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civile
teoria generale dell’azione; le parti; i difensori
la procura alle liti; regime spese del giudizio
Il c.d. diritto di azione (…) ha per l’appunto natura strumentale ed ancellare rispetto ai diritti (più in generale,
rispetto alle situazioni giuridiche attive) attribuiti dal diritto sostanziale ma (…), a differenza di questi ultimi,
non potrebbe essere escluso dal legislatore ordinario; in una diversa prospettiva, il che signi ca che al
riconoscimento di un certo diritto, ad opera di una norma sostanziale, si accompagna automaticamente - senza
bisogno si una disposizione ad hoc, che lo preveda - il riconoscimento ad adire l’autorità giudiziaria per
ottenerne la tutela (in ciò consiste la c.d. atipicità dl diritto di azione).
G. BALENA, Istituzioni di diritto processuale civile, I, Bari, 2019, par. 3, p. 5.
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tipologia di tutele (e di azioni) a parte la
giurisdizione
c.d.
accertamento “volontaria”
diretta ad accertare una
posizione giuridica attiva
tutela di
(diritto, status, ecc.), costitutiva
cognizione
attraverso l’intervento
dello Stato-Giudice di condanna
esecuzione
cautelari in senso “diretta”
diretta a preservare il diritto stretto o (diritti “su un
non ancora accertato o conservativi bene”)
tutela eseguito, nelle more che esso
cautelare venga accertato (e, in parte, cautelari anticipatori
anche eseguito)
Prof. Federico Russo
L’età degli “Oligarchi” *
Lodovico Mortara
Mantova, 16 aprile 1855
Roma, 1º gennaio 1937 Giuseppe Chiovenda Francesco Carnelutti
Premosello, 2 febbraio 1872 Udine, 15 maggio 1879
Premosello, 7 novembre 1937 Milano, 8 marzo 1965
Enrico Redenti
Parma, 15 dicembre 1883
Parma, 1º gennaio 1963 Salvatore Satta
Nuoro, 9 agosto 1902
Piero Calamandrei Roma, 19 aprile 1975
Firenze, 21 aprile 1889
Firenze, 27 settembre 1956
Carlo Lessona (allievo di
Mortara, maestro di
Calamandrei) si congratula
con Chiovenda
7.VI.'917
Carissimo collega,
non sono fra i primi - e un
puro caso ne à colpa - a
rallegrarmi con Te per il
premio linceo che Ti è
stato conferito. Ma non
sono perciò indifferente. E
penso che l’alto onore
fosse dovuto a Te che ài
portato nei nostri studi
una vita nuova. Non il
limpido enciclopedismo
esaminatosi nel Mattirolo,
non il puro raziocinio del
Mortara, ma una vena
nuova veramente, frutto di
una cultura, prima senza
esempio, e poi di una
meditazione veramente
profonda e con prodotti
organici che saranno
fecondi
L’età degli “Oligarchi”
ATTORE CONVENUTO
diritto di azione per tutelare diritto sostanziale
Tizio afferma di
Caio
essere titolare di
(secondo Tizio) è il
posizione giuridica
titolare della
attiva diritto sostanziale
corrispondente posizione
tutelata dal diritto
giuridica passiva
sostanziale
Prof. Federico Russo
Schema rapporto giuridico processuale
prof. Federico Russo
(CHIOVENDA, SATTA, MONTELEONE)
Corso di Diritto Processuale Civile PRESUPPOSTI PROCESSUALI
elementi necessari per l’esistenza o
la validità di un rapporto giuridico
processuale
- presupposti di esistenza del
RAPPORTO (GIURIDICO)
PROCESSUALE processo:
processo incomincia con GIUDICE - che domanda venga proposta
diritto
domanda e si chiude con potestativo di davanti a un giudice ;
sentenza - presupposti di validità o
AZIONE
per tutelare procedibilità del processo:
- competenza;
- capacità;
- rappresentanza processuale;
- condizioni di procedibilità;
Attore afferma un proprio diritto contestato e ne chiede tutela davanti allo Stato (rappresentato dal giudice).
Convenuto, correlativamente, nega questo diritto e chiede il rigetto della domanda dell’attore.
ma è solo alla ne del processo che si accerterà se parte fosse o meno titolare del diritto. Se questo verrà,
allora, negato, verrà meno anche la qualità di “parte”?
