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DECRETO LEGGE E LEGGE DI CONVERSIONE

Il decreto legge è un atto con forza di legge che il Governo può adottare in casi straordinari di necessità e
urgenza : gli effetti prodotti sono provvisori ed entra in vigora immediatamente dopo la pubblicazione in
Gazzetta ufficiale .

I loro effetti sono provvisori in quanto perdono efficacia sin dall’inizio se il Parlamento non li converte in
legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione.

Pensiamo ad esempio al verificarsi di una calamità naturale:il ricorso al procedimento ordinario di


formazione della legge cioè al parlamento richiederebbe un tempo troppo lungo e non permetterebbe di
risolvere problemi urgenti.

La disciplina del decreto legge è contenuta nell’art. 77 e nell’art.15 della legge 400/1988.

Il decreto legge non può:

1. Essere emanato nelle materie coperte da riserva di assemblea


2. Non può conferire deleghe legislative
3. Con esso non si possono introdurre nuovi tributi o prevedere l’applicazione di tributi esistenti ad
altre categorie di soggetti
4. Provvedere in materia costituzionale,elettorale,delegazione legislativa,autorizzazione alla ratifica
dei trattati internazionali.
5. Rinnovare le disposizioni dei decreti legge dei quali sia stata precedentemente negata la
conversione in legge con il voto di una delle due camere.
6. Regolare i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.
7. Ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla corte costi. Per vizi non attinenti al
procedimento.

PROCEDIMENTO:

1) il decreto-legge deve essere deliberato dal Consiglio dei ministri, emanato dal Presidente della
Repubblica e pubblicato immediatamente sulla Gazzetta ufficiale.L’art.15 della legge 400/88
prescrive che esso sia pubblicato con la denominazione di decreto-legge e con l’indicazione,nel
preambolo,delle circostanze di necessità e urgenza che ne giustificano l’adozione,nonché
dell’avvenuta deliberazione del consiglio dei ministri.
2) Il decreto-legge deve contenere la clausola di presentazione al Parlamento per la conversione
in legge.Lo stesso decreto legge stabilisce il momento della sua entrata in vigore :di solito il
momento è il giorno stesso della pubblicazione o il giorno stesso.
3) Il giorno stesso della pubblicazione , il decreto – legge deve essere presentato alle camere, che
anche se sciolte sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.Infatti la
conversione del decreto-legge rientra tra i poteri di prorogatio.
4) Presentando il decreto-legge il Governo chiede al Parlamento di produrre la legge di
conversione per cui il decreto legge viene presentato come allegato di un disegno di legge.
Il procedimento di conversione presenta , rispetto al procedimento legislativo ordinario , alcune
variazioni , introdotte nei regolamenti parlamentari.In parte esse sono dettate dall’esigenza di
assicurare tempi certi e brevi di approvazione del disegno di legge,in parte dall’esigenza di
consentire alle camere di svolgere un controllo attento sulla sussistenza dei presupposti della
necessità e urgenza.

Sono i regolamenti delle Camere a disciplinare il procedimento di conversione con qualche differenza tra
loro.
Alla Camere vi è questo procedimento:

1. Nella relazione del governo , che accompagna il disegno di legge di conversione deve essere dato
conto dei presupposti di necessità e urgenza per l’adozione del decreto legge
2. La commissione referente , a cui il disegno di legge di conversione è assegnato , può chiedere al
Governo di integrare gli elementi forniti nella relazione , anche con riferimento a singole
disposizioni del decreto legge.
3. Il disegno di legge è sottoposto oltre che alla commissione referente anche al comitato per la
legislazione che nel termine di 5 giorni,esprime parere alle commissioni competenti anche
proponendo la soppressione delle disposizioni del decreto-legge che contrastino con le regole sulla
specificità e omogeneità e sui limiti di contenuto dei decreti-legge,previste dalla vigente
legislazione.
4. L’art.15.3 della legge 400/1988 dispone che il decreto-legge debba contenere misure di immediata
applicazione e il loro contenuto deve essere specifico , omogeneo e corrispondente al titolo.

DECADENZA DEL DECRETO NON CONVERTITO

I decreti – legge , se non convertiti in legge entro 60 giorni , perdono efficacia sin dall’inizio.

