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6.12.

2022

Stiamo alla sentenza 99 e stiamo parlando delle meteore e dei fenomeni connessi in generale a queste
esalazioni.

Continua la traduzione da paragrafo 8

[8] Per quello che è, invece, riguardo agli uomini che vivono sulla terra e respirano grazie all’aria, la cosa sta
in questi termini: questi trascinamenti (meteore)- soprattutto ove siano stati piuttosto frequenti e di
maggiori proporzioni- preannunciano incursioni di nemici; della qual cosa questo appare essere il motivo,
che le cause di queste esalazioni sono le stelle di temperamento caldo e secco, le quali non corrompono
soltanto l’aria, rendendola secca, ma, una volta riscaldato e reso secco il sangue del corpo umano,
accendono sempre più la bile rossa (che oggi si chiama cholera), la quale è proprio per l’insita effervescenza
l’essere portati ad attacchi violenti e furibondi. (da queste esalazioni secche si originano fenomeni
atmosferici come le turbolenze dei venti, le meteore e le incursioni di nemici. Questa stessa congiuntura
astro-metereologica stimola la bile rossa, che oggi si chiama cholera, producendo risse, attacchi, turbolenze
e conflitti per un principio di analogiam, analogia)

[9] Per la qual cosa ne consegue che gli uomini, per impulso della collera (spezzato il freno del sangue) si
lascino trasportare dalle risse, discordie, rapine e alla fine a prendere le armi: delle quali cose, per
l’appunto, le meteore sono significatrici. (Ricordatevi sempre che Pontano ci ha detto che se non aggiunge
al termine stelle l’aggettivo “fisse” si intendono i pianeti). [10] D’altra parte le cause sono presso le stelle,
per effetto dei cui movimenti e impulsi, gli elementi si trasformano in differenti qualità cosicché ora queste
ora quelle qualità risultino in eccesso- e da un eccesso delle quali queste stesse cose che vediamo
quotidianamente. (da tali eccedenze discendono anche questi effetti che vediamo quotidianamente).
[11] Tra queste stelle cadenti quelle che si chiamano “travi” da parte di molti si dice che brillarono quando
gli Spartani, sconfitti in una battaglia navale, persero il dominio sulla Grecia (si dice che tra queste varie
stelle cadenti molti autori riferiscono che le cosiddette “travi” brillarono quando gli Spartani, sconfitti sul
mare, persero il dominio sulla Grecia. Questo tipo di fenomeni sono collegati storicamente a dei reggimenti
politici anche di una certa importanza. Come facciamo a dirlo? Lui naturalmente riporta una fonte, in
questo caso Plinio con Naturalis Historia, ma Plinio è un compilatore, fondamentalmente questi fenomeni
sono stati osservati per secoli, se non per millenni e quindi che esista un rapporto o meno, ovviamente
nessuno può dirlo, ma la mentalità razionalista lo escluderebbe. Il punto interessante è che loro sono
arrivati alla conclusione per averlo osservato per secoli, osservando cosa accadeva in concomitanza di quei
fenomeni, perché quei fenomeni si ripetevano, apparentemente simili, e avevano luogo le stesse
conseguenze).

[11] Brillò ancora nel cielo una certa meteora di color rosso sangue al tempo in cui Filippo di Macedonia
umiliò le città della Grecia (anche questo è in realtà in Plinio). [12] D’altra parte sia le travi, sia i bolidi
luminosi, sia il giavellotto (questi nomi alle stelle candenti sono stati dati in base alla forma che assumono
quando si vedono nel cielo) e tutte le altre cose che sono di tal genere si producono in questo modo e con
questa forma: la Terra riscaldata dai raggi del Sole, poiché è piena di molti vapori, li emette dalle spaccature
che si sono prodotte e allargate dal calore (ha valore di un ablativo assoluto - essendo la terra riscaldata dai
raggi del sole, poiché in tale caso è ricca di molte esalazioni gassose, le espelle grazie a delle spaccature
aperte sulla crosta e ampliate dal calore).

