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Friedrich Kalkbrenner
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Indice
Biografia
Il pianista e il didatta
Il compositore
Note
Bibliografia
Opere didattiche di Kalkbrenner
Friedrich Wilhelm Michael (Frédéric)
Letteratura secondaria
Kalkbrenner
Esempi di spartiti
Altri progetti
Collegamenti esterni
Biografia
Figlio di Christian Kalkbrenner (1755-1806), un musicista ebreo attivo a Kassel, Friedrich fu istruito al
Conservatorio di Parigi, ed iniziò presto a suonare in pubblico. Nel 1803 andò a Vienna a studiare
contrappunto con Albrechtsberger e qui conobbe Hummel e Clementi; fece anche amicizia con Beethoven e
ottenne la protezione di Haydn. Brillante esecutore e insegnante di successo, dal 1814 al 1823 visse a Londra e
nel 1818 si associò al pianista e compositore Johann Bernhard Logier, che aveva inventato un dispositivo detto
Chiroplasto mediante il quale veniva regolata la posizione delle mani sul pianoforte; Kalkbrenner vi apportò
delle modifiche semplificatrici, nel 1830 col nome di Guidemains (Guidamani) lo brevettò a Parigi, dove si era
stabilito dal 1824, e ne promosse la diffusione[1]. A Parigi insegnò al Conservatorio e divenne membro
dell'azienda di fabbricazione di pianoforti Pleyel & Co., facendo fortuna grazie alla sua attività commerciale
combinata con quella artistica. Morì ad Enghien-les-Bains, nei pressi di Parigi, nel 1849.
Il pianista e il didatta
Come pianista Kalkbrenner mieté grandi successi e fu grandemente stimato tanto da Schumann quanto da
Chopin, che in una lettera del 1830 ne lodò "il tocco ammaliante, l'uguaglianza impareggiabile del suono e la
maestria che emerge in ciascuna nota"[2]. Come didatta Kalkbrenner insegnò una tecnica pianistica fondata
sulla utilizzazione della forza delle dita e della mano, trascurando il peso del braccio e dell'avambraccio, in
linea del resto con l'orientamento all'epoca prevalente. Sembra che fosse anche fautore di una netta
separazione tra tecnica, intesa come mero esercizio fisico, e musica: famoso il suo consiglio "di esercitarsi allo
strumento tenendo un romanzo sul leggìo, onde sfuggire alla noia della necessaria, interminabile iterazione
degli esercizi"[3]. Convinto sostenitore dell'utilizzo del Guidamani, il dispositivo da lui brevettato, scrisse un
"metodo" per l'insegnamento del pianoforte con l'aiuto del guidamani (v. Bibliografia). Nonostante il parere
negativo di Liszt, che lo chiamò "Guida-asini"[4], per circa vent'anni il dispositivo di Kalkbrenner riscosse un
certo successo: Saint-Saëns lo considerò un sistema "eccellente per formare il giovane pianista alla esecuzione
https://it.wikipedia.org/wiki/Friedrich_Kalkbrenner 1/3
2/5/2020 Friedrich Kalkbrenner - Wikipedia
delle opere scritte per i clavicembali e per i primi pianoforti, i cui tasti parlavano senza richiedere sforzi",
anche se "insufficiente per le opere e gli strumenti moderni", che richiedono l'utilizzazione "del peso
dell'avambraccio e [di] quello del braccio""[5].
Tra gli allievi di Kalkbrenner si annoverano F. Pleyel, A. Thomas e Camille-Marie Stamaty, che fu, a sua volta,
maestro di Camille Saint-Saëns.
Il compositore
Come compositore fu apprezzato da Schumann, che menziona con favore i suoi studi e il suo culto per la
forma-sonata (Grande Sonate in fa minore op. 56 del 1825 dedicata ai "Mani di Haydn"). Il suo stile
compositivo lo colloca tra il Classicismo e il primo Romanticismo. Le sue numerose composizioni sono
attualmente meno ricordate del suo metodo d'insegnamento corredato da studi, che a lungo è stato popolare
tra i pianisti.
Il primo concerto per pianoforte op. 11 di Chopin è dedicato a Kalkbrenner, che lo ricambiò con le Variations
brillantes sulla Mazurka op. 120.
Note
1. ^ Piero Rattalino, Storia del pianoforte, Milano, 1982 sgg., Il saggiatore, pp. 99-100.
2. ^ Cit. in Alberto Basso (a cura di), Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Torino,
1988, Utet, Le biografie: vol. IV, voce "Kalkbrenner -2).
3. ^ Paolo Spagnolo - Giovanni Stelli, Pianosophia. Tecnica e arte, Napoli, 2008, Guida, p. 77.
4. ^ Ivi, p. 25.
5. ^ P. Rattalino, Op. cit. p. 100.
Bibliografia
Letteratura secondaria
Alberto Basso (a cura di), Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Torino, 1988,
Utet, Le biografie: vol. IV, voce "Kalkbrenner -2).
Luca Chiantore, Historia de la técnica pianística. Un estudio sobre los grandes compositores y el arte de la
interpretación en busca de la Ur-Technik, Madrid, 2001, Alianza Editorial.
Piero Rattalino, Storia del pianoforte, Milano, 1982 sgg., Il saggiatore.
Paolo Spagnolo - Giovanni Stelli, Pianosophia. Tecnica e arte, Napoli, 2008, Guida.
Esempi di spartiti
Élégie harmonique à l'occasion de la mort de Charlotte d'Angleterre Opus 36 (1817), su
vansambeekedities.nl.
La Solitudine Opus 46 (ca.1825), su vansambeekedities.nl.
Polonaise Brillante Opus 55 (ca.1826), su vansambeekedities.nl.
Caprice Opus 104 (ca.1831), su vansambeekedities.nl.
Altri progetti
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2/5/2020 Friedrich Kalkbrenner - Wikipedia
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