D. Se Tizio non aveva il diritto, non aveva, di conseguenza, neanche il diritto di agire in giudizio?
impostazione classica chiovendiana viene criticata, perché non distingue “parte” da “giusta parte”, ossia la
titolarità effettiva del diritto (accertabile solo alla ne del processo) dal diritto che comunque l’attore ha, a
prescindere dalla fondatezza della domanda, di ottenere una pronuncia dal giudice, “quale essa sia” (o, in
alcune versioni, “anche sfavorevole”)
… in biologia concepiamo in astratto il genere dei mammiferi; ma ciò non vuol dire che, calandoci in una
prospettiva concreta, riteniamo che esista realmente un “mammifero astratto”, come Idea platonica, che non sia
cioè uno speci co animale (cane, cavallo ecc.).
Prof. Federico Russo
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diritto e azione (ripasso da prima lezione)
diritto sostanziale Caio
Tizio
corrispondente situazione
situazione giuridica
giuridica passiva (es.:
attiva (es.: diritto)
DIRITTO DI AZIONE obbligo)
(PUBBLICO)
A) concezione concreta (romanistica): nei confronti di Caio (il
Tizio per ottenere un provvedimento favorevole riconoscimento /la tutela
diritto di della situazione giuridica
azione attiva)
B) concezione astratta
per ottenere un provvedimento quale esso sia
Tizio (non si sa a chi spetterà, alla fine, la situazione giuridica attiva)
nei confronti
diritto di
di Caio
azione
C) concezione intermedia (prevalente)
per ottenere un provvedimento comunque sul merito
Tizio (anche di rigetto: per i sostenitori di A è una variante di B)
nei confronti
diritto di
di Caio
azione
Prof. Federico Russo
parte e giusta parte
(nascita della teoria astratta - rinvio)
Capacità di essere parte: trasposizione in giudizio della capacità giuridica; spetta a qualunque persona sica o
giuridica, consiste nella capacità di essere soggetto, attivo o passivo, di un rapporto processuale (CHIOVENDA)
distinta da:
fi
parte e giusta parte
(nascita della teoria astratta - rinvio)
Capacità di essere parte: trasposizione in giudizio della capacità giuridica; spetta a qualunque persona sica o giuridica,
consiste nella capacità di essere soggetto, attivo o passivo, di un rapporto processuale (CHIOVENDA)
≠:
Capacità processuale (o legitimatio ad processum o legittimazione processuale o capacità di stare in giudizio):
trasposizione in giudizio della capacità di agire
riguardano il processo in generale
≠
fi
Legitimatio ad causam Vs. Titolarità del diritto
Questione va intesa in una prospettiva pratica, e si coglie più facilmente in chiave negativa
diciamo che una parte NON è legittimata, sul piano attivo o passivo, quando, se pure fosse vero quello che afferma, non sarebbe
comunque lei ad avere il potere di agire / a dovere essere convenuta in giudizio. Giudice si fermerà ad una valutazione di
diritto.
Diciamo che non è la titolare del diritto o dell’obbligo quando, astrattamente sulla base di quello che viene affermato, dovrebbe
essere lei il soggetto, ma quello che è afferma to non è in concreto vero (giudice dovrà compiere accertamento di fatto)
Caso: 1) Tizio è amministratore e socio unico della Alfa s.r.l. La società ha un credito di euro 100.000,00 contro Caio.
Tizio agisce “in proprio” contro Caio per chiedere la condanna in favore della società
Tizio NON è legittimato (ad causam), dal momento che è la Società ad essere creditrice (anche se questa agirà
rappresentata da Tizio, n.q. amministratore).
Caso: 2) Tizio era creditore di Caio di 100.000 euro. Alla morte di Caio, Tizio agisce contro Caietto, “n.q. di erede di
Caio”. Caietto non è affatto erede (e.g. aveva rinunciato all’eredità)
Caietto è legittimato (ad causam), dal momento che è convenuto “n.q. di erede”. Il punto è che non è affatto erede;
dunque non è titolare dell’obbligo
A volte, però, la legge consente la legittimazione “ad causam” (anzi, più in generale, in molti casi la legitimatio
“ad processum”) a un soggetto diverso da chi si afferma titolare del diritto
processo è viziato, quindi sentenza non può danneggiare soggetto falsamente rappresentato.
