opposizione di terzo. Può, per no, non fare nulla e fare valere falsa rappresentanza in sede di
opposizione all’esecuzione.

D. Se, però, gli viene noti cata sentenza personalmente, decorrono termini di impugnazione?

R. (SATTA), sì perché noti ca sentenza equivale a noti ca citazione.


PREVALENTE: NO, perché perderebbe un grado di giudizio.

Se per caso abbia vinto la causa, falsamente rappresentato può sanare. in codice civile, infatti, è
previsto che falsamente rappresentato possa convalidare atto compiuto da falsamente
rappresentato.
Anche questo vizio è sanabile ex art. 182 cpc

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Art. 78. (Curatore speciale).
rappresentanza (riforma 2022)
Se manca la persona a cui spetta la rappresentanza o l’assistenza, e vi sono ragioni di urgenza, può essere nominato
all'incapace, alla persona giuridica o all'associazione non riconosciuta un curatore speciale che li rappresenti o assista
nche' subentri colui al quale spetta la rappresentanza o l'assistenza.
Si procede altresì alla nomina di un curatore speciale al rappresentato, quando vi e' con itto d'interessi col
rappresentante.

Art. 79. (Istanza di nomina del curatore speciale).


La nomina del curatore speciale di cui all'articolo precedente puo’ essere in ogni caso chiesta dal pubblico ministero.
Puo' essere chiesta anche dalla persona che deve essere rappresentata o assistita, sebbene incapace, nonche' dai
suoi prossimi congiunti e, in caso di con itto di interessi, dal rappresentante.
Puo' essere inoltre chiesta da qualunque altra parte in causa che vi abbia interesse.

Prof. Federico Russo


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rappresentanza (riforma 2022)
Art. 80. (Provvedimento di nomina del curatore speciale).
L'istanza per la nomina del curatore speciale si propone al conciliatore o al presidente dell'uf cio giudiziario
davanti al quale s'intende proporre la causa.
Il giudice, assunte le opportune informazioni e sentite possibilmente le persone interessate, provvede con
decreto. Questo e’ comunicato al pubblico ministero af nché provochi, quando occorre, i provvedimenti per la
costituzione della normale rappresentanza o assistenza dell'incapace, della persona giuridica o dell’associazione non
riconosciuta.

la riforma del 2021 aveva aggiunto un altro comma, che il d.lgs. 2022 ha, però, abrogato…

solo gli stupidi non cambiano mai idea…

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Divieto di sostituzione processuale
Art. 81. (Sostituzione processuale).
Fuori dei casi espressamente previsti dalla legge, nessuno può far valere nel processo in nome
proprio un diritto altrui.

MONTELEONE: molto critico (rectius, caustico)


norma non c'era in cpc 1865
Catalogazione fu dogmatica, di impostazione chiovendiana, di derivazione germanica. Serviva a
giusti care frattura tra parte e giusta parte, ossia tra diritto processuale e diritto sostanziale.

casi espressamente previsti dalla legge sono, in realtà, pochi, e così disparati da non potere essere
ricondotti ad unità. Si tratta, poi, di casi in cui c'é un interesse proprio del c.d. sostituto, e.g. azione
surrogatoria; essi comportano, inoltre, sempre il litisconsorzio necessario con il sostituito (RINVIO)
impugnazione matrimonio minore da genitori. Tutti i casi di sostituzione processuale sono, poi, casi di
litisconsorzio necessario.

Norma astratta e priva di una reale portata concreta, allora? Forse; eppure….
Prof. Federico Russo
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Divieto di sostituzione processuale
storicizziamo la norma
1942, l’Italia è un paese contadino in prevalenza; e siamo in periodo di guerra. Molti abbandonano le
campagne, le fattorie per andare al fronte.
Poniamo che il vicino di un coscritto cominci a raccogliere il grano e poi a venderlo. Poniamo che, a
questo punto, un compratore non lo paghi
vi suggerisce niente?
Gestione di affari altrui (negotiorum gestio nel diritto romano)

Art. 2028 c.c. (Obbligo di continuare la gestione).


Chi, senza esservi obbligato, assume scientemente la gestione di un affare altrui, e' tenuto a
continuarla e a condurla a termine nche' l'interessato non sia in grado di provvedervi da
se stesso.
L'obbligo di continuare la gestione sussiste anche se l'interessato muore prima che l'affare
sia terminato, nche' l'erede possa provvedere direttamente.

