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MARZO 20244

TARIFFA R.O.C. - POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N° 46), ART.1, COMMA 1, S/NA | PTE CONT. € 10,30 | ES € 10,30 | CH CT 14,70 CHF

40 ANNI DI POWERSLAVE!

1984 BRUCE DICKINSON RINGO STARR


L’ANNO IN CUI
CU TUTTO
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TU TT CAMBIÒ THE
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MENSILE a #133 a € 7,90 A THE BLACK CROWES! A JUDAS PRIEST! A GREEN DAY! A MINISTRY! A BRITTANY
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In copertina:
Iron Maiden

Bob Dylan e le emorroidi


di Napoleone

“È
ridicolo, comico e triste che certa di tutti l’assegnazione del Premio Nobel a Dylan) e di
gente abbia impiegato tanto del pro- Da Omero al rock. Anziché limitarsi a scrivere di Dylan,
prio tempo a pensare a qualcun altro. stavolta Zoppas ha conversato con alcuni dei dylano-
E poi, a chi? A me? Fatevi una vita, logi più riconosciuti a livello internazionale: giusto per
per cortesia”. Così tempo fa Bob Dy- fare qualche esempio, con Graley Herren (docente di
lan liquidò tutti quelli che da anni si sforzano di inter- Inglese alla Xavier University della Louisiana) ha ri-
pretare il significato delle sue canzoni. Ma si sa, Dylan voltato come un pedalino TIME OUT OF MIND; con
è sempre stato e ancora oggi desidera restare inaffer- Stephen Daniel Arnoff (CEO del Fuchsberg Jerusalem
rabile, quindi la sua uscita sarcastica non sorprende Center, un centro religioso e culturale di Gerusalem-
più di tanto. In realtà, che a lui piaccia o no, ogni feno- me) ha discusso della eredità spirituale di Dylan; con
meno artistico viene prima o poi storicizzato e diventa Aubrey L. Glazer (rabbino capo della Congregazione di
oggetto di studio, di analisi e di interpretazione. E non Beth Abraham di Dayton, Ohio) ha accomunato in una
c’è dubbio che oramai anche il rock, una settantina di riflessione sulla cabala Dylan, Leonard Cohen e Stanley
anni dopo la sua comparsa, si trovi in questa situazio- Kubrick; con lo scrittore e musicista Giulio Pantalei ha
ne. Ben vengano dunque approfondimenti e riflessioni sottolineato le “affinità elettive” esistenti tra Dylan e
utili a inquadrarlo meglio e, magari, a presentarlo nel David Lynch; con lo storico inglese Phil Mason (uno
modo giusto alle nuove generazioni, a chi non l’ha co- dei suoi libri s’intitola Napoleon’s Hemorrhoids: And
nosciuto se non di riflesso e di seconda o terza mano. Other Small Events that Changed History) ha affronta-
In questi giorni sto leggendo un libro che riguarda, to il tema del messaggio cristiano di Dylan. Insomma,
guarda caso, proprio Bob Dylan. Un tutto fuorché il solito bla-bla al qua-
libro che fin dal titolo susciterebbe le siamo abituati quando si tratta di
in lui commenti feroci, ma che a libri su icone del rock. Il lavoro di
mio avviso ogni dylaniano farebbe Zoppas mi ha colpito molto, anche
invece bene a leggere. Mi riferisco perché conferma ciò che da tempo
a Bob Knows. Conversations with stiamo sostenendo in queste pagi-
Dylanologists. Lo ha scritto Marco ne: che il rock è un universo ancora
Zoppas, un traduttore e insegnan- tutto da raccontare. E che non esi-
te di inglese trevigiano trapiantato ste un solo modo di farlo.
a Roma, già autore di Ballando con Maurizio Becker
mr. D (dove nel 2016 previde prima mauriziobecker@stonemusic.it

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di Classic Rock
Anche sul web. www.stonemusic.it
Contributors I volti dietro «Classic Rock»

Francesco Coniglio
Negli ultimi 20 anni ha dato alle
stampe più di 200 volumi sulla
musica. Ha fondato le riviste
«Musica Leggera» e «Vinile».
Ha pubblicato per Sprea Editori,
Coniglio Editore, Mare Nero,
Acme, Macchia Nera, Iacobelli,
Castelvecchi, Arcana. Ha diretto
«Classic Rock» dal 2014 al 2023.

Maurizio Becker Barbara Caserta Luca Perasi Mario Giammetti


Ha scritto per «Ciao 2001», A nove anni i Kiss le cambiano Nel 2013 pubblica Paul Esordisce nel 1988 con il libro
«Il Mucchio Selvaggio», «Blu» la vita e picchiare sulla batteria McCartney: Recording Sessions Genesis Story. Nel 1991 fonda
e «Music & Arts». In tv ha diventa il suo sport preferito. (1969-2013), nella Deluxe Edition la fanzine sui Genesis «Dusk».
lavorato con Gianfranco Funari Giornalista e fotografa dal di WILD LIFE. Tra le altre sue Ha scritto su «Ciao 2001»,
e Sergio Zavoli, in radio ha 1990 («Hard!», «Rock Show», opere, I Beatles dopo i Beatles e «Rockstar», «Jam», «Music
condotto Stereonotte. Fra i suoi «Monsters», «Rock Hard», Paul McCartney: Music Is Ideas. & Arts», «Free», «Rockerilla»,
libri, C’era una volta la RCA – «Classic Rock»), traduttrice, Le storie dietro le canzoni (Vol. 1) «Guitar Club» e «Classix».
Conversazioni con Lilli Greco conduttrice su Linea Rock 1970-1989. Nel 2022 collabora con Collabora a «Vinile». La sua
e Quanto mi dai per Endrigo?. (Radio Lombardia TV). Da la MPL, il team di McCartney, bibliografia
Dal 2014 è caporedattore di gennaio 2022 cura le p.r. di per The 7” Singles Box. Scrive su sui Genesis ammonta ormai a
«Classic Rock». «Classic Rock». «Classic Rock» dal 2016. una quindicina di volumi.

Gianni Rojatti Cristiana Turchetti Luca Fassina Mario Giugni


Chitarrista, inizia a scrivere di Giornalista, autrice televisiva È stato caporedattore delle Ha collaborato con «Tutti Frutti»,
musica e chitarristi nel 2003 su e sceneggiatrice, ha iniziato riviste «Monsters!» e «Hard!», «HM», «Ciao 2001», «Music»,
«Chitarre». Oggi è direttore artistico collaborando con riviste come collaboratore editoriale per «Classic Jazz» e «Vinile». Per la
di Accordo.it (coordina la sezione «Rockerilla» e «Velvet» e a Londra Mondadori, De Agostini RAI ha scritto per il programma
didattica). Ha pubblicato libri e con «Rock Sound», «Tattler» e Periodici, Italia 2, Rollingstone. tv Doc Music Club. Come autore
manuali di tecnica chitarristica, Mtv. In Rai è dal 1998 uno degli it, senior editor per il mensile di testi, redattore e compilatore
tra cui uno su Andy Summers dei autori di Blob. Per la Cineteca «Metal Maniac», dal 2012 ha realizzato opere per l’edicola
Police. Come chitarrista, è stato Nazionale, insieme a «Classic collabora con «Classic Rock». per DeAgostini, Armando
l’Opening Act europeo del Passion Rock», organizza periodicamente Ha pubblicato numerosi libri Curcio, Fabbri e Hobby&Work.
& Warfare Anniversary Tour di giornate di rock e cinema. per Tsunami Edizioni e Crac
Steve Vai del 2016. Edizioni.

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Sommario MARZO 2024 #133

18 / Big Big Train 54 / Ringo Starr


Dopo la tragica scomparsa di David Longdon, gli inglesi Nel corso della primavera del 1973, le riviste musicali di tutto
ripartono da una voce italiana. il mondo sono scosse da una notizia che sembra incredibile,
ma che i fatti s’incaricheranno di consegnare alla storia: si parla
20 / Anteprima: Vivo dal vivo 2010-2023 di una reunion dei Beatles in studio. Accadrà solo in parte.
Il nuovo libro di Carlo Massarini è un appassionato omaggio alla
musica live. Ve ne offriamo un assaggio. 64 / Classic Rock Interview:
Bruce Dickinson
31 / Cover Story Cacciato dal collegio e diventato frontman del gruppo heavy
Iron Maiden: 40 anni di POWERSLAVE metal inglese più famoso di sempre, questo “piccolo rompipalle
Quando fu il momento di realizzare il successore di PIECE OF chiacchierone” ha tirato di scherma per il suo Paese,
MIND, i Maiden sentirono di dover tirar fuori qualcosa di davvero preso il brevetto di pilota civile, pubblicato sette dischi solisti,
speciale. E arrivò POWERSLAVE. Ma quel 1984 rappresentò scritto romanzi e sceneggiature e fatto altro ancora.
una svolta anche per tutto il resto del rock. Tanto che oggi Una vita piena? Solo a metà.
lo ricordiamo come l’anno in cui tutto è cambiato.
74 / Opus Avantra
Un lussuoso box retrospettivo mette in ordine la storia
di un collettivo che è un fiore all’occhiello dell’avanguardia
musicale europea.

Classic rock Stampata su carta


è una rivista
a basso
impatto

54 Ringo Starr
Quasi una reunion
ambientale. ¯  
   
holmen.com/paper
74 Opus Avantra
Libertà postmoderna

Regulars
8 / The Dirt 26 / Q&A 104 / Live Review
Le novità, le anticipazioni, i rumour: Steve Hackett Antonio Onorato, Lucio Corsi, Umphrey’s
il biopic sui Ramones è in fase di McGee: tanto freddo fuori, temperature
produzione. Anzi no. 60 / Feedback tropicali sotto il palco.
Oggi lo chef propone: Swanz The Lonely
12 / Record Store Best Of Cat incontra Shakespeare, la sorpresa 110 / Opinioni
Carù Libri e Dischi – Gallarate The Devils e il ritorno dei Modern Chiacchiere da bar su un argomento
English. spinoso.
14 / Don Henley
The Boys of Summer 78 / Hard Stuff 113 / Soundtrack
Le novità discografiche, le ristampe, Of My Life
16 / Stonemusic i libri, i fumetti, ma anche i consigli Justin Hayward
Le ultimissime, direttamente per chi la musica la crea.
dal nostro sito.

7
DENTRO I MONDI DEL ROCK
news@classicrockitalia.it

Ramones:
fratelli
coltelli

8
Netflix annuncia il biopic
sui quattro finti fratelli
del punk:
ma gli eredi alzano
le barricate.

Testo: Alessandro Bottero

“I
l punk esiste a causa della falsa assunzione secondo
la quale i Ramones possono essere imitati”. Così nel
1992 sentenziava la rivista «Spin», ponendo i Ramo-
nes (definiti The Fast Four) al secondo posto nella
classifica dei 50 migliori gruppi rock’n’roll di tutti i
tempi, dietro solo ai Beatles (The Fab Four) e davanti a Rol-
ling Stones, Led Zeppelin e altri giganti. Nei ventidue anni di
carriera (1974-1996), i Ramones hanno pubblicato quattordi-
ci dischi di studio e tenuto 2.263 concerti (cifra ufficiale), con
una media di due alla settimana. Nel 1996 si sono sciolti e nel
2002 sono entrati nella Rock and Roll Hall of Fame, risultato
impensabile quando si esibirono per la prima volta al CGBG,
un malfamato club per travestiti e “popolo della notte” di NY.
Da allora molte cose sono accadute. I membri originali dei
Ramones sono tutti morti, sono stati pubblicati libri e auto-
biografie, i diritti sull’eredità del gruppo sono stati divisi al
50% tra gli eredi di Joey Ramone (il cantante) e Johnny Ramo-
ne (il chitarrista), con litigi e guerra fredda tra le due parti in
causa. Spinta anche dal successo dei film dedicati a Queen e
Elton John, Netflix ha annunciato la messa in produzione di
un biopic sul gruppo icona del punk rock americano, basato
sul libro biografico del fratello (vero) di Johnny Ramone – fra-
tello “vero” perché, com’è noto, i Ramones non erano affat-
to fratelli, né parenti e addirittura, a quanto pare, non erano
nemmeno così amici tra loro. Comunque sia, Netflix annun-
cia il suo progetto, affida al comico Pete Davidson il compito
di adattare per il grande schermo il libro I Slept with Joey Ra-
mone, scritto dal fratello di Joey Ramone, Mickey Leigh (alias
Mitchel Hyman) e sceglie un regista, Jason Orley. A questo
punto entra in gioco la vedova di Johnny Ramone, Linda, che
il 21 gennaio 2024 blocca tutto con un’ordinanza di un tribu-
nale di Manhattan, sostenendo che gli script da lei visionati
mostrerebbero solo la versione di Joey e rappresenterebbero
“un’ingiustizia verso il gruppo e la sua eredità”. Come finirà?
Probabilmente con una revisione dello script, per arrivare a
una versione più equilibrata e asettica. In fin dei conti, la “fa-
miglia” Ramone era punk sì, ma anche attentissima alle impli-
cazioni economiche della propria attività.

9
Tesori Sepolti
A cura di Franco Brizi

DR. Z
THREE PARTS TO MY SOUL
VERTIGO, 1971
Quotazione: 3000 euro
Come lascia
intuire il sottotitolo
“Spiritus, Manes Et
Umbra”, il concetto
ǬŢŸƦŸǬēŸĚġŢŢғöŢĒƼū
è la divisione
ĚġŢŢғöŭŊūöŊŭƴƞġĚŊǔġƞƦġġŭƴŊƴĈѧJƞöǥŊġ
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Rock Tales w沄ÇmİŢғŸƦƦŊöŭŊēŸƴġƦƴöūġŭƴŸ
ĚġŢŢöĒöŭĚŭöƴöŊŭƦƴƼĚŊŸŭġŢғЀϺġŊǔŊ
RETROSCENA E LEGGENDE METROPOLITANE DAL MONDO DEL ROCK ūŸƞƴööƞġļŊƦƴƞöǥŊŸŭġǬŭŊƴöѧ!ŸŭēġƛŊƴö
dal tastierista, clavicembalista nonché
A cura di Cristiana Turchetti öƼƴŸƞġĚŊūƼƦŊēńġġƴġƦƴŊjġŊƴńjġǛġƦѢ
ŢöĒöŭĚƦŊöǔǔöŢġĚġŢĒöƦƦŊƦƴöªŸĒ
àöƴƦŸŭġĚġŢĒöƴƴġƞŊƦƴö ŸĒàöƴŞŊŭƦѧXŢ

Cast a spell suo percorso musicale è una convulsa


ġƦƛƞġƦƦŊŸŭġĚöƞŞŢġēƼŊöƴūŸƦĻġƞġ
dominanti vengono impostate dal
ēŢöǔŊēġūĒöŢŸēöĚġŭǥöƴŸĚŊjġǛġƦѢ
Quando si tratta di groupie, non c’è dub- lo migliore della sua ricca collezione. assecondato da una ritmica elementare
bio che il nome più conosciuto sia quello Dopo Jimi, la fama della Plaster decolla e ƝƼöŭƴŸŸƦƦġƦƦŊǔöѧyŸŭŸƦƴöŭƴġŢö
di Cynthia Albritton, alias Cynthia Plaster molte altre rock star chiedono un calco: sontuosa copertina apribile ideata
Caster. La fama se l’è conquistata colle- Jello Biafra, Chris Connelly, Wayne Kra- Ěö öƞŭġǛ ƼĒĒŢġƦѢġŭŸŭŸƦƴöŭƴġŊŢ
zionando un tipo di memorabilia un po’ mer e Jon Langford sono solo alcuni fra i
particolare: stampi in gesso degli ambitis- tanti che hanno “posato” per Cynthia nel
simi organi genitali delle rock and roll star. corso degli anni. Poi Frank Zappa, malgra- Una convulsa
Cynthia si è ispirata al suo amore per il do non avesse alcun interesse a immorta- espressione dark
rock, agli “uomini meravigliosi che faceva- lare il suo gioiello, intuisce il valore com-
no musica fantastica” e che erano diventa- merciale di quell’iniziativa e invita Cynthia
ti il fulcro della sua vita. Ma come era nata Plaster Caster a Los Angeles per allestire marchio Vertigo sia ormai sinonimo di
questa insolita specialità? Con sua grande una mostra. Sfortunatamente, l’evento ļöƞöŭǥŊöѢŊŢĚŊƦēŸİƼŭǭŸƛēŸūūġƞēŊöŢġѧ
delusione, Cynthia aveva scoperto di non che Zappa aveva immaginato non avrà (ƞѧðēŊūġƴƴġĚġŢƦƼŸĚŊēńŊöƞöŭĚŸŢö
essere l’unica giovane donna che cercava mai luogo: non erano molti, infatti, i musi- ƛƞŸƛƞŊöƞŊŢƼƴƴöŭǥööƦƼŸŭöƞġĚöŢǔŊǔŸ
di infilarsi nel letto dei suoi miti. Quindi ini- cisti che dopo essersi concessi alla Plaster ġĻöƛġƞĚġƞġŢġƛƞŸƛƞŊġƴƞöēēġѧyŸŭƦŊ
zia a immaginare di fare qualcosa in grado avrebbero rinunciato a tenersi la scultura. ƦöƛƞĈƛŊDŽŭƼŢŢöѧ(ŊƴƼƴƴŸƛƼŭƴŸѢŢöēöƦö
di sbaragliare la concorrenza. Il progetto Come dichiarò Zappa all’epoca, “i peni ĚŊƦēŸļƞöǬēöƞŊŭēöƞöŢöĚŸƦġġƞŊƴŊƞöŊŢ
inizia a Chicago, nel 1968, mentre frequen- ingessati non riescono mai a mantenere i disco dal mercato: in giro ne rimangono
ta la scuola d’arte, quando un insegnante risultati promessi”. Nel tempo, nonostante ƛŸēńġēġŭƴŊŭöŊöĚŊēŸƛŊġġŸļļŊÀRª00
sfida gli studenti a realizzare un calco in avesse realizzato soltanto 48 falli di gesso, §ªÀ²À„w沄ÇmİƼŭŸĚġŊƴŊƴŸŢŊƛŊDŽ
gesso di “qualcosa di solido che possa man- Cynthia Plaster Caster si è guadagnata la ƞŊēńŊġƦƴŊŊŭöūĒŊƴŸēŸŢŢġǥŊŸŭŊƦƴŊēŸѢĚö
tenere la sua forma”. Quella è la scintilla! reputazione della groupie più leggendaria ƝƼŊŊŢƛƞġǥǥŸƦġūƛƞġöŢƴŸѧmғöŢƴƞŸ§öġƦġ
La notte seguente, Cynthia va al concerto della musica rock. Muore nel 2022, e verrà ŊŭēƼŊǔŊġŭġĚŊƦƴƞŊĒƼŊƴŸİŢғXƴöŢŊöѢļƞöǥŊġ
di Paul Revere and the Raiders. All’after- ricordata come una pioniera della rivolu- öŢŢö§ńŸŭŸļƞöūѧXŢĚŊƦēŸūöŭƴŊġŭġŢö
party, si avvicina al cantante e al chitarri- zione culturale degli anni Sessanta. Tanto ƦƴġƦƦöĻöƴƴġǥǥöļƞöǬēöūöŊŢŭƼūġƞŸĚŊ
sta e fa la sua insolita richiesta. Non accade che la storica e accademica femminista ēŸƛŊġĚŊƦƴƞŊĒƼŊƴŸİġƦŊļƼŸġƦġŭǥöŢöŭēŊŸ
nulla, ma nella comunità rock si sparge la americana Camille Paglia ha detto di lei: ƛƼĒĒŢŊēŊƴöƞŊŸѢƛġƞēƼŊƞŊūöŭġöŊūöƞļŊŭŊѧ
voce. Proprio in quei giorni Jimi Hendrix “Tutti pensavano che fosse una cosa de- XŢǔöŢŸƞġĚŊƝƼġƦƴöƦƴöūƛöƦŊöļļŊƞö
arriva a Chicago e accetta la sua proposta, gradante. Io ero dell’opinione diametral- ŊŭƴŸƞŭŸöŊϺϹϹϹġƼƞŸѧyġŢϺЂЂϺŢö²ġēŸŭĚ
diventando la prima rock star a posare per mente opposta. Il lavoro di Cynthia era öƴƴŢġŢŸƞŊƦƴöūƛöŊŭĚŊļŊƴöŢġġŭġŢϻϹϹϼ
Cynthia Plaster Caster. Anche anni dopo, totemistico e simbolico della donna che ŢöŞöƞūöŊŭǔŊŭŊŢġѧyġŢϻϹϻϺƦġūƛƞġŢö
lei continuerà a definire Hendrix il model- prende il controllo della situazione”. ŞöƞūöŢŸƞŊƛƞŸƛŸŭġŊŭǔŊŭŊŢġēŸŢŸƞöƴŸѧ

10
venga sul sito eurekaddl.yachts
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i migliori negozi
di dischi, in italia
e nel mondo

Carù libri e dischi

C
A Gallarate c’è un posto ome ha iniziato a lavorare nell’azienda
storico che il prossimo di famiglia?
I miei genitori hanno aperto una libreria nel ’42,
settembre compirà poi hanno inserito i dischi tra gli anni Quaranta
cinquant’anni e che e Cinquanta. Quando ero ragazzo, negli anni ’60
nel 2014 è stato dominava il 45 giri. Avevamo una compagnia che si ritrovava
ad ascoltare musica e una sera un amico ha messo sul piatto
nominato dal britannico AFTERMATH dei Rolling Stones: è stata la prima volta in cui
«The Guardian» abbiamo assaggiato un album, da lì il vinile è diventato parte
tra i dieci migliori negozi integrante della nostra vita di musicisti e musicofili. Nel 1967
ho piantato gli studi e mi ero messo a fare il venditore nel ne-
di dischi al mondo. gozio di papà. Ho aperto questo negozio nel 1974.
Lo dirige ancora oggi
Paolo Carù.
Come sceglieva i dischi da vendere?
Cercavamo di leggere i giornali stranieri per capire cosa usci-
va. I fornitori esteri ti davano liste di dischi che stavano per
essere pubblicati. A un certo punto ho creato le mie riviste,
Testo: Luca Fassina per spiegare il perché ci fosse una certa musica e perché ci
Foto: courtesy of Carù Libri e Dischi piaceva, per farla conoscere. Abbiamo preso spunto dal «Rol-
ling Stone» americano, che è stata la prima rivista importan-
te che ho avuto fra le mani. Però dopo abbiamo fatto le cose
come volevamo noi, anche perché, scusa, eravamo tutti ap-
passionati: il «Mucchio Selvaggio» nel 1977, «L’Ultimo Busca-
dero» nel 1980… In Italia in quel periodo le riviste non erano
così specializzate.

Come avete vissuto l’avvento del Cd?


Il Compact disc ha preso abbondantemente piede verso la
metà degli anni Ottanta, anche grazie a un momento di fles-
sione del vinile. L’abbiamo accettato, ma non abbiamo mai
smesso di vendere vinili e il tempo ci ha dato ragione: nel
nuovo millennio dal 2005 c’è stato un desiderio di tornare
all’album. Anche con l’avvento della musica scaricabile non
li abbiamo tolti dagli scaffali, l’appassionato ha bisogno di un
oggetto fisico da toccare. Oggi il vinile è tornato di moda, an-

12
che tra i giovani; il problema è che le case discografiche han-
no aumentato i costi, in alcuni casi anche in modo esagerato.
Tenendo prezzi più moderati, ne venderebbero molti di più.

Oggi quanti vinili avete in negozio?


Più di cinquantamila, ma ci sono anche quelli del mio papà,
che di musica classica ne aveva una valanga, e poi la mia col-
lezione privata.

Quali sono i più rari che ha in vendita?


Quando li ho, non mi rimangono a lungo. Ho venduto in
quantità industriale molti classici, dai Rolling Stones a Dylan, Anna e Paolo
Carù con Van
dai Deep Purple ai Pink Floyd… Van Morrison è stato uno su Morrison
cui abbiamo scommesso molto. Però sempre musica di qua- e (a destra) Larry
Campbell e
lità. Certe cose non le tengo proprio e quando me le chiedono Teresa Williams.
la voglia di rispondere “valla a comprare altrove” è tanta.

Il disco più costoso che ha venduto?


Mi è capitato di vendere dei dischi molto particolari, edizioni
di jazz d’epoca a cinquecento o mille euro, ma sono casi ab-
bastanza rari. Ogni tanto qualcuno mi chiede vecchie edizio-
ni, dischi fuori catalogo… una volta un cliente voleva il primo
Hendrix inglese della Track, ma quando abbiamo controllato
il prezzo ha rinunciato: volevano cinquemila sterline.

Cosa succederà al Carù di domani?


È una bella domanda, perché adesso non è più come una volta non ho ancora individuato quella giusta. Parlandone con il
e non so fino a quando andremo avanti. Negli anni Ottanta e mio amico Riccardo Bertoncelli si parlava della Svizzera, ma
Novanta al sabato si faceva fatica a entrare, c’era la coda che non abbiamo mai approfondito.
aspettava l’apertura… erano altri tempi. Ora diventa sempre
più difficile, non c’è più quel seguito che c’era una volta. Sto Carù Libri e Dischi è in piazza Giuseppe Garibaldi 6, 21013
pensando di donare la mia collezione a una fondazione, ma Gallarate (VA). Per info: www.carudischi.com.

Anna e Paolo Carù: da


cinquant’anni a questo bancone.

13
s
Storhinied
be
ngs
the so

L’estate di Don
The Boys Of Summer / Don Henley

Ecco come un brano scartato


da Tom Petty si tramutò nell’inno all’innocenza perduta
di un’intera generazione.

Testo: Bill DeMain

I primi anni Ottanta furono difficili per Don Henley: “Avver- va bene per gli Heartbreakers, perché era troppo “jazzato”.
tivo una pressione tremenda. Non solo quella di dover esse- A quel punto, Campbell rimise il brano nel cassetto. Anche
re all’altezza del successo degli Eagles, ma addirittura quella se Henley e Campbell hanno ricordi diversi sul loro primo
di dover riuscire a scrivere e incidere un disco senza di loro”, incontro, Campbell ricorda di aver portato un nastro con il
confessa in un’intervista esclusiva a «Classic Rock». “Non brano a casa di Henley: “Sedemmo ai lati opposti di un lun-
avevo mai pensato a una carriera solista. Mi sentivo allo sban- go tavolo, e lui ascoltò la cassetta. Non mosse i piedi, o la
do”. Gli Eagles si erano divisi nel 1980 e tutti gli ex membri testa. Ascoltò immobile a braccia conserte. Fino alla fine.
avevano iniziato a incidere per conto proprio. Il disco d’esor- Credevo gli facesse schifo. Poi disse: ‘Va bene. Vedrò che ci
dio di Henley, I CAN’T STAND STILL del 1982, era stato un posso fare’. E io me ne andai”. Henley: “Le persone che lavo-
promettente, anche se incerto, inizio. “Credo fosse un primo rano con me possono dirvi che non mostro mai entusiasmo
lavoro dignitoso”, dice. “Risentendolo, un paio di brani non o partecipazione, almeno non finché tutti gli elementi non
reggono, ma questo si può dire di tutti i miei dischi”. Quando sono a posto. Mi piaceva lo schema percussivo realizzato da
nel 1983 Henley iniziò a raccogliere materiale per il disco suc- Mike con la macchina. Mi piacevano moltissimo le parti di
cessivo, la drum machine stava ridefinendo il sound dell’e- chitarra, e quelle di synth. Il tutto si fondeva in un tessuto
poca. “Riguardo questi nuovi strumenti elettronici provavo molto evocativo. Una volta capito il tutto, melodia e testo
sentimenti contrastanti”, ammette. “Ma Danny [Kortchmar, mi vennero velocemente”. The Boys Of Summer era il titolo
il suo collaboratore dell’era post-Eagles] era un esperto di di un best-seller di Roger Kahn sul baseball pubblicato nel
queste attrezzature moderne, e voleva incorporarle nel mio 1972, ma l’ispirazione arrivò da ancora più lontano: “Anche
processo di composizione e incisione”. Henley non poteva se amo il baseball, non avevo mai sentito parlare del libro.
certo immaginare che una LinnDrum machine acquistata L’ispirazione mi venne da una poesia di Dylan Thomas che
da Mike Campbell, chitarrista di Tom Petty & the Heartbre- cominciava così: ‘I see the boys of summer in their ruin’”. Il te-
akers, avrebbe lanciato la sua carriera solista nella strato- sto di Henley esprime un rimpianto identico per l’innocenza
sfera. Sul suo canale YouTube, Campbell ha ricordato come perduta della giovinezza. È stato scritto con una persona
i suoi primi esperimenti con la LinnDrum ispirarono Boys precisa in mente? “Alcuni dei miei brani lo sono, ma non
Of Summer. “Passai tutta la notte a programmare tamburi, questo”, sostiene lui. “A prescindere dall’ispirazione, cerco
battiti di mano e rullanti. Stabilii uno schema, e poi elaborai sempre di mantenere l’argomento più o meno universale.
la melodia alla testiera”. Poi Campbell aggiunse chitarra e È meglio se le canzoni hanno un elemento di ambiguità”.
basso e una settimana dopo fece sentire il demo a Tom Petty Nell’ultima strofa, il verso ‘Out on the road today, I saw a De-
e al produttore Jimmy Iovine: la risposta fu che non anda- adhead sticker on a Cadillac’ in effetti evoca tutta una gene-

14
I fatti
Data di pubblicazione
Ottobre 1984

Posizione più alta in


classifica
UK N. 12
USA N. 5

Musicisti
Don Henley
Voce

Mike Campbell
Chitarre, sintetizzatori,
programmazione
LinnDrum, percussioni

Danny Kortchmar
Chitarre, sintetizzatori

Steve Porcaro
Sintetizzatori

Larry Klein
Basso

Autori
Mike Campbell
& Don Henley

Foto: LUCIANO VITI/GETTY


Produttori
Don Henley, Mike
Campbell, Danny
Kortchmar e Greg
Ladanyi

Etichetta
Geffen

razione e come abbia disperso la propria visione di speran- memoria della LinnDrum, un difetto del nastro analogico che
za. “È stato un dono”, riflette Henley. “È venuto da quel luogo richiese un meticoloso lavoro di copia e incolla – ma alla fine
misterioso da cui a volte provengono i testi. Ero bloccato ce la fecero. Poi Henley decise di cambiare la tonalità. “Dan-
col bridge: non riuscivo a trovare le parole, la linea melodica. ny mi spingeva a cantare sempre il più alto possibile”, spie-
Un pomeriggio guidavo lungo l’interstatale 405 dalle parti del ga. “Credeva che in questo modo i brani avessero maggiore
Sunset, con la cassetta che girava nell’autoradio. Guardai alla impatto, trasmettessero più emozione”. Così i due tornarono
mia sinistra ed eccola lì: una Cadillac Seville del 1979 con un in studio, cercando di ricatturare l’emozione della prima vol-
adesivo ‘Deadhead’ sul retro. Mi colpì. Era beffardo, parados- ta. “Mike non ne fu entusiasta, ma venne lo stesso”, conferma
sale, con un pizzico di nostalgia, e finì dritto nella canzone”. Henley. Pubblicata nell’ottobre 1984 come primo singolo dal
Lavorando al Record One Studio di Los Angeles, Henley mise secondo disco di Henley BUILDING THE PERFECT BEAT, la
assieme un gruppo di musicisti di serie A, fra cui Kortchmar, canzone fu una hit immediata: arrivò al n. 5 negli USA e fu il
Steve Porcaro e Campbell alle chitarre. Spesso gli artisti si af- maggior successo di Henley in Inghilterra (n. 12). Molta parte
fezionano ai provini e così Henley decise di ricreare il brano del merito va riconosciuta al video, sobrio e in bianco e nero,
di Campbell con tutto il suo strano fascino originario. “A Mike diretto da Jean-Baptiste Mondino, che fece incetta di premi
non piace fare due volte la stessa cosa”, ricorda Henley. “Io in- agli MTV Video Music del 1985: “È stato l’unico regista di vi-
vece, quando trovo un brano che mi colpisce e mi ispira a scri- deo con cui ho lavorato che si è confrontato con me”, confida
vere un testo e una melodia, voglio che il risultato finale sia Henley. “Quel brano ha quasi 40 anni ma è eterno”, continua.
identico a ciò che mi ha messo in moto”. Lavorando sul brano, “Perché ci ricorda che la vita è breve, ma può essere molto
incontrarono problemi tecnici – un malfunzionamento della intensa”.

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Stonemusic.it è il web-magazine di Sprea Editori.
Ogni giorno news e approfondimenti per restare
costantemente connessi con il mondo
della musica italiana e internazionale!

Classic Rock Prog Vinile Popular Stone Guide Stone Advisor Eventi Shop

Yes reunion?
In una recente dichiarazione pubblicata
dal mensile inglese «Mojo», Jon
Anderson non esclude la possibilità di
tornare a esibirsi con gli ex compagni
negli Yes, Steve Howe e Rick Wakeman.
Più che altro, Anderson ha espresso un
suo desiderio, dopo quasi 20 anni
dall’ultimo concerto intero al fianco di
Steve Howe, nel tour per il 35esimo
anniversario degli Yes, conclusosi nel
settembre 2004. Per ora, Howe è invece
ancora restio a parlare di reunion: come
ha dichiarato a «Classic Rock», il brutto
stonemusic.it

ricordo dell’esperienza del tour Union gli


brucia ancora. Ma mai dire mai.

Sir Ozzy?
Negli anni Sessanta furono i Fab Four.
Che sia arrivato il momento del
Madman? Rob Halford ha rivelato che
Ozzy Osbourne dovrebbe essere
nominato baronetto da Re Carlo.
Parlando a «Classic Rock», il cantante e
frontman dei Judas Priest ha detto: “Se
c’è qualcuno che merita di essere
nominato baronetto, è Ozzy. Anche solo
per la gioia che ha donato ai suoi fan in
tutti questi anni”. Halford è un grande
amico di Ozzy, e questo endorsement
peserà ben poco ai piani alti di
Buckingham Palace, ma sognare non
costa nulla. Il figlio del macellaio di
Birmingham che diventa sir Ozzy
Osbourne. Sarebbe la favola rock più
incredibile di tutti i tempi.

16
Rick Wakeman: il lungo addio
ªŊēŞàöŞġūöŭүńööŭŭƼŭēŊöƴŸēńġ
il suo prossimo tour sarà anche
l’ultimo. In una dichiarazione
rilasciata per i fan, il tastierista ha
detto: “Ho sempre pianificato di
smettere di andare in tour dopo il
mio 77esimo compleanno, il 18
maggio 2024. Apparentemente
però ho ancora talmente tanti
impegni che dovrò posporre
l’addio. Che comunque accadrà”.
Per addolcire la notizia, Wakeman
ha aggiunto che i prossimi concerti
comprenderanno come momento
centrale una nuova composizione
strumentale di circa 30 minuti
intitolata Yessonata, che vedrà i
temi e le melodie classiche degli
Yes, rielaborati in un tutt’unico
sotto forma di sonata pianistica.

Cliff Burton action figure!

I fan dei Metallica avranno presto


a disposizione un gadget
imperdibile: una action figure di
circa 10 centimetri di Cliff Burton,
bassista originale e fondatore del
gruppo, completa di basso.
L’accordo dei Metallica con la
Super7, un’azienda produttrice di
action figures, ha portato alla
realizzazione della seconda action
figure dedicata a Burton, dopo
quella messa in vendita due anni
fa e ormai oggetto di collezione. I
ricavati dalla vendita andranno al
Cliff Burton Music Scholarship
Fund, ente di beneficenza fondato
dal padre di Burton dopo la morte
del bassista per finanziare
l’educazione musicale nella
Castro Valley High School, la ACQUISTA DISCHI IN VINILE 33-45 GIRI,
scuola frequentata da suo figlio. FUMETTI, POSTER e RIVISTE MUSICALI:
BIG, CIAO AMICI, CIAO 2001, QUI GIOVANI.
ANCHE INTERE COLLEZIONI, MASSIMA VALUTAZIONE
CELL. 348 5818220

17
Passaggio in
Italia A lbum di studio numero 16 per l’ormai longe-
va band britannica, che conferma il suo ruolo
di stella di prima grandezza nel firmamento
prog. È anche il primo lavoro completamente
nuovo dopo la tragica scomparsa del cantante
David Longdon. Ce ne ha parlato proprio il nuovo vocalist, l’i-
talianissimo Alberto Bravin, che è stato sottratto alla Premia-
Dopo la tragica scomparsa ta Forneria Marconi.
di David Longdon, i Big Big Train
ripartono da una voce italiana.
Sei entrato nei Big Big Train da circa due anni
e, sebbene tu avessi già esordito in una canzone
di INGENIOUS DEVICES, questo è il primo album
che ti vede coinvolto dal principio. Hai avvertito
Intervista: Mario Giammetti pressione?

18
anche se in forma completamente diversa, mentre Miramare
è nata esplicitamente per quest’album: ho creato un demo
con musica e linee vocali sulle quali Greg ha scritto un testo
incredibile. Light Left In The Day, invece, è una vera e propria
ouverture, che racchiude tutti i temi delle altre canzoni riela-
borate in un diverso arrangiamento.

I membri della band sono di varie nazionalità.


Come avete fatto a far quadrare il tutto e come mai
avete registrato proprio in Italia, nella tua Trieste?
Il merito è del nostro management, che è riuscito incredibil-
mente a farci arrivare tutti in un punto allo stesso tempo. Tut-
ti sanno della passione di Greg per l’Italia e non dimentichia-
moci che anche il batterista Nick D’Virgilio ha solide radici
italiane, quindi l’idea di registrare un album in Italia c’era già
prima del mio arrivo. La regola, questa volta, era trovare uno
studio con una sala di ripresa abbastanza grande da conte-
nerci, così da poter registrare suonando tutti insieme (pratica
quasi estinta oggi, purtroppo). Mi è subito venuto in mente
che il principale studio di registrazione di Trieste poteva es-
sere una scelta interessante: amo la mia città e poter fare da
Cicerone alla band è stato un grande onore.

Non ci sono crediti canzone per canzone, dunque


è difficile sapere ad esempio chi suona le chitarre
a 12 corde o le tastiere di volta in volta, mentre
immaginiamo che la voce principale sia sempre la
tua e che gli altri si limitino ai cori.
Esatto. La voce principale dell’album è la mia, ma sono cir-
condato da altri quattro cantanti incredibili (D’Virgilio, Ri-
kard Sjöblom, Oskar Holldorff e Clare Lindley), quindi in re-
altà non ci sono state limitazioni per le parti corali, anzi ci
siamo potuti sbizzarrire a creare delle armonie intricate, ma
sempre pensando a una trasposizione dal vivo, per cui quelle
che senti sono sempre al massimo cinque voci.

Cosa rappresenta per te, in definitiva, THE LIKES


OF US?
Uno spaccato di vita universale, dove chiunque si può ritro-
vare. Tutti almeno una volta nella vita si sono sentiti messi
Foto: Massimo Goina

da parte, non capiti, addirittura bullizzati o semplicemente


soli. Dopo una decisione sbagliata, una delusione o dopo aver
perso qualcuno, avere la forza di rialzarsi e ricominciare non
è facile, ma ci si riesce con l’aiuto delle persone che ci stanno
accanto. Questa è la linfa dell’album ed è quello che speriamo
di trasmettere a tutte le persone che lo ascolteranno.

La pressione in realtà si è allentata, in quanto, lavorando a que- Il disco esce per la Inside Out, prestigiosa
sto album, per la prima volta ho avuto la possibilità di espri- etichetta legata alla Sony, e nei prossimi giorni
mermi e contribuire al sound della band. L’intero processo cre- finalmente farete dei concerti negli Stati Uniti.
ativo è stato idilliaco, abbiamo lavorato in estrema armonia e Pensi che tutto questo possa aprire nuovi scenari
serenità a partire dalla scrittura fino alla fase di mix. per la band?
Assolutamente. Sarà la prima volta per la band oltreoceano e
Leggendo i crediti, si apprende con stupore non vedo l’ora di cantare e suonare per il pubblico degli Sta-
che sei tra gli autori di quasi tutte le canzoni, tes. Inoltre saremo ospiti alla Cruise To The Edge (dove ho già
condivise in prevalenza con il bassista Greg suonato due volte con la PFM), che è un’esperienza incredibi-
Spawton. Quindi sei entrato subito nel processo le: una grande opportunità per portare il nostro sound dall’al-
di composizione… tra parte del mondo e sicuramente darà lo slancio per far di-
Sì, è stata una transizione estremamente naturale. Ho propo- ventare i Big Big Train una grande band live internazionale.
sto alla band un paio di canzoni e sono piaciute subito. Love Is
The Light l’avevo già scritta prima del mio ingresso nella band, THE LIKES OF US è recensito a pag. 81.

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Anteprima

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Anteprima

L
’immenso catino del Circo Massimo è pieno di stonesiani dopo il big bang. Chi per curiosità, chi per leggendarietà, vengono
di prima, seconda e terza generazione. Tutte le età, tutte tutti. Ma senza vederli, è difficile capire.
le provenienze, tutti con la stessa attesa per una notte d’a- Una band che ha fatto la storia in un luogo che è stata la storia, pace
more, o almeno di sfrenato divertimento, con ‘the greatest se il loro r’n’r ha solo cinquant’anni e lo skyline del Foro illuminato
r’n’r band in the world’, brand la cui origine si perde ormai nella qualche migliaio in più. Gli Stones rimediano con un megapalco in
notte dei tempi. È un’onda di memoria, affetto, riscoperta, riva- tre sezioni che manda bagliori e dettagli e primi piani e calda luce
lutazione, semidivinizzazione che da una decina d’anni li sta fa- rossa e verde e blu nella vallata. Ma i romani di allora, mi chiedo,
cendo surfare su un ennesimo momento d’oro: Crossfire Hurricane avevano qualcosa di simile, o stasera ci divertiremo più noi?
di Brett Morgen, uno dei più bei rock-doc di sempre (solo le loro Friends, Romans… once again will you welcome the Rolling Stones?
voci che si raccontano senza alcun pudore guardando scorrere Ci manca giusto che si senta il rumore della moneta che cade e del
la loro storia, geniale), Shine a Light, il film dal vivo multicamera selecter che gira e siamo nell’enorme e immortale juke-box degli
di Scorsese, tour oceanici (due dei quali record d’incasso di tutti Stones. Fantastici inventori oltreché primi e più longevi prigionieri
i tempi): Toronto, Rio, Knebworth, Hyde Park, tutti eventi epocali. del r’n’r e di una scaletta come poche. Anzi, come nessuna. Mick
La dimensione degli Stones (capaci però di suonare anche in un arriva con giacchetta ricamata d’oro, e si va. Tutto d’un fiato arri-
piccolo club come il Mocambo) è ormai il più grande spettacolo vano Jumpin’ Jack Flash e Let’s Spend the Night Together, It’s Only

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venga sul sito eurekaddl.yachts


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Anteprima
Vivo dal vivo 2010-2023

La dimensione degli Stones


è ormai il più grande
spettacolo dopo il big bang.
Chi per curiosità, chi per
leggendarietà, vengono tutti.
Ma senza vederli,
è difficile capire.