Falsamente rappresentato conserva (PREVALENTE) ogni mezzo di difesa, mezzi di impugnazione,
opposizione di terzo. Può, per no, non fare nulla e fare valere falsa rappresentanza in sede di
opposizione all’esecuzione.
D. Se, però, gli viene noti cata sentenza personalmente, decorrono termini di impugnazione?
Se per caso abbia vinto la causa, falsamente rappresentato può sanare. in codice civile, infatti, è
previsto che falsamente rappresentato possa convalidare atto compiuto da falsamente
rappresentato.
Anche questo vizio è sanabile ex art. 182 cpc
la riforma del 2021 aveva aggiunto un altro comma, che il d.lgs. 2022 ha, però, abrogato…
casi espressamente previsti dalla legge sono, in realtà, pochi, e così disparati da non potere essere
ricondotti ad unità. Si tratta, poi, di casi in cui c'é un interesse proprio del c.d. sostituto, e.g. azione
surrogatoria; essi comportano, inoltre, sempre il litisconsorzio necessario con il sostituito (RINVIO)
impugnazione matrimonio minore da genitori. Tutti i casi di sostituzione processuale sono, poi, casi di
litisconsorzio necessario.
Norma astratta e priva di una reale portata concreta, allora? Forse; eppure….
Prof. Federico Russo
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Divieto di sostituzione processuale
storicizziamo la norma
1942, l’Italia è un paese contadino in prevalenza; e siamo in periodo di guerra. Molti abbandonano le
campagne, le fattorie per andare al fronte.
Poniamo che il vicino di un coscritto cominci a raccogliere il grano e poi a venderlo. Poniamo che, a
questo punto, un compratore non lo paghi
vi suggerisce niente?
Gestione di affari altrui (negotiorum gestio nel diritto romano)
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triplice distinzione,
I DIFENSORI
- cause in cui parte può stare in giudizio da sola
- casi assistenza difensore
- casi ministero difensore
vi era prima distinzione tra procuratore ed avvocato. poi rimossa nel 1997.
procuratore che esercitava extra districtum compiva atti INESISTENTI non solo nulli.
ASSISTENZA E MINISTERO
innanzi a giudice di pace basta assistenza, non solo ministero. In caso di assistenza non occorre procura, e difensore non
può compiere atti per conto della parte.
Ministero difensore identi ca invece procuratore, rappresentante necessario che può compiere atti in nome della parte.
Innanzi alla Cassazione, avvocati abilitati presso giurisdizioni superiori. albo è tenuto da CNF.
Procura non esiste in tutti i paesi, e.g. non esiste in Francia, Belgio, ecc.
Secondo il diritto dell'UE e le norme, anche tecniche, di diritto interno, le rme digitali di tipo CAdES e di tipo PAdES, sono entrambe
ammesse ed equivalenti, sia pure con le differenti estensioni <*.p7m> e <*.pdf>, e devono, quindi, essere riconosciute valide ed
ef caci, anche nel processo civile di cassazione, senza eccezione alcuna.
Presidente: G. Mammone
Relatore: E. Cirillo
è autentica
Osservazioni
Università di Firenze ad art. 26 progetto preliminare Solmi (rel. P. Calamandrei)
in un sistema, quale quello nostro, basato sull'efficacia legale della confessione “l'obbligo di verità imposto
alla parte avrebbe questa singolarissima struttura: che lo adempimento di quest'obbligo varrebbe per
nuocerle quando la verità è contraria al suo interesse, ma non potrebbe mai giovare quando la verità è
contraria all'interesse dell'avversario! La parte avrebbe il dovere di dire la verità anche se questa le
nuoce, ma non il diritto di essere creduta quando questa le giova (…)
A tutte queste domande la risposta è una sola: che fino a quando rimane in vigore, consacrato negli
articoli del codice civile, il principio dispositivo, la norma che consacra l’obbligo di dire la verità non può
significare altro, per le parti in causa, che un richiamo, di valore sopratutto morale, al generico dovere
della buona fede processuale, senza che per questo venga ad essere alterato il delicatissimo ed ingegnoso
meccanismo del sistema probatorio dispositivo, basato, com’è noto, sul giuoco combinato di due forze
contrapposte, ciascuna delle quali tende ad illuminare soltanto la parte di verità che le giova, in modo
che, attraverso questo contrasto di interessi, che diventa nel processo una inconsapevole ma effettiva
collaborazione di sforzi, il giudice arrivi ad avere innanzi a sé la verità tutta intera. La trasformazione
della parte in testimone (che non è attuata, si noti, neanche nel processo penale!) potrebbe ammettersi
soltanto in un processo a tipo netta- mente inquisitorio, in cui fosse attenuata la nozione del diritto
soggettivo e in cui il provato fosse considerato come strumento del pubblico interesse”.
