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A partire dal testo degli Atti degli Apostoli ripercorrere la vita della prima comunità
di Gerusalemme, della sua diaspora e della nascita delle prime comunità cristiane,
con attenzione ai viaggi di Paolo e agli usi dei primi cristiani.
Premessa
Il libro degli Atti degli Apostoli è stato scritto da Luca verso gli anni 80 d.C.
Egli raccolse le testimonianze su Gesù e sul Cristianesimo che stava nascendo,
affidandosi alle parole degli apostoli e dei cristiani delle prime comunità.
Nella prima parte vengono presentati alcuni aspetti che riguardano l’annuncio del Vangelo
da parte dei primi cristiani, soprattutto di Pietro e il cammino della Chiesa dalle sue origini.
E’ quindi incentrata sull’attività degli apostoli e sulla vita delle prime comunità cristiane
( sorte tra il 30 e il 60 d.C.).
Nella seconda parte del testo, però, l’attenzione si sposta su Paolo, l’apostolo delle genti e
sulla sua opera. Luca ci spiega, attraverso le vicende dei singoli personaggi, i contenuti e il
metodo della predicazione, la fede dei credenti e la diffusione della Chiesa.
Possiamo anche dire che gli Atti degli Apostoli non sono solamente un testo storico, ma
rappresentano soprattutto un libro di fede, perché di ogni fatto mette in risalto il profondo
significato che porta in sé.
La figura di Pietro
Pietro nasce in Galilea, dove insieme al fratello faceva il pescatore. Uomo semplice, Gesù
lo chiama a seguirlo, facendolo pescatore di uomini. Predica la parola di Gesù e diventa
così un suo discepolo. Gesù lo mette a capo della Chiesa: Tu sei Pietro e su questa
pietra edificherò la mia Chiesa. E’ Pietro colui che, dopo la resurrezione di Gesù, raduna
gli altri apostoli e discepoli dando loro coraggio, affinchè nel giorno di Pentecoste ricevano
lo Spirito Santo.
La diaspora della comunità
Le persecuzioni si fanno più generali e minacciose. Molti si scoraggiano, molti dubitano
della validità del messaggio cristiano e in tanti vengono a compromessi col mondo.
questo succede perché la predicazione degli apostoli diventa via via sempre più
importante e si diffonde velocemente. Ecco che le pressioni e i pericoli esterni ad essa
diventano sempre più forti. I cristiani vengono perseguitati, incarcerati e sottoposti al
martirio. Alcuni si difendono, cercando di restare a Gerusalemme e si organizzano in
comunità, cercando di restare uniti. Altri invece fuggono e si rifugiano ad Antiochia
oppure ad Alessandria d’Egitto, dove diffondono comunque il Vangelo, riuscendo a
convertire molte persone.
La figura di Paolo
Paolo nasce a Tarso, odierna Turchia, tra il 5 e il 10 d.C. Era una città fiorente e lussuosa,
un grosso centro commerciale e marittimo. Questo fa sì che la sua mentalità, la sua
cultura e il suo linguaggio sono quelli propri di un cittadino cosmopolita.
Apprende la cultura greco-romana e viene in contatto con la filosofia del mondo pagano,
diventando così un uomo di cultura. Figlio di genitori ebrei della diaspora, riceve per
questo un’educazione nella fede di Israele, frequentando fin da piccolo la sinagoga e
abituandosi così alla preghiera e alla lettura della Bibbia. Studia a Gerusalemme, presso la
scuola del grande rabbino Gamaliele e acquista una straordinaria conoscenza sulla
Bibbia.
Diventa un attivo rappresentante del Sinedrio e vede nel nascente Cristianesimo un
pericolo, inizia così a perseguitarlo. Per questo motivo si reca a Damasco per arrestare e
condurre a Gerusalemme i seguaci della dottrina di Cristo che si erano rifugiati in quella
città. Durante il viaggio, sulla via di Damasco, avviene un fatto inaspettato che viene
descritto come la conversione di Paolo. Assiste a una teofania, ossia un’apparizione di
Dio.