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Rock ’n’ Roll e Tumbling Dice, su cui Mick Jagger (che si è già cam-
biato tre volte) arriva in fondo alla pedana-bagno-di-folla, ormai
solo maglietta nera a pelle e pantaloni in stretch skinny nero, con
quelle gambette che non ne hai mai viste di più magre, si infila il
microfono nella cinta e comincia a battere le mani, e dopo un at-
timo centoquarantamila mani battono con lui. Sembra un effetto
da cinema digitale, ma non lo è. In questa partenza ventre a ter-
ra, Highlander Mick ha già mostrato tutta la mercanzia, e quello
che manca arriverà dopo: adrenalinico e frenetico, sempre in mo-
vimento, gesticola in ogni modo possibile con quelle mosse buffe
che solo lui può far passare, lancia apprezzamenti, ‘ma che bello il
Cirrrco Massssimo!’ con l’accento da turista, corre, salta, ancheg-
gia, si struscia sui suoi compari e sulla giunonica Lisa Fisher, salu-
ta, manda baci, tutti mani su tutti mani ondeggianti, lascia che il
ponentino gli gonfi i capelli perfettamente tinti e pieni come allora,
fa lo spiritoso quando presenta Ron Wood il secco, “Non mangia
abbastanza pasta!”, senti chi parla. Il fresco bisnonno è un miraco-
lo genetico, viaggia con l’etichetta ‘non tentate di
imitarlo’ e francamente nessuno sano di mente lo
farebbe. Quando lo guardo in close-up attraverso
il tele della Canon sul volto ha delle rughe scolpi-
te con lo scalpello. Penso alla Magnani, “Perché
dovrei cancellarle? Ognuna è un ricordo”, e infatti
Mick sul palco se le porta tutte. Sono la sua me-
daglia d’onore, la certificazione di autenticità.

Vivo dal vivo 2010-2023


Si rallenta con Streets of Love, la loro migliore bal-
lata degli ultimi vent’anni, con la sua citazione
del ‘passare il Rubicone’ che da queste parti s’è
già sentita, fra un dado tratto e l’altro. L’aria è tan-
to black anni 60, con quel coretto a-a-a-a che fa
un po’ Tamla Motown… finché Ron Wood suona
la carica e il coretto Mick lo fa cantare innanzi-
tutto agli irriducibili delle prime file, poi insiste e
alla fine c’è un intero Circo Massimo a cantarla,
e l’effetto è una serenata alle stelle. Respectable è
il brano scelto dai fan via Twitter (e mi chiedo,
ma con tutto quello che c’era da chiedere proprio
quella? Mah). Keith si sente di salvarla e scende
fin davanti a sparare un riff alla Chuck Berry,
John Mayer (artista d’apertura richiamato a fare
passerella) lo chiude da par suo. Out of Control
comincia con una linea di basso che sembra
Marvin Gaye, ed è una canzona buia, urbana,
ubriaca: quando prendono il groove, Mick tira fuori l’armonica e
assola soffiando dannato in quel piccolo oggetto di metallo sopra il
wah wah della chitarra, il ritornello è puro r’n’b anche se fuori con-
trollo, i cori di Lisa e Bernard Fowler, perfetti nella parte, a rendere
soul il ritornello, anche se Ron e Keith la riportano a rock con due
assoli faccia a faccia.
Eccoli lì, the guitar twins: capelli bianchi e fascia da Geronimo e
camiciona verde Keith, gel e tinta e maglietta smanicata l’altro, ri-
trovatisi per destino a metà del cammin della lor vita a organizzare
una eterna masterclass di come si usa quella dannata seicorde. Ron
ha tutto il campionario delle mosse rock, ma ce n’è una di Keith che
mi fa impazzire: chitarra dritta o bassa dondolante a sfiorare terra
non importa, quelle dita nodose cariche d’artrosi a disegnare le sue
accordature aperte, dà una pennatona e alza lo sguardo soddisfat-
to e sogghigna, guarda mamma come mi diverto, guardate tutti il
premio per esser rimasto attaccato agli Stones e alla vita.
I due ci danno di slide sui due pezzi cantati da Keith e You Got the

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Anteprima

Silver, questa volta molto ben cantata, è a modo suo struggente, “just a shout away”, proprio come l’amore che è “just a kiss away”.
quel romantico ruvido che è il suo. È una sorta di implicito inter- Io una mezz’ora così l’ho vissuta raramente, credetemi. E ho la sen-
vallo fra prima e seconda parte. Finora è stato un bel concerto, ma sazione che non sia finita. Arriva Start Me Up, quella del lancio di
a metà si passa in overdrive. Microsoft Windows 95, una megahit che è praticamente solo un riff
ripetuto fino allo stordimento. Sympathy for the Devil inizia pia-
Midnight Rambler, il vagabondo di mezzanotte, un ripper “che la- no, percussioni e il piano di Leavell che armonizza, hanno capito
scerà impronte nel tuo corridoio” e “il coltello conficcato in gola”, tutti prima di subito cos’è, e il whoo-whoo! anticipa quello di Lisa
è una miniopera blues-rock declinata in tre parti: la prima parte e Bernard. Arriva Mick in un bagno di luce rossa che sembra river-
veloce, sempre più veloce. Mick si aggira per il palco semibuio, non sarsi liquida sulla folla dagli enormi schermi, avvolto in un man-
si capisce se preda o predatore, poi va in pedana e comincia a gio- tello nero decorato con piume di struzzo rosse, bellissimo, opera
care di chiamata e risposta col pubblico. Il ritmo è lento, scandito, della fidanzata L’Wren che gli ha disegnato tutto il guardaroba. Ma
poi piano piano cresce, le chitarre sotto sono caos e distruzione, L’Wren se ne è andata tre mesi fa, suicida senza un perché, dopo
Mick cammina lento, ondeggiando le braccia, e quando è arrivato una relazione decennale. “La mia amante e la mia migliore amica”
alla rotonda sul mare di folla il ritmo è di nuovo r’n’r e adesso è ha commentato distrutto Mick. Lo show e la vita vanno avanti, ça
Wood che prende quella Fender stravecchia e la sbatte un po’. Ma va sans dire, ma chissà come si sente Mick, se si sente, quando li in-
poi ritorna Mick Taylor, cinque anni da Pietra nei primi 70 e poi dossa. “Please allow me to introduce myself…” e siamo in un delirio
la fuga per salvarsi la vita, e capisci tante cose: un assolo sontuo- rosso-nero, mentre alla fine della strofa il mantello viene roteato
so, lunghissimo, intinto nel blues e tirato per il collo, quando Mick e vola via. Keith parte con un assolo acidissimo e la coda finale è
gli si mette davanti è un doppio assolo, Les Paul e armonica, ed è lunghissima, con Lisa e Bernard a fronte palco a fare coretti whoo
un momento pazzesco, di quelli che valgono il prezzo del bigliet- whoo!, e Mick in mezzo che balla e canta ad libitum.
to. Tutto è ripartito, ma sul più bello droppa. Stop. Non volevamo Ormai il mega juke-box è avviato, e quel brano inciso a Memphis
esagerare. Anche perché c’è la prossima che lentamente cresce. ancora col redivivo Bobby Keys al sax, la storia di quello zuccheri-
Linea di basso e piano elettrico, e quel backbeat che fece ballare no marrone che non si sapeva se fosse eroina o un’eroina del sesso
ogni dancefloor nel ’78. Il basso del grandioso Darryl Jones porta parte con i suoi due accordi, e anche qui cori di chiamata e risposta
lui la linea melodica, e il falsetto a ricordare che sì, ci sono mancati. “Yeah! Yeah! Yeah!... Wooo!”. Mick, non volendo tradire nessuno, li
Vivo dal vivo 2010-2023

“Lord, I Miss You”, durante l’assolo di sax Mick e gli altri due la but- fa all’ala sinistra dell’enorme palco e poi si fa una corsa di settanta
tano in caciara in cima alla pedana, tutti i presenti in falsetto, “che metri (ma veloce, eh, mica trotterellando) per andare a replicare
pubblico fantastico!”. a destra, gente giustamente in brodo di giuggiole. I brani si strec-
Per Gimme Shelter arriva Lisa, inguainata in nero, gigantesca testa ciano, non sono lunghi come vere jam, ma durano il doppio delle
afro e giacca di frange rosse clamorosa: avanza panterona come a versioni originali, assoli e corse e grande intrattenimento e non un
lasciare il segno dei tacchi sulla pedana, e quando apre la turbo-voce minuto inutile, una band scaciata e perfetta che si diverte a fare, da
solleva tutti i presenti di un paio di tacche. Performance magnifica, arzilli settantenni, quello per cui è nata.
potenza e dramma, in una canzone che odora di pericolo, di guerra Il Coro Giovanile Italiano (“Gio-vva-naile” lo presenterà alla fine

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Vivo dal vivo 2010-2023
turista-Mick, “you did a wonderful job”) introduce in maniera an- Uscendo penso: ‘Ma se invece di noi nel 2014 ci fosse stato un
gelica il primo bis, You Can’t Always Get What You Want, non si Circo Massimo pieno di antichi romani, se la sarebbero goduta
può avere tutto dalla vita insomma, chissà se c’è qualcosa che Mick uguale?’ Secondo me sarebbe stata altrettanta satisfactio maxima.
voleva che non è riuscito a prendersi, lui che sicuramente la vita Veni, sonui, vici.
se l’è goduta. Parte piano e finisce in boogie, le ragazze elegantis-
sime in nero che si divertono, e quando gli ricapita. Si chiude con
la pietra fondante della casata, quella che nel ‘65 è venuta a Keith
nel dormiveglia e che ha risvegliato il r’n’r, creando l’inno perfet- painting by
to di tutte le garage band del pianeta. Keith parte in tandem per Ron Wood
un assolo sgangherato come pochi, ma divertendosi un mondo.
Mick incita le folle fino alla fine, e dopo due ore le quattro pietre
che hanno rotolato fino a consumarsi per cinquant’anni, dopo aver
fatto un inchino di gruppo vanno a prendersi l’applauso di gente
confusa stremata e felice: i pollici sono virtualmente alzati come
quelli degli avi, divertimento lo è stato, anche sfrenato, e se non era
amore, era una biga.
Allora, tirando le somme, nell’ordine: un frontman, probabilmente
il migliore, una sorta di ibrido fra atleta e cantante che a settanta-
cinque anni corre come un maratoneta, solo che quelli non canta-
no mentre corrono. Il chitarrista ritmico che ha imparato da Chuck
Berry quali sono i riff basic del r’n’r e li ha insegnati a tutti, il com-
pare che è una gioiosa macchina da suono, e un batterista che non
è mai andato fuori tempo in tutta la sua vita. Repertorio? Infinito e
leggendario. Musicianship? La più rodata, potente e sotto controllo
possibile. Età: adulta, ma il r’n’r non ha rivoluzionato il senso di
età? E se ancora ci si chiede, sessant’anni dopo, se sono la greatest
r’n’r band del mondo, cosa volete che possa rispondere un povero www.ronniewoodsetlists.com
ragazzo nella sonnolenta città di Roma?

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Vivo dal vivo 2010-2023 di Carlo Massarini (Rizzoli Lizard) è recensito


a pag 100. Estratto pubblicato per gentile concessione dell'Autore.

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Q&A

Foto: Tina Korhonen


This is my story
Superata la soglia del ventesimo album solista, Steve Hackett
ha sentito il bisogno di tornare con un concept agli anni in cui tutto iniziò:
le prime amicizie, il primo amore e, naturalmente, l’ingresso nei Genesis.

Intervista: Mario Giammetti

T
HE CIRCUS AND THE NIGHTWHALE è il nuo- ospiti insieme ai membri della mia band abituale. Tra l’altro,
vo sforzo di studio di Steve Hackett, il ventu- la maggior parte della batteria di Craig Blundell è stata regi-
nesimo di una lunghissima carriera solista, se strata durante i soundcheck dei tour, e questo ha fatto una
non teniamo conto dei progetti a più mani (ad bella differenza in termini di feeling.
esempio GTR e Squackett, condivisi rispettiva-
mente con Steve Howe e Chris Squire degli Yes) e, natural- Già, perché il disco è stato concepito nei ritagli
mente, dei Genesis. di tempo tra un tour e l’altro, considerando
che hai passato su un palco la maggior parte
Tre quarti d’ora di musica, con undici titoli quasi degli ultimi due anni.
tutti legati tra loro. Un concept album? È vero, sono stati e sono mesi estremamente impegnativi, e
Sì, lo è. Da tempo desideravo raccontare la mia storia seppure solo in queste settimane sto recuperando i concerti saltati
in forma in parte allegorica, miscelando fatti reali e fantasia. causa Covid, nei quali suono integralmente FOXTROT dei
L’album comincia immerso nell’atmosfera fumosa e inquinata Genesis. A partire da luglio, invece, comincerà il mio nuovo
della Londra del 1950, l’anno in cui sono nato, per poi raccon- tour (sarò in Italia con cinque show dal 31 ottobre al 5 no-
tare le prime amicizie, il primo amore e l’ingresso nei Genesis: vembre), dove, oltre che presentare alcune canzoni del nuovo
il coronamento di un sogno, questo, ma anche, alla lunga, una album, ne suonerò una selezione da THE LAMB LIES DOWN
sorta di prigione da cui sentivo necessario fuggire, specie da ON BROADWAY, che festeggia il mezzo secolo nel 2024.
quando, dopo aver pubblicato VOYAGE OF THE ACOLYTE
nel 1975, i miei compagni mi dissero che non potevo far di- Un album, quello, che non ami particolarmente.
schi contemporaneamente col gruppo e da solo. E poi c’è l’in- Fu un periodo terribile per la band: io ero nel mezzo di una
contro con l’amore vero, quello per la mia terza moglie Jo: ero crisi profonda col mio primo matrimonio e Peter Gabriel ci
già sposato, all’epoca, ma il matrimonio non funzionava. In aveva già lasciati durante le registrazioni (tornò, ma solo a
mezzo a tutto questo, col brano At The Sea, c’è anche un mo- tempo determinato e, alla fine del relativo tour, nel maggio
mento più surreale, in cui il circo finisce tra le fauci della bale- 1975, andò via definitivamente). A parte questo, quello di
na, come ben illustrato dalla copertina: una metafora di quel- THE LAMB era un concept che prevedeva tantissimo spazio
la che è la vita di tutti noi, durante la quale ci affatichiamo per per il cantato e per le tastiere. Il resto era solo un contorno e
raggiungere dei risultati ma poi, il più delle volte, finiamo per non si può certamente dire che ci sia un grandissimo lavoro di
essere fagocitati da qualcosa più grande di noi. chitarra. Il che, dopo gli sforzi ottenuti con i due dischi prece-
denti dei Genesis, fu alquanto deludente per me.
Musicalmente si avvertono numerose influenze.
A parte l’ovvia componente prog in brani come Enter The Ti riferisci a FOXTROT e SELLING ENGLAND
Ring, ci sono il blues di Found And Lost, il rock bucolico di BY THE POUND.
Ghost Moon And Living Love e molta chitarra, piuttosto he- Sì. Insieme, li ritengo l’apice della carriera dei Genesis: niente
avy (anche se ho cercato di includere assoli più brevi, questa riempitivi, le canzoni sono tutte valide e importanti a modo
volta). Ma in verità da anni, ormai, cerco di rendere la mia loro. SELLING ENGLAND, poi, guadagnò persino i compli-
musica molto differenziata, inglobando sonorità contrappo- menti di John Lennon, che dichiarò durante un’intervista
ste. Qui, ad esempio, c’è il tar (un antico strumento a corde radiofonica di quel periodo, in cui viveva a New York, di ap-
di origine persiana) suonato da Malik Mansurov, uno degli prezzare molto i Genesis, attribuendoci addirittura il sound
dei Beatles. Per me, che come qualunque inglese impazzivo
per i fab four, non poteva esistere un attestato di stima più
importante.
Steve Hackett:
ventunesimo album THE CIRCUS AND THE NIGHTWHALE è stato recensito
solista per lui. su «Classic Rock» n. 132.

27
IN EDICOLA
DAL 15 FEBBRAIO

Scansiona il QR Code

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versione digitale disponibile dal 12 febbraio
Cover
Iron Maiden Story

Quando fu il momento di realizzare


il successore di PIECE OF MIND,
gli Iron Maiden sentirono di dover
tirar fuori qualcosa di davvero speciale.
E arrivò POWERSLAVE.
Ma quel 1984 rappresentò una svolta
anche per tutto il resto del rock.
Tanto che oggi lo ricordiamo come l’anno
in cui tutto è cambiato.

anni di
POWERSLAVE

29
Iron Maiden

Nel gennaio 1984, quando gli Iron Maiden arrivarono


a Le Chalet Hotel nell’isola di Jersey, nel Canale della Manica,
per iniziare a scrivere il materiale del loro prossimo disco,
erano cinque uomini con una missione.

Testo: Mick Wall | Foto: ªŸƦƦRöŢǬŭ

I
12 mesi precedenti li avevano visti trasfor- Gli spandex years:
era il 1984, dopo tutto.
marsi da portabandiera della New Wave of
British Heavy Metal in rockstar di livello in-
ternazionale, grazie al loro primo tour da
headliner negli USA (che li aveva visti esibir-
si su palchi di grande prestigio come il Madison Square

30
Cover
Story

Murray e Harris col tipico


ƛŊġĚŊŭŸƦƼŊūŸŭŊƴŸƞѧ

Garden di New York e la Long Beach Arena di Los Angeles)


e al loro primo disco da Top 20, PIECE OF MIND. Ora era
tempo di calare l’asso. “Per me, PIECE OF MIND era stato il
miglior disco che avevamo fatto fino ad allora”, mi confidò
«PIECE OF MIND
Steve Harris, bassista e fondatore dei Maiden. La gente par-
lava ancora dell’album precedente, THE NUMBER OF THE era il nostro disco
migliore fino
BEAST, soprattutto per via della title-track e di Run To The
Hills, entrambi ottime hit, il primo con Bruce Dickinson nel

a quel momento»
ruolo di cantante dei Maiden. Ma, per me, PIECE OF MIND
era migliore”. Primo disco dei Maiden a presentare la
formazione classica dei Maiden (Harris, Dickinson,
Dave Murray e Adrian Smith alle chitarre e Nicko
McBrain alla batteria), PIECE OF MIND era sta- Steve Harris
to anche il primo disco a integrare Dickinson in
modo completo come autore. Bruce aveva già Maiden. “Non mi ero mai visto come un velocista
contribuito con Run To The Hills, primo singo- dell’heavy-metal”, mi confidò Smith. “Tantomeno
lo Top 10 dei Maiden, ma era stato con PIECE come uno shredder! Ero cresciuto ascoltando Eric
OF MIND che la sua collaborazione con Adrian Clapton e quel tipo di blues-rock fatto da gruppi
Smith sbocciò in pieno, producendo brani come come Zeppelin e Purple. Amavamo le chitarre rock,
la potente Flight Of Icarus, uno dei due singoli ma dovevano esprimere della melodia”. Eravamo
tratti dal disco a entrare in classifica. Ma era cresciuti entrambi amando MACHINE HEAD dei
stato l’altro brano scritto da Dickinson con Deep Purple”, aggiungeva Dickinson. “Parte
Smith a dimostrare cosa avrebbe potuto del fascino stava sicuramente nel fatto che
dare ai Maiden: s’intitolava Sunlight And Ian Gillan era un ottimo cantante e Ritchie
Steel, e introdusse una dose massiccia di Blackmore un chitarrista incredibile, ma la
groove rock nell’arrembante metal che cosa che ci colpiva di più erano le canzo-
era diventato il marchio di fabbrica dei ni – quelle che facevano centro la prima
volta che le ascoltavi, tipo Smoke On The

venga sul sito eurekaddl.yachts


31
Iron Maiden

Istantanee dal
palco, il luogo
magico dove i
Maiden sono
letteralmente
imbattibili.

i promoter, la stampa – si aspettassero da noi. Non quando


bisognava scrivere del materiale nuovo. Le mie priorità era-
no semplici. Numero uno: doveva piacere a me. Se penso che
qualcosa che abbiamo fatto sia valido, non m’interessa l’opi-
nione altrui. Numero due: deve piacere ai fan. Se piace a me
e ai fan, per me è sufficiente. I critici potranno dire ciò che
gli pare, per me non cambia nulla”. Anche Dickinson, quasi
miracolosamente, si sentiva libero dal peso delle aspettative
che di colpo si erano create attorno ai Maiden. Aveva solo 25
anni e, come ebbe a dirmi più avanti, “i miei ricordi principali
Water e Highway Star. Così, quando Adrian e io iniziammo a del periodo di scrittura a Jersey sono di eccitazione. Aveva-
scrivere assieme fu naturale che ci avvicinassimo a quel ge- mo appena concluso un tour mondiale di grande successo,
nere”. Ovviamente, Steve Harris aveva una sua idea di groove, e come gruppo ormai andavamo a mille. Eravamo chiusi in
molto precisa. Il groove era buono. La melodia era ben accet- un albergo, nella stagione morta. Faceva troppo freddo per
ta, ma a meno che non si inserisse in un qualcosa di articolato uscire, e comunque non c’erano posti dove andare”. Inoltre,
e veloce, semplicemente non gli sembrava necessaria. Harris
non aveva mai amato i singoli. Lui amava il prog, come aveva
messo in chiaro il disco d’esordio della band, nel 1980, che
conteneva Phantom Of The Opera, un pezzo di ben sette mi-
nuti. L’apice era stato raggiunto con Hallowed Be Thy Name,
in THE NUMBER OF THE BEAST, e con il gran finale di PIE-
CE OF MIND, To Tame A Land. Tutti brani epici, scritti solo
da Harris. In qualità di fondatore, leader, principale autore
e mente del gruppo, ’Arry, come tutti lo chiamavano tranne
Bruce, si era assicurato che musicalmente il focus centrale dei
Maiden rimanesse sempre nell’energia pura e dura del più ve-
loce, potente, duro, tecnicamente acrobatico e incontestabil-
mente heavy metal che si potesse ascoltare.

I continui cambi di formazione (un chitarrista chiave, il batte-


rista, perfino il cantante), che avrebbero stroncato la carriera
di titani meno attrezzati, sembravano invece spingere i Mai-
den sempre più in alto. Harris aveva ragione: PIECE OF MIND
era il loro disco migliore. Tutto quello che dovevano fare era
dargli un successore almeno di pari livello, se non addirittura
migliore – una cosetta da poco. Ma Harris negava che lui e il
gruppo fossero sotto pressione: “La gente continuava a parla-
re di pressione, e col senno di poi capisco perché. Ma la verità
è che a quel tempo io non l’avvertivo”, disse. “Non era arro-
ganza. Non mi sono mai preoccupato di cosa avessimo fatto
prima, o di cosa gli altri – il management, la casa discografica,

32
Cover
Story
stava lavorando a un riff nella sua stanza, quando Dickinson
bussò. “Gli feci sentire la musica. Iniziò a cantare, e in venti
«Non mi ero mai visto minuti avevamo 2 Minutes To Midnight”. “Potevo scrivere cose
simili in qualsiasi momento, ma non sempre si adattavano al
come un velocista genere fantasy horror che seguivano i Maiden. In quei primi
tempi, avevo bisogno di Bruce per rendere le cose più Maiden

dell’heavy metal. possibili, e 2 Minutes To Midnight è un esempio perfetto: io


avevo il riff giusto, Bruce il testo adatto”. Con un riff affilato

Tantomeno come uno


come un rasoio che sarebbe potuto uscire dal primo disco dei
Montrose e un ritornello degno di BURN dei Deep Purple, 2
Minutes To Midnight era un pezzo gioioso, quasi esuberante.
shredder» Al tempo stesso, quel testo sull’apocalisse nucleare era quasi
comicamente cupo. Nel 1984, un pezzo così era heavy metal

Adrian Smith
al massimo della potenza. “2 Minutes To Midnight parla di un
argomento molto scomodo”, concorda Dickinson, “e parte del
testo è volutamente disgustoso. Ma è così che doveva essere,
come disse Harris, “il bar dell’hotel era sempre aperto e gra- perché la guerra nucleare è una cosa tragica”. 2 Minutes To
tis, per cui probabilmente la prima settimana la passammo Midnight fu la scelta ovvia per il primo singolo, e diventò una
a sbronzarci!”. Un altro fattore che contribuì all’eccitazione hit in Inghilterra, arrivando al dodicesimo posto in classifica.
fu che il quinto disco dei Maiden sarebbe stato il primo con Fu Harris a tirar fuori quello che diventò il secondo singolo,
la stessa formazione del precedente. Harris aveva sempre im- un brano incandescente intitolato Aces High, una chiama-
posto che prima di ogni nuovo disco, i ragazzi si dedicassero ta alle armi ricca di pathos nella tradizione di Where Eagles
a un periodo di scrittura collettiva, che in questo caso era di Dare (da PIECE), solo più aggressiva e arrabbiata. Aces High
sei settimane. “Non scrivo mentre sono in tour”, mi spiegò. era fatto di raffiche di basso, mitragliate di chitarra, batte-
“Preferisco farlo con il gruppo, in studio”. Dickinson comun- ria a manetta e voci simili a sirene della contraerea. Anche
que aveva già tirato fuori dal cilindro la canzone destinata a questo singolo conquistò la Top 20 inglese. Il brano più im-
fornire al disco titolo e tema: Powerslave. Secondo Smith: “Si portante iniziato nel corso del soggiorno a Jersey, però, fu la
era portato in giro durante il tour di PIECE OF MIND questo monumentale narrazione musicale di Harris del poema go-
orribile piccolo registratore a quattro tracce pieno di idee, riff, tico del XVIII secolo di Samuel Taylor Coleridge, The Rime of
arrangiamenti, spunti, e tutto era pieno di Egitto. Tutti quelli the Ancient Mariner. Coleridge era un noto oppiomane, e The
con cui ne parlava ne rimanevano colpiti, e così andammo in Rime è piena di immagini evocative circa ‘the wrath of spirits…
quella direzione”. Dickinson aveva scritto Powerslave da solo, from the land of mist and snow’. Come poema, oggi come oggi
ma fu il mostro rock creato da lui e da Smith una notte a Jer- non so se lo consiglierei: parla un po’ troppo degli albatros.
sey ad aprire nuovi orizzonti per gli Iron Maiden. Il chitarrista Ma musicalmente, nelle mani di un maestro del metal come

33
Iron Maiden

“Temo che ci serva un palco più grande…”.

gnore dell’aldilà, sono menzionati nel primo verso) dava vita a


una metafora geniale sul potere occulto delle divinità del rock,
anch’esse ‘slaves to the power of death’. Come Dickinson spiegò
in seguito, “POWERSLAVE non parla solo degli antichi egizi.
Parla di noi, del gruppo, e di cosa ci stava accadendo. Da quan-
do mi ero unito ai Maiden, due anni prima, non mi ero mai
fermato. I tour erano sempre più lunghi e folli, e quando uscì
POWERSLAVE le aspettative erano ormai alle stelle. Eravamo
schiavi del potere, musicalmente ma anche nel senso della rin-
corsa verso il successo. Il testo nascondeva anche un doppio
senso ironico: quando hai degli amplificatori che alimentano
un sound system molto potente, ce ne sono alcuni che servono
solo a dare potenza. Li chiamano amplificatori schiavi, perché
sono “schiavi” di quelli grossi. Quindi, sono, letteralmente,
schiavi del potere, power slaves”. “Powerslave sfoggiava anche
Harris, allora 27enne e all’apice della creatività, i trip alluci- un inaspettato interludio chitarristico, in cui Dave Murray e
nogeni di Coleridge assumono una dimensione tutta nuova: Adrian Smith fondevano i loro assoli spingendo il resto del
puro splendore – e orrore – gotico. gruppo in uno stato di frenesia metal. Entrambi i chitarristi
sembravano in totale controllo, ma era solo una impressione:
Durante il soggiorno a Jersey, il gruppo butto giù un’altra man- come mi raccontò più avanti, quando incise la sua parte Smith
ciata di brani, ma fu solo dopo l’arrivo ai Compass Points Stu- aveva un doposbronza così forte che “mi stava uccidendo” e,
dios di Nassau, nelle Bahamas, che le cose iniziarono a prende- come se non bastasse, la sera prima lui e il gruppo avevano
re forma, con l’aiuto del produttore Martin Birch (o ‘Pool Bul- “fatto un po’ tardi in studio”. “Ce la spassavamo, e nello stesso
ly’, come volle essere chiamato). Fin da subito, fu chiaro che la momento facevamo le sovraincisioni delle chitarre. In effetti,
forza del disco si basava su 2 Minutes To Midnight, Aces High, più che altro ci sbronzavamo. Andai a letto alle tre comple-
Powerslave e Rime Of The Ancient Mainer. Degli altri quattro tamente ubriaco, e non credevo di dover lavorare la mattina
brani, solo The Duellists, fantasia di cappa e spada di Harris, dopo”. Di solito, il produttore Martin Birch non convocava mai
ispirata dall’omonimo film del 1977 di Ridley Scott, sembra-
va all’altezza, tanto alto ormai era il livello che il gruppo si era
autoimposto. Bill Hobbs, che aveva coreografato le scene di
duello del film, casualmente trovò il circolo di cui faceva parte
Dickinson – spadaccino di livello olimpico. In realtà c’è anche
Flash Of The Blade di Dickinson, ma un brano su quell’argo- «POWERSLAVE
mento non era sufficiente? E nessun fan dei Maiden avrebbe
sofferto se avessero scartato Back In The Village di Dickinson fu la naturale conclusione
di PIECE OF MIND e
and Smith – una ripresa del tema di The Prisoner (THE NUM-
BER OF THE BEAST), ma molto meno interessante. Dickinson
finì il testo per 2 Minutes To Midnight solo dopo aver inizia-
to a registrarla in studio. Tutti si rendevano conto che questo
sarebbe stato un altro classico del loro repertorio, come lo
NUMBER OF THE BEAST,
erano stati Sanctuary e Wrathchild. Il contributo migliore di
Dickinson comunque risiede nei sette ipnotici minuti della di tutto quel periodo»
title-track, il cui uso di melodie mediorientali, chitarre metal
e mitologia egizia (Horus, il Dio Falco, e suo padre Osiride, Si- Bruce Dickinson

34
Cover
Story
nessuno in studio prima di mezzogiorno, ma
stavolta chiamò uno Smith ancora delirante prog metal, una volta descrissero le loro prime
alle 10 del mattino: “Mi disse di scendere e di esplorazioni musicali come una fusione di PO-
rimettermi a registrare. La testa mi esplodeva, WERSLAVE e HEMISPHERES dei Rush. È una
ma obbedii. Il motivo per cui Martin era già al cosa ottima che la gente ami il rock più diretto,
lavoro era perché non era mai andato a letto”. perché piace anche a me”, disse Harris. “Ma so
Birch era rimasto in piedi tutta la notte con il che molti dei nostri fan scoprirono Coleridge
cantante Robert Palmer, che stava per registra- grazie alla forza della nostra versione di Rime.
re il suo quarto disco ai Compass Point. Palmer Per me, sapere che molti ragazzi l’abbiano fatto
viveva sull’isola e viveva allegramente la vita del grazie alla nostra musica è una cosa incredibi-
playboy, come ricorderà ridendo Birch, e quan- le. È stato lo stesso con To Tame A Land su PIE-
do sentì che il suo amico Martin era in studio con i Maiden CE OF MIND: molti mi dissero che dopo averlo ascoltato si
venne per salutare i suoi connazionali britannici. Smith: “Loro misero a leggere Dune di Frank Herbert, che lo aveva ispirato”.
due erano dietro il banco del mixer. Io entrai e mi dissero: ‘Vie- Altrettanto influente fu il tema egizio, su cui si basavano sia
ni. Che ti va di fare?’. E io dissi: ‘Powerslave’”. Ottimo cantante, la copertina che la scenografia in scena. Il brano di Dickinson
Palmer era anche un produttore formidabile. “Devo ammette- che parlava della brama di potere tra le piramidi ispirò Derek
re che vederlo seduto lì con Martin, in attesa che io suonassi, Riggs, da tempo il designer delle copertine dei Maiden, nella
mi rendeva nervoso. Ma mi concentrai sull’assolo. Mi venne creazione dell’artwork più sofisticato fino a quel momento: il
bene e a Robert Palmer piacque molto”. Il paradiso tropicale volto orrido e immortale di Eddie che sostituiva quello degli
in cui si ritrovarono a Nassau soffrì di tutte le follie commesse antichi Faraoni, mentre sedeva, come un’enorme Sfinge, sul
dal gruppo nei quatto mesi in cui restarono. Secondo Nicko suo gigantesco trono nel deserto, era un monumento alla me-
McBrain, quando l’anno prima era entrato nel gruppo, “tutti, galomania, egocentrico come il Sole stesso. Sul palco, si trattò
con l’eccezione di Steve e Bruce, erano completamente paz- di dare vita a quella copertina, con un Eddie mummificato
zi. Ci godevamo tutto ciò su cui riuscivamo a mettere le mani. altro quasi 10 metri, con occhi che sparavano fiamme. “Se
Nove volte su dieci era alcool, ma non posso negare di aver go- pensi all’Egitto e alle piramidi, come potevi raffigurarle senza
duto anche di tutta la ciccia e l’erba che riuscivamo a rimedia- assomigliare agli Hawkwind?”, scherzò Harris. “Ma probabil-
re”. Tutti, ma non Steve Harris. Non nel 1984, e non da allora: mente quella fu la migliore scenografia live che abbiamo mai
il suo sballo era la musica dei Maiden. La sua musica. Qualco- realizzato”.
sa che prendeva molto sul serio. Fu grazie a questa dedizione
assoluta che riuscì a rendere la sua monumentale versione di
Rime Of The Ancient Mariner di Coleridge un tale capolavoro
musicale. Anche Smith, che in seguito ammise di non essersi
sentito all’altezza di quanto richiedeva un simile brano, ricor-
dava: “Quando Steve condivise con noi Mariner, capii che do-
vevamo farlo, perché non avevo mai sentito nessuno fare nulla
del genere. Ricordo che quando lo registrammo alle Bahamas
Steve dovette mettere dei fogli con il testo su tutto il muro, per-
ché Bruce non riusciva a impararlo a memoria.

Per generazioni di fan degli Iron Maiden, Rime Of The An-


cient Mariner rimane il capolavoro epic rock meglio archi-
tettato da Harris. Ne sarebbero venuti altri – gli 8 minuti di
Alexander The Great sul successivo SOMEWHERE IN TIME,
i quasi 10 minuti che danno il titolo a SEVENTH SON OF A
SEVENTH SON del 1988, e già in passato ce n’erano stati altri,
come Phantom Of The Opera, To Tame A Land – ma nessu-
no che coglieva in modo così inquietante e definitivo quel-
lo strano luogo ultraterreno che Harris aveva evocato nella
sua versione di Rime Of The Ancient Mariner. Un’evocazione
superba di un’opera estremamente complessa, destinata a di-
ventare il momento centrale degli spettacoli live dei Maiden
negli anni a venire, oltre che la profezia della loro personale
evoluzione musicale e dello stesso heavy metal, con l’arrivo
dei tanti gruppi thrash e speed (a cominciare dai Metallica
di Lars Ulrich, che confessò di essere stato da giovane “il più
grande fan dei Maiden dell’intero pianeta”) che presero ispi-
razione da questo totale disinteresse per le norme musicali
del genere. In effetti, Rime era talmente stratificata, così piena
di sezioni e costruita in modo quasi scientifico da divenire il
ŢƦġƴƴŊūŸēŊġŢŸѡƦġēŸŭĚŸ²ƴġǔġRöƞƞŊƦѢ
modello per quello che pochi anni dopo sarebbe stato cono- ŊŢƴŸƼƞĚŊ§„à0ª²mß0öǔġǔöŢö
sciuto come progressive metal. I Dream Theater, capofila del ƦēġŭŸļƞöǬöūŊļŢŊŸƞġĚŊƦġūƛƞġѧ

35
Iron Maiden

In seguito, Dave Murray mi disse che ricordava POWERSLA- Aces High. Ma anche negli altri c’è roba buona. The Duellists,
VE come “il momento in cui capimmo che dovevamo iniziare ad esempio. Ma se metti The Duellists a confronto con Rime Of
a prendere le cose più seriamente”. “Fu allora”, disse, “che ci The Ancient Mariner o 2 Minutes To Midnight… non c’è storia,
rendemmo conto di non essere più una band di ragazzotti che chiaro. Però non ci sono riempitivi. È solo che quei quattro
si divertivano e basta”. Con POWERSLAVE il gruppo iniziò la sono particolarmente potenti”. PIECE OF MIND sarebbe ri-
sua metamorfosi. Sotto questo punto di vista, il quinto disco masto il disco dei Maiden preferito di Harris fino a SEVENTH
dei Maiden fu un punto di svolta, il momento in cui, pron- SON OF A SEVEN SON del 1988. Anni dopo, Dickinson avreb-
ti o no, quei ragazzi furono costretti a diventare uomini. “Ci be dichiarato: “POWERSLAVE è la naturale conclusione di
sembrò di essere arrivati in vetta con quel disco”, ricordava PIECE OF MIND e NUMBER OF THE BEAST, di tutta quell’e-
Harris. “Non ci eravamo mai sentiti così prima. Fino a quel ra. Ricordo di averlo ascoltato e di aver pensato: ‘Uhmm. È
momento la montagna la scalavamo, con POWERSLAVE ci eccellente, ma non so proprio come potremmo superare un
sembrò di guardare verso il basso, al resto del mondo”. Pub- risultato simile”. Be’, la risposta sarebbe venuta in seguito.
blicato nel settembre del 1984, POWERSLAVE fu il secondo
disco dei Maiden ad arrivare al n. 1 in Inghilterra e il loro se-
condo album da un milione di copie negli USA, dove arrivò
al n. 12. Segnò anche l’avvio del World Slavery, il tour più mo-
numentale e fortunato della loro carriera. “Fu il nostro tour
migliore, e anche il peggiore”, confidò Dickinson. “E per poco
non segnò la nostra fine”. Alla fine, POWERSLAVE si rivelò «Lo feci sentire a Bruce.
Lui iniziò a cantare
Foto: wŸƦńġ ƞöŞńöѭ§ńöŭƴŸū

una raccolta di brani ineccepibilmente confezionati, anche se


a tratti un po’ raccogliticci: quattro capolavori epici e quattro
pezzi più convenzionali. “Credo che il disco sia superiore al
suo predecessore”, mi disse Dickinson. “Prendemmo il meglio
di PIECE OF MIND, applicando lo stile più aggressivo di THE
e in 20 minuti scrivemmo
NUMBER OF THE BEAST”. Harris dissente: “Considero an-
cora POWERSLAVE un disco molto potente. Ci sono quattro 2 Minutes To Midnight»
brani eccezionali, che eseguiamo ancora dal vivo, ossia Rime
Of The Ancient Mariner, 2 Minutes To Midnight, Powerslave e Adrian Smith
“Credete che
ĚŸǔƞġūūŸ
aprirla?
ߟļŢŊŸĚŊƞġѢ
ricordate
I predatori
dell’Arca
perdutaѨґѧ

36
Cover

1984
Story

L’anno in cui tutto


è cambiato
Profeticamente indicato da un genio della letteratura come un anno
chiave, il 1984 è stato uno snodo cruciale per la musica, la cultura pop
e il mondo così come lo conoscevamo.

Testo: Paul Rees

T
rentacinque anni prima che arrivasse, George Orwell pson Twins erano l’avanguardia del movimento New Roman-
raccontò il 1984 come una distopia orripilante: il Big tics. E nello stesso momento apparivano i loro esatti opposti: gli
Brother, la Neolingua, la Stanza 101 e tutto il resto. Quel- Smith e i protagonisti della cosiddetta ‘Big Music’, con alla guida
lo che Orwell aveva immaginato nel 1949, per la cultura pop del U2 e a seguire Simple Minds, Big Country e Alarm. Infine, torreg-
1984 era ormai una prospettiva ben chiara: Orwell aveva messo giando sugli altri da vette inaccessibili, avremmo trovato quattro
in bocca a uno dei suoi personaggi – O’Brien, l’infido dirigente artisti che stavano ridefinendo l’idea stessa di superstardom,
del Partito – la frase “la nostra vera vita risiede nel futuro. Ma portandola a un livello di ubiquità mondiale: Michael Jackson,
non ci è dato di sapere quando esso verrà”. A distanza di altri Prince, Madonna e Bruce Springsteen. Pur essendo uscito alla
40 anni da allora, ci è chiaro che in quel momento apparivano i fine di novembre 1982, THRILLER di Jackson fu il disco più ven-
primi accenni del mondo iperconnesso, dominato dalla tecnolo- duto del 1984. Complessivamente, lui, PURPLE RAIN di Prince,
gia e globalizzato in cui tutti noi oggi viviamo. Non che all’epoca LIKE A VIRGIN di Madonna e BORN IN THE USA di Springste-
la prospettiva di questo futuro molto orwelliano preoccupasse en, tutti e tre usciti nel 1984, vendettero in tutto il mondo più di
qualcuno. Tra le notizie più calde dei quotidiani all’alba del 1984 146 milioni di copie. Da allora la scena musicale e le varie tribù
troviamo il bando di un brano pop dalla Radio 1 britannica che l’abitavano si è dissolta, e il panorama rivoltato da cima a
(l’inno alla masturbazione dei Frankie Goes to Hollywood Re- fondo dai monoliti generati da questi primi Big Four. Al posto
lax – spinto irresistibilmente al n. 1) e il matrimonio a sorpresa dei Jackson, Prince, Madonna e Springsteen di quel tempo, oggi
di Elton John con la sua assistente di studio Renate Blauel (ab- abbiamo Taylor Swift, Beyonce, Drake e Harry Styles. Essenzial-
bastanza prevedibilmente, la strana coppia avrebbe divorziato mente le superstar classe ’84 furono le prime a creare dei brand.
quattro anni dopo). Se avessimo esaminato il panorama musi- Le loro immagini pubbliche, fossero di provocatrici geniali o di
cale nel 1984 avremmo concluso che sembrava estremamente eroi operai, si identificavano interamente con la loro musica.
vitale. Immenso e dirompente, gradevolmente affollato da una Per arrivare a questo, fu cruciale un altro fattore dominante
varietà di scene e generi. A mezza via tra la tensione degli anni della scena musicale del 1984: MTV. Dopo tre anni di vita, MTV
Settanta e il groove heavy’n’spandex di fine anni Ottanta, i gruppi era passata da arrembante stazione televisiva via cavo a fatto-
rock raggiunsero nuove vette: dagli USA arrivavano il thrash me- re di cambiamento più potente ed efficace dell’intera industria
tal, l’hair metal, l’hardcore e l’alt rock, con gruppi diversissimi tra musicale. I video pop, inizialmente snobbati dagli artisti e visti
loro come Metallica, R.E.M., Ratt e Black Flag in rapida ascesa. In dalle case discografiche come una moda passeggera, ora erano
Inghilterra Duran Duran, Spandau Ballet, Culture Club e Thom- capaci di spingere le vendite e le carriere a livelli impensati. Di

37
1984

Quell’anno i Ratt pubblicarono il loro


disco d’esordio, OUT OF THE CELLAR.