agire o resistere non è atto illecito. A base condanna non c'è atto illecito, ma siccome chi vince non può
essere danneggiato, deve essere indenne da spese, per criterio di opportunità.
c. MONTELEONE,
dubbi perché se non c'è illecito perché addossare spese? Alla base c'è responsabilità nascente dalla legge,
che segue come regime la contrattuale, perché la colpa si presume.
Cfr.
Art. 1196 c.c. Spese del pagamento
Le spese del pagamento sono a carico del debitore
La Corte Costituzionale, con sentenza 7 marzo - 19 aprile 2018, n. 77 (in G.U. 1ª s.s. 26/04/2018, n. 17), ha dichiarato
"l'illegittimita' costituzionale della norma nella parte in cui non prevede che il giudice possa compensare le spese tra le parti,
parzialmente o per intero, anche qualora sussistano altre analoghe gravi ed eccezionali ragioni".
fl
d.lgs. 28/2010 (mediazione; agg. d.lgs.149/2022)
Art. 13 Spese processuali in caso di ri uto della proposta di conciliazione
1. Quando il provvedimento che de nisce il giudizio corrisponde interamente al contenuto della proposta, il
giudice esclude la ripetizione delle spese sostenute dalla parte vincitrice che ha ri utato la proposta, riferibili al
periodo successivo alla formulazione della stessa, e la condanna al rimborso delle spese sostenute dalla parte
soccombente relative allo stesso periodo, nonché al versamento all'entrata del bilancio dello Stato di un'ulteriore
somma di importo corrispondente al contributo uni cato dovuto. Resta ferma l'applicabilità degli articoli 92 e 96,
commi primo, secondo e terzo, del codice di procedura civile. Le disposizioni di cui al presente comma si
applicano altresì alle spese per l'indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all'esperto di cui
all'articolo 8, comma 4.
2. Quando il provvedimento che de nisce il giudizio non corrisponde interamente al contenuto della proposta, il
giudice, se ricorrono gravi ed eccezionali ragioni, può nondimeno escludere la ripetizione delle spese sostenute
dalla parte vincitrice per l'indennità corrisposta al mediatore e per il compenso dovuto all'esperto di cui all'articolo
8, comma 4. Il giudice deve indicare esplicitamente, nella motivazione, le ragioni del provvedimento sulle spese di
cui al periodo precedente.
3. Salvo diverso accordo, le disposizioni dei commi 1 e 2 non si applicano ai procedimenti davanti agli arbitri.
1) compensazione (art. 92, commi II e III se novità della questione, soccombenza parziale o, ex
C. Cost., reciproca o altre eccezionali ragioni)
2) spese eccessive o super ue (art. 92 comma I)
3) ri uto ingiusti cato di proposta conciliativa (art. 91)
4) ri uto ingiusti cato di proposta di conciliazione in sede di mediazione (art. 13 d.lgs.
28/2010)
5) istanza di veri cazione scrittura privata in via principale e mancata contestazione da
parte del convenuto (art. 216 cpc)
6) rimborso delle spese, anche non ripetibili per trasgressione al dovere di lealtà e probità
(artt. 92 e 88)
IL CASO 1) Tizio, interessato all’acquisto di una casa, si reca presso l’Agenzia immobiliare Alfa, chiedendo di
vedere un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172, di proprietà di Caio. Durante la visita si mostra interessato,
fa numerose domande all’agente, al termine della visita dice che ci avrebbe pensato su. Decide alla ne di non
comprare l’immobile. Alfa e Caio lo citano in giudizio, affermando che il contratto doveva intendersi già concluso.
Sperano così di indurre Tizio ad una transazione.
IL CASO 2) Caio ha acquistato da Mevio un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172. Mevio - davanti al
notaio - ha dichiarato “di averne conseguito la proprietà per usucapione non accertata giudizialmente”. Caio non
riesce, però, a immettersi nel possesso, perché trova il bene occupato da Tizio, che assume di esserne proprietario.