Della mancata conversione viene data notizia immediata in Gazzetta ufficiale.

La perdita di efficacia del decreto-legge chiamata decadenza e travolge tutti gli effetti prodotti dal decreto-
legge cioè se decade , tutto ciò che si è compiuto in forza di esso è come se fosse stato compiuto senza una
base legale. Tutti gli effetti prodotti vanno eliminati perché costituiscono degli illeciti.

La situazione che si crea a seguito della decadenza è in molti casi insostenibile.

L’art.77 Cost. , presenta due strumenti attraverso i quali è possibile trovare una soluzione al problema
della impossibilità del ripristino della situazione precedente:

1. Legge sanatoria:degli effetti del decreto legge decaduto.Si tratta di una legge riservata alle camere
con cui si possono regolare i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.Attraverso
questo strumento è il parlamento a risolvere il nostro problema.Però vanno considerati 2 aspetti:
 Il parlamento quando decide di non convertire il decreto-legge,non è affatto tenuto ad
approvare la legge sanatoria.Si tratta di una decisione politica libera e non affatto
indipendente dalla scelta politica anch’essa di coprire o meno la responsabilità del
governo.
 In secondo luogo,non è una soluzione praticabile sempre e comunque.Se per esempio
decade il decreto che ha introdotto una nuova imposta,il parlamento potrà regolare i modi
della restituzione dell’indebito ma non potrà sanare che chi ha pagato ha pagato e non ha
diritto alla restituzione dell’imposta versata.Insomma è del tutto fuorviante parlare di legge
sanatoria :il parlamento non può sanare gli effetti prodotti ,confermandoli;può solo
regolare i rapporti giuridici sorti,nel rispetto dei principi costituzionali.
2. L’altro strumento è individuabile nell’art.77.2 , il Governo adotta sotto sua responsabilità ,
provvedimenti provvisori ossia:
 Responsabilità politica:i ministri(quelli che hanno partecipato alla riunione del consiglio dei
ministri in cui è stato approvato il decreto-legge senza mettere a verbale il proprio
dissenso)rispondono singolarmente degli eventuali reati commessi con l’emanazione del
decreto-legge.
 Responsabilità civile: i ministri rispondono solidalmente degli eventuali danni prodotti ai
terzi .
 Responsabilità amministrativo-contabile:i ministri che hanno espresso voto favorevole al
decreto-legge rispondono solidalmente degli eventuali danni prodotti allo stato;se lo stato
ha dovuto risarcire il danno subito dal terzo si deve rivalere sui ministri.In questi casi sarà la
procura della corte dei conti a promuovere l’azione di responsabilità.

Come si ripristina la situazione causata dalla decadenza di un decreto che abbia comportato l’immediata
scarcerazione di imputati o condannati per determinati reati , oppure il rinvio di una elezione?

I giudici devono utilizzare il decreto legge non convertito.

USO E ABUSO DEL DECRETO LEGGE

I costituenti immaginavano un impiego più ampio del decreto-legge , ammettendo che esso fosse destinato
a produrre effetti permanenti nell’ordinamento.

I padri costituenti avevano in mente i DECRETI-CATENACCIO , cioè dei provvedimenti concernenti le


imposte e i prezzi amministrati dallo Stato che , per evitare fenomeni di accaparramento che si adottano
all’improvviso.

Hanno suggerito di Adottare con decreto –legge ogni provvedimento che presentasse un’urgenza tale da
sconsigliare di praticare la lunga via del procedimento legislativo.

Il decreto –legge ha avviato un circolo vizioso inarrestabile.