Big Country: una delle band


protagoniste fenomeno emergente
della ‘Big Music’.

Le Bangles invece esordirono


con ALL OVER THE PLACE.

àńŊƴġƦŭöŞġѡ
ŢғöŭŭŸĚŊ²mX(0XÀXyѧ

conseguenza, i video promozionali si fe- un’alluvione di campionamenti e registrazioni digitali, oltre alla
cero sempre più baldanzosi, con budget consapevolezza di poter registrare e diffondere musica in modo
sempre maggiori. L’influsso di MTV si quasi autarchico.
stava espandendo su tutta la cultura pop. Dal 1984, il boom dell’industria musicale arrivò fino al decennio
Accelerando un trend iniziato con Flash- successivo. Fu l’ultimo nel suo genere, e si basava sulle vendite
dance del 1983, almeno quattro dei maggiori successi al botte- effettive di quantità immense di prodotti fisici. Nel 1984 uscì una
²ÀǪÀ(w²„yѡmX²RÇyѭwX!R0m„!R²ª!RXß0²ѭJ0ÀÀæѬ²Ç²yyR„II²ѡXÀßѭ²RÇÀÀ0ª²À„!j

ghino del 1984 – Ghostbusters, Beverly Hills Cop, The Karate Kid gran quantità di dischi dalle vendite multimilionarie, come 1984
e Footloose – erano concepiti e realizzati come video pop extra dei Van Halen, RECKLESS di Bryan Adams, SYNCHRONICITY
large. Il che significava look patinato e montaggio frenetico, con dei Police, HEARTBEAT CITY dei Cars e THE UNFORGETTA-
l’aggiunta di colonne sonore imbottite di esplosivo pop-rock. A BLE FIRE degli U2, a cui possiamo affiancare COLOUR BY
settembre di quell’anno arrivò il momento della serie TV Miami NUMBERS dei Culture Club, SEVEN THE RAGGED TIGER dei
Vice, il cui successo immediato stabilì un modello seguito in se- Duran Duran e molti altri. L’hard rock continuava ad adattarsi
guito da innumerevoli epigoni, da Breaking Bad a Yellowjackets, e a prosperare nel suo universo chiuso. Gli ZZ Top sfruttarono
Foto: (ßX(!„ß0ª(m0ѡªX!Rª(0ѧª„yѭJ0ÀÀæѬªÀÀѡ§ÇmyÀjXyѭJ0ÀÀæѬ

sia pure in modi sempre più raffinati. In I Want My MTV, libro del le potenzialità di MTV con ELIMINATOR e i Twisted Sister con
2012 che racconta la storia della stazione TV, Rob Tannenbaum STAY HUNGRY. In generale, i nomi classici rimanevano forti. Ci
e Craig Marks scrivono che “MTV fu la prima volta in cui la tec- furono dischi rock molto solidi di Judas Priest (DEFENDERS
nologia divenne una rock star”. E nel 1984 questo sviluppo della OF THE FAITH), Whitesnake (SLIDE IT IN), Dio (THE LAST IN
tecnologia proseguì per passi successivi. A settembre la prima LINE), Rush (GRACE UNDER PRESSURE) e Scorpions (LOVE
fabbrica di Compact disc d’America aprì a Terre Haute, in India- AT FIRST STING). I Want To Know What Love Is dei Foreigner,
na, per stampare copie di BORN IN THE USA di Bruce Spring- I Can’t Fight This Feeling dei REO Speedwagon e Missing You di
steen direttamente in questo nuovo formato. L’anno successivo John Waite arrivarono tutte in vetta alla classifica USA dei 100
avrebbe visto il Cd già pronto a sorpassare vinili e cassette come singoli più “Hot”. Gli Iron Maiden furono il primo gruppo rock a
principale supporto musicale. Il Cd prometteva di rendere l’at- oltrepassare la Cortina di Ferro col loro World Slavery Tour. Le
to di ascoltare musica molto più comodo – suono formazioni classiche di Deep Purple e Aerosmith si
migliore, durata maggiore, accesso più facile. E se riunirono. All’interno di questa bolla c’era sempre
questo significava sacrificare le confezioni artisti- qualcosa di nuovo e differente: i dischi d’esordio di
che dei vinili, che importava! Come poi la storia Ratt, Anthrax, Red Hot Chili Peppers e Black Flag.
dimostrò, il Cd non si rivelò immortale, né privo Sia i Metallica (con RIDE THE LIGHTNING) che
di graffi o salti. Ciononostante, la cruda realtà del i Marillion (con FUGAZI) centrarono il bersaglio
suo approccio che sacrificava l’estetica alla como- al secondo tentativo. A parte i dischi, la prima ce-
dità d’utilizzo aprì la strada a iTunes, Spotify e alla rimonia degli MTV Video Music Awards si tenne
rivoluzione streaming che sarebbe seguita anni alla Radio City Music Hall di New York il 14 settem-
dopo. Sempre nel 1984, lo Yamaha DX7 diventò il bre, con Dan Ackroyd e Bette Midler nel ruolo di
primo sintetizzatore digitale di successo, essendo presentatori: Herbie Hancock vinse in cinque ca-
stato posto in vendita al pubblico mainstream a tegorie. Doveva trascorrere del tempo prima che
un prezzo abbordabile. Dopo il DX7, il mercato dei le orde grunge e hip-hop abbattessero le mura a
synth crebbe per tutto il decennio. E con lui arrivò difesa del vecchio mondo. Il 25 novembre, un cast

38
Cover
Story

XªƼƦńƞŊūöƦġƞŸ
öŢƴŸƛēŸŭJª!0
Çy(0ª§ª0²²Çª0ѧ

Il secondo disco dei Metallica, RIDE


THE LIGHTNING, uscì nel 1984.

di All-Star convenne nei Sarm West Studios di


Notthing Hill (Londra) per registrare un brano
ideato e composto da Bob Geldof e Midge Ure
con lo scopo di raccogliere fondi a sostegno
yġŢϺЂЁϽƦŊö§ƞŊŭēġēńġwöĚŸŭŭöƦƴöǔöŭŸƞŊĚġǬŭġŭĚŸ
dell’Etiopia, colpita dalla carestia. Pubblicato
il concetto stesso di superstardom.
appena nove giorni dopo, Do They Know It’s
Christmas? aveva venduto 2 milioni e mezzo
di copie alla fine del 1984. L’estate successiva, vette C4 su un tratto di campagna della A57,
contemporaneamente a Londra e Filadelfia non lontano dalla sua città natale, Sheffield.
si tenne il Live Aid, che lanciò la moda degli La fidanzata Miriam Barendsen era seduta ac-
eventi pop di massa, arene sempre più monu- canto a lui. Un’auto davanti iniziò a provocarlo,
mentali, con la musica sempre più relegata a un ruolo di intrat- rallentando e poi accelerando. Allen tentò di superarlo, ma perse
tenimento blockbuster. E accanto a tutto questo ci furono alti e controllo della Corvette, colpendo un muretto e cadendo in un
bassi, trionfi e tragedie come qualsiasi altro anno. I Police suona- campo. Il batterista fu scagliato fuori dalla vettura e il suo brac-
rono il loro ultimo concerto assieme a Melbourne il 4 marzo, pri- cio sinistro fu reciso di netto all’altezza della spalla dalla cintura
ma di tornare 23 anni dopo. I Van Halen si esibirono per l’ultima di sicurezza. Diciotto mesi dopo, Allen si trovava sul palco con i
volta con David Lee Roth il 2 settembre a Norimberga (all’epoca Def Leppard, seduto dietro una batteria elettronica progettata
in Germania Ovest) prima di riunirsi 27 anni dopo. Styx, Kansas apposta per lui che gli permetteva di eseguire le parti del brac-
e Jefferson Starship si sciolsero, naturalmente per poi riformarsi. cio sinistro con i piedi. Il disco su cui stava lavorando il gruppo,
Anche un gruppo mai visto e sentito di LA, gli Hollywood Rose, si HYSTERIA, fu pubblicato il 3 agosto del 1987 e vendette oltre 20
sciolse, lasciando liberi Axl Rose ( frontman) e Izzy Stradlin (chi- milioni di copie. E questi sono i tragici scherzi del destino.
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tarrista) di fondare i Guns N’Roses. Per chi moriva, altri nasceva- Venti milioni sono una cifra che va al di là dei sogni più folli di
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no: Soundgarden, Sepultura, Screaming Trees, Primus, Warrant un gruppo rock (o di chiunque altro) nel mondo digitale odierno
e Living Colour fra i tanti. Il mondo della musica salutò Count annunciato dal 1984. Quarant’anni dopo, il 1984 sembra soprav-
Basie e Jackie Wilson. E anche Marvin Gaye, ucciso da suo padre vivere nei ricordi contemporaneamente con colori vividi e con
il 1° aprile con un colpo di pistola. Due incidenti d’auto a dicem- tinte sfumate: il mondo com’era, e come il punto di partenza
bre, entrambi con batteristi coinvolti, portarono a conclusioni per la strada che avrebbe portato a cambiamenti radicali. Molta
molto diverse tra loro: l’8 dicembre il batterista degli Hanoi Rock, della musica di quell’anno è invecchiata bene. I dischi migliori ri-
Razzle, perse la vita. L’auto era guidata da Vince Neil, cantante mangono godibili e con un loro perché. Lo stesso non si può dire
dei Mötley Crüe. Entrambi avevano bevuto tutto di molti dei deliri modaioli di quel periodo –spal-
il giorno ed erano ubriachi fradici. La Ford Pante- line imbottite, scaldagambe, il mullet (anche se
ra del ’72 di Neil slittò su una pozzanghera lungo ultimamente si è assistito a un suo ritorno). Molti
una strada di Hollywood e si schiantò contro un artisti che centrarono il successo in quel periodo
veicolo che veniva dalla direzione opposta. Neil se sono attivi ancora oggi, come se l’essere soprav-
la cavò con danni trascurabili, Razzle morì all’i- vissuti alla frenesia che furono gli anni Ottanta li
stante. All’epoca, gli Hanoi Rock erano impegnati abbia vaccinati contro tutto e tutti. Guardate ad
nel loro primo tour USA, per promuovere TWO esempio Springsteen, gli U2, Madonna o i Metal-
STEPS FROM THE MOVE, e sembravano pronti lica. E osservate anche le mega-corporazioni che
ad avere il mondo ai loro piedi. Andarono avanti dominano il presente. Molte sono cresciute, op-
per qualche tempo dopo la morte di Razzle, ma pure hanno preso spunto e ispirazione proprio da
ormai erano distrutti – e l’occasione era sfumata. scelte e comportamenti tipici della cosiddetta ‘me’
L’ultima notte del 1984, il batterista 21enne dei decade. Come Orwell, ancora lui, scrisse in 1984,
Def Leppard Rick Allen stava guidando al sua Cor- “Chi controlla il passato, controlla il futuro”.

39
1984
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Bangkok. Barcellona. Boston. Berlino. Bedford?! I Deep Purple erano sempre stati un gruppo controverso, ma questo voleva dire
spingere le controversie al limite. Ottobre 1984, sulla scalcagnata Saab 900 del ghignante addetto stampa Roland Hyams sto
viaggiando sulla M1 diretto al capoluogo del Bedfordshire, giustamente chiamato Bedford. Il mio obiettivo è intervistare tutti
ŊēŊŭƝƼġūġūĒƞŊĚġŢŢöwjXXĚġŊ(ġġƛ§ƼƞƛŢġѢöƛƛġŭöƞŊĻŸƞūöƴöѧXŭƼŭƛƼĒѧ ġĚĻŸƞĚѧmöūŸƴŊǔöǥŊŸŭġƼĻǬēŊöŢġİēńġǔŸļŢŊŸŭŸ
provare i futuri concerti in un posto tranquillo, lontano dall’invadenza delle metropoli. E così mi ritrovo dentro un Beni Inn (volete
sapere cos’è? Googlatelo!), con l’aroma di carne grigliata e salse erotiche nell’aria. Hyams mi conduce in una sala piena di travi
dell’epoca dei Tudor, gioghi da cavalli e dipinti di caccia alla volpe. Niente tavoli o sedie, niente menu pretenziosi che annunciano
ƦƼēēƼŢġŭƴŊǬŢġƴƴŊēŸŭƛöƴöƴŊŭġĻƞŊƴƴġѡŊŢƛŸƦƴŸİƛŊġŭŸǥġƛƛŸĚŊƦƴƞƼūġŭƴŊūƼƦŊēöŢŊġöūƛŢŊǬēöƴŸƞŊѧļŢŊŊŭǬƦƦŊƦŸŭŸŊŭēńŊŸĚöƴġƛġƦöŭƴŊ
coperte di lana, per assorbire il rumore e tenere lontano il sole accecante di Bedford. Sull’entrata, una targa che recita ‘The Antico
Room’. Molta acqua è passata sotto i ponti dalla litigiosa separazione della MkIII avvenuta nel giugno 1973, subito dopo la
pubblicazione di WHO DO WE THINK WE ARE, e Mötley Crüe e Metallica – più un sanguinario gruppo chiamato W.A.S.P. – sono
i nomi sulla cresta dell’onda adesso. Per non parlare di PURPLE RAIN, da poco pubblicato (nessun legame col gruppo). Ma
öĒĒŊŭöƞġJŊŢŢöŭѢ ŢöēŞūŸƞġѢmŸƞĚѢJŢŸǔġƞġ§öŊēġöŢŢöƦƼūūġŭǥŊŸŭöƴöƴöƞļö҂ŸƦƦŊöĚġǬŭŊƞŢŊҒöŭƴŊēńŊғ҂ƦöƞġĒĒġŊŭļŊƼƦƴŸѹhŸŭmŸƞĚѢŊŢ
maggiore del quintetto, ha solo 43 anni). Malgrado voci che attribuiscono la reunion solo a motivazioni economiche – ognuno di
loro prenderebbe 1 milione di dollari per la reunion – l’atmosfera qui a Bedford è positiva. I Purple hanno qualcosa da dimostrare:
il desiderio di iniettare un tocco di classe nel rock’n’roll di metà anni Ottanta. Come dice Lord: “Molti dei gruppi metal moderni
hanno preso Purple, Sabbath e Zeppelin come mentori, punti di partenza… ma nel farlo sono diventati molto chiusi. Non sembrano
crescere”. Ritchie Blackmore aggiunge: “Senza volermi vantare, suonare musica heavy è un’arte. Essere solo rumorosi è inutile.
Bisogna saperlo fare. Ci sono delle dinamiche, certe progressioni sonore che devi usare. Oggi non sempre riesci a sentirle”. E così
öƞƞŊǔŊöūŸö§0ªI0!À²ÀªyJ0ª²ѢŊŢĚŊƦēŸĚġŢƞŊƴŸƞŭŸĚġŢŢöwŞXXѧ?öŢŢғöŢƴġǥǥöĚġŢŢġöƦƛġƴƴöƴŊǔġѨ!ŸŭŢғöǔǔŊŸöĻǬĚöƴŸöKnocking At
Your Back Door, il gruppo stabilisce il suo groove facilmente e in modo seducente. Segue la densa Under The Gun. Nobody’s Home
tiene rovente la temperatura e Mean Streak rievoca i tempi d’oro di Speed King. L’intensa title-track, dal sapore molto Zeppelin, è il
momento più alto del lato B. Non a caso ancora oggi resiste nella setlist dei Purple. Ma – e qui è la domanda – il disco contiene un
singolo pari alla potente Woman From Tokyo, presente nel vituperato WHO DO WE THINK WE ARE del 1973? Iniziate a discutere.
Per concludere, PERFECT STRANGERS fu, e rimane a metà: né una sorprendente rivelazione, né una cocente delusione. Arrivò al n.
ϿŭġŢŢġēŢöƦƦŊǬēńġÇjġöŢŭѧϺЀĚŊƝƼġŢŢġDzѧmöĻŸƞūöǥŊŸŭġēŢöƦƦŊēöĚġŊ§ƼƞƛŢġġƞöƴŸƞŭöƴöēŸŭƝƼöŢēŸƦöēńġƦƴöǔööūġƴĈĻƞöƼŭ
ļġūŊƴŸöƼŭғġƦƛŢŸƦŊŸŭġѧ§ŸƴƞġūūŸĚġǬŭŊƞŢŸƼŭҒǕöŭļѢғūöƦöƞġĒĒġƴƞŸƛƛŸà la Ted Nugent. JġŸĻĻ ƼƞƴŸŭ

40
Cover
Story

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Formatosi nel 1979, il trio del Minnesota Hüsker Dü Col loro secondo disco, i Metallica non si limitarono ad
attraversò la scena hardcore punk dei primi anni Ottanta allargare gli orizzonti musicali. A livello di testi si elevarono
e si costruì un seguito stabile con l’Ep del 1983 METAL dalle provocazioni più giovanilistiche di KILL ’EM ALL,
CIRCUS, grazie alla sua combinazione di ferocia, melodia toccando temi sia politici che letterari. Affrontarono il
e brani da due minuti che iniziavano a passare per le radio potenziale distruttivo della corsa agli armamenti in Fight
dei college. Quando poi ZEN ARCADE arrivò, nel luglio Fire With Fire e il tema della pena di morte in Ride The
1984, galvanizzò la scena alt rock. Anche se comprendeva Lightning; Call Of Ktulu ƴƞöĚŊǔöŢғŊŭǭƼƦƦŸĚġŢŢŸƦēƞŊƴƴŸƞġR§
alcune delle più frenetiche cavalcate dell’intero punk rock, Lovecraft, mentre For Whom The Bell Tolls prendeva titolo
era un concept album su doppio vinile molto ambizioso. e argomento dall’omonimo libro del 1940 sulla Guerra
Scritto e inciso in fretta, con molti dei brani centrali ēŊǔŊŢġƦƛöļŭŸŢöĚŊ0ƞŭġƦƴRġūŊŭļǕöǛѧyŸŭġƞöǔöūŸ
registrati alla “buona la prima”, ZEN ARCADE si basava più a livello di Metal Militia. RIDE THE LIGHTNING fu
su una storia molto personale, il rito di passaggio dalla pubblicato il 27 luglio 1984. La maggioranza dei fan
giovinezza all’età adulta. Comprendeva passaggi acustici, rimase entusiasta della maturità mostrata dal gruppo,
bravi pezzi al piano, psichedelia d’ispirazione indiana e capace di superare il thrash adolescenziale dell’esordio
addirittura uno strumentale di ben 14 minuti, Reoccurring per arrivare a un sound nuovo e più complesso.
Dreams. Grant Hart, batterista e cantante, e Bob Mould, Soprattutto, il disco attirò l’attenzione di diverse persone
chitarrista e cantante, stavano crescendo come autori, e ŊŭǭƼġŭƴŊѧÇŭŸĻƼwŊēńöġŢŢöļŸѢĚŊƞŊļġŭƴġƞöūƛöŭƴġ
dimostrarono di essere in grado di scrivere melodie quasi ĚġŢŢö0ŢġŞƴƞöªġēŸƞĚƦѢŢғġƴŊēńġƴƴöūŸŢƴŸǬļöēńġöǔġǔö
beatlesiane e al contempo di cantare armonie stridenti. Nel dato spazio a Doors, Stooges ed MC5. Alago ne rimase
1983 Mould disse a Steve Albini (chitarrista e cantante dei talmente colpito che convinse i suoi superiori a dargli
Big Black che poi avrebbe scritto per la fanzine Matter e in carta bianca per cercare di accaparrarsi i Metallica. “Li
seguito sarebbe diventato un famoso produttore di punk vidi al Roseland Ballroom”, ricorda Alago. “Sapevo che
e alt.rock negli anni Novanta) che gli Hüsker Dü si stavano c’erano diversi colleghi di altre etichette. Quindi, la mia
espandendo al di là del punk e che “volevano realizzare strategia fu bloccare la porta ed essere l’unico con loro nel
qualcosa di molto più grande del semplice rock’n’roll”. backstage. “Dissi: ‘sentite, vi adoro, dovete assolutamente
In seguito, paragonò ZEN ARCADE a uno spettacolo ǔġŭŊƞġŭġŢūŊŸƼĻǬēŊŸĚŸūöŭŊғѧßġŭŭġƞŸƦƼŢƛƞġƦƴŸѧ„ƞĚŊŭöŊ
ƴġöƴƞöŢġŸöƼŭǬŢūѧXŢļƞƼƛƛŸƦġūĒƞöǔöƼŭŊŭƦŊġūġĚŊ cibo cinese e birra, ci sedemmo e parlammo. Credo gli
sbandati, ma i tre avevano un’intesa musicale del tutto piacesse che io fossi della loro età, che impazzivo per la
unica: Hart pestava sui tamburi, il basso di Greg Norton loro musica e che gli promisi di avere cura di loro, cosa
ƦŸƴƴŸŢŊŭġöǔöŊŢĒġöƴѢūġŭƴƞġwŸƼŢĚġǔŸēöǔöǬöūūġĚöŢŢö che feci da subito”. Trent’anni dopo, RIDE THE LIGHTNING
chitarra. Gli Hüsker Dü non persero mai la loro intensità, resta il disco davvero fondamentale dei Metallica, quello
solo che realizzarono una serie di dischi più concentrati che cambiò le cose per il gruppo e per l’intera scena
ġĚŊƦƼēēġƦƦŸѢēƼŢūŊŭöƴŊŭġŢŢŸƞŸĻŸƞƴƼŭöƴŊƦƦŊūŸġƛŊƴöĻǬŸѢ thrash, dimostrando l’esistenza di un pubblico al di là
WAREHOUSE: SONGS AND STORIES, del 1987, la loro della Bay Area. I fan duri e puri del gruppo forse non
ŸƛġƞöƛŊDŽƞŊǬŭŊƴöġŸƞŊġŭƴöƴööŢƛŸƛѧXŢļƞƼƛƛŸƦŊƦēŊŸŢƦġöŊ gradirono la svolta più commerciale, ma i gruppi che
primi del 1988. Mould continuò con gli Sugar, lodati dalla seguirono sicuramente sì. Di botto, tutti gli altri gruppi
critica, e Hart con i Nova Mob. ZEN ARCADE resta il lavoro thrash partivano con un’intro acustica, o nel bel mezzo di
ƛŊDŽŸƞŊļŊŭöŢġĚġļŢŊRǂƦŞġƞ(ǂѡńöŊŭǭƼġŭǥöƴŸŢöūƼƦŊēöĚŊ un disco piazzavano una ballad potente e introspettiva.
Nirvana, Foo Fighters, Pixies (che come è noto pubblicarono §ġƞǬŭŸŊwġƴöŢŢŊēöƦƴġƦƦŊƦŊöƼƴŸ҅ŊūŊƴöƞŸŭŸѢƦġİǔġƞŸēńġ
un annuncio in cerca di un bassista “che ami gli Hüsker w²À0ª„I§Ç§§0À²ѢŊŢĚŊƦēŸēńġƦöŭēŔŊŢŢŸƞŸĚġǬŭŊƴŊǔŸ
(ǂġ§ġƴġƞѢ§öƼŢöŭĚwöƞǛґѺѢªѧ0ѧwѧѢ(ŊŭŸƦöƼƞhƞѢJƞġġŭ successo, seguì lo stesso schema, dal brano thrash iniziale
Day, Melvins, Queens of the Stone Age e decine di altri ǬŭŸöŢŢŸƦƴƞƼūġŭƴöŢġƛŊDŽöƞƴŊēŸŢöƴŸēńġēńŊƼĚġѧªX(0ÀR0
gruppi dagli anni Ottanta in poi. Oltretutto, resero di moda LIGHTNING fu la pietra miliare. Senza di lui, MASTER OF
le camicie a scacchi. Ecco forse perché non ebbero tutto il PUPPETS non sarebbe esistito, almeno non così come lo
successo che avrebbero meritato. wŊŞġ öƞŭġƦ conosciamo. hŸŭàŊġĚġƞńŸƞŭ

venga sul sito eurekaddl.yachts


41
1984

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“Ho sempre voluto che le nostre canzoni spaccassero”, mi
disse nel 2005 Rick Ocasek. Ci riuscì nel quinto disco dei
!öƞƦѢƼŭĚŊƦēŸĚöŊēŸŢŸƞŊƦļöƞļŊöŭƴŊѢŢŊŭġġĚġǬŭŊƴġѢƞŊƴŸƞŭġŢŢŊ
insinuanti, testi volutamente ambigui che alludono a
fragili stati mentali, con frequenti riferimenti a droghe e
pratiche S&M. Un disco che, come Ocasek disse, “da una ÀàX²À0(²X²À0ª
parte vi tiene coi piedi per terra, dall’altra vi porta altrove”. ²ÀæRÇyJªæ
Dopo aver seguito tra il 1978 e il 1981 il classico tran tran XÀǕŊƦƴġĚ²ŊƦƴġƞĚŸǔġǔöŭŸƞŊƦƛŸŭĚġƞġöŢƦƼēēġƦƦŸĚġŢŢŸƞŸ
disco-tour, i Cars avevano bisogno di novità. Il titolo primo disco su major, YOU CAN’T STOP ROCK’N’ROLL
del loro quarto disco SHAKE IT UP alludeva a proprio del 1983. Dopo un decennio di concerti nel Tri State della
a questo e il primo grande scossone per HEARTBEAT ēŸƦƴö0ƦƴѹyġǕæŸƞŞѢyġǕhġƞƦġǛġ!ŸŭŭġēƴŊēƼƴѺѢƼŭö
CITY fu la decisione di ingaggiare il produttore Mutt trionfale visita britannica gli procurò un contratto con
Lange, conosciuto per il suo tocco patinato su bestseller l’Atlantic, nonostante il boss della sezione americana
come BACK IN BLACK e PYROMANIA. “Pensavo che la ĚġŢŢғġƴŊēńġƴƴöѢ(ŸƼļwŸƞƞŊƦѢŢŊöǔġƦƦġĚġǬŭŊƴŊҐŊŢļƞƼƛƛŸƛŊDŽ
combinazione tra il suono che riusciva a ottenere e quello merdoso al mondo”. La realizzazione di STAY HUNGRY
che facevamo noi potesse dare un ottimo risultato”, disse (che avrebbe venduto sei milioni di copie, spinto da video
Ocasek nel 1984. “Mutt non aveva mai lavorato con un come quello del singolo We’re Not Gonna Take It) non fu
gruppo come noi. Aveva collaborato con un sacco di quindi una passeggiata di salute. Secondo Dee Snider, il
gruppi heavy metal, ma ero sicuro che insieme avremmo produttore Tom Werman non era in cima alle preferenze
funzionato”. Anche se il tocco di Lange è evidente nel ĚġŢļƞƼƛƛŸѢūöŢļƞöĚŸöǔġƦƦġǬƞūöƴŸ²R„ÇÀÀÀR0
groove robusto di Magic e You Might Think, gran parte DEVIL dei Mötley Crüe. “La nostra prima scelta era Bob
del disco punta sul sound più sobrio di Drive e Why Can’t Ezrin [Alice Cooper/Kiss/Pink Floyd]”, disse il chitarrista
I Have You, dove le chitarre cedono il posto alle tastiere. höǛhöǛIƞġŭēńѢūö0ǥƞŊŭŭŸŭġƞöĚŊƦƛŸŭŊĒŊŢġѧҐmöƦġēŸŭĚö
BEATITUDE, il lavoro solista di Ocasek del 1982 fornì un era Mack, o Roy Thomas Baker [Queen]. L’idea di usare
ūŸĚġŢŢŸƛġƞŢғƼƦŸĚġŊƦǛŭƴńѧXŢƴöƦƴŊġƞŊƦƴöJƞġļRöǕŞġƦ Tom venne a Doug Morris [presidente dell’Atlantic, ndr].
disse: “Ci si sarebbe aspettato che con un produttore come Dopo aver venduto 100.000 copie di YOU CAN’T STOP
lui ci sarebbero state più chitarre. Ma credo che a Mutt ª„!jғyғª„mmѢŊÀǕŊƦƴġĚ²ŊƦƴġƞŭŸŭġƞöŭŸƛŊDŽēŸŭƦŊĚġƞöƴŊ
intrigasse lavorare con le tastiere. Era un modo per fare ĚġļŢŊƦǬļöƴŊġ(ŸƼļöūūŊƦġĚŊġƦƦġƞƦŊƦĒöļŢŊöƴŸƦƼĚŊŭŸŊґѧ
ƝƼöŢēŸƦöĚŊĚŊǔġƞƦŸĚöŢƦŸŢŊƴŸґѧRöǕŞġƦūŊƦġĚöƛöƞƴġŊ STAY HUNGRY fu scritto nel corso delle session di YOU
suoi consueti synth analogici per dedicarsi al Fairlight, !yғÀ²À„§ª„!jғyғª„mmŭġŊ²ŸŢ²ƴƼĚŊŸƦĚŊhŊūūǛ§öļġѧ
prima tastiera a sampler digitali, allora sulla cresta ÀƞŸǔöƞƦŊŢŸŭƴöŭŊĚöūŸļŢŊġѢǬĚöŭǥöƴġġöūöŭƴŊūŊƦġƴƼƴƴŊ
dell’onda. Gli ci vollero mesi per imparare a usarla, e ƦŸƴƴŸƛƞġƦƦŊŸŭġѢġƛġƞūŊƦġöŊÀǕŊƦƴġĚ²ŊƦƴġƞĚŊēġŭƴƞöƞġ
minimo 10 ore a brano per preparare la programmazione. l’obiettivo. “Fu un momento importante per il gruppo,
“Hai una parte, ma magari non funziona, per cui devi ūööŭēńġūŸŢƴŸƦŸŢŊƴöƞŊŸґѢēŊēŸŭǬĚƆ²ŭŊĚġƞѧҐyŸŭöǔġǔŸ
ēġƞēöƞġĚŊƞŊƛƞŸļƞöūūöƞŢöґѢƞŊēŸƞĚöǔöRöǕŞġƦѧ(ŸƛŸŸƴƴŸ ŊƦŸŢĚŊƛġƞĻöƞöƞƞŊǔöƞġūŊöūŸļŢŊġġūŊŸǬļŢŊŸѢēŸƦŔƦēƞŊƦƦŊ
mesi in studio, tutto andò a posto. Pubblicato il 3 marzo The Price per esprimere come mi sentivo. L’ispirazione mi
1984, HEARTBEAT CITY schizzò al n. 1 negli USA e al n. 25 ǔġŭŭġŭġŢēġƦƦŸĚġŢŢŸƦƴƼĚŊŸĚŊhŊūūǛ§öļġѧ0ƞöŢғƼŭŊēŸ
in Inghilterra, con sei singoli nella Top 40 e video in heavy posto dove Satana non avrebbe fatto capolino”. Nel 2004 i
rotation su MTV. Quando 20 anni dopo gli fu chiesto di ÀǕŊƦƴġĚ²ŊƦƴġƞƞŊ҅ƞġļŊƦƴƞöƞŸŭŸ²ÀæRÇyJªæѢŊŭƴŊƴŸŢöŭĚŸŢŸ
HEARTBEAT CITY, Ocasek disse: “All’epoca forse non STILL HUNGRY. “Quando ci riunimmo, avevamo vent’anni
suonava come un disco dei Cars. Ma ora sì, perché le di saggezza in più”, disse French all’epoca. “Ci dicemmo,
voci sono le stesse. Solo che ci serviva un cambiamento. I ‘Dio, questo disco ha un suono terribile. Sarebbe il caso di
cambiamenti sono sempre positivi”. ŊŢŢ(ġwöŊŭ rifarlo’”. (öǔġmŊŭļ

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Cover
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Story

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Prima che i Replacements realizzassero LET IT BE, il modello dell’alt rock USA era inciso nella roccia: frenetico, fragoroso e
hardcore, come incarnato dai rivali dei Replacements, gruppi di Minneapolis come Hüsker Dü, Black Flag, Minor Threat e
öŢƴƞŊöŭēŸƞöѧXªġƛŢöēġūġŭƴƦöǔġǔöŭŸŊŭŊǥŊöƴŸƦġļƼġŭĚŸŢöƦƴġƦƦöƦƴƞöĚöѧXŢŢŸƞŸġƦŸƞĚŊŸƛġƞŢғġƴŊēńġƴƴöŊŭĚŊġŢŸēöŢġÀǕŊŭÀŸŭġ
nel 1981 – SORRY MA, FORGOT TO TAKE OUT THE TRASH – era un guazzabuglio di brani tiratissimi, tutti ideati e scritti nella
cantina dei genitori del frontman Paul Westerberg. La cosa sarebbe anche potuta andare bene per Bob Stinson (chitarrista),
per suo fratello Tommy Stinson (basso) e per il batterista Chris Mare, ma a Westerberg sembrava troppo limitante. “Non mi è
mai piaciuto far parte di un gruppo o di una squadra”, dichiarò nel 1984. “Mi piace stare da solo”. Il terzo disco del suo gruppo
esprimeva questo credo di Westerberg. Il fatto che fosse intitolato come un disco dei Beatles la diceva lunga. Westerberg
öĚŸƞöǔöŊŢƞŸēŞēŢöƦƦŊēŸġŊŢƛŸƛēöŭŸŭŊēŸѢöŭēńġƦġŢöƦƼöǔġƞƦŊŸŭġġƞöǬŢƴƞöƴöĚöŢmodus operandi dei Replacements,
caotico e vagamente alticcio, con brani che parlavano di malesseri adolescenziali e soffocanti frustrazioni sessuali. L’estate
precedente i Replacements erano stati in tour con i R.E.M., e così il loro chitarrista Peter Buck fu chiamato per produrre LET
IT BE. Ovviamente al momento di iniziare i lavori Westerberg non aveva abbastanza brani pronti, e l’occasione sfumò. Alla
ǬŭġĻƼàġƦƴġƞĒġƞļöŸēēƼƛöƞƦŊĚġŢŢöƛƞŸĚƼǥŊŸŭġѢġŊŢēŸŭƴƞŊĒƼƴŸĚŊ ƼēŞƦŊŢŊūŊƴƆöŢŢöƛöƞƴġĚŊēńŊƴöƞƞöŭġŢŢғŸƛġŭġƞI Will Dare.
Ma non importa. LET IT BE spalancò la porta all’intero movimento rock underground USA. A partire dal tintinnio di I Will
Dare ġƛġƞļŢŊöŢƴƞŊϺϹĒƞöŭŊѢƛŊDŽƦǬŢöēēŊöƴŊūöŊŭēƞġĚŊĒŊŢūġŭƴġŊŭƴġŭƦŊѢàġƦƴġƞĒġƞļŭġŊĻöƴƴŊöŭĚƆēŸŭƴƞŸŸļŭŊēŸŭǔġŭǥŊŸŭġѧmö
furente We’re Going Out, Androgynous dal piano martellante, il lamento agrodolce di Sixteen Blue, una rilettura desolata di
Black Diamond dei Kiss… brani così tormentati da sembrare a un passo dal baratro ma che invece eroicamente resistevano,
ūöļŭŊǬēöŭĚŸöūĒŊǥŊŸŭŊġŸĒŊġƴƴŊǔŊѧŢŢöƦƼöƛƼĒĒŢŊēöǥŊŸŭġѢm0ÀXÀ 0ĻƼöēēŸŢƴŸēŸŭƞġēġŭƦŊŸŭŊġŭƴƼƦŊöƦƴġƛƞŸƛƞŊŸĚöƝƼġŢŢŸ
stesso underground che intendeva distruggere. Scrivendo su «The Rocket», settimanale gratuito di Seattle, il futuro cofondatore
della Sub Pop Bruce Pavitt sentenziò: “Potrebbe benissimo trasformare questi ragazzi locali in stelle su scala nazionale”. E per
poco non ci riuscì. La Sire, una major, si accaparrò i Replacements per il loro disco successivo, TIM, del 1985. Quello e i tre che
ƦġļƼŊƞŸŭŸƦǬŸƞöƞŸŭŸŢöļƞöŭĚġǥǥöѢƦġŭǥöūöŊġļƼöļŢŊöƞġm0ÀXÀ 0ŸĻöƞƼƦēŊƞġĚŊƦēġŭöŊªġƛŢöēġūġŭƴƦѧ0ƞöŭŸƴƞŸƛƛŸŸƦƴŊŭöƴŊ
– e al tempo stesso autolesionisti – per essere come i R.E.M. Nel 1991 il gruppo implose attorno a Westerberg. Quattro anni
ĚŸƛŸѢ ŸĒ²ƴŊŭƦŸŭƦŊƼĒƞŊöēƆöūŸƞƴġѧàġƦƴġƞĒġƞļöǔġǔöļŊĈƦēƞŊƴƴŸŊŢƦƼŸġƛŊƴöĻǬŸŊŭƼŭŸĚġļŢŊŊūūġŭƦŊĒƞöŭŊĚŊm0ÀXÀ 0ѡҒI’m
ƦŸĚŊƦƦöƴŊƦǬġĚ’ aveva cantato su ÇŭƦöƴŊƦǬġĚ, ululando il suo scontento. ‘XґūƦŸƼŭƦöƴŊƦǬġĚ’. Paul Rees

43
1984

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I Whitesnake iniziarono il 1984 alla grande. L’estate prima erano stati il nome di punta al Monsters of Rock Festival a Castle Donington,
dove il loro backstage era studiato secondo lo stile di M*A*S*HѢēŸūƛŢġƴŸĚŊǬŢŸƦƛŊŭöƴŸѢƦöēēńġƴƴŊĚŊƦöĒĒŊöġƦƴöĻĻĚġŢŢöƦŊēƼƞġǥǥöēŸŭ
uniformi color kaki. Il gruppo – che David Coverdale aveva soprannominato ‘Whitesnake Commandos’ – si stava lasciando alle spalle il
blues rock, e il suo sesto disco in studio, SLIDE IT IN, presentava volti nuovi, come l’ex chitarrista dei Trapeze Mel Galley, il bassista Colin
Ғ ŸūĒġƞғRŸĚļŞŊŭƦŸŭġŊŢĒöƴƴġƞŊƦƴö!ŸǥǛ§ŸǕġŢŢѧ©ƼöŭĚŸ²X(0XÀXyĻƼƛƼĒĒŢŊēöƴŸŊŭXŭļńŊŢƴġƞƞöѢŭġŢļġŭŭöŊŸғЁϽѢyġŊŢwƼƞƞöǛѹĒöƦƦŊƦƴö
dei Whitesnake dal 1978 al 1982) aveva già sostituito Hodgkinson. Murray era stato avvicinato con molta discrezione a Donington, per
ƦöƛġƞġƦġĻŸƦƦġĚŊƦƛŸŭŊĒŊŢġƴŸƞŭöƞġöĒŸƞĚŸѢĚŸƛŸēńġ!ŸǔġƞĚöŢġŢŸöǔġǔöƦġŭƴŊƴŸƦƼŸŭöƞġēŸŭJöƞǛwŸŸƞġѧ!ŸūġƛŸŊŊŢēöŭƴöŭƴġēŸŭǬĚƆ
alla rivista «Sounds», si era chiesto: “Cazzo, ma perché l’ho lasciato andare via?”. Coverdale mirava al mercato americano e SLIDE IT
XyѢƛŊDŽĚƼƞŸѢƞŊǬŭŊƴŸġēŸŭēġŭƴƞöƴŸĚġŢƦƼŸūġĚŊŸēƞġƛƞġĚġēġƦƦŸƞġ²XyÀ²Ԅ²Xyy0ª²ѢġƞöƼŭƛöƦƦŸŊūƛŸƞƴöŭƴġŊŭƝƼġŢŢöĚŊƞġǥŊŸŭġѧwö
ŭġƦƦƼŭŸĚŊƝƼġŢŢŊēńġŢŸöǔġǔöŭŸƞġļŊƦƴƞöƴŸƦöƞġĒĒġƞŊūöƦƴŸƛġƞŊŢĚŊƦēŸēńġǬŭöŢūġŭƴġöǔƞġĒĒġƦƛöŢöŭēöƴŸŢġƛŸƞƴġĚŊƝƼġŢūġƞēöƴŸѡ
1987. Coverdale considerava SLIDE IT IN un buon progresso perché, dichiarò, “l’egoĚŊƛġƞƦŸŭöļļŊēŸūġ§ŸǕġŢŢġJöŢŢġǛġƞöƦƴöƴŸ
pienamente catturato”. “Era una formazione molto potente”, ricorda oggi Neil Murray. “Con SAINTS & SINNERS il gruppo aveva perso