[13] La quale cosa accade anche nei nostri corpi, cosicché per effetto del calore molto intenso emettono
sudore. L’esalazione della Terra, in quanto tale, è duplice: l’una è più umida, poiché è al quanto ricca di
vapore, l’altra più secca, poiché, evaporato l’umore della terra, (exucto, exugo vuol dire letteralmente
succhiato via, quindi evaporato) l’esalazione che si sprigiona è ricca di fumi;
[14] questa esalazione, trascinata in alto dal calore nelle regioni più alte dell’aria, accresciuta dalle costanti
passive esalazioni, alla fine prende fuoco e una volta acceso risplende e, in rapporto alla lunghezza e alla
larghezza di questa stessa, prende forma ora in forma di fiaccola, ora di “trave”, altre di giavellotto, altre
ancora di un dragone. (è questa seconda esalazione terrestre delle due che la Terra emette, quella secca,
che viene portata verso regioni più alte dell’atmosfera e accresciuta da continue esalazioni. Alla fine per un
effetto di attrito si incendia e in rapporto alla lunghezza e larghezza di questa massa gassosa che brucia,
assume talvolta la forma di una fiaccola, di una trave, di un giavellotto quando è molto lunga o addirittura
di un dragone. Io ho visto un bolide di recente, diciamo che i giavellotti dovrebbero essere più piccolini la
notte di San Lorenzo, sono molto di limitata estensione e poca luce).
[15] Dalla medesima esalazione secca sono generati anche i venti, se è vero che il vento – (inciso che
richiama la fonte) per riprendere una definizione aristotelica- è una certa massa di esalazione secca dal
suolo, messa in agitazione attorno alla terra -> Definizione data da Aristotele nei Meteorologica.