1. Il decreto-legge , mosso dall’esigenza di anticipare gli effetti del provvedimento senza attendere i
tempi del procedimento parlamentare, ha provocato il rafforzamento di sé, cioè ha fatto allungare
ulteriormente i tempi medi dell’iter parlamentare.
La legge di conversione ha precedenza nell’ordine dei lavori delle Camere.
Più si allungano i tempi dell’iter parlamentare , più si fa necessario adottare i provvedimenti urgenti
con decreto e viceversa.
2. Se il decreto-legge è impiegato per assicurare l’immediata entrata in vigore di un qualsiasi
provvedimento legislativo che stia a cuore al Governo, indipendentemente dai contenuti, non si
può certo pensare che venga meno il potere del Parlamento di discuterlo ed emendarlo.
Ma se il decreto è adottato x varare una disciplina complessa per la quale il procedimento
legislativo ordinario sarebbe stato troppo dispersivo,è assai improbabile che 60 giorni bastino
all’esame parlamentare.
Prassi della reiterazione del decreto-legge: alla scadenza dei 60giorni il Governo emana un nuovo
decreto-legge che riproduce senza o con minime variazioni quello precedente, ormai scaduto, e ne
sana gli effetti attraverso meccanismi diversi.
Si formano così catene di decreti-legge , composte da un numero di anelli non prevedibile : vi è
stato un decreto legge reiterato per ben 29 volte.
La precarietà degli effetti del decreto legge è tollerabile se dura sessanta giorni , e nessun giudice
sarà così imprudente da emanare , proprio in quel periodo, una decisione definitiva basata su un
provvedimento precario.
La corte costituzionale è intervenuta con la sent. 360/1996 con la qaule ha messo un argine ,
definitivo alla prassi della reiterazione.

La Sentenza n 360 del 1996 della Corte Costituzionale [testo integrale] pone severe restrizioni alla prassi del
Governo di servirsi del decreto-legge quale strumento normativo, e di sostituirsi così di fatto in molti campi
al ruolo fondamentale del Parlamento.
La disciplina del decreto-legge è regolata dall'art. 77 Cost.: "Il Governo non può, senza delegazione delle
Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria". Il secondo comma prevede, però, che:
"Quando, in casi straordinari di necessità ed urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità,
provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle
Camere...".

La reiterazione è ammissibile soltanto quando il nuovo decreto risulti fondato su autonomi motivi
di necessità ed urgenza , motivi che , in ogni caso non potranno essere ricondotti al solo fatto del
ritardo conseguente dalla mancata conversione del precedente decreto . In caso di mancata
conversione , il Governo non risulta spogliato del potere di intervenire nella stessa materia con lo
strumento della delegazione d’urgenza ma potrà porsi in un rapporto di continuità sostanziale con il
decreto no convertito ma dovrà , in ogni caso , risultare caratterizzato da contenuti normativi
sostanzialmente diversi ovvero da presupposti giustificativi nuovi di natura straordinaria.

LEGGE DI CONVERSIONE E GLI EFFETTI DEGLI EMENDAMENTI

La discussione degli emendamenti richiede tempo e questo ha giustificato la reiterazione del decreto.Con
la sentenza 12/2012 che dichiara parzialmente illegittima la legge di conversione del decreto Milleproroghe
perché gli emandamenti apportati in sede di conversione provocano l’alterazione dell’omogeneità di fondo
della normativa urgente.

La legge 400/88 ha offerto al problema una risposta univoca:’’ le modifiche eventualmente apportate in
sede di conversione hanno efficiacia dal giorno successivo a quello della pubblicazione della legge di
conversione,salvo che quest’ultima non disponga diversamente’’.Possiamo riassumere un quadro:

 Una disposizione del decreto-legge è convertita senza emendamenti:secondo la corte


costituzionale e la maggioranza della dottrina,in questo caso si ha novazione della fonte ,ossia le
norme del decreto legge vengono sostituite da quelle della legge di conversione,i cui effetti
retroagiscono al momento dell’entrata in vigore del decreto-legge.
 Una disposizione del d.l. è soppressa dalla legge di conversione :l’effetto dei c.d. emendamenti
soppressivi equivale alla parziale mancata conversione del decreto-legge.
 Lo stesso accade nel caso in cui la disposizione originale sia sostituita in toto dalla disposizione della
legge di conversione (emendamenti sostitutivi)
 Una disposizione nuova viene aggiunta in sede di conversione al testo originale:l’emendamento
aggiuntivo opererà secondo le regole nominali solo pro futuro,ossia nel modo in cui opera di solito
il principio di irretroattività.
 Una disposizione del decreto-legge viene parzialmente modificata (emendamento modificativo) e
la legge di conversione non dice nulla circa gli effetti temporali dell’emendamento:spetta
all’interprete venire a capo del problema.

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