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Cover
Story

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I Whitesnake originali di SLIDE IT IN: Hodgkinson, Galley, Coverdale,
mŸƞĚѢ§ŸǕġŢŢѢwŸŸĚǛѧ

posizione dove era obbligato a essere più duro e spietato, e


meno amicone. Arrivati a SAINTS & SINNERS, si iniziava ad
avere la sensazione che il gruppo avesse poco altro da dire.
David era sotto pressione da tutti i lati”. Altri cambiamenti erano
all’orizzonte. Dopo una manciata di concerti in Germania, Mel
Galley si ferì molto seriamente, quando – dopo una sbronza
colossale – cadde dal tetto di un’auto parcheggiata. “Secondo
me David considerava Mel come fosse una bomba a orologeria”,
continua Murray. “Faceva sempre baldoria, e anche se aveva
scritto alcuni dei brani del disco l’incidente diede a David la
scusa perfetta per farlo fuori”. Poi aggiunge, con un ghigno ma
anche un velo di tristezza nella voce: “Con Cozy, il chitarrista
hŸńŭ²ǛŞġƦġwġŢġƞöǔöūŸƝƼöƦŊƼŭļƞƼƛƛŸĚŊńŸŸŢŊļöŭґѧyġŢŢö
ƛƞŊūöǔġƞöĚġŢŢғЁϽƦġŭġöŭĚƆöŭēńġŊŢƴöƦƴŊġƞŊƦƴöhŸŭmŸƞĚѢǔŊƦƴŸ
che la reunion dei Deep Purple era sempre più una realtà, e
venne sostituito da Richard Bailey degli Alaska. “Mi dispiacque
ƛġƞhŸŭѢūöŸƞūöŊŭŸŭöǔġǔöƛŊDŽūŸŢƴŸƦƛöǥŊŸґѢƞŊēŸƞĚöwƼƞƞöǛѧ
“Il sound del gruppo era sempre più chitarra, basso e batteria,
con la voce di David su tutto”. Il progetto di conquistare gli USA
era discusso apertamente, o aleggiava solo sullo sfondo? “Non
era necessario parlarne”, svela Murray. “Era il 1984, e il suono
della musica rock erano i Van Halen. Sia il gruppo, che chiunque
ci gravitasse attorno, sapevano che avere successo in America
ġƞöŢöēŸƦöēńġēŸŭƴöǔöĚöǔǔġƞŸґѧhŸńŭjöŢŸĚŭġƞĒŸēēŊƆŢö
produzione originale di Martin Birch come “datata” e la Geffen
chiamò Keith Olsen per remixare SLIDE IT IN, permettendo a
Sykes e Murray di contribuire sulle loro parti. Mentre la nuova
edizione USA iniziava a prendere piede, i Whitesnake fecero da
supporto ai Quiet Riot, in quel momento sulla cresta dell’onda.
l’inerzia, per cui SLIDE IT IN fu il vero momento di passaggio tra i Dopo alcune date con i Dio, l’anno si chiuse in Giappone con
‘vecchi’ Whitesnake e il periodo più heavy e orientato a un sound ŸŭhŸǔŊġ²ēŸƞƛŊŸŭƦѧmöĻŸƞūöǥŊŸŭġƞġƦƛŸŭƦöĒŊŢġĚŊ²mX(0XÀXy
USA”. Dietro le quinte, il chitarrista Mick Moody era sempre più ŊūƛŢŸƦġöļŢŊŊŭŊǥŊĚġŢϺЂЁϾѢƝƼöŭĚŸ!ŸǥǛ§ŸǕġŢŢūŸŢŢƆƴƼƴƴŸĚŸƛŸ
ĻƞƼƦƴƞöƴŸĚöŢŢöēƞġƦēġŭƴġŊūƛŸƞƴöŭǥöĚŊhŸńŭjöŢŸĚŭġƞѢŢғöūĒŊǥŊŸƦŸ due concerti al Rock in Rio. “Il più numeroso dei due ci vedeva
direttore delle PR dell’etichetta della band, la Geffen Records: Moody come apertura dei Queen davanti a 350.000 spettatori”, ricorda
aveva suonato sul disco, ma se ne andò prima della pubblicazione, Murray. È un peccato che in Inghilterra non abbiano mai visto
lamentandosi che cinque o sei anni prima Coverdale era stato il quella line-up. Cozy se ne andò perché non era d’accordo su
suo migliore amico, ma “ora fa come se non esistessi”. A questo ēŸūġ(öǔŊĚġŊŢƦƼŸēŸŭƦƼŢġŭƴġǬŭöŭǥŊöƞŊŸŊŭƴġŭĚġǔöŭŸĚŊǔŊĚġƞġ
punto bisogna chiedersi: lavorare nei Whitesnake era così duro? i guadagni”. Ma con MTV che accolse a braccia aperte i singoli
“Le cose erano cambiate radicalmente da quando il gruppo era Slow An’ Easy e Love Ain’t No Stranger, la miccia era ormai
partito e tutti eravamo più o meno sullo stesso piano”, ci dice öēēġƦöġѢĚŸƛŸƴƞġöŭŭŊĚŊƝƼġŢŢġēńġwƼƞƞöǛĚġǬŭŊƦēġҐŢŸƴƴġ
Murray. “Lentamente, nel corso dei cinque anni successivi, le cose intestine e scontri di personalità”, la nuova formazione scelta da
divennero sempre meno democratiche. Arrivati al 1981/82, quando Coverdale, dal look perfetto per MTV, apparve nel video di Still Of
non avevamo ancora sfondato in America, David si trovò in una The Night. Il resto, come si dice, è storia. (öǔġmŊŭļ

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1984

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yġŢļġŭŭöŊŸϺЂЁϻ²ƛƞŊŭļƦƴġġŭƞöĚƼŭƆŢö0²ƴƞġġƴ öŭĚŭġŊ§ŸǕġƞ²ƴöƴŊŸŭ²ƴƼĚŊŸƦĚŊwöŭńöƴƴöŭƛġƞūġƴƴġƞġūöŭŸöŢƦƼŸƦġƦƴŸ
ĚŊƦēŸġƛġƞēŊŭƝƼġūġƦŊŢöǔŸƞƆƦƼŢūöƴġƞŊöŢġƛƞŸǔŊŭöƴŸƦƼƼŭƞġļŊƦƴƞöƴŸƞġöƝƼöƴƴƞŸƛŊƦƴġŭġŢŢöƦƼöēöƦöĚġŢyġǕhġƞƦġǛѧÀƞöŢŸƞŸ
c’erano tutti i brani che sarebbero apparsi su BORN IN THE USA, meno quattro (My Hometown, No Surrender, Bobby Jean e
Dancing In The DarkѺѧŢŢöǬŭġƦŊƞŊƴƞŸǔƆƴƞöŢġūöŭŊĚƼġĚŊƦēńŊūŸŢƴŸĚŊǔġƞƦŊѡƼŭŸƦŸĒƞŊŸġēƼƛŸѢŢғöŢƴƞŸƞƼūŸƞŸƦŸѢƛŊġŭŸĚŊĒƞöŭŊ
esplosivi e ritornelli coinvolgenti. Per un po’ pensò a un doppio, poi decise di non ripetersi dopo THE RIVER e fece uscire per primo
ŊŢĚŊƦēŸƛŊDŽĚŊĻǬēŊŢġѢƝƼġŢŢŸƞġöŢŊǥǥöƴŸƦġŭǥöŢöēŸŢŢöĒŸƞöǥŊŸŭġĚġŢŢö0²ƴƞġġƴ öŭĚѧ§ƼĒĒŢŊēöƴŸŭġŢƦġƴƴġūĒƞġϺЂЁϻѢy0 ª²jĻƼ
ricavato dai suoi demo casalinghi ed era geniale quanto cupo. Arrivando due anni dopo NEBRASKA, BORN IN THE USA sembrò
quasi un liberatorio ruggito: là dove quello era stato ruvido e spigoloso, questo suonava solare e arioso. I suoi 12 brani erano studiati
per le radio FM, con la batteria prorompente di Max Weinberg che spingeva chitarre e synth. Non c’è miglior esempio di Dancing
In The DarkѡƼŢƴŊūŸĒƞöŭŸöġƦƦġƞġŊŭēŊƦŸѢġƦŊƦƴġƦŸŢŸƛġƞēńĢhŸŭmöŭĚöƼѢūöŭöļġƞġēŸƛƞŸĚƼƴƴŸƞġĚŊ²ƛƞŊŭļƦƴġġŭѢĚŊƦƦġēńġöŢĚŊƦēŸ
mancava una hit. “Ho scritto 70 brani. Se ne vuoi un altro, scrivitelo tu!”, rispose secco Springsteen. E invece quella sera stessa, nella
sua stanza d’albergo, scrisse Dancing In The Dark. Poi arrivò il primo
video promo di Springsteen, con il Boss dai bicipiti ben in evidenza che
afferra tra il pubblico Courtney Cox, futura stella di Friends, per farla
ballare con lui. Il video fu adottato da MTV e aiutò BORN IN THE USA a
ǔġŭĚġƞġƛŊDŽĚŊϼϹūŊŢŊŸŭŊĚŊēŸƛŊġѧwöƦġƦŸŢŸƦŊļƼöƞĚöƦŸƴƴŸŢöƦƼƛġƞǬēġ
patinata, il bestseller di Springsteen si rivela disperato e intriso di rabbia
quanto NEBRASKA. Solo apparentemente allegra, Dancing In The Dark
vedeva Springsteen autocommiserarsi, Darlington County e Working
On The Highway erano un’elegia per vite che andavano di male in
peggio, Downbound Train e I’m On Fire trasudavano frustrazione. E
poi, c’è la title-track, un’accorata denuncia del cieco patriottismo che
il Boss sentiva crescere intorno a sé. L’iconica foto di copertina di Annie
mġŊĒŸǕŊƴǥńöƦŊēƼƞöūġŭƴġĚöƴŸ҂ŊŭūŸĚŸŊŭƴġŭǥŊŸŭöŢġ҂ŢғŊūūöļŊŭġĚŊ
Springsteen come Eroe Americano, ma con BORN IN THE USA il Boss era Il Boss da solo, con una chitarra e le sue canzoni:
più che mai la coscienza vigile del suo Paese. Paul Rees è il periodo di NEBRASKA.

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Cover
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Story

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ĒöƦƦŊƦƴö§ġƴġIöƞŭĚŸŭѢöŭēńġŢƼŊūŸƞƴŸġŭƴƞŸƛŸēńŊūġƦŊѺѢŊ§ƞġƴġŭĚġƞƦƦġūĒƞöǔöŭŸĚġƦƴŊŭöƴŊöƦēŊŸļŢŊġƞƦŊѧwöŢғŊŭǭƼġŭǥöĚŊ
Honeyman-Scott continuò a farsi sentire, determinando l’immediato futuro del gruppo. “Per molto tempo dopo la morte lo sentii
vicino”, spiegò Chrissie Hynde a «Classic Rock» nel 2014. “Tutte le mie decisioni musicali si basarono su quello che avrebbe fatto
ŢƼŊѧҒ!ńŊöǔƞġĒĒġēńŊöūöƴŸhŊūūǛƛġƞƦƼŸŭöƞġƝƼġƦƴŸѨǔƞġĒĒġƛƞġƦŸ ŊŢŢǛ ƞġūŭġƞғѧ²öƛġǔŸƦġūƛƞġēŸƦöƦöƞġĒĒġƛŊöēŊƼƴŸö
hŊūūǛґѧ0ēŸƦŔѢŢғġǚēńŊƴöƞƞŊƦƴöĚġŊªŸēŞƛŊŢġ ŊŢŢǛ ƞġūŭġƞĻƼēŸŭǔŸēöƴŸƛġƞƦƼŸŭöƞġƦƼŊĚƼġŢöƴŊĚġŢƦŊŭļŸŢŸēńġƦġļŭƆŊŢƞŊƴŸƞŭŸŊŭ
campo del gruppo, Back On The Chain Gang / My City Was Gone, assieme al bassista dei Big Country Tony Butler. E anche se
per incidere la intensissima cover di Thin Line Between Love And Hate dei Persuaders fu assemblata una line-up diversa, fu un
altro “suggerimento” di Honeyman-Scott – Robbie McIntosh – a suonare le chitarre sul disco che conteneva i due singoli citati,
m0ªyXyJÀ„!ªàmѧ0ŢöƦēġŢƴöƦŊƞŊǔġŢƆƛġƞĻġƴƴöѡwēXŭƴŸƦńƛŸƞƴƆŭƼŸǔöġŭġƞļŊöġǭġƦƦŊĒŊŢŊƴĈöŢƦŸƼŭĚĚġŊ§ƞġƴġŭĚġƞƦѧŢƼŊƦŊ
aggiunse il bassista Malcolm Foster, che si unì in modo stabile alla Hynde e al batterista Martin Chambers. Intitolato così in onore
ĚġŢŢöǬļŢŊöŭġŸŭöƴöĚġŢŢöRǛŭĚġѢyöƴöŢŊġѢm0ªyXyJÀ„!ªàmƛŸƴġǔööƛƛŢŊēöƞƦŊĒġŭŊƦƦŊūŸöŭēńġöŊ§ƞġƴġŭĚġƞƦϻѧϹѧXƛƞŸĒŢġūŊĚŊ
svezzamento furono minimi. Il disco trovò il quartetto adottare un approccio più lineare, con McIntosh e Chambers che pestavano
ƦŸĚŸѢġŢöǔŸēġĚġŢŢöRǛŭĚġūöŊēŸƦŔġĻǬēöēġѧ²ŊöēŸūġūƼƦŊēöēńġēŸūġƴġƦƴŸѢŢғŸƛġŭġƞMiddle Of The Road era perfetto: un rock
pulito e vivace, con un assolo sfolgorante di McIntosh e un’ottima coda all’armonica. I nuovi Pretenders al massimo della forma. La
RǛŭĚġǔŊġŭġēŸŢƴöƴƞöƼŭļńŊļŭŸġƼŭöēŸŭĻġƦƦŊŸŭġѢūġŭƴƞġƞŊǭġƴƴġƦƼŢŢġŊŭġļƼöļŢŊöŭǥġġēƼūġŭŊēńġѢġŸƦƦġƞǔöŢöǔŊƴöĚöƼŭöŭƼŸǔö
prospettiva: ‘I’m not the cat I used to be / I’ve got a kid, I’m thirty-three, baby’. Accanto alla rinascita e all’assumersi responsabilità,
un altro tema è quello della perdita. Time The Avenger è una vampata r&b, apparentemente su un capitano d’industria che esce di
scena. Ma al tempo stesso è una meditazione esistenziale valida per tutti: ‘Nobody’s permanent / Everything’s on loan here’, canta
la Hynde, scivolando tra i versi con una nuova sensibilità. ‘Even your wife and kids / Could be gone next year’. Nulla è per sempre.
Spinta dal funk di My City Was Gone, la Hynde torna nella sua città natale nell’Ohio, e la trova irriconoscibile. Segni caratteristici e
luoghi che ricordava, abbattuti per far posto a parcheggi. Anche la casa dove è vissuta è vuota, e i ricordi si disperdono ‘like the wind
through the trees’.©ƼġƦƴғŊĚġöĚġŢƛöƦƦöļļŊŸƛġƞēŸƞƞġƴƼƴƴŸŊŢĚŊƦēŸѧÇŭöūöĚƞġġƼŭǬļŢŊŸēġƞēöŭŸƼŭöƞŊƛöƞƴġŭǥöŊŭThumbelina,
una moglie perseguitata muta drammaticamente la sua realtà in Thin Line Between Love And Hate, il dolore della separazione
ѹĻŸŭĚöƴŸƦƼŢŢғöƦƦġŭǥöĚŊRŸŭġǛūöŭ҅²ēŸƴƴѺöĻǬŸƞöŭġŢŢöūöġƦƴŸƦö2,000 Miles, guidata dalla chitarra tintinnante di McIntosh. Dal
ŭƼŸǔŸŊŭŊǥŊŸѢǬŭŸöŊƴƞŊƦƴŊöĚĚŊŊѢm0ªyXyJÀ„!ªàmİƼŭƴƞŊŸŭĻŸŊŭĚŊƦƴƞƼƴƴŊĒŊŢġĚŊĻŸƞǥöĚŊǔŸŢŸŭƴĈѧªŸĒRƼļńġƦ

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1984

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lo pseudonimo di Slade the Leveller, per non perdere il loro nono disco, DEFENDERS OF THE FAITH: oggi
sussidio di disoccupazione. “Nella scena punk di quel riconosciuto come un classico dell’heavy metal,
periodo molti musicisti usavano pseudonimi. L’ultima all’epoca fu giudicato un mezzo fallimento. Due
ēŸƦöēńġǔŸŢġǔöūŸġƞöēńġŢғƼĻǬēŊŸĚŊēŸŢŢŸēöūġŭƴŸ anni prima, SCREAMING FOR VENGEANCE aveva
vedesse i nostri nomi nelle cronache locali”, spiega. “Così trasformato il quintetto di Birmingham in superstar,
usavamo nomi falsi. Non mi beccarono mai”. Assieme a specialmente negli Stati Uniti, dove il pubblico era
²ƴƼöƞƴwŊƞƞŸǕöŢĒöƦƦŸġöŢĒöƴƴġƞŊƦƴöªŸĒĒRġöƴѢ²ƼŢŢŊǔöŭ rimasto conquistato dai loro pezzi tostissimi rafforzati
era venuto a Londra dallo Yorkshire per lavorare sul dal lavoro della doppia chitarra, declamati da Rob
ƛƞŊūŸĚŊƦēŸöƦƦŊġūġöªöǛҒwŸŭĚғ!ŸǕŊġ҂ēńŊƴöƞƞŊƦƴö Halford con voce quasi spettrale e resi visivamente con
e cofondatore degli Angelic Upstarts – qui nei panni ƼŭġĻǬēöēġŢŸŸŞƴƼƴƴŸƛġŢŢġѢĻƞƼƦƴġѢēöƴġŭġġƦŸƦƛġŭƦŸƞŊ
di produttore. “Lo registrammo negli Alaska Studios, ĚġƦƴŊŭöƴŸöŊŭǭƼġŭǥöƞġūŸŢƴġĒöŭĚöǔġŭŊƞġѧmö
sotto la stazione di Waterloo”, ci svela. “Se ascoltate con domanda era: dopo che hai realizzato uno dei dischi
attenzione, potete sentire i treni che vanno e vengono. heavy metal migliori di tutti i tempi, che fai? I Priest
Avevamo cinque giorni a disposizione, ma ne chiedemmo sembravano in una fase “riciclo” e, anche grazie a
altri due, e ce li diedero. Fu la prima volta che lavoravamo Tom Allom (che tornò al banco di regia), DEFENDERS
in studio – fu bellissimo e snervante”. VENGEANCE era OF THE FAITH seguiva fedelmente il modello di
un disco arrabbiato, alimentato dalla frustrazione del SCREAMING FOR VENGEANCE. Col senno di poi, però,
crescere e, nel caso della title-track, dai criminali di guerra una cosa (centrale) mancava: laddove SCREAMING…
nazisti. “Avevo visto un documentario su Klaus Barbie, aveva You Got Another Thing Coming, singolo perfetto
e scrissi Vengeance in cinque minuti”, rivela Sullivan, per il pubblico USA e per MTV, il meglio che poteva
aggiungendo, “i primi anni Ottanta furono l’inizio di offrire DEFENDERS OF THE FAITH era la title-track,
qualcosa che viviamo oggi – lo spostamento di fondi, ottima apertura, ma a paragone dell’altra a livello
risorse e potere dal pubblico al privato. Quarant’anni commerciale sembrava sì e no una canzoncina da
dopo continuiamo a farlo”. Sullivan rimpiange ancora ƼƦöƞġƛġƞƞŊƦēöŢĚöƞƦŊöŢƦŸƼŭĚēńġēŞѧ0ŊŭĻöƴƴŊѢöŢŢöǬŭġ
il fatto che ‘punk rock’ sia diventata solo un’etichetta. “È del 1984 DEFENDERS… si era fermato a 800.000 copie
stato terribile”, sospira. “La responsabilità è di gente come vendute, successo epocale per gli standard odierni,
Gerry Bushell [giornalista che scriveva sul settimanale ma mezzo milione in meno del suo predecessore, che
«Sounds»]. Il punk non è mai stato solo un genere continuava a macinare copie. “Se non ammettessi
musicale. Era una rivoluzione culturale. Non contava di essere deluso da queste cifre sarei un bugiardo”,
più essere un bravo musicista. Non c’erano regole. E con riconobbe Rob in un’intervista dell’epoca, confermando:
questo in mente, i gruppi di quel periodo – The Cure, Killing “Il dato puro e semplice è che non avevamo un singolo
hŸŞġѢ(ġƛġēńġwŸĚġѢ²ŊƦƴġƞƦŸĻwġƞēǛ҂öŭĚöƞŸŭŸƴƼƴƴŊ öĒĒöƦƴöŭǥöĻŸƞƴġґѧ§ġƞŊhƼĚöƦ§ƞŊġƦƴ҂ġŊŭļġŭġƞöŢġ
in direzioni diverse tra loro”. Appena prima di pubblicare per l’heavy metal – il 1984 può essere visto come un
il disco, i NMA apparvero nel programma musicale punto di svolta. In estate i Metallica fecero uscire il
settimanale di Channel 4, The Tube. “Ogni gruppo prima loro secondo disco, RIDE THE LIGHNING, che cambiò
o poi ha un colpo di fortuna, e quando arriva devi essere le regole del gioco, mentre il movimento thrash, che
pronto”, teorizza Sullivan. “The Tube fu il nostro, e fummo anni dopo gli stessi Priest avrebbero abbracciato
pronti”. VENGEANCE scalzò l’esordio degli Smiths dalla con PAINKILLER, iniziava a prendere piede. Un’era
vetta delle chart indipendenti e la EMI li prese. “Tutte le ǬŭŊǔöѢġƼŭғöŢƴƞöƦĒŸēēŊöǔöѧÇŭғƼŢƴŊūöƛöƞŸŢöƦƼŢƴŊƴŸŢŸѧ
major ci volevano, ma la EMI ci garantì l’indipendenza ‘Defenders Of The Faith’ (Difensori della Fede) da
öƦƦŸŢƼƴöґѢƦƛŊġļö²ƼŢŢŊǔöŭѧҐmöēŸƦöǬļöĻƼēńġƝƼöŭĚŸ allora è diventato un motto adottato da generazioni
ǬƞūöūūŸĻƼƞŸŭŸŸĒĒŢŊļöƴŊöĻöƞġƼŭöĚŸŭöǥŊŸŭġöĻöǔŸƞġ di metallari – il tributo a chi è radicato nella storia,
dello sciopero dei minatori. Forse la detrassero dalle tasse, nei valori e nell’etica del Metal – una dichiarazione
ma tutto sommato fu una buona cosa”. (öǔġmŊŭļ d’intenti, sincera e senza compromessi.(öǔġmŊŭļ

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Cover
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Story

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Nel 1984 i R.E.M. erano la band da tenere d’occhio. Senza TWO STEPS FROM THE MOVE ci sarebbe stato
Pubblicato nell’aprile dell’anno prima, il loro Lp d’esordio APPETITE FOR DESTRUCTION? Nei primi anni Ottanta,
MURMUR li aveva posti alla guida del nuovo alt rock mentre metteva assieme i Guns N’Roses, Axl Rose si
chitarristico americano: crudo, misterioso e stranamente innamorò degli Hanoi Rocks, e in particolare di questo
melodico. Da una parte i R.E.M. erano legati alla loro quinto disco. Dopo tutto, nel ritornello di uno dei brani
tradizione, ispirati dai Velvet Underground, da Patti Smith migliori, Underwater World, troviamo i versi: ‘Welcome
e dal post punk anni Settanta. Dall’altra erano molto to the jungle / Deep inside of me’. Formatisi cinque anni
ĚŊǔġƞƦŊѢƞŊġŢöĒŸƞöŭĚŸƝƼġƦƴġŊŭǭƼġŭǥġöƴƴƞöǔġƞƦŸƼŭ prima nella nativa Finlandia, gli Hanoi sembrarono per
prisma fangoso dal sapore sudista che puntava su una un attimo avere il mondo in mano, solo per vederselo
narrazione disarticolata e, complice l’enigmatico cantante strappare da un fato crudele. Anche loro avevano un
Michael Stipe, su testi a dir poco ermetici. Malgrado frontman carismatico (Michael Monroe, astemio e
avesse venduto meno di 200.000 copie, MURMUR rese dagli zigomi sporgenti) e un chitarrista funambolico
i R.E.M. i beniamini delle college radio. Anche i critici li (Andy McCoy, che mescolava il look stropicciato di Izzy
öĚŸƞöǔöŭŸѢġŊŢƞġĻġƞġŭĚƼūĚŊǬŭġғЁϼƦƼҋªŸŢŢŊŭļ²ƴŸŭġҌŢŊ Stradlin alla tecnica di Slash). Il loro marchio di fabbrica,
vide vincere sia nella categoria Best Album che in quella insomma, era la stessa potente mistura di classic rock e
ġƦƴyġǕƞƴŊƦƴѧ§ŸŊēŊĻƼŢöƛƞŊūööƛƛöƞŊǥŊŸŭġƴġŢġǔŊƦŊǔö insolenza punk. Ognuno dei quattro dischi usciti prima
nazionale sul Late Night with David Letterman. Ma i ĚŊÀà„²À0§²Iª„wÀR0w„ß0ġƞöƦƴöƴŸƼŭǭŸƛѢ
R.E.M. erano già al lavoro su RECKONING, che nacque anche se BACK TO MYSTERY CITY del 1983 – realizzato
di corsa, in pochi giorni. I produttori Mitch Easter e Don dopo il trasloco a Londra – gli aveva fatto ottenere un
Dixon, gli stessi di MURMUR, cercarono di cogliere contratto con la CBS. Monroe, McCoy, l’altro chitarrista
l’energia che il gruppo scatenava dal vivo, sottolineando Nasty Suicide, il bassista Sam Yaffa e il batterista Razzle
il lato rock dei R.E.M. Le canzoni non erano un problema: ƦŊƞŊŭƴöŭöƞŸŭŸŭġļŢŊƦƴƼĚŊªġēŸƞ̧ŢöŭƴĚŊyġǕæŸƞŞƛġƞ
nascevano quasi di getto. Peter Buck in seguito affermò incidere TWO STEPS FROM THE MOVE, che catturò il
che RECKONING era stato inciso in fretta per evitare genio creativo degli Hanoi al 100%: sguaiati e arrembanti
ogni interferenza da parte della loro etichetta, la I.R.S. in Boulevard Of Broken Dreams, belli e dannati in Don’t
L’apparizione da Letterman aveva visto i R.E.M. esibirsi You Ever Leave Me, persi in abissi profondi in Underwater
ŊŭƝƼġŢŢŸēńġǬŭŸöƝƼġŢūŸūġŭƴŸġƞöŊŢŢŸƞŸƛġǥǥŸ World. Oltre alla presenza di Ezrin in cabina di regia, i testi
più commerciale – un brano ancora senza titolo che in di I Can’t Get It furono scritti con Ian Hunter e il disco fu
studio aveva preso forma come So. Central Rain. Il testo anticipato da una rispettosissima cover di un classico dei
alludeva a una cara amica di Stipe, la fotografa Carol Creedence, Up Around The Bend, che fu anche il primo
Levy, morta in un incidente d’auto, ricordata anche nella singolo e gli aprì le porte di MTV. Andy Warhol presenziò
commovente Camera: questi due brani rappresentano öŢŢŸƞŸƛöƞƴǛöyġǕæŸƞŞѧ!ŸƦŔѢƝƼöŭĚŸŊŭƴƞöƛƞġƦġƞŸŊŢŢŸƞŸ
il lato più elegiaco di RECKONING. Altrove, i R.E.M. sono primo tour USA, nell’inverno ’84, gli Hanoi sembravano
spumeggianti e gioiosi: pensate a Second Guessing o a inarrestabili. Purtroppo, in un attimo svanì tutto. Concerto
Pretty Persuasion, che era nella setlist dei R.E.M. dal 1981 ö²ǛƞöēƼƦġѢ²ƴöƴŸĚŊyġǕæŸƞŞѢϻЂŭŸǔġūĒƞġѡwŸŭƞŸġ
ed era stata incisa nelle session per MURMUR. In questa scivolò sul palco, rompendosi la caviglia. Il resto del
forma aggiornata, schizza letteralmente fuori dagli gruppo partì per LA, mentre lui si rimetteva. Poi, l’8
öŢƴŸƛöƞŢöŭƴŊѢöǔǔŊŭļńŊöŭĚŸƦŊöŢŢғöƦēŸŢƴöƴŸƞġ҂ªѧ0ѧwѧǬŭŸöŢ dicembre, la band decise di partecipare a un party dei
ūŊĚŸŢŢŸѧwŊŢŢƦġƞöŢғŊƦƛŊƞöƴŸƞġĚŊƼŭöŢƴƞŸĒƞöŭŸūġƦƦŸǬŭŸ Mötley Crüe. Vince Neil, cantante dei Crüe, fu spedito a
a quel momento in stand-by, (Don’t Go Back To) Rockville, comprare liquori con la sua Ford Pantera del 1972. Razzle
che nella versione di RECKONING abbandona il thrash lo accompagnò. Neil aveva bevuto troppo per mettersi
punkeggiante delle origini in favore di un groove più al volante, così la Pantera slittò su una pozzanghera e
ūŊƦƼƞöƴŸѢŢġēƼŊƦŸǬƦƴŊēöƴġūġŢŸĚŊġöŭƴŊēŊƛöŭŸŊŢƦƼēēġƦƦŸ impattò su un’auto che procedeva in senso opposto. Neil
globale che il gruppo avrà negli anni Novanta. Ma per se la cavò con ferite lievi. Razzle, seduto accanto a lui, morì
adesso, i R.E.M. restavano una band di culto. ªŸĒRƼļńġƦ sul colpo. E con lui l’anima degli Hanoi Rocks. Paul Rees

49
1984
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ªġļŊƦƴƞöƴŸŭġŢŢöƛƞŊūöǔġƞöĚġŢϺЂЁϽöŢ!öƞŊĒŸƼªöŭēńѢŢŸƦƴƼĚŊŸŊŭūġǥǥŸöŢŢġwŸŭƴöļŭġªŸēēŊŸƦġƞġƦŸĻöūŸƦŸĚö0ŢƴŸŭhŸńŭѢŊŢ
secondo disco dei Dio, THE LAST IN LINE, era atteso con grande attenzione. Il debut album, HOLY DIVER, era a pochi passi dal
ĚŊƦēŸĚŊƛŢöƴŊŭŸŭġļŢŊDzġŢöƦġŭƦöǥŊŸŭġĚġŢŢöēöƦöĚŊƦēŸļƞöǬēöġƞöēńġēŸŭƝƼöŢēńġƛŊēēŸŢŸöļļŊƼƦƴöūġŭƴŸƝƼġƦƴŸƛŸƴġƦƦġ
öŭēńġöŭĚöƞġūġļŢŊŸѧƴöŢǬŭġŢöŢöĒġŢöǔƞġĒĒġǔŸŢƼƴŸÀġĚÀġūƛŢġūöŭѢƛƞŸĚƼƴƴŸƞġĚġŢßöŭRöŢġŭѧwöªŸŭŭŊġhöūġƦ(ŊŸŢö
pensava diversamente. “Per HOLY DIVER abbiamo fatto tutto da soli: produzione, promozione, addirittura la scelta della copertina.
E questo perché all’etichetta non interessava. Ora che abbiamo avuto successo, vogliono tutti salire a bordo. Grazie, ma anche
no”. Il cantante aveva già deciso il titolo del disco, THE LAST IN LINE, uno dei nuovi brani su cui il gruppo stava lavorando che
lui considerava “il perfetto brano classic rock”. “Avevo già il testo”, spiegò. La musica nacque dalla collaborazione dei membri
del gruppo, come per ben sette dei nove brani presenti. Il chitarrista Vivian Campbell aveva proposto l’intro arpeggiata, mentre
hŊūūǛ öŊŭѢŊŢĒöƦƦŊƦƴöѢöǔġǔöŊĚġöƴŸŊŢҐūŸŭƦƴġƞƞŊĻĻґѢēŸūġŢŸĚġƦēƞŊƦƦġªŸŭŭŊġѧmғġŭƴƞöƴöŊŭŸƞļöŭŊēŸĚŊ!ŢöƼĚġ²ēńŭġŢŢѢƴöƦƴŊġƞŊƦƴö
dall’educazione classica, aggiunse profondità al sound del disco. “È sempre meglio avere già pronto il brano centrale del disco,
prima di iniziare le registrazioni”, disse Ronnie. “E con The Last In LineѢƦöƛġǔŸĚŊöǔġƞŢŸґѧyġŢϻϹϺϽŊÀġŭöēŊŸƼƦ(ĚŊhöēŞ ŢöēŞŭġ
ĻġēġƞŸƼŭöēŸǔġƞƛġƞŊŢƴƞŊĒƼƴġöŢĒƼūöŊ(ŊŸѢÀRX²X²æ„ǪmXI0ѢġŭŸŭƦƴŊöūŸƦēńġƞǥöŭĚŸѡhöēŞİƼŭĻöŭƦĻġļöƴöƴŸĚġŢļƞƼƛƛŸѧ0
quella cover vinse il Grammy come Best Metal Performance. Aperto da uno dei brani rock più immensi di quell’epoca, We Rock,
scritto dal solo Ronnie, da molti fan dei Dio THE LAST IN LINE è considerato addirittura superiore a HOLY DIVER e si chiude con un
altro classicissimo del loro repertorio lungo ben sette minuti, Egypt (The Chains Are On). Stavolta tutti e quattro i membri del gruppo
sono citati come autori, e Schnell pesta duro sulle tastiere. E di cosa parla? Be’, di ‘the land of the lost horizon’, dove ‘the magic was
strong and blue’. Riascoltato oggi, resta uno dei dischi metal fondamentali degli anni Ottanta. I Dio non sarebbero mai più stati
tanto immensi, cool, o semplicemente heavy. Mick Wall

50
Cover
Story

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Foto: IXy!„²À0mm„ѭJ0ÀÀæ

ECHO
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Jª!0Çy(0ª§ª0²²Çª0 Nella seconda metà del 1983 gli Echo & the Bunnymen
Nel corso dei loro primi otto dischi, il sound dei Rush si era sembravano sul tetto del mondo: singoli di successo
evoluto e trasformato, ma nel 1982 SIGNALS era stato una come The Cutter Never Stop e PORCUPINE (il loro terzo
frattura netta col passato, spostandosi dalle atmosfere album divenuto disco d’oro) li avevamo messi su un
chitarristiche epiche degli anni Settanta verso un sound piano diverso rispetto ai loro rivali postpunk, almeno a
basato sulle tastiere. La cosa aveva spiazzato alcuni dei livello commerciale. Ma invece di iniziare a frequentare
loro fan più tradizionalisti. Non che la cosa preoccupasse le mega arene, il quartetto di Liverpool adottò un
più di tanto i Rush: anziché tornare a terreni più familiari approccio stranamente minimale, anche nei tour:
il trio raddoppiò gli sforzi, abbracciando in toto le nuove “Come gruppo ci sentivamo all’apice”, ci disse il cantante
tecnologie e il sound che ne derivava. Il tutto fu evidente in Ian McCulloch nel 2013. “Chiunque altro indossava
GRACE UNDER PRESSURE, del 1984, un disco lontanissimo ēöƛƛġŢŢŊĚöēŸǕĒŸǛġƦƼŸŭöǔöŭġļŢŊƦƴöĚŊѢūġŭƴƞġŭŸŊēŊ
ĚöŢŢġŢŸƞŸƞöĚŊēŊѢŸŢƴƞġēńġŊŢƛƞŊūŸƦġŭǥöÀġƞƞǛ ƞŸǕŭѢ esibivamo sull’acciottolato delle stradine. Questa scelta
produttore storico e loro mentore. “Fu una scelta öǔġǔöƼŭƦŊļŭŊǬēöƴŸƛƞġēŊƦŸґѧ§ŊƼƴƴŸƦƴŸēńġƦġļƼŊƞġŢġ
necessaria, volevamo fare le cose nel modo più diverso schitarrate degli U2 o dei Simple Minds, la cifra stilistica
possibile dal passato”, spiegò Neil Peart. Per trovare un della cosiddetta ‘Big Music’, il gruppo realizzò a Parigi
nuovo produttore, i Rush iniziarono a studiare i dischi che ŊŢƦŸǬƦƴŊēöƴŸġƞŊǭġƦƦŊǔŸ„!0yªXyѧ!ŸūġƦƛŊġļƆŊŢ
ƛŊDŽļŢŊƛŊöēġǔöŭŸѢƦƴŊŢöŭĚŸƼŭöŢŊƦƴöĚŊēöŭĚŊĚöƴŊѧŢŢöǬŭġ chitarrista Will Sergeant a «Classic Rock», “Amavamo
optarono per Peter Henderson, conosciuto per il suo lavoro FOREVER CHANGES dei Love e i dischi di Scott Walker,
ēŸŭŊ²ƼƛġƞƴƞöūƛѧmғŊŭļŢġƦġƴƞŸǔƆƼŭļƞƼƛƛŸŊūūġƞƦŸǬŭŸ ecco perché usammo gli archi. Doveva essere un vero
al collo in una strumentazione all’avanguardia: Peart classico”. Pubblicato prima del disco, nel gennaio 1984,
aveva iniziato a usare le batterie elettroniche, mentre il The Killing Moon fu un’anticipazione perfetta: il gruppo si
bassista/cantante Geddy Lee e il chitarrista Alex Lifeson avventurava in territori epici, con la ricca voce baritonale
passavano tutto il tempo a suonare tastiere. Si rivelò però di McCulloch che parlava del fato e di una sorta di potere
una scelta poco adatta ai Rush, e le session si dilatarono divino. “È la canzone migliore di tutti i tempi”, dichiarò
per ben quattro mesi, cosa inusuale per i loro standard. spavaldo il frontman. OCEAN RAIN fu concepito con lo
Ґ²ġūĒƞöǔöēńġēŊǔŸŢġƦƦġƞŸöŭŭŊƛġƞǬŭŊƞġŊŢĚŊƦēŸґѢĚŊƦƦġ stesso spirito di The Killing Moon. McCulloch lo vedeva
in seguito Lifeson. “Iniziammo all’inizio di novembre e ŊŭƦġƞŊƴŸŭġŢŢöŢŊŭġöūŸŢƴŸġƼƞŸƛġöĚŊǬļƼƞġēŸūġhöēƝƼġƦ
ǬŭŊūūŸŊŢϺϻūöƞǥŸϺЂЁϽѧ!ŊǔŸŢŢġƞŸĚƼġūġƦŊƛġƞūġƴƴġƞġ Brel e Édith Piaf – musica con un lato oscuro e fortemente
giù le tracce base. Ancora oggi per me rimane un mistero drammatico. Il bassista Les Pattinson arricchì il suo sound
perché ci mettemmo così tanto. Eravamo preparati, ma con un macchinario vintage per il riverbero; Sergeant usò
ci mettemmo il doppio del tempo per scrivere, provare, vari effetti per rafforzare il tessuto sonoro; il batterista Pete
öƞƞöŭļŊöƞġġǬŭŊƞġŊŢūöƴġƞŊöŢġґѧmöĻöƴŊēŸƦöƛƞġƛöƞöǥŊŸŭġ de Freitas smorzò il suo approccio consueto con spazzole
in parte ispirò il titolo del disco: GRACE UNDER PRESSURE. e cembali, oltre che xilofoni e glockenspiel. Seven Seas e
“Non solo si adattava a molti dei brani, ma era perfetto l’egualmente sublime Silver davano fremiti quasi sinfonici,
per descrivere come nacque quel disco”, spiegò Peart. Il con l’ultimo brano che faceva pensare a una sorta di
ƛƞŸĚŸƴƴŸǬŭŊƴŸöƴƴġŭƼöǔöŊŢƴġƦƦƼƴŸĚġŊƦǛŭƴńĚŊ²XJym²Ѣ nirvana creativo. Basata su una scala medio-orientale,
dando più spazio alla chitarra di Lifeson e canzoni come Thorn Of Crowns richiamava i Bunnymen di PORCUPINE,
Red Sector A e Distant Early Warning divennero centrali ma con un’ambizione e un’autostima rinnovate.
nei concerti dei Rush degli anni Ottanta. Alla resa dei Nocturnal Me è un puro melodramma con sapori alla
conti però GRACE UNDER PRESSURE non fu il disco che Brel e oscuri echi di Brecht-Weill, mentre la title-track è
ŢöĒöŭĚöǔƞġĒĒġǔŸŢƼƴŸѧҐ0ƞöƼŭūŸūġŭƴŸĚŊĻǬēŊŢġґѢƞŊǔġŢƆ una ballad crepuscolare degna di Scott Walker. Alla sua
Lee tempo dopo. “Non eravamo sicuri di chi volevamo uscita, nel maggio ’84, OCEAN RAIN divise il pubblico, ma
ġƦƦġƞġѧŢŢöǬŭġēŊƞŊƴƞŸǔöūūŸöƛƞŸĚƼƞƞġƝƼġƦƴŸĚŊƦēŸ nel tempo è stato riconosciuto come il momento più alto
praticamente da soli. E fu molto dura”. yġŊŢhġĻĻƞŊġƦ della carriera dei Bunnymen. ªŸĒRƼļńġƦ

venga sul sito eurekaddl.yachts


51
1984
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ēńŊöūöƴŸ ŸŭhŸǔŊġŭġŊūġƦŊēńġƦġļƼŊƞŸŭŸöƞƞŊǔöƞŸŭŸƴöŭƴŊöŢƴƞŊļƞöŭĚŊĚŊƦēńŊѡŊ²ƼƞǔŊǔŸƞƦēŸŭŊŢŭƼŸǔŸēöŭƴöŭƴġhŊūŊhöūŊƦŸŭĻġēġƞŸ
un altro centro con VITAL SIGNS. Bryan Adams pubblicò RECKLESS, il disco che l’avrebbe reso una superstar. TROPICO di Pat
Benatar era una delizia. Ci furono anche ottimi dischi che in qualche modo passarono inosservati, ma che poi sarebbero diventati
classici di culto: RUNAWAY dei Dakota, il debutto omonimo dei Giuffria, i White Sister e lo spin-off dei Boston, Orion the Hunter. A
livello di singoli, gustammo hit come Sister Christian dei Night Ranger e Missing YouĚŊhŸńŭàöŊƴġѧ0öŢŢöǬŭġĚġŢŢғöŭŭŸöƞƞŊǔöƞŸŭŸ
ĚƼġĒöŢŢöĚūŸŭƼūġŭƴöŢŊēńġēŸŭƝƼŊƦƴöƞŸŭŸŢġēŢöƦƦŊǬēńġDzѡI Want To Know What Love Is dei Foreigner e Can’t Fight This
FeelingĚġŊª0„²ƛġġĚǕöļŸŭѧ§ġƞļŢŊöūöŭƴŊĚġŢŢғ„ªġƞöƼŭғġƛŸēöĻġŢŊēġѧÇŭŸĚġŊĚŊƦēńŊūŊļŢŊŸƞŊĚġŢϺЂЁϽƛġƞƆöǔġǔöĚġŢǔġŢġŭŸ
ŭöƦēŸƦƴŸѡ²Àª00ÀÀmjѢŊŢĚŊƦēŸƦŸŢŊƦƴöĚġŢēöŭƴöŭƴġĚġŊhŸƼƞŭġǛѢ²ƴġǔġ§ġƞƞǛѧ§ġƞƞǛŭŸŭĻƼŢғƼŭŊēŸhŸƼƞŭġǛöƛƞġŭĚġƞƦŊƼŭöƛöƼƦö
ƝƼġŢŢғöŭŭŸѡŊŢēńŊƴöƞƞŊƦƴöyġöŢ²ēńŸŭƼŭŔŢġĻŸƞǥġöŢŢғöūŊēŸ²öūūǛRöļöƞŭġŢŢғġĻǬūġƞŸƦƼƛġƞļƞƼƛƛŸR²²ѢūġŭƴƞġŊŢĒöƴƴġƞŊƦƴö²ƴġǔġ
²ūŊƴńƦŊƴġŭŭġŸēēƼƛöƴŸēŸŭŊŢƛƞŸļġƴƴŸśöǥǥßŊƴöŢXŭĻŸƞūöƴŊŸŭѧwöĻƼŊŢĚŊƦēŸĚŊ§ġƞƞǛöĚöǔġƞġŢғŊūƛöƴƴŸūöļļŊŸƞġƦƼŊhŸƼƞŭġǛѧ
²Àª00ÀÀmjġƞöƛġƦöŭƴġūġŭƴġŊŭǭƼġŭǥöƴŸĚöŢƦŸƼŢġĚöŢƞԄĒēńġ§ġƞƞǛöūöǔöǬŭĚöƞöļöǥǥŸѢġƝƼöŭĚŸŊŢĚŊƦēŸĚŊǔġŭŭġƼŭ
ƦƼēēġƦƦŸ҂ĚƼġūŊŢŊŸŭŊĚŊēŸƛŊġƦŸŢŸŭġļŢŊDz҂§ġƞƞǛƦƛŊŭƦġŊhŸƼƞŭġǛöĚöĚŸƴƴöƞġƼŭöƛƛƞŸēēŊŸƦŊūŊŢġŭġŢŢŸƞŸŭƼŸǔŸĚŊƦēŸѢªX²0(
ON RADIO. Il risultato fu che Schon si ritrovò messo in disparte in quello che era sempre stato il suo gruppo, e la formazione classica
ĚġŊhŸƼƞŭġǛѢƝƼġŢŢöēńġöǔġǔöƞġöŢŊǥǥöƴŸēöƛŸŢöǔŸƞŊēŸūġ0²!§0ġIª„yÀX0ª²ѢŊūƛŢŸƦġѢēŸŭŢғöĒĒöŭĚŸŭŸĚŊ²ūŊƴńġĚġŢĒöƦƦŊƦƴö
ªŸƦƦßöŢŸƞǛѧwöƦġ²Àª00ÀÀmjƛƼƆġƦƦġƞġƦƴöƴŸƼŭƛƞŸĒŢġūöƛġƞŊhŸƼƞŭġǛѢƛġƞŊŢēöŭƴöŭƴġĻƼƼŭƴƞŊŸŭĻŸ҂ƦŊöēŸūġēöƛŸŢöǔŸƞŸ
soft rock, che come affermazione personale. Fu scritto e inciso con un cast di musicisti famosi e non così tanto famosi, compresi il
chitarrista Waddy Wachtel e il batterista Craig jƞöūƛĻѢƝƼġƦƴғƼŢƴŊūŸĚöŢļƞƼƛƛŸƛƞġ҅hŸƼƞŭġǛĚŊ§ġƞƞǛѢŢŊġŭ§ƞŸśġēƴѧŢŢғöƛŊēġĚġŢŢö
sua energia creativa, in STREET TALK Perry mise tutto quello che aveva in una serie di brani costruiti in modo perfetto: Oh Sherrie,
ƦēƞŊƴƴöƛġƞŢöƦƼöēŸūƛöļŭŊö²ńġƞƞŊġ²ǕöĻĻŸƞĚѢĚŊǔġŭƴƆƼŭғńŊƴūŸŭƼūġŭƴöŢġѬCaptured By The Moment era una stupenda elegia
per eroi perduti come Martin Luther King e la leggenda del soul Sam Cooke; Strung Out, brano spezzacuore, chiudeva in un modo
talmente rock che Neal Schon l’avrebbe trovato divertente. In un anno pieno di musica stupefacente, Steve Perry realizzò uno dei
dischi AOR migliori di tutti i tempi. PE