[15] Ragion per cui, poiché dall’esalazione secca, sono fatti sia le meteore che i venti, come è naturale, da
quella parte dalla quale si spingono le stelle cadenti, della medesima parte soffino anche i venti.
(Chiaro il rapporto di analogia che c’è? “Fit enim significatio” letteralmente “infatti”,” vuol dire che” quella
regione è piena di esalazioni secche e questo motiva il contemporaneo manifestarsi da quella medesima
direzione di venti e stelle cadenti. I fenomeni astro-metereologici sono strettamente connessi nella
trattatistica scientifica medievale e rinascimentale, perché anche la meteorologia, cioè ciò che avviene al di
sotto del mondo sublunare, è effetto di fenomeni astrologici e metereologici, le due cose sono collegate.
Abbiamo qualche nota di commento in riferimento alle fonti.
Questo è un lessico di astrologia, fino a 4 vi ho già dato i riferimenti al libro sulle meteore di Pontano, alla
precedente citazione da Plinio nelle Naturalis Historia. Domanda- > Il riferimento alla sconfitta degli
Spartani e all’umiliazione subita dai greci da Filippo di Macedonia perché non potrebbe essere un rimando
diretto? Perché lo stesso passaggio, anche se non in forma di citazione, lo trovate in Plinio. Stavo
osservando che mentre Dobus lo mette in greco, cioè usa il font, quest’altro non lo riconosce e quindi
potremmo anche pensare a un rimando indipendente, ma in realtà noi troviamo lo stesso passaggio in
Plinio, il quale dice “che brillarono accomodamente le travi” *manca* Dobus quale “quella che si manifestò
quando gli Spartani, sconfitti per mare, persero la guerra”, è la stessa espressione, però Pontano non sta
citando Plinio. Come mai? Questo è un problema per chi volesse fare l’edizione critica di un testo
umanistico, Fera (?)diceva che nel levare i problemi delle edizioni, due edizioni specularmente diverse, le
Classicaziones pliniane di Ottavo Barbaro fatte degli umanisti con ricchissime traduzioni, ma senza
l’apparato di fonti. L’altro esempio che pure citava criticandolo è il Cornucopie di Perotti fatto dai filologi
classici senza il riferimento alle fonti umanistiche, alle fonti intermedie. In realtà, per pubblicare un testo
della letteratura umanistica ci vorrebbe un filologo umanista perché bisogna sapere che gli umanisti
alludono spessissimo alle fonti senza citarle in modo esplicito. Questo è quello che sta facendo Pontano, ma
lui lo fa sempre, ma non è neanche voluto, nel senso che uno occulta un rimando a Plinio, è che loro
normalmente frequentano o li hanno frequentati per decenni, quindi i rimandi sono quasi automatici.
Domanda-> Come l’avete trovato? Perché prima ha citato Plinio, normalmente se da quelle parti Portano
ha tra le mani il manoscritto, che non è la nostra banca dati, ha appena fatto un’osservazione citando Plinio
poco prima, è facile che continui a leggere e abbia nell’orecchio mentre questo lo cita, ma lo ha letto però il
passaggio in riferimento perché per l’umanista non è come per noi citare con la banca dati. Voi dovete
suppore che lui prendesse questo grosso muro di 3, che costituiva un suo plinio, che è un barberiniano
latino 172, che dovrei ricordare, ma non me lo ricordo perché pubblicato le postille che Pontano ha scritto
sul suo plinio e quindi già a suo tempo avevo notato naturalmente che c’è un rapporto in questo passo. Noi
abbiamo il manoscritto di Plinio appartenuto a Pontano, cioè abbiamo il primo dei 3 volumi, gli altri 2 non li
abbiamo ancora trovati ed è alla Biblioteca Vaticana. Possiamo fare un tentativo, ma non sarei sicurissimo
della mia memoria perché sono almeno 3 i barberiniani di Pontano in Vaticano e quindi potrebbe non
essere quello. Come si identifica? Come il Corsiniano, hanno la nota di eugenia (??), naturalmente è
raschiato, è chiaro che uno che si occupa di queste cose sa che nel manoscritto di Pontano c’era una nota
melodicale della biblioteca, la nota di eugenia (??), quindi se vede una nota raschiata e riesce a leggere
apologenia, vivi dominici(??), che poi non è che raschiano tutto, allora ha qualche possibilità di ricostruire la
biblioteca. La prossima volta vi porto il riferimento perché può essere una cosa interessante. Quando il
riferimento è palese voi lo ritrovate altrimenti dovete stare attenti a possibili allusioni che spesso non si
vedono, non sono dichiarate ed è difficile individuare. Quando avrete orecchio anche voi e certamente non
lo avrete come quello di Pontano, ma nella mia edizione ogni volta che me ne accorgo es. nel preparare
qualche giorno fa la lezione da intrattenere oggi ai ragazzi della triennale approfondimento, stavo leggendo
un passo del Convivio dove si cita un passo del De Beneficis di Seneca. Seneca sostiene che i doni e gli
oggetti che si confezionano devono essere proporzionati alla persona che lo deve usare perché è
sconveniente dedicare dei libri ad un agricoltore oppure delle pietre preziose a un soldato. Questo è un
passo che non è dissimile dall’esempio che Pontano fa quando dice che le armi vanno preparate per chi può
combattere, infatti è inutile fabbricare delle armi per uno anziano che non può combattere, è un
riferimento negli anni di questi che non sono palesi, ma che Pontano automaticamente fa, ne ho accumulati
molti, ma me ne sfuggiranno un sacco, perché per fare il commento così puntuale, anche laddove le fonti
non sono dichiarate, ci vuole uno che il latino lo conosceva come Pontano e che non sono certamente io. I
problemi sono notevoli perché ci sono tantissimi riferimenti e allusioni che non coglierle impoverisce il
testo del suo significato, ne priva il testo e quindi sarebbe opportuno nei limiti del possibile segnalare le
allusioni. Anche l’altro riferimento all’immagine della meteora con il rosso sangue è lo stesso passaggio.
Quanto ad Aristotele in Metodologica vedete questa traslitterazione perché non c’è il font in questo
computer, ma in questo caso Pontano dichiara la fonte, altre volte liberamente il povero filologo non può
fare a mano che arrendersi perché anche con le fonti greche Pontano fa la stessa cosa. Nel caso
dell’introduzione di Goffidio, lui quando deve dare delle definizioni in termini tecnici fondamentalmente lo
parafrasa in latino, ma non lo dice. Quando ho il sospetto o il dubbio vado a vedere e controllo, qualche
volta mi sarà sfuggito, senza contare che ci sono molte fonti tardo antiche dell’astrologia greca che non
sono ancora state ancora pubblicate per cui anche volendo non le potrei individuare. Questa è la
definizione che avete letto, però in questo caso l’aristotelica definizione è esplicitata, la fonte, che è una
“moltitudo aspirationis aridae e solo agitata circam terra”, in greco dice che cosa sia animos, il vento. Il
testo greco dice esattamente quello che ha detto Pontano in latino di cui è una traduzione. Questi sono i
due rimandi.