Lo cita quindi in giudizio in rivendica, trascrivendo la domanda giudiziaria. Nel corso del giudizio viene
dimostrato che Mevio non aveva mai avuto il possesso del bene. Tizio, peraltro, aveva numerosi debiti verso
Sempronio e Filano. Per pagarli aveva dato mandato a un’agenzia immobiliare, per vendere proprio
quell’appartamento in Palermo, via Maqueda, 172, e soddisfare i creditori col ricavato. La trascrizione della
domanda di Caio gli ha impedito di vendere quel bene; così Tizio ha dovuto chiedere a una nanziaria un prestito a
tasso di interesse elevato.
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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il
giudice, su istanza dell'altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche
di uf cio, nella sentenza.
Il giudice che accerta l'inesistenza del diritto per cui e' stato eseguito un provvedimento cautelare, o trascritta
domanda giudiziale, o iscritta ipoteca giudiziale, oppure iniziata o compiuta l'esecuzione forzata, su istanza
della parte danneggiata condanna al risarcimento dei danni l'attore o il creditore procedente, che ha agito senza
la normale prudenza. La liquidazione dei danni e' fatta a norma del comma precedente.
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata)) (OMISSIS).
CONSOLO (Vol I, 2019, p. 648): “Solo in presenza di mala fede o colpa grave, dunque, l’agire
e il resistere in giudizio vengono a costituire un comportamento illecito (contra ius), e non
più, come per consueto, l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito. In questo caso
soltanto i danni causati dal processo divengono risarcibili, ma l’unico luogo in cui possono
essere richiesti è lo stesso processo”.
Prof. Federico Russo
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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
Se risulta che la parte soccombente ha agito o resistito in giudizio con mala fede o colpa grave, il
giudice, su istanza dell'altra parte, la condanna, oltre che alle spese, al risarcimento dei danni, che liquida, anche
di uf cio, nella sentenza.
Il giudice che accerta l'inesistenza del diritto per cui e' stato eseguito un provvedimento cautelare, o trascritta
domanda giudiziale, o iscritta ipoteca giudiziale, oppure iniziata o compiuta l'esecuzione forzata, su istanza
della parte danneggiata condanna al risarcimento dei danni l'attore o il creditore procedente, che ha agito senza
la normale prudenza. La liquidazione dei danni e' fatta a norma del comma precedente.
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
fattispecie tipiche, caratterizzate dall’idoneità a produrre in capo alla parte vittoriosa un
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
danno che travalica
determinata)) (OMISSIS).
l’ordinario rischio legato alla causa:
- esecuzione provvedimento cautelare (RINVIO);
- trascrizione domanda giudiziale;
- iscrizione ipoteca;
- inizio o compimento di esecuzione forzata (RINVIO);
colpa lieve (senza la normale prudenza)
NATURA:
1) Sanzione civile / punitive damage (prevalente; CONSOLO, cit.; indirettamente confermata da
Corte Cost. 23/06/2016, n.152). Rispetto alle sanzioni civili “comuni”, somma è pagata alla
controparte, non all’erario.
2) Risarcimento del danno in senso stretto (anche se equitativamente determinato, il danno deve
comunque esserci); sostenuta da chi non ammette i punitive damages nel sistema giuridico civile
italiano
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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
condannare la parte soccombente al pagamento, a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata)) (OMISSIS).
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la responsabilità aggravata
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
In ogni caso, quando pronuncia sulle spese ai sensi dell’articolo 91, il giudice, anche d'uf cio, puo' altresi'
contra (≈ Tesi 1, ma con specificazioni)
condannare la parte soccombente al pagamento,
Cass. 30/09/2021, (ud. 23/06/2021, dep.30/09/2021), n. 26545 a favore della controparte, di una somma equitativamente
determinata))
“la (OMISSIS).
