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STORIA

Gli antichi Greci non concepivano l’uomo come un’anima che ha un corpo, ma come un
corpo che è in relazione col mondo. Di questa relazione il corpo è espressione, simbolo,
manifestazione nel linguaggio, nel riso, nel pianto, nel gesto, nel canto, nella danza, nella
sofferenza, dove a esprimersi non è il corpo come parte delI’uomo, ma l’uomo nella sua
totalità, che nel corpo vive il suo esser qui e non là.

La scoperta della comunicazione non verbale ha profondamente trasformato lo studio del


comportamento sociale dell'uomo. Gli uomini dispongono, oltre ad un canale verbale di
comunicazione, anche di un complesso sistema di segnali non verbali, vocali e gestuali che
accompagnano il linguaggio.

La comunicazione non verbale: IL VOLTO. Le espressioni facciali hanno prevalentemente


un valore emotivo, sono l'emergenza immediata, spontanea e involontaria delle emozioni
provate e sono governate da programmi neuromotori specifici e definiti.

I passi di danza sono come parole, disposti in sequenze


logiche creano frasi piene di significato
La danza è un potente veicolo di espressione, comunicazione e connessione con sè stessi e
con gli altri.
Permette di raccontare una storia, trasmettere sentimenti ed emozioni che talvolta non si
riesce a verbalizzare, e aiuta a esprimersi in modo creativo e personale
Il movimento è un mezzo di autoespressione sincero e autentico.
Anziché usare le parole, i ballerini utilizzano il movimento per condividere ciò che pensano
e come si sentono, dando così vita a un interessante parallelismo tra danza e
comunicazione verbale.
Un movimento lento può richiamare sentimenti di tristezza, malinconia, ma anche calma e
leggerezza. Movimenti bruschi invece possono esprimere forza, irrequietezza oppure gioia.

I passi di danza quindi sono come parole, disposti in sequenze logiche creano frasi piene
di significato.
La composizione delle sequenze, infatti, riflette i pensieri e le idee che la sottendono, mentre
la qualità del movimento rispecchia il tono della voce.
Per gli individui che faticano a esprimersi verbalmente per timidezza, perché attraversano un
periodo difficile come l’adolescenza o perché affetti da incapacità comunicative e
interpersonali, la danza può diventare uno strumento di libera espressione e un modo per
entrare in contatto profondo con gli altri.
In classe gli allievi si impegnano negli stessi movimenti, ballano sulle stesse note, condividono
lo stesso spazio, le stesse paure, difficoltà ed emozioni.
La lezione di danza è dunque anche un luogo in cui sbocciano legami, in cui si sviluppa un
senso di appartenenza a una comunità in cui il ballerino impara a conoscersi e sente di
poter essere se stesso.
La danza quindi offre una straordinaria opportunità di crescita ed è incredibilmente
preziosa per i bambini nel loro percorso evolutivo.
Quando un bambino balla, infatti, sperimenta gli infiniti movimenti che il suo corpo può
compiere, impara a comunicare con i coetanei e con gli adulti, e accresce la sua autostima e la
fiducia in se stesso.

La sua creatività, la sua automotivazione, la sua concentrazione e la sua destrezza mentale ne


escono rafforzate, e questo si traduce in un aumento del suo benessere generale.

I benefici dell’arte della danza sono ben più sfaccettati e numerosi di quanto si possa pensare.
Tutti dovrebbero poterli sperimentare, tutti dovrebbero danzare.

Parlare utilizzando il corpo


I nostri sentimenti e le nostre esperienze vivono all’interno del nostro corpo
e potrebbero rimanere intrappolati al suo interno. Il nostro corpo possiede le
chiavi per sbloccare i nodi emotivi a livello profondo. Ciò avviene
attraverso l’uso del corpo ed è ben diverso dal parlare utilizzando solo
la testa.

DISABILITA’
I sordomuti comunicano con la danza

La comunicazione si distingue in due


grandi categorie, quella verbale e
quella non verbale.
Scopo di questo lavoro di tesi è
analizzare, più da vicino, attraverso la figura del ballerino, il linguaggio
del corpo, la prima forma di comunicazione, utilizzata per esprimere
emozioni, concetti, quando gli uomini non avevano ancora sviluppato
l’uso della parola.
È un mezzo di comunicazione difficile da interpretare perché può avere
significati diversi in base al contesto, al sesso delle persone e all’età.

Nel primo capitolo ho analizzato la comunicazione soffermandomi su


quella non verbale. Ho spiegato che è impossibile non comunicare e che
esistono diversi canali linguistici. Ho specificato le funzioni della CNV, le
problematiche di fraintendimento e le regole per diventare un bravo
comunicatore.

Nel secondo capitolo ho parlato del linguaggio del corpo, in particolar


modo del suo rapporto con lo spazio e di come le persone attraverso
gesti, posture, sguardi e movimenti riescano a comunicare.

Nel terzo capitolo mi sono concentrata sulla danza come mezzo di


comunicazione, analizzandola fin dalle sue origini. Essendo una ballerina
di danze caribiche, ho pensato di focalizzarmi maggiormente su questo
stile, soprattutto sulla salsa.
Una giornata da non
dimenticare
Oggi, 29 aprile 2018, si celebra la Giornata Internazionale della Danza
promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO. La
commemorazione è istituita nel 1982 per il Comitato Internazionale della
Danza – C.I.D. dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI-UNESCO). La
data commemora la nascita di Jean-Georges Noverre (1727-1810), che
fu il più grande coreografo della sua epoca, il creatore del balletto
moderno. Ma prima di parlare della danza moderna, facciamo un passo
indietro e cerchiamo di capire le origini, percorrendo le tappe storiche
più importanti che l’hanno resa la principale forma di espressione
artistica attraverso il movimento del corpo.

UN PO DI STORIA

La danza è parte integrante dei rituali, è forma di preghiera e di unione


tra le persone nelle feste popolari. Le prime danze risalgono al
Paleolitico e la testimonianza ci è data dalle pitture rupestri rinvenute
nelle ragioni francesi e spagnole. Per gli uomini primitivi era parte di un
rito, serviva ad entrare in contatto con la divinità, per conquistare la sua
benevolenza, per assicurarsi il raccolto con la fertilità della terra e per
guarire le malattie. Per un lungo periodo la religione cristiana ha
considerato la danza “peccaminosa”, in quanto metteva troppo in
evidenza il corpo e per questa ragione venne praticata da artisti
girovaghi, mimi e saltimbanchi. Per tali ragioni la storia della danza è
molto vasta e riguarda le espressioni etniche e popolari, i balli di società
e infine arte dello spettacolo, che fino al XX secolo riguardava
esclusivamente il teatro e più recentemente anche il cinema e la
televisione.

LA LIBERTA’ DI DANZARE

La danza moderna inizia a svilupparsi alla fine del XIX secolo con un
nuovo modo di concepire la danza in scena, in contrasto con il balletto
classico accademico, nata appunto come ribellione nei confronti della
danza accademica, ritenuta troppo rigida e schematica, alla ricerca di una
danza libera, spesso praticata attraverso la forma dell’assolo per marcare
il forte contrasto con lo sfarzo dei grandi balletti.
È con lo sviluppo della danza moderna, prima, e contemporanea, qualche
anno dopo grazie alla coreografa tedesca Pina Bausch, che pose
un’attenzione maggiore alla drammatizzazione dando vita al teatro-
danza, che il ruolo del danzatore cambia. Il danzatore spesso è autore di
se stesso, al quale il coreografo lascia più spazio creativo rispetto al
passato. Il coreografo delega al ballerino la creazione di frasi
coreografiche. Per fare ciò l’improvvisazione diviene uno strumento
indispensabile per la creazione coreografica e anche una tecnica di
ascolto del proprio corpo e dell’ambiente. Attraverso l’improvvisazione
ogni danzatore può sondare le proprie qualità di movimento e ricercare
un proprio linguaggio. 

Classico e moderno a
confronto
Nella danza moderna il corpo si muove rispettando nuovi canoni tecnici
ed espressivi, spinto dalla volontà di trovare un nuovo rapporto con lo
spazio e con il tempo. Infatti, si dà notevole importanza allo studio del
movimento in quanto mezzo di analisi delle dinamiche fisiche che
intervengono nello spostamento dei corpi nello spazio (come ad esempio
la forza di gravità). Mentre i ballerini classici si mostrano frontalmente al
pubblico e tutti i loro movimenti si sviluppano partendo da questo tipo di
relazione spaziale, inoltre, secondo l’estetica del balletto classico, il
ballerino doveva creare l’illusione di poter infrangere le leggi di gravità
dando la sensazione di liberarsi nell’aria con estrema facilità.
Contrariamente, nella danza moderna, i ballerini si muovono occupando
tutto lo spazio del palcoscenico, mostrando anche il fianco o le spalle al
pubblico e la danza moderna riconosce nel peso del corpo il principio
basilare del movimento, e dunque il rapporto con la terra vi è
privilegiato. La danza moderna non segue necessariamente il ritmo della
musica, come avviene nella danza classica. A volte la musica può essere
del tutto assente. In questo caso il ballerino danza seguendo solo il
proprio ritmo interno. Generalmente la coreografia è creata con o senza
correlazione diretta con la musica, che può anche essere scritta in un
secondo momento in funzione dei movimenti. Il nome Modern Dance ha
come contenuto fondamentale il concetto di “contract and release”, cioè
contrazione e decontrazione dei muscoli attraverso la respirazione che
guida il gesto.
L’uomo si muove per soddisfare un bisogno. Attraverso il movimento,
tende a qualcosa
che ha per lui un valore. Il movimento rivela evidentemente molte cose
diverse. E’ il
risultato della tensione verso un oggetto a cui si attribuisce un valore,
oppure di uno stato
mentale. La sua forma e il suo ritmo mostrano la disposizione della persona
che si muove
in quella particolare situazione. Il movimento può anche essere influenzato
dall’ambiente
in cui si trova chi lo esegue.
I movimenti del corpo si possono suddividere schematicamente in passi,
gesti delle braccia
e delle mani ed espressioni facciali. I passi comprendono salti, giri e corse.
I gesti delle
estremità superiori del corpo comprendono i movimenti di riunione,
raccogliere, e di
spargere, seminare. Le espressioni del volto sono collegate ai movimenti
della testa, che
servono ad orientare gli occhi, le orecchie e le narici verso gli oggetti da cui
si aspettano
impressioni sensoriali. La spina dorsale, le braccia e le gambe sono
articolate, ovvero
suddivise da giunture. In natura solo il corpo umano possiede una struttura
tale da permette
lo svolgimento di determinate azioni
1
. Ogni minimo movimento, ogni piccolo
trasferimento del peso corporeo, qualsiasi gesto un uomo compia, esso
rappresenta uno
spiraglio di luce a quello che è il nostro mondo interiore.
L’immagine del movimento rispecchia l’armonia o la disarmonia interiore.
Irregolarità del
ritmo e nel tempo indicano labilità, un movimento spezzato indica
un’alterazione. Da ciò
possiamo trarre l’insegnamento che ogni sensazione ed emozione sono la
conseguenza di
un rapporto fra noi e una situazione, un oggetto, un desiderio. Esiste una
grandissima
differenza fra sensazione ed emozione, ma al riguardo, purtroppo, la gran
parte delle
persone non fa alcuna distinzione. Sensazione è tutto ciò che percepiamo
attraverso le
impressioni sensoriali. Dall’esterno ci giunge la sensazione di freddo o di
caldo, di forma e
qualità di una figura, la sensazione di un odore o di un sapore, eccetera.
Dalle sensazioni il
Possiamo pensare alla danza come a una raffinata relazione
comunicativa che si viene a creare tra i parametri del corpo, dello spazio,
della forma, dell’ energia e del tempo. Una forma di linguaggio gestuale, in
cui il gesto diventa elemento strutturale e narrativo, dotato di una propria
dignità espressiva.
Il gesto, nella danza, è concepito e “costruito” come veicolo di
un’intenzione e usa il corpo per raccontare qualcosa che lo trascende. In
altre parole, la danza ha la preziosa possibilità di usare il corpo per
raccontare il “non corpo” , per raccontare un’idea, un pensiero, una forma. I
gesti sono parole e in questo caso le parole non sono discorsi, ma fatti,
perché più che raccontare, la danza si lascia raccontare attraverso la cernita
di precisi gesti discriminati da una precisa organizzazione e intelligenza
interna.

Come nel linguaggio verbale la quantità di parole a disposizione


determina anche la quantità e la qualità di pensiero critico, così nel
linguaggio della danza si rende necessario conoscere esattamente il
vocabolario gestuale, per essere “lettori” consapevoli  e critici del prodotto
artistico.
Nei balletti classici esiste, il più delle volte, un soggetto scritto, un libretto, a
differenza di quella parte di danza che tende a emanciparsi dal soggetto
letterario per ritrovare la purezza dell’espressione coreutica fine a se stessa.
Nel balletto il soggetto scritto costituisce un pre-testo, in senso
letterale, una storia che trova poi nel gesto coreutico la propria intima
struttura narratologica.
Nell’estetica della danza classica, il gesto come parola nasce come
medium di precisi e raffinati significati: ogni port de bras, ogni
posa arabesque, è concepita per esprimere e raccontare qualcosa, tant’è
vero che uno stesso gesto, come un’arabesque, appunto, assume valenza
diversa a seconda del balletto di repertorio in cui è calato. Se la prima
arabesque, in Giselle, si fa veicolo della trascendenza dell’anima dal corpo,
in Don Quixote, la stessa posa manifesta invece un senso di affermazione,
stabilità e seduzione.
Non si spiegherebbe il fascino senza tempo del balletto classico se,
al di là della mera esecuzione di passi accademici, non trasparisse
chiaramente l’intenzione precisa che quei passi rappresentano: se cioè,
dalla “perfezione della forma” dei gesti non emergesse la forma e il senso
del pensiero che il coreografo ha deciso di raccontare.
Guardare un balletto, dunque, significa interpretare un linguaggio in
cui ogni gesto possiede una propria  “carta d’identità” all’interno della
quale sono iscritti tutti quei connotati che rendono unico e particolare il
vocabolo che il danzatore e il coreografo scelgono di utilizzare all’interno
del  discorso della rappresentazione scenica.
Nomenclatura, scuola di provenienza, funzione poetica, tempo, forma, luogo
e durata dell’accadimento di ogni movimento rendono unici tutti i vocaboli
del linguaggio della tecnica classica che consentono al danzatore di
conoscere e manifestare ogni determinato movimento con rigore e
specificità e allo spettatore di fruire di un discorso chiaro e pertinente.
Il percorso che compiremo attraverso questa rubrica sarà volto alla
“traduzione” in parole di alcuni dei più noti gesti della danza
classica, al fine di offrire un piccolo contributo nella lettura critica e
consapevole di questo affascinante linguaggio.
SCIENZE

la psicologia e le neuroscienze hanno sviluppato i concetti di movimento e


danza fornendoci diversi dati sulla relazione tra cervello e danza. Quando
una persona balla, emergono varie entità psicologiche: il copione della
sua vita, il modo in cui si connette con il mondo e persino i sui aspetti
problematici.

La danza è un mezzo per connettere mente e corpo


Esprimersi attraverso la danza apporta molti benefici, sia alla mente
che al corpo. Il solo fatto di ballare permette al nostro corpo di produrre
endorfine che, oltre a farci stare bene, migliorano la concentrazione  e la
qualità del sonno. In questo modo, abbiamo l’energia necessaria per
affrontare le sfide mentali ed emotive.

Gli apporti terapeutici basati sulla danza fanno parte della cosiddetta
psicoterapia transpersonale, una disciplina della psicologia che deriva dalla
psicologia umanistica, incentrata sulla connessione corpo-mente-emozione.
Nonostante in molti non la considerino una corrente valida all’interno di
quella che potremmo chiamare psicologia scientifica, si utilizza ampiamente
nell’ambito delle terapie per migliorarne gli effetti.

Gli ultimi studi delle neuroscienze sulla danza ci aiutano a capire perché
balliamo e come il ballo può influenzare il nostro sistema nervoso.

La danzaterapia è l’uso psicoterapeutico della danza e del movimento come


supporto alle funzioni intellettive, emotive e motorie del corpo. È una forma
di terapia espressiva che lavora sull’associazione tra movimento e
emozioni.

Il terapeuta usa la danza per aiutare il paziente a raggiungere l’integrazione


cognitiva, emotiva, fisica e anche sociale. I vantaggi comprovati della
danzaterapia sono molti. Ad esempio, riduce lo stress, permette di gestire
meglio gli stati d’animo e migliora l’autostima.

La danza che si esegue nella danzaterapia è molto più di un semplice


esercizio motorio. I movimenti e la fluidità sono interpretati come un
linguaggio. I movimenti comunicano sentimenti ed il terapeuta valuta il
linguaggio del corpo, le espressioni emotive ed in generale tutti i
comportamenti non verbali.

GINNASTICA
Il ballo unisce sia il movimento che l’ascolto della musica, due attività che insieme aiutano
ancora di più il nostro organismo a produrre endorfine. Secondo alcuni studi, ballare potrebbe
portare un maggior benessere anche rispetto alla pratica di altre tipologie di sport. Il ballo è una
perfetta integrazione fisica dell’allenamento psichico. Il leggere è l’attività mentale più efficace e
il ballo è l’attività fisica più completa per stimolare il cervello a contrastare il decadimento
progressivo legato all’età.
Grazie alla danza rendiamo elegante ogni nostro movimento. Avete mai fatto caso infatti che,
anche a distanza di anni, si riconosce sempre il portamento di una ballerina, anche se ha
smesso di danzare? La danza serve proprio a questo, ad evadere dalla nostra quotidianità per
andare ad abbracciare un universo costituito da incanto e da pura bellezza.

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