Prof. Federico Russo


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CAPO II Dei difensori
I DIFENSORI
Art. 82 c.p.c. (Patrocinio).
Davanti al giudice di pace le parti possono stare in giudizio personalmente nelle cause il cui valore
non eccede euro 1.100,00
Negli altri casi, le parti non possono stare in giudizio se non col ministero o con l'assistenza di un
difensore. Il giudice di pace tuttavia, in considerazione della natura ed entita' della causa, con decreto
emesso anche su istanza verbale della parte, puo’ autorizzarla a stare in giudizio di persona.
Salvi i casi in cui la legge dispone altrimenti, davanti al tribunale e alla corte d'appello le parti
debbono stare in giudizio col ministero di un procuratore legalmente esercente; e davanti alla Corte di
cassazione col ministero di un avvocato iscritto nell'apposito albo

Prof. Federico Russo


la difesa personale delle parti
nel processo del lavoro - RINVIO
Art. 417. Costituzione e difesa personali delle parti).
In primo grado la parte puo' stare in giudizio personalmente quando il valore della causa non eccede gli euro 129,11
La parte che sta in giudizio personalmente propone la domanda nelle forme di cui all'articolo 414 o si costituisce
nelle forme di cui all'articolo 416 con elezione di domicilio nell'ambito del territorio della Repubblica.
Puo' proporre la domanda anche verbalmente davanti al giudice che ne fa redigere processo verbale.
Il ricorso o il processo verbale con il decreto di fissazione dell'udienza devono essere notificati al convenuto e
allo stesso attore a cura della cancelleria entro i termini di cui all’articolo 415.
Alle parti che stanno in giudizio personalmente ogni ulteriore atto o memoria deve essere notificato dalla
cancelleria.

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Art. 86. (Difesa personale della parte).
I DIFENSORI
La parte o la persona che la rappresenta o assiste, quando ha la qualita' necessaria per esercitare l'uf cio di difensore
con procura presso il giudice adito, puo' stare in giudizio senza il ministero di altro difensore.

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fi
triplice distinzione,
I DIFENSORI
- cause in cui parte può stare in giudizio da sola
- casi assistenza difensore
- casi ministero difensore

vi era prima distinzione tra procuratore ed avvocato. poi rimossa nel 1997.
procuratore che esercitava extra districtum compiva atti INESISTENTI non solo nulli.

ASSISTENZA E MINISTERO
innanzi a giudice di pace basta assistenza, non solo ministero. In caso di assistenza non occorre procura, e difensore non
può compiere atti per conto della parte.
Ministero difensore identi ca invece procuratore, rappresentante necessario che può compiere atti in nome della parte.

Innanzi alla Cassazione, avvocati abilitati presso giurisdizioni superiori. albo è tenuto da CNF.
Procura non esiste in tutti i paesi, e.g. non esiste in Francia, Belgio, ecc.

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La procura alle liti
Art. 83. (Procura alle liti).
Quando la parte sta in giudizio col ministero di un difensore, questi deve essere munito di procura.
La procura alle liti può essere generale o speciale, e deve essere conferita con atto pubblico o scrittura privata
autenticata.
La procura speciale può essere anche apposta in calce o a margine della citazione, del ricorso, del
controricorso, della comparsa di risposta o d'intervento, del precetto o della domanda d’intervento
nell'esecuzione ((, ovvero della memoria di nomina del nuovo difensore, in aggiunta o in sostituzione
del difensore originariamente designato)). In tali casi l'autografia della sottoscrizione della parte deve
essere certificata dal difensore. La procura si considera apposta in calce anche se rilasciata su foglio separato
che sia pero' congiunto materialmente all'atto cui si riferisce ((, o su documento informatico separato
sottoscritto con firma digitale e congiunto all'atto cui si riferisce mediante strumenti informatici,
individuati con apposito decreto del Ministero della giustizia)).((Se la procura alle liti e' stata conferita su
supporto cartaceo, il difensore che si costituisce attraverso strumenti telematici ne trasmette la copia
informatica autenticata con firma digitale, nel rispetto della normativa, anche regolamentare,
concernente la sottoscrizione, la trasmissione e la ricezione dei documenti informatici e trasmessi in
via telematica)).(85)
La procura speciale si presume conferita soltanto per un determinato grado del processo, quando
nell'atto non e' espressa volontà diversa.

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la procura alle liti informatica
Cass. Sez. UN. n. 10266 del 27/04/2018

Secondo il diritto dell'UE e le norme, anche tecniche, di diritto interno, le rme digitali di tipo CAdES e di tipo PAdES, sono entrambe
ammesse ed equivalenti, sia pure con le differenti estensioni <*.p7m> e <*.pdf>, e devono, quindi, essere riconosciute valide ed
ef caci, anche nel processo civile di cassazione, senza eccezione alcuna.
Presidente: G. Mammone
Relatore: E. Cirillo

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poteri del difensore
Art. 84. (Poteri del difensore).
Quando la parte sta in giudizio col ministero del difensore, questi puo' compiere e ricevere, nell'interesse
della parte stessa, tutti gli atti del processo che dalla legge non sono ad essa espressamente riservati.
In ogni caso non puo' compiere atti che importano disposizione del diritto in contesa, se non ne ha
ricevuto espressamente il potere.