52
Cover
Story

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Col suo mix scintillante di inizi, conclusioni, innovazioni
e paradigmi culturali che mutavano, il 1984 fu un anno
assolutamente fondamentale, un momento in cui si
incontrarono due epoche. Dodici mesi che, sotto molti
punti di vista, gettarono i semi del nostro presente. In
un’annata strapiena di colonne sonore epocali non si
può scordare PURPLE RAIN di Prince, disco che cambiò
Foto: mwæ

le carte in tavola e che vide il suo ideatore scivolare


tra varie incarnazioni: icona pop, genio del jazz, folle
ibridatore, dio del Funk e molto altro – occupando
per 24 settimane la posizione n. 1 negli USA. Il brano
wªXmmX„y ŸūŸŭŊūŸİŢöǔġƴƴöƛŊDŽöŢƴöѢūöēŸŭĒƞöŭŊöĻǬŢöƴŊ
IÇJðX come rasoi e incredibilmente avanti come Take Me
XŢĚŊƦēŸĚғġƦŸƞĚŊŸĚġŊwöƞŊŢŢŊŸŭѢ²!ªX§ÀI„ªh0²À0ª With U e Computer Blue questo è un disco ancora
À0ªѢƦŊġƞöĻöƴƴŸƦƴƞöĚöǬŭŸöŢŢöÀŸƛϺϹġŢŊöǔġǔöƞġƦŊƼŭŸ oggi attuale. Negli anni a venire, i Pogues sarebbero
dei gruppi più chiacchierati d’Inghilterra. Le aspettative stati resi immortali dall’onnipresente classico natalizio
per il bis erano altissime, specialmente da parte della Fairytale Of New York. Ma nel 1984 gettarono il guanto
0wXѧҐ!ŊļŸĚġǔöūŸŊŢƦƼēēġƦƦŸĚŊ²!ªX§ÀѢöǔġǔöūŸǬŭŊƴŸŊŢ ĚŊƦǬĚöēŸŢŢŸƞŸĻŸŢŞƛƼŭŞŊƞŢöŭĚġƦġļƞöǥŊġöŢŢғġƦŸƞĚŊŸ
nostro primo tour USA, era tutto meraviglioso”, ci dice Fish. RED ROSES FOR ME, non fortunato al botteghino
“E poi ci capitò FUGAZI”. Il secondo lavoro del gruppo, come Fairytale, ma amatissimo da critici e fan. Anche
FUGAZI per l’appunto, fu una lezione su come non si fa l’esordio degli Smith fece rumore, dando vita a un nuovo
un disco. “Avevamo usato tutto quello che avevamo per ǬŢŸŭġĚŊƞŸūöŭƴŊēŊƦūŸŊŭĚŊġöŭēŸƞöŸļļŊƦŸƴƴŸƦēƞŊƴƴŸ
²!ªX§ÀґѢēŸŭǬĚöŊŢƴöƦƴŊġƞŊƦƴöwöƞŞjġŢŢǛѧҐ(ŸǔġǔöūŸ dalle nuove generazioni. Era crudo, ma si coglievano
pubblicare un nuovo disco e praticamente ripartivamo bagliori della grandezza a venire, dalla frenesia post-
da zero”. I Marillion scrivevano canzoni partendo da punk di Miserable LieēŸŭŢғŊŭƦŊĚŊŸƦŸƞŊĻĻĚŊhŸńŭŭǛ
frammenti di musica, cercando poi di metterli insieme Marr che fornisce un’ancora alla voce in falsetto di
come in un puzzle, un procedimento snervante per wŸƞƞŊƦƦġǛѢǬŭŸöŢŢöƴƞöƦēŊŭöŭƴġWhat Difference Does
chiunque vi fosse coinvolto. “Ci sentivamo sotto pressione. It Make?. E avevano solo cominciato. Gli U2 iniziarono
Dovevamo scrivere un disco all’altezza del precedente”, la loro alleanza creativa col duo produttivo Brian Eno/
continua Kelly, “e ad essere onesti non stavamo facendo David Lanois pubblicando THE UNFORGETTABLE
un buon lavoro”. Quando col produttore Nick Tauber FIRE, geniale distillato di rock moderno fuso con
entrarono nel Manor Studio di Richard Branson (costo: shoegaze e suoni post-punk. Fu il disco che ci diede
1000 sterline al giorno) per iniziare a registrare, avevano Pride (In The Name Of Love), un inno senza tempo. Gli
pronti solo due terzi del disco. I tre mesi successivi li Europe iniziarono il conto alla rovescia con WINGS OF
ƛöƦƦöƞŸŭŸŭġŢƴġŭƴöƴŊǔŸĚŊǬŭŊƞŢŸѡǔöļöƞŸŭŸĚöƼŭŸƦƴƼĚŊŸ TOMORROW, mix di hard rock robusto ed echi di synth
all’altro, a volte usandone due in contemporanea. A un che in un paio d’anni li avrebbe resi delle superstar. Steve
certo punto un produttore, che non sopportava più di Ray Vaughan pubblicò un secondo disco di successo,
perdere tempo, minacciò di usare un machete. FUGAZI dimostrando con COULDN’T STAND THE WEATHER
arrivò all’ultimo istante possibile, e si dimostrò ben lontano che il primo centro – TEXAS FLOOD – non era stato una
dal disastro che il modo in cui era nato lasciava temere. meteora. Il disco conteneva brani killer e una cover di
Assassing era un attacco velenoso a chi aveva etichettato Hendrix – Voodoo Child (Slight Return) – che i guitar hero
i Marillion come plagiari del prog, Punch And Judy seguiti ancora oggi emulano. Frattanto, gli araldi del metal
raccontava una storia di abusi domestici su una musica teutonico, gli Scorpions, centravano l’obiettivo con LOVE
quasi allegra, e la title-track resta ancora oggi un esempio AT FIRST STING (quello con Rock You Like A Hurricane)
perfetto di paranoia urbana anni Ottanta. Pubblicato e i Foreigner coglievano il primo e unico n. 1 inglese con
nel marzo 1984, FUGAZI arrivò al n. 5 in UK. Ma la EMI AGENT PROVOCATEUR, contenente la mega ballad I
pensò solo al budget: il disco era costato 120.000 sterline Want To Know What Love Is. Per tutto il decennio, e anche
e non aveva prodotto hit. “Fu come organizzare una festa dopo, echi dal 1984 sarebbero risuonati. Tutti avrebbero
ĻöŭƴöƦƴŊēöġļŸĚġƞƴġŢöƦġŭǥöƛġŭƦöƞġēńġöŢŢöǬŭġĚŸǔƞöŊ ƛöƞŢöƴŸĚŊҒƛŸǕġƞĒöŢŢöĚғѧwƼƦŊēöġǬŢūöǔƞġĒĒġƞŸƦƴƞġƴƴŸ
ƛöļöƞġŊŢēŸŭƴŸґѢēŸŭǬĚöIŊƦńѧXŢƞŊƦƼŢƴöƴŸƞġŢöƴŊǔöūġŭƴġ una relazione indissolubile, il look sarebbe diventato un
modesto di FUGAZI indusse la EMI a porre un ultimatum elemento imprescindibile della musica. Il rock’n’roll si
ai Marillion: o il prossimo disco sfonda, o saranno guai. sarebbe avventurato in acque sconosciute, dando vita a
Diciotto mesi dopo uscì MISPLACED CHILDHOOD, che ƦŸƴƴŸēƼŢƴƼƞġѢūŸĚġѢöƴƴġļļŊöūġŭƴŊǬŭŸöŢŢŸƞöŊūƛġŭƦöĒŊŢŊѧ
per qualche tempo li tramutò in riluttanti pop star e gli E l’avanzamento della tecnologia, grazie ai semi piantati
öƦƦŊēƼƞƆŊŢĻƼƴƼƞŸѧҐ?ƼŭĚŊƦēŸĚŊƴƞöŭƦŊǥŊŸŭġґѢƞŊǭġƴƴġIŊƦńѧҐXŭ nell’84, avrebbe cambiato il modo di comunicare,
certi punti poteva essere migliore. Ma eravamo giovani. collaborare, innovare. Il mondo era diventato molto più
Pensi solo: ‘Cazzo, è fantastico, stiamo facendo un disco e grande, e molto più piccolo.
giriamo il mondo, questa sì che è vita!’”. (öǔġ0ǔġƞŢġǛ

53
La prima mossa è di

RingoNel corso
o della primavera del 1973, le riviste musicali di tutto il mondo
sono scosse da una notizia che sembra incredibile, ma che i fatti
icheranno di consegnare alla storia: si parla di una reunion
s’incaricheranno
atles in studio. Accadrà solo in parte, grazie a Ringo Starr.
dei Beatles

Testo: Luca Perasi

È
vero, nel 1973 accadde qualcosa di nuovo nel mon-
do beatlesiano: i quattro apparvero per la prima
volta di nuovo tutti sullo stesso album, anche se in
canzoni diverse. Poteva bastare: la presenza di John,
George, Paul e Ringo diventa parte del mito beatle-
siano e della storia dell’album RINGO, contribuendo a farne
un evento. Il più grande successo di Starr come solista nasce
dunque, se vogliamo, come trasposizione del titolo della sua
canzone più celebre del periodo beatlesiano, With a Little Help
From My Friends.
L’attesa per la prima opera rock/pop di Starr poggiava su due
ragioni del tutto opposte tra loro. Da un lato, erano passati or-
mai più di tre anni dallo scioglimento dei Beatles e i due album
da lui pubblicati nel 1970 erano entrambi costituiti solo da bra-
ni scritti da altri. Dall’altro, i suoi due singoli It Don’t Come Easy
e Back Off Boogaloo avevano dimostrato che Starr non era solo
l’ex batterista del gruppo più famoso di tutti i tempi, ma an-
che un artista con una personalità piuttosto interessante. Un
intero album era però un’impresa diversa e più complessa. Sag-
giamente, a Ringo non passa nemmeno per la testa di scrivere
tutto il materiale (cosa che difficilmente gli sarebbe riuscita):
la soluzione più intelligente è circondarsi dei collaboratori
giusti. Era necessario un album intero per la consacra-
zione definitiva di Starkey e il progetto del suo primo
album rock prende forma quasi per caso. Nel mar-
zo 1973, il batterista incontra John e George a Los
Angeles, dove i tre erano convenuti urgentemen-
te a un meeting d’affari della Apple per discute-
re della imminente scadenza del contratto del

54
55
loro manager Allen Klein. Ringo ne approfitta per chiedere qualche canzone, e sia
Lennon sia Harrison non tardano a offrirgliele. Anche Paul naturalmente accetta
di buon grado. Dal canto suo, Ringo ha alcuni pezzi pronti, quindi ci sono le basi
per un disco, con un contorno che poteva essere garantito da una selezione di hit
del passato o cover.
Per la produzione, Ringo contatta Richard Perry, che aveva avuto una parte come
arrangiatore in SENTIMENTAL JOURNEY e aveva contribuito a dischi di grande
successo commerciale di Barbra Streisand, Harry Nilsson e Carly Simon. Le sedute
di registrazione prendono il via poco dopo ai Sunset Sound Recorders Studios di
Los Angeles sotto la supervisione tecnica di Bill Schnee: qui viene incisa la mag-
gior parte dei brani del futuro album, completato in aprile a Abbey Road e tra
maggio e luglio con le sovraincisioni, effettuate ancora a Los Angeles.
La voce di Ringo poteva essere un problema e nessuno sapeva come avrebbe po-
tuto reggere un album di canzoni rock e pop, ma Perry la valorizza al massimo,
evitandole una sovraesposizione che le avrebbe nuociuto. È infatti proprio la voce
uno degli ingredienti che renderanno questo disco così piacevole.
RINGO è anticipato dal singolo Photograph, una ballata malinconica a firma Har-
rison-Starkey. La canzone risaliva al maggio 1971, quando i due si erano ritrovati
per un weekend a Montecarlo a bordo di uno yacht in attesa del Gran Premio di
Formula Uno. Tra gli ospiti c’era anche Cilla Black, vecchia amica dell’entourage
dei Beatles, che chiede di poterla registrare: “È dannatamente bella,” la ferma sen-
za esitazioni Ringo. “Questa la tengo per me!”.
L’incisione del brano così come lo conosciamo è però frutto di un ripensamento:
Cilla Black “La versione che George aveva registrato in Inghilterra era un po’ cupa”, ricorda il fonico Bill
Schnee. “Richard Perry ha detto: ‘Perché non la rifacciamo con un sound alla Phil Spector, tipo
Wall of Sound? Allora l’abbiamo fatta così”. L’idea del produttore è vincente: quando Photograph
viene lanciata a 45 giri, schizza al n. 1 in America, dove raggiunge la soglia del milione di copie
vendute.
Un gran numero di musicisti partecipa alle incisioni, come in una grande festa con molti invita-
Ringo Starr

ti. Ogni brano è costruito come una vetrina per Ringo e gli stessi partecipanti. Oltre a Lennon,
McCartney e Harrison, il disco comprende volti noti come Billy Preston, Nicky Hopkins, Harry
Nilsson, Jim Keltner e Klaus Voormann, stelle del firmamento pop contemporaneo come Marc
Bolan, e persino un gruppo storico del rock come The Band, che in una formazione quasi al com-
pleto contribuisce a Sunshine Life for Me (Sail Away Raymond). L’album è concepito come uno
show teatrale, e le varie canzoni ne costituiscono altrettante scene. Disco esuberante, RINGO è
in una certa misura la trasposizione discografica della personalità del batterista: di buon umore,
semplice e sempre pronto a far festa. Il fatto che il suo contenuto musicale fosse così aderente

Ringo Starr con


Harry Nilsson alla
ƛƞġƦġŭƴöǥŊŸŭġĚġŢǬŢū
Son of Dracula (1974).

56
al carattere di Starr ne decretò la piena riuscita. Lennon offrì
I’m the Greatest, una canzone sulla sua giovinezza a Liverpool: «A un tratto è squillato
il telefono. Era George,
“Era la battuta di Mohammed Alì,” avrebbe spiegato John. “Io
non avrei potuto cantarla, ma per Ringo era perfetta. Lui può
dire: ‘Sono il più grande’ e le persone non se la prendono. Se lo
avessi fatto io, qualcuno l’avrebbe presa troppo sul serio”. I’m the
Greatest è anche un brano importante dal punto di vista storico,
‘Ho sentito che state
dal momento che riunisce in studio contemporaneamente per
la prima volta dal 1970 tre ex Beatles: Ringo, John e George. registrando una canzone,
Richard Perry è testimone di quella seduta, che ha luogo il 13
marzo 1973: “È accaduto tutto in modo spontaneo. Ringo aveva
fatto sentire alcune canzoni dell’album a John, che gli ha offer-
posso raggiungervi?’»
to I’m the Greatest”, ha raccontato il produttore. “Quando John
è arrivato, abbiamo cominciato a stendere la traccia, che però
Richard Perry
non era completa, così ci siamo messi al pianoforte, abbiamo
tirato fuori delle idee e l’abbiamo finita. A un tratto è squillato il
telefono. Era George, ‘Ho sentito che state registrando una canzone, posso raggiungervi?’”. Mc-
Cartney, che anche volendo non avrebbe potuto partecipare alla seduta – l’ingresso negli Stati
Uniti gli era infatti in quel momento precluso dalle autorità, visti i due arresti per droga da lui
patiti nel corso del 1972 – offrì invece Six O’Clock, una delle sue tipiche ballate pop. Il brano fu
registrato in una seduta appositamente organizzata a Abbey Road. In quell’occasione, McCart-
ney parlò con Perry anche dell’idea di produrre un nuovo ellepì di Elvis Presley, un evento però
rimasto nelle intenzioni.
Il tecnico Moshe Avni è in studio durante la registrazione: “Io ero il responsabile tecnico del Mini-
moog che Paul ha suonato durante l’incisione”, ha raccontato Avni. “La seduta è cominciata alle
nove di sera ed è terminata alle nove del mattino seguente. Ringo è stato tutto il tempo seduto in
sala di controllo e beveva scotch. Ha detto solo una cosa: ‘Ancora non riesce a suonare gli accor-
di?’ [una battuta riferita al Minimoog, sintetizzatore monofonico che è in grado di produrre solo
note singole]. Verso le due del mattino, Ringo è partito verso l’aeroporto, perché doveva prendere

Ringo Starr
un volo per gli Stati Uniti”.
Harrison è presente nel disco con altre due composizioni, oltre a Photograph. Una è la bucolica
Sunshine Life for Me (Sail Away Raymond), “una specie di folk irlandese, un po’ country,” come
avrebbe ricordato George. “Il Raymond che cito nella canzone è un legale che Allen Klein aveva
assoldato per rappresentarci nella causa intentata da Paul…”. You and Me (Babe) è invece una
collaborazione con Mal Evans, lo storico roadie dei Beatles, ed è utilizzata per il gran finale: “Io
e George dividevamo lo stesso appartamento a Los Angeles quando Ringo stava incidendo l’al- Richard Perry al lavoro
bum”, ha ricordato Evans. “Una sera mi ronzava in testa questo motivo che avevo scritto qualche con Ringo e John.
tempo prima. Ho chiesto a George di aiutarmi con gli accordi, e
lui si è messo al pianoforte. Ringo è rimasto di stucco!”.
È una chiusura glamour. Ringo ringrazia i partecipanti, come si
fa nel finale di una trasmissione tv o di uno spettacolo teatrale,
con gli applausi a scena aperta: tutti quanti, attori protagonisti
e comparse, produttori e costumisti, sapevano di avere fatto un
ottimo lavoro, e potevano permettersi di assaporare il successo
con un pochino di anticipo. Ringo si rivela una vera miniera d’o-
ro, con altri due singoli di successo, la saltellante You’re Sixteen
– che arriva in cima alla classifica di «Billboard» – e la potente
Oh My My, un pezzo funky firmato da lui e Vini Poncia, n. 5 negli
USA. Lennon, a quel punto, fa pervenire a Ringo una missiva a
mezzo stampa: “Quando ne scrivi una anche per me?”, chiede tra
il serio e il faceto. Era in effetti una situazione paradossale: men-
tre Starr vantava ormai cinque brani finiti nelle Top 5 americane
(con due n. 1), Lennon non era ancora riuscito a raggiungere la
prima posizione negli Stati Uniti.
Altri due brani dell’album portano la firma di Ringo: Devil Woman
(scritta ancora assieme a Poncia), dal marcato arrangiamento
rock, e Step Lightly, un’ode alla passione di Starr per la danza. Un
sigillo importante è la divertente Have You Seen My Baby?, firma-
ta da Randy Newman.
Il tono festoso del disco rivive nella scintillante confezione. La
copertina – che raffigura Ringo e tutti i musicisti sul palco di un

57
teatro – dà il senso del piccolo evento che l’album rappresenta, e fu
affidata a Tim Bruckner: “All’epoca lavoravo come apprendista in una
gioielleria a Beverly Hills”, ricorderà l’autore della copertina, “ma quel
che volevo fare era disegnare copertine di dischi. Ho preso l’agenda e
ho trovato due nomi nell’elenco. Il primo non ha risposto, il secondo
era quello della Camouflage Productions, che mi ha invitato a presen-
tare il mio portfolio”. Al suo arrivo, Bruckner viene accolto da Barry
Feinstein, che lo presenta a Richard Perry: “Perry ha guardato i miei
lavori, ha detto qualcosa a Feinstein e i due se ne sono andati via as-
sieme”, ha rievocato Bruckner. “Poco dopo, Feinstein è tornato e mi
ha chiesto se avessi un passaporto. Non lo avevo, e mi ha detto di pro-
curarmene uno il prima possibile. Avrei lavorato in Inghilterra sulla
copertina dell’album di Ringo Starr…”. Bruckner, basandosi sull’indi-
cazione di includervi la maggior parte di coloro che avevano collabo-
rato alla realizzazione di RINGO, inventa una cover popolata di volti
noti e personaggi di fantasia, con un tocco di humour: “Per ispirarmi,
me ne andavo a passeggio per Londra,” ha ricordato Bruckner, “e la
La copertina figura del cherubino è nata dopo che sono rientrato a casa una notte… Per me rappresenta un’e-
ĚŊÀŊū ƞƼēŞŭġƞѧ stensione della personalità di Ringo, divertente e un po’ birichina”.
Insomma, ce n’era proprio per tutti i gusti, e stavolta per Ringo si spalancano le porte del succes-
so come solista. L’album viene pubblicato in novembre: in base alle notizie frammentarie che si
erano sparse nei mesi precedenti sulle collaborazioni in studio di Lennon, Harrison e McCartney,
l’attesa si era fatta spasmodica. Arrivano infatti subito riscontri commerciali importanti negli
Stati Uniti: a impedire a Ringo di raggiungere il primo posto tra gli album più venduti su «Bill-
board» è però Elton John, il cui epico GOODBYE YELLOW BRICK ROAD occupa saldamente la
prima posizione in classifica, inchiodando Starr al n. 2.
I critici celebrano RINGO senza esitazioni. Sul versante britannico, «Record Mirror» sintetizza
così le virtù del disco: “Ringo non dà molte scosse come cantante, ma ha la personalità per bat-
tere tutti gli ostacoli… ed ha anche il tipo di amici che garantiscono che ci sia sempre qualcosa
Ringo Starr

d’interessante sullo sfondo”. In America, «Rolling Stone» ne è addirittura entusiasta: “Come at-
mosfera, RINGO è il più riuscito tra tutti gli album solisti dei quattro. Non è polemico e abrasivo
come quelli di Lennon, rigoroso e pieno di autocommiserazione come quelli di Harrison o artifi-
cioso e fragile come quelli di McCartney, ma equilibrato, leggero e piacevole”.
Con un giudizio ingeneroso ma in parte azzeccato, il critico Alan Betrock su «Phonograph Re-
cord» è invece una delle poche voci dissonanti: “Val la pena averlo, certo, ma il problema di RIN-
GO è che è un disco disomogeneo… È un pastiche di grandezza e mediocrità, di esuberanza e
pesantezza, o se volete, di sublime e ridicolo”. Cinquant’anni e passa dopo, RINGO rimane un
disco importante soprattutto per il suo contributo al mito dei Beatles, riletto in chiave festosa.
Dopotutto, come ebbe a sintetizzare alla perfezione il critico Bob Woffinden, “quello che l’album

Barry Feinstein

58
comunicava era una svergognata joie de vivre”. L’album rappresentò l’apice della carriera di Ringo
come artista solista, ma ne segnò anche – paradossalmente – sia l’inizio che la fine. Da quel mo-
mento, la sua produzione discografica avrebbe mantenuto sino alla fine degli anni Settanta un
ritmo sorprendentemente costante, rincorrendo però vanamente la formula magica che aveva
reso questo disco così gioioso, e senza riuscire a darsi una direzione ben precisa. Ringo avrebbe
pagato le conseguenze del successo anche a livello personale,
intraprendendo una vita sregolata e fatta di eccessi, attratto dal-
le mollezze della West Coast californiana. Ma questa è un’altra
storia. A proposito: a quando un box celebrativo? «Quello che l’album
§ƼĒĒŢŊēöƴŸŊŢЂŭŸǔġūĒƞġϺЂЀϼѢ
ªXyJ„İŊŢƴġƞǥŸöŢĒƼūƦŸŢŊƦƴö
comunicava era una
di Ringo Starr.
svergognata joie de vivre»
Bob Woffinden

Ringo Starr
Feedback

Swanz The Lonely Cat

Elogio della tragedia

Vero outsider della scena


indipendente italiana, Swanz
The Lonely Cat torna con
un disco particolarissimo
dedicato al Macbeth di
Shakespeare.

Intervista: Antonio Bacciocchi

Foto: Plastikwombat
Perché lavorare su un testo Si tratta di un progetto a sé Swanz The Lonely Cat
tragico, fosco e cruento come o di qualcosa che prevedi incontra Shakespeare.

Macbeth? continuativo con possibili


È il genere di testo che preferisco. ulteriori sviluppi?
Qualcosa di tragico, fosco e cruento In verità ho sempre corteggiato e
è ciò che m’interessa, in fin dei conti, praticato tanto il noise che la musica
in tutta l’arte. Perché la vita è tragica, contemporanea, anche nei miei progetti
fosca, cruenta e non sempre altrettanto folk noir. Non riesco a stabilire vere di post rock, di cantautorato. Ho in
interessante. demarcazioni. Ho quasi pronto un ballo tante collaborazioni e anche
altro disco solista che conterrà delle la creazione di un collettivo per gli
Il sound inquietante e cupo canzoni spoken su base drone (di cui incollocabili, Love & Thunder, con il
dell’album è diretta emanazione una con il compianto Alain Croubalian quale sto curando un progetto davvero
del testo, oppure esisteva già dei Dead Brothers) insieme a canzoni ambizioso. Sulla scena italiana non
un progetto sonoro ed è stato tradizionali. Una è persino country – e il saprei che dire: gli artisti ci sono, gli
adattato successivamente country è davvero oscuro, alcune volte, spazi sono meno che in passato. A
all’opera? come ci ha dimostrato Johnny Cash. Lublin [in Polonia, ndr] ho suonato
La seconda suite è nata su Diciamo che mi piace sperimentare, ma con i Dead Cat, davanti a 2000 persone.
commissione, per uno spettacolo soprattutto imparare. Nel mio Macbeth, Persone che, durante la canzone solo
teatrale, che era appunto una rilettura finalmente, ho suonato anche il duduk, chitarra e voce, stavano in silenzio. Pare
del Macbeth. La prima è stata sviluppata per dire. E ultimamente ho fatto anche che là sia normale. Qui lo è molto meno.
in seguito. Mi piaceva l’idea di realizzare il produttore e il chitarrista per progetti
in completa solitudine e autonomia un di altri musicisti. Il banjo è un po’ meno Porterai questo progetto anche
disco con tanti suoni e strumenti. Stavo richiesto… dal vivo?
anche lavorando al disco a quattro mani Mi piacerebbe, ma devo trovare un
con Stella Burns e dando i tocchi finali Come t’inserisci nella scena modo. La frattura di una clavicola mi ha
a WE’VE BEEN THROUGH dei Dead musicale italiana e cosa ne tolto dai giochi per un po’ e adesso devo
Cat in a Bag [uscito nel 2022, ndr], che pensi? In buona salute o in capire come ritornare operativo.
è anche il nostro disco più corale. E poi decadenza?
ascoltavo tanto harsh-noise, in quel Mi inserisco come un outsider: che si SWANZ THE LONELY CAT’S
periodo. tratti di folk, di elettronica, di noise, MACBETH è recensito a pag. 85.

60
Feedback

The Devils

Neapolitan power
NOTHING, WORLD lo abbiamo musicisti: il nostro ruolo è anche dare
prodotto noi, lui ha curato mix e visibilità a musica poco conosciuta o
mastering. apprezzata.
ES: È interessante avere un parere
Cresciuti nel punk napoletano, esterno che non siano le solite due Qual è la forza del vostro duo?
con il quarto disco, The campane, ma ci sentivamo abbastanza
maturi dal poterlo fare da soli. È stato
GB: Erika è molto più selettiva di me, è
quella che elimina i pezzi quando non
Devils confermano la loro stimolante. funzionano.
attrazione per la musica degli GB: Decidere tutto da soli però è molto ES: Gianni è una macchina da guerra,
più stressante. Abbiamo fatto una spara riff… fighi. Difficile che sbagli un
anni 50 e 60 lunga pre-produzione, per entrare in colpo. A volte è anche fastidiosa questa
nata durante il lockdown. studio con le idee ben chiare. cosa, che tira fuori riff che dici “cazzo,
avrei voluto farlo io”.
Intervista: Luca Fassina Da dove viene la deriva blues di
questo nuovo lavoro? E ora?
GB: Quando è scoppiata la pandemia, GB: Il tour parte il primo marzo
ho passato giornate intere a cercare da Bolzano, poi stiamo un mese in
vecchia musica nera: soul, blues, funk. Europa, ad aprile suoniamo alcune
Mi sono appassionato alle cantanti date con Alain, a maggio siamo
degli anni Cinquanta e Sessanta, di nuovo in Germania, Francia e
personaggi dal talento straordinario Svizzera, poi abbiamo i festival europei
che magari hanno fatto un solo 45 giri estivi, forse l’America. Il calendario
Formati a Napoli nel 2015, sono e sono scomparse, lasciando canzoni si aggiorna giorno dopo giorno. Per
costantemente in tour dal 2016, stupende, come Big City Lights di Cleo il dopodomani, chissà… parliamo
soprattutto all’estero. LET THE Randle. spesso di fare un altro progetto con
WORLD BURN DOWN è il secondo ES: Sono molto legata alla scena rock più musicisti… Magari Buddy Guy sarà
album prodotto con il californiano in inglese. Teddy Boy Boogie dei Crazy disponibile!
Alain Johannes (Chris Cornell, Cavan ’n’ The Rhythm Rockers per
PJ Harvey, Vultures…). Abbiamo me è un inno che è ingiustamente LET THE WORLD BURN DOWN è
intervistato Erika Switchblade e Gianni trascurato dalla maggior parte dei recensito a pag. 83.
Blacula, batteria e chitarre di questo
power duo.

In cosa Alain si differenzia da


Jim Diamond, che ha prodotto i
vostri primi due dischi?
GB: All’inizio volevamo fare dischi
davvero molto thrash punk, il primo
durava diciassette minuti! Jim era il
guru del garage di Detroit…
ES: Napoli ha una storia di
underground punk che resiste tuttora
dagli anni Ottanta. Posti dove suonare
ce ne sono veramente pochi, però c’è
una bella realtà, fatta di poche persone
che ancora si sbattono per organizzare
concerti e festival.
Foto: Jack Torrance

GB: Dopo due dischi così, avevamo


bisogno di provare nuove strade, nuovi
stimoli, e quindi abbiamo cercato un
produttore più rock. Una precisazione:
Jim ha prodotto BEAST MUST RECRET

venga sul sito eurekaddl.yachts


61
Feedback

Modern English

Nulla è migliorato

Con 1 2 3 4 i Modern
English mostrano di non
aver mai perso la propria
identità: quella di una band
post-punk sempre in conflitto
con il mondo.

Foto: Sheva Kafai


Intervista: Cristiana Turchetti

I Modern English sono un esempio Be’, a volte è dura. Soprattutto perché quando sei in un processo creativo, i
di coerenza. Nata a Colchester, molta di questa musica viene prodotta sentimenti conflittuali sono quelli che
Essex, Inghilterra, hanno mantenuto in serie. Ne parlavamo col nostro rendono meglio.
la stessa formazione principale produttore, esiste almeno una dozzina
dal 1977: il cantante Robbie Grey, di pre-campionamenti e sonorità Tutto l’album è molto politico
il chitarrista Gary McDowell, il utilizzati da canzoni che riempiono e suona come memento. Ci sono
bassista Mick Conroy e il tastierista le chart in questo momento e che canzoni come Exploding, Plastic
Stephen Walker. Negli ultimi anni, vengono imposti solo perché piacciono e Genius, per esempio…
si sono guadagnati la fiducia delle e finiscono in radio e in classifica. Per Sì, si spera sempre di risvegliare un po’
generazioni più giovani, che hanno noi non ha alcun senso. Anche per di coscienza sociale, attraverso musica
finalmente scoperto il loro catalogo. questo abbiamo deciso di registrare e parole che parlano con sincerità
Questa rinnovata popolarità si è l’album live. La genuinità del suono è di quello che succede intorno a noi.
tradotta in tour sold out in cui hanno essenziale. Senza retorica, senza predicare. Un
riproposto i loro primi album e in po’ incazzandoci, ma respingendo al
un concerto sul palco principale del Da qui anche il titolo 1 2 3 4… mittente chiunque viva per il potere.
Cruel World Festival del 2023 di fronte Sì, ci apriamo Fake e un altro paio di
a più di 25.000 persone. Prodotto da pezzi. Siamo stati sorpresi quando A bilanciare tutto questo,
Mario McNulty (David Bowie, Lou abbiamo verificato che nessuno aveva una certa malinconia per
Reed, Nine Inch Nails) e masterizzato mai usato questo titolo prima di noi. l’innocenza perduta…
a Abbey Road, il nuovo lavoro dei Quella nostalgia lì ci accompagna fin
Modern English s’intitola 1 2 3 4 e Dylan ha recentemente dai primi dischi. Considera che la band
conserva lo spirito intrinseco degli ribadito che per scrivere devi è rimasta quella che era, invecchiamo,
anni migliori del post-punk britannico, essere in conflitto col mondo, ma siamo quelli di allora. Io canto
ma è anche uno splendido esempio innamorato o incazzato con la sempre cercando di raccontare
di ciò che i Modern English hanno politica. Ti ci ritrovi? qualcosa, prediligo il racconto al
sempre fatto meglio. Ne parliamo Assolutamente. Not My Leader, che è cantare e lo faccio dal cuore. E in fondo
proprio con Robbie Grey, voce e il singolo appena uscito, parla proprio questo è il segreto per non perdere mai
paroliere del gruppo. di questo. Da inglese posso dirti che se stessi.
la sensazione di fallimento avvertita Ah, un’ultima cosa… Grazie di cuore
Robbie, come ci si sente a essere negli anni Ottanta con la Thatcher da per non avermi chiesto niente di I Melt
una vera band post-punk in un noi e Reagan negli Stati Uniti è ancora With You…
mondo musicale affollato da lì, più forte che mai. Le cose non sono
epigoni? migliorate affatto. Ma posso dirti che, 1 2 3 4 è recensito a pag. 89.

62
IN EDICOLA

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CLASSIC ROCK
INTERVIEW

Bruce
Dickinson
Cacciato dal collegio e diventato frontman del gruppo heavy metal
inglese più famoso di sempre, questo “piccolo rompipalle chiacchierone”
ha tirato di scherma per il suo Paese, preso il brevetto di pilota civile,
pubblicato sette dischi solisti, scritto romanzi e sceneggiature
e fatto altro ancora. Una vita piena? Solo a metà.

Intervista: Mark Blake | Foto: John McMurtrie

64
Foto: Fin Costello/Getty; MAIDEN: ROSS HALFIN
D
a anni Bruce Dickinson possiede
Foto: Justin Thomas/Iconicpix

A sinistra: l’ultimo concerto di Dickinson con i Samson al


un didgeridoo, lo strumento a Reading Festival del 1981, prima di unirsi agli Iron Maiden.

fiato degli aborigeni australiani, Sopra: I Samson nel 1980: (s-d) Paul Samson, Bruce
ma ancora non sa usarlo. “Sono Dickinson, Thunderstick, Chris Aylmer.
anni che cerco di imparare la
tecnica della respirazione circolare”, ci svela.
“Finora sono arrivato a un livello semicircolare, È un progetto nato col Covid?
poi basta”. Dickinson confida di imparare dei Non esattamente. L’idea mi era venuta
trucchi nel suo prossimo viaggio in Australia. prima, ma l’ho dovuta mettere da parte,
Il suo amico psicologo Kevin è anche riuscito perché prima sono stato male, e poi sono sta-
a procurargli un invito a una cerimonia sacra, to risucchiato dai Maiden. Durante il lockdown
evento solitamente precluso ai non aborigeni. mi grattavo le palle pensando ‘E ora che cazzo
Bruce Dickinson

“Non vedo l’ora di immergermi nella loro cultu- faccio? Imparo a cucinare?’. Ma c’erano solo un
ra”, ci dice. L’eternamente curioso Dickinson è paio di persone che avrei potuto avvelenare: me
di umore frizzante. Ha pubblicato un nuovo di- stesso e Leana [la sua nuova moglie]. Così mi
sco solista, THE MANDRAKE PROJECT (che lo sono messo a scrivere un canovaccio su ‘quattro
vede riunito al suo vecchio collaboratore Roy Z, motociclisti dell’apocalisse’, mettendoci den-
chitarrista e produttore), che lo vedrà impegna- tro anche Eddie. Mentre lo scrivevo mi hanno
to in un tour promozionale, e attende l’uscita presentato lo sceneggiatore Kurt Sutter, che ha
di una serie a fumetti dallo stesso titolo. Prima scritto Sons of Anarchy [una serie tv su una gang

Foto: ªŸƦƦRöŢǬŭ
ancora di vederlo, sentiamo l’arrivo di Dickinson nel QG degli di biker] e The Shield [una serie poliziesca]. Gli dissi che avevo
Iron Maiden nella zona Ovest di Londra: la sua voce familia- un’idea folle per una sceneggiatura, e a lui piacque.
re rimbomba da dietro il gigante cartonato di Samurai Eddie
che sorveglia la porta, annunciando l’ingresso di un colosso Il suo appoggio è una cosa seria.
di bassa statura con stivali neri e una coda di cavallo color gri- Esatto. Ma Kurt disse che lo vedeva perfetto per una
gio ferro. Dickinson è il frontman degli Iron Maiden dal 1981,
al netto di una pausa di qualche anno da solo per scoprire
cosa voleva davvero. In questi anni ha fatto di tutto: scritto
romanzi, copioni e un’autobiografia, programmi radiofonici,
tirato di scherma per l’Inghilterra, preso il brevetto da pilota
di aereo e contribuito alla creazione di un tipo di birra. Ma
non parlategli dei Vichinghi. Capirete il perché tra poco…

THE MANDRAKE PROJECT è il tuo primo


disco solista dal 2005. Cosa ti ha
trattenuto, oltre agli impegni con gli Iron
Maiden?
CLASSIC ROCK
INTERVIEW

Ci lavoro dal 2014. Poi mi hanno diagnosticato un can-


cro alla gola, poi c’è stato il Covid del cazzo e per due
anni non sono riuscito ad andare negli USA. E quando mi
sono riunito con Roy Z, tutto era da rifare.

