Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
SEZIONE A
NOZIONI GENERALI
Pagina 1 di 22
Per svelare questa sostanza dobbiamo
i. ordinare : l’argomento testuale non è ordinato, occorre allora individuare la tesi finale alla
quale mira l’intero apparato argomentativo e in vista di essa ricostruire l'ordine logico dei
collegamenti fra tesi e le ragioni e fra i vari argomenti fra loro connessi
ii. completare: l’argomento testuale non ci dice tutto quello che nel ragionamento è implicito:
va quindi aggiunto ciò che è rimasto sottaciuto: premesse, passaggi logici, sottintesi per
brevità di discordo. Nella terminologia gli argomenti a cui mancano premesse o conclusioni
sono detti “entimemi”
iii. Essenzializzare : l’argomento testuale dice più di quanto sia essenziale, per questo occorre
sfoltire il testo eliminando le ridondanze: tutto ciò che è solo emotivo, ripetitivo o
incidentale.
iv. L’argomento testuale non è sempre univoco: vano quindi sostituite le espressioni non
univoche con espressioni univoche
L'argomento esplicitato è detto argomento RICOSTRUITO; questo lavoro di passaggio
dall'argomento testuale all'argomento ricostruito è l'analisi strutturale degli argomenti che è il
primo compito della logica.
Vanno peraltro precisati due punti:
i. Primo : non sempre è necessaria la ricostruzione strutturale, perché qualche volta la struttiua
argomentativa è già sufficientemente manifesta nell’argomento testuale.
ii. Secondo : l'argomento ricostruito è spesso pesante, goffo è privo insomma della qualità della
buona comunicazione: perciò non è destinato a sostituire l’argomento testuale. Non
dobbiamo parlare il linguaggio del ricostruito ma continuare a parlare il linguaggio abituale;
l’argomento ricostruito non ci serve per parlare, ma ha altri fini, in particolare 3: un fine
ermeneutico in quanto ci serve a comprendere più profondamente gli altri argomenti,
strategico in quanto ci serve per difendere meglio i nostri argomenti e per attaccare gli
argomenti avversai nei punti deboli, critico perché serve alla valutazione degli argomenti.
Pagina 2 di 22
tenore testuale può presentarsi nella forme più varie , ma che può essere ricostruito, esplicitato e
tradotto in una forma struttura standard generale di questo tipo:
A
B
...
__ (dunque)
Z
dove A, B ecc sono le ragioni che sostengono, che d’ora in poi diremo premesse; Z è la tesi finale
ovvero la conclusione, la linea che separa le premesse dalla conclusione è il nesso di
consequenzialità. Il dunque si potrebbe esprimere anche in altri modi, x es con perciò o con ne
segue che. Le premesse possono essere 2, ma anche una sola o più di 2 (i puntini sospensivi stanno
a significare questo).
Il ragionamento ha due letture :
Derivativa ossia partendo dalle premesse ed arrivando alla conclusione (dunque)
Giustificativa ossia lettura a ritroso dalla conclusione alla premesse (perché, o anche
dato che, infatti ecc)
A
B
...
lettura giustificativa ↑ (perché) __ (dunque) ↓ lettura derivativa
Z
A
B
...
__
Z
Dove A è la conclusione dell’argomento più in alto e al tempo stesso premessa di quello più in
basso. La funzione dell’argomento superiore è quella di giustificare o rafforzare una premessa
dubbia o debole (A) dell’argomento inferiore.
Es la disoccupazione è aumentata perche la banche hanno ridotto i finanziamenti alla imprese e ciò
è dovuto alla crisi globale, determinata a sua volta dal fallimento di alcune banche.
L’argomentazione a cascata è praticamente sempre presente nel processo, perché il fatto dedotto in
giudizio, la cui verità insieme alla norma è premessa del dispositivo finale. Deve sempre essere
provata e cioè diventare conclusione di un argomento probatorio.
Pagina 3 di 22
Gli argomenti convergenti hanno una struttura diversa
A C
B D
... ...
__ __
Si può dire che 2 argomenti sono convergenti se hanno indipendenti fra loro ma insistono sulla
stessa conclusione. Anche la loro funzione è rafforzare la conclusione facendo convergere su di essa
il peso di diversi argomenti.
b) Argomenti Contrapposti
Sono argomenti che attaccano, cioè confutano, argomenti avversari.
Gli attacchi agli argomenti avversari possono essere di diverso tipo:
Attacco ad una premessa di cui si nega la verità
C
D
...
__
non A
B
...
__
Z
Attacco la nesso di consequenzialità consiste nel dimostrare che esso non sussiste o che è
debole, è negare che le premesse sostengano sufficientemente la conclusione
C
D
...
__
A
B
...
non __
Z
Pagina 4 di 22
C
D
...
__
A
B
...
__
non Z
Soffermiamoci alla distinzione tra i vari attacchi per quanto riguarda la loro efficacia dialettica. Se
attacchiamo direttamente la conclusione avversaria abbiamo dimostrato che la conclusione
avversaria è falsa e crolla l’intero suo argomento di sostegno. Se invece attacchiamo le premesse
avversarie o il nesso, non abbiamo con ciò che la conclusione è falsa: abbiamo soltanto distrutto o
indebolito i suoi attuali elementi di sostegno; possiamo solo dire che, allo stato della discussione,
essa non è provata.
2 gradi di valore
La forza di un argomento dipende dal valore, ossia dalla verità delle premesse e dal valore, ossia la
sussistenza del nesso di consequenzialità. Ma possiamo essere più precisi perché la verità delle
premesse e la sussistenza del nesso sono suscettibili di gradazione, in quanto possono essere dotati
di certezza o di maggiore o minore probabilità.
Nella logica deduttiva non c’è ragione di operare questa distinzione: le premesse si assumono come
certamente vere o certamente falese, analogamente il nesso sussiste con certezza o non sussiste
affatto. Eppure nell'argomentare scientifico e nello stesso argomentare comune spesso parliamo di
proposizioni che sono soltanto probabili in certo grado e traiamo conclusioni in virtù di un nesso di
consequenzialità non sempre dotato della massima forza, ma esso stesso più o meno forte, più o
meno probabile.
Questo linguaggio è presente nelle scienze empiriche, nel linguaggio ordinario e nella scienza
giuridica stessa; va notata tuttavia una differenza.
Il linguaggio delle scienze empiriche esprime i gradi di frequenza e i gradi di probabilità dei fatti in
precisi termini quantitativi, con un indice percentuale numerico, n%, compreso nell’intervallo da 0 a
100. Quelle che diremo leggi statistiche indicano la frequenza dei fatti con enunciati del tipo:
nel n% dei casi accade che ( es. nel 25 % dei casi accade questo).
Pagina 5 di 22
Le espressioni probabilistiche indicano la probabilità di fatti con enunciati del tipo
All’n% è probabile che.. (es al 25 % dei casi è probabile che questo accada).
Il linguaggio ordinario esprime invece i gradi di frequenza e di probabilità dei fatti in termini
qualitativi e più sommari, con enunciati del tipo " raramente, frequentemente, per lo
più,generalmente, nella maggior parte dei casi accade questo" , che è il modo di esprimersi delle
c.d. massime di comune esperienza, fondate con enunciati del tipo " è improbabile, è piuttosto
probabile, è altamente probabile che accada questo". Questo ha fatto si che si è potuto creare una
corrispondenza tra il linguaggio comune e quello scientifico, in quanto espressioni come è
improbabile può corrispondere all' 5 % del linguaggio scientifico e cosi via.
Pagina 6 di 22
A
B
...
(certamente dunque) __ (probabilmente dunque)
Z
Si badi il certamente e il probabilmente dunque si riferiscono non alla conclusione ma al nesso di
consequenzialità: p il condizionale se-allora che è certo o probabile, non la conclusione in sé. La
distinzione fra i 2 tipi di nessi e i 2 tipi di argomenti vale a distinguere a due rami della logica,
deduzione e induzione, argomenti deduttivi e argomenti induttivi: l’argomentazione deduttiva
corrisponde al certamente dunque; l’argomentazione induttiva corrisponde al probabilmente
dunque.
Pagina 7 di 22
dove la prima premessa è la legge di base e i rappresenta un particolare oggetto individuale.
Esempio "tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo. dunque Socrate è mortale"
In questo caso la legge può essere giudica, una massima di comune esperienza o una legge
scientifica universale.
Pagina 8 di 22
2.6 il ragionamento per assurdo (o riduzione all’assurdo dell’avversario)
Il ragionamento per assurdo, o ragionamento che riduce all’assurdo l’avversario, è il ragionamento
con cui,per mostrare che da certe premesse segue deduttivamente una certa conclusione, si mostra
che si accettano quelle premesse ma si rifiuta quella conclusione ci si contraddice.
Il fatto di accettando le premesse ma rifiutando la conclusione ci si contraddice significa che, una
volta accettate le premesse, per evitare l’assurdo della contraddizione si DEVE accettare anche la
conclusione: non c’è altra alternativa. La linea che si segue in questo ragionamento può essere
rappresentata con un grafico. Indichiamo con PR le premesse dalle quali riteniamo deducibile una
certa conclusione C. quando noi sosteniamo che da PR si deduce necessariamente C, può esserci o
possiamo sempre immaginare che ci sia qualcuno che dialetticamente tenta di confutarci: eccetto le
premesse, dice questi, ma non la pretesa conclusione C: PR ma non C.
PR(premesse)
C non C
Le premesse PR sono comuni a noi e al nostro oppositore, ma le posizioni si dividono quanto alla
conclusione C.
E' un genere di ragionamento ben noto nella deduzioni della geometria e della matematica: quando
si vuole dimostrare un teorema si mostra che accettando gli assiomi, se si nega il teorema si arriva
attraverso una catena più o meno lunga di passaggi a contraddirsi; ma si tratta di un tipo di
argomentazione usato dappertutto.
Pagina 9 di 22
3.3 caratteri e condizioni delle generalizzazioni
La GUI e la GS sono procedimenti induttivi, e pertanto in essi il nesso ha variabile forza
probabilistica. Le condizioni di questa forza dipendono dalla formazione del campione, e sono tre:
1. Veridicità : il campione delle essere vero non falso ne probabile
2. Numerosità : più sono i casi osservati più è probabile il nesso
3. Rappresentatività : il campione deve rappresentare la maggior parte delle caratteristiche
della popolazione presa in considerazione
Il mancato rispetto di queste condizioni rende le generalizzazioni induttivamente deboli.
Pagina 10 di 22
più precisamente la probabilità del nesso induttivo cresce :
a) quanto più è alta la probabilità a priori del fatto ipotizzato
b) quanto maggiore è la probabilità che l'indizio sia conseguenza del fatto ipotizzato (se c’è F
allora I) rispetto alla probabilità che invece l'indizio sia conseguenza non del fatto
ipotizzato ma di altri fatti (che anche se non F allora I).
c'è già una certa probabilità che F
è probabile che se F allora I
è meno probabile che se non F allora I
c'è I
____________________________________________ ( è più probabile di prima dunque che)
F
Così l’ipotesi della pioggia indotta dall’indizio del terreno bagnato è ben confermata se riteniamo
che il terreno è bagnato più probabilmente a causa della pioggia che a causa di altri fatti, ma è
irragionevole se sappiamo che è invece più probabile che il terreno sia bagnato in conseguenza non
della pioggia ma di altre cause 8 x es per l’abituale umidità della zona)
Pagina 11 di 22
3 vizi del nesso di consequenzialità
Di fondamentale importanza sono i vizi che riguardano il nesso di consequenzialità. Un argomento
è viziato nel nesso , ossia logicamente scorretto, se ha un nesso che non è deduttivamente valido e
non è neppure induttivamente abbastanza forte.
Il nome con cui sono noti i vizi del nesso è sofismi o fallacie: sofisma o fallacia è un argomento
apparentemente persuasivo (al livello dell’argomento testuale), ma che, analizzato (al livello di
argomento strutturato), si rileva logicamente scorretto, cioè privo di nesso deduttivamente validoe
di nesso induttivamente forte. oggi si sono individuate più di 100 fallacie.
Pagina 12 di 22
- se non è provato che l’imputato è colpevole, allora l’imputato non è colpevole
SEZIONE B
APPLICAZIONI
E’ iportante mostrare gli usi che della logica compie la scienza giuridica nell’affrontare i problemi
che le sono propri. Quali sono questi problemi? Per rispondere a questa domanda occorre
distinguere due momenti della scienza giuridica:
a) SCIENZA GIURIDICA PURA O TEORICA, comunemente “dottrina” , la quale tratta
questioni generali ed astratte, chiedendosi , p.e, se una certa legge sia costituzionalmente
legittima;
b) SCIENZA GIURIDICA APPLICATA O PRATICA, la “giurisprudenza, la quale affronta
questioni pratiche e concrete, chiedendosi, per es., se il contratto concluso fra due
determinate persone sia o no un contratto di compravendita, se questo contratto è nullo ecc.
Ma la scienza giuridica applicata per rispondere alle domande particolari e concrete che si pone
deve aver risolto anche problemi generali ed astratti propri della scienza pura e tecnica (non a caso
avvocati, magistrati, fanno continuo riferimento alla dottrina).
Pagina 13 di 22
2. QUESTIONI DI DIRITTO E QUESTIONI DI FATTO.
CAPITOLO 2
ARGOMENTI NELLE QUESTIONI DÌ DIRITTO
Gli A sono B
Gli A’ non sono A ma sono molto simili ad A
________________________________________
Anche gli A’ sono B
Ancora una volta lì argomento è incompleto e privo di valore logico.
(per esempio i muli sono sterili, gli asini sono simili ai muli, dunque anche gli asini sono sterili)
Ma anche l’argomento per analogia può essere ricostruito in forma valida esplicitando una
premessa di carattere generale che è presupposta. Completando con l’aggiunta di questa premessa,
anche l’argomento per analogia diventa un modus ponens:
Se gli A sono B e gli A’ non sono A ma sono simili agli A, allora anche gli A’ sono B
Gli A sono B e gli A’ non sono A ma sono simili agli A
_________________________________________________
Anche gli A’ sono
L’argomento per analogia si esclude nel caso di leggi penali e di leggi eccezionali
Pagina 15 di 22
se nell’ordinamento è valido il principio P allora ce ne saranno tracce in varie norme
ci sono tracce di P nelle norme N,M,O
_____________________________________________________
Nell’ordinamento è valido P
Esempio Principio di conservazione degli Atti, principio esistente negli Articoli 1367,1419,1424 il
principio esiste.
S o S’ o S’’
Non S’ non S’’
__________________
S ( conclusione)
CAPITOLO 3
Pagina 16 di 22
Da un punto di vista logico distingueremo le prove a carattere deduttivo dalle prove a carattere
induttivo.
2 prove deduttive
Si potrebbe pensare che gli argomenti probatori, in quanto relativi a questioni di fatto, siano
esclusivamente di natura induttiva. Ma in realtà ci sono argomenti induttivi utilizzabili nelle
questioni di diritto e argomenti deduttivi applicabili alle questioni di fatto.
Pagina 17 di 22
3 prove induttive
Le prove di carattere induttivo sono le prove per lo più disciplinate dalle legge: la prova
testimoniale, la prova documentale, la prova indiziaria, la prova peritale.
A è affermato da T
_________________________ probabilmente
A è vero
Dove A è il fatto a provare e T è il testimone che afferma quel fatto.
Questo schema di prova, cosi come stà, non solo non è valido, ma sembra costruire la fallacia a noi
nota dell’appello ad autorità incompetente. L’argomento probatorio tuttavia non è fallace in quanto
il testimone viene considerato competente in quanto persona informata dei fatti che afferma. Si
presume che il testimone si sia trovato in condizioni tali da rendere credibili le sue dichiarazioni.
Ciò che pertanto da forza all’argomento è un’assunzione tacita con la quale bisogna integrare lo
schema di sopra:
L’n% di ciò che è stato affermato da persona che nelle condizioni C,C’,C’’ è vero
A è affermato da T che nelle condizioni C,C’,C’’
____________________________________________________
A è vero
Le condizioni di attendibilità del testimone possono essere classificate in almeno 4 categorie:
Oggettive : il fatto deve essere stato percepito direttamente dal testimone, e ben visibili;
Psicologiche : il testimone deve avere le piene facoltà di percezione, movimento, di
intendere e volere;
Logiche : le dichiarazioni del testimone devono essere coerenti, chiare e non incredibili;
Morali : la moralità del testimone non deve essere messa in discussione da precedenti
penali o da possibili vantaggi ottenibili attraverso una testimonianza fasulla
Pagina 18 di 22
Anche in questi casi bisogna accertare la piena veridicità della prova. La principale differenza dalla
prova testimoniale è la necessità di provare a parte l’autenticità del documento.
Ma, come nella prova testimoniale, questo schema deve essere integrato con una serie di
presupposti sottaciuti.
C’è già una certa possibilità che il fatto F da provare sussiste
È probabile che se c’è il fatto F allora c’è anche l’indizio I
( l’indizio I è probabile conseguenza del fatto F)
È meno probabile che se non c’è il fatto F ci sia l’inizio I
( l’indizio I è conseguenza meno probabile del fatto F)
È accertata l’esistenza dell’indizio I
________________________________________________più probabilmente di prima dunque
Il fatto F sussiste
Es: se Tizio ha ucciso allora possedeva l’arma del delitto (se F allora I), e, presupponendo
questa legge di base, dall’indizio risaliamo al fatto che intendiamo provare: è accertato,
diciamo, che l’imputato era in possesso dell’arma (I), con molta probabilità dunque Tizio ha
ucciso F.
Pagina 19 di 22
perito per giungere alle sue conclusioni, la logica esterna è il ragionamento che compie il giudice ,
l’avvocato o il ministero , quando accetta o respinge le conclusioni della perizia.
Se il giudice dissente dalla perizia del consulente tecnico deve motivare il suo dissenso e non può
sostituire alle conclusioni peritali una propria autonoma conclusione. Potrà disporre, motivando, o il
rinnovo della perizia o una perizia suppletiva.
CAPITOLO 4.
IèB (dispositivo)
Pagina 20 di 22
3 dei vizi della sentenza
L’intera sentenza come pure i suoi su argomenti possono essere viziati. Occorre fare due importanti
distinzioni. Anzitutto si distinguerà a seconda che l’argomento viziato riguardi questioni di diritto o
questioni di fatto. Poi all’interno di entrambi, ma soprattutto a proposito dei vizi degli argomenti di
fatto, si distingueranno in vizi logici e vizi di merito.
3.2 vizi degli argomenti relativi alle questioni di fatto vizi logici
I vizi relativi ad un’argomentazione relativa a questioni di fatto si distinguono in: vizi logici e vizi
di merito.
I vizi logici sono discutibili davanti alla cassazione, e riguardano la logica della sentenza. Questi
sono ricorribili in cassazione solo se investono un punto che sia decisivo per la soluzione della
controversia . Vizi logici sono la contraddittorietà, la insufficienza o la mancanza della motivazione.
3.2.1 contraddittorietà
Due proposizioni sono contraddittorie se non possono essere entrambe vere, o, in altri termini, se la
loro congiunzione disegna un fatto impossibile al 100%. Raramente due affermazioni
contraddittorie appaiono in modo esplicito e testuale, nella forma A e non B. Per lo più la
contraddittorietà è implicita e deve essere riconosciuta al di sotto delle espressioni testuali. La
contraddizione invece è apparente se per esempio deriva soltanto dall’uso improprio del linguaggio,
o se deriva da mero errore materiale.
Pagina 21 di 22
mostrano come l'errore ad esse relativo si risolve necessariamente in un vizio di insufficiente
motivazione.
l'n% degli A sono B
iè A
________________________
ièB
Pagina 22 di 22