Art. 85. (Revoca e rinuncia alla procura).


La procura puo' essere sempre revocata e il difensore puo' sempre rinunciarvi, ma la revoca e la
rinuncia non hanno effetto nei confronti dell'altra parte finche' non sia avvenuta la sostituzione del
difensore.

curioso cortocircuito interpretativo:


art. 85 c.p.c. si riferisce a rapporti “nel processo”; i.e. nei confronti di giudice controparte. NON
nei rapporti tra cliente e avvocato.
Rispetto a processo avvocato continua a rappresentare parte; nei rapporti interni, no.
Quindi avvocato non può compiere alcun atto, perché sarebbe privo del potere. Deve
praticamente informare costantemente cliente, invitarlo a nominare nuovo difensore,
informandolo dei rischi
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la rinuncia al mandato
All’udienza del 20 febbraio xxxx è presente, per parte attrice, l’avv. Tizio, il quale produce lettera di rinuncia al
mandato. Chiede, pertanto, un breve rinvio al ne di consentire la costituzione della parte con un nuovo difensore
Per parte convenuta è presente l’avv. Mevio, il quale non si oppone al chiesto rinvio, purché breve
IL GIUDICE
Vista la richiesta delle parti, rinvia la causa al 20 aprile xxxx, per la medesima attività
Il giudice
dott. Sempronio
RACC. A.R./ PEC
Gentile cliente,
come da intese all’udienza di questa mattina ho rinunciato al mandato e ho chiesto un breve rinvio per
consentirLe la costituzione con un nuovo difensore.
Il giudice ha rinviato la causa al 20 aprile p.v., per la medesima attività
Dal momento che il mio potere di rappresentarLa è esaurito, Le raccomando di nominare, entro la prossima
udienza, un nuovo difensore, per consentirLe una adeguata difesa, e non incorrere nelle eventuali decadenze
processuali (chiedere mezzi di prova, disconoscere scritture private eventualmente proposte, ecc.). Non esiti
a contattarmi per qualunque chiarimento.
Distinti saluti
Prof. Federico Russo
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la procura alle liti

PROCURA ALLE LITI


giudizio di opposizione al d.i. n. 9999/2018 del Tribunale di Roma, emesso il 14 giugno 2018 e notificato in date 12-14
ottobre 2018, dal Condominio di via dei Bianchi 11 - Roma, contro Caio
Io sottoscritto Caio, nato a ______ il________________, delego l'avv. ___________ del Foro di _Roma a
rappresentarmi e difendermi in ogni fase, stato e grado del presente giudizio contro il Condomino di via dei Bianchi, 11 -
Roma
Conferisco al predetto difensore ogni più ampio potere ed eleggo domicilio presso il suo studio in___________,
via_______________
Per le finalità funzionali all'esercizio dei diritti ed all'adempimento degli obblighi scaturenti dal presente mandato,
esprimo altresì consenso al trattamento dei dati personali ed autorizza il trattamento dei medesimi ai sensi e per gli
effetti degli artt.12 ss. Reg. UE 679/2016 ss.mm.ii. (GPDR), da me conosciuto.
Preciso altresì di essere stato espressamente informato, ai sensi dell'art. 4 terzo comma del d.lgs. 28/2010 della
possibilità di avviare un procedimento di mediazione ivi previsto, dei casi in cui detto procedimento è obbligatorio, e dei
benefici fiscali di cui agli arti 17 e 20 del medesimo decreto.
Preciso infine di essere stato espressamente informato, ai sensi dell’art. 2 del d.l. 12 settembre 2014, n. 132 ss.mm.ii.
della possibilità di ricorrere alla convenzione di negoziazione assistita.
Data, firma

è autentica

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consulente tecnico di parte
Art. 87. (Assistenza degli avvocati e del consulente tecnico).
La parte puo' farsi assistere da uno o piu' avvocati, e anche da un consulente tecnico nei casi e con i modi
stabiliti nel presente codice.

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doveri di lealtà e probità
Art. 88. (Dovere di lealtà e di probità).
Le parti e i loro difensori hanno il dovere di comportarsi in giudizio con lealtà e probità.
In caso di mancanza dei difensori a tale dovere, il giudice deve riferirne alle autorità che
esercitano il potere disciplinare su di essi.