Iron Maiden nell’81: (s-d) Adrian Smith, Clive Burr,


Bruce Dickinson, Steve Harris, Dave Murray.

66
Foto: ªŸƦƦRöŢǬŭ

Foto: Gary Mitchell/Alam

Tocco e ritocco: Centro sportivo


di Hemel Hempstead, nel 1989.

serie a fumetti e mi consigliò di parlarne con la Z2 Comic, che


mi affiancò lo sceneggiatore Tony Lee, che aveva già scritto
Dracula AD e Doctor Who. E lui suggerì di contattare un ar-
tista molto famoso per le copertine, Bill Sienkiewicz [Nuovi Membro onorario del Club degli uomini dai calzoni attillati, 1983.
mutanti, ed Elektra Assassin per Marvel Comics]. Quindi ora
abbiamo una serie alla Watchmen, che uscirà in tre numeri.
«Durante il lockdown
Il fumetto racconta la storia del disco?
No (ride). Ci sono dei legami, ma il disco ha una sua
vita indipendente dal fumetto, e il fumetto idem. Quando mi
mi grattavo le palle
sono rivisto con Roy Z, la prima cosa che abbiamo scritto è
stato il singolo, Afterglow Of Ragnarok. Pensai: ‘Mi piace il ti-
dicendomi “e ora
tolo, mi piace il ritornello, va tutto bene, ma non c’entra un
cazzo col fumetto’. Poi però ho pensato che non importava. Il che cazzo faccio?
disco non è un concept, perché questo ti limita, e ti ritrovi a
modificare le tue idee per farle rientrare nel concept. Imparo a cucinare?”»
Nella mitologia norrena, il Ragnarök non è
una specie di evento catastrofico che nisti sono il Dottor Necropolis e il Professor Lazarus, la ver-
semina morte e pestilenze in tutto il mondo, sione moderna di Burke e Hare, i due assassini del XIX secolo,
sterminando gli Dei e così via? ed entrambi cercano – ognuno per motivi diversi – di far
Sì. Ma il brano non c’entra niente con la mitologia nor- risorgere i morti. Necropolis è un orfano e un genio del di-
rena. Lo sapevo che sarebbe stato un problema, perché gitale, torturato dalla voce del fratello, morto alla nascita.
CLASSIC ROCK

appena dici ‘Ragnarok’ la gente pensa ai Vichinghi. Sa- È anche ossessionato dalla figura dell’occultista Aleister
INTERVIEW

pevo che ci avrebbe creato problemi, ma sapevo anche Crowley e della magia sessuale, e vuole riportare il fratello
che non volevo un fottuto elmo vichingo del cazzo con le in vita dall’oltretomba. Il padre del Professor Lazarus gli
corna sulla copertina! ha trasmesso il segreto del progetto Mandrake, e il figlio
a questo punto vuole riportare in vita il padre. Alla fine
E allora di cosa parla THE MANDRAKE della storia si capisce che il Progetto Mandrake ha vinto
PROJECT? la morte, il che fa sorgere tutta una serie di domande filo-
THE MANDRAKE PROJECT mira a catturare l’anima sofiche. Al centro del fumetto c’è la domanda: l’universo
umana e riportare le persone dalla morte. I due protago- è scienza o poesia?

67
“Vogliamo andare a casa…”:
i Maiden si godono un tramonto
balneare durante un tour.

Siamo molto lontani da Bring Your dare voce ai riff di Steve. Non tutti ci riescono. Anche se non

Foto: ªŸƦƦRöŢǬŭ
Daughter To The Slaughter. capirò mai perché scrive usando tutte quelle parole difficili.
Ah! Quel brano è stato scritto per divertirsi. Poi Steve Har- Ci mettiamo a parlare, e il brano nasce – le parole seguono
ris mi disse: “Mi piace. Posso prenderlo?”. E io: “Be’, ok”. Mi basso e batteria. All’inizio ho cercato di spiegarglielo: “Senti
Foto: George Chin/Iconicpix

sembrava buono, ma non credevo minimamente che potesse Steve, se cerco di cantarlo mi strozzo!”. Comunque, col passa-
diventare una hit. re del tempo Steve è sceso a qualche compromesso. La prima
volta che l’ho sentita, credevo di non riuscire a cantare Ale-
Su questo nuovo disco hai rielaborato If xander The Great [da SOMEWHERE IN TIME del 1986], ma
Eternity Should Fail degli Iron Maiden, poi ha funzionato.
reintitolandola Eternity Has Failed. Quando ti
viene un’idea per una canzone, sai già se sarà per Chi è stato il primo cantante a cui ti sei
i Maiden o per un tuo progetto solista? ispirato?
Passo tutto a Steve. Lavoriamo così. Poi lui valuta e Al 100% Ian Gillan, quello di IN ROCK dei Deep Purple: com-
dice: “Sì, sì,
s sì, no, no, no…”. Oggi scriviamo molto prai una copia usata rovinatissima, e imparai a memoria ogni
di più in sstudio, per cui le idee mi vengono specifi- nota. Dopo passai a MADE IN JAPAN [Deep Purple], che è uno
catament
catamente per i Maiden. Io e Adrian Smith scrivia- dei dischi live migliori di sempre. Poi al primo disco dei Black
mo molto assieme. Steve magari prende un paio di Sabbath. I Led Zeppelin li ho conosciuti solo con II. Steve era
idee da Janick
J [Gers] e sparisce nel suo buco per un gran fan dei Genesis. Io non tanto. Mi piacevano di più i
due o trtre settimane. Poi di botto riemerge e Van Der Graaf Generator.
(imitando la voce di Harris): “Credo di
dice (im
averne una”. È così che abbiamo fatto SEN- Ci sono somiglianze tra la tua voce e
quella di Peter Hammill dei Van Der
CLASSIC ROCK

JUT
JUTSU [nel 2021], disco fondamentale
INTERVIEW

pe
per i Maiden. Graaf, ma la loro musica è prog rock duro e
puro. Scommetto che i tuoi amici ti
Nei Maiden devi adoravano…
adattarti ai testi e ai riff Vero (ride). “Fatemi mettere un disco, e andatevene!”. O
d
di Harris. THE MANDRAKE magari lo facevi sentire a una con cui ci provavi, e poi ti
P
PROJECT invece sembra scritto stupivi se si lanciava dalla finestra. Ascoltavo H TO HE,
p
per la tua vocalità. WHO AM THE ONLY ONE e PAWN HEARTS di conti-
Proprio così. Ma sono fiero di riuscire a
Pro nuo, insieme ai Purple e ai Sabbath.

68
68
Foto: George Bodnar Archive/iconicpix

Sopra: permesso di volare: Dickinson ripreso nell’aeroporto White


Waltham vicino Maidenhead, Berkshire, nel 1996.

ƦŊŭŊƦƴƞöѡƛġƞēŸŭƴŸĚġŢIŸŭĚŸĒġŭġǬēŸĚġŢŢöēŸƞŸŭöѢ(ŊēŞŊŭƦŸŭ
visita le truppe britanniche di stanza a Sarajevo nel 1998.

Una maschera da A leggere la tua

Foto: George Chin/Iconicpix


mummia egizia, un autobiografia, What
cappello vintage da pilota Does This Button Do?,
di aereo, l’uniforme della sembra che il collegio sia
Brigata Leggera… Da dove stata un ottima gavetta per
viene il Bruce teatrale? la vita in un gruppo. Se puoi
Dopo i Deep Purple passai ai Jethro resistere lì, allora puoi
Tull, e mi piacevano testi e modo di resistere anche alla vita
stare sul palco di Ian Anderson. Per negli Iron Maiden.
Foto: Skunkworks: Tony Woolliscroft/iconcpix

cui, forse da lì. Comunque, la fonte Non sono sicuro che il collegio ti
vera è Arthur Brown [ famoso per prepari a una vita con gli altri. Le
Fire e i copricapi in fiamme]. Ar- persone nel collegio non sono…

Bruce Dickinson
thur è il responsabile del mio me- come posso dirlo… normali.
lodramma, ed era uno showman
perfetto. Ecco perché l’ho voluto Quindi, ti consideravi
come voce narrante in THE CHE- anormale?
MICAL WEDDING [quinto disco Forse. Ma quando entrai in colle-
solista di Dickinson]. Io ero un suo gio, l’Oundle, avevo 13 anni. Molti
grande fan. ragazzi ci stavano da quando ne
avevano 5 o 6, per cui si erano adattati. 13 anni sono un’età
importante, e io non avevo la minima idea di come fosse quel-
la scuola. Per cui mi riempirono di botte, perché non chinavo
il capo, ed ero un rompipalle.
Dickinson e il suo gruppo impegnati nel
tour promozionale di BALLS TO PICASSO,
ottobre 1994: (s-d) Alex Dickson, Bruce
E cosa successe?
Dickinson, Chris Dale, Alex Elena. Alla fine fui espulso perché pisciai nei fagiolini del pre-
side prima della cena, e probabilmente fu la cosa migliore che
mi potesse succedere. Andai in una scuola più o meno normale
a Sheffield. Lì erano tipi a posto. Nessuno ti aspettava di notte
nei corridoi per picchiarti. Il problema fu che mancavano solo
sei mesi agli esami, e io non avevo studiato per niente.

«Ho passato quattro


anni tra i cadetti.
CLASSIC ROCK
INTERVIEW

Ero serissimo, ma
credo che l’esercito
fosse un ripiego»

69
Gli Iron Maiden nel 2003.

Che avevi fatto? erano troppo debordanti per i Samson, così li lasciò, unendo-
Secondo quelli di Oundle, avevo problemi di pronun- si ai Maiden in tempo per apparire sul loro terzo disco, THE
cia, per cui era inutile che seguissi le lezioni. Me ne stavo in bi- NUMBER OF THEBEAST del 1982.
blioteca e scrivevo testi che poi avrei usato nei Samson [il suo
gruppo futuro]. Trovai un libro di mitologia norrena – buffo Pensavi che i Samson ce la potessero fare?
vero? – e copiai cinque versi che poi usai per Hammerhead dei In realtà no. Paul Samson [chitarrista del gruppo] voleva
Samson. Più o meno riuscii a farmi ammettere all’università, fare blues. Il rock heavy non gli interessava, e questo non pro-
con tre insufficienze, perché volevano liberarsi di me. metteva bene. Poi ci ritrovammo ai ferri corti col management.

Se non fossi diventato un cantante rock, Hai mai voluto essere un solista?
che avresti fatto? No, ho sempre voluto far parte di un gruppo. Una volta
Ho passato quattro anni nell’esercito, come cadetto. Ero se- i Samson fecero una seduta fotografica, e sembrava fossero
rissimo. Ma credo che l’esercito fosse un ripiego. Non ho mai il mio gruppo. Ma nelle foto mi misero tre metri circa avanti
pensato alla RAF [anche se oggi Dickinson ha un brevetto di pi- agli altri. Vidi le foto e pensai ‘Uhmmm. Credo di sapere come
lota, ed è stato reso Capitano di squadriglia onorario della RAF, finirà’. Ma io non volevo diventare solista. Non sono David
ndr], perché in matematica facevo schifo, e non credevo di Coverdale. Né lo sarò mai, almeno in quel senso. Per cui,
farcela. Quando sono entrato nell’università Queen Mary, quando arrivò l’offerta degli Iron Maiden…
a Londra, volevo solo diventare un cantante.
Ai Maiden andava bene il fatto che eri,
CLASSIC ROCK

Alla Queen Mary Dickinson studiò storia. Ottima gavetta


INTERVIEW

per uno che in seguito avrebbe cantato di re macedoni e come hai detto tu, un “piccolo
Foto: Mick Hutson/Getty

della Battaglia d’Inghilterra. Divenne anche il responsa- rompipalle”?


bile dell’Intrattenimento, reclutando gli Hawkwind per Doveva. Dissi a Rod [Smallwood, manager dei Maiden]
il Ballo delle Matricole, e usando il minibus del college che non sarei stato come quello prima [il precedente
per i concerti del suo primo gruppo, gli Shots. L’offerta cantante, Paul DiAnno]. Avrei risposto per le rime. Ma
di entrare nei Samson, bluesrocker di medio successo, perché avevo le mie idee. Non discutevo solo per fare
coincise con gli esami finali, ma Dickinson accettò lo polemica. Se non fossi stato un piccolo rompipalle, non
stesso. Comunque, la sua voce e la personalità dal vivo avrei retto la pressione.

70
Bruce Dickinson esegue Aces
High con i Maiden.

“Parla il capitano. Potremmo incontrare turbolenze…”.


In tour, Dickinson ha pilotato l’aereo dei Maiden.

Bruce Dickinson
Insomma, ti eri “integrato”.
Sì. E per me fu uno shock. Aspetta un attimo! Quando
è successo? E mi misi a pensare cosa fare. Mi dissi che avevo
due possibilità: o restavo negli Iron Maiden e diventavo “inte-
grato” a vita, o me andavo per la mia strada.

Non pensavi che TATTOED MILLIONARIE


potesse essere l’inizio di una carriera
solista?
No, era solo un mucchio di cliché rock’n’roll fatti abbastan-
za bene. Alla gente è piaciuto – e questo mi va bene – ma se
avessi davvero voluto far partire una carriera come solista
non avrei fatto TATTOOED MILLIONAIRE. È stato troppo fa-
cile. Dopo scrissi Bring Your Daughter To The Slaughter [per
Dopo aver inviso cinque dischi con gli Iron la colonna sonora di A Nightmare On Elm Street 5: The Dream
Maiden, nel 1990 pubblicasti il tuo primo Child] e un discografico mi disse: “La adoro!”, e mi mise sotto
disco solista, TATTOED MILLIONAIRE. Due anni contratto per la CBS negli USA. Pensai: ‘Che cosa?’. Scrivem-
dopo lasciasti il gruppo. Se tornassi indietro, te mo il disco in due settimane.
ne andresti lo stesso?
Sì. Questo non lo cambierei, ma forse lo farei meglio Quindi, in quel momento non pensavi di
(ride). Avrei un piano. poter portare avanti una carriera
solista in parallelo ai Maiden.
CLASSIC ROCK
INTERVIEW

Quindi, la decisione di andartene fu Ero come in un limbo, e poi capii che dovevo andar-
presa sul momento. mene, altrimenti nessuno avrebbe preso sul serio cosa
Foto: John Mcmurtrie

Esatto. Mi resi conto che gli Iron Maiden andavano nella facevo. Avrebbero sempre pensato: ‘Ma che carino. È il
loro direzione e che nessuno poteva cambiare le cose. A suo passatempo!’. L’ultima goccia fu una cosa che lessi
quel tempo stavo lavorando sul mio secondo disco soli- in un giornale, una citazione di Henry Miller. “Crescere
sta, BALLS TO PICASSO, pubblicato nel 1994, e mi resi significa saltare nel buio, senza averlo previsto, e senza
conto che non sapevo cosa fare al di fuori degli Iron Mai- sapere dove atterrerai” [In realtà, la frase dice “Crescere
den. è un salto nel buio, un atto spontaneo e non pre-

venga sul sito eurekaddl.yachts


71
IöēēŊöūŸēŊƼŭöƛŊŭƴöѡġēēŸŢöĒŊƞƞöƼĻǬēŊöŢġ
degli Iron Maiden.

il soggetto del pluripremiato documentario Scream for me


Sarajevo. Un secondo disco degli Skunkworks non si concre-
tizzò mai: Dickinson lasciò il gruppo e si trovò a uno snodo
cruciale nella sua carriera.

Cosa andò male?


Ascoltai i demo che avevano preparato e dissi: “Non
è il mio genere”. Ma quel gruppo mi ha tirato fuori dalla mia
comfort zone e mi ha fatto imparare moltissimo sul modo di
cantare. A quel punto mi sono detto: “E adesso?”. Pensai di
dovermi trovare un lavoro, tipo magazziniere o cose del ge-
nere.

Hai pensato di metterti a guidare i treni,


giusto?
Sì. Avevo già preso il brevetto di pilota aeronautico, per cui
anche quella era un’opzione. Comunque ero sicuro che la
carriera musicale fosse finita. Poi a mezzanotte squillò il te-
lefono, ed era Roy Z, con cui avevo lavorato su BALLS TO PI-
CASSO. Gli dissi che mi ero sbarazzato degli Skunkworks e lui
rispose che voleva farmi sentire una cosa. Giuro
meditato, senza beneficio dell’esperienza”, ma il che andò così. Mi fece sentire l’intro di Accident
senso è lo stesso]. Of Birth al telefono, e io scrissi il testo di getto. Il
giorno dopo presi un aereo per Los Angeles.
Bruce Dickinson

Sei sempre stato così poco


calcolatore? Tu e Roy Z realizzaste due dischi.
Tutte le decisioni fondamentali della mia vita le ACCIDENT OF BIRTH (1997) e THE
ho prese senza sapere dove cazzo sarei atterra- CHEMICAL WEDDING (1998), che
to. Come quando vagavo per Londra senza un segnarono il passo successivo nella tua
posto dove dormire, e solo 10 sterline in tasca. carriera da solista.
Pensavo di dormire su una panchina in un par- ACCIDENT OF BIRTH fu molto divertente da
co. A questo punto, che ci facevo con 10 sterline? Andiamo da realizzare, e rimise in moto le cose. Ma artisticamente il mi-
Dingwalls a Camden, e beviamoci una birra. Ci vado, e scopro gliore fu THE CHEMICAL WEDDING. Fu allora che capii che
che il tecnico del suono era uno con cui avevo suonato. Così se volevo realizzare davvero qualcosa dovevo andare a fondo
gli chiedo se potevo dormire da lui, e lui dice sì. La vita è così – andare al cuore delle cose.
– non sai mai cosa succederà.
Sembra sia stato questo il motivo della tua
Sei rimasto male per la reazione del tuo reunion con gli Iron Maiden nel 1999. Sei
pubblico all’uscita dagli Iron Maiden? deliberatamente tornato sui tuoi passi? E come
Già. Non capivo. Qualcuno mi disse addirittura che non riu- hanno reagito gli altri?
sciva ad ascoltare BALLS TO PICASSO, perché il mio abban- Stavo lavorando su quello che sarebbe diventato TYRANNY
dono l’aveva ferito. OF SOULS [poi pubblicato nel 2005]. Presi Roy e i ragazzi da
parte e dissi: “C’è una cosa che volevo dirvi…”. E loro: “Sì. Devi
Devi esserti sentito molto deluso. farlo”. Mi dissero che era la cosa più giusta da fare.
Esatto. Ci rimasi male. Addirittura pensai che tanto
valeva smettere. A quel punto uscì SKUNKWORKS [terzo Quando sei tornato nei Maiden, non è
disco uscito nel 1996, e nuovo gruppo]. Gli Skunkworks stato semplicemente nostalgia, come
realizzarono un disco gagliardo, ma non erano un vero e tornare ai bei vecchi tempi. Avreste potuto
pubblicare un bel greatest hits…
CLASSIC ROCK

proprio gruppo rock, e avevano questo vecchiardo che


INTERVIEW

cercava di cantare (ride). Comunque, la cosa migliore Cazzo! No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no no,
che facemmo fu suonare a Sarajevo. no. Mai!

Nel 1994 gli Skunkworks arrivarono a Sarajevo per esi-


birsi in un concerto, nel corso di una feroce guerra civile
(“Tornato a casa mi chiedevo se era successo davvero,
perché sentivo la gente parlare di cose che crede impor-
tanti e invece non lo sono”). Nel 2016 il viaggio diventò

72
Cosa rivela del futuro THE MANDRAKE
PROJECT?

so”. A essere sinceri la prima cosa che dissi fu:


“Mi pare ovvio che siamo meglio dei Metal-
lica!”. E loro risposero: “Ma non puoi dirlo!”.
E io: “L’ho appena detto”. E così piano piano
loro iniziarono a pensare: ‘Forse ha ragione’.

Ecco, il ritorno del rompipalle.


La vita è così: devi avere le palle. Mick Jagger non è
diventato Mick Jagger standosene seduto in un angolo, e di-
cendo (con un tono fintamente modesto): “Siamo bravini, quasi
quanto i Beatles”. Gli dissi anche che non avremmo pubblica-
to nessun “greatest hits”, ma un nuovo disco, e che sarebbe
stato favoloso. E BRAVE NEW WORLD [2000] centrò l’obietti-
vo. Così, di botto, eravamo ancora in pista.

BRAVE NEW WORLD fu seguito da altri cinque dischi degli


Iron Maiden e da un altro Dickinson solista, TYRANNY OF
SOULS. I Maiden e la carriera solista di Dickinson ora coe-
sistono fianco a fianco. “Ho pubblicato sette dischi da solo,
quasi la metà di quelli con i Maiden”, riflette. L’imminente
tour di Dickinson lo vedrà esibirsi suonando il meglio dei di-
schi da solo, davanti a platee di tutto il mondo (“Hanno aspet-
tato anni per vedere questo materiale dal vivo”). E poi c’è da
fare un nuovo disco degli Iron Maiden, dopo quel viaggio in

Bruce Dickinson
Australia dove migliorerà la sua tecnica al didgeridoo.

Hai scritto libri, copioni, ora anche


fumetti… che rimane?
In effetti, ho fatto sempre la stessa cosa – ho raccontato storie.
Se canto, racconto una storia. Se scrivo un fumetto, lo stesso.
Alla fine ho capito che è ciò che faccio davvero. Adoro la parte
musicale, ma prima di mettermici devo avere in mente una
storia. Quando ho avuto il cancro alla gola, la gente diceva:
“Oh mio dio, che succederà alla tua voce?”. La mia risposta

«Non volevo diventare era: “Non lo so, ma nessuno perde la voce”.

Che intendi?
un solista. Finché puoi parlare, hai una voce. Se la mia voce fos-
se diversa, allora racconterei storie in modo diverso. E come

Non sono mica cantante, quando invecchi la voce ti cambia. Comunque, io


non ho mai voluto ritrovarmi imprigionato nel cliché del can-
tante macho. Guardate a tutti i grandi cantanti che non fanno
David Coverdale» metal.

A chi pensi?
Si trattava di fare musica nuova. Leonard Cohen, ad esempio, che aveva una voce
Sì. Steve era molto sospettoso. Mi disse: “Perché terribile, ma che era un cantante stupendo perché sape-
vuoi tornare?’. Ed io gli risposi (ridendo): “Steve, voglio va comunicare e raccontare storie. O Johnny Cash. Oh!
CLASSIC ROCK

tornare, perché come dicono i miei amici ‘il mondo ha mio Dio: Johnny Cash. Quando ha fatto il video per la
INTERVIEW

bisogno degli Iron Maiden’. E poi perché credo potrem- cover dei Nine Inch Nails, Hurt, ha fatto totalmente suo
mo fare dell’ottima musica”. quel brano. Ricordo di averlo visto e aver pensato che se
dovevo morire, volevo morire così.
Va detto che probabilmente servivi
anche tu a loro. E questo è il tuo epitaffio?
Probabile. Ma era inutile dirlo, perché avrebbe voluto Sì. Sono un narratore, e racconto strane storie.
dire riaprire vecchie ferite. Quindi, dissi agli altri: “Spaz-
zeremo via il passato, costruendo un futuro meraviglio- THE MANDRAKE PROJECT è recensito a pag. 84.

73
Libertà
postmoderna
“G
Un lussuoso box retrospettivo li anni Settanta furono un’era entusia-
mette in ordine la storia degli smante da cui prese vita una vera e pro-
pria rivoluzione, non soltanto musicale,
Opus Avantra, fiore all’occhiello ma anche sociale e sessuale, foraggiata
dell’avanguardia musicale europea. dall’idealismo, mentre cresceva il ruolo
dei sindacati. Insomma, nacque un movimento che rompeva
gli equilibri precedenti per trasformarli in una vera e propria
Testo: Mario Giammetti
visione sociale. A livello musicale, poi, era un momento magico.
Sentivi una libertà totale dai canoni precostituiti e avevi voglia
di volare all’interno dell’energia che si sprigionava”. Così, nel
corso di una bella intervista realizzata qualche anno fa, la can-
tante soprano Donella Del Monaco ci raccontava un periodo

Opus Avantra, l’ultima incarnazione:


(s-d) Mauro Martello, Tony Esposito,
Donella Del Monaco,
Alfredo Tisocco, Renato Marengo,
Alan Bedin, Sasà Flauto.

74
La formazione originale all’inizio
del 1974, durante un concerto
a Mosson di Cogollo del Cengio (VI).

Teresa De Sio), nonché protagonista assoluto del nascente Na-


pule’s Power. Bisotto, invece, è un imprenditore, ma anche un
ideologo, intellettuale e appassionato di musica contempora-
nea, che in seguito sposerà proprio Donella.
La fusione creativa di tre menti brillanti partorisce un’idea al
tempo assolutamente rivoluzionaria: quella di avvicinare il
pop alla musica d’avanguardia e sperimentale. Certo, all’epoca
esistono già le prime contaminazioni, con tiepidi richiami di
musica colta all’interno di alcuni dischi rock. Ma qui si tratta di
qualcosa di molto più radicale.
storico e la creazione del suo principale progetto artistico: “La “Appena tornati a casa”, continua la Del Monaco, “ci mettem-
nascita degli Opus Avantra si deve a una lunghissima chiac- mo alla ricerca di un musicista che fosse in grado di interpre-
chierata fatta in macchina tornando da Dortmund, dove il mio tare nel migliore dei modi le nostre idee. Fu Tony Tasinato,
cugino regista Giancarlo [ figlio del celeberrimo tenore Mario l’editore veneto che in quel periodo portava i gruppi rock in-
Del Monaco, nda] stava lavorando a un progetto. All’improvvi- glesi in Italia insieme a Francesco Sanavio e Franco Mamone,
so, ci ritrovammo in piena notte nel mezzo di una tempesta di a consigliarci Alfredo Tisocco. Lo incontrammo per parlargli
neve, per cui fummo costretti ad andare pianissimo. Così ini- del progetto e lui ne fu subito talmente entusiasta da mettersi
ziammo a parlare per ore, scambiandoci idee sull’avanguardia immediatamente a comporre musiche sulle quali io m’impe-
e sulla tradizione, concentrandoci in particolare su un possibi- gnai a scrivere i testi. Qui s’inserì anche Giorgio, che era do-
le incontro tra la musica classica e il rock. A parlarne eravamo tato di un background contemporaneo: amico di Giuseppe
in tre: io, Renato Marengo e Giorgio Bisotto”. Sinopoli e fedelissimo della sezione Musica della Biennale di
Marengo, napoletano, è un conduttore radiofonico e critico Venezia, introdusse elementi extratonali all’interno delle
musicale con notevoli esperienze anche a livello di
produzione discografica (tra i tanti, Nuova Com-
pagnia di Canto Popolare, i fratelli Bennato e
composizioni. Tisocco si entusiasmò ulterior- problemi extra artistici. Così mi misi a lavorare
mente e su questa spinta fu costruito il primo in altri settori, specialmente nell’opera e nel tea-
lavoro. Marengo, poi, fu bravissimo a trovarci tro, limitandomi a collaborare ai testi per questo
la prima casa discografica, la Trident di Mauri- lavoro che fu portato avanti con caparbietà da
zio Salvadori e Angelo Carrara, due geni che, al Alfredo e venne, alla fine, pubblicato da un’altra
tempo, volevano esplorare nuova musica e in- casa discografica, la Suono Records”.
fatti avevano pubblicato tra gli altri l’album de Il Donella dice il vero, e tuttavia quello che doveva
Biglietto per l’Inferno. Ciliegina sulla torta, una essere il secondo album dovrà attendere molti
magnifica copertina, opera di Umberto Telesco, anni per vedere la luce, e in versione rinnovata.
che poi sarebbe diventato il marito di Jenny Sor- Prima, infatti, c’è una lunga pausa che consente
renti… Il disco fu presentato a Roma in una sala di dare spazio ai progetti solistici (musicali per
dove trovammo un pianoforte a coda e un clavicembalo”. Tisocco, teatrali per la Del Monaco). L’abortito secondo album
L’album a cui fa riferimento la cantante esce nel 1974 col titolo (che nel frattempo diventa, di fatto, il terzo) vede infine la luce
INTROSPEZIONE (anche se in copertina, in realtà, campeggia nel 1989 ed è pubblicato dalla Artis Records, etichetta fonda-
la scritta OPUS AVANTRA – DONELLA DEL MONACO) e rac- ta dallo stesso Alfredo che si prenderà cura del progetto Opus
coglie la convinta approvazione della critica: la voce di Donella Avantra fino ai giorni nostri, riscattando anche i due primi la-
è magnifica ed espressiva (oltre che molto erotica nel brano vori, oltre che acquisire il catalogo della leggendaria Cramps. Il
Rituale – Ashralem), il contenuto compositivo di alto livello ese- terzo disco, STRATA, è un altro lavoro interessante nonostante
cutivo, realizzato da musicisti provenienti dall’ambiente classico il lunghissimo lasso di tempo intercorso rispetto alla sua com-
con l’unica eccezione di Tony Esposito, coinvolto argutamente posizione, perlomeno a parte di essa, concepita infatti in pre-
da Marengo per agevolare una fusione con atmosfere più vicine valenza nel triennio 1977/79. Bene recitano le note di copertina
al rock. Naturalmente non si tratta di un prodotto facile: le sono- redatte da Tisocco, che definisce l’opera “un volo attraverso gli
rità sono molto rigorose nonostante la presenza della batteria stati mentali in un sogno realizzabile, le cui fasi vengono alterna-
in alcuni brani, e le atmosfere variano dal cameristico all’opera, tivamente sottolineate dalla voce (stato di incoscienza) e dall’en-
con forti sprazzi di avanguardia. Un paio di brani indubbiamente semble (stato di subcoscienza)”. Oltre che il pianoforte, adesso,
più accessibili (L’altalena e Il pavone, che uscirà anche su singo- il compositore vicentino suona anche i sintetizzatori (Yamaha,
lo) non bastano a rendere il disco facilmente fruibile dal grande Korg e Roland), nell’intento di fondere i suoni naturali con quelli
pubblico, che sostanzialmente non lo fa decollare a livello com- elettronici. Nonostante questa apertura, però, un album come
merciale. Maa sul piano artistico (al netto pubblicat alla soglia degli anni Novanta,
questo, pubblicato
Opus Avantra

di qualche accusa di snobismo) l’espe- clas


quando in classifica impazzano tormentoni come
rimento degligli Opus Avantra può dirsi Lambada a e Es
Esatto! di Francesco Salvi, fatica a tro-
pienamente riuscito: contrariamente vare interesse nel pubblico.
a ciò che eraa sin lì accaduto (con i alcun anni, in parte trascorsi da Tisoc-
Passano alcuni
ck alla ricerca di agganci
musicisti rock co in Romani
Romania per questioni di affari, ma poi gli
con il mondo o classico), Tisocco va Opus Avantra decidono di ritornare ancora una
ne opposta, partendo
nella direzione volta, e ancora
ancor una volta con un album coraggio-
proprio dallaa formazione accade- Pubblicat nel 1995, LYRICS contiene infatti
so. Pubblicato
cogliere qualche (tal-
mica per accogliere circa tre qu quarti d’ora di musica sperimentale,
volta anche vaga) influenza rock. part dei quali è occupata dalle due
buona parte
essivo è il momento di
L’anno successivo iniziali: Viaggio immaginario (9 minuti
suite inizia
LORD CROMWELL MWELL PLAYS SUITE incalzanti in i cui la musica di Alfredo fornisce
FOR SEVEN N VICES, un concept al- una convin
convincente base per i virtuosismi vocali
bum ispirato o ai sette vizi capitali che di Donella) e Misterious Japanese Suite (che di
musicalmente te appare se possibile minuti ne dura quasi 16, a tratti anche alquanto
ancora più intransigente del prece- Nono
ostici). Nonostante la bizzarra e volutamente
esenta prevalentemente
dente. Si presenta caotica DaDanza Arcana, comunque, che non
voro strumentale, domi-
come un lavoro tiri p
più aria è ormai abbastanza eviden-
nato da un bravissimo Tisocco alle te. Non resta che ritirarsi in buon
sue moltepliciici tastiere ma, anche ordine per dedicarsi ad altro. La
aso, viene coinvolto
in questo caso, Del Monaco, in particolare, si
un batteristaa rock, Paolo Siani de dedica a riletture di composi-
La Nuova Idea,ea, accanto agli altri zioni di Erik Satie e Luciano Be-
ovenienti dal mondo
musicisti provenienti rio, oltre che a recuperi tradizionali
classico e ai vocalizzi di quattro di musiche provenienti dal Veneto.
coriste. Manca ca invece la Del Mo- C’è in particolare un album, VENE-
naco, ma soloolo a causa di altri TIA ET ANIMA del 2003, che viene
impegni: “Dopoopo il primo al- accreditato a lei, al compositore e
bum, volevamo mo subito re- Donella Del Monaco ppianista Paolo Troncon e agli stes-
condo, ma
gistrare il secondo, fotografata nel 1973 ssi Opus Avantra (pur non facendo
da Fabio Donato.
la nostra etichetta In alto: un giovanissimo pparte, in realtà, della discografia
Trident fallìì per Alfredo Tisocco. ddella band).

76
Donella
Del Monaco
& Alfredo
OA 48 – Opus Avantra Box Collection

Non è la prima volta che gli Opus Avantra vengono


omaggiati con produzioni lussuose e cofanetti, ma
questo batte ogni precedente. Per prima cosa, contiene
davvero l’opera omnia, ossia i cinque album principali
(INTROSPEZIONE, LORD CROMWELL PLAYS SUITE
FOR SEVEN VICES, STRATA, LYRICS e LOUCOS – NEL
Alfredo Tisocco, Donella Del Monaco
LUOGO MAGICO) sia in vinile da 180 grammi (tutti e Giorgio Bisotto nel 1975
colorati, ma in colori diversi) che in Cd. I Compact ēŸŭŊŢǭöƼƴŊƦƴößŊŭēġŭǥŸ!öƞŸŢŊѧ
disc, però, sono sei, perché vi è anche LIVE CONCERTS
EXCERPTS (2007), un album pubblicato nel 2007
soltanto in Giappone con sedici esecuzioni tratte da
vari concerti tenuti tra il 1977 e il 1991 (ma con in più il ventennale del Club Citta, istituzione locale storicamente ri-
una bonus track registrata nel 2021, Dualismo). E servata a concerti. Il risultato viene pubblicato nel Dvd Viag-
ancora i due singoli a 45 giri (Allemanda e Il pavone), gio immaginario Live In Tokyo 2008.12.04.
ŊŢ(ǔĚǬŢūöƴŸŊŭJŊöƛƛŸŭġѢƼŭöƦƛŊŢŢöѢƼŭūöŭŊĻġƦƴŸ Dopo molti anni, nel 2019, la cantante torna con ROSA RO-
del progetto originale e un poster, persino una penna SAE, un interessante album accreditato a Donella Del Mona-
ĚŊƛöǔŸŭġѧXŢƴƼƴƴŸēŸŭĻġǥŊŸŭöƴŸŊŭƼŭūöļŭŊǬēŸġ
co/Opus Avantra Ensemble, nuovamente prodotto da Renato

Opus Avantra
ļƞöǬēöūġŭƴġöēēöƴƴŊǔöŭƴġŢŊĒƞŸĚŊϽϽƛöļŊŭġĻŸƞūöƴŸ
Marengo, che assicurerà la partecipazione di diversi musicisti
33 giri, pieno di immagini e di ricordi dei protagonisti.
Un lunghissimo e affascinante viaggio per celebrare
rock (Lino Vairetti, Alberto Radius, Jenny Sorrenti e di nuovo
un monumento della musica d’avanguardia italiana di Tony Esposito).
ogni epoca. MG È il preludio al rientro della sigla, ormai senza più filtri: sem-
pre prodotto da Marengo, LOUCOS – NEL LUOGO MAGICO,
del 2022, rappresenta un album degli Opus Avantra a tutti
gli effetti, anche se Giorgio Bisotto non c’è più: è scomparso
nel 2011 all’età di 69 anni, ma fa comunque un’ultima appa-
rizione recitando una dolente storia d’amore ambientata in
Algeria su una base percussiva nel brano Aisha intoccabile.
L’opera si muove sempre su coordinate di grande suggestio-
ne, con il solito Tisocco in grande spolvero al pianoforte e alla
composizione, ma anche il ritorno di Tony Esposito più la
collaborazione di altri preziosi musicisti, tra cui Alan Bedin
(voce, sitar, elettronica) e Mauro Martello ( fiati) e natural-
mente la magnifica voce di Donella Del Monaco, espressiva
più che mai. Ma presenta anche inattese variazioni stilistiche,
come nel connubio rock/hip hop/blues di Venezia e il mare, il
mix tra melodia e grinta elettronica di Visione aliena, il tango
di Soft Memory Tango e le influenze world di Danza della luce.
Renato Marengo, che pur senza suonare una nota è stato ele-
mento fondamentale di questa favola artistica, così riassume:
“Agli inizi degli anni Settanta, Donella Del Monaco, Giorgio Bi-
sotto, Alfredo Tisocco ed io, pur provenendo da formazioni e
culture diverse, avvertimmo l’esigenza comune di dar vita non
solo a un gruppo, ma a un vero e proprio movimento musica-
Giunti però al 2008, per venire incontro alle pressanti richieste le che si mantenesse fuori da ogni etichetta o inscatolamento,
provenienti dal Giappone (Paese notoriamente benevolo verso il qualcosa di assolutamente inedito e fortemente motivato in
prog italiano, che ha sempre apprezzato tantissimo la proposta quegli anni burrascosi ma che fosse anche proiettato verso
degli Opus Avantra), il trio originale (compreso dunque Giorgio prepotenti stimoli di cambiamento”. È trascorso quasi mezzo
Bisotto, ora nei panni dell’istrione, con parti recitate in latino e secolo, seppure a corrente alternata, ma in fondo le cose stan-
inquietanti maschere) si esibisce a Tokyo per festeggiare anche no ancora così.

77
Hard
Stuff
A cura di Maurizio Becker

I verdetti di
Classic Rock

100 Eterno

90 Eccellente

80 Ottimo

70 Buono

60 Sopra la media

50 Nella media

40 Sotto la media

30 Sconfortante

20 Depressivo

10 Mortale

Recensioni a cura di:

Antonio Bacciocchi, Lorenzo Becciani,


Maurizio Becker, Alessandro Bottero,
Da oggi, puoi ascoltare Barbara Caserta, Giuseppe de Felice,
le recensioni di «Classic Rock» e dire la tua Gianni Della Cioppa, Luca Fassina,
in diretta su www.radioelettrica.it, Mario Giammetti, Mario Giugni,
con Jimbo dalle 12 Federico Guglielmi, Alfredo Marziano,
ogni primo giovedì del mese. Jacopo Meille, Tonino Merolli,
Luca Perasi, Stefano Pogelli,
Questo è il QR Code con il quale è possibile Alessandro Staiti, Renzo Stefanel,
scaricare l’App per ascoltare Radio Elettrica: Cristiana Turchetti

79
Hard Stuff / Novità

HAPPINESS
BASTARDS: il ritorno

The Black
dei fratelli Robinson.