Apparato delle varianti

Apparato critico: aquarum RVbS] aquam Vb: aquam di Vb è un errore di trascrizione del copista.
Summonte se ne accorge e lo corregge.

Imminutiones R] immutationes F, immunitiones To exercituum R] exercitium Ven:


“immutationes”“cambiamento”, non è un errore grammaticalmente, però certamente è un’innovazione
che solo F, come spesso accade, modifica volontariamente o involontariamente il testo.

Immunitiones nel codice di Torino che significa immunità, difese, ancora una volta non è un monstrum,
però è una lezione accettata.

exercituum R] exercitium Ven: exercitium in uno dei 2 codici marciani è un errore, ci vuole le incursioni
degli eserciti.

explicaret R] explicarent D, explicarentur TF: “era comprensibile che spiegassero più distintamente i
significati delle comete e delle meteore”, quindi explicarent D è un errore, explicarentur “fossero spiegati”;
significationes potrebbe anche andare, però è un’innovazione questa di T e di F.

Plenus sit R2 in eras.] plenius sit TD: “poiché quel tratto di cielo, donde trasporre la meteora stessa è
molto ricco di vapori”, plenius è comparativo ed è in TD, in R ci dovrebbe essere una rasura, quindi è
possibile che in origine ci fosse anche lì. Come si fa a stabilire il trattino chi ce l’ha messo? La prudenza
attribuisce lezione al codice, possibile che ci fosse anche lì. Se c’è abunde plenius è rindondante e quindi è
possibile, si vede che c’era qualcosa, è più facile che ci fosse.

quoque R] om. F: quoque di R è omesso dal codice F.

5 e mundi R] de mundi F: “Ubi vero diversis e mundi regionibus”, aveva il movimento dall’alto verso il
basso, comunque lo mette solo F, è una sua innovazione, grammaticalmente non è errato, ma è una sua
innovazione.