Art. 28 Avamprogetto Carnelutti (1925)


La parte ha il dovere di affermare al giudice i fatti secondo verità e di non affermare proporre pretese,
difese o eccezioni senza averne ponderato il fondamento

Art. 26 progetto preliminare Solmi (1937)


Le parti, i procuratori e difensori hanno l'obbligo di esporre al giudice i fatti secondo verità e di non
proporre domande, eccezioni o prove che non siano di buona fede

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doveri di lealtà e probità

Osservazioni
Università di Firenze ad art. 26 progetto preliminare Solmi (rel. P. Calamandrei)
in un sistema, quale quello nostro, basato sull'efficacia legale della confessione “l'obbligo di verità imposto
alla parte avrebbe questa singolarissima struttura: che lo adempimento di quest'obbligo varrebbe per
nuocerle quando la verità è contraria al suo interesse, ma non potrebbe mai giovare quando la verità è
contraria all'interesse dell'avversario! La parte avrebbe il dovere di dire la verità anche se questa le
nuoce, ma non il diritto di essere creduta quando questa le giova (…)
A tutte queste domande la risposta è una sola: che fino a quando rimane in vigore, consacrato negli
articoli del codice civile, il principio dispositivo, la norma che consacra l’obbligo di dire la verità non può
significare altro, per le parti in causa, che un richiamo, di valore sopratutto morale, al generico dovere
della buona fede processuale, senza che per questo venga ad essere alterato il delicatissimo ed ingegnoso
meccanismo del sistema probatorio dispositivo, basato, com’è noto, sul giuoco combinato di due forze
contrapposte, ciascuna delle quali tende ad illuminare soltanto la parte di verità che le giova, in modo
che, attraverso questo contrasto di interessi, che diventa nel processo una inconsapevole ma effettiva
collaborazione di sforzi, il giudice arrivi ad avere innanzi a sé la verità tutta intera. La trasformazione
della parte in testimone (che non è attuata, si noti, neanche nel processo penale!) potrebbe ammettersi
soltanto in un processo a tipo netta- mente inquisitorio, in cui fosse attenuata la nozione del diritto
soggettivo e in cui il provato fosse considerato come strumento del pubblico interesse”.

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doveri di lealtà e probità
Art. 26 progetto preliminare Solmi (1937)
Le parti, i procuratori e difensori hanno l'obbligo di esporre al giudice i fatti secondo verità e di non proporre
domande, eccezioni o prove che non siano di buona fede
Art.29 progetto de nitivo Solmi (1939)
Le parti e i loro procuratori e difensori hanno il dovere di agire con probità e con lealtà
C.G. = interessante la parte della Relazione di Solmi alla seconda versione della norma: in sintesi non è
necessario inserire l’obbligo di verità, visto che ormai, dopo vent’anni di fascismo, la classe forense è
perfettamente permeata dei nuovi valori, sicché non si rende necessaria la precisazione dell’obbligo di verità

Art. 88 c.p.c. (Dovere di lealtà e di probità) (1942)


Le parti e i loro difensori hanno il dovere di comportarsi in giudizio con lealtà e probità.
In caso di mancanza dei difensori a tale dovere, il giudice deve riferirne alle autorità che
esercitano il potere disciplinare su di essi.
il dovere di agire con lealtà e probità sta all'obbligo di dire la verità come, nel gioco, il divieto di barare ad un
eventuale obbligo di mostrare le carte (G. CALOGERO, Probità, lealtà, veridicità nel processo civile, in Riv.
dir. proc., 1939, I, p.128)
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espressioni sconvenienti od offensive

Art. 89. (Espressioni sconvenienti od offensive).


Negli scritti presentati e nei discorsi pronunciati davanti al giudice, le parti e i loro
difensori non debbono usare espressioni sconvenienti od offensive.
Il giudice, in ogni stato dell'istruzione, puo' disporre con ordinanza che si cancellino le
espressioni sconvenienti od offensive, e, con la sentenza che decide la causa, puo' inoltre
assegnare alla persona offesa una somma a titolo di risarcimento del danno anche non
patrimoniale sofferto, quando le espressioni offensive non riguardano l'oggetto della causa.

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regime delle spese del giudizio
D.P.R. 30 MAGGIO 2002, N. 115 (Testo Unico Spese di Giustizia)
ha introdotto il contributo uni cato, a scaglioni proporzionali al valore della causa (in sostituzione delle vecchie
marche da bollo, per ogni atto e commisurate solamente al numero di facciate e alle parti)

DPR ha anche abrogato art. 90 c.p.c.