80
HS:

Crowes
Happiness Bastards
SILVER ARROW

Vicenda burrascosa, quella dei Black Crowes, come di fre- stra che i Black Crowes sono sempre… i Black Crowes, ap-
quente accade quando a tirarne i fili sono due fratelli che punto. Dieci brani per quasi trentotto minuti, il nuovo lavo-
puntano a primeggiare l’uno sull’altro o quando uno vuole ro segue comprensibilmente strade già battute, mescolan-
almeno evitare di farsi troppo sottomettere. Dai rapporti do hard, blues, boogie e spruzzate di altre roots come regola
difficili derivano però spesso risultati esplosivi e nei suoi Southern impone. I r’n’r potenti e trascinanti prevalgono in
quattro decenni di attività la band di Atlanta, Georgia, non modo netto sulle ballate (appena due, posizionate in chiu-
ha mai rinunciato ad azionare il detonatore; sì, ok, qualche sura dei lati reali o virtuali), ma più dell’approccio stilistico
volta le polveri erano un po’ umide e il botto ha lasciato a per forza di cose risaputo HAPPINESS BASTARDS colpisce
desiderare, ma, insomma, nel complesso la sua eredità ar- forte con l’energia, la vivacità, la freschezza del songwriting,
tistica è di grande valore, così come è totalmente encomia- la voglia genuina dei “ragazzi” di far tuonare gli strumenti e
bile la dedizione di Chris e Rich Robinson alla causa del più urlare in faccia a quanti erano pronti a trattarli con la suffi-
puro classic rock declinato a stelle e strisce. HAPPINESS cienza che si riserva alle vecchie glorie decadute di essere
BASTARDS arriva a cinque anni dalla reunion e a quindici sempre alive & kicking e decisi a continuare a inalberare la
dal precedente “vero” album BEFORE THE FROST… UNTIL linguaccia come insegnatogli dai papà britannici. Finché
THE FREEZE (nel CROWEOLOGY del 2010 sfilano infatti durerà, teniamoceli ben stretti.
riletture in chiave acustiche dal repertorio storico), e dimo- Federico Guglielmi

80
Kim Gordon Big Big Train
The Collective The Likes Of Us

MATADOR/SELF

INSIDE OUT
HS: 80 HS: 80
Il secondo album personale di un’artista cui la fine Dopo la scomparsa di a tutti gli altri (vedi il
di Kim Gordon, a cinque delle lunghe relazioni con David Longdon sono brano più orecchiabile,
anni da NO HOME Thurston Moore e con la usciti un paio di dischi Oblivion, firmato dal
RECORD e a tredici band-madre hanno dato semiantologici, ma tutti batterista Nick D’Virgilio
dall’addio dei Sonic Youth, nuovi, potenti stimoli. sapevamo che per i Big e il chitarrista Dave
non è solo una raccolta Cerebrale ma anche Big Train era questo il Foster). Il resto si
di canzoni avant-rock fisico, THE COLLECTIVE momento della verità. Nel muove tra meravigliosi
per lo più graffianti ma al lega assieme elettronica, primo lavoro di studio incastri vocali, intrecci
contempo godibili: musiche ritmiche stranianti, rumori totalmente nuovo, il di tintinnanti 12 corde e
e parole vanno a comporre e canto sui generis in un nuovo cantante Alberto sognanti fughe di tastiere,
qualcosa di più profondo e patchwork sonoro tanto Bravin assume subito un a coronamento di un
intenso all’insegna di una fosco e surreale quanto ruolo centrale a livello di magnifico disco prog con
concettualità che attrae affascinante; vale senz’altro scrittura, inferiore solo a cui i BBT possono ripartire
inesorabilmente invece di la pena di addentrarvisi, quello di Greg Spawton. a testa alta dal punto
intimidire, dimostrando anche se al primo impatto Ma il bassista, leader e in cui avevano dovuto
una volta in più la può risultare ostico. fondatore, come sempre, forzatamente lasciare.
prorompente personalità Federico Guglielmi lascia ampi margini Mario Giammetti

Ministry Madi Diaz


Hopiumforthemasses Weird Faith
NUCLEAR BLAST

75 80
ANTI

HS: HS:

Quante sono le band da lui stesso inventati. Sono anni che la giusto qualche piccolo
debitrici nei confronti Un disco, sin dal titolo, cantautrice cresciuta elemento dall’indie pop
dei Ministry? Cento? aggressivo, potente, a Berklee ci regala o dall’elettronica per
Mille? Se ancora esiste forse un tantino più grande musica, ma con rendere più eleganti
da qualche parte una ortodosso nella scrittura, quest’album, il secondo gli arrangiamenti.
musica rivoluzionaria, ma ancora capace di per l’etichetta fondata da L’interpretazione
lo si deve anche a questa procurare brividi taglienti Andy Kaulkin, è riuscita vocale evoca emozioni
band di Chicago che ha all’ascolto. Prendete davvero a superarsi. Le perdute nel tempo e le
saputo destrutturare il le scintille da flessibile canzoni di HISTORY OF A liriche, dipinte di tardo
rock sin dai primi anni rovente di TV Song, FEELING erano nate per romanticismo, sono
Ottanta. Oggi, dopo la melodia arcana di lenire un dolore profondo così toccanti che sono
infiniti lutti, avventure, Aryan Embarassment e e avevano cercato di sufficienti alcune leggere
abbandoni e ritorni, Al soprattutto la preghiera mostrare un approccio note di chitarra acustica
Jourgensen ruggisce di pagana doom di New compositivo più vario. a renderle epiche. Kacey
nuovo con nove pezzi Religion e riconoscerete i WEIRD FAITH invece ci Musgraves impreziosisce
inediti che mescolano migliori Ministry. riporta alle radici della Dont’ Do Me Good.
l’industrial e il post metal Gianni Della Cioppa musica folk, rubando Lorenzo Becciani

venga sul sito eurekaddl.yachts 81


Hard Stuff / Novità

Green Day: tre ex ragazzi


sempre giovani.

75
HS:

Green Day
Saviors
REPRISE/WARNER

Assieme, Billie Joe Armstrong, Mike Dirnt e Tré Cool fanno della quiete pubblica, un innocuo “far casino” divertendosi
oltre un secolo e mezzo di età, ma ascoltando quest’album, un mondo. Contro ogni previsione, visto come nell’ultima
il quattordicesimo dall’esordio del 1990, non lo si direbbe dozzina d’anni la forma della band californiana era parsa
mai. Merito dell’innata brillantezza dei tre “ragazzi”, certo, in calo, SAVIORS è nel complesso un bel disco; non è DO-
ma anche e soprattutto del genere cui si sono consacra- OKIE né AMERICAN IDIOT, ma il livello si è rialzato e di
ti, che per convenzione viene etichettato come punk rock sicuro un ringraziamento si deve a Rob Cavallo, tornato a
ma che in realtà è un power pop irruvidito e “punkizza- seguire in studio i suoi pupilli dopo aver “saltato” REVO-
to”: insomma, un sound fondato sul classico, vincente bi- LUTION RADIO e FATHER OF ALL MOTHERFUCKERS.
nomio energia-melodia, che i Green Day padroneggiano La ricetta è quella abituale: r’n’r all’insegna della vivacità
dall’inizio e che, seppure tra alti e bassi, sanno rendere ruvido ma “lavorato” con intelligenza e mestiere accoppia-
fresco e accattivante. Non è mica facile, a cinquant’anni, to a testi filo-adolescenziali ma non per questo terra-terra.
conquistare giovani dei quali si potrebbe essere padri ma La differenza è nel songwriting, senza dubbio “furbetto”
loro ci riescono alla grande, concentrando in canzoni solo ma dal sapore non artificioso: Look Ma, No Brains!, One
apparentemente sciocchine tutto ciò che piace ai teenager Eyed Bastard, Living In The ’20s e la vigorosa ballata Dilem-
e a chi teenager non è più ma ama fingere di essere rima- ma sono tra i brani più efficaci del lotto.
sto tale: sintetizzando al massimo, un simpatico disturbo Federico Guglielmi

82
The Devils Albert Hammond
Horror And Desire Body Of Work

GO DOWN RECORDS

EARMUSIC
HS: 75 HS: 75
Il duo partenopeo singolo Divine is the Illusion Dalla sofferenza nascono John Bettis, nella scrittura
torna con un disco e da quello struggente di spesso opere artistiche di ben quaranta brani
pesantemente influenzato Til Life Do Us Part. Bello di rilievo. Nel caso scremati a diciassette nella
dalla musica nera il lyric video dei baci di Albert Hammond, stesura definitiva di BODY
americana degli anni più weird del cinema in quasi ottantenne padre OF WORK. Il songwriter
50 e 60, frutto della bianco e nero (Killers Kiss), dell’omonimo membro britannico, anche autore di
collaborazione col belle le cover di Big City degli Stokes, lo si può hit di successo per tanti altri
produttore Alain Johannes Lights di Cleo Randle e riaffermare alla luce di importanti artisti, mostra
(suo anche il grande assolo Teddy Boy Boogie – ma questo suo nuovo album così la sua ritrovata buona
nella dissonante e un malato – dei Crazy Cavan d’inediti, il primo negli vena e una varietà di temi
po’ angosciante Horror ’n’ the Rhythm Rockers. ultimi vent’anni di carriera. musicali (dalla psichedelia
And Desire). Se in Roar Per una volta giudicate Infatti, avvenimenti di Gonna Save The World si
II e Shake ‘em si sentono il disco dalla copertina, negativi hanno sollecitato passa agevolmente al r&b di
gli strascichi punk degli una versione molto pop una ritrovata creatività: Shake A Bone e al rock della
esordi, la nuova direzione di Salomé con la testa di il divorzio dalla moglie bellissima, introduttiva
è ben chiara nel ritmo Giovanni Battista. e la diagnosi di una rara Don’t Bother My Babe). La
ipnotizzante del primo Luca Fassina malattia. Tutto superato classe non è acqua.
tuffandosi, insieme al fido Tonino Merolli

The Jesus DragonForce


And Mary Chain Warp Speed Warriors
Glasgow Eyes
COOKING VINYL/EGEA

NAPALM RECORDS

HS: 75 HS: 75
Quarant’anni dopo lontana eco. La collaudata Dopo aver portato il Steel. Altrove, appaiono
l’esordio da veri terroristi alchimia elettrico- power speed metal a livelli invece la solita energia
sonici con il singolo elettronica funziona di velocità mostruosi, i e la velocità di sempre,
Upside Down, i fratelli Reid bene e le dodici tracce, DragonForce, (che sono anche se va detto che
ci sono ancora. GLASGOW ora morbide e ora scosse inglesi, ma con una le pur classiche Astro
EYES, secondo album da fremiti r’n’r/motorik, line up multinazionale) Warrior Anthem e Burning
della loro seconda vita a non regalano epifanie promettono con questo Heart sviluppano spunti
sette anni da DAMAGE ma si lasciano ascoltare nono album una maggior più elaborati, complice
AND JOY e ottavo nel con soddisfazione, ricerca nella scrittura. la voce multilivello di
computo generale, vede la rivelando la solita poetica In effetti, i chitarristi Marc Hudson. Notevole
band scozzese muoversi non pacificata. Magari Herman Li e Sam Totman la produzione di Damien
con perizia e mestiere la vena visionaria che ci offrono i pezzi più Rainaud, che regala a
all’interno di una comfort affiora a tratti avrebbe elaborati con melodie WARP SPEED WARRIORS
zone fatta di brani ipnotici potuto essere liberata in quasi sinfoniche, come una brillantezza
e crepuscolari nei quali misura maggiore, ma è dimostrano l’approccio spettacolare nei suoni.
il canto è un magnetico un dettaglio pressoché pomposo di Space I DragonForce non
quasi-declamare e il ininfluente. Marine Corps e il gusto deludono mai.
passato rumoroso una Federico Guglielmi operistico di Kingdom Of Gianni Della Cioppa

83
Hard Stuff / Novità

Bruce THE MANDRAKE PROJECT


arriva 19 anni
dopo TYRANNY OF SOULS.

Dickinson HS:

85
The Mandrake
Project
BMG

Settimo album solista per il cantante degli Iron Maiden, a B presentava il demo originale di If Eternity Should Fail. Steve
ben diciannove anni di distanza da TYRANNY OF SOULS. Harris aveva fortemente voluto inserirla in THE BOOK OF
In realtà, la sua stesura è iniziata una decina di anni fa as- SOULS nonostante i dubbi di Bruce; il brano - che era stato
sieme al fido Roy Z, col quale Bruce festeggia i trent’anni di concepito come opener di un lavoro solista - sul disco diventa
una collaborazione cominciata con BALLS TO PICASSO. La Eternity Has Failed e ha un testo rimaneggiato. Ampio spazio
batteria è stata affidata a Dave Moreno, le tastiere all’italia- per la voce, particolarmente ben riuscita in Rain On The Gra-
no Mistheria, entrambi già sul suo disco del 2005. L’album è ves e nel grande cantato ‘crooner’ di Bruce nella piano-ballad
decisamente più dark, sonoramente pesante e melodico al Shadow Of The Gods che chiude il disco assieme ad altri due
tempo stesso, un’oscura storia di potere e abuso alla ricer- ‘lentoni’: la ballata Face In The Mirror, con e la power Sonata
ca del modo di catturare l’anima umana per spostarla di… (Immortal Beloved). La storia del Progetto Mandrake uscirà
contenitore. Si apre con Afterglow Of Ragnarok, singolo pre- in dodici albi trimestrali disegnati da Staz Johnson per la Z2
sentato col video diretto dal regista Ryan Mackfall e scritto Comics che verranno poi riuniti in tre graphic novel. La band,
assieme al fumettista Tony Lee: introduce il protagonista Dr. con l’aggiunta della bassista Tanya O’Callaghan, arriverà in
Necropolis come antagonista del Professor Lazarus, ripercor- Italia con due date il prossimo luglio.
rendo il fumetto uscito nell’edizione vinile-singolo, il cui lato Luca Fassina

84
CCCP Fedeli Can
alla linea Live In Paris 1973
Altro che nuovo nuovo

VIRGIN/UNIVERSAL

SPOON/MUTE
HS: 80 HS: 85
Alla fine quella dei CCCP essi, tra i quali Sexy Soviet Nuovo bellissimo copertina, è uscito sei
è diventata una reunion (poi evolutosi in B.B.B.) live dei Can tratto, mesi prima, ma al solito a
autentica, con relativo e una cover di Kebab come i precedenti, condurre lo show sono le
strascico di giudizi e Traume dei D.A.F., inediti da registrazioni jam e un interplay davvero
sentimenti in contrasto. lo erano rimasti fino a ieri, amatoriali e d’archivio pazzesco. One More Night,
Nell’attesa di capire se ma a parte tali curiosità miracolosamente Spoon e Vitamin C, infatti,
il gruppo farà en plein che ovviamente intrigano restaurate da Irmin sono presi come temi
realizzando pure un nuovo ma che nulla di essenziale Schmidt e René Tinner. di base per intriganti
album, ecco arrivare in aggiungono alla vicenda, Sede del concerto è improvvisazioni (Zwei, Drei
Cd e doppio Lp (nero ascoltare questi CCCP stavolta l’Olympia di e Fünf con il finale troncato
o limitato-colorato così minimali e graffianti Parigi, dove il 12 maggio di brutto) mentre Vier e
con gadget, bleah!) il ma già così “compiuti” e del 1973 la formazione, Eins, che apre allungandosi
miracoloso restauro di carismatici è una bella, ancora con Damo Suzuki instancabile per 36
un concerto del giugno grande emozione. Che alla voce, appare in stato minuti, sono in pratica
1983 in cui sfilano diciotto cancella il sapore amaro di grazia. EGE BAMYASI, composizioni spontanee.
brani all’epoca ancora della speculazione. l’album con la lattina Doppio Cd e doppio Lp.
tutti inediti; quattro di Federico Guglielmi di afrodisiaci gombi in Mario Giugni

Swanz Hannah Wicklund


The Lonely Cat The Prize
Swanz The Lonely Cat’s
Macbeth
TOTEN SCHWANZ

PIAS/FLAT IRON

HS: 65 HS: 65

Un progetto coraggioso, sposta in una modalità Ottima chitarrista e the Hallway, che spande
inusuale, originale, molto cerebrale ma non cantante dalla voce garbatamente melodia
quello dell’autore, già mancherà di soddisfare variopinta e sexy, Hannah moderna sul rock classico?
conosciuto con il progetto gli amanti del genere. Wicklund fa il suo esordio Le tentazioni zeppeliniane
Dead Cat in a Bag. Ovvero L’album è correlato da solista dopo anni di di Dark Passenger, potente
una reinterpretazione a un suggestivo concerti e album con gli nel refrain e rarefatta
musicale della tragedia cortometraggio (con Steppin’ Stones. Inciso nelle strofe?) fra queste
shakesperiana Macbeth musiche in esso con l’ausilio di Sam Kizka dieci canzoni tessute
in chiave drone music, contenute) realizzato da (anche produttore) e Danny con arrangiamenti quasi
sperimentale, oscura, Plastikwombat, intitolato Wagner, ovvero la sezione sempre densi e vivaci,
claustrofobica, dalle tinte All is but Toys, ovvero ritmica dei Greta Van smaltate di tastiere
folk/blues (che hanno “Tutto non è che un Fleet, THE PRIZE ci offre policrome, ricamate
sempre caratterizzato gioco”, dalle parole che un brioso melange di rock di testi immaginifici,
il percorso della band Macbeth pronuncia dopo più o meno duro, blues e prodotte senza risparmio.
madre). La materia non aver ucciso il Re. soul, ed è arduo scegliere È nata una stella?
è di facile fruibilità, ci Antonio Bacciocchi degli highlight (Hell in Giuseppe de Felice

85
Hard Stuff / Novità

Judas Priest: il diciannovesimo album


è una bomba.

Judas
90
HS:

Priest
Invincible Shield
SONY

Il diciannovesimo album dei metallissimi di Birmingham come in Escape From Reality, l’Halford ‘melodico’ ricorda
ha avuto una gestazione difficile a causa della pandemia curiosamente Ozzy Osbourne. Se i Judas non fanno balla-
prima e del tour dei 50 anni poi. La produzione è affidata te, Crown Of Horns è comunque una ‘midtempo’ melodica
nuovamente a Andy Sneap, che aveva coprodotto FIREPO- monumentale, molto d’atmosfera e con un gran lavoro di
WER con Tom Allom e che dal 2018 sostituisce on the road chitarre; bello il mix tra la ‘corona di spine’ e il simbolismo
Glenn Tipton: la sua lunga storia con le eccellenze del thrash dedicato al gesto delle corna dell’amico Ronnie James Dio.
mondiale ha sicuramente contribuito alla durezza di questo Come era intuibile, la successiva As God Is My Witness par-
album, che a sorpresa si apre con l’intro progressive di Pa- te a cannone, seguita da una Trial By Fire dove ritroviamo
nic Attack, primo singolo diffuso lo scorso ottobre. A quelli melodia e un cantato ineccepibile anche senza raggiungere
che hanno attaccato Richie Faulkner quando ha parlato di le vette di Giants In The Sky, forse il brano più bello di un
“variazioni e dei cambi di direzione a livello musicale”, ri- disco ottimo. A chi critica una certa over-produzione del-
cordiamo come certe strutture non propriamente metal le voci che potrebbero non tenere in una resa live, diciamo
fossero presenti nei loro primi tre dischi degli anni 70. Pro- che aspettiamo solo di cantare tutti assieme i cori di Sons Of
segue spedito con le cavalcate di The Serpent And The King Thunder al Forum di Assago il prossimo 6 di aprile.
e della title-track fino alla pausa di Devil In Disguise dove, Luca Fassina

86
Russell – Guns Scott Stapp
Medusa Higher Power

FRONTIERS RECORDS

NAPALM RECORDS
HS: 80 HS: 70
Jack Russell, la voce dei al momento giusto. Il cantante dei Creed torna (country) Steve McEwan
migliori Great White. Un’accoppiata bizzarra in studio per il suo quarto (nella power ballad You’re
Tracii Guns, l’anima e sanguigna che stupisce disco solista e centra Not Alone) e di Dorothy
stradaiola a sei corde e convince, marchiata nuovamente il bersaglio Martin, con la quale ha
degli L.A. Guns. Due a fuoco con orgoglio con un album introspettivo duettato sulla toccante
mondi losangelini solo da un mega-team di dove parla di tradimento, acustica If These Walls
apparentemente paralleli, lusso e d’abbondante perdita, frustrazione, Could Talk. Non mancano
che brillano di nuova luce ispirazione tricolore sconfitta e rivalsa. Anche momenti più pesanti
propria. Un bel tuffo negli in fase di scrittura, questa volta torna a come la title-track,
’80s più capelloni, senza diretto come si conviene servirsi dei magheggi Deadman’s Trigger o Black
nostalgia ma d’integrità, dall’imprescindibile Ale del chitarrista Yiannis Butterfly, che sfodera riff
una sfida artistica che Del Vecchio (produttore Papadopoulos, che firma quasi metal. Aspettiamo
a sorpresa diventa e tastierista). Vibrante, due canzoni: Quicksand di vederlo con il tour
partnership riuscita. Che genuino, col cuore in e la prima di cinque solista e, subito dopo, con
dono inaspettato! Hard mano e soprattutto col lentoni, What I Deserve. l’imminente ritorno dei
Rock vivace e bluesy, volume a 11! Per gli altri, si avvale Creed.
sporco eppure candido Barbara Caserta anche del compositore Luca Fassina

The Chisel Vanessa Peters


What A F*cking Flying On Instruments
IDOL RECORDS/GOODFELLAS

Nightmare
PURE NOISE

HS: 70 HS: 70
Sul fatto che il punk ritornelli Oi! e stacchi L’intento era quello di Electrofonics). FLYING
inglese sia attualmente hardcore, e anche questo tornare al suono più ON INSTRUMENTS
rappresentato dal gruppo secondo lavoro, prodotto lineare e pulito degli torna dunque a quel
guidato da Callum da Jonah Falco (Fucked album usciti prima del folk/country/pop venato
Graham si potrebbe Up), è costruito di sole recente e, comunque, di rock che ha fatto
discutere a lungo, non armi letali. L’equilibrio apprezzato MODERN apprezzare Vanessa
fosse altro perché spesso tra aggressività e melodie AGE. Ascoltando Peters sia negli States
i Chisel si rispecchiano orecchiabili è curato l’incalzante e allo stesso che in Europa: melodie
nella scena americana, in maniera talmente tempo ariosa Out To Seas, accattivanti, voce calda e
ma è un dato id fatto che maniacale da sembrare uno dei migliori brani limpida e testi mai banali
anche stavolta in scaletta finto e pezzi come Cry di questo nuovo lavoro, che raccontano della vita
non troverete filler e Your Eyes Out e F*ck ’Em l’esperimento sembra e delle sue fragilità. Il tutto
tutte le canzoni sono costringeranno gli addetti riuscito. In evidenza le affrontato (How Long) con
scritte per scatenare il ai lavori a fare scomodi elaborazioni pianistiche la positività di chi vuole
finimondo dal vivo. Due paragoni. Per chi ci crede di Matteo Patrone e le andare avanti pur non
anni fa, RETALIATION ancora, ma fino a un certo intuizioni chitarristiche conoscendo il proprio
ci ha ricordato quanto punto. di Federico Ciancabilla futuro.
avessimo bisogno di Lorenzo Becciani (entrambi degli Tonino Merolli

87
Hard Stuff / Novità

Brittany
Secondo album solista
per la leader
degli Alabama Shakes.

Howard HS:

70
What Now
ISLAND / UNIVERSAL

Il miglior complimento che si possa fare a Brittany Ho- oltre la sua (e la nostra) comfort zone; altrove – Earth Sign,
ward (Alabama Shakes) per il suo secondo album solista è To Be Still, Samson (con la tromba di Rod McGaha) – la sua
che si tratta di un disco indefinibile. Un po’ come se Curtis nuova, sfuggente lingua musicale incorpora il vocabolario
Mayfield e Prince si mettessero a fare musica con Cassandra del jazz contemporaneo inseguendo traiettorie melodiche
Wilson e David Sylvian in un futuro prossimo e in un’altra e armoniche inusuali. WHAT NOW ha anche un moderno
dimensione. Il fonico e produttore Shawn Everett, che con cuore ritmico che si manifesta nel techno funk e nei groove
l’artista aveva già collaborato in passato, le ha lasciato carta di Another Day, di Prove It To You e della title-track (“il pezzo
bianca avvolgendo il suo “oceano di armonie vocali” in una più sincero e più triste dell’album”), prima che la chitarra
coperta di suoni pulsanti, ronzanti e tintinnanti che amplifi- distorta e princiana di Power To Undo e gli umori jazzy di
cano l’atmosfera spettrale di canzoni popolate da fantasmi una Every Color In Blue dalla struttura circolare chiudano
del passato: tenendo talvolta a freno le sue potentissime un disco impegnativo, a volte spiazzante ma anche corag-
corde vocali, Brittany sembra volere aggiornare certi canoni gioso e stimolante di cui forse si coglierà la vera essenza solo
del soul classico in I Don’t e in Patience, i pezzi più imme- tra qualche tempo.
diati del disco, mentre tra le vertigini di Red Flags si spinge Alfredo Marziano

88
Pink Fairies Modern English
Screwed Up 1234

MESH & LACE RECORDINGS


– INKIND MUSIC
CLEOPATRA

HS: 75 HS: 75
Per la seconda volta It Came From Zeta 77073, Scritto da Michael Conroy in Not Fake e Crazy
insieme sono Paul Dreamzzz, In The Ether, nel e Robbie Grey da remoto Lovers, mentre Exploding
Rudolph, cofondatore delle caos cosmico di Big Pink durante il lockdown e Genius rimandano ad
fate rosa ed ex Hawkwind, Chopper e nella ripresa con del 2020, 1 2 3 4 è stato atmosfere darkwave. Ma
Lucas Fox (Motörhead) il violino di Simon House poi realizzato in poche è con Voices che i ME
e Alan Davey (ancora di Hassan I Sahba, peraltro riprese e con rarissime salgono in cattedra. La
Hawkwind). Psycho rock scritta proprio da Rudolph sovraincisioni, come se voce inconfondibile di
diretto, sporco, basico con Robert Calvert. In si trattasse di un album Grey cade a metà tra il
(la title-track cover di un generale, il suono troppo dal vivo. La sequenza rock psichedelico spaziale
brano di Mick Farren, compresso della batteria si apre con Long In The e quello goth. Un sequel di
WhatChaGonnaDo, la non è stata una buona idea; Tooth, esempio di sana Drowning Man, brano con
divertente Punky, We simpatica la copertina, ruvidezza e diventa cui tutto iniziò nel 1979.
Can’t Get Any Closer, probabile parodia di più politico con Not My Un tuffo nel passato che
Wayward Son, Digital Sin). quella di BOMBER dei Leader. Ritroviamo il rock non intacca la potenza e la
E, piuttosto stridente con Motörhead. melodico e le tastiere dei giustezza dell’album.
il resto, un po’ di space in Mario Giugni classici Modern English Cristiana Turchetti

Kanseil Herself
Vaia Spoken Unsaid
BAGANA-B DISTRICT MUSIC

URTOVOX RECORDS

HS: 70 HS: 75
Terzo album della band della Strada del Passo S. L’attività del riportano a nomi come
trevigiana che produce Boldo, dell’occupazione polistrumentista Sparklehorse, Pavement o
un singolare mix di dei Cosacchi in Carnia. palermitano Gioele Valenti Mercury Rev (per i quali,
folk medievale e death Brani di spessore si divide tra varie creature non a caso, Herself ha
metal cantato in italiano che raccontano una musicali, JuJu e Herself in aperto il tour italiano del
e dialetto. Anticipato storia per far passare particolare, che da anni 2019). La particolarità
dai singoli Antares e un messaggio, per far gli procurano ottime saliente è il condensato di
Hrodgaud, mostra le due riflettere sui cambiamenti soddisfazioni tra Italia ed creatività e personalità che
anime dei Kanseil tra climatici e sull’impatto Europa. Il nuovo album si sviluppa in tutto l’album,
leggenda e realtà storica (il che hanno sulla Natura accreditato a Herself è un sicuramente un prodotto
primo richiama un rito sul e, di conseguenza, sulle accattivante susseguirsi di respiro internazionale.
monte Altare, il secondo persone: Vaia è il nome di atmosfere inquietanti, Un’altra coraggiosa
la rivolta longobarda di una delle peggiori sospese, malinconiche, a scommessa vinta dalla
del 776 contro Carlo tempeste mai viste negli tratti perfino minacciose piccola Urtovox, vivace
Magno). E così si parla ultimi decenni, che e urticanti. In SPOKEN etichetta indipendente
del ritorno dei lupi sulle nel 2018 ha colpito e UNSAID ci sono momenti fiorentina da sempre
montagne, della nascita devastato il Triveneto. di quiete psichedelica, altri attenta alla qualità.
del Carnevale di Venezia, Luca Fassina più abrasivi e pulsanti che Antonio Bacciocchi

89
Acqua Fragile MantraMode
Moving Fragments Bloomin’

DANSIN SOUND
HS: 80 MARACASH HS: 75
Nove canzoni di cui Bernardo Lanzetti (voce Al momento disponibile tibetane in Om, le tabla
cinque in inglese, una solista, chitarra e Glovox), solo sulle piattaforme in Samadhi Sita Ram, il
strumentale e tre in si aggiungono Stefano digitali, BLOOMIN’ è devozionale He Govinda,
italiano: a cinquant’anni Pantaleoni (tastiere), frutto della collaborazione He Gopala registrato dal
dall’album d’esordio e Claudio Tuma (chitarre) fra Maitri Marjorie J. vivo in studio e cantato
a sei dalla reunion di A e la vocalist Rossella Biondo (voce, harmonium, secondo la tecnica kirtan.
NEW CHANT, gli Acqua Volta, già insieme sul synth), Daniele Sinigallia Prodotto con grande cura
Fragile confermano i palco negli ultimi due (programmazioni, da Daniele Sinigallia, è
tratti salienti del loro stile: anni. Tra gli ospiti di chitarra, basso, synth, un suggestivo e godibile
armonie vocali, tempi rilievo, segnaliamo Stef voce) e Ivo Parlati album in cui “ogni suono,
dispari, romanticismo, Burns (Vasco Rossi) nella (batteria e percussioni), silenzio, eco, battito,
aggressività e ricerca, intrigante White Horse in compagnia di amici in crescendo, sospiro è una
il tutto impreziosito da On Dope e l’ex VDGG alcune tracce. Yoga del tappa di un viaggio negli
Hard Stuff / Novità

significativi sviluppi. Ai David Jackson con il suo suono e del canto, mantra, abissi del proprio essere,
membri originali Piero eccellente contributo ai esperienze dal quotidiano, dove è racchiuso il mistero
Canavera (batteria), fiati in Black Drone. electronica, sonorità di ogni cosa”.
Franz Dondi (basso), Alessandro Staiti acustiche, le campane Mario Giugni

Mindlight Bleachers
N.A.M.I. Bleachers
ELEVATE RECORDS

DIRTY HIT

HS: 70 HS: 70
Debut album per il un ‘supergruppo’ che fa Vincitore di otto Grammy rock, tentazioni pop e un
sestetto ligure, che del progressive metal di Awards, negli ultimi anni pizzico di new wave. Tra
trova la via della alto livello, a tratti power; l’ex Steel Rain e Fun Jack vibrazioni positive e toni
registrazione dopo una alla tecnica di esecuzione Antonoff si è fatto largo allegri talmente sfrontati
storia di vent’anni fatta accompagna anche tanta nella ristretta cerchia dei da apparire surreali, la
di abnegazione, qualche melodia, come testimonia produttori più in voga, scaletta di BLEACHERS
cambio di formazione e la ballata con sapore contribuendo al successo scorre leggera, colorata
tanta determinazione. hair metal Let The Roses di artisti di prima fascia a tratti da robuste linee
Vista la militanza e le Bloom. Il disco si chiude come Taylor Swift, The di sax. L’ipnotica Tiny
collaborazioni dei vari con una maestosa trilogia 1975 e Lana Del Rey. Moves, cucita addosso alla
membri della band (tra composta dalla title-track, Proprio quest’ultima gli moglie (l’attrice Margaret
tutti citiamo i melodic- My Last Midnight e One ha restituito il favore Qualley) può essere vista
power metallers Projecto More Day. Se ne volete impreziosendo con come l’emblema di un
di Savona e i Chaos ancora vi capiamo, ma la sua presenza Alma songwriting che non si
Venture dell’ex tastierista non preoccupatevi: sono Mater , uno dei momenti pone più limiti e ci ricorda
dei Labyrinth, Andrea già al lavoro sul prossimo chiave di questo album che sognare a occhi aperti
De Paoli), possiamo disco. che bilancia in maniera è ancora possibile.
considerare i Mindlight Luca Fassina efficace un’anima indie Lorenzo Becciani

90
The Bowers Aurora Lunare Jeff Aug
Pieno mezzo vuoto Terzo Luogo Kiss Of The Liquid Moon
OVERDUB RECORDS LIZARD RECORDS/LOCANDA DEL VENTO HEAVY PROGRESSIVE/BRAINSTORM MUSIC
MARKETING AG

HS: 65 HS: 70 HS: 70


Sei brani dai ritmi Nati a Livorno nel Nono album
serrati e dai toni 1977, hanno esordito strumentale acustico
aspri, in cui solo nel 2003, ma ci di Aug, dodici brani
convergono hanno preso gusto. (molti solisti) da cui
numerose influenze e Anche il terzo disco emergono le
ispirazioni. Dall’hardcore punk al guarda con ammirazione al prog splendide sonorità della sua chitarra
grunge, dall’alternative al nu metal italiano storico, con convincenti fingerstyle, con ospiti speciali come
troviamo di tutto, ben amalgamato, prove sia vocali che strumentali, William Wertlieb (violoncello),
con personalità, maturità stilistica e specie da parte del compositore Thomas B. Berger (contrabbasso) e
capacità esecutiva. Stefano Onorati. Murat Parlak (piano e tastiere).
Antonio Bacciocchi Mario Giammetti Alessandro Staiti

Mannequin Pussy Tryptamin Valeria Caputo


I Got Heaven Piacenza, Wisconsin Habitat
EPITAPH VISORY RECORDS SUISSE RIBÉSS RECORDS

HS: 70 HS: 65 HS: 75


A Philadelphia sanno Sette brani che Intrigante il nuovo
ancora cos’è il punk e spaziano in un’ampia disco della
il gruppo guidato da gamma d’influenze, cantautrice pugliese,
Marisa Dabice dall’electro pop alla il primo in italiano
omaggia quei valori post wave fino a (con testi di forte
indissolubili, rendendo gli sapori prog ma in cui arrivano anche impegno ambientalista): la voce
arrangiamenti sbilenchi e echi dub e addirittura metal rock. La delicata si muove ipnoticamente su
imprevedibili con influenze indie band piacentina conferma la sua suggestioni post rock, rumorismi
rock e chorus pop. Produce John ecletticità e creatività in un lavoro ambient, folk, avanguardia, ma
Congleton ed è una garanzia. più che riuscito. anche world e blues.
Lorenzo Becciani Antonio Bacciocchi Mario Giammetti

Kid Kapichi Thomas Frank Hopper Desolation Sound


There Goes The Neighbourhood Paradize City Silver Rain
SPINFARM RECORDS TFH ROBO JACK

HS: 65 HS: 75 HS: 75


Il terzo album del Un album solido, che Questo brillante
quartetto inglese ne mescola hard rock e secondo album
conferma la blues con conferma le peculiari
sfacciataggine sonora, convinzione e buona doti di musicalità
tra attitudine punk tecnica. A funzionare della rock band di
(provate a immaginare gli Sleaford sono soprattutto le canzoni, scritte e Friday Harbor, un sound unico
Mods con le chitarre elettriche), una prodotte da chi conosce la materia. I che riflette l’atmosfera dell’isola
discreta dose di elettronica e riferimenti citano Bad Company e in tredici brani che esplorano
un’aggressività tipicamente Brit. La Black Stone Cherry, ma l’organo il tema dell’autenticità in
miscela funziona bene, la band è Hammond si ritaglia grande spazio. un mondo pieno di confusione
ottima. Bello! e falsità.
Antonio Bacciocchi Gianni Della Cioppa Alessandro Staiti

venga sul sito eurekaddl.yachts


91
Hard Stuff / Ristampe

BILLION DOLLAR
BABIES rimasterizzato

Alice e raddoppiato.

Cooper 80
HS:

Billion Dollar Babies


RHINO

Riedizione di lusso per i bambini da un miliardo di dolla- il nome di Alice ancora ci sono cinque personalità. Ezrin,
ri: due Cd e tre Lp con la copertina portafoglio completa, e però, ci mette tutto il suo ingegno di produttore e il lavoro
cioè con gli sticker, la banconotona e in più un inserto con la funziona, sia creativamente sia nelle chart, tanto da diveni-
storia del disco. L’originale è rimasterizzato e non mancano re l’album più venduto fino ad allora del gruppo. Molto orec-
varie bonus (tra le quali i rock’n’roll Coal Black Model T e chiabili sono No More Mr. Nice Guy, Raped And Freezin’ e l’ir-
Slick Black Limousine) insieme a BILLION DOLLAR BABIES resistibile Elected; contorta e grandiosa Sick Things, istrioni-
LIVE, registrato nell’aprile del 1973 in Texas e pubblicato ca e sardonica Generation Landslide; Mary Ann è la parodia
solo su vinile per il Record Store Day del 2019. All’epoca, di una pop ballad d’amore. Poi nella stravagante title-track
Glen Buxton ha grossi problemi di salute e così molte sue c’è Donovan seconda voce, Happy Hooray è l’irriconoscibile
parti per l’album vengono suonate da Mick Mashbir, Dick cover di un pezzo di Rolf Kempf, in Unfinished Sweet si fa
Wagner, Reggie Vincent e Steve Hunter. Inoltre nella forma- teatro su una terribile visita dal dentista con citazione dal
zione si respira un po’ di nervosismo: il management e Bob James Bond Theme. In chiusura, I Love The Dead: necrofilia o
Ezrin spingono per Cooper star e i compagni, a ragione, non accettazione della morte come parte della vita?
vogliono essere considerati solo la sua backing band. Sotto Mario Giugni

92
Neil Young Van Der Graaf
+ Crazy Horse Live – Vital
Dume

ESOTERIC RECORDINGS
REPRISE/WARNER

HS: 85 HS: 80
Dopo averlo riesumato l’anno prima senza i Crazy A due anni dalla reunion londinese Marquee, il loro
(solo in Cd) nel 2021 Horse) e altri otto esclusi del 1975, seguita a un primo disco live torna
all’interno del box dalla scaletta ma quasi breve scioglimento, i disponibile in versione
ARCHIVES VOL. II, tutti poi diffusi in versioni Van Der Graaf persero rimasterizzata ma con la
Neil Young ha voluto diverse. Un’operazione non solo il Generator dal medesima grinta estrema
conferire ulteriore dignità filologica sulla falsariga nome, ma soprattutto di allora: chitarra e basso
a DUME pubblicandolo di altre organizzate da Hugh Banton e David distorti, archi dissonanti e
autonomamente come Young con l’obiettivo di Jackson (quest’ultimo disturbanti, voce sgraziata.
doppio Lp. Ecco dunque mettere ordine nel caos presente come ospite) Ascoltate ad esempio
le session “integrali” della sua produzione, e, ora con Nic Potter Last Frame e capirete in
(virgolette d’obbligo, insomma, lodevolissima (basso) e Graham Smith un attimo perché Johnny
con il Loner non si sa per quanti amano in (violino), cambiarono Lydon adorava Peter
mai) dalle quali era stato modo particolare ZUMA, definitivamente faccia, Hammill e perché i Van
ricavato ZUMA, con otto che certo se lo godranno ancor più sul palco, dove a Der Graaf sono stati, al
dei nove brani editi nel moltiplicato per due, in loro si unì Charles Dickie tempo stesso, i meno e i
1975 (manca Through My vinile. al violoncello. Tratto da più prog di tutti.
Sails, che era stata incisa Federico Guglielmi due concerti del 1978 al Mario Giammetti

Pentangle Alice Cooper


Reunions – Live & BBC Theatre Of Death – Live
Sessions 1982-2011 At Hammersmith 2009
EARMUSIC

90 70
SONY

HS: HS:

Un nuovo tassello nella l’album dell’addio, FINALE, Dopo la non entusiasmante nel quale vennero riproposti
saga dei Pentangle da AN EVENING WITH prima ricezione del concept i classici con particolare
ascoltare anche con un po’ PENTANGLE, pubblicato album ALONG CAME attenzione a WELCOME
di nostalgia pensando alla dalla Topic nel 2016. Per A SPIDER, col materiale TO MY NIGHTMARE (e
scomparsa dei due giganti gli appassionati un bel avanzato Alice Cooper solo Vengeance Is Mine
del fingerpicking John ripasso sui loro classici voleva pubblicare un a rappresentare l’ultima
Renbourn e Bert Jansch. in versioni live di gran nuovo disco intitolato THE fatica). Lui è in splendida
La prima reunion risale qualità. Per chi non NIGHT SHIFT. Per fortuna forma, la band esplosiva,
al 1982 ed è documentata conosce la magia della attese, ALONG divenne un trascinata dalle chitarre di
dalla ripresa della BBC al voce eterea di Jacqui successo di pubblico e quelle Keri Kelli e Damon Johnson,
Cambridge folk festival. MacShee, i ricami delle canzoni contribuirono alla il pubblico giustamente fuori
Molto interessante per noi chitarre, il basso poderoso creazione di WELCOME 2 di testa: godetevi questa
il Cd 2 con le registrazioni di Danny Thompson e MY NIGHTMARE. Come ristampa per la prima volta
inedite del tour italiano a la fantasia del batterista recita il titolo, questo disco in doppio vinile da 180
Thiene e Milano. Gli altri Terry Cox. uscito nel 2010 propone il grammi, che conterrà –
due dischetti ripropongono Stefano Pogelli concerto del 6 dicembre ovviamente – anche il Dvd
2009, tenutosi nella venue dell’intero concerto.
inglese verso la fine del tour Luca Fassina

93
Hard Stuff / Ristampe

Paul BAND ON THE RUN:


un riascolto per certi
versi illuminante.

McCartney
90
HS:

& Wings
Band On The Run
– 50th Anniversary
MPL/UME

BAND ON THE RUN compie cinquant’anni e li porta benis- però l’ascolto in Dolby Atmos: qui le canzoni risplendono,
simo. Questa nuova edizione esce nei formati vinile, Dolby e si possono apprezzare particolari sinora nascosti. Ci sono
Atmos (solo in streaming, però) e doppio Cd, che contiene cose meravigliose come l’assolo di sax in Bluebird, dove ve-
la versione “underdubbed” dell’album, ovvero prima delle niamo proiettati in studio accanto all’esecutore; i blend delle
sovraincisioni dei cori, delle parti soliste e dell’orchestra. armonie vocali Paul-Linda-Denny, di disarmante semplicità
I mix provvisori, insomma, preparati da Geoff Emerick e e con quelle leggere imperfezioni che li rendono ancora più
dall’assistente Pete Swettenham agli AIR Studios di Londra affascinanti; e una teoria di strumenti e sonorità artigianali/
il 14 ottobre 1973. L’ascolto può spiazzare, se si è abituati vintage (chitarre legnose, dove possiamo sentire le dita che
al trionfo di sonorità dell’album così come lo conosciamo. cambiano accordo, Moog e sintetizzatori, Fender Rhodes).
Ma è d’altra parte affascinante, perché dimostra che le bel- Ultimo ma non ultimo, McCartney fa da giocoliere: vocalità
le canzoni rimangono belle anche in jeans, e non c’è biso- da urlo, basso, batteria ruspante e chitarre sempre in grado
gno dell’abito di Armani. Le cose migliori di questa versio- di catturare l’attenzione. Anche le cose grandi possono esse-
ne sono la title-track, dove Paul se la canta in scioltezza, e re leggere e anche la leggerezza può condurre al sublime.
soprattutto Jet, con le sue chitarre in evidenza. La perla è Luca Perasi

94
The Long Ryders Archive
Native Sons Voleuses

CHERRY RED

80 85

NETFLIX
HS: HS:

Con alcuni mesi di sfumatura psichedelica Pubblicato alla fine del Streets con spinte techno.
anticipo rispetto al in più. Come per ogni 2023 sulle piattaforme Ma presenti sono anche
quarantennale della disco dei Long Ryders, digitali, ora è reperibile episodi più lunghi: The
prima uscita su Frontier, alla base di tutto c’è su vinile 140 grammi. Ed Skies Collapsing On To Us
Sid Griffin e compagni un folk/country-rock è la colonna sonora di a due voci e splendido,
celebrano il loro Lp suonato con energia filo- Voleuses della regista e fan il malinconico Time On
d’esordio con un triplo Cd punk, una sorta di mix del collettivo britannico My Hands, il penetrante
in cui agli undici episodi del aggiornato all’epoca tra Mélanie Laurent. Prog, Flying, i sussurri intimisti
NATIVE SONS classico si Flying Burrito Brothers, electronica e ambient di Breathe In Me, l’arioso
sono aggiunti venticinque Buffalo Springfield e Byrds per un soundtrack che crescendo A World That
tra demo e varie session, (qua e là anche tracce benissimo funziona al Can Exist e Dying, quasi
un concerto londinese di Creedence Clearwater di fuori del film. Dodici un quarto d’ora tra
del 1985 e soprattutto Revival) e ispirato a brani sono sotto i tre suoni cosmici, ipnotica
l’intero “mini” 10-5-60 che livello di songwriting. minuti, come lo spaziale dolcezza, maestosità e
il quartetto californiano Nel complesso, Shades, il minaccioso fragore.
aveva pubblicato nel 1983, invecchiato bene e tuttora Darts, l’estastico Beautiful, Mario Giugni
quando la sua formula godibilissimo.
presentava qualche Federico Guglielmi

Tony Pagliuca AA.VV.