6. variis aeris tractibus R 2 in eras.,Vb2 ] e variis aeris tractibus VenTFDVb: anche nel Vaticano è una
lezione di seconda mano, quindi non è Summonte. “variis aeris tractibus VenTFDVb” “infatti la moltitudine
di esalazioni, spinta per vari tratti dell’area”. C’è effettivamente una rasura per cui è stato commesso
qualcosa, si vede che c’è un trattino introdotto perché qualcosa è stato eliminato altrimenti non ci sarebbe
stato lo spazio. Le altre relazioni hanno e variis aereis tractibus con la preposizione, è una variante
relazionale perché la troviamo VenTDVb, quindi la troviamo in tutte le relazioni precedenti. Pontano ha
deciso di riformulare con questa forma, poi è diventato più preciso delle altre e quindi noi vediamo questa
rasura che, da quello che vedo nel manoscritto, si trova anche nel Vaticano latino 5984. In questo caso si
vede la e, si vede che c’era e variis, è riuscito, potrebbe essere anche Summonte, il codice è cartaceo, è
difficile da raschiare, però qui qualcuno è riuscito a cancellare. Io lo attribuisco al manoscritto perché non
ho elementi grafici per dire in coscienza che è Summonte, obbiettivamente non posso, se io dico che è
Summonte significa che io sono in grado di distinguere i trattini di Summonte e che qualcuno può venirmi a
chiedere scusa mi puoi fare una *manca parola, quindi quali sono i trattini di Summonte e quali no, non è
un dato certo che sia di Summonte, è soltanto probabile oltre che plausibile, però nel momento in cui uno
fa un’edizione deve essere filologicamente quanto più accurato possibile. Io dico, non potendo essere
certo che è Summonte, che è un intervento di VB2, la cautela sempre. Gli altri hanno sempre “e” che non ci
vuole, tutte le relazioni precedenti.

Exhalationes RVbS] exhationes: exhalationes R, la lezione a testo, Vb per mano di Summonte, exhationes
aveva scritto il copista, qui invece sono abbastanza sicuro che sia Summonte exhalationes è un errore di
trascrizione di penna del copista e lui lo corregge.

turbas ut excitet oportet R 2 manu Pont., VbS] turbas (turba Ven) excitet oportet VenTFDVbR:
“turbas ut excitet oportet” questa lezione è introdotta in R da Pontano perché manca l’ut sostanzialmente,
mentre R ha turbas excitet oportet, anche gli altri hanno la stessa lezione. Domanda-> Perché non ha
omesso direttamente ut R2 manu Pont.? Perché potrebbe esserci un altro ut nello stesso rigo e poi non si
capirebbe, anche se non c’è qui, c’è sicuramente all’interno del testo per cui in quel caso ho adottato
questo criterio e quindi lo adotto sempre. Confronta i manoscritti-> Questo è l’ut inserito da Pontano, in
genere la grafia di Summonte è più scattante e inclinata. Possiamo osservare sinotticamente, questo
sicuramente è Summonte, il suo ut corsivo, questa non è la stessa mano ed è compatibile con quella di
Pontano, noi ci pronunciamo sperando di non aver sbagliato, però la differenza mi sembra percepibile in
una zona del testo dove entrambi intervengono, perché lui sta intervenendo in quanto riporta gli interventi
che vede qui e anche in questi interventi, come tra poco vedrete, sono anche nella parte di fianco,
sicuramente anche più lunghi, ci sono più lettere identificabili come integrazioni di Pontano. Abbiamo
questo ut inserito in R, R2 da Pontano e Summonte lo riporta in Vb. Gli altri codici hanno la lezione senza ut
e il Marciano contiene turba per turbas.

illum arefaciendo R] illum areficiendo T: arieficiendo è un’innovazione solo di T.