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regime delle spese del giudizio
Art. 91. (Condanna alle spese).
Il giudice, con la sentenza che chiude il processo davanti a lui, condanna la parte soccombente al
rimborso delle spese a favore dell'altra parte e ne liquida l'ammontare insieme con gli onorari di
difesa. Se accoglie la domanda in misura non superiore all’eventuale proposta conciliativa,
condanna la parte che ha ri utato senza giusti cato motivo la proposta al pagamento delle spese
del processo maturate dopo la formulazione della proposta, salvo quanto disposto dal secondo
comma dell'articolo 92.
Le spese della sentenza sono liquidate dal cancelliere con nota in margine alla stessa; quelle della
noti cazione della sentenza, del titolo esecutivo e del precetto sono liquidate dall’uf ciale
giudiziario con nota in margine all'originale e alla copia noti cata.
I reclami contro le liquidazioni di cui al comma precedente sono decisi con le forme previste
negli articoli 287 e 288 dal capo dell'uf cio a cui appartiene il cancelliere o l’uf ciale
giudiziario.
Nelle cause previste dall'articolo 82, primo comma, le spese, competenze ed onorari liquidati dal
giudice non possono superare il valore della domanda.

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regime delle spese del giudizio
idea Chiovendiana

agire o resistere non è atto illecito. A base condanna non c'è atto illecito, ma siccome chi vince non può
essere danneggiato, deve essere indenne da spese, per criterio di opportunità.

c. MONTELEONE,
dubbi perché se non c'è illecito perché addossare spese? Alla base c'è responsabilità nascente dalla legge,
che segue come regime la contrattuale, perché la colpa si presume.

Cfr.
Art. 1196 c.c. Spese del pagamento
Le spese del pagamento sono a carico del debitore

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regime delle spese del giudizio
Art. 92. (Condanna alle spese per singoli atti. Compensazione delle spese).
Il Giudice, nel pronunciare la condanna di cui all’articolo precedente, puo' escludere la
ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice, se le ritiene eccessive o super ue; e
puo’, indipendentemente dalla soccombenza, condannare una parte al rimborso delle spese, anche
non ripetibili, che, per trasgressione al dovere di cui all'art. 88, essa ha causato all'altra parte.
Se vi e' soccombenza reciproca ovvero nel caso di assoluta novità della questione trattata o
mutamento della giurisprudenza rispetto alle questioni dirimenti, il giudice può compensare le
spese tra le parti, parzialmente o per intero.
Se le parti si sono conciliate, le spese si intendono compensate, salvo che le parti stesse
abbiano diversamente convenuto nel processo verbale di conciliazione.

La Corte Costituzionale, con sentenza 7 marzo - 19 aprile 2018, n. 77 (in G.U. 1ª s.s. 26/04/2018, n. 17), ha dichiarato
"l'illegittimita' costituzionale della norma nella parte in cui non prevede che il giudice possa compensare le spese tra le parti,
parzialmente o per intero, anche qualora sussistano altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni".

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d.lgs. 28/2010 (mediazione; agg. d.lgs.149/2022)
Art. 13 Spese processuali in caso di ri uto della proposta di conciliazione
1. Quando il provvedimento che de nisce il giudizio corrisponde interamente al contenuto della proposta, il
giudice esclude la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice che ha ri utato la proposta, riferibili al
periodo successivo alla formulazione della stessa, e la condanna al rimborso delle spese sostenute dalla parte
soccombente relative allo stesso periodo, nonché al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di un'ulteriore
somma di importo corrispondente al contributo uni cato dovuto. Resta ferma l'applicabilità degli articoli 92 e 96,
commi primo, secondo e terzo, del codice di procedura civile. Le disposizioni di cui al presente comma si
applicano altresì alle spese per l'indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all'esperto di cui
all'articolo 8, comma 4.
2. Quando il provvedimento che de nisce il giudizio non corrisponde interamente al contenuto della proposta, il
giudice, se ricorrono gravi ed eccezionali ragioni, può nondimeno escludere la ripetizione delle spese sostenute
dalla parte vincitrice per l'indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all'esperto di cui all'articolo
8, comma 4. Il giudice deve indicare esplicitamente, nella motivazione, le ragioni del provvedimento sulle spese di
cui al periodo precedente.
3. Salvo diverso accordo, le disposizioni dei commi 1 e 2 non si applicano ai procedimenti davanti agli arbitri.