Immagin’Arie I See You Live On Love
Street – Music From
CHERRY RED RECORDS

Laurel Canyon 1967-1975


M.P. & RECORDS

HS: 65 HS: 70
Nel 1993, al secondo di 25 maggio 1931) che, L’ormai acclarata (quartiere di Los Angeles
album solista, l’ex Orme in occasione dei suoi 30 senescenza del rock dove alla fine degli anni
approfondì il rapporto con anni, è stato ristampato stimola sempre di più la Sessanta risiedevano
l’elettronica realizzando dalla M.P. & Records di fantasia dei compilatori grandi nomi del rock)
IMMAGIN’ARIE Vannuccio Zanella con delle consuete corpose e immaginando una
interamente con tastiere e l’aggiunta di tre bonus raccolte con decine di potenziale colonna sonora
programmazioni (tranne track: una rilettura di brani (76 in questo caso). che avremmo potuto
i vocalizzi di Mirela Ritratto di un mattino, Ormai selvaggiamente ascoltare passeggiando da
Zorzi nella celtica Vis de l’orecchiabile Ciao Taty saccheggiata la scena quelle parti tra il 1967 e il
Priimaveri e la chitarra come stai (con Pagliuca inglese degli anni 1975: dai Doors a David
acustica di Ruggero Robin cantante! – courtesy of Sessanta, si scava in Crosby, passando per
in un altro paio di episodi). autotune) e Ninna Nanna quella statunitense. Va Stephen Stills, Monkees,
Un lavoro gradevole dai Germano, un inedito al detto che questo box Buffalo Springfield, Poco,
tratti new age (con un pianoforte del compianto è molto interessante, Mamas and Papas, fino a
non dichiarato omaggio, Germano Serafin, andando, seppure un una serie di rarità e nomi
nel brano Parfum de Rio, chitarrista de Le Orme po’ pretestuosamente, a minori. È davvero un bel
all’ultimo disco delle Orme negli anni Settanta. gironzolare nella California sentire.
nel trio storico, il tema Mario Giammetti del Laurel Canyon Antonio Bacciocchi

95
Hard Stuff / Ristampe
Foto: Anton Corbijn

Peter Peter Hammill:


due album di ieri riletti
con la sensibilità di oggi.

Hammill
80
HS:

In A Foreign
Town/Out Of Water
2023
ESOTERIC ANTENNA/CHERRY RED

Due album originalmente pubblicati nel 1988 e nel 1990, gemma della maturità di Hammill, con brani di alto livello e
rielaborati e reincisi da Peter Hammill nel 2023. IN A FO- una varietà di sonorità. Nella nuova versione, Peter ha canta-
REIGN TOWN esplora l’uso della tecnologia MIDI in studio, to e suonato tutto da solo, sostituendo anche i contributi di
con canzoni che hanno un taglio politico e sociale. La produ- Nic Potter, John Ellis e David Jackson. Il disco ha perso così
zione originale era tipica degli anni Ottanta, ma nella nuova un po’ di calore e di dinamica, ma ha guadagnato in coerenza
versione è stata rivista e resa più attuale. Alcuni brani sono e in freschezza. Alcune canzoni sono state leggermente mo-
rimasti invariati, altri hanno subito modifiche più o meno si- dificate, come la lunghezza di Gaia o l’arrangiamento di Evi-
gnificative, come l’aggiunta di un pianoforte acustico in The dently Goldfish, ma in generale il disco mantiene la sua forza
Play’s The Thing o di suoni più moderni in Auto. C’è anche e la sua bellezza. Due album che meritano di essere ascoltati,
una versione strumentale di Time To Burn, per il karaoke. sia per i fan dell’artista che per gli appassionati di musica in
Il risultato è un lavoro interessante, ma non tra i migliori di generale. Due opere diverse, ma complementari, che mo-
Hammill, con alcuni pezzi deboli e datati. OUT OF WATER è strano la creatività e la personalità di Hammill, uno dei più
invece pensato per una band, con una maggiore padronanza grandi e influenti musicisti di tutti i tempi.
della tecnologia di studio. Il disco originale era una piccola Alessandro Staiti

96
Anthony Phillips Crazy World
& Harry Of Arthur Brown
Williamson Live At High Voltage

ESOTERIC RECORDINGS
Gypsy Suite –
Remastered &

BLACK WIDOW
Expanded Edition

HS: 75 HS: 80
Amici dal 1968, agli albori Gypsy Suite utilizzando Con il viso dipinto, la con il volto coperto da un
dei Genesis, Ant e Harry solo due chitarre a 12 corde grande voce e il suo velo, e poi Kites in reggae,
si ritrovarono qualche accordate in maniera a dir sublime istrionismo, il 23 verve teatrale, Voice Of
anno dopo per comporre poco bizzarra. Le due mini luglio del 2011 Brown è Love, balletti, Don’t Let
insieme e partirono da suite, pubblicate infine sul piccolo palco dell’Ace Me Be Misunderstood
Tarka, musica ispirata nel 1995 ma da tempo Cafe all’interno dell’High e dal primo disco del
al famoso libro di Henry fuori catalogo, sono oggi Voltage Festival. Con mondo pazzo la frenetica
Williamson, padre di di nuovo disponibili in lui Nina Gromniak, Jim Spontaneous Apple
Harry, Tarka The Otter, forma rimasterizzata e Mortimore, Sam Walker, Combustion insieme alla
registrandone nel 1976 con una ricca bonus track la danzatrice Angel “suite del fuoco” con Fire.
un demo per chitarre (Movement III). E nulla Fallon e la tastierista Pubblicato nel 2012 in
acustiche, tastiere e hanno perso del bagaglio Lucinka Rejchrtova, edizione molto limitata
minimali percussioni di emozioni per chiunque scoperta mentre suona in su Lp, il disco è di nuovo
(la versione orchestrale ami le atmosfere bucoliche una stazione della tube. disponibile, sempre su
sarebbe uscita nel 1988). e classicheggianti. Si apre con The Bridge, vinile, rimasterizzato.
Nel 1979, invece, incisero Mario Giammetti nella quale Brown canta Mario Giugni

Gentle Giant AA.VV.


The Missing Piece Les Cousins:
STRAWBERRY / CHERRY RED

The Soundtrack
Of Soho’s Legendary
Folk & Blues Club
CHRYSALIS

HS: 70 HS: 90
Con l’inarrestabile cambio lato B stranamente meno Ci fu un’epoca, negli Incredible String Band),
di scena musicale che convincente anche se anni Sessanta, in cui future star (Paul Simon,
caratterizzò l’Inghilterra costituito di materiale un minuscolo locale Donovan, Cat Stevens, Al
post ’77, i Gentle Giant a più ampio respiro (ad di Soho chiamato Les Stewart) e figure di culto
mostrarono segni di esempio la ballad acustica Cousins divenne il centro (Anne Briggs), maestri
disagio che portarono Memories Of Old Days). del mondo, almeno nel canto a cappella
all’efficace restyling di Questo nuovo remaster per tutti quei musicisti (Watersons) e guitar
THE MISSING PIECE, firmato da Steven Wilson, bohémienne (britannici, heroes acustici (Davey
un disco letteralmente disponibile in varie ma anche americani) che Graham, Bert Jansch,
spaccato in due: una versioni e mix in vinile, si stavano impegnando John Renbourn, Michael
raccolta di brani brevi nel Cd e Blu-ray, include a rianimare le tradizioni Chapman, Martin Carthy):
lato A (dal pop sopraffino anche l’inedito Winning, musicali folk & blues nelle 71 canzoni di questi
I’m Turning Around al un piacevole strumentale innervandole con lo spirito tre Cd meticolosamente
punk&roll Betcha Thought con la chitarra di Gary del tempo. Padri putativi compilati da Ian A.
We Couldn’t Do It), Green e la drum machine (A.L. Lloyd, Alexis Korner) Anderson per l’etichetta
sempre con un marchio di e le percussioni di John e innovatori/cantautori Strawberry ci sono
originalità e virtuosismo Weathers in evidenza. (Sandy Denny, Nick Drake, davvero tutti.
mai fine a se stesso, e un Mario Giammetti John Martyn, Roy Harper, Alfredo Marziano

97
Hard Stuff / Ristampe

!ŸŢŸƦƦġƼūѡǬŭöŢūġŭƴġƴƼƴƴö
la loro produzione in un box.

Colosseum
90
HS:

Elegy
The Recordings
1968-1971
ESOTERIC / CHERRY RED

Il doveroso omaggio a una band di fuoriclasse allevati nel pio LIVE del 1971. Tutti i brani sono stati rimasterizzati con
vivaio del blues londinese da Alexis Korner, John Mayall e l’aggiunta di diverse demo e un altro album live con registra-
Graham Bond: la batteria immaginifica e funambolica di zioni del 1971 tra le quali si può apprezzare la maestria nel
John Hiseman, il sax caldo e potente di Dick Heckstall-Smith, rendere in concerto il loro brano più celebre, Valentyne Suite.
le tastiere e il vibrafono di Dave Greenslade, un organista che Una raccolta che sprigiona un’incontenibile energia, dal clas-
rivaleggiava in barocca inventiva con il primo Emerson. Una sico di Graham Bond Walking In The Park a Beware The Ides
formazione poi affinata nella loro purtroppo breve esisten- Of March ricalcata sulle stesse armonie bachiane di A Whiter
za da Hiseman, leader indiscusso, con l’arrivo della chitarra Shade of Pale, dalla bizzarra parodia del Bolero di Ravel ai due
pungente e aggressiva di Dave Clempson e, soprattutto, di un immortali capolavori di Jack Bruce Rope Ladder To The Moon
vocalist teatrale e straripante come Chris Farlowe, che rim- e Theme For An Imaginary Western. Ricche e arricchite da in-
piazzava l’esile voce del primo chitarrista James Litherland. terviste le note di Mark Powell. I nostalgici riconosceranno
Il box comprende l’intera breve discografia, dal primo album nella title-track del primo album una sigla dell’indimenti-
del 1968, intitolato ironicamente THOSE ABOUT TO DIE SA- cabile Per voi giovani di Renzo Arbore.
LUTE YOU, cioè il morituri te salutant dei gladiatori, al dop- Stefano Pogelli

98
Nina
Un cofanetto di otto Cd
per raccontare
gli inizi di Nina Simone.

Simone HS:

90
Blackbird
SOULMUSIC / CHERRY RED

Innegabile che Eunice Kathleen Waymon in arte Nina Si- nuti – con l’aggiunta di qualche bonus dagli archivi – al-
mone, scomparsa appena settantenne ventuno anni fa, trettanti album, quelli pubblicati in origine dalla Colpix
sia stata una delle figure più carismatiche e influenti del- tra il 1959 e il 1964: in pratica, tutta la produzione iniziale
la musica del secolo scorso; non esattamente una madre (manca solo il debutto LITTLE GIRL BLUE, su Bethlehem),
di quello che per semplicità chiamiamo “rock”, dato che per un totale di ben centosette brani. Nelle sue sette ore, le
la sua discografia fu inaugurata nel 1959, ma una sorta di doti di interprete e (in misura minore) autrice dell’artista
madrina senza dubbio sì, alla luce di quanti nell’ambito le emergono prorompenti, alla pari della sua straordinaria
hanno reso omaggio in mille modi diversi. Pianista, ecletti- capacità di spaziare con estrema naturalezza fra il jazz
ca compositrice, arrangiatrice, performer assai poco con- e il blues/r&b, il soul e il folk, il gospel e la classica, non
venzionale, attivista e soprattutto (?) cantante dalla voce senza deviazioni verso il pop (“alto”, va da sé). I suoi lavori
duttile e tremendamente suggestiva, la Signora non ha più celebrati, è noto, sono quelli editi tra il 1965 e il 1969
mai avuto successi davvero significativi nelle classifiche, prima dalla Philips e poi dalla RCA, ma in questi reperti
ma ha tuttavia impresso un segno profondo nella Storia, “giovanili” (le virgolette ci stanno: quando si affrancò dalla
divenendo a tutti gli effetti un’icona. Colpix, Nina Simone aveva trent’anni) vantano già tutte le
In questo magnifico cofanetto di otto Cd confezionato da caratteristiche che l’hanno resa grande. Anzi, immensa.
uno dei tanti sottomarchi della Cherry Red sono conte- Federico Guglielmi

99
Hard Stuff / Libri

Jimi
Janie Hendrix
e John McDermott
Provincial Punk
Edi KERMIT Toffoli

Goodfellas, 19€

Rizzoli, € 50
HS: 90 HS: 90
Per niente facile, essere tutto nelle sue band, Un volume lussuoso lettura. Mitch Mitchell
punk nel 1977, a Milano Mercenary God e The Sex! curato da uno dei scelto da Chas Chandler
come a Londra. Figurarsi su tutte. Provincial punk è massimi esperti di tirando una monetina
in un posto come Gemona un memoriale crudo, vero, Hendrix al mondo per aria, a scapito di
del Friuli. Lì di punk ce impietoso, ritratto perfetto con la collaborazione Aynsley Dunbar; Dick
n’era solo uno: Edi Toffoli, della provincia friulana della sorella minore Rowe, l’uomo che rifiutò
per gli amici Kermit, dal di fine anni Settanta, del chitarrista, Janie. i Beatles, che fa il bis con
famoso Muppet. Con una scritto con bello stile L’apparato iconografico Hendrix; «Billboard» che,
determinazione enorme, desunto da buone letture. sopraffino (con foto anche dopo averlo sentito a
Edi andò a vivere da solo A Toffoli l’Italia della private e molti manifesti Monterey, decreta che non
giovanissimo in una discografia canaglia deve d’epoca) si accompagna ha talento; il processo per
baracca, guadagnandosi il una vita. Libro bellissimo e a una vera e propria droga di Toronto: tante
pane nei cantieri edili post- straconsigliato. biografia di Hendrix in chicche da leccarsi i baffi.
terremoto e investendo Renzo Stefanel 320 pagine di scorrevole Renzo Stefanel

Marillion Vivo dal vivo


Massimo Longoni 2010-2023
Carlo Massarini
Rizzoli Lizard, € 30
Tsunami, € 25

HS: 85 HS: 90
Bella, completa, a un certo punto si è Questo librone (400 pop al rock, passando per
equilibrata e trovata senza contratto, e passa pagine in la world music, il jazz, il
appassionante, inseguendo un sogno di grande formato) è un cantautorato, il folk, il rap
questa biografia “non purezza artistica che l’ha appassionato viaggio nella e quant’altro, scivolando
autorizzata” dei Marillion portata lontano dal prog musica dal vivo: centinaia agilmente da Nick Cave
scritta da Massimo tradizionale, deludendo di scatti per 120 concerti a Salmo, ma sempre
Longoni di TGcom24. parte del suo pubblico, ai quali Carlo Massarini riuscendo a raccontare
Personalmente non sono e per sopravvivere ha ha assistito tra il 2010 e con personalità e
mai stato un loro fan inventato il crowdfunding, il 2023. Musicalmente raffinatezza le storie
sfegatato, eppure mi sono rientrando in classifica e onnivoro e sinceramente che stanno dietro a uno
appassionato a questa arrivando indenne fino a disinteressato alle spettacolo e a coglierne
lettura e all’ascesa e alla oggi. etichette, Mister Fantasy con il suo obiettivo gli
caduta di una band che Renzo Stefanel si diverte a mescolare istanti fatali.
estetiche e culture, dal Maurizio Becker

100
Hard Stuff / Comics&Co

Il grande libro Battiato


di H.P. Lovecraft l’alieno
Sebastiano Fusco Maurizio Di Bona –
Alessio Cantarella

Mondadori, € 30

Mimesis, € 15
HS: 80 HS: 80
Non è una delle troppe ferma e competenza Folgorante saggio un vagare senza meta
antologie dedicate a la vita e la carriera dedicato a Franco all’interno della Galassia
Lovecraft, opere spesso letteraria di Lovecraft, Battiato. La storia del Battiato, ma in realtà
raccogliticce, ottenute mescolando in modo grande siciliano è qui nel libro si individua un
assemblando racconti di sapiente il suo epistolario, raccontata su due livelli: filo rosso ben preciso,
varia provenienza. Questo brani dai racconti e anzitutto grafico, grazie costituito dal rispetto
volume è imperdibile per riflessioni storico-critiche, alle vignette di Maurizio che gli autori provano
tutti gli appassionati dello ottenendo un compendio Di Bona. E poi narrativo- per questo artista,
scrittore di Providence, estremamente esauriente orale, grazie ai ricordi protagonista assoluto e
e andrebbe studiato con sull’autore. Chiunque di decine e decine di quasi alieno del panorama
attenzione da chi intende voglia iniziare a conoscere personaggi che l’hanno musicale italiano, non a
replicare lavori simili Lovecraft dovrebbe partire conosciuto e frequentato. caso ancora oggi unico e
per altri autori. Fusco da qui. Apparentemente, questa inimitabile.
ripercorre con mano Alessandro Bottero scelta potrebbe sembrare Alessandro Bottero

Blaxploitation L’anima pop


Mattia Chiarella degli anni 80
Alessandro Girola
– Alberica Sveva
Simeone
Weird Book, € 24,90

Odoya, € 18

HS: 90 HS: 85
Mattia Chiarella dedica è documentatissimo e si Questa “cronaca di con i telefilm cult sia USA
tempo e passione a un legge come il romanzo un decennio magico” (Magnum P.I., Hazzard)
fenomeno poco noto di un cinema che tentò ripercorre il periodo 1980- che made in Italy (I ragazzi
qui in Italia, al di là della di dare voce a una razza 1989, all’epoca parecchio della 3a C), ma anche una
pura aneddotica, ossia che stava uscendo dalla snobbato rispetto al serie di capitoli legati
la Blaxploitation, quel Segregazione lottando, decennio precedente. Il all’horror, ai giocattoli
periodo d’inizio anni per poi dissolversi libro si fonda su alcuni cult, ai cartoni animati e
Settanta in cui registi quando lo status quo lo cardini precisi: cinema, con così via. Lettura godibile.
e attori cercavano di assorbì rimasticandolo le icone di quel decennio Unica pecca, la povertà
portare avanti, in modo e “neutralizzandolo”. La (Rocky, Rambo, Terminator dell’apparato iconografico
anarchico e forse a tratti Blaxploitation fu tante e altri) e i filoni nati e (in bianco e nero), che
sgangherato, un’estetica cose, ma soprattutto una: arrivati all’apice in quel penalizza non poco le
cinematografica la gioia di esagerare. periodo (Alien, Ghostbusters, immagini.
afroamericana. Il saggio Alessandro Bottero Ritorno al futuro). C’è la tv Alessandro Bottero

venga sul sito eurekaddl.yachts


101
Hard Stuff / Playing / a cura di Gianni Rojatti

Chitarra Elettrica
GIBSON SG
Standard ’61
Peperina e tagliente

HS: 100
Se si dovesse stabilire un quadrumvirato delle chitarre
elettriche più popolari del rock, non ci sarebbero dubbi:
assieme alla Stratocaster di Jimi Hendrix, la Les Paul di
Jimmy Page, la Telecaster di Joe Strummer, l’unica chitarra
che di diritto meriterebbe quel posto è la Gibson SG.
La SG la conosciamo tutti perché è da sempre l’unica chi-
tarra che abbiamo visto al collo di Angus Young degli AC/
DC o Robby Krieger dei Doors. Nasce negli anni Sessanta
perché le chitarre Fender (Stratocaster e Telecaster) stan-
no rubando la scena proprio alla Gibson Les Paul. Sono
più leggere, maneggevoli e – anche se non così potenti
e aggressive sulle distorsioni – si rivelano estremamen-
te versatili. La SG nasce proprio con l’intento di colmare
queste lacune e, in effetti, si guadagna grandi consensi per
la comodità del manico e il poco peso. L’ auspicata versa-
tilità, invece, non diventa esattamente il fiore all’occhiello
di questa chitarra: il timbro distorto è più peperino e ta-
gliente di tutte le chitarre fino ad ora menzionate e la SG
farà strage di cuori tra chitarristi hard rock e persino punk.
Il fatto che, poi, resti tra le chitarre più suonate da Frank
Zappa, la dice comunque lunga sul fatto che – nelle mani
giuste – possa suonare qualunque cosa.

102
Supporti per amplificatore
Fender Deluxe Wooden Stand
Strumenti d’arredo

HS: 70
Fender lancia una linea esclusiva di supporti per chitar-
re, bassi e amplificatori pensati come oggetti d’arredo,
perfetti per esporre in maniera elegante i propri stru-
menti musicali. Supporti che, quindi, strizzano l’occhio
soprattutto a collezionisti o detentori di pezzi particolar-
mente pregiati. Così, tanto per costo che per ingombri,
sono sconsigliati per l’utilizzo più pratico e spartano di
palchi, studi di registrazione e sale prove. Ovviamente,
con queste finalità, oltre all’estetica, molto è stato speso
in termini di progettazione perché questi stand risultassero pesanti
e particolarmente affidabili e sicuri, così da appenderci e appoggiarci,
senza titubanza, anche pezzi musicali da museo. Stilosissimo lo stand
in legno per amplificatore che è da considerare anche come disperato
ultimo tentativo per evitare lo sfratto, dal salotto di casa, del nostro glo-
rioso e ingombrante amplificatore. Tanto più che il comodo cassetto
integrato permette di tenere in ordine – tutti assieme – cavi, spartiti,
pedalini, corde e accessori vari.

Metodo per Chitarra Elettrica


Troy Stetina: Speed Mechanics
For Lead Guitar
Un classico per aspiranti neoclassici

HS: 90
È un libro che esce nel 1992 quando ancora ci si chiedeva cosa diavo-
lo ci fosse nell’acqua che aveva bevuto gente come Eddie Van Halen,
Steve Vai, Yngwie Malmsteen o Paul Gilbert per trasformare – in pochi
anni – la chitarra rock e metal in un esercizio di acrobazie aliene e vir-
tuosismi impossibili, inaffrontabili e indecifrabili ai più. Il metodo di
Troy Stetina era tra i manuali meglio realizzati per esplorare e affinare
quel tipo di tecnica chitarristica metal che doveva tantissimo alla mu-
sica classica e – soprattutto – ai 24 Capricci di Niccolò Paganini. A ol-
tre trent’anni dall’uscita, questo libro è diventato un classico perché si
è dimostrato uno dei testi meglio strutturati per curare la conoscenza
meccanica delle scale, della tecnica e perseguire obiettivi di velocità
e pulizia esecutiva. Potrà giovare a qualunque tipo di chitarrista elet-
trico ma è – ovviamente – particolarmente indicato a chi scorrazza e
vuol farsi le ossa tra metal, neo classico e progressive.

103
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104
Live Review
A cura di Danilo D’Auria

106
Antonio Onorato

107
Lucio Corsi

108
Umphrey’s McGee

Foto: DANILO D’AURIA

105
Live Review
A cura di Danilo D’Auria

Antonio Onorato
Alexanderplatz, Roma
Concerto visto da Mario Giugni e fotografato da Stefano Carsetti Esposito il 29 gennaio 2024

hitarrista extraordinaire, nel corso degli atmosfera con il jazz e il blues di ¾ e un po’, Palummella e Nea-

C
anni Onorato si è mosso con grande di- politan Minor Blues. Poi, dopo il solo acustico Assaje, rilegge a
sinvoltura tra jazz, rock, blues e world modo suo Resolution di John Coltrane con la breath guitar, la
music. E con il recente DEDICATO AL “chitarra a fiato” da lui inventata, e strappa applausi con il fe-
NAPULE’S POWER si è avvicinato al re- stoso rock afrolatino di Coinda. Quindi, dal nuovo disco Voglio
pertorio del vivace movimento fondato di più e Chi tene ’o mare di Pino Daniele, interpretate con una
nei Settanta dal giornalista (nonché suo attuale producer) sensibilità che riporta a Gary Moore e a Carlos Santana, Un’
Renato Marengo. In trio strumentale, davanti a un parterre ora sola ti vorrei a ricordare Mario Musella degli Showmen e,
di fan e colleghi (Alan Sorrenti, Tony Esposito, Claudio Si- in chiusura, una versione panetnica della Tammurriata nera:
monetti, il produttore Michelangelo Romano), crea la giusta ipnotica e travolgente.

106
Lucio Corsi
Orion Club, Roma
Concerto visto da Riccardo De Stefano e fotografato da Danilo D’Auria il 26 gennaio 2024

“L’
astronave Giradisco” di Lucio Corsi testi poetici in cavalcate rock dal sapore nostalgico, domina-
atterra all’Orion, Ciampino, ulterio- te dai fraseggi di twin lead guitar insieme a Filippo Scandro-
re data del lungo tour di LA GENTE glio. Non c’è solo l’apertura glam di Freccia bianca e La bocca
CHE SOGNA, ultimo, delizioso album della verità, ma anche un’ampia parte acustica col solo Lucio
del songwriter maremmano. Con una sul palco, dove concede diversi inediti al pubblico, tra r’n’r e
band full electric di chitarre, piano, or- canzone d’autore. Al rientro della band, Lucio omaggia T-Rex,
gano, synth e Mellotron, Lucio imbraccia fieramente la sua Battisti e Ivan Graziani (in un lungo impromptu), rivisitando
Gibson fumante e distrugge ogni cliché sul cantautorato: brani vecchi e nuovi, ampliati da assoli e strumentali. Due ore
prendendo tanto dai T-Rex di Bolan, trasforma i suoi brillanti piene per uno show tra i migliori in circolazione adesso.

107
Live Review
A cura di Danilo D’Auria

Umphrey’s McGee
Brooklyn Steel, New York
Concerto visto e fotografato da Jerry Cutillo il 20 gennaio 2024

iamo alla seconda delle due serate degli Um- rock, acid blues, prog, country e fusion sempre sobria e discipli-

S
phrey’s McGee al Brooklyn Steel di New York. nata con spunti vocali che richiamano motivi radiofonici easy-
Il palco è stracolmo della strumentazione dei listening. Anche 10th Grade alterna momenti soft a virtuosismi
chitarristi Jake Cinninger e Brendan Bayliss, chitarristici, e poi si riparte con un brano celebrativo dedicato
del percussionista Andy Farag, del bassista allo zio Sam, Glory. L’audience ondeggia con le braccia distese
Ryan Stasik, del tastierista Joel Cummins e del e le dita della mano a imitare le corna del bisonte, l’animale che
batterista Kris Myers. Lo spettacolo parte con simboleggia il sogno americano. La presentazione del gruppo
un sequencer che s’insinua ipnoticamente fino all’esplosione viene accolta da ovazioni e altrettanto accadrà per il rispolvero
corale guidata dalla Stratocaster di Cinninger. I suoi riff geome- di un brano del Duca Bianco che lancia il pubblico femminile in
trici, ammorbiditi da fugaci interventi vocali, si trasformano in una sfrenata Let’s Dance. Dopo l’inattesa pausa, il secondo set
spunti improvvisativi, e sarà questa la formula per l’intero spet- si apre con un copione analogo ma con una maggiore intensità
tacolo. Con gli occhi nascosti dalle visiere dei cappelli del col- delle improvvisazioni e, a questo punto, tutto può accadere, an-
lege dello Stato dell’Indiana, il chitarrista e il bassista comin- che che il pubblico non riesca più a stare fermo o che qualcuno
ciano a duellare su una miscela sonora composta da elementi sbadigli dalla noia.

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Opinioni

Se chiude Pitchfork

“Il nuovo mondo sta morendo,


Il tramonto il successivo tarda
di un’utopia a comparire, e in questo
chiaroscuro nascono i mostri”

Francesco
Donadio
Ebbene sì: io ero tra coloro che prima ternativa di quegli anni e non solo. Ma con l’assorbimento di Pitchfork da parte
dell’avvento dei social network e della Pitchfork non è stato solo un repository di «GQ», rivista “corazzata” della Condé
musica in streaming – pressappoco tra di “contenuti”. È stato un vero e proprio Nast, e relativo “downsizing” che tradot-
il 2003 e il 2013 – ogni giorno erano so- modello di rivista sul web, alternativa a to significa licenziamento di gran parte
liti passare (almeno) una mezz’oretta a quelle cartacee e infinitamente più ra- dei redattori che ci lavoravano. Insom-
compulsare pitchforkmedia.com per pida nell’arrivare sulla notizia (sulle re- ma, se non è la fine poco ci manca. E tro-
leggere da cima e fondo le nuove recen- censioni di dischi e concerti come sulle vo che sia molto grave, perché questa in-
sioni e gli approfondimenti postati dalla breaking news), da cui sono poi derivati, cresciosa evoluzione è la dimostrazione
celebre webzine. Era, questo, un rituale come è ovvio che sia, innumerevoli ten- pratica che quello che si pensava fosse il
da cui nessun vero appassionato di mu- tativi di imitazione, generalmente più futuro per l’informazione e la critica mu-
sica poteva prescindere, per un sempli- nel male che nel bene. Ma era anche un sicale, in verità non lo è affatto. Non sono
ce motivo: Pitchfork in quel periodo era modello di business autosostenibile, ov- il futuro le webzine, perché economica-
il principale punto di riferimento per vero che poteva continuare a prosperare mente – obbligate a seguire le tendenze
la scena “indie”, un po’ come lo erano e a crescere solo grazie alla pubblicità e a della musica odierna – non rendono, e
stati «Rolling Stone» per l’hippie rock poco altro? Probabilmente no, come si è non possono esserlo nemmeno le più
e il «NME» per il punk e il post-punk. cominciato a capire già nel 2015, quando “conservatrici” riviste di carta a paga-
Era gratis. Era autorevole. Le opinioni la Condé Nast ha acquisito la testata dai mento, i cui già attempati acquirenti tra
dei suoi contributor (teste d’uovo come fondatori Ryan Schreiber e Chris Kaskie. non molto stireranno le zampe. Il pro-
Stephen Deusner, Amanda Petrusich e Quasi in contemporanea, Pitchfork ha blema, per parafrasare un noto filosofo
Simon Reynolds) contavano tantissimo iniziato a dare meno spazio al declinan- politico italiano del Novecento, è che “il
e si diffondevano in tempo reale in tut- te indie-rock allargando il suo sguardo nuovo mondo sta morendo, il successivo
to il mondo. E personalmente conservo a musiche “altre” (hip hop, r’n’b, pop, tarda a comparire, e in questo chiaro-
con cura, e consulto ancora di tanto in world music, elettronica, industrial ecc.) scuro nascono i mostri”. Perché è esatta-
tanto, l’unica pubblicazione cartacea e avvicinandosi alla filosofia “woke”, col mente questo che personalmente temo:
realizzata dal team Pitchfork (nel 2008): risultato però di perdere il suo vecchio che in realtà il successore di Pitchfork
The Pitchfork 500: Our Guide to the Grea- pubblico di lettori senza guadagnarne esista già, e magari si trova su TikTok.
test Songs from Punk to the Present, una molto altro. Da qui il recente tentativo E questa sì che sarebbe veramente una
vera e propria Bibbia della musica al- (probabilmente) di dare una sterzata, sciagura.

110
è un disastro per la musica?

“No, non è una catastrofe,


Tanto ma una normalissima,
rumore inevitabile conseguenza
di come va il mondo”
per nulla

Federico
Guglielmi

Negare che Pitchfork sia un mezzo mol- dagnarci, sic et simpliciter. Le esequie sapere: l’erba cattiva non muore mai);
to importante per la propaganda di cer- anticipate, semmai, avrebbero dovuto e un domani, come già molte volte ac-
ti suoni sarebbe impossibile. Allo stesso aver luogo nove anni fa (magari sono caduto, la nuova webzine-leader sarà
modo, è difficilmente confutabile che, state pure celebrate, non so, e allora fagocitata dalla “macchina” e i suoi fon-
a fronte di un tot di offerte di qualità, questo sarebbe il secondo funerale), ma datori si metteranno in tasca dei soldi.
abbia fatto più danni della grandine, sia Pitchfork è rimasto in vita e secondo al- Sono cinico, lo ammetto senza alcuna
in termini di scelte editoriali e di esal- cuni è perfino migliorato, nonostante le difficoltà, ma ormai cinismo coincide
tazioni di parecchia musicademmerda, tante derive fighette, modaiole e main- con realismo e comunque musica e in-
sia perché le sue fortune hanno orien- stream. Poi, ovvio, la crisi dell’informa- formazione musicale hanno problemi
tato numerosi cialtroni verso tentativi zione non solo musicale e soprattutto di ben più seri dell’eventuale sparizione di
di imitazione non esattamente edifi- quella “qualificata” è sempre più nera, e una pur cruciale webzine… sparizione
canti. In ogni caso, i de profundis che in se i padroni hanno optato per un cam- che, no, non è una catastrofe, ma una
gennaio hanno monopolizzato la mia bio di rotta non ci sono alternative al normalissima, inevitabile conseguenza
bolla social non sono insensati, ma al chinare il capo. di come va il mondo; nello specifico,
massimo prematuri: Pitchfork non è Su quello che riserva il futuro al momen- che la platea interessata a leggere cose
(ancora) morto, si è parzialmente ri- to ci sono solo ipotesi, e la più probabi- serie di rock, pop, hip hop o quel che vi
dimensionato perché Condé Nast, sua le è che Pitchfork si banalizzi e, com’era pare si è enormemente assottigliata, in
proprietaria dal 2015, ha ritenuto che al usuale dire anni fa, “si commercializzi”. parallelo alla vertiginosa crescita di co-
suo business servissero correttivi e l’ha E allora? Esistono ed esisteranno deci- loro che ascoltano superficialmente e
quindi collocato nell’orbita di «GQ» (e ne se non centinaia di altre webzine più seguono gli artisti (o i sedicenti tali) in
se non sapete che roba sia, beati voi). È o meno underground che in qualche connessione al gossip, alla moda, alle
noto che le multinazionali hanno come misura ne prenderanno il posto nelle tendenze. È questa, l’autentica catastro-
unico obiettivo il profitto e se acquista- preferenze degli appassionati, i giorna- fe, mica Pitchfork che forse chiuderà i
no strutture “alternative” di qualsivoglia listi bravi scriveranno altrove e quelli battenti o diventerà l’ennesima porche-
tipo, lo fanno perché puntano a gua- scarsi non scriveranno più (ma vai a ria di cui il web è infestato.

111
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Soundtrack Of My Life

Justin Hayward
Foto: MARTA SZCZESNIAK/PRESS

Van Halen suonare e pensai: ‘Come ri- il basso di John Entwistle. E poi, suona-
esce a farlo con una chitarra? Da dove vano così forte. Nessuno poteva batterli.
diavolo esce questa roba?’. Non è pos-
sibile imparare, e tantomeno insegnare IL MIO DISCO MIGLIORE
quello che faceva. Sono due veramente, entrambi dei Mo-
odies: DAYS OF FUTURE PASSED [1967]
IL MIO CANTANTE PREFERITO e THE OTHER SIDE OF LIFE [1986]. Il
Quando i Moodies furono introdotti nel- secondo ci ridiede il successo negli USA.
L’ex frontman dei Moody Blues la Rock And Roll Hall of Fame [nel 2018], Tornare in pista negli anni Ottanta, come
ci parla dei dischi, degli artisti assieme a noi fu introdotta anche Nina facemmo negli USA, fu un dono del cielo.
Simone, in modo postumo. Ai nostri ini- Negli anni Sessanta me lo ero perso per-
e degli eventi che hanno un posto zi per noi lei fu fondamentale. Sono sta- ché con la mente ero altrove – chimica-
speciale nella sua vita. to molto fortunato a riuscire a vederla mente, misticamente, ed emotivamente.
dal vivo una volta. L’emozione che met-
teva nella voce era incredibile. IL MIO DISCO PEGGIORE
Prima dei Moodies, ho fatto un paio di
L’AUTORE PREFERITO cose con la Pye che non erano granché.
Intervista: Rob Hughes
Da Homeward Bound in poi ho sempre E poi direi THE PRESENT [1983]. Cion-
ammirato Paul Simon, per il modo in dolavamo in studio, perdendo tempo,

S
cui riesce a legare assieme le immagini giocando a pallone e sprecando settima-
ono passati circa 60 anni da quan- nei suoi testi, solo con una chitarra acu- ne a incidere un solo brano.
do un adolescente Justin Hayward stica. La prima volta che vidi Simon &
diventò il chitarrista di Marty Wil- Garfunkel alla Albert Hall, alla fine de- IL MIO PIACERE PROIBITO
de, per poi diventare cantante, chitarri- gli anni Sessanta, avresti pensato che il Adoro i brani pop ben costruiti – Stock
sta e centro focale dei Moody Blues, con cantante solista era lui, perché era lui Aitken Waterman, le Spice Girls e le boy
i quali avrebbe scritto classici immortali a scrivere i brani. Ma poi mi resi conto band. Ma è una colpa se mi piacciono?
come Nights In White Satin, Tuesday Af- che il solista era Art, mentre Paul faceva Io amo la musica.
ternoon, Question e The Voice. I Moodies tutte quelle stupefacenti piccole armo-
ci hanno salutato, ma la carriera solista nizzazioni. LA MIA CANZONE DA PARTY
di Hayward continua. Nell’imminenza Se sono seduto e parte September degli
del tour inglese Blue World, Hayward ri- IL MIO EROE Earth Wind & Fire, devo alzarmi. È uno
vela a «Classic Rock» le sue passioni mu- Negli anni Sessanta c’erano un sacco di di quei brani che ti prende e ti spinge
sicali più segrete. persone che eri sicuro sarebbero diven- a ballare. Ho sempre amato la voce e il
tate famose. Ma poi per un motivo o per groove di Maurice White, e il messaggio
LA PRIMA MUSICA CHE RICORDO l’altro non è successo. Roy Buchanan, di armonia universale del gruppo.
DI AVER ASCOLTATO il chitarrista, era davvero unico. Il suo
Vengo da una famiglia molto credente, modo di suonare mi ha influenzato mol- IL BRANO PER L’ORA DELL’AMORE
per cui andavo in chiesa ogni domenica. tissimo. Ho avuto il previlegio di conoscere Dan-
Era abbastanza noioso, ma mi piace- ny Williams quando suonavo con Marty
va molto cantare i brani dalla raccolta IL DISCO MIGLIORE Wilde. Danny realizzò la versione ingle-
HYMNS ANCIENT AND MODERN. An- DI TUTTI I TEMPI se di Moon River [1961], e quei tre minuti
cora oggi, quando vado in chiesa, provo I Beatles per me sono stati fondamen- m’insegnarono come si canta, o almeno
le stesse emozioni. Il primo cantante tali. Ricordo di aver ascoltato la prima come volevo cantare io.
pop che mi è piaciuto è stato Johnnie volta Love Me Do, e di aver pensato che
Ray: Cry e Just Walkin’ In The Rain. da quel momento in poi la vita sarebbe LA CANZONE CHE MI FA
stata diversa. Quando poi si arriva a A PIANGERE
LA PRIMA CANZONE CHE HO HARD DAYS’S NIGHT, ogni brano è un Non direi che mi fa piangere, ma quan-
ESEGUITO DAL VIVO capolavoro. Lo so che scrivevano di cor- do sento Sailing di Christopher Cross mi
Conservo un acetato del primo gruppo sa e che ogni canzone è di due minuti e fermo sempre ad ascoltarla.
in cui sono stato, i Woodpeckers, nel mezzo, ma quel disco mi colpisce anco-
mio primo anno alla High School di ra oggi. Hanno aperto le porte a tutti. LA CANZONE CHE VORREI FOSSE
Swindon. Suonammo Charlie Brown dei SUONATA AL MIO FUNERALE
Coasters. IL GRUPPO LIVE MIGLIORE Ci sono diverse incisioni delle Four Last
CHE HO VISTO Songs di Richard Strauss. Una è di Elisa-
IL MIO GUITAR HERO Il gruppo live migliore che io abbia mai beth Schwarzkopf con la Berlin Symphony
Nel corso dell’era Jump dei Van Halen, visto sono stati gli Who al Saville Thea- Orchestra [1966], e mi colpisce ogni volta.
suonammo assieme a un grande festival tre [Londra]. Il sound era perfetto, spe- Il quarto brano si chiama At Gloaming. È
a Bethlehem, Pennsylvania. Vidi Eddie cialmente l’equilibro tra la SG di Pete e bellissimo.

113
Il prossimo numero
ti aspetta in edicola ogni 30 del mese!
THE BLACK CROWES BLACK SABBATH
I fratelli Robinson festeggiano quarant’anni Il nuovo cantante durò appena cinque minuti,
con un nuovo disco made in Nashville e ci parlano e ormai tutti nella band guardavano altrove.
della lunga e tortuosa strada percorsa. Poi a fine 1984 arrivò la mazzata finale:
il successo di Ozzy.

MICK MARS
Mentre esce il suo esordio come solista,
il chitarrista dei Mötley Crüe.
Racconta un vita di eccessi in un’intervista
senza troppi peli sulla lingua.

Periodico mensile FOREIGN RIGHTS contabilità, (con base giuridica contrattuale), per le finalità derivanti da obblighi di legge ed
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