Quae cholera nunc dicitur R2 manu Pont., VbS] nunc om. VenTFDVbR: Quae cholera nunc dicitur R2 manu
Pont., introduce solo nunc che è omesso da tutte le versioni precedenti. Questo è sempre Pontano, nunc
col suo inchiostro più chiaro, il segno più gentile, le lettere staccate inizialmente e la grafia più antica.
Summonte lo riporta in Vb. La scrittura di Summonte è tendenzialmente corsiva, scattante e inclinata verso
destra, quella di Pontano è tendenzialmente, dico tendenzialmente perché poi c’è la mano di Pontano di
lavoro, quando Pontano compone o scrive. Noi abbiamo in Vaticano 7 vaticani latini, il vaticano latino dal
2837 a 42 sono tutti codici posseduti da Pontano nella sua biblioteca che contengono autografi o apografi,
cioè copie tratte da Summonte o altri amici e allievi di sue opere. In questi manoscritti ci sono molte carte
di lavoro dove Pontano usa la corsiva sua, che è scrittura molto corsiva, serrata, difficile da leggere, che è
però quella che usa negli appunti e nelle copie parziali. Alcune di queste carte alcune ci sono pervenute, es.
due Summonte le ha mandate in regalo a un letterato romano, Angelo Corocci, con una lettera e si
conservano alla biblioteca ambrosiana. Sono prove di traduzioni dal greco in cui Pontano traduce dalla
telesmatica ai commentatori greci e poi riporta questi estratti nelle sue opere maggiori. Un'altra carta di
questi fogli di lavoro è emersa di recente tra le carte di Salvatore Monti (manca parola) hanno donato la
loro biblioteca, avevano anche questo autografo, autografo è stato poi donato alla biblioteca nazionale di
Napoli che l’anno prossimo a settembre sarà ufficialmente consegnato e hanno chiesto a me di trascriverlo.
Ho fatto una trascrizione di queste 2 carte fronte-retro che contengono dei frammenti del De Fortitudine in
una relazione, nel senso che sono, rispetto al De fortitudine che conosciamo, delle prime stesure molto
interessanti, anche se non molto facili da decifrare perché la corsiva di Pontano è difficile, come tutte le
corsive. Quando parliamo di questo tipo di aggiunte le riusciamo a isolare perché Pontano usa una grafia
calligrafica tendenzialmente nel rispetto dei caratteri (manca parola) manoscritto che ha davanti, mentre
Summonte è tendenzialmente più corsivo, quindi questi due nunc si distinguono bene.

Si ritorna all’apparato:

significatrices R 2 manu Pont.,VbS] significantes VenTFDVbR: significatrices R2 è Pontano, Summonte lo


riporta, significantes “delle quali cose le stelle sono significatrici” è stata corretta in “sono significanti”.
Questa sicuramente in R è una lezione più elegante. Pontano corregge xpunge: ex-puntis la lezione che va
eliminata con significatrices e Summonte la riporta anche lui. Anche qui abbiamo l’opportunità di
confrontare il (significa)-Tric(es) di Pontano, che è più ferma con i legamenti dellaTr, tratto orizzontale,
mentre la linea I più staccata della C, mentre in Summonte è tutta legata la scrittura corsiva, poi c’è il segno
di interpunzione e la cancellatura. Summonte è molto più incisivo di (manca nome), che sta preparando il
manoscritto per la stampa, quindi diciamo che tutto l’interesse a che il tipografo non faccia errori nel
riportare le correzioni che lui introduce. Significantes è in tutti codici delle redazioni anteriori.

ita vertuntur ut nunc hae nunc illae qualitates R] om. FD: “ita vertuntur ut” “così si trasformano cosicché
ora queste ora quelle qualità risultino in eccesso”. Questa lezione di R è stata omessa sia da F che da D.
Domanda-> Come mai, se non sono legati questi due codici, nell’apparato si dice che FD hanno la stessa
omissione? Come si chiama? ”Salto della parola paranormale” e quindi è un elemento importante che
mostra un rapporto tra FD? No, perché questo tipo di fenomeno si può produrre indipendentemente basta
sia la circostanza per cui l’antigrafo di questi 2 manoscritti finisse in vari casi del rigo con qualitates e si
salta, indipendentemente lo possiamo fare tutti in quello stesso punto perché fino a 2 parole identiche in
successione, non significa nulla di più di un salto. Questo è uno degli esempi in cui si dice che questo tipo di
omissione non è tra gli errori guida, è un errore generico come fenomeno, si può verificare
indipendentemente in più manoscritti, non lo potete utilizzare per dire due manoscritti hanno la stessa
innovazione e quindi sono parenti.

fulsisse R 2 ] fulxisse R: Corretto fulsisse corretto da R2 su fulxisse, che è un errore, fulgeo a fulseo, c’è
un’auto correzione. Confronto con i manoscritti-> Non è né Pontano né altri, nel senso che se voi guardate
la S che sta qua con quella che sta su nella correzione, vedete che è la stessa lettera, la stessa mano. L’ha
espunta e l’ha corretta e quindi è giusto l’indicazione R2.