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deroghe alla soccombenza
le deroghe al principio della soccombenza

1) compensazione (art. 92, commi II e III se novità della questione, soccombenza parziale o, ex
C. Cost., reciproca o altre eccezionali ragioni)
2) spese eccessive o super ue (art. 92 comma I)
3) ri uto ingiusti cato di proposta conciliativa (art. 91)
4) ri uto ingiusti cato di proposta di conciliazione in sede di mediazione (art. 13 d.lgs.
28/2010)
5) istanza di veri cazione scrittura privata in via principale e mancata contestazione da
parte del convenuto (art. 216 cpc)

6) rimborso delle spese, anche non ripetibili per trasgressione al dovere di lealtà e probità
(artt. 92 e 88)

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regime delle spese del giudizio
Art. 93. (Distrazione delle spese).
Il difensore con procura puo' chiedere che il giudice, nella stessa sentenza in cui condanna alle
spese, distragga in favore suo e degli altri difensori gli onorari non riscossi e le spese che dichiara
di avere anticipate.
Finche' il difensore non abbia conseguito il rimborso che gli e’ stato attribuito, la parte puo'
chiedere al giudice, con le forme stabilite per la correzione delle sentenze, la revoca del
provvedimento, qualora dimostri di aver soddisfatto il credito del difensore per gli onorari e le
spese.

Art. 94. (Condanna di rappresentanti o curatori).


Gli eredi bene ciati, i tutori, i curatori e in generale coloro che rappresentano o assistono la parte
in giudizio possono essere condannati personalmente, per motivi gravi che il giudice deve
speci care nella sentenza, alle spese dell'intero processo o di singoli atti, anche in solido con la
parte rappresentata o assistita.

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regime delle spese del giudizio
Art. 95. Spese del processo di esecuzione.
Le spese sostenute dal creditore procedente e da quelli intervenuti che partecipano utilmente alla
distribuzione sono a carico di chi ha subito l'esecuzione, fermo il privilegio stabilito dal codice civile.

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regime delle spese del giudizio

Art. 97.(Responsabilità di più soccombenti)


Se le parti soccombenti sono più, il giudice condanna ciascuna di esse alle spese e ai
danni in proporzione del rispettivo interesse nella causa. Può anche pronunciare
condanna solidale di tutte o di alcune tra esse, quando hanno interesse comune.
Se la sentenza non statuisce sulla ripartizione delle spese e dei danni, questa si fa per
quote uguali.

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la responsabilità aggravata

IL CASO 1) Tizio, interessato all’acquisto di una casa, si reca presso l’Agenzia immobiliare Alfa, chiedendo di
vedere un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172, di proprietà di Caio. Durante la visita si mostra interessato,
fa numerose domande all’agente, al termine della visita dice che ci avrebbe pensato su. Decide alla ne di non
comprare l’immobile. Alfa e Caio lo citano in giudizio, affermando che il contratto doveva intendersi già concluso.
Sperano così di indurre Tizio ad una transazione.

IL CASO 2) Caio ha acquistato da Mevio un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172. Mevio - davanti al
notaio - ha dichiarato “di averne conseguito la proprietà per usucapione non accertata giudizialmente”. Caio non
riesce, però, a immettersi nel possesso, perché trova il bene occupato da Tizio, che assume di esserne proprietario.
Lo cita quindi in giudizio in rivendica, trascrivendo la domanda giudiziaria. Nel corso del giudizio viene
dimostrato che Mevio non aveva mai avuto il possesso del bene. Tizio, peraltro, aveva numerosi debiti verso
Sempronio e Filano. Per pagarli aveva dato mandato a un’agenzia immobiliare, per vendere proprio
quell’appartamento in Palermo, via Maqueda, 172, e soddisfare i creditori col ricavato. La trascrizione della
domanda di Caio gli ha impedito di vendere quel bene; così Tizio ha dovuto chiedere a una nanziaria un prestito a
tasso di interesse elevato.

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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il
giudice, su istanza dell'altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche
di uf cio, nella sentenza.
Il giudice che accerta l'inesistenza del diritto per cui e' stato eseguito un provvedimento cautelare, o trascritta
domanda giudiziale, o iscritta ipoteca giudiziale, oppure iniziata o compiuta l'esecuzione forzata, su istanza
della parte danneggiata condanna al risarcimento dei danni l'attore o il creditore procedente, che ha agito senza
la normale prudenza. La liquidazione dei danni e' fatta a norma del comma precedente.
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata)) (OMISSIS).