condanna ex art. 96 c.p.c., comma 3, deve giungere all'esito di un accertamento che il giudicante è chiamato a compiere caso per caso,
anche tenendo conto della fase in cui si trova il giudizio e del comportamento complessivo della parte soccombente, onde verificare se essa
abbia esercitato le sue prerogative processuali in modo abusivo, cioè senza tener conto degli interessi confliggenti in gioco, sacrificandoli
ingiustificatamente o sproporzionatamente in relazione all'utilità effettivamente conseguibile. Detto abuso del processo non richiede che il
giudice indaghi, nel senso che normalmente si attribuisce a tale espressione, la eventuale riprovevolezza del comportamento del soggetto
agente, ma non lo esonera dalla necessità di ricavare detta riprovevolezza in termini oggettivi dagli atti del processo perché la colpa o il dolo
rilevanti sono quelli che si manifestano proprio attraverso il compimento dei suddetti atti processuali o attraverso l'adozione di certe
condotte processuali e non sono percepibili separatamente da essi. Deve escludersi, pertanto, che il giudizio sulla antigiuridicità della
condotta processuale possa farsi derivare automaticamente dal rigetto della domanda o dalla inammissibilità o dall'infondatezza della
impugnazione”.
- ⊈ comma 1 e comma 2;
- presuppone “abuso del processo” (comportamento non semplicemente illecito, ma “abusivo, più precisamente
un comportamento scorretto, (…) “senza tener conto degli interessi confliggenti in gioco, sacrificandoli
ingiustificatamente o sproporzionatamente in relazione all'utilità effettivamente conseguibile”;
- Non richiede indagine su elemento soggettivo di cui a comma 1 e 2, ma questo deve comunque potersi ricavare in
termini oggettivi dagli atti processuali (“gli atti processuali devono parlare da soli”);
- accertamento caso per caso e obbligo di motivare;
Prof. Federico Russo
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la responsabilità aggravata
Torniamo ai casi scuola:
IL CASO 1) Tizio, interessato all’acquisto di una casa, si reca presso l’Agenzia immobiliare Alfa, chiedendo di
vedere un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172, di proprietà di Caio. Durante la visita si mostra interessato,
fa numerose domande all’agente, al termine della visita dice che ci avrebbe pensato su. Decide alla ne di non
comprare l’immobile. Alfa e Caio lo citano in giudizio, affermando che il contratto doveva intendersi già concluso.
Sperano così di indurre Tizio ad una transazione.
fi
la responsabilità aggravata
Torniamo ai casi scuola:
IL CASO 2) Caio ha acquistato da Mevio un appartamento in Palermo, via Maqueda, 172. Mevio - davanti al
notaio - ha dichiarato “di averne conseguito la proprietà per usucapione non accertata giudizialmente”. Caio non
riesce, però, a immettersi nel possesso, perché trova il bene occupato da Tizio, che assume di esserne proprietario.
Lo cita quindi in giudizio in rivendica, trascrivendo la domanda giudiziaria. Nel corso del giudizio viene dimostrato
che Mevio non aveva mai avuto il possesso del bene. Tizio, peraltro, aveva numerosi debiti verso Sempronio e
Filano. Per pagarli aveva dato mandato a un’agenzia immobiliare, per vendere proprio quell’appartamento in
Palermo, via Maqueda, 172, e soddisfare i creditori col ricavato. La trascrizione della domanda di Caio gli ha
impedito di vendere quel bene; così Tizio ha dovuto chiedere a una nanziaria un prestito a tasso di interesse
elevato.
Qui rileva non tanto la “domanda” in sé di Caio, quanto la trascrizione di questa (che ha, di
fatto, impedito a Tizio di vendere il bene e pagare il debito). Anche se la colpa di Caio è
solamente “lieve” (in fondo lui ha acquistato), è possibile affermare che egli abbia trascritto
“senza l’ordinaria prudenza”. Tizio può quindi ottenere il danno ex art. 96 c.p.c. (interessi pagati
alla finanziaria ecc.), che deve dimostrare. Può, inoltre, chiedere condanna ex art. 96 III comma
(secondo tesi prevalente: d’ufficio, non richiede prova del danno, ma rimessa alla discrezione
del giudice)
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la responsabilità aggravata (RIFORMA d.lgs 149/2022)
Art. 96. (Responsabilità aggravata).
(OMISSIS)
Nei casi previsti dal primo, secondo e terzo comma, il giudice condanna altresì la parte al pagamento, in favore
della cassa delle ammende, di una somma di denaro non inferiore ad euro 500 e non superiore ad euro 5.000
LA RIFORMA DEL 2022 ha introdotto anche una sanzione civile per la parte