tandem incenditur R] tamen incenditur D emicat RT2] emittat T, emitat D:


tandem/tamen incenditur = tuttavia. Tandem è la lezione giusta “alla fine abbia legato insieme per effetto
di attrito, prende fuoco alla fine”, tamen è un errore introdotto da D. Emicat Rt2/ emittat è un errore di T,
con la (manca) ce l’ha anche D, che è abbastanza più avanti nella storia della tradizione, è un nostro errore.

siccis R] sic eis D.: Siccis – secche – sic eis regge male D.

Traduzione+ commento sentenza 100

L’ultima sentenza è la centesima (C), è una sentenza piuttosto lunga e molto ricca di fonti latine perché si
registrano gli effetti delle comete che, come potete immaginare, sono uno degli argomenti più frequentati
dalla letteratura astrologica. Al transito delle comete sono associati grandi capovolgimenti, cambiamenti
epocali. La sentenza comporta subito un problema di visibilità. Come si vedono le comete? Le comete di
notte si vedono, di giorno possono essere visibili a patto che siano a una notevole distanza dal Sole,
altrimenti il Sole le offusca.

-Le comete delle quali l’intercapedine (la distanza) è di 11 segni dal Sole se saranno apparse nei cardini (o
angoli del tema della figura natale), il re o qualcuno tra i principi del regno morirà.
(È una sentenza che ha a che fare con le dinastie regali. Questo spiega perché è un testo ritenuto così
importante da parte dei potenti, ecco perché qualcuno come Giorgio da Trebisonda o Lorenzo Buonincontri
potesse avere qualche interesse a commentarla, anche agli occhi dei principi).
-Se invece saranno apparse in una casa succedente, si troveranno bene le cose che appartengono al suo
tesoro (al tesoro del re), ma tuttavia cambierà il suo amministratore; e se saranno apparse in una casa
cadente saranno morti, malattie e morti improvvise.
(È il motivo, se ci pensate, anche della questione legata alla nascita di Cristo, non tanto la nascita, ma le
conseguenze che il sovrano Erode meritava per sé e quindi fa strage di innocenti. Non possiamo dire se un
aforisma di questo tipo esistesse già all’epoca della nascita di Cristo, certamente non come tolemaico, ma
poteva esservi qualcosa di simile perché io vi ho detto che anche nella sua forma più antica il testo sembra
essere nato per aggregazione successive di parti che fanno parte della letteratura aforistica, cioè raccolte di
aforismi, di saggi e sentenze, che è un genere della letteratura antica).

-Ma se dal cardine occidentale si muovono verso quello orientale un nemico esterno assalirà con
un’incursione le regioni (o la regione al singolare se preferite); se invece non si muovono, sarà un nemico
interno.
Questa è la sentenza-> se appariranno in qualcuno dei cardini preannunceranno la morte del re o di alcuni
tra i grandi del regno, se in una casa succedente andranno bene le cose relativamente al tesoro regale, ma
cambierà il suo amministratore, se si trovano in una casa decadente si tratterà di malattie e morti
improvvise; mentre se dall’occidente si muove verso oriente si avrà l’incursione di un nemico esterno, se
invece stanno ferme si tratterà di un nemico interno. Le comete non sono mai un bene, qualche tempo fa
ne abbiamo osservata una e ora ne stiamo vedendo gli effetti. La sentenza è molto lunga perché nella parte
conclusiva, come è normale nella letteratura sulle comete, cominciano le descrizioni degli effetti delle
comete che chi scrive ha visto. Pontano dopo aver elencato quelle storiche, i vari passaggi delle comete
negli anni, arriva ai tempi propri. Se non ricordo male l’ultima da quando lui scrive si ebbe nel 1472 e quindi
avete tutta una esemplificazione relativa a questi eventi.
Dice la sentenza “nei cardini di una casa succedente o cadente, il sistema di domificazione si divide talvolta
in 12 case, tra cui si distinguono i cardini o angoli 1-4-7-10, le case che vengono subito dopo (perciò dette
succedenti) 2-5-8-11, i quali montano sulla (manca parola) subito dopo i cardini, infine i 4 cadenti 3-6-9-12,
così detti perché sembrano cadere dagli angoli”. Su questa storia, nel senso quella vulgata divisione delle
fonti latine che Pontano in genere segue, cioè i Mathesos libri di Firmico Materno, il manuale classico di
Astrologia greca di Leclerc, che è uno strumento molto affidabile perché è fatto da un filologo classico con
una conoscenza precisa della letteratura astrologica. Questa è la rappresentazione del tema con le varie
case, l’ascendente e poi ci sono i 4 cardini 1- 4-7-10, capite perché si chiamano anche angoli o cardini, i più
importanti e le varie case che hanno questi significati. Per fare l’oroscopo si determina, in base all’orario di
nascita che trovate sull’estratto di nascita, l’ascendente, si mettono prima i 12 segni e poi guardando sulle
effemeridi, che riportano la posizione dei pianeti per ogni giorno dell’anno, andate a mettere in longitudine
la posizione dei pianeti e avete fatto l’oroscopo. La difficoltà non è farlo, ma è interpretarlo, gli aspetti si
vedono, lo fa anche il programma automaticamente, ma come ci sta insegnando Pontano ci sono tante di
quelle suddivisioni interne che in realtà è molto difficile, ammesso che è possibile farlo. Questo è la figura
natale, il tema di genitura a cui spesso si fa riferimento. Adesso leggeremo un riferimento al punto di
fortuna che in genere si rappresenta con un cerchio e una croce all’interno degli oroscopi. È una sorta di
oroscopo che riguarda la Luna e il punto di intersezione del raggio d’azione dei moti lunari, si trova
riportando dall’ascendente la distanza in gradi che c’è tra la Luna e il Sole, misurato a partire dal Sole e
secondo l’ordine dei segni; quindi misurate la distanza angolare e la riportate secondo l’ordine dei segni.
Come si misura? In base alle effemeridi, stabilito dove sta il Sole e luna, calcolate la distanza angolare e
dopo averla riportata per tot gradi è il punto di fortuna, questo riguarda la fortuna evidentemente. Sub
terram: si considerano sottoterra le case da 1 a 6 che sono sotto orizzonte.

Traduzione

[1] La stella cometa, (che potremmo definire non meno correttamente comata, ma chiomata) che di notte
suole vedersi, quella non può fare la sua prima apparizione di giorno nella regione del cielo orientale se non
remota dal Sole per 11 segni. (Quella non può fare la sua prima apparizione diurna, dicono gli astrologi
moderni, nella parte della ragione del cielo orientale se non è a una distanza di 11 segni dal Sole). A
condizione che, tuttavia, procediamo contando dal Sole verso una cometa attraverso i segni successivi, così
come accade nel cercare il luogo dalla parte di Fortuna in circostanze diurne. [2] Infatti, in questo modo,
contati 11 segni dal Sole, se la stella cometa sarà stata sull’ascendente, il Sole si troverà di stare 30 gradi
sulla Terra o presso dall’oroscopo. Poiché se fosse più prossimo, la cometa non sarebbe visibile, come
quello che, investito dall’intensa banda del Sole, vinto dalla maestà di una estrema luminosità di una così
grande luce, sarebbe del tutto nascosta. [3] La medesima stella cometa non può essere vista nella regione
del cardine occidentale in circostanze serali a meno che a una distanza di 11 segni dal Sole se, tuttavia, noi
ci dirigiamo dal Sole verso la stella cometa, così come accade nel cercare di determinare il Punto della parte
di Fortuna di notte.

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