D. sono due (o tre?) ipotesi distinte. Vediamole nel dettaglio

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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il
giudice, su istanza dell'altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche
di uf cio, nella sentenza.
Il giudice che accerta l'inesistenza del diritto per cui e' stato eseguito un provvedimento cautelare, o trascritta
- sia la parte che agisce che quella che resiste (sia attore che convenuto)
domanda giudiziale, o iscritta ipoteca giudiziale, oppure iniziata o compiuta l'esecuzione forzata, su istanza
- non “atti tipici” come secondo comma (infra); semplice azione o difesa.
della parte danneggiata condanna al risarcimento dei danni l'attore o il creditore procedente, che ha agito senza
-la mala
normalefede o colpa
prudenza. grave dei
La liquidazione (vecchia
danni e' formula curiale:
fatta a norma “nella
del comma piena consapevolezza d’avere
precedente.
torto).
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
risarcimento
-condannare la partedanni; tesi: al
soccombente è responsabilità
pagamento, a favoreaquilana, ex art. 2043
della controparte, di una somma equitativamente
La condanna
determinata)) deve essere chiesta (istanza di parte); è la liquidazione che può avvenire
(OMISSIS).
d’ufficio.

CONSOLO (Vol I, 2019, p. 648): “Solo in presenza di mala fede o colpa grave, dunque, l’agire
e il resistere in giudizio vengono a costituire un comportamento illecito (contra ius), e non
più, come per consueto, l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito. In questo caso
soltanto i danni causati dal processo divengono risarcibili, ma l’unico luogo in cui possono
essere richiesti è lo stesso processo”.
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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il
giudice, su istanza dell'altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche
di uf cio, nella sentenza.
Il giudice che accerta l'inesistenza del diritto per cui e' stato eseguito un provvedimento cautelare, o trascritta
domanda giudiziale, o iscritta ipoteca giudiziale, oppure iniziata o compiuta l'esecuzione forzata, su istanza
della parte danneggiata condanna al risarcimento dei danni l'attore o il creditore procedente, che ha agito senza
la normale prudenza. La liquidazione dei danni e' fatta a norma del comma precedente.
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
fattispecie tipiche, caratterizzate dall’idoneità a produrre in capo alla parte vittoriosa un
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
danno che travalica
determinata)) (OMISSIS).
l’ordinario rischio legato alla causa:
- esecuzione provvedimento cautelare (RINVIO);
- trascrizione domanda giudiziale;
- iscrizione ipoteca;
- inizio o compimento di esecuzione forzata (RINVIO);
colpa lieve (senza la normale prudenza)

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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata)) (OMISSIS).

norma complessa, introdotta dalla riforma del 2009.


- “in ogni caso di pronuncia sulle spese”;
- può (discrezionale) e d’ufficio (senza necessità di richiesta di parte)
- somma equitativamente determinata.

NATURA:
1) Sanzione civile / punitive damage (prevalente; CONSOLO, cit.; indirettamente confermata da
Corte Cost. 23/06/2016, n.152). Rispetto alle sanzioni civili “comuni”, somma è pagata alla
controparte, non all’erario.
2) Risarcimento del danno in senso stretto (anche se equitativamente determinato, il danno deve
comunque esserci); sostenuta da chi non ammette i punitive damages nel sistema giuridico civile
italiano

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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata)) (OMISSIS).

presuppone comunque “lite temeraria” ex art. 96, commi I o II?


Tesi 1) NO: sul piano letterale, la legge dice “in ogni caso, quando pronuncia sulle spese”, rinviando
all’art. 91, che è la norma generale della soccombenza.
Legislatore avrebbe inteso attribuire al giudice un potere discrezionale ulteriore di punire “la
soccombenza in sé”.
contra
Tesi 2) SI. ex art. 24 Cost. il diritto di azione è comunque tutelato. Inoltre, nonostante il rinvio all’art.
91, si deve considerare la collocazione sistematica della norma, che è dentro l’art. 96; dunque
sempre di lite temeraria si parla.
Norma, nella sostanza, avrebbe voluto risolvere vecchio problema della “prova” del danno ex art. 96
c.p.c., che di fatto portava i giudici a escluderne spesso l’applicazione: (Cass. sez. un., 20/04/2018,
n.9912; sanziona “l’abuso dello strumento processuale in sé, anche a prescindere dal danno procurato”
)
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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
contra (≈ Tesi 1, ma con specificazioni)
condannare la parte soccombente al pagamento,
Cass. 30/09/2021, (ud. 23/06/2021, dep.30/09/2021), n. 26545 a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata))
“la (OMISSIS).
condanna ex art. 96 c.p.c., comma 3, deve giungere all'esito di un accertamento che il giudicante è chiamato a compiere caso per caso,
anche tenendo conto della fase in cui si trova il giudizio e del comportamento complessivo della parte soccombente, onde verificare se essa
abbia esercitato le sue prerogative processuali in modo abusivo, cioè senza tener conto degli interessi confliggenti in gioco, sacrificandoli
ingiustificatamente o sproporzionatamente in relazione all'utilità effettivamente conseguibile. Detto abuso del processo non richiede che il
giudice indaghi, nel senso che normalmente si attribuisce a tale espressione, la eventuale riprovevolezza del comportamento del soggetto
agente, ma non lo esonera dalla necessità di ricavare detta riprovevolezza in termini oggettivi dagli atti del processo perché la colpa o il dolo
rilevanti sono quelli che si manifestano proprio attraverso il compimento dei suddetti atti processuali o attraverso l'adozione di certe
condotte processuali e non sono percepibili separatamente da essi. Deve escludersi, pertanto, che il giudizio sulla antigiuridicità della
condotta processuale possa farsi derivare automaticamente dal rigetto della domanda o dalla inammissibilità o dall'infondatezza della
impugnazione”.

- ⊈ comma 1 e comma 2;
- presuppone “abuso del processo” (comportamento non semplicemente illecito, ma “abusivo, più precisamente
un comportamento scorretto, (…) “senza tener conto degli interessi confliggenti in gioco, sacrificandoli
ingiustificatamente o sproporzionatamente in relazione all'utilità effettivamente conseguibile”;
- Non richiede indagine su elemento soggettivo di cui a comma 1 e 2, ma questo deve comunque potersi ricavare in
termini oggettivi dagli atti processuali (“gli atti processuali devono parlare da soli”);
- accertamento caso per caso e obbligo di motivare;
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la responsabilità aggravata
Torniamo ai casi scuola:

IL CASO 1) Tizio, interessato all’acquisto di una casa, si reca presso l’Agenzia immobiliare Alfa, chiedendo di
vedere un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172, di proprietà di Caio. Durante la visita si mostra interessato,
fa numerose domande all’agente, al termine della visita dice che ci avrebbe pensato su. Decide alla ne di non
comprare l’immobile. Alfa e Caio lo citano in giudizio, affermando che il contratto doveva intendersi già concluso.
Sperano così di indurre Tizio ad una transazione.

La domanda di Caio e Alfa è manifestamente infondata, e diretta ad ottenere, nella sostanza,


una transazione, senza il minimo presupposto di legge.
Tizio potrà probabilmente chiedere e ottenere la condanna ex art. 96 comma I (se dimostra il
danno) e/o quella ex art. 96 comma III (secondo tesi prevalente: d’ufficio, non richiede prova
del danno, ma rimessa alla discrezione del giudice)

Prof. Federico Russo

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la responsabilità aggravata
Torniamo ai casi scuola:
IL CASO 2) Caio ha acquistato da Mevio un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172. Mevio - davanti al
notaio - ha dichiarato “di averne conseguito la proprietà per usucapione non accertata giudizialmente”. Caio non
riesce, però, a immettersi nel possesso, perché trova il bene occupato da Tizio, che assume di esserne proprietario.
Lo cita quindi in giudizio in rivendica, trascrivendo la domanda giudiziaria. Nel corso del giudizio viene dimostrato
che Mevio non aveva mai avuto il possesso del bene. Tizio, peraltro, aveva numerosi debiti verso Sempronio e
Filano. Per pagarli aveva dato mandato a un’agenzia immobiliare, per vendere proprio quell’appartamento in
Palermo, via Maqueda, 172, e soddisfare i creditori col ricavato. La trascrizione della domanda di Caio gli ha
impedito di vendere quel bene; così Tizio ha dovuto chiedere a una nanziaria un prestito a tasso di interesse
elevato.
Qui rileva non tanto la “domanda” in sé di Caio, quanto la trascrizione di questa (che ha, di
fatto, impedito a Tizio di vendere il bene e pagare il debito). Anche se la colpa di Caio è
solamente “lieve” (in fondo lui ha acquistato), è possibile affermare che egli abbia trascritto
“senza l’ordinaria prudenza”. Tizio può quindi ottenere il danno ex art. 96 c.p.c. (interessi pagati
alla finanziaria ecc.), che deve dimostrare. Può, inoltre, chiedere condanna ex art. 96 III comma
(secondo tesi prevalente: d’ufficio, non richiede prova del danno, ma rimessa alla discrezione
del giudice)

Prof. Federico Russo

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la responsabilità aggravata (RIFORMA d.lgs 149/2022)
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
Nei casi previsti dal primo, secondo e terzo comma, il giudice condanna altresì la parte al pagamento, in favore
della cassa delle ammende, di una somma di denaro non inferiore ad euro 500 e non superiore ad euro 5.000

LA RIFORMA DEL 2022 ha introdotto anche una sanzione civile per la parte

Prof. Federico Russo

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