Alla voce misteriosa Paolo risponde chiedendo al Signore chi fosse. Essendo un
conoscitore della Bibbia, sa bene di trovarsi di fronte a una manifestazione divina.
Si rivolge a questa misteriosa figura proprio con il nome Signore, che era riservato a entità
celesti o a potestà. La voce gli risponde di essere Gesù, colui che lui perseguita.
Lo invita ad alzarsi e a entrare a Damasco. Qui rimarrà tre giorni senza la vista.
Una volta riacquistata verrà battezzato e diventerà il più grande annunciatore del Vangelo.
Dopo la conversione si ritira in Arabia, per poi rientrare a Damasco dove verrà salvato
dalla furia dei Giudei che vogliono ucciderlo proprio grazie ai discepoli. Si dirige così a
Gerusalemme dove incontra Pietro e gli apostoli, ma anche da qui dovrà fuggire e si
recherà a Tarso.
I viaggi di Paolo
Nel 45 dà inizio ai suoi tre viaggi missionari.
– primo viaggio (dal 45 al 48) Paolo si reca a Cipro, poi in Asia Minore e fonda diverse
comunità.
– secondo viaggio ( dal 49 al 52) annuncia il Vangelo in Macedonia, a Filippi e a
Tessalonica. Poi in Grecia, ad Atene e a Corinto.
– terzo viaggio ( dal 53 al 58) attraversa l’Asia Minore e si reca a Efeso, ci resta più di
due anni.
Possiamo aggiungere, infine, che lo attende però un ultimo viaggio: il viaggio della
prigionia. Viene infatti arrestato nel 58 a Gerusalemme. Gli Ebrei vogliono la sua morte,
ma essendo cittadino romano lo inviano a Roma per essere processato, ma viene assolto
e rimesso in libertà. Compie un altro viaggio in Medio Oriente e forse anche in Spagna,
per poi tornare a Roma. Qui durante la persecuzione di Nerone viene arrestato,
condannato a morte e decapitato nel 67.
Le usanze dei primi cristiani
In breve, queste piccole comunità erano molto unite, legate da sincero amore e buoni
principi che li portavano a condividere pasti distribuendo cibo e buone opere con i
bisognosi. Durante queste riunioni leggevano le scritture, pregavano, cantavano e
conversavano incoraggiandosi l'un l'altro. Si astenevano dai divertimenti comuni ai romani
che spesso erano violenti, smodati nel mangiare e nel bere e finivano in orge.
Mettevano le loro risorse in comune, avevano una cassa con contribuzioni volontarie per i
bisognosi, si chiamavano fratelli avendo lo stesso padre spirituale. C'era una forma di
disciplina per chi non camminava nella via che veniva escluso dalla condivisione spirituale
e dai pasti in comunione.
LA VISTA
Siamo attrezzati per ricevere e rispondere nel modo più adatto agli stimoli di
diverso tipo e diversa intensità che giungono al nostro corpo poiché siamo provvisti
di cellule specializzate per recepire (ricevere) e trasmettere gli stimoli –
adeguatamente trasformati in impulsi nervosi – al sistema nervoso centrale.
Queste cellule sono chiamate recettori e sono di fatto terminazioni nervose
sensibili ai cambiamenti di luminosità, temperatura, pressione, dolore, o sensibili a
stimoli chimici; sono per lo più raggruppate in organi specializzati, gli organi di
senso, come l’occhio o l’orecchio.
In altri casi i recettori si trovano in organi che svolgono più funzioni, come le cellule
gustative della lingua, le cellule olfattive del naso e le cellule sensibili al calore
presenti nella pelle.
Secondo la provenienza degli stimoli, i recettori del nostro organismo vengono
distinti in:
- esterocettori, cioè recettori che percepiscono gli stimoli provenienti
dall’ambiente esterno al corpo, per esempio un suono o un odore;
- propriocettori, cioè recettori che percepiscono gli stimoli provenienti
dall’interno del corpo, per esempio la fame e la sete, e gli stimoli (a volte
dolorosi) provenienti da muscoli, tendini e articolazioni e quelli che ci
informano sulla posizione del corpo nello spazio.