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In principio era la danza:
la danza come valore
nella storia umana
Milena Garofalo
La danza è sempre esistita, fin dal principio della vita umana, nella storia dei
popoli come nella storia dell’individuo. Ciò deve portarci a riconoscerla come
un’attività umana antica, le cui radici profonde risiedono nella natura stessa dell’es-
sere umano. Essa nasce nel momento in cui viene creato il mondo. Secondo la
religione induista, il dio Siva crea il mondo nel corso di una danza sacra, il cui ritmo
permette all’universo di nascere, evolversi e conservare il proprio equilibrio. Un
inno sacro dell’India descrive la divinità indù come «il dio danzatore che, simile al
calore del fuoco quando avvolge la legna, irradia il suo potere nello spirito e nella
materia, e travolge anche loro nella danza» (si veda la figura 1.1). Anche per i cinesi
l’armonia del cosmo ha origine da una danza: l’universo stellato è il palcoscenico del
movimento rappresentativo dei pianeti e degli dei. Il filosofo e poeta ellenico
Eraclito sosteneva, all’alba del pensiero greco, che il mondo fosse un «fuoco che si
accende e si spegne a tempo»; movimento e ritmo consentono l’ordine cosmico. La
tarda teologia ebraica e persino il cristianesimo, complice della «morte» della danza,
pensavano che angeli e giusti danzassero attorno al trono di Dio. Nella Bibbia si
riconosce «un tempo per danzare» (Ecclesiaste 3, 4) e il re Davide «danza con tutte
le forze davanti al Signore», «salta e danza» (2 Samuele 6, 12-23).
18 LABORATORIO DANZA
comunica ciò che è al di là del concetto e della parola, e nasce dal bisogno di dire
quello che non si riesce a spiegare.
Il coro della tragedia greca primitiva cantava e danzava ciò che non poteva
esprimere e trasmettere attraverso il mimo e la parola. Il gesto del mimo descrive
il concetto e la sua descrizione può essere facilmente traducibile in parole; il
movimento del danzatore lo proietta: «Il mimo è la prosa del linguaggio del
movimento, la danza è la poesia delle azioni corporee nello spazio», come
sottolinea Laban (1950). Proprio perché il suo linguaggio non verbale è autentico
e concreto, permette una comunicazione più sincera fra gli uomini.
La danza è inscritta nel profondo di ogni persona, appartiene all’uomo;
eppure oggi egli soffre di una profonda divisione all’interno del suo essere. A ogni
sua sezione — spirito, corpo, sesso, mente — sono riservati luoghi e tempi
diversi. Corpo, mente e spirito vivono realtà separate. L’uomo avverte la neces-
sità di recuperare il senso dell’unità, ha bisogno di ritrovare il